Insignificant - momentaneamente sospesa

di Directionless
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


"... E se i sogni fossero realtà avrei una vita migliore, accanto a te..."
Dedicato a Martina, ti dedico tutta la fanfiction, grazie per avermi fatto innamorare di questa saga, ti voglio bene...



Sono due anni che non dormo. Due anni che soffro di insonnia. È fastidioso avere sonno ma non poter dormire.
Ogni notte mi sveglio di soprassalto, sogno sempre, ogni volta che dormo, sogno i miei scenari della paura, sogno i miei amici morire, sogno Caleb, sogno i miei genitori, sogno Tobias.
Sono sveglia da circa un'ora, l'orologio accanto al letto segna le tre di mattina e Tobias accanto a me russa rumorosamente.
Non ci faccio più caso, il suono del suo respiro pesante mi rende tranquilla, mi sento al sicuro e con lui accanto mi addormento sempre, il problema è quando mi risveglio.
Sono stesa a pancia in su fissando il soffitto, il braccio di Tobias mi stringe a se e mi risulterebbe difficile uscire dal letto ma come faccio ogni notte sostituisco alla mia figura il cuscino.
Mi cambio velocemente e cammino verso il centro di addestramento.
Ogni sera mi dirigo là, mi ricorda quando Peter mi ha picchiato, mi ricorda Edward che picchiava Peter, mi ricorda me che picchiavo Molly, mi ricorda Al.
Mi sistemo davanti al manichino che prendevo a pugni ogni mattina prima dell'addestramento. Mi tranquillizzo a prendere a pugni quel sacco.
Dopo l'iniziazione ho scelto la mia professione: addestratrice e aiutante capo fazione.
Addestro da un po' gli iniziati, con questo sono tre anni. Le cose sono un po' cambiate, ora ogni fazione ha un suo referente ma tutti i trasfazione  si addestrano insieme.
Mi hanno assegnata agli Abneganti, Tobias ai Pacifici, Will ai Candidi e Christina agli Eruditi.
Tobias l'anno scorso è stato con le mani in mano e così l'anno prima, aiutando i ragazzi a consigliare alcune cose agli iniziati.
L'anno scorso io sono stata affidata come aiuto allenatore per Lauren con gli interni visto che degli Abneganti dopo di me ce ne stato solo uno, un ragazzo l'anno dopo di me, ma è morto dopo che un Erudita gli ha spappolato la milza con un calcio.
Quest'anno non intendo fare l'aiutante né di Eric, come faccio regolarmente fuori dal periodo della scelta, né di Lauren. Voglio addestrare gli Abneganti.
Non mi rendo nemmeno conto che dopo dieci minuti le nocche sono tutte insanguinate e che il ginocchio mi fa male da tante ginocchiate e da tanti pugni ho tirato. Mi sembra di tornare all'inizio, quando Quattro era per me l'unico nome di Tobias, e quando mi aveva aiutato a capire i punti deboli delle persone; e ora siamo fidanzati. Non me lo sarei mai aspettato.
  "Non dovresti essere qui!" Dice una voce che conosco bene.
Il suo tono di voce è odioso e prepotente, sento i suoi passi avvicinarsi, voglio mollargli un pugno ma non posso, non sarebbe leale.
"Tris devo sistemare le cose per gli iniziati!" Cerca di spiegare quando mi è vicino.
Continuo a tirare pugni al sacco, l'aria silenziosa è rotta dai miei gemiti affaticati e dal rumore delle catene che si scontrano. Odioso.
"Per l'amore del cielo, Rigida! Levati da qui!" Sbotta dopo qualche minuto.
Questo è troppo! Mi giro di scatto sferrando un pugno, sarebbe dovuto schiantarsi su di lui, facendolo sanguinare magari, ma non succede.
Il ragazzo blocca il pugno con la mano e mi stringe il polso con forza.
"Lasciami stare, Peter!" Sputo con disprezzo.
Ridacchia vedendomi contorcere sotto la sua stretta, il mio osso del polso sta protestando per il dolore, sento un forte sollievo quando mi molla il braccio.
"Dovresti andare a dormire." Mi suggerisce andando a sistemare dei materassini in mezzo alla sala.
"Sono due anni che non dormo la notte, lo sai." Gli dico ricominciando a prendere a pugni il sacco.
Lo sento sbuffare e tornare verso di me, mi afferra per i fianchi e mi trascina via dal sacco.
Mi posiziona sui materassini. Che idea assurda gli sta venendo? Io non lotterò con l'aria.
"Su, colpisci!" Dice sorridendomi  e mettendo le mani sulla difensiva.
"Ti odio!" Dico girandomi e tornando in camera.
"Non ti capiterà di nuovo!" Mi urla dalla sala.
"Oh, fidati, io ti farò nero!" Sussurro più a me che a lui.

La mensa alla mattina è quasi silenziosa, siamo in pochissimi all'orario in cui vado io, insomma ci vado alle sei di mattina e ci sto fino alle otto, ci vanno tutti dalle dieci in poi. Tutti tranne i miei amici ed io.
Muovo con la forchetta le uova che ho nel piatto, non ho alcuna voglia di mangiarle ma mi obbligo a inghiottirne almeno metà piatto.
Uriah mi fissa masticando la sua fetta di marmellata, lo guardo cercando di mandare giù le uova ma appena ci provo mi viene un conato di vomito, inquietante.
Sposto il piatto di lato sputando il cibo in un tovagliolo.
"Lo mangi quello?" Chiede Uriah con la bocca piena e sputacchiando alcune briciole in giro.
Gli porgo il piatto e lui si tuffa a capofitto nel cibo. Ma come fa?
Marlene lo guarda strafogarsi e scoppia a ridere.
Tobias non è ancora arrivato, e lo trovo un po' strano visto che persino Eric è già arrivato.
"Pensate che qualche Abnegante venga da noi quest'anno?" Chiedo. È la prima volta che parlo da quando siamo arrivati in mensa.
Tutti alzano lo sguardo dal loro piatto e mi guardano. Forse non dovevo parlare. Il silenzio poteva essere la soluzione.
"Sono tutti troppo rigidi per venire da noi." Dice Lynn senza pensare a quello che sta dicendo; come sempre.
"Cosa stai insinuando?" Sbotto fissandola.
"In tutta la storia delle fazioni solo due Abneganti sono venuti da noi, e tutti qui sappiamo chi sono, ci sarà un motivo no?"
"Stai dando dei codardi agli Abneganti?"
"Vuoi negarlo?"
Mi alzo dal mio posto, non mi piace come parla della mia vecchia fazione Lynn, non dovrei mostrarmi attaccata a loro, ma ci sono ancora i miei genitori là, e loro non sono codardi!
Procedo verso la stazione dei treni, nessuno cerca di fermarmi, nessuno sa dove sto andando.
Prendo il primo treno che trovo e salto sull'ultima carrozza.
La mano mi brucia per qualche minuto ma poi passa.
Il vento freddo entra della porta aperta, mi stringo nella felpa cercando di proteggermi.
Mi ricordo la prima volta che ho saltato, sono passati quattro anni.
Vedo il quartiere degli Abneganti avvicinarsi veloce, il treno non rallenta, questa fermata non è prevista dal percorso.
Salto in fretta e cado rotolando sul prato.
La canna della pistola che porto nella cintura mi preme contro il fianco come fa ogni volta.
Sono in un quartiere che conosco troppo bene, la gente vestita di grigio aiuta gli Esclusi, alcuni bambini si scambiano i pochi giocattoli che hanno, riconosco mio padre in un uomo che parla con Marcus ma non cerco di attirare la sua attenzione più di quello che farebbe un'intrepida nel quartiere piatto e grigio degli Abneganti.
Mi avvicino alla fermata del pullman, tanti ragazzi stanno aspettando l'automezzo che li porterà a scuola, come facevo io, come faceva Caleb.
So che anche se siamo in molti troverò posto, nessun Abnegante può stare seduto se qualcuno di un'altra fazione è in piedi, almeno secondo le regole.
Appena l'autobus arriva mi faccio strada tra i ragazzi e mi siedo al primo posto che vedo.
Ho imparato ad ambientarmi negli Intrepidi, tutti così egoisti e non curanti del resto. È fantastico non preoccuparsi degli altri.
Accanto a me il posto è vuoto finché un ragazzo si siede  dopo una manciata di minuti.
"Cosa ci fa un'Intrepida su un autobus? Voi non saltate dai treni?" Chiede a bassa voce.
"Come mai un Abnegante fa lo sbruffone? Non dovete stare zitti e cedere il posto?" Chiedo con lo stesso tono che ha usato lui, solo alzando un po' la voce.
Alcuni occhi nel pullman mi fissano pochi istanti ma poi tornano a fissare il vuoto.
Prendo il pullman ogni anno, al giorno della scelta, semplicemente per non dimenticare, semplicemente per torturarmi un po'.
"Allora cosa ci fai qui? I treni ti stancano?" Dice con un sorrisetto.
"Sciopero" invento.
"Sciopero?" Chiede.
"Esatto"
"Strano! Insomma non ho mai sentito di scioperi, non in questi tempi!"
"Non hai nulla da fare, ragazzino?" Sbotto guardandolo per la prima volta.
Ha i capelli biondo cenere, gli occhi grigi e un sorrisetto insolente stampato in faccia.
"Devo distrarmi, oggi ho il test."
Guardo la pensilina della fermata avvicinarsi, no! Non ci posso credere! Non lui!
Guardo il suo vestito nero muoversi verso il pullman.
"Merda!" Ansimo.
Il ragazzo biondo accanto a me si gira a fissare dove sto guardando io. Eric si avvicina a noi sorridente.
"Ma che sorpresa! Tris! Cosa ci fai qui!?" Esclama arrivandomi vicino "e tu rigido? Lascia il posto alle persone che hanno bisogno di sedersi!" Dice poi fingendosi affaticato.
Il biondo si alza dal sedile, non parla e non guarda nemmeno Eric, si alza e basta, come se fosse un automa.
"Allora Tris! Fai amicizia con gli Abneganti?" Mi chiede Eric giocherellando con uno dei suoi piercing.
"Risparmiami le tue ramanzine Eric." Dico girandomi verso il finestrino.
Il ragazzino che era seduto accanto a me aveva accennato al test, chissà se cambierà fazione! Magari verrà da noi! Così potrò fare qualche cosa quest'anno!
Il ragazzino scende alla fermata davanti alla scuola.
Da quando è salito Eric non ha più parlato, sembrava intimorito dalla sua presenza. Come dargli torto?
Scendiamo, sia io che Eric, alla fermata dopo.
"Cosa ci facevi su quel pullman!?" Sbotta strattonandomi per la giacca.
"Mollami!" Ringhio a denti stretti. Sarà pure il mio capo ma... Oh al diavolo i ma e i se! Lui non mi può controllare! Nessuno può farlo.
"Per l'amor del cielo! Rispondi!"
"Lo faccio ogni anno! Mi ricorda come mi sentivo quel giorno! Come mi sentivo quando ho fatto la mia scelta!"
"Non sei felice di quello che hai scelto?" Mi urla contro.
Finalmente con una mossa decisa riesco a liberarmi dalla sua stretta, è incredibile!
Cammino più avanti lasciandomi alle spalle la figura di Eric, non mi interessa quello che dice, lui non ha visto la sua famiglia frantumassi, credo.
"Non muovere un altro passo, Rigida!" Dice quando ormai sono lontana quasi cinquanta metri.
Alcune persone si fermano a guardarci. Siamo vicini al quartiere degli Eruditi, se non ascolto Eric posso arrivare da Caleb! Devo solo disubbidire agli ordini. "Fai un solo passo e giuro che diventerai un'Esclusa!" Dice poi.
Sembra tranquillo, troppo tranquillo, sa di avermi in pugno.
Muovo il piede in avanti, lentamente, molto lentamente.
"Pensaci bene, Beatrice." Bene, da' già per scontato che io non lo ascolterò.
Riporto il piede allineato all'altro e sbuffo. Mentre io pensavo a cosa fare lui mi ha raggiunto.
Mi afferra il braccio, ha una presa salda e strettissima.
Non oppongo resistenza ai suoi spintoni, vedo benissimo il punto in cui mi sta trascinando, la rotaia del treno. Si torna a casa.

Siamo sul treno da pochi secondi, prima carrozza, quando vedo il suo pugno dirigersi verso il mio volto. Resto ferma, immobile, come una statua. Vedo la sua mano scontrarsi contro la lamiera in parte al mio volto, mi scappa dalla bocca un sospiro e lui lo nota.
"Non voglio fare il cattivo..." Sussurra.  I suoi capelli mi sfiorano la fronte mentre vedo la sua faccia contorcersi in alcune smorfie per cercare di calmarsi. "Ma ora sei un'Intrepida, o ti comporti in modo tale o sei fuori. È un peccato dirlo, sei un ottimo elemento."
Il suo corpo è troppo vicino al mio. Non mi piace.
"Non per essere di troppo..." Questa volta a parlare è una figura nella penombra, non lo avevo notato. Ora sono semplicemente grata ai suoi lunghi silenzi. "Ma lei è la mia ragazza allontanati, Eric.".
Tobias è calmo, indossa un paio di Jeans neri e una maglia nera attillata con sopra una giacca come la mia. È bellissimo, anche semi nascosto dall'ombra delle prime ore del giorno.
Eric si allontana da me alzando le mani in modo di indicare che non ha fatto nulla. Come fa troppo spesso.
Mi asciugo le mani sudate nei pantaloni. Certe abitudini non cambiano mai.
"Stamattina dove sei andata? Non c'eri quando mi sono svegliato." Dice avvicinandosi e permettendo alla luce dell'alba di illuminargli il volto.
"Non riuscivo a dormire, sono andata al centro di addestramento e poi a fare colazione." Lo informo sorridendogli.
"Ho sentito Peter nei corridoi, sembrava abbastanza irritato dalla tua presenza nel centro! Cosa gli hai fatto?" Cerca di soffocare una risata, con scarsi risultati.
"Quello che so fare meglio! Me stessa..." Dico avvicinandomi a lui e scontrando le mie labbra contro le sue.
Sono poche le volte che ci baciamo con qualcuno che ci guarda, molto poche, in fondo siamo stati cresciuti in un posto dove il massimo dell'amore era quello di sfiorarsi di nascosto le mani.
"Tu dove andavi, Quattro?" Chiede Eric intromettendosi.
"Dove sapevo di trovarla..." Dice senza staccare lo sguardo dai miei occhi.
Sono davvero così prevedibile?
Quando arriviamo al quartiere sono tutti troppo indaffarati a preparare le varie aree per domani. È snervante prepararci per gli Iniziati, soprattutto perché alla fine sono tutti come Peter.
"Tris!" Questa è Christina, ne sono certa. La vedo sbracciarsi poco lontano da me, vicino a un paio di manichini appoggiati al pavimento. Will e Uriah sono accanto a lei cercando di capire come spostare quei due sacchi enormi e pesantissimi.
Mi avvicino a loro sorridendo, li saluto tutti con poco entusiasmo.
 "Tris, tu sei un genio! Aiutaci ti prego! Rischio di buttare questi cosi di sotto! Ti prego!" Uriah sembra veramente distrutto, immagino che abbia cercato di spostarne uno più di una decina di volte e mi immagino il suo volto affaticato. Non posso fare a meno di ridere.
Dopo qualche minuto di tentativi finalmente tutti e due i sacchi sono appesi al soffitto.
C'è un sacco di via vai per il centro, ma io e i ragazzi come ogni anno ce ne tiriamo fuori cercando qualche cosa di divertente da fare.
"Zeke! Fratellino mio!" Urla Uriah quando lo vede mentre parla con Lauren di come alleneranno gli interni.
"No Uriah! Non ho tempo per lo zip-line! Cerca qualcos'altro!" Sbotta il più grande.
A quanto pare oggi di divertente potremo solo farci un tatuaggio o bere fino al vomito.
Optiamo per la seconda.
Ci dirigiamo al bar, sembriamo già andati dalle battute squallide che facciamo, realmente orribili!
"Ultima battuta da sobrio! Preparatevi perchè fa morire! Pronti?" Uriah sembra più esaltato quando si parla di alcool, anche se non ne ha ancora ingerito un grammo.
Annuiamo tutti mentre cerchiamo di riprenderci dalla battuta pessima di prima.
"Un uomo entra un un caffè. SPLIT!" Lo guardiamo senza capire, in genere si dice SPLASH. "C'era il cucchiaino!!" Conclude scoppiando a ridere.
Nessuno di noi fa cenno di aver trovato la battuta divertente. Nessuno.
"Oh andiamo! Mi spreco a raccontarle a voi!" Dice fingendosi offeso.
Mi sento troppo libera con i miei amici, vedo Tobias avvicinarsi a noi poco prima che io beva il primo sorso della bevanda che Christina ha definito "di-vi-na" e che ha ordinato anche per me.
"Domani arrivano gli iniziati e tre dei quattro addestratori si stanno alcolizzando, bella prospettiva!" Ridacchia sedendosi accanto a me.
"Vuoi unirti Quattro?" Chiede Will. Sappiamo tutti che prenderà una birra, prende sempre quella quando deve tenere sott'occhio anche me.
Tobias si gira verso il barista e ordina la birra. Lo sapevo.
"Tieniti sotto controllo, piccola." Mi sussurra.
Non mi ha mai chiamata così, e fa uno strano effetto, mi piace.

 
***

La testa pulsa in modo irregolare, il cuore ha un battito regolare ma affaticato, da questo posso capire quanto ieri sera io mi sia data alla pazza gioia. Spero di stare meglio per l'arrivo degli Iniziati. Lo spero davvero.
Mi muovo sotto le coperte, sento la mancanza di indumenti sul mio corpo, guardo bene e vedo solo un paio di mutande e il reggiseno, per fortuna.
Sospiro di sollievo e sento una risatina in parte a me. Tobias mi guarda divertito, posso vedere il suo tatuaggio sbucare dal lenzuolo.
"Noi abbiamo...?" Chiedo insicura di come formulare la domanda. Mi mordo le labbra mentre aspetto che risponda.
"No." Dice scuotendo la testa. E questo mi da molto sollievo. "Eri così fuori di testa che hai cominciato a dire quello che facevi quando eri Abnegante, tutti eravate fuori a dire il vero... Ti ho trascinato qui e tu hai cominciato a baciarmi, eri diversa, ubriaca fradicia, ma intraprendente. Mi hai spogliato fino alla biancheria e poi ti sei spogliata anche tu fino all'intimo, ma non ti ho permesso di andare oltre, dovevi essere cosciente. Non so se mi spiego..." Aggiunge poi.
Voglio sotterrarmi, sul serio! Più cerco di ricordare più la mia testa fa male. Ci rinuncio ma solo perché so che sarà inutile e imbarazzante ricordare.
"Alzati! Sono le dieci! Gli Iniziati arrivano tra un paio d'ore ti conviene spicciarti." Il suo tono non è più quello dolce di prima, è tornato tagliente come quello di Quattro. Come quello dell'allenatore Quattro. Ma ne sono sicura, Tobias tornerà stasera, come sempre.
Mi alzo e mi vesto con la solita tuta nera, attenta a nascondere la maggior parte dei tatuaggi.
Non ho fame, per oggi niente colazione, meglio.
Tobias esce dal bagno vestito e pronto per scendere. È troppo bello per essere mio.
Scendiamo insieme, senza dire una parola. Passiamo davanti ai dormitori degli Iniziati e non posso fare a meno di sentire Christina urlare.
"Andiamo! Bagni condivisi? E il pudore? Nemmeno con noi l'hanno fatto, ma tu tanto hai soddisfatto i tuoi bisogni comunque giusto? Peter separa subito i bagni! Povere ragazze!" Ha un tono scocciato, molto.
"Tu lo sapevi?" Chiedo a Tobias.
Lui scuote la testa entrando nella camerata da cui provengono le urla.
"Cosa succede qui?" Chiede guardando con odio Peter.
"Guarda tu stesso, io non ho parole!" Sbraita ancora Christina.
Tobias si muove in direzione dei bagni. Lo seguo a ruota. Due file di water e tre schiere di lavandini si mostrano alla nostra visuale.le docce sono poco più in là separate da delle tende bianche sporche sul fondo.
Mi torna in mente l'immagine di Drew, Molly e Peter che mi strappano l'asciugamano di dosso. Stringo i pugni e sento Peter ridacchiare dietro di me.
"Di chi è questa idea idiota?" Grido.
Mi volto di scatto, io non sono come Christina, io non urlo solo, non più almeno.
Peter arretra di qualche passo per poi fermarsi contro il bordo di una branda.
"Eric dice che non devono esserci segreti tra loro..." Balbetta mentre io mi avvicino a lui?
Eric è già andato alla cerimonia della scelta, vuol dire che chiederò spiegazioni al suo ritorno, ma rimango arrabbiata.
Non guardo nessuno e prendo Peter per la manica della giacca trascinandolo con me verso il centro di addestramento.
Lo spingo verso i materassini e lui inciampa all'indietro cadendo.
"Tris, pensaci bene! Non tornerai indietro, dopo." Ha ancora quello stupido tono canzonatorio. Mi fa salire il sangue al cervello. Non lo sopporto!
Mi avvicino a lui spingendolo a terra più di quanto già non fosse, alzo il piede, voglio fagli male, come lui faceva a me quattro anni fa.
Non faccio a tempo a colpirlo che due braccia forti mi afferrano e mi allontanano.
"Lasciami andare, Quattro! Mollami!" Urlo divincolandomi.
Mi accorgo solo in quel momento che non siamo soli nella sala, un sacco di gente è venuta a vedere cosa stava succedendo, troppa gente.
Will è accanto a Christina e la sta abbracciando.
"È la volta buona che ti ammazzo, Peter! Mollami Quattro! Lasciami andare!" Urlo ancora.
Zeke e Marlene corrono verso Peter e lo aiutano a alzarsi e lo spingono via in malo modo. "Oh, ma che femminuccia!" Dico a bassa voce.
"Basta! Calmati!" Questa volta è Tobias a urlare, la sua bocca è così vicina al mio orecchio che sento la sua voce rimbombarmi dentro. "Calmati Rigida!" Urla ancora.
Ancora quella parola, basta! Io non sono una rigida! Non lo sono!
Muovo il gomito all'indietro tirando una gomitata nelle costole a Tobias che arretra e mi molla dalla sua presa. Nessuno mi ferma e io gli tiro uno schiaffo sul viso.
"Io. Non. Sono. Rigida." Gli ringhio contro.
La sala ammutolisce, vedo lo sguardo di disapprovazione di troppa gente, sono instabile. Troppo.
Tobias mi guarda, il suo sguardo è un dolore al mio cuore, si tiene dritto in piedi e si massaggia il volto mentre mi guarda chiedendo delle scuse silenziose.
Non lo reggo, scappo, da sguardi indiscreti, dalle delusioni, dalle persone.
"Aspetta Tris!" Mi chiama Will.
Non voglio che nessuno mi parli, al diavolo! Faccio solo errori, voglio solo stare sola, in un posto che mi distragga. La ringhiera del pozzo.

***

Cammino lenta sul lato dello strapiombo accarezzando la ringhiera, forse dovrei andare a prepararmi insieme agli altri, Eric e gli altri torneranno tra poco, ma non ho voglia di rivedere tutti quei ragazzi che mi guardano come se fossi malata, non mi piace.
Ricordo la prima volta che sono stata sullo strapiombo, Christina si era arresa, e i ricordi tornano a galla.
Ricordo bene anche quando Peter, Drew e Al hanno cercato di buttarmi di sotto, forse è per questo che odio ancora Peter, anzi, senza il forse.
Guardo l'orologio al polso, mezzogiorno e venti. Ho perso il pranzo. Poco male.
Eric arriverà tra mezz'oretta meglio che mi prepari.
Mi stacco dalla ringhiera asciugandomi le mani nei pantaloni, non ho nemmeno il coraggio di guardare Marlene e Lynn quando le incrocio mentre ci dirigiamo tutte e tre alla rete.
"Tris!" Mi chiama Marlene.
Lo sta facendo solo per cortesia, ne sono troppo sicura! Quando mi giro sorrido in un modo maledettamente falso.
"Hai fatto bene prima, con Peter! Anche con Quattro! Non sei più una Rigida!" Esclama con quel suo solito sorrisetto. Mi fa ridere il modo in cui Lynn la guarda, sembra che la voglia uccidere e allo stesso tempo concordi.
"Forse hai fatto bene con Peter, ma Quattro ora sta malissimo!" Dice Lynn indicando dietro di sé.
Vedo Uriah e Tobias arrivare. Tobias non ha una bella faccia, quando mi vede i suoi occhi si spostano subito, Uriah non sembra farci caso e se ne va verso Lauren.
Non mi piace vedere Tobias così, anche se lo merita. Mi dirigo verso di lui, forse non dovrei perdonarlo subito, ma lui lo fa sempre quando io sbaglio o mento.
"Ehi." Mi saluta senza guardarmi negli occhi come invece io cerco di fare. Afferro il suo mento alzandogli il volto quel poco che basta per permettermi di incontrare il suo sguardo, in genere sono gesti che fa lui, mi sento così stupida.
La parte bassa della sua mascella è ancora leggermente arrossata, lo accarezzo e gli lascio un bacio sull'angolo della bocca.
"Tris, non devi perdonarmi per forza, so cosa vuol dire essere chiamati rigidi, non è piacevole." Sussurra abbassando lo sguardo. Non l'ho mai visto così.
Mi metto sulle punte, non mi piace fare la tenera davanti a tutti, non ci sono abituata, ma non ho tempo per trascinarlo dietro una colonna, poggio velocemente le mie labbra sulle sue, ho una mezza intenzione di staccarmi quasi subito ma le sue braccia mi stringono a lui, lo sento ricambiare il bacio, è un groviglio di emozioni in cui l'imbarazzo fa la sua comparsa. Il bacio finisce dopo pochi istanti, mi sposto di poco, mentre il suo fiato caldo si scontra ancora contro la mia pelle.
"Non lo faccio perché devo, lo faccio perché voglio." Sussurro.
Con un gesto fluido la sua mano si incastra con la mia mentre ci avviciniamo ai nostri amici.
"Bleah!" Sbotta Zeke fingendosi disgustato "Potevate farlo in privato neh!".
Tobias lo spintona leggermente e tutti insieme ci dirigiamo sotto la rete.
Sono già quasi tutti là, facciamo fatica a passare davanti a tutti, ma sgomito un po' ignorando le smorfie di alcune persone.
Quando arrivo vicino alla rete sento già gli schiamazzi dal palazzo sopra di noi. Sono arrivati.
Lascio la mano di Tobias e mi sistemo in parte a Christina e Will. Lauren e Tobias sono in piedi davanti a noi mentre Uriah si sistema accanto a Will pronto ad accogliere gli Interni.
"Non ci credo!" Sussurra Lauren mentre fissa in alto.
Mi avvicino alla rete guardando in alto, una figura vestita con colori molto sgargianti è in piedi sul cornicione, è una ragazza e lo capisco dai capelli mori che sventolano.
"Torna a posto, Tris" mi consiglia Lauren quando vede la ragazza fare un salto verso di noi.
Quando atterra sulla rete qualcuno dietro di noi scoppia a ridere, potrebbe essere l'unica Pacifica che cambia fazione e entra negli Intrepidi.
Quattro la aiuta a scendere e la guarda in modo strano. Quest'anno anche lui avrà una persona da controllare.
"Come ti chiami? Pensaci bene non potrai più cambiarlo!" Ripete, come ogni anno, come un copione, Tobias.
"Ehm, Sarah." Dice un po' incerta.
"Prima a saltare, Sarah!" Annuncia Lauren alla folla dietro di noi che esplode in un grido.
Non faccio in tempo a girarmi a guardare la rete che Tobias sta già aiutando un ragazzo, abiti grigi e  capelli corti, questo è mio.
Quando si mette in piedi mi irrigidisco. Conosco quel volto, ci ho già parlato. È il ragazzo del pullman.
"Come ti chiami?" Chiede ancora Tobias.
"Josh" dice soltanto fissandomi con un ghigno.
Tobias segue il suo sguardo e nota che il ragazzino mi sta fissando. Il mio volto si colora di rosso e vedo Tobias stringere le mani a pugno.
"Bene, Josh, se vuoi vivere in pace in questa fazione ti conviene distogliere lo sguardo dalla mia ragazza e toglierti quel sorrisetto, rigido." Quasi gli ringhia addosso.
E la folla dietro di noi scoppia a ridere.
Mi sento così dannatamente stupida quando vedo il ragazzino avvicinarsi a me e sussurrarmi: "Il mondo è piccolo...".
Sarà difficile tenere calme le acque quest'anno.

NOTE AUTRICE


Salve a tutti!
Se siete arrivati fino a qui vuol dire che questa storia vi interessa, almeno credo.
Premetto che le battute di Uriah saranno squallide per quasi tutta la durata della storia visto il mio scarso sarcasmo, e per questo ne metterò davvero poche per non condizionare i lettori a lasciar perdere la mia storia perchè ci tengo davvero molto.
Bene, detto questo dico anche che ho modificato luogo, tempo e trama della storia rispetto al libro non per gusti e insoddisfazione personale ma per rendere possibile questa narrazione. Spero di non deludere le vostre aspettative!
Ah, quasi dimenticavo! Grazie a Katnissgale99 per aver sopportato le mie mille paturnie e le mie rotture di coglioni periodiche e regolari! ti voglio un sacco di bene nana:)
AL PROSSIMO CAPITOLO! CIAO


P.S. vi lascio anche il mio twitter se volete contattarmi, o seguirmi anche li:)
https://twitter.com/sognodiliam


P.P.S se volete lasciare una recensione accetto di tutto! Critiche e complimenti, ecco magari non insulti...


 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


... Che Dio benedica tutte quelle persone che consolano gli amici per non fargli passare l'inferno che passano loro tutti i giorni...
Dedicato a Valentina, grazie per esserci sempre e per farmi ridere con le tue citazioni rubate a Tumblr  e modificate di una virgola per non dover mettere i crediti! ti voglio bene Spilungona!



Capitolo 2

"Bene, allora, gli iniziati interni con Uriah e Lauren!" Dice Eric scendendo dalla rete dove è appena caduto. "I trasfazione con Will, Christina, Quattro e Tris.".
Mi passa accanto per pochi istanti, sono arrabbiata con lui e dovrei mostrarmi ostile ma non riesco a trattenermi. Lo afferro per la manica tirandolo verso di me.
"Io e te dobbiamo parlare!" Gli dico a denti stretti.
"Dimmi pure"
"Bagni comuni... Fai sul serio?" Questa volta sto urlando.
"Calmati dolcezza, sì, bagni comuni. Non devono esserci segreti tra loro."
Mi sto trattenendo da tirargli un pugno dritto in faccia.
"Ti devo ricordare che quattro anni fa un iniziato ci ha rimesso l'occhio solo dormendo nella stessa camera di Peter... Cosa faranno nei bagni? Ah? Si castrano?" La mia voce si incrina ricordando Edward che urla dal dolore e il suo sangue che io ho dovuto pulire.
"Tris, dormiranno nella stessa camerata e andranno nello stesso bagno. La questione è chiusa."
Vorrei fargli male ma lui è il mio superiore, e andrei incontro a gravi punizioni.
Lascio la sua manica e mi avvicino al gruppo di trasfazione a cui Will sta spiegando le cose fondamentali.
"Vi allenerete tutti insieme ma ogni fazione avrà il suo responsabile. Per problemi con la tecnica, richieste di chiarimenti e tutte le stronzate che vi vengono in mente potrete rivolgervi a loro." Dice  ridacchiando.
Ripenso a quando per la prima volta Will mi ha parlato:

"Statisticamente avresti dovuto centrare il bersaglio almeno una volta,
Almeno per sbaglio..."

 Sorrido ripensandoci, è passato così tanto tempo.
"Bene, io sono Christina, e con me verranno gli Eruditi." Si presenta Christina e un piccolo gruppetto di ragazzi  si muove verso di lei. Sono in quattro, tre maschi e una ragazza.
"Io sono Will, con me vengono i Candidi" tre ragazze si muovono verso di lui. Nessun ragazzo.
Rimaniamo io e Tobias e tre ragazzi.
Dopo l'Abnegante una ragazza della stessa fazione è caduta sulla rete, quest'anno è bizzarro.
"Con me la Pacifica." Dice Tobias senza dire il suo nome. Penso che glielo dirà mentre le fa fare il giro. "Oh, e Josh, ti tengo sott'occhio." Dice girandosi verso di lui poi.
Quanto lo amo.
"Bene e io sono Tris. Sono felice di dirvi che siete il terzo e la quarta a scegliere gli intrepidi dagli Abneganti" dico. Sono fiera di loro da una parte, dall'atra non penso che supereranno l'iniziazione. "Prego venite con me.".
Mi seguono per il pozzo, per il bordo dello strapiombo, per il centro e per i bar e per lo studio dei tatuaggi dove lavora Tori.
Arriviamo ai dormitori e lì li lascio a sistemarsi.
"Avete il giorno libero, la cena è alle otto in mensa, nel cassetto sotto ogni letto ci sono tre divise. Ah e senza un Intrepido completo non potete lasciare la base. Buona serata." Gli auguro allontanandomi e raggiungendo Will, Christina e Tobias.
Speriamo che quest'anno non ci siano omicidi e suicidi. Lo spero davvero tanto.
"Tris aspetta!" Mi sento chiamare da dietro.
Mi giro e vedo la rigida corrermi in contro, mi pare che si chiami Savannah, non è un nome da abnegante.
"Dimmi!" Le sorrido.
"Eravamo cinque."
"Chi?"
"Noi, Abneganti. Due hanno perso il treno e uno si è rifiutato di saltare."
Cinque Abneganti. Cinque Abneganti.  Cinque Abneganti. Cinque Abneganti.
"Mi sembrava giusto dirtelo..."
"Perché?" Sono sulla difensiva. Mi sta associando agli Abneganti. "Io non conosco Abneganti". Mi sento come Giuda.
"Oh, non volevo farti arrabbiare, era solo perché magari volevi sapere che avresti avuto un gruppo numeroso..." È mortificata. Lo sento dall'inclinazione della sua voce.
"Grazie, ehm, Savannah". Annuisce e se ne torna verso i dormitori.
La guardo finché non svanisce dietro la porta e poi mi giro verso i miei amici ma trovo solo Tobias appoggiato al muro che mi aspetta con le braccia conserte.
"Gli altri?" Chiedo avvicinandomi a lui.
"Non vuoi stare sola con me? Hai paura?" Ha un tono di voce profondo, lo sento ridere sotto i baffi e lo spintono di lato mentre ci avviciniamo alla nostra zona residenziale.
"Sei infantile!" Gli dico con una linguaccia.
"Oh, non sono io che ho paura dell'intimità!" Mi prende in giro ridendo.
"Ridi, ridi, ma tu fai affidamento alle mie paure di tre anni fa, io faccio affidamento alle tue paure di due settimane fa!".
Ride e mi abbraccia da dietro mentre io cerco di salire i gradoni che ci separano dal nostro piano, ma con il suo corpo che mi appesantisce diventa un'impresa ancora più complicata.
"Levati!" Esclamo quando sto per cadere su uno dei gradini più alti.
Mi afferra la vita con un braccio poco prima che io tocchi terra e mi rialza facendomi scontrare con il suo torace. Ho gli occhi chiusi, ma posso percepire il suo calore sul mio corpo, la sua mano che stringe la mia schiena e il suo respiro che sbatte contro il mio viso.
"Sei fragile..." Sussurra.
"Stai rovinando il momento, taci cretino!" Sussurro anche io, ma il mio è un rimprovero, un rimprovero dolce.
Mi guardo in giro, il corridoio è completamente libero, mi avvicino leggermente a lui e gli bacio le labbra, sento il sul profumo raggiungermi veloce, le sue labbra cercano le mie subito dopo e comincia una rincorsa, i suoi denti sfiorano le mie labbra mordicchiandole e tirandole di tanto in tanto, passo il contorno delle sue labbra con la lingua e sento un gemito gutturale provenire dalla sua gola e sorrido mentre mi stacco dalla sua bocca.
"Alla faccia del bacetto!" Esulta qualcuno dietro di noi.
Cosa? Ero sicura che fosse libero tutto il corridoio!
Ci giriamo quasi contemporaneamente con uno sguardo spaventato e preoccupato, e li vedo. Gli iniziati.
"Cosa ci fate voi qui!" Urla Tobias staccandosi dal nostro abbraccio e muovendosi verso di loro.
"Avete detto che non possiamo uscire da soli, ci accompagnate?" Chiede una biondina ancora vestita di blu. L'unica Erudita.
"Ma anche no! Non avete pensato di chiedere a Will o Christina?" Sbotta Tobias.
"Dai hanno capito, non li accompagnamo, ora vieni via, Quattro." Dico dolcemente.
"Quattro? Oddio ma che nome è? Come il numero? Tre e cinque erano occupati?" A parlare questa volta è la Candida.
"Senti, piccola insolente, se volevo sentire dei commenti sul mio nome sceglievo i Candidi, ma siamo negli Intrepidi, quindi tieni chiusa quella boccaccia!" Sono le stesse parole che ha detto a Christina quattro anni fa, Cavolo, si è proprio arrabbiato!
Lo afferro per una manica e lo trascino verso casa nostra ridacchiando.
Apro la porta con un calcio e ci trascino dentro il mio ragazzo.
"Sei lunatico!" Gli soffio contro.
"E tu provocante, se quelli non apparivano e rompevano i coglioni ti spogliavo nel corridoio!" Ridacchia guardandomi da capo a piedi.
Avete presente quel colore rosso intenso? Quello forte, che ti fa capire quando il fuoco si accende sul serio o quel rosso che ha il sole a mezzogiorno? Bene, immaginatelo sulle mie guance.
"Sei carina quando arrossisci..." Mi bisbiglia all'orecchio cominciando a mordicchiarmi il lobo, sento una strana sensazione nascermi nello stomaco, è una sensazione nuova, sono certa di non averla mai provata.
Le sue mani si insinuano sotto la mia maglia e io sento un calore espandersi per il bassoventre. Le sue labbra si spostano veloci per il profilo della mia mascella lasciando una scia di baci umidi, mi scappa un gemito dalla bocca e lo sento sorridere sulla mia pelle.
Trova le mie labbra dopo qualche secondo e comincia un bacio lungo. È un bacio bisognoso, violento e prepotente, non come quello di prima.
Si stacca dalla mia bocca dopo mezzo minuto abbondante, ha il fiato corto mi abbraccia forte.
Mi sento sollevare mentre sto ancora stringendo la sua maglia e vedo che si avvicina al letto. Stringo le gambe attorno al suo bacino e mi isso con sicurezza su di lui.
Le sue mani esplorano la mia schiena da sotto la maglia; so quello che sta per succedere, ma sono davvero pronta? Voglio davvero andare oltre? No. La risposta è no.
"Tobias..." Chiamo a bassa voce. Non si ferma, forse non ha capito che voglio che si fermi. "Io non voglio." Dico ancora con lo stesso tono di voce.
I suoi muscoli si irrigidiscono e si ferma. Mi mette giù e mi guarda negli occhi.
"Non vuoi?" Mi chiede sgranando gli occhi.
"Io non... Non mi sento pronta..." Balbetto.
"Sai, sono quattro anni che aspetto, forse ho anche io i miei bisogni, signorina!" Dice alzando la voce. "Forse pensavo che avresti capito, forse pensavo che anche tu ne avessi bisogno!" Urla poi.
Non pensavo ai suoi bisogni, infondo anche lui è umano, anche lui ha bisogno di un contatto fisico, non è per soddisfare i propri bisogni che agiscono gli esseri umani?
"Tobias io..." Cerco di spiegare.
"No, va bene. Non parlare. Quando «ti sentirai pronta» fammi un fischio!" Dice gesticolando e camminando verso il bagno. "Vado a farmi una doccia".
Mi butto sul letto e comincio a pensare a quello che ho appena fatto. Lui ne aveva veramente bisogno a quanto pare. E io? Ricordo il suo tocco sulla mia pelle, che mi provocava dei brividi tutti vicini in una stessa linea conduttrice, i suoi baci che mi fanno impazzire, il calore che mi provoca, la strana sensazione. Forse anche io lo voglio. Ma non oggi. Sarebbe stupido.
Cerco di chiudere gli occhi per dormire un po' ma la porta del bagno si apre e la figura di Tobias ancora vestito mi viene incontro. Il suo sguardo è freddo.
Mi arriva vicino e mi afferra il volto tra le mani. Mi avvicina al suo volto e mi sussurra "Ti amo lo stesso!" Prima di baciarmi.
Mi sentivo in colpa per quello che avevo fatto, ma dopo questo bacio mi sento meglio perché ho capito che prima a parlare non era lui. Era la confusione.
"Ti amo anche io!" Sussurro nel bacio e lo sento sorridere.
***

Il braccio di Tobias mi stringe a lui e le coperte ci tengono stretti insieme in una gabbia di caldo soffocante.
"Ehi!" Sussurro all'orecchio del mio ragazzo.
"Adesso mi alzo, ancora due minuti!" Si lamenta al mio orecchio. "Non farò tardi a scuola!". Ridacchio sentendolo lamentarsi come un bambino.
"Tobias non sono tua madre!" Rido.
Mi giro e guardo l'orologio, sono le sei un quarto di sera. Tra quasi due ore c'è la cena.
"Ah no?" Sussurra.
"Sono Tris, alzati!" Esclamo.
Apre prima un occhio e poi l'altro sorridendomi felice.
 L'aria fredda della stanza mi fa rabbrividire.
"Che ore sono?" Chiede sbadigliando.
"Sono le sei e un quarto."
"Manca tanto alla cena..." Si lamenta.
Poverino, è stupido.
Mi infilo un paio di pantaloni neri e una canottiera grigio scuro, lego i capelli in una treccia e aspetto che Tobias si sia sistemato la giacca.
Usciamo insieme dall'appartamento e chiudiamo la porta con la chiave che lasciamo, come al solito, nel vaso della pianta accanto alla porta.
La sua mano calda è stretta nella mia e il suo pollice traccia dei piccoli disegni sul mio palmo.
 "Cosa facciamo?" Chiede mentre si siede  su una panchina nel corridoio.
"Pensavo a una cosa, e se mi tingessi i capelli?" Gli chiedo ridendo.
Il suo sguardo, prima distratto  e perso ora si posa su di me e mi fissa con gli occhi sgranati.
"Cosa? Scusa non ho capito bene...". Il suo tono di voce è alto e abbastanza arrabbiato.
Sto per rispondergli che è una scelta puramente tecnica, visto che i due abneganti potrebbero riconoscermi in Beatrice Prior e non ne ho affatto voglia ma Eric si presenta davanti a noi.
"Quattro ho bisogno della mia assistente!" Si intromette nella conversazione.
"Per cosa?" Chiedo io.
"Una video conferenza, importantissima."
Sbuffo e slaccio la mano da quella di Tobias, sono abbastanza sicura che sarà un'altra cazzata di cui il consiglio delle fazioni vuole discutere, l'ultima volta abbiamo parlato degli orari del treno.
Mi avvicino alla sala conferenze con accanto Eric che giocherella con un elastico.
"Ordine del giorno?" Chiedo senza nemmeno guardarlo.
"Jeanine vuole parlare del «problema Esclusi»" dice senza smettere di muovere l'elastico che tiene in mano.
E da quando gli Esclusi sono un problema?
Arriviamo alla porta della sala conferenze e sia io che Eric digitiamo il nostro codice per entrare in  quella stanza.
«434344» digito soprappensiero e entro nella stanza dove Peter e Max ci stanno aspettando.
Sulla schermata davanti a noi ci sono i rappresentanti di tutte le fazioni, e per la prima volta li vedo al completo.
Per i Pacifici sono presenti solo Johanna e una ragazza che probabilmente funge da testimone.
Per gli Eruditi vedo Jeanine, un paio di uomini che non conosco e poi lui, Caleb. Non sapevo fosse tirocinante - capofazione.
 Guardo nell'ultima casella in cima e lì vado su tutte le furie, Marcus Eaton mi fissa con un ghigno, o almeno credo fissi me, mia madre accanto a lui e poi c'è mio padre.
La famiglia Prior al completo.
Strano, non ci sono i Candidi. Poi ricordo, i Candidi non prendono parte alle video conferenze perché le considerano piene di bugie, che strani.
"Beatrice... Caleb!" Esulta mia madre vedendoci, non posso fare a meno di vedere una lacrima sul suo volto, a quanto pare la famiglia Prior è destinata a grandi cose.
"Bene signori! Siamo qui per discutere di una cosa molto importante." Prende la parola Jeanine, "Gli Esclusi.".
Da quello che ho capito gli Esclusi sono considerati un problema, beh, questa cosa io non la sapevo, e devo dire che mi spiazza un po'.
"Gli Esclusi, nella nostra società hanno un ruolo molto insignificante. Le loro funzioni massime sono la guida degli automezzi o la raccolta dei rifiuti." Spiega uno dei due uomini Eruditi che non conosco. "Il loro numero, tuttavia, sta aumentando a vista d'occhio, sopratutto nella popolazione giovane che, ultimamente, fa fatica a superare i test." Ricordo Edward e la sua ragazza, non ricordo nemmeno come si chiama, non ci ho mai parlato che io ricordi.
"Io non lo vedo come un problema, magari dovremmo solo facilitare le iniziazioni." Dice Marcus.
"Per avere una popolazione bugiarda, stupida, incompetente, violenta e egoista? Marcus, le iniziazioni servono a tenere una popolazione con un alto grado di sviluppo!" Si oppone Eric al mio fianco.
"Eric ha ragione, Marcus." Dice Caleb.
La mia testa sta per esplodere, troppa gente prende la parola e dice le sue idee troppo velocemente, il mio cervello per ora ha capitolo solo la metà del discorso.
Mi allontano un attimo dallo schermo e mi avvicino al tavolo accanto a noi prendendo un bicchiere d'acqua.
Mentre io mi sono allontanata la discussione è andata avanti e nessuno sembra essersi accorto della mia assenza.
Elaboro bene le informazioni che sto raccogliendo, e probabilmente io ho un idea, un'idea stupida, ma potrebbe funzionare.
"Io ho un'idea" dico tornando al mio posto.
"Prego." Mi esorta mio padre con uno sguardo severo.
"Mandiamo tutti gli Esclusi fuori dalla recinzione, là avranno la possibilità di rifarsi una vita, magari dignitosa, e non daranno fastidio qui." Dico fissando lo schermo.
"Bella idea, già che ci siamo perché non riempiamo la città di esplosivo e gli diamo il telecomando?" Dice Johanna che per ora è stata sempre zitta.
"E come faremo a far andare i pullman? E i treni? Chi raccoglierà la spazzatura?" Chiede allarmata mia madre.
"Noi possiamo elaborare un sistema meccanizzato per risolvere queste lacune..." Dice Caleb.
"E una volta che saranno fuori? Chi gli impedirà di attaccarci?" Mi chiede Peter.
"Nessuno, ma sarà tutto a loro rischio, visto che noi saremo pronti ad ogni eventuale attacco." Dico con voce piatta sorridendo.
La situazione tace per qualche istante, ognuno elabora ciò che ho proposto, non so perché l'ho proposto,  è così egoista come cosa!
Guardo i volti dei membri del consiglio, gli Eruditi sembrano d'accordo.
"Chi è a favore?" Chiede Jeanine.
Conto le mani che si alzano, uno, due, tre, quattro... Nove mani!
Ne rimangono quattro abbassate. Ho vinto.
"Il piano verrà elaborato a nuovo ordine, dopo le iniziazioni, buon lavoro e buona giornata a tutti." Dice l'uomo accanto a mio fratello, e tutti i monitor si spengono.
Avrò fatto la cosa giusta?
***

Cerco Tobias per il pozzo, in camera e in mensa ma non lo trovo.
La conferenza è durata poco più di venti minuti, non può essere sparito in così poco.
Corro verso il pozzo quando sento degli schiamazzi, sta succedendo qualche cosa, magari Tobias è lì.
Un gruppo di ragazzi si chiude a cerchio su quello che deve essere il motivo di tutto quel caos.
"Io ti ammazzo, chiaro?" È una voce già sentita, ma non ricordo dove.
Scosto alcune persone cercando di farmi strada in avanti.
Arrivo vicina al centro quando un ragazzo mi tira una gomitata allo zigomo, mi tocco il volto e sento in piccolo taglietto da cui esce pochissimo sangue, brucia un po' ma non fa male.
Sgomito verso il centro ancora finché non ci sono arrivata, avrei preferito non esserci stata.
"Io..." Sussurra una ragazza stesa a terra prima che un calcio le colpisca lo stomaco. Urla dal dolore,  credo che sia un'Interna ma quando rotola su se stessa vedo i suoi occhi cercare i  miei, e la riconosco.
È la Pacifica.
Guardo anche il suo aggressore e finalmente lo riconosco, è uno degli Eruditi.
Esco dalla folla e mi metto in mezzo ai due poco prima che un altro calcio colpisca la ragazzina. Ma l'Erudita non si ferma e lo tira a me, colpendomi sullo stinco.
Fa' male ma non tanto, Molly faceva più male.
Afferro il polso del ragazzo e stringo forte immobilizzandolo, con l'altra mano gli tiro un pugno sul volto facendogli fare qualche passo indietro. Gli pesto con forza il piede e lui cade in ginocchio.
Mi fermo così, ha avuto quello che si meritava.
Aiuto la ragazza ad alzarsi e le controllo la pancia alzandole un poco la maglia. Ha un grosso livido sullo stomaco; la guardo in faccia  e vedo che ha un sopracciglio tagliato e perde sangue dal naso.
Vedo Will e Christina arrivare allarmati.
"Portatela in infermeria, tra poco arrivo." Dico accompagnando Sarah da loro.
Mi accovaccio in parte all'Erudita e lo fisso con disprezzo.
 "E tu chi sei, la paladina degli indifesi?" Mi chiede tossicchiando.
Gira il volto di lato e sputa un po' di sangue.
"Oh, no! Io sono il tuo peggior incubo! Io sono la ragazza che ti tormenterà negli incubi!" Ridacchio in modo teatrale. "Come ti chiami?"
"Mattew."
Mi alzo e gli pongo un braccio aiutandolo. "Bene, Mattew, tu vieni con me."
Si alza lentamente e gli faccio cenno di seguirmi.
Sento il suo sguardo bruciare sulla mia nuca, ma non mi volto e continuo verso il centro di addestramento.
"Cosa ha fatto Sarah per provocare la tua rabbia, Mat?" Gli dico abbreviando il suo nome in modo canzonatorio.
"Mi ha fatto cadere." Dice scrollando le spalle.
"Ah si? Poverino! Ammazziamo una ragazzina perché per sbaglio ti ha fatto cadere no?"
"Lei lo ha fatto apposta!" Obietta il ragazzo.
Scuoto la testa e rido.
"Potrebbe averlo fatto, ma ne dubito visto la sua natura pacifica. Sai, so per certo che non sono violenti i Pacifici." Lo prendo in giro. "Partirai con dieci punti di svantaggio.".
"Non puoi farlo! Non sei né la mia responsabile né Eric! Cosa ti permette di farlo?"  Urla cercando di intimidirmi avvicinandosi alla mia immagine.
"Posso farlo, eccome!" Dico camminando verso l'infermeria.

La porta dell'infermeria è spalancata e l'infermiera sta mettendo una pomata sulla ferita di Sarah.
"Come stai?" Chiedo sorridendole.
"Mi fa male la pancia a respirare e mi gira un po' la testa, ma sto bene, grazie. Anche per avermi salvata".
Mi accovaccio sul letto accanto al suo e guardo l'infermiera sistemare una siringa dal liquido arancione.
"Posso?" Chiedo alludendo all'iniezione.
La donna mi sorride e mi porge la fiala girandosi poi, per andare a vedere come stanno gli altri ricoverati.
Avvicino la fiala al collo della ragazza, ma vedo un tremolio dal suo corpicino.
"Sarah, tutto bene?" Chiedo allontanando la siringa.
"Sisi, tutto apposto!" Sorride forzando una smorfia.
Riavvicino la siringa al suo corpo ma percepisco ancora il tremolio nella sua pelle.
Non allontano la siringa e mi avvicino con cautela alla zona disinfettata. Appoggio una mano al suo collo e ci conficco l'ago.
Sarah sobbalza un secondo ma poi volta lo sguardo verso di me, è sconcertata.
Premo lo stantuffo e faccio una smorfia mentre vedo il liquido arancione entrare nella mia mano e fare presa per il circuito sanguigno.
"Hai paura degli aghi?" Chiedo una volta che il liquido è terminato.
"Si, ma Tris..." Cerca di dire.
"Tranquilla, ti procurerò degli antidolorifici in pastiglia." Me ne vado.
Sento una strana sensazione crescermi nello stomaco, qualche cosa simile a un calore piacevole.
Sento un sorriso comparirmi sul volto, cerco di reprimerlo, impossibile.
Scuoto la testa e riconosco la nuova sensazione, felicità e armonia.
Guardo la fiala che mi è rimasta in mano. Siero della pace.
MERDA.

SPAZIO AUTRICE

Wow, ho aggiornato in fretta! Ahahha non  abbituatevi!
In questo capitolo entriamo un po' nell'ottica di quello che vi ho anticipato nella descrizione della storia.
Cosa pensate che sia successo con gli Esclusi? Susu, ditemi le vostre idee!
Poi, vediamo la comparsa di un nuovo personaggio, Mattew; è abbastanza intuibile che questo ragazzo creerà molti problemi a Sarah!
nell'ultima parte ho avuto la malvagia idea di farvi notare che Tris è ancora la solita ragazza Divergente che si diletta con l'altruismo, e la nostra cretinetta di turno si fa un'inienzione di Siero della Pace. Cosa farà? E che reazioni avrà Tobias? Aspetto le vostre intuizioni!
Ah, poi come potete notare anche Caleb è diventato capofazione e devo dire che questa parte è una cosa di cui vado fiera; perchè, seppur quel ragazzo sia uno sporco traditore e meriti solo una morte lenta e raccontata in modo breve come la tragica e ingiusta morte di Finnick Odiar in Mockingjay, una cosa che mi è molto mancata nel libro originale è il fatto che la famiglia Prior non si incontrerà mai più al completo dopo la cerimonia della scelta.
Molte di voi nelle recensioni, e con questo finisco, hanno fatto alcune considerazioni su Josh. E se vi dicessi che non siete sulla buona strada? muhahha mi piace spoilerare! no, okay, la smetto.
Bene, ora mi dielguo e studio storia! anzi... quasi dimenticavo!
Ringrazio di cuore:
Essia
Perla Bane
Robyale
katnissgale99 (tu sei speciale nana)
HOPE
per aver recensito positivamente.
ringrazio anche le 7 persone che hanno messo la mia storia nei preferiti, le 8 persone che l'hanno messa nelle seguite e anche Mydreamofthestory per averla messa nei ricordati.
Un grazie speciale anche ai 149 visitatori! 
Un bacione e al prossimo aggiornamento!
- Directionless

P.S. Recensite in tanti!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Per chiunque abbia dei sogni. 
perchè sognare è bello, e gratis; SOGNARE FA BENE!
Capitolo 3
 
E ora cosa faccio? Cerco Tobias! No, stupida! Poi si incavola! Oh, ma che bello quel ragnetto! 
Cammino lentamente guardandomi intorno, il sorriso sul mio volto potrebbe farmi sembrare una squilibrata... Squilibrata, che strana parola... Devo smetterla!
"Quattro? Amore mio?" Cinguetto per i corridoi. Devo trovarlo.
Canticchio saltellando in giro, destra - sinistra - sinistra - destra. 
Uh, un sassolino!
Mi chino a prendere il sasso che ho visto per terra e me lo rigiro tra le mani, è rotondo, liscio e molto duro.
Mi alzo e vedo un ragazzo che mi guarda come se fossi pazza, ah! Come biasimarlo?
"Ehi!" Lo saluto.
"Ciao" mi saluta sperando che io non stia parlando con lui. Credo.
"Hai visto Quattro?"
"È nel suo scenario della paura da venti minuti." Dice sgattaiolando in una porta secondaria per scappare dalla mia stupida felicità.
Che bello essere stupidi. No! Si! Oh voglio dare un bacio a Tobias!
Corro verso il laboratorio e trovo Tobias che scende le scale a testa bassa.
"Amore!" Urlo e gli corro incontro.
Alza lo sguardo e mi vede, non fa a tempo a realizzare la mia azione che gli sono già piombata addosso.
Rido. Rido come se fossi una malata di mente.
"Tris? Tutto bene?" Mi chiede preoccupato.
"Mai stata meglio!" 
"Cosa hai bevuto?"
"Nulla!"
"Tris!" Mi rimprovera.
"Mi sono fatta un, iniezione di antidolorifico al posto di Sarah perché lei ha paura degli aghi e io non volevo farle male. Peccato che fosse diluito con del siero della pace!" Esulto giocherellando con una ciocca dei miei capelli.  "Sono sempre stati biondi?" Chiedo stupita poi.
"Lo sapevo! Sei troppo Abnegante!" Dice Tobias scuotendomi le spalle e facendomi fare una smorfia. "Vieni con me".
Mi trascina verso l'infermeria e io lo seguo senza oppormi.
"Come sei bello..." Sospiro e sento la presa sulla sua mano che si intensifica.
Camminiamo veloci verso l'infermeria mentre io guardo in giro salutando gente che non ho mai visto in vita mia.
Non mi sento intontita come prima, ora i miei pensieri sono quasi normali, l'effetto sta durando poco.
Fisso la mano di Tobias che stringe la mia, il suo tocco ruvido mi manda fuori di testa, sento la pelle bruciare sotto la sua mano, è piacevole.
Immagino il suo corpo sopra il mio che si muove con un ritmo regolare, NO! Okay, devo smetterla di pensare queste cose! Smetterla, smetterla, smetterla!
Sento la sensazione strana di prima rinascermi nello stomaco e impreco mentalmente.
Sono talmente rincoglionita da quel siero che non mi rendo conto che siamo già arrivati in infermeria.
"Ehi! Ciao Sarah!" Urlo salutandola mentre la vedo su un lettino che legge un giornale.
Alza lo sguardo dal foglio e ricambia il saluto titubante.
"Infermiera?" Chiama Tobias.
La donnina si avvicina a noi e saluta Tobias con un cenno del capo, poi guarda me e mi sorride.
"Ciao ragazzi! Come posso aiutarvi?" 
"Il siero della pace con cui era diluito l'antidolorifico di Sarah?".
La donna ci pensa un attimo e poi sorride, guarda Sarah e poi fissa me. Ha uno sguardo divertito.
"Oddio! Tris, cosa hai combinato?" Ride facendo spuntare un sorriso sul suo volto anziano. "Durerebbe circa cinque minuti su una corporatura come quella di Sarah, Tris è più minuta ma ha più muscoli, quindi penso che dovrebbe durare almeno sei o sette minuti."
Faccio un minimo calcolo a mente, dovrebbero essere passati almeno cinque minuti, ecco perché ora sto meglio! 
"Stenditi qui, Tris." Dice l'infermiera indicandomi una branda.
"Non ho sonno..." Dico scuotendo la testa.
Tris! Muovi il culo e stenditi! No! Si! No! Uffa!
Tobias ridacchia e mi spinge verso il letto poggiandomi una mano sulla schiena, in basso, molto in basso.
Se fossi in me gli tirerei via la mano, ma chi se ne frega?! Io sono matta oggi!
Mi sento una bambina mentre guardo la branda, è altissima e io sono bassa. Faccio un salto verso il bordo e mi siedo facendo penzolare i piedi nel vuoto.
 
TOBIAS 
 
È così bella, anche da drogata. 
Devo smetterla di ammirare la sua bellezza in ogni momento! Potrei sembrare uno scemo! Anzi no, lo sembro.
L'infermiera sorride a Tris e si allontana verso un altro paziente. Mi infilo tra le gambe della mia ragazza che penzolano nel vuoto, le pupille dei suoi occhi, che prima erano dilatate, ora stanno tornando normali, così come il suo battito cardiaco.
"Cosa ci facevi nel tuo scenario?" Mi chiede sospirando.
E ora cosa le dico? 
Le mie paure sono cambiate, sei presente in tutte.
Non cado io nel vuoto, cadi tu. Non vengo schiacciato solo io, ci sei anche tu. Non devo uccidere una persona a caso, sei tu. Marcus non picchia me, picchia te. Non sono riuscito ad andare oltre alla seconda paura, sono patetico, vero?
"Il solito, ti amo." Bel riassunto Tobias, davvero bel riassunto. Se potessi mi batterei il cinque. 
"Oh".
"Come è andata la riunione?" Chiedo.
Il suo sguardo si perde nel vuoto e il sorriso sulle sue labbra svanisce, sto per chiamare l'infermiera ma mi risponde in tempo.
"Le solite merdate." Dice.
Le sorrido e poggio le mie labbra sulle sue. Incontro la sua lingua dopo qualche istante, mi sento così bene con lei. Dio, quanto la amo.
Le sua mani tirano qualche ciocca dei miei capelli e trattengo un gemito visto che siamo in pubblico.
Mi stacco da lei e sorrido mentre le scosto i capelli dal volto.
"Sei bellissima!" Sussurro avvolgendo un ciuffo dei suoi capelli biondi sul mio dito.
"E affamata, mangiamo?" Mi chiede.
È tornata.
 
TRIS
 
La mensa è affollata e io e Tobias stiamo cercando con lo sguardo i nostri amici.
Sono un po' preoccupata, avrei dovuto dire a Tobias della riunione? O ho fatto bene? Le parole di Jeanine mi frullano in testa, il volto di mio fratello, leggermente più maturo e con un pizzico di barba sulle guance, sta svanendo dalla mia memoria. Cavolo mi era mancato così tanto!
Vedo Uriah e Marlene insieme agli altri ridere seduti a uno dei primi tavoli e li indico a Tobias che mi ci trascina tenendomi ancora la mano.
"Ragazzi!" Esulta Zeke.
È ubriaco.
"Amico!" Lo saluta Tobias battendogli un cinque.
Mi siedo accanto a Marlene e Uriah, Tobias si siede di fronte a me accanto a Zeke e Lynn.
Afferro il mio piatto e ci poggio sopra un hamburger con una manciata di patatine. Ho una fame assurda.
"Avete visto la rissa tra i due iniziati?" Chiede Lynn addentando la sua fetta di pizza.
Oh, cazzo! Ho dimenticato di dire a Tobias il nome dell'Erudita. Come si chiamava? Matt? Michael? Forse era Morris. Eh va beh, me lo ricorderò più tardi.
"Tris sei stata grande con quel ragazzo, lo hai sistemato per bene!" Mi elogia Christina.
Non avevo notato fosse arrivata.
Sorrido leggermente e mordo la carne, che buona!
Gli iniziati entrano in gruppo nella mensa, sembrano un gregge di pecore mentre si guardano attorno cercando un posto, il primo gruppetto si muove verso uno dei pochi tavoli vuoti e da quel momento tutti si muovono alla spicciolata.
Vedo Sarah che parla con Savannah, Josh accanto a loro ridacchia mentre cerca di trovare un posto per loro tre. Mi ricordano tanto il nostro piccolo gruppetto, io, Will, Christina e Al.
Quanto mi manca Al, certo, mi avrà pur aggredito ma era mio amico, credo.
Josh mi vede e mi sorride indicando alle due ragazze i posti liberi accanto a noi.
"Arrivano gli iniziati." Sbuffa Lynn con la bocca piena.
Prendo una patatina e la mastico lentamente fissando i ragazzi.
Savannah e Josh indossano la divisa senza la giacca, Josh indossa la maglietta nera con i pantaloni della tuta e degli anfibi, mentre Savannah sembra ancora più minuta nella canottiera che indossa, le sta molto larga e i pantaloni che dovrebbero essere aderenti le stanno larghi dal ginocchio in giù.
"Possiamo sederci?" Chiede Josh indicando i posti liberi accanto a Marlene.
"Certo!" Conferma Marlene spostandosi di lato e appoggiando la sua giacca per terra.
I ragazzini prendono posto accanto a noi e guardano i vassoi pieni di cibo. Savannah e Josh hanno un luccichio negli occhi che conosco bene, è lo stesso che avevo io. Sarah afferra una manciata di patatine e una fetta di pizza mentre i due Abneganti la guardano.
"Cosa sono?" Chiede Savannah.
"Davvero? Non avete mai mangiato la pizza o le patatine?" Chiede incredula Sarah.
Visto  che i Pacifici sono fissati con frutta e verdura credo che anche Sarah li abbia mangiati poco.
"Gli Abneganti hanno molte restrizioni sul cibo." Affermo sicura. "Nelle loro case si mangia solo pasta e insalata.".
Mi rendo conto troppo tardi di quello che ho appena detto, mi sono praticamente rivelata.
"E tu come lo sai?" Chiede Josh sorridendo in modo impercettibile.
"Ehm, io..." E ora cosa dico? Porca miseria!
"Lei è un'esperta in fazioni, non ne avete mai visti?". Tobias. Io. Ti. Amo.
 
***
 
La mattina non è mai bello svegliarsi ma devo farlo, oggi cominciamo l'allenamento.
Le coperte si sono appiccicate al mio corpo e Tobias si è steso su di me.
"Tobias" lo richiamo.
"Sht! C'è gente che vuole dormire!" Grugnisce nascondendo la testa nell'incavo del mio collo.
Sbuffo e lo alzo di peso da me; è pesante!
"Faremo tardi!" Gli urlo in un orecchio.
Posso scommettere anche dieci mila dollari che quello sfaticato mi sta maledicendo ma si obbliga ad alzarsi e a sistemarsi prima di scendere nel centro di addestramento.
Quando arriviamo sono già tutti in riga e in piedi, mi sento così stupida, potrebbe essere la prima volta che sono in ritardo.
"Chi non muore si rivede!" Esulta Will ridacchiando.
Christina gli tira uno spintone sul braccio e ridono come dei bambini dell'asilo mentre Eric entra nella stanza con un passo convinto.
"Tris vieni con me." Sbotta Eric.
Avete presente quella sensazione che avete quando un genitore vi urla "A casa facciamo i conti?" Bene, io avevo quella sensazione.
Tobias mi guarda strano e io annuisco verso Eric seguendolo fuori dalla stanza.
Le mani cominciano a sudarmi e lo sguardo mi si sposta sempre sulla punta delle scarpe. Cerco di non sembrare agitata ma i miei sforzi sono vani visto che sul volto di Eric appare un ghigno.
"Hai paura, Tris?"
"Di te?" Rido in modo nervoso "Mai."
"Dovresti."
Asciugo le mani nei pantaloni e sento la gola che diventa sempre più secca.
"Ti ricordi il progetto per gli Esclusi?
"Si" 
"Devi collaborare con un'Erudita per mettere a punto il tuo piano. Buon lavoro." Mi dice aprendomi la porta di una stanza accanto a lui, guardo dentro e vedo una figura non troppo alta che porta un paio di occhiali.
Entro nella stanza e Eric chiude la porta alle mie spalle.
Mi avvicino al ragazzo e riconosco la barba appena accennata, il suo volto squadrato e i capelli scuri.
"Caleb!" Urlo e gli corro in contro.
 

ANGOLO AUTRICE

SCUSAAAAAATEEEEEEE IL RITARDO.
Come vi sembra il capitolo? 
Oggi sfogliando stra le storie più popolari di Divergent ho trovato la mia all'undicesimo posto, tipo: OODDIO SANTOO!
Grazie a tutte voi per leggere e recensire la mia storia! VI AMO TANTOO!
Al prossimo capitolo! 

P.S. Recensite in tantee!!

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Siamo navi in cerca di enormi iceberg,
siamo noi che scegliamo di affondare…
 
 
Capitolo 4
 
Il sorriso di Caleb si apre sul volto appena mi vede, uno di quei sorrisi che mi rivolgeva quando eravamo piccoli, quelli innocenti di un bambino che ha appena rubato una caramella dal contenitore in ceramica della nonna.
Lo stringo forte a me e come al solito la sua altezza mi sovrasta, ma ora di almeno venti centimetri.
Porta degli occhiali anche se ci vede perfettamente, ha una matita nel taschino della giacca blu che copre la camicia azzurrina.
"Ciao Beatrice!" Mi saluta accarezzandomi la testa. "Quanto tempo." .
Ha un tono caldo e molto calmo, credo che abbia imparato a parlare così a forza di stare negli Eruditi.
Il suo modo di fare non è più quello che aveva quando eravamo negli Abneganti ma penso che sia normale visto che anche il mio comportamento potrebbe essere molto cambiato.
Prende una sedia e ci si siede ordinatamente accavallando le gambe.
Afferro anche io una sedia e mi ci siedo a gambe incrociate, come una bambina.
Il suo sguardo severo mi fulmina ma io faccio finta di nulla. Non sono qui per sentirmi fare la predica da mio fratello.
"Bene, fratellino che non vedo da quattro anni, come va?" Dico tutto d'un fiato rubandogli gli occhiali e mettendomeli. Non mi sorprendo notando che non sono graduati ma hanno delle semplici lenti in vetro.
Lui sorride e si riprende gli occhiali chiudendoli e appoggiandoli sul tavolo.
"Io sto bene, dagli Eruditi c'è sempre così tanto lavoro, sai, Jeanine dice che ho della stoffa."
Ah. 
Per qualche minuto cala il silenzio. Sento una tensione tra di noi che non sono sicura di aver mai sentito. I ricordi si fanno spazio nella mia mente. Faccio di tutto per scacciarli ma mi risulta quasi impossibile visto che il piccolo tremolio nelle sue mani mi ricorda quello che aveva il giorno della scelta.
"Ho saputo che hai un ragazzo." Dice all'improvviso.
L'ansia mi prende in pieno, come una folata di vento invernale. Mi chiedo se abbia capito che lui è il figlio di Marcus.
"Un certo Quattro.".
"Come lo sai?" Chiedo balbettando. Il suo sguardo si addolcisce e sorride rassicurante.
"Le voci girano. E poi che fratello sarei senza sapere tutto su di te?" Sospira e si alza dalla sedia. "So che hai sei tatuaggi, come il numero delle tue paure. Tre rondini, e i simboli delle cinque fazioni. So che sei brava a picchiare -cosa che non mi aspettavo- e so che sei addestratrice dei trasfazione Abneganti. Bizzarro, no?".
Sono leggermente terrorizzata dal fatto che sappia tutte queste cose. Il suo sguardo indagatore cerca qualche segno di tensione nel mio volto ma Christina mi ha insegnato a nascondere le emozioni alle persone che non mi interessa sappiano le mie emozioni.
Mantengo un contatto visivo e metto le mani in tasca per non cominciare a torturarmele, stringo la mascella per non mordermi il labbro e lui sembra mollare la presa.
Guardo l'orologio e noto che sono passati solamente venti minuti, i venti minuti più lunghi della mia vita. 
"Oggi non ho molto tempo per parlare del progetto ma se vuoi possiamo fare un giro, così mi fai vedere come vivete in questo scantinato... Emh scusa, in questo adorabile posto.".
Da come parla e si muove ho già capito che non vede molto bene il fatto di lavorare e vivere in un luogo quasi completamente sotterraneo. Pensavo che rivedere mio fratello sarebbe stato una cosa bellissima, pensavo che avremmo riso fino alle lacrime come da ragazzini, ma a quanto pare lui ha preso alla lettera il motto delle fazioni.
Apro la porta e lo accompagno per i corridoi.
Gli mostro il pozzo dove gli iniziati Interni stanno parlottando. Ne saluto qualcuno e accompagno mio fratello allo strapiombo.
"Questo è lo strapiombo.". 
Questo posto mi mette ancora un po' di soggezione, ci sono troppi ricordi. Mi arrampico sulla ringhiera sporgendomi a braccia aperte, sento l'aria fresca che viene dal fiume scostarmi i capelli e gli schizzi d'acqua solleticarmi la pelle.
Caleb si appoggi all'ultimo pezzo di ferro e respira profondamente.
"Quindi vivete qui? Il nascondiglio segreto dei pazzi che saltano dai treni è questo? Non mi dispiace come posto! È meglio di come lo descrivono i libri!" Ha il volto rilassato e le palpebre socchiuse mentre guarda le rocce sotto di noi. "Mi sei mancata, Beatrice." Sussurra abbracciandomi lentamente. 
Il suo gesto mi coglie di sorpresa,  avrò un'altro ricordo da immagazzinare qui, e sarà il secondo positivo.
Il suo fiato caldo si infrange sul mio collo e non ricordo di aver mai ricevuto un abbraccio così da lui. Anzi non sono nemmeno sicura che lui mi abbia mai abbracciata.
"Fa strano abbracciarti, sei -come dire- morbida!" Ridacchia pizzicandomi un fianco.
Sciogliamo l'abbraccio e ci guardiamo negli occhi.
Non avevo mai notato che i nostri volti hanno alcuni caratteri simili. Sorride mostrandomi una schiera di denti bianchissimi e mi afferra per la vita buttandomi sulla sua spalla come un sacco di patate. Mi chiedo dove abbia nascosto i muscoli o se sono leggera come una piuma io ma dopo qualche istante scelgo di godermi quello che sta succedendo.
"Mettimi giù Caleb!" Urlo divincolandomi alla sua presa e -grazie alla mia «nuova massa muscolare» riesco ad avere la meglio.
Una coppia di Intrepidi passa e ci guarda di traverso, quell'occhiata mi ricorda improvvisamente che quello che stiamo facendo è illegale. Sento le guance avvampare e mi asciugo le mani sudate nei pantaloni.
"Qualche cosa non va?" Mi chiede Caleb notando il mio cambiamento di umore.
"Prima la fazione e poi il sangue; ricordi?".
Certo che ricorda. Come può dimenticarlo? Lui è un Erudito, probabilmente sono stati loro a incidere quella frase nel muro della scuola.
"Beatrice..." Comincia ma io lo interrompo "Ho cambiato nome, Caleb.".
Il suo sguardo passa da apprensivo a sconcertato.
"C-come?" Chiede.
"Mi chiamo Tris. Era più facile cambiare vita se cominciavo tutto con un'altro nome." Detto ad alta voce sembra tutto più ridicolo, ma io ci credo sul serio.
Annuisce serio e tace. Nessuno di noi cerca di tornare sul discorso di prima, infondo noi non siamo nemmeno più parenti a momenti, so più cose di Christina che di lui.
Arriviamo al centro di addestramento dopo pochi minuti e noto con una punta di dispiacere che siamo arrivati proprio mentre Tobias sta spiegando le migliori tecniche di lotta.
Non mi va di far vedere a mio fratello come insegniamo agli iniziati a uccidere.
"Non tutti siamo dotati di grandi strutture fisiche, ma con un po' di astuzia chiunque ce la può fare." Spiega con un mezzo sorriso.
Era così gentile anche con noi? 
La porta dietro me e Caleb si chiude con un tonfo e tutti si voltano verso di noi.
"Se ce l'ho fatta io, ce la potete fare tutti!" Ridacchio raggiungendo il gruppo.
Caleb dietro di me è zitto e mi segue rimanendo nascosto dietro di me per quanto la mia altezza lo permetta.
"Mettetevi in fila davanti ai sacchi, uno per sacco e esercitatevi." Spiega Will e ogni iniziato si muove verso un sacco diverso.
"Dove sei stata? Pensavo che Eric ti avesse buttata nello strapiombo per qualche tua bravata!" Sorride Christina notando solo dopo mio fra... Ehm, Caleb. "Ciao bel fusto, io sono Christina, ma tu puoi chiamarmi stasera!" Ammicca verso Caleb.
Le guance di mio fratello diventano rosse e lui apre la bocca in cerca di aria.
"Lo terrorizzi così!" La rimprovera Will. E poi rivolto a Caleb aggiunge "Chiamala stasera e non arrivi a domani." Il suo sguardo è di ghiaccio e mette paura anche me.
"Chi sei?" Chiede Tobias allungando una mano. "Io sono Quattro.".
Caleb si riprende dal caos a cui ha appena assistito e sorride afferrando la mano di Tobias. Non sembra riconoscerlo.
"Io sono Caleb, il fratello di Tris." Si presenta. L'epiteto «fratello» mi mette in panico visto che siamo davvero poco vicini a una coppia di fratelli come la immaginano i miei amici ma camuffo la mia preoccupazione con un sorriso.
"Ho sprecato la mia battuta con il fratello della mia migliore amica? Oh santo cielo!" Sbotta Christina. Will ride dell'espressione della sua fidanzata che è mista tra il disgusto e la sorpresa.
Quattro fa ballare lo sguardo tra me e Caleb e io annuisco con vigore per cercare di fargli capire che non può aver intuito la storia di Tobias Eaton.
"Quindi tu sei il ragazzo di Be... Ehm, Tris?" Chiede mio fratello.
Tobias annuisce e sorride guardandomi dalla coda dell'occhio.
"E quanti anni hai?" Chiede notando che non può avere vent'anni come noi.
"Ventidue anni.". Caleb annuisce pensieroso all'affermazione di Tobias.
"E non sei un po' grande per la mia sorellina?"
Oh ma per favore! Qui stiamo toccando il limite del ridicolo!
"Lei non è la sorellina di nessuno!" Sbotta Tobias avvicinandosi a mio fratello.
Capisco dalla sua espressione cosa vuole fare e mi metto in mezzo hai due ragazzi prima che si scateni l'inferno. In quel preciso istante entra Eric.
"Smettetela! Tutti e due!" Quasi urlo mettendo una mano sul petto di Tobias.
"Caleb? Cosa ci fai qui? Pensavo che stessi parlando con Tris del Problema degli esclusi..." Dice Eric a mio fratello.
"Cosa?" Chiede Tobias fissandomi.
Potrei aver omesso di parlargli del piano, non penso che la prenderà bene.
Sposto lo sguardo su ogni volto che vedo, non mi piace come mi stanno guardando tutti. Tobias fa ballare gli occhi da me a mio fratello e non sembra per nulla contento.
Eric mette un ghigno e capisco tutto, quel bastardo aveva organizzato tutto.
"Ehi, Quattro, Tris; perchè non mostrate ai nostri iniziati come si combatte?" Ci chiede il mio capo.
Tobias non lo guarda nemmeno e si incammina verso la piattaforma. Non ho mai combattuto contro Tobias e ho paura. Sarò anche più veloce di lui ma lui è molto più alto di me e ha il triplo della mia massa muscolare, non escludo il fatto che mi picchierebbe: è davvero furioso.
"È necessario?" Chiedo asciugandomi le mani nei pantaloni.
"Andiamo Tris, non ti starai tirando indietro?" Sibila Tobias.
Mi sbagliavo se pensavo che ci sarebbe andato piano, vuole sfogarsi.
Mi tolgo la giacca e la passo a Christina che mi guarda terrorizzata. Cammino verso il ring e mi ci posiziono nell'angolo opposto a Tobias.
"Niente copi bassi e dita negli occhi, i morsi non sono ammessi. E ricordate, nessun Intrepido si arrende." Ci istruisce Eric.
Potrei anche arrendermi ma poi mi ricordo che cosa aveva fatto Christina dopo la sua resa e il pensiero mi si cancella dalla testa.
Metto le mani in guardia e sto attenta a non tenerle troppo alte per riuscire a coprire anche gli organi.
Non lo vedo nemmeno muoversi, ma lo sento arrivare. Un pugno in piena mascella mi colpisce, non forte come mi aspettavo ma non è nemmeno una carezza. Mi giro di lato e sputacchio un poco di sangue.
Mi muovo in fretta e gli tiro un pugno nello stomaco. Dalla sua bocca esce un gemito di dolore e cerca di colpirmi con un pugno sulle costole ma prevedo il colpo e mi sposto.
"Tobias, guardami." Sussurro.
I suoi occhi di ghiaccio mi fissano e vedo la tensione sciogliersi nei suoi pugni, ma per qualche istante visto che poi stinge la mascella e alza una gamba.
Incasso il colpo nella gamba e la sento cedere. "Mi hai nascosto tutto" sussurra. "Perchè lo hai fatto?". Ha la fronte corrucciata e il corpo teso. Potrebbe tentare di farmi cadere e finirmi visto che comincio a saltellare su una gamba visto che quella che mi ha appena colpito non regge il peso.
 "Avevo paura della tua reazione." Spiego.
"Hai ragione, è meglio farsi picchiare a sangue.".
"Signorine, non siamo in un corso di terapia per coppie, meno fiato e più colpi." Ci riprende Eric. Mi giro a guardarlo e Tobias coglie l'attimo per farmi cadere e bloccarmi a pancia in giù premendomi un ginocchio sulla colonna vertebrale.
Fatico a respirare e vedo delle macchioline colorate offuscarmi la vista, come quando Peter mi premeva contro lo strapiombo.
Annaspo cercando di togliermi il ginocchio di Tobias di dosso ma non riesco.
Urlo, forte. E finisco quel poco di aria che avevo immagazzinato.
Sento la presa di Tobias mollarmi e mi sento tirare su dal pavimento.
"Tutto bene? Amore guardami! Tieni il contatto visivo, tieni gli occhi puntati su di me." Mi dice Tobias muovendomi verso una porta.
"Andiamo a casa?". Non sto nemmeno ragionando su quello che dico.
"Si amore, a casa, e puoi dormire, ma ora no! Adesso non puoi quindi non svenire." Mi supplica.
Allora lo sa di aver premuto troppo, lo ha fatto apposta! Come quella volta con i coltelli.
"Sei uno stronzo!" Gli dico.
I pallini colorati si fanno più densi e tutto muore. Il buio mi avvolge e mi abbandono alle braccia di Tobias.
 
 *** 
 
La testa mi pulsa e a respirare mi fa male lo stomaco e la schiena mi manda delle fitte di dolore. Apro gli occhi e mi rendo conto di essere nell'infermeria. Cerco di mettermi seduta ma tutto il corpo si oppone e decido di rimanere sdraiata.
Mi guardo in giro e vedo Tobias che mi guarda in silenzio sullo stipite della porta.
"Non ho intenzione di parlare con te." Gli dico mentre lo vedo avvicinarsi.
"Meglio, almeno mi ascolterai. Io non volevo farti così male ma..." Comincia.
"Ma se non ti avessi bloccato saresti ancora là!" Lo interrompo scimmiottando il suo tono di voce.
Non ho le forze per alzarmi e litigare come al solito ma ignoro il dolore e mi metto seduta. Sono davvero arrabbiata questa volta. Per quanto io sia stata stupida a non parlargliene lui non aveva il diritto di picchiarmi fino a farmi svenire. 
"Non comportarti da ragazzina." Mi rimprovera.
"Posso capire la tua rabbia, Tobias, ma picchiarmi in quel modo? Davanti agli iniziati? Sono svenuta! Anzi, no! Tu mi hai fatta svenire!" Sto praticamente urlando. 
Mi tocco la fronte e mi tiro leggermente l'attaccatura dei capelli per trattenere le lacrime nelle ghiandole lacrimali.
"Allora spiegami! Spiegami cos'è questa storia! Sono proprio curioso!" Mi risponde a tono.
Scuoto la testa, è davvero così infantile? 
"Ma certo! Già che ci siamo dammi un megafono che lo urlo all'intera fazione! Te lo direi, ma non posso!" 
"Tu puoi, Tris! Fidati che puoi, quello che ti manca è il coraggio di affrontare le conseguenze." Si sta calmando, ma il suo tono rimane tagliente e mi fa un po' di paura.
Mi alzo di scatto dal letto e con un gesto brusco le lenzuola si tolgono dal mio corpo. Traballo leggermente ma mi sistemo in fretta in piedi.
Lo raggiungo a passo pesante e gli arrivo a qualche centimetro dal volto.
"Prova a ripeterlo, dai.".
Stringo la mascella mentre aspetto che mi ripeta quello che mi ha detto ma come mi aspettavo sta zitto e si guarda la punta delle scarpe.
"Scusa, io non volevo..." Comincia a scusarsi.
"Il problema è che tu non vuoi mai! Ogni cosa che fai è sempre istintiva, non volevi chiamarmi rigida l'altro giorno e lo hai fatto, non volevi offendermi ora e lo hai fatto. La prossima volta non vorrai uccidermi ma ti scapperà un colpo dalla pistola?! Tobias io sono stanca delle tue scuse.".
Sono stata troppo tagliente e cruda forse ma dovevo dirlo o sarei impazzita.
Lo vedo girarsi verso la porta per andare via, fa qualche passo e a ogni passo il mio cuore si crepa. Arriva alla porta e si ferma. Si gira, mi guarda e con passo deciso mi torna vicino. Mi afferra il volto e mi bacia. È un bacio violento e le nostre labbra si scontrano fino a diventare rosse.
Si stacca e mi guarda negli occhi accarezzandomi il viso.
"Ma io ti amo, e questo dovrebbe bastarti." Dice prima di andarsene.
Cosa ho fatto?
 
 
ANGOLO AUTRICE

Ho cercato di aggiornare in fretta visto che non so se riuscirò a postare il prossimo capitolo prima di partire per la montagna.
Allora, questo capitolo devo dire che mi piace un sacco ed è strano visto che dovrei odiarlo dopo la scena violenta tra Tris e Quattro.
La parte con Caleb mi piace davvero tanto e spero di avervi trasmesso i sentimenti dei due fratelli separati.
Beh, grazie per le recenzioni del terzo capitolo e anche per quelle del primo e del secondo. Grazie anche a chi ha messo la mia storia tra le preferite, le seguite e le ricordate.
Ah, quasi dimenticavo, Caleb sarà presente anche in altri capitoli e prima di ricevere recensioni di persone che non hanno capito –perché  io come al solito lascio alcune cose in punto di domanda e non si capisce se sono carne o pesce- Tris e Tobias NON si sono mollati alla fine del capitolo.
Un bacione a tutti e aspetto con ansia le vostre recensioni J
P.S. per chi si sta chiedendo quando uscirà il famigerato DVD del film di Divergent (dai che lo so che Tobaias vi manca)  ho trovato su Amazon la data d’uscita guardando dal catalogo dei DVD. Diffidate dalle pagine face book che dicono solo grandissime cagate, IL DVD USCIRÀ IL 27 DI AGOSTO. Ora mi dileguo davvero! Ciaoo!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


"Siamo sotto lo stesso cielo, quindi siamo insieme, anche se non ti vedo”
Dedicato a Maia, guarisci presto.
Grazie, di tutto
 
Capitolo 5
 
 "Ancora non capisco perchè lo ha fatto..." Borbotta Christina infilandosi uno dei suoi vestitini neri.
Dopo che sono stata dimessa dall'ospedale non sono tornata a casa e mi sono rintanata nell'appartamento di Will e Christina che si stavano preparano per una serata movimentata al bar. 
Guardo la mia immagine riflessa nello specchio mentre perdo le fila del discorso di Christina. Ho un livido sulla mascella e fatico ancora a capire come Christina intenda nasconderlo, ma la cosa che mi preoccupa di più è il livido che ho sulla schiena e che il vestito lascia scoperto.
"Tesoro, mi stai ascoltando?" Mi richiama la mia migliore amica sventolandomi una mano davanti al volto.
Vorrei scuotere la testa e farle capire che non mi interessa ma lei sembra tanto entusiasta del suo ragionamento che non mi sento capace di ferie i suoi sentimenti, non anche i suoi.
Annuisco con vigore e sul suo volto si apre un sorriso.
"Vediamo di renderti carina!" Esulta tirando fuori da un'astuccio un tubetto di crema color carne.
Ne spalma un po' sul dorso della mano e poi con un pennello me ne picchietta piccole dosi sul mio livido. La crema è fredda ed è una sensazione bellissima sulla pelle che fa ancora male.
Dopo qualche minuto la crema esaurisce e Christina si allontana di qualche centimetro per ammirare la sua opera. Mi guardo allo specchio e il livido è sparito.
Non so come ringraziarla.
"Oh tesoro, sei stupenda! Ora pensiamo a un bel vestito." E senza esitazioni si dirige verso l'armadio afferrando un vestito argentato con delle pagliette nere che pendono da tutto il tessuto.
Me lo infilo senza obbiettare e guardo sbigottita le scarpe che mi porge.
"Chris, non credo che siano adatte a me..." Borbotto prendendo in mano il paio di tacchi neri che mi passa.
"Tris, non pensarlo nemmeno, ora sei single e devi fare conquiste." Sbotta lei sbattendomi su una sedia e mettendomi un generoso strato di eye-liner.
Ops, potrei aver dimenticato di avvertirla che io e Tobias stiamo ancora insieme.
"Christina, non sono single." Sussurro mentre lei mi passa un rossetto rosso fuoco.
Alle mie parole il rossetto le cade di mano e gli occhi diventano enormi come due "o" maiuscole.
"Non lo hai ancora mollato? Ti ha fatta svenire!" Urla cominciando a camminare avanti e indietro. "Se Will mi mettesse un dito addosso io lo ammazzerei, e morirebbe single." Prosegue ovvia.
"Christina, io lo amo." Cerco di spiegarle ma sembra tutto inutile perché lei non vuole capire.
Sento le sue grida arrivarmi ovattate alle orecchie mentre cerco di pensare ad altro ma le uniche cose che mi vengono in mente sono le parole di Tobias mentre ero in infermeria. Mi alzo dalla sedia e cerco disperatamente di andarmene dalla camera da letto di Christina che sembra rimpicciolirsi sempre di più, come nello scenario di Tobias solo che questa volta non sono rannicchiata contro il suo petto. 
Il mondo mi crolla addosso quando realizzo che forse ora Tobias è ubriaco al bar, ma magari lui non ha capito che con la mia sfuriata non intendevo mollarlo ed è in casa nostra, nel nostro letto, con un'altra.
Il dolore mi colpisce a afferro i tacchi che Christina ha appoggiato a terra pochi istanti fa.
"Cosa credi di fare ora?!" Dice sbigottita quando vede il mio walkie-talkie da polso cadere sul tavolo con un gesto di noncuranza.
"Vado a divertirmi." E a passo svelto le passo davanti spalancando la porta e dirigendomi verso il bar del pozzo.
 
 
 
 
***
 
 
 
 
La musica della nostra fazione è davvero bella. Non centra nulla con la musica dei Pacifici, ma mi piace.
Non è spensierata ma nemmeno tristissima, la maggior parte degli strumenti è composta da barili e bastoni che producono un baccano assordante. Il suono risulta spesso un caos disordinato di rumori, e mi piace proprio per quello... Rappresenta la nostra fazione alla perfezione. 
Sono seduta a un tavolino, sono sola, non ho per niente voglia di ballare per tutta la sera, anche se era questa la mia intenzione iniziale.
Prendo il bicchiere che è appoggiato davanti a me e ne bevo il contenuto fino alla fine. 
Mi annoio davvero tanto, non è mai successo che mi sentissi sola in questo modo, in genere sono circondata dai miei amici, sono abituata al casino di Uriah, alle sfuriate di Christina e alle battutine sarcastiche di Will. Sono abituata alle mani di Tobias che mi stringono, che mi toccano, che mi confortano.
Mi alzo dal tavolo barcollando un attimo sui trampoli che ho avuto la geniale idea di acconsentire a mettere... Stupida me!
Senza nemmeno pensarci comincio a camminare nella direzione dei dormitori degli iniziati, me ne rendo conto quando ormai sono arrivata, è tutto così bizzarro. Mi sento come se ci fosse qualcun altro a scegliere per le mie azioni.
"Tris?" Mi sento chiamare da una voce lontana.
Mi giro di scatto e posso proprio dire che è stata una pessima idea. Cado per terra come un salame e scoppio a ridere come una rintronata. Complimenti Tris, autocontrollo a mille vero?
Guardo la figura davanti a me e vedo la chioma rossa accesa di una ragazza, credo sia un'intrepida ma non riesco a riconoscerla in viso. "Tutto bene? Oddio ti sei fatta male?" Mi chiede ancora.
Guardo bene il volto della ragazza e finalmente riesco a metterla a fuoco, è Savannah.
"Sisì tutto bene, cosa hai fatto ai capelli?" Chiedo incredula alzandomi.
"Mi piaceva l'idea di cambiare. Cosa ci fai qui?" 
E ora cosa rispondo? "Cosa ne so io? Ho camminato fino a qui per caso" no, non posso parlare così!
"Cercavo te." Le parole mi escono di bocca ancora prima che io me ne renda davvero conto.
Cerco di capire le sue reazioni, sembra abbastanza sbigottita ma sul suo volto si pre un mega sorriso che mi spiazza leggermente, bene, ora ho fatto davvero un casino.
"Mi hai trovata! Avevi bisogno?" 
"Ho litigato con Tobias." Comincio a credere che il mio corpo e la mia mente si siano coalizzati contro di me. Perchè vado a raccontare queste cose a una ragazza che non conosco? 
"Immaginavo, dopo quello che ti ha fatto, vieni facciamo due passi mentre mi parli." Mi propone avviandosi verso lo strapiombo.
"Ho paura di perderlo, insomma io lo amo ma lui è davvero arrabbiato e non ho la minima idea del motivo, certo, potrei avergli nascosto un'informazione ma non è tanto importante, anzi, quasi per nulla!". Decido di arrendermi alle parole che escono di getto dalla mia bocca, forse dopo essermi sfogata mi sentirò meglio.
"Magari per lui era importante come cosa, non puoi pensare che se per te non è fondamentale per lui non lo sia, insomma devi pensare per lui... Oddio scusa sto parlando da Abnegante!" Conclude arrossendo.
"No, capisco perfettamente cosa intendi ma io sono nel consiglio delle fazioni, non posso dirgli tutto!"
I suoi grandi occhi mi squadrano per qualche istante e poi la sua bocca si apre in uno sbuffo.
"Tris, cosa provi per lui?" Mi chiede con uno sguardo di incoraggiamento.
Ormai siamo arrivate allo strapiombo e siamo appoggiate alla ringhiera, non so se voglio davvero dirle cosa provo per Tobias, ma sento che di lei mi posso fidare. Prima di parlare faccio un grosso respiro, ma l'aria sembra non entrare nei polmoni e bloccarsi nel petto alimentando la voragine che mi sta divorando.
"Io lo amo, te lo giuro, quando mi tocca il mio corpo si infiamma e sento dei brividi per tutto il corpo, solo il pensiero di lui ed io sdraiati sul letto a parlare e a stuzzicarci mi fa nascere un sorriso spontaneo, quando è vicino a me, beh io mi sento al settimo cielo. Dio, quanto lo amo!". Ormai ho appena finito di parlare quando mi rendo conto che una figura mi sta guardando da dietro lo stipite, quella figura così familiare, Tobias è lì con me, lui mi ha sentita. Lui sa che lo amo.
Savannah, come ogni brava ragazza, mi guarda con un sorriso a trentadue denti, lei ovviamente non ha notato che Tobias ci spia. 
"Tris ti prego dimmi che farete pace, ho bisogno di saperlo!". Il suo tono di voce ricorda un sacco quello di una bambina che ha appena assistito alla nascita di un arcobaleno dalla pentola di un qualsiasi elfo, e quando comincia a parlare la sua voce è così raggiante da terrorizzarmi leggermente.
Sorrido in modo talmente forzato da risultarmi falsa da sola e mi siedo sull'orlo dello strapiombo appoggiando la fronte al metallo fresco della ringhiera.
"Vuoi stare un po' sola?" Mi chiede recuperando un tono controllato. 
«Non voglio stare sola, voglio stare con lui!» urla il mio cervello, ma sono consapevole che solo io posso sentire quell'urlo disperato che brucia come una fiamma viva.
Annuisco leggermente senza nemmeno voltarmi e la sento andare via.
"Non provare nemmeno a parlare, non hai scusanti, hai origliato e non ne avevi nessun diritto." Dico a Tobias che, sono sicura, è ancora in piedi dietro alla colonna.
"No, Tris, adesso sei tu che non devi parlare. Io ti devo delle spiegazioni, e tu non mi vuoi ascoltare, quindi ti prego non interrompermi!" Il suo tono autoritario mi sorprende ma faccio finta di nulla e aspetto che lui cominci a spiegare. "Io ho una madre, lo sai vero?".
"È morta, c'ero al funerale" interrompo.
"Zitta, ti prego!" Sospira. "Pensavamo tutti fosse morta, davvero lo pensavo anche io, il suo corpo nella bara, la cerimonia, tutto indicava la morte ma lei è viva, lei è fottutamente viva e mi ha abbandonato.". Le sue parole mi colpiscono come lame, ma mi rifiuto di guardarlo perché potrei essere troppo buona con lui. "Non dire cavolate lei è morta." Lo interrompo di nuovo ripetendo la stessa frase di prima. "Cazzo Tris, mi fai parlare? Lei non è morta, mi ha contattato l'altro giorno, lei è un'esclusa. Mio padre la cacciò dopo una serie di eventi che non ho capito molto bene, ma io la voglio rincontrare e chiederle di più, io devo sapere di più! Non mi basta quello che ho! E beh, sapere che tu stavi collaborando al piano che lei mi aveva accennato come la distruzione del sistema degli esclusi, al piano che mi avrebbe riportato via mia madre, mi ha dato alla rabbia. Forse sono stato troppo impulsivo, ma giuro che non lo rifarei di nuovo, perché ti amo anche io." Il fiume di parole che gli esce dalla bocca mi fa sentire davvero un'idiota ma non riesco a giustificargli tutto il male che mi ha fatto.
Mi sfrego la guancia con la manica del vestito, sfrego forte per riuscire a togliere quella crema colorata che Christina mi ha spalmato in faccia, la botta fa ancora male e sfregarci sopra con forza non aiuta a far passare il dolore. Una piccola lacrima mi sfiora la guancia ma la asciugo con un gesto molto rapido.
Mi volto verso Tobias e lo guardo con arroganza, un'arroganza che non sapevo di avere.
"Lo vedi cosa mi hai fatto? Io non posso perdonarti sempre!" Urlo. E a quel punto tutto l'autocontrollo che ho fatto tanto per ottenere se ne va. 
I suoi occhi passano in rassegna tutto il mio volto e dopo pochissimi istanti i suoi occhi si bagnano e vedo la disperazione sostituire la rabbia. Non piangerà, lo so. Non ha mai pianto, ha imparato a tagliare fuori tutti, e non riuscirò mai a capire le sue emozioni reali.
"Non volevo... Io..." Comincia a parlare ma non lo lascio finire. "Smettila di dire che non vuoi! Ti prego smettila!" Le lacrime cominciano a scorrermi sul volto, il mio tono ormai sembra una supplica, sono davvero disperata.
Cerco disperatamente di stare in piedi ma non posso riuscirci, cado sulle  ginocchia mentre il mio corpo è percorso da vari singhiozzi. 
Non possiamo andare avanti in questo dannatissimo modo, litighiamo di continuo e io ho troppa paura di cedere prima che sia tutto perso.
"Vattene." Sibilo quando le sue mani mi sfiorarono la vita per aiutarmi. "Ti prego vattene." Sussurro di nuovo.
Sento le sue labbra aprirsi, percepisco il movimento e ho paura che risponda "no" ma dalla sua bocca esce un singhiozzo, non una parola.
Alzo lo sguardo su di lui e vedo un paio di righe bagnargli il volto, lui piange. Lui piange per me.
"Ti prego non allontanarmi" supplica, "io ti amo, lo sai? Possiamo superarlo, noi possiamo superare tutto, ma non puoi allontanarmi. Ti prego, Tris.".
Ho l'istinto di gettarmi tra le sue braccia e di inspirare il suo profumo, ma non posso, non è ciò che voglio davvero, o si? No. Non voglio soffrire più.
"Tobias, smettila di supplicare, lo vedi anche tu, siamo come un cane che si morde la coda, usciamo da una lite per entrare in un'altra, ti amo anche io, lo sai, ma non possiamo continuare così.". La mia voce trema, ed è la cosa più difficile che io debba fare ma non posso fare altrimenti. "Finisce qui.".
Il suo sguardo si fa vuoto e le lacrime si moltiplicano, il suo volto rigato dalle lacrime è una cosa che non avrei mai voluto vedere.
"Ti prego no! Tris ti supplico io non posso stare senza di te, ti amo.". 
"Due giorni." Sussurro non riuscendo più a gestire le emozioni. "Due giorni lontani. E forse potremmo ricominciare da capo." È la mia ultima offerta. 
Sono sicura di amarlo ma quello che mi ha fatto è stato stupido. Troppo stupido per passarci sopra. 
Lo vedo annuire e il suo volto si addolcisce. Mi asciugo le lacrime che non mi ero nemmeno resa conto di aver versato in quantità così vasta, e mi alzo diretta verso casa.
"Tris, dove dovrei dormire?" Chiese ancora com voce tremante. 
"Dormirò io con gli iniziati, non vorrei che qualcuno perdesse un occhio" e detto ciò me ne andai.
 
Ho fatto la cosa giusta? Non ne sono certa.
Lo perdonerò? Sì.
Torneremo come prima? No.
Lo amo ancora? Ovviamente sì.
 
 
ANGOLO AUTRICE
Bene, come potete notare non sono ancora morta/emigrata in un altro paese/catturata da Jeanine o altre cose del genere.
Molte di voi non avevano capito lo scoppio d’ira di Tobias e allora ho deciso di spiegarlo in un capitolo. Come avete potuto leggere il piccolo sbalzo d’umore del nostro amico gli è costato parecchio, ora però non odiatemi!
Di sicuro avrete anche notato che Savannah sta prendendo una parte fondamentale nella storia, chi lo sa se si rivelerà davvero così importante come sembra.
Vorrei ringraziare larreh_ per la collaborazione alla scrittura di questo capitolo, senza di te sarei ancora a grattarmi la testa senza sapere dove sbattere il muso…
Ringrazio anche tutte voi che avete pazientemente aspettato questo aggiornamento senza andarvene, davvero vi ringrazio molto per questo!
Concludo dicendo che cercherò di aggiornare abbastanza regolarmente in questo periodo, anche se non so cosa promettere visto che la scuola mi ha travolta in pieno, cavolo, mi stavo quasi abituando al dolce far nulla estivo.
Beh, alla prossima, con tanto amore Laura 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


"Se hai paura va bene, ma abbi paura con me" 
Dedicato a Virginia che mi ha fatto ritrovare la voglia di esprimermi.
Capitolo 6
 
Quei due dannatissimi giorni passano lentissimi, non solo mi manca il suo respiro regolare che usavo come ninna nanna, ma mi mancano anche i nostri continui litigi, mi manca il suo sorriso, mi manca qualsiasi cosa riguardasse lui.
Ma nonostante questo sono certa che quei due giorni mi sono serviti per prendere una bella boccata d'aria fresca.
Ho scoperto che tra gli iniziati ci sono delle ostilità e che tra Sarah e Mattew non si è risolto tutto il casino che si era creato. La rivalità tra loro non è alta come quella che c'era tra noi quando ero un'iniziata ma non è poca.
Sto camminando verso la mensa quando mi scontro con un ragazzo alto.
"Oddio scusa!" Mormoro cercando di raccogliere il mio walkie-talkie che è caduto nello scontro.
"Tris, tranquilla" la sua voce mi accarezza i sensi e quando alzo la testa trovo Tobias che mi guarda con un sorriso divertito. "Cosa fai?" Mi chiede poi aiutandomi ad alzarmi prendendomi per un braccio.
"Uh, stavo andando a mangiare." Dico incerta guardando l'ora. Se non mi spiccio il pranzo finirà e addio polpette e torta. "Vuoi venire?" Gli chiedo sorridendo.
Lui sorride e con sicurezza mi afferra la mano incastrandola con la mia.
"Mi sei mancata." Sussurra in modo che sia solo io a sentirlo.
La sua solita sicurezza è tornata in lui, e la corazza che avevo visto infrangersi l'altra notte è tornata al suo posto. 
Entrando in sala mensa un profumo di carne mi invade le narici, adoro il giorno delle polpette.
Mi siedo al nostro solito tavolo afferrando la forchetta dal vassoio della carne e mettendomi due palline di carne nel piatto, poi prendo la forchetta del vassoio delle patatine e me ne metto una manciata abbondante.
Sono talmente impegnata a versarmi le polpette che non mi sono nemmeno presa la briga di salutare gli altri.
"Ciao anche a te Tris" ridacchia Uriah "Hai fame, vedo.". Sorrido leggermente e mi sporgo sul tavolo per salutare tutti con un bacio sulla guancia.
"Avete fatto pace!" Esulta Marlene battendo le mani come una bambina.
Tobias sorride e le mostra le nostre mani ancora intrecciate. Arrossisco di botto e slaccio le mani afferrando un boccone di quelle buonissime polpette.
"Ti amo, Tris." Mi sussurra all'orecchio Tobias.
Arrossisco di più e tutto d'un tratto tutto scompare. Ci sono solo io, da sola, in una stanza vuota. 
 
 Mi sveglio cacciando un'urletto acuto e mi trovo avvolta in un velo di sudore. Mi guardo attorno e non riconosco il posto in cui mi trovo, dove sono? Mi guardo in giro di nuovo e riconosco le dodici brandine sparse per la camera, i bagni fetidi e l'aria pesante. Sono ancora nel dormitorio degli iniziati. E non sono passati due giorni. O meglio, sono passati ma io e Tobias non ci parliamo. Da due settimane.
Controllo che nessuno si sia svegliato, e ne ho la conferma quando alcuni lamenti assonnati si trasformano in respiri pesanti e regolari.
Sospiro e mi passo una mano sul volto cercando di scacciare il ricordo di quel sogno, ma non ci riesco, ormai sono sveglia e tornare a dormire è praticamente inutile.
Mi alzo e guardo l'orologio dalle lancette luminose, sono le quattro di mattina, tra due ore devo svegliare gli iniziati, magari se mi faccio la doccia perdo un po' di tempo e mi rilasso.
Afferro un cambio di vestiti e un paio di salviette, prendendo anche un flacone di sapone.
Entro in un box doccia e mi spoglio riponendo tutti gli abiti su uno scaffale e apro il rubinetto dell'acqua. Il getto d'acqua che mi investe è freddo e a contatto con la mia pelle accaldata e sudata si producono piccole nuvole di vapore. Sospiro e mi siedo per terra aspettando che la caldaia cominci a fare il suo lavoro.
L'acqua mi scorre sulla pelle lasciando delle strisce bagnate dietro di sé. Comincio a pensare, forse questa doccia non mi sta aiutando molto.
L'acqua si scalda ma io sono troppo intenta a pensare a quel dannato sogno per rendermene conto, mi manca davvero tanto Tobias, infondo la mia stupida decisione di quella pausa non era davvero la cosa più giusta per me, non come pensavo.
Mi stringo le ginocchia al petto e non mi rendo nemmeno conto delle lacrime che mi scorrono sul viso. Ho sentito dire che il posto migliore per piangere è la doccia ma non mi sento meglio con l'acqua che mi inzuppa tutta e mi riempie gli occhi di gocce che ingrossano le dimensioni delle lacrime.
Se avessi dato un'occasione in più a Tobias ora non starei così male. Sarei con lui in camera a parlare o a dormire abbracciati.
Chiudo l'acqua della doccia per insaponarmi ma un urlo acuto e femminile mi blocca. Esco in fretta dalla doccia avvolgendomi i capelli nell'asciugamano più piccolo e mi infilo velocemente l'intimo.
Corro nella stanza accanto al bagno e vedo che tutti gli iniziati sono in piedi vicino al  letto di Sarah.
Per la mente mi passano mille pensieri, potrebbero averle tolto un occhio con un coltello da burro, potrebbero averla soffocata.
"Levatevi, fammi passare!" Urlo facendo spostare i ragazzi.
Savannah e Josh sono accovacciati vicino a Sarah. Sta perdendo molto sangue. Ha i polsi tagliati e un coltello di quelli da lancio impugnato nella mano destra.
"Savannah, Josh, allontanatevi." Impongo mettendo una mano sulla spalla della ragazza.
"Era mia amica, lei era la mia amica!" Piagnucola Savannah, non ho la forza di separarla da quel corpo inerme che aveva creato ostilità sin dall'inizio.
Era brava, se la cavava, non eccelleva ma era forte a tirare i coltelli ed era molto veloce nei movimenti. 
In fondo al gruppo vedo Mattew che ghigna in silenzio. Tutto coincide. 
Mi volto verso di lui e vedo il suo ghigno spegnersi; gli cammino incontro e lo afferro per il copino quando cerca di andare nella direzione opposta. 
"Cosa credi di fare? Ah?" Dico a denti stretti. 
"Andiamo bambolina, pensi che sia stato io?" Ha un tono strafottente e arrogante. Mi ricorda Peter.
Lo sbatto contro il muro e lo blocco per il collo tenendolo con un gomito. Alzo il ginocchio all'altezza delle sue parti intime e lo sento irrigidirsi.
"Non ti facevo un'assassino, sai. Sei un lurido bastardo non meriteresti nemmeno di essere chiamato Intrepido.". E con un gesto secco gli assesto una ginocchiata.
Cade a terra arrancando e tenendosi le parti intime.
Mi avvicino al corpo ormai senza vita da un po' e allontano le persone.
Mi avvicino al mio letto e mi vesto afferrando poi il walkie-talkie chiamo il codice di Tobias e di Eric.
"A rapporto." Risponde prima Tobias. 
"Codice nero nel dormitorio." Dico. È la prima frase che dico a Tobias in due settimane.
"Arrivo subito". Mi risponde.
Chiude la comunicazione e mi scappa un sospiro amaro.
"Per l'amor del cielo rigida! Sono le quattro del mattino, cosa diamine vuoi?" Sbotta Eric nel mio comunicatore da polso mentre aiuto Savannah ad alzarsi.
Silenzio. 
Tutta la stanza cala nel silenzio. Il battito del mio cuore accelera e vedo Josh e Savannah alzare la testa interessati alla mia risposta.
"Alza il culo da quel letto, abbiamo un morto.". 
Questa volta chiudo io la comunicazione.
"A cosa si riferiva?" Mi chiede una delle candide che mi sembra si chiami Annabeth.
Ignoro la domanda e strattono Savannah per farla alzare.
"Facile" mormora una voce all'ingresso. Mi giro di colpo e vedo Peter con una barella in mano che ghigna. Cazzo. "Non ve lo ha detto? Lei era un'Abnegante. Una rigida." Mormora scendendo le scale poi. Il suo volto ha un ghigno di arroganza in faccia. Lo prenderei a pugni.
Quando arriva in parte a noi fa cadere la barella per terra e si accovaccia accanto al corpo. Ha un'espressione schifata e sta sudando.
"Non dovrebbe farti schifo. Hai cavato un occhio a un ragazzo tempo fa." Gli schiaffo la verità in faccia, non mi sento di dare peso a quello che ha appena svelato agli iniziati.
"Taci tu. Vedo che il tuo corpo è migliorato da quattro anni fa. Beato il tuo ragazzo." Il suo tono non è malizioso ma più che altro arrogante.
Stringo i pugni ricordandomi di essere ancora in intimo e mi avvicino al mio letto aspettando che arrivi Tobias per pulire tutto.
La porta si apre pochi istanti dopo che mi sono seduta sul letto e mi sto infilando i pantaloni. Tobias entra nella stanza e ispeziona il luogo con uno sguardo attento. Quando mi vede lo sento deglutire e mi si stringe il cuore.
"C-chi è morto?" Chiede balbettando e diventando rosso. 
"Mi dispiace Quattro, si tratta di Sarah." Lo informa Eric che spunta dalla porta dietro Tobias.
"Ow" dice soltanto quest'ultimo che cerca invano di non sembrare triste.
Lo so che ci teneva a Sarah, era la prima pacifica che arrivava da noi e che lui ha potuto aiutare a migliorare.
"Vestiti scostumata!" Mi riprende Eric. 
 
Dopo venti minuti il corpo di Sarah è pronto per la cerimonia di addio e io e Tobias siamo soli nel dormitorio a cercare di pulire il disastro che c'è per terra.
"Come stai?" Mormoro cercando di riacquistare l'atmosfera tra me e Tobias.
"Non me lo stai chiedendo davvero!" Dice incredulo guardandomi. È bellissimo, non posso fare a meno di sorridere alla sua espressione comica. "Cosa ridi?" Mi chiede ancora nascondendo un sorrisetto accennato.
Non lo vedo nemmeno muoversi e in pochi secondi me lo ritrovo sopra che mi fa il solletico facendomi ridere come una matta, non ricordavo di avergli mai detto di soffrire il solletico ma lui a quanto pare lo ha scoperto in qualche modo. 
"Smettila! Per l'amor del cielo! Oddio! Tobias fermo!" Imploro urlando e ridendo.
Le sue mani si fermano e sento gli addominali rilassarsi immediatamente. Il suo corpo preme sul mio e le sue mani grandi avvolgono il mio ventre quasi perfettamente. Il suo respiro profondo sbatte sul mio volto e sento il mil cuore accelerare visibilmente. Mi accarezza il volto con un gesto fluido e dolce e il suo volto si rilassa in un'espressione di pace che non vedevo da tempo.
"Torna da me" sussurra poco prima di baciarmi. Credo fermamente che le sue labbra avessero creato un'astinenza in me che non ho la più pallida idea di come abbia superato. La sua bocca si incrocia con la mia in una danza che mi era mancata davvero tanto.
"Ti amo" sussurro sulla sua bocca.
"Lo so" mi risponde ridacchiando e baciandomi tutta la linea della mascella.
Rido di gusto e mi alzo notando con disgusto che le macchie di sangue si estendono non  solo vicino al letto ma anche sotto al letto e sulle lenzuola nere e grigie.
"Dormi da noi stasera?" Mi chiede riafferrando lo strofinaccio e la candeggina. 
"No. Sei tu che dormi da me" lo stuzzico facendolo ridacchiare.
 
***
 
"Lo sappiamo che siete tutti scossi dalla morte di Sarah ma non possiamo ritardare la vostra preparazione, quindi oggi vi eserciterete ancora con i coltelli per un'oretta e poi ripasseremo tutto quello che abbiamo fatto in questo primo modulo. Poi, domani, scopriremo chi di voi verrà eliminato." Borbotta Max cercando di farsi sentire durante la colazione.
Qualche ragazzo sorride trionfante facendosi vedere sicuro di se ma quasi tutti i trasfazione sono abbattuti. Dico quasi perché Mattew è molto sicuro di sé e lo fa notare con il suo sgurdo arrogante.
Fisso il mio piatto vuoto per qualche istante e poi mi alzo con movimenti lenti e trascinati. "Dove vai Tris?" Mi chiede Uriah. "Via." E me ne vado dalla mensa. Il ricordo della mia iniziazione brucia più di quanto potessi pensare. Le botte, i lividi e il dolore che avevo provato durante la mia iniziazione sembrano farsi più vicini di quello che potessi credere, è come avere un coltello conficcato in una parte del cervello. Un chiodo fisso, un ricordo vivo.
Giro l'angolo del corridoio e la vedo, sta aspettando qualcuno, nel suo tailleur blu oceano, ma non ha l'aria spaesata di una persona estranea al nostro "scantinato". Lei sa dove è, lei sa cosa sta cercando. E penso di saperlo pure io.
"Ciao Tris, cercavo te." Intona con quella voce melodiosa che mette i brividi.
"Ciao Jeanine. Quanto tempo.".



NOTE DELL'AUTRICE
Io mi devo scusare per l'immenso ritardo che sto avendo in questo periodo, da notare che i due capitoli hanno un anno di distanza e sononimmensamente grata a tutte voi per esserci ancora. Potrei usare come scusa dei problemi di salute o la scuola ma non sono cose sensate quindi imploro perdono in ginocchio.
Detto questo spero che il capitolo vi sia piaciuto, aspetto con ansia qualche recensione visto che ne ho ricevute diverse anche durante questo periodo "buio" a cui, a proposito, prenderò la premura di rispondere con le mie più care scuse immediatamente.
un bacione a tutte 
Laura.

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