The Wedding

di Little Firestar84
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Wedding ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***



Capitolo 1
*** The Wedding ***


Piccola traduzione della seconda parte The wedding ,che ho scritto in Inglese su fanfiction.net; non scrivo nè traduco nulla in Italiano da tempo, ma era una piccola checca che mi faceva piacere condividere, anche perchè i capitoli dal 2 al 4 di quella storia sono raccontati in prima persona da Jane, ed è stato davvero divertente usarlo (e abusarlo) :) la storia  ha senso anche solo con questa parte, perciò, per ora, questo ho intenzione di tradurre... poi, chissà.



Oggi, guardo Teresa Lisbon sposarsi.

E’ uno strano sentimento, intellettualmente parlando: conosco Lisbon da oltre dieci anni, e in tutto il tempo passato assieme, non mi sono mai fermato a pensarla che prende questo passo.  So che l’ho data per scontata; per questo oggi sono qui, vestito con un completo nuovo fiammante, e la guardo sposare Pike: le ho arrecato troppo danno in passato, per questo non posso rovinare anche questo, non importa quello che dice la gente.

La gente, ovvero non i miei vecchi colleghi, come si potrebbe assumere (ho scoperto diverso tempo addietro che Wayne e Grace avevano fatto una scommessa riguardanti la tempistica di una nostra notte di bollente passione), Ma Tommy Lisbon- anche se più di incoraggiarmi, il giovanotto mi guarda neanche potesse trafiggermi con dei coltelli spuntati dagli occhi – e Kim Fisher. Kim è la cosa più simile ad un amico in questa strana ora del bisogno: sapeva che non avrei detto nulla e che avrei indossato una delle mie maschere per mandare Teresa via con un sorriso, e me lo ha sbattuto in faccia. Oggi siede al mio fianco, a volte prende la mia mano nella sua, a volte mi massaggia amorevolmente il ginocchio.

Badate bene: Kim avrà sempre un posto speciale nel mio cuore, come la prima persona con cui ho potuto parlare in due anni nella mia lingua, ma per quanto sia grato di non doverle parlare per aprirmi, beh, questo livello di “intimità” è ancora un po’ straniero con lei. Non mi sento a mio agio- non lo sono mai stato quando si tratta di contatto fisico, se non forse con l’eccezione di Teresa –ma glielo permetto. Non solo perché so che lei lo fa in buon a fede, ma perché , una volta partita Teresa, sarà solo con Kim che lavorerò, e preferisco avere Kim come amica che come nemica, data la mia passato esperienza con la donna.

Non dice nulla, non ce ne bisogno, non quando posso leggerla come un libro aperto, ora. Lei, come molti altri, vorrebbe che interrompessi le nozze; Tommy non lo dice ad alta voce, ma Pike non gli piace. Non perché non sia un brav’uomo, ma perché, a quanto apre, è troppo buono. Il più giovane membro del clan Lisbon ha deciso che la sorella necessita di un ribelle nella sua vita, e ad Annie non sembrerebbe dispiacere se dovessi essere io a interpretare il ruolo. Ma sono stato fin troppo egoista con Lisbon in passato, e lei è stata chiara quando mi ha detto che devo smetterla di prendere decisioni per lei.

Perciò, eccomi qui oggi. Che permetto alla donna che amo da anni, Teresa Lisbon, di sposare un altro uomo, nonostante questo non sia il matrimonio dei suoi sogni; Lisbon può essere una belva tra le lenzuola (no, non lo so per esperienza personale, ma lei è disordinata. E le donne disordinate sono le migliori delle amanti) me è una Cattolica cresciuta in scuole di preti e suore, e c’è quella particina di lei che lei non ammetterebbe mai di avere, nemmeno sotto tortura, che ha sempre desiderato sposarsi in chiesa. Con fiori, damigelle e paggetti. Invece si sposa in tribunale (Marcus è divorziato, ma non gliene faccio una colpa, so che lavoro e matrimonio spesso possono non andare d’accordo; Angela ed io abbiamo avuto i nostri problemi anche noi, giungendo quasi alla separazione in due occasioni), e l’unica cosa che ha di tradizionale è il suo pomposo abito bianco.

Il giudice inizia  a parlare, e osservo Teresa e Marcus che si guadano l’un l’altra; Teresa sorride, ma il nervosismo è palpabile. Povera donna, la capisco, dopo tutto, questo è l’ultimo giorno della vita come l’ha conosciuta fino ad oggi. Oggi si sposa con Marcus, e domani… domani avrò un figliastro, un marito e sarà sulla strada per DC, lasciando noi alle spalle. Sotto sotto questo è quello che ha sempre voluto, avere la carriera e la famiglia, ed è quello che merita. È per questo che ho chiesto che le venisse “offerto” un lavoro al mio ritorno: io l’ho fatta precipitare, e dovevo farmi perdonare; il resto lo ha fatto lei da sola, prendendo promozione dopo promozione in un baleno, a facendo cadere ai suoi piedi un uomo come Marcus Pike.

Starò male quando se ne sarà andata? Certo, e non potrò nemmeno più scriverle, dato che non sarebbe giusto per nessuno di noi due interferire nella vita di una donna sposata, ma come ho detto, se lo merita – mi chiedo se Tommy abbia ragione e io sia un auto-lesionista emotivo- perciò, anche se la amo e sento, nel retro della mia mente, le parole “parli ora o taccia per sempre”, non dico una parola. Kim mi prende al mano, e se non fossi me,  starei piangendo come un bambino ora, e sono quasi certo che sia finita e che siamo entrambi finalmente liberi – sapete cosa voglio dire – quando sento Marcus pronunciare i suoi voti.

Sono i voti tradizionali. Il tizio non ha nemmeno pensato di scriversi i voti da solo, come se Teresa non inspirasse perfezione e amore e poesia negli uomini che sono stati così fortunati da avere il suo amore. Sentite, non dico che avrebbe dovuto scrivere un poema, un copione cinematografico o chissà che, ma è davvero così difficile connettere mente, cuore e mano e mettere giù due frasi? Se fossi io quello che sposa Teresa, lo avrei fatto. In realtà, credo che io il poema o il copione glielo avrei scritto, perché non ci sono abbastanza parole per descriverla- è bellissima dentro e fuori, la mia Teresa.

Mi chiedo se posso davvero permettere che accada. Posso permettere che Teresa sposi un uomo del genere? Non lo credo: non la meriterò – abbiamo già fatto il discorso “Io, Patrick Jane, ho fatto molti torti a Teresa Lisbon” – ma ciò non significa che lei possa accasarsi con uomo  che non è abbastanza perfetto per lei.

 Perciò mi alzo, fregandomene degli occhi puntati su di me, e guardo il giudice. Il tizio di mezza età mi nota subito, e quando vedo che Lisbon mi fissa, preoccupata, mi ricordo cosa mi ha detto: Smettila di prendere decisioni per me, e senza nemmeno chiedere scusa mi siedo di nuovo, sentendo i sospiri di sollievo degli invitati dello sposo.

Interessante: non credono possa davvero sposarlo. Smetto di pensare a cosa significhi, e con infinita seccatura di Kim mi alzo di nuovo in piedi, ma quando vedo che tutti sono seccati con me – anche Lisbon sembra avere tendenze omicide al momento – chiedo scusa per l’interruzione e mi siedo di nuovo. Il giudice riinizia, e Marcus dice di nuovo i suoi voti, quando mi rendo conto di una cosa.

Teresa mi ha detto che vuole decidere da sola, ma è davvero una scelta se ha solo un’opzione? Ora sta sposando Marcus, un uomo che tutti vedono come un santo in terra, ma che non sa scriversi i voti e che ha accettato una promozione dall’altro capo del Paese senza nemmeno pensarci un attimo, nonostante ad Austin avesse un figlio – credetemi, so cosa significhi non avere il proprio figlio nella propria vita, e io non farei mai una scelta del genere- e lei non crede che io la ami.

Se davvero voglio che Teresa prenda una decisione, devo essere uomo per una volta e dirle tutto.  

“TI AMO!” urlo mentre mi alzo per la terza volta; ma per evitare la tentazione, stavolta lascio il mio posto e muovo i pochi passi che mi dividono dalla donna a cui ho appena confessato i miei veri sentimenti. Non è facile, né mai ho pensato che potesse esserlo, e non credo di essere mai stato così apertamente nervoso- essere controllato non significa essere calmo, significa solo che sono bravo a fingere –ma sono determinato ad andare fino in fondo. Poi, quello che sarà, sarà.

“Ti amo, Teresa” le dico di nuovo. Sono più calmo e controllato ora, e qualcuno mi chiamerebbe arrogante, ma non lo sono, perché sotto tutto questo c’è la pura che lei mi rifiuterà comunque. Spero solo che Teresa mi conosca bene quanto dice, perché quello che voglio dirle me lo può leggere negli occhi, e c’è così tanto che le voglio dire… troppo. Il fatto che lei è tutto per me, il motivo il mattino mi sveglio,  che lei è il faro che mi ha salvato, dalla mia tenebra interiore e da morte prematura.

“Ti ho sempre amata, ma…” dico, e all’improvviso rido e piango e sorrido insieme, mi guarda, guarda me, come se mi stesse guardando con occhi nuovi, come se non mi avesse mai visto.  “ma c’era sempre qualcosa tra di noi.” Non devo aggiungere altro: c’era anche lei, dopo tutto. John il Rosso, l’omicidio della mia famiglia, Lorelai, la mia fuga all’estero. Non c’è bisogno che le ricordi nulla, perché in una forma o l’altra, lei è sempre stata al mio fianco.

“So che Marcus è un brav’uomo, e io dovrei volerti felice con qualcuno come lui, ma in amore sono sempre stato egoista.”  Chiudo gli occhi e inspiro prima di andare avanti, perché è più difficile di quello che credevo, ma ho iniziato e non riesco a smettere di parlare. “ed il fatto è che, ho sempre amato tutto di te. Anche le cose che non avrei dovuto, perché siamo sempre stati così diversi. E credo che per te valga lo stesso.”

È vero, penso, mentre annullo la distanza tra noi e prendo le sue mani nelle mie, massaggiandole le nocche- sa cosa significhi il contatto fisico per me, dopotutto.

Razionalmente parlando, non c’è ragione di credere che una relazione tra noi possa funzionare; siamo così diversi, dal modo in cui siamo stati cresciuti alle nostre credenze al modo in cui ci rapportiamo alla vita, eppure, eppure non ho mai lavorato altrettanto bene con nessun altro, e c’è una parte di me che è convinta che se decidessimo di fare il grande passo e affrontare anche la vita di coppia, saremmo grandi insieme.

“Teresa, ti amo e voglio stare con te, se tu mi vuoi.”  Dico, e a questo punto lei guarda ad intermittenza me e Marcus. So che vuole picchiarmi, ma si sta trattenendo perché teme che se lo facesse Teresa si arrabbierebbe così tanto da annullare tutto. Poi, Pike la afferra per un gomito, e resisto a malapena a fare un sorriso di trionfo: Teresa non apprezza un simile gesto di possesso, e proprio come pensavo (in realtà, speravo, ma il mio ego è stato ferito fin troppo nelle ultime settimane) lei si libera dalla sua presa.

Ora, non posso vedere gli occhi di Teresa dato che si è voltata dandomi le spalle, ma l’espressione di Marcus, quella la vedo molto bene, e non è per nulla felice. Si limita a scuotere la testa mentre Teresa si toglie l’anello e lo accarezza sul viso mentre glielo restituisce, dicendogli ancora e ancora quanto sia dispiaciuta. E questa è un’altra ragione per cui la amo: per la sua compassione. Credo che sotto sotto sappia che con Marcus non avrebbe mai funzionato, eppure le spiace, per quello che sta facendo e per lui.

Finalmente lei si volta, e credo di sfoggiare il più grande sorriso Austin abbia mai visto, se il suo, di sorriso, significa qualcosa, e quando mi offre la sua mano e io la prendo e corriamo fuori, mi sento il più fortunato bastardo del pianeta. Raggiungiamo la Citroen – la piccola è tornata anche lei dall’esilio, anche se lei era solo in California e non in America Latina – e non abbiamo nemmeno chiuse le portiere che lei mi salta addosso. Dio, il modo in cui mi bacia… non credo di essere mai stato baciato così, e dal modo in cui la mia Teresa (sì, posso davvero chiamarla così ora) trema nelle mie braccia, credo valga lo stesso per lei. Perché il nostro rapporto non riguarda solo amore e desiderio, ma fame, bisogno, e tempo perso che non potremo più avere indietro.

Ci separiamo, e sorrido come lo Stregatto mentre cerco di accendere la macchina- ammetto che mi tremano le mani – ma vedo che l’espressione di Teresa non è come la mia; invece di essere tutta felicità a desiderio come me, lei sta… credo l’unico modo di descrivere la cosa sia dire che sta avendo un attacco di panico.

“Oh Dio, no, no, no, no…” dice ancora  ancora, passando le mani tra i boccoli scuri. Visto, che avevo detto? Sta avendo un attacco di panico. Non che non mi aspettassi una simile reazione. Una volta passata l’adrenalina, era destino che capitasse. La biasimo? No. Ne sono felice? Neanche per idea. Perché nella mia testa, una Teresa in crisi di panico è una Teresa che potrebbe tornare in quella sala di tribunale a sposare Marcus Pike, ecco perché.  Ma allo stesso tempo, sono sollevato, credo. Dopotutto, ora Teresa può prendere una decisione da sola, conoscendo tutte le variabili.

“Teresa, vuoi… vuoi non farlo?” le chiedo, e  so che avrei dovuto dirle, “Teresa, fa ciò che vuoi, sarò felice finché tu lo sarai”, ma non posso. Meglio passare per miserabile e spaventato e manipolarla un po’. Cercate di capirmi: non lo faccio apposta, è la mia natura, tutto qui.

Poi, senza dire una parola, mi afferra per il colletto della giacca, e mi bacia- e miseria, c’è davvero parecchia tensione sessuale e lussuria in quel bacio – e quando ci separiamo, mi ordina di mettere in moto, nella sua voce autoritaria. Non me lo faccio ripetere: da ora in poi sarò il suo umile servitore; non il suo cagnolino, come Marcus, ma, beh… diciamo che spero che seguirla  mi faccia ricevere favori interessanti dalla mia capa.. sì, sono un maiale pervertito, lo so, ma che cavolo! Ho quasi cinquant’anni, innamorato da molto tempo di una donna bellissima  e non faccio sesso da quattro, cinque anni quasi? E non parliamo del fare l’amore: è passato più di un decennio dall’ultima volta che mi sono unito con una donna corpo e anima.

Anima… sapete cosa voglio dire, giusto? Giusto.

Abbiamo lasciato il centro, e abbiamo fatto un paio di miglia quando, in un desolato quartiere di periferia, Teresa ha un altro attacco di panico e mi ordina di fermare la macchina. Faccio di nuovo come mi dice, anche se non ne sono felice, come non sono felice di vederla che va avanti e indietro agitata lungo il bordo della strada. Questo posto sembra la bocca dell’inferno, o una città fantasma di un western di classe B, e non sarei sorpreso se un coyote spuntasse dal nulla per tentare di mangiarsela. Uhm. Magari era davvero la trama di un western di serie B: la sposa fuggitiva che viene divorata dal rabido coyote, mentre tenta di fuggire col suo bello, lasciandolo a torturarsi se sia meglio aver amato e perduto, o aver amato e perduto ma saperla nelle mani di un altro uomo- sono passato attraverso entrambi gli scenari, e non voglio farlo mai più, fidatevi.

“Ok, senti, potresti solo tornare in macchina? Temo potrebbero esserci dei coyote qui intorno..” le dico. Mi guarda, e so che vuole piangere. Conosco quell’espressione, l’aveva al CBI, quando si comportava con me come il capo, solo per poi sentirsi in colpa dopo. Non è buono, per niente; insomma, sono quasi del tutto certo che Marcus ora non la vorrebbe più anche se lei tornasse da lui, ma se lei dovesse decidere di tornare da lui, vorrebbe dire chiudere le cose tra noi (se così si può dire).

“Coyote? Davvero? Dopo quello che abbiamo appena fatto?” mi guarda come se mi volesse sposare qui ed ora, e sono felice per la mancanza di fondine negli abiti da sposa (anche se sotto al vestito ne potrebbe avere una. Cavolo, quello sì che sarebbe erotico. Letale, ma erotico.) e mi faccio il più piccolo possibile,  chiudendo la bocca, sapendo quando non si debba tentare la sorte con la sua pazienza. “Marcus non se lo meritava, Jane.” Mi dice con la sua vocina. È confusa, lo capisco, lo sono anche io. Insomma, un’ora fa mai avrei detto che avrei fermato il matrimonio.

“Guarda il alto positivo, si sta per trasferire a DC, perciò non lo vedrai ami più, né dovrai parlargli…” mi riemette al mio posto senza dire nemmeno un parola, ma stavolta recepisco il messaggio, perciò fisso il terreno, coscio dia ver esagerato un po’ stavolta. “Scusa. Non era decisamente il caso.”

“Oh, ma davvero?” mi urla quasi, soffiando mentre spalanca le braccia. “Adesso però vorrei sapere cosa diremo alla mia famiglia. I nostri amici. I nostri colleghi. Come diavolo…” mi dice, colpendomi al petto con un dito (e il bouquet), facendomi camminare all’indietro finché non cado sul cofano della macchina. “Come diavolo spiegheremo che abbiamo distrutto un brav’uomo per… per cosa? Uscire insieme?” sputa le ultime due parole nemmeno fossero veleno, spezzandomi un po’ il cuore, ma appena  parla, le mie rotelle iniziano a girare, e capisco dove vuole arrivare, esattamente. E per una volta devo ammettere che ha ragione su tutti i fronti. La afferro per le spalle, e la guardo negli occhi, sperando capisca quanto sono serio nel dire le mie prossime parole.

“Hai ragione Teresa, ok? Io non voglio uscire con te. Voglio tutto quanto. Io…” faccio una pausa, guardo lei, la macchina, la strada e faccio due calcoli. “Las Vegas è a diciotto ore da qui. Potremmo tornare per lunedì mattina.”  Le dico, con un sorriso pigro. So che non è esattamente il matrimonio che vorrebbe, ma giuro che se mi dirà di sì un giorno glielo darò, tutto bianco, con fiori, damigelle e paggetti e un lungo, beige abito di pizzo- non la cosa che la sorella di Marcus ha insisto di farle comprare.

Se dice sì… siamo a soli pochi kilometri dal suo appartamento, e se siamo fortunati non incontreremo nessuno. O magari potrei chiamare Tommy e chiederli di prendere per noi i documenti di Teresa. Las Vegas non richiede esami del sangue, e non ci sono tempi di attesa per ottenere la licenza né per la cerimonia. Potremmo davvero tornare per lunedì mattina, e convincere Abbott a ridarle il suo lavoro. So anche già come fare per convincerlo: la settimana scorsa, nella vetrina di una fumetteria nel mio quartiere, ho visto un modellino dell’Invincibile Voltron, mi costerebbe una piccola fortuna, ma non mi dispiacerebbe farlo per Teresa e la sua felicità (e per garantirle un posto al mio fianco).

“E tu come… come diavolo fai a saperlo?” grugnisco. Con tutte le cose che mi potrebbe chiedere, di tutto quello di cui potremmo parlare, lei mi chiede come faccio a sapere quante ore ci separano da Las Vegas.

“Davvero, donna? Vuoi parlare di questo, adesso? Quando ti ho appena chiesto di sposarmi?”  sorrido e rido e scuoto la testa, gli occhi con qualche lacrima mentre attendo una sua risposta –la risposta- e Teresa mi guarda con una faccia da pesce lesso. Non ha ancora detto una parola, e mi chiedo se sia un buon segno.

“No”, mi dice, senza cambiare espressione.

 Ok, qui è quando vado nel panico, perché non riesco a leggerla, e non so perché mi abbia detto no. Parla del matrimonio? Di Las Vegas? Del voler sapere perché sono a conoscenza delle ore di auto tra Austin a la città del peccato? Dio. Amo essere innamorato… e lo odio al tempo stesso.

“Ok, credo che tu debba spiegarti, perché ho scoperto  che più c’è in gioco, più faccio fatica a leggere tra le righe. Quindi… no, non vuoi sapere come faccio a sapere che ci sono diciotto ore di macchina tra qui e Las Vegas, o no, non mi vuoi sposare?” questo intendo con “odio essere innamorato”. Quando tengo a qualcuno, leggerli è per me pressoché impossibile. Ricordo ancora quando Angela ha tentato di farmi capire di essere incinta; alla fine, me lo disse chiaro e tendo con semplici parole (ovvero: Patrick, sono incinta, indicando il grembo con entrambe le mani, sai, di un bambino.) perché temevo che invece il messaggio che voleva mandarmi fosse “ne ho abbastanza di te e delle tue stronzate”.

Questo piccola salto temporale è merito di Teresa, ed è una cosa che ha tentato di ficcarmi in testa da quando ci siamo conosciuti. Capisco che non si tratta di andare avanti, perché quella è una cosa che potrei non riuscire a fare mai del tutto – c’è una ragione per cui non ci sono parole per descrivere un genitore che abbia perso un figlio. Si tratta di accettare la realtà e vivere con essa, e sapere che posso amare di nuovo; il mio cuore è abbastanza grande per farlo ancora, amare di tanti tipi diversi di amore, c’è posto per più di una donna e spero, se saremo fortunati (e sarò fortunato da avere Teresa rispondermi di sì) , per più di un bambino.

Mi sorride, e giuro non ho mai visto quel genere di sorriso, nemmeno quando le ho regalato il pony (ora che ci penso, dovremmo prenderci qualche giorno libero e andare in California per vedere come sta) e mentre mi accarezza il viso mi bacia. È ancora una volta un nuovo tipo di bacio -  e non vedo l’ora di scoprire tutti i tipi di baci della mia Teresa – ed è così dolce che mi spezza il cuore. Per questo non volevo dirle dei miei sentimenti: lei è così buona, e io non la merito. E lei non merita una seccatura come me nella vita. Ma questo è quello che sta scegliendo, perciò sia così. Farò del mio meglio per meritare il suo amore, e riempirò la sua esistenza con amore, tenerezza, seduzione, divertimento, casi risolti, bambini e qualunque altra cosa lei possa volere.

“Sì” dice solo, eppure mi dice tutto. Per la prima volta la leggo completamente, come se fosse un libro aperto, e rido davvero, felice, come non ho fatto… da quando ero bambino, credo.  

Riprendo la sua mano, e torniamo in macchina, e senza mai smettere di sorridere e sfiorarci, guidiamo verso il tramonto. Letteralmente.

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo Due ***


Quando arriviamo a casa sua, Teresa prende i suoi documenti mentre io faccio la guardia, in caso lo sposo dovesse farsi vivo – non ho problemi a credere che chiunque conosca bene Teresa, famiglia o amici, preferisca vederla con me, perciò non sono preoccupato per loro – e ora che ci penso, è parecchio strano.  Teresa è una tale brava persona, fedele, leale e buona, con un cuore così puro che ami avrei pensato di meritarla.  Lo creduto così a lungo che l’ho quasi persa, eppure, vedere il dubbio scritto sui volti della sua famiglia mi ha fatto mettere coraggio e confessarle i miei sentimenti.

Mentre la guardo correre in camera, mi appoggio alla finestra, conscio che sono stato un bastardo incredibilmente fortunato, perché dirle quello che provo è una cosa. Ma Teresa non mi ha solo ascoltato: ha lasciato il suo sposo e mi ha detto che mi ricambiava; ho sempre saputo che provava qualcosa per me, ma non ho mai potuto dire cosa fosse e quanto fosse profondo. Eppure, eccoci qui, pronti a scappare a Las Vegas a sposarci clandestinamente. Nel giorno in cui avrebbe dovuto sposare Marcus Pike.

Nonostante le mie suppliche, quando mi raggiunge in salotto vedo che si è cambiata con qualcosa di più comodo; non so cosa provo. Insomma, avrei amato guidare fino a Vegas con lei al mio fianco, vestita come la mia sposa, ma so perché preferisce jeans e maglietta. Almeno prendo con sé il vestito, e no, anche se era il vestito che aveva scelto per un altro, anche se non era quello che avrebbe scelto per sé, non mi importa – se non l’ha fatto Wayne, posso farlo anch’io. E poi, voglio sposarla di nuovo il prima possibile. Il matrimonio che ha sempre voluto, e lo organizzerà lei (col mio aiuto, logico. Non sarò il fidanzato/marito/padre che non condivide i compiti col suo amore).

Magari potremmo sposarci a Natale. O al nostro primo anniversario. O magari… sorrido e mi lacrimano gli occhi mentre oso immaginare quello che un giorno potrebbe essere realtà. Non sono credente, né ho alcun tipo di fede, ma se Teresa ed io dovessimo avere dei figli, li farei battezzare, e supporterei ogni sua decisione. Perciò, chissà. Potremmo sposarci al battesimo del nostro primogenito.

“bei pensieri?” mi chiede mentre mi bacia sul retro del collo, mentre io guardo ancora fuori dalla finestra. Mi giro nelle sue braccia  e sorridendo, la bacio dolcemente. È solo una carezza me mi sembra avere molto più sentimento di ogni altro bacio che ci siamo scambiati finora, o che io abbia mai dato. Non chiedetemi perché, ma ho sempre pensato che piccoli baci e carezze a fior di labbra siano l’espressione più alta di amore e affetto ed intimità.

Sorrido e l’abbraccio, come ho fatto quando sono tornato dal Sud America e l’ho trovata ad aspettarmi ad Austin, ed è incredibile quanto tutto sia simile: allora ho trovato Lisbon dopo due anni di lontananza, oggi ho ritrovato Teresa quando ormai la credevo perduta.

“Sei pronta?” le chiedo, mano nella mano e occhi negli occhi. Quello che intendo è sei sicura di volere tutto questo? Non è il suo amore per me che metto in discussione – credetemi, ora che abbiamo messo tutto fuori, riesco a leggerla come un libro aperto – ma non voglio che faccia qualcosa per il motivo sbagliato. Voglio che mi posi perché mia ma e non può immaginare la sua vita senza di me – una bella spinta per il mio ego e la mia sicurezza interiore, e prima che lo chiediate, sì, sono un concentrato di insicurezze. Ma non vi ho detto che porto sempre maschere, dopo tutto? – e non perché teme che mi possa rimangiare tutto, o che ero troppo eccitato al matrimonio da parlare senza connettere cervello e bocca, così da non sapere cosa le abbia detto.

“Teresa…” la chiamo, la voce bassa e roca. Quasi grugnisco, perché lei ora è la mia Teresa e dalla mia posizione vedo la sua camera da letto. Ed il suo enorme letto.  Ho quasi voglia di dirle che magari per un po’ di giorni potremmo mettere da parte la questione del matrimonio e scegliere un approccio più tradizionale,  quando mi rendo conto che no, non c’è modo che io possa fare l’amore con lei in quel letto, mai, mai. Lei e Marcus hanno dormito insieme in quel letto: so che è da pazzi- mi sposerà col vestito con cui doveva sposare lui, dopotutto- ma non posso dormire con lei lì. Le mie finanze sono ancora bloccate dopo l’incontro con il gran giurì per decidere se dovessi essere processato per la morte di John il Rosso- cavolo, la legge è svelta a congelarti i bei, ma quando deve sbloccarli, ci mette almeno un anno – ma anche se  la mia busta-paga all’FBI non è proprio pesante, credo di potermi permettere un letto nuovo. E nuove lenzuola. Ed un nuovo materasso. Oh, e nuovi cuscini. Molti nuovi cuscini. La mia Teresa ama i suoi cuscini, dopotutto.

In pratica dovrei comprale una nuova camera da letto, punto. Ma mi chiedo se dovrei comprarle un’intera casa nuova, appena possibile. Nonostante tutto, questo è un appartamento da single, non per una famiglia, e se Teresa dovesse essere d’accordo, credo che potremmo iniziare da subito a lavorare ad un erede. Nel senso di oggi, appena sposati. Dopotutto, non siamo più giovincelli, e c’è una buona possibilità che non si concepisca al primo tentativo.

“Voglio questo.” Mi dice, baciandomi al margine delle labbra. “Voglio te.” Chiarisce prima di baciarmi sulla bocca – dove ho detto che è la camera da letto? –e rido, e sorrido. E piango. Di nuovo.

Dio. Teresa mi ha sempre detto che sotto sotto sono un brav’uomo, ma immagino che da adesso dovrà aggiungere che sono sdolcinato, perché non ricordo di essere mai stato così… emozionato. Se non al fianco di Teresa: lei è un’alfa, e le alfa influenzano la produzione di progesterone nelle persone a loro vicine. Forse deve avere il ciclo e mi sta passando la sua sindrome- non ridete, è vero. L’ho letto in un libro. Credo. O era un film? Chiedo scusa, ma non ricordo molto del tempo passato a Las Vegas, dato che ero ubriaco fradicio il 90% del tempo.

Lasciamo l’appartamento, il vestito da sposa sui sedili posteriori della Citroen, e mentre salgo in macchina mi chiedo se debba fare un salto al trailer e cambiarmi anch’io: Vegas è a 18 ore da qui, e non voglio essere sudato e stropicciato dopo tante ore al volante. Ma il trailer è nel parcheggio dell’FBI, e se andremo la ci sono forti possibilità di incontrare qualcuno che ha sentito del matrimonio, o peggio, che erano là. Ho tutto quello che mi serve: documenti e un po’ di soldi nel caso mi voglia comprare qualcosa, e immagino dovrò accontentarmi.

Non parliamo molto lungo la strada. Teresa ed io non abbiamo mai avuto bisogno di parlare molto, uno sguardo era abbastanza. Il nostro problema era che portavamo sempre delle maschere. Adesso basta: perciò, sorrido per le prime ore del viaggio- mi fa male la faccia, ma non mi importa –quando ci fermiamo a Sweetwater e facciamo pranzo. Prendo te e uova, dato che stamattina non ho fatto la mia solita colazione dato il nodo allo stomaco, mentre Teresa sceglie caffè ed insalata- temendo di non entrare più nel vestito se dovesse esagerare. Povera cara, appena sposati ordinerò fragole, cioccolato, panna, gelato e champagne al servizio in camera, e la farò indulgere nelle sua fantasie sessuali-culinarie quanto vorrà.

“Tocca a me adesso.” Mi dice mentre prende dalla borsa un piccolo navigatore satellitare. “E no, non puoi negoziare.” Mi ordina, e sorrido. Non credo sarò mai in grado di sentirla darmi ordini senza pensare che lei sia la padrona del mio corpo.

Forse dovrei iniziare a lavorare solo con Kim, la presenza di Teresa mi distrarrebbe solo. A meno che… beh, se Teresa usasse il sesso come arma di ricatto, credo non avrei problemi a trasformarmi in un umile consulente per lei.

Ci fermiamo ogni quattro ore, alternandoci alla guida. Sorrido, e una volta mi addormento anche, un miracolo per un insonne come me, e sono andato per quasi tutti il turno di Teresa. Quando mi sveglia e mi offre uno spuntino di mezzanotte (in realtà sono quasi le due, e noi abbiamo guidato per oltre sedici ore)  mancano un apio di ore a Vegas, e tocca a me guidare. Mi sveglia con una tazza di te- orribile, ma meglio di niente- e un bacio sulle labbra. Apro gli occhi e la vedo, il suo sorriso luminoso, e non credo di averla mai vista così felice.

Mi fa quasi piangere sapere che si sente così per me.

Che è tutto vero.

Che è mia.

Perciò, il bacetto che mi voleva dare si trasforma presto in una sessione bollente, con tanto di mani che esplorano e palpano parecchio, avide. Ci sono anche un paio di tentativi di sbottonare camicie e abbassare le cerniere dei pantaloni, ma degli adolescenti ci fischiano mentre passano, incoraggiandoci e metterci nudi e darci dentro, e così saltiamo via l’un dall’altra, col fiatone.

Grugnisco sbattendo la testa contro il finestrino, non potendo lasciare la macchina al momento- il mio corpo ha reagito al tentativo di cavalcarmi e strapparmi i vestiti di dosso Teresa in un certo qual modo-  e giuro che appena saremo nella nostra camera  (ovvero appena trovato un qualsiasi hotel disponibile) le salterò addosso strappandole i vestiti.

Sì, sono un vecchio maiale pervertito, orgoglioso di esserlo perché è lei a renderli tale. E poi, sono certo che nonostante il comportamento da scolaretta di scuola cattolica, Teresa sia un a belva sotto le lenzuola (ricordate il mio discorso sulle donne disordinate? Ne avevamo già parlato) perciò sono certo che non sarà dispiaciuta per la mia (mancanza di) educazione.

Durante le ultime due ore del nostro viaggio, guido io, e chiedo a Teresa di cercare sul suo smartphone informazioni sui matrimoni a Las Vegas; avrò pure pensato di sposarmi lì, ma ammetto che non ho pensato a tutto, e per quanto grande sia il mio palazzo della memoria, "come sposarsi a Las Vegas" non ha una stanza.

Per ora.

Teresa mette nel GMS l'indirizzo dell’ufficio delle licenze matrimoniali di Clark County, e parcheggiamo l'auto nelle vicinanze- non apriranno per altre tre ore - e nel frattempo prendo, dall'ultima cabina telefonica a Las Vegas, le pagine gialle, e mentre Teresa prende un altro caffè in una tavola calda, faccio qualche telefonata, sia alla cappella per fare una prenotazione per oggi alle 10:00, e poi per un hotel in città; so già dove trascorreremo le nostre prime ore come coppia sposata, e non mi importa se Teresa dirà che dobbiamo tornare ad Austin al più presto: non appena lei sarà mia moglie, le darò un assaggio della luna di miele, qualche ora al Venetians. Non è come la vera Venezia, ma per ora ci dovremo accontentare. E poi, un giorno ... Un giorno, le darò tutto quello che vuole, il matrimonio prefetto e la luna di miele in Europa, proprio come lei ha sempre sognato.

Camminiamo per un po’- è una bella zona della città, questa, e poi Teresa e in grado di badare a se stessa, e so che ha una pistola con se, ed il suo distintivo- odierebbe essere fermata perché ha un'arma nascosta, il mio amore. Non prendiamo troppo tempo, però, se, dato che vogliamo essere i primi non appena apriranno alle otto; ottenere la licenza può essere una cosa da pochi minuti, ma ci sono ancora alcune da sistemare prima delle 10:00; ci dobbiamo cambiare tutti e due - e devo ancora comprameli, i vestiti, per di più - e abbiamo bisogno di trovare i fiori. Sì, lo so li potremmo avere alla cappella, ma 110 $ per pochi fiori? Dovranno passare sul mio cadavere.

Quando l'ufficio apre, siamo i primi ad entrare, e quando la signora di sessant’anni circa, priva simpatia e decisamente infastidita chiede nostri documenti di identità, le do il mio tesserino dell’ FBI e la mia patente di guida; lei mi guarda con aria interrogativa, come se non potesse credere che un tizio del genere possa lavorare per l'FBI (non sono sicuro se è un complimento o un insulto), e mentre afferro le spalle di Teresa, spiego con un sorriso che ci siam incontrato al posto lavoro, e che quasi morire ci ha costretti a rivalutare le nostre priorità, e così siamo fuggiti a Las Vegas nel bel mezzo di un'indagine per omicidio.

È una bugia, ma stiamo solo giocando un po'; tutti qui a Las Vegas sono qualcuno che non sono, è il fascino della città, dopo tutto. Quando sono venuto qui quasi quattro anni fa, anche io fingevo di essere qualcuno che non ero, e ora ...

Oh. Ho appena realizzato quanto tutto questo sia ironico. Sto per sposare Teresa nella stessa città in cui, quattro anni fa, le ho detto che ero troppo eccitato per ricordare cosa provassi per lei. È davvero OK con tutto questo? Dopo tutto, abbiamo deciso per Las Vegas (beh, l’ho deciso) perché è l'unico posto che conosco dove quando vuoi sposarti, ti sposi, ma forse ci sono ricordi troppo dolorosi da sopportare per lei qui, e io potrei essere un mostro che non ha preso (e non prende) in considerazione i di lei sentimenti.

Paghiamo i nostri 60 $ di tassa, solo contanti, e nonostante io faccia del mio  meglio per essere il suo cavaliere in armatura scintillante, non riesco a convincercela  a lasciarmi pagare tutto di tasca mia, e finiamo per fare a metà- ma se lei pensa che le permetterò di pagare per la suite luna di miele al Venetians, oh, non sa quanto ha torto.

Prima di raggiungere la cappella  sulla Strip- la “Wedding Bells Chapel”, famosa per i sui imitatori di Elvis- mi fermo ad una banca locale che ero solito utilizzare quando potevo spesso essere avvistato a Las Vegas; ho ancora una cassetta di sicurezza lì, e c'è qualcosa che devo recuperare prima del matrimonio, ma voglio che sia una sorpresa per Teresa. Mi fa il broncio quando la mollo in macchina, ma le do un bacio sul naso, dicendole che le piacerà questa sorpresa e  che alla fine ne sarà valsa la pena.

 Faccio quello che mi ero riproposto, e poi, come abbiamo raggiunto la zona della cappella, giriamo finché non troviamo quello che ci serve. Penso per prima cosa al mio abito, e per un capriccio acquisto un tre pezzi Kalvin Klein nero, con l'aggiunta di una cravatta (perché so che Teresa amava il gilet, ed ancora lo fa. Penso che sia in molte delle sue fantasie erotiche su di noi), e quando vedo che le pupille  di Teresa si dilatano quando mi vede provarmi il complete, so che è quello giusto; acquistiamo poi gli anelli (fedi nuziali celtiche, le “Claddagh”, visto che siamo entrambi di origine irlandese) e poi fiori per entrambi; opto per  il bianco, in quanto è il colore del suo vestito, ma invece di rose, scelgo tulipani e fresia, e un tocco di verde smeraldo con l’edera; il mio fiore all'occhiello è un semplice bioccolo di fresia, ma mi sento come se fosse la cosa più preziosa dell'universo adesso.

Raggiungiamo la cappella verso le 09:50, e il personale ci scorta verso i camerini, dove cambiamo nei nostri nuovi vestiti eleganti; poi, come se fosse un matrimonio "reale" (capite quello che voglio dire, giusto?) l’aspetto all'altare, con il mio testimone (un ragazzo che potrebbe essere mio figlio e lavora lì come testimone per quelli che scelgono di fuggire all'ultimo minuto, come noi) e le note nuziali tutto intorno a noi.

Dio. Non riesco a credere a come mi sento in questo momento, proprio come quando ho sposato Angela. E allora avevo diciotto anni. E avevamo programmato il nostro matrimonio, per quanto semplice fosse stato. Ma forse ... forse è perché non riesco ancora a credere che sia vero. Per quanto ... potente la mia mente può essere, ho ancora problemi a comprendere pienamente che Teresa mi vuole e lei è mia ora. C'è una parte di me che pensa che presto mi sveglierò nel mio letto nel trailer, solo per scoprire che è stato tutto un sogno e lei è sposata a Pike e in volo verso DC.  

"Here comes the bride" inizia a suonare e mi giro, vedendo Teresa e la sua damigella d'onore dipendente/testimone/impiegata della cappella camminare verso di me. È bellissima, la mia Teresa. Non so se è per il grande sorriso che illumina i suoi lineamenti, o perché, diversamente da ieri, ha lasciato i capelli sciolti, facendoli arricciare naturalmente sulle punte. Non glie l'ho mai detto, ma questo è il mio look preferito per lei. E penso che lo abbia appena capito, perché non appena vede la mia espressione sorrise più.

"Ehy". Dico quando mi raggiunge davanti all’altare. Le mie mani sono sudate, e mi viene da piangere dalla felicità; con Teresa proprio davanti a me, posso finalmente accettare che lei è veramente mia. Improvvisamente  sento il ben noto senso di colpa che mi accompagna da quando ho ricordi, e mi chiedo se stia facendo la cosa giusta con lei. Sono tanto egoista come Marcus, che le ha chiesto di seguirlo attraverso il paese? Si sente obbligata a sposarmi? È questo il tipo di matrimonio che vuole?  È difficile per lei  sposarmi qui, a Las Vegas, dove ho rinunciato a un decennio di celibato, qualcosa che avrei dovuto fare per lei e lei sola – per andare a letto con l'amante dell’uomo che ha ucciso la mia prima famiglia? La città dove mi sono rimangiato che l'amavo?

Improvvisamente, non me la sento più di farle ancora torto, quindi l’afferro per le spalle, e con una voce piena di panico, le chiedo se questo è davvero quello che vuole.

Le sue parole successive fanno di me l'uomo più felice del mondo. "Tutto quello che ho sempre voluto sei tu, Jane, quindi ... non mi importa come, quando e dove, se questo mi permette di farti mio per tutti i giorni a venire ... perciò, così sia" Sorride e mi bacia, mentre il ministro, un uomo sulla cinquantina, si schiarisce la gola, un po’ seccato con noi, che tagliamo corto con la cerimonia, facciamo le cose al contrario  e andiamo direttamente alla fine.

Teresa, arrossendo, mi nasconde il viso nel collo, e approfitto dell'occasione per baciarle i capelli, ricordando tutte le volte che l’ho fatto in passato con questo o quel pretesto, e devo dire, non vedo l'ora che faccia un lungo bagno profumato alla lavanda, perché non c'è niente come il profumo di vaniglia o lavanda sui suoi capelli, pochi minuti dopo che ha fatto il bagno o una doccia-sì, lo so che è spaventoso quanto sia esperto sull’argomento, e sono consapevole che è un po’  da stalker, ma ehy, un uomo fa quello che un uomo deve fare.

L'ufficiante sta già iniziando a parlare, quando improvvisamente mi ricordo che, nelle mie tasche, ho la sorpresa che ho recuperato dalla cassetta di sicurezza per lei, e non posso credere che ero così perso in Lisbon che me n’ero dimenticato - e mi volto verso l'uomo, fermandolo alzando un dito. "Uhm, mi scusi, c'è qualcosa che devo darle, prima."

Sorridendo e guardando Teresa, che è chiaramente confusa (e penso, un po’ spaventata. Non la biasimo, nemmeno un po’), prendo l’oggetto nella mia tasca nel pugno, chiudendogli le dita intorno. Poi, alzo la mano al livello degli occhi di Teresa, e quando apro leggermente la mano, la catena, ancora in mano, danza, come se fosse uno di quei vecchi orologi che usavo per ipnotizzare le persone tanto tempo fa .

"Jane, cosa ..", dice Teresa, ansimando, sfiorando con un dito perfettamente curato l'oro del gioiello che le sto presentando. È in lacrime, probabilmente perché ha riconosciuto il collier: è quello che le ho comprato otto anni fa o giù di lì, quello che pensava avessi dato via. Ma non ho mai fatto: non potevo, non quando lei era già la regina del mio cuore. Nella mia mente, ho sempre pensato che le avrei dato questo gioiello come regalo di nozze, ma mai, mai, avrei osato pensare che l’avrebbe indossato al nostro matrimonio.

"Era tuo." Le dico mentre sposto i capelli e le allaccio la collana intorno al collo, decidendo di lasciare la croce dove si trova, pensando che in questo modo si sentirà come se sua madre fosse con lei in questo momento. "Non potevo sbarazzarmene." Lei scoppia in lacrime, e mi chiedo cosa farà quando le darò gli orecchini del set che ho nell'altra tasca, ma decido di aspettare un'altra occasione per darglieli. E poi, a Teresa non piace indossare troppi gioielli

La cerimonia è breve, solo pochi minuti, e anche se l’officiante non è esattamente d’accordo (il ragazzo grugnisce-devo ricordare di mettere una recensione negativa per questo posto su Trip Advisor) ci scambiano i nostri voti personali- più o meno. Teresa ripete le parole che mi ha detto prima, dicendo tutto ciò che ha sempre voluto era che io fossi  nella sua vita e ricambiassi i suoi sentimenti, e rispondo con i miei voti personali (visto, Marcus? Se Teresa è al tuo fianco, non hai bisogno di settimane di preparazione, né di essere Shakespeare, per essere ispirato).

"So che hai sempre pensato alle mie parole come promesse vuote, ma ora che hai accettato di essere al mio fianco, ora che diventeremo una cosa sola, prometto di fare meglio. Sarò sempre l'uomo che ero, non posso cambiare, e so che non vorresti che lo facessi, ma prometto di essere degno di te. Perché Teresa, tu ispiri bontà e grandezza,  amore mio."

Non posso fare a meno di pensare ad Angela quando lei mi mette l'anello al dito, e quando lo faccio lo stesso con lei, so che la sua mente va a Marcus e come ritiene di avergli fatto torto, ma spero sappia che è meglio così: saremmo stati tutti miserabili, se si fossero sposati. Inoltre, come mi dico, il passato è passato, e riportare tutto a galla è inutile. Dopo tutto, non saremmo qui se non fosse per il nostro passato, quindi dobbiamo essere grati per chi e cosa ci ha aiutato ad arrivare qui.

Ci baciamo, e la prendo tra le braccia, in stile sposa (e lei è la mia sposa, dopo tutto), mentre torniamo alla mia auto e ci dirigeremo verso il Venetians (cosa di cui lei non sa ancora nulla). Scuote la testa quando parcheggi e l’aiuto a scendere, ma lei si limita ad appoggiarsi a me, il suo braccio nel mio, mentre camminiamo verso la reception; lì, siamo attesi da una giovane donna, uno spirito romantico che sembra molto felice di vedere una coppia  così innamorata (ma la verità è che si prende subito una cotta per Teresa) e otteniamo un upgrade (e tutta la roba deliziosa che ho programmato di dare a Teresa) grazie al mio sorriso e al mio affetto per l'amore della mia vita -la gente non ci resiste. Ora, cosa pensate che succederà quando avremo un bambino? Semplice: sarà il futuro dominatore del mondo, con il nostro aspetto e il mio carisma e la forza e l'attitudine per le armi e per il comando di Teresa, ecco cosa.

Una volta entrati nella nostra camera, non la lasciamo per ore, e quando finalmente mi perdo nel suo corpo, in lei ... è la sensazione più perfetta del mondo, il suo viso mentre raggiunge l’apice è qualcosa che rimarrà con me per sempre. Proprio come Teresa, perché io le appartengo, anima e corpo. 

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Capitolo 3
*** Capitolo tre ***


Finiamo per dormire per un paio d'ore dopo essere arrivati a Austin nelle prime ore di Lunedì. In realtà, non è del tutto vero: Teresa riesce a dormire per un paio d'ore (il che mi stupisce, perché significa che si è già abituato all'idea di essere mia moglie, e non è spaventata come vorrebbe far credere all’idea di ammettere che ci siamo accasati). Io? Io rimango sveglio, appoggiato sul fianco, e guardandola, contento, che dorme.

Contento... e un po’ in panico. Solo ora, con lei addormentata al mio fianco, mi rendo conto che abbiamo fatto tutto troppo in fretta. Non dubito che lei sia quella giusta per me, perché non è così (e per quello che conta, so anch’io di essere quello giusto per lei) ma forse avremmo dovuto, non so, discutere? Di cose importanti, e no, non sto parlando di "come facciamo a sposarci". Sto parlando di quello che viene dopo (di solito).

E no, non parlo di chi si dovrà trasferire dove, dato che non credo che Teresa voglia trasferirsi in un trailer. Sto parlando di famiglia. Sto parlando, nel caso in cui non lo abbiate capito (non preoccupatevi, non tutti possono essere percettivi come me) di bambini.

Ho sempre pensato che, se fossi sopravvissuto a Red John (come è successo) e  ne fossi uscito da uomo (cosa che non è esattamente successa), mi sarei risposato  un giorno (preferibilmente Teresa), e poi avuto dei figli. Ho amato essere un padre per Charlotte, ed è una sensazione che ho desiderato riprovare per oltre un decennio. Non fraintendetemi: non sto sostituendo Charlotte con un nuovo bambino, (beh, in realtà dovrei  parlare al futuro,  non è che Teresa è già incinta. Anche se effettivamente c'è una possibilità che lei lo possa essere.). Charlotte sarà sempre la mia primogenita, la mia bambina. Ma ora so che c'è abbastanza spazio nel mio cuore per amare, ugualmente e tuttavia in modo diverso, ognuno di loro: Angela e Teresa, Charlotte e ogni bambino che potrei avere con Lisbon (Lisbon-Jane, se riesco a convincerla).

Io... io li amerei allo stesso modo, ma vorrei provare a fare meno errori. Per esempio: non scarificherei di nuovo la famiglia sull'altare di denaro e potere e carriera. Dovrò ancora lavorare per l'FBI per tre anni e qualcosa prima di essere completamente libero e perdonato, ma vi dico già che una volta fatto, se nel frattempo Teresa e io avremo avuto dei figli, lascerò il mio lavoro essere un papà-casalingo a tempo pieno.

Ma non so cosa ne pensi Teresa. So che ha sempre desiderato essere madre, ma sono anche consapevole che questo desiderio è sempre stato in guerra con la paura di trasformarsi in suo padre. Inoltre, non dimentichiamo che l'altra parte coinvolta sono io: non sarei sorpreso se avesse dei dubbi sulle mie capacità di gestione la paternità di nuovo, soprattutto se dovessimo avere una femmina.

"Dio, sei un tale maniaco. Posso sentirti che mi guardi dormire..." Mormora Teresa come si accoccola contro il mio petto, gli occhi ancora chiusi mentre sospira, contenta. Bacio i suoi capelli, sentendomi un bastardo  fortunato e piagnucolo un po’. Meh, ve l’ho detto che sono sdolcinato in amore... "E smettila di pensare. Stai pensando così forte che mi fa male la mia testa." Dice contro il mio petto, le sue parole soffocate dalla mia pelle. Poi, alza la testa e mi guarda, profondamente, mentre la mano le scorre tra i capelli arruffati. "Di solito, sono io quella che rimugina... cosa c'è che non va? È perché dobbiamo dirlo agli altri? Jane, se vuoi aspettare, io sono d’accordo, va bene? "

Il mio cuore si stringe mentre parla, dato che sono stato io quello che, appena due giorni fa, le aveva detto di voler essere suo marito e che non mi sarebbe importato di quello che la gente avrebbe detto. E invece, la mia bella Teresa è sempre preoccupata per me, sempre a pensare che, una volta fatto qualcosa senza pensarci, io possa cambiare idea e essere spaventato da tutti i risultati possibili.

"Vuoi dei figli?" Butto lì. Molta classe, davvero. Sono un maestro con la lingua quando si tratta di Lisbon (in realtà, io sono. Solo non quando si tratta di usare detta lingua per parlare).

"Ti avrei sposato se non avessi voluto figli? Certo che sì, Jane! Se fossi stata solo innamorata di te, avrei co-abitato con te! Avere dei figli è la ragione per cui la gente si sposa!" Grugnisce, tentata di schiaffeggiarmi. Ok, a quanto pare, sono sdolcinato e idiota quando si tratta d’amore, perché pensavo che sposarsi fosse un modo per le persone di frequentarsi in assoluta esclusività…

Cerco di difendermi dagli attacchi del suo cuscino, ma alla fine mi rendo conto che non è necessario, quando lei mi getta le braccia al collo, e ci troviamo impegnati in un’appassionata sessione di baci, così appassionata che sto per sbarazzarsi della sua canottiera quando lei mi ferma e, ridacchiando come nemmeno fosse una maliziosa studentessa adolescente, corre in bagno, e mi ricordo che dovremmo andare a lavorare.

Andare a lavorare ... e dire a tutti che siamo sposati, aggiungo mentalmente.

Ed è allora che i problemi iniziano, almeno per Teresa. L’opinione generale non è mai stata il mio genere (con l'eccezione di quando fingevo di essere un sensitivo e facevo milioni), quindi non è che mi preoccupi troppo di quello che diranno del nostro matrimonio. Ma Teresa vede il mondo  in modo diverso. Ma credo che possa avere a che fare anche con il fatto che, in questo momento, è praticamente senza lavoro: venerdì è stato il suo ultimo giorno in ufficio ad Austin, sabato doveva essere il giorno delle nozze con Marcus, e il giorno seguente lei e suo marito sarebbero dovuti partire per passare dieci giorni alle Hawaii. Poi, alla fine della luna di miele ... una posizione per entrambi in DC.

Ma Teresa ha lasciato Marcus. Teresa ha deciso di rimanere qui. In Austin. Dove potrebbe non esserci più un posto per lei. Non si trasferirà a Washington, dove c'è un posto at attenderla tra meno di due settimane.

Arriviamo in ufficio con la stessa auto, e Teresa abbassa la testa e cerca di nascondersi come un cucciolo smarrito con la paura di essere preso a calci; vediamo un paio di persone che sono amici di Marcus, e se lo sguardo potesse uccidere, saremmo già due metri sotto terra.

Ma soprattutto, ci sono molti che si rallegrano per noi; donne sognanti sospirano mentre passiamo, come se fossi l’eroe di un romanzetto rosa della Harmony, grazie al mio grande gesto romantico, e gli uomini mi danno pacche sulle spalle, chiamandomi bastardo fortunato e così via -Teresa è apparentemente la protagonista di molte fantasie erotiche qui al FBI; Non biasimo i ragazzi, ma se, una volta che viene fuori che lei è mia moglie, scopro che ancora pensano pensieri sconci su di lei... beh, sono bell’e morti.

Wylie non dice molto quando ci vede; credo perché le parole gli sfuggano. Riesco quasi a vedere la sua mente, piena di ogni tipo di pensiero. Comincia almeno dieci frasi, e non ne finisce nemmeno una. È rosso come un pomodoro, il povero ragazzo, così Teresa ha pietà di lui e lo abbraccia, dandogli un piccolo bacio sulla guancia. Il prossimo che incontriamo è Cho, e nonostante ci conosciamo da dodici, lunghi anni, non dice nulla. Ma lui fa qualcosa di ancora più importante.

Scuote la testa, sorridendo, per davvero, di un sorriso enorme che mi toglie respiro, perché non ho mai visto il mio amico così felice prima. E pensare che lui è così felice per me, quando credevo che solo Wayne e Grace ci vedessero bene insieme... sì, sono uno sdolcinato innamorato che sta quasi piangendo a causa del suo migliore amico, e allora? Non mi giudicate, sono solo un vecchietto con un grande cuore, dopotutto.

Kim è al suo fianco (lei mi ha sostenuto, quindi penso che sia più che giusto se provo a farla mettere con l'uomo dei suoi sogni, alias Kimball Cho. Uhm. Kim e Kim... dovrebbero registrarlo come marchio. Ha potenziale) e lei è ancora più felice di lui. Ci abbraccia entrambi, e sta quasi piangendo (wow, faccio piangere così tante persone che mi sento come se fossi il personaggio principale di un telefilm). Da un bacetto a ciascuno di noi, e quando vedo Teresa rispondere all'abbraccio, e ... beh, brillare, non ho parole per descrivere come mi sento, sapendo che lei è felice e dove vuole essere, e ama questo posto e tutti noi; forse non tiene loro come se fossero di famiglia come quando eravamo al CBI-non ancora, almeno, ma a lei importa di loro. Lei li ama. e le piace che abbiamo  una buona impressione di lei.

Gli occhi di Kim cadono sulle nostre mani unite, e vede l’oro brillante oro che ci adorna le dita, e si mette una mano davanti alla bocca, se per cercare di non ridacchiare o non dire qualcosa indiscreto, non sono sicuro. Quello che so è che, stranamente, arrossisco.

"Ehy, tra l'altro, Abbott vuole vedere entrambi." Dice mentre torna alla sua sedia. Teresa prende un grande respiro, ed entriamo nella tana del leone. Dannazione, avrei dovuto portarmi dietro quel maledetto  robot giocattolo di Voltron, per cercare di guadagnare un po’ di tempo....

Abbott si alza appena entriamo, e ci stringe le mani (è un buon segno. Spero.) Chiede a Lisbon cosa sta facendo qui, dato che avrebbe dovuto essere in viaggio di nozze. Teresa si gira a guardarmi con aria interrogativa, e io faccio spallucce. Abbott era anche lui lì, quindi non è che non abbia assistito con i suoi occhi al nostro piccolo... spettacolo.

"Uhm ... signore ... è solo che ... non è andata esattamente come pensavamo." Lei dice, dicendo effettivamente  il meno possibile. Dio, sento così tanto  il bisogno di proteggerla in questo momento... "Ho avuto un paio giorni piuttosto duri."

"Lo so, agente Lisbon", dice, incrociando le braccia, guardandola come a dire, lo so, ero lì, "Ma da quello che ho sentito, dovrebbe partire per la luna di miele comunque." sorride mentre ci guarda le mani. A quanto pare, tutti conoscono il nostro piccolo segreto...

In quel momento, la vedo, e so che non chiederà mai il suo lavoro indietro. Quindi, non c'è davvero che una cosa da fare. E spero che possa funzionare, perché dopo tutto, Abbott ha lavorato duramente per farmi tornare qui a lavorare per lui. Sono il gioiello della corona-come lo sono sempre stato-  e io sono stufo che Teresa paghi per le mie azioni, qualsiasi cosa accada.

Prendo la sua mano nella mia, come se fossimo gli eroi di un romanzo, e guardo Abbott, sudando e parlando freneticamente. "Se lei ne va... mi può sbattere in una cella in isolamento, perché o lavoro con Lisbon, o non lavoro per voi!"

Non è esattamente un bluff, diciamo che so Teresa sta pregando molto e sto pregando anche io che funzioni, altrimenti lei sarà a DC a lavorare con un uomo che la odia (Pike) e io sarò in galera qui.

E poi, Abbott fa qualcosa che non avevo previsto: prende una lettera dalla sua scrivania e lo fa in molti, molti, molti piccoli pezzi. "Informerò l'ufficio di DC che non sarà in grado di accettare la posizione temporanea assegnatele, dato che la sua presenza è richiesta in ufficio qui ad Austin." Posizione temporanea? Da quando Lisbon aveva chiesto una posizione temporanea? So che lei aveva chiesto un trasferimento, me lo aveva detto lei stessa qualche settimana fa...

"Pensavate davvero che avrei consentito  ad uno dei miei miglior agenti- un agente che ho speso migliaia di dollari di tasse per formare- di scappare così facilmente?" Sorride e mi guarda divertito. A quanto pare, il tizio ha un sacco di fiducia in me. E nei miei poteri di persuasione. E nel fatto che mi sarei fatto coraggio al momento giusto.

"Grazie, signore». Teresa dice, mentre io mi limito ad un cenno  della testa. Non voglio fargli credere di essere già così amici; dopo tutto, siamo ancora in una fase iniziale del nostro rapporto...

"Bene, allora lei e suo marito avete ancora otto giorni di luna di miele rimasti. Buon divertimento, ci vediamo fra pochi giorni. "

Lasciamo l'ufficio, e, dato che gli altri si stanno consultando su un nuovo caso, saltiamo i saluti. Camminiamo mano nella mano, e quando Teresa mi chiede cosa penso che potremmo fare durante la nostra luna di miele, rispondo sincero.

«Bè, penso che dovremmo cominciare a pianificare il nostro prossimo matrimonio."

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