Life after Ziva

di frencia92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Ciao a tutti!
Come promesso evvovi il primo capitolo di questa nuova storia.
Sono curiosa di sapere se questo capitolo vi piace, non ho resistito a pubblicarlo!
Ora, questa è la mia idea. Io scrivo i capitoli e voi, per ogni capitolo, dovrete fantasticare su quello successivo, io mi segno i vostri pensieri e con quelli e la mia sfrenata fantasia scriverò i capitoli.
Qualunque vostra idea è ben accetta, potete già basarvi su questo primo capitolo!
Aspetto le vostre recensioni con ansia!
Questa storia la dedico a tutti voi che scrivete e leggete ogni giorno.
Non vi trattengo oltre... buona lettura!! ;)







Capitolo 1
 
 
 
     "Tony, tu sei così..."
     "Bello? Divertente? Cosa..."
     "Amato."
 
     Avvicinano i loro visi sfiorandosi veramente per la prima volta, le loro emozioni prendono il sopravvento, chiudono gli occhi e avvicinano le labbra per avere finalmente quel bacio tanto sognato, sperato, aspettato.
     Si staccano per guardarsi negli occhi ancora un'ultima volta.
 
     "Va bene... non è facile.
     Sono i minuti più duri della mia vita..."
 
     Sale la scala che porta sull'aereo.
     Si volta verso di lei per guardarla ultima volta, la vede sorridere tra le lacrime, la saluta con un dolce sorriso comprensivo prima di sparire all'interno dell'aereo, lasciando Ziva in lacrime.
     Ancora sveglio, mentre aspetta di atterrare a Washington, prende foglio e penna inizio scrivere... 
         I WILL.
         Le mie volontà.
 
      Ripone la penna nel taschino della giacca accorgendosi poi di avere la collana di Ziva.
      La osserva malinconico speranzoso del ritorno della sua piccola ninja...
 
 
 
Sono ormai trascorsi cinque anni da quel momento, cinque lunghissimi anni pieni di dolore, sofferenza.
Qualcuno è riuscito ad andare avanti per la sua strada, qualcuno invece non ha mai dimenticato.
Qualcuno continua a soffrire nonostante il lungo periodo.
Qualcuno non ha mai smesso di amare. 
 
 



 
Washington DC, Quartier Generale NCIS
 
Esce dall'ascensore con due caffè in mano, arriva in ufficio dove McGee lo aspetta per un nuovo caso.
"Ciao Capo... omicidio ad Anacostia, risulta essere un marine scomparso in Israele quattro giorni fa da una delle nostre basi."
"Ottimo, McGee. Informo Gibbs, prepara l'attrezzatura e chiama Bishop."
"Subito, Capo..."
Mentre McGee si prepara, Tony sale veloce le scale che portano all'ufficio del Direttore.
Entra senza bussare e si rivolge subito al suo superiore "Gibbs..."
"Qual'è il problema, DiNozzo?"
"Omicidio di un marine scomparso giorni fa ad Israele. Io e la squadra stiamo andando ad Anacostia per le indagini."
"Quindi?"
Tony appoggia uno dei due caffè sulla scrivania di Gibbs, sorridendo "Il tuo caffè... e... mi serve un uomo in più. Da quando sei qui la mia squadra si è dimezzata, dammi chi vuoi, anche Dorneget va bene..."
Gibbs sorride, sorseggiando il suo caffè "Bene... vedrò cosa posso fare. Ti vedo stanco."
"Lo saresti anche tu al mio posto, con una persona in meno e due mesi di casi no-stop..."
Sorride ancora, guardandolo negli occhi "Il caso non si risolve se non ti sbrighi ad andare... ti cercherò un aiuto che possa fare al caso tuo."
"Grazie, Capo... Direttore... ti da fastidio se continuo a chiamarti Capo?"
"Ahah... no, sono comunque il tuo Capo, no?"
"Giusto... a più tardi."
Esce soddisfatto della piacevole chiaccherata con l'uomo che da una vita ammira, che è stato come un padre e che lo sostiene sempre e comunque.
Scende veloce le scale sorseggiando il suo caffè dolce, facendo cenno a McGee di seguirlo.
 
Arrivano subito sulla scena del crimine, Bishop li raggiunge poco dopo.
Si guardano intorno, vedendo solo curiosi bloccati dalla polizia.
Entrano in un vecchio edificio abbandonato e subito iniziano le indagini. Si ritrovano davanti a pezzi di cadavere sparsi ovunque, schizzi di sangue ricoprono le pareti insieme a pezzi di interiora. Su una sedia di legno trovano la testa del cadavere perfettamente intatta.
Alla visione di quella mostruosità, McGee inizia a star male.
"McGee... esci. Vai a parlare con i testimoni."
"Subito... grazie, Capo."
Tony rimane estremamente serio, non fa una piega davanti a tutto quello che vede intorno a se.
Bishop inizia a fare foto e schizzi mentre Tony parla con Ducky.
"Dottore, da quanto credi sia morto?"
"Non so, dall'odore direi all'incirca un giorno o poco più... ti saprò dire meglio dopo l'autopsia."
"Com'è morto?"
"Ehm... beh... vediamo... vedo delle grosse tumefazioni su tutto il corpo e ci sono delle bruciature e dei tagli sull'addome, braccia e gambe...o quello che ne è rimasto..."
"Bene. Chiama Palmer. Fatti aiutare a raccogliere tutti i pezzi, se hai bisogno di una mano chiama Bishop, io e McGee torniamo alla base, devo parlare con la famiglia della vittima."
"Certo, Anthony, vai pure... tra poco saremo li e inizierò l'autopsia..."
Tony se ne va facendo un cenno a Ducky per salutarlo, uscito dall'edificio richiama i suoi agenti.
"Capo... ho parlato con il vicinato e con chi ha trovato il cadavere. Si chiama Josh Maxwell, 27 anni. È nella marina da poco più di sette anni, fidanzato con Amelia McGregor, 23 anni, lavora in un supermercato come cassiera.
Nessuno qui ha sentito o visto niente ma una signora ha visto passare un suv nero ieri sera, verso le 22. Purtroppo non ho altro..."
"Va bene. Bishop, dai a McGee foto e schizzi, tu rimani qui ad aiutare Ducky."
"Ma... Capo, io..."
"Niente ma. Sei arrivata per ultima oggi, perciò aiuti Ducky!"
Rassegnata, Bishop abbassa lo sguardo "Si, Capo..."
McGee la guarda allontanarsi, così si rivolge a Tony "Grazie... per prima."
"So che non sopporti la vista del sangue. Sappi però che non accadrà spesso, non ti posso salvare sempre."
"Ok. Sarà meglio tornare... voglio finirla con questo caso..."
"Già, siamo in due... devo parlare con Gibbs. I conti non mi tornano."
"A cosa ti riferisci?"
Tony si limita a fissarlo seriamente, in modo che smetta di fare domande.
Salgono in auto e tornano alla base.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
 
 
 
 
 
Si sveglia presto, sentendo il cellulare squillare insistentemente.
Era da tanto che qualcuno non chiamava ma ha sempre tenuto acceso il cellulare per qualunque evenienza, per essere sempre rintracciabile. 
Regola 18.
Si alza mettendosi velocemente una vestaglia, si sistema i capelli e va a rispondere.
 
"Pronto..."
"Buongiorno..."
"Buongiorno a te, Orli... perchè questa telefonata imprevista? Sono mesi che non ti fai sentire..."
"Del resto nemmeno tu... io, al contrario di te, continuo a lavorare sodo."
"Non hai risposto alla mia domanda... cosa vuoi?"
"Il Direttore dell'NCIS ha chiesto la tua collaborazione. Abbiamo un caso in comune, un loro marine è stato ritrovato cadavere, era scomparso qualche giorno fa da una delle nostre basi militari."
"Perchè proprio io?!"
"È un ordine. Vai e non fare storie."
 
Spegne la chiamata con rabbia, appoggia il cellulare sul tavolo.
Si siede lentamente tenendosi la testa tra le mani, non riesce a credere a ciò che sta succedendo.
Pian piano si rende conto che non può più fuggire dalle sue paure, deve tornare.
"In fondo devo solo risolvere un caso... si sistemerà tutto ed io potrò tornare a casa... senza rimpianti."
Fatica a pronunciare quelle parole, cerca di autoconvincersi ma sa perfettamente che alla fine vincerà il cuore, non riuscirà più a tornare indietro.
Prepara le sue valigie mentre un'auto di scorta è già fuori che aspetta.
Prende il primo volo per Washington e raggiunge subito l'NCIS.
 
Prende l'ascensore e raggiunge l'ufficio del Direttore senza passare per gli uffici.
Respira profondamente per placare il battito accelerato del suo cuore ed entra senza bussare.
Rimane di stucco nel vedere chi siede alla scrivania.
 
"Ciao, Gibbs... anche tu aspetti il Direttore?"
"No."
"E perchè allora sei alla sua scrivania?"
"Perchè è la mia scrivania! Dove dovrei stare altrimenti?"
Si stupisce di quelle parole, rimanendo a bocca aperta "Aspetta... sei tu il Direttore?"
"Si... da un pò. Vance ha chiesto il prepensionamento per poter stare con i figli. Il posto era libero, perciò... ora sono qui!"
"Oh... beh, congratulazioni allora! Quindi... sei stato tu a chiamarmi..."
"Esattamente. Il nuovo capo della mia ex squadra ha bisogno di personale e mi serviva qualcuno in gamba che conoscesse già le mosse da fare. È un caso complicato, ci serve il tuo aiuto."
"Bene... cosa devo fare?"
"Aspetta qui... il nuovo capo sta arrivando dalla scena del crimine."
 
Per loro fortuna non devono aspettare molto. 
Infatti Tony arriva spedito senza bussare per consegnare a Gibbs le foto, non notando in fondo alla stanza una presenza imprevista.
"Dobbiamo parlare."
"Sono a tua disposizione..."
"Questo caso... mi ricorda qualcosa... non riesco a venirne a capo ma sono sicuro di aver già seguito un caso simile. Mi serve che gli dai un'occhiata."
Gibbs osserva il viso impassibile di Tony, rimanendo pietrificato da quello sguardo di ghiaccio.
Era da tanto che non lo fissava in quel modo e non aveva notato quel piccolo ma importante particolare.
La sua rigidità mette quasi paura, lui stesso ne rimane impressionato.
"DiNozzo... qualcosa non va..."
"Allora avevo ragione..."
"Non parlo del caso, ma di te."
"Sbagli. Va tutto bene. Guarda le foto, piuttosto. Ho dovuto mandare McGee fuori dall'edificio per non fargli contaminare tutta la stanza. Anche il Dottore è impallidito."
Sfoglia una ad una le immagini, sente che c'è qualcosa che non torna e Tony se ne accorge immediatamente.
"Vedo che la pensi come me... non è vero?"
"Beh... si. Queste immagini mi ricordano qualcosa ma... non ricordo bene. Cercherò in archivio qualcosa che ci aiuti."
Solo in quel momento Gibbs nota lo sguardo perso del suo agente, fisso su quelle immagini.
"Tony... tutto bene?"
"Si... si, tutto ok. Stavo pensando... allora, hai trovato qualcuno che ci possa dare una mano?"
"Oh, si, stavo quasi per dimenticarmene. Dietro di te."
Tony si gira e vede...
La vede ancora magnifica come la ricordava, i capelli mossi, leggermente più chiari, il viso da bambina e quegli occhi nocciola che tanto ha amato.
Con grande stupore di Gibbs e Ziva, vedono Tony fare solamente un cenno con la testa, un cenno di approvazione senza il benchè minimo segno di insicurezza.
Rimane gelido e impassibile, come sempre.
Si volta verso Gibbs e comincia a parlare "Falle avere un'arma, io provvedo alla scrivania. Abby sarà molto contenta della sorpresa."
Gibbs lo osserva attentamente. Nessun cenno di sorriso, nessun sentimento. Nulla.
"Portala con te. Ti sarà d'aiuto."
Fa un cenno con la testa mentre esce dalla porta, poi si volta verso Ziva "Pensi di rimanere li ancora a lungo?"
Ziva lo guarda scioccata, mentre lo segue di scatto rivolge uno sguardo a Gibbs, vedendolo quasi rassegnato per l'atteggiamento di Tony. 
Scendono velocemente le scale, raggiungendo l'ufficio.
McGee, appena vede Ziva, si fionda ad abbracciarla "Ziva! Sei tornata!!"
Tony siede alla sua scrivania guardando il suo secondo "Sbagli. È qui solo per questo caso. Poi tornerà da dove è venuta."
Ziva rimane sempre più stupita ma cerca di non far caso alle sue parole, decidendo che è giusto così.
Passa la mattinata e il primo pomeriggio a salutare i vecchi colleghi e amici appena ritrovati mentre Tony continua a lavorare senza sosta sul caso alla sua scrivania.















Buona giornata!!
Leggendo quest'ultimo capitolo avrete di certo notato la mia freddezza nello scrivere. È tutto strategico, serve a far capire lo stato d'animo di Tony...
Allora... vi è piaciuto il capitolo? Ziva è tornata!
Ora, però, dovete mettere in moto la fantasia.
1. Cosa deve ASSOLUTAMENTE succedere nel prossimo capitolo? Perchè Tony è così preso da questo caso?
2. Accadrà qualcosa a qualcuno dei nostri agenti?
3. Per un pò le scene Tiva saranno un pò fredde. Volete delle liti, battibecchi, sguardi gelidi? Avete altre idee?
4. Riguardo Gibbs... deve partecipare alle indagini? Volete che faccia qualcosa in particolare?

          Tutte le risposte sono giuste, deciderò in seguito se usarle e in che particolare momento... ;)
Bene, vi lascio alle vostre risposte, spero che siano numerose, altrimenti la storia non va avanti!
Baci, frencia92

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
 
 
 
 
Tony, solo in ufficio, continua silenzioso a lavorare sul caso in corso.
Si sente confuso, certo solamente del fatto che qualcosa non torna...
Rimane fermo a fissare lo schermo del computer alla ricerca di una soluzione.
 
Gibbs lo osserva dall'alto, appoggiato alla ringhiera delle scale.
Si chiede come sia stato possibile un simile cambiamento nel suo uomo migliore, si domanda se per caso sia in parte colpa sua e dei suoi insegnamenti.
Senza che se ne accorga, accanto a lui compare Ducky.
Si appoggia alla ringhiera fissando Tony "Jethro, sono seriamente preoccupato. Quel ragazzo non è più in se da parecchio tempo... mi chiama Dottore, è freddo e calcolatore, pignolo come non è mai stato... ed ora la comparsa di Ziva, beh... non ha fatto una piega. Dev'essere distrutto psicologicamente, è troppo rigido per non esserlo!"
"Io... non ho parole, Ducky! L'ho osservato, studiato, ma... non riesco più a seguire la sua logica. Ha visto Ziva e si è limitato ad un cenno con la testa... l'ha trattata come se non si conoscessero, come se fosse privo di qualunque sentimento. Come ho fatto a non accorgermi che stava cambiando?! Dove ho sbagliato?"
Ducky si limita a scuotere la testa senza una risposta per le sue domande.
Continuano ad osservarlo, cercando nel suo sguardo e nei suoi gesti le loro risposte.
 
 
 
"Sai, Ziva... Tony è cambiato moltissimo dalla tua partenza... non è più lo stesso..."
"Cosa vuoi dire, Abby?"
"Beh... prima era triste, abbattuto, rassegnato... i primi tempi sono stati duri per tutti, poi... è successo qualcosa... era tornato il Tony di sempre, scherzoso, coccoloso... ma... quando è diventato il caposquadra... è cambiato improvvisamente. All'inizio pensavamo fosse per il fatto che era sotto pressione per le nuove responsabilità, ma... non capiamo nemmeno noi cosa realmente sia cambiato in lui! È freddo, rigido, non sorride mai. 
Tim è rimasto scioccato quando Tony ha smesso di chiamarlo Pivello... era un modo contorto di Tony per fargli capire che lo apprezzava, ora lo chiama solo per cognome, come se tra loro non ci fosse mai stata amicizia... Ducky lo sta analizzando di nascosto per capire cosa gli sia successo ma non è arrivato ancora a nessuna conclusione."
"Sai, capisco il vostro turbamento. Quando mi ha vista... beh, mi ha fatto solo un cenno, nient'altro. Di certo è cambiato, e molto, cercherò di capire cosa succede... vedrò cosa posso fare per aiutarvi."
Abby la guarda con occhi lucidi, sull'orlo delle lacrime, l'abbraccia forte ringraziandola in silenzio per essere tornata.
"Ziva... sei la nostra ultima speranza."
 
 
 
Tony si sente osservato, sa che tutti pensano che qualcosa non va in lui ma cerca di ignorarli per andare avanti con il suo lavoro.
Sfoglia la cartella di quel misterioso caso analizzandolo, cercando di capire il mistero di un ricordo sepolto che deve tornare a galla perchè il caso si risolva.
Sorseggia il caffè dolce portatogli da McGee prima di rimettersi al lavoro, legge e rilegge il fascicolo senza arrivare a nulla.
 
Ziva compare dall'ascensore e a passo svelto raggiunge la scrivania di Tony.
Osserva la sua rigidità mentre continua a fissare quel fascicolo, assorto nei suoi pensieri non si accorge nemmeno della sua presenza.
"Devo parlarti, Tony..."
"Ti ascolto..."
"Non qui."
Tony alza lo sguardo su di lei mentre la vede camminare verso il bagno degli uomini.
Sospira alzando gli occhi al cielo, incrociando per un momento quelli del suo Capo, che attento lo tiene d'occhio preoccupato.
Convinto da quello sguardo, Tony si alza, seguendo Ziva al bagno degli uomini.
Entra rigido nella stanza, non mostra alcun tipo di sentimento.
Rimane di spalle a Ziva, che prontamente chiude la porta a chiave, rimanendo a braccia conserte in attesa che Tony dica qualcosa.
Sentendo quel fastidioso ed insolito silenzio, Ziva decide di farsi avanti, iniziando a parlare per prima.
 
"Dobbiamo lavorare insieme a questo caso, che ti piaccia o meno. Non puoi fare così..."
Tony si volta, interrompendola "Così come, Agente David?"
"Sei cambiato, sei diverso dal Tony che conoscevo anni fa..."
"Tutti cambiano, nessuno escluso. Anche tu sei cambiata se ora sei qui... le cose nella tua vita devono essere cambiate se sei tornata."
Le parla ancora con freddezza inaudita, qualcosa nelle sue parole la fa scattare.
"Sono tornata perchè l'ha voluto Gibbs. Non c'è altro."
Le ultime piccole speranze di Tony si frantumano, insieme al suo cuore, già segnato negli anni da tanta sofferenza.
Impassibile in volto la guarda, cerca in lei il minimo dubbio, inutilmente.
Abbassa per un attimo lo sguardo sospirando, ricomponendosi subito "Non avevo dubbi. Sei tornata la spietata agente del Mossad di una volta. Pensavo... speravo che avessi tratto benefici stando con noi... magari tuo padre aveva ragione, l'America ti ha rammollita."
Ziva pensava che dicendogli quelle parole lo avrebbe fatto reagire ma a quanto pare è riuscita a fare di nuovo del male all'unico uomo che abbia mai amato nella sua vita.
 
Ad ogni modo le parole di Tony l'avevano colpita, con le lacrime agli occhi gli si avvicina rabbiosa "Cosa diavolo ti sta succedendo Tony?! Perchè sei diventato così glaciale? Non sei più te stesso..."
Tony le si avvicina di più, quasi a sfiorarla "Come dicevo prima... le persone cambiano. Il motivo per cui sono diventato ciò che vedi è in te stessa! Mi sono stancato di aspettare, di credere nelle persone, di voler bene a gente che non merita nulla. Sono stanco di rimanere ferito da ogni cosa mi passi accanto... sono davvero al limite, Ziva."
 
Tony la guarda con rabbia e forte rancore. Sente che lei è il motivo delle sue sofferenze perciò cerca di allontanarla da se con le parole, cercando di ferirla come lei ha spezzato il suo cuore.
Torna più freddo di prima, il suo sguardo mette i brividi persino a Ziva.
Le parole non servono più a niente, bastano i loro sguardi. Lei vede in Tony il dolore, il rimorso per non averla riportata a Washington con la forza, vede il suo amore spegnersi come un fiammifero tra la neve.
Lui vede la sofferenza per la loro lontananza, un amore ancora vivo, rinchiuso nell'orgoglio e nella paura, vede quella Ziva che voleva vendetta per il padre, ferita nell'anima per non aver cambiato le cose quando ancora poteva farcela.
Ziva lo sente sempre più lontano, sempre più freddo, ripara il suo cuore infranto con lastre spesse di ghiaccio tagliente, in modo che nessuno possa distruggerle.
 
Le passa davanti senza dire nulla, apre la porta e torna alla sua postazione, lasciando Ziva di pietra, in piedi a fissare il muro davanti a se.
Questa volta ne è certa, non tornerà mai più il vecchio Tony.
Le lacrime scendono inaspettate e silenziose.
Con una manica della maglia le asciuga, torna velocemente in se, decidendo che forse è meglio così.
Torna in ufficio e con grande stupore vede la scrivania di Tony vuota.
 


 
Uscito dal bagno, le idee iniziano a girare da sole in testa. 
Solo in quel momento Tony riesce a rimettere insieme i pezzi del puzzle.
Ora sa perfettamente cosa e chi cercare per risolvere il caso, ora ricorda.
Arriva in fretta alla sua scrivania, prende la pistola e il distintivo e, sotto gli occhi sorpresi di McGee, corre all'ufficio del Direttore, lasciandogli sulla scrivania vuota un post-it con scritto un numero.
Scende di fretta fino a raggiungere la sua auto, pronto per risolvere il caso, mettendo fine alla collaborazione NCIS/Mossad.















Ciao a tutti! Eccomi di nuovo con un capitolo straziante pieno di suspance... capitolo lunghino, vero?
Spero che la lettura sia stata di vostro gradimento, sicuramente è stata una lettura piacevole e allegra...! ^^
 Dunque... ora ho bisogno di voi e delle vostre idee per continuare.
1. Lite Tony/Ziva... succederà qualcosa dopo la sfuriata tra i due?
2. Le cose si metteranno male? Cos'ha scoperto Tony?
3. Perchè avverte Gibbs con un numero su un post-it? Cosa significa quel numero?
4. Come reagiranno gli altri quando sapranno che le cose tra Ziva e Tony sono peggiorate?
5. Volete che Gibbs parli con Ziva riguardo alla lite?
6. Vi aspettate colpi di scena? Quali?
     A voi la parola...
Aspetto i vostri commenti...
Baci, frencia92
 
 
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4
 
 
 
 
Gibbs, sceso da Abby per aggiornamenti, torna nel su ufficio passando per i corridoi, osservando la scrivania di Tony deserta.
McGee, vedendo arrivare Gibbs, lo raggiunge in fretta.
 
"Capo... ehm... Direttore! Tony è passato dal tuo ufficio, poi l'ho visto correre via dopo aver preso pistola e distintivo... che succede?!"
Gibbs a quelle parole inizia seriamente a preoccuparsi. Corre su per le scale mentre prova a rassicurare McGee "Non lo so... ma quando lo scoprirò sarai il primo a saperlo!"
Annuisce con la testa preoccupato per il suo amico, convinto che presto si caccerà nei guai.
 
Ziva, uscita dal bagno dopo una lunga riflessione, assiste alla folle corsa di Gibbs ed inizia ad insospettirsi.
Raggiunge McGee e chiede spiegazioni "Tim... cosa succede? Perchè Gibbs sta correndo in quel modo?"
"Io... non so cosa stia succedendo. Tony è passato da Gibbs di fretta, poi ha preso la pistola e il distintivo dalla sua scrivania e sen'è andato... non capisco... forse ha scoperto qualcosa!"
 
Gibbs raggiunge la sua scrivania, trovando un post-it con un numero scritto sopra.
"Cosa diavolo è?"
Legge e rilegge quel numero nella sua mente, convinto che centri qualcosa con il caso in corso, poi finalmente trova la sua risposta.
Scende nuovamente nell'ufficio, si siede alla scrivania di Tony ed inizia una ricerca sul computer sotto lo sguardo allibito di Ziva e McGee.
"Cosa fai, Gibbs?"
"Ehm... McGee... prendi il tuo computer, vai nella cartella dei casi risolti nel 2001... cerca questo caso: 20105. Mi servono conferme..."
"È riguardante il nostro caso?"
"Si... e se è come penso... Tony si caccerà davvero nei guai."
I loro sguardi s'irrigidiscono, preoccupati per la sorte del collega.
Tim velocemente riapre la cartella di quel caso mentre Gibbs spiega.
"Nel novembre del 2001 io e Tony avevamo tra le mani questo caso. Si era appena trasferito all'NCIS e viveva con me in attesa che il suo appartamento fosse pronto. Fu un brutto periodo per lui... veniva da un matrimonio saltato e dal tradimento del suo migliore amico, era di pessimo umore.
Ci capitò tra le mani il caso di un serial killer che si divertiva a torturare ed uccidere le sue vittime, lo faceva per divertirsi.
Tramite un informatore di Tony scoprimmo dove si trovava... nel suo alloggio trovammo più di 10 cadaveri sparsi per le stanze completamente a pezzi.
Per trovarlo Tony fece da esca... quel bastardo lo prese e lo torturò per una giornata intera, poi cercò di ucciderlo ma Tony ne ebbe la meglio spezzandogli il collo."
I due lo ascoltavano impietriti "Gibbs... come hai potuto lasciarlo torturare così?"
"Non era previsto... lo rapì quando scoprì che era un poliziotto. In qualche modo deve aver collegato i due casi..."
"E... cosa successe dopo?"
"Beh... trovai Tony, ma... era diverso... insicuro, instabile psicologicamente. Ci vollero mesi per riaverlo in azione... fu devastante per lui e per me."
Ziva, ad occhi spalancati, osserva Gibbs raccontare quei drammatici momenti.
Sente che sta per accadere qualcosa di grave, qualcosa che gli porterà via anche la più piccola speranza che Tony la possa perdonare per le sue scelte passate, per la lontananza che giorno dopo giorno li ha separati.
"Gibbs... dobbiamo trovare Tony... cerchiamo l'informatore che vi ha aiutati nel 2001!"
"Spiacente, Ziva... il nostro informatore è il cadavere che hanno trovato ad Anacostia, Josh Maxwell. Forse è per questo che Tony ha congiunto questi casi. Abbiamo un altro killer in circolazione e solo Tony sa cosa fare."
 
Tony viaggia veloce per le strade di Washington, sa già dove andare.
Posteggia dietro ad un capannone di stoccaggio, dove sa che troverà la persona che cerca, il suo killer.
Entra armato nell'edificio, guardandosi intorno "So che sei qui. Vieni fuori!"
Da dietro alcuni cassoni compare un'ombra, un sorriso malvagio compare suo volto dell'uomo.
"Agente DiNozzo... ti stavo aspettando. Abbiamo un conto in sospeso..."
Una mazza colpisce la nuca di Tony, facendolo cadere privo di sensi a terra, la pistola che ha tra le mani scivola sul pavimento.
Una risata rimbomba fragorosa sulle pareti mentre l'uomo trascina Tony sul pavimento sporco del suo sangue.

























Ehm... ok. Scusate il ritardo ma scrivere per me è diventato davvero faticoso...
 Bel capitolo, eh? Cosa ne pensate?
Ora devo farvi delle domande:
   1. Cosa succederà a Tony? Riusciranno a tirarlo fuori dai guai?
   2. Avete qualche idea di cosa succederà?
   3. Chi è l'uomo misterioso dal sorriso malefico?
Scoprirete tutto nei prossimi capitoli... forse...

Piccola nota di servizio: niente recensioni, niente capitoli! Ho bisogno delle vostre idee per andare avanti con questa storia!
A presto! XD
Baci, frencia92

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5
 
 
 
 
 
Seguendo le tracce del GPS dell'auto, McGee rintraccia il luogo dove è andato Tony.
In pochi secondi salgono in auto e raggiungono a gran velocità un capannone, vedono l'auto parcheggiata all'esterno.
"Gibbs, quella è la macchina di Tony... ma non lo vedo da nessuna parte!"
"Forse è dentro. Scendiamo e andiamo a controllare."
Entrano nell'edificio con la pistola alla mano, osservano nel semibuio alcune tracce sul pavimento e, assicuratisi che non c'è anima viva, cercano di fare luce su quello che vedono.
"McGee... credo siano tracce di sangue... rilevale e portale da Abby quando torniamo."
"Ok, ma... dov'è Tony?"
"Non rendere le cose più difficili, McGee... ora non dobbiamo pensarci. Controlliamo quest'area, vediamo se ci sono delle prove ed una pista da seguire..."
Non riesce a completare la frase, i suoi occhi fissano il pavimento.
Vede una pistola accanto ad alcune macchie di sangue, si china e con un guanto la prende tra le mani, osservandola.
"Capo... credi che... che sia..."
"Zitto, McGee. Non lo pensare nemmeno. Imbustala, scopriremo presto se è la sua... Ziva, foto e schizzi. Io chiamo Ducky."
Ziva, rimasta tutto il tempo in silenzio, quasi assente, annuisce con la testa e si mette subito al lavoro.
Non vuole pensare al peggio, che Tony sia in pericolo come gli dice il suo cuore. 
 
Gibbs intanto esce, si assicura che i suoi agenti non lo possano sentire, poi chiama Ducky.
"Ducky... mi serve il tuo parere psicologico..."
"Oh, Jethro... dove sei? Perchè ti serve il mio aiuto?"
"Le domande me le farai al ritorno... ora ne ho una io per te. Ricordi quel caso che io e Tony seguimmo nel 2001, il primo caso insieme?"
"Si, certo Jethro... fu terribile..."
"Bene... hai visto come sta Tony in questi giorni... voglio sapere... se tornasse a succedere quello che successe in quel periodo... quali problemi potrebbero nascere?"
Ducky rimane un momento in silenzio, paralizzato da una domanda che non avrebbe mai voluto ascoltare "Jethro... dov'è Anthony?"
"Credo... che sia stato preso in ostaggio... di nuovo..."
"È terribile! Nelle condizioni in cui si trova ora psicologicamente... temo che per lui ci possano essere davvero poche speranze di sopravvivenza, ahimè... devi trovarlo, il più presto possibile o non lo riavrai mai più indietro!!"
"Grazie, Ducky..."
Chiude la chiamata, rimane immobile a fissare l'orizzonte davanti a se, sperando che le sue paranoie non si realizzino.
Ziva gli si avvicina preoccupata "Gibbs... cosa succede che non vuoi dirci?"
"Io... temo che Tony sia davvero nei guai... non so se stavolta riuscirò a salvarlo in tempo."
Ziva, terrorizzata dalle sue parole, lo guarda intensamente, come se potesse tirare fuori da lui le informazioni che cerca senza chiederlo ma non ci riesce.
Vede intorno a lui un muro che li separa, lo vede nascondere tutta la sua preoccupazione per riuscire ad andare avanti.
Solo in quel momento pensa alla sorte di Tony, di quello che potrebbe passare se veramente fosse stato rapito.
In quel momento le immagini di quel cadavere trovato ad Anacostia sembrano prendere il volto di Tony nella sua mente, sicura che la stessa cosa la sta immaginando anche Gibbs.
Gli mette una mano sulla spalla cercando di infondergli un pò di speranza "Non gli accadrà nulla. Se lui è con quel pazzo sicuramente riusciremo a trovarlo in tempo."
"Me lo auguro... non posso andare avanti senza di lui."
Una lacrima furtiva scende dagli occhi di Gibbs, preoccupando seriamente Ziva.
"Lo troveremo, me lo sento."
 
 
Si risveglia con calma, immerso in un forte dolore alla testa.
Cerca di tenere gli occhi aperti ma, nonostante il buio, non ci riesce.
"Dove... diavolo... sono..."
Si guarda intorno più volte cercando di capire dove si trova, si sente stringere i polsi da grosse corde che lo tengono in piedi, probabilmente appoggiato ad un muro.
Sente il sangue caldo scorrere ancora veloce dalla ferita sulla testa.
Si sente confuso, più il tempo passa più si agita, facendo scorrere più veloce il sangue dalla ferita.
 
Una porta davanti a lui si apre, facendo illuminare la stanza.
Un uomo entra nella stanza, fermandosi sulla porta.
Tony lo guarda senza capire di chi si tratta, sente di nuovo la risata malefica e la riconosce.
"Chi sei?"
"DiNozzo... sono davvero deluso da te... non mi riconosci? In fondo sono passati solo diciotto anni..."
"Allora ci avevo visto giusto..."
"Si, ma hai sbagliato qualcosa in passato. Hai ucciso mio fratello..."
"Sel'è cercata... uccideva persone per hobby!"
"Beh, grazie a te... ora giocherò io con te, mio fratello è stato troppo buono con te, io non avrò la mano leggera!"
A quelle parole Tony si sente perso, solo.
Per la prima volta nella sua vita teme seriamente per la sua vita, sicuro che nessuno lo possa salvare.
 
Sorride. Per la prima volta sorride dopo tanto tempo.
 
"Spero che non ci metterai molto ad uccidermi..."
"Sbagli... ti farò soffrire le pene dell'inferno per quello che hai fatto a me ed alla mia famiglia... sarà una pena lunga e dolorosa."
"Va bene, non cercherò di fermarti."
"Sono contento che tu voglia collaborare... mi renderai le cose più facili..." 
Chiude la porta dietro di se, lasciando Tony di nuovo solo.
Rassegnato alla sua dipartita, sorride.
Si sente fortunato, in ogni caso. 
Finalmente smetterà di soffrire.

















Buondì a tutti voi, cari/e lettori/trici!! ^^
Spero che questo super capitolo vi sia piaciuto, mi ci è voluto un pò per completarlo, ahimè!!
Mi sareste di grande aiuto se mi diceste cosa ne pensate e cosa potrebbe succedere nei prossimi capitoli, sarei felice di ricevere qualche recensione (anche negativa...)
Ne approfitto per ricordarvi che il 23/09 ci sarà la PREMIERE della 12^stagione!!
PARE che Cote torni a fare parte della serie, magari anche solo per qualche puntata possibilmente TIVOSA!! *.*
Non so se sia veramente così ma... io ci spero ancora!! ^○^
A presto (spero...) con il prossimo capitolo!
Baci, frencia92

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6
 
 
 
 
 
Ziva si sente nauseata a rivedere le foto di quel massacro.
Siede davanti al computer di Tony da più di un'ora a riguardare quel caso, cercando di capire cosa le sia sfuggito, quel qualcosa che ha spinto Tony ad andare in quel capannone.
 
Gibbs arriva in ufficio col suo solito caffè bollente tra le mani, è di pessimo umore, lancia sguardi di sfida a chiunque gli passi accanto.
È arrabbiato. Con se stesso per non aver vigilato abbastanza sui suoi uomini, con Tony per essere andato laggiù senza scorta.
Si sente in colpa per non essere stato abbastanza presente e per non aver aiutato il suo miglior agente quando sapeva che stava passando un brutto periodo dopo che Ziva sen'era andata.
Osserva i suoi agenti al lavoro, alla ricerca di indizi per ritrovare Tony sano e salvo.
Vede McGee seduto davanti al suo pc controllare gli spostamenti nell'area di quel capannone.
Gli si avvicina con la massima calma appoggiandogli una mano sulla spalla.
I loro sguardi s'incrociano.
"Capo..."
"Tim... lo devi trovare. In fretta. Non so se sarà in grado di resistere alla pressione questa volta, è molto instabile psicologicamente."
"Farò l'impossibile per trovarlo, Capo. Non voglio perdere un amico come lui. Gli devo tutto quello che sono diventato..."
"Mi piace il tuo spirito... fatti aiutare da Abby e rassicurala come puoi."
"Si, Capo..."
Si alza dalla sua postazione e, in ascensore, raggiunge Abby nel suo laboratorio.
Si accorge subito dell'assenza della classica musica assordante, sente solo silenzio.
La vede seduta a terra, accovacciata, si tiene le ginocchia al petto accarezzando Bert accanto a lei. Lo sguardo perso nel vuoto lo preoccupa, si inginocchia davanti a lei accarezzandole un braccio con estrema dolcezza.
"Hei... ho bisogno del tuo aiuto, Abby."
"Non so come fare..."
"Cosa?"
"Trovare Tony. Non so come fare. Non riesco ad entrare nella sua mente come riuscivo a fare una volta, non lo percepisco... sono anni che lo vedo così freddo. Cos'è cambiato in lui? Perchè non ce ne siamo mai accorti?"
"Abby... ora pensiamo a trovarlo, poi gli farai tutte queste domande e lui ti risponderà. Non abbiamo molto tempo... hai visto quel killer come ha conciato la sua vittima ad Anacostia. Non possiamo permettergli di fare del male anche a Tony!"
Abby lo guarda fisso negli occhi, vede un barlume di speranza e un sorriso si accende sul suo viso.
"Hai ragione, McGee! Tony non è ancora morto, questo è certo! Dobbiamo analizzare tutto ciò che abbiamo tra le mani per trovarlo!"
"Così mi piaci, Abby!" 
Si avvicina a lei e le da un bacio sulla fronte. Lei si alza dal pavimento ed inizia le sue ricerche partendo dal caso del 2001 di cui ha parlato Gibbs, in attesa del riscontro sulle tracce di sangue rinvenute nel capannone.
"Lo troveremo... poi prenderò quell'uomo e lo massacrerò con le mie stesse mani!"
"Mettiti in fila, Abs... anche io e Gibbs vogliamo dargli una lezione."
Sorride alla ragazza prima di sparire in ascensore, pronto per continuare le sue ricerche.
 
Passano due giorni che sembrano infiniti.
Tutti continuano a sperare che Tony, ovunque si trovi, stia bene o che perlomeno non soffra.
Gibbs, Ziva e McGee vengono richiamati in laboratorio da Abby per informarli di alcune novità.
Appena entrano sentono singhiozzare nella stanza accanto. Gibbs raggiunge Abby, trovandola seduta al suo computer con le lacrime agli occhi.
Un riquadro indicante i risultati sulle tracce genetiche lampeggia sullo schermo.
"Abby... hei, sono qui. Perchè piangi?"
Si alza dalla sedia, abbracciandolo forte come non faceva da tanto tempo senza smettere di singhiozzare.
Lo sguardo di Gibbs si posa su quel riquadro, con la mano clicca col mouse aprendo una pagina con i risultati del DNA.
Rimane scioccato dal nome apparso su quel documento, abbraccia forte Abby capendo finalmente il motivo di tanto sconforto mentre le sussurra all'orecchio "Lo troveremo, Abs... te lo prometto. Tony non può morire senza il mio consenso."
"Tutto quel sangue è suo, Gibbs! Come puoi salvarlo! È passato troppo tempo dalla sua scomparsa..."
"Di tempo ne abbiamo a sufficienza... tu e McGee insieme lo troverete, ne sono certo. Lo salveremo in tempo, vedrai."
"Mi fido di te... ma non di Tony! Era instabile... non era più se stesso!"
"Il nostro Tony tornerà... lo prenderò a calci nel sedere finchè non tornerà quello di una volta!"
Abby ride tra le lacrime mentre Gibbs le asciuga dolcemente gli occhi.
Chiama McGee nella stanza pronto a dare ordini "Voglio che trovi Tony e quel bastardo che l'ha preso. Non si torna a casa finchè non avrete prove certe, sono stato abbastanza chiaro?"
"Si, Capo! Ci diamo subito da fare..."
"Ottimo..."
 
Lascia il laboratorio seguito da Ziva.
"Io cosa posso fare, Gibbs?"
"Non lo so... fà quel che ti pare. Se vuoi puoi tornartene da dove sei venuta."
Entrano in ascensore e Ziva lo blocca.
"Perchè mi tratti così?"
"Perchè non ti meriti altro! Non ti posso certo incolpare del rapimento di Tony... ma di ciò che gli hai fatto in questi cinque anni si! L'hai spezzato, nel vero senso del termine! Lui ti amava, ti ha aspettato ed ha perso fiducia in se stesso e nei suoi sentimenti. Perchè credi che sia così freddo ora? Ha perso la speranza e se non dovessimo trovarlo in tempo... tu non puoi immaginare cos'abbia passato."
"Hai tutte le ragioni per incolparmi... ma tu non puoi minimamente immaginare cos'abbia passato io in questi anni! Anch'io l'ho amato... e non ho mai smesso di amarlo. Lui però non lo deve sapere, altrimenti morirebbe come tutti quelli che mi hanno voluto bene! Non potrei mai sopportare che muoia a causa mia, solo perchè mi ama!"
La sua voce si alza sempre di più, Gibbs può sentire tutto il dolore che prova nelle sue parole.
"Ziva... se vi amate non c'è niente che vi possa separare. Nemmeno la morte. Devi lottare per lui come lui ha fatto per te. Trovalo."
Gibbs sblocca l'ascensore, convinto che ora Ziva ci metterà davvero tutta se stessa per trovare l'uomo che ama.
L'ascensore si apre ed insieme tornano alle scrivanie, pronti per una nuova ricerca.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ciao a tutti!
Bene, in questo capitolo ho voluto mettere in mostra la preoccupazione dei colleghi nei confronti di Tony e la rabbia di Gibbs nei confronti di Ziva.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto anche se non è molto lungo!
Dal prossimo capitolo la situazione si farà più seria...
     Cosa succederà nel prossimo capitolo?
     Troveranno Tony in tempo?
     Avete qualche altra idea da proporre per i prossimi capitoli?
Spero che rispondiate in tanti! Qualunque idea sarà sempre utile... ^^
A presto! ;)
Baci, frencia92

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7
 
 
 
 
Altri due giorni passano in fretta, Gibbs e gli altri cercano Tony ovunque mentre lui rimane rinchiuso in quella stanza senza cibo ne acqua nel buio più totale.
 
Si sveglia di soprassalto, sentendo le corde ai polsi allentarsi.
Le gambe non riescono più a tenerlo in piedi, cade in ginocchio pesantemente senza alcun lamento.
Cavi d'acciaio sostituiscono le corde, stringendosi ai polsi e alle caviglie, le corde vengono poi fissate ad una macchina a mulinello che tira i cavi sollevandolo da terra, rimettendolo in piedi.
 
"Cosa fai?"
"Semplice, DiNozzo... ti provocherò lo stesso dolore che ho provocato al tuo informatore. Distruggerò ogni più piccola parte di te come faceva mio fratello e mi divertirò a vederti soffrire come un cane."
Tony sorride al tentativo vano di intimorirlo "Bene, finalmente un pò di sano divertimento! Fà quello che vuoi, se mi lascerai morire mi farai solo un gran piacere."
"Ami il rischio? Ottimo... godrò nel vederti soffrire!"
L'uomo sorride, inizia a tirare le corde sempre più forte.
Tony sente le sue ossa scricchiolare, sente dolori forti e lancinanti ma non si piega al male. Sorride, felice della sua sorte, felice di morire presto.
 
In ufficio stanno ricontrollando per filo e per segno il vecchio caso del 2001 quando Gibbs inizia a sentire dolori insoliti alle spalle.
Sente che quei dolori in realtà non sono i suoi, sente che il suo agente migliore è in grave pericolo.
Il tempo scorre inesorabilmente e la squadra è sempre più nervosa e tesa.
McGee aiuta Abby nel suo laboratorio alla ricerca di qualche traccia lasciata da Tony o dal killer che lo tiene in ostaggio, cercano disperatamente per ore fino ad addormentarsi stremati sui computer.
Ziva fa lo stesso dal computer di Tony. Cerca indizi che possano portare al suo killer, qualcosa di concreto.
Un forte mal di testa la tormenta, così si distrae solo un momento dal caso ed apre il cassetto della scrivania alla ricerca di un qualsiasi medicinale che possa alleviare il dolore.
Posa il suo sguardo nel cassetto rimanendo di sasso nel ritrovarvi dentro la collanina con la stella di David che gli aveva lasciato. Quella collanina le riporta in mente i momenti più significativi che ha passato nella sua casa d'infanzia con Tony.
 
 
     Sono nel giardino dietro casa, circondati dagli ulivi.
     Ziva sotterra la nuova lista delle sue volontà in una buca mentre Tony la osserva dall'alto.
     Si rialza guardandolo negli occhi.
 
     "Non devi fare tutto da sola. Torna a Washington con me."
     "La prima cosa nella lista era... mi libererò del distintivo."
     "Non sto parlando dell'NCIS. Per me potresti anche vendere hot dog, non m'importa.
     Ma torna a casa.
     Voglio solo... che tu torni a casa. Con me."
 
     Si avvicinano sempre di più, attratti l'uno dall'altro. Tony le mette una mano sul fianco, attirandola ancor di più a se.
 
     "Non credo che sia..."
     "No. Ascolta. So che è difficile, lo so che tu vuoi cambiare, e posso cambiare con te."
 
     Prende la sua mano avvicinandola piano al suo viso.
     Le bacia dolcemente rimanendo abbagliato dal suo sguardo magnetico così triste, come prima non l'aveva mai visto. 
     Lei gli accarezza il viso, appoggiano le fronti l'una contro l'altra, ascoltando in silenzio i loro respiri.
 
     "Sto lottando per te, Ziva."
     "Lo so."
 
      Rimangono fermi in quella posizione, si sentono completi, così vicini ma nello stesso tempo così lontani, così persi in loro stessi, così soli.
 
 
 
Prende tra le dita la collanina, osservandola con tristezza mentre Gibbs le si avvicina.
"Tony non ha mai smesso di lottare per te, per un futuro Voi. Non perdere la speranza, ora sei tu a dover lottare per lui."
"No, Gibbs... lui ha smesso di lottare..."
"Tu non gli hai dato alcun motivo per continuare a lottare. Non ha motivo di sopravvivere. Per questo sono così preoccupato. Prima lottava con tutte le sue forze solo per rivedere il tuo sorriso... ora non ci crede più... Dagli un motivo per tornare a lottare. Trovalo."
Ziva osserva il suo sguardo carico di compassione e preoccupazione.
Con grande determinazione prende la collanina e la rimette al collo per poi tornare al suo lavoro.
"C'è ancora speranza, Gibbs. Lo sento, non è ancora finita e lo troverò!"
Gibbs sorride fiero della risposta e le accarezza una guancia "Ne sono sicuro."
 
 
Intanto, nella stanza buia continuano le torture.
Il killer, poco soddisfatto del dolore provocato alla sua vittima, decide di passare a metodi lenti e dolorosi.
Tira fuori dalla tasca una siringa ed un flacone di vetro, con l'ago aspira una piccola quantità del liquido al suo interno.
 
"Sai, DiNozzo... sono poco soddisfatto... collabori troppo alle mie torture... qualcosa mi dice che stai impazzendo ma non a causa mia. Tu vuoi morire... ti renderò le cose difficili."
"Cosa... pensi di fare ora..."
"Proverò su di te questo miscuglio di droghe... l'ho testato prima sul tuo amichetto ad Anacostia ed ho notato che fa un'ottimo effetto, quello che mi serve."
Infila l'ago al collo di Tony, rilasciandogli in vena il liquido.
 
"Ti sentirai paralizzare tra poco... sentirai tutto il dolore che ti infliggerò ma tu... non potrai muoverti. Questa roba è micidiale. Mi diverto un sacco ad infliggerti dolore... tornerò qui appena avrà fatto effetto."
Cammina lentamente ridendo con cattiveria chiudendosi la porta alle spalle mentre Tony rimane appeso al muro senza forze.



















 
 
Heilà! Sono tornataaaaaaaa!! 👏
Scusate il ritardo ma la mancanza di idee mi affligge... in più noto poca collaborazione da parte vostra con le recensioni!
COSA SUCCEDERÀ NEL PROSSIMO CAPITOLO?
TROVERANNO IL NOSTRO TONY IN TEMPO??
Mah, chi lo sa...
Aspetto recensioni!👍
Al prossimo capitoloooooo!
Baci, frencia92
 
 
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8
 
 
 
 
 
 
Si addormenta stremato per la fatica dopo aver cercato e ricercato indizi per ritrovare il suo agente.
Sogna di essere in un luogo buio, sente dolore in tutto il corpo.
Non può muoversi, non chiede aiuto.
Si sente distrutto dentro, si sente perso.
Solo in quel momento, quello che precede il risveglio, si accorge di essere Tony, di sentire nel sonno ciò che prova lui, come se l'avesse in qualche modo raggiunto, come se qualcuno avesse esaudito il suo desiderio di ritrovarlo, di sentirlo vicino ancora una volta.
Si sveglia di soprassalto, coricato sulla scrivania di Tony.
Sente il suo cuore esplodere nel petto per l'ansia.
 
Abby, con le lacrime agli occhi, raggiunge correndo Gibbs per ragguagliarlo sulle ultime scoperte.
"Gibbs... io... non credo che Tony sopravviverà..."
Gibbs si alza di scatto furioso "Cosa vuoi dire, Abby... ti stai arrendendo?"
"Io... no... ho analizzato il sangue del marine trovato ad Anacostia e..."
"Cosa, Abs... così mi preoccupi..."
"Ho trovato una strana sostanza nel sangue... un miscuglio ben dosato di droghe e sostanze chimiche... sono presenti Extasy, Cloroacetofenone, Benzolo, Soman, Acido cianidrico e molte altre sostanze... solo questo composto, rilasciato nel sangue in dosi minime, può uccidere chiunque... se ha già dato questa roba a Tony non credo che arriverai in tempo per salvarlo..."
Gibbs l'ascolta con attenzione, poi, come farebbe un padre, la stringe in un abbraccio, cercando così di consolarla per non farla cadere nel buio della depressione.
"Io ho bisogno di te, Abs... non mi mollare adesso, ti prego!"
"Io... non lo farò mai! Trovalo, ti scongiuro!"
"Lo farò... non morirà senza il mio permesso...!"
Un fragile sorriso si forma sulle labbra di Abby mentre cerca di asciugarsi le interminabili lacrime sul suo viso.
 
Ziva, nascosta dietro le scale difronte all'ufficio, sente tutta la conversazione tra Abby e Gibbs.
Presa dai sensi di colpa e dalla rabbia, raggiunge velocemente l'archivio per capire dai vecchi rapporti cosa successe nel caso del 2001 che li collega al rapimento di Tony.
Legge di nuovo i fascicoli e riguarda le foto degli omicidi. Con la mente ripercorre ciò che successe nel 2001 tramite i rapporti di Gibbs e Tony ed unisce i fatti di allora a quelli del caso in corso.
 
Un'illuminazione la raggiunge come un fulmine a ciel sereno.
Finalmente riesce a ricollocare gli eventi e le idee si trasformano improvvisamente nella possibilità, seppur remota, di trovare Tony e salvarlo.
Corre disperata e in cerca di informazioni da Gibbs in ufficio con McGee, Ducky, Bishop e Abby.
Si ferma esattamente a due passi da Gibbs, prendendolo con fermezza per le spalle.
"Gibbs. Ascoltami con attenzione... il killer che Tony ha ucciso nel 2001 aveva fratelli o sorelle?"
Gibbs capisce subito dove vuole arrivare, unisce anche lui i pezzi del puzzle, arrivando alle sue stesse conclusioni.
"Si... ha un fratello minore... aveva nove anni allora... non abbiamo ritenuto necessario interrogarlo. Ziva, da cosa l'hai intuito?"
"Stesse mosse, stesse torture in luoghi simili... nessuno sapeva di certi dettagli se non era della famiglia o non aveva letto i vostri rapporti..."
"Ben fatto, Ziva... ora cerchiamo quel bastardo prima che sia troppo tardi..."
Si mettono tutti alle loro postazioni, McGee cerca l'identità del killer, Ziva cerca possibili nascondigli in cui possa essersi rifugiato per torturare Tony, Bishop cerca legami affettivi dell'uomo e Gibbs chiama Fornell per avere il suo appoggio nelle ricerche e nella cattura.
 
 
 
Inizia a sentire freddo, ancora legato attorno al muro con catene ai polsi e alle caviglie che lo bloccano.
È già passato un giorno da quando quell'uomo ha cominciato a somministrargli quelle dosi di droghe.
Vuole arrendersi per ridare un pò di pace alla sua anima ma l'istinto di Agente Speciale lo tiene ancora in vita.
Appena la droga ha cominciato a fare effetto, l'uomo ha cominciato a fargli del male in tutti i modi possibili. Lo ha picchiato, accoltellato fino a fargli perdere i sensi per il dolore solo per il gusto di vederlo soffrire, vuole vederlo implorare. Per sua sfortuna la sua vittima cerca la morte, perciò non parla, grida dal dolore ma non gli chiede mai di smettere, accetta così come viene il suo destino, pronto a sacrificare se stesso per non sentirsi più solo.
"Ehi, è tutto qui quello che sai fare?"
"Bene... hai ancora la forza per parlare! Comunque... no, non è finita. Ho tenuto il meglio per il gran finale!"
"Pensi di farmi più male di quello che hai provato a farmi finora?"
"Esatto DiNozzo... lo farò, ne sono certo..."
L'uomo prende un secchio d'acqua già pronto accanto alla porta, lancia l'acqua addosso a Tony inzuppandolo, dai vestiti bagnati si vede distintamente il torace di Tony completamente sciupato, si possono vedere le ossa sporgere vistosamente dalla sudicia maglietta.
Il freddo si fa più intenso e Tony inizia a tremare.
L'uomo appoggia a terra il secchio e prende in mano una macchina portatile per defibrillare.
Attacca i cavi alle catene, pronto per accendere il macchinario.
"Ora, mio caro amico, soffrirai le pene dell'inferno, implorerai e supplicherai di fermarmi ma sappi... sappi che non lo farò. Niente e nessuno ti potrà salvare dalla morte questa volta. Nessuno sospetta di me, non sanno nemmeno che esisto!"
"Sottovaluti la mia squadra, campione... riderai poco quando Gibbs ti pianterà una pallottola in fronte..."
"Dai... davvero credi che faranno in tempo a salvarti? Sono tutte illusioni."
"Beh... a me non interessa... puoi anche cominciare se vuoi."
L'uomo, furioso per le parole di Tony, spinge un pulsante sul macchinario, una terribile scossa parte da questo raggiungendo in un battito di ciglio il corpo fragile di Tony.
















Olè!! 
Ciao a tutti, sono tornataaaa!!! 😘👏
Voglio dedicare un piccolo spazio per fare gli auguri a chi ora va a scuola... vi capisco!
Passando a questo atteso capitolo... vi è piaciuto? Troppo corto?
Come di certo avrete intuito... presto troveranno il nostro Tony!! :')
Ora si passa alle domande ( vi prego RISPONDETE!! )...:
   1- cosa deve PER FORZA succedere nel prossimo capitolo? Cosa vi aspettate?
   2- avete qualche altra idea da aggiungere per rendere i prossimi capitoli più avvincenti?
   3- nel caso ipotetico che riescono a salvare Tony... cosa ne sarà di lui?
Aspetto ansiosa le vostre risposte e opinioni!! ^^
Baci, frencia92

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9
 
 
 
 
L'amore è sempre stato un mistero, un'utopia irrealizzabile per lui.
Da quando sua madre l'aveva lasciato da piccolo non aveva più provato sentimenti simili. Lei si era portata via quel pezzo di lui che lo distingueva dagli altri, si era portata via quel cuore puro e sincero, nascondendolo a tutti perchè non si mostrasse debole.
Per anni quel bambino, divenuto grande in fretta, aveva imparato a vivere e convivere col dubbio di non riuscire più ad amare una donna come aveva amato sua madre, ma, a lungo andare, si rese conto di aver pensato male.
Una donna si era distinta da tutte le altre ricucendo col tempo le vecchie ferite del suo cuore donandogli il suo amore, anche se nascosto da mille paure.
Poi, resosi finalmente conto di riuscire ancora ad amare, perse il suo amore in un paese straniero.
Credette di averlo perso per sempre.
Il suo cuore col tempo diventò di pietra, le vecchie ferite si erano riaperte tutte insieme, distruggendolo nel profondo.
 
Adesso, in quella buia stanza, si sente finalmente sollevato.
Il suo cuore non si spaccherà più per nessuno e lui non dovrà mai più soffrire.
Lo pensa tra una scarica elettrica e l'altra, finchè la vista e i pensieri nella sua mente non si annebbiano, creando un vuoto.
L'uomo davanti a lui ride divertito nel comprendere che finalmente è arrivato al suo traguardo.
L'ha spezzato dentro. 
Osserva il suo sguardo, lo stesso sguardo dei morti e ride compiaciuto "Sei davvero un osso duro, DiNozzo... nonostante la tua collaborazione non riesco ad ucciderti definitivamente. Lascerò che tu muoia di stenti, così continuerà il tuo infinito calvario..."
 
 
"GIBBS! GIBBS! GIBBS! L'ho trovato!!"
Gibbs si alza dalla sedia di scatto, allertato dalle grida della scienziata che corre veloce verso di lui.
"Come? L'hai trovato?"
"Si... ci ho messo una vita ma alla fine, grazie all'aiuto di Ziva, siamo riusciti a rintracciare un piccolo magazzino di stoccaggio vuoto per manutenzione a Greenway, dalle telecamere di sorveglianza abbiamo visto un uomo entrare con un furgone il giorno che Tony è stato rapito e a quanto pare ci è rimasto fino ad ora."
"Probabilmente lo tiene d'occhio... forse Tony non è ancora morto. Sbrighiamoci. Bishop, l'attrezzatura, vieni con Ducky. McGee, Ziva... voi con me."
Corrono verso l'ascensore come fulmini, sanno perfettamente che le cose non saranno facili, che nonostante le speranze di ritrovare Tony vivo, il destino avverso potrebbe aver già deciso e scritto il futuro dell'agente.
 
Viaggiano veloci per le strade di Washington, arrivano a Greenway in mezz'ora grazie alla feroce guida di Gibbs.
Trovano con facilità il magazzino, illuminato dai lampioni che danno sulla strada nel buio della notte inoltrata.
Pistole alla mano, si dividono per accerchiare il killer rapitore senza farsi notare. Gibbs e Ziva dalla porta principale e McGee e Bishop sul retro dove trovano un furgone, vedono all'interno grosse macchie rinsecchite di sangue.
McGee avvisa Gibbs tramite auricolare e, al suo ordine, entrano di soppiatto nel magazzino.
Camminano per i lunghi corridoi, poi sentono proprio dietro l'ultima porta in fondo una risata agghiacciante.
Gibbs e Ziva, ascoltando, sentono i brividi lungo la schiena, il pensiero che Tony possa essere morto li assale, bloccandoli per un istante. Aprono la porta trattenendo il respiro...
"NCIS! MANI IN ALTO!"
Improvvisamente il tempo si ferma, una risata malefica e compiaciuta rimbomba terrificante nella stanza mentre un colpo parte dall'arma di Gibbs, uccidendo il criminale sul colpo.
Ziva, accanto a Gibbs, rimane impietrita di fronte alla sagoma esanime dell'uomo appeso al muro.
L'odore di pelle bruciata diventa intenso nella stanza.
Inconsciamente, Ziva si avvicina piano, come intimorita di poter fare errori ad ogni passo. 
Fissa il suo viso martoriato e sciupato, quasi irriconoscibile.
Nonostante ci sia poca luce, riescono a vederlo con chiarezza. Vedono la pelle scottata dalle numerose scosse, i tagli non troppo profondi che squarciano la pelle, le costole attaccate direttamente alla pelle, senza più muscolatura intorno, le ossa spezzate, i numerosi lividi su tutto il corpo.
 
Lacrime calde scorrono sul viso di Ziva, lo vede arreso alle circostanze, come se non avesse nulla per cui lottare.
Alza la sua mano tremante ed insicura, accarezza piano il suo viso. Lo vede ritrarsi stringendo debolmente gli occhi, come se il suo semplice contatto lo bruciasse, come se quel tocco fosse una piccola fiamma.
Gibbs osserva tutto, vede davanti a se un uomo stremato, debole, pieno di dolore nel cuore. 
Osserva immobile Ziva avvicinarsi a Tony, lei abbassa lo sguardo per non mostrare le sue debolezze ed insicurezze, appoggia lentamente la fronte sul petto di Tony, sentendolo sospirare forte, come se lo stesse torturando.
Tony apre lentamente gli occhi, mettendo a fuoco la vista sfocata dal dolore e dalla debolezza per vedere le due figure accanto a lui.
Improvvisamente Ziva si stacca da lui sentendolo sussurrare piano. 
Gli prende dolcemente il viso tra le mani guardandolo dritto negli occhi, notando i suoi occhi spenti, persi nell'ombra.
"Tony... sono qui... cosa vuoi dirmi..."
"Ti... prego..."
Respira debolmente, cercando di parlare mentre la guarda nei suoi bellissimi occhi color nocciola.
"Ti prego... finisci... il... lavoro..."
"Cosa stai dicendo, Tony?"
"Uccidimi... lasciami morire..."
A quelle parole Ziva e Gibbs rimangono scioccati.
Si è arreso alla morte.
Gibbs si avvicina a Tony, guardandolo dritto negli occhi "Tony, sei salvo! Ti abbiamo trovato! Ora tornerai a casa con noi... ti stanno aspettando tutti!"
Tony abbassa lo sguardo e sorride "Non torno... io resto qui."
Lacrime pesanti scorrono sui volti di Gibbs e Ziva a quelle parole.
Gli occhi di Tony si fanno pesanti, pian piano si chiudono e lui si lascia andare, smettendo di respirare.
Gibbs e Ziva, terrorizzati dalla macabra immagine, si accorgono solo in quell'istante di essere ancora immobili, fermati dal panico.
Velocemente tolgono le funi attorno ai polsi e alle caviglie di Tony, liberandolo e facendolo coricare piano a terra.
Gibbs chiama Ducky, arrivato all'edificio da poco, chiedendogli una barella per portare Tony al primo ospedale disponibile in zona.























Bene bene... giù le armi, per cortesia!
Lo sapevate bene che prima o poi sarebbe successo e molti di voi volevano già qualche capitolo fa che Tony venisse trovato...!
Qualcuno è stato accontentato... più o meno...
Mi avete chiesto che Ziva trovasse e salvasse Tony... e più o meno ci siamo!
Si salverà? Sopravviverà a se stesso?
Avete qualche particolare idea per i prossimi capitoli??
Qualsiasi idea SARÀ APPREZZATA!!! ;)
Aspetto i vostri commenti!! ^○^
Baci, frencia92

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10
 
 
 
 
Si sente distrutto Gibbs.
Si sente cedere mentre osserva il suo agente sott'ossigeno.
Corre accanto alla barella per i vari corridoi del pronto soccorso, vede la vita di Tony scivolargli dalle mani come l'acqua di un ruscello.
Ha perso molti agenti nella sua lunga carriera, tanti, troppi.
Mai, però, ha provato tanta angoscia e dolore per uno di loro.
Si è sempre fatto forza ed è andato avanti, nonostante i rimorsi per non essere riuscito a salvarli.
Ora il dolore dentro di lui esplode come un ordigno, le lacrime iniziano a scendere copiose, lacrime che non riesce a fermare.
Osserva il suo viso spento macchiato del suo stesso sangue sperando che sia tutto frutto della sua immaginazione, che tutto quello che è successo sia solo uno scherzo.
Si avvicina al suo viso parlandogli come se potesse sentirlo "Tony... io sono qui con te. Non ti permetterò di lasciarti morire. Starai bene, te lo prometto. Metteremo a posto le cose, insieme. Io resto qui..."
I dottori lo fermano all'ingresso della sala operatoria.
Gli rimane solo una speranza. Il suo buonsenso.
Gibbs rimane solo davanti a quella porta che lo divide dal suo agente ed amico, pensa inevitabilmente che se non dovesse sopravvivere morirebbe con lui solo per cercarlo e prenderlo a calci nel sedere fino alla fine dei tempi, fino a quando non avrà capito che non bisogna mai arrendersi davanti alle difficoltà. Bisogna lottare. Sempre.
 
Improvvisamente si ritrova con lo sguardo perso nel vuoto a pensare che, forse, dopo tutto il dolore sofferto, la morte e i calci nel sedere non sono nulla.
Forse la morte gli porterebbe un pò di sollievo.
 
Dietro di lui arriva Ducky, legge nella sua mente come fosse un libro aperto.
Gli mette una mano sulla spalla, come se con quel solo gesto riuscisse a donargli speranza "Jethro... la morte non risolve nulla, lo sai. Lui tornerà da noi, ci metto la mano sul fuoco.
È uno che lotta... fidati del tuo cuore, lui lo sa..."
Gibbs si volta a guardarlo con le lacrime agli occhi "Io... lo so, Ducky... ma la mia testa mi dice che non tornerà da me... è messo troppo male per sopravvivere, l'hai visto anche tu!"
Ducky, notando il tormento negli occhi dell'amico, lo abbraccia affettuosamente per rincuorarlo.
 
Da lontano, McGee, Abby e Ziva osservano la scena sconvolti.
"Io... non ho mai visto Gibbs tanto sconvolto... nemmeno quando è morta Kate!"
"Tim... Tony per Gibbs è come un figlio... è troppo legato a lui. Sono certa che appena Tony starà meglio anche Gibbs si rilasserà un pò... ora dobbiamo solo aspettare e sperare. Non abbiamo altra scelta."
Ziva, accanto a loro, non sente niente di quello che dicono.
Sente il battito del suo stesso cuore pulsare nelle orecchie, il suo pensiero è rivolto unicamente a quella stanza di fronte a lei.
Solo Gibbs, in quel momento, vede il dolore nello sguardo di Ziva. Solo lui se ne accorge fissandola intensamente, percependo ogni suo pensiero.
Riesce a capire benissimo come si possa sentire.
 
"Abigail, Timothy... andiamoci a prendere un buon tè mentre aspettiamo... ci vorrà del tempo qui, temo..." 
Vedendo lo sguardo intenso di Gibbs, Ducky capisce che vuole essere lasciato solo con Ziva, perciò inventa una scusa per lasciarli soli, riuscendo perfettamente nell'intento.
 
Gibbs, con calma, si avvicina a lei, con una mano le sfiora dolcemente il viso guardandola negli occhi.
"Ziver... lui starà bene, te lo prometto. Farò l'impossibile per riportarlo tra noi."
"Gibbs... io... io lo amo! Lui non può morire..."
Ziva, tra le lacrime, si lascia abbracciare dolcemente da Gibbs, continua a piangere tra le sue braccia incolpandosi in gran parte delle condizioni di Tony, sa di averlo distrutto dentro con la sua partenza e il ritorno dopo tanto tempo non ha certo migliorato la situazione.
 
 
Il tempo passa inesorabilmente, un dottore esce dalla sala operatoria catturando l'attenzione di Gibbs.
"Dottore... mi dica che è ancora vivo, la prego!"
"Io... devo darvi una notizia buona ed una cattiva. Quella buona è che siamo riusciti a salvarlo appena in tempo. Per le vostre indagini ho trascritto un rapporto dettagliato dove ci sono riportati tutti i danni, lesioni varie e bruciature trovate sul corpo del vostro agente. Per ora non potete vederlo, è sedato e devono passare almeno 24 ore..."
Spazientito, Gibbs gli si avvicina minaccioso "Dottore, non si perda in chiacchere.. la notizia cattiva?"
Il dottore distoglie lo sguardo da quello di Gibbs, abbassandolo.
"Odio dare certe notizie, ma... non ho altra scelta. L'agente DiNozzo è entrato in coma durante l'operazione. Non sappiamo quanto sia compromesso il cervello, dobbiamo aspettare che si risvegli per fargli una tac. Non voglio darvi false speranze... c'è la possibilità che non si risvegli."
Si guardano tutti sconvolti dalla notizia, Abby scoppia a piangere tra le braccia di McGee mentre Ducky, accanto a Gibbs e Ziva, mette loro una mano sulle spalle per dargli forza "Andrà tutto bene... Anthony è uno che lotta, si risveglierà e tornerà da noi!"
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Heilà!!!!! :D
Proprio così... dopo mesi di blocco totale sono tornata con questo nuovo capitolo che spero vi piaccia...
Per andare avanti con questa storia mi servono ASSOLUTAMENTE le vostre idee... altrimenti non ci sarà un 'happyending' per i nostri amici!
Cosa succederà nel prossimo capitolo? 
Ci sarà un prossimo capitolo o la storia s'interromperà qui per mancanza di recensioni?
Tutto questo sta a voi deciderlo... ^^
A presto!!!! Spero...
Baci, frencia92

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11
 
 
 
 
 
Gibbs si affaccia al vetro della stanza di Tony, lo osserva tenendo le mani in tasca, un pò intimorito dalla situazione.
Guarda con attenzione il suo corpo immobile, deperito per le violenti percosse subite e la denutrizione, le fasce mediche nascondono le importanti ferite ma, nonostante ciò, riesce a vederle come se fossero scoperte. Il ricordo del momento in cui l'ha salvato dalla morte rimane impresso nella sua memoria, rivede le ferite, le bruciature, il sangue ancora fresco sulla sua pelle.
Riesce persino a sentire quel fastidioso odore di carne bruciata dalla corrente elettrica misto a stantio.
Nel ricordare quel momento inizia a sentirsi debole, appoggia la fronte al vetro stringendo forte gli occhi per cercare di scacciare quelle orribili immagini, cerca di respirare lentamente mentre il suo viso perde colore. 
Toglie le mani dalle tasche stringendole a pugno, sbattendole senza forza sul vetro.
Sente dei passi dietro di lui.
Apre gli occhi e si volta piano.
Ziva si ferma a pochi passi da lui guardando Tony attraverso il vetro.
Rimangono in silenzio persi nei loro pensieri, Gibbs rompe poi il silenzio.
"L'hai distrutto..."
"Come?"
"Hai capito. Quando è tornato da TelAviv... è cambiato drasticamente. Ricordo con chiarezza il suo sguardo perso, ha passato quasi due settimane senza dormire. Non ci riusciva proprio."
"Raccontami..."
"Stavamo seguendo un caso d'omicidio in cui scoprimmo che era coinvolto un ex informatore di Tony, di quando era a Baltimora... erano già 11 giorni che non dormiva, era certo che quel ragazzo non centrasse nulla con l'omicidio ma... dubitava di se stesso..."
 
     
 
     Gibbs entra nel bagno degli uomini trovando Tony visibilmente provato dalla stanchezza e dal caso in corso mentre si rinfresca bagnandosi il viso. Si guardano, cercando le parole giuste per potersi entrambi spiegare...
 
     "Non dovevo fidarmi di Anton, e forse anche di altre persone..."
     "Stiamo ancora parlando del caso?"
     Tony rimane fermo, appoggiato al lavandino mentre si guarda allo specchio.
     "È davvero interessante. Nessuno dice mai il suo nome, l'hai notato?
     È come se fosse morta.
     Ogni volta che guardo la sua scrivania, ogni volta che chiudo gli occhi... mi sento come se avessi fatto un errore, se avessi preso... la decisione sbagliata.
     Solo che non sono stato io a decidere.
     Quindi si, forse mi sbaglio quando credo che Anton non c'entri niente."
     Gibbs lo guarda con estrema comprensione, sa che brutto momento sta passando.
     "Mi fiderò sempre di te."
 
 
 
"Sai, alla fine aveva ragione... quel ragazzo era stato incastrato. Per un pò di tempo Tony tornò il solito che conoscevamo ma... ogni volta che apriva il cassetto della sua scrivania e vedeva la collanina con la stella di David... vedevo con chiarezza il suo dolore. 
Lo teneva nascosto dai nostri sguardi per non farci preoccupare nascondendosi sotto ad una delle sue maschere, ma in quei piccoli e brevissimi momenti vedevo tutto ciò che nascondeva. Purtroppo, da quando mi hanno promosso Direttore, non ho più avuto molto tempo da dedicargli e... di questo me ne pento amaramente. 
Spero che un giorno, se si risveglierà, possa perdonarti per tutto quel dolore.
So bene che hai avuto le tue ragioni per non tornare ma... l'hai fatto soffrire."
Ziva abbassa lo sguardo per non mostrarsi debole "Sono tornata anche per questo... e gli starò accanto finchè non si sarà ripreso..."
"NO! Tu non farai nulla. Hai fatto abbastanza danni... se ti riavvicini a lui lo farai di nuovo soffrire. Se non sei intenzionata a restare in America fatti da parte!"
Ziva comprende la rabbia di Gibbs e sa che ha ragione.
"Allora... concluse queste indagini tornerò in Israele."
Gira le spalle a Gibbs cercando di nascondere le lacrime scese sul suo viso, corre uscendo dall'ospedale più in fretta possibile per raggiungere il Quartier Generale.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
HEILÀ!!!
So che è tanto che non pubblico... mi è tornata un pò di ispirazione solo oggi... anche se ho già una mezza idea per il prossimo capitolo, che spero sarà più lungo!
So che da quando Cote è uscita dallo staff molti di voi hanno smesso di pubblicare, recensire o addirittura leggere le storie, ma in questo modo è come se vi dimenticaste dei meravigliosi momenti TIVA che ci hanno tanto emozionato.
Vi prego, fatelo per Cote, fatelo per Tony e Ziva... non smettete mai di sognare!
Spero che recensirete questo capitolo, datemi le vostre idee per il prossimo...
In attesa delle recensioni vi saluto! ;)
A presto!!
Baci, frencia92

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12
 
 
 
 
Siede alla sua vecchia scrivania in silenzio.
Per un momento torna con la mente ai momenti passati a lavorare su quella scrivania, in particolare ai terribili momenti in cui siedeva sconvolta col pensiero a Tony, quando pensava fosse morto nell'esplosione della sua auto.
Quello stesso dolore lo prova amplificato adesso, anche se sa che non è morto, non ancora almeno.
Sapere che per cinque lunghi anni ha sofferto per la sua mancanza rende ancora più dolorosa la situazione.
Le parole di Gibbs le hanno aperto gli occhi, le ha detto cose certo terribili incolpandola dello stato attuale di Tony ma si rende conto di quanto siano vere.
 
Persa nei suoi pensieri non si accorge della presenza di McGee.
Sobbalza sentendosi richiamare alla realtà.
"Ziva... Abby mi ha chiesto di farti andare al laboratorio per... una questione vitale... non so cosa volesse dire, sono un pò confuso, non so se parlasse del Cap... ehm... di Tony o del caso... io devo fare rapporto a Gibbs sugli sviluppi. Non che ci sia un granchè da dire..."
"Grazie Tim. La raggiungo subito."
"Ehm... Ziva?"
"Cosa...?"
McGee le si avvicina mettendole una mano sulla spalla "Capisco cosa stai passando. Sappi che per qualunque cosa puoi contare su di me."
"Ti ringrazio. Davvero."
Sorride a stento per ringraziarlo, poi prende l'ascensore per raggiungere Abby.
 
Uno strano silenzio regna sovrano nel laboratorio, segno per Ziva che qualcosa non va.
"Abby? Volevi vedermi?"
La vede seduta, fissa lo schermo del computer malinconica "Si... devo dirti qualcosa..."
Rimane a fissare lo schermo, Ziva incuriosita si avvicina. Sullo schermo appare una foto di poco tempo prima scattata in un bar dove sono ritratti Tony, Gibbs, McGee ed Abby al bar a scolarsi una birra fredda dopo un'estenuante giornata di lavoro.
"Ziva... io ti devo delle scuse. Non ti ho trattata molto bene da quando sei ricomparsa tra noi.
Vedi questa foto? È stato uno dei rari momenti in cui ho visto Tony sorridere da quando te ne sei andata. Ho scattato questa foto per caso... è stato il più bel momento trascorso insieme in cinque anni."
"Perchè mi dici questo?"
"Io... devo dirti una cosa che per me è importante che tu sappia. Devo raccontarti di Tony dopo quasi due anni dalla tua partenza..."
 





 
     Tony entra in laboratorio dopo essere stato chiamato da Abby.
 
     "Ehi, ho ricevuto il tuo messaggio d'emergenza. Che succede?"
 
     Abby chiude la porta sotto lo sguardo perplesso di Tony e lo abbraccia forte.
 
     "Qualunque cosa succederà nei prossimi minuti ricordati solo l'abbraccio..."
     "Oh, cavolo... che c'è?"
     "Dobbiamo parlare."
     "Si... qualcosa che di sicuro non vorrei ascoltare."
     "Guarda... so che l'anno scorso è stato curo per te. È stato duro per tutti noi.
     Ma il punto è che... non ne abbiamo mai parlato, non una sola volta..."
     "Non dobbiamo farlo."
 
      I loro sguardi si fanno più seri, Tony sa già dove vuole arrivare Abby.
 
     "Vedi, è questo il problema. Dobbiamo.
     Ti conosco Tony, il vero te stesso nascosto sotto la falsa maschera felice che metti davanti a tutti."
     "Ma dai! Io... sono un tipo felice. Insomma, io... emano felicità! La canzone 'Happy' è..."
 
     Abby gli da uno scapellotto, facendolo ritornare in se.
 
     "Sono fesserie. Tutto questo assurdo numero teatrale di appuntamenti a caso? Nessuno se la beve, ok? Conosciamo la tua solitudine e sappiamo perché. Ziva. Dillo. 
     Ziva."
     "Avanti, riesco a dirlo... conosco il suo nome..."
 
     Abby lo guarda con rimprovero, convincendolo con lo sguardo a dire quel nome così difficile da pronunciare.
 
     "Ziva."
     "Bene, allora smettiamo di girarci intorno, ok? Manca a tutti noi. Voglio bene a Ziva ma lei ci ha lasciati. È andata via... e fa male, fa schifo ma è la realtà e devi affrontarla."
     "L'ho affrontata. Molte, molte volte. Ma ha detto di no, non voleva tornare. Questo è quanto.
     L'ho superato."
     "Ma non l'hai dimenticata e non puoi mettere la tua vita in stand by aspettando che lei appaia, perchè... probabilmente non lo farà mai."
     "Lo so. Ma questo non lo rende più facile. La verità è che mi manca la mia amica."
     "Hai degli amici anche qui, Tony. Non dimenticarlo."
     "Lo so. Grazie, Abby."**



 
 
"Lui... non smetteva mai di pensarti... ma si è dovuto arrendere al fatto che non saresti tornata da lui. Le mancavi da morire, avete passato nove anni insieme, senza mai rendervi davvero conto di quanto sentimento c'era tra di voi... sei stata la sua relazione più lunga, quando tuo padre è morto lui ti è stato vicino più di tutti noi... sai, stavamo scommettendo su di voi, anche Gibbs credeva che presto vi sareste lasciati catturare dall'amore. Abbiamo perso tutti, purtroppo. Sono un pò in conflitto... la mia testa mi dice che dovrei fare di tutto per separarvi... ma il cuore mi dice che siete anime gemelle e dovrei aiutarvi a ritrovarvi... ma lui ha sofferto così tanto che non so decidermi.
Tu sei artefice del tuo destino, quindi... se pensi che Tony debba far parte della tua vita devi lottare con tutta te stessa. Resta per lui o vattene prima che si risvegli, perchè ne sono certa... lui tornerà da noi, nonostante la sua attuale condizione dica il contrario."
Ziva sorride, negli occhi di Abby rivede la sua vecchia amica iperprotettiva.
"Abby... farò del mio meglio. Ora dobbiamo solo sperare che lui torni da noi, poi si vedrà..."
Abby le lascia un bacio sulla guancia, felice che l'abbia ascoltata e sicura che qualcosa cambierà.
Sicuramente in positivo, come piace a lei.












**dialogo tratto dalla 12x06  'Parental Guidance Suggested'

Olà!!! Ciao a tutti, come ve la passate?
Oggi, primo giorno di Primavera (non sembra proprio...) pubblico questo nuovo capitolo!
Come vi sembra? Cosa pensate succederà nel prossimo capitolo?
Ziva resterà per Tony o se la darà a gambe?
Per saperlo non vi resta che commentare ed aspettare di leggere il prossimo capitolo!!! ;D
Alla prossima!!!
Baci, frencia92
 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13
 


 
 
Passano veloci i giorni ma le cose non sembrano cambiare.
Tony, ancora in coma, non accenna a svegliarsi.
Gibbs alterna il suo tempo tra ufficio ed ospedale, cercando di essere sempre accanto al suo agente.
Abby, Bishop, Ducky e McGee si aiutano a vicenda tra scartoffie e prove da esaminare.
Ziva cerca di rendersi utile, aiuta a concludere le indagini, fornisce informazioni al Mossad e ogni tanto si ritaglia qualche momento libero per andare in ospedale a trovare Tony quando Gibbs non c'è, con la speranza di rivedere i suoi occhi di smeraldo che la guardano.
Ferma in auto ripensa alle parole di Abby... lottare per lui o fuggire?
È già fuggita da lui più volte ed ogni volta l'aveva ferito, lui d'altro canto l'aveva sempre perdonata accogliendola a braccia aperte.
Stavolta però è tutto diverso.
"Come può perdonarmi? Quale forza ha avuto tutte le altre volte per perdonarmi?"
Improvvisamente, una situazione le torna in mente come un fulmine a cielo aperto.
La risposta alle sue domande.
 
     "Perchè sei qui?"
     "Perchè non posso vivere senza di te, credo."
 
Resta immobile solo per un attimo, l'attimo in cui decide cosa deve fare.
Scende dalla macchina e corre verso l'ospedale.
Nonostante le imprecazioni di dottori ed infermieri, Ziva corre per i corridoi, arriva in Terapia Intensiva in un istante.
Raggiunge la stanza di Tony ma appena tocca la maniglia si blocca.
'Adesso? Cosa faccio? Entro? E se dovesse svegliarsi? Cosa dovrei dirgli?! Che lo amo alla follia e che ho fatto l'errore più grosso della mia esistenza scappando lontano da lui? Con che coraggio posso dirgli che lo amo, quando l'ho fatto soffrire tanto per questo nostro dannato sentimento!?'
Chiude gli occhi e smette di pensare, respira profondamente ed apre la porta.
 
Resta li, impietrita nel vederlo ancora attaccato a tutte quelle macchine.
Ancora non respira da solo nonostante ormai siano passate settimane, porta ancora vistose fasciature che coprono in parte i segni delle violenze ed in particolare non accenna a svegliarsi.
 
Chiude piano la porta dietro di se e siede accanto a Tony osservando ogni centimetro della sua pelle, prende la sua mano stringendola piano per timore di fargli male.
Se la porta al viso sentendo il suo calore, improvvisamente decide che il momento giusto per parlargli.
"Avevo paura di rivederti appena ho rimesso piede in America. Ero terrorizzata dal pensiero che... se ti avessi rivisto, se avessi rivisto il tuo dolce sorriso... sarei rimasta con te e non potevo permetterlo. 
Non volevo allontanarti da me, ma quello che è successo alle persone che più amavo mi ha portato a prendere una decisione dolorosa. Voi siete la mia famiglia, tu più di tutti. 
Tu sei l'uomo della mia vita, l'unico che abbia mai veramente amato... non volevo vedere morire anche te. Capisco il tuo dolore, capisco che tu non voglia più avere a che fare con me, ma avevo bisogno di sapere che eri al sicuro... non ti biasimo per non avermi perdonato. Gibbs ed Abby mi hanno già fatto un preciso resoconto degli ultimi cinque anni, perciò so cos'hai passato.
Mi hanno chiesto di prendere una decisione: restare per te o andarmene per sempre.
Ho deciso di restare.
Spero solo che tu, un giorno, possa perdonare i miei errori e spero che tu mi possa amare quanto io ho sempre amato te.
Tony, io... io ti amo, ti voglio. Non mi lasciare..."
La mano di Tony stringe quella di Ziva.
Lei rimane paralizzata per un momento, incredula.
 
Fuori dalla stanza, Gibbs osserva tutta la scena.
Senza nemmeno pensare entra di corsa nella stanza, avvicinandosi a Tony.
"Tony! Tony! Ti prego, so che mi senti! Apri gli occhi!"
Le lacrime segnano i volti di Gibbs e Ziva, entrambi speranzosi.

















Ciao a tutti!!
Finalmente, dopo un blocco durato fin troppo, le idee sono tornate e... ecco qua il risultato!
Spero abbiate gradito la lettura di questo capitolo...
Ho già qualche idea per il prossimo -che spero di scrivere in settimana😞- però ho terminato così il capitolo per sapere da voi cosa deve ASSOLUTAMENTE succedere nel prossimo capitolo!!
Vi prego, scrivete in tanti!!
Baci, frencia92
 
 
 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14
 
 
 
 
 
 
L'elettrocardiogramma suona incessantemente, spaventando Gibbs e Ziva.
Gibbs stringe forte la mano di Tony, con la speranza che possa sentirlo vicino.
"Tony, ti prego... ti prego, apri gli occhi... torna da me!"
Le infermiere e il dottore, sentito il trambusto, corrono nella stanza. Subito avvertono le condizioni critiche del paziente, così allontanano i due dalla stanza e velocemente provano a rianimarlo.
Gibbs, dietro a Ziva, la stringe forte alle spalle cercando di darle conforto mentre le lacrime scorrono copiose sul suo delicato viso.
"Gibbs... lui... lui... non può morire! Io lo amo..."
"Lo so, Ziver... l'ho sempre saputo. Purtroppo non posso fare nulla perchè non muoia... dobbiamo aspettare e sperare che decida di lottare per la vita."
 
Dopo vari minuti di tentativi di rianimazione il cuore di Tony si stabilizza, il dottore e le infermiere escono dalla stanza e tranquillizzano Gibbs e Ziva.
"Signori, credo che si stia risvegliando dal coma. Naturalmente non posso darvi speranze... potrebbe svegliarsi con gravi problemi dovuti alle forti scosse e al trattamento ricevuto durante la sua prigionia... psicologicamente sarà certamente distrutto. Dovrete sostenerlo senza esagerare, non mettetegli pressione o non tornerà più in se. La Dott.ssa Cranston ha già chiesto di poterlo vedere in caso di ripresa dell'attività cerebrale..."
"Grazie dottore... di tutto."
Gibbs stringe la mano al dottore, grato di aver riportato alla vita il suo agente.
Ziva rimane di pietra ad osservare oltre il vetro che la separa dal suo amore.
 
 
Passano le ore, la stanza è silenziosa, leggermente illuminata dalla flebile luce del mattino che passa dalla finestra socchiusa.
Un sospiro si libera nell'aria, gli occhi di Tony si aprono piano accecati da quel filo di luce.
Rimane fermo a fissare il soffitto, in attesa di qualcosa che nemmeno lui si sa spiegare.
Sente una porta aprirsi e una voce famigliare che lo chiama "Tony! Santo cielo, sei sveglio!"
Sente delle voci in sottofondo ma non le ascolta, troppo impegnato a fissare il vuoto davanti a se.
"Dottore... ha aperto gli occhi! Ho provato a chiamarlo ma non sembra sentirmi!"
"Direttore Gibbs... credo sia leggermente intontito. Vede, era in coma, è plausibile che nemmeno sappia dove si trova, deve abituarsi un attimo... in più non siamo nemmeno certi del suo stato mentale. Non sempre il risveglio del paziente vittima di torture è positivo."
"Cosa posso fare per il mio agente, Dottore?"
L'uomo sospira osservando il paziente immobile "Beh... può solamente rimanergli accanto, non potrà certo fargli male avere vicino una figura amica. Lo vedrò più tardi per assicurarmi delle sue condizioni e farò gli esami opportuni. Se dovesse cambiare il suo stato mi chiami immediatamente."
"Certo. La ringrazio infinitamente."
 
Terminata la conversazione col medico, Gibbs decide di dedicarsi al suo agente.
Si siede accanto a lui e gli prende la mano "Anthony... puoi sentirmi?"
Tony non muove un muscolo. Non perde la speranza e decide di continuare a parlargli "Sono certo... che tu possa sentirmi. Io... capisco che tu abbia sofferto molto in questi anni... quando hai chiesto a Ziva di finirti... mi hai... sconvolto. Devo trasgredire ad una delle mie regole. Ti chiedo scusa. Scusa se non ti ho aiutato dopo la partenza di Ziva, credevo che ti sarebbe passato tutto quel dolore, credevo che saresti passato oltre ma non ho pensato che l'amassi a tal punto da aspettarla per tutto questo tempo. Io con gli anni ho imparato a nascondere i miei sentimenti con tutti e... a quanto pare hai preso da me... per un periodo ho pensato che fosse tutto ok!"
Una lacrima scende dal viso di Gibbs, in quell'istante Tony volta al suo sguardo su di lui, fissando intensamente quella goccia che non sembra volersi fermare.
"Scusa... Capo..."
Gibbs, enormemente stupito, fissa lo sguardo di Tony e le lacrime scendono ancora più copiose.
"Cos... perchè ti stai scusando? Non hai fatto nulla di male..."
Tony sospira profondamente "Non sono degno... io... ti ho deluso..."
Gibbs si avvicina al suo viso, con una mano gli accarezza i capelli "Anthony, tu non mi deluderai mai! Dopo la morte di Shannon e Kelly... tu mi hai salvato dalla morte. Io ti voglio bene, quindi tocca a me salvarti. Devi lottare... per diventare più forte di prima. Io ti starò accanto, non ti lascerò mai più solo... mai più. Promesso."
Tony sorride. A quella visione incredibile Gibbs si emoziona, non credeva che l'avrebbe mai più visto sorridere serenamente come in quel momento.
Per la stanchezza Tony chiude gli occhi e si addormenta, sicuro di avere qualcuno dalla sua parte.
















Ciao a tutti!!! 
Oh... ma quanto tempo è passato?!
Spero che il nuovo e probabilmente inaspettato capitolo vi sia piaciuto... lasciatemi i vostri commenti!
Ziva ancora non sa di Tony... quindi... cosa succederà nel prossimo capitolo? Tony accetterà il suo destino incontrando di nuovo il suo amore? Ci saranno eventi inaspettati?
A voi la scelta, le vostre idee mi saranno MOOOOOLTO utili per il prossimo capitolo... 😁
Buone vacanze a tutti... per chi le sta facendo!!
COMMENTATE, PLEASE!!!
Baci, frencia92
 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15
 
 
 
 
 
 
 
Gibbs, eccitato dall'idea che il suo agente si sia risvegliato, rimane sveglio tutta la notte accanto a lui.
Solo nelle prime ore del mattino, ormai stremato, si lascia andare ad un sonno profondo.
 
Nel silenzio più totale Tony inizia a svegliarsi quando sente la porta aprirsi piano.
sente dei piccoli e leggeri passi che si avvicinano al suo letto ed una piccola mano fredda di bambino che si appoggia sulla sua.
Perplesso, apre gli occhi.
Davanti a lui compare un bambino, veste lo stesso camice da ospedale di Tony.
I suoi occhioni azzurro cielo lo scrutano poi, con voce flebile, si decide a parlare.
 
"Io mi chiamo Evan ed ho sei anni... e tu... devi essere Tony... dico bene?"
Tony, leggermente intontito dallo strano risveglio, fa un cenno con la testa.
"Io so chi sei... il mio papà mi ha parlato tanto di te... mi ha detto che hai ucciso mio zio. Lui diceva che tu eri cattivo... ma io so che non lo sei. Tu sei una brava persona."
Con un filo di voce, Tony cerca di parlare "Evan... tu sai chi sono io... ma io non so chi sei tu! Come fai a sapere come mi chiamo?"
Il bambino sorride dolcemente "Il mio papà... è quello che ti ha fatto del male. Mi ha raccontato tutto quello che è successo quando era piccolo... che mio zio... beh, lo sai."
Tony, incredulo, ascolta con grande attenzione le parole del piccolo.
"Dimmi Evan... perchè sei qui?"
"Qui in ospedale? Io sono malato di Cancro... il mio papà mi ha portato qui per curarmi..."
"E la tua mamma?"
"Non so dove sia... il mio papà mi ha portato via da lei che ero molto piccolo. Sai, lui mi voleva tanto bene ma... quando ha scoperto che ero malato e siamo venuti qui... lui ti ha visto in giro ed è diventato cattivo. Lui mi diceva che il cattivo eri tu e che ti doveva uccidere... ma io lo sapevo che non era vero. 
Credo che il suo cervello fosse malato come me..."
"Sei un bambino meraviglioso, Evan... e probabilmente hai ragione... il suo cervello non funzionava più tanto bene... e forse neanche quello di tuo zio."
Tony sorride, stringendo forte la mano del piccolo "Sai, sei molto intelligente e sveglio per la tua età... sei coraggioso. Dimmi, come posso aiutarti?"
"Sbagliato. Non sono qui perchè tu mi aiuti... io sono qui per aiutare te! Conosco la tua storia... papà mi raccontava sempre tutto... mentre ti faceva quelle brutte cose ogni tanto mi veniva a trovare e mi diceva tutto. Io voglio essere il tuo eroe... anche se sono piccolo!"
Tony ride piano a quelle parole, decidendo di fidarsi di quel marmocchio coraggioso.
"Sono nelle tue mani, piccoletto!"
 
 
Il ticchettio del suo orologio da polso risveglia Gibbs dal lungo sonno, senza ancora aprire gli occhi si stiracchia e sbadiglia.
Appena apre gli occhi rimane paralizzato.
Il cuore batte fortissimo ed il respiro diventa sempre più affannoso.
Tony non è più nel suo letto.
Esce di corsa dalla stanza guardandosi intorno disperato.
 
Dall'ascensore del corridoio che porta alla stanza, escono abby, McGee, Ducky e Ziva, felici per il risveglio di Tony.
"Jethro... cosa stai cercanďo così disperatamente?"
"Avete visto Tony?!"
Allarmati da quelle parole, corrono nella stanza, trovandola vuota.
"Gibbs... dov'è Tony??"
"È quello che sto cercando di capire... sono rimasto sveglio fino a tre ore fa e lui era li... dormiva... ma adesso non c'è!" 
"Chiediamo in giro... devono averlo visto! In quelle condizioni non può andare da nessuna parte da solo!"
"Lo so McGee... dividiamoci... dobbiamo trovarlo!"












Ed eccomi di nuovo qui a scrivere un nuovissimo capitolo di questa storia che mi pare vada per le lunghe...!
Soddisfatti?
So che non è lunghissimo... ma volevo lasciare un pò di suspance... 😉
Dedico questo capitolo ad un amico che oggi avrebbe compiuto 23 anni ma che per un brutto incidente stradale ha perso la vita a soli 16 anni.
Spero che commenterete in molti!
Baci, frencia92

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16
 
 
 
 
 
 
Poche ore prima...
 
"Hei, piccolo... dove mi stai portando?"
"Sssh... Svegli il tuo capo! Andremo a casa mia, possiamo prendere l'autobus visto che tu non puoi guidare. Siedi sulla sedia a rotelle, ti spingerò io..."
"Ahahah... Credi di riuscire a spingermi?"
"Certo, pesi come una piuma!"
Tony rimane perplesso per un momento, poi si convince "Ok. Allora andiamo!"
"Bene, ma ad una condizione..."
"Spara."
"Non mi chiamare piccolo, piccoletto, ragazzino o simili. Sono Evan, chiamami così!"
Tony sorride sorpreso a quelle parole. Con l'aiuto di Evan si siede sulla sedia e si fa spingere fino all'uscita dell'ospedale.
 
Il tempo passa veloce, Tony quasi non se ne accorge, appisolato attorno al finestrino dell’autobus.
“Hey, Tony… siamo arrivati ormai. Mancano solo pochi minuti!”
“Cos… dove siamo?”
“Siamo poco lontani da Washington. È una valle un po' sperduta dove per anni ho vissuto col mio papà. Ti piacerà, vedrai… potrai riposare e riprenderti in fretta, c’è una signora che spesso ci veniva a trovare per mettere in ordine e per aiutare me. Sarà davvero fantastico!”
 
 
“Cavolo, non si trova da nessuna parte. Nessuno ha visto Tony uscire dall’ospedale… non so più cosa fare…”
“Non ti preoccupare, Jethro… lui sta bene e presto lo troveremo. Abigail ha appena ricevuto dal Direttore dell’ospedale i video della sorveglianza di tutti i corridoi e dell’esterno. Sono certo, amico mio, che troverà Anthony in un batter d’occhio…”
Ducky appoggia la mano sulla spalla di Gibbs, preoccupato a morte per quello che ritiene da sempre un figlio più che un collega ed un amico.
 
Poco lontano dai due, Ziva ascolta silenziosa.
Il suo cuore le dice che deve trovarlo per prima. Non la ritiene una gara contro gli altri ma contro il tempo.
Potrebbe non averne più abbastanza per cercare il perdono dell’uomo che ama e per dirgli per l’ultima volta addio in caso di un nuovo rifiuto.
Sgattaiola via dall’ospedale più motivata che mai, prende la sua auto e sfreccia più veloce che mai verso il Quartier Generale alla ricerca di indizi che la possano portare da Tony.
 




 
 
Ciao a tutti!!
So che qualcuno di voi aspettava un nuovo capitolo… ed eccolo qua!!
Lo so, è corto e un tantino palloso ma non vi preoccupate, è solo un capitolo di passaggio che introduce la prossima mossa. Quella di Ziva, naturalmente!!😉
Dunque, cosa pensate possa capitare nel prossimo capitolo?
Ziva troverà Tony?
Seguitemi e lo scoprirete… spero presto!!
Ringrazio tutti i miei appassionati lettori e ringrazio di cuore chi recensisce!
Baci, frencia92
 
 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17



Esce di fretta dall’ascensore, tuffandosi nel laboratorio di Abby.

“Abby…”
“Ciao Ziva… sei di fretta?”
“Tu cosa ne dici?! Devo trovare Tony, subito!”
“Beh… io ti aiuterò. Devi parlare con lui… fino a quando te lo permetterà. Rivoglio il mio Tony, il mio cucciolone morbidoso che era prima della tua partenza… e voglio che abbiate finalmente la possibilità di amarvi come si deve!”
Ziva sorride alle parole dell’amica, speranzosa.

‘din din din!!’
Il computer di Abby si attiva all’improvviso, mostrando immagini di una telecamera di un autobus.
Abby e Ziva riconoscono subito il volto comparso in quei fotogrammi.
“È Tony…”
“Già... e non è solo. È con un bambino… controlla le fermate. Dimmi dove sono scesi.”
“Certamente… solo un momento…” 
Abby digita velocemente sulla tastiera “Ok. Le immagini risalgono a questa mattina, intorno alle 9.00.
La fermata in cui sono scesi… è appena fuori Washington, su una collinetta di una centinaia di abitanti in tutto. Se vai la con una foto di Tony sono sicura che qualcuno lo riconoscerà, lo ritroverai in poco tempo.”
Ziva l’abbraccia forte, facendola sorridere “Mille grazie, Abby… ti prego, prendi tempo con Gibbs… ho bisogno di restare un po' con Tony…”
“Farò il possibile. Ora vai, corri!!”
Ziva esce velocemente dall’edificio e corre su quella collinetta alla ricerca di Tony.


Intanto Gibbs appare in laboratorio da Abby.
“Hey, Abs…”
“No, Gibbs… non è ancora il momento…”
“Oh, calma!! Non ho ancora detto niente!! Perché sei così agitata?”
Abby capisce che, nel tentativo di ingannare Gibbs per prendere tempo alla fine si è tradita da sola.
“Ehm… io… non posso dirtelo.”
“Cosa?!”
“Ho fatto una promessa… di cui non posso parlarti…”
“A chi hai fatto una promessa?”
“Non posso dirtelo...”
“Hai dei risultati per me?”
“Non posso dirtelo…”
Gibbs capisce tutto, sorride mentre le lascia un bacio sulla fronte nel vano tentativo di calmarla.
“Hai scoperto dov’è Tony, l’hai detto a Ziva e lei ti ha chiesto di prendere tempo con me… sbaglio?”
Abby rimane a bocca aperta, sbalordita dall’intuizione corretta di Gibbs.
“… io non ti ho detto niente… lei ha bisogno di parlare con Tony. Ti prego, lasciale un po' di tempo!!”
“Certo, Abs… bastava chiederlo! E ora… dimmi dov’è Tony…”


Mentre Abby spiega a Gibbs come e dove hanno trovato Tony, Ziva arriva sulla collinetta dove Tony e il bambino a lei ancora sconosciuto sono andati.










Buondì a tutti, miei cari lettori!!
Oggi ho avuto un breve momento per scrivere qualcosa ma, ormai a corto di idee, non sono piú sicura di riuscire a finire questa storia.
HO BISOGNO DI A I U T O!!!
Ho bisogno di voi, delle vostre idee... quindi...
Date il via all'immaginazione e RECENSITEEEE!!! 🙌
A presto... spero...!!😜
Baci, frencia92

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18





“Evan… dove siamo?”
“Questa è la casa in cui sono venuto ad abitare con papà!”

Tony, ancora un pò confuso, si guarda attorno meravigliato.

“Si sta stretti qui dentro… ma è davvero un bel posticino!”
“Non potevamo permetterci altro… papà ha lasciato il lavoro che faceva per portarmi qui, non avevamo molti soldi.”
“Evan… dimmi di più! Mi dicevi che tuo padre ti ha portato via quando eri piccolo…”
Evan abbassa lo sguardo triste “Si… lei era bellissima. Papà mi ha lasciato tenere una sua foto per ricordarmi di lei. Lui le voleva molto bene ma lei non sapeva che papà era una persona malvagia. Quando lei ha scoperto cos’aveva fatto hanno litigato e lui mi ha portato via. Mi manca la mia mamma.”

Tony lo osserva sofferente, accarezza dolcemente il suo viso dandogli un minimo di conforto.

“Mi dispiace. Forse parte della colpa è anche mia. Non sono riuscito a fargli mettere a posto la testa… dopo la morte di tuo zio… lui era rimasro sconvolto. Mi dava colpe che io non avevo.
Non avrei potuto fare diversamente… aveva fatto del male a tanta gente. Ho visto cose che non sono mai più riuscito a dimenticare completamente anche se ci ho provato con tutte le mie forze. Mi ha fatto del male… forse peggio di quello che ho passato con tuo padre. Togliendo la vita a tuo zio speravo di salvare quella di tuo padre e quella delle possibili vittime successive… ho trascurato per 18 anni la vita di tuo padre, non ho fatto abbastanza…”
“No… tu sei stato bravo, Tony!! Hai fatto quello che dovevi fare! Lui non doveva ripetere gli errori di mio zio… non avvilirti per ciò che è successo, è tutto ok! Ora devi solo cercare di rimetterti in forze!”
Tony sorride felice di quelle parole “Sei davvero speciale, Evan… non ho mai conosciuto un bambino saggio come te! Visto che tu stai facendo di tutto per aiutarmi ti prometto che anch’io proverò ad aiutare te! In fondo sono un poliziotto, aiutare gli altri è una routine per me!!”
“Cosa vuoi fare? Come vuoi aiutarmi?”
“Appena starò meglio troverò la tua mamma…ora sei rimasto solo e sei malato perciò, visto quello che hai fatto per me, cercherò di fare l’impossibile per te!”
“Grazie, Tony!!”
Evan, con grande sorpresa da parte di Tony, lo abbraccia di colpo.
Sente le lacrime del bambino bagnargli la camicia.

“Non ringraziarmi… e non piangere, ti prego!”
Scompiglia piano i pochi e fragili capelli del bambino facendolo ridere di gusto.



I due pranzano con le poche provviste rimaste nella dispensa, Evan vedendo Tony assonnato, lo accompagna alla camera da letto dove dormiva col padre.
“Puoi dormire qui! Sarai stremato visto che sei appena uscito dal coma…”
“Si… sono davvero stanco. Cosa ne dici di farmi compagnia? Il letto è grande, puoi dormire con me…”
Evan riflette per pochi secondi sulla proposta, poi con un cenno del capo accetta.

“Ti aiuto a stenderti. Tra qualche ora dovrebbe arrivare la signora che pulisce la casa. Le chiederò di cambiarti le medicazioni… sono tutte sporche di sangue…”

Tony osserva le bende sulle braccia e le gambe, un brivido gli risale la spina dorsale facendolo tremare per aver ricordato come si sono create quelle ferite.

Evan legge nei suoi occhi il terrore, capisce subito di avergli fatto tornare in mente la brutta esperienza vissuta da poco, così decide di lanciarsi in un abbraccio.
Tony ricambia l’abbraccio, come per ringraziarlo di averlo distolto da quegli oscuri pensieri.
Pian piano si addormentano sul letto, ancora abbracciati.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19





“Evan… sveglia!!”
“Ma è già mattina?”
“Si… è ora di alzarsi. Dobbiamo fare due chiacchiere.”
Evan apre finalmente gli occhi, se li stropiccia e sbadiglia.

“Tony? Posso aiutarti a sederti sulla sedia a rotelle?”
“Certamente! Ci laviamo la faccia e facciamo colazione, ok?”
Evan, alla parola ‘colazione’ sembra svegliarsi completamente, saltella accanto a Tony entusiasta della proposta.
“Evviva!! Facciamo colazione finalmenteeee!!!”
Tony ride sonoramente osservando l’improvvisa energia del bambino.


“Tieni… una bella tazza di latte al cioccolato.”
“Grazie Tony! È la cosa che preferisco più di tutto!! Adoro la cioccolata!!”
Tony allunga la tazza fumante al bambino che velocemente si siede al tavolo della cucina pronto per gustarsi la bevanda.
“Sai, anch’io da bambino facevo colazione con latte e cioccolato… la mia mamma la preparava solo per me ed era buonissima!”
“E adesso non bevi più la cioccolata?”
Tony ridacchia mentre beve il suo caffè “Ormai sono cresciuto, non bevo più la cioccolata…”
“La tua mamma non te la prepara più?”
Tony improvvisamente cambia espressione, il suo viso si fa cupo e triste.
“Vedi, Evan… io non ho più la mamma…”
“Come mai? Il tuo papà ti ha portato via da lei come ha fatto il mio?”
“No. La mia mamma è in cielo. Era molto malata, l’ho persa quando avevo otto anni.”
“Ti manca molto, vero?”
Tony sorride malinconico “Si. Mi manca tanto. Comunque, a proposito di mamme…”
Appoggiano sul tavolo le loro tazze vuote ed Evan si siede davanti a Tony per parlare.
“Ieri ti ho promesso che avrei fatto di tutto per riportarti da tua madre, ricordi?”
“Certo!”
“Ascolta. Mi servono informazioni sulla tua mamma, così la posso rintracciare. Mi hai detto che hai una sua foto, vero?”
Evan pensa attentamente a quelle parole, si alza di scatto dalla sua sedia e corre nella sua stanza.
Pochi istanti dopo torna da Tony di corsa con una foto tra le mani.

“È un pò vecchia questa foto però…”
“ Non ti preoccupare… conosco un modo per invecchiare le persone delle fotografie al computer… me l’ha insegnato un’amica… hai un computer in casa?”
“Certo!! Papà teneva un computer sotto il suo letto! Te lo posso dare… però…”
“Però cosa?”
Evan si rattrista, parla bisbigliando fissando il pavimento.
“Sul computer di papà ci sono delle foto tue… sai… faceva ricerche per poterti fare del male…”
“Evan, non preoccuparti per me. È passato ormai e il tuo papà non c’è più oer farci del male, tranquillo!”






La porta d’ingresso si apre di scatto, i passi rimbombano lenti sul pavimento.

Tony ed Evan si guardano spaventati, restano zitti e immobili senza emettere il minimo suono.
Una voce famigliare rompe il silenzio.

“Tony? Sei qui?”

Tony resta a bocca aperta. 
‘Come diavolo avrà fatto a trovarmi qui?’ pensa stupito mentre osserva la figura davanti a se sospirare sollevata.
“Uff… sei qui! E stai bene! Mi hai fatto morire…”
“Cosa ci fai qui?”

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