I see you

di Eleanor Tommo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Trama(canzone) ***
Capitolo 2: *** Karen ***
Capitolo 3: *** occhi stupendi ***
Capitolo 4: *** lui non esiste ***
Capitolo 5: *** Prince ***



Capitolo 1
*** Trama(canzone) ***


Sono seduto di fronte a te 
e sogno le cose che faccio 
non parlo, tu non mi conosci affatto 

per paura di quel che potresti fare 
non dico niente, ma ti fisso 
e sogno di inciampare su di te 

la verità dev'essere detta 
i problemi devono essere risolti 
tu sei il mondo per me 
ma non lo saprai mai 
potresti essere crudele con me 
mentre rischiamo di alterare 
il modo in cui ti vedo 
il modo in cui ti vedo 
il modo in cui vedo 

sono conversazioni 
non si tratta affatto di me 
sto esitando solo per cadere 
e sono appesantito 
sto odiando tutti 

potrebbe essere che... provi qualcosa per me? 
o un qualcosa di simile? 
se è così, come potrei saperlo? 
non mi conoscerai mai per niente... 
ma io ti vedo, 
ma io ti vedo  

sono qui di fronte a te 
ma ti vedo 
ho sognato da solo, adesso i sogni non basteranno 
ma ti vedo 
sono qui di fronte a te 
ma ti vedo 
ho sognato da solo, adesso i sogni non basteranno 
ma ti vedo 

la verità dev'essere detta 
i problemi devono essere risolti 
tu sei il mondo per me 
ma non lo saprai mai 
potresti essere crudele con me 
mentre rischiamo di alterare 
il modo in cui ti vedo 
ma ti vedo 

sono qui di fronte a te 
ma ti vedo 
ho sognato da solo, adesso i sogni non basteranno 
ma ti vedo 

ma ti vedo .

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Capitolo 2
*** Karen ***


Era finalmente passato un altro lungo giorno di scuola,o quasi. Era la quinta ora del lunedì,la mia preferita in tutta la settimana.Il motivo era semplicissimo:Quell'ora era il paradiso,perchè avrei fatto quello che amavo di più fare,cioè Disegnare.
L'arte per me era tutto.Era il mio modo di esprimermi e il modo di essere. Senza arte non ero nulla.
In quell'arco di tempo potevo liberarmi da tutti i miei pensieri e sfogarmi sul foglio di carta,buttando giù colori e fantasie di tutti i tipi.

Mi piaceva tanto il mio liceo,e adoravo andare a scuola. Avevo molti amici con cui andavo d'accordo.Ma nonostante tutto non ero molto aperta alle nuove relazioni.
Tra le cose belle c'era una pecca enorme:Odiavo l'inglese.
La professoressa era il mio incubo,e quella materia mi irritava in un modo pazzesco.
In quella materia la mia media era un bel 4. 
Come poteva essere possibile che una ragazza con tanti idoli stranieri,come me,si fosse fatta un'idea così  terribile dell'inglese?
Ascoltavo tutto il tempo la musica e molte delle canzoni erano in inglese. Amavo cantare e scoprire di cosa si trattassero i testi,ma odiavo il libro,le verifiche e le voci odiose sulle registrazioni che la prof di inglese portava.

Da un pò di tempo mia madre aveva deciso si affiancarmi un insegnante privato di inglese,per far si che iniziasse a piacermi la materia.
Per quel motivo,in quell'ultimo periodo non passava giorno che non litigassi con lei:Non volevo un insegnante di inglese,tanto meno un insegnante maschio,cosa che odiavo.

Riguardo all'amore...bhe non avevo nessuno. mi presi una cotta per un ragazzo troppo bello per me,durante il primo anno di liceo.
Dopo che lui lasciò la scuola,non mi innamorai più di nessuno.
Non volevo più saperne di cercarmi un ragazzo,tanto ero sicura che sarebbe stato inutile.

Io sono Karen e questa è la mia storia.

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Capitolo 3
*** occhi stupendi ***


Quello era un giorno davvero speciale per tutti:era il giorno della gita a padova.
Mi dovetti alzare presto,come tutti gli altri e dopo un veloce appello partimmo.
Il pullman era caotico.
Persone che gridavano;alcuni ragazzi molto agitati per il viaggio;professori che parlavano tra loro;altri ragazzi che leggevano,dormivano o giocavano col cellulare...e quelli come me che mentre ascoltavano la loro musica preferita,si perdevano in grandi fantasie.
Ad un tratto sentii togliermi l'auricolare dall'orecchio.
Leo:Karen,a che pensi?
Io:penso che siano affari miei
Leo:non sei eccitata all'idea di andare a padova?
Io:un pò
Leo:un pò?
Io:esatto. Ora fammi ascoltare la musica.
Velocemente ripresi ad ascoltare i miei artisti preferiti.
Quella giornata passò molto velocemente e finalmente eravamo di ritorno verso casa.
Era buio; il pullman era tranquillo.
La maggior parte di noi stava già dormendo sempre con le cuffie nelle orecchie.
In quel momento,nell'ombra, senza che nessuno potesse vedere il mio volto,mi davo all'immaginazione. 
Immaginavo di essere sott'acqua e di poter respirare senza aver la paura di affogare.
Sognavo di aggrapparmi a un ragazzo e baciarlo per mantenermi in vita,insieme a lui.
C'era una luce,l'unica che illuminava il nostro viso. 
Quel ragazzo non esisteva,ma sentivo che dentro di me c'era una parvenza di lui. Immaginavo le sue mani dalle dita affusolate e i suoi occhi. Degli occhi stupendi ,difficili da guardare a lungo perché potevano ipnotizzarti.

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Capitolo 4
*** lui non esiste ***


 Altro giorno,altre verifiche e altri voti...
Quel giorno la prof ci riconsegnò l'ennesima verifica di Inglese,e questa volta avevo preso uno stupidissimo tre.
Ormai non mi interessava più recuperare:non avrei fatto vedere il voto a mia madre e lei non mi avrebbe sgridata.
L'unica mia paura era dover studiare tutto il tempo con un quarantenne con un inglese assolutamente terribile.
Non volevo alcun insegnante di sostegno:non ne avevo il bisogno, avrei potuto riparare tutto da sola impegnandomi un pò di più con la materia.
Quel giorno non tornai a casa:sarei andata da Isabel e avrei passato con lei tutto il pomeriggio senza preoccuparmi di nulla,ma solo divertendomi.

Stavamo giocando con la wii quando isabel mise in pausa e si lasciò andare goffamente sul divano.
Isabel:facciamo una pausa,ok?
Io:per me va benissimo
Isabel:senti una cosa,ma...
Io:cosa?
Isabel:hai intenzione di far vedere il voto a tua madre?
Scoppiai in un' isterica ed ironica risata.
Io:Assolutamente no!
Isabel:tra un pò ci saranno i consigli di classe e dovresti dirglielo!
Io:ma sei pazza?
Isabel: perché?
Io:mia madre vuole affiancarmi un insegnante di sostegno,che mi insegni l'inglese!
Isabel:e che c'è di male?
Io:c'è di male che non ho voglia di passare il resto delle mie giornate con una persona che nemmeno conosco. Mi rovinerebbe la vita!
Isabel:e se fosse carino?
Io:ma fammi il favore ! Avrà minimo quarant'anni!
Isabel:fai come vuoi,ma secondo la mia opinione sarebbe meglio che tu ascoltassi tua madre.
Io:...
Incrociai le braccia ed iniziai a riflettere. Forse avrei dovuto seguire il consiglio della mia amica? Avrei davvero dovuto accettare le proposte di mia madre?
Isabel:senti,ma tu a volte ci pensi ancora?
Io:a cosa?
Isabel:a lui
Io:ah...beh devo dire che a volte ci penso e un pò mi manca...ma non era il mio tipo di ragazzo ideale...
Isabel:e...qual è il tuo tipo di ragazzo ideale?
Io:non so. L'altro giorno ho immaginato.
Isabel: cosa?
Io:lui...ho visto i suoi occhi,le sue labbra e le sue mani. 
Isabel:di chi?
Io:non so il suo nome
Isabel:ma l'hai mai visto?
Io:lui non esiste. Non esiste un uomo così perfetto,che ti possa ipnotizzare con gli occhi
Isabel:magari esiste
Io:no,lui non esiste

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Capitolo 5
*** Prince ***


3.
Passarono alcuni giorni e i miei risultati scolastici erano sempre gli stessi. Anche la media di inglese non era affatto cambiata.
Non ero troppo preoccupata,in quanto ormai mi ero rassegnata al fatto che sarei dovuta stare tutta l'estate con la testa piegata sui libri.
Quel giorno era al quanto malinconico per me: pioveva ormai da molte ore e la noia mi assaliva di continuo.
Ero sommersa completamente dai miei pensieri,con le cuffie nelle orecchie e il volume della musica al massimo.
 Avrei voluto andarmene lontano da tutti e da tutto lasciando alle spalle tutti i brutti pensieri e le preoccupazioni che mi turbavano.
 Quel giorno mia madre mi prese da parte e mi parlò a lungo.
Parlammo del mio andamento scolastico: mi spiegò che sarebbe  stato meglio studiare con qualcuno che oltre ad essere un bravo insegnante,fosse carino e simpatico. Mi disse di essere molto preoccupata: Non passavo quasi mai il tempo con i miei amici ed ero sempre rinchiusa in camera ad ascoltare la musica, circondata dai poster dei miei idoli.
Voleva che io parlassi con qualcuno,che mi sfogassi con qualcuno di diverso,di nuovo,magari un pò più grande di me ma che comunque potesse capire ciò che stavo passando.
Voleva vedermi felice come un tempo e mi fece capire che la prima cosa per esserlo era studiare con un metodo accogliente.
Arrivò al dunque.
Mi disse di aver chiamato un insegnante di inglese che sarebbe venuto una volta alla settimana fino alla fine dell'anno scolastico.
Mi disse anche che lei non lo conosceva, ma dalla descrizione degli altri sembrava un uomo vivace ma serio quando serviva. Uno che non metteva soggezione e spronava i ragazzi mettendoli completamente a loro agio. Cercò di farmelo sembrare un amico.
Per l'ennesima volta non ero d'accordo: non avrei mai voluto un insegnante di sostegno per il semplice fatto che mi sembrava una cosa stupida.
Non sarei mai riuscita a legare bene con qualcuno che nemmeno conoscevo, e naturalmente non gli avrei mai spifferato i miei segreti.
Non lo volevo. Discutemmo per circa mezz'ora quando,senza più voglia di ribattere,me ne andai a letto.

Quella notte facevo sogni dietro sogni.
Il sogno che mi restò impresso era quello del ragazzo che mi ero immaginata poco tempo prima.
Sognai di essere con lui e di parlargli di tutti i miei problemi. Lui annuiva e ogni tanto mi accarezzava.
Rividi quegli occhi verdi nocciola e mi ci immersi di nuovo dentro come la prima volta. Sognai ancora le sue mani morbide come il velluto e la sua bellissima bocca; il suo corpo snello e le sue lunghe gambe.
Finalmente vidi anche la sua altezza:era così alto che poteva sfiorare il cielo con un dito e staccarne un pezzo sempre con le sue maniere delicate.
Sognai anche la sua risata,ma non la sua voce.
Era  sempre muto, sempre pronto ad ascoltare gli altri ma mai a parlare di se stesso,come se la cosa gli desse fastidio.
Gli dicevo di parlare; volevo sentire la sua voce ma lui si copriva il volto facendosi serio.
Non aveva un nome:io lo chiamavo sempre Prince. Lui era il mio principe,ma non un principe azzurro,un principe dai mille colori.
Prince era diverso. Per diverso non si intende stupido o privo di fantasia, si intende Speciale.
A lui piaceva stare solo a fare musica e scrivere,ma non scriveva con la penna: prince scriveva con il respiro e teneva il tempo con le mani.
Era un sognatore: Voleva fare grandi cose tra cui isolarsi con una barca in mezzo al mondo e vivere solo di sogni.
Prince dipingeva il tramonto e l'alba: gli piacevano i colori intensi e pieni di emozioni.
 Dipingeva anche la pioggia e il vento ma non usava il pennello: Lui usava le grida.
Quello era  il modo in cui si sfogava e ad ogni urlo che gettava,che fosse di dolore o di gioia,colorava il mondo.
Non aveva amici,se li creava: gli bastava chiudere gli occhi e pensare ad un nome per ogni sua creatura.
Non aveva i genitori: chiedeva agli angeli di coprirlo quando avesse sentito freddo, di baciarlo quando avesse avuto un vuoto e di cullarlo con il rumore del mare prima che si addormentasse.
Non aveva nemmeno l'amore: lui non sapeva cosa volesse dire quella parola,la chiamava semplicemente "pazzia".

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