Behind the appearances

di lillixsana
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Idee Geniali\Disastrose ***
Capitolo 2: *** Big Day! ***



Capitolo 1
*** Idee Geniali\Disastrose ***


...Come tutto ebbe inizio...



1


Idee Geniali/Disastrose






La famiglia tendo, da generazioni posseditrice della scuola di arti marziali indiscriminate più famosa di Tokyo. Era una delle famiglie più ricche ed invidiate della zona, a farne parte c’erano: Kasumi, la primogenita. Nabiki, la mediana e infine Akane.

Soun, seppur vedovo da parecchi anni, aveva fatto un lavoro eccellente nella crescita delle sue figlie. Aveva tirato su tre “gioielli” a detta sua.

Ovviamente ognuna di loro aveva il proprio carattere, probabilmente modificato irreparabilmente anche dalla mancanza della figura materna. Ma nonostante ciò, tra la caparbietà di Akane, la dolcezza di Kasumi e la sfacciataggine di Nabiki, le ragazze erano comunque delle giovani con sani principi e determinati obbiettivi prefissati da raggiungere.

Nonostante la mezza età, Soun gestiva egregiamente e a pieno ritmo la propria palestra, aveva preso sotto la sua ala un ragazzo, nell’attesa di ricevere un erede diretto da almeno una delle sue figlie.

Kasumi amava la cucina, aveva una sorta di venerazione per cibi e fornelli. Partecipava anche a svariate competizioni, piazzandosi quasi sempre sul podio.

Nabiki, nel suo essere “frivola”, aveva frequentato una scuola di moda. Per anni aveva disegnato figurini e cucito abiti con dedizione, ciò la portò, insieme alla sua bravura ad essere la migliore dell’istituto. Molte persone volevano indossare abiti disegnati da lei e, questo, non poteva far altro che renderla felice. Considerando la carriera da stilista che aveva in mente d’intraprendere.

Akane, dal canto suo, non aveva ancora le idee molto chiare su ciò che voleva fare nella vita. Così, aveva deciso che fin quando non avesse capito quale fosse il posto che voleva occupare nella società, avrebbe continuato gli studi.
 
 
 
 
 
Tokyo 07:56 a.m.
 

I raggi del sole, filtranti dalle porzioni di finestra non riparate dalla tenda color cremisi, illuminavano il viso di una giovane ragazza infastidendola leggermente. Quella mattina Akane si svegliò di buon umore, aveva fatto un gran bel sogno… la sua laurea. Considerando gli incubi a base di esami mal riusciti che faceva negli ultimi tempi, un sogno del genere era un buon motivo per iniziare al meglio la giornata.
 
Socchiudendo gli occhi, lesse l’orario sulla sveglia posta sul comodino di fianco al letto. Era decisamente presto, avrebbe potuto crogiolarsi tranquillamente nella sua beatitudine per un altro paio d’ore se non fosse stato per…
 

-Akane, avanti tesoro svegliati! Oggi è il gran giorno!-
 

La voce fin troppo eccitata della sorella maggiore, giunse all’orecchio della mora attraverso la porta leggermente ovattata. Per un momento, una specie di gigantesco punto interrogativo le attraversò la mente, ma poi, in un attimo di lucidità capì a cosa si riferiva Kasumi. Era quel gran giorno.
 

Maledicendo se stessa, per la pessima proposta che, più o meno tre mesi prima aveva fatto a sua sorella Nabiki si alzò dal letto, arrivata di fronte alla porta poté sentire distintamente un brusio provenire dal piano inferiore. Come aveva fatto a dimenticare che giorno fosse? La casa era in fermento da settimane, probabilmente però, avendo fatto l’abitudine, ormai le sembrava normale amministrazione avere sconosciuti e modelle isteriche in giro per casa.

Akane prese a scendere le scale sbadigliando sonoramente, mentre una tizia le percorreva nel senso opposto al suo, coperta solo da uno striminzito tanga. Trovandosi davanti ad una scena del genere la ragazza non potè fare a meno di tornare con la mente alla sua conversazione di tre mesi prima con Nabiki…
 


Inizio Flashback…


La più piccola delle Tendo, insieme alla mediana, erano raggomitolate sul divano in pelle color avorio del salone, intente a guardare uno di quei film strappalacrime che la mora tanto amava.

La scatola di kleenex piazzata al centro del divano, era stata quasi interamente svuotata dalle due che, ormai, non facevano altro che tirar su con il naso, mentre i titoli di coda del film scorrevano sul grande schermo di fronte a loro.



-Jackkkk, brutto scemo! C’entravi anche tu su quel dannato pezzo di legno!-



Mentre pronunciava le sue imprecazioni contro il protagonista passato a miglior vita, Akane si chiedeva come fosse possibile riuscire ancora a piangere come una fontana dopo aver visto lo stesso film per anni.

Il Titanic, come un altro paio di film di sua conoscenza, aveva il potere di tirarle fuori dai condotti lacrimali una quantità d’acqua sufficiente a riempire un lago artificiale.

C’era da dire però, che alla fine di quei pianti tanto accorati si sentiva molto più leggera… silenziosamente in quelle lacrime mascherate da un film tragico si mischiavano tutte le sue paure, le ansie, la tristezza e i suoi problemi. Il classico pianto liberatorio insomma!



-prima o poi ci toccherà arrenderci Akane, continuiamo a vedere questo film una volta al mese ma il finale non cambia mai magicamente-



Nabiki aveva smesso di piangere da un po’, e la sua affermazione non potè  far altro che fermare anche le lacrime della sorella, che ora rideva di gusto tenendosi la pancia con le braccia.


Premendo il tasto rosso del telecomando si sistemarono meglio sul divano afferrando una rivista di moda a testa, Akane non seguiva molto i canoni estetici comuni, certo, le piacevano i vestiti e il trucco, ma non ci perdeva molto tempo.

Guardò di sbieco sua sorella, era totalmente opposta a lei, era una ragazza intraprendente, sicura di sé… aveva modi un po’ troppo sfacciati alle volte ma nonostante questo incarnava alla perfezione ciò a cui Akane aveva sempre voluto somigliare.


Nabiki aveva iniziato a parlare della sua nuova collezione, le aveva dato un nome un po’ inusuale ma comunque molto bello: “Eternal chic”.

Mentre la mora ascoltava interessata le parole di sua sorella una strana idea le balenò nella mente. Erano anni che Nabiki si sbracciava a disegnare e cucire, ormai, a molte persone era nota la sua bravura ma, non aveva mai avuto una vera e propria occasione per mettersi in gioco. Così, per quanto pazza potesse essere quella proposta, lei gliela fece lo stesso.
 

-Nabiki- la zittì

-mh?!-

-hai presente il palazzo di vetro?-
 

La castana annuì distrattamente. Il che, fece continuare ad Akane il suo discorso.
 

-quello sulla strada per arrivare al parco della fontana…-

-si, Akane. Ho capito di quale palazzo parli, arriva al punto!-
 

La minore si accigliò, possibile che dovesse essere sempre così acida quella scema?!
 

-beh, hanno finito di ristrutturarlo e ora lo affittano per gli eventi-
 

Nabiki la guardava scettica, e non aveva nemmeno tutti i torti, considerando che la mora stava, letteralmente girando intorno a qualsiasi cosa dovesse dire.
 

-dovrebbe interessarmi?-

-io… pensavo…che forse tu…-

-Akane ti prego, sputa il rospo!-
 

La mora socchiuse gli occhi puntandoli in quelli della sorella e finalmente parlò.
 

-senti, è da una vita che sogni di sfondare nel mondo della moda! Ci hai riempito la testa dei tuoi sogni ogni sacrosanto giorno per anni, non curandoti se fosse l’ora di pranzo, di cena, se fossimo ad una festa o in qualsiasi altro luogo e in qualsiasi altro momento. Sei brava in ciò che fai e credo che potresti organizzare una sfilata degna del tuo nome!-
 

Disse quasi tutto d’un fiato.
 

-ti ringrazio per i complimenti Akane, ma continuo a non capire… oh-
 

Un velo di preoccupazione calò sugli occhi della castana, lasciando Akane basita. Eppure, le era sembrata un’idea geniale.
 

-beh? Non dovresti essere tipo al settimo cielo? Nostro padre conosce anche il proprietario del palazzo, non dovrebbero esserci grandi problemi-
 

Asserì.
 

-tu credi davvero che potrei farcela?-
 

La corazza con cui per anni Nabiki si era coperta ora si stava sgretolando sotto le sue mani, non c’era più nemmeno l’ombra della ragazza sicura di sé che per anni Akane aveva avuto accanto. Restava solo una normale, giovane donna, con lo sguardo terrorizzato. Akane sapeva cosa volesse dire quello sguardo e subito si affrettò a rispondere alla tacita domanda che non era uscita dalle labbra della sorella ma che tormentava i suoi occhi.
 

-secondo me, lei sarebbe fiera di te!-
 

La castana alzò lo sguardo, ma non si stupì più di tanto per quella risposta. Era così evidente infondo…
 

-non era quella la mia domanda, sciocchina!-
 

Disse dandole un tenero buffetto sulla folta chioma corvina.
 

-si Nabiki, sono sicura che potresti farcela!-

-mh, lo faccio!- gli occhi di Akane brillarono -ma ad una condizione!-

-cioè?- chiese sbigottita

-tu dovrai essere il mio braccio destro!-
 

Quella che per qualche secondo poteva esserle sembrata un’idea geniale, ora era stata decisamente declassata tra le idee più folli e stupide che avesse mai avuto. Ma ormai la sicura era stata tolta e la bomba a mano lanciata… mancava solo che succedesse l’inevitabile…
 

-e va bene, accetto!-
 

ESPLOSA!
 

Fine Flashback!
 
 

Girando l’angolo percorse qualche metro a testa bassa prima di sgattaiolare “furbescamente” in cucina. Luogo che, fortunatamente, era stato proclamato off limits da Kasumi, che quando voleva sapeva farsi rispettare.
 

In ogni caso… dal momento della fantomatica “esplosione” non c’era stato un attimo di tregua in casa Tendo. Nabiki dopo la conversazione avvenuta quel giorno, era corsa a prenotare il palazzo di vetro scegliendo una data da lì a tre mesi, cioè il tredici settembre.
 

Iniziò i provini per le modelle che avrebbero dovuto indossare i suoi vestiti vennero scelte tutte ragazze dalla corporatura simile: alte, molto snelle e con protuberanze pettorali non trascurabili.
 

Nabiki in quei mesi aveva preso a disegnare bozzetti come una forsennata, non dormiva nemmeno più la notte. Per non impazzire del tutto, aveva dato in commissione i modelli dei vestiti meno importanti a delle sarte. Ma ne aveva comunque più della metà da confezionare da sola, Akane in tutto ciò sembrava l’agenda vivente di Nabiki, le ricordava tutto ciò che doveva fare, senza però metterle alcun tipo di fretta o ansia.
 

Quel giorno, dopo tre lunghi interminabili mesi di preparativi finalmente era arrivato, Akane non volle immaginare a che ora sua sorella avesse chiamato a rapporto le modelle. Probabilmente, l’avrebbe considerata ancor meno normale di quanto non facesse già.
 

Abbandonando i pensieri la mora aprì il frigorifero d’acciaio, tirandone fuori un cartone di latte, che versò nella grande tazza poggiata al centro del banco colazione. Aggiungendo poi, una manciata dei suoi cereali preferiti. Stava per tuffare il cucchiaio nel liquido bianco quando delle urla isteriche la destarono.


Certo, sentire Nabiki urlare come una furia assassina era ordinaria amministrazione ma in quel caso sembrava quasi di essere finiti in un film in cui il carnefice minacciava di morte la sua vittima, e in modi assolutamente poco velati.


-non m’interessa! Tu adesso prendi il tuo culetto ossuto e lo trascini qui!- … -ti ho detto che non è affar mio quanti gradi centigradi tocca il tuo corpo! Per quanto mi riguarda puoi anche essere con un piede nella fossa! Ma non ho intensione di fartici cadere prima che tu abbia sfilato per me!- … -oh no, sbagli di grosso carina! Sono io che licenzio te!- … -bene!- … -no, bene lo dico io!- … -va a farti fottere dannata sgualdrina! Tanto con le tue due olive ascolane al posto delle tette mi rovinavi anche il vestito! ADDIO!-
 


La testa di Akane aveva fatto capolino dalla cucina e ora la mora guardava sua sorella con uno sguardo tra l’incredulo e il divertito. Appena Nabiki si voltò, la minore potè notare le sue iridi fiammeggianti e, capì che c’erano seri, anzi, serissimi guai in vista.


Sperando di essere passata inosservata, si ritirò nuovamente in cucina. Ma proprio quando stava per tirare un sospiro di sollievo, sentì una voce fin troppo familiare gridare il suo nome e, successivamente, una furia dai capelli castani l’assalì.


-Akaaaaane- la mezzana delle tendo era avvinghiata al braccio destro della minore e con fare teatrale annunciava la fine della sua carriera stilistica ancor prima di averla iniziata.
 

-Nabiki, scollati!- proferì la moretta impiantando il palmo della mano libera sulla fronte della sorella in modo da togliersela di dosso, senza riuscirci però.


-ho detto di staccartiii! Invece di lagnarti, spiegami che diamine è successo!-
 

In un secondo l’altra si ricompose.
 

-è successo, mia cara sorellina! Che la sfilata è questa sera! Ed io non ho più la modella che doveva indossare la punta di diamante della collezione!-

-aaah, ora capisco tutto!-
 

Disse l’altra battendo un pugnetto sulla mano aperta.
 

-no, non sembri aver capito bene invece! Il vestito ha le misure di Ruya!-

-Rukya-
 

La rimbeccò l’altra.
 

-sisi, come ti pare! Comunque il vestito ha le misure di quella li ormai! Dove diamine la trovo una modella con le sue stesse misure in meno di 4 ore?!-
 

Le due sorelle iniziarono a riflettere silenziosamente, quando ad un certo punto la minore sentendosi osservata fu costretta ad alzare gli occhi nella direzione di colei che in quel momento, era certa, le stesse facendo una lastra approfondita.
 

Nabiki alzò un angolo della bocca e un impeto di soddisfazione si diffuse sul suo viso, ciò fece rabbrividire Akane, che dal canto suo, aveva intuito fin troppo bene ciò che stava per uscire dalla bocca di sua sorella. Ne ebbe la piena conferma quando i loro occhi s’incrociarono, e prima che l’altra potesse proferire qualsiasi tipo di frase Akane interruppe il silenzio.
 

-non pensarci nemmeno!-
 

Si sbrigò a dire.
 

-non sai nemmeno cosa sto per chiederti!-

-oh, si che lo so! E so anche che non mi piacerà!-

-ma, Akane!-

-NO! niente Akane!-

-Akane, tu sei alta quanto lei e tranne per il seno sono sicura che le misure siano approssimativamente le stesse!-
 

Disse la castana assottigliando lo sguardo e puntando l’indice verso il corpo della minore.
 

-si, può anche darsi! Ma rimane il fatto che io non sono una modella! Sono goffa e impacciata!-

-Akane, credi che non t’abbia visto aiutare le mie modelle a sfilare?!-
 

Colpita e affondata.
 

-stavo solo spiegando loro come mettere le gambe per i vestiti più lunghi!-

-ma tu sai farlo, lo facevi con loro!-

-senti Nabiki.. io.. davvero! Non sono in grado!-

-avevi detto che saresti stata il mio braccio destro!-

-certo! Braccio destro, non modella! GENIO!-


Esclamò piccata Akane. Quella stanza stava diventando decisamente troppo stretta, come quella situazione.


-beh, il mio braccio destro mi serve in passerella! Akane, sei la mia unica speranza te ne prego!-
 

Aveva gli occhi supplicanti di una bambina che chiedeva un giocattolo. Akane, si ritrovò a pensare a tutte le volte in cui aveva trovato sua sorella sveglia di notte. Aveva cercato di fare tutto alla perfezione, e chi era lei per poter rovinare il suo giorno?!... Nessuno!
 

-Nabiki… io..-

-sorellina, sfila per me! Per favore!-
 


 

-e sia, facciamo questa cosa!-













Angolino mio:

Allora... intanto mi presento... Lillixsana, per servirvi! Oh beh, un pò di comicità fa sempre bene, no?
Ho iniziato a scrivere questa storia perchè... in realtà non so cosa m'abbia spinto a scriverla, so solo che mi martellava la testa da talmente tanto tempo che, se non l'avessi scritta probabilmente avrei rischiato  di compromettere la mia già instabile sanità mentale!
Questo primo capitolo... sempre se si possa chiamare così è venuto molto più lungo di quanto mi aspettassi ma anche dopo averlo ricontrollatto non sono riuscita a togliere nulla... quindi scusate se come prima lettura vi ho costretto a stare incollati qui per più di 10 minuti :) a ovviamente potrete leggere queste scuse solo se sarete arrivati alla fine di questo coso ahahah

Ringrazio chiunque vorrà commentare, un parere è sempre una cosa meravigliosa da ricevere sia che si tratti di una critica o di un complimento :D

Dedico il capitolo ad una persona davvero molto importante per me, che ultimamente mi fa preoccupare parecchio <3 tutto tuo sister <3
 
E ringrazio come sempre la mia famigliola per il sostegno <3

Ci sentiamo nel prossimo :) un gradissimo bacio... Lillixsana

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Capitolo 2
*** Big Day! ***



(Note a fine capitolo)







2




Big Day!







 
 
Il palazzo di vetro era stracolmo di persone, perfino Nabiki era rimasta stupita dalla quantità di gente accorsa lì per la sua sfilata. Sbirciava attentamente da dietro le pesanti tende in rasone nere glitterate che aveva personalmente scelto e, per quanto potesse sembrare strano… anche la regina dell’insensibilità ora era in balia di un fastidioso senso d’ansia.


Il backstage delle sfilate non è un bel posto quando sei tu a dover tenere le redini della situazione, questo l’aveva capito da quando aveva messo piede nel palazzo più o meno mezz’ora prima. Due truccatori erano pochi e tre parrucchieri erano troppi, le modelle erano una massa di isteriche esaltate, i fotografi un branco d’incompetenti e soprattutto… Akane era sparita!


In un’altra situazione la ‘’scomparsa’’ della moretta non sarebbe stata di gran rilevanza ma considerando che aveva (dopo varie pressioni psicologiche) accettato di essere oltre al braccio destro anche la modella di sua sorella, il fatto che non ci fosse ne per un ruolo ne per l’altro era un bel problema.


Le modelle erano state truccate e acconciate in modo molto sobrio: smokey eyes, code di cavallo, chignon alti o laterali, onde… l’unica cosa che le accomunava spiccando su ognuna di loro era il colore del rossetto… rosso cremisi.  La teoria che recitava: ‘’la curva più bella di una donna è il sorriso’’. Non era pienamente condivisa da Nabiki, infatti per la sua collezione aveva creato vestiti che lasciavano davvero poco spazio all’immaginazione: scollature vertiginose e mini dress erano stati il suo pane quotidiano per tre mesi, anzi, lo erano da parecchi anni.


-Ren, che diavolo le hai fatto in testa?! Se le mettevi come cappello un gatto morto il risultato sarebbe stato lo stesso! Se non migliore!-


Decretava esasperata la mediana delle tendo controllando le proprie modelle.


-oh mio dio! Kai, trova un modo per non farla sembrare un panda!-


-ma… signorina Nabiki, è la forma dei suoi occhi a dare questo tipo di..- provò a replicare il povero
truccatore che però venne bruscamente interrotto.


-hai capito cosa ti ho chiesto, Kai?- un cenno d’assenso dell’altro la fece continuare…-trova un modo per sistemarla!-


Tutti erano come immobilizzati.


-ORA!-


Le modelle scattarono nuovamente a sedere nelle postazioni per trucco e parrucco. Ma prima che una nuova ondata del malumore della castana li colpisse, Akane entrò nella stanza.


-ah, ti sei decisa ad arrivare!-


-Nabiki scusami tanto ma ho dovuto aiutare Taro-


-Taro di qua, Taro di là! Ma non vi eravate lasciati voi due?!-


-ehi, ma che ti prende?! Si che ci siamo lasciati! Da dove ti esce tutto questo veleno?!-


Un cipiglio irritato era comparso sul volto della mora, che ora guardava di sbieco sua sorella.


-mi chiedi che mi prende? Mi hai detto tu di organizzare questa sfilata, e alla fine mi hai lasciato qui a fare tutto da sola!-


-Nabiki, sei qui da meno di un’ora! Non immaginavo che star qui da sola per quaranta minuti, sarebbe stato così traumatico per te!-


-e invece lo è! In più devi anche prepararti!-


Akane a quelle parole sussultò, aveva accettato di fare da modella a sua sorella, ma ora che si trovava sul posto… ogni certezza vacillava.


-si, certo… dove mi metto?-


Un orgoglio più grande di lei era l’unica cosa che la mandava avanti su quella strada, la parola data, la promessa fatta, solo quello!


Le mani esperte del truccatore si posarono sul suo viso ma non riuscendo a vedere il riflesso nello specchio, non sapeva cosa le stesse facendo. Ma per un attimo comprese come si sentiva una tela sotto le mani di un pittore, ebbe come il sentore di essere diventata un arcobaleno. Però quando il ragazzo si spostò per darle modo di guardarsi rimase di sasso, c’era una ragazza nello specchio, una ragazza simile a lei, ma più bella!


Mentre formulava questi pensieri, altre mani si posarono su di lei, cominciando a sistemarle i capelli, che pur essendo di una media lunghezza vennero tirati in una composta coda di cavallo e coperti poi da un toupet corvino liscissimo, che sarà stato come minimo di cento centimetri.


-stai davvero bene sorellina!-


Le disse la mezzana sorridendole, ora, molto più tranquilla.


-si, direi che non c’è male!-


Scherzò l’altra.


Intanto dall’entrata del palazzo continuava a sgorgare gente, Soun aveva preparato uno striscione gigante con scritti a lettere cubitali incoraggiamenti per le sue ‘’bambine’’. E correva a destra e a manca sventolandolo.


Molte persone avevano preso posto sulle sedie disposte attorno alla passerella, ed ora attendevano curiosi l’inizio della sfilata che da mesi era stata definita come l’evento del mese.


-Ranma tesoro mio, andiamo a sederci lì! Ci sono ancora dei posti in prima fila!-


A dire quelle parole, fu una bella ragazza dal fisico prestante e i capelli neri come la pece che, trascinando il proprio ragazzo per un braccio si dirigeva a passo di marcia verso alcuni degli ultimi posti rimasti in prima fila.


-Kodachi non tirarmi così, sai quanto mi da fastidio- esordì l’altro divincolandosi dalla presa della ragazza che ora lo guardava con occhi di fuoco.


-potresti almeno far finta di essere felice di passare la giornata con me!-


Disse acida.


-si, potrei. Se tu non mi avessi costretto a venire a questa stupida sfilata!-


Il tono con cui parlò risultò paurosamente alto, tanto da fargli guadagnare parecchie occhiatacce.


-ma tesoro mio, io volevo solo passare un po’ di tempo con te… condividere le mie passioni con te!-


-purtroppo quelle che tu chiami passioni, per me sono lavori! Non puoi trascinare uno che di mestiere fa il modello ad una sfilata durante il suo giorno libero! Accidenti a te!-


Le fece notare lui, accomodandosi poi in modo poco aggraziato sulla sedia.


L’altra era ammutolita, certo, lui non aveva tutti i torti… ma tanto, conoscendolo, sapeva che avrebbe trovato il modo giusto per mortificarla anche se gli avesse proposto un altro tipo di piano giornaliero. Tanto valeva fare ciò che le piaceva allora.


Ranma, dal canto suo si chiedeva perché fosse ancora fidanzato con quella pazza, erano due mesi che stavano insieme, ma già dalla seconda settimana le cose non andavano, lei troppo appiccicosa e maniaca del controllo, lui troppo libertino… e con troppe donne intorno.


L’unica parte che accettava di lei (a tratti) era la sua ninfomania. Sapeva come divertirsi la ragazza! Ma ora, anche quello era diventato una sorta di peso.


La voce degli altoparlanti, comunicò ai presenti che la sfilata sarebbe iniziata a minuti, così il ragazzo abbandonò i suoi pensieri. Le luci si stavano abbassando, lasciando spazio ai riflettori puntati sulla passerella, a calcare per prima il tappeto rosso fu colei che era protagonista dell’evento.


Fasciata da un lungo abito color magenta e oro, Nabiki aveva fatto il suo ingresso, scatenando un applauso generale.


Tutto quel calore la commosse, però non lo diede a vedere, dopo parecchi sorrisi e qualche inchino si decise a parlare.


-santo cielo, tutti questi applausi prima della sfilata mi mettono un’ansia!- rise  -Spero davvero di non deludervi!... Innanzitutto vorrei ringraziarvi, per essere qui, per me è una grande soddisfazione vedere così tante persone ad un evento come questo… una piccola sfilata, con pochi capi, e poche modelle. Ma, vi assicuro che dietro c’è tanto impegno, tanto lavoro e soprattutto tanto amore per questo mestiere! Il ringraziamento più grande va alla mia famiglia, che mi ha sempre appoggiato. Ricordo quando da piccola mi divertivo a disegnare cartamodelli ovunque, ogni foglio che trovavo per casa era buono per disegnare un figurino o un qualsiasi accessorio di moda. Non avrei mai immaginato di avere un giorno come questo, è un po’ come quando fai un bel sogno… e oggi è grazie a voi che posso sognare. Buon proseguimento!-


Nabiki fece un leggero inchino e poi con grazia si voltò, dando le spalle al pubblico e dirigendosi nuovamente dietro le quinte. Le luci si spensero di nuovo, segno che di lì a poco la sfilata sarebbe iniziata.


La castana fece cenno al Dj di far partire la musica, in un attimo una melodia di violino riempì l’aria.


Proprio come si poteva immaginare, era stato organizzato tutto in modo particolare. Quel giorno, era stato organizzato per lasciare un segno.


Due riflettori si accesero, illuminando il pesante tessuto delle tende, e con un gesto scenico spalancandole con le esili braccia, la prima modella fece la sua comparsa. Coda bassa, labbra rosse come ciliegie, tacchi vertiginosi e un abito a balze dei colori del cielo d’estate.


La modella iniziò a calcare la passerella, ad ogni passo che faceva, un riflettore in più veniva acceso.


La seconda e la terza modella uscirono una da destra e l’altra da sinistra, fermandosi però ad aspettare l’altra che una volta tornata indietro si posizionò tra le due e fece una giravolta, defilandosi poi, nello stesso modo in cui era entrata.


Ogni vestito che veniva presentato era carico di sensualità, e che i tessuti erano stati scelti con accuratezza e meticolosità, si poteva notare lontano un miglio.


Nabiki sbirciava le reazioni dei presenti torturandosi le mani, ciò che vedeva la rendeva felice, sembravano tutti estasiati. Akane aveva avuto proprio una bella idea, a far sfilare le modelle in maniera coreografica. 


Senza rendersene nemmeno conto, si voltò a guardare la sua sorellina, bellissima nell’abito verde smeraldo, che sarebbe stato il pezzo di chiusura della collezione. Si guardava allo specchio stranita, e anche leggermente terrorizzata. Ancora quattro abiti e sarebbe stato il suo turno.
 

Avvicinandosi le poggiò una mano sulla spalla.


-ehi-
 

-ehi-
 

Disse l’altra guardandola dallo specchio.

 
-come stai?-

 
-questo dovrei chiederlo io a te in realtà…-
 

-non importa! Allora?-
 

-i…io… bene!-
 

Decretò Akane puntando gli occhi nello specchio cercando di autoconvincersi.
 

-bene… la prossima sei tu!-
 

-andiamo allora!-

 
Le disse sorridendo. Poggiò un piede tremolante a terra, e scese dall’alta sedia del truccatore che gli aveva dato gli ultimi ritocchi. Sarebbe entrata allo stesso modo della prima modella, non poteva, anzi… non doveva sbagliare.


Sbirciò dalla fessura delle pesanti tende, attenta a non farsi vedere. Le modelle stavano tornando indietro.


Ora si sarebbero spenti i riflettori… non doveva far altro che contare fino a dieci. Poi sarebbe uscita…

1

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3

4

5

6

7

8

9


C’era!... era in passerella, ma le luci ancora non si erano riaccese… lo sapeva che quel tizio era un incompetente. Diede un veloce sguardo in giro, per quanto fosse possibile, e sentì le gambe cedere. Le due modelle erano ancora al suo fianco, poi ebbe un lampo di genio!
 

-da qua!-

 
Disse, sfilando sgraziatamente dalla modella alla sua sinistra il cerchietto nero con la veletta, lo mise velocemente in testa sistemando poi il velo sul viso. La ragazza stava per protestare ma non fece in tempo, i riflettori si riaccesero. Illuminando l’ultima entrata, Akane prese un bel respiro e cominciò a camminare a passo deciso sul tappeto rosso, sembrava quasi fluttuare. Un passo dopo l’altro, il vestito ondeggiava mettendo in risalto la figura perfetta della ragazza. Aveva una carica di sensualità inaudita, tutti i presenti erano incantati.


Mentre tutti erano rimasti folgorati dalla bellezza del vestito, e della modella insieme. Il soggetto in questione non faceva altro che ripetersi mentalmente: non cadere, non ti sbilanciare, non inciampare. Beh, a quanto pare però, stava funzionando! Arrivata alla fine della passerella fece un giro su se stessa, facendo allargare la parte a sirena del bellissimo abito, una volta tornata di nuovo di fronte, ondeggiò leggermente i fianchi poggiando le delicate mani su di essi, esibendo pose  degne di una professionista.


Improvvisamente però la sua sicurezza vacillò, sembrava come se qualcuno la stesse trafiggendo con gli occhi. Si guardò intorno leggermente spaesata, cercando di restare calma, non capiva chi potesse essere.


Alla fine si voltò e, sempre sensualmente tornò indietro. Arrivata di nuovo di fronte alla pesante tenda, tirò un leggero sospiro, accennando un sorrisetto. E i riflettori si spensero. Lentamente aprì le tende e vi si fiondò all’interno poggiandosi una mano sul cuore che sembrava volerle uscire dal petto, tanta era la forza con cui le batteva.


Ci fu un secondo di silenzio e poi… un boato di applausi squarciò l’aria. C’era un tale caos, che sembrava fossero presenti migliaia  di persone. Nabiki corse ad abbracciare Akane, che la strinse, doveva essere un grande soddisfazione per lei.
 

-va, è il tuo momento!-


Le disse, poi, dandole una spintarella alla schiena le fece trapassare le tende, così da farla apparire davanti ad un ammiratissimo pubblico. Al SUO ammiratissimo pubblico.


Nabiki si guardò intorno in lacrime, rimpiombò un esasperante silenzio nell’ambiente, e quando la ragazza mise una mano sulla bocca per evitare di singhiozzare tutti ricominciarono a battere le mani, se possibile ancor più forte di prima.


Era quello ciò che si provava? Quella era la sensazione che provavano le persone vincenti? Forse, ci si poteva abituare!


-tesoruccio! Batti le mani anche tu! Non puoi dire che non ti è piaciuta questa sfilata, è completamente diversa da quelle che fai tu! Se dici che ti sei annoiato ti uccido!-
 

-no, no… era... bellissima-
 

Disse il ragazzo tenendo gli occhi bassi, come in trans.
 

Un altro applauso riempì l’aria.
 

Per interminabili minuti, non si sentì nulla fuorchè mani che battevano tra loro… poi, piano… i rumori si affievolirono. Akane intanto aveva procurato un microfono e ora lo stava facendo portare a sua sorella, che ancora emozionatissima piangeva come una fontana. Le dispiaceva non essere sul palco accanto a lei, ma aveva acconsentito di farle da modella solo se la modella in questione sarebbe finita con la sfilata stessa.

 
Una volta ricevuto il microfono la castana prese parola:

 
-emh, io…- esalò con voce tremante, portandosi una mano alla gola.


-non riesco nemmeno a parlare… santo cielo…- prese un respiro -io vi ringrazio!... Non avrei mai pensato che sarebbe andata così, avevo… avevo aspettative medio alte per questa sfilata, ma voi… mi avete fatto sentire davvero importantissima! Sapete, la mia famiglia, mi ha sempre dato tutto ciò che desideravo… i migliori corsi, le migliori macchine, le stoffe.. tutto! Ma per questo progetto ho voluto fare tutto da me, mi sono messa alla prova, ho usato tutto il mio vero “talento”… avere la cosiddetta pappa pronta spesso aiuta, ma non ti da le stesse soddisfazioni che ricevi lavorando veramente sodo… questa è stata la vittoria più grande della mia vita… grazie… grazie davvero!
 

Ancora altri applausi, Nabiki s’inchinò un ultima volta e poi sparì dietro la quinte.


-Siamo state fenomenali!!!-
 

Esclamò euforica, appigliandosi al collo della sorella minore.

 
-non parlare al plurale! Tu, lo sei stata!-

 
-ma cosa dici Akane! Non hai visto come ti guardavano? Li hai conquistati!-
 

-solo perché indosso una tua creazione!-
 

Le disse la moretta, facendole un occhiolino e poi una giravolta su se stessa.
 

-falla finita, non sei mica cenerentola!-
 

-e invece si, l’incantesimo sta per finire…-
 

-Akane, sei sicura di non voler mettere il tuo nome tra le modelle della collezione?-
 

-assolutamente no!-
 

-e va bene-
 

Sospirò la castana.

 
-permettimi almeno di regalarti il vestito, credo che a nessuna starà mai bene come a te-
 

-lo accetto di buon grado sorellina!-
 

-senti un po’, dovremmo parlare anche di quella veletta! Non ti bastava il trucco fatto in modo da modificare i tuoi lineamenti a coprire la tua identità?-
 

-zitta, e pensa a goderti gli applausi!-

 
Le disse la mora facendole una tenera linguaccia.
 

Dietro le quinte era festa, lo spumante era stato stappato e ora finalmente era il momento di rilassarsi, la giornata era finalmente giunta al termine.
 
 
 


-ehi Ranma, amore… per caso conoscevi l’ultima modella?-
 

Il ragazzo si voltò scattando come una molla e deglutì rumorosamente.
 

-n…no perché me lo chiedi?-
 

-perché mi sembra di non aveva mai vista… ed è strano… dev’essere parecchio famosa, ha sfilato in modo incantevole…-
 
 
-ah… ecco. Si, in effetti è davvero brava… peccato che non ho la più pallida idea di chi possa essere…-
 

Sospirò
 


…chi sei?... si chiese nuovamente, prima di alzarsi dalla sedia e lasciare l’edificio con un enorme punto di domanda in testa.









Saaaaaaaaaalve ^^ come state? Sono tornata, scusate il ritardissimo!

Aaaaaaallora, son successe un pò di cosucce in questo capitolo. Ora, cibatevene! Ahahahah
Spero con tutto il cuore che possa piacervi, ciò messo il cuore a scriverlo... quiiiindi ringrazio chi mi segue, chi recensisce... e anche chi legge e basta^^

p.s.

Per qualsiasi dubbio....(so che a volte scrivo in modo davvero confusionario) non esitate a chiedere! :D Sarà felice di chiarire ogni incomprensione.



Adesso vi lascio... il link della pagina di questa fic ^^ in cui posterò i disegni della collezione di Nabiki:

https://www.facebook.com/pages/Behind-the-appearances-EFP-Fic/654380754640870

Cercherò di caricare i disegni entro sta sera, comunque... riposterò il link anche nel prossimo capitolo, così anche chi non li avrà visti potrà farlo:D

e qui:

https://www.youtube.com/watch?v=qqCHbYkNZmI&hd=1

la ''colonna sonora'' della sfilata :)

baci quasi a tutti, LillixSana!

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