Rest now, my warrior. The Doctor is awakening

di Inathia Len
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** We allo change. A prologue. ***
Capitolo 2: *** First, you think the worst is a broken heart ***
Capitolo 3: *** What's gonna kill you is the second part ***
Capitolo 4: *** And the third, is when your world splits down the middle ***
Capitolo 5: *** And fourth, you're gonna think that you fixed yourself ***



Capitolo 1
*** We allo change. A prologue. ***


 

-Tutto solo scompare, no? Tutto quello che sei… andato. In un attimo. Come respiro su uno specchio. Adesso, da un momento all’altro… sta arrivando. Lui sta arrivando.-

Clara non capisce, non vuole capire.

-Chi sta arrivando?- chiede, la voce rotta.

E tu la guardi. Vorresti stringerla, baciarla, anche solo sulla fronte, come hai fatto tante volte. E ora  questo diventerà solo un ricordo.

Un ricordo nella mente di un altro.

-Il Dottore- le rispondi, ma lei scuote la testa.

-Tu. Tu sei il Dottore- ripete, quasi a volersi convincere delle sue stesse parole, ma sai che non c’è modo di fermare il processo una volta avviato. E, soprattutto, non vuoi.

Perché sei egoista, perché vuoi continuare a vivere.

Anche con un’altra faccia.

Perché vuoi continuare a viaggiare con Clara anche se non sarai più tu. Uno sconosciuto prenderà il tuo posto, uno sconosciuto con i tuoi stessi ricordi che potrà sorridere a Clara, abbracciarla, prendere in giro il suo buffo naso…

Ma ora lei è lì, che ti guarda spaventata… terrorizzata. E allora non vorresti cambiare. Per un attimo, saresti disposto a mandare tutto all’aria solo per farla felice.

Clara si morde un labbro e una lacrima brilla nel suo sguardo.

Ti sciogli lentamente il cravattino, guardandolo come ipnotizzato mentre scivola a terra. Clara segue la sua traiettoria, singhiozzando quando tocca terra.

Ha capito cosa sta per succedere. È intelligente la tua Clara. La tua Clara sempre coraggiosa, buffa e divertente.

Perfetta.

Sempre ciò di cui hai sempre avuto bisogno.

-No- singhiozza. –No!-

E tu allunghi la tua mano scintillante verso di lei.

-Ehi…- cominci e la sua mano si tende verso la tua.

Vorresti afferrarla e non lasciarla mai, dirle che andrà tutto bene… d’altra parte, è la tua prima regola: il Dottore mente.

-Ti prego, non cambiare.-

E, in un attimo, sei andato.

Giusto uno starnuto, solo quello è servito.

 

 

 

 

 

 

 

 

Inathia's nook by night:

salve popolo notturno (e fidatevi, per me lo siete, considerando che di solito non vado oltre le 22 ;P) eccomi qui con un'altra raccolta. perchè, diciamocelo, è meglio scrivere del Dottore piuttosto che pensare alle interrogazioni di greco o alla tesina. dovrò cominciare, prima o poi...

anyway, come stavo dicendo, questa raccolta mi è venuta in mente rivedendo lo special di Natale in cui abbiamo salutato Matt. (che gran bravone... a essere onesti!) perchè ancora non sappiamo come Clara affronterà la cosa. Insomma, anche solo fisicamente Capaldi...ooops, Twelve è molto diverso da Eleven (non intendo dire che sia vecchio... lungi da me questa orrida idea) e come reagirà la sua perfetta ragazza impossibile?

e io sono qui per quello, per fornirvi la mia "versione dei fatti", cominciando da questo prologo, dove ho ripreso le battute della puntata (le ho tradotte io dall'inglese.. quindi potrebbero non suonarvi come l'originale italiano ;P) e ho aggiunto un po' di feels che non fanno mai male a nessuno.

ditemi che ve ne pare, anche solo se vale la pena di continuarla :)

un bacione...

ALLONS-Y GERONIMOOO!

 

 

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Capitolo 2
*** First, you think the worst is a broken heart ***


 

Rabbia 

 


Quando gli effetti mascheranti della negazione della realtà e dell'isolamento cominciano a svanire, la realtà ed il relativo dolore riappaiono.

Ma non si è ancora pronti. L'emozione intensa è deviata dall’oggetto del dolore e riorientata e si esprime come rabbia.

Rabbia che si può anche orientare verso il soggetto che ci ha provocato il dolore.

A questo si può aggiungere un senso di colpa per essere arrabbiati e questo non fa che alimentare la rabbia stessa.

 

 

 

 

 

 

 

-Portami a casa.-

È l’unica cosa che riesco a dire, quando finalmente quell’uomo capisce come non farci precipitare.

-Portami a casa- sussurro, abbandonandomi contro la consolle, la testa tra le mani.

-Clara… non capisco…-

Lui mi guarda spaesato, lo vedo attraverso i miei capelli, ma non voglio ascoltarlo.

Voglio che ritorni lui.

-Ho detto che me ne voglio andare!- urlo, piantandomi al suo fianco. –Ce la puoi fare, no? Almeno questo sei in grado di farlo, non è vero?-

-Sono sempre io…- tenta. –Clara, ti prego…- ma sa che non gli darò retta. Sa che non mi importa.

E allora si mette all’opera, pigiando pulsanti e abbassando leve in un balletto così famigliare e doloroso al tempo stesso.

-Ecco fatto- mormora poi, stanco. –Casa.-

Deglutisco, ma mi faccio forza. Non deve vedermi piangere, non lui che mi ha portato via il mio Dottore.

-Bene. Saluti- dico, cercando di apparire più forte di quanto non sia in realtà. –E a mai più rivederci.-

-Clara, non puoi essere seria.-

-Oh, non lo sono mai stata così tanto in vita mia. Sono la regina della serietà!- esclamo. –Lui avrebbe riso- aggiungo poi, sottovoce. –Lui non avrebbe mai permesso una cosa del genere!- grido, tornando a grandi passi verso i comandi. –Riportalo qui, da me. Riportalo qui sano e salvo e ti prometto che non ti succederà nulla.-

-Ma sono sempre io. Guardami- dice, indicando i vestiti che indossa. Stesso panciotto e cappotto color prugna, stessi pantaloni… persino lo stesso orologio fa capolino dalla sua tasca. Se chiudessi gli occhi potrei quasi vederlo sorridermi.

-Non è vero. Indossi i suoi vestiti, ma non sei lui- ribatto, testarda. –Lui non mi avrebbe mai lasciata. Ridammelo!- grido. –Ridammelo!- grido, ma con meno convinzione, tempestandogli il petto di pugni.

È tutto così sbagliato, così ingiusto…

-Ricordi quando ci siamo incontrati? La tua prima volta, intendo, non la mia. Avevi bisogno di internet… eri una tale imbranata con i computer, all’epoca… e hai chiamato la TARDIS… te lo ricordi?-

Lo guardo storta, le mani ancora appoggiate al suo petto. Perché sa queste cose? Come fa a saperle?

-E tu eri preoccupata della bolletta, pensavi di aver chiamato chissà dove… e invece era chissà quando. La mia ragazza impossibile…-

Chiudo gli occhi, non devo lasciarmi scuotere. Se ignorassi il tono della voce, potrei quasi far finta che sia lui a parlarmi. Ma lui non c’è più e io mi sto facendo prendere in giro da uno sconosciuto solo perché indossa i suoi stessi vestiti.

Mi allontano di scatto e lui mi guarda quasi spaventato, con quei grandi occhi da gufo.

-Me ne stavo andando, se non sbaglio. Addio.-

E lo faccio davvero, sbatto la porta alle mie spalle.

Solo quando sento la sirena della TARDIS e realizzo che se ne sta andando davvero, scoppio a piangere.

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** What's gonna kill you is the second part ***


 

Auto recriminazioni


Si incomincia poi una fase in cui si auto recrimina su azioni che si sarebbero potute compiere per evitare o ritardare il lutto. 


 

 

 

Entro in casa e, in un attimo, realizzo che è ancora Natale, che a tavola sono seduti i miei parenti e mia nonna. E realizzo anche che non so quanto sono stata via.

Mi appoggio alla porta di ingresso e tento di scacciare i ricordi. Risalgono solo questa mattina, in teoria, ma non in pratica.

Quando mi sono svegliata, era Natale, ero felice, stavo preparando il tacchino.

E il mio più grande problema era che non si sarebbe cotto in tempo per il pranzo.

Una risata nervosa accompagnata da un singhiozzo mi sfugge e mi lascio cadere per terra.

Quando mi sono svegliata questa mattina lui c’era ancora.

Se lo avessi obbligato a rimanere qui, se lui non fosse stato quel pazzo che era e non fosse tornato a Christmas… se per una volta mi fossi accontentata della mia noiosa vita, forse sarebbe andata diversamente.

-Tesoro, va tutto bene?-

Alzo gli occhi e vedo mia nonna guardarmi preoccupata. Mi asciugo le lacrime e mi alzo, abbracciandola di slancio e tenendola stretta. Quando lei mi bacia sulla fronte, però, scoppio nuovamente.

-Ehi, Clara, piccola… che succede? E che fine ha fatto il tuo fidanzato? Avete litigato?-

La sua sincera preoccupazione mi stringe il cuore. E vorrei dirle che lui non era “il mio fidanzato”, ma molto di più. Lui era speciale, il sogno di una vita che aveva bussato alla mia porta…

-Non tornerà, nonna. Non tornerà più- dico, la voce che mi trema.

-Oh, vedrai che le cose si sistemeranno. Nessuno può rimanere arrabbiato il giorno di Natale- tenta di consolarmi lei, dirigendomi verso il salotto e facendomi sedere. Noto che siamo rimaste solo io e lei e l’orologio segna le quattro del pomeriggio. Se ne sono andati tutti.

-Non si tratta di questo- comincio, ma poi mi rendo conto che non so come continuare. Cosa dovrei dirle, la verità? Che ho passato gli ultimi tempi in compagnia di un Signore del Tempo, del quale mi sono anche forse innamorata, visitando pianeti alieni, tempi passati e futuri? Dovrei dirle che mi sono sacrificata innumerevoli volte, per lui, che ho vissuto mille vite solo per morire, così che lui potesse vivere? Dovrei confessare che ero nata per salvarlo e questa volta, quella più importante, ho fallito?

-È tutta colpa mia- singhiozzo, stringendo la tazza di the che mi sta offrendo e sorseggiando piano. –E non tornerà. Non lui, non lui…-

Mia nonna mi stringe forte, mentre io poggio la testa sulla sua spalla.

-Piccola- sussurra lei, accarezzandomi i capelli e cominciando a canticchiare una vecchia ninna nanna di quando ero piccola.

-Nonna… è davvero colpa mia… l’ho lasciato solo, se fossi rimasta, se avessi insistito…- mormoro, le lacrime agli occhi. –Mi manca. E non è passato nemmeno un attimo. Mi manca come se fossero secoli. Passerà mai?-

-Devi avere pazienza, tesoro mio. Non è mai facile, l’inizio.-

-Ma non dovremmo essere a questo punto. Non ci saremmo, se io avessi fatto di più… se fossi morta io- aggiungo, sottovoce. E lo penso davvero. Lui avrebbe trovato un’altra versione di me o comunque ce l’avrebbe fatta, sarebbe andato avanti. Perché lui era forte e se n’è andato con il sorriso, anche se non voleva. Le sue ultime parole sono state per me, per rassicurarmi… e io che cosa ho fatto?

Niente.

E questo niente mi pesa come un macigno.

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Capitolo 4
*** And the third, is when your world splits down the middle ***



Depressione


Due tipi di depressione sono associati al dolore che provoca un lutto. Una depressione più profonda ed una più legata agli aspetti pratici che il lutto può comportare. La durata di questa fase varia da alcune settimane a sei mesi. Le manifestazioni più tipiche sono umore depresso, sentimenti di tristezza, inappetenza, crisi di pianto, agitazione e scarsa concentrazione. La maggior parte delle persone ha la sensazione che il defunto sia in qualche modo ancora presente.


 

 

 

 

I tre mesi che seguono li passo raggomitolata sotto il piumone. Non mi sono ancora cambiata, indosso ancora la stessa gonna e lo stesso maglione del giorno di Natale.

Così che lui possa riconoscermi, quando tornerà.

Se tornerà.

Ho perso dieci chili, sono l’ombra di me stessa, ma le lacrime non le ho ancora esaurite. Credo che quelle non finiranno mai.

Anche se ora ho smesso di accusarmi della sua scomparsa, le cose non sono migliorate. E dormire abbracciata alla scatola dei souvenir dei nostri viaggi non aiuta.

Ma è più forte di me, non riesco a lasciarlo andare.

Ogni mattina spero sia stato tutto un sogno. Riesco quasi a sentire il campanello suonare, riesco quasi a vedere la sua buffa faccia attraverso lo spioncino, la TARDIS parcheggiata in mezzo al prato.

Come l’ultima volta.

Lui è con me quelle rare volte che esco dalla mia stanza, giusto per andare in cucina o in bagno.

Lui è con me quando cerco di alzare il telefono per chiamare qualcuno. Anche se l’unico di cui ho davvero bisogno non arriverà mai.

Lui è con me persino quando leggo, è la voce che sento dentro, la voce che mi racconta la storia della buona notte.

Lui è con me negli addobbi di Natale che rifiuto di togliere da casa, nella vana speranza che possa viaggiare anche io nel tempo e tornare a quel maledetto giorno.

Ma non succederà, dopo tre mesi l’ho capito.

Non lo rivedrò mai più.





-Clara, la mia Clara!-

Mi volto in quel nero assordante e lo vedo. È lui, indiscutibilmente lui.

Stesso mento, stesso ciuffo, stesso assurdo panciotto.

Stesso sorriso.

Gli volo tra le braccia.

-Oh, adesso siamo alla fase degli abbracci? Bene, molto bene. Mi piace questa fase. Abbracciare fa bene, molto bene!-

-Stai zitto!- gli sussurro nell’orecchio, inspirando il suo profumo. –Dove siamo?- chiedo, dopo un po’, notando il nulla nero intorno a noi.

-Credo sia la tua testa, sai? Affascinante, non ero mai stato nella testa di nessuno. Bè, se si escludono i rapidi contatti psichici… che c’è?- si interrompe, guardandomi strano.

-“che c’è” cosa?- chiedo, staccandomi piano, ma senza lasciare la sua mano.

-Non mi hai zittito. Tu mi zittisci sempre. Perché non lo hai fatto?- chiede, sospettoso, alzando un sopracciglio.

-Non mi andava?- scrollo le spalle. –Oppure sono solo felice di vederti.-

-Mi sono rigenerato, non è vero? È per questo che siamo qui. Non riesci ad accettarlo, ad andare avanti.-

-Non è vero- mugugno, mettendo il broncio. –Mi manchi- dico poi, abbassando le difese.

-Anche tu.-

-E allora torna.-

-Mi hai cacciato via.-

-Non è vero, non lo farei mai!-

-Mi hai obbligato a riportarti a casa.-

-Tu…? Non è possibile, come fai a…?- balbetto, allontanandomi di scatto, mentre la sua faccia trema e, per un attimo, compare quella dell’altro. Ma è solo un attimo.

-Sono sempre io. E mi manca la mia ragazza impossibile. La TARDIS è vuota. Pensa, manchi persino a lei!-

-Ho paura- mormoro. –Non te ne andare.-

-Io ci sono sempre e ci sarò per sempre. Ma ogni tanto bisogna cambiare, te l’ho detto. E cambiare va bene, finché ci si ricorda chi si è stati. Con chi. E io non potrei mai dimenticarmi di te. Mai. Nemmeno per un singolo istante.-

-Allora a presto- singhiozzo, mentre lui mi asciuga le lacrime con una carezza, baciandomi poi la fronte per l’ultima volta.

-A presto, Clara Oswald.-

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Capitolo 5
*** And fourth, you're gonna think that you fixed yourself ***


 

 

Accettazione

 

Dopo la fase di depressione, i sintomi depressivi regrediscono e la persona tenta di tornare alla normalità.

La durata di questa fase è variabile e non tutti riescono a raggiungerla.

 

 

 


Quando sento la sirena della TARDIS il mio cuore perde un colpo. Non pensavo l’avrei mai risentita, ma lui ha detto la verità, per una volta. È venuto a prendermi.

Lui è tornato.

E non importa com’è, l’importante che ci sia.

L’ho imparato, l’ho capito.

Resterà sempre il mio Dottore.

Scendo le scale di corsa, rischiando di cadere un paio di volte, a causa dell’eccitazione.

È tornato, continuo a ripetermi. È tornato.

È diverso dall’ultima volta che l’ho visto, sembra stanco. Mi guarda titubante e io mi fermo a qualche passo da lui. Non indossa più il panciotto e il cappotto viola, ma un giacca blu dall’interno rosso. Evidentemente, il cambio di faccia non gli ha portato più gusto nel vestire.

Mi scappa una risata e lo vedo sgranare gli occhi.

-Clara?- chiede. –Quanto ci ho messo… quanto tempo è passato…?-

Ma non gli faccio finire la frase che volo tra le sue braccia. Anche se il profumo è diverso, questa volta lo so che è lui. E che sempre lo sarà.

-Il mio Dottore- mormoro. –Grazie per essere tornato.-

-In realtà, non avrei voluto mai andarmene. Ma la TARDIS ha cominciato a sbuffare tutta, c’era un gran casino… penso fosse arrabbiata. Con te. Con me. Non lo so. Ma non appena si è calmata sono tornato qui. Esattamente, quanto tempo è passato?-

-Tre mesi, quasi quattro- rispondo, ridendo tra le lacrime.

-Mi dispiace.-

-Mi sono serviti. Dico davvero. Ho fatto una scenata e… be’, sono stata davvero male. Ma mi è servito. Ma sono anche felice che sia finito- dico, sorridendo e stringendolo di nuovo. –Allora, dove si va?-

-Questa volta non mi farai aspettare fino a domani mattina?-

-Non tirare la corda, vecchio gufo- lo prendo in giro, entrando nella cabina telefonica blu. –Potrei sempre cambiare idea- scherzo, facendogli l’occhiolino e mettendomi ai comandi.

 

 

 

 

 

Inathia's nook.

e siamo giunti alla fine. lo avevo preannunciato che sarebbe stata una cosa piccina picciò. in realtà non ho molto da dire, se non ringraziare con tutto il cuore quella santa donna di parveth che ha avuto la pazienza di recensire tuuuuutti i capitoli. spero che la raccolta ti sia piaciuta, questo capitolo è per te :)

ringrazio poi i quattro amori che hanno seguito la storia (se volete lasciare un commento giuro che non mordo ;P)

alla prossima ;)

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