NOI: OLTRE L'IMPOSSIBILE

di ClaIaco
(/viewuser.php?uid=647923)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** RITROVARSI ***
Capitolo 2: *** RITROVARSI-parte 2 ***
Capitolo 3: *** UNA DIFFICILE SORPRESA ***
Capitolo 4: *** UNA DIFFICILE SORPRESA-parte 2 ***
Capitolo 5: *** PENSIERI TORMENTATI ***
Capitolo 6: *** PENSIERI TORMENTATI-parte 2 ***
Capitolo 7: *** SPERANZE ***
Capitolo 8: *** SPERANZE-parte 2 ***
Capitolo 9: *** RICOMINCIARE ***
Capitolo 10: *** RICOMINCIARE-parte 2 ***



Capitolo 1
*** RITROVARSI ***


RITROVARSI E' passato più di un anno da quando Rosy si è ritrovata ad essere sola, in una stanza di ospedale psichiatrico, privata della libertà e dell'amore di suo figlio, morto per mano di Achille Ferro, che ha pagato per mano di Dante Mezzanotte, e Veronica Colombo, che, in carcere, sta scontando la sua pena di 10 anni con rito abbreviato. E' da più di un anno che Domenico non è più lo stesso. Anche lui è stato svuotato di tutto. Dell'amore di padre che aveva verso Leonardino e della forte attrazione che provava e continua a provare per Rosy e a cui, ancora, non è riuscito a dare una spiegazione. Si è sempre mostrato forte, lui, almeno agli occhi di Rosy. Si è sempre sentito in obbligo di proteggerla, soprattutto dopo che ha rischiato la vita mentre collaborava con lui, mentre cercava di vendicare Claudia. Da quando è morto Leo e Rosy è stata trasferita in ospedale, però, si è sentito strano, ideciso, pieno di dubbi e confuso, ha preso, quindi, un anno sabbatico ed è andato lontano da Palermo, lontano dai colleghi, lontano dalla questura e, purtroppo, lontano anche da Rosy. Ora però l'anno sabbatico è terminato ed è arrivto il momento, per lui, di affrontare ciò da cui ha voluto scappare in questo anno. Deve ritornare a Palermo, deve ritornare ad essere il solito ispettore rompiballe e pignolo che era prima. Deve farlo per lui, per la sua carriera e per la sua città che ha voluto proteggere da quel mostro che ha deciso di combattere quando è entrato in polizia, deve ritornare da Rosy. "Chissà come è diventata?" pensa mentre inizia a caricare l'auto di tutto ciò che deve portare a Palermo. Ha passato questo anno in Puglia, nel Salento, in un luogo di mare, tranquillo. Ha potuto vedere con i suoi occhi come cambiavano i piccoli paesini in quella zona. Dall'estate in cui erano super affollati e ricchi di vita. All'inverno in cui erano tranquillissimi. Quelli gli sembravano i luoghi migliori per pensare e meditare sulla vita, su ciò che davvero vuole e sulle aspettative per il futuro. Ha pensato molto lui. A tutto. Al suo lavoro, alla sua vita, al suo futuro e a Rosy. Ha pensato tanto a Rosy e non riesce ancora a darsi un perchè ma l'ha pensata molto. Ogni volta che osservava il mare pensava a lei, a quando, a casa sua, gli ha chiesto di poter stare vicino al mare. Ogni volta che osservava le vetrine dei negozi e trovava esposte le felpe. Lei non si staccava mai da quei capi. Erano per lei come un marchio di fabbrica. La pensava perfino quando, passeggiando, vedeva serrande di garage. In quelle occasioni non pensava ad altro che a quegli episodi di passione che hanno cambiato qualcosa dentro di lui, nella sua mente, nel suo cuore. O forse no. Solo nel suo cuore. Non lo sa. Una lacrima gli accarezza il volto. Non riesce a spiegarla. Forse è di amarezza, forse di nostalgia, forse di rimorso. Non si riesce a perdonare il fatto di averla lasciata sola ma doveva riordinare le sue idee, e ora che lo ha fatto può ritornare ad essere sereno, almeno un pò. Dopo molte ore di viaggio, ritorna a Palermo. Il suo primo pensiero è lei. Rosy. Si precipita in ospedale. Vuole rivederla. Le è mancata tanto, molto più di quanto potesse immaginare. Ora però può rivederla. Si precipita nella sua stanza. Nessuno gli fa domande, infermieri, dottori. Lo riconoscono, sanno chi è e sono stufi di chiedergli il motivo della sua presenza lì. Sanno la risposta e non provano neanche a fermarlo sa che non otterrebbero ciò che desiderano perciò lo lasciano andare. E' lì. Di fronte alla porta della sua stanza. Vuole entrare. Fa un lungo respiro ed entra. CONTINUA... Ed ecco terminato il primo capitolo, spero davvero che vi piaccia. Devo farmi perdonare l'annullamento della storia precedente. Vi aspetto con le recensioni, i commenti (anche negativi, quelli aiutano a migliorarsi). Tra 3 giorni arriverà il secondo capitolo. CIAO A TUTTI!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** RITROVARSI-parte 2 ***


E' lì. Di fronte alla porta della sua stanza. Vuole entrare. Fa un lungo respiro e finalmente prende coraggio.

La vede lì. Davanti a lui. E' stesa. Riposa. Sembra serena. Si avvicina a lei. Sta dormendo. Non vuole disturbarla. Le prende le mani, dai polsi. Nota che sono fasciati. 

"Rosy ha tentato molte volte il suicidio in questo anno. L'ultima volta è stato una settimana fa. Con una scheggia del suo letto" lo informò il medico che passava di lì per medicarle le ferite ai polsi.

"E voi dove eravate? Dov'erano le infermiere, i medici e la vigilanza! Dov'erano gli uomini della vigilanza?!" intervenne aspramente Domenico..."Lasci stare la medica dopo, ora rischia di svegliarla. Non vede come è tranquilla adesso!" continua lui, sempre più infastidito.

In realtà si sente colpevole. Voleva starle accanto. Si sente responsabile per quello che le è successo. Sa che non è colpa sua ma poteva evitarle quel dolore in più, che si è sommato a quello per la perdita del figlio. Poteva starle accanto. Doveva starle accanto e invece no. E' scappato. Ha preferito scappare e rifugiarsi in un qualche luogo lontano da tutti piuttosto che affrontare i problemi.

"Non posso non medicarla, rischia una grave infezione" risponde il medico con tono pacato. Non può arrabbiarsi con Domenico, lo comprende. Comprende il suo stato d'animo e ne conosce alla perfezione il motivo ma preferisce tacere. "Se ne accorgerà da solo" pensa il medico, mentre inizia a medicare Rosy. Questo pensiero, però, lo fa a voce alta, suscitando la curiosità di Domenico.

"Cosa dice dottore?" interviene lui "Di cosa dovrei accorgermi?" continua. Il dottore allora decide di parlare. "Dottor Calacterra so come si sente. E' confuso, non sa cosa vuole e perciò alza anche il tono di voce. So questo perchè riesco a capire la gente, sono uno psichiatra, le persone che vivono attorno a me e ai miei pazienti. Studio ogni persone che entra in queto edificio ed interagisce con i miei pazienti e di lei ho capito molto ispettore". Domenico non sapeva che dire. Gli sembrava che quel dottore avesse capito molto più di lui mentre era lì, vicino Rosy, che lui in un anno lontano da tutto e tutti e allora replicò "Spieghi anche a me, dottore, ciò che ha capito. Sembra che abbia capito più lei di me, che io" con toni amareggiati, "lei è innamorato, ispettore. Molto innamorato della donna che è sdraiata in questo letto" dice indicando il letto di Rosy alla quale aveva finito di medicare i polsi poi continua "Non lo ha capito prima, o non lo ha voluto capire perchè era impegnato a pensare con la testa da poliziotto e non da uomo quale è" termina così il medico ed esce dalla stanza lasciando Domenico solo con lei, senza la possibilità di replicare.

Non sa cosa fare. E' stato colpito nel suo punto debole. L'amore. Non sa cosa provava per Rosy. Non è la stessa cosa che provava per sua moglie o per Claudia. E' più forte. Non riesce a definirlo a parole, a dargli un nome e perciò decide di non farlo. Ora vuole solo parlare con lei e lo fa. Si siede accanto a lei che ancora dorme e inizia a parlare di tutto. Si apre a quella donna come non ha mai fatto con nessun'altra. Le racconta tutto ciò che le viene in mente. Le racconta di ciò che ha provato dopo la morte del piccolo Leo, del motivo per cui ha deciso di andare via e allontanarsi da tutti. Le racconta anche di ogni volta che pensava a lei guardando il mare, i negozi le serrande dei garage. Si sofferma su questo particolare come volesse farlo davvero sapere a quella donna che era stesa su quel letto e perciò le prende la mano, gliela stringe, come volesse renderla partecipe di quel ricordo. Ma lo fa con dolcezza, non vuole e non gliele fa ma Rosy apre gli occhi comunque e lo vede. Non parla. Non lo ha più fatto da quando è stata ricoverata in quell'ospedale. Domenico, allora, continua a parlare. Parla...parla...parla di tutto ma i suoi occhi si accendono di una luce diversa quando parla di ciò che gli ha detto il dottore poco prima.

Guarda l'orologio. E' tardi. Deve andare in questura. Le lascia un bacio leggero sulla fronte e si allontana da lei con una promessa. Sarebbe tornato il giorno dopo e quello ancora, e anche l'altro. Anche due volte al giorno se poteva. Non l'avrebbe più lasciata da sola. Faceva parte di lui, anche se in modo ambiguo, ma era parte di lui. Nulla poteva cambiarlo.

continua...

Ho dovuto dividere questo capitolo perchè era lungo da scrivere per intero. Ho già iniziato a scrivere il terzo e arriverà tra 3 giorni. Mi scuso se devo farvi aspettare così tanto ma voglio che questo sia perfetto. Ci tengo molto a questa storia, a questa coppia e ai vostri pareri quindi lasciatemi un vostro commento, una vostra recensione. Sono curiosissima di sapere cosa ne pensate.

Grazie a tutti voi che leggete e a coloro che recensiscono.

Baci

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** UNA DIFFICILE SORPRESA ***


UNA DIFFICILE SORPRESA

Arriva in questura. Tutti si alzano e gli vanno incontro per salutarlo, riabbrcciarlo. Tutti tranne qualcuno che ha qualcosa da dirgli ma non abbastanza coraggio per affrontarlo. Non adesso. Lara. Rimane immobile, vicino la sua scrivania e aspetta che sia lui ad andarle incontro. Pensa di dover aspettare molto. Crede di non essere tra le sue prorità. E' certa di questa, e invece no. Deve ricredersi. Con grande stupore nota che lui le si avvicina. La abbraccia e la saluta.
"Mi sei mancata, Colombo" le dice con un sorriso malizioso. In realtà non è così. Non le è mancata lei, ma la possibilità di potersi sfogare. Non può spiegarglielo, dirglielo. Sa di fare un grande errore prendendola in giro in questo modo, non conosce neanche lui il motivo, ma per lei sente solo un'attrazione fisica. Forte, ma solo attrazione fisica. Non è come con Rosy. E' diverso. Anche perchè non sa cosa gli succede quando è con Rosy.
"Tu no." risponde lei con tono sarcastico ma nello stesso tempo provocatorio. Lei non è sicura di quello che succede a Domenico. Sa di non essere poi così importante per lui. Anche per lei, in un certo senso è così. Dopo ciò che è successo qualche mese fa, non vuole legarsi più a nessuno. Solo avventure. Basta storie. Quella con Domenico è più di un'avventura ma non è neanche una storia e a lei va bene così. Si allontana, con un sorrisetto, da lui e raggiunge i colleghi che hanno per lei notizie sul corso delle indagini.
Dopo che la scientifica ha confermato che, al 90%, il volto sul video è di De Silva, e ora che è tornato Domenico, possono continuare questa indagine. Devono concentrarsi sullo "stregone". Poco dopo li raggiunge anche Domenico, pronto a riprendere in mano, assieme a Lara, le redini della questura di Catania. Non ci sono, poi, grandi novità. Solo alcuni testimoni che affermano di averlo visto aggirarsi nei pressi di negozi per l'infanzia. Ma non c'è nulla di certo. E' ancora tutto da confermare.
"Palla" dice Domenico, rivolgendosi a Gaetano "Tu e Francesca prendete i nastri delle telecamere dei negozi, se era davvero lui, salterà fuori qualcosa. E tenetemi informato" aggiunge, rivolgendosi ai due ragazzi.
"Subito" aggiunge Palladino. Seguito da Francesca.
Domenico decide di passare da casa sua prima di ritornare ufficialmente in servizio. E' mancato più di un anno e deve sistemare alcune cose.
E' in macchina e non può far altro che pensare. Quando si è in silenzo, è inevitabile...si pensa. Pensa a ciò che gli ha detto quel medico in ospedale.
"Lei è innamorato ispettore, molto innamorato della donna che è sdraiata in questo letto" questo gli ha detto.
"Come può avere capito lui, ciò che io, invece, non provo?" pensa. Poi continua. Pensa ad alta voce. "Io non posso essere innamorato di Rosy. E' vero, è cambiata, ma non posso essere cambiato tanto anche io. Non so come definire ciò che provo per lei, ma non può essere amore. Non deve essere amore!" dice alzando sempre più il tono di voce. "Non provo rancore per lei, le voglio bene, tanto, ma non posso amarla. Questo andrebbe contro ogni mio principio" continua a pensare. Questi pensieri li fa ad alta voce. Avrà imparato dal medico, ma non ha importanza. E' solo, in quell'auto, e quando è così puo pensare a voce alta. Serve a schiarirgli le idee. Crede.
E' arrivato, nel frattempo, scende dall'auto e apre la cassetta delle lettere. Quante bollette, documenti e un pacco. Strano, gli sembra. Non ricordava di dover ricevere della corrispondenza. Entra in casa. La apre. C'è un CD, una lettera, un indirizzo e un disegno, sporco.
E' confuso. Decide di vedere il CD. Ha uno strano modo di affrontare le cose. Inizia sempre da quelle più complicate per arrivare a quelle più semplici. Lo ha imparato dal suo lavoro. Lasciare le cose semplici sempre alla fine. Quasi mai sono quelle corrette. Fa così anche adesso. Inserisce il CD nel lettore.
\attendere/
\lettura CD/
"Dai, dannazione!" si arrabbia Domenico. E' ansioso di sapere ciò che c'è in quella cassetta.
\premere play/ appare sul display del televisore. Lui fa così, preme play e attende di vedere il video.
"Oh cazzo! Non può essere!"
esclama

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** UNA DIFFICILE SORPRESA-parte 2 ***


"Oh cazzo! Non può essere!" esclama
Il video gli è stato inviato da De Silva. Lo ha fatto recapiatare a casa sua molto tempo fa.                                 
"Deve avermelo spedito quando ero via, e non l'ho potuto vedere" dice Domenico.
Si sente strano. E' arrabbiato per essere stato preso in giro da un mezzo mafioso. Si, perchè De Silva non è un mafioso. Non a tutti gli effetti. Si occupa dei loro affari, forse ha anche i loro obiettivi e si comporta come loro ma non lo è competamente. Prima non era così. Prima era come lui, era un agente dei servizi segreti che si è fatto corrompere e da latitante ha anche avuto il coraggio di spedirgli un video per parlargli. Ma di cosa? Cosa avrà voluto dirgli tempo fa? E mentre se lo chiede il video prosegue ma lui non ha capito nulla perciò riprende dall'inizio...
-CIAO CALCATERRA- così inizia il video inquadrando un De Silva molto sicuro di sè e con un sorriso di sfida che prosegue dicendo -SPERO TI ARRIVI PRESTO QUESTO VIDEO PERCHE' NON CI SARANNO ALTRE POSSIBILITA'- a queste parole Domenico si agita più che mai. "Possibilità per cosa?" Si chiede fra sè e sè. "E poi il video non mi è arrivato presto", continua "o meglio mi è arrivato ma lo sto guardando solo ora" poi il video riprende dopo un periodo di pausa -ASSIEME A QUESTO VIDEO TI ARRIVERANNO ANCHE UN INDIRIZZO E UNA LETTERA. ASCOLTAMI BENE CALCATERRA. IO HO QUALCUNO CON ME CHE HA VOGLIA DI RIVEDERTI MA PURTROPPO NON POTRA' FARLO SE TU NON FAI CIO' CHE DICO IO- sospende il video, deve pensare. Fare un pò mente locale di ciò che gi sta capitando. De Silva, l'uomo che i suoi uomini hanno cercato per più di un anno gli ha inviato un videomessaggio in cui gli dice di fare come dice altrimento non potrà rivedere più qualcuno. Ma chi? Chi? Si domanda Domenico. Rosy? No è impossibile. Lei è in ospedale e almeno può vederla spesso. Quando vuole. Ma allora chi? Chi vuole rivederlo? E' un pensiero fisso il suo. Non riesce a smettere di pensarci. Ma deve perchè deve continuare a vedere il video. Preme di nuovo play e il video riprende -SO CHE SEI PARTITO, CALCATERRA, SO TUTTO E SAPRO' ANCHE QUANDO VEDRAI QUESTO VIDEO E QUANDO TORNERAI. DEVI ANDARE A QUELL'INDIRIZZO CHE TROVI SCRITTO SUL BIGLIETTO. IL GIORNO PRIMA DELLA VIGILIA DI NATALE. NON SO SE LA SORPRESA CHE TROVERAI SARA' BELLA O BRUTTA." sta per terminare il video ma De Silva riprende "AH DIMENTICAVO...FAI CIO' CHE TI DICO E NESSUNO SI FARA' MALE, SOPRATTUTTO CHI VUOLE RIVEDERTI. NON FA ALTRO CHE CHIEDERE DI TE...MIMMO, MIMMO, MINCHIA CHE PALLE. LA LETTERA CONTIENE TUTTE LE INFORMAZIONI" Domenico non capisce più niente. E' ancora più confuso. Ma si rende conto che oggi è 22 dicembre. Domani deve andare all'appuntamento. E' sicuro che non dormirà. Prende la lettera e tutto sommato dà le stesse informazioni del video ma sono più approfindite le informazioni dell'indirizzo.

***

E' mattina e Domenico ha dormito pochissimo. Erano molti i pensieri che gli passavano per la testa. Deve sbrigarsi, andare all'indirizzo indicato da quel bigliettino.
"Eccola!" dice un Domenico curioso ma allo stesso tempo preoccupato.
Si trova davanti ad un portone di legno. Logorato dal tempo. Vecchio. Entra. Si ritrova in un grande spiazzo alla fine del quale c'è una freccia che indica una stanza a destra. Pensa sia stata messa lì di proposito da qualcuno che ha fatto tutto quello per lui, per uno scopo personale. De Silva. Chi altri sennò.
La raggiunge e trova tanti fogli appesi a dei fili sulle pareti della stanza. Ne prende qualcuno. Sono disegni...disegni di bambini. Non ci capisce nulla. Arriva alla fine di quella strana mostra di disegni che gli è stata preparata da De Silva. "Ma perchè?" si chiede "Con che scopo ha voluto fare tutto questo" così continuano a vagare i suoi pensieri, stroncati da quel disegno. Sono raffigurate tre persone, due adulti e un bambino. I due adulti sono vicini e sopra la c'è scritto "mamma", sull'altro "Mimmo". Il bambino è lontano dai due, separato da loro da una mano a cui ha dato un nome: è la mano di De Silva e su quel bambino c'è scritto Leo.
continua...

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** PENSIERI TORMENTATI ***


Leo è vivo. Puó essere vivo. Forse è vivo. Non ci si può completamente fidare di DeSilva. È un bastardo come tutti gli altri.
Domenico però decide di credergli per darsi una possibilità. Per dare una piccola possibilità , una piccola speranza a quel bambino che ha cresciuto come un figlio e che vorrebbe tanto stringere ancora tra le braccia perciò decide di crederci. Per stare bene con sè stesso e non avere più il rimorso per la morte di quel piccolo angioletto dagli occhi azzurri e i capelli biondi.

Non sa cosa deve fare, inizia a porsi delle domande. Deve o non deve dirlo ai colleghi della Duomo e a Lara? Deve informare di tutto questo Licata? Si deve, dovrebbe ma decide di non farlo e non lo dirà neanche a Rosy. Per lui, per evitare di illudersi, per Rosy, per evitare anche a lei l'ennesima delusione se tutto ciò non fosse vero e per il bambino, non rischierebbe mai di metterlo in pericolo. Considerando che tutto questo sia vero. Considera sempre anche questa opzione. Non può completamente fidarsi di DeSilva.
Sta per tornare indietro, a casa, a pensare ma sente una botta alla testa, qualcuno lo ha colpito pensa, prima di perdere conoscenza, e quel pensiero va a DeSilva, sa che chiunque lo abbia colpito lo sta portando da lui, perciò non reagisce.

Al suo risveglio si ritrova in una stanza buia, scura. Cerca un interruttore delle luce. Lo trova. 
Non è legato, DeSilva sa di potersi in qualche modo fidare di lui perché ci tiene troppo a quel piccoletto e non può permettersi di perderlo ancora, ammesso che tutto ciò che dice l'ex poliziotto sia vero. 
Si trova in una stanza con mura di pietra, non ci sono finestre, solo una porta di ferro da cui sente provenire dei rumori. É DeSilva, sicuramente vuole dirgli ciò che ha in mente.
-"ciao Calcaterra" dice DeSilva entrando nella stanza e assumendo un timbro di voce di sfida.
-"DeSilva, che cazzo vuoi da me?" chiede Domenico
-"no Calcaterra, non si risponde così ad un amico che vuole farti un favore" replica DeSilva con tono strafottente.
-"e tu saresti un amico, DeSilva? Tu sei uno schifo, sei la feccia, sei un mafioso di merda!"
-"stai iniziando a rompermi la minchia, sto per mandarti a fanculo e se non avessi avuto quel mostriciattolo di cui voglio liberarmi ti avrei già ammazzato Calcaterra, anche se un altro modo per liberarmene c'è, in quel destino da cui io stesso l'ho salvato, posso farcelo tornare se continui a interrompermi, sbirro" pronuncia queste parole, DeSilva, con più sfacciataggine del solito. Con la consapevolezza di chi ha il potere nelle proprie mani, di chi ha il coltello dalla parte del manico e può muovere le pedine di una scacchiera a suo piacimento.
Calcaterra a questo punto non replica alle parole di DeSilva e rimane ad ascoltare ciò che ha in mente.
-"Ho sentito di quel piccoletto che era stato rapito, con dei miei contatti sono riuscito a risalire ai rapitori e quindi li ho seguiti e quando è stato seppellito da quella stronza sul vulcano non ci ho pensato due volte a salvarlo. Era un bambino e i bambini non si toccano"
-"con questo che vuoi dirmi DeSilva? Spiegati"
-"niente Calcaterra, ti ricordi che ti ho detto quando eravamo nella botola? Sono malato e voglio uscire di scena, voglio continuare a farlo...nel migliore dei modi"
-"DeSilva spiegati!"
-"Calcaterra ne ho fatte di stronzate ma ho smesso, voglio guarirmi e curarmi"
-"per farlo devi consegnarti a me, alla polizia e devi collaborare"
-"ci sto ma prima voglio passare in un programma testimoni"
-"sei un assassino, un malato di mente, un bastardo, sei la feccia della società e ti permetti di dettare condizioni? Sei senza speranze"
-"Calcaterra lo vuoi rivedere quel piccoletto o devo spedirlo lontano da tutti?" Dice DeSilva con un tono di voce che si fa sempre più nervoso.
-"non ti agitare DeSilva" ribatté Calcaterra sempre con lo stesso tono
-"il ragazzino sta bene devi solo fare ciò che ti ho detto e lui potrà tornare a stare con te se ci tieni, è anche guarito dalla ferita di quel bastardo
-"che c'è DeSilva? Sei diventato più tenero di cuore?"
-"te l'ho detto Calcaterra, sono malato e voglio uscire di scena alla grande, allora?"
-"ci proverò DeSilva, ma lo faccio per il bambino, sia chiaro. E prima voglio vederlo"
-"assolutamente no, fai ciò che ti dico e lo rivedrai"
Sentì di nuovo quel dolore e al suo risveglio so trovo di nuovo dove era mezz'ora prima.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** PENSIERI TORMENTATI-parte 2 ***


È di nuovo in quella piazzetta dove dei picciotti di DeSilva lo hanno riportato dopo che ha perso i sensi.
"Cosa devo fare ora?" Si domanda, pensa. Pensa tanto ma non riesce a darsi delle risposte. Deve parlare con   Licata e con i colleghi. Deve spiegare tutto a loro. 
Deve parlare con Rosy? Non sa prendere una decisione. I suoi pensieri sono tormentati, confusi e lui è sempre più nervoso. Una cosa però deve farla, deve parlare di DeSilva a Licata.

-"Questore, posso?" Chiede Domenico davanti la porta dell'ufficio di Licata.
-"prego Calcaterra, non ho ancora avuto l'opportunità di darle il bentornato, sono sicuro che continueremo a lavorare al meglio"
-"ne sono certo anche io, questore ma sono venuto a parlarle di altro"
-"ci sono problemi, Calcaterra?" Si preoccupa il questore
-"nono, nessun problema ma volevo parlare di una questione al quanto delicata, posso chiudere?" Dice Domenico alludendo alla porta
-"sisi prego si accomodi Calcaterra, mi dica tutto"
-"Oggi, al mio ritorno sono andato a trovare Rosy, ehm.. la Abate e dopo sono andato a casa mia. Una volta li ho trovato questa nella cassetta delle lettere" gli porge la busta con il cd e continua "c'è un video di..."
-"continui Calcaterra" lo incita Licata
-"c'era un video di DeSilva, dice che sa di tutti i miei spostamenti e voleva trattare la sua resa, successivamente mi ha prelevato e mi ha parlato di un argomento delicato"
-"cosa?! Calcaterra, si rende conto di ciò che mi sta dicendo! È un fatto gravissimo! Susu continui!"
-"Leonardino Abate, il figlio di Rosy, è vivo, lo ha lui e ha detto che lo farà tornare a casa a patto che noi gli garantiamo la protezione testimoni e le cure necessarie alla sua guarigione"
-"ma si rende conto Calcaterra di ciò che mi sta chiedendo di fare? DeSilva è un corrotto, un assassino, e lei mi sta chiedendo di curarlo e proteggerlo?"
-"dottore ma si tratta di Lei, di un bambino che non ha colpe. Non ha voluto lui trovarsi a vivere in questo mondo e noi siamo la polizia e dobbiamo proteggerlo"
-"lo so cosa siamo Calcaterra, lo so. Mi ci faccia pensare. Le saprò dire domani"
Domenico esce dall'ufficio di Licata e il suo primo pensiero va a lei, Rosy. Vuole andare a trovarla e parlarle, anche se lei non darà cenno di ripresa, come è ormai da un anno.

Un corridoio bianco e una porta lo separano da lei. Gli dà sempre uno strano effetto vederla. È una bella sensazione, è vero, ma sa di non conoscersi più quando è con lei.
-"ciao Rosy, sono io, Domenico"
Non ottiene risposta, anche i suoi occhi sono fissi a guardare il vuoto e non danno cenni di ripresa.
-"stanno succedendo troppe cose strane, Rosy. oggi sono stato prelevato da DeSilva, vuole la protezione testimoni e le cure per la sua malattia. Ha detto che ha..." Si blocca, non può dirle di Leo, sarebbe troppo per lei, non ha poi la certezza della verità perciò non continua, cambia discorso...
-"ho parlato con Licata e lui non è d'accordo, ha detto che mi farà sapere. Ti prego Rosy, reagisci"
Il telefono di Calcaterra suona, è Licata.
-"mi dia dottore...si...sono vicino...no, non sono a casa...si, si arrivo subito, a presto" chiude la chiamata e poi prosegue parlando a Rosy "devo andare Rosy, passo domani, non ti lascio sola, ci tengo tanto a te"

-"è permesso?"
-"prego, prego, Calcaterra. L'ho chiamata perché ho pensato alla sua richiesta e accetto, ho parlato con Pulvirenti e va bene anche a lui, come facciamo a trattare con DeSilva?"
-"mi ha lasciato questo foglio nella tasca" Domenico glielo porge. C'è scritto che avrebbe chiamato in questura il giorno dopo.
Dovevano solo aspettare...

*spazio autrice*
Ciao a tutti. Sono contenta delle tante persone che leggono questa mia storia, stiamo giungendo quasi al finale e quindi ringrazio tutti. Sono curiosa di sapere i vostri pareri. Lasciate una recensione o un commento, ance negativo sarà ben accetto.
Alla prossima, baci a tutti! 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** SPERANZE ***



Sono le 6 e Domenico non ha chiuso occhio perciò si prepara e va da Rosy. 

È in macchina ma riceve una telefonata dall'ospedale psichiatrico.
-"pronto?" Dice
-"pronto dottor Calcaterra, la chiamo dall'ospedale psichiatrico, l'Abate è peggiorata" risponde una donna
-"arrivo subito,non si preoccupi" e poi si precipita in ospedale.

È in ospedale, si dirige subito nella sua stanza e la vede lì, distesa che dorme.
-"si è aggravata quando è andato via la scorsa volta, l'abbiamo chiamata solo ora perché ci è voluto molto tempo per calmarla. E poi ripeteva sempre un nome: DeSilva"
E allora Domenico capisce, comprende che a peggiorare la situazione di Rosy, della mamma di quel bambino che lui ha tanto amato e che, potrà amare ancora sta male perché lui non ha saputo tenere a freno la sua voglia di farle sapere la verità. 
Si avvicina a lei e le sfiora la schiena, gli fa male vederla così ma questa volta è diverso...non è come le altre volte. E se il dottore avesse ragione? E se lui è sono davvero innamorato di Rosy ma non se ne rende conto? Non vuole pensarci vuole solo starle accanto...adesso e per sempre.
-"passo dopo dottoressa, ora devo andare a lavorare. Aspetto una telefonata importante per tutti, ance per lei"
-"va bene dottore. La terrò informata"

È appena arrivato in ufficio quando squilla il telefono e va a rispondere.
-"pronto?"
-"adesso che sei in ufficio possiamo parlare Calcaterra" Domenico mette in vivavoce e avverte Licata e la sua squadra, DeSilva intanto continua a parlare "Hai parlato con Licata Calcaterra? Gli hai detto del piccoletto e del nostro accordo?"
-"no c'è e non c'è stato mai nessun accordo tra di noi DeSilva!"
-"ma ci sarà o potrebbe esserci, Calcaterra. Lo vuoi rivedere 'sto bambino o posso anche riattaccare?"
-"nono, aspetta DeSilva!"
Domenico guarda Licata che accenna ad un si, il loro accordo si farà, DeSilva pota curarsi e avrà la protezione testimoni, ma cosa più importante: Domenico riavrà con se Leonardino e potrà vivere per sempre con lui, e con Rosy.
-"allora, Calcaterra?"
-"si. L'accordo si farà. Parola d'onore puoi già venire domattina. Parleremo con Pulvirenti per perle parlarti una stanza. DeSilva, sia chiaro! Porta Leo con te o salta tutto!"
-"calma Calcaterra! A domani sbirro"
Domenico riattacca. È nervoso, arrabbiato. L'uomo che ha tradito la nazione è tutto ciò in cui anche lui crede sarà salvato, potrà guarire e non andrà neanche in carcere ma non gli importa più di tanto perché potrà riavere con se il suo piccolo angioletto dai capelli ricci e occhi azzurri. Potrà occuparsi di lui e potrà finalmente essere suo padre perché è quello che quel piccoletto merita, dopo tutto il dolore che ha dovuto affrontare in questi primi anni della sua vita. Finalmente però, da domani tutto cambierà. È felice di poter se ritornare il sorriso a quella donna che da più di un anno giace su quel letto senza reagire alle difficoltà che la vita le pone.
Tutto lo porta a domani. Domani.

Non ha dormito per niente, ha pensato tutta la notte e i suoi pensieri lo portavano sempre a lei, Rosy. Ormai ne è convinto, lo sa, lo ha capito. La ama e farà di tutto per farla stare bene.
Va subito in questura, vuole risolvere questa faccenda al più presto e riavere Leo con se.
Si prepara, assieme alla squadra, e poi in borghese e con le auto si dirigono davanti all'ospedale e li aspettano DeSilva.
-"si fa aspettare DeSilva" dice Licata, anche abbastanza seccato di tutta la situazione che si è creata
-"già..." Risponde Domenico. Ha un presentimento. Pensa che qualcosa possa andare storto. Ha paura. Non ne ha mai avuta così tanta, non ce l'ha per se ma per Leonardino. Quel bambino ha sofferto troppo fino ad ora non può più soffrire, non se lo merita.

*spazio autrice*
Ciao a tutti. Ringrazio ancora chi recensisce, in particolare @proviamoci che mi esorta a continuare sempre i miei capitoli e anche i lettori "silenziosi" che seguono la mia storia. Vorrei però anche da voi un parere, per migliorare.
Questo capitolo è stato un po' più corto degli altri perché ho voluto creare un po' più di suspanse.
Alla prossima ragazzi!
Bacii ❤️ 💋
ClaIaco 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** SPERANZE-parte 2 ***


È passata più di mezz'ora e DeSilva ancora non si vede.
-"ma dove cazzo è finito DeSilva! Perché non viene?
-"si calmi Calcaterra, non è questo il momento di alterarsi."
Domenico sta zitto ma non è passolutamente calmo. Va avanti e indietro davanti l'entrata.
Vede un'auto nera, scura. È senza targa. È sicuramente lui, non c'è altra spiegazione.
-"preparatevi ragazzi, è lui!" Dice Calcaterra riferendosi ai suoi uomini. Tutti mettono il giubbotto antiproiettile e si nascondono dietro gli sportelli delle auto, muniti di pistola, pronti ad attaccare.
Dalla macchina esce DeSilva, ha le braccia in alto.
-"sono disarmato" dice poi continua "non sparate!".
Tutti abbassano la guardia ma Domenico è titubante.
-"dove è il bambino? Dove cazzo sta?!"
-"quanta fretta Calcaterra" replica DeSilva "esci piccoletto" dice rivolto a qualcuno nell'auto.
Leonardino esce dall'auto. È cresciuto.
-"Mimmo! Mimmo!" Dice correndo verso Calcaterra "mimmo! Sono qui!"
-"campione! Vieni qui! Corri" dice Domenico. È felice, non è mai stato così felice in vita sua. Gli scende una lacrima che cade a terra e dopo accoglie quel piccolo angioletto tra le braccia. Lo stringe forte, più forte che può. Caspita quanto gli è mancato. Ha passato più di un anno con la consapevolezza che Leo è morto e ora non può credere ai suoi occhi ma solo a quella voci squillante che gli dice:
-"mi sei mancato tanto Mimmo, mi sei mancato papà" in tono basso per far sentire solo a lui poi Leo continua "però voglio tornare a casa, ti prego portami a casa da mamma o a casa tua, è li che voglio stare!"
Vorrebbe chiedergli tante cose Domenico. Come ha vissuto quest'anno lontano da lui e dalla sua mamma, come si è sentito, cosa ha pensato. Ma non lo fa. Basta a fargli del male, pensa.
-"certo campione, andiamo" gli dice con un sorriso e con gli occhi pieni di lacrime. Lacrime di gioia, nostalgia e amore, tanto amore, poi continua riferendosi a Licata "ci pensa lei a DeSilva con la squadra? Io porto Leo a casa e mi faccio raccontare qualcosa perché in questura non lo porto assolutamente"Licata allora gli risponde "si Calcaterra ci penso io ma la sua deposizione deve portarla in questura" "certo, gliela porto domani, oggi sto un po' con Leo e lo porti da Rosy, deve sapere assolutamente del figlio"

Sono arrivati ad un bar. Si siedono e ordinano due mega gelato, uno per Leo e uno, più piccolo, per Domenico.
-"campione! Ti va di raccontarmi cosa hai fatto con quel signore, tutte questo tempo?" Chiede Domenico preoccupato della reazione del bambino
-"devo proprio?" Chiede Leo abbastanza rattristato
-"si campione, raccontami tutto così poi io lo porto ai miei capi e tutta questa storia finirà e starai lontano da quelle cose brutte che ti sono successe fino ad ora" gli dice Domenico scompigliandogli i capelli e facendolo sorridere
-"è stato brutto perché non ceravate tu e la mamma. Io volevo stare con voi ma non c'eravate e quindi ero triste ma poi DeSilva mi ha detto che non venivate perché stavate cercando quegli uomini cattivi eh mi hanno sparato e quindi ho fatto il bravo e non ho fatto più arrabbiare. Zio Filippo è bravo e divertente. Guarda cosa mi ha regalato!" Dice il bambino prima con un velo di tristezza, poi più sereno gli mostra una copia identica dello sceriffo che Domenico gli aveva regalato tempo fa e che aveva perso.
-"ho capito campione. Quindi non sei stato trattato male?" Gli chiede Domenico abbastanza preoccupato 
-"certo che no, Mimmo!" Gli sorride
-"va bene campione ora finisci il gelato 'che poi andiamo a trovare la mamma, ok?" 
-"siiii che bello! Andiamo a trovare la mamma! Andiamo a trovare la mamma" è visibilmente felice il bambino e questo fa sorridere ance Domenico. È contento di poter riallacciare il rapporti di Leo con la sua mamma, con la donna che ormai sa di amare. 

Sono davanti l'ospedale psichiatrico dove Rosy è ricoverata da più di un anno.
-"dove siamo Mimmo?" Chiede Leo visibilmente confuso
-"ehm... Leo devi sapere che gli uomini cattivi che ti hanno preso e ti hanno fatto male, hanno fatto credere a me è alla mamma che tu non c' eri più, che eri diventato un angioletto"
-"che ero morto Mimmo?"
-"e a te chi ha detto questa parola?"
-"l'ho sentita tante volte da zio Filippo"
-"come zio Filippo? Leo fai capire anche me"
-"io chiamo DeSilva zio, lo vedo come uno zio, un salvatore!" Dice Leo sorridendo poi continua "ma che c'entra questo con questo posto Mimmo?"
-"eh si da quando la tua mamma ha saputo che non c'eri più è cambiata e si è diciamo 'ammalata'" dice Domenico al bambino mimando le virgolette
-"perché hai fatto così?" Chiede il bambino mimando il gesto di Domenico
-"eh Leo è difficile da spiegare adesso entriamo, tu aspetta all'entrata io vado a parlare con la tua mamma e poi le facciamo una bella sorpresa. Ti va?"

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** RICOMINCIARE ***


-"siii va bene! Facciamo una sorpresa alla mamma!" Dice euforico il bambino. 
Entrano in ospedale e Domenico chiede ad un infermiera che è all'entrata di intrattenere il bambino, lui poi si dirige nella stanza, alla fine di quel lungo bianco corridoio dov'è Rosy. 

-"ciao Rosy" dice Domenico. 
È strano, si sente strano questa volta. È la prima volta, da quando si è accorto di amare quella donna che da più di un anno spera solo di morire il più presto possibile per raggiungere il suo angelo, che va a trovarla. Ha il cuore che gli batte forte, sente di non farcela a raccontare tutto ma poi un pensiero lo travolge, Rosy è in quelle condizioni da più di un anno e lui può in un certo senso salvarla, dicendole la verità ma deve farlo con cautela, con calma. Rischierebbe  altrimenti di peggiorare le sue condizioni, della donna che ama.
Le si avvicina e le prende la mano. Lei è sveglia ma non lo guarda. Solo lei sa cosa le frulla nella testa. 
È disperata, affranta per la perdita del figlio. Ormai non vive più per nulla, a tenerla viva c'è solo l'amore che prova per Domenico. Un amore impossibile ma più grande di qualsiasi altro, un amore nato sul campo di battaglia, nato per puro caso ma che non può morire nello stesso modo. É per questo che lei si sente viva ogni volta che Domenico va a trovarla e si sente morire ogni volta che va via e la lascia immersa nei suoi pensieri e sensi di colpa. 
-"ci sono delle novità, tante novità, belle novità ma non So da quale partire. Partirò dalla più semplice, o meglio dalla più strana. È da un po ormai che non vengo più a trovarti e per questo posso dare solo una spiegazione. Ero confuso perché non sapevo come affrontarti, come reagire a ciò che mi succedeva. Rosy io mi sono innamorato di te, tutto ciò che ti riguarda riguarda anche me, e ora se permetti vorrei baciarti" le si avvicina e le sfiora le labbra, un bacio dolce, casto, tenero in grado però di scatenare nello stomaco di entrambi emozioni: a Domenico ormai dimenticate e a Rosy completamente sconosciute. Rosy ricambia quel bacio che diventa più passionale, pieno d'amore e Domenico questo lo percepisce. Quando il bacio finisce entrambi sorridono e, per la prima volta, Rosy lo guarda negli occhi e vi si perde. Quegli occhi verdi, così belli, esprimono tanto di quel l'amore che potrebbe far scoppiare entrambi dalla gioia. 
-"anch'io Domenico" dice Rosy, è la prima volta che gli parla da quando sa che suo figlio non è più con lei, da quando è lì dentro e sa che quel piccoletto non è più protetto da quell'uomo di cui lei è ormai perdutamente innamorata. Non si riconosce, è consapevole di essere cambiata, di essere stata cambiata dall'amore per quell'uomo, ma sa che ora che Domenico ricambia il suo amore potrà essere un po' più felice e le cade una lacrima quando pensa che sarebbero potuti essere una famiglia, una splendida famiglia se solo Leo fosse stato li con loro.
-"Rosy ma che hai?" Non gli risponde ma ora che lui è innamorato di lei, riesce a leggere tra le righe di quella donna tormentata e perciò decide a dirle tutto ciò che riguarda quel bambino, quell'angioletto.
-"Rosy guardami, ti prego ascoltami. Devi sapere una cosa importante" le dice. Ha un tono dolce, non le ha mai parlato in quel modo e perciò lei capisce di doverlo ascoltare.
-"dimmi" gli chiede interrogativa
-"tu sai che, cioè ti ho detto tempo fa che mi ha cercato DeSilva perché aveva qualcosa che mi crebbe fatto piacere rivedere, bhe quel qualcosa in realtà è un qualcuno. Io lo credevo morto, lo credevamo tutti morto ed invece è vivo ed è in questo ospedale e sta aspettando di riabbracciare la sua mamma" non le ha detto precisamente di Leo ma lei lo ha capito.
-"cosa? Leo è vivo? Leo è qui?" Gli chiede. Ha un sorriso splendido, quello che ha permesso a Domenico di innamorarsi di lei, è visibilmente contenta e si alza in piedi per correre dal figlio ma viene fermata da Domenico.
-"ehy no. Non alzarti. Si è Leo, è qui all'ingresso. Non Lo so davvero come possa essere possibile ma.." Rosy non gli da il tempo di finire di parlare, non vuole sapere nulla. No gli interessa adesso, ora vuole solo riabbracciarlo e stare con lui.
-"no Domenico, non importa, l'importante è che ora è qui, non mi importa di nient'altro." Gli poggia un dito sulle labbra per zittirlo e tranquillizzarlo, Rosy percepisce la tensione di Domenico e lo bacia. So stacca dalle sue labbra dopo un bacio dolce ma appassionato e gli sussurra -"grazie". Non sa se Domenico lo ha percepito ma sorride.
-"posso vederlo Domenico?" Chiede lei
-"certo amore mio" e si precipita all'ingresso.

-"ehy campione! Vieni 'che la mamma non vede l'ora di vederti"
-"evviva! Mamma! Mamma!" Urla il bambino correndo nel lungo corridoio che lo separa dalla mamma.
-"ciao mamma!" Grida
-"amore mio!" Risponde Rosy, è usi vilmente sconvolta dalla felicità. Troppe emozioni tutte insieme: Domenico che dice di amarla, il ritorno di suo figlio. "Avvicinati" continua Rosy. Le va accanto e l'abbraccia. Un abbraccio lungo ma intenso, pieno d'amore. Un amore che sono in grado di scambiarsi solo un figlio con la sua mamma che si sono aspettati e amati anche da lontano.
-"finalmente tu e Mimmo li avete presi quei cattivoni e ora potete stare qui con me!" 
-"certo che staremo con te, sempre" interviene Domenico vedendo Rosy in difficoltà a quelle parole del figlio.
Certo, come potrebbero stare insieme tutti e tre, se Rosy ha da scontare ancora tantissimo tempo in carcere. "Anche perché la mamma collaborerà" continua Domenico interpretando i pensieri che tormentano Rosy. 
-"si amore, staremo insieme. Magari lontano da qui" conferma Rosy.
Domenico le sorride e capisce che Rosy vuole collaborare. Forse per il figlio, forse per loro due o forse per se stessa ma la cosa importante è che lo avrebbe fatto.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** RICOMINCIARE-parte 2 ***


Hanno parlato per tantissimo  tempo. Di tutto. Della "prigionia" di Leo, dell'anno sabbatico di Domenico, dei pensieri di Rosy durante quell'anno in cui è stata li. 
-"vado a chiamare Licata e lo informo di tutto" dice Domenico rompendo quel silenzio che si è creato dopo che Leo si è addormentato
-"ok, io ti aspetto qui" gli risponde Rosy sorridendogli e Domenico le lascia un bacio sulle labbra, poi si allontana.
Si stupisce di ciò che le sta capitando, Rosy, per ciò che gli dice, per gli atteggiamenti che gli mostra, per gli occhi che ha quando è con lui. E per questo che ha scelto di collaborare per lei, per Leo, per Domenico, per loro, per la famiglia che insieme possono creare.
I suoi pensieri sono interrotti da Domenico che, entrando in stanza, si sdraia sul suo letto e l'abbraccia. Un abbraccio caldo che la fa sentire protetta, a casa. Come non si è mai sentita.
-"gli ho parlato e mi ha detto che tra circa un ora arriverà, non vuole perdere neanche un minuto, potresti cambiare idea, dice. Ma so che non è così" dice Domenico rompendo lo splendido silenzio che c'era nella stanza.
-"non cambierò idea Domenico, voglio stare con mio figlio, recuperare il tempo che ho perso in quest'anno" risponde Rosy poi continua con tono più basso "voglio stare con te".
-"cosa?" le chiede il poliziotto
-"nulla" gli risponde prima di baciarlo. Un bacio che si sta spingendo oltre ma che viene interrotto da Licata che entra nella stanza tossendo.

-"dottor Calcaterra, c'è qualcosa che dovrei sapere?"
-"no nulla" risponde Domenico ridendo a Rosy, alla sua donna, alla donna che ama. Poi continua "solo che Rosy collaborerà e che io chiederò il trasferimento nel paese in cui sarà trasferita"
-"Domenico ma che dici?" chiede Rosy sconvolta  
-"poi ti spiegherò adesso ti lascio con Licata, digli tutto ciò che sai. Prima parli e prima potrai stare con Leo, e con me" poi si allontana lasciandole un bacio sulle labbra e viene così rimproverato da Licata
-"Calcaterra! Le sembra il caso?"- lo rimprovera ma Domenico non lo ascolta, è troppo impegnato ad amare per discutere perciò esce dalla stanza e lascia Rosy con Licata.

Dopo circa un'ora Licata esce dalla stanza con un fascicolo di fogli. Rosy ha parlato, ha detto tutto ciò che sapeva, finalmente.
Domenico è contento, ora potrà creare la famiglia che tanto desiderava con la donna che ama. La Sua famiglia con la Sua donna e tutto lontano da qui, da questa città, da questi posti che non hanno fatto altro che allontanarlo da lei, hanno fatto stare lontano Rosy da Leo, da suo figlio, dalla persona che ama più al mondo. Per fortuna ora finirà tutto e potranno ricominciare tutti da zero.

È mattina, Domenico ha dormito con Rosy con la scusa di doverla sorvegliare e scortare durante la notte. Domenico è sveglio e accarezza Rosy, non vuole svegliarla ma la voglia di baciarla e farla sua è forte. Ride a questo pensiero e torna indietro a qualche tempo fa, all'ultima volta in cui si sono uniti senza sapere di amarsi. I loro cuori però già lo sapevano e li hanno portati a quello che sono ora. La bacia e Rosy al tocco delle sue calde labbra si sveglia. Gli sorride.
-"buongiorno amore mio" dice Domenico ma Rosy lo guarda in modo particolare, non è pronta a dirgli ciò che prova apertamente, preferisce dimostrarglielo perché sin da quando è bambina è stata abituata a questo. Ai gesti e non alle parole perché queste si perdono, i gesti rimangono e segnano. Domenico però capisce.
-"lo dirai quando sarai pronta ma non chiedermi di non dirtelo, non sarei capace" poi continua "Licata e la squadra verranno a prenderti verso l'ora di pranzo e ti porteranno nella nuova destinazione, io verrò con te e porteremo anche Leo con noi"
-"va bene, potremo ricominciare" 
-"insieme" conferma Domenico "ora vado a prendere Leo e lo pori qui, sta nell'altra stanza, ha dormito li. Lo prendo e lo porti a fare colazione. Arrivo subito" la bacia e va via.

Dopo circa un'ora Domenico torna con il bambino...
-"mamma! Mamma! Siamo tornati e ti abbiamo portato la colazione!" Dice il bambino entrando nella stanza e abbracciando la mamma.
Passano così tutta la mattinata a parlare, tra coccole al bambino e tra di loro.
Si è fatta ora di andare e Rosy si prepara la borsa, scende ed è pronta a ricominciare con Domenico, con Leo. Potranno essere loro: oltre l'impossibile. 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2580523