That little twinkle in your eye, gets me every time

di hellosunshjne
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Nice to meet you, babe ***
Capitolo 3: *** Unusual ***
Capitolo 4: *** I think that.. ***
Capitolo 5: *** This isn't a promise ***
Capitolo 6: *** She's a strawberry ***
Capitolo 7: *** You're like the honey ***
Capitolo 8: *** You aren't insecure ***
Capitolo 9: *** Caos ***
Capitolo 10: *** Anonimous ***
Capitolo 11: *** Screaming ***
Capitolo 12: *** Flashback ***
Capitolo 13: *** Parents ***
Capitolo 14: *** This life ***
Capitolo 15: *** Ouch, tana for you ***
Capitolo 16: *** It's a beautiful day ***
Capitolo 17: *** Georgia ***
Capitolo 18: *** Happy Birthday ***
Capitolo 19: *** America ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Yeah, I, I know it’s hard to remember
The people we used to be
It’s even harder to picture
That you’re not here next to me

Payphone, Maroon 5

 

Stavo canticchiando le note dell’ultimo singolo dei Maroon 5, Payphone, che stavano trasmettendo alla radio quando il mio fidato navigatore ci avvisò che avevamo raggiunto la nostra meta.
«Oddio non posso crederci!» urlò mia sorella,Gin, slacciando la cintura di sicurezza.
«Uuh che felicità» scimmiottai sbattendo la portiera della macchina per poi aprire quella posteriore e svegliare la mia ragione di vita.
«Ancora grazie Honey. Senza di te non avremmo mai realizzato il nostro sogno» disse dolcemente l’amica di mia sorella, Sally. Con un gesto della mano minimizzai il tutto e c’incamminammo verso la fila di ragazzine urlanti. Ci mettemmo in coda e presi il cellulare per inviare un messaggio a mia madre scrivendole che eravamo appena arrivate. Buttai il telefono nella borsa e strinsi forte la sua mano. Notai l’eccitazione e l’emozione negli occhi di mia sorella e dell’amica.

Due sedicenni che stavano per realizzare il loro sogno. Iniziarono ad intonare insieme alle altre fan, o meglio Directioners, come si chiamavano fra di loro, le note di una canzone.
Ah si! Quella dove dice che siamo belle anche senza trucco ecc. ecc. Che cazzata!
Una voce da uomo annunciò attraverso un megafono che tra 30 secondi le porte si sarebbero aperte. Non capivo di cosa stavano parlando e mi guardai intorno spaesata.
«Honey? Che diavolo aspetti? Dobbiamo correre!» urlò mia sorella afferrandomi per la maglia.
Altre poche ore, poche ore, mi ripetei per non avventarmi sopra mia sorella.
Varcammo quelle fatidiche porte e notai una folla di ragazze che piangevano, che urlavano, che si scrivevano in faccia. Mi girai verso Gin e Beth per assicurarmi che stessero bene.
Menomale che alla loro età non ero così. Beh avevo altro a cui pensare.
Un uomo grande e grosso, con un’aria familiare, fece un cenno a qualcuno e partirono le note di un’altra canzone.
Ah questa la so, una delle poche che mi piace. Taken.
Tutte le ragazze urlarono come le forsennate provocando il pianto isterico di Rebecca. La presi in braccio e le diedi un bacio nei capelli per farla calmare. Passammo una mezz’oretta così, senza far nulla di preciso. Stando in fila aspettando che quei cinque ragazzi uscissero fuori e facessero quello che dovevano fare.
Di nuovo quell’uomo. Annunciò che mancavano pochi minuti e i ragazzi sarebbero usciti.
Mia sorella iniziò a saltellare con l’amica e ogni tanto mi lanciava qualche occhiata emozionata. Infondo mi faceva piacere vederla così.
Sentii la suoneria del mio cellulare farsi spazio in quel luogo, così feci scendere Rebecca e cominciai a cercare il mio telefono. Prima dell’ultimo squillo riuscii a rispondere.
«Pronto?.. si sono io, con chi parlo?..Un attimo che segno». Cercai distratta un foglio ed una penna nella borsa e quando lo trovai scrissi il numero e l’indirizzo che mi avevano appena dato al telefono. Identificai il numero con “colloquio” sul telefono. Quello sarebbe dovuto essere il mio primo tentativo di iniziare la mia carriera, ci sarei riuscita. Costi quel che costi.
Riposi il telefono nella borsa e cercai la manina di Rebecca. Non la trovai. Mi girai intorno aspettando di vederla al fianco di mia sorella ma nulla. Allungai lo sguardo altrove mentre il respiro cominciava ad essere pesante e i battiti del cuore ad essere irregolari.
Non c’era.
Non trovavo Rebecca.
Rimaniamo calmi, se avessi due anni e mezzo e mi perdessi..dove andrei?
Vuoto totale.
Cominciai ad agitarmi cercando di non farmi vedere da Gin. Sentivo il panico scorrermi nelle vene, cominciai a camminare con passo svelto, mi facevo spazio tra la gente.
Sentivo quelle ragazzine che mi urlavano contro convinte che volessi sorpassarle.
Cosa cazzo me ne fotte di quei 5 cantanti a me?!
Mi ritrovai di fronte di nuovo quell’uomo.
Su Honey, sforzati!
Bingo!

«Tu sei Paul?»
«Si adesso si sposti signorina» rispose senza degnarmi di uno sguardo. Spero stia scherzando vero?!
«Senta. E’ una questione importante. Non mi ricordo bene che ruolo abbia in tutta questa faccenda ma di sicuro è qualcuno di importante. Mia sorella mi parla anche di lei. Quindi mi dia una mano, la prego»
Grande Honey, i tuoi discorsi funzionano sempre!
«Cos’è successo di così tanto urgente?»
«Mica ha visto una bambina bionda, occhi azzurri. All’incirca 3 anni. Ha una gonna rosa e una maglietta bianca? Mi somiglia molto» dissi tutto d’un fiato mimando l’aspetto con le mani.
«No mi dispiace. E’ sua sorella? Adesso la cerchiamo». Mi limitai ad annuire senza rispondere, notai che fece un segno a qualcuno ed valicai con lui oltre una porta con scritto sopra “Only staff”.
In quel momento poco m’importava di dove stavo andando, dovevo trovarla.
Paul cominciò ad aprire delle porte ma nulla, di Rebecca non c’era traccia. Cominciai a sudare freddo. Mi accovacciai a terra fregandomene di dove stavo, con chi stavo e come stavo.
«La troveremo» si limitò a dire porgendomi la mano per alzarmi. Afferrai la sua mano e spinsi via i pensieri che potesse essere stata rapita. A quel pensiero rabbrividii. Nessuno doveva toccarmela.
«Rebecca!» urlai correndo verso di lei, che stava tranquilla mano nella mano con uno. Mi corse tra le braccia e la strinsi forte a me. La feci girare in tondo mentre le lasciavo tanti piccoli baci e frasi come Non capiterà mai più o scusami, scusami!
La bambina qui di fronte si limitava a sorridere ed asciugare le mie lacrime agli angoli degli occhi.
«Come hai fatto?»
«Mi hai sempre detto che se mi fossi persa dovevo chiamare qualcuno che conoscessi»
«Si ma tu qui non conosci nessuno» dissi spostandole i capelli da un lato.
«Conosco lui» disse indicando il ragazzo dietro di lei.
Che figura, non mi ero resa conto che c’era qualcuno con noi. Mi alzai da terra scrutando la persona che mi stava davanti fino ad incontrare i suoi occhi.
Non mi ci volle molto a riconoscerlo, mia sorella mi aveva parlato così tanto degli occhi dei ragazzi che trasmettevano emozioni ecc. ecc ma non l’avevo mai ascoltata attentamente.
Ora capivo che aveva perfettamente ragione. Quella luce mi aveva colpito dritto in petto, mi aveva fatto dimenticare delle condizioni in cui mi trovavo e soprattutto di quello che era successo prima. Mi tese la mano a mo’ di saluto e io gliela strinsi di rimando.

 

Sera *w*
Eccomi qui con una nuova storia! E' completamente diverse dalle altre u_u
Ho deciso che la scrivo di getto, niente scalette, niente programmi. Così come verrà! 
Sono troppo eccitata da questa nuova FF *-* Infatti penso che dopo scriverò il primo capitolo!
Da chi sarà andata Rebecca? e soprattutto..chi è Rebecca?
Ci vediamo alla prossima puuuuuuuntata (?)

Ah! AVETE VISTO IL TENTATIVO DI ZAYN DI FARE UNA TWITCAM? AHAHAHAHAH è troppo imbranato <3
Liam che è arrivato a 6.504 following? Lasciamo stare va .-.

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Capitolo 2
*** Nice to meet you, babe ***


Forever young, I want to be forever young 
Do you really want to live forever, forever, forever? 
Some are like water, some are like the heat 
Some are a melody, some are the beat 
Sooner or later they all will be gone 
Why don't they stay young

Forever Young

 


«Piacere, Harry Styles»
Pronunciò quelle parole stile Because I’m Chuck Bass ed io strinsi di più la mano.
«Io sono Honey» dissi sciogliendo la presa e mostrando il mio sorriso perfetto. «Grazie comunque. Non so davvero come sia potuto succedere!»
«Non preoccuparti. L’importante è che ora va tutto bene» disse inginocchiandosi all’altezza di Rebecca, poggiando i gomiti sulle ginocchia. «Quanti anni hai?»
«Tra un mese esatto ne faccio 3!» rispose mettendo le braccia sui fianchi. Harry le accarezzò una guancia ed annuì. «Posso prendere una caramella?»
Harry annuì nuovamente e si alzò, superandomi di qualche centimetro. Guardammo entrambi Rebecca andare verso una ciotola piena di caramelle.
«E’ una bellissima bambina» disse spostando il suo sguardo nel mio. Io mi limitai ad annuire e a sorridere. «Vi somigliate molto»
Mi ha detto che sono bella?
Alzai un sopracciglio storcendo le labbra «Ci stai provando Styles?»
«Se tu ci stai, si» disse Harry sorridendo maliziosamente.
«Mamma posso prenderne un’altra?» mi chiese Rebecca. Notai Harry irrigidirsi e spostare il suo sguardo da me a Rebecca e di nuovo da Rebecca a me.
«Certo Beck, solo un’altra»
«Lei è ..è tua..»
«Figlia? Sei molto perspicace!» dissi ironica mantenendo il suo sguardo.
«Ma tu sei così..»
«Giovane? Ho 19 anni»
«Quindi l’hai avuta quando avevi 16 anni. Wau» disse grattandosi la nuca. Sorrisi divertita, non era la prima volta che mi capitava una situazione del genere.
«Ora devo andare, mia sorella e l’amica mi staranno cercando»
«Non mi chiedi né un autografo, né un abbraccio?»
«Perché dovrei?» chiesi sbarrando gli occhi. Lui fece la stessa cosa e allargò le braccia.
«Sono Harry Styles!»
«Ed io sono Honey McKens!». Scoppiammo tutti e due a ridere fragorosamente fino a quando Rebecca non si attaccò ai miei jeans per farmi notare la sua presenza.
«Comincio a pensare che tu non sei una nostra fan»
«Ma sei un genio allora? Ho solo accompagnato mia sorella. Se l’avessi accompagnata lei mi avrebbe tenuto questa peste per due week-end. Non potevo non accettare!». Harry sorrise e notai per la prima volta quelle fossettine che gli si formavano agli angoli della bocca. Sorrisi di rimando nonostante mi sentissi imbarazzata.
Fermi un attimo..Io imbarazzata? Non sono mai in imbarazzo io!
«Ci vediamo là fuori allora. Ora devo andarmi a fare bello. Ah no aspetta, già lo sono» disse indicandosi e scuotendo i capelli.
«Tra due secondi non ti ricorderai neanche il mio nome!» dissi ridendo e cominciando ad allontanarmi con Rebecca tra le braccia. Il riccio là dietro borbottò qualcosa ma ero troppo distante per capire le parole esatte.
Tornai in mezzo a quella folla e notai alcuni sguardi che balzavano da me alla porta e viceversa.
Sono potente!
Vidi Gin e Sally più vicine e la raggiunsi scivolando fra la gente.
«Ma dov’eravate finite?» mi chiese Gin dando un bacio sulla guancia della nipote.
«Cercavo un bagno»
Non so perché non le ho detto nulla, forse non le volevo far fare dei film inutili. Avrebbe urlato e saltato come l’isterica dicendo: Oddio Harry! Harry!
Scossi la testa a quel pensiero e tornai nella realtà. Una triste realtà dato che i One Direction erano appena entrati e i timpani miei e di Rebecca ne stavano risentendo.
Infondo anche lei li conosceva e le loro canzoni facevano un effetto strano su di lei. Si lasciava cullare da quelle note e nello stesso tempo amava ballarle. In effetti era impossibile non impararle se ti ritrovi come una sorella e quindi compagna di casa, una directioner squinternata.
Ogni due minuti facevamo un passo in avanti, vedevo ragazze piangere, urlare, saltare.
Ma si sono tutte rincoglionite?
Quando vidi che mancava poco e sarebbe toccato a noi sentii una fitta allo stomaco e l’attribuii alla fame. Mia sorella mi diede la sua macchina fotografica raccomandandosi di fare taaanti video.
Toccava a Gin e Sally ed io mi misi un po’ più indietro rispetto a loro due dato che poco me ne fregava di battere il cinque a quelli là. Rebecca stava in braccio a Gin e mi colpì un gesto tanto da dimenticarmi di avere una macchina fotografica in mano. Harry aveva preso Beck in braccio, che senza problemi si era accomodata sulle sue gambe. Gin e Sally urlavano come le pazze e vidi altre ragazzine fare la stessa cosa. Così mi avvicinai per cercare di capire cosa stesse facendo quel bell’imbusto con mia figlia!
«Honey!» disse Harry inclinando la testa verso destra.
«Che diavolo stai facendo?»
«Hai visto? Ho ricordato il tuo nome!»
«Aspetta aspetta ora ti dò una sterlina.» dissi seria storcendo le labbra. Lui mi mostrò un sorriso stupendo, diverso da quello precedente. Rimasi perplessa per una manciata di secondi, o per ore non so. Sentii 1000 sguardi addosso, ma 5 molto più forti.
Che avevano da guardare quei ragazzi dietro al bancone? Perché si davano gomitate a vicende?
«Embè? Non avete mai visto una ragazza?» sbottai. Quello biondino, Niall mi pare, scoppiò a ridere e con lui anche Liam portolecamicieaccollate Payne.
«No è che Harry ci ha raccontato dell’accaduto!» chiarì quello con il ciuffo all’insù. Zayn, si.
«Perché che è successo?» chiese Gin meravigliata.
Guardai Harry per fargli capire di stare zitto ma sembrò non afferrare, o meglio non volle farlo.
«Tua sorella prima ha perso Rebecca, tua nipote» rispose Harry scoccandomi un’occhiata divertita.
«Che cosa? E come fa a conoscere Rebecca?» urlarono Gin e Sally in unisono.
«Non è stata colpa mia! Mi avevano chiamato quelli del colloquio e Beck è andata via. Non so come ha trovato Harry ed ora eccoci qua. Grazie Styles, davvero!» dissi tutto d’un fiato per finire con un accenno all’ironia. Occhi verdi alzò le spalle e scosse velocemente Rebecca facendola ridere di gusto. Se fossimo stati in uno di quei film di Natale ora starei sorridendo ma invece stavamo ad una singing dei One Direction.
«Attento che da poco…» non riuscii ad avvisarlo in tempo che Beck rovesciò tutto il semolino che aveva mangiato un’oretta prima sulla sua maglia bianca. «Questa è la punizione divina!» dissi accogliendo mia figlia tra le braccia.
«Signorina deve andare, c’è la fila» mi avvertì un omone almeno altro 3 metri. Lo guardai aggrottando le sopracciglia, mi girai verso Gin e Sally facendogli segno di andare via. Mi girai verso i ragazzi ed ammiccai ad un sorriso di educazione. Cominciammo a camminare verso l’uscita quando sentimmo un boato esagerato e più di mille sguardi trafiggerci. Guardai prima Gin e poi Sally.
«Mamma guarda!» disse Beck indicandomi la direzione da cui venivamo. Mi girai e scoppiai a ridere.
«Ma che diavolo stai facendo?» urlai per farmi sentire.
«Sto all’in piedi su un bancone per chiederti di uscire!»
Mi girai intorno guardando tutte quelle ragazze che avrebbero voluto uccidermi. Continuai a ridere istericamente.«Chiedimelo allora!» urlai.
«Vuoi uscire con me stasera?» chiese occhi verdi allargando le braccia verso di me.
«No! » risposi divertita.
«Perché?»
Ma stavamo davvero urlando nel bel mezzo di una singing? Si.
«Perché sei un egocentrico del cazzo con gli occhi verdi e due fossette da urlo!» continuai urlando mentre sorridevo sfacciata. A quella frase un oooh esplose nella stanza.
«E tu sei una biondina del cazzo con degli occhi azzurri meravigliosi e un sorriso mozzafiato. Allora ci esci con me?»
Quel ragazzo mi intrigava, e non poco. Era un cantante famoso ed io avevo 19 anni con una figlia a carico. Che ci trovava in me? Beh si, sono una bella ragazza. Non sono una di quelle modeste. Se so fare una cosa e se so di essere in un modo lo ammetto senza tanti giri intorno. Dopo aver pronunciato quelle parole la voglia di uscire con lui era aumentata. Sembrava uno di quei tipi dolci..ma che ti ispirano sesso violento!
«Solo perché è mercoledì e non fa nulla in tv stasera!»
«Ti passo a prendere alle 8»
«Ma se non sai dove abito?!» chiesi retorica allargando le braccia.
«Sii puntuale» disse facendomi l’occhiolino. Scese dal bancone ed io senza esitare girai i tacchi e uscii da quella sala. Di sottofondo avevo Gin e Sally che mi ripetevano Esci con Harry Styles! Esci con Harry dei One Direction! Che ti metterai? I capelli?
«Salite in macchina dai». Dopo aver allacciato le cinture dell’ovetto a Rebecca presi posto e girai la chiave nel quadrante. Strinsi le mani sul manubrio e scossi la testa per quello che era appena successo. Alzai il volume della radio per sovrastare le due vocine fastidiose che continuavano a strepitare per me.
Dopo 15 minuti di macchina eravamo arrivate a casa, entrammo in macchina e mia madre ci venne incontro prendendo Rebecca fra le braccia.
«Nonna! Mamma esce con Harry stasera!»
«Quante volte ti ho detto di non chiamarmi nonna? Aspetta aspetta..cosa?»
«La finite con sta storia? Come se non uscissi con un ragazzo da…»
«Tre anni sorellina!» disse Gin.
«Non è vero cretina» ribattei io prendendo un sorso di succo di frutta dal frigorifero.
«Si ma comunque stai uscendo con uno dei cantanti più famosi di questo periodo! Sono i miei cantanti preferiti cazzo..i miei idoli! Te ne rendi conto?»
«Per prima cosa non urlare e seconda cosa: mamma puoi tenermi Beck stasera?»
«Ad un patto» disse mentre accendeva la televisione su Cartoonito per la piccola.
«Ovvero?»
«Prova a tornare prima di mezzanotte e ti spezzo le gambe!»
«Mamma io a questo neanche lo conosco. E comunque va bene!»
«Lo conoscerai stasera..Tesoro devi divertirti. Hai 19 anni.»
«Ho una bambina mamma»
«Lo so tesoro, ma hai anche me! Io alla tua età non avevo una madre che si teneva cura di te». Ogni volta che dovevo uscire era sempre la stessa storia. Mia madre era rimasta incinta a 17 anni, di me. A differenza mia lei aveva una madre molto severa, l’aveva cacciata di casa e dovette fare tutto da sé.
«Va bene, ora vado a farmi una doccia»
Dopo tre quarti d’ora d’immenso bagno rientrai in camera dove trovai sul letto Gin e Rebecca che guardavano dei fogli.
«Che roba è?» chiesi smuovendo i miei capelli bagnati.
«Vita, morte e miracoli di Harry»
«Cosa?!» chiesi lasciando scivolare l’asciugamano.
«Mamma dovrai pur sapere qualcosa.». Mi girai verso Rebecca che mi guardava con la sua faccia d’angioletto per dire Non puoi dirmi nulla perché ho tre anni e ho il viso come quello di un angelo.
Sbuffai senza dire nulla quando mia sorella cominciò ad elencarmi varie cose su Harry.
«Il suo vero nome è Harold Edward Styles..»
«Cosa?» urlai tra una risata e l’altra. «Che razza di nome è Harold? Oh Cristo!»
Mia sorella mi lanciò uno sguardo infuocato e provai a tornare seria. «Dicevo..ha la tua età solo che è nato il 1 febbraio. I suoi genitori sono divorziati ma va molto d’accordo con il suo patrigno. Ha una sorella che adora, si chiama Gemma. Gli piacciono molto i gatti e..»
«Gin stop! Sono contenta che tu sia così interessata davvero. Il resto della sua vita lo conoscerò stasera se mi andrà. Ora fuori!». Gin disperata si alzò e mi lasciò un bacio sulla guancia.
Rimasi in camera con Rebecca che scarabocchiava su un foglio.
Aprii l’armadio e presi un jeans a sigaretta e una maglia bianca con una tigre sopra nera. Andai in bagno per vestirmi quando mia mamma senza aprire bocca mi prese e mi riportò in camera.
«Mamma ma che diavolo fai?»
«Mettiti il vestito blu che abbiamo comprato la settimana scorsa!»
«E’ troppo elegante, dai»
«Tesoro quel ragazzo è un cantante famoso, sfondato di soldi. Ti porterà in uno dei ristoranti più chic. Muoviti!» mi ordinò mia madre prendendo il vestito blu dall’armadio.
Presi il vestito che mi aveva consigliato (questo: http://i45.tinypic.com/2u480ma.jpg blu però) e mi guardai allo specchio. Scarpe argentate e borsa dello stesso colore e mancava solo il trucco. Feci uscire mia madre dalla stanza e portai Rebecca con me in bagno. Mi lavai i denti, un filo di matita, mascara, phard e lucidalabbra. Ero pronta. Mia madre e Gin mi guardavano allibite e sorridenti.
«Ansia?» mi chiese mia sorella.
«No, dovrei?»
«Cazzo si!»
Non feci in tempo a controbatterla che suonò il campanello. In effetti suonarono due campanelli, quello di casa e le campane nella mia testa. Che mi stava succedendo? Infondo sto uscendo solo con un ragazzo. Un bellissimo ragazzo di nome Harold. Un bellissimo ragazzo di nome Harold nonché un cantante molto famoso.
Cazzo.

I'm heeere(without you baby)!
And so...Basta torniamo all'italiano!

Coooomunque! Volevo dare un volto ai personaggi..o almeno ad Honey e Rebecca.
Al resto della famiglia lo darò successivamente.
Honey: Emilie Nereng *-*
Rebecca: ............................ BABY LUX!
Non poteva non essere che lei :D E poi ha gli stessi colori di Emilie.
Volevo fare il banner ma devo studiare, qualcuno si propone? u.u
Torniamo a noi..Piaciuto? A me si *-* 
Chi pensavate fosse dei 5? E' il nostro Hazza sisi!
Non voglio anticiparvi niente sul prossimo ma è...WOW! :D
Ora scappo a studiare, ciao babes <3

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Capitolo 3
*** Unusual ***


And I am you
All my senses awaken to the changes
And I feel alive inside my own skin
All my reasons tell just how strange it is

I am you, Kim Taylor

N.B.= In questo capitolo si capisce perchè il rating è Arancione. Forse non tutti vorranno leggere quella parte quindi la contrassegno con " *". 

Avevo vietato a mamma e a Gin di avvicinarsi alla porta, ci mancavano solo loro a completare la scenetta.
«Ciao Honey» disse Harry sfoggiando uno dei suoi sorrisi mozzafiato.
«Harry» ricambiai con la stessa moneta e poi mi inginocchiai all’altezza di Beck. «Tesoro mi raccomando non far arrabbiare la nonna, mezz’oretta di cartoni e poi a nanna. Ci sentiamo dopo va bene?»
«Si mamma»
Harry le accarezzò i capelli con dolcezza mentre io le davo un bacio fortissimo sulla guancia. Presi la borsa uscii fuori seguita da Harry. Sentii i suoi occhi su ogni minima parte del mio corpo mentre camminavo verso la sua R8.
«Carina» dissi riferendomi alla macchina.
«Carina? E’ stupenda!» ribattè girando le chiavi nel quadrante.
«Sarà! Allora dove mi porti Styles?»
«A cena fuori, le va bene signorina?». Annuii accendendo lo stereo, mi aspettavo di trovare il loro cd ma invece trovai gli Aereosmith.
«Ammettilo» disse mentre si scuoteva i capelli. Osservai quel gesto e scoppiai a ridere.
«Cosa?» 
«Ti aspettavi Up all night» disse mentre guidava e teneva lo sguardo su di me.
«Guarda avanti!»
Dopo una decina di minuti arrivammo e parcheggiò sotto lo sguardo di tutti. Chissà se passava inosservata la macchina o lui, forse entrambi. Scesi dalla macchina e lui subito mi corse al mio fianco chiudendomi la portiera. Trattenevo la mia risata che sarebbe stata troppo sguaiata e inopportuna per quel ristorante che già da fuori dava un’aria di lusso. Ringraziai mentalmente mia madre di avermi fatto mettere quel vestito, in effetti Harry sarà sfondato di soldi, di certo non mi portava al McDonald.
Entrammo e disse il suo cognome al cameriere all’entrata. Quando disse Styles ebbi voglia di saltargli addosso ma con molta disinvoltura rabbrividii al suo tocco sulla mia schiena. Mi girai di conseguenza.
«Sei bellissima» mi sussurrò all’orecchio. Sorrisi mostrando i miei 32 denti perfettamente allineati e ci sedemmo al tavolo a noi conservato. Notai Harry guardarsi intorno.
«Cerchi qualcuno?» chiesi poggiando i gomiti sul tavolo.
«Nono. O meglio spero di no» rispose posando lo sguardo di nuovo su di me.
«Che vuol dire?»
«Aspetto che all’improvviso compaia qualche fan o paparazzo»
«Oh». 
Praticamente non vuole farsi vedere con me? Idiota!
«Ho paura che ti prendano ti mira o cose del genere. Odio quando le fan fanno così»
«Non ti dà fastidio che si sappia sempre tutto su di te, di voi. A volte penso che mia sorella sia ossessionata, poi mi racconta di certe fan e cambio opinione» dissi allontanando i polsi per permettere al cameriere di versare il vino. «Grazie»
«Ci siamo abituati, e poi non sanno sempre tutto. Spesso deducono cose non vere da determinate foto, ho sentito cose su di me che neanche io sapevo. Non sopporto chi si mette contro le nostre fan, loro non sono ossessionate, sono “dedicated”»
«Se lo dici tu! Solo di due cosa devo ringraziarvi» dissi sincera.
«Cosa?» mi spronò lui sorseggiando dal suo bicchiere.
«Rebecca s’incanta quando vi sente. E cosa molto più importante è che avete portato il sorriso a mia sorella dopo che lo aveva perso per anni» dissi con gli occhi che mi pizzicavano. Mi strofinai il naso per mandare via quella sensazione. 
«Già ti ho detto che sei bellissima?»
«E’ sempre bello sentirselo dire»
«Sei bellissima Honey» disse a bassa voce. Arrivò il cameriere e ci consigliò la specialità della casa. Accettammo entrambi e cominciai a sentirmi osservata.
«Harry mi sento…osservata direi»
«Scusa, è sempre così. Domani aspettati di trovare foto nostre»
«Cosa?» dissi a voce più alta facendo girare metà ristorante verso di me. «Cosa?» ripetei a voce più bassa. Harry rise sorridendo.
«Se vuoi possiamo andare via»
«No vabbè, ormai è fatta!» 
«Hai detto che Rebecca s’incanta quando ci sente. A quanto pare non ha preso da te allora»
«Non pensare che io adesso faccio la bellina solo perché sei uno di loro, cioè hai capito. Non mi piacete che devo farci?!» dissi gesticolando con le mani.
«Penso di non essere mai uscita con una ragazza a cui non piacciono le nostre voci» disse toccandosi il mento.
«C’è sempre una prima volta.. Vabbè avete delle belle voci, non posso negarlo. Non mi piacciono tutte le canzoni ecco!»
«Dimmene una che ti piace»
«Save you tonight» dissi di sbotto. Lui sorrise e diede al cameriere lo spazio per servire i piatti. Fiondò i suoi occhi nei miei. Cazzo quanto erano belli, era un verde che ti accecava. Mi sentii vuota in quel momento, lui era così…Harry Styles.
«Posso farti una domanda?»
«Immagino che se ti dicessi di no, me la faresti comunque»
«Dov’è il padre di Rebecca?». A quella domanda per poco non mi strozzai, bevvi subito del vino e lo guardai negli occhi. Sembrava interessato davvero.
«Ti rispondo solo se mi porti via da qua»
«Affare fatto!»
Ci alzammo dal tavolo e Harry pagò. Dopo un po’ stavamo fuori al McDonald. Mi ricordai il pensiero di prima e mi venne da ridere. Scendemmo dalla macchina e notai Harry che si stava togliendo la giacca. Cristo! Quella camicia bianca metteva ancora di più in evidenza un fisico perfetto.
Honey fai pensieri tranquilli!
Ordinammo tutti e due McMenù. Con quel vestito mi sentivo un po’ a disagio e gli sguardi aumentarono sempre di più.
«Che ne dici se andiamo in macchina? Ti guardano in troppi» disse Harry guardandosi intorno.
«Geloso Styles?»
«Si» rispose piatto. Rimasi interdetta da quella risposta, come si faceva ad essere geloso di qualcuno che conosci da 12 ore? Non dissi nulla, mi sembrava abbastanza serio e così salii in macchina addentando una patatina.
«Rebecca non ha un padre» dissi all’improvviso.
«Pensavo che solo Gesù non lo avesse, sai»
«Stupisciti occhi verdi. Quando dissi al “padre” che aspettavo un bambino fu l’ultima volta che lo vidi. Sparì nel nulla» dissi bevendo della coca cola.
«Che stronzo» disse scuotendo la testa. Si girò meglio verso di me ed io feci lo stesso togliendomi i tacchi e mettendo le gambe sul sediolino. Il suo sguardo passò prima sulle gambe e poi di nuovo sul mio viso.
«Avevamo 16 anni infondo»
«Tu hai portato una gravidanza avanti però»
«Si. Presi tutta la forza che avevo e affrontai la gravidanza, il parto. Rebecca è la mia vita, nel vero senso della parola»
«E’ una bambina stupenda, l’hai cresciuta davvero bene! Come mai Rebecca?»
«Perché deve essere forte, deve saper affrontare tutto. Non deve farsi abbattere da nessuno»
«Come te?» disse finendo il suo panino.
«Ancora di più se è possibile!»
«E’ bello osservarvi, davvero». Quella frase scaturì qualcosa in me di strano, i suoi occhi che bersagliavano ogni minima parte del mio corpo mi fecero sentire di nuovo in soggezione.
Finito di mangiare andammo al parco. Vedere Harry rincorrere dei piccioni perché mi facevano paura è stato bellissimo. Ridemmo fino a farci scendere le lacrime e decidemmo di sederci su una panchina. Chiamai per la seconda volta mia madre che mi rassicurò che Beck dormiva. Harry mi prese la mano, intrecciando le sue dita con le mie.
«Che fai?» chiesi.
«Ti prendo la mano»
«Capitan ovvio. Perché?»
«Perché mi va» rispose convinto. Appoggiai la mia testa sulla spalla e strinsi la presa. Non so che strano effetto mi faceva ma mi piaceva.
«Che fai?» chiese ironico lui.
«Mi appoggio su di te»
«Capitan ovvio. Perché?»
«Coglione! Perché mi va» dissi incrociando il suo sguardo. Si avvicinò sorridendomi e chiuse gli occhi. Poggiò delicatamente le sue labbra sulle mie, chiusi gli occhi anche io e ricambiai il bacio. Il contatto con le sue labbra era meravigliosamente piacevole. Lo allontanai di poco per guardarlo negli occhi. Mi riavvicinai a lui e schiusi di poco le labbra per permettergli la libera entrata. Afferrò subito il mio gesto e le nostre lingue cominciarono ad accarezzarsi, a giocare tra di loro. Si alzò di poco verso di me, posando le sue mani nei miei capelli e le mie mani sul suo collo.
«Andiamo da me?» mi chiese a distanza di un millimetro. La mia testa mi stava implorando di dire di no ma gli ormoni dicevano tutt’altro. Annuii e tornammo in macchina. Mandai un messaggio a mia madre dicendo di non aspettarmi sveglia. Harry mi diede il suo telefono e mi disse di mandare un messaggio a Niall.
«Che devo dirgli?»
«Sloggiate». Scoppiai a ridere e feci come mi disse. Bloccai il suo iPhone nero e glielo infilai nella tasca dei pantaloni, da dove lo aveva tirato precedentemente.
Arrivammo fuori una casa enorme, teneva la staccionata fuori bianche come la casa. La porta era un verde bottiglia e il giardino molto curato.
Chissà quanto pagano per tenerlo così.
Uscii dalla macchina e aspettai Harry che ci mise poco a fiondarsi dietro di me. Mi strinse i fianchi e mi lasciò una scia di baci dal mento alla spalla. Portai una mano nei suoi capelli e inclinai di poco la testa. Afferrai le chiavi e provai ad aprire la porta, ma con Harry che continuava era alquanto impossibile. Sorrisi e lo spostai di poco, aprii la porta e mi guardai intorno.
In un altro momento avrei osservato la casa in ogni suo piccolo dettaglio ma ora mi interessava solo di Harry. Lo vidi guardarsi intorno, per accettarsi se c’era qualcuno. Poi mi prese la mano e mi trascinò al piano di sopra. C’erano tante porte chiuse e infine una aperta, supposi che era la sua.
*Entrai dentro e tolsi le scarpe. Mi girai verso di lui con uno sguardo malizioso mentre chiudeva la porta della camera. Sorrisi lasciando cadere la borsa su una sedia lì vicino, Harry si avvicinò a me e mi attrasse a lui facendo forza sulla mia schiena. Lo guardai negli occhi e poi mi alzai di poco sulle punte per assaporare di nuovo quelle labbra. Non aspettò molto per approfondire quel bacio.
Non sapevo a cosa stavo andando incontro, di una cosa ero sicura però. Volevo divertirmi quella notte, niente cose sdolcinate. Non con lui.
Gli sbottonai lentamente la giacca leccandogli le labbra. Dovevo fargli capire il mio intento, sembrò afferrare il concetto. Mi spinse vicino al muro e lo tirai per il colletto della camicia a me. Sorridemmo entrambi e gli sfilai via la camicia mentre lui delicatamente faceva scendere le spalline del mio visto lungo le mie braccia, sostituendo la stoffa con i suoi baci. Sentii dei brividi percorrermi la schiena ormai nuda. Cominciò a baciarmi lentamente l’incavo del collo mentre io gli mordevo il lobo.  Avevo voglia di lui.
«Ho voglia di te». Sorrisi a quella sua esclamazione che mi fece eccitare ancora di più. Gli sbottonai la cintura mentre lui afferrò le mie cosce stringendole sui suoi fianchi. Mi aggrappai con le unghie sulla sua schiena e sentii un suo gemito. Non avevo intenzione di allentare la presa. Mi appoggiò sulla scrivania, dato che al letto non ci pensava nessuno dei due.
Con le gambe attaccate ai suoi fianchi gli feci scivolare i pantaloni che lui con un gesto lanciò al lato opposto della camera. Sbottonò i gancetti del mio reggiseno e come fece con il vestito, sostituì la stoffa baciandomi la parte appena scoperta. Portò una mano sul mio seno ed io corsi a cercare le sue labbra per frenare i miei gemiti. Lo baciai con foga mentre lui disegnava il mio corpo con il polpastrello dell’indice. Iniziò a giocare con l’orlo dei miei slip mentre io avvicinavo il mio corpo al suo, per sentire la presenza. Iniziai a mordergli piano piano la sua pelle, accarezzandogli il ventre, scendendo e salendo. Se lui voleva far impazzire me avrei fatto la stessa cosa. Iniziò ad assaggiare di nuovo il mio petto.
«Harry» riuscii a dire per fargli capire che era il momento. Spostò le mie braccia dal suo corpo e le tirò in alto. Continuò il suo lavoro, anzi il suo capolavoro. Così io però non sarei resistita a lungo. Mi aveva tolto le braccia, allora avrei usato le gambe.
«Harry» riprovai ansimante mentre il piacere saliva sempre di più. Sorrise e non mi diede altra scelta. Scesi di scatto dalla scrivania facendo un casino assurdo. Lo spinsi con violenza sul letto. Risi nel guardarlo lì sopra, inclinai la testa di lato e mi misi a cavalcioni su di lui. Gli allargai io le braccia questa volta e iniziai a baciargli tutto il suo corpo. Il suo ansimare mi fece capire che ero riuscita nel mio intento. Rovesciò le posizioni e mi privò anche dell’ultimo intimo che possedevo. Feci la stessa cosa con lui e per 5 secondi ammirammo l’uno il corpo dell’altro.
Non ero lucida, altrimenti gli avrei detto di usare le protezioni.
Mi alzai di poco per rimpossessarmi delle sua labbra mentre lui dolcemente mi stava accarezzando l’interno coscia. Gli morsi il labbro tanto da fargli uscire il sangue, che delicatamente levai. Mi guardò negli occhi ed io annuii, facendolo diventare per una notte parte di me. Sentii la sua presenza dentro di me e strinsi di nuovo la presa sulla sua schiena, come se volessi aggrapparmi. Iniziò con dei movimenti leggeri e quando pronunciai di nuovo il suo nome le spinte iniziarono a farsi più forti. Mi alzai di poco anche io per collaborare, raggiungemmo il culmine insieme lasciando sfogo ai nostri gemiti che frenammo in un lungo e interminabile bacio. Lentamente si arrestò per ricominciare ancora con più forza. Ormai non capivo più niente. Delicatamente si posò su di me, facendo aderire i due corpi sudati. Gli posai un bacio sulle labbra e poggiamo entrambi la testa sul cuscini, stanchi.

 

Eccomi qua! :D
Come va? A me piuttosto bene ;)
Vi piace questo capitolo? A me si afgaukfajtsfjafsjfajyfajfajfsaatsafja
Di solito la scena clou sta sempre dopo che si sono fidanzati e bla bla bla. Ma avrete capito che questa FF è diversa dalle altre, no? :)
Spero vi sia piaciuto, datemi un vostro parere! 
Alla prossimaaaaaa <3
ps: Avete sentito di Liam e Danielle? Il loro nido d'amore *-*

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Capitolo 4
*** I think that.. ***


From the moment I met you everything changed 
I knew I had to get you whatever the pain 
I had to take you and make you mine 

Stand up- One Direction

Dei rumori mi fecero svegliare nel bel mezzo della notte. Mi sentii affamata e stanca allo stesso momento. Mi voltai verso la chioma riccia e notai Harry che dormiva beatamente con la bocca semi aperta. Sorrisi e lentamente cercai di spostare le sue braccia dal mio ventre e di scagionare le mie gambe dalle sue. Mi sedetti sul letto e presi in mano il telefono. Segnava le 5 del mattino.
«Cazzo!» urlai cercando i miei vestiti a terra. Sentii Harry muoversi nel letto mentre mi infilavo il vestito.
«Dove vai?» chiese con la voce impastata dal sonno.
«Continua a dormire. Se Rebecca si sveglia e non mi trova è un casino» risposi io prendendo la borsa e le scarpe in mano.
«Ti accompagno» disse alzandosi dal letto infilandosi i boxer e poi i pantaloni.
«No»
«Honey» disse avvicinandosi lentamente. Lo bloccai con la mano e gli posai un bacio sulle labbra.
«E’ stato bellissimo. Ma ho una bambina a casa che mi aspetta e tu hai il tuo lavoro. Arrivederci Styles»
Mi guardò stupito mentre uscivo fuori da quella casa. Chiamai un taxi e mi diressi a casa. Durante il tragitto pensai a quella notte e sorrisi involontariamente. Non potevo negare di aver provato un vortice di emozioni pazzesco. Chissà lui cosa pensava.
Pagai il taxi e aprii la porta di casa. Mi levai presto i tacchi per non far casino e andai nella camera mia e di Rebecca che dormiva come un angioletto. Mi tolsi il vestito e corsi a farmi una doccia. Rimasi sotto il getto dell’acqua fredda per un po’ di tempo, il profumo di Harry sembrava non volermi abbandonare. Era così buono.
Uscii dalla doccia e mi asciugai in fretta. Tornai in camera e mi appoggiai sul letto per riposarmi un altro po’.
«Mamma…MAMMA!»urlò Rebecca.
«Hey tesoro» dissi accogliendola tra le mie braccia.
«Ho fame!»
«Si adesso andiamo a mangiare»
L’aggiustai meglio in braccio e andammo in cucina dove stavano mamma e Gin a bere il loro caffè.
«Buongiorno!» urlò mia madre spruzzando felicità da tutti i pori. Come ogni mattina si prese Beck in braccio per sbaciucchiarsela mentre io le preparavo il latte.
«Allora com’è andata?» chiese mia sorella tutta eccitata.
«Bene» mi limitai a rispondere. Cercai di sopprimere quel ridicolo sorriso che avevo sulle labbra.
«Io direi più che bene. Ti ho sentito quando sei tornata, sai?»
«Adesso vincerai un premio nobel per questo mamma» dissi ironica. Diedi il biberon a Rebecca mentre io mi gustavo il mio caffè appoggiata al ripiano cucina.
«Senti Honey..sei uscita con uno dei miei idoli. Pretendo chiarimenti!»
«Allora mi ha portato il un ristorante lussuoso e poi siamo andati al McDonald. Abbiamo parlato un po’ di Rebecca perché mi ha chiesto del padre. Siamo andati al parco e ci siamo divertiti molto. Poi..vabbè poi mi ha fatto vedere casa sua» dissi l’ultima frase girandomi verso il lavandino per non farmi vedere.
«E com’è casa sua?» chiese mia madre trattenendo la risata. Sapevo cosa voleva chiedermi mia madre con quella domanda.
«Bellissima!» risposi sorridendo a 32 denti. Con lei non avevo problemi nel parlare di queste cose, non avevo vergogna. Le avevo sempre raccontato tutto, ovviamente non nei minimi dettagli soprattutto quelli di stanotte. «Ma sono sicura di non rivederla più»
«Cosa?» urlò Gin.
«Tu vatti a vestire e vesti anche Rebecca» le ordinò mia madre. Io la guardai ed alzai le spalle in segno di difesa. «Ti sei rincoglionita o cosa?»
«Mamma non ti ci mettere»
«No non ti ci mettere tu Honey! Si può sapere cosa non va in questo ragazzo? E’ un bellissimo ragazzo, sa di Rebecca, dal tuo sguardo ieri sei stata bene e credo che questo tipo sia anche bravo a letto» disse poggiando un palmo sul ripiano a cui ero appoggiata.
«Dimentichi che è famoso» dissi scuotendo la testa.
«Bene ha anche i soldi. Che ti costa uscirci di nuovo?»
«Mamma non so neanche se lo rivedrò»
«Se dovessi rivederlo..»
«No. La vita è la mia, decido io!»
«Dimmi un motivo per cui non vuoi»
«Ieri tutti ci guardavano, ogni volta che lo guardo ho voglia di baciarlo e farlo mio di nuovo ma non va oltre!»
«Secondo me non lo conosci ancora»
«Sarà ma adesso devo andare. Ci vediamo a pranzo mamma». Le diedi un bacio sulla guancia e presi Beck, già lavata e vestita da Gin. La portai all’asilo e durante il tragitto pensai alle parole di mia madre.
Arrivai all’appuntamento e salii al terzo piano. Aspettai il mio turno ed entrai. Avevo fatto il liceo d’arte perché da piccola mi è sempre piaciuta la moda e tutto ciò che le riguarda. Questo colloquio era per praticante come stilista. Mi fecero delle domande a cui credo di aver risposto bene e poi mi lasciarono andare, dicendomi che mi avrebbero richiamato loro.
Guardai l’orario e andai allo Starbucks dove mi aspettava la mia migliore amica, Litz.
Le raccontai tutto l’appuntamento con Harry e lei sembrò essere più eccitata di mia madre e Gin, insieme!
«Secondo me ha ragione tua madre. E’ un’occasione che non dovresti farti scappare. Insomma vorrei essere portata io fuori a cena da Harry Styles, o chiunque altro di quella band e passarci una notte di sesso sfrenato!»
«Ma sei cogliona? Abbassa la voce! E comunque allora vuol dire che ho dei problemi mentali»
«Hai una figlia ma non sei vecchia!»
«Grazie per l’informazione Litz» lei era un po’ come mia madre. Ci trovavamo quasi in tutto, stavamo insieme da piccole. Siamo cresciute in simbiosi e abbiamo sempre tenuto una testa di merda entrambe. Io con la nascita di Rebecca però avevo riordinato la mia vita, cercando di renderla genuina. «Andiamo che devo passare a prendere Beck all’asilo»
Dopo aver pagato c’incamminammo verso l’asilo di Beck. Arrivate aspettammo sugli scalini il suono della campanella, dopo di che avremmo portato mia figlia al parco come ogni giorno.
Sentii un vocio generale ma continuai a parlare con Litz senza dare retta al resto. Ad un tratto sbiancò all’improvviso e seguì il punto che stava indicando il suo dito.
Oh merda.
Mi alzai dagli scalini seguita da Litz, e tanti sguardi addosso.
«Buongiorno bellezza» mi salutò Harry con un bacio all’angolo della bocca.
«Come diavolo hai fatto?». Era vestito semplice, un pantalone bianco, una maglietta grigia e le converse bianche.
«Semplice. Sono passato da te e tua madre mi ha detto che stavi qui»
«Litz ricordami di ammazzare mia madre»
«Honey non mi presenti alla tua amica?»
Mi girai verso Litz fingendo un sorriso, che per tutto il tempo era rimasta scossa. «Harry lei è Litz, la mia migliore amica. Litz lui è Harry, sai già chi è»
«Piacere Harry Styles»
Contieniti Honey, contieniti.
«Piacere Elisabeth, o meglio Litz. Ti piace tanto dire Harry Styles?» disse ridendo lei, si la mia migliore amica!
«Ora capisco perché siete migliori amiche»
«Si vabbè ma che sei venuto a fare». Nel frattempo suonò la campanella e tutti i bambini uscirono per raggiungere i proprio familiari.
«Sono venuto per portare Rebecca a prendere un gelato» disse accogliendola tra le sue braccia.
«Sii mamma andiamo!»
«Non si saluta la mamma?»
«Scusa» disse Beck lasciandomi un bacio sulla guancia. «Allora andiamo?»
«No, dobbiamo tornare a casa e Harry avrà da fare. Scendi». Harry la fece scendere e mi guardò aggrottando le sopracciglia.
«Io vado allora, è stato un piacere Harry» concluse Litz. Harry ricambiò con le stesse parole e poi lo vidi correre verso di me, che già stavo prendendo la via per tornare a casa.
«Che vuoi Styles?»
«Mi dai due minuti per favore?» chiese posizionandosi davanti in modo da bloccarmi il cammino. Sbuffai rumorosamente.
«Beck ti và di andare sullo scivolo? Ci sono tanti bimbi»
«Certo mamma. Harry vieni con me?»
«Ti raggiungo tra due minuti» disse prendendomi per mano e facendomi sedere su una panchina davanti allo scivolo.
«Non mi piace questa cosa» affermai guardandolo dritto negli occhi.
«Cosa?»
«Te e Rebecca. Si sta affezionando a te, e lo noto»
«E tu? Ti stai affezionando a me?»
«Ci conosciamo da 24 ore Harry»
«Si ma ieri notte..»
«Eppure mia sorella mi ha sempre detto che tu sei quello da una botta e via»
«Infatti lo sono. Ma non riesco a toglierti dalla testa»
«E’ un capriccio che finirà prima o poi»
«Non voglio che finisca Honey» disse serio. Deglutii a quelle parole e mi girai verso Rebecca per controllarla.
«Harry non è mai iniziata»
«Ma per te uscire con qualcuno e andarci a letto cosa vuol dire?» Quella domanda mi colse alla sprovvista. Sapevo benissimo cosa volesse dire, ma prima di avere Rebecca. E adesso cosa gli avrei risposto? «Ecco appunto. Ora ti spiego per me cosa vuol dire»
«Harry»
«No fammi parlare. Ieri quando ti ho visto ho pensato che tu fossi bellissima, che ti volevo, ti ho desiderato da subito. Ho pensato che se ti avessi chiesto di uscire come si fa normalmente mi avresti mandato a fanculo». Risi a quella frase, aveva fin troppo ragione. «Così provai a farmi venire in mente qualcosa. Ho visto il tuo essere madre, il tuo comportamento con Rebecca e mi ha emozionato. L’ho detto ai ragazzi e mi hanno preso in giro. Quando ti ho chiesto di uscire avevo paura di un rifiuto, ma volevo mettermi in gioco. Davanti a migliaia di fan. Ieri ti ho visto ed eri una favola. Mi piaceva osservarti, guardare ogni tuo singolo movimento. Sinceramente ho anche immaginato come fossi sotto le lenzuola». Risi nervosa, nuovamente.«Quando siamo andati al McDonald e poi al parco io sono stato davvero bene. Stanotte? E’ stato magnifico. Ti parlo sinceramente. Ho avuto altre notti così e cose varie ma io stanotte sono stato bene. Avevo voglia di svegliarmi con te accanto. So già a cosa stai pensando. Rebecca, le fan, il mio lavoro, la tua vita. Tua figlia mi regala ogni volta delle attenzioni per me importanti. Farei di tutto per vederla felice, colpisce dentro le persone. Le fan capiranno, infondo vogliono il mio bene. Beh ti odieranno all’inizio»
«Che incoraggiamento»
«Ma poi impareranno a volerti bene. O almeno ad accettarti. E poi non si saprà nulla finchè non vogliamo. Il mio lavoro posso continuarlo benissimo, così come tu puoi fare con la tua vita. Si sono un cantante famoso ma posso gestire benissimo la mia vita privata. Solo se tu lo vuoi, se sei disposta a determinate cose»
Non sapevo cosa rispondere, ogni singola parola era stata fondamentale. Quelle parole mi avevano colpito e gli occhi contribuivano a farmi mandare il cervello in vacanza. Mi aveva capita, ed era importantissimo per me. Ora toccava a me ma non sapevo davvero cosa dirgli. Non volevo colpirlo con delle parole speciali, volevo fargli capire le cose come stavano davvero.
«Rebecca è la mia vita. Se dovessi fare una scaletta lei rimarrebbe in cima, sempre. Non è facile come sembra, avere una relazione con me è averla anche con Rebecca. Cerca di capire il senso Harry. Stare con me comporta avere una bambina a carico. Io sono dovuta crescere in nove mesi, non voglio compromettere la vita di nessuno.»
«Non ho certezze, non so se ce la farò. Ma perché non possiamo provarci?»
«Ho bisogno di pensarci Harry. E’ una scelta importante. Devi farlo anche tu»
«Okkei, hai ragione. Io ora devo andare che devo fare le prove per un concerto stasera. Avrò le prove fino alle sei e mezza. Se avrai le idee chiare raggiungimi. Questo è il mio numero e il posto dove canterò, vieni con Beck e se vuoi porta anche Gin e l’amica che le facciamo entrare». Annuii e presi quel foglietto che mi stava porgendo. Richiamai Rebecca che subito corse al mio fianco, le presi la mano ed Harry le diede un bacio sulla testa.
«Ci vediamo di nuovo vero?» chiese mia figlia ad Harry con uno sguardo d’angelo.
«Ti risponderà la mamma, io lo spero tanto piccola»
Sorrisi a quella scena e poi girai i tacchi con Rebecca, mi girai di nuovo verso Harry che era rimasto lì, affiancato da un uomo enorme, la sua guardia del corpo immagino.
«Amore cosa ne pensi di Harry? Ti piacerebbe vederlo spesso?»
«Penso sia fantastico, tutte e due le cose.»

 

Welcome to my liiiiiiife!
No, okkè u.u
Adoro questo capitolo aagfjdafajadgasvj
Che farà la nostra Honey? Sappiate che non sarà tutto rose e fiori.
Nella vita ci sono anche le spine da tener conto(A MEEEEEE U.U)
Ora vado che vado a scrivere il capitolo dell'altra altrimenti mi ammazzano .-.
Se volete passare andate pue u.u
Bye <3

ps: La canzone che Niall e Zayn hanno cantato ieri sera al concerto era stupenda *-*

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Capitolo 5
*** This isn't a promise ***


Poi mi sorridi . Mi piace tanto come muovi la bocca.
Poi mi confondi con la tua ruvida  dolcezza.
Appuntamento preso col destino mi avevi proprio lì vicino vicino.
In un secondo la rivoluzione

Ti aspetto- Alessandra Amoroso

Erano le cinque e i respiri di Rebecca, durante il suo respiro pomeridiano, erano regolari. Mia sorella e Sally stavano davanti a quel computer cercando una twitcasting ma non m’interessava minimamente sapere cosa fosse. 
L’orologio ora segnava le 5:05, ovvero esattamente cinque minuti dopo l’orario visto cinque minuti fa. Così stavo passando il mio pomeriggio, mia madre che ripetutamente mi faceva notare che mancava poco alle 6 e mezza. Dovevo prendere una decisione e anche presto.
Mi alzai dal letto e raggiunsi mia madre in cucina che lavorava al computer sul suo prossimo libro. Si, oltre al suo lavoro in un’azienda scriveva anche. Di questo libro non volle dirci nulla, sarebbe stata una sorpresa. 
«Ce l’hai fatta ad alzarti da quel letto!»
«Controllavo Beck»
«O cercavi di capire se iniziare una nuova vita o tenerti questa qui vecchia»
«Vorrei unire le due cose»
«In questo momento le stai perdendo tutte e due»
«Perché?»
Mia madre abbassò il desktop del suo laptop e si levò gli occhiali.«Tesoro perché stando qui non stai andando incontro a quella nuova ma nello stesso tempo stai perdendo quella vecchia perché rimarrai con il rimorso»
Ascoltai attentamente quelle parole. Aveva dannatamente ragione. In fondo cosa mi costava? Non c’avrei perso nulla nel caso le cose fossero andate male. Non ero innamorata ma non potevo neanche diventarlo se non mi mettevo in gioco. 
Guardai l’orologio. 5:14.
Mentre correvo in camera mi levavo gli indumenti da dosso lasciandoli cadere a terra. Urlai a Gin di svegliare Beck mentre entravo sotto la doccia. Mi insaponai e sciacquai molto velocemente, entri in camera con l’accappatoio mentre decidevo cosa mettere.
«Gin, Sally preparatevi!»
«Noi non usciamo! Dato che non abbiamo fatto a tempo a prendere i biglietti guarderemo il concerto da un iPhone!» disse acida senza girarsi verso di me. Risi e presi un pantaloncino di jeans scuro e poi mi preparai così http://weheartit.com/entry/20501786 .
«E se vi portassi al concerto?» 
«Cosa?» urlarono girandosi verso di me. Io annuì e gli feci segno di muoversi. Non riuscivano a stare calme e si prepararono in fretta lamentandosi del fatto che dovevo avvisarle prima. Tornai da mia madre che guardava con Rebecca i cartoni, la presi in braccio e le misi un vestitino rosa uguale alle colorito acceso delle sue guanciotte. Le pettinai dolcemente i capelli e poi le tirai la ciocca indietro con una mollettina, rosa ovviamente.
«Come sei bella mamma»
«No amore, come siamo belle!» dissi guardando i nostri riflessi nello specchio. Mi abbracciò forte e le diedi un bacio tra i capelli.
«Così mi fate commuovere» disse mia madre appoggiata allo stipite della porta. Nonostante fossero passati 3 anni dalla nascita di Rebecca ogni volta che ci vedeva fare qualcosa insieme si emozionava.
Mentre mi mettevo il mascara e Beck s’infilava i sandaletti, mia sorella urlava per casa in cerca delle sue ballerine beige, nuove.
Cazzo
«Le ho messe io!»
«Ed io che mi metto?!»
«Mettiti le mie nere, vanno bene lo stesso con quella maglia!» urlai mentre facevo le smorfie a Rebecca che rideva fragorosamente. Ecco, aveva preso la mia risata.
5:37. Cazzo
«E’ tardi! Muovetevi!» urlai mettendo Rebecca nel passeggino. In meno di due minuti eravamo in macchina con le loro canzoni a palla.
«Gin ripetimi i loro nomi…Allora Niall»
«Zayn, Liam e Louis»
«Zayn, Liam e Louis. Okkei spero di ricordarmeli!»
«Sei agitata?» chiese Sally sbucando con la faccia vicino al mio sediolino.
«Da morire! Nonostante mi abbiate fatto una testa tanta su di loro..ditemi qualcosa!»
«Allora Zayn è quello fissato con i capelli ma è timido e molto sensibile, Niall ama mangiare e ride sempre, Louis è quello delle battute e delle cose pazze, Liam è quello comprensivo e scemo in senso buono però. Harry già lo sai»
«Okkei, posso farcela. Dai Sally fammi la domanda!» dissi guardandola dallo specchietto.
«Che domanda?» chiese indifferente guardando fuori dal finestrino. Non risposi, sapevo che prima o poi me l’avrebbe fatta da sola. 
Sally e Gin erano migliori amiche da sempre, ed eravamo cresciute insieme praticamente. Era una seconda sorella e quindi la conoscevo benissimo.
«E va bene! Com’è stato? Ci sa fare?» disse ridendo.
«Qualcosa di immaginabile!» risi alle loro espressioni e al ricordo di quella notte. Entrambe sbuffarono e partì un coro di Sei la solita culata oppure queste cose capitano solo a te!
Arrivammo fuori all’arena. Era piena di ragazze che aspettavano di entrare. Presi Rebecca in braccio e poi la misi nel passeggino. Chiusi la macchina e mi avvicinai a tutta quella gente, ansiosa di vederlo.
«E adesso che si fa?» chiese Sally guardandosi intorno.
«Non lo so. Come facciamo ad entrare?»
«Mamma guarda! E’ quello dell’altra volta!» mi girai verso la direzione di Rebecca e notai che aveva ragione. C’era lo stesso uomo che accompagnò Harry al parco così decisi di avvicinarmi a lui.
«Sei Honey giusto?» mi disse questo.
«Ehm si. Come fai a..»
«Piacere io sono Preston. Harry mi aveva avvertito che forse saresti venuta»
«Oh..Ora sono qui!» dissi alzando le sopracciglia e sorridendo.
«Vieni con me». Entrammo in quel posto con tutti gli sguardi delle fan addosso, sentivo mia sorella e Sally ridere e guardarsi intorno meravigliate, infondo stavano per realizzare il loro più grande desiderio. Stavamo camminando in un piccolo corridoio quando vidi Paul venire verso di noi.
«Sei venuta!» urlò mentre scombinava i capelli a Rebecca che lo guardò ridendo.
«A quanto pare..Dove sono?»
«Sarà così felice! E’ agitato da quando è tornato. Solo per te! Vieni ti accompagno»
Seguimmo i suoi passi e cominciai ad udire la melodia delle loro voci. Stavano provando, mi girai verso le ragazze che stavano già piangendo.
Oh Cristo.
Spinsi il passeggino mentre Rebecca si alzò per guardare meglio il posto. 
«It’s gotta be you, only you» stavano cantando il ritornello tutti insieme. Senza fare troppo rumore ci sedemmo sulle sedie in prima fila, tolsi Rebecca dal passeggino e la feci sedere sulle mie gambe che si muovevano a tempo.
Avevo il cuore a mille, forse perché avevo davanti i One Direction, forse perché Harry cantava Only you guardando me, forse perché appena ero entrata mi aveva rivolto uno dei sorrisi più belli sulla faccia della terra.
La base della canzone terminò ed io e le altre applaudimmo alzandoci. Rebecca corse tra le braccia di Harry, che prima le diede un bacio sul naso e poi venne vicino a me, facendo la stessa cosa. Gli altri tossirono per far capire la loro presenza e scoppiai a ridere.
«Honey loro sono Zayn, Niall, Louis e Liam»
«Piacere!» dissi sorridendo e alzando la mano. «Loro sono Gin, mia sorella, e Sally, un’amica. Lei è mia figlia, Rebecca»
«Potete chiamarmi anche Beck!» a quella frase scoppiammo tutti a quanti a ridere ed io scossi la testa.
Ci presentammo tutti quanti scambiandoci un bacio. Le ragazze erano completamente andate in trance ma per fortuna i ragazzi non glielo fecero pesare.
«E così sei venuta» sussurrò Harry poco distante dal mio viso, riuscivo a sentire il suo profumo. 
«Ti va di venire con me piccola?» chiese Liam a Beck, che accettò subito cominciando a camminare con lui mano nella mano. Dio quanto erano teneri.
Tornai a guardare Harry e a perdermi nei suoi occhi verdi come il prato. Mi alzai di poco sulle punte e gli lasciai un dolce bacio sulle labbra.
«Sono venuta. E voglio rimanere. Sarà difficile lo so, Rebecca, la tua vita, le tue fan. Noi due. Ma ho vinto la sfida di Rebecca, voglio vincere anche questa»
Mi guardò e sorrise mostrandomi quelle fossette che adoravo. «La vinceremo insieme, te lo prometto!»
«No, non dire te lo prometto. Non voglio promesse. Ora voglio solo te, nient’altro»
Mi strinse a se con un gesto netto sulla schiena, portai le mie braccia sul suo collo e ci lasciammo andare in un dolcissimo bacio. Finalmente risentivo il sapore delle sue labbra, il calore della sua lingua. Finalmente stavo di nuovo tra le sue braccia. 
Il bacio fu interrotto da un applauso da parte dei ragazzi e tante urla, appoggiai la mia testa al suo petto, ridendo, e lui appoggiò il suo mento sulla mia testa cingendomi con le sue braccia.
«Si festeggia?» urlò Louis saltellando. Io e Harry ci guardammo e poi annuimmo agli altri. Mentre andavamo nel loro camerino notai Gin ridere fragorosamente con Niall mentre Sally guardava in basso, affianco a Zayn. Quest’ultimo era il cosiddetto preferito di Sally e mi sembrava strano che non gli fosse già saltato addosso.
Guardai Liam fare il “vola vola” a Rebecca, che dalla sua risata capii che le piaceva la compagnia.
«Tu e Beck avete la stessa risata!» disse Harry soffocandone a sua volta, una. Gli diedi un buffetto leggero sul braccio ed entrammo nel loro camerino.
«Ma non abbiamo nulla per festeggiare!» disse Zayn allargando le braccia. Louis uscì di corsa e rientrò dopo 2 minuti con una bottiglia di vodka in mano.
«Da dove diavolo l’hai presa?» chiese Niall leggendo l’etichetta.
«Ce l’aveva Josh!»
«Ma si può mai festeggiare con la Vodka? Per lo più alla pesca» disse Liam sedendosi con Beck in braccio sulla poltrona.
«Dai che fa! L’importante è festeggiare» spiegò Sally prendendo i bicchieri. Brindammo a questo nuovo inizio, così lo aveva chiamato Harry. Ci scambiammo un dolce bacio e poi ne bevemmo un po’. Dopo poco venne Paul avvisando i ragazzi che dovevano iniziare a prepararsi per il concerto. Decisi di lasciare il passeggino nel camerino mentre presi Beck per mano.
«Ci vediamo dopo allora» dissero i ragazzi salutandoci con la mano. Tutte e 3 annuimmo e uscimmo fuori. Mi sentii prendere per il braccio e mi girai istintivamente nonostante avessi riconosciuto le sue grandi mani. Mi diede un bacio sulla guancia e mi salutò con un «Starai in prima fila babe». Risi ed entrai in platea.
Le ragazze stavano in fibrillazione e Rebecca le seguiva a ruota. Io cercavo di mantenere i battiti del cuore in maniera regolare, nonostante la cosa fosse abbastanza difficile dato che le fan iniziavano ad entrare e il momento di avvicinava sempre di più.
«Allora sorella, com’è Niall?»
«E’ davvero come lo conoscevamo! Mi fa morire quel ragazzo» disse ridendo con gli occhi che le brillavano.
«E tu Sally amoZayn?»
Sbuffò prima e poi incrociò le braccia.«Siamo stati in silenzio tutti e due, secondo me non gli interesso. Fuck!»
«Tesoro ma che dici! Sei la Victoria Justice del mondo mortale!» spiegò mia sorella. In effetti Sally davvero le somigliava e glielo ripetevano tutti in continuazione.
Passò una mezz’oretta e l’arena era quasi tutta piena, mancavano si e no una cinquantina di posti.
Una voce annunciò che si sarebbe esibita Carly Rae Jepsen per aprire il concerto. Dopo due minuti tutte quante cantavano Call me maybe a squarciagola. Tenevo Beck in braccio dato che la folla era eccessiva per una bambina di tre anni, spesso le chiedevo come stava.
Partì l’intro che faceva il countdown all’arrivo dei One Direction.
Ok, non ero emozionata come tutte le altre fan dietro di me ma mi faceva uno strano effetto.
Eccoli lì, davanti a noi che cantavano “ Na Na Na”. Gin e Sally cantavano a squarciagola mentre io mi limitavo a cantare senza fare troppo casino. Spesso Harry aveva guardato verso di noi e la cosa mi faceva tremendamente piacere. Cantarono poi What makes you beautiful, Everything about you e tante altre canzoni. Durante Up all night mi ero scatenata anche io e prendendo una mano di Rebecca dondolavamo a mò di danza. I ragazzi spesso ci guardavano e ridevano, la cosa faceva ridere anche noi. L’ultima canzone sarebbe stata I want ma fu preceduta da Another World.
Quando iniziarono a cantare sentì una fitta nello stomaco.
«I’ll lift you up, I’ll never stop. You know I’ll take you to another world. I’ll build you up, I’ll never stop, you know I’ll take you to another world». Harry cantava quelle parole guardandomi fisso negli occhi. I ragazzi si guardarono e si scambiarono dei sorrisi mentre io non capivo più niente.
Mi stava dicendo che mi avrebbe portato in un altro mondo, mi avrebbe portato con sé. Sentivo che potevo anche svenire all’istante.
Mai nessuno aveva fatto una cosa simile per me. Iniziai a cantare con lui, mi segnai mentalmente di ringraziare mia sorella per avermi fatto imparare in tutti questi mesi le loro canzoni.
Tenevo stretta Rebecca a me e credo che le ho stritolato la manina in quel momento, ma il sorriso di Harry mi aveva già portato in un altro mondo.
Cantarono anche I want e ringraziarono le fan, insomma seguirono la prassi.
Andammo dietro alle quinte appena l’arena sfollò e corsi, fuori dalle mie aspettative, in braccio ad Harry. Subito mi prese e mi fece girare come si fa con i bambini. In quel momento avevo mandato a fanculo tutto il mio lavoro precedente, ma l’importante eravamo noi.
«Grazie» sussurrai a fior di labbra. 

Sciiiiiao prinscipeshe!(alla Liam)
Questo capitolo anche mi piace augshalifglagfalgalgal 
Come la chiamiamo la coppia? HORRY? No .-.
HANEY? Oddio aiutatemi! ahahahah
Anzi forse dovrei aggiungerci Beck Mmm..Aspetto vostri consigli!
Comunqueeeeee u.u cosa ne pensate del capitolo?
Spero vi piaccia! Fatemelo sapere ok? (:

ps: Avete visto la twitcam NOSH? Cavolo io afgakuyfgakgfakgak

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Capitolo 6
*** She's a strawberry ***


Well relax can wait 
I'm crushing my ways 
Playing in the sand 
Holding your hand

Summer Paradise 

Dopo aver passato tutta la serata nel loro hotel Rebecca cadde in un profondo sonno così decisi di tornare a casa. Harry insistette per accompagnarci e così lasciai la mia macchina da loro ed andammo con la sua.
Arrivati sotto casa Sally e Gin corsero dentro mentre Harry portava in braccio Rebecca dentro.
«Non sei obbligato, dalla a me»
«Mi va, è di qua?» indicò a destra ed io annuii. Appoggiò Beck nella culla e le diede un bacio leggero per non svegliarla.
«E’ stata una bella serata» sussurrai sedendomi sul letto.
Lui si inginocchiò alla mia altezza. «Bellissima». Mi diede uno di quei baci che ti fanno perdere la testa e sembra che abiti sulle nuvole. A mio malgrado riuscii a spostarlo e gli accarezzai una guancia.
«E’ meglio che tu vada. Si sta facendo tardi»
«Ti chiamo domani»
«Perfetto». Lo accompagnai alla porta e mi diede un altro bacio prima di chiedere l’ascensore.
Stavo per chiudere la porta quando gli corsi incontro ed entrai con lui nell’ascensore. Mi guardò esterrefatto e allo stesso tempo con un sorriso a 32 denti. Mi avvicinai lentamente e premetti le mie labbra sulle sue. Con una mano giocavo con i suoi ricci mentre con l’altra premetti il tasto Stop.
Infilò una mano sotto la mia maglietta accarezzandomi la schiena mentre le nostre lingue chiacchieravano fra di loro. Riuscii a riacquistare un minimo di autocontrollo e mi allontanai, lasciandolo imbronciato.
«Mi farò perdonare, giuro». Uscii dall’ascensore e rientrai in camera. Mi appoggiai sul letto cadendo in un lungo sonno profondo.
«Maaammmaa»
Starò ancora sognando.
«Maaaammaaa!»
Eppure sembra così reale.
«Cristo Honey ti svegli?»
Saltai dal letto e mi ritrovai Gin che prendeva Beck in braccio. Presi il telefono e guardai l’orario. Erano le 10 del mattino ma per fortuna era sabato quindi Rebecca non doveva andare all’asilo. Mi alzai con fatica dal letto e lessi i due messaggi che mi segnalava il telefono.
Aprii il primo Buongiorno bellissima, che ne dici di andare in centro? Xx Litx. Risposi al messaggio con Buongiorno ruffiana, va bene. Mica centra qualcosa con Luke? Ci vediamo lì tra un’oretta, Honey.
Mi alzai dal letto andando in cucina dove Beck guardava i cartoni animati con Gin.
Lessi l’altro messaggio Stamattina Liam mi ha svegliato cantandomi Hot n cold nell’orecchio mentre Zayn riprendeva. A te come sta andando la mattinata? Ti chiamo appena finisco due interviste. Harry.
Scoppiai a ridere e per poco non sputai il caffè. Gin iniziò a ridere pure lei senza sapere il vero motivo e così coinvolgemmo anche Beck. Le diedi il telefono per farle capire e iniziò a ridere ancora di più.
«Che ne dici della serata di ieri?» domandai a mia sorella mentre rispondevo al messaggio HAHAHAHHAHAHAHAHAHAHAHA Bellissimo! A me Beck e Gin mi urlavano nell’orecchio. Tra un po’ esco con Litz.
«E’ stata una bella serata no? Io sono stata bene. E poi Niall è così..meraviglioso!»
«Mmm..Ogni volta che parli di loro ti si illuminano gli occhi, ma l’argomento Niall è proprio off limits!»
«E’ che ancora non posso crederci. Mia sorella esce con Harry, io ho passato tutta la serata con i miei idoli, ho parlato con Niall tantissimo. Li ho conosciuti per davvero. E tutto questo continuerà!» disse camminando avanti e indietro per la stanza.
Posai la tazza nel lavandino e poi la fermai. «Gin respira! Senti è davvero tardi e devo accompagnare Beck all’asilo. Stamattina ci sono le prove generali e stasera sta cavolo di recita»
«Sarà bellissima vestita da fragolina!»
«Si non vedo l’ora» dissi prendendo Beck dal divano. «Vatti a lavare i denti tesoro»
«Che fai lo dici anche ad Harry?» sbucò mia madre dalla porta. Mi girai mentre mi stavo cambiando la maglia e sgranai gli occhi.
«I-io non c’ho pensato. Non credo sia il caso, potrebbero vederci»
«Tu diglielo almeno»
Mi infilai anche le scarpe e vestii di corsa Beck.«Dai mamma diciamolo anche ad Harry»
«Ci penserò! Ora andiamo che è tardissimo»
Presi la mia borsa e poi mi ricordai di aver lasciato la macchina da Harry.
Merda.
Iniziai a camminare cantando con Beck What makes you beautiful. Tutti ci guardavano e noi ridevamo girando su noi stesse. Dopo 10 minuti arrivai all’asilo e l’accompagnai fino a dentro.
«Honey allora ci vediamo più tardi! Vedrai che spettacolo!» mi disse la maestra tutta entusiasta.
«Certo! Hey principessa allora mi raccomando eh, starò in prima fila! Sarai stupenda. Ora dammi un bacio» allargai le braccia e la strinsi forte.  Le seguii con lo sguardo finchè non scomparvero dietro la porta e raggiunsi Litz.
Arrivata in piazza cercai quella chioma nera con lo sguardo e quando vidi una mano svolazzare in aria mi avvicinai al tavolino.
«Sei in ritardo lo sai?»
«Mi ero dimenticata che Beck aveva le prove. A proposito stasera vieni?»
«Certo posso mai mancare alla prima recita di Rebecca?! Due caffè kinder grazie» ordinò al cameriere.
«Allora dov’è?» dissi voltando la testa a destra e a sinistra.
«Chi?» chiese indifferente.
«Luke! Non fare la finta tonta!»
«Senti non stiamo qui per lui..forse per caso oggi al turno al negozio qui di fronte. Devo scoprire se davvero mi ha lasciato per quella puttanella da 4 soldi!»
«Ma non lo amavi più Litz» dissi prendendo il caffè e pagando il conto.
«Si ma questione di principio. A te come è andata la serata?»
La guardai sorridendo senza dire nulla mentre sorseggiavo il mio caffè. La serata era andata a meraviglia ed era troppo difficile da spiegare a parole.
«Suppongo sia andata bene!»
«Credo proprio di si..Quando cantava mi guardava, poi come si comporta con Rebecca! I ragazzi sono fantastici»
«E tu? Tu come stai?»
Sorrisi di nuovo, a 32 denti e finii il mio caffè.
«Non ti vedevo così da tempo! Sono davvero contenta, se ti fa qualcosa lo ammazzo con le mie mani! Giuro!»
«Chi sta meglio di me?». Sentii la suoneria del mio cellulare, ovvero la voce di Beck che mi pregava di rispondere e vidi il nome sullo schermo.
«Dal tuo sguardo suppongo sia lui!» disse Litz avvicinandosi all’orecchio. Con un gesto della mano le dissi di stare zitta e risposi.
«You change your mindLike a girl changes clothes Yeah you, PMS Like a bitch I would know»
«And you always think Always speak Crytically» continuò lui.
«I should knowThat you’re no good for me»
«Cause you’re hot then you’re cold
You’re yes then you’re no
You’re in and you’re out
You’re up and you’re down
You’re wrong when it’s right
It’s black and it’s white
» risposero gli altri 4 in unisono. Scoppiamo a ridere tutti quanti compresa Litz che non stava capendo nulla.
«Ciao ragazzi!» dissi capendo che aveva messo il vivavoce.
«Ciao Honey! Ti ha detto del risveglio eh?» chiese Zayn ridendo.
«Si e voglio assolutamente vedere il video!»
«C’ho messo la password così anche se vuole cancellarlo non può farlo»
«Grande Malik!»
«Bene adesso mi lasciate da solo a telefono?» era Harry. Dopo un rumore e di nuovo la sua voce. «Tolto il vivavoce. Stai con Litz?»
«Sisi, stiamo al bar in piazza ma adesso stavamo per andare via. Voi?»
«Noi stiamo sul pullman. Se non avete nulla da fare perché non venite anche voi?»
Mi girai verso Litz che stava attaccata al mio telefono e mi mostrò un sorrisone e continuava a muovere la testa dall’alto verso il basso.
«Si va bene, dove ci vediamo?»
«Tra 5 minuti passiamo a prendervi noi fuori casa tua»
«Okkei a tra poco»
Attaccai e misi il blocco. Litz già si era alzata dal tavolo e stava già prendendo la via di casa. Con una corsetta la raggiunsi e ci prendemmo a braccetto. Era molto emozionata anche lei e speravo che le servisse distrarla un po’.
Arrivammo fuori casa mia e non sapevo se avvisare Gin o meno. Meglio di no, non volevo che perdesse le staffe. Sentimmo un casino tremendo e capimmo che erano arrivati.
Il suono del clacson e una mano che sventolava ci fece capire che dovevamo salire
«Già li adoro!» disse entusiasta Litz trascinandomi, io mi limitai a sorridere.
«Buongiorno!» urlai appena salita. Due omaccioni mi sorrisero e poi mi avvicinai ai ragazzi.
Harry mi prese per i fianchi e mi attirò a sé dolcemente. Prima mi guardò negli occhi e poi inclinò la testa verso destra per poi salutarmi con uno dei suoi meravigliosi baci. Dopo pochi secondi mi sorrise sulle labbra e raggiungemmo gli altri.
«Buongiorno a te Honey» disse Niall mentre mangiava un gelato.
«Anche io voglio il gelato biondo! E comunque ragazzi lei è Litz, Litz già li conosci»
Si strinsero tutti quanti le mani e ci sedemmo vicino al tavolino.
Un tavolino in un pullman? Ah giusto, sono i One Direction.
«Che caldo qui dentro!» disse Litz togliendosi la felpa. Liam che stava bevendo credo la redbull si bloccò, molto probabilmente per il fisico di Litz. A scuola c’avevano sempre invidiato molte ragazze, ma non eravamo tipe che se la tiravano.
Zayn diede un calcio a Liam che diede un urlo ma subito si ricompose. «Harry dove stiamo andando?»
«Dove ci porta il cuore tesoro»
«Il cuore mi porta da te» rispose Zayn.
«E allora vieni qua e fammi tuo!» disse Harry alzandosi e mordendosi il labbro. Zayn fece la mossa con la mano tipo Grr e scoppiammo tutti quanti a ridere.
«Diglielo» mi sussurrò Litz nell’orecchio. Sorrisi per non far capire nulla a Niall che ci fissava.
«Taci»
«Diglielo ora!»
«Dirmi cosa?» spuntò all’improvviso Harry alle nostre spalle.
«No nulla riccio. Dov’e Louis?»
«Stasera Rebecca..»
«Litz!»
«Rebecca sta bene?»
«Si si. Non ascoltarla» evidenziai le ultime parole fulminandola con lo sguardo.
«Stasera Rebecca ha la sua prima recita, è una recita su qualcosa di insensato ma sarà vestita da fragolina!» continuò Litz con gli occhi che le brillavano.
«Oddio sarà stupenda! Voglio vederla, vengo anche io!»
«Anche noi!» risposero in coro Zayn, Niall e Liam.
«Dove si va stasera?» domandò Louis uscendo dalla sua cuccetta, strofinandosi gli occhi.
«Alla recita di Rebecca!» rispose Zayn con un sorriso a 32 denti battendo il cinque con Harry.
Mi portai una mano in fronte in preda all’esasperazione. Non bastava solo Litz contro, ora anche Harry e tutti gli altri. Perfetto!
In effetti non potevo biasimarli, era impossibile non volere bene a Beck. Era una bambina stupenda, non solo perché era mia figlia.
«Harry, dobbiamo parlare» dissi alzandomi dalla poltroncina per trascinarlo fuori. Gli altri dietro fecero tanti gridolini tipo “ooopss” o “uuuuh”.

 
EEECCOMI!
C'ho messo un pò è vero .-. e il capitolo non mi piace neanche tanto!
Secondo voi Harry andrà alla recita? Mmm ho i miei dubbi
Recensite? Almeno mi sento motivata .-.


ps: I Coldplay che cantano "that's what makes you beautiful" *-* Gli altri che fanno a divertirsi sulle giostreee! :D

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Capitolo 7
*** You're like the honey ***


Quando i bambini fanno oh, che meraviglia.
I bambini fanno oh-Povia



«Di cosa?» mi chiese prima di baciarmi. Poi un altro bacio, un altro e ancora un altro.
Lo spostai sorridendo. «Non di questo. Non so se è il caso che tu venga stasera»
Harry cambiò totalmente faccia, c’era rimasto male per le mie parole. Lo leggevo nei suoi occhi.
«E perché?» chiese con una risata nervosa.
«Ci vedono insieme. Harry Styles alla recita di un asilo!» feci l’imitazione dei giornalisti.
«E quindi?»
«Quindi non voglio Harry. Non sono pronta..So come reagiscono le fan, mia sorella è una di loro»
«Diremo che siamo amici Honey» mi rassicurò alzando il mio viso con le sue dita. Lo guardai negli occhi ed era inutile dire che mi erano indifferenti quindi lo abbracciai.
«Non posso prometterti che non usciranno foto ma noi saremo molto discreti. Non è facile neanche per me Honey»
«Che vuoi dire?» chiesi alzando la testa che arrivava comunque sotto al suo mento.
«Che nelle prossime interviste mi chiederanno di te. Che su Twitter mi chiederanno perché sono andata a quella recita. Che si faranno i film in testa. Ma smentirò ogni minima cosa!»
«Non ho altra scelta giusto?»
«Ci tengo a Rebecca, voglio vederla anche io. E poi sei la mia ragazza no? Dove vai tu vengo anche io. Finchè posso voglio sia così»
«Che vuoi dire?»
«Nulla. Saliamo dai»
Annuii ma non mi sarei scordata di quella frase. Finche posso voglio sia così. Che voleva dire? Che sarebbe successo?
Salimmo e vedemmo i ragazzi a giocare a palla avvelenata.
«Come diavolo fat…» neanche il tempo di finire la frase che ricevetti una pallonata in faccia. Non sapevo se ridere o piangere per il dolore così scendemmo tutti quanti in uno spiazzale.
Passammo tutta la mattinata a giocare come i bambini, nonostante tenessimo tutti più o meno tra i 19 e 22 anni. Vidi un certo feeling tra Litz e Liam e la cosa mi faceva piacere. Di sicuro me ne avrebbe parlato dopo.
«Siete proprio delle schiappe» concluse Litz risalendo sul pullman.
«Che ore sono?» chiesi afferrando la bottiglia d’acqua che Louis mi aveva appena lanciato.
«Le 3 perché?» rispose Zayn mentre si toglieva la maglietta. Rimasi prima paralizzata, poi guardai Litz e poi ritornai in me.
«Devo andarmi a preparare. E Litz anche tu! La recita inizia alle 6»
«Ah capito»
«Siete sempre sicuri che volete venire?»
«Ma certo che si! Chi se la perde quella meraviglia, per lo più in veste di fragola!» rispose Niall mangiando le patatine. Tutti quanti lo guardammo storto. «Che ho detto?»


Era la prima recita di Rebecca. Non doveva fare granchè ma comunque ero agitata.
Era normale? E’ normale per una mamma di 19 anni stare così? Forse era anche per la questione Harry/One Direction ma pensare che avevo portato avanti una gravidanza e cresciuto una bambina fino ai 3 anni mi rendeva felice.
Misi un vestitino color pesca e allisciai i capelli, tacchi ed ero pronta. La sera sarei voluta andare a festeggiare quindi mi conveniva prendere qualcosa anche per Rebecca.
Le presi il suo vestitino blu preferito, lo capiva anche lei che le risaltava gli occhi, i sandaletti bianchi e avevo fatto.
Mamma e Gin mi stavano aspettando vicino alla porta e quando mi videro sorrisero.
«Perché sorridete?»
«Perché sei bellissima tesoro» rispose mia madre accarezzandomi i capelli.
«E’ normale sentirsi così emozionati? Eppure è una cazzata!»
Entrammo nell’ascensore. «Eppur sempre la prima recita di tua figlia, nonché mia nipote» rispose Gin spingendo il tasto 0.
Feci spallucce, infondo aveva ragione ed erano le stesse motivazioni che mi ero data io.
«Allora verrà?» chiese mia madre mettendosi alla guida. Mi girai ed annuii agitata.
Mentre mia mamma guidava per l’asilo rimasi in silenzio tutto il tempo a guardare fuori dal finestrino.
In realtà non sapevo neanche io a cosa pensavo.
Arrivammo all’asilo e vidi fuori tutta quella gente preparata, genitori, parenti e fratelli emozionati anche loro. Mi guardai intorno ma non vidi ragazzine scalmanate né tantomeno giornalisti e roba varia.
Entrai dentro e notai che era strapieno. Cavolo quanta importanza ci davano, si era uno degli asili più prestigiosi ma neanche dovessero gareggiare per il nobel. Subito il mio pensiero andò a quei 5 ragazzi che erano appena entrati a far parte della mia vita. Con tutta questa gente sarebbero passati inosservati o, peggio ancora, più gente li avrebbe notati?
Entrarono tutti quanti e ci andammo a sedere davanti a tutto. Tra 5 minuti sarebbe iniziato, così aveva annunciato la maestra. Ero anche andata a chiedere se servisse una mano ma mi avevano rimandato a posto.
Le luci si abbassarono e mi sentii accarezzare le spalle. Sussultai e sorrisi appena incontrai i suoi occhi verdi. Mi spostai a destra facendogli spazio, la stessa cosa fecero mia madre e Gin per far sedere gli altri.
Avevo una voglia di baciarlo ma non potevo, così ci limitammo a guardarci ed era come se lo stessimo facendo. Risi e poi salutai gli altri.
La recita iniziò e durò più o meno 1 oretta e mezza.
Rebecca era fantastica, aveva questo costume a fragola che era più grande di lei. Le guanciotte rosse che ti facevano venire la voglia di salire su quel palco, spupazzartela e poi di ritornare nel mondo dei mortali.
Quando toccò a lei mi emozionai, sembravo una stupida ma era così. Harry mi strinse la mano e con la coda dell’occhio vidi mia madre asciugarsi qualche lacrima.
Rebecca doveva dire una poesia, e non so come avevano fatto quelle maestre a fargliela imparare. Quando finì urlai un Bravissima Beck! E anche i ragazzi fecero la stessa cosa mentre continuavano ad applaudire.
Poi la recita durò per un’altra mezz’oretta. E infine passarono alle presentazioni e “promuovendo” chi sarebbe passato dal nido all’asilo vero e proprio. Beck era tra quelle e quando fecero il suo nome mi alzai all’in piedi, fregandomene di quello che avrebbe potuto pensare alle gente.
Si era una stupida recita, ma su quel palco c’era mia figlia che mi aveva reso orgogliosa di essere sua madre.
Subito dopo si alzò Gin e la stessa cosa fece Harry. Anche Litz si alzò, a seguire Niall, Liam, Louis e Zayn. Mia madre credo che stava scattando le foto in quel momento.
Tutti si girarono a guardarci così asciugandomi quelle stupide lacrime tornai a sedermi.
La recita terminò ed andai dietro le quinte per prendere Rebecca.
«Mamma!» urlò correndo verso di me. La raggiunsi e la feci volare in alto mentre ci sorridevamo l’un l’altra.
«Sei stata bravissima tesoro!» l’abbracciai forte mentre la riempivo di baci. La maestra mi si avvicinò e mi salutò, congedandoci con un all’anno prossimo allora!
Spogliai Rebecca mentre mi continuava a raccontare tutto quello che aveva pensato durante la recita. Le misi il vestitino e lasciandola seduta sulla sedia riposi il costume da fragolina nella busta e la consegnai alla maestra.
«Pronta? C’è una sorpresa di là!»
«Cosa? Una meringa gigante?»
Risi e pensai a quanto potesse assomigliarmi. Amavo le meringhe, ne mangiavo in continuazione.
La presi per mano e mentre le aggiustavo i capelli tornammo di là. Mi fermarono molte mamme con cui avevo fatto amicizia, alcune ancora non potevano capacitarsene del fatto che avevo solo 19 anni.
Rebecca mi tirava il braccio così con un sorriso educato salutai le altre per dare attenzioni a mia figlia che mi indicò un punto lontano.
«Merda!»
«Mamma! Che succede?»
«Lo sapevo io..»
«Cosa?»
La guardai e scossi la testa. E adesso? Li avevano riconosciuti e stavano tutti intorno ai One Direction. Sinceramente? Ero anche gelosa. Non sapevo davvero che fare. Se avvicinarmi e rischiare o aspettare che tutta quella gente li lasciasse soli. Grazie ai miei amati tacchi vidi che accorreva sempre più gente da fuori, tutti avevano scoperto che stavano lì.
Incrociai gli occhi con quelli di Niall che roteò gli occhi. Trattenni una risata e vidi che mandava un bacio a Beck. Sorrisi e decisi di avvicinarmi. Nessuno si accorse di me che piano piano cercavo di prendere la borsa.
«Harry!» urlò Beck che ricevette da me un’occhiataccia a dir poco terrificante.
L’attenzione delle fan e di alcuni giornalisti del posto cadde tutta su di lei. Harry si inginocchiò vicino a Rebecca e la prese in braccio mentre tutte le fan si commuovevano.
Cazzo vi commuovete? Mah!
«Harry chi è?» chiese una di loro.
«Una nostra amica» rispose.
Le altre continuarono a fare tremila domande e loro cercavano di rispondere a tutte fino a quando Louis si rese conto della mia impazienza e spiegò che dovevamo andare via. Presi Beck ed uscimmo con tutta la gente ancora dietro.
Guardai Harry negli occhi, non sapevo neanche se ero arrabbiata. Non avevo motivo per esserlo infondo però mi sentivo così.
«Dove andiamo?» chiese Paul arrivati vicino al loro macchinone/camioncino.
Io feci spallucce mentre Beck stava in paradiso con Liam che le diceva quanto fosse stata brava.
«Potremmo andare in qualche locale a prenderci qualcosa e poi da noi» propose Zayn. Tutti quanti annuimmo ed entrammo.
«Cazzo!» urlai mentre Liam metteva le mani sulle orecchie a Beck.
Tutti mi guardarono straniti e presi subito il telefono. Dopo tutto quello non avevo più visto Litz, Gin e mia madre. Chiamai subito Litz.
«Litz! Dove siete?»
«A casa tua, ma che fine hai fatto?»
«Adesso veniamo a prendervi e ti spiego»
Attaccai il telefono e spiegai tutto agli altri.
«Ci sarà anche Sally?» chiese Zayn. Sorrisi e risposi che ero sicura al 100%.
Arrivammo a casa e spiegammo tutto quello che era successo e dopo poco ci dirigemmo ad un locale lì vicino. C’era tantissima gente ma ancora nessuno sembrava accorgersene di loro. Le guardie del corpo rimasero fuori, ancora dovevo abituarmi a questa cosa.
Era a due piani, sopra pizzeria e sotto si ballava. Avendo Beck andammo di sopra. Passammo gran parte della serata lì a ridere, a mangiare e loro si contendevano Beck. Niall invitò Gin a ballare e così anche Litz e Liam. Zayn stava giocando con Beck quando decisi di prendermela e Harry gli lanciò un’occhiataccia di fuoco. Subito capì e chiese Sally se voleva accompagnarlo fuori.
Louis? Louis era scomparso 10 minuti prima con due ragazze e di lui non si erano avute più notizie.
«Mi dispiace» dissi ad Harry mentre faceva il solletico a Beck.
Senza fermarsi mi guardò. «Per cosa?»
«Adesso capisci che sono seria quando dico che non stai solo con me ma anche con lei?»
Rebecca si alzò e mi chiese se poteva andare a prendere un palloncino che stavano dando al bancone. Annuii dato che sopra il posto era tranquillissimo. Harry mi prese la mano e si avvicinò di più.
«A me non dà fastidio non scendere giù a ballare. Certo mi farebbe piacere ma sto con te, con voi e ci sto bene»
«Non sarà sempre così»
«Non devi farti problemi Honey. Ne abbiamo già parlato»
«Si ma..» non finii la frase che mi ritrovai a tacere dato che avevo le sue labbra sulle mie. Per quanto volessi continuare il bacio riuscii a spostarmi. «Sei pazzo?» chiesi sorridendo.
«Qui chi vuoi che ci veda, stiamo al sicuro fidati»
Sorrisi incerta ma mi mancavano davvero le sue attenzioni, così intrecciai le mie dita con le sue e ritornai a far combaciare le nostre labbra. Schiusi le labbra per permettergli la libera entrata e così le nostre  lingue iniziarono ad accarezzarsi di nuovo. Quanto mi era mancato quel contatto.
Si staccò e mi sorrise. «Vado a prendere Beck e andiamo da noi, okkei?»
«Va bene»
Dopo due minuti Beck stava sulle mie gambe fiera del suo palloncino giallo con uno smile sopra.
Harry mi fece cenno con la testa e ci alzammo. Rebecca era stanchissima ed io con i miei tacchi, dopo una serata intera, non riuscivo a tenerla in braccio come prima così la prese Harry.
Iniziò ad accarezzarle la schiena e lei appoggiò il suo viso sulla spalla di Harry. Sorrisi a 32 denti quando vidi quella scena, le diedi il ciuccio e iniziammo a scendere le scale.
Cinque secondi.
Decine di flash.
Panico totale.


Eccccccccccomi qua :D
Questo capitolo lo adoro *-* Cioè adoro la "mammosità" di Honey!
Voi cosa ne pensate? fgilaygfailghail *-*
Spero di avere più recensioni, grazie mille per chi lo ha già fatto. Per me è importante <3
Devo proprio scappare! A presto <3
ps: Chi è questa CAGGIE DUNLOP? >.< ahhahahahaha e vabbè! Zayn è stato con Perrie, Liam si diverte con suo padre, Tommo sta in Francia ;) e Niall con le spagnole! 

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Capitolo 8
*** You aren't insecure ***


Baby you light up my world like nobody else 
The way that you flip your hair gets me overwhelmed 
But when you smile at the ground it ain't hard to tell

What makes you beautiful-One Direction

Mi girai verso Harry in preda al panico. Lui subito col suo giubbino coprì la bambina e mi prese per mano cominciando a correre per le scale. Gli altri se ne accorsero perché ci seguirono, con loro però anche tutta la schiera di paparazzi. Mi girai verso Harry, di nuovo, per capire cosa fare. Beck iniziò a piangere e i flash continuavano a non farmi vedere nulla.
Sentivo tutta quella gente fare domande del tipo Chi è quella ragazza? - Chi è quella bambina? - E’ la tua bambina?- Sei sposato?- E’ la tua ragazza?- I One Direction sapevano della bambina?-Come mai ce l’hai tu in braccio?
«Tranquilla» mi sussurrò all’orecchio Harry. Appena arrivati in macchina presi la bambina e gli altri corsero dietro. Anche le guardie del corpo salirono in quella specie di macchina per andare via. Cominciai ad accarezzare Beck mentre in macchina regnava il silenzio. Gin mi si avvicinò e iniziò ad accarezzare anche lei la piccola.
«Qualcuno dica qualcosa» se ne uscì infine Louis.
«Paul secondo te?» chiese Harry girandosi in avanti.
«Penso che bisogna dare delle risposte. Non siamo stati abbastamza prudenti. E’ pericoloso anche per la bambina adesso»
«Cosa?!» esclamai agitata. Ecco, lo sapevo che prima o poi sarebbe successo qualcosa di brutto.
Vidi Zayn scuotere la testa e Harry sospirare.
«Qualcuno mi può spiegare?» chiesi molto infastidita.
«Penso che Paul voglia dire che molte fan sono gelose, e la cosa che Harry potesse avere una fidanzata già le fa incazzare ma addirittura una bambina..Ma non è questo il punto. E’ che Beck ora deve stare sotto controllo»
«Mi state dicendo che esistono delle pazze che potrebbero fare qualcosa a Beck?»
«Non succederà niente Honey, stai tranquilla» provò a rassicurarmi Harry. Mi girai verso di lui e lo guardai storto, di questi convenevoli adesso me ne sbattevo. Mia figlia era in pericolo e io dovevo fare qualcosa.
«Dove stiamo andando ora?»
«Da noi»
«Io voglio andare a casa»
Litz mi poggiò una mano sulla gamba ed Harry avvisò Paul. In pochi minuti eravamo fuori casa mia. Gin e Sally mi chiesero se loro potevano andarsi a fare un giro e diedi loro il permesso perché sarebbe rimasta anche Litz. Harry prese le chiavi di casa dalla borsa e poi entrò  per primo. Mi aiutò a mettere nella culla Beck e poi tornammo in salotto. Lessi il bigliettino di mia madre che diceva che era andata da nonna. Presi dal frigo una birra e sprofondai sul divano accanto ad Harry, senza dire una parola.
«Sei arrabbiata?»
«Direi preoccupata»
«Devi stare tranquilla, davvero»
«No Harry, ho paura. Dammi il tuo telefono»
Mi diede il telefono ed entrai su Twitter. Era già pieno di menzioni che gli chiedevano cosa stava succedendo, Twitter era pieno di quelle foto. «Ecco guarda»
Harry prese il telefono e sgranò gli occhi. Mi guardò e lo capii subito infatti scossi la testa. «Sarebbe tutto più facile!»
«Stai fuori?Così mi odierebbero tutte! No, no e no!»
«Honey io devo partire da 10 giorni..»
«Cosa?!»
«Ricomincia il tour, mondiale, e vorrei che tu venissi con me. Beck ha finito la scuola, è estate e non voglio lasciarti qui»
Rimasi perplessa da quelle parole, neanche io volevo che lui andasse via ma un tour porta tante cose dietro e con una bambina di 3 anni non so come sarebbe. Se fossi stata l’Honey di prima, quella che ancora non conosceva Harry c’avrebbe pensato su per almeno ¾ giorni ma non ero più quella Honey. Stava succedendo tutto così di corsa che non avevo il tempo di fermarmi per due secondi. L’incontro, la prima uscita, il giorno all’asilo, la giornata passata insieme, la recita, i paparazzi. Non mi sarei mai aspettata tutto questo dalla mia vita, dai miei anni migliori, da una ragazza madre.
«Okkei, va bene»
«Cosa?» urlò Harry saltando dal divano.
Scoppiai a ridere per la sua reazione e mi alzai con lui, lasciando cadere il suo telefono sul divano. Annuii e portai le braccia sul suo collo. «Non dico che ti amo, ma dico che voglio provarci, stando insieme»
Lui non disse nulla ma posò le sue labbra sulle mie, ricambiai il bacio con passione e lui mi fece stendere sul divano. Mi guardò ed io annuii prima di tirarlo a me per la maglietta. Iniziarono le lingue a giocare tra di loro, strinsi le mani nei suoi capelli mentre lui cominciò a lasciarmi una scia di baci dal collo alla spalla.
Sentii una tosse e scattammo all’in piedi.
Trovai mia madre con la mano sugli occhi.
«Mamma!»
«Signora..»
«Si abbiamo capito chi sono!» ci scherzò su. «Va bene..io vado in camera, io..»
Scoppiai a ridere mentre Harry mi guardò con gli occhi spalancati. Diede la buonanotte a mia madre e si stese sul divano ripetendo Che figura di merda.
Mi stesi affianco a lui e gli diedi un bacio a fior di labbra. Decidemmo che era meglio che lui tornasse, e nello stesso momento tornò anche Gin. Così ne approfittò e raggiunse gli altri in macchina.
Il mattino dopo Beck mi svegliò, la portai nel letto con me e iniziai a farle il solletico.
«Mamma ti prego finiscila!» disse tra una risata e l’altra. Prima mi fermai e poi me l’abbracciai forte forte. Presi il telefono e feci una foto mentre le davo un bacio in fronte. Mandai un messaggio sia ad Harry che Litz scrivendogli “Buongiorno, da Honey e Rebecca (:”
Sentii correre e mi girai verso la porta mentre giocavo a cucù-tettè con mia figlia.
«Honey. Honey!» urlò mia sorella con il computer in mano. Si sedette stile indiano sul letto e mi porse il computer. Cercai di seguirla e poi capii.
«Oddio quante foto»
Iniziai a guardare le foto una per una, in alcune stavo anche bene. Il viso di Beck per fortuna non compariva mai. In quel momento capii Harry quanto teneva a lei, la sua prima preoccupazione era stata coprirla.
«Harry ancora non si è connesso su Twitter e tutti si domandano come mai!»
«Mi ha chiesto di seguirlo in tour»
Un tonfo.
Mia sorella con la bocca aperta.
Mia sorella a terra.
«Non si avvisa così una sorella! Ti prego dimmi che gli hai detto di si» risalì aggrappandosi al lenzuolo. Io annuii sorridente e iniziò a saltare per tutta la stanza.
Dopo poco corse mia madre mentre si asciugava le mani con uno strofinaccio da cucina, sorride quando ci vede così contente.
«Che succede?»
«Va in tour con Harry!»
«Cosa?» urlò mia madre.
«Io e Rebecca partiamo, andiamo in tour con Harry»
«Partiamo?» chiese mia figlia mettendo le mani sul mio petto.
«Si, vestitevi che andiamo a fare compere!» urlai scendendo dal letto e in un batti baleno tutte scomparvero dalla stanza. Presi Beck e le feci bere il latte mentre io mi feci la doccia. Lavai anche lei e ci vestimmo uguali, pantaloncino blu, canotta bianca anche se la sua era con delle fantasie più da bambina e ballerine.
Uscimmo e ci recammo al centro commerciale. Passammo una di quelle giornate belle, in famiglia, anche se la mia era un po’ strana era comunque la mia famiglia. Gin iniziò a fare a gara col carrello con Honey dentro. Mia madre mi prese sotto braccio e mi guardò.
«Stai crescendo..»
«Sono cresciuta tre anni fa mamma»
«Ma adesso parti, te ne vai..»
«Ma ritorno! È un tour mamma»
«Lo so ma mi mancherai tanto figlia mia»
La guardai e appoggiai la testa sulla sua spalla «anche tu, ma mi verrai a trovare ed io la stessa cosa. Dovrai pur sentire tuo genero in concerto, no?»
«Ovvio e poi Gin chi la trattiene?Ieri quando ti ho visto con Harry..»
«..Scusa mamma, non ho pensato che..»
«…Shh! Lascia stare. Intendevo vi ho visto bene. Siete una bella coppia, penso che non ci sia nulla di male nel dichiararlo»
«Tu fai tutto così semplice»
«No, lo so che non è così. Ma sei cresciuta così in fretta con Rebecca» si fermò e guardò Gin ridere con sua nipote. «Vorrei solo che tornasse un po’ quell’Honey di prima, e sembra che Harry ce la stia facendo»
«Ho paura mamma, tanta. Se non sapessi più domarmi?»
«Sei una mamma, lo saprai fare»
Non risposi, l’abbracci soltanto, come fanno una madre e una figlia prima di un viaggio. Sembra che si trasmettono quelle mille parole che quotidianamente non si dicono mai.
Mi allontanai mentre mia madre provava dei vestitini a Beck. Presi il telefono e chiamai Harry.
«Piccola!»
«Dillo»
«Cosa?»
«Dillo di noi. Voglio che lo sappiano, se lo vuoi anche tu. Se gli altri sono d’accordo e se lo è anche Paul»
«Sei Honey?»
«Idiota non farmi tornare sui miei passi!»
«Nono! Sono così contento! Speriamo vada tutto bene..ora parlo con Paul che sta venendo per fare una riunione. A dopo»
«A dopo»
Attaccai e poi raggiunsi le altre.
Comprai un sacco di cose, tra vestitini, jeans, magliette, borse e intimo. La stessa cosa feci per Beck e quando tornammo a casa eravamo stanchissime tutte e due. Ci addormentammo così nel letto fino a che non venne mia madre terrorizzata.
«Honey..»
Vidi la sua faccia e scattai all’in piedi.«Che succede?»
«Vieni»
Non stavo capendo nulla, stetti attenta a non svegliare Beck e seguii mia madre.
Ad un tratto mi bloccai e indietreggiai.

Merda.


Sera! *w*
Scusate l'assenza! Avete perfettamente ragione ma ho avuto un lutto in famiglia e non mi andava di scrivere.
Ora sono qui!
Spero che vi piaccia il capitolo *w*
Ho deciso di cambiare un paio di cose, poi
capirete!
Ditemi le vostre opinioni con una recensione *-* Grazie a
tutti!
illa <3

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Capitolo 9
*** Caos ***


«Honey..»
Vidi la sua faccia e scattai all’in piedi.«Che succede?»
«Vieni»
Non stavo capendo nulla, stetti attenta a non svegliare Beck e seguii mia madre.
Ad un tratto mi bloccai e indietreggiai.
Merda.
«E adesso che si fa?»
«Chiamo Harry». Presi il telefono e composi il numero, che ormai sapevo a memoria, più in fretta che potevo.
Rispondi, cazzo rispondi.
Guardai iltelefono per esserne sicura. «Ha attaccato la chiamat
«Io devo assolutamente avvisare Sally!» disse mia sorella in preda all’eccitazione. Per lei era tutta una favola, per me era un incubo. Lì fuori c’erano decine di fan impazzite pronte ad ammazzarmi, chissà forse qualcuna nascondeva anche qualche arma pensai.
Appena mi vibrò il telefono, sobbalzai. “Scusa sto in riunione, ti chiamo appena esco. H. xx
Vaffanculo.
«Honey bisogna fare qualcosa, e anche in fretta queste tra un po’ ci entrano anche in casa!»
«Allora..-presi un forte respiro- tu stai attenta a Beck e nascondetevi. Al resto ci pensiamo io e Litz» dissi prima di prendere il telefono ed avvisare Litz.
Tornai in cameretta e mi cambiai velocemente, cercai di rendermi presentabile e di prepararmi un discorso. Presi un forte respiro ed premetti la mano sulla maniglia.
Posso farcela.
Oh ecco Litz!
«Honey!» urlò Litz scavalcando la gente a destra e a manca, appena mi vide sul ciglio della porta.
Un genio quella ragazza, certo.
«Eccola!»- «E’ lei!»- «Sei tu quella delle foto!»
«Honey non mi dire che…»
«Si Litz e Harry sta in riunione. Dobbiamo fare qualcosa, per Beck!» urlai in preda al panico portando Litz dentro casa. Mi stavo cacciando in guaio, me lo sentivo.
«Secondo te che vogliono fare?» chiese innocentemente la mia migliore amica.
«Ho un’idea..» provò Gin.
«Gin sta zitta»
«Senti di sicuro so più di te in questo campo»
Per una volta aveva ragione quindi forse era il caso di ascoltarla. Le feci cenno con la testa per spronarla a continuare.
«Che ne dici di uscire dal balcone di sopra e chiedere loro cosa vogliono. Cerca di fare una buona impressione, è importante sia per te che per Harry. So che vuol dire stare al loro posto. Cerca di fare una buona impressione»
«Non so se è una buona idea ma forse è l’unica cosa da fare, lo faccio solo per Beck però»
Presi coraggio e seguita da Litz e Gin andai al piano di sopra e feci come mi aveva detto mia sorella.
«Sei la ragazza di Harry?» mi chiese una ragazza con uno sguardo abbastanza minaccioso.
«Chi era quella bambina? Dov’è?»
«Lo vuoi bene?» me ne chiese un’altra piangendo.
Dio ma era possibile creare tutto questo? E davvero era colpa mia? Io non volevo far piangere proprio nessuno, né tanto meno creare tutto questo scompiglio.
«Sentite ragazze..a me dispiace tutto questo ma sono informazione personali e private. Non capisco il motivo per cui voi dobbiate stare sotto casa mia come una minaccia. Io non vi ho fatto nulla di male.»
«Tu ci stai portando via Harry!» urlò la prima, ricevendo un applauso dalle altre.
Dico ma sono tutte pazze?
«No, non è vero. Io non vi sto portando via proprio nessuno. E se ci tenete così tanto ad Harry non capisco il motivo del vostro comportamento. Insomma lui non sarà felice di tutto questo. Chissà forse la notizia già gli sarà arrivata e di certo stando qui non risolverete nulla..Vi prego di lasciare in pace me e la mia famiglia. E con questo vi chiedo scusa…» rientrai dentro correndo.
Raggiunsi mia madre e Beck con Litz e Gin al mio seguito. Mia figlia per fortuna ancora dormiva ed io avevo tempo per riflettere.
Avevo detto ad Harry che c’avrei provato, ma ce l’avrei fatta davvero? Non volevo rinunciare a lui ma forse il tour era troppo. Non avrei retto tutta quell’ansia.
«A che pensi?» mi chiese mia madre con fare dolce, poggiando una mano sulla mia spalla.
«A nulla, non penso a nulla» mentii e preferii mantenere i miei pensieri segreti fino a che non parlavo con Harry. Notai Gin affacciarsi alla finestra e mi disse che c’era ancora qualcuno, che si erano sedute a terra.
Dio.
«E’ assurdo, cosa pensano di poter fare?»
«Forse di vedere Harry» tentò Litz.
Sentii  suonare il telefono e corsi a prenderlo nell’altra stanza.
Parli del diavolo e spuntano le corna.
«Harry! Finalmente..non ti puoi immaginare..Cosa?»
«Paul pensa che sia meglio così.. Ho fatto di tutto»
Grande Paul! «Oh..avrà le sue ragioni». Ottime ragioni.
«Tu cosa dovevi dirmi?Che ne dici se ci vediamo?»
«No! Cioè..ti ho chiamato prima per dirti che si sono presentate fuori casa mia decine di fan incazzate. Credo di averle calmate ma alcune sono rimaste..» dissi tutto d’un fiato.
«Che cosa?!» urlò Harry. Ero sicura che si stava mettendo le mani nei capelli in quel momento, lo faceva sempre quando era nervoso.
«Forse è meglio che non ci vediamo oggi»
«Stanotte. Stai pronta stanotte
«Harry..»
«Non accetto no, ho bisogno di vederti»
«Va bene, aspetto te allora»
Attaccai la chiamata e tornai dalle altre un po’ scombussolata. Evitarono di fare domande grazie al risveglio di Beck, la presi in braccio e la cullai mentre Litz e mia madre uscivano dalla stanza.

Presi le scarpe in mano e in punta di piedi uscii dalla camera, mi affacciai alla finestra e non notai nessuno, solo una macchina nera. La sua macchina nera. Presi la borsa e accovacciata cercai di non far rumore aprendo la porta. Misi le scarpe e corsi nella Ranger Rover del mio ragazzo superstar.
«Buonasera!» disse Harry stampandomi un bacio sulle labbra.
«Direi buonanotte Harry» dissi con un tono sarcastico che Harry fece finta di non cogliere.
Restammo in silenzio per un po’, potevano essere anche pochi minuti ma mi stavano torturando.
Forza e coraggio.
«Harry ti ho detto che volevo provarci giusto?»
Annuì senza dire nulla.
«Ed è quello che farò, e sono anche d’accordo con l’idea di Paul. Un tour è tanto. Vi raggiungerò..Casomai senza Beck»
«Cosa?!» alzò il tono di voce.
«Harry non posso esporla a dei pericoli! Ti rendi conto che sono venute fuori casa? E se avessero fatto del male a Beck?» urlai. Mia figlia contava più di tutto.
«Hai detto tu che stare con te comportava stare anche con lei»
«Non pensavo tutto questo Harry..»
Diede un pugno al volante e guardò fuori dal finestrino. Perché reagiva così? Infondo a lui che cambiava che c’era Beck o meno? Gli presi la mano e gliela strinsi.
«E’ che…Io ci tengo a Beck, è impossibile non affezionarsi a lei..e per te lei conta più di qualsiasi altra cosa e questo fatto che tu non vuoi portarla mi fa sentire distante.»
«Harry vengo in America per te! Lascio mia figlia per qualche giorno per te! Sto mettendo in gioco tutta la mia vita per te! Cazzo lo vuoi capire?»
Harry si girò verso di me e mi mostrò uno dei suoi sorrisi più belli, lo guardai in quegli occhi verdi che pensai di potermi perdere dentro. Mi attirò a sé e mi strinse forte, e io tra quelle braccia mi sentivo protetta. Nessuno mi avrebbe fatto nulla con lui accanto, ora ne ero sicura.
«Mi sto innamorando di te..»
Quelle parole furono un tuffo al cuore. Mi scostai dal suo corpo per guardarlo negli occhi.
Ora toccava a me?
Mi stavo innamorando anche io di lui? Insomma stavo per andare in tour con uno dei cantanti più famosi del momento e ancora non lo consideravo tanto importante? Tutte cazzate. Avevo soltanto paura di ammetterlo.
Merda, tutti questi pensieri proprio adesso? Chissà cosa starà pensando.
«Scusa.. Non volevo dire..cioè..»
«Anche io mi sto innamorando di te Harry Styles, detto cespuglio. Vieni qua» lo presi per il colletto e diedi il via a uno di quei baci che ti tolgono il fiato.
«Domani devo provare per il tour, è meglio che vada»
«A domani riccio» gli stampai un altro bacio sulle labbra e poi scesi dalla macchina e rientrai in casa furtivamente.
Tolsi le scarpe e m’infilai il pigiama che stava sotto al cuscino. Controllai Beck e le rimboccai le coperte.
Entrai nel letto con un sorriso da ebete stampato in faccia. Ma era possibile che mi facesse quest’effetto? 10 minuti con lui e stavo già sulle nuvole. Sorrisi ancora di più al pensiero e mi girai sul lato per cercare di prendere sonno.
Vidi la luce del telefono accendersi così mi sporsi per vedere chi era: 1 chiamata persa: Nessun numero.
Un anonimo a quest’ora? Avrà sbagliato numero.
Credo.


I'M HEEEEEEEEEERE BABES!
Si lo so avevo fatto una brutta fine ma sono ritornata. 
Forse volete anche delle spiegazioni ma sarebbe troppo lungo.
SE ricevo due o più recensioni continuo, altrimenti cancello tutto :(
Comunque piaciuto il capitolo? A me non fa impazzire ma dal prossimo in poi si capiranno un pò di cose e si fa tutto più vivo!
Mentre scrivevo la scena in macchina m'immaginavo con Harry nella sua Ranger Rover :Q___
E va bene vado!
Baci donzelle <3


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Capitolo 10
*** Anonimous ***


 Non ero psicologicamente pronta per iniziare un altro giorno. Quella notte avevo fatto un incubo e non ero riuscita a prendere sonno dopo il risveglio.
Sentii il materasso abbassarsi verso sinistra e così mi girai ritrovandomi la cosa più bella che potesse capitarmi nella vita.
«Buongiorno mamma» disse la mia Beck catapultandosi tra le mie braccia.
Le diedi un bacio tra i capelli. «Buongiorno amore, che ore sono?»
«La nonna ha detto: vai a svegliare tua madre che sono le 12 in punto»
Strabuzzai gli occhi, cavolo era davvero tardi. La presi in braccio e scendemmo dal letto.
«Tu hai già fatto colazione?»
«Certo, ho mangiato la zuppa di latte e non mi sono sporcata»
Sorrisi e poi andai in cucina, mi  sedetti sulla sedia e portai la mano sulla bocca per coprire lo sbadiglio. Presi il giornale che stava nel centro tavola e iniziai a sfogliarlo. Doveva essere di Gin perché era un di quei giornaletti per ragazze.
Mi strozzai con la mia stessa saliva quando vidi una figura familiare su quel giornaletto.
«Mamma sei tu?»
Ero davvero io, ero io con Harry fuori da quel locale, ero io con i ragazzi dopo la recita, ero io con Harry all’asilo la mattina.
Iniziai a leggere l’articolo con interesse, mi soprannominavano ‘la ragazza ignota’. Si chiedevano il mio nome, chi fosse quella bambina e altre cose su di me.
«Harry Styles si dichiara durante un meeting con le fan» lessi ad alta voce il titolo.
Scossi la testa e buttai quel giornaletto nel cestino, tornai in camera e accesi la tv per Beck mentre io andavo in bagno a vestirmi.
Mentre legavo i miei capelli in una coda alta sentii il mio telefono vibrare e così cercando di non scivolare sulla cera feci una corsa in camera.
Quando lessi il suo nome sul display, sorrisi mentalmente.
«Hey»
«Buongiorno! Che facevi?»
«Mi vestivo, tu? Siete in pausa?»
«Si, la mattinata è stata piuttosto dura. Ora sono andati a prendere da mangiare, altre due orette e abbiamo finito. Dopo ci vediamo?»
Annuii.«Va bene, passi tu?»
«Certo, devo comprare qualcosa prima di partire quindi andiamo in centro. Va bene?»
«Perfetto, a dopo riccio»
«A dopo tesoro»
Dopo aver attaccato la chiamata notai un messaggio e una chiamata persa.
Il messaggio era Litz che mi dava il buongiorno e si lamentava di dover andare a lavoro, come sempre; la chiamata era di nuovo da parte di un anonimo.
Allora non era un errore, qualcuno con l’anonimo davvero mi stava cercando. Non so per quale motivo un brivido mi percorse per tutta la schiena, avevo una strana sensazione e per niente piacevole.
Cominciai a fare la cameretta mentre Rebecca era andata a fare una passeggiata con Gin e Sally e dopo andai un po’ al computer per scaricare qualche nuova canzone.
Gin aveva lasciato Twitter aperto, ero molto tentata da farle qualche scherzo quando iniziai a leggere delle frasi strane.
Stava discutendo con qualcuno e il motivo era…ero io.
Per sicurezza chiusi la porta della cameretta e poi tornai a leggere le sue menzioni.
Mi stava difendendo, stava dicendo cose molto belle su di me, al contrario di questa ragazza che come nickname aveva la parola durex e qualcos’altro.
Patetica. Continuai a leggere e non capivo per davvero perché questa ragazza doveva odiarmi così tanto. Non mi conoscevano, non potevano giudicarmi in questo modo.
Stanca di tutto quello andai a cambiarmi per uscire con Harry, anche le altre tornarono e misi un vestitino anche a Beck.
Mi truccai leggermente e dopo una decina di minuti suonarono al campanello.
«Gin vai tu!» urlai mentre mettevo i sandaletti a Rebecca.
Presi anche la borsa e feci un saltello quando delle mani si posarono sui miei fianchi.
«Harry» dissi girandomi e stampandogli un bacio sulle labbra.
«Tua sorella penso non si abituerà mai all’idea di me che vengo a prendere te!» disse ridendo mentre faceva girare Beck.
«Che ha fatto? Dobbiamo camminare tanto?»
Annuì e così andai a prendere il passeggino. «Ha aperto la porta e mi guardava senza dire nulla poi è riuscita a dire un ‘C-ciao H-harry’. E’ così carina!»
Sorrisi mordendomi il labbro e poi uscimmo dalla cameretta.
«Mamma noi usciamo, non so quando torno.»
«Va bene, Beck vieni a darmi un bacio»
Mia figlia da brava bambina le corse in braccio, le diede un bacio sulla guancia e poi tornò da noi.
Aprii il cofano della macchina per mettere il passeggino e poi  lo sportello davanti per sedermi, con in braccio Beck.
«Mettila dietro» disse Harry mettendo la chiave nel quadrante.
«Non posso metterla da sola dietro, fino a che non fa..»
«Guarda dietro» m’interruppe.
Feci così come mi aveva detto e sorrisi a 32 denti. Aveva messo un seggiolone per Beck. Senza dire nulla scesi dalla macchina e la legai sul suo nuovo sediolino, tornai davanti e gli diedi un bacio per ringraziarlo. Accese lo stereo e mise un cd, iniziarono a cantare canzoni per bambini.
«Guarda che a Beck piacciono anche le vostre»
«Non ho dubbi, ma non ce la faccio più a sentirle per tutta la giornata!» si girò verso di me e poi tornò a guardare la strada.
Cinque minuti dopo parcheggiò la macchina e mentre io prendevo Beck, lui prendeva il passeggino dal cofano.
Iniziammo a camminare per raggiungere il corso.
«Ti va di rimanere da me, stasera?» mi chiese Harry ad un tratto.
Ci pensai per un attimo e poi sorrisi. «Certo, ma dopo passiamo per casa che devo prendere qualcosa per lei»
Lui annuì contento e mi strinse a lui con un braccio sulle mie spalle. Stavo bene quando stavo con lui, non m’importava di cosa pensava la gente.
Adoravo il modo in cui si prendeva cura di me e di Rebecca, adoravo il modo in cui mi guardava e adoravo il suo essere protettivo con Beck.
«Guarda mamma!»
C’era una bancarella di zucchero filato, già mi immaginavo mia figlia tutta azzeccosa. «Lo prendiamo al ritorno»
«Me lo prometti?» mi chiese con quel faccino angelico.
«Si te lo prometto». Sbuffai e mi girai verso Harry che ci guardava con il sorriso sulle labbra.
«Allora, cosa devi comprarti?»
«Mmm, tutto! Entriamo qui» disse indicando il negozio della Hermes.
«Salve signor Styles, desidera?» le chiese con la bava alla bocca la commessa.
Qui dentro lo conoscevano perfettamente dato che avevano già la sua taglia e gli portarono subito i nuovi arrivi. Non ero abituata a quei prezzi ma lui probabilmente lo era.
Entrò nel camerino con un due giacche e un pantalone in mano, io intanto stavo mettendo Beck nel passeggino che iniziava a lamentarsi.
«Che ne dici?» mi chiese girando su se stesso. Indossava una giacca a quadrettini, orribile.
«Ci stai bene» dissi neutra.
Piegò la testa di lato e poi la riguardò. «Fa così schifo?»
Risi e Beck annuì con veemenza. La commessa le si avvicinò e iniziò a giocarci.
Harry uscì con un’altra giacca e un’altra camicia. «Adesso?»
Mi girai verso di lui e sorrisi. Dio quanto era bello, se non fossimo stati in un negozio gli sarei saltata addosso senza pensarci due volte.
«Perfetto» mi limitai a dire. Si misurò anche il pantalone e prese anche una cintura, andò a pagare e poi uscimmo fuori.
Tutto il pomeriggio lo passammo ad entrare e ad uscire dai negozi, stracolmi di buste e di tanto in tanto qualche fan lo fermava per una foto o un autografo. Iniziò a portare lui il passeggino e faceva le corse con Beck dentro, tra i due non so chi si divertiva di più. Io invece camminavo un po’ più indietro ad osservare le vetrine dei negozi. Dovevo comprarmi un costume, necessariamente.
«Honey?» urlò Harry indicando la Guess. Annuii ed entrammo dentro. Anche qui sapevano tutto su di lui e io diedi uno sguardo alle cose femminili.
C’era un vestito stupendo, cercai il prezzo sulla targhetta e così come lo avevo visto, lo lasciai sulla cruccia.
«Ti piace?» mi chiese alle spalle.
Annuii «Fatto?»
«Misuralo, secondo me ti sta benissimo»
«Anche se mi stesse così bene comunque non potrei permettermelo» dissi scivolando dalle sue braccia.
«Voglio farti un regalo, permettimelo»
Piegai la testa di lato e alzai le sopracciglia.
«E dai!»
«e’ perfetto per te» lo aiutò il commesso, rigorosamente gay.
Sbuffai e alla fine cedetti. «Lo misuro soltanto!»
Il commesso mi accompagnò nel camerino e mi passò il vestito quando ero pronta. C’era la cerniera di lato e non riuscivo a chiuderla fine in fondo, aprii la tendina e chiesi una mano.
«Faccio io –ci raggiunse Harry in quel corridoio stretto- può stare attento un attimo alla bambina?»
Il commesso annuì e ci lasciò soli, Harry mi aiuto con la cerniera e iniziò a darmi piccoli e casti baci sulla spalla scoperta. Portai la testa all’indietro fino ad appoggiarla sulla sua spalla.
«Sei bellissima» disse con il respiro pesante.
Mi girai verso di lui. Si stava eccitando o sbaglio? Lo baciai con foga e lui mi spinse dentro al camerino.
«Harry.. non qui» dissi tra un bacio e l’altro. Lui non disse nulla e continuò a baciarmi, legò le mie gambe ai suoi fianchi..
«Problemi?» chiese il commesso dando un urlo.
«No!» urlai con l’affanno. Harry mi diede un ultimo bacio e ci ricomponemmo entrambi.
«Odio lasciare le cose a metà » mi sussurrò Harry mentre andavamo di là.
Alla fine insistette nel comprarmi il vestito e poi uscimmo dal negozio. Si stava facendo sera e così iniziammo a prendere la via del ritorno, ci fermammo a prendere lo zucchero filato e un gruppo di ragazzine ci fermò per delle foto. Mi chiesero di scattare anche con me un paio di foto ed io guardai Harry completamente nel panico. Lui mi sorrise e mi fece cenno di avvicinarmi e così feci anche io quelle foto. Mi fece un po’ strano ma infondo ero contenta.
«E’ la tua ragazza?» chiese forse la più grande fra di loro.
«Si è la mia ragazza» rispose guardandomi con i suoi occhi verdi, sembravano brillare.
Dopo che andarono via mi avvicinai a lui, senza lasciare con la mano il passeggino, e lo baciai teneramente sulle labbra. Lui fece in modo di far schiudere le mie e posò una mano sulla guancia mentre con l’altra mi stringeva a sé, premendo sulla mia schiena. Interrompemmo insieme quel bacio e poi salimmo in macchina.
Sentii il telefono suonare e lo estrassi dalla borsa.
Numero privato, ancora.
Avevano attaccato di nuovo. «Chi era?»
«Non lo so, è la terza volta che mi chiama un numero privato»
Si girò verso di me. «Quando volevi dirmelo?»
«Sono soltanto squilli»
«Si ma anonimi, chi è?»
«ancora? Sono anonimi!» dissi alzando un po’ la voce, insistente il tipo.
Serrò la mascella e guidò fino a casa.
Perché poi si preoccupava così tanto?
«Scendo a prendere un pacco di sigarette a Zayn che mi ha inviato un messaggio se glielo prendevo»
Annuii e poi mi girai verso Rebecca che si era addormentata, troppo stanca.
Suonò di nuovo il telefono ma questa volta era una chiamata.
Con la mano un po’ tremolante risposi.
«Pronto?»
«Sera dolcezza»
Mi cadde il telefono da mano e lo ripresi immediatamente quando sentii quella voce, la sua voce.
Pregai con tutto il cuore che Harry non entrasse in quel momento.


Buonasera a todos!
Da quanto non aggiornavo? Perdonatemi ! Ora viene Natale e dovrei essere più sbrigativa, spero uu
Ho iniziato una nuova FF, ci tengo molto perchè è diversa dal solito ed è particolare. Vi lascio il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1461847&i=1
Questo capitolo mi piace molto per un semplice motivo, sembrano quelle coppie che fanno compere insieme da far invidia.
Honey ora ha capito chi si cela dietro l'anonimo, il punto è..cosa vuole?
Ci vediamo alla prossima puntata babes! 
Grazie a tutte per le recensioni e anche per chi legge in silenzio (:
la vostra illa <3

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Capitolo 11
*** Screaming ***


«Che diavolo vuoi Tom?» mi ritrovai a sussurrare, causa mancanza voce.
«Sono tornato in città Nina»
Rabbrividii al suono di quel nome.«Non me ne può fregar di meno e non chiamarmi in quel modo» mi girai verso il finestrino e notai Harry tornare verso la macchina.«Devo attaccare, a mai più»
Attaccai e buttai velocemente il telefono nella borsa prima che Harry aprisse la portiera. «Con chi parlavi?»
«Avvisavo mamma che passavamo ma non dormivamo lì» risposi di botto mentre mi lasciavo andare con pesantezza sul sediolino.
Durante il tragitto non dissi una parola, non potevo crederci. Come aveva avuto il mio nuovo numero? Ma soprattutto cosa voleva di nuovo da me? Perché era tornato?
Quelle domande mi rimbombavano dentro mandandomi nel caos più totale ma cercai di riprendermi quando riconobbi l’isolato di casa. Prima di scendere dalla macchina Harry mi bloccò la mano che già stava sulla maniglia.
«Honey non hai detto una parola, scusa per prima ho esagerato ma..»
Lo bloccai posandogli un dito sulle labbra «non sono arrabbiata con te, ero sovrappensiero»
«Sicura?»
Annuii senza rispondere e gli diedi un bacio sulle labbra, presi Beck che si stava per addormentare ed entrammo in casa.
«Mamma siamo noi» urlai entrando nel salotto.
«Ah siete tornati! Che volete per.. oh ciao Harry, non sapevo ci fossi anche tu! Sei dei nostri a cena?» chiese mia madre pulendosi le mani con uno straccio.
Harry aggrottò le sopracciglia e tirò la testa all’indietro assumendo un’espressione confusa. «Ma come.. Honey non vi, ti -si corresse ricordandosi che mia madre preferiva il tu- ha avvisato?»
«Avvisato di cos…Aaah! Si! Mi ero proprio dimenticata» mi corse in aiuto mia madre che molto probabilmente aveva capito che avevo nascosto qualcosa ad Harry.
Il diretto interessato si girò verso di me, avendo capito che gli avevo mentito, con una faccia a dir poco incazzata. Merda.
«Honey ti aspetto in macchina, ho lasciato il telefono lì» mi disse prima di uscire di casa con passo svelto e deciso.
E adesso cosa gli dicevo? La verità, ecco cosa gli avrei detto. Intanto mia madre mi stava guardando con un’aria curiosa e incazzata allo stesso momento, Dio ma perché a me?
«Stasera io e Beck dormiamo da lui, prima mi ha visto a telefono e ho detto che eri tu» spiegai mentre prendevo dall’armadio alcuni vestiti e il pigiama.
«invece era?»
«Tom» risposi guardandola fisso negli occhi. Le caddero gli spazzolini da mano ma riuscii in tempo a prenderli. «Grazie mamma, ci vediamo domani mattina!»
«Honey fermati, subito!»
Mi girai verso di lei, consapevole che non potevo fare altrimenti. «Mamma Harry starà incazzatissimo, fammi andare»
«Honey.»
«Tranquilla, non sono scema. Domani ti racconto meglio, scusa mamma» le diedi un bacio sulla guancia e scappai fuori con Beck in braccio. La sistemai nel suo sediolino e poi mi sedetti al mio posto, presi un forte respiro e mi girai verso di lui.
«Non dirmi altre cazzate Honey.» sibilò prima di mettere in moto e sfrecciare verso casa sua.
Perché quando la gente è arrabbiata pronuncia il nome per intero?
Stemmo in silenzio per tutto il tempo, in macchina si sentivano soltanto i respiri regolari di Beck che si era addormentata e quelli un po’ più pesanti e pronunciati di Harry.
Arrivammo presto fuori casa sua, scese dalla macchina svelto e prese le borse che avevo messo nel bagagliaio prima di bussare al campanello. Quindi c’era qualcuno? Non avevo mai capito se abitassero tutti insieme e lui da solo. Io con delicatezza presi Rebecca in braccia cercando di non svegliarla e lo raggiunsi, giusto in tempo Zayn venne ad aprire la porta con un sorriso smagliante che svanì nell’istante esatto in cui vide la faccia di Harry.
Sentii chiudere la porta alle spalle e tutti urlarono un ‘Ciao Honey!’ insieme.
«Rebecca sta dormendo, non urlate.» queste furono le uniche parole di Harry prima di scomparire al piano di sopra. I ragazzi si girarono tutti verso di me che non sapevo davvero cosa dire.
«Che è successo?» chiese Liam accarezzando la piccola.
«Un casino, ed è colpa mia. Scusate vado a cercare di rimediare»
Lentamente salii le scale, attenta a non svegliare Beck che sembrò non accusare. Era una bella sensazione ripercorrere quel corridoio e poi entrare in quella stanza.
Posai Beck sul letto e mi assicurai che dormisse, poi mi girai lentamente verso Harry che stava seduto sul divanetto in pelle nera in un’altra stanza.
«Ti ho mentito è vero»
Rise ironico. «Prima un’omissione, adesso una bugia. Di bene in meglio»
«Hei modera i toni!» alzai la voce.
«No Honey, moderali tu! Prima non mi dici delle chiamate anonime sapendo che non puoi tenermi segrete cose del genere»
«Per quale assurdo motivo?»
«Perché stai con me cazzo! Sei la mia ragazza, che ne sai se non era qualcuno male intenzionato? Qualcosa per Beck? Eh?»
Aveva ragione, aveva fin troppa ragione ma odiavo non averla io. «Beh non è che se sono la ragazza di Harry Styles devo sbandierare le mie cose ai quattro venti!»
«No, ma a me devi dirlo!»
Momento di silenzio, non quel silenzio imbarazzante, quel silenzio che sta cercando di far ragionare entrambi, quel silenzio stufo delle nostre urla.. che non ebbero fine.
«Era Tom» dissi sedendomi io questa volta sul divanetto mentre lui camminava avanti e indietro.
«Chi cazzo è Tom?»
«Il padre di Rebecca» dissi sussurrando, ma sicura che lui potesse sentirmi.
Si girò verso di me con un’aria sconvolta, sembrava che gli facesse più strano a lui che a me.
«Non lo sentivo da… da quando se ne andato. Avevo persino cambiato numero, non so come lo abbia trovato. Te lo avrei detto stasera, ma non in macchina perciò ho inventato la cazzata di mia madre»
«Cosa vuole?» disse con tono calmo.
«Non lo so –risposi con gli occhi lucidi- non gli ho dato modo di parlare. Ma conoscendolo si farà risentire»
«Non sono d’accordo, non devi sentirlo. E’ un uomo, se così si può chiamare, di merda»
«Harry pensa se io voglio averci a che fare! Sono stanca, mi fanno male le gambe, ho la testa che mi scoppia e sto morendo di fame. Ti prego..»
Non disse nulla, si avvicinò e mi abbracciò forte. In un momento tutto sembrò svanire, non desideravo altro che un suo abbraccio, potevo anche morire denutrita, sarei rimasta in quella posizione per sempre. La mia testa nell’incavo del suo collo e i suoi ricci che oscillavano sulla mia guancia.
Mi prese per mano e scendemmo giù, dove stavano Zayn e Louis in cucina e Liam e Niall con un giornale in mano, al contrario.
Sorridemmo sotto i baffi, avevano origliato tutto.
«Abbiamo cucinato il pollo, l’unica cosa che non manca mai nel frigorifero» disse Zayn invitandoci a tavola e interrompendo il silenzio, dato che Harry non aveva ancora detto nulla.
«E le patatine!» urlò Louis infilandosene una in bocca.
Ci sedemmo tutti quanti a tavola e iniziammo a passarci la roba tra una chiacchiera e l’altra.
«Ma spiegatemi un po’, vivete tutti insieme?»
«No! –rispose Liam shockato- vuoi farmi morire?»
«Sei il solito esagerato Payne!» urlò Niall, dandogli una pacca dietro la nuca.
«Ognuno ha la sua casa, a Londra. Ma qui, a Brighton, abbiamo una seconda casa in comune. Quando abbiamo ancora qualche intervista o incontro, stiamo qui» spiegò infine Louis.
Annuii mentre presi un sorso d’acqua.
«Che opinione ti sei fatta su di noi?» chiese Zayn appoggiandosi allo schienale della sedia.
Risi leggermente. «Siete un po’ come ne parla mia sorella, non siete montati, siete simpatici e delle belle persone. Mi sento a casa quando sto con voi, e poi devo ancora conoscervi meglio»
Niall, seduto al mio fianco, allungò un braccio e mi strinse a lui prima di stamparmi un bacio affettuoso sulla guancia. Era la dolcezza in persona.
«Allora com’è?» irruppe Harry all’improvviso guardandomi fisso negli occhi, tutti lo guardammo straniti.
«Chi?» chiesi, forse già conoscendo la risposta.
«Questo Tom» disse appoggiando la testa sulle sue mani incrociate, con i gomiti sul tavolo.
«Harry non mi sembra il caso, stiamo a tavola» risposi un po’ imbarazzata.
«Hanno sentito tutto comunque, quindi..»
I ragazzi abbassarono tutti e 4 le teste in contemporaneo, colti in fallo.


Saaaaalve, salvino :3
Che razza di saluto è? Comunque buongiorno a tutti!
Finalmente si è capito chi è l'anonimo anche se ne poteva anche stare a casa questo Tom.. MUHAHAHHA MA DECIDO IO!
In questo capitolo c'è un pò di maretta tra i due piccioncini e da come finisce sembra che ce ne sia ancora, ah male male u.u
Voi cosa ne pensate? Secondo voi che vuole Tom?
a presto!

Ah ho scritta una OS su Louis: http:// www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1492075&i=1

e una nuova FF a cui tengo molto :) : http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1461847&i=1

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Capitolo 12
*** Flashback ***


«Harry non mi sembra il caso, stiamo a tavola» risposi un po’ imbarazzata.
«Hanno sentito tutto comunque, quindi..»
I ragazzi abbassarono tutti e 4 le teste in contemporaneo, colti in fallo.
«Allora? Com’è? Alto o basso? Bello o brutto? Biondo o moro? Coglione o.. –fece finta di pensare- non c’è un altro termine per confrontarlo perché già la so la risposta»
«Stai esagerando adesso –alzai la voce- finiscila!»
«Beh se fosse capitato a me avresti fatto lo stesso!»
«Se fossi rimasto ‘incinto’ a 16 anni del tuo ragazzo che è scappato via appena ha saputo di diventare padre? Sei uno stronzo.» mi alzai dal tavolo spingendo la sedia all’indietro e sentii il rumore delle posate cadere sul piatto. I ragazzi erano in evidente imbarazzo ed anche io lo ero.
Uscii di casa velocemente, mi ero sentita umiliata, presa in giro, criticata e anche sminuita. Con quell’aria di presunzione chi si credeva di essere? Poteva anche essere Obama, poco mi importava.
Faceva freddo quella sera e mi strinsi nella magliettina leggera che avevo, richiamai tutte le mie forze per non piangere e iniziai a camminare.
Quando sentii dei passi dietro di me e il mio nome rimbombare nell’aria accelerai il passo, non volevo parlargli, non volevo vederlo.
«Honey diamine fermati!»
Iniziai a correre, forse comportandomi anche come una bambina ma ne avevo tutto il diritto. Davanti ai ragazzi poi, come si era permesso? Come?!
«Ho sbagliato, ti chiedo scusa!»
Mi arrestai di colpo e lui andò a sbattere contro di me ma con due mani lo respinsi. «No Harry, non funziona così! Con uno scusa, un mi dispiace. Non ora! Mi hai messo in ridicolo davanti ai ragazzi, mi sono sentita umiliata e per di più mi sono aperta per la rabbia! Non puoi permetterti di usare quel tono in questa determinata situazione, ok? Ma credi che per me sia facile eh? Che a me piaccia o no Tom è il padre di mia figlia, lo è sulla carta, lo è per questa legge di merda. E tu con la tua gelosia non mi aiuti, per niente»
Harry abbassò il capo, sentendosi dilaniato dai sensi di colpa. Prese un forte respiro e poi mi guardò fisso.
«Io non lo so che mi è preso. Io questo ragazzo non lo conosco e ho paura che possa portarti via, insomma avete avuto una bambina insieme. Una bambina a cui io mi sono affezionato da morire, non voglio che le succeda qualcosa, non voglio che… scusa, davvero.»
«Ma sono paure infondate, io ho concepito una bambina con lui ma l’ho cresciuta da sola e adesso con il tuo aiuto. Io non amo Tom, io amo te. Lo stesso vale per Beck. Se fai così mi metti nella situazione di non poterti dire nulla, e non voglio»
«Soprattutto non devi..»
Abbassai le spalle e iniziai a camminare per la strada del ritorno, Harry subito si mise al mio fianco. Camminammo in silenzio per un po’ fino a che non vidi il vialetto della casa.
«A scuola tutte le ragazze ci sbavavano dietro. Frequentavamo la stessa comitiva ma non gli parlavo molto. Una sera ci fu una lite e un nostro amico le prese di brutto, così rimanemmo io, lui e Litz al suo fianco. Da quel momento è nato qualcosa, ma nulla di importante all’inizio. Non avevamo la testa apposto, era tutta una questione di sesso..-presi una pausa sorridendo amaramente- poi me ne sono innamorata e credo che anche lui lo era. Dopo 6 mesi sono rimasta incinta e di lui non si sono avute più notizie. Non ho avuto neanche il tempo di starci male perché dovevo affrontare una gravidanza e i bambini non possono rimetterci per gli errori dei genitori. Ho finito gli studi sotto le stupide voci dei miei coetanei. Il padre di Tom mi ha chiesto quanto volevo per non farmi dire che ero incinta di lui –iniziai a ridere istericamente- Capito? Soldi! Ridicolo. Ovviamente non accettai e poi tutti sapevano che ero la ragazza di Tom, ci invidiavano maschi e femmine. Mia mamma mi ha aiutato tantissimo, ho provato a crescere Beck nei migliori dei modi. Ma ammetto che ho avuto anche io i miei momenti no. –presi una pausa e con la coda dell’occhio lo guardai- La notte quando piangeva e io stavo sola, non avevo nessuno pronto a darmi il turno. Ho pensato di non farcela, di non volerla più. L’errore più grande. Le notti passate a piangere le so solo io, forse non sono così forte come tutti pensano.»
Harry mi tirò a sé e mi strinse forte, facendo bagnare la sua camicia con le mie lacrime «Da adesso in poi le nottate le faremo insieme, le tue lacrime le asciugherò io e reprimerò le tue urla in un bacio ma la cosa più importante è che affronteremo Tom insieme, capito?»
Annuii non riuscendo a dire altro, le lacrime erano diventate singhiozzi e avevo paura, tanta. «Ho un brutto presentimento Harry»
Mi accarezzò fino a calmare i miei singhiozzi e poi rientrammo dentro, dove regnava un silenzio sovrano.
«Ragazzi, volevo chiedervi scusa per la scenata.. » dissi asciugandomi le guance.
«Figurati, perdonaci tu per avere un tipo così nella band» ironizzò Liam dando una pacca sulla spalla di Harry che iniziò a rincorrerlo per tutta casa. «Hazza ma dico io correvo da piccolo, secondo te potresti mai prendermi?»
Li vidi divertirsi e andai in cucina ad aiutare Zayn. «Vuoi una mano? –gli chiesi rimboccandomi le maniche- eppure non pensavo faceste anche i piatti, niente cameriera?»
«Non sempre» rispose concentrato mentre insaponava i bicchieri. Lui lavava ed io asciugavo, stemmo così in silenzio con il sottofondo delle risate di Niall mentre vedeva un programma stupido.
«Sei sempre così silenzioso Malik?» dissi sedendomi sul ripiano.
Scosse la testa. «No, scusa è che è una brutta serata»
«Posso fare qualcosa per farla migliorare?»
«Purtroppo no, ma grazie per il pensiero. Anzi dovrei chiederti io come stai, mi dispiace molto per..insomma hai capito»
«Non lo so come sto, ma grazie a te per averlo chiesto» sorrisi e lui alzò lo sguardo per incrociare il mio. Sorrise anche lui e poi scesi dal ripiano e mi avvicinai al suo orecchio. «Chiunque essa sia, chiamala»
Mi allontanai lasciandolo tra i suoi pensieri e andai a sedermi vicino a Niall che si stava scompisciando dalle risate. Sentii il mio telefono suonare, era così lontano, avrei visto dopo chi era.
«Oh di chi è il telefono?» urlò Louis mentre si asciugava i capelli con l’asciugamano. Alzai la mano mentre ero concentrata a vedere anche io la tv. «Beh rispondi, è fastidioso!»
Mi alzai controvoglia e presi il telefono in mano, le gambe iniziarono a tremare infatti mi appoggiai alla poltrona dietro di me.
«Zayn, chiama Harry, subito.»
Louis mi venne vicino mentre Zayn andò su a chiamare Harry.
«Pronto»
«Hey Nina! Ti va di andarci a fare un giro?»
«Tom che diavolo vuoi?» odiavo quella sua strafottenza.
«Parlarti, vedere come sei diventata..»
«Sono sempre la stessa, però se vuoi posso farti vedere le foto della mia metamorfosi nei 9 mesi successivi alla tua scomparsa!» urlai.
«Honey per favore non mi va di parlare attraverso un telefono, ti vengo a prendere ok?»
«Non sto a casa, e anche se ci fossi stata non sarei mai uscita con te.»
Sentii Beck piangere e mi girai verso i ragazzi, qualcuno salì sopra a controllarla mentre Harry teneva la mascella serrata e l’orecchio vicino al mio dove stava il telefono.
«Allora domani, va bene? Così mi racconti pure di questa storia con questo tipofamoso»
Harry mi mimò con le labbra di accettare, lo guardai torva.
«Alle 10 in piazza, notte Nina»
Non mi diede il tempo di rispondere che attaccò.
«Nina?» chiese retorico Harry. Mi appoggiai al suo petto e lasciai un forte respiro.
Vidi Liam scendere con la piccola sulle spalle che allungava le braccia verso di me, non la feci attendere neanche un minuto e iniziai a coccolarla. Appena si svegliava non parlava molto, un po’ come me e sapevo che voleva le coccole. Ci sedemmo sul divano e notai l’orario,era tardi, strano che si era svegliata.
«Amore hai fatto un brutto sogno?» le chiese accarezzandole i capelli biondi.
Lei annuì.
«E vuoi dirmelo?»
Sospirò e poi annuì di nuovo. «C-c’era un orsacchiotto g-gigante sotto al mio letto e voleva mangiarmi tutta tutta e io d-dovevo scappare ma ero troppo piccola mentre lui era grande grande» stava raccontando quel sogno come se fosse una storia paurosa ed io da brava mamma cambiavo espressione ogni volta che aggiungeva un particolare.
«Allora adesso sai che facciamo? Ci prepariamo il latte e poi andiamo nel lettone insieme, va bene?»
Lei sorrise fiera e scese dalle mie gambe. Andai a riscaldare il latte e guardai Zayn camminare avanti e indietro con il telefono, non sapevo si stesse sentendo con qualcuna, mi dispiaceva per Sally infondo.
«Ragazzi io vado a dormire che ho un mal di testa atroce, buonanotte a tutti!» disse Louis andandosene ma non prima di aver dato un bacio tra i capelli a Rebecca.
Ricambiammo la buonanotte e poi andai a sedermi sul divano mentre il latte si riscaldava.
«E così l’orsacchiotto era tutto marrone?» chiese Harry falsamente shockato. Beck stava sulle sue gambe contenta del fatto che qualcuno la stesse ascoltando, io mi limitai ad osservarli e a riflettere sul fatto che se non ci fosse stata Beck io non avrei mai conosciuto Harry, la ringraziai mentalmente e poi andai a versare il latte nel biberon.
«Ecco il latte cucciola» dissi porgendogli il biberon che lei afferrò e subito si portò alla bocca mentre si sedeva con Niall a guardare i cartoni.
«Ma Zayn che ha?» chiese Liam.
«Penso questioni di cuore» annunciai io poggiando la testa sulle gambe di Harry.
«E con chi?»
«Ah questo non lo so. Beck attenta a non sporcarti.»
Liam osservò Zayn cercando di capire con chi stesse parlando, ma stava fuori e quindi non si sentiva nulla. «Se ho letto bene il labiale ha detto Perrie.»
«C’avrei scommesso!» rise Harry.
Mi girai verso di lui chiedendogli di chi stessero parlando e mi spiegò che Perrie era una cantante, faceva parte di un gruppo e di cui Zayn si era innamorato tempo fa ma lei era sempre molto restìa.
«Mamma nbon nbe boglio pbù»
«Beck togli il biberon che non ho capito nulla»
«Non ne voglio più ho detto»
Inclinai la testa con un’espressione da rimprovero. «No, lo devi finire altrimenti non saliamo»
«Ma non ne voglio più»
«Beck non voglio sentire altro, finisci il latte»
«Dai ma lasciala stare» provò Harry, mi girai verso di lui e senza neanche dire nulla alzò le mani in segno di difesa.
Dopo quindici minuti mi girai verso mia figlia per vedere se aveva finito e trovai un biondino irlandese addormentato che stringeva tra le sue braccia Beck che succhiava il latte, ormai finito, mentre anche lei dormiva.
«Io Niall e tu Beck?» disse Harry alzandosi dal divano trattenendo una risata.
Io misi nel lavandino il biberon e lui portò Beck sopra cercando di non farla svegliare. Salimmo al piano di sopra e mentre Harry metteva nel letto Beck io decisi di andarmi a fare una doccia. Dopo una decina di minuti ero pronta, uscii e sentii delle voci provenire dalla ‘nostra’ stanza. Mi avvicinai e vidi Harry che guardava sotto il letto mentre Beck stava in ginocchio sul letto che lo guardava.
«Non c’è l’orsacchiotto, ho appena controllato!» disse fiero Harry. Trattenni una risata per non farmi sentire.
«Sicuro sicuro Harry?» chiese Beck allungando la testa vicino a lui.
«Sicurissimo e adesso tutti sotto le coperte, fooorza!»
Beck corse sotto al lenzuolo, Harry le diede un bacio e poi entrai in camera.
«Eccomi qua» dissi sorridendo mentre poggiavo le mie cose sulla sedia. Rientrare in quella camera mi faceva riaffiorare tutti i ricordi della nostra prima notte. Controllai che Beck avesse gli occhi chiusi e mi avvicinai ad Harry che si era appena sfilato la maglietta, lo abbracciai da dietro e gli lasciai una scia di baci sulla spalla nuda. Portò la testa all’indietro fino a toccare la mia spalla mentre io continuavo ad accarezzarlo. Si girò e mi strinse a se, lasciando che la distanza tra noi diminuisse fino a diventare nulla quando le mie labbra toccarono le sue. Intrecciai le mie mani nei suoi ricci mentre le sue scendevano lungo i miei fianchi.
«Honey» pronunciò il mio nome con voce affannata. Lo guardai senza dire nulla, aspettando che continuasse. «Ti amo.»
Non potei fare a meno che sorridere e premere di nuovo le mie labbra sulle sue. «Ti amo anche io.»
Ci guardammo per degli istanti infiniti prima di raggiungere Beck nel lettone che dormiva beatamente. Era stata una giornata troppo piena ed io ero fin troppo stanca, molto probabilmente lo era anche Harry dato che crollò dopo pochi minuti. Io invece impiegai un po’ di più, non riuscivo a levarmi dalla testa la voce di Tom, ero agitata per l’appuntamento di domani e pensare alla lite con Harry peggiorava solo la situazione. Mi girai verso di lui, aveva le labbra strette, forse sognava, il corpo raggomitolato verso la fine del letto, non voleva dare fastidio a Beck. Sorrisi inconsciamente e portai l’attenzione su di lei, stava con la pancia all’insù e sdraiata a quattro di bastoni. Lei non aveva pensieri, né problemi da risolvere. Io invece il giorno dopo avrei dovuto affrontare una delle tante prove da superare, inconsapevole di quello che poi mi avrebbe procurato.


NON SONO UN MIRAGGIO, SONO QUI!
Aaaallora mi scuso per il ritardo ma spero di essermi fatta perdonare con il capitolo. Io lo amo e poi è lunghissimo dai (:
Chissà questo Tom che diavolo combinerà e che vuole dalla nostra Honey, rimanete sintonizzati che lo scoprirete lalalala.
Siete pro o contro Perrie? Ancora non so se portare avanti la storia di Perrie, a me lei piace molto ma voglio sapere anche voi cosa ne pensate perchè infondo i lettori siete voi (:
Ma vogliamo parlare di Harry e Honey? çç Amo questa coppia e amo ancora di più il trio Honey, Beck, Harry, non sono la dolcezza? Amo scrivere le loro scene sajkfgalkjgal
Vado che è pronto a tavola, spero che vi sia piaciuto! Se volete essere avvertite quando aggiorno questo è il mio
 
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Capitolo 13
*** Parents ***


Nove. Nove crepe sul muro.
I miei occhi alle 7am si erano spalancati, l’ansia aveva prevalso sul sonno e adesso mi ritrovavo nel letto bloccata. Voi direte ‘perché non ti alzi?’, se avessi potuto farlo lo avrei fatto! Harry aveva incastonato le sue gambe fra le mie, sul suo petto c’era Beck che dormiva beatamente con un piede tra i miei capelli. Mi domandavo se era possibile dormire in quelle condizioni, dovevo anche ammettere che era una delle scene più belle che avessi mai visto.
«Mmh» sentii mugugnare verso la mia sinistra, mi girai e trovai Harry con gli occhi chiusi e un sorriso sulle labbra.
«Se era una sottospecie di buongiorno, anche a te amore» lo svegliai accarezzandogli i ricci,umidi a causa del caldo.
«Da quanto sei sveglia?» mi chiese aprendo gli occhi lentamente.
«Un’ora e mezza, hai nove crepe sul muro»
Spalancò gli occhi e alzò gli occhi al soffitto trattenendo una risata. Prima di posare il mio sguardo su di me notò la posizione di Beck e sorrise. «Quanto è bella»
«Dovrei alzarmi, sai com’è alle dieci dovrei uscire..»
Si alzò lentamente, cercando di non svegliare la piccola e si mise a sedere. «Sai pensavo.. vuoi che venga con te? Così non devi affrontarlo da solo, starò muto come un pesce, giuro!»
Lo accarezzai appropriandomi di tutta la sua dolcezza. «Non ce n’è bisogno, l’unica cosa è che devi occuparti di Rebecca, te la senti?»
«Certo! Stai tranquilla, andrà alla grande!» disse sicuro di sé, io intanto lo guardai titubante prima di lasciargli un casto bacio sulle labbra.
Mi alzai dal letto, infilai l’infradito e scesi al piano di sotto, vuoto. Preparai la colazione, feci anche le frittelle e il tempo di metterle a tavola che due braccia mi avvolsero da dietro.
«Ti ho già detto quant’è bello svegliarsi con te accanto?» mi chiese con voce roca.
«Mmh no» risposi accarezzandogli le braccia.
«E quant’è bello scendere e trovarti infarinata mentre preparai la colazione?» continuò lasciandomi tanti piccoli baci sulla spalla nuda. Scossi la testa, inclinandola verso sinistra. «E’ bellissimo e tu sei tremendamente sexy anche appena sveglia.»
Mi girai verso di lui, affondai i miei occhi nei suoi e m’innamorai di nuovo. Senza risponderlo posai le mie labbra sulle sue, schiusi le labbra e subito le nostre lingue s’intrecciarono tra loro, le mia mani trovarono posto tra i suoi capelli spettinati.
«Mh-Mh» una tosse terminò quel bacio, entrambi ci girammo verso la fonte.
«Buongiorno Liam» dissi girandomi di nuovo verso la cucina.
«Scusate il disturbo ma morivo di fame e Zayn non concilia il sonno»
Harry gli versò il caffè e portò a tavola le frittelle. «Che ha fatto?»
«Ha parlato tutta la sera a telefono con Perrie e adesso non si sveglierà neanche per ora di pranzo»
«Conoscendolo..»
Notai l’orario e improvvisamente il mio stomaco reagì male, ero troppo ansiosa soprattutto se si trattava di Tom. Mi sedetti a tavolo senza toccare nulla.
«Nervosa?» mi chiese Liam allungando una mano sul braccio per accarezzarmi.
Annuii sforzandomi di sorridere. «Un po’, vado a lavarmi». Mi alzai e andai al piano di sopra, presi tutta la roba che mi serviva e andai in bagno. Aprii l’acqua calda della doccia e mentre mi spogliavo rimuginavo su quello che potesse volere quel grandissimo figlio di puttana.
Frettolosamente mi asciugai, mi vestii e finii di preparami. Mentre mi infilavo le vans vidi Beck muoversi e decisi che era meglio svegliarla, non volevo che si svegliasse senza di me.
«Buongiorno amore mio» le dissi accogliendola fra le mie braccia. Lei non rispose ma si accoccolò sul mio petto. «Fatto bei sogni?»
Annuì.«Ho fame mamma». Legò le sue braccia al mio collo e scendemmo al piano di sotto, erano tutti lì tranne Zayn.
«Buongiorno a tutti!» dissi raggiungendo il tavolo. Harry subito allungò le braccia verso Beck che senza perdere tempo si fiondò su di lui. Mentre preparai il letto sentivo i ragazzi discutere sulla partita di calcio di cui Niall aveva preso i biglietti.
«E’ alle nove di domani sera giusto?» chiese Louis mentre smanettava con l’iPhone.
«Si, già ho avvisato Preston» rispose Niall.
«Andiamo prima delle nove però, ci facciamo casomai anche due chiacchiere» propose Harry mentre accarezzava la piccola e di tanto in tanto le lasciava qualche bacino dato che era ancora tutta assonnata.
Le portai il latte e mi sedetti anche io. «Chi gioca?»
«Manchester contro Derby» spiegò Niall mentre si ingozzava.
Annuii non capendo granchè. Salii di sopra e preparai i vestiti per Beck, afferrai la borsa e tornai in cucina. Interruppi la conversazione dei ragazzi su quali calciatori avrebbero giocato. «Scusate.. Tesoro- mi rivolsi a Beck- la mamma adesso deve uscire ma giuro che torno presto. Tu stai qui con Harry, va bene?»
«E –prese un respiro per il troppo latte- dove vai?»
«Devo incontrare una persona ma faccio presto»
«E anche io la incontro» rispose innocentemente.
«E’ un po’ noioso ma quando torno se hai fatto la brava ti porto al parco, va bene?»
Lei annuì e allungò le braccia verso di me. La presi in braccio e le diedi un forte bacio tra i capelli. «Vai a guardare i cartoni, coooorri!». Guardai i ragazzi e feci un forte sospiro. «Allora io vado..»
«Uno squillo e siamo lì!» mi rassicurò Louis venendomi affianco. Annuii e lo ringraziai con un sorriso, Harry mi accompagnò alla porta piuttosto agitato.
«Sei sicura che non vuoi che venga? Potrei nascondermi dietro un cespuglio» nonostante il tono scherzoso sapevo che lo avrebbe fatto se solo gli avessi detto di si.
«Me la caverò, tu attento a Rebecca» cercai di convincerlo, e anche a me stessa.
«Si tranquilla, mandami un messaggio quando arrivi e quando stai per tornare va bene? E se puoi anche durante» mi chiese nervoso.
Non risposi ma lo baciai dolcemente prima di andare via. Camminai lentamente, come se volessi fermare il tempo e scappare, ma anche questa volta dovevo dimostrare la mia maturità. Anche questa volta ce l’avrei fatta contro di lui, e non ero più ‘sola’.
Eccolo lì, seduto a quel tavolo mentre muoveva velocemente la gamba tremolante, segno che era nervoso. Portò le mani incrociate sul braccio, guardandosi intorno le riportò sulle ginocchia. Presi un forte respiro e mi avvicinai con passo veloce.
«Honey!» disse alzandosi e avvicinandosi per salutarmi con un bacio.
«Tom.» lo salutai allontanandolo, non volevo che mi toccasse neanche per un nano secondo. Mi fece segno di sedermi e mi accomodai di fronte a lui, inviai frettolosamente un messaggio ad Harry e posai il telefono nella borsa.
«Hai avvisato che sei sana e salva?»
«Perché mi hai chiamato?» risposi con una domanda, cercando di fare il prima possibile.
Lui prese un forte respiro e abbassò la testa, come se si aspettasse quella mia reazione. «Ti ho chiamato per dirti.. scusa.»
Quando sentii quella parola uscire dalla sua bocca rimasi shockata, mi aveva chiesto davvero scusa? Lo guardai negli occhi e vedevo sincerità. Stetti zitta, aspettando che lui continuasse.
«Sono stato un grandissimo stronzo, me ne rendo conto. Ho avuto paura Honey, sei venuta da me dicendomi che aspettavamo un bambino»
«Bambina»
Sorrise.«Come si chiama?»
«Non t’interessa» risposi dura.
«E’ anche mia figlia..» tentò.
«Non provarci neanche Tom, non farlo. Se fosse stata ‘anche’ tua figlia avresti saputo il suo nome.»
«Hai una sua foto?» mi chiese, abbassando le difese.
Lo guardai attentamente e poi cacciai il telefono dalla borsa e andai nelle immagini. Sorrisi immediatamente, il mio telefono era pieno di foto sue. Glielo porsi senza selezionare nessuna foto e vidi lui farlo. Sorrise anche lui. «E’.. bellissima»
«Si lo è, è la più bella»
Continuò a sfogliare le foto. «E’ la tua fotocopia..»
«Ha anche del tuo, purtroppo»
Sorrise amaro e mi ridiede il telefono, stava selezionata una foto mia e di Harry.
«Cosa fai ora nella vita?»
«Sto cercando lavoro –sospirai- e faccio la mamma a tempo pieno»
«Di solito si ricambia la domanda.. –alzai un sopracciglio e lui trattenne la risata- immagino non ti interessi ma te lo dico comunque. Lavoro in un negozio di tatuaggi in America, lì un amico mi ha offerto un posto dove vivere e ora ho la mia autonomia.»
In America, wow. «Mi fa piacere per te. Ora devo andare però..»
«Con chi sta ora?»
Mandai un altro messaggio e appoggiai il telefono sul tavolo. «Non ti interessa»
«Fammela vedere» disse alzandosi con me.
«Scusa?» sperai di non aver sentito bene.
«Voglio incontrarla Honey»
Lo guardai attentamente negli occhi, afferrai la borsa e iniziai ad andare via. Assurdo, ridicolo e patetico.
«Honey! Non finisce qua!» urlò girandosi nella mia direzione.
Camminandogli alle spalle gli alzai il dito medio e cercai di arrivare il prima possibile a casa dei ragazzi. Non potevo crederci, mi aveva contattato per vedere la bambina? A cosa voleva arrivare? La bambina era la mia, lui doveva soltanto sparire. Quando vidi il vialetto di casa cacciai un tiro di sollievo, finalmente a casa, quella mattinata era durata fin troppo!
Da fuori si sentiva una musica assordante, la loro musica. Sorrisi, non era da loro ascoltare le loro canzoni. Prima di bussare diedi uno sguardo attraverso la finestra e vidi i ragazzi ballare , Zayn teneva Back sulle spalle che rideva a crepapelle. Mi portai la mano allo bocca e trattenni le lacrime, ora ero sicura. La mia vita era cambiata e Tom non ne doveva più farne parte.
Bussai con il campanello con insistenza e dopo un minuto mi vennero ad aprire.
«No ma dico volete diventare sordi?!» chiesi salutando Niall.
«Mamma!» urlò la mia piccola venendomi incontro. Subito la strinsi nelle mie braccia e i ragazzi stopparono la musica. Harry anche mi venne incontro, con una faccia serie mi diede un veloce bacio e mi aiutò a posare la borsa.
«Hai fatto la brava?» le chiesi. I ragazzi si ammutolirono. «Beck? Che hai fatto?»
«Nulla dai! Ha sentito un po’ la tua mancanza» rispose Liam buttandosi sul divano, stremato.
«Ecco perché la musica.. mi dispiace tanto ragazzi!»
«Macchè! Anzi io mi sono divertito da pazzi» disse Zayn mentre beveva da una bottiglietta d’acqua.
«Concordo!» urlò Louis mentre faceva finta di ballare.
«Allora?» mi chiese Harry mentre ci sedavamo sul divano.
«Beck perché non vai a prendere i fogli e i colori che stanno in cucina? –poi mi rivolsi ai ragazzi- Che dire, mi ha chiesto di vedere Beck..»
«Cosa?» urlò Harry girandosi verso di me. Sorrisi amaramente, neanche io potevo crederci.
«E tu cosa gli hai detto?»
«Mi sono alzata e sono andata via, ecco cosa gli ho detto. L’ho visto diverso però, non credo si arrendi così presto.. Vive in America ora, lavora in un negozio di tatuaggi.»
«Quale?» mi chiese Louis incuriosito.
«Non ho idea e neanche mi interessa!» dissi appoggiando le gambe su quelle di Harry.
«Noi li conosciamo bene.. chissà forse lo abbiamo visto!»
«Ecco mamma, colori con me?» venne Beck traballando dato che portava troppe cose in mano. L’aiutai e mi sedetti con lei a terra, vicino al tavolino. Cadde il silenzio in casa, Harry era assente ed io avevo la testa da qualche parte, ma non lì.
La sera Zayn aveva invitato Perrie a cena, avevamo ordinato le pizze e lei era di ottima compagnia. Era molto simpatica e giocherellona, io non ero dell’umore adatto ma cercai di essere il più disponibile possibile. Non capivo neanche se lei e Zayn stessero insieme, si scambiavano sguardi complici, a volte giocavano anche più in intimità ma nessun bacio o abbraccio che facesse capire qualcosa. I ragazzi sembravano essere abituati, io evitai di fare domande per non sembrare invadente.
«Porto Rebecca a letto!» dissi dopo aver posato il mio piatto. Salimmo sopra e le misi il pigiama.
«Mamma oggi mi sono divertita tanto» disse infilando le due braccia nella maglia.
«Mi fa piacere, passeremo tanto tempo insieme a loro d’ora in poi» le accarezzai la guancia e la feci sedere sulle mie gambe.
«Si ma mi sei tanto mancata, dove sei andata? E non mi hai portato al parco»
«Hai ragione, domani mattina ti ci porto e ti compro anche un mega-gelato con panna!» dissi sistemandole i capelli dietro l’orecchio.
«Con Harry?»
«No tesoro, domani Harry ha da lavorare.»
«All’asilo tante amichette mie vanno via con il papà che poi le porta al parco. Harry lo farà anche con me?» mi chiese spostando i capelli dalle spalle.
«Beck, guardami negli occhi. –aspettai che si girasse verso di me- Sono sicura che Harry ti vuole tanto bene e farà il possibile per esserci sempre ma lui non è il tuo papà.»
«Lo so ma io non l’ho mai visto, io non ce l’ho?»
Trattenni le lacrime, era di una dolcezza indescrivibile. «Tutte i bambini hanno un padre ma sai chi lo può vedere?»
«No, chi?»
«Chi corre a lavarsi i denti altrimenti la mamma le fa il solletico!» urlai iniziandole a fare il solletico, cercò di dimenarsi in tutti i modi ma non ci riuscì. Arrendendosi scappò nel bagno, io la seguii e la aiutai a lavarsi i denti. Tornammo in cameretta, si infilò sotto le coperte e le diedi il bacio della buonanotte.
«Buonanotte amore, fai tanti bei sogni!» 

The cat caaaaame back(?)
Amo l'ultima parte, la amo. Perchè mi immagino la scena alkjgdflah
Questo Tom già sta rompendo le paaaaaalline! Chissà cosa vorrà in futuro, mmmmmh! MUUAHAHAHAHAH IO LO SO! 
Adoro anche i ragazzi con Beck jakhfakj l'aaaamore sono!
Ho troppo ssssssssssonno! Scappo a dormire che domani devo alzarmi prima per studiare!
Tanti bei sogni anche a voi <3

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Capitolo 14
*** This life ***


«Allora di cosa volevi parlarmi amore?» chiesi mentre gli spostavo dei riccioli ribelli dal viso.
Rebecca quella mattina si era svegliata presto e mi aveva chiesto il permesso di andare a svegliare Liam, per quanto mi dispiaceva svegliarlo ieri sera mi aveva battuto a burrako quindi acconsentii.
Dopo poco si era svegliato anche Harry dicendomi che doveva dirmi una cosa importante ma le coccole mattutine avevano avuto il sopravvento.
«Oggi pomeriggio abbiamo l’ultima intervista, dopo di che abbiamo dei giorni liberi e infine si parte»
Sapevo che dovevamo affrontare quell’argomento ma con la storia di Tom l’avevo accantonato nell’angolo. «Nell’intervista sicuramente mi chiederanno delle foto scattate con ‘la dolce bambina’ e con ‘la nuova presunta fidanzata’»
«Oh, capisco» dissi guardando oltre la sua schiena. Mi sentii fissata e tornai a guardarlo. «Con questo mi stai chiedendo se..»
«Se ti senti pronta, altrimenti sei una mia amica e Beck rimane comunque tua figlia» disse mettendosi a sedere.
Aveva gli occhi spenti. Avevo paura di ferirlo se dicevo che era presto ma avevo anche paura di dire si e non esserne sicura.
«Posso pensarci un po’?»
«Certo, l’intervista ce l’ho alle 16:00»
«Harry io ti ammazzo!» sentimmo urlare dal piano di sotto.
«Cazzo!» rise Harry mentre scivolava fuori dal letto e scappava in bagno. Lo guardai fare sconcertata, per quale assurdo motivo Zayn aveva urlato come il dannato alle 10 del mattino?
«Dov’è?» mi chiese con una spatola in mano.
Spalancai gli occhi e indicai il bagno. Corsi subito a guardare la scena, seguita da Liam e la piccola.
«Ti avevo detto di non toccarli! Esci dal bagno, ora!»
«Stanotte ne avevo bisogno, te li ricompro ma allontanati dalla porta»
Guardai Liam cercando di capire di cosa si trattava. «Ragazzi ma che succede?» chiese Louis strofinandosi gli occhi appena sveglio.
«Indovina un pò» rispose Liam.
«Harry si è mangiato le palline al cioccolato di Zayn, ma quando ne compreranno due pacchi?»
«Cioè voi seriamente state litigando per dei cereali?!» chiesi retorica.
«Non sono dei cereali, sono i cereali! Mi arrivano direttamente dal Perù» mi spiegò tirando una spatolata dietro la nuca di Harry.
Scossi la testa e scesi al piano di sotto per preparare la colazione. Tra caffè, cappuccini e ciambelle passò più di un’ora.
Io e Rebecca ci facemmo la doccia insieme, le diedi per la prima volta un po’ di shampoo sulle manine e lei guardandomi fece gli stessi movimenti, stando attenta a non toccare gli occhi.
Dopo me, avvolsi anche lei nell’accappatoio e la portai in camera per vestirla.
Presi il telefono e composi il numero di casa. «Mamma, buongiorno! Di pomeriggio ritorniamo, hai bisogno di qualcosa?»
«No tranquilla, io e Gin abbiamo fatto la spesa ieri pomeriggio. Ti aspetto che voglio sapere di Tom!»
«Certo, a dopo mamma»
Vestii Beck ed infilai un vestitino anche io, con lo stesso pensiero in testa da quando Harry mi aveva detto dell’intervista.
«Andiamo al parco mamma?»
«Si ok, scendiamo»
«Mamma mi porta al parco! Ciao belli!» salutò Beck mandando baci con le mani. Scoppiammo tutti a ridere increduli della sua parlantina.
«Ma chi ti insegna queste cose?»
«Louis!»
Il sottoscritto alzò il braccio fiero di ciò che le aveva insegnato, salutammo i ragazzi e ci recammo al parco. Durante il tragitto molte ragazze ci fissavano, forse riconoscendoci dalle foto, e di tanto in tanto sentivo nominare Harry.
Beck subito corse sullo scivolo, facendo amicizia con altri bambini che come lei avevano finito la scuola. Io mi sedetti sulla panchina di fronte, per non perderla mai di vista e giocando con il mio iphone entrai su Twitter. Gin mi creò l’account quando i ragazzi fecero una twitcam e lei era andata in limit così diedi un’occhiata nonostante i ragazzi mi avessero avvisato che era meglio evitare. I follower mi erano aumentati a dismisura. Come diavolo facevano le fan a sapere tutto di tutti? Era assurdo. Andai sul profilo di Harry e lessi tutte le risposte che stava dando alle fan. Quando Gin mi parlava di quanto si dedicavano alle fan io rispondevo sempre che era il loro lavoro, ma adesso conoscendoli non potevo dire più lo stesso. Scesi ancora più sotto e mentre leggevo i suoi tweet stupidi e le risposte con gli altri mi soffermai su uno in particolare: ‘Quattro occhi azzurri, due chiome bionde, 4 braccia intrecciate, due pance che respirano in sincrono la notte.’ Sorrisi automaticamente notando che lo aveva scritto ieri mattina. Aveva ricevuto non so quante migliaia di retweet e molti chiedevano di chi parlava e altri di quanto era dolce.
Controllai anche i profili degli altri ragazzi e lessi tutte le risposte. L’ultimo di Zayn era:’ Harry mi ha finito i cereali. Giornata no, triste.’ Stavo per andare nelle mie interazioni quando sentii un vocio farsi sempre più fitto, alzai il viso e vidi tutti intorno all’altalena. Corsi e vidi mia figlia a terra, quasi persi un colpo, subito la presi in braccio e le diedi un bacio tra i capelli.
«Beck! Stai bene? Ti fa male qualcosa?»
Tra una lacrima e l’altra mi indicò il ginocchio sbucciato. La feci sedere sulla panchina e con un po’ d’acqua presa dalla fontana cercai di pulirla, sembrò riprendersi e così ne approfittai per tornare a casa.
«Oggi sono caduta!» disse saltando sul divano davanti a Zayn che guardava la tv.
«Come sei caduta? Ti sei fatta male?» chiese preoccupato.
«Si è solo sbucciata il ginocchio, un bambino l’ha spinta ma tutto apposto»
Lui annuì e continuò a guardare la tv mentre Niall rientrava dal giardino tutto sudato, in tenuta da corsa. Poi aprì il congelatore e afferrò il gelato al cioccolato.
«Così non mi sento in colpa per aver corso!»
«Di solito è il contrario Horan» canzonò Zayn scuotendo la testa.
«Sentite Harry dov’è?»
«A fare in culo» rispose Zayn ancora arrabbiato per la mattina.
Trattenni una risata e salii al piano di sopra. «Harry?»
«Stiamo qui!» risposero.
Seguii la voce ed entrai nella camera di Liam, dove stavano anche Louis e Harry. «Se vi state masturbando non apro gli occhi» dissi entrando con la mano sugli occhi.
«Dio Harry come ce l’hai grande!»
Tolsi immediatamente la mano dagli occhi e spalancai la bocca.«Ma dico siete stupidi?»
«Però l’hai tolta la mano!» rispose Louis mentre metteva i vestiti nella valigia.
«Perché non potevo crederci che Harry ce l’ha grande!» risposi dando il batti cinque a Lou e poi Liam. Harry intanto ci guardava con la bocca spalancata scuotendo la testa. «Scherzavo amore» gli diedi un bacio sulle labbra e lui alzò il mento.
«Se fai il tipo arrabbiato non posso dirti la mia decisione- mi guardò subito.- Su che canale è l’intervista? Sai vorrei vedere in diretta quando confermi di essere il mio ragazzo!» dissi incrociando le mani dietro la sua nuca. Mi alzò da terra e mi fece voltare in tondo mentre ripeteva ‘si, si, si!’. Lo baciai con tutta la dolcezza che potevo dargli.
«Oh Lou, passami un fazzoletto!» ironizzò Liam facendo finta di togliere una lacrima dalla guancia.
Aiutai Harry a fare la sua valigia e lui ne approfittò per chiedermi cosa mi aveva aiutato a riflettere.
«Niente di che, oggi stavo su Twitter e ho notato il rapporto che avete con le vostre fan. Non voglio che tu menta a loro, so che per te è importante la sincerità e non voglio nascondermi. E poi quel tweet che hai messo ieri mattina mi ha fatto venire la pelle d’oca ed io e Beck vogliamo venire a trovarti in America quest’estate!»
«Ti amo Honey» disse stringendomi un abbraccio.
«Ti amo anche io Styles!» gli risposi chiudendo la porta con un piede prima di cadere sul letto, con Harry sopra.

Angolo m e (?)
Scusate se è corto il capitolo ma ho la maturità tra una settimana e devo prepararmi!
Comunque mi piace questo capitolo akjfsgakjlfg sono affiatati tutti, bell bell! AHAH 
Mi dite voi che ne pensate? Grazie babes!
ps: IL TRAILER, BEST SONG EVER. MUOIO

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Capitolo 15
*** Ouch, tana for you ***


«Con quale faccia tosta è tornato!»
«Non lo so mamma ma sono sicura di una cosa –guardai Beck guardare Topolino in tv- lei deve rimanerne fuori, non voglio che soffra. L’altro giorno mi ha chiesto se anche lei aveva un padre come tutte le sue amichette ed io.. ho semplicemente evitato il discorso.»
«Honey, figlia mia, io non dico che sbagli a tenere Tom fuori dalla vostra vita ma quando Beck crescerà e ti chiederà di suo padre dovrai dirle che lui l’ha cercata.»
«Lei capirà, potrebbe capirlo anche ora. E’ intelligente, non le manca nulla.»
«Allora prova a parlargliene oggi, davanti a un bel gelato.»
Rimasi in silenzio a riflettere sul consiglio appena ricevuto. Dovevo?
«Mamma allora io esco!» informò Gin entrando in cucina.
«Mi raccomando e torna per cena.»
Honey salutò la sorella e la osservò uscire di casa. Si domandò come mai la sorella non l’aveva tempestata di domande ma si era limitata ad un ‘come sta Harry?’. Le avrebbe parlato al ritorno.
«Tesoro devo mettere a fare la lavatrice, seguimi che mi racconti di questa breve convivenza.»
Le spiegai dettagliatamente ogni attimo di quei giorni, dalla litigata alla mattina stessa, evitando i momenti intimi. Mentre raccontavo non potevo fare a meno di far comparire un sorriso sulle mie labbra, provavo a reprimerlo ma più tentavo più si stendeva.
Poteva mai Harry Styles avere questo effetto su di me?
Ero contenta di essere felice per una volta, Beck si trovava bene con lui ed era la cosa che più m’importava. La felicità di mia figlia andava avanti a tutto e se combaciava con la mia, meglio ancora.
«Mamma ti sta chiamando Harry» mi informò Rebecca allungando il telefono verso di me.
Guardai l’orario.«Sono solo 5 ore che non mi vedi, non sai proprio stare senza di me Styles»
«Hai ragione, non so stare senza di te! E poi è colpa tua McKens.»
«Ah sentiamo, perché?»
«Perché non riesco a levarmi dalla testa te, me, noi stamattina.»
«Mmh, sii più chiaro. Stamattina cosa?» chiesi provocandolo. Mi stesi sul letto di camera dopo aver chiuso la porta per stare da sola.
«C’è gente intorno a me.»
«Allora rimarrò nel dubbio!»
«Stamattina, quando sentivo il tuo tocco sulla mia schiena, tra i miei capelli e quando abbiamo fatto l’amore Honey.» sussurrò e lo immaginai guardarsi intorno.
I brividi mi percorsero tutta la schiena al suono di quelle parole.«Sei così sexy quando lo dici, soprattutto quando sussurri.» dissi trattenendo una risata.
«Tornando per due minuti seri, stamattina ho sentito mia madre. Domani vado ad Holmes Chapel, ti andrebbe di accompagnarmi? E’ curiosa di conoscere te e la piccola.»
«Oh.» riuscii a dire. Sembravo una stupida ma l’incontro con la suocera faceva sempre uno strano effetto.
«Dai le piacerete sicuramente, e ti piacerà anche lei!»
«Immagino che vada b-bene. Dove ci incontriamo?»
«Potete raggiungermi stasera a Londra e domani mattina andiamo in macchina.»
«Per quanto l’idea mi attragga voglio stare un po’ qui con mia sorella, facciamo che ti raggiungiamo domani mattina?»
«Va bene. Ah Honey?»
«Si?»
«I ricordi di stamattina stanno già svanendo, e sono tanto triste per questo.» disse falsamente.
«Farò in mondo di renderli vividi il prima possibile.» risposi sensualmente.
«A domani»
Risposi ed attaccai la chiamata decidendo di farmi un riposino dato la stanchezza di questi giorni.
Quando spostai il mio braccio verso sinistra non trovai nulla o meglio nessuno. Aprii gli occhi lentamente ricordandomi che ormai Harry era lontano kilometri da me.
«Buongiorno mamma.» mi salutò Rebecca che stava sdraiata alla mia destra.
«Hey cucciola, e tu che ci fai qui?» dissi accogliendola tra le mie braccia
«Aspettavo che ti svegliavi per giocare.»
«’Che ti svegliassi’ si dice.»
«Mamma ho tre anni! Ah ma la facciamo la festa? Mancano solo due settimane.»
Quelle parole mi rimbombarono nella testa.
Tra due settimane Harry non ci sarebbe stato.
Tra due settimane Harry sarebbe stato in America.
Tra due settimane Harry…
«Mamma allora?» mi riprese Beck.
«Certo che la facciamo! Invitiamo tutti i tuoi amichetti e nonna farà una torta grandissima!» dissi iniziandole a fare il solletico.
Controllai l’orario, erano le sette di sera e Gin ancora non era tornata.
Mi alzai dal letto dando dei fogli e dei colori a Beck per intrattenerla e mi recai in soggiorno. Mamma stava ancora scrivendo al suo computer, con gli occhiali calati sul naso batteva le dita sulla tastiera velocemente.
Evitai di disturbarla e chiamai a casa di Litz.
«Bionda!» urlò dall’altro lato della cornetta.
«Litz! Che ne dici se fai un salto a casa?»
«Il tempo di cambiarmi e sono da te, devi raccontarmi un sacco di cose!»
Dopo aver riattaccato presi dell’intimo e un completino per stare dentro casa. Iniziai a far scorrere l’acqua mentre mi legavo i capelli per non bagnarli.
Insaponandomi pensai all’incontro dell’indomani. Anne e Gemma. Potevo farcela, era una cosa importante e dovevo prepararmi al meglio. Così sciolsi i capelli e decisi di lavarmeli.
Sentii bussare alla porta del  bagno ed urlai un «è aperto!»
«Honey sono Litz!»
Dopo il balsamo sciacquai velocemente e mi feci allungare l’accappatoio ed un asciugamano dove strizzai per bene i miei capelli. Litz come mia madre era rimasta shockata dalla notizia di Tom ed entusiasta per quella di domani.
«Hai deciso cosa metterai?»
«Pensavo a quel vestito a fiori che abbiamo comprato l’anno scorso ma non ho mai messo. Che ne dici?»
«Si, ti sta benissimo!Stai tranquilla andrà tutto bene, sii te stessa e Beck è già splendida di suo.»
Le annuii sorridente, sapevo che aveva ragione ma sentivo che c’era qualcosa che non andava.
«Honey, posso parlarti?» mi chiesi Gin entrando nel bagno.
«Certo, dimmi tutto.»
«Ehm.. da sola»
Ci girammo entrambe verso Litz che afferrò a volo. «Vado a spupazzarmi Beck»
Ci recammo nella camera da letto e presi dall’armadio in alto un borsone dove mettere la roba che mi occorreva per i due giorni successivi.
«Ho incontrato Tom stamattina..»
Un tonfo provocò il borsone cadendo a terra mentre la mia faccia diventava sempre più pallida.
«Che voleva? Che ti ha detto? E dove?» le chiesi appoggiandomi di schiena all’armadio color panna.
«Mi ha detto che ero cresciuta e cose del genere. Poi mi ha chiesto di te ed io non ho mai risposto con precisione ma non è questa la cosa strana.»
La guardai torva, non la seguivo. «Era ora di pranzo quindi stavo tornando a casa e sappiamo bene lui dove abita, avremmo dovuto fare un po’ di strada insieme ma lui ha svoltato ed ha preso un taxi.»
«Ti prego, dimmi che..»
«Si, l’ho seguito ed è sceso a pochi km da qui. In un lurido motel, il nome è ‘Little Mermaid’»
«Quindi i genitori non sanno che il loro caro figliolo evaso è tornato» riflettei tra me e me sedendomi sul letto.
«E’ quello che ho pensato anche io.. così oggi io e Sally siamo andati al Main Park, dove esce la sorella. Ci siamo salutate e abbiamo parlato del più e del meno. Sally ha chiesto Tom come stava e indovina? La sorella non lo sente da qualche mese, quindi è venuto senza dire nulla.»
Abbracciai mia sorella e pensai a quanto fosse geniale. Ora sapevo con certezza che Tom scappava dai suoi genitori, i suoi tanto temuti genitori.
Lo avevo in pugno.
«Ora devi farmi tu un favore.» esordì con un sorriso a 32 denti. «Parlami dei ragazzi!»

Sentivo il mio telefono vibrare ma non avevo le forze necessarie per prenderlo. Girai lentamente la testa e notai che erano le 8, tra mezz’ora avevo il treno.
«Merda!» urlai saltando dal letto, svegliando anche Gin che si era addormentata affianco a me.
Mandai un messaggio ad Harry spiegandogli che non potevo risponderlo e corsi in bagno a farmi una doccia. Mentre mi pettinavo i capelli versai del latte nella bottiglina e poi andai a svegliare Beck.
Dormiva così beatamente che non seppi neanche io dove trovai il coraggio di svegliarla.
«Amore scusa, ti vesto e poi dormi in treno»
Le feci indossare un vestitino che terminava con le gonne a balze, i suoi sandaletti bianchi e i capelli li avrei aggiustati in treno.
Mia madre presa il borsone, il latte e mi accompagnò il più velocemente possibile alla stazione.
La salutai con un bacio volante, presi Beck in braccio e afferrai le due borse con tutta la forza che avevo.
«Dai mamma corri!»
Salii a volo sul treno, feci controllare il biglietto e mi sedetti ai primi posti disponibili. Appena ripresi fiato finii di preparare Beck e mi truccai guardandomi allo specchietto che avevo sempre in borsa.
Il treno iniziò a frenare e vidi di sfuggita quei ricci castani che appartenevano ad Harry. Con più calma presi le mie cose e lo raggiunsi.
«Buongiorno dormigliona.» mi baciò sorridendo. Io mi lasciai abbracciare, troppo stanca per l’inizio di quella giornata. Baciò in testa a Rebecca e afferrò le borse.
«Harry hai visto come sono bella?» le chiese dolcemente Beck seduta sui sedili posteriori e avvicinandosi ai nostri avanti.
Harry si girò e la osservò per bene. «Non sei bella, sei bellissima!» le disse con un sorriso a 32 denti.
Sorrisi anche io compiaciuta e poi allungai la cintura di sicurezza.
Le due ore in macchina le passammo cantando, parlando, gli raccontai di quello che avevo scoperto di Tom e di tanto sentivo il respiro di Beck che si era addormentata dopo un’oretta, sulle note di una delle canzoni preferite di Harry.
Quando lessi l’insegna ‘Benvenuti ad Holmes Chapel’ il mio stomaco si contorse tutto, mi girai per svegliare con calma Beck che mi guardò con un’espressione poco convinta.
«Eccoci qua, questa è la mia casa.» indicò Harry una casa in mattoni, dove vi erano parcheggiate due macchine. Suonò il clacson e dalla porta rossa uscirono due persone: Anne e Robin che sventolavano la mano in segno di saluto.
All’improvviso sentii lo stomaco rilassarsi, il cuore battere regolarmente e la voce di mia figlia che mi avvisava di avere fame.

Angolo autrice.
SAAAAAAALVE I'M HEEEERE!
Vi rendete conto che tra meno di 5 ore esce il video di BSE? Dio non vedo l'ora jsgbakjfa
Questo capitolo serve per capire i capitoli successivi! Amo immaginare le scene di Harry e Rebecca **
illa <3

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Capitolo 16
*** It's a beautiful day ***


«Sei sicura che vada bene? Altrimenti le faccio qualcos’altro!» mi chiese Anne girando gli spaghetti nella pentola.
«No, davvero signora va benissimo il sugo per la piccola»
«Anne, chiamami Anne e dammi del tu altrimenti mi fai sentire vecchia» disse ridendo, io sorrisi di rimando e mi guardai intorno.
«Harry perché non le fai vedere la casa mentre io e tua madre finiamo di preparare?» propose Robin entrando in casa con il guantone da cucina.
Harry si voltò verso di me e mi indicò le scale, sorrisi e mi avvicinai a lui, prendendo la mano di Beck.
Mi fece vedere i due bagni, la camera degli ospiti, la camera da letto della madre che da pochi mesi condivideva con Robin, quella di Gemma e poi si soffermò davanti ad una porta con sopra un poster di Beyoncè.
«Sei pronta?»
Annuii con veemenza ed entrai nella sua cameretta sorridendo a 32 denti.
La osservai per bene.
Era piena di poster di cantanti, di modelle e c’era anche qualche calciatore. Su una scrivania c’era un piccolo televisore e il monitor del computer. Alcuni quaderni uno sopra l’altro, gli scaffali pieni di cd e di tanto in tanto qualche libro. Su una mensola vi erano dei soldatini messi in fila che Beck stava osservando con ammirazione. Voltai la testa verso destra e vidi l’armadio bianco con delle figurine attaccate sopra e di fianco il suo letto. Mi avvicinai al letto guardando maliziosamente Harry.
«Non ti arrabbi, vero, se ti dico che non sei la prima ragazza che entra nella mia camera?» disse attirandomi a sé con le sue mani sulla mia schiena.
Feci finta di pensare e alzai le spalle, voltando la testa verso sinistra.
«Però una cosa posso dirla, sei la prima da quando faccio parte dei One Direction» chiarì tutto fiero di sé.
Non potei fare a meno di sorride e mi alzai leggermente sulle punte prima di lasciargli un dolce bacio sulle labbra.
«Beck, scendiamo?»
«Posso portarlo giù?» chiese riferendosi al pupazzo di Gas Gas, il topino di Cenerentola.
«Puoi prendere quello che vuoi tesoro» la rassicurò Harry prendendola in braccio, dandole dopo un bacio fra i capelli.
Seguii Harry per le scale e mi soffermai vicino alla cristalliera nera. Sorrisi inevitabilmente alla vista di tutti quei trofei con su scritto ‘One Direction’ o il nome dei ragazzi. Ce n’erano di tutti i tipi, di tutte le forme. Sorrisi ancora di più, con gli occhi lucidi pensai a quanto potessi essere fiera di Harry.
«Più o meno è la stessa reazione che ho io quando mi soffermo a guardarli» mi si affiancò la madre.
Io la guardai senza mai perdere il sorriso.
«Posso capire benissimo quanto tu sia fiera di Harry!»
«Come ti sei sentita quando Rebecca ha detto per la prima volta ‘mamma’?»
Con gli occhi speranzosi risposi senza aspettare. «E’ stata un’emozione indescrivibile, unica!»
«Ecco, io la rivivo ogni giorno che passa da quando Harry è diventato parte della band!»
«Hey di che parlate? –intervenne Harry con Beck al suo fianco.- Mamma ma Gemma?»
«Ora provo a chiamarla, di solito a quest’ora è già qui!»
«Mamma ho sete» disse Beck sbuffando.
Guardai Harry, lui andò in cucina e tornò dopo poco con un bicchiere con dell’acqua dentro, lo porse a Beck e aspettammo che finisse di bere.
«Gemma sta arrivando, iniziamo a sederci a tavola dai» ci invitò Anne mentre scolava la pasta.
Aiutai Beck a sedersi e l’avvicinai al tavolo, le aggiustai i capelli biondi dietro l’orecchio e piegando la mia gonna mi sedetti al suo fianco.
Mentre ascoltavo le sue richieste sul nuovo giocattolo di ‘Little Pony’ e cercavo di non ridere sentii lo scatto della porta. Alzammo tutti gli occhi verso la figura slanciata che era appena entrata.
Supposi che fosse Gemma quando vidi Harry correre verso di lei, prenderla in braccio e farla girare in tondo.
«Harry»-«Sorellona!» urlarono in sincrono.
Sorrisi,  così come gli altri a tavola mentre Beck si era fatta trasportare così tanto che aveva iniziato a ridere come al suo solito.
Harry le afferrò la mano ed io mi alzai per presentarmi.
«Lei è Honey. Gemma, Honey!»
«Piacere Honey» mi presentai sorridendo e afferrando la sua mano.
«Piacere mio, non vedevo l’ora di conoscerti! –posò lo sguardo sulla piccola- e tu devi essere Beck!»
«Si, sono io..» rispose arrossendo, poi allungò la mano verso di me.
«Dai sediamoci che altrimenti si raffredda!»
Anne e Robin avevano preparato così tante cose che non seppi dove trovai la forza per alzarmi dal tavolo. Parlammo del più e del meno a tavola, mi chiesero cosa facevo, della mia famiglia e spesso interveniva Beck. Le avevano anche fatto un regalo, una lavagnetta luminosa di Hello Kitty e Rebecca sembrava già adorarla.
Mentre portavo i piatti ad Anne per sparecchiare sentii chiamarmi da mia figlia.
«Dimmi amore» dissi inginocchiandomi alla sua altezza.
«Guarda, ho scritto Beck!»
Girò il suo nuovo gioco verso di me e sorrisi compiaciuta. «Sei stata bravissima! Dopo facciamo una foto e la mandiamo alla nonna, sarà contentissima!»
«Però mi ha aiutato anche Harry» disse portando la manina alla bocca, sbadigliando.
«Tesoro riporta il gioco ad Harry, lui lo mette nella busta, due minuti e vi raggiungo.»
«Beck, sta facendo il cartone delle Little Pony!» urlò Harry dal soggiorno.
Beck mi lasciò la lavagnetta e corse sul divano, saltando in braccio ad Harry. Scena a cui ero abituata ad assistere e quando mi girai notai Anne che ci stava osservando.
«Devi essere davvero una brava mamma, lo sto notando da quando siete arrivate..» iniziò asciugandosi le mani.
Io annuii, aspettandomi un continuo.
«Harry mi aveva detto che sei una tipa in gamba, è molto fiero di te, sai..E lo vedo molto preso, anche dalla piccola. Mi piacciono insieme, sembrano quasi padre e figlia..»
La saliva mi andò storta al suono di quella frase, guardai Harry e mia figlia e non risposi.
«Ma Harry ha avuto così tanti cambiamenti in questi anni che adesso una bambina è un qualcosa di inaspettato.»
Iniziavo ad infastidirmi. «Rebecca è mia figlia, non la sua.»
«Oh lo so. –chiarì in sua difesa- Ciò che ho detto è solo una costatazione, niente di più. Quando Harry mi ha parlato di te e della bambina mi ha preso un po’ in contropiede, affrontare una relazione del genere e impegnativo.»
«Io ed Harry già abbiamo parlato di questo, io sono convinta e lo è anche lui altrimenti non avrei mai iniziato nulla. Non per me, ma per Beck. Non voglio si affezioni a qualcuno che poi la potrebbe far stare male. Non prendermi per una pazza, dopo.. dopo il padre di Beck non ho avuto nessuno, per me esisteva soltanto lei. Poi è arrivato lui, -non potei fare a meno di sorridere- e ho riscoperto cosa significasse amare e vivere.» la guardai negli occhi, sicura di me stessa.
«Allora non posso fare a meno di essere felice, adesso ho la certezza che Harry ha fatto bene ad innamorarsi di te.»
Stavamo seduti tutti intorno al tavolo, dopo aver preso la crema di caffè e parlavo di Gemma del suo nuovo lavoro, mi stava spiegando che aveva superato la graduatoria per insegnare.
«Vi assomigliate molto» disse indicando Beck che si era addormentata tra le mie braccia già da una mezz’oretta.
Harry si alzò e con estrema calma lo vidi prendere la piccola dalle mie gambe e cullarla fino a portarla dentro. Mi guardò negli occhi ed io annuii, l’avrebbe portata in cameretta a dormire.
Dopo poco fu di ritorno e invece di sedersi rimase all’in piedi dietro di me, incrociando le sue mani sul mio petto. Io strinsi le sue ed alzai la testa per guardarlo negli occhi.
Non potei fare a meno di pensare a quanto fosse bello e soprattutto a quanto assomigliasse alla sua famiglia. Lentamente si abbassò e mi diede un veloce bacio.
Si sedette poi sulle mie gambe. «Di solito è il contrario, sai!»
«Sono così leggero McKens!»
«Mi stai dicendo che sono pesante idiota?» gli diedi una spinta da dietro e vidi Anne e Gemma ridere.
«Prima Rebecca ci parlava della sua magnifica festa che ci sarà tra poco!» intervenne Robin, per salvare Harry.
Ridacchiai annuendo. «Ama festeggiare il suo compleanno, colpa mia!» dissi alzando le mani in segno di difesa. «Penso che la faremo a tema, ultimamente ama Little Pony quindi ho pensato di farla su questo cartone. E’ tra 15 giorni, mi farebbe piacere se veniste, lei sarà contenta e così potreste conoscere anche mia madre e mia sorella..» dissi sorridendo.
«Oh noi saremo in vacanza, partiamo tra una settimana per Parigi. Sai com’è, Robin con il lavoro solo ora ha potuto prendere le ferie per la luna di miele!» disse Anne guardando il neo-marito storto.
«Io vengo! -mi confermò Gemma- amo i bambini e Beck è magnifica!»
Sorrisi e notai Harry irrigidirsi, lo guardai e si scusò prima di andare all’interno della casa. Lo seguii senza tentennare e lo accarezzai da dietro.
«Che succede?»
«Ho promesso a Beck di esserci tempo fa, non sapendo quando fosse. Io sto in America in quel periodo!»
In realtà ci stavo pensando già da ieri, ma infondo era il suo lavoro e doveva rispettare i suoi impegni.
«Rebecca capirà, stai tranquillo dai.. festeggeremo un’altra volta noi.»
«Ma ci tengo ad esserci, sarebbe la prima festa insieme..Aspetta»
Lo guardai prendere l’iPhone, contorcere le labbra, muovere il dito su e giù, sbarrare gli occhi e infine sorridere e annuire compiaciuto.
Mi afferrò, lanciando il telefono sul divano e mi baciò con trasporto. «Ti amo piccola Honey!»
Robin entrò proprio in quel momento. «Oh, scusate… non volevo disturbare!». Trattenni una risata e poi seguì la voce di Anne che mi avvertiva della chiamata sul mio telefono.
Uscii fuori ed alzai gli occhi verso Harry dopo aver letto sullo schermo ‘Numero privato’.
«Pronto?»
«Honey, bellezza.. ti va di vederci?»
«Tom ti ho detto che non devi più chiamarmi!» alzai il tono della voce. Harry si posizionò davanti a me con le braccia incrociate e la testa vicino al mio orecchio.
«Voglio vedere la bambina! Sono il padre, ho tutto il diritto!»
«Tu non sei nessuno, hai capito? Devi lasciarci in pace!»
«Altrimenti? Il tuo talentuoso ragazzo mi picchia?»
«Tom datti fuoco.»
Attaccai il telefono con rabbia, tralasciando i messaggi di mia sorella e guardai Harry che ci mise poco ad abbracciarmi.
«Risolveremo anche questa situazione, dai tempo al tempo.»
«Honey, scusa ma credo che Beck si sia svegliata..» mi informò Gemma indicando il piano di sopra.
Sospirai e con Harry al mio fianco raggiunsi mia figlia in cameretta.
Mi sedetti al suo fianco, asciugandole quelle poche lacrime scorse per non avermi trovato al suo fianco e le diedi un bacio sulla fronte sudata. Harry, dopo aver scattato una foto, si sedette ai piedi del letto e le accarezzò le gambe pienotte.
«L’uccellino mi ha detto che giù c’è un gelato enorme per le brave bambine che hanno dormito oggi» disse Harry falsamente sorpreso, facendo divertire la piccola.
«Gelato!» urlò Beck riprendendosi dopo poco.
Harry la prese in braccio e lei ancora tutta assonnata appoggiò il viso sulla sua spalla mentre io aggiustavo il letto. La madre aveva lasciato tutto come qualche anno prima.
Ovviamente Rebecca in pochi minuti aveva già tutto il viso sporco di cioccolato ed una macchia di fragola sul vestitino.
«Mamma?»
«Si?» le risposi mentre finivo il mio di gelato.
«Mi sono sporcata il vestitino»
«Tesoro non è una novità, poi a casa lo laviamo»
«Mamma?»
«Che c’è Beck?» le chiesi premurosamente e stanca in contemporaneo.
Sentii gli occhi degli altri osservarci. «Hai cambiato idea su Sssparkle?»
Trattenni una risata scuotendo la testa. «Su Ssssparkle –ironizzai la sua ‘sss’- non ho cambiato idea. Cosa avevamo deciso? Uno al mese, ora abbiamo già comprato l’altro blu.»
«Ma poi finisce!»
«Non finisce, ora finisci tu il gelato»
«No»
«Beck..» iniziai ad impormi.
«Non lo voglio più» incrociò le braccia mettendomi il muso.
«Facciamo che te lo compro io?» intervenne Harry posando la sua ciotola nel lavandino.
«Ssi!» urlò entusiasta mia figlia, ovviamente.
«No, nessuno compra niente. Tra 15 giorni è il tuo compleanno, riceverai tanti regali, non fare i capricci.» conclusi io.
«Dai è solo un giocattolo, posso comprargliene quanti ne vuole!» provò Harry avvicinandosi.
«Ho detto di no, Rebecca sa quali sono le regole e non voglio continuare questa inutile discussione»
«Sei cattiva!» sussurrò la piccola finendo il suo gelato, ovviamente.
Feci finta di nulla e sorridendo maliziosamente scossi la testa ad Harry. «Sei sempre il solito, così me la vizi!»
«Ma come fai a dirle di no, con quel faccino tutto insonnato»
«Se facessimo tutti come te altro che bambini educati!»
«Sono pienamente d’accordo! Per me Honey ha fatto bene, ovviamente essendo la madre. Io di canto mio penso la vizierò parecchio» si intromise Anne ridendo prima di sbaciucchiare la piccola
La guardai e feci spallucce, pensai che Rebecca aveva appena conquistato una nuova nonna.

Angolo autrice
AMO QUESTO CAPITOLO, ADIOS AMIGOS.
Cioè boh ajkshaafgakl i bambini mi ispirano troppa dolcezza!
Anne si fa sentire, oh infondo è la madre uu
Comunque mentre scrivevo di Gemma pensavo alla Gemma vera e avevo paura HAHAHAHAHHAAHHAHAHAAH 
Basta mi dileguo perchè non so che dire mmmhhh.. Questo capitolo è soltanto una bellissima finestra nella loro vita meravigliosa, che un pò tutte sognamo!
Vi lascio con questa immagine di Harry e... BECK. :)
Ah grazie a tutti coloro che mi hanno messo nei preferiti, nei seguiti, ricordate e quant'altro! Grazie anche per chi recensisce, ci tengo molto a questa storia! Spero che continuiate a farmi sapere un vostro parere, ci tengo!
Baaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaci dalla vostra mmh Honey! HAHAHA

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Capitolo 17
*** Georgia ***


Anche quella mattina, come tutte le altre 10 precedenti, avevo aperto gli occhi sperando di trovarmi Harry al mio fianco.
Anche quella mattina, come tutte le altre 10 precedenti, la speranza si era spenta quando allungando il braccio trovavo solo il freddo comodino il legno.
Mi misi a sedere a letto, sarebbe stata una giornata impegnativa dato che dovevo preparare ancora le ultime cose per la festa che si sarebbe tenuta l’indomani.
Beck era eccitatissima, tutti i suoi amichetti avevano confermato l’invito e lei non aspettava altro che indossare il suo vestitino color pesca.
Scivolai dal letto e raggiunsi la cucina, dove trovai mia madre a battere le dita sulla tastiera del suo laptop.
«Allora, come sta venendo questo libro?» chiesi aspettando il cappuccino dal microonde.
«Spero bene, la settimana prossima devo consegnare i primi capitoli.» mi spiegò togliendosi gli occhiali e appoggiandoli sul tavolo di vetro.
«Non vedo l’ora di leggerlo!»
Tornai in cameretta e lessi il messaggio di Litz che mi avvisava che sarebbe venuta a prendermi tra un’ora. Mi avvicinai alla culla di Beck, dormiva così bene che mi faceva male svegliarla.
Chiesi a mia madre se poteva tenerla lei per la mattinata, dopo la sua risposta affermativa mi feci una doccia veloce e mi vestii velocemente. Controllai sulla lista le ultime cosa da fare per la lista e afferrai il telefono. Andai nella lista dei fuso orari e controllai che ora fosse a Los Angeles.
Harry dormiva.
Grazie alla festa mi ero tenuta molto impegnata e avevo passato quasi tutte le giornate con Litz. Di tanto in tanto c’era qualcuno che mi osservava come se stesse cercando di capire dove mi avesse visto, chi invece mi fermava e mi chiedeva se ero la ragazza di Harry Styles e chi semplicemente giocava con Beck.
Non mi ero ancora abituata a quelle attenzioni, soprattutto quando leggevo o sentivo dei commenti cattivi.
Quella mattina ci fu un episodio piuttosto.. strano, diverso, particolare.
Io e Litz eravamo appena uscite dalla pasticceria più ambita dei dintorni. Avevamo deciso di farle una torta più particolare e la mia migliore amica aveva insisto per regalarcela lei.
«Scusa.. sei Honey?» mi chiese una ragazza, sui sedici anni più o meno, accompagnata da un’altra ragazza e un ragazzo.
Annuii e aspettai che continuasse. Lei mi guardò con un’aria triste ma allo stesso tempo rincuorata. Non seppi decifrare la sua espressione.
«Posso parlarti due minuti, da sola?» mi chiese torturandosi le mani. Pensai a mia sorella ed annui, spostandomi di pochi metri dagli altri.
«Come ti chiami?»
«Georgia»
«Dimmi tutto, Georgia»
Lei alzò lo sguardo verso di me con gli occhi lucidi. «Promettimi che non lo lascerai, promettimi che non lo farai soffrire. Promettimi che lo amerai come lo amo io, promettimi che lo comprenderai. Promettimi che non lo porterai via da noi, via da me. Promettimi che non ci sbatterai in faccia che stai con il ragazzo più perfetto a questo mondo. Perché lui, si, lui è perfetto. Ha innumerevoli pregi, è umile, è generoso, è sensibile, è simpatico, è divertente e credo sia anche romantico. Questi sono solo i pregi più stupidi che lui possiede, perché lui è così. Ha anche i suoi difetti, è sempre in giro, per far capire una cosa ci gira intorno per tantissimo tempo. –prese un respiro e poi mi guardò fisso negli occhi.- devi promettermelo.»
Rimasi di stucco, seguii ogni parola del suo discorso e rimasi shockata. Sembrava conoscerlo così bene eppure era una fan. Mi stava chiedendo di prometterle delle cose per me ovvie. ‘Come lo amo io’ aveva detto.
«I-io… perché mi hai detto tutte queste cose?» le chiesi dolcemente.
«Perché ho bisogno di sapere che posso fidarmi. Lo so, la relazione è la vostra ma non puoi capire quanto faccia male vedervi insieme, felici! Io sono felice quando sorride, ma sapere che il suo miglior sorriso lo sfoggia quando guarda la tua bambina o te fa male.»
Sorrisi e scossi la testa, mettendole una mano sulla spalla. «Harry ama le sue fan, ok? Tu non puoi neanche capire quanto. Siete importantissimi per tutti e cinque. Harry me ne parla e lo vedo com’è fiero di tutto questo. Io non sono nessuno per portare Harry lontano da voi e neanche voglio farlo. Se ho deciso di stargli accanto in questo modo non vedo perché dovrei cambiare le carte in tavola. Non faccio promesse, perché è una cosa a cui non credo. Ma ti chiedo di fidarmi di me, anche per Harry.»
«Mi sento così in imbarazzo.. Ti ho aggredita in mezzo alla strada come una psicopatica.»
«Non sei una psicopatica, ok? Sei semplicemente presa. E lo capisco, ci sta tutto. Ti chiedo solo di non odiarmi perché non faccio nulla per poter farmi odiare. E’ frustrante leggere tutti quegli insulti nonostante io non abbia fatto nulla. –le sorrisi- Georgia, sei una bella ragazza, sei in gamba. Presto troverai il ragazzo che ti farà battere il cuore come Harry fa battere il mio. E ti auguro il meglio, davvero. I ragazzi ci saranno sempre per te, con le loro canzoni loro faranno sempre parte di te.»
L’abbracciai nello stesso istante in cui scese una lacrima dal suo occhio sinistro. Non la conoscevo, ma la dolcezza con cui mi aveva parlato.. sembrava di ascoltare mia sorella, ma lei era più.. più matura.
Ormai erano state spuntate tutte le cose scritte nella lista e mi sentivo più tranquilla. Avevamo anche pranzo al Burger King ma non riuscivo a levarmi dalla testa le parole di quella ragazza.
Mentre Litz mi spiegava dei suoi programmi per l’inverno, controllai il telefono, di Harry ancora nulla. Provai a chiamarlo ma il telefono risultava spento.
«Credo che farò i capelli blu!»
Perché aveva il telefono spento? Lui non lo spegneva mai.
«Honey, mi ascolti?» mi chiese allungandosi verso di me.
«Cosa? Oddio scusa, stavi dicendo che volevi farti i capel..Come vuoi farteli?» urlai alla fine, notando solo dopo l’espressione divertita di Litz.
«Volevo solo vedere se mi ascoltavi. Pensi ancora a quella Georgia?»
«In realtà penso a lei, al fatto che Harry abbia il telefono spento, domani verrà Gemma a casa, devo mandare avanti una festa. Tu hai pianificato il tuo inverno e io non so neanche cosa farò quest’estate!» mi lasciai andare sulla sedia del locale.
Elisabeth mi guardò con un’espressione intenerita. «Harry sarà a qualche riunione o avrà il telefono scarico. Da quanto ho capito Gemma è una ragazza alla mano, come il fratello e non ci saranno problemi. Per la festa ci sarò anche io e poi per i due precedenti anni non mi sembra che ci siano stati problemi tralasciando tua Zia Terry che iniziò il karaoke. La tua estate sarà in America con Harry e.. Tom.»
«Che c’entra Tom?» le chiesi. Seguii il suo sguardo e capii a cosa si riferiva. «Andiamo via, non voglio che mi veda.»

Erano le nove di sera e Beck stava pettinando i miei capelli. Sentii il mio telefono suonare e mi affrettai a rispondere.
«Nina.»
«Addio Tom!»
«Sono fuori casa tua, esci.» disse con calma.
Avvisai mia mamma, lei voleva chiamare la polizia ma per fortuna la calmai. Le dissi di tenere d’occhio Beck e di non perderla mai di vista.
Uscii fuori e mi trovai davanti quel verme. Avevo voglia di picchiarlo, avrei sfogato tutta la mia rabbia.
«Come sei bella..» mi salutò.
«La prossima volta che ti avvicini alla mia casa chiamo la polizia.»
«Sono venuto in pace Honey, me ne vado.» disse tenendo lo sguardo basso per poi rialzarlo.
«Non ci credo.»
«Qualcuno ha avvisato i miei, sono nei guai. Devo andarmene.. volevo darle questo.» disse allungandomi un pacco regalo. Lo afferrai e lo guardai di nuovo.
«Falle gli auguri, ok?» disse allontanandosi.
«Tom! -lo richiamai.- Come facevi a sapere del suo compleanno?»
Lui mi sorrise, il potere che avevano i genitori su di lui era assurdo ma, c’era dell’altro, me lo sentivo.
Ci girammo entrambi verso il rumore del motore di una macchina, una Range Rover. Il mio cuore iniziò a battere all’impazzata e pensai di sentirmi male quando vidi scendere Harry da quella macchina.
Guardò truce Tom e poi me. «Ho interrotto qualcosa?»
«Andavo via. Ciao Honey» salutò Tom, scomparendo dietro a degli alberi.
Guardai Harry e corsi verso di lui, non potevo crederci.
«Che diavolo ci faceva fuori casa tua?! Da soli?!» urlò.

Scuuuuuuuusate! Sono pessima lo so ahahah il capitolo è orrendo ma se non pubblicavo ora non pubblicavo più!
Giuro che il prossimo sarà migliore!
Non so con quanta regolarità aggiornerò perchè devo iniziare l'università da lunedì! 
Se volete farmi qualche domanda sono qui: http://ask.fm/IlariaDiNardo817

Grazie per chi mi segue e chi recensirà! 
Love you <3

ps: ovviamente non potevo non pubblicare il capitolo oggi dato che è il compleanno della piccola Lux! Tanti auguri bambina più fortunata di questo mondo! <3

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Capitolo 18
*** Happy Birthday ***


«E come faceva a sapere del compleanno di Rebecca?» mi chiese dopo aver sentito la mia spiegazione.
«Non ne ho idea!» risposi col suo stesso tono alterato.
Sospirai e rilasciai le spalle. «Harry, ti prego. Non dirmi che sei geloso di Tom, ok? È una cazzata!»
«Io.. io non sono geloso di quello, ok? È solo che.. –guardò verso il basso e sorrise dispiaciuto- Ho fatto tante ore di volo immaginando le vostre espressioni nel vedermi, la tua espressione! Fidati non era così che me l’ero immaginata. Arrivare qui per festeggiare il compleanno della piccola e trovare voi due al buio, da soli.»
Mi avvicinai a lui sorridendo, con l’indice e il pollice gli alzai il mento e senza dire nulla gli stampai un bacio sulle labbra. Ma quanto potevo amarlo?
Lui ricambiò il bacio, facendo pressione con le labbra sulle mie, schiusi le labbra e fece scivolare la sua lingua nella mia bocca. Strinsi forte le mie braccia al suo collo e lui fece lo stesso con la mia schiena.
Erano passate due settimane da quando era andato via e mi era sembrata un’eternità.
«Sono contenta che tu sia qui, non puoi immaginare quanto.» riuscii a dire con la fronte appoggiata alla sua.
«Non voglio più trovarti con un altro ragazzo, sono geloso.»
«Mmmh.. entriamo!» dissi baciandolo e  prendendolo per mano per entrare in casa.

L’indomani mi svegliai con un mal di testa incredibile e avevamo una giornata piena. La sveglia per me era suonata alle sette ed avevo una giornata piena.
«Buongiorno amore!» mi augurò notando i miei occhi aperti.
«Sei sveglio?» dissi scostando il lenzuolo bianco, attenta a non far vedere la pelle nuda.
«Non capisco perché ti copri così tanto con il lenzuolo dopo aver fatto l’amore, sei così bella.»
Arrossii inevitabilmente, ed infilai subito l’intimo. «Continua a dormire, io devo fare tantissime cose.»
Allungò le braccia verso di me e mi fece sedere sulle sue gambe. «Tralasciando il fatto che il jet-lag non mi ha fatto chiudere occhio, non voglio perdere nessun attimo con te!»
Appoggiai la mia testa sul suo petto. «Quando devi tornare in America?»
Avrei fatto di tutto per evitare quella domanda ma sapevo che prima o poi avrei dovuto chiederglielo e quando sentii la risposta ‘domani mattina’ persi un battito.
Era venuto un solo giorno perché aveva promesso a Beck di esserci, ero contenta. Posai di nuovo le mie labbra sulle sue ma il momento fu interrotto dai mugolii di mia figlia, forse sognava.
Afferrai una maglietta ed il pantalone della tuta e finii di vestirmi.
«La faccia di Rebecca ieri sera mentre correva per essere presa in braccio mi fa capire che ho fatto benissimo a tornare!»
Mi girai portando le mani sui fianchi. «Ah si? Solo l’entusiasmo della tua cara Rebecca? Va bene. Carbone a colazione!»
Scoppiammo a ridere in silenzio per non svegliarla e poi filammo in cucina a fare colazione.
Dopo poco Harry andò in bagno a farsi una doccia ed io rimasi con mia madre da sola in cucina.
«Devi dirmi qualcosa mamma?» le chiesi, ponendomi di fronte a lei. Sapevo che c’entrava lei.
«No, nulla tesoro»
«Tom ieri mi ha dato un regalo per Beck.»
«Bel pensiero, no?»
«E’ un caso strano che proprio alla vigilia del suo compleanno lui si presenta con un regalo, no?» risposi con il suo stesso tono.
«Non capisco cosa stai insinuando Honey, vado a prendere i festoni.» si congedò con un sorriso da bastarda sulle labbra.
Trattenni una risata e iniziai a pulire casa.
La casa era abbellita, Litz era appena arrivata con la torta, la piccola era appena stata vestita ed Harry la intratteneva mentre io finivo di passare la piastra.
Sentii il campanello bussare, la gente stava iniziando a venire così chiusi la porta della camera a chiave e corsi nell’altro lato della casa.
Accolsi immediatamente i due amichetti di Beck con la loro madre, la invitai a rimanere ma doveva andare a lavoro, così dopo averla rassicurata su ciò che avremmo fatto andò via.
I bambini iniziavano ad aumentare e la metà dei genitori, o talvolta dei nonni, erano rimasti. Gin e Litz animavano la festa mentre io mi preoccupavo che non mancasse nulla e intrattenevo i grandi con l’aiuto di Harry e mia madre.
Bussarono di nuovo al campanello e dato che ero impegnata a prendere delle bottiglie di aranciata dal frigo andò ad aprire Harry.
Sentii un piccolo gridolino provenire dall’ingresso così lasciai tutto e attenta ad non inciampare sui tacchi andai di là.
I due fratelli Styles si stavano teneramente abbracciando, Gemma aveva gli occhi che le brillavano, colta dalla sorpresa del fratello.
«Honey! Ciao!» si affrettò a salutarmi dopo aver insultato Harry per non averla avvisata. «Sono venuta con un’amica, spero non ti dispiaccia.»
«Macchè! Anzi hai fatto benissimo!»
«Questi sono per la festeggiata, a proposito dov’è?» presi i pacchi regalo e li appoggiai sul tavolo apposito.
«E’ di là con i suoi amichetti dell’asilo, se non ti considera è normale!» ridacchiai con lei facendole strada.
La festa procedeva a gonfie e vele, Rebecca era felicissima e le due ‘animatrici’ stanche come non mai. Avevo affiancato due o tre volte Harry quando vedevo che si sentiva a disagio nel parlare con gli altri adulti.
Qualcuno lo aveva riconosciuto e gli aveva chiesto una foto. Di tanto in tanto aiutava Gin e Litz con i bambini e quando uno di loro si avvicinò e gli disse ‘devo fare la pipì’, si girò verso di me con gli occhi fuori dalle orbite.
Sentii due mani calde sui miei fianchi e sorrisi senza girarmi, intenta a trovare il pacco di candeline nel ripostiglio.
Un paio di labbra coprirono di baci il mio collo e lo spazio di quello stanzino sembrava diminuire secondo dopo secondo.
«Harry..-affannai a parlare- ci sono una ventina di bambini di là.»
«Di là, non qui.» disse tra un bacio e l’altro. «Ti ho già detto quanto sei bella stasera? Sei raggiante!»
Sorrisi e mi aggiustai la spalline del vestito. «Grazie, sei niente male anche tu» risposi posando le mani sulla sua camicia bianca.
«Domani parti con me?»
«D-domani?»
«Si»
«Così, all’improvviso..»
«Non voglio partire senza te Honey, prendiamo un biglietto in più stesso domani mattina.»
Ci pensai su ma non ebbi il tempo di rispondere che sentii chiamarmi di là.
«Ne parliamo dopo»
Uscimmo dallo stanzino e tornammo in cucina il più disinvolti possibile, preparai le candeline sulla torta del Little Pony e presto tutti iniziarono a cantare ‘Happy Birthday’.
Poggiai la torta sulla tavola più grande ed aiutai Beck a salire sulla sedia, Gin aveva la macchina fotografica in mano mentre Litz, Harry e Gemma scattavano foto con l’iPhone.
«Esprimi un desiderio cucciola, però in silenzio»
Lei mi guardò, poi guardò i parenti davanti a lei ed annuì. L’aiutai a soffiare sulle poche candeline sulla torta e subito dopo mentre tutti applaudivano la riempii di baci.
Erano passati tre anni, aveva reso la mia vita nettamente migliori. In quello stesso istante mi venne in mente la prima volta che la vidi, piangeva ed era tutta sporca di sangue, mia madre piangeva mentre teneva stretta la mia mano sudata e pensai che fosse la bambina più bella sulla faccia della terra e mi promisi che non l’avrei mai lasciata, che l’avrei resa la persona più felice di questo mondo.
Scattammo tantissime foto con tutti, il modo in cui si era stretta ad Harry nella foto dove stavamo tutti e tre mi portò a prendere una decisione sulla partenza per l’America.
Scartò tutti i regali e sembrò di stare nel paese di balocchi.
Quando la casa si svuotò e rimanemmo noi, con Gemma e la sua amica mi tolsi le scarpe e abbracciai forte Rebecca.
«Ti sei divertita?»
«Tantissimo!»  disse tutta eccitata e rossa in viso. Guardò i suoi giocattoli nuovi e stringeva forte il pupazzo enorme, forse più alto di lei, che Harry le aveva regalato.
«Cosa c’è qui?» sventolò Harry una busta bianca davanti al suo naso.
Beck scivolò dalle mie braccia e afferrò subito la busta, l’aprì ed estrasse tre biglietti colorati. Li guardò e poi guardò Harry in attesa di una spiegazione.
«Mamma mi ha detto che da quando eri più piccola ti ha sempre detto che ti avrebbe portato in un posto speciale, in un posto incantato.»
Sorrisi immediatamente, erano i biglietti per Disneyland.
«Harry, non dovevi..» sorrisi.
«Ne ho l’opportunità e poi è fantastico quel posto!»
«Ma non ho capito, dove andate?» chiese Gemma allungando la testa sui biglietti.
«A Disneyland!» rispondemmo all’unisono.
Beck iniziò a saltare eccitata dall’idea di vedere Minnie dal ‘vivo’ ed abbracciò forte Harry e poi me, poi andò anche da Gemma e dalla nonna.
Quella bambina aveva tanto amore da dare.

Rebecca era crollata non appena Harry le aveva infilato il pigiama e rimboccato le coperte, avevamo invitato Gemma a rimanere per la notte ma l’amica doveva tornare a casa.
Gli altri membri del gruppo avevano inviato un video su whatsapp dove facevano gli auguri alla piccola e tra lei e Gin non sapevo chi fosse più emozionata.
Harry quella sera aveva parlato un po’ con Gin, per farle prendere confidenza e si erano fatti un sacco di foto stupide, molto probabilmente già le aveva messe su Twitter.
Tornai in salotto dove Harry e mia madre stavano conversando su non so cosa e mi accoccolai al suo petto, poche ore e sarebbe ripartito.
«Io vado a dormire, buonanotte ragazzi» ci salutò mia madre.
«Harry ho riflettuto su ciò che hai detto prima, nel ripostiglio.»
«E?»
«E ho deciso di non partire domani.»
Mi guardò negli occhi e poi tolse il braccio dalla mia spalla e spostò i gomiti sulle sue ginocchia. C’era rimasto male.
«Ti raggiungo tra tre settimane, anzi ti raggiungiamo.»
Harry si voltò verso di me, tornando a sorridere. «Che intendi?»
«Ho pensato che sarebbe inutile partire ora dato che siamo riusciti a vederci e non sono psicologicamente pronta per partire domani e affrontare tappe del tour e lasciare Rebecca qui. Domani ti accompagno all’aeroporto e prendo due biglietti per il volo tra tre settimane, per me e per Beck.»
«Hai deciso di portarla?» sorrise prendendomi le mani.
«Si, amo stare con voi due, non chiedo altro.»
«Ti amo da morire!»
«Io ti amo da vivere.»

SCUSATE, SCUSATE, SCUSATE!
Sono scomparsa da troppo tempo ma l'università ha impegato la maggior parte del mio tempo!
Ho deciso come finirà questa ff e aufgaluigfal amo questa cosa!
Non ho tempo per postare una foto di Lux con la torta di compleanno ma immaginatevi la tenerezza ajghalugal
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto!

Fatemelo sapere e grazie ancora a chi mi segue <3

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Capitolo 19
*** America ***


«Hai preso le medicine?»
«Cavolo le medicine!» ironizzai mentre infilavo il beauty case nella valigia.
«Non prendermi in giro, voglio solo che tu ti porti tutto!» pronunciò mia madre quelle parole per la decima volta nel giro di una settimana.
«Mamma sto andando in America, non in un’isola deserta. Se dimenticherò qualcosa lo comprerò, sta’ tranquilla.»
«Ecco mamma..» disse Beck, anche se di lei vedevo poco dato che i giochi che aveva in mano erano troppi.
«Beck non possiamo portarli tutti, scegline uno, al massimo due!»
«Ma come..tre!» mi chiese.
«No, due.»
«Sei cattiva.» disse andandosene via dalla camera.
Quante volte una madre doveva ascoltare quella frase? Fino a che erano sciocchezze andava tutto bene. L’indomani avremmo preso l’aereo per Los Angeles e i due bagagli erano quasi pronti. Avevo lasciato un bigliettino a mia madre con tutti i recapiti telefonici a cui poteva fare riferimento nel caso ce ne fosse bisogno, una piccola mappa sugli spostamenti che avremmo effettuato e una foto di Rebecca.
«Portami qualcosa di figo!» disse mia sorella mentre infilava il pigiama alla piccola.
«Mi hai fatto una lista, non credo che ti porterò qualcosa che tu non voglia Gin. Tu mi raccomando, non far disperare la mamma!»
«Si e tu fai tante foto! E inviamene qualcuna dei ragazzi, soprattutto senza maglietta!»
«Gin, non pensi di avere seri problemi?!»
Lei scoppiò a ridere, di conseguenza anche io. Mia madre entrò in camera con due tazze di camomilla.
«Mamma ma io non la voglio.»
«Lo so, sono entrambe per me!»
Io dovevo partire, fare un volo di 10 ore e lei beveva due tazze di camomilla, logico no?
«Mamma stai tranquilla, mi farò sentire più di quanto tu possa immaginare.» la rassicurai abbracciandola.
«Oh, scusa..-disse asciugandosi una lacrima- è che sono cambiate così tante cose in così poco tempo. Guardati, tre mesi fa non sapevi neanche cosa cenarti e ora parti per l’America con tua figlia.»
L’abbracciai ancora più forte, aveva ragione.
«Sono felice mamma.»

«Avvisiamo i signori passeggeri di riallacciare le cinture, stiamo per atterrare. Benvenuti a Los Angeles.»
Controllai per l’ennesima volta la cintura di mia figlia che guardava un cartone sui piccoli tablet che offriva l’aereo. Guardai fuori dal finestrino e vidi una meraviglia. Quante volte avevo sentito parlare di quanto fosse bella l’America? Avevano esattamente ragione. Sorrisi a 32 denti, strinsi forte il telefono tra le mani.
Stringevo così forte Beck che potevo toglierle il respiro, ma la gente era tanta ed avevo paura. Mi affrettai a recuperare la valigia, aggiustai meglio il bagaglio a tracolla e mi avviai verso l’uscita.
Dovevo cercare un uomo alto, robusto, che incuteva paura con sopra scritto Honey.
Le porte scorrevoli si aprirono e guardai frettolosamente tra la gente cercando l’uomo dell’identikit.
«Harry!» urlò Beck indicando un punto davanti a sé.
Mi girai di conseguenza in quella direzione, ed eccolo lì, l’uomo che amavo.
Sgranai gli occhi e velocizzai il passo, lui mi venne incontro, lasciai la valigia e lo abbracciai con tutta la forza e l’amore che avevo. Harry ci strinse entrambe, baciò prima me sulla guancia e poi la piccola tra i capelli.
«Tutto bene? Il viaggio è andato bene?» ci chiese tenendoci ancora strette.
«Si, lei ha dormito per la maggior parte del tempo e io ho letto e visto qualche film. Ma non avevi detto che non potevi venire a prenderci? Che sarebbero nati pettegolezzi e cose varie?» gli chiesi guardando un uomo prendere la mia valigia, era lo stesso che era venuto con Harry l’altra volta.
«C’ho ripensato. Non sei contenta?» mi chiese appoggiando il braccio sulla mia spalla.
Mi girai nella sua direzione e gli sorrisi, mostrandogli davvero quanto in realtà lo fossi.
Uscimmo fuori dall’aeroporto, la guardia del corpo di Harry come se stesse sollevando una piuma, mise le valige nel cofano e ci sedemmo tutti e tre sui sedili posteriori mentre lui guidava.
«Comunque piacere, io sono Honey!» mi presentai all’improvviso, l’uomo che ancora non aveva un nome si girò verso di me e sorrise.
«E io sono David, la vostra guardia del corpo.»
«Figo!»
Harry scoppiò a ridere ed io lo seguii a ruota. Spiegammo a Beck che avrebbe dovuto obbedire anche a David da quel momento in poi e che dove stare sempre vicino a uno dei due, soprattutto vicino a me.
Dopo una mezz’oretta di macchina, l’auto fece il giro dell’hotel in cui i ragazzi alloggiavano. Entrò all’interno del garage ma nonostante i vetri scuri della macchina, dall’interno si vedevano le centinaia di fan che si erano appostate sotto ai balconi.
«Quante persone!» esclamò Beck eccitata.
Quando me ne resi conto anche io, l’ansia prevalse su di me. Era stata la scelta giusta? Era un vero pericolo, per Rebecca. Harry sembrò accorgersene di tutti quei pensieri che mi stavano frullando nella testa perché poggiò la sua mano calda sulla mia.
«Andrà tutto bene, te lo assicuro.»

Quando aprii gli occhi, mi spaventai, dimenticandomi di aver cambiato residenza per un paio di settimane. Le lenzuola di seta erano così morbide che non m’invogliavano ad uscirne fuori. Allungai la mano verso destra e toccai la pelle del mio ragazzo. Ebbene si, ero una camera d’albergo, in America con Harry. Ancora non riuscivo a crederci. Mi misi a sedere, Beck stava in una culla ai nostri piedi, dormiva anche lei beatamente, ma io non avevo più sonno. Guardai l’orario, erano le tre di notte. Zayn me l’aveva detto che il jet-lag mi avrebbe giocato brutti scherzi. Con delicatezza scivolai dal letto, la moquette fece il solletico alla pianta del mio piede, saltando prima con un piede e poi con l’altro. Presi la bottiglia d’acqua sul tavolino e bevvi un sorso d’acqua, per poi avvicinarmi alla finestra. Scostai le tende e vidi delle ragazze che dormivano nei loro sacchi a pelo. Sgranai gli occhi, cercando di mettere a fuoco l’immagine.
«E’ normale..» sussurrò Harry alle mie spalle.
Mi girai verso il letto e un sorriso spontaneamente comparve sul mio volto. Mi avvicinai a lui e mi sedetti sulla parte di spazio che mi aveva appena fatto.
«Scusa, ti ho svegliato.» lo baciai a fior di labbra. Quanto mi era mancato quel sapore, quella voglia di baciarlo ogni ora, ogni minuto della mia vita.
«Vieni qui.» alzò il lenzuolo e m’intrufolai dentro, sentendomi accolta tra le sue braccia. Chiusi gli occhi, assaporando ogni attimo di quel momento.
«Mi sei mancato, tanto.» sussurrai sulle sue labbra.
«Mmh» fu la sua risposta.
Per quella notte non ci furono più parole, solo baci e carezze. I nostri corpi nudi imperlati di sudore l’uno sull’altro, baci che soffocavano i gemiti nascosti per non svegliare la piccola. Quella distanza aveva aumentato ancora di più in noi la voglia di essere una sola cosa. Quando incrociai il suo sguardo e vidi la perdita di lucidità nei suoi occhi, ed ero io la causa, ogni dubbio svanì, tornando ad appropriarmi delle sue labbra.
Quando sentii un boato assurdo provenire dalla stanza, scattai all’istante, controllando Rebecca. Dormiva. Scostai Harry e capii in quel momento che nella camera non stava succedendo nulla, ma era da fuori che proveniva tutto quel casino. Vidi Harry buttarsi il cuscino sulla testa ed imprecare sul lenzuolo. Ridacchiai e dopo aver indossato una sua maglietta, mi avvicinai alla finestra, vedendo Ben Winston, il loro produttore e direttore, riprendere le fan. Feci scrocchiare il mio collo e iniziai a svegliare la piccola.
Allungò le braccia verso di me e la cullai sul letto per farle riprendere conoscenza, senza stordirla troppo.
«Non si possono spegnere?!» chiesi, dopo un’ora di urla. Il picco si era raggiunto quando Niall era uscito sul balcone e aveva iniziato a giocare con loro. Sembrava di avere una casa piena di tante Gin.
Harry si alzò svogliatamente dal letto e si trascinò nella doccia. Bussarono alla porta e non sapevo se aprire o meno. Sentii la voce di Liam chiamare Harry, così andai ad aprire con il sorriso sul volto.
«Buongiorno Payne!»
«Hey, buongiorno a voi. Non credo di avervi svegliato, giusto?» alludendo alla sveglia che avevamo avuto tutti quanti stamattina.
«Giusto! Vieni entra, Harry è sotto la doccia. Io stavo per preparare la colazione a Rebecca.»
«Al piano di sotto c’è una cucina che ti prepara di tutto.»
«E’ allergica ad alcune sostanza del latte, così gliel’ho portato da casa e ci siamo fatti prestare un fornelletto.»
Spezzettai i biscotti e ne diedi un paio a Liam, mentre intratteneva Beck facendola dondolare sulle sue gambe.
«Avete piani per oggi?»
«No nessuno, avete idee?» rispose Harry, uscendo dal bagno con un asciugamano alla vita e un'altra tra i capelli.
«Troppi capelli, eh?» ironizzai indicando il turbante vuoto sulla sua testa. Ricevetti una linguaccia come risposta.
«Pensavamo di andare al luna park, ci siamo già informati.»
«Sii! Io ci voglio andare!» urlò Beck sbucando da dietro la schiena di Liam.
«E Luna Park sia!»

Quanto fa pena questo 
capitolo? Tanto!
Chiedo scusa per aver postato con così tanto ritardo e soprattutto con un capitolo del genere ma non ho più ispirazone. In questi giorni decido cosa fare di questa FF!
Intanto vi saluto, e vi lascio con questa gif :*

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