Il marchingegno ferma tempo...

di GWUNCANKILLA
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Lista capitoli:
Capitolo 2: *** Introduzione ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** PAST COMBINED WITH PRESENT... ***
Capitolo 6: *** LA MIA paura LA SUA sicurezza... ***
Capitolo 7: *** Nessuno muore sulla terra finché vive nel cuore di chi resta... ***
Capitolo 8: *** IL RICORDO E LA MIA VITA... ***
Capitolo 9: *** Il mistero continua... ***
Capitolo 10: *** La morte...così vicina, così desiderata. ***
Capitolo 11: *** Non andartene...Non ora! ***



Capitolo 2
*** Introduzione ***


IL MARCHINGEGNO FERMA TEMPO

Era sera avevo appena finito di cenare, mi diressi in camera mia, spalancai la porta, ma le finestre erano aperte e non ne capivo il perché, io le avevo chiuse! 
A quel punto accesi la luce e spuntò Duncan, urlando un "Waaaaa!" Era solito a fare questi scherzi, anche se ai miei occhi apparivano decisamente infantili, ma erano comunque divertenti. "Duncan, mi hai fatto morire!"Mi squadrò lentamente, poi vedendo la mia faccia scoppiò in una risata contagiosa "Era quella la mia idea, dai vieni da Dunki, che ti abbraccia!"
"Prima mi spaventa e ora mi prende pure in giro, ok ha vinto" Pensai.
Mi avvicinai a lui e alle sue braccia muscolose, aperte e pronte ad avvolgermi delicatamente, a quel tocco cosi dolce, i suoi arti, erano caldi, un calore che mi avvolgeva piacevolmente.
"Vedo che ti piace il mio abbraccio" disse con un ghigno stampato in faccia.
A quel punto mi irrigidii, sentivo di provare qualcosa per lui da tempo, ma io amavo Trent, inoltre il punk era fidanzato con Courtney, quella specie di prima della classe che non mi andava per niente a genio. Non credo fosse gelosia... ma non ci dovevo pensare, dovevo solo rimanere la migliore amica di Duncan. 
Quindi mi tolsi dalla sua presa calda e gli dissi "Ma che dici, se intendi che è come abbracciare un sasso, allora sì!" Non dovevo provare qualcosa più di una amicizia.
"Sì, sì, ridi pure, tanto in fondo, lo so che ti piaccio e molto, visto il colorito rosso sulle tue guance"
"Beh.. i-io... NO!" Balbettai confusa
"Ah, sì? E vediamo ora" Si tolse la maglia, a quel punto diventai più viola di quanto già non lo fossi.
"Vedo che ora hai cambiato idea visto la tua faccia viola come una melanzana"
"Cosa? Ma che dici? Io non provo proprio nulla per te, hai capito proprio male!" Dissi cercando di mandare via il rossore.
"Beh, se lo dici tu, ora devo andare. Ciao bella vampira, ci vediamo domani a scuola." Disse non ancora convinto dalle mie parole. Mi baciò la fronte ed io rimasi ferma mentre lo guardavo andare via, fino a che non se ne andò del tutto. 
Ero ancora leggermente imbarazzata, non mi ero ancora tolta quel rossore dal viso, dovevo andare a letto non pensandoci troppo.
*******
Mi svegliai cadendo a terra e atterrando su un orologio di ferro che mi aveva regalato mio padre, ma che ci faceva a terra? Aveva inciso dietro delle lettere "IMFT" Ok, non sapevo cosa fosse... ma non andava! Quell'orologio era fermo sulle ore 02:00 e non si poteva regolare! Mi ha sempre attratto quell'oggetto, ma non ci avevo fatto mai molto caso...

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


IL MARCHINGEGNO FERMA TEMPO...

Capitolo 2
Misi apposto il mio orologio e cercai di addormentarmi il più presto possibile così che domani non mi sarei appisolata fra i banchi di scuola.

"Gwendoline! Sveglia è ora di andare a scuola!" la voce di mia madre mi risuonò nella testa. Senza farla urlare oltre mi misi in piedi e andai a cambiarmi, indossando una semplice maglia color blu, "come al solito" direbbe Duncan, e dei pantaloncini neri con sotto delle calze del medesimo colore e i miei "immancabili" anfibi. 
Quando fui pronta per prendere l'autobus, scesi dalle scale e andai a salutare mia madre la quale era un po’ preoccupata ma non ci feci molto caso dato che ero ancora addormentata. Mi diressi verso il pullman quando vidi Duncan... ma quest'ultimo non era solo era con... 
Caroline?
Sbarrai gli occhi aprendoli talmente tanto da sentire l'aria attraversarli. Caroline era la ragazza più popolare della scuola, la quale sbavava da almeno tre anni dietro a Duncan. Lui non ne era mai stato attratto, ma questa volta mi dovetti ricredere perché si stavano baciando!
Rimasi lì, ferma, impalata a fissarli.
Ero scioccata, non capivo il perché, ma quella scena mi sembrava talmente irreale che mi strofinai con le mie mani gelate dal freddo i miei occhi, ormai lucidi. Non riuscivo a crederci era talmente surreale! 
Sentii un liquido caldo scendermi sulla mia spalla, mi girai e vidi Courtney che piangeva vedendo quella scena.
Poveretta…
Ero arrabbiata, delusa, sconcertata da quel suo comportamento e capivo perfettamente Courtney.
“Poveretta…” continuava a ripetere compassionevole la mia mente.
Misi da parte tutta l’antipatia che provavo per quella persona, carezzai delicatamente la testa di Courtney delicatamente e me la portai al petto sussurrandole "Sfogati… sfogati"
Non potevo credere a ciò che avevo visto pochi minuti fa.
Quella mattina, io e Courtney preferimmo marinare la scuola, così passai tutta la giornata con lei, e dovetti ammettere che conoscerla meglio mi fu stato utile per realizzare che in realtà non era così cattiva e acida come si mostrava.
Tutt'altro, era molto dolce e simpatica. Andammo al parco per parlare di quello che era accaduto e per farla sorridere le proposi di fare un piccolo dispettuccio a Duncan.
Il piano era semplice: io avrei continuato ad essergli amica, nonostante l’amicizia tra me e il punk fosse finita, cercando di estorcergli la verità ed il perché di quella sua azione. Intanto Courtney doveva farlo ingelosire con Justin, il belloccio della scuola, così che quando Duncan sarebbe scoppiato per la gelosia, Courtney avrebbe potuto rinfacciargli la “stupenda” scena di questa mattina. Ok, dovevo ammettere che non era proprio un piano geniale, ma ce la saremmo cavata.
Tornai a casa dopo aver passato insieme a Courtney la maggior parte della giornata, quando sentii squillare il mio cellulare. Sbirciai sullo schermo e, secondo il detto “Parli del diavolo e spuntano le corna”, ecco Duncan!
Che cosa voleva? Uffa! Beh, mi costrinsi a rispondergli come prestabilito dal piano.
"Hei vampira, come mai sei sparita oggi? Non ti ho vista a scuola che è successo?" mi chiese, chiamandomi con quell’assurdo nomignolo.
Io con tono serio risposi "Nulla di che… non avevo molta voglia di andare a scuola oggi, ero stanca"
Ok, come scusa non era molto convincente… non ero molto brava a mentire… 
"Mhhh... va beh… domani vieni al parco? Devo parlarti"
"Si, certo!" risposi, ma con tono ancora serio. Ero troppo delusa per il suo comportamento e non vedevo l'ora di scoprire tutta la verità.
"Bene, devo chiudere. Ciao Vampira"
"Ciao" Chiusi la chiamata e sbuffai. 
“Vampira” mi chiamava lui. Uno stupido nomignolo per via della mia pelle pallidissima e il mio odio nei confronti del sole.
Appena posai il telefono, vidi una chiamata persa. Lo ripresi e guardai chi fosse stato a chiamarmi.
Era Trent.
Decisi di richiamarlo, non sapevo cosa volesse e oggi non l’avevo ancora visto 
"Ehi Tesoro" mi salutò.
"Ehi Trent, come mai mi hai chiamato?"
"Volevo chiederti se volevi uscire con me domani sera?"
Rimasi in silenzio… non sapevo che cosa dire!
Credevo di non provare più nulla per lui, ma effettivamente volevo vedere provare se era vero quello che pensavo o se era solo una mia convinzione.
"Si va benissimo a che ora?!" domandai esitante.
"Alle 20:00, va bene? "
"Sì… sì… certo… ok… allora a domani!"
"Aspetta Gwen volevo dirti un'altra cosa..."
Oddio! Che cosa voleva chiedermi ancora?
"Sì, certo… dimmi!"
"Oggi Courtney mi ha raccontato di tutto quello che è successo e… beh, volevo chiedere se posso collaborare anche io al piano"
"Oh… beh, sì certo… Ci penseremo domani però. Ora vado a nanna che devo essere riposata per domani sera!”
"Ahahah, a domani sera allora! Notte amore!"
"Notte!" chiusi in fretta la chiamata per non sentire altre sdolcinatezze che personalmente odiavo. Domani mi aspettava una giornata impegnativa, ma non volevo rimuginarci troppo quindi cercai di distrarmi con altri pensieri.
Presi l'orologio regalatomi da mio padre prima che morisse. 
Già, troppo prezioso, troppo… era parte di me. 
Lo aprii cercando di interpretare tutti i suoi particolari, ma soprattutto chiedendomi il significato della sigla "I.M.F.T." 
Erano anni che pensavo a tutte le possibili frasi che potesse nascondere, ma non avevo mai risolto il mio quesito.
Poi, un lampo passò per la mia testa…
Ma che scema! 
La mia famiglia non aveva mai comprato un computer. Mia madre odiava la tecnologia e per lei avere anche solo un televisore era un sacrilegio, ma ultimamente io e mio fratello le avevamo fatto cambiare idea perciò ora possedevamo un televisore, un forno a microonde, una lavastoviglie e… un computer!
Presi il mio portatile nuovo di pacca e cercai su internet che cosa potesse significare quella sigla. 
La ricerca portò molti risultati, ma il più frequente era "Istituto Marchingegni Ferma Tempo" 
Sapevo che in molti film si parlava di macchine del tempo di ferma tempo, ma non pensavo che potessero essere reali tanto da creare un istituto! 
“Sarà uno scherzo!” pensai, ma intanto un tasto tempestato di diamantini rossi attirò la mia attenzione.
“E se provassi a schiacciarlo?” Cliccai, ma non successe nulla.
“Proprio come previsto” pensai, ma mi dovetti subito ricredere!



 

Angolo dell'autrice:   Volevo ringraziare Xenja per il suo utilissimo aiuto per questo capitolo.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


IL MARCHINGEGNO FERMA TEMPO...

CAPITOLO 2.
 
Apparve una luce a dir poco accecante, ma non una delle solite luci bianche, era una luce rossa. All'improvviso comparì il volto di mio padre, ma non era felice... era triste e mi chiamava. La paura in quel momento era in possesso del mio corpo, ma subito dopo svanì quel volto così familiare, quel volto che mi mancava, a cui rivolgevo uno sguardo al mattino, appena sveglia o al quale rivolgevo un sorriso. Il dolore dovuto a quei ricordi era atroce, quindi spuntarono delle lacrime calde e salate dai miei occhi, ma... quel volto era scomparso e aveva preso il posto il volto di Duncan...."Duncan!"... urlai, cosa centrava lui con tutto questo?
"Non capisco lui... lui... perchéé proprio lui?" Pensai ancora più confusa. Ero arrabbiata col punk e non capivo, ma dovevo calmarmi o avrei svegliato mia madre e mio fratello. Non ci riuscivo! Ero troppo scossa da quella assurda situazione, perciò scoppiai a piangere; incredula per quello che avevo appena visto, buttai a terra l'orologio ma non si ruppe in mille pezzi, c'era solo una frattura nel mezzo e si era aperto. A quel punto, non sapendo che fare, afferrai l'orologio stringendolo forte e scappai fuori di casa, non avevo idea di dove stavo andando, ma dovevo capire quel che era appena accaduto, non mi importava se era notte fonda.
Mio papà mi aveva chiamata ed io dovevo scoprire.
Decisi di andare da Duncan, anche se ero ancora arrabbiata con lui, dovevo comprendere e sapevo che avrei ottenuto risposte centrava anche lui in qualche modo visto che mi era apparso avanti agli occhi con quella sua capigliatura... ed anche lui era abbastanza triste. Ero in ansia ma non mi interessava di tutto il resto, io volevo solo capire: perché mio padre? Perché Duncan? Queste domande mi assalirono la mente, ma mi accorsi che ero già davanti a casa di Duncan, che fare? "Dai Gwen si forte suona!" mi sussurrai, dandomi coraggio, tanto non avrei svegliato nessuno a parte Duncan ovviamente, ormai lui viveva da solo, così mi decisi. Con le mani fredde e tremanti suonai il campanello che in quel momento sembrava la cosa più difficile che avessi mai fatto. Dopo che ebbi suonato tirai un sospiro di sollievo e la porta si aprì... trovai un Duncan mezzo addormentato che mi disse..."Ehi, Vampiretta, che ci fai qui?!"Non riuscivo a rispondere perché ero in balia delle lacrime..."Come mai piangi, dolcezza?"...come osa chiamarmi dolcezza dopo quello che ha fatto? Ma a quel punto mi avvolse in uno dei suoi abbracci caldi, teneri e delicati. Sentivo il suo respiro sul mio collo riscaldato e il suo cuore battere normalmente, mi sentivo strana perché il mio aveva perso di qualche battito. Quando lo vedevo, anche a chilometri di distanza, lo sentivo battere come se si stesse ribellando e mi saltasse fuori, ma in quel momento così vicino e tenero non sentivo nulla. Sarà stato per la delusione o per lo shock provocatomi da quell'orologio, pensai, sinceramente non sapevo come quelle emozione mi avessero abbandonato ma avevo bisogno di qualcuno con cui parlare, avevo bisogno di qualcuno che mi desse delle risposte.
Ci dirigemmo all'interno di casa sua, avevo ancora il suo braccio attorno al mio collo, non volevo farglielo togliere perché avevo bisogno di affetto, ma non potevo ignorare quello che era accaduto quella mattina, così, molto scorbuticamente gli presi il braccio e me lo tolsi dal collo, lui rimase li fermo e confuso, io mi sedetti sul divano con aria seria ma allo stesso tempo triste, avvolta dalle lacrime di cui sentivo il sapore salato. Lui mi posò la sua mano forte ma allo stesso tempo debole e delicata sul volto, togliendomi l'ennesima lacrima dal volto poi posò il suo sguardo sull'orologio che ancora tenevo in mano, stretto, talmente tanto che le mie nocche erano bianche e tremavo, tremavo come una foglia appena caduta dal suo albero e posatasi delicatamente al suolo, fragile orma,i senza un appoggio, già, era proprio così che mi sentivo: fragile e senza nessuno attorno che poteva risollevarmi, ma a quel punto, il suo volto divenne bianco il suo sguardo spaventato rivolgendo i suoi occhi color cielo ancora verso i miei, era spaventato ma non capivo il perché, ma a quel punto si voltò verso il suo armadio lo aprì e cercava qualcosa ma non capivo cosa, ero confusa, forse, troppo, si girò guardo ancora la mano dove tenevo stretto l'orologio e si rigirò prese qualcosa in un pungo stretto come se gli stesse per cadere, si avvicinò a me, si sedette, aprì la sua mano tremante anch'essa e sobbalzai alla vista dello stesso orologio che avevo io... oddio lo aveva anche lui! "Anche tu!" dissi spaventata. "Già, me lo regalò mio padre prima di andarsene per una missione militare di guerra, da cui purtroppo non tornò più" disse lui lasciandosi scappare delle dolci lacrime che però cacciò via subito, sbarrai gli occhi a quelle sue parole, "Anche a me lo regalò mio padre prima di morire" Dissi piangendo, girai l'orologio fissando quella sigla, lui sobbalzò e girò anch'esso l'orologio, anche lui aveva quella sigla incisa dietro, "Tu, sai che cosa significhino queste lettere?!" mi chiese spaventato, io risposi "sì, è un Istituto Marchingegni Ferma Tempo", lui mi guardò confuso, "lo scoperto questa sera" e continuai raccontandogli quello che era accaduto, lui a quel racconto mi prese le mani le avvolse nelle sue io mi irrigidii a quel suo toccò ma non lo respinsi capii che doveva dirmi qualcosa e disse " io so che se tutto questo ci ha portati vicino, c'è qualche segreto dietro tutto questo, e voglio scoprirlo, ma non da solo con te!" "certo! anche io vorrei ma ho paura" dissi tremando ancora, "So che sembra difficile, ma noi supereremo anche l'impossibile" a quelle parole mi commossi e lo abbracciai chiedendogli scusa, lui non capì per cosa, ma io dentro di me sapevo, sapevo che dovevo parlargli subito per quello che era successo e non creare un piano contro di lui non volevo perdere quella stupenda amicizia e dire stupenda era davvero poco, così decisi di spiegargli quelle mie scuse a lui sconosciute, a quelle mie parole ne rimase deluso di me, e spaventata mi aspettavo che mi avrebbe detto qualcosa di brutto o che mi avrebbe ferito che avesse voluto chiudere quell'amicizia, ma, lui invece mi disse "io so, che tu non hai mai perso fiducia in me, perché so benissimo che io e te insieme siamo una cosa sola un'amicizia indistruttibile sei forte ma allo stesso tempo dolce sei triste ma allo stesso tempo felice sei una variazione indistinta di colori, ma so che non mi abbandonerai mai, ti dirò quel che devi sapere sul contesto dell'altra mattina quando sapremo fidarci quando risolveremo questo segreto e a quel punto potremmo essere felici sempre insieme, ti voglio bene!, ok mi sento tipo un filosofo/investigatore ma e quello che sento e dovevo dirtelo Gwen" le sue parole mi lasciarono imbambolata a bocca aperta ma non mi stupirono sapevo perfettamente che lui all'apparenza sembrava una roccia ma in realtà era un coniglietto dolce ma forte sempre e comunque, risi alle sue ultime parole e risposi "allora io sono la tua assistente Sherlock Holmes?!, anche io ti voglio bene" finendo la mia frase lo abbracciai e lui mi sussurrò "certo, Watson, anche se preferisco la mia vampiretta" lo strinsi più forte a me per paura di perderlo, e risi.
Decisi di andarmene, lui mi lasciò andare solo dopo che erano le tre di notte, abbiamo parlato per tutto il tempo, era una cosa unica e rara, difficile da trovare ma facile da perdere. Ma capii perfettamente che non provavo nulla di più di un'amicizia per Duncan eravamo amici, migliori amici, ma nulla di più amavo Trent e non lo avrei tradito mai, ma ancora non capivo come mai Duncan avesse baciato quella specie di prima della classe, Courtney non se lo meritava ma lui mi aveva detto che mi avrebbe dato delle risposte appena concluso il tutto, beh dovevo parlare con Courtney sono sicura che capirà e avrà la pazienza di attendere, da quando passai quella semplice ma intensa giornata con Courtney il mio odio verso di lei era scomparso le era dolce e simpatica, sono sicura che lei mi avrebbe sempre sostenuta. Io e Duncan inoltre avevamo deciso di far partecipare anche Courtney e Trent a questa "missione" poiché sapevamo a cosa andavamo in contro e da soli non ce l'avremmo mai fatta.
 
ANGOLO DELL'AUTRICE: Ciao a tutti i lettori, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, vi ringrazio per il sostegno e spero recensiate sono curiosa di sapere il vostro parere anche negativo U.U ciaooo!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


IL MARCHINGEGNO FERMA TEMPO:

 

CAPITOLO 4





Tornai a casa assonnata, ma non mi preoccupavo tanto perché era sabato e potevo riposare. Aprii la porta lentamente, per paura di svegliare mia madre e entrai in camera mia, posai l'orologio e mi addormentai fino al mattino seguente 
***
Mi svegliai.
Avevo gli occhi annebbiati, cercai di scandire al meglio la visuale e davanti a me ritrovai mio cugino. Sobbalzai alla vista di quella figura seduta davanti a me, era figlio di mia zia ed eravamo molto uniti, solo che lui abitava a Manhattan, ma prima che si trasferisse abitava qui a Toronto. Era una specie di Duncan in versione scemo, ecco, diciamo così... ma mi divertivo un mondo con lui..."Scott!" Esclamai sorpresa " Ehi, Gwen bentornata dal mondo dei sogni!" Mi disse sorridendo, io lo squadrai da testa a piedi e gli sorrisi arrivando ai suoi occhi e lui mi fece un ghigno a dir poco inquietante
"Allora, chi sarebbe questo Duncan?" Mi chiese ancora, con quel ghigno stampatosi in faccia. Ok, come faceva a sapere di Duncan? "Duncan?..T-Tu che ne sai di Duncan?" Domandai coriosa "Bhe...Vedi stamattina è venuto a cercarti e visto che tua madre non c'è, sono andato ad aprirgli io, e appena mi ha visto mi ha chiesto chi ero. Sembrava in ansia, e io gli ho detto che sono un tuo ex ragazzo, scusa ma non resistevo a non prenderlo in giro, e poi mi ha chiesto se c'eri, e io gli ho detto che stavi ancora dormendo e di ripassare più e..." Lo interruppi scorbuticamente. "Ma sei scemo? Devo andare subito da lui, certo che il cervello lo hai lasciato a Manhattan, sempre se ce ne hai uno!" Dissi arrabbiata. Non potevo credere che gli avesse detto che lui fosse il mio ex ragazzo! Chissà che avrà pensato! E se lo avesse detto a Trent? Oddio no, dovevo risolvere subito. Mi cambiai in fretta ansimante, tirai dalla maglietta Scott ancora imbambolato a fissarmi dopo le parole che gli avevo rivolto, e lo trascinai con me verso casa di Duncan. Ero in ansia e ansimavo per la corsa appena compiuta, tremavo ma trovai la forza di suonare ancora tenevo dalla maglia Scott che non aveva ancora aperto bocca, a quel punto la porta si aprì, spuntò Duncan con gli occhi rossi, sobbalzai alla vista di quei occhi color cielo tutti contornati di un rosso violaceo, pensai subito che si era fatto, poiché molto tempo fa ebbe problemi con il fumo e l'alcol, mi vennero gli occhi lucidi. Perché lo aveva fatto?! Sapeva che poi sarebbe stato malissimo, era ormai 4 mesi che aveva smesso, ed ero orgogliosisima di lui, e appena alzò lo sguardo e mi vide gli scese una lacrima, mi preoccupai alla vista di quella dolce e tenera goccia che stava scendendo lentamente e delicatamente dal suo volto mi affrettai per toglierla ma lui mi precedette. Lanciai un'occhiata a Scott il quale comprese che doveva andarsene e si avviò verso casa, intanto io ancora rimasta a bocca aperta, lo accolsi nelle mie braccia, piangendo gli sussurrai "So che sembra difficile ma noi, supereremo anche l'impossibile." Gli ripetei quelle dolci parole che mi aveva rivolto lui ieri notte, poiché sapevo benissimo che se gli avessi chiesto il perché di tutto questo non mi avrebbe dato una risposta. Poi era anche fatto non volevo peggiorare la situazione, lo accompagnai sul divano, ma sobbalzai alla vista di Caroline i-in "Intimo?!" Urlai, lei si avvicinò con un ghigno "Allora Gwendoline, ci rincontriamo-.." "Che ci fai qui?!" La interruppi con ormai i miei occhi lucidi, cercando di trattenere più che potevo le lacrime traboccanti, "Io? Ma mi sembra ovvio, me la sono spassata con il mio Dunky, tu invece che ci fai qui?", a quelle parole le lacrime mi incorniciarono il volto guardai Duncan che era ubriaco e fatto, non si reggeva nemmeno in piedi lo afferrai al volo prima che cadesse e lo adagiai sul divano con il cuore che mi si era spezzato come coriandoli, un dolore atroce mi pervase la mente, lu-lui aveva tradito Courtney ancora un'altra volta, pensavo non fosse cosi seria la cosa tra loro, ma era davvero il fatto che avesse tradito Courtney che mi faceva star male?! Non lo sapevo, ma non avevo intenzione di scoprirlo e non mi trattenni oltre e scappai via piangendo, correndo velocemente verso il parco, mi sedetti su quella panchina in legno che mi inondò di ricordi riguardanti l'amicizia tra me e Duncan, dove c'era pure inciso "D+G=Forever" decisi, ormai in balia della rabbia, di bruciare quei ricordi assieme a quella panchina presi un accendino con la mano tremante lo accesi con difficoltà avvicina l'accendino alla panchina e la bruciai lentamente, quel fuoco in quel momento mi rispecchiava. Lo guardai finché non si spense, era così fragile ma forte nello stesso istante poteva bruciare e cancellare, poteva davvero rispecchiare la mia mente inondata di pensieri. 
Avevo ancora l'accendino in mano, me ne accorsi, lo lanciai con tutta la forza che avevo in corpo lanciandolo il più lontano possibile, ormai si erano fatte le 03:00 e pensare che ero uscita di casa alle 11.00, mi alzai decisa a tornare a casa quando una mano forte, calda e tremante, mi afferrò il polso facendomi voltare mi girai e davanti mi trovai Courtney, "Che ci fai qui?" gli chiesi con voce tremante "Passeggiavo, ma perché piangi che cosa è successo? Va tutto bene?" Mi inondò di domande io non volevo racconarle quello che era successo, non volevo far piangere anche lei, non ero brava con le scuse ma tentai balbettando "ii-io ho li-litigato con Trent!" conclusi frettolosamente, sganciandomi da quella presa e mi voltai intenta ad andarmene, ma lei mi bloccò con un abbraccio e mi disse "Tranquilla, ci sono io qui con te" non sapendo che dire la strinsi di più per paura di lasciare andare via quel suo abbraccio rassicurante, inondato di dolcezza, lei ricambiò e mi disse staccandosi con un'espressione molto seria e arrabbiata "Parlerò io con Trent!" si voltò per dirigersi verso la casa di quest'ultimo io preoccupata per la bugia che le avevo raccontato la afferrai per fermarla, ma non sapevo che cosa dirle, lei si voltò confusa, ed io cercavo intanto qualcosa da dirle.


ANGOLO DELL'AUTRICE: Ciao a tutti lettori, spero vi sia piaciuto. RECENSITE!
 

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Capitolo 5
*** PAST COMBINED WITH PRESENT... ***


IL MARCHINGEGNO FERMA TEMPO:

 

CAPITOLO 5.



Si accomodò lentamente sul mio letto e si sdraiò, ma ormai era di famiglia visto che veniva molto spesso, quindi potevo capire. Io mi accomodai sulla sedia della mia scrivania, davanti a lui, guardandolo e aspettando che parlasse...
Ad un tratto bussarono alla porta, sobbalzai: chi poteva essere? -Chi è?-
-Tesoro sono io, posso entrare?- Oh, era lei! Menomale. 
Tirai un sospiro di sollievo -Sì mamma, vieni.- Che cavolo voleva? Dovevo parlare con Duncan urgentemente! Speravo davvero che si trattenesse per poco. Aprì la porta, lentamente mi guardò, poi si accorse che c'era anche Duncan -Oh, ciao Duncan! Tutto bene?- Disse squadrandolo da testa a piedi -Sì signora, lei come sta?- 
-Bene grazie! Ti va di mangiare qui stasera?- Gli chiese gentilmente, io la fulminai con lo sguardo, ma lei non ci fece caso e gli sorrise. 
Chissà che avrebbe risposto Duncan? 
Il mio cuore palpitava velocissimo, in attesa di quella risposta che sembrava non arrivare mai, finché...-Sì, mi piacerebbe! Sempre se a sua figlia vada bene.- Disse abbassando lo sguardo rattristito. Io rimasi a bocca aperta a quelle parole, forse si sentiva in colpa per quello che era successo e faceva bene. 
Io mi sentivo tradita in un certo senso. Non sapevo che dire, così annuii velocemente e lui vedendomi sorrise
-Beh, allora avviso i tuoi, tanto ho il numero! Vi lascio soli, divertitevi!-Disse mia madre, andandosene con aria divertita da quella situazione. Appena la porta si chiuse mi voltai verso lo sguardo di Duncan, ma lo trovai ancora rivolto verso le sue scarpe. Mi abbassai arrivando alla sua stessa altezza e gli feci un bel sorriso, per rincuorarlo e per fargli capire che quella frase ormai rimasta nel mio cuore. 
La volevo seguire, volevo superare tutto, perché sapevo che con lui potevo sentirmi libera e sicura, potevo sentirmi protetta, potevamo davvero superare anche l'impossibile -Con te, niente è irraggiungibile- Gli sussurrai facendolo ridere, aspetta... perché rideva? Ok, sapevo che non ero brava con le frasi filosofiche, ma mi sembrava di essere andata molto bene questa volta, io lo guardai confusa e offesa "-hahaahah, ora fai pure il poeta, vampiretta?- 
-Ahhahaah, beh, modestamente.- Dissi inchinandomi, lui scoppiò in un'altra risata contagiosa, ma poi decisi che dovevamo tornare seri, dovevo dirgli tante cose ma soprattutto volevo sapere quello che lui voleva dirmi. Mi prese le mani, dolcemente, mi irrigidii a quel tocco così caldo e io le avvolsi nelle sue lentamente, iniziò a parlare...-Senti, i-io volevo chiederti s-scusa.- 
Lo fissavo in quei occhi color mare, i quali esprimevano la voglia di vivere, ma allo steso tempo facevano rabbrividire dalle emozioni che suscitavano, guardandolo solo nei occhi potevi oltrepassarli, arrivando alle sue reali emozioni. Mi sentivo immersa in una bolla di emozioni, quando poi quei occhi che trasmettevano tanto, forse troppo, apparsero delle lacrime. Mi irrigidii....Duncan che piangeva? non aveva mai pianto per qualcuno, solo per suo padre. Io spaventata gli chiesi, stringendogli le mani per non lasciarle andare...-Duncan che c'è? Cosa succede? Io non voglio che tu pianga per me...senti non mi interessa quello che è successo, davvero, certo all'inizio ero talmente arrabbiata che h-ho...- Chiusi la bocca non potevo dirgli che avevo bruciato il nostro simbolo di amicizia mi sentivo in colpa, lui mi guardò confuso e spaventato, mentre delle lacrime contornavano il mio latteo volto, lui mi fissò raggiunse le mie lacrime le raccolse di fretta come se non le avesse prese sarebbe stato peggio. 
Io alzai lo sguardo lo guardai ancora in quei occhi lucidi e azzurri come il cielo. 
"Mannaggia a me, perché lo guardato nei occhi? Non si può mentire a quei occhi, non posso mentire a lui" Mi maledissi mentalmente. Mi feci coraggio e aprii bocca balbettando. 
-I-io...-
-Tu Gwen, che cosa hai fatto? Non mi dire che hai fatto qualcosa di pericoloso, non me lo perdonerei mai...dimmi, te ne prego.- Mi disse spaventato, lasciandomi le mani e avvolgendomi in uno di quei suoi abbracci rassicuranti che ti sussurravano :"Sono qui e qui resterò!" 
-Duncan guardami, non è nulla di pericoloso, ma molto doloroso a sentirlo. Ti prego voglio che mi guardi negli occhi, te lo voglio dire sinceramente...- Lui si staccò da quell'abbraccio e mi fissò, aspettando che continuassi. Avevo paura. Come avrebbe reagito? 
Non che fosse chi sa cosa...ma per noi quella panchina era come i nostri cuori palpitanti insieme, mi decisi a parlare.. -
Vedi, h-ho b-br-bruciato la nostra panchina!- Dissi velocemente, chiudendo gli occhi di scatto per non vedere la sua reazione. 
Ma a un certo punto sentii delle labbra calde premere dolcemente sulle mie in un bacio molto casto. Aprii i occhi, guardando la sua espressione: aveva gli occhi chiusi, quindi li chiusi anche io e ci staccammo da quel bacio che tanto desideravo, che tanto aspettavo, che tanto sapevo non sarebbe mai arrivato, ma mi dovetti ricredere. Non capivo il perché. Lui mi aveva baciata? Ma lui stava con Courtney e-e...Coraline...oddio a quel punto avevo più paura che mai. 
Lui guardò la mia espressione spaventata, mi si avvicino e mi disse...-Noi siamo destinati a stare insieme, io senza di te non sarei nulla, io starò cui con te, proteggendoti da qualunque mostro ti si avvicini, perché io ti amo, Gwen. Sì, io ti amo e ti ho sempre amata, solo che me ne sono accorto solo ora.-
Quelle parole mi fecero sobbalzare: anche io lo amavo, ma non me ne ero accorta. Anch'io lo desideravo da tempo, ma tutto questo mi sembrava sbagliato, mi faceva star male. 
Non riuscivo a comprendere fino infondo il mio pensiero, ma poi pensai a Trent, a Courtney, a mio padre a Duncan. 
Avevo paura e tremavo scioccata, sudavo, piangevo... e a quel punto: 
Buio.

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Capitolo 6
*** LA MIA paura LA SUA sicurezza... ***


IL MARCHINGEGNO FERMA TEMPO:
CAPITOLO 6: LA MIA paura LA SUA sicurezza...
ANGOLO AUTRICE:CIAO RAGAZZI, SPERO VI PIACERA QUESTO CAPITOLO, BUONA LETTURA...
Si accomodò lentamente sul mio letto e si sdraiò, ma ormai era di famiglia visto che veniva molto spesso, quindi potevo capire, io mi accomodai sulla sedia della mia scrivania davanti a lui, guardandolo e aspettando che parlasse...
Ad un tratto bussarono alla porta, sobbalzai, chi poteva essere?, "Chi è?" "Tesoro sono io, posso entrare?", ho era lei menomale, tirai un sospiro di solievo, "si mamma vieni", che cavolo voleva? dovevo parlare con Duncan urgentemente, speriamo che si trattiene per poco, aprì la porta lentamente mi guardò poi si accorse che c'era anche Duncan, "ho ciao Duncan, tutto bene?", disse squadrandolo da testa a piedi, "si, signora, lei come sta?", "Bene grazie!, ti va di mangiare qui stasera?", gli chiese gentilmente, io la fulminai con lo sguardo,
ma lei non ci fece caso e gli sorrise, chissà che avrebbe risposto Duncan?, il mio cuore palpitava velocissimo in attesa di quella risposta che sembrava non arrivasse mai finchè..."Si, mi piacerebbe sempre se a sua figlia sta bene" disse abbassando lo sguardo rattristito, io rimasi a bocca aperta a quelle parole, forse si sentiva in colpa per quello che era successo e faceva bene, io mi sentivo tradita in un certo senso, io non sapevo che dire così annuii velocemente e lui vedendomi sorrise, "Bhe allora avviso i tuoi, tanto ho il numero! vi lascio soli, divertitevi!" disse andandosene con aria divertita da quella situazione, appena la porta si chiuse mi voltai verso lo sguardo di Duncan, ma lo trovai ancora rivolto verso le sue scarpe mi abbassai arrivando alla sua stessa altezza e gli feci un bel sorriso, per rincuorarlo, e per fargli capire che quella frase ormai rimasta nel mio cuore, la volevo seguire volevo superare tutto, perchè sapevo che con lui potevo sentirmi libera e sicura potevo sentirmi protetta, potevamo davvero superare anche l'impossibile, "Con te, niente è irraggiungibile" gli sussurrai facendolo ridere, aspetta... perchè rideva? ok, sapevo che non ero brava con le frasi filosofiche ma mi sembrava di essere andata molto bene questa volta, io lo guardai confusa e offesa, "hahaahah, ora fai pure il poeta, vampiretta?", "hhahaah, bhe modestamente", dissi inchinandomi, lui scoppiò in un'altra risata contagiosa, ma poi decisi che dovevamo tornare seri dovevo dirgli tante cose ma soprattutto volevo sapere quello che lui voleva dirmi. Mi prese le mani, dolcemente, mi irriggidii a quel tocco così caldo e io le avvolsi nelle sue lentamente, iniziò a parlare..."Senti, i-io volevo chiederti s-scusa" lo fissavo in quei occhi color mare, i quali esprimevano la voglia di vivere, ma allo steso tempo facevano rabbrividire dalle emozioni che suscitano, guardandolo solo nei occhi potevi oltrepassarli arrivando alle sue reali emozioni, mi sentivo immersa in una bolla di emozioni, quando poi quei occhi che trasmettevano tanto, forse troppo, apparsero delle lacrime, mi irriggidii....Duncan che piangeva? non aveva mai pianto per qualcuno, solo per suo padre, io spaventata gli chiesi stringendogli le mani per non lasciarle andare..."Duncan che c'e? cosa succede? io non voglio che tu pianga per me...senti non mi interessa quello che è successo, davvero, certo all'inizio ero talmente arrabbiata che h-ho..." chiusi la bocca non potevo dirgli che avevo bruciato il nostro simbolo di amicizia mi sentivo in colpa, lui mi guardò confuso e spaventato, mentre delle lacrime contornavano il mio latteo volto, lui mi fissò raggiunse le mie lacrime le raccolse di fretta come se non le avesse prese sarrebbe stato peggio, io alzai lo sguardo lo guardai ancora in quei occhi lucidi e azzurri come il cielo, mannaggia a me perche lo guardato nei occhi?, non si può mentire a quei occhi, non posso mentire a lui...mi feci coraggio e aprii bocca balbettando..."i-io...", "tu Gwen, che cosa hai fatto? non mi dire che hai fatto qualcosa di pericoloso, non me lo perdonerei mai...dimmi te ne prego", mi disse spaventato lasciandomi le mani e avvolgendomi in uno di quei suoi abbracci rassicuranti che ti sussurravano "sono qui e qui resterò!", "Duncan guardami, non e nulla di pericoloso ma e molto doloroso sentirlo, ti prego voglio che mi guardi nei occhi te lo voglio dire sinceramente..", lui si staccò da quell'abbraccio mi fissò aspettando che continuassi, avevo paura come avrebbe reagito? non che fosse chi sa cosa...ma per noi quella panchina era come i nostri cuori palpitanti insieme, mi decisi a parlare.."vedi, h-ho b-br-bruciato la nostra panchina!", dissi velocemente chiudendo gli occhi di scatto per non vedere la sua reazione, ma a un certi punto sentii delle labbra calde premere dolcemente sulle mie labbra un bacio molto casto, aprii i occhi guardando la sua espressione, aveva gli occhi chiusi, li chiusi anche io, ed ci staccammo da quel bacio che tanto desideravo che tanto aspettavo, che tanto sapevo non sarebbe mai arrivato, ma mi dovetti ricredere, ma non capivo il perche? lui mi aveva baciata? ma lui stava con Courtney e-e...Coraline...oddio a quel punto avevo più paura che mai, lui guardò la mia espressione spaventta mi si avvicino e mi disse..."Noi siamo destinati a stare insieme, io senza di te non sarei nulla, io starò cui con te proteggendoti da qualunque mostro ti si avvicini io ti amo! Gwen, si io ti amo e ti ho sempre amato solo che me ne sono accorto solo ora"...quelle parole mi fecero sobbalzare, anche io lo amavo ma non me ne ero accorta, anchio lo desideravo da tempo, ma tutto questo mi sembrava sbagliata mi faceva star male, non riuscivo a comprendere fino infondo il mio pensiero ma poi pensai a Trent, a Courtney a mio padre a Duncan avevo paura tremavo era scioccata, sudavo, piangevo... ed a quel punto Buio.


 

ANGOLO AUTRICE: COME ERA? RECENSITEEE... ASPETTO CON ANSIA LE VOSTRE OPINIONI HELLO!

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Capitolo 7
*** Nessuno muore sulla terra finché vive nel cuore di chi resta... ***


IL MARCHINGEGNO FERMA TEMPO...
CAPITOLO 7: Nessuno muore sulla terra finché vive nel cuore di chi resta...


Una luce bianca mi accecò gli occhi, non sapevo dove ero ma di certo era meglio che stare sulla terra, in quell'istante appena passato, non potevo credere a quel che era appena accaduto non sapevo, proprio, come agire, ma all'improvviso vidi arrivare una persona camminando lentamente, me ne accorsi dal rumore dei passi, e lo riconobbi, era lui...era mio padre, mi misi a correre verso quella figura che tanto mi era mancata, le lacrime mi contornavano delicatamente il viso, ed io correvo, correvo, volevo raggiungerlo, dovevo raggiungerlo, sembrava che non arrivassi mai, quando una mano calda mi si posò sul viso e poi sulla nuca dove mi spettinò delicatamente i capelli, non credevo ai miei occhi era proprio lui, nella sua bellezza, io avevo gli occhi fissi su di lui lo squadravo, era da molto che non lo vedevo,  si avvicinò al mio orecchio e mi disse, "Bimba mia, non preoccuparti dei altri ricorda solo che Duncan è un ragazzo dal cuore d'oro sappilo, gli altri non esistono gli altri sono solo persone con qui non ai bisogno di stare, non hai bisogno di conoscere. E ricordati che ciò che fai è bello fino a che è ciò che più ti piace e ti rispecchia, non è il giudizio degli altri che conta, ma il tuo ", mi tolse la mano dal viso se la portò alle tasche mi sorrise e scomparse nel nulla, perchè quelle parole perchè mi ha parlato di Duncan, lui ha il cuore d'oro? gli altri? ma chi?, non sapevo cosa volesse dire ma sapevo solo una cosa che se mio papà si era atto sentire era per chiarirmi le idee, e poi mi mancava così tanto quel suo tocco delicato quelle sue braccia che ti proteggevano da chiunque, lui era il mio papà, lui era la persona più importante della mia vita ed io sono orgogliosa di avere un papà così,  e sono sicura che un giorno ci rincontreremo.

******


 Mi sveglia avevo la vista appannata distinguevo solo i colori, rosso e giallo, ma quella non era camera mia, sbattei gli occhi velocemente per mettere bene a fuoco la stanza, mi trovavo in un letto, capii che ero stata portata in un'ospedale, posai la mano sulla mia testa dolorante, non sapevo quel che mi era accaduto, ma del resto avevo visto mio padre dopo molto tempo. "Mamma", chiamai con un filo di voce, la porta si aprì ma non spuntò mia madre spuntò Trent, ma che voleva? non era proprio il momento questo non volevo nessuno solo mia madre..."Gwen, ti sei svegliata, finalmente!" esclamò felice, ma quella sua felicità non mi convinceva affatto, mi volta dall'altro lato, non sentendo quello che aveva da dirmi, avevo mal di testa non avevo molta voglia, poi senti che il letto era sprofondato un pochino come se qualcuno si stesse sdraiando, era Trent, si era sdraiato accanto a me e aveva avvolto le sue braccia calde attorno alla mia vita, mi venne il disgusto, gli presi la mano e gli e la rimisi a posto, lui si alzò dal letto, mi chiamò ticchettando il suo dito sulla mia spalla, io mi volta e lo vidi triste, "allora, ti ha già detto tutto Duncan?", Duncan? cosa mi doveva dire? e che centrava Trent?, così molto confusa risposi...mentendo, "sì mi ha già detto tutto ma lo voglio sentire da te" dissi con tono severo, ma in realtà Duncan non mi aveva detto proprio niente riguardante Trent, lui abbassò lo sguardo, "Bhe sì, mi sembra giusto, bhe vedi, quando tu hai trovato Coraline che stava con Duncan, o Duncan ubriacato, in realtà gli avevo detto tutto io, vedi sai, quel giorno che si stavano baciando?, ho fatto drogare Duncan, per farlo, per vedere se tu lo amavi per questo anche quando l'hai trovata i mutande a casa sua ero stato sempre io, lui non sapeva nulla perchè era sotto effetto della droga, però l'altro giorno gli e l'ho voluto dire mi sentivo troppo in colpa, visto anche il fatto che ha te piace, ormai lo so." concluse, io rimasi a bocca aperta a quelle parole non capivo, perchè doveva farmi tutto questo? mi scesero delle lacrime "Mi spieghi una cosa?!" dissi urlando e continuai ancora con un tono di voce più alto..."Come ti è saltato in mente, di farmi questo, io credevo che Duncan avesse tradito, Courtney, mi hai fatto sentire male, e tu eri a capo di tutto questo? che cosa ti ho fatto di male?!, sai cosa sei solo uno stronzo, e basta non ti meriti neanche di rivolgermi la parole neanche di guardarmi, noi due abbiamo chiuso, e non provare a dirmi altro, vattene esci di qui!" dissi in balia dalla rabbia, mi sentivo ancora più male di prima, e se io non lo respingevo? lui no  mi avrebbe detto nulla e avrebbe continuato a fare del male a me a Duncan e a Courtney'! certo che lo ucciderei ma più che rabbia mi fa male dentro, mi sento delusa, sto malissimo più di quanto già lo sia.
Poi mi voltai e sotto le coperte, trovai una lettera, da parte di Duncan ho ma che dolce, almeno lui ci teneva ancora a me la presi la aprii delicatamente, "Ciao, Gwen, spero che appena ti sveglierai troverai questa dolce lettera, ho scoperto un cosa su Trent non ho potuto dirtela prima quindi appena esco di scuola vengo a parlarti, ti volevo dire alcune cose:Non vivere senza sorridere, c'è chi vive dei tuoi sorrisi (io) e  la gioia non è nelle cose, è in noi ricordatelo, SEMPRE.Vorrei spogliarti, lentamente, come i petali di un fiore... per poi toglierti, dolcemente, le spine che hai nel cuore... per farti capire, finalmente, quanto grande e' il mio amore. "TI AMO"." che dolce credo che vorrà parlarmi di quello che ha fatto Trent, bhe io so già tutto aspetterò che arrivi...

******

Sentii aprire la porta, io mi ero già addormentata, non mi svegliai ero stanca. Una mano calda mi accarezzò la braccia arrivando alla vita mi strinse a se e mi baciò il collo delicatamente, mi voltai lentamente era Duncan..."Duncan!" esclamai felice di vederlo, "Hei bellezza mia, come va? la dottoressa mi ha detto che puoi uscire quando vuoi anche ora". "Ho bene, allora andiamo, non voglio stare un minuto di più qua dentro" "bene vampiretta mia andiamo", mi prese la mano uscimmo dall'ospedale e mi portò nella sua macchina, "Hei Gwen, ti vedo abbastanza irritata che succede?", "bhe..ecco ti volevo proprio parlare", "si dimmi poi parlerò io"...mi feci coraggio e gli raccontai quel che era successo..." lui mi guardò rattristito poi riprese "Bhe vedi io è proprio di questo che ti volevo parlare ma visto che già lo sai, spero solo che tu stia bene" "Si tranquillo ora ho te e so che rimarrai per sempre" "di questo ne puoi essere certa tesoro", mi accarezzo la coscia voglioso di quel tocco voglioso di avermi, io ancora non ero pronta così gli diedi un bacio sulla guancia lui ritirò la mano e imbarazzato mi disse "Scusa...", "Amore, anche io vorrei ma non sono pronta ancora", "si lo so scusa sono stato troppo frettoloso e che io...ti desidero", "Amore tranquillo non scusarti" dissi rattristita per averlo respinto ma ero consapevole che ancora non volevo farlo "Sai, è solo che l’amore è più forte di quel ti amo maledetto, e io provo per te qualcosa più di quel ti amo che oramai a noi non basta più." è vero quello che diceva era maledettamente vero, ma io non potevo ancora se mi voleva doveva aspettare...!".

ANGOLO AUTRICE:ABBASTANZA NOIOSO LO SO, MA VI GARANTISCO CHE IL PROSSIMO CAPITOLO SARA MOLTO MEGLIO...;) RECENSITE PLEASE....

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Capitolo 8
*** IL RICORDO E LA MIA VITA... ***


IL MARCHINGEGNO FERMA TEMPO:

CAPITOLO 8: IL RICORDO E LA MIA VITA...

Mi misi velocemente il pigiama e mi distesi nel letto sotto le coperte soffici e calde...ripensai a tutto ciò che stava accadendo e mi chiesi Courtney...con Courtney??? Duncan non l'aveva ancora lasciata per quel che sapevo io, e poi io ci tengo molto a lei, non mi sembra giusto tutto questo. Mi sentivo in colpa, chiusa dentro quattro mura senza via di uscita, non sapevo che cosa fare, riverargli tutto e farla soffrire, o lasciare Duncan a Courtney e non dirle nulla? ma così avrei sofferto io...mi sento debole indifesa e senza una via di uscita. Dovevo fare qualcosa e in fretta pure...decisi di chiamare Duncan...il telefono squillò e poi rispose..."Amore, come mai mi chiami a quest'ora?", "Bhe...vedi io ti volevo chiedere una cosa, ma Courtney?"..."....." non rispondeva, "Courtney???"alzai il tono della voce, Bhe...non lo sentita in questi giorni non ci ho parlato...", "Bhe Duncan una sola domanda...tu, la ami?", "No, non più, io amo te Gwen...solo che..", "Solo che???", "L'altro giorno ho visto nella sua cartella un test di gravidanza, non so se è incinta ma ho paura...", mi cadde il telefono dalle mani mi sentivo disgustata da me stessa se lei fosse stata incinta io non potevo accettare che suo figlio non avesse un padre non potevo accettare che lei lo crescesse da sola, mi sentivo colpevole, così ripresi il cellulare..."Duncan, non può funzionare tra noi..io...non voglio più continuare questa storia e anche riguardo quel mistero sono già andata avanti lo risolverò da sola tu stai con Courtney, io mi farò da parte.." "NO! Gwen ti prego..." riattaccai non volevo più sentirlo non che fossi arrabbiata con lui ma capivo benissimo quello che sarebbe successo se noi fossimo rimasti assieme, dovevo rinunciare a lui, dovevo lasciarlo a colei che avrebbe avuto una sua creatura fiorita insieme a Duncan, anche se era insopportabile tutto questo non potevo fare altro io...non potevo sopportare se un bambino fosse cresciuto senza padre, io ci ero già passata, e non voglio che sia colpa mia, non voglio più stare con nessuno voglio crescere e diventare vecchia ricordando, solo col ricordo potrò ancora vivere, il ricordo è la mia anima, il ricordo mi aveva accompagnato per tutta la mia vita, il ricordo è la mia vita.  Posai il telefono e lo spensi,  mi diressi nel mio letto, l'indomani non si andava a scuola quindi potevo rilassarmi e non pensare a nulla.
 
********
 
Mi svegliai sentivo bussare alla mia porta, ma chi poteva essere? "Avanti" dissi con un filo di voce, la porta si aprì e apparse Courtney..."Courtney, che ci fai qui?" dissi sobbalzando alla sua vista snella con le forme sul punto giusto, la carnagione scura, con delle lentiggini delicate posate sul suo viso, "Gwen ti devo parlare, subito!", sembrava agitata ma non capivo..."Che cosa è successo?", "Dun-Duncan, stamattina mi ha svegliata e mi ha dato questo orologio con un biglietto da darti a te e poi mi ha detto che un giorno ci rincontreremo e se ne è andato lo rincorso ma poi non avendo più forze mi sono rassegnata con sè aveva delle valige in mano.." ansimava..."Cosa?? se ne è andato..l'orologio, aspetta! dammi il biglietto e l'orologio", me li consegnò con la mano tremante, alzai il volto e gli dissi "Prendi la mia moto rincorrilo alla stazione...ancora non sarà partito su vai corri!", "sì, menomale Gwen almeno tu spero di raggiungerlo..", se ne andò correndo...io presi il biglietto e lo lessi, "Ciao Gwen...sai, io non sono il ragazzo perfetto, anzi tutto l'opposto, lo so, ma tu sei la mia stella cadente, tu sei il mio desiderio realizzato, ho deciso di andarmene non posso restare e farti soffrire me andrò, non cercarmi, non tornerò, rimarrai sempre nel mio cuore, comunque Courtney non è incinta, stalle vicino comunque io non tornerò più e riguardo il mistero ti lascio l'orologio, so che tu lo risolverai, quando lo avrai risolto avvisami pure su facebook, ma non per altro se è per altro non risponderò, ciao mia dolce vampiretta...ti lascio questa frase..Io non tornerò tu non tornerai, ti chiedo solo di non scordarmi mai..Ciao, ti amo.", il mio cuore palpitava non comprendevo fino infondo, sapevo che lo amavo, ne avevo la certezza, ma che fare ora? lui se ne sarebbe andato non sarebbe più tornato, non sapevo dove era...non sapevo cosa succedeva, io avevo bisogno di lui...ma..Courtney...io non potevo volevo mantenere le promesse, non lo avrei scordato come potrei? continuerò il mistero e lo risolverò, io lo lascerò libero...farò quello che vuole lui...Ricorderò, rinuncerò ma in compenso amerò sempre e solo lui, il mio angelo il cuore...

ANGOLO AUTRICE: UN PO CORTO LO SO, MA SPERO SIA COMUNQUE BELLO. CHE SUCCEDERA A DUNCAN? E GIA PARTITO? GWEN CHE FARA PER RISOLVERE IL MISTERO?
RECENSITEEEE...

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Capitolo 9
*** Il mistero continua... ***


IL MARCHINGEGNO FERMA TEMPO...

CAPITOLO 9: Il mistero continua...

 
Mi misi nel letto non curante del fatto, che Courtney fosse andata a cercare Duncan, si mi dispiaceva, ma oramai la delusione, e la rabbia mi offuscavano la mente, ero delusa di me stessa, anche se avevo scoperto che Courtney non era incinta, io mi sentivo in colpa lei amava Duncan, non so proprio più cosa pensare...presi in mano il telefono tremavo, tanto, anche troppo, digitai il numero di Courtney preoccupata per lei...Suonava...suonava...la linea si era aperta ma lei non parlò sentivo solo delle voci "Courtney ci hanno tradito, hanno tradito la nostra amicizia lo vuoi capire, Gwen e Duncan sono dei falsi, Capiscilo!"....Cosa? quella voce mi era familiare...Trent!, una voce carica d'odio, di sofferenza interrotta da singhiozzi, che ci faceva con Courtney, lui aveva scoperto tutto?, mi cadde il cellulare a terra, mi accascia sulla moquet della mia camera arrotolandomi su me stessa singhiozzando, non percependo ciò che accadeva attorno a me mi sentivo divorata dai sensi di colpa impercettibili ma così vicini, il mio telefono squillava, lo presi e appena lessi chi era non sapevo se rispondere ma decisi di farlo, le cose vanno affrontate, "Courtney..,C-Che succede?", "Hey ma stai piangendo Gwen?", "Hee? N.No!!, ma tu n-non sei arrabbiata con me..." "Gwen, sono sicura che tu sei la migliore amica al mondo, e perderti per un ragazzo che neanche amo, no!", "Cosa tu..non..a-ami D-Duncan?", "Bhe si certo provo ancora qualcosa, ma devi sapere che mi sono innamorata di un'altro ragazzo a te molto conosciuto..", cosa? lei non amava più Duncan amava un'altro ma chi? "C-chi?", "Scott", "Ma allora perchè mi hai detto quelle cose su Duncan quando se ne era andato sembrava soffrissi..", "Si lo so, ma non era vero, volevo solo che la mia migliore amica mi confessasse tutto, scusa, ma volevo sapere da te le cose che provavi, non da Trent, infatti non ho preso la tua moto sono andata da Trent, il quale mi ha detto tutto questo", "ma tu lo sapevi già?", "non con certezza ma lo avevo intuito", "Ma allora il test...?, "Oh quello, no, no, era per mia cugina", ora tornava tutto, ma io avevo perso comunque Duncan.."Oh...", "Stai tranquilla Duncan tornerà, il vostro amore supererà ogni ostacolo anche il più impossibile da sconfiggere, siete anima e cuore, qualcosa che dona una vita, una vita indistruttibile.", quelle parole mi erano penetrate nella mente, chiusi la chiamata, sussurrando un "ciao" lieve quasi inudibile... una lacrima scivolò dal mio volto arrivando allo schermo del cellulare, il quale, si illuminò con una nuova chiamata le tre volte, per paura di aver sbagliato...Trent..."T-Trent...", "Si, sono io puttanella! Cosa c'è contenta di sentirmi, non sai quanto lo sono io! hahaha, cosa hai piangi? il tuo Dunky se ne è andato ti ha lasciato sola soletta?, ho mi dispiace ma stai tranquilla, non tornerà molto presto, ciao mio amore..." chiuse la chiamata ero rimasta a bocca aperta quello non era Trent, non poteva essere lui...impossibile, quella voce era carica d'odio e di vendetta, cosa mai sentita da Trent, e cosa voleva dire con "non tornerà molto presto?, che gli aveva fatto?, la mia paura era molto forte, non riuscivo a pensare il cuore mi palpitava all'impazzata, Duncan...Duncan...Era il mio pensiero fisso, che fare? io... io, non lo sapevo. 
Fissavo il tappeto della mia camera, sperando di pensare a cosa fare, ma davvero non ci riuscivo la mia mente era inondante di pensieri ma non quello giusto.
Alzai lo sguardo al soffitto, sospirando quando poi mi ritornarono in mente le parole di Duncan..."Ciao Gwen...sai, io non sono il ragazzo perfetto, anzi tutto l'opposto, lo so, ma tu sei la mia stella cadente, tu sei il mio desiderio realizzato, ho deciso di andarmene non posso restare e farti soffrire me andrò, non cercarmi, non tornerò, rimarrai sempre nel mio cuore, comunque Courtney non è incinta, stalle vicino comunque io non tornerò più e riguardo il mistero ti lascio l'orologio, so che tu lo risolverai, quando lo avrai risolto avvisami pure su facebook, ma non per altro se è per altro non risponderò, ciao mia dolce vampiretta...ti lascio questa frase..Io non tornerò tu non tornerai, ti chiedo solo di non scordarmi mai..Ciao, ti amo.", lui, lui non voleva tornare ma perchè?, dove era?, lui voleva proteggermi?, ma da cosa?, ho capito lo ascolterò continuerò le mie indagini, però non lo cercherò poi del resto Courtney mi aveva detto che sarebbe tornato, improvvisamente ero molto più calma, ma lui mi mancava, molto.... Presi, il suo orologio, presi il mio li avvicinai, forse troppo, quando premetti i due pulsanti contemporaneamente, quella luce abbagliante tornò, ma questa volta le immagini erano più chiare...



 

ANGOLO AUTRICE: QUALI SONO LE IMMAGGINI PIù CHIARE CHE VEDE GWEN? DUNCAN TORNERA DAVVERO? TRENT CHE FARA? COURTNEY NON AMA PIU DUNCAN?....RECENSITE.

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Capitolo 10
*** La morte...così vicina, così desiderata. ***


IL MARCHINGEGNO FERMA TEMPO

CAPITOLO 10


"Duncan!, noo, non tu, ti pre-prego" scoppiai in un mare di lacrime, la vita non stava dalla mia parte, ne ero certa.
Non era possibile, Duncan stava per essere ucciso da una sedia elettrica, l'ho visto, lui, quella sua pelle candida, delicata, quei occhi così limpidi, azzurri dove ti perdevi profondamente lui, la mia vita, stava per morire ed io non sapevo dove era, io non sapevo cosa gli succedeva, mi sentivo malissimo non poterlo vedere, morirà ed io-io non ci sarò, io sarò lontana.  Io lo voglio rivedere, io lo devo rivedere.


POV DUNCAN
Ora si, stavo per morire, ma non mi interessava avevo paura, si, ma non di morire, la morte non mi spaventa affatto, ho paura di lasciare lei in questo mondo, da sola, sofferente, io la voglio rivedere io la devo rivedere!


 

POV GWEN

-L'amore è irrazionale, più ami qualcuno,più perdi il senso delle cose...
Era il paradiso, ma al centro esatto dell'inferno!-

POV DUNCAN
-prometto che è lultima volta che mi vedi, non tornerò, non ti costringerò mai più ad affrontare una situazione come questa, proseguirai la tua vita senza nessuna interferenza, la morte mia, sarà come se non fossi mai esistito. Prima di te la mia vita era una notte senza luna, molto buia ma con qualche stella, punti di luce, poi hai attraversato il cielo come una meteora, all'improvviso tutto ha preso fuoco, c'era luce, c'era bellezza, quando sono sparito, la luna è scomparsa dietro l'orizzonte e il buio e tornato-

POV GWEN
-Ricordare, mi era vietato, avrei solo sofferto,dimenticare, mi faceva paura...
Amore, Vita ha significato, 
la fine di tutto...
Non ho mai pensato, come sarebbe stata la morte, ma morire per qualcuno che si ama è un bel modo di morire.-

POV DUNCAN
-Ora scapperò , ora tornerò, e ti dirò leggermente, sussurrato lievemente per paura che gli altri possano rubarmi il mio attimo più bello, ti dirò che ti amo!, ti ho amata sempre, e sempre ti amerò, ti ho pensata, ho visto il tuo volto nei ricordi, durante ogni minuto di lontananza, dirti che non ti volevo quando stavo con lei, è stato un terribile oltraggio-

POV GWEN
-Il tempo passa....ma anche quando sembra impossibile, anche quando il rintocco ogni secondo fa male come il sangue che pulsa nelle ferite...
Ti amo, più di qualsiasi altra cosa al mondo! -

POV DUNCAN
-Se fossi capace di sognare, sognerei te!
Tu sei...la persona giusta per me!.-
Scappo, senza nessuna percezione del tempo, la devo raggiungere, ora adesso, ho un brutto presentimento.


POV GWEN
mi diressi in cucina impugnai quel fitto, lungo e affilato coltello, stretto così stretto, per paura di scivolarmi io voglio morire, so, che non è quello che  vorresti tu, ma se tu muori io muoio, non posso vivere senza di te, sapendo che non ci sei più sapendo che non mi potrai donare più quelle dolce labbra sulle mie, lasciandomi abbandonare in un'eterno bacio, io morirò, ora, adesso per sempre. puntai il coltello al mio collo tremavo, piangevo la paura mi assaliva delicatamente fino a sentirla più forte, ma il mio solo pensiero sei tu, la mia vita, ormai morta, chi sà se ti hanno già ucciso? ed io, io non posso far nulla per te.
punto la punta di quel coltello al mio collo, lo sfioro solleticandomi, non ce la faccio, ma lo devo fare, colpo secco!, si colpo secco e muoio muoio lentamente, cado a terra e poi
Buio...


POV DUNCAN
La devo raggiungere, prendo un taxi, salgo e ansimante "mi porti in via ***** n° 5", mi sento scorrere le lacrime quell'orribile presentimento mi faceva male al cuore, batteva, batteva, come se non stesse battendo solo per me ma anche per lei, la paura, si, proprio quella maledetta paura si stava impossessando ancora una volta di me, ma questa volta più forte, più intensa più brutale, sussurrai a me stesso "Tu non puoi lasciarmi!"
non dovevo pensare dovevo agire, quel taxi andava così piano "Muoviti Cristo!, che ca**o di taxi è muoviti muoviti ti prego!" urlai al tassista che di colpo aumentò la velocità premendo forte sul pedale dell'accelleratore, eccomi sono arrivato, non sento nulla di strano, scendo e mi dirigo verso la porta della sua casa, impugno la maniglia e apro molto lentamente per paura di vedere quello che c'era aldilà. ed infatti mi si presentò uno spettacolo per nulla bello...lei, l-lei era a terra! con il sangue che le sgorgava dal collo, una pozza di sangue rosso lucido, chiaro le circondava il corpo.




ANGOLO DELL'AUTRICE: CIAO A TUTTI AMICI MIEI! "DICE APRENDO LA PORTA E GUARDANDO FUORI NON VEDENDO NESSUNO" ALLORA COSA NE PENSATE? BELLO, BRUTTO, STUPENDO*--*, SCHIFOSO D: DITEMI NELLE RECENSIONI, GRAZIE MILLE A TUTTI COLORO CHE MI SEGUONO, VI ADORO TUTTI KISSSS <3
Gwuncan forever

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Capitolo 11
*** Non andartene...Non ora! ***


IL MARCHINGEGNO FERMA TEMPO...

CAPITOLO 11

Lei era a terra in una pozza di sangue, il cuore non lo sentivo più mi era estraneo mi si era spezzato in gola sparendo, così, abbandonandomi.
Aveva gli occhi sbarrati con un coltello stretto tra le mani, ma lei...lei non c'era più lei aveva perso i sensi, varcai la porta prendendo il cellulare e chiamai velocemente l'ambulanza, non abbandonando mai quella speranza la quale era l'unica che mi era rimasta, Emozioni? No, le emozioni se ne erano andate lasciando un vuoto come se fossi un morto in attesa, in attesa che lei fosse ancora viva in attesa che lei restasse con me in attesa che il nostro amore sbocciasse.
La morte trasforma ogni istante in un elemento di vuoto, assenza di qualcosa che riempiva i tuoi pensieri, ed ora non c’è più.
Mi sono pentito per averla abbandonata quando me ne sono andato lasciandola fra i suoi dubbi fra le sue incertezze...

****
Me ne sono andato, lasciandogli solo una lettera, ma lei deve capire io non posso continuare ad amarla facendola soffrire, perchè lo so, il nostro amore soffrirà, lei non lo sa ma noi non possiamo stare assieme, ho paura che i nostri padri siano...siano -ingoiai rumorosamente- fratelli, sì fratelli, sto andando in Italia perchè è li che tutto è nato, lo so mio padre nacque lì, ed è lì che scoprirò il suo passato, i suoi fratelli, perche hanno entrambi dei passati uguali talmente simili che si può benissimo pensare.
E se mi fossi innamorato di mia sorella? ho paura...tremo, forse è per questo che abbiamo questo legame speciale, forse è per questo che continuo a proteggerla da tutto e da tutti, forse è davvero mia sorella. La paura mi invadeva avevo preso l'aereo 6 ore e sarei arrivato in Italia, intanto pensavo a lei, pensavo al nostro rapporto chissà come starà? o fatto bene ad andarmene?, non lo so, ma ormai non si torna indietro!

***
Eccomi sono arrivato a Milano, alloggerò per un pò da mio cugino, per la lingua? Mio padre mi aveva insegnato a parlare in Italiano, era un pò strano suonava simpatico?!, presi un taxi e mi diressi a casa di mio cugino Marco che viveva con la sua ragazza Leswhana anche lei canadese, scesi dal taxi e raggiunsi casa di mio cugino suonai rumorosamente, era un condominio color giallo limone, fino a che la porta non si spalancò e mi apparse la forma di mio cugino il "Belloccio della famiglia", ma secondo me sono meglio io!, Salutai dolcemente per poi avanzare mi accomodai su un comodo divano e vidi arrivare mio cugino...
"Ehi Duncan!, come stai?, Come va la vita li in Canada?"
"Tutto bene, cugino, tu piuttosto come va con la ragazza?"
"Si, tutto bene il solito...la conoscerai presto sta tornando da lavoro!"
"Bene!, Io intanto se non disturbo mi andrei a fare una doccia..."
"si, certo vai pure è in fondo a sinistra!", Mi diressi nella porta indicata da mio cugino, entrai e mi concentrai sul bagno osservandolo tutto da cima a fondo lentamente, fino a che mi soffermai su un lavandino piccolo ed esclamai urlando diretto a mio cugino "Avete anche il lavandino per i nani?!" Lui scoppiò in un'incredibile risata fortissima, io lo guardavo stranito, lui mi si avvicinò posandomi una mano sulla spalla trattenendosi dalle risate, "Bella questa cugino, lo so, che voi non li avete ma questo non è un "lavandino per nani" disse mimando con i gesti le virgolette "è sì un lavandino,  ma non per nani li ci si lava, si chiama bidè!" disse ancora ridendo "Oh, capisco!" dissi ancora non capendo, pulirsi? ma non c'era già la doccia per questo?!.
Poi se ne andò, io entrai nella doccia e mi lavai pensando sempre a lei solo a lei...

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Passò un giorno io avevo già fatto conoscenza di Leswhana, una ragazza abbastanza robusta di color meticcio con delle forme grosse che le si intagliavano sul corpo, ero in salotto e parlavo con mio cugino quando mi decisi a parlare del motivo per cui ero lì chiedendo di mio padre, "Senti, volevo chiederti del passato di mio padre, tu ne sai qualcosa?" "No, io non so nulla, ma dovresti chiedere a mio padre solo che lui ora si trova negli Stati Uniti."
"Bene, allora andrò lì!"Si, andrò li, prenderò un'aereo domani mattina io voglio scoprire il passato di mio padre così da capire tutto e chissà che non centrino pure quei orologi ? Che avevamo io e Gwen, già anche quei orologi chissà cosa nascondono dietro...
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Mi svegliai alle 6.00 del mattino per prepararmi le valigie, visto che il volo era previsto per le 8.00. Scesi dal letto e mi stiracchiai molto lentamente, e mi diressi verso il bagno per lavarmi e cambiarmi, ci misi 20 minuti e quando uscii trovai le mie valigie già pronte, mi voltai per vedere chi me le avesse preparate e davanti a me c'era una cameriera di nome Bregette, bionda, occhi verde prato, amante del mare, vegetariana e animalista era molto carina aveva un fisico semplice con un accenno di forme. Gli sorrisi per ringraziarla e lei ricambiò per poi voltarsi e andarsene al di là della porta scomparendo, distolsi lo sguardo fisso alla porta e tornai alla realtà erano le 6.40 avevo tempo di fare colazione e rilassarmi un pochino, così scesi dalle scale ma come previsto per la troppa velocità intrapresa nel scendere le scale caddi rumorosamente, attirando così l'attenzione di Marco il quale si trovava nel salotto, si alzò con aria preoccupata fino ad accostarsi davanti a me ridendo, io lo guardai in un primo momento confuso poi arrabbiata, strinsi i pugni fino a che non arrivò Bregette a darmi una mano per rialzarmi, così mi ripulii e mi rivolsi con aria minacciosa a mio cugino, "Cos'hai da ridere, vergognati brutto str***o", mi guardò male per poi accennare un lieve sorriso, "Senti non ho voglia di discutere, sappi che ti ho prenotato una stanza in un motel per una notte ad Louisana è una cittadina dei Stati uniti è lì che vive mio padre" disse lui voltandosi per prendere i biglietti dell'aereo e la prenotazione nel motel, "Oh, grazie! Beh allora io vado, siete stati fantastici, grazie per tutto davvero!", li salutai e varcai la porta...chissà che sarebbe successo, chissà cosa avrei scoperto al di là...

ANGOLO DELL'AUTRICE: Hello! Gente, come state? Come sono andata?! Spero bene, se si o no..Recensite, seguite e preferite Grazie a tutti per il sostegno! Scusate per il ritardo ma la scuola non mi da tregua T.T<3

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