Il tuo amore è una bugia

di Averyn
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Sotto la pioggia ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Incertezze ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Appuntamento al buio ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - Il tuo amore è una bugia ***
Capitolo 5: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Sotto la pioggia ***


Hp di Averyn
CAPITOLO I
Era una gelida serata quella che si ammirava dalle finestre della sala comune di grifondoro, ma per quanto potessero essere appannate dalla pioggia,questo non aveva fermato un gufo, Leotoldo, che ora si era poggiato davanti al finestrino e sarebbe sprofondato nel vuoto se una ragazza dai capelli rossi, Ginny Weasley, non fosse corsa a prenderlo, chiudendo subito la finestra dietro di lei, in modo che non entrasse la pioggia. La ragazza poggiò il gufo dall’aria afflitta sul tavolo vicino( dove svenne), slegò la lettera che portava alla zampetta e la rigirò tra le mani, in cerca del nome del destinatario, poi la tirò fuori dalla busta, e cominciò a leggere. –È di Harry e Ron!- riferì lei con un’espressione grave, sprofondando nella poltrona accanto a una ragazza bruna e dai capelli cespugliosi, che aveva abbassato la sua copia del Profeta per ascoltarla. – Non c’è niente di nuovo,- continuò lei, passando la lettera ad Hermione. – Ci chiede come stiamo, ma non ci sono molte altre novità. Sai, sono un po’ delusa. Pensavo che entare a far parte dell’Ufficio Auror fosse più interessante.

Mai quanto dare una mano a George!- disse Hermione, mettendo la lettera accanto a lei, dopo averle dato un’occhiata veloce.

Ci fu un certo silenzio tra lei e Ginny, dove quest’ultima fissava il fuoco, pensante, e l’altra leggeva il giornale, ignorando i bambini del primo che la additavano solo per essere stata messa sulle figurine delle Cioccorane o di essere la migliore amica di Harry Potter.

Hai visto la bacheca?- chiese all’improvviso Ginny, con un sorrisetto. Hermione non capì il perché, ma la ragazza non dovette aspettare che glielo chiedesse. – Il prossimo fine settimana si va ad Hogsmeade!- L’altra abbassò il suo libro, smarrita.

Oh, non so, Ginny!- disse Hermione incerta, guardando fuori dalla finestra appannata.- Gli esami sono solo tra un mese, e ….

Beh, se cambi idea- la interruppe Ginny,- ,io sono ai Tre manici di scopa con Luna, Dennis ….- la frase s’interruppe a metà; il fratello di Dennis, Colin, era morto solo l’anno prima.

Comunque, ci penserò- rispose l’altra, ritornando al suo libro.

In genere non si era mai persa una gita ad Hogsmeade, ma l’arrivo degli esami le impedivano di fare qualsiasi cosa se non di prepararsi. Non sapeva come faceva l’amica a starsene cosi tranquilla; dopotutto, quell’anno avrebbe preso i M.A.G.O. anche lei.
Il giorno dopo pranzo, Hermione aveva lasciato i suoi amici in Sala Grande e si era rifugiata in biblioteca, alla ricerca di un buon libro su Storia della Magia con cui poter approfondire. Il tempo passò cosi velocemente che non si accorse di essere clamorosamente in ritardo per la lezione doppia di Pozioni che avrebbe tenuto quel giorno con serpeverde. Presa da un certo nervosismo e fretta, presa la borsa e scappò dal naso di Madama Pince.
Correva veloce così come i battiti del suo cuore, senza una precisa destinazione, solo finestre che correvano velocemente, studenti sfocati e poi, senza sapere come, si ritrovò da sola, ed era troppo occupata ad preoccuparsi di questo che si sentì sprofondare e… cadde. Con il muso a terra,vide che due piedi si fermavano proprio davanti a lei. – Dovresti stare più attenta a come metti i piedi, Granger.- disse una voce annoiata e strascicata. Le paure di Hermione ebbero conferma quando la ragazza levò il capo e, davanti a lei, c’era le persona che, sorprendentemente, aveva notato
meno quell’anno e a cui aveva salvato la vita due volte: Draco Malfoy. Restò lì per cinque secondi buoni, prima di rendersi conto di quanto fosse banale.

Che ci facevi lì stesa in mezzo al corridoio, Granger? Blocchi il passaggio!- disse Malfoy con voce annoiata. – Mai quanto te quando cammini!- si difese Hermione.

Malfoy fece un sorriso beffardo; ad Hermione dava sui nervi. Possibile che nonostante lei e i suoi amici gli avessero salvato la pelle ( rischiando di rimetterci la propria), Draco Malfoy non dimostrava un minimo briciolo di riconoscenza?
- Il tuo intuito non è molto azzeccato, comunque,- continuò lui, con la solita voce strascicata, guardando dietro le proprie spalle, come se qualcuno lo stesse ascoltando a parte lei. – Perché la lezione è nei sotterranei e i serpeverde a quest’ora hanno lezione con i grifondoro! E tu….-
e squadrò Hermione dall’alto in basso, con un sorriso furbo sulla bocca,- stai andando esattamente dalla parte opposta. Beh, non ho intenzione di aiutarti, perciò…. Arrivederci, Granger…- e senza sapere come, sparì dalla sua vista come se si fosse Smaterializzato. E adesso?, pensava,le orecchie fumanti di rabbia. Non voleva ammetterlo, ma non aveva la più pallida idea di dove si trovasse e l’aiuto di Malfoy le sarebbe stato utile per andare a lezione. Non l’aveva mai odiato, in realtà,come lo odiavano Harry e Ron, ma i suoi atteggiamenti virili non li aveva mai retti. Ed ora, l’unica persona che poteva aiutarla(forse) chissà dov’era finita…
L’atmosfera era tesissima, ed evidentemente non c’era proprio nient’altro da fare. Fece una corsa, svoltando l’angolo del corridoio; Malfoy era a metà dell’altro, il passo strascicato quanto la sua voce.
. – Hey!- urlò con tutta la potenza che aveva ad un lontano Malfoy. Il ragazzo si voltò , un sopracciglio inarcato. Hermione prese di nuovo la rincorsa, e lo raggiunse; si sentiva in imbarazzo e frustata per quello che stava facendo. – Che non si ripeta mai più! – gli intimò, con una brutta faccia. Draco sbuffò, ma non disse niente. Per tutto il tempo regnò il silenzio, con faccette torve che si alternavano dall’uno all’altro; si sentivano solo i loro passi, che formavano una sottospecie di ritmo, in qualche modo.
Mentre scendevano verso i sotterranei, Hermione sentì lo sguardo insistente di Draco e, per nascondere il caldo che le si attutiva all’interno del collo fino alle guance,decise di camminare a passo svelto e con il naso all’insù, e fu la prima ad entrare in aula, mettendosi al tavolo accanto a Ginny, che aveva un espressione basita. Ma la ragazza non aveva né il tempo né la voglia di darle spiegazioni, anche se in cuor suo sapeva che gliele avrebbe chieste, qualche ora più tardi.
Infatti, quando Hermione si mise a leggere il suo libro di Difesa contro le Arti Oscure in sala comune, Ginny le si mise accanto silenziosamente, come fa un felino con la sua preda. Grattastinchi la seguì, balzando sulle gambe della padrona. Ginny esitò prima di parlare, ma poi evidentemente decise che doveva chiederlo, senza sapersi trattenere. Hermione la ignorò.

Come mai oggi sei venuta in classe con Malfoy?- chiese timidamente. La ragazza le raccontò dell’incontro casuale avvenuto con il ragazzo. – Capisco- commentò l’altra, quando Hermione ebbe terminato. – Senti,- continuò Ginny dopo un breve silenzio, cambiando discorso. – riguardo Hogsmeade….- - Non so se verrò, a pensarci bene!- taglio corto Hermione da dietro il suo libro. - Oh, d’accordo- sbuffò Ginny, delusa, sprofondando nella poltrona. Passò ancora un po’ di tempo, poi Hermione rimise il suo libro in borsa, sbadigliando. –Io vado a letto!- annunciò e, preso lo zaino, salì le scale che portavano al dormitorio femminile.

Il giorno dopo, la ragazza si alzò prima degli altri, scese in una sala comune deserta. Gli fece molto piacere che non ci fosse nessun altro; sarebbe stato più prossibile concentrarsi. Così sprofondò nella poltrona vicino al camino e , con pergamena, penna e inchiostro alla mano,buttò giù una risposta per gli amati Harry e Ron. Raccontò loro com’era ad Hogwarts, che Ginny era sempre spassosa e che però non era la stessa cosa senza di loro. Avrebbe voluto raccontargli anche che Malfoy era lì, ma si fermò ad un’attenta critica su Ron che non faceva altro che prenderla in giro perché doveva affrontare gli esami, e non andò oltre. Rilesse il tutto; no, non c’era niente di pericoloso. Dopo un’ultima occhiata in giro, si alzò, attraversò il passaggio della Signora Grassa e si diresse in Guferia.
Si sentiva solo il tubare dei gufi e qualche sbattere d’ali,mentre attraverso le pietre si faceva largo qualche debole raggio di luce. Non possedendo un gufo, la ragazza fu costretta ad usarne uno della scuola. Stranamente, si era quasi aspettata di trovare una candida civetta delle nevi là in mezzo, ma poi si ricordò che non poteva essere in nessun altro posto, così come non era lì. Se era strano per lei che Edvige non ci fosse più, figuriamoci per Harry. Non volle usare Leotoldo, giusto per precauzione, anche quando lui le tese la zampetta molto goffamente.Invece scelse un gufo bruno e dall’aria tronfia, e questi partì attraverso l’unica finestra della guferia. Hermione lo guardò allontanarsi, sospirando, mentre il volatile diventava sempre più un puntino nero sullo sfondo selvaggio,finchè non sparì. La ragazza guardò in basso, verso la capanna di Hagrid, che maneggiava pala e piccone cercando di acchiappare quelli che molto probabilmente erano Snasi. La ragazza ricordava chiaramente il suo quarto anno, che era lontano quasi quanto una vita precedente.
E poi, la porta dietro di lei si spalancò e lei si voltò per vedere chi fosse; Un ragazzo alto, biondo e dal viso lungo e pallido fece il suo ingresso nella stanza. Quando si sentì osservato, alzò gli occhi su di lei, assumendo un'espressione interrogativa. Fu un attimo; gli occhi di lei si specchiarono in quelli di lui. E, improvvisamente,vide come un'altra luce in essi; come se il suo sguardo mandasse eterna pietà. E, in effetti, era quello che Hermione sentiva, insieme anche ad un profondo desiderio di soddisfazione; ma la ragazza sapeva che comunque stessero le cose, Malfoy era diverso da lei o da Ron o da Harry e forse aveva bisogno di un amico. Troppe volte l'aveva visto sedersi da solo al tavolo dei serpeverde quell'anno. E poi, quel contatto si spezzò come un incantesimo ed egli si voltò, prendendo il suo gufo reale e legando la lettera alla zampetta. Hermione seguì come in trance tutti i suoi movimenti, ma senza vederli davvero; era persa fin troppo nei suoi pensieri. - Come stai, Malfoy?- chiese lei e subito si pentì di averlo fatto; era come se a parlare fosse stato qualcun altro. Che idiota, pensò. - Che cosa vuoi, Granger?- chiese Malfoy, evitando con cura di alzare gli occhi su di lei e lasciando partire il volatile. Seguì un silenzio imbarazzante. Ma che cosa aveva detto? Aveva tentato di legare con la persona che meno amava ad Hogwarts? la giovane si morse il labbro inferiore. - Solo... parlare.- disse, imbarazzata.Il compagno fece una risata priva di allegria. - Non ho bisogno di parlare con nessuno, Granger. Sopratutto con gli sporchi mezzosangue come te- disse,in modo aggressivo. E fu allora che tutto ciò che un minuto prima aveva pensato di lui sparì come se avesse viaggiato con la polvere volante. - Perfetto, siamo d'accordo, allora- disse, aggressiva allo stesso modo- perchè neanche io ho bisogno di parlare con i ricchi unti e viziati come te!- Draco la guardò di nuovo. - Esattamente.- E, detto ciò,sparì da dietro la porta, uscendo dalla guferia.
 
*
I giorni seguenti, Draco ed Hermione si incrociarono alle lezioni o in Sala Grande. E lei si sentiva sempre come osservata in sua presenza; molto spesso si lanciavano sguardi,a volte solo casuali.Spesso si sentiva come portata indietro nel tempo quando c'era quel contatto dei loro occhi,come se l'odio ( se così si poteva definirlo) non fosse mai passato; altre volte invece, era come se si trasmettessero dei messaggi che Hermione non riusciva a capire. Ma lei sapeva, comunque, che loro due si detestavano, nonostante fossero cresciuti o lei gli avesse salvato la vita un paio di volte.
Intanto, con il tempo che si presentava, la ragazza pensò che come minimo la gita di Hogsmeade fosse annullata; e invece quel sabato mattina, con sua sorpresa, vide molti studenti scendere nella Sala d’Ingresso, pronti per uscire. In effetti Hermione, vedendo il paesaggio fuori dalla finestre durante la colazione in Sala Grande, notò che il cielo era coperto, ma non sembrava minacciasse. Lei non era tra loro, naturalmente; avrebbe usato quel tempo per studiare.
Ed infatti, trascorse la maggior parte del tempo a studiare, ma senza troppi successi : anche se molti studenti erano ad Hogsmeade in quel momento, molti altri erano rimasti in sala comune, e non riuscì a concentrarsi; allora andò in biblioteca, ma lo spolverino di Madama Pince faceva troppo rumore sugli scaffali e ciò le dava molto fastidio, perché non riusciva a formare dei programmi di ripasso decenti e l’oggetto molto spesso si sbagliava, tornando a spolverare più volte la ragazza invece che gli oggetti ordinari.
Ma proprio quando stava tornando nella sala comune,rassegnata, in un corridoio le capitò di guardare fuori dalla finestra, ed un forte impulso selvaggio che non le apparteneva prese il sopravvento; visto che si trovava al quarto piano, scese, andando al terzo, cercando la strega Orba.

Dissendium!- pronunciò, come se fosse stato qualcun altro a farlo. Subito il passaggio si aprì e la ragazza, automaticamente, ci si infilò dentro, per la seconda volta nella sua vita. La prima era stata al terzo anno, quando era andata a recuperare il Mantello dell’Invisibilità di Harry, ma non si era mai spinta tanto oltre; quella volta probabilmente non contava, perché il Mantello era proprio all’entrata. Ora, invece, era tutto immensamente buio, più buio, forse, di quanto ella si ricordasse, e il passaggio era strettissimo, tanto che faceva un po’ di fatica, non avendo più quattordici anni. E poi, proprio quando pensò di essersi persa per sempre, vide uno spiraglio di luce e capì di essere arrivata. Si avvicinò, lentamente e, sempre, lentamente, la alzò, guardandosi intorno; si trovava, evidentemente, nella cantina di Mielandia.

Sì, li vado a prendere di sotto, farò in un attimo!- disse una voce in cima alle scale. Hermione chiuse di colpo di botola, non volendo essere scoperta. Tenne il respiro sospeso quando l’estraneo si avvicinò e, quando fu certa che si fosse allontanato, come d’istinto, lo seguì, chiudendo la porta dietro di lei. Lo spettacolo che le si presentò era a dir poco incredibile; dentro il negozio di dolciumi vi era praticamente tutta Hogwarts. Ignorando il motivo per cui fossero tutti rintanati lì dentro, Hermione li superò uno ad uno, certa che Ginny, Dennis e Luna fossero ai Tre Manici di scopa e decisa a raggiungerli per unirsi a loro. Ma come oltrepassò la soglia di Mielandia, subito se ne pentì; la sua vista era completamente coperta di bianco. Mosse i suoi passi in avanti, sconcertata. Solo in quel momento si accorse di aver fatto la scelta sbagliata; Ora, guardandosi dietro di sé, disperata, non riusciva più a vedere la porta da cui era entrata. Ma cosa le era successo? Perché l’aveva fatto? Quale era stato il suo impulso? Un’Hermione normale non avrebbe mai, mai oltrepassato il passaggio della strega Orba, non sarebbe mai andata ad Hogsmeade in maniera clandestina e, soprattutto, non sarebbe stata mai così scema da muovere i passi in avanti, perdendosi un punto vitale da cui tornare; un’ Hermione normale si sarebbe spremuta le meningi, per trovare una soluzione a quel problema, e, subito, l’avrebbe risolto in cinque minuti; ma allora perché non le veniva in mente niente e continuava a camminare come lei non avrebbe mai, mai fatto?

Ed improvvisamente, andò a sbattere contro qualcuno che evidentemente era stato idiota quanto lei.

Ahia!- aveva imprecato una voce. Subito Hermione si sentì in colpa; era stata scema anche quella volta. – Oh,scusa scusa scusa! I-io non volevo….- - sì certo, però, ma aspetta…. Tu…-

La ragazza si allontano di un millimetro per vedere chiaramente chi fosse; beh, non fu proprio sorpresa di vederlo, anche se la scocciò parecchio. E a quanto pareva, faceva piacere anche a lui.

ANCORA TU?- dissero in coro Draco e Hermione all’unisono. Ci fu un minuto di silenzio,in cui tutti e due si guardarono torvi. No, non faceva piacere a nessuno dei due scoprirsi di nuovo, e soprattutto in una situazione del genere. Solo dopo qualche altro minuto il ragazzo trovò il coraggio di fare uno dei suoi detestabili e antichi sorrisi beffardi. Hermione vide il suo sguardo spostarsi, come se potessero esserci altre persone lì intorno,a parte loro due, cosa che, secondo lei, poteva essere difficile: delle persone intelligenti si sarebbero rinchiuse tutte in un posto, un’azione che, pensò Hermione tristemente, lei non aveva fatto. – Beh, ammettilo, Granger,- disse Draco, guardandola intensamente, sempre sorridendo.- Niente può andare peggio di così!

Aveva appena terminato di dire quelle parole, che un tuono fece alzare i volti dei due giovani verso il cielo e una grossa, lucente goccia di pioggia cadde sul naso di lei. E poi, velocemente, ne seguirono altre, fitte, scatenando un temporale. Hermione lo guardò in cagnesco. Anche lui, dopo aver rivolto un ultimo sguardo alla pioggia, evidentemente incredulo e scocciato che la faccenda potesse prendere quella piega, la guardò arrabbiato. Era perfetto, ora: c’era la nebbia, la pioggia, e, per di più, le due persone che meno avrebbero voluto avere a che fare l’una con l’altra in quell’esatto momento si erano smarrite, e si guardavano arrabbiati. – Beh, adesso sì che non può andare peggio di così!- si lamentò Hermione. Era frustata; si stava spremendo il cervello come si fa con il limone, cercando una scappatoia a quella situazione tanto gravosa ed odiata…. Finché…..possibile che non c’avesse pensato prima?

Trovato!- esclamò, trionfante, un sorriso soddisfatto dipinto sul volto, cogliendo di sorpresa Malfoy. – Cos’è che hai trovato?- chiese questi, curioso. Hermione lo guardò, rivolgendogli un sorriso che però non era per lui.- L’Incantesimo quattro-punti!- rispose, allegra, ma il ragazzo non era dello stesso avviso; la guardò stranito, evidentemente ignorando l’esistenza di un incantesimo del genere. Hermione lo ignorò; non si aspettava che lo conoscesse e tirò semplicemente fuori la bacchetta, ordinandogli dolcemente- Guidami!-

Sotto gli occhi dei due ragazzi, l’oggetto roteò nella sua mano, fino a segnare un punto invisibile davanti agli occhi di entrambi. La ragazza fece due passi avanti, ma poi si bloccò, e si voltò indietro verso Draco, che la guardava, confuso. La ragazza esitò; era combattuta se aiutarlo o meno, ma per quanto lo detestasse, anche lui era un essere umano, e non valeva la pena mollarlo così in mezzo alla nebbia, senza nessuno che lo guidasse. Così, allungò il braccio e afferrò quello del ragazzo, trascinandolo con sé. Hermione cominciò a correre, tenendo ancora salda la presa sul braccio di Malfoy, ancora evidentemente sorpreso dalla sua decisione.
Continuarono a correre, e la ragazza notò che, andando sempre più avanti, la nebbia cominciava a diradarsi, finché non finì completamente, e si fermarono. Solo la pioggia picchiava violentemente sui loro volti stanchi. Notò che i vestiti le erano diventati sempre più pesanti, gonfiati evidentemente dalla pioggia. – La Stamberga Strillante?Ti pensavo più acuta, Granger!- si lamentò lui, la voce e l’espressione sul suo volto appuntito deformate dalla paura. Hermione si pentì di averlo portato con lei; era solo uno stupido impiccio, a pensarci bene. Avrebbe dovuto spiegargli tutto se si fossero addentrati là dentro, come sapeva del passaggio e tutto il resto, ma visto che nessuno dei due ormai aveva una voglia matta di tornare indietro, ormai era fatta, e da quella situazione ne dovevano uscire. – Beh, non mi pare che tu sia uno dei più grandi pensatori mondiali!- ribatté lei, con voce calma e decisa. Draco fece una smorfia, ma non disse altro e la seguì insicuro attraverso il cancello della casa abbandonata. Hermione non era mai passata per l’ingresso principale: era un susseguirsi di scricchiolii sinistri, così sinistri che il ragazzo si aggrappò al braccio di lei per la paura, stringendolo così tanto da farle male. La ragazza gli rivolse uno sguardo dolorante, ma il ragazzo parve non capire, e così lei fu costretta a strattonarlo con violenza, e a quel punto Malfoy mollò la presa. Continuarono a camminare, finché Hermione non notò una stanza, la stanza dove lei, Harry e Ron avevano scoperto che Sirius non era un assassino. Solo allora capì che si sentiva molto stanca; il desiderio di tornare al castello era diminuito,adesso. Raggiunse il letto sfondato, e si sedette. – Ce ne andiamo?- chiese la voce tremante di Draco, potenzialmente raddoppiata nella stanza. Hermione non l’aveva mai visto così bianco in tutta la sua vita, se non al loro primo anno, quando erano capitati tutti e due in punizione con Hagrid. – No,- rispose lei,- resteremo così per tutta la vita, finché non moriremo…-

Uhuh!Tutta la vita insieme, pensa!E va bene, ma solo un paio di minuti- si arrese lui, sedendosi accanto a lei sul letto sfondato. – Oh, sei molto gentile!- disse Hermione,guardandolo. Evidentemente doveva essere anche lui abbastanza sfinito da quella lunga corsa per non ribattere. Seguì il silenzio, come se fossero caduti tutti e tutti e due in un’immensa grossa buca. Fu Hermione a rompere il silenzio. – Sai… non avrei mai pensato di poter finire nella Stamberga Strillante con te!

Malfoy fissò il vuoto. Non dava segno di averla ascoltata. Per un po’ ricadde il silenzio.
Poi, il ragazzo fece una specie di grugnito, e poi un mezzo sorriso, come se stesse prendendo in giro anche se stesso; Hermione non gli aveva mai visto fare una cosa del genere.

Anche io, Granger. Anche io. Ma pensandoci, non è neanche poi così assurdo. Io e te ci incontriamo spesso ultimamente. – La ragazza non si era trovata più d’accordo con lui fino a quel momento; cos’era successo al coccolatissimo, viziatissimo Malfoy?

Si soffermò per la prima, vera volta a guardare i lineamenti del giovane. Non era poi così male in effetti, anche se il mento appuntito e il pallore che lo caratterizzava erano sempre gli stessi, così come gli occhi grandi e pallidi del ragazzo, che con la luce dei lampi e dei tuoni fuori dalla minuscola finestra gli davano un’aria piuttosto spettrale. No, c’era qualcos’altro, qualcosa di diverso. Forse qualcosa di malinconico. Sì, probabilmente era malinconia, un fattore che un ragazzo come lui non aveva avuto probabilmente per buoni diciassette anni della sua vita. Ma forse, sì forse, a cambiarlo erano stati proprio gli eventi dell’anno prima ad averlo reso così. E come gli si poteva dar torto? Lui c’era stato dentro fino al collo in quella situazione, e sicuramente il fiato sul collo di Voldemort non doveva essere proprio eclatante. Semmai il contrario. Eppure, tutto ciò gli donava, in qualche modo. Lo rendeva più bello, in assenza di altri aggettivi. E poi, il suo cuore gli si strinse in una morsa. Ricordava che l’anno prima aveva perso un suo amico, Tiger, e che l’avevano lasciato morire nella Stanza delle Necessità, anche se sapeva che non era stata colpa sua. – Mi dispiace.- le sfuggì, come se a pronunciare quelle parole fosse stato un estraneo. Un estraneo che la conosceva molto bene, pensò. – Come?-chiese Malfoy, come riprendendosi da una trance. – Per tutto quello che è successo!- sbottò lei.
Il ragazzo non rispose.

Che c’è? Il gatto ti ha mangiato la lingua? Perché non mi prendi in giro? Perché non cogli al volo l’occasione di insultarmi con sudicia, sporca Mezzosangue?

No- rispose lui.- Io…tu…mi hai salvato la vita. Se non fosse stato per…- ma non riuscì a finire la frase. – Beh, è già tanto che tu l’abbia ammesso!- disse lei. –È indice di maturità.

Semplicemente ho scoperto che essere presi in giro non è poi così divertente. – ammise lui, scrollando le spalle. – Ah sì?- chiese lei, ancora più colpita.- E da quando?

A quelle parole, il ragazzo si rabbuiò, e cadde di nuovo il silenzio. Hermione capì che sarebbe stato meglio evitare di richiederglielo, in futuro.
Poi, Draco si guardò intorno, come se stesse aspettando che arrivasse qualcuno. La ragazza lo conosceva fin troppo bene per non constatare che quella fosse una leggerissima fifa.

Non sembra ci siano fantasmi, qui!- commentò lui, cercando malamente di trovare un tono spavaldo di cui si intuì il tono tremolante. – No, è semplicemente una balla che raccontano tutti!- rispose Hermione, che al contrario di lui ne era del tutto indifferente. Seguì un altro, imbarazzante, silenzio. Lei si chiese se la conversazione sarebbe continuata così, con queste interruzioni così profonde. Ma, dopo sette anni di intimidazioni da parte di lui e risposte per le rime da parte di lei ( al terzo anno era giunta persino a schiaffeggiarlo), forse nessuno aveva molta voglia di parlare. Con la coda dell’occhio, la ragazza si accorse che Draco la osservava.

Sei… non stai male con i capelli bagnati!- disse Malfoy voltando lo sguardo da un'altra parte. Hermione si sorprese ancora di più; cos’erano tutti questi complimenti? Si continuava a chiedere quali altre sorprese le riservasse questo nuovo Draco Malfoy. Lo guardò, incredula, inarcando le sopracciglia. –È un complimento, o mi stai solo prendendo in giro?

Il ragazzo sorrise enigmatico. Hermione non aveva mai conosciuto questo suo lato e, in qualche modo, la affascinava. Gli sorrise anche le, mettendosi una ciocca dietro l’orecchio, invano; erano troppo cespugliosi.

Che ne dici se torniamo ad Hogwarts, adesso? Ci siamo riposati abbastanza… o no?- tentò lei, innervosita da queste nuove occhiate da parte del ragazzo. Malfoy scrollò le spalle e lei, prendendolo per un sì, si alzò, e Draco la seguì.

Questo dovrebbe portarci direttamente alla scuola, senza dare troppo nell’occhio- spiegò Hermione, mentre attraversavano il passaggio sotto il Platano Picchiatore.

Dimmi una cosa, Granger- disse Malfoy, mentre Hermione si arrampicava per spingere il ramo all’esterno del passaggio per poi uscire incolume - come mai sai di questa scorciatoia?

Ecco, era giunto il momento che tanto temeva, e la ragazza si sentì terribilmente in imbarazzo. Nonostante l’avesse sorpresa questo rapido cambiamento nel suo compagno, rimaneva sempre Malfoy, e desiderava con tutto il cuore che per il ragazzo la sua conoscenza su questo passaggio rimanesse un segreto, di evitare di spingersi al di là di quello che il ragazzo già sapeva. Così improvvisò una caduta, facendo in modo di inciampare su uno dei due piedi. L’effetto ebbe la meglio, anche se non si aspettò l’improvviso interesse di lui verso di lei.- Tutto ok, Granger?- aveva chiesto, anche se evitò di inginocchiarsi verso di lei. – Sì… Sì…. tutto bene. Meravigliosamente.- rispose lei, guardandolo un po’ incerta. – Grazie.
Ancora una volta ( ormai ci si era fatta un’abitudine) il ragazzo non rispose, ma andò avanti, dirigendosi verso la scuola, torreggiante più in là. Dopo esser rimasta ad osservare la sua figura bagnata che camminava sul prato umido, decisa a rimuovere ogni forma che poteva essere accostata a un senso di colpa, lo raggiunse.

E perché,- chiese Ginny, sprofondata in una poltrona con in mano una copia del Profeta con aria accigliata quando Hermione si presentò nella sala comune di Grifondoro completamente fradicia, - sei ridotta in quel modo?

Volevo farmi una passeggiata,- tagliò corto l’altra con una vena di sarcasmo, sedendosi sul divano accanto a lei. Ginny le rivolse un’occhiata enigmatica, ma non disse niente altro e tornò al suo giornale. Hermione non voleva che Ginny sospettasse niente sul’incontro avvenuto tra lei e Malfoy, anche perché non era successo assolutamente niente.

L’aveva lasciato davanti alla porta della Sala d’Ingresso, entrando per primo ed Hermione sapeva che, se in Draco era rimasto un po’ d’orgoglio Malfoy,non avrebbe raccontato niente che l’avesse riguardato personalmente. Eppure, pensò Hermione guardando nella finestra appannata dalla pioggia, quel ragazzo era così cambiato… e per la prima volta nella sua vita, lo trovava affascinante.

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Incertezze ***


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CAPITOLO II

 

Draco Malfoy non avrebbe mai immaginato di trovarsi in quella biblioteca, lì, quel giorno, quasi per caso. Quel pomeriggio. Non sapeva neanche che cosa l’avesse portato lì in realtà, se l’istinto, l’inconscio, o qualcos’altro di cui lui era deprorevolmente ignorante. Sta di fatto che la ragazza, in quel luogo che per lei era una gran sete d’informazioni giornaliera, non c’era. E, francamente, non ne sapeva il motivo, ma a lei ci pensava sempre. Pensava soprattutto all’incontro avvenuto ad Hogsmeade, così casuale e, in qualche modo, sincero ed innocente, così come può esserlo un bambino. E pensava a quella sera, in cui lui si era seduto solo nella Sala Grande al tavolo dei serpeverde e aveva guardato lei, che aveva sollevato il capo e aveva ricambiato con il suo sguardo penetrante.
Aveva cambiato completamente punto di vista su di lei, quel pregiudizio che aveva sostenuto, e che un po’ aveva anche temuto, per ben sette anni. Forse era cambiato anche lui.
Nella sua testa risuonavano ancora le domande della ragazza:
Perché ti sei azzittito tutto d’un colpo? Perché non mi prendi in giro? Perché rinunci alla possibilità di chiamarmi sudicia, sporca mezzosangue?
Già, pensava Draco, guardando attraverso la finestra, perché non la prendeva più in giro? Perché era rimasto così….?
Perché lei gli aveva salvato la vita. Lei e i suoi amici. E, per la prima volta,era riuscito a sentirsi vigliacco per quello che era. Doveva riconoscerlo: Hermione Granger era, ed era sempre stata,tutto quello che lui non era mai stato. Intelligente, buona, gentile, coraggiosa, acuta e piena di intuito. Draco l’aveva sempre invidiata per questo, avendo sempre creduto che lei avesse la lingua più lunga di tutto il resto del corpo. Ma, vedendola varcare la soglia della biblioteca, capì di poter accettare tutto, persino i suoi capelli cespugliosi. Restò lì, a guardarla, finchè….

Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaargh!- era scivolato su un libro ed era caduto a terra, sbattendo la testa su uno scaffale. Si erano voltate le facce di qualche studente lì vicino, compresa quella di Hermione Granger. – Io… ho scusa Dra… Malfoy!- la piccola Ginny Weasley era lì, impotente. Erano stati amici, al sesto anno. Ma proprio l’anno prima, evidentemente per via del fatto che Malfoy fosse un Mangiamorte, il loro rapporto si era bloccato. E i due non si erano più parlati. Ginny raccolse il suo libro,evitando di guardarlo, il viso nascosto dalla chioma dei capelli rossi.

E poi, una volta che si fu alzata, lasciò spazio ad un'altra persona che, aveva intuito, l’aveva osservato prima di far finta di essere totalmente concentrata sul suo libro.

- Non fare finta di non vedermi, Granger!

Hermione lo ignorò.

-Hey!- insistè lui, con tono più deciso. Stavolta la ragazza buttò giù la maschera e gli rivolse uno sguardo scocciato, che non era proprio quello che Draco si era aspettato, ma comunque era già qualcosa. Sentì una stretta allo stomaco, comunque, quando fu attraversato dai suoi occhi nocciola penetranti. – E allora cosa dovrei fare, Malfoy?- la voce di Hermione era sottile ma allo stesso tempo determinata. Ancora una volta, il ragazzo sentì una stretta allo stomaco e il cuore che gli martellava nel petto. – Solo…- cominciò, ma la frase gli morì in bocca, imbarazzato e con il cervello su di giri. E poi, non ne afferrò il motivo, la ragazza si agitò tutta d’un tratto, cominciando a sistemare i suoi libri nella borsa. – Scusa,- disse, evitando di guardarlo, il volto scocciato, per un motivo che Draco non capiva nonostante ci si sforzasse tanto. – Ma devo cercare un posto dove finire di scrivere questa lettera…. Ci si vede in giro, eh?

E sparì tra gli scaffali, senza che Draco la potesse più scorgere.

*

Nei giorni seguenti, Draco trovò difficile concentrarsi, perché rifletteva ( pur non volendolo) sui nuovi, strani e innaturali sentimenti che covava per Hermione Granger.

Possibile che gli fosse sempre piaciuta?

Tutte quelle malignità che diceva su di lei, non erano stati semplicemente atti di razzismo?

No, forse non l’aveva mai odiata davvero…. E all’improvviso, gli sembrò di incontrarla sempre più spesso, anche se era sempre in compagnia e aveva poche possibilità.

La mattina di quel martedì, a lezione di Incantesimi, gli studenti erano stati divisi in coppie dal professor Vitius per ripassare gli Incantesimi di Appello, visto che il programma di sette anni sarebbe stata richiesta ai M.A.G.O. quell'anno. Draco tremò quando fu messo in coppia con Hermione Granger. Si scambiarono sguardi, l'una tra l'impaurito, il sorpreso o l'emozionato, l'altro solo sorpreso; sta di fatto che cercò in tutti i modi ( e con tutta probabilità con successo) di nasconderlo. Si sedette accanto a lei e la guardò, mentre gli spiegava, naturalmente tutto a memoria dal libro, punto per punto la teoria. Ma lui non pensava ad ascoltarla; era piuttosto soporifera e l'effetto delle sue parole avrebbe funzionato se non si fosse concentrato sulla sua bocca o sui suoi occhi. Ma lei sembrava apparentemente non farci caso e solo quando gli mostrò la pratica dell'incantesimo e gli chiese di ripeterlo il ragazzo si riprese e lo eseguì. Non sembrava che il loro incontro l'avesse influenzata particolarmente o che non le importasse niente, perchè per lui aveva signficato qualcosa. - E' stato divertente quella volta, vero, Granger?- chiese, con un mezzo sorriso beffardo. Lei gli rivolse un'occhiata veloce e traditrice per lei stessa; ecco, forse qualcosa le importava. - Di quando, Malfoy?- chiese, come se non capisse di cosa stesse parlando;ma non era riuscita ad ingannarlo, perchè sapeva benissimo di cosa stesse parlando. - Di quando ci siamo rifugiati nella Stamberga Strillante,Granger- le ricordò lui, sempre con il sorriso da ebete stampato sulla faccia. Hermione lo guardò e fece un sorriso.- Sì, è stato interessante, Malfoy. Ma evita di appellare il Professor Vitius!- e Draco si accorse che effettivamente stava appellando il Professore e abbassò la bacchetta. Hermione si mise la mano davanti alla bocca per evitare di ridere; l'aveva fatta sorridere. Si sentiva un genio. E poi, come se fosse stato troppo presto, la campanella suonò e gli studenti uscirono dall'aula. I due si accorsero di aver fatto lo stesso percorso insieme ed involontariamente solo quando la mano di lei scattò su quella di lui senza volerlo. Si guardarono, sorpresi, poi la ragazza abbassò lo sguardo, e tolse la mano,ancora una volta in imbarazzo. - Beh, io vado nella direzione inversa... ci si vede, Malfoy!- E come se fosse stato un grosso errore, corse a più non posso lontano da lui. Draco si chiese il perchè di tanta fretta.

E poi, un bel giorno….

THUMF. Gli era andato a sbattere addosso. – Scusa, mi dispiace…- aveva mormorato lei ad un fil di voce. Per la testa del ragazzo non passò neanche per un minuto il pensiero di chinarsi ad aiutarla. Era affascinante vederla all’opera, la sua figura che si muoveva leggiadra mentre radunava tutto ciò che le era caduto in terra, riparando con un solo gesto della bacchetta tutto ciò che era recuperabile. Poi d’improvviso alzò il capo verso di lui. – Oh, - disse, come riprendendosi da una fantasticheria. In effetti, aveva il viso molto rosso, ed era leggermente goffa, notò lui, quando lei si rialzò. Si mordeva continuamente il labbro inferiore e si guardava intorno come per controllare che nessuno l’avesse notata nelle sue condizioni. Non era così quando l’aveva vista in biblioteca qualche giorno prima, o anche quando erano stati messi nel gruppo di lavoro ad Incantesimi; era imbarazzata, sì, ma non così imbarazzata. E, senza degnagli neanche più uno sguardo, lo superò. - Ti metto in soggezione, Granger?- gli urlò dietro lui,sentendo che dentro di sè era la risposta giusta. La giovane si fermò e si voltò verso di lui, con la fronte aggrottata.Sembrò come studiare le parole che doveva dire, poi parlò. - Vai a quel paese, Malfoy!- E, inevitabilmente, Draco si sentì una cacca.

E così, Draco non ebbe alcuna occasione di vedere Hermione Granger, se non a pranzo e alle lezioni tre volte a settimana, ma non erano finiti più insieme, perciò non si parlavano. E, decidendo di chiarire i suoi sentimenti, e anche in piena coscienza che se fosse stato veramente in sé e in tutta la sua piena lucidità mentale non l’avrebbe mai fatto, seppe cosa doveva fare.

 
 
§*§
 
 
Ciao a tutti! che emozione sapere che il mio racconto è tra i preferiti di due persone! Sinceramente, pensavo di non farcela. Sono molto contenta anche delle recensioni, questo mi fa capire quanto sono apprezzata! Mi piacerebbe riceverne anche di nuove, giusto per capire cosa ne pensate dei nuovi sviluppi della storia!
Non finirò mai di ringraziare Ele (miss dark) per il suo aiuto, mi spinge ad andare avanti e mi aiuta tantissimo. Ma le dediche le lasciamo all'ultimo capitolo.... recensiteeee!!!!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - Appuntamento al buio ***


Hp di Averyn 3

CAPITOLO III

Hey, svegliati! Dai, coraggio!-

Eh? Che succede? Che ore sono?-

Hermione era balzata sulla poltrona, davanti a un fuoco ancora sufficientemente scoppiettante, con davanti una Ginny Weasley resa sinistra dalle fiamme dietro di lei. Sentiva un gran mal di testa e, a giudicare dall’oscurità della sala, doveva essere perlomeno ancora buio.

Sono le tre del mattino!- la informò Ginny, preoccupata. Le sembrava di ascoltarsi con quello stesso tono quando parlava ad Harry e Ron, fino a qualche anno prima, che ormai era lontano come un’altra vita o un passato che non gli apparteneva. – Hai lavorato tutta la notte!

Sì,- rispose Hermione, guardandosi intorno. Gli occhi erano ancora addormentati, e aveva una gran voglia di andare a dormire. Rivolse un’occhiata sorpresa a Ginny.- Ma tu non dovresti essere a letto?

Ginny scrollò le spalle con uno sbuffo. Le sembrò terribilmente Malfoy in quel momento, anche se con lui lei non centrava niente. – Beh, non sono riuscita a dormire. Mi sono svegliata e non eri a letto…

…. Così hai deciso di scendere a controllare!- completò Hermione per lei. – Beh sì!- confermò Ginny, la fronte aggrottata. Poi suoi occhi si abbassarono, puntando su un libricino aperto proprio ai piedi di Hermione. La ragazza lo osservò con aria curiosa, chinandosi per prenderlo, ma l’altra fu più veloce e glielo sfilò da sotto il naso, o per essere più precisa, dalle dita.

Cos’è?- chiese,incuriosita. Ad Hermione la turbava il sorriso furbo che le si era formato sulla faccia. Non voleva che sapesse che trovata Draco Malfoy un tipo affascinante, non avendoglielo mai confidato, né voleva che venisse alla luce in qualche modo, perché come si sapeva i Weasley e i Malfoy erano nemici da secoli. Non voleva procurarle un qualche shock. Si chiedeva come avrebbe reagito Ron che si fosse trovato lì in quel momento, al posto di Ginny, ma informato di tutto: come minimo non le avrebbe rivolto più la parola.

Niente.- disse. Ginny la osservò, scettica; era chiaro che era difficile ingannarla.

Non è vero.- ribattè con una verità disarmante, ma ancora incuriosita.- Da quant’è che hai un diario segreto?-

Da adesso!-

- Pensa da solo?

No!

Ok. Basta che non ti possegga.

Già. Andiamo a letto, sono stanca.

E la ragazza si alzò, tenendo salda la presa del diario nella sua mano, salendo le scale che portavano al dormitorio delle femmine, seguita da Ginny. Questi si addormentò quasi subito ed Hermione aprì il suo baule, mettendo al sicuro il suo diario, ricordandosi in futuro di fare più attenzione a non addormentarsi davanti a camini scoppiettanti.
Ripensò a quella sera il pomeriggio seguente, quando scese nei sotterranei per la lezione di Difesa insieme a Ginny. Pensò anche al bel viso di Draco Malfoy, e che tra poco l’avrebbe rivisto. Fu con aria distratta che oltrepassò la soglia che la portava nell’aula, e fu con aria assente che sfogliò le pagine, finché qualcosa non cadde dal libro. Hermione si chinò per raccoglierlo, e notò che era un pezzo di pergamena. Rigirandolo tra le dita, notò che c’era una scritta. La lesse.
 
HERMIONE, DEVO VEDERTI. VIENI SULLA TORRE DI ASTRONOMIA DOMANI NOTTE.
P.S ATTENTA A GAZZA.
 
Beh, pensò Hermione, almeno non c’era il dubbio che fosse rivolto a lei. Ma non sembrava la grafia né di Ron, né di Harry ( anche se le sembrava improbabile che potesse trattarsi di uno dei due) né di Ginny,né di qualcun altro che conosceva. Se veramente si trattava di Ginny, non capiva perché sarebbero dovuti andare fino alla Torre di Astronomia per parlare. Avrebbe potuto farlo benissimo nella sala comune o in qualunque altro posto. Guardò Draco Malfoy, seduto un paio di banchi indietro, che guardava fuori dalla finestra strofinandosi il naso contro la piuma con aria assente. E poi, d’improvviso, come attraversata da un lampo, le venne in mente che poteva essere stato lui a scriverglielo, e suo malgrado, si sentì bene quando lo pensò. Ma, ragionandoci ben bene, capì che non poteva essere effettivamente lui, perché lui non l’avrebbe mai fatto, così come non l’avrebbe fatto lei. Appallottolò il piccolo pezzo di pergamena e lo mise dentro il libro in modo che Ginny non lo vedesse. Sentiva che la faccenda riguardava strettamente lei e non voleva coinvolgere altre persone. Valeva davvero la pena andare a un appuntamento di una persona che non si era firmata nemmeno? Quando suonò la campanella, Hermione e Ginny rimisero la loro roba nelle borse e uscirono dall'aula. La folla era fuori dall'aula a parlare, chiacchierare e lui era lì, da solo e smarrito, che guardava fuori dalla finestra. Ed Hermione si fermò ad ammirare il suo bel viso lungo ed appuntito, i suoi capelli chiari e la carnagione pallida. E poi, lui la guardò e lei provò la stessa sensazione di quando l'aveva considerato un possibile candidato come autore del biglietto. E poi, timidamente, un sorriso si fece largo sul viso del giovane, il sorriso che le aveva mostrato quando erano da soli, chiusi nella Stamberga Strillante. Hermione si sentì stupida e, leggermente, anche sul suo viso comparve un piccolo sorriso. - Hermione!Hermione, ma dove guardi?- Era la voce di Ginny he la risvegliò dai suoi pensieri. - Niente, Ginny. Andiamo.- Non sapeva spiegarlo. Ma dopo quello che era accaduto,il rapporto tra lei e Malfoy era profondamente cambiato, forse il modo di vedere le cose aveva subito una mutazione. Quello non era più Draco Malfoy. Draco Malfoy era arrogante, superbo, faceva battutine stupide solo per attirare l'attenzione e, inoltre, se non la cosa più importante, era un gran razzista. O forse lo faceva così solo per farsi accettare dalla sua Casata? No, si rispondeva Hermione, Malfoy aveva ricevuto una educazione di questo tipo e ne era sempre stato convinto. Si vedeva. Quel pomeriggio, andò in biblioteca per cercare un libro sul suo saggio di Storia della Magia. Poggiò la sua borsa su un tavolo e cercò nello scaffale vicino e, dopo un'intensa ricerca, lo trovò e, soddisfatta, se ne andò. Solo a metà strada si accorse di essersi scordata l'astuccio in biblioteca e fece per tornare a prenderlo, ma evidentemente ci aveva pensato già qualcun altro. - Granger! Hey Granger!- una voce ben conosciuta la chiamava. Hermione si voltò molto lentamente verso di lui. Aveva il suo astuccio in mano. - Hai dimenticato questo!- disse, avvicinandosi a lei e porgendogli l'oggetto. La ragazza lo prese e lo mise nella cartella. - Come mai così gentili,Malfoy? - Non sono affatto gentile - disse l'altro, storcendo il naso, come disgustato dalla prospettiva - hai solo scordato un astuccio ...- - ...Perchè non saresti mai e poi mai disposto ad essere gentile con una sudicia mezzosangue come me, giusto?- finì per lui Hermione; era fin troppo semplice indoviare ciò che avrebbe detto. Draco fece un sorriso beffardo e soddisfatto. - Più o meno. E comunque, non farti strane idee su quello che ci siamo detti le ultime volte. Per me in realtà quell'incontro avvenuto a Hogsmeade non significa niente. Volevo solo punzecchiarti.Capito? Tu non mi interessi e non ho intenzione di star dietro ad una mezzosangue,anche se mi avesse salvato la vita cento volte. - Ma la giovane non era del tutto convinta delle sue parole; diceva così solo per mantenersi una reputazione, ma nei fatti faceva tutto il contrario; ed Hermione era sempre più convinta che in qualche modo, che avesse scritto o non scritto lui quel biglietto, Draco Malfoy era interessato a lei. Nei giorni seguenti, non ebbero modo di parlarsi; e chissà perchè, le parole di Malfoy avevano fatto breccia nel suo cuore, nonostante sapesse che in realtà non erano affatto vere. Ed intanto si chiedeva chi fosse l'autore del biglietto.
 
*
 
E la sera tanto temuta dell'appuntamento al buio arrivò. Era una notte stellata, quella che era riflessa attraverso la finestra del castello. La ragazza avanzava stringendo la bacchetta che illuminava il suo percorso. Aveva un’aria temeraria sul volto, era pronta a combattere se si fosse rivelata una trappola, ma era anche pronta a riderci su se si fosse trattato di uno scherzo. E intanto, pensava a Ron, il suo dolcissimo Ron. E poi c’era Draco, questo nuovo Malfoy enigmatico. Che doveva pensare?
Con un sospiro che le appesantiva il cuore, prese a salire le scale che portavano fin su alla Torre di Astronomia,stringendo la bacchetta più che poteva per farsi coraggio. Doveva ammetterlo, non le piacevano questi cosiddetti appuntamenti al buio. Era arrivata alla porta. Tese la mano tremante e, con il cuore che le era preso a battere come poche volte nella sua vita, quasi un urlo straziante, aprì la porta. Quello che vide davanti ai suoi occhi la riempiva di gioia, perché l’aveva sospettato. Ma, allo stesso tempo, la rendeva ancora più confusa.

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - Il tuo amore è una bugia ***


Hp di Averyn 4
CAPITOLO IIII
 
Draco la fissò,incuriosito dalla strana espressione sul volto di lei. Sembrava sotto shock,come se qualcuno l’avesse fulminata e dovette notare che, in quel momento, potesse sembrare davvero a causa dei suoi capelli. Alla sua vista, Hermione si era bloccata. Forse ci aveva pensato che fossi io, pensò il ragazzo. Eppure, si ritrovò anche lui paralizzato quando lei comparì. I due si guardarono e nei loro occhi vi era un misto di paura e di eccitazione, come se fossero stati appena adolescenti.

Beh…. Salve!- azzardò lei, avvicinandosi cautamente a lui, come se fosse qualcosa di pericoloso e curioso allo stesso tempo. –Hai…Hai ricevuto un biglietto anche tu?- chiese, il tono cauto quanto i suoi gesti. Draco non rispose; le parole temevano di uscire. La ragazza si guardò intorno, imbarazzata. Lui capiva perfettamente; si sarebbe sentito allo stesso modo, anche se avrebbe evitato di mostrarlo. – Bel posto per un appuntamento!Un po’ triste, però…- commentò sempre lei.

S – Sì!- aveva tentato Draco. In realtà, quello era il primo posto che gli era saltato in mente.

Perché poi così tardi?- continuò lei. Ora che la conversazione stava prendendo questa piega, Malfoy non sapeva se buttarsi nella conversazione oppure continuare così fino a che non se ne fosse andata, e a quel punto si sarebbe buttato lo stesso, ma dalla torre. – Non ne ho la più pallida idea!- rispose sinceramente lui, cercando di ottenere un tono migliore di quello che era, guardando Hermione che fissava la luna sopra le loro teste, più remota che mai.

Beh, immagino che il biglietto l’abbia scritto tu!- commentò intelligentemente questa, ma nella sua voce c’era un po’ di ridarella. – Quindi dovresti avere un’idea… il fatto è… perché proprio io?Mi pareva che non ti interessassi!-

In effetti era così. Ma l'aveva detto solo perchè era impaurito. Gli costò tutto il coraggio che aveva in corpo per dire quello che stava per uscire dalla sua bocca. - L'ho fatto solo perchè... ehm...avevo paura. Non è vero. E poi...sei… diversa. Hai… non sei più la secchiona tutto libri e detective.

- Forse sarebbe stato diverso se Harry e Ron fossero tornati!- ammise lei, con una nota malinconica nella sua voce che non passò inosservata al ragazzo. – Ma anche tu sei diverso.

Cosa te lo fa dire?- chiese Draco, gli occhi che la guardavano fissa.

Sei più….ecco, non saprei dire esattamente. Hai un’altra luce negli occhi.E non puoi smentirlo, anche se cerchi ancora di fare il gradasso.- aveva risposto lei con un sorriso malinconico sul volto. La sua vicinanza gli faceva rizzare i peli sulle braccia e sulla nuca, ma cercò di ignorarli.

Poi, sorprendentemente, sembrò tutto più facile, e cominciarono a rivivere nei ricordi, e a sorridere.

Ma tu mi hai sempre odiato!- disse Hermione. – Ininterrottamente, e solo perché ero cresciuta in modo diverso da te!

Anche tu mi hai sempre odiato!- ribatté Draco.

La ragazza rivolse di nuovo lo sguardo alla luna, con un sospiro. Non fece a meno di notare che era bellissima quando la guardava, il volto determinato. – Già,- disse lei. – Strana la vita vero? Due persone che su odiano finiscono per incontrarsi di notte!

Evidentemente non si odiano poi così tanto!- commentò Draco. Poi ci pensò su. Ma cosa aveva detto?

E, per la seconda volta in quella serata, i loro sguardi s’incrociarono e, senza che Draco potesse prevederlo o sognarlo, la baciò. All’inizio sembrò che potesse andare tutto bene, che c’erano solo loro due, ma fu lei a rompere l’incantesimo. Il ragazzo la guardò, stupito. – No, scusa io…. Mi dispiace, Draco, non posso io…. Sono impegnata. – la sua voce era mortificata e allo stesso tempo determinata. Ma niente gli tolse il diritto di profondare; non era così che si era aspettato il seguito, con il cuore a pezzi. – Come scusa?- aveva tentato di dire, cercando di crearsi un’illusione attorno a sé, fingendo di non aver sentito. – Io… sono fidanzata!- le parole di lei facevano difficoltà ad uscirle dalla bocca; le sembrò lui chissà quanto tempo prima, all’inizio di quella che si sarebbe prospettata una brutta serata. Hermione teneva lo sguardo basso, come se si vergognasse di sé stessa. Lui invece era completamente smarrito. – Con chi?- chiese, con un tono più forte rispetto a quello tenuto in precedenza.- Non con Weasley vero?
Si sentiva profondamente deluso ed amareggiato, e quello che l’atterrì più di tutto fu il suo silenzio.

Mi dispiace tanto!- disse, gli occhi lucidi e la voce impastata.

Ma allora, quando ti ho visto tutta rossa, in quel corridoio….-

Era per lui!-rivelò lei con la voce simile a un pianto. Il ragazzo era vicino allo svenimento.

Mi ha chiesto di sposarlo, sai? Mi ha chiesto di costruire un futuro con lui, ed è questo che io voglio.

La notizia lo colpì come se fosse stata un fulmine. Ma, pensandoci, avrebbe dovuto immaginarlo, o per lo meno, sospettarlo. – Possibile che io non ti piaccia?- aveva detto, buttate al vento tutte le speranze. Si sentiva molto triste al pensiero che non ci sarebbe stato un possibile futuro con lei. La ragazza non rispose; la testa china, i singhiozzi e le lacrime che le bagnavano il volto. E, in qualche modo, ebbe compassione di lei, cosa che, in otto anni, non aveva mai provato nei suoi confronti… o forse sì? Questo non gli impedì comunque di essere arrabbiato con lei.

Sono arrivato troppo tardi, vero? – chiese, l’ultimo frammento di speranza che si distruggeva.

E poi, accadde una cosa che Draco non si aspettava. Lei rivolse lo sguardo su di lui, avvicinandosi piano piano, con passo esitante, verso di lui. Resto completamente immobile quando lei avvicinò molto delicatamente il volto al suo….e lo baciò. Non c’era passione, in quel bacio. Era umido, disperato, come se avesse avuto fretta di mettere le sue labbra sulle sue, la lingua che cercava la sua, ma non c’era amore. E poi, tutto finì come era iniziato.
- Sì,- disse lei lentamente, la voce liscia come la lama di un coltello, che diceva, purtroppo per lui, la pura verità. – Troppo tardi.
Detto questo, Hermione si allontanò, lasciandolo solo, deluso e smarrito, in quella torre dove era avvenuta una delle cose peggiori della sua vita.
 
§*§

 

Ed eccomi qui, all'epilogo di questa splendida storia che mi ha dato così tante soddisfazioni in questi giorni di pubblicazione, e spero che me dia ancora! Ringrazio tutte le persone che l'hanno seguita passo dopo passo e che mi hanno sempre soddisfatto delle loro recensioni, come whateverhappend e tanti altri, che sono fan di questa coppia. Ringrazio anche tutte le altre persone che, insieme a questa, hanno messo la mia storia tra le preferite, ne sono veramente lusingata e non fanno altro che farmi sentire ancora più lusingata. Questa storia è una specie di sequel della mia storia su draco/ginny, " due amici improbabili" che è stata pubblicata attraverso l'account di Sara (lady vampire). Essendo la sua coppia preferita, questa storia la dedico sopratutto a lei, ma anche a Eleonora( Miss dark), che mi ha sopportato per tutto questo tempo. Grazie. senza di te non ce l'avrei mai fatta. In questo momento, sto lavorando ad un'altra storia, la protagonista si chiama Lìlìen, che metterò nelle originali/fantasy, e se ce la faccio vorrei poterla mettere verso settembre, con l'aiuto di miss dark, se possibile. Ciau a tutti e....recensiteeeeeeeeee!!

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Epilogo ***


Hp di Averyn EPILOGO

EPILOGO

Luglio, 2008.
 
Tirava vento. Hermione versava lacrime. Le aveva anche portato dei fiori.
Lentamente, accarezzò la scritta. Si trovava nel cimitero. Era venuta a portare i suoi saluti.
A Tonks. Era passata anche per la tomba di Remus. Gli aveva lasciato dei fiori. A volte il ricordo di quei tempi le faceva male.
E poi, voltandosi, vide che, a poche tombe distanti da lui, vi era un giovane uomo, più o meno della sua età. Aveva i capelli di un biondo quasi bianco. Erano passati dieci anni. Le sembrava incredibile vederlo lì. Il giovane si voltò verso di lei. La ragazza abbassò lo sguardo.
- Ciao!- la salutò Draco Malfoy. Hermione alzò lo sguardo, timidamente.- Ciao.- rispose con voce tremante. Si vergognava ancora di quella volta che si erano baciati, e lei gli aveva detto di no così brutalmente. Eppure, non gli aveva detto altro che la verità. L’uomo ora si era avvicinato a lei, e guardava la tomba di Tonks, come stava facendo lei.
- Dovresti venire a trovarla, ogni tanto. Dopotutto, è pur sempre tua parente.
- Non lo è mai stata, in realtà, - rispose Draco, con una scrollata di spalle. – Soprattutto ora che sono sposato con Asteria e ho una famiglia di cui occuparmi.
Si era sposato. Si era sposato. Beh, dopotutto lo era anche lei. – Oh, anche tu.- disse, semplicemente. Si sentì lo sguardo di lui puntato addosso.

Già. Ma anche tu ti sei data da fare, immagino… con lenticchia, se non sbaglio. Quanti pargoli avete sfornato?- chiese, ridendo. Pur non volendolo, sorrise anche lei.

Sono due. Il più piccolo si chiama Hugo. La più grande è Rose, e frequenterà lo stesso anno ad Hogwarts con tuo figlio o figlia, se ne hai messo al mondo uno.

Si sentì orgogliosa a parlare dei suoi figli. Santo cielo, e chi non lo sarebbe stata, al suo posto?

Anche gli occhi di Draco brillarono.

Mio figlio. Scorpius.

Gran bel nome!- osservò Hermione con una nota di sarcasmo. L’uomo fece un sorriso malizioso, ma non ribatté.

Stavano passeggiando, una passeggiata macabra, data la quantità di tombe che li circondava.

Ma dopotutto, erano in un cimitero. Ad un certo punto, Draco si fermò. Anche lei si fermò, per vedere quale tomba stava ammirando. E poi, un tuffo nel passato.
Era la donna che aveva ucciso Sirius. La donna che l’aveva torturata. La donna che era la zia di Draco.

Forse le sarebbe piaciuto tenerlo tra le sue braccia, se solo fosse ancora in vita. Anche mia madre l’avrebbe voluto.

Mi dispiace.- mentì Hermione. In realtà, sentiva odio per quella donna, ma essendo una parente di Malfoy, ci voleva tatto.

Non importa. Non è stata una gran zia, dopotutto.

No.

Lui la guardò ed Hermione, come avevano fatto tante volte da ragazzini, sostenne lo sguardo.

Ma non c’era odio negli occhi di Malfoy;solo redenzione.

Continuarono a camminare, in silenzio. Probabilmente, quello fu il silenzio più significativo che ci fosse stato tra di loro; non c’era bisogno di qualche parola per capire che ognuno aveva una sua vita, adesso.

La giovane donna guardava le tombe, dicendosi che anche loro avevano avuto un’anima e un corpo, una volta. E ora, erano semplicemente cenere. Era questo il prezzo alla fine di una lunga vita piena di sopportazione?

Penso di essere rimasto sufficientemente.- disse all’improvviso Draco. La donna lo guardò.

Malfoy esibiva un sorriso stanco, quel sorriso stanco che la portò indietro dieci anni prima, quando lui si era innamorato di lei, senza esserne ricambiato. Si sentì in colpa a pensarci.

L’uomo si era voltato e aveva fatto qualche passo verso l’uscita, ma all’ultimo minuto lei lo chiamò.

Draco!- disse. Lui si voltò.

Mi dispiace, per averti detto di no così bruscamente quella volta. Saprai mai… ehm… perdonarmi per come l’ho fatto?

Draco Malfoy la guardò negli occhi, e sorrise, un sorriso sincero, prima di abbandonare definitivamente quel luogo macabro.

Hermione restò ad osservarlo, mentre si allontanava e capì, nel suo cuore, di essere stata perdonata.

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

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