Beautiful War

di Light Rain
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Electrical Storm. ***
Capitolo 2: *** One. ***



Capitolo 1
*** Electrical Storm. ***



Beautiful War

Electrical Storm.



Il trillio della sveglia rimbomba nella stanza.
Derek allunga pigramente una mano sul comodino, dopo vari tentativi trova il pulsante che la spegne. Si stropiccia gli occhi ancora stanchi e affonza i piedi nelle pantofole, fa qualche passo, si sgranchisce le spalle e senza pensarci troppo infila nella doccia: lancia i boxer e la canotta all’angolo della stanza e apre l’acqua.
Un getto gelido lo travolge, i brividi lo percorrono dai capelli alla punta dei piedi.
Si insapona per bene e risciacqua velocemente con acqua calda, esce dopo pochi minuti e scivola nel suo accappatoio.
L’appartamento è silenzioso, e questo Derek lo adora.
Ama starsene per conto suo, senza troppi rumori attorno, solo lui e i suoi pensieri.
Si dirige in cucina seminando piccole goccie d’acqua sul pavimento, non gli importa, avrebbe pulito dopo, se ne avesse avuta voglia.
Apre a casaccio qualche cassetto, poi si ferma ad analizzare un piccolo post-it giallo attaccato al frigorifero.

Ho fatto la torta al cioccolato
Sprero vi piaccia
Isaac


E quando diavolo aveva avuto il tempo di farla una torta quel benedetto ragazzo, cucina di notte? Derek scuote il capo sapendo che, infondo, non sarebbe stato poi così strano.
Trova il vassoio sul mobile della cucina con attaccato un altro post-it, questo è di colore rosa.

La torta è buonissima!! Derek non la mangiare tutta!!
Ci sentiamo dopo <3
Erica


Un piccolo sorriso si fa largo sul suo volto.
La ragazza se la prende sempre con lui, quando si sa benissimo che è Boyd il vero divoratore della casa.
Oh, ma lei non oserebbe mai dire qualcosa a Boyd, il suo Boyd.
Ride Derek pensando a qualla strana accoppiata: quei due si rincorrono dal liceo e ancora non si sono decisi a mettersi insieme, di quasto passo sarebbero morti entrambi aspettando un qualche segnale dall’altro. Come se non ce ne fossero stati.
Derek ne taglia una fetta e si stravacca sulla sedia, inspita il vapore del latte caldo e ne stacca un morso.
Sì, è buona, molto.
In quella casa sarebbero tutti morti di fame senza Isaac, è instancabile quel ragazzo.
Lui cucina, Erica pulisce, Derek aggiusta e poi c’è Boyd che si assicura che nessuno spolpi il proprio budget mensile.
Formano una squadra ben assortita quai quattro e, nonostante gli anni, Derek ancora si domanda come possano quelle persone, così diverse e così complicate, funzionare bene insieme.
Il flusso dei pensieri di Derek viene bruscamente interrotto da Boyd.
Il ragazzo russa pesantemente nella stanza accanto, tra qualche minuto la sveglia avrebbe suonato anche per lui.
Derek ingoia l’ultimo boccone e si dirige in camera, afferra i primi vestiti che trova, si tampona i capelli ancora umidi con l’asciugamano, prende la tracolla stracolma di libri e infila le chiavi in tasca.
Prima di uscire prende il suo blocchetto dai post-it blu e scrive:

Isaac, quando diavolo l’hai fatta la torta?
Boyd il latte è ancora caldo, fatti trovare pronto alle cinque.
Derek


Lo attacca vicino ai fornelli ed esce di casa.
I ragazzi avevano escogitato questo trucchetto perchè, nonostante abitassero insieme, nessuno riesce mai ad incontrarsi la mattina.
Isaac si alza alle prime luci dell’alba per andare a correre al parco, un tipo mattutino lui, se ha qualcosa da dire lascia un post-it giallo.
Erica solitamente è la seconda, le piace andare al bar la mattina presto quando ancora ci sono poche persone, per poter leggere in tranquillità, poi va al college, se deve far sapere qualcosa lascia un post-it rosa.
Per terzo si alza Derek, si prepara con calma per arrivare con tutta tranquillità a lezione, prima però passa sempre al negozio di dischi, per lui i post-it sono blu.
Prima che si alzi Boyd, Isaac fa addirittura in tempo a tornare a casa, cambiarsi, farsi una doccia veloce e andare alla fermata dell’autobus per andare al college.
Per ultimo, naturalmente, si alza Boyd, adora dormire fino all’ultimo secondo disponibile, anche perché la sera fa sempre tardi a studiare, medicina lo sta distruggendo, i suoi post-it sono verdi.
Un giorno di quasti Derek avrebbe dato fuoco a tutti quei foglietti colorati, ne è certo, ma i ragazzi si divertono un sacco e in fondo, anche se non lo avrebbe mai ammesso con nessuno, anche lui.
Entra veloce in macchina e istintivamente accende la radio, la prima stazione che trova trasmette la previsioni del tempo, con la seconda ha più fortuna.

“I say love
You don't need nothing
Left them something
Worth fighting for
It's a beautiful war”


La canzone aleggia nell’abitacolo.
Beautifiul War. Bella guerra.
Come fa una guerra ad essere anche solo minimamente bella?
Questo lui non se lo spiega.
Perché Derek di guerre ne ha combattute e nessuna, nemmeno lontanamente, assomiglia alla bellezza.
Nessuna.
Svicola veloce tra le vie affollate, dopo un quarto d’ora di viaggio parcheggia difianco al negozio di dischi, “The Alpha Pack” recita l’insegna.
Derek si affaccia all’entrata.
-Niente di nuovo?- chiede al proprietario.
-La prossima settimana arriva un pacco dall’inghilterra- risponde prontamente Deucalion.
-Informazioni sul contenuto?- domanda lui curioso.
-Pink Floyd- sorride l’uomo.
-Tienimi da parte i pezzi migliori!- ride Derek.
-Farò del mio meglio- annuisce il proprietario.
Sì, lo avrebbe fatto. Lo fa tutte le volte.
Derek cammina allegro fino al campus, la giornata era iniziata bene, magnificamente.
E lui adora quando lo fanno, perchè se partono bene possono solo andare meglio.
Le lezioni sono più leggere del solito tanto che si ritrova all’ora di pranzo senza neanche accorgersene, svicola tra i corridoi e fa un salto al bar per comprare un panino, si ferma nei giardini davanti al college per pranzare in tranquillità.
Un piccolo raggio di sole gli riscalda il volto.
E’ caldo, la primavera è alle porte ormai.
Ed è una bella giornata ancora una volta, e Derek lo adora.
Finisce il panino e si incammina lento fino alla macchina, mette in moto e guida rilassato fino alla biblioteca, sta per parcheggiare quando una Jeep blu gli ruba il posto.
-Ma stiamo scherzando?- righia tra i denti lui.
Prende un bel respiro e ripercorre nuovamente l’isolato per trovarne un altro.
Non si sarebbe fatto rovinare la giornata, non oggi.
Entra in biblioteca e si siede al suo solito posto, terzo scaffale vicino alla finestra, soleggiato e lontano da occhi indiscreti.
Tira fuori i libri dalla tracolla e inizia a ripassare le lezioni di oggi.
Quarto anno di Lettere e Filosofia, un vero massacro.
All’inizio gli era sembrata un’ottima decisione, ma già al primo anno l’idea di lasciar perdere tutto gli aveva accarezzato la mente. Aveva tenuto duro ma il secondo si era dimostrato essere il peggiore, tutti dicono che dopo quello vada meglio e col terzo, in effetti, aveva avuto un rapporto migliore: aveva trovato i giusti ritmi e le giuste leve.
Ed ora che è finalmente arrivato all’ultimo anno tutto sembra andare per il verso giusto.
E Derek lo adora.
Sono le quatto e mezzo quando chiude l’ultimo libro e si mette nuovamente alla guida della sua macchina.
-Boyd sei pronto?- chiede bussando alla porta di casa.
-Un attimo!- sente urlare da fuori.
Dopo qualche secondo Erica apre la porta.
-Buon pomeriggio Hale, hai avuto una bella giornata?- chiede lei sorridendo.
-Magnifica- risponde lui entrando nell’appartamento.
Lancia la tracolla sul divano e poi si dirige pigramente in cucina, apre il frigo e tira fuori una birra.
-Boyd?- domanda Derek alla ragazza.
-E’ ha smontare la sua bambina- sorride lei.
-Ancora!- sbuffa lui sorseggiando la bibita ghiacciata.
Ridono entrambi, perchè per  Boyd non c’è niente di più prezioso della sua “bambina”.
-Hai sentito per caso Isaac?- chiede Erika.
-E’ andato a fare la spesa, dovrebbe tornare a minuti- risponde lui.
-Ok, sono pronto!- annuncia Boyd entrando in cucina.
-Era ora!- sbuffa Derek.
Il più giovane ha smontato e impacchettato accuratamente la sua batteria, non sia mai che si graffi durante il tragitto.
Derek e Boyd la caricano in macchina pezzo dopo pezzo diretti al “The Emissary”.
Tutti i fine settimana è sempre la stessa storia: viaggi avanti e indietro dall’appartamento al locale del signor Deaton.
Ma almeno hanno un lavoro, e ammettiamolo, neanche troppo impegnativo.
Dopotutto per loro suonare è una cosa naturale.
Boyd con la sua “bambina”, inseparabili da anni ormai, probabilmente era nato con le bacchette in mano.
Isaac e il suo basso mezzo scassato che non ha mai pensato, neanche per un attimo, di cambiare.
Erica e la sua chitarra nuova di zecca, comprata dopo che la prima si è praticamente spezzata a metà durante uno spettacolo, è la ragazza la voce del gruppo.
E poi c’è Derek, il vero chitarrista di quella improbabile band.
Si erano ritrovati insieme, quasi per caso, tre anni fa quando Derek aveva cercato qualcuno con cui suonare per potersi pagare l’affitto, quei tre liceali avevano risposto all’annuncio.
Per un anno avevano strimpellato qua e là senza troppe pretese, raccimolando ciò che trovavano poi, quando anche loro avevano iniziato il college, avevano affittato un appartamento insieme, si dividevano le spese di tutto e avevano trovato un posto fisso al locale di Deaton: due serate settimanali per un compenso, tutto sommato, accettabile.
-Andiamo Boyd muovi il culo!- urla Derek entrando nel locale -buon pomeriggio- fa un cenno solare al proprietario.
-E voi che ci fate qui?- chiede sorpreso Deaton.
-Portiamo la batteria, come sempre- risponde Derek.
L’uomo lo guarda confuso.
-Ma mi avevate detto che non ce l’avreste fatta neanche questo fine settimana- dice l’uomo perplesso.
-Sì, ma Erica ha recuperato la voce quindi facciamo la nostra serata- interviene Boyd trasportando la grancassa.
Derek si siede pigramente al balcone.
-Scusami ma dovresti essere felice, no?- gli fa notare lui.
Deaton scuote leggermente il capo.
-Ragazzi, io non so come dirvelo ma mi sono già organizzato diversamente- ammette poi.
-Cosa?- sbraita Derek.
-Mi avevate detto che avreste saltato due settimane ed allora io ho trovato qualcunaltro- confessa il proprietario.
-Cosa?- urla ancora Derek.
E  lo fa talmente forte che Boyd quasi fa cadere i suoi adorati piatti.
-Il cantante ha fatto il barista qui per un paio d’anni, è un bravo ragazzo e lui e il suo gruppo suonano bene- continua l’uomo.
-Mi stai prendendo per il culo Deaton?- chiede Derek furioso.
Boyd si siede sfinito difianco all’amico.
-Senti Derek, mi avevate detto che non potevate e io ho agito di conseguenza- si giustifica il proprietario.
-Due anni, sono due anni che i Black Wolves suonano in questo locale!- gli fa notatre lui.
-Appunto, c’era bisogno d’aria fresca- dice semplicemente l’uomo.
-Aria fresca? E noi che siamo, spazzatura?- chiede il ragazzo sconcertato.
-No Derek, certo che no. Ma il locale ha proprio bisogno di un rinnovamento- ammette il proprietario.
-E quindi ci licenzi così, come niente fosse!- sbraita lui.
-Ma no Derek- sorride Deaton -d’ora in poi farete i turni- conclude raggiante.
Derek ringhia furioso.
-Quindi, fammi capire bene- inizia lui prendendo un bel respiro -dobbiamo dividere le serate con questi qui?- chiede cercando di rimanere il più calmo possibile.
-E lo stipendio- gli fa notare l’uomo.
Derek si alza in piendi furioso, probabilmente gli avrebbe spaccato la faccia se Boyd non lo avesse fermato
-Oh andiamo ragazzi lo avreste fatto anche voi- continua l’uomo -sono bravi e la gente si diverte, e lo sapete vero cosa succede quando la gente si diverte?- chiede sorridente ai ragazzi.
I due alzano gli occhi al cielo, perché sanno cosa sta per arrivare, nel corso degli anni avranno sentito quel discorso almeno un centinaio di volte.
-Più la gente si diverte- comincia Deaton -più gente resta, e più gente resta più io ci guadagno- conclude allegro.
Derek sale nuovamente in macchina, Boyd smonta nuovamentela batteria.
Ecco fatto, la sua magnifica giornata andata allegramente a farsi fottere.
-Ci hanno fregato il lavoro- annuncia il chitarrista rientrando a casa.
-Cosa?- urla Erica.
-E’ quello che ho detto anch’io!- esclama lui.
-In realtà ce l’abbiamo ancora un lavoro, solo che dobbiamo dividerlo con un altro gruppo- precisa Boyd.
-Cosa?- urla ancora la ragazza.
-Già- sbuffa Derek stravaccandosi su una sedia.
La porta di casa si apre nuovamente, Isaac entra trascinando a fatica tre borse della spesa.
-Qualcuno mi da una mano?- chiede lui.
Nessuno lo degna neanche di uno sguardo.
-Due anni! Sono due anni!- sbraita la ragazza.
-Gli serviva una ventata d’aria fresca- fa Derek scimmiottando Deaton.
Isaac trascina le buste fino in cucina, Boyd ne approffitta per rubare un pacchetto di crackers.
-E noi cosa siamo? Spazzatura?- urla ancora lei.
-No Erika certo che no- prosegue Derek -ma il locale ha bisogno di un rinnovamento- conclude in una posa improponibile.
-Rinnovamento un cazzo!- esclama battendo la mano sul tavolo.
-Comunque grazie dell’aiuto- sorride beffardo Isaac.
-Crakers?- propone Boyd offrendogliene uno.
Il ragazzo fa spallucce e accetta senza pensarci troppo.
-Che mi sono perso?- chiede poi.
-Ti sei perso che stasera non suoniamo perché dobbiamo dividere le serate con un altro gruppo!- urla Erica.
Isaac la guarda pensieroso.
-Noleggiamo un film?- propone.
Nessuno risponde.
-Ma come può Deaton averci voltato le spalle in questo modo?- sbraita la ragazza ignorandolo completamente.
-Ma infatti!- ribatte Derek.
-Saltiamo una settimana perché sono senza voce e questo già ci sostituisce!- urla Erica indignata.
-Niente film per me, devo studiare per un esame- afferma Boyd dispiaciuto.
-E non si è degnato neanche di farci una chiamata!- prosegue lei camminando istericamente avanti e indietro per l’appartamento.
-Allora, avventura o romantico?- chiede ancora Isaac.
-Chissà quando l’avremmo scoperto se non foste andati lì! Probabilmete stasera saremo arrivati al locale e ci avrebbero suonato in faccia!- continua lei.
-Avventura- risponde poi Boyd sgranocchiando i crackers.
-L’avresti dovuto vedere, tutto contento e soddisfatto- dice il più grande.
-E’ un bene che non l’abbia visto Derek, è un bene- sospira rabbiosa la ragazza.
-Cosa preparo per cena?- chiede Isaac.
-Il cantante ha fatto il barista qui per un paio d’anni- prosegue Derek facendo il verso a Deaton.
-E’ un raccomandato allora!- esclama Erica.
-Sono così bravi ragazzi- continua il chitarrista.
-Ordiniamo il messicano- propone Boyd.
-Io adoro il messicano!- sorride raggiante Isaac.
-Suonano così bene- insiste Derek.
-Ma poi chi diavolo sono questi qui?- chiede la cantante al ragazzo.
-Non ne ho la più pallida idea- alza le mani al cielo lui.
-E allora andiamo a scoprirlo!- propone lei.
I due si guardano per qualche istante poi Derek scatta in piedi.
-Bene, è deciso! Stasera andiamo tutti al locale a scoprire chi sono questi bastardi!- annuncia febbricitante.
Erica sorride compiaciuta.
-Niente film allora?- chiede abbattuto Isaac.
-Niente film- risponde deciso Derek.
-E il messicano?- domanda con i suoi occhioni da cucciolo.
-Quello lo prendiamo- annuncia Derek.
Isaac sorride soddisfatto.
E anche Erika sorride quando arrivano finalmente al locale.
I quattro svicolano tra le gente e si si siedono pigramente al balcone.
-Ragazzi cosa ci fate qui?- chiede sorpreso Deaton.
-Ci divertiamo un po’, sai com’è, visto che non dobbiamo lavorare- risponde prontamente Erika.
-Sù, sù andiamo. Non portatemi rancore- scherza lui divertito.
In risposta ottiene solo lo sguardo accigliato di Derek.
-Guardate, sono già qui- fa notare Isaac al gruppo.
I loro occhi si fiondano immediatamente sul palco.
Un ragazzo dai capelli nocciola è già seduto alla batteria, viso da fotomodello e sguardo altezzoso, difianco al lui una giovane dai liniamenti asiatici impugna saldamente una chitarra e pochi passi più in là, ai mergini del palco, un ragazzo palliduccio dalla felpa rossa strimpella con il suo basso.
-Niente di speciale- sbuffa Erica.
-Ma se non li abbiamo neanche sentiti suonare- interviene Boyd.
-Lo capisci a pelle- ribatte lei.
-Hanno anche il gruppo di incoraggiamento- fa notare Derek beffardo indicando sotto il palco.
Una manciata di quelli che sembrano essere loro amici li sta caricando per la serata: due giovani, una mora ed una rossa, due gemelli e un altro ragazzo.
-Dilettanti- sputa acida Erica.
Il gruppo si perde per qualche altro istante ad osservarli.
-Offre la casa- dice Deaton poggiando quattro birre sul balcone.
-Sarà bene- risponde Erika.
La bibita è geleta e non è neanche delle migliori, ma almeno distende i nervi.
-Derek!- urla una voce familiare.
Il ragazzo si volta immediatamente per incrociare un volto conosciuto.
-Scott!- si alza lui per andargli incontro -amico quanto tempo!- esclama.
I due si abbracciano calorosamente, saranno almeno un paio d’anni che non si vedono.
-Che ci fai da queste parti?- gli domanda Derek.
-Lavoro- risponde il giovane -e te?- chiede poi.
-Una serata tra amici, niente di che- alza le spalle lui.
-Ti trovo davvero bene- constata Scott.
-Anche tu sei in forma- sorride di rimando.
-Passi spesso da queste parti?- gli domanda il ragazzo.
-Praticamente vivo qui- ammette Derek.
-Allora una sera di queste dobbiamo assolutamente vederci- propone il giovane.
-Ci puoi contare- sorride lui.
-Scusami, vorrei veramente rimanere di più, ma devo assolutamente scappare- dice dispiaciuto Scott.
-Non ti preoccupare amico, avremmo occasione di rifarci- risponde Derek.
-Goditi lo spettacolo!- gli dice il più giovane prima di sparire tra la folla.
Derek riprende il suo posto al balcone.
-Chi era?- chiede Boyd.
-Scott McHall, un bravo ragazzo- ammette lui -al liceo gli ho dato qualche lezione di chitarra- dice agli altri.
-Devi essere davvero un bravo insegnate Derek, visto che adesso ci sta fregando il lavoro- interviene Erica facendo un leggero cenno col capo.
Lui si volta confuso verso il palco, dove incrocia lo sguardo di Scott mentre si fa scivolare addosso una chitarra.
-Figlio di...- sputa Derek.
-Salve a tutti! Siamo i Moon’s Effect e stasera suoneremo per voi- annuncia Scott aggiustandosi il microfono.
Non riesce a crederci, quel ragazzino dai capelli arruffati aveva preso il posto che spetta a lui.
-”Moon’s Effect”, che nome banale- sentenzia Erica.
-E’ romantico- bisbiglia Boyd appena prima che la chitarra inizi a suonare. 

(x)


“The sea it swells like a sore head 
And the night it is aching 
Two lovers lie with no sheets on their bed 
And the day it is breaking”


Canta delicato Scott.

“On rainy days, we'd go swimming out 
On rainy days, swimming in the sound 
On rainy days, we'd go swimming out”


Leggere grida si levano verso il palco.

“You're in my mind all of the time 
I know that's not enough 
If the sky can crack, there must be some way back 
For love and only love”


-Sono bravi no? Che vi ho detto!- sorride il signor Deaton.
E lo erano, per quanto Derek lo detestasse, lo erano.
-Sono tutti bravi con gli U2!- urla di rimando. 

“Car alarm won't let ya back to sleep 
You're kept awake dreaming someone else's dream 
Coffee is cold, but it'll get you through 
Compromise, that's nothing new to you”


-Il bassista- fa Boyd -è bravo sul serio- conclude in tono sorpreso.

“Let's see colors that have never been seen 
Let's go to places no one else has been”


-Io lo conosco- interviene Erica -un certo Stiliski, facciamo gli stessi corsi- sospira osservando il ragazzo dalla felpa rossa.

“You're in my mind all of the time 
I know that's not enough 
Well if the sky can crack, there must be some way back 
To love and only love”


-Allora, che facciamo Derek?- chiede Isaac.

“Electrical Storm 
Electrical Storm 
Electrical Storm 
Baby don't cry”


Canta ancora Scott mentre un sorriso gli riempie il volto.
Derek si perde per qualche istante tra le dita del cantante, mentre pizzicano perfette le corde della sua chitarra.
Canta ancora.
Lo guarda e una fitta lo travolge nel bel mezzo del petto.
Lo guarda e vede tutto ciò che è suo.
-E’ guerra- dice semplicemente.
La canzone riempie il locale.
E’ guerra.















Angolo Autrice.
Salve a tutti! E grazie mille per aver letto questo mio primo capitolo, spero davvero che vi sia piacito, perchè questa storia mi sta letteralmente mandando fuori di testa.
In senso buono naturalmente ;)
Allora la canzone che Derek ascolta alla radio è “Beautiful War” dei Kings of Leon, vi avverto, vi perseguiterà per tutta la storia.
Quella che canta Scott è “Electrical Storm” degli U2, potete trovare il link nel testo.
Ancora grazie e se vi va lasciatemi un piccolo perere, tanto per capire se questo mio sclero è sensato.
Alla prossima <3

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Capitolo 2
*** One. ***


 

Beautiful War

One.



-Allora, siete pronti?- chiede Erica ai ragazzi.
Derek, Boyd e Isaac si siedono pigramente intorno al tavolo della cucina.
La bionda apre il suo zaino e tira fuori un piccolo quaderno, lo apre alla sua metà, dove una calligrafia perfetta riempie il foglio.
-Ti prego, dimmi che quelli non sono appunti- chiede allarmato Boyd.
-Mi avete detto di indagare e io ho fatto un lavoro che perfino 007 invidierebbe- ribatte prontamente lei.
-Ha ragione- interviene Derek -appreziamo l’impegno- dice ai ragazzi.
Erica si limita a lanciargli un’occhiataccia.
-E il bassista non ha detto niente?- chiede Isaac -riguardo al fatto che scrivevi tutto ciò che diceva?- si domanda perplesso.
-Gli ho detto che stavo facendo una specie di sondaggio- alza le spalle lei -si è dimostrato anche molto collaborativo- sorride.
Da quando i ragazzi avevano scoperto che Erica frequentava gli stessi corsi del bassista dei Moon’s Effect, avevano insistito affinchè lei indagasse su di loro.
Derek odia non sapere con chi ha a che fare.
Lei si era dimostrata fin da subito estremamente entusiasta di questa sua nuova missione: i primi giorni si era limitata a qualche discreta occhiata da lontano, poi era passata ad un approccio più diretto, gli aveva chiesto informazioni sui loro corsi, poi qualche domanda sugli esami, infine due o tre battute sui professori e un invito a pranzo per poter ripassare insieme le materie più complicate.
In poco meno di una settimana Erica si era guadagnata la fiducia di Stiles Stilinski e forse, gudicando dai fogli ricolmi di appunti, si era impegnata anche troppo. 
-Allora, i Moon’s Effect si esibiscono insieme da un anno, nonostante tutti i membri suonino già da molto prima- inizia lei -Scott MacCall è il migliore amico di Stiles, nonchè il leader e il cantante dei Moon’s Effect, i due si conoscono da una vita e sono praticamente inseparabili. Scott suona anche la chitarra, ma non particolarmente bene, studia per entrare all’FBI per seguire le orme del padre nonostante tra i due non scorra buon sangue, infatti è stato praticamente cresciuto dalla madre dopo che lui se ne è andato di casa quando era ancora piccolo- dice Erica al gruppo.
-Potresti riferirci solo le parti importanti- implora Derek.
-Ho fatto un lavoraccio per questi!- scatta la ragazza sventolando i fogli -ma ci proverò- annuisce infine Erica.
-Grazie al cielo- bisbiglia Boyd.
La ragazza fa finta di non sentirlo e va avanti.
-Scott è stato fidanzato quasi per tutto il liceo con Allison Argent, una storia tormentata la loro, e lei è la ragazza mora che era al locale l’altra sera- dice ai ragazzi.
-Avevo detto solo le parti importanti!- scatta Derek.
-Fammici arrivare- risponde Erica con lo stesso tono.
-Dicevo, sono stati insieme al liceo, poi all’ultimo anno si è fidanzato con Kira Yukimura che è attualmente la chitarrista dei Moon’s Effect. Lei frequenta scienze naturali e convive con Scott in un piccolo appartamento in centro da ormai due anni, è un’ottima musicista ed è molto legata alle sue origini giapponesi- annuncia agli amici.
-Vedo che non hai intenzione di riassumere- le fa notare seccato Derek.
Lei sorride soddisfatta.
-Allora, poi c’è Stiles Stilinski, figlio del capo della polizia ed un eccellente bassista- ricomincia lei.
-Te lo ha detto lui? Che è un eccellente bassista?- chiede Isaac.
-No, ma lo dico io perché è vero- risponde con un sorriso lei.
-Ha ragione- afferma Boyd -sicuramente è meglio dei te- ride lui tirando una gomitata all’amico.
-Non ci vuole molto- interviene Derek.
Erica annuisce di rimando.
-Allora prendete lui se è tanto bravo!- sbraita il giovane indignato.
-Non lo faremo mai Isaac, lo sai che ti vogliamo bene- lo consola la ragazza in un sorriso sincero.
Ed è vero.
Forse Isaac non è il più grande bassista di tutti i tempi, ma è il loro bassista, e questo non sarebbe mai cambiato.
Come nessun altro membro di quella improponibile band.
O almeno Derek se lo augurava, con tutto sè stesso.
Perché oltre ad essere colleghi di lavoro per lui, quelle quattro persone, sono famiglia.
E Derek ne ha bisogno, terribilmente.
-Dicevo, è un bassista nella media- si corregge in un sorriso lei -vive ancora col padre, frequenta il secondo anno di Storia Antica con me ed è ormai platonicamente innamorato da più di dieci anni di Lydia Martin, la rossa che era al locale, la quale però è follemente persa per Jackson Witmore, il batterista del gruppo- comunica alla tavolata.
-Ci hai preso gusto, ammettilo- le dice Derek.
-Non sai quanto- sghignazza lei febbricitante.
I ragazzi si scambiano una rapida occhiata ricolma di disperazione.
-Jackson studia giurisprudenza per poter entrare nello studio legale del padre, è scorbutico, altezzoso e, testuali parole di Stiles, una grandissima testa di cazzo- ride lei.
-Perfetto, ogni band ha il suo stronzo- interviene Isaac.
Boyd lo guarda confuso.
-Ogni gruppo è formato da membri che incarnano diverse personalità. C’è il leader, il calmo, il bello e lo stronzo. In varianti più numerose c’è anche il simpatico- spiega agli altri il ragazzo.
-E sentiamo, noi come siamo classificati?- chiede curiosa Erica.
Lui esita per qualche istante, poi prende un bel respiro e si decide a parlare.
-Derek è senza ombra di dubbio il leader, Boyd è il calmo, io sono il bello e Erika, senza offesa, ma sei la stronza- ammette timoroso lui.
-O no, lo prendo come un complimento- sorride la ragazza.
Un leader.
Derek non si è mai considerato tale, né dentro nè fuori dal gruppo.
Ma in qualche modo aveva unito quattro ragazzi.
Quattro ragazzi che avevano poco o nulla e li aveva resi una cosa sola.
E Derek è orgoglioso di questo, è orgoglioso di quello che sono diventati.
-Dopo questa parentesi estremamente costruttima, possiono ricominciare?- chiede lui alla ragazza -e Isaac?- lo chiama poi -smettila di leggere giornaletti per adolescenti in calore- ride compiaciuto.
Isaac sta per ribattere ma la voce di Erica lo anticipa.
-Stavo dicendo, Jackson e Lydia fanno tira e molla da quasi sette anni, la pausa più consistente che hanno preso è quando il ragazzo è andato in inghilterra per finire il liceo lasciando Lydia in amabile compagnia di uno dei gemelli che erano al locale, non mi ricordo se era Ethan o Aiden- si interrompe dubbiosa la ragazza -comunque quello eterosessuale perché l’altro è fidanzato felicemente con Danny, l’altro ragazzo che abbiamo visto, che è un carissimo amico di tutti i membri del gruppo- conclude la ragazza.
-Ma è peggio di Beautiful- scatta Isaac.
-Ora capisci perché ho preso appunti- gli fa notare Erica.
-C’è materiale sufficiente per una serie televisiva- continua lui.
-Ci metti nel mezzo qualche avvenimento sovrannaturale e il gioco è fatto- interviene Boyd.
-Che genere di avvenimenti?- chiede curiosa Erica -sai, ci verrebbe fuori una bella fanfiction- prosegue lei.
Il ragazzo la guarda pensieroso.
-Ragazzi, contegno!- li riprende Derek.
-Ok, ok- si giustifica Erika -dopo ne riparliamo- bisbiglia al batterista.
Derek le lancia un’occhiata.
-Bene, ricapitolando- ricomincia la ragazza -Scott sta con Kira, Jackson sta con Lydia e Stiles è solo come un cane- conclude con un sorriso.
-Anche queste sono sue testuali parole?- chiede Isaac.
-Oh no, ho parafrasato. Lui letteralmente ha detto “Non mi si incula nessuno”-ride lei.
Perfino Boyd si lascia sfuggire un piccolo sorriso.
Derek li osseva con sguardo minaccioso.
Non ha mai sopportato i pettegolezzi e cose simili, se ne è sempre tenuto alla larga il più possbile, ma avere Erica in casa equivale ad avere una rivista di primordine di gossip scandalistico, ed al contrario della seconda non la si può bruciare nel caminetto.
Purtoppo per lui.
-Quindi capo, come ci comportiamo?- gli chiede Isaac.
Il chitarrista prende un bel respiro prima di iniziare a parlare.
-Stasera torniamo in scena dopo tre settimane di pausa, cerchiamo di suonare al nostro meglio e col massimo impegno- dice lui ai ragazzi.
-Tutto qui? Non rispondiamo a quegl’idioti?- domanda sorpresa Erica.
-Fammi finire- sbuffa lui.
La cantante alza le mani al cielo in segno di scuse.
-Stavo dicendo che dobbiamo suonare con tutta l’anima stasera e, visto che la scorsa settimana i nostri amatissimi colleghi- e a quelle parole l’appartamento di riempire dei fischi di Isaac -hanno voluto aprire con gli U2, noi risponderemo rincarando la dose- spiega ai compagni.
-One, ti prego, fa che sia One- bisbiglia Erica.
-Quindi stasera apriremo con One- annuncia al gruppo.
La cantante si lascia sfuggire un piccolo grido.
-Sono così eccitata! Sono mesi che non cambiamo una scaletta!- esclama lei.
-Te la ricori vero, la canzone?- le chide Boyd.
Lei in risposta gli da un piccolo schiaffo sulla spalla.
-Informatori mi hanno riferito che i Moon’s Effect saranno presenti allo spettacolo, quindi assicuriamoci di far esplodere quel locale- dice Isaac smagliante.
-Hai degli informatori?- chiede sorpreso Boyd.
-Erica- risponde Isaac indicando la ragazza.
-E non potevi dirlo subito?- domanda ancora.
-Suspance Boyd. La suspance è tutto- bisbiglia alla tavolata.
I quattro si soffermano ancora su qualche piccolo accorgimento per la serata mentre Isaac prepara la cena, discutono sui pezzi da portare e sul comportamento da tenere, si concedono, infine, anche qualche piccola battutina sui propri rivali.
Mangiano con gusto la cena preparata dal bassista e poi si dirigono sicuri al “The Emissary”.
Si fanno largo compatti tra la gente, gli strumenti in spalla e la decisione dipinta sul volto. Non fanno neanche caso a Deaton che li chiama, salgono direttamente sul palco e osservano scrupolosi la folla, nella speranza di incontrare gli occhi dei Moon’s Effect.
Sono spietati.
Spietati e invincibili.
E solo quando Erica incrocia la camicia a quadri di Stilinski inizia a parlare.
-Come va gente?- domanda al pubblico.
Grida si levano dalla folla.
Nel corso degli anni perfino loro hanno accumulato un piccolo gruppo di seguaci.
Non sono molti, ma ogni fine settimana si ritrovano al locale per ascoltare quei quattro ragazzi.
E per loro significa davvero tanto.
-Chiediamo scusa per la nostra assenza- continua lei -nelle ultime settimane si sono esibiti dei sostituti- azzarda Erica in un ghigno -ma non temete, i Black Wolves sono tornati- conclude sistemandosi il microfono.
(x) E mentre le bacchette di Boyd picchiettano sul piatto un primo accordo prende vita dalla chitarra di Derek.

“Is it getting better 
Or do you feel the same”


Inizia delicata lei.
 
“Will it make it easier on you now 
You got someone to blame 
You say...”


Prosegue decisa.

“One love 
One life 
When it's one need 
In the night 
One love
We get to share it 
Leaves you baby if you 
Don't care for it”


Un applauso parte spontaneo dal pubblico mentre un sorriso si fa largo sul viso dei musicisti.

“Did I disappoint you 
Or leave a bad taste in your mouth 
You act like you never had love 
And you want me to go without 
Well it's too late 
Tonight 
To drag the past out into the light 
We're one, but we're not the same 
We get to 
Carry each other 
Carry each other 
One...”


Canta ancora la ragazza mentre Derek pizzica delicato le corde della sua chitarra.
E si sente pieno, come non lo è da giorni.

“Have you come here for forgiveness 
Have you come to raise the dead 
Have you come here to play Jesus 
To the lepers in your head”


E la sua voce graffia nella stanza.

“Did I ask too much 
More than a lot 
You gave me nothing 
Now it's all I got 
We're one 
But we're not the same 
Well we 
Hurt each other 
Then we do it again
You say”


E ci mette tutto il cuore in quella strofa.

“Love is a temple 
Love the higher law 
Love is a temple 
Love the higher law 
You ask me to enter 
But then you make me crawl 
And I can't be holding on 
To what you got 
When all you got is hurt”


Canta con rabbia lei mentre Derek osserva i loro rivali ai limiti del locale. 

“One love 
One blood 
One life 
You got to do what you should 
One life 
With each other 
Sisters 
Brothers”

 
Ed Erica butta fuori tutta l’anima che ha in corpo.

“One life 
But we're not the same 
We get to 
Carry each other 
Carry each other
One”


Canta ancora lei chiudendo gli occhi e lasciandosi trasportare dalle note.

“One”

Sussurra ancora a fior di labbra sul microfono.
E parte in una strana danza mentre la musica va avanti.
I ragazzi suonano divertiti mentre la cantante gira su sè stessa.
Perché è questo quello che sono: un gruppo di ragazzi che ama la musica e che si diverte con essa.
Niente di più, sul quel palco non sono niente di più.
E solo quando la canzone emette l’ultima nota Erica riapre gli occhi riempiendosi in un sorriso.
Un applauso sincero riempie il locale.
Isaac si lascia sfuggire un piccolo grido di soddisfazione.
E lo sono, soddisfatti, tutti e quattro.
Seppur avessero saltato solo poche serate a Derek era mancato tutto questo: il calore del pubblico, il leggero batticuore prima di ogni spettacolo, sentire la musica che ti scorre nelle vene.
E non avrebbe lasciato che un qualsiasi altro gruppo glielo portasse via, per nessuna ragione al mondo.
I quattro incrociano per un attimo i loro sguardi smaglianti prima di lasciare la base della canzone successiva riempire, senza troppe cerimonie, il locale.
E la serata vola in un attimo, si ritrovano con lo strumento in spalla diretti all’uscita senza neanche accorgersene.
-Mi sembra sia andata bene- dice Erica al gruppo.
-Bene? Abbiamo spaccato stasera!- esclama Isaac ancora febbricitante.
Stanno ancora ridacchiando quando Derek sente una voce che lo chiama.
Tutti e quattro si voltano per incrociare Scott McCall e il suo gruppo.
-A questo punto penso che le presentazioni siano dovute- gli dice serio il più giovene.
Li osserva per qualche istante prima di annuire con un cenno secco del capo.
-Noi siamo i Moon’s Effect- inizia Scott -e questi sono Kira, Stiles e Jackson- indica lui i componenti.
-E noi siamo i Black Wolves. Io, Erika, Isaac e Boyd- conclude Derek sbrigativo.
Le dua fazioni si osservano compatte, c’è tensione, molta.
-D’ora in poi saremo colleghi- aggiunge Scott.
-Già- si limita a rispondere lui.
E no, non erano colleghi, non per lui almeno.
Se proprio Derek dovesse scegliere un termine per classificarli avrebbe usato rivali.
Non di certo colleghi.
E c’è silenzio mentre i due gruppi si studiamo a vicenda, talmente tanto da provocare un certo fastidio.
E Derek non avrebbe aggiunto altro per interromperlo, non stasera, non dopo la loro esibizione.
No, non gli andava di rovinarsi l’umore.
Si osservavano e basta, in attesa che qualcosa spezzi ta tensione.
-Ragazzi avente spaccato stasera!- intervine raggiante Stilinski -e tu sorella, sei un mostro! Mi avevi detto che cantavi ma non credevo così bene- prosegue lui rivolgendosi ad Erica.
E segue un attimo di stupore generale prima che la ragazza risponda con un sorriso sincero e leggermente imbarazzato.
-Mai rivelare i migliori segreti- agginge al bassista.
I due si scambiano un’occhita complice un attimo prima che Scott richiami il suo migliore amico.
-Noi ci vediamo lunedì a lezione- dice alla cantante.
-Non dimenticarti un’altra volta i libri- aggiunge lei prima che il bassista si volti.
I tre ragazzi dei Black Wolves si guardano confusi, storditi da tutta questa atmosfera da buoni amici di vecchia data. Erica, dal canto suo, prende a dirigersi velocemente verso l’uscita.
Derek la raggiunge senza troppi sforzi, le mette un braccio attorno alle spalle e poi la tira più vicino a sè.
-Sapeva che canti- bisbiglia lui -cos’altro gli hai detto?- domanda serio.
-Niente- risponde sbrigativa lei.
-Cosa gli hai detto?- instiste lui.
-Sai Derek, per ottenere informazioni bisogna anche dare informazioni- dice leggermente scocciata lei.
-Che tipo di informazioni?- chiede ancora.
-Dettagli- risponde evasiva.
I due si guardano per un istante e Derek è sicuro di leggere nei suoi occhi la menzogna.
-Definisci dettagli- insiste.
La ragazza in risposta scivola via dalla sua presa e si attacca decisa al braccio di Boyd.
Erika aveva parlato col nemico, aveva condiviso informazioni con lui.
Probabilmente si era fatta anche fregare.
Derek cerca di non pensarci, si sforza con tutto sè stesso, e lo fa per i successivi due giorni.
Uno sforzo notevole in effetti.
E’ in biblioteca a studiare quando si accorge che un suo libro di filosofia sta letteralmente cadendo a pezzi. Passa un dito sulla costola sfilacciata e sfoglia attentamente le pagine ingiallite, almeno una decina sono andate perse. 
-Ehi scusami- richiama un dipendente intento a riordanare gli scaffali -per caso avete “Fenomenologia dello spirito” di Hegel?- chiede senza staccare gli occhi dal volumetto.
Solo quando sente dei passi avvicinarsi alza lo sguardo.
Un leggero brivido corre per tutta la sua schiena.
-Il chitarrista- bisbiglia l’altro.
-Il bassista- risponde lui.
Seguono secondi di silenzio mentre i due si osservano.
-Tu che ci fai qui?- ringhia Derek in tono accusatorio.
Perchè no, non può accettare che gli abbiano rubato anche questo posto.
-Io ci lavoro- dice semplicemente Stiles.
-Impossibile, non ti ho mai visto- ribatte immediato lui.
E’ infastidito, molto.
-Neanche io, eppure lavoro qui da più di un anno- spiega il bassista.
-Io vengo qui da quattro- ribatte Derek come se fosse una strana gara a chi ha la precedenza.
E Derek ce l’ha, se è per questo. Ce l’ha in qualsiasi campo.
-Vado a controllare se abbiamo il libro- dice semplicemente Stiles allontanandosi.
No, non può essere possibile. Non può ritrovarselo anche qui.
Prima il locale poi la biblioteca.
Non solo il lavoro ma anche la tranquillità.
Avrebbe fatto una strage, ne era certo.
-Mi dispiace, ma ora non ce lo abbiamo- gli comunica Stiles -ma tra una settimana ne dovrebbe rientrare uno, se vuoi te lo metto da parte- propone.
-Non penso ce ne sia bisogno visto che vengo qui tutti i giorni- risponde prontamente Derek, acido.
E si accorge che il bassista increspa leggermente le labbra.
E’ stato rude, più di quanto lo è di solito.
Ma in questa situazione se lo può anche permettere, no?
Forse.
-Comunque grazie- si sente in dovere di aggiungere al ragazzo che si è già voltato per tornare tra gli scaffali.
-Lavoro- dice semplicemente l’altro con un leggero sorriso.
Per le successive due ore Derek affonda completamente la testa nei suoi libri.
Ha tante cose a cui pensare, e la maggior parte di queste lo irritano terribilmente, perciò trova nei libri il miglior modo per non farlo.
Se non altro i suoi voti ne gioveranno.
-Sei ancora qui?- lo sorpende una voce alle spalle.
Derek non ha bisogno di voltarsi per capire che appartiene al bassista.
-E’ l’unico posto in cui posso stare tranquillo- risponde lui.
Che per Derek equivale a dire “E’ tranquillo e gradirei che rimarresse tale, quindi sloggia da qui!”.
Ma Stiles sembra non aver ricevuto il messaggio, posa la sua pila di libri sul tavolo e si siede pigramente sul bordo, pochi metri da lui.
-Erica mi ha detto che vivete tutti insieme, deve essere un bel casino quella casa- afferma lui.
A quella frase Derek alza lo sguardo.
Erica, quella ragazza, cercava forse la morte?
-Già- si limita a rispondere lui in uno sbuffo per poi tornare ai sui appunti.
E spera con tutto sè stesso che il bassista se ne vada da lì, o che per lo meno la smetta di parlare.
-Posso farti una domanda?- insiste invece.
Derek lo guarda col migliore dei suoi sguardi accigliati, per qualche strano motivo Stiles persa che quello equivalga ad un sì.
-Perché Black Wolves?- chiede curioso.
Il chitarrista lo studia per un attimo, giusto per essere sicuro che la sua sia una domanda seria.
-Perché siamo neri e cattivi- sputa lui immediatamente.
E Stiles si lascia sfuggire una leggera risata.
-No dai, seriamente- sorride il ragazzo.
-Seriamente- ringhia Derek.
Stiles rimane un attimo sorpreso poi, senza troppe cerimonie, scende dal tavolo e afferra nuovamente i suoi libri.
-Erica mi aveva detto che eri un tipo scorbutico- sorride leggermente prima di andarsene.
L’avrebbe uccisa.
Nel peggiore dei modi.
Avrebbe torturato quella ragazza e poi l’avrebbe uccisa.
O perlomeno le avrebbe impedito di guardare le sue serie televisive finché non gli fosse passata. E questo poteva richiedere molto tempo.
Derek riordina le sue cose e le fa scendere dentro la tracolla, prima di uscire lancia istintivamente una piccola occhiata al bassista.
Avrebbe trovato un modo per farla pagare anche a lui, a lui ed al suo gruppo.
Non sia mai che qualcuno pesti i piedi a Derek Hale e ne esca incolume.
Apre la porta e si dirige pigramente alla macchina.
Ma c’è una cosa che non riesce proprio a spiegarsi.
Perché Derek fa sempre attenzione a quello che lo circonda, è sempre molto attento a quello che fa.
Eppure, per tutto questo tempo, Stiles era stato lì e Derek non se ne era mai accorto.















Angolo Autrice.

Parto subito scusandomi per l’immenso ritardo, spero con l’estate di riuscire a fare di meglio...
Poi vorrei ringraziare con tutto il cuore chi ha letto la storia, chi l’ha inserita tra le preferite/ricordate/seguite e chi ha avuto anche la pazienza di lasciarmi una recensione :)
Allora la canzone cha cantano i Balck Wolves è One degli U2, il link è nel testo.
Quindi ancora grazie e se potete fatemi sapere cosa ne pensate e soprattutto, secondo voi, il nostro povero Derek riuscirà a sopportare tutto questo casino?
Baci, alla prossima <3 

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