Settima Poesia

di misci jackson
(/viewuser.php?uid=592914)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** nuovo bagnino...XD ***
Capitolo 2: *** la più improbabile delle situazioni.. ***
Capitolo 3: *** l' inizio di tutto ***
Capitolo 4: *** Vestiti, colori e un pò di imbarazzo... ***
Capitolo 5: *** la festa ***
Capitolo 6: *** anoressica depressa? ***
Capitolo 7: *** Razza di pedofilo... ***
Capitolo 8: *** ? ***
Capitolo 9: *** Non mi piaci per niente. ***
Capitolo 10: *** Parole dette, e da dire... ***
Capitolo 11: *** Dolce agonia ***
Capitolo 12: *** Bisogno di lui ***
Capitolo 13: *** Amico di Tae no, Super B si! ***
Capitolo 14: *** Ti voglio bene ***
Capitolo 15: *** La prima ***
Capitolo 16: *** Mio ***
Capitolo 17: *** Divertente per lei, sgorbio per lui ***
Capitolo 18: *** Seconda ***
Capitolo 19: *** Pinguini con gli occhi a triglia ***
Capitolo 20: *** Con te ***
Capitolo 21: *** Davvero troppo! ***
Capitolo 22: *** Ciao... o addio? ***
Capitolo 23: *** Terza: vicino, lontano... ***
Capitolo 24: *** E adesso? ***
Capitolo 25: *** Innamorata sì, un pò, no... ***
Capitolo 26: *** Tradita ***
Capitolo 27: *** SLAM! ***
Capitolo 28: *** Quarta ***
Capitolo 29: *** Sfogliatina-party? ***
Capitolo 30: *** Vicini all' indesiderato ***
Capitolo 31: *** Bruno ***
Capitolo 32: *** DISASTER! (quinta) ***



Capitolo 1
*** nuovo bagnino...XD ***


"Misci, perche non vieni in acqua?". Bruno mi strattonava per un braccio mentre rimanevo immobile e concentrata e non lo degnavo di uno sguardo. "Sto scrivendo", risposi con calma sefirica. "Flippata", lo sentii sussurrare. "Vattene. Sarebbe un'eresia non immortalare su questa pagina il gioco di luci che si sta creando a quest' ora sul mare così tranquillo. Quindi resto qui". Si grattò la testa senza capire: "immortalare? Ma non puoi scattare una foto?" Mi girai, rivolendogli un ringhio satanico. " va bene, va bene, me ne vado. Sciupa feste". Già, probabilmente lo ero. Impugnai la penna fra le mie dita affusolate e continuai a scrivere fiotti di versi, riversando la mia calligrafia svolazzante fra le righe del quaderno. Scrivere, la mia Vocazione. Il mio obbiettivo da sempre, da quando avevo scritto le prime lettere ansiosa di raccontare le mie storie, che aveva iniziato a realizzarsi dopo che ebbi pubblicato il mio primo romanzo, a soli quattordici anni. E adesso, due anni dopo, estate 2016, 18 giugno alle sette di sera, stavo serenamente aggiungendo un' altra pagina di candidi scarabocchi al mio prodotto. Quello che mi aveva infastidito prima era Bruno Pistacchio, il mio cugino-gemello. Esatto, nati lo stesso giorno con differenza di sole due ore e stessi identici lineamenti facciali. Non dico che fossimo uguali, ma se fosse stato una ragazza sarebbe stato complicato distinguerci. Ovvio, solo prima che ci fossimo messi a parlare. Perchè come interiore (e intendo mente e anima, non intestino e pancreas) noun esistevano persone piu diverse. Quel giorno ero in spiaggia con lui e la mia migliore amica Claudia, piu comunemente Oota come Claci. Cosa posso dire di lei? Lei era... "MA PORCA ZIA, COME MAI NON MI RISPONDI QUANDO TI CHIAMO, MISCI?!". Era un pò pacchiana. Ma solo se non la conoscevi bene. "Perchè, che mi stavi dicendo? Non ti sentuvo, stavo cercando di concentrarmi una buona volta". "Hai visto il nuovo bagnino?!" . Risi, staccandomi da quello che facevo e dedicandomi a lei. "Bagnino? Il vecchio Frank sta su quella torretta da tipo ottant' anni. Non penso sia ancora in grado di muoversi. Secondo me presto si fossilizzerà". "Nonono, lui è morto due giorni fa, io intendevo... "COSA?! È MORTO?!?!". Sospirò scocciata, come se avesi tralasciato qualcosa di talmente ovvio. "Si misci, ma aveva novantanove anni". "Oh. Beh, dispiace comunque". Ghignò, malefica e maliziosa: " heheh, non ti dispiacerà piu quando scoprirai chi lo sostituisce ora...". "Perchè, chi è?". "T.O.P" . Eh? Che aveva detto? Storsi la testa guardandola di sbieco. "Chi?". "Big Bang ricordi? Ne eravamo malate alle medie". Oh, T.O.P, quel ragazzo tanto bello e pieno di classe e stile. Con quella voce calda e profonda. Hahahaha, il bagnino da noi, certo. " Qualcosa di piu ridicolo da dire no eh? Allahci, avantiii". "Ma Dio Santo, non scherzo misci!" Iniziammo a battibeccare quando una mano si posò sulla mia spalla. Mi girai, infastidita. "Stavate per caso parlando di me?". Un inglese che avrebbe fatto invidia alla regina Elisabetta, sopracciglio attraente inarcato, occhi scuri da far paura. Il mio rapper preferito mi stava davanti nelle vesti di bagnino. Cheeeee? Vidi la Claci dietro di me in preda alle convulsioni per l' emozione e decisi di prendere in mano la situazione. Dovevo far finta di non sapere chi fosse. Stesi la mano verso di lui:"Piacere, Michelle. Penso che la mia amica sappia chi sia lei ma.. Personalmente so solo che lei è il nostro nuovo bagnino". Sorrisi, paradisiaca. Sulla schiena percepivo lo sguardo infuocato dellq mia best ferita nell orgoglio. Un Bruno bagnato fradicio e rozzo si stava avvicinando da dietro Top: " e lui chi cimbalippa è?". Diamine, avrei voluto morire. ------------------------------------------------------------------------ Angolo scrittrice: salve a tutti ragazzi, prima fanfiction da parte mia... Anche se la storia dello scrivere è vera XD non mi oriento ancora molto qui, siate clementi. Baciiii <3 Misci

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** la più improbabile delle situazioni.. ***


"Perchè non volevi dirmi che sapevi chi ero?". Era strano. Sedevo ad un tavolino del bar della spiaggia proprio davanti a lui, che sorseggiava tranquillamente un succo di frutta al mirtillo. Mirtillo, per i ricchi. E anche il mio gusto preferito... Ma era una visione fuori da ogni schema. Insomma, era lui, quello era sicuro: stesso viso, stessi occhi, stessa voce bassa e ipnotica. Ma il vederlo con indosso solo una misera canotta rossa da bagnino e un costume a boxer faceva pensare che magari fosse un sosia. Non che fosse stato meno bello che nei video... Aveva un fascino particolare, senza trucco e costumi era quasi più magnetico. "Allora, perchè?". Ah, giusto, ci stavo anche parlando. E meno male che io parlavo bene l' inglese... "Beh, non so... Non volevo dirtelo forse per non farti sentire pressato. So che a volte la fama fa male". Il suoi occhi accattivanti si spostarono a scrutare le mie mani, incrociate sul tavolo, le unghie tinte di lilla chiaro. "Sì, hai ragione. In effetti è questo il motivo per il quale io e gli altri membri siamo qui". "GLI ALTRI MEMBRI?!", gridò qualcuno saltando fuori da dietro un divanetto di vimini. Accidenti, Claci. La pigrizia fatta donna di solito, quasi passiva ad ogni cosa, era diventata iperattiva. "Sì, io e gli altri membri...", rispose guardandola di sbieco il rapper, "ci siamo presi una specie di vacanza dalla fama quest' estate. Tutto sta andando bene, abbiamo prodotto molto negli ultimi mesi, quindi siamo nella situazione di farlo. "Contavamo sul fatto che qui in Italia quasi nessuno sapesse chi fossimo". Un turbine molesto si sedette in collo a me, appena uscito dalla piscina, mezzandomi completamente. "Allora, chi è questo tizio?". Avrei voluto farlo esplodere in un campo di fuoco. Top inarcò un sopracciglio: "Non pensi che sia alquanto volgare trattare in questo modo una ragazza?". Oddio, si era rivolto a Bruno, ma lui... "DON'T UDERSTAND, ciccio. PARLE ITALIAN qui, va bene?". "Sparisci!", sussurrai nell' orecchio di B. Si alzò, seccato. "Certo che siete proprio tutti acidi eh!!! Ora vado a prendermi un gelato!!!!". Rivolsi a Top uno sguardo dispiaciuto: "è fatto così, scusalo...". Sorrise, divertito. "Sei carina". Eh? Cosa aveva detto? "Ahahah, grazie!". Stentavo a crederci. Io, carina? Per lui, che in Turn it up aveva avuto tipo trenta gnocche stratosferiche ad adorarlo tutte intorno. La Claci si avvicinò a noi e si sedette su una sedia vicino a me. "Dicevi che anche gli altri membri sono qui?", chiese interessata. "Sì. Teayang si occupa della discoteca serale, Daesung fa il cameriere al ristorante, Seungri è l' insegnante di acqua gym e GD... Beh, lui non fa niente, è intento a scrivere la nostra nuova canzone, anche se fino ad ora non sta andando proprio alla grande". "SEUNGRI FA ACQUA GYM?!?!", sobbalzò divertita la mia best. "Sì, ed è anche bravo", sghignazzò Top. "Cavolo, ho una ragione per imparare a nuotare". Il rapper sorrise, poi guardò il Rolex che aveva al polso: "beh, ora devo andare, ho da chiudere gli ombrelloni. Ci vediamo domani, ragazze. Ah, non preoccuparti per i drink, Misci, ho offerto io". Si alzò e si incamminò sulla spiaggia. Mi aveva chiamata Misci... Wow. Misci detto con la voce di Top... Era tanta roba. Non la smettevo di sorridere. "Pensi quello che penso io?", mi disse la Claci, euforica. "Mmm... Cosa?". "Domani io e te faremo acqua gym, mangeremo al ristorante e andremo alla discoteca qui in spiaggia!". Mi appoggiai allo schienale della sedia, lanciando occhiate a Bruno che continuava ad esibirsi in una serie di tuffi improbabili in piscina. "Claci, avanti, era già tutto programmato". Sorrisi. Sarebbe stato alquanto divertente. -------------------------------------------------------------- angolo scrittrice: ciao ragazzi!!! Ecco il secondo capitolo, un po noioso lo so, ma serviva a spiegare alcune cose. Prometto che non vi farò piu annoiare, NOSSIGNORE!! Alla prossima, leggete e recensite, fatemi sapere cosa sbaglio e come posso migliorare XD Grazie mille, baci <3 ps. Claci tranquilla, presto avrai i tuoi momenti di gloria <3

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** l' inizio di tutto ***


"UNO! DUE! TRE! FORZA, MUOVETEVI! ENERGIA!". Espirai con calma cercando di non concentrarmi sulla fatica. Io più o meno riuscivo a stare al ritmo di Seungri, ma la Claci stava agonizzando. Lanciavo occhiate alle altre ragazze che si davano da fare con il vivo obbiettivo di eliminare le loro pancette, trasformando la piscina in una specie di mare in tempesta. Mi veniva da ridere, il cantante dei BigBang saltellava a bordo gridandoci di muovere le nostre "chiappe mosce". Quanto era improbabile, da uno a dieci? Ma la mia migliore amica non la vedeva come me. Per lei era una specie di dono dal cielo, li guardava come angeli caduti. Miracoli fatti umani. Quando le mie gambe iniziarono a cedere e i miei muscoli diventarono dei blocchi di cemento finalmente il ragazzo annunciò che poteva bastare, e ci invitò a ripresentarci l' indomani alla stessa ora. Oddio, che strazio. Uscii dalla piscina, sfoggiando il mio bikini nero che metteva in risalto la mia odiosa non-abbronzatura. Guardai la claci: accienti, perchè lei doveva essere sempre color caramello? Io non ero certo albina, ma la mia carnagione lievemente ambrata d' estate sembrava color latte in mezzo a tutte le persone abbrustolite. Mi asciugai e mi stesi al sole, scrutando ogni cosa da dietro gli occhiali scuri. Dopo qualche minuto di totale relax stavo per sprofondare in un sonno leggero quando qualcuno mi parlò: "hai un ombelico molto strano". Eh? Aprii un poco gli occhi, scocciata. Era Top, ed era seduto sulla mia sdraio accanto alle mie gambe. "Trovi?", risposi, rilassata. "Ti va di fare due passi sulla spiaggia con me? Ti presento gli altri membri". "Certo! Posso chiamare anche la mia amica? So che ci terrebbe tanto...". "Non so... lei non è una di quelle fan psicopatiche, giusto?". "No, certo che no!", mentii, "ama solo la vostra musica". "Allora fai pure". Mi stese una mano e mi aiutò ad alzarmi. Portò me e la Claci accanto alla torretta dove stava per buona parte della giornata ad osservare i bagnanti e ci presentò gli altri membri dei BigBang. Nel complesso non erano affatto male, Taeyang ci sorrideva a trentadue denti, Daesung dava l' aria di essere un pò più timido ma era molto carino, G-Dragon sembrava divertirsi molto dato che era l' unico a non lavorare e Seungri fu il primo a parlarci. "Voi eravate poco fa a fare acqua gym, giusto?". "Esatto!", esordì Claudia. "Beh, dovreste impegnarvi di più. Sembravate delle mummie". GD gli tirò una gomitata: "avanti, non fare lo stronzo!". Gli altri risero. Erano tutti molto belli, ma quello che mi catturava di più continuava ad essere il loro rapper. "Ragazze, domani sera facciamo festa, venite per la serata falò?", ci chiese Daesung con fare amichevole. "Ci mancherebbe! Ovvio", gridò la Claci. "Per la discoteca me ne occupo io, quindi party rock", ci fece l' occhiolino Taeyang, "ma niente canzoni nostre. Non vogliamo farci sgamare". Ridemmo un altro pò tutti insieme, poi gli altri membri tornarono al lavoro e rimanemmo solo io e Top, dato che la Claci si defilò insieme a Seungri per chiedergli non so cosa. Il ragazzo mi sorrise, ipnotico. Aveva uno sguardo dannatamente sexy, eppure stava solo sorridendo. "Lo sai che ci state simpatiche no?". "Anche la claci?", sghignazzai. "Si, anche lei non è affatto male". "Hahahah beh, mi fa piacere". "Qui quasi nessuno parla l' inglese, e noi abbiamo voglia di farci nuovi amici. Spero non vi dispiaccia la nostra compagnia". "Scherzi? Certo che no, siete fantastici!". Allungò una mano per giocherellare con una ciocca dei miei capelli: "quindiiiii... anche tu sei una VIP?". "Oh si", ammisi. Allargò il sorriso che aveva: "e chi è il tuo bias?". "Ah, lo sapevo! Non ti dirò chi è il mio bias", risi. "Perchè no? Avanti, tanto lo so che sono io". "Ma che presuntuoso", ghignai, "e cosa te lo fa credere?". Lasciò andare la ciocca e passò ad osservare i braccialetti che avevo al polso. "Beh, è solo che non mi dispiacerebbe essere il tuo bias". Stavo per rispondere, ma senza sapere perchè e contro ogni mio schema arrossii leggermente. Non era da me. "Non saprai mai chi è il mio bias", sussurrai, sorridendo sotto i baffi. "Oh sta tranquilla, sono bravo a ricattare. Lo scoprirò in tempo record". Iniziò ad arrampicarsi sulla scala a pioli della torretta: "ora torno al lavoro. Ci vediamo". *** Quattro del pomeriggio, ero seduta sotto un gazebo a studiare insieme alla Claci, regnavano la calma e il silenzio. Si sentiva solo il fruscio delle nostre pagine e il rumore della penna che scorreva sulla carta, un rumore che conoscevo bene. "Tu dici che avrei delle possibilità con Seungri?", sussurrò lei ad un certo punto. Non staccai gli occhi dal libro. "Non lo so, avrà sicuramente un sacco di ragazze". Scrissi due righe di appunti, cercando di sintetizzare quello che leggevo. La Claci ticchettò sulla calcolatrice e poi la scostò, sbuffando: "non torna. Comunque non può avere una vera ragazza, saranno tutte sveltine. E' famoso, non avrà tempo da dedicare alle ragazze". "Se è così non avrebbe da dedicarne nemmeno a te", risposi, pessimista. "Ma se magari lo faccio diventare pazzo di me poi non si scolla più ed è fatta!". Okay, la mia concentrazione erta andata persa, ed al suo posto stava comparendo un' aura di sottile ispirazione. Chiusi il libro di tedesco e strappai un foglio dal quaderno. "E come pensi di farlo diventare pazzo di te?". "Non lo so... indossando un bel vestito domani sera?". "Hahah, prova". In quel momento qualcuno si sedette vicino a noi. Alzammo la testa. "Oh, wow, G-Dragon. A cosa dobbiamo la tua compagnia?", sorrisi. "Ji Yong ragazze, chiamatemi per nome". "Ji Yong", ripetette la Claci, "mi piace". Il ragazzo sorrise. "Stavo tentando di scrivere la nostra nuova canzone ma le idee sembrano andate...". "Oh, so io chi potrebbe darti una mano", sussurrò maliziosa Claudia. "CLACI!". Tentai di salvarmi dalla sua parlantina, ma ormai era causa persa. In men che non si dica il cantante mi fissava con occhi sgranati: "tu scrivi?".

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Vestiti, colori e un pò di imbarazzo... ***


Cercai deliberatamente di sfuggirgli: "no, io... scrivo, ma male. Scrivo molto male. E' che mi piacerebbe tanto saper scrivere bene, solo che per quanto ci provi... "MA CHE BUGIARDA!", intervenne Claudia, "la signorina, qui, stupisce chiunque con i suoi versi da quando aveva sette anni ed ha pure scritto un romanzo!". La guardai allibita: "C...claci..?". "Uuuu, e per promuoverlo abbiamo fatto anche una bella festa, ricordi? C' erano un sacco di ragazzi carini!". GD mi afferrò un polso e mi trascinò lontano da lei, facendomi correre via con lui sulla spiaggia. Ci fermammo solo quando la mia amica diventò una piccola figura in lonatananza... Mi fece sedere sulla sabbia e mi dette il suo quaderno e la sua penna. Lo guardavo, esitante: "Ji Yong, io... non conosco il coreano e...". "Oh, va bene lo stesso. L' inglese va benissimo. E se avrò voglia di tradurre qualcosa lo farò io". "Ma...". "Tu pensa a scrivere. Non ti impongo nessun tema, niente. Guarda il mare e scrivi quello che senti". Il mare... il mio sguardo si perse su quella sottile linea d' orizzonte che lo separava dal cielo, sullo scintillio del sole, sulle onde che il vento faceva arrivare su spiaggie lontane. Avrei voluto cantare le mie storie ad esse, per farle sentire a chi le avrebbe viste infrangersi sulla propria riva. Abbassai la testa e cominciai a scrivere. ******* La sera del giorno dopo, alle dieci e venti, mi rimiravo davanti allo specchio dubbiosa. "Claci... secondo te il blu mi dona?". La vidi sbucare dal bagno, già pronta. "Oh si, Misci". Rimasi a bocca aperta. "O mio... Allahci, sei una favola!". Rise: "modestamente...". "Dico sul serio", mi avvicinai, "non ti ho mai vista così bella!". Indossava un vestito di seta sottile con motivo floreale che le donava molto, lo scollo e le maniche fatti di pizzo. La gonna morbida ricadeva il modo molto dolce sulle sue belle gambe, slanciate dai tacchi, e aveva i capelli arricciati. "Stai facendo tutto questo per Seungri, eeeeh", ghignai, maliziosa. In quel momento la porta si aprì. "Oh raga io qui non riesco a passare il livello tredici di... CACCHIO CHE FIGA, CLACI!". "Fine come al solito, B", osservai. "Ha, ha. Intanto tu ancora non sei un gran che. Non ti infighetti anche tu?". "Ora la infighetto per bene io, tranquillo", sorrise Claudia. E sapevo cosa mi aspettava. "No, Claci, aspet...". Mi afferrò per un braccio e mi richiuse in camera, vittima dei suoi esperimenti stilistici. BRUNO P.O.V. Accidenti, erano passati cinque, dieci minuti, un quarto d' ora. Stavo iniziando a scatafasciare il Game Boy dalla noia quando alla buon ora le due tipe si fecero vedere pronte. Va bene, che la Claci era figa l' avevo già detto. Ma mia cugina era semplicemente una gnocca da paura. La fissavo con gli occhi di uno stoccafisso, inerme. Beh, ovvio che se era bella era soltanto perchè mi somigliava dannatamente. Hahah, mi sembravo io in versione femminile, e la cosa mi pareva particolarmente esilarante, così mi misi a sghignazzare a cavolo. Quella fraintese di brutto, e si mise ad urlare, isterica: "Senti, Bruno, é tutta opera sua okay?! Se non ti piaccio almeno non ridermi in faccia, va bene?!". "Noooo, hahahah, io non rido perchè.. hahah, non rido per quello. Tu sei parecchio faiga, io ridevo di... ahahahahaahahahahaha".. Azz, altra risata iperbolica senza freni. DI NUOVO MISCI P.O.V. Finalmente eravamo arrivate a quella festa, seppure in ritardo. D' accordo, Bruno mi aveva riso in faccia, ma forse era solo il aprere di uno stupido. Magari non avevo ancora da perdere le speranze. Indossavo un vestito blu scuro senza spalline, con la gonna liscia a lunghi drappi di raso sovrapposti, asimmetricamente più lunga dietro che davanti. Le scarpe erano della Claci, beige, un tacco dodici sul quale faticavo a camminare. Ma la cosa più indecente erano i miei capelli: fermati in alto con una grossa spilla a forma di farfalla, e le ciocche che mi ricadevano sul collo e sul viso le aveva trasformate in strani boccoli. "Claci, sei sicura che... Claci?". Ma dov' era? Oh, giusto, si era già defilata vicino alla piscina in mezzo alla calca di persone scatenate. Scorsi Taeyang davantiu all' attrezzatura da dj e gli feci un cenno di saluto che non vide. Accidenti, la festa era appena iniziata ed ero già sola, fantastico. "Misci?". Mi girai. "Oh, Top, ciao", gli sorrisi, cercando di non mostrare l' imbarazzo. mi squadrò da capo a piedi, con gli occhi spalancati. "Sei davvero tu?".-----------------------------------------------------------------Angolo scrittrice: MACCIAO! In questo capitolo non succede gran chè, ma nel prossimo... ;)))) hehehe. Ah, tra l' altro il prossimo arriva tra tipo dieci minuti.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** la festa ***


"Beh, si... Sono io". Mi guardò con occhi strani per qualche secondo. Poi parlò: "ah beh... ciao", si avvicinò, ostacolando ogni distanza di sicurezza. Percepii il profumo fresco della sua pelle mentre il suo viso sfiorava il mio e le sue labbra si posavano fugaci sulla mia guancia. Un tocco delicato che, contro ogni mia aspettativa, accese il fuoco dentro di me. Accidenti, cos' era? Continuava a guardarmi, sembrava non volermi mollare lì. "Vuoi ballare con me?", chiese, sicuro. "Ah, in realtà, non è che io sia un genio del ballo", ridacchiai. Scrollò le spalle: "perchè, io? Ma mi hai mai visto nei live mentre tento di eseguire una coreografia?". Risi, sollevata: "hahah, si, in effetti nemmeno tu sei il massimo!". Quella sera era molto bello, non era un bagnino, era proprio il vero Top. Indossava un abito, il suo look era curato nei minimi dettagli, aveva classe e stile. Alle luci della disco il suo viso sembrava ancora più attraente, i capelli neri erano tirati su con la cera. Lo preferivo al naturale che con i capelli tinti, anche se in Fantastic Baby era molto originale. Ballammo un pò, si avvicinò a noi anche Daesung dopo che ebbe finito il turno al ristorante e si rivelò un bravo ballerino. Lanciavo occhiate alla Claci, avvinghiata a Seungri (quella sera mooolto bello anche lui). E quello che mi stupì era che non sembrava dispiacergli affatto la compagnia della mia amica. Sorrisi, guardandoli. "Per caso è Seungri il tuo bias?", mi chiese Top, incupito. "Eh?". Mi penetrò con lo sguardo. "Perchè lo stai guardando?". Sorrisi dolcemente: "perchè trovo carino il modo in cui si comporta con la mia amica". Sorrise anche lui, e lo trovai dannatamente tenero. Così famoso, così grande, forte, un sex simbol, un' incona di stile, eppure quando sorrideva c' era qualcosa di talmente infantile... Dopo un pò venne chiesto a tutti di togliersi le scarpe e andare in spiaggia per il falò. Fù una cosa molto bella ed emozionante, ma soprattutto poetica. Numerose coppiete si raggrupparono intorno al fuoco dopo che furono finiti i wurstel e le storie dell' orrore, io e Seunghyun ci allontanammo e ci sedemmo in riva al mare. Avrei dovuto sentirmi tesa o imbarazzata, invece ero totalmente calma, forse perchè anche Top diventava esterno quando davanti ai miei occhi c' era il mare nero e liscio come l' olio, un baratro per il mio sguardo, e nelle mie orecchie risuonava solamente il dolce e sottile rumore del suo accarezzare piano la riva. La fievole luce della luna riversava una cascata di brillanti argentati sull' acqua, la immaginavo come una scia da seguire per arrivare in un altro, lontano mondo. "Hey...". La voce calda del rapper mi riportò alla realtà. "Sì?". "Sei molto bella, lo sai?". Sfoderai un sorriso sincero: "grazie... non credevo che avessi dei canoni di bellezza così bassi, hai sempre intorno tante ragazze bellissime". Scosse la testa: "sì, sono bellissime. Ma sono finte". "Oh...". Il chiarore lunare faceva brillare il suo volto. Oddio, aveva inarcato il sopracciglio. Adesso qualcosa si stava sciogliendo dentro al mio petto. "GD mi ha fatto leggere quello che hai scritto". Arrossii: "ah... e che ne pensi?". Iniziò di nuovo a giocherellare con i miei capelli, passandosi fra le dita un boccolo. "Penso che sei un vero talento, e che dovresti seriamente continuare ad aiutarci". "Continuare..?". "Sì. Devi finire la canzone. E se vuoi, puoi scriverne altre". Risi: "per degli interpreti come voi potrei scriverene di ogni genere!". Stavo per dire qualcos' altro, quando mi accorsi che il suo viso era dannatamente vicino al mio. Il cuore iniziò a battermi forte nel petto. Ma come?! Voleva forse... baciarmi? Di già?! Ci conoscevamo da così poco e... insomma, ero molto attratta da lui, e non solo da lui come cantante, ma... mi sembrava troppo presto... Il nervosismo si impossessò di me, ma poi sentii il suo braccio scivolare dietro alle mie spalle e con un pò di pressione attirarmi verso di lui. Ecco, pochi centimetri e le nostre labbra si sarebbero toccate. Percepivo distintamente il suo profumo e il suo respiro, con l' altro braccio mi cinse la vita e... "MA CHE CAVOLO STATE FACENDO?!?!". Scattai in piedi, mentre Top rimase seduto e con le braccia nella stessa posizione nella quale erano mentre mi stringeva, senza capire. "Brrrrunoooo!!!", ringhiai, arrabbiatissima e imbarazzata. Il mio cugino-gemello ci fissava a bocca aperta senza sapere che dire, un sacchetto di patatine gli cascò dalle mani. Storse la faccia in una smorfia, schifato: "effusioni?!". Gli avrei volentieri spaccato la faccia in quel momento, ma decisi che l' avrei fatto a casa, solo per non sembrare violenta davanti a Top. --------------------------------------------------------------------------------------Angolo scrittrice: per favore, non odiatemi.... Per il bacio era davvero troppo presto ancora, ma volevo catturare la vostra attenzione....XD hahahaah si dai, tra un pò la storia prenderà di nuovo la piega del romanticismo ma nei prossimi capitoli varierà un pò... alla prossima, leggete, recensite e fatemi sapere che cosa ne pensateXD un bacio e un abbraccio, Misci <3<3<3

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** anoressica depressa? ***


Non avrei avuto il coraggio di farmi vedere da lui per il resto dell' eternità. Insomma, lui, Top, il grande rapper dal quale mi sentivo dannatamente attratta stava per baciarmi! E lui, quello stupido deficiente di Bruno aveva rovinato il mio momento perfetto! "Andiamo, Misci", fece quello disteso sul divano masticando una di quelle schifose caramelle frizzanti, "non puoi essere così arrabbiata! Pensala dal mio punto di vista: arrivo a chiederti una cosa e ti trovo appartata con un truzzo rapper straricco che conosci da pochi giorni. Ero scioccato!". "AH SI?!", sbraitai, furiosa. Mi gettai su di lui nell' atto di strozzarlo e ci cimentammo in un' innesorabile lotta per quasi venti minuti. Quando finalmente con un piede sul suo petto lo schiacciai sul pavimento e lui iniziò ad implorare pietà decisi che bastava così, e che avrei anche potuto perdonarlo, ma solo perchè anche io pensavo che in effetti sarebbe stato un pò troppo presto per baciare Top. Ma prima che io uscissi di nuovo di casa ne trascorsero di giorni. Ripensavo a Seunghyun seduto sulla sabbia con aria arrabbiata guardare me con delusione e Bruno con rabbia e ogni volta che stavo per decidere di andare fuori mi rigettavo nella mia collera. Ma esattamente il quinto giorno della mia volontaria quarantena (ormai la Claci pensava che avessi dei problemi psicologici o qualcosa del genere, mi diceva "stai diventando un' anoressica depressa!", anche se io mangiavo per quasi tutto il giorno non avendo altro da fare) successe qualcosa che proprio non mi aspettavo. Suonarono alla porta dell' appartamento che i nostri amabili genitori ci stavano lasciando abitare per le nostre vacanze "tra ragazzi", ed una volta che ebbi aperto la porta mi trovai davanti Taeyang, Seungri e GD. Spalancai gli occhi, incredula. "E voi..?". Fecero spudoratamente irruzione in casa mia e Seungri parlò: "e noi siamo qui perchè sono cinque giorni che non ti vediamo e perchè la tua simpaticissima amica ci ha informati del fatto che stai diventando un' anoressica depressa". "Ma io...". Si chiusero la porta dietro e, facendo come a casa loro si accomodarono un pò in giro. Taeyang mi fece fare un giro su me stessa tenendomi per una mano: "comunque non mi sembri rinsecchita, anzi". "Cosa vorresti dire?!". Mi sorrise: "sto scherzando, tranquilla". "Quindi... siete qui perchè eravate preoccupati per me?". "Perchè Top era preoccupato per te!", puntualizzò Seungri. "E perchè non è venuto di persona?", incrociai le braccia sul petto con aria di sfida. "Perchè non è da Top venirti a suonare senza avviso e chiedere come stai! Troppo, semplice, troppo pacchiano!". Roteai gli occhi, divertita. "E comunque...", si intromise GD, "siamo qui anche per un' altra cosa". Mi porse un foglio. "Ma è la mia pseudo-canzone...". "Riarrangiata da noi!", mi fece l' occhiolino Taeyang. Lessi meglio. In effetti era stata alleggerita e le avevano dato una forma più cantabile e corretta. Li guardai, raggiante. "Puoi aiutarci a continuarla?", mi chiese GD con un sorriso brillante. "No, è diverso, lei DEVE finirla", si intromise Seungri, "è la sua canzone!". "Esattamente", concordò GD. "Beh, mi pare di non avere scelta...", sorrisi. E fu così che quel pomeriggio sedetti alla mia personale scrivania con attorno tre membri dei BigBang a scrivere una canzone per loro mentre quelli mi respiravano sul collo e tentavano di darmi degli spunti. Scrissi un' altra strofa e poi cercai di farmi aiutare dai ragazzi per il ritornello, la parte cruciale. Ma alla fine non venne fuori molto, perchè ridemmo e scherzammo e tutto si concluse con una battaglia a cuscinate (con i MIEI cuscini del MIO letto). Quando arrivò l' ora di cena annunciarono che se ne stavano andando, anche se con un pò di dispiacere. "Grazie... di aiutarci così. Così per niente", mi disse GD. Era davvero una persona tenera e raggiante, per quanto nei suoi video potesse sembrare il contrario. Mi salutarono con calore, Seungri si soffermò un pò sulla porta: "allora...", fece con aria evasiva, "dov' era Claudia oggi pomeriggio? Perchè non c' era?!". Sorrisi, con espressione di sufficienza: "ti importa qualcosa?". "Certo che no! Sarà sicuramente a rompere le scatole a Top o Daesung, quella non ci molla più!", scappò via. Ma sulle sue guance si notava distintamente il rossore di chi è stato beccato in flagrante. E, tra l' altro, non sembrava affatto che non gli importasse niente. Alla festa quella volpe della mia migliore amica l' aveva fatto suo, questa era la verità. Subito dopo che chiusi la porta il mio cellulare vibrò. Guardai lo schermo: messaggio da numero sconosciuto. "Ti aspetto domani in spiaggia dato che i ragazzi mi hanno detto che non hai nessun problema nè fisico nè psicologico. Ti aspetto, voglio vederti. -Top". ----------------------------------------------------------------Angolo Scrittrice: hihi ciauuuuuuuuu XD che capitolo noooiiaaaaaaa eh? Ma tranquilli, tra poco inizia il bello... un bacio a tutte, soprattutto alla mia Claci (inutile, è seduta qui accanto a me mentre scrivo ma dato che con l' atteggiamento pretende un tributo....) e a Shally99 che mi segue e ne sono contentissima <3<3<3 baciiiii

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Razza di pedofilo... ***


Il giorno dopo, contro ogni mio programma e ogni speranza, pioveva a dirotto. E temporale significava niente spiaggia, e niente Top. Aprii la finestra e mi sporsi un poco, allungai una mano per sfiorare le gocce che sembravano non volersi fermare. Silenzio, non c'era niente apparte il suono della pioggia. Erano quasi le dieci di mattina, e fuori c' era poca luce. Tuonò. Presi il cellulare e rilessi il suo messaggio. "Voglio vederti". Voleva vedermi... e io non ci sarei andata? Infilai le converse, aprii la porta e me ne andai. "Misci, ma dove...?". "Torno tra poco". Uscii dal palazzo e mi diressi verso la nostra spiaggia. Lui era il bagnino, pioggia o no doveva essere al lavoro. Sì, era così, e io non gli avrei dato buca. Allungai il passo, le gocce mi accarezzavano la pelle, il viso, i capelli, erano stranamente calde. Per le strade non c' era quasi nessuno, solo qualche macchina di passaggio. Arrivai al nostro lido e mi rifugiai nel ristorante. Va bene, ero bagnata fradicia, una schifezza. Ma almeno ero venuta. "Hey". Mi girai. "Daesung", sorrisi. Aveva addosso un grembiule, si accorse che lo stavo guardando: "già, oltre che cameriere sono anche lavapiatti". Risi, divertita. "Stavi cercando Seunghyun, vero?", mi chiese. "Perspicace", feci, guardandomi intorno. Indicò con un dito la piscina: "penso che sia a controllare che nell' acqua ci sia abbastanza cloro...". Lo ringraziai e mi diressi verso la piscina. Era lì: piegato sul bordo, con uno strano aggeggio in mano. "Allora, è abbastanza mortalmente chimica o..?", chiesi, ridendo. Si alzò e mi rivolse uno sguardo felice. "E quindi sei venuta anche con la pioggia. Devi avermi preso proprio a cuore". In effetti stava ancora piovendo, ma ero così concentrata su di lui che non lo sentivo. "Sei sempre più presuntoso, eh?", ghignai. Inarcò il sopracciglio sexy e incrociò le braccia: "sono T.O.P, è il mio ruolo". Scossi la testa, cercando di lasciar perdere. "Allora, perchè volevi vedermi?", chiesi, cercando di fare anche io la preziosa. Sorrise, ambiguo. "In effetti... pensavo che uno di questi giorni dovresti venire a cena fuori con me". DOVRESTI. Non avevo scelta, insomma. In quel momento pensai a qualcosa che prima non mi era mai venuto in mente... "Aspetta, aspetta. Io ho ancora sedici anni e tu invece sei un ultramaggiorenne!". Il suo sguardo mi trafiggeva, nero come la notte e dannatamente bello: "beh, chiedi il permesso alla mammina", mi derise bonariamente. "Razza di pedofilo", sussurrai. "Non ti sto invitando ad un bordello, ma a cena". "Beh, ci penserò...", sorrisi, voltandomi. Stavo per andarmene, ma mi afferrò un polso e mi fece nuovamente girare verso di lui. "Venerdì sera alle otto sono sotto casa tua. Capito?". Lo fissai. Bagnato, con i capelli gocciolanti e la maglia appiccicata al petto."S-si...". "Bene", mi lasciò andare, "adesso torno al lavoro". Se ne andò. Accidenti, adesso sì che ero fradicia. Starnutii. "Vedi di non ammalarti per venerdì sera", mi fece l' occhiolino Taeyang, sghignazzando, passandomi accanto uscito da chissà dove. "Hey!", arrossii. "E ricordati della canzone! Domani ci mettiamo a scriverla, capito?", fece lo stesso GD scorrazzando dall' altro lato. ****** "Michelle". Odiavo quella voce. "Dimmi, mamma". Era di nuovo arrabbiata con me, lo sentivo anche se mi stava parlando al telefono. "Devo... devo dirti una cosa...". Sembrava nervosa. Troppo nervosa. Iniziai ad innervosirmi anche io. "Dimmi, no?". Deglutì. "Non ti piacerà per niente". "Mamma dimmela, mi prende l' ansia!". "No, se ti prende l' ansia adesso no. E poi, non è neanche una certezza... Tu stai tranquilla, ciao amore". E riattaccò. Io non la capivo... prima mi terrorizzava e poi mi diceva di stare tranquilla... Avrei dovuto scoprire qualcosa.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** ? ***


"Claci, come fai ad essere sicura che Top non mi stuprerà?!", le gridai in faccia. Era così certa di tutto lei, si vantava di sapere ogni cosa. Tranquilla Misci, al massimo limonerete, mi aveva detto. Fantastico, ma soprattutto fine. "Non lo farà, avanti. Piuttosto, sei pronta?". "Sì... credo. Tu che dici?". Mi girai. "Beh, eri meglio quando ti ho vestita io, ma in effetti sei davvero bella". "Grazie, Allahci", alzai gli occhi al cielo. Col cavolo che mi sarei sottoposta di nuovo alle sue torture. Indossavo un abito violaceo, liscio, e i tacchi erano più bassi di quelli della festa sulla spiaggia. Avevo i capelli sciolti sulle spalle, da una parte un fermaglio luminoso. Il trucco era sobrio, ma si vedeva. Mi piacevo, mi sentivo sicura di me. Detti un' occhiata all' orologio sulla parete: mancavano cinque minuti alle otto. "Allora io scendo, a stasera Claci...". "Hehehe, o a domani mattina", ridacchiò quella. "Non ci pensare nemmeno", la ripresi mentre uscivo dalla porta. Scesi le scale a fatica per colpa dei tacchi e mi sistemai il vestito prima di uscire. Era già lì, impeccabile, appoggiato al cofano di una lamborghini nera laccata di brutto. Mi avvicinai cercando di non mostrare quanto sconcertata io fossi. Sorrisi, luminosa. "Buonasera signorina", mi aprì la portiera, galante e bellissimo. Salii in macchina e lui si mise alla guida. Rimasi a guardarlo mentre guidava alla velocità della luce, sicuro, silenzioso e pieno di classe. L' espressione del suo viso era indecifrabile. "Quindi la mammina ti ha lasciata venire?", mi chiese, prendendomi in giro. "Non l' ho chiesto alla mamma", risposi, infantile, girandomi dall' altra parte. "Allora sei proprio una ragazzaccia", sussurrò, diabolico. "Pensa a guidare, genio", risi. ***BRUNO POV. Stravaccata accanto a me sul divano la Claci sbadigliò. Stavamo guardando Twilight, una specie di polpettone amoroso tra un ultracentenario e una diciassettenne uscito tipo nel 2009. "La Misci a quest' ora è in un ristorante di lusso insieme a quel gran pezo di figone di Top. E' ingiusto", si lamentò, "perchè Seungri non mi ha invitata a cena?". Accidenti. Più il film andava avanti e più mi accorgevo di non sentirmi bene, e non era colpa delle effusioni del vampiro e di Bella. Inspirai lentamente, cercando di scacciare l' orribile sensazione che mi avvolgeva. "Hey, B, mi senti? Secondo te perchè Seungri non mi ha invitata a cena?". "Perchè...", cavolo non riuscivo a parlare. Qualcosa mi schiacciava il petto, faceva caldo. "Perchè sei una racchia", cercai di ridere, senza mostrarle il mio malessere. Quando i due protagonisti si trovarono in un campo a giocare a baseball, non ce la feci più. Scattai in piedi, una mano sulla bocca. Corsi verso il bagno e mi inginocchiai davanti al wc, fiumi di vomito amarastro dalla mia bocca. Feci attenzione a non schizzare sulle mie fantastiche Nike o sulla mia felpa tamarra. "Bruno! Ma che..?". Claudia corse a tenermi una mano sulla fronte. Vomitai altre tre volte, credetti di aver perso tipo cinque chili quando mi alzai. Le gambe mi tremavano. E ancora non stavo bene. Di solito se avevo mangiato qualcosa di male dopo aver vomitato stavo meglio, ma quell' orribile sensazione non voleva sparire. Mi sedetti in terra e appoggiai la schiena al muro, esausto. "Bruno...?". La claci sembrava spaventata, non sapeva cosa fare. "Non è niente, Allahci, vattene a vedere Twilight". "Cosa?! Ma tu stai malissimo!". "Sono un uomo!", cercai di gonfiare il petto, "pensi che non sopravviverò ad un pò di nausea? Vai prendermi un pò d' acqua". "Va bene", corse via. Rimasi nel mio silenzio. Sorrisi lievemente, pensando. Accidenti. Mia madre doveva smetterla di negare, era vero. Era tutto vero, ed entrambi avremmo dovuto accettarlo. *** DI NUOVO MISCI POV. Seduta a tavola davanti Seunghyun, lasciavo che i suoi occhi si impadronissero di ogni centimetro di me. "E' davvero bello qui", sussurrai, timida. Sorrise, ipnotico e provocante: "lo so". "Anche tu sei davvero bella", aggiunse, più dolce. Forse un ragazzo più grande non era male. Insomma, avrebbe potuto insegnarmi tante cose, sarebbe stato maturo, interessante. Dovevo solo accertarmi che avesse la testa a posto. Ad un certo punto allungò una mano, prudente. Sfiorò la mia guancia con le dita, un brivido caldo mi attraversò la schiena. Mangiammo con calma e quando ebbimo finito pagò il conto e mi portò a fare due passi sul lungomare, a braccetto con lui. Di nuovo lo vedevo bellissimo al chiaro di luna, e per un attimo la parte più perversa di me mi sussurrò che non sarebbe stato male essere violentata ripetutamente da lui. Scacciai quell' idea in fretta, vergognandomene. "A che stai pensando?", mi chiese, come se mi avesse letto nella mente. "No, niente...". "Sei avvampata", ghignò. "Come hai fatto a vederlo!?", protestai. Rise. La sua mano passò a circondarmi le spalle. Sì, forse non sarebbe stato male avrelo come ragazzo. -------------------------------------Angolo scrittrice: salve ragazze... non posso dire niente riguardo a questo capitolo, per adesso.... tanti baci <3

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Non mi piaci per niente. ***


TOP POV. Quella strana ragazza mi stava facendo impazzire. Più la guardavo e più mi attraeva. Era particolare, fin dal priumo momento in cui l' avevo vista mi aveva colpito. Quegli occhi grandi e scuri bordati di verde, i capelli di un castano chiaro sfumato che le ricadevano sempre in ciocche piuttosto spettinate sul viso e le sfioravano le spalle con le punte. I lineamenti erano marcati, le espressioni forti e significative. Non era una stanga di donna, e nemmeno aveva tantissime curve. Il giusto. Vita stretta, braccia esili, gambe dritte e solide, più o meno una seconda di seno, il collo candido e le spalle eleganti. Era ben fatta, anche se forse in fatto di fisico colpiva di più la sua amica. Ma per la prima volta in vita mia non era solo quello che stavo guardando. Vedevo oltre, volavo nei suoi occhi, ed era per me una sensazione compleatamente nuova. Era dannatamente piccola, eppure matura, vissuta. Sapeva il fatto suo e non guardava con gli occhi di una bambina. Avevo letto quello che scriveva, e non erano le parole di una sedicenne. C' era qualcosa che non sapevo di lei, doveva aver passato qualcosa. E presto o tardi avrei scoperto tutto di lei, perchè ormai mi piaceva. Perchè ormai la volevo mia. Le cingevo le spalle con un braccio, e il contatto mi accendeva qualcosa di sempre più forte dentro. Non potevo baciarla, lei non voleva. Era troppo presto per lei, e io ero troppo grande. L' avrei fatto un' altra volta... "lo sai..", fece lei, interrompendo i miei pensieri, "non ero mai uscita con un ragazzo di sera". Anche la sua voce era insolita. "C' è sempre una prima volta", scrollai le spalle con un mezzo sorriso. Sospirò. Il suo sguardo era perso lontano, pensava a cose a me sconosciute. "Mi piaci". Le parole mi uscirono fuori come se non avessi potuto controllarle, lo dissi e basta. E non era da me. Si fermò, e io con lei. "Cosa?". "Mi piaci". Accidenti, l' avevo ripetuto. Spalancò gli occhi, sosrpresa. Ma non sembrava turbata. Sorrisi. ***MISCI POV. Cavolo, cavolo, cavolo, cavolo, mi aveva detto... "mi piaci"! Perchè lo aveva fatto? Così schietto, semplice, diretto. Non me lo aspettavo. Ed ero stanca di farmi sorprendere da lui. "Tu invece non mi piaci per niente", gli risposi, seria. Ora l' avevo sorpreso io. Ero certa che nessuna ragazza al mondo l' avesse mai rifiutato prima, lo avevo stroncato. Eppure stavo mentendo a me stessa. Perchè lui mi piaceva? Forse perchè ero come tutte le altre.. una fan, una patita. No, non era possibile. C' era qualcos' altro, lui mi attraeva in modo strano, forte. Troppo forte. "Non dici sul serio", mi riprese, sicuro, con un sorriso sensuale. "Scoprilo", lo spronai, ricambiando il sorriso. In quel momento il cellulare mi squillò: la Claci. "Dimmi", risposi irritata. "Vieni subito a casa". *** "Allora, B, come te la passi?", chiesi con un sorriso stanco, seduta sul letto fra le quali coperte era raggomitolato. "Sto bene", bofonchiò, scocciato, "è la Claci che mi ha ridotto così. Fosse per me mi alzerei". "E invece te ne starai a letto, Mister Vomitata-Leggera", gli tirai uno scapellotto, "finchè non mi batti in una lotta". "Ma come faccio a batterti se devo stare qui disteso!?", protestò. "Se fosse stato facile non te lo avrei proposto!", spiegai. "E' una cosa banale! lo farò prima che tu te ne accorga", si inorgogliosì. "Certo, certo", risi, "buonanotte brutto mostro". "Buonanotte ranocchia". Uscii dalla stanza, sollevata. Non stava così male, insomma. "Tu esageri sempre!", accusai la Claci, buttandomi sul mio letto, nella nostra stanza. "Non esagero invece, Misci!", rispose, "tu non l' hai visto. Guarda che stava male veramente!". "Oh, avanti, sta benissimo". "Non credermi se non vuoi", mi disse, "ma c' era qualcosa di strano". Dio, com' era ansiosa. Più di mia madre. "Qualcosa di strano nel vomitare?". "Non era una normale vomitata, c' era qualcosa di stano". Decisi di lasciar perdere, tanto quella era più testarda di un mulo. SEUNGRI POV. "Allora, te la sei scopata?", chiesi a Seunghyun, ridendo. Mi guardava come se avessi appena bestemmiato. "E dai, fattele due risate", lo spronai, "dimmi che le hai fatto qualcosa, ti prego!". "Perchè dovrei dirti qualcosa del genere? No, non è vero", mi trafisse con lo sguardo. Sembrava offeso, non capivo. "Che altro interesse avevi ad uscire con quella pischella?". "Lascia che ti tiri uno schiaffo!", gridò, scattando in piedi e lasciandomi una manata sulla guancia. "Aaaahiiii... MA SEI COMPLETAMENTE PAZZO?!", protestai. "Lei non è una di quelle". "Oh, lo so che non è affatto male", faci, massaggiandomi la guancia, "e scrive come una dea. Ma immaginavo che ti sarebbe piaciuto parecchio anche... "BASTA!", mi interruppe, "stà zitto, Vi. Soprattutto perchè a te piace la sua amica". "Chi?". "Claudia". In un millesimo di secondo presi fuoco dentro, così, senza capire il motivo. "Ma che...". "Ti piace, lo so benissimo. Ne parli anche nel sonno, accidenti". Beh, ormai mi aveva sgamato. Mi rilassai: "si, è davvero tanta roba. E me la porto a letto molto presto". "Fai davvero schifo", mi disse, e uscì dalla stanza. Sì, mi piaceva. Era da pazzi, ma mi sentivo attratto da lei. Da quella psicopatica. E anche se il desiderio di lasciarle il mio marchio addosso era forte, prima ce n' erano molti altri, e insoliti. Come regalarle dei fiori, abbracciarla, tenerla per mano e vederla ridere felice. Desideri incomprensibili per me, ma forti.------------------------------------------------------------------------------------Angolino mio: hihi, fa un pò ridere eh? Ridete finchè potete... un bacio gigantescooooo.... MISCI.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Parole dette, e da dire... ***


BRUNO POV. Va bene, mi ero alzato da quello schifosissimo letto e mi ero intrufolato in spiaggia, se la Misci mi avesse scoperto mi avrebbe fatto nero. Ma ero bravo a non farmi scoprire, quindi tutto a posto. Lei doveva essere a scrivere la canzone con due di quegli strani musicisti attorno ai quali ruotava la vita delle ragazze negli ultimi giorni e io me ne stavo a bordo piscina sguazzando coi piedi nell' acqua clorata. Prendevo in giro me stesso nella mente per i miei stupidi bermuda con le rondelle di kiwi, ma ero così ansioso di scappare che non ne avevo rimediato un paio più cool. Il sole mi accarezzava di sbieco, mi sentivo bene, rilassato. Non tanto forte ma bene. Dovevo semplicemente trovare un modo per dire tutto alla Misci, e c' era ancora tanto tempo. Mi risvegliai dalla mia trance idiota quando i miei occhi videro la tipa più terribilmente gnocca che gli universi uniti avessero potuto accogliere. Una figura che avrebbe fatto invidia alle modelle più modellissime del pianeta, e quell' espressione da sirenetta amica degli animali. Stava dall' altra parte della piscina, e la cosa più dannatamente oscena era che stava parlando con un altro ragazzo. Ancora più osceno era il fatto che quel tipo non era uno qualunque, ma uno della maledetta band. Addominali scolpitissimi, sorriso da televisione e capelli neri a spazzola come andavano cinque anni prima. Che gdieie3hcdjkqw9u8ew! Ma non ero certo un allocco, insomma, io avevo stile. Infatti mi alzai e mi diressi verso di loro con aria tranquilla. Aspè, ci avevo parlato con quel tipo, come si chiamava? Tae... Tae cosa? Tae qualcosa. "Ti dicevo, Shally, che... "HEY CIAO TAE!", mi intromisi quasi urlando, per farmi notare. Che stile ragazzi. L' unica cosa che mi preoccupava era il mio inglese schifoso, ma se mi sforzavo qualcosa riuscivo a dire. E comunque lei aveva parecchio la faccia da italiana, e il grande B non si sbaglia mai. "Ah, Bruno. Il gemello della Misci". "Cugino, cugino", puntualizzai, infastidito, "vuoi presentarmi la tua faighissima amica?", gli chiesi facendo l' occhiolino alla ragazza, che rise, allegra. "Lei è Shally, la mia ragazza", disse avvicinandola a se con un braccio. La faiga gli lanciò un' occhiata smielata. Il mio sorriso fico svanì. Accidenti. ****PAST, ANNO 2008#. "Ahiaaa", gemeva la bambina, tenendosi stretto il ginocchio. Una piccola lacrima le scivolò sulla guancia. Il vestitino era tutto sgualcito e impolverato dopo il ruzzolone lungo la discesa erbosa. gli altri bambini erano tutti avanti, sulle loro bici. Ormai aveva perso la gara. Ma la cosa più brutta era che l' altra gamba era intrappolata fra i raggi della ruota piegata della bicicletta. Stringeva, e non sapeva come liberarsi. Tirò con tutta la forza che aveva, ma non ci riusciva proprio. La sua sfrenata fantasia la portò a immaginare le morti più dolorose che sarebbero potute capitargli e le notti da sola in mezzo a quel campo pieno di fantasmi fatti di buio. Già, perchè la bici pesava troppo, e lei non riusciva ad alzarsi. E nessuno l' avrebbe mai trovata, si era allontanata troppo da casa. Si mise a piangere, arrabbiata. Non sapeva quanto tempo era passato quando sentì una voce. "Hey, Misci!". Il ragazzino scivolò agilmente lungo la discesa con le suole di gomma delle sue enormi sneakers e si avvicinò alla bimba. "Ti stiamo cercando da secoli!". Lei alzò la testa, triste: "non è vero, eravate a giocare! Non vi importa niente!". Il bambino scosse la testa col fare di chi la sa lunga: "sta zitta ed alzati, che sennò me ne vado". "Ma allora sei un down, Bruno!", strillò lei, "se avessi potuto alzarmi secondo te sarei rimasta qui?! Sono incastrata, scemo!". Il ragazzino si abbassò e con uno scatto secco aprì le tanaglie che intrappolavano la sua gamba. Lei restò a guardarlo, stupefatta. Smise di piangere, si asciugò le ultime lascrime. Il bambino le allungò una mano sporca di terra e calda, e lei la strinse e si fece tirare su. "Grazie", sussurrò. Lui la abbracciò forte, bagnandola con il suo sudore dovuto a ore di gioco. "La prossima volta ti attacchi con un braccio al mio manubrio e vedrai che ti faccio vincere la gara". "Promesso?". "Promesso". *****PRESENTE, MISCI POV. "No, secondo me non sono le parole giuste", dissi a Daesung, "non si adattano affatto allo stile che abbiamo creato nelle strofe!". Il ragazzo rilesse ciò che aveva scritto e si grattò la testa: "sì, forse hai ragione". GD gli strappò il foglio di mano: "è lei che scrive, lasciala fare buono a nulla!", gli tirò una gomitata. "Hey!", gliela restituì Daesung con il doppio della forza. "Ragazzi!", li ripresi. GD abbassò il capo, sconsolato. "Ah, questo ritornello non vuol proprio venire fuori". "Non ti preoccupare", gli sorrisi, "c' è ancora un sacco di tempo prima che l' estate finisca. Lo scriveremo, dobbiamo solo aspettare che LA GRANDE MUSA ISPIRATRICE *alzai le mani al cielo come se stessi venerando qualcosa* venga a portarci un' idea". "Allora, Musa Ispiratrice, ti offro un gelato?", propose Dae, scherzando. "Sì, grazie", accettai, e il ragazzò si alzò incamminandosi verso il bar. "Ji Yong...", chiamai il leader, sperando di sembrare indifferente, "come mai Seunghyun non viene mai ad aiutarci?". Sorrise, malizioso: "perchè vuoi Seunghyun? Sono io che compongo tutte le canzoni". "Si, ma... insomma, per quando scriveremo la parte rap... lui dovrà esserci, no?". "Certo. Ci sarà, tranquilla", mi rassicurò il ragazzo, gli occhi di chi capiva. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Angolo scrittrice: ragazze, nel prossimo capitolo fatidico momento di B. Sì, insomma, capirete poi... :') baciiiii

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Dolce agonia ***


Tenevo la testa a Bruno mentre vomitava dannatamente, ora capivo quello che aveva cercato di dirmi la Claci. "Brutto idiota, perchè sei uscito?!", lo rimproverai, impaurita e arrabbiata. Mi tremava fra le mani, non riusciva a parlare, gli sbocchi non gli davano tregua. "Non c' entra nulla con l' uscire! Devo aver mangiato qualcosa che..". E di nuovo. "Tutto a posto?". La Claci se ne stava timorosa davanti alla porta del bagno. "Sì", dissi quando finalmente mio cugino alzò la testa, "io lo porto a letto, tu preparagli qualcosa". "Cosa?". "Non lo so, un infuso, una medicina!". Lo sorressi nel tragitto tra il bagno e la stanza, lo aiutai a spogliarsi e lo feci adagiare sotto le coperte. Con un fazzoletto gli asciugai la fronte imperlata di sudore. Rimasi in silenzio, ascoltando il rumore di stoviglie della Claci in cucina che evidentemente tentava di preparare qualcosa. "Quanto spesso ti succede questo?", chiesi a Bruno ad un certo punto. Non mi rispose subito, ci pensò su. O forse stava fingendo di pensarci su. "Beh, negli ultimi tempi, a volte...". "A volte?". "Sì". "Perchè ti nascondi?", chiesi tirando via un lembo di coperta sotto la quale cercava di oscurare le sue espressioni, "devi dirmi la verità, B! Forse hai qualcosa che non va e hai bisogno di aiuto!". Sospirò e abbassò lo sguardo, arrabbiato. Lo scoprii, mi lasciò fare, come se in fondo non avesse nulla da nascondere. E per la prima volta lo guardai con occhi attenti, accorgendomi di quanto era diverso. Di quanto era magro, e bianco. E di come respirava pesantemente. Perchè non me ne ero mai accorta prima? Perchè non avevo visto quello che stava succedendo? In quel momento entrò la Claci con un vassoio in mano: "avevi detto infuso o medicina, e io ho pensato, due meglio di uno... li ho portati entrambi". Fantastico", dissi alzandomi, "stai un pò tu con lui, torno tra poco". Uscii dalla stanza e mi chiusi a chiave in camera mia, dall' altra parte dell' appartamento, col telefono in mano. Composi il numero, aspettai che squillasse. Avanti, doveva rispondere. Suonò una, due, tre, quattro volte... "Pronto?". "Mamma". "Amore mio". Accidenti, adesso, solo adesso mi accorgevo delle cose. Della sua voce spenta. Probabilmente era così da tempo e io lo scoprivo solo adesso. Presi un respiro: "puoi dirmelo". "C-cosa?". "Puoi dirmi quello che ha Bruno? Voglio saperlo". "Bruno?". "Sì, Bruno". Non le avrei dato pace, doveva dirmelo. "Michelle, a cosa ti riferisci?". Molto brava a mentire. "Alla cosa che non mi sarebbe piaciuta affatto, ricordi?". Passarono diversi momenti di silenzio, solo il mio e il suo respiro nella cornetta. "Bruno ha un tumore. Allo stomaco". SAN MARTINOO, CAMPANARAAAROO, DORMI TU? DORMI TU? Fffffff, inspirare, ffffff, espirare. UNO DUE TRE QUATTRO, fffff, inspiare, CINQUE SEI SETTE OTTO, ffffff, espirare. Ahi. Che dolore. "Mi senti, tesoro?". AMBARABA' CICCI COCCO', TRE CIVETTE SUL COMO', fffff, espirare, CHE FACEVANO ALL' AMORE CON LA FIGLIA DEL... no, un dottore no. Fffff, inspirare. "Michelle? Rispondi!". "Quindi morirà, vero?". Ma non ero io che parlavo, era qualcos' altro. Io ero persa nei meandri del nulla, aggrappata sull' orlo del baratro nero nella mia mente. "Oh, amore mio, noi non pensiamo subito al peggio e poi... ancora c'è tempo...". Stava piangendo. piangeva. "Quindi morirà!". Dannazione, adesso il dolore era incredibilmente vero, e mi riportava fuori. "Aspetta, Mi..". Schiantai il cellulare nel muro, frantumandolo. Uscii dalla stanza, e da casa. Corsi via, corsi lungo le vie notturne, consumai ogni briciolo di energia, non volevo sentire niente, niente... le lacrime non si fermavano mai, mi rigavano le guance, scendevano sul collo e mi inzuppavano la maglietta. E il cuore esplodeva. Avrebbe potuto uccidermi tutto quel dolore? Mi pugnalava ripetutamente il petto, squarciava tutto quello che ero, anneriva la mia mente. La cosa più brutta era che ero completamente lucida, che provavo ogni singola emozione in modo così forte, che riflettevo, che ero in me, che faceva male sul serio. Avrei voluto essere ubriaca, insana, drogata, tutto, ma non sentirlo. E invece ero perfettamente in me. Ringhiai, piansi, gridai e tirai calci ad ogni cosa. Quando mi mancarono le forze mi accasciai in un vicolo, appoggiando la schiena al muro di una casa. I miei singhiozzi si dovevano sentire, perchè arrivò qualcuno. Una figura alta e scura. Sperai con tutto il cuore che fosse un assassino. Mi vide, corse verso di me. "Michelle!". Il mio nome. Alzai la testa, gli occhi inondati di lacrime amare, un nodo in gola e lo stomaco attorcigliato in un nodo sempre più stretto. "Seunghyun...", sospirai, piangendo. Cercò di tirarmi su per un braccio, ma non avevo alcuna volontà per alzarmi. "Misci, Misci, ma che hai?!". La sua voce, così bella e calda, mi faceva stare ancora più male, e non sapevo perchè. "Oh, Seunghyun...". Senza pensarci un attimo mi aggrappai al suo petto e lo strinsi forte, affondandoci dentro, bagnando la sua camicia di lacrime. "Seungyun, fa così male...". Senza chiedere spiegazioni, senza pretendere nulla, mi avvolse fra le sue braccia calde nel buio di quel luogo freddo e mi strinse forte. Cercavo conforto, non volevo altro. Candido conforto. Mi accarezzò i capelli e mi sussurrò strane parole in coreano, dal suono dolcissimo. Mi portò nella sua macchina, e si sedette con me nei sedili posteriori. Mi raggomitolai a lui, senza mai lasciarlo, senza mai smettere di piangere, e lui non mi respinse mai. Dormii a tratti quella notte, sempre in quell' auto, e ogni volta che mi svegliavo una nuova ondata di dolore mi colpiva. Lunghe ore, lunghe. E lui rimase per tutto il tempo accanto a me, a vegliare. Mi fece sedere sulle sue ginocchia nei momenti più critici e si lasciò usare come fonte di consolazione, mi fece appoggiare a se e mi riempì di attenzioni, mentre il pianto si prosciugava. Quando arrivò l' alba ero a secco, ed ero esausta. Fu una dolce agonia addormentarmi appoggiata a lui, in giacca e cravatta, che aveva saltato chissà quali impegni quella notte. Il suo profumo fu la mia ninnananna, e alle prime luci del giorno sprofondai in un sonno triste e annebbiato.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Bisogno di lui ***


BRUNO POV. Diamine, la Misci aveva scoperto tutto. Cristo, mi immaginavo già i pianti, le facce distrutte e l' aura nera che si sarebbe creata intorno a me. Tutto quello che io assolutamente non volevo. Era tanto chiedere di starmene in pace e fare quel che mi pareva in allegria almeno finchè il dannatissimo cancro non mi avrebbe portato a saltare sulle nuvole? Beh, anche se forse saltare sulle nuvole per me era un pò troppo... non ero una così brava persona. Almeno qualche secolo di purgatorio magari me lo meritavo, ma poco male. Dovevo assolutamente trovare il modo di far vedere alla Misci le cose dal mio punto di vista, di farglielo accettare, anche se non sarebbe stato facile... uff, che stress. Più che altro mi stavo iniziando a preoccupare: era già mattina e quella buona a nulla non tornava dalla sua passeggiata di sfogo. "Claaaaciiiii", gridai alla mia serva personale. "Diiimmiiiiii", rispose, correndo da me e affacciandosi alla mia porta. Si sentiva responsabile, insomma, la Misci mi aveva affidato a lei. "Portami qualcosa da mangiare", sbadigliai, incrociando le braccia dietro la testa. Aaah, per adesso mi godevo la pacchia, poi si sarebbe visto. ***** MISCI POV. Quando mi svegliai non seppi definire il posto in cui mi trovavo. Aprii gli occhi, il cuore pesante come piombo. Ero distesa su un grandissimo letto matrimoniale, in una stanza arredata con classe. La coperta sulla quale ero adagiata era morbida come la seta, e profumava di buono. Dalla finestra aperta filtrava una luce delicata, non doveva essere troppo tardi. Mi sedetti, cercando di riprendere la percezione di me stessa. Avevo addosso una camicia da notte ricamata con del pizzo, e non era mia. I miei vestiti erano ripiegati accuratamente su una sedia in un angolo della stanza. Ma in che razza di posto ero? Mi detti un' occhiata nel grosso specchio che era appeso alla parete e non mi riconobbi. I miei occhi erano vuoti, ero il niente. Priva di luce. Mi acvcorsi che c' erano due porte, e aprendone una trovai un bagno. Fantastico, ormai avevo dormito lì, tanto valeva approfittare anche della toilet di quel posto sconosciuto. Dopotutto non potevo farmi veere da chi mi avevo ospitata in quello stato. E guarda caso lì dentro era pieno di cose per me, come se fosse stato il bagno di una stanza d' albergo. Mi feci una doccia, mi lavai i denti e mi rivestii, lasciando la camicia da notte sotto il cuscino. Perfetto, ora potevo anche esplorare. Uscii dalla stanza, e una volta percorso un corridoio mi ritrovai in un salotto chiaro e arioso. Era tutto molto bello lì. Non c' era nessuno... Ma la finestra che portava alla terrazza era aperta, così ci andai. E nemmeno tanto sorpresa ci trovai, appoggiato alla ringhiera sorseggiando un caffè, una specie di dio greco in vestaglia. "Top". Si girò per un attimo, poi tornò a scrutare l' orizzonte. Ovviamente casa con vista mare, il signorino non si faceva mancare nulla. "E quindi... perchè ieri eri così afflitta?". Mi avvicinai e mi appoggiai anche io alla ringhiera, in piedi accanto a lui. Come sempre, profumava. Era lo stesso profumo di cui era impregnata la coperta sulla quale avevo dormito. "Lo sono ancora", puntualizzai, in un soffio. La mia voce era piatta e vuota, come me. "Impossibile. Nessuno può essere afflitto dopo aver dormito nel mio letto. E' o non è fantastico?". "Bruno ha un tumore". Perchè avevo deciso di dirglielo? Perchè ormai ero innamorata di lui, ovvio. Era stupido, ma non potevo farci niente. Non disse niente. Allungò un braccio e mi avvicinò a sé. Diamine, era così bello lasciarsi andare tra quelle braccia forti, respirando quel profumo fresco e guardando i suoi occhi, profondi come boschi ombrosi. Non avevo lacrime da piangere, ma piangevo dentro. "Non perdere subito la speranza", mi disse ad un certo punto. "Eh?". "Ho abbastanza contatti e soldi per procurarti un rimedio". Lo guardai senza capire, poi sospirai. Avrei tanto voluto credergli. "Grazie per avermi... ospitata da te... e per tutto il resto. Non so che fine avrei fatto ieri notte senza di te. Non so davvero come sdebitarmi", sussurrai. Sorrise lievemente, quell' espressione sensuale sulla faccia. "Scrivimi una poesia". "Una poesia?". "Sì. Con quello che pensi di me". Avrei potuto accettare, io trovavo parole paradisiache per chiunque, anche per le perosne che non avevano niente. Ma non ce l' avrei fatta. Non con lui. Perchè lui le parole te le toglieva tutte. "Potrei dirti di sì... ma non ce la potrei fare. E' umiliante, sì... ma non verrebbe mai fuori qualcosa che ti ripecchi completamente. Non pensavo che l' avrei mai detto ma io... io non posso scrivere una poesia su di te". Mi guardo, accigliato. "Ma sei una scrittrice... E' quello che sai fare meglio.. perchè non puoi?". Dio, perchè bruciavo? Perchè malgrado tutto in quel momento mi perdevo in lui, in quello che era? Perchè mi sentivo come se un nastro invisibile mi tenesse srettamente legata a lui? "Perchè trovo che dei tratti di inchiostro su un pezzo di carta non possano racchiudere qualcosa di talmente meraviglioso e lucente come te". Accadde in fretta, e non potei fare niente. Non potevo, e non volevo. Le sue mani calde si appoggiarono sulla mia schiena e mi attrassero a lui, facendomi annegare nella dolce sensazione di protezione e amore che dava sempre. Non potei fare niente quando si avvicnò e l' odore delizioso della sua pelle si fece irresistibile. Non riuscii a oppormi quando il suo respirò si mischiò al mio e non potei fare a meno di restare ferma lì quando le sue labbra perfette e desiderate sfiorarono le mie dolcemente. E per la prima volta nella mia vita le dolci ispirazioni e poesie che si rincorrevano nella mia testa si mescolarono con la realtà. Un Bacio, uno vero. Er era frustrante sapere che non avrei mai saputo descriverlo per quello che veramente era stato, nemmeno con tutte le mie doti di poetessa schizzata. Un bacio casto, che non voleva niente. Dimenticai il dolore per un attimo. Le sue labbra avevano un sapore particolare, dolce e bollente allo stesso tempo. Era incredibile come in quel momento mi stavo dimenticando di tutto, rimescolata da quelle labbra che si muovevano dolcemente sulle mie, mi davano conforto. Avevo tanta paura di soffrire così... io avevo bisogno di lui. Avevo bisogno di Seunghyun.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Amico di Tae no, Super B si! ***


"Sono a casa", vociai, entrando nell' appartamento. "Sì, dopo quasi diciotto ore!", mi corse incontro la Claci puntandomi un dito addosso, "dove sei stata brutta porca?!". Scansai la sua mano, cercando di fare la tranquilla: "calma, calma. Diciamo che avevo bisogno di distrarmi un pò!". Mi guardava esterefatta. Sì, guardata da fuori non era certo cosa da misci stare fuori tutta la notte e non avvertire nessuno, non rispondere alle chiamate. Se solo avesse saputo... ma non glielo avrei certo detto. "Distrarti?!". "Sì", sorrisi, dirigendomi in cucina a farmi un tè bollente, magari quello indiano che mi piaceva tanto. "Mmmm...", fece, pensosa, camminandomi attorno. Si sedette a tavola. "Scommetto che eri con Top", disse ad un tratto. "Beh...". Insomma, che problema c' era? Le avrei rivelato il male minore, e avrebbe creduto che fosse stato per quello. Che idea geniale. "Sì, ero con lui". Speravo tanto che mi chiedesse qualcosa, che si mettesse a parlare, che quella conversazione idiota mi distraesse. Avevo bisogno di un appiglio, di qualcosa che mi nascondesse e mi tenesse in piedi. "CHE COSA AVETE FATTO?!" si sporse verso di me, un sorriso a trentadue denti spiaccicato sulla faccia. Sorrisi, facendo l' orgogliosa: "mi ha baciata!". "Solo baciata?", indagò, delusa. "Beh, si...". "Beh si o si?". "Si", sospirai. "Ah. E COM' E' STATO?!", si sporse ancora di più, incredula. "E' stato bello...". "Awww, voglio tutti i particolariii". Mi inventai un malizioso bacio alla francese per farla contenta. "Questo non ha potuto comunque prendere tutta la notte!", osservò. "Lo so, datyo che si era fatto tardi mi ha ospitata a casa sua. Ho dormito nel suo letto". "CON LUI?!". "Dio, smettila di urlare! No, mi ha lasciato la sua stanza". "Che gentiluomooooo". Quando finalmente fu soddisfatta uscì, dicendo che andava da Seungri per rimettersi in pari con me. Poverino. Lentamente mi incamminai verso la stanza di Bruno, col cuore in gola. Non potevo certo far finta di niente adesso. Dovevo parlargli. Dovevo... abbracciarlo. Forte, come non avevo mai fatto. Spinsi giù la maniglia, la mano che tremava. Sorrisi. Ovvio, no? Lui non c' era. ***** BRUNO POV. Ero iperattivo? Forse, ma a stare a casa a deprimermi proprio non ce la facevo. E poi c' era quella ragazza fantastica, proprio nel tavolo davanti al mio. E stavolta era sola. Mi avvicinai, stringendo forte gli addominali. Adesso che ero dimagrito la tartaruga si vedeva meglio, quella era una cosa faiga. "Hey, pupa". Che entrata da figo, ragazzi! Mi squadrò da cima a fondo, perplessa. "Tu sei...?". Come CHI ERO?! "Io sono Bruno! super B!", incrociai le braccia, contrariato. Una cosa pisitiva però c' era: avevo constatato che la super sirenetta parlava italiano, e che non avrei dovuto farmi installare google traduttore nel cervello. Rise: "ah, giusto. Talmente ovvio". Dio, che bella che era. Ma stava con quello stupido crestone, e adesso che facevo? Fargli fare becco il fidanzato era da bastardi, ma se mi rivelavo più fico di lui magari... certo, dovevo fare tutto ciò prima della chemio e di perdere i capelli, perchè poi non mi varebbe voluto più. Hahahahaha, crapa pelata! Mi sedetti accanto a lei, facendo lo sfacciato: "vuoi bere qualcosa, Shally?". "Come sai il mio... ah, tu sei l' amico di Tae!". Amico di tae no, Super B si. "Beh, si". "In effetti, bere qualcosa non mi dispiacerebbe". Schioccai le dita, attirando l' attenzione del cameriere. Un altro di quei musicisti deficienti. Boia ladra, erano ovunque. "Chiedete pure". Non sembrava tirarsela, comunque. "Cosa vorresti bella?". Oh si, i complimenti le abbordavano sempre. Le sorrisi, superbo. Ma quanto ero grande da uno a dieci?!------------------------------------------------------------------------------------------------angolo scrittrice: è un pò corto, ma mi serviva per staccare. Tra pochissimo arrivano altre scene emozionanti, promise <3

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Ti voglio bene ***


CLACI POV. Entrando nella stanza della Misci mi accorsi di un minuscolo particolare che prima non avevo notato: il suo cellulare in frantumi sul pavimento. Strano, molto strano. Preoccupante, avrei aggiunto. Da maniaci. Ma bene, quanti segreti che stava cercando di celarmi la mia best... troppi per i miei gusti. Peccato che con la Claci i segreti non vanno lontano. Heheheh... ***TOP POV. Disteso sul mio letto, respiravo a pieni polmoni il profumo speziato che la ragazza aveva lasciato fra le coperte. Era tutto impregnato della sua essenza, e pensavo di non cambiare le lenzuola per un bel pò. Mi piaceva, mi piaceva tanto. Troppo. Era incredibile, assurdo, ma tutto di lei mi faceva impazzire. Quel suo essere timida e tosta allo stesso tempo, quell' aria pensierosa, la bontà. Potevo sentirlo a chilometri di distanza: non c' era cattiveria in lei, era dannatamente buona. E io ero buono? In un modo o nell' altro, quando ero con lei emergeva qualcosa di nuovo di me. Qualcosa di mai visto, di forte. Era una bella ragazza, eppure l' ultimo dei miei desideri era sbatterla sul letto per una notte come facevo con tutte. Anzi, un desiderio del genere non esisteva proprio. Continuavo a respirare il suo odore, incapace di staccarmi. Affondai il viso nel cuscino, un pò confuso. L' avevo baciata. Solo un bacio, come ne avevo dati a miliardi, ma stavolta era stato diverso. Una cosa così piccola, il niente, mi aveva segnato. Era diversa. ****BACK TO MISCI POV. "B", sospirai, esausta, "B, ti ho cercato ovunque!". E quello stava al bar della spiaggia, a chiacchierare con una tipa. Non sarebbe cambiato mai... grazie a Dio. "Beh, stavo qui a bere un drink con Shally", mi sorrise, mellifluo. "Perchè mi cercavi?", si alzò due secondi dopo, quando lo guardai con lo sguardo più truce del mio catalogo. Ci allontanammo un pò, camminando sulla riva accarezzata dalle onde. "Allora, che c'è?", si infilò le mani in tasca. Avevo un nodo in gola. "Misci?". Non potevo parlare. Avrei avuto mille parole da dire, eppure non ne usciva nemmeno una. "Misci ma stai bene?". Allungai le braccia, lo afferrai per la maglietta. "Tu, brutto stupido!", gridai, le lacrime pericolosamente vicine a sgorgare, "perchè non me l' hai detto?! Perchè non me l' hai detto prima?!". La voce morì sull' ultima parola, abbassai la testa, frustrata. "Non volevo questo", disse dopo un momento di silenzio. "Questo cosa?". Scrollò le spalle: "questo, vederti piangere. Vedere piangere le persone. Volevo solo starmene in pace, divertirmi". Lo guardai negli occhi, quegli occhi identici ai miei. Uno specchio. Era completamente calmo, sorrideva, guardava la morte in faccia. Vedevo dentro di lui la consapevolezza, e l' averlo accettato. Ma io non potevo... Si sedette in terra, disegnando cerchi sulla sabbia con l' indice. "B...". "Sì?". "Ti voglio bene". Quanto tempo che non lo dicevo, quanto tempo che non lo sopportavo eppure dentro lo amavo. Quanto tempo che era un punto fisso nella mia vita e ormai lo davo per scontato, davo per scontato che sarebbe sempre rimasto lì, alle mie spalle a ridacchiare e fare dispetti. Mi ero sbagliata. Mi sedetti accanto a lui. Non mi ricordavo nemmeno come si faceva ad abbracciarlo, non ci ero più abituata. Sembrò leggermi nella mente, allungò un braccio e mi strinse a sé. Mi aggrappai alle sue spalle, a quel corpo provato dal male, che resisteva e lo teneva su almeno per adesso. E il suo odore risvegliò in me i ricordi, mi ritrovai cullata dalla mia infanzia. Quell' odore così familiare, così uguale a prima. Il suo profumo ramato, mitigato dall' odore di gel per capelli e da quello caldo e personale della sua pelle. Lo respirai, imprimendolo nella mia mente, non me ne sarei mai dimenticata. "Hahah, Misci. Tanto presuntosa, eppure alla fine hai sempre bisogno che qualcuno ti consoli". Lo strinsi più forte, ascoltai il battito del suo cuore. Quel cuore che batteva all' impazzata mentre correva come il vento e rideva, mentre giocava e non smetteva mai di cercare, guardare, esplorare, sorridere. Pestifero, insopportabile, molesto, idiota, e incredibilmente insostituibile. "Non voglio che piangi, hai capito Misci?", mi disse, guardandomi con un mezzo sorriso. "Voglio che ti dimentichi di tutto e continui a fare la lotta con me". Come avrei fatto? Come avrei potuto? Ma se era quello che voleva lui, l' avrei fatto. Avrei fatto tutto quello che mi avrebbe chiesto. "Allora va bene", risposi, buttandolo a terra e cercando di immobilizzarlo, mentre si dava da fare per difendersi. **** SEUNGRI POV. Hahaha, quella ragazza era davvero tosta. Era entrata in casa mia e ora faceva di tutto per sopraffarmi e sedurmi. E in effetti ci stava riuscendo. "Dimmi che ti piaccio", sussurrò, una risatina maliziosa sulle labbra, "lo so che ti piaccio". Mi avvicinai, accendendo il panda che era in me: "sì, mi piaci. Mi piaci, ma sei troppo piccola perchè io ti faccia vedere quello di cui sono capace". "Ah sì?!", sbottò, e in un secondo ce l' avevo incollata addosso. Mi stava baciando! E nemmeno timidamente, accidenti, ce l' avevo avvinghiata. I primi due secondi rimasi inebetito, ma quando mi accorsi di quanto baciava bene mi lasciai andare e ci andai di brutto. Sgarrare un pochino faceva bene, e poi lei mi piaceva. Già, alquanto da pazzi, ma qualcosa in lei mi attraeva, aveva qualcosa che mancava alle altre. Continuammo a baciarci per lunghissimi minuti, non riuscivo a fermarmi, speravo solo che sarei riuscito a bloccarmi e non andare oltre, per il suo bene più che altro. Non volevo questo, volevo che si innamorasse di me e non di quanto ero bravo a letto.-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------BUBU.... SETTETE! Non ho nulla da dire, apparte... RINGRAZIA, CLACI!

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** La prima ***


Comprai un nuovo telefono. O meglio, me lo comprò Top. Insomma, ne avevo bisogno. Cercavo in tutti i modi di fare come voleva Bruno, di non mostrargli la tristezza, il buio dentro di me. Dovevo renderlo felice, farlo stare sereno. Non si meritava di soffrire. Chiesi a Seunghyun di non dire nulla a nessuno, in modo che fosse più facile. E quando GD mi chiamò chiedendomi di venire da loro in spiaggia per scrivere la canzone, risposi di sì. Perchè non avevo mai avuto tanta voglia di scrivere in vita mia, avrei potuto riempire tutti i muri della casa di scritte, avrei potuto riempire il cielo di parole. Mi vestii in fretta e ci andai. Li trovai seduti al solito gazebo, sorrisi avvicinandomi. "Ciao, ragazzi". "Ciao musa ispiratrice", mi salutò scherzosamente GD, gli altri risero allegri. Seungri sembrava un pò sulle sue, pensava a chissà cosa, e quando mi sedetti accanto a lui arrossì un pò. C' entrava la Claci senza dubbi, quella era una iena. Come sempre, con evidente delusione, mi accorsi che Top non era lì. "Dio, ma Seunghyun se ne sbatte altamente della canzone o cosa?!", protestai. "No", rispose Tae allungandomi il quaderno e la matita, "è solo che si vergogna a stare con te qui insieme a noi". "Che cosa?!". "Hahahahah, gli piaci un sacco", sghignazzò Daesung, "solo che deve tenere il suo atteggiamento da Top". "Io sono Top", lo prese in giro GD facendo una faccia seria e indossando gli occhiali da sole, inarcando il più possibile le sopracciglia, "e le ragazze cadono tutte ai miei piedi", continuò tentando di fare la voce bassa, "perchè sono veramente il più pieno di classe che esista". Ci mettemmo tutti a ridere, anche io. "Ridicolo", rise Tae. "Ridi poco tu", lo riprese Seungri, "che anche tu fai uguale con la tua ragazza". Vidi il ragazzo arrossire pesantemente. "Ragazza?". "Ma sì, Shally!", si illuminò GD, "quella con cui hai pomiciato tutta la sera alla festa!". "Aaaaah, Shally", sospirò per finta Seungri, "lei si che ha messo in moto il nostro Tae". "Che c' entra lei! State zitti!", fece Taeyang arrossendo ancora di più. Shally? L' avevo già sentita nominare a casa. Da... da lui. Da Bruno. Shally, una tipa da far girare la testa, aveva detto. E non lo diceva a tutte. Di solito erano tutte "un grandissimo aborto" o "solita Barbie" o "ESPLODE". Lei no. Gli piaceva? Forse sì, ma stava con tae, il che significava che Bruno non aveva nemmeno un millesimo di speranza. Questo pensiero riaccese in me la malinconia. Sarebbe morto, era chiaro. E nemmeno poteva avere la ragazza che gli piaceva. E se l' avesse avuta, sarebbe stato per così poco... dolore per lui, per lei. Forse era meglio così. Impugnai la matita e iniziai a scrivere. Ma non sulla pagina della canzone, non potevo. C' era altro. Le parole uscivano da sole, non potevo controllarle, le mani si muovevano da sé, la mente volava. Era come se fossi rinchiusa in un angolino della mia testa, e tutto il resto facesse per conto suo. Scrivevo senza guardare il foglio, lo sguardo perso lontano. Nessuno mi interruppe. I ragazzi si avvicinarono a me, gli occhi puntati sul quaderno e sui tratti sottili che danzavano fra le righe. Nessun rumore, solo quello dei nostri respiri e il frusciare della punta che si consumava sulla carta. Quando ebbi finito era quasi sparita del tutto, e il mio cuore era più leggero di un poco. Quante paginate avevo riempito? Quasi cinque. Cinque pagine di ricordi vaghi, dolci, sfocati, lontani, a volte dolorosi ma comunque dolci. Cinque pagine di sentimenti mai tirati fuori, cinque pagine di sole, vento, pioggia, snesazioni, profumi, sapori, giochi, pianti, risate. Sorrisi, una lacrima scorreva calda e lenta sulla mia guancia. "B". La mia prima poesia per lui. *****TOP POV. "Oggi la Misci era strana. Era come in trance", blaterava Seungri, "non ha scritto il ritornello, si è messa a scrivere una strana poesia. Lunga cinque pagine. Non l' ho letta, ma gli altri sì, e sono tipo... inebetiti?". "Davvero?", mi girai verso di lui. "Sì. Pensa che non guardava nemmeno quel che scriveva! Mah, tipa strana davvero". "Fammi leggere", gli chiesi. tirò fuori il quaderno: "se hai pazienza per leggere così tanto...". Mi ritirai in camera mia a leggere. Trovai prima la strofa della canzone, che avevo già letto. E poi, sempre nella sua calligrafia svolazzante e un pò storta, i versi. Non capii subito. Dovetti arrivare alla seconda pagina per capire di cosa parlassero quelle parole forti. Erano parole che segnavano, frasi taglienti mischiate ad alcune dolci come il miele che insieme raccontavano una storia, attraverso una strana forma metrica di poesia. Tutto quello, era per lui. Per quel suo guasi-gemello che sarebbe morto in brevi tempi. Dio, perchè mi veniva da piangere? Era quello il potere delle sue strofe? Mi ritrovai immerso in un mare di sentimenti, i suoi, ma li sentivo come miei. "Allora, Top, com' è?", chiese Vi entrando. Asciugai in fretta una lacrima che stava per cadere. "Tenetela. Non buttatela per nessuna ragione al modo. Lasciatela lì, e se ne scrive altre lasciate anche quelle". Non mi ero mai sentito così.------------------------------------------------------------------------------------------------------Sono le 0.45... Claci ti prego non andare a lettooooo devi leggereeeee NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO....

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Mio ***


BRUNO POV. Cristo santissimo, io amavo mia madre, ma questo proprio non poteva chiedermelo. "Devi venire via, B. Devi iniziare la chemio, qui, e devo seguirti bene". Anche al telefono sapeva essere insopportabile. "Sì, la chemio, tanto per perdere meglio i capelli! Eh no, mamma!". "Bruno, ti prego, ragiona...". "Io ragiono benissimo! Secondo te tirerò di più conciato come un monaco?! Io penso di no". "Smettila di scherzare". Accidenti, adesso aveva ringhiato. Era fredda come il marmo, e decisi che avrei moderato le parole per evitare che mi squoiasse prima del tempo. "E' una cosa seria, Bruno! Ti interessa di vivere o no?! Oh santo Dio, ma perchè a me...?". "No, mamma, non frignare adesso, ti prego...". "Ah no?! Ho un figlio rincretinito oltre che malato! Vuoi che stia tranquilla?!". Lasciai passare un momento, cercando qualcosa da dirle che la calmasse. Volevo solo un pò di tempo, solo un altro pò di vita vera... "E' che mi sto divertendo così tanto qui...". Sì, la mia voce da lattante implorante non aveva eguali. Ero davvero troppo, ragazzi. Uno, sue singhiozzi. "Lo so, bambino mio...". Adesso avrei voluto morire davvero. Bambino mio. Non "rospo" o "piaga della mia vita" o "brutto mostro importato nel mio ovulo". BAMBINO MIO. Mi sedetti sul letto, in preda allo shock. "Faro la chemio, va bene? Ma lasciami ancora un pò di tempo..". "Ma non posso, Bruno! Sarei un' incoscente! Devi curarti, subito!". Come se ormai ci fosse tanto da curare, hahahah. "Ma non ti chiedo tanto... due settimane...". "Una. Una sola". Patteggiamo per dieci giorni, e l' ebbi vinta. "Oh yeah, Super B wins again!", sbraitai con stile appena terminata quella conversazione deprimente. E tanto per gradire accessi lo stereo al massimo con Beat it di MJ, saltando sul letto e fingendo un assolo di chitarra elettrica. La vecchina nell' appartamento accanto mi avrebbe denunciata di sicuro per averle ucciso quel poco udito che aveva, ma almeno mi dava carica. ****BACK TO MISCI POV. Va bene, per la prima volta in vita mia ero ubriaca. Io di solito non bevevo mai, non facevo niente che potesse danneggiare la mia lucidità mentale, ci tenevo ad avere sempre tutto sotto controllo. Ma quella sera non sapevo cosa mi era preso. Sapevo solo che non capivo più niente, che mi ero scolata parecchia vodka e che mi trovavo in un locale. L' alcool mi aveva dato al cervello, mi sentivo vuota e leggera. "Ahahahahah". Quei tipi intorno a me erano simpatici, continuavano a farmi ridere. "Vuoi un altro bicchierino eh?", fece uno con aria di scherno. "Siii", gridò un altro, "hey Tony! Un altro per la tipa qui!". Mi fu piazzato davanti l' ennesimo bicchierino. Mi sfuggì un singhiozzo. "Hahahahahaha ma nooo ragazzi, sono già abbastanza ubriaca mezza hahahahaha..". "Bevilo e basta!", mi ordinò uno di loro, un tipo biondo e piazzato, portandomelo alla bocca. "Hahahahah, vaa beeeneee...". Lo scolai, e sentii la testa annebbiarsi ancora di più. "Che ne dici di divertirti un pò con noi?!", mi chiese lo stesso ragazzo, strattonandomi per un braccio e facendomi alzare. Barcollai e mi aggrappai a lui, ridacchiando a più non posso. "Ma io sono una brava ragazza, non posso proprio, hic!, mi dispiace hahahahah...". "Sono certo che se bevi ancora un pochino ti dimenticherai di essere una brava ragazza!", gridò un altro, moro, un rasta. Mi sentii gelare, un brivido mi attraversò la schiena quando qualcosa di liquido mi arrivò addosso bagnandomi completamente. Mi aveva rovesciato addosso tutta la bottiglia di Martini! Annaspai, il sapore alcolico mi scorreva sulle labbra, i capelli erano fradici, il top e i jeans anche. "Eeeeh galeotto!", gli gridai, continuando a ridere come una malata. "Allora, vieni con noi o no?". Non mi reggevo in piedi, non riuscivo più a capire chi di loro mi stava parlando. "Eheheh...". "Non penso che opporrà resistenza!", sentii dire, e qualcuno iniziò a trascinarmi da qualche parte. Però stringeva, e mi faceva male. Non era più divertente. "Ahi! Lasciami, lasciami!". Ma non avevo nessuna forza, ero totalmente brilla. "Non credo proprio, carina! Ci divertiremo un pò!". Mi scaraventò in un angolo, avvertii una botta di dolore alla spalla destra quando colpii il muro. Qualcuno di inginocchiò accanto a me, tirando la cerniera laterale del mio corpetto. "Lasciami! Vai via, lasciami stare!". Tentai di tirargli un pugno, ma un altro di loro mi colpì con un calcio nella pancia. "Aaaah..", gemetti, senza respiro. Mi veniva da vomitare. Il biondo mi afferrò per il mento e con mio orrore iniziò a baciarmi. Un bacio che sapeva di alcool, bagnato e schifoso, e non riuscivo a staccarlo da me, era orrendo. Alla fine gli mollai una ginocchiata nelle parti basse e riuscii a farlo smettere. "Ah!", barcollò. Poi mi guardò con rabbia e cattiveria: "mi sa che la ragazza vuole prenderle! Avanti fategliela pagare!". Mi afferrarono in due. "No! Brutti mostri, lasciatemi! Giuro che vi... aaaah!". Un pugno, proprio in faccia. Sentii qualcosa di caldo scendermi addosso. "E ora il colpo di grazia!". SBAM. Ma non a me. Aprii gli occhi, il ragazzo era steso a terra. "E tu chi diavolo sei?!". "Lasciala o ti distruggo". "Hey, calmati amico, è solo una...". SBAM, e un altro era KO. Tossi, cadendo a terra. L' altro mi lasciò e corse via. Di nuovo fui presa per un braccio e alzata, ma stavolta dolcemente, dal mio angelo. Mi stava aiutando. Come faceva ad arrivare sempre la momento giusto? Come faceva a sapere sempre dov' ero, e se avevo bisogno di lui? Coincidenze? No, era davvero il mio angelo caduto in terra. Non ci vedevo bene, ma era lui, lo sapevo. Riconobbi il suo profumo quando mi prese in braccio e mi portò fuori. Respirai forte l' aria frizzante, i miei polmoni atrofizzati si riattivarono un pò. "G-grazie..", tentai di dire. Un piccolo bacio come risposta. Per la seconda volta mi addormentai tra le sue braccia, lasciandomi andare completamente. Ero al sicuro. **** Mi svegliai, con la testa che girava un pò. Stavo meglio, ero tornata lucida. Della notte precendente solo un ricordo sfocato e confuso, mi faceva un pò male il naso, ma non c' era più sangue. Avevo qualche livido sulle braccia, niente di più. Sapevo dov' ero, ero nella stanza di Top. Respiravo regolarmente, distesa fra quelle coperte morbide. La sveglia sul comodino segnava le dieci e mezza. Mi rilassai, in dormiveglia. Mi girai sull' altro fianco, e mi accorsi che non ero sola stavolta. Lui era lì, disteso accanto a me, non dormiva. Un mezzo sorriso comparve sulle sue labbra quando lo guardai. Quanto era bello. Quegli occhi scuri su di me, i capelli nero corvino un pò spettinati, la vestaglia bianca e blu impeccabilmente allacciata in modo da non scoprire nemmeno un centimetro dei suoi pettorali. Sapeva farsi desiderare. Non ce la facevo più. Non potevo dirgli "grazie". Mi tirai su e aggrappandomi con una mano al suo collo mi avvicinai al suo viso. Non mi importava che aspetto avevo, nè dei lividi che diminuivano il mio essere femminile o sensuale. "Ti sei svegliata bene?", sussurrò sulle mie labbra, cercando di iniziare a baciarmi. Ma volevo condurre io il gioco. Differenza di età, di ricchezza, di specie, non mi importava di niente. "Molto bene", ammisi, baciandogli piano l' angolo della bocca. Le sue mani furono sulla mia vita, gli montai addosso, a cavancioni su di lui, e lo feci sdraiare. Posai qualche bacio sull' incavo del collo, dove il suo odore delizioso si percepiva in modo tanto forte, e poi tornai alle sue labbra. Lo baciai lentamente, attentamente, con tutta me stessa. E ogni bacio era un grazie e un "sono dannatamente innamorata di te". Sentii una sua mano scorrere sotto la camicia da notte, un brivido di piacere scorrermi addosso. "Non rovinare questo momento", ridacchiai, "non è ora". "Come vuoi", sussurrò al mio orecchio, facendo scendere indietro la mano, lentamente, passandola sul mio fianco. "Sai comunque che dopo questo bacio non ti lascerò più andare, vero? Sei la mia ragazza". "Come vuoi", lo imitai. "Pensavo che li avrei uccisi", mormorò, passando il viso sul mio collo e sfiorandolo con le labbra, riferendosin alla sera prima. "Non pensarci adesso", gli risposi, riportandolo alla mia bocca. Tracciò con la lingua un sentiero sulle mie labbra e il secondo dopo la situazione si ribaltò, me lo ritravai addosso. Ero schiacciata dal paradisiaco corpo del mio angelo, non potevo chiedere di meglio. Avvolta totalmente in lui, senza scampo. Continuò a baciarmi, togliendomi il respiro, ma con attenzione, senza farmi male, senza spingersi oltre, cercando di non toccare i lividi. Continuammo a baciarci nella luce del mattino, e quando mi strinse forte come non mai credetti che avrei potuto evaporare. Mi ero innamorata, per la prima volta. Di lui. Ed era mio. Non facemmo niente, ci baciammo e basta, per svariato tempo. perchè non c' era bisogno d' altro, tutto quello che volevamo era la conferma di esserci trovati, io e lui, in questo mondo senza senso, improvvisamente, e di appartenerci.----------------------------------------------------..... <3

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Divertente per lei, sgorbio per lui ***


CLACI POV. Ero totalmente incapace di nuotare, non potevo farci niente. E apprezzavo il fatto che Seungri si fosse offerto di insegnarmi, ma che mi avesse portata li in mezzo all' acqua, in mare, non riuscivo proprio ad accettarlo. "Vaaa bene", sospirò, "questa è la parte in cui dovresti scendere dalle mie spalle". "NEI TUOI SOGNI!", sibilai, tenendomi stretta al suo collo. "Ma qui l' acqua non è alta neanche un metro e mezzo!", protestò, cercando di liberarsi con degli scossoni. "Aaaaaah, che fai?! Potrebbero mangiarmi quegli schifosissimi pesci!". Mi agguantò per un braccio e con uno scatto secco mi fece scivolare giù e arrivare davanti a lui. Mi avvingiai al suo petto, tenando di non toccare il fondo con i piedi. Ero terrorizzata dal genere di creature che avrebbero potuto trovarsi la sotto. "Non ci sono piranha qui, idiota!", sbraitò. "Ne sei proprio sicuro? E che mi dici di granchi e orrendissime sogliole?!". "Beh, quelli potrebbero anche esserci...". "AAAAH!" Gli saltai nuovamente addosso, stringendogli la vita con le gambe e il collo con le braccia. "Lasciami, assassina!". Intenta ad urlare, ci misi un pò ad accorgermi della situazione in cui mi trovavo. Ero completamente appiccicata al figo coreano dei miei sogni, e anche lui alla fine mi stava tenendo su di se. Smisi di gridare e arrosii un pò, cercando di staccarmi un pò per non schiacciargli le tette in faccia. "Che c'è?", ridacchiò, perverso. "No, niente!". "Ma è chiaro, sei pazza di me!", mi accusò, un ghigno malvagio sulle labbra. "Mai detta una cosa del genere!", mi difesi, arrossendo ancora di più. "E allora perchè non mi lasci?". "Perchè le meduse potrebbero assassinarmi, deficiente!". Rise un pò sotto i baffi, poi si fece serio. "Però ti piaccio", disse. "Anche io ti piaccio", gli risposi, secca, sulla difensiva. "Sì, è vero", sorrise, sexy, "ma ancora non così tanto da impedirmi di lasciarti qui in mezzo al mare a spaperare!", rise, sadico, fingendo di lasciarmi cadere. "Hey!". Porca zia se era bello, però. ****SHALLY POV. Non riuscivo proprio a capire che cosa voleva quello strano ragazzino che saltava fuori in continuazione. Bruno, diceva di chimarsi, "Super B". Una specie di bambinetto dalla voce graffiante che non mi lasciava stare, e la cosa più bella era che flirtava senza alcun pudore, mi lasciava capire totalmente che ci stava provando, anche se aveva visto benissimo che avevo il ragazzo. Hahahah, poveretto, ma almeno lo sapeva con chi aveva a che fare?! Con Taeyang, uno dei BigBang. Non che Bruno fosse brutto, insomma. Occhi grandi, dalla forma tagliente, capelli castani a spazzola, linemaneti marcati e un fisichetto niente male. Somigliava molto all' altra ragazza, quella che pareva fosse sua cugina, stessi tratti. E aveva uno strano modo di fare. Abbastanza pieno di sé, giocoso, scattante. E non la smetteva di ridacchiare, gli occhi gli brillavano. Un tipo particolare, insomma, ma di certo con Tae non poteva competere, era solo un ragazzino immaturo. Cercavo in tutti i modi di farlo scollare, ma quello sembrava non aver nulla da pardere. E adesso era lì, davanti a me, con la palla in mano. Che male c' era a giocare un pò a beach volley con lui? Potevo farlo con chiunque, era solo per passare il tempo. "Preparati per la battuta di Super B!", gridò, gasato, un' energia potente filtrava da ogni suo poro. E in effetti era forte. Mi stracciò una, due, tre volte. Alla fine mi arresi, era improbabile che io riuscissi a fare anche solo un bel colpo contro quella furia. E a me non piaceva tanto perdere. Lui non sembrava volermi sminuire, però. Anzi, durante la partita continuava a darmi consigli su come giocare meglio. "Hahahaha, avanti, Shally, ti ho distrutta per la terza volta!", si mise a ridere, tutto sudato, alla fine. Incrociai le braccia, poi ebbi un idea. Raccolsi la palla e mi misi a correre verso di lui: "adesso però mi vendico". "Hahahaha, okay, vediamo che sai fare!", ghignò, iniziando a scappare ed evitarmi, mentre cercavo di colpirlo in testa. Beh, era divertente in fondo. ****TAE POV. Dalla terrazza del bar, osservavo il campo di beach volley dall' alto. Ero disgustato. Da un pò quel ragazzetto ronzava attorno alla mia Shally, ma che adesso lei si mettesse a giocare e stare con lui no. Mi dispiaceva tanto per sua cugina, la Misci, quella ragazza brava e buona, ma lui presto le avrebbe prese. Se la sarebbe vista con me, quello sgorbio. -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Siiii un sacco di pov che non c' erano mai stati, e niente me in questo capitolo, la Misci doveva staccare un pò! Heheheheehheheheehehehehhe BU!

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Seconda ***


Strano che il sole non fosse ancora comparso, erano quasi le cinque. Appoggiata al davanzale della finestra, osservavo il cielo scuro, le ultime stelle brillavano ancora in alto. La Claci dormiva serenamente nel suo letto, in fondo alla stanza. Mi avvicinai ad osservarla: respirava regolarmente, l' espressione calma e rilassata, un mezzo sorriso sulle labbra. Ridacchiai: chissà che stava sognando! Conoscendola era sicuramente una limonata con il caro Vi. Scossi la testa, sarebbe rimasta sempre la stessa... in silenzio uscii dalla stanza e con passo leggero attraversai il corridoio fino alla sua porta. Ogni volta che stavo per tirare giù quella maniglia le mani mi gelavano, non potevo controllarlo. La afferrai, cercando di scacciare la malsana sensazione che mi avvolgeva. La spinsi con delicatezza e sgattaiolai nella stanza semibuia. Dormiva, ovviamente. Aprii un poco le persiane, tanto per lasciar entrare un leggero chiarore, e lasciai la finestra semi aperta. Modulando i miei movimenti in modo che non rompessero il silenzio pacifico che regnava in quella camera, mi avvicinai e mi inginocchiai davanti al suo letto. Stravaccato, scoperto e con l' aria da duro durissimo, Bruno ronfava come se non ci fosse stato un domani. Mi ricordai di quando da piccola ero costretta a dormire dagli zii perchè mamma aveva il turno notturno, dormire con mio cugino era un inferno. Mi tirava calci e continuava a schiacciarmi nell' angolo più remoto del materasso. Già, forse nemmeno adesso avrei accettato di dormire con lui. O forse si. Perchè... no, non avrei dormito con lui nemmeno per tutto l' oro del mondo! In fondo, hahah, era tutto apposto. Perchè avrei dovuto stare lì una notte a farmi riempire di lividi? Forse per abbracciarlo? Per quella sensazione di sicurezza che in fondo dava? Hahaha, ma no. La testa mi scoppiava. Tutto a posto, Misci. Tutto sotto controllo. Lui sta bene, è qui. Tu stai bene. Anche se in fondo, in un modo o nell' altro nessuno di voi sta bene. Nella mia mente si stava insinuando qualcosa che conoscevo bene. E ben presto fra le onde frastagliate dei miei pensieri stava già danzando un nuovo fiotto di versi. Per lui. Di nuovo. ****GD POV. Era la seconda che scriveva, simile alla prima, ma con un sapore diverso. Mentre la prima parlava di ricordi, in modo molto dolce, questa era forte, violenta. Cattiva, in un certo senso. Dovevano essere per la stessa persona. Era come se lo maltrattasse un pò a parole, ma da ogni singola riga traspariva una strana malinconia, un rimorso. Amore. Leggendo alcune particolari strofe, mi accorsi che aveva una forma che non sarebbe stata affatto male, per quello che mi serviva. Qualche traduzione in quà e in là, qualcosa da riadattare, avrei potuto prendere un pochino da qui e un pochino da lì. Ma forse sarebbe stato meglio aspettare che ne scrivesse altre. Mi piaceva, sì. Quei tratti sfarfallati di penna blu stavano catturando la mia mente e il mio cuore. ****TATIANA POV., MONTECATINI TERME. "Quindi Michelle lo sa già?", mi chiese incredula mia sorella Irina. "Sì, lo sa", risposi, fredda, riempiendo le nostre tazze di té alle rose. Mi aspettavo che cominciasse a singhiozzare, invece niente. Anche lei aveva esaurito le lacrime. Il mio nipotino... quello stupido ragazzino tanto buono. Non era giusto, così. "Glielo hai detto tu?". "Sì". Non avevo più voglia di segreti e stupide bugie. "Perchè..?". Appoggiai una tazza davanti a lei e una davanti a me. "Perchè è meglio che lo sappia da subito, e che il dolore si moderi. Non voglio che muoia di crepacuore". "Già", sospirò, "hai ragione". Pensò un pò, poi parlò ancora: "ma di certo non mi arrenderò così con mio figlio. La chemio deve farla. E questo significa che se ne andrà immediatamente da lì e tornerà a casa".

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Pinguini con gli occhi a triglia ***


-I need your love, I need your time, when everything's wrong, you make it right...-, la musica sparata dallo stereo vivino a me mi rimbombava nelle orecchie mentre stesa sull' erba di quella piccola radura assolata avevo il cervello offuscato da cuoricini rossi. Top, Top, Top... mmmm Dio, non avevo mai provato nulla di piùì forte. Quel giorno io, la Claci, B e i ragazzi eravamo riuniti per un pic nic in pineta. Avevamo scovato quel delizioso fazzoletto di prato circondato dagli alberi e mentre quelli ridevano e scherzavano io mi lasciavo cullare dal sole. Tante macchie di margherite ci circondavano e la terra profumata d' estate mi faceva sentire leggera. Gli schiamazzi degli altri suonavano come una dolce melodia mentre totalmente rilassata lasciavo vagare i pensieri. "Hahahah, smettila!", gridava la Claci scappando via da Seungri che le faceva il solletico da mezz' ora. Bruno e GD continuavano a sghignazzare tra di loro prendendo in giro Daesung che si imbronciava scherzosamente, Tae e Top mangiavano con soddisfazione. Detti una veloce occhiata all' orologio: le quattro. Avrei anche potuto mettermi a scrivere, era tutto così bello e pieno di spunti, ma la fatica era troppa. Non avrei MAI potuto alzarmi, prendere carta e penna e mettermi a muovere le dita in quel momento. Decisi che era ora di cambiare lato, mi ribaltai rivolgendo la schiena al sole e schiacciando la faccia sulle braccia incrociate. "Non sei di tanta compagnia, eh?". Aprii un occhio. Era lì. Lo richiusi. "Non riesco ad abituarmi a quei capelli. Perchè hai dovuto tingerli di nuovo di azzurro?". Non che fosse meno bello in versione mint, insomma, Fantastic Baby mi piaceva. Era diverso. Mentre i capelli neri gli davano un' aria dura e mascolina, questi lo facevano somigliare ad un anime-boy. Un cartone animato. Una specie di essere soprannaturale, un angelo. "Me lo ha chiesto la produzione", ha sospirato, "non ti piacciono'". Risi, per poi guardarlo: disteso lì sull' erba era qualcosa di molto simile ad uno di quei bronzi greci. Gli gettai le braccia al collo: "senti, per me potresti anche averli fucsia i capelli, o anche non averli proprio: saresti comunque il ragazzo più bello del mondo". "Uuuh, quindi è questo che ti ha conquistata. Il fatto che io sia il più sexy dell' intera corea". "Stupido", lo baciai, "c'è molto altro". Qualcuno mi agguantò per la collottola, costringendomi a sedermi: "ma la smettete una cavolo di volta con le vostre effusioni?! Non mi diverte, per la gran Peppa Pig!", sbraitava Bruno con le braccia incrociate. "Brutto mostro", mi alzai, "ora le prendi!". ****OTTOBRE SCORSO, 2015. La campanella era appena suonata, gli studenti uscivano a mandrie dalle classi, impazienti di tornare a casa e pranzare. "Claci, waitami!", gridò una ragazza dal caschetto castano, tentando di infilare i libri nello zaino il più in fretta possibile. "Si,si, ma tu sbrigati!", sbuffò per tutta risposta l' altra, ferma sulla porta. "Eccomi, ho fatto!", si infilò il giubbotto. Lungo il corridoio si spintonarono a vicenda e quando uscirono in cortile l' aria frizzante solleticò loro le guance. "Hey, anatre!", le raggiunse un terzo ragazzino, arrivando di scatto e bloccandosi in una posa da ninja. "Dai B, mamma oggi fa il polpettone!". "Uuuu, allora mi fermo da voi!", esclamò la ragazza dai capelli corvini. L' allegria e la spensieratezza erano evidenti sui loro giovani visi. Non sapevano ciò che li aspettava, non conoscevano il futuro imminente e non se ne preoccupavano. Dove li avrebbero portati le strade della vita? Li avrebbero un giorno divisi? "Oh cristo, Misci, devi sentire la nuova canzone degli Shinee, è da impazzire!". "Mmm, Onew! Li ascolto solo per Onew. Lo amo". "Hahahah e Jonghyun?". "No. Ci sono solo Onew e i BigBang. Sono i più fighi". "Forse hai ragione". "Aaaah, insomma!", sbraitò il ragazzino, sistemandosi la cresta, "voi siete due flippate! Quei pinguini con gli occhi a triglia!". "Mostro, offendi i BigBang e ti distruggo!". "Non toccare i coreani!", si gettarono su di lui, cercando di schiaffeggiarlo. Già, non sapevano cosa li aspettava. Ed evidentemente era meglio così. *****PRESENTE. BRUNO POV. "Bruno, il tempo è scaduto, okay?". Cristo, mamma. "Che cosa?", finsi di non capire. Era inutile, quella mi avrebbe strigliato per bene. Fine della pacchia. E addio Shally. "Il tempo è scaduto, tempo tre giorni e se non torni ti vengo a prendere io stessa". Cristo.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Con te ***


SEUNGRI POV. Erano esattamente le dieci e quarantacinque di sera quando mi accorsi che in casa con i ragazzi mi9 stavo annoiando. Mi stavo annoiando davvero troppo, da non resistere. E non me lo meritavo, insomma. "Ragazzi, non ne posso più diu stare qui sbracato sul divano a morire. Vi rendete conto che ci siamo ridotti a guardare Jersey Shore?". Nessuno reagì. GD si grattò la testa, Taeyang si girò sulla pancia. "Che altro proponi di fare? Non ci sono feste né serate o sagre in giro", sbadigliò Daesung. Mi alzai. "Comunque io vado via!", mi alzai, avviandomi verso la porta e infilandomi la giacca di pelle. "Dove andresti?", tuonò Top. Beh, un' idea per divertirtmi ce l' avevo. Il pic nic del giorno prima era stato molto divertente, soprattutto grazie ad una certa persona. Se la chiave del divertimento era quella persona, io sarei andato incontro al divertimento. "Vado da Samara", sghignazzai. "Vai da Claudia!", schizzò in piedi Seunghyun. Scrollai le spalle, aprendo la porta. "Ascolta, fai quello che vuoi ma SOLO con lei, capito?!", mi ammonì, inarcando il sopracciglio. "Tranquillo, non sono così porco". Forse. ****CLACI POV. "Misci, ti bricordo che quella è anche camera mia!", gridai battendo alla porta. Ma che stavano facendo lei e Bruno? Parlavano da un sacco di tempo, e per non permettermi di infiltrarmi quella trota della mia best aveva chiuso a chiave. Tirai un calcio: "che palle, ragazzi!". "LASCIACI IN PACE CLACI!", gridò quella per tutta risposta. Bah, dovevano essere affari tra cugini. Quando pensai seriamente di sbattermi sul divano a vedere Jersey Shore come una depressa, qualcuno suonò al campanello. Andai ad aprire, scocciata. Sicuramente qualche postino o il nostro amato venditore di ciambelle condominiale. Una ciambella mi andava, ma cercai di pensare alla linea. Aprii la porta. Strano come la vita invece avesse deciso di far suonare alla mia porta il mio semi-lover. "Seungri!", esclamai fra la gioia e lo stupore, con una risatina imbarazzata. "Hey, ciao", entrò, lasciando la giacca su una sedia come se fosse stato a casa sua. "Perchè sei qui?", chiusi la porta, aggiustandomi i capelli con una mano, "se sei qui per la Misci e la canzone, adesso è occupata. Sta tenendo un discorso a suo cugino". "No", si girò, guardandomi negli occhi, "sono qui per te". Arrossii fino alle orecchie quando con calma sefirica, come se fosse tutto di normale amministrazione, si avvicinò e mi cinse la vita con le braccia, con aria disinvolta. "S-seungri..?". "Mi chiedevo se magari avevi voglia di un altro pò di solletico. Magari potrei inventarmi una nuova tecnica. Che ne dici se ti faccio il solletico con le labbra?". "Che cosa stai dic..". Le parole mi morirono in gola quando la sua bocca si incollò alla mia con violenza. Al diavolo, era tutto ok. Insomma, se la Misci non mi lasciava la stanza mi sarei impossessata del letto di Bruno, era abbastanza grande. Mi schiacciò sul muro, bloccandomi con le braccia, senza darmi respiro. "Mmm... che ne dici se ci rintaniamo in camera? Quella di B è libera". Ce lo spinsi dentro e feci scattare la serratura. Presi un respiro e mi girai. Seduto sul letto, tranquillo, si sbottonava la camicia. Accidenti, aveva davvero intenzione di...? Supposi di si, dato che quando mi avvicinai mi spalmò sul materasso e le sue mani iniziarono a scorrere su di me senza alcuna vergogna. Azz, che addominali. Gli appoggiai le mani sulla schiena e lo schiacciai su di me. Aw. "Non sarò affatto delicato con te, hai capito? Mi hai fatto diventare pazzo, meriti una punizione severa". "Sarebbe la mia prima volta...", cercai di dire, ma in realtà non mi importava un cavolo. Anzi, ero ansiosa di vedere quando forte e violento poteva essere. Mi tolse la maglietta e il contatto con il suo corpo mi fece rabbrividiore di piacere. "Avanti", sussurrò, "dammi tutto quello che hai". ****BRUNO POV. La Misci mi tirò un cuscino. "Quindi te ne stai andando?!". Non riuscivo a capire che cimbalippa stava provando. Aveva una faccia strana, non da Misci. Assomigliava ad un puffo. Un puffo versione schifata. "Siiiii, me ne sto andando!", sbraitai per la cinquantaseiesima volta, aprendo l' armadio in cerca delle valigie. "Mia mamma vuole farmi fare la chemio!". "La zia?". "No, la strega Bega da Betlemme!", sbuffai. "Non esite nessuna straga Bega", sussurrò con disappunto. Guardando l' enorme ammasso informe di vestiti delle ragazze mi assalì un' ansia peggio di una formica sotto una lente. Ma per il grandissimo cetriolo di Willy Wonka! "Mi hai scoperto, l' ho inventata adesso". Per un pò rimanemmo lì tutti e due a sospirare a turno, anche se io più che altro canticchiavo fra i denti Fegato Spappolato di Vasco Rossi. "Insomma, torni a casa. Vai a curarti". "Sì, santo colbacco di tutti i soldati!", mi misi a saltare con isteria, facendo tremare il pavimento. Hahaha, la vecchia di là si sarebbe sbatacchiata sotto il tavolo dalla paura. Ben le stava. "Allora torno anche io". Aspetta, cosa? La Misci alzò gli occhi su di me, un' espressione calma e seria: "vengo con te".

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Davvero troppo! ***


Dicevo sul serio, volevo andare con lui. Non l' avrei mai lasciato da solo ad affrontare ciò che gli veniva in contro, lì, senza di me. In un modo o nell' altro c' ero sempre stata, non sarei certo sparita nel momento più difficile della sua vita, accidenti. "Hahahaha, cretina. Tu non vieni con me". Mi rideva in faccia?! Dio amore mio, che dovevo fare con lui? "Non ti lascio solo". "Non ti voglio, sei una rompiscatole". "Smettila, brutto mostro. Vengo con te e basta". "E abbandoni il tuo amabile compagno di effusioni?". Già. Troncare con la distanza un amore appena iniziato, era una delle cose che la mia decisione comportava. Dovevo essere forte, guardare a cosa era veramente importante. Non avrei perso Seunghyun, se mi amava davvero sarebbe andata avanti in ogni modo. "Beh, farò a meno di tubare per un pò di tempo... apprezza". Incrociò le braccia con aria superba. "Ranocchia, stai tentando di essere spazialmente divertente come me e non ci stai riuscendo". "Brutta specie di mostro marino assatanato, io cercavo di farti felice!". "Copiandomi lo stile di comunicare?". "No, venendo con te". "Ah". Si lasciò cadere sul divano, e con aria schifosamente intellettuale parlò: "Povera, povera Misci. Non sai a che cosa vai incontro. Giorni e giorni di noia totale e depressione, raccogliendo capelli in giro per la casa... per non parlare di quando starai lunghe notti insonni fuori dalla porta di una stanza d' ospedale... povera Misci". Volsi il naso per aria, con fare sbarazino: "mpfh. Non è un problema, sono più solida di quanto credi". "Non devi venire". Si era fatto serio ad un tratto. Smisi di scherzare anche io: "perchè no?". "Perchè è una mia scelta. Non voglio che nè tu nè quella becca della Claci mi stiate attorno quando sarò a casa. Anzi, a lei non dire proprio nulla". "Ma perchè..? Ti ho fatto qualcosa di male?! Se è così... dimmelo!". Stavo quasi gridando. Si è alzato e mi ha posato una mano bollente sulla spalla. Incredibile quanta energia ci fosse in quel corpo. "No. Tu sei assolutamente mega galattica. Ed è proprio per questo che voglio che tu stia tranquilla e che continui a pomiciare allegramente con quel musicista demente".****SEUNGRI POV. Aprii gli occhi, il sole era già spuntato. Il letto era comodo. Non comodo quanto il mio ma comodo. Ahi, cos' era? Ah, il mio braccio in cancrena. Dormire abbracciati era romantico, ma la testa di quella ragazza mi stava uccidendo la spalla. Ripensai alla sera prima, con un sorriso sulle labbra. Le schioccai un bacio sui capelli. Per essere una verginella, era stata davvero brava. Cercavo il divertimento, e lo avevo trovato. Muahahah, ero davvero perverso. Perverso e innamorato. ****SHALLY POV. "Hey Tae, che cosa vuoi per colazione?", svolazzavo allegra davanti ai fornelli. "Non so... pancakes?". "Va bene amore mio", cinguettai, tirando fuori gli ingredienti. Lo sentii arrivare e abbracciarmi da dietro. Infilò la faccia nell' incavo del mio collo e si mise a borbottare, turbato: "senti, Shallina...". "Dimmi". "Tu e quel ragazzo iperattivo siete amici?". Non capii subito.. "Ragazzo iperattivo?". "Sì... quello identico a Michelle, la ragazza che scrive". "Oh! Lui". "Allora?", si fece ancora più cupo. "Hahahahah, se questo si può definire essere amici! E' solo un cretino!". "Lo pensi davvero?". "Certo, è uno scemo, hahaha". Mi parve di sentire sul mio collo un sospiro di sollievo. Mi girai, laciando i pancakes al loro destino. "Non dirmi che eri geloso di lui?". "Si, lo ero". "Oh, Tae, cosa devo fare con te? Ti preoccupi per tutto!". "E' perchè ti amo". "Lo so". Gli detti un bacio sull' angolo delle labbra, dolcemente. Quanto a quel ragazzino.. a dire la verità non mi ricordavo nemmeno più il suo nome". ****BRUNO POV. Per qualche oscura ragione mia cugina mi aveva costretto a dormire in camera con lei, nel letto della Claci. Mah. Entrai in camera mia per prendere le mie cose. Schiaffai la valigia sul letto, vittorioso. Sì, con la Misci l' avevo avuta vinta. Potevo stare tranquillo, o meglio ancora, tranzollo. Mentre infilavo le mie magliette nel bagaglio mi accorsi che il letto non era rifatto allo stesso modo ultra fico e disordinato effetto heavy metal bed in cui lo rifacevo io. Mmm.. appoggiai la testa sul lenzuolo per poi accorgermi con orrore che il mio materasso aveva un odore strano. Molto strano. Preoccupante. Il profumo della Claci si percepiva distintamente, ma era solo una sfumatura. C' era odore di maschio. E non era certo il mio. Occristo. "CLAUDIA! GIURO CHE TI SPEZZO IN DUE!". Gridai correndo fuori dalla stanza. Questa me la pagava, era davvero troppo. ----------------------------------------------------------------------------huhuhu eccomi quaaa! Ho scritto questo capitolo ascoltando Number One e quella roba NEGA JEI JA LA GAliga delle 2ne1... mahhhhhh, ultima volta che vediamo B comunque, ci sarà solo un suo pov nel prox capitolo... poi basta. O insomma, poco poco. Heheheheh presto arrivano i bei momenti anche tra la Misci (modestamente io) e Top... penso... quanto alla canzone dei ragazzi non preoccupatevi, non me ne sono dimenticata ovviamente, prenderà forma ... adessop che B è "fuori gioco" (scusa B), posso concentrarmi di più su di loro.. un bacione :*

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Ciao... o addio? ***


"Cara Misci, ciao. Già, sono una,due,tre, quattro lettere, ma le uniche con le quali potevo iniziare. Aaah, odio scrivere. Lo sai. Mi sento come quello sfigato dello scribano fiorentino, accidenti, quello che aiuta il padre, e quello lo tratta pure come un escremento.. Ma lasciamo stare eh, sono riuscito a parlare di cacca persino in questa lettera. Volevo dirti che ti devi ricordare di me. Sembra una cosa dannatamente cretina ma per "ricordarti di me" intendo che devi farlo davvero. Ho paura di sparire Misci, ho tanta paura. Tanta. Ho paura di diventare il nulla, di essere dimenticato dalle persone. Ho paura di diventare solo una cavolo di nebbia nelle vostre menti, come se non fossi mai esistito. Invece voglio che mi tenete con voi. Ricordati di me. Ricordati di ogni volta che ti ho presa a calci e ti ho fatto tanto male, e di quando invece mi trattengo un pò per farti vincere. Ricordati delle mie battute. Delle offese. Dei "ti polverizzo". Dei "ti polverizzo" detti senza cattiveria. Di tutte le volte che ci hanno presi per gemelli... perchè tu dirai anche che siamo il giorno e la notte, ma alla fine ci somigliamo. Non solo da fuori. Non dimenticarti mai delle partite a pallone, dei giochi, delle estati passate qui, tu, io e la Claci, a divertirci fra tutto quello che gli universi uniti possono offrire, senza sprecare neanche un giorno. Ricordati di ogni volta che ti ho fatto male e non volevo. Perchè a volte non volevo. Dei miei mitici capelli a spazzola, e delle mie mani grandi che oltre a portare devastazione ovunque, spesso ti hanno difesa. Una volta hanno persino creato un progetto di fisica da nove e mezzo, quella volta che non hai voluto aiutarmi. Hai sempre una ragione per arrabbiarti con me, porca Peppa Pig. Spero che non diventarai noiosa come la mamma.... io comunque ti voglio bene. Oh santa pringles, sembra quasi una bestemmia. Bah, comunque si. Ti sto appiccicato dalla nascita e una persona così devi fartela piacere no? Hahah Misci, adesso ti sarai gonfiata come un' oca da circo. La cosa più faiga è che ormai ti conosco troppo, posso prevedere ogni tua mossa. Adesso comunque basta scrivere, ho mal di mano (non si dice ma io lo dico, va bene?). Sono Super B, e quindi stampati bene in testa che non puoi non venerarmi per il resto della tua vita. VERSO LA FAIGAGGINE SPAZIALE ASSOLUTA, E OLTREEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!! Bruno B Super B Bruno Pistacchio the best. ps. NON BUTTARE I MIEI VIDEOGIOCHI. O TI BESTIO. ANCHE DALL' ALTO. " Cristo, non potevo darle ora una lettera del genere, sarebbe esplosa. Ma che voglia avevo di scrivere alle tre di notte?! Entrai in camera della Misci in stile James Bond e aprii l' ultimo cassetto della sua scrivania per schiaffarci dentro il malloppo di carta. E poi, prese baracca e burattini, me ne andai nella notte come una spia. Un' ombra. Divertente e tanto, tanto triste. ***** MISCI POV. "Hey anatra! Io sono già a Montecatini, qui tutto a posto", diceva l' SMS di B, "le nostre madri nevrotiche come sempre e la tua stanza distrutta ora ora da me. Ciaooo". Aveva osato andarsene... SENZA NEMMENO SALUTARMI?!?!?! Ticchettai una risposta: "Sei proprio un bastardo. With (out) love". La casa mi sembrava ad un tratto gigantesca. E tanto vuota. **** CLACI POV. Già, il terremoto era tornato a casa. Beh, non prima di avermi il giorno prima gridato il faccia testuali parole: "CLACI, PORCA APPLE! TUUU, BRUTTA TUBATRICE A TRADIMENTO! SEI PEGGIO DELLA MISCI!!! LE VOSTRE EFFUSIONI NEL MIO LETTO INNOCENTE, CI AVETE AMOREGGIATO COME DUE COLOMBI SCOMMETTO!!!! LAVERAI QUELLE LENZUOLA PER IL RESTO DELLA VITA, PLEBEA!". Mah, ancora non sapevo bene perche fosse andato via, ma una cosa era certa... del suo letto avrei continuato a fare buon uso. ------------ .... beh, ciao ciao B!

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Terza: vicino, lontano... ***


Ciao ragazze, oggi l' angolino scrittrice lo faccio all' inizio perchè voglio chiarire una cosa riguardo a questo capitolo... Dopo che B se ne va ho bisogno di uno stacco di tempo (infatti il prossimo capitolo avrà luogo "un mese e mezzo dopo" la sua partenza) che è descritto in modo strano e frastagliato (ma credo che tutto quello che scrivo dia questo effetto -.-) in questo chappy. MY OH MY, che casino. Beso a Claci e Shallina.-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------"Venite in spiaggia?", chiese Daesung con il borsone in spalla. "Oh si, la Claci viene", risposi in fretta, staccando un attimo il cellulare dall' orecchio, per poi incollarmici di nuovo: "che dici, zia?". "E tu?". Non risposi, cercando di concentrarmi sulla voce nella cornetta. Accidenti, tutti continuavano a far casino. "Comunque io vado, ho il turno mattutino al bar", uscì il ragazzo scrollandoi le spalle. Mi diressi verso il terrazzo e uscii per poter parlare in pace. "Miscina, mi stai ascoltando?". "Ora si. Dimmi, come sta B?". Era passata una settimana da quando se n' era andato senza nemmeno salutarmi... nemmeno una parola. Nemmeno un "ciao ranocchia". Che brutto mostro! "Ha iniziato la chemio, ma sembra scettico". "Scettico riguardo al poter guarire?". "Sì, ma non sembra affatto preoccupato. E' come se... non gli importasse niente". "Lo so e... ascolta, non dirgli nulla ma... se io venissi lì?". "Oh, no!", urlò quasi. La Claci si affacciò un attimo per dirmi che se ne stavano andando, con un cenno li invitai ad uscire. Stette un secondo ad origliare, poi roteò gli occhi, scocciata. Con mia zia stavo parlando russo, quindi non poteva capire nulla. Ecco una delle cose che portavano me e B ad un abisso l' uno dall' altro: io avevo voluto imparare la lingua della mia famiglia materna, lui se ne era fregato altamente, con lui parlavano tutti italiano. Anzi, gli dava fastidio se parlavamo russo in sua presenza. "Non capisco... perchè no? Non mi volete?". "Lui non ti vuole". "Me lo ha detto... ma non credevo certo che tu saresti stata dietro alle stupide pretese irrazionali di tuo figlio!". "Glielo hai promesso, Michelle". Perchè voleva tenermi lontana da lui? "Già".*****"Scendi da quella torretta e dammi subito un bacio!", gridai forte a Top, che faceva il fico con gli occhiali inforcati e l' espressione persa. Sospirai: "non lo sta facendo nessuno, il bagno". "Oh, hai ragione". In due balzi fu vicino a me. Lo afferrai per la canotta: "non mi stai trascurando un pò troppo, signorino Top-hyung?". "Certo che no", mi inchiodò con i suoi occhi corvini. Due pozze scure dannatamente magnetiche. I capelli turchesi spiccavano sotto il sole come cristalli di acquamarina. "Stai sempre lì a scrutare l' orizzonte...". "I vecchini potrebbero affogare!", si giustificò. "Va bene, obbiezione accolta. E la sera? Non vorrai farmi credere che Top va a letto presto?". "Scusami, cosa vorresti fare la sera tu, bambina?", ghignò, sensuale e malizioso come sempre. Scrollai le spalle, poi lo baciai. Il sogno di mezza Corea era baciare quelle labbra e io lo stavo facendo. Ci misi un pizzico di ardore in più rispetto alle altre volte e lo strinsi forte a me, graffiandogli le spalle con le unghie. All' inizio rimase tranquillo, tenendo la situazione sotto controllo come sempre. Accidenti, era davvero inscalfibile! Aumentai la stretta e lo baciai con ancora più passione, senza vergogna. Quando finalmente lo sentii ansimare e percepii il battito del suo cuore aumentare febbrilmente, mi staccai con un mezzo sorriso vittorioso. "Wow", rantolò. Lo ribaciai, a stampo. "Fantastic baby".***** -Lontano, lontano, lontano...-, la stilografica scivolava dolcemente sulla carta pallida del mio solito quaderno, graffiandola un poco. -Dolce e devastante, così, lontano...-. Sempre di più, era ciò che voleva, sparire. Sparire piano piano dalle nostre menti, fare in modo che non soffrissimo? No, non poteva essere. Lui amava che la gente pensasse a lui, lui voleva essere ricordato da noi, dentro di me lo sapevo, mi sforzavo di convincermi che lo conoscevo abbastanza. E la mia terza poesia scorreva mentre cercavo di tenerlo in vita con le parole, perchè non volevo che lui diventasse aria.****CLACI POV. Uff, dura da ammettere ma senza B ci si divertiva un pò meno. Beh, il suo letto libero era un bel punto positivo per me e il mio panda-lover, ma per il resto mi mancava. Certo che era strano! Andato via così, senza spiegare il motivo! E nemmeno la Misci ne parlava mai, neppure quando tentavo di tirare fuori l' argomento. Avevo provato a chiamarlo un paio di volte, ma non rispondeva e mi liquidava poi con dei cagosi messaggini: "scusa racchia, non posso parlare". Che palle!*****SHALLY POV. Era da un pò di tempo che quel ragazzino non si faceva più vedere, tipo tre settimane. Ma perchè ci stavo pensando adesso, mentre mi baciavo col mio fantastico ragazzo? Accidenti, non aveva senso. Concentrati sul bacio, Shally... Però era strano, che fine aveva fatto? Le due ragazze erano sempre qui in giro, e lui non più. Mi era stato sempre intorno fino a poco tempo prima, quasi esasperandomi... e adesso? Tae sembrò accorgersi che ero distratta, si staccò da me, perplesso: "ma che hai?". "Niente, perchè?". *****GD POV. "Hahahah, avanti, Misci, fammi leggere!". Eravamo io, lei, Dae e Ri sotto il gazebo a pensare alla canzone. "No", ridacchiò, "avete già letto abbastanza poesie". "Sai, il grande leader non avendo la minimissima idea ha deciso di usartele a scrocco per fare la canzone", mi indicò Seungri di striscio, sorseggiando un frappè al mango. "Hey, cosa?". "Ops, mi da che il nostro maknae non doveva cantare", osservò Daesung, sorridendo come sempre. Mi grattai la testa, imbarazzato, osservando la ragazza con gli occhi sgranati e un' espressione sorpresa sul viso ormai familiare. "Beh, sai, sono così belle... basterebbe prendere qualche pezzetto qui e là e modificare un pò la forma metrica...". "Perchè non me me lo hai detto prima?", mi tirò uno scalpellotto. "Perchè non cerdevo saresti stata daccordo!". Rimase seria un attimo, poi sorrise, dolce e confidente: "puoi farlo. Probabilmente ne scriverò altre...", abbassò lo sguardo, per un secondo un' ombra calò sul suo viso innocente... o era solo una mia impressione? "Non c'è fretta", appoggiai una mano sulla sua, "mi piacerebbe vedere che altro riesci a tirar fuori..", ridacchiai, mellifluo. "Oh, sfruttatore dai capelli arcobaleno!", rise con me. *****MISCI POV. Com' era bello il sole sul mare piatto e silenzioso. La sabbia sotto di me era piacevolmente fresca. Mi sentivo come se un peso che avevo sul cuore stesse diventando sempre più piccolo. Ma cos' era?***** TOP POV. Che ne ero innamorato era una certezza. Che volevo renderla felice era una certezza. E che avrei fatto di tutto per tenerla lontana dalle lacrime che avevo visto scorrere sul suo viso, era un altra certezza. Era bello il fatto che diventasse tutto ogni giorno più semplice.

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** E adesso? ***


Ciao ragazze!!! Non mi sono fatta vedere per un sacco, sono pessima.. ma avevo tanto da fare, e poi la gita a Londra con la scuola... comunque, come previsto, questo capitolo parte da un mese e mezzo dopo la partenza di B. Bacioni!!--------------------------------------------------------------"Lo sai", risi, allegra, "che esiste una teoria secondo la quale due corpi non si toccano mai?". "E allora come fai a soffrire così tanto?!", sbraitò JiYong continuando a farmi il solletico mentre sghignazzavo e tentavo di sfuggirgli. "Hey", gli dissi non appena la risaiola si staccò da me, "perchè tu sei l' unico dei BigBang che non lavora quest' estate?". Si grattò la testa, con fare evasivo: "pigrizia, più che altro. Sai, posso permettermelo". "Mmm.. perchè sei il leader?". "E lavoro sempre più degli altri!". Ridemmo entrambi. Seduti su un masso della scogliera che costeggiava la spiaggia, osservavamo il mare. "Her whisper is the lucifer...", canticchiavo, accarezzando l' acqua con le dita. "Fan degli Shinee?". "Beh, si. Onew first love, per me". "Quello sterminatore di polli?". "Già. Ho visto il video di Ring Ding Dong a dodici anni e ci sono rimasta secca". "Wow". "Si. Non dirlo a Top". "Oddio, morirebbe", fece un mezzo sorriso, "correrebbe in Corea e rapirebbe Onew per farne un pollo arrosto!". "Ma dai, non esagerare". Mi guardò di sottecchi: "stai scherzando? È gelosissimo". Percepii un' ondata di calore nel cuore. "Hey?". In quel momento una voce dietro di me mi chiamò, mi girai. Era una ragazza, familiare. Ma non ricordavo il suo nome... "Hey! Ci conosciamo?". "Un pò", ammise, tormentandosi le dita. "Oh, proprio non ricordo...". "Sono Shally". Shally? Shal...oddio. Shally! Ma che voleva da me? "Puoi venire un attimo?". Lanciai un' occhiata a GD, che con un sorriso mi invitò ad andare. Ci allontanammo un pò. "Dimmi, Shally". Rimase in silenzio. Forse non mi aveva sentita... stabo per ripetere la domanda, quando lei rispose: "si tratta di quel ragazzino". Arrossì fino alle punte dei capelli subito dopo averlo detto. "Ragazzino?". "Sì. Siete cugini giusto?". Bruno. Lei era l' aspirante ragazzetta di B. "Sì. Sì, lo siamo. Perchè?". "Beh, mi chiedevo perchè lui non sia più qui in giro. Prima non mi dava pace..". Il mio cuore si fermò un attimo. Respirai, controllai i miei pensieri. Riprese a battere. "Uuu, se mi chiedi di lui significa che non ti dispiaceva poi così tanto". "In effetti è così". Di tutto mi aspettavo dalla ragazza del grande Taeyang, ma non questo. "Oh". "Già... mi divertivo. È un tipo divertente e..."con le risate fa sparire tutto il resto, lo so", sorrisi. Trascorse un breve momento di silenzio. "Allora, dov'è?". Repressi un orrendo nodo in gola. Sorrisi. "Shally, non tornerà". " Perchè no?! MAI PIÙ?". "Esatto", risposi, "quindi... ti consiglio di concentrarti sul crestone-Tae". "Ma io...". Mi girai e mi allontanai a passi svelti. "Ma io sento la sua mancanza". ***** DAESUNG POV. Claudia mi aiutava a lavare i piatti nella cucina del ristorante, era mezzanotte e i clienti rimasti erano in pochi. Io insaponavo, lei sciaquava e asciugava. Era brava. "Perchè tu e la Misci non venite a darci una mano?", chiesi ad un certo punto, illuminato. "Aiutarvi?". "Sì. Fate qualche lavoretto e vi prendete un pò di paga". La vidi riflettere. "Mbeh, sarebbe pure fico. Con voi". "Hahaahah già, esatto". "Passeremmo bene il tempo...". "Avanti, parlatene col proprietario!". "Bene, ma prima sentirò la Misci". ***** SEUNGRI POV. "Mama, just let me be your lover...", sussurravo dentro di me. Io amavo Claudia. Ma allora che cazzo di perversione si stava impossessando di me?! Perchè mettevo gli occhi addosso a quelle ragazze in mini gonna? In quel club, il mio autocontrollo so esauriva. "Avanti, Seungri", ripetevo dentro di me, "non cedere. Sono bellissime, ma tu hai lei! Non saltare loro addosso solo perchè sono brille. Sii uomo! Ma che avevo? Non potevo permettermi di fare il sensuale con loro. Che viziato che ero. E adesso?

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Innamorata sì, un pò, no... ***


SEUNGRI POV. Fuoco quella notte. L' alcool non aveva fatto bene alla mia mente giovane e vogliosa di trasgressioni. Accidenti a chi l' aveva inventato. Notte ardente, bagnata e sconnessa. A tratti mi rendevo conto di quello che facevo, ma appena un fastidiosissimo senso di colpa e di sporco si impadroniva di me tornavo volontariamente nella mia trance lussuriosa. Notte che mi sembrò durare cinque minuti e tre anni allo stesso tempo. Non ero neanche sicuro di essere stato sempre con la stessa ragazza, erano così indistinte. Forse due o tre. Mi sentivo adorato, e la cosa mi piaceva. ****CLACI POV. "Io adooooro Seungri!". "Hahah, sul serio? Quanto ti piace da uno a dieci?", rise la Misci. Spaparanzate sul divano a guardare Le Iene, eravamo appena tornate a casa e ci eravamo preparate una bella spaghettata notturna, al pomodoro. Arrotolavo la pasta sulla forchetta, pensando al numero più grande che conoscevo. "Mmmm, beh", biascicai con la bocca piena, "sai...". "Aha?". "Penso di essere innamorata". La Misci mi rivolse quel suo sorriso brillante e complice che mi aveva sempre convinta: "di Seungri?". "Sì... non lo so di preciso, è una cosa nuova per me! Non ho avuto esperienze come le tue io..". "UNA esperienza", precisò, tuffando il boccone di spaghetti nel sugo ai lati del piatto. Già, quell' esperienza. Lo storico primo amore. Tutti lo conoscevamo, acqua passata, ma poetessa com'era ci pensava ancora qualche volta. Le era capitato di incontare da bambina, in prima media, un ragazzetto di terza, un certo Davide. Moro, con i capelli lunghini, gli occhi grandi, la felpa col cappuccio e un bracciale di metallo sul polso sinistro. E quando lei, con ancora i capelli chilometrici legati in due code, si era seduta al tavolo della mensa davanti a lui, aveva conosciuto per la prima volta quel dolce e delicato calore che è l' amore infantile. Si erano "fidanzati" e aveva dato a lui il suo primo bacio... una volta andato al liceo lui, si erano allontanati e lei ci era stata tanto male che aveva pianto per qualche mese, e per un anno intero aveva scritto poesie col suo nome in fondo. Il miracolo avvenne quando, arrivata in terza lei, lui si rifece vedere e così tornarono insieme. Già, conoscevamo tutti lo storico e unico ragazzo della Misci. Dopo di lui non c' era più stato nessuno, solo Top adesso, e comunque quando gliene parlavamo qualche volta lei ancora sorrideva e diceva il nome di Davide con dolcezza. "Allora, parlami di lui!", esortò la Misci tirandomi fuori dai miei pensieri. "Di Vi?". "Certo! Voglio sapere! Insomma... come sta andando". "Beh...", sospirai posando accanto a me il piatto vuoto, "lo sai no, che io vado pazza per tutti i coreani e gli asiatici, e ho sempre amato Big bang e B.A.P...". "Mmm si, lo so...". "All' inizio, quando ho visto dal principio Top e poi tutti gli altri qui ci sono rimasta inebetita per tutti. Me li sarei presi tutti e cinque, come qualsiasi fan..". "Già, lo so. E poi però... è nato qualcosa?". "Esatto. Qualcosa che non avevo mai provato prima. Sai... non penso più a lui come ad un cantante. A volte mi scordo totalmente di quella parte di lui... lo vedo come... come... non so come dirlo!". "Sei innamorata di lui". Non era una domanda, lo aveva affermato. "Tu.. la conosci questa cosa, vero?". Vidi scorrere sulle sue labbra un sorriso malinconico, antico. "Sì. Sì, la conosco", si ricompose. "E dimmi... voi... insomma...". "Aha?". "Lo avete... Avete fatto l' amore?". Sorrisi, esaltata, ripensandoci. Evidentemente avevo gli occhi a cuoricino. "Deduco di sì", alzò un sopracciglio la mia best, scherzosa. "Sì!". "Oh, mio, Dio! E non mi hai detto niente?!". "Ma che ne soooo, eri lì tutta preoccupata a sbraitare con Bruno, probabilmente mi avresti ringhiato addosso". "Aspetta. Non dirmi che lo avete fatto... "Sul letto di B!", la precedetti. "CLACIIIII!!!!". Scoppiammo a ridere. "E com' è stato?". "Incredibile. E' qualcosa di... wow". "Sono contenta per te allora. Shippo la vostra coppia!". "Hehehe, grazie. E tu e Top?". Arrossì. "Io e Top cosa?". "Non l' avete mai fatto?". "MA NO, FIGURATI!". "Perchè no?". Si girò da un' altra parte, facendo l' orgogliosa: "ti pare che io mi conceda così facilmente?", scherzò. "Dovrà faticare e dimostrarmi di essere degno, per avermi".****SEUNGRI POV. Mi svegliai, intorpidito. Ero a casa. Nel mio letto. Ma allora... forse era stato solo un sogno? "Buongiorno, panda perverso numero uno", mi disse qualcuno, entrando. "Hey, JiYong", biscicai, con la bocca impastata. "Hai combinato un bel casino stanotte", mi rimproverò, sedendosi sulla sedia della mia scrivania mentre mordeva una mela. "Accidenti, allora non ho sognato". "No. Povera Claudia", si incupì, "l' hai tradita così, con delle puttane a caso in un locale"."Già. Devo dirglielo". "Wow, un pò di coscienza ce l' hai allora!". "Preferisco dirglielo che sentirmi indegno, sai, nascondere un segreto. Se la prende male, beh, se la farà passare". "E se non torna più?", inghiottì. "E' pazza di me, tornerà eccome". "Tu però sei uno schifo". Mi rigettai sulle coperte, sbuffando: "sono solo un bambinetto, bisogna darmene atto".****SHALLY POV. Maledetta sorte, non sapevo come cercarlo. L' unica cosa che sapevo era il suo nome, e non potevo permettermi di chiedere più nulla a sua cugina, mi aveva chiaramente fatto capire che non le interessava dirmi nulla. Era anche sbagliato, da parte mia. Avevo il ragazzo dei miei sogni tutto per me, Tae, e mi lasciavo portare via da una conoscenza, da un ragazzetto con la voce bianca e la testa montata. Non mi aspettavo che mi sarebbe mancato così tanto quel rompimento di scatole, quell' uragano. Solo che in quelle settimane che ce l' avevo avuto sempre attorno, beh... mi aveva fatta star bene, alla fine. Mi aveva fatta ridere. Mi aveva fatta sentire leggera. "Bruno", digitai su facebook. Ne uscivano 1925382163. Impossibile. L' unica cosa che potevo fare era chiedere all' altra ragazza... all' amica di sua cugina, quella spilungona con i capelli neri. Sembrava ingenua, sorridente. Era deciso, l' avrei fatto. In un modo o nell' altro volevo sapre dov' era andata a finire la fonte della mia esasperazione e delle mie risate. E della sensazione particolare di quegli occhi infantili ed esperti allo stesso tempo che mi osservavano luccicando. "Shally, che stai facendo?", mi chiamò una voce dietro di me. "Tae!", gridai chiudendo il pc con uno scatto. "Hey, ma che hai?". "No niente". Guardai quel ragazzo, il MIO ragazzo, un cantante famoso e bellissimo. Con quel fisico statuario, quel viso spettacolare e quegli occhi a mandorla. Però non avevo così tanta vcoglia di saltargli addosso. Che pazza, eh?-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Bacioni a tuttiiiiiiiiiiiiiiiiii soprattuto a Claci e Shally <3<3<3 MISCI

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Tradita ***


PAST, ANNO 2011# "Claci, Claci, guardami!!", gridò la ragazzina appesa con un braccio solo al ramo di un grosso albero. La sua amica staccò gli occhi dal cellulare e si aggiustò gli occhiali prima di voltare lo sguardo: "Misciii, ma sei pazza?! Ora caschi e ti ammazzi!". "Brutta mostra, non me la gufare". Si lasciò cadere e atterrò in ginocchio. Si passò le mani sui jeans polverosi e poi rise: "andiamo a mensa, che poi le vecchie si mettono a urlare e ci sbattono fuori perchè è tardi!". Le ragazzine corsero attraverso il cortile ed entrarono nella sala da pranzo della scuola. Il sole alto nel cielo accarezzava ogni cosa, riscaldandola. Sereno. Era un bel giorno. "Eh, monelle, e voi dove stavate?! Qui siamo già al secondo, DISGRAZIATE!". La ragazzina castana cercò di scamparla: "beh, stavamo controllando i compiti per... "Zitta e siediti, che c'è la pasta al sugo!". La bambina si guardò intorno: non c' erano posti liberi accanto ai suoi amici, a suo cugino. Sospirò, scocciata. Riuscì a scorgere una sedia libera al tavolo dei ragazzi di terza, e con un sorriso sghembo si avvicinò: "Hey, ciao". Due maschi e una ragazza. La guardarono, divertiti. "Posso sedermi qui con voi?". Uno dei due ragazzi, ridendo, le rispose: "dipende, se vuoi divertirti sei al tavolo giusto, ma se devi fare la timida..". L' altro gli tirò una gomitata: "Elia, fai il bravo con le bambine". La ragazzina si sedette, allegra: "qui non ce ne sono timide! Eccomi quà. Mi chiamo Misci". "Misci?", alzò gli occhi uno dei ragazzi, "nome un pò strano". "Non ti consiglio di chiamarmi Michelle. E tu? Come ti chiami?". "Davide". "Coooosa?! Ti sta malissimo!". "Ma dai, no!". "Si invece! Dovrò inventarti un nome diverso, che ne so... Edoardo!". "Oh no, Edoardo proprio non me lo sento, hahahah!". La luce filtrava invadente dalla finestra, luccicante. Già, era davvero un bel giorno. ***PRESENTE, CLACI POV. Dov' era la Misci? Avevo da chiederle se voleva prendersi un lavoretto part time insieme ai Big Bang, heheh... Camminavo senza meta in giro per il lido, non sapevo dove cercarla, negli ultimi tempi era sempre così schiva... chissà perchè. Il cielo era chiaro e pulito, leggero. Uno di quei giorni in cui nulla può andare storto... già, quello che pensai prima di andare a sbattere contro qualcosa, o qualcuno. Battei una culata sul bordo piscina. "Aaah", mi lamentai. Alzai lo sguardo, soffiando per scostare una ciocca di capelli dagli occhi. "Seungri..". Mi tese una mano, la presi e mi tirai su. Avrei voluto sorridergli e saltargli addosso per strangolarlo in uno dei soliti abbracci, ma qualcosa nella sua espressione mi intimò di non farlo. C'era un' ombra nei suoi occhi, qualcosa non andava. "Ti stavo cercando", disse, sicuro. Cavolo, che avevo fatto? Aaaah, avevo sicuramente combinato qualcosa senza accorgermene, come sempre! "Dimmi..", pigolai, esitante. Probabilmente avevo le labbra rivolte in giù, ma lui non sembrava intenerito. O forse non me lo dava a vedere. "È successa una cosa..", iniziò, ravviandosi i capelli con fare evasivo. "Cosa?". Un nodo iniziò ad attorcigliarsi nel mio stomaco. Cavolo. "Sono stato in un club, un paio di sere fa...". Oddio. Un club. Sapevo bene cosa succedeva nei club, ma non poteva essere... insomma, no. Però.. che altro problema poteva esserci? Il nodo si strinse un pò. "E quindi?". "E quindi ho bevuto troppo". Cos' era quella? Finta indifferenza o indifferenza vera? Perchè mi parlava così? Io che c' entravo? "Allora...?". Sbuffò. "Mi dispiace, non dovevo. Non avrei voluto. Davvero, era l' ultima cosa al mondo che avrei fatto da sobrio. Mi dispiace". Iniziai a spazientare: "vuoi spiegarmi che diavolo è successo in quel fottuto club?!". Distolse lo sguardo, mi parve di vedere le sue guance arrossire violentemente. "C' erano delle ragazze...". Ecco. Il nodo scoppiò in tanti piccoli coriandoli mentre le dita della mia mano destra si richiudevano su sè stesse. Gli lanciai un' occhiata, tanto per capire se mi prendeva in giro o se stava davvero ammettendo di non aver controllato le sue smanie da sbronzo e di essersi fatto delle ragazze a caso. E poi passò forse mezzo secondo prima che il mio pugno colpisse con violenza il suo setto nasale. SBUM. "Aah, che male...", barcollò, una mano stretta sul viso. "SPERO DI AVERTI UCCISO!!!!", urlai, il cuore che sembrava volesse scassare la mia gabbia toracica e sfuggire. Girai i tacchi e scappai, in preda alla furia. Dove cavolo era la Misci?! Dovevo sfogarmi. Alzai il telefono, composi il suo numero: "Misci?". "Si?". "Dove sei?! Ti cerco da tre ore". "...Che è successo?". Avevo moderato la voce, ma la mia sensibilissima amica si accorgeva subito di ogni sfumatura. "Niente", trattenni le lacrime, ma la voce tremava da far paura, "dove sei?". "Sono al Blu Ice a prendere un frappè...". Fantastico, trecento metri da percorrere sul lungomare per arrivare a quel bar. "Sto arrivando". Riattaccai e affrettai il passo. Solo lei poteva calmarmi adesso. "Brutto figlio di puttana..", sussurravo piano, stringendo i denti.

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** SLAM! ***


"Non ci credo che Seungri ti ha tradita così! E' pessimo, ma non talmente pessimo!". "E invece sì!", sbraitò la mia best fra i singhiozzi, il mascara colato su tutta la faccia e un fazzoletto bagnato in mano. "Non è possibile... lui ti ama, è innamorato di te... lo dice, si vede. Deve esserci qualcosa che non hai capito!". Si soffiò il naso per l' ennesima volta: "ma dai, Misci, cosa c'è da capire?! Me lo ha detto chiaro e tondo! Senza alcun giro di parole! Ha detto che ha bevuto troppo, che c' erano delle ragazze... pensi che ci abbia giocato a briscola con le ragazze?! Io non credo". Riflettei. In effetti se aveva detto così non c' era altra cosa che potesse intendere. Ma non poteva essere... "Ci parlo io con Seungri". Smise di piangere, mi guardò con occhi sgranati. "Cosa?! E che gli dici?". "Oh, mi sentirà per bene". Ingrossai il tono di voce. Sapevo che alla Claci piaceva tanto sentirsi amata e difesa, e io l' avrei fatta sentire così. "Non dirgli che ho pianto!". "No, tranquilla", incrociai le braccia, con aria da bulla, "piuttosto farò piangere lui". Mi alzai dal divano, intenzionata a non perdere nemmeno un minuto. "Ma è sera, Misci... lui non lavora di sera. Magari sarà di nuovo a fare casino da qualche parte". "Ora lo scopro, dov'è", presi il cellulare e scrissi un messaggio a Top. Dopo trenta secondi mi arrivò la risposta: "al ristorante, da Dae. Non scatenare risse, se proprio vuoi difendere Claudia". "Fantastico", esultai, "sarà più semplice del previsto. Io vado a far resuscitare la giustizia su questo lungomare. A dopo Claci", le schioccai un bacio su una guancia. In strada allungai il passo, l' aria della sera era caldissima, non vedevo l' ora di sentire che aveva da dire il caro panda. Nessuno faceva del male alla mia migliore amica. Raggiunsi in fretta il nostro amato lido e una volta sul terrazzo in mattonelle dove si trovava il ristorante mi misi a cercare con gli occhi Seungri. Lo trovai al tavolo più remoto, con una bottiglia di vino quasi vuota in mano. Dae era accanto a lui, con una pila di piatti sporchi in mano, che lo sgridava: "ho detto smettila di bere! Alla fine diventi un cadavere ambulante, e io non ti riporto a casa!". Mi avvicinai a loro: "ciao ragazzi", dissi piatta. "Oh, Misci", mi sorrise Dae, "vuoi dire tu a Ri che deve smetterla? Io ho da lavare una quantità di stoviglie indicibile...". "Ci penso io. In effetti", allungai una mano per spostare una sedia e sedermi allo stesso tavolo del ragazzo, "sono qui per lui". "Perfetto", ribadì Daesung, smepre allegro, "allora io vado a sbrigare le mie cose". Quando si fu allontanato, mi girai verso Seungri e gli rivolsi lo sguardo più gelido del mio infinito catalogo. Disse qualcosa, con aria depressa. "Non parlo coreano, Seungri. Smetti di ubriacarti". Gli sfilai la bottiglia di mano e la posai sul pavimento. "E' per la Claci, vero?", ripetè, in inglese stavolta. "Sì, è proprio per lei. Che diamine ti è saltato in mente?". "Nulla, è solo che mi ero ubriacato". SLAM, una sberla. "Ti pare una buona motivazione per tradire la tua ragazza?!". "Ahi! Tecnicamente non stavamo insieme, non le ho mai chiesto di...", SLAM, altra sberla. "Tecnicamente, tecnicamente! Era la tua ragazza, punto e basta! Tra l' altro, non ci si va neanche in discoteca da soli quando si ha una ragazza!". Sospirò: "si, hai ragione. Ma ormai è inutile frignare su quello che ho fatto, non posso tornare indietro. Non avrei voluto farlo, daccordo? L' alcool mi ha dato alla testa ed è successo quello che è successo. Ho preferito dirglielo piuttosto che sentirmi sporco". "Già, però adesso devi farti perdonare!". "E come dovrei fare?". "Non puoi farcela stando qui a bere, chiaramente. Torna da lei, e dimostrale che ci tieni! Scusati, ma col cuore. Scusati e dimostrale piano piano che può fidarsi di te, con i fatti". Singhiozzò. "Ci vorrà del tempo". "Già. Perchè non lo risparmi, cominciando adesso?". "Ci proverò, ma non ti garantisco nulla". Sbuffai, afflitta. Seungri lasciò il ristorante dieci minuti dopo, e io mi ritrovai sola e depressa seduta a quel tavolo. Lo scuro panorama del mare notturno nero come il petrolio non serviva a consolarmi, stranamente. "Ahh, per stasera ho finito", mi distolse dai miei pensieri Dae, sedendosi davanti a me, "Ri è andato a casa?". "Sì". "Tutto a posto?". "Oh, sì. Io si. E' la Claci che...". "Oh, Seungri ha fatto lo stronzo?". "Un bel pò, direi. Le cose tra loro non si rimetteranno a posto tanto presto. Devo trovarle una distrazione...". Trascorse un minuto di silezio, poi lui parlò: "io una ce l' avrei, ma servi anche tu". "Che cosa?". "Venite a lavorare qui. Un lavoretto part time qui al ristorante, ne avevo già parlato con lei. Il capo sta cercando dipendenti... vi prenderebbe tempo, e non sareste certo con le mani in mano a deprimervi". Ci pensai su. Certo, andava bene. Magari sarebbe stato pure divertente. La Claci si sarebbe distratta e io avrei avuto una scusa in più per termi Seunghyun sotto gli occhi, dato che la piscina e la spiaggia erano proprio lì. "Per me va bene. Facci parlare con il capo, ci sto".

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Quarta ***


Alzai gli occhi sul faccione del signor Colla, il gigantesco proprietario del nostro lido. Sembrava indeciso, ci gurdava con aria superiore. "E voi quanti anni avreste?", chiese, con la sua voce nasale. "Diciotto", mentii in fretta. Avanti, li dimostravamo. Sperai con tutto il cuore che ci cascasse, e in effetti non disse nulla. "E perchè dovrei darvi il posto?". Avanti, è un bagno, non la borsa di Wallstreet, pensai. "Perchè svolgeremo il lavoro con diligenza e impegno", rispose la Claci, che si era un pò ripresa dalla sera precendente. Accidenti, quanto la ammiravo. Io non ero come lei: ero debole, dannatamente debole. Bastava poco per ferirmi, e il tempo per rialzarmi non bastava mai. Se fosse accaduto a me con Top... non sapevo in che stato sarei stata. Perchè ero così sensibile? Perchè avevo bisogno di scrivere fiotti di versi per esternare ciò che sentivo, perchè non potevo prendere a botte un cuscino e sentirmi meglio? Perchè ero totalmente sbagliata in quel mondo freddo. "Mmm", il signor Colla si grattò il mento con la biro, mentre decideva le nostre sorti. "E va bene, il posto è vostro", disse alla fine, "tu come cameriera per il turno serale ed eventualmente del pranzo", mi indicò, "e tu come aiuto in cucina", indicò la Claci, "non c'è molto da fare, devi solo fare da assistente ai cuochi e mettere in ordine a fine serata". Ci scambiammo un' occhiata vittoriosa. "Stasera farete una prova, i nostri ragazzi vi insegneranno come funzionano le cose. Presentatevi qui alle sei, in modo da essere pronte per l' apertura delle sette". "Grazie mille", ringraziammo, prima di uscire dal suo ufficio nel retro del bar. **** SHALLY POV. Va bene, era il momento giusto. Avevo avvistato la ragazza bruna, stava prendendo il sole su una sdraio accanto al suo ombrellone. Corsi sulla sabbia infuocata per arrivare accanto a lei e poggiare i piedi sullo spiazzo di ombra. Si accorse quasi subito di me, quando mi vide si mise a sedere e alzò gli occhiali sulla testa: "ciao, ti serve qualcosa?". "Ciao", risposi, sorridendo amichevolmente, "mi chiamo Shally, sono la ragaz..", mi bloccai. Avevo pensato di darle un punto di riferimento per preentarmi, ma che figura ci avrei fatto a dire di essere la fidanzata di Taeyang e poi chiedere di un altro ragazzo? "Sono un' amica di Taeyang, ci siamo viste qualche volta qui in giro". "Ah, si, giusto. Io sono Claudia, piacere". "Piacere mio. Sai, volevo chiederti una cosa... riguardo a Bruno, quel ragazzo, il cugino della tua amica credo...". "Vuoi chiedermi di B?", storpiò la sua espressione in una smorfia divertita e schifata allo stesso tempo, "che può fregare di B a una come te?". Lo presi come un complimento. "Beh, io e lui abbiamo legato un pò. Siamo stati insieme del tempo, ci siamo divertiti, e ormai da tanto non lo vedo più in giro". "Cavolo, certo, è da un pezzo che è tornato a casa". "A casa? Dove?". "A Montecatini, da sua mamma". Ripensai alle parole che mi aveva detto sua cugina, quella volta: non tornerà MAI più, lo aveva detto con aria malinconica, tanto da farmi preoccupare. Ma che aveva? A quanto pare il ragazzo non era così irraggiungibile. "E perchè è tornato a casa solo lui? Insomma, alla fine delle vacanze mancano ancora tre settimane, e voi siete ancora qui...". "Questo non lo so, pare siano cose tra lui e sua madre. Mi dispiace, Shally". "Ah", sospirai, delusa, "quindi non sai proprio nient' altro? "No". "Come si chiama di cognome?". "Pistacchio. Si chiama Bruno Pistacchio". "Perfetto, grazie Claudia". Beh, almeno qualcosa avevo ottenuto. ****MISCI POV. Entrai in camera mia. Il sole era altissimo, erano le tre di pomeriggio e fuori sarei morta di caldo. E dovevo riposarmi per arrivare fresca alla mia prima serata di lavoro. Mi sedetti alla sedia della mia scrivania. Quella stanza mi apparteneva fin da piccola, avevo passato molte stati della mia vita in quella casa, prima con mia madre, la zia e B e poi, quando mia mamma si fu stancata di badare a ragazzini che ormai sapevano cavarsela da soli, solo con la Claci e mio cugino. Non è che ci lasciasse lì al mare senza alcun adulto con noi: al piano inferiore abitava una donna, una mia zia di terzo grado, che mamma usava come capro espiatorio di qualsiasi cosa combinassimo nei tre mesi e mezzo di vacanza. La donna aveva promesso di badare a noi e venirci a trovare, ma in realtà erano poche le volte in cui la incrociavamo o venivamo a chiederle qualcosa. Posai lo sguardo sulle mura, vi erano appese mille foto. Aprii un cassetto, per gioco. Soliti pacchetti di matite, soliti vecchi compiti delle vacanze. E un foglio. Lo presi. Era ripiegato quattro volte, e sopra c' era scritto qualcosa: per Misci. Il cuore ebbe un sobbalzo nel mio petto: era la calligrafia di Bruno. E fu come se una gigantesca serpe mi stesse strisciando nel petto, mentre leggevo le sue parole, con quella scrittura tirata via. Strinsi così tanto il figlio di carta che lo bucai con le unghie, lo sconforto si impossessò di me. Chiusi gli occhi, quando ebbi finito di leggere. Respirai, piano, concentrandomi solo sul respiro. -Calma, devo stare calma. Estraniati-, dissi a me stessa. -Io non ho bisogno di scrivere poesie, di piangere. Io sono forte. Sopporterò tutto. Niente poesie. Mi fanno stare solo più male". Ma era difficile andare contro la mia natura. Era difficile scordarmi chi ero e cosa stavo passando, anche se ci provavo. Alla fine della mia estate mancavano tre settimane, e alla fine della sua vita? Come sarebbe finita quell' estate, per lui? Sentivo freddo, ed ebbi paura. Ebbi paura, perchè sentivo che il freddo se lo sarebbe portato via. Non sarebbe stata colpa del freddo, ma del tempo, eppure era il freddo a farmi paura. La mia quarta poesia per lui non era una vera e propria poesia: era un risposta a quella sua lettera. L' aveva scritta andandosene...e io non volevo lasciarlo andare. Gli risposi, gli parlai spassionatamente, era come schiacciare il mio cuore in una mano e riversarne il succo su quella carta. E io divenivo leggera, mentre la voragine dentro di me si colmava con quei tratti di inchiostro. Non l' avrebbe mai ricevuta, non volevo che sapesse del mio dolore infinito. Anzi, era meglio che pensasse che fossi una stronza. Una dannata stronza che se ne fregava. Perchè almeno si sarebbe arrabbiato con me, avrebbe avuto una ragione per incontrarmi ancora e urlarmi in faccia. "...E non scordarti mai che ti amo, Super B, ovunque andrai". Ovunque era un concetto più grande di quello che avrei voluto.

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** Sfogliatina-party? ***


"Questa è la nostra cucina". Feci correre lo sguardo intorno a me: era grande, pulita. Daesung ci stava mostrando il luogo dove avremmo trascorso le serate finali della nostra vacanza, a cucinare, pulire e portare piatti alle persone. Wow, che emozione. Ci mostrò dove stavano le cose in giro e ci dette delle dritte su cosa fare. "Ricorda: la cameriera non tiene mai gli occhi abbassati. Guardati sempre intorno e osserva i clienti, in modo da vederlo subito se qualcuno ha bisogno di te". "Chiaro", annuii. "Siamo qui!", gridò una voce in quel momento, e sentimmo entrare qualcuno. Dae incrociò le braccia: "oh, guys, finally you're here! Why are you always late?!". Erano tre ragazzi, che probabilmente non capivano molto bene l' inglese. "Ha chiesto perchè siete sempre in ritardo", spiegò la Claci. "Beh, scusate, non trovavamo più i grambiuli nel retro. E voi chi siete? le traduttrici?", disse uno di loro. "Sarebbe ora! Il caro Dae ha dei seri problemi con l' italiano!", esordì un' altro. "Non riusciamo a comunicare molto", ammise Daesung, girandosi verso di me, "è tutto un gesticolare". "Risolveremo questo problema", sorrisi. "Comunque loro sono la nostra fantastica equipe: Martino, Gabriele e Roberto", ci presentò i ragazzi. Martino era un ragazzo sui venti, occhi un pò sporgenti, riccioli biondi; Gabriele sembrava un pò stupido, con quell' espressione stupita e un mezzo sorriso infantile in faccia, ma non era niente male; e poi c' era Roberto, un bel ragazzo, sicuramente più giovane dei suoi colleghi, capelli color marrone rossiccio, occhi scuri, pelle chiara, alto più o meno come la Claci, indossava un grembiule degli AC/DC. Il trio ci sorrise. "Io sono Claudia, lei è Miche.. Misci. Siamo nuove, è il nostro primo giorno di lavoro", disse la mia best. "Già, io cameriera e lei sta in cucina", spiegai. "Fantastico, ne avevamo proprio bisogno", fece Martino, "vi insegneremo tutto noi, tranquille". "Beh, per prima cosa tu dovresti indossare la divisa, se devi fare la cameriera", mi si rivolse Roberto. "Oh, dove posso trovarla?". Gabriele si offrì di accompagnarmi nel retro, e mi trovò una maglietta con la scritta del bagno e un grembiule. "Cambiati in fretta, ti aspettiamo in cucina per qualche dritta, apriamo tra poco". "Grazie". Indossai gli indumenti che mi aveva dato e legai i capelli. Sembravano tutti molto simpatici, non sarebbe stato affatto male lavorare lì. Quando rientrai in cucina, trovai Roberto che insegnava alla Claci ciò che doveva fare, sembravano divertirsi molto, ridevano e scherzavano già. Bene, ero contenta per lei. Martino mi mise in mano taccuino e penna e mi insegnò a perndere le ordinazioni nel modo giusto, dopodichè tutti si riunirono. "Bene ragazzi", esultò Roberto, "anche stasera si apre! tutti al lavoro, stanno arrivando già persone!". Gabriele mi porse dei menù: "tieni, vai a portarli alla gente che arriva. Oh, e per comodità... chiamami Gabe". "Certo. Gabe", sorrisi. Portai i menù alle persone e poi iniziai a prendere le ordinazioni, diligente, in fretta, cercando di servire tutti insieme a Daesung che mi guidava. Non ero male come cameriera! ****CLACI POV. "Hem, Roberto, quanti spaghetti allo scoglio devo impiattare?". "Otto. Passali alla Misci poi, tre al tavolo nove, uno al tavolo sedici e quattro al due". Cercai di memorizzare quelle informazioni mentre impiattavo e mettevo foglioline di prezzemolo su quegli spaghetti fantastici. "Sei brava", mi disse quel ragazzo rossiccio dopo che ebbi passato un pò alla volta i piatti alla mia best, che se la cavava bene. "Oh, grazie Roberto". "Chiamami Robbie, ti prego". Non sentii bene, Martino e Gabriele facevano rumore con le pentole. "Come? Bobi?". Rise: "haha, beh, anche Bobi va bene". "Cosa?! Ma sembra il nome di un cane!". "Mi piacciono i cani. Sono fedeli". -Già-, mi venne da pensare, -fedeli come qualcuno non lo è stato affatto...-. "Ragazzi, una pizza margherita al tavolo sei!", ci gridò la Misci prima di sparire di nuovo in terrazza. Sembrò che una scossa elettrica avbesse colpito Martino e Gabriele. Si misero a fare la pizza in due, con foga. "Le loro npizze fino ad ora sono stat buone, ma hanno sempre avuto qualche piccola pecca. Da tutta l' estate cercano di creare, unendo le forze, la pizza perfetta", mi spiegò Bobi, ridendo. "E la faremo!", gridò Martino. "VERSO LA PIZZA PERFETTA, E OLTREEEE!", lo sostenne Gabe. Risi: "e tu? Qual' è la tua specialità?". Il ragazzo fece un sorriso superbo, mentre girava una fetta di carne sulla griglia: "la mia... sono le sfogliatine". "Le brioche? Sul serio?". "Si", ammise, "quelle per il bar le preparo io. Ne hai mai presa una?". "No... ma in effetti ho sentito dire alla gente che sono fantastiche". "Beh, stasera ne preparerò un infornata extra solo per noi, dopo che varemo chiuso, allora". "Sarebbe fantastico!", esultai. Oh, i dolci erano il mio grande amore!****MISCI POV. Dopo che il ristorante fu chiuso e ebbimo pulito ogni cosa, i ragazzi si rinunirono per una specie di sfogliatina-party, io invece mi ritirai. Sai com'è, Top mi aspettava sulla sua torretta! Corsi da lui, era già buio. Lo vidi illuminato dalla luce del cellulare, seduto là in cima, bellissimo. "Hey, Rapunzel, sciogli i tuoi capelli", gli dissi ridendo, mentre guardavo in alto. Scese giù, non disse una parola, mi avvolse nelle sue braccia e mi strinse a sè. "Sei sempre insieme agli altri, ti abbraccio troppo poco, piccola scrittrice". "E' colpa tua, non ci sei mai, caro puffo! Anche io vorrei più tempo con il mio rapper!", gli risposi. "Il mio ragazzo, 'il top di ogni uomo'", aggiunsi, citando la sua canzone. "Hey, hey, maniné T.O.P", canticchiò, in coreano. Gli circondai il collo con le braccia e mi alzai sulle punte per posargli un bacio delicato sulle labbra. Non avevo voglia di piccante quella sera, volevo solo stare un pò con lui. Rispose con la mia stessa dolcezza, si mosse piano e in modo morbido, le sue labbra perfette dalla forma tagliente erano in verità soffici. "Saranghae", sussurrò nel buio.

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** Vicini all' indesiderato ***


********Le pareti di quel luogo erano bianche e abbaglianti, sterili, l' aria che si respirava era vuota, come il mio petto. Con un sorriso di gioia sulle labbra e delle lacrime di dolore agli occhi ripercorrevo ogni singolo istante della mia vita, niente sarebbe andato perso. La follia mi offuscava la vista ma forse era meglio così, non avevo rimpianti di essere stato sempre in quel modo, sempre me stesso, anche nei momenti più ostili. E in ogni modo nessuno era mai stato crudele con me, come adesso, che il mio cuore batteva una volta sì e una no.********SHALLY POV. Le dita strette sul volante, cercavo di concentrarmi sulla guida. Avevo le nocche bianche, il nervosismo mi assillava. Sentivo il sangue scorrere e solleticarmi ovunque. "Aaaah!", gridai. Cos' era stato quel rumore? "Accidenti, è solo il telefono. Sono proprio tesa, hahah", ridacchiai. Tae. "Pronto, amore?". "Dove sei?". "Hem, per strada". "Ah. E dove stai andando?". "A trovare un' amica di Firenze". "Che amica?". "Sai, Viola, la ragazza che studia medicina...". "Potevi avvertirmi, mi sono svegliato e non c' eri...". "Hai ragione, scusami amore mio. E' che dormivi così bene...". "Okay piccola, non preoccuparti. Hai preso la tua macchina o la mia?". "La mia. Tornerò stasera, non troppo tardi". "Ti aspetto". Riattaccai e lasciai cadere il cellulare sul sedile del passeggero. Calma, erano solo piccole bugie innocenti. Sospirai, svoltando verso Montecatini Terme.***CLACI POV. "Non credo che sia una buona idea, Bobi", guardai disgustata il ragazzo. "Credimi, Claci, so fare il mio lavoro". Stava facendo una specie di torta salata, ma a guardarla durante la fase di preparazione sembrava davvero nauseante. Prese il vassoio e lo infilò nel forno. "Ecco fatto", si sfilò i guanti da cucina, "e vedrai, sarà fantastica una volta uscita di lì". "Allora darò l' onore a qualcun altro di assaggiarla per primo". "Eh, no, lo farai tu!". "Io?". "Sì, tu! Hai detto che sei una buona forchetta". "Bleaaaaahhhh". "Ah si?". Iniziò a rincorrermi in giro per la cucina con un mestolo in mano. Era pazzo ma simpatico. Riuscì a prendermi e mi schiacciò in un angolo. "Sei come una bambina. Non si dice "Non mi piace" prima di aver assaggiato", sorrise, a qualche centimetro di distanza da me. ***TOP POV. "Seungri, ma dove sei finito! Sei per caso annegato nel cesso?!". "Ma guarda, il tuo linguaggio non è affatto pieno di classe", mi rispose da dentro il bagno. "Sul serio, sei li dentro da due ore". "Prenditi un tranquillante, Top, e vai in bagno dai vicini se proprio devi". "Che cosa?!". "O in un bar". Non riuscivo proprio a capire Ri in quei giorni, prima cornificava la ragazza, poi faceva il bulletto e adesso sembrava un depresso. Almeno un pò di coerenza. Vibrò il mio telefono in tasca: un suo messaggio. "Hey TOP di ogni uomo, passi da me?". "Arrivo", digitai, poi sorrisi e aggiunsi: "ho proprio bisogno di un pò di coccole". ***SEUNGRI POV. Perchè lo avevoi fatto? Guardai l' acqua tinta di rosso scorrere nel lavandino. Un impeto di rabbia verso me stesso. Era ridicolo, eppure lo avevo fatto. E' che avevo bisogno di lei,l e avevano ragione a dire che non sarebbe tornata mai più. Perchè Dio mi faceva questo? Forse era un insegnamento. Forse stava cercando di farmi conoscere quello che sul serio era l' amore, il sentimento, e il dolore che può portare una cosa così vera. Forse voleva insegnarmi cosa si prova quando si viene abbandonati per un piccolo sbaglio. Avevo trattato così tante persone in passato. E adesso capivo. Posai il trincetto e lo nascosi, indossai dei polsini e poi uscii dal bagno. ***MISCI POV. Oggi avevo avuto il turno per il pranzo al ristorante, e adesso mi rilassavo seduta in terrazza accanto a Seunghyun. Giochicchiava conh un braccialetto che avevo al polso, io ero accoccolata sul suo petto. "Mi hai mentito quella volta?", sussurrai ad un certo punto. "Quando?". "Quando mi hai detto che conoscevi persone che avrebbero potuto salvarlo". "Bruno?". "Si". Sospirò, portandomi un braccio dietro le spalle: "in effetti, è molto difficile contrastare malattie del genere. Se potessi aiutarvi lo farei subito.. ma io non sono onnipotente". "No...". "Sono solo un ragazzo che ha fatto carriera e che per motivi commerciali e artistici si fa chiamare T.O.P". "Tu per me sei veramente il Top", gli sorrisi lievemente, guardandolo negli occhi. "Sei il mio angelo", sussurrai", "mi sei capitato proprio adesso, che il mondo ha iniziato a crollarmi addosso, c'è un motivo, sai? Devi salvarmi, puoi farlo solo tu". Bacio. Un' altro. Respiro. "E' bello sentirti parlare così, come se fosse una poesia", disse. "Non è vero. Le poesie devono stare sulla carta, sono la parte più intima e fragile di ognuno di noi. Quando si riesce a dirle anche con la voce, senza comporle, spesso è perchè si è molto, molto tristi".***GD POV. "That's my obsession, nanana lalala..", canticchiavo seduto sotto il gazebo. Ascoltare le mie vecchie canzoni mi ispirava. I pensieri fluivano liberamente, in quel tramonto caldo e dorato. Ma il vento aveva uno strano sapore. Portava con se qualcosa, lo sentivo accarezzarmi in modo ambiguo. Stava per accadere qualcosa, ma di solito quando il vento avverte sono cose con cui nessuno può interferire. Noi dovevamo solo stare al nostro posto e continuare a vivere, perchè eravamo solo umani. "Don't tell me, please, Don't tell me that's my obsession...".

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** Bruno ***


SHALLY POV. Bruno Pistacchio, qualche giorno fa la mia ricerca su Facebook si era parecchio ristretta, e avevo trovato il suo profilo. E dando un' occhiata ai post di sei mesi o più, ero riuscita a capire dove abitava, avevo trovato il suo indirizzo. A quel punto, Google Maps. E adesso ero lì, davanti a quella villetta color sole, a motore spento. Presi un respiro profondo. Era così tranquillo lì, mi piaceva. Qualche passante passeggiava serenamente, il viale alberato era una zona ombreggiata con qualche macchia sconnessa di sole. Sfilai le chiavi dal cruscotto, le gettai nella borsa e poi aprii lo sportello. Scesi dall' abitacolo e mi guardai intorno. Niente male come posto. Mi avvicinai al portone e lessi le scritte sull' unico campanello: "Santamaria-Pistacchio". Il suo cognome c' era, insieme ad un altro. Viveva con sua cugina? Suonai. Dopo pochi secondi mi venne ad aprire una donna, sui quaranta. "Salve, mi chiamo Shally, sono un' amica di Bruno.. Bruno Pistacchio abita qui, vero?". La donna fece un lungo sospiro. Doveva essere stata molto bella in passato, ma adesso sembrava spenta. Le rughe sul suo viso erano evidenti e profonde. "Oh, mi dispiace, mio nipote non è qui. Se vuoi davvero incontrarlo controlla gli orari di visita dell' ospedale di Prato. Per adesso è lì..". "Che cosa? Ma..". Sembrò volermi dire altro, ma poi si fermò. "Sono spiacente", sorrise, prima di chiudere la porta. Com' era possibile? Eppure la ragazza mora mi aveva chiaramente detto che il tipo era tornato a casa! Volevo andare in fondo a quella storia, ormai ero lì, mi ero presa tutto il giorno per ricercare quel ragazzino e adesso non l' avrei certo lasciato stare! Imboccai di nuovo l' autostrada e in una mezz' ora arrivai a Prato, dove cercai indicazioni per l' ospedale. Ma che diamine ci stava a fare in ospedale?! Beh, era un pazzo, magari con qualche acrobazia delle sue si era spaccato qualche osso. Comunque adesso l' avrei scoperto. L' ospedale era un edificio gigantesco con un enorme parcheggio, trovai posto in fretta ed entrai. Appena feci due passi lì dentro avvertii il sapore dell' aria sterile e l' odore di disinfettante ovunque, era grande, abbastanza luminoso, regnava un' atmosfera smorta. Mi diressi al bancone. "Salve, cercavo Bruno Pistacchio. Sono una sua amica. E' possibile visitarlo in queseto momento?". La donna iniziò a sfogliare una lista di nomi. "Terzo piano, stanza cinquantuno. Sono le quattro, quindi si, le visite sono permesse fino alle sei. Non più di tre persone per letto, chiaro?". "Stia tranquilla, sono solo io". Presi l' ascensore e salii al terzo piano, a quel punto mi feci indicare da un' infermiera la stanza cinquantuno. "Sei la sua ragazza?", mi domandò, accompagnandomi. "Io? No, no, solo un' amica...". Fece un mezzo sorriso: "ti fa pena quel povero diavolo?". Rimasi interdetta, quando mi lasciò davanti alla porta. E se non mi avesse riconosciuta' era passato del tempo... E io non ero quasi nessuno per lui... Cercai di scacciare quei pensieri, era lui quello pazzo di me. Appoggiai una mano sudata sulla maniglia e la spinsi, entrai per poi richiudere dietro di me. Mi ritrovai in una stanzetta bianca, con una finestra in fondo, e due letti. Uno solo era occupato. E quali non furono la mia sorpresa e il mio orrore. "Shally?". Era davvero lui...? Un ragazzino magro e pallido come la morte era disteso su quel letto. Aveva la testa rasata, e non solo: degli enormi tatuaggi spiccavano sulla sua pelle, frecce scure gli percorrevano il corpo e una si andava ad arrampicare sul cranio per finire sulla fronte. Un colpo di genio mi attraversò la mente. "Sei Aang! Ti sei tatuato come lui! Avatar!". Non seppi trattenermi, ma mi sentii immediatamente stupida. "Già. Trovata ganziale, non credi?". Ommioddio, era lui. Riconoscevo i suoi occhi taglienti, brillavano ancora. I tratti del suo viso, le sue labbra, il suo sguardo, erano le uniche cose riconoscibili. "B-bruno..". Non poteva essere.. Non era mica malato di...? Oh cristo. "Sì, hahah, proprio io". La sua risata. Non riuscivo a connettere, lo guardavo immobile come una capra guarda il suo nuovo recinto, e non riuscivo a fare niente. "Beh, sei venuta a cercarmi e mi hai trovato, eh? Dillo, che sono un fico". "Sei... sei un fico". "Ti ho fatta seccaaaa! Sono un playboy hahah...". Mi avvicinai piano piano e mi sedetti sul bordo del letto. Indossava i pantaloni di un pigiama e nient' altro. Ossrevai il petto, le braccia, il collo. Provai una sensazione indescrivibile, come se nel mio cuore ci fosse stata una bufera. Mi sentivo in colpa, per tante cose. Mi sentivo realizzata, perchè l' avevo trovato. E mi sentivo dannatamente triste, scioccata, sbigottita, incredula. Non capivo, anche se era chiaro. "Beh, che guardi? Sì, sono un pò smilzo, ma sempre uno gnocco stratosferico", mi fece l' occhiolino. Deglutii: "come fai ad avere voglia di scherzare? Sei... "Sì, ma è tutto a posto", sorrise. Una lacrima mi scivolò su una guancia. "No, che fai?!", sgranò gli occhi. Nascosi il viso tra le mani: "scusa", singhiozzai, "ma mi è impossibile non farlo! Io credevo che tu ti fossi rotto un braccio, o una gamba, o che ti fossi ustionato con un petardo, mai avrei pensato questo!". "Mmmm...". "Mmmm cosa?!". Sentii la sua mano caldissima sul mio ginocchio: "mmm.. potresti darmi un bacio per sentirti meglio". "Oh stupido! Stupido! Cretino! Imbecille! Demente! Deficiente! Pazzo furioso!". Lo afferrai per le spalle e lo baciai. Sì, esatto. E ragazzi, cristo se era serio mentre mi baciava. Serio, silenzioso, caldo e passionale. Le parole, le risate, ogni cosa, si spense tutto, si sentivano solo i nostri respiri. Era strano, ma bellissimo. Da quanto tempo mi aspettava? perchè non ero venuta a cercarlo prima? Mi scioglievo su quel corpo bollente. Nessuno mi aveva mai baciata così. Si muoveva con energia ma lentamente, in modo da farmi assaporare ogni secondo. Ad occhi chiusi, me lo immaginavo come prima. Mi immaginavo di baciare in quel modo il Bruno sano e pieno di forze che avevo conosciuto, distesa sulla spiaggia, dopo una partita a pallavolo. Per me era ancora lui. Il battito del suo cuore si univa al mio, eravamo così vicini per la prima volta. Uscii da quella clinica con gli occhi annebbiati, ubriaca di emozioni, e totalmente sconnessa da tutto il resto del mondo.

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** DISASTER! (quinta) ***


TAE POV. Non me la raccontava giusta. Me lo sentivo. Da quando era stata a trovare quella sua amica a Firenze era ancora più strana del solito. Perchè? "Shally, devi parlarmi, devi dirmi la verità! Perchè fai così?!". "Lasciami, Taeyang! Non ho niente, smettila di tormentarmi! non ne posso più!". "Ah, tu non ne puoi più? E io cosa dovrei dire?". "Tae, ti prego". "Cosa?". "Non voglio litigare", si voltò. Ci stavo male, non riuscivo a capacitarmi del perchè del suo comportamento. Io la amavo, e tanto. "Shally...". La presi per un polso e dolcemente la avvicinai a me, "io e te non dobbiamo avere segreti, lo sai". Iniziò a piangere. Singhiozzi acuti e ripetuti. "Ti arrabbierai un sacco". "Dimmelo, qualsiasi cosa sia non mi arrabbierò. Voglio solo che tu sia sincera con me". Esitò, continuando a lacrimare in silenzio. "...Hey?". "Ieri non sono stata a Firenze". "E dove sei stata?". "A Montecatini...". "Perchè ci sei andata?". Controllavo il tono della voce in modo da essere il più dolce possibile e indurla a parlare. "Volevo trovarlo. Volevo salutare Bruno. Lo so, non dire niente. E' che... non mi ha nemmeno detto ciao, andandosene! E io ci stavo rimuginando da un pò, non so perchè... e quando sono arrivata a casa sua, sua madre mi ha detto di andare all' ospedale se volevo trovarlo...". I singhiozzi si fecero più violenti. "Dai, dai, che è successo?", la accarezzai. "Quel ragazzo ha un tumore, Tae!", scoppiò in un pianto isterico, coprendosi il viso con le mani, "è orribile! Orribile! E io l' ho baciato, su quel letto d' ospedale, perchè so di piacergli, perchè morirà e ho voluto renderlo felice!". Presi un respiro profondo, mostrandomi a lei calmo. "Non mi stai mentendo riguardo alle sue condizioni, vero?". "Ti pare che ti mentirei su una cosa del genere?!", urlò, per poi correre in camera e sbattere la porta. Diamine. *****MISCI POV. Perchè Taeyang bussava alla mia porta? Era da solo... strano. Andai ad aprire, lo trovai con un' espressione molto turbata. "Tae. Entra pure", sorrisi. "Grazie", fece, dirigendosi in salotto e sedendosi sul divano. "Vorrei parlarti, Misci... riguarda Shally... e Bruno". Scossone. "Bruno?". "Sì... senti, io non vorrei essre maleducato, o avere poco tatto, ma ho bisogno di saperlo..". "Certo", mi sedetti davanti a lui, "chiedimi quello che vuoi". "E' vero che tuo cugino ha... un tumore?". Sospirai, estraniando la mente dai sentimenti. "Sì, è vero". Calò qualche secondo di silenzio. Non sapeva cosa dire, era chiaro. Lo capivo. Qualsiasi cos avrebbe detto adesso si sarebbe sentito inadeguato o invadente. "Tae, stà tranquillo. Puoi parlarmi tranquillamente, è tutto a posto". "M-mi... mi dispiace molto.. so che non avrei motivo di parlarti di lui ma... è per una cosa che per me ha molta importanza.. a quanto pare lui e Shally si sono baciati". "SI SONO BACIATI?!". Com' era possibile? "Sì. Lei è andata a cercarlo, e sua madre le ha detto di andare in ospedale... dove l' ha trovato nelle condizioni in cui è, e dove l' ha baciato. Ha detto di averlo fatto per renderlo felice...perchè...". "Quyindi Shally ha visto Bruno?". "Sì". Abbassai lo sguardo. " E come sta?", sussurrai. "Misci, se vuoi me ne vado..". "No, no, resta!", mi ripresi. "Beh, questo è tutto", disse, "volevo solo sapere se la storia della malattia era vera.. e ora che lo so... accidenti, non ci sono parole". "Taeyang", sorrisi, "fai una cosa per me". "Uh?". "Ti prego..". "Dimmi tutto". "Perdonala. Fallo per me. Perdonale tutto". "Ma... "No, ascoltami. Lei piaceva davvero a mio cugino. E so per certo che adesso, anche nel posto in cui si trova, Bruno starà esultando di gioia. Non credi che sia una cosa che non ha prezzo? Lo ha reso felice. Lei ama te... ha solo fatto sorridere un poveraccio. Perdonala". "Misci...". "Si?". "Grazie". Mi abbracciò. Ero felice. ****TOP POV. Posai il telefono, dopo aver parlato quasi un' ora col nostro caro papa YG. Non ci voleva. Come avrei fatto..? A quanto pareva la nostra partenza doveva essere anticipata. Via dall' Italia entro tre giorni, biglietti già fatti. Taeyang si sarebbe portato la ragazza come sempre, ma io... io non potevo. Sentii il cuore appassire un pò. Calma, calma, Top non perde la ragione. Avrei trovato una soluzione. Dovevo solo parlarne con lei. Subito. ****MISCI POV. "Gabe, mi servono tre spada alla griglia, in fretta!". Quella sera il ristorante pullulava di gente, non avevamo tregua, correvo da una parte all' altra senza sosta. I clienti erano abbastanza simpatici, ma qualche snob pignolo mi stava facendo impazzire. Un' anziana signora dall' aria altezzosa aveva già rimandato indietro due piatti. La Claci non sembrava accorgersi di nulla e di nessuno. Sarebbero potute cadere bombe, e lei arebbe rimasta li ad aiutare Robbie con gli occhia cuoricino. Dannazione, era sempre la solita. Stavo prendendo le ordinazioni a dei clienti appena arriavti quando Daesung mi chiamò. "Misciiii". "Aspetta, Dae, sono occupata!", biascicai in inglese, "dicevate? Aha, una pizza ai funghi..". "Misci, ti vuole Dae, prendo io le ordinazioni", si avvicinò Martino, sorridendo. "Grazie", gli rifilai in mano il block-notes e corsi in cucina da Daesung. "Dimmi tutto!". Sembrava preoccupato. Accidenti, non volevo altre brutte notizie. Per favore. "C' è una.. piccola novità. Top ti deve parlare... va da lui, è in piscina". "E il lavoro..?". "Ti copriamo noi, tu va..". "O-okay..". Corsi via, verso la piscina. Era chiusa a quell' ora, ma il cancelletto era aperto perchè Top evidentemente stava mettendo a posto il luogo. Entrai. Lo trovai seduto sull' unica sdraio ancora aperta, aveva finito. "Hey", mi avvicinai, "Daesung mi ha detto che mi cercavi. Sto lavorando, se hai da dirmi qualcosa fai in fretta o..". Si alzò, senza rispondermi mi avvolse tra le sue braccia e mi strinse a sé, per poi baciarmi con violenza. Quel bacio mi fece paura. Sembrava fremere, di solito era così calmo e pacato, controllato. Le sue labbra erano di marmo, tremava. "Seung..Seunghyun! Che succede?". Fece un lungo sospiro, senza lasciarmi andare. "Ho ricevuto una chiamata del CEO". "E quindi? Io che c' entro?". "Tu niente.. ma noi... i Big Bang, intendo.. dobbiamo tornare in Corea". Ebbi un sussulto. "Cosa? Quando?!". "Dopo domani, è una cosa urgente di lavoro. Dobbiamo interrompere la nostra vacanza". "Cosa?!", ripetei, come un' imbecille, "no, non potete, è ancora presto, è ancora troppo presto!", mi scostai, arrabbiatissima. "Misci...". "Misci cosa?! Non puoi andartene via così! Io... dovevo farti conoscere ai miei genitori, farmi dare il permesso per venire da te, e poi... poi...", non sapevo cosa dire. "Misci, ascolta, ragiona. Il fatto che io vada via non significa nulla. Io e te stiamo insieme, hai capito? Ti aspetterò. Verrò spesso, durante le ferie, o il tempo libero, e aspetteremo che tu abbia finito gli studi per andare a vivere insieme..". "Ma io ho bisogno di te, ADESSO! Non puoi lasciarmi così, andare via, quando torneresti?". "Non lo so. Forse a Natale, o più tardi..". "Sì, l' estate prossima!", gridai, su tutte le furie. "Misci, per favore..". "Vattene via! Sai bene in che situazione sono adesso, sai cosa sto passando! Ho bisogno di te, ma non te ne frega nulla! Allora vattene!". Me ne andai a lunghi passi, lasciandolo solo e senza voltarmi indietro.**** SHALLY POV. Avevo fatto pace con Tae, era tutto finito. Non nego che provavo una certa pace interiore, stavo sicuramente meglio di prima. Stavo facendo le valigie, sarei andata di nuovo via con lui e tutto sarebbe tornato alla normalità. Questo mi rassicurava, in un certo senso. Avrei dimenticato tutto, avrei dimenticato Bruno e quella vacanza strana. Bruno.. e a lui cosa sarebbe successo? Intimamente lo sapevo. Sapevo che lo stavo lasciando al suo triste destino dopo avergli dato un' illusione. Ero crudele. Ma dovevo andare via, dovevo lasciarmi tutto alle spalle. "Tae..?". "Sì?". "Ti amo..". Lo attrassi a me con una mano e lo baciai, cercando di focalizzarmi solo e soltanto su di lui. ***DUE GIORNI DOPO***MISCI POV. Avevo detto tutto alla Claci, e fingeva che non le importasse nulla. Diceva di essersi innamorata di "Bobi". Puah. Io sapevo che internamente pensava solo a Seungri, e che non avrebbe mai scordato il ragazzo della sua prima volta e il suo primo amore. Comunque fingeva che la sfortuna fosse tutta mia. Se ne usciva con parole inutili. "No.... Misci sono troppo afflitta per parlare.. i fighi coreani se ne vanno..". Avevo i nervi a fior di pelle. Quando partivano? Tre e mezza. I messaggi di Top arrivavano uno dopo l' altro, le chiamate, ma non sarei andata a salutarlo. Ero stanca di essere sempre abbandonata da tutto e da tutti. Basta, diamine, se ci teneva davvero a me restava. Il telefono non la smetteva di vibrare. I minuti passavano, e senza che potessi controlarlo il cuore aumentava i battiti febbrilmente. Passeggiavo avanti e indietro per l' appartamento. Suonava, ancora. Uno, due, tre, quattro, cinque passi. Tre nuovi messaggi. I pensieri correvano, mi misi a scrivere. Spensi il cellulare e mi chiusi in camera, aprii il quaderno. Guardai con rabbia la pagina della canzone. Mi scesero le lacrime. La canzone che avevamo cominciato a scrivere tutti insieme in allegria... quando ancora era tutto a posto. E ora mi stavano lasciando. Non avrei mai dato loro nemmeno una strofa delle mie poesie per finirla. Si sarebbero arrangiati, non avevano bisogno di me! Le mie parole non erano mai state così cattive, la poesie era ricolma di violenza e odio, e questo mi faceva stare ancora peggio, perchè stavo macchiando la mia anima pulita e innocente. Perchè mi stava succedendo tutto questo? Volevo tornare indietro, volevo tornare a quando era tutto a posto e l' unica cosa a cui pensavo era divertirmi e scrivere storie. Tornare a quando i Big Bang per me erano solo musica e dei poster appesi alle pareti. Perchè era dovuto succedere tutto questo? E non c'è dolore che venga da solo, lo sapevo. Bruno sarebbe morto prestissimo, me lo sentivo. Ormai stavo praticamente attirando sventure da sola. Non mi aspettavo più niente, avrei solo atteso finchè fosse morto per dimenticxare tutto e scappare. Dio, ma che stavo dicendo? Come potevo pensare una cosa così cattiva? Cosa stavo diventando? Non dovevo lasciare che la sofferenza mi trasformasse in qualcosa di brutto, dovevo ricordarmi chi ero e cosa volevo. Posai la penna e accesi il telefono, cercai di farlo il più in fretta possibile. Scrissi il pin in due secondi e andai ai contatti. Digitai il nome di Top e feci partire la chiamata. "Ciao". "Seunghyun, ascolta, volevo dirti che.. "questa è la segreteria telefonica di T.O.P. Se non ho risposto significa che sono occupato, richiama. No bingu here". Guardai l' ora. Tre e trentacinque. Troppo tardi. -------------------------------------------------------------------------------------------------------Ciao ragazze!!! Heheheh non lo facevo da tanto l' angolino scrittrice eh? Eccomi, è che non avevo gran chè da dire per i capitoli precedenti e in effetti anche questo si potrebbe capire da soli ma io volevo fare un salutino XD Ho cambiato pc e adesso scrivo con una tastira comodissimaaaaaa *-* ok basta. Che posso dire, ne manca solo una alla famosa "settima poesia"...baci...

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2334170