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di dallas4prez
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Era il mio primo giorno di scuola del mio terzo anno di liceo. Tutto era così nuovo lì in California. Mio papà mi aveva costretta a trasferirmi. Adesso abitavamo nei pressi di Los Angeles a Chino Hills.
Quel posto era bellissimo, ma era stata dura abbandonare tutti i miei amici. 
Ora dovevo ricominciare tutto da capo.
La prima giornata passò, feci amicizia con dei ragazzi, ero partita bene direi.
"Salta su" disse mio padre dalla macchina.
Salii e mi portò fuori a pranzo.
"Allora Chris com'è andata oggi a scuola?" Disse.
"Bene direi, ho conosciuto della gente"
"Ne sono felice, sta sera andiamo a cena dai nostri nuovi vicini. Li ho incontrati prima, sembrano simpatici"
Dopo lo stress del primo giorno mi portava anche a cena dai vicini, sinceramente avrei preferito starmene a casa e mangiare gelato davanti alla tv piuttosto che passare una serata noiosa con gli adulti. E lui lo sapeva.
"Va beene" dissi scocciata.
"Dai Chris non fare così, dobbiamo socializzare con più persone possibili. A proposito, tua madre arriverà domani"
"Perfetto"
Mio padre mi riportò a casa e poi ritornò in ufficio.
Ero curiosa di vederlo, gli era stata offerta una grande opportunità di lavoro qui a Los Angeles, non avrebbe mai rifiutato questo posto, in più lo pagavano il doppio.
Era solo il primo giorno di scuola e già avevano dato dei compiti, il tipico compito del rientro a scuola, dovevamo raccontare la nostra estate. 
Dopo aver finito quel tema, passai il pomeriggio perlopiù a cazzeggiare.
Feci una doccia prima di andare dai vicini, indossai un paio di shorts, una maglietta grigia della obey e le mie vans nere.
Scesi al piano di sotto dove c'era mio padre già pronto.
"Potevi vestirti più elegante"
"Papaa"
"Va bebe, va bene" 
"Ecco" dissi trionfante. 
Prima di uscire mi legai i capelli, facendo una coda alta. 
Suonammo il campanello dei vicini, chissà qual era il loro cognome e come si chiamavano. Sul campanello lessi Dallas. 
Una donna sorridente ci aprì. Lei doveva essere la signora Dallas quindi.
"Ciao John! Benvenuti! Io sono Gina" disse rivolgendosi a me.
"Piacere, Christine" risposi.
"Accomodatevi"
Mi sentivo un po' a disagio...una cena a tre, era imbarazzante. 
Ci portò in sala da pranzo. 
E stranamente c'era un posto a tavola in più. 
"Cameron a tavola!" Disse Gina.
Un ragazzo scese dalle scale.
"Salve...io sono Cameron" disse il ragazzo presentandosi a mio padre e poi a me.
"Piacere Christine" dissi.
Era carino, molto carino.
Grazie a dio non ero l'unica adolescente presente a quella cena.
Durante la cena parlarono perlopiù mio padre e Gina, mentre io e Cameron non spiaccicammo una parola.
"Ragazzi se volete andare su, o andare a salotto a vedere un film non c'è problema, non dovete per forza star qui ad annoiarvi" disse Gina.
Amavo già quella donna.
Entrambi annuimmo.
"Grazie Gina, la cena è stata deliziosa" 
Seguì Cameron che stava andando al piano di sopra. Andammo in camera sua.
"E così sei nuova...dove vai a scuola?"
"Alla Chino Hills School...anche tu no?"
"Si, sono al terzo anno"
"Anche io! Abbiamo già una cosa in comune" dissi scherzando.
Continuammo a chiacchierare finchè Gina non ci chiamò.
"Mi sa che devo andare" dissi a Cameron.
Scendemmo giù dove Gina e mio padre ci aspettavano.
"È stato un piacere avervi qui, tornate presto! E Chris sei la benvenuta" disse Gina.
"Per noi è stato un piacere, ci rivedremo senz'altro" disse mio padre.
Salutammo Cameron e Gina e poi andammo a casa.
Era stata una bella serata, e Cameron, quel ragazzo era simpatico.
Avevamo perlopiù parlato della scuola e di com'era stato imbarazzante cenare con i nostri genitori. 
Misi velocemente il pigiama, mi lavai i denti e la faccia e poi mi andai a letto.
Come al solito stetti al telefono fino a tardi.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


"Chriss sveglia è tardissimo! Quando imparerai ad andare a letto presto?" Disse mio padrè entrando in camera mia. Mi alzai di scatto. Erano le 7:50. Corsi in bagno a lavarmi faccia e denti, indossai le prime cose che trovai nell'armadio, presi su lo zaino e scappai fuori di casa. Non mi ero nemmeno pettinata. Erano già le 8 e le lezioni iniziavano alle 8:15, mi ci volevano venti minuti per arrivare a scuola. Ero nella merda, non potevo iniziare a prendere note per i ritardi già dal secondo giorno di scuola. Iniziai a correre. Una macchina accostò vicino a me. "Christine! Vuoi un passaggio?" Mi voltai, era Gina. Accettai subito e salii in macchina. Salutai Cameron. "Grazie Gina davvero, ti devo un favore!" Dissi. "Figurati! A quanto pare Cam non è l'unico a svegliarsi tardi" disse ridendo. In cinque minuti arrivammo a scuola. "Buona giornata ragazzi!" Ci disse Gina. "Che cos'hai alla prima ora?" Chiesi a Cameron. "Matematica, con Miss. Hagan" "Oh anche io! Facciamo in tempo a prendere qualcosa alle macchinette?" "Mmm...se ti sbrighi si" Di corsa entrammo nella scuola, ed io mi fermai al primo distributore automatico e presi due confezioni di m&m's, e poi con Cameron andai in classe, arrivammo proprio al suono della campanella. C'erano solo due posti liberi in prima fila, quindi ci sedemmo li. "Buongiorno ragazzi, io sono la professoressa Hagan, facciamo l'appello e iniziamo subito a fare lezione" Iniziò ad elencare tutti i cognomi. "Cameron Dallas" "Presente" disse lui. "Christine Davidson" "Presente" risposi. Il più silenziosamente possibile cercai di aprile la confezione di m&m's per mangiarli, avevo una fame assurda. Ero ancora assonnata. Non ce l'avrei fatta fino alle 14:30. Presi dei fogli a quadretti e iniziai a copiare quello che Miss Hagan stava scrivendo sulla lavagna. Appena si girava cercavo di sgranocchiare qualche m&m's ma senza successo. Cavoli. Feci finta di cercare qualcosa nello zaino e ne mangiai alcuni. Appena alzai la testa vidi che la Hagan mi stava guardando. Oddio, pregai affinché non mi avesse vista. "Signorina...come si chiama lei?" Avevo la bocca piena di m&m's, cercai di inghiottirli tutti e rispondere, ma qualcuno fu più veloce di me. "Davidson" rispose Cameron. "Non chiedevo a te, comunque Davidson la invito a non mangiare più durante le mie lezioni" Tutta la classe scoppiò a ridere, e io volevo sprofondare, ma feci finta di niente. Per mia fortuna, la lezione finì poco dopo. Cameron uscí ed io andai dietro di lui. "Mi segui?" Disse divertito. "Mmm... Si... Sei l'unica persona che conosco. Che corsi hai dopo?" "Spagnolo, biologia e ginnastica" "Perfetto facciamo gli stessi corsi" dissi entusiasta. Finalmente arrivò l'ora di pranzo, non ne potevo più di seguire le lezioni, ed era solo il secondo giorno. "Pranziamo insieme vero?" Dissi a Cameron. "Va bene" "Oh così mi presenti delle tue amiche o anche amici, fa lo stesso" La sua faccia si incupii. "Ehi ho detto qualcosa di sbagliato?" Chiesi. "No...no.... Solo che io non ho tanti amici qui, mi spiace" rispose. "Come mai?" "I primi due anni di liceo sono stato vittima di bullismo..." "Scusa, non volevo, mi spiace" l'ultima cosa che volevo era ferirlo. "Adesso ti faccio pena vero?" "No assolutamente no, solo che...sembri un ragazzo così simpatico, non riesco a capire" "Non riuscivo a capirlo nemmeno io" "Beh allora facciamoci degli amici insieme, per ora ci siamo solo noi due, poi magari il cerchio si allarga" Mi sorrise. Aveva un sorriso che ti faceva sciogliere, come poteva essere la gente così cattiva? Dal suo sguardo però si capiva che questa cosa gli faceva male, si vedeva che lo intristiva. Pranzammo, andammo all'ultima lezione e poi finalmente a casa. Anche questa volta la mamma di Cam mi aveva dato un passaggio e mi aveva invitata a pranzare da loro, dato che mio papà non era a casa sarebbe tornato solo alle 8 di sera. Alla fine trascorsi tutto il pomeriggio da Cam, avevo smesso col nome intero. Facemmo i compiti, e poi passammo il tempo a chiacchierare e a stare al computer, fino a sera, finchè non arrivò mio papà.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Cam's Pov Mia mamma non mi aveva avvertito che il vicino aveva una figlia. Visto che Sierra era via, non volevo stare solo con quei due. Ma appena vidi lei fui leggermente sollevato. Dopo che entrambi finimmo di mangiare andammo su in camera mia. C'era un clima di imbarazzo, come ad ogni primo incontro, ma quella ragazza sembrava abbastanza carina. Sentirla parlare di come la gente fosse accogliente mi faceva stare male. Io odiavo quella scuola. Ero stato vittima di bullismo, per ben due anni, non potevo di certo amarla. Ma lei non lo sapeva. Dopo che andò a casa stetti al pc fino a tardi e pensai al fatto che forse avevo una nuova amica. Avevo così bisogno di alcuni amici. La mattina dopo mi svegliai tardi. Ieri notte ero stato alzato per troppo. Odiavo svegliarmi tardi, ma non volevo farlo presto. Tuttavia ebbi abbastanza tempo per prepararmi e fare colazione. "Cam andiamo!" Disse mamma. Salii in macchina e in lontananza c'era una ragazza che correva. "Secondo te è Christine?"mi chiese. "Non lo so...mi pare di si" "Anche lei in ritardo" disse ridendo. Mia mamma la fece salire in macchina, e ci portò a scuola. Sembravamo simili per certi versi. Dai suoi capelli, capii che non si era pettinata. Che ragazza buffa. Avevamo le stesse lezioni, e nell'ora di matematica di era già fatta richiamare perchè stava mangiando. Mi veniva da ridere. Sembrava non gliene fregasse degli altri. Anche quando la derisero, lei fece finta di niente, oppure cercava di ingannarci che non gliene importasse? La mattinata passò abbastanza in fretta. Arrivò l'ora di pranzo, non ero molto affamato. Christine mi chiese di presentarle dei miei amici... Peccato che non ne avessi. Fui molto diretto e le disse che ero stato vittima di bullismo. All'iniziò si disperò, forse si tormentava chiedendosi perchè mi avesse fatto quella domanda. Non volevo farle pena o essere compiaciuto. Faceva male, era triste, ma questo era un'anno nuovo. Avevo la possibilità di far ricredere tutti. "Facciamoci degli amici insieme, per ora ci siamo solo noi due, poi magari il cerchio si allarga" disse. Le sorrisi. Eravamo amici allora. Se tutte le persone di quella scuola fossero state come lei, sarebbe stato tutto diverso. Ero felice. Probabilmente per le sue parole. Sembrava una di quelle persone che cercava sempre di guardare il tuo lato positivo, che andava oltre l'apparenza. "Christine vuoi fermarti da noi?" Le chiese mia mamma in macchina, mentre ci portava a casa. "Io...non vorrei essere un problema..." Rispose. "Assolutamente no! Vero Cam?" Disse mamma. "Per niente, se vuoi vieni" dissi. La vedevo mentre cercava disperatamente qualcosa nello zaino. "Oh non trovo le chiavi..." Sussurrò Christine. "Se non è un problema vengo volentieri, sono sola a casa e non ho nemmeno le chiavi" aggiunse. Mi sembrava di conoscerla da tanto, da anni e non da solo un giorno. Arrivati a casa mia, andammo subito in camera mia. "Dovremmo fare i compiti..." Disse Christine. "Dovremmo ma non ho voglia" risposi. "Nemmeno io. Voglio le vacanzeee" "A chi lo dici" "Mettiamo della musica?" "Certo" Misi su delle canzoni di Drake, amavo Drake. "Carino Drake" disse. "Ti piace?" "Abbastanza. Posso chiederti una cosa?" "Si" "Ho fame...possiamo fare merenda?" Mi chiese un po' imbarazzata ma allo stesso tempo divertita. "Andiamo in cucina babe" "Hahaahah" Alla fine più che mangiare, iniziammo a giocare con il cibo. Ci tiravamo addosso patatine. Per fortuna mia mamma era uscita, perchè vederci creare casino non le sarebbe piaciuto. Christine aveva il pugno pieno di pop corn, era chiaro che voleva lanciarmeli addosso. Cercando di tirarli il più forte possibile, perse l'equilibrio in avanti. Ero vicino quindi l'afferrai. Era stretta a me. Sentivo il cuore batterle dall'agitazione. Mi venne l'ansia perchè i nostri volti erano così vicini. Dopo qualche secondo distogliemmo lo sguardo l'uno dall'altro. "Dovremmo pulire sai..." Disse cercando di distogliere l'attenzione da quello che era appena successo. "Si, penso di si" dissi iniziando ad aiutarla. Ci conoscevamo appena, ma erano successe così tante cose. Era ancora a disagio per prima, si capiva da come si comportava. Chissà a cosa stava pensando. Si fece sera, e tra poco suo papà sarebbe arrivato a casa. Era stata una giornata bella, divertente, mi mancavano le giornate così.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Quello fu solo l'inizio, ma più passavano i giorni e più diventavamo amici. Era come fare un puzzle. Ogni giorno trovavamo una nuova tessera. Ogni giorno scoprivamo cose nuove su di noi. Non avevo mai avuto un amico così, uno di quelli pronti a prenderti quando cadi. Di mese in mese, la nostra amicizia cresceva. Quell'anno c'eravamo solo noi due. Avevamo creato una specie di gruppo di amici, ma passavamo la maggior parte del tempo insieme. Sembravamo fratelli siamesi. Di pomeriggio ci trovavamo o da me o da lui. Studiavamo insieme, a scuola eravamo sempre vicini di banco, e facevamo insieme persino le verifiche. Era possibile passare così tanto tempo con una persona? Penso di si, e noi ne eravamo la prova. Eravamo amici che si facevano le coccole, che scherzavano insieme e che si facevano i dispetti. Spesso ci chiedevano se eravamo una coppia. Assolutamente no. Io lo vedevo solo come il mio migliore amico. Mi chiedevo cosa facessi prima di incontrarlo. Mi era impossibile immaginare una giornata senza lui e le sue facce così buffe. Era l'unica persona in grado di farmi ridere quando ero triste. Stavo così bene con lui. Non era un'amicizia perfetta, niente è perfetto, avevamo avuto anche noi dei periodi di incomprensioni. Ma era questo probabilmente che ci aveva resi più uniti. Un anno era già passato. Fu così veloce, era strano. A volte un minuto sembrava un'eternità, mentre un'anno passava in meno di un secondo. Era come sfogliare la pagina di un libro, dopo che si aveva finito di leggere la precedente. Tra tre mesi avrei iniziato l'ultimo anno di scuola, era il mio senior year. Era estate. Tre mesi senza fare niente, non potevo essere più felice. Io e Cam avremmo passato un mese senza vederci ogni giorno...suonava strano. "Chriss è finitaaa" disse Cam. "Yeeee" Mi prese in braccio e facendo un giro. "Sai cosa significa vero?" "Cosa?" "Che ti trasferisci da me e cazzeggiamo in casa come due perdenti" "Wohoo che idea grandiosa" dissi prendendolo in giro. "Sai che non scherzo" Rise. "Ovvio" dissi con un tono di sfida. Iniziò a farmi il solletico alla pancia. "Caaam haahah smettilaa" "No! Prima mi dici che vieni a stare da me e poi ti lascio" "Lo prometto! Lasciami però" "Va bene" disse ridendo. "Sembri un bambino di sei anni" "Lo sono babe" Mi fece l'occhiolino. "A che ora c'è la festa di Dave?" Chiesi. "Alle 10 penso, ci prepariamo da te? Così non devi portarti dietro tutte le tue cianfrusaglie" "Perfetto" dissi. Dave dava la festa di fine anno dei junior (quelli del penultimo anno) a casa sua. "Papà, Cam mi ha chiesto se volevo andare a vivere da lui durante l'estate ahaha" "Sei seria?" Disse ridendo. "Si haha" "Mmm...tra voi due c'è qualcosa o mi sbaglio?" "Papaaaaa! Siamo AMICI" scandii bene l'ultima parola in modo che potesse capire che non provavo niente per lui. "Nelle settimane in cui sarò via va bene, non mi va che resti sola a casa" "Va bene" Verso le sette Cam era già da me. "Cosa mi mettoo?" Gli chiesi. "Dei vestiti" "Stupido" dissi dandogli una pacca sulla schiena. Mi buttai sul letto vicino a lui. "Secondo te sarà una bella festa" chiesi. "Non ne ho idea" Alla fine passammo il tempo a fare versi strani. "Chriss sono le nove e mezza è meglio se ti prepari" disse. "Oddiooo" Misi degli shorts a vita alta, un top coi fiori e le vans celesti. "Andiamoo" dissi. Scendemmo veloci le scale e poi mio padre ci accompagnò. "Non fate casini! Poi verrà a prendervi Gina, e Chriss tu dormi da loro, non voglio che fai casino quando arrivi a casa che poi mi svegli....bene...divertitevi" disse mio padre prima di andare. "Pronta?" Mi chiese Cam. "Certo ahha suona il campanello sfigato" Suonò campanello della casa di Dave. Qualcuno ci aprì dandoci il benvenuto. C'era già tanta gente. Tra mezz'ora in quella casa ci sarebbe stato di tutto e di più.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


La vera festa era iniziata. Tutti avevano già iniziato a bere. C'era ogni tipo di alcolico, beh Dave era figlio di un miliardario, poteva permetterselo. Io avevo intenzione di bere più tardi. Di solito si iniziava bevendo birra ma a me non piaceva, preferivo i liquori. Cam beveva birra. "Guarda sono già tutti sbronzi" disse deridendoli. "Ahaha se io bevo sono peggio di loro, ti avverto" "Non mi dispiace come cosa..." Mi guardò in modo malizioso. "Ehi ehi ehi cos'è quello sguardo?" "Niente!" Disse sulla difensiva. "Mmm...ti tengo d'occhio" Mi fece l'occhiolino. "Andiamo a ballare" disse prendendomi per mano e portandomi nel seminterrato. La musica era altissima, ma al piano di sopra non si sentiva tanto. Era bravo a ballare. Molto bravo. Per in po' mi fermai a guardarlo. C'era abbastanza spazio ma lui mi stava appiccicato. Tra i nostri corpi non c'era neanche un centimetro di distanza. Ma cosa voleva fare? Non mi dava fastidio, per niente, ma non riuscivo a capire quali erano le sue intenzioni. Non era chiaro se voleva andare oltre l'amicizia o se si stava solo divertendo. Forse l'alcol gli aveva già fatto perdere la ragione. Mi allontanai un po' e ballai anche io con lui. Sfilai un attimo il cellulare dalla tasca. Era quasi mezzanotte. Non pensavo di aver ballato così tanto. "Dai beviamo qualcosa" disse Cam. "Cosa vuoi bere?" "Vieni" Prese una bottiglia di liquore, non ricordo precisamente quale fosse. "Beviamola" "Sei sicuro?" Chiesi. "Si" Ci sedemmo sul divano e in poco tempo ne bevemmo più o meno metà, ed io ero completamente sbronza. Non reggevo l'alcol. Continuavo a ridere con Cam per stupidate. Presi su a ballare, con gente a caso, Cam probabilmente mi seguiva e intanto bevevamo altro. Da quanto tempo che non passavo una serata così. Mi sentivo viva, non avevo più limiti e autocontrollo. Non stavo nemmeno in piedi decentemente. "Sei ubriaca" disse Cam sfottendomi. "Tu di più!" "Vieni" "Dove?" "Shhh...." Non so dove mi stesse portando, ma ad un certo punto caddi su qualcosa di morbido, insieme a Cam. Non ero lucida, non realizzavo cosa stava succedendo. Delle labbra si posarono sulle mie, quasi violentemente, però fu una bella sensazione. Aveva delle labbra così belle. Sentivo caldo. Sentivo l'alcol nelle vene. Sentivo la tensione sessuale di quel momento. Poggiò le mani sul mio sedere. Dalla mia bocca le sue labbra si spostarono sul mio collo e così via. Ero troppo ubriaca per reagire, per rendermi conto dell'errore che stavo commettendo. Lui non si sarebbe fermato. Spostò la spallina del mio top. Sobbalzammo dal letto sentendo il rumore delle sirene. Di colpo tutto si fermò. Oddio la polizia, non potevo crederci. Dalla finestra vedevo dalla luci blu e rosse. "Merda! Seguimi" Disse Cam. Mi prese per il braccio e andammo via da dove eravamo. Trovò l'uscita per il retro del giardino. E iniziammo a correre in quell'immenso prato. La casa di Dave era gigantesca, era una di quelle ville che potevi solo sognarle. Ci eravamo messi vicino ad una siepe. "Chiama tua mamma e dille di venirci a prendere" dissi a Cam. "No...Dave pagherà quei poliziotti del cazzo e noi potremmo continuare a divertirci" "Cam sono le due ormai, andiamo a casa ti prego" Prese il cellulare scocciato e mandò un messaggio a Gina che in una decina di minuti fu li. Salimmo in macchina. Eravamo stanchi. Non parlammo, eravamo troppo esausti per farlo. Appena arrivati a casa di Cam, andammo subito a letto, senza nemmeno cambiarci. Durante la notte Cam stette male. Lo vidi alzarsi dal letto e correre nel bagno di camera sua. Mi preoccupai perciò lo seguii. Si mise a vomitare. Ma quanto aveva bevuto? Stava diventando troppo pallido. L'ansia si impossessò di me. Non parlava. D'istinto lo bagnai con dell'acqua e cercai di farlo bere. Non sapevo cosa fare. Dopo qualche bicchiere d'acqua andava meglio. Poi continuò a vomitare. Stetti li con lui fino all'alba. Dovevano essere le 4 o le 5 ed ero ancora li ad aiutarlo e a sorvegliarlo, ero troppo in ansia per lui. "Cam ehi va meglio?" Dissi pulendogli la bocca con un asciugamano bagnato. "Penso di si..." "Vuoi andare a dormire o ti senti ancora io vomito?" "Andiamo" disse con un filo di voce. Stavo morendo di sonno. Non so come avessi fatto a restare sveglia. Lo aiutai ad alzarsi e finalmente potei dormire in pace. Non desideravo altro. Erano le cinque di pomeriggio ed io mi ero appena svegliata. Cam dormiva ancora. Non avevo intenzione di svegliarlo dopo la notte che aveva appena passato. Iniziai a pensare alla notte scorsa, quando mi venne in mente quello che avevamo fatto io e Cam. Avremmo potuto andare a letto insieme. Solo a pensarci mi venne la pelle d'oca. Era una sensazione strana, ne piacevole, ne sgradevole, una via di mezzo. Di sicuro ci sapeva fare con le ragazze, ma non era giusto che fossi io. Eravamo solo amici. Non provavo niente nei suoi confronti, e speravo fosse lo stesso per lui. Decisi di alzarmi e facendo il più piano possibile andai al piano di sotto. "Era ora!" Disse Gina. "Ehi...buongiorno...scusa per l'ora" "Ma figurati, dov'è Cam?" "Dorme ancora" "Qualcuno è stato male ieri notte?" "....Cam...un po" "Ahh ragazzi alla prossima festa non bevete tanto...soprattutto Cam...non si sa mai cosa potrebbe succedere" Dopo quella notte non avei più fatto bere Cam, era sicuro. "Te lo prometto Gina. Ora meglio che vado a casa e faccio una doccia, ci vediamo dopo" A casa c'era mio papà che guardava la tv. "Ehi ragazzina come mai torni a quest'ora?" Disse facendo finta di essere arrabbiato. "Papà mi sono appena svegliata, vado a fare la doccia" Corsi subito al piano di sopra, feci la doccia. Ora mi sentivo meglio. Solo alle otto ricevetti una chiamata da Cam. "Ciao" disse. "Ciao coglione" "Andiamo in spiaggia tra mezz'ora?" "Va bene" "Ok, allora poi vengo a prenderti andiamo in macchina" "Ok" Riattaccò.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Prima che Cam arrivasse, pensai a cosa volesse dirmi, forse non voleva dirmi niente di importante, ma dopo quello che era successo l'altra sera ne dubitavo. Ero agitata, non riuscivo a togliermi quel momento dalla testa, non riuscivo a dimenticare. Perchè ci eravamo spinti così tanto? A volte le amicizie finiscono per queste cose. Probabilmente mi stavo facendo tante inutili preoccupazioni, era solo l'ansia. Poco dopo Cam arrivò e andammo in spiaggia. Fu un tragitto abbastanza breve e uno dei più silenziosi della mia vita. Non vedevo l'ora di arrivare. C'era qualcosa di nuovo nell'aria, nel nostro rapporto. Sentivo il cambiamento. La tensione si tagliava col coltello. Quei minuti in macchina, mi sembrarono ore. "Arrivati" disse. Si stava così bene in spiaggia a quell'ora. Si vedeva il tramonto, ed era uno spettacolo mozzafiato. "Stai meglio?" Chiesi. "Direi di si...moolto ma molto meglio" "Mi hai fatta preoccupare sai?" "Non volevo" "Lo so" "Sai che dobbiamo parlare...di quello che è successo ieri notte..." Capii subito. Mi fissava negli occhi...non mi aveva mai guardata così. "Cam eravamo ubriachi..." "Sei sicura fosse solo quello? Non mi hai detto niente, e se fossi stato uno sconosciuto?" "Non lo so Cam....ero ubriaca, non avevo la forza di reagire" Si passò la mano tra i capelli. "Ah...quindi anche se fossi stato un ragazzo qualunque mi avresti permesso di fare quello che volevo" "Io...lo so mi sono comportata da immatura, ma eri tu, quindi sapevo che non c'era pericolo" "Quindi non l'hai fatto perchè provi qualcosa per me..." "Cam siamo solo amici!" "Si e gli amici vanno a letto così per caso ad una festa!" "Non siamo andati a letto!" "Stavamo per..." "Cam perchè tiri fuori tutte queste cose?" Dissi interrompendolo. "Sono solo confuso...perchè mi hai lasciato fare?" "Ero ubriaca quante volte devo dirtelo! Qualsiasi cosa ci sia stato tra di noi, per me sei solo il mio migliore amico, ed io lo stesso per te, no?" Ci mise un po' prima di rispondere. "Si, solo amici" "Tutto ok?" Dissi vedendolo arrabbiato. "Si" "Invece no" "Non voglio parlarne, dovremmo andare a casa...si è fatto tardi" "Cam non fare così" "Io non sto facendo un bel niente" "Beh allora ciao, vai pure a casa, io resto qui" gli dissi. "Ciao" disse andandosene. Mi sedetti sulla sabbia, più arrabbiata che mai. Era uno stupido, cosa voleva ottenere con questo atteggiamento? Non lo sopportavo quando faceva così. Ero così infastidita da lui in quel momento. Festa di merda. Non dovevo andarci. Ma il danno era stato fatto. Decisi di tornare a casa. Era tardi. Passai la serata cercando di non pensare alla litigata con Cam. Facevo di tutto per distrarmi, ma niente. Più cercavo di non pensarci e più ci pensavo. Abitava pure li vicino a me. Dalla finestra di camera mia vidi che la luce in camere sua era accesa, quindi doveva essere li. Odiavo litigare con lui, odiavo quando faceva così e odiavo il fatto che ero troppo orgogliosa per andare a chiedergli scusa qualsiasi cosa abbia fatto e fare pace. Qualcuno busso alla porta di camera mia. Pensai subito a lui. "Avanti" dissi. "Ehi non sei con Cam?" era solo mio papà. "No" "Pensavo fossi con lui, sono appena arrivato a casa. Vi serve la macchina per andare al luna park?" "No papà grazie, non ci andiamo più" "Ok..." Disse guardandomi confuso. Poi andò via. Ora mi aveva fatto venire in mente anche il luna park. Dio. Sarebbe stata una lunga notte.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Erano passati due giorni, e non si era risolto ancora niente. Ero talmente abbattuta da non voler far niente, mi sentivo persa, come una lettera sperduta, che non verrà mai consegnata al suo destinatario. Cameron ancora ce l'aveva con me, non era più venuto a parlarmi. Se cercava di ferirmi o di farmi stare male, ci era riuscito. Forse dovevo andare io a parlargli, volevo solo fare pace. Quella situazione era così pesante. Come può un rapporto degenerare in due giorni? Mi veniva da piangere solo al pensiero di aver perso Cam per sempre. Era il mio migliore amico, non potevo stare senza di lui, era come una parte di me. Mi decisi e andai a casa sua. Non dovetti nemmeno suonare il campanello che la porta si aprì. Mi aveva per caso spiata? Sapeva sarei venuta. "Chris che ci fai qui?" disse Cam sorpreso. "Me lo chiedi anche? Non mi parli da due giorni Cam, cosa sarò mai venuta a fare? Non puoi evitarmi per tutta la tua vita, io voglio chiarire" Mi parve di essere stata un po' dura, ma ne avevo tutti i diritti. "Io..anche io stavo venendo a parlarti" "Si?" "Si...entra ti prego" Ci sedemmo sul divano. "Perchè mi hai evitata?" Chiesi in modo diretto. "Anche te mi hai evitato" "Cam sono stata chiusa in casa perchè ero troppo giù di morale, non perchè volessi evitarti" "Avevo bisogno di pensare su di noi e..." Smise di parlare. "E cosa?" "Io mi sono reso conto che sei troppo importante per me, e non possiamo litigare per queste cose..." "Sono stati i due giorni peggiori della mia vita, mi sei mancato tantissimo" "Anche te, mi dispiace, avevo bisogno di stare solo" "Cam io ti giuro che non riesco a passare un giorno senza te, sembra una cosa impossibile, ma è vero" "Abbracciami" Gli saltai addosso, e lo abbracciai con tutta la forza che avevo. Mi strinse così forte a sé, tanto da farmi mancare il respiro, ma andava bene così, ero troppo felice in quel momento. Ero così sollevata, era tutto tornato come prima, ma sembrava ci fosse altro da dire e su cui discutere. Non era uscita tutta la verità, ma avevamo fatto pace, e questo era quello che contava. Non volevo staccarmi da lui neanche per un secondo. Rimanemmo li sul divano per un po'. Lui si era sdraiato e aveva poggiato la testa sulle mie gambe. Giocavo con i suoi capelli, e ci davamo fastidio a vicenda. "I due piccioncini hanno fatto pace" Disse Sierra, la sorella di Cam, entrando in casa. "Non stiamo insieme!" Urlai e poco dopo lo disse anche Cam. "Io non vi credo" disse Sierra sorridendo e poi andò in camera sua. "L'ennesima persona che ci dice che sembriamo due fidanzati...sembriamo così tanto una coppia?" dissi. "Non so dirti, ma passiamo veramente tanto tempo insieme" "Quello è vero" Si fece sera, cenammo e andammo al cinema, a vedere un film a caso. Era bello ritornare alla normalità. E fu così che due mesi volarono. Il tempo era passato così velocemente, tanto da non riuscire ad accorgermene. Quella era l'ultima sera. Domani sarei partita per Miami, per trovarmi con tutti i miei vecchi amici. Eravamo entrambi dispiaciuti, dopo aver trascorso ogni singolo giorno di quell'anno assieme. "Cosa si fa?" Disse Cam. "Andiamo al luna park" dissi. "Mi piace come idea" "Dai allora portamici haha" "Con cosa?" "Con la macchina, mio papà ci da la sua" Prendemmo la Jeep di mio papà e arrivammo lì in pochi minuti. C'erano così tante giostre. "Io voglio andare su quella che gira in ariaa" disse Cam. "Da solo ahah" "No dai vieni anche te" "Neanche per sogno" "Daiii vieni" disse prendendomi per mano andando alla biglietteria per acquistare due biglietti. "Cam ho paura" dissi non appena ci fecero salire e sedere. Avevo il cuore che batteva fortissimo, ero nel panico e avevo paura di cadere quando sarei stata in alto. Chiesi parecchie volte ai signori della sicurezza se quella giostra fosse sicura. "Stai calma" disse Cam. "Oddio no! Posso stringerti la mano?" "Certo" Non appena strinsi la sua mano la giostra partì. Più andava su e più io urlavo, ero terrorizzata e non vedevo l'ora finisse. Tuttavia non fu un'esperienza così male. Non appena finii ringraziai io signore di essere ancora viva. "È stato fantastico!" Disse Cam. "Parla per te" "Haahh povera, andiamo a prendere qualcosa da mangiare?" "Sii" Acquistammo delle schifezze e poi andammo su tante altre giostre. Prima di andare via, avevamo deciso di fare un giro sulla ruota panoramica. "La prima volta che andiamo sulla ruota panoramica insieme" dissi. "Esprimi un desiderio" disse Cam. "Perchè?" "Perchè è la prima volta con me, e ad ogni prima volta si esprime un desiderio" "Esprimilo anche tu" "Io ho già fatto" Che desiderio potevo esprimere? Non lo sapevo, continuavo a pensarci ma non mi veniva in mente niente. Il giro iniziò. Era meraviglioso vedere la città dall'alto, soprattutto di notte. Cam mi guardava. "Ho qualcosa che non va?" Chiesi. "Cosa? No!" "Mi stavi fissando" "È che...niente stavo solo pensando" A cosa stava pensando? In quest'ultimo periodo pensava un po' troppo ed io ero sempre più curiosa di saperne il motivo. D'istinto gli presi la mano. Non so il perchè, probabilmente non c'era un perchè. Volevo solo farlo. Eravamo entrambi assorti nei nostri pensieri e incantati dalla visuale. Provai una sensazione di leggerezza, ma anche di vuoto. Mi sarebbero mancati i nostri momenti. Probabilmente ero troppo tragica, ma avete mai provato ad allontanarvi da una persona che è la vostra quotidianità? Stavo provando qualcosa di così nuovo, più tenevo la sua mano e più mi sembrava di andare in contro a mille insicurezze. Non sapevo cosa stava succedendo, ma lo volevo accanto. Mi avvicinai un po' di più a lui. Eravamo a un centimetro l'uno dall'altro e per la prima volta mi batteva forte il cuore. Gli diedi un bacio a stampo. Era così poco ma significava così tanto. Veloce come un lampo. Le nostre labbra si sfiorarono per neanche un secondo, come se avessi avuto l'intenzione di dargli un bacio sulla guancia. Forse era la prima volta che mi rendevo conto che eravamo più che amici, ma troppo poco per essere fidanzati. Perchè pensavo a quelle cose? Dio, a me non piaceva Cameron. O negavo, solo per convincere me stessa, perchè le mie azioni dicevano tutt'altro, azioni che mi venivano istintive, non dovevo nemmeno pensarci per farle. Qualcosa c'era, ma non era così forte, non era amore. I nostri occhi si evitavano, entrambi non capivamo cosa stesse accadendo, ed io avevo bisogno di certezze, certezze che nessuno mi poteva dare. Odiavo l'incerto, odiavo non poter sapere come sarebbe andata a finire, se era l'inizio oppure una fine, o una repressione di quei sentimenti, che dopo quel momento non sarebbero più tornare. E mentre mi stavo facendo tutte quelle domande, il giro sulla ruota panoramica finì. Ora sapevo qual era il desiderio che volevo esprimere. Volevo che quel momento non finisse mai, avrei voluto poterlo rivivere all'infinito. Mano nella mano scendemmo, e in silenzio andammo verso la macchina. Eravamo arrivati a casa. "Aspetta!" disse Cam appena notò che volevo scendere dalla macchina. Restai seduta, e ferma, in attesa che mi dicesse qualcosa. Ma non mi disse niente, almeno non con le parole. Le azioni spiegarono tutto, il suo baciò spiegò tutto. Avevo il cuore a mille. "Ora puoi scendere" disse appena si staccò dalla mie labbra. Andai ad aprire il garage di casa mia dove Cam parcheggiò la macchina di mio padre e poi uscì, venendomi in contro. Ero troppo confusa, non sapevo cosa dire o fare, panico totale. Avevo paura di incasinarmi la vita, mi bastava come migliore amico, non volevo l'amore. Dovevo fermare tutto quanto, prima di avere a che fare con qualcosa che non sarei riuscita a controllare. "Quello che è successo stanotte...è solo un'eccezione, cioè...quello che è accaduto resterà intrappolato in questa sera, in questo posto...per..sempre" dissi. "per sempre?" Chiese Cam. "Si" "Mi stai chiedendo di dimenticare?" "No...solo di non contarlo come una cosa realmente accaduta, fa finta sia un sogno, Cam sai che rovinerebbe la nostra amicizia" "Allora lasciami sognare..." Disse avvicinando le sue labbra alle mie per la terza volta in quella serata. Ero li tremolante e in balia delle emozioni. La testa mi diceva che quel bacio era uno sbaglio, che non mi avrebbe fatto bene e il cuore tutto il contrario. Piú passavano i secondi e più tutto diventava intenso, dal bacio all'atmosfera, fino al nostro rapporto. Sia io che Cam eravamo persone di poche parole, e quel bacio era come una dichiarazione, che io continuavo a reprimere come se fosse qualcosa di sbagliato. Le sue mani mi stringevano a lui, sembrava avesse paura di lasciarmi andare perchè sapeva che quella sarebbe stata la prima e l'ultima volta in cui poteva andare oltre l'amicizia. Sapeva che non avrei mai più permesso che queste cose accadessero, quindi ne approfittò nonostante lo svantaggio di dover poi cancellare tutto e non poter chiedere di più. Non riuscivo ad oppormi, anche se era l'unica cosa a cui pensavo. Sentimmo una porta sbattere e subito ci allontanammo. Era stato il vento. Erano quasi le due, e il momento di salutarci si faceva sempre più vicino. "Forse è meglio andare...domani devo alzarmi presto..." Dissi. Cam mi abbracciò. "Mi mancherai così tanto Chris" disse con tono triste. "Anche tu" "Non andare" "Cam è solo un mese" "Passerà..." "Assolutamente" "Posso darti un'ultimo bacio? Poi prometto che dimenticherò tutto, come se non fosse mai successo, ma ti prego l'ultimo" "Vieni qui" gli sussurrai. E l'ultimo bacio fu, sembrava un addio a tutti quei sentimenti. "Ciao Chris...scrivimi" Mi abbracciò un'altra volta e poi andò. Andai in camera mia e mi buttai sul letto. Ero stanchissima ma non riuscivo a dormire. Erano successe troppe cose insieme, stavo ancora pensando a prima, mi era impossibile non farlo. Chissà se anche Cam era tormentato dall'accaduto, magari stava già dormendo ed era già riuscito a eliminare tutto quanto oppure si stava torturando, continuando a rifletterci su come me.

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