Era il nostro destino incontrarci...

di Lucienn83
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il mio angelo personale ***
Capitolo 2: *** JungSu e Kyuhyun ***
Capitolo 3: *** Una nuova amicizia.. ***



Capitolo 1
*** Il mio angelo personale ***


JungSu era un bambino solare, lo era sempre stato. Amava giocare, rincorrere le farfalle e tirare calci ad un pallone, ridendo di cuore. Ma era sempre stato solo.

Nel suo quartiere non vi erano altri bambini, ma a JungSu non importava, aveva un sacco di amici immaginari, e la sua indole era talmente buona che si ritrovava a giocare anche con farfalle, insetti vari e con qualunque cosa si muovesse.

Non era mai andato a scuola, perchè la sua salute cagionevole non glielo permetteva. Ma a lui non importava, perchè gli insegnava tutto sua sorella che a scuola ci andava.

Poi un giorno le cose cambiarono.

 

“Caro, non pensi sia il caso di iscrivere finalmente JungSu a scuola? Ormai la sua salute è migliorata e io vorrei che si facesse degli amici” disse la mamma di JungSu al marito.

“Si credo che sia il momento!”

 

E così anche JungSu cominciò ad andare alla scuola elementare.

 

La scuola gli piaceva, era un bravo bambino, diligente e tutte le maestre lo adoravano per la sua naturale propensione alla quiete e alla dolcezza.

E JungSu, nonostante non avesse fatto amicizie così strette, era felice. Anche se all'uscita da scuola vedeva tutti quei gruppi di bambini che si prendevano per mano e tornavano a casa insieme, chi saltellando, chi canticchiando, e si chiedeva cosa si provasse. Si diceva che anche a lui sarebbe piaciuto.

 

 

Un trasolco...mmmmh..no..un tarsoloco...no, non era neppure così … un trasloco. Si ecco! Era quella la parola difficile che non riusciva mai a dire.

Loro avevano fatto un trasloco.

Avevano una nuova casa, e lui aveva una nuova stanza. Tutta per lui. Senza la sua noona. Era stato felice! Anche se la notte tutto solo, doveva farsi accendere la lucina azzurra per poter dormire.

La sua mamma lo portava al parco tutte le mattine, e lui giocava da solo, alle volte sulle altalene, alle volte invece stava seduto sotto l'albero con uno dei suoi libri illustrati sulle gambine, mentre la sua mamma faceva le cose da mamma con altre mamme.

Era un bimbo chiuso. Non osava avvicinarsi agli altri bambini. Nessuno di loro gli ispirava fiducia. Sempre a spintonarsi e a farsi male. Lui aveva paura a farsi male e non voleva piangere davanti a quegli sconosciuti.

Tutte le mattine mamma lo portava al parco e lui seduto guardava la strada e vedeva altri bambini più grandi che con gli zaini in spalla andavano in un luogo fantastico. Si, perchè se ci andavano correndo e ridendo, doveva essere proprio un luogo fantastico.

Ma per sicurezza chiese a sua sorella.

“Noona, ma dove vanno tutti quei bimbi cosi felici?”

“Ah, vanno a scuola. Ma non è un bel posto. Lì ti costringono a fare i compiti e non puoi giocare e le maestre ti sgridano.” Rispose lei prendendolo in giro.

“Capisco, allora non voglio andarci” disse il piu piccolo serio. E poi rivolgendosi alla mamma “Omma, io a scuola non voglio andarci!”

La mamma lo guardò senza capire, per poi ridere “Ma a scuola ci vanno i bambini grandi, tesoro!”

 

Ok, era salvo. Ora doveva solo escogitare un piano per non diventare un bambino grande e non andare a scuola!

 

Tutti i giorni andava al parco con la mamma. E la sua vita era felice così.

Ma una mattina assolata vide qualcosa che lo catturò completamente.

Un bimbo, più grande di lui, camminava solo con lo zainetto in spalla. Un grande sorriso dolce e capelli castani che brillavano al sole. Rimase affascinato.

Lo vide la mattina dopo, e quella dopo ancora, e così passarono i giorni, le settimane e i mesi.

Ormai non poteva cominciare la sua giornata senza vedere passare quel bimbo. Lo osservava dall'altalena finchè non spariva dalla vista e poi poteva essere felice. Si perchè vedere quel bimbo lo rendeva felice.

 

Ormai aveva 4 anni. E la temuta scuola era vicina. Ogni suo piano di non diventare un bambino grande era fallito.

Non sapeva più cosa fare, quindi piangeva disperato nella sua cameretta, senza voler parlare con nessuno.

 

 

 

“Non so cosa fare con mio figlio. Non vuole andare a scuola e piange e basta. Sono disperata” disse la madre del piccolo ad un'altra mamma.

“Forse non vuole andare perchè non conosce nessuno. Cosa ne pensi se gli presentiamo mio figlio JungSu? Lui ama la scuola e magari, visto che è più grande, lo può convincere” rispose l'amica.

“Va bene proviamo”

 

 

“Tesoroooooooo, scendi che la mamma ti ha preparato la merenda!”

“No omma!” Urlò il piccolo tra le lacrime.

“Scendi che ho una sorpresa per te”

 

Il piccolo si fece finalmente convincere e quando entrò in cucina, con gli occhioni pieni di lacrime, rimase parallizzato alla vista che gli si pose davanti.

 

Seduto su di uno sgabello della cucina, illuminato dai raggi di sole che entravano dalla finestra, stava quel bimbo che lui guardava ogni mattina.

Spalancò la bocca per la meraviglia, stropicciandosi gli occhietti più e più volte.

“Ciao, io sono JungSu” disse l'angelo. Oh si, perchè ormai lui credeva che quello fosse un angelo.

“K-KyuHyun” rispose timidamente il più piccolo arrossendo di colpo.

 

E l'angelo sorrise. Sorrise a lui. E il piccolo si perse in quel sorriso.

 

“La mia mamma mi ha detto che non vuoi andare all'asilo, nè a scuola. Io ci vado. A me piace tantissimo.”

Il piccolo KyuHyun ci pensò su un attimo. “Allora ci voglio venire pure io!” rispose convinto.

 

E di nuovo l'angelo rise. E a KyuHyun sembrò di essere in paradiso.

 

“Ok. Allora facciamo così. Tu devi andare all'asilo e io alla scuola elementare. Tutte le mattine ti accompagno e poi ti vengo a prendere. Vuoi?” chiese Jungsu timidamente.

“SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII” urlò di gioia il più piccolo. Ma poi si fermò a pensare alle parole della sua noona e si rabbuiò.

“A cosa pensi?”chiese l'angelo.

“Io... ecco...ho paura di andarci” disse in un sussurro KyuHyun. Odiava ammettere di avere paura.

“mmmm... ascolta Kyu.. posso chiamarti Kyu?...ora siamo amici. Ti aiuterò io con tutto mi prenderò cura io di te. Se qualcuno ti da fastidio ci penserò io. Puoi fidarti di me! Non sarai più solo” disse tutto d'un fiato e alzatosi andò vicino al più piccolo prendendolo per mano.

 

Voleva davvero tanto essere amico con quel bimbo piccolo e dolce, vedeva i suoi occhioni guardare i bambini che andavano a scuola ogni mattina. Vedeva quel bambino solo sull'altalena e gli si stringeva il cuore. A scuola pensava a tutto quello che avrebbe potuto insegnargli e ai giochi che potevano fare. E ogni suo pensiero era diretto a veder felice quel piccolo dolce bambino.

 

Ma anche Kyu era felice. Anche lui ora non era più solo. Ora aveva il suo angelo personale e voleva solo stare con lui e diventare davvero un bimbo grande, per non lasciarlo andare mai più.

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Capitolo 2
*** JungSu e Kyuhyun ***


Era ormai un anno che Kyu andava all'asilo. E ci andava con JungSu tutte le mattine. E questo lo aveva cambiato, non era più il bimbo solitario ed insicuro di prima. Giocava anche con gli altri bambini, ma correva sempre da JungSu alla fine della mattina, perchè solo con lui si sentiva davvero tranquillo e sicuro. Ma se per caso il più grande non ci andava, allora neppure Kyu ci voleva andare.

Come quella mattina. JungSu aveva la febbre e il piccolo Kyu pestava i piedi per andare a trovare l'amico del cuore invece che andare all'asilo.

 

“OMMAAAAAAAAAAA...voglio andare da JungSu”

“No, tu ora sali in macchina e ti porto all'asilo, niente capricci!”

 

Kyu le lanciò un' occhiataccia. Stava facendo pratica. Aveva imparato che certe occhiate facevano effetto sulla sua Noona, ma con mamma ancora non ci riusciva. Doveva fare ancora più pratica. Rassegnato passò al piano B.

Spalancò gli occhioni, facendoli inumidire e guardando supplichevole la sua mamma, la quale sospirò guardando il bambino.

E Kyu nella sua testolina scura esultò soddisfatto! Il piano B funzionava sempre con mamma.

 

“ JungSuuuuuuuu..”urlo il bimbo entrando nella case dell'amico.” Oh, buongiorno, omoni” Aggiunse vedendo la mamma di JungSu.

 

Lei rise, aveva lo stesso sorriso del figlio, caldo e avvolgente.

 

“Corri di sopra, è nella sua stanza, ma fate piano, JungSu ha un po' di febbre”

“Neeee” rispose il bimbo correndo su per le scale.

 

Piano piano aprì la porta della cameretta dell'amico, e subito si fiondò sul letto preoccupato, piangendo.

 

“Kyu” rispose JungSu “Non piangere, non sto morendo! Ho solo un po' di febbre!” ma in cuor suo era felice di vederlo.

 

Allora il piccolo lo guardò seriamente. Quasi scendendo dal letto.

Subito il grande si agitò “D-dove vai??”

“Se mi sgridi torno a casa” disse risentito Kyu.

Allora JungSu chiese scusa e scostando le coperte invitò il più piccolo a infilarsi nel letto accanto a lui per poterlo stringere forte.

Kyu subito accettò correndo ad accocolarsi vicino al suo JungSu. Il suo piano aveva funzionato!

 

Il riposino aveva giovato ad entrambi, ma ora il grande si preoccupava che il piccolo avesse saltato l'asilo.

 

“Kyu, domani devi andare all'asilo.”

“No, voglio stare con te”

“Ma Kyu...”

Il piccolo non aveva cuore di lanciare al suo angelo una delle sue famose occhiatacce, non poteva proprio, così iniziò a pensare a cosa dire per convincere l'altro...forse il piano B? Con mamma funzionava sempre.

Due grandi occhioni umidi guardarono JungSu e questi rimase senza parole, interdetto, con il cervello scollegato.

Eh eh eh....Kyu aveva vinto di nuovo!

“Ahhhhhhhhhh...non voglio cacciarti, voglio vederti tutti i giorni” disse il più grande abbracciando forte il più piccolo.

 

Nel frattempo era entrata la mamma di JungSu nella stanza e aveva visto tutta la scena divertita. Sapeva bene infatti il debole che avevano i due bambini l'uno per l'altro e amava osservarli mentre si relazionavano tra loro.

 

“Bambini, ho portato un succo di frutta e uno spuntino.”

 

Kyu si alzò dal letto con occhi luccicanti, lui adorava il succo di frutta e JungSu lo aiutò a berlo senza sporcarsi. Ma solo a lui permetteva di aiutarlo così.

 

“Jungsu, bisogna però che facciamo venire un tuo compagno di scuola per farti dare i compiti, altrimenti rimarrai troppo indietro” disse la mamma.

 

Subito Kyu alzò la testa di scatto a quelle parole. E la sua piccola mente inziò a lavorare frenetica.

Lui non aveva pensato ai compiti perche all'asilo non li aveva. Ma JungSu ne aveva bisogno e lui non voleva che un'altro bambino entrasse nella cameretta di JungSu e giocasse con lui o lo curasse quando aveva la febbre. Poteva solo lui.

Ed ecco il piano farsi strada nella sua testolina già semi-diabolica.

 

“Vado io!” disse convinto “Domani vado all'asilo, poi vado alla tua scuola e li porto io i tuoi compiti”

“Ma Kyu, sei troppo piccolo” disse JungSu preoccupato.

“No JungSu, devo diventare un bimbo grande, così vado a prendere i tuoi compiti, e poi ti aiuto a farli” disse serio il più piccolo.

 

La mamma dovette scappare via dalla stanza per non ridere in faccia ai due piccoli.

Mentre JungSu era sempre più preoccupato. Perchè il suo piccolo Kyu voleva crescere. Lui lo adorava così piccolo e indifeso e bisognoso di lui.

Ma Kyu fu irremovibile.

 

La mattina dopo Kyu si svegliò presto, e di corsa si fece portare all'asilo senza neppure accennare al suo amico JungSu. La sua mamma lo guardò preoccupata per tutto il tempo. Ma Kyu aveva sul visetto uno sguardo determinato e un sorrisetto tutto particolare. Il suo piano stava funzionando. Beh era ovvio. I suoi piani funzionavano sempre.

 

All'asilo aveva disegnato tutta la mattina. O per lo meno, questo era sembrato alla maestra.

Ma in realtà Kyu aveva disegnato Piani Diabolici per tutta la mattina.

Aveva deciso come andare nella scuola elementare, come riuscire a capire quale fosse la classe di JungSu, chiedere i compiti dell'amico e poi correre da lui. Si, era tutto perfetto!

 

Una volta suonata la campana, corse fuori e poi diretto alla scuola elementare. Purtroppo una volta lì i suoi piani andarono a rotoli..troppe porte, non sapeva dove andare, nessuno che si fermasse per aiutarlo. Era disperato. Voleva JungSu. Voleva piangere. Ma non poteva. Doveva trattenersi per diventare un bimbo grande e andare a scuola con il suo JungSu ed infine....! Ma come poteva...

 

“Ti sei perso piccolino?” chiese una voce gentile.

Kyu alzò lo sguardo. Un bambino moro lo guardava.

“Io- Io... “ e iniziò a singhiozzare.

“Non piangere, ti aiuto io. Cerchi qualcuno?” chiese il bambino.

Kyu annuì lentamente e a fil di voce disse “La maestra di JungSu”

“Ahhhhhhhh ma allora tu sei Kyu!!” disse quello.

 

Kyu lo guardò sorpreso. Come faceva a conoscerlo? E poi solo JungSu poteva chiamarlo Kyu.

Alzando il mento disse con aria di superiorità “Io sono KyuHyun-ssi”

Il moro iniziò a ridere fragorosamente. “E meno male che JungSu aveva detto che eri un angioletto tutto miele!”

 

Kyu a sentire nominare il suo amichetto del cuore ringraziò il cielo. Il suo piano era salvo. Ma non gli piaceva come gli stava parlando quel bambino.

 

“Io sono SiWon, sono nella classe di JungSu e siamo amici.”

Questo gli piaceva ancora meno. Il moro era un bel bambino. E poi era grande come JungSu. Questo bambino non gli andava a genio.

 

“Io sono KyuHyun-ssi” ripetè l'altro. “Sono un bimbo grande e sono venuto a prendere i compiti per JungSu, siamo amici noi. Lui è MIO amico!”disse rimarcando la parola “mio”.

 

SiWon rise ancora di più. Sapeva quanto JungSu fosse legato a quel bimbo. Non passava giorno in cui non sentisse nominare Kyu di qui, Kyu di là. Ma JungSu non aveva mai detto che era un bimbo con un bel caratterino. Anche se SiWon era convinto che l'amico avesse due belle fette di salame sugli occhi quando si trattava di Kyu.

 

“Ok, ecco i compiti di JungSu, vuoi che ti accompagno a casa?”

“No no, tu non devi venire da JungSu, li porto io” rispose subito l'altro preoccupato.

 

SiWon lo guardò andare via e dopo poco lo seguì a debita distanza. Non poteva lasciare solo il più piccolo. JungSu gli avrebbe nascoso la Bibbia se lo avesse saputo. E lui amava la sua Bibbia.

 

Quando Kyu arrivò soddisfatto da JungSu e gli porse i compiti, si sentì il bambino più grande e felice della terra. Era riuscito a diventare un bambino grande per il suo JungSu!

Ma l'altro a bocca aperta pensava solo che il piccolo Kyu ormai non aveva più bisogno di lui.

 

Ora a Kyu non rimaneva altro che concludere il suo piano.

 

“JungSu, hai visto come sono diventato un bambino grande?”

“Neee” rispose triste l'altro

“Ora posso prendermi cura di te..e posso sposarti” disse orgoglioso Kyu

 

JungSu sbarrò gli occhi e poi iniziò a ridere di gioia. Aveva capito male tutto. Il più piccolo non voleva crescere per allontanarsi da lui, voleva farlo per stare con lui per sempre.

 

“Oh Kyu!!!!!! Ma io e te staremo sempre insieme, non devi diventare grande subito.”

“Ma noona dice che le persone grandi si sposano e stanno sempre insieme. Io voglio crescere e stare per sempre con te, quindi devo sposarti. Non voglio che sposi SiWon” disse il piccolo mettendo un adorabilissimo broncio.

 

JungSu perse un colpo. Cosa centrava ora SiWon?? Ma poi rise forte. Abbracciò il piccolo e disse “Non ti lascerò mai per qualcun'altro. SiWon è solo uno Hyung! Devi essere bravo con lui. Ok?”

 

Il piccoli ci pensò un po' su e poi disse “Nee....ma quindi posso rimanere un bimbo piccolo e stare all'asilo e giocare e colorare e restare sempre con te e fare i miei pian...ops!”. Stava per rivelare a JungSu dei suoi piani. Forse quello era meglio di non dirglielo.

 

JungSu prima rise, poi lo abbracciò ancora più stretto “Cresceremo insieme e io mi prenderò sempre cura del mio piccolo Kyu!” dandogli poi un affettuoso bacio sulla fronte.

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Capitolo 3
*** Una nuova amicizia.. ***


JungSu era felice. Finalmente anche lui aveva qualcuno con cui andare a scuola. E poi Kyu gli piaceva così tanto, era un bimbo dolcissimo e prendersi cura di lui lo faceva stare bene.
 

“Kyu, vieni che ti allaccio la scarpa.” disse JungSu

 

A Kyu non piaceva quando gli altri si prendevano cura di lui, ma il suo JungSu poteva fare tutto. Perchè se gli avesse permesso di allacciargli la scarpa, o di chiudergli il cappottino, o di aprirgli l'ombrellino, allora lui gli avrebbe regalato uno di quei meravigliosi sorrisi che gli facevano sembrare tutto più bello.

 

Aveva timore a stare senza JungSu, e i primi giorni era corso al cancello per paura che l'altro non fosse andato a prenderlo. Ma lui era sempre lì ad aspettarlo.

Aveva giocato qualche volta per pochi minuti con gli altri bambini, ma Kyu voleva crescere in fretta per poter andare a scuola con JungSu.

 

 

“Bambini, cosa volete fare da grandi?” chiese la maestra.

 

“La ballerina”

“Il dottore”

“La mamma”

“Sposare JungSu!” affermò Kyu senza neppure pensarci.

 

“Ma Kyuhyun, i bambini devono sposare le bambine!” rispose la maestra ridacchiando.

 

“No maestra! Infatti io devo sposare Hyukkie!” ribattè dal fondo della classe un piccolo bambino con due occhi grandi e gentili.

 

“Visto maestra..anche Hae vuole sposare un bambino, anche se il bambino di cui parliamo è una brutta scimmia!” rispose Kyu con riconoscenza verso quel bambino.

 

“Yaaaaa” urlò il diretto interessato.

 

Kyu si voltò appena verso HyukJae e con uno dei suoi sguardi disse “ Scimmia sei e scimmia rimani”

 

“Hyukkie..io adoro le scimmie” rispose il piccolo Hae con tutta l'innocenza del mondo guardando con premura il maggiore.

 

 

La maestra non sapeva se ridere a crepapelle o preoccuparsi per la piega che stava prendendo il dibattito. Dopotutto due dei suoi alunni più silenziosi e solitari, ovvero Kyuhyun e il piccolo Hae, stavano finalmente aprendosi e parlando con altri bambini, anche se attraverso frecciatine infantili.

 

 

“Io sarò una scimmia, ma tu sei un moccioso viziato!” ribattè Hyukkie.

 

“Ahhhhhhh visto che ammetti di essere una scimmia” rispose Kyu vittorioso, prendento poi a scappare ridendo mentre l'altro bambino lo rincorreva.

 

 

Così era cominciata quella nuova amicizia. Hae stava sempre appiccicato a Hyukkie, il qualce cercava di scollarsi il piccolo di dosso, anche se in realtà si preoccupava sempre di lui e di dove fosse. E il piccolo Kyu aveva due nuovi amici. E tutti e tre insieme formavano una squadra piena di giochi e risate.

 

Ogni giorno Kyu giocava con Hae e Hyukkie all'asilo, ed era felice. E al suono della campanella correva veloce come il vento dal suo JungSu per raccontargli la sua giornata.

 

“Allora mio piccolo Kyu, un giorno me li presenti questi tuoi nuovi amici?” chiese sorridendo JungSu.

 

“No” rispose il piccolo rabbuiandosi. “posso presentarti solo Hae! Hyukkie no!”

 

“ e come mai?”

 

Kyu sospirò guardandosi la punta delle scarpe e arrossendo “Perchè Hae vuole sposare Hyukkie, ma la scimmia non ha ancora deciso..e io non voglio che decide di sposare te se ti conosce!”

 

JungSu rise forte. E la sua risata era qualcosa di magico e contagioso.

“Ti prometto che starò sempre con te, vuoi?” chiese il maggiore dolcemente.

Kyu arrossì per poi annuire.

 

Prese per mano il maggiore, guardandolo ora più sereno e rassicurato, e lentamente lo condusse verso una nuova amicizia.

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