Hunger Games

di _HimJayeon_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


Mi chiamo Kim HimChan.
Ho 17 anni e vivo nello stato di Panem, Distretto 4.
Come tutti sanno il 4 è il Distretto della pesca e si immagina che sia uno dei posti migliori dove vivere dopo l'1 e il 2.
Sì. Se non fosse che tutto quello che noi peschiamo andrebbe a rinfoltire le riserve già strapiene di Capitol City.
Perchè non è più lo stato libero che la rivoluzionaria Ghiandaia Imitatrice aveva lasciato. No. Quel governo pacifico è caduto poco dopo la sua morte. Ora Capitol è tornata. Più forte di prima.
E anche gli Hunger Games. Ancora più crudeli. La fascia di età si è estesa fino ai bambini di sette anni. E' un orrore.
Sin da piccolo ho imparato da mio padre le tecniche più semplici ed efficaci per pescare. Ho sempre amato l'acqua proprio grazie a lui. Quando io avevo solo 13 anni, in una tempesta, il mare se l'è portato via, ma proprio per questo sono ancora più legato alla pesca. Come potrei mantenere la mia famiglia? Per fortuna sono figlio unico e nascondere una parte del pescato è facile.
Nel mio distretto ho la fama di essere un donnaiolo. Sono dell'idea che sarebbe inutile sprecarsi così, quando il tuo corpo potrebbe farti molto utile. Ho i capelli biondi e gli occhi piccoli e scuri. Non sono il tipico ragazzo da Distretto 4, con la pelle ambrata e i capelli rossicci, ma sono di un colorito chiaro, quasi pallido, che contrasta con il mio fisico da lavoratore.
Io sono questo e domani affronterò la mia decima mietitura.
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Zaaaaaaalve! ^^
Eccomi con una nuova fanfiction...
Essendo ispirata ad una storia già esistente spero che
le renda giustizia
e che trasmetta a voi le stesse emozioni che io
ho provato leggendola.
Ringrazio taaaaaaaaaaaaaanto tanto (?)
l'autrice _MaryMangiaBiscotti_ che oltre ad avermi permesso di scrivere questo
rifiuto umano sopporta pazientemente tutti i miei
scleri nelle sue fanfiction.
Niente...addio! *u*
Ah, dimenticavo...continuo la fanfiction
solo dopo aver ricevuto almeno tre recensioni qui...
...dai dai, adoro rispondere alle recensioni!
* w *

 
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


HUNGER GAMES

Odio tutto. Odio questo schifoso stato. Odio quel muso da alligatore del Presidente.
Dopo una notte di pesca nell'unico posto in cui davvero mi sento bene avrò il diritto di un po' di riposo, no?
No. Perchè tra poche ore avrà inizio la Mietitura.

Lego la barca al molo e mi carico in spalla la rete piena di pesci, mi avvio verso l'uscita del porto, facendo attenzione a non scivolare sul legno fradicio.

- Ehi, HimChan! Come al solito ti è andata bene!- Esclama NamJoon, il mio migliore amico, abbandonando la sua postazione sul bordo della banchina e avvicinandosi. Ha due anni in più di me e non è più costretto a venire sorteggiato per gli Hunger Games. Diciamo che nonostante gli voglia bene, non è una delle persone che amerei vedere, visto che tra due settimane potrei benissimo essere nello stomaco di un ibrido.

- Già.- Gli rispondo, senza guardarlo negli occhi.

Sospira. - Senti, sono due giorni che mi rispondi in questo modo. Quante tessere hai?-

- Dodici.-

- E di cosa vorresti lamentarti? Sei sopravvissuto in questi dieci anni. Oggi non sarà diverso.-

Soffoco un ringhio. - Forse.- Lascio cadere la rete davanti ai pacificatori appostati sul cancello che chiude il porto. - Ecco, strozzatevici.-

- Dobbiamo pesarli.-

- Si si...- Rispondo con menefreghismo, tanto so che come imbroglio io, imbrogliano loro. Sono dieci i chili obbligatori di contributo, ma sappiamo tutti che nessuno si fa scrupoli a prendere il resto.

- Dodici. L'altro giorno ne avevi consegnati otto.-

- Teneteveli. Come al solito.- Ribatto, uscendo a grandi passi.

Con ancora NamJoon che mi segue, arrivo a casa e busso alla porta. - Mamma!-

- Entra, ho preparato il bagno.- Mi risponde, con un finto sorriso. Ogni anno è così: torno dalla pesca, mi sistemo per la mietitura e vivo la mattinata con mia madre che ha il suo solito sorriso nervoso appiccicato in faccia. Come una maschera. - Oh, ciao NamJoon. Vuoi un tè?-

- Grazie mille, signora...accetto volentieri.- Risponde lui, gentilmente, mentre mi guarda salire le scale per raggiungere il bagno.

La vasca è piena di acqua da cui si alza un sottile vapore.

"L'ha anche bollita."

Mi spoglio e mi immergo nella vasca celeste, in cui galleggia una patina di olio idratante.
Ridacchio.
Solo mia madre può trovare roba del genere in casa e usarla solo per me.
Ma mi fa bene...tanto. Mi rilasso talmente tanto che automaticamente scivolo con la testa sotto l'acqua calda, in apnea.

Dopo qualche minuto tiro fuori la testa e respiro, mi sfrego il corpo con una spugnetta e esco, dando un'occhiata al completo che mia madre ha preparato.
Dopo essermi vestito mi guardo allo specchio.

"Sono ancora più figo di prima"

- Mio Dio, tesoro sei bellissimo.- Sospira mia mamma, vedendomi scendere. - Mi ricordi tantissimo tuo padre...-

Alzo gli occhi al cielo e mi sbrigo a cambiare discorso. - E' ancora presto per andare in piazza. Joon, andiamo davanti alla scuola.-

- Okay, per me va bene.- Finisce l'ultimo sorso di tè e appoggia la tazza nel lavello.

- Ciao, mamma. Ci vediamo più tardi.- Le do un bacio sulla fronte e usciamo.

Come al solito ci sono le ragazze del distretto che ci svolazzano intorno, sospirando e bisbigliando tra loro.
Ci andiamo a sedere sul muretto di fronte all'atrio esterno, dove si riuniscono tutti gli studenti.
Ho sempre odiato la scuola. Ogni scusa era buona per saltarla. Inventavo mal di pancia e influenze quasi ogni giorno e andavo a pescare.

- Ehm...ciao HimChan...- Sento dire, alle mie spalle.

- Oh, ciao...- Rispondo, con fare provocante, alla ragazza di fronte a me che non dimostra più di quindici anni.

- Ecco...io...volevo darti questo.- Mi porge un ciondolino di legno a forma di delfino. - Come portafortuna.-

Lo prendo tra le mani, atteggiandomi come se fossi profondamente commosso. - Oh, ti ringrazio! Sono certo che garantirà la buona sorte!-

Fa un inchino veloce e torna dalle sue amiche rossa come un peperone.

Ridacchio insieme a NamJoon, rigirandomi in mano il piccolo oggetto. - Un portafortuna, eh?-

- Stai attento, potrebbero rubartelo!- Continua NamJoon, divertito.

- Lo terrò come il mio più prezioso tesoro.- Dico con fare teatrale, mentre ammicco verso una ragazza dell'ultimo anno.

- Kim, con me non attacca.- Ribatte lei, sorridendo in modo cattivo.

- Lo sapevo Alisia, vieni qua.- Le dico. - O ti rivolto contro il mio amuleto!- Continuo, mostrandole il delfino marrone.

- Uhh, ma che paura!- Ridacchia lei, entrando a scuola.

Sorrido. Alisia è stata una grande amica da sempre. Non è che stiamo sempre insieme, anzi. Ma ha il mio stesso carattere e ci capiamo sempre al volo.
Anche lei, come me e le altre ragazze, parteciperà alla Mietitura.
Al solo pensiero mi si torce lo stomaco. Sono un rubacuori, si, ma non sono un temerario. Nonostante io possa essere un favorito, nonostante un mio possibile vantaggio sugli altri tributi ho paura. Il panico mi sta consumando da dentro. E il mio carattere non aiuta. Sono estroverso. Parecchio.
Mi basta un niente per irritarmi e ancora meno per farmi dire cose che potrei evitare di dire.

●●●

Dunque.
Come promesso, raggiunte le tre recensioni ho proseguito la storia.
Sono abbastanza soddisfatta, a dire il vero!
Pensavo che venisse fuori uno schifo, ma credo che sia abbastanza leggibile.
Sonno distrutta, la dance practice mi uccide. ;n;
CAZZO, GLI EXO POTEVANO FARE QUALCOSA DI PIU' SEMPLICE?
No. Giustamente. -.-"
Ho l'acido lattico pure tra le chiappe.
Okay, basta. Non ve ne potrebbe fregare di meno ed è giusto.
Altre tre recensioni e continuo...like ever. ^^
*grazie mille ha chi sta seguendo e recensendo la storia un kisu (?)*

_HimJayeon_

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


HUNGER GAMES

Manca meno di un'ora alla cerimonia della Mietitura.
L'ansia mi sta divorando il cuore e la testa è pesante. Per arrivare da casa mia fino alla piazza in cui faranno il sorteggio devo passare davanti al cimitero.
Non ho mai amato quel posto, come nessun altro del resto. Però oggi sento il bisogno di vedere quell'angolino dedicato a mio padre.
Siccome il suo corpo non fu mai ritrovato, non c'è una vera e propria tomba, ma una piccola nicchia in cui abbiamo messo una candela blu, una margherita secca e un pezzo di corda rossa, quella stessa corda che lui usava per legare al molo la sua Laurèn.
Appoggio una mano sul granito che incornicia la sua foto.

- Di nuovo. Per il nono anno devo aspettare di essere macellato, di nuovo.- Sussurro, tenendo gli occhi puntati sul suo sorriso. Il suo bellissimo sorriso.

- Ho paura, papà.- Alzo lo sguardo al cielo, mentre una folata di vento mi scompiglia i capelli.

- Non so cosa pensare. Una parte di me vuole rimanere viva ma d'altro canto il desiderio di arrivare da te è forte.- Stavolta il vento è più forte, posso sentire le onde che iniziano ad incresparsi, giù al porto.

- Hai ragione. Non posso lasciare qui la mamma. Ha già perso troppo.- Tiro su col naso, asciugandomi le lacrime. - Ti amo.-

Mentre mi allontano da quella nicchia, mi volto a guardare la maestosa tomba del vincitore più amato di Panem. Finnick Odair. Un altro ragazzo distrutto da Capitol City.
Mi avvicino all'alta lapide, accarezzandone il marmo e osservandone la foto.
Le volte che mi paragonavano a lui erano numerosissime. Se non fosse per i tratti completamente diversi, molti avrebbero pensato che fossimo addirittura parenti.
Mentre sorrido a questo pensiero, una mano sulla mia spalla mi fa sobbalzare. Mi giro di scatto.

- Oggi hai la Mietitura vero, giovanotto?- Dice la donna. Anziana, con i capelli di un rosso spento, striato da ciocche grigie. Nonostante le profonde rughe, riesco a vedere la luce azzurra dei suoi occhi.

- Si, signora Cresta...-

- E come mai sei sulla tomba di mio marito?- Chiede ancora, sorridendo amaramente.

- Non sono venuto di proposito...in realtà non so perchè sono qui.-

- Di sicuro non hai trovato conforto...- Continua, asciugandomi con il dito una lacrima sfuggitami poco prima. - ...buona fortuna, ragazzo.-

- Mi servirà, per salvarmi.-

- Oh, caro, nessuno si salva. Nessuno si salva realmente dagli Hunger Games. Che siano vincitori o non estratti. Guarda me. Li ho vinti, è vero. Ma tutto quello che ho perso supera di gran lunga quello che ho guadagnato...sono stata presa per pazza, ho avuto il timore di perdere il ragazzo che amavo due volte per colpa degli Hunger Games per poi perderlo definitvamente mentre tentava di aiutare tutti noi. Per questo la gente non si è mai ribellata sul serio. Per questo non siamo stati capaci di distruggere Capitol City per sempre. Abbiamo troppa paura anche solo per dire 'no'...ma che ci vuoi fare, ormai lo sappiamo tutti che è il nostro passato, presente e futuro. Siamo pedine, merce di scambio e animali da divertimento.-

Abbassa la testa, sorridendo, e si avvicina alla foto di Finnick per posarvi sopra un bacio.

- Ti auguro il meglio...-

- HimChan, Kim HimChan.-

- ...HimChan.- Annuisce, mi accarezza una guancia e, lentamente, esce dal cimitero.

Lancio uno sguardo a mio padre, mentre l'ultimo soffio di vento, leggero come la carezza di Annie Cresta, mi rotola sulla nuca.
Faccio un bel respiro e mi avvio verso la piazza.
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Mentre sono allo smistamento, davanti al pacificatore che mi deve prelevare il sangue, butto uno sguardo tra la folla, dove vedo mia madre che mi fissa con apprensione con NamJoon che le stringe le spalle.
Mi premo il dito sul palmo per soffocare un po' il dolore al dito e per bloccare la fuoriuscita di sangue, che scorre velocissimo nelle mie vene gonfie.

Essendo uno degli ultimi ad arrivare, mi ritrovo solo nella seconda fila, a meno di cinque metri da quell'orrendo palco azzurro con quell'enorme drappo color salmone appeso sulla facciata del municipio.

Sono anche uno dei ragazzi più grandi, dell'ultimo anno alla Mietitura, quindi sono anche molto alto...con il cuore che mi esplode nel petto, riesco solo a sentire il suo tamburellare continuo e nient'altro.

Trattengo il respiro per un attimo, chiudendo gli occhi, mentre Soraya Madison, la nostra rappresentante, sale sul palco.

- Buongiorno a tutti, tributi e abitanti del Distretto 4! Felici Hunger games e possa la fortuna...- Guarda uno per uno i tributi, soffermandosi sui più piccoli. - ...sempre essere a vostro favore!- La sua voce è potente, squillante, ma forte e decisa.

Guardo le sedie dove sono sistemati i tre tributi vincitori del Distretto 4:

Zhou Mi, il più recente. Ha vinto gli Hunger Games di tre anni fa, dimostrando un'incredibile capacità nel piazzare trappole e nella mimetizzazione.

Nam Ji Hyun, anche lei giovanissima. A soli undici anni è riuscita ad intenerire gli sponsor, che l'hanno letteralmente sommersa di regali. Ha resistito fino agli ultimi quattro nascosta in una grotta, in cui le lasciavano i paracaduti, poi si è nascosta nella cornucopia e ha aspettato di essere da sola con l'ultimo tributo, che pensando di aver vinto era stato colto di sorpresa e ucciso alle spalle.

Jeremy Scott, il tributo vincitore più anziano di tutta Panem, non scherzo. Ha vinto i ventesimi giochi quando aveva già diciotto anni...fatevi due calcoli.
Infatti è l'unico vincitore che non fa più il mentore.

- Prima le signore!- Soraya toglie il guanto bianco, scostandosi dalle spalle i lunghissimi e liscissimi capelli acquamarina e barcollando sui tacchi a spillo.
Infila una mano nella boccia di vetro, affondandola tra i bigliettini.
Quando la toglie stringe tra il pollice e l'indice un foglietto ripiegato.
Si avvicina allegramente al microfono e lo apre.

- Alisia Connell.-

Buonsalve (?)
Eccovi il secondo capitolo. ^^
Siete autorizzati ad uccidermi LOL
Chi si ricorda chi è Alisia?
Eh già.
Mi diverto MUAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH (?)
Coooomunque...spero che vi piaccia.
Ormai mi sto avventurando nel mondo del lacrimevole. TuT
Stavolta punto a poco più in alto:
a quattro recensioni continuo (anche perchè devo ancora finire di scriverla LOLLINO)...
I miei feels.
Oggi sono in una tempesta di emozioni. °n°
Alla prossima! ^^
_HimJayeon_



 

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