Appendici(ti) - Il peggio, che purtroppo è anche il meglio, di Willis e Davis

di ShawnSpenstar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A Natale siamo tutti più buoni (escluso Willis) ***
Capitolo 2: *** La legge dei videogiochi ***
Capitolo 3: *** Tema: la mia famiglia ***
Capitolo 4: *** Willis Ford V.S. l'indie rock ***



Capitolo 1
*** A Natale siamo tutti più buoni (escluso Willis) ***


A Natale siamo tutti più buoni (escluso Willis)
 
27 dicembre 2012, aeroporto di Denver
 
Davis Motomiya poteva sicuramente avere numerose qualità ma tra queste non si poteva dire che ci fosse la capacità di mascherare i propri sentimenti; chiunque lo conoscesse da più di dieci minuti avrebbe infatti facilmente potuto intuire quanto fosse felice di essere arrivato in Colorado.
Del resto, dopo uno splendido natale passato in famiglia e con gli amici, cosa ci poteva essere di meglio di un bel viaggio in un piccolo paesino del Centennial State, dimora di uno dei suoi più cari amici… e di una stupenda biondina che ormai da sei anni aveva un posto fisso nel suo cuore.
-Mia dolce Lizzie, non vedo l'ora di vederti- pensò percorrendo la via che portava all'uscita.
Giunse al salone d'ingresso, nel suo caso d'uscita, e scrutò l'ambiente cercando l'amico che avrebbe dovuto portarlo a paese. Di costui nessuna traccia ma tra la folla il giovane giapponese riuscì comunque a notare un volto conosciuto e non un volto qualunque.
-Non ci posso credere!- pensò Davis sfregandosi gli occhi -vuoi che per una volta la fortuna ha deciso di stare dalla mia parte-
Davanti a lui, con uno splendido sorriso stampato sul volto, stava infatti Liz Raiser, l'oggetto dei suoi desideri. Era stupenda come sempre con quel suo viso incantevole, i capelli biondi che le arrivavano alle spalle e un fisico che Davis adorava definire "di una normale perfezione".
Non appena anche lei lo notò, le si dipinse sul volto un sorriso analogo a quello del castano e cominciò a camminare lentamente verso di lui.
Il solo vederla avanzare fece accelerare il passo e il battito cardiaco del ragazzo, anche perché la sua mente gli giocò un gradevole, ma antipatico, scherzo. Sostituì il cappotto e i jeans indossati dalla giovane con uno di quei sexy vestiti da babbo natale che indossavano le modelle e la visione, inutile negarlo, gli era estremamente gradevole.
-Ma che stai facendo brutto pervertito?- si disse mentalmente
Il rimprovero fece, per fortuna, tornare in se la mente ma non ebbe alcun effetto sulle sue gambe che, di corsa, stavano per far giungere il ragazzo alla meta; tra le braccia della giovane per un dolce abbraccio.
"Si fermi!"
Il grido risuonò nella sala quasi vuota. In pochi secondi Davis si ritrovò circondato da un gruppo di agenti che gli urlavano a gran voce di non opporre resistenza.
Stizzito e sconcertato, il ragazzo provò ad avanzare in direzione della coetanea… dieci secondi dopo era steso a terra che si contorceva per le scariche che il Taser di uno degli agenti gli trasmetteva.
Gli agenti lo portarono in direzione degli uffici dell'aeroporto.
"Ma perché lo avete fatto?!" gridò Liz arrabbiata
"Quest'uomo è nella lista di viaggiatori sospetti!" rispose il capo della squadra
"MA NON DICA STRONZATE! RICONTROLLI!!"
"Va bene signorina" fece quello con l'aria supponente tipica di chi sa di aver ragione… o meglio crede di aver ragione, perché effettivamente, al controllo nel database, il nome di Davis non risultò e "il detective colombo", come fu ironicamente soprannominato da Liz, fu costretto a fare al ragazzo delle scuse ufficiali.
Con un umore che oscillava tra l'arrabbiato, per l'errore, e il terribilmente divertito, per la figuraccia fatta, i due ragazzi salirono su un taxi diretti al paesino della ragazza. Per una buona metà del viaggio rimasero nel silenzio più totale ma poi il clima si fece davvero troppo pesante.
"S-sai… è u-un po' s-strano che Willis n-non si s-sia fatto v-vedere" balbettò Davis avvicinandosi goffamente alla ragazza che, ovviamente, arrossì
"E… e que-questo… ti d-dispiace?" domandò lei
-Oddio, e ora cosa rispondo?- si chiese mentalmente il ragazzo -trovato!-
"Beh… si, un po'… m-ma stare c-con te è a-anche più…"
Non riuscì mai a terminare quella frase perché l'inopportuno tassista decise tutto d'un tratto di prendere la parola.
"E così l'hanno lasciato libero, signor terrorista!" disse con una voce che suonava falsa "Ah, questo paese sta andando allo sfascio… era meglio quando c'era Bush, che lui quelli come lei li rispediva a casa o li ammazzava senza nemmeno dargli il tempo di dire il nome!"
"Senta, che cosa vuole lei?" fece Davis cercando di essere il più cortese possibile "e poi come fa a sapere che mi hanno quasi arr… ma tu sei…"
"Buongiorno Dav, ci sei arrivato finalmente!" replicò il tassista levandosi il cappello e rivelando il suo volto
"Willis?!" dissero all'unisono i due passeggeri
"Già, proprio io! Allora Dav, non ci vediamo per un po' e mi diventi un pericoloso criminale?"
"Ma tu come… aspetta… SEI STATO TU?!"
"DingDingDing, abbiamo un vincitore!"
"Ma tu sei un idiota totale!" fecero un'altra volta in coro i due ragazzi
"Ehi piano con gli insulti… farti questo scherzo mi è costato fatica, lavoro extra e dover interpretare un tassista REPUBBLICANO,  cosa di cui mi vergogno profondamente!"
"Potevi non farmi lo scherzo, non trovi?"
"Quest'ipotesi non mi è mai passata per l'anticamera del cervello, ora silenzio e godetevi il panorama!"
 
Per quella giornata, così come per i tre giorni che seguirono, l'unico "panorama" a cui Davis si interessò fu la giovane del Colorado. Cercava di passare con lei più tempo possibile: le diede una mano in casa, la accompagnò al parco e perfino a Denver a fare shopping, il tutto riuscendo a mantenere una discrezione tale da impedirgli di essere considerato uno stalker.
Ovviamente non tutti apprezzavano questa situazione: non la sopportava Yolei che, per quanto avesse già stretto amicizia con Liz nelle precedenti visite, gradiva assai poco che quasi nessuno si fosse accorto della sua presenza, nonostante fosse arrivata da due giorni; colui che però detestava maggiormente quel rapporto era Willis e il motivo non poteva essere più chiaro.
-Non può essere che io mi lavoro Liz ai fianchi da quando avevo nove anni… nove anni?! Beh si ammetto di essere stato un bambino molto precoce… aspetta, ma perché mi sto giustificando con me stesso?! Comunque, io, Willis Ford, il ragazzo con cui ogni ragazza vorrebbe passare la notte che mi faccio battere da Davis?! La situazione è davvero grave, occorrono mezzi drastici-
Non ci volle molto tempo prima che le "misure drastiche" invocate dal biondo americano si mettessero in azione, materializzandosi nell'insospettabile figura di una bimba di sei anni. Esatto, l'arma segreta di Willis Ford era la sua sorellina Mary, un metro e tre di bambina, con capelli biondi e relativamente lunghi e due occhi che promettevano fuoco e fiamme. Praticamente la versione femminile, e sensibilmente meno sexy aggiungerebbe lui, di suo fratello.
"Ti serve qualcosa?" domandò la piccola vedendo che il fratello praticamente la stava pedinando
"Si, mi dovresti fare un favore" fece l'altro
"Che tipo di favore?" chiese curiosa
"Beh, sai, è abbastanza normale che una bambina piccola, stando spesso e volentieri a contatto con un simpatico ragazzo più grande possa arrivare a sviluppare una sorta di infatuazione per lui"
"Vieni al punto!" lo incalzò la piccola
"Mi serve che tu finga di avere un infatuazione per Davis" esclamò il biondo
"COOSA!! E PERCHE' DOVREI?!!"
"Perché così potrò convincere Liz che lui è un maniaco, lei lo dimenticherà e io avrò campo libero; non ci tieni alla felicità del tuo fratellino?"
"Mmm, vediamo… direi che la felicità del mio fratellino vale almeno… cento dollari"
"Che cosa?! Tu vorresti che io ti paghi?! Ma sei completamente fuori  di testa!"
"Perfetto, allora racconterò il tuo piano a Davis e alla mamma"
"Co-cosa, NO!... Va bene, ti pagherò" concluse rassegnato
"Allora abbiamo un accordo… ah, il prezzo è salito a duecento dollari" replicò la bimba
"Ma come?!"
"Devi comprare non solo i miei servigi… anche il mio silenzio, no?" fece Mary con un sorriso mentre il fratello le dava cento dollari di anticipo.
 
Il giorno seguente finalmente il digiprescelto poté dare il via al suo malefico piano;  dopo essersi accordato con la sorella il ragazzo trascinò l'amico e gli rivelò la recente scoperta.
"Ma perché tutte le ragazze che si prendono una cotta per me sono o troppo piccole o sono del psicopatiche?" si domando il giapponese provocando lo sguardo interdetto dell'amico
"E' una lunga storia, un giorno te la racconterò" aggiunse Davis
"Non devi se non vuoi... comunque cosa ne dici, me lo fai questo favore?" replicò il biondo
"Va bene, per stavolta la assecondo" fece Motomiya scoraggiato "ma, prima o poi, gli dovrai parlare"
"Ti giuro che già dopodomani lo farò ma per domani potresti assecondarla?" domandò con molta gentilezza l'altro
Dopo alcuni minuti di incertezza Davis dovette ammettere che non c'era niente di male nel cercare di far felice una bimba di sei anni e acconsentì alla richiesta dell'amico; per tutto il giorno seguente sarebbe stato il cavaliere della piccola Mary.
Il giorno seguente tutto andò come Willis aveva previsto. Davis iniziò sin dalla mattina a stare dietro a Mary e ad assecondare tutte le sue richieste; si sentiva un po' ridicolo ma la piccola ne era molto felice e a lui andava bene così.
-Però, ci so fare con i bambini piccoli- pensò il castano -perché invece di quella pustola di Jun non ho avuto un fratellino o una sorellina più piccoli di me? Che cosa ho fatto di male per meritarmi quell'arpia?-
Passarono tutta la mattina a giocare a quello che i digiprescelti avevano chiamato il digi-baseball, ovvero un baseball con Mary sempre in battuta, Davis o altri come catcher e in cui alla palla si sostituiscono a turno la "Bolla magnetica" di Terriermon e la "Bolla congelante" di Lopmon, poi una partitella a basket Willis vs Davis, finita con la vittoria del giapponese, e un giro per il paese in cui il ragazzo del sol levante comprò un gelato alla sua piccola "spasimante".
Nel frattempo Willis, dopo la partita di basket, aveva avvertito Liz dei sospetti che nutriva riguardo alle intenzioni dell'amico; lei era rimasta piuttosto scettica riguardo a tutti i deliranti sospetti dell'amico sul fatto che Davis potesse o meno essere un maniaco ma in virtù della loro amicizia di lunga durata aveva deciso di seguirlo.
Il duo spiò Davis e Mary fino a mezzogiorno e mezzo circa, quando fecero una pausa e pranzarono tutti insieme a casa di Willis, riprendendo solo dopo aver mangiato; durante il pranzo il digiprescelto del coraggio era sembrato sempre parecchio in imbarazzo e, unendo tale dato all'attenzione quasi ossessiva che aveva caratterizzato il ragazzo per tutta la mattina, certi dubbi avevano cominciato a farsi strada nel cervello di Liz.
La goccia che fece traboccare il vaso arrivò a pomeriggio inoltrato. Su richiesta della bambina Davis aveva acconsentito a fare una cosa totalmente illogica, un bagno in pieno inverno nel laghetto vicino al paese; Il caso, al secolo Willis, volle che Liz passasse di li proprio nel momento in cui, davanti a Mary, il ragazzo dal giapponese si stava levando giacca a vento, maglia e canottiera.
Chiunque avesse assistito ad una simile scena si sarebbe limitato a pensare che il giovane voleva semplicemente farsi un bagno nel lago, magari perché era stato sfidato a farlo proprio dalla piccola come poi era, ma la povera Liz, alla quale sin dalla mattina Willis continuava a raccontare certe balle, stavolta non era "chiunque".
"Brutto porco!" sbottò la ragazza colpendolo al volto con un pugno
"L-liz?" rispose il poveraccio quasi pietrificato
"Non voglio vederti mai più, hai capito?! MAI PIU'!!" e corse via in lacrime lasciando Davis col naso rotto, mezzo immerso nell'acqua gelida del lago
Da dietro un albero Willis aveva osservato tutta la scena, il suo piano sembrava essere riuscito alla perfezione.
-Mi dispiace Dav- si disse mentalmente -ma tutto è lecito in guerra e in amore e qui siamo dentro ad entrambi… muhahahah-
 
Passarono alcuni giorni dal nefasto evento, almeno tale era per Davis, e la situazione giunse ad un punto imprevisto; contrariamente a ciò che aveva pensato Willis, Liz si chiuse in casa chiedendo alla madre di chiudere la porta a chiunque si fosse presentato, in particolare a Motomiya. Il ragazzo del Colorado non era contento della situazione; era convinto che senza Davis avrebbe avuto la strada spianata mentre la realtà era che senza il giovane giapponese non c'era nemmeno la strada.
Dalla parte del castano poi la situazione non era certo migliore. Dal giorno del fattaccio Davis non si era più ripreso; la maggior parte delle ore della giornata le passava a casa dell'amico, chiuso nella camera in cui alloggiava, con l'unica eccezione dei pasti e dei quindici minuti che gli servivano per andare dal fioraio con l'intenzione di comprare un mazzo che poi non acquistava mai; non parlava quasi più e non si era più nemmeno avvicinato a Mary, Willis gli aveva detto che le aveva parlato e che la cotta le era passata ma non era servito a niente. Ormai non sembrava più nemmeno vivo.
Il tutto si stava facendo davvero insostenibile. Il ragazzo del Colorado non sapeva proprio più cosa fare; non era questo l'esito che lui aveva previsto per il suo piano.
-Chissà perché nessuno dei miei piani funziona mai?- si domandava ossessivamente il ragazzo osservando il quadro generale
La risposta gli giunse inaspettata nella sera del sabato seguente. Come ogni sabato, Willis era al muretto vicino al fiume, con la sua fedele bottiglia di whiskey a tenergli compagna, intento a cantare "Waitin' on a Sunny Day" e rimuginare sugli ultimi eventi quando qualcun altro si sedette in prossimità dei suoi piedi; il ragazzo si levò di scatto e vide una persona che era sempre stata li con loro ma che quasi nessuno aveva notato in quei giorni.
"Ciao Yolei" fece il biondo con una voce stanca
"Ciao Will, perché stavi cantando "Waitin'…"?" replicò per iniziare la conversazione
"Beh, perché è una canzone da sbronza"
"Sai vero che primo, tu non sei sbronzo e, secondo, la scienza purtroppo non è ancora giunta alla definizione di "canzone da sbronza"?"
"Ah, ma non è importante, è una vita che precedo la scienza"  concluse lui facendo ridere entrambi
Rimasero per alcuni secondi in silenzio ad osservarsi e a ridere dopodiché la giapponese si fece improvvisamente seria
"Mary mi ha raccontato tutto… perché l'hai fatto?" domandò la ragazza a bruciapelo
"Beh, l'ho fatto perché… perché è da quando ho nove anni che Liz mi piace, ovviamente le sensazioni che provo sono cambiate con il tempo ma è da quell'età che penso che sposarmi con lei sarebbe una bellissima cosa"
La risposta colpì molto Yolei, che probabilmente si aspettava qualcosa di un po' più volgare, ma non le fece abbassare la guardia.
"Will, a Lizzie piace Davis! Ora che mi hai raccontato questa storia posso al massimo dirti che mi dispiace per te, ma non puoi farci niente"
"Già… non posso farci niente" ammise con una rassegnazione che presto si trasformò in rabbia
"Non arrabbiarti!" replicò la ragazza con una voce leggermente alterata "se magari tu evitassi di scoparti ogni ragazza carina che incontri nei bar…"
"Ma non lo faccio apposta" rispose recuperando l'ironia che lo contraddistingueva "diciamo che lo faccio per sfogare le mie frustrazioni"
Guardò verso la ragazza per vedere se l'aveva convinta; la risposta era ovviamente no.
Si osservarono intensamente per alcuni minuti facendo quello stupido gioco del guardarsi negli occhi, poi l'americano cedette.
"Okay, okay, lo ammetto, lo faccio anche perché mi piace troppo" fece con nonchalance "però sai, quando hai la tua prima volta a sedici anni, è una cosa che ti cambia la vit…"
"COOSAA?! SEDICI ANNI?!"
"Non te l'avevo mai detto?" replicò il ragazzo sorridente "beh, si sono stato piuttosto precoce in quel senso"
"Non sono morbosamente interessata alla vita sessuale presente e passata!" ribatté arrossendo "se lo fossi sarei una maniaca"
"Guarda, in mia difesa posso dire che non ero io quello che ha voluto farlo" prosegui facendo finta di non aver sentito la sua risposta "lei aveva tre anni in più di me e io ero, e lo dico non perché voglia vantarmi ma perché è una cosa che mi dicono tutte, e sono tuttora considerato il ragazzo più bello del paese e quindi…"
"Beh, non è che tu abbia molta concorrenza qui nel tuo paese" considerò lei in tono scherzoso
"Se è per quello sono stato votato sul gruppo delle studentesse come il ragazzo più sexy della mia università a Denver; li eravamo migliaia di studenti e io ho battuto anche gli sportivi!" affermò con una certa soddisfazione
"Ehi, che c'è? Ti sei offeso?"
"Ma va! Figurati!" rispose con finta arrabbiatura
 "Non ti devi preoccupare Will, sono sicura che da qualche parte troverai la tua metà"
"Ma se ho fatto fatica a mettere insieme un gruppo di soli sei-sette amici!" esclamò l'altro
"Ma allora vuoi farmi incazzare!" disse decisa Yolei "ma secondo te una ragazza di oltre vent'anni è immatura quanto una di tredici; Willis, devi finirla di vivere nel passato! Prova a pensare al futuro, sei l'unico ragazzo con tre lauree che non ha ancora deciso cosa farà da grande!"
"Ci proverò" rispose con un sorrisone "ho già pronti un paio di progetti"
"Ah si" fece la ragazza scettica "sono curiosa di sentirli"
"Rimediare al casino che ho combinato tra Dav e Liz e poi… questo" e mettendole una mano dietro alla nuca la attirò a se baciandola sulle labbra
Con grande sorpresa di Willis il bacio durò per una buona manciata di secondi, tanto che il ragazzo riuscì perfino ad appoggiarle una mano sul fianco senza che gli venisse tagliata, e terminò soltanto quando la mano incriminata cominciò a risalire, secondo Willis "contro la sua volontà", sotto la maglietta della ragazza.
"M-ma perché d-devi fare così?!" gli urlò lei terribilmente imbarazzata mentre si dirigeva verso casa "un giorno io ti ammazzerò Willis Ford!"
Willis non rispose, levò la bottiglia di whiskey e lo sguardo al cielo come per un brindisi
"Ma le hai fatte tutte matte le donne?... Oh, i'm waitin, waitin on a sunny day…"
 
Il giorno seguente il digiprescelto americano mantenne la sua promessa; nella prima mattinata si recò da Liz, riuscendo a convincerla a farlo entrare in casa sua, e le raccontò la verità sull'accaduto, anche se con verità si intende la storiella della cotta di Mary, e ammise che stava scherzando quando definiva il giapponese "un maniaco"; infine, per farsi perdonare la accompagnò sino a casa sua e le indicò il luogo dove si trovava Davis.
Liz entrò nella stanza risvegliando dal suo stato semi comatoso il ragazzo giapponese al quale non pareva vero che lei fosse venuta fin li da lui.
A sancire la loro definitiva riappacificazione fu però ancora Willis anche se in modo del tutto inaspettato. Sentendo infatti che i due non si parlavano, in realtà si parlavano ma a bassa voce e con frasi molto brevi, il biondino ebbe la poco brillante idea di fargli uno scherzo: chiuse entrambi i ragazzi nella stanza e, dopo alcuni minuti di protesta, fece passare sotto la porta un bigliettino con avvolta all'interno una galletta, dodici dollari e con scritto un ultimatum che recitava cosi:
"Ora o vi riappacificate o rimarrete chiusi qui per il resto della vostra vita (risata malvagia); la galletta è per garantire la sopravvivenza di entrambi... forse; se farete pace, collaborerete, dividerete la galletta e uscirete da qui sani e salvi, ma se non vi riconcilierete allora… (altra risata malvagia); che vinca il migliore. Ps: per la cronaca io, Mary, la mamma e Yolei puntiamo su Lizzie"
Dopo che Lizzie ebbe spiegato all'amico il perché del suo comportamento convennero che dovevano trovare un modo per farla pagare al biondino; fu così che i due si riappacificarono ma rimandarono indietro la galletta intera con un nuovo biglietto che recitava:
"La galletta ve la cediamo volentieri, noi ci dividiamo i soldi che voi avete puntato (risata molto lunga e molto malvagia)!"
Morale della favola: Willis fu costretto a farli uscire e a rifondare di tasca propria tutti gli scommettitori.
Per la sera di quella domenica tutto era tornato alla normalità: i ragazzi ridevano e scherzavano tutti insieme, Yolei era diventata ancora più isterica verso Willis, Mary era ritornata ad essere la bambina simpatica sempre in cerca di un compagno di giochi e anche Willis era tornato lo stesso ragazzo ironico, malizioso ma fondamentalmente corretto di sempre.
Come il giorno prima, anche la domenica il biondino si ritrovò la sera sul muretto in compagnia del suo whiskey, pronto a contrastare il freddo pungente dell'aria del Colorado.
Aveva appena iniziato la bottiglia quando vide avvicinarsi un ombra che inizialmente scambiò per Yolei ma che poi si rivelò essere, con suo sommo dispiacere, Davis.
"Ehi, come va fratello?" esordì
"Abbastanza bene Dav" replicò l'altro "visto, alla fine è tornato tutto come prima"
"Già… certo che però anche tu potevi evitare di scherzare su certe cose"
"Perdonami amico, ma c'erano alcuni momenti in cui sembravi davvero un po' ambiguo"
"Lo so! Certi miei comportamenti sembravano ridicoli anche a me" fece il castano divertito "grazie Will, per avermi aiutato a fare pace con Lizzie"
"Di nulla, certo che però ha reagito davvero male" fece Willis "credo sia una peculiarità delle ragazze, conoscono molti modi per fartela pagare"
"Ah, lo so; pensa che una volta Sora ha sabotato tutto il secondo tempo di una partita di calcio della squadra di Tai, vincevano due a zero e alla fine hanno perso tre a due"
"Cosa?! Ma come ha fatto? E perché?"
"Per quanto riguarda il come so che ha usato lo specchietto che Mimi usa per truccarsi per riflettere la luce del sole negli occhi dei ragazzi della squadra di Tai così da fargli sbagliare passaggi e dribbling"
"Ingegnoso!"
"Il perché invece si ricollega al discorso che avevamo iniziato; hai presente quando ti ho detto che erano in vantaggio due a zero? Beh, non ho specificato che erano avanti con un rigore inesistente e un goal in chiaro fuorigioco"
"Ma scusa, e l'arbitro?"
"L'arbitro era un' "arbitra", per la precisione una ragazza dell'anno dei nostri amici, ed era... ehm, innamorata di Tai" concluse Davis lasciando impietrito l'amico
"No, scusa… ma ne sei assolutamente sicuro? E' una cosa che ti hanno raccontato o l'hai proprio vista?"
"L'ho vista e ne sono sicuro al cento per cento; pensa che durante un azione d'attacco questa ragazza si è spostata, in modo quasi impercettibile ma non involontario, pur di causare una collisione "accidentale" tra lei e il nostro amico; ricordo molto bene la scena, è stato… piuttosto imbarazzante dato che sono finiti uno sopra l'altra"
Willis e Davis scoppiarono a ridere immaginando la situazione in cui si era trovato Tai; il biondino, in particolare, decise che il racconto meritava un whiskey ed estrasse dalle tasche un bicchierino, in cui verso immediatamente la quantità, passandolo poi all'amico.
"A Tai Kamiya, perché se non ci fosse ci toccherebbe inventarlo" esclamò Willis; i due amici mandarono giù i rispettivi gocci dei whiskey quasi in contemporanea dopodiché ripresero a ridere andando avanti ancora per alcuni minuti
"Perché l'hai fatto?" domandò Davis alla fine "perché mi hai aiutato a riappacificarmi con Liz?"
"Per una cosa che ho capito solo di recente; diciamo che sono un po' come il giudice Roy Bean"
"Un ubriacone forcaiolo?"
"No, un uomo un po' cialtrone ma che, sotto sotto, è onesto e romantico" replicò in ultimo Willis
"Ehi, cialtrone, è mezzanotte"
Non fu necessario spiegare, i due ragazzi si levarono dal muretto e tornarono a casa. Appena entrati trovarono Mary sul divano, ancora sveglia; Davis le diede una smossa ai capelli e se ne andò a letto mentre Willis la prese in braccio e la portò in camera sua.
"Ehi, Mary" sussurrò
"Cosa c'è?"
"Perché hai accettato di farlo? Tu vuoi bene a Davis"
"Perché volevo farti felice; ti ho visto troppe poche volte con un vero sorriso"
"Grazie piccola" fece dolcemente il fratello
"Di nulla"
"Beh, però ora dovresti restituirmi i cento dollari di anticipo, in fondo non hai portato a termine la missione" aggiunse ironico
"Okay" replicò lei restituendogli il soldi "ma ora dovrai darmi milleduecento dollari se vorrai il mio silenzio!"
-Merda- pensò il ragazzo prendendo il portafogli -è troppo uguale a me!-
 
 
 
ANGOLO DELL'AUTORE
 
Buongiorno a tutti cari lettori e lettrici!
E così, dopo alcuni mesi, torno nella sezione di Digimon Adventure con una nuova fanfiction; il tono sarà generalmente sul demenziale, ma mai totalmente nonsense, e, anche se magari questo primo capitolo non tanto, la mia intenzione sarà ovviamente farvi divertire il più possibile con le avventure al limite del surreale di due veri idioti.
Passo ora ad alcune precisazioni riguardo alla storia:
Per prima cosa è importante sapere che, come ho scritto anche nella presentazione, questa storia sarà strettamente legata a quella che ho scritto precedentemente e che quindi per comprenderla fino in fondo è necessario aver letto anche "Digimon Wars".
Inoltre, come nella mia precedente fanfiction, saranno moltissimi i riferimenti alla realtà e alla cultura popolare dei giorni nostri.
Per finire è bene sapere che molto spesso queste storie trarranno ispirazione dalla serie tv "Psych", più volte citata all'interno delle stesse storie, e in particolare questo primo capitolo e vagamente ispirato ad un episodio di essa (per la precisione l'episodio otto della quinta stagione).
Concludo augurandovi buona lettura e sperando di essere riuscito, e di riuscire in futuro, a divertirvi.
Grazie dell'attenzione e arrivederci da ShawnSpenstar.

 

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Capitolo 2
*** La legge dei videogiochi ***


La legge dei videogiochi
 
13 agosto 2013
 
"Ecco" esclamo allegra Sarah Ford "siamo arrivati"
Nei sedili dietro Davis, Lizzie e Yolei cercavano di capire quale fosse la loro destinazione finale.
"Quella lì" fece nuovamente la madre di Willis indicando una villetta in lontananza "è la casa del fratello maggiore di mio marito; si chiama Frank Ford, i suoi gli hanno dato quel nome in onore di Franklin Delano Roosevelt"
"Già" si inserì Willis "vive qui con sua moglie e il miei nonni paterni da quando si è sposato"
"La famiglia di tuo zio e i tuoi nonni abitano insieme?" chiese stupita Yolei
"Si, si sono trasferiti qua perché il nonno aveva bisogno di trasferirsi in una località di mare; devi sapere che ha avuto un crollo psicologico durante la guerra di Corea dopo che la squadra di cui faceva parte è stata annientata in un imboscata; non si è mai ripreso da quell'evento, quando è tornato in America ha anche vissuto un periodo di depressione e, anche se questo gli ha impedito di essere richiamato per il Vietnam, non è stato un bel periodo per lui… ancora oggi, ogni tanto, ha qualche attacco"
"Che brutta storia" esclamò la ragazza in tono triste
"Non del tutto; il nonno ha approfittato del fatto di essere sfuggito al Vietnam per andare con mia nonna, mio papà e mio zio a Woodstock; zio Frank dice che senza quel viaggio la famiglia Ford non sarebbe quella che è adesso"
"In che senso?" domandò incuriosito Davis "prima eravate repubblicani?"
"Mai stati repubblicani in vita nostra, fu semplicemente un esperienza importante; pensa che sia mio zio, che all'epoca aveva solo dodici anni, sia papà, che invece ne aveva addirittura sei, se lo ricorda… no benissimo"
A Davis non sfuggì l'incertezza con cui l'amico aveva pronunciato quelle ultime parole; sapeva che sarebbe stato più corretto dire "ricordavano" dato che il padre era morto da cinque anni ma c'era Mary, ed era sveglia.
"Ma quindi è un caso che, con tutte le località di mare che esistono negli USA, tuo zio sia venuto ad abitare proprio qui a Santa Barbara?" cercò di sdrammatizzare Yolei
Willis riprese improvvisamente colore e un sorriso a trentadue denti si materializzò sul suo volto.
"Si! Però, dato che ora siamo qui anche noi, mi sono permesso di stendere un programma per la settimana che passeremo qui" e passò a Liz un foglietto stropicciato che la ragazza iniziò a leggere
"Primo giorno: visita alla "Psych", intervista a Shawn e Gus su come si svolge il lavoro di un detective sensitivo e chiedere l'autografo; secondo giorno: visita al dipartimento di polizia, intervista a Juliet, Lassiter e Mc Nab e, per finire, visita al laboratorio di Woody il coroner; terzo giorno: rintracciare, insieme a Shawn, Pierre Despereaux e intervistarlo… Willis ma ti rendi conto che Psych è uno show televisivo e che il set reale si trova a Vancouver nella British Columbia?"
"Dettagli; adesso andiamo a lasciare giù i bagagli alla casa dello zio e poi andiamo subito alla Psych"
Arrivati alla casa però i buoni propositi espressi da Willis si sciolsero sotto il sole cocente; il caldo infatti era davvero troppo asfissiante e nessuno di loro aveva voglia di camminare.
"Cazzo, fa un caldo terribile!" si lamentò Davis
"Per forza, noi torturiamo il pianeta e poi pretendiamo che lui non ci restituisca il conto" osservò Willis sconsolato "ma giustamente lui non se ne sta zitto e buono, e allora salgono le temperature, il livello dei mari e invece si sciolgono i ghiacciai; sapete, sono convinto che il peggior male del nostro tempo sia lo scioglimento: quello delle calotte polari; quello degli Oasis; il non-scioglimento del partito repubblicano…"
"Se escludiamo le stronzate finali, il tuo discorso mi ha stupita" fece Yolei "non ti facevo ecologista"
"Sono un ragazzo pieno di sorprese" replicò facendola arrossire
"Sei anche un ragazzo pieno di ragazze" aggiunse un'altra voce proveniente dalla porta di casa
"Jimi! Ciao cugino" esclamarono in coro i due giovani Ford, salutando un ragazzo sulla trentina
"Ciao ragazzi, ciao zia Sarah"
"Ciao Jimi, come stanno il nonno, la nonna e i tuoi genitori?"
"Abbastanza bene" rispose quello voltandosi poi verso gli ospiti "ben ritrovata Lizzie vedo che sei in ottima forma"
"Ciao Jimi"
"E voi dovete essere gli amici giapponesi di mio cugino; piacere di conoscervi, io sono Jimi Ford"
"Io sono Yolei Inoue, e lui è Davis Motomiya; il piacere è nostro"
"Entrate pure e seguitemi" disse il ragazzo "Willis mi ha chiesto di mostrarvi una cosa"
I due digiprescelti fecero come gli aveva detto, avevano già una mezza idea di che cosa si sarebbero trovati di fronte dato che, parlando dal cugino, Willis l'aveva definito un genio, uno con una doppia vita, impiegato di giorno, bevitore e asso dei videogiochi di notte.
"Ecco, siamo arrivati" esclamò Ford fermandosi davanti alla porta della mansarda
 Yolei e Davis entrarono e si trovarono di fronte ad uno spettacolo impareggiabile; c'erano console di ogni genere: Playstations; Wii; una postazione con otto mazzi diversi di carte da Magic e un numero di videogiochi e DVD, ovviamente masterizzati, tale da far scoppiare di gioia qualunque nerd sulla terra.
I ragazzi dovettero strofinarsi gli occhi di fronte a quello spettacolo.
"Wow!" esclamò Davis "questo è…"
"Inquietante?" completò Yolei ironica
"Stavo per dire meraviglioso"
"Se volete, ho qui l'inventario dei giochi" fece Willis porgendogli un foglio
Leggendo i titoli posseduti dai Ford, le pupille di Davis si dilatarono dall'esaltazione tanto da sembrare che fosse sotto l'effetto di qualche strana sostanza.
"No, fammi capire, tu avresti: la serie completa di "The Legend of Zelda"…"
"Ogni singolo capitolo, alcuni per la Wii, altri per Gamecube e altri ancora sul computer; se ti interessa ho anche un ocarina per suonare il tema del gioco"
"Tu sai suonare il tema del gioco?!" gridò il giapponese
"E' la sola cosa in assoluto che sa suonare" lo stroncò Liz "mi ricordo quando facevamo musica alle elementari; gli facevamo suonare sempre quella perché se ne provava un'altra ti veniva voglia si spaccargli gli strumenti in testa pur di farlo star zitto"
"… poi, tutti i "Final Fantasy" compresi di spin-off; "Tekken 2, 5 e 6"; "Soul Calibur 2" per Gamecube…"
"E' quello con Link!"
"… la serie di "Super Smash Bros"; "Playstation All Star Battle Royale"; "Parasite Eve 1 e the 3rd birthday"… questo non me lo ricordo"
"E' il gioco che può vantare quella che secondo me è la donna più sexy della storia dei videogiochi: Aya Brea" disse il biondino con sguardo sognante "credo sia l'unica donna non reale con cui vorrei andare a letto… ok, no, ci sono anche quasi tutti i personaggi femminili di "Final Fantasy" e altri da altri giochi, ma lei è l'unica per cui potrei cercare di entrare nel videogioco come fa Genki"
"Ah, beh allora… poi ci sono i giochi sulla NHL…"
"Che vuoi farci, io adoro l'hockey, è uno dei pochi sport che mi piace"
"… la serie di "Uncharted"; la serie di "Infamous"; "Devil May Cry 1 e 2" e altri ancora… cazzo che collezione, ma come li hai comprati tutti? La tua famiglia non è ricca"
La domanda provocò in Willis un impercettibile brivido, ed era strano dato che, in tutta la sua vita, Davis non lo aveva mai visto veramente in imbarazzo.
"Diciamo che solo alcuni li ho comprati" fece l'americano cercando di tergiversare "di solito, in quei casi, faccio a metà con mio cugino"
"E negli altri casi?"
"Beh, la cosa è un po' più complessa; si potrebbe dire che le consolle le ho ottenute comprandole rotte, a prezzi stracciati, da persone che me le avevano portate perché le riparassi alle quali dicevo di non esserne in grado, mentre i giochi li ho comprati fingendo che fossero irrimediabilmente rovinati"
"Praticamente li hai rubati" puntualizzò Davis
"Lo trovo un termine un po' eccessivo ma si, probabilmente è corretto dire così"
Davis mantenne la sua faccia stupita per alcuni secondi, poi desistette; era difficile conoscere Willis da anni e rimanere ancora stupiti per certe cose.
"Beh, allora che si fa con questo tesoro?" domandò Davis con il joystick della playstation 2 già in mano
"Si va in giro per la città" replicò con un entusiasmo che l'amico non condivideva "dobbiamo quantomeno andare al dipartimento di polizia, voglio incontrare Jules e Woody il coroner"
"No, non puoi essere serio" gemette il castano cercando disperatamente di scorgere qualche segno di ironia sul volto dell'amico
Per sfortuna sua e di Liz, che fu costretta ad accompagnarli in quanto adulto responsabile, Willis non era mai stato più serio, anzi, la sua serietà era tanta e tale che mezz'ora dopo erano già fuori dal dipartimento… cacciati dopo circa dieci minuti di visita.
"Te lo ripeto" esordì Davis "noi due non ti conosciamo, siamo usciti dalla centrale con te solo per sostegno morale tra civili"
"Confermo!" aggiunse Liz "certo che tu potevi evitare di imitare Shawn Spencer così… ehm, così fedelmente"
"Che tradotto vuol dire: la prossima volta che vuoi puntarti tre dita alla tempia e fingerti uno che finge di avere una visione psichica sei pregato di mandare perlomeno un avviso scritto"
"E smettetela di lamentarvi" replicò il biondo "non si ricorderanno mai di questo incidente, non mi hanno preso impronte, ne identificato e appena mi sarò fatto la barba e tagliato i capelli sarò irriconoscibile"
"Okay, ora stai delirando!" esclamò Davis cercando di chiudere il discorso "primo: non vedo perché avrebbero dovuto schedarti o robe del genere, l'idiozia, per tua fortuna, non è ancora considerata reato; secondo: sono d’accordo con te, devi tagliarti quei capelli e quel ridicolo pizzetto biondo; sembri una capra metallara tinta geneticamente modificata!"
"Finitela con gli insulti!" sbottò infine il biondo "allora… che si fa"
"C'è anche bisogno di dirlo" gioì Davis estraendo dal suo zaino il joystick che si era portato dietro sinora
"Ma tu sei più malato di lui!" osservò divertita Lizzie
"Perfetto" concluse Willis "Liz, avverti mamma e gli altri che domani io e Dav per almeno dodici ore saremo impegnati a salvare il mondo o ad ammazzarci a vicenda!"
 
Il giorno dopo tutti ebbero la conferma che Willis Ford è un uomo che mantiene, quasi, sempre la sua parola; già alle cinque di mattina, infatti, il biondo americano era sveglio, lavato, aveva fatto colazione ed era vestito; in poche parole, era pronto per una giornata di videogames.
Senza il minimo tatto andò a svegliare Davis che, facendo esattamente quello che una qualunque persona con un mezzo ciclo cerebrale avrebbe fatto, gli rispose con un sincero e sentito "vaffanculo"; come ogni volta però l'americano fece finta di non aver sentito niente e tornò immediatamente alla carica.
"Ma cos'è che non capisci di "vaffanculo"?" osservò Liz, appena svegliatasi a causa del rumore provocato dal ragazzo "non mi pare che sia una risposta che possa dare adito a diverse interpretazioni"
Vista la resistenza che Davis, ma in realtà che un po' tutti, opponevano, Willis decise di giocare la sua carta vincente; le quattro parole che farebbero scattare in piedi ogni uomo, fosse anche un morto.
"Hai paura di perdere?" fece con una voce volutamente cattiva
Come era prevedibile a quelle parole Davis prese vita e simulando una lucidità che non aveva, dato che si era appena svegliato, si lanciò a gran velocità verso la rampa di scale che conduceva in sala; riuscì incredibilmente a restare in piedi e giunse in cucina sano e salvo con al suo seguito Liz e Yolei che, pur non essendo poi così più deste di lui, si erano incaricate di evitare che si ammazzasse da solo; dopo una veloce colazione, anche il giapponese era finalmente pronto per dare il via alla sfida.
"Allora con cosa si inizia?" domandò curioso il digiprescelto del coraggio
"Che ne dici se, per riscaldarci, facciamo qualche partitella a Magic?" propose in risposta Willis
"Vada per Magic, anche se devo ammettere che è una vita che non ci gioco"
"Okay, quale mazzo vuoi?" chiese il biondo mostrando due mazzi "quello a destra l'ho fatto io mentre quello a sinistra è di mio cugino"
"Ti dispiace se scelgo il tuo?"
"No, assolutamente" rispose l'americano con il tono malvagio di chi sta tramando qualcosa
Preso il mazzo Davis e Willis si misero in posizione al tavolo di gioco.
"Questa riscaldamento sarà di buon auspicio per tutta la mia giornata!" esclamò il castano ansioso di cominciare
"Stai dicendo che vincerai?" replicò l'altro
"Si, e questa partita sarà solo l'inizio di una giornata gloriosa… del resto chi ben comincia è a metà dell'opera"
"Okay!" concluse il biondo pescando le sue carte "cominciamo!"
 
Alcune ore più tardi
 
"N-non… può… e-essere" gemette Davis ormai ridotto in stato semi comatoso
"Cosa? Che tu abbia perso trentasette sfide consecutive o che tu sia appena stato sconfitto nel tempo record di nove secondi" replicò il suo giubilante avversario
 "I-io… voglio la rivincita, devo tenere alto l'onore di Cloud Strife"
"E lo tieni alto facendoti battere per tre volte di seguito? Non mi pare una grande idea"
"La prima volta mi hai fregato, devo ammetterlo; ma la seconda ci sono andato vicino"
"Solo perché al momento di scegliere il personaggio tu mi hai spostato da Squall a Exdeath"
"Era solo per farti cambiare un po' personaggio, se no è una noia mortale giocare contro di te" replicò un divertito Davis "bisogna ammettere che saresti stato da registrare: "no, io… non posso perdere" oppure "e muoviti brutto sacco di patate" o anche "giuro che se non pari nemmeno questo ti taglio in due"; non mi sono mai divertito tanto a perdere… e poi sai che ti ho lasciato vincere"
"Certo che lo, ma me lo meritavo un bonus "disse il biondo "anche Mary è capace di battermi se lei usa Tidus, che è un missile, e io uso "l'imbecille del nulla", che invece unisce la mobilità e l'agilità di una trave di ghisa ad un cervello di dimensioni quantomeno subatomiche dato che, durante la storia, Golbez lo frega dieci volte su dieci"
"Dai che alla fine hai vinto lo stesso" concluse il giapponese "ora, altra partita!"
"Ehi Dav!" si inserì Yolei "sei vuoi vincere prova questo"
La ragazza consegnò al giovane digiprescelto un foglietto con scritta una combinazione di tasti; era un cheat code, Yolei aveva anche scritto quale sarebbe stato l'effetto, e a Davis si illuminarono gli occhi. Cercando di farsi notare il meno possibile riprodusse sulla sua PSP il codice scritto ed infine attese che anche Willis fosse pronto.
"Sei fregato fratello!" esclamò Davis soddisfatto "Ora beccati la mia Ipermossa EX"
"Prima tu" replicò glaciale l'altro
"Co-cosa"
In pochissimo tempo Willis aveva eseguito la mossa speciale di Squall, il Renzokuken, annientando il malcapitato avversario.
"Ma come… non… non p-posso aver perso, ho anche usato un cheat code"
"Già, ma io l'ho riconosciuto mentre tu lo digitavi con il joystick e così l'ho sfruttato anch'io"
"Ma come diavolo hai fatto a riconoscerlo!!"
"Beh, perché l'ho creato io quel codice"
"Davvero?"
"Davvero!"
"Ma allora tutte le partite a "Tekken 6" in cui mi hai battuto solo con il "Savage stance" di Miguel"
"Ho creato un codice che mi permette di eseguirlo con una combinazione di tasti elementare"
"E a "Super Smash Bros Brawl"!"
"Ho studiato un trucco che mi permette di accedere allo stato di smash senza bisogno di rompere la sfera ma semplicemente premendo una serie di tasti"
"Quindi avevo ragione, non c'era nessuna sfera smash! E pensare che tu hai cercato di farmi passare per uno che si immagina le cose"
I due andarono avanti per alcuni minuti a discutere riguardo ai reciproci comportamenti antisportivi, e avrebbe potuto farlo per ore visto quanto avevano cercato di imbrogliare, mentre, dietro di loro, Liz e Yolei se la ridevano di gusto. A discussione quasi conclusa i ragazzi vennero raggiunti da Jimi e dalla sua fidanzata; sfortunatamente il cugino decise di soffiare sui carboni ancora caldi.
"Ehi ragazzi, come siete nervosi; che cosa è successo qua?"
"E' successo che Willis è un ladro e un imbroglione!" fece Davis
"Dimmi qualcosa che non so Davis?" scherzò il ragazzo
"Jimi, non dovresti stare dalla sua parte!" fece il biondino mettendo il broncio come un bimbo piccolo "E poi quale imbroglione, sono semplicemente più bravo di te; del resto l'avevi detto tu stesso che il riscaldamento ci avrebbe detto come sarebbe andata la giornata e tu nel riscaldamento hai perso tre volte"
"Aspetta un attimo" lo interruppe Jimi "qual'era il "riscaldamento"?"
"Magic" rispose Davis con noncuranza
"E immagino che tu non gli abbia detto che sei stato campione mondiale di Magic per quattro volte di cui tre consecutive" fece rivolto al cugino
"CHE COOSAA?!!" urlò Davis "QUESTO DOVEVI DIRMELO!!"
"E ti dirò anche che il primo campionato, che non è tra quelli vinti consecutivamente, l'ha conquistato a sette anni"
"ECCO, QUI SI MANIPOLA LA VERITA'!!" prosegui Motomiya
"Smettila di raccontare tutto in giro" gemette verso il cugino rivolgendosi poi a Davis "e tu finiscila di parlare così, sembri un politico sotto inchiesta"
"Esigo una rivincita" impose il giapponese con voce perentoria "ad un gioco neutrale"
Tutti guardarono Davis con uno sguardo interrogativo.
"Ehm… definisci "gioco neutrale" Dav"
"E' un espressione che ho ideato adesso per indicare un gioco a cui non abbiamo mai giocato"
"Non ne sono certo ma credo che tu non abbia l'autorità per creare neologismi"
"Effettivamente non sono un letterato eppure anch… ehi, ma perché diavolo mi sto giustificando con te; forza, un gioco neutrale e ce la giochiamo"
Il gioco neutrale scelto fu "Playstation All Star Battle Royale", che i due cugini avevano comprato da poco e che quindi era ancora nuovo; i due avversari si prepararono facendo due sessioni da dieci piegamenti a testa il cui motivo era ignoto a tutti gli spettatori che tuttavia preferirono non indagare; dopo "l'addestramento militare", sporchi e sudati, si misero all'opera.
"Io scelgo Cole!" esclamò Davis
"Bene, allora io prendo Jak" ribatté l'amico
"Sei pronto per dare il via alla battaglia?" domandò il giapponese
"Certo che si!" rispose l'altro premendo il tasto di avvio "e sarà la battaglia più breve della storia"
"Cosa intendi dire?"
"Lo vedrai… pronti, via"
Con una mossa fulminea, Willis lanciò il suo personaggio all'attacco. Dopo un solo tentativo, il biondo riuscì a mandare a segno un pugno; la barra del personaggio raggiunse immediatamente il livello tre, quello che concedeva l'accesso alla finisher più potente.
"NO! NON PUO' ESSERE!!" gridò il ragazzo
"Preparati allo spettacolo Dav!" rise soddisfatto l'amico "HAI MAI SENTITO BATTERE LE ALI DI UN ANGELO?!"
Un solo tasto e Jak si trasformo in Light Jak, scatenando tutte le sue formidabili tecniche, dal Gelo Flash ad una terrificante tempesta di proiettili di luce che in breve tempo fecero piazza pulita del povero Cole e, ovviamente, della baldanza di Davis.
"Ma non avevi detto di non aver mai giocato a questo gioco?" domandò Davis ricevendo un'immediata risposta affermativa "E allora mi spieghi come è possibile che tu conosca dei trucchi; non puoi averli cercati, uno come te non ha bisogno di barare per vincere, e non puoi averli creati tu se non avevi nemmeno mai visto il gioco!"
"Veramente li ho proprio creati io" rispose l'altro "vedi Dav, quando creo un cheat code, io mi baso su sequenze di dati; non mi serve vedere il gioco"
"Ma allora… tu mi hai imbrogliato!" esclamò il giapponese "mi hai imbrogliato DI NUOVO!"
"Che vuoi farci fratello; io sono come Dreadzone!"
"Un'associazione a delinquere? Probabile"
"Sbagliato! "Senza censura e senza morale"!"
"Sai Will, il potere del lato oscuro è davvero grande in te"
"Bella citazione!" replicò "allora… rivincita?"
"Fino alla fine!"
I due giocatori andarono avanti ancora per quasi un'ora, per il povero Davis una terribile ora fatta di una serie impressionante di sconfitte che però prese con molta filosofia; molte partite furono decisamente "illegali" con i due che si davano spintoni, si staccavano il joystick a vicenda, tentavano di "impiccare" l'altro con i cavi, si arrovellavano nella ricerca dei cheat codes più impensabili nel tentativo di fregare l'altro e altre bambinate, definizione data da Yolei, simili.
Dietro di loro, come era prevedibile dato che i due andavano avanti sin dalla prima mattina con l'unica pausa, appena fatta, del pranzo, nessuno era riuscito a resistere; Jimi e la sua ragazza se ne erano andati quasi subito mentre Yolei aveva abbandonato quando il solenne duello si era trasformato nella versione videoludica di una rissa da saloon; la sola che era riuscita a "sopravvivere" era Liz ma anche lei era vicina a cedere e lo stesso Davis non aveva più molta voglia di giocare, anche perché a nessuno piace perdere in continuazione.
"Dav, avvicinati" sussurrò la ragazza ad un certo punto
Il ragazzo si allungo con discrezione, e in silenzio, in direzione del divano.
"Cosa c'è?" chiese
"Ti va di andare in spiaggia?"
La domanda mandò Davis nel panico e, dato che il suo cervello era ormai in uno stato comatoso, senza pensare al ciò che avrebbe significato rispose di si. Ora doveva solo trovare una scusa per allontanarsi.
"Ehi Will!" esclamò "io vado a… a mettere qualcosa sotto i denti; tu intanto allenati"
"Ok!" fece l'altro
A questo punto Davis abbandonò la postazione, scese al pianterreno il più in fretta possibile e insieme a Liz corse verso la spiaggia.
 
-Tu stai cercando di dare un nuovo significato al concetto di idiozia vero?-
Queste erano le parole che il "povero" Davis si ripeteva mentalmente sdraiato sulla spiaggia di Santa Barbara.
Effettivamente dire che era stato un cretino a non pensare a quell'evenienza non era assolutamente una cosa fuori luogo ma non era neanche del tutto vero; lui ci aveva pensato, ma aveva visto solo la parte positiva della situazione e il fatto che tale situazione fosse in gran parte positiva non aveva certo aiutato.
L'evenienza che tanto faceva penare il povero ragazzo era donna, bionda, stupenda, con addosso solo un bikini azzurro e decisamente con troppi centimetri di pelle scoperta; il suo nome era, ovviamente, Liz Raiser.
-Ora ti tocca fare appello al tuo autocontrollo- si disse -il che è semplicemente ridicolo dato che a malapena sai come si scrive autocontrollo-
Con una resistenza quasi stoica, altra parola di cui il giovane ignorava il significato, riuscì a tenere le mani a posto, anzi, per sicurezza le tenne sempre in tasca, ma ogni singola volta che guardava verso di lei temeva che da un momento all'altro non sarebbe più stato in grado di trattenersi.
Fortunatamente venne in suo aiuto proprio Liz che riuscì con qualche battuta a stemperare la tensione, inutile dire chi fosse l'oggetto delle battute.
"Ma dici che si è accorto che il mio "spuntino" sta durando quanto una cena ad un ristorante?" si domandò Davis
"Fa vedere quanto tempo è passato… un ora e tre quarti? Allora no, si sarà a malapena reso conto che te ne sei andato"
"Ma l'ho anche avvertito"
"Che cosa gli hai detto di preciso?"
"Che andavo a mettere qualcosa sotto i denti"
"Ah, quindi non hai accennato a me" fece la giovane "allora forse non ti ha nemmeno sentito"
"Come fai a dirlo?"
"Conosco Will da anni e so che l'unica cosa che può farlo uscire dalla trance da videogiochi sono le ragazze, tu però non hai parlato di ragazze nella tua frase quindi ha rimosso immediatamente quello che gli hai detto"
"Che maleducato" disse Davis in tono chiaramente scherzoso
"E' fatto così" replicò lei "e comunque non mi pare che tu sia molto più educato di lui… perché la tua mano destra si trova sulla mia gamba sinistra?!"
Il colpo morale, ma anche fisico visto che Liz gli tirò una sberla, che segui quelle parole riportò improvvisamente alla realtà. Era stato un gesto irrazionale, una pulsione ma si rese immediatamente conto, unica bella pensata del giorno, che se avesse cercato di spiegarsi così sarebbe finita molto peggio… probabilmente con un omicidio.
-Ma noo! Ma perché sono cosi imbecille!- si disse -e dire che non me ne sono neanche accorto-
Guardò la ragazza che nel frattempo aveva chiuso gli occhi per cercare di dormire; non aveva mai visto niente di più bello.
-Però devo ammetterlo, è stato tremendamente eccitante- proseguì -finirà che questa mano o me la taglierò per la vergogna o non la laverò mai più per il resto della mia vita-
Con questi ultimi pensieri i ragazzo si adagiò vicino alla ragazza dei suoi sogni, stava per assopirsi quando da una finestra una voce soave richiamò la loro attenzione.
"PERCHE' MI AVETE LASCIATO DA SOLO? MI AVETE FATTO FARE LA FIGURA DELL'IDIOTA" gridò Willis che dopo raggiunse di corsa le scale
"Sta venendo qua" fece Davis "che facciamo?"
Liz osservo l'espressione preoccupata dell'amico e sorrise.
"Quello che facciamo tutte le sere, Pinky" esclamò simulando una voce profonda da vecchio "tentare di conquistare il mondo"
"Non è divertente Brain" replicò l'altro stando al gioco
"Oh, su rilassati… al massimo potremmo dagli un premio; ci ha messo solo due ore per notare la nostra assenza, per lui è un vero record!"
 
 
 
ANGOLO DELL'AUTORE
 
Ed eccoci con un nuovo capitolo di questa raccolta di avventure talmente demenziali da farci capire come non ci sia bisogno di Digiworld per vivere avventure surreali, basta tanta, ma taaanta, deficienza. Approfitto dello spazio per ringraziare kymyit e Meteor9 per aver commentato e mia sorella Jesuisstupide per aver inserito, così come Kymyit, la mia nuova storia tra le seguite.
Seconda avventura/disavventura per Davis, Willis e soci e, spero, seconda serie di risate per voi lettori; rispetto al precedente capitolo penso che questo sia più demenziale e, credo, divertente, nel caso non la pensiate così fatemi sapere e cercherò di migliorare per i capitoli a venire.
Venendo al contenuto in se il capitolo è pieno di citazioni e riferimenti a videogames, anime, cartoni, film, musica eccetera, alcuni sono molto evidenti, se non addirittura dichiarati, altri sono più nascosti e complicati da individuare, in particolare ce ne sono quattro che mi sono molto divertito ad inserire e che sono tutti molto complicati; stavolta non vi sfiderò ad individuarli, sarebbe un gesto criminale io stesso non li ricordo bene tutti, ma nel caso vogliate provarci fatelo a vostro rischio e pericolo (scherzo)
Spero di essere riuscito nel mio intento di strapparvi un sorriso e alla prossima
 
P.S. allego una breve parte di riepilogo sugli O.C. di questa storia (nel caso siate nuovi lettori o, magari, non siate riusciti a capire da testo chi siano)
 
Sarah Ford = Mamma di Willis
Mary Ford = Sorella di Willis
Franklin "Frank" Ford = Zio paterno di Willis
Jimi Ford = Cugino di Willis
Martin Ford = Padre di Willis
Liz Raiser = Amica d'infanzia di Willis, innamorata di Davis e da lui ricambiata.

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Capitolo 3
*** Tema: la mia famiglia ***


Tema: la mia famiglia
 
12 Ottobre 2013, Sabato, Ore 9:30, casa Ford
 
"Ehi fratellone, mi aiuti con i compiti per lunedì?" esclamò a sorpresa la piccola Mary
Sta facendo il sorriso delle grandi occasioni. Nessuno, nemmeno la persona più malvagia dell'universo potrebbe dirle di no; figuratevi se può farlo il suo ricattabile fratello Willis Ford.
"Ma certo piccola!" replicò entusiasta "cosa ti serve?"
"Sai devo fare un tema su un membro della mia famiglia e ho scelto di parlare di te!"
"Ne sono lusingato, ma non vorresti osare un po' di più"
"In che senso?"
"Nel senso che sei una Ford! Devi spingerti oltre!"
Dallo sguardo di Mary era chiaro che la delirante "spiegazione" del fratello le aveva confuso ancora di più le idee.
"Eh?!" domandò la piccola
"Devi fare qualcosa che nessuno si aspetta! Non ti preoccupare, ti aiuto io; invece di parlare di me, narreremo la storia del capostipite dei Ford nel Colorado!! Forza andiamo in biblioteca!"
Detto ciò, Willis e la sorella si fiondarono fuori di casa a tutta velocità in direzione della biblioteca insieme a una lamentosa Yolei e due scontenti ma silenziosi Davis e Liz.
 
La biblioteca era l'unico luogo veramente affascinante del paese stando alle parole di Willis e per una volta il biondo americano non aveva esagerato; appena entrati si trovarono in un ambiente grande, non enorme, che emetteva un buonissimo odore di carta.
"Qui ci ho praticamente passato l'infanzia" fece Willis con un pizzico di tristezza
Gli altri non dissero niente, sapevano bene che non aveva avuto una bella infanzia ma sapevano altrettanto bene che non gli piaceva parlarne.
"Forza cerchiamo i documenti anagrafici!"
Entrarono nell'archivio e cominciarono, in realtà cominciò visto che Willis era l'unico a volerlo fare, a cercare; grazie alle sovrumane capacità intellettive di Willis il lavoro fu portato a termine in poco, tre ore e mezza, e il risultato fu un nome.
"Elliot J. Ford, nato in Tennessee nel 1831 e morto qui nel 1883, chissà chi era?" chiese Liz improvvisamente incuriosita.
"E' quello che scoprirò ora con una ricerca approfondita!" replicò il biondo mettendo mano al suo computer.
"Come farai a trovarlo?" domandò Yolei
"Vado sul sito dello stato…. poi cerco tra i censimenti e documenti anagrafe…. eee eccolo! Elliot J. Ford, ora scopriremo chi….aaaarrgh!"
"Che succede?" fece Davis
"G-guarda!"
"Elliot J. Ford, capitano sudista durante la guerra di secessione, per maggior informazioni visitare l'archivio di stato…. AHAHAHAHAHAHAH….v-vuoi dire che tu… mmpff… t-tu discendi d-da… mmpff… da un capitano sudista?! Ahahahahahah c-credo sia la notizia più divertente della giornata!"
"Ahahahah… e…e g-guarda la foto!" aggiunse Yolei "ahahahahah… c-con quella benda sull'occhio sembra un pirata!"
L'ilarità era incontrollabile: tra Liz che cercava disperatamente di non scoppiare a ridere davanti al suo amico, Davis che aveva un attacco ogni volta che si voltava verso di lui, Yolei che sghignazzava senza nemmeno prendere il fiato e perfino Mary che non riusciva a restate seria di fronte alla faccia del fratello tutti presero almeno un po' in giro il digiprescelto americano.
"NO!! MI RIFIUTO DI CREDERE CHE LA NOBILISSIMA E PURISSIMA CASATA DEI FORD DEL COLORADO ABBIA AVUTO COME CAPOSTIPITE UNO SPORCO, PUZZOLENTE, PIRATA, SUDISTA E REPUBBLICANO!!!!"
"Beh… ahahah… ve-vedila così: a-all'epoca… ahahah… i repubblicani e-erano… mmpff… erano gli… gli antischiavisti" disse il Motomiya
"IO PARLO DI REPUBBLICANO NELL'ACCEZZIONE MODERNA DEL TERMINE!!"
Davis cercò con tutte le forze di smettere di ridere con risultati non proprio eccellenti, del resto non era nemmeno sicuro di volerlo davvero fare, riuscendo solo ad uscire dalla posizione da uomo col mal di stomaco cui le risate l'avevano ridotto.
"Ahahahah… e…e ora… c-cosa… ahahahah… cosa intendi fare?" sghignazzò cercando di guardarlo dritto in faccia "… vuoi cancellare la storia? Ahahahah"
 "Esatto! Andiamo a casa a prepararci!"
Improvvisamente tutti si fecero seri.
"A prepararci per che?!" domandò il ragazzo dal Giappone
" Voglio scovare tutte le informazioni possibili su quel pirata per dimostrare che la famiglia Ford del Colorado è da sempre repubblicanofoba"
"Ma esiste come termine? E comunque cosa centra col fatto che dovremmo preparaci per qualcosa?"
"Rispondo ad entrambe le domande: risposta uno, si l'ho inventato io adesso; risposta due, mi sembra che ovvio se cerchi qualcosa devi andare alla fonte, no?"
"Mmm… andare alla fonte…. cosa in…. O MIO DIO, DIMMI CHE NON HAI PENSATO A QUELLO CHE PENSO IO!!!"
"E invece si! Si va in Tennessee!!!!"
 
Stranamente l'entusiasmo per il viaggio il Tennessee era minore di quanto Willis immaginasse... anzi diciamo pure che non era mai esistito; il commento più diffuso tra Liz, Davis, Yolei e talvolta perfino Mary era "ma perché cazzo devo venire anch'io?", con un'ovvia modificazione di linguaggio per quanto riguardava Mary, che esplicava assai bene con quanta voglia i digiprescelti e Liz presero il volo da Denver a Nashville per poi arrivare fino a Memphis, dove sembrava fosse nato il sudista.
Ci sarebbe stato il problema del mezzo ma, fortunatamente, a Nashville viveva uno degli innumerevoli zii di Yolei che, dopo aver rivisto la nipotina, fu ben felice di dare alla compagnia un auto in noleggio.
Il viaggio in auto fu però solo relativamente tranquillo; fuori tutto era calmo e sulla strada non ci furono problemi ma dentro l'auto era un inferno.
"Spiegaci perché stiamo facendo questo viaggio!" chiese stizzita Liz
"Perché io sono come il tenente Frank Drebin!" replicò il biondo
"Un idiota di proporzioni galattiche?" fece Davis
"No, cretino! Uno che non vuole che questo caso venga risolto a caso, per caso"
"Quindi staremmo indagando? Allora direi che visto quanti siamo sembriamo più la "misteri e affini"; Io sono Fred, Lizzie è Daphne, Yolei è Velma e tu… no! Mary è Shaggy e tu sei Scooby, peccato solo che siamo sulla macchina a noleggio di uno degli zii di Yolei e non su un furgoncino Hippie"
"Se vuoi, quello ce l'ha mio zio e… aspetta un attimo, mi hai appena dato del cane?"
"Sbaglio o stai seguendo una pista, tra l'altro inventata da te, affidandoti unicamente al tuo fiuto; l'unica cosa buona è che stiamo andando a Memphis e la c'è Graceland!"
"Se la metti così allora sembriamo più la squadra di recupero "cugini" di "Lilo & Stitch"; Io sono Stitch, mia sorella è Lilo, Liz è Nani, tu sei Jumba e Yolei è Pleakley!"
"EHI!!!" esclamarono in contemporanea Yolei e Davis
"Qualcosa non va nella mia divisione delle parti?"
"Si!" rispose Davis "perché io sono Jumba? Io dovrei essere David oppure Stitch e tu Jumba! Sei o non sei tu il "genio di male", anche se pure la definizione "scienziato idiota" ti si addice alla perfezione"
"Ma non raccontare balle! Lo sappiamo entrambi che io qui sono il più in gamba, quindi devo obbligatoriamente essere Stitch!"
"Ma non dire cazzate! Tu sei il più imbecille, lo scienziato idiota è quello che fa per te!"
"SCUSATE!" li interruppe Yolei "CREDO CHE VI SIA SFUGGITO IL VERO PROBLEMA!!"
"Ah si, e quale sarebbe?" fecero i due all'unisono
"PER QUALE CAZZO DI MOTIVO IO SAREI PLEAKLEY!!!"
"Beh, perché non è rimasto nessuno; chi vorresti essere? Cobra Bubbles?"
"NO!"
"Gantu?"
"NOO!!!"
"625?"
"NOOO!!!!"
"Il gerbillo?"
"E'… UN… CRICETO, E COMUNQUE…NOOOO!!!"
"Il gerbillo di guardia?"
"Uff… ho capito, mi tengo Pleakley!"
"Questo è lo spirito giusto... ah eccoci… signore e signori siamo ormai a pochissime miglia da Memphis, la città in cui è nato il rock n'roll; per caso volete qualcosa da mangiare?"
"Sarebbe il minimo" fecero stizzite Yolei e Liz
"Perfetto, Dav per favore potresti prendere il portafoglio dal portaoggetti? E' vicino alle chiavi di casa" domandò il biondo al'amico che acconsentì
"C'è un piccolo problema" rispose il giapponese "vedo il portafoglio ma delle chiavi neanche l'ombra"
"Cosa?!" esclamò Willis voltandosi e smuovendo il groviglio di oggetti con la mano destra "oh merda, credo di aver dimenticato le chiavi a casa"
"Di nuovo?" Domandò Liz
"Come di nuovo?!" si reinserì Davis preoccupato dalla piega che stava prendendo il discorso
"Non te l'ha mai detto e pensare che all'High School in classe lo continuavamo a prendere in giro per questo suo problema" rispose la ragazza sorridente "pensa che una volta si chiuse fuori di casa per tre volte in un'unica giornata e un altro giorno invece lasciò lo zaino in classe"
"Ehi, smettila! Lo sai benissimo che c'è un certo grado di inesattezza nelle storie che hai raccontato" si difese Willis
"E a quanto ammonterebbe questo grado?" chiese il castano
"Almeno al 6/7 percento" replicò il biondo
"Wow, non esageriamo mi raccomando" ribatté ironico "e quindi? Cos'è che sarebbe sbagliato nel racconto di Liz?"
"La sua seconda informazione è sbagliata, non avevo dimenticato la cartella!" esclamò affannato e imbarazzato "non… solo almeno, avevo dimenticato anche la giacca a vento e con quella… beh, anche le chiavi di casa"
"Sei irrecuperabile!" fece la biondina "te l'abbiamo sempre detto: hai troppa algebra nel cervello e non c'è più spazio per certe quisquilie"
"Chiamala quisquilia" intervenne un preoccupato Davis "se ti succede in un paese di venti metri quadrati di estensione che conosci a memoria figuriamoci in una grande città come Memphis"
"Non fasciarti la testa prima di averla rotta fratellino, ti giuro che non perderò niente… guarda ho anche una mappa della città" disse estraendo un foglio stropicciato su cui era disegnata una pseudo-mappa tanto orribilmente stilizzata da far sembrare i dipinti di Tai dei quadri di Van Gogh.
"Questa roba fa schifo, comincio a pensare che concederti il pollice opponibile sia stato uno spreco" esclamò il Motomiya mentre cercava di tradurre i geroglifici dell'amico "e poi non hai segnato niente di utile, hai indicato solo Graceland e il FedEx forum, della biblioteca neanche l'ombra"
"Ho tutto quello che mi serve"
"A che diavolo ti serve sapere dov'è il FedEx forum?"
"Beh, è il palazzetto dei Memphis Grizzlies"
"Lo so cos'è! Ma perché dovremmo andarci? Non ci vanno nemmeno i tifosi dei Grizzlies al FedEx!"
"Smettila di discutere Dav" gli disse dolcemente Liz "è come parlare con un muro di titanio"
"Preferisco adamantio" fece il ragazzo dal Colorado
"Arriverà mai il giorno in cui ti renderai conto che non sei Wolverine?" chiese la Raiser
"Quando arriverà sarà troppo tardi" ribatte l'altro indicando poi un punto avanti a loro "ecco, fermiamoci qui a prendere qualcosa da mettere sotto i denti… Dav, penso di aver dimenticato il portafoglio, non riesco più a trovarlo"
"Ma se mi hai chiesto due secondi fa di…" si interruppe l'altro vedendo Liz che a gesti gli consigliava di non ribattere "… lascia perdere, per fortuna Yolei si è ricordata di prenderlo"
"Wow, grazie mille tesoro!" gridò l'americano alla ragazza in stato di dormiveglia mentre gli altri due si davano manate sulla fronte
"Temo che questo sarà un viaggio molto lungo" concluse rassegnato il castano scendendo dall'auto
 
Dopo la breve ma piacevole cena il gruppo raggiunse un motel gestito da un altro degli innumerevoli parenti di Yolei; il sole era al tramonto e la piccola Mary era molto stanca, la ricerca avrebbe atteso il giorno seguente.
Tutti i viaggiatori coatti ringraziarono mentalmente il cielo del fatto che la madre di Willis avrebbe dovuto dormire fuori per via di un corso di aggiornamento sull'uso delle nuove tecnologie (ed era la madre di Willis Ford) così non avrebbe mai potuto vedere l'atroce bigliettino che il figlio decisamente degenere le aveva lasciato sul tavolo
"Ciao mamma; io, Mary, Davis e Yolei andiamo un attimo in Tennessee; torneremo il più presto possibile"
Nessuno riusciva a concepire come avesse potuto veramente scrivere "un attimo"; come se ogni giorno uno decidesse di fare cosi su due piedi la tratta Colorado - Tennessee per motivi che…. boh, li conosceva solo lui.
E il peggio doveva ancora venire. Esclusa la storia del sudista c'è infatti un altro problema.
"Okay, le camere sono due e ci dividiamo così; Io e Liz e Willis, Mary e Yolei"
"Ehi, perché hai già deciso per tutti Dav?"
"Perché è colpa tua se ci troviamo a Memphis sabato sera senza un motivo valido, perché sono a digiuno da stamattina e perché non siamo ancora andati a vedere Graceland!"
"Non se ne parla neanche!" fece perentorio
"Ma tu non avevi rinunciato a Liz?"
"Certo, ma ricordi anche la regola del "prima della prima volta mai dormire nello stesso letto con la ragazza con cui vorresti avere la prima volta"? Ecco questo è uno di quei casi"
"Ok, vediamo di fare un po' di chiarezza: uno, non è la mia prima volta; due, non trovi che sia un po' lunga e precisina come regola; tre, ti giuro che non accadrà niente!"
Willis osservò con attenzione il volto dell'amico; sapeva riconoscere quando era sincero… e in ogni caso aveva letto e riletto già una ventina di volte la "Guida Psych alla lotta al crimine per totali incapaci" il che doveva aver fatto di lui, almeno secondo le sue idee, un discreto detective sensitivo.
"Va bene, mi fido… ma stai attento, se le salti addosso o roba simile non ci sarà nulla che io possa fare o dire per convincerla a stare con te!"
"Guarda che non sono te; vedrai che riuscirò a trattenermi"
"Ho detto che mi fido" concluse il biondo che poi aggiunse "mi raccomando fratellino, prenditi cura di lei"
"Lo farò" terminò Davis chiudendo la porta della sua camera
 
Il giorno seguente Davis Motomiya ebbe il miglior risveglio della sua vita. Durante la notte aveva iniziato a fare molto freddo e Liz ne stava soffrendo così lui l'aveva abbracciata ed erano rimasti in quella posizione fino al suddetto risveglio.
Il ragazzo sorrise e si alzò e si diede una lavata veloce alla faccia, dopodiché uscì a prendere una boccata d'aria. Una strana visione lo trattenne fuori; inizialmente, a causa del sonno, non riuscì bene a distinguere le figure ma bastarono pochi secondi di freddo pungente a fargli tornare la lucidità.
"Willis?!" domandò
"CHI? COSA?... Ah sei tu Dav" rispose quello tremolante
"Ma che diavolo ci fai qui fuori?" domandò nuovamente il giapponese "sbrinando" i capelli dell'amico
"E' u-una sto-storia lunga" fece l'altro battendo i denti "s-se mi pro-prometti d-di non ri-ridere, t-te la r-racconto"
"Okay, te lo prometto" esclamò il castano "ora racconta"
"Beh, e-eravamo ap-pena entrati in ca-camera, c'era M-mary sul letto e non v-vedevo Yo-yolei c-così ho d-deciso di f-far addormentare la m-mia sorellina, l-le ho ca-cantato una ninnananna, l'ho te-tenuta in b-braccio e do-dopo u-un quarto d'ora ci-circa era n-nel mo-mondo dei sogni"
"E quindi… vieni al punto" lo incalzò Davis
"P-proprio mentre m-mi c-chiedevo do-dove fosse f-finita Yolei e-ecco che q-quella ma-maledetta esce dal bagno a-avvolta i-in un asciugamano… S-SOLO in un a-asciugamano! Io so-sono rimasto l-letteralmente i-impietrito; a m-me Yolei piace mo-molto e non immagini n-nemmeno quante v-volte l'ho so-sognata così ma t-trovarsela di f-fronte davvero è t-tutta un'altra co-cosa… i-insomma lei è fi-fidanzata e io s-sono un suo a-amico e non potevo f-fare quello che t-tutto il mio co-corpo mi c-chiedeva di fare!"
"E dunque cosa hai fatto?" chiese l'incuriosito castano mentre si tratteneva dallo scoppiare a ridere
"L'unica co-cosa s-sensata che il m-mio cervello è r-riuscito a su-suggerire; ho f-finto di a-andare un attimo f-fuori e ci s-sono ri-rimasto per tutta la n-notte, c-cioè io ho p-provato a r-rientrare ma la stro-stronza aveva c-chiuso la po-porta e… ehi ma sta-stai ridendo?"
"Mmpff… F-fingi c-che… che non lo stia f-facendo!" esclamò "Ahah, v-vai avanti"
"V-vai avanti un c-cazzo; non c'è più n-niente da ra-raccontare e io i-invece sono a-ansioso di sa-sapere i-il p-perché di t-tanta ilarità"
"P-perché gli eventi degli… mmpf d-degli ultimi due giorni mi hanno fatto sorgere u-una… una domanda fondamentale"
"E q-quale?"
"Mi c-chiedevo… ahah… mi viene da chiedere se n-nel tuo c-cervello a-alberghi effettivamente un po' di materia grigia o… ahah… o se m-magari è i-il fu-fuso orario che… mmpf… che ti ha reso cosi imbecille"
"Che d-diavolo stai di-dicendo?"
"Ma… mmpf, scu-scusami se rido… ma i-in tutta la no-notte non ti ha m-mai neanche sfiorato l'idea di bussare a-alla nostra po-porta?"
Willis si irrigidì improvvisamente; effettivamente quella dell'amico era un'idea molto più sensata di tutte quelle che gli erano venute in quella notte, anche perché la maggior parte consistevano in lui che prendeva un oggetto e tentava di sfondare la porta e finivano immancabilmente con la polizia che gli sparava, ma, cosa ben più preoccupante, stava facendosi dare consigli di furbizia da Davis; il prossimo passo, verso l'inferno si intende, quale sarebbe stato? Farsi dare consigli su come superare la timidezza da TK?
Seguì Davis nella sua stanza, Liz si era appena svegliata e si gustava la colazione che il suo spasimante segreto aveva preparato per lei. Il ragazzo sorrise dolcemente a quella vista, il suo amico ci sapeva davvero fare, non per niente era suo fratello.
"Vedi amico, nulla di tutto questo accadrebbe se lei non fosse fidanzata con "Idiotoji"!" esclamò appena ripresosi dal freddo "Non riesco a capire cos'abbia lui che io non ho; sono più bello, più intelligente, ho una conoscenza di film e serie tv molto più vasta e, soprattutto sono molto meglio di lui a letto"
"Beh, in realtà non puoi saperlo" osservò Liz
"Ok, non diciamo idiozie per favore!" ribatté quasi stizzito "a differenza di ciò che molti dicono io non ho molti vanti: mi vanto della mia conoscenza cinematografico/televisivo/musicale; mi vanto della mia superiorità come videogiocatore; mi vanto della mia abilità come cosplayer ma soprattutto mi vanto, a ragione, di essere il miglior amante sulla faccia della terra; ci sono più di cinquanta ragazze che possono confermarlo!"
"Esagerato!" replicò Davis
"Esagerato un corno!" grido l'altro "questa notte sono rimasto a congelare ma ora finalmente avrò la mia vendetta, muhahahah"
"Non farlo, non ti conviene!" fece il giapponese "probabilmente questa tua notte "al fresco" sia una sorta di punizione del karma, sai per averci fatto venire fin qua per un motivo così idiota, non dargli più motivi per farti fuori; metti che poi sbaglia la mira, finisce che ci andiamo di mezzo noi"
A quelle parole un sorriso sarcastico si dipinse sul volto di Willis.
"Ah ah ah, la vostra preoccupazione nei miei confronti è encomiabile; non crucciarti Dav, il karma dovrà ammazzarmi se vorrà impedirmi di portare a termine la mia ricerca di verità"
"Non ci è andato molto lontano stanotte" osservò l'altro ridendo e chiudendo la porta "punto cento dollari su di lui!"
 
Passò un'ora circa e i ragazzi erano tutti in piedi ma definirli svegli sarebbe stato quantomeno eccessivo. La levata era arrivata infatti in modo impercettibilmente forzato, per la precisione un assordante e continuo battere di oggetti di metallo fuori dalla porta della camera di Yolei da parte di Willis che camminava avanti e indietro di fronte alla porta battendo una forchetta su di una pentola.
"Ti prego Will, stai svegliando tutto il motel" disse Davis cercando di farlo smettere "ho visto le facce degli altri inquilini e penso che vogliano farci fuori"
"Non mi interessa, la vendetta è un piatto che va consumato la mattina presto!" replicò l'altro
"Me la ricordavo un po' diversa… ahhh, ma che sto dicendo! Fratello devi smetterla, la vendetta chiama solo altra vendetta" fece il giapponese stupendosi da aver detto una cosa così hippie
"Se è per questo, la vendetta richiederebbe anche un torto iniziale per darle un senso e in questo caso, a meno che essere sexy non sia diventato un reato e in quel caso io modestamente dovrei essere sulla sedia elettrica, il suddetto torto non c'è"
"E' proprio questo ciò di cui stavo parlando" gemette Motomiya "stai riuscendo a far sembrare che tra noi due quello intelligente sia io! Questo è assurdo!"
Ma Willis non volle sentir ragioni e alla fine, nonostante qualche pomodoro, una cascata di insulti e alcuni utensili da cucina che il ragazzo schivò, vinse la sua battaglia personale… che poi l'avversario non sapesse nemmeno che stavano combattendo era una questione assolutamente irrilevante.
"Visto" disse all'amico seduto accanto al posto del conducente "alla fine ce l'ho fatta"
"Ci credo" replico l'altro "stavi duellando da solo; è come se, in "Il buono, il brutto e il cattivo", Clint Eastwood invece che un "mexican standoff" avesse dovuto affrontare due uomini già morti"
"Ti do una A per la metafora ma non riuscirai a sminuire le mie imprese, sia quella che ho affrontato sia quella che affronterò tra poco"
"Effettivamente hanno molto in comune: entrambe le sfide non esistono, le hai inventate tu; sono tutte e due profondamente idiote ed entrambe hanno attirato su di te l'ira di qualcuno" osservò Liz pulendo con un fazzoletto la manica di Willis "e non solo l'ira, sei fortunato che ti hanno beccato solo con i pomodori e non con le pentole o con i mestoli"
"Tanto nemmeno la morte nera riuscirà ad impedirmi di raggiungere l'archivio…" replicò secco il biondo "… che si trova proprio li davanti a noi"
Gli altri viaggiatori alzarono lo sguardo in direzione del punto indicato dall'autoproclamatosi capo della spedizione e notarono che, effettivamente, la loro destinazione era a portata di sguardo. Il biondino che stava alla guida parcheggiò bruscamente nel primo posto disponibile da loro incontrato… a circa due chilometri di distanza.
"Mi pare giusto" affermò sarcastico Davis "non bastava l'essere venuti in Tennessee senza un motivo logico, ovviamente dovevi anche farci camminare; a questo punto mi sta davvero venendo voglia di ammazzarti, anzi non so cosa mi trattenga"
"Il fatto che siamo fratelli di sangue eeeeee…" rispose l'altro mantenendo in sospeso la frase
"… eeeee che siamo arrivati"
"Non è che se mantieni aperta una frase per cinque minuti aspettando di arrivare a destinazione la strada sembra più corta; al massimo sembri tu più idiota"
"Va bene, sono sempre felice di ascoltare le vostre opinioni ma ora si sta in silenzio e si cerca"
Entrarono così nell'edifico in assoluto silenzio. Arrivati all'archivio il biondino accese il portatile e cominciò a scartare documenti; i suoi compagni di viaggio fecero lo stesso, del resto prima finivano prima tornavano a casa, e cominciarono a mettere insieme i vari pezzi della vita dell'uomo al fine di comporne una biografia completa da confrontare con quella che avevano già reperito… purtroppo fu tutto inutile.
"I-io non po-posso crederci" sussurrò uno sconsolato Willis "sicuri che non abbiamo fatto un errore?"
Le notizie raccolte a Memphis sembravano infatti confermare in tutto e per tutto la storia che loro già conoscevano e,anzi, parevano aggiungere nuovi loschi dettagli.
"Qui dice che era anche sospettato di contrabbando" fece notare Liz
"Wow, fantastico!"esclamò sarcastico l'americano rivolgendosi poi a Yolei e Davis "non è che anche voi avete trovato qualche altra porcheria fatta da questo rifiuto umano? Tanto peggio di così non può andare"
Di fronte a tanto sconforto i ragazzi non ebbero il coraggio di rivelare le ulteriori scoperte riguardo al sudista che a quanto pare era stato anche parte dei Bushwackers e si era macchiato in Kansas, ove le bande operavano, di orribili delitti.
"Merda!" esclamò Liz "sembra di essere in quella puntata di "The Simpsons" in cui Lisa e Homer scoprono la verità su Jebediah Springfield"
"Ragazzi se non facciamo qualcosa finisce che Willis si spara" osservò Yolei in realtà abbastanza divertita dalla situazione
"Ma dannazione!" imprecò di nuovo la ragazza del Colorado "possibile che questo mostro è venuto in Colorado e la non si sia beccato nemmeno una multa per eccesso di velocità? Mi sembra molto strano"
Detto ciò la giovane prese il portatile del suo amico e ritornò alla prima pagina visitata all'inizio di quella folle avventura.
"Ecco qua, Elliot J. Ford" fece scorrendo i documenti "no, non sembra esserci nien… ASPETTATE UN ATTIMO… primo censimento: 1867 mentre il nostro amico è… non ci credo!"
"Hai scoperto qualcosa di interessante Liz?" domandò Yolei
"Ora o scoprirai" rispose lei "Willis, posso dirti due parole?"
"Certo" replicò quello "avanti, spara!"
Un destro di una violenza inaudita lo centrò nello stomaco costringendolo a piegarsi e un sinistro altrettanto pericoloso impattò con forza contro la sua guancia destra.
"Questo è per averci trascinato in un assurdo quanto evitabile viaggio brutto imbecille!"
"M-ma che c'è? Che ho fatto stavolta?" chiese il Ford in evidente affanno all'amica
"C'è che sei diventato più idiota del più idiota degli abitanti di Norat!" ribatté lei con veemenza "e sai bene quanto poco l'intelligenza abbia trovato alloggio in quella città"
"Continuo a non capire che cosa ho fatto!" si lamentò
"Ora te lo dico io che cosa hai fatto!" gridò lei "durante questa ricerca di merda non ti è mai passato nemmeno per l'anticamera del cervello di controllare, che so, le date di morte per esempio?"
"Che cosa intendi dire?"
"Intendo dire che se tu collegassi il buonsenso almeno una volta magari mi potresti spiegare come ha fatto questo sudista ad arrivare nel 1867 in Colorado se era morto nella battaglia di Stones River del 1863; cos'è, il suo fantasma voleva andare a farsi un giro dalle parti di Denver?"
Willis prese in mano il suo portatile e diede un occhiata alle date dopodiché alzò lo sguardo rivolgendosi verso i suoi sempre più incazzati amici.
"Ehm, è… v-vero" ammise arrossendo
"Cioè noi avremmo fatto questo viaggio per… un tuo errore di lettura?!" domandò una Yolei che oscillava tra l'attonito e l'incazzato nero "per caso hai incontrato qualche specie di stregone che ti ha fatto sparire i neuroni nelle ultime settimane?"
"Purtroppo no!" fece Davis "altrimenti gli avrebbe fatto scomparire anche quel ridicolo pizzetto che si ritrova"
 "Ok, per prima cosa non riesco davvero a capire perché Dav odi tanto il mio pizzetto" replicò Willis rivolto a Liz "e secondo: allora vuoi spiegarmi chi diavolo era questo "Elliot J. Ford" del Colorado? Sono sicuro che non c'era nessun altro con il cognome "Ford" in questa città"
"Giusto, ma solo perché Elliot J. Ford non è un "questo", bensì una "questa" mio caro idiota!" ribatte perentoria la Raiser
"Co-cosa?" fece incredulo "Elliot J. Ford è una donna?"
"Già, nei documenti è riportata con il cognome da sposata, ovvero Elliot Joanne Latimer, ma quello di nascita è Ford. Ha anche avuto una vita molto avventurosa; stando alle cronache dell'epoca, fu violentata dal figlio di un ricco proprietario terriero, il giovane Joseph Latimer appunto, il quale, avendola messa incinta, fu costretto a sposarla"
"Stronzo di un repubblicano, come ha osato abusare della mia antenata! Se non fosse già morto da un secolo e mezzo lo ammazzerei io stesso"
"Allora sarai felice di sapere che è stata proprio lei ad ammazzarlo: ha ammazzato padre e figlio; li ha derubati ed è scappata con uno degli schiavi della famiglia, il suo amante, in Colorado. Inoltre pare che anche lo stupro che ha subito fosse una sorta di "punizione" per le sue idee antirazziste di cui la donna non faceva assolutamente mistero"
"… WOW MA E' FANTASTICO!" esclamò Willis con gli occhi che gli luccicavano "hai sentito Mary, questo pomeriggio iniziamo subito a scrivere il tuo tema; vedrai farai un figurone in classe"
Lontano dalle sperticate esultanze del ragazzo, i tre compagni di viaggio capaci di intendere e di volere,  meglio due compagni dato che il terzo era Davis, osservavano la scena con sguardo compassionevole.
"Sarei proprio curioso di vedere la reazione dei compagni di classe di Mary quando la sentiranno leggere con voce solenne "La mia antenata, Elliot Joanne Ford, è stata una ladra, adultera e assassina"!" fece divertita Liz
"Sai, ripensandoci, mi viene quasi da dire che a quei poveri bambini è andata perfino bene!" suggerì Yolei
"Dai, sei cattiva!" replicò dolcemente la bionda "però, effettivamente, se non avessimo scoperto questa assassina quei poveri ragazzi si sarebbero beccati Willis…"
I tre ragazzi diedero un ulteriore occhiata a quel matto che solo il giorno prima aveva deciso di trascinali in giro per due stati; non potevano che convenire.
"Si, gli è andata decisamente bene!"
 
 
 
ANGOLO DELL'AUTORE
 
E siamo finalmente giunti alla terza appendicite, approfitto della prima parte di questo spazio per ringraziare non solo i due recensori ma anche tutti coloro che nel frattempo hanno letto o inserito tra le preferite/seguite questa o una delle altre due mie storie.

Sulla storia credo non ci sia moltissimo da spiegare anche se devo ammettere che mi sono impegnato forse anche troppo nel tentativo di rendere credibile il racconto (dato che la storia è la mia materia preferita tendo sempre a cercare di essere più storicamente esatto possibile); nel complesso credo sia uno dei capitoli che mi è venuto meglio, uno dei più divertenti (anche se per capire le battute su "Lilo & Stitch" è necessario aver seguito, oltre che il film principale, anche la serie e visto il film "Leroy & Stitch" e in alcune altre parti faccio riferimento alla saga di libri per ragazzi della "Cintura di Deltora", che non credo che tutti conoscano) tanto che in certe parti mi sono messo a ridere perfino io scrivendole (a proposito, il povero Willis non soffre di perdita di memoria, è che deve tenere a mente, oltre che vagonate di robe scolastiche, i testi di ogni singola canzone di Springsteen e la discografia del boss conta più di 30 album).

Come sempre spero di essere riuscito nel mio intento di farvi divertire.

Arrivederci all prossima da ShawnSpenstar.

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Capitolo 4
*** Willis Ford V.S. l'indie rock ***


Avvertenze: nessun indie rocker è stato vittima di vivisezioni, maltrattato o sfruttato durante la realizzazione di questo capitolo.
 
Willis Ford V.S. l'Indie Rock
 
5 Novembre 2013
 
Ore 10:30: in un piccolo paesino del Colorado, Willis e Davis camminano per la strada, i loro volti sono particolarmente tesi e si capisce che ciò che devono fare è per loro molto importante.
"Ripetimi ancora una volta quello che sto facendo Dav"
"Mi stai aiutando a conquistare la ragazza di cui sei innamorato da quando avevi nove anni, la quale, invece, non ha idea dei tuoi sentimenti per lei"
"Se la metti in questi termini sembro un idiota!"
"Tu lo dici! Allora dove andiamo?"
"Nell'unico negozio di musica del paese"
Davis fece una faccia stupita; era venuto spesso al paesino dell'amico ma non aveva mai notato che ci fosse un negozio di dischi e, nonostante non si potesse definire un grande osservatore, gli sembrava difficile che gli fosse sfuggito di vista perfino un edificio di medie dimensioni.
"Siete così avanti da avere un negozio di musica in questo buco?" domandò fingendosi tranquillo
"Già, ma stai attento è nascosto bene, ci ho messo tredici anni per accorgermi della sua esistenza" lo rassicurò l'amico
"Ma non c'è un cartello che indichi dov…"
"Si! Ma è di cartone e quando piove lo tirano dentro"
"Ma oggi c'è il sole!"
"Ah già, se lo sarà dimenticato; a sua discolpa devo ammettere che il commesso è anche un assiduo consumatore di marijuana"
Quella frase fu pronunciata con una nonchalance tale che a Davis venne il dubbio di trovarsi in una sorta di mondo all'incontrario; insomma, da quando il consumo di cannabis era considerato un attenuante.
"COSA?! E PERCHE' CAZZO STIAMO ANDANDO DA LUI?!" fece stizzito
"Perché è un ex hippie amico di mio zio che mi fa sempre lo sconto!" replicò tranquillo l'altro
Le cose si facevano sempre meno chiare.
"Ma scusa, e se c'è già lo sconto?"
"Mi sconta sullo sconto!"
"Ma perché in questo paesino invece che le leggi della domanda e dell'offerta valgono le leggi del "Tutti insieme appassionatamente"?!"
"E te ne lamenti pure Dav! "Do se do una cosa a te, re è il re che c'er…."
"NO! NIENTE "TUTTI INSIEME.."! TI SUPPLICO!"
"Va bene, mi astengo"
"Bravo! Ora spiegami come fa uno che fa gli sconti sulla merce scontata a pagarsi la marijuana"
"Lo zio mi ha detto che la sua roba è coltivata in casa!"
"Vedo che la legge è sempre allerta in questa isola che non c'è!"
"Non è colpa della polizia; credo che la coltivazione sia un reato federale, se ne dovrebbe occupare l'FBI ma siccome sono dei coglioni non lo beccheranno mai. Ora però pensiamo alle cose serie!"
A quelle parole Davis fece una finta faccia stupita e non si lasciò scappare l'occasione.
"Uao! Sarebbe la prima volta nella tua vita!"
L'americano per risposta sorrise; ovviamente se l'aspettava una battuta del genere e non si fece trovare impreparato.
"Ahahahahah…… rettifico: adesso PENSO alle cose serie perché chiedere di PENSARE a te è come chiedere a Squall di intavolare un dialogo di senso compiuto di almeno trenta secondi con qualcuno che non sia il muro"
"Ahahah… Non mi ricordo più come si ride; comunque cosa mi consigli?"
A quella domanda Willis si mise il cappello da laureato, che non è ben chiaro dove si trovasse prima, e cominciò a parlare con un tono da esperto ed un "impercettibile" finto accento inglese.
"Devi sapere che tu hai la fortuna di essere innamorato di una ragazza che apprezza vari generi; i suoi preferiti sono classica, alternative rock, progressive sia rock che metal e le piacciono molto i Blink 182; non gli piacciono invece l'elettronica in nessuna delle sue declinazioni, tutti gli altri sottogeneri di metal, il rap e il pop commerciale"
 "Bene, adesso ho un quadro generale del sog…"
Willis lo fermò come se avesse qualcosa di molto importante da dire
"Ah… le piace abbastanza anche Springsteen. E' la prima cosa che le ho chiesto, forse anche prima del suo nome"
"COSA!!!!"
"Non scandalizzarti, è sempre la prima cosa che chiedo ad una ragazza, anche se di solito viene dopo il nome, la considero una domanda determinante"
"Quindi tu ci stai solo con le ragazze che stimano il boss?!"
"Si!.... Ovviamente parlo di ragazze destinate a durare, non di una delle mie avventure"
La faccia di Davis a quella risposta aveva un espressione che oscillava tra l'ironico e il poco convinto.
"Perché, ne hai mai avute?" domandò
"Poche, ma eccezionali! Dav, io e te siamo molto più simili di ciò che sembra, fidati!" rispose l'amico
"Certo che mi fido, però adesso entriamo okay?!"
"Posso cantare?"
Davis era veramente esasperato ma era sicuro che per Liz valesse la pena di fare tutti gli sforzi che stava facendo e poi non poteva andare tanto male, sapeva con certezza che Willis era molto bravo a cantare.
"Va bene" gli disse, non l'avesse mai fatto
"Vaiii! …. Maga Thaegan mangia in un boccone, il pasto preferito insieme alla prole, e i nomi dei bambini sono; Hot, Tot, Jin, Jod, Fie, Fly, Zan, Zot, Pik, Snik, Lun, Lod e c'è pure l'orrendo Ichabod…"
La faccia traumatizzata di Davis chiariva perfettamente quanto fosse pentito di aver dato quell'assenso.
"Stop, stop, stop! Ma che cazzo canti!"
 "Niente… ecco! Quello è il negozio! Entriamo!"
 
Interno del negozio di dischi
 
Appena entrati i due ragazzi si trovarono di fronte a uno spettacolo alquanto insolito.
"MA CAZZO…  QUESTO E' UN NEGOZIO DI DISCHI O UNA SERRA!!" sbraitò Davis
"Davis stai tranquillo; mi pare ovvio che sia un negozio di dischi" replicò tranquillo l'altro
"E allora spiegami il perché delle violette!"
"Il commesso ama curare il suo giardino"
"MA QUELLO E' LO SCAFFALE DEI DISCHI COUNTRY!!"
"Giusto, erano meglio i cactus, sono più adatti"
"NON E' IL MOMENTO DI FARE BATTUTE!! MA TU NON SEI NEANCHE UN PO' INQUIETATO?!"
"Beh, no…. sai, io sono come Indiana Jones"
"Siete "interpretati" da due che di cognome fanno Ford?"
"No!.... Cioè si, ma non è questo il punto; la verità è che la natura è il nostro regno!"
"MA IL REGNO VEGETALE E IL REGNO MUSICALE DOVREBBERO ESSERE SEPARATI, CAZZO!! FAI COSI', USA IL TUO POTERE REGALE PER TROVARE IL COMMESSO!!"
"Okay…. ma sei sicuro che esista il "regno music…."
Una voce impastata e assonnata risuonò proprio in quel momento nel negozio.
"Mi… avete… chia…mato?… E… comi…"
Da quella che doveva essere la porta sul retro entrò un uomo sulla sessantina abbondante, con gli occhi rossi e il cervello annebbiato dalle canne.
"Ciao Franky!"
(con voce da fattone) "Ohhh, il fratello Willis, Come va? Madre natura e i suoi figli mi avevano annunciato del tuo arrivo"
I due digiprescelti si scambiarono uno sguardo inquietato, Willis abbassò la voce per farsi sentire solo da Davis.
"Hai sentito anche tu quello che ho sentito io Dav"
"Ho paura di si; e adesso come facciamo a chiedere informazioni a uno che non ricorda nemmeno dove ha messo le scarpe!"
"No Problem!"
"Veramente siamo pieni di problems!"
"Zitto! … ehm scusa Franky" fece il biondo rivoltosi al commesso "il mio amico dovrebbe fare un regalo molto speciale a Liz!"
"Ahhh, la dolce sorellina Lizzie, sono felice per te giovane figlio della terra!"
"Ehi! Non prendermi in giro!"
"Ssst… non alzare la voce, i nostri fratelli vegetali si spaventeranno"
"Ehmm… Okay!"
"Bravo e ricordatavi: fate l'amore non fate la guerra"
"Sicuro! Allora cosa ci consigli?"
"Ehmm… potete provare a guardare di là, oltre l'edera, mi pare ci siano il rock e i sottogeneri, è tutta roba vecchia ma magari vi viene qualche idea"
"Ok… Ehi, aspetta un attimo, come sarebbe a dire "mi pare"? Non sai come è disposto il tuo negozio?"
"Beh si… cioè no… non vado in quella zona da tre anni per non disturbare una famiglia di topi che ci vive"
Questo era il colmo; probabilmente il giovane giapponese giurò a se stesso che mai avrebbe più messo piede in quel negozio.
"Cosa?! Ma ammazzarli era troppo difficile?" esclamò
"Oh no… non potrei mai uccidere i miei fratelli animali, la Nostra madre non vorrebbe"
Davis a questo punto sembrava davvero intenzionato a sfoderare un kalashnikov per annichilire all'istante l'utilissimo commesso ma poi gli venne in mente che era l'FBI ad essere incapace, non la polizia locale.
"Okay, non è che avrebbe un fiammifero o roba del genere"
"EH!!" esclamò Willis inquietato
"No…. il negozio ripudia la violenza, per lui siamo tutti fratelli"
"Ah si, allora io mi faccio strada con questo" fece il moro tirando fuori dalla tasca un coltellino "e se al "negozio" non va bene può anche protestare!"
Non appena ebbe finito la frase un blocco di intonaco cadde dal soffitto, provocandogli dolore e ricoprendolo di polvere.
"NON….. DITE….. NIENTE! ANDIAMO!!"
E con Willis si incamminò verso il reparto.
 
Cinque minuti dopo
 
Può sembrare strano visto che si sta parlando di un negozio di dischi, ma la strada che i due digiprescelti percorsero fu impervia e irta di pericoli.
"Spiegami ancora come sono riuscito ad impigliarmi in una liana in un negozio di dischi" fece Davis con rabbia
"Beh, perché là c'era una liana e tu gli sei andato proprio addosso!" rispose l'altro con una nonchalance che fece arrabbiare ancora di più il suo amico.
"GRRR… BEEENE!! ORA SPIEGAMI PERCHE' IN UN NEGOZIO DI DISCHI C'E' UNA LIANA!!!"
"Ah, ma non ce n'è una sola, io ne ho viste almeno quattro"
"Ma perché ne parlo con te, in fondo se vivete nello stesso paese ci sarà un motivo"
"Va, smettiamola di discutere e troviamo qualcosa per la tua bella!"
I due alzarono lo sguardo verso il reparto e…. beh lo spettacolo era decisamente "particolare"
"Cazzo, ma quand'è l'ultima volta che ha pulito? nel 15-18?"
"Non lo sai, la pulizia non è una cosa voluta da Madre Natura, è una costrizione ideata dall'innaturale società umana"
"Non puoi averlo detto davvero…. ora capisco perché non si lava!"
"Piantala, vuoi un regalo per Lizzie oppure no?"
" Certo!"
"E allora diamoci dentro!"
 
Dopo mezz'ora di ricerca infruttuosa, molta polvere, molti insetti e qualche topo la rabbia di Davis ha raggiunto livelli estremi.
"MA CAZZO!!! MA NEMMENO NEL MEDIOEVO LE CONDIZIONI IGIENICHE ERANO DI QUESTO LIVELLO!! POTREI BECCARMI ANCHE LA PESTE!!!"
"Ora non esagerare, trovato niente?"
"Forse!" rispose Davis osservando alcuni vecchi CD "Dici che può andare l'ultimo dei Dream Theater; so che li adora e ne ho vista una copia all'ingresso"
"Non ti conviene, gliel'ho scaricato io poco tempo fa… mi dispiace"
"Fa niente; allora per ora non ho trovato niente, ehi aspetta…"
"Che c'è?"
"Mi pare che Lizzie andasse matta per l'indie rock, o sbaglio?"
A quella frase Willis ebbe una reazione che nemmeno vedere Diaboromon, o una delegazione del partito repubblicano che tanto è lo stesso, che suona il campanello di casa sua gli avrebbe potuto provocare.
"Non nominarlo nemmeno!"
"Ma a lei pia…"
"Si, ma quello è l'inferno" disse con l'aria di chi all'inferno ci era appena stato "devi sapere che certi paesi, coff coff l'Inghilterra coff coff, sfornano un gruppo indie al giorno ed è assai difficile ricordarsi tutti i nomi"
"Ma non si può sceglierne uno e.."
"NO!! Devi sapere che i fan quei nomi li ricordano tutti a memoria, solo che non appena ne arriva uno nuovo il gruppo che fino a poco fa gli piaceva diventa improvvisamente "commerciale" e non ne vogliono più sentir parlare!"
Anche Davis dovette convenire che il ragionamento aveva quasi un senso e provò a pensare a qualcos'altro.
"Ma scusa, avranno anche loro dei "capisaldi"!" osservò "E se provassi a regalargli un "classico"? Che ne dici?"
"Dico che avrebbero quella che io chiamo la "reazione del fan integralista dell'indie di fronte a ciò che non è indie"!"
"Ma non c'era un nome più semplice?.... E quale sarebbe questa reazione?"
"E' divisa in tre fasi: lo stupore disgustato per il regalo, lo sguardo compassionevole come per dirti "ma che scemotto che sei" e per finire la mitica frase fatta dell'indie rocker ovvero il classicissimo "ma davvero pensavi che io ascoltassi questa roba qui, ma guarda che io sono diverso" anche se ovviamente nessuno si degna di specificare in cosa sarebbe diverso"
"Ehi, tranquillo amico… ma scusa Liz non mi sembra un integralista"
"E infatti non lo è ma comunque ti sconsiglio di rischiare!"
"La fai sembrare una questione di vita o di morte"
"Perché lo è…. Senti Davis non scherzare mai con Liz sui dischi; cinque anni fa gli regalai "In Rainbows" dei Radiohead, il suo gruppo preferito, per il suo compleanno; lei mi rispose che era la dimostrazione di quanto poco la ritenessi speciale, che ero voluto andare sul sicuro e che ero stato banale; io allora provo a rispondergli che lei è speciale e che ho scelto qualcosa che piacesse ad entrambi per simboleggiare il profondo legame che ci unisce"
"Hai provato a fare il romantico, insomma; e come è andata?"
"Peggio! Ha detto che allora io l'ho fatto solo perché cosi potevo usufruirne anche io, che ero un approfittatore; spiegami come fa una persona a farsi certi filmini mentali, ci vuole una fantasia che nemmeno Tolkien aveva!"
"E quindi tu cosa hai fatto?"
"Niente, ero troppo innamorato di lei per prendermela, ma come piccola vendetta non le ho comprato "The King Of Limbs" e lei, due anni dopo l'uscita, ancora non ha l'album, AHAHAHAHAH!"
La risata malvagia doveva  essere venuta particolarmente bene al giovane americano, perché Davis ne rimase leggermente spaventato.
"Sai Willis, vorrei sceglierlo da solo il regalo!" fece il giapponese
"COOOSA!!! MA GUARDA CHE IO SONO IL GRAN MAESTRO DEI REGALI!!"
"Ma se hai appena detto che…"
"E' stato l'unico errore in dodici hanno di regali, è vero che poi non mi ha parlato per un mese però come puoi notare sono ancora vivo"
Dallo sguardo di Davis si capiva chiaramente che il fatto che sarebbe sopravvissuto non era una consolazione.
"Non te la prendere ma vorrei fare un po' da solo" concluse il giapponese.
Vedendolo così convinto, Willis annui e lasciò l'amico alla sua ricerca solitaria.
 
In un'altra zona del negozio
 
"Maledetto Davis! So io perché non mi vuoi far vedere il regalo, vuoi fare la sorpresa; pazienza, so che farai una cazzata e toccherà a me recuperare quindi cominciò già a scrivermi una scusa valida!"
Il biondo stava effettivamente per iniziare a prendere appunti quando i suoi occhi si posarono su due chitarre elettriche, o meglio su una chitarra e sul relitto di una chitarra.
-Uao, che forza; mi sa che questa è la mia grande occasione, c'è l'amplificatore-
Immediatamente prese in mano la chitarra, la collegò e diede una schitarrata a tutta forza…. non l'avesse mai fatto.
Dagli amplificatori uscì un suono terrificantemente osceno che riuscì perfino nell'impresa di far quasi tornare la lucidità a Franky.
Davis accorse immediatamente sul "luogo del delitto".
"Tutto bene Will, ti sei fatto qualcosa?"
"Tutto bene certo, perché dovrei stare male?"
"Beh, perché prima si è sentito un suono atroce proveniente da qui, sembrava che stessero scuoiando qualcuno!"
"Un suono at… ehi, ero io che suonavo la chitarra!"
"Non ci posso credere"
"Neanche io! Dai, fammi le scuse!"
"No, non posso credere che quella roba demoniaca l'abbia prodotta tu!"
Davis sghignazzava come un matto, finalmente aveva trovato qualcosa in cui Willis raggiungeva i suoi livelli.
"Ma che dici; sono bravissimo io, un piccolo Nils Lofgren!"
"Non dire stupidaggini! Tu sei un film horror in musica; a confronto con te che suoni Freddy Krueger, la bimba di "The Ring", Hannibal Lecter e Jack lo squartatore sembrano i Teletubbies e ora, per carità, molla l'arma del delitto che questo negozio rifiuta la violenza!"
"E' vero fratello Willis" fece Franky apparendo tra i due ripiani di uno scaffale "ha ragione il fratello… come ti chiami scusa?"
"Davis! E non sono tuo fratello!"
"Oh si… comunque ha ragione fratello Davis"
"E va bene!"
Willis posò la chitarra e gli altri due tirarono un sospirone tale che sembrava avessero appena convinto un terrorista a non farsi saltare in aria.
"Alla fine cosa hai preso?" chiese poi curioso
"Cinque dischi Indie!"
"Allora ti vuoi proprio suicidare!"
"No! Quando glieli darò, quelli che gli piaceranno saranno un mio regalo, quelli che non gli piaceranno saranno casualmente farina del tuo sacco"
"N-n-non p-puoi f-farlo davvero"
"Hai paura?"
"T-tu n-n-non hai m-mai visto Lizzie arrabbiata… q-quella mi ammazza; questo è-è u-un c-colpo b-basso"
"Beh, più o meno come far credere alla ragazza che mi piace che io sia un maniaco sfruttando la propria sorellina" replicò con sarcasmo
"A-andiamo, tu-tutto è l-lecito in g-guerra e in amore, m-ma io mi s-sono arreso o-ora!"
Davis non rispose, guardò l'amico e poi scoppio a ridacchiare; non riusciva più a trattenersi, e per due minuti abbondanti rise senza quasi respirare, ad un certo punto si fermò e osservò di nuovo l'amico.
"Dovresti vederti Will, sei bianco come un cencio!"
"C-che c-c-c'è da-da ri-ridere?"
"C'è che non farei mai una cosa del genere, volevo solo vederti un po' terrorizzato!"
Willis si tranquillizzò ma solo per un secondo.
-Mio Dio! Mi sono appena fatto battere in astuzia! Per di più da Davis Motomiya! I maya ci avevano visto giusto avevano solo sbagliato l'anno-
A quel punto l'americano si riassettò e poi tornò alla carica; Del resto se doveva preparare una contromossa in caso di un regalo sbagliato non poteva restare senza sapere quale fosse il suddetto regalo.
"Allora? Che le hai preso?" chiese di nuovo il biondo
"Un solo disco, una sorpresa!"
"Avrai poco spazio di manovra se il regalo è sbagliato, è una scelta rischiosa ma io so che lei già ti ama quindi…"
Al biondo americano non fu necessario finire la frase perché i due si capirono alla perfezione; si recarono alla cassa per pagare.
"Pago io!" esclamò Davis prima che l'altro potesse replicare
"Non ce n'è bisogno, li ho i soldi" gli ribatté l'amico
"Lo so ma tu hai anche la pessima abitudine di scrivere con l'indelebile nero "Proprietà di Willis Ford" su ogni cosa da te pagata, mi viene il dubbio che tu lo faccia perché pensi che, data la tua tendenza a rubare, anche gli altri si comportino esattamente come te"
"Calunnie!" replicò perentorio il biondo
"Proprio no, giusto ieri ho dovuto compare due mazzi di rose perché metà delle rose del primo, dato che avevamo fatto metà e metà, le stavi incidendo con quell'indelebile del cazzo"
"Ah, ehmm… ok, paga tu"
Una volta pagato i due digiprescelti uscirono dal negozio. Se qualcuno dei loro compagni li avesse visti in quel momento avrebbe anche potuto pensare che tornassero da una battaglia vittoriosa a Digiworld, nonostante fossero infatti sporchi di terra e graffiati e tagliati in più punti ridevano come pazzi.
-Il mio fratellino è diventato un uomo - pensò Willis guardando l'espressione soddisfatta dell'amico mentre i due si incamminavano verso casa -Davis ce la farà, me lo sento-
Sapeva bene che quel regalo, qualunque esso fosse, sarebbe stato assai più gradito dei suoi; la differenza era tutta nel mittente.
 -Cazzo!- si disse mentre camminava - quanto ODIO l'indie rock-
 
 
 
ANGOLO DELL'AUTORE
 
Quarta appendicite, quarto delirio.
Con questa siamo praticamente a ridosso della metà (dovrebbero essere in tutto otto ma potrebbero diminuire) delle storie; come sempre ringrazio chi ha recensito, inserito la storia tra le seguite ecc… o più semplicemente ha solo letto le appendiciti precedenti.
Ora, venendo alla storia spero che tra di voi lettori non ci siano fan dell'indie rock (nel caso ci foste vi prego di non offendervi, sappiate solo che anche a me piace abbastanza l'indie) perché, nel caso avessero uno scarso senso dell'umorismo potrebbero anche tirarmi dietro ogni sorta di insulto viste quante gliene ho dette in sto capitolo mentre per quanto riguarda il resto dei contenuti ci sono un paio di battute che magari non sono proprio accessibili a tutti perché un po' tanto nerd (P.S. spero abbiate visto l'anime "Deltora Quest" perché se così fosse ridereste il doppio) ma mi auguro che possiate divertirvi comunque.
Credo non ci sia più niente da dire se non che vi aspetto alla prossima storia anticipandovi che ci sarà un importante evento.
Ciao da ShawnSpenstar.

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