Strange Family

di Gojyina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I parte ***
Capitolo 2: *** II parte ***
Capitolo 3: *** III parte ***
Capitolo 4: *** IV parte ***
Capitolo 5: *** V parte ***
Capitolo 6: *** VI parte ***
Capitolo 7: *** VII parte ***
Capitolo 8: *** VIII parte ***
Capitolo 9: *** IX parte ***
Capitolo 10: *** X parte ***
Capitolo 11: *** XI parte ***



Capitolo 1
*** I parte ***


SF1

AUTORE: Gojyina-chan

DISCLAMER: I personaggi sono di T. Inoue. Alcuni, invece, li ho inventati io, ma non temete: la differenza, balza immediatamente agli occhi! -////-'

NOTE: È la prima FF che scrivo a distanza di anni...devo dire che è stato più difficile ricominciare a farlo, piuttosto che scrivere per la prima volta ç___ç

Secondo me, balzella un po' troppo in alcuni punti, ma, dato il numero dei personaggi, per riuscire a realizzare 'un' opera corale', diciamo così, non sono riuscita a fare diversamente.

SORRY!

Dedicata a tutti coloro che hanno amato la nonnina-hentai.

Questa allucinata/allucinante FF, l'ho scritta solo per voi!

^______________^




STRANGE FAMILY




"Hanno chiuso il cantiere?! E adesso che farai?"

La voce tesa di Mito, lo riscosse dallo stato catatonico in cui era sprofondato la sera precedente, appena ricevuta la nefasta notizia.

"Non lo so…Troverò qualcos’altro!" sbuffò Hanamichi, passandosi una mano tra i capelli.

"Certo, ma…E’ difficile trovare un lavoro serale a buon prezzo e…"

"Non importa! – lo interruppe stancamente – Se necessario, lascerò il basket, così avrò una scelta più ampia!"

"Ma…Hana…"

"Yo! Devo pensare ad Hikaru! Domani sarà il suo primo giorno allo Shohoku e la retta è più costosa di quella delle Medie!"

"Hana, per qualunque cosa… Lo sai, vero?" gli chiese il suo migliore amico, dandogli una spallata.

"Non temere! Il Tensai ha sempre una soluzione!" sorrise il ragazzo, fingendo una tranquillità che era ben lungi dal provare…




Kaede Rukawa, asso dello Shohoku, campione di basket e ragazzo bello e tenebroso, era ufficialmente morto.

A dare la triste notizia, una famiglia psicolabile e due animali domestici schizofrenici.

Addio bici, addio pace, addio allenamenti tranquilli.

I suoi due fratelli, Kurumi e Kazuya, iniziavano il Liceo.


"Cocco, sei pronto? Non voglio far tardi il nostro primo giorno di scuola!" trillò la sorellina, guardandolo storto, mentre trascinava il suo gemello fuori di casa.

"Fratellone, andiamo prima che mi spezzi un braccio!" si lamentò Kazuya, intento ad allacciarsi una scarpa, saltellando su un piede solo.

"Hn"

I tre fratelli, si avviarono a scuola, camminando a passo spedito.




"Hana! Siamo qui!"

Il braccio di Noma attirò l’attenzione del numero dieci.

Passando in mezzo a quell'oceano umano di studenti accalcati nel cortile, raggiunse il Guntai, sottobraccio ad una bella ragazza dai lunghi boccoli rossastri e due splendidi occhioni scuri.


"Letto già il tabellone?" chiese Sakuragi, passando un braccio sulle spalle della rossina.

"Siamo ancora insieme!" annunciò Takamiya, sorridendo a trentadue denti.

"Fantastico! – esclamò Hanamichi – Hiki, andiamo a vedere in che sezione sei!" mormorò alla giovane.

Il Guntai, si fece largo tra la folla, permettendo ai due di raggiungere i tabelloni con facilità.

“Piccola, sei nella sezione F, al secondo piano e…”

Le parole gli morirono in gola quando, leggendo i vari nomi elencati in ordine alfabetico, notò due cognomi odiosamente familiari.


Kazuya e Kurumi…RUKAWA?!


Rimase lì impalato, occhi e bocca spalancati, completamente attonito.

Non bastava un volpino, adesso ce n’erano addirittura TRE!!!

"AAAAAHHHHHH!!! E’ RUKAWAAAA!!!!"


L’urlo isterico di alcune studentesse annunciò l’arrivo del suo acerrimo nemico.

Voltandosi al rallentatore, vide la folla di studenti separarsi in due, permettendo il passaggio dell’asso dello Shohoku, freddo ed impassibile come sempre.


Non era da solo.


Accanto a lui, c’era un ragazzo, di dieci centimetri più basso ed una giovane, dai lunghi capelli lisci e neri.

Entrambi avevano la pelle candida e gli occhi azzurri.




Kaede lo notò subito.

Era inevitabile, data l’assurdità di quella capigliatura.

Con sommo stupore vide Sakuragi abbracciato ad una ragazzina…

Osservandola meglio, si rese immediatamente conto dell’incredibile somiglianza tra i due.

E così anche il Do’hao aveva una sorella, eh?

Ad occhio e croce, però, sembrava più tranquilla della sua.

"Siamo nella F!" disse Kurumi, felice di essere insieme al suo gemello.

Il Kitsune lesse il nome sotto quello dei suoi fratelli.

Hikaru Sakuragi.

Ci aveva visto giusto, come sempre.


"Sei anche tu nella F?" chiese Kurumi, alla rossina.

"Sì – intervenne Hanamichi, evitando di guardare il compagno di squadra – Lei si chiama Hikaru ed io sono suo fratello Hanamichi Sakuragi!" si presentò, con un leggero inchino.


"Ciao. Io sono Kurumi Rukawa e questi sono i miei due fratelli Kaede e Kazuya! Saluta!" la giovane tirò una gomitata sul fianco del suo gemello, mezzo imbambolato.

" ’ao…" mormorò il ragazzo, con la faccia rosso fuoco.

Hikaru, si limitò ad un cenno del capo.


"Mia sorella non riesce a parlare…" spiegò Hanamichi, stringendola più forte a sé.

"Mi spiace! Beh, io parlo per tre, ci troveremo bene insieme! – sentenziò Kurumi, prendendo la rossina sotto braccio – Andiamo a cercare la nostra aula, ti va?" le propose la moretta.


"Hikaru, vuoi che venga con te?" chiese Hanamichi, guardando sua sorella negli occhi.

La ragazza gli sorrise scuotendo la testa. Lo salutò con la mano e si allontanò con la sua nuova amica.


"Kazuya, sbrigati!!!" tuonò la volpina, quando si rese conto che il gemello era rimasto impalato come uno stoccafisso.

A Kaede non sfuggì l’espressione stralunata del fratellino.

Viso arrossato, pupille dilatate, sguardo beota…

Kazuya era rimasto folgorato dalla bella rossina.


KAMI SAMA!

Si prospettava un anno lungo e difficile!

La convinzione del Kitsune, si rafforzò, quando lesse i nomi dei suoi nuovi compagni di classe…

Con uno sbuffo insofferente, si diresse nella sua nuova aula.




"Ciao, Hana! - lo salutò Haruko, sorridendo felice – Che bello! Quest’anno siamo tutti insieme!" arrossì, estasiata.

"Tutti….CHI?!" chiese Hanamichi, osservando i suoi quattro amici, o presunti tali, che avevano iniziato a fischiettare, guardando dappertutto fuorché lui.

"Tutti! – ripeté la Akagi – Io, tu, il Guntai e…RUKAWA!!!" annunciò, arrossendo nuovamente.

"CHE…CHI…COSA?!" balbettò il rosso, voltandosi a leggere il tabellone del secondo anno.

Sezione G…

Akagi, Mito, Noma, Osuku, RUKAWA, SAKURAGI e Takamiya?!

"E-Ehm…Pensa positivo, Hana!" gli suggerì il suo ex migliore amico.

"Ah, sì? – sbraitò Sakuragi – Mi spieghi come?!"

"Mi verrà qualcosa in mente!" promise Yohei, sopprimendo le risate, giusto per evitare di iniziare il secondo anno con una sonora testata.




Hanamichi, finse di seguire le lezioni.

Ad essere sinceri, era troppo occupato a pensare a come sbarcare il lunario che a preoccuparsi di punzecchiare il Kitsune, addirittura seduto – o meglio, sdraiato – sul banco accanto al suo, che dormiva beatamente.


Attese con impazienza la pausa pranzo, trattenendo l’impulso di prendere a testate i suoi quattro ex amici, che non mancavano di ghignare come iene, guardando i due rivali inseparabili, divenuti addirittura compagni di classe.


"Ehi, Giuda? Vai a prendere Hikaru e aspettami sulla terrazza!" brontolò il rossino, ancora corrucciato.

"Ok, capo! – gli sorrise Mito – Tu dove stai andando?"

"A vedere se in bacheca ci sono degli annunci di lavoro…Potrei anche fare due o tre part-time…." rispose Sakuragi, allontanandosi in fretta.

Sapeva cosa stava per replicare Yohei, ma lui doveva occuparsi di sua sorella.

Lei veniva prima di qualsiasi cosa, basket compreso!




Sulla terrazza, durante la pausa, il Guntai al completo osservava divertito Hikaru e i suoi nuovi amici, poco distanti da loro, mentre una sagoma conosciuta ronfava placidamente in un angolo.


"Scommetto cinquanta yen che Hana prenderà tutti a testate entro la fine della settimana!" disse Noma, lisciandosi i baffetti.

"Non lo farebbe mai davanti a lei! Cento yen che implode!" propose Osuku.

"Secondo me, picchierà noi!" si preoccupò Takamiya.


Mito, in silenzio, osservò la piccola Hikaru sorridere a qualche battuta della sorella di Rukawa.

Kazuya, invece, rimaneva in silenzio, guardando di sottecchi la giovane Sakuragi…

Sorrise tra sé.

Al suo migliore amico, sarebbe esplosa la bile!




Hanamichi scorse velocemente tutti i vari fogli e foglietti attaccati sul grande pezzo di compensato.

La maggior parte erano annunci di ex studenti, ormai universitari, disposti a dare ripetizioni.


KUSO!


Disperato, fece per andarsene, quando notò in un angolino un pezzo di carta violetto tutto spiegazzato e scolorito.


Erano due offerte di lavoro, allo stesso indirizzo…


Cercasi tutto fare per lavori domestici – dalla cucina al giardinaggio- buon prezzo, anche part-time ’


Poteva andare…Era una zona molto signorile, villette vicino al mare e…


Sussultò, leggendo il secondo annuncio.


Cercasi Musa Ispiratrice ragazza/o, viso particolare, bel fisico, orario flessibile’


Musa…CHE?!

Mah!!!

Hanamichi optò per il primo, senza alcun dubbio!

Trascrisse l’indirizzo su un foglio e si ripromise di passare quel pomeriggio stesso.

Pregò Kami che nessuno avesse risposto all’annuncio e raggiunse i suoi amici sulla terrazza.




KUSO!

Possibile che tra tutti gli studenti della scuola, sua sorella avesse fatto amicizia proprio con i due little-volpini?!

Quella si chiamava sfiga nera.

Hikaru lo salutò con la mano, facendogli segno di avvicinarsi.


"Come sta andando? Ti trovi bene? Se c’è qualcuno che ti infastidisce, dimmelo che lo pesto!" le disse Hanamichi, sedendosi accanto a lei.


A gesti, Hikaru lo tranquillizzò.

Stava bene, con i due Rukawa si sentiva a suo agio e molti suoi compagni attuali erano gli stessi dell’anno precedente.


Maledizione! Kurumi stava diventando la sua migliore amica.


Il rosso nascose il proprio disappunto, per il bene di sua sorella.

Era da tanto che non la vedeva così serena…


Maledizione!




Con uno sbadiglio, il Kitsune uscì dal suo letargo.

Stiracchiandosi pigramente, si voltò appena al suono della voce del rosso.

Stava parlando con la sorellina…Non avrebbe mai immaginato che fosse così protettivo.


D'altronde, prima di quella mattina, non sapeva nemmeno che avesse una sorella...


Hikaru gesticolò qualcosa che tranquillizzò il ragazzo, permettendo alle sue labbra carnose di distendersi in un sorriso che non gli aveva mai visto…

Dolce, affettuoso….gentile.


Quello, era un sorriso speciale e specifico…

Un sorriso unicamente per lei…


"Piccola, oggi pomeriggio ho una cosa importante da fare…Torni a casa con Yo, ok? Ti raggiungo il prima possibile, ma tu devi andare da lui, va bene?" ancora apprensione in quella voce che aveva sempre sentito strafottente o sguaiata…


Anche quello, era solo per Hikaru…

Una voce unicamente per lei…


La rossina, annuì, ricambiando il sorriso e, di nuovo, il Do’hao si tranquillizzò.


Kaede si tirò a sedere, stropicciandosi gli occhi.


"OOOHHH! Il fratellone si è destato dal letargo!" rise Kurumi, guardandolo in tralice.

"Ben svegliato, ti ricordi di noi?" lo sfotté Kazuya, ghignando come la sua perfida gemella.

Sarebbe stato un anno lungo e tormentoso.

Un anno molto, molto lungo.




Arrivato in palestra, fu accolto da Ayako, che lo salutò festante.

"Eccolo qui, il nostro bell’addormentato! Mi stavo preoccupando, sai?"

"Hn"

"Ho saputo che anche i gemelli hanno iniziato il liceo! Come si trovano qui?"

"Hn"

"Lo immaginavo! – annuì, ironicamente – Ascolta, dovresti compilarmi i nuovi moduli di iscrizione al club. Tieni!" gli disse la manager, porgendogli un foglio prestampato.

"Hn"

"È bello rivederti, sai?" rise ancora la giovane, seguita a ruota dal Mister, che, seduto sulla panchina, non aveva perso una battuta.


In quel momento, entrò Sakuragi, un po’ trafelato.


"Ehi, ciao Hana! - esclamò Ayako, spolverando il suo ventaglio – Pronto per un altro anno?" scherzò lei.


"Hm – borbottò il rosso, salutandola con un cenno del capo ed avvicinandosi al Mister – Nonno, ti dovrei parlare un attimo!"


I due si diressero negli spogliatoi, mentre la Sempai si affiancò all’asso della squadra mormorando un flebile “ Rukawa, sei contagioso!"




Hanamichi rilesse l’indirizzo per l’ennesima volta, e si guardò attorno, sbigottito.

Doveva esserci stato un errore, non poteva essere …quella!

Di fronte a sé, si ergeva la villa più grande che avesse mai visto in vita sua.

Gigantesca!

Tre piani, più mansarda, un giardino immenso e un piccolo edificio sul retro…

Era in perfetto stile occidentale, gli mancava solo la mega piscina…

Quella era l’abitazione di un divo di Hollywood o roba simile!

Ricontrollò l’indirizzo che aveva preso a scuola.


KUSO!


Era stato di sicuro uno scherzo. E…adesso?


"Scusa, giovanotto, cerchi qualcuno?" chiese una voce maschile, da dietro il cancello in ferro battuto.


Hanamichi si trovò faccia a faccia con un uomo sulla cinquantina, pelle chiara, capelli neri con alcuni ciuffi bianchi sopra le orecchie e due occhi piccoli e scuri.


"Avevo letto un annuncio ma…devo essermi sbagliato…" mormorò il ragazzo.

"FINALMENTE HA RISPOSTO QUALCUNO!!! – trillò l’uomo, battendo le mani – Nessuno lo ha mai fatto!" si imbronciò, aprendogli velocemente per farlo entrare.


Fu in quel momento, che Hanamichi notò il porta carta igienica che il tipo teneva sulla testa, a mo’ di cappello.


"Ti piace? E’ la mia nuova invenzione! Si chiama ‘Raffreddore tu, non mi fermi più!’ – annunciò il moro, afferrando un lembo di carta igienica, facendo finta di soffiarsi il naso – Addio pacchetti di fazzoletti in tasche e borsette! Li avremo sempre in testa, così sarà più facile e veloce, no?" sorrise l’ uomo.


Sakuragi, iniziò a capire perché nessuno rispondesse mai ai suoi annunci.


"Mi chiamo Kyo Ruky e questa è la mia casetta. Entra, accomodati!" si presentò, spostandosi di lato, per farlo entrare.


Il rosso varcò la soglia, guardandosi attorno a bocca aperta.


Anche l’arredamento, era in stile occidentale. Elegante, ma confortevole. Mobili in mogano, divani e sofà color panna, pavimenti in marmo rosa e tappeti orientali, finemente lavorati.


Un bel salotto, un paio di gradini e poi un immenso soggiorno con la TV al plasma più grande che Hanamichi avesse mai visto in vita sua.

Sulla destra, iniziava una scalinata che portava ai piani superiori, mentre, di fronte a sé, vi era la porta scorrevole, leggermente aperta, che conduceva in cucina.


Un miagolio acuto lo fece trasalire.


Voltandosi di scatto, riuscì a schivare una palla di pelo rossiccia che, acquattata su un alto mobile, gli si era lanciata addosso a velocità pazzesca.


"Lui è Kato, il nostro gatto!" gli spiegò Kyo, facendolo accomodare in salotto.

"Il…gatto…?!" ripeté Hanamichi, guardando l’animale soffiargli contro, emettendo una specie di pernacchia, prima di andarsene via con la coda tra le gambe.

"Sai, si è offeso perché hai bloccato facilmente il suo attacco. E’ molto permaloso!" disse il padrone di casa.

"A…Attacco?"

"Già. Si apposta e tende agguati. Come Kato, il cameriere dell’ispettore Clusoe, quello della Pantera Rosa, hai presente? E’ per questo che gli abbiamo dato lo stesso nome!” rise il tizio, con la carta igienica in testa.


"Abbiamo anche un cane. Ti piacciono gli animali, vero?" chiese il signor Ruky, guardandolo implorante.

"S...Sì, signore. Non ho problemi con..." si interruppe, notando un cucciolo completamente nero, peloso e con il musetto a punta, strisciare su due zampe lungo la parete della sala.

Il batuffolo, annusando un odore estraneo, si voltò verso di lui tirando fuori la linguetta, muovendola rapidamente.

"Ah! Ecco Kuro! - annunciò l'uomo - Kuro! Saluta Hana-chan!"

"Mi...scusi...Cosa sta facendo attaccato al muro?!" chiese il ragazzo, allibito.

"Il geco!"

"Il......CHE?!"

"Non sa di essere un cane, allora capita che veda un animale o in TV o in giardino e lo imiti!Quando fa la tartaruga, è davvero uno spasso!" gli spiegò, come se fosse la cosa più normale del mondo.


KAMI SAMA!

Quello doveva essere un Centro di Igiene Mentale.


"Caro, stai di nuovo parlando da solo?" chiese una voce femminile alle sue spalle.

Una splendida donna, dai lunghi capelli neri come la notte, con indosso un abito bianco con gli orli in pizzo, guardava con un certo disappunto Mister-Raffreddore.

Appena notò il rossino, sorrise, spalancando gli enormi occhioni azzurri.


"TU! SEI TU IL MODELLO? OH, KAMI! SEI PIU’ DI QUANTO AVESSI MAI OSATO SPERARE…Mmm…In effetti…Non mi aspettavo che qualcuno rispondesse all’annuncio…" borbottò corrucciandosi.


"No, Signora! Sono qui per il lavoro manuale! Io non faccio il muso espiatore…mulo spione…Insomma, quella cosa lì! E’ il primo annuncio, che mi interessa!" precisò il giovane, pregando Kami che non stesse per commettere la più grande cretinata di tutta la sua giovane vita!

"Possiamo prendere sempre due piccioni con una fava!" rise la donna, scrutando Hanamichi da vicino.


"Chi ha parlato di ‘fave’?" chiese una vocina, dalla cima delle scale.

Un'arzilla vecchietta, alta circa un metro e 'ho tanta voglia di crescere', con due occhietti color ghiaccio, si avvicinò al nuovo ospite appoggiandosi ad uno strano bastone in legno, con la testa in argento, raffigurante un leone.

"Sei l'unico che ha avuto il coraggio di... 'venire' qui! - sorrise, beffarda - Spero che... rimarrai!"

"Ah.....sì?"

Ma Hanamichi, non ne era più tanto sicuro.




Il primo allenamento del nuovo anno scolastico si era appena concluso.

Kaede entrò negli spogliatoi, sbuffando.

Le nuove matricole, sembravano discrete, ma...

"Che cavolo di fine ha fatto Sakuragi?! - tuonò il neo capitano Miyagi, sbattendo l'anta del proprio armadietto - Saltare il primo allenamento! Che testa di...!!!"

"Secondo me se lo è scordato!" commentò Mitsui, dello stesso umore dell'amico.

"Domani mi sente! Gli farò rimpiangere i pugni del goril...cioè...di Akagi!!!" si corresse Ryota, uscendo dalla stanza.


Kaede, sbuffò contrariato.

Il Do'hao, era sempre il Do'hao!


"CHE COSAAAA???!!!"

Il potente urlo di Miyagi, fece trasalire tutti i presenti.

Hisashi corse fuori, trovandosi di fronte il capitano cianotico, le due manager addolorate ed il Mister contrito.

Fu quest'ultimo a parlare.

"Temo che Sakuragi non possa essere dei nostri quest'anno..."




"Allora, non hai trovato niente, vero?" gli domandò Mito, interpretando male la faccia sconvolta dell'amico.

"Un lavoro c'è...ma è strano!" mormorò Hanamichi, pallido come un cencio.

"Dimmi!" lo incitò il moretto, sedendosi sul divano di casa Sakuragi.

"Come...non saprei definirlo...diciamo 'tutto-fare' per una famiglia molto ricca ma... stravagante, per usare un eufemismo!"

"Tutti i ricchi sono eccentrici! Continua!"

"Dunque, dovrei cucinare, occuparmi del giardino e... fare da modello per i quadri della signora..."

"Sembra interessante! Ti pagano bene?" volle sapere Yohei, conoscendo la disastrosa situazione economica del rosso.

"Caspita! Un bel po' di soldi...Mi hanno anche detto di trasferirmi nella loro dependance...Abitano troppo lontano da qui per fare avanti e indietro...E poi, è vicino scuola..."

"Ma... Hikaru?" chiese l'amico, aggrottandosi.

"Ho spiegato loro che i miei sono via per lavoro e ho una sorella. Hanno detto 'Più siamo e più si fa baldoria'.... Ma non sono certo di volerla portare in quel manicomio..." borbottò Sakuragi, ripensando ai titoli dei libri Hentai che scriveva la...'cara nonnina'.


'Se non si palpa, è superfluo', 'Uno, nessuno, meglio in centomila', 'Genital Hospital', dal quale avevano pure tratto un film.

Non si era ancora ripreso da 'Meglio un uomo, oggi, che un' orgia domani' ...


Capiva perfettamente perché nessuno avesse risposto ai loro annunci di lavoro.

ERANO COMPLETAMENTE MATTI!!!


"Hana, nelle tue condizioni, non ti puoi permettere di scegliere! - gli ricordò Mito - Quindi, se cucini loro il pranzo alla mattina e sistemi il giardino e prepari la cena nel tardo pomeriggio...Riusciresti a giocare a basket!" esclamò, sinceramente felice per lui.


"Forse...non saprei. Domani pomeriggio torno lì...Mi devono far conoscere i figli. Da quel che ho capito, due hanno diciotto e diciassette anni, altri due ne hanno sedici ed il più piccolo ha otto anni. Oggi non li ho visti. Erano ancora a scuola." gli spiegò Sakuragi.

"Accidenti! Sono tantissimi!"disse Yohei, strabuzzando gli occhi.


"Già! Il più grande è il figlio dell'inventore pazzoide e della prima moglie. Ha il cognome di lei. La signora, partirà tra poco per ragioni di lavoro e il ragazzo si trasferirà da loro..."

"Hana, mi sembra un buon posto... Accetterai, vero?" gli chiese Mito, corrucciandosi.

"Lo hai detto tu...Nelle mie attuali condizioni, non posso scegliere!" sbuffò il rossino, oramai rassegnato.




Kaede era di pessimo umore, tanto che persino i gemelli evitarono di punzecchiarlo per tutto il tragitto da scuola a casa, preferendo rimanere nel più assoluto silenzio.

Varcata la soglia del cancello furono accolti dai genitori e dalla nonna.

Le loro facce festanti acuirono il malumore del volpino.


"Abbiamo trovato un aiutante! - annunciò il padre - Comincerà tra un paio di giorni!Andrà a stare nella dependance, perciò, dovete darmi una mano a sistemarla, ok?"

"Hn" ringhiò il Kitsune, passandosi una mano sugli occhi.


Data la totale mancanza di arti culinarie della madre e l'assenza di pollice verde del papà, i suoi erano andati alla disperata ricerca di cuochi e giardinieri.

Dopo il rifiuto di seri professionisti, avevano pensato bene di rivolgersi a dei giovani e baldi studenti. Era quasi un anno che Kaede stesso, aveva appeso quel volantino nella bacheca della scuola, omettendo il cognome, per evitare che le sue fans, non solo conoscessero il suo indirizzo, ma si proponessero come cameriere.... Quelle matte sarebbero state disposte a tutto, pur di stargli vicino.

All'inizio qualche studente si era anche presentato... fuggendo poi a gambe levate, terrorizzato dal loro gatto o dalle avance della nonna.

In breve tempo, più nessuno si era fatto vivo... Fino a quel pomeriggio, almeno.


"Ha un viso molto interessante! Ho già l'ispirazione per un quadro!!!" esultò sua madre, Katy.

"E il suo culetto è sodo-sodo!" sospirò Kikyo-san.

"NONNA!!!" tuonarono i tre nipoti in coro.

Il tizio, doveva essere COMPLETAMENTE pazzo, per aver accettato un lavoro per loro.




Il giorno seguente, arrivati a scuola, Rukawa vide Miyagi e Ayako, puntare dritti-dritti, verso il rossino circondato dal suo Guntai.

Dalle loro facce scure, intuì che sarebbe stato uno scontro bellico di immani proporzioni.

Sospirando tra sé, avvertì la mancanza di Kogure...Senza il suo ruolo di pacere, lo Shohoku si sarebbe fatto a pezzi prima dell'inizio dei Campionati Invernali.


Stranamente, si trovò indeciso sul da farsi.

Non voleva mostrare troppo interesse nei confronti del Do'hao...


Per una volta, fu 'salvato' da Kurumi, che si avvicinò al gruppetto di persone per salutare la sua nuova amica...

Ottima scusa per andare anche lui senza destar scalpore.

Non avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, l'importanza del rosso per la squadra!


"Pezzo di somaro! - sentì sbraitare il capitano - Che cavolo stai combinando?!"

"Hiki, piccola...Vai in classe o farai tardi!" si limitò a dire Hanamichi, sospingendo la sorellina verso l'entrata dell'edificio.

"Andiamo, dai!" esclamò Kurumi, prendendo la ragazza sotto braccio, allontanandosi insieme seguite dal gemello.

"Allora?" continuò Ryota, incrociando le braccia al petto.

"Ho...dei problemi...di famiglia... se... se riesco a risolverli, forse...potrò iscrivermi...non ne sono ancora sicuro..." mormorò Sakuragi, evitando di guardarli in faccia.

Di fronte al suo sguardo mesto, l'ira dei due ragazzi, evaporò velocemente.


"Hana...adesso che Akagi non c'è più... l'area sotto canestro è sguarnita... Cerca di tornare!" si limitò a dire Ayako, tirandogli una sonora pacca sulla spalla.

Alla faccia del sesso debole!


"Ahi! Aya-chan, mi vuoi far sputare un polmone?!" sbraitò il rosso, tornando il solito...

"Do'hao" sbuffò Kaede, alzando gli occhi al cielo.

"Baka Kitsune! Appena torno, vedrai che ti combino! Senza il Tensai, vi sentite soli e abbandonati, vero!" rise Sakuragi, portandosi le mani sui fianchi.

“Hn.”


Certe cose, non cambiavano proprio mai!




Finiti gli allenamenti, Rukawa tornò a casa insieme ai due fratelli.

Quel giorno avrebbero incontrato il tutto fare...

Il volpino pregò Kami che non fosse un suo tifoso, o addio pace!


"Spero che sia carino! - disse sua sorella - A scuola ce ne sono un paio veramente belli!Magari è quello del terzo anno, della B... Quello sì che è figo!"

"Basta che sappia far da mangiare!Sono stufo di cibi precotti!" commentò Kazuya, sbuffando.

"Hn"

"Cocco? Quel ragazzo con i capelli rossi...E' bravo a basket?" gli chiese Kurumi, ad un tratto.

"Hn" Non aveva voglia di parlare del Do'hao.

Non dopo aver appurato di persona che gli allenamenti senza di lui, erano di una noia mortale!

"Sei veramente una mummia!" sbottò la ragazza, stizzita.

A passo spedito, tornarono a casa, in silenzio.




"Tra poco i ragazzi saranno qui! - trillo Katy - Sai, sono impegnati nelle attività dei Club! - spiegò la donna, pulendo i pennelli nell'acqua raggia - Tu non ne fai?"

"Io... giocavo a basket, ma... quest'anno non mi sono ancora iscritto" disse Hanamichi, intento a schivare l'attacco di Kato, sbucato da sotto il divano.


Si vergognava da morire a farsi vedere conciato in quel modo dalla prole della signora. Ma se i figli avevano lo stesso tasso di follia dei genitori, allora non avrebbero badato ai suoi pantaloni di pelle neri e alla maglietta trasparente del medesimo colore, che Katy gli aveva fatto indossare.


Vane, erano state le sue proteste.

Era due ore che il rossino le stava facendo da modello in soggiorno... Sigh!

"A... basket?!" chiese Kikyo-san, socchiudendo gli occhi.

"E-ehm...Sì, ma se questo toglie tempo al giardino, lascerò tutto!" aggiunse subito, per evitare di perdere il lavoro.


"Bellezza, per mantenere il tuo bel sederino sodo e snello, devi fare attività fisica! - borbottò la nonnina - A meno che non ne vuoi fare una, insieme a me, che non è propriamente... uno sport!" sorrise maliziosamente.


"Basket!........E' meglio!" rispose subito il rosso, staccando a fatica il gatto dalla gamba.

Che bestiola insistente!


"Anche mio figlio gioca a basket!È un segno del destino!" canticchiò la signora, tornando a dipingere.

"Ma...Dove, scusi?" domandò allibito. Non conosceva nessuno che si chiamasse Ruky di cognome...A meno che, non fosse una matricola, in quel caso...


La porta dell'ingresso si aprì e Sakuragi desiderò sprofondare sotto tre metri di terra.

Di fronte a sé, a pochi passi, c' era... RUKAWA!

Nei suoi occhi azzurri, lesse il suo stesso stupore.




Il... Do'hao?!

Ok: era abbastanza folle da gareggiare con il suo parentado.

Dalla sua espressione, capì che non si aspettava di vederlo...

Suo padre, Kyosuke Rukawa, doveva essersi presentato con il suo... nome d' arte.


Kami Sama! Sobbalzò, notando il suo vestiario.

Come cavolo lo aveva conciato, sua madre!?


"Tu...sei...Hanamichi...?!" mormorò Kurumi, sorridendo sorniona.

Kaede poté sentire distintamente il registratore di cassa, impiantato nel cervellino della sorella, entrare in movimento.

Dlin - Dlin - Dlin - Dlin!

In perfetto stile Slot-machine, le iridi della ragazza iniziarono a girare vorticosamente, per poi fermarsi sul medesimo simbolo.


LO YEN!


Il Do'hao era nei guai.

Grossi, guai!



-FINE PRIMA PARTE-

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Capitolo 2
*** II parte ***


SF2

AUTORE: Gojyina-chan

SERIE: Slam Dunk

RATING:COMMEDIA (credo)

DISCLAMER: I personaggi sono di T. Inoue. Alcuni, invece, li ho inventati io, ma non temete: la differenza, balza immediatamente agli occhi! -////-'

NOTE: È la prima FF che scrivo a distanza di anni...devo dire che è stato più difficile ricominciare a farlo, piuttosto che scrivere per la prima volta ç___ç

Dedicata a tutti coloro che hanno amato la nonnina-hentai e a Lucy, sperando di non deludere le sue aspettative....(La parte più... *ç*, arriverà nel prossimo capitolo! ^ç^)

Questa allucinata/allucinante FF, l' ho scritta solo per voi!




STRANGE FAMILY 2



"Ciao! Vi presento Hana-chan!" disse Katy, staccandosi dalla tela per un istante.

"Lo conosciamo, mamma. E' il fratello della mia amica Hikaru!- la interruppe Kurumi - A proposito, lei dov'è?" chiese al rossino.

"Non le ho ancora parlato di questo lavoro...Glielo dirò stasera!" mormorò Hanamichi, guardando per terra.

Sembrava...preoccupato.

Probabilmente, si vergognava di essersi fatto beccare proprio da lui, conciato in quel modo...

Come dargli torto!

Però...stava bene, vestito così!

Rukawa trasalì, a quel pensiero assurdo.

Borbottando qualcosa di umanamente incomprensibile, salì in camera sua.

Era il Do'hao!

Vestito in modo incredibilmente sexy, ma era pur sempre il Do'hao!


“È LA FAMIGLIA DI RUKAWA?!" tuonò Mito, prima di scoppiare in una fragorosa risata.

"Bell'amico che sei! - ringhiò Hanamichi, guardandolo storto - Invece che sfottere, aiutami a fare uscire Hikaru dal bagno! S'è chiusa dentro, appena ha saputo che cambiavamo casa!"

"Oh! Perdonami! - disse l'amico, tornando di colpo serio - Aspetta, provo a parlarle io!"

"Piccola, vieni fuori di lì, è arrivato Yo!" disse il ragazzo, non sortendo alcun effetto.

"Hiki, verrò a trovarti tutti i giorni e poi, ci vedremo a scuola! La casa è bellissima, sai? È quella di Kurumi!Te l' ha detto, Hana, vero?" insistette il moro.

"Lo sai che dentro la dependance, c'è anche un pianoforte gigantesco? Ti piace suonare, no?" continuò il fratello, sull'orlo della disperazione.

La ragazza, incuriosita, aprì piano la porta.

"E' bellissimo! Nessuno è capace di suonarlo...Potresti farlo tu!" le propose Sakuragi, facendole brillare gli occhi di gioia.

"Bene! Prepara le tue cose, possiamo trasferirci anche domani stesso!" esultò Hanamichi, prendendola sotto braccio.

Mito chiamò il Guntai e in breve tempo, i due fratelli prepararono i bagagli.

Hana, detestava l'idea di essere alle 'dipendenze' del Kitsune, ma non poteva proprio fare diversamente.

Guardando il visino felice della sorella, pensò che, pur di vederla serena, avrebbe sopportato qualunque cosa, Rukawa compreso.


"Kae, posso parlarti un attimo?" gli chiese Kazuya, entrando in camera sua.

Togliendosi gli auricolari dalle orecchie, spense lo stereo e gli indicò di accomodarsi sul letto.

"Come fai a capire di essere innamorato di una persona?" domandò il ragazzo, arrivando dritto al punto.

"Non saprei…Non mi è mai capitato!" rispose sinceramente.

"Allora non sai se è vero che si diventa stupidi!" sospirò depresso.

"Hn"

"Kuso! - imprecò, passandosi una mano tra i capelli scuri - Ma non si può amare una persona con cui non parli nemmeno, giusto?"

A quella domanda, Kaede si soffermò a lungo, riflettendoci su.

"Non è necessario comunicare con le parole, può bastare uno guardo...o un gesto..."

"Allora sono rovinato!" gemette Kazuya, affondando la testa sul cuscino.

"Hn?"

"Lo capirai domani!" si limitò a bofonchiare, affranto.


Kurumi, per tutto il giorno, non parlò che del trasferimento di Hikaru, insistendo parecchio per aiutarla a traslocare. Con quattro fratelli, finalmente poteva avere una specie di sorellina tutta per sé.

Tra l' altro, per attuare il suo redditizio piano, doveva assolutamente fare in modo che Hana-chan venisse a vivere con loro, il più velocemente possibile.

Sfregandosi le mani, si preparò all'affare del secolo. Avrebbe guadagnato migliaia di yen, nel giro di pochi giorni!

Non c' erano dubbi: era lei, la più intelligente della famiglia!


"Siamo arrivati!" annunciò Kurumi, posando un borsone vicino alla porta di casa.

"Hiki, qualunque cosa tu veda, non temere! Sono un po' eccentrici, ma non pericolosi!" le ripeté Hanamichi, varcando la soglia del cancello.

La ragazza annuì perplessa. Non capiva proprio il motivo di tanta ansia da parte del suo fratellone.

Iniziarono a sorgerle alcuni dubbi, quando notò un piccolo cane nero, strisciare a pancia in giù sull'erba.

"Non lo so, non me lo chiedere!" sospirò il ragazzo, fingendo di non vederlo.

"Fa la lumaca, Do'hao!" disse una voce familiare, alle sue spalle.

Sakuragi trasalì, trovandosi il volpino a pochi passi da lui.

"La...lumaca..." ripeté il rosso. Aveva imparato a non chiede spiegazioni.

"Hn"

"Che carina!!! E' tua sorella, vero? - trillò Katy, andando ad abbracciare Hikaru - Vieni, tesoro! Ti faccio vedere la casettina-ina-ina!" canticchiò la donna, dirigendosi verso la dependance.

Suo fratello, non aveva tutti i torti, a preoccuparsi per lei!

"Kazuya!Porta la borsa di Hika!Su-su!" continuò la signora.

La piccola Sakuragi, ringraziò il compagno di classe, con un leggero inchino.

"Nn...t...prccpr! C..pen...s ...iii!!!" disarticolò il giovane, sotto gli occhi allibiti del parentado.

"EH?!" chiesero in coro.

"Nn...t...prccp...!- ripeté lui - C...pen...s...iiiiii!!!!!" che tradotto, voleva dire < Non ti preoccupare!Ci penso io!>

Kaede, si affiancò al fratello.

"Hai sentito, o no? Quando tento di parlarle, mi vengono solo mugugni strani!!!" gemette Kazuya, arrossendo furiosamente.

"Hn"

"Sono rovinato!"

"Hn" annuì il volpino.

"Non mi sei di nessun aiuto!" ringhiò il più giovane.


La dependance, era molto grande e luminosa. Appena entrati, c' era una spaziosa sala, con angolo cottura e frigo bar a destra e, sulla sinistra, un divano con un paio di poltrone e il pianoforte, alcuni mobili e una tv. In fondo, vi erano la porta della camera con due letti all'occidentale, da una piazza e mezza, con scrivania ed un armadio, nel bagno, c' era addirittura vasca idromassaggio!

Il rossino, portò i borsoni nella camera, mentre Hikaru si stava ancora guardando attorno, incredula.

La sua attenzione, fu catalizzata dal piano. Fece scorrere le dita affusolate sui tasti bianchi e neri, sorridendo al suono che produsse.

Credeva di averlo dimenticato, invece...

"Piccola, preferisci il letto vicino alla finestra, vero?" le chiese il fratello, con la solita dolcezza.

Lei annuì e corse ad aiutarlo con i bagagli.

Kurumi le diede una mano a sistemare i libri di scuola sugli scaffali della libreria.

Forse non era stata una brutta idea, andare a vivere lì...

Quel posto le piaceva!


"Signora, i bagagli posso sistemarli in seguito - disse Hanamichi, aprendo distrattamente l'armadio - Mi dovrebbe spiegare cosa desiderate che cucini per cena, così potrò iniziaaaAAAAAH!" gridò, balzando all'indietro, quando vide un ragazzino, seduto DENTRO il mobile, con un grosso libro ed una torcia in mano.

"Kanata! Ecco dov'eri finito!" trillò la madre, facendo segno al bimbo di allontanarsi dal suo rifugio.

“È...armadio..!" balbettò il rosso, guardando il compagno di squadra, che di certo, sembrava il più normale di tutti!

"Hn. Ehi, vai in camera mia..." si limitò a dire al fratellino.

"Ok! Ciao!" li salutò, uscendo tranquillamente.

"È...armadio...!!!" ripeté Hanamichi, con le coronarie irrimediabilmente lese.

"Alle volte si mette anche sotto i letti o nello sgabuzzino. Non farci caso!" gli consigliò Kurumi, agitando una mano con noncuranza.

KAMI SAMA!

Erano fuori come dei terrazzini!

Hanamichi, pregò che quel genere di pazzia, non fosse contagiosa.


Kaede mostrò al rossino dove fossero stoviglie e vivande ed il funzionamento dei fornelli.

Hanamichi era estasiato. Non aveva mai visto una cucina così grande. Sembrava quella di un ristorante.

Lunga quasi sei metri, con un isola in marmo e le sedie alte, come quelle dei pub. Vi era anche un enorme tavolo in noce, con dodici sedie, anch’esse in legno.

Il paradiso per ogni chef!

"Siete intolleranti a qualche cibo?" chiese Sakuragi, armeggiando con le pentole.

"No"

"Preferite mangiare all'occidentale?" continuò il ragazzo.

"Conosci la geografia, Do'hao?" lo sfotté il volpino.

"Baka Kitsune! Posso cucinare piatti italiani, americani, cinesi e indiani!Sono il Tensai dei fornelli!"

"Hn" borbottò poco convinto, il corvino.

"Bellezza, a dolci come sei messo?" si informò Kikyo-san, entrando in quel momento e sedendosi su una comoda sedia.

"Sono la mia specialità!" rispose, con una certa soddisfazione.

"Ragazzo. Un giorno ti sposerò!- esclamò la signora - In famiglia, siamo tutti golosi, soprattutto il mio nipotino qui presente!" indicò Kaede con il suo bastone.

"Hn"

"Non lo avrei mai immaginato! - sogghignò il rosso - Beh! Se non avete richieste particolari...Stasera, potrei preparare il tiramisù, come dessert!"

Le orecchie volpine, si drizzarono di colpo, iniziando a vibrare.

"Hn...Vedi di non confondere sale e zucchero, Do'hao!"


Punto sul vivo, Sakuragi coprì i capelli purpurei con una bandana nera e si mise immediatamente al lavoro.


Rovistando i viveri in frigorifero e negli armadietti, trovò cibi prevalentemente europei...

Pasta di grano, hamburger, pelati...

Fin da piccolo, aveva sempre guardato, ed in seguito aiutato, la madre in cucina.

Lei, era un'eccellente chef, corteggiata dai migliori ristoranti del Paese, che amava soprattutto imparare piatti stranieri.

Per Hanamichi, quindi, fu uno scherzo preparare un risotto con funghi e zafferano, tre teglie di parmigiana ed un tiramisù di rara bellezza.

L'occhio, aveva la sua importanza.

Ricordava perfettamente gli insegnamenti della mamma, riguardo l'estetica, la presentazione, dei piatti serviti.

Apparecchiò per sette, riempì di croccantini la ciotola di Kato e rimase alcuni minuti a rimuginare, indeciso su COSA dare da mangiare al cane con crisi d' identità...

Decise di chiedere al volpino, sprofondato sul divano a godersi una partita di Basket alla tv.

"Kitsune, è pronto. Che devo dare a Kuro?"

"I croccantini del gatto vanno bene" borbottò il corvino, avvicinandosi alla porta della cucina.

Appeso al muro, lì vicino, c' era un oggetto in ferro, raffigurante la faccia di un clown, con un enorme naso di plastica rosso.

Kaede lo afferrò, tirandolo appena.

D'improvviso, le luci dei lampadari della casa, lampeggiarono ad intermittenza una forte luce rossastra.

"Quando è pronto, fai così - gli spiegò Rukawa - Si chiama 'Riunione di famiglia', è un'invenzione di papà"

Hanamichi raccolse la mandibola da terra e tornò al lavoro.

Pochi istanti dopo, i Rukawa affollarono la cucina.

"Hana-chan?" lo chiamò Kyosuke, guardandosi attorno corrucciato.

"Non...le piace...l' italiano?" chiese il ragazzo sbiancando in viso.

"Lo adoro, caro! - lo rassicurò l' inventore - Ma non capisco perché tu abbia apparecchiato per sette!"

"Avete quattro figli...lei e sua moglie...Kikyo-san...Siete in sette!" rispose, esitante.

Il maggiore, sarebbe arrivato solo la settimana successiva...

Dove aveva sbagliato?!

"Hana-pucci - gli disse Kurumi, sorridendogli - Mancano i posti per te e Hiki!" gli spiegò, spostando le sedie.

I fratelli Sakuragi, si guardarono negli occhi, stupiti.

"Do'hao alla seconda!” bofonchiò il volpino, scuotendo la testa.

"Su, su! Non state lì impalati! - li esortò la nonna, prendendo posto tra loro - Bellezza, tu ti siedi vicino a me, vero?" sogghignò, sporgendosi quel tanto che bastava per ammirare il bel popò del rossino.

"Il Do'hao si mette qui!" s' intromise Kaede, indicandogli la sedia tra lui e Kanata.

"Uffa!" s'imbronciò l' anziana donna.

"Hik...ru...t...sie...d...qu...?!" disarticolò Kazuya, lanciando uno sguardo disperato al fratello maggiore.

"Ehi, ma ti sei scimunito?!" sbottò Kurumi, guardando allibita il suo gemello - In che cavolo di lingua parli?!" chiese, mentre faceva accomodare l'amica accanto a sé.

"Sono un uomo finito!" gemette il ragazzo, affondando la testa sulla spalla di Kaede.

"Hn" convenne questi.

"Non mi sei di nessun aiuto!"


Hanamichi passò al volpino la terza porzione di dolce.

Era goloso all'inverosimile!

I Rukawa avevano apprezzato la sua cucina e questo lo aveva rassicurato parecchio.

Fortunatamente, Hikaru era felice di stare insieme all'amica e si sentiva sollevato dai sensi di colpa, per averla allontanata dal quartiere in cui erano nati e cresciuti.

"Hana-pucci, sei da sposare!" sospirò Katy, allontanando il piatto vuoto.

"L' ho prenotato io, gente! - annunciò Kikyo-san - Giù le mani da culetto d' oro!"

"NONNA!" tuonarono i nipoti.

Davanti alla faccia paonazza del fratello, Hikaru scoppiò a ridere fino alle lacrime.

Kazuya rimase imbambolato, ascoltando la sua voce melodiosa.

"Hana...ma...?!" chiese, confusa Kurumi.

"Non può parlare, non ho mai detto che è muta... - bofonchiò il rossino, incupendosi - Mi potete spiegare come funziona la lavastoviglie?" chiese il ragazzo, iniziando a sparecchiare velocemente.

Al volpino, non sfuggì quel repentino cambio di umore.

Così, anche Mister-allegria, aveva delle zone d'ombra...


Quella sera, in camera, i due Sakuragi, percepirono con chiarezza, il cambiamento avvenuto nelle loro vite.

I letti morbidi e confortevoli, una stanza nuova.

Dalla finestra della vecchia casa, si veda il palazzo di fronte, mentre adesso, c' era solo verde, intorno a loro.

Niente voci dei vicini, niente rumori di strada...

Pace e tranquillità.

Troppa!

"Kami! E' incredibile! Senza la signora Miyuka che inveisce contro il marito, non riesco a dormire!" rise Hana, pensando alla corpulenta signora, che abitava al piano terra.

Hikaru ricominciò a sghignazzare.

"Non pensavo che anche il silenzio, potesse dar noia!"

Non ricevendo segnali, si voltò verso la sorella. Si era addormentata...

Beata lei!

Hanamichi, invece, passò la notte quasi in bianco, riflettendo sulla situazione.

Ancora non riusciva a capire se fosse stata una buona idea andar lì, oppure no .

Lontano dagli amici, dalle facce familiari dei vicini e dei negozianti, circondato da pazzi psicopatici e nonnina-hentai...

Gomito a gomito con...

Il Kitsune.

Gli era piaciuta la sua cucina. Non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, ma aveva spazzolato tutto...

Soprattutto il dessert.

Come diamine avesse fatto a crescere così taciturno, in mezzo a quella bolgia di matti, non riusciva ancora a spiegarselo!

Scostò piano le coperte e si fece una doccia veloce.

Attento a non fare rumore, si vestì in fretta ed uscì di casa.

Era una bella mattina di inizio autunno e spirava un leggero venticello.

Guardandosi attorno, alla disperata ricerca di qualcosa da fare, valutò la quantità di foglie, sparse per terra.

Andò in garage a prendere la rastrelliera e si mise subito a spazzarle, ammonticchiandole in un angolo del giardino.

Schivò l'attacco di Kato, appostato su un ramo e spostò il cane, Kuro, ancora in versione lumaca.

Era proprio vero che gli animali, assomigliavano ai padroni.

Una volta liberato il vialetto dal fogliame, si dedicò alla cura di fiori e piante, lasciati allo sbando da troppo tempo.

Un sorriso malinconico, increspò le belle labbra di ciliegia.

Suo padre, aveva sempre avuto il pollice verde....e il proprio nome, ne era una prova inconfutabile.

Avevano passato insieme, interi pomeriggi, in giardino a piantare qualche nuovo fiore ed accudire quelli più vecchi.

Ogni volta che arrivava l'inverno, il piccolo Hanamichi, piangeva sempre, davanti a quei petali freddi e i rametti spogli, ma il padre. lo rassicurava sempre.

"Anche dopo l'inverno più rigido, arriverà la primavera, piccolo! Rinasceranno a nuova vita. Sempre!"

Peccato che per gli umani non fosse così. Perché arrivò l'Inverno, nella vita di Hanamichi.

Un lungo, freddo e doloroso inverno...

Si sedette sulla montagnella di foglie rossastre, fissandosi le mani.

A distanza di anni, ancora tremava al ricordo di quel terribile giorno.

Tutto.

In pochi istanti, perse ogni cosa.

Ciò che lo tormentava maggiormente, però, era la certezza di aver rovinato l' esistenza delle persone a lui più care.


Kurumi, si svegliò molto presto, eccitata all’idea di avere la sua migliore amica, a portata di mano.

Era divertente avere una sorellina, soprattutto, visto lo strano effetto che faceva al suo gemello.

Affacciandosi alla finestra, notò il bel rossino, addormentato su un letto di foglie.

Sfregandosi le mani, andò recuperare la foto camera digitale di Kazuya.

Avrebbe voluto aspettate ancora qualche giorno, per mettere in atto il suo piano, ma…come si dice…

“Carpe diem!”

Appena terminò il ….lavoro, corse a chiamare Hikaru, pronta per una nuova giornata di scuola.


Qualcosa di caldo, si stava arrampicando sul suo petto…

Caldo e…peloso?!

Hanamichi sgranò gli occhioni dorati, posandoli su Kuro, abbarbicato su di lui, tipo…

“Kami Sama! Ma proprio con me dovevi fare il koala?!” gemette il ragazzo, alzandosi a fatica dal suo giaciglio.

Caspita, si era addormentato!

Si fiondò in cucina, preparando la colazione alla famiglia Rukawa, tirando un sospiro di sollievo, quando si accorse che la casa, era completamente in silenzio.

Meno male!

Per una volta, doveva ringraziare la follia di quello strano cane, se…

D'improvviso, una sirena iniziò a suonare, mentre le luci di casa, lampeggiarono velocemente.

Hanamichi, con la mano, protesse gli occhi da quella fortissima luce rossa.

Che cavolo stava succedendo?!

"Al fuoco! Al fuoco!" gridò Kyosuke, uscendo dalla porta del suo studio, nascosto dalle scale in marmo, che portavano ai piani superiori.

"Fuoco?!......Dove?" chiese allibito, il ragazzo, guardandosi attorno.

"Tesoro, stavo terminando il quadro di Hana-pucci!" si lamentò Katy, affacciandosi dalla tromba delle scale al terzo piano, dove c'era la mansarda.

"Ci state impiegando troppo tempo! Prendete esempio da Hana, che è già qui!" tuonò il capo famiglia, dandogli una sonora pacca sulle spalle, mentre cronometrava l' arrivo del parentado.

"Hn"

Kaede, ancora perfettamente addormentato, scese le scale in boxer, andando ad accasciarsi sul divano della sala.

Poco dopo, giunsero anche la nonna e Kazuya.

"Porca vacca! Stavo ultimando il capitolo dedicato al sadomaso!" borbottò l'anziana donna, agitando il suo bastone, sotto il naso del figlio.

"Quisquilie! Ci avete impiegato più di tre minuti! Ci fosse stato un vero incendio, a quest'ora eravate belli che abbrustoliti! - li sgridò l' uomo, le mani sui fianchi - Kanata! Dov'è Kanata?!"

"Sono qui!" rispose il bimbo, aprendo l'anta del mobiletto della cucina, quello accanto alla lavastoviglie.

"Bravo bimbo! Vicino alla porta di servizio!" si complimentò il padre, annuendo soddisfatto.

Sakuragi, era troppo sconvolto per poter dire qualcosa.

Si guardava attorno, bocca aperta ed occhi sbarrati, ancora con la padella piena di bacon, in mano.

"Sniff, sniff! Preparavi la colazione, bellezza?" chiese Kikyo, con lo sguardo famelico.

"S...Sì, signora..." balbettò il ragazzo.

"Bene! Devi sapere che di mattina i nostri...appetiti, sono insaziabili, culetto d' oro!"

"NONNA!" tuonarono i due nipoti.


Il volpino, con un grande sbadiglio, si costrinse a lasciare il suo bel cantuccio per soccorrere il Do'hao, che ancora aveva Kuro aggrappato sul petto, strappandolo alle grinfie della vecchina.

Se già la donna era Hentai di suo, se colta nel bel mezzo della sua fase creativa, poteva risultare letale!

"Andiamo in cucina, Do'hao!" borbottò il corvino, sospingendolo nella stanza e richiudendosi la porta alle sua spalle.

"Non fare niente che io non farei!" si raccomando l' anziana, sospirando.

"Kit....su...ne...Sono.....le sei.....del mattino....." mormorò il rosso, ancora sotto shock.

"Mio padre fa le prove anti-incendio ogni giorno alle cinque e mezza....E' anche in ritardo!" commentò guardando l'orologio.

"Ogni....mattina....alle cinque....e mezza.....????!!!!"

"Hn"

"O... Ok...." sussurrò Sakuragi, rimettendosi ai fornelli.

Pochi istanti dopo, la porta si aprì ed entrò Kazuya, paonazzo e agitato.

"Chiedo asilo politico! Ha cominciato a parlare di borchie e strizza capezzoli!" gemette il ragazzo.

I due diciassettenni, annuirono comprensivi e lo invitarono a sedersi al tavolo.

"Va bene se vi preparo uova e bacon?" chiese il rossino, giusto per cambiare argomento.

"Certo! Dopo una vita di cibi precotti, puoi fare tutto quello che ti pare!" disse il ragazzino, con l'acquolina in bocca.

"Ora capisco perché il Kitsune, al mattino, ronfa dappertutto!" ridacchiò Hanamichi, ricevendo in cambio, l'immancabile "Do'hao"

"Sembrate quelle famiglie americane, viste alla tv, con quello che mangiate!" commentò ancora, il cuoco di casa.

"I nostri genitori e la nonna, lavorano sempre la notte, dormono per tutta la mattina e si svegliano all'ora di pranzo...- gli spiegò Kazuya - Per loro, questa sarebbe la cena, diciamo così...mentre all'una...fanno colazione...Sono un po' eccentrici!"

"Ma non mi dire... - borbottò il rosso, rivolgendosi al cane e finendo di preparare la tavola - E-ehm...questo...coso, ha intenzione di rimanermi appiccicato addosso ancora per molto?"

"Temo di sì, a meno che non gli trovi un altro oggetto su cui attaccarlo!" gli disse il ragazzino.

"Kami Sama!" sospirò Sakuragi, affranto.


"Hana, quando torni da scuola, ci sarebbe da sistemare l'appartamento sopra il garage" lo informò Kyosuke, addentando il bacon.

"L'appartamento?!" chiese il ragazzo, corrucciandosi.

"Sì. È lì che si sistemerà il maggiore dei miei figli. Arriverà in settimana e frequenterà lo Shohoku. La sua attuale scuola, è troppo lontana per fare avanti e indietro da qui!" proseguì l'inventore.

"Ok!" mormorò Hanamichi, notando il leggero irrigidimento di Kaede, alle parole del padre.

Forse non andava d’accordo con il fratello... Chissà!


Durante la pausa pranzo, si ritrovarono tutti insieme sulla terrazza.

I membri del Guntai, intenti a far gli scemi con Kurumi e Hikaru, Kazuya che guardava la rossina con un' espressione beota, Kaede che ronfava in un angolo, come al solito, e Hanamichi che fissava il cielo, malinconico e silenzioso.

"Do'hao?"

La voce del volpino, lo fece sobbalzare.

"Cosa vuoi, Baka....." si interruppe, trovandosi sul naso un foglio di carta pre-stampato, che...'gentilmente', Rukawa gli aveva sbattuto in faccia.

"Hn!"

Era....l'iscrizione al Club di Basket.

"Io...non so se posso..." balbettò Sakuragi, in bilico tra il dovere e il desiderio di tornare a giocare.

Sua sorella, gli si avvicinò, incoraggiandolo a compilarlo.

"Ma..." tentò di obiettare, interrotto immediatamente da Kurumi.

"I miei dormono fino al pomeriggio e lavorano la notte. Saltano sempre il pranzo, quindi, devi solo preparare colazione e cena. Il giardino, lo puoi curare prima di venire a scuola. Per la spesa, c' è un negozietto vicino casa, aperto ventiquattro ore su ventiquattro, perciò, puoi andare a farla quando ti pare. Iscriviti!" lo incitò la ragazza.

"S...Siete...sicuri che..."

"ISCRIVITI, MALEDIZIONE!!! E-EHM... Volevo dire...- continuò, con più calma - Hana-pucci! Non temere! E' tutto a posto! GIOCA!" concluso, con tono stranamente minaccioso....

Tranquillizzato, o quasi, Sakuragi, si iscrisse, per il secondo anno consecutivo, al Club di Basket dello Shohoku.


Quel pomeriggio, Hanamichi spolverò e pulì l'appartamento sul garage.

Il mobilio, era uguale a quello della dependance. Un ampia sala, con angolo cottura, una camera con letto matrimoniale e un bagno con ampia vasca idromassaggio.

Anche la disposizione delle stanze, era simile alla casa dove vivevano lui e la sorella.

Uscendo dalla porta, schivò l'agguato di Kato, appostato sotto le scale accanto ai box, e si recò nella villa, per preparare la cena, felice e soddisfatto.

L'indomani, avrebbe ripreso gli allenamenti...

Sentiva nostalgia persino dei fondamentali.


Il Do'hao era di buon umore, notò Kaede annusando nell'aria l'odore inconfondibile del cioccolato.

Era tornato dalla palestra, dopo aver consegnato l'iscrizione del rosso ad Ayako, i compagni di squadra avevano tirato tutti un sospiro di sollievo.

Ma questo, non glielo avrebbe detto nemmeno morto.

"Hn"

"Ciao anche a te, Kitsune! - ironizzò Hanamichi - Vaniglia o cioccolato?" gli chiese, tornando a trafficare con i fornelli.

"Hn?!"

"Il budino. Lo vuoi alla vaniglia o al cioccolato?" ripeté, con la pazienza che si riserva ai bambini.

"Vaniglia" borbottò la volpe, nascondendo l'acquolina in bocca.

"Ayako... non ha fatto storie per il ritardo della mia iscrizione, vero?" s' informò il ragazzo, servendogli il dolce.

Gli era dispiaciuto non essere andato di persona, ma aveva dovuto pulire una casa in disuso da anni e Kurumi aveva....obbligato il fratello a fare da postino.

"Hn. E' rimasta molto delusa" gli disse Rukawa, divorando il budino.

"Da cosa?!" sobbalzò il ragazzo, preoccupato.

"Sperava di non averti più tra i piedi..."

"BAKA KITSUNE!!! La prossima volta, ci metterò il sale, anziché lo zucchero!" lo minacciò, brandendo il mestolo di legno.

"Hn"


La potenziale rissa, fu evitata, grazie al provvidenziale suono del campanello.

"Abbiamo degli ospiti!? Abbiamo degli ospiti!!!" trillò Katy, correndo giù per le scale, seguita dalla nonnina-hentai e dai gemelli.

Kyosuke, ancora incredulo, si diede una veloce sistemata e si accinse ad aprire, con un gesto elegante della mano.

Nemmeno il ragazzo dei giornali, si arrischiava più a varcare la soglia del cancello.

Socchiuse la porta d'ingresso, sbirciò incuriosito e....

La delusione fu soverchiante.

Le spalle si incassarono mestamente, mentre si spostava per lasciare entrare il nuovo arrivato.

"È mio figlio! - annunciò il povero inventore, prima di voltarsi corrucciato - Non dovevi arrivare dopodomani?! Cosa hai fatto a tua madre?" gli chiese, puntandogli contro il suo miglior sguardo indagatore.

"Hanno anticipato la sua partenza. L'ho appena accompagnata all'aeroporto. Vi saluta tutti e....HANAMICHI?!" sobbalzò il ragazzo, vedendo un familiare rossino, spuntare da dietro lo stipite della cucina.


Quella voce, l'aveva già sentita....

Ma dove?

Sakuragi posò mestolo e pentolino, si ripulì le mani e andò in sala, per conoscere l'ultimo elemento di quella famiglia assurda.

Rimase imbambolato alcuni secondi, prima di capire la situazione.

Sgranò gli occhi, spalancando la bocca, completamente sotto shock.

Non poteva essere vero!

"Tu.......Tu......" balbettò, incredulo.

"Ciao, Hana! Come stai?" sorrise il giovane, posando un borsone.

"AKIRA SENDOH???!!!" tuonò Sakuragi, sbigottito.




- FINE SECONDA PARTE -


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Capitolo 3
*** III parte ***


SF3

AUTORE: Gojyina-chan

DISCLAMER: I personaggi sono di T. Inoue. Alcuni, invece, li ho inventati io, ma non temete: la differenza, balza immediatamente agli occhi! -////-'

DEDICHE: A Neikos, Midnight e KuroiHikaru, per la loro grande pazienza.

RINGRAZIAMENTI: A Nivis e al suo dizionario magico! Grassie Bissa!!!^^



STRANGE FAMILY 3




Hanamichi rimase imbambolato diversi secondi ancora, osservando incredulo l'asso del Ryonan che salutava la sua famiglia.

Akira gli andò poi vicino, col suo solito sorriso gentile.


No! Sei davvero tu il ragazzo tutto fare di cui mi ha parlato papà!? Da non crederci!Mmm... Che buon profumino... Cioccolato, vero?” chiese il Sempai, dirigendosi in cucina.


Come un automa, il rosso lo seguì fino al piano da lavoro, dove aveva lasciato sia il budino per la volpe che la torta che stava decorando prima di essere interrotto dallo squillo del campanello.


Hai messo anche la panna montata intorno?! Ma sei bravissimo!” si complimentò Sendoh, sinceramente stupito.


Hanamichi si limitò ad annuire, arrossendo appena. Non era abituato a quel tipo di manifestazioni d'apprezzamento.

Per combattere il suo disagio, ricominciò a guarnire il dolce al cioccolato, grattugiandovi sopra il cocco fresco.


Pochi istanti ancora e la famiglia Rukawa invase la cucina, pronta per la colazione.


La mamma ha sistemato tutto, prima di partire?” domandò Kyosuke, chinandosi ad aprire l'armadietto accanto alla lavastoviglie, recuperando così il piccolo Kanata.


Ciao! - sorrise Akira, scompigliando affettuosamente i capelli del fratellino - Sì, mamma ha firmato tutto. Da oggi frequenterò lo Shohoku!” annunciò, passando accanto a Sakuragi.


Alla notizia, la torta che il rossino teneva in mano, rischiò di sfracellarsi sul pavimento.

Kaede e Sendoh, con uno scatto fulmineo, riuscirono a salvare la colazione.


Do'hao!” sbuffò la volpe, posando in tavola il prezioso vassoio.


Tu... Tu ti... Tu... Ti sei iscritto a...? E farai parte del...?” balbettò Hanamichi, guardando il porcospino con gli occhi sgranati.


Beh, starò qui a tempo indeterminato e il Ryonan è piuttosto lontano. Farò l'ultimo anno allo Shohoku e poi mi iscriverò all'Università di Tokyo!” gli spiegò Akira, sedendosi vicino alla nonna.


Il rosso prese posto accanto a lui, seguito dalla volpe.


Aki! - esclamò Kurumi, entrando di corsa nella stanza e abbracciando il fratellone, felice – Ti presento la mia amica Hikaru, è la sorella di Hana!”


Molto piacere! - sorrise Sendoh, facendo un leggendo inchino – Ma che carina! Sei proprio sicura di avere gli stessi geni di Sakuragi?” scherzò, guadagnandosi una gomitata da parte del numero dieci dello Shohoku.


Kazuya non gradì lo sguardo luminoso che Hikaru rivolse ad Akira e si chiuse in un cupo silenzio.


Il nano non sarà affatto contento del tuo arrivo!” borbottò Hanamichi, sovrappensiero.


Posso anche partire dalla panchina. - lo rassicurò il porcospino - Non voglio creare tensioni in squadra... per quello basti tu!”


Ma come siamo simpatici! Hai fatto un corso per corrispondenza di 'facile umorismo'?” sibilò Sakuragi imbronciandosi.


Volevo solo farti reagire un po'... Quando mi hai visto hai fatto una faccia!” gli fece notare Akira, iniziando a mangiare la torta.


Non... Beh! Ero solo sorpreso! Non sapevo che fossi un Rukawa...” arrossì Hanamichi, a disagio.


Mmm... Ma questa torta è divina!” sospirò Sendoh, estasiato.


Peccato che sia su uno squallido piattino! - sbuffò Kikyo-san – Sarebbe ancora più appetitosa se spalmata sul bel corpicino di Hana! La leccherei via usando solo la ling....”


NONNA!” tuonarono i nipoti, mentre Akira si contorceva dalle risate e Sakuragi si copriva il volto in fiamme con una mano.




Kaede percorse il tragitto che lo avrebbe condotto a scuola, avviluppato nel migliore dei silenzi.


Taceva e osservava.


Qualche metro davanti, camminavano fianco a fianco Kurumi e la piccola Sakuragi. Sua sorella era intenta a tessere le lodi di un Sempai del terzo anno, a suo parere 'Bello come un Adone', suscitando i sorrisi della piccola rossina, che non risparmiava qualche fugace occhiata a Sendoh, poco distante da lei.


Kazuya passava lo sguardo da Hikaru al fratello maggiore, incupendosi sempre più.


Incuranti di quella fitta ragnatela di sguardi e muti dialoghi, Akira e Hanamichi continuavano il loro dibattito su chi fosse il giocatore fondamentale dello Shohoku.


Unico spettatore di quella scena da soap-opera, era la volpe addormentata, che rimpiangeva le sue solitarie pedalate mattutine con il walkman come unico compagno di viaggio.


Cos'è che aveva pensato qualche giorno prima?

Che sarebbe stato un anno molto lungo?


Si era sbagliato.


Sarebbe stato un anno terribile.




Sia l'annuncio del ritorno di Sakuragi, che dell'arrivo di Akira Sendoh quale nuovo componente del team dello Shohoku, furono accolti con grande gioia della squadra, composta per lo più da matricole che avevano potuto ammirare i due ragazzi e la volpe, durante le partite del campionato interscolastico e che adesso avrebbero potuto conoscere di persona.


Come era facilmente intuibile, Miyagi non prese bene l'arrivo del rivale di ruolo ma, forte dello sguardo rassicurante di Ayako, evitò litigi o stragi a tappeto di sorridenti porcospini e si disse ben lieto di avere nel gruppo un elemento così forte.


Ragazzi, già che siamo in vena di presentazioni... - esordì Ayako - ...Vorrei comunicarvi un'altra notizia importante. Da quest'anno, oltre alla sottoscritta e ad Haruko, ci sarà una terza manager, Kurumi Rukawa!” disse, sorridendo soddisfatta, mentre la giovane entrava in palestra, salutando poi i presenti.


Kaede chiuse gli occhi, contando fino a cento.

Terribile?

No, no.


Sarebbe stato un anno orrendo!


Bene, bene! - rise Anzai, scrutando i suoi giocatori – Credo proprio che quest'anno ci divertiremo!”


Mister? - mormorò Ayako, porgendogli un foglio – Il preside ha dato il suo benestare!”




Hanamichi si guardò attorno e per la prima volta da quando, l'anno precedente, aveva messo piede in quella palestra, si sentì profondamente a disagio.


Kogure e Akagi non c'erano più, al loro posto, v'era un folto gruppetto di matricole, tra le quali spiccavano due tipi dalla strana capigliatura. Uno con i capelli corti, color platino e l'altro dalla lunga chioma nera che gli arrivava sino a metà schiena quasi e con le due ciocche sopra la fronte di un curioso violetto chiaro.


Hiyoko e Kenagaitachi.


Ecco come li avrebbe chiamati.


Uno sembrava un pulcino e l'altro una strana puzzola. Magari per il moretto, con i capelli raccolti in una 'lunga coda', poteva bastare anche un semplice Kenaga...

Ci avrebbe riflettuto in seguito.

Almeno gli animali li aveva trovati.


Il rossino si dilungò in simili sciocchezze ancora un po', giusto il tempo di ricacciare indietro l'assurda malinconia che lo aveva attanagliando.

Non sembrava più la squadra che aveva lasciato qualche mese prima per andare in riabilitazione.

Non lo era decisamente più.


Tutto era cambiato.


Dei suoi Sempai del terzo anno, era rimasto solo Mitsui. Aveva saputo da Ayako che il numero quattordici era stato bocciato, per cui avrebbe passato un altro anno in loro compagnia.

Hana non aveva avuto ancora modo di scambiare due chiacchiere con lui, ma intuiva dal suo sguardo cupo, che sarebbe stato più opportuno slittare la conversazione, destinandola a tempi migliori.


Ayako attirò la sua attenzione, mentre il sorriso educato di Kurumi andò via via trasformandosi in un ghigno quasi diabolico.


Ragazzi, la scuola non ha più fondi né per pagare i nostri materiali né le trasferte che faremo durante l'anno, quindi, il preside ci ha permesso di organizzarci liberamente per raccogliere il denaro necessario alla sopravvivenza del nostro club! - annunciò Ayako, mostrando alla squadra un volantino colorato – Tra meno di dieci giorni, si terrà un concorso di cosplayer e il premio in denaro che mettono in palio, ci garantirebbe una sicurezza economica, non solo per quest'anno, ma per i prossimi tre!”


Cosplayer?!” chiese Ryota, aggrottandosi.


Esatto! - sorrise Ayako - Quei ragazzi che si travestono da personaggi di manga o anime. Ho già pensato al tema: Saiyuki! Non solo è famoso a livello mondiale, ma i quattro protagonisti sono maschi, così non sarete costretti ad indossare abiti femminili! Tra un paio di giorni, avremo due settimane di vacanze. Ho pensato che potremmo sfruttare le mattine per le prove e il pomeriggio per i soliti allenamenti!”


Saiyuki è quello con Goku, vero?” domandò Haruko.


Allora siamo a posto! Abbiamo già la scimmia!” rise il neocapitano, indicando Sakuragi, che non prese bene la sua battuta.


E-ehm... Ryota... Come posso dirtelo senza offenderti?” borbottò la manager, imbarazzata.


Sei un deficiente!” rispose per lei Hanamichi, sogghignando beffardo.


Non intendevo questo!” tuonò Ayako, tirandogli una sonora sventagliata in testa.


Visto? Abbiamo sia Goku che Sanzo!” rise Miyagi, attirandosi l'imperituro odio del rossino.


C'è un problema... fisico... Sai... Goku è il più piccolo... e Hana è davvero troppo alto... - gli spiegò la ricciolina, sempre più a disagio – Speravo che Goku lo potessi fare tu!” confessò candidamente, donandogli un sorriso fintamente timido.


Io?! Ma perché?” volle sapere il ragazzo, imbronciandosi.


E-ehm... Ryota... Come posso dirtelo senza offenderti?” ripeté la manager, ancora una volta soccorsa dal bel rossino.


Sei tappo, nano!”


Non glielo volevo dire così!” tuonò Ayako, ricominciando a colpirlo.


Ragazzi – esordì Anzai, riportando la calma – Mi rendo conto che sia una seccatura, ma senza quel denaro dovremo dire addio a trasferte e amichevoli.”


Esatto Mister! - annuì la manager – Quindi, io e le ragazze ci occuperemo di abiti e accessori e voi... Ci metterete la faccia!”


Voi... Chi?!” chiesero i ragazzi in coro.


Semplice! - sbottò la ragazza – Miyagi interpreterà Goku, Sendoh sarà Hakkai, Rukawa farà Sanzo e Hanamichi sarà Gojyo!”


Silenzio di tomba.


Non ho ben presente chi sia questo Hakkai, ma per me non ci sono problemi.” disse Akira.


Hn!” sbuffò Kaede, contrariato per quell'immane seccatura. D'altronde, se voleva giocare utilizzando palloni decenti, non gli restava altra scelta.


Sto Gojyo chi cavolo è?!” chiese Sakuragi, guardandosi attorno, confuso.


Il capellone del gruppo dalla folta chioma purpurea!” gli spiegò Kurumi, ricominciando a fissarlo intensamente.


Rukawa notò distrattamente il simbolo dello yen che brillava nelle iridi della sorellina.


Quella pazza aveva in mente qualcosa.




Hanamichi chiuse l'anta del suo armadietto, trattenendo uno sbuffo insoddisfatto. Il suo primo allenamento post-riabilitazione, era andato meno peggio di quanto aveva preventivato. Aveva corso, saltato, tirato a canestro e la schiena non gli aveva fatto male per niente.


Però aveva avuto, per tutto il tempo, una fottuta paura.


A causa del suo infortunio, era stato costretto a lasciare Hikaru da sola per quasi un mese. Ok, era stata ospitata dalla famiglia Mito, ma non aveva avuto il suo fratellone accanto.

Sakuragi non poteva rischiare un secondo abbandono. Erano l'uno, la famiglia dell'altra. Non avevano nessun altro al mondo e...


Ehi, Hana? - lo chiamò Akira, strappandolo alle sue elucubrazioni – Hiki e i gemelli aspettano per tornare a casa, sbrigati!”


Do'hao!” sbottò Kaede, prendendo il suo borsone.


Lo aspettavano per... tornare a casa, insieme...




Dopo aver salutato i genitori e la nonnina, i ragazzi si dispersero per la grande casa.


Kazuya si chiuse in camera sua, le ragazze si accomodarono i soggiorno a chiacchierare, mentre la volpe sprofondò su una poltrona, guardando una partita di Basket registrata qualche sera prima.


Hanamichi, invece, aiutò Sendoh a portare i suoi borsoni nell'appartamento sopra il garage.




Caspita, Hana! Mi hai anche riempito il frigo!? Non dovevi disturbarti! - sorrise il Sempai, colmo di gratitudine – Già pulire una casa disabitata da anni, sarà stato faticoso...”


Non c'è problema, è il mio lavoro. - gli fece notare il rossino, posando a terra l'ultima valigia - Ora vado a cucinare, si cena alle otto.” lo avvertì salutandolo.


Sakuragi scese le scale di corsa. Giunto all'ultimo gradino, schivò l'attacco di Kato, nascosto tra le fronde di un albero. Il gatto si stampò sullo scorrimano con uno straziante miagolio.


Dirigendosi verso la casa principale, il ragazzo notò Kuro in mezzo al prato.

Immobile e silenzioso.

Osservandolo meglio, lo vide strizzare gli occhi e aprire piano la bocca, mentre muoveva adagio un solo, piccolo passo.

Doveva essere questa la famosa tartaruga di cui aveva parlato Kyosuke.


Sobbalzando violentemente, Hanamichi si ricordò della posta che il capo famiglia gli aveva chiesto di ritirare.

Corse verso il cancello, rovistando nelle tasche dei jeans alla ricerca delle chiavi che gli aveva dato l'inventore.

Aprì poi il piccolo sportello della cassetta e ...


Una mano pallida, gli porse gentilmente le lettere ordinatamente ammassate l'una sull'altra.



Il grido disumano del rossino, richiamò l'intera famiglia Rukawa che nel giro di qualche minuto, accorse da lui preoccupata.



Una ma... una ma... C'è una ma...” balbettò il povero ragazzo, bianco come un lenzuolo e con una mano artigliata al petto.


Oh, sì! E' una delle mie migliori invenzioni! - spiegò Kyosuke, orgoglioso – Si chiama 'Mano-mano' E' molto comoda! Ti passa tutte le lettere senza dover rovistare dentro la cassetta della posta!”


Una ma... una ma...”


Forse avresti dovuto avvertirlo, pà!” gli fece notare Sendoh, mentre tirava su di peso il tremante rossino.


Una ma... una ma...” continuava a ripetere sconvolto.


Su, su! Da bravo, calmati Hana. Non è successo niente!” lo tranquillizzò Akira, posandogli un braccio dietro alla schiena.


Una ma... una ma...”


Do'hao!” sbuffò Kaede. Sbadigliando distrattamente.


Ehi, tu! Baka Kitsune! Vorrei vedere te al mio posto!” s'imbronciò Sakuragi, tornando finalmente in sé.


Il porcospino gli scompigliò affettuosamente i capelli.


Coraggio, Hana! Non è successo nulla!” lo rincuorò Kurumi, sorridendogli 'troppo' gentilmente.


Ah...Sì...E' che... Niente!” borbottò Sakuragi, imbarazzatissimo, incamminandosi verso casa.


Hana? - lo chiamò Akira - Per la cena di stasera... Vuoi una 'mano'?” gli chiese ridendo come un matto.


Ma che simpatia di fratelli, davvero!” sibilò arrossendo, prima di correre verso la sua amata cucina.



A Kaede non sfuggì il dolce sorriso che Sendoh rivolse al rossino.

Corrucciandosi suo malgrado, tornò in sala a guardare l'N.B.A.



Hanamichi terminò di tagliare la mozzarella, giro il sugo al pomodoro e scolò la pasta. Aprì lo sportello accanto alla lavastoviglie e chiese a Kanata di passargli la teglia più grande che c'era.


Grazie, piccolo! - gli sorrise, richiudendo l'anta – Cosa leggi?”


Il vecchio e il mare” rispose la vocina.


Mmm... Potrei fare il pesce spada di secondo. Il sugo ce l'ho, basta fare un soffritto di cipolle. Ti va?” chiese mentre adagiava i maccheroni nella teglia.


Hn”


Lo prendo per un sì!” rise, scuotendo la testa. Quel bambino era proprio un Kaede in miniatura.


Con chi stai parlando?!” volle sapere Akira, entrando in cucina.


Kanata” gli spiegò, indicandogli il mobiletto.


Ti ha parlato?! Strano. Quando legge non lo fa mai... In effetti, lui legge sempre! - borbottò pensieroso – Che fai da mangiare?” domandò guardandolo cospargere la pasta di sugo e mozzarella.


Pasta al forno con mozzarella e melanzane e di secondo pesce spada al sugo. Se riesco, faccio di nuovo il tiramisù, piace a tutti!” disse Hanamichi, iniziando a tagliare la cipolla.




Sbuffando contrariato, Kaede abbandonò la comoda poltrona per procacciarsi l'agognata merenda che il Do'hao non aveva ancora portato.


Sedute sul divano poco distante da lui, Kurumi stava mostrando ad Hikaru il manga di Saiyuki, parlandole del concorso.


Il volpino, guardò sorpreso il suo assurdo gatto farsi bellamente coccolare dalla piccola rossina.

Riflettendo velocemente, si ritrovò a pensare che quella doveva essere la prima volta in assoluto che lo sentiva far le fusa.


Sembrava quasi un animale normale.


Rimuginandoci sopra, entrando in cucina, trovando Sakuragi in lacrime tra le braccia di Akira.

Rimase imbambolato accanto allo stipite della porta, incredulo e discretamente infastidito.


Non credeva che il rosso si fosse spaventato a tal punto per la storia della mano... Poi sentì nell'aria un forte odore di cipolla e intuì l'arcano.




Sendoh passò l'ennesimo fazzoletto di carta ad Hanamichi, trattenendo un sorriso.


Stupidissime cipolle!” borbottò il rossino, imbarazzato all'ennesima potenza.


Hn”


Oh, Kitsune... Accidenti, la merenda! - sobbalzò Sakuragi, correndo ad aprire il frigo – Ho fatto la mousse al cioccolato.” annunciò, portando il vassoio in salotto mentre Akira cercava le coppette e i cucchiaini.


Sembravano una coppia di sposini.

A quel pensiero, Kaede, inspiegabilmente si incupì.


Ho anche fatto le lingue di gatto, se le volete!” disse il giovane cuoco alle ragazze.


Kato, rizzò il pelo guardandosi attorno sgomento. Dopo un secondo attimo di puro panico, scappò via terrorizzato.


Sono biscotti, imbecille! Mica parlavo con te!” sbottò Hanamichi, corrucciandosi.


Do'hao!” sputò il volpino, più duramente di quanto avesse voluto.


Ma che ho fatto?!” gli chiese il rossino, guardandolo con gli occhioni sgranati.


Forse furono le guance arrossate, ancora umide di pianto o il suo sguardo da cucciolo abbandonato o la confusione nei suoi occhi scuri, fattostà che Rukawa sentì un'improvvisa stretta alla bocca dello stomaco, che lo lasciò senza fiato.


Hana-pucci?” trillò Kurumi, sorridendo al bel rossino – Vieni qui che ti faccio vedere Gojyo!”


Chi?! Ah, sì! Il tizio... - borbottò Sakuragi, sedendosi accanto a lei – Non mi somiglia per niente!” sentenziò, dopo una breve occhiata al manga.


Suvvia! Una parrucca e un bel vestito e sarete due gemelli separati nella culla! - lo incoraggiò la ragazza dall'inquietante sorriso – Ma lo sai che è uno dei più amati in assoluto? Donnaiolo, sexy e irriverente, ma con un triste passato alle spalle!”


Ah, sì?” sbadigliò il giovane, passando una coppetta di mousse alla sorellina.


Già! La sua matrigna cercò di ucciderlo da piccolo, ma fu salvato dal fratello maggiore. Che scena triste! In quel momento, il piccolo Gojyo desiderò morire davvero, pur di far cessare le lacrime della donna!” concluse Kurumi, sospirando commossa.


A quell'ultima frase, Hanamichi sbiancò paurosamente. Dopo aver lanciato uno sguardo indecifrabile alla sorella, si alzò velocemente dal divano.


La pasta... L'ho lasciata nel forno...” mormorò aggrottandosi, andando a rifugiarsi in cucina.


Cos'ho detto di male!?” chiese la piccola Rukawa, rivolgendosi all'amica.


Ma Hikaru scosse il capo, confusa quanto lei.




Kurumi ricominciò a sfogliare distrattamente il manga. Ormai aveva deciso e non poteva tornare indietro. Ad ostacolare il suo piano geniale, c'era solo la timidezza di Hanamichi. Doveva trovare un sistema rapido ed efficace per toglierla di mezzo. Non per sempre, ma almeno fino al raggiungimento del suo obiettivo. Era certa che, alla fine di quella storia, il rossino l'avrebbe ringraziata.


Come potava fare? Certo, c'era sempre 'quello'... Però non lo aveva mai testato su di un essere umano e Sakuragi era dotato di una forte personalità...


Però...


Akira.


Era tornato da poco... Poteva organizzargli una festa, magari nel suo appartamento sul garage... Ancora due giorni e la scuola sarebbe stata chiusa per due intere settimane... Certo. Avrebbe avuto due giorni interi per esercitarsi e, grazie all'alcol, le difese del rosso si sarebbero abbassate.


Non aveva certezze, ma ci doveva almeno provare.


Ehi, gente! - sbottò all'improvviso, ottenendo l'attenzione dei familiari – Dopodomani potremmo organizzare una festa in onore del nostro fratellone, che ne dite?”


Sarebbe carino, grazie! - sorrise Sendoh – Se non ricordo male, il giorno dopo non c'è nemmeno scuola...”


Già! Ma... dove potremmo farla?” chiese la ragazza, fingendo di pensare.


Usiamo il mio appartamento!” disse Akira, illuminandosi.


Kurumi sorrise soddisfatta.


Accidenti, Aki! Hai avuto un'idea davvero geniale...”




L'argomento principale della cena, fu il concorso di cosplayer.

Kurumi convinse sua madre a costruire gli accessori dei personaggi e intavolarono una discussione sugli abiti da far indossare ai ragazzi.


Quelli del Reload sono indubbiamente i più belli! Gojyo con i jeans attillati è uno spettacolo per gli occhi!” sentenziò Katy, battendo le mani.


Mmm... - mugugnò la nonnina – Ho visto delle bellissime doujinshi, in cui Sanzo e Gojyo si rotolavano allegramente tra le lenzuola. Potreste fare...”


NONNA!” tuonarono i tre nipotini, mentre Akira scoppiò a ridere divertito.


Che c'è? E' un'idea originale! - borbottò Kikyo-san, imbronciata – Sul palco, Sanzo afferra il bel rossino, baciandolo con passione!” sospirò, con gli occhietti sognanti.


Hanamichi soffocò con la mozzarella e Akira gli porse velocemente un bicchiere d'acqua.


Mmm... Adesso che ci penso, Gojyo l'ho visto anche in coppia con Hakkai... Vivono anche insieme...” rifletté la nonna.


Hn!” ringhiò Kaede, allontanando il piatto con malagrazia.


Che c'è, Ede?” chiese suo padre preoccupato.


Troppo sale” mentì la volpe, nascondendo l'imbarazzo.


A me non pare proprio!” commentò Sendoh, continuando a mangiare.




Kikyo osservò attentamente i suoi nipoti. Stavano crescendo decisamente bene.

Belli, forti e decisi quanto lei.


Ma c'era dell'altro. Lo vedeva chiaramente dall'alto della sua esperienza.


Sottotrame silenti... Sguardi sfuggenti... Muti linguaggi...


Culetto d'oro, seduto tra i suoi due nipoti più grandi, solitamente allegro e splendente, in quel momento sembrava con la mente altrove. Ciò nonostante, riusciva ad essere in perfetta sintonia con Akira.

Lo capiva dai loro piccoli gesti, all'apparenza insignificanti. Da come si passavano la bottiglia dell'acqua o un tovagliolo... Dal modo in cui parlavano, così calmi e rilassati.


Sciocchezze che nascondevano grandi verità ancora taciute.


Come il gesto di stizza di Kaede, sempre così pacato e silenzioso, che adesso appariva decisamente troppo nervoso e imbronciato per i suoi standard abituali. Nemmeno dopo la sconfitta contro il Kainan lo aveva visto così furioso.


Gli sguardi traboccanti di nostalgia che Hikaru riservava ad Akira e l'astio malcelato di Kazuya, taciturno come non lo aveva mai visto prima.


Kurumi, che lanciava sporadiche occhiate al bel rossino, sorridendo soddisfatta e il piccolo Kanata che, pur continuando a leggere come suo solito, alzava il viso dal libro appena udiva il suono della risata di culetto d'oro.


Doveva stare molto attenta. Ben presto avrebbe avuto abbastanza materiale per poter scrivere l'ennesimo best seller.



- FINE TERZA PARTE -






Ru: Abbiamo aspettato mesi, per sta roba?! è___é

Gj: Gooojyyyooooo *___________*

Aki: Si è impallata di nuovo ^___^'''

Ru: Hn.

Hana: Ma perché devo fare proprio io quel tipo? Com'è che si chiama?

Gj: Gooojyyyooooo *___________*

Hana: Ah, sì! Giusto!^^

Ru: Se, se! Siamo a posto! Ci toccherà aspettare otto mesi per il 4 capitolo!

Aki-Hana: Dici? O_O'''

Ru: Ora che questa si ripiglia... -___-''

Gj: Gooojyyyooooo *___________*


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Capitolo 4
*** IV parte ***


SF4

AUTORE: Gojyina-chan

DISCLAMER: I personaggi sono di T. Inoue. Alcuni, invece, li ho inventati io, ma non temete: la differenza, balza immediatamente agli occhi! -////-'

RINGRAZIAMENTI: A Nivis e al suo dizionario magico! Grassie Bissa!!!^^



STRANGE FAMILY 4





Kurumi, chiusa in camera da ore, controllò ripetutamente tutte le fasi del suo piano.

Sembrava perfetto, ma doveva pur sempre tener conto della follia del parentado. Quella era la sua unica occasione e non poteva permettere che andasse in fumo.


Quella sera, Hanamichi sarebbe diventato la sua inesauribile fonte di guadagno.


Scese in soggiorno e vide la madre e la nonna che finivano di sistemare uno striscione di benvenuto per Akira. Poteva sempre sfruttarle per...


Mamma? In casa abbiamo solo succhi di frutta. - disse, avvicinandosi al divano - Beviamo quelli per la festa o...”


Ma no, dai! E' una serata importante. Vai insieme ad Hana a comprare qualche birra e del saké! Per una volta non succede niente!” sorrise Katy, finendo di sistemare la scritta.


Con un po' di alcol in corpo ci divertiremo di più!” sogghignò la nonnina, sbranando Sakuragi con lo sguardo.


S... Sì... E-ehm... Andiamo!” balbettò il ragazzo, scappando letteralmente di casa, trascinandosi dietro una gongolante Kurumi.




Affacciato alla finestra della sua camera, Kazuya ascoltava Hikaru suonare il pianoforte. Era davvero brava e il suo viso si addolciva sempre quando sfiorava quei tasti bianchi e neri. Lui riusciva a vederla anche da lì, attraverso le ampie vetrate del piccolo soggiorno della dependance.


Decise di andare a tenerle compagnia, ma appena fece un passo verso la porta, notò l'inconfondibile sagoma di Akira avvicinarsi alla porta dell'abitazione dei Sakuragi.


Profondamente contrariato, osservò il fratello maggiore salutare la ragazza e sedersi sul divano a pochi metri da lei.


Con uno sbuffo insoddisfatto, si lanciò a peso morto sul letto.


Non poteva competere con la dolce gentilezza di Sendoh, né con la bellezza di Rukawa, l'astuzia di Kurumi, tantomeno con l'intelligenza del piccolo Kanata. Lui era semplicemente... normale.

E una persona anonima, circondata da talenti veri, era destinata a passare totalmente inosservata.




Non staremo esagerando?!” chiese il rossino, guardando il carrello stracolmo di bottiglie.


Potremmo sempre tenerle come scorta per Natale o qualche compleanno!” rispose Kurumi, andando verso la cassa.


Dopo aver pagato, uscirono dal negozio stracarichi di sacchetti.


Allora, sei pronto? Domani Ayako vi vuole in palestra per la prova costumi!” buttò lì la giovane, guardandolo di sbieco.


Di già?! Ma se ha preso le misure solo ieri?!” sbottò Hanamichi, arrossendo furiosamente.


Non ha finito di cucire i particolari, ma ha trovato con facilità i pantaloni e le magliette. Per il costume di Sanzo ha usato un vecchio kimono. Deve controllare che vi stiano bene e poi proseguirà con l'applicazione delle fasce colorate e il resto.”


Che vergogna!” sbottò il ragazzo, arrossendo furiosamente.


Sono solo dei costumi, Hana!” gli fece notare lei.


Non è per il vestito in sé, ma per la gara! Salire sul palco conciato in quel modo... Non fa per me!” borbottò Sakuragi, corrucciandosi.


Tranquillo, Hana! Vedrai che, una volta finito, non te lo ricorderai neanche!” disse Kurumi, sibillina, riproponendogli il suo inquietante sorriso.




Dopo l'ennesimo sbuffo annoiato, Kaede si decise a spegnere la televisione.


Udendo un paio di voci familiari provenire dal cancello, rivolse lo sguardo alla porta dell'ingresso che si aprì pochi istanti dopo.


La volpe si limitò a sollevare un sopracciglio, notando la quantità di bevande che sua sorella e il Do'hao avevano comperato.


Che fosse il compleanno di qualcuno? No, gli sembrava di no...


In silenzio, risorse dalla sua poltrona per prendere le buste di Kurumi e posarle sul tavolo della cucina, seguito da Hanamichi.


Il rossino sistemò la spesa e cominciò a preparare un dolce. Bene presto, la casa profumò di zucchero e vaniglia.


Hn?”


Torta degli angeli ripiena di crema, Kitsune.” gli disse il rossino, impastando la farina con le uova e lo zucchero.

Hn”

Kaede si sedette a braccia conserte, osservandolo distrattamente.

Era davvero veloce e non aveva nemmeno bisogno di misurare le dosi degli ingredienti, probabilmente le conosceva a memoria.


Accidenti! - sbuffò Sakuragi, pensando ad alta voce – Ho le mani sporche...”

Hn?”

Devo imburrare la teglia.” disse indicandola con il capo.

Faccio io...” mormorò la volpe, scartando il pacchetto del burro.

Ah... Grazie...” sussurrò il rossino, profondamente stupito.

Mica lo faccio per te! Non voglio perdere il dessert a causa tua!” mugugnò Rukawa, cominciando a imburrare la teglia.

Tsk! Come se ti avessi mai lasciato morire di fame!” borbottò piccato l'ala grande dello Shohoku.


Hanamichi lasciò l'impasto a riposo e preparò la crema.


Mmm...Per la cena di stasera, potrei fare la pizza... Kanata, ti va?” chiese Sakuragi, aggiungendo un pizzico di vaniglia al latte.

Sì!” rispose una voce dall'armadietto.

Kitsune, hai una caramella alla menta?” domandò il giovane, ricevendo in cambio un'occhiata perplessa.

A furia di cianciare ti è venuto mal di gola, Do'hao?” borbottò la volpe, rovistando nelle tasche dei pantaloni.

Non ti facevo così simpatico! Tutto tuo fratello!” sibilò Sakuragi, continuando a mescolare la crema.

Hn” mugugnò Kaede, appoggiando la caramella su tavolo.


Grazie, Baka Kitsune!”

Prego, Do'hao!...HN?!” sobbalzò la Rukawa, guardando il compagno di squadra triturare la caramella con un mattarello, per poi mescolare la polverina verde alla farina.


Segreto! - sorrise il rossino, aggiungendo il lievito e un po' di acqua tiepida al tutto, ricominciando ad impastare - Uffa! Oggi non mi bastano due mani!” si lamentò, guardandosi le dita infarinate.


Cosa devi fare ancora?” sbadigliò la volpe, appoggiando la testa sul tavolo.

Stasera c'è la festa del porcospino. Devo preparare le tartine, un paio di focacce ripiene, mettere i salatini nelle ciotole, fare il sugo per le pizze...”


Hn...Capito! - sbottò Kaede, fermandosi a riflettere. Non aveva nulla da fare e il soggiorno era ancora occupato dalle donne di casa... - Dimmi cosa devo fare...” sospirò alzandosi in piedi.


Nel mobiletto in alto a sinistra c'è il pane a fette, quello per i tramezzini.” lo istruì il ragazzo, curioso di vederlo all'opera.

Hn” annuì la volpe, afferrando il pacco.


Prendi una fetta quadrata, spalmaci sopra la maionese e metti una fetta di prosciutto cotto, poi appoggiaci sopra un'altra fetta e taglia il tutto in diagonale. Così acquisteranno una forma a triangolo, ok?” gli spiegò il rossino, preparando il sugo al pomodoro.


Hn” annuì ancora Kaede, mettendosi all'opera.

Fanne dieci così, dieci al prosciutto crudo e dieci col tonno.”

HN?!” sobbalzò Rukawa, augurandosi che il Do'hao scherzasse.

No, è vero! Siamo in tanti... Venti di ognuno.” disse Hanamichi, celando il proprio divertimento.

Hn...” mugugnò la volpe, maledicendosi mentalmente. Perché diamine non era andato in camera sua a dormire?!


Ma che carini! Sembrate una coppia di sposini!” rise Akira, appoggiato allo stipite della porta.


Hn!”

Hm!”


Parlate anche nella stessa lingua ormai! - rise il Sempai, avvicinandosi al fratello – Posso darvi una mano? Mi sento un po' in colpa... Fate tutto questo per me!”


Il porcospino, fu immediatamente reclutato da Sakuragi.


Taglia orizzontalmente le focacce e metti sulla fetta inferiore i pezzetti di mozzarella e le fette di prosciutto cotto. Mi raccomando, le fette devono stare l'una accanto all'altra, parallelamente!”


Ok, capo!” annuì Sendoh, afferrando un coltello.


Mezz'ora dopo, Hanamichi controllò la cottura della pizza, decidendo di spegnere il forno e ripose la focaccia nel microonde, decretando la fine delle ostilità.


Bravi, uomini. Vi siete comportati bene!” si congratulò, voltandosi a guardarli.


Erano un disastro!


Sia Kaede che Akira, avevano le magliette unte, faccia e capelli infarinati, mani e pantaloni pieni di maionese e un'espressione assolutamente stravolta.

Sakuragi cercò di trattenersi il più possibile, ma alla fine scoppiò in una risata divertita.

Hn!” arrossì Rukawa, imbarazzato.

Ehi! Siamo stati bravissimi e tu ci prendi in giro?!” lo sgridò Sendoh, imbronciandosi.


Scusate... è che... - ricominciò a ridere il rossino – Lasciamo stare, va! Kanata? Devo accendere la lavastoviglie, ti conviene trovare un posto più tranquillo per leggere!” lo avvertì, continuando a sghignazzare.


Il bimbo uscì dall'armadietto, guardando i due fratelli con un sopracciglio sollevato.


Oh! - sbottò il rossino, riconoscendo il libro che il piccolo teneva in mano - 'Il piccolo principe'! Lo leggevo sempre a Hiki quando era piccola!”


Mmm... Ti andrebbe di leggermelo?” gli propose Kanata, stupendo non poco i due moretti.


Certo! Tanto qui ho finito... Grazie all'aiuto dei tuoi baldi fratelloni!” disse Sakuragi, ricominciando a ridere.

Do'hao!” sbottò Kaede, mentre Akira si limitava ad una sonora pernacchia.


Vieni piccolo, il soggiorno è libero!” sorrise Hanamichi, prendendo il bimbo per mano.


Tra i due litiganti, il terzo gode!” sospirò Sendoh.

HN?!”

Vado a fare la doccia!” annunciò il porcospino, fischiettando allegramente.


Rimasto da solo, Rukawa ebbe la netta sensazioni di aver perso qualche passaggio.




Sprofondato nella sua poltrona preferita, Kaede ascoltava la calda voce del Do'hao leggere il libro a Kanata.


Dopo una doccia veloce, il volpino era tornato in soggiorno. Lì, aveva trovato il fratellino abbarbicato su Hanamichi, stile koala, con la guancia premuta sul petto largo del rossino e le piccole braccia attorno al suo busto.


Rukawa aveva provato una strana sensazione vedendo una copia in miniatura di se stesso, avvinghiata a Sakuragi.


A scioccarlo ancora di più, era stato il tono dolce col quale stava leggendo il rossino e la sua grande mano ambrata che accarezzava distrattamente la testolina del bimbo, mentre con l'altra teneva il libro vicino al suo visino, per permettergli di guardare le illustrazioni.


Girandosi appena, osservò con attenzione suo fratello. Era la prima volta in assoluto che Kanata condivideva la lettura con qualcuno. Nessuno mai gli aveva letto favole o cose simili, dato che a quattordici mesi, già sapeva leggere e scrivere da solo. Ma soprattutto, non lo aveva mai visto con un'espressione così felice.


Il Do'hao aveva conquistato anche lui.


Quell'atmosfera così tranquilla e serena, fu bruscamente interrotta da un poderoso rutto, proveniente dalla cucina.


I tre ragazzi sobbalzarono, mentre Kyosuke e Akira si precipitavano in soggiorno scendendo i gradini due alla volta.


Ma... Che...?!” mormorò Sakuragi, guardandosi attorno stupito.


Che bello! Funziona! Funziona!” trillò il capo famiglia, correndo in cucina, seguito dai due ragazzi.


Hanamichi, sempre con Kanata in braccio, si avvicinò all'uomo che stava aprendo la lavastoviglie.


E' la mia nuova invenzione!Quando la lavastoviglie finisce, ti avverte ruttando!” spiegò l'inventore.


Ruttando?!” domandarono in coro i tre giocatori di Basket.


E' un suono riconoscibile, no?” sorrise Kyosuke, soddisfatto di se stesso.

Ma... Ma...” balbettò il rossino, oramai senza più parole.


Hn... Meglio la lavastoviglie che il gabinetto!” sentenziò lapidario il volpino, tornando ad accucciarsi sulla sua poltrona.

Mmm” ne convennero Sendoh e Hanamichi, tornando alle loro faccende.




Akira prese posto sul divano accanto a Sakuragi, aspettando che terminasse la lettura del 'Piccolo Principe' per scambiare due chiacchiere con lui.


Appena il rossino chiuse il libro, abbassò lo sguardo lui piccolo Kanata e sorrise, trovandolo profondamente addormentato.


Prima ho sentito suonare tua sorella. E' davvero molto brava!” si complimentò il Sempai, sinceramente stupito.


Già! Finito il liceo, farà il conservatorio a Tokyo!” annunciò il rossino, orgoglioso.

E tu?” domandò il moretto, voltandosi a guardarlo.

Non farò l'Università. Mi troverò un lavoro fisso e...”


Sciocchezze, culetto d'oro! - tuonò la nonna, sbucando dal nulla – L'istruzione è fondamentale, soprattutto col bel corpicino che ti ritrovi!” lo ammonì, brandendo il suo bastone sotto il naso di Sakuragi.


S... Sì.... Signora... - balbettò il ragazzo, spaventato - Ma io devo occuparmi di Hiki, prima! Poi...”


E chi pensa a te? - buttò lì l'anziana, guardandolo di sbieco – Ah! Prima che mi dimentichi, Katy mi ha chiesto di avvertiti di tenerti libero per domani pomeriggio. Deve fare un nuovo quadro...” sospirò Kikyo-san, leccandosi i baffi.


Kami Sama! - sospirò Hanamichi, chiudendo gli occhi un istante – Certo! Non c'è problema!” mentì, sperando di risultare credibile.


Si augurò che non fosse nulla di sconcio e si alzò, portando il piccolo Kanata nella sua camera.




Questo è l'ultimo!” annunciò Hanamichi, entrando nell'appartamento di Sendoh con un vassoio in mano.


In mezzo a quella ressa di gente, incontrò non pochi impedimenti per giungere fino al tavolino vicino al divano e posare le pizze.


Ma che sta facendo lì Kuro?!” chiese il ragazzo, guardando il cane scuro a pancia in su, perfettamente immobile, che sorreggeva il suo corpo con le zampe.


Il tavolo, Do'hao” mugugnò la volpe, stravaccata sul divano accanto al piccolo Kanata, entrambi con un succo di frutta in mano.


Lo potrò posare il vassoio?” borbottò il rossino, guardando prima la bestiola e poi le pizze, indeciso.


Aspetta! - mormorò il bimbo con gli occhioni azzurri, liberando il tavolino di cristallo da piatti e bicchieri ormai vuoti – Fatto!” si limitò a dire, ritornando a sedersi accanto al fratellone, mentre Hanamichi posava le cibarie, rivolgendogli un sorriso grato.


Il piccolo arrossì appena, mugugnando qualcosa di incomprensibile.




Hana-pucci! - sorrise Kurumi, prendendolo sottobraccio - Riposati un po'!Tieni!” disse porgendogli l'ennesima birra.

Ma... veramente... È la sesta...” balbettò il rossino.

Suvvia! Non mi dirai che non reggi l'alcol!” insinuò la ragazza, certa di ferire il suo orgoglio maschile.

Tsk! Il Tensai regge qualunque cosa!” sbottò infatti Sakuragi, trangugiando l'intera lattina.




Attorno alle due di notte, Kyosuke e consorte, si congedarono dai ragazzi. Lui, trascinando via una recalcitrante nonnina che voleva ancora fare baldoria e Katy portando via con sé Kanata, addormentatosi sul divano.



Seduto in disparte, Kazuya si scolò la quarta bottiglia di birra, incapace di staccare lo sguardo da Akira e Hikaru che discutevano di non sapeva bene che cosa.


Il fratellone conosceva persino il linguaggio dei segni, maledizione!

Non ti sembra di stare esagerando?” si sentì chiedere dalla voce dura di Kaede.

Non credo proprio!” sputò il ragazzo, trangugiando un'altra birra.


Si rendeva vagamente conto d'avere ecceduto parecchio, ma la cosa non lo turbò minimamente.


Hn?” mugugnò la volpe, sollevando un sopracciglio perplesso.

Vaffanculo!” ringhiò Kazuya, alzandosi di scatto per frapporre più spazio possibile tra lui e lo sguardo infastidito del fratello. Non aveva proprio voglia di sorbirsi una paternale.


D'improvviso, la stanza iniziò a girare vorticosamente e solo l'intervento di Kaede, gli impedì di cadere rovinosamente a terra.

Lasciami, cazzo!” urlò il giovane, cercando di divincolarsi dalla presa ferrea del fratello.

Il suo grido rancoroso, portò su di sé l'attenzione dei ragazzi che lo guardarono stupiti.

Lo porto a letto” mugugnò Kaede, notando vagamente l'assenza di sua sorella e del Do'hao.




Kurumi aiutò Sakuragi a raggiungere la dependance e a farlo coricare sul suo letto.

Rimase lì fino a quando Hanamichi non cadde in sonno profondo.


Forse aveva un po' esagerato... Invece che poche gocce, aveva svuotato l'intera boccetta... Si augurò che non avesse effetti collaterali troppo dannosi e tornò in camera sua, attendendo elettrizzata il risveglio del ragazzo.


Solo poche ore e avrebbe scoperto se tutto era andato secondo i suoi piani oppure no.




L'allarme anti-incendio, scattò alle 5.02 del mattino.

Kaede si trascinò giù per le scale, in perfetto stile ameba comatosa, usando il solo senso del tatto per strisciare sino alla sua amata poltrona e affondarci dentro, raggomitolandosi su se stesso.

Vagamente udì i passi pesanti del resto della famiglia, scendere lentamente i gradini.




Dopo una nottata passata a vomitare l'anima, Kazuya riemerse dal bagno con una faccia verdognola che aveva ben poco di umano.

Yayu! - sobbalzò Katy, osservando da vicino il viso del figlio – Hai un aspetto orribile! Torna a letto e riposati. Devi aver preso l'influenza!”

Mmm...” mugugnò il ragazzo, strisciando al piano superiore.




Con un enorme sbadiglio e i gonfi occhi chiusi, Akira aprì la porta di casa lanciandosi a peso morto sul divano. Più che un porcospino sembrava una talpa scavatrice, mentre afferrava il corto plaid appoggiato sullo schienale, cercando di coprirsi il più possibile.


Ma non potresti fare sta cosa a un orario più decente?!” gemette il ragazzo, schiacciando il viso contro il bracciolo del divano.

Il fuoco non porta l'orologio, caro mio!” fu la risposta del padre, per nulla impietosito dallo stato psico-fisico della sua prole.




Ma che bello! Siete già tutti in piedi! - trillò Kurumi, facendo capolino dalla porta della cucina – Venite! Vi ho preparato il caffè!”


Sei stata la prima ad alzarti? TU?!” sbottarono in coro i suoi genitori e la nonna, guardandola con gli occhioni sgranati.


Oggi ho... Molte cose da fare...” rispose la ragazza, prendendo le tazzine da un mobiletto.

Che strano... Di solito è Hana quello mattutino! A proposito, ma dov'è finito?!” domandò Katy, guardandosi attorno.


Qualcuno mi ha chiamato?” mormorò una voce bassa, talmente sensuale da riuscire persino a risvegliare dal letargo sia la volpe che il porcospino.


Oh, Kami!” sospirò la nonnina-hentai, di fronte alla materializzazione di tutti i suoi sogni più proibiti.


Sakuragi, con indosso solo un paio di jeans attillati, era appoggiato allo stipite della porta dell'ingresso.

I capelli insolentemente spettinati, un sorriso ironico dipinto sulle labbra e lo sguardo irriverente e scioccatamente sensuale.


Mie dolci signore, quale migliore risveglio per i miei occhi assonnati!” sussurrò galantemente, baciando le mani delle due donne.


Kyosuke riuscì appena in tempo ad afferrare sua madre, che si era accasciata all'indietro sospirando un flebile “Lo amo!” mentre Katy tentava di controllare l'improvvisa tachicardia, guardando estasiata il giovane uomo che aveva dinnanzi.


Hana!” pigolò la pittrice, senza staccare gli occhi di dosso dal bel sederino sodo di Sakuragi.

Il tutto, sotto gli occhi sconvolti di due moretti che si stavano impietosamente disidratando, chi sul divano, chi sulla poltrona.


La mia creatura!” annunciò Kurumi a voce bassa, grondando orgoglio e soddisfazione da ogni poro.




Appostato sopra il mobile del soggiorno, dietro il vaso Ming preferito di Katy, Kato osservò il suo acerrimo rivale dalla folta chioma rossa.

Attese pazientemente che la sua preda muovesse un passo per poterlo avere sotto mira.

Il gatto spiccò un balzo veloce ed elegante, urlando come un ossesso, ma all'ultimo secondo, Hanamichi si abbassò e lui andò a stamparsi sul pavimento come una frittella.

L'animale, ferito nel suo orgoglio di prode guerriero, si rialzò velocemente, pronto per un nuovo attacco.


Ma tu non conosci domeniche, eh?” sorrise il rossino, stupito dalla tenacia dell'animale.


Kato inclinò il capo, specchiandosi in quegli occhi scuri che lo guardavano divertiti e... gli saltò addosso, abbarbicandosi sulla sua lunga gamba, con intenti molto poco bellicosi.


Voglio essere un gatto!” si lamentò la nonnina, riprendendo i sensi, tra le braccia del figlio.




Desiderate un creme caramel, per colazione?” domandò Sakuragi, inclinando il capo di lato, incurante del gatto abbarbicato sulla sua gamba.

Solo se poi me lo spalmi addosso!” sospirò Kikyo-san, sempre più hentai.

La bassa risata di Sakuragi, la mandò del tutto in visibilio.

Mia dolce signora, lei merita ben altro, che un misero ragazzino come me!” mormorò Hanamichi, facendole l'occhiolino.


Muoio felice!” annunciò la nonnina, ricadendo estasiata tra le braccia dell'inventore.




Il cambiamento improvviso di Sakuragi, non passò inosservato nemmeno a scuola.


Il preside, aveva organizzato su due piedi una prova anti-incendio sfruttando il giorno festivo e i ragazzi, avvertiti da Ayako, raggiunsero l'istituto Shohoku in tarda mattinata.

Il corpo insegnanti aveva deciso di simulare una normale giornata di scuola, con tanto di suono della campanella, divisa scolastica e cartella.

Ma non bastano le prove che fa il babbo tutte le mattine?!” sbadigliò Kurumi, dando voce ai dubbi dei suoi stessi fratelli.


Appena varcata la soglia del grande cancello di ferro, il rossino, giacca della divisa slacciata e passo indolente, attraversò il cortile con una camminata lenta e felina, degna dei migliori modelli che sfilavano lungo le passerelle europee, andando a salutare il suo Guntai che lo guardò allibito tanto quanto ogni studente che aveva assistito a quell'insolito spettacolo.


Il brusio che seguì, fu bruscamente interrotto dalla voce grave del preside.


SAKURAGI! E' questo il modo di presentarsi a scuola?” tuonò l'uomo dal viso glabro e lo sguardo furente.


Appoggiando entrambe le mani sui fianchi, si avvicinò al più negligente dei suoi studenti che finalmente, voltò il capo verso di lui.


Toshi Ikeda, il cinquantenne preside dell'istituto superiore Shohoku, famoso per la sua intransigenza

e compostezza, si trovò di fronte a un giovane demone che gli sorrise sensuale e pericoloso.


Raccomandando l'anima a Kami, lasciò che gli cingesse le spalle con un braccio muscoloso.


Suvvia, Capo! Lo sa che irritarsi fa male alla salute? - mormorò quella creatura selvaggia, facendolo rabbrividire – Non vorrei che il suo bel faccino si riempisse di rughe!”


Ru.. ghe...” balbettò l'uomo, sgranando gli occhietti scuri.


Già, già! E poi, consideri che sono un giocatore di Basket! Più ragazzi attiro e più il club diventerà popolare... Più matricole si iscriveranno da noi... e più ricambi avremo per la squadra... - proseguì Hanamichi, sorridendo maliziosamente – Più tornei vinciamo e più l'istituto Shohoku diventerà famoso... e allora i finanziatori le correranno dietro e lei diventerà il preside più famoso di Tokyo...”


Correre... dietro... - sospirò Ikeda, con un sorriso ebete stampato in faccia. Sobbalzò all'improvviso, ricordandosi dove fosse e si scoprì oggetto degli sguardi attoniti dell'intera scuola - CHE AVETE DA GUARDARE, VOIALTRI? FILATE SUBITO IN CLASSE!” tuonò, ritrovando il suo solito cipiglio, che poi perse impietosamente quando si voltò a guardare Sakuragi, adorante – Vai anche tu o entrerai tardi!” pigolò estasiato.


Grazie, Capo!” disse Hanamichi, facendogli l'occhiolino.


E mentre due docenti prestavano soccorso al preside, tentando si rianimarlo, il rossino tornò dai suoi amici che lo accolsero festanti.


Ma come cavolo hai fatto?!” chiese Yohei, sinceramente stupito.

Il fascino del Tensai!” si limitò a rispondere Hanamichi, entrando a scuola tra gli applausi degli altri studenti.




Ok.

Chi diamine era 'quello' e che fine aveva fatto fare al Do'hao?!


Kaede, che aveva assistito attonito alla scena, ringraziò la sua innata inespressività che gli aveva impedito di ritrovarsi con una faccia da triglia pari a quella di qualunque altro essere umano presente, Akira compreso.


Con la coda dell'occhio vide Kurumi trattenere il respiro, puntando gli occhietti a forma di yen sul clone del Do'hao.


Perché 'quello' era di certo una copia della scimmia rossa che conosceva lui.

Un alieno venuto da chissà dove per studiare la razza umana, prima dell'attacco decisivo al pianeta Terra.


Doveva aver assunto le sembianze del Do'hao subito dopo averlo rapito e adesso Sakuragi era rinchiuso sulla sua navicella spaziale, legato come un salame a fare da cavia per qualche oscuro esperimento.


Kami Sama!

Se gli extraterrestri si convincevano che gli esseri umani erano tutti pazzi e scemi come lui, l'attacco sarebbe stato imminente!


MA CHE CAZZO STAVA PENSANDO?!


Rukawa sgranò gli occhi, rendendosi conto di star vaneggiando esattamente come il Do'hao.

Kami! Era pure contagioso!


Dho!

Lo aveva fatti di nuovo!


La volpe entrò in aula, lanciandosi a peso morto sul suo banco, pronto per la solita pennichella.

Ma invece che crollare addormentato in un oceano di bavetta, ricominciò a rimuginare su Sakuragi e sul suo radicale cambiamento.


Pensa, Kaede. Pensa!

Il Do'hao si era trasformato in quella specie di macchina del sesso nel giro di una nottata. Fisicamente impossibile. Doveva essere successo per forza qualcosa...


Erano rimasti tutti sconvolti dal suo cambiamento così radicale... Tutti, tranne Kurumi.


Non ebbe il tempo di riflettere su quell'importante particolare, che la voce di Ikeda si diffuse in tutta la scuola tramite gli altoparlanti posti in ogni aula, strappando la volpetta alle sue elucubrazioni. Il preside annunciò una riunione in aula magna, subito dopo la fine della prova anti-incendio.





Bene, prima di tutto voglio farvi i miei complimenti per la buona riuscita della prova! - esordì il preside, osservando compiaciuto i suoi allievi tutti compostamente seduti di fronte al palco sul quale si trovava lui – Vorrei, inoltre, comunicarvi una decisione importante. Come incentivo per tutti voi, nella speranza che il maggior numero di studenti si decida a praticare della sana attività fisica, ho deciso di esimere gli studenti iscritti ai club sportivi dall'indossare la divisa scolastica – Toshi lanciò uno sguardo adorante a Sakuragi, seduto in prima fila e poi proseguì il suo annuncio - Sempre nei limiti della decenza, questi studenti potranno venire a scuola con l'abbigliamento che più li aggrada!”


La notizia suscito un coro di approvazione e lo scroscio di applausi che seguì, riuscì a coprire il sospiro di Ikeda, che già pregustava di vedere le belle gambe del rossino, fasciate da un paio di attillati jeans neri.

Meglio se di pelle. Con le borchie...




Circondato da Do'hao. Quello era il suo destino.

Kaede si passò una mano sugli occhi, per nulla contagiato dal giubilo che lo circondava.

Quel pervertito del preside si stava mangiando il Do'hao con gli occhi e il cretino che faceva?

Sorrideva soddisfatto!

Do'hao. Stra-Do'hao! Mille volte Do'hao!


...E Kurumi, continuava a sorridere.



-FINE QUARTA PARTE-

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Capitolo 5
*** V parte ***


SF5

AUTORE: Gojyina-chan

DISCLAMER: I personaggi sono di T. Inoue. Alcuni, invece, li ho inventati io, ma non temete: la differenza, balza immediatamente agli occhi! -////-'

RINGRAZIAMENTI: A Nivis e al suo dizionario magico! Grassie Bissa!!!^^

DEDICHE: Alla mia AMMORRA, che per ragioni lavorative sto trascurando un po'. Sorry!!! ç___ç



STRANGE FAMILY 5




Ayako si guardò intorno stupita.

La simulazione anti-incendio era finita da un pezzo, eppure gli studenti dell'istituto Shohoku invece che tornare a casa o andare in giro con gli amici, si erano ammassati in palestra, generando un caos assoluto.


Forse volevano assistere agli allenamenti, ma prima dovevano fare la prova dei costumi per il concorso e con tutti quegli occhi indiscreti, era certa che né Ryota né, tantomeno, quel timido di Hanamichi, avrebbero acconsentito a travestirsi.


A proposito! Ma dove sono i ragazzi? - chiese ad Haruko, seduta in panchina accanto ad Anzai – Stamattina non li visti... Non saranno assenti, vero?” sbuffò la prima manager, mettendosi le mani tra i capelli.


Siamo qui! - borbottò Miyagi, facendosi largo tra la folla, seguito a ruota da Sendoh e Rukawa – Ayakuccia, ma dobbiamo fare 'quella cosa' per forza adesso?!” gemette il capitano, sgranando gli occhietti atterriti.


Certo, scemo! - sibilò brandendo il suo ventaglio – E non ammetto obiezioni! Iniziamo appena arriva Sakuragi e se anche lui avrà da ridire, allora vi fa... che... cavolo... che... KAMI SAMA!” esclamò Ayako guardando allibita un ragazzo, fisicamente assomigliante al suo numero dieci, che avanzava verso di lei con sguardo predatore.


Al suo passaggio gli altri studenti si scostavano intimoriti, permettendo a quello splendido ragazzo di raggiungerla velocemente.


Non poteva essere Hana.


Ciao Aya, sei più bella del sole d'inverno!” mormorò lo sconosciuto, baciandole una mano.


Non poteva essere Hana.


Potremmo fare in fretta con la prova costumi? Ho... 'voglia'... di giocare...” continuò, sussurrando morbidamente quell'ultima frase.


Non poteva essere Hana.


Ti abbiamo ringraziata per tutto ciò che fai per noi, baby?” chiese il ragazzo dalle cui labbra oramai pendeva miseramente.


Non poteva essere Hana.


Co...C...S...No...Va... - balbettò la manager confusamente, prima di fermarsi a riflettere – Ma certo! Ti sei calato nella parte!Bravo, Hana! Sei un Gojyo perfetto!” si complimentò la ragazza, fiera per l'impegno che stava dimostrando il suo giocatore.


Assediato da Do'hao!” sbuffò Kaede, correndo quasi verso gli spogliatoi.


Non gli piaceva quel... 'coso'. Non era il Do'hao. Era un accozzaglia di ormoni impazziti che...


Hanamichi entrò, avvicinandosi al suo armadietto.


...impazziti che si erano erroneamente aggrovigliati, dando forma a...


Hanamichi, si denudò velocemente.


...ad un ammasso di... muscoli e pelle profumata. Cos'era? Mandorle e vaniglia, sembrava...


Hanamichi, gloriosamente nudo, si chinò dandogli le spalle, recuperando velocemente il proprio costume.


...sembrava seta, la sua pelle... Chissà come doveva essere morbida al tatto...


Kae, ti sanguina il naso” lo avvertì suo fratello, porgendogli gentilmente un fazzoletto di carta.


HN!” sobbalzò il volpino, vergognandosi come un ladro.


Dannazione! Si stava comportando come tutti gli altri. Questo non lo poteva accettare. Lui era unico, non aveva mai avuto interesse a fare parte della massa, eppure quello sciocco Do'hao lo aveva costretto a...


Siamo adolescenti, Kae. Sono gli ormoni, stai tranquillo!” lo blandì Akira, intuendo il suo stato d'animo.




Anche Sendoh stava provando la stessa attrazione animale verso Hanamichi, ma vuoi l'esperienza, vuoi l'autocontrollo, era riuscito a darsi un minimo di contegno.

Ma il naturale istinto sessuale del suo monotematico fratellino, si era risvegliato all'improvviso lasciando l'impreparata volpe, confusa e sconcertata.


Sorridendo tra sé, Akira si pettinò in capelli, tirandoseli giù. Finalmente Kaede stava iniziando a capire che esisteva un mondo intero, al di fuori del campo di Basket.


Mi vergogno, maledizione! - borbottò Miyagi, spiando la palestra da dietro la porta – Mica se ne vanno quei perdigiorno! C'è mezza scuola là fuori! Sono il capitano, cavolo! Non posso mica farmi vedere conciato così!”


SIETE PRONTI?” tuonò la manager a pochi metri da loro, brandendo il suo ventaglio più grande.


Sì, Ayakuccia! Arriviamo subito!” cinguettò Ryota, correndo da lei.


Sbuffando sonoramente, Kaede si infilò la parrucca bionda, cercando di sistemarla come meglio poteva.


Aki, mi dai una mano?” mormorò Hanamichi, a petto nudo, con in mano un flaconcino di olio alle mandorle – Devo metterlo sulla schiena e sul petto. Ayako dice che così sembrerò più muscoloso...”


Autocontrollo. Esperienza e autocontrollo.


Sendoh trasse un profondo respiro e si voltò verso l'amico, passandogli il liquido lucido sulla schiena e sul petto.


Dal riflesso dello specchio, Rukawa osservò le mani del fratello su quel corpo ambrato, provando un mix letale di desiderio e gelosia.


Le mani color panna di Akira, sfiorarono i muscoli sodi e la pelle ambrata. Al tatto sembrava velluto. Morbido e seducente...

Stenderlo su un ruscello si stoffa, che dalla tastiera del letto, ricadeva morbidamente fin sul pavimento... e lui lì, accaldato e fremente. Nudo e vergine, su una nuvola di velluto bianco.


Esperienza e autocontrollo!” sbottò Sendoh, accigliandosi. Non poteva perdere la faccia e comportarsi come un ragazzino alla sua prima cotta. Era quasi un uomo, dannazione.


Muscoli e pelle.

Velluto e seta.

All'interno del braccio, Hanamichi era più delicato. Non più velluto, ma seta color vaniglia. Delicato e morbido.

E poi il petto, sodo e glabro...


Giunto ai capezzoli bronzei, l'erezione di Akira era dolorosamente visibile e pulsante.


Grazie, Aki!” sussurrò Sakuragi, sorridendogli impietosamente grato, infilandosi poi la parrucca rossa.


Ciò che non si era ancora disidratato di Sendoh, annuì in silenzio tentando di ricomporsi come meglio poteva e tornare così alla sua forma originale.


Esperienza e autocontrollo.


Un paio di balle!” ansimò Akira, appoggiandosi senza forze ad un armadietto.


HN!”


Non ho fatto niente! Non guardarmi così, tu! - borbottò Akira, lanciando un'occhiataccia al fratellino che lo guardava adirato - Se la prendono tutti con me!” sospirò il porcospino camminando mestamente sino alla palestra.




Ragazzi, siete fantastici! - sorrise Ayako, guardando le sue creature – Kaede, hai la tipica espressione infastidita che caratterizza Sanzo! Miyagi è identico a Goku, Akira è un perfetto Hakkai, col suo bel sorriso gentile e rassicurante e tu, Hana, sei... - la manager si soffermò più del necessario sui bei pettorali scolpiti del numero dieci – Sei così... Sei proprio...”


Un Gojyo perfetto!” le suggerì Kurumi, passandole accanto con una capiente borsa a tracolla.


Un Gojyo perfetto! - ripeté Ayako, riprendendosi velocemente – Voi che ne dite, ragazzi?” chiese agli spettatori, ricevendo in risposta un boato d'approvazione.


Ayakuccia... potremmo allenarci, adesso'” supplicò Ryota, sull'orlo di una crisi di nervi.


Prendo le ultime misure per i particolari da aggiungere e poi sarete liberi come l'aria!” lo rincuorò la ragazza, armeggiando con il metro.


Tre quarti d'ora dopo erano di nuovo negli spogliatoi che indossavano le tanto amate scarpe da tennis.


Ma... Mitsui? Non è venuto oggi?” chiese Miyagi, guardandosi attorno.


Non l'ho visto nemmeno in classe. Non è proprio venuto a scuola.” rispose Akira risistemandosi i capelli all'insu.


Avrà fatto il ponte... Ok! Andiamo. Abbiamo già perso fin troppo tempo!” borbottò il capitano, arrossendo di vergogna.




Appena fuori dalla palestra, Kurumi sistemò il suo piccolo tavolo da pic-nic, srotolandovi sopra un piccolo telo bordeaux con l'orlo nero e preparò velocemente i suoi oggettini carini carini.


Venite, gente! Abbiamo magliette, cappellini, spille e fotografie del bellissimo Hana! Tutto a cifre modeste. Venite a vedere!” urlò la ragazza, ben presto subissata da ragazze in estasi e banconote profumate.


Piano perfetto, risultato perfetto.

Era lei il genio della famiglia!




Ryota si sentì davvero sollevato quando la maggior parte degli studenti, si allontanò improvvisamente. Potevano allenarsi senza urla e schiamazzi vari.


Certo che Hanamichi sembrava l'idolo della folla... Doveva aver sentito male.


Col permesso di Anzai, decise di fare una partitella. Quattro matricole e Sendoh contro i ragazzi del secondo e terzo anno.


Hanamichi si ritrovò ad essere marcato dal ragazzino dai corti capelli ossigenati.


Oh! Il piccolo Hiyoko!” sbottò il rossino, alzando un sopracciglio.


Ué! Pulcino a chi? Io mi chiamo Aron Tsume, chiaro?” borbottò la matricola, corrucciandosi adirata.


Hiyoko ti si addice di più!” affermò con noncuranza il Sempai, riprendendo a giocare.


Dopo aver stoppato un'altra matricola dall'aspetto strano, Hanamichi si fermò ancora un istante, guardandosi attorno confuso.


E questo qui chi cavolo è?! - sbottò l'ala grande dello Shohoku, indicando il ragazzo dai lunghi capelli bicolore – Sembra una piccola puzzola!” disse, facendo ridere quasi tutta la squadra.


Do'hao!” sbuffò spazientito la volpe, sistemandosi la fascetta nera che aveva sul braccio.


Oh, oh, oh! - rise Anzai – Lo aveva dimenticato. Il giorno della presentazione dei nuovi iscritti, Sakuragi non c'era!”


Ehi, tu! Io non sono una puzzola, ok? - sibilò il capellone – Ho un'identità ben precisa! Sono Shane Sato. Vedi di ricordartelo!Puzzola è brutto! Rovina i miei rapporti sociali!” borbottò il ragazzino.


Mmm... In effetti è vero! - ammise Hanamichi, osservandolo intensamente inclinando la testa di lato – Kenaga è più carino e ti si addice decisamente di più!”


Coda lunga? - chiese Sato, sfiorandosi le punte dei capelli che arrivavano fino a metà schiena – Potrebbe andare!” ammise, parzialmente soddisfatto.


AVETE FINITO DI FARE SALOTTO VOIALTRI?! - tuonò il capitano tirando un paio di calci negli stinchi a quei nullafacenti – RIPRENDIAMO L'ALLENAMENTO!”


Mi ha tirato un calcio?!” sbottò allibito Shane, massaggiandosi la parte lesa.


Avrebbe voluto tirarci un pugno stile gorilla... Ma non ci arriva!” mormorò Hanamichi con un'alzata di spalle.


Gorilla?!” chiesero all'unisono i due ragazzi dalle strane capigliature.


Ve lo spiego dopo!” promise Sakuragi, posizionandosi al centro del campo.


Desiderava giocare!




Dalla panchina, Ayako si scoprì ad ammirare il loro numero dieci.

Brillava di luce propria.


Veloce, preciso, agile.

Stava tenendo testa ad Akira con una facilità imbarazzante.


È davvero in forma!” commentò la manager, sorridendo estasiata.


Oh, no! - rispose Anzai – E' semplicemente felice!”


L'uomo biondo seduto accanto al mister si limitò a sorrise. Aveva proprio fatto bene a scegliere lo Shohoku. Si sarebbe divertito e avrebbe raggiunto dei grandi traguardi insieme a quei ragazzi così pieni di talento.




Sotto la doccia, Rukawa rilassò i muscoli tesi, permettendosi di pensare.


Era certo che, qualunque cosa sarebbe successa nella sua vita, mai avrebbe dimenticato l'immagine che lo stava tormentando da ore.


Nel tentativo, peraltro riuscito, di prendere l'ennesimo rimbalzo, Hanamichi aveva spiccato un salto incredibile.


Fu allora che lo vide.


Il sole morente, aveva tinto la palestra di un rosso acceso. L'ultimo riflesso di luce che filtrava dall'ampia finestra situata dietro il canestro.


E poi... lui... che volava.


Un novello Icaro che tendeva al Sole, incurante di una rovinosa caduta. Volava, libero e felice. Riuscendo a toccare l'astro diurno.


Non lo aveva mai visto così.

Non aveva mai giocato, così.

Era riuscito a mettere seriamente in difficoltà suo fratello, che aveva persino perso il suo leggendario sorriso.

Anche Akira lo aveva capito. Lui, che per primo aveva notato il grande talento di Hanamichi, quel giorno lo aveva anche subito.


Sbuffando, chiuse la manopola dell'acqua, coprendosi i fianchi con un asciugamano.


Appena raggiunto il proprio armadietto, si trovò davanti il corpo completamente nudo di Hanamichi, che incurante dell'imbarazzo degli altri o del naso sanguinante di Akira, continuava a cianciare allegramente, asciugandosi i capelli purpurei.


Do'hao!” sibilò la volpe, infilando la testa nell'armadietto, per risparmiarsi l'ennesima figuraccia.


Ma il tizio biondo che era seduto accanto al nonno? Chi è? Non mi sembra giapponese!” stava dicendo Sakuragi, che finalmente aveva iniziato a rivestirsi, con somma gioia dei fratelli Rukawa.


È Michael Kant, un ex allievo di Anzai – gli spiegò Miyagi, allacciandosi le scarpe – Il Mister fra due o tre anni andrà in pensione e Kant prenderà il suo posto, perciò da quest'anno sarà l'allenatore in seconda così potrà imparare il mestiere dal suo grande maestro e permettere a noi di conoscerlo, prima che Anzai se ne vada.”


Le cose devono sempre cambiare!” sospirò malinconicamente il rosso, infilandosi la maglietta attillata.


Divenuto improvvisamente triste, il ragazzo si chiuse in un cupo silenzio fino al ritorno a casa.




Kurumi riordinò le proprie cose, felice e soddisfatta. Aveva venduto tutto. Guadagnando il triplo di quanto aveva speso per fare stampare il bel viso di Hanamichi sulle magliette e il resto della roba.


Rimise nel borsone sia il tavolino piegato che il telo scuro e aspettò fuori dalla palestra, insieme ad Hikaru, i loro fratelloni.


Aveva sentito dire che Sakuragi aveva fatto faville in allenamento.

Bene! Il giorno dopo avrebbe raddoppiato i prezzi.




Una volta a casa, mentre gli altri si rifugiavano in silenzio nelle proprie camere, Kurumi decise di prepararsi un the. Se lo era proprio meritato.


Sniff, sniff. Sento uno strano odore.” mormorò sua nonna, seduta al tavolo con una tazza fumante in mano.


Quale?!” chiese la ragazza, non sentendo nulla di particolare.


L'odore delle stronzate pesanti! Cos'hai combinato? - sibilò Kikyo-san, guardandola torva – Stamattina Culetto d'oro era troppo strano e tu sei stata l'unica a non battere ciglio, anzi, eri palesemente soddisfatta!”


Oh... Beh... Non è che...” balbettò lei, arrossendo imbarazzata.


Parla!” tuonò l'anziana, brandendo il suo terribile bastone.


Uffa! Ho usato una delle invenzioni di papà per farlo sciogliere un po'! Non ho fatto niente di male!” si schernì la razza, aggrottandosi.


Quale?! Aspe... Aspetta una attimo! Tu non gli hai dato l'Ini-biny, vero?! - si agitò la nonna, passandosi una mano tra i capelli – Lo sai che non è sicuro! Non lo ha mai sperimentato!Beh, a parte su di me, ma tanto io ne sono immune, quindi non faccio testo...” borbottò meditabonda.


L'ho testato io!” sbottò la nipote, zuccherandosi il the.


Quando?!”


Un paio di anni fa...”


Su chi?!”


Il gatto!”


...”


...”


TU LO HAI TESTATO SUL GATTO?!” tuonò la donna, sgranando gli occhi chiari.


Appena lo abbiamo trovato... Gli mettevo un paio di gocce nel latte... Poi, quando ha cominciato a comportarsi in quel modo strano, ho smesso... Non è detto che ci sia una relazione tra le due cose!” si difese Kurumi, ricambiando lo sguardo agguerrito della nonna.


Manteniamo la calma. Quella roba è potentissima, poche gocce e sei fuori di testa per giorni. Quanto ne hai dato a Culetto d'oro?”


Due...”


Oh, beh! Allora domani starà già meglio!” sospirò la nonna.


...boccette.” terminò la nipote, abbassando il capo.


Due boccette sono..so..due...tu che..tu... MA SEI IMPAZZITA? - tuonò di nuovo la donna – Lo volevi avvelenare?! Kami Sama! Due boccette! Sarà indomabile per settimane! Oh, Kami! E se iniziasse ad appostarsi anche lui e a saltare addosso al primo che passa?! Tu! Tu sei...sei... - Kikyo-san si fermò un istante, riflettendo velocemente – TU SEI UN GENIO! Culetto d'oro mi salterà addosso di sua iniziativa! - trillò, immaginandosi la scena – L'ho sempre detto che sei l'unica che ha preso la mia furbizia! Nipote prediletta, fatti abbracciare!” ordinò la nonnina, spupazzandosi Kurumi.


Grazie, nonna!Lo dico sempre anch'io!” sorrise la giovane.


Aspetta un attimo, però. Io Culetto d'oro lo voglio vivo e in salute. Bisogna dirlo a papà!” sbuffò Kikyo, grattandosi il mento col bastone.


Mi ucciderà!” gemette la ragazza, nascondendosi il viso tra le mani.


Chi è che ti ucciderà?” chiese il babbo, entrando in cucina ballando la polka.


Che cavolo fai?!” domandò sua madre, guardando i lucidi stivali neri che portava sotto i pantaloncini beige.


Una mia nuova creazione! 'Ballando con lo stivale'. Metti le pile dentro ai tacchi e si muovono da soli. Anche se non sai ballare, potrai lo stesso invitare qualche bel ragazzo a danzare con te! Calzi gli stivali, schiacci il pulsante qui a lato e i tuoi piedi si muoveranno da soli! - spiegò Kyosuke, particolarmente orgoglioso – Allora? Cos'è successo?” domandò poi, chinandosi a spegnere gli stivali.


Tua figlia ha fatto bere a Culetto d'oro, due boccette intere di Ini-biny” disse la nonna, arrivando subito al punto.


MA SEI IMPAZZITA?! - tuonò suo padre – Quello era un vecchio esperimento per scoprire il grado di inibizione di tua nonna, tra l'altro pari allo zero assoluto, era una mia semplice curiosità! Non è sicuro! Non l'ho mai sperimentato! Non conosco gli effetti collaterali! Cavolo, non sono nemmeno certo che... - Kyosuke arrestò quel fiume in piena di parole, riflettendo velocemente – Ma perché? Sta funzionando?” chiese incuriosito, guardando sua figlia con gli occhietti socchiusi.


Certo!” annuì lei, sorridendo soddisfatta.


Potrei sempre annotare i cambiamenti di Hana... Ormai se lo è bevuto e il processo non è reversibile. Entro un paio di settimane tornerà come nuovo... Tanto vale... - borbottò l'inventore, borbottando tra sé - Mi spieghi perché hai fatto una cosa tanto pericolosa?” domandò alla figlia, corrucciandosi.


Hana è bello e ha un carattere allegro. La sua immagine mi frutterà un mucchio di soldi. Ma è troppo timido, quindi ho pensando che addormentando le sue inibizioni, si sarebbe rivelato agli occhi del mondo per la bomba sexy che in effetti è! Ho fatto fare magliette, cappellini, spille e altro con la sua bella faccina stampata sopra e oggi ho venduto tutto, guadagnando in meno di mezz'ora più di settantacinquemiladuecento yen*!” annunciò fieramente la ragazza.


Hai trasformato il povero Hana in una specie di macchina del sesso, solo per del denaro?!” tuonò il padre, sgranando gli occhi chiari.


Esattamente!” dichiarò Kurumi, annuendo di nuovo.


Ma tu...tu sei...davvero...tu sei... - balbettò l'inventore – TU SEI UN GENIO! L'ho sempre detto che sei l'unica che ha preso il mio senso per gli affari! - trillò l'uomo abbracciando sua figlia – Adesso dobbiamo pedinare Hanamichi e prendere nota di tutti i suoi comportamenti, più o meno normali. Dobbiamo osservarlo attentamente!” dichiarò Kyosuke, elettrizzato.


Chi è che deve osservare?” domandò Sakuragi, entrando in cucina con indosso solo un paio di jeans che arrivavano appena sotto la linea dei glutei.


La fotosintesi clorofilliana! Le piante! Oggi c'è il sole!” buttò lì l'inventore, che sarà stato pure un genio, ma era totalmente incapace di dire balle credibili.


Capisco. Volevo preparare la merenda. Non disturbo, vero?” mormorò il rossino, sorridendo alla nonnina, che iniziò a sbavare sul tavolo, con gli occhietti a forma di cuore.


No, no! Anzi! Fai con comodo. Vado a chiamare i ragazzi, ok?” trillò l'inventore, lanciando un'occhiata d'intesa alla figlia, che annuì prontamente.


Qualche minuto dopo, Hanamichi sospirò affranto.


Accidenti! Mi è avanzata una gigantesca granita all'amarena con sopra due chili di panna montata e non so proprio a chi darla! Kanata, tu hai qualche idea?” chiese il rossino, sedendosi a tavola con la coppa tra le mani.


Il bimbo schizzò fuori dall'armadietto spegnendo la torcia e guardando il ragazzo corrucciato.


Posa il libro, lavati le mani e la granita è tua!” sorride tranquillamente Sakuragi, incrociando le braccia al petto.


Dittatore!” sibilò il bimbo.


Zozzone!” rispose tranquillamente l'altro.


Mh!”


Mh!”


Sconfitto, Kanata corse a lavarsi, investendo involontariamente Akira che stava scendendo le scale.




Sendoh accettò riconoscente la granita e si sedette in un angolo del tavolo. Aveva passato quasi metà pomeriggio a riflettere su quanto accaduto in palestra.


Era uscito profondamente umiliato dallo scontro diretto col rossino. Nessuno, mai, lo aveva messo in difficoltà in quel modo, a parte Maki del Kainan. L'idea che Sakuragi, che giocava a Basket da meno di un anno, fosse stato capace di fermarlo con tanta facilità, lo aveva profondamente scosso.

Inutile mentirsi.


Ma poi, aveva pensato e capito.


Si era inconsciamente sentito talmente sicuro di sé e del proprio talento, che nei due anni passati al Ryonan, non era migliorato affatto. Che presuntuoso. Aveva osato saltare persino gli allenamenti per andare a pesca, certo della propria bravura, mentre Hanamichi, giorno dopo giorno, era riuscito a raggiungerlo e sorpassarlo quasi.


Ritrovò il sorriso, mescolando la panna soffice con la granita rosata.

Era stato un bene andare allo Shohoku. Avrebbe ricominciato a giocare con impegno per ottenere un posto da titolare. Nella nuova squadra, nulla gli era dovuto.




Kanata corse in cucina pulito e lindo, saltò in braccio ad Hanamichi e finalmente si guadagnò il meritato premio.

Rialzando la faccia nella panna montata, guardò suo fratello Kaede entrare in cucina strisciando i piedi.

Che fosse sonnambulo? Si chiese il bimbo, accoccolandosi meglio sul petto caldo del rossino.

Si comportavano tutti in modo strano.

Mah! Valli a capire gli adulti!




Aveva avuto un'erezione guardando il corpo nudo del Do'hao.

Aveva perso sangue dal naso, guardando il Do'hao.

Aveva ammirato il gioco del Do'hao.


Sapeva che prima o poi sarebbe accaduto.


La pazzia della sua famiglia lo aveva contagiato.


Hanamichi si passò lentamente la lingua sulle labbra, pulendole da uno sbuffo di panna montata e la seconda testa di Kaede si sollevò per ammirare meglio quello spettacolo.


Stai fermo, tu! Hai già fatto abbastanza danni, per oggi!” sibilò la volpe, guardando in mezzo alle sue gambe.


Con chi parli, Kitsune?!” mormorò Sakuragi con quella stramaledetta voce roca che lo faceva rabbrividire.


Hn” scosse la testa, facendo cadere qualche granello di ghiaccio sulla sua testolina più curiosa, imponendosi di non guardare il Do'hao che leccava impunemente il cucchiaino come fosse stato un... fosse un...


Cazzo!” tuonò Kazuya, dando inconsciamente voce ai pensieri osceni del fratello.




Quel dannato mal di testa non voleva proprio passare.

Il giovane Rukawa scese in cucina, alla disperata ricerca di un'aspirina e trovò tutti i ragazzi lì, seduti al tavolo. Aveva rinunciato a mangiare, dato che il suo stomaco era ancora sottosopra dopo la terribile notte passata a rimettere. Ciò che vide, però, lo rigettò in quel baratro di cupa disperazione che lo aveva spinto a ubriacarsi la sera prima.


Hikaru, seduta accanto a Sakuragi, lanciava sporadiche occhiate colme d'affetto ad Akira.

Profondamente contrariato, si rese conto che il fratello maggiore aveva stranamente la testa da un'altra parte e non si accorse degli sguardi di cui era oggetto.


Ma bene.

Non solo aveva conquistato il suo primo amore, ma non lo considerava nemmeno!

Imprecando sonoramente, prese l'aspirina e tornò in camera sua, chiudendosi a chiave.


Era arrabbiato, frustrato, depresso.

Sentiva di star scivolando in un baratro oscuro, ma non trovò nessun appiglio al quale aggrapparsi.


E cadde.




Ti è piaciuta la granita, piccolo? Ne vuoi un altro po'?” chiese Hanamichi, accarezzando la testolina di Kanata, che scosse la testa.


Oggi sei molto caldo!” sospirò il bimbo, accucciandosi sulle gambe del rossino.


Anch'io! Anch'io!” squillò la nonnina, guardando estasiata il suo adone.


NONNA!” tuonarono i suoi nipoti, corrucciandosi.


Ehi! Se voi non vi sbrigate, ci penso io!” li avvisò, brandendo il suo prezioso bastone.


A far che? Vuole ancora un po' di dolce, signora?” mormorò Hanamichi, sorridendole confuso.


Sarai anche senza inibizioni, ma sei di un candore disarmante!” sbottò Kikyo-san, decidendo di sfogare le proprie frustrazioni andando a scrivere un nuovo capitolo del suo ultimo libro.


Hn?!” domandò la volpe, muovendo le orecchie curiose.


Niente, niente! - esclamò Kurumi, fingendo di ridere – Il libro! E'... Il titolo. 'Senza inibizioni'! Bello, no?”


Hn...” borbottò Kaede, per nulla convinto.


C'era qualcosa che gli sfuggiva.

Sentiva che c'era qualcosa che non andava.


Piccolo, siediti qui che devo caricare la lavastoviglie!” disse Hanamichi, spostando Kanata e piegandosi per aprire lo sportello dell'elettrodomestico.


Stavano tramando qualcosa, Kaede lo sentiva nell'aria.

Odore di menzogne e...


Il bel sedere sodo di Sakuragi, a pochi centimetri da lui.

I jeans che erano risaliti fino a metà glutei, quasi... lasciando scoperte due mezze mele da...


Stai sanguinando dal naso” lo avvertì Kanata, lanciandogli uno sguardo indagatore.


Hn” mugugnò il volpino, maledicendo lui, se stesso, la circolazione sanguigna umana e la frutta dell'intero pianeta.


Di nuovo.

Gli aveva fatto fare una figura da Do'hao.

Era contagioso, lo sapeva!


Contagioso... e sodo.

No, no!


La follia della sua famiglia e di Hanamichi lo stavano mordicchia... Distruggendo, dannazione!


Mi serve una doccia!” sbottò la volpe, scappando letteralmente dalla cucina.


Anche a me!” sospirò Akira, ormai quasi del tutto disidratato.


Scendendo a fatica le scale, Katy fu quasi travolta dai due moretti che stavano fuggendo dalla cucina.


Una fuga di gas? Cibo avariato?

Un topo?


La pittrice, entrando nell'ampia stanza, intuì la ragione di quel fuggi fuggi generale e sorrise divertita.


Hana, tesoro? Appena hai finito, vieni da me su in mansarda. Sai, per il quadro?” disse la donna, portandosi via una bottiglia di acqua fredda.


Certo!” rispose il ragazzo, seguendola velocemente.


...E Kurumi, ricominciò a sorridere.




Hanamichi stiracchiò i muscoli intorpiditi.

Stare fermo era una cosa che non sopportava e lui aveva fatto da modello a Katy per ore e ore, il pomeriggio precedente.


Però stava bene con lei. Aveva dimenticato la dolcezza delle voci materne.

Ma a dirla tutta, erano due o tre giorni che si sentiva su di giri.


Libero e selvaggio, ma non ne capiva la ragione.


Era di ottimo umore.


Finalmente avrebbe di nuovo giocato.

Infine, era riuscito a trovare il suo grande amore.


Il Basket.


Che non tradiva, non scappava, non lo abbandonava.

Aveva giocato senza il timore di un nuovo infortunio, senza distrazioni, senza compagni.


Solo lui, la palla e un canestro.


Come se non ci fosse stato un domani, senza responsabilità e doveri.


Giocando.


Chiuse il suo armadietto e corse in campo per un nuovo allenamento.




Sistemandosi la fascetta nera, Kaede chiamò a raccolta tutto il proprio autocontrollo.


Era attratto da un ragazzo, ma sapeva già di essere omosessuale.

Il ragazzo in questione stava diventando sempre più popolare, ma Rukawa non aveva mai rinunciato a una sfida in vita sua.

Il ragazzo era il Do'hao.


...


No!

Non poteva accettarlo! Maledetto scherzo del destino.

Ormoni.

Colpa dei suoi ormoni.

Non era attratto da quel...'coso'.


Il Do'hao era timido e generoso. Buffo e impacciato.


Non era quella belva assatanata, così sfacciatamente sensuale da...


Stop. Niente porcate. Doveva giocare.


Con un ultimo sospiro, uscì dagli spogliatoi, pronto per una nuova sfida: allenarsi, nascondendo la sua seconda testa che si guardava attorno cercando l'oggetto dei suo desideri.




L'allenamento cominciò e fu uno dei migliori dello Shohoku.


Senza risse o battibecchi puerili, senza effimeri sorrisi.

Sugli spalti vi era sempre un folto numero di spettatori, ma era finito il tempo dei chiacchiericci inutili o delle grida isteriche.

Gli studenti, godevano di quello spettacolo e osservavano affascinati i loro compagni di scuola.


Akira, Hanamichi e Kaede, erano concentrati come se fosse stata una finale.

Ognuno per ragioni diverse, giocarono con attenta precisione.


Almeno fino a quando non si aprì la pesante porta della palestra.


Fu allora che si mostrarono agli occhi del mondo.


E fu il delirio.




Quattro ragazze, con indosso una maglietta bianca con su la faccia sorridente di Hanamichi, una fascia dorata sulla fronte, i capelli legati a coda di cavallo, le minigonne rosse e due pon pon dorati in mano, presero posto tra gli spalti, accanto a Ru, Ka e Wa che le guardavano infastidite.


Sotto l'immagine del rossino, ognuna aveva una sillaba precisa. Sa, Ku, Ra e Gi.


Al grido di “HANAMICHI FACCI FELICI!” e “BEL ROSSINO DAMMI UN BAMBINO!” fecero la loro prima apparizione le SakuraGirls, seguite dal preside Ikeda, anche lui con maglietta e pon pon, ma con un più dignitoso pantaloncino rosso.


Forza ragazze! - le incitò il preside – Facciamoci sentire!”


SAKURAGI SIAMO RAPACI!




Sendoh cadde in ginocchio, con le lacrime agli occhi.


Vedere le fans di Rukawa e le SakuraGirls litigare furiosamente per stabilire chi fosse il più bello tra i loro bignamini era troppo anche per lui.


Oh, Kami! Gli allenamenti al Ryonan, non erano così divertenti!” rise il giovane, rotolandosi per terra.


Hn. Circondato da ...” iniziò Kaede, passandosi una mano sugli occhi.

Ma ce l'hanno con me quelli?!” chiese Hanamichi, aggrottandosi appena.

...DO'HAO!” sbuffò, ricominciando a palleggiare.



-FINE QUINTA PARTE-


Note Finali: con il cambio attuale 75.200 yen corrispondono a 500 euro, circa.

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Capitolo 6
*** VI parte ***


SF6

AUTORE: Gojyina-chan

DISCLAMER: I personaggi sono di T. Inoue. Alcuni, invece, li ho inventati io, ma non temete: la differenza, balza immediatamente agli occhi! -////-'

DEDICHE: Interamente dedicata a SaraNeikos. Buon Compleanno!!!^^




STRANGE FAMILY 6





Dopo l'arrivo delle SakuraGirls, l'allenamento terminò prima a causa della rissa tra le fans del rossino e quelle della volpe.

Volarono pon-pon, ciocche di capelli, insulti irripetibili e qualche unghia posticcia, il tutto sotto gli occhi dei giocatori basiti.




Kami! - esclamò Akira passeggiando per le vie della prefettura insieme ai familiari - Non mi sono mai divertito tanto in vita mia! Ma come cavolo fai a non ridere!?” sbottò, ancora con le lacrime agli occhi, guardando sconcertato suo fratello.

Hn”

Sei senza speranza! - sospirò il porcospino, sorridendo – Kumy, vuoi una mano con quella sacca? Te la porto io, sembra così pesante!” disse rivolgendosi poi alla sorellina.

No, no! Ce la faccio grazie. E' il prezzo del successo!” gongolò sibillina, guardando Hanamichi con possessività.




Immettendosi nella strada centrale, Hanamichi notò in un vicolo un paio di sagome familiari, nascoste tra la folla che popolava marciapiedi e negozi.

Ma quello non è Mitsui?” mormorò il rossino, soffiando adagio sull'orecchio della volpe.

H...Hn?” lui, dai capelli d'ebano e l'eccitazione dolorante, spostò lo sguardo alla ricerca di una qualsiasi distrazione.

Tetsuo in lontananza, scorse la capigliatura inconfondibile di Sakuragi e sbiancò.

Dopo aver mormorato un paio di frasi all'amico, si eclissò seguito dalla sua banda.

Accendendosi una sigaretta, la guardia dello Shohoku si limitò ad aspettare i suoi compagni che lo stavano raggiungendo a passo svelto.

Abbiamo pensato che fossi in vacanza. Come mai stai saltando gli allenamenti?” chiese Hanamichi, corrucciato.


Fatti i cazzi tuoi! Avevo da fare!” sputò il Sempai, evitando di guardarlo in faccia.


Se manca un titolare nella mia squadra, è un problema anche mio!” gli disse incrociando le braccia.

Già. Il Basket. Esiste solo quello, vero? - ringhiò Hisashi, gettando lontano il mozzicone di sigaretta – Non ti preoccupare, domani torno così faccio numero, ok?” sibilò allontanandosi.

Hisa... Ma che...?!” mormorò il rossino, guardando sconcertato Sendoh e Rukawa.

Andate all'inferno!” urlò Mitsui, scappando via lungo il vicolo scuro.

Cosa gli è preso?!” domandò Sakuragi, sempre più confuso.

Hn” mugugnò Kaede, liquidando l'argomento con un'alzata le spalle.



Mentre il gruppetto di adolescenti si incamminava nuovamente verso casa, Akira si concesse ancora un paio di istanti per voltarsi e scrutare pensieroso il vicolo in cui era scappato Mitsui.

Aveva scorto nel suo guardo amarezza e disperazione, soffocate in quelle pupille dilatate.

Occhi arrossati, mani tremanti... No. Doveva essersi sbagliato.

Richiamato dalla sorellina, Sendoh raggiunse in poche falcate i suoi familiare, accantonando le strane congetture che la sua mente aveva iniziato a tessere.




Hana-pucci! - trillò Katy, accogliendo i ragazzi sorridente – Dobbiamo terminare il quadro!” gli ricordò, strascinandolo al piano superiore.

La bella signora, con indosso uno dei suoi soliti ampi vestiti scuri, aveva una fretta del diavolo. Si era messa in testa di terminare quel dipinto il prima possibile e non c'era verso di fermarla.

Sakuragi si lasciò condurre in mansarda, le aveva giurato di farle da modello e la parola del Tensai era sacra.

Ho promesso di essere suo fino a domani!” disse il ragazzo a mo' di scuse alla sorellina che lo guardava stupito.

Promettilo anche a me!” sospirò la nonnina-hentai, ammirando il sederino sodo del bell'adone.

Hanamichi le lanciò un'occhiata tra il malizioso e il faceto, mandandole un bacio mentre iniziava a salire le scale, trascinato quasi di peso.

Mentre Akira e Kaede tentavano di rianimare la nonna, Kurumi corse in camera a prendere la macchina fotografica.

Li avrebbe triplicati quei prezzi, altroché!




Hana è ancora su da tua madre? - domandò Akira, entrando in salotto – Ho una fame allucinante!”

Hn - brontolò la volpe alzando la testa dal bracciolo della poltrona – Andiamo a chiamare il Do'hao” sentenziò alzandosi in piedi.

Velocemente, salirono le scale e bussarono alla porta dello studio.

Avanti!” disse loro una familiare voce femminile e i ragazzi ubbidirono.

Kami Sama!” ansimò Sendoh, strabuzzando gli occhi.


Su un lenzuolo di seta color perla, sapientemente piegato in modo tale da assumere la forma di una rosa, Hanamichi se ne stava pigramente sdraiato. Il suo corpo era coperto solo da qualche petalo di rosa e nulla di più.


Saltagli addosso!” urlò la seconda testa della volpe, sollevatasi per assistere meglio allo spettacolo.

Hn!” ringhiò Kaede, stringendo le gambe e tappandosi al tempo stesso il naso, per evitare inondamenti da più parti del corpo.

Respira, Akira, respira!” sentì mormorare il porcospino alle sue spalle.

Cosa volete?” domandò Hanamichi, sollevandosi su un gomito.


Mangiarti...MANGIARE! - si corresse Rukawa, arrossendo penosamente – Cibo, Do'hao! Abbiamo fame!”


Ops! Non mi ero accorto che fosse così tardi... Signora, io dovrei...” mormorò il rossino, combattuto.

Ho terminato, non preoccuparti. Vai pure!” sorrise la donna, tranquillizzandolo.

Hanamichi recuperò i pantaloni, limitandosi ad appoggiarli sulla spalla e fece per uscire.

MA CHE FAI! - si allarmò Sendoh – C'è.. Ci sono... Cioè... Kanata! C'è Kanata... mica puoi farti vedere nudo da un bimbo così piccolo!” balbettò tentando di guardarlo solo negli occhi.

A no? Ok.” si limitò a dire Sakuragi, piegandosi per infilarsi l'indumento.


Tu mira e io colpisco!” trillò il pene della volpe, pronto alla battaglia.


Zitto!” tuonò Kaede facendo trasalire gli altri due ragazzi.

Kitsune, ma con chi cazzo parli?!” sbottò Hanamichi, ridendo divertito – Mi sembri matto!”

Col mio...” disse tra sé il numero undici dello Shohoku, passandosi una mano sugli occhi.


Stava impazzando.


Tiramisù?” chiese Hanamichi, varcando la soglia della cucina.

Più di così?!” disse la seconda testa di Kaede, che ricominciò a puntare il didietro del bel rossino.

Rukawa saltò su una sedia, nascondendo la sua vivace erezione sotto al tavolo.

Stava impazzendo per davvero.




Allora?” sbuffò il rosso, non ricevendo risposta da nessuno dei due compagni di squadra.

Fai tu!” sorrise Akira, sedendosi accanto al fratello, per il medesimo motivo.

Nezumi? Preferisci il tiramisù o il budino al cioccolato?” domandò Hanamichi stiracchiandosi e mettendo inconsapevolmente in bella mostra i muscoli della schiena.


Nezumi?!” sbottarono in coro i due fratelli, guardandolo confusi.


Budino!” rispose infine Kanata uscendo dal suo nascondiglio per sedersi sulla sedia accanto al rossino.

Sta sempre a leggere come un topo di biblioteca! - spiegò Hanamichi sorridendo al bimbo – 'Topo' è un soprannome che gli si addice, no?”


Hn” ne convenne Rukawa, annuendo gravemente.


Ehi, ieri ho comprato degli stampi a forma di animale – disse Sakuragi, mostrando al piccolo le formine ancora incartate - Aprile e scegli quella che ti piace di più. C'è il leone, la scimmia, l'elefante...”

E' roba da bambini!” borbottò Kanata, scegliendo tuttavia la scimmietta.

Rabbrividendo appena, Sakuragi aprì il frigorifero, alla ricerca del latte. Scansò Kuro e prese il necessario per preparare il dolce.


Forse lo dovrei tirare fuori da lì, non vorrei che si gelasse!” mormorò il ragazzo, aggrottandosi.


Che...cosa vorresti tira fuori?!” gracchiò Sendoh, strabuzzando gli occhi.

Lui! - disse il rossino, posando il cane ibernato sul tavolo – Credo stia facendo la bottiglia di succo di frutta, ma nel frigo congelerà!”

Ah!” sospirarono di sollievo i due moretti, ormai fuori di testa.

Hana... Inizia a fare freddo per stare così... a torso nudo... Dovresti coprirti o... ti ammalerai...” ansimò Akira, cercando un'ancora di salvezza.


O il suo cervello o i suoi ormoni. Doveva scegliere uno dei due. Non funzionavano simultaneamente alla vista del bel sedere di Sakuragi, piegato davanti al frigorifero.


Hai ragione! Se mi ammalo poi come fate senza il Tensai!” rise il ragazzo, allontanandosi in fretta verso la dependance.




Rimasti soli, Kanata scrutò a lungo i suoi fratelli maggiori.

Siete due deficienti!” sentenziò, dopo un secondo attimo di riflessione.

Hn?!”

Ehi!”

Un corno! Hana va' protetto! Invece che fare i cretini, dovreste stare più attenti, soprattuto a Kurumi!” borbottò il piccolo, imbronciato.

Hn. Parla, gnomo!” sbottò Kaede, incrociando le braccia al petto.


Ini-biny. - sbottò il bimbo, giocando con uno stampino di rame - Glielo ha dato Kurumi per farlo diventare più bello, così da poter vendere degli oggetti, non so, con la sua faccia sopra e arricchirsi.”


Q...Quello di papà?!” balbettò il volpino, sobbalzando.

Che roba sarebbe?” domandò Akira.

Un'invenzione di papà. Annulla le inibizioni....ma non lo ha mai sperimentato... E' una pazza! Il Do'hao potrebbe sentirsi davvero male!” sputò Kaede, passandosi una mano sugli occhi.

Dannazione!” imprecò il porcospino, finalmente preoccupato.

Baka!” rincarò il bimbo, scuotendo il capo con disapprovazione.

Ehi! Ti piace proprio tanto il nostro Hana, eh?” sorrise di puro divertimento Akira.


È l'unico veramente speciale, qui dentro. Ha una bella voce, canticchia quando cucina, sorride sempre e mi da un sacco di dolci di nascosto. - borbottò Kanata, arrossendo furiosamente – È la mia rosa” aggiunse con un filo di voce.


I tre fratelli si zittirono, udendo i passi di Sakuragi.

Appena gli fu accanto, il piccolo principe saltò in braccio al suo unico amico.

Nezumi, allora vuoi la scimmia?” sorrise Hanamichi, versando il cioccolato nello stampo.

Mh” annuì il bimbo, lanciando un'ultima occhiataccia ai suoi fratelli.




Ehi, pà! Ma alla fine l'hai più fatta costruire la palestra in giardino?” chiese Akira, quella sera stessa, durante la cena con la famiglia. Erano tutti seduti a tavola, tranne Kazuya, che aveva preferito restare in camera sua, adducendo come scusa un leggero stato febbrile.


Certo! E' poco dopo la fontana – rispose l'inventore, senza distogliere lo sguardo da Sakuragi, intento a giochicchiare col cibo, senza mangiarlo – Campo da Basket, sauna, solarium, piscina, docce e vasca idromassaggio!” dichiarò fieramente.


Hn”

In giardino?! - sbottò il rossino, incredulo – Ma... lì non c'è nulla!”

Dietro il garage, Hana... Forse mi sono dimenticato di dirtelo!” si corrucciò l'uomo, tentando di ricordare.

Lì c'è solo un parco!” esclamò confuso Hanamichi.


Ricordava di avere intravisto tra i rampicanti che fasciavano il cancello in ferro battuto che circondava la tenuta dei Rukawa, una zona verde, divisa da una stradina in mattoncini rossi. A sinistra v'era un piccolo spiazzo circolare con quattro panchine in pietra e una fontana in marmo bianco, con le sembianze di una giovane sirena che teneva in mano un brocca. In fondo, poi, quel piccolo parco terminava con un edificio in pietra e legno, ma era nascosto dalla vegetazione e non era mai riuscito a vedere bene cosa fosse.


No, no! Fa parte del nostro giardino, solo che ho pensato di separarlo con un cancello, così da renderla una zona più... 'intima', ecco - spiegò Kyosuke, sorridendogli – Ma è comunque totalmente protetta come la casa, la dependance e il garage, da un unico muro di cinta in pietra e mattoni. Ammetto che l'abbiamo un po' trascurata, ma sai, Kaede non ci va mai, quindi...”


Perché?! - volle sapere Hanamichi, a dir poco sconcertato – Baka Kitsune! Hai a disposizione una roba del genere e ti alleni nei campetti all'aperto?!”


Hn”




Come spiegargli che quel posto, tanto bello quanto vuoto, lo intristiva?

Preferiva i parchi, con il rumore del traffico e il chiacchiericcio vuoto dei passanti come sottofondo.


Noi tre potremmo allenarci lì stasera! Poi domani, con calma, gli possiamo dare una bella sistemata. Sfruttiamo queste settimane di vacanza per mettere tutto a posto!” propose Akira, strappando la volpe alle sue elucubrazioni.


Vuoi suicidarti?” sibilò Kaede, guardando il tralice suo fratello.

Ma... veramente dovrei” Hanamichi, seppur tentato, aveva la cucina da riassettare.

Hikaru scosse la testa, promettendogli di occuparsene lei.

Ma...” tentò di replicare il ragazzo.


D'improvviso, la rossina socchiuse gli occhi, una luce assassina brillò nel suo sguardo.

I testimoni, giurarono di aver visto alcune ciocche purpuree sollevarsi nell'aere.

E Sakuragi capitolò.




Dopo cena, i tre ragazzi si recarono in giardino, le luci dei lampioni interni, posti lungo il vialetto, permisero loro di trovare con facilità il cancello che conduceva al piccolo parco. La porta in ferro battuto, da parecchi mesi lasciata a riposo, cedette dopo una lieve spallata di Akira limitandosi a cigolare contrariata.


Hanamichi guardò estasiato la fontana in marmo. Stupenda. Le luci artificiali gettavano piccole pennellate di ombreggiatura sul viso gentile della sirena, che sembrava sorridere mentre dava il benvenuto ai suoi tanto desiderati ospiti.


Ancora pochi metri e giunsero all'impianto sportivo.

Rukawa aprì la porta e accese le luci della palestra.


La mandibola di Sakuragi si schiantò su quel parquet, coperto da un velo di polvere come unica prova della sua solitaria attesa.


Ampia e luminosa, munita di ben quattro ceste metalliche stracolme di palloni, il campo da Basket non aveva nulla da invidiare a quello dello Shohoku.


I rubinetti funzionano perfettamente!” annunciò Sendoh, facendo segno di seguirli.


Hanamichi notò a bordo campo due panchine accostate alla parete e accanto ad esse, un'arcata che conduceva, tramite un lungo corridoio, alle varie sale.


Dietro la prima porta, v'era il bagno comprendente docce, vasca idromassaggio, quattro toilette e un'intera parete di lavandini e specchi a muro con tanto di sgabelli e armadietti.


Successivamente, si passava al solarium. Lampade e lettini, armadietti e accappatoi, il tutto avvolti in una soffusa luce bluastra.


Alla fine del corridoio, si giungeva alle piscine. Quella più grande, di forma rettangolare, munita persino di un trampolino per i tuffi, aveva il fondale obliquo che permetteva una diversa profondità e una scalinata di accesso che prendeva tutto il lato più corto.

La più piccola, di forma circolare, era bassa appena un paio di metri. Ovviamente quest'ultima era a grandezza di bambino.


Ai quattro lati di quell'enorme salone, erano collocati dei mobiletti bianchi, contenenti asciugamani e accappatoi.


Domani le diamo una pulita, così potremo usarla! - annunciò Akira, guardando il fondale impolverato – Bene! Andiamo a mettere i canestri?” propose poi, tornando in palestra.




Hanamichi ricominciò a palleggiare.

Davanti ai suoi occhi, si ergeva fiero e irraggiungibile il grande canestro, tornato a nuova vita. A sua difesa, i due giocatori più talentuosi dell'intera prefettura.


All'improvviso, accadde ancora.

I suoi sensi si acuirono, come era accaduto nei giorni precedenti.

La sua vista incentrata unicamente sull'anello metallico, l'udito registrava unicamente il suono del suo respiro e il rumore della palla che rimbalzava sul lucido parquet, la sua pelle bramava solo il contatto con quella sfera rossiccia, nella bocca il sapore della vittoria, salato come il proprio sudore che saliva leggero corteggiando le proprie narici.


Non v'era nessun altro al mondo.

Solo lui e il canestro.


Scattò fulmineo, spiccando un elegante balzo, mentre i suoi due avversari si paravano a difesa del canestro allargando le braccia.


Quella situazione... la ricordava.


Durante la prima amichevole contro il Ryonan, era stato proprio Sendoh a segnare nonostante la la muraglia dello Shohoku, facendo passare la palla...


Hanamichi spostò la mano sotto le braccia quasi intrecciate dei due fratelli, riuscendo a segnare con un abile scatto del polso e atterrò agilmente, udendo il suono della palla che ricadeva insieme a lui, in totale simbiosi.


Libero. Ecco come si sentiva il giovane rossino.

Come se qualcuno avesse cancellato ogni elemento inutile, ogni distrazione permettendo al suo cervello di ricordare tutti i movimenti dei suoi avversari e le tattiche di gioco.


Vivo.

Si sentiva vivo e assolutamente se stesso come non mai.


Il basket non era poi così diverso da una scazzottata. Gli erano sempre bastati pochi colpi per capire come combattesse il suo avversario e nello sport era la stessa cosa.


Conosceva il tipo di gioco di tutti coloro con i quali si era scontrato in quell'ultimo anno. Ricordava e metteva in pratica.


Totalmente sgombra da pensieri sciocchi, la sua mente, che aveva registrato le azioni più importanti che aveva visto, finalmente poteva permettere al proprio corpo di realizzarle con precisione e sicurezza.




Porca vacca! Che fatica!” esclamò Akira dirigendosi alle docce.


Kaede lo seguì in silenzio, osservando corrucciato la sagoma del rossino che si intravedeva dal doppio vetro opaco della cabina umida.

Quella situazione non gli piaceva per niente.

Assurdamente, non era infastidito dalla bravura dimostrata dal rossino, anzi, ne era ammirato. Avere nuovi rivali gli aveva sempre permesso di migliorare.


No. Non era quello il problema.


Ad infastidire la bella volpe, era il feeling che aveva percepito tra il rossino e la palla.

Era geloso, non di Sakuragi, ma del Basket.

Quello sport, da sempre suo unico amico, stava corteggiando - con ottimi risultati - l'unico ragazzo per il quale aveva iniziato a provare qualcosa.

Kaede Rukawa, era diventato il rivale numero uno del Basket.

Roba da non credere.


Abbassò il capo, lasciandosi inondare dal getto tiepido dell'acqua.

Non poteva essere colpa dell'invenzione del padre. L'attrazione misteriosa che sentiva verso il Do'hao era troppo intensa per essere stata causata da mero un artificio,

L'odore della sua pelle lo eccitava, i suoi ansimi affaticati lo eccitavano, il suo sguardo concentrato lo eccitava, i suoi muscoli tesi e il sudore che scivolava su quella pelle baciata dal sole lo eccitavano oltre ogni dire.


Socchiudendo gli occhi, Kaede si ritrovò faccia a faccia con la sua seconda testina.


Allora? Ce la diamo una mossa o no?” tuonò il piccolo Eddy, muovendo l'orifizio dell'uretra a mo' di bocca.

Mi sembra d'essere un personaggio di Scrubs!” gemette il volpino, oramai rassegnato al suo evidente stato di follia.

Sbrigati! Tu miri e io colpisco, ricordi?Vai da lui! È qui accanto nudo, stanco e bagnato! Che cavolo aspetti?! Un invito scritto?” gridò il pene, corrucciato.

Zitto, Baka! Non lo posso mica violentare!” sibilò Rukawa, attento a non farsi sentire dagli altri due giocatori.

Ah, no?” domandò Eddy, sinceramente stupito.

Do'hao!” sputò il numero undici dello Shohoku, uscendo dalla doccia in tutta fretta.


Mi hai chiamato?” si sentì chiedere dalla causa della sua fulminante pazzia, completamente nudo e gocciolante, che lo stava guardando con gli occhioni sgranati, stupiti e confusi.


Vai! Io sono con te!!!” esultò Eddy, pronto all'attacco.

Hn!” mugugnò Kaede, passandosi una mano sul viso e una sull'inguine, nell'estremo tentativo di nascondere la sua prorompente virilità.


Hanamichi si soffermò a guardarlo alquanto perplesso, ma decise di non dire nulla, preferendo voltarsi per recuperare un asciugamano.


Fece appena un passo che subito scivolò sulle piastrelle bagnate.

Sarebbe certamente rovinato in terra se Rukawa, con uno scatto felino, non lo avesse afferrato saldamente per la vita, stringendolo a sé.


Ah... Grazie...” mormorò il rossino, a pochi millimetri dall'orecchio di Kaede.

Vai così! Adesso voltalo che lo colpisco!” esultò Eddy, trovandosi vicino alla sua agoniata meta.

Taci!” sibilò la volpe, concentrata a controllare la respirazione.

Volevo solo... ringraziarti, volpaccia antipatica!” sbottò il rossino, profondamente ferito.

Non parlavo con te, Do'hao!” sbuffò il corvino, allontanandolo il più possibile, per evitare un'accusa di stupro.


Eh?!” Sakuragi era assolutamente allibito.

Rimettendosi in piedi, prese un asciugamano di spugna, facendo attenzione a non mettere nuovamente il piede in fallo.


Senza aggiungere altro si rivestì in fretta, tornando poi in palestra, da solo.


Complimenti fratellino!” sorrise Akira infilandosi la maglietta.

Hn!”

Ah, la gioventù moderna! Avete perso il romanticismo!” sentenziò il porcospino, uscendo dalle docce con un sorrisino divertito.


Quanto lo detestava quando faceva il saputello!

Kaede si rivestì velocemente, sordo agli insulti che Eddy gli rivolgeva.




Trovò suo fratello e il Do'hao seduti per terra, le schiene appoggiate al muro accanto alla porta di ingresso.


Hn?!” domandò aggrottandosi.

Aspettiamo che spiova, Baka!” sputò il rossino, ancora indignato per il suo comportamento di poco prima.


Osservando attentamente l'esterno, Kaede notò le fitte gocce di pioggia cadere dal cielo in rapida successione.

Tuoni e lampi presagivano un temporale davvero violento e soprattutto lungo.


Vieni a sederti!” gli consigliò Sendoh, divertito come non mai.

Hn” mugugnò la volpe, andando a sistemarsi proprio accanto al rossino.

Hana, sei diventato davvero molto bravo!” si complimentò Sendoh, stanco del lungo silenzio che era calato tra loro.


Grazie” mormorò il rossino, tirandosi le ginocchia al petto per poi abbracciarsi le gambe.


Kae? Non sembra anche a te che sia migliorato?” continuò imperterrito il porcospino, facendogli cenno di parlare.

Hn. Sempre Do'hao rimane!” sputò la volpe, mandando su tutte le furie il compagno di squadra.

Baka Kitsune! Almeno non sono un musone, maleducato, rompipalle come te!” gli rinfacciò, fulminandolo con lo sguardo.


Ma siete due bambini!” sbuffò Akira, esasperato da cotanta stupidità.

ZITTO TU!” tuonarono i due ragazzi, all'unisono.


Almeno su una cosa siete d'accordo!” rise il Sempai, seguito da Hanamichi, nuovamente di buon umore, e dallo sbuffo di Kaede, attento a non scoprirsi troppo.


Tra un paio di mesi inizia il torneo interscolastico. La squadra sembra in perfetta forma, vero?” constatò Akira, voltandosi a guardare suo fratello.

Hn”

Siamo i migliori!” sentenziò Sakuragi, sbadigliando un paio di volte.

Hn”

Ma non sai dire altro?!” sbottarono Sendoh e il rossino, il primo esasperato e il secondo irritato.

Hn”


È senza speranza!” sospirò il fratello maggiore, passandosi le mani tra i capelli ancora umidi.




Il temporale non dava segni di stanchezza a differenza del bel rossino che finì con l'addormentarsi profondamente nel giro di pochi minuti.

Spostando inconsciamente la testa, l'appoggiò sulla spalla di un sorpreso Kaede che si ritrovò l'oggetto dei suoi desideri tra le braccia.


È davvero molto triste” mormorò tra sé Akira, guardando il viso disteso di Hanamichi.

Hn?!”

La vita in generale è molto ingiusta. Lui, che meriterebbe l'amore più di chiunque altro, è destinato a non trovarlo mai!” sentenziò il ragazzo, scostando una ciocca purpurea dalla fronte di Sakuragi.


Hai bevuto?” gli chiese il fratello alzando un sopracciglio corvino.

Riflettevo. Hana mette al primo posto le persone che ama, anteponendole a tutto, compreso se stesso. L'ho capito dal modo in cui si comporta con sua sorella. Hikaru ha dei vestiti molto carini, non sono costosi, ma quantomeno di ottima qualità, invece gli abiti di Hana, quelle magliettine corte e i jeans attillati... non credo che siano alla moda, ma proprio vecchi. Secondo me non ne compra di nuovi da almeno un paio di anni. Ho la sensazione che il nostro amico abbia omesso parecchie cose, circa la sua situazione familiare” borbottò Sendoh, corrucciandosi.


Hn - annuì il volpino, anche lui aveva notato parecchie anomalie – Il telefono. Ormai è quasi un mese che stanno qui e non hanno mai ricevuto o fatto telefonate. Se i loro genitori sono via per lavoro, com'è che non chiamano mai figli, per sapere come stanno?”


Esattamente. Hana lavora per mantenere entrambi. Da solo. Era disposto a lasciare persino il Basket pur di lavorare e mantenere così sua sorella... Per questo dico che è speciale, ma anche triste. Perché avrebbe bisogno di una persona che facesse lo stesso con lui... Ma è piuttosto rara da trovare, non credi?” disse, guardandolo di sbieco.

Hn...E quella persona vorresti essere tu?” sibilò la volpe, fulminandolo con lo sguardo.


Non lo so. Non credo di esserne capace. Me lo diceva sempre anche Koshino e probabilmente aveva ragione.”

Hn?”

Io...ho sempre desiderato avere accanto una persona da proteggere e che a sua volta si prendesse cura di me... Ma non credo di esserne in grado, o meglio, non credo che la gente percepisca questo di me. Basta guardare come è finita con Hiro. Volevo solo una relazione seria, ma lui si aspettava del sesso occasionale. Niente impegni, niente scocciature. Persino un cinema diventava argomento di discussioni. Lui voleva trascorrere il tempo con me steso su un letto. Non gli interessava la mia compagnia, non come mi aspettavo io. Forse è destino che la gente mi creda effimero come una bolla di sapone.” sospirò Sendoh, adombrandosi.


Quello era una testa di cazzo. Te l'ho sempre detto!” sentenziò Rukawa, passando distrattamente una mano tra i capelli morbidi di Hanamichi.

Già! - sbottò Akira, sorridendo appena – Kae? Tu riusciresti a mettere Hana al primo posto, preferendolo perfino al Basket?” domandò all'improvviso, serio e diretto.

Rukawa ci pensò un attimo, riflettendo con attenzione.

No” ammise mestamente.




Hanamichi socchiuse gli occhi, infastidito dal riflesso del sole che schiaffeggiava impunemente le suo palpebre pesanti.

Strano. Non ricordava che le finestre della dependance fossero così grandi.

Sentiva anche un insolito tepore che lo convinse a guardarsi finalmente intorno con maggiore attenzione.


Era in palestra, semi-sdraiato tra il pavimento, la parete e... Rukawa?!

Adagiato sul suo petto, invece, dormiva il porcospino.


Scostandosi piano, Sakuragi si alzò, facendo attenzione a non svegliare i due fratelli.

Ricordava vagamente di aver giocato con loro fino a tardi e poi un temporale li aveva costretti ad aspettare che spiovesse... Ma la stanchezza doveva aver avuto la meglio su di loro.


Sobbalzando impercettibilmente, spostò lo sguardo verso l'orologio appeso sopra la porta della palestra.

Le 5.40.

Uscì in silenzio, diretto verso la casa patronale. Per fortuna avrebbe fatto in tempo a preparare la colazione.


Entrando in cucina, subì l'inevitabile attacco mattutino di Kato. Ultimamente quel gatto era diventato molto più insistente e appiccicoso. L'animale, infatti, si abbarbicò attorno al suo polpaccio, facendo spudoratamente le fusa.


Incurante dei suoi strani lamenti, il rossino si mise a preparare le frittelle all'americana e il cioccolato caldo, ottimo per contrastare quell'aria fredda di inizio autunno che si iniziava a respirare.

Riempì di croccantini le ciotole dei due animali domestici e attese la solita prova anti-incendio.


Puntuale come le tasse, la sirena prese a strillare disperatamente, mentre le luci dell'intera proprietà iniziarono a lampeggiare ad intermittenza una forte e fastidiosissima luce rossa.


Un sonoro sbadiglio e dei passi strisciati, annunciarono l'arrivo della nonnina-hentai e di sua nuora.

Katy salutò il suo modello preferito schioccandogli un bacio sulla guancia, mentre Kikyo-san tentava di imitare il gatto, con scarsissimi risultati. Quella maledetta palla di pelo non ammetteva rivali e tentò in tutti i modi di allontanare la vecchia umana dall'oggetto dei suoi desideri.


Attirati dall'odore del cibo, Akira e Kaede svolazzarono sino al tavolo, muovendosi ad occhi chiusi. Quando c'erano di mezzo i dolci, i loro sensi si acuivano talmente tanto da sembrare due creature soprannaturali. Riuscivano a sentire l'odore del cioccolato a venti metri di distanza.

'Ao”

Hn”

Salutarono i fratelli, sprofondando le teste sul ripiano in legno del tavolo.


Zozzoni, zozzoni! Cosa avete combinato ieri sera, eh? - sorrise sorniona la nonnina, passando lo sguardo dai nipoti al rossino super-sexy – Non mi avete nemmeno chiamata!” s'imbronciò scrutando più intensamente il di dietro di Hanamichi.


NONNA!” tuonarono i ragazzi imbarazzati.

Abbiamo giocato a basket” la rassicurò il nipote più grande.

Adesso si chiama così, eh?” rise lei, gesticolando con l'inquietante bastone.


A... mmm... Cioccolato?” balbettò il rosso, cercando di distrarla con l'unico mezzo che conosceva.

D'altronde era lei la causa della golosità di famiglia.

Miracolosamente, Kikyo-san smise di punzecchiare i ragazzi e si sedette silenziosamente al suo posto con la gigantesca tazza fumante tra le mani.


Hn?! Come ci sei riuscito, Do'hao?!” domandò Kaede, sgranando gli occhi azzurri.

Spirito d'osservazione, Baka Kitsune!L'ossessione per i dolci dovevate pur averla ereditata da qualcuno, no?” rise, soddisfatto di se stesso.


La mia Musa! Oltre che bello è anche furbo e intelligente!” si complimentò Katy, abbracciando forte un imbarazzatissimo Sakuragi.


Una volta che la famiglia fu riunita, il ragazzo dai capelli rubino portò in tavola le frittelle e finalmente si sedette a sua volta, sorridendo alla sorellina ancora assonnata.


Prima che mi dimentichi!- esordì tutt'a un tratto Kyosuke, guardando il suo secondogenito in viso - Kaede, spero che non sia un problema andare a stare nell'appartamento sopra il garage, insieme ad Aki. Sai la tua stanza serve al bambino!” spiegò il capofamiglia a mo' di scuse.


Quale bambino? - domandò Kurumi, guardando il fratellino seduto sulle ginocchia della sua unica e cospicua fonte di guadagno - Cos'ha che non va la sua camera, scusa?”


No, non lui... - l'inventore s'aggrottò, riflettendo velocemente – Accidenti! Sapevo che avevamo dimenticato qualcosa!” esclamò, rivolgendosi alla sua incantevole moglie.


Hai ragione, caro!” si rammaricò lei, alzandosi in piedi.


Come al solito, indossava un ambia veste di seta, color pece dalle lunghe maniche a campanile e gli orli in pizzo. Appoggio una candida mano sul ventre, scostando così l'eccessiva quantità di stoffa svolazzante, mostrando ai familiari i segni di una avanzata gravidanza.


Parlavamo di questo bambino!” sorrise, sedendosi nuovamente.


Di nuovo?!” sbottarono i figli, guardando il padre e la madre come fossero stati alieni.


Io lo sapevo da un pezzo! Ma qui dentro sono tutti lenti di comprendonio!” affermò Kanata, parlando direttamente al suo unico, grande amico.

Perché tu sei il più sveglio di tutti, Nezumi!” rise il rossino, scompigliandogli affettuosamente i capelli.




Ma bene. Presto sarebbe arrivato l'ennesimo super-talento di casa.

Kazuya si passò lentamente una mano sugli occhi.

Era stanco, davvero molto stanco.

Avrebbe tanto voluto buttarsi sul letto, chiudere gli occhi e non svegliarsi mai più.



-FINE SESTA PARTE-

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Capitolo 7
*** VII parte ***


SF7

AUTORE: Gojyina-chan

DISCLAMER: I personaggi sono di T. Inoue. Alcuni, invece, li ho inventati io, ma non temete: la differenza, balza immediatamente agli occhi! -////-'


Un enorme grazie alla mia beta Lilyj ^*^



STRANGE FAMILY 7




I ragazzi furono nuovamente accolti in palestra da una folla festante di fanciulle in visibilio e ragazzi ammirati.


Il Rukawa Shitenai e le SakuraGirls, pur continuando la loro guerra a suon di sguardi cattivi e smorfie orrende, una volta adocchiati i loro beniamini li salutarono con i loro cori migliori, provocando l'ilarità dell'intera panchina dello Shohoku, coach compresi.




Aron seguì con lo sguardo l'ingresso in campo di Kurumi, che con grande eleganza andò a sedersi accanto ad Ayako, scrivendo sul taccuino qualche informazione riguardante la squadra.


Era proprio carina.

Doveva assolutamente diventare il suo ragazzo, così avrebbe suscitato l'invidia di tutta la scuola.


Ciao Kurumi! Tutto bene?” sorrise la matricola, arrossendo appena.

Certo! La giornata è appena cominciata!” sogghignò lei, puntando lo sguardo su Hanamichi, a bordo campo.


Nel momento in cui Tsume aprì la bocca, cercando di chiederle di uscire, una pallonata violenta lo colpì dietro la nuca, mandando con la faccia per terra.


Chi cazzo è stato?!” tuonò il pulcino furente, trovandosi di fronte Shane, che lo stava fissando per nulla colpevole.


Ops. Mi è scappata di mano” mugugnò il ragazzo dai lunghi capelli scuri, riprendendo a palleggiare come se nulla fosse.


Ma io ti distruggo, maledetto!” sputò il biondino, prontamente bloccato dal numero dieci.


Ehi, tu! Datti una calmata che voglio giocare in santa pace!” sibilò Sakuragi, fulminandolo con lo sguardo.


Oh, Kami! Questo è un segno dell'Apocalisse!Hana che seda una rissa invece che causarla!” rise Ayako, scuotendo il capo piacevolmente stupita.


Tsk! Circondato da Do'hao!” sbuffò la volpe, andato a canestro.

Baka Kitsune! Ti ho sentito,sai?” tuonò il rossino, imbronciandosi immediatamente.




Shane rimase in disparte, guardando il ragazzo che popolava i suoi sogni da innumerevoli notti, accapigliarsi con il numero undici.


Hanamichi era bellissimo.

Forte, vitale, sexy.

Un talento puro.

L'anno precedente aveva assistito a tutte le partite del Campionato Nazionale solo per vedere lui.

Iscriversi allo Shohoku era stata una scelta obbligata. Doveva conoscerlo assolutamente.

Se solo non ci fosse stato in squadra quell'imbecille coi capelli ossigenati!

Era solo un elemento di disturbo e basta.

Davvero insopportabile.




Kurumi sistemò il suo piccolo tavolino e aiutata da Hikaru, posizionò i nuovi prezzi delle foto del bel rossino.

Sotto assedio da parte delle neo-fans del ragazzo, riuscì a vendere tutta la merce esposta riportando solo qualche ecchimosi causata dalle gomitate che le ammiratrici si davano tra loro pur di ottenere l'oggetto dei loro desideri.




Hikaru segnò sul suo diario un numero esorbitante di prenotazioni e ottenne il suo buon cinquanta per certo sulle vendite. Dopotutto, era la sorella del ragazzo più ricercato della scuola, qualcosa la meritava anche lei, no?


La rossina, dal canto suo, non aveva ben capito cosa di preciso fosse accaduto al fratellone, ma qualunque cosa fosse stata, si augurò che durasse il più possibile.

Erano anni che non lo vedeva così sereno, senza il peso di grandi responsabilità. Concentrato solo a giocare e a divertirsi.


Si era sempre sentita in colpa nei suoi confronti, reputandosi un fardello troppo pesante per le spalle di un quindicenne.

Hanamichi non le aveva mai fatto pesare nulla, anzi, le aveva sempre assicurato che era proprio lei la sua marcia in più. Il motivo che lo spingeva a dare il massimo, sia nello sport che nel lavoro... ma la ragazza si considerava lo stesso una zavorra.


Adesso qualche spicciolo riusciva a guadagnarlo, certo sfruttava l'immagine di Hana, ma poteva evitargli lavori spacca-schiena ed era in grado di aiutarlo anche nelle faccende domestiche a casa Rukawa.


Per ora poteva anche bastare così, il suo grande obiettivo era ottenere la borsa di studio che le avrebbe permesso di frequentare il conservatorio di Tokyo permettendo così al fratello di utilizzare i soldi dell'eredità per i suoi, di studi universitari.


Sarebbe diventata una grande pianista e un giorno si sarebbe sdebitata con suo fratello, ripagandolo di tutti quegli anni di immensi sacrifici.


Il suo sguardo corse inevitabilmente all'interno della palestra, dove il numero dieci stava dando il spettacolo insieme ai due fratelli Rukawa in un interessante partitella tre contro tre.


Sakuragi, Kaede e Sendoh, contro Miyagi, Shun e Aron.

Mitsui, finalmente tornato in squadra, faceva da arbitro.




Michael osservò con attenzione i movimenti dei ragazzi in campo.

Talento a parte, palese e indiscutibile, quei giocatori avevano un feeling davvero eccezionale. Raramente perdevano un passaggio, improvvisando schemi di gioco precisi e micidiali. Persino Mitsui, arbitro dell'incontro, riusciva ad anticipare le mosse dei compagni, riuscendo così a trovarsi sempre al posto giusto.

Alla fine del primo tempo, della durata di un quarto d'ora, Hisashi e Shane si scambiarono i ruoli, ma il risultato non cambiò di molto. Giocate veloci, azioni spettacolari e qualche scaramuccia che ricordava al nuovo assistente di Anzai che i giocatori che aveva davanti erano appena liceali.

Pazzesco.

Quei ragazzi avrebbero potuto tranquillamente sfidare qualunque squadra universitaria del Paese.


Bene, per oggi è tutto – esordì Anzai, ponendo così fine all'allenamento giornaliero – Prima di andare, vorrei scambiare due parole con voi” aggiunse, richiamando intorno a sé la squadra al gran completo.


Michael seguì con lo sguardo il gruppo di liceali avvicinarsi alla panchina. Alcuni di loro avevano un talento fuori dal comune. L'unico difetto che trovava in quella squadra era l'enorme gap tra i titolari e parte delle riserve, ma con un po' di fortuna e di duro lavoro, quei ragazzi avrebbero raggiunti dei grandi traguardi.


Sono veramente molto soddisfatto di voi – annunciò il Mister, leggendogli inconsapevolmente nel pensiero – Tra poche settimane inizierà il Torneo Interscolastico e dovremo dare il meglio di noi. Come sapete bene, solo le prime due squadre accederanno ai Campionati Nazionali e dobbiamo bissare le prestazioni dello scorso anno!”


Le miglioreremo, nonno! - lo interruppe il rossino, incrociando le braccia al petto – Lo vinceremo quel dannato Campionato!” esclamò, ottenendo l'appoggio di tutta la squadra.


Hn. Do'hao, lasci la squadra, finalmente” borbottò la volpe, aspettandosi la reazione esagerata del compagno.


Hanamichi, invece, si voltò verso di lui, mormorando un appena udibile “Fossi in te, starei attento a fare incavolare uno che gioca col tuo cibo. In giardino ci sono un sacco di pesticidi... Non vorrei che accidentalmente cadessero sui tuoi amati dolci”


Hn” sbuffò il corvino, nascondendo un sottile brivido di timore.


Oh, oh, oh! Voi due non cambierete proprio mai!” rise Anzai, guardando i suoi migliori giocatori, prima di congedare definitivamente la squadra.



Michael guardò con attenzione il numero dieci. Muovendosi d'istinto, lo bloccò appena prima che sparisse negli spogliatoi.

Sei davvero molto in forma – si limitò a dirgli il biondo – La tua elevazione è straordinaria!”

Ah... Beh... Sono il Tensai, no?” balbettò il ragazzo, assurdamente imbarazzato dai complimenti di quello sconosciuto.


Ti andrebbe di fermarti per qualche allenamento supplementare? Con un po' di lavoro extra riusciresti a migliorare le tue prestazioni, diventando imbattibile!” propose l'uomo, rivedendo se stesso in quel talentuoso giocatore.


Sì, si può fare. Grazie mille, Shiro!” rispose Sakuragi, andando a farsi la doccia.


Shiro?!” ripeté perplesso Kant, voltandosi verso il suo ex allenatore.

Vuol dire bianco, in giapponese. Ti è andata bene! Di solito Hanamichi distribuisce soprannomi zoologici!” rise Anzai, sistemandosi meglio gli occhialini sul naso.



Rimasti soli, il Mister si decise finalmente a parlare.

Allora? Che ne dici?” domandò pulendosi gli occhiali.


E' una squadra eccezionale – ammise il biondo – Rukawa e Sakuragi sono una coppia perfetta. Sendoh è in totale sincronia con loro, realizza dei passaggi precisi e crea azioni di gioco veloci e imprevedibili. Mitsui è un cecchino fenomenale e il biondino, Tsume, in difesa è davvero eccellente”


Già. Anche Sato è un ottimo giocatore, può ricoprire sia il ruolo di guardia che di ala piccola. Il difetto di Hisashi è la scarsa resistenza, perciò penso che sarebbe opportuno, durante le partite più impegnative, far partire Shane titolare, per poi sostituirlo con Mitsui nel secondo tempo, così da non stancare nessuno dei due. Poi c'è Miyagi, il capitano. Vorrei adottare questa tattica dei cambi anche con lui e Sendoh, almeno non si creeranno delle spiacevoli rivalità interne. Gli altri ragazzi sono buoni giocatori... non dei fuoriclasse, ma elementi molto validi. Quest'anno penso proprio che riusciremo ad essere competitivi fino alla fine!” sorrise Anzai, evitando di palesare la propria soddisfazione.


Michael sorrise tra sé. Accettare l'offerta di lavoro del suo grande maestro si stava rivelando la decisione migliore della sua vita.




Una volta a casa, Kurumi posò in terra il suo inseparabile borsone, stravaccandosi sul divano con uno stanco sospiro che attirò l'attenzione dei due fratelli maggiori.


Hn”

Che vuoi?” domandò la ragazza, alzando un sopracciglio.

Non c'è nulla che devi dirci?” chiese Akira, sedendosi accanto a lei con sguardo accusatore.

Non mi pare” rispose lei, guardandosi le unghie.


Ti dicono niente le parole Do'hao e Ini-biny?” borbottò Kaede accigliandosi nervosamente.

Come cavolo avete fatto a scoprirlo?!” volle sapere la giovane, sgranando gli occhi.

Abbiamo le nostre fonti. Allora? - sbottò il porcospino – Ti sembrano cose da fare? Hana potrebbe sentirsi male seriamente, sai?” la rimproverò seccamente.

Sciocchezze! Ho testato quella roba sul gatto e...”

TU COSA?! E TI SEMBRA CHE KATO SIA NORMALE?!” tuonarono i fratelli scambiandosi un'occhiata preoccupata.


Quante storie! Voi allora? Non siete poi tanto diversi da me! Io sto sfruttando solo l'immagine di Hana per raggranellare un po' di spiccioli, voi invece ve lo volete portare a letto! Non fate quelle facce! Ho capito benissimo i vostri intenti bene poco casti sul rosso. Non c'è differenza tra noi! Tra l'altro dovreste ringraziarmi per aver rivelato agli occhi del mondo tutta l'innata sensualità che sprigiona Hana, altrimenti col cavolo che lo avreste notato!” sputò la ragazza indignatissima, poco prima di incenerire entrambi con lo sguardo e recarsi di corsa in camera sua, per nulla pentita.




Tsk! Figurati se noi siamo...” sbottò Akira, lasciando la frase a metà.

Hn” annuì suo fratello, poco convinto.

Noi non... Cioè, ok, Hana è... Però noi non siamo mica così... Vero?” borbottò corrucciandosi.

Hn”

KAMI! Siamo peggio di Kurumi!” esclamò il porcospino, passandosi una mano tra i capelli.

Hn”

Oh, ma tu non sai dire altro, eh?”

Hn” ammise Kaede, sprofondando nella sua amata poltrona.



Kanata spense la sua vecchia pila e socchiuse piano l'anta del mobiletto nel quale era rintanato, nell'istante in cui udì Hanamichi canticchiare a bassa voce, armeggiando con le pentole.

Rapido come un topolino, corse a sedersi al tavolo, posandovi sopra il libro che stava leggendo.


Gli piaceva guardare Sakuragi mentre cucinava, probabilmente perché lui non era capace nemmeno di cuocere un uovo al tegamino, come tutti i componenti della sua famiglia, del resto...


Con grande preoccupazione, trovò il bel viso del suo unico amico un po' pallido e scavato, rispetto al solito, ma nel momento in cui socchiuse le labbra tentando di parlargli, il campanello iniziò a suonare un festante:

CORRETE AD APRIRE!!! CORRETE AD APRIREEE!!!!”


Una nuova invenzione del babbo, ovviamente...




Hanamichi infornò una teglia di biscotti al cioccolato, dirigendosi poi in soggiorno, giusto in tempo per vedere Kyosuke accogliere allegramente... un indiano pellerossa, come quelli presenti nei film di John Wayne.


Alto, sulla cinquantina, lunghissimi capelli neri come la notte, abiti sgargianti e una fascia gialla e rossa sulla fronte.

A sconvolgere il numero dieci dello Shohoku, però, furono i due fiorellini che sbucavano dietro la testa del nuovo arrivato. Margherite, una bianca e una gialla.


Sono allergico alle piume” si limitò a spiegare il capellone, intuendo la ragione della perplessità del ragazzo.


Benvenuto, Scalpello Scheggiato, accomodati!” trillò l'inventore, spostando di peso il suo primogenito, accasciato sul divano.


Grazie – sospirò l'uomo, sedendosi pesantemente accanto al padrone di casa – Ho viaggiato a lungo. Ore ed ore su di un uccello bianco!”


Cos'è che ha fatto?!” domandò il rossino, sgranando gli occhi color cioccolato.

Ha preso l'aereo, Do'hao” borbottò la volpe, rannicchiandosi sulla poltrona.


Una volta planato, sono giunto sino a voi con la diligenza” continuò l'ospite, annuendo gravemente.


Cos'è che ha preso?!” chiese Sakuragi, chiedendo direttamente alla Kitsune in letargo.

Il taxi, Do'hao” sbadigliò quest'ultimo, grattandosi il mento.


Ma...Chi è?!” sussurrò il rosso, avvicinandosi il più possibile all'orecchio del compagno di squadra, per non farsi sentire da nessuno che non fosse lui.


Rukawa si ritrovò avvolto nel profumo del ragazzo, il suo respiro che gli accarezzava una guancia e si scoprì improvvisamente sveglio e attento.


Lui.. - borbottò, tentando di mettere a tacere un redivivo Eddy – E' il nostro medico di famiglia”


Andiamo bene!” sbottò Hanamichi, tornando in cucina, mentre Katy scendeva piano le scale, seguita dalla nonnina-hentai.


Oh! Fardello Ammaccato, felice di rivederti!” sorrise l'anziana donna alla vista del vecchio amico.

Scalpello Scheggiato!” la corresse la nuora, prima di salutare lo sciamano.

E io che ho detto?” s'imbronciò l'anziana donna, profondamente offesa.




Kaede, infastidito dal chiacchiericcio della famiglia, migrò in cucina, accasciandosi esanime su di una sedia, accanto al fratellino minore, mentre Akira tornò all'appartamento sopra il garage, alla ricerca di quiete.

Purtroppo, le voci del parentado giunsero comunque fino alle sue orecchie volpine.


Lo spirito del vento mi ha parlato, annunciandomi l'arrivo di una nuova vita” sentì dire allo sciamano, con voce solenne.


Eh?!” sbottò Hanamichi, voltandosi verso di lui con la ciotola della crema alla vaniglia in mano.

Papà gli ha telefonato” mugugnò Kaede, arrendendosi all'idea di fare da traduttore al rossino.


Sono giunto sin qui, attraversando la Valle della Morte, solo per fare visita alla futura madre” concluse l'indiano, incrociando le braccia al petto.


Kitsune?”

Traffico all'ora di punta” lo delucidò la volpe, sbavando sul vassoio colmo di bignè che Sakuragi aveva posato sul tavolo.


Immagino. Sono le sei del pomeriggio, a quest'ora la gente esce dagli uffici” mormorò il ragazzo, riempiendo i dolci di crema.


Guardare Hanamichi penetrare quella morbida rotondità dolciastra con il butillo in acciaio e premere la sacca per imbottirlo di vaniglia, costrinse gran parte del sangue volpino a migrare nella parte meridionale del suo corpo.


Sospirando pesantemente, Kaede si rassegnò all'amara verità: aveva preso gli stessi geni di sua nonna.


Era un hentai.




Dopo aver servito il the verde e i biscotti al cioccolato appena sfornati agli adulti riuniti ancora in soggiorno, Sakuragi ritornò in cucina a preparare la cena.

I ragazzi erano tutti seduti a tavola intenti a divorare i bignè con la crema o col cioccolato.


Nezumi? Tagliatelle alla boscaiola e carne arrosto con le patate?” domandò aprendo gli sportelli degli armadietti alla ricerca delle pentole adatte.


Sì!” mugugnò il bimbo, trattenendo un moto di gioia. Gli piaceva che il rossino chiedesse sempre a lui il menù, lo faceva sentire importante.


Hana questi bignè sono buonissimi!Non ne vuoi? - chiese Kurumi, che stava addentando il terzo dolce – Mi farai ingrassare!” borbottò la ragazza, leccandosi i baffi.


No, no. Mangiateli tutti, però. Il frigo è pieno e non ho lo spazio per conservarli”sorrise il giovane, ricominciando a cucinare.


Messo a soffriggere l'aglio e la panna, il rosso tornò in salotto a ritirare le tazze ormai vuote.


Culetto d'oro? - trillò la nonnina, chiamandolo in quel modo osceno che... di solito lo imbarazzava da morire, ma non in quella circostanza... Che strano... - Stasera a cena c'è Vitello Tonnato” lo avvertì indicandogli l'ospite.


Accidenti!Ma io ho fatto l'arrosto!” si preoccupò il giovane, corrucciandosi.

Do'hao” borbottò la volpe dalla cucina.


Ma stanno benissimo insieme!” lo rincuorò Katy, sorridendogli gentilmente

Famiglia Do'hao” s'arrese Kaede, addentando l'ennesimo bignè.


A me piace l'arrosto!” affermò Kanata, pulendosi le manine con un tovagliolo.

Tutti Do'hao!” sbuffò la volpe, tornando a dormire appoggiando la testa sul tavolo.




Quella sera, la cena scivolò via fra le battute dei coniugi Rukawa e numerosi aneddoti di vita vissuta dello sciamano.


Quando vidi Kyosuke a cavallo del bisonte nero, capii che il nostro incontro era stato voluto dal Grande Spirito!” sentenziò l'indiano, annuendo gravemente.


A cavallo...di che?!” sussurrò Hanamichi, rivolgendosi direttamente alla volpe.

Papà aveva una moto” borbottò Kaede senza fare una piega.

Ah, ok! - sospirò il ragazzo sollevato – Senti un po', ma è questo strano tizio che si occupa della vostra salute?!” volle sapere, corrucciandosi.

Do'hao!”



Scalpello Scheggiato posò lo sguardo sui propri commensali.

Katy era splendente come sempre, forse ancora di più grazie alla nuova vita che portava in grembo, Kyosuke era... lui. Il tempo non lo scalfiva minimamente. Mentre la nonna non risparmiava occhiate lussuriose al ragazzo dai capelli color tramonto. Aveva avuto ragione a ribattezzarla Donna Scalpitante, passavano gli anni ma lei rimaneva la stessa cacciatrice di uomini... Anche se la fascia di età si stava pericolosamente abbassando: quel giovane dai capelli infuocati doveva essere ancora minorenne.


Osservandolo con maggiore attenzione, notò il suo piatto praticamente intonso. Non poté impedire alla propria fronte di aggrottarsi al pensiero che a quell'età avrebbe dovuto avere una fame da lupi...


Lo vide parlottare con Kaede. Era probabilmente la prima volta in assoluto che sentiva la voce di quel taciturno ragazzo. Persino quando era venuto al mondo non aveva emesso neppure un piccolo vagito, limitandosi a fissarlo corrucciato.

Forse...

L'indiano sorrise tra sé.

Manitù aveva proprio uno strano senso dell'umorismo.


Spostò la sua attenzione sul resto della famiglia.


Sul viso di Akira v'era stampato lo stesso imperituro sorriso sereno, ma ora i suoi occhi tradivano una certa insofferenza. Solitudine, probabilmente. Era nato per amare ed essere amato, ma ancora non aveva trovato l'altro pezzo della propria anima.


Kurumi e Kanata sembravano brillare di luce propria, soprattutto quando posavano lo sguardo sul bel rossino.


Quel ragazzo era speciale. A lui spettava il grande merito di aver saputo unire quella strana famiglia, composta da persone dall'immenso talento e dalle forti personalità.

Fino a poco tempo prima, Scalpello Scheggiato aveva temuto il peggio. Troppi caratteri decisi sotto la stessa tenda potevano generare scontri titanici e rivalità violente, ma adesso sembravano aver trovato un notevole equilibrio ed era chiaro come il cielo d'estate chi fosse il perno di quello strampalato nucleo familiare.


A preoccuparlo seriamente, però, era il giovane Kazuya, che non aveva quasi toccato cibo proprio come il cuoco di casa.

Era sempre stato il più sensibile della famiglia, il più vulnerabile. All'ombra dei due fratelli maggiori e della gemella iper-attiva.

Ma il dolore che stava provando la sua anima era troppo profondo per essere causato da una semplice lite o da un pessimo voto a scuola.

Quel ragazzo mancava semplicemente di fiducia in sé stesso, perché in quanto a talento non era secondo a nessuno.

Lo sciamano si augurò che riuscisse al più presto a illuminare la propria strada, percorrendola a testa alta verso un luminoso futuro e dalle fugaci occhiate che lanciava alla ragazzina silenziosa seduta accanto a Kurumi, pregò che Kazuya potesse incamminarsi in dolce compagnia lungo il sentiero della vita.




Finita la cena, Hikaru si offrì di aiutare suo fratello a riassettare la cucina, ma il ragazzo fu categorico: lei doveva andare a fare i compiti, le faccende di casa Rukawa spettavano solo a lui.


Scalpello Scheggiato si alzò, passando accanto a Sakuragi.

Sai, i Cherokee si tramandano da secoli una preghiera molto bella.'Oh Grande Spirito, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare e la Saggezza di capirne la differenza' Ma voi giapponesi non conoscete la nostra cultura, che peccato!” mormorò, seguendo il capofamiglia in soggiorno.


Hanamichi rimase qualche istante in silenzio, prima di chiedere alla sorellina di passargli i piatti sporchi.

Lui lo sapeva più di chiunque altro: le cose cambiano con o senza la propria approvazione, ma guardando il viso felice di Hikaru si convinse che non tutti i cambiamenti erano forzatamente

negativi.


Hana, fratelloni? Più tardi dovete provarvi i costumi. Mamma ha finito con gli oggetti di scena e dobbiamo fare un'ultima prova generale. Tra una settimana c'è la gara di Cosplay!” annunciò Kurumi, ricevendo in risposta una serie di bassi mugolii insoddisfatti da parte delle due ex-matricole dello Shohoku.


Tsk! Cos'è? Avete paura di perdere la gara?” li provocò la ragazza dai lunghi capelli neri, ottenendo la totale attenzione dei due.


Cosa? Ma figurati! Vinceremo! Io sono il Tensai dei... Com'è che si chiama il capellone?” chiese Hanamichi, aggrottandosi confuso.


Gojyo, Do'hao!” sbuffò la volpe, annusando l'aria alla ricerca di zuccheri.


Baka Kitsune! Te lo stavo preparando il dolce! Non è colpa mia se tua sorella mette in dubbio le nostre capacità! Inforno la torta e sono tutto tuo, Kurumi! I soldi della vincita sono già nostri!” sentenziò il rossino.


Vangelo, Do'hao!”

Dannata Kitsune! Mi insulti pure mentre mi stai dando ragione?!” sbottò il rossino accendendo il forno.

Hn” annuì la volpe, senza batter ciglio..




Accidenti! Siamo arrivati troppo presto, è ancora chiusa!” sospirò Akira, guardando sconsolato la grande porta della palestra ostinatamente sigillata.

Aspettiamo Anzai o Ayako, saranno qui a momenti – propose Kurumi, posando a terra il suo pesante borsone, aiutata dalla sua migliore amica – Lo sapevo io che era troppo presto!” sbuffò la ragazza guardandosi attorno contrariata.

Erano ancora giorni festivi, gli studenti in vacanza arrivavano ad allenamento ormai iniziato.

Avrebbe dovuto attendere ancora una ventina di minuti per allestire il suo baracchino.


Kaede si accasciò al suolo, dormendo come un ghiro.

Akira e Hanamichi iniziarono a discutere sulla reale fattibilità di alcune spettacolari giocate visto fare ai giocatori dell'N.B.A., in tv, e che volevano assolutamente realizzare durante l'allenamento.


Improvvisamente, un fastidioso stridio di gomme increspò quell'atmosfera di quiete attesa e un adirato Yohei scese da quell'ammasso di ferraglia che ostinatamente chiamava motorino, cercando con lo sguardo la causa del proprio esaurimento nervoso.


TU!!!! - tuonò puntando l'indice sulla bella Rukawa – Come osi arricchirti sulle spalle del mio migliore amico? Solo io posso farlo!” sibilò posando le mani sui fianchi.


Tu chi saresti?” chiese Kurumi, limitandosi a sollevare un sopracciglio.

Yohei Mito, il più grande amico di Hana!” si presentò livido in volto.


E quindi?” domandò ancora la ragazza, sempre più annoiata.

Quindi...Che?!” balbettò l'altro.


Che me ne frega se siete amici?Potreste pure essere fratelli di sangue o gemelli separati alla nascita, ciò non toglie che l'idea di vendere le foto di Hana è stata mia e ci guadagno quanto mi pare!” sentenziò la ragazza, incrociando le braccia al petto.


Cos'è che fa?!” chiese il rossino in questione all'amico porcospino.

Niente, Hana. Torniamo allo schema di gioco” sorrise Sendoh, ricominciando a discutere con lui di Basket.


Ma... Ma... Sono stato il primo a sfruttare Hana a scopo di lucro! Lo faccio dalle elementari! È così che sono riuscito a comprare il motorino e a pagare la benzina! L'ho visto per primo!” s'imbronciò Mito, stringendo i pugni.


Tu sfrutti la sua goffaggine, io la sua celata sensualità! Dimmi un po', quanto ci guadagni con lui?” volle sapere la ragazza, negli occhi il lampo di sfida tipico dei Rukawa.


Quasi trentamila yen* al giorno, da quando gioca a Basket!” annunciò fieramente il giovane, sorridendo beffardo.


Ma davvero? Io ne guadagno settantasettemila*, invece!” sibilò l'altra, sogghignando beffarda.


La fortuna dei principianti, cara mia! Vedrai che non durerà ancora a lungo!” ringhiò Yohei, mandando lampi dalle iridi scure.


Scommettiamo? - lo provocò lei – Fra sette giorni ci ritroveremo qui. Chi di noi avrà guadagnato di più, otterrà il diritto di essere l'unico a poter sfruttare l'immagine di Hanamichi!”


Ci sto!” accettò subito Mito, certo di vincere.

Ci rivediamo qui tra sette giorni esatti, dopo la nostra vittoria al Concorso di Cosplayer!” precisò lei, incrociando le braccia al petto.

Bene!”

Bene!”


I due si strinsero la mano, chiedendo a Hikaru di fare da testimone.

La ragazzina accettò divertita e da quel preciso istante la sfida ebbe ufficialmente inizio.




Infastidito da quel cianciare inutile e insistente, Kaede si rigirò sul pavimento, profondamente contrariato. Chi aveva osato disturbare il suo sonno?

La sua attenzione fu però catalizzata dalla figura di Hanamichi, assopitosi con la tempia premuta sulla spalla di Sendoh, seduto per terra accanto a lui.


Aveva una dolcissima espressione innocente e serena, come quella di un bambino.

Sembrava così vulnerabile in quel momento che Rukawa riuscì a stento a trattenersi dall'insano impulso di stringerselo forte al petto, proteggendolo da tutto e tutti.


Che pensieri assurdi!

La mancanza di sonno aveva degli stravaganti effetti collaterali.

Non poté evitare di trattenere il respiro, quando lo vide agitarsi socchiudendo gli occhi stanchi.


Anzai?” lo sentì chiedere con voce roca, mentre si stiracchiava lentamente.

Quel movimento costrinse la sua maglietta bianca ad aderire al torace come una seconda pelle.


Eddy si ridestò prepotentemente, anelando al proprio oggetto del desiderio.


Ho visto la sua auto, starà parcheggiando” sorrise Akira in risposta.

Mh... Ho sonno” mormorò Sakuragi, riaddormentandosi subito dopo.


Era davvero insolito vederlo così affaticato. Kaede scrutò attentamente il suo viso, notando non solo un insolito pallore, ma anche una scura ombreggiatura sotto gli occhi che non aveva mai visto prima.


E ti credo! Tu gli guardi il culo!” esclamò Eddy voltando la testina verso di lui.

Zitto, scemo!” ringhiò Kaede, arrossendo furiosamente.


Sistemandosi i pantaloni in modo da coprire quella sottospecie di 'grillo parlante', il numero undici dello Shohoku si alzò in piedi, alla vista del paffuto allenatore che sorrise loro, armeggiando con le chiavi della palestra.




Shane entrò negli spogliatoi trovando il suo idolo quasi pronto per l'allenamento.

Accidenti! Di solito era lui ad arrivare prima di tutti solo per poter vedere Hanamichi varcare la soglia della palestra.

Aspettarlo era il momento più bello della giornata.

Per una volta gli era andata male.




L'allenamento ebbe finalmente inizio senza eccessivi intoppi, ignorando la faida tra le SakuraGirl e il Rukawa Shitenai e le urla dei ragazzi sugli spalti...

All'ennesimo passaggio sbagliato di Aron, concentrato esclusivamente ad attirare l'attenzione della bella Kurumi, Hanamichi sbottò contrariato.


Te la dai una svegliata, oppure no? Non sono qui a perdere tempo!”

Ma senti da che pulpito! - sbraitò la matricola ossigenata – Mi hanno raccontato delle tue avance ad Haruko-Senpai, l'anno scorso!”


Imbecille! L'anno scorso era l'anno scorso! Quest'anno non voglio inutili perdite di tempo!” rispose il numero dieci, piccato, prima di trasalire violentemente.


Considerava davvero Harukina-cara un'inutile perdita di tempo?!

...

...

Sì.


Sconvolto da quella rivelazione, abbassò lo sguardo, senza trovare dentro si sé quel briciolo di coraggio che gli avrebbe consentito di posare gli occhi sulla neo-manager della squadra. Non poteva sopportare la vista del suo sguardo ferito.


L'unico da biasimare qua dentro sei solo tu!” sibilò una voce adirata, alle spalle del pulcino.


Aron si voltò di scatto, trovandosi faccia a faccia con uno Shane a dir poco furioso.


Lo Shohoku lo scorso anno ha raggiunto dei grandi traguardi. È ovvio che adesso tutti vogliano superarli, ottenendo non solo l'accesso al campionato Nazionale, ma la vittoria finale! Se questi non sono i tuoi obiettivi, cambia squadra! Ho sentito dire che il Ryonan è a secco di giocatori decenti, una mezza sega come te potrebbe ottenere un posto da titolare in quel deserto dei Tartari!”


Brutto pezzo di merda! - sputò Aron, stringendo i pugni – Io sono già titolare qui! A differenza di qualcuno, che sarà sempre la riserva di Rukawa o di Mitsui!”


Posso anche giocare un solo tempo, mi basta poco per dimostrare quanto valgo! A te invece non basterebbe una vita intera per palesare il nulla che sei!” ringhiò Sato, per nulla turbato dalla valanga di veleno che il compagno gli aveva vomitato addosso.


Suvvia, suvvia! Ci stavamo allenando in armonia, no? Manteniamo la calma!” intervenne Sendoh, appoggiando le mani sulle spalle dei due litiganti.


Tutti Do'hao” borbottò Kaede continuando imperterrito a tirare a canestro.


Bravo porcospino! - annuì Hanamichi, ricominciando a palleggiare a centrocampo. Appena Shane gli passò accanto, recuperando la propria posizione, l'ala grande dello Shohoku gli andò vicino, scompigliandogli i capelli – Grazie” si limitò a dire il rossino, correndo poi in difesa.


Shane rimase imbambolato per qualche attimo, le gote arrossate e un'espressione talmente estasiata, che non passò inosservata al taciturno volpino che si incupì infastidito.


Non bastavano quelle sgallettate sugli spalti, adesso anche i suoi compagni di squadra nutrivano un particolare interesse per il Do'hao.


Prima o poi Rukawa avrebbe compiuto una strage!



-FINE SETTIMA PARTE-




Note Finali: 30.000 yen equivalgono a 202 euro (circa) mentre 77.000 yen corrispondono pressappoco a 502 euro.

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Capitolo 8
*** VIII parte ***


SF8

AUTORE: Gojyina-chan

DISCLAMER: I personaggi sono di T. Inoue. Alcuni, invece, li ho inventati io, ma non temete: la differenza, balza immediatamente agli occhi! -////-'

RINGRAZIAMENTI:Alla mia Super-Beta Lilyj, alla mia AMMORRA e a Midnight che aspettava il seguito con ansia. Spero di non averti deluso! ^__^'''



STRANGE FAMILY 8




Onde evitare l'ennesimo dissapore con sua sorella, Hanamichi avvertì Hikaru dei suoi allenamenti supplementari con Shiro-Michael, chiedendole di preparare la merenda per i Rukawa, vista la propria oggettiva impossibilità.


Inutile dire che la rossina ne fu piacevolmente stupita. Per la prima volta nella vita, il fratellone le aveva chiesto aiuto di sua spontanea volontà. Non aveva dovuto né costringerlo con la forza, né minacciarlo. L'aveva trattata come un'adulta e non come la sua sorellina delicata e bisognosa di protezione.


Tutto sommato, traslocare dai Rukawa si era rivelata un'ottima decisione, pensò lei, iniziando a preparare il tiramisù proprio come le aveva insegnato suo fratello.


Sentendosi osservata, Hikaru si voltò verso la porta della cucina, dove trovò Scalpello Scheggiato intento ad osservarla.


In silenzio l'indiano le si avvicinò, appoggiandole una grande mano sulla fronte.

Appena il peso del dolore si allevierà, la tua anima ricomincerà a cantare”


Detto ciò, lo sciamano tornò in soggiorno dove era atteso dai coniugi Rukawa.


Trattenendo a stento le lacrime, la piccola Sakuragi nascose la commozione, ricominciando a cucinare con mani tremanti.




Piega di più le ginocchia!Più concentrato! Forza!” gridò Kant battendo ritmicamente le mani.

Passandosi l'avambraccio sulla fronte sudata, Hanamichi ricominciò a tirare a canestro con maggior precisione.


Non va, non va! Più energia! Hai diciassette anni, caspita! Dovresti sprizzare forza da tutti i pori!” esclamò l'allenatore in seconda.


Dall'altra parte del campo Hisashi si stava allenando con i pesi incurante del mondo che lo circondava, mentre i due fratelli Rukawa, impegnati in un one on one, lanciavano sporadiche occhiate al loro compagno di squadra.


Non avevano mai visto Sakuragi giocare con quell'attenzione, i suoi tiri erano precisi come non mai; certo era strano vederlo così affaticato, data la sua resistenza leggendaria, ma per il resto era davvero in perfetta forma.

I due fratelli si scambiarono uno sguardo preoccupato: il nuovo assistente di Anzai stava calcando un po' troppo la mano.


Come se avesse letto nella loro mente, Michael continuò a parlare.


Lo so che hai nelle gambe un intero allenamento, ma questo è l'anno buono per vincere quel dannato Campionato Nazionale! Vuoi vivere nel rimpianto?” lo provocò ancora, sorridendo della sua reazione focosa.


Mai! - ringhiò Hanamichi, tremando di rabbia – Mai!” ripeté quasi in trance, continuando a tirare.


Un'ora più tardi, Michael decretò la fine di quel primo allenamento supplementare.


Sei stato molto bravo. In te rivedo non solo me stesso ma anche... - si interruppe scuotendo il capo – Un mio caro amico, un vero campione, sai? Non si arrendeva mai e aveva sì un talento innato, ma grazie ad ore ed ore di estenuanti allenamenti era riuscito a raggiungere anche un eccellente livello tecnico. Diceva sempre che non voleva lasciare l'esito di una partita al caso o alla Dea Bendata. Scendeva in campo con il preciso intento di vincere e novantanove volte su cento ci riusciva!” sorrise il biondo, perso nei suoi ricordi.


Adesso dove gioca?” chiese Hanamichi riponendo il pallone nella cesta.


Lui non... non c'è più... - mormorò l'uomo, chinando il capo per qualche istante - Gli somigli davvero, in tantissimi aspetti. Non solo per il talento e la grinta...” s'interruppe, sospirando piano.


Sarà stata colpa del colore dei suoi capelli, ma quel giovane uomo gli ricordava il crepuscolo, l'ultimo bagliore di luce che caparbiamente lotta sino all'ultimo, contro l'incedere folle della notte scura. Non si piegava mai e usciva dal campo sempre a testa alta, incurante del risultato.


Hai un istinto quasi animalesco, un intuito che ti permette di anticipare le mosse dell'avversario. Sei furbo, hai un'intelligenza tattica rara e acuta. Ti manca solo un po' d'esperienza e poi sarai davvero imbattibile! - ragionò Michael ad alta voce - Pensando al presente, secondo me dovresti perdere un paio di chili, non di più. Riusciresti ad essere ancora più agile, senza però rinunciare né alla tua forza né alla massa muscolare” e con quell'ultimo consiglio, congedò il giovane numero dieci.


Un paio di chili... Ok, mi basta eliminare i dolci” mormorò tra sé il rossino, incamminandosi verso gli spogliatoi.


Che ne dici Kae? Andiamo anche noi?” propose Akira, riponendo il pallone.

Hn” annuì la volpe, togliendosi la fascetta nera dal braccio, ponendo così fine al suo allenamento.




Poco prima di chiudersi la porta degli spogliatoi alle spalle, Sendoh posò lo sguardo su Mitsui, ancora caparbiamente in campo.

Strano.

Aveva sentito dire che il numero quattordici dello Shohoku aveva una scarsa resistenza, ma da quel che aveva appurato con i suoi stessi occhi, Hisashi aveva il fiato per ben cinque ore di allenamento intensivo.

Forse si era confuso con qualche altro giocatore eppure contro il suo Ryonan, l'anno precedente...


Sbrigati” borbottò suo fratello, uscendo dalla doccia.

Akira ritornò coi piedi per terra e corse sotto la doccia, sorridendo degli sguardi famelici che Kaede rivolgeva al bel rossino.


Se il suo timidissimo fratellino fosse stato sveglio in amore come lo era in campo, avrebbe conquistato già da mesi il cuore di Hanamichi.

Kaede si limitava a guardare il suo compagno di squadra da lontano, ringhiando contro chiunque posasse lo sguardo o rivolgesse la parola a Sakuragi, senza fare nulla di più.


Di quel passo avrebbe avuto seri problemi d'ulcera o una denuncia per aggressione...


Ma in fondo, Akira sapeva fin troppo bene di essere l'ultima persona al mondo che poteva dispensare consigli amorosi.


Indossando i vestiti puliti, Sendoh rifletté sul fatto che, in quando fratello maggiore, era suo dovere aiutare quella Kitsune innamorata.


Mmm... Avrebbe potuto... Certo, rischiava la vita, però... si poteva fare...


Sorridendo divertito, uscì dalla palestra, recuperò Kurumi, l'aiutò a portare il suo pesantissimo borsone e si incamminò verso casa, insieme a Sakuragi e ai suoi fratellini.




Ad accogliere i ragazzi, fu un dolcissimo odore di cioccolato che permeava tutta la casa, dal giardino sino alla mansarda.


Kaede buttò per terra il borsone, ignorò persino la sua amata poltrona e si fiondò in cucina, dove Hikaru stava versando la cioccolata calda in dieci tazze in porcellana.


La rossina indietreggiò, spaventata dallo sguardo famelico con il quale la volpe osservava quel liquido scuro.


Ehi Kitsune! Non traumatizzare mia sorella! - tuonò il rossino, andando ad abbracciare la sorellina – Sei stata davvero molto brava! Dall'odore deve essere buonissimo! - si complimentò il ragazzo, mettendo via una tazza – Per me no, Hiki. Mi fa male un dente” mentì lui, dirigendosi in giardino per spazzare le foglie autunnali.


Quella menzogna, riuscì a distogliere Kaede dalle lusinghe del finissimo cioccolato fuso che tentava di ammaliarlo col suo dolce aroma, imprigionato all'interno di una larga tazza candida.




Prendendo la palla al balzo, Akira gli si avvicinò, dandogli una sonora pacca sulla spalla.


Allora Kae, se per te non è un problema, io vado a provarci, ok?” mormorò con voce appena udibile, regalandogli un sorrise gentile.


H...Hn?!” la volpe batté un paio di volte le palpebre, certo di aver capito male.


Ma sì! Scusa, tu non sei interessato, no?” continuò Sendoh, guardandolo di sottecchi.


Tsk! Figurati! Ero solo sorpreso, non credevo che ti piacessero i Do'hao” si adombrò Kaede, stritolando la tazza con le mani.


Se l'idiota in questione ha un fisico come quello di Hana...” scherzò il fratellone, uscendo di casa fischiettando allegramente.


Coppia... uguale... doppi guadagni!” mormorò Kurumi, illuminandosi d'immenso.


Mugugnando qualcosa di umanamente incomprensibile, Kaede si allontanò col suo cioccolato, accucciandosi, imbronciatissimo, sulla sua amata poltrona troppo a lungo dimenticata.




Kazuya si sciacquò la faccia, tentando di lavare via l'apatia che lo stava avviluppando da giorni. Deciso a conquistare Hikaru, si diresse con passo deciso in cucina, incrociando Akira mentre usciva di casa e udendo una frase di Kurumi che non comprese.


Salutando le ragazze, quasi andò a scontrarsi con Kaede che, scuro in volto, borbottava come una pentola di fagioli.

Il ragazzo posò gli occhi sulla bella rossina ma ciò che vide gli diede il definitivo colpo di grazia.


Hikaru stava seguendo con lo sguardo Sendoh, con un dolcissimo sorriso sulle labbra.


Era la fine.

Non poteva competere con nessuno dei suoi familiari e questa presa di coscienza lo abbatté completamente.


Senza dire una parola, salì in camera sua chiudendo la porta a chiave, desiderando solo di poter scomparire per sempre.




Hana, vuoi una mano? Non ho nulla da fare, oggi!” gli chiese Akira, sorridendo.

Ho finito, grazie lo stesso” borbottò il rossino, riponendo il rastrello.

Ti vanno due tiri in palestra?” propose ancora il porcospino, dandogli una pacca sulla spalla.

Certo!” esclamò Sakuragi, ritrovando la solita allegria.

Ultimamente non si sentiva molto bene: d'improvviso veniva colto da perforanti mal di testa o da vampate di calore che lo facevano sudare copiosamente o, ancora, si eccitava di punto in bianco senza una giustificazione plausibile.

Doveva aver preso l'influenza.

Ma tutti quei sintomi anomali, scomparivano completamente quando giocava a Basket. Era quello sport la panacea per ogni suo male!




Rukawa non riusciva a prendere sonno, evento più unico che raro.

Si girava e rigirava sulla sua poltrona, insolitamente stretta, borbottando improperi irripetibili.

Sbuffando sonoramente, decise di andare in palestra, scaricando il nervosismo con un qualche canestro.


Il suo umore peggiorò drasticamente quando notò le luci accese dell'edificio dietro casa e raggiunse livelli pericolosamente critici appena gli giunsero all'orecchio le voci di Hanamichi e Sendoh che sembravano divertirti un mondo.

Avvicinandosi alla porta socchiusa, li vide seduti per terra, accanto alla cesta metallica stracolma di palloni.


Erano ancora ansimanti e sudati, segno che avevano smesso da molto poco di giocare.

Akira gli stava parlando di un certo passaggio, molto difficile da realizzare in partita, poi... sorrise.

Senza un motivo apparente, sulle labbra del fratello si dipinse un ghigno poco rassicurante.

Senza rendersene conto, Kaede si ritrovò a camminare sul lucido parquet, ma non riuscì a fermare Sendoh, quando questi si chinò sul viso arrossato di Sakuragi, sfiorando le sue labbra morbide con le proprie.


Ma... che fai?! - sobbalzò Hanamichi, imbarazzato sia per quel bacio che per la presenza della volpe – Io... Io non sono...” balbettò alzandosi in piedi, subito imitato dal porcospino.


Accidenti! Scusami Hana, credevo di sì...” mormorò Akira, dispiaciutissimo.

Io... non sono... - ripeté il rossino evitando di guardare in viso il numero undici della sua squadra – Non sono...” continuò quasi in trance.


Ehi, non è successo nulla di grave, Do'hao” sbottò Kaede, afferrandolo per le spalle.


I due ragazzi, si ritrovarono con i visi a pochi centimetri l'uno dall'altro. Le dita fresche di Kaede, si mossero di loro iniziativa lungo le braccia accaldate del rossino che posò lo sguardo palesemente imbarazzato e confuso, in quello della volpe.


Le mani del volpino lo stavano accarezzando con delicatezza, quasi fosse prezioso...


Hanamichi si scostò violentemente da lui, interrompendo quello strano momento.

Si era spaventato.

Dalla propria reazione, dallo sguardo quasi... famelico, di Rukawa, dallo strano comportamento di Sendoh.


Senza attendere oltre, corse via, sfidando l'aria fredda di quella sera di pieno autunno.




Che cazzo credevi di fare?” sibilò il volpino, guardando duramente suo fratello.

Darvi una svegliata!” sorrise Akira, con disarmante sincerità.

Hn?!”

Ti ho intravisto sulla soglia... Sapevo che non avresti resistito all'idea di me da solo con il dolce rossino...” scherzò ironicamente il porcospino, incamminandosi verso l'uscita.

Bastardo” sibilò Rukawa infastidito dalla propria ingenuità.

Tardo!” replicò il fratello maggiore, ridendo di gusto.

E quella boiata del mettere il Do'hao al primo posto?” volle sapere il volpino, sempre più contrariato.

Mica ho detto che te lo devi sposare o che siete anime gemelle! - sbottò il porcospino, divertito – Ti piace... lui non mi è parso del tutto indifferente...quantomeno non a te... Provaci! Sempre meglio che perdere tempo inutilmente, consumando tutta l'acqua fredda del pianeta!”

Hn”




Hanamichi corse a perdifiato sino alla dependance, dove trovò rifugio nell'ampio bagno che condivideva con la sorellina.

Lì si sedette sul bordo della vasca idromassaggio, cercando di calmare i battiti del proprio cuore.


Che cavolo era preso a tutti?!


Akira che lo baciava, Kitsune che quasi lo consolava... e il suo sguardo...

Vi aveva letto desiderio e possesso... Ma era assurdo, lo sapeva bene...


Chi poteva volere uno come lui?


Prepotente, quello sciocco pensiero maturato durante la riabilitazione, si ripresentò in tutta la sua surreale fisicità.

Mentre l'assiduo rapporto epistolare con Haruko proseguiva con metodica precisione, Sakuragi, passato il primo momento di gaudio dovuto alle attenzioni che la ragazza mostrava nei suoi confronti, aveva via via decentrato la propria concentrazione spostandola dalla persona che gli scriveva alle informazioni che riceveva settimanalmente.


Alla fine, era giunto alla sconcertante conclusione che ad essergli mancato visceralmente durante il suo periodo di degenza in clinica, non era stata la sorella dell'ex-capitano, ma il Basket.

A voler essere puntigliosi, l'immenso amore che nutriva per quello sport, superiore rispetto a quella che si era rivelata l'ennesima cotta passeggera, si era palesato in tutto il suo primitivo ardore durante la partita contro il famoso Sannoh.


Questa però non poteva essere una notizia così sconvolgente, no?


La passione per il Basket, aveva surclassato l'artificioso affetto che si era imposto di provare per Haruko.

Imposto, sì.

Perché lui aveva passato ben tre anni della sua vita alla disperata ricerca di una figura materna per Hikaru.

Nulla di più.

E in questa spasmodica ricerca di una madre perduta, aveva soffocato ciò che il proprio istinto tentava di urlargli con foga straziante.


Lui.

Un lui che non aveva inizialmente forma.

Un pensiero. Un desiderio.

Un'attrazione vaga, dai contorni incerti.

Una sagoma che a lungo andare aveva acquistato fisicità, fino a trasformarsi, ottenendo un'identità e una fisionomia ben definite.


Lui.

Un lui che aveva finalmente forma e colori.

Tratti somatici e una reale concretezza.

Una sagoma scura che correva in controluce, sfidando il sole nascente.


Si incontravano sempre lì, sulla spiaggia.


Hanamichi seduto sulla sabbia ancora fredda e l'altro che giungeva velocemente, indossando una leggera tuta blu scuro.


Quando il bel viso solitamente allegro del rossino, veniva tinto dei tristi colori dell'abbandono e della rinuncia, il ragazzo superficialmente dispettoso, gli mostrava con violenta spettacolarizzazione la maglietta della Nazionale Juniores che pareva creata apposta per lui.


Quel gesto all'apparenza insensibile e derisorio, aveva sempre avuto il potere di far ruggire l'orgoglio di Sakuragi che subito ricominciava la fisioterapia con rinnovato vigore e fiducia in se stesso.


Se era riuscito a riprendersi completamente e ritornare più forte di prima nel giro di un paio di mesi, era stato unicamente merito di quella creatura figlia del silenzio.


Rukawa.


Sentiva caldo... tanto... Stava soffocando...


Hanamichi scosse violentemente la testa, come a voler scacciare quella figura che nel corso dei mesi era diventata sempre più dominante.


Non poteva cedere...

Per tante ragioni.

Doveva garantire a Hikaru quella serenità familiare che avevano perso da anni.

Che lui, le aveva ignobilmente strappato.

Non doveva, non poteva...non voleva.




I giorni seguenti l'incidente in palestra, si susseguirono con relativa monotonia.

Come per un tacito accordo, i tre ragazzi non ripresero mai più l'argomento, riuscendo persino ad evitarsi sia a scuola che in palestra.

Hanamichi continuava l'allenamento supplementare con Michael, i due fratelli si esercitavano dall'altra parte del campo e Kurumi vendeva i suoi oggetti fuori dalla palestra proseguendo la sua muta sfida e tacita faida con Mito, a suon di occhiate glaciali e gestacci irripetibili.

A casa poi, Hikaru si occupava delle faccende domestiche, comprese merenda e cena, riscuotendo notevole successo tra i Rukawa.


Il concorso di cosplayer si avvicinava e con esso il desiderio, da parte degli studenti che assistevano agli allenamenti di Basket con crescente partecipazione, di rivedere i loro beniamini in abiti stravaganti e di ammirare nuovamente il rossino in versione super-sexy.




Fermati un attimo – mormorò Michael, osservando da vicino il viso del suo giocatore – Hana, sei sicuro di star bene? Sei pallido e mi sembri anche... non so... debole? Ti avevo consigliato solo un paio di chili, invece sei dimagrito troppo” constatò l'uomo, girando attorno al corpo sudato del numero dieci.


Non ho fatto niente di speciale, ho solo eliminato i dolci” mormorò perplesso il ragazzo, non capendo lo sguardo preoccupato di cui era oggetto.


Ne avrai persi almeno quattro... In meno di cinque giorni sono davvero molti e adesso il tuo fisico ne sta risentendo. Facciamo così, torna a casa e riposati un paio di giorni. Riprendi a mangiare normalmente e vediamo come va. Forse non ti ho dato un buon consiglio” aggiunse il biondo corrucciato.


No! Aspe... aspetta! Mi vuoi sbattere fuori squadra?!” ansimò Hanamichi, agitatissimo.


La nota quasi isterica nella sua voce, attirò l'attenzione dei due fratelli poco distanti.


Ma no! Ehi! Stai calmo! - esclamò l'allenatore in seconda, sollevando le mani come ad arginare quella reazione eccessivamente impetuosa – Vorrei farti solo riposare un paio di giorni, giusto per ricaricarti, tutto qui!”


Do'hao” sbuffò Kaede, più per abitudine che per altro. Effettivamente quella reazione non se l'aspettava nemmeno lui.


Magari che desse in escandescenza uscendo dalla palestra sbattendo la porta, quello sì. Ma non quell'espressione terrorizzata, il corpo sudato e scosso da un'incontrollabile tremore.


Ehi, torniamo a casa” mugugnò appoggiando una mano sulla spalla del rossino, sospingendolo verso gli spogliatoi.


A quel contatto Sakuragi trattenne a stento un grido, scostandogli il braccio come fosse stato infuocato.


Si guardò attorno spaesato e corse via, chiudendosi nella cabina doccia senza nemmeno prendersi la briga di denudarsi.


I due fratelli si scambiarono un significativo sguardo preoccupato e raggiunsero il compagno di squadra, facendo attenzione a non stargli troppo vicino.




Senti Kae – esordì Akira, uscendo dalla sauna, quella sera – lo strano comportamento di Hana non potrebbe dipendere da quella roba che gli ha dato Kurumi? Quel coso... come si chiama? Biby... Niny...”


L'Ini-biny?Hn, potrebbe anche essere” borbottò il volpino, asciugandosi le braccia nivee.


L'effetto di quella roba non dovrebbe essere già finito? Sono passate più di due settimane” rifletté Sendoh, aggiustandosi i capelli allo specchio.


Hn”


Cosa possiamo fare? Non mangia quasi più... Se Kant non lo avesse notato oggi, io nemmeno me ne sarei accorto... A pensarci bene, mi hai sempre detto che Hana mangiava come una fogna... Ma da quando sono qui, l'ho sempre visto sbocconcellare il cibo...” mormorò il ragazzo più grande, voltandosi a guardarlo in viso.


Hn” mugugnò il volpino, pensierosamente.


Era vero. Da quando si era trasferito a casa loro, non aveva mai più visto il Do'hao abbuffarsi come faceva all'ora di pranzo a scuola. A poco a poco aveva iniziato a mangiare sempre di meno... Certo, doveva essere un effetto collaterale dell'invenzione del padre, ma Kaede non ne era del tutto convinto. L'inappetenza del rossino era iniziata prima dell'Ini-biny, ne era certo.


Ok, controlliamolo nei prossimi giorni, al massimo c'è Scalpello Scheggiato a cui chiedere aiuto, no? - sorrise Akira, nel tentativo di rassicurarlo – Caspita! Ma domani c'è la gara di cosplayer! Devo andare a recuperare gli occhiali di Hakkai, non ricordo dove li ho messi!” esclamò, rivestendosi in fretta.


Kaede sbuffò avvilito.

Suo fratello era il disordine in persona, lo aveva capito dalla loro forzata convivenza degli ultimi giorni.

Un vero flagello.




Ci siete tutti?Bene! - tuonò Ayako su di giri – Adesso c'è la fiera del fumetto, tra quattro ore comincerà il concorso. Ci hanno assegnato un camerino molto spazioso, propongo di pranzare lì e dopo vi vestirete, girando tra gli stand, giusto per farvi notare agli occhi dei giurati, ok?”


Senza attendere la risposta, l'energica manager, brandendo il suo gigantesco ventaglio, guidò il gruppetto di ragazzi sino al luogo assegnatogli.


Qui li fece accomodare e chiuse la porta, osservando i suoi uomini.


I quattro protagonisti erano presenti, un po' accigliati o mesti, ma almeno si erano presentati puntualmente davanti alla scuola, luogo dell'appuntamento, evitandole la fatica di andare a recuperarli casa per casa.


Kurumi e Hikaru, insieme ad Haruko e alle sue inseparabili amiche, si erano offerte di darle una mano con il trucco e il vestiario dei ragazzi.


Perfetto.

Con il loro apporto avrebbe sistemato quei quattro scapestrati in breve tempo.


E' mezzogiorno in punto, si mangia! Rifocillatevi per bene, perché fino a stasera non toccherete più cibo... Guai a voi se mi sporcate i costumi!” aggiunse minacciosamente.


Con un gran sorriso, Kurumi distribuì i cestini del pranzo.


Come mai quelli delle ragazze sono così piccoli e i nostri invece hanno dimensioni titaniche? - domandò Miyagi, corrucciandosi - Non vorrei che la mia Ayakuccia mi deperisse!”


Una potente sventagliata lo colpì sulla nuca, tramortendolo.


Non perdere tempo in frivolezze! Noi possiamo mangiare quando ci pare, voi no! Ora sbrigatevi che i tempi di preparazione saranno lunghi. Iniziate già ad immedesimarvi nella parte! Forza! Più tardi arriverà il resto della squadra e mezza scuola apposta per noi! Non fatemi fare figuracce o vi scortico vivi! Un'ultima cosa, ringraziate la famiglia Rukawa. Il pranzo lo hanno preparato loro!”


Così dicendo, la bella manager si sedette accanto alla rossina, iniziando a mangiare il suo sushi.


Ma... - Ryota guardò allibito il cibo che aveva sotto agli occhi - Cos'è sta roba?” sussurrò per non farsi sentire dall'amata, rivolgendosi direttamente a Sendoh che per poco non scoppiò a ridergli in faccia.


Questa è opera della nonna! Ehi, Kae? Uffa, non dormirmi sulla spalla che sbavi! E che schifo!” si lamentò il ragazzo, riuscendo a svegliare il fratellino.


Hn... Sniff, sniff... Tortillas... – sbadigliò il volpino, prima di sobbalzare voltandosi di scatto verso Hanamichi, a meno di mezzo metro da lui – Nonna-hentai!” sibilò adirato.


Cercando di tenere a bada Eddy, Kaede guardò quasi intenerito l'espressione scioccatamente perplessa di Sakuragi che osservava con aria innocente quei piccoli involtini, delle dimensioni di un vibratore, ripieni di carne, panna acida, guacamole e altri ingredienti non meglio identificati.


Ogni sentimentalismo fu immediatamente bandito dal suo animo nel momento esatto in cui vide il rossino prendere in mano una delle sei tortilla che spettavano a ciascun ragazzo, portarsela alle labbra e passare la punta della lingua rosso scuro sulla sua punta calda, dalla quale fuoriuscirono svariate gocce di panna.


Iniziò a mordere piano l'involtino. A ogni boccone il liquido denso scivolava lungo le sue dita ambrate, imbrattandolo di crema candida.


Kaede si ritrovò a sbavare senza controllo, passandosi ripetutamente la lingua sulle labbra riarse.

Cercando di scaricare la tensione, divorò il proprio pranzo in un baleno, senza riuscire a togliere gli occhi di dosso dal compagno di squadra, beandosi di quella visione altamente erotica.


Purtroppo per lui, quella scena così eccitante fu interrotta all'attore principale, che allontanò dalle labbra carnose il secondo involtino mangiato solo a metà.


Do...Do'hao, finisci il pranzo” gracchiò la volpe, passandosi un braccio sulla fronte sudata.

Kitsune, da quando ti interessi di me?” s'imbronciò il ragazzo, inclinando la testa di lato per guardarlo meglio in viso.


Aveva le gote arrossate e gli occhi lucidi, un angolo della bocca era macchiato da una dispettosa gocciolina di panna.


Rukawa desiderò asportarle con la lingua e...


Respira, Kaede, respira!


Da... Hn...”

Abbiamo lo spettacolo, Hana! - venne in suo aiuto Akira, dando una comprensiva pacca sulla spalla del suo sfortunato fratellino – Almeno mangiane la metà, suvvia! Il Tensai non riesce a divorare tre misere Tortillas?” lo provocò volutamente, ottenendo l'effetto desiderato.


Certo! Che domande fai! Io sono il Tensai dei cibi messicani, che ti credi? Solo che... sono davvero enormi!” constatò con assoluto candore il bel rossino, provocando un basso lamento da parte di una certa volpe sofferente.


Ooohhhh!!! Quante storie! - sbottò il capitano esasperato – Ficcatelo tutto in bocca e ingoia!” gli ordinò il capitano, inconsapevole dell'effetto devastante che la sua innocente frase aveva procurato al già martoriato sistema nervoso del volpino.


Kaede si accasciò sulla spalla del fratello guaendo di dolore.


Cos'hai? Stai male? Entri in scena lo stesso sai?” lo minacciò Ayako, scattando in piedi come una molla.


Tranquilla, sta bene... credo...” la rassicurò Akira, sorridendole divertito.




Finito di mangiare, i quattro ragazzi si sedettero sulle poltroncine imbottite, di fronte ad un enorme specchio perfettamente illuminato.


Kurumi truccò Kaede, Hikaru si occupò di suo fratello, le due amiche di Haruko prepararono Sendoh – non senza rossori e sorrisini imbarazzati - e le due manager dai capelli castani si presero cura di Miyagi con grande gioia di quest'ultimo, che così poteva guardare da vicino il viso della sua Ayakuccia love-love.


Cerone, fondotinta e cipria. Ombretto, matita nera e mascara. Retina per fissare i capelli in modo che non fuoriuscissero da sotto le parrucche, eccetto Akira che avrebbe utilizzato i suoi... Ammesso che si riuscissero a tirar giù...


Una volta truccati di tutto punto, i ragazzi si chiusero a turno nel piccolo bagno adiacente, indossando gli abiti di scena, mentre le fanciulle preparavano tutti gli oggetti riprodotti fedelmente dalla mamma dei Rukawa, che aveva fatto un lavoro davvero eccelso. Cinture, fasce, borchie, in tutto e per tutto fedeli al manga originale.


Terminata anche la fase della vestizione, i giocatori si infilarono le proprie parrucche facendosele sistemare dalle compagne di scuola.


Un'altra manciata di minuti per gli ultimi ritocchi e il gruppo di Sanzo fu pronto per entrare in scena.


Le mie creature! - sospirò Ayako, con le lacrime agli occhi – Ok, massa di lavativi!Ora vi voglio fuori di qui! Datevi da fare, mettetevi in mostra il più possibile e soprattuto: ENTRATE NELLA PARTE, CHIARO!?” tuonò la ragazza, cacciando in mano l'harisen e la pistola giocattolo a Sanzo, gli occhialini a un sorridente Hakkai e le armi a Gojyo e a Goku.


All'ultimo secondo, infilò nella bocca di Hanamichi e di Rukawa una sigaretta si plastica, spalancò la porta e affidò le sue 'creature' alla Vita.



-FINE OTTAVA PARTE-

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Capitolo 9
*** IX parte ***


SF9

AUTORE: Gojyina-chan

DISCLAMER: I personaggi sono di T. Inoue. Alcuni, invece, li ho inventati io, ma non temete: la differenza, balza immediatamente agli occhi! -////-'




STRANGE FAMILY 9




I fratelli Rukawa passeggiavano senza meta tra gli stand traboccanti di manga e gadget di ogni forma, colore e utilità, senza comprendere la ragione dell'agitazione di Ayako.


Passare inosservati era praticamente impossibile!


Vuoi per la loro altezza, che superava di quasi mezzo metro quella della folla che si voltava estasiata al loro passaggio; vuoi per i costumi pressoché prefetti, opera della loro super-attiva manager e di una eccelsa Katy; vuoi per l'insindacabile bellezza dei ragazzi in questione.


Come da precedenti accordi, Kaede e Sendoh non persero mai di vista il rossino, quel giorno stranamente taciturno e serio.

Probabilmente la forzata vacanza impostagli da Michael, lo aveva abbattuto più di quanto volesse dare a vedere.


Col passare del tempo, però, Rukawa si scoprì assolutamente geloso degli sguardi adoranti che le ragazzine appostate nei pressi dei vari stand, riservavano al Do'hao.


Certo, lui e Akira non erano da meno, ma l'idea che Sakuragi potesse trovare in quell'oceano di faccine delicate e di occhioni a forma di cuore la sua nuova cotta, quello proprio non lo poteva sopportare.


Alzando lo sguardo, vide il rossino accanto all'uscita di emergenza, appoggiato alla sua lunga arma si stava sistemando la bandana che aveva sulla fronte, sollevandola un poco.

Forse aveva caldo.


I suoi piedi si mossero da soli e, seppur infastidito dal kimono, raggiunse il compagno in difficoltà.




Non c'era aria lì dentro.

Stava soffocando, maledizione!


Hanamichi si asciugò il sudore che colava sotto il suo mento, sollevando la bandana alla disperata ricerca di refrigerio.


Il mal di testa col quale si era svegliato quella mattina non accennava a placarsi e la ressa di gente che lo circondava, di certo non migliorava il suo stato.


Si sentiva andare a fuoco e la vista si stava pericolosamente appannando.


Ehi”


Una voce familiare attirò la sua attenzione.

A pochi passi da lui, Rukawa gli stava porgendo una bottiglietta d'acqua fredda.


Grato, la prese in mano passandosela sul collo e sul petto accaldati, prima di svitare il tappo di plastica a berla tutta d'un fiato.


Alla fine emise un gemito soddisfatto che riuscì a fare arrossire il... Venerabile Sanzo, per la prima volta riconoscente dell'ampiezza delle suo vesti che celavano abilmente il sempre vivo Eddy.


Sakuragi non si accorse dello stato del volpino, ma lo guardò in viso, probabilmente per ringraziarlo dell'aiuto.


Hanamichi si sentì mancare assurdamente il respiro, nel rendersi conto della reale vicinanza del suo antagonista.


Si persero l'uno nello sguardo dell'altro e in quel preciso istante il suono delle voci attorno a loro si perse nel vuoto, giungendo loro ovattato e lontano.

Al mondo c'erano solo loro due.


Ma quel momento idilliaco era destinato a durare poco: quando un gruppetto di ragazzine chiese loro una fotografia, i due si allontanarono di scatto, confusi e spaesati.




Maledette mocciose!

Imbronciatissimo, Kaede assunse involontariamente la tipica espressione scocciata di Sanzo, suscitando il giubilo delle ragazze e attirando l'attenzione della gente intorno.


Uno standista si offrì di scattare le foto e Hanamichi, nel mettersi in posa, afferrò il mento di una di loro, posando la guancia sulla sua, come a volerla baciare.


Passarono appena un paio di flash che l'Ira Divina s'abbatté sul povero Kappa, sotto forma di sonore sventagliate.


Do'hao!” sibilò Kaede colpendo furiosamente il rossino.


EHI!” si lamentò quest'ultimo, proteggendosi la testa con le braccia.


Suvvia...Sanzo! Non te la prendere così o ti verranno le rughe!” intervenne...Hakkai, separando i due ragazzi.


Cosa state combinando? Aya ci ucciderà e avrò sofferto inutilmente! - ringhiò il capitano, posando le mani sui fianchi – Inciampo su sto dannato bastone a ogni passò, ho caldo e ho fameeeee!!!””””


Com'è possibile? Hai pure mangiato mezzo pranzo di Hana!” sorrise Akira, sinceramente stupito.

E' piccolo, deve crescere” disse Sakuragi massaggiandosi la testa dolorante.

Ma io ti...!!!” iniziò Miyagi, tentando di saltare addosso al suo compagno di squadra.


Un fragoroso applauso costrinse i quattro giovani a voltarsi simultaneamente.

Allibiti, si videro consegnare da un uomo di mezza età una coccarda dorata e una spilla con inciso sopra il numero sette.


Ragazzi, siete in finale! - annunciò colui che doveva essere il selezionatore del concorso – Addirittura la scenetta! Che fantasia! E che esecuzione magnifica! Sembravate seri, si vede che avete svolto un accurato lavoro psicologico e introspettivo dei vostri personaggi!” si complimentò, stringendo loro la mano.


Cos'è che abbiamo fatto?” chiese Hanamichi, corrucciato.

Dì di sì!” gli consigliò Akira, senza scomporsi minimamente.

Tsk!” sbuffò Kaede, alzando gli occhi al cielo.


Circondato da imbecilli.

Che destino avverso!




Allora?Si può sapere che t'è preso? Dovevamo tenerlo d'occhio, non ucciderlo!” si sentì rimproverare dal fratellone, che per l'occasione aveva perso il suo leggendario sorriso.

Hn”

Un corno! Parla!”

Stava per... Hn... Baciare una...” mugugnò la volpe, adombrandosi al solo ricordo.

Il nostro Hana? Quello timido e impacciato? Kae, è ovvio che non stia bene e tu che fai? Lo pesti? Ma... un momento! - esclamò Sendoh, guardandosi attorno pensierosamente – Se io sono qui con te e tu sei qui con me...”

Hn”

Hanamichi dov'è?!” si chiese sobbalzando.

Cazzo!” sbottò Kaede guardandosi disperatamente attorno.



Sakuragi era al centro del grande salone, appoggiato alla colonna portante circondato da ragazzine festanti che a turno si facevano scattare una foto accanto a lui.

Con il lungo bastone, poi, il Kappa pervertito, sollevava loro le gonne corte, mandandole completamente in visibilio.


Io lo cancello dalla faccia del pianeta!” sibilò il volpino, puntando verso l'obiettivo a passo spedito.

ASPETTA!” gridò il fratello correndogli dietro.




Do'hao!” ringhiò Kaede tirandogli l'ennesima sventagliata della giornata.

Doveva ammettere che era un anti-stress davvero molto efficace. Iniziava a comprendere la scelta di Ayako di utilizzare quell'arma non omologata.


Cos'è, sei geloso, Venerabile Sanzo? Ce n'è anche per te, sai? - sorrise... Gojyo, lasciando il biondo posticcio completamente attonito – Soddisfo chiunque, io!” sussurrò a pochi centimetri dalle sue labbra.

Hn?!”


Oh, ma che bravi! Fanno anche Saiyuki in versione yaoi!” esclamò una ragazza, elettrizzata.

Che moderni!” si complimentò un'altra, applaudendoli.


Mister coccarda si materializzò nuovamente alle spalle dei due ragazzi, sorridendo a trecentosessanta gradi.


Bene, bene! Siete davvero eclettici, i miei complimenti! Prima avete inscenato uno dei loro classici litigi e adesso lo avete riproposto in chiave yaoi per accontentare queste splendide fanciulle! Sapendo bene che una scena simile, fatta sul palco, avrebbe potuto risultare scandalosa, avete deciso di farla qui, tra la folla, mandando in visibilio le ragazze, ma evitando di creare problemi agli organizzatori. Bravi! Voterò per voi!” promise l'uomo, annuendo vigorosamente.


Kaede controllò che dietro la schiena non avesse scritto 'Chi è cretino mi segua!'

Non trovando ovviamente nulla del genere, ritornò a guardare il Do'hao di tutti i Do'hao.


Pupille dilatate, respiro lievemente ansante, occhi liquidi, densi come il cioccolato caldo, le gote arrossate e un leggero velo di sudore sul viso...


Sembrava che si stesse riprendendo da un violento orgasmo.


Un'altra foto, Gojyo!” gridò una ragazzina occhialuta, tirando Hanamichi per il braccio.


Riscuotendosi repentinamente, Rukawa salvò il rossino dalle grinfie di quel nano da giardino parlante, afferrando il ragazzo per la vita.


Kae, non riesce quasi a respirare, portiamolo all'aperto!” suggerì Akira, preoccupato per il calore del corpo di Sakuragi, decisamente troppo alto.


Trascinato con forza lontano dalla folla quasi in lacrime, Hanamichi riuscì' a voltarsi un'ultima volta verso le neo-fans.

Ciao, bellezze! A più tardi!” le salutò, mandando loro un bacio.


Ok, Casanova, adesso usciamo!” sibilò Kaede, aprendo una porta secondaria che immetteva in un grande giardino interno.


Aiutato dal fratello, fece accomodare il numero dieci su una panchina, vicino a una grande fontana posta al centro di un ampio spiazzo pavimentato.


Rukawa inumidì un fazzoletto di stoffa e si sedette accanto al rossino, passandoglielo sul collo e sui polsi.


Mmm... Che mani fresche che hai...” mormorò il ragazzo appoggiando il capo sulla sua spalla.

Hn?!”


Respira, Kaede. Respira!


Il volpino socchiuse gli occhi, concentrandosi come un monaco Zen.

Non poteva permettersi sciocchezze. Non col Do'hao in quelle condizioni, per lo meno.


Dopo un quarto d'ora, l'aria fresca del tardo pomeriggio sembrò giovare all'ala grande dello Shohoku che iniziò a respirare con maggior calma, pur mantenendo il rossore sulle gote.


Come ti senti, Hana?” gli chiese Akira, ancora preoccupato.

Meglio, grazie. Lì dentro fa un caldo insopportabile!” sospirò chiudendo gli occhi.


Passandogli un braccio sulle spalle, Kaede gli permise di adagiarsi completamente su di sé, beandosi del suo respiro contro il proprio collo.

Sakuragi mugolò un grazie assonnato e si addormentò per qualche minuto.


Appena torniamo a casa lo facciamo visitare dal medico” sentenziò il volpino, corrucciandosi irritato.

Se era un effetto collaterale della porcheria del babbo, Kurumi era una donna morta!

Va bene. Ancora un paio di ore e saremo a casa. Stai calmo!” sorrise Akira, con fare rassicurante.

Hn”


Finalmente vi ho trovato, massa di lavativi che non siete altro!” tuonò un'arrabbiatissima Ayako, brandendo il ventaglio più grande che avessero mai visto.


Ops!” esclamarono i due fratelli, guardandosi in faccia.


Il concorso! Lo avevano completamente dimenticato!


Dovete andare sulla passerella, i giudici vi aspettano. Vi sistemo velocemente il trucco e siete a posto! - disse la manager, controllandoli uno per uno - Hana? Svegliati c'è il concorso!” lo chiamò scuotendogli leggermente le spalle.


Gojyo...” sospirò il giovane, aggrottandosi.

Esatto! Tu sei Gojyo e devi andare in scena, su alzati!” lo pregò lei, sull'orlo di una crisi di nervi.


Hanamichi sbatté le palpebre un paio di volte, prima di ridestarsi del tutto.


Ma certo, bellezza! - mormorò sensualmente – Ci penso io! Sono il Tensai dei pervertiti!” sorrise lui, usando un tono di voce talmente sensuale, da riuscire persino a fare arrossire la terribile manager.


Guai in vista!” sbuffò Akira, passandosi una mano sul viso.




I quattro ragazzi salirono sul palco tra il tripudio del pubblico, per lo più composto da ragazzine urlanti munite di macchinette fotografiche e videocamere.


In quell'oceano di umanità variopinta e sovreccitata, Ayako riconobbe molti studenti dell'Istituto Shohoku e tutta la squadra di Basket al completo.




In un angolo appartato, Shane guardò il suo idolo accarezzato dalla luce dei riflettori.

Bello, raggiante, stupendo.

Gli ricordava tanto una statua greca, di quelle che si trovavano sui libri d'arte.

Magnifico e irraggiungibile, nella sua perfezione.

Unica creatura veramente interessante, in quell'oceano di corpi insignificanti e mediocri.

Voleva essere come lui.

Desiderava assomigliargli almeno un po'.

Se avesse continuato a guardarlo, magari sarebbe riuscito a carpire la ragione della sua unicità e a farla propria per sempre.




I concorrenti giunti sino in finale erano dieci.

La manager controllò gli avversari, partendo da quelli decisamente scadenti.

C'erano un Inu-Yasha obeso, una Sailor Moon con le gambe storte, cinque Cavalieri dello Zodiaco con problemi di acne giovanile, un Naruto con un topo morto in testa – se quella fosse stata una parrucca, il ragazzo avrebbe dovuto denunciare il suo costumista!- e infine uno strano personaggio che non riconobbe, probabilmente il protagonista di qualche videogioco.


Come previsto, quelle cinque entità non meno decifrabili furono eliminate dai giudici, mediante votazione della giuria.


Ora veniva la parte più difficile.

In gara, oltre al gruppo di Sanzo, erano rimasti uno splendido ragazzo che interpretava Sesshomaru, una tipa super-sexy vestita da infermiera, Goku e Vegeta che gareggiavano insieme, uno Spike, il vampiro ossigenato del telefilm 'Buffy' e uno strano ragazzo... alto, con i capelli corti e arancioni, che indossava una divisa da Basket vagamente familiare con scritto il numero 01 sul retro della maglietta.

Chissà dove l'aveva già visto...


Trattenendo il respiro, Ayako assistette alla penultima fase del concorso, dove era previsto che il Presidente della Giuria elencasse i nomi dei tre super-finalisti.


Agitatissima, controllò un'ultima volta i suoi ragazzi.

Akira sembrava perfettamente a suo agio sotto i riflettori, Miyagi era in procinto di svenire, Rukawa era annoiato a morte e Hanamichi mandava baci alle ragazze in prima fila che lo ricambiavano con proposte indecenti e lancio improprio di biancheria intima.


La manager chiuse gli occhi, appena vide il Presidente alzarsi in piedi e dirigersi sul palco, sistemare l'asta del microfono e schiarirsi la voce.




Mister Coccarda strizzò l'occhio ai quattro ragazzi e si apprestò ad annunciare i tre finalisti.


Ho caldo!” sospirò Hanamichi, voltandosi verso la volpe.

Resisti!” sibilò questi, desiderando solo di lanciarsi sulla sua morbida poltrona.

Sto per vomitare!” gemette Ryota, terrorizzato da tutta quell'attenzione.

Resisti!” gli suggerì Sendoh, continuando a sorridere imperturbabile.

Ma non sapete dire altro voi due?!” mugugnò il ragazzo più basso, aggrottandosi infastidito.

Sì – intervenne Kaede – Stai zitto!” ringhiò, fulminandolo con lo sguardo.



E' con immenso piacere che vi annuncio il nome dei tre Cosplayer che si contenderanno il premio finale. Vi ricordo sin da ora che il vincitore sarà decretato proprio da voi, mediante applausi. Quindi, non andate via proprio adesso! - scherzò l'uomo, aprendo la busta contenente i nominativi – Ad accedere all'ultima fase della gara sono... Sesshomaru... Spike...e.... il gruppo di Sanzo!” sentenziò lui,andando a stringere la mano ai concorrenti eliminati, mentre la folla impazzita urlava i nomi dei loro beniamini.


Bravi!” esclamò Ayako applaudendo i suoi giocatori, orgogliosa come una madre alla recita di Natale del figlio.




Gentile pubblico, ora i concorrenti rimasti in gara faranno una piccola passerella, mostrandosi a voi in tutto il loro splendore!” annunciò Mister Coccarda, nascondendosi poi dietro le quinte.




Kaede era annoiato a morte.

Vedendo passargli davanti un tizio con una lunghissima parrucca azzurrognola, provò il forte desiderio di farlo inciampare, così da movimentare un po' quello strazio.


Con la coda dell'occhio osservò Hanamichi sfilarsi la giacca di pelle.

Stava decisamente meglio, notò la volpe.

Più sereno, il respiro tornato normale, un bel sorriso allegro che gli illuminava il volto colorito.

Stare su di un palco non lo imbarazzava per niente, a differenza del piccolo capitano, in procinto di perdere i sensi da un momento all'altro.


Perso in quei ragionamenti, Kaede non si accorse dei rapidi movimenti del soggetto in questione.

Hanamichi si sfilò la maglietta, rimanendo a torso nudo.


Tocca a noi, gente!” esclamò gaudente, iniziando a sfilare sulla passerella, tra urla isteriche e svenimenti.


Fermalo!” tuonò Akira, accorgendosi del rossino in procinto di slacciarsi i jeans.

Hn?!” sobbalzò la volpe, correndo verso il compagno di squadra.


Vi amo tutte, ragazze!” sorrise sensualmente Gojyo, mandando baci a destra e a manca... mentre l'harisen di Sanzo compiva il proprio dovere.


Sì, sì! Ami tutti quanti. Adesso però rivestiti, eh?” cercò di farlo ragionare Hakkai, prendendosi erroneamente un paio di sventagliate pure lui.


Ho fame e sto per vomitare!” gemette il Goku, lanciando uno sguardo implorante alla manager, in prima fila che gli bestemmiava contro.


Oh! Sempre più divertenti! Bravi!” li applaudì l'onnipresente Mister Coccarda, che non aveva capito niente come al solito.


Do'hao, cuccia!” sibilò Rukawa, con la parrucca che gli era scesa sugli occhi. Pur non vedendo assolutamente nulla, continuò a tirare sventagliate, colpendo Ryota, che finì tra le braccia di tre ragazze in prima fila -di lui non si seppe più nulla- diede una gomitata a Spike che rantolò per terra in preda alle convulsioni e scambiò la parrucca di Sesshomaru per quella del Do'hao, tirandogliela così forte da scollargliela dalla testa... Rivelando la lucidissima pelata del povero ragazzo che scappò via dal palco in lacrime, tra lo scherno generale.


KAMI SAMA, KAE! Fermati! - tuonò Sendoh, con la testa dolorante – Hai fatto una strage!”

Hn?!”


Finalmente Rukawa si sistemò i capelli posticci, guardandosi attorno seccato.

Sul palco erano rimasti solo lui, suo fratello - che teneva il Do'hao dispensatore d'amore per le braccia - e Mister Coccarda, sempre più convinto delle loro qualità recitative.


La folla era in delirio e degli altri due concorrenti non v'era più traccia.


Avevano vinto.


Non era ben chiaro il motivo, forse per abbandono degli altri partecipanti o per delirio post-Do'hao, ma avevano vinto e tanto bastava.


Torniamo a casa!” sibilò il volpino, scansando un'Ayako saltellante e una folla di ragazze impazzite, diretto verso i camerini col Do'hao sulle spalle che continuava a salutare tutti mandando bacini e baciotti. Dietro di loro, Akira tentava di tenere a bada le ragazzine che tentavano di strappare i vestiti a Sakuragi, desiderose di un suo ricordo.


Dopo molti metri e parecchi lividi, riuscirono a giungere a destinazione. Sendoh si chiuse la porta alle spalle scivolando per terra con un gran sospiro stanco.


Siamo ancora vivi!” esclamò stupito il ragazzo, passandosi una mano sui capelli spettinati.




Hn - ringhiò Rukawa, sbattendo per terra il compagno di squadra – Do'hao, che cazzo credevi di fare? Sei davvero...Hn?!” sobbalzò, allontanandosi di un passo.

La sfuriata era evaporata come neve nel deserto.


Sakuragi, con le gote arrossate, il sudore sul viso, lo sguardo lucido, lo guardava disperato mentre si grattava con forza il petto.


Ho caldo, Ru... Tanto-tanto... - gemette, passandogli le braccia intorno al collo – Mi sembra d'andare a fuoco, ma non è solo calore... Non so come dire...” si rammaricò il giovane, strusciando inconsciamente il ventre contro quello della volpe, il sesso dolorosamente indurito.


Kaede conosceva fin troppo bene quella sensazione.

Sbuffando rassegnato, aiutò il Do'hao in calore a cambiarsi.

E' l'Ini-biny. Dobbiamo portarlo subito a casa!” brontolò, iniziando a preoccuparsi sul serio quando vide che il respiro di Hanamichi diventava sempre più pesante.


Sendoh si cambiò nel giro di dieci minuti e corse a chiamare le ragazze, che nel frattempo erano alla ricerca di Miyagi.

Dopo aver trovato il capitano una piccola saletta secondaria circondato da ragazze che a turno si facevano fare una foto dalle amiche, lo trascinarono verso l'uscita secondaria, dove li stavano aspettando Rukawa e Hanamichi.


Ayako smise per qualche istante di picchiare Ryota - giusto il tempo per chiamare due taxi- e ricominciò a sventagliarlo con violenza inaudita.


Hikaru, che reggeva in mano la coppa dorata e l'assegno consegnatole dal Giudice di Gara, osservava preoccupata il fratello, appoggiato quasi completamente al compagno di squadra taciturno, mentre Kurumi iniziava a sentire un vaghissimo senso di colpa.


Oh, Kami! - sbottò la manager all'improvviso – Haruko e le altre!” esclamò guardandosi attorno allarmata. Ecco cosa aveva dimenticato.


Si arrangino!” sentenziò lapidario il volpino, mentre il primo taxi si fermava a pochi passi passi da loro.

Salì faticosamente, tenendo il rossino tra le braccia seguito dalle sorelle minori. Akira salutò capitano e manager e salì davanti, indicando al conducente la destinazione.




Appena giunsero a casa, portarono il rossino nella sua camera e chiamarono Scalpello Scheggiato che corse a visitarlo.


Mmm” mugugnò l'indiano, controllando nuovamente la pressione del ragazzo.


Allora?” sbuffò il volpino, irritato dalla lentezza dello sciamano.


Era da un'ora che se ne stava lì, seduto sul letto a mugugnare, lanciando occhiate preoccupate al piccolo Do'hao.


Kaede usò un panno umido per detergere il sudore dal viso del rossino, impaziente e preoccupato.


Quella pozione di Kyosuke gli ha semplicemente creato uno scompiglio ormonale. Ha solo aumentato la produzione di testosterone...” mormorò il medico, accigliandosi.


Ma Hana sta malissimo. A malapena riesce a stare in piedi, è privo di energia... Come lo spieghi?” chiese Akira, incrociando le braccia al petto.


Il vostro amico si è malnutrito per quasi tre mesi. Forse è più corretto dire che non mangia, da quasi tre mesi e con la vita che fa, tra scuola, Basket e lavoro qui in casa, il suo fisico non ha retto più” spiegò l'uomo, notando il pallore sul viso del suo paziente.


Non capisco... Come abbiamo fatto a non accorgercene?” si domandò Sendoh, passandosi una mano sui capelli spettinati.


Non vi siete nemmeno resi conto che la mamma era incinta! - esclamò Kanata, sbucando da sotto il letto di Hanamichi, con uno sguardo accusatore dipinto sul viso – Da un paio di settimane, mi sono accorto che Hana non mangiava molto, ma ho creduto fosse dovuto all'odore del cibo” disse il bambino, rivolgendosi direttamente al dottore.


Il profumo del cibo sazia. Ecco perché i camerieri, nei ristoranti, mangiano prima dell'apertura – spiegò Scalpello Scheggiato, accortosi della confusione dei due ragazzi più grandi - Hana ha retto sino ad ora grazie agli zuccheri che assumeva quotidianamente, ma una volta smesso di mangiare dessert e dolci vari, il suo fisico è crollato di botto... La pozione, poi, deve aver accentuato l'emotività del ragazzo... Privandolo di energia e alzando la sua temperatura corporea a causa dell'aumento della produzione ormonale. Quindi non agitarti se i prossimi giorni li passerà dormendo, il suo corpo sta cercando di accumulare nuovamente le forze perdute, ok? ” concluse il capellone, alzandosi in piedi.


Cosa dobbiamo fare?” chiese Rukawa, rimanendo accanto al compagno di squadra.


Deve ricominciare a mangiare, ma fai attenzione! - lo avvertì lui, serio in viso – Lo stomaco umano è come una sacca. Quella del ragazzo si è rimpicciolita, quindi farà fatica a riprendere così, da un giorno all'altro. Fagli mangiare piccole porzioni, oggi giorni un boccone in più, finché non tornerà a mangiare normalmente”


Scusate, ma com'è possibile che si sia arrivati a questo punto?! - sbottò Sendoh, incredulo – Voglio dire, secondo la teoria del profumo dei cibi, tutti gli Chef o le casalinghe del pianeta, dovrebbero avere problemi alimentari, no?”


Questa è una domanda alla quale può rispondere solo lui, appena si sentirà pronto per farlo.” sentenziò lo sciamano, ritornando in casa.


Kae, cosa facciamo?” mormorò Akira, seriamente preoccupato.


Prima lo curo e poi lo pesto!” sibilò la volpe, digrignando i denti.




Ogni volta che aveva sete, c'era sempre qualcuno che lo abbeverava.

Succo d'arancia o amarena.

Ogni volta che sentiva freddo, un corpo tiepido lo riscaldava.

Con un dolce abbraccio e un sottile profumo di muschio bianco.

Ogni volta che gli incubi lo spaventavano, braccia gentili lo cullavano piano.

Sicurezza e tepore, gli permettevano di riposare tranquillo.

Si sentiva protetto.

Una sensazione che aveva dimenticato da così tanto tempo, da arrivare a chiedersi se l'avesse mai provata.

Dormiva serenamente, Hanamichi.

In un silenzio morbido e profumato, stava ritrovando la via di casa.




Lo avrebbe gonfiato come una zampogna, parola sua!

Gli avrebbe rifilato tanti di quei calci nel sedere, ma tanti di quei calci... da allungarlo di venti centimetri, ecco!

Doveva aver sete, si umettava le labbra in continuazione. Si sporse a prendere il succo di frutta che aveva appoggiato sul comodino.

Lo avrebbe coperto di lividi! Botte. Botte e pugni e...

Aveva freddo. Meglio aggiungere un'altra coperta.

Pugni. Su quella faccia da Do'hao, solo pugni e...

Stava avendo un incubo. Quali demoni lo attanagliavano?

Mmm... Se gli accarezzava il viso, sembrava più sereno. Perché non provare?




Dopo due giorni, Rukawa era ancora inchiodato al capezzale di Hanamichi.

Hikaru era andata a stare da Kurumi, portandosi via le sue cose.


Quando la ragazza, con in mano il suo borsone pieni di libri e vestiti, aveva raggiunto la porta, si era voltata un istante, guardando preoccupata il viso del fratello, sofferente anche nel sonno.

Poi aveva spostato lo sguardo su di lui, inchinandosi come a volergli affidare il Do'hao ed era andava via, visibilmente più tranquilla.


Kae? Kaede?!EHI!” lo stava chiamando Akira, scuotendogli una spalla.

Hn?”

Bentornato tra noi!Cos'è? Adesso dormi pure con gli occhi aperti?!” rise piano il ragazzo, attento a non disturbare il sonno di Sakuragi.


Che vuoi?” sbadigliò il volpino, accoccolandosi meglio sul letto che condivideva col rossino.


A voler essere pignoli, era lui, il letto, dato che il Do'hao gli dormiva praticamente addosso.


Volevo darti il cambio. Sei chiuso qui dentro da giorni... Non vorrei che mi andassi in crisi d'astinenza da basket!” rise Sendoh, appoggiando sul comodino una piccola borsa frigo piena di bevande energizzanti e cibo cucinato da Hikaru.


Non importa. Resto” sentenziò il corvino, accarezzando distrattamente la schiena di Sakuragi che stava iniziando ad agitarsi nel sonno.


Tu...Che...?!” Akira si fermò, palesemente sconvolto.


Suo fratello che rinunciava agli allenamenti era shockante tanto quanto vedere il sole verde pisello!


Hn”

O...Ok... Allora...ti lascio qui un cambio...Ciao...” mormorò posando i vestiti su una sedia, richiudendosi la porta alle spalle con un largo sorriso.




Tsk!

Che stupido.


Palla e canestro sarebbero sempre stati lì.

Sapeva come palleggiare, sapeva come fintare e sapeva come segnare.


Il Do'hao, invece, era una sorpresa continua.

Aveva sempre espressioni diverse e idee assurde e bisogni differenti ogni...volta.


Rukawa sgranò gli occhi, passandosi una mano sui capelli spettinati.


Stava forse insinuando che rispetto al Do'hao, il basket era... noioso?!


...


...


Sì.


Lo sapevo. Mi hai contagiato!” mugugnò il volpino rassegnato, sorridendo alla vista del volto sereno del Do'hao in questione.




Kazuya camminava per il grande parco vicino scuola.

Non aveva voglia di tornare a casa. Non se la sentiva proprio di stare in un angolo a guardare Akira che aiutava Hikaru a cucinare.

Da quando Hanamichi si era sentito male, era lei che si occupava delle faccende domestiche, aiutata da Kurumi... e dal suo talentuoso fratellone.


Sospirando tristemente, continuò a girovagare senza meta tra coppiette a braccetto e bambini che giocavano a calcio.


Trovatosi in una piccola raduna, notò un paio di ragazzi, appoggiati sul tronco di una grande quercia.

Uno aveva proprio una faccia losca e poco rassicurante, mentre l'altro... gli era familiare.

Dove lo aveva già visto?


Senza un motivo preciso, si nascose dietro un cespuglio, osservando incuriosito lo scambio che avveniva tra i due.


Soldi, in cambio di un paio di bustine trasparenti che contenevano dei confetti colorati.


Allora siamo a posto. Ci becchiamo in giro, ok? Se ti serve altro, sai dove trovarmi!” sghignazzò il tizio con la faccia cattiva, allontanandosi con una camminata da bullo di periferia.


Rimasto solo, il ragazzo più carino si passò una mano tra i capelli neri, con un'espressione sofferente e confusa, che Kazuya riconobbe come la stessa che animava lui da settimane.


La guardia dello Shohoku!

Ecco chi era!

Quel giovane disperato era un compagno di squadra dei suoi fratelli.


Vide Mitsui immobile, intento ad osservare i due sacchetti trasparenti che aveva ancora in mano. Sembrava indeciso o spaventato... Non riusciva a capirlo da quella distanza.


All'improvviso il senpai infilò le bustine in tasca, con un gesto nervoso e violento.

Sistemandosi poi la maglietta nera fuori dai pantaloni, andò via, correndo verso la strada esterna.


Kazuya si avvicinò alla quercia.

Gli era sembrato di avere visto qualcosa cadere dai jeans di Hisashi e, spinto più dalla curiosità che da altro, volle vedere di cosa si trattasse.


Una bustina piena di pillole.


Istintivamente la raccolse da terra e si allontanò il più possibile da quel posto.


Aveva visto spesso Mitsui all'uscita della palestra. Sorridente, circondato da amici.... felice.

Ma poco prima, aveva scorto un lato oscuro e fragile che non credeva potesse appartenergli.


Se quella roba lo faceva star bene allora avrebbe funzionato anche con lui, no?


Kazuya corse a casa, convinto di aver trovato una soluzione alla propria sofferenza.



-FINE NONA PARTE-

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Capitolo 10
*** X parte ***


SF10

AUTORE: Gojyina-chan

DISCLAMER: I personaggi sono di T. Inoue. Alcuni, invece, li ho inventati io, ma non temete: la differenza, balza immediatamente agli occhi! -////-'





STRANGE FAMILY 10





Hanamichi socchiuse gli occhi, infastidito da un raggio di quel sole di tardo pomeriggio che filtrava dalle tende socchiuse.

Il letto sul quale dormiva da mesi gli sembrava insolitamente grande e... caldo.

Spostando appena la testa udì il battito del cuore del suo materasso e il delicato respiro del suo cuscino.


Ok.

Era impazzito definitivamente.


Ora che lo notava, al letto erano anche spuntate un paio di braccia... una bocca rosata... capelli neri...?!


Ru...kawa...”


A metà tra un sospiro e una esclamazione, Sakuragi rimase a lungo immobile, guardando il viso della persona con la quale condivideva la camera.


Che cavolo ci faceva la volpe lì?!


Pensa Hana, pensa!


Il tepore e il profumo del suo corpo gli erano insolitamente familiari...

Mani che lo accarezzavano delicatamente, coperte rimboccate, bevande per dissetarsi...

I due letti su cui dormivano i fratelli Sakuragi erano stati uniti in un giaciglio unico...


Rukawa ad accudirlo.


Quando era stata l'ultima volta che qualcuno si era preso cura di lui?


Hanamichi tentò di ricordare e fu sommerso da immagini lontane, credute dimenticate.


Sua madre che cucinava, canticchiando assurde filastrocche per divertire la piccola Hikaru, lui che dalla porta osservava, geloso, tutte quelle attenzioni rivolte alla sorellina... Le risse alle elementari, le litigate dei genitori a causa sua... La mamma che se ne andava via... Il babbo che lavorava fino a tardi... Le sue innumerevoli promozioni e i traslochi in appartamenti sempre più grandi, fino ad arrivare alla villetta, dove trovò la morte... stroncato da un infarto e dall'inettitudine di quel figlio maggiore che fu la causa dell'infelicità e della distruzione della sua stessa famiglia.


Hanamichi strinse gli occhi, ricordando il momento in cui ritornò a casa, sanguinante e addolorato, sostenuto da Yohei e dalla signora Mito che lo avevano trovato in un vicolo a pochi passi dal loro negozio...

La porta era rimasta aperta, così come lui l'aveva lasciata poche ore prima.

Per terra, accanto al cadavere del suo papà... c'era Hiki.

Il tredicenne rossino aveva dimenticato che la sorella era a casa da giorni a causa di un brutto raffreddore...

Era rimasta per ore accanto al corpo senza vita dell'adorato genitore.

A causa dello shock, da quel momento, la bambina smise di parlare.


Era tutta colpa sua.

Era un essere indegno di stare al mondo.

Non meritava nulla, tantomeno la felicità e la pace che stava provando in quel preciso momento.


Sollevò appena lo sguardo fissando il volto insolitamente rilassato del compagno di squadra, deciso ad allontanarsi prima che si destasse.

Provava l'assurdo impulso di scappare via, ma il suo corpo era stranamente lento e pesante; anche il minimo movimento lo affaticava oltre misura.


Come se avesse percepito su di sé la carezza dei suoi occhi nocciola, il volpino mugolò piano, mentre le palpebre vibravano leggermente e il tentativo di fuga del rossino andava in pezzi...




Il Do'hao aveva un'espressione davvero buffissima, sembrava un cucciolo smarrito.

Senza riflettere, Kaede sollevò una mano, scostando una ciocca rossa dalla sua fronte.

A quel gesto tanto delicato quanto intimo, le gote del ragazzo dalla pelle ambrata si imporporarono impietosamente.


Hai fame? - domandò il corvino, facendo scorrere l'indice sulla sua guancia accaldata – C'è del sushi, un po' di dolce e...”


No. Non... No, grazie...” balbettò Hanamichi, interrompendolo.

Hn” si corrucciò Rukawa, iniziando ad innervosirsi.


Devo andare a cucinare” mormorò il rossino, cercando di alzarsi dal letto.

La volpe rimase in silenzio, osservando i suoi tentativi talvolta goffi, a volte disperati.

Sakuragi si dibatteva come un delfino arenato su una spiaggia, arrotolandosi sempre più sul lenzuolo, peggiorando così la sua situazione.


S'era innamorato di un emerito idiota.




Kuso!

Da quando aveva le braccia così pesanti?!

Ansimante e sudato, il rossino fu costretto a rimanere adagiato sul corpo-materasso del compagno di squadra, maledicendosi per quella disonorevole debolezza.


Hai finito?” si sentì chiedere dalla bella volpe, che lo guardava con un sopracciglio alzato.

Hn” sbuffò lui, usando il monosillabo preferito dal ragazzo con i capelli d'ebano.


Hanamichi lo sentì sollevarsi e posare la schiena contro la testata del letto, per poi essere afferrato e trascinato su con lui.

Era davvero una situazione umiliante.




Kaede rimase a lungo in silenzio, riflettendo sul da farsi.

Desiderava che il Do'hao tornasse in forma.

Non era un semplice desiderio, ma una necessità.


Il ricordo lontano di un'altra persona a lui cara, si ripresentò in tutta la sua nitida tristezza.


Suo nonno, Kaede-san, che morì quando i gemelli avevano quattro anni, circa.


Marito di Kikyo, era un uomo taciturno proprio come il volpino. Probabilmente il suo era anche un modo per arginare la follia della consorte...


Per quanto avesse voluto un gran bene a tutti e quattro i suoi nipoti, aveva una predilezione per il suo omonimo in miniatura.

Era stato proprio lui ad insegnare il basket al piccolo Kaede e il bimbo aveva imparato ad amare entrambi.

Pomeriggi a guardare le partite alla tv, giornate al campetto...

Stavano sempre insieme.

Non si contavano le sere in cui Kikyo era dovuta andare al parco a recuperali, trovandoli addormentati sotto un albero, il nipotino tra le braccia del nonno, la stessa espressione corrucciata persino nel sonno.


O le risate del parentado, quando assistevano ai dialoghi dei due omonimi, fatti di soli monosillabi.

Ma quello era il loro linguaggio, incomprensibile al resto del mondo.


Amici per la pelle, legati da profondo affetto e da una incredibile affinità elettiva, sempre insieme, indivisibili.


Fino al giorno in cui l'anziano salvò il nipotino da un auto in corsa, finendo investito al posto di Kaede-chan.

A causa dell'impatto contro asfalto, cadde in coma.

Non parlava, non si muoveva, era alimentato tramite flebo... in breve tempo, l'uomo morì.


Il piccolo Kaede, assistette impotente al lento declino della persona più importante della sua vita.

Da quel momento in poi, diventò ancora più silenzioso, gettandosi anima e corpo nello sport amato dal caro nonno e rifuggendo da ogni tipo di legame.


I lenti movimenti del Do'hao, che stava riprovando per l'ennesima volta ad alzarsi, lo riscossero da quei cupi pensieri.


Se hai finito di fare il Do'hao, possiamo anche mangiare!” sbottò acidamente, aprendo un contenitore posato sul comodino. Non avrebbe permesso che Hanamichi morisse davanti ai suoi occhi.

Lo avrebbe fatto tornare come prima a suon di calci, se necessario.


Ma la...?” osò replicare il rosso, confuso e smarrito.


Ai pasti ci pensa tua sorella, della casa si occupa Kurumi e il giardino lo spazza Akira. Ora stai zitto e mangia!” sentenziò la volpe, iniziando ad imboccarlo.




La situazione stava degenerando.


Hanamichi, oramai bordeaux, non sapeva più né cosa dire, né come comportarsi, di fronte a quella strana Kitsune dallo sguardo sì distaccato, ma dai modi fin troppo gentili.


Mentre gli infilava in bocca l'ennesimo pezzetto di sushi, cercò di guardare dappertutto, fuorché il compagno di squadra, evitando soprattutto di soffermarsi sulle sensazioni che gli stavano provocando i polpastrelli candidi di Rukawa che sfioravano le sue lebbra socchiuse.


Era... piacere?

Sì.

Era dannatamente piacevole farsi imboccare da Kaede, stando sdraiato su di lui, immersi in quel silenzio irreale.


Debole. Ecco cos'era diventato.

Debole e patetico.


La volpe aveva di che deriderlo per il resto della sua vita.


Ingoiando l'ultimo boccone, sentì una fitta lancinante allo stomaco, che lo costrinse a piegarsi su se stesso, boccheggiando per respirare.




Kuso!” sibilò Kaede, maledicendosi mentalmente.

Meno male che il dottore si era raccomandato di essere cauto e non forzare il Do'hao.

Lo aveva fatto ingozzare come un tacchino!

...E adesso Hanamichi stava pagando il prezzo della sua impazienza.


Devo...in bagno...” ansimò il rossino, tentando disperatamente di alzarsi.

NO! Non ti muovi da qui, Do'hao! - tuonò la volpe, iniziando a massaggiargli lo stomaco contratto – Respira piano, tra poco passa, piccolo!”


Fa...male... - si lamentò il ragazzo, spaventato a morte - Cosa succede?”


Adesso te lo spiego, ma stai calmo, ok?” tentò di tranquillizzarlo Rukawa, continuando ad accarezzarlo piano.


Quando lo sentì rilassarli, diversi minuti dopo, decise di raccontargli tutto: l'Ini-biny, del concorso, del suo comportamento un po'... disinibito e della sua denutrizione.




Ma sei scemo!? - tuonò Hanamichi, sconcertato, al termine del racconto dell'assurdo delirio della malefica volpaccia - Io non sono denutrito, chiaro? Cosa stai insinuando, che sono anoressico? Quella è una malattia da femmine! Ti sembro una donna, Baka Kitsune?”


No, il Do'hao che sei. Ma quello ormai lo do per scontato!”


Deficiente!” sputò il rossino, tentando di tirargli una poderosa testata, impresa titanica, date le sue condizioni.


Non ho detto che sei anoressico, imbecille! Ma solo che da quattro mesi non mangi abbastanza. Questo, sommato alla brodaglia di papà, ti ha indebolito!” sbottò il volpino, esasperato.


Tua sorella mi avvelena e lo scemo sarei io?!”

Tsk! Esagerato! Al massimo saresti impazzito...ma la differenza non sarebbe balzata agli occhi...”


Appena starò meglio, ti prenderò a capate! - promise il rossino, appoggiando il viso sul suo petto – Questo non spiega perché tu sia qui. Cos'è? Ti faccio pena? Ti diverte guardare il grande Tensai che non riesce nemmeno a stare in piedi, eh?” sibilò il rosso, sputando il veleno che sentiva in corpo.


Sei davvero un idiota!” mormorò Kaede, con voce atona.


Io non ho bisogno di te! Non mi serve l'aiuto di nessuno! Non mi aggrappo alla gente, chiaro? Non l'ho mai fatto e di certo non inizierò da te!” tuonò Hanamichi, afferrando la maglietta della volpe, tirandola a sé.


Ma chi ti si avvicina, Do'hao! La tua stupidità è contagiosa, andresti messo in quarantena, altroché!” gli fece eco Rukawa, acido e tagliente, mentre lo stringeva tra la braccia.


Non mi serve l'elemosina!” ringhiò il rossino, accoccolandosi meglio nel suo abbraccio.

Non voglio avere niente a che fare con te!” rincarò il volpino, coprendolo con il morbido piumino matrimoniale.


Sbadigliando ancora un paio di insulti, si riaddormentarono stretti l'uno sul corpo dell'altro.




Il giorno seguente, Mito andò a trovare i suoi migliori amici. Non era mai andato a casa dei Rukawa, ma aveva saputo del malore del rossino e volle fargli visita... cogliendo l'occasione per vincere la scommessa con quell'arpia della nuova manager dello Shohoku.

Dalla vendita delle foto di Hanamichi, aveva guadagnato novantacinquemila yen*, una cifra impossibile da superare!


Non vedeva l'ora di gustarsi la faccia verde di bile della sciocca ragazzina che aveva osato sfidarlo.


Suonò il citofono e attese di fronte al cancello.

Aveva ragione Sakuragi, quella villa sembrava la dimora di qualche star americana.

Da quello che poteva vedere, a parte l'edificio di tre piani e la dependance, avevano anche un doppio garage, un giardino immenso e...


Cos'era quella cosa attaccata alla porta dell'ingresso?!

Oh! Il famoso cane-geco! Finalmente lo vedo!” rise Yohei.

Di lì a pochi istanti, il cancello fu aperto e venne accolto dalla rossina, seguita dalla sua accigliata compagna di classe.


Bene, bene! Guarda un po' chi si rivede! Pronto ad ammettere la sconfitta?” esordì beffarda la ragazza dagli occhi azzurri.


Tralasciando il fatto che sia qui per conoscere lo stato di salute del MIO migliore amico che TU hai quasi avvelenato... - sibilò acidamente Mito, controllando a stento l'ira crescente – Quella che perderà miseramente sei solo tu, cara! - l'avvertì sogghignando – Sai quanto ho guadagnato dalla vendita delle foto e delle magliette di Hana?”


Mai quando me!” sibilò Kurumi, fronteggiandolo.


Novantacinquemila yen! - annunciarono in coro i due avversari – Come?! Anche tu? - continuarono all'unisono - Piantala di ripetere quello che dico!...Uffa!” sbottarono contrariati.


Ridendo sommessamente, Hikaru fece strada al loro ospite, mettendolo a conoscenza dello stato di salute del fratello maggiore, mentre risalivano il vialetto di casa.


Per fortuna non è nulla di grave... Non mi ero accorto di nulla... – mormorò Mito mortificato - Certo, è da parecchio che non vedo lui e Takamiya fare la gara a chi mangia di più, però... Non so... Non avrei mai immaginato che Hana potesse avere simili problemi... Deve essere un fatto nervoso...” concluse, varcando la soglia di casa Rukawa.


... E quello, fu il suo ultimo pensiero coerente....




Mezz'ora dopo, Yohei era seduto sul divano del soggiorno, allibito e in stato di shock: appena messo piede nell'ampia sala, una donna anziana lo aveva salutato palpandogli il fondoschiena; pochi istanti dopo, era stato aggredito da un felino volante che gli era saltato sulle spalle urlando come un ossesso; il the gli era stato servito sulla schiena del cane in versione tavolino; un uomo brizzolato lo aveva messo sotto torchio, volendo sapere da lui se l'umanità necessitava di un W.C. da passeggio oppure no; la padrona di casa munita di tela e pennelli aveva tentato a tutti i costi di convincerlo a posare nudo per lui; un indiano pellerossa con dei fiori sulla testa lo aveva salutato di fretta, correndo in giardino a fare la danza della neve, dato le pioggia gli rovinava i capelli – così almeno disse lui...- e un bimbo, sui sette-otto anni era uscito dall'armadio accanto alla porta dell'ingresso, con pila e libro sotto il braccio, andando poi a nascondersi dentro un armadietto della cucina.


Hanamichi aveva ragione: quella non era una casa, ma una clinica di igiene mentale!


Bene, e adesso che si fa?” glie chiese Kurumi, sedendosi accanto a lui con fare bellicoso.

EH?!” gracchiò il moretto, stralunato.


La scommessa, scemo!”

EHI! Mmm... Non saprei... Certo è strano aver pareggiato...” borbottò il ragazzo, ancora amareggiato.

Probabilmente abbiamo messo in vendita la stessa quantità di oggetti ad un prezzo simile...” mormorò lei, meditabonda.


Probabile...” annuì Yohei.


Hikaru arrivò reggendo tra le mani un vassoio pieno di biscotti al cioccolato e, gesticolando, se ne uscì con una proposta shock: mettersi in società.


Insieme?!” tuonarono i due contendenti.

La rossina annuì, accomodandosi su una poltrona di fronte a loro.


Però... potrebbe essere la soluzione migliore... Evidentemente alla gente piace sia l'Hana-impacciato che l'Hana-sexy... Accostandoli, risalterebbero ancora di più...” mormorò Kurumi, accigliandosi.


Sono complementari – annuì Mito – Mmm... Sì. Potrebbe essere un'idea... Certo, devo dare il cinquanta per cento degli incassi a Hiki, ma...”


Anche tu?!” chiese la giovane Rukawa, sgranando gli occhi chiari.

Sì... Perché?! Anche tu...?” balbettò Yohei, meravigliato.


I due neo soci si voltarono verso Hikaru che, sorridendo, porse loro il vassoio pieno di dolci.


Sei la nostra Guru!” esclamarono in coro.




Rukawa uscì dal bagno della dependance, dopo una doccia veloce.

Aveva sentito le voci di Mito e Kurumi provenire dal giardino.


Avvicinandosi alla finestra dell'angolo cottura, vide il migliore amico del Do'hao in compagnia delle due ragazze di casa.


Certo, il rosso non era in condizione di ricevere visite, ma forse Yohei avrebbe potuto fornirgli un paio di spiegazioni...


No, decise la volpe, quelle risposte le voleva solo da Sakuragi.


Si rivestì in fretta, indossando un paio di boxer e una maglietta a maniche corte, tornando poi dal compagno di squadra che dormiva in camera da letto.


Prima di tornare a letto, armeggiò con i dvd che gli aveva portato Akira.

Una volta scelti i migliori, ritornò accanto ad Hanamichi, in procinto di risvegliarsi.




Ancora qui, Kitsune? Non hai proprio di meglio da fare?” chiese il rossino con voce roca e involontariamente sexy.


Evidentemente no!” sbuffò Kaede, zittendo un Eddy nuovamente desto.


Contro ogni previsione del numero dieci dello Shohoku, la volpe non gli chiese se avesse fame, limitandosi ad accendere la televisione, rimanendo sdraiato al suo fianco.


Ogni frase sarcastica, morì nella gola di Sakuragi, ammaliato dalle immagini provenienti dallo schermo.

L'N.B.A.

Il primo dei dieci dvd che raccoglievano le partite più spettacolari del basket americano.


Hanamichi si rizzò a sedere, passando l'intera mattinata a guardare la tv, senza rendersi minimamente conto delle dita dell'astuta volpe che lo imboccavano ad ogni giocata memorabile.




Era o non era una Kitsune?


Reprimendo un sorriso di trionfo, Kaede posò sul comodino l'ultimo contenitore finalmente vuoto.


Quella la potremmo fare contro il Kainan! Anche questa qui! No...meglio lo Shoyo, sono più alti!” borbottò il rossino, osservando quei giocatori stranieri.


Rukawa si ritrovò a sbuffare divertito.

Le partite non durano duecento minuti, Do'hao!” gli fece notare, passandogli un integratore all'arancia.


E se le facessimo velocemente?” s'imbronciò il ragazzo, ridendo poi dell'assurdità della cosa.




Stavano... parlando.


Sakuragi si zittì, trovandosi a pochi centimetri dal viso della volpe.


Kitsune...” esordì, sospirando imbarazzato.

Dopo, Do'hao. Non c'è fretta.” rispose l'altro, togliendolo d'impaccio.


Annuendo grato, il rossino riportò la sua attenzione sull'ennesima partita, visibilmente più rilassato.




Era pur sempre un inizio, pensò Rukawa, continuando a guardare la tv tenendo il compagno di squadra tra le braccia.




Chiuso in camera sua, Kazuya si rigirava tra le mani la busta trasparente caduta dalle tasche di Mitsui, indeciso sul da farsi.


Non sapeva nemmeno cosa fossero, di preciso, quelle pillole colorate.

Prenderle sarebbe stata una mossa troppo avventata, rifletté il giovane scendendo in cucina.


Appena giunto al piano inferiore, udì la voce allegra di Akira che stava ragguagliando Kurumi circa le condizioni di Hanamichi, mentre Hikaru preparava la cena.


...Kaede mi ha chiesto altro cibo. Da non crederci! Finalmente quel testone s'è deciso a mangiare! Oggi aveva ripreso il suo solito colorito sano, non è vero? - stava dicendo il fratello maggiore, sorridendo alla rossina – Vedrai, si rimetterà presto! Non devi più preoccuparti per lui, adesso ci penserà Kaede!” rincuorò la ragazza, passandole un braccio sulle spalle.


Hikaru annuì, commossa, ricambiando il suo abbraccio.


...In quel momento, Kazuya prese la sua decisione.




I giorni seguenti, Hanamichi continuò a mangiare normalmente, 'distratto' grazie alle geniali tattiche dell'onnipresente volpe.


Ma anche se fisicamente stava ormai benone, psicologicamente il rosso era a terra.

Quel senso di indeterminatezza nel loro rapporto lo stava logorando nel profondo.

Dormivano insieme, mangiavano insieme, commentavano le partite insieme...Come se fossero una coppia di giovani sposi.


Assurdo, ma dannatamente piacevole e rilassante.


Essersi venuto a trovare in una condizione così precaria, proprio davanti al suo acerrimo rivale – che tra l'altro non aveva in alcun modo fatto cenno alla cosa, comportandosi come al solito – lo faceva sentire fragile e insicuro.


Era giunto il momento di mettere le cose in chiaro, assumendosi le proprie responsabilità o non sarebbe più riuscito ad andare avanti.


Sakuragi aveva passato quelle 'notti in compagnia della volpe' a sviscerare lo strano rapporto che lo legava a Rukawa.


Lo aveva detestato fin da subito, prima ancora di conoscere il suo nome e scoprirlo essere la cotta della dolce Haruko.

Il suo istinto lo aveva messo in guardia.


Ma perché?

Cos'aveva Rukawa di così speciale?


Non lo aveva mai visto, prima di quel giorno sulla terrazza, non sapeva nulla di lui, nemmeno della sua fama come giocatore di basket dato che all'epoca Sakuragi odiava quello sport, eppure... aveva provato un brivido di terrore incrociando lo sguardo con quegli occhi azzurro cielo.


Era...Lui.


Era 'quel' lui, che il rossino aveva sempre temuto di incontrare.


La persona che avrebbe mandato in frantumi la facciata che Hanamichi si era costruito faticosamente nel corso degli degli anni, colui che lo avrebbe costretto a fare i conti con il lato più intimo del suo stesso essere.


Quella era la verità.


Ne era stato attratto fin da subito e il suo istinto animalesco si era messo in allarme, avvertendo l'imminente pericolo.


Io... sono... un bugiardo...” mormorò Sakuragi nel bel mezzo di un'azione di Michael Jordan.

Hn?!” s'accigliò Kaede, guardandolo confuso.


Ho mentito a tutti, persino a Yohei. Davvero, faccio schifo...” sospirò mestamente il ragazzo, voltando le spalle al volpino che spense subito la televisione, preoccupato da quel repentino cambio di umore.


Ehi?” provò a chiamarlo, posandogli una mano sulla spalla.

Sakuragi si rannicchiò ancora di più in se stesso, nascondendosi sotto il piumino.

Pochi istanti dopo, il rossino iniziò a pensare ad alta voce, coinvolgendo il compagno di squadra.


Ho cercato di evitarlo... C'ero quasi riuscito ma poi... ti ho visto e... ho capito che non sarei mai più stato capace di nasconderlo. Non potevo, capisci? Non posso! Ho cercato una mamma per Hikaru... dovevo darle una famiglia... Kami, che deficiente che sono! Pretendere che una ragazzina di quindici-sedici anni facesse da madre a mia sorella... Sono un Do'hao, me lo dici sempre anche tu...Ti ho detestato fin da subito, non sapevo neppure il tuo nome e già ti odiavo... In seguito, anche il tuo silenzio mi irritava. Tu che potresti parlare non lo fai mai e Hiki che vorrebbe tanto, non può farlo... Ecco, vedi? L'ho fatto di nuovo!- sospirò affranto – Non riesco nemmeno ad essere sincero con me stesso!Proietto sempre sugli altri le mie colpe, cercando un capro espiatorio o una motivazione, una spiegazione a...” Hanamichi si interruppe, rimanendo in silenzio.


Dove sono i tuoi?” domandò infine la volpe, rimasto ad ascoltare quell'insensato sproloquio senza batter ciglio.

Non ci sono... - sospirò il rossino - ...più.”


Sakuragi gli parlò, confidandogli cose che non aveva mai raccontato nemmeno suo migliore amico.


Della gelosia che provava per la sua sorellina, delle risse a scuola per attirare l'attenzione dei suoi, dei litigi dei genitori, sempre a causa del suo comportamento violento. Il divorzio, la partenza della madre, i traslochi, la morte del padre, la rissa e Hiki trovata seduta accanto al cadavere del papà e del suo conseguente mutismo.


Kaede era rimasto in silenzio ad ascoltare quel racconto straziante e all'improvviso il suo senso di colpa per la morte dell'adorato nonno divenne sempre più piccolo, arrivando quasi ad annullarsi.


Sei.. proprio... un Do'hao!” ammise la volpe, sospirando rassegnata.

C...Che cosa?!” balbettò confuso il rossino, guardandolo stralunato.


Penso di esserlo un po' anch'io... Sarai contagioso.” continuò il corvino, corrucciandosi preoccupato.

Ehi!”


Ascolta... mio nonno morì salvandomi la vita. Lo amavo profondamente. Mi aveva insegnato tutto, basket compreso... Per anni mi sono sentito responsabile ma... non è stata colpa mia, riesci a seguirmi? Come non è colpa tua se i tuoi hanno divorziato. Se due persone hanno problemi di coppia, si separano. I figli non c'entrano nulla! Tuo padre, poi, ha avuto un infarto, sarebbe deceduto comunque. Se vogliamo trovare un colpevole, allora lo sono i teppisti che ti hanno aggredito in dieci, così come è stato vile il pirata della strada che ha travolto il nonno e non si è neppure fermato!”


Hanamichi si voltò verso di lui, ammaliato.

Da quanto tempo aspettava che qualcuno gli dicesse tutto quello?

Anni.


Quel senso di colpa che sentiva quasi 'doveroso', date le circostanze, aveva alterando la sua percezione della realtà impedendogli di analizzare la situazione con lucidità, ma in cuor suo... aveva sperato che qualcuno smentisse le sue convinzioni.


...E forse lo aveva trovato.


... Quanto a tua sorella, poi, se è forte anche solo la metà di quanto lo sei tu, riuscirà a superare lo shock e a tornare quella di un tempo!” concluse il Kitsune, ignaro di aver fatto il discorso più lungo della sua vita.


Non.. so che cosa...” mormorò Hanamichi, sopraffatto da quelle parole.


Siamo solo esseri umani, Hana, e in modo o nell'altro, ci dobbiamo bastare!” sbuffò Rukawa il quale, sentendosi improvvisamente sciocco, si ritrovò a nascondere il viso tra i capelli purpurei del compagno di classe, stringendolo a sé sotto la coperta.


Era l'abbraccio che Hanamichi stava aspettando da tutta la vita.

Qualcuno che camminasse al suo fianco.

Qualcuno da sostenere e da quale essere sostenuto a sua volta.


Rimase a lungo in quel surreale silenzio, carico di implicazioni e di frasi non dette, fino a quando Sakuragi non sbottò un imbarazzato:”Sia chiaro che non ti lascerò vincere lo stesso!”


Do'hao!” sbuffò Kaede, trattenendo un sorriso.

Baka Kitsune!” rise il rossino, tornando totalmente se stesso.




Hana-pucci! Finalmente stai bene!” lo salutò Katy, andando ad abbracciare il rossino appena questi varcò la soglia della casa padronale.


Hai mantenuto alto l'onore dei Rukawa?” volle sapere la nonnina-hentai guardando di sottecchi suo nipote.


NONNA!” tuonarono i parenti, esasperati.


Che c'è?! Non si può nemmeno fare una domanda qua dentro! - s'imbronciò l'anziana donna, andando a salutare il suo rossino preferito – Culetto d'oro, è stata la settimana più lunga della mia vita, senza di te!” pigolò, tentando di palpargli il di dietro.


Kaede riuscì appena in tempo ad afferrare Sakuragi, trascinandolo in cucina.


Uffa! Ormai è diventata proprietà privata!” sospirò Kikyo-san, ridendosela sotto i baffi.




Dopo aver salutato Hiki, confermando il suo ottimo stato di salute, Hanamichi iniziò a cucinare, spiato dal piccolo Kanata, appostato dentro un mobiletto.


Nezumi, se mi vuoi salutare, fallo per bene!” rise il ragazzo, guardandolo uscire dalla tana per saltargli addosso.


Hn” borbottò il volpino, incrociando le braccia al petto.

È il mio amico!” bofonchiò il bambino da dietro la spalla di Sakuragi, facendo la linguaccia al fratello maggiore.


Mi spiace Kae, ma lo devi dividere con tutti noi! - rise Akira entrando in cucina trascinando con sé Kurumi – Hana, c'è una persona che ti deve parlare!”


Mmm... Ma lasciamo stare! - finse di ridere la ragazza - Siamo finalmente tutti riuniti e...!”

Hn”ringhiò minacciosamente la volpe.

Ecco.. dunque... balbettò la giovane, iniziando a sudare freddo.

Quello che Kurumi sta cercando di dirti... – intervenne Sendoh, sorridendo bonario - ... È che, per scusarsi dell'accaduto... Kurumi si è offerta di pagarti il guardaroba nuovo!”


Il mio guardaroba?! Cos'ha che non va?” chiese Hanamichi, guardando prima sua sorella, poi la volpe.


Suvvia, Hana! Ti servono abiti nuovi e Kurumi te li comprerà tutti!” rise il porcospino.


T...Tutti?!” ripeté la Rukawa, mortalmente pallida.

Tutti?!” le fece eco Sakuragi, incredulo.


Hn” annuì la volpe.

Già-già!” rincarò Sendoh.


Tutti...” mormorò Kurumi poco prima di svenire tra le braccia della sua migliore amica.


Come siete crudeli! - borbottò il rossino, iniziando ad armeggiare con i fornelli – Non ho bisogno di nulla, io! Mi basta che Hiki stia bene!” mormorò quasi tra sé.

Se lo merita!” sentenziò Kaede, guardando il suo Do'hao che preparava il budino al cioccolato.


Prima o poi avrebbero dovuto parlare anche di quel suo comportamento, pensò la volpe, rabbuiandosi.




La sera, a cena, Hanamichi si ritrovò seduto al solito posto, tra Kaede e Akira, lontano dalle grinfie della nonnina assatanata.


Era inquieto.


Aveva ritrovato l'atmosfera distesa e familiare che aveva lasciato ma, in cuor suo, tutto era irrimediabilmente mutato.


Una famiglia...


Anche lui e Hiki ne avevano passati di momenti simili, un tempo...


Quel pensiero molesto, gli chiuse lo stomaco, rendendolo nuovamente inappetente.

Sovrappensiero, prese a giochicchiare con il cibo, senza ingoiare nemmeno un boccone della parmigiana che aveva cucinato insieme alla sorella.


Do'hao? - si sentì chiamare dalla voce della volpe, a pochi millimetri dal suo padiglione auricolare – Vuoi che ti imbocchi qui, davanti a tutti?” chiese maliziosamente, facendolo arrossire d'imbarazzo.


Con un piccolo sforzo, il rossino riuscì a ripulire quasi tutto il piatto, stupendosi dell'allegria di Kazuya.


Non lo ricordava così spigliato.


Il giovane Rukawa si era lanciato in una serie di imitazioni dei suoi professori, divertendo tutta la famiglia, soprattutto i ragazzi, che conoscevano i docenti dello Shohoku.

Persino le labbra di Kaede si piegarono impercettibilmente in una smorfia simile ad un vago sorriso.




Prima che mi dimentichi! - sbottò Kyosuke, nel bel mezzo del dessert – Domani andiamo a Tokyo, la mamma si ricovera!”


Così presto?!” domandò Hanamichi, preoccupato.

Tutti i miei figli sono nati settimini! - sorrise la donna, accarezzandosi il ventre – Hanno fretta di venire al mondo!”


Mi raccomando a voi, soprattutto tu, Kaede! - esclamò Kikyo-san, con fare solenne – In nostra assenza, fai tutto quello che farei io!”


NONNA!!!”


E-ehm... va a Tokyo anche lei, signora?” balbettò il rossino, con le guance dello stesso colore dei capelli.


Già! - rise Akira, voltandosi verso di lui – Devi sapere che il babbo si ostina a voler entrare in sala parto. Puntualmente sviene e nonna lo deve trascinare fuori, alla ricerca di un infermiera. Ormai lo conoscono, però. Sicuramente l'ostetrica sarà già pronta con i sali!”


È che sono una persona sensibile, io! - arrossì l'inventore – Nessuno capisci i geni!” si lamentò indignato.


Vangelo!” sospirò Sakuragi, annuendo gravemente.


Do'hao!”

Baka Kitsune!”


Quanto vorrei avere vent'anni di meno!” sospirò Kikyo, guardando il rossino con gli occhietti a forma di cuore.


Solo venti, mamma?” le chiese Kyosuke, sogghignando divertito.

Taci, figlio degenere! Ti lascio sul pavimento e ti calpesto, sai?” lo minacciò l'anziana donna, brandendo il pesante bastone.


No, no! Sto zitto...” borbottò l'uomo, alzando entrambe le mani, in un chiaro gesto di resa.




Dopo cena, Kazuya si offrì di ripulire la cucina.

Con la scusa della salute di Hanamichi, riassettò la stanza senza suscitare particolare clamore.

Aveva una tale energia in esubero, che doveva sfogarla in qualche modo.


Il cuore batteva troppo forte, le mani gli tremavano e stava iniziando a sudare freddo.


Almeno era riuscito ad attirare l'attenzione di Hikaru, anche se solo per pochi istanti, notò il ragazzo osservando il soggiorno.


La rossina si era seduta accanto a Sendoh, discutendo a gesti delle loro impressione sui professori della nuova scuola.


Pasticche o no, la normalità veniva sempre battuta dal talento...

Non esistevano scorciatoie.


Adirato, gettò lo straccio nel lavello, correndo in bagno, colto da un'improvvisa nausea.


Fece appena in tempo a chiudersi la porta alle spalle, che rimise nel water tutto quello che aveva mangiato.


Non avrebbe più preso quella roba, giurò a se stesso, tra un conato e l'altro.



Noi andiamo a dormire, domani sveglia presto!” disse Kyosuke, congedandosi insieme alla consorte.


Andiamo, Do'hao!” sbadigliò Rukawa, prendendolo per mano.

Ah! S...sì...” balbettò il rossino, bordeaux, mentre veniva trascinato verso la dependance.


Ho sonno... - lo rassicurò la volpe, sollevando un sopracciglio color liquirizia – Perché, cosa avevi pensato?” lo provocò, trattenendo un sorriso.


Non...Non è che... Cioè... BAKA KITSUNE! MI STAI PRENDENDO IN GIRO?!” tuonò Sakuragi accigliandosi.


Sì”

Mmm... Almeno è sincero!” ammise il ragazzo, dando la buona notte alla sorellina.


KAEDE!” esclamò Kikyo-san dalle scale, con un teatrale gesto della mano.


H...Hn?!”


Dagli una botta anche da parte mia!” lo pregò 'gentilmente' la nonnina.


NONNA!!!”




Steso sul letto, spalle alla porta, Sakuragi attendeva l'arrivo di Rukawa.

Si sentiva davvero un idiota.

Avevano dormito insieme per giorni, eppure non era mai stato imbarazzato come in quel momento.


Il motivo era semplice: non erano più costretti a farlo, oramai lui stava bene.

Da quel momento in poi sarebbe stata una libera scelta.


La volpe arrivò pochi minuti dopo, sdraiandosi al suo fianco.

Sentì la fronte di Kaede posarsi sulla sua spalla, mentre con un braccio gli circondava la vita.


Ehi, tu! Mi hai scambiato per un cuscino!” borbottò il rossino, più per scaricare la tensione che per altro.


Ho passato quasi una settimana a farti da materasso e hai il coraggio di lamentarti, Do'hao?” mugugnò la volpe assonnata.


Hanamichi rise sommessamente, finalmente rilassato, voltandosi poi verso il compagno di squadra.


Eri comodo, sai?” lo provocò facendogli una linguaccia.

Hn...Adesso fai provare me!” mormorò Kaede, posando il capo nell'incavo tra il collo e la spalla ambrata.




Il mattino seguente, la famiglia al gran completo si riunì per salutare Katy.

Akira, ti raccomando l'allarme antincendio! Fallo scattare alle cinque in punto, ok?” disse Kyosuke, passando l'ultima valigia al tassista.


Lo so, lo so! Non ti preoccupare!” sorrise il porcospino, abbracciando la nonna.


Mi scusi, signor Rukawa... - s'intromise l'autista, palesemente sconvolto – Devo caricare in macchina anche... lui??!!” chiese, indicando il cane nero, piegato su se stesso, in versione ventiquattro ore.


No, no! - sorrise l'uomo, passando l'animale al piccolo Kanata che lo riportò in casa – È troppo scomodo! Non ci sta dentro niente!” s'imbronciò l'inventore, mentre la mascella del tassista andava a schiantarsi sul marciapiede.


Arrivederci, signora!” mormorò Sakuragi, inchinandosi educatamente di fronte alla pittrice.


Ma quante cerimonie! Chiamami Katy e vieni ad abbracciarmi! Sia tu che la piccola Hiki fate parte della famiglia! - esclamò lei, stringendolo a sé – Abbi pazienza con mio figlio. Fa tanto l'imperturbabile, ma è un tipo sensibile!” gli sussurrò all'orecchio, prima di lasciarlo andare.


Certo sign... Hm?! - Sakuragi sobbalzò voltandosi di scatto verso il sopraccitato volpino – Brutto porco! Palpi pure il sedere, adesso!?” sibilò adirato.


Hn?!” mugugnò Kaede a due metri di distanza da lui.

Ma se non sei stato tu, chi mi ha...?!” balbettò il ragazzo, disorientato.


NONNA!”


Che c'è?! Era una palpatina d'arrivederci!” si schernì l'anziana, prendendo posto in auto, felice e soddisfatta.


Un'infinità di baci e abbracci dopo, i tre adulti - o presunti tali – della famiglia, partirono alla volta di Tokyo.




Uffa! Finalmente sono andati! - sospirò Kurumi, prendendo a braccetto la sua migliore amica – Noi andiamo a comprare i croccantini del gatto, torniamo subito!” disse, salutando i fratelli maggiori.


Prendete anche latte e uova, così vi faccio lo zabaione per colazione, ok? - sorrise Hanamichi, guardandosi attorno – E Geronimo? È da stamattina che se ne sta seduto vicino alla fontana, con gli occhi chiusi... Non dovrebbe andare in ospedale anche lui?”


Parte domani. Adesso è in meditazione! Una specie di rituale indiano... non so... - gli spiegò Akira – Ehm... Già che siamo qui... Vorrei chiedervi un paio di cose sulla... squadra...” bofonchiò, una volta tanto imbarazzato.


Hn?” mugugnò Kaede, sorpreso. Era la prima volta che vedeva arrossire il suo fratellone.


Preoccupato per l'amichevole contro il Ryonan? - azzardò Hanamichi, incamminandosi verso la dependance – Mancano ancora tre settimane! Vieni, ti faccio un caffè!” sorrise il ragazzo, seguito dai due ragazzi.




Rimasto solo, Kazuya tornò in casa, sbattendo il giubbotto in jeans sul tavolino del soggiorno.


Tutti avevano impegni e necessità, mentre lui era il fallito di sempre.

Nemmeno impasticcandosi era riuscito a farsi notare.

Corse in camera sua, chiudendo la porta a chiave... ignaro della busta di pillole colorate, cadute dalla tasca superiore della sua giacca.



Kanata, seduto sul divano, attendeva l'arrivo dei fratelli per fare colazione.

In tutto quel trambusto, tra valigie e borsoni, si erano tutti dimenticati di mangiare e il bimbo aveva voglia di dolci.


Sbuffando irritato si alzò in piedi per andare a chiamare il rossino.

Posò il tomo sul tavolino, notando solo in quel momento una busta trasparente, contenente una decina di caramelle.


Decise di accontentarsi, in attesa dell'arrivo di Hanamichi.




... Sì, in effetti il Kainan e il Ryonan si sono notevolmente indeboliti rispetto all'anno scorso...” ammise il rossino, passando al porcospino una tazza fumante.


Hn. Ma ce ne sono altre altrettanto forti!” sentenziò il volpino, meditabondo.


Ma noi siamo messi bene, no? Ci siamo noi tre, le matricole e... Mitsui... - buttò lì senpai – Mi sembra in forma smagliante, ultimamente...”


Hai ragione! Caspita, ha una resistenza quasi pari alla nostra, che è tutto dire, vero Ru?” domandò Hanamichi, usando quel nomignolo con inconscia naturalezza.


Hn” annuì il numero undici dello Shohoku.

Si era accorto anche lui dello stato di forma della loro guardia.

Probabilmente, durante il periodo estivo, Hisashi aveva svolto un allenamento particolare.


In quel momento, qualcuno bussò alla porta della dependance.

Siete ancora qui?! - tuonò Kurumi, che teneva tra le braccia una busta colma di cibarie - Hana, mettiamo la spesa in cucina. Stiamo morendo di fame!” piagnucolò la ragazza, incamminandosi verso casa insieme alla rossina.


Arrivo subito! - rispose Hanamichi, alzandosi – La bocciatura deve essere stata un brutto colpo per Michy. È normale che si sia lanciato a capofitto nel basket! Anch'io avrei fatto lo...”


La sua frase, fu interrotta da un grido di donna, che gelò i tre giocatori.


Ma..Chi...?!” balbettò Akira, balzando in piedi seguito dal fratello.


Hiki... HIKARU!!!” tuonò Sakuragi correndo a perdifiato verso la casa padronale.



-FINE DECIMA PARTE-



*95.000 yen= 604 € (circa)

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Capitolo 11
*** XI parte ***


SF11

AUTORE: Gojyina-chan

DISCLAMER: I personaggi sono di T. Inoue. Alcuni, invece, li ho inventati io, ma non temete: la differenza, balza immediatamente agli occhi! -////-'





STRANGE FAMILY 11





Hanamichi corse in casa, spalancando violentemente la porta con il cuore che martellava nel petto e rimase impietrito sul posto per alcuni istanti.


A pochi metri da lui, Kurumi era in piedi, sotto shock. Occhi sgranati e scossa da un leggero tremore. Per terra la busta della spesa, le scatole sparse sul bel tappeto orientale.


Steso sul divano, il piccolo Kanata, con il volto mortalmente pallido, faticava a respirare. Sul pavimento c'era una bustina di plastica con una manciata di pasticche al suo interno. Accanto al bambino v'era Hikaru che voltò il viso terrorizzato verso di lui.


Non... respira...” ansimò la ragazza con voce incerta.


Passato quel primo momento di stupore, Sakuragi si mosse rapidamente.

Percepita la presenza dei due compagni di squadra alle sue spalle, ordinò ad Akira di spremere mezzo limone in un bicchiere di latte, mentre lui stesso prendeva il corpicino esanime di Nezumi tra le braccia, portandolo di corsa nel bagno accanto alla cucina, aiutato da Kaede.


Hn?!” domandò il volpino, visibilmente preoccupato.

Deve assolutamente vomitare! Kurumi! Corri a chiamare Geronimo!!!” tuonò il rossino all'indirizzo della ragazza che tuttavia non fu in grado di muovere muscolo.


Hikaru uscì in giardino, alla ricerca dello sciamano.

Nella sua testa, riecheggiava una sola frase: ”Non di nuovo!”




Attirato da tutto quel trambusto, Kazuya scese al piano inferiore in tempo per vedere Hanamichi e Kaede correre verso il bagno, seguiti da Akira.


Che cavolo stava succedendo?!


Alla vista della gemella, pallida e tremante, si rese conto della gravità della situazione.


Cos'è successo, Kumy?! La mamma...? Nonna si è sentita male? Ehi? RISPONDI!” gridò scuotendola per le spalle.


Kanata.. sta... morendo!” gracchiò la giovane, indicandogli la bustina trasparente, ancora sul pavimento.


Kazuya sbiancò, barcollando fino alla parete più vicina, dove vi si lasciò scivolare fino a terra.


Le... sue... pasticche...




Hanamichi reggeva tra le braccia il bambino, mentre Kaede sosteneva la fronte del fratellino a malapena cosciente.

Finito di rimette, il piccolo svenne, accasciandosi sul corpo del rossino.


Quante ne avrà vomitate?” chiese Sendoh, incapace di staccare lo sguardo dal viso cinereo di Kanata.


Un paio, ma...! Cazzo! Non so quante ne ha ingoiate!” esclamò il rossino, mordendosi nervosamente il labbro inferiore.


Nezumi, che aveva ripreso conoscenza per alcuni istanti, aveva rimesso tutto, compresi gli avanzi della cena della sera precedente e oramai stava sputando solo la bile... Ma il rossino non era certo che fosse sufficiente.


Chi ha portato quella merda in casa?” sibilò la volpe, guardando negli occhi suoi fratello.


Vado a chiedere ai gemelli.” sentenziò il porcospino, mortalmente serio.


Kanata non usciva mai da solo, loro tre e Hikaru erano da escludere a priori, rimanevano solo i due sedicenni.


Esigo delle risposte e le voglio subito! - esclamò il ragazzo, passando lo sguardo da uno all'altro – Chi è stato di voi a...?” s'interruppe, udendo i singhiozzi soffocati di Kazuya.


Non è vero!” sospirò Kurumi, guardando incredula il suo gemello.


Afferrandolo per le spalle, Akira sollevò di peso il fratello minore, guardandolo feroce.


TU!Che cazzo è quella roba? Dove l'hai presa?”


Non...lo so... L'ho trovata al parco... era caduta dalla tasca di uno spacciatore e... forse sono anfetamine. Non lo so!” piagnucolò il ragazzo, evitando lo sguardo furente di Sendoh.


Lo schiaffo che seguì la sua confessione, lo colpì in pieno viso con inaudita violenza.


Quante ce n'erano?” sibilò l'ex asso del Ryonan, pericolosamente calmo.

Sette...otto...non so...”


Devi essere più preciso, cazzo! È in gioco la vita di Kanata!” ringhiò il porcospino, scuotendolo con forza.

Erano dieci in tutto... Sì, dieci.” ricordò Kazuya, mortificato.


In quel momento giunse Scalpello Scheggiato, trafelato e in ansia.

Nel bagno” gli indicò Sendoh, lasciando la presa sul fratello minore.




Quando lo sciamano aveva sentito una voce femminile che lo chiamava disperatamente, lì per lì non l'aveva riconosciuta, ma quando si era trovato davanti il volto sconvolto della rossina che urlava di correre in casa, aveva subito temuto il peggio.


A detta della ragazzina, Kanata aveva ingerito dei medicinali o roba del genere.

Pregò Manitù e tutti gli Dèi del Creato di fare in tempo.


Ha ingerito tre pastiglie di...non so...anfetamine. Erano dieci in tutto, sette sono lì per terra...” mormorò Akira, passandosi una mano tra i capelli.


Ne ha ingoiate due... Una l'ho presa io, ieri...” confessò Kazuya, chinando il capo di fronte allo sguardo furente del fratello maggiore.


Lo sciamano chiese ai ragazzi di portare il bambino in camera, per poterlo visitare.




Hikaru, metti il bollitore sul fuoco. – disse l'indiano, al termine dei suoi controlli – Necessita di tisane purificanti, per essere certi di espellere ogni residuo nocivo dal suo corpo. Bisogna dargli molti integratori, succhi di frutta e latte. Deve recuperare le vitamine e i sali minerali che ha perso. Non temete, se la caverà. Ha fatto in tempo ad ingoiarle, ma non le ha digerite. Vedete? Il suo viso è già tornato più colorito!” rincuorò i familiari, dando una pacca sulla spalla di Hanamichi, che era rimasto per tutto il tempo seduto al capezzale del bambino, tenendogli la mano.


Non c'è problema, Geronimo! Siamo diventati rivenditori ufficiali di Gatorade!” sbottò il rossino, per alleggerire la tensione.


Vado in erboristeria a comprare altre tisane. - disse il dottore, alzandosi – Deve prendere almeno tre al giorno per una settimana.” concluse, poco prima di uscire dalla cameretta.




Dobbiamo parlare!” sibilò Kaede afferrando i gemelli per la collottola e trascinandoli al piano inferiore, seguito da Akira.


Il porcospino e Kurumi, presero posto sul divano, facendo sedere tra loro un singhiozzante Kazuya, mentre il volpino si accomodava su una poltrona di fronte a loro.


Piantala di frignare e sputa l'osso!” ordinò l'asso dello Shohoku, innervosito dal silenzio sceso sulla stanza.


Già! Per te è facile, vero? - esplose il ragazzo, fuori di sé dalla rabbia verso se stesso – Che cazzo ne sai della gente come me? Sei buono solo a sputare sentenze!”


Hn?!”

La gente come te? Che stai dicendo?!” domandò Sendoh, sinceramente perplesso.


Le persone mediocri... come me... hanno bisogno di qualche scorciatoia per risultare accettabili... E l'essere circondato da talenti, certo non aiuta!” mormorò Kazuya, portandosi le ginocchia al petto e nascondendovi il volto umido.


Tu non sei affatto mediocre! - esclamò la sua gemella - ...E comunque quella merda non serve a niente, peggiora solo le cose!”


Yayu, noi siamo i tuoi fratelli. Perché non ce ne hai mai parlato?” chiese Akira, posandogli una mano sulla spalla.


Non dire stronzate! - sputò l'interpellato, scostandosi di scatto – Noi non parliamo mai! Tu vivi lontano, Kae gioca a basket o dorme, Kumy pensa solo al denaro e Kanata vive nei ripostigli! Mi spieghi che cazzo di fratelli saremmo?! Hana e Hiki, sono fratelli! Noi no! E comunque, non mi avreste potuto capire. Non riuscite a farlo nemmeno adesso! Io non sono un genio, non eccello in niente... Voi avete trovato la vostra strada e siete pieni di talento...Io sono solo un perdente. ” sospirò affranto, rannicchiandosi ancora di più in sé stesso.


Non siamo una famiglia... convenzionale, diciamo così – ammise Akira, grattandosi il mento – Ma, per quanto mi riguarda, voglio bene a tutti voi. Non ho mai pensato a talento e a normalità... Siete i miei fratellini.... Solo questo conta, per me!”


È facile parlare quando si hai tutto! Basta che schiocchi le dita e anche le ragazze ti cadono ai piedi. Tutte! Nessuna esclusa... e questo vale anche per Kae!” sibilò Kazuya, per nulla convinto dal suo discorso.


Mmm... - borbottò la volpe – È per Hikaru, vero?” intuì, ripensando al primo giorno di scuola, vicino ai tabelloni.


Già! Gran bell'aiuto che mi hai dato 'fratellone'!” lo accusò, guardandolo torvo.


Sono gay! Non ho esperienza in fatto di donne!” si difese Kaede, adombrandosi.


Su questo ha ragione lui. Cosa avrebbe potuto dirti? Chissà com'è che ha trovato quell'Anima Santa di Hanamichi!” esclamò Kurumi, incredibilmente seria.


Ehi!” mugugnò Kaede, arrossendo appena.


Cosa c'entra Hikaru con me?! Tralasciando il fatto che anch'io sono gay...” borbottò Sendoh, confuso.


Vedete! Sono normale persino in questo! Un banale adolescente etero!” si lamentò Kazuya, sempre più depresso.


Oh! Ma allora...! - il porcospino, finalmente, comprese il senso di tutto il discorso – Guarda che io mica le piaccio, sai? Lei in me... rivede suo padre... - balbettò imbarazzato – Dite che sto invecchiando?!” s'allarmò, passandosi entrambe le mani sul viso.


Hn. L'aria da vecchio pervertito ce l'hai!” gli fece notare Kaede, sfottendolo apertamente.


Suo...padre?!” ripeté Kazuya, accigliandosi confuso.


Il mio SORRISO e il mio modo PACATO di parlare glielo ricordano! - spiegò Akira, calcando su alcune parole, guardando di sbieco la volpaccia – Il signor Sakuragi è deceduto qualche anno fa...”


Non lo sapevo... – ammise la matricola dello Shohoku – Io credevo che... voi due... Kami! Kanata ha rischiato la vita a causa mia!” singhiozzò, coprendosi il volto con le mani.


Siamo tutti responsabili, almeno quanto te! - gli disse Kurumi – Non ci siamo accorti del tuo dolore... Io per prima, che ti sono gemella. Mi dispiace. È che a volte... non si riesce a vedere ciò che si ha sotto il naso. Yayu, non è vero che sei inutile o mediocre!Semplicemente, non hai ancora fatto chiarezza dentro di te. Devi scoprire cosa vuoi dalla vita e poi... agire!” concluse, abbracciandolo.


Mi... dispiace d'aver portato quella roba in casa... Volevo buttarla via, ma...” mormorò il giovane, tirando su col naso.


Hn. Azzardati ancora a prendere quella merda e te la faccio trovare io 'la strada'... a suon di calci nel sedere!” lo avvertì il volpino, meno minaccioso di quanto avrebbe voluto.


S...Sì!” sorrise Kazuya, asciugandosi gli occhi con una mano.


Uffa, però! Che figuraccia che ho fatto! - s'imbronciò la ragazza dai lunghi capelli neri – Quando ho visto Kanata in quello stato... Meno male che c'era Hiki, altrimenti... OH, KAMI! - sobbalzò, sgranando gli occhi - HIKARU HA PARLATO!” si rese conto, passando lo sguardo da un fratello all'altro, incontrando il medesimo sguardo stupito.




Seduti fianco a fianco, i due Sakuragi rimasero a lungo in silenzio, incapaci di affrontare 'quell'argomento'.


Hana... - mormorò la sorellina, rompendo quel momento di quiete apparente – Perdonami!”

Eh?!”

È colpa mia se papà è morto!” esclamò lei, scoppiando in un pianto dirotto.

Che cazzo stai dicendo?! La colpa è solo mia! - sibilò Hanamichi, evitando di alzare la voce, per non infastidire il riposo di Nezumi – Io dovevo chiamare i soccorsi, ma... Io stavo facendo a botte mentre papà...” s'interruppe, tremando di rabbia.


Appunto! Sei stato aggredito da un gruppo di teppisti! Io no! Ero lì... ma non ho fatto niente. Non riuscivo a muovermi... ero come paralizzata... L'ho guardato morire senza muovere un dito! - singhiozzò disperata – Ma la mia colpa più grande riguarda te!”


Hiki, non...”


Ti ho visto fare mille lavori per mantenere entrambi, ma nemmeno questo è riuscito a smuovermi. Ho continuato ad essere una zavorra per te!” ammise, mortificata.


Non mi sei mai stata di peso! Tu sei tutta la mia famiglia! Mamma ci ha lasciati per causa mia! Ti ho tolto tutto! Ma tu mi hai sempre voluto bene e...”


La mamma aveva ricevuto un'offerta di lavoro in Europa, come Chef in un rinomato ristorante francese, ma il babbo non ci ha voluto allontanare dal nostro Paese e dai nostri amici. L'ho sentito parlarne al telefono con l'avvocato, poco prima di... di...” s'interruppe, versando ancora un paio di lacrime.


Avevi dodici anni, Hiki! - mormorò Hanamichi, stringendosela al petto - Come avresti potuto...?”


E tu tredici! O non è colpa di nessuno o è di entrambi!” tagliò corto lei, fulminandolo con lo sguardo.


Va bene!È stata una disgrazia. - capitolò il rossino, con gli occhi lucidi - Ricominciamo a vivere, ti va?”


Si può fare!” sorrise Hikaru, sorridendo tra le lacrime.


In quel momento, irruppero nella stanza i quattro fratelli Rukawa, con la stessa grazia di una mandria di bufalotti d'acqua.


Toh, guarda! Sono sopravvissuti alla... riunione di famiglia!” esclamò l'ala grande dello Shohoku.


Do'hao!”

Taci, Kitsune!Voi Rukawa siete dannosi per l'umanità. Quei due lì, i gemelli, avreste dovuto chiamarli Lucrezia e Borgia, vista la loro propensione ad avvelenare la gente!” borbottò, sollevando un sopracciglio.


Hn” annuì la volpe, concordando in pieno.


Hiki? Tu... puoi parlare adesso, vero? Ti ho sentita, prima...” chiese Kurumi, catalizzando la sua attenzione sull'amica.


Sì...io...quando ho visto Kanata... Sì, riesco a parlare!” sorrise la rossina, abbracciandola di slancio.


Andiamo in cucina, ti preparo un the. Yayu, vieni con noi!” sentenziò l'altra, trascinando il gemello al piano inferiore.




Ragazzi che mattinata! - sospirò Sendoh, visibilmente stravolto – Vado al minimarket qui dietro a prendere latte e integratori. A dopo!” salutò i due compagni di squadra rimasti in camera.

Con l'adrenalina che sentiva ancora in corpo, aveva bisogno di stare in movimento.


Una volta soli, Kaede si accomodò sulla poltrona, accanto al letto del fratellino.


Tutto bene, Kitsune?” si sentì chiede da Hanamichi.

Hn. E tu?” volle sapere, mal celando la sua preoccupazione.


Quasi. Manca solo lui!” mormorò il rossino, accarezzando la testolina del bimbo ancora addormentato.


Si riprenderà presto, è mio fratello!” lo rassicurò la volpe, con una punto d'orgoglio nella voce.


Allora sarà in letargo per i prossimi tre mesi!” lo sfotté il ragazzo, con un mezzo sorriso.


Quanto sei Do'hao!”

Quanto sei Baka!”




Kaede si ridestò nel tardo pomeriggio.

Disorientato, si drizzò a sedere stropicciandosi gli occhi con le mani.

In quel momento, si rese conto del morbido plaid che qualcuno gli aveva posato sul corpo, durante il suo riposo.


Hana?” mormorò il volpino, guardandosi attorno.


Sakuragi era nella stessa posizione in cui l'aveva lasciato: seduto al capezzale di Kanata, una mano che stringeva quella del bambino e l'altra che gli accarezzava la testolina scura.


A lui si erano aggiunti i due animali domestici, o presunti tali: Kato era rannicchiato sulle gambe del rossino e Kuro- in versione lampada- sedeva immobile sul comodino a pochi centimetri dal cuscino di Kanata.


Respira un po' meglio, anche se non si è ancora svegliato...” sussurrò Sakuragi, senza distogliere lo sguardo da Nezumi.


Ehi, dovresti riposare e mettere qualcosa sotto i denti” borbottò il numero undici dello Shohoku, sedendosi accanto al ragazzo, avvolgendo entrambi con la morbida coperta.


Non mi muovo di qui fino a quando non avrà riaperto gli occhi!” sentenziò il Tensai, con un tono che non ammetteva repliche.

Hn” capitolò Rukawa, posando la tempia sulla sua spalla ambrata.




Un paio di ore dopo, Kanata socchiuse gli occhi, trovandosi faccia a faccia con un meraviglioso angelo dagli occhi caldi e i capelli lucenti.


Sei venuto a prendermi?” domandò innocentemente il bambino.

Sì, piccolo... A PRENDERTI A TESTATE!!! - tuonò Sakuragi, dando libero sfogo a tutte quelle ore di ansia – MA DICO IO! CON TUTTI I LIBRI CHE LEGGI, SFOGLIARNE UNO CHE TI AVVERTISSE DI NON MANGIARE ROBA TROVATA IN GIRO NO, EH?”


Sono stato avventato! - ammise il bimbo – La busta era senza etichetta. Ma l'ho trovata in soggiorno... Quando ho iniziato a stare male era troppo tardi. Avevo già mangiato due caramelle avariate!”


Nezumi...Non erano proprio... caramelle...” borbottò il rossino, guardando distrattamente Kaede che usciva dalla camera per avvertire il resto della famiglia.


Caspita!Così giovane e già con un passato di droga alle spalle! - sbottò Kanata, imbronciandosi – Come Charles Baudelaire. Potrei diventare un poeta maledetto!”


Non volevi fare il critico letterario?” gli chiese Sakuragi, divertito .

In effetti, sì! È divertente pontificare sul lavoro altrui senza far nulla!” sorrise il bimbo, mentre il suo grande amico gli scompigliava i capelli.


Al massimo sei uno scrittore... in erba!” scherzò il ragazzo, facendo ridere entrambi.


KANATA!” gridarono i gemelli, entrando di corsa nella camera.


Kazuya abbracciò il fratellino, scusandosi con lui tra le lacrime.


Il bimbo rimase imbambolato per diversi secondi, a metà tra l'incredulo e l'imbarazzato.

Era la prima volta che suo fratello lo stringeva a sé.


Non... importa...Ho sbagliato anche io a mangiare del cibo dalla provenienza incerta...” borbottò, arrossendo miseramente.


Va bene, va bene! - esclamò Scalpello Scheggiato – Ora fatemi visitare il paziente, così saremo tutti più sereni e anch'io potrò partire tranquillo. Domani ho diligenza per Tokyo, vostra madre mi aspetta!” annunciò. Facendo accomodare fuori quell'oceano di adolescenti combina guai.


Cos'è che ha?!” chiese Hanamichi, uscendo dalla camera di Kanata accanto alla volpe.

Il taxi, Do'hao - sbadigliò Kaede prendendolo per mano – Ora ceniamo. Non tocchi cibo da ieri sera” ...e non era una proposta.




Un paio di giorni dopo telefonò Ayako, avvertendo i ragazzi di un allenamento mattutino deciso all'ultimo minuto.

Akagi, Kogure e il Mister avevano pensato di organizzare una mini partita, in onore dei vecchi tempi.


La palestra è stata sistemata. Con i soldi del premio, hanno sistemato sia l'impianto elettrico che i riscaldamenti e abbiamo anche comprato i palloni nuovi!” disse loro la manager, ancora galvanizzata dalla vittoria al concorso di cosplay.


È da tanto che non gioco! - esclamò Hanamichi, entusiasta di riprendere col basket – Ayako ha detto che la scuola riaprirà tra una decina di giorni. Con l'arrivo degli operai per la palestra, il preside ha colto l'occasione per far sistemare anche il resto della scuola... Non voglio aspettare così tanto per allenarmi con la squadra!” sbuffò, pensando all'imminente avvio dei campionati invernali.




Entrati in palestra i tre ragazzi furono accolti dai compagni che li ringraziarono per tutti gli... sketch - comici e non - che avevano interpretato durante il pomeriggio alla fiera del fumetto, che erano valsi la vittoria e il conseguente assegno.


Sentite che calduccio? - esclamò Ryota, estasiato – E ancora non avete visto le docce! L'acqua calda esce immediatamente! Non dovremo più aspettare dieci minuti buoni, gelandoci il di dietro!” disse poi, trascinando Hanamichi e la volpe negli spogliatoi.


Akira li seguì sorridendo, voltandosi un solo istante all'indirizzo della figura solitaria che giocava sulla linea dei tre punti.


La sensazione che ci fosse qualcosa di... 'sbagliato' in quel ragazzo dallo sguardo cattivo, si ripropose più forte che mai.


Ma in fondo, lui cosa sapeva di Mitsui?

Scuotendo il capo, Sendoh andò a cambiarsi, in vista dell'allenamento.




Akagi e Kogure arrivarono mezz'ora dopo.

Salutati allenatori ed ex-compagni, si dissero pronti a testare la qualità della nuova squadra.


Di lì a qualche giorno, lo Shohoku avrebbe fatto il suo esordio nel Torneo Interscolastico direttamente ai quarti di finale. Grazie alla qualificazione ai Campionati Nazionali, sia loro che il Kainan avevano saltato tutta la prima fase del Torneo e i due ex-compagni volevano controllare che fosse tutto a posto.


Scelte le due formazioni si diede il via alla partita.


Takenori, Kakuta , Miyagi, Shane e Kogure da una parte.

Hanamichi, Aron, Sendoh, Rukawa e Mitsui dall'altra.




Anzai e Michael, osservarono gongolanti i loro ragazzi all'opera.

Soprattutto il neo allenatore dai capelli dorati, aveva accolto con gioia immensa il ritorno di

Sakuragi in squadra, tirando un silenzioso sospiro di sollievo, quando lo aveva rivisto sano e in forze.

Il rimorso dovuto a quel consiglio alimentare sbagliato, non gli aveva fatto chiudere occhio per notti intere, ma adesso sembrava tutto a posto.

Era proprio difficile avere a che fare degli adolescenti, avevano decisamente degli animi troppo sensibili.




Le rivalità in campo stavano dando vita a giocate avvero spettacolari.

Shane e Aron, appena si trovavano uno contro l'altro, facevano letteralmente scintille; Miyagi-che non voleva sfigurare contro Sendoh- stava realizzando passaggi precisi e fantasiosi; i due universitari stavano dando il massimo di loro stessi, lieti di poter giocare ancora una volta insieme agli ex-compagni.


Ma non ci fu comunque partita.


L'intesa tra Rukawa e Sakuragi aveva del sovrannaturale: oramai, insieme, avrebbero potuto giocare persino bendati; Akira era entrato nei loro meccanismi con grande facilità, riuscendo a interagire anche con Mitsui che stava decisamente stracciando il suo amico Kogure. Aron era ancora un po' impacciato e facile agli scoppi d'ira – soprattutto quando veniva impunemente gabbato da Shane – ma nel complesso dava il suo apporto senza intralciare il gioco dei senpai.


Insomma: ai campionati invernali, lo Shohoku avrebbe fatto faville!


Sorridendo divertito, Takenori osservò Shane che, a fine partita, tirò una violenta pallonata sulla nuca della matricola dai corti capelli biondi, intento a provarci con Kurumi.

Quella scena lo riportò, con immensa nostalgia, a dodici mesi prima...


Accigliandosi incuriosito, l'ex-capitano si rese finalmente conto di un particolare a dir poco shockante: Rukawa e Sakuragi si erano passati la palla!


Da quando quei due vanno così d'accordo?!” sbottò, guardando allibito le due ex matricole.


Da... qualche settimana...” sorrise Akira, osservando di sottecchi il suo burbero fratellino uscire dagli spogliatoi seguito dal rossino.


Ma non potevano iniziare lo scorso anno? Mi avrebbero risparmiato un paio di esaurimenti nervosi! - sospirò Akagi, intimamente fiero di quel nuovo Shohoku - Mitsui è in forma smagliante!Si starà allenando parecchio...” constatò, avendolo trovato un po' sciupato.


Seguendo il suo sguardo, Sendoh vide Kiminobu parlare con il soggetto in questione, palesemente dispiaciuto del tono freddo e distaccato col quale il tiratore da tre punti gli stava parlando.


Pochi minuti dopo si udì in lontananza il rombo di una moto.

Hisashi pose fine alla conversazione, salutando educatamente i due vecchi amici e uscì dalla palestra senza mai voltarsi.


Kogure lo vide salire sulla motocicletta di Tetsuo e il dispiacere, si trasformò in sincera preoccupazione.




Ehi, Campione! - lo salutò il giovane uomo dalla folta criniera scura – Mmm... Lui è qui, vero?” borbottò, notando la sua espressione cupa.

Andiamo a casa.” sibilò Hisashi, salendo dietro l'amico, senza il casco.

Voleva mettere più chilometri possibile tra lui e il resto della squadra.

Si sentiva soffocare.




Ragazzi, siete diventati veramente bravi!” esclamò Kiminobu, complimentandosi con i due rivali inseparabili.


Hn”

Sono il Tensai, no?” rise Hanamichi, mettendosi in posa.

No” sentenziò la volpe, senza guardarlo.

Ehi, Baka! Come ti permetti?” tuonò il rossino.

Lo hai chiesto tu!” gli fece notare Kaede, senza fare una piega.

Mmm... - s'aggrottò un imbronciatissimo Hanamichi, meditando vendetta – Prima o poi, mi dovrà chiedere un budino al cioccolato! Il sale ci metto!...E pure il curry e il chili! Poi vediamo se avrà tutta questa voglia di parlare con la lingua abbrustolita!” bofonchiò il ragazzo recuperando il suo borsone.


Non vedo l'ora di giocare insieme a voi nella squadra dell'Università! Ci saranno tutti i più grandi campioni della prefettura!” sorrise Kogure, salutandoli.


Quattrocchi, io non andrò all'Università. Per me il basket terminerà con il liceo.” annunciò Hanamichi, rattristando non poco i due senpai.


Ma che dici?! Sei scemo? Vuoi buttare via tutto quello che hai imparato fino ad oggi?! - tuonò Akagi, tirandogli un sonoro pugno – 'Questo', almeno non lo scorderai!” sentenziò il gorilla, iracondo.


Gori... Ho dei motivi validi, cosa credi!” sbottò Hanamichi, passandosi nervosamente una mano tra i capelli.


Mmm... - mugugnò l'ex capitano, scrutando attentamente il viso serio e sinceramente dispiaciuto dell'amico – Se cambierai idea, sappi che saremo lieti di averti con noi!” si limitò a dire, scompigliandogli affettuosamente i capelli.


Kaede si trattenne a stento dal prendere il rossino a calci nel culo.

Tremando d'ira, decise di aspettare d'essere a casa, nella dependance, per poter parlare - o picchiarlo - senza essere disturbati.




Hanamichi andò a sedersi sul divano, mantenendo volutamente le distanze dall'imbronciatissima volpe.


Non capiva cosa avesse.

Avevano giocato benissimo, era stato divertente e Anzai si era detto molto soddisfatto di loro.

Insomma, meglio di così non sarebbe potuta andare!

Eppure Kaede era uscito dalla palestra di umore nero.




Aveva rimandato la discussione fin troppo a lungo.

Rukawa andò a sedersi accanto al rossino, puntandogli addosso il migliore dei suoi sguardi glaciali.


Non andrai all'Università, Do'hao?” chiese incrociando le braccia al petto.

No. Ci deve andare Hiki, è lei quella intelligente. Per uno come me sarebbero soldi sprecati. Lo dici sempre anche tu che sono un idiota!” sorrise il ragazzo, non capendo il senso del discorso.

Cosa poteva importarne a Kaede di lui?!


Hn. L'ho sempre detto per darti infuriare, non credevo fosse vero, ma anch'io a volte sbaglio, evidentemente... Tu sei davvero un cretino!” sibilò socchiudendo pericolosamente gli occhi chiari.


Che...cosa...?!”

Mi hai stufato! Tu e la tua propensione al martirio! Passi l'affetto per Hikaru, ho quattro fratelli più uno in arrivo e lo capisco fin troppo bene! Ma tu sei assurdo! Ti diverte così tanto immolarti per la causa o ti piacciono i ruoli drammatici in generale?” domandò Rukawa, ironico.


Andrà al Conservatorio di Tokyo e lì la retta è alta. Voglio solo il meglio per mia sorella, cosa c'è di male?!” rispose stizzito Hanamichi, sulla difensiva.


E per te? Cosa vuoi per te? Cosa sogni?”

Io?! Beh... Non so... Che Hiki sia sempre in salute... come lo sia anche tu e tutta la tua famiglia e il Guntai e...”


NO! VOGLIO SAPERE COSA SOGNI PER TE STESSO! - tuonò Rukawa talmente adirato da alzare persino la voce – Voglio giocare nell'N.B.A., amo la musica rock e mi piace dormire. Tu, invece? Tralasciano il Guntai e tua sorella, cosa ti piace? Quali sono i tuoi hobby? Cosa desideri dalla vita?”


Per...me...?Non lo...so... Non... ci ho mai pensato... seriamente...” balbettò il rossino, preso in contropiede.


Bene, pensaci allora! Perché io non ho intenzione di stare con una persona che non ha obiettivi e desideri!” sentenziò Kaede, poco prima di uscire, lasciando Sakuragi da solo a riflettere.




Alla morte del padre, si era immediatamente accollato il ruolo di tutore di sua sorella, anteponendo le esigenze di Hikaru alle proprie.

Lo faceva da così tanto tempo, che ormai non se ne rendeva nemmeno più conto.

Per Hanamichi era stata una scelta obbligata, un modo per espiare le sue – presunte – colpe.

Tornare ad una vita normale, gli sembrava quasi una mancanza di rispetto verso il suo defunto padre, come se, così facendo, denigrasse la sua prematura scomparsa.


Ma Rukawa aveva ragione. Era giunto il momento di pensare al suo futuro.

Continuando a guardarsi indietro, Sakuragi aveva smarrito la via.


Era merito del basket se era tornato alla vita e non voleva assolutamente perderlo.


Aveva sempre avuto la sensazione che il Destino avesse scelto per lui, rendendo la sua esistenza quasi... banale. Impossibilitato a decidere liberamente...


Era per questo che amava i rimbalzi.

Riuscire ad afferrare quella palla vagante.

Stringerla tra le mani.

Possedere le redini del gioco.


Tutto quello aveva il potere di farlo sentire in pace con se stesso e col proprio passato.

Si sentiva sereno e vivo come non mai.


Non ci avrebbe rinunciato!


Con quella rinnovata determinazione nel cuore, corse da Kaede, certo di trovarlo in palestra a sfogare il suo malumore.


Entrò improvvisamente, spalancando la grande porta, ansimante e sudato, Hanamichi incrociò lo sguardo con quello fintamente annoiato della volpe.


Voglio diventare il più grande rimbalzista della storia del basket. Mi piace la musica rock americana e giocare ai videogiochi e amo la birra e...mi piace cucinare per la tua famiglia!Voglio andare all'Università e... e voglio stare con te! Me ne strafotto dell'opinione della gente! E poi... poi... Non lo so, credo che sia tutto!” concluse, tirando finalmente il fiato.


Così va meglio!” sbuffò Kaede, stringendolo forte a sé.

Il rossino ricambiò il suo abbraccio, sfregando la guancia contro quella di Rukawa.


Come due animaletti in cerca di calore, rimasero a lungo in silenzio, in piedi, in mezzo al campo, ad accarezzarsi solo con i visi, finché le loro labbra non entrarono in contatto di sfuggita.


Oh! È diverso dal bacio di Sendoh...” mormorò sorpreso, posando due dita sulle labbra carnose.

Tsk! Lo credo bene!” borbottò la volpe, chinando il volto verso il suo, per ottenere un contatto maggiore.


Il loro, vero, primo bacio, fu quanto di più dolce avessero mai provato.

Ad Hanamichi piacque soprattutto quel leggero formicolio che sentì tutt'attorno alla bocca.


Decisamente molto meglio! - sorrise, di fronte all'espressione imbronciata del suo ragazzo – Ru? Passiamo a vedere come sta Kanata?” chiese il rossino, guardando l'orologio appeso sulla parete, dietro le panchine.


Devi anche prepararmi la merenda! - mugugnò Kaede, con una curiosa espressione infantile sul viso – Me la sono meritata!”


Va bene, per stavolta la sceglierai tu! Sei peggio di Nezumi!” rise Hanamichi, uscendo dalla palestra, incamminandosi sul sentiero di casa.


Hn” borbottò Kaede, arrossendo appena.




Varcata la soglia di casa, i due ragazzi trovarono Kanata seduto sul divano, in compagnia dei due gemelli e di Akira e di Hikaru, che teneva in grembo un gongolante Kato.


Hn?” chiese Kaede, accigliandosi.

Sto bene e ho fame!” rispose il bimbo guardando direttamente il rossino che subito sorrise sollevato.


Per festeggiare che ne dici di un creme caramel?” propose il ragazzo, scompigliandogli i capelli scuri.

Si può fare!” rise il Kanata, saltandogli sulla spalle.

Lo dovevo scegliere io!” borbottò Kaede, incupendosi.


Sono circondato da bambini! - sospirò affranto il bel rossino, entrando in cucina seguito dai ragazzi – Mmm...Ru? Cosa sta facendo il tuo cane?!” chiese poi, guardando allibito il soffitto.


Mmm... La falena. - disse Rukawa, osservando distrattamente Kuro, abbarbicato sul lampadario – Vado a far la doccia...” mugugnò il ragazzo, recandosi al piano superiore.


Allora, Nezumi, stai davvero bene?” domandò Hanamichi, iniziando a cucinare.

Certo! Mi fa ancora un po' male la testa, ma il dolce lo mangio lo stesso!” sentenziò il bimbo, scendendo per terra e prendendo posto su una sedia.


Geronimo che ne pensa, in proposito?” volle sapere lui, rivolgendosi direttamente a Sendoh, seduto accanto a Kanata.


Mah! È andato a Tokyo da Katy, non saprei... ma credo che si possa fare, no? Si vede a occhio nudo che sta bene!” constatò il porcospino, grattandosi il mento.


Quante storie! Sto benissimo e ho lo stomaco di ferro, io! Voglio il creme caramel di Hana!” si lamentò il piccolo di casa, assumendo la stessa espressione di Kaede, di pochi istanti prima.


Caspita, se siete fratelli!” capitolò Sakuragi, ridendo sommessamente.




A metà pomeriggio, tornarono inaspettatamente a casa Kyosuke e Kikyo-san, entrambi imbronciati e di umore nero.


Kami Sama! È successo qualcosa alla mamma?” chiese subito Kurumi, preoccupatissima.


No, no! Katy sta bene. Ha dato alla luce... No, non ve lo dico! - sogghignò l'anziana donna, scatenando l'ira dei suoi nipoti – Quante storie! Stasera tornerà a casa insieme a Fardello Inguainato e lo scoprirete!” sbuffò poi, sedendosi sul morbido divano del soggiorno.


Ma... allora che ci fate voi due qui?!” domandò Akira, accigliandosi.


Tuo padre, non solo è svenuto come al solito, ma quando si è ripreso, ha iniziato a saltare per la corsia come un canguro! Il primario dell'ospedale ci ha praticamente sbattuti fuori. Che vergogna!” sibilò la nonna, guardando suo figlio malissimo.


La sensibilità non è apprezzata, al giorno d'oggi!” si difese l'uomo, incrociando le braccia al petto.


Almeno siete in tempo per il creme caramel!” sorrise Hanamichi, servendo il dolce ai nuovi arrivati che subito ritrovarono il buon umore.


Erano fatti tutti con lo stampino, pensò il ragazzo, osservando Kaede.

Anche lui aveva perso il broncio, non appena gli aveva messo il piattino in mano.


E tu che ci fai ancora in pigiama a quest'ora? Hai l'influenza?” sbottò l'inventore, notando l'abbigliamento di Kanata.


Ah...Ecco...non è che...Cioè...” il suono del campanello, corse involontariamente in aiuto di Akira, che non riuscita a trovare una scusa plausibile.


Ho preso freddo, Hana mi sta insegnando a nuotare in piscina.” disse il bambino, sorridendo al suo amico che stava andando ad aprire la porta, sogghignando.




Hanamichi si trovò di fronte a due strani individui.

Uno sembrava un ovetto: basso, paffuto, pelato e con due baffetti sottili, arricciati; l'altro pareva un palo del telefono, talmente era alto e magro.


È stata la quaglia di sabato!” esordì il primo, porgendogli una mano, sorridendo educatamente.

Guardi... a parte un paio di gazze e qualche piccione, noi qui di quaglie non ne abbiamo... e poi che avrebbe fatto, scusi?” chiese il rossino, accigliandosi confuso.


Nononononononono! - cantilenò l'uomo, ridendo gioviale – Pasquale Èstatalaquaglia, è il mio nome!” si presentò, con maggiore precisione.


Avvocato carissimo! - trillò l'inventore alle spalle del sempre più sconvolto Sakuragi – Prego, prego! Si accomodi!”


Kyosuke caro-caro! Sono venuto appena ho potuto! - sorrise l'uomo, baciando galantemente la mano a Kikyo-san – Signora mia, lei è sempre più radiosa!Bene, vi presente il mio assistente di sabato!” disse poi, indicando il collega accanto.


Mannaggia! - sbuffò Kyosuke – Non potevi passare domani? Oggi è venerdì!”


Nononononononono! - cantilenò nuovamente l'avvocato – Si chiama Domenico Disabbato!” specificò, aprendo la sua ventiquattrore, estraendo una pila di fogli prestampati.




Voi è vero che siete matti, ma siete anche circondati da pazzi!” sbottò Hanamichi, andando a sedersi sulle ginocchia di Kaede, sprofondato sulla sua poltrona preferita.

Hn” sbadigliò Kaede, usando il braccio del rossino a mo' di cuscino.




C'è tutto, vedo! Allora basta una firma, giusto?” chiese l'inventore, prendendo una penna dalla tasca del giubbotto.


Esatto! Tutto in regola, tutto approvato. Un paio di autografi ed è tutto sistemato! - rise l'avvocato, voltandosi a guardare i due rossini – Sono loro, vero? Mooooolto carini!” pigolò, lanciando un'occhiatina a Sakuragi, che si abbarbicò alla volpe, terrorizzato.


Ru? Ma questo che vuole?” gemette il ragazzo.

Diventare una frittata!” sibilò Rukawa, fulminando il gioviale avvocato con lo sguardo.


Ohohohohohohohoh! - rise Èstatalaquaglia – Ma no-ma no-ma noooo!!! Notavo solo il buon gusto di Kyosuke caro-caro! Ha adottato due ragazzi davvero belli e intelligenti! Lo si capisce dallo sguardo che siete tipi svegli!” canticchiò, come suo solito, annuendo allegramente.


A..do...adottato...?” balbettarono i due Sakuragi, increduli.

Tutore legale, per l'esattezza – intervenne Disabbato – Gli assistenti sociali avrebbero potuto separarvi. Due minorenni non possono vivere da soli, necessitano della tutela di un adulto, è la legge!” concluse, riponendo i documenti firmati dall'inventore.


Ora andiamo dal notaio a registrare i documenti e abbiamo concluso!” disse l'ovetto, congedandosi educatamente.


Papà!” sbottò Kaede, stupito e pericolosamente commosso.


Katy è passata dall'avvocato la settimana scorsa, mancavo solo io... Adesso fate parte della famiglia anche legalmente... Non che la cosa faccia differenza!” borbottò l'inventore, meditabondo.


Io.. davvero... - balbettò Hanamichi, troppo incredulo e felice per poter parlare – Non so...davvero... Non so come ringraziarla!” disse, inchinandosi educatamente, con le lacrime agli occhi.


Fatti palpare da me!!!” esclamò Kikyo-san, afferrando le sode natiche del ragazzo, messe involontariamente in bella mostra.


NONNA!” tuonarono i nipoti, mentre il volpino le strappava dalle mani il suo ragazzo bordeaux.


Era una palpatina di benvenuto in famiglia!” si difese la donna, piccata.




Poco prima di sera, arrivarono finalmente Katy - con un fagotto tra le braccia - e Scalpello Scheggiato.

Accolti con calore dai ragazzi, furono circondati immediatamente dai loro occhi curiosi.


Ma come? Non lo sapete ancora? - sbottò la donna, stupita – Vi presento Kikyo, la vostra sorellina!” sorrise poi, mostrando il visino imbronciato della neonata.


Tsk! Le avete dato un nome da vecchia!” borbottò la nonna, scuotendo il capo.


Kami! Ha la stessa espressione di Kaede quando si sveglia al mattino!” rise il rosso, ottenendo in risposta il sempiterno “Do'hao!” da parte del soggetto in questione.


Appena udì il suono della voce divertita del rossino, la piccola Kikyo volse il capo verso di lui.


Lo sapevo, io, che facevate bene a chiamarla come me! - ritrattò la nonnina, gongolando compiaciuta – Ha ottimi gusti in fatto di uomini!”


Ma ha solo un paio di giorni! Non vede ancora bene! - esclamò Kurumi – Meno male, però! Almeno è femmina!” sorrise, ben felice di avere finalmente una sorella... Hikaru a parte, ovviamente.


Vede solo ombre, ma ci sente benissimo!Tienila pure in braccio, Hana!” la rassicurò Katy, avvicinandosi ad Hanamichi.


Ma... aspetti... Se questa cade mica rimbalza!” balbettò il ragazzo, imbarazzato dallo sguardo strano di quel microscopico essere umano.


Do'hao!” sbuffò la volpe, annoiata da tutto quel clamore.


A chi? Baka Kitsune!Prima o poi ti prenderò a... testate...” concluse con voce flebile, notando con la coda dell'occhio qualcosa di strano.


Appena lo aveva sentito parlare, sulla tesa della bimba erano sbucate due enormi orecchie da koala, morbide e pelose, che si erano rizzate sull'attenti.


Sakuragi, incredulo, si stropicciò gli occhi con le mani, tornando poi a guardare la neonata, che naturalmente non aveva nulla di anomalo.

Che fossero gli effetti collaterali dell'Ini-biny?!

Agitandosi nell'abbraccio materno, la bimba sollevò le manine verso di lui.

Coraggio! Mica morde!” lo incoraggio Katy, posando la creature sul petto del suo giovane modello.




Stiracchiandosi indolenzito, Kaede si guardò intorno, alla ricerca di Hanamichi.

Doveva essersi appisolato sulla poltrona, ormai anche il vociare dei familiari era solo un brusio sommesso.

Erano tutti in cucina a prendere il the... Tranne il Do'hao, seduto sul divano con la neonata tra le braccia, che dormiva beata con la guanciotta sul petto caldo del ragazzo, e la testa di Kanata sulle cosce, intento a leggere un libro al bambino.


In silenzio, Kaede si accomodò accanto al rossino, posando il capo sulla sua spalla ambrata.


Come se avesse percepito una presenza estranea, Kikyo-chan socchiuse appena gli occhi, trovandosi a pochi centimetri da quello che era suo fratello maggiore.


Corrucciandosi, sollevò lievemente la testa, rigurgitando il latte materno proprio sulla maglietta della volpe.

Hn. È un idrante questa qui!” si lamentò Rukawa, valutando lo stato pietoso della sua felpa.


Dai, Ru! Stai buono, che devo finire di leggere la storia a Nezumi!” gli disse il rossino, sorridendo al suo piccolo amico, mentre la neonata tornava ad adagiarsi su di lui.

Kaede valutò la situazione: una poppante abbracciava il SUO ragazzo e un moccioso era sdraiato su di LUI...

Mentre il volpino era stato relegato in un angolo, contro il bracciolo, senza esser degnato di uno sguardo da parte del SUO Do'hao...


Dannazione, due contro uno era sleale!


La Battaglia per il Monopolio di Hanamichi, era appena iniziata.



-FINE-




Ru: Fine? Fine?! FINE?! O___O'''

Gj: Sì, fine. Già che sei qui, mi ridaresti i miei artbook di Saiyuki? Me li merito! Sono stata brava, non ho ucciso nessuno, hai visto? ^____^


Ru: I tuoi artbook!? Ma io brucio te, i tuoi artbook, la tua casa, la tua città, il tuo Paese, la tua Nazione, il tuo Continente, il tuo Emisfero, il tuo... è___é


Gj. Ma che vuoi? Stai con Hana, state tutti bene e nessuno è morto!Che pretendi di più?! ?__?

Ru: Mi hai fatto fare la figura del pazzo psicopatico e cos'ho ottenuto?! Un misero bacio! Ho parlato persino col mio pene!!! >///////////<'''


Eddy: Etchiùùù!


Gj: E allora? Eve Ensler ha scritto 'Monologhi della vagina', io non potevo scrivere 'Dialoghi di un pene'? U__U

Ru: NO, SE IL PENE È IL MIO!>_________<'''''


Eddy: Ari-Etchiùùù!


Gj: Quante storie! Ha vinto il sentimento! ^____^

Ru: Ma io ti uccido, con sentimento!Ti debello, ti anniento, ti distruggo!Se la peggior...>___<'''


Gj: Ho pensato che, invece di due misere paginette di lemon, avresti preferito 10 capitoli pieni-pieni... Mi sarò sbagliata... ¬__¬


Ru: Sei la mia preferita! Quanto ti voglio bene! *_____*

Hana: Come hai fatto?! O___O


Gj: Presto in tutte le edicole: 'Come ti addomestico la volpe' di Gojyina-chan, ed.RedFox, prezzo da definire.^___^


Grazie a tutti e a presto, con la famiglia più sgangherata delle Fanfic! ^_________________^

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