La vera storia di Ramses.

di Akira Yuki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Inizio. Incoronazione e apparizione. ***
Capitolo 2: *** L'incontro ad Abydos. ***
Capitolo 3: *** Un matrimonio atteso e un nuovo nemico. ***
Capitolo 4: *** Un giorno di inconsapevole attesa. ***
Capitolo 5: *** Shanti e Mehi. ***
Capitolo 6: *** La poesia d'amore eterno. ***



Capitolo 1
*** Inizio. Incoronazione e apparizione. ***


''Salute a te, Atum, creatore del cielo, che hai fatto tutto quello che esiste, che esci dalla terra, che produci le sementi, signore di ciò che è, tu che metti al mondo gli dei, dio grande venuto all’esistenza da solo, signore della vita''. [*]

Tutta la gente lo diceva. Urlava queste parole in onore del dio del Sole, creatosi da solo e padre di tutti gli altri dei.
Tutto l'Egitto era in festa quest'oggi. Era il giorno dedicato al festeggiamento della nascita di Ra, un nuovo anno. A giro erano tutti felici. I bambini giocavano e correvano spenzierati. I grandi invece ne approfittavano per fare sconti e guadagnare di più. Di questo periodo molti stranieri venivano a far visita alla capitale, Menfi.
Negli ultimi tempi i profanatori di tombe erano aumentati e questo era un problema per il presente nuovo faraone, il quale da poco aveva celebrato la sepultura del padre. I funzionari di corte si erano però presi una pausa, anche se alcuni, quelli più vicini al giovane faraone, erano tutt'ora a lavoro per cercare di migliorare trappole o inventarne di nuovo per salvaguardare le ricchezze che l'ex-faraone si era portato nel regno dei morti.
Questo giovane faraone porta il nome di Ramses, ''Figlio del Sole''. Giovane, forse troppo. Ha passato la sua vita tra lo studio e i giochi, tra combattimenti e rigidi insegnamenti educativi, ma fin'ora nessuno gli aveva detto con esattezza cosa dover fare una volta faraone. Si, lo sapeva: guidare eserciti, vincere, etc.. Ma ora quelle cose che lui a mala pena aveva considerato non sembravano altro che favolette. Aveva quasi 10 anni, troppo giovane anche per regnare, tuttavia il padre in punto di morte, lo aveva chiamato per dirgli che lui sarebbe stato faraone dopo di lui.
Seti I, il grande Seti I, era appena morto. Il funerale sarà presto celebrato, ma non ora. La celebrazione iniziale, che riguadava l'addio da parte del figlio al padre era già stata completata, e tra 72 giorni esatti, il funerale sarà celebrato.
Cia, la sorella maggiore, era in pena, nonostante fosse giorno di festa, si era chiusa in camera sua, lasciando le ancelle fuori. Aveva un passato pieno di vittorie questa principessa, era da sempre devota agli dei ed aveva acquisito il titolo di ''Signora del herem di Hathor,'' e ''Signora del sicomoro del sud''. Era sposata e suo marito, Thia, era un famoso scriba, sicuramente avrebbe avuto lui il regno se Ramses fosse morto prematuramente.
Mehi, il fratello minore, invece, era purtroppo affetto da una grave malattia, e sapere della morte del padre aeva peggiorato le sue condizioni.
Come già detto, oggi era un giorno di festa, ma non solo per il nuovo anno, ma anche perchè presto sarebbe stata celebrata l'incoronazione del nuovo faraone Ramses II.

 

2 Giugno 1279 a.C..

Sono passate diverse settimane dalla morte del faraone Seti I, ed oggi l'eggitto ritrova finalmente un nuovo sovrano.
Il paese in festa e fuori dalle mura del castello reale c'è un corteo che porta Ramses, seduto su un piccolo trono d'oro decorato con falchi azzurri, aveva gioielli alle braccia e alle mani, ma non quanti ne aveva la sorella, dietro di lui tutta decorata ma con un vestito fine di lino che lasciava intravere i rosei capezzoli e un triangolino scuro tra le gambe. Cia era accanto al marito, anche lui molto messo bene.
Dopo due ore di corteo lungo la strada principale della capitale, il corteo si ferma davanti alle porte del castello. Il faraone è il primo che entra seguito da tutti i suoi sudditi. I cittadini rimanevano fuori, attendendo con ansia la notizia dell'incoronamento del nuovo faraone.
Entrato nella sala del trono, egli continua, cammiando in modo eretto e nobile, ma dentro di se' era molto ansioso. Il trono era messo su un piano più alto rispetto al piano terra, con degli scalini davanti per poterci arrivare. I suoi più fedeli uomini erano ai lati del trono e il Gran Sacerdote di Ra era davanti al trono, con in mano un cuscino rosso decorato in oro, che aveva sopra oggetti necessari alla cerimonia. Ai lati della sala vi erano lunghi tavoli per il banchetto e molti generali che osservavano il loro futuro faraone. Nel frattempo molti suonavano e molte donne ballavano.
Ramses, arrivato alla base della scalinata, si ferma. I parenti, come la sorella e il cognato si mettono ai lati e la musica si ferma.
Il giovane sale le scale, arrivando di fronte al Gran Sacerdote. Questo pronuncia un inno a Ra in un linguaggio antico, per poi porre sul capo di Ramses la corona del Basso e dell'Alto Egitto. Il Sacerdote si fa da parte e Ramses è libero di sedersi sul trono. Una volta lì si sentiva pieno di potere..forte e invincibile. Ma non era ancora finita. Una donna, dai lunghi capelli neri e lisci si avvicina al faraone, si inchina, poi torna in piedi. Era alta, bella. Vestita con una gonnella azzurra ricamata d'oro e un corpretto d'oro con decorazioni azzurre. Sulla testa aveva una maschera in oro decorato della testa del dio Seth, una maschera che nascondeva per la maggior parte del tempo i suoi bellissimi occhi azzurri. Lei era la sacerdotessa del dio Seth, era stata designata per portare gli scettri al faraone perchè anche l'ex-faraone, Seti I, era un gran devoto al dio Seth.

Ramses già la conosceva. I capelli rossi del giovane facevano contrasto con i suoi occhi bellissimi. Da giovani combattevano insieme e, Ramses si vergogna a ricordarlo ma, lui perdeva sempre. Shanti era il suo nome.
Lei prende un braccio di Ramses e glielo alza al cielo.
-A te, nuovo faraone, rendo il Hekat[**]! Come simbolo del nostro paese!-

Shanti lo lascia dopo avergli dato in mano il bastone. Poi gli prende l'alro braccio.
-A te, Usermaatra Setepenra Ramsess meriamon[***], rendo il Nekhekh[****]! Affinchè gli dei ti aiutino a difendere il nostro Paese!-
Detto questo Shanti si allontanò. Ramses si alzò e incrociò gli avambracci al petto, per poi incrociare gli scettri. Appena lo fece, tutti dentro il palazzo urlanoro, intonando lodi al nuovo faranone. L'incrocio degli avambracci e degli scetti rappresentava un rombo, simbolo con il magico significato del doppio nodo egizio indicante l'equilibrio tra forze contrarie.
Un sacerdote esce dal palazzo agitando le braccia per far vedere a tutto il popolo che il nuovo faraone era finalmente arrivato. Anche da fuori si levano urli, inni e risate. Tutti erano felici.
Ramses, mentre tutti festeggiavano, si guardava attorno cercando il fratello Mehi. Lo vide, era nascosto dietro una colonna. Si nascondeva per paura che lui potesse contagiare gli altri, peccato che qella malattia non era contagiosa. Il nuovo faraone scese dalla scalinata e raggiunse il fratello, abracciandolo stretto.
-Mehi.. Grazie.. Grazie mille di essere venuto!-. Ramses era al settimo cielo, i suoi lineamente giovanili spruzzavano gioia. Il fratelo tossì un po', ma lo guardava, felice anche lui.
-Era un dovere.. Faraone..-. Ramses sorrise e gli accarezzò teneramente i capelli. In quel momento però arrivo la medica privata del principino che, dopo aver salutato il faraone, portò via Mehi.

Ramses lo guardò andar via. Ma poi si girò e risalì delle scale li vicine: era pronto per mostrarsi al popolo.
Si affacciò all'enorme balcone e tutto il popolo si fermò a guardarlo, per poi prostrarsi a terra in segno di assoluta devozione e sottomissione. Ramses riunì gli avambracci e gli scettri, e, fatto questo, tutto il popolo esultò ancor più forte della prima volta. In molti avevano liberato degli uccelli dai bellissimi colori. Era tutto perfetto.
D'un tratto, bastò un semplice suono a fermare tutto. Lo stridolio di un falco. Ramses alzò gli occhi al cielo e lì lo vide: un falco, bellissimo e maestoso, che volava in cerchio sopra il palazzo. Tutti gli occhi erano puntati su di lui. Un altro stridolio. Questa volta il falco si lancia impicchiata verso il nuovo faraone. Una volta molto vicino, Ramses alza un braccio, per voler evitare che il falco gli staccasse un occhio o altro. Ma fatto questo, il falco si appollaiò sul suo avambraccio.
Un silenzio incredibile faceva da scenario a questa scena: un falco, totalmente selvaggio, si era appena appollaiato sull'avambraccio del nuovo faraone, senza ferirlo.
Il faraone lo guardava, affascinato da tanta bellezza e maestosità. Il falco dopo un po' lo guarda anche lui negli occhi per un periodo che per il giovane sembrava infinito. Poco dopo, il falco stridola e riprende il volo, alzandosi in poco tempo a diversi metri da terra. Ramses lo guarda andar via.. Colpito. Ancora vedeva la profondità dell'anima di quell'essere, il re dei cieli, il dio Ra.
Il popolo, e tutti gli altri che nel frattempo lo avevano osservato, rimangono nel silenzio. Ma dopo non moltoun grido si leva dalla folla:-Il Grande Ra lo ha eletto dio!-. Altri urli si levarono dopo questo, fino a ritornare alla confusione di poco fa. Mentre tutti erano in festa, Ramses ancora osservava i cieli. Era Ra. Ra gli aveva sicuramente mandato un messaggio.
-Faraone!-. Cia lo stava guardando, felicissima. -Faraone quello era un segno! Degli dei!-.

Ramses la guarda, dopo poco sorride. -Si.. Sicuramente è così..-. Mentre tutti andavano a festeggiare, il nuovo faraone restò lì, osservando i cieli, in particolare il punto in cui il falco era sparito.

 

*Libro dei Morti, inizio del capitolo LXXIX.

**Bastone di forma corta con un'estremità arcuata, decorato a bande blu, indicava il potere della sovranità e come tale era ad uso del sovrano o di chi comunque detenesse un potere come alti ufficiali. In origine era il lungo bastone per i pastori e divenne successivamente il simbolo di una civiltà basata principalmente sull'allevamento e l'agricoltura.

***E' il nome originale di Ramses [Ramesse Meriamon=''Nato da Ra, Amato da Amon''].

****Era un corto bastone alla cui estremità superiore venivano fissate corte strisce di stoffa, fermate con dei distanziali. La radice di nekhekh è nekh che aveva il significato di protezione e dalla quale derivò il significato magico di difesa. Era generalmente usato dal sovrano durante le cerimonie solenni dell'incoronazione. Si è anche ipotizzato che fosse la stilizzazione del geroglifico mes che significa generare, indicando così nel sovrano una fonte di vita. E' chiamato più comunemente ''Flagello''.

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Capitolo 2
*** L'incontro ad Abydos. ***


La festa d'incoronazione a palazzo era ormai terminata, ma ora tutto l'Egitto doveva conoscere il suo nuovo faraone. Poco prima dellalba, Ramses, Cia, Thia e molti altri familiari si misero in viaggio lungo le coste del Nilo per passare in tutto il regno. Era una normalità, ma il ero intento di Ramses era un altro: alla morte del padre la costruzione del tempio di Abydos fu interrotta, Ramses intendeva finirlo, ma soprattutto prima, vederlo.

Il faraone era trasportato su un trono, naturalmente più piccolo di quello del palazzo, ma comunque con grande valore. Qualche metro dietro vi erano i due sposi, Cia e Thia, seduti anche loro accanto e trasportati come il faraone, gli schiavi li portavano.
-Finalmente.. E' diventato farone-. Disse Thia. Gli scuri capelli ricadevano sulle spalle poco muscolose dello sposo di Cia. Aveva due occhi verdi come smeraldi, ed era molto intelligente. Cia lo guarò, sorridendo lievemente.
-Già.. Ma, ascolta Thia, io..Non sono sicura di volerlo fare..-. La poverina era preocupata, ma non lo dava molto a vedere.
-Cia, non ci provare-. Il marito la guardava in tono accusatorio. -Noi lo faremo! Gioverà a tutti..-. Thia sorride e si mise ad osservare il paesaggio.

Dopo qualche giorno finalmente arrivarono. Abydos[*]. Al tempio inizialmente eretto da Seti I, venne già dato il nome ''Grande tempio di Abydos''. Il padre di Ramses voleva costruirlo per venerare, o meglio, rendere onore agli antichi faraoni[**].
Il tempio era a dir poco maestoso. Aveva un piano solo, abbastanza normale per quel tempo, ma era anche solo a vederlo da fuori, immenso. Ramses rimase per diverso tempo a guardarlo, e vi entrò. Era totalmente vuoto. Le statue, gli affreschi e le iscrizioni o non c'erano o non erano state completate. Ramses uscì e diede ordine ad un suo fedele capo architetto di ritornare a costruirlo. Naturalmente, il capo architetto non sarebbe tornato alla capitale, doveva seguire i lavori che cominceranno il giorno seguente.
Ramses si allontanò dal tempio e andò sulle rive del Nilo. Osservò l'acqua.. Calma e immacolata.
D'un tratto una donna lo schizzò. Una donna...Una ragazza.
-Oh.. Mi scusi faraone!-. La ragazza si inchinò a terra, posando la fronte sulla sabbia. -Io..Non volevo.. Mi scusi..!-
Ramses la guardò. La voce della ragazza era tra le più soavi che avesse mai sentito. Lei aveva lunghi capelli neri, voluminosi. La carnagione era leggermente più scusa della sua, ma il corpo era esile, ed era molto alta.
-Non ti preoccupare.. Mi serviva un rinfresco! Ahahha..- Il faraone sorrideva, davvero divertito, mentre la guardava. La ragazza alzò lo sguardo per guardarlo, un lieve sorriso le curvava le labbra. Ramses, appena vide i suoi occhi, socchiuse le labbra e la guardò, sorpreso e senza parole. Era bellissima. Il viso delineato da forme sottili ma determinate. Gli occhi scuri, ma bellissimi.
-Ragazza.. Qual'è il tuo nome..?-. Ramses non le toglieva gli occhi di dosso.
-Io sono Neferetiry meritenmut[***]..Faraone..-.
-Beh... Non ho mai sentito nome più adeguato..-. Il faraone si alzò in piedi e la guardò, sorridendo.-Alzati..-. Lei ubbidì, mentre lo guardava.
-Nefertari... Tu verrai con me alla capitale!-. Ramses sorrise, entusiasto.
-....Scusi..?-. Lei lo guardava, con fare stranito, ma allo stesso tempo curiosa.
Ramses le prese le mani, stringendole e la guardò, adorandola. -Ti voglio come moglie..! Sei a dir poco bellissima, Nefertari!-. Lei rimase insilenzio, pensando.
-Non preoccuparti.. Dimmi dove abiti che avvertiamo i tuoi!-. Lui era maledettamente felice, mentre lei sentiva che da quel giorno tutto sarebbe cambiato.
-I miei.. Sono in città-.
In quel momento arrivò Thia. -Mio faraone, dobbiamo ripartire se vogliamo tornare in tempo-.
Ramses non le staccò gli occhi di dosso, ma sentì comunque le parole del cognato.
-Sisi! Va bene ora andiamo!-.
Thia lo guardò, stranito, ma appena vide la ragazza sorrise, capendo che il ragazzo stava per diventare uomo. Se ne andò dalla moglie. Ramses guardava Nefertari, ancora felicissimo.
-Nefertari.. Manderò subito qualcuno che avverta la tua famiglia con del denaro, così se vorranno venire a vivere a palazzo, saranno ben ospitati e con il viaggio già pagato!-.
-Ecco.. Ma..Non sono degna per essere vostra consorse..-
-Altro chè!-. Ramses sorrise divertito e la trascinò letteralmente con se'. La fece salire su una nave, aiutandola educatamente. Quella nave li avrebbe riportati alla capitale. Ve ne erano sette in realtà, ma quella del faraone era la prima in coda, ma quella di Cia e Thia era la seconda.
Ramses si allontanò, per andare a parlare con tre dei suoi uomini, gli affidò l'incarico di informare i genitori di Nefertari.
Nefertari lo guardò allontanarsi. Non era sicura di quello che stava accadendo. Tutto troppo veloce. Ma almeno, presto avrebbe rivisto i suoi cari e, sicuramente, loro sarebbero stati fieri di lei. La sua famiglia era nobile, aveva un antenato che era stato faraone.
Ella si accasciò ad un lato, osservando le onde che si infrangevano sulla nave. Thia le si avvicinò da dietro. Le nevi non erano ancora partite, quindi era potuto scendere per andare su quella del faraone.
-Hey...-. Nefertari si girò di scatto, ma appena riconobbe che era l'uomo che aveva parlato con il faraone, si calmò.
-Salve.. Posso sapere il vostro nome?-. Le si avvicinò, lentamente, ma sorridendo.
-Io sono Nefertari-. Lo guardava direttamente negli occhi. Apparte al faraone, le non voleva essere considerata al di sotto di tutti.
-Nefertari... E' un nome bellissimo. Complimenti..-. Thia sorrise.- Ma cosa ci fate di grazia qui?-
-Mi ha invitata il faraone.. Mi vuole portare alla Capitale-.
-...Potrei sapere perchè?-. Il suo sorriso era quasi svanito.
Lei lo guardava, sicura che c'era qualcosa di strano in lui.-Credo.. Che diventerò sua moglie-
-Ah...Capisco...-. Thia sorrise, ma dentro di se' era profondamente irato.-Vi lascio, stanno per salpare.. Beh, buona fortuna con il faraone, nuova regina-. Detto questo se ne andò.
Ramses tornò da lei. Come la vedeva non riusciva a tenere il broncio e sorrideva sempre. Si misero a parlare insieme, facendo subito amicizia, nonostante l'apparente freddezza di Nefertari.

Thia tornò sulla sua barca, e subito le navi partirono. Si sedette all'ombra, e mangiò qualcosa per calmarsi dal nervosismo. Cia lo raggiunse poco dopo, facendo tornare le ancelle dentro.
-Allora..? Cos'hai, amore?-. Lei si sedette accanto a lui.
-Quel bastardo.. Non doveva farmela sotto gli occhi. Me la pagherà!-. Detto questo, stritolò il frutto che aveva fra le mani.


* Il nome originale è Abdu che significa collina del tempio, in quanto l'antica città asseriva che, nel tempio simbolo della collina primigenia emergente dal Nun, vi fosse conservata la testa di Osiride come recita una versione del mito del dio.

**La lunga lista di re delle principali dinastie scolpita su un muro è conosciuta come Tavola di Abydos ed è una delle principali fonti utilizzate per ricostruire la sequenza dei sovrani dell'antico Egitto

***La bellissima amata da Mut.

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Capitolo 3
*** Un matrimonio atteso e un nuovo nemico. ***


Un campo di battaglia. Il cielo era nero, scuro e coperto da nubi di fumo. Corpi bruciati e armi e carri al fuoco. Sul campo di battaglia sgorgavano fiumi di sangue e colline di corpi. Moltissime lance erano conficcate a terra, e su alcune di queste dei corpi.
Un uomo era seduto sulla montagna più alta fatta di corpi nemici. Aveva lunghi capelli neri, era ornato da gioielli utili anche durante la battaglia, come bracciali d'oro che potevano resistere alle freccie o ai colpi di spada, gambali d'oro con decorazioni argentate. Era vestito di rosso, solo una gonnella rossa lunga fino ai ginocchi. Dietro di se' aveva una faretra mezza piena, mentre la sua spada giaceva accanto a lui conficcata nella testa del generale nemico.
-Ahahahahahah!-. La sua risata era profonda quanto malvagia. -Uomini! E anche questa è vinta!-. Sorride e si alza, scendendo dai corpi e rinfoderando la spada. Molti uomini su carri o semplicemente a cavallo si avvicinano a lui. Lui sale sul suo cavallo, nero come la pece, ma maestoso come un re.
-Viva Muwattalli! Viva Muwattalli II[*]!!-. I soldati alzavano le armi verso di lui, rendendogli onore con urla e benedizioni per aver sconfitto il nemico.
Muwattalli, il capo di quella truppa, sorrideva, soddisfatto. Poi li guardò. -Andate uomini! Saccheggiate quella città! Oro..Donne.. Tutto vostro!-.
Gli uomini urlarono felice e obbedirono. Lui però si allontanò dalla mischia andando verso un luogo dove iniziava il deserto. Scese da cavallo e camminò per un po', tenendogli le redini. La zona dove ora si trovava era molto deserta, solo costruzzioni in rovine di antichissime civiltà le quali prima vivevano, ma dove ora c'era solo sabbia.
-So che sei qui, fatti avanti.-. Muwattalli si guardava attorno, restando allerta. Da dietro una rovina uscì un uomo. Era egiziano. Rispetto al guerriero era un po' striminzito, vestitocon abiti di lino, abbastanza leggeri e con un turbante in testa e una sacca che portava a tracolla.
-Sapete già..Perchè sono qui, vero?-. Il messaggero egiziano non lo dava a vedere, ma la figura di quel guerriero che si trovava davanti lo faceva tremare.
-Si, si, so tutto. Ma ora voglio i particolari!-. Muwattalli si avvicinò, per poterlo sentire meglio, visto che dovevano parlare a bassa voce.

Ramses era finalmente tornato alla capitale. Per tutto il viaggio lui e Nefertari non avevano smesso di parlare e, tuttavia, lei era stanchissima diparlare, mentre lui continuava a farle domande e a parlarle di se', di cosa gli piaceva, di cosa non gli piaceva. Le barche si fermarono al porto e Ramses fu il primo a scendere, per poi prendere Nefertari in braccio, come una vera principessa. Lei era estremamente sorpresa. Ramses corse verso il palazzo, quasi come se non sentisse neanche il peso della ragazza. Tuttavia, a metà strada la lasciò, ma la riprese per mano e tornò a correre verso il palazzo.
Passata l'entrata con ai lati le enormi statue di faraoni antichi, entrò nel palazzo e si diresse nella sala del trono. Corse sopra la scalinata e si girò per poter guardare tutti i presenti.
-Io, Usermaatra Setepenra Ramsess meriamon, ho intenzione di sposare Neferetiry meritenmut! Ossia la bellissima donna accanto a me!-. Era felicissimo, non dava segni di stanchezza, ma solo gioia. Nefertari accanto a lui, guardava tutti i presenti, anche se era stanca per la corsa. Da poco erano entrati anche Cia e Thia. Cia era felice, molto contenta che il fratello finalmente si sposasse; mentre Thia li guardava senza dir nulla a braccia incrociate.
Il Grand Sacerdote si avvicinò al faraone. Come suo solito aveva il capo rasato e indossava una pelle di leopardo come mantello. Si inchinò. -Mio signore, gli dei saranno ben lieti di vedervi sposare una bellissima donna come questa.. Quando intendete sposarvi?-. Teneva il capo china, non osando guardarlo.
-Ora! Subito!-. Ramses sorrise, entusiasta.
-Che!?-. Nefertali gli prese il braccio per richiamare la sua attenzione e lo guardò. -Non ora! Insomma...-. Lo lascia.-E' troppo presto...Ci conosciamo appena..-.
-Ci sono stati faraoni che sposarono le loro mogli durante una guerra.. Il giorno stesso del loro incontro..-. Tutti gli sguardi si concentrarono su Mehi, che si nascondeva dietro una colonna, ma il suo sguardo era colmo di gioia per il fratello. La sua voce era debole, sempre a causa della sua malattia. -Appena le hanno viste...Le hanno sposate.. Quindi non dovete sorprendervi di un matrimonio così veloce..-. Sorrideva dolcemente. Ramses lo guardò con un rispetto che veniva solitamente riservato al faraone, ma secondo lui, suo fratello Mehi sarebbe stato un grandissimo sovrano.
-Grazie..Mehi-. Ramses sorrise, ma poi guardò il Sacerdote. -No.. Nefertari ha ragione.. Anche io credo sia troppo presto, ma certo non deve passare troppo tempo! Insomma.. Tra pochi giorni, due o tre!-. Guardò Nefertari per vedere se le andava bene. Lei sorrise e annuì.
-Bene! Ora potete andare, e cominciate a preparare il tutto!-. Ramses sorrise e si sedette sul trono. Solo ora sentiva la stanchezza. Ma guardò Nefertari, invitandola a sedersi. Lei si sedette a terra, ai piedi del faraone. Ma lui la bloccò subito. -No. Sarai una regina, ma un re senza regina non è nulla. Tu godrai dei miei diritti e dei miei poteri. Tu sei mio pari.-. Lui la guardava sicuro delle sue parole, serio. Lei lo guardava, con occhi spalancati per la sorpresa. Nessuna regina era mai stata considerata al pari del faraone, nemmeno se era la Grande Sposa Reale[**]. Ramses la guardava, poi le fece cenno di sedersi sulle sue gambe. Lei ebbe un momento di dubbio, ma non poteva non eseguire un ordine del faraone e si sedette sulle sue gambe. Appena lo fece Ramses sorrise, felice.
-Sai, Nefertari, voglio ancora sapere tante cose su di te...-. Lei sorrise, le gote leggermente rossine.

Nelle camere dei familiari del faraone vi era un silenzio tombale. Cia era sdraiata sul letto coperta soltano da un lenzuolo di lino, nuda e stanca. Thia invece era seduto sul letto, non coprendosi nemmeno. Avevano appena fatto l'amore. Thia si era lasciato convincere da Cia che avrebbe alleviato lo stress, ma non servì molto.
La camera era grande, il letto matrimoniale pure. Il pavimento era ricoperto da tappetti decorati e preziosi. Agli angoli vi erano delle colonnine con delle candele spente sopra. E poco vicino al letto vi era infine un terrazzino. Thia si alzò e andò al terrazzo, godendo della fresca aria serale. Guardava il regno, l'immenso impero del nuovo faraone.
Restò del tempo a pensare, fino a quando non bussarono alla porta. -Avanti-. Rispose lui. Quello che entrò, fu il messaggero che quella mattina si era recato dal re ittita, Muwattalli II.
-Mio signore, il re ittita ha accettato-. Detto ciò Thia increspò un sorriso.
-Ah... Ottimo allora. Ma ora.. Elter avvicinati un po'..-.
Il messaggero obbedì. Thia con velocità afferrò una spada li vicina e lo trafisse al ventre, tenendogli con l'altra mano la bocca chiusa. Prima che Elter potesse esalare il suo iltimo respiro, Thia li sussurrò all'orecchio: -Perdonami.. Ma non posso fare errori. Ne lasciar vivere chi conosce questo mio segreto...-. Elter morì. Thia lasciò che il suo corpo cadde a terra. Sorrideva, malignamente. Poi lasciò la spada sotto il letto e si vestì, per poi circondare il cadavere del messaggero in una coperta scura per poi portarlo via. Se qualcuno lo avesse visto, lui avrebbe isposto che il messaggero voleva ucciderlo, e che lui lo ha ucciso solo per difesa personale.
 

*Muwattalish, o Muwatalli, II era un re ittita che successe al padre Mursili II, che combattè contro Seti I, padre di Ramses II.

**La Grande Sposa Reale era l'unicamoglie del faraone i quali figli sarebbero potuti diventare faraoni. I faraoni potevano avere molte mogli e avere da loro molti figli, ma solo quelli avuti dalla Sposa Reale avrebbero avuto il diritto di essere faraoni. Solo Nefertari però, negli affreschi e nelle statue dedicate a lei e a Ramses, sarà sempre al pari del marito.

 

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Capitolo 4
*** Un giorno di inconsapevole attesa. ***


La notte era passata serenamente. Ramses aveva dato a Nefertari delle ancelle che la scortassero nella sua camera e che la servissero. Nefertari quella notte non riuscì ad addormentarsi, se non proprio tardi. Ramses, invece, una volta andato a letto prese una coperta e la avvolse per poi stringerla, immaginando che stesse stringendo la sua dolce Nefertari.
Thia, dopo essersi liberato del cadavere, tornò in camera dalla moglie dormiente, e si mise a dormire anche lui, con il cuore in pace.

Il giorno seguente Thia si svegliò di buon uomore. Cia era già sveglia e gli stava accarezzando i capelli dolemente.
-Buongiorno..Sposo mio..-. Lei sorrideva mentre continuava.
-Buongiorno a te.. Cia.-. Lui restava sdraiato, lasciandosi coccolare dalla moglie. Cia continuava ad accarezzarlo, in un certo senso divertita e felice, i momenti di intimità per loro erano rari.

Nefertari si svegliò, piano piano, e lentamente aprì gli ochi. Ma quando vide chi aveva davanti schizzò a sedere sul letto.-Ah!-.
-Ahh!!-. Ramses cadde dal letto di Nefertari, spaventato dal suo improvviso urlo. -Ahh... Ma che ti è preso all'improvviso..?-.
Nefertari lo guardava, appena riconosciuto fece un sospiro di solievo. -Ah.. Io? Te che ci fai nel mio letto..?!-.
Ramses si alzò e la guardò. -Sei tanto carina quando dormi...-. Nefertari arrossì, ma per non farsi vedere si nascose sotto le coperte.
-Ahahahha.. Su, Nefertari! Io ti aspetto giù!-. Ramses corse via, felicemente. Appena uscì lui, entrarono le ancelle di Nefertari. Erano di colorazione scura, sicuramente portate qui dopo che la loro patria fosse stata conquistata dal faraone. Una aveva i capelli riccioluci, corti, si chiamava Ella. La seconda aveva lunghi capelli legati ad una coda e due ciuffi colorati di rosso, Marz. Infine l'ultima aveva dei bellissimi occhi grigi e capelli a caschetto, Slau.
Marz fu la prima a parlare, sorridendo come le altre.-Mia signora! Il faraone è stato davvero amorevole nel venirvi a far compagnia nel sonno..-.
Nefertari uscì dalla sua ''tana'' e le guardò.-Oh...Ciao.. Beh..Si..-.
Slau si avvicinò a lei e prese un pettine, cominciando a pettinare i bellissimi capelli della prossima regina.
Ella invece andò nella stanza accanto, preparandole nuovi abiti da mettere.
In poco tempo Nefertari era già pronta e potè raggiungere Ramses al piano terra. Nella sala del trono lui stava parlando con alcuni sacerdoti. Nefertari invece si avvicinò, segiuta dalle ancelle, ad uno dei tavoli pieni di frutti esotici. Ne prese uno e fece colazione, permettendo anche alle ancelle di farla.

Anatolia Sud-Orientale, Tarhuntassa[*].
Davati alle mura della città si stavano radunando milioni di soldati. Più ore passavano e più il numero raddoppiava. Muwatalli rimaneva davanti a interi campi, sul suo cavallo, osservando i suoi generali mettere in fila l'esercito.
Un generale di alto rango si avvicinò a lui. -Mio signore, abbiamo stimato un totale di 30.000 soldati e 3.000 carri[**], molte trubù si sono unite a noi-.
-Ahahhaha! Perfetto, generale. Da a loro l'ultimo ordine! Si parte!-. Appena finito di parlare fece retro-front cominciando a marciare verso l'Egitto. In quel momento si avvicinò a lui un uomo, di carnagione olivastra come la sua, ma con capelli biondi e non troppo lunghi.-Mawatalli! Aspettami almeno!-. L'uomo lo affiancò. Era vestito come un re, anche se il re era Muwatalli.
-Oh.. Finalmente sei venuto! Sembri una femminuccia..Al solito fai tardi..Fratellino-. Muwatalli sorrise divertito.
-Scusami se non sono così anzioso di combattere..Tsk.-.
-Ma almeno sai dove stiamo andando, Hattusili[***]? Ahahhah!-.
-Tsk..Certo che lo so-. Il fratello smise di guardarlo, cominciando a guardare avanti. Dietro di loro, l'intera armata era in movimento. -Solo che..Non mi fido molto di quell'egiziano..-.

Egitto, capitale.
Ramses si era ritrovato molto occupato quel giorno. Così Nefertari se ne andò un po' in giro tra le mura del palazzo. Le mura costutuivano un enorme quadrato, aperto da una parte per permettere di entrarci. Il palazzo era esattamente nel centro, dietro di questo vi erano immensi giardini, pieni di piante che raramente si potevano trovare in Egitto. Invece ai lati dal palazzo si trovavano i templi delle divinità più importanti del panteon egitto, come Ra, Iside, Seth e altri.
Nel suo curioso cammino per i templi, Nefertiti, seguita dalle tre ancelle, fu colpita dalla vista di una donna. Questa era alta e formosa, ma rigida. I capelli lunghi ricadevano per tutta la lunhezza della sua schiena e sopra la testa aveva una maschera di testa di sciacallo. Era Shanti, colei che diede gli scettri a Ramses, ma Nefertari non l'aveva mai vista prima. Shanti le passò accanto, senza rivolgerle nemmeno un sorriso o un inchino. Nefertari cerchò di non farci caso e tornò a camminare. Le ancelle ogni pochino le spiegavano curiosità sugli dei, per poi sparlottare di bei ragazzi che gli passavano vicine.

Thia quel giorno se ne era andato, non dicendo nulla alla moglie. Questa quindi, se ne era andata a farsi un giro per la capitale con le sue ancelle. Dopo qualche ra se ne tornò a palazzo. Mentre stava rientrando, vide Nefertari e decise di correre da lei, sorridendo. Appena le arrivò davanti le prese le mani per stringerle. Lei la guardava sorpresa, quasi impaurita dal suo improvviso arrivo.
-Ahh! Nefertari! Finalmente ci parliamo!-. Cia era felicissima mentre le stringeva le mani.
-Ehm...Tu sei..?-.
-Mh? Ah già.. Io sono Cia, la sorella maggiore di Ramses!-. Dopo un po' la lasciò, ma continuò a guardarla adorante.
-Ah...Si.. Ho capito-. Nefertari sorrise.
-Ahahha.. Ho sentito del vostro matrimonio.. Quando vi sposate??-.
-Ah..Le nozze devono ancora essere decise..-.
-Beh, aspetterò. Sai, quando mi sono sposata io, neanche lo conoscevo Thia. Sì, sapevo la sua reputazione di ottimo oratore e scriba, ma non gli avevo mai parlato..-.
-Oh..Mi spiace..-.
Cia sorrise. -Non preoccuparti! Ora lo adoro..Mi è adata bene direi!-. Anche Nefertari sorrise alle sue parole.
-Ah.. Già. Ahhahaha..-.
-E' stato un piacere conoscerti! Vieni da me quando sei libera, mi farebbe molto piacere. Io ora ho da fare..-. Le si avvicinò all'orecchio e le sussurrò:-Voglio sistemare la mia camera e fare molti cambiamenti, quindi devo tenere d'occhio i miei servi-. Cia sorrise e dopo averla salutata un'ultima volta se ne andò.
-E' proprio..Una donna solare...-. Nefertari sorrise, ma poi guardò le ancelle. -C'è un campo per il tiro con l'arco?-.

 

*Tarhuntassa è la nuova capitale ittita che Muwatalli II in persona spostò a causa delle pressioni dei Kaskas (popolazione nomade stanziati nelle aree montuose del Ponto).

**Numero che danno fonti egizie.

***Muwatalli II nominò suo fratello minore, Hattusili III, governatore di Hattusa.

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Capitolo 5
*** Shanti e Mehi. ***


Passarono due giorni.
In questi giorni Ramses si era reso coto non solo che la sua futura moglie era bellissima, ma anche abilissima in guerra. Ogni giorno Nefertari andava al campo di tiro con l'arco e anche da distanze elevate, non sbagliava un colpo. Nefertari sapeva anche cavalcare a meraviglia, e quando si allenava a tiro con l'arco facendo correre il cavallo.. Era una cosa fantastica. Sembrava una dea. Ramses per un giorno intero la chiamò Iside[*].
Ora i due futuri sposi stavano chiacchieranodo sdraiati su degli sdrai, sotto l'ombra di alberi nel giardino reale.
-Ahahha.. Non finirò mai di ripeterlo.. Sei fantastica Nefertari!-.
Lei sorrise, felice e divertita.-Ah.. Grazie, Ramses..-.
Continuarono a parlare, Ramses sembrava non stancarsi mai di lei.

Thia era partito, da solo dall'alba. Non aveva detto nulla alla moglie che adesso era molto in pensiero per lui. Lui, a cavallo, si recò in un luogo di confine, molto lontano dalla Capitale.

Mehi, il giovane fratello del faraone era a letto, con la febbre alta. Stava molto male il piccolo, sudava e ansimava.
-Oh miei dei.. Devo prendere altre erbe!-. La medica uscì di corsa dalla stanza. Pochi secondi dopo, dal terrazzo della camera salì Shanti. La giovane era molto agile, ma anche ora indossava l'enorme maschera del dio Seth. Ella entrò e corse a chiudere la porta da dentro, in modo che nessuno potesse entrare, in seguito si avvicinò al principino agonizzante.
Lui aveva gli occhi chiusi, ma appena il dolce provumo di rosa fresca gli passò sulle narici aprì gli occhi, sorridendo alla persona che si trovava davanti. -Sapevo..Saresti venuta...-.
Lei si tolse la maschera, e mostrò al principino il suo bellissimo volto e i suoi bellissimi occhi zaffiro.-Mehi... Ancora..?-. Shanti poggiò la maschera su un angolo del letto per poi toccare la fronte del principino.-Per Seth! Ora è anche più alta!-. Prese un bicchiere e vi versò dell'acqua. Si tolse poi una collana, a questa era appeso un sacchettino. Lei versò un po' del contenuto del sacchettino nell'acqua per poi rimettersi la collana. Si vltò verso Mehi e piano gli alzò la testa e lo fece bere.-Ecco...Bravo...-.
Lui bevve. Una volta finito lei posò il bicchiere e gli rimboccò le coperte per poi sedersi sul letto accanto a lui e accarezzargli dolcemente i capelli.
-..Grazie.. Mia dolce Shanti..-. Lei sorrise dolcemente. Di norma, se qualcuno avesse osato chiamarla così lo avrebbe steso e torturato, eccezion fatta solo per il faraone. Ma con lui era diverso.. Solo lui poteva chiamarla in modi diversi, nessun'altro. Perchè.. Perchè come la chiamava lui non doveva chiamarla nessuno. ''Mia dolce Shanti'' era la sua frase preferita, che solo lui poteva dirle.
-Andrà tutto bene..Mehi..-. Lei sorrise, speranzosa.
Lui la guardò, sorridendo.-Se ci sei tu.. Allora si..-. Il sorriso di lei divenne ancora più dolce. Solo lui in tutti quegli anni l'aveva vista sorridere.

Muwatalli, durante il viaggio, aveva diviso il suo enorme esercito il fazioni sotto consiglio del fratello Hattusili.
Un uomo, egiziano li venne in contro, poco prima di attraversare il confine.
-Finalmente..Ci incontriamo, sovrani del regno Ittita-. Si tolse il cappuccio e si mostrò. Thia.
-Ha! Finalmente dovrei dirlo io!-. Urlò Muwatalli. Hattusili invece stava calmo, ma sull'attenti, osservando e ascoltando ogni parole dell'egiziano.
-Sapete già quali sono i miei piani.. Non ho bisogno di spiegarveli oltre-. Disse Thia.
-Tuttavia il faraone sarà presto a conoscenza del nostro esercito sui suoi confini. Consigli?-. Furono le uniche parole di Hattusili.
-Beh..Io avrei un piano.. Sempre se volete seguirlo-. Thia sorrise maligno.
-Avanti, parla!-. Disse infine Muwatalli.

Ramses era tornato nella sala del trono, per risolvere alcune questioni politiche. Nefertari invece era tornata a fare esercizio. Si stava allenando al corpo a corpo, al quale non era proprio molto brava, ma Shanti il giorno prima le aveva dato in insegnante di primo ordine, quindi ora si stavano esercitando nella piccola arena fuori da palazzo.

Muwatalli era assolutamente d'accordo con il piano dell'egiziano. Nulla di meglio che colpire nei punti deboli!
Hattusili invece aveva travestito alcuni uomini da egiziani e mandati nel villaggio vicino per controllare che nessuna spia andasse a riferire che l'esercito ittita era alle porte del regno Egizio.
Quando i cinque uomini tornarono andarono a fare rapporto a Hattusili, dicendo che avevano ucciso una spia e che per adesso sembrava tutto tranquillo.
-Quindi posso fidarmi?-. Thia sorrise, mentre stava parlando con Muwatalli.
-Questo dovremmo dirlo noi! Ma sono sicuro che entrambi faremo le nostre parti..-. Muwatalli sorride, divertito.
-Io sono stato via anche troppo. Presto, cinque dei tuoi uomini di carnagione più chiara con me!-.
Muwatalli chiamò cinque uomini di carnagione molto simile a quella egiziana.
-Perfetto. Allora, prima della battaglia mi raccomando di aspettare il ''pacco''-. Thia sorrise.
-Ma certo! Ma tu vedi di sbrigarti!-.
-Si-. Thia se ne andò al secondo villaggio dopo i confini, con i cinque uomini ittiti. A quel villaggio aveva lasciato il carro con gli uomini che lo servivano e che lo avevano accompagnato. Appena lo videro questi sorrisero, anziosi di tornare alla Capitale. Tuttavia videro i guerrieri ittiti.
-Mio signore..Ma loro non sono..-. Prima che potesse finire la frase uno dei guerrieri lo uccise a sangue freddo. Gli altri cercarono di scappare, ma tutti furono uccisi dai guerrieri.
-Perfetto.. Ora cambiatevi.-. I guerrieri si misero indosso i vestiti che avevano quelli che avevano ucciso, ma se questi erano sporchi di sangue allora usavano dei vestiti presi dal carro. Infine nascosero gli abiti e le armi nel carro. Poi salirono e uno stette alla guida. Un altro salì sopra il cavallo di Thia mentre questo se ne andò nel carro insieme agli altri tre guerrieri ormai vestiti da schiavi egiziani.
Si diressero alla Capitale.

La sera al piccolo Mehi si era abbassata la febbre. Lui si era addormentato, mentre Shanti non si era allontanata, continuando ad accarezzarlo dolcemente, mentre lo osservava, contando i battiti per vedere se erano regolari, ascoltando il suo respiro per vedere se anche quello era regolare e sentire se la febbre era scesa.
Mehi si svegliò, appena la vide sorrise.-Shanti..-. Lei li poggiò un dito sulla bocca, per dirgli che non doveva parlare.
-Shh... Non parlare, principino.. Riposate-. Lei sorrise e lui la guardò dolcemente. Lei li acarezzò i capelli e restarono così per un po'. Poi lei si alzò e si rimise la maschera.
-Devo andare e voi dovete dormire..-.
-Shanti.. Sono stato bravo? ..Ho..Ho fatto come dicevi..Ho preso la medicina e dormito..-.
Lei sorrise. -Si..Siete stato bravissimo..-.
-Allora.. Voglio il premio..-. Lui sorrise. Lei era sorpresa..per l'ennesima volta. Ma lo accontentò. Posò le sue labbra sulle sue e lo baciò, dolcemente, senza furia o altro. Poi si ritirò. -Dormite bene.. Mehi..-. Lei se ne andò, dopo aver tolto la chiusura da dentro alla porta, saltando giù dal terrazzo. Lui voleva sempre quel ''premio''..Tutto iniziò solo per farlo stare buono.. Ma col tempo lui lo richiedeva sempre.. E Shanti non riusciva a dirgli di no.


*E' la dea della maternità e della fertilità. Figlia di Nut e Geb, sorella di Nefti, Seth ed Osiride, di cui fu anche sposa e dal quale ebbe Horus(il ''faraone'' degli dei, il suo animale è il falco, infatti come nel 1° capitolo). Secondo il mito, raccontato nei Testi delle Piramidi, con l'aiuto della sorella Nefti recuperò e assemblò le parti del corpo di Osiride, riportandolo alla vita.

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Capitolo 6
*** La poesia d'amore eterno. ***


Ramses, da qualche giorno ormai, si era rinchiuso nell'enorme palazzo. Nefertari si stava preoccupando, non vedendolo più a giro, magari a combattere contro qualcunoper divertirsi, oppure con lei a fare dei giri, le sembrava strano. Insomma, com'era possibile? Ramses adorava stare con lei (e si vedeva, visto che come la vedeva gli occhi li brillavano).
Così, Nefertari decise di andare a dare un'occhiata: non lo trovò da nessuna parte, nè nella sala del trono, nè in camera sua, nè altrove.

-Ma cosa..?-. Si chiese Nefertari. Poi vide Shanti passare lì vicino così corse da lei.-Hey, Shanti! Shanti, hai mica visto il faraone?-.
-Si, è nella stanza di Mehi-. Shanti era fredda come suo solito.
-Ah, perfetto, grazie mille!-. Nefertari corse nella camera del fratello minore di Ramses, ma entrò piano piano, conoscendo da tempo le sue deboli condizioni. Vide Ramses che teneva la mano al fratello e gli stava dicendo qualcosa, purtroppo Nefertari non riusciva a capire perchè il faraone parlava troppo a voce bassa, ma vide chiaramente il suo sorriso bellissimo. Sicuramente li stava dicendo qualcosa di molto bello, ma anche lei voleva saperlo. Non voleva che il faraone le nascondesse le cose.. Insomma, si sarebbero sposati a breve!
Nefertari entrò piano. Mehi sussurrò al fratello che era arrivata, a quanto pare infatti Ramses non se ne era proprio accorto. Quando Ramses la vide, sorrise dolcemente.-Hey, Nefertari...-.
-Hey.. Che cosa vi state dicendo voi due?-.
-Niente di che, solo alcuni piani che ho, volevo sapere se gli piacevano-. Ramses tornò a guardare il fratellino. Mehi sorrise e annuì.
-Ahahha.. Ottimo allora!-. Sorrise e si alzò.-Buonanotte allora fratellino..-. Ramses gli baciò la fronte ppoi se ne andò, portando via Nefertari. Uscirono e chiusero la porta, poi Ramses camminò verso camera sua.
-Non vuoi dirmi di cosa si tratta?-. Disse Nefertiti.
-Mh? Cosa vuoi sapere?-. Ramses era ingenuo quando si parlava (o parlava) con lei, e il suo viso adesso lo dimostrava: sembrava un bambino.
-Di cosa stavi parlando con Mehi?-.
-Ah... Una sorpresa!-. Ramses sorrise e le andò davanti, strusciando il suo naso contro quello di Nefertari[*]. Poi le fece l'occhiolino e scappò in camera.
Nefertari, rassegnata, se ne tornò in camera sua.

Il giorno dopo Nefertari restò in camera, pensierosa. Perchè Ramses le teneva nascosto quello che stava facendo? In pochissimi gironi lei era venuta a sapere tante cose da Ramses, soprattutto su di lui. Quindi perchè..?
Ramses quel giorno decise di rimanere nella sala del trono, ma aveva un papiro in mano e la piuma di un uccello. Stava scrivendo qualcosa.
Dopo mezzogiorno, Ramses ancora non vedeva a giro Nefertari, così andò a cercarla in giardino, all'arena, infine in camera sua, e lì la trovò. Era sdraiata sotto le coperte di lino, forse dormiva. Ramses le si avvicinò piano e la guardò, sì, stava dormendo. Sembrava una dea, era bellissima. Il faraone si sedette sul letto e prese ad accarezzarle i capelli. Lei dormiva tranquilla, ma poco dopo si svegliò e lo guardò.
-Faraone...-.
-Nefertari, sai che devi chiamarmi Ramses..-. Lui sorrise dolcemente. Lei restò in silenzio e richiuse gli occhi.
-Che c'è? Stai male..?-. Ora il faraone era preoccupato. Che un male avesse preso la sua bella? Per Seth, no!
-No.. Sto bene..-. Rispose Nefertari.
-E allora perchè sei così giù?-. Ramses si sentiva già sollevato, ma ancora preoccupato.
Nefertari non rispose. Allora riprese parola Ramses:-E' perchè non ti ho detto quella cosa?-.
Lei annuì e lui si alzò.
-Ma è una sorpresa! Non posso dirtela!-.
Lei si alzò a sedere e lo guardò, contrariata. -Perchè no!? Mi hai sempre detto tutto!-.
Ramses restò qualche minuto in silenzio, forse sorpreso dalla ragazza. Poi sorrise e si accarezzò il copricapo. -Ma tu guarda che... Ahahahah E va bene, curiosona! Seguimi!-. Ramses sorrise e uscì dalla camera. Nefertari subito si alzò, già vestita, e lo seguì di corsa, impaziente. Camminarono fino alla sala del trono, mentre Ramses era alquanto divertito dal comportamento della ragazza.
Una volta nella sala, si diresse verso un tavolo, circondato da funzionari che stavano esaminando qualcosa. Quando questi videro il faraone si spostarono, permettando a lui e alla futura regina di vedere cosa c'era: un papiro molto grande con su disegnato il progetto di un enorme tempio.
Nefertari guardò il tutto e ne rimase a bocca aperta.
-Non volevo dirtelo fino a quando non te lo avrei mostrato.. Ma questo è il tempio che voglio dedicare a noi due! E tu.. Sarai dedicata insieme alla dea Hator, siete così simili..-. Ramses sorrise dolcemente, e quando Nefertari capì, e si riprese dal suo stato di sorpresa, lo abbracciò stretto, facendolo per sbaglio cadere a terra.
-Ah!-. Urlò Ramses divertito, più preoccupato che si facesse male lei che lui.
-Faraone!-. Urlarono i funzionari vicini, preoccupati per la sorte del faraone.
-No, no.. Tranquilli..-. Ramses li ammonì con un gesto della mano e questi si calmarono. Lui strinse l'adorata Nefertari.-Hey hey... Calma..-. Lui sorrise.
-Ohh! Ramses!! Ti adoro! Ti adoro!-. Urlò Nefertari stringendolo forte.

-Ahahahha.. E vorrei vedere.. Sono un dio!-. Ramses sorrise. Nefertari lo baciò, strusciando il suo naso a quello del faraone. Nefertari alla fine si alzò e cercò di non piangere dalla commozione. Ramses si alzò e la guardò.
-Sarà situato ad Abu Simbel e lì.. Vi sarà scritta una cosa che ti dedicherò e che persempre rimarrà impresso nella pietra! In modo che nessuno possa mai nascondere o distruggere l'amore che provo per te!-. Ramses sorrise, ma ancora stavolta Nefertari lo strinse in un caloroso abbraccio, ma stavolta non caderono.
-Oh, Ramses!-. Si baciarono ancora.
-Stasera verrò da te.. E ti leggerò la poesia migliore che potessi mai dedicarti..-. Lei annuì e si baciarono ancora.

La sera seguente Ramses si diresse nella camera di Neferati. Appena entrò, lei mandò via le ancelle e si sedette sul letto, invitando il faraone a fare lo stesso. Ramses si sedette.
-Perchè le hai mandate via?-. Nonostante la cosa, Ramses era divertito.
-Perchè solo io voglio sentira la prima volta questa poesia-. Il tono di Nefertari risultava alquanto orgoglioso, forse suberbo, ma Ramses capì che lei voleva davvero ascoltarla per prima, ma non per via del suo orgoglio. Così lesse, dal papiro che si era portato dietro, la poesia:

''Unica, amata senza rivali
la più bella del reame... ammirala
E' come la scintillante stella
all'inizio di un felice anno.

Risplende di perfezione
il suo corpo dorato
e gli occhi incantano
ad ogni sguardo.

Dolce è il discorso delle sue labbra
senza dire una parola inutile
il collo lungo e il seno luminoso
con i capelli di vero lapislazzuli.

Le sue braccia superano lo splendore dell'oro
e le sue dita son come calici di loto.
Languide sono le cosce
ed esile la sua vita.

Le sue gambe reggono la sua bellezza
camminando sui terreni con passo grazioso,
i loro movimenti catturano il mio cuore.

"Oh, mio buon vino... il mio dolce miele tua bocca...
Mi diletto con le tue parole
le tue labbra... i tuoi baci mi deliziano
Vieni, mia amata sorella" ''.
[**]


*Gli egiziani si ''baciavano'' toccandosi con i nasi.
**Nel tempio di Abu Simbel è presente la poesia che Ramses II scrisse all'amata moglie e regina Nefertari. Purtroppo è difficilmente reperibile. Quella qui riportata è una traduzione da un'altra traduzione in spagnolo; quindi è possibile che ci sia qualche imprecisione. Tuttavia rimane la bellezza e la delicatezza dei versi scritti dal faraone.

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