Blue World

di Damon_Soul93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio ***
Capitolo 2: *** Un pranzo movimentato ***
Capitolo 3: *** "Il Campo" ***
Capitolo 4: *** Halloween ***
Capitolo 5: *** Tempismo perfetto ***
Capitolo 6: *** Riflessioni ***
Capitolo 7: *** Strani comportamenti ***
Capitolo 8: *** Il risveglio ***
Capitolo 9: *** Le Boom! ***
Capitolo 10: *** Extra: Seung-Hyun x 2 ***
Capitolo 11: *** Extra: The Heartbreaker and the Angel ***
Capitolo 12: *** Winter is coming.. ***
Capitolo 13: *** Our First Time ***
Capitolo 14: *** Ricatto ***
Capitolo 15: *** You are mine ***
Capitolo 16: *** Uno ***



Capitolo 1
*** L'inizio ***


Tardi! Era stramaledettamente tardi! Dio perché dovevo sempre essere in ritardo?Perché?
 

Correvo per le scale, non facendo caso ai pendolari delle 9.00 che si stavano recando in ufficio. Tardi! Questa volta non l'avrei passata liscia.

Entrai come un fulmine all'interno di un immenso palazzo di vetro. Buona parte di esso era sotto il controllo della Global Group Entertraiment, un agenzia di modelli e artisti che avevano come sola meta il successo e la fama.Io, invece, rientravo nella categoria degli assistensti Manager e questa volta John non si sarebbe limitato solo ad una lavata di capo.

Piccolo appunto, John è uno dei più importanti manager della nostra agenzia e gli è stato dato il compito di occuparsi di una novizia come me, cosa che ovviamente non l'ha reso molto felice e quindi cerca in ogni modo di "divertirsi" torturandomi affibiandomi i compiti più umili e demoralizzanti.

 

Ritornando al presente. Non entrai nemmeno nell'immensa hall che sentii la sua voce.

- Alla buon ora signorina Dante, alla buon ora. Sono già le 9.10- disse picchiettando l'unghia dell'indice sul quadrante del suo rolex.


- Mi perdoni signor Cooper, non volevo...-


-Certo che non voleva signorina, lei non vuole mai!- La cosa che più mi spaventava di quell'uomo era la sua capacità di esprimere rabbia senza farla trapelare dal tono di voce o dai movimenti del corpo, bastava semplicemente la sua aura.


-Signorina oggi non ho tempo da perdere con lei, arrivano delle star internazionali, la nostra agenzia ha faticato molto per accaparrarseli e sono stati affidati a me e quindi a lei. Non so se mi spiego, questa è la sua ultima occasione, se non si dimostrerà degna di questo lavoro verrà espulsa dalla nostra agenzia e credo che lei non voglia questo -


- N-No signore, certo che no - dissi balbettando.


- Bene, sono sicuro che forse conosci la boyband di cui ci occuperemo in questo periodo, sono i Big Bang, un gruppo sudcoreano che negli ultimi anni sta riscuotendo un grande successo in tutto il mondo-


Inizia ad appuntarmi mentalmente le informazioni che John mi aveva dato. Quindi: Boyband, sudcoreani, questo complicava le cose, non conoscevo il coreano, Big Bang. Un momento. Big Bang?! Non era possibile. Spalancai la bocca e così tanto gli occhi che temetti che mi sarebbero usciti fuori dalle orbite. E

John era basito, ma non riusci a parlare perché proprio in quel momento LORO stavano entrando nella hall. Io ero sconvolta lo guardai in cerca di aiuto, la mia espressione era un misto di paura ed eccitazione.


-Signorina non so cosa le sia preso, ma sembra visibilmente sconvola, le consiglio di ricomporsi entro 3 secondi. Dobbiamo lavorare adesso, solo questo importa- Sospirò. - Parlerò io con loro-


Non so esattamente come, ma quelle parole riuscirono a calmarmi. Mi ricordai che comportandomi da bambina avrei solo peggiorato le cose. -Bene. Così mi piaci.- Disse John vedendomi tranquillizzata.

Mi fece segno ed iniziammo ad avvicinarci ai ragazzi. John(perché per lo meno nella mia testa mi permettevo di chiamarlo per nome) conosceva molto bene il coreano, come tante altre lingue d'altronde e inizio a parlare in tono tranquillo in modo che essi potessero abituarsi lentamente al nuovo ambiente. Io purtroppo non capivo una parola, ero specializzata in lingue europee.

Mi permisi di guardarli con attenzione. Erano davvero loro. G-Dragon spiccava come suo solito, con i suoi fashionissimi capelli bicolore neri e fucsia, gli occhiali da sole neri e dalla montatura enorme, una giacca di Prada molto vistosa, accompagnata dall'imperdibile foulard...Il tutto nei toni del giallo.

Top e Seungri erano molto più fini, piuttosto casual, il tutto firmato Armani Jeans. Taeyang era vestito come al solito nel suo stile un po' Hip Hop e Daesung era semplicemente perfetto del suo completo grigio chiaro, elegante, ma non troppo.

Avevo la perfezione davanti ai miei occhi, così non mi accorsi che in quel momento, proprio la persona che amavo di più mi stava rivolgendo la parola.


- E' un piacere conoscerla, Io sono Dong Young-bae, ma sono conosciuto come Taeyang e se vuole può chiamarmi così, questi sono i miei amici e compagni Ji Yong conosciuto come GD, Seung-hyun alias TOP, Seung-hyun as Seungri e Daesung che è semplicemente Daesung -
 

Lo guardai li imbambolata, mentre parlava in inglese con uno spiaccato accento straniero. Nnon riuscii a proferire parola, ma lui non sembrò prendersela, anzi sorrise (Dio quanto amavo il suo sorriso) e riuscii solo con tutte le mie forze a rispondergli. - Il piacere è tutto mio, sono Victoria Dante.

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Capitolo 2
*** Un pranzo movimentato ***


 - E' davvero un piacere immenso conoscervi, sono una vostra grandissima fan.

Taeyang sorrise e giuro che non avevo mai visto un sorriso più bello in tutta la mia vita.


- Beh allora quando avremo finito di parlare con il presidente se resterà un po' di tempo potremmo chiacchierare - Disse facendomi l'occhiolino.

 

John li accompagnò all'ultimo piano, il 40°. Il piano del Boss. A me non era permesso entrare, ero una semplice assistente manager, avrei saputo solo ciò che John avrebbe voluto dirmi e avrei fatto solo quello che lui mi avrebbe chiesto. Questa era la politica della nostra agenzia.

 

Dopo quasi un'ora uscirono, John aveva la faccia di chi aveva appena concluso un ottimo affare.

I ragazzi in compenso sembravano molto stanchi, ma dai loro visi si capiva che erano soddisfatti.

Ormai senza accorgercene erano quasi le 12,30, così chiesi ai ragazzi se avevano voglia di pranzare. Conoscevo un trattoria vicina che preparava piatti leggeri, ma gustosi. Feci la mia proposta e loro sembrarono entusiasti. Non vedevano l'ora di gustare il vero cibo italiano.

Al ristorante mi sentivo più a mio agio, era la mia seconda casa, mangiavo lì praticamente tutti i giorni e i padroni erano amici di famiglia.

 - Buongiorno Victoria!- Disse Maria la padrona della trattoria -Cosa posso servirti oggi?-

 - Maria oggi abbiamo degli ospiti importanti. – I suoi occhi li illuminarono, niente stimolava di più la sua mente di cuoca che avere degli ospiti importanti alla sua tavola.
 

Ci fece accomodare e ci consegnò i menù, i ragazzi sembravano indecisi e mi chiesero spiegazioni sui vari piatti e i vari ingredienti. Mentre spiegavo a Daesung cosa fosse il ragù alzai gli occhi e fu così che li incrociai con quelli di Taeyang, mi guardava fisso negli occhi e per un istante restammo così immobili finché John non chiese la parola.

 - Bene ragazzi, so che probabilmente siete esausti e stressati, ma ci sono questioni importanti di cui parlare. - Parlò lentamente in coreano e lo ringraziai mentalmente, in questo modo sarei riuscita a comprendere qualche parola(stavo frequentando un corso di coreano velocizzato). -

 - La nostra agenzia si è impegnata affinché voi riceviate un successo maggiore in Europa e per questo motivo si è deciso che trascorrerete per lo meno un anno sotto la nostra guida. -

Continuò prendendo dalla giacca la sua famosa agendina blu cobalto, lì scriveva quelli che secondo lui erano i punti di forza e di debolezza delle varie star. Sapevo che alcuni di loro avrebbero fatto follie per metterci le mani sopra.

 - Ho potuto, in queste poche ore, delineare un vostro primo profilo. Ciò che sto per dire ovviamente non è l'idea complessiva che ho di voi, ma semplicemente quello che ho potuto appurare da una prima “occhiata”. -

A sentire ciò i cinque ragazzi assunsero un'espressione accigliata, dopotutto loro erano delle star di fama mondiale. John si accorse di tutto ciò, ma finse di non accorgersene, per lui loro erano esattamente uguali a tanti altri.

 - Cominciamo da Daesung e Seungri, ho ascoltato tutte le vostre canzoni e visto tutti i vostri live e ho notato che voi due siete sempre relegati a spazi minori, tutto ciò deve cambiare.

 - Io farò in modo che ciò accada. - A questo punto fece una piccola pausa.


Inoltre il vostro inglese è molto precario, quindi credo che per il bene della band dobbiate frequentare un corso, ma a ciò provvederemo. -

Detto questo spostò i suoi occhi verdi su Top, GD e Tayang.

 - Per quanto riguarda voi ragazzi, anche voi dovrete affrontare un corso intensivo d'inglese, la dovrete conoscere bene tanto quanto il coreano. Per il resto ne parleremo in seguito- Detto questo chiuse di scatto l'agenda, proprio mentre le nostre portate venivano servite a tavola.

 - Preparatevi perché da domani inizierà il periodo di ritiro che durerà un mese.

Il clima si fece molto teso e cercai in tutti i modi di ristabilire un certo equilibrio. Avevano iniziato già con il piede sbagliato. Seungri non potendo sopportare la tensione si alzò di scatto da tavola e si recò con grandi falcate verso l'esterno. Mi alzai quasi subito e lo raggiunsi velocemente.


 - Seungri, Seungri aspetta!- Lui fermo di botto e finii per finirgli addosso.

 - Non capisco, perché deve trattarci in questo modo? - Forse perché era il più piccolo o forse era semplicemente lo stress accumulato, ma aveva gli occhi lucidi per la rabbia.

Senza volerlo gli cinsi le spalle con un braccio.

 - Seungri, non so se Taeyang ha avuto l'occasione di dirtelo, ma io sono una vostra grandissima fan. Penso che voi siate perfetti, ma d'altra parte il Sig. Cooper ha ragione, lui non voleva offendervi o screditarvi, lui sta semplicemente compiendo il suo lavoro. - Dissi sospirando.

- Vedi lui è estremamente duro con i suoi “protetti”, potrebbe presentarsi Madonna in persona e la tratterebbe esattamente come ha trattato voi.-


Sembrava che si stesse calmando.


 - Credimi se voi seguirete i suoi consigli, credimi, lui vi porterà in vetta al successo, potrà essere privò di tatto, ma eccelle nel suo lavoro. -


Detto questo mi girai e lo guardai negli occhi, lui annui convinto e accorgendosi della situazione si imbarazzò non poco, ma alla fine mi ringraziò e ritornò dentro. Io preferii aspettare un altro po' per entrare, per calmare i nervi. Al diavolo!


 - Sei stata bravissima sai?- Mi girai e lui era là e mi stava guardando intensamente. -Scusalo, sta attraversando un brutto periodo ed conosciuto per il suo carattere suscettibile. -

 - Figurati, in fondo è il mio lavoro – dissi imbarazzata, un po' per il suo complimento, un po' per la situazione.

 - Sappi che io e gli altri abbiamo capito. Credo anche che il Sig, Cooper sappia il fatto suo, ma mi sembra che anche a te non stia molto simpatico. -

 - La simpatia non c'entra, lo stimo come mio superiore e come manager. -

 - Quindi è così? Meglio. - disse bisbigliando, mi voltai a guardarlo. Avevo veramente sentito quelle parole? O me le ero immaginate?

In quel momento Maria usci e mi invitò a rientrare. Senza dire una parola rientrammo, mentre il mio stomaco era in subbuglio.

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Capitolo 3
*** "Il Campo" ***


La giornata era finita per il meglio, Taeyang aveva mantenuto la sua promessa e aveva fatto in modo che stessi un po' di tempo con loro, firmandomi autografi e facendo fotografie. Era stato fantastico, peccato che io fossi stanchissima e che il giorno dopo mi aspettava la partenza per il ritiro.
Tornai a casa che erano già le 20.30, Vincenzo mi aspettava già a tavola.
- Allora signorina! Alla buon ora! Ti eri dimenticata che oggi è giovedì? Cosa facciamo tutti i giovedì? - Disse sorridendo bonariamente. - La riunione settimanale del gossip! - Dissi sorridendo a mia volta, mi avvicinai e lo abbracciai. Era il mio migliore amico da anni ormai e da un anno, cioè da quando ci eravamo trasferiti a Milano, vivevamo insieme, ma a causa del mio lavoro senza orari ci vedevamo ben poco.
Mi misi a tavola e gli raccontai per filo e per segno ogni momento della giornata.
- Sono contentissimo per te tesoro, quindi domani parti? - Disse in tono neutro, ma credo che fosse un po' dispiaciuto. - Si Vinc, ma sarò di ritorno per il tuo compleanno e vedrai che saprò farmi perdonare. -
Subito dopo cena mi aiuto a fare le valigie e mi fece ridere fino a farmi far male la pancia imitando John.



L'indomani  partimmo alle 6.00 e riuscimmo ad arrivare per le 11.30 nel luogo in cui si teneva il ritiro. Non conoscevo bene quel luogo, ma mi bastava sapere che era vicino al Po. Non ero il tipo di persona che si poneva certe domande.
L'agenzia aveva posizionato qui i più importanti studi di registrazione di tutta Italia. La loro posizione era strategica, aria salutare per migliorare le prestazioni canore, riservatezza e una certa mancanza di segnale, per impedire allo staff e agli artisti di distrarsi troppo.
Seungri mi si avvicino - Hey, ciao! Senti volevo ringraziarti per ieri, ti assicuro che di solito non sono così - Alzai gli occhi e gli sorrisi. - Non ti preoccupare, è stato un piacere e poi... - Aggiunsi a bassa voce - Ammetto che il Sig. Cooper sia un po' antipatico, ma giusto un po'.- A quelle parole iniziammo a ridere fragorosamente così che attirammo l'attenzione di John che mi lanciò un occhiata furente.


Arrivati al "campo" se così lo si poteva definire, visto che in realtà era un hotel con tutti i comfort del caso. Mi ritrovai in una camera del 2° piano. Finii di sistemare le mie cose e mi affrettai ad andare nella sala pranzo. Mentre uscivo ii tutta fretta mi scontrai con Taeyang. - Scusami! Non ti avevo visto, ti ho fatto male? -
- No, anzi mi fa piacere vederti andiamo insieme in sala pranzo?- Non seppi far altro che annuire. - Sai la mia stanza è difronte alla tua.- Buttò lì. - Davvero? Credevo che le vostre stanze fossero al 4° piano?!-
-Mm, no. A quanto pare siamo tutti sullo stesso piano, io e GD siamo in stanza, insieme e TOP, Seungri e Dae sono in quella accanto alla nostra a destra. - Che fortuna! Che per una volta la dea bendata sia dalla mia parte? Tanta fortuna mi rendeva sospettosa.

Arrivammo in sala pranzo e G-Dragon si avvicinò a Tae, gli sussurrò qualcosa all'orecchio che lo infastidii, ma non disse niente, dopodiché ci mettemmo tutti a tavola.
Dopo le prime chiacchiere di rito iniziammo a parlare di lavoro. La maggior parte delle canzoni da incidere erano rimasterizzazioni in lingua inglese dei loro più grandi successi e in più sarebbero state aggiunte due nuove canzoni. A tutto ciò si dovevano aggiungere le lezioni d'inglese che i ragazzi avrebbero seguito all'interno della struttura. Soprattutto su questa parte i ragazzi si sarebbero dovuti impegnare, l'agenzia puntava tutto sulle due nuove canzoni e pretendevano che la loro pronuncia fosse perfetta. Sarebbe stato un tour de force, pensai sospirando. L'agenzia voleva lanciare l'album a febbraio e noi eravamo già a metà ottobre. Brr meglio non pensarci!

Così quello stesso pomeriggio GD e TOP si rinchiusero in sala registrazioni con Jonathan, un abile scrittore di testi musicali, per scrivere le nuove canzoni e ne riuscirono solo la sera tardi. Seungri e Daesung decisero di darsi subito da fare e chiesero a Pauline Smith (l'insegnate d'inglese) una prima lezione. Taeyang non si vide. Io in compenso fui costretta a lavorare come una sguattera e solo a pomeriggio inoltrato riuscii a riposarmi un po'.

Era una giornata molto umida e la vicinanza con il fiume non migliorava la situazione, così mi rintanai nel bar dell'hotel e ordinai una cioccolata calda molto forte e con molta panna. Mentre ero assorta nei miei pensieri Taeyang mi vide e si sedette al mio tavolo, sembrava quasi più stanco di me. - Ciao, non ti ho visto. Dov'eri? -
- Mi stavo allenando. - Rispose semplicemente mentre richiamava il cameriere. - Un caffè nero. Bello forte. - Poi mi guardo e mi squadrò. - Ti piace il blu? -
Alzai il sopracciglio sinistro, lo facevo sempre quando ero perplessa. - Si, perché? -
- Beh indossi una maglia blu con una sciarpa azzurra e anche ieri indossavi capi dello stesso colore. - Disse distogliendo gli occhi dai miei.
- E' il mio colore preferito, quasi tutto il mio guardaroba è di questo colore, oppure bianco e grigio e forse qualche capo e del color magenta. - Lui mi fissò. - Beh in realtà, anche la mia stanza è dipinta di blu. - Ma perché gli stavo dicendo quelle cose? - Sai, citandomi, vivo nel mio fantastico mondo tutto blu. - Lui annui convinto. -A Blue World.- Sorrisi soddisfatta. - Esattamente, un modo solo mio, dove poter essere me stessa. -
- Scusami, ti sto dicendo un mucchio di cose che non ti interessano. - Dissi ridendo per spezzare il mio imbarazzo. - In realtà mi rende felice saperlo, sai mi sei molto simpatica. Anche agli altri! - Si affrettò a dire. Sorrisi imbarazzata, nascondendo il viso nella tazza.


Taeyang

Victoria. Quella ragazza aveva un non so che di speciale, lo attirava, eppure era una ragazza normalissima. Normalissimi capelli castani lisci, normalissimi occhi color nocciola eppure...Ah! Non ci stava capendo più niente! Meglio non pensarci, sarà stata colpa del commento di Ji Yong a pranzo. "Sai è proprio carina, sareste perfetti insieme!"

Che se ne andasse al diavolo, quella sera gliela avrebbe fatta pagare.

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Capitolo 4
*** Halloween ***


Le prime settimane erano passate al campo e la fine di ottobre portava le prime gelate. La nebbia rendeva impenetrabile il campo, quasi come se una barriera protettiva lo avvolgesse.

Le due nuove canzoni erano state terminate, con uno sforzo collettivo stavamo rientrando perfettamente nei tempi si produzione. I corsi d'inglese iniziavano a dare i loro frutti e i ragazzi, soprattutto Seungri, si sentivano molto fieri. Anche le loro abilità canore e di ballerini erano migliorate notevolmente. In conclusione erano tutti stanchi. Io soprattutto. John non mi aveva dato pace! Mi faceva alzare alle 6 di mattina e mi comandava a bacchetta per tutto il giorno, così alle 18 già non avevo più forze. Mi chiedevo perché si comportasse così solo con me, c'erano altri apprendisti,ma sembrava quasi che amasse farla soffrire. Lo odiava, ma dovevo tenere duro, dovevo realizzare il mio sogno.

 

Mentre mi trascinavo stancamente per la hall dell'hotel vidi G-Dragon.


- Ciao Victoria! Aspetta devo chiederti una cosa! -
- Dimmi tutto. - Ero stanca, ma non abbastanza da non poter ascoltare uno dei miei idoli!- Tra qualche giorno sarà Halloween e ho pensato di organizzare una festa, ovviamente a nostre spese per ringraziare l'intero staff e per rilassarci un po', cosa ne dici? -

Cosa ne pensavo? Ma era fantastico! Un momento però.. - GD è un idea fantastica, però non credo che sia il caso, abbiamo molto lavoro da fare e una festa rallenterebbe il ritmo lavorativo. -

- Non ti preoccupare! Ti prometto che ce la faremo, siamo molto avanti con il lavoro e una piccola pausa ci farà più che bene, in questo modo ricaricheremo le pile e lavorare meglio di prima. - Ci pensai su per un momento, poi dissi:
- Credo proprio che tu abbia ragione, conta pure su di me! -

Appena GD ebbe l'ok anche dai piani alti si mise subito al lavoro. Organizzammo tutto nelle poche serate libere in quanto durante il giorno avevamo tutti i nostri impegni, ma questa ulteriore fatica non ci costò anzi ci diede più forza e rafforzò il legame tra i membri dello staff e i ragazzi.

 

Arrivati al 31 tutti fecero di tutto per terminare prima le proprie commissioni per riposare un po'. Certo era una festa di Halloween, ma non volevamo essere tutti degli zombie.
Io decisi di fermarmi un altro po' per aiutare con gli addobbi.

Stavo fissando degli striscioni quando John e Taeyang mi raggiunsero.

 - Signorina Dante. Scenda per favore. Ha ancora dei compiti da svolgere.-

Questo era troppo, stavo sgobbando come un mulo, aveva dato mezza giornata a tutti e adesso pretendeva che io mi mettessi a lavoro?! Basta!
- Mi dispiace Sig. Cooper, ma come vede già sto svolgendo alcuni compiti, inoltre già ho terminato tutti quelli che mi sono stati assegnati e sinceramente credo di avere il diritto a un po' di pausa. - Non avrei dovuto dirlo, ma ormai il sasso era stato lanciato.
- Tu lavori per me e se io ti dico di scendere e venire via con me lo farai e basta!- Era diventato rosso. Non era da lui, era conosciuto per la sua inattaccabile rabbia. Così anche se a malincuore scesi dalla scala, ma presi una storta e caddi, chiusi gli occhi immaginando l'impatto, ma piuttosto che sentire il freddo delle mattonelle sentii due braccia forti e muscolose che mi cingevano. Quando aprii gli occhi vidi il viso di Taeyang. Vidi fino ad ogni piccola sfumatura del suo viso e rimasi lì impalata senza riuscir a proferire parola. Quando mi chiese se stavo bene riuscii solo ad annuire.

 - Credo  che si sia spaventata, lo stress e la stanchezza avranno fatto il resto, meglio che si riposi, potrebbe essere ancora sotto shock per la caduta. - Si che ero sotto shock, ma per colpa TUA!

Si girò e tenendomi sempre tra le braccia mi accompagnò in stanza. Solo lì mi lasciò scendere, ma solo per fare in modo che aprissi la porta, pensavo che se ne sarebbe andato, ma invece entrò.

- Si vede che è la tua stanza, è tutta in blu. - Scoppiammo a ridere entrambi allo stesso momento. Poi mi accompagnò vicino al letto e mi fece stendere, io mi rifiutai, ma lui insistette tanto.

- Chi sono queste persone? - Disse guardando le due foto che avevo sul comodino.
- Queste sono mia madre e mio padre, mia sorella e mio fratello, quello ovviamente è il mio cane. Mentre in quest'altra c'è il mio coinquilino nonché migliore amico Vincenzo e Stella. Non so se la conosci è una cantante molto in voga in questo periodo. - Dissi sorridendo alle due foto.

- Credo di averne sentito parlare, sembra che sia molto brava. -
- Si, lo è. - La conversazione fu interrotta dai ragazzi che entrarono spalancando la porta. Mi coprirono di attenzioni e solo dopo averli tranquillizzati riuscii a farli tornare nelle rispettive camere.

- Ragazzi smettetela! Non si è ancora ripresa, girate al largo! - Loro si girarono e mi lanciarono un ultimo saluto anche se avevano il muso lungo. Non riuscii a trattenere un risolino, ma anche Taeyang stava abbandonando la stanza.
- Taeyang aspetta! Volevo..insomma volevo ringraziarti. - Mi alzai e gli diedi un bacio sulla guancia. - Il piacere è tutto mio. - Sorrise sornione e se ne andò. - Ci vediamo dopo. -

 

Dopo un breve sonnellino mi sentivo piena di energie e mi sentii pronta ad affrontare la festa. Avevo deciso di vestirmi da strega, un trucco nero per gli occhi ed ero pronta. Nulla da fare per i capelli, troppo lisci.

Arrivai già a festa inoltrata ad accogliermi c'era un delizioso Cappellaio Matto d'alta moda.

 - Benvenuta mia terrificante amica! - Urlò GD. Era davvero fantastico. - Grazie per l'invito mio amico ... svitato. - Dissi simulando un inchino.

Procedetti a passi di danza per la sala e mentre ballavo con una mummia vidi una dolcissimo panda salutarmi, non era altri che Seungri, così mia avvicinai.
- Hey ma lo sai che oggi è Halloween e non carnevale? - Dissi ridendo. - Visto? Hyung? Anche Victoria dice che sono ridicolo! - In quel momento notai TOP che era alle mie spalle, indossava una maglia a righe bianche e nere verticali abbinate a un pantalone nero. Poco lontano da lui c'era Daesung che era vestito da Dracula. Top mise l'indice sotto il mento di Seungri e disse: - Stai benissimo così, i panda sono terribilmente teneri. - Daesung e io non riuscimmo a trattenere una risata. - Beh Seungri pensa che Top è travestito da..da..Commesso di Foot Locker! - Dissi battendo le mani. - Già – Disse guardandomi fisso negli occhi. (Per farlo si abbasso di parecchio). - Esiste qualcosa di più terrificante dei commessi di Foot Locker? -
- Effettivamente no. - E scoppiammo tutti a ridere, poi iniziammo a ballare tutti insieme. Dio mai avrei creduto che un giorno avrei ballato, riso e scherzato con loro, ma più li conoscevo e più per me non erano più i miei idoli, bensì dei miei amici.

Erano quasi le 22,00 quando una figura incappucciata mi si avvicinò, mi strappo dalle braccia di Daesung e iniziò a ballare con me, non riuscivo a capire chi fosse eppure conoscevo tutti. Ma all'improvviso, mentre stavamo ballando si alzò lievemente la maschera e sfiorò le mie labbra con le sue, mi sussurrò un “sei bellissima”, poi si voltò e andò via. Rimasi lì, ferma, in mezzo alla pista da ballo, guardando il punto in cui si era dileguato. Chi poteva mai essere? Forse era..era Taeyang? No. No. No pensai mentre scuotevo la testa, non era possibile e infatti ciò che successe dopo me lo confermò.

- Cosa fa da sola questa donzella? Se non fa attenzione potrei rubarle questa graziosa testa da collo - Mi girai è vidi un moderno-asiatico Jack O' Lantern.
Era Taeyang con tanto di zucca alla mano. Visto che non risposi e che stava per iniziare un lento, posò la lanterna sul lavoro e prese la mia mano. Mi lasciai trascinare, ma la mia testa pensava solo ad una cosa. Chi era quell'uomo? Taeyang notò che ero distratta e mi strinse di più a se. - Se non ti senti di nuovo bene posso accompagnarti in stanza che dici? -

- Grazie, ma andrò da sola, non voglio rovinarti la festa. -

- Non ti preoccupare, non te l'avrei chiesto se non avessi voluto. -

Così mi accompagnò per la seconda volta in una giornata alla mia stanza.

- Vuoi entrare a bere qualcosa? Così posso sdebitarmi di tutto il fastidio che ti ho arrecato. -


- Non posso, tra un po' i ragazzi non si reggeranno in piedi e hanno bisogno di me, ma la prossima volta non rifiuterò. - E poi mi guardò, fu un semplice sguardo, ma sentii come se stesse per crollarmi il mondo, sentivo le farfalle nello stomaco, il cervello era andato in tilt, mentre il rossore mi copriva le guance. Lui si calò e cercò la mia bocca, se ne impossesò e la bacio.
Mi passò una mano fra i capelli e con una leggera pressione mi portò ad avvicinare sempre di più finché non ci trovammo abbracciati, poi tutto fini, raccolse la sua lanterna e mi disse.

- Fai attenzione  a che Jack stanotte non ti faccia visita, potrebbe rapirti. - Ammiccò e mi lasciò lì come una stupida davanti alla porta.

Avevo baciato Taeyang, anzi lui aveva baciato me. Non ci potevo credere, era stato fantastico! Mi accasciai, come se il mio corpo avesse perso tutta la forza di volontà. Mentre i miei occhi brillavano di felicità.

Ero così presa dalle sensazioni che avevo appena provato e che ancora mi scombussolavano che non notai la figura incappucciata che con velocemente sgattaiolò via.

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Capitolo 5
*** Tempismo perfetto ***


La mattina dopo anche se avevo bevuto ben poco la sera prima, avevo un mal di testa allucinante, ma dovevo comunque alzarmi e andare a lavoro.
Adesso però cosa dovevo fare? Taeyang mi aveva baciato, come mi dovevo comportare? Ah...il mal di testa in questo modo stava solo peggiorando, meglio farsi una doccia e schiarirsi le idee.

Mentre finivo di asciugarmi squillò il telefono. Miracolo! In stanza di solito la linea non prendeva quasi per niente. Vedo il numero e mi compare un sorriso che va da guancia a guancia.

- Stella! Chi non muore si rivede eh? Anche se in realtà io ti vedo sempre! Sei su tutti i canali!

- Oh Vic! E' il prezzo del successo! - Sempre molto carina lei, devo dire.

- Star stavo quasi per dirti che mi eri mancata, ma già mi hai fatto passare la voglia!. - Le dissi ridendo.

- Come sei simpatica, Vincenzo mi ha raccontato TUTTO ora però voglio sapere da te! - Disse eccitata.

Le raccontai un po' in breve la serata e alla fine aggiunsi: - Beh, questa è un' esclusiva, se così la si può chiamare. Mi ha baciato!-

- Ah!!!!!!!!!!!!!!- Urlò così tanto che mi costrinse a staccare l'orecchio dal telefono.


Ora nessuno si aspettava che una nuova stella emergente del pop si eccitasse per una così da poco, ma lei era fatta così e io la amavo, così com'era. Poi potevo dirle tutto, lei e Vincenzo erano la discrezione fatte persona e parlando di personaggi famosi era meglio esserlo.
 

- Stella così però mi spacchi il timpano!- Guardai l'orologio e sussultai! Ero in ritardo, miseriaccia! - Non mi dire niente, ma devo scappare, devo correre. Dio mi ucciderà! -

-Ma..Ma aspetta! Hai idea di chi era il tipo incappucciato? Vic!- Troppo tardi già stavo correndo per le scale con un po' di fortuna...Bum! Mi "schiantai" letteralmente su una persona e ovviamente chi poteva mai essere? Taeyang. Non sapevo come comportarmi così optai per la fuga.

Adesso avevo un altro problema, chi mi avrebbe protetto dall'uragano Cooper? Nessuno. - Scusami, ma devo scappare. E' tardi, è tardi! - Sembravo il Bianconiglio!
Dopo aver fatto le scale a piedi mi ritrovai John davanti. - Victoria... sei in ritardo- Non mi aveva mai chiamata per nome. Era strano sentirglielo pronunciare.

- Si...Lo s-so. Non..ho scuse! - Dissi con il respiro affannato.
- Non fa niente. - Mi consegnò una lista di cose da fare e poi girò i tacchi e se ne andò.

Beh che dire o era la mia giornata fortunata (dubito) o era la quiete prima della tempesta e forse era il caso che io mi procurassi un ombrello.

La giornata era terminata, il solo era tramontato da un bel pezzo e l'aria iniziava ad essere pungente, però avevo deciso lo stesso di fare una passeggiata nel giardino dell'hotel, nonostante fosse quasi inverno era un tripudio di colori.

- Victoria aspetta! - Sussultai e mi girai. - Hey..-
- Hey...Ti sto praticamente inseguendo da tutto il giorno, ma appena ti raggiungevo tu già eri andata via. - Fece una piccola pausa. - Ascoltami volevo parlarti di ieri sera..Parlandone con Ji Yong mi sono reso conto che forse ho sbagliato a baciarti ieri sera. -

Frantumi, il mio cuore era in frantumi. Non doveva essersene accorto perché continuava a parlare. Sebrava in difficoltà, così com'era diventato difficile per me respirare.

- Lo so ti sono praticamente saltato adosso è solo che la situazione è complicata...Lavoriamo insieme e so che forse ora penserai che io sia solo un animale guidato dai suoi bassi istinti, ma non sono riuscito a trattenermi..- Lui mi era saltato adosso? E io allora? Mi ero praticamente avvinchiata a lui!
- Io non capisco. - Dissi sbalordita. Dove voleva arrivare? Gli interessavo o no?
- Ti sto dicendo che mi piaci, che vorrei frequentarti, conoscerti meglio, ma so che tu sei una nostra fan. - Sospirò. - E se tu sei interessata a me solo perché sono “Taeyang” il componente di una delle tue band preferite e non per quello che sono cioè Young Bae le cose potrebbero complicarsi. -

Corrugai la fronte. - Anche a me tu piaci, per ora non so dirti se mi piaccia più Taeyang o Young Bae. E' passato troppo poco tempo e lavoreremo insieme fino alla fine del vostro contratto, non voglio coplicazioni sul lavoro. - Lui sorrise soddisfatto, ero arrivata al punto. - Si creerebbe una brutta atmosfera nel caso le cose dovessero andare male. - Sospirai, cosa dovevo fare?

- Non so. Credo che dovremmo aspettare ancora un po', in modo da capire se la nostra sia una " schuffia " momentanea o se ci piacciamo realmente. - Si, questa sembrava la soluzione migliore.
- Nel frattempo potremmo conoscerci meglio. Iniziare come amici. Che ne dici? - Gli porsi la mano, lui la guardò per un secondo e poi la strinse. - Affare fatto. -

Novembre era iniziato così come le sorprese che mi aspettavano dietro l'angolo. Una settimana e saremmo ritornati a casa.

John

Lei era lì con lui, di nuovo. Aveva davvero un tempismo perfetto. Quella mattina era troppo sconvolto per affrontarla, così gli aveva dato tutti incarichi che l'avrebbero fatta stare il più lontano e possibile da lui. Si erano baciati, li aveva visti.
Si era pentito di non essersi mostrato la sera prima e non vedendola aveva pensato che fosse ritornata in stanza. Ah che amara sorpresa lo attendeva..

La colpa era solo sua, la trattava sempre con condiscendenza, con sprezzo quasi, era ovvio che lei pensasse a lui come a una “bestia”. L'aveva vista, aveva visto come lo guardava. No, non si sarebbe arresso, lui era solo un sogno, lui era la solida realtà. Li vide mentre si stringevano la mano.

Si non si sarebbe arreso.

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Capitolo 6
*** Riflessioni ***


 

Eccoci qui! Casa dolce casa! Posai le borse sul pavimento, mentre un profumino delizioso mi sollecitava le papille gustative. Vincenzo uscì dalla cucina e mi venne incontro, io, da parte mia, gli saltai al collo.

 - Hey, hey! E' solo un mese che non ci vediamo sai? Non una vita! - Disse ridendo.

 - Ma mi sei mancato! -

Ci sedemmo a tavola e mangiai tutti i manicaretti che mia aveva preparato.

- Quindi alla fine avete deciso di essere amici? -

- Si...A me piace, però non voglio complicazioni sul lavoro, soprattutto se non so se questo sentimento sia reale o meno. - Mangiai un'altra forchettata. - Già le cose sono abbastanza complicate di per se. -
- Ah! Alla fine hai scoperto chi era l'incappucciato? -
- No! - Dissi alzandomi improvvisamente da tavola. - Mi ero completamente dimenticata di lui! -
- Beh per lo meno hai qualche sospetto? - Era abituato al mio comportamento bizzarro, ci provava da anni a inculcarmi un minimo di galateo, ma ci aveva perso le speranze, io d'altra parte potevo essere me stessa solo con i miei amici e con la mia famiglia.
- In realtà no, sono sicura però che per ovvie ragioni non sia stato Tae. - Dissi risedendomi e arrossendo paurosamente.
- Beh adesso non ci pensare, vatti a fare una bella doccia e poi a nanna! Domani visto che sei libera dal lavoro andiamo a farci un giro in città così rinnoviamo un po' il tuo look. -


Entrai nella cabina doccia e lasciai che il getto d'acqua lavasse via i miei problemi.

Le cose stavano andando relativamente bene e questo mi preoccupava.
Le cose non mi andavano quasi mai bene, potevo essere una persona molto solare, amichevole e socievole, ma ognuno di noi ha un lato oscuro e io tenevo il mio ben nascosto.
Le lacrime cominciarono a rigarmi il viso, mescolandosi con il getto d'acqua. Ero stressata e confusa e … non lo sapevo nemmeno io.
Dopo quel pianto silenzioso, ma profondo, mi sentii un po' meglio. Augurai la buonanotte a Vincenzo e a Puli il mio pappagallino.
Posai la testa sul cuscino e l'ultima immagine che vidi prima di scivolare in un sonno profondo fu il viso sorridente di Taeyang.

Taeyang

Arrivarono a Milano in tarda serata, l'agenzia gli aveva offerto la possibilità di vivere in una villetta, nella periferia, un posto tranquillo e super accessoriato. Avrebbero vissuto tutti insieme, era davvero contento. Ultimamente erano troppo impegnati per potersi vedere, troppi impegni.

Decisero di ordinare la pizza per cena e beh che dire, anche la miglior pizza coreana non era lontanamente paragonabile. La pizza. Questo gli riportò in mente Victoria, lei che storcendo le labbra gli diceva: “Anche la miglior piazza fatta a Milano, non sarà mai paragonabile a quella di Napoli”. Era stato meno di 3 giorni fa, aveva scoperto che lei era nata si Inghilterra, ma che aveva praticamente vissuto a Napoli per tutta la sua vita. Aveva imparato qualcosa in più su di lei.

Era inutile, lei gli piaceva e anche tanto, solo che era rimasto scottato per troppe volte. Avere un qualsiasi tipo di relazione con una fan ti logorava dentro. Sapeva che i suoi amici, soprattutto Seungri se la spassavano alla grande, non sapeva come ci riuscissero.

Mentre era fuori a guardare le stelle arrivò Top.

- Hyung posso farti una domanda? -
- Dimmi Young-Bae. - Disse mettendosi al mio fianco.

- Come fanno secondo te gli altri a stare con delle ragazze che sono attratte da loro solo per il “ruolo” che interpretano e non per quello che sono davvero? -
- Young Bae, dimmi hai mai avuto un'avventura da una notte? -
- Raramente e dopo quando me ne rendevo conto, riuscivo solo ad odiare me stesso.-
- Vedi nella vita non c'è nulla di facile, siamo personaggi famosi e adesso lo diventeremo sempre di più. - Sospirò e poi mi guardò dritto negli occhi. -Siamo il sogno proibito di tante ragazze, loro ci cercano e fanno di tutto per realizzare il loro sogno. Noi siamo esseri umani e cediamo. -

Disse prendendomi per le spalle. - Abbiamo degli istinti e credimi dopo un po' i sensi di colpa spariscono e poi sai cosa resta? Il vuoto. - Lasciò cadere le braccia lungo fianchi.

- Non credere che sia facile, non lo è mai. -
- Hyung...- Non lo avevo mai visto così.


Sai è molto difficile trovare l'amore, l'amore vero, ma per noi è quasi impossibile.
- Acclamati da fan adoranti perdiamo la dimensione reale delle cose. Lo sappiamo. Sappiamo che probabilmente non saremo mai amati per quello che siamo. - Fece una piccola pausa. - Siamo come lupi affamati che si cibano del piacere momentaneo che viene loro donato. Solo questo. Non siamo peggiori né migliori di altri. -

Sorrisi amaramente, avevo capito.

- Ragazzi è arrivata la pizza! - Urlò Dae.

Stancamente mi trascinai fino alla porta-finestra.

- Dongsaeng, questo non significa che per noi non c'è speranza. Tutti noi abbiamo diritto di amare, ma per amare bisogna anche lasciarsi andare e credo che se lo farai sarai contento di averlo fatto. -

Mi sorpassò ed entrò in casa.

 

 

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Capitolo 7
*** Strani comportamenti ***


Metà novembre, era quasi il giorno del mio compleanno. Mentre guardavo fuori dalla finestra pensavo agli strani eventi degli ultimi giorni. Taeyang, nonostante gli avesse detto di andarci piano e iniziare come amici, non gli aveva dato un attimo di tregua, appena il lavoro gli 5 minuti di pausa me lo ritrovavo davanti. Questo ovviamente mi faceva piacere e assaporavo quei momenti come un assetato beve il suo ultimo goccio d'acqua.

Già era difficile credere che a lui piacessi, ma che addirittura facesse di tutto per stare con me...Era fantascienza.

Un'altra persona strana negli ultimi tempi era John.

La discussione di stamattina era stata la più strana della sua vita. Lo aveva chiamato per dirgli che aveva la febbre molto alta e che voleva prendersi qualche giorno di festa, si era aspettata che sbraitasse e che le chiedesse di andare al lavoro, ma invece era stato stranamente gentile e premuroso e alla fine della conversazione aveva aggiunto:“Victoria mi farebbe molto piacere se tu da oggi mi chiamassi semplicemente John.” Detto questo ha riagganciato senza darmi il tempo di parlare. Chissà, chissà.. Basta, così le febbre mi sarebbe solo aumentata.

 

Nel pomeriggio mi sentii un po' meglio e decisi di farmi una breve doccia, giusto per liberarmi dal sudore. Mentre stavo ritornando in stanza sentii bussare la porta. Pensai che Vincenzo avesse di nuovo dimenticato le chiavi. Alzai le spalle e andai ad aprire, non controllai chi era alla porta dallo spioncino(PESSIMA ABITUDINE!), e mi ritrovai i Big Bang al completo fuori l'uscio della porta.

 

- Sorpresa! - Disse GD. - Abbiamo saputo che non stavi bene e ti siamo venuti a trovare.-

Guardai prima loro e poi me stessa. Avevo un aspetto orribile! In pigiama, con la vestaglia e con le pantofole della Disney, volevo morire!

 

- Entrate, fate come se foste a casa vostra, io torno subito!!! - Dissi scappando in camera. Cosa dovevo mettermi? Cosa?!?!?! Stavo andando in crisi quando sentii Vincenzo bussare alla porta.

 

- Vic? Tutto bene? - - No che non va tutto bene, non voglio più uscire da qua dentro! Mi hanno visto in pigiama!-

- Dai Vic tranquilla, io ti ho vista in situazioni peggiori. Senti fai una cosa mettiti la maglia blu che ti piace tanto e i jeans e vieni fuori, ti assicuro che i ragazzi sono molto dispiaciuti per averti messo in imbarazzo. Non fare la bambina!- Aprii leggermente la porta. - Sicuro che non rideranno di me? -

- Si, non ti preoccupare, però tesoro fai qualcosa per quei capelli! - Feci una smorfia, eravamo alle solite.

Dopo un po' uscii e i ragazzi mi chiesero scusa per essere venuti senza avvisare.

  •  

- No, il problema non è la vostra visita, era la situazione disastrosa in cui ero. - Iniziammo a ridere tutti insieme, poi feci le dovute presentazioni anche se a quanto pare già avevano avuto modo di conoscere il mio adorato coinquilino. Mentre stavamo parlando G-Dragon scattò all'impiedi e disse:

- Che maleducati! Per la fretta abbiamo dimenticato di prendere dei dolcetti! Dobbiamo subito riparare!.- Poi si girò verso Vincenzo. - Conosci una pasticceria qui vicino? - Lo disse guardandolo in modo strano, fisso fisso, come se gli stesse comunicando qualcosa.

- Si la conosco, è molto buona però è un po' difficile da raggiungere, vi accompagno. -

- Bene ragazzi, andiamo!Tutti! Tranne Vic ovviamente. - Disse sorridendomi dolcemente.

- No dai io resto per farle compagnia! - Disse Seungri. GD strinse i denti e disse.

- Sei di gusti difficili, quindi è meglio che te li scelga tu i dolci che preferisci. Adesso vieni subito con noi. - Disse scandendo bene parola per parola, ma a quanto pare Victory non ne voleva sapere, così TOP lo prese di peso e lo portò alla porta, poi si girò è disse con la sua voce bassa e profonda.

- Bae resta con lei, nel caso non si sentisse bene. - Detto questo uscì chiudendosi la porta alle spalle. Ero incredula, cosa diavolo stavano combinando? Mi girai e guardai Tae, il suo volto era inespressivo.

- Beh a quanto pare siamo rimasti da soli. - Cadde un silenzio imbarazzante che non riuscii a rompere finché lui non disse.

- Posso vedere la tua camera? - La mia camera?

 

- Mm..Si certo, anche se è un po' in disordine in realtà. -

- Non ti preoccupare , avrò visto sicuramente di peggio. - Disse sorridendo.


Entrò nella mia stanza con passo felpato, quasi come se avesse paura di rompere qualcosa. Scrutò tutto. Dai poster appesi alle pareti (di cui molti erano loro), le foto della mia famiglia e dei miei amici, i gadget del mio videogioco preferito e regali che mia sorella mi aveva spedito dal Giappone. E i libri, i libri erano sparsi un po' ovunque. Era una strana accozzaglia la mia stanza, veramente strana, però tutto era perfettamente amalgamato con il resto. L'adoravo.

 

- Beh è davvero bella sai? Sai cosa si dice? Che dalla stanza di una persona di capisce la sua personalità. -

- Davvero? Non credo di averlo mai sentito. - Caspita Vic datti una regolata, sei un essere pensante, controllati, ma fu tutto inutile, soprattutto quando lui si abbassò e mi baciò.

 

Inizialmente fu un bacio romantico, quasi casto, poi esplose la passione che entrambi avevamo tenuto a bada nell'ultimo mese, mi aggrappai alle sue spalle, per paura di svenire dalla gioia, mentre le nostre lingue iniziarono a combattere un duello senza fine, pian piano lui iniziò a prendere sempre più il comando, mi accarezzava la schiena scendendo giù, fino ai fianchi.

Si staccò e con gli occhi mi chiese se poteva provare ad andare un po' oltre, non aveva bisogno di conferme.

Le sue mani scivolarono sotto la mia maglia. La mia pelle reagì al contatto con la sua sprigionando in me nuove sensazioni, mai provate prima. Era tutto semplicemente perfetto.

 

Dopo un po' ci staccammo ansimanti l'uno dall'altra, la testa iniziò a girarmi, non so se per la febbre o per le emozioni provate da poco, ma mi venne un capogiro e se non fosse stato per lui, probabilmente sarei caduta a terra.

- Stai bene? - La sua voce era molto preoccupata.

- Si, credo che però sia meglio se mi stenda. Mi dai una mano?-

 

Mi prese direttamente in braccio e mi stese sul letto. Ora se non fossi stata così male avrei trovato la situazione veramente equivoca, ma in quel momento mi sentivo morire.

- Scusami, a quanto pare le...emozioni di prima, mi hanno un po' debilitato. -

- Beh, lo predo come un complimento. - Disse facendo una smorfia divertita. - Ora riposati. E dimmi dove sono le medicine. - Disse dandomi un leggero bacio sulla bocca.

- Sono sulla scrivania, vicino alla bottiglia d'acqua. -

- Tae? - - Si? - -Non pensare che io sia sfacciata o altro, ma, ma, ma vorresti restarmi vicino? - Chiesi balbettando e coprendomi la faccia con la coperta. Lui sorrise e mi si stese vicino, mi accoccolai contro il suo petto muscoloso e protettivo e mi lasciai cullare dal suo respiro.

Quando i ragazzi tornarono ci trovarono così, abbracciati e addormentati.


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Capitolo 8
*** Il risveglio ***


Ci svegliammo qualche ora dopo ed eravamo ancora abbracciati. All'inizio fui colta dalla mia solita amnesia mattutina. Poi il tutto mi colpì come un fiume in piena. Io, lui. Oddio! Cosa diavolo avevo fatto? Si erano suicidati anche quei pochi neuroni che mi erano rimasti?

Lui si svegliò a sua volta e mi diede un bacio, poi soffocò una risata.

- Perché ridi? -

- Perché non hai visto i tuoi capelli!! - Oh no, oh no! I miei capelli, già indisciplinati di loro, al momento del risveglio assumevano una strana forma, una sorta di aureola castana. Orribili.

Così tentai, invano, di sistemarli. Ma lui mi scostò le mani e mi prese tra le sue braccia e mi baciò i capelli.

- Non muoverli sono belli lo stesso. - In quel momento 5 ragazzi proruppero nella stanza rompendo il nostro momento di intimità.

- Ragazzi! Vi abbiamo sentito! - - Tae sono già le 19.00 dobbiamo tornare a casa, domani dobbiamo svegliarci presto, dobbiamo finire di registrare!-

Ragazzi non urlate, qui c'è qualcuno che si è appena svegliato. - Disse Tae in tono molto, ma molto seccato.

Vincenzo si avvicinò e ci porse due tazze di caffè, che Dio lo benedica! Poi mi si avvicina e mi sussurra all'orecchio. - Ha chiamato tua madre, sembrava abbastanza nervosa.- Bene adesso dovevo sorbirmi anche la ramanzina da parte di mia madre. Benissimo! - Ok, grazie. -

 

Dopo esserci alzati e “ricomposti” ci salutammo semplicemente con un bacio sulla guancia, solo dopo mi accorsi del biglietto che mi aveva fatto scivolare nella vestaglia.

Sono stato benissimo oggi.

P.s: sei ancora più bella mentre dormi

 

 

Qualche giorno dopo.

Ritornai al lavoro e tutto era cambiato. John era stranamente più gentile, finalmente mi stava insegnando il mestiere.

Ogni momento libero invece era dedicato a Tae, appena aveva 5 minuti liberi volava da me, anche solo per un fugace bacio, ma dovevamo stare attenti, non credo che al Boss sarebbe piaciuta questa situazione.

Così complici anche i ragazzi, ogni momento per noi era un attimo da cogliere, le scale antincendio diventarono le mute complici del nostro amore appena sbocciato.

 

Non avevamo definito la nostra relazione, eravamo solo due ragazzi che godevano della reciproca compagnia, anche se per ovvi motivi, non ci eravamo mai spinti oltre. +

 

 

Così si avvicinò il giorno del mio compleanno, dire che lo odiavo era poco, sin da quando alle elementari avevo invitato l'intera classe e di tutti i 24 invitati, solo 3 si presentarono. D quel momento avevo bandito le feste di compleanno, anche per i miei 18 anni, mi avevano praticamente minacciato. Quindi niente di niente e non ne volevo sapere proprio niente. Tra le altre cose mio padre si era sentito male e mia madre lo doveva accudire, mia sorella viveva in Giappone e mio fratello? Boh chi lo sapeva dov'era quella testa pazza!

Riuscii a non pensarci pensando solo al lavoro e a Tae.

 

23 Novembre 00,00

Un improvviso bussare di porta mi fece alzare di scatto dal letto. Chi poteva mai essere a quell'ora?

Mi alzai di scatto e corsi alla porta l'aprii e ...- SORPRESA! - Palloncini e stelle filanti e in mezzo chi poteva mai esserci? La pazza! Stella! Rimasi lì a guardarla come se fosse un extraterrestre finché non mi trascinò in casa.

- hey Ste, sai noi abitiamo qui, mica ti puoi presentare a quest'ora facendo un chiasso della madonna! - Disse Vincenzo, anche lui in pigiama.

- Su, su ragazzi, non mi vedete da quasi 5 mesi dovreste essere contenti di vedermi! I'm here babies! - Disse sedendosi stancamente sul divano. In un momento io e Vincenzo le piombammo addosso e iniziammo una lotta con i cuscini, finché la vicina ci fece gentilmente notare che era mezzanotte!

- Auguri Vic – Disse Stella abbracciandomi. - Auguri eterna spettinata. - Aggiunse Vincenzo. Anche le se la mia famiglia non c'era, c'erano almeno loro, così non mi sarei sentita sola.

Nello stesso tempo il display del mio telefono si illuminò. “Oggi è un giorno speciale ma farò di tutto per renderlo ancora migliore.”

 

Il giorno dopo, o meglio dire qualche ora dopo, mi alzai per andare al lavoro, Stella venne con me, in quanto aveva un appuntamento con il Boss.

 

- Dov'è Luca? - Era il Manager, nonché fidanzato segreto di Stella. - E a casa...Sua madre non lo vede da molto..- Rispose distrattamente. C'era qualcosa che mi nascondeva, dovevo scoprire cosa, ma non feci in tempo a chiederle niente che già si era fiondata nell'ascensore.

La giornata risultava un po' strana, vero che pochi di loro conoscevano la data del mio compleanno ma che nessuno mi degnasse di uno sguardo era ancora più deprimente. Anche i Big Bang non si fecero vedere. John era ritornato freddo e manipolatore. Avevo voglia di piangere, ma tenni duro.

 

Alla fine del lavoro arrivò Vincenzo tutto trafelato che mi rapì e mi portò nel miglior salone di bellezza di Milano.

- Hey ma io non posso permettermelo! -

- Non ti preoccupare è stato tutto già pagato! - Dopo una seduta di massaggio, make up e seduta da parrucchiere sembravo un'altra, mi sentivo bellissima già così, quando Vincenzo mi presenta un bellissimo vestito blu di seta, era incredibilmente bello.

- Ma Vinc, è bellissimo!- Lo provai e mi stava d'incanto, Sembravo una principessa.

- Questo è il regalo mio e di Stella e questo è il bigliettino. - Arrossì vistosamente. - Sai non siamo bravi a parole come te, quindi abbiamo pensato di mettere nero su bianco ciò che pensiamo di te. -

 

Cara Victoria, sappiamo che non ami te stessa, che spesso e volentieri pensi di essere orribile e sai che noi non ti vediamo in questo modo. Abbiamo organizzato tutto questo per aprirti gli occhi e far vedere anche a te che bellissima donna si nasconde in te. Ti vogliamo bene.

- Oh no Vic non piangere! Il trucco! - Ma non riuscii a fermare le lacrime e così fini che la truccatrice dovette rifarmi il trucco daccapo.

- Come potrò mai ringraziarti? -

- Beh magari facendomi avere un appuntamento con Top. - Cosa cosa?

- Con Top? -

- Beh si, insomma, è affascinante no? -

- Beh si non ci sono dubbi, ma...- Perché tra tutti proprio Top?

- Bando alle ciance! C'è ancora dell'altro per te! -

 

Che altro poteva esserci di più? Ma lo seguii nella sua macchina, mentre guidava verso il mondo delle meraviglie.

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Capitolo 9
*** Le Boom! ***


Vincenzo mi portò alla villa che era stata destinata ai BB, L'avevo già vista prima, ma adesso era completamente diversa. Il giardino era stato decorato ed illuminato.

Quando arrivai alla porta fui completamente sommersa da miriade di stelle filanti. Vidi i volti sorridenti dei miei colleghi, dei miei amici. Tutti erano riniti lì per il mio compleanno.

Un ricordo dell'infanzia tornò a galla. Una bambina sola, circondata da festoni. No. Quel tempo era finito ormai. Mi dissi scuotendo leggermente la testa. Ora è tutto diverso.

 

Il primo a veniri incontro fu GD - Happy B-Day my friend! - Disse saltandomi al collo. - Benvenuta nella nostra umile dimora. - Accennò un buffo inchino e mi fece strada più lo conoscevo più mi sembrava il cappellaio matto. Era davvero matto!

Anche a dire il vero umile era un parolone, eccentrico era il termine giusto, ma essendo casa sua non mi stupivo più di tanto..

In un angolo vidi i miei genitori. MAI mi sarei aspettata di vederli lì. - Mamma!Papà! Ma cosa ci fate qui? Papà tu non avevi detto di sentirti male? -

- Ti pare che un medico si possa sentire male? - Disse mio padre borbottando. Sorrisi tristemente. Già un medico. Non mi aveva mai perdonato per non aver seguito le sue orme.

Mia madre corse ai ripari. Come al solito. - Non ci saremmo mai persi il compleanno della nostra bambina!- Disse abbracciandomi e anche se era a disagio anche mio padre si unì all'abbraccio.

La vista dei miei genitori mi rese molto contenta, ma allo stesso tempo fece riemergere dei sentimenti che tenevo ben stretti nel mio cuore, ma quello non era il momento adatto per farli uscire. Chiusi gli occhi e feci l'esercizio mentale che mi consigliava sempre il mio analista. "Concentrati su un elemento finché tutto non torna alla normalità", così mi concentrai sulla stravagante lampada a forma di mitra di Gd e i brutti sentimenti scomparvero e rimase solo la felicità.

il nostro breve idillio familiare fu interrotto da Stella e Vincenzo che si posero al centro del salone, dove erano stati posizionati microfoni e casse.

- Allora signori e signore, siamo lieti di darvi il benvenuto alla festa di compleanno di Victoria Danteee!! -

- Ora come ben sapete ci saranno canti e balli, ma prima due paroline. - Disse Vincenzo.

- Bene inizio io allora! - Disse entusiasta Stella. Si girò verso di me e disse guardandomi negli occhi: -Vic tu sei una persona molto speciale, anche se non sempre apprezzi te stessa, sappi che noi ti troviamo fantastica! - Fece una piccola pausa. - Ora lo sai non sono molto brava a dire certe cose, ma voglio provarci. -

- Ci conosciamo dai tempi del liceo, abbiamo passato bellissimi momenti insieme, ma anche molte difficoltà. - Tra noi corse uno sguardo pieno di significati, si c'erano state molte difficoltà. - Ed è stato soprattutto grazie a te se ho avuto il coraggio di tentare, il coraggio di osare ed è solo grazie a te se oggi sono dove sono. - Tratteneva a stento le lacrime. - Quindi voi tutti ringraziate Victoria! Senza di lei non avreste l'opportunità di sentire la mia stupenda voce voce i tv o in radio! - Tutti risero e la sala esplose in un forte applauso. “Fa sempre la prima donna.” Pensai, trattenendo una risata.

- Bene, adesso facciamo ritornare il gallo nel pollaio. - Disse Vincenzo spostandola. Stella Fece una finta faccia offesa.Un perfetto numero da cabaret. - Ok, ora è il mio turno. Per quanto mi riguarda non parlerò, ma ti canterò una canzone. - Iniziarono le prime note e riconobbi la canzone, una delle mie preferite Just the way you are.

Se non mi ero lasciata andare a piagnistei fino a quel momento, ora ci davo dentro con le lacrime. Finita la canzone mi abbracciò e mi sussurrò: "Ti voglio bene", riusciì a rispondergli solo “Anchio” e lo strinsi ancora più forte.

 

La festa riprese, ballammo, mangiammo e ridemmo. Solo una cosa mi rendeva un po' triste. Tae non si era fatto vivo, ma dove poteva essere?

In compenso mi si avvicinò John. Quella sera era bello da mozzare il fiato, la camicia che indossava metteva ben in risalto i suoi muscoli scolpiti e i jeans gli stavano molto meglio dei suoi soliti pantaloni scuri da compleato. Guadagnava 10 anni di età, dimostrando anche meno dei 30 anni che aveva.

- Volevo farti gli auguri di persona ed è stato un po' complicato cercare di straparti agli altri invitati. - Disse con aria leggermente imbarazzata. Mi porse un pacchetto, al suo interno trovai un braccialetto in argento finemente lavorato. Era bellissimo!

- John io non so che dire. Grazie, ma è davvero un regalo eccessivo! - Dissi schernendomi. Lui si avvicinò, prese il bracciale dalla scatola e prese il mio braccio. - Facciamo così, consideralo anche come un dono per chiederti scusa. - Disse allacciandolo.

- So di essermi comportato da vero stronzo con te, ma l'ho fatto solo perché sei una persona speciale. - Detto questo si abbassò e mi diede un bacio leggerissimo, ma pericolosamente vicino alle labbra, girò i tacchi e se ne andò, lasciando mi lì con la bocca e gli occhi spalancati come un pesce palla! Ero sbigottita! Cosa diavolo voleva dire?

I miei pensieri furono interrotti da Stella che mi trascinò in giardino. Non l'avevo notato prima, perché avevano lasciato la zona in ombra, ma c'era una sottospecie di pedana e lì c'erano loro! Un concerto live! Solo per me! Non ci potevo credere! Cantarono le mie, loro, canzoni preferite. Mi scatenai e relegai in un angolino il "mistero" John.

 

Dopo la stupenda esibizione, vennero spente tutte le luci e vidi entrare una torta a 3 piani. Era di varie sfumature ed era decorata con le cose che più amavo: il personaggio del mio gioco preferito, una bandiera del Giappone con dei mini-manga vicino, la pizza, una pellicola di un film e in cima io, con il Vesuvio alle spalle! Era piena di dettagli, anche discordanti tra loro, ma l'abilità del pasticiere riuscì a renderla comunque equilibrata.

Quando spensi le candeline, il mio unico desiderio fu "Fa che questo momento non finisca mai".

 

Dopo la torta pian piano gli invitati iniziarono ad andare via così verso le 2 solo pochi reduci gironzolavano ancora per casa. Uscii dalla parte della terrazza e mi appoggiai al muretto. Che serata magnifica, eppure era già terminata.

 

- Sai è stato impossibile avvicinartisi per tutta la serata. - Mi girai, era proprio la persona che volevo vedere. Taeyang. Mi circondò con le braccia e mi disse. -Sei bellissima stasera, manignifica. - Ci baciammo, ma non fu un bacio qualsiasi, fu un bacio voluto, desiderato, agognato. Il cuore era impazzito, batteva a mille all'ora e avevo paura che da un momento all'altro potesse uscire fuori dal petto. Mi staccai brevemente da lui.

 

- Grazie, so che hai organizzato tutto tu. -

- Non c'è di che. - Disse mordicchiandosi il labrro infieriore. Com'erano belle le sue labbra!

Così mi feci avanti e ripresi a baciarlo. Stavolta non ci fermammo ai baci, i nostri corpi si desideravano, si chiamavano.

La chimica era tanta tra di noi che vinse tutti i miei riserbi. Iniziai ad esplorare con le mani il suo petto muscoloso, mentre le sue scesero ad accarezzare il mio corpo. La scoperta reciproca dei nostri corpi diventava più azzardata ogni momento che passava, ma fummo bruscamente interrotti. L'interuttore fu Daesung che era uscito per "smaltire" la sbornia, ma a quanto pare non ci aveva nemmeno notato, ma ormai si era persa l'atmosfera.

- Beh a quanto pare non era proprio destino. - Disse sospirando, poi prese una scatola dal giubbino e me la porse. - Auguri my darling. - disse sfiorandomi l'orecchio con un bacio.

Aprii la scatola all'interno si trovava un pendente. Uno di quei ciondoli a forma di cuore che si aprono e puoi metterci dentro delle foto in miniatura. Lo avevo sempre disiderato, ma non avevo mai trovato quello giusto. Era un cuore, ma assomigliava molto anche agli ingranagi di un orologio. Al tutto era abinato una lunga catena d'oro bianco. Apri il ciondolo e dentro c'era una foto mia e sua, scattata qualche giorno prima. Non mi era mai capitato di piangere così tanto di gioia in un solo giorno, ma per l'ennesima volta in quella giornata piansi.

- Come potrò mai ringrarziarti? -

- Magari con un bel bacio. -

 


 

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Capitolo 10
*** Extra: Seung-Hyun x 2 ***


Capitolo extra: Seungri

 

L'Italia era davvero un paese magnifico, belle ragazze dappertutto e già aveva fatto le sue prime conquiste. Mentre si guardava allo specchio assunse un'aria soddisfatta e malandrina, si controllò per l'ultima volta ed uscì dal bagno dell'agenzia.

Mentre usciva si scontrò con una ragazza che cadde per l'impatto, velocemente si apprestò a soccorrerla. “Un'altra preda, continua così Seung-Hyun!” Pensava, ma appena la rialzò si accorse che era Vic, beh un buco nell'acqua.

“Scusami Vic non ti volevo far cadere.”

“Non scusarti, è stata colpa mia, stavo praticamente correndo per i corridoi” Un sorriso spontaneo le illuminò il volto. Effettivamente era proprio carina. Lunghi capelli castani, occhi color nocciola adornati da folte ciglia scure, naso sottile, ma non alla francese. Inoltre aveva tutte le forme al punto giusto, un solo difetto, era davvero bassa! Beh tanto meglio per Hyung, anche lui non era un esempio d'altezza.

Quella ragazza gli stava davvero simpatica, non era di troppe pretese, era divertente e spontanea, non come alcune ragazze coreane (bellissime), ma frigide, lui poteva dire di conoscerne parecchie..

“Vic posso offrirti qualcosa al bar?Per farmi perdonare.” le disse così d'impulso. “Si, certo perché no, ma solo se pago io” disse con aria grave. “Sono io che correvo.” Continuarono a discutere su chi dovesse pagare fino a quando arrivarono al bar.

 

Si sedettero e ordinarono da bere. A un certo punto lei gli disse qualcosa che lui non si sarebbe mai aspettato.. “Sai sei proprio migliorato in inglese, si vede che ti sei impegnato tantissimo.” E gli sorrise, il cuore del “piccolo” Seungri sobbalzò per un momento, per poi iniziare a battere forte, la sua pressione sanguigna aumentò tanto da farlo diventare rosso. Mise una mano davanti alla bocca per nascondere il suo vergognoso rossore e riusci solo a borbottare un “grazie”.

Fortunatamente la cameriera interruppe quel momento d'imbarazzo.

 

A un certo punto lei le chiese una cosa davvero strana. “Seungri, tu cosa pensi di me?Come persona voglio dire.” Questa volta toccò a lei diventare rossa. “Si sincero però.” E lo guardò fisso negli occhi. Cosa le avrebbe dovuto dire? Erano amici, ma si conoscevano ancora poco. Poi decise di dirle quello che pensava. “Fisicamente parlando ti trovo molto carina.” Fece una piccola pausa per esaminare la sua espressione, per vedere come reagiva al suo complimento, ma lei non sembrò molto colpita. Mi schiarì la voce e continuai. “Poi trovo che tu sia una ragazza simpatica e divertente, sempre pronta a sdrammatizzare con il tuo special humour. Penso che tu sia dotata anche di una buona dose di pazienza.” A quest'ultima parola lei scoppiò a ridere e continuò così per un minuto buono..Non capivo, perché rideva?

“Io...sarei..dotata..di...pazienza?” Non riusciva a trattenere le risa tra una parola e un'altra.

“Beh ammetterai che per sopportare il manager Cooper ci vuole molta pazienza.”

Lei si sistemò meglio sulla sedie e pian piano le risate si calmarono.

“Ma Seungri se tu dicessi a qualcuno che hai affiancato la parola pazienza al mio nome ti prenderebbe per pazzo!” Continuavo a non capire. “Beh come posso dire, io sono dotata di una scarsa, scarsissima pazienza, però a causa di alcuni...problemi passati, ho imparato a gestire queste situazioni, per lo meno sul lavoro. Devi sapere che sono una persona molto suscettibile e che mi innervosisco facilmente.” Strabuzzai gli occhi. Ci conoscevamo da un po' e mai l'avevo vista avere uno scatto d'ira. Ma come faceva? Se davvero era così come faceva a non “esplodere”?

“ Ma scusami come..” “Come faccio a non dare di matto?” Continuò lei per me. “Semplice frequento sempre la palestra dell'agenzia e anche a casa ho un sacco da fitbox. Così quando non riesco più reprimere tutte queste sensazioni scarico tutto sul saccone. Fa bene anche alla linea.” Annuì convinta.

Restai pietrificato, e chi si aspettava che quella ragazza alta appena 1,58 m fosse capace di prendere a pugni qualcuno. L'apparenza inganna davvero. Questa volta fui io a non riuscire a trattenere le risa e fu la sua volta di assumere una faccia interrogativa. “Stavo pensando che Hyung farà meglio a comportarsi bene sennò la vedo dura!” Detto questo scoppiò a ridere anche lei.

Le mie considerazioni su Victoria Dante? Beh una ragazza intelligente e simpatica con una buona dose di peperoncino!

 

Capitolo extra: Seung-Hyun

 

Camminavo per le vie di Milano mentre accompagnavo il leader a fare spese folli

Era incorreggibile solo lui riusciva a comprare cose così eccentriche, per non dire pacchiane. Non che lui fosse esattamente un esempio di sobrietà, ma nessuno era come Ji Yong.

Anche lui aveva fatto spese, aveva comprato un bel completo da sera da Armani, gli stava che una meraviglia, ma dopo un po' si isolò.

Parecchie cose erano cambiate. Un nuovo paese, una nuova cultura e di nuovo lontani miglia da casa.

Ji Yong era euforico, era nella città della moda. Daesung e Seungri facevano comunella e YoungBae era completamento perso per Victoria, quando non dovevano provare o registrare correva da lei. No che ne fosse geloso, anzi era molto contento per lui e poi pian piano si era affezionato a quella nanetta dagli occhi color nocciola. Si sentiva solo, era questa la verità.

Ma come si suol dire quando si parla del diavolo spuntano le corna, il display del suo android si illuminò una chiamata da YoungBae in arrivo.

“Hey Hyung! Dove siete? Sono con Vic e volevamo passare un po di tempo insieme.” Gli spiegai che Ji Yong era ancora intento a provarsi il 13° capo e che ci avrebbe messo ancora molto, ma il leader era di tutt'altro parere, uscì dal camerino a petto nudo e mi strappò il cellulare dalle mani.

“aha..aha si ok, allora ci vediamo lì tra 10 minuti.” Staccò e mi ripassò il cellulare.

“Ma come? Andiamo già via? Dopo solo un'ora e mezza?!” Mai aveva visto Ji Yong interrompere un giro d'acquisti, mai, a parte per lavoro.

“Si tanto già ho scelto cosa prendere.” Così indicò al commesso i capi che gli interessavano e tornò dentro alla cabina di prova per rivestirsi, 10 minuti dopo eravamo al bar con YoungBae e Victoria.

 

Praticamente parlavano solo YoungBae e Ji Yong, io non avevo molta voglia e Victoria era intenta ad ascoltarli, apparentemente molto interessata, non mi accorsi che con la coda dell'occhio mi guardava e studiava ogni minima espressione del mio viso. A un certo punto Ji Yong si alzò e fece segno a YB di seguirlo. Feci segno di seguirli, ma Ji Yong mi fece segno di sedermi.

Il silenzio che si creò fra loro, pesò ancor di più dopo la valanga di chiacchiere di quei due.

“Mh..Seung-hyun, per caso ho fatto qualcosa che ti ha infastidito? Se è così dimmelo ti prego, possiamo cercare di risolvere le cose..” Era davvero mortificata, abbassò la testa non avendo il coraggio di guardarlo.

Non mi aspettavo che il mio malumore potesse essere così frainteso. “No, Vic tu non hai fatto nulla.”

Lei alzò la testa di scattò. “Davvero? E allora perché non mi rivolgi la parola? Non credere che io abbia le allucinazioni, l'ho notato.” Ero sorpreso. “Davvero?” “Si, è in realtà è dalla mia festa di compleanno che sembri essere un po' distaccato.”

Beh questa si che era bella, ero davvero perplesso..

“Mi dispiace Vic, perdonami, ma credimi, tutto questo non ha nulla a che vedere con te”. Sperava che così la ragazza si tranquillizzasse, ma sembrò il contrario. La curiosità è donna, meglio tenerlo presente.

“Cosa c'è che non va? Vuoi parlarne con me?” Insistette così tanto che finii con lo sbottare. “Mi sento solo!” Lei ci pensò un po' su.“Perché ti senti solo? Vivi con i tuoi amici, state sempre insieme.”

“Non saprei spiegartelo, è un sentimento che viene da qui.” E mi indicai il cuore.

In realtà non avevo fiducia che lei capisse, ma quando la guardai capii che lei capiva, sapeva ciò che si provava. “Seung-Hyun tu sei una persona molto famosa, sei un bravo rapper e non lo dico solo perché sono vostra fan.” Fece una piccola pausa. “Ma quello che ti rende una persona speciale non è la tua abilità canora o la fama, quello che ti rende speciale è quello che hai qui.” Si sporse e mi toccò il cuore.“YoungBae mi ha raccontato di tutto quello che hai fatto per lui, dei tuoi consigli e delle tue premure. Ti adorano tutti e ti rispettano, ma soprattutto tutti ti vogliono bene. Non lasciare che un malessere passeggero rovini i bei momenti che potresti avere con loro qui in Italia.” Detto questo sorrise. Le sue erano parole sincere, sentite. Parole di chi aveva spesso provato la stessa sensazione.

Mi presi un po' di tempo e pensai a quello che mi aveva detto. Alla fin dei conti mi stavo solo comportando da bambino capriccioso. “Grazie, mi sento meglio adesso.”

Come se fossero stati richiamati da un fischio silenzioso YB e Ji Yong ritornarono. Il leader guardò prima me e poi Vic e annuì soddisfatto.

Raramente ricordo di aver passato un pomeriggio così bello. Ridemmo e parlammo dei tempi andati e vidi gli occhi di Vic illuminarsi per ogni nuovo aneddoto.

A fine giornata chiesi a Vic come le era venuta in mente una tale perla di saggezza, lei mi guardò è disse: “Non chiedere, non è lecito sapere.” Mi fece l'occhiolino e raggiunse YoungBae. E fu quel giorno che ammisi per la prima volta che la curiosità è anche maschio.

 

Spero che questi piccoli capitoli extra vi piacciano e aspetto i vostri commenti.

Volevo ringraziare tutti coloro che seguono la mia storia e la recensiscono *-* Grazie mille.

E voglio ringraziare anche i miei migliori amici che anche se non sono fan dei BB leggono con attenzione la mia fanfic dandomi sempre degli ottimi consigli.

 

p.s: per chi non lo sapesse l'ultima battuta di Vic è una citazione di Virgilio u.u Sfrutto i miei 5 anni di latino XDDD Finalmente!

p.p.s: cercherò di usare più spesso i loro veri nomi ;)

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Capitolo 11
*** Extra: The Heartbreaker and the Angel ***


Capitolo extra: G-Dragon

 

Ero chiuso di nuovo in una stanza a scrivere un nuovo testo. Il “boss” come lo chiamava Vic, aveva deciso di aggiungere una terza canzone e a lui era stato affidata carta bianca, ma davanti a se vedeva vedeva appunto solo il bianco del foglio.

Non so come ero riuscito a trovare una saletta piccola, ma confortevole in un angolo remoto dell'agenzia, speranzoso di ottenere un po' di tranquillità. Scrissi qualche nota, solo per poi accartocciare il foglio e buttarlo nel cestino lì di fianco, ormai colmo di note che mai avrebbero visto la luce.

“BASTA!” Urlai a uno spettatore invisibile, spensi la luce e rimasi lì, con la testa tra le mani rincorrendo note che non volevano essere acchiappate.

Ormai ero da un po' al buio quando un click mi riportò alla realtà, insieme alla luce che mi accecò per un istante. “Mi scusi, non sapevo che ci fosse qualcuno” mi disse una voce familiare. “Ah GD sei tu?cosa ci fai qui?E al buoi poi?!” Era Vic, come non accorgersene.

Stavo cercando un ispirazione che non c'è.” Ammisi sconsolato, ma poi la rabbia si fece strada in me. “Cosa credono che sia? Dio? L'album uscirà i primi di febbraio, siamo a dicembre e mi chiedono di scrivere, così, una canzone dall'oggi al domani?!” Sbottai. Non era da me deprimermi o arrendermi, anzi di solito in questo tipo di relazioni riesco a dare il meglio di me, ma siamo tutti esseri umani e anche il grande GD può sbagliare..Mh bella questa potrei usarla. “Scusami Vic e che sono un po' teso.” Lei non disse niente, mi guardò attentamente e poi vidi nascere sul suo viso un sorriso trionfante. “Vieni con me, so cosa fare!” Mi prese per mano e mi trascinò per i vari corridoi, passammo anche davanti a YoungBae che assunse un'aria interdetta. Continuammo a correre finché non mi portò nella palestra dell'agenzia. “Vic non ho voglia di fare palestra.” “Infatti, non la farai.” Si girò e mi porse due guantoni da box. Mi portò in un'altra sala, dove erano appesi ovunque sacconi pieni di sabbia. C'erano poche persone ad allenarsi. Si fermò davanti a un sacco preciso, l'unico blu della stanza. “Questo è quello che uso io di solito, immagina che al suo posto ci sia la faccia di chi vuoi colpire e bang! Un bel pugno sul naso.” Sorrise soddisfatta. Apprezzavo il suo impegno, ma non ne avevo proprio voglia, così mi girai e stavo facendo per andarmene, quando lei mi afferrò per il polso. “Stai scappando? Questo non sei tu.” Avrei voluto urlarle che lei non mi conosceva così bene dal potermi giudicare, ma sapevo in cuor mio che aveva ragione, così indossai i guantoni e iniziai a tirare qualche colpo, finché non ci presi gusto. Dopo una mezzora ero sfinito e grondante di sudore, meno male che quella mattina avevo indossato una tuta. Vic annuì in senso di assenso. “Così ti dai alla box.” Dissi annaspando, dovevo ricominciare a fare palestra, stavo davvero perdendo il ritmo. Lei non mi rispose subito, indossò i guantoni e iniziò a colpire con gesti rapidi e precisi il sacco. “Ho dovuto. Le persone non si sono sempre comportate bene con me.” Mentre parlava aumentava il ritmo e l'intensità dei colpi. La visione di quella ragazza, all'apparenza così indifesa, che riusciva a colpire con tanta forza un sacco di almeno 50 kg, mi venne l'ispirazione. Eccola era proprio lì. Mi alzai di scatto e la presi tra le braccia, incurante delle facce incuriosite che ci guardavano e le feci fare una piroetta, anche lei sembrò sorpresa. “Eureka!”

 

Poche ore dopo.

Era pronta, la mia nuova creatura. Risistemai i pentagrammi e uscii dalla stanza, all'esterno c'era Victoria ad attendermi. “Pronto?” “Io sono nato pronto.” Li sorrise al mio commento e mi accompagnò dal Boss. Sulla facciata del primo spiccava il titolo Knuckle Duster Girl.

 

 

Capitolo Extra: Daesung.

 

Una stanza diverse dalle altre. Vari gadget di Doraemon erano sparsi per la stanza. Un ragazzo giaceva addormentato nel suo letto, ma il suo non era un sonno tranquillo, qualcosa turbava il sonno di quello che tutti consideravano un angelo caduto dal cielo.

 

Mi svegliai di soprassalto in un bagno di sudore. Gli spettri del passato si insinuavano nei suoi sogni per ricordargli la sua colpa.

Mi alzai dal letto e mi diressi verso il bagno attiguo alla mia camera e mi buttai sotto il getto purificatore della doccia.

Dopo questi incubi diventava sempre più dura per lui assumere la sua solita aria spensierata, ma ormai più passava il tempo e più diventava difficile assumere i panni del vecchio Dae, quello prima dell'incidente.

Uscii dalla cabina doccia e mi apprestai a seguire la mia routine mattutina. Uscii e mi ritrovai davanti il caos! Vestiti, cartoni della pizza e cartacce varie erano in giro per casa.

“Ma come avete fatto a fare tutto questo in una sola serata?” Chiesi sbalordito. Non riuscivo a sopportare la confusione. Sentii formicolarmi le mani, dovevo pulire, ma YoungBae stava già procedendo e anche di gran fretta. “Hyung, ma da quando sei così fissato con l'ordine?”

Una strana smorfia si dipinse sul suo volto. “Io? Io ho sempre amato pulire Dae, forse lo hai dimenticato.” “Sta per arrivare la sua ragazza” Rispose Ji al suo posto, iniziando a ridere convulsamente. “Ah!Stai zitto!” Rispose stizzito YB. “Ti do una mano.” Così iniziai a pulire automaticamente.

Poco dopo arrivò Victoria portando con se l'odore di pane appena sfornato e cornetti al cioccolato. “Questa è la vostra colazione per oggi.” Ci sedemmo tutti a tavola e iniziammo a mangiare, sembrava una scena idilliaca, una famiglia alle prese con la colazione.

Gli spettri del passato però non mi davano tregua, mi rincorrevano fino a quando ormai stanco non cedevo fino al essere stretto nelle loro braccia mortali.

Mi scossi da quei pensieri scuotendo la testa. Vidi i ragazzi guardarmi con aria interrogativa, ma li rassicurai con un sorriso, indicando che stavo bene. Ma non era la verità, non stavo affatto bene e non sapevo dove sbattere la testa, come se il cielo sentisse il mio grido d'aiuto, un'abbagliante lampo illuminò la stanza. Poco dopo una pioggia scrosciante scese rapida dal cielo.

“Se continua così le strade si riempiranno di fango e sarà impossibile raggiungere l'agenzia.” Disse Vic alzandosi dalla sedia e avvicinandosi alla finestra. “Io odio la pioggia.”

Come presagito da Victoria dopo mezzora le strade furono dichiarate inagibili e decidemmo di restare a casa, ovviamente Vic restò da noi.

Non mi sentivo di compagnia così mi ritirai nella mia stanza e iniziai a riguardare quegli episodi di Doraemon che ormai conoscevo a memoria.

Ero completamente al buio fatta eccezione per la luce emanata dal televisore, un leggero bussare mi distolse dalla visione. “Possiamo entrare?” Non avevano atteso la risposta, erano semplicemente entrati, erano lì tutti e cinque, i miei compagni di una vita e la mia nuova amica. Erano lì sull'uscio della porta con le braccia incrociate. Era una scena davvero comica, avrei riso, se non avessi saputo la gravità della situazione. “Possiamo sapere cosa c'è che non va?Siamo tuoi amici e siamo qui per aiutarti.” Qualcosa in me si ruppe in mille pezzi, la barriera che pian piano avevo eretto tra me e i miei amici si disintegrò. Ciò che era sepolto venne a galla e raccontai ai miei amici degli incubi che ormai da tempo mi perseguitavano. Il resto della giornata la assai con i miei amici giocando a fare le imitazioni di personaggi famosi e vedendo film.

Verso le 18,00 le strade tornarono agibili e Victoria poté tornare a casa, ma prima di andare mi si avvicinò e disse: “Sai mia nonna diceva che quando teniamo gli occhi chiusi i diavoli vengono a farci visita e che per scacciarli basta cantare una canzoncina, magari quando ti senti giù potresti provare a cantarla.” Intonò dei brevi versi in una lingua sconosciuta, lasciandomi lì a bocca aperta.

 

So che probabilmente la parte su Dae non mi è venuta benissimo, ma ci tenevo a provare :) Che dire grazie per aver letto! Dal prossimo capitolo ritornerò a scrivere la storia dal punto di vista di Victoria e tenetevi pronti a un Natale spumeggiante!

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Capitolo 12
*** Winter is coming.. ***


Dicembre era ormai arrivato e con esso la pubblicazione del tanto agognato album.

L'album aveva riscosso un successo pazzesco! Neanche l'agenzia si era aspettata un simile successo.

 

La calma (molto relativa) fu rotta, la casa discografica fu assalita da folle di fan e paparazzi, avidi di carpire un qualsiasi elemento rilevante.

Questo comportò un aumento di mole di, lavoro per tutti, anche per me. Ad aggiungere al tutto c'era da gestire le uscite delle novità invernali.

 

Ero stanca e demoralizzata, il natale si avvicinava e io non sapevo che pesci prendere, inoltre io e Tae non riuscivamo a stare insieme per più di 5 minuti, troppi impegni. Che frustrazione!

Guardai sconsolata fuori dalla finestra, la neve era caduta prima del tempo e si era già attaccata, ma neanche la prospettiva di un Bianco Natale riusciva a rallegrarmi.

 

Mentre ero intenta ad ammirare la danza che i fiocchi di neve creavano nell'aria sentii alle mie spalle il rumore di un trolley che si avvicinava. Mi girai e guardai da capo a piede il mio migliore amico, fermo sulla porta, pronto a partire.

-Io vado allora, tornerò presto. Vedi di non metterti nei guai durante la mia assenza capito? -

Sorrisi dolcemente a quella affermazione, a volte sembrava dimenticare che tra i due ero io quella più grande. - Sissignore! - Scattai sull'attenti imitando goffamente un soldato, lo abbracciai e lo accompagnai alla porta. Poche parole di saluto e saltò sul taxi che con il suo biancore spettrale si confuse nel turbine della neve circostante.

 

23 Dicembre

 

Rimasta sola a casa mi ero data da fare per portarmi avanti nel lavoro, goffa com'ero nessuno credeva che potessi essere così metodica e ordinata nel lavoro.

Con l'uscita dell'album il via vai di persone divenne sempre più grande, ai primi piani ormai era impossibile passare, bisognava spintonare per riuscire ad arrivare agli ascensori.

 

Mentre correvo da una sala ad un'altra incrociai Tae che mi fece segno di seguirlo. Lo seguii finché non arrivammo in una sala vuota, non aspettò nemmeno che si chiudesse la porta che si fiondò sulle mie labbra.

- Calma, calma. - Dissi ridendo. Gli presi il viso tra le mani. - Sono qui, non scappo. -

Con estrema dolcezza prese le mie mani e se le porto alle labbra, ricoprendole di piccoli baci.

- E che mi sei mancata tantissimo, a tratti pensavo che fossi una mia invenzione, che non fossi reale. -

Stentavo ancora a credere che lui fosse lì con me, ogni volta che il i nostri occhi si incontravano, sembra che nel mio cuore fotte in atto uno spettacolo pirotecnico. Adesso capisco. Capisco quando si dice che l'amore non si può spiegare. L'unico paragone che potrebbe calzare è il mare in tempesta, così come la forza dell'acqua e del vento portano le onde ad infrangersi sugli scogli, così era forte l'amore che provavo per lui. Volevo dirglielo, gridarlo al mondo intero..“Ti amo”, ma on ne avevo il coraggio.

- A cosa pensa la mia testolina buffa?

- A noi. - Lo circondai con le braccia e lo abbracciai forte, avevo così paura, non volevo perderlo, non lui, non di nuovo.

 

24 Dicembre: Vigilia

 

La giornata era più caotica che mai, le persone sembravano aver dimenticato che era quasi Natale e che bisognava essere tutti più buoni, anzi la frenesia natalizia stava letteralmente facendo uscire tutti dai gangheri. Era tutto un “Victoria il caffè!”, oppure “Victoria le fotocopie!”, “Victoria insomma!”

 

BASTA! Non se ne poteva più! Quanto è troppo e troppo, Fortunatamente la giornata era finita e fino al 27 avevo un po' di respiro.

Non vedevo l'ora di andare a casa, per farmi un bel bagno caldo e andare a letto, ma prima dovevo fare un cosa.

-John? Posso disturbarti? - L'uomo seduto alla scrivania mi fece cenno di entrare.

-Dimmi Victoria cosa posso fare per te? Come vedi sono un po' indaffarato. -

-Si, lo so scusami, ecco volevo solo darti questo e...ringraziarti, perché nonostante tutto, mi stai aiutando a realizzare il mio sogno. - Gli porsi il pacchetto che il giorno prima aveva confezionato con tale cura, carta blu, con fiocco argentato.

Sembrava piuttosto sorpreso, ma aprì lo stesso il regalo. Una penna stilografica vecchio stile nera.

Da suo sguardo non riuscii a capire se gli piacesse o no e visto che non mi rispondeva accennai all'andarmene, ma mi fermò per il braccio.

-No aspetta. Grazie mille,è bellissima, davvero grazie. - Sembrava impacciato come se non sapesse cosa dire, non era il solito John. Riuscii a boccheggiare un “Prego” e ad uscire all'istante.

Forse era mia impressione, ma sembrava fin troppo contento.

 

ANGOLO DELL'AUTRICE
Vi prego di perdonarmi! Sono in ritardissimo! Ho avuto un po' di problemi e così scrivere è passato in 2 secondo piano. In questi giorni pubblicherò sicuramente il continuo di questo capitolo! Credetemi ce la farò ç_ç
Imploro il vostro perdono ç_ç

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Capitolo 13
*** Our First Time ***


Certo non avevo mai immaginato di passare la sera della vigilia da sola a casa, ma devo dire che tutto sommato ne ero felice, ero così stanca.

 

Sfatta e rassegnata girai la chiave nella toppa, ma mi accorsi che c'era qualcosa di strano, la porta era chiusa con una sola mandata, mentre di solito ne facevo almeno due. Lentamente entrai, la luce era accesa e sentivo la pentola sfrigolare in cucina. Con passo felpato arrivai in cucina e lì lo vidi, era lì voltato di spalle, concentrato sul suo obbiettivo. La mia stanchezza sparì all'istante nel vederlo.

- Insomma sai come far morire una donna eh? - Lui sussultò spaventato.

Era un po' ridicolo con il mio grembiule addosso, a stento riuscii a trattenere una risata.

- Guarda che dovrei essere io ad essere spaventata! -

- Scusami..Oh merda! Avevo intenzione di farmi trovare davanti alla porta quando saresti rincasata. -

Mi avvicinai lentamente, con fare sensuale. - Perché è così una bella sorpresa trovarti con questo grembiule così..sexy..- Non gli diedi il tempo di ribattere che mi impossessai delle sue labbra, lo sentii borbottare qualcosa, ma non mi importava. Mi afferrò e approfondì il bacio, finché l'odore della cipolla bruciata non ci riportò alla realtà.

- Scusa, ma ora devo occuparmi della cucina, tu perché non ti vai a fare un bel bagno rilassante e non ti metti qualcosa di carino? - Era davvero sexy con quel grembiule e l'idea di essere soli, protetti da quelle quattro mura, accese la mia passionalità a lungo tenuta a bada.

- Ai suoi ordini Chef. -

Dopo un bel bagno rilassante, mi acconciai i capelli in morbide onde e scelsi il vestito rosso che metteva tanto in risalto la mia pelle ambrata, eredità di mio padre. Ero sorpresa di me stessa ci avevo messo solo 40 minuti.

- Scusami per averti fatto aspettare, come sto? - Lui restò lì, imbambolato, boccheggiando come un pesce, a guardami.

- Sei stupenda. -

 

Quella che segui fu una cenetta romantica perfetta; il tavolo era ricoperto di petali di rosa e lo champagne tenuto al freddo. Taeyang a quanto pare aveva uno spiccato talento culinario, aveva preparato i miei piatti preferiti, farfalle con panna e salmone e pollo al limone e come dessert uno squisito tiramisù.

 

Dallo stereo la voce potente e vellutata di Whitney Houston cantava I will alway love you, mi prese per mano e mi portò al centro della stanza. Iniziammo a ballare tenendoci stretti l'uno all'altro, come se al mondo non esistessimo altri che noi. Quando la canzone finì, noi eravamo ancora lì, stretti in un abbraccio senza fine.

 

-Ti amo - Quelle parole che avevo così paura di pronunciare finalmente erano uscite dalle mie labbra. - Ti amo Taeyang, ti amo e non so cosa fare.- Mi distaccai un po' da lui per guardarlo in dritto negli occhi.

- Io ti amo e non riesco più a trattene questi sentimenti, ci ho provato, mi sono detta “Hey Vic fai attenzione potresti scottarti”, mi sono detta che sei un personaggio dello spettacolo e che probabilmente per te ero solo una storia passeggera, ma non è servito niente. Io ti amo e non so se tu provi lo stesso. - Lo guardai speranzosa di avere una sua risposta, ma a le sue labbra rimasero serrate.

- Parlami ti prego. - Piagnucolai.

-Sono arrabbiato. Come hai potuto anche solo dubitare dell'amore che provo per te? -

Lui mi amava? Ero sbalordita.

-Io ti amo stupidina, forse per la prima volta nella mia vita mi sono innamorato davvero. Tu non sei come le altre, nonostante tutto mi hai sempre trattato come un ragazzo normale, pur essendo una nostra fan. Anche io avevo i miei dubbi, ma credi davvero che sarei ora qui con te se non ti amassi? -

- Non lo so, credo di no. - Mi diede un colpetto sulla fronte e mi abbracciò.

- Brava e non mettere mai più in dubbio quello che provo per te.

Le lacrime sgorgarono copiose, ma per la prima volta, erano lacrime di felicità, non avrei mai creduto che anche lui mi amasse, ma ora lo sapevo, non ero più sola. Lui era con me.

Raccolse con piccoli baci ogni lacrima finché non si fermarono, poi iniziò a baciarmi lungo il collo, per poi risalire su fino all'orecchio. Sentii il suo respiro sulla mia pelle e il mio corpo reagì. Era come se ogni fibra del mio essere lo desiderasse, l'amore e la passione ruppero gli argini della ragione e si impossessarono del mio essere.

Mentre lui continuava la sua esplorazione io iniziai la mia, lentamente iniziai ad accarezzargli l'addome scolpito, prima con prudenza e poi sempre con più impazienza.

Le sue labbra catturarono le mie, fu un bacio ardente passionale, che lasciò ad entrambi le labbra rosse e il fiato corto.

- Se non vuoi...possiamo fermarci. - Ansimò lui. - No, anch'io lo desidero. -

Lo presi per mano e lo trascinai nella mia stanza, non volevo aspettare. Il primo indumento a sparire fu il mio vestito, il secondo la sua maglia. Ci avventammo l'uno sull'altro come bestie selvagge, non ci bastavano i baci, volevamo di più.

Si soffermo un istante a guardarmi, ormai nuda nella penombra.

- Sei così bella. - Si avvicinò e inizio ad accarezzarmi l'addome, le gambe, mentre io iniziai la mia missione personale. Gli ricoprii il petto di piccoli baci, dedicando una particolare attenzione ai capezzoli, la sua risposta fu immediata, sentii i suoi muscoli irrigidirsi e non solo quelli.

- Credo proprio di doverti restituire il favore. - Mi prese e mi adagiò sul letto iniziando a toccarmi lì dove risiede il centro della mia femminilità, ma non smise di accarezzarmi, anzi iniziò a torturami i seni mentre il mio respiro diventava sempre più affannoso.

- Ti prego..TI PREGO. - Singhiozzai.

- Dimmi cosa vuoi? - - Voglio te!- Allungai le braccia e lo attrassi a me, mentre lui entrava in me. I nostri corpi si muovevano lentamente, insieme, finché non raggiungemmo insieme l'apice.

 

 

Il giorno dopo mi risvegliai con l'uomo che amavo, e che mi amava, al mio fianco, fu una situazione strana, nuova per me, che non avevo mai passato l'intera notte con un uomo. Lo guardavo dormire e mi sorprendevo di come quei capelli così perfetti durante il giorno, di notte avessero perso tutta la loro compostezza.

Stavo proprio giocando con una ciocca dei suoi capelli quando si svegliò.

-Buongiorno dormiglione. Auguri di buon natale!- Sorrisi dandogli un bacio.

- Mm che bel risveglio. Guarda un po' cosa mi ha regalato Babbo Natale quest'anno. Auguri anche a te, amore mio. - Mi baciò e si accoccolò sui miei seni, come un bambino troppo cresciuto.

- Hey, hey! Adesso non iniziamo ad esagerare! -

- Perché non posso? - Mi fece gli occhioni da cucciolo, come potevo dirgli si no?

- Si che puoi. -

 

La mattinata passò così, tra una carezza e il fare l'amore finché non decidemmo che l'ora di alzarsi.

- Piccola pensavo, visto che Vincenzo non c'è, perché non vieni a stare da noi nel frattempo? -

- Posso davvero? Non sarà pericoloso? -

- Faremo attenzione e nel caso potremmo sempre dire che non c'è nulla di male al fatto che la nostra assistente manager passi il natale con noi no? -

- Va benissimo. - Mi alzai e lo baciai, dirigendomi saltellando in bagno, ma mi fermai sull'uscio della porta. - Che fai non vieni? - Lui non se lo fece ripetere due volte e mi raggiunse di corsa.



 

 

 

Per ringraziare i ragazzi quel pomeriggio preparai io il pranzo di natale, fondendo la tradizione americana e l'italiana. Era stato davvero imbarazzante l'arrivo alla villa, ma i ragazzi non erano stupidi e avevano capito tutto, ridendo e sballottando Taeyang, complimentandosi anche.

 

Nel tardo pomeriggio ci eravamo piazzati davanti alla PS3 a giocare a Just Dance, ma con dei ballerini come loro fui fatta fuori al primo turno, ma non mi importava, era bello anche solo restare lì a guardarli. Vederli ingozzarsi di patatine e arrabbiarsi se sbagliavano un passo.

Top che era stato eliminato poco dopo di me mi raggiunse.
- Sai volevo ringraziarti. -

- Per cosa? Mi ospitate mi sembra il minimo cucinare per voi -
- Non solo per quello, ma per YoungBae, non lo vedevo così felice da tempo. - Sorrise agli amici, mentre GD rubava l'ultima patatina dal piatto del panda.
- Sono io a doverlo ringraziare. - Guardai l'uomo che amavo ridere e pensai che mai avevo visto cosa più bella.

 

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Capitolo 14
*** Ricatto ***


I mesi scivolavano velocemente, l'inverno si faceva più rigido, eppure non sentivo il freddo, perché c'erano sempre le forti braccia di Tae a riscaldarmi.

A volte stentavo a riconoscermi quando guardavo il mio riflesso nello specchio, non riconoscevo la vecchia me.

Taeyang, proprio come il suo nome, aveva portato il sole nella mia vita; era riuscito a dissipare le nubi delle mie paure senza nemmeno accorgersene.

Ma fu proprio quando ormai pensavo che la vita stesse iniziando a sorridermi che accadde il fattaccio. Fummo scoperti.

John era lì impalato a guardarci, avvinghiati, la nostra era una situazione piuttosto compromettente. Eravamo in trappola e l'unica via di fuga era bloccata.

“Bene, bene. Guarda chi abbiamo. Un cantante e un'assistente! Vi direi che non me lo sarei mai aspettato da voi, ma mentirei. Siete talmente scontati.”

Taeyang si frappose fra noi, cercando di proteggermi dagli sguardi indagatori di John.

“Lei non ha fatto niente.” Sibilò.

“Certo, certo. Vedi a me lei non sembrava molto dispiaciuta e di sicuro non ti denuncerà mai per molestie sessuali.” John spostò bruscamente Taeyang di lato. Lui poteva essere più muscoloso, ma John era di gran lunga più massiccio. “Sai cos'è la cosa buffa? Quando ti ho visto la prima volta pensavo che tu fossi una di quelle sciocche ragazze che cadono nella rete di personaggi famosi, ma conoscendoti pian piano, pensavo che tu fossi diversa, ma ahimè, la prima impressione è quella che conta.” E poi disse le parole che non avrei mai voluto ascoltare. “Sei proprio una delusione, non mi sarei mai aspettato questo da te.” Si girò e fece per andarsene, ma si bloccò. “Questa cosa finirà da se e a pagarne le conseguenze sarai solo tu.”

Uscì dal nostro campo visivo e mentre Taeyang imprecava in coreano, io mi accasciai a terra.

Le parole di John mi rimbombavano nella testa, ero davvero stata una sciocca? Mi stava prendendo in giro? Mentre mi stavo perdendo nel baratro sentii una voce chiamarmi: “Vic! Vic! Ascoltami! Non è vero. Noi siamo diversi, guardami!” Mi prese il viso tra le mani.”Io ti amo.” Guadai il suo viso, rosso per la rabbia e non potei fare a meno di piangere. No, noi eravamo diversi, noi ci amavamo.


 

Un po' più tardi. John

Avevo sprecato una buona occasione. Accidenti a me! Ma l'importante era aver insinuato il dubbio in Victoria, sembrava una ragazza forte, ma in realtà era molto fragile, basta spingere nel punto giusto e le sue difese sarebbero crollate e io sarei stato lì pronto a soccorrerla.

Nel corridoio si sentivano dei passi era lei che a grandi falcate entrava nel mio ufficio. Era rossa in viso e aveva in fiato corto per la corsa e i capelli castani erano sfuggiti all'elastico.

La guardavo incantato mentre un fiume di parole uscivano da quella bocca di rose.

Alla debole luce di febbraio i suoi capelli sembravano risplendere e i suoi occhi erano due fiamm3. Dio se era sexy, aveva proprio voglia di baciarla, baciarla finché non avrebbe lasciato quel nanetto.

La guardava lì, battersi per il suo amore, così viva..Una fiamma inarrestabile.

“Vorresti uscire con me questa sera?” L'idea gli era venuta così, all'improvviso. “Visto che vuoi così tanto difendere il tuo rapporto, esci con me stasera e vediamo quanto forte è. Se mi proverai che il vostro amore è così solido da superare l'odio delle fan, i pregiudizi, le distanze, le differenze culturali ec.. allora io giuro solennemente di tenere il segreto. Ci stai? E' la tua unica possibilità per salvaguardare la tua carriera, la tua relazione e per riguadagnare il mio rispetto.” Era meschino da parte mia, ma avrei lasciato a dopo i sensi di colpa.

Lei sembrò abbastanza confusa, ma alla fine accettò.

“Bene, ti vengo a prendere alle 20,00 a casa tua.”

Si John, questa era proprio la tua occasione.


 

Ore 19,50. Casa di Victoria e Vincenzo.

“Non capisco! Davvero non capisco! Perché devi uscire con lui?” Taeyang girava per il soggiorno come se fosse un animale in gabbia. Quel John non gliela contava giusta. Chi poteva mai fare una richiesta così assurda?

“Amore smettila!Consumerai il pavimento in questo modo!”

“Come posso smetterla? Se fossi io ad andare ad un appuntamento con un avvenente ragazza, come la prenderesti?”

“Male, ma lo sai che lo sto facendo per noi e poi..sai che per me il mio lavoro è importante!E' tutto per me!” La discussione fu interrotta dallo squillo del cellulare, era ora.

Era così arrabbiato che si rifiutò di salutarla. Lo sapeva si stava comportando da bambino, ma aveva paura ed era mortalmente geloso, ma l'amava, l'amava come non aveva mai amato nessuno in vita sua.

“Sai Taeyang, hai un po' esagerato” Vincenzo comparve come un'ombra dalla cucina. Era scuro in volto e sembrava molto preoccupato.

“Potrai pensare che non fatti miei e potrei anche darti ragione, ma quella che ora sta andando ad affrontare il suo superiore, una persona che tra le altre cose stima molto, è lei non tu.”

“Lo so, ma non è facile.” Ero seccato, ma razionalmente mi rendevo conto che Vincenzo aveva ragione.

“Non è stato facile nemmeno per lei sai? Siediti, forse è il caso che tu mi ascolti, credo che capirai.”

Iniziò a raccontare di molti anni prima..

“Vedi Taeyang, il padre di Victoria è un medico, è il cosiddetto uomo che si è fatto da sé, distruggendo chiunque si mettesse sul suo cammino e ad oggi è uno dei primari più rispettati d'Italia.

La madre invece è la figlia di un generale americano di base alla NATO, i due si conobbero e dopo pochi anni si sposarono. Da questo matrimonio sono nati 3 figli, 1 maschio e 2 femmine. Ora secondo te qual'era la più grande ambizione di un uomo, che ha sacrificato tutto per la sua carriera?”

“Passare il testimone ai figli...Ma il fratello di Vic non fa il giramondo e la sorella non lavora in un'azienda in Giappone?”

“Esatto. Vedi, forse quello che non sai è che i fratelli maggiori di Victoria sono gemelli, lei è nata circa nove anni dopo.

Il padre aveva puntato tutto sul figlio, lo vedeva come il suo degno erede, ma Micheal non riuscì a reggere la pressione e dopo pochi anni abbandonò la facoltà di medicina, fuggì lasciandosi tutto dietro alle spalle. La sorella ormai già si era laureata e stava per trasferirsi in Giappone con quello che ad oggi è suo marito.”

“Quindi non poteva imporle di abbandonare la sua vita..”

“Si, anche per lei le cose non furono facili. Già anni prima c'erano state delle lotte, ma il padre, convito che almeno il figlio maggiore seguisse la sua strada, aveva lasciato il via libera alla figlia maggiore.”

Tutto questo successe quando Vic era all'ultimo anno. Sola, senza la protezione dei fratelli maggiori, venne stressata psicologicamente dal padre per scegliere medicina, ma lei non voleva. Ha dovuto lottare. Mi ricordo ancora di un giorno in cui me la trovai fuori la porta di casa, mi disse che il padre l'aveva sbattuta fuori e che non sapeva dove andare. Il padre la diseredò e si rifiutò di pagarle gli studi, sola e senza famiglia non sapeva che fare.”

“Fu solo grazie all'aiuto di suo zio che riuscì ad iscriversi all'università, fu lui a pagargli la retta scolastica e lei tuttora oggi, manda una parte del suo stipendio a suo zio, per ripagarlo degli anni passati. Capisci ora? Lei ha lottato contro il suo stesso padre, a stento si parlano.

Penso che tu capisca quello che lei ha passato, anche tu di sicuro hai dovuto affrontare molti ostacoli per essere dove sei adesso” Fece una piccola pausa e si alzò “Quindi ti chiedo solo di rispettare la sua decisione. Lei lo sta facendo anche per voi.”

“Perché mi hai raccontato queste cose?”

“Perché penso che tu la ami e perché so che lei ti ama con tutto il suo cuore.”

Mi diede una pacca sulla spalla e mi lasciò lì a rimuginare da solo.

Pensavo di conoscere Vic, ma ero stato solo un illuso, io non sapevo niente di lei, non sapevo cosa aveva dovuto affrontare. L'unica cosa che sapevo era che mi ero comportato da egoista.


Angolo dell'autrice: Manca poco alla fine! Grazie mille per il sostegno che mi date *^* Un grazie speciale va a Mini_GD che anche se non lo sa, mi ispira profondamente!

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Capitolo 15
*** You are mine ***


Stanca e affranta entrai nell'auto che mi aspettava sotto casa, John era lì che mi aspettava tenendomi aperta la portiera.

Non avevo molta voglia di parlare, ero arrabbiata, ma soprattutto ero molto, molto preoccupata.

Per tutto il tragitto non feci altro che guardare fuori dal finestrino, persa nei miei pensieri, mi riscossi solo quando sentii l'auto fermarsi.

"Bene siamo arrivati."

Mi voltai e ciò che vidi mi lasciò piacevolmente sorpresa. Il posto in cui eravamo arrivati era un casolare in pietra rossa con il comignolo che sputava fumo grigio. Non si può descrivere a parole la bellezza di quel luogo, sembrava quasi...

"Sembra quasi di essere in un libro di fiabe vero? " John aveva stampato sul viso il suo solito sorrisino compiaciuto, ma nei suoi occhi si leggeva una meraviglia pari a quella di un bambino.

"Non potrei essere più d'accordo. "

L'interno era ancora più meraviglioso. Tovaglie a scacchi ricoprivano i tavoli quadrati, cestini di paglia intrecciati era disposti sui tavoli, colmi di pane, fiori di campo freschi profumavo l'aria insieme all'odore delle pietanze.

Ero così presa da quella vista che non mi accorsi che John stava aspettando pazientemente con il caposala che io mi decidessi ad accomodarmi al tavolo prenotato.

"Mi scusi è che qui è tutto bellissimo. Mi sono un po' distratta."

"Non si preoccupi, non per vantarmi, ma capita spesso. " Scherzò lui facendomi l'occhiolino.

Ci accompagnò ad un tavolo un po' più appartato degli altri, vicino a una finestra che dava sul campo di fiori.

In quel luogo sembrava aleggiare una sorta d'incantesimo, come se chiunque entrasse al suo interno, non potesse far a meno di sorridere.

"Sono contento che ti piaccia, effettivamente ho sempre pensato che tu fossi quel tipo di persona. "

"Quale tipo di persona? " Chiesi.

"Romantica e sognatrice. " Mi sorrise in modo così dolce che probabilmente, se non fossi stata seduta, le gambe non mi avrebbero retto.

"Ovviamente il mio era un complimento. " Sorrise malizioso.

"Grazie. " Abbassai lo sguardo e non lo rialzai finché non arrivò il cameriere.

 

 

John

 

La cena stava proseguendo nella direzione giusta, pensai tra me e me. Victoria sembrava felice e parlava tranquillamente senza forzature. Proprio in quel momento mi stava raccontando di uno scherzo che aveva fatto con i suoi amici al discapito di una povera professoressa ingenua.

Non conoscevo ancora questo lato di lei, questo suo lato furbo e a tratti malizioso, non avevo mai visto i suoi occhi splendere per la meraviglia. Un appuntamento perfetto, se non fosse stato per il piccolo dettaglio che lei non era mia.

Non avevo mai desiderato qualcuno così tanto in vita mia, desideravo poterla baciare, potermi addormentare al suo fianco e risvegliarmi tra le sue braccia, volevo poterle dire in ogni momento quanto l'amassi e la desiderassi, volevo poter fare tutte queste cose, ma non potevo. Non ancora.

Mi feci coraggio e dissi quelle parole che mi tenevo dentro da quasi un anno e per la prima volta aprii il mio cuore a una donna.

 

La serata era quasi giunta al termine, era quello il momento giusto, così le chiesi se volesse fare una passeggiata e per mia fortuna accettò, ed ora eravamo lì, fianco a fianco, in un sentiero deserto.

 

"John senti..per quello che hai visto, insomma io posso spiegarti.." Lei continuava a parlare e parlare, dandomi spiegazioni e giustificazioni, ma io ormai non l'ascoltavo più, perché lui? Perché lui e non me? Cosa aveva quel tappetto che io non avevo?

"Basta " Tagliai a corto. " Non potete stare insieme, sfida ogni regolamento, se lo venisse a sapere il presidente sarebbe la fine.."

"Ma...se tu non gliene parli lui non lo saprà mai. " Cercava ancora di proteggerlo?

"E' solo un anno capisci? E poi? Loro tra un po' partiranno per una tournée e poi torneranno in Corea e tu? Tu resterai qui...Cosa farai? Dimmi è così forte il vostro amore?

"Tu...Come osi! Come osi pretendere di conoscere così bene i miei sentimenti? E poi hai detto bene, lui partirà e ciò che faremo o non faremo non saranno problemi tuoi." Urlò stizzita.

"Ma non capisci che a perderci sarai solo tu?La tua carriera tutti i sacrifici che hai fatto per arrivare fin qui? " Urlai disperato.

"Insomma non sono affari tuoi! Cosa ne faccio della mia vita sono solo problemi miei!"

L'afferrai per il polso e la presi tra le braccia.

"Non posso essere io? Non puoi amare me? " dissi con un soffio di voce.

 

 

Victoria

Ero immobilizzata nella morsa creata dalle braccia John, non riuscivo a muovermi, i nostri corpi così vicini, sentivo il battito accelerato del suo cuore e il suo respiro tra i miei capelli.

"John..John! Mi stai stritolando."

"Scusami. " Sciolse l'abbraccio, ma non lasciò la mia mano.

"John..Io ti rispetto, come uomo e come superiore, ma quello che provo per te non è amore e non credo che lo sarà mai, mi dispiace se.." Non trovai la forza per terminare quella frase, per la seconda volta in un solo giorno lo sconforto mi assalì. Non volevo, non volevo piangere, ma qualche lacrima mi scappò lo stesso.

John allungò una mano e con le dita raccolse le mie lacrime solitarie.

"Non mi arrenderò Victoria, non rinuncerò mai a te." Lasciò la mia mano che ricadde al mio fianco. Mi sentivo svuotata da ogni forza.

"Andiamo ti accompagno. "

"Voglio tornare a casa da sola. " Riuscii a dire con un filo di voce. Non volevo trovarmi in uno spazio così intimo come l'abitacolo di un auto in queste condizioni.

Sembrò capire perché non insistette più di tanto. " Lascia almeno che ti chiami un taxi." Non mi restò che annuire, la voce mi aveva abbandonato del tutto.

Quando arrivai a casa YoungBae era lì ad aspettarmi, aveva il viso tirato dalla preoccupazione, ma mi salutò con un sorriso, un sorrise quando vide i miei occhi rossi.

"Cosa ti ha fatto quel bastardo? Dimmelo lo ucciderò! " Ero stanca di parlare, ero stanca di tutto, l'unica cosa che volevo in quel momento era solo stare con lui, ma mi risuonavano ancora le parole di John in testa.

E' solo un anno capisci? E poi? Loro tra un po' partiranno per una tournée e poi torneranno in Corea e tu? Tu resterai qui...Cosa farai? Dimmi è così forte il vostro amore?

Già..Cosa farò io quando se ne andrà? Cosa ne sarà del nostro amore?

Guardando YoungBae negli occhi pensai che non m'importava, al momento l'unica cosa che contava era che lui fosse lì con me, il resto era solo fumo.

 

John

Dopo che l'avevo accompagnata al taxi non me la sentivo ancora di rimettermi in auto per guidare fino a casa, in quello stato avrei di sicuro avuto un incidente, quindi tornai sul luogo del delitto e rimuginare un po'.

Le avevo detto che non mi sarei arreso, ed era la verità, noi eravamo fatti per stare insieme, presto lo avrebbe capito anche lei.

Guardai sconsolato gli alberi ancora spogli intorno a me e pensai..Beh come pretendevo che andasse tutto per il verso giusto, se anche i ciliegi non sono in fiore?

Angolo dell'autrice: Perdonatemi se non ho scritto in questi tempi, ma tra vacanze ed esame di ammisione mi è mancato il tempo T___T Spero di farmi perdonare con questo capitolo! Ringrazio molto mia sorella perché mi è stata di grande aiuto nella stesura (che parolone XD) della dichiarazione <3 I love you sis!

 

 

 

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Capitolo 16
*** Uno ***


Note iniziali dell'autrice: Salve a tutti!!! Prima di tutto volevo scusarmi(mi prostro a vostri piedi), per non aver aggiornato da così tanti mesi. Urge una spiegazione...

1- la mancanza di ispirazione, presente quel momento in cui fissate il foglio e non riuscite a scrivere? 2- Ho avuto un leggero distacco dai 5 ragazzi e credo proprio che con questo capitolo non scriverò più di loro. Qualcosa in me è cambiato, in una certo senso direi anche inaridito da un certo punto di vista 3- In generale non mi sentivo e non mi sento soddisfatta da questa ff, infatti ho tutta l'intenzione di riscrivere i primi capitoli, perché andiamo sono illeggibili!

Queste sono le mie uniche, patetiche, scusanti...Forgive me.

 

Per quanto riguarda questo capitolo è strutturato in maniera un po' differente dagli altri, infatti c'è un po' meno d'azione e molta più riflessione.

Piccolo avvertimento, ho citato nel capitolo la canzone Uno dei Muse, di cui ogni paragrafetto indica il cambio di POV da Victoria a YB.

 

 

 

You could have been number one
And you could've ruled the whole world
And we could've had so much fun
But you blew it away

 

_..._..._...

 

 

Tre anni dopo...

 

E' incredibile pensare a come le persone cambino, con il passare del tempo non si diventa solo un po' più saggi, ma anche un po' più cinici ed ormai della ragazza timida ed insicura che ero non c'è più alcuna traccia.

 

Cinque anni fa ho lasciato andare via l'unica persona che abbia mai amato in tutta la mia vita, gli ho voltato le spalle, abbandonando con lui anche parte del mio cuore.

A volte se chiudo gli occhi posso ancora rivedere nella mia mente l'ultima volta che i miei occhi incontrarono i suoi.

Ricordo a perfezione il colore azzurrino delle pareti spoglie di quella che fino ad allora era stata la loro casa, il tiepido sole primaverile che filtrava dalla veranda e la voce dura di YoungBae che infranse quella che sarebbe stata altrimenti una tranquilla giornata di marzo.

 

Perché?! Dimmi perché vuoi lasciarmi proprio ora! E' per John?” urla YoungBae.

No, non è per lui”. Sospiro, ormai distrutta da una discussione che sembra non voler finire.

Te l'ho già detto, la nostra relazione non poteva durare sin dall'inizio, siamo troppo diversi, troppo lontani e il nostro amore è troppo debole per resistere a i colpi inflitti dalla distanza”.

Vuoi dire il tuo amore”. Risponde lui acido. “Potremmo provarci! Potresti avere fiducia...fiducia in questa relazione”.

Ti prego YoungBae, basta.” La mia voce ormai è un sussurro appena udibile. “Non posso, ti prego non rendermi le cose ancora più difficili”. Mi volto di spalle, in modo che lui non veda le lacrime che bagnano il mio volto. Per un po' il silenzio regna fra noi, finché non sento le sue braccia circondarmi in quel nostro ultimo abbraccio“Non importa, ti amerò lo stesso”.

 

…_..._..._...

 

 

Molti potrebbero dire che mi sono comportata da codarda, altri potrebbero dire che per una volta nella mia vita avevo fatto la cosa giusta, altri ancora avrebbero semplicemente sospirato e scosso la testa al pensiero di un amore distrutto sul nascere...Ma nessuno di loro, in ogni caso, saprebbe come mi sono sentita in quel periodo.

Vi si è mai conficcata una spina di riccio di mare in una mano o in un piede? Quel piccolo ago che penetra la cute, che si conficca in profondità e resta lì fermo, come se ormai fosse parte del vostro corpo? E avete presente il momento in cui la rimuovete cosa succede? Un dolore incredibile, molto sangue e un forte disagio nel muovere la parte lesa per giorni.

Bene, spero che l'immagine vi sia chiara. Pensate se una spina bella grossa avesse deciso di presenziare nel vostro cuore, lei entra, senza che nessuno glielo chieda e si mette comoda, tanto che ad un certo punto iniziate a pensare che ormai sia parte di voi. Ora immaginate che dobbiate rimuoverla cosa succederebbe? Un dolore inspiegabile e una ferita che probabilmente mai si rimarginerà.

Mi chiedete se ne sia valsa la pena? Non so cosa rispondervi, di certo se allora avessi scelto di restare con lui non sarei arrivata dove sono ora.

 

Victoria Dante Manager di spicco, da quando è stata promossa a questo grado, la sua strada è stata costellata di successi, ogni artista che passa nelle sue mani è destinato a diventare una stella...

 

Questo dicono di me i rotocalchi, questo vi riferisco.

Non ho mai apprezzato le persone vanitose, ho sempre preferito che le azioni parlassero.

Ho lavorato più degli altri, non ho quasi dormito, mi sono tenuta aggiornata sulle preferenze musicali del momento, ho studiato come valorizzare il talento di ogni persona che ho incontrato, perché realizzando il loro sogno, realizzavo anche il mio.

Questo mi è costato l'amore? Sì. Lo rifarei? Probabilmente sì.

 

 

 

..._..._..._...

 

 

 

 

 

This means nothing to me
'Cause you are nothing to me
And it means nothing to me
That you blew this away

 

 

Quel giorno lontano lei fece la scelta che io non avrei mai avuto il coraggio di prendere.

Certo mi ci è voluto del tempo per capirlo, inizialmente ero sopraffatto dal dolore e dalla rabbia.

La odiavo perché aveva rinunciato, perché alla fine aveva scelto per entrambi negandomi la possibilità di farle cambiare idea.

 

Una rabbia cieca si impadronì di me, non riuscivo a cantare, a ballare, l'unica cosa di cui ero capace era scagliare oggetti contro il muro più vicino. Distruzione. Ah che dolce sapore che ha questa parola. Distruggere tutto, perché se mancava lei nella mia vita, nulla avrebbe avuto più senso. Se il mio cuore era a pezzi, allora tutto intorno a me doveva essere ridotto in frantumi.

Fu in uno dei miei attacchi peggiori che JiYong mi fece ritornare in me.

Posso sapere che diavolo ti è preso?”

Disintegrerò tutto, TUTTO finché non resterà più niente”

YoungBae guardami!” Ji mi prese per le spalle e mi tenne fermo davanti a se.

Smettila. S M E T T I LA! Così non andrai da nessuna parte, ti farai solo più male”.

Credi forse che distruggendo tutto lei tornerà da te? Pensi davvero questo?” Cercai di liberarmi dalla sua stretta, ma ogni mio tentativo fu inutile.

Ti stai comportando come un bambino, così dimostri solo la tua tesi...Non sei adatto ad una relazione seria.” Disse lui lasciandomi libero, ma a quel punto è come se avesse buttato benzina sul fuoco.

Cosa accidenti ne sai tu?Eh? Chi ti credi essere per potermi giudicare?”

Sono JiYong, il tuo migliore amico, colui che ti è vicino da talmente di quegli anni che ormai non li conta più. Sono colui che quando durante il secondo anno di training volevi mollare tutto ti ha fatto cambiare idea e sono sempre quella persona che quando tua madre (*) è stata ricoverata è corso all'ospedale e ti ha tenuto la mano per tutta la notte. Sono io.”

Crollai miserabilmente sotto il peso delle sue parole, svuotato ormai di ogni energia. “Non ti ha lasciato perché non ti ama, lo ha fatto perché sapeva che se avreste continuato vi sareste fatti solo del male. Il vostro è un amore si sincero, ma era ancora troppo debole. Non era il momento giusto”.

 

 

 

 

..._..._..._...

 

 

 

 

Alla fine aveva ragione lui, il mio era un amore infantile, egoistico.

Solo con il senno di poi mi sono reso conto a cosa l'avrei esposta portandola con me in Corea.

Difficilmente lei avrebbe potuto continuare la sua carriera, lui sarebbe stato sommerso di lavoro così tanto da non trovare nemmeno il tempo di tornare a casa e lei sarebbe rimasta sola ad aspettare il suo ritorno. Ma quanto sarebbe durata questa situazione? Sicuramente poco, sarebbero iniziati i litigi, le recriminazioni, finché del sentimento che li univa non sarebbe rimasto più niente.

La cosa peggiore è che Victoria, in ogni caso, sarebbe stata la parte maggiormente lesa e lui se ne rendeva ben conto. Doveva capirlo prima di trasformarsi de Incredibile Hulk e distruggere mezza casa. Eppure gli era stato anche detto! Vincenzo mi aveva avvertito!

 

Tutto questo ora però non ha più importanza, sono passati tre anni e le cose sono cambiate, io sono cambiato.

I Big Bang non si sono sciolti, ma ormai ognuno ha preso la sua strada, JiYong al momento è preso con il disegnare una sua personale linea di moda, gli altri si dividono tra la recitazione e la promozione dei loro singoli, insomma si va avanti.

 

Io ho un progetto, ma per realizzarlo ho bisogno di una persona ed è per questo che dopo tutti questi anni sono in viaggio per l'Italia, nel paese dove anni prima ho lasciato il mio cuore.

 

 

 

 

 

..._..._..._...

 

 

 

 

Sento che il mio cuore potrebbe anche scoppiare, lei è lì a pochi passi da me. I capelli sono più corti, adesso le arrivano appena al collo, il tallieur è blu la fascia e mette in risalto le sue forme, quanto mi è mancata...

 

“Victor-ia”. La voce mi tradisce, uscendo quasi come un sussurro, ma lei mi sente comunque, si volta ed ho paura, paura che sul suo viso si dipinga un'espressione di fastidio, ma fortunatamente non è così.

“ YoungBae” Sorride, Dio grazie! E sono io che mi voglio illudere o i suoi occhi sono più belli di prima?

“ Cosa ci fai qui? Stai bene?” Anche lei sembra emozionata, forse ho una possibilità, forse c'è ancora una speranza.

“ Si, grazie. Sono venuto per farti una proposta...” Lei sembra confusa. “ Sto pensando di aprire un'agenzia mia, qualcosa che permetta di espandere il mercato della musica asiatica in occidente, un progetto abbastanza complesso in realtà, però voglio provarci e vorrei avere te al mio fianco”.

“Mi- Mi sembra un'offerta da valutare, dovrei saperne di più per decidere. Dovremmo riparlarne meglio, che ne dici di stasera a cena?”.

“E' un appuntamento? Signorina Dante?” Chiedo malizioso.

Lei sorride ed abbassa leggermente lo sguardo.

“Se fosse diresti di si?”

“Solo se tu mi permetterai di rientrare nel tuo Blue World”. Forse corro troppo, ma ormai l'emozione è incontenibile.

“Non ne hai bisogno, perché non ne sei mai uscito”.

 

 

 

Fine

 

 

 

 

 

Note finali dell'autrice: So che il finale vi può sembrare un po' aperto e un po' campato in aria, ma sinceramente non credo che esistesse finale più adatto, pensate che per un attimo avevo intenzione di farla finire male! U.U

Che dire, nonostante le note iniziali, Blue World farà sempre parte del mio cuore, perché è lì che è nato. Non so se già l'ho detto, ma il mondo tutto blu è il mio, il mio personalissimo angolo di paradiso in cui sono raccolte tutte le cose e le persone che amo, qualcuno lo chiama cuore, altri lo scrigno dei tesori, ma per sarà per sempre questo.

Volevo ringraziare una persona in particolare, mia fedele follower (XD) , che non ha mai mancato di recensire un capitolo e di coprirmi di complimenti e lodi. Quindi Mini_GD Questo capitolo è dedicato a te, per ringraziarti per tutte le volte che con le tue recensioni mi hai spinto a non mollare.

Ovviamente è dedicata anche a tutti voi che l'avete letta e amata. Vi ringrazio!

 

Per sempre vostra, Damon_Soul93

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