The latest weapon of destiny.

di Tripudium tantum
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fire ***
Capitolo 2: *** 'bitch' ***
Capitolo 3: *** Dominatrix ***
Capitolo 4: *** He cares about me? ***
Capitolo 5: *** I need him ***
Capitolo 6: *** Scars ***
Capitolo 7: *** He kill my parents ***
Capitolo 8: *** A siriul ***
Capitolo 9: *** What are you doin'? ***
Capitolo 10: *** Harry? No... you aren't this. ***
Capitolo 11: *** explanations ***
Capitolo 12: *** You haven't never think about us? ***
Capitolo 13: *** Head or cross? ***
Capitolo 14: *** Just a kiss. ***
Capitolo 15: *** Exams. ***
Capitolo 16: *** Your soul. ***
Capitolo 17: *** Who are you? ***
Capitolo 18: *** Black. ***
Capitolo 19: *** Dream. ***
Capitolo 20: *** Lost in confusion, like an illusion. ***
Capitolo 21: *** Evan ***
Capitolo 22: *** Pain never ends. ***
Capitolo 23: *** Memories ***
Capitolo 24: *** Sequel! ***



Capitolo 1
*** Fire ***


 
Mi sveglio di soprassalto, delle coperte bianche a fiorellini blu che mi fanno capire che non sono a casa mia. Mi guardo intorno, notando che la vista dalla finestra non mi era per niente familiare. Mille domande mi vagavano per la testa e in sottofondo c’era il ticchettio dell’orologio appeso al muro. La testa quasi mi scoppia talmente mi fa male. Comincio a massaggiarmi le tempie, cercando di elaborare come sia arrivata qua. Della sera precedente mi ricordo solo che alle undici e cinquantanove, mia nonna mi mette la torta davanti e a mezzanotte in punto soffio le candeline. Dopo, il buio. Era il mio sedicesimo compleanno.  
Sento rumore di passi, quando prendo il vaso color caramello vicino a me, decisa a tirarlo verso il malcapitato che sta per aprire la porta.
Lo scaglio con una velocità inaudita ma la persona lo schiva come se nulla fosse.
- Ha carattere la ragazza- ridacchia la donna.
Ha un naso aquilino e pesanti rughe sotto gli occhi. Leggermente robusta, portava un lungo abito di raso bianco, accompagnato da orecchini del medesimo colore e una collana d’argento. Gli occhi erano di un blu intenso, e la bocca molto sottile. Un chignon perfettamente elaborato raccoglieva una miriade di capelli bianchi come la neve.
 Mi sorride cordiale, avvicinandosi al letto. In quel momento elaboro che lei potrebbe rispondere alle mie domande.
- Scusa!- mi anticipa – non mi sono ancora presentata. Mi chiamo Danae.- sorride.
- Dove mi trovo?- chiedo cercando di non mostrarmi agitata.
- Sei all’Accademia delle arti mistiche; questa scuola è solo per persone speciali come te, Astrea.- risponde.
- Speciali?- domando confusa.
- Ti sei mai domandata, perché sopravvivesti, solo tu all’incendio che fece morire i tuoi genitori, cinque anni fa?- mi chiede prendendomi una mano.
- Lei come lo sa?- domando confusa.
- Rispondi alla mia domanda.- mi ordina.
Ci penso su qualche secondo, mettendomi seduta sul letto.
- Fortuna.- rispondo io.
Dalla sua bocca esce una fragorosa risata, accompagnata da un altro sorriso.
- Hai il potere del fuoco, Astrea.- m’informa guardandomi con ovvietà.
Scoppio a ridere senza ritegno, asciugandomi la lacrima che mi percorreva la guancia.
- Questa è buona davvero!- rispondo ancora ridacchiando.
Danae sembrava annoiata.
- È sempre così. Ma voi giovani non potete avere un po’ più di fiducia?- borbotta tra sé e sé.
Si volta verso di me, e con un fluido gesto del polso, solleva la rosa che doveva essere vicino al vaso che ho lanciato. Impallidisco alla vista dell’oggetto fluttuante, e quasi mi metto a tremare.
- Adesso mi credi?- chiese la donna annoiata.
- È-è un sogno.- balbetto – solo un sogno. Adesso chiuderò gli occhi e troverò mia nonna che mi sveglia sorridente.- decreto sicura.
Chiudo gli occhi ma davanti a me ritrovo solo il sorriso di Danae trionfante.
- Comunque- riprende – ognuno di noi, ha un potere che nessun altro avrà. Nessuno potrà averlo simile-
Mi guardò con tenerezza.
- Tu hai il potere del fuoco, Astrea- continua accarezzandomi una ciocca di capelli. – ecco perché i tuoi capelli sono di un rosso così intenso, con tante sfumature dorate e arancioni.-
Deglutisco rumorosamente, prendendomi una ciocca di capelli e rigirandomela tra le mani.
- Non ci credo.- sbottai improvvisamente.
Danae sbuffa e si alza in piedi.
- Aprì il palmo della tua mano- mi ordina. Io ubbidisco.
- Pensa ardentemente a una fonte di calore, a una fiamma- pronuncia.
Faccio quello che mi dice, sentendo del calore attraversarmi il corpo come una scarica elettrica. Sento un leggero calore nel palmo che avevo aperto, ciò mi spinge ad aprire gli occhi.
Vedo una fiamma sul palmo della mia mano. Rimango folgorata. Ho una fiamma in mano, e non sono ancora morta. Non osavo inalare respiro. Era come se fossi sott’acqua, non potevo respirare. Cercai di convincermi che tutto quello che stavo provando era pura fantasia, ma non ci riuscivo. Questo spiegava anche della mia frequente paura dell’acqua. Al solo pensiero rabbrividisco. Ho sempre fatto la doccia con l’acqua a temperature smisurate, ma non sopporto l’acqua fredda. Tutte le consapevolezze di questi sedici anni si distruggono, e dubito anche di me stessa. Chi sono veramente io?
- Hai capito ora?- Danae mi distrae dai miei pensieri, ed io annuisco titubante.
- Mettiti questi- mi porge dei vestiti – e scendi le scale, io sono sotto- mi sorride ed esce dalla stanza.
Mi ritrovo in mano dei miei vestiti, che indosso velocemente. Raccolgo i miei lunghissimi e riccissimi capelli in una coda alta che mi arriva a metà schiena, e corro all’uscita.
Come prestabilito, trovo Danae che mi aspetta al fondo delle scale, mentre io mi affretto a raggiungerla. Appena arrivata, mi rivolge un sorriso.
- Vieni, ti faccio vedere la scuola.-

- Che tipo di poteri esistono?- sbottai ad un certo punto.
Eravamo nel giardino, dove c’erano centinai di studenti.
- Guarda lui- mi indica un ragazzo che raccoglie goffamente i libri a terra.- lui può diventare invisibile.
Si gira dalla parte opposta.
- Oppure quella ragazza.- indica una bionda che parla con una mora – lei può teletrasportarsi da una parte all’altra.-
- Wow- sussurro sbalordita. – ma perché improvvisamente mi ritrovo qua?- chiedo.
-Vedi al sedicesimo compleanno di ognuno di noi, siamo magicamente portati qui. Senza preavvisi o segnali. Un po’ come quando impariamo ad andare sulla bici, succede e basta.- mi spiega.
Rimango un attimo ferma a guardare tutti gli studenti, immaginandomi che tipo di poteri abbiano. 
- Dai vieni Astrea, dobbiamo andare.- mi prende per il gomito e mi trascina a passi veloci verso una direzione.
- Dove?- domando io.
- A un allenamento speciale.- m’informa.
Annuisco e mi lascio trascinare da lei.

Poco dopo arriviamo in una palestra gigantesca, con le pareti sull’azzurro tenue. Doveva essere una palestra perché era completa di assi, trampolini, ostacoli, anelli, pesi, aste e molto altro. Mi lasciano perplessa solo delle scatole di vetro molto grandi, contenenti una cosa ognuno. In una c’era dell’acqua, in un’altra il fuoco, e in un’altra… niente.
Un paffuto signore basso di statura e con degli occhi dorati ci sorride, dandoci il benvenuto. Ha il naso un po’ a patata e un sorriso sinceramente splendido.
- Danae, Astrea- ci saluta.
Io gli rivolgo un sorriso, concentrandomi sui quattro ragazzi che avevo davanti. Erano tre ragazzi e una ragazza.
- Che ci facciamo qui?- lo sbuffo di un ragazzo dai capelli ricci attirò la mia attenzione.
- Vi ho portati tutti qui, perché da oggi vi allenerete insieme.- risponde mandando un’occhiata a Danae.
- Perché?- chiese un ragazzo dalle iridi azzurre.
- Per un progetto scolastico.- risponde poco dopo, non molto sicuro. – avete due giorni, poi venite da me-
Scompare insieme a Danae nel contorto labirinto di corridoi, lasciando me sola con quei quattro ragazzi. Mi sento come un uccello in gabbia e subito a quel pensiero mi viene una fitta allo stomaco. Scuoto la testa liberandomi di quelle stupide riflessioni, e sorrido ai quattro ragazzi davanti a me.
- Sono Elisabeth- si presenta l’unica ragazza oltre a me, che mi sorride teneramente, mostrandomi dolcissime fossette. Ha i capelli biondo chiaro, e occhi azzurro cielo. È magrissima e alta quanto me. Ha delle labbra carnose e un naso piccolo ma carino, decisamente delizioso.
- Che belle fossette- mi lascio scappare, provocandole una fragorosa risata.
- Sono Zayn- sorrise mettendosi a posto il ciuffo.
- Astrea- gli sorrisi.
- Mi chiamo Niall- si presenta iridi-azzurre.
Ne mancava uno però. Mi metto davanti al ricciolino.
- Tu come ti chiami?- gli chiedo sorridendo.
- Lui è Harry, lascialo stare.- gli manda un’occhiataccia Elisabeth.
- Qual è il tuo potere?- mi chiede Zayn venendomi vicino.
- Fuoco- rispondo fiera.
I ragazzi sbarrano gli occhi.
- Forte!- ride Niall.
- I vostri?- chiedo curiosa.
- Acqua- risponde Niall. Con quelle iridi potevo immaginarmelo.
- Terra- risponde Zayn.
- Luce!- continua la mia nuova amica.
Harry continua a fissarmi, ed io sorreggo il suo sguardo. Ma non riesco a capire, perché si comporta così?
- Aria- risponde Zayn al posto suo.
-Quanti anni avete?- continuo a chiedere.
- Elisabeth ed io ne abbiamo diciassette- risponde Niall. – Mentre Zayn ne ha diciotto e Harry diciannove.-
- Tu devi averne sedici perché non ti ho mai visto!- aggiunge Zayn.
Annuisco.
- Allora vogliamo allenarci o no?- chiede spazientito Harry. Già mi sta antipatico. – Che cosa sai fare?- mi chiede.
- Niente…- bisbiglio.
Lui alza le mani al cielo e ruota gli occhi.
- Che vuoi? Sono appena arrivata- sbraito infuriata.
- Senti mocciosa non rivolgerti così a me- la vena sul collo è ben visibile, e la rabbia è ben leggibile nei suoi occhi.
- Altrimenti?- sorrido.
Alza le mani in una ventata d’aria così forte da scaraventare chiunque sulla parete opposta. Mi sta per colpire, quando come un burattino nelle mani altrui formo una “X” con le mani. L’aria si infrange contro la barriera di fuoco che ho creato, apro gli occhi facendo così svanire tutto quelloche in poco tempo avevo creato per difendermi. Harry mi guarda sconcertato, come tutti d’altronde. Io non posso fare altro che guadare le mie mani allibita, cercando un motivo per il quale il mio corpo si è come mosso senza il mio consenso.
- Ma…che cosa…Come hai fatto?- chiede Zayn.
- Dai, alleniamoci- sbotta Harry infastidito.
Io gli sorrido trionfante. Cominciamo ad allenarci insieme, aiutandoci l’un l’altro. Certo, io non potevo aiutare molto gli altri, erano più loro che aiutavano me, però. Dopo avermi fatto fare un giro di corsa ad ostacoli, Elisabeth viene vicino a me.
- Non serve a niente scappare se il nemico è più forte di te.- mi dice Elisabeth.
- Dovremmo allenarti alla lotta.- pensa Niall.- Harry è il più bravo, dovrebbe insegnarti lui. Io mi ritiro.- dice Niall alzando le braccia al cielo.
Incontro gli occhi verdi di Harry, che si incatenano ai miei marroni. Mi sorpasso battendomi una spalla.
- Vieni- dice scocciato aprendo una porta e scomparendo dietro essa.




*angolo autrice*
Ecco il primo capitolo ^_^ Lasciatemi una recensione e ditemi cosa ne pensate. Ciau! xx


 

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Capitolo 2
*** 'bitch' ***


Entriamo in una sala con il tetto fatto di vetro, e le pareti ricoperte da specchi. Al centro dell’enorme stanza c’è un tappeto enorme bordeaux di mezzo metro rialzato. Harry si mette nel lato destro del tappeto, sbuffando e ordinandomi di venire davanti a lui. Incrocio le braccia al petto annoiata dalla sua superbia e faccio come mi dice.
- Sai cosa fare?- chiede scocciato.
- No. E non sapevo neanche di avere poteri, vedi un po’ tu- incrocio le braccia.
Harry sbuffa ancora una volta venendomi vicino. Adesso che lo guardo un po’ più da vicino, è davvero bello.
- Mettiti completamente dritta. Come una linea- ordina impassibile.
Io faccio quello che mi dice. Mi prende il braccio destro e me lo porta in alto, abbassando il polso. Porta la gamba sinistra poco più avanti della destra. Mi guarda un attimo portandosi alla mia sinistra. Con una delicatezza assurda mette due dita sotto il mio mento e gira il mio viso verso destra. Si allontana e si mette nella stessa posizione.
- Questa è la posizione che devi avere ogni volta che inizi a combattere- m’informa.
 Io annuisco. Mi sembra tanto una posizione da danza classica, ma non fiato.
- Cominciamo!- esclama prima di creare un tornado.
Io di nuovo come un burattino faccio un salto mortale e dalle mie mani fuoriescono fiamme che bruciano le mani di Harry. Lancia un urlo mentre io riprendo il controllo del mio corpo.
Vado verso di lui, mentre egli si contrae dal dolore.
- Oddio Harry… s-scusa- provo ad avvicinarmi ma lui mi allontana bruscamente con una ventata d’aria.
- Stammi lontano!- mi intima urlando.
Cammina a passo veloce verso l’altra stanza ed io lo seguo.  Appena aperta la porta vedo Niall che fa fluttuare dell’acqua, e alla sola vista di quell’ammasso di gelido liquido i miei muscoli si contraggono.
- Che ti succede, Astrea?- mi chiede Zayn venendomi vicino.
- I-io ho paura dell’acqua. Non riesco a vederla.- deglutisco.
Sento Harry parlare con Niall così mi avvicino con un grande sforzo.
- Quella mocciosa mi ha bruciato le mani e ora mi fanno male da morire- sospira forte.
Niall porta giù l’acqua e le mani di Harry s’immergono in essa. Dall’espressione frustrata passa al sollevato.
- Grazie.- pronuncia senza emozioni
Mi guarda male e mi sorpassa dandomi una spallata molto forte, mentre io mi avvicino a Niall.
Lui appena mi avvicino lascia cadere l’acqua che mi schizza sul braccio. Lancio un urlo tenendomi il braccio, notando che la pelle sembrava bruciarsi come un foglio di carta. I ragazzi si radunarono intorno a me, tranne Harry che guardava la scena impassibile.
- Astrea mi dispiace!- mi dice Niall toccandomi una spalla.
Dopo poco tempo la pelle sembra riformarsi, e il dolore passa. Guardo Niall, che quasi si mette a piangere.
- Calma Niall, sto bene- dico sorridendo mostrandogli il braccio.
Lui fa un sospiro di sollievo, prendendo l’acqua e rimettendola nella scatola di vetro.
- Non sapevo non potessi toccare l’acqua- si scusa Niall.
Continuiamo ad allenarci tutti e cinque insieme. Ogni volta che Harry mi passava vicino mi dava una spallata, ma non ci badavo. Delle persone così io non m’interessa.

- SVEGLIA!- mi dice qualcuno o qualcosa.
Apro gli occhi e vedo un uccello di legno fluttuare davanti alla mia faccia. Lancio un urlo, ma mi ricordo di avere dei poteri e tutto mi sembra normale. L’uccello segue una traiettoria e ritorna in una casetta di legno. Mi alzo dal letto e guardo quella stanza. D’ora in poi sarebbe stata la mia casa. Sorrido e prendo un jeans e una camicia rossa. Lascio i capelli sciolti, nonostante mi siano molto ingombranti. Cerco di ricordarmi la strada per la palestra, ma non rammento niente. Sento bussare e vado ad aprire. Vedo il ciuffo perfetto di Zayn fare irruzione nella stanza.
- Ciao Zayn!- mi da un bacio sulla guancia e io ricambio.
- Ciao Astrea! Pronta per l’allenamento?- mi chiede sorridendo.
Io annuisco, mentre lui mi fa strada per la palestra. Nel giardino vedo due ragazze che si vantano tanto dei loro poteri. Sorrido maligna, e immagino nella mia testa che dalle mie dita esca fuoco. Questo accade e io scrivo un ‘ciao’ col dito nell’aria. Le due ragazza mi guardano male, mentre io sorrido.
Arriviamo alla palestra, dove vedo Harry allenarsi con i pesi, Niall fare le flessioni e Elisabeth spostare un raggio di sole entrato dalla finestra avanti e indietro.
- Ciao a tutti!- sorrido.
I ragazzi mi salutano sorridendo, ovviamente tranne l’antipaticone.
-Ma perché si comporta così?- chiedo a Zayn sottovoce.
Lui alza le spalle, e mi accompagna verso l’asse. Anche Niall s’avvicina, mentre Elisabeth e Harry continuano il loro allenamento.
- Devi saper combattere e schivare i colpi anche quando non sei con i piedi saldamente a terra- dice Zayn aiutandomi a salire sull’asse. –Niall adesso ti lancerà delle piccole sfere d’acqua, e tu dovrai evitarle senza colpirlo.- pronuncia.
Niall sembrava preoccupato, agitato.
- Tutto ok, Niall?- domando sorridendo a Niall.
Il biondo scuote la testa.
- Ho paura di farti del male- dice triste.
Io sorriso, e gli lascio un bacio sulla guancia per tranquillizzarlo. Con la coda vedo Harry a denti stretti, che sussurra un ‘puttana’. Io non ci bado, e provo a mettermi in equilibrio sull’asse, lunga almeno cinquanta metri.
- Al mio tre comincia a correre, va bene?- mi chiede Zayn.
Non sono mai stata una grande equilibrista, in realtà. Annuisco, aspettando che Zayn pronunciasse i numeri.
-1…2…3!-
Corro come una pazza, rischiando di scivolare varie volte. Niall intanto cercava di colpirmi, ma non con vera intenzione.
- Niall! Prova seriamente a colpirmi!- gli urlo.
Niall annuisce, e lo vedo già più deciso e con una mira più precisa.
Salto, mi abbasso, corro.
Salto, mi abbasso, corro.
Corro, salto, mi abbasso.
Quando una pallina d’acqua mi colpisce al piede. Cado per terra, mentre il bruciore poco a poco sparisce. Zayn mi porge una mano per rialzarmi, ma quando appoggio il piede ‘sano’ non riesco a reggermi in piedi così mi aggrappo a Zayn. Harry mima ancora una volta quella parola, mentre io lo guardo in cagnesco.
- Tutto ok con quel piede?- mi chiede preoccupato Zayn.
Io scuoto la testa. Vedo Elisabeth precipitarsi verso di me, e trasportarmi verso Niall.
- Prova a curarla!- chiede al biondo.
Niall scuote la testa.
- Io non posso curarla, le farei solo del male- disse accarezzandomi la caviglia.
Mi mordo il labbro, mentre Elisabeth mi trascina in infermeria. Mi fa stendere sul letto, rassicurandomi che l’infermiera sarebbe arrivata presto. Ed è così. In infermeria entra una signora anziana, un po’ bassottella ma magra. Aveva degli occhi viola ametista, e dei capelli castano chiaro. Un naso a patata e le labbra carnose.
- Oh, cara ma cosa ti è successo?- mi chiese guardandomi la caviglia.
Effettivamente non dovrebbe essere messa in quella posizione.
- Sono caduta dall’asse- le spiego.
La donna chiede a Elisabeth di uscire, mentre dalle sue mani si sprigiona una luce violacea. Strabuzzai gli occhi. Non mi ero ancora abituata a tutto questo.
- Non sentirai niente, cara- mi dice sorridente.
Mi appoggia delicatamente le mani sulla caviglia, mentre vedo che una luce abbagliante ricopre essa. Io chiudo gli occhi, cercando di ripararmi dalla forte luce, quando l’infermiera mi annuncia che ha finito. Io guardo la caviglia provando a muoverla, perfetta direi!
- Grazie!- le sorrido.
- Ma figurati cara.- mi pizzica la guancia.
Mi lascia sola un attimo, e in quel momento vedo qualcuno sullo stipite della porta. Riconosco Harry con un’espressione da statua. Le statue non hanno sentimenti, no?
- Tutto bene, mocciosa?-






ED ECCOMI TORNATAAAAA!
Ok, sto morendo perché questo capitolo mi è piaciuto com’è venuto,
 e non è una cosa normale.
Sentite, voi come vi immaginate Astrea? No,
perché io volevo metterla come Ariana Grande,
Ma boh, ho detto che ha i capelli ricci e lunghissimi.
HAHAHAHAHHA Mi consigliate qualcuno? Plz :cc
Tornando alla storia lol...
Vi giuro che sto odiando Harry.
AHAHAHAHHAAHAHHA
Per favore potete lasciarmi delle recensioni?
Dei consigli?
Mi dite cosa sto sbagliando?
Daiiii ditemi anche se la storia vi piace!
Per favore :c ne ho ardentemente bisogno.

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Capitolo 3
*** Dominatrix ***


[Ah, immaginatevi un banner figo che magari arriva al prossimo capitolo(?)]





Me lo chiede con una tale freddezza che a momenti mi vengono i brividi. Mi passo le mani sulle spalle per riscaldarmi e lo guardo.
- Bene. Ma dopo che hai assistito alla scena senza preoccuparti minimamente, cosa vuoi ora?- chiedo corrugando la fronte.
Harry mi viene vicino, con una faccia alquanto arrabbiata.
- Non farti illusioni, mocciosa.- sputa tra i denti – non me ne frega una beata santa di te, ne tanto meno di come stai. Volevo solo sapere se stavi bene per continuare il compito che ci ha assegnato il preside, è chiaro?- mi punta l’indice contro. – non ho intenzione di prendere un brutto voto per una…- mi guarda con disprezzo dall’alto verso il basso – bambinetta alle prime armi. -
I miei occhi cominciano a diventare rossi, le mani sono circondate da fiamme pronte a colpire Harry dritto sull’occhio. Ma era proprio quello che Harry voleva, provocarmi. Mi alzo dal lettino, ancora furente di rabbia. Harry fa un sorrisetto vittorioso, ma quando mi calmo esso si spegne.
- Non mi abbasso ai tuoi livelli, Styles- pronunciai il suo cognome con disprezzo, sorpassandolo indifferente.
Esco dall’infermeria, mentre Elisabeth mi aspetta fuori. La vedo china sul suo telefono, e la saluto mettendo una mano sopra il dispositivo. Lei sorride e mi abbraccia.
Da dove la tira fuori tutta questa vivacità…
- Ehi! Ho visto Harry entrare nell’infermeria, è successo qualcosa?- mi chiede preoccupata.
Io scuoto la testa in segno di disapprovazione.
- Niente. Ha tentato di provocarmi, ma io non ci sono cascata- dico mettendo le mani nei jeans.
Sentiamo la campanella decretare l’ora di pranzo, mentre Elisabeth mi trascina verso la mensa, e verso un tavolo in particolare. Lì vedo Zayn, Niall e lo sbruffone. Elisabeth si siede vicino a Zayn, e Niall mi invita a sedersi vicino a lui, nonostante costi stare anche vicino a Harry-sono-pieno-di-me Styles. Io lo ignoro, mentre lui mi lancia una ventata tanto potente da farmi quasi cadere su di Niall.
- Cosa c’è da mangiare?- chiedo al gruppo.
Zayn vedo che mangia una poltiglia informe, beandosi di quel gusto e sorridendo.
- Come, non lo sai?- chiede ingozzandosi.
Io scuoto la testa.
- Qui c’è sempre il cibo che preferisci!- esclama entusiasta.
Io inclino la testa leggermente a destra guardandolo stranito.
- Prendi questa poltiglia.- me la indica –ha il sapore del cibo che vorresti mangiare oggi- dice con la bocca piena.
Mi alzo dal tavolo prendendo un vassoio e facendo la fila. Lì vedo una ragazza che mi scansa con un fare molto violento che non mi piace molto. Poso il vassoio e vado verso quella ragazza. Sono sempre stata una tipa educata, in effetti, ma non con le persone che appunto non lo erano per niente.
- Ehi scusa- le tocco la spalla.
Lei si gira e posso scrutarla meglio. Aveva gli occhi giallo intenso, mentre un naso direi perfetto, era in perfetta sintonia con le labbra rossissime e grandissime. Lunghi capelli blu e ondulati contornavano perfettamente quel viso da stronzetta.
- Ma che cavolo vuoi sfigata?- mi guarda con disprezzo comportandosi altezzosamente.
- Volevo solo sapere il motivo per cui mi hai scansata così violentemente.- mostro un sorriso falso.
Lei si gira ridendo.
- Oh, quindi non hai un motivo.- dico in tono pungente – volevi tanto farti figa, eh?- la stuzzico.
Lei si gira e mi passa una mano sulla spalla nuda con un fare soddisfatto. Io la guardo stranita, quando vedo che la mia spalla comincia a fumare. Lancio un gridolino, che spalanca gli occhi della mensa tutti addosso a me. Ma quel fumo era verde.
- Oh, piccola mocciosa non dovevi metterti contro di me.- ghigna.
Io quasi piango dal dolore, quando il mio pugno s’infiamma e io lo scaravento sullo stomaco di lei, che cade per terra alzandosi su la maglia per vedere l’ustione.
Io ancora fumo, quando Harry appoggia una mano sulla mia spalla, e con una ventata d’aria fa sparire il fumo. Io sorrido, e provo a ringraziarlo, quando lui quasi mi scaraventa a terra mentre passava.
- Clare, evita di metterti contro di lei, è con noi- sussurrò il riccio. Pronuncia quasi l’ultima parola con disgusto, ma anche con serietà.
Io non capì di cosa stava parlando, quando lei mi rivolse uno sguardo di sfida.
- Non è finita qui, dominatrice – mi disse quella parola quasi con timore, mentre una sua amica la aiutava a rialzarsi.
Andai verso il tavolo dove c’era la combriccola, e guardai ognuno di loro. Nessuno osava scontrare il mio sguardo.
- Di che stava parlando?- chiesi curiosa.
Elisabeth alzò le spalle, come tutti d’altronde.
- Penso si riferisca al tuo potere.- esorda Zayn. – i dominatori dei quattro elementi vengono ritenuti potenti, e quindi vengono chiamano dominatori, dato che essi dominano gli elementi- conclude filosoficamente.
Io annuisco, guardandomi le mani.  
- Non metterti più contro Clare- mi consiglia Niall mettendomi un braccio intorno al collo.
- Perché?- domando curiosa.
- Nonostante non lo sembri- fa una risatina. – è molto intelligente, e può vendicarsi molto astutamente, rendendoti ridicola-
Io annuisco al consiglio, promettendo per quanto mi è possibile di seguirlo.
-È incredibile che Harry oggi ti abbia aiutato.- mi dice sorpresa El.
Io inarco le sopracciglia, sussurrando un “davvero?”.
- Non aiuta mai nessuno se non in caso di morte, e forse neanche quello.- Zayn ride.
Mi sento quasi onorata a quelle parole, ma poi mi viene alla mente quello sbruffone pieno di sé, e tu i pensieri carini su di lui vengono cancellati e messi a tacere da insulti abbastanza pesanti.
Mi alzo dal tavolo, inventandomi la scusa di non avere fame, e giro per i corridoi. Sono tutti vuoti, ovviamente perché tutti gli studenti sono a mangiare. Quando sto per svoltare l’angolo, vedo Harry guardarsi intorno, e correre verso una direzione.
Lo so che non dovrei seguirlo, ma la mia curiosità ha il sopravvento e non riesco a fare altro che seguirlo a passo felpato, nonostante le rumorose scarpe.
Mi conduce al cancello della scuola, dove un uomo con una felpa nera sembra lo attenda. Richiude il cancello con forza, mentre va verso quell’uomo. Mi nascondo dietro l’immensa colonna, spiando o almeno provando a spiare i loro discorsi.
- Allora?- chiede quello con voce roca. Ancora più roca di quella di Harry.
- È arrivata una nuova dominatrice. È una mocciosa però, niente di cui preoccuparsi.- dice ridendo.
Ma come si permette?
- È potente?- chiede l’altro.
Harry annuisce – abbastanza, ma niente di sovraumano.-
- Attento, Harry- dice prima di sparire in una nube.
In quel momento Harry viene verso la mia direzione a passo veloce, con l’intenzione di rientrare a scuola prima che qualcuno si accorgesse della sua assensa.
Sono fregata.
 





PUONCIORNO PIPOL
Eccomi tornata a rompervi le balle trololoool.
PERÒ PRIMA DI TUTTO,
RINGRAZIO LE PERSONE
CHE HANNO MESSO QUESTA STORIA
TRA LE SEGUITE/PREFERITE/RICORDATE.
AWW
Questo capitolo non mi soddisfa molto,
ma ho provato a mettere della suspense alla fine.
VERRÀ SCOPERTA? OPPURE NO?
DI COSA STAVANO PARLANDO HARRY E QUELL’UOMO?
PERCHÉ GLI HA DETTO DI STARE ATTENTO?
LO SCOPRIRETE NELLA PROSSIMA PUNTATA.
lasciatemi una recensione dicendomi cosa ne pensate,
Davvero io ci tengo troppo :c
 Visto che mi sento troppo buona vi metto uno spoiler PUAHAHAHAHA


 

- Sai quando Harry ti ha messo al tappeto?- mi chiede lei.
Come dimenticarlo, mi fanno ancora male i muscoli.
-Certo- sorrido falsamente.
- Quando ti ha vista a terra ti ha preso in braccio e ti ha portata in infermeria. Però prima di andarsene ti ha sfiorato la guancia, te l’ha accarezzata, come se fossi il premio più fragile del mondo, come se avesse paura di farti del male.-

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Capitolo 4
*** He cares about me? ***


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Provo a rannicchiarmi, ma se avesse solo girato lo sguardo mi avrebbe subito visto. Mi massaggio le tempie, provando ad inventare un piano.
Dai Astrea, sei stata in situazioni peggiori di queste, proprio ora sei in difficoltà?
Ad un certo punto mi viene un’idea geniale. Le macchine vanno a forza di fuoco, no?
I miei piedi cominciano a infuocarsi, mentre mi metto a sorridere per la splendida idea.
- Cosa ci fai qui, mocciosa?- chiede arrabbiata una voce.
Sarebbe stato carino se questo piano mi fosse venuto in mente prima.
Tiro fuori l’attrice che è in me, provando a mettermi al suo livello, alzandomi in punta di piedi.
- Non sono tenuta a darti spiegazioni, Styles- sputò il suo cognome, guardandolo con aria di sfida.
Harry mi prende per la camicia, facendomi penzolare dal suolo. Io provo a divincolarmi dalla sua presa, ma lui è troppo forte.
- Stammi a sentire, Parks- dice a denti stretti – non ti conviene metterti contro di me, è chiaro? Potrebbe finire molto, molto male- ghigna.
Non gli do la soddisfazione di avere paura. Deglutisco silenziosamente, quando mi guardo le mani che tenevano il braccio di Harry, bruciare. Egli lancia un grido di dolore, lasciandomi cadere a terra. Cado con la schiena, il che mi fa un male allucinante. Harry mi guarda schifato, mentre io noto le ustioni che gli ho provocato, provando a rialzarmi.
Si mette in posizione di sfida, mentre io faccio lo stesso. Gli faccio segno di fare la prima mossa. Lui Tira due passi avanti agitando le mani, mentre la ventata d’aria che mi lancia mi scaraventa sul muro lontano almeno trenta metri alle mie spalle. Cado dal muro di faccia, provando con le poche forze che mi rimanevano a rialzarmi. Il burattinaio inizia a tirare i fili, e io faccio un salto di almeno mezzo metro alto dal suolo. Faccio strane mosse coi piedi, dove esce fuoco che minaccia Harry.  Lui schiva prontamente gli attacchi, ma quando mi avvicino con le mani, tiro un pugno infuocato sul petto che lo fa balzare indietro. In poco tempo vedo tutti gli studenti radunati intorno a noi, tra i quali anche Zayn, Elisabeth e Niall.
Harry lancia un urlo di rabbia e con un calcio mi butta a terra. A quel punto non riesco più a rialzarmi, e perdo i sensi.


Mi sveglio in infermeria, ancora un po’ dolorante. Vedo intorno a me Niall, Zayn e Elisabeth, i quali appena apro gli occhi tirano un sospiro di sollievo.
Zayn mi prende una mano tra le sue e mi sorride.
- Un’altra cosa che non ti ho detto- bisbiglia Niall – non provocare mai Harry, o almeno, non sfidarlo. Non ne usciresti viva.-
Con le botte che ho preso non fatico a crederci.
- Ma perché è così violento?- chiedo ai presenti.
Zayn sospira grattandosi la nuca imbarazzato.
- Secondo te possiamo dirglielo?- chiede Zayn al biondo.
- Non lo so, Zayn.- sospira lui– è una confidenza che ha fatto a noi due, non credo che possiamo…-
- Diciamo che lo abbiamo torturato per sei giorni, non è esattamente una confidenza- sorride il moro.
- Harry ha avuto un passato veramente difficile- sussurra iridi azzurre– ha visto morire sua madre davanti ai suoi occhi, uccisa dal padre. Per un certo periodo è stato corrotto dal male, ma adesso ne è uscito.- bisbiglia.
- Male?- chiedo strabuzzando gli occhi – in questo universo parallelo così perfetto (o almeno quasi) c’è anche del male?-
Il ciuffo mi annuisce provato.
- Due anni fa, ci fu una guerra, una guerra contro bene e male. Ne uscì vittorioso il bene, ma ci furono gravi perdite. Due dei cinque stregoni più potenti dell’universo furono uccisi. E… uno di loro… era la sorella di Harry.- si passò una mano aggiustandosi il ciuffo.
Solo in questo momento capisco quanto Harry può aver sofferto, e il perché è così violento e freddo. In quel momento il mio cuore si gonfia di tenerezza.
- Fai finta che non te l’abbiano mai detto – mi consiglia Elisabeth- continua a trattarlo come prima, e non compatirlo mai, per nessuna ragione al mondo-
Io annuisco, mentre provo a rialzarmi, ma senza successo. Niall mi prende in braccio a mo’ sposa, mentre io mi lascio cullare da quelle braccia così possenti, ma che mi facevano sentire tanto al sicuro.
- È meglio che per oggi salti l’allenamento- mi sorride Elisabeth.
Io annuisco, mentre i ragazzi mi portano in camera mia.

Sono passate almeno tre ore da quando mi hanno portato nel dormitorio. Mi sto annoiando a morte, anche perché non ho assolutamente niente da fare. Mi metto seduta a gambe incrociate, e guardo le mie mani.
Come può nascere da un corpo così gracile una forza così potente?
Faccio combaciare le mie mani, riaprendole lentamente. Nasce da esse una piccola fiamma blu, come quelle nei fornelli da cucina. Apro ancora un po’ le mani, come se stessi tenendo della sabbia tra le mani. La piccola fiamma passa dalla mia mano a tutte le mie dita. Muovo le mani nel nulla, e le mie dita sprigionano scintille. Comincio a disegnare figure astratte. Istintivamente scrivo il nome Harry, che rimane lì per almeno trenta secondi. Cancello subito quello che ho scritto.
Perché l’ho fatto?
Sento bussare la porta, soffiando sulla mia creazione. Biascico un “avanti” mentre la persona interessata si fa avanti. Vedo Elisabeth, con una faccia quasi contenta che si siede sul mio letto.
- Avevo promesso di non dirtelo, ma tanto l’hanno visto tutti.- scrolla le spalle. – Harry mi ha fatto promettere solennemente di non dirtelo, e se scoprirebbe che te l’ho detto…- lascia la frase in sospeso.
- Uhm… ma cosa?- chiedo confusa.
Lei prende un respiro profondo.
- Sai quando Harry ti ha messo al tappeto?- mi chiede lei.
Come dimenticarlo, mi fanno ancora male i muscoli.
-Certo- sorrido falsamente.
- Quando ti ha vista a terra ti ha preso in braccio e ti ha portata in infermeria. Però prima di andarsene ti ha sfiorato la guancia, te la accarezzata, come se fossi il premio più fragile del mondo, come se avesse paura di farti del male.-
Con tutte le botte che mi ha fatto prendere prima, dopo ha paura di farmi del male? Ma è bipolare?
- Sul serio?- sussurro semplicemente.
Lei annuisce sorridendo.
- Secondo me, ci tiene a te- sussurra le ultime quattro parole come se non volesse essere sentita.
- Ma ti pare? Dopo che mi ha conciata in quel modo credi che a lui importa di me?- chiedo quasi per dissuaderla.
- Certo! Io ho visto come ti guardava.- dice maliziosa.
- Magari aveva solo dei rimorsi, per come mi ha gonfiata- Elisabeth sbuffa, alzando le spalle.
- Io rimango della mia idea- dice sorridendo.
Esce dalla stanza salutandomi, mentre io mi rimetto nel letto a pensare. Ma a cosa precisamente?




 
 

 

AVREI DOVUTO PUBBLICARLO DOMANI, MA MI FACEVATE TALMENTE PENA AHAHAHAHAHAH.
Innanzitutto mi scuso per la lunghezza del capitolo :c è solo che sono quasi ad un punto morto e non saprei come continuare                                                dello spezzo finale di questo :c                                                  
Però,
In questi capitolo Harry mostra un pezzettino della sua dolcezza, aww.
Mi sono quasi sciolta ad immaginare la scena <3                                
AVETE VISTO IL BANNER? NON E’ DEI MIGLIORI PERO’ AHAHAHAH.
                Be’, almeno adesso avete un’idea della protagonista c:                   
Io vi lascio, supplicandovi di lasciarmi un vostro parere, basini basotti x

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Capitolo 5
*** I need him ***


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Mi riscaldo le mani alitandoci sopra, e strofinandomi esse. Sta divenendo inverno, ed io ancora non me ne capacito. È solo settembre diamine!
Oggi sarebbe stato il giorno in cui dovremmo andare dal preside, ma io non me la sento. Potrei dire di avere la febbre, magari l’influenza intestinale, o, perché no, un attacco di tosse molto contagioso. Il tutto sarebbe reso credibile dalla stagione autunnale.
Sto camminando per il giardino, alla disperata ricerca di Elisabeth, Niall o Zayn. Harry no, ovviamente.
Dio benedica la mia parola, che vado a scontrarmi contro il diretto interpellato. Mi massaggio la fronte, poiché ho dato una bella botta. Camminavo a passo molto svelto.
Lui si gira intorno, incatenando i miei occhi nocciola nei suoi smeraldo. Mi guarda respirando affannosamente, come se avesse corso più di venti isolati.
- Seguimi- mi dice prendendomi la mano.
- Ma cosa…?- provo a chiedere.
Lui mi trascina verso una destinazione ignota, e non posso fare a meno di notare quanto la sua mano sia calda, e la mia fredda, nonostante dovrebbe essere il contrario.
Nella mia mente cerco una logica a tutto questo, ma nel frattempo vedo che usciamo dalla scuola, e camminiamo verso una strada isolata. Io stacco violentemente la mia mano dalla sua, guardandolo in attesa di una risposta.
- Perché siamo qui, Harry?- chiedo quasi arrabbiata.
Lui si passa una mano fra i ricci sospirando.
- Sei l’unica di cui mi fidi, o almeno, di cui potrei fidarmi- sussurra impercettibilmente.
In quel momento mi sento quasi commuovere, ma evito di illudermi, con lui era tutto imprevedibile.
- Perché? Insomma, ci sono Niall e Zayn, che sono qui con te da anni e io… io una semplice mocciosa che si è intromessa nella tua vita senza chiederne il permesso- dico scuotendo leggermente la testa.
Lui si avvicina a me leccandosi le labbra, e guardandosi quasi afflitto.
- Non dire così…- dice stringendo tra le sue grosse mani i miei avambracci.
Io faccio una risatina guardando per terra.
- Me l’hai sempre detto- dico sorridendo.
Lui apre la bocca per parlare, ma si richiude subito. Mi da una forte spallata, e se ne ritorna nei suoi passi. Io scuoto la testa, per capire cos’è successo.
Gli corro dietro e gli poggio una mano sulla spalla, mentre lui si ferma.
- Harry… cosa significava…-
- Niente.- mi interrompe – fai finta che non sia successo niente. Recuperiamo il nostro rapporto di odio reciproco-
Mi scansa la mano dalla spalla, continuando la strada per la scuola. Io ci rimango un po’ male, ma alla fine non mi ero illusa così tanto. Sapevo che in qualche modo mi avrebbe ferito, volendo o non volendo.
Continuo a seguirlo verso la scuola, quando entrambi entriamo. Trovo Elisabeth all’ingresso, che si sbraccia verso di me, ed io che vado da lei.
- Ehi, dov’eri? Zayn e Niall ti stavano cercando- dice mettendosi a posto i capelli.
Ma io ero in tutt’altro mondo. Non riuscivo a non pensare alle parole di Harry. Cosa significava tutto quello che mi aveva detto? Perché si è subito pentito delle parole appena dette?
- Capito?- Elisabeth mi schioccò le mani davanti alla faccia.
- Ma certo!- dico stordita.
 Elisabeth si sbatte una mano contro la faccia prendendomi per le spalle e scuotendomi avanti e indietro, supplicandomi di riprendermi.
-Perché?- chiedo una volta che ha finito.
- Ti ho detto che le banane sono blu e che Zayn mi ha baciato.- rotea gli occhi al cielo.
- Davvero?- lancio un gridolino eccitata.
-No!- mi dice isterica.
Io sbuffo, e le chiedo di ripetermi quello che mi ha detto.
- Niall e Zayn sono sotto la quercia Orion- mi informa.
- Va bene, corro là- dico sorridendo.
Ma dov’è quella quercia Ovion, Olion o come si chiama?
Cerco in giro, e vedo un biondo che si sbraccia. Tiro un sospiro di sollievo, quando lo vedo sotto una quercia. Corro verso di loro, e appena arrivo Niall mi abbraccia come se fossi un panda tenerissimo.
Tutta sta confidenza, Niall?
- Da oggi ho capito che mi vuoi bene, Niall- gli sussurro ricambiando la stretta.
Il biondo ridacchia e mi lascia andare un po’ stordita.  Arriva anche Zayn, che mi abbraccia come se non ci fosse un domani.
- Ma che vi prende a voi due oggi?- chiesi ridendo da quella manifestazione d’affetto.
I due si scambiarono uno sguardo.
- Ti ricordi l’allenamento che dovevamo presentare oggi?- mi chiede Zayn.
Io annuisco, facendo cenno di continuare
- Non era per un progetto scolastico, e non è una casualità, se siamo tutti dominatori tranne Elisabeth.- dice mordendosi il labbro.
Io annuisco di nuovo un po’ confusa, chiedendomi dove volesse andare a parare.
- Sta tornando- sussurra. – lui sta tornando.-
Sembra quasi tremi, e Niall continua a tenermi la mano come se volesse sostenermi dalla paura che sarebbe dovuta intervenire in quel momento.
- Lui, chi?- chiedo confusa.
- Il signore oscuro- sussurra Niall. – ti sta cercando, Astrea. Vuole ucciderti.-
Un brivido gelato mi percorre la schiena. In quel momento mi vengono in mente tutti i film di Harry Potter che ho visto, ma lui non usava il potere del fuoco. Comincio a tremare, pensando che una persona voglia uccidermi.
- M-ma perché io?- balbetto spaventata.
Zayn mi abbraccia di nuovo, e all’abbraccio si unisce Niall. Li stringo più forte che posso, mentre i miei occhi cominciano a velarsi di lacrime.
- Perché tu sei la più potente. Sei l’essere magico più potente del mondo, dopo di lui.- sussurra Zayn accarezzandomi i capelli.
Continuo a piangere, quando entrambi si staccano da me. Entrambi hanno gli occhi lucidi.
- Non dirlo a Elisabeth, Astrea.- mi consiglia Zayn – ne soffrirebbe troppo, per lei sei come una sorella.-
Io annuisco, asciugandomi le lacrime. Do’ un bacio sulla guancia a Zayn e al biondo, quando improvvisamente corro verso la mia camera.
I due continuano a gridarmi domande, ma io non ci bado e nonostante inciampi molte volte, mi rialzo e corro verso la mia camera.
Prendo carta e penna, cominciando a scrivere.

“Cari Zayn, Niall, Elisabeth e… Harry…
Mi dispiace, non ce la faccio a sopportare tutto questo. Non voglio combattere, da bambina ho sempre avuto il terrore di combattere pure contro mio fratello! Non mi sento pronta, non sono pronta, e non lo sarò mai. Si dice che da grandi poteri derivino grandi responsabilità, giusto?
Bene. Per una volta mi presento irresponsabile, cercando di scappare. Scappare da lui.
Mi dispiace, vi voglio bene.
La vostra Astrea”

Ripiego la piccola lettera, e la metto lì in bella vista. Prendo tutti i miei vestiti dall’armadio, e li infilo malamente nella valigia che non sapevo neanche di avere. La chiudo a fatica, quando sento qualcuno bussare. Ignoro, e continuo a prendere la mia roba. Sento che delle nocche ancora premono. Sbuffo alterata e apro la porta con forza. Vedo Harry che mi guarda quasi… con tenerezza, mentre entra nella mia camera come se fosse a casa sua.
- Con comodo eh- sbuffo scocciata. – perché sei qui?- chiedo fredda.
- Niall e Zayn mi hanno detto quello che sai- mormora quasi dispiaciuto. – mi hanno detto che a me avresti ascoltato-
A quelle parole mi viene una fitta allo stomaco, accompagnata da piccole lacrime che minacciavano di uscire.
- Io invece credo di no- dico con una paura che vorrei nascondere. – credo che il nostro odio reciproco non lo permetta.- dico ferita dalle parole di quella mattina.
Lui emette un sonoro sbuffo, appoggiandosi sul letto e invitandomi a fare lo stesso. Io con riluttanza mi siedo vicino a lui, e lo guardo disinteressata.
- Tu non capisci- sussurra. – tutte le persone che amavo, sono morte.- sorride amaro – non riesco più a fidarmi delle persone, perché ho paura muoiano. Ho paura di affezionarmi, perché sono sicuro che da un momento all’altro mi lascino, e io soffra. Ho paura di tutto quello a cui tengo, perché so che mi scivolerà dalle mani prima o poi-
Fa una breve paura, passandosi una mano sulla faccia. Non osa guardarmi, e continua fissando un punto indefinito della stanza.
- Come la sabbia. Ne prendi una manciata, ma a poco a poco ti scivolerà, e rimarrai con le mani vuote; ricordandoti che un tempo lì c’era della sabbia ma ora non c’è più-
Io guardo Harry, con gli occhi lucidi. Appena si volta verso di me, noto che una lacrima gli accarezza il viso, e non posso fare a meno che asciugargliela accarezzandogli la guancia. Lui mi mostra un sorriso, che non fa che sciogliermi il cuore.
Mi giro verso un punto indefinito, e comincio a parlare.
- Sai, un po’ posso capirti.- biascico. – i miei genitori sono morti per un incendio, che ha appiccato qualcuno, non si è mai scoperto chi.- sorrido amara, ricordando i miei genitori – li ho visti morire sotto i miei occhi.- comincio a piangere, e la mia voce si fa strozzata. Mi passo le mani dalla faccia hai capelli, appoggiando i gomiti sulle ginocchia piegate. Comincio a piangere, un pianto pieno di spasmi. L’eco dei miei singhiozzi rimbomba nella stanza, nel silenzio più totale.
- Avevo solo nove anni, Harry…- dico piangendo. – loro non meritavano questo…- sussurro ansimando.
All’improvviso due braccia mi stringono a sé, mentre una mano mi accarezza la schiena. Comincio a sfogarmi, liberando tutto quello che avevo dentro. Era da tanto, che lo rinchiudevo. Lo rinchiudevo nei meandri più scuri della mente, evitando che venisse fuori. Ma lui, lui l’ha fatto venire a galla.
Capisco, solo in questo momento che entrambi abbiamo bisogno di qualcuno su cui appoggiarci, qualcuno che ci sostenga. Qualcuno che ci faccia sentire amati, qualcuno che sappiamo non ci tradirà mai, qualcuno sui cui riporre tutta la fiducia non pentendosene. Io avevo bisogno di qualcuno come Harry.
- Calmati…- mi sussurra poco dopo con dolcezza. – ci sono qui io con te, ma in cambio voglio una cosa…- mi dice prendendomi il viso tra le mani, e asciugandomi le lacrime con il pollice.
- Cosa?- sussurro tirando su col naso.
- Sorridimi, e, promettimi che non mi pentirò di essermi… fidato ancora una volta- deglutisce.
Sorrisi, e lui mi seguì.
- Il sorriso più bello è quello fra le lacrime, perché è il sorriso di chi ha lottato e ne è uscito vittorioso- sorride accarezzandomi la guancia.
- Harry, io ci sarò sempre per te-

 





(Finisco sempre i capitoli prima quindi non riesco a non postarli cwc)
ODDIO QUESTO CAPITOLO E’ LA DOLCEZZA (dovreste dirlo voi in realtà HAHAHAHAHA)
Prima di tutto, vi voglio dire che nel momento che ho scritto questo capitolo era moralmente instabile, e quindi da diabete, forse non ci saranno più capitoli così HAHAHAHAHAH.
Secondo voi cosa succede nel prossimo capitolo? A voi la parola *punta il microfono*
Infine, però, voglio ringraziare la mia più fidata lettrice, la prima che mi ha recensito, facendomi andare avanti…
Sally_Styles
Oddio non smetterò mai di dire che ti amo con l’anima sdfghjk.
Spero di averti fino alla fine, ti ammmo <3.
Vorrei ringraziare anche
Yuki_Onna
Che c’è ad ogni capitolo HAHAHAHAH <3
Infine
Peace e Love
Sei stata gentile nella tua scorsa recensione, anzi dolcissima sdfghjk
E con questo vi saluto, care Fantasy-letter. (Il mio inglese e Faboulos HAHHAHAH)

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Capitolo 6
*** Scars ***


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Ci sediamo su una panchina, ricoperti di neve. Ha vinto lui, ma non voglio dargli questa soddisfazione.
- Allora ho vinto io- dico mettendo le mani dietro la testa sorridendo.
- Ma tu non stai bene, è ovvio che ho vinto io, Parks.- mi dice lui puntandomi il dito contro.
Sentiamo delle voci in lontananza, e vediamo Zayn, Niall e Elisabeth. La ragazza corre verso di noi, mentre i due vengono con calma, camminando. Elisabeth mi salta addosso, ed io la abbraccio.
- Ehi! Dove siete andati?- le chiedo.
- Siamo andati ad un luna park! A quanto pare c’è una festa e lì ci sono giostre e molto altro! Venite?- ci chiese con gli occhi lucidi.
Elisabeth io la reputo un’infinita bambina, che non cresce e non crescerà mai. Ma è una cosa bellissima, a parere mio. Io ho dovuto crescere in fretta, dato che facevo tutto io in casa dei miei nonni. Mi sentivo un po’ un Harry Potter, però meno maltrattato. Insomma, mi sentivo speciale! Ammetto che aspettavo la lettera per Hogwarts, ma non ci ho mai sperato veramente.
La bionda mi prende per mano e mi trascina nel luogo, mentre Zayn e gli altri stanno dietro a parlottare. Arriviamo, e davanti a me si parano luci e colori di ogni genere. Vedo bancarelle che vendono cioccolata calda e zucchero filato, e molto molto altro.
- Che ne dite se ci dividiamo, e torniamo qui fra un’ora?- chiede Elisabeth.
Tutti acconsentimmo, così Harry va con Elisabeth, ed io con Zayn e Niall. Passiamo davanti ad una galleria degli orrori, mentre Zayn ci supplica in ginocchio di entrare. Io e Niall accettiamo riluttanti.
Sono sempre stata codarda, in tutta la vita ho visto solo un film horror, e da quel giorno ho fatto incubi su incubi per un mese. Ho proprio un cuor di leone.
Entriamo tutti e tre nella carrozza, io tremante e Niall preoccupato. Che inizi la tortura.

Io e Niall appena finito il giro usciamo subito con le lacrime agli occhi, mentre Zayn sorrideva trionfante.
- Allora? Non è stato divertente?- ci chiede raggiante.
Io appoggio le mie mani al suo braccio, ustionandolo. Lui si mette a gridare come una femminuccia, mentre io e Niall scoppiamo a ridere. Vedo un misuratore di forza con il martello, e mi avvicino ad esso.
- Buongiorno signorina! Vuole testare la sua forza?- mi chiede un uomo paffuto.
Io annuisco, e prendo il martello in mano. Lo alzo, e colpisco con quanta più forza ho. La tacca raggiunge il massimo, mentre io esulto.
- Bravissima! Scelga il suo premio nella capanna qua vicino.-
Vedo una capanna piena di peluche. Un panda con gli occhi giganti attira subito la mia attenzione, e non faccio altro che scegliere quello. L’avrei dato ad Harry, perché gli occhi erano grandi, e di un verde color smeraldo.

- È stato divertente, no?- mi chiede Elisabeth, una volta rientrati a scuola.
- Abbastanza.- dico sforzando un sorriso. – ci vediamo domani, io ho sonno e voglio andare a dormire- recito uno sbadiglio, mentre tutti mi salutano, tranne Harry.
Che stia ritornando stronzo?
Mi rifugio in camera mia, mettendomi il pigiama. Estraggo dalla custodia il mio portatile, e comincio a cercare dei video. Uno in particolare guadagna la mia attenzione. È un video di me e mio padre, dove m’insegna a camminare. Io cado e rido continuamente. Poi arriva mio fratello, che mi prende per le mani e mi sorregge facendomi fare piccoli passi. Mi prende e mi da un bacio sulla guancia. Poi si rivolge alla telecamera, dicendo :
-Astrea! Sono tuo fratello, di sedici anni. Ora tu ne hai due, ma sei comunque bellissima. Vorrei vederti in questo momento alla mia età, non vedo l’ora!- sorride e continua a baciarmi sulla guancia.
A quella visione scoppio in lacrime, ricordandomi di lui. Era dolcissimo nei miei confronti.
Sento aprire la porta, asciugandomi subito le lacrime. La figura grossa e imponente di Harry si falargo nella mia stanza, sorridendo.
- Sapevo che non andavi a dormire- mi dice.
Prende un’altra sedia e si mette accanto a me. Vede mio fratello, e subito mi chiede chi è.
- È mio fratello più grande- rispondo provando a trattenere le lacrime.
- È morto?- chiede pacatamente cingendo il mio collo con il suo braccio.
Io annuisco, scoppiando subito dopo a piangere. Lui, pronto mi stringe a sé, sussurrandomi cose rassicuranti. Mi sento subito meglio, e lo ringrazio. Riavvolgo il video e glielo faccio vedere.
- Sei tu la bambina?- mi chiede. Io annuisco ridendo.

Harry si è messo a dormire per terra, perché “aveva paura che io mi svegliassi nella notte, e non vessi una spalla su cui piangere” in effetti mi sono svegliata e sono scoppiata a piangere; mentre lui mi ha consolato. Adoro Harry, ma a mio parere doveva rimanere in camera sua, non badando a me. Mi alzo a malavoglia dal letto, svegliando anche Harry.
- Che c’è?- mi chiese stropicciandosi gli occhi.
- Niente. Volevo svegliarti- ghigno.
Lui ride sarcasticamente, lanciandomi il cuscino che aveva sotto la testa. Si alza, dandomi un bacio sulla fronte. Si siede sul mio letto, appoggiando i gomiti alle ginocchia.
- Che facciamo?- mi chiede sorridente.
- Che ne so io- dico stanca. – tu torni nella tua camera, però- aggiungo.
Lui mi guarda storto, assottigliando gli occhi.
-Perché?-
- Cosa potrebbero pensare le persone sapendo che tu sei rimasto a dormire da me?- chiedo guardandolo.
Lui sembra rifletterci un attimo, ma alza le spalle.
- Non m’importa cosa pensano di noi, siamo migliori amici, no? E come tali possiamo dormire l’uno nella stanza dell’altra.-
La mia ammirazione per Harry sale a dismisura. Ho sempre voluto essere una di quelle persone a cui non importa di cosa pensa la gente, ma semplicemente, non penso di esserlo. Il fatto che Harry lo sai aumenta il mio rispetto nei suoi confronti.
Mi prende le mani e me le stringe tra le sue, quando vede qualcosa nei miei polsi.
Merda.
- Cosa sono queste, Astrea?- mi chiede indicando le cicatrici.
- Ho combattuto.- rispondo solo.
- Contro chi?- mi guardo preoccupatissimo.
- Me stessa, Harry- rispondo guardando in basso.
Lui mi guarda quasi severo, ma poi mi abbraccia. Mi abbraccia come se avesse paura di rompermi; un abbraccio così delicato da sembrare inesistente.
Mi fa sedere sul letto, mentre lui si mette a gambe incrociate per terra.
- Perché hai iniziato?- mi chiede quasi sussurrando.
- Non mi piacevo, odiavo il mio corpo- tiro un sospiro. – i miei nonni mi schiavizzavano un po’, e la gente mi stava lontano, chiamandomi orfanella e cose così…- Harry mi prende una mano tra le sue e me la stringe. – Ma da quando siamo amici, Harry, ho smesso. Perché con te posso sfogarmi anche senza farmi del male-
Lui alza subito lo sguardo, avendo gli occhi lucidi. Io mi abbasso al suo livello, e gli lascio un bacio sulla guancia. Lui mi regala un sorriso mozzafiato, subito prima di andarsene dalla mia camera.







OK MI SCUSO PER LA SCHIFEZZA E LA CORTEZZA DEL CAPITOLO OMFG.
È SOLO CHE IN QUESTI GIORNI MI HANNO SOSPESO L’ACCOUNT TWITTER
E ORA HO VENTI FOLLOWER, BASTARDI.
Comunque su twitter sono @xZaynswjngs lol
Non c’è molto da dire sul capitolo,
solo che Harry diventa sempre più dolcioso asdfghj.
Ringrazio le cinque personcine che mi hanno lasciato un loro commento sdfghj:
Yuki_Onna
Weilà bellessa sclerata lol
Sally_Styles
La mia fan <3 AHAHAHHAHAHA ti amo <3
_xonedsfaith
Ehila bellissima, come va la vita? AHHAAH
Peace e Love
La mia Faith sdfghjk <3
Kikka451
La prossima volta supera la dieci parole shallallaaa… lol
Al prossimo capitolo! C:

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Capitolo 7
*** He kill my parents ***


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Oramai gli studenti stavano facendo le valigie, per poter tornare a casa loro a rivedere i propri genitori. Le vacanze di natale erano vicine, ma io non sapevo se andarci o no. Dopo tutto, ai miei nonni sinceramente non ero mai piaciuta. Certo, mi avevano accolto perché ero loro nipote, ma anche quando c’erano i miei genitori non sono mai venuti a trovarmi, e viceversa. Erano nonni inesistenti.
Prendo la decisione di rimanere a scuola, nonostante non mi dispiacerebbe fare una visita alla mia città natale…
Scuoto la testa, continuando a scaldarmi le mani facendo infuocare esse. Il calduccio che emanano, dipinge sul mio viso un’espressione di beatitudine. Vedo Elisabeth salutarmi, e noto che vicino a lei ci sono Harry, Niall e Zayn. Corro verso di loro, tenendomi il cappello con una mano, evitando che mi volasse via. Soluto tutti con un bacio sulla guancia, ma appena arrivo a Harry, lui mi stringe fortissimo sorridendo.
I ragazzi guardano la scena sbigottiti, anche perché non hanno mai saputo del nuovo rapporto tra me e Harry. Il che è strano, perché dopo due mesi avrebbero dovuto saperlo.
- M-ma…- balbetta Elisabeth.
- Io e Harry siamo amici- dico sorridente.
 A Zayn e Niall cade la mascella, mentre saettano con lo sguardo da Harry a me frequenti volte.
- Mi sono voluto fidare di lei- spicca parola Harry. – ma solo di lei.-
- Va bene. Facciamo finta di niente, ok?- sorride Zayn.
Io e Harry annuiamo, mentre Niall e Zayn mi prendono per mano come fossi una bambina.
- Oggi vogliamo farti visitare un posto!- dice contento Niall.
- Davvero?- chiedo mentre mi luccicano gli occhi.
Mi prendono a braccetto, mentre camminiamo fuori dalla scuola. Harry intanto è dietro con Elisabeth, che parlano amichevolmente. Vedo che mi portano davanti a una specie di casa, e appena entriamo vedo come un aeroporto. Il che si va scontrare contro la logica dello spazio, una minuscola casetta conteneva uno spazio così grande?
- Dove siamo?- domando sorridendo.
Non mi rispondono e mi portano verso una coda di persone con una valigia a fianco. Vedo una specie di vortice color viola, che gira in senso orario. Dopo pochi minuti tocca a noi, e vedo Danae vicino a esso.
- Ciao Danae!- la saluto sorridendo.
- Buongiorno cara! Allora, dove volete andare?- ci domanda sorridente.
Io guardo gli altri confusa, ma loro le sorridono pronunciando il nome “Londra”. Io sono sempre vissuta in una piccola cittadina di Doncaster, ma ho sempre desiderato visitare Londra. I miei nonni non mi accompagnavano da nessuna parte, avevano sempre una scusa.
- Sai cosa devi fare?- mi domanda Elisabeth da dietro.
Io scuoto la testa quasi preoccupata.
- Al mio via, ti trasciniamo verso il vortice, e magicamente saremo a Londra.- mi spiega Niall.
- Via!-
Corrono verso il vortice, mentre io chiudevo gli occhi. Sento il terreno sotto i piedi, e da lì capisco che siamo arrivati. Vedo che siamo in un piccolo vicolo. Lascio Zayn e Niall, correndo verso la luce che vedevo. Davanti a me si para un mondo.
Vedo neve dappertutto, e bambini giocare spensierati in un parco. Mi sento sorridere come una cretina, e vado ad abbracciare Zayn e Niall.
- Grazie, grazie, grazie!- continuo a ripetergli.
Loro mi sorridono. Vado verso Harry, e abbraccio anche lui con tutto l’affetto che provavo.
- Ammettilo che lo sapevi anche tu- gli sussurro all’orecchio.
- Chi, io?- mi dice sorridendo – come puoi accusarmi di una cosa del genere?-
Io rido e lo abbraccio di nuovo, dandogli un leggero bacio sulla guancia. Prima che me ne vada, mi prende per il braccio.
- Senti Astrea, non metterti troppo in mostra. Metti il cappuccio e cerca di farti notare il meno possibile, lui potrebbe nascondersi ovunque.-
Io annuisco, tirandomi su il cappuccio. Mi portano verso un bar, facendomi prendere della cioccolata calda. Dato che sono abituata al caldo, la butto giù in un sorso, mentre gli altri mi guardano sbigottiti.
- Che c’è?- chiedo.
Vedo che dalla mia bocca esce del fumo, mentre io scoppio a ridere. Gli altri mi guardano come se fossi matta, mentre continuano a sorseggiare la loro cioccolata.
Mi guardo intorno sorridente, quando sul mio campo visivo si para una casa uguale e identica alla mia. Il mio sorriso si spegne e il ricordo di quell’incendio che mi perseguita la mente. Le urla dei miei genitori, quelle di mio fratello. Tutto un susseguirsi di eventi spaventosi.
- Ragazzi, non…non mi sento bene- dico fissando un punto nel vuoto.
- Che hai, Astrea?- mi chiede Elisabeth preoccupata.
Poi, vedo un sorriso, quel sorriso. Un ghigno maligno che continua a ridere, senza sosta.

-MAMMA!- gridai. – MAMMA!-
La vidi tra le fiamme, mentre urlava a squarciagola il mio nome. Cercavo di raggiungerla, ma le fiammate me lo impedivano. La stavo vedendo bruciare, la stavo vedendo morire sotto i miei occhi. Mi voltai verso sinistra, vedendo mio padre, che cercava di proteggere mio fratello. Andai verso di loro, mentre essi mi guardavano sbigottiti.
- Perché tu non bruci?- mi chiese mio fratello tra le lacrime.
Piangevo anche io, e tanto.
- N-non lo so!- blaterai.
Sentì mia madre inspirare violentemente quel fumo. Corsi verso di lei. Soffriva d’asma. Provai ad abbracciarla, ma fu tutto inutile. Mi allontanai da loro, continuando a piangere.
Sentì un cigolio. Guardai in alto: un’asse stava per colpire mio padre e mio fratello.
- PAPÀ, EVAN!- gridai.
Loro guardarono in alto, ma l’asse li schiacciò.
- NOOOO!- continuai a urlare. –NOOOOO!-
Corsi verso mia madre, ma fu troppo tardi anche per lei. I suoi polmoni erano colmi di fumo, e non ce l’aveva fatta.
“Perché io non sto morendo?” pensai.
- Sarà il tuo destino…- sentì una voce.
Mi voltai spaventata, e vidi un uomo in tunica nera, che mostrava solo la bocca. Un ghigno malvagio si fece largo in quella bocca, seguito da una risata. Corsi verso la figura, ma essa svanì nel nulla. Ad un certo punto, entrarono degli uomini in divisa rossa. Portarono via i miei genitori e mio fratello, guardandomi allibiti. Mi presero in braccio e mi portarono fuori da quella casa, accorgendosi che io non avevo neanche un’ustione, neanche il segno del fumo grigio. Da quel giorno a Doncaster, mi chiamarono “bambina del miracolo”.

Senza accorgermene, inizio a piangere, correndo verso quella figura dal sorriso maligno. Essa scompare di nuovo sotto i miei occhi, e io non riesco a fare a meno di gridare.

Harry’s POV
Zayn e Niall si alzano dal tavolo, con l’intenzione di andare verso di lei, ma io li fermo, mettendo il mio braccio davanti.
- Ci vado io- sussurro.
Corro verso di lei, mentre la vedo tirare pugni al palo. Le prendo le mani, restando fermo.
- Che hai?- le chiedo.
Lei si volta verso di me piangendo, affondando il suo viso nel mio petto. Da libero sfogo a tutte le sue emozioni, mentre io le accarezzo i capelli.
-Ehi Astrea… che succede?- le chiedo mettendo due dita sotto il suo mento, e alzandole il viso.
- Ho visto l’uomo che ha ucciso i miei genitori- sussurra con voce spezzata – l’ho visto…-
L’abbraccio ancora, come per farle capire che io c’ero. Mi mordo il labbro, ricordandomi di come mio padre ha ucciso mia madre. Scuoto la testa, imponendomi che dovevo concentrarmi su di lei, e non sui miei vecchi ricordi.
- Ti posso proporre una cosa?- le chiedo sorridendo.
Lei alza il viso, tirando su col naso.
- Cosa?- chiede con una voce resa roca dal pianto.
- Vieni a casa mia, mentre gli altri fanno un giro per Londra.- le asciugo le lacrime con la manica del mio felpone.
Lei ridacchia, annuendo col capo. Vado verso i ragazzi, spiegando il mio piano. Loro mi comunicano che non c’è problema, così prendo Astrea per mano e la porto verso casa mia.

Appena arrivati, ci svestiamo di cappotti, sciarpe e cappelli sedendoci sul divano. Avevo una paura immensa ad affezionarmi a lei. Poi con la faccenda che c’era in circolazione lui era anche peggio, perché le chance di farla restare erano diminuite. Penso non ce la farei a perdere anche Astrea.
La rossa si toglie, si mette sul divano, si toglie le scarpe e si mette le ginocchia al petto, stringendosele tra le braccia. Continua a piangere silenziosamente, sperando forse che io non me ne accorga. Le vado vicino, alzandole il viso. Le asciugo le lacrime, e le lascio un bacio sulla guancia.
- Grazie, Harry.- sussurra con le labbra premute sulle sue gambe.
Io sorrido.
- Ti va di fare una torta?- le chiedo anch’io sbigottito dalla mia folle idea.
Lei alza il viso, sul quale si dipinge un bellissimo sorriso.
- Cosa?- chiede lei ridendo.
Anche io ridacchio, ma le ripeto la mia idea. Lei annuisce, ed io comincio a preparare gli ingredienti.
- Ma che tipo di torta facciamo?- mi chiede lei ridendo.
- Al cioccolato, che ne so! Le torte sono tutte uguali, vediamo quella che ci viene-
Astrea scoppia a ridere, ed io non faccio a meno che seguirla a ruota. Lei mi abbraccia forte, per poi prendere un grande piatto profondo. Io prendo la farina piena e ne verso la metà. Lei mi guarda sbigottita.
- Vuoi fare una torta per un esercito?- mi chiede con gli occhi spalancati.
- Perché? A me sembra pure poca- dico pronto ad aggiungerne.
Lei si mette davanti al piatto, così becco la sua maglia. Lei mi guarda stupita, prendendomi il sacco di farina tra le mani, e buttandomelo addosso.
- Come hai osato?- le chiedo sorridendo.
- A fare cosa?- chiede lei giocando con una ciocca di capelli ora bianca.
Prendo dalla credenza un altro pacco di farina e gliela butto tutta addosso. L’azione è facile perché lei è più bassa di me di almeno dieci centimetri. Vedo che tutta la sua faccia e tutti i suoi capelli sono infarinati, e lei mi guarda con i pugni serrati.
- Harry Styles.- pronuncia il mio nome. – sarai più che fortunato, se uscirai vivo da questa casa!- urla.
Io comincio a correre e lei ad inseguirmi. Lancio ventate d’aria agli oggetti, così che possano caderle magari addosso e rallentarla. Lei usa lo speed ed in poco tempo mi raggiunge. Agguanta il mio collo con le mani, mentre io prego silenziosamente.
-Caro ragazzo.- mi dice maligna – i miei capelli sono sacri. Nessuno li ha mai toccati, neanche guardati- si avvicina al mio viso- e tu l’hai fatto, come credi che andrà a finire?-
- Penso… che tu andrai a farti una doccia e io subito dopo di te- sorrido.
Lei si mette a ridere, e mi lascia. Mi chiede dov’è il bagno, ed io glielo indico. Sogghigno silenziosamente, pensando a quanto è buffa. Scendo in soggiorno, provando a continuare quella torta. Metto tre uova, un po’ di latte. Prendo un mestolo e stempero tutto violentemente. Aggiungo delle gocce di cioccolato e prendo uno stampo rotondo su cui mettere tutto. Compio l’azione, mentre mi interrogo su quanto avrebbe dovuto cuocere.
Corro verso la porta del bagno e busso.
- Sì?- mi risponde una voce.
Sospiro cercando di non piangere.
- Se vuoi cambiarti, ci sono gli abiti di mia sorella nella stanza qua davanti, penso siate una stessa misura-
I miei occhi diventano lucidi, e corro verso il soggiorno calmandomi.
Avevo conservato tutti i suoi vestiti, per sentirla un po’ più vicino a me. A volte entro nella sua stanza, e mi metto a parlare con lei. Le racconto delle giornate a scuola, e di quanto sia felice di essere tornato a casa… da solo.
Prendo carta e penna, continuando a scrivere la canzone che stavo scarabocchiando quell’estate.

If I’m louder, would you see me?
Would you lay down, in my arms and rescue me?
‘Cause we are, the same.
You save me, when you leave it’s gone again.

La canticchiai sottovoce, tirando su col naso. Quella canzone l’avevo scritta pensando a Gemma.
-Harry…-
Mi volto di scatto, vedendola con i suoi vestiti. Avevano la stessa misura, e per un momento m’immaginai Gemma.
- C-ciao- misi subito via il foglio.- ti stanno larghi?-
Lei scosse la testa venendo verso di me. Mi guardava con aria indagatrice . Voleva sapere cos’era.
- Harry, alla fine la torta?- mi chiese sorridendo
Io ricomincio a respirare, sorridendole, abbracciandola e tirandola su dal suolo. Lei intanto gridava e continuava a ridere. La misi sulla mia spalla, mentre continuava a battermi i pugni sulla schiena, che mi facevano il solletico.
- Ti va se ti porto al parco?- le domandai ridendo.
- Ma la torta?- chiese sogghignando.
- Non l’ho ancora messa in forno, può ancora essere salvata.-
Detto questo apro la porta e la richiudo, correndo verso il parco più vicino. La gente ci guarda sorridendo, forse pensando che stavamo insieme.
Appena arrivati al parco la butto sulla neve, mentre lei continuava a ridere. Con la mano modella una palla di neve e me la lancia in faccia. Si rimette in piedi e da lì comincia la battaglia.
Non sono mai stato così felice!

 
 
 
 
 

E VI PRESENTO LA DIVINA COMMEDIAAAAA
Ormai l’orario di aggiornamento è tutti i giorni lol. 
Vorrei, rispondere ad alcune personcine che mi hanno chiesto l’età…
Dicono che scrivo benissimo e boh, grazie *^*
Non vorrei dirvi la mia età,  HAHAHAHHAH vi dico solo che scrivo da un’annetto,
neanche, forse sette otto mesi. Non ho superato i sedici anni. Fiiine c:
Anyway, vi piace? Scusate, ma Harry non sarà più stronzo perché ormai ha legato con Astrea dfghjk.
Ringrazio le persone che hanno recensito lo scorso capitolo, che sono:

_xonedfaith
Ccciao tesoro sdfghjk c: Ti amo!
Peace e Love
La mia Faith, ciocio! Dfghj
Yuki_Onna
La mia pazza sclerata, poverina HAHAHAHAHH
kikka451
Ehila bella dfghjk

Sally_Styles
Ciao amore mio dfghjkl lo sai che ti amo tanto, tanto?

p.s
Passate dalla storia di Sally_Styles, "Don't let me go!"
Se arriva oltre le 22 recensioni io posto appena possibile
il prossimo.
MA RECENSITE PURE A ME AHAHAHA

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Capitolo 8
*** A siriul ***


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Sono riniziate le lezioni, e ammetto di esserne felice. Quei noiosi pomeriggi in camera da sola cominciavano ad annoiarmi. Prendo i libri delle lezioni e mi dirigo nella mia aula, dove fortunatamente c’erano Elisabeth e Niall. Mi siedo all’ultimo banco n fondo all’aula, ma mi sento ugualmente osservata. I ragazzi mi fissano insistentemente, in particolare uno. Era alto almeno venti centimetri più di me, e indossava una giacca di pelle nera, una maglia bianca scollata e dei jeans strappati. Aveva i capelli castani e gli occhi marroni. Era appoggiato alla parete con una sigaretta tra le labbra.
Io mi limito a mettermi gli occhiali e cominciare a leggere il nuovo argomento. Ok, amo leggere e soprattutto amo studiare. Insulto eh?
Il ragazzo si avvicina al mio banco, ma io continuo a leggere indifferente. Posa una mano sul mio banco, rubandomi il libro dalle mani. Io mi tolgo gli occhiali e comincio a cercare di riprendermelo.
- Ridammelo!- gli ordino saltellando pur di raggiungerlo.
Lui ridacchia e lo alza ancora di più.
-Te lo ridò solo se mi dai il tuo numero e mi dici come ti chiami.- sogghigna.
- Cosa? No!- rispondo continuando a saltellare.
Ad un certo punto il libro gli viene rubato dalle mani, e un biondo me lo restituisce. Io salto addosso a Niall abbracciandolo. Era tornato in Irlanda per stare con la famiglia, e io non l’avevo più rivisto.
- Stop un secondo, Horan.- si rivolge a lui.-tu la conoscevi e non me l’avevi mai presentata?-
Niall sembra ruotare gli occhi. Mi stringe ancora una volta a sé e si mette vicino al mio banco. Il ragazzo e ancora là.
- Dai Andrew, vatti a sedere come ogni comune persona, sta per entrare il professore!- pronuncia scocciato il biondo.
- Va bene!- alza le mani in segno di difesa – vorrei solo sapere come si chiama la rossa.- dice facendomi l’occhiolino.
- Mi chiamo Astrea Parks. Ora puoi andare?- gli chiedo indicando un posto avanti.
Lui se ne va con un sorriso a trentadue denti, quando un gruppo composto da quattro ragazze si avvicina a noi. Erano vestite a malapena; masticavano gomme e si comportavano altezzosamente. La prima aveva i capelli blu e gli occhi azzurri, la carnagione scura e un vestitino verde minuscolo. La seconda aveva i capelli fucsia, con una maglia con una scollatura vertiginosa e dei minijeans. Le ultime due erano probabilmente gemelle, avevano i capelli castano chiaro, e degli occhi verdi quasi fluo, indossavano entrambe una salopette.
- Prima Styles poi Garfield, cosa vuoi ancora, Parks?- mi chiede la fucsia con superbia.
- Non so cosa intendi- dico calma.
- Intendo che sei una troia!- mi insulta quella con voce stridula.
Io mi alzo dal banco pronta per ribattere, ma vedo una figura dietro la cattedra una sagoma, e taccio. La ragazza si risiede al suo banco, ed inizia la lezione.
Provo a prestare tutta l’attenzione possibile, ma Niall trova ogni pretesto per mandarmi bigliettini animati. No, ok, questa non me la so spiegare. Tipo gif ma disegnate con la matita, è stranissimo. Appena provo a scrivere qualcosa a Niall, dato che tutta l’ora non gli ho risposto, arriva il professore da me.
- Signorina Parks- mi chiede guardandomi. – si alzi.-
Io ubbidisco.
- Mi dica, lei sa cosa stavo dicendo?- mi chiede sapendo la risposta.
- Certo signore. Stava parlando di correnti ascendentali e risalite.- rispondo.
Lui mi guarda quasi male, facendomi sedere.

Suona la campanella dell’intervallo, mentre tutti si catapultano fuori, io prendo la mia roba con tutta la calma del mondo ed esco. Vedo Harry e gli corro incontro.
- Ciao Harry!- lo saluto sorridendo.
- Hai conosciuto Garfield?- mi chiede serio.
- Penso di sì… perché?- chiedo preoccupata.
Lui mi abbraccia, prima di lasciarmi un dolce bacio tra i capelli.
- Sta lontana da quel tizio, usa le ragazze a suo piacimento-
Noto una nota di gelosia nella sua voce, ma sarà solo una mia impressione. Ad un certo punto, il gruppetto delle oche viene verso di noi.
- Harry, Harry! Perché non stai con noi e molli questa qua?- chiede una con voce stupida.
- Non… credo lo farò mai- dice, e mi sorride.
Anche io sorrido a lui, mentre le oche si allontanano sculettando. Io abbraccio Harry fortissimo, quando non suona la campanella.
- Ci rivediamo dopo, Astrea- mi sorride lasciandomi un bacio sulla fronte.
Lo saluto anche io con un bacio sulla guancia, e ritorno nella mia classe, dove avevo Zayn e Niall.
Cerco con lo sguardo i due, e li vedo parlare seduti su due banchi. Mi avvicino a loro, e li abbraccio.
- Ehi rossa! Come stai?- mi chiede Zayn strofinandomi la testa.
Io rido, quando vedo un banco vicino a loro.
- è libero?- chiedo indicando il banco.
- Certo! L’avevamo tenuto per te.- pronuncia Niall sorridendo.
Io lo abbraccio, dandogli un bacio sulla guancia, quando inizia la lezione.

Zayn’s POV
Astrea stava attentissima alla lezione, ma come faceva? Io appena sento una parola, mi viene l’irrefrenabile voglia di dormire. Senza farsi notare, Niall mi da un bigliettino.
“Cosa pensi di Astrea?”
Quella domanda mi sballotta un po’, ma decido di rispondere.
“Penso sia una persona adorabile :)”
Gli rimando il bigliettino, riflettendo sul significato o sulla motivazione. Niall mi rimanda il biglietto; con un messaggio ancora più strano. Volgo lo sguardo al professore, che è girato sulla lavagna.
“E ti piace?”
“No…. Perché?”
Non mi risponde, e mi volge uno sguardo del tipo “lascia perdere”. Rifletto tutta la lezione sul significato del biglietto, ma non mi viene in mente niente. Continuo a guardare Astrea, che segue ogni movimento del professore.
- Pss- mi rivolgo a lei.
Astrea si gira e mi guarda confusa.
- Che c’è?- sussurra.
- Oggi pomeriggio c’è una spedizione al bosco, a lezione. Tu ci vieni?- le chiedo.
- Ovvio che ci vengo- mi dice guardandomi male. – dobbiamo andare a caccia del Siriul, vero?-
Io annuisco – ma saremo da soli, lo sai?-
Annuisce a sua volta, prestando attenzione alle parole del professore, di nuovo.

Uscì dall’aula in tutta fretta, andando a posare tutti i libri nel mio armadietto. Vicino a me c’è Elisabeth, che mi sorride cordiale.
- Ehi Zayn- mi saluta dandomi un bacio sulla guancia.
- El! Andiamo a mangiare?- le chiedo sorridendo.
Lei annuisce, facendomi strada. Non ho mai notato quanto fosse bella, il suo sorriso, i suoi occhi color cielo… è davvero bellissima.
Varchiamo la soglia della sala da pranzo, e vediamo già Harry, Niall e Astrea a magiare. Ci sediamo vicino a loro.
- Ehi!- ci saluta Harry.
- Ciao!- rispondiamo io e Elisabeth in coro.
Cominciamo a mangiare, quando la campanella suona. Possibile che la pausa pranzo duri così poco?

Astrea’s POV
Corro in camera mia a prendere arco e freccia, mettendomi un giubbotto di pelle verde. Fuori c’è ancora la neve, quindi presumo farà freddo. Vedo tutti i ragazzi del mio corso davanti al cancello, e li raggiungo.
- Ehi Parks.- mi saluta Andrew.
- Garfield- rispondo disinteressata.
- Scommetto che Styles non ti avrà parlato bene di me.- dice con tono quasi dolce.
- No, infatti- rispondo senza guardarlo.
Il gruppo comincia a muoversi verso il bosco, ma Andrew non si allontana, anzi si avvicina.
- Ha sempre fatto così.- sorride amaro.
- Io mi fido di Harry.- rispondo dura.
Lui mi si para davanti, e mi costringe a fermarmi. Io lo guardo male, provando a sorpassarlo, ma è tutto inutile.
- Non hai mai avuto l’impressione che Harry nasconda qualcosa?- mi chiede sorridendo.
Io non rispondo, riflettendoci un momento. Quel giorno in cui io e Harry avevamo combattuto, l’avevo visto con un uomo non molto simpatico, che parlava a mezzi termini. Ma chi era?
Nel frattempo, Andrew, mette due dita sotto il mio mento e mi alza il viso. Ridacchia, prima di avvicinarsi ancora di più.
- Sei davvero bella- continua a ridere.
Io con un gesto lento e delicato, sposto la sua mano dal mio mento, guardandolo.
- Scusa Garfield, ma Harry non mi ha mai dato motivo di non fidarmi- cerco di convincere più me che lui.
Lo sorpasso sorridendo, cercando Zayn con lo sguardo. Appena lo vedo, noto che ha gli occhi verdi.
- Zayn, da quant’è che hai gli occhi verdi?- gli chiedo confusa.
Lui ride.
- Anche tu ce li hai verdi- mi comunica sorridendo.
- Davvero?- chiedo sorpresa.
- Sì, gli occhi dei dominatori diventano verdi quando hai coraggio da vendere, voglia di metterti alla prova, capendo i limiti delle tue capacità-
- Ma com’è che tu sai tanto sui dominatori, e io non so niente?- gli chiedo sorridendo.
- Studio molto in quel campo- sogghigna.
Ci fermiamo, mentre siamo in mezzo ai boschi.
- Bene ragazzi. Per questa prova, dovrete trovare un Siriul, ucciderlo, e portarlo a me.- urla il professore. –quelli che ci sono in questi boschi sono cuccioli, quindi non vi uccideranno, ma potrebbero ferirvi gravemente. È per questo che do ad ognuno di voi un fischietto. Quando capite di essere spacciati, fischiate ed io verrò in vostro soccorso. Tutto chiaro?-
Nessuno fiatò.
- Bene, adesso dividetevi e buona fortuna!-
Io vado verso destra, guardandomi intorno continuamente. Le foreste sono immerse di neve, quindi trovare le tracce sarà facile. Gli alberi sono pieni di neve, ed essa potrebbe caderti addosso da un momento all’altro. Prendo una freccia e tendo l’arco, pronta ad ogni possibile attacco. Guardo sotto e vedo delle tracce. Comincio a seguire la pista, quando vedo un cucciolo che mangia dell’erba che sbuca dalla neve. Cerco di avvicinarmi a passo felpato, ma la neve quasi mi tradisce. Tendo l’arco pronta a colpirlo, quando si gira.
Aveva grossi occhi gialli, il corpo quasi come un drago, ma piccolissimo. Era di un colore verde, con il ventre giallo. Spalanca le fauci, mettendo in mostra una fila di denti aguzzi, quando io scocco la freccia, colpendolo in bocca. Ne prendo un’altra quasi tremante, scoccandogliela sulla zampa. Il mostro fa qualche zampata in avanti, mentre io indietreggio. Inciampo su una roccia, mentre mi cade l’arco. Il mostro si avvicina rapido, mentre io sto ferma immobile. Anche esso si ferma. Con movimenti lentissimi, mi avvicino all’arco prendendolo. Questo, si avvicina lentamente a me, fin quando non me lo ritrovo ad un palmo di naso dal mio viso.
Una parte di me diceva che dovevo usare il fischietto, ma l’altra, diceva che poteva farcela, uscendo senza un graffio. Impugno l’arco, e prendo una freccia. Mi alzo brusca, e scaglio la freccia sul petto. Questo fa un urlo stridulo, prima di finire a terra. Il mio respiro affannato a mano a mano si regolarizza ed io ritorno al punto prestabilito.
Vedo che c’era già Andrew e due dei miei compagni, io ero la quarta.
- S-signora Parks- balbetta.
- Sì?- domando confusa.
-Q-questo è un adulto! Poteva ucciderla!- quasi mi grida contro.
Confronto il mio a quelli degli altri. I loro sono tutti rossi, e molto piccoli. Mi arrivano almeno alle ginocchia. Mentre il mio mi arriva alla vita.
- Mi scusi…- abbasso la testa.
- Tuttavia…- borbotta – non è stata uccisa, mentre molte persone esperte lo sarebbero state.-
Io rialzo la testa.
- Perciò non posso fare a meno che darle il massimo dei voti- dice contro la sua volontà.
Io esulto, quando vedo arrivare Zayn. Lui mi sorride, quando vede la creatura ai miei piedi.
- Diamine Astrea! Hai preso un adulto?- mi chiede sbiancato.
Io annuisco fiera, mentre lui si mette a ridere.
Tutti tornando con un cucciolo, e quando il professore valuta annuncia che la giornata scolastica è finita, e possiamo tornare nelle nostre camere. Ma io non vado lì, non ancora…




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AMO QUESTA GIF, OK? AHAHAHAHAHAHA
Ho provato ad aggiungere un po’ di suspense alla fine, ci sono riuscita?
Io non so HAHAHAHAHA.
Harry chiede ad Astrea di stare lontano da Andrew, ma qual è il vero motivo?
Ah,
 comunque immaginatevi Andrew Garfield come Andrew Garfield,
fantasia portami via HAHAHHHAHAH
Non avevo voglia di inventare un nome sks
Comunque, qualcuna di voi ha visto The Amazing Spiderman?
Se osate dirmi che Andrew è brutto che vi sparo un colpo shalallaaaa…
A settembre esce il due SDFGHJK
Comunque, ringrazio le 6 personcine che hanno recensito
lo scorso capitolo:

Sally_Styles
La mia fan aww dfghjk quand’è che aggiorni? ^^’
Yuki_Onna
Come va con i tuoi compagni di birra? HAHAHAHAHAH
bimbamanu87
Aww la mia seconda fan c’:
Peace e Love
La mia mietitrice HAHAHAHAH aww Faith <3
kikka451
Ciao bellissima dfghjk
_xonedsfaith
Tessoorrrrooooo…
Ho visto lo Hobbit stamattina, ok? HAHAHAH
p.s vi lascio con una foto di Astrea, e tre gif di Zayn, Andrew e Harry shallallaaa…


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Capitolo 9
*** What are you doin'? ***


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vita.
Per tutti i santi di questo mondo, buon senso non abbandonarmi ora.
Lui sorride imbarazzato, facendomi spazio per entrare. Mi guardo intorno, la camera era esattamente come m’immaginavo: completamente in disordine, con CD di videogiochi o musica sparsi qua e là. Mi siedo sul letto, mentre lui si gratta la nuca.
- Scusa.- mi dice sorridendo – sono appena uscito dalla doccia.- sogghigna vedendomi boccheggiare.
- Prego- rispondo cercando di essere il più normale possibile.
WTF? Prego?
Lui mi guarda di sbieco, prima di scoppiare in una fragorosa risata. Io scoppio a ridere con lui.
- Mi metto un attimo i jeans e torno- dice indicando il bagno.
-Ma figurati- rispondo.
Mi guarda ancora storto, quando va in bagno.
GRAZIE BUON SENSO, TI AMO TANTO ANCHE IO.
Esce dopo pochissimo, regalandomi di nuovo la celestiale vista dei suoi muscoli. Ok, è il mio migliore amico, ma io sono una ragazza e lui un Dio greco, quindi va bene così.
- Perché sei qui?- mi chiede sedendosi vicino a me.
Cristo.
- Volevo farti una domanda, però dovresti essere sincero- dico voltandomi verso di lui.
In quel momento, mi dimentico completamente dei suoi pettorali, e vedo solo i suoi occhi. Quegli occhi verdi smeraldo, così innocenti, così perfetti, così profondi. Tanto profondi da perdersi dentro, e non trovare mai più la via d’uscita.
- Certo- mi dice sorridendo.
Io mi risveglio dalla trance in cui ero stata intrappolata, dandomi un piccolo pizzicotto.
- Uhm… oggi ho parlato con Andrew- lui subito impreca alzandosi.
- Anche io penso sia un completo cretino, ma ha detto una cosa, che mi ha fatto riflettere…-
Lui si gira verso di me, in attesa della “cosa”.
- Mi ha chiesto se ho notato che nascondi qualcosa e… effettivamente, ho avuto quest’impressione. È vero, Harry?-gli chiedo.
Lui emette un sonoro sospiro, passandosi una mano tra i ricci.
- In effetti, c’è qualcosa che nascondo, ma non solo a te, a tutti- mi risponde prendendomi le mani – ma ti prego, non chiedermi qual è. Sono vincolato da un patto, non posso dire niente.- mi sorride incoraggiante. – tu ti fidi di me?- chiede.
Io annuisco decisa.
- Allora se ti fidi di me, per ora non hai bisogno di spiegazioni.- mi dice sorridendo.
Mi abbraccia fortissimo, facendo scontrare i suoi pettorali contro la mia maglia. A malapena riesco a respirare.
- Grazie di esserci sempre, e di capirmi- mi ringrazia sorridendo.
- È il minimo che possa fare- rispondo sorridendo a mia volta.


Il mattino dopo iniziano le lezioni come al solito. Avevo Elisabeth con me. C’era l’ora di pozioni, una delle mie materie preferite. La insegnava Danae, che ho scoperto è un’insegnate davvero molto simpatica e comprensiva.
- Bene ragazzi! Oggi prepareremo un filtro delle bugie. Pagina trecentocinquantotto del vostro libro. Chi la preparerà meglio otterrà questa-
Espone alla classe una fiala con dentro un liquido violaceo.
- Questa, miei cari ragazzi, è la pozione dell’invisibilità, o comunemente chiamata Invisilum. – gira fra i banchi. – chiunque la beva acquisterà la capacità di diventare invisibile per un’ora.-
Tutti motivati, andiamo alla pagina suggerita da Danae, pronti per preparare l’intruglio.
Allora… trecentocinquantacinque, cinquantasei, cinquantasette… trecentocinquantotto! Allora… filtro del malaugurio… ingredienti: un etto di lingue di topo… oddio santo. Un pizzico di polvere di ossa, sangue di unicorno e succo d’acero… WTF? Ingredienti orripilanti e poi il succo d’acero?
Prendo tutti gli ingredienti dalle credenze, non muovendomi dal mio posto, facendoli lievitare. In cinque minuti avevo preparato tutto, così fiera di me leggo l’ultima riga.
Infine, lavorare con le mani, facendo diventare il liquido solido.
Guardo l’intruglio giallastro. Delle bolle scoppiavano sulla superficie di esso. Mi domando se vale ne la pena per prendere un bel voto. Tra me e me, mi rispondo “certo” così infilo le mani nella pentola, lavorandolo con le mani. Alla fine non è così male, è quasi divertente. Lo lavoro per circa dieci, quindici minuti quando diventa praticamente un impasto, come il pane, ma di un giallo fluorescente.
Danae usa il fischietto, venendo verso di me.
- Vi chiederete, come mai si chiama “filtro” mentre diventa solido- chiede Danae alla classe.
Tutti parlottano tra loro, quando la donna alza una mano per farci tacere.
- Ci sono due versioni, la più facile, è quella liquida. Mentre io ho voluto farvi fare  la versione più difficile.-
Dalla classe partono lamentele di disaccordo, ma Danae li tace tutti ancora una volta .
- Solo perché è la versione più difficile, non vuol dire sia tale. Nella seconda fase della prova dovrete preparare un pasticcino con l’impasto che avete ottenuto!- esclama entusiasta.
Ad ogni alunno della classe cade la mascella. Tranne alle ragazze, noi siamo brave in cucina. Tutti borbottano tra loro, quando Danae da il via alla prova.
Io cerco degli stampini e comincio a versare l’impasto in essi. Li decoro con della glassa viola, mettendoli nel forno sotto di me.
- Elisabeth, tutto ok?- le domando ridendo.
La vede imbrattata di glassa in tutto il corpo, mentre lei mi faceva la lingua.
- Ah, ah, ah- ride sarcasticamente – molto divertente, Astrea- sbuffa scocciata.
Danae soffia in un fischietto, e tutti posano mestoli, glasse e quant’altro.
- Adesso, ognuno di voi verrà chiamato in ordine alfabetico, mangerete un vostro dolcetto, e se direte una bugia e noi ci crederemo, avrete la sufficienza. Vince chi è più credibile.-
Tutti si mettono sui banchi pronti a essere chiamati.

Mancava una persona al mio turno, Elisabeth aveva detto di essere un unicorno, ed io ci ho creduto davvero!
- Parks- sento il mio nome.
Mangio un dolcetto, e vado davanti alla cattedra.
Mi metto a piangere, dicendo che era morto il mio cane. Alcuni hanno pianto, altri mi guardavano indifferenti.
- Perfetto Parks, otto e mezzo- segna il voto.
Io tiro un sospiro di sollievo, quando Danae annuncia il vincitore:
Elisabeth.
Tutti strabuzzano gli occhi, compresa lei. Mi ha sempre detto che è , era e sarà sempre una frana in pozioni, che non aveva mai avuto un sette in quella materia. Ha detto che se mai avrebbe preso un otto si sarebbe rasata i capelli, e adesso ha preso un dieci. Si impiccherà?


- E poi quando Danae mi ha dato il filtro complimentandosi con me? Belissimo!-
è da almeno mezz’ora che El si vanta del suo dieci preso in pozioni, e sinceramente mi stava annoiando, e non poco.
- Senti io devo andare un attimo da Harry, torno fra un po’- dico sorridendo.
Lei mi saluta esuberante. Cammino a passo lento verso il giardino, quando lo vedo con le solite quattro oche. Aumento la velocità del passo, facendogli cenno da lontano. Lui sorride, correndo verso di me, mentre le altre quattro gli correvano letteralmente dietro. Appena arrivato mi abbraccia, dandomi un bacio sulla fronte.
- Ehi Astrea- mi sorride.
Le quattro lo guardano sorprese, ma poi se ne vanno verso Andrew, che sembra molto felice.
- Harry, quand’è che mi spiegherai?- chiedo stanca.
- Prestissimo. Te lo giuro.- mi dice sorridendo. – a-adesso devo andare, scusa-
Corre verso Andrew, e lanciandogli uno sguardo d’intesa. Entrambi corrono insieme, l’uno vicino all’altro verso una direzione comune.

Che stai combinando, Harry?







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Ho deciso che ad ogni spazio autrice ci sarà una gif funny, lol
ANYWAY,
SCUSATEMI TANTO PER LA SCHIFEZZA DEL CAPITOLO.
Praticamente stavo scrivendo un capitolo, ma ho visto che tutto succedeva troppo in fretta,
 così l’ex capitolo nove è diventato il dieci,
e quindi ho scritto in fretta e furia questo, lol.
VORREI ANCHE AVVISARVI CHE DA DOMANI PUBBLICHERO’ UN CAPITOLO OGNI SETTIMANA, PERCHE’ UNA CARA LETTRICE (asdfghjk) PARTE PER IL MARE, E TORNA IL 31 AGOSTO. NE PUBBLICHERO’ UNO OGNI MERCOLEDI’.
Intanto ringrazio le 7 ragazze che hanno commentato lo scorso
Capitolo:
bimbamanu87
La mia seconda fan OMFG asdfghj
Sally_Styles
La mia scrittrice preferita, oltre che recensitrice(?) asdfgh
Yuki_Onna
La mia birraia, vatte a ubriaca’ va HAHAHAHA
onyx
Una che adora il mio modo si scrivere, aww sdfghjk
Peace e Love
Don’t worry, ti aspetterò piccola :’c
_xonedfaith
La mia Sherlock, TUTTI CHE INIZIANO A SOSPETTARE
CHE HARRY NASCONDA QUALCOSA, QUANDO QUI
LO DICE APERTAMENTE AHAHAHAH
lunetta13
Bonjour, spero di vederti anche in questo capitolo *s’inchina *

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Capitolo 10
*** Harry? No... you aren't this. ***


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Corsi all’aula di pozioni, rovistando tra i libri. Appena trovai quello che cercavo, sorrisi. Tirai giù il grossissimo libro. Appena lo posai sul tavolo, si alzò una nebbia di polvere. Tossisco un po’, agitando a destra e a sinistra la mia mano, diffondendo la polvere. Vado all’indice scorrendo con il dito su di esso.
- Bingo…- sussurro tra me e me.
Pozione dell’invisibilità, ingredienti: due ali di pipistrello, tre zampe di rana, saliva di siriul,squame di drago, polvere di ali di fata. Girare velocemente e mettere a riposo per tre ore.
Strabuzzo gli occhi, e cerco tra le mensole e le credenze gli ingredienti. Ho trovato tutto, tranne la polvere di ali di fata.
“Vale la pena avventurarsi nel bosco di notte, per scoprire cosa sta architettando Harry?” mi domando.
“Certo”
Prendo un barattolo ed esco dalla scuola. Dopo dieci minuti a piedi arrivo nel bosco, dove ci sono miliardi di lucciole e fate.
Sarà uno scherzo
Mi avvicino ad una da dietro, aprendo il barattolo molto lentamente. Quando sto per prenderla, essa scappa. Quella pronuncia qualcosa di incomprensibile, mentre tutte le altre si voltano verso di me e mi guardano sballottate.
- Voglio solo un po’ della vostra polvere delle ali!- mi difendo.
Loro mi guardano ancora peggio, e cominciamo a volare molto in alto, mentre io tento di prenderle. Mi siedo ai piedi di un albero, cercando un’idea. Mi viene un’illuminazione, e salendo sull’albero mi mimetizzo. Vedo che due fate si erano messe a parlare su un ramo, ed io di soppiatto mi avvicino. La mia lentezza può essere scambiata per quella di una lumaca, ma chi va piano va sano e va lontano. Metto il barattolo sotto di lei, e il tappo. Con uno scatto velocissimo la chiudo dentro, mentre lei sembra maledirmi molto pesantemente.
- Scusami fata, ma devo capire cosa sta combinando un mio amico, capiscimi- le chiedo.
Lei sembra insultarmi ancora più pesantemente. Apro lentamente il barattolo e la prendo per un’ala.
Lei continua farfugliare cose senza senso nella sua lingua, mentre io continuo a scusarmi. La sbatto un po’ e parte della sua polvere cade nel barattolo. La lascio sui rami degli alberi, e continuo a scusarmi andando via. Corro verso l’aula di pozioni e comincio a preparare tutto. 
Metto a riposo  l’intruglio come scritto, stando tre ore a giocare con il fuoco tra le mani. Appena pronto, guardo cosa si deve fare. “A piccole dosi, spalmarselo sul corpo. L’effetto dura un’ora”. Sorrido tra me e me, e comincio a spalmarmi quella roba sul tutto il corpo. Esulto come non mai quando vedo che il mio corpo è completamente scomparso. Esco dall’aula di pozioni, e vado verso la camera di Harry. Sento la voce di Andrew dentro la stanza, e non posso fare a meno che origliare. Le voci sono flebili, ma riesco a decifrarle.
- Harry che cazzo credi di fare?- chiedo arrabbiato Andrew.
- Niente, Andrew! Per me non è importante, vuoi capirlo?!- sbotta.
-Verum no verum- sussurro agitando il dito.
Ci sono incantesimi base che possono fare tutti,questo, ad esempio, è per vedere attraverso le porte senza che loro vedano me.
Guardo Harry, che continua insistentemente a passarsi una mano sui capelli, mentre Andrew fa avanti e indietro per la stanza.
- Io invece credo di sì, lei si fida cecamente di te!- gli urla contro.
- Sai che è solo una tattica, calmati Andrew!- si alza dal letto.
E se stanno parlando di me?
- Sai che lui la vuole morta! Non affezionarti, è chiaro? Ne rimarresti solo deluso.-
O merda parlano di me.
- Mi fa solo pena, tutto qui! Ha passato un periodo brutto e voglio aiutarla, solo perché provo pena per lei-
Ah, è così?
A stento trattengo le lacrime, ma continuo ad ascoltare.
- Mecolus- bisbiglio.
Passo attraverso la porta, entrando nella stanza.
- Se è così, Harry, la stai solo ferendo. Ma bravo, così per il signore oscuro sarà più vulnerabile.-
Bravo?!
- Grazie…- sussurra Harry.
- Domani dalle appuntamento al bosco. Le tenderemo un’imboscata. Non potrà scappare. Senza di lei e i suoi poteri il signore oscuro vincerà, e noi con lui.-
Harry apre la bocca per parlare, ma la richiude lentamente.
- E se… provassi a farla passare dalla nostra parte?- chiede lanciandogli uno sguardo d’intesa.
Lui sembra rifletterci.
‘Sto cazzo, mica passerò alla parte del male.
- Provaci, ma se lei non accettasse, andrebbe a dire al preside che tu sei dalla sua parte, e non andrebbe bene. Cancellale la memoria se fallisci.-
Lui annuisce, e Andrew esce dalla camera di Harry. Continuo a guardarlo, quando vedo il mio corpo quasi visibile. Corro attraverso la porta, andandomene in camera mia. Mi metto sotto le coperte, appena il mio corpo ridiventa completamente visibile. Tiro un sospiro di sollievo, lasciandomi cadere la testa sul cuscino.
Qualcuno spalanca la porta, mentre io mi ritraggo nelle coperte terrorizzata. Mi tranquillizzo leggermente quando vedo Harry.
- Domani non uscire, non fare niente. Stai ferma qui in camera.- dice dirigendosi verso le finestre e chiudendo le serrande.
Io lo guardo confusa.
Ma non doveva uccidermi?
- Perché?- chiedo facendo finta di non sapere.
Lui mi guarda, mettendosi ai miei piedi e prendendomi le mani.
- Tu ti fidi di me?- mi chiede con gli occhi lucidi.
Io deglutisco, pensandoci. Si è comportato fantasticamente con me, ma in tal proposito le mie orecchie non mentono mai, e il fatto che voglia uccidermi mi sconsola e gli fa perdere punti. D’altronde, sapendo che Andrew avrebbe voluto trarmi in inganno lui si è preoccupato che io non uscissi di casa.
Titubante annuisco.
- Ti prometto, anzi ti giuro, che ti spiegherò tutto, Astrea. Te lo prometto.-
Io so già tutto, Harry…
Si alza e mi abbraccia, buttandosi sul letto a cavalcioni su di me. Io rido flebilmente, mentre lui mi lascia un bacio all’angolo della bocca. Quel gesto mi sballotta, e non poco, ma non faccio in tempo a domandarglielo che sparisce dietro la porta in legno.


Ho passato tutta la notte in bianco, pensando a Harry. Non capivo se ci tiene a me o no, i suoi comportamenti sono tutti così contrastanti. Fortuna vuole che abbia la prima e la seconda ora con lui. Prendo i libri dall’armadietto. So che Harry mi aveva detto di non muovermi dalla mia camera, ma odio profondamente rimanere indietro con le lezioni.
Entro in classe, e appena Harry mi vede spalanca gli occhi. Viene verso di me con un fare quasi spaventoso, di fatti io indietreggio di uno o due passi.
- Che cazzo ci fai qui?- impreca quasi sussurrando.
- Odio rimanere indietro con le lezioni, quindi ho pensato di venire- rispondo con tono normale.
- Va bene, ma stai sempre vicino a me, hai capito?- la sua non è una domanda, è un ordine.
- Sì… ma mi puoi spiegare il motivo?- chiedo ingenua.
Lui si morde le labbra, posandomi le mani sulle spalle.
- Ora no… ma ti prometto che lo farò.-
- Quando Harry?- quasi urlo. – quando mi avranno uccisa? Ti ho sentito ieri con Andrew.-
Per fortuna non c’era nessuno in classe, dato il mio intramontabile vizio di arrivare in anticipo.
Mi tappo la bocca, mentre lui mi guarda con gli occhi lucidi.
Lui prova a mettermi una mano sulla guancia, ma io mi ritraggo.
- Quindi era per pena, Harry? Per pena?!- urlo mentre le lacrime cominciano a scendere.
-N-non è come pensi- balbetta.
- E invece è esattamente come penso. Era una tattica, eh? Una fottutissima tattica? Era anche nei tuoi pian farmi soffrire così, vero? Così sarei stata più debole? Benissimo Harry, ci sei riuscito.- gli faccio un applauso.
- Tu eri la primissima, fottuta persona di cui mi fidavo, dopo l’incidente- dico a denti stretti. – spero tu sia fiero di te stesso, Harry.-
Faccio per andarmene, ma lui mi si para davanti.
- Non puoi capire…- sussurra ancora con gli occhi lucidi.
- Allora spiegami- dico con voce spezzata dal pianto.
Lui abbassa la testa.
- Come pensavo.- corro a grandi passi verso la mia camera.
Lui non tenta in alcun modo di fermarmi. Butto lo zaino in una parte indefinita della stanza, buttandomi sul letto a piangere.
La gente sa solo deluderti.

 






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Ehiii c:
MERDA ALL’ALTRO CAPITOLO 8 RECENSIONI?!?!
MA VOI VOLETE FARMI MORIRE, CAZZO.
Domenica ho comprato delle Adidas ultra faigose asdfghj
Poi, MI STA TRAUMATIZZANDO ASPETTARECOSI’ TANTO PER PUBBLICARE I CAPITOLI OMG
ADESSO NON SO CHE FARE IL POMERIGGIO
AHAHHAHAHAHA
Vi piace il banner? La ragazza l'ho trovata su Tumblr, e appena l'ho vista 
AAAAH mi sono innamorata!
Poi aveva pure i capelli rossi
trololol
Ringrazio come sempre, le OTTO (Merda, otto?!)
personcine che hanno recensitolo scorso capitolo shallallaaa…
onyx
Ciao bellissima sdfghj
Sally_Styles
Tu non puoi veramente quanto io ti ami
Sono serissima sdfghjkl
Yuki_Onna
La mia pazza sclerata che spara cazzate :’)
horanadorable
Omg, adoro la tua recensione HAHAHAHA
Peace e Love
Giuro solennemente di aspettarti bellezza :’c
kikka451
Ccciaaaaaaooooo C:
Saruzza
Cambiati ‘sto nick, Sara, mi sa tanto di “Harruzzo 69 xD”
AHHAAHA
_xonedsfaith
Mi commuovo, che ogni volta vedo che leggi a
mezzanotte i miei capitoli :’c

Volevo anche avvisarvi che:
1. NON SAPEVO OGGI FOSSE MERCOLEDI’ OMG SCUSATE!
2. PUBBLICHERO’ UN ALTRO CAPITOLO STASERA C:

3. Vi va di passare nella mia nuova storia? ^^’ “Unforgettable” c:
Il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2059152&i=1

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Capitolo 11
*** explanations ***


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-Si sta svegliando?-
- Penso di sì-
Sento voci lontane, fin quando non apro gli occhi, ritrovandomi davanti Danae, il preside, Zayn, Elisabeth e Niall. Vedo tutto sfocato intorno a me, provo a stropicciarmi gli occhi, ma sento premere i polsi. Vedo delle manette collegate al letto su cui sono.
- Che cazz…?- impreco.
Tutti si allontanano spaventati, mentre io li guardo confusa.
- Signorina, ieri ha bruciato metà scuola! Per sua fortuna il signor Horan era sveglio. Ha riparato tutti i danni fatti da lei.- mi dice con tono severo.
- M-ma io non ho fatto niente!- balbetto impaurita.
Zayn viene verso di me, smanettandomi.
- Ma che fa, signor Malik?- le chiede Danae infuriata.
- È innocua ora.-  risponde non distogliendo lo sguardo dalle manette.
Io mi guardo intorno, notando i miei jeans completamente a brandelli, e la mia maglia nello stesso stato. Arrossisco violentemente, dato che praticamente sono in reggiseno e mutande. Zayn mi sorride, prendendomi la mano.
Elisabeth, che fino a poco fa era restata nell’ombra, si fa avanti, togliendosi il cappuccio. Scopre una grossissima ustione sulla faccia, e a quel punto mi ricordo tutto.

In poco tempo la ragazza dai capelli rossi sprigiona fiamme ovunque, le lacrime si trasmutano in lingue di fuoco, mentre essa lancia un grido. Gli occhi fiammeggianti non nascondo rabbia e delusione. Astrea apre la porta, con il corpo circondato di fuoco. I capelli ondeggiavano nel tornando di fuoco in cui essa si era rinchiusa.
- Astrea!- la richiamò El.
La rossa si girò infuriata, digrignando i denti e voltandosi verso la sua parte. Appena la bionda vide la ragazza, sbiancò, indietreggiando a piccoli passi.
- N-non sei Astrea- deglutisce.
La rossa si mette a ridere, lanciandole una lingua di fuoco che le colpisce il viso, facendola accasciare a terra. Astrea ride, una risata malefica, quasi inquietante. Essa brucia qualsiasi cosa ci sia sul suo cammino, oggetti o persone. Ad un certo punto, ella vede la ragione della sua collera, della sua delusione, della causa del suo sfogo.
Harry.
Astrea si avvicina pericolosamente a lui. Quando egli la vede, strabuzza gli occhi, appoggiando tutto quello che aveva in mano.
- Astrea, che stai facendo?- chiede lui guardandola.
Prova a prenderle la mano, ma essa la scaccia come se fosse acqua gelata.
- NON MI TOCCARE- grida.
La sua voce non è più quella della dolce Astrea, quella così timida, così paurosa e fragile. Era quella di un demone, se non peggio.
La ragazza prepara un pugno, pronta a sferrarlo sul suo viso, Harry non si muove di un centimetro. Il pungo si avvicinava ad una velocità impressionante, ma proprio quando lo stava sfiorando…
- Non ce la faresti-
Ella si interrompe, guardandolo negli occhi.
- Sei tu la causa del mio dolore- stavolta, era Astrea che parlava.
Sta piangendo. Le gambe cominciano a cedere, la ragazza crolla a terra, sdraiandosi in seguito. Il suo corpo smette di infuocare, mentre ella sviene.
Il ragazzo la prende in braccio, portandola nella sua camera. La mete sotto le coperte, baciandole la fronte.
- Non credevo ci tenessi così tanto a me.-sussurra sorridendo amaro.- mi correggo, non credevo che qualcuno tenesse a me-
Egli prende una sedia,mettendosi davanti a lei.
- Sai di essere bellissima?- domanda ridendo.
Il ragazzo si alza, e si sporge verso il viso della ragazza. Egli sorride, lasciandole un dolce bacio al lato della bocca.
- Chiamo Zayn, e gli dico di portarti in infermeria.-

-E-elisabeth- balbetto quasi piangendo.
- Calma, Astrea, non ti preoccupare. So che non l’hai fatto a posta, e so che non eri tu.- mi sorride.
- M-ma Niall non ha provato a curarti?- chiedo alzandomi dal letto, e venendo verso di lei.
- Sì… ma l’ustione è molto profonda. Ci riproverà tra una settimana- sorride.
Io la abbraccio, accarezzandole l’ustione.
- Mi dispiace- sussurro.
Mi guardo intorno, scrutando tutta la stanza. Sospiro, salutando tutti, e dicendo che avevo sonno e volevo dormire. Ovviamente, per la mia esplosione di collera, devo stare in punizione per una settimana, dopo le lezioni. Dovrei stare in un’aula da sola, senza fare niente. Al solo pensiero mi si rizzano i capelli.
Vado in camera mia, infilandomi una maglia extra large di mio fratello, che mi arriva più o meno a metà coscia. La prendo e me la metto sul naso.
Odora di lui…
Sento bussare alla porta, e biascico un “avanti” silenzioso. Ovviamente, è Harry. Io alzo gli occhi al cielo, pronta a chiudergli la porta in faccia, quando questo mette un piede tra la porta e lo stipite.
Io riapro la porta.
- Che vuoi?- chiedo fredda, senza guardarlo negli occhi.
- Spiegarti- risponde.
Mi siedo sul letto, guardandolo, in attesa di una spiegazione.
- Ascolta. Dopo che ti spiegherò questo, tutta la vicenda verrà cancellata, e vivremmo come se non fosse mai successo, d’accordo?- mi chiese prendendomi le mani.
Io annuì titubante.
- Mi hanno incastrato, va bene? Mi minacciano continuamente, e non posso fare altro che obbedire.-
- Ma chi?- chiedo curiosa.
Harry sembra parecchio nervoso, ma io voglio sapere. Si passa una mano sui capelli continuamente.
- Il signore oscuro e i suoi seguaci- sussurra.
Il mio cuore perde un paio di battiti, il respiro mi s’ingarbuglia in gola e non sbatto palpebra. Harry mi guarda deluso, quasi triste.
- Adesso scapperai, vero?- chiede con gli occhi lucidi.
Io intreccio lentamente la mia mano alla sua, notando la differenza di grandezza.
- La tua mano è davvero gigante- rido.
- È la tua che è piccola.- sorride. – quindi… non… t’interessa?-
- Cosa?- domando.
Lui ride, e mi abbraccia. Ad un certo punto, sento le sue labbra sulle mie.
Un secondo, un momento.
Lui si stacca imbarazzato.
- S-scusa- balbetta – non l’ho fatto apposta -
- N-non ti preoccupare.- balbetto a mia volta. – quindi, mi vuoi davvero bene?- chiedo.
Lui strabuzza gli occhi, mettendosi a ridere e abbracciandomi.
- Ma certo.- mi dice in tono ovvio. – qualunque cosa tu senta che io dica ad Andrew, è una bugia.-
Mi abbraccia ancora più forte, quasi mi stritola, ma sento il suo affetto.
- Stringimi ancora più forte, Harry- biascico.
- Cosa?- ridacchia- non vuoi respirare più?-
- Fai come ti dico, bastardo- protesto.
Lui mi stringe ancora di più, e nonostante non riesca a respirare, mi sento così protetta, inviolabile, custodita tra le sue braccia.
-Da quant’è che siamo amici, Harry?- chiedo.
- Più o meno quattro mesi… non so, è una cosa che nasce lentamente- mi risponde dolce.
- È tutto molto dolce e tenero – ridacchio – ma io devo andare in punizione, ci vediamo stasera, Harry-
Lo saluto abbattuta. Lui mi prende il viso tra le mani, baciandomi il naso.
Io rido, vado in bagno, mi metto dei jeans strappati e una T-shirt attillata bianca. Lo saluto ancora una volta con un cenno della mano, correndo fuori dalla mia stanza, arrivando nel giardino. Solo ora  mi rendo conto di non sapere dove sia l’aula delle punizioni. Girovago per almeno dieci minuti, quando vedo una porta con un’insegna, dove c’era scritto “Aula punizioni” tutta contenta, mi dirigo dentro, per quanto una ragazza possa essere contenta di stare ore e ore a giocare con i propri pollici. Appena vedo chi c’è con me, il desiderio di sprofondare attraverso le mattonelle mi perseguita.
- Che cazzo ci fai qui?-






 

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Ehi ehi ehi!
Eccomi tornata con un nuovo capitolo, TA DAAAAN.
Immagino abbiate capito tutte chi è il ragazzo in punizione con Astrea, lol.
Ho iniziato una nuova storia (The Same) passate se vi va c:
Stavo pensando… ma se su facebook mi facessi una profilo apposta per voi?
Mi chiamerei come Astrea, eccetera eccetera…
Che ne dite? C:
Attendo la vostra risposta nelle recensioni <3
Ringrazio le cinque persone che hanno recensito lo scorso capitolo c:
EllyisHere
Grazie bellezza c: asdfghj
horanadorable
Sei la dolcezza, Dio <3
Sally_Styles
Non ho parole per esprimere il mio amore per te.
RIPETO CHE LA SUA STORIA E’ FANTASTICA (Don't let me go!)
_xonedsfaith
La mia bellissima Sherlock <3 Da oggi sei la mia scherlock :o
PischellaT99_1D_
Ti ringrazio tanto tanto <3
E anche se non ci siete, ringrazio Peace e Love e Yuki_Onna :c mi mancate tantissimo.

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Capitolo 12
*** You haven't never think about us? ***


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- Che cazzo ci fai qui?- chiedo indignata.
Di tutta risposta, il ragazzo si mette a ridere, venendomi davanti.
- Io sono qui praticamente tutti i giorni- ride. – dovresti saperlo, tu- si lecca le labbra.
In effetti, avevo sentito delle voci. Lui stava in punizione tutti i santi giorni per il suo comportamento scorretto. Ma come fa a sopravvivere?
- Non c’è nessun insegnante che ci controlla?- chiedo come se non avesse detto niente.
Lui scuote la testa.
- Nessuno, possiamo fare quello che vogliamo.- dice malizioso.
Si avvicina a passo lento, mentre io indietreggio. La mia schiena tocca il muro freddo, mentre lui m’intrappola con le sue braccia al muro.
“Merda, culo, porca puttana, vaffanculo, cazzo, porcaccia la miseriaccia, minchia” impreco nella mia mente. “voglio Harry” piagnucolo sempre mentalmente.
- Sei bellissima- soffia sulle mie labbra.
- E tu no- risposi sfidandolo.
Merda se è bello
Lui fa una leggere risata. Si avvicina sempre di più, fin quando la mia gamba non diventa infuocata, ed essa colpisce il bassoventre di Andrew. Il ragazzo si contorce dal dolore, lasciandomi libera. Io faccio una smorfia, immaginando il dolore che sta provando. Mi metto seduta su un banco a caso, mentre Andrew si riprende. Mi guarda quasi complimentandosi, mentre io ricambio con un sorriso.
Prende una sedia mettendola davanti al mio banco, mentre egli si siede al contrario, con lo schienale davanti.
- Sei tosta Parks, mi piaci- constata con voce roca.
- Il sentimento non è reciproco, Garfield.- rispondo sorridendo.
Lui ridacchia, continuandomi a fissare.
- Che ne dici se… questa domenica vieni a una festa a casa mia?- chiede inumidendosi le labbra.
- Dico, che mi farò solo una bella scorpacciata di gelato- rispondo.
Lui butta la testa all’indietro, per poi tornare a guardarmi.
- Dai Parks, ti divertirai- ammicca.
- Non credo, non sono un tipo da festa.- rispondo semplicemente.
- Cosa devo fare per convincerti?- mi chiede sorridendo.
Io alzo le spalle.
- Dai, se vieni ti lascio in pace-
L’idea mi alletta, e non poco. Ci penso su un attimo, prima di accettare. Lui esulta, mettendosi a ridere. Parliamo del più e del meno, scambiandoci i numeri di cellulare. Alla fine non è così male, aparte il fatto che voglia uccidermi.


- Puoi ripetermi ancora una volta, dove vai vestita così?- chiede Harry per la nona volta.
Indossavo dei pantaloni attillati neri, un top bianco e delle ballerine bianche. Mi ero legata una fascia ai capelli, e indossavo dei bracciali argentati.
Manco fossi mezza nuda.
- Ad una festa a casa di Andrew, così mi lascerà finalmente in pace.- sospiro beandomi della sensazione futura.
- Stai attenta, ok?- mi avverte.
- Sì- sbuffo – ti manderò un messaggio ogni ora.-
- Ogni ora?! Perché, quanto ci stai?- mi chiede spaventato.
Io ruoto gli occhi al cielo, sedendomi sulle sue gambe, e cingendo il suo collo con le mie braccia. Lui continua a guardare un punto indefinito della stanza, infuriato.
- Harry… guardami- gli dico accarezzandogli la guancia.
Lui non si decide a girarsi.
- Guardami- gli prendo il viso tra le mani.
- Ti sto guardando.- dice prendendomi la mano destra, e lasciandoci un umido bacio.
- Sai che io so…- dico confusa – non ti preoccupare, non mi avvicinerò minimamente a lui-
Il suo sguardo è più serio che mai, ma appena sorrido esso si addolcisce, mentre Harry mi lascia un tenero bacio sul naso. Metto in tasca il cellulare, e mi infilo una giacca di jeans nera. Abbraccio un’ultima volta Harry, e cammino verso il portale.


Mi ritrovo davanti a casa sua. Una mega villa, di un colore azzurro tenue, e una recinzione di ferro. Da dietro le sbarre vedo già gente non molto sobria, e ragazze con abiti succinti. Entro dato che il cancello è aperto. Vedo dentro la casa che le persone, nonostante siano migliaia, stanno ben larghe dentro la casa, appena entro, sento un braccio cingermi la vita.
- Alla fine sei venuta, e Parks?- mi chiede una voce al mio orecchio.
- Solo per levarti dalle palle, Garfield.- controbatto.
- Avrei preferito un abito un po’ più corto, ma mi accontento- mi sussurra malizioso.
Io infuoco il pungo, agitandoglielo davanti alla faccia.
- Non ti conviene, Garfield-
Lo liquido e vado a ballare in mezzo alla pista. Un ragazzo si avvicina. Alto, con gli occhi azzurri e moro, un bel ragazzo. Forse un po’ più basso di Harry.
Ma perché mi è venuto in mente Harry?
Nel frattempo, il ragazzo mi porge una mano, invitandomi a ballare. Io accetto. Niente di scandaloso, balliamo solo l’uno di fianco all’altro. Lui mi prende per mano portandomi al piano di sopra, dove c’erano solo coppiette che parlavano dolcemente.
- Io sono Louis, Louis Tomlinson, tu come ti chiami?- mi chiede sorridendo.
- Astrea, Astrea Parks.- sorrido a mia volta.
- Te l’hanno mai detto che sei veramente bella?- mi chiede quasi accertandosene.
Abbasso lo sguardo, scuotendo la testa.
Lui si mette a ridere, e io lo seguo.
- Sei fidanzata?- mi chiede mordendosi il labbro.
- No, tu?-chiedo sorridendo.
- In un certo senso, ma sto per lasciarmi.-
Si finge triste, ed io simulo di crederci.
- Vuoi un abbraccio?- chiedo sorridendo.
Lui smette immediatamente di “piangere” scattando con un “sì!” eccitato. Io rido e lo spingo indietro.
- Io ci ho provato- ride. – ma sul serio non sei fidanzata?- mi domanda sorpreso.
- Sul serio! Comunque, non tutto deriva dalla bellezza, mio caro Louis- gli stringo una guancia.
- Be’, sei anche simpatica però! Fossi nella tua scuola saresti già mia- ammicca.
- Non rovinare l’immagine dolce e divertente che mi ero fatta di te!- gli chiedo.
Lui alza le spalle. Ad un certo punto sento una mano sul mio fondoschiena. Istintivamente la mia mano s’infuoca, toccando quella del ragazzo. Egli scoppia in un grido di dolore, mentre io me la rido.
Vedo Andrew contorcersi dal dolore, ma riprendersi subito dopo.
- Ciao Tomlinson!- lo saluta – che fai, ci provi con Parks?- gli chiede dandogli un buffetto sulla spalla.
- In realtà volevo solo conoscerla.- sorride.
- Sì, certo- se la ride Garfield.
- Tu ci hai già provato, Andrew?- gli chiede.
- Be’, sì, ma ne sono rimasto scottato- mi strizza l’occhio.
Io incrocio le braccia al petto, guardando male i due ragazzi.
- Be’, è stato un piacere conoscerti Lou, è un piacere andarmene via da te, Garfield.-
Li saluto entrambi con un cenno della mano, prendendo il cellulare.
“Astrea: viva. Interazioni con Garfield: nulle. Missione compiuta mio capitano. Xx”
Dopo pochi secondi arriva la sua risposta.
“Riposo soldato, ti voglio a casa entro le undici xx”
“Ma sono le dieci e cinquanta!”
“Allora ti consiglio di sbrigarti, sai?xx”
“’Sti cazzi Harold, ritorno magari a mezzanotte, o anche prima. Penso di riuscire a sopravvivere in un’ora xx”
Spengo il cellulare, e torno a ballare. Mi guardo intorno, rendendomi conto di essere l’unica sedicenne nella sala. L’aria di alcool e fumo m’inebria completamente, perciò esco. Vado nel giardino sul retro, notando con piacere che c’è una piscina. Mi tolgo le ballerine, e mi tirò su leggermente i pantaloni, annegando le gambe nell’acqua fino ai polpacci. Sento il mio nome, e d’istinto mi volto. Vedo Louis correre verso di me, e imitare la mia posizione.
- Non mi hai dato neanche il tuo numero!- si finge offeso.
- Chi ti dice che io voglia dartelo?-lo sfido.
Lui mi fa il labbruccio. Io mi passo una mano sulla faccia ridendo, arrendendomi a quella faccina tanto adorabile. Io gli do il mio numero e lui mi da il suo.

Entro nella mia stanza, scorgendo un Harry infuriato. Io sorrido, nel vano tentativo di addolcirlo.
- Alcool?-
- Zero.-
- Garfield?-
- Zero.-
- Ragazzi?-
- Uno.-
Lui strabuzza gli occhi, per poi mettersi a ridere.
- Non credo che la parte del papà mi venga così bene- ridacchia.
- Invece ti viene benissimo- rispondo.
Lui si mette a ridere, prendendomi per mano e abbracciandomi.
- Chi sarebbe questo ragazzo?- chiede.
- Un certo Louis Tomlinson- rispondo contro il suo petto.
Lui annuisce. Io sorrido contro la sua maglia. Vado in bagno a cambiarmi, guardando fuori dalla finestra. Noto che c’è un bel temporale in arrivo, e l’idea di restare sola non mi alletta proprio. Ritorno in stanza indossando la maglia di mio fratello, mentre lui cerca di non guardare le mie gambe. Io sogghigno, mettendomi sotto le lenzuola. Lui si alza dal letto.
- Notte, Astrea- mi da un bacio sulla fronte.
-Aspetta Harry.- lo prendo per mano.
Lui mi guarda confuso, ma si abbassa inginocchiandosi, e mettendosi davanti a me.
- Ecco… c’è un temporale in arrivo e-e io ho paura- mi nascondo sotto le lenzuola.  Lo sento ridere, e scostare delicatamente le lenzuola dalla mia faccia.
- Quindi?- mi chiede sogghignando.
- Stronzo- sussurro – puoi dormire con me?-
Lui per tutta risposta si toglie la maglia, facendomi mancare l’aria un attimo. Si mette nel letto dietro di me, cingendomi il ventre con le sue braccia, quasi volesse custodirmi. Io stringo le sue mani attorno ad essa, stringendomi a lui.
- Uhm…s-senti Astrea…- balbetta.
-Sì?- mugolo quasi presa dal sonno.
- Ha-ai mai pensato a-ad un… noi?-






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EHILA!
Scusate se sono sempre in ritardo, ma oggi sono andata in piscina, dove,
in uno scivolo, mi sono rivoltata, ho fatto una capriola e ho sbattuto la testa.
I presenti, invece che chiedermi se stavo bene oppure aiutarmi si sono messi a ridere.
Che carini.
Poi ho fatto amicizia con una bagnina e adesso è mia sorella, poi un tipo figo mi fissava e…
Ma cosa ve ne frega a voi? Pff.
Commentando il capitolo, be’, c’è da dire che nell’ultima frase di Hazz c’è qualcosa…cosa ci può essere sotto?
Voi credete che sia innamorato, oppure era solo una domanda, così, senza alcun fine?
Bo’. HAHAHAH.
Vediamo pure apparire Louis, YUPPIII!
Ringrazio come sempre:
Sally_Styles
Che amo come mia sorella e che ha una storia bellissimissima c:
xoneds_faith
Sherlooock <3 Io ancora non mi capacito che leggi a mezzanotte i miei capitoli, cazzo sdfghjk.
PischellaT99_1D_
A cui piace tanto la mia storia, aaaww.
martycuore
Vuoi chiamare tua figlia Astrea. Io piango sul serio adesso.

Alla prossima! C:
x I am the musics beat x

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Capitolo 13
*** Head or cross? ***


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Harry’s POV
Questo forse è il momento giusto.
- Uhm… s-senti Astrea…- balbetto.
- Sì?- dice con voce impastata dal sonno.
- Ha-ai mai pensato a-ad un… noi?-
Per un attimo non la sento respirare, e la vedo strabuzzare gli occhi.
- In… in che senso?- mi chiede improvvisamente sveglissima.
Io la stringo ancora più a me, mordendomi il labbro.
- Nel senso… io… con… te- sospiro.
Lei deglutisce ancora. Si volta verso di me, ma io non la lascio. Adesso le mie mani sono sulla sua schiena, e lei mi guarda. Quegli occhi marroni, ma non di un marrone così comune, adesso mi scrutano con dissenso. Le gote leggermente arrossate, a malapena si vedevano nell’opaca luce lunare.
- No… n-on ci ho mai pensato.- risponde. – perché, Harry… tu ci hai mai pensato?-
Io annuisco leggermente, mentre la stringo sempre più forte a me, quasi mi accertassi che non scappi. Sono consapevole che queste parole potrebbero rovinare la nostra amicizia, ma voglio tentare.
- Vogliamo fare una prova?- sussurra lei rossissima il volto.
- In che senso?- ridacchio dalla sua reazione.
- Cioè… ecco… uhm…nel sens-
Non la lascio finire che le do un bacio. La mia bocca accoglie il suo labbro inferiore. Le prendo il viso tra le mani, mentre lei infila le dita tra i miei capelli. Lei scende dai capelli alla nuca, facendomi rabbrividire. Faccio scivolare la mia mano sulla sua schiena, accarezzandogliela. Al mio tocco rabbrividisce, mentre io sorrido sulle sue labbra.
Entrambi ci stacchiamo, guardandoci negli occhi.
- Hai provato qualcosa?- mi chiede.
- Niente- rispondo.
- Neanche io- risponde sorridendo lei.
Faccio una risatina, mentre lei si rimette nella posizione iniziale. Mi sussurra un “buonanotte Harry”, mentre io per tutta risposta la stringo ancora più a me.



Il mattino dopo, trovo di fianco a me la rossa. Aveva tutti i capelli sparpagliati per il cuscino, la bocca leggermente schiusa e l’espressione quasi sofferente. Mi soffermo su di essa, indeciso tra lo svegliarla o no. Guardo l’ora.
Le sette e mezza. Ancora mezz’ora e saremmo dovuti andare in classe.
- N-no Harry,- sussurra impercettibilmente.- ti…ti prego. Giuro che te l’avrei detto…-
Il mio respiro si blocca, i miei muscoli si contraggono. Allora esisteva qualcosa che mi nascondeva?
Resto in ascolto, sporgendomi leggermente verso di lei.
- No, Harry, per me sei mio fratello mancato… t-ti prego.- sussurra ancora.
La vedo piangere, piccole lacrime bagnavano il suo viso perfetto.
- Sì, esatto. Andrew ha ucciso mio fratello, non l’incendio- stavolta parla seria.
A quell’affermazione balzo dal letto, infilandomi la maglia e andando verso la camera di Andrew. Dato il mio potere, posso andare a propulsione con le correnti. Busso insistentemente, per almeno cinque minuti, quando Andrew mi apre assonnato.
- Dobbiamo parlare.- dico freddo.
Entro nella sua stanza, mentre lui richiude la stanza lentamente.
- Che c’è, Styles?- mi chiede passandosi una mano sugli occhi.
- Hai ucciso tu il fratello di Astrea?- chiedo cercando di non far trasparire la mia rabbia.
Lui alza le spalle annuendo.
- Certo. Che c’è di male?-
Ah, niente, solo uccidere una persona innocente.
Io scuoto la testa, serrando le labbra. Non lo saluto neanche schizzando fuori dalla porta. Corro verso la camera di Astrea, dove la vedo aggrappata al cuscino, mentre continua a piangere. Appena mi vede, mi salta praticamente addosso, stringendomi fortissimo.
- Harry.- sussurra fra le lacrime.- ho fatto un sogno bruttissimo stanotte.-
Io l’abbraccio, accarezzandole i capelli. Provo a sopprimere la rabbia, ma ogni volta che penso al sogno di Astrea mi si contrae la mascella, e a malapena non strozzo la ragazza tra le mie braccia.
- Hai voglia di raccontarmelo?- le chiedo dolcemente.
Lei scuote leggermente la testa. Si vede che è ancora agitata. Le sorrido dolcemente, cercando di farle capire che non importava.Le dico di prepararsi, dato che fra dieci minuti cominciano le lezioni. Esco dalla sua stanza, quando vedo già molte persone nel giardino. Corro verso camera mia. No, questa mattina non sarei andato a scuola.

Astrea’s Pov

Prendo lo zaino e mi avvio verso la mia classe. Alla nostra quercia, vedo Zayn, Niall e Elisabeth chiacchierare animatamente.
Corro verso di loro. Zayn e Niall, mi prendono sottobraccio, lasciandomi un bacio sulla guancia, mentre Elisabeth mi abbraccia a mo’ panda.
- Vieni un attimo, Astrea.- mi dice con uno sguardo strano.
Mi trascina via dai due, mentre se la ridono. Io li guardo stranita, quando El, appena siamo lontani da occhi indiscreti mi guarda eccitata.
- Allora?- mi domanda sussurrando a stento. – cos’è successo con Harry l’altra sera?-
Io strabuzzo gli occhi.
- Come fai a saperlo?- le sussurro.
Lei alza gli occhi al cielo, prendendomi le mani.
- Lo sanno tutti, avanti. Abbiamo visto Harry uscire più volte dalla tua stanza!- mi risponde ovvia.
- Punto uno. Tra me e Harry non c’è niente. Punto due. Harry ha solo dormito con me perché c’era un temporale, nulla di più.-
Elisabeth alza gli occhi al cielo, quasi delusa.
- Ma a te lui piace?- mi chiede indagatrice.
Io scuoto la testa.
- No. L’altra sera abbiamo pure fatto una prova e… non abbiamo provato niente entrambi.- dico seria.
Elisabeth sembra rifletterci, quando afferra una moneta dalla sua tasca, mettendola in posizione di lancio.
- So anche di Louis.- risponde ridacchiando.
Io strabuzzo di nuovo gli occhi. Un giorno avrei chiesto spiegazioni.
- Decidiamo qualcosa tipo… se esce testa, dovrai baciare Louis, se esce croce, Harry.- mi dice.
Io rido. Cosa dovrei dedurre da una mometa?
- E cosa centra col fatto che mi piaccia Harry o meno?- chiedo corrugando le sopracciglia.
Elisabeth alza gli occhi. A quanto pare sembra ci sia un secondo fine a tutta questa storia.
- Stupida.- borbotta. – il tutto sta nel fatto su cosa tu spererai.- mi dice ovvia.
Annuisco, accettando la sua idea. Mi ricorda che testa è Louis, mentre croce è Harry. Lancia la moneta, e in un tempo che sembra interminabile. La moneta tocca la mano di Elisabeth, che prontamente mette una mano sopra.
- Pronta?- mi chiede.
Io annuisco. Elisabeth toglie la mano, scoprendo il simbolo.
Testa.
- Allora, cosa volevi?- mi chiede curiosa.
Croce, volevo che uscisse croce.








 



Buongiorno Pipol.
Eccomi tornata con un ennesimo, merdoso capitolo.
Tralasciando inutili dettagli…
Sto per iniziare una nuova storia!
Weee!
Ma stavo pensando…
A voi continua a piacere la storia?
Cioè… vorreste magari più azione?
O più romanticismo?
Ho paura che non vi piaccia più come una volta…
Comunque,
Ringrazio le otto (OTTO?!? NON CE LA FACCIO):
martycuore
Io piango.
_xonedfaith
Stavolta ho scritto giusto il nome? D:
Perché vado tutto a memoria, ovolollo.
Yuki_Onna
SEI TORNATAAAAA! Adesso aspetto Peace e Love c’:
PischellaT99_1D_
Che ama tanto la mia storia, aaaww sdfghjk.
Sally_Styles
Be’, che dire di te? Sei fantastica, incredibile, meravigliosa, ti amo.
kikka451
Che davo per dispersa c’:
Tommy_Tommy
Ti sei iscritta solo per recensire la mia storia. Stra-piango.
horanadorable
Che davo per dispersa pure lei HAHAHAH
Buena estade, amiga c:

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Capitolo 14
*** Just a kiss. ***


*WAAAA* Leggete lo spazio autrice, dopo, is important c: *Sparisce cantando Heidi*

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- Allora?- mi ripete.
Io scuoto la testa, riprendendomi dai miei pensieri. Valuto l’idea di non dirle ciò che speravo, però è il minimo che possa far per Elisabeth.
- Croce…- sussurro.
Elisabeth, mi sente, e sorride sghemba. Alza i pugni in segno di vittoria, mentre io rido.
- Ok, uhm… vado.- la liquido con un cenno della mano.
- Ferma qui!- mi prende per la spalla. – le scommesse vanno mantenute.- sorride maliziosa.
Il sangue mi si gela nelle vene. Il mio primo bacio, l’ho dato a Harry, ma non sono sicura di quello che ho provato. Non vorrei baciare chi non amo, ma con lui è stata una scelta spontanea. Il mio corpo, mi diceva di sì, il mio cuore anche, ma la testa non era d’accordo… Non so perché l’ho voluto fare, forse perché in fondo, molto ma molto in fondo… mi piace Harry.
- Devo proprio, Elisabeth?- chiedo in supplica.
Lei annuisce ridendo, dicendomi di aver visto Louis vicino all’aula punizioni con Andrew.
- Però, per fare il tutto, vorrei che ci fosse anche Harry.- mi dice fiera.
Sbianco nuovamente, il solo pensiero di Harry che m vede baciare… Louis, mi fa morire. Ma qual è il motivo? Lui non è né mio padre, né il mio fidanzato. Eppure mi sento di tradirlo…
- E perché vorresti ci fosse anche lui?- chiedo con voce spezzata.
Elisabeth alza le spalle, trascinandomi all’aula punizioni.
- Voglio vedere la sua reazione. Adesso, parla con Louis finché non mi vedi qua, in questo punto.- dice indicando il suolo.
Io annuisco, vedendo che il posto accanto a me, diviene vuoto. Vedo Louis, parlare appunto con Andrew. Indossa una t-shirt bianca, con scollo a “v”. Dei jeans a cavallo basso, che fanno intravedere l’elastico dei boxer, e delle converse bianche. Vado a passo lento verso di lui, e, quando mi vede arrivare mi sorride, facendomi cenno con la mano. Anche Andrew si volta, regalandomi un sorriso mozzafiato. Mi avvicino a loro, sentendomi veramente una nana in confronto a loro.
- Ciao Astrea.- mi saluta Louis.
Il suo viso si avvicina al mio, lasciandomi un bacio sulla guancia. Io gli sorrido a mia volta.
- Ok ok, mi sento di troppo.- ride Andrew. – ciao!-
Ci saluta ridendo, mentre io abbasso la testa imbarazzata.
- Che hai?- mi chiede.
Il suo indice si posiziona sotto il mio mento, alzandomi il viso e costringendomi a guardarlo. Continua a sorridere, e mi verrebbe spontaneo chiedergli “cazzo ridi?”
- Rido perché sei bella.- risponde come se mi avesse letto nel pensiero.
Io avvampo all’istante, deducendo che il suo potere è leggere nella mente.
Niente pensieri che potrebbero mettermi nei guai.
- Sono d’accordo.- ride.
- Smettila di leggermi nel pensiero.- sbuffo.
Lui continua a ridere, ma evito di pensare altro.
- Senti.- comincio accarezzandomi il braccio. – ho fatto una scommessa con una mia amica e…- mi passo una mano tra i capelli. –cazzo…- sussurro.
Lui continua a ridere.
Cazzo quanto è bello quando ride… no, no, no, devo stare zitta!
Lui sembra non notarlo, incitandomi a continuare con lo sguardo.
- Devo baciarti.- sussurro.
 Mi giro, e, vedo Harry che mi guarda con vicino Elisabeth. Mi giro di scatto, per paura che mi veda.
Louis mi poggia una mano sulla guancia, accarezzandola delicatamente. Chiudo gli occhi, beandomi di quella paradisiaca sensazione. La sua mano è calda e soffice, quasi una nuvola. Nonostante abbia gli occhi chiusi, sento del fiato sulle mie labbra, caldo… piacevole. In un secondo, le sue labbra si posano sulle mie.
Le sue labbra stringono il mio labbro inferiore, giocandoci avidamente. Intreccio le mani al suo collo, mentre lui mi stringe i fianchi. La sua lingua accarezza il mio labbro superiore e, con riluttanza, gli lascio via libera.
Sento lo sguardo di Harry trafiggermi la schiena, ma, il mio corpo sembra non volersi fermare. Sento dei passi, probabilmente quelli di Harry che se ne va.
Il castano si stacca da me, sorridendo, e lasciandomi un altro bacio a fior di labbra.
- Solo una scommessa, giusto?-  mi sussurra con voce roca.
Io abbasso la testa, voltandomi verso Elisabeth, che mi guarda vittoriosa. Vado verso di lei, chiedendole dov’era Harry.
- Se n’è andato appena hai baciato Louis. Aveva uno sguardo di gelosia pura, stanne certa!- mi risponde.
E, nonostante lei si sentisse vittoriosa, io mi sentivo una traditrice.
Eppure, avevo avuto la possibilità di confrontare i due baci.
Quello con Harry, è stato magico, speciale. Un vortice di emozioni mi stava risucchiando in quel momento, mi sentivo viva.
Quello con Louis, invece, non è stato niente. Non ho sentito niente.

Harry’s pov.
Sentì chiamare a gran voce il mio nome, quando vidi un’Elisabeth che correva verso la mia direzione. Appena arrivata, mi prese per il braccio, trascinandomi verso una destinazione ignota.
- Che fai Elisabeth?- chiedo senza opporre troppa resistenza.
- Vieni un attimo con me.- risponde dura.
Io mi lascio trascinare da lei. Mi porta vicino all’aula punizioni, quando vedo un ragazzo castano e Astrea, troppo vicini. Serro i pugni, contraggo la mascella, cercando di trattenermi dal prendere a pugni quello che sta toccando la mia Astrea. Non riesco a spiegarmi tutta questa gelosia, dato, che Astrea non è né mia sorella, né la mia ragazza. È solo, che l’ho sempre reputata di mia proprietà. Però il solo pensiero di Astrea con un ragazzo mi logora dentro. Posso pensare che… in fondo…in fondo… mi piace Astrea. La vista di quel bacio semplicemente mi uccide, così giro i tacchi e me ne vado nella mia stanza. Prendo il cuscino, abbracciandolo, e affondando il viso nel cuscino. Una lacrima solitaria mi accarezzò il viso, mentre io prontamente eliminai.
Sento bussare, ma non rispondo. Non voglio vedere nessuno.
La mia risposta silenziosa non sembra scoraggiare la persona, che si fa timidamente avanti. Spunta Astrea, in tutta la sua bellezza.
- Harry…- sussurra chiudendosi la porta alle spalle.
Emetto un suono nasale, che dovrebbe essere un “sì”.
- Sei arrabbiato con me?-
Quel tono così dolce mi manda completamente a puttane il cervello, non facendomi ragionare più. Penso che, se anche uccidesse mia madre, o mio fratello, la perdonerei. C’è qualcosa nel suo sguardo che mi fa sentire debole, mi fa sentire vulnerabile, e non voglio che mi succeda ancora.
Io scuoto la testa, rimanendo fedelmente abbracciato al mio cuscino. La ragazza sorride, sedendosi di fianco a me. Io lascio il cuscino, buttandomi su Astrea, che prontamente mi stringe a sé.
- Comunque.- comincia la rossa – era una scommessa. Sono stata costretta.- ride.
Il mio cuore sembra alleviarsi da un macigno enorme. Mi sento felicissimo, come se qualcuno mi avesse detto che sono immortale.
- Non mi devi nessuna spiegazione.- rispondo.
Lei si butta ancora su di me, lasciandomi innumerevoli baci sulla guancia.
Quanto ancora le dovrò mentire?















 
ECCOMIIIII!
Vado di fretta perché stasera devo andare al cinema, e, ho mezz’ora a casa per prepararmi,
poi devo andare via.
Sono qui solo per voi!
Scusatemi se il capitolo è corto :c
Questa week.end non avrò neanche il tempo di scriverlo,
e penso farò ritardo :c
Andrò a conoscere la mia migliore amica a distanza, Dio sdfghj
Perdonatemi, davvero. farò un capitolo lungo, giuro!
Poi, ho iniziato una nuova storia, davvero importante per me.
Mi fareste davvero piacere se passaste

http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2130735&i=1
Comunque,
Mmh, cosa nasconderà ancora Hazz’ alla nostra povera Astrea?
Quanto ancora deve sopportare questa sventurata ragazza?
Vi rispondo io.
TANTO. AHAHAHAH.
Oddio, l’altro capitolo dieci recensioni?
DIECI?
No, sul serio. Io vi amo troppo, troppissimo.
Ma non mi ha mandato il suo parere la persona più importante… Sally_.
Dai… uhm… vabbe’.
Ringrazio:
martycuore
DECIDITI A DIRMI LA SORPRESAAA.
Peace e Love
La mia carissima mietitrice, che è tornataaaa yaaaw <3
Ari_69
Grazie tante! C:
stella_mary
Ti ringrazio tanto tanto anche a te <3
giogio04
Oddio, sei la dolcezza c’:
EllyisHere
Perfetta? Pff. Passabile, dai. Grazie tante, comunque c:
Tommy_Tommy
Dovresti adorare più la storia che me D: HAHAHAH. Mi lusingate troppo, aww <3
horanadorable
Pace e morte. HAHAHAHAHAHAHHAHAHA MUORO.
Yuki_Onna
Keep calm sistah, drogati un po’ di meno pliz c’:
kikka451
Sei importante <3

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Capitolo 15
*** Exams. ***



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Astrea’s pov
Giorno di esame, per i primini e quelli dell’ultimo anno. Strano, in effetti. Quelli del secondo, del terzo, e del quarto anno sono sorridenti. Forse perché non dovranno fare niente. Tutti gli insegnanti vengono con noi all’esame. Non ho capito bene in cosa consiste.
Io e Niall siamo da molto tempo sotto il nostro albero, continuando a rider e scherzare. Poco dopo, vedo avvicinarsi Zayn, che si mette affianco a me.
- Ciao!- mi sorride.
Poi mi lascia un bacio sulla guancia. Niall lo guarda in cagnesco, prendendomi per le spalle e tirandomi verso di lui.
- Lei è mia.- sibila guardandolo in cagnesco.
Tutti e tre scoppiamo a ridere, mentre il biondo mi dona un affettuoso bacio sulla guancia. Io mi stringo a lui, chiudendo gli occhi, beandomi di quella paradisiaca sensazione. Io mi alzò, ma Zayn mi trascina di nuovo a sedermi, abbracciandomi forte.
- Senti Astrea, dovrei parlarti.- mi sussurra.
Niall viene chiamato da Harry, che non smette di fissare me e Zayn. Non riesco a decifrare la sua espressione, sembra, confusa.
Niall si alza, e corre verso di lui, mentre Zayn mi mette un braccio intorno al collo,facendomi appoggiare a lui.
- Tu sei come una sorellina minore per me, lo sai?- quasi sussurra.
Io annuisco, incitandolo con lo sguardo ad andare avanti.
- E le sorelle non tradiscono i fratelli maggiori, giusto?-
Io annuisco ancora, perplessa e riluttante dalla domanda o, dall’informazione che mi sta per dire.
- Sono innamorato di Elisabeth da quattoridici anni.- sospira, come se si fosse tolto un peso.
Io mi blocco, pensando alla reazione di Elisabeth se l’avesse saputo. Freno gli istinti della mia solidarietà femminile, pensando che, appunto, avrei tradito mio fratello.
- Wow Zayn…- riesco solo a pronunciare.
Lui sorride amaro, passandosi una mano sul folto ciuffo. Io gli sorrido, lasciandogli un bacio sulla guancia.
- Non credo di avere possibilità, però.- sorride da un lato.
Io gli do uno schiaffo davvero molto forte, mentre lui gira la testa, urlandomi un “Perché l’hai fatto?!”
- Zayn.- gli prendo il viso tra le mani.- Sei bellissimo, gentile, generoso, simpatico, dolce, divertente, una persona meravigliosa e un grande amico.- dico tutto d’un fiato. – ha meno possibilità Brad Pitt di te.- sorrido.
Lui quasi scoppia a ridere, abbracciandomi fortissimo.
- Non so cosa farei senza di te.- mi sussurra all’orecchio.
Io mi alzo in piedi, e lo trascino con me. Mi guarda confuso, mentre io mi lego i capelli alla Elisabeth, mentre indosso il suo sorriso smagliante.
- Fai finta che io sia El, e dichiarati.- gli ordino.
Lui sorride, per poi prendermi per mano e guardarmi in un modo che mi fa completamente sciogliere.

Harry’s Pov.
Saluto Niall, per poi dirigermi di nuovo verso l’albero in cui stavano Zayn e Astrea. Vedo Zayn prendere per mano la mia Astrea, e per poco non distruggo tutto.
- Elisabeth.- gli sento pronunciare.
A quella parola, i miei muscoli si rilassano, e sorrido, all’idea che Astrea abbia convinto Zayn a dichiararsi, dopo quattordici anni di silenzio.
Mi passo una mano tra i capelli, pensando al fatto che io non sono riuscito a convincerlo in quattordici anni, mentre lei, in pochi minuti l’ha spinto a fare almeno una prova.
Decido di restare un attimo qua, a spiare un po’ Zayn e la rossa.
- Elisabeth, tu non lo sai, ma… mi piaci. Mi piace il tuo sorriso, soprattutto le tue dolcissime fossette. Fanno sorridere anche me. Mi piacciono i tuoi occhi azzurri, ci affogo ogni volta dentro. Mi piace la tua risata, mi manda a puttane il cervello. Mi piace il tuo corpo, perdo ogni controllo quando ti tocco. Amo quando punti apposta il sole nei miei occhi per farmi arrabbiare. A quel punto vorrei solo baciarti. Mi piaci tu, cazzo. E anche tanto.-
Astrea si buttò su di lui eccitata, e continuando a complimentarsi con lui. Decido di entrare in scena, con un sorrisetto compiaciuto.
Appena il moro mi vede, abbassa lo sguardo, diventando rosso in viso. Astrea si volta arrabbiata, prendendomi per un braccio e portandomi in disparte.
- Si può sapere da quanto tempo ci spiavi?- sussurra arrabbiatissima.
- Da un po’. Farà un figure con Elisabeth.- ghigno.
Lei mi da un buffetto abbastanza forte sulla spalla, nascondendo un sorriso. Ritorniamo da Zayn, ma, vicino a lui vediamo la esile figura di Elisabeth. Io mi sarei anche avvicinato, ma Astrea mi ha preso per un braccio, e nascosto dietro un albero a spiare.
- Sai che questo si chiama origliare?- le chiedo velenoso.
- No, si chiama “controllare che vada tutto bene”.- risponde ovvia.
Io alzo gli occhi al cielo, “controllando che vada tutto bene”.
- Ehi Elisabeth.- la saluta.
- Zayn! Come va?- sorride.
- Uhm… bene, bene!- sorride grattandosi la nuca. – senti… dovrei confessarti una cosa.-
Io e Astrea abbiamo il fiato sospeso. Non riusciamo a muovere muscolo, e, per un secondo avrei voluto che io fossi al posto di Zayn, e Astrea al posto di Elisabeth. Scuoto la testa, ricacciando le mie malsane idee nella mia testa.
- Così mi preoccupi Zayn.- si rabbuia. – dimmi.-
Fa circa tre sospiri, quando le prende entrambe le mani. Si ferma a fissare le sue labbra, prima di darle un bacio. Uno casto, che non rappresenta nulla a parte l’amore verso la propria persona amata. Elisabeth sembra sbalordita, ma quando ricambia il bacio, io e Astrea ci battiamo il pugno in silenzio.
Terminato il bacio tra i due, Zayn vuole parlare, ma Elisabeth lo blocca con un cenno della mano.
- È da sedici anni che aspetto questo momento, Zayn.- dice quasi sconsolata. – perché mai prima?-
Zayn sembra sospirare, passandosi ancora una mano sul ciuffo.
- Avevo paura che tu mi rifiutassi. Mi hai sempre detto che per te sono come un fratello e… questo mi ha davvero logorato dentro.- risponde dando voce al suo stato d’animo.
- Lo dicevo perché sapevo benissimo di non avere possibilità con te!- si giustifica. – cercavo di auto convincere me stessa e… be’, non ci sono mai riuscita.- sorride amara.
Zayn la squadra per un istante, prima di prendere il suo viso tra le mani, e avvicinarsi lentamente alle sue labbra.
Astrea mi scuote per la manica del giaccone, facendomi intendere che oramai siamo di troppo. Io annuisco, seguendola.

Arriviamo in un posto del giardino, vuoto, intimo, diciamo. Si siede su di esso, battendo due volte affianco a lei, invitandomi a fare lo stesso. Io mi siedo vicino alla rossa, guardando il cielo.
- Zayn e Elisabeth sono proprio una bella coppia.- pronuncia.
Io annuisco, stendendomi sull’erba alta, e, piegando i gomiti dietro la testa, come per farmi da cuscino. Lei mi imita, mettendosi con le gambe piegate.
- Harry, in cosa consiste l’esame?- mi chiede d’un tratto.
- Non posso spiegartelo.- rispondo. – devi scoprirlo da sola.-
La sento sbuffare, e mettersi da un lato pur di non vedermi. Io rido, dalla sua infantile reazione. Ma forse l’aspetto che mi piace più di lei, è il suo essere un’eterna Peter Pan. Il suo sorriso così gioioso da bambina, il suo sbattere i piedi contro il pavimento quando è arrabbiata, il suo esultare saltando e urlando. È come se mi trasmettesse vitalità ogni volta.
Mi alzo, e vado verso il lato in cui ella è girata.
- Dai…- la scuoto un po’ per la spalla. – sai che non posso.
Lei sorride, e si volta verso di me.
- Lo so.- pronuncia.- mi basta che staremo insieme.- sorride.
Io mi metto a cavalcioni su di lei, e la abbraccio. Sento come una scarica impossessarsi del mio corpo. Il cervello quasi non risponde più ai miei comandi. La sento ridere, mentre io mi alzo, per evitare ancora quelle sensazioni così strane.
- Fra mezz’ora inizia l’esame.- pronuncio. – forse è meglio che ti cambi.-
Lei annuisce, dirigendosi verso la sua camera.

Astrea’s Pov
 Mancano pochi minuti all’esame, ed io sono nervosissima. Continuo a fare avanti e indietro per la stanza da circa venti minuti. Sento delle nocche bussare alla mia porta. Mi volto verso di essa, bloccando completamente i miei muscoli e restando in ascolto.
- Signorina Parks, la attendiamo al portale.- m’informa una voce.
Io prendo l’arco e le frecce, uscendo e dirigendomi verso il luogo prestabilito.

- Ragazzi del primo anni, con me!- esclamò la professoressa.
In fila indiana, tutti ci ritroviamo davanti al portale. È il mio turno, così la professoressa mi da un foglio, raccomandandosi di non aprirlo finché l’anonima guida non me l’avrebbe detto. Chiudo gli occhi, quasi tuffandomi in quel vortice viola, blu e rosso. Appena apro gli occhi, vedo intorno a me una palude, di colore grigiastro. Una folta nebbia incombe su una piccola piattaforma in legno, che vedo appena. Scorgo anche una sagoma davanti a me, anzi, due. Mi avvicino a passo lento, tirando fuori l’arco e la freccia.
Il silenzio predomina, ed è assordante.
Vedo la prima sagoma voltarsi, e, appena essa lo fa, scaglio la freccia chiudendo gli occhi, ma, a quanto pare ho mancato. Riapro gli occhi, e vedo Harry con in mano la freccia terrorizzato.
- Ma sei stupida o cosa?!- balbetta.
Mi riguarda un attimo, squadrandomi da capo a piedi. Si mette dietro di me, e, con un gesto fulmineo mi punta un coltellino al collo.
- Cosa abbiamo fatto io e te a natale?- mi sussurra.
Io quasi non respiro, ma gli rispondo.
- Siamo andati a casa tua, preparando una torta.- ansimo.
Lui lascia la presa, dirigendosi verso la piccola piattaforma. Io decido di non fare domande, anche perché, non ho voglia di sentire la risposta.
Harry sembra aprire le mani formando poi, velocemente un cerchio. Una scia si impossessa di essere, mentre lui, sembra sporgersi in avanti, come per tirare un qualcosa. La nebbia si dissolve, scoprendo una misteriosa imbarcazione, che puntava dritto verso di noi.














 
Eccomi!
Sono puntuale, direi!
Alcune di voi, mi hanno chiesto come è andata con la mia migliore amica a distanza…
E intendo rispondervi.
Vi dico solo che ho ricevuto una minaccia di denuncia da sua madre, e, ora non ci sentiamo neanche più.
Inutile dire che ci sto una merda…
Le uniche cose che mi distraggono sono la scrittura, la scuola e danza.

Cambiamo argomento c:
In un capitolo ho avuto undici recensioni?!
NON CE POSSO BELIEVE. AHAHAH.
Odio quelle che nello spazio autore, scrivono
“eeeh se in questo potessimo arrivare alle 345678 recensioni…”
NO.
Un’autrice non ha pretese, e poi, è come se fosse un pedaggio da pagare per leggere il prossimo capitolo.
Ma che scherzo è?!
Non ringrazio (mi dispiace :c) le persone che hanno recensito lo scorso capitolo, perché sono molto di fretta.
Mia madre d’ora in poi mi da un’ora al giorno, e non ho molto tempo.
Vi amo tantissimo, e ringrazio ognuna di voi!
I am the musics beat x

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Capitolo 16
*** Your soul. ***


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Harry si siede sulla piccola piattaforma, mentre io mi metto vicino a lui. Sembra così distaccato…
- Harry.- lo richiamo.
Lui si volta verso di me, con un’espressione vuota in viso. I soliti occhi verde cristallo sembrano leggermente ingrigiti, mentre il suo sorriso fatica a contornare la faccia perfetta.
- Perché prima… cioè…-
- Illusioni.- pronuncia. – questo posto è pieno di illusioni, magie potenti e orribili incantesimi. Ma non sta a me dirtelo.- sussurra.
Il mio cervello a poco a poco cerca di assimilare quello che Harry ha detto, quando, un rumore metallico mi risveglia dalla piccola trance su cui stavo per cadere.
Una figura minuta e con le orecchie a punta si fa strada nella folta bruma, mentre, io e il riccio affianco a me ci alziamo in piedi.
Una volta più vicino, la figura della persona si fa più nitida: un ragazzo con gli occhi gialli, capelli biondi sbarazzini e, un sorriso mozzafiato. Sembra poco più alto di Harry, nonostante anche lui è molto alto.
- Buongiorno Harry.- sorride inchinandosi a lui.
Si volta verso di me, squadrandomi per qualche secondo.
- E tu saresti…?- chiede ammiccando.
Prende la mia mano destra, portandosela delicatamente alla bocca e, lasciandoci un umido bacio. Harry sbuffa, alzando gli occhi al cielo.
- Sono Astrea. Astrea Parks.- rispondo alla domanda di poco prima.
- Io sono Elros. In elfico, significa spuma di stelle.- sorride.
Solo in questo momento capisco che le orecchie a punta indicano la sua natura elfica. Sorrido, beandomi ancora di quella visione.
Harry spintona violentemente Elros lontano da me, facendo pressione sul suo petto.
- Allora, vogliamo andare?- domanda scocciato.
Quel comportamento mi riporta al primo giorno di scuola, quando, con la sua facciata, mi stava completamente allontanando da lui. Ringrazio ancora che abbia messo via la maschera, mostrandomi il suo vero carattere.
I due si dirigono verso la barca, ed io li seguo in silenzio. Io e Harry ci sediamo vicini, mentre Elros prende il remo, remando lentamente verso una meta a me sconosciuta.
- Allora…- comincia Elros. – state insieme?- domanda.
- Cosa? No!- diciamo all’unisono.
Il biondo ride, mentre Harry alza gli occhi al cielo. Il silenzio regna, mentre, il ragazzo di fianco a me continua a lanciare folate di vento sulla superficie dell’acqua. Io creo una piccola fiammella, tanto per divertirmi un po’, come al solito.
- Siete proprio sicuri di non stare insieme?- domanda indagatore.
Io alzo gli occhi al cielo.
- Penso saprei di stare insieme ad una persona o no, se è così.- risponde ovvio Harry.
- Com’è possibile?!- domanda più a sé stesso che a noi. – i vostri poteri sono collegati dal destino.- sussurra.
- In che senso?- domando incuriosita dall’argomento.
- Bhe’, l’aria aumenta il fuoco. Sai, quando soffi su una fiammella per renderla più grande. In più, voi due mi sembrate molto affiatati.- sogghigna. – siete legati, in qualche modo.-
Rifletto sulle parole appena dette, dando pienamente ragione all’elfo davanti a me. Do una leggere gomitata a Harry, mentre lui si volta.
- Avrà ragione?- chiedo.
Harry scuote la testa, in segno di disassenso.
- Penso siamo legati come migliori amici, niente di più.-
Elros continua a remare, quando sbattiamo contro un’altra piattaforma in legno.
Arriviamo in un piccolo isolotto, dove, l’elfo mi prende per la vita, e mi fa scendere. Era piccolo, come quelli che si vedono nei film. Potresti percorrerne il perimetro e arrivare al punto d’inizio in cinque minuti. Il cielo è di un grigio intenso, mentre, la folta nevischia continuava a stuzzicarmi il naso. In mezzo all’isolotto, c’è una piccola palude, senza forme di vita intorno. Faccio una smorfia, chiedendo con lo sguardo, spiegazioni al rematore.
- Le vostre strade si dividono. Se sarete fortunati, vi incontrerete …-
Così dicendo, ricomincia a remare verso nord, mentre Harry, continua a lanciare folate sulla cresta del lago, neanche rivolgendomi uno sguardo. Il mio cervello va in confusione, mentre incontrollabili domande mi balenano in testa. Avrei incontrato altri essere come lui? Perché mi ha lasciata qua? Devo superare una prova?
Chiudo gli occhi, distendendomi sulla terra dura e inospitale. Poggio le mani sugli occhi, quasi per proteggermi dalla luce che quella nebbia placava. Sospiro una o due volte, cercando ci calmarmi, e recuperare la lucidità che da sempre mi caratterizza.
Appena tolgo le freddissime dita, davanti a me vedo una specie di giungla. Dal nulla, a una foresta pluviale. La mia mente va completamente in tilt, tanto che devo tenermi le tempie, altrimenti avrei l’impressione che essa scoppi.
- Calma Astrea.- mi dico – sono solo magie, incantesimi e illusioni. È tutto okay.-
Comincio a camminare per la giungla appena apparsa, quando, vedo una strana creatura. La cosa che penso in questo momento e che più affolla la mia testa, è che ne ho piene le palle di queste creature, detto in termini fini. È piccolo, mi potrebbe arrivare al ginocchio. Tra i capelli neri, ci sono foglie e sostanze di ogni genere. Indossa degli abiti stracciati, ma che coprono quasi tutto il corpo. Ha lunghe dita affusolate, e unghie lunghissime. Se mi avesse anche solo sfiorato, mi avrebbe sicuramente lasciato un graffio indelebile. Cerco di aggirare l’essere, ma altre vie sono sbarrate da pietre enormi. Provo a lanciare una piccola fiammella per distrarlo, e, così accade. Il piccolo barlume si appoggia su una foglia, facendola infiammare leggermente. La creatura si avvicina ad essa, prendendola tra le mani. Io, a passo felpato, tento di passare dietro di lui, non facendo il minimo rumore.
- La ragazza è troppo rumorosa.- gracchia con voce stridula.
Io deglutisco silenziosamente, incapace di muovermi. Ma quella non è la mia volontà. Non era neanche paura. Semplicemente, sono paralizzata. Sento che è una forza esterna che mi impedisce di compiere il gesto di scappare a gambe levate.
Finalmente quella “cosa” si volta, scoprendo il suo viso.
Aveva grandissimi occhi azzurri, di quelli che si vedono nei peluche, quando la testa è più grande del corpo stesso. Un naso a patata spiccava sopra le labbra sottili. Il colore della sua pelle è sul cenere, e la pelle del suo viso sembra completamente spaccata. Chiudo gli occhi, disgustata da quella visione.
- Gremlin pensa che questa ragazza sia intelligente.-
Zampetta verso di me, mettendosi davanti. Io lo guardo confusa, quando finalmente riesco a muovere i muscoli. Quasi cado, data la mia posizione precedente.
- Gremlin le propone una sfida.- dice squillante.
- Che tipo di sfida?- domando impaurita.
Lui continua a tenersi sulle nocche per camminare, quando si alza goffamente sulle ginocchia.
- Gremlin le propone tre indovinelli. Se la ragazza indovina, Gremlin le mostrerà la via per andarsene. Altrimenti la ragazza si butterà nel vulcano.-
Indica con la mano ossuta la montagna che spiccava dall’isola. Ma prima non era una mini isola?!
Chiudo un attimo gli occhi, riflettendo sulla proposta. Sono sempre stata brava nell’enigmistica. Non penso che le mie capacità mi tradiranno ora.
- Cosa ci guadagneresti tu?- domanda curiosa.
- La tua anima.-


 



 

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HAPPY ME!
Weilà belle c:
Eccomi tornata con un altro capitolo, e un nuovo
BANNER.
Fatto dalla talentuosissima  LoLasmiley
Ero stanca di cercare ragazze con i capelli rossi a caso,
così ho scelto la bellissima Lily Collins.
A proposito,
Quante di voi hanno visto “ShadowHunters, città di ossa”?
E’ BELLISSIMO, OMFG. ANDATELO A VEDERE.
Volevo dirvi anche,
che d’ora in poi aggiornerò quando il capitolo sarà pronto, non ogni mercoledì.
Contente? C’:
Ringrazio le lettrici silenziose, ovvio. Perché hanno fatto arrivare questa storia
Alle 800 visite a capitolo. Avrei ottocento persone c’:
Anche se tra le preferite ne ho solo 49 c’:
Quindi a capitolo dovrebbero recensire almeno quarantanove persone?! O:
M’importa che vi piaccia, non le recensioni c:
Grazie:
Yuki_Onna
Finalmente hai finito di drogarti, ne’? c’:
Sally_Styles
Non ti sentire costretta a fare niente c:
HiIamGaia
La mia omonimaaa! :D
arishaxx
Grazie per avermi ricordato delle Gifs c’:
chicchia99
Mi ricordi tanto un’altra mia recensitrice :)
Sei dolce, cia’ <3
Tommy_Tommy
Dai, non ho parole per descriverti… andiamo c’:
Sei la dolcezza fatta recensitrice, cia’ <3

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Capitolo 17
*** Who are you? ***


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- La mia anima?- 
Volevano essere parole dure, distaccate. Ma dalla mia bocca esce solo un gemito strozzato. 
- La ragazza deve capire.- pronuncia lentamente, come se stesse parlando a una stupida. – il suo corpo non si frantumerebbe. Il corpo della ragazza rimarrebbe integro, ma la sua anima sarebbe mia. Il cadavere della ragazza vagherebbe senza sosta, mentre l’anima sarebbe intrappolata a Gremlin.-
Rifletto sulle parole appena pronunciate. Io, non andrei col mio corpo, ma bensì starei con la mia anima, intrappolata magari in un vasetto, o peggio, in un altro corpo. 
Deglutisco rumorosamente, fissando l’obbrobrio davanti a me.
- La ragazza accetta?- cantilena furbo Gremlin. 
- Accetto.- sussurrai.
Gremlin esultò, appoggiandosi ad una pietra, per arrivare al mio livello. Continua a fissarmi imperterrito, sorridendo, e magari, pensando ai giochetti che avrebbe fatto con la mia anima.
- La ragazza è pronta?-
Io annuisco, appoggiandomi al terreno, e, intingendoci il dito. È sempre stato un gesto ripetitivo e assurdo, che mi faceva concentrare il più possibile. Chiudo gli occhi, inspiro forte, e annuisco.
- Gremlin comincia con un indovinello facile.- ride sguaiatamente, probabilmente convinto di vincere. – Chi si spoglia quando comincia a fare freddo?-
Ride ancora, girandomi intorno. Io espiro ed ispiro, cercando la soluzione alla domanda.
Gremlin non viene dalla civiltà, e di conseguenza non conosce niente che si possa spogliare in inverno. Deduco allora che sia in natura…
Lui vive nei boschi, e quindi… quindi l’albero! L’albero si spoglia quando fa freddo!
- L’albero!- urlo. – l’albero si spoglia quando fa freddo!-
Lui ghigna qualcosa, quando si dimette sopra la pietra, usando come leva un grosso ramo la sotto. 
- La ragazza non deve cantare vittoria.- sillaba aspro – se la ragazza sbaglia anche solo un indovinello, perde.- e scoppia in una fragorosa risata. 
I miei muscoli ancora si contraggono, mentre, il respiro diventa irregolare. L’ho capito che il suo obbiettivo è farmi perdere la concentrazione; ma non ci riuscirà. Comincio a pensare a Harry. Al suo sorriso perfetto, a quella dolcezza nel suo sguardo, a quelle fossette deliziose.
I miei muscoli si sciolgono, e sul mio viso appare un sorriso quasi inesistente.
- Ci sono tre fratelli, a volte sono brutti mentre altre volte sono belli. Il primo non c’è perché sta uscendo. Il secondo non c’è perché sta venendo. C’è solo il terzo, chè è il più piccolo dei tre, ma quando lui non c’è gli altri due fratelli non possono esserci. Chi sono?-
Cazzo. 
Questo secondo me è l’indovinello più difficile. Mi poso le mani calde sulle guance, chiudendo ancora gli occhi e inspirando fortissimo. 
Tre fratelli dev’essere per forza un soggetto metaforico, quindi devo pensare ad una cosa astratta. A volte sono brutti, mentre altre volte sono belli… mi ricorda tanto i giorni con Harry… alt. Mi concentro adesso… se il terzo non c’è gli altri due neanche. Giorni… tempo… passato, presente e futuro! Il primo sta uscendo, cioè il presente, il secondo, sta arrivando, cioè il futuro. Il terzo, il più piccolo, c’è, ma se non c’è lui gli altri non possono esserci. Passato!
Madonna sono un genio.
- Passato, presente e futuro!- urlo di nuovo. – Sì, sì, sì!-
Gremlin sembra furioso, ma non ci bado molto. In caso di aggressione, mi sarei potuta difendere. Continuo a saltellare a destra e a sinistra, quando la mano ossuta di Gremlin artiglia il mio braccio, affondandoci le unghie.
- La ragazza è pronta per il terzo?-
pronuncia l’ultima parola con un non so che di sadico, maligno, spietato. Deglutisco, cercando di fermare il palpitare incessante del mio cuore. Agitazione e preoccupazione, un mix letale per il mio corpo.
Annuisco cercando di non far trasparire le mie emozioni, e così è.
- Due conti vanno a fare una battuta di caccia, accordandosi di tornare verso mezzogiorno. A mezzogiorno, quando il maggiordomo ha già preparato tutto e apparecchiato la tavola, arriva un piccione viaggiatore con un messaggio, cioè “7-3= 5”. Letto il messaggio, il maggiordomo sparecchia tutto. Per quale motivo?-
Strabuzzo gli occhi, affondando le mani nei capelli.
ok, i due conti vanno a caccia, il maggiordomo apparecchia tutto, ma quando arriva un messaggio con su scritto “7-3= 5” sparecchia tutto. Ma se sette meno tre fa quattro? Quindi dovrò concentrarmi su questo dato per alcuni irrilevante. Ma perché cinque? Che motivo ci sarebbe? I conti non tornano…
Aspetta.
I conti non tornano! Dio santo, ma sarà Harry che mi ha fatto diventare così secchiona? Be’, almeno mi ha salvato la vita…
- I conti non tornano.- pronuncio. – Perché quel messaggio era un’interpretazioni di “i conti non tornano” come quando non ti viene un’equazione.- sorrisi.
Gremlin lacerò l’aria con un urlo, tanto forte da coprirmi le orecchie, data l’intensità della nota. I suoi occhi diventano fiammeggianti, i denti diventano zanne, rendendo ancora più sadico. La sua altezza mi supera enormemente, arrivando al fatto che io, gli arrivo alle ginocchia. I vestiti si strappano sotto l’ammasso di muscoli che si sta formando, mentre, le unghie diventano lame affilate.
Indietreggio spaventata, quando mi ricordo di avere qualcosa che lui non ha. Le mie mani disegnano un cerchio, che, formatasi, va a scontrarsi contro la sua faccia. Lancia un grido di dolore, mentre tengo ancora alte le mani per precauzione. 
- Rispetta i patti, Gremlin!- pronunciò il suo nome con una freddezza assurda, quando, lui mi guarda rabbioso.
Convinta che lo avrebbe fatto, abbasso di poco le mani, quando, presa alla sprovvista mi prende con entrambe le mani per la vita, tenendomi in alto. Cerco di fare forza su di esse per sgusciarci fuori, ma la sua presa è forte, molto più di quanto mi aspettassi. Il mio respiro sommesso fa da sottofondo alle sue continue grida.
- La ragazza non può vincere!- gridò. – non può!
Con uno scatto repentino mi ributta a terra, facendomi sputare non poco sangue. Sento dolore dappertutto, mentre, i suoi passi si allontanano da me. Il mio respiro si fa affannoso, e in un istante non sento più aria.
No penso. L’asma no.
Fin da piccola ho sofferto di attacchi di asma isolati, ma nei momenti meno opportuni. Il dottore l’aveva diagnosticato come un prezzo da pagare per essermi salvata dall’incendio, ma per me non è mai stato così. In quel momento maledico il mio dimenticarmi di portare l’inalatore quando ne ho più bisogno. All’improvviso, i colori si fanno accecanti e offuscati, la testa mi gira, e la mia bocca continua vanamente a cercare dell’aria. Quando, ad un certo punto, l’aria c’è, e i miei polmoni non ne potrebbero essere più felici. Riacquisisco la vista, ma vedo una parete acquamarina trasparente che mi separa dai colori che prima mi accecavano. A stento riesco a muovere le braccia, ma con uno sforzo sovraumano riesco a rimettermi in piedi. Il corpo è ricoperto da lividi violacei, il mio viso pieno di graffi e sangue secco. Vedo una mano che afferra la mia, e, alzo lo sguardo lentamente.
- Chi sei tu?-











Ormai mi diverto a lasciarvi in suspense, AHAHAHAHAH.
Che ne dite, sono in ritardo? Io non credo, dai. Ammetto che questo capitolo mi piace, e non poco. 
Mi sono tipo sciallata anche io per cercare la soluzione degli indovinelli, HAHAHAH c’:
Io ho già fatto i compiti per tutta la settimana e, dato che ieri non ho potuto stare al computer, mi sono molto impegnata!
MA VI RENDETE CONTO CHE ABBIAMO RAGGIUNTO LE CENTO RECENSIONI? IO NON CI CREDO. NO, PROPRIO NO.
In questi giorni, poi, ho finito un libro bellissimo. Vorrei scrivere una FF ispirata ad esso. A voi piacerebbe? 
Scommetto che pensate “sì, sta qua deve scrivere sempre Fan Fiction ma alla fine non le posta mai” Vero. AHAHHA. Perché a volte vedo che non vi piacciono, così le tolgo :c
Ringrazio le sei bellissime personcine, che hanno recensito lo scorso capitolo:
Oned_GaGa; Tommy_Tommy; Peace e Love; HiIamGaia; Sally_Styles e Yuki_Onna.
Siete tutte fantastiche!
*abbraccia fortissimo chi è arrivato fino a qui*
 
Anche a voi, anzi, soprattutto a voi, lettrici silenziose C:
x

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Capitolo 18
*** Black. ***


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Il ragazzo ha gli occhi marroni e i capelli castani. Ride, come se avessi fatto la battuta più divertente del mondo, e, non posso fare a meno di notare che il suo sorriso è qualcosa di perfetto. Con la mano libera mi prende pure la mano sinistra, e le stringe a sé. Io lo guardo affascinata, e lui se ne accorge.
- Un amico.- risponde sorridendo. – mi chiamo Liam.
Lo scruto attentamente, notando nel suo sorriso qualcosa di veramente cattivo. Cerco di allontanarmi da lui, ma la sua stretta è salda.
- Harry per colpa tu se n’è andato.-
Il mio cuore si stringe in una morsa, e comincio a temere il peggio per lui.
- Come andato?- domando con voce tremante.
- Andato, esatto. Da noi. Gli avevamo sempre detto che i sentimenti erano un’arma potente, e infatti non ne ha mai dubitato, tenendosi lontano da ogni genere di relazione. Ma poi sei arrivata tu, e lui si è dimenticato tutto quello che ha imparato in diciannove anni.-
Ok, non è un mio amico.
Con uno scatto repentino si sposta dietro di me, puntandomi un coltello alla gola. Provo a evocare i miei poteri, ma è tutto inutile.
Chiudo gli occhi, aspettando che l’oggetto ma trafiggesse la gola, ma ancora non accade.
- Non voglio ucciderti.- sussurra. – ma vorrei farti una domanda.
Io poso le mani sul suo braccio, cercando di toglierlo.
- Secondo te sei ancora nell’esame?-
Smetto di divincolarmi, riflettendoci bene per la prima volta. Il professore aveva detto che non avevamo diritto di aiuto, né ci sarebbero state persone, anche se in forma allusiva. Boccheggio qualche istante, quando Liam mi lascia per andare a prendere un fiore. I petali erano di colori sgargianti, e tutti diversi. Il polline era sul verde-acqua, e aveva la forma di un giglio, nonostante avesse il gambo.
Se lo porta al naso, guardandolo sognante.
- È buonissimo. Annusa.- dice porgendomelo.
Lo prendo con riluttanza, esaminandolo per bene. Lo guardo dall’alto al basso, quando mi soffermo alla corolla. È così bella…
Me lo porto al naso, annusandone l’odore. In quel momento, tutto si fa scuro, l’equilibrio mi abbandona, sembra che la terra giri così vorticosamente... poi buio.


- Ragazza! Ragazza sveglia!-
Sento voci lontane, ma per niente familiari. Apro lentamente gli occhi, e vedo il viso di una persona anziana, molto anziana. Aveva i capelli bianchi e corti, molti dei suoi denti non c’erano più, e gli occhi erano di un viola intenso. Provo a mettermi in piedi, ma la testa mi gira forte, e cado di nuovo.
- Non puoi alzarti, non puoi!- mi ordina con voce acuta.
Cerco di parlare, ma sento che le mie corde vocali non producono suono.
- Non puoi parlare, sei stata avvelenata.-
Inizio a dare di matto. Rimarrò così per sempre? Non potrei parlare mai più?
Mi guardo intorno, notando che siamo in una cella. Intorno a me ci sono bambini e bambine vestiti solo di stracci, e con un’espressione sofferente in viso.
Comincio a tastarmi la gola, girandomi verso il vecchio.
- Tu sarai la prima a essere uccisa…- sussurra. – tutti noi aspettiamo il nostro turno, ma tu sarai la prima.
La mandibola mi cade, mentre gli occhi si svuotano di luce. Ho ancora tutta la vita davanti, perché dovrei morire proprio ora? O, perché io?
Insomma, sono una brava ragazza di sedici anni, non ho mai fatto niente di male!
…a parte quella volta alle montagne russe, quando un bambino ha vomitato sul mio vestito ed io l’ho spinto fuori… ma non si è fatto niente, andiamo! Solo un braccio d’acciaio e le gambe, niente di grave.
Oppure come quella volta al parco. Un cane l’ha fatta sulle mie scarpe, ed io mi sono messa a ricorrerlo. Mentre mi guardava è affogato nel lago. Avrebbe capito cos’hanno provato le mie scarpe… se l’è meritato!
Mi guardo di nuovo intorno, prendendo un piccolo sasso rosso, e scrivendo sulla parete: “essere uccisa da chi? E perché?”
Il vecchio mi guarda con lo sguardo gonfio di rimorso.
- Sarai uccisa da lui. Lui in persona. Alle guardie ha detto di tenerti viva, volevo ucciderti lui.- continuava a ripetere.
Sottolineo la parola “Perché?”.
- Nessuno sa il perché.-
- Astrea?- sento pronunciare.
Dalla penombra spuntano Zayn, Elisabeth e Niall, pieni di sangue. Elisabeth sorride, mentre si butta su di me, come Niall e Zayn. Io ricomincio a piangere, asciugandomi subito con il dorso della mano le lacrime fuggitive.
“Che ci fate qui?” scrivo sul muro.
Elisabeth sembra rabbuiarsi, mentre Zayn la stringe a sé. Elisabeth pare pianga silenziosamente, mentre Niall la avvicina.
- Harry.- pronuncia. – non è quello che credevamo.









 
Vi prego, non mi odiate :c
Ho sempre da fare, ed è da almeno una settimana che non tocco il computer :c ho scritto questa merda in fretta e furia, pur di non lasciarvi a mani vuote.
Avevo già in mente di cancellarla perché non ho mai tempo… voi che ne dite?
Cioè… non so. Mi basta che ci siate ancora, diciamo…
Magari avete pensato “Oh, ho aspettato così tanto, il capitolo dev’essere eccezionale!” e poi vi ritrovate… questo. Mi dispiace tantissimo :c

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Capitolo 19
*** Dream. ***


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Il mio cuore si ferma, e non è solo una mia impressione. Metto una mano sul petto, quasi per assicurarmi che esso ci sia ancora. I miei occhi si riempiono di lacrime, mentre Niall mi stringe in un forte abbraccio.
Scuoto la testa ripetutamente, cercando di convincere più loro che me. So che Harry non è così, di sicuro l’avranno scambiato per un’altra persona.
- Astrea, devi accettarlo.- mi sussurra all’orecchio Niall.
Un rumore metallico e stridulo lacera l’aria, come un’unghia sulla lavagna. Una porta che prima non avevo notato si apre, notandone all’ingresso un uomo vestito con una lunga tunica nera.
In questi caso farei un po’ di ironia, sul fatto che un uomo porti una gonna, per di più un cappuccio, ma la assenza della mia voce, e la situazione poco adatta mi bloccano.
Sembra venire verso al vecchio di poco prima. Lo prende per la spalla, strattonandolo con violenza verso l’uscita.
Chiedo con lo sguardo a Niall cosa gli faranno, e lui sembra capire. Sui suoi occhi si stringe la tristezza, mentre mi lascia andare.
- Lo… uccideranno.- sussurra deglutendo.
Abbasso la testa, sentendo pochi secondi dopo un urlo lancinante. Elisabeth mi circonda le spalle, guardandomi negli occhi. Nei suoi occhi vedo solo coraggio e determinazione, doti assenti in molte persone che, in teoria, stanno per morire.
L’uomo ricompare, e io assegno la sua figura a un brutto presagio, direi. Chiudo gli occhi, stringendomi sempre più a Elisabeth, quando una mano fredda e dura mi afferra con violenza e nervosismo per il collo. Le dita si stringono attorno ad esso, mentre nei suoi occhi vedo solo la sua voglia di uccidere e fare del male.
Il respiro si mozza in gola, mentre le mie mani cercavano vanamente di staccare quelle dell’uomo sul mio collo. Mi getta a terra, prendendomi per la spalla e portandomi fuori da lì, seguita dalle urla di Zayn, Elisabeth e Niall.

Camminiamo per circa dieci minuti in un corridoio stretto, umido e freddo. Le pareti trapelano di ragnatele e lerciume di ogni tipo, mentre nel pavimento c’è di tutto: dalle ossa a del cibo.
Arriviamo fino ad una grande porta in legno, ricamata di spesse lastre d’acciaio arrugginite. L’uomo prende una chiave enorme, infilandola nella serratura altrettanto grande, facendola scattare. Mi butta letteralmente dentro, richiudendo la porta, come se avesse paura di far scappare qualcosa o qualcuno.
Mi guardo intorno. La stanza è illuminata dalla fioca luce di tre candele, messe ai lati della stanza triangolare. Scorgo una figura imponente, alzata e con i pugni lungo i fianchi. Gli occhi della persona sembrano fiammeggiare nell’ombra, mentre a poco a poco mi rialzo, mettendomi a gambe piegate.
La sagoma si avvicina a poco a poco, intanto che io ne riconosco il volto, rimanendone allibita ogni secondo di più. Il respiro s’ingarbuglia in gola, il cuore smette di palpitare a poco a poco.
Il viso di Harry sembra quasi illuminare la stanza, ma il suo sorriso maligno non la rende altro che cupa e oscura. Schiudo le labbra per parlare, ma dalla mia bocca non esce alcun suono.
Mi guarda inclinando leggermente la testa, infilando una mano nel giacchetto di pelle che portava. Da esso tira fuori uno strano frutto, di un colore violaceo mischiato all’arancio.
- Mangia.- dice avvicinando alla mia bocca il frutto.
Io indietreggio, andando a toccare la parete gelida.
Il viso del ragazzo davanti a me sembra rabbuiarsi.
- Ti farà riacquistare la voce.- continua.
Per quale motivo dovrei credergli? Lui è qua, in questo posto orrendo, senza alzare un dito per scappare.
Lui sembra intuire i miei pensieri, così da voce ai suoi.
- Mi hanno catturato. Adesso, per favore, mangia.-
Il suo sguardo si fa supplichevole, mentre io non riesco a resistere. Tremante, afferro con riluttanza il frutto, portandomelo alle labbra, mordendone un piccolo pezzo.
Le iridi del ragazzo davanti a me diventano rosso fuoco, mentre sul suo viso si forma un sorriso inquietante. Mi tende una mano, e io non posso fare a meno di accettarla. Mi poggia le mani sui fianchi, posando la testa sulla mia spalla.
- Farai tutto quello che voglio per mezz’ora.- ride.- finirà presto, te lo assicuro.
Deglutì, poggiando contro la mia volontà, le mani intorno al collo di Harry.
- Il lato positivo è che ho riacquistato la voce.- mormoro senza quasi accorgermene.
Una risata cristallina riempie per un attimo la stanza.
- Ascoltami.- sussurra. – è l’ora di confessarti che io ti ho sempre usata, e mi dispiace. Non più di tanto, ma un po’ sì.-
Queste parole, sul momento, non mi feriscono, nemmeno mi lasciano di stucco. Non riesco a provare emozioni, niente di niente.
- Perché?- riesco a pronunciare.
Lui inspira forte il mio odore, poggiando le sue labbra sul mio collo. Io non mi muovo di un millimetro.
- Be’, lo sai. Te l’ha detto Andrew.- risponde ovvio.
Le sue labbra si spostano dal mio collo alla mia mandibola, dove lascia umidi baci. Il mio corpo è completamente immobile, ma nel mio stomaco si forma un vortice di emozioni indescrivibile. Non capisco cosa succede, però…
- Sei bellissima.- sussurra tra un bacio e l’altro.
Le mie mani s’insinuano tra i suoi ricci, mentre le mie labbra cercano le sue.
E poi, è successo in un secondo, in un momento.
Un bacio ricco di ingordigia, di voracità. Quel bacio non è il sentimento che io provo per lui, né quello che lui prova o, ha mai provato per me. Le sue mani afferrano i lembi della mia maglia, provando a tirarla su; ma il poco di volontà che mi rimane glielo impedisce. Comincia a massaggiare la mia schiena con i suoi palmi freddi, mentre le mie mani si posano sulla sua nuca. Non posso fare a meno di smettere, se non fosse per il fatto che sto baciando il ragazzo di cui sono innamorata…
- Non trattenerti piccola.- sussurra mordendomi il lobo.
Ogni mia particella stava urlando di contrastare quell’ondata di emozioni, ma i miei muscoli non rispondevano ai comandi. Harry picchietta sulle mie labbra per chiedere accesso alla mia bocca, ed essa glielo concede. Il corpo del riccio mi spinge violentemente contro la parete, mentre il bacio diventa qualcosa di meno casto, arrivando a qualcosa di passionale.
Tolgo le sue labbra dalle mie, sfiorandole appena. Il nostro respiro affannato si confonde, mentre disegno cerchi immaginari sul suo petto.
- L’effetto avrebbe dovuto finire dieci minuti fa.- sussurra poggiando la sua fronte sulla mia, senza staccare le sue labbra. – probabilmente miss Io-non-faccio-ciò-che-vuoi ha cambiato idea. 
- Non credere, Styles.- rispondo ansimando.
La sua risata mi inebria in un istante.
- Styles? Prima mi baci e poi arrivi a chiamarmi per cognome? Non è elegante, Parks.-
Inevitabilmente, però, ha ragione. Sentivo che quello che facevo non lo facevi dettato dal suo volere, ma dal mio.
Io avevo bisogno di quel contatto.
Io avevo bisogno del suo calore.
Io avevo bisogno dei suoi baci.
Io avevo bisogno delle sue mani sul mio corpo.
Io avevo bisogno di lui.
Eppure, per lui non era stato altro che un capriccio.
Mentre per me, tutto un sogno.



 
 
 
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Preparate pure la copertina, la tazza di te e il sottofondo musicale, questo angolo autrice sarà davvero lungo c’:
Ero partita con l’intento di fare questo capitolo davvero lungo.
E cos’è spuntato?
*urlo del pubblico* UNA MERDAAAA! Esattamente c’:
Comunque, uhm… SONO TORNATE LE GIF ANIMATEEEE! Alcune di voi le amavano, ed eccovi accontentate <3
Oggi ho avuto un battibecco con mia madre che non mi vuole fare le punte blu, perché io ce l’ho rosse ma mi stufano :c
Voi direte “che cazzo ti lamenti? Io non posso manco fare una mini-ciocca del mio colore un po’ più chiaro”
AHAHAHHA in effetti, ma io ci tengo :c è fin da piccola che le voglio fare :c
Ho capito pure che ormai io voi, voi io, siamo un tutt’uno(?) così, quanto meno vorrei farvi conoscere il mio aspetto, no?

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…eccomi. Oddio evitate gli insulti, io sono molto sensibile a queste cose. Una volta ho pianto un’intera giornata perché un mio ”””””amico””””” mi ha detto che mia sorella è molto più bella di me, a confronto. Be’, è successo un po’ di tempo fa, adesso sono più stabile emotivamente a queste cose.
Quanti anni mi date? C: go, go, provate!

Passando al capitolo…
Che ve ne pare? Astrea e Harry si strappano il loro primo bacio, ma non volontariamente, in verità! È una cosa un po’ complicata in effetti c’:
Ringrazio infinitamente le otto personcine che hanno recensito lo scorso capitolo:
EhiChecca
Yo, benvenuta nella mia famiglia :33
HiIamGaia
Ti confesso che mi sembri una delle tipiche ragazze facebookiane(?) che hanno 345678 mi piace sulle foto e sugli stati, HAHAHAH. Madonna però sei bellissima :c
Marialuce1D
Ehylaaa! Tornataaa finalmenteee! C’:
Sally_Styles
Scommetto che la tua ipotesi non combacia con l’accaduto ouo
hugsandraimbow
C’HO MESSO TRE ORE PER SCRIVERE IL TUO NOME AHHAHAHAHAHHAHA.
_Cupcake_
Grazie tante tante tante C:
Chicchia99
Te ringrazio mucho amigassss c-: <--- HAHAHAHAH.
Tommy_Tommy
lalalaaaa, ti amo lalalaaaaaaaaaaa <3

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Capitolo 20
*** Lost in confusion, like an illusion. ***


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{leggere angolo autrice, abbastanza importante ^^’}
 

Inganno? Qualcuno l’avrebbe chiamato così, ma io la chiamo più illusione. Non ne so bene il motivo, ma il mio stato d’animo non rispecchia la rabbia, ma bensì la delusione, derivata dall’illusione.
Magari, come quando in un gioco in cui sei all’ultimo livello, sconfiggi il boss ma dimentichi di salvare.
C’è quell’incazzatura, ma anche quella frase: “sei un coglione… dovevi salvare…”, e ti senti perso, perché dovrai rifare tutto.
E adesso sono qui, tra le braccia di Harry, che si è comodamente addormentato in un angolo della stanza. Il rumore dei suoi respiri è la melodia più bella e ritmica che abbia mai sentito; vivrei di questa soave armonia. Il suo petto si alza ritmicamente ad intervalli di tre secondi, ed il mio cuore ad intervalli dello stesso tempo si ferma. Sul suo viso è stampata un’espressione di beatitudine mentre, involontariamente mi stringe sempre più a sé. Le mie labbra si schiudono in un sorriso, intanto che mi accoccolo sempre più a lui.
Non riesco a odiarlo.
Non riesco.
Qualcosa mi dice che non ha scelto lui, nonostante pochi minuti prima me lo abbia affermato. Il mio cervello non ha ancora assimilato del tutto l’accaduto, perciò continua a credere a quello che ho sempre pensato su Harry. Dicendolo in poche parole, mi sono innamorata dell’idea che ho di lui.
Volto il mio viso in alto, arrivando dove mi si para una visuale a dir poco paradisiaca. Sorrido involontariamente, pensando a quelle labbra così rosse e morbide.
- Non lasciarmi- sussurra con gli occhi chiusi. – Non lasciarmi andare… sono stanco di sentirmi solo.-
Sbarro gli occhi, non capendo se il ragazzo davanti a me è conscio oppure no. Cerco di guardarlo bene, sgusciando leggermente dalla stretta, e mettendomi all’altezza del suo viso.
Tremando, appoggio una mano sulla sua guancia, sentendola tremendamente fredda. Chiudo gli occhi, cercando di sentire meglio il battito del suo cuore.
È veloce, come se avesse corso ottanta metri un secondo. Sento un contatto altrettanto freddo sulla mia mano. Riapro di scatto gli occhi, vedendolo fissarmi, con il suo bellissimo sorriso. Sposto a fatica lo sguardo dai suoi occhi, alla sua mano appoggiata alla mia, sentendo una stretta sempre più forte da parte sua.
- Non lasciarmi andare… sono stanco di dormire da solo.- 
Posso notare nei suoi occhi uno scintillio improvviso, camuffato subito dopo da una parete pronta per non far traboccare le sue emozioni. Quel verde prato diventa un cristallo di smeraldo impenetrabile.  
- Fammi capire…- sussurro a fatica.
Per tutta risposta, prende lentamente una mia mano tra le sue, poggiandola nella parte sinistra del suo petto. Il suo cuore batte più veloce di prima, quasi il triplo. Mi guarda negli occhi, cercando una qualche traccia di sentimento che non sia odio, animo che dovrei provare, ma non provo.
- Questo.- allude al cuore. – batte solo per te.
Rimango completamente spiazzata dalla risposta. Cinque minuti prima, mi dice che mi ha sempre ingannata, e che non mi ha mai voluto bene, e ora? Mi dice che il suo cuore batte per me.
- Harry… io non…- ansimo.
Non termino la frase che poggia delicatamente le sue labbra sulle mie.
Quel bacio è tutto quello che più c’è di casto e pure nell’universo. Mi mette la mano sulla guancia sinistra, quando mi aggancio al suo collo, annullando la già poca distanza che c’è tra i nostri corpi. Miliardi di elefanti danzano nel mio stomaco, senza darmi un attimo di tregua. La sua bocca si muove armonicamente sulla mia, sprigionando in me qualcosa di mai provato. Si stacca a fatica, appoggiando la sua fronte sulla mia, e facendo sfiorare i nostri nasi. Le nostre labbra si accarezzano vogliose di altri contatti.
- Di’ che mi ami… ti prego.- ansima.
- Ti amo, Harry. Più di quanto immagini. Starti lontano mi terrorizza.- sussurro.  
Lui sbarra gli occhi per un istante, boccheggiando per alcuni attimi.
- Ti amo anche io.-
Dal tremore della sua voce, comprendo che quelle parole non le ha mai dette a nessun’altra.
Capisco che i suoi sentimenti verso di me sono reali, e non un’illusione.
Capisco che lui è sempre stato la ragione del mio sorriso.
Capisco che lui è tutto quello che ho sempre voluto.
Capisco che se non ci fosse lui, io morirei.
Mi da’ diversi baci a fior di labbra, non ancora soddisfatto del contatto. Insinuo le mie mani tra i suoi ricci, tirandoglieli leggermente. Lui geme, insinuando le sue mani sotto la mia maglietta. Sussulto appena lo sento accarezzare il gancio del mio reggiseno, ma tanto basta per farlo tornare in sé. Si alza di scatto, passandosi una mano tra i capelli.
- Scusa.- balbetta. – non dovevo andare oltre.
Mi alzo anche io, corrugando la fronte. Il ragazzo di fronte a me, lascia le mani lungo i fianchi, syudiando la mia espressione. Guardandomi intorno, ricordo il motivo per cui sono qui, e per poco non scoppio a piangere.
Il suo cuore palpita ad una velocità impressionante, come un tamburo.
 In un secondo, butto le mie braccia al suo collo, stringendomi a lui più forte che posso. Senza pensarci, ricambia la stretta altrettanto forte.
- Ho paura.- mormoro con voce spezzata.
- Shh, ci sono io qua, okay?- mi sussurra all’orecchio accarezzandomi i capelli.
Scoppio in un pianto isterico, interrotto solo dai miei spasmi e dal respiro del riccio di fronte a me. Poco dopo essermi calmata, Harry allenta leggermente la stretta, lasciandomi respirare.
- È vero che mi hai sempre usato?- domando a fatica.
I suoi muscoli si contraggono, il suo respiro si mozza e per un attimo i suoi palpiti cessano. Si stacca lentamente da me, senza poi interrompere del tutto il contatto. Le sue mani stringono con forza le mie, tanto che le sue nocche sono bianche. I suoi occhi esprimono tutta la vulnerabilità e la fragilità che aveva sempre nascosto.
- Hai presente, come nei film polizieschi, il cattivo finge di amare il buono, ma alla fine si innamora davvero? Ecco. La mia versione è leggermente diversa. Avranno cancellato nella tua mente il mio ricordo, ma io ci sono sempre stato. Conosco tua nonna, Grace, e tuo nonno, Andrew. Loro mi odiavano.- sogghigna. – è dall’asilo che ti conosco, Astrea. È invece dall’elementari che sono innamorato di te, ma tu non hai visto altro che un amico in me, così, per soffrire di meno ho cominciato ad odiarti. Poi, è arrivato lui. Ha stravolto completamente la mia vita, e non in bene. Ho cominciato a far del male, perfino a uccidere. Poi, sei arrivata all’accademia. Sapevo che eri speciale, l’ho sempre saputo. Ho fatto finta di non conoscerti perché sapevo che non ti ricordavi di me, ed era molto più facile odiarti. Poi, mi hanno detto di fingermi tuo amico, di diventare importante per te. Mi hanno logorato dentro. Mi uccideva ogni finzione.-
Una lacrima solitaria cavalca la guancia di Harry. Con un movimento repentino, gli poggio la mano sulla guancia, eliminando definitivamente ogni traccia di essa.
Nella mia mente affiorano ricordi sfocati, di un ragazzo con delle fossette e gli occhi verdi. Mi ricordo di quando quel bambino buttò con un calcio la mia casa con i lego, scusandosi e chiedendomi di costruirne una insieme a lui. La porta si apre di scatto, ed Harry con tale velocità si allontana da me, mettendosi al mio fianco.
- È l’ora.-








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OK, POTETE LAPIDARMI, VE NE DO IL DIRITTO.
Ma prima, aggiungetemi su facebook <3 Facebook- Zayns Wjngs
Voglio ognuna di voi, O-G-N-U-N-A. Voglio conoscervi tutte!

Cooomunque
Ma vi rendete conto che è dal 10 che non aggiorno? Oddiooo.
Ma in questi giorni ho tante verifiche, e ambisco alla media dell’otto(?)
L’altra settimana mi sono fatta delle foto (just for you) [sia chiaro, non è che adesso mi avete detto “sei carina” ad ogni capitolo metto una mia foto nuova, era solo perché questa era più recente. Io ODIO farmi foto.]

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Nella prima immagine, vediamo la nostra suddetta scrittrice scoppiare a ridere, perché non riesce a stare seria davanti ad un obbiettivo.
Nella seconda immagine, la suddetta scrittrice rimane sorridente per meno di tre secondi.
Nella terza immagine, vediamo i capelli della scrittrice, prossimamente viola dfghjk
Nella quarta, vediamo suddetta scrittrice con suo padre. BELLISSIMO!

Quest’oggi autorecensisco(?) il mio capitolo, diciamo ^^’.
I sentimenti di Harry non sono chiari, insomma, i primi momenti che sono insieme lui le dice chiaro e tondo “Ti ho usato, e non mi dispiace” mentre dieci minuti dopo “il mio cuore batte solo per te”.
WTF?!
Lo scoprirete meglio nel prossimo capitolo c:
Lasciato in suspenssse (vero?)
TAN TAN TAAAAAAN.
Cosa succederà al prossimo capitolo?
Uccideranno la nostra beniamina?
Harry ama Astrea, o la sta solo ingannando?
Lo scoprirete nella… PROSSIMA PUNTATAAAAA SDFGHJMK

Facebook- Zayns Wjngs


 

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Capitolo 21
*** Evan ***


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Un attimo, un secondo, cento millesimi di secondo. Una frase, troppe emozioni in un colpo solo. Mi giro lentamente verso di Harry, che mi guarda con gli occhi lucidi. Fa due passi verso di me, ma l’uomo sulla soglia della porta, in un secondo, lo prende per le braccia, tenendolo fermo.
- Lasciami!- urla scalpitando.
Butta la testa all’indietro, dando una testata all’uomo che poco prima lo teneva. Egli cade rovinosamente a terra, mentre Harry mi prende per mano, cominciando a correre.
Il corridoio sembra più buio di quando sono arrivata; il riccio mi stringe, mi stringe fortissimo.
- Dove stiamo andando?- domando col fiatone.
Svolta velocemente a destra. Le gambe mi tremano, il cuore palpita troppo, troppo in fretta. L’adrenalina scorre nelle vene, la sensazione della morte sembra inghiottirmi in un colpo solo. Il battito dei nostri passi echeggia nel buio corridoio, la mia paura e palpabile, ma non quella di Harry. In lui sembra scorrere solo sicurezza.
Si ferma all’improvviso, mettendo una mano davanti al mio corpo, come a fermarmi. Gira di scatto la testa a destra. Il silenzio regna, ma non è quel tipo di silenzio, in cui ti senti a casa. È un silenzio massacrante.
- Ascoltami.- sussurrò ad un certo punto. – vai dritta per questo corridoio. Alla fine di esso ci saranno tre diverse porte, una blu, una rossa e una bianca. Tu dovrai entrare in quella rossa. Fai in fretta, però, okay? Appena ti dico di andare, corri. Come se fossero i tuoi ultimi istanti di vita.
Infatti.
- E tu?- domando mettendomi davanti a lui. – di te che ne sarà?
Fa un lieve risolino, mettendomi le mani sulle guance, e guardandomi negli occhi.
- Me la caverò. Adesso vai.- sussurrò sorridendo.
- No.- rispondo. – non me ne vado da nessuna parte senza di te.
Il suo sguardo si addolcì, diventando quasi supplicante.
- Ti prego. Vattene.- sibila a denti stretti.
- No.- ripeto irremovibile. – se mi salverò senza di te, tanto meglio morire. Non ti lascio solo.
Harry mi guarda per un interminabile minuto, quando, la vista mi si annebbia, un dolore fortissimo alla schiena mi pervade, e il mondo diventa… nero.


Harry’s POV.

Astrea cade a terra sotto i miei occhi.
Subito dietro di essa, compare Andrew, con un coltello in mano. La lama era completamente bagnata, ma non di sangue, di… acqua.
Il mondo si ferma in secondo. La rabbia sembra inebriare ogni muscolo del mio corpo. Lancio un grido, scaraventando con una ventata Andrew dall’altra parte del muro, frantumandolo in tanti piccoli pezzi. Il moro si rialza neanche troppo stordito, passandosi una mano sulla spalla, dove c’era finita un po’ di polvere. I suoi occhi si tingono di un giallo intenso, e le sue mani si circondano di una luce bluastra.
Apro le mani, e da esse fuoriescono uragani che scagliano Andrew per tutto il corridoio. Il ragazzo non sembra contento del mio gesto; dal suo viso esce un ghigno inquietante.
- Che c’è, Harry? La tua fidanzatina si è fatta male?- mi beffeggia.
Scaglia un pugno letale sul mio stomaco, che mi fa gemere dal dolore. Lentamente indietreggio, mentre lui avanza.
- Il ragazzino dimostra dei sentimenti verso la sua compagna di vita?- dice con voce fintamente tenera. – sarà una compagna di morte, adesso.
Nei suoi occhi balena cattiveria e sete di sangue, ma anche qualcos’altro. Poco prima che scagli il colpo finale…
- Evan.- sussurro.
Si ferma ad un centimetro dal mio viso.
- Che cosa hai detto?- sputa tra i denti.
Apro lentamente gli occhi, visionando gli occhi di Andrew lucidi. Sollevò un pugno, regalandomi un gancio destro.
- La tua schifosissima bocca non può permettersi di pronunciare il suo nome!- dice prendendomi per il collo.
- L-lui non avrebbe voluto che tu diventassi così…- pronuncio a fatica.
Andrew molla la presa, lasciandomi accasciare sul terreno. Poso la mano gelata sul collo, con l’impressione di alleviare il dolore. Afferro una boccata d’aria, vedendo Andrew piangere. I suoi occhi si velano di tristezza e malinconia.

Io e Andrew eravamo appena stati reclutati. Io non ero ancora abituato a tutto quello, lui invece amava sporcarsi le mani di sangue.
- Andrew, ho un compito per te.- ansimò quasi, lui.
- Qualsiasi cosa, signore.- risponde con tono autoritario.
Fece un respiro profondo indicando la foto della famiglia di una bambina. Si voltò a guardare la foto, rimanendo allibito.
- Dovrai uccidere… tutta la famiglia.- lo informò con voce rotta. – lì c’è il tuo migliore amico… ed è per questo che do’ a te questi compito.-
Andrew diventò pallido all’improvviso. Sapevo bene quanto per lui contasse Evan, davvero l’avrebbe ucciso?
- M-ma signore…- balbettò.
- Dimostrerai completa lealtà verso di me se lo farai.- lo precedette.
Deglutì rumorosamente annuendo. Ci congedò, facendoci uscire dalla sua stanza. Mentre camminavamo, sentivo molte preghiere e scuse indirizzate a Evan.
- Quindi… lo farai?- chiedo ad un certo punto.
Andrew sbuffò, rispondendo:- Ho altra scelta?-
-Certo che ce l’hai.- replico indignato. – puoi andartene, smetterla di uccidere…-
- Non posso, Harry!- urla.
-Certo che puoi!- ribatto
- Lascia perdere, sei come tutti gli altri.- sussurò andandosene.


-Mi dispiace…- sussurrò tra le lacrime, accendendo il fiammifero.







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E’ LA CORTEZZA, LO SO.
Ma la mia vena creativa sta cominciando a farsi più stretta cwc
Poi ho avuto anche un po’ di problemi con dei miei amici, e ho iniziato una storia che sono
DETERMINATA A CONTINUARE. (Her eyes)
Seee volete la trama:

“-La voglio.- pronunciò il moro.
Kailyn increspò le labbra, corrugò la fronte e mise le mani suoi fianchi. L'agitazione del ragazzo era ben tangibile. Dopo vari minuti di silenzio da parte della ragazza, parlò: -Tu non la ami, Zayn. Non l'hai mai amata.-
Il ragazzo strabuzzò gli occhi, incrociando le braccia al petto.
-Che intendi?- chiese spazientito.
-Che tu la vuoi oggettivamente, ecco cosa intendo. Se l'amassi veramente, non la vorresti, ne avresti semplicemente bisogno - marcò bene. - avresti bisogno di lei, dei suoi abbracci, delle sue risate di cui sai di essere la ragione, dei suoi baci... ma tu la vuoi come un oggetto, ed è per questo che non l'avrai mai.-"

Non mi offendo se passate cwc
Be’, che dire? Si scopre che il fratello di Astrea era il migliore amico di Andrew, e li ha uccisi lui. BA BAAM.
Come finirà Astrea?!
Ringrazio tutte le fantastiche nove personcine che hanno recensito lo scorso capitolo, siete dolcissime!
Al prossimo capitolo <3

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Capitolo 22
*** Pain never ends. ***


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Astrea’s POV

La bimba dalle trecce rosse se ne stava rannicchiata sulla panchina del parco, con un grande libro in mano. Poco più in là, dei ragazzi della sue età giocavano animatamente. Li guardava di sfuggita, così gelosa. Sospirò, tornando a leggere il suo libro, così noioso in confronto al mondo che la circondava.
Un pallone richiamò la sua attenzione. Era a pochi passi da lei, e l’idea di prenderlo e ridarlo le balenava in testa.
“Magari fai amicizia”, pensò.
Posò il libro che aveva in mano, andando lentamente a prendere il pallone. Un ragazzo ricciolino la precedette, calciando il pallone verso i ragazzi, evitando così di avvicinarsi.
Astrea era imbambolata. Sembrava così tranquillo, così in pace nei confronti di quello che lo circondava.
- Tu non vai a giocare?- gli chiese la bimba, pentendosi subito dopo di aver parlato.
Il ragazzo si voltò, rimanendo stregato dalla chioma della bambina. Scosse leggermente la testa, avvicinandosi a lei.
- E perché?- domandò nuovamente.
Il bimbo scrollò le spalle: -penso che sia una perdita di tempo. Inseguire un pallone e calciarlo; che senso ha?- spiegò.
La bambina annuì, scioccata dal comportamento maturo del ragazzo.
- Quanti anni hai?- le domandò il ricciolino.
 - Nove.- rispose. – Dieci domani.-
Il ragazzo sorrise: -tanti auguri, allora!-
La ragazza arrossì, diventando un tutt’uno con i capelli.
- Sei la prima persona che mi ha fatto gli auguri in otto anni.- gli disse. – neanche i miei nonni se ne ricordano.- sospirò amaramente.
- E i tuoi genitori?- domandò il ragazzo.
La bimba represse le lacrime, provando a non far tremare il tono di voce. Sospirò:- sono morti in un incendio non troppo tempo fa.-
Al ragazzo gli si spezzò il cuore a vedere la bambina così. Sapeva cosa significasse perdere genitori, non voleva che un’altra persona sopportasse il dolore che aveva sopportato lui.
- Io sono Harry, ho undici anni e voglio essere tuo amico.-  buttò fuori allungando la mano.
La ragazza la guardò allibita. Per poco non sapeva neanche cosa significasse essere “amici”.
Harry si sedette sulla panchina, invitando la bambina a farlo. Ella ubbidì, mettendosi vicina al ragazzo.
- Sai, simpatia deriva dal greco- sbottò ad un certo punto. – significa soffrire insieme.-
La ragazza lo guardava attenta.
- Vuoi essere simpatica con me? -

 

{Five years after…}
 
- Io non credo che Logan sia il ragazzo per te.- blaterò Harry cercando di restare calmo.
La ragazza rise. La risata più pura e bella che Harry avesse mai sentito. La cornetta del telefono, però, non riusciva a renderle giustizia
- Io invece credo funzionerà. Insomma, è così gentile, simpatico, divertente…-
Harry contrasse la mascella e strinse i pugni, quasi fino a spaccare il cellulare.
- Astrea, veramente. Non mi fido di quel tipo, e tu sai che le mie sensazioni sono sempre risultate giuste.- insistette il riccio.
- Sei sempre così iperprotettivo.- si lamentò la ragazza. – comunque, non manderei tutto a farsi benedire per una tua sensazione.-
Il ragazzo a momenti non spaccava tutto quel che aveva in tiro.
- Va bene, va bene, ma non ti lamentare con me quando vi sarete lasciati.- riattaccò,
Si lasciò cadere sul letto, convinto di essere solo preoccupato per la sua “sorellina”. Però, qualcos’altro gli diceva che c’era di più. Non poteva succedere, non voleva che succedesse.
E nonostante tutto, era già successo.



Andrew’s POV

-Andiamo a giocare?- domandò il ragazzino.
Lo guardai sbarrando gli occhi.


Scuoto leggermente la testa, prendendo il corpo inerme di Harry e caricandolo in spalla. I ricordi sono macigni nel mio cuore.

-Stai parlando con me?- domandai.
Il ragazzino sorrise, passandomi il pallone. Io, che mai avevo toccato uno di quegli aggeggi infernali, provai a prenderla, con scarsi risultati. Ecco, mi avrebbe preso in giro come tutti gli altri.


No, non volevo mettere K.O Harry, ma non mi rimaneva altra scelta.
Non hai mai scelte, vero Andrew?
Scuoto nuovamente la testa, provando a non pensare, pensare a niente.

Il ragazzino, però, non perse il sorriso.
- Non hai mai giocato a calcio?- domandò raccattando la palla.
Scossi la testa, imbarazzato.
- Ti insegno io!- decretò felice, prendendomi per mano.


Basta!
Comincio a correre, senza una meta precisa. Non voglio niente di tutto questo, non l’ho mai voluto.

-Oh, io sono Evan.- si presentò il ragazzo, poco tempo dopo.
- Io Andrew.- sussurrai.
Dei ragazzi si avvicinarono a Evan, chiedendogli di venire con loro. Io, sicuro che mi avrebbe piantato in asso, abbassai la testa e girai i tacchi, pronto ad andarmene.
- No, io resto con Andrew.- disse in tono fermo.
- Cosa?- domandò uno di loro. – preferisci stare con lui piuttosto che con noi?
Evan sbarrò gli occhi, annuendo.
- Certe persone si credono superiori di altre, vero Criften?- sibilò tra i denti.
Il ragazzo si zittisce, andandosene con la sua comitiva.


E ci sono quei momenti in cui vorresti solo scappare, scappare dai tuoi pensieri, da tutto quello che ti circonda. Poso Harry al muro, prendendo dal mio giacchetto un liquido rosato. Stappo la bottiglietta, versandone il liquido nella bocca di Harry.
Egli apre velocemente gli occhi, guardandomi senza fare domande.
- Perché lo vuoi fare?- chiede praticamente leggendomi nel pensiero.
- Non ne vale più la pena, Haz’.- sospiro.
Lui mi stringe le spalle, guardandomi negli occhi.
- Andrew. Ci conosciamo da tanto, troppo tempo. Io ti conosco e ti percepisco come un fratello, okay? So che farai la cosa giusta. Adesso, dimmi dov’è Astrea.- parla con voce rotta.
- È nella stanza delle torture. Calmo, per ora non le farà del male, non fin quando non ti porterò là.-
Harry mi guardò impaurito, ripetendo: - Fin quando non sarò là?-
Io annuisco.
- Vuole che tu assista alla sua morte.-
Il ragazzo mi guarda con puro terrore dipinto nel volto, sussurrando: - E io che pensavo che il peggio fosse passato.






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HOLA AMIGAS C:
Okay, è da un’infinità di tempo che non aggiorno, perciò facciamo un grande applauso a larryscage
che mi ha spinto a continuare, minacciandomi di morte e dolore.
(P.s, ha una bella storia, passateci se vi va sdfghj)
Ti voglio bene socia.
ALLORA,
Andrew passa dalla parte dei buoni, perché il suo amore (voler bene, intendiamoci)
verso Evan lo spinge a fare la cosa giusta.
Astrea rivive il momento dell’incontro con Harry,
ma è ancora la bella svenuta nella torre, purtroppo cwc

Ah, ma voi avete sentito qualche canzone di Midnight memories?

A me piacciono quasi tutte, tranne “Midnight Memories” e “Little black dress”,
sono troppo rock per me cwc
STRONG, STRONG SARA' FOREVAH AND EVAH LA CANZONE DEL MIO CUORE.
Mi ricorda un casino questa storia, non so perché sdfghjk.

Ringrazio: Tommy_Tommy; Yuki_Onna; Sally_Styles; marialuce1D; Giadabedinstyles130; forever_directioner5; larryscage; mimi3316; Vally2010, per aver recensito lo scorso capitolo e avermi detto la loro c:
Al prossimo capitolo pipol, vi voglio bene c:
Musjc x


 

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Capitolo 23
*** Memories ***


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Harry’s POV

La strada è lunga, il respiro corto. Corro a perdifiato, senza chiedermi una volta se stessi facendo la cosa giusta. Non ho mai amato correre, ma in questo momento sembro nato per fare solo questo.  Il viso di Astrea, la sua fiducia verso di me, i ricordi che ha dimenticato.
Le gambe iniettano una scarica di adrenalina, che mi spinge a correre sempre più in fretta. Le tempie pulsano, il cuore batte, inondandomi le orecchie di quel ritmo così assordante. I piedi mi fanno male, le gambe stanno per cedere, quando vedo davanti a me una vecchia scala a chioccola, che porta ad una torre, data l’altezza.
Non mi fermo neanche a pensare, so che lei è là. Raggiungo la fine della scala, dove incontro una stanza grandissima completamente vuota. Il mio respiro affannato riempie la stanza per alcuni attimi, quando le gambe soccombono, e mi ritrovo in ginocchio, con il cuore a pezzi.
Il silenzio è un urlo quieto, che sembra lacerarmi pezzo per pezzo l’anima. Dopo qualche minuto mi alzo, ispezionando la stanza. So che è qui, lo so.
Una finestra sulla destra della stanza ottiene la mia attenzione, dove sembra ci sia una parete in vetro.
Mi posiziono davanti ad essa, quando mi sembra di toccare qualcosa che non è vetro di una finestra. Sembra che io sia inciampato in una cassaforte, senza vederla.
Faccio due passi indietro. La stanza è normale, le pietre sono al loro posto, non c’è niente di strano.
Mi allontano lentamente, avvicinando una mano sul punto in cui sono inciampato. Sento una parte rialzata, e ispeziono subito la zona. Sento che l’interno e scavato, e ne approfitto per provare a sollevarla. Con mia grande sorpresa, noto che è leggero, ma anche che alzato un po’, si vedono dei capelli…
Rossi.
Con tutta la forza che possiedo sollevo la teca, vedendo all’interno Astrea. È sdraiata per terra, ricoperta di sangue sull’addome. Alzo leggermente la maglia, vedendo un piccolo pugnale conficcato in esso. Lo estraggo lentamente, quando vedo un alone viola.
- No, no, no…- sussurro imprecando.
La prendo in braccio, stando attento a non toccarle il graffio. La sua leggerezza giova ai miei movimenti, permettendomi di andare più veloce. Mentre percorro le scale, un’idea mi frulla nella testa.
Perché è stato così facile? Perché non c’era nessuno di guardia?
Non credo che lui abbia voluto uccidere Astrea senza nessun testimone, senza di me.
Prendo il suo polso tra le mani, notando che il cuore batte lentissimo. Affretto il passo spaventato, spaventato dalla morte di qualcuno che amo.


Elisabeth’s POV

Lancio un altro calcio sullo stomaco all’uomo, facendolo finire a terra come tutti gli altri. Mi tiro una ciocca indietro, con la mano tutta ricoperta di sangue. Zayn rimette il coltello nel fodero, mentre Niall si guarda intorno quasi disgustato.
- E adesso che si fa?- domanda Zayn, quasi sovraeccitato da quella rissa che da tanto aspettava.
Poco dopo aver preso il vecchio, le guardie sono venute a farci la guarda con il massimo dell’attenzione; avevamo già stabilito un piano. Zayn li provocò un po’, dicendo che se fossero venuti la dentro non li avrebbero neanche toccati. Uno di loro si fece prendere dalla competizione, entrando e lasciando la porta aperta, con gli altri di vedetta. Tirò fuori il pugnale, conficcandoglielo il gola. Gli altri si sono precipitati aiutando l’amico, ma era già tutto programmato.
Io mi asciugo le mani sui jeans strappati, guardando seria il ragazzo davanti a me.
- Ribaltiamo questo posto finché non troviamo Astrea.- rispondo ovvia.

Astrea’s POV

Una luce bianca, la voce di una bambina che chiede alla madre cosa succede, i calpestii di un uomo stanco, un urlo taciturno di una persona debole.
In un attimo sono in apnea, tra ricordi più vaghi che chiari. Dal nulla si plasma la mia casa, compaiono i miei genitori, Evan e… Harry. Ad un tratto è come se fossi uscita dall’acqua, e due forti braccia muscolose mi stringono a sé.
- H-Harry.- balbetto incerta.
Lui mi stringe ancora più forte, lasciandomi un bacio sui capelli.
- Come sono finita qui?- sussurro.
Lui si stacca da me, guardandomi sorridente, rispondendomi:- è l’effetto del veleno che ti ha dato lui.- dice con una calma asfissiante.
- Quindi tutto questo è un’illusione?- domando alludendo al luogo.
Lui annuisce, senza però perdere il sorriso:- Non è fantastico? Potresti stare per sempre qui, dove ci sono i tuoi genitori, tuo fratello e io. Non cresceresti mai, saresti felice per sempre.- spiegò.
Lo guardo con gli occhi strabuzzati mentre Evan si avvicina a me con gli occhi lucidi.
- Da quanto tempo, eh sorellina?- mi saluta con voce rotta.
Io mi trattengo dallo scoppiare a piangere, ma mi buttò su di lui, abbracciandolo forte. No, non è un’illusione, è lui.
- Mi sei mancato- sussurro contro la sua maglia.
Lui mi stringe più forte, quasi abbia paura che lo lasci andare. Harry se ne va, capendo di essere di troppo.
- Come va, Astrea?- domanda asciugandosi fugace una lacrima fuggitiva.
- In realtà non molto bene…- rispondo sincera.
Il ragazzo mi guarda storto, facendo una smorfia.
- Cosa c’è che non va?- domanda preoccupato.
Prendo un respiro grande:- Io non dovrei essere qui. Questo posto è un’illusione. La fuori, io, Harry e i miei amici lottiamo tra la vita e la morte. Restare qui… sarebbe un atto ingiusto. Arrendermi, sarebbe un atto ingiusto.-
Il ragazzo mi guarda visibilmente confuso.
- Non so cosa ti stia succedendo… ma fai quello che è giusto. Se restare qui è la cosa sbagliata, allora… sappi che sono fiero di te.-
E mi stringe ancora tra le sue braccia, cosciente che non mi avrebbe più rivisto. Mi guardo intorno, in cerca di un modo per svegliarmi.
- Come faccio ad andarmene da qui?- domando quasi spaventata.
Lui assume una posa da pensatore, schioccando le dita pochi secondi dopo.
- Immagina di doverti svegliare, prova ad immaginare cosa ti aspetterà dopo.- suggerisce lui.
- Morte e dolore…- sussurro senza che lui mi senta.
Faccio quello che mi dice. All’improvviso buio. Sto galleggiando in un limbo, non mi sento più niente. Chiudo gli occhi, sento di essere sveglia, sento Harry che mi tiene tra le sue braccia. Voglio aprire gli occhi, ma sono come incollati. Con un fatica immensa schiudo gli occhi, stropicciandoli con le mani. Harry si accorge del mio movimento, fermandosi sul posto, e mettendomi giù. Mi metto seduta, e lui si china su di me, guardandomi privo di espressione. Restiamo fermi così innumerevoli minuti, quando lui non poggia vorace le sue labbra sulle mie. Si stacca da me, stringendomi fortissimo. Inizia a piangere, e il mio cuore si spezza a poco a poco.
- Pensavo di averti persa…- singhiozza tra le lacrime.
Gliele asciugo con delicatezza, baciandogli lo zigomo.
- Shh, è tutto finito.- gli sussurro sorridente.
Lui scuote la testa, guardandomi negli occhi:- No, non lo è.-



















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Buona vigilia a tutte!
Eccomi tornata dopo… un mese.
Scusatemi davvero tanto, ma l’ispirazione era carente, e il periodo non dei migliori.
Spero di essermi riscattata con questo capitolo, ma soprattutto spero di farmi perdonare…
Passiamo alle cose belle, anzi, bellissime...
Auguri a Louis, il mio vecchissimo, oramai, ventiduenne <3
Arg!
Come sempre, vi invito a lasciarmi un vostro parere, e vi ringrazio per tutto.
Sì, anche a te, mia cara lettrice silenziosa.
Musjc x

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Capitolo 24
*** Sequel! ***


Ehy ragazze :)
Ho una notizia (spero bella) per voi! 
Avrete notato che non ho più continuato la storia, be', c'era un motivo: un sequel!
Lo sto scrivendo in questo periodo, spero vi piacerà! Adesso mi dileguo, scusate se vi ho fatto perdere tempo.
Spero di rivedervi tutte! 

Tripudium.

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