Johanna Mason

di Richhh
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fumo e morte ***
Capitolo 2: *** Bombe ed odio ***
Capitolo 3: *** Che i giochi abbiano inizio. ***



Capitolo 1
*** Fumo e morte ***



Fumo e morte

L’odore della legna bruciata del cammino mi costringe ad alzarmi dal letto. Dalla finestra riesco già a vedere le sagome della gente con l’ascia sulle spalle, devono essere le 9:00 e questa l’ora di punta nella quale i falegnami si incamminano nella fitta foresta a est del distretto per raccogliere la legna. La maggior parte di essi la baratta al mercato del centro città poiché non penso che un paio di tronchi riescano a sfamare un’intera famiglia. Esco dal letto e mi incammino in cucina ormai impolverata da anni. Mio padre dopo la morte di mia madre sta fuori tutto il giorno e riesce al massimo a portare a casa qualche verdura o carne selvatica barattata con il legno. Ormai mio padre e come se non esistesse so che tiene a me perché già il fatto di portare il cibo in casa è un buon gesto ma adesso come adesso in questi tempi tanto vale morire prima di soffrire o avere ritorsioni. La bacinella piena d’acqua era sopra al tavolo; Mi lavo la faccia mi metto la giacca appesa davanti alla porta ed esco fuori di casa. Il profumo di legna bruciata che sentivo prima veniva proprio dal mercato, di solito non bruciano mai legna al mercato se non per casi estremi quando fa troppo freddo ma era una giornata tiepida e si stava tranquillamente bene fuori casa. Mi incammino verso il mercato correndo, la brezza del mattino mi pervade il viso ma non ci faccio caso ero curiosa di scoprire di quella legna bruciata; Più mi avvicinavo più le voci alte del mercato si facevano più forti quando arrivai una massa di gente agitata andava in bancarelle in bancarelle per impadronirsi di cose non loro senza pagare. I falegnami che ormai dovevano essere ai confini della foresta erano lì ad urlare parole da me incomprensibili, non capivo cosa stava succedendo la situazione di stava aggravando sembrava una rivolta civile in un semplice mercato. Insieme alle urla si aggiunse un altro suono quello delle ruote sulla ghiaia che portava al mercato. Due macchine si accostarono violentemente ai confini del mercato. Le urla si erano placcate. La portiera di una macchina si aprì scoprendo il volto di un pacificatore. Insieme a lui altri 6 gli andarono in coda. Il mercato si stava spopolando; Poi in quel momento realizzai una cosa, mio padre.
Mio padre doveva essere lì in quella massa di gente visto che a quanto pare i falegnami oggi hanno deciso di fare festa. I pacifictori si fecero largo nella massa insieme a dei lunghi bastoni di ferro le cui estremità regnava ogni 2 secondi una scossa di elettricità. Il mio cuore batteva a mille io ero lì immobile a guardare e mio padre a quanto pare era lì in mezzo a quella massa e quei pacificatori avevano di sicuro istinti omicidi. Corro verso il mercato a più non posso con la speranza di cercare mio padre. Poi una voce rauca parlò – BASTA! Avete 10 secondi per spiegarmi il motivo di questa rivolta civile. O ne subirete le conseguenze. –
Non capivo più niente nella folla  viaggiavano molti sussurri e ululati di stupore, nessuno aveva il coraggio di parlare eccetto uno. – AL DIAVOLO! TU E LA TUA GENTE! – Riconobbi subito quella voce era mio padre. Sapevo cosa aveva fatto, insultare una delle autorità più alte del paese o disobbedire riportava gravi conseguenze. Prima che i pacificatori potessero ribattere corsi verso la voce di mio padre – Papa! – Lo trovai – Johanna, ferma lì –I pacificatori spostarono lo sguardo vero di me – Johanna che bel nome – Disse un pacificatore con tono sarcastico. – Nome? – Adesso si rivolse verso mio padre – Bhe ormai in questi tempi il nome non vale più niente di conseguenza non ne vedo l’utilità – Rispose mio padre. La gente attorno era stupita e allo stesso tempo spaventata – Gli e lo chiedo una seconda volta, NOME? – Mio padre continuò a guardarlo con sguardo di sfida. – bene a quanto pare qua c’è gente che ha voglia di giocare. TUTTI NELL VOSTRE CASE! OGNI PERSONA TROVATA FUORI DA ESSA SARA’ GIUSTIZIATA SUL POSTO. Quanto a lei signor “ il nome non vale più niente “ viene con me. – Il pacificatore prese per la spalla mio padre. Ero in preda al panico. Sapevo cosa volevano farli. – PAPA’! – Lui si voltò verso di me poi spostò lo sguardo verso un’uomo molto alto e annuì. – Johanna ci vediamo per cena! – sapevo che non era vero. Incominciai a correre verso di lui ma il signore alto mi bloccò. Diedi strattoni a più non posso urlando il nome di mio padre. Lui e i pacificatori. Svolatarono l’angolo che portava verso la piazza. Poi un colpo elettrico e i corvi posati sulle case volarono più veloce che potevano. 

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Capitolo 2
*** Bombe ed odio ***


 Sono distesa sul letto di casa mia e guardo il soffitto ormai pieno di muffa con aria di impotenza. La cucina è occupata dall’amico di mio padre, a quanto pare era un suo collega di “ Lavoro “. Dopo il colpo elettrico il mercato si è spopolato subito, ognuno è andato nella propria casa eccetto me e il collega di mio padre. A quanto pare si chiama Briec, bel nome. Briec mi teneva salda nelle sue braccia dopo la scossa. Piangevo a dirotto e urlavo. L’unica mia speranza di vita se ne era andata in quel momento. Adesso non ho nessuno per cui vale la pena amare. Sono sola. 
- Johanna…Ti va una tisana? – Briec irruppe nella mia camera con un vassoio da thè, più che un’adulto sembrava un ragazzino solo un po’ più grande di me. Annuì come risposta anche se sapevo che una tisana sarebbe stata l’ultima cosa che avrei voluto avere in quel momento. Briec parlò – Ok  - Posò il vassoio sulla sedia davanti al letto.e iniziò a parlare, aveva un tono molto serio e anche una bella voce. – Johanna…Tu sai perché di quel casino al mercato? – Scossì la testa, lui assunse uno sguardo complice – Tuo padre aveva guidato una rivolta contro il mercato insieme a noi falegnami perché voleva e penso come tutti gli altri che la situazione cambi. Credo che tu sappia cosa è successo al Distretto 13…- annuì nuovamente – Il fatto è che non possiamo più vivere in queste condizioni. Tuo padre era diventato un’ideale di vita per tutti noi. Era andato al mercato proprio per attirare l’attenzione dei pacificatori...Era tutto organizzato capisci? Mi aveva detto di curarmi di te e mi ha lasciato questo. – Briec mi porse un foglietto. Lo aprì con il cuore che mi martellava a mille.
                                
                           
                                              Johanna so che in questo momento stai leggendo questo biglietto   
                           E prima che tu ti metta a piangere vorrei dirti due cose. La gente muore, la vita non ha più senso
                           Capisci? Ho guidato per due settimane tutti i dipendenti del distretto 7 perché noi siamo schiavi
                           Di questo mondo. Quello che è successo oggi l’ho fatto di mia volontà  era tutto progammato.
                           Spero che il mio amico Briecs ha fatto il lavoro che doveva fare per me ovvero quello di proteggerti
                          Anche perché adesso non saresti qui a leggere il biglietto. Ti spiegherà meglio lui almeno lo spero.
                          Johanna ricorda che le speranza c’è sempre, hai sedici anni il tuo nome in quella maledetta boccia
                          Potrà spuntare da un momento all’altro e domani è la mietitura e se nel caso spuntassi ricorda una  
                           Cosa. La strategia è tutto anche la recitazione e soprattutto nessuna pietà la gente che ti sta attorno
                           E soprattutto la gente del nostro regime scommette e gioca su di te. Fai vedere veramente chi sei.
                                                                        Ti voglio bene bambina mia.
                           
                         P.s  Spero che la bomba sia scoppiata.


Quando finisco il biglietto realizzo che sto piangendo in una maniera mai successa. Briec mi guarda con gli occhi lucidi. Penso che lui sappia cosa si prova. Mio padre ha ragione dobbiamo combattere. Mi prometto di non piangere. Mi prometto che devo combattere per tutti coloro che soffrono, devo essere astuta e intelligente. Basta morire, la vita è morte assicurata. Spero solo di comparire in quel fottuto biglietto e che mi portino negli Hunger Games così almeno avrò uno scopo di vita ben preciso. Fargliela pagare come voleva mio padre. Umiliandoli.
- Ok. Grazie Briec – Mi asciugai le lacrime – Ma c’è una cosa che non mi è chiara. Qua parla di una bomba…-
Briec assunse un’area interrogativa e allo stesso tempo stupita – Bomba? Io non so di nessuna bomb…-
Briec venne interrotto da un suono acuto proveniente dalla cucina, ci alziamo di colpo e ci dirigiamo verso la cucina. Il proiettore era acceso. Lo stemma di capitol City regnava sulla parete ed ecco un’uomo dai capelli con sfumature rosa-viola che iniziò a parlare. La nostra attenzione si spostò su di esso.

- Buonasera a tutti voi abitanti di Panem. Volevo informarvi che lo stilista Harrison ha stilato un  nuovo spray per capelli con le sfumature che si adattano all’umore della gente!…-
 
La mia faccia si fece così omicida che avrei sbattuto quel proiettore in faccia a Capitol City. Il conduttore sta ancora parlando di cosmetici all’ultima moda, mi sto per dirigere verso la mia camera quando finalmente il conduttore passò alle notizie del giorno.

- Ma adesso passiamo veramente alle nostre notizie. Nel tardo pomeriggio una pattuglia di pacificatori si stava dirigendo verso Capitol City quando una bomba fece saltare in’aria il treno…-

Il mio sguardo assunse un’aria stupita e adesso riuscivo  a capire.

- Secondo i nostri ricercatori la bomba era stata piazzata nove ore prima dell’esplosione. La bomba era stata incastrata nella giacca di uno dei pacificatori di pattuglia. Quindi si suppone che un civile del distretto 7 ovvero proprio il posto da cui la pattuglia si stava congedandogli e l’abbia attaccata preparando un countdown di nove precise. A questo punto ci appelliamo a tutti voi e in modo particolare al distretto 7. Una rivolta non è proprio quello che ci vuole in questi tempi, quindi se volete la guerra…Che guerra sia.-

L’immagine dell’uomo scomparve e al suo posto regnava nuovamente il segno di Capitol City.
Spostai lo sguardo verso briec – Credo che sappiamo già la risposta alla mia domanda –
Lui mi guardo sorridendo. – Già, sei pronta per domani piccola guerriera? –
Assunsi anch’io un sorriso ma finto – Certo. – 
Dopo mezz’ora mi sono diretta al letto, ho assicurato Briec che sarebbe andato tutto bene. Mi sdraio sul letto e mi immergo nei miei pensieri con la paura di non riuscirne più ad uscire.

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Capitolo 3
*** Che i giochi abbiano inizio. ***



La luce mattutina filtra dalla finestra di casa.  Non ne sono disturbata questa notte non ho dormito per niente. Non ho fatto altro che pensare a mio padre e alla mietitura. LA MIETITURA! Mi alzo e mi dirigo verso la finestra. Alzo lo sguardo verso il cielo. Nuvole. Il sole non mi aiuta a capire che ora è. Vado in cucina Mi lavo la faccia  e il corpo con la bacinella. Subito dopo mi dirigo verso il mio armadio. Ho pochi vestiti e ormai è un classico che uso sempre lo stesso vestito delle mie ex-mietiture. Il vestito ha un color beige non è tanto lungo ne tanto corto mi arriva più o meno un po più in la della vita. Le spalline sono arricciate sulla parte sinistra del vestito c’è una piccolissima ricamatura fatta da mia mamma quando era ancora viva, diceva : ‘ Stay Strong ‘.  Ogni anno mettevo giacchetta nera sopra per coprire la scritta ma oggi non lo farò. Mi dirigo verso la porta. Mi guardo attorno e comincio a pensare al fatto di non rivedere mai più questa casa. Basta pensieri!. Esco di casa e a pochi metri da me vedo briec con una maglia azzurina-celeste e un paio di pantaloni neri. I suoi occhi isi intonavano perfettamente con i capelli e la maglia.Solo adesso riesco a vedere quanto è carino. 
- Buongiorno! – iniziò Briec. – Oh quanta allegria! – Risposi io in tono sarcastico. Lui mi sorrise e io feci altrettanto.
Che ora è? – Chiesi io – Credo siano le 11:30 sono uscito di casa un quarto d’ora fa – Mi rispose lui. – Bene, faremo meglio a incamminarci verso il palazzo di giustizia. – Ok – Rispose Briec
Mentre mi incamminavo notavo quanta allegria c’era nella gente. Ovviamente è ironico. Le case sono sbarrate e la poca gente che c’è è triste soprattutto le madri. La maggior parte di esse ha gli occhi lucidi lro soffrono. E io non posso fare niente, sono impotente. Cammino più velocemente e Briec mi sta al passo. Quando arriviamo davanti al palazzo di giustizia notiamo quanti pacificatori erano lì di pattuglia. E a quanto pare dalla fila che c’era davanti alla piazza c’era un controllo prima di entrare. Faccio la fila insieme a Briec. Lui mi guarda, anch’io lo faccio. E’ il suo ultimo hanno di mietitura ha 18 anni e se lui verrà eletto io non avrò il potere di salvarlo. Aveva l’aria intimorita. Mancava una persona e poi toccava a me il controllo. Faccio un passo avanti. Il pacificatore mi prende per le braccia – Alza le mani. – Obbedisco esitando per un momento. Inizia a perlustrarmi il corpo con una specie di Metal detector. Avranno rafforzato la sicurezza per la bomba di mio padre. – Puoi passare – Disse il pacificatore facendosi largo verso la sua sinistra. Entrai nella piazza nella quale regnava il silenzio. Presi posto nella folla aspettando Briec. C’erano un paio di trafficati di telecomunicazioni che aggiustavano le svariate attrezzature audio. Un ragazzo dagli occhi blu oceano mi guardò con aria triste, stava sul palco ad aggiustare i fili dello schermo gigante accanto al palazzo di giustizia. Il ragazzo era giovane avrà avuto 20 anni. Continuava a guardarmi. Cos’ha da guardare. I suoi occhi si fecero pieni di lacrime. Non capisco cosa abbia.  – Hei tu! Tra un quarto d’ora si inizia con la mietitura e tu sei qua a non fare niente! – Un pacificatore arrivò da dietro il palco. Si riferisce al ragazzo che mi sta guardando; Continua a fissarmi. Da dietro di me arrivò Briec con aria interrogativa – Johanna ci sei? – Distolsi lo sguardo dal ragazzo sul palco e mi giro verso Briec – Lo vedi quel ragazzo? Mi fissa e piange…- Briec sposta lo sguardo su di lui, adesso era impegnato nuovamente ad aggiustare l’attrezzatura. – ne sei sicura? – Mi domanda Briec . – Mi stai prendendo per stupida? Mi guardava e gli occhi gli stavano per lacrimare – Rispondo io. – Bhe, è giovane, l’avranno di sicuro pescato dal distretto 3. Dalla faccia si capisce che è spaventato.- Adesso lui mi guarda e io faccio lo stesso – E’ un senza voce Johanna..- Aggiunse lui con un tono di disapprovazione. – Fantastico, adesso Capitol City inizia a sfruttare la gente per i loro scopi idioti, d’altra parte è sempre quello che hanno fatto. – La piazza si stava facendo man mano sempre più piena. La gente intorno a me è spaventata alcuni hanno le lacrime agli occhi. E adesso in questo momento realizzo che questa prospettiva mi turba molto. Le porte del palazzo di giustizia si aprono fragorosamente ed ecco il Sindaco. Un’uomo basso dai capelli neri e gli occhi marroni. Si dirige verso il microfono con movimenti non tanto eleganti noto.
Abitanti del distretto 7...- Ha una voce molto rauca, sembra che abbia mal di gola a dir la verità. – Noi ben sappiamo perché quest’oggi siamo riuniti tutti qui, abbiamo superato gli anni bui,,,-  Ormai sento questa cantilena da 4 anni, non ci presto manco più attenzione – Bla bla bla. – Sussurro tra i denti. Briec fece uno sbuffo di risata sotto i baffi e mi guardò. – Ti eccita molto questo discorso vedo – Disse lui con aria divertita – E’ quattro anni che sento questa cantilena, dio. Mi sembra il minimo. Tra meno di 10 secondi dirà ‘ E possa la fortuna essere sempre a vostro favore ‘.  Dissi io sussurrando con aria sarcastica. – E possa la fortuna, essere sempre a vostro favore,- Concluse il suo discorso e girò i tacchi dirigendosi verso l’angolo destra della porta del palazzo di giustizia, - Ti pareva …-
Briec per poco non rideva quando una figura in fondo alle porte del palazzo si incamminava verso il palco. Una donna al quanto alta per via dei tacchi rosa si ergeva dinanzi a noi. Aveva l’acconciatura con le sfumature di colore che cambiavano in base all’umore, proprio quel tipo di spray che aveva messo il conduttore televisivo l’altra sera.. Sto per vomitare. Si è fatta un bagno nel trucco questa. Si incamminò verso il microfono con aria compiaciuta. Quando arrivò si schiarì la gola. – Benvenuti, benvenuti alla 71° esima edizione degli Hunger games. Ringrazio il sindaco qui presente per le meravigliose parole dette-  La testa si sposta verso il sindaco e quest’ultimo fece un inchino molto breve in segno di gratitudine. – Ma adesso basta perderci in chiacchiere. Quest’oggi avremo un tributo femmina e uno maschio che avranno l’onore di partecipare a questi splendidi giochi! – La mia mano si sposta verso quella di Briec, lui me la stringe forte in segno di sicurezza. Il cuore mi batte a mille. – Come sempre, prima le signore!- Il corpo della donna si dirige verso la grande boccia che si ergeva su un piedistallo di metallo. La sua mano roteò all’interno di quest’ultima prendendo il biglietto. Ritornò alla postazione iniziale. Si schiarì la gola e aprì il biglietto.
- Johanna Mason! –
 

                                                                                       **
Penso di avere due opzioni ben precise, o esplodere direttamente oppure andare in bagno a vomitare. Quando il mio nome venne enunciato dalla donna tutta rosa e viola Briec fece un sussulto di spavento, mi guardò e mi abbracciò .Mi disse che sarebbe andato tutto bene e che avrei vinto. Non sapevo che altro dire a  parte ringraziarlo di tutto quello che aveva fatto per me. Mi allontanai da lui con il cuore che martellava a mille e mi feci largo nella folla. La donna sul palco mi disse con la sua voce squillante di salire  con un gesto di mano elegante. Mi misi accanto a lei ed enunciò con gioia il mio nome. Le facce della gente sotto di me erano tristi alcune piene di speranza perché sapevano che non ci sarebbe stato a parte me nessun altro tributo femmina.  Subito dopo la donna si ergeva davanti alla boccia dei tributi maschi ed enunciò il nome del tributo. Mike atton. Non lo avevo mai sentito nominare, Era la prima volta che ci eravamo incontrati. Salì sul palco. E La donna  gioì. – Ed ecco qui! I tributi maschi e femmina dei settantunesimi Hunger Games! E possa come sempre la fortuna essere a vostro favore. – Io e Mike fummo scortati fuori dal palco e rintanati in due stanze diverse per ricevere visite l’ultimo mezz’ora.  Non mi aspettavo che qualcuno a parte briec venisse, ma non fu così. Il primo ospite che ebbi fu un’uomo, doveva avere l’età di mio padre o forse anche di più, mi rassicurò che sarebbe andato tutto bene e aggiunse anche che mio padre era un grand’uomo. Poi venne scortato dalla stanza e subito dopo arrivò Briec. Era affiatato e spaventato allo stesso tempo – Johanna ascoltami. – Mi prese per le spalle e iniziò a parlare – Usa l’ascia per qualsiasi attacco o contrattacco, tuo padre mi ha detto come la maneggi e quella sarà la tua carta vincente…- Non finiva più di parlare e non faceva altro  che darmi consigli. – Si astuta e furba, devi far capire gli altri quella che non sei veramente, fingi di essere debole e priva di talenti…In questo modo ti consideranno come una preda facile, ma in caso di attacco non dovrai esserlo…- Lo abbracciai forte al mio petto – Grazie Biec, grazie davvero. – Un pacificatore irruppe nella stanza e portò via Briec – Ti voglio bene! – Furono le ultime parole di Briec e io non sarei mai riuscita a dire che per me era lo stesso.
Non ricevetti più altre visite.  Fui scortata in un treno le quali stanze erano fatte di materiale mai visto. Era una sorta di legno e ai miei piedi troneggiava un pavimento morbido dal colore azzurro. Ma poi arrivammo al pezzo forte. Una piramide di cibo si ergeva sul tavolo della sala da pranzo piena di piccole torte e della roba marroncina che colava su di esse. Nel tardo pomeriggio conobbi il mio mentore, un’uomo idiota dai capelli unti e marroni e aveva uno sguardo così pallido che sembrava uscito da una cella frigorifera. Nessun consiglio di sopravvivenza. Lui mangiava e io feci lo stesso la sera. . Dopo cena andai nella mia camera in cui un comodo letto troneggiava al centro della stanza. Mi ci sdraiai subito e qui comincio a realizzare che l’idea di scoppiare non mi attizzava molto. Ho passato tutta la notata in bagno a vomitare tutte quelle schifezze . Almeno sapevo di non fare nessun incubo quella sera. Ma non fu così.

                                                                           
                                                                                       **
AAAAAAh! – Mi sveglio di colpo nel mio vagone. Sono tutta sudata fradica, i capelli appiccicati al viso e l’interno della guancia sanguinante. Mi alzai e andai nel mio bagno privato. Nessuna bacinella piena d’acqua solo una specie di coppa in ceramica sulla quale c’era un tubo d’acciaio da cui usciva dell’ acqua. Mi lavo la faccia e inizio a pensare all’incubo. Non ricordo molto. Solo sangue… . Un suono acuto proviene dalla camera da letto. E’ Mike che bussa alla porta. – Johanna ci sei? – Mi domanda lui dietro la porta  - Hem.. Sì…- Cerco di infilarmi il vestito di ieri e apro la porta – Dimmi. – Mike si sofferma un’attimo a guardarmi da capo a piedi – Hem..tutto bene?..- Dice lui con tono meravigliato. Non ha tutti torti a chiedermelo sono in uno stato pietoso – Scusami, mi sono appena svegliata..Cosa vuoi? – Contro ribatto io. – Bhe è quasi l’una e il nostro mentore ci aspetta nella sala da pranzo…- dice portando la testa verso il fondo del corridoio. – Ok arrivo subito- Chiudo la porta e mi dirigo in bagno. Entro in una cassa trasparente dentro la quale si ergono 20 pulsanti diversi con diversi funzioni. Quando schiaccio un pulsante l’acqua calda mi pervade il corpo insieme a del bagno schiuma al Limone. Quando esco dal marchingegno mi asciugo e mi dirigo velocemente verso l’armadio. Una varietà di vestiti troneggiavano davanti ai mie occhi,scelsi velocemente un vestito molto semplice dal colore beige. Esco dalla stanza con i capelli non del tutto asciutti. Ed entro nella sala da Pranzo. Qu c’è Mike seduto accanto al nostro mentore. Si è lavato i capelli. Facciamo progressi. – Buongiorno. – Dissi io. – Buongiorno – ricambiarono loro in coro – Siediti  a fare colazione su. – Accettai l’invito di Tyson, a quanto pare si chiama così. – Cos’è questa? – Mi trovo davanti una bevanda densa marrone fumante – Cioccolata calda è buona. – Mi rispose Mike compiaciuto. Ne diedi un sorso. Aveva ragione era buona. Posai la tazza e mi rivolgo a Tyson. – Bene. Mi sembra che sia l’ora di fare il tuo maledetto lavoro…Darci consigli. – Tyson si voltò verso di me con’aria meravigliata – Oh che carateraccio! Perché scaldarsi tanto, abbiamo ancora tempo! – Diede un morso ad un biscotto – Ho detto che devi iniziare a fare il tuo maledetto lavoro. E se non ti decidi a farlo. Le probabilità che tu sopravviva prima di scendere da questo treno sono pari all’1%- Dissi io in modo scontroso. Tyson fischiò ridendo – uuh abbiamo una Iena a borodo!- Rise nuovamente – Vuoi davvero un consiglio? Si la persona che non sei veramente. E un trucco molto efficace di base. – ha ragione, è la terza persona che mi dice la stessa cosa. Deve aver vinto la sua edizione probabilmente grazie a questo metodo. – Quanto al cibo?- Domandai io – Oh guarda, c’è né la tavola piena – Fece una risata soffocata. Stavolta Mike parlò – Credo che la raccolta di provviste dipenda dalla struttura dell’arena.- Sposto il mio sguardo verso Mike. – ben detto Mike, ben detto. – Disse Tyson.
Una voce squillante arrivò dal fondo della sala – Bonjour mes fleurs! Secondo il macchinista saremo a capitol City in meno di 10 minuti! – Adesso portava una nuova acconciatura color azzurra – Oh, Pearly! Buongiorno! – Esclamò Tyson – Oh ciao, Tyson…- Disse lei con tono disgustato. .- Oh, Johanna!- si incamminò verso di me con area superba. Mi porse la mano – Piacere Pearly!- esclamò – Salve.- Dissi io con tono serio.  Ad un certo punto la stanza si fece buia. Il treno era entrato in un Tunnel a quanto pare e poi subito dopo all’orizzonte dal finestrino si riusciva a vederla, capitol City. Edifici in acciaio e grattacieli si ergevano per tutta la città – Eccociii! – Urlò Pearly eccitata. – Oh,Johanna vatti a cambiare con quel vestito sei orribile!-

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Ok, Ci vediamo col prossimo capitolo, spero vi sia piaciuto C: Baci!

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