Infinite love.

di xcallianlove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il litigio. ***
Capitolo 2: *** La lettera. ***
Capitolo 3: *** Accade l'inaspettabile. ***



Capitolo 1
*** Il litigio. ***


span style="font-size:16px">IL LITIGIO.


"Papaaa', andiamo svegliati dormiglione!- gridó Emily dalla cucina per farsi sentire dal padre- lo so che mi senti!"
"Eh va bene, va bene capo!" Rispose il dottore alzandosi dal letto. Scese in cucina, vestito come al solito, semplice giacca e un paio di jeans.
"Ti ho preparato la colazione"
"Non ho tempo per la colazione, scusami!" Disse per poi darle un bacio frenetico sulla guancia e uscire di casa. Mise in moto l'auto e si diresse a lavoro. Da un po' stava seguendo un caso riguardante una donna scomparsa e oggi Foster avrebbe dovuto dargli dei documenti proprio su di esso. 
Arrivó in ufficio.
"Locker! Dov'é Foster?" Chiese.
"Non é ancora arrivata" rispose Locker.
"Mh va bene"
Decise di andare a cercarseli da solo quei documenti, gli servivano al piú presto. Cosí entro nell'ufficio della sua socia e inizió a rovistare nei cassetti. Ci stava quasi rinunciando, quando la sua attenzione si concentró su un particolare documento. 
"Carol Lightman" quel nome lo colpí.
Perché Gillian aveva dei documenti su sua madre?
Continuó a leggere quelle righe e piú leggeva, piú si sentiva tradito e deluso.
Sua madre era stata uccisa e non si era suicidata, cosí diceva quel pezzo di carta. Ma perché? Perché Gillian era in possesso di quelle carte? E soprattutto perché non gliele ha fatte vedere prima? Lei sapeva che lui si dava la colpa per la morte della madre, avrebbe potuto risparmiargli tanto dolore. 
"Cal ma cosa ci fai qui?" Disse Gillian mentre entrava nel suo ufficio. Cal la guardó, chiedendosi come ha fatto a restare accanto a quella donna per tutti questi anni, non accorgendosi di niente.
"Cal mi stai ascoltando?" 
In quel momento provava rabbia, disprezzo, si sentiva preso in giro, deluso dalla sua migliore amica.
Si alzó dalla sedia e a passo lento, con le carte in mano, si avvicinó a lei.
"Queste cosa sono, Gillian?" Disse con tono calmo, alzando i documenti all'altezza del viso della dottoressa. 
Appena lesse, le si fermó il cuore. Le aveva trovate.
"Cal io.. io ti posso spiegare" disse mettendogli una mano sulla spalla.
"NON TOCCARMI- alzó la voce, per poi toglierle la mano- COME HAI POTUTO EH? -gridó- Come hai potuto farmi questo Gillian?" Disse poi con tono affranto.
"Cal.." fece per parlare la dottoressa, ma subito fu interrotta.
"Hai idea Gillian.. Hai idea di cosa significhi pensare che tua madre sia morta per colpa tua? Hai idea di quante volte ho rivisto quel maledetto video pensando che se magari avessi captato prima quelle microespressioni lei sarebbe ancora viva? No tu non hai la ben che minima idea di questo."
"Tu non capisci Cal! Io non potevo dirtelo" fece Foster.
"NON POTEVI? NON POTEVI? PENSAVO CHE DOPO QUESTI ANNI AVESSI CAPITO CHE POTEVAMO DIRCI TUTTO, CHE TRA NOI NON DOVEVANO ESSERCI SEGRETI." Gridó dando un pugno al muro.
"So do aver sbagliato Cal.." abbassó lo sguardo.
"Io non capisco Gillian.. Ci siamo sempre detti tutto e proprio una cosa importante come questa tu te la tieni per te?" Disse per poi strofinarsi il viso con le mani.
"Ti ho solo protetto." Disse solamente Gillian.
"Protetto? Protetto da cosa? Mi hai solo fatto soffrire per anni tenendomi all'oscuro di tutto." Disse per poi andarsene e lasciare sola la donna.

POV CAL

Mia madre é stata uccisa. Ma perché? Chi avrebbe avuto interesse a farlo?
E poi Gillian, da lei questo non me lo sarei mai aspettato e poi sostiene pure di avermi protetto. Io mi sento solo tradito, non protetto. Pensavo che almeno lei fosse sincera nei miei confronti, ma evidentemente mi sbagliavo. 



CALLIAAAAAAAAAAAAAAAAN

Spero che questo capitolo vi piaccia, prometto che il prossimo srà più lungo.
Grazie a 
Kaori_97 per l'aiutoooo! Leggete le sue storie sono fantastiche!<3

Baci:*

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Capitolo 2
*** La lettera. ***


LA LETTERA.

Due giorni dopo...

POV GILLIAN

Sono passati due giorni da quando Cal ha trovato quei maledetti documenti. Non sarebbe mai dovuto venire a sapere di questa faccenda. Avrei dovuto bruciare quelle carte subito dopo averle ricevute... Che stupida!
In questi due giorni mi ha completamente ignorato, arrivava al lavoro, si chiudeva nel suo ufficio e usciva solamente quando ne aveva bisogno. Una parola nei miei confronti non gli é uscita dalla bocca...

------------------------------

Era buio pesto. La cittá era immersa nell'oscuritá assoluta. Le macchine sfrecciavano sulla strada e se guardiamo meglio, in una di quelle macchine, al volante troviamo la dottoressa Foster. 
Era appena uscita dal lavoro, era stata una giornata sfiancante e come sempre Cal non le aveva rivolto parola.
Distrutta, non solo fisicamente, ma distrutta dentro. Quello che aveva fatto era imperdonabile e lei lo sapeva.
Arrivó a casa, scese dalla macchina e si diresse alla porta. Mentre cercava le chiavi nella borsa, con lo sguardo rivolto verso il basso, vide una lettera depositata sotto la porta. Confusa, si chinó a prenderla. Entró in casa, aprí la luce e la guardó meglio. Era bianca, c'era scritto solo il destinatario. Non c'era il mittente...
Presa dalla curiositá Gillian scartó la busta e prese il bigliettino al suo interno. Si sedette sul divano e inizió a leggere.
"Gillian, cara Gillian... Forse 8 anni fa non siamo stati ben chiari o forse tu non hai voluto capire. La faccenda non doveva venir fuori. Hai fatto un grosso sbaglio.

                           -Anonimo"
Dopo aver letto la lettera, alla dottoressa tornarono in mente le immagini di 8 anni fa.

*flashback*
Era appena uscita dal Pentagono quando due uomini con il passamontagna le si piantarono davanti.
"Dottoressa Foster, giusto?" Ghignó.
"Si sono io" disse spaventata, stringendo la borsa al petto.
"Stia tranquilla, non le faremo del male.... se fará la brava" disse gelido l'altro.
"Questi sono per lei.. Sappiamo che Cal Lightman é suo paziente, se solo lui viene a sapere del contenuto di questi documenti, lei non sará piú tanto al sicuro dottoressa" disse avvicinandosi pericolosamente a lei.
"Cosa sono?" Disse cercando di non far notare la sua preoccupazione.
L'uomo ghignó "Le legga" disse per poi dargliele e andarsene con il compagno.

*fine flashback*

"Ma se sono davvero stati quei due uomini a metterle la lettera sltto la porta, come hanno fatto a sapere che Cal ha scoperto tutto?" Pensó Foster. 
Appoggió i gomiti alle ginocchia, piegó la testa e si mise le mani fra i capelli. Non aveva neanche la forza di preoccuparsi per se stessa in quel momento, era troppo stanca. Decise di andare a letto e domani avrebbe indagato piú affondo.

POV CAL

Era notte fonda ed ero steso a pancia in sú sul divano. Questa sera ho guardato quattro, cinque o forse sei, ho perso il conto, il video di mia madre. 
Dicono che la notte porta pensieri ed é vero. 
Magari il video é stato modificato, sul video di mia madre hanno riportato espressioni di depressione proprio per farmi pensare di non essere riuscito a salvarla e invece magari mia madre non era depressa e non aveva istinti suicidi. É stata solamente privata della sua vita. Ma privando lei hanno colpito anche me. 
É difficile da spiegare, ma la nostra vita non é solo nostra, la nostra vita é legata anche alle persone che ci vogliono bene e quando ci succede qualcosa di brutto, ne risentono anche quelle persone.
Qualcuno apre la porta. Ê Emily.
"Hey papá!" Esclama con un sorriso splendido.
Eccola lí. La mia bambina. Mi alzo senza dirle niente e la avvolgo in un caldo abbraccio.
Le sussurro all'orecchio "Promettimi di restare sempre cosí. Promettimi di salutarmi con il tuo sorriso di sempre, quello non devi perderlo mai. Promettimi che starai accanto a me, anche se un giorno diventeró pazzo. Promettimi di non andare via e di restare la mia piccola Emily." La strinsi forte e le diedi un bacio in fronte.
"Papá.. stai bene?" Disse piano, ancira fra le mie braccia.
"Sto bene tesoro, sto bene." Le presi il viso fra le mani e le sorrisi.
"So che per quante volte io possa chiedertelo tu mi risponderai sempre 'Sto bene' ma se solo fosse successo qualcosa, io sono qui papá, sono accanto a te" mi sorrise.
Ah, la mia piccola Emily.
Le sorrisi di rimando.
"Va a letto adesso"
"Va benr, notte" mi disse dandomi un bacio sulla guancia.
Restai lí inerme. 
Restare solo mi fa paura.
Io non voglio essere solo.
Troppo silenzio che dá potere al mio cervello di realizzare nuovi pensieri.
Dubbi, paure nella mia mente, é tutto cosí complicato, é tutto cosí silenzioso.


CAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAALLIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAN

Ecco il secondo capitolo! Recensite e all prossima<3

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Capitolo 3
*** Accade l'inaspettabile. ***


ACCADE L'INASPETTABILE.

Il giorno seguente Gillian andó in ufficio, e come sempre Cal era chiuso nel suo. 
Aprí la porta del dottore e si fiondó dentro. Si mise davanti alla scrivania.
"Cal" lo chiamó.
Lui la guardó.
"Continuerai a fare il bambino e non mi parlerai per quanto altro tempo?" Appoggió le mani sulla scrivania.
"Non ho niente da dirti" rispose secco.
"Cal.. parliamone" 
"Non serve.. Ho capito tutto Gillian" 
"No Cal!" Esclamó.
Lui si alzó in piedi e senza degnarla di una parola si incamminó verso l'uscita. Lei lo seguí cercando di fermarlo. Arrivarono alla macchina di lei. Lui gli aprí la portiera.
"Prego Gillian, prenditi la giornata libera" le disse.
"Smettila Cal... Noi dobbiamo parlare, chiarire....." e mentre la Foster ancora parlava, il dottor Lightman sentí odore di mandorle. Si ricordó che lí vicino non c'erano pasticcerie, e si gettó su Gillian appena in tempo.
In un millesimo di secondo, l'auto di Gillian era saltata in aria.
"Stai bene?" Gli chiese lui, mentre si trovava sopra Foster. La donna accennó un 'si' con il capo.
Lui si alzó. Le diede la mano.
"Vieni ti riaccompagno a casa"
Nonostante ce l'avesse con lei, non aveva il coraggio di lasciarla sola dopo quello che é successo. Si vedeva che era scossa, tremava.
Salirono in macchina di Cal e arrivarono a casa di lei in pochi minuti. Entrarono.
"Vado di sopra... a rinfrescarmi" gli disse con un sorriso amaro che le segnava il viso. Mentre saliva le scale, lo scienziato le disse "Gillian... sicura di stare bene?"
Questa volta non era freddo, questa volta aveva un tono premuroso.
"Sto bene Cal" disse per poi salire su.
Lightman si guardó intorno. Vicino alla televisione c'era una lettera. Non avrebbe dovuto prenderla, ma andiamo é Cal Lightman!
La prese e lesse. 
Non capiva. Perché qualcuno avrebbe dovuto uccidere sua madre e poi tenergli tutto nascosto? E perché dirlo a Gillian?
Resta il fatto peró che Gillian aveva ragione, lei voleva solamente proteggerlo.

POV CAL

Ecco cosa voleva dire con "Volevo solo proteggerti Cal". Adesso capisco. E io che me la sono presa con lei. 
Merda!

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Uscí dalla casa di Foster senza dirle niente. Mise in moto l'auto e prese una strada qualunque. Non gli importava dove andava, ma gli bastava allontanarsi da lí. 

POV GILLIAN

Entrai in bagno, aprii l'acqua del lavandino e mi gettai un po' d'acqua sul viso. Quelli non scherzano. 
"Ha fatto un grosso errore"
Brava Gillian, adesso subirai le conseguenze delle tue stupide azioni. Avrei dovuto nascorderli meglio. Al diavolo!
Scesi le scale.
"Cal?" Lo chiamai sentendo dei rumori in salotto. Entrai e vidi un uomo di spalle... Ma quello non é Cal!
"Salve signorina Foster" mi disse qualcuno dietro di me. 
Mi girai.
"C-chi sei?" Dissi indietreggiando scontrandomi contro qualcosa o meglio.. qualcuno. Era l'altro uomo.
"Come? Sa mi stupisce che non si ricorda di noi, non é vero Nash?"
Probabilmente 'Nash' non era neanche il suo vero nome.
"CAL! CAAAL! -gridó- vi conviene andare via, il mio collga é qui!" Dissi sicura.
"Ah si? Ne é davvero sicura? No perché il mio amico qui mi ha detto di averlo visto uscire a passo veloce" ghignó.
Mi si bloccó il cuore. Perché Cal se ne era andato?
"E adesso perché non viene con noi dottoressa?" Mi disse l'uomo dietro di me bloccandomi.
"Lasciami stare!" Dissi dimenandomi.
"Sta zitta troia" disse l'altro tirandomi uno schiaffo.
Cal dove sei? Ho bisogno di te. 
"Vi prego lasciatemi" continuai.
Cal..
"STAI FERMA O DEVO PICCHIARTI PIÚ FORTE?" Gridó.

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Nel frattempo dall'altra parte della cittá, Cal era seduto vicino una fontana. Guardava il mondo andare avanti, senza curarsi di quello che lui provava. Avrebbe voluto fermare il tempo, dire a tutti ció che stava passando, o mandarlo avanti e arrivare direttamente alla fine di questa storia. Visto che entrambe le cose erano impossibili, rimase fermo a guardare. 
Prese il cellulare, aprí la rubrica e aprí la conversazione con Gillian.
'Scusami se sono andato via senza avvertire. Ho letto la lettera. Adesso so davvero tutto, scusami se ho pensato che tu mi avessi tradito mentre invece, mi stavi proteggendo. Prenderemo quei bastardi insieme. Marciranno in galera, vedrai.'
Invió il messaggio e rimise il cellulare in tasca.

HIIIIIIIIIIIIII GUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUYS!

Ecco il terzo capitolo della mia storia! Grazie se lasciate una recensione, 
mi farebbe molto piacere:)

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