The Wedding di Little Firestar84 (/viewuser.php?uid=50933)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Wedding ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***
Capitolo 1 *** The Wedding ***
Piccola
traduzione della seconda parte The
wedding ,che ho scritto in Inglese su fanfiction.net; non
scrivo nè traduco nulla in Italiano da tempo, ma era una
piccola checca che mi faceva piacere condividere, anche
perchè i capitoli dal 2 al 4 di quella storia sono
raccontati in prima persona da Jane, ed è stato davvero
divertente usarlo (e abusarlo) :) la storia ha senso anche
solo con questa parte, perciò, per ora, questo ho intenzione
di tradurre... poi, chissà.
Oggi, guardo Teresa Lisbon sposarsi.
E’
uno strano sentimento,
intellettualmente parlando: conosco Lisbon da oltre dieci anni, e in
tutto il
tempo passato assieme, non mi sono mai fermato a pensarla che prende
questo
passo. So che
l’ho data per scontata;
per questo oggi sono qui, vestito con un completo nuovo fiammante, e la
guardo
sposare Pike: le ho arrecato troppo danno in passato, per questo non
posso
rovinare anche questo, non importa quello che dice la gente.
La
gente, ovvero non i miei vecchi
colleghi, come si potrebbe assumere (ho scoperto diverso tempo addietro
che
Wayne e Grace avevano fatto una scommessa riguardanti la tempistica di
una
nostra notte di bollente passione), Ma Tommy Lisbon- anche se
più di
incoraggiarmi, il giovanotto mi guarda neanche potesse trafiggermi con
dei
coltelli spuntati dagli occhi – e Kim Fisher. Kim
è la cosa più simile ad un
amico in questa strana ora del bisogno: sapeva che non avrei detto
nulla e che
avrei indossato una delle mie maschere per mandare Teresa via con un
sorriso, e
me lo ha sbattuto in faccia. Oggi siede al mio fianco, a volte prende
la mia
mano nella sua, a volte mi massaggia amorevolmente il ginocchio.
Badate
bene: Kim avrà sempre un
posto speciale nel mio cuore, come la prima persona con cui ho potuto
parlare
in due anni nella mia lingua, ma per quanto sia grato di non doverle
parlare
per aprirmi, beh, questo livello di
“intimità” è ancora un
po’ straniero con
lei. Non mi sento a mio agio- non lo sono mai stato quando si tratta di
contatto fisico, se non forse con l’eccezione di Teresa
–ma glielo permetto.
Non solo perché so che lei lo fa in buon a fede, ma
perché , una volta partita
Teresa, sarà solo con Kim che lavorerò, e
preferisco avere Kim come amica che
come nemica, data la mia passato esperienza con la donna.
Non
dice nulla, non ce ne bisogno,
non quando posso leggerla come un libro aperto, ora. Lei, come molti
altri,
vorrebbe che interrompessi le nozze; Tommy non lo dice ad alta voce, ma
Pike
non gli piace. Non perché non sia un brav’uomo, ma
perché, a quanto apre, è
troppo buono. Il più giovane membro del clan Lisbon ha
deciso che la sorella
necessita di un ribelle nella sua vita, e ad Annie non sembrerebbe
dispiacere
se dovessi essere io a interpretare il ruolo. Ma sono stato fin troppo
egoista
con Lisbon in passato, e lei è stata chiara quando mi ha
detto che devo
smetterla di prendere decisioni per lei.
Perciò,
eccomi qui oggi. Che
permetto alla donna che amo da anni, Teresa Lisbon, di sposare un altro
uomo,
nonostante questo non sia il matrimonio dei suoi sogni; Lisbon
può essere una
belva tra le lenzuola (no, non lo so per esperienza personale, ma lei
è
disordinata. E le donne disordinate sono le migliori delle amanti) me
è una
Cattolica cresciuta in scuole di preti e suore, e
c’è quella particina di lei
che lei non ammetterebbe mai di avere, nemmeno sotto tortura, che ha
sempre
desiderato sposarsi in chiesa. Con fiori, damigelle e paggetti. Invece
si sposa
in tribunale (Marcus è divorziato, ma non gliene faccio una
colpa, so che
lavoro e matrimonio spesso possono non andare d’accordo;
Angela ed io abbiamo
avuto i nostri problemi anche noi, giungendo quasi alla separazione in
due
occasioni), e l’unica cosa che ha di tradizionale
è il suo pomposo abito
bianco.
Il
giudice inizia a
parlare, e osservo Teresa e Marcus che si
guadano l’un l’altra; Teresa sorride, ma il
nervosismo è palpabile. Povera
donna, la capisco, dopo tutto, questo è l’ultimo
giorno della vita come l’ha
conosciuta fino ad oggi. Oggi si sposa con Marcus, e domani…
domani avrò un
figliastro, un marito e sarà sulla strada per DC, lasciando
noi alle spalle.
Sotto sotto questo è quello che ha sempre voluto, avere la
carriera e la
famiglia, ed è quello che merita. È per questo
che ho chiesto che le venisse
“offerto” un lavoro al mio ritorno: io
l’ho fatta precipitare, e dovevo farmi
perdonare; il resto lo ha fatto lei da sola, prendendo promozione dopo
promozione in un baleno, a facendo cadere ai suoi piedi un uomo come
Marcus
Pike.
Starò
male quando se ne sarà andata?
Certo, e non potrò nemmeno più scriverle, dato
che non sarebbe giusto per
nessuno di noi due interferire nella vita di una donna sposata, ma come
ho
detto, se lo merita – mi chiedo se Tommy abbia ragione e io
sia un
auto-lesionista emotivo- perciò, anche se la amo e sento,
nel retro della mia
mente, le parole “parli ora o taccia
per
sempre”, non dico una parola. Kim mi prende al
mano, e se non fossi
me, starei
piangendo come un bambino
ora, e sono quasi certo che sia finita e che siamo entrambi finalmente
liberi –
sapete cosa voglio dire – quando sento Marcus pronunciare i
suoi voti.
Sono
i voti tradizionali. Il tizio
non ha nemmeno pensato di scriversi i voti da solo, come se Teresa non
inspirasse perfezione e amore e poesia negli uomini che sono stati
così
fortunati da avere il suo amore. Sentite, non dico che avrebbe dovuto
scrivere
un poema, un copione cinematografico o chissà che, ma
è davvero così difficile
connettere mente, cuore e mano e mettere giù due frasi? Se
fossi io quello che
sposa Teresa, lo avrei fatto. In realtà, credo che io il
poema o il copione
glielo avrei scritto, perché non ci sono abbastanza parole
per descriverla- è
bellissima dentro e fuori, la mia Teresa.
Mi
chiedo se posso davvero
permettere che accada. Posso permettere che Teresa sposi un uomo del
genere?
Non lo credo: non la meriterò – abbiamo
già fatto il discorso “Io, Patrick
Jane, ho fatto molti torti a Teresa Lisbon” – ma
ciò non significa che lei
possa accasarsi con uomo che
non è
abbastanza perfetto per lei.
Perciò mi alzo,
fregandomene degli occhi
puntati su di me, e guardo il giudice. Il tizio di mezza età
mi nota subito, e
quando vedo che Lisbon mi fissa, preoccupata, mi ricordo cosa mi ha
detto: Smettila di prendere decisioni per me,
e
senza nemmeno chiedere scusa mi siedo di nuovo, sentendo i sospiri di
sollievo
degli invitati dello sposo.
Interessante:
non credono possa
davvero sposarlo. Smetto di pensare a cosa significhi, e con infinita
seccatura
di Kim mi alzo di nuovo in piedi, ma quando vedo che tutti sono seccati
con me
– anche Lisbon sembra avere tendenze omicide al momento
– chiedo scusa per
l’interruzione e mi siedo di nuovo. Il giudice riinizia, e
Marcus dice di nuovo
i suoi voti, quando mi rendo conto di una cosa.
Teresa
mi ha detto che vuole
decidere da sola, ma è davvero una scelta se ha solo
un’opzione? Ora sta
sposando Marcus, un uomo che tutti vedono come un santo in terra, ma
che non sa
scriversi i voti e che ha accettato una promozione dall’altro
capo del Paese
senza nemmeno pensarci un attimo, nonostante ad Austin avesse un figlio
–
credetemi, so cosa significhi non avere il proprio figlio nella propria
vita, e
io non farei mai una scelta del genere- e lei non crede che io la ami.
Se
davvero voglio che Teresa prenda
una decisione, devo essere uomo per una volta e dirle tutto.
“TI
AMO!” urlo mentre mi alzo per la
terza volta; ma per evitare la tentazione, stavolta lascio il mio posto
e muovo
i pochi passi che mi dividono dalla donna a cui ho appena confessato i
miei
veri sentimenti. Non è facile, né mai ho pensato
che potesse esserlo, e non
credo di essere mai stato così apertamente nervoso- essere
controllato non
significa essere calmo, significa solo che sono bravo a fingere
–ma sono
determinato ad andare fino in fondo. Poi, quello che sarà,
sarà.
“Ti
amo, Teresa” le dico di nuovo.
Sono più calmo e controllato ora, e qualcuno mi chiamerebbe
arrogante, ma non
lo sono, perché sotto tutto questo c’è
la pura che lei mi rifiuterà comunque.
Spero solo che Teresa mi conosca bene quanto dice, perché
quello che voglio dirle
me lo può leggere negli occhi, e c’è
così tanto che le voglio dire… troppo. Il
fatto che lei è tutto per me, il motivo il mattino mi
sveglio, che lei
è il faro che mi ha salvato, dalla
mia tenebra interiore e da morte prematura.
“Ti
ho sempre amata, ma…” dico, e
all’improvviso rido e piango e sorrido insieme, mi guarda,
guarda me, come se mi stesse
guardando con
occhi nuovi, come se non mi avesse mai visto.
“ma c’era sempre qualcosa tra di
noi.” Non devo aggiungere altro: c’era
anche lei, dopo tutto. John il Rosso, l’omicidio della mia
famiglia, Lorelai,
la mia fuga all’estero. Non c’è bisogno
che le ricordi nulla, perché in una
forma o l’altra, lei è sempre stata al mio fianco.
“So
che Marcus è un brav’uomo, e io
dovrei volerti felice con qualcuno come lui, ma in amore sono sempre
stato
egoista.” Chiudo
gli occhi e inspiro
prima di andare avanti, perché è più
difficile di quello che credevo, ma ho
iniziato e non riesco a smettere di parlare. “ed il fatto
è che, ho sempre
amato tutto di te. Anche le cose che non avrei dovuto,
perché siamo sempre
stati così diversi. E credo che per te valga lo
stesso.”
È
vero, penso, mentre annullo la
distanza tra noi e prendo le sue mani nelle mie, massaggiandole le
nocche- sa
cosa significhi il contatto fisico per me, dopotutto.
Razionalmente
parlando, non c’è
ragione di credere che una relazione tra noi possa funzionare; siamo
così
diversi, dal modo in cui siamo stati cresciuti alle nostre credenze al
modo in
cui ci rapportiamo alla vita, eppure, eppure non ho mai lavorato
altrettanto
bene con nessun altro, e c’è una parte di me che
è convinta che se decidessimo
di fare il grande passo e affrontare anche la vita di coppia, saremmo
grandi
insieme.
“Teresa,
ti amo e voglio stare con
te, se tu mi vuoi.” Dico,
e a questo
punto lei guarda ad intermittenza me e Marcus. So che vuole picchiarmi,
ma si
sta trattenendo perché teme che se lo facesse Teresa si
arrabbierebbe così
tanto da annullare tutto. Poi, Pike la afferra per un gomito, e resisto
a
malapena a fare un sorriso di trionfo: Teresa non apprezza un simile
gesto di
possesso, e proprio come pensavo (in realtà, speravo, ma il
mio ego è stato
ferito fin troppo nelle ultime settimane) lei si libera dalla sua presa.
Ora,
non posso vedere gli occhi di
Teresa dato che si è voltata dandomi le spalle, ma
l’espressione di Marcus,
quella la vedo molto bene, e non è per nulla felice. Si
limita a scuotere la
testa mentre Teresa si toglie l’anello e lo accarezza sul
viso mentre glielo
restituisce, dicendogli ancora e ancora quanto sia dispiaciuta. E
questa è
un’altra ragione per cui la amo: per la sua compassione.
Credo che sotto sotto
sappia che con Marcus non avrebbe mai funzionato, eppure le spiace, per
quello
che sta facendo e per lui.
Finalmente
lei si volta, e credo di
sfoggiare il più grande sorriso Austin abbia mai visto, se
il suo, di sorriso,
significa qualcosa, e quando mi offre la sua mano e io la prendo e
corriamo
fuori, mi sento il più fortunato bastardo del pianeta.
Raggiungiamo la Citroen
– la piccola è tornata anche lei
dall’esilio, anche se lei era solo in
California e non in America Latina – e non abbiamo nemmeno
chiuse le portiere
che lei mi salta addosso. Dio, il modo in cui mi bacia… non
credo di essere mai
stato baciato così, e dal modo in cui la mia Teresa
(sì, posso davvero
chiamarla così ora) trema nelle mie braccia, credo valga lo
stesso per lei.
Perché il nostro rapporto non riguarda solo amore e
desiderio, ma fame,
bisogno, e tempo perso che non potremo più avere indietro.
Ci
separiamo, e sorrido come lo Stregatto
mentre cerco di accendere la macchina- ammetto che mi tremano le mani
– ma vedo
che l’espressione di Teresa non è come la mia;
invece di essere tutta felicità
a desiderio come me, lei sta… credo l’unico modo
di descrivere la cosa sia dire
che sta avendo un attacco di panico.
“Oh
Dio, no, no, no, no…” dice
ancora ancora,
passando le mani tra i
boccoli scuri. Visto, che avevo detto? Sta avendo un attacco di panico.
Non che
non mi aspettassi una simile reazione. Una volta passata
l’adrenalina, era destino
che capitasse. La biasimo? No. Ne sono felice? Neanche per idea.
Perché nella
mia testa, una Teresa in crisi di panico è una Teresa che
potrebbe tornare in
quella sala di tribunale a sposare Marcus Pike, ecco perché. Ma allo stesso tempo, sono
sollevato, credo.
Dopotutto, ora Teresa può prendere una decisione da sola,
conoscendo tutte le
variabili.
“Teresa,
vuoi… vuoi non farlo?” le
chiedo, e so che
avrei dovuto dirle,
“Teresa, fa ciò che vuoi, sarò felice
finché tu lo sarai”, ma non posso. Meglio
passare per miserabile e spaventato e manipolarla un po’.
Cercate di capirmi:
non lo faccio apposta, è la mia natura, tutto qui.
Poi,
senza dire una parola, mi
afferra per il colletto della giacca, e mi bacia- e miseria,
c’è davvero
parecchia tensione sessuale e lussuria in quel bacio – e
quando ci separiamo,
mi ordina di mettere in moto, nella sua voce autoritaria. Non me lo
faccio
ripetere: da ora in poi sarò il suo umile servitore; non il
suo cagnolino, come
Marcus, ma, beh… diciamo che spero che seguirla
mi faccia ricevere favori interessanti dalla mia capa..
sì, sono un
maiale pervertito, lo so, ma che cavolo! Ho quasi
cinquant’anni, innamorato da
molto tempo di una donna bellissima
e
non faccio sesso da quattro, cinque anni quasi? E non parliamo del fare
l’amore: è passato più di un decennio
dall’ultima volta che mi sono unito con
una donna corpo e anima.
Anima…
sapete cosa voglio dire,
giusto? Giusto.
Abbiamo
lasciato il centro, e
abbiamo fatto un paio di miglia quando, in un desolato quartiere di
periferia,
Teresa ha un altro attacco di panico e mi ordina di fermare la
macchina. Faccio
di nuovo come mi dice, anche se non ne sono felice, come non sono
felice di
vederla che va avanti e indietro agitata lungo il bordo della strada.
Questo
posto sembra la bocca dell’inferno, o una città
fantasma di un western di
classe B, e non sarei sorpreso se un coyote spuntasse dal nulla per
tentare di
mangiarsela. Uhm. Magari era davvero la trama di un western di serie B:
la
sposa fuggitiva che viene divorata dal rabido coyote, mentre tenta di
fuggire
col suo bello, lasciandolo a torturarsi se sia meglio aver amato e
perduto, o
aver amato e perduto ma saperla nelle mani di un altro uomo- sono
passato
attraverso entrambi gli scenari, e non voglio farlo mai più,
fidatevi.
“Ok,
senti, potresti solo tornare in
macchina? Temo potrebbero esserci dei coyote qui intorno..”
le dico. Mi guarda,
e so che vuole piangere. Conosco quell’espressione,
l’aveva al CBI, quando si
comportava con me come il capo, solo per poi sentirsi in colpa dopo.
Non è
buono, per niente; insomma, sono quasi del tutto certo che Marcus ora
non la
vorrebbe più anche se lei tornasse da lui, ma se lei dovesse
decidere di
tornare da lui, vorrebbe dire chiudere le cose tra noi (se
così si può dire).
“Coyote?
Davvero? Dopo quello che
abbiamo appena fatto?” mi guarda come se mi volesse sposare
qui ed ora, e sono
felice per la mancanza di fondine negli abiti da sposa (anche se sotto
al
vestito ne potrebbe avere una. Cavolo, quello sì che sarebbe
erotico. Letale, ma
erotico.) e mi faccio il più piccolo possibile,
chiudendo la bocca, sapendo quando non si debba tentare la
sorte con la
sua pazienza. “Marcus non se lo meritava, Jane.” Mi
dice con la sua vocina. È
confusa, lo capisco, lo sono anche io. Insomma, un’ora fa mai
avrei detto che
avrei fermato il matrimonio.
“Guarda
il alto positivo, si sta per
trasferire a DC, perciò non lo vedrai ami più,
né dovrai parlargli…” mi
riemette al mio posto senza dire nemmeno un parola, ma stavolta
recepisco il
messaggio, perciò fisso il terreno, coscio dia ver esagerato
un po’ stavolta.
“Scusa. Non era decisamente il caso.”
“Oh,
ma davvero?” mi urla quasi,
soffiando mentre spalanca le braccia. “Adesso però
vorrei sapere cosa diremo
alla mia famiglia. I nostri amici. I nostri colleghi. Come
diavolo…” mi dice,
colpendomi al petto con un dito (e il bouquet), facendomi camminare
all’indietro finché non cado sul cofano della
macchina. “Come diavolo
spiegheremo che abbiamo distrutto un brav’uomo
per… per cosa? Uscire insieme?”
sputa le ultime due
parole nemmeno fossero veleno, spezzandomi un po’ il cuore,
ma appena parla, le
mie rotelle iniziano a girare, e
capisco dove vuole arrivare, esattamente. E per una volta devo
ammettere che ha
ragione su tutti i fronti. La afferro per le spalle, e la guardo negli
occhi,
sperando capisca quanto sono serio nel dire le mie prossime parole.
“Hai
ragione Teresa, ok? Io non
voglio uscire con te. Voglio tutto quanto. Io…”
faccio una pausa, guardo lei,
la macchina, la strada e faccio due calcoli. “Las Vegas
è a diciotto ore da
qui. Potremmo tornare per lunedì mattina.”
Le dico, con un sorriso pigro. So che non è
esattamente il matrimonio
che vorrebbe, ma giuro che se mi dirà di sì un
giorno glielo darò, tutto bianco,
con fiori, damigelle e paggetti e un lungo, beige abito di pizzo- non
la cosa
che la sorella di Marcus ha insisto di farle comprare.
Se
dice sì… siamo a soli pochi
kilometri dal suo appartamento, e se siamo fortunati non incontreremo
nessuno.
O magari potrei chiamare Tommy e chiederli di prendere per noi i
documenti di
Teresa. Las Vegas non richiede esami del sangue, e non ci sono tempi di
attesa
per ottenere la licenza né per la cerimonia. Potremmo
davvero tornare per
lunedì mattina, e convincere Abbott a ridarle il suo lavoro.
So anche già come
fare per convincerlo: la settimana scorsa, nella vetrina di una
fumetteria nel
mio quartiere, ho visto un modellino dell’Invincibile
Voltron, mi costerebbe
una piccola fortuna, ma non mi dispiacerebbe farlo per Teresa e la sua
felicità
(e per garantirle un posto al mio fianco).
“E
tu come… come diavolo fai a
saperlo?” grugnisco. Con tutte le cose che mi potrebbe
chiedere, di tutto
quello di cui potremmo parlare, lei mi chiede come faccio a sapere
quante ore
ci separano da Las Vegas.
“Davvero,
donna? Vuoi parlare di
questo, adesso? Quando ti ho appena chiesto di sposarmi?” sorrido e rido e scuoto la
testa, gli occhi
con qualche lacrima mentre attendo una sua risposta –la risposta- e Teresa mi guarda con una
faccia da pesce lesso. Non
ha ancora detto una parola, e mi chiedo se sia un buon segno.
“No”,
mi dice, senza cambiare
espressione.
Ok, qui è quando
vado nel panico, perché non
riesco a leggerla, e non so perché mi abbia detto no. Parla
del matrimonio? Di
Las Vegas? Del voler sapere perché sono a conoscenza delle
ore di auto tra Austin
a la città del peccato? Dio. Amo essere
innamorato… e lo odio al tempo stesso.
“Ok,
credo che tu debba spiegarti, perché
ho scoperto che
più c’è in gioco, più
faccio fatica a leggere tra le righe. Quindi… no, non vuoi
sapere come faccio a
sapere che ci sono diciotto ore di macchina tra qui e Las Vegas, o no,
non mi
vuoi sposare?” questo intendo con “odio essere
innamorato”. Quando tengo a
qualcuno, leggerli è per me pressoché
impossibile. Ricordo ancora quando Angela
ha tentato di farmi capire di essere incinta; alla fine, me lo disse
chiaro e
tendo con semplici parole (ovvero: Patrick,
sono incinta, indicando il grembo con entrambe le mani, sai, di un bambino.) perché
temevo che
invece il messaggio che voleva mandarmi fosse “ne ho
abbastanza di te e delle
tue stronzate”.
Questo
piccola salto temporale è
merito di Teresa, ed è una cosa che ha tentato di ficcarmi
in testa da quando
ci siamo conosciuti. Capisco che non si tratta di andare avanti,
perché quella
è una cosa che potrei non riuscire a fare mai del tutto
– c’è una ragione per cui
non ci sono parole per descrivere un genitore che abbia perso un
figlio. Si tratta
di accettare la realtà e vivere con essa, e sapere che posso
amare di nuovo; il
mio cuore è abbastanza grande per farlo ancora, amare di
tanti tipi diversi di
amore, c’è posto per più di una donna e
spero, se saremo fortunati (e sarò
fortunato da avere Teresa rispondermi di sì) , per
più di un bambino.
Mi
sorride, e giuro non ho mai visto
quel genere di sorriso, nemmeno quando le ho regalato il pony (ora che
ci
penso, dovremmo prenderci qualche giorno libero e andare in California
per
vedere come sta) e mentre mi accarezza il viso mi bacia. È
ancora una volta un
nuovo tipo di bacio - e
non vedo l’ora
di scoprire tutti i tipi di baci della mia Teresa – ed
è così dolce che mi
spezza il cuore. Per questo non volevo dirle dei miei sentimenti: lei
è così
buona, e io non la merito. E lei non merita una seccatura come me nella
vita. Ma
questo è quello che sta scegliendo, perciò sia
così. Farò del mio meglio per
meritare il suo amore, e riempirò la sua esistenza con
amore, tenerezza,
seduzione, divertimento, casi risolti, bambini e qualunque altra cosa
lei possa
volere.
“Sì”
dice solo, eppure mi dice
tutto. Per la prima volta la leggo completamente, come se fosse un
libro aperto,
e rido davvero, felice, come non ho fatto… da quando ero
bambino, credo.
Riprendo
la sua mano, e torniamo in
macchina, e senza mai smettere di sorridere e sfiorarci, guidiamo verso
il tramonto.
Letteralmente.
|
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Capitolo 2 *** Capitolo Due ***
Quando
arriviamo a casa sua, Teresa
prende i suoi documenti mentre io faccio la guardia, in caso lo sposo
dovesse
farsi vivo – non ho problemi a credere che chiunque conosca
bene Teresa,
famiglia o amici, preferisca vederla con me, perciò non sono
preoccupato per
loro – e ora che ci penso, è parecchio strano.
Teresa è una tale brava persona, fedele, leale
e buona, con un cuore
così puro che ami avrei pensato di meritarla.
Lo creduto così a lungo che l’ho
quasi persa, eppure, vedere il dubbio
scritto sui volti della sua famiglia mi ha fatto mettere coraggio e
confessarle
i miei sentimenti.
Mentre
la guardo correre in camera,
mi appoggio alla finestra, conscio che sono stato un bastardo
incredibilmente
fortunato, perché dirle quello che provo è una
cosa. Ma Teresa non mi ha solo
ascoltato: ha lasciato il suo sposo e mi ha detto che mi ricambiava; ho
sempre
saputo che provava qualcosa per me, ma non ho mai potuto dire cosa
fosse e
quanto fosse profondo. Eppure, eccoci qui, pronti a scappare a Las
Vegas a
sposarci clandestinamente. Nel giorno in cui avrebbe dovuto sposare
Marcus
Pike.
Nonostante
le mie suppliche, quando
mi raggiunge in salotto vedo che si è cambiata con qualcosa
di più comodo; non
so cosa provo. Insomma, avrei amato guidare fino a Vegas con lei al mio
fianco,
vestita come la mia sposa, ma so perché preferisce jeans e
maglietta. Almeno
prendo con sé il vestito, e no, anche se era il vestito che
aveva scelto per un
altro, anche se non era quello che avrebbe scelto per sé,
non mi importa – se
non l’ha fatto Wayne, posso farlo anch’io. E poi,
voglio sposarla di nuovo il
prima possibile. Il matrimonio che ha sempre voluto, e lo
organizzerà lei (col
mio aiuto, logico. Non sarò il fidanzato/marito/padre che
non condivide i compiti
col suo amore).
Magari
potremmo sposarci a Natale. O
al nostro primo anniversario. O magari… sorrido e mi
lacrimano gli occhi mentre
oso immaginare quello che un giorno potrebbe essere realtà.
Non sono credente,
né ho alcun tipo di fede, ma se Teresa ed io dovessimo avere
dei figli, li
farei battezzare, e supporterei ogni sua decisione. Perciò,
chissà. Potremmo
sposarci al battesimo del nostro primogenito.
“bei
pensieri?” mi chiede mentre mi
bacia sul retro del collo, mentre io guardo ancora fuori dalla
finestra. Mi
giro nelle sue braccia e
sorridendo, la
bacio dolcemente. È solo una carezza me mi sembra avere
molto più sentimento di
ogni altro bacio che ci siamo scambiati finora, o che io abbia mai
dato. Non
chiedetemi perché, ma ho sempre pensato che piccoli baci e
carezze a fior di
labbra siano l’espressione più alta di amore e
affetto ed intimità.
Sorrido
e l’abbraccio, come ho fatto
quando sono tornato dal Sud America e l’ho trovata ad
aspettarmi ad Austin, ed
è incredibile quanto tutto sia simile: allora ho trovato
Lisbon dopo due anni
di lontananza, oggi ho ritrovato Teresa quando ormai la credevo perduta.
“Sei
pronta?” le chiedo, mano nella
mano e occhi negli occhi. Quello che intendo è sei sicura di volere tutto questo? Non
è il suo amore per me che
metto in discussione – credetemi, ora che abbiamo messo tutto
fuori, riesco a
leggerla come un libro aperto – ma non voglio che faccia
qualcosa per il motivo
sbagliato. Voglio che mi posi perché mia ma e non
può immaginare la sua vita
senza di me – una bella spinta per il mio ego e la mia
sicurezza interiore, e
prima che lo chiediate, sì, sono un concentrato di
insicurezze. Ma non vi ho
detto che porto sempre maschere, dopo tutto? – e non
perché teme che mi possa
rimangiare tutto, o che ero troppo eccitato al matrimonio da parlare
senza
connettere cervello e bocca, così da non sapere cosa le
abbia detto.
“Teresa…”
la chiamo, la voce bassa e
roca. Quasi grugnisco, perché lei ora è la mia
Teresa e dalla mia posizione vedo la sua camera da letto. Ed
il suo enorme
letto. Ho quasi
voglia di dirle che
magari per un po’ di giorni potremmo mettere da parte la
questione del
matrimonio e scegliere un approccio più tradizionale, quando mi rendo conto che
no, non c’è modo
che io possa fare l’amore con lei in quel letto, mai, mai.
Lei e Marcus hanno
dormito insieme in quel letto: so che è da pazzi- mi
sposerà col vestito con
cui doveva sposare lui, dopotutto- ma non posso dormire con lei
lì. Le mie
finanze sono ancora bloccate dopo l’incontro con il gran
giurì per decidere se
dovessi essere processato per la morte di John il Rosso- cavolo, la
legge è
svelta a congelarti i bei, ma quando deve sbloccarli, ci mette almeno
un anno –
ma anche se la mia
busta-paga all’FBI
non è proprio pesante, credo di potermi permettere un letto
nuovo. E nuove
lenzuola. Ed un nuovo materasso. Oh, e nuovi cuscini. Molti nuovi
cuscini. La
mia Teresa ama i suoi cuscini, dopotutto.
In
pratica dovrei comprale una nuova
camera da letto, punto. Ma mi chiedo se dovrei comprarle
un’intera casa nuova,
appena possibile. Nonostante tutto, questo è un appartamento
da single, non per
una famiglia, e se Teresa dovesse essere d’accordo, credo che
potremmo iniziare
da subito a lavorare ad un erede. Nel senso di oggi, appena sposati.
Dopotutto,
non siamo più giovincelli, e c’è una
buona possibilità che non si concepisca al
primo tentativo.
“Voglio
questo.” Mi dice, baciandomi
al margine delle labbra. “Voglio te.” Chiarisce
prima di baciarmi sulla bocca –
dove ho detto che è la camera da letto? –e rido, e
sorrido. E piango. Di nuovo.
Dio.
Teresa mi ha sempre detto che
sotto sotto sono un brav’uomo, ma immagino che da adesso
dovrà aggiungere che
sono sdolcinato, perché non ricordo di essere mai stato
così… emozionato. Se
non al fianco di Teresa: lei è un’alfa, e le alfa
influenzano la produzione di
progesterone nelle persone a loro vicine. Forse deve avere il ciclo e
mi sta
passando la sua sindrome- non ridete, è vero. L’ho
letto in un libro. Credo. O
era un film? Chiedo scusa, ma non ricordo molto del tempo passato a Las
Vegas,
dato che ero ubriaco fradicio il 90% del tempo.
Lasciamo
l’appartamento, il vestito
da sposa sui sedili posteriori della Citroen, e mentre salgo in
macchina mi
chiedo se debba fare un salto al trailer e cambiarmi anch’io:
Vegas è a 18 ore
da qui, e non voglio essere sudato e stropicciato dopo tante ore al
volante. Ma
il trailer è nel parcheggio dell’FBI, e se andremo
la ci sono forti possibilità
di incontrare qualcuno che ha sentito del matrimonio, o peggio, che
erano là.
Ho tutto quello che mi serve: documenti e un po’ di soldi nel
caso mi voglia
comprare qualcosa, e immagino dovrò accontentarmi.
Non
parliamo molto lungo la strada.
Teresa ed io non abbiamo mai avuto bisogno di parlare molto, uno
sguardo era
abbastanza. Il nostro problema era che portavamo sempre delle maschere.
Adesso
basta: perciò, sorrido per le prime ore del viaggio- mi fa
male la faccia, ma
non mi importa –quando ci fermiamo a Sweetwater e facciamo
pranzo. Prendo te e
uova, dato che stamattina non ho fatto la mia solita colazione dato il
nodo
allo stomaco, mentre Teresa sceglie caffè ed insalata-
temendo di non entrare
più nel vestito se dovesse esagerare. Povera cara, appena
sposati ordinerò
fragole, cioccolato, panna, gelato e champagne al servizio in camera, e
la farò
indulgere nelle sua fantasie sessuali-culinarie quanto
vorrà.
“Tocca
a me adesso.” Mi dice mentre
prende dalla borsa un piccolo navigatore satellitare. “E no,
non puoi
negoziare.” Mi ordina, e sorrido. Non credo sarò
mai in grado di sentirla darmi
ordini senza pensare che lei sia la padrona del mio corpo.
Forse
dovrei iniziare a lavorare
solo con Kim, la presenza di Teresa mi distrarrebbe solo. A meno
che… beh, se
Teresa usasse il sesso come arma di ricatto, credo non avrei problemi a
trasformarmi in un umile consulente per lei.
Ci
fermiamo ogni quattro ore,
alternandoci alla guida. Sorrido, e una volta mi addormento anche, un
miracolo
per un insonne come me, e sono andato per quasi tutti il turno di
Teresa.
Quando mi sveglia e mi offre uno spuntino di mezzanotte (in
realtà sono quasi
le due, e noi abbiamo guidato per oltre sedici ore) mancano
un apio di ore a Vegas, e tocca a me
guidare. Mi sveglia con una tazza di te- orribile, ma meglio di niente-
e un
bacio sulle labbra. Apro gli occhi e la vedo, il suo sorriso luminoso,
e non
credo di averla mai vista così felice.
Mi
fa quasi piangere sapere che si
sente così per me.
Che
è tutto vero.
Che
è mia.
Perciò,
il bacetto che mi voleva
dare si trasforma presto in una sessione bollente, con tanto di mani
che
esplorano e palpano parecchio, avide. Ci sono anche un paio di
tentativi di
sbottonare camicie e abbassare le cerniere dei pantaloni, ma degli
adolescenti
ci fischiano mentre passano, incoraggiandoci e metterci nudi e darci
dentro, e
così saltiamo via l’un dall’altra, col
fiatone.
Grugnisco
sbattendo la testa contro
il finestrino, non potendo lasciare la macchina al momento- il mio
corpo ha
reagito al tentativo di cavalcarmi e strapparmi i vestiti di dosso
Teresa in un
certo qual modo- e
giuro che appena
saremo nella nostra camera (ovvero
appena trovato un qualsiasi hotel disponibile) le salterò
addosso strappandole
i vestiti.
Sì,
sono un vecchio maiale
pervertito, orgoglioso di esserlo perché è lei a
renderli tale. E poi, sono
certo che nonostante il comportamento da scolaretta di scuola
cattolica, Teresa
sia un a belva sotto le lenzuola (ricordate il mio discorso sulle donne
disordinate? Ne avevamo già parlato) perciò sono
certo che non sarà dispiaciuta
per la mia (mancanza di) educazione.
Durante
le ultime due ore del nostro
viaggio, guido io, e chiedo a Teresa di cercare sul suo smartphone
informazioni sui
matrimoni a Las Vegas; avrò pure pensato di sposarmi
lì, ma ammetto che non ho
pensato a tutto, e per quanto grande sia il mio palazzo della memoria,
"come sposarsi a Las Vegas" non ha una stanza.
Per
ora.
Teresa
mette nel GMS l'indirizzo
dell’ufficio delle licenze matrimoniali di Clark County, e
parcheggiamo l'auto
nelle vicinanze- non apriranno per altre tre ore - e nel frattempo
prendo,
dall'ultima cabina telefonica a Las Vegas, le pagine gialle, e mentre
Teresa
prende un altro caffè in una tavola calda, faccio qualche
telefonata, sia alla
cappella per fare una prenotazione per oggi alle 10:00, e poi per un
hotel in
città; so già dove trascorreremo le nostre prime
ore come coppia sposata, e non
mi importa se Teresa dirà che dobbiamo tornare ad Austin al
più presto: non
appena lei sarà mia moglie, le darò un assaggio
della luna di miele, qualche
ora al Venetians.
Non è
come la vera Venezia, ma per ora ci dovremo accontentare. E poi, un
giorno ...
Un giorno, le darò tutto quello che vuole, il matrimonio
prefetto e la luna di
miele in Europa, proprio come lei ha sempre sognato.
Camminiamo
per un po’- è una bella
zona della città, questa, e poi Teresa e in grado di badare
a se stessa, e so
che ha una pistola con se, ed il suo distintivo- odierebbe essere
fermata
perché ha un'arma nascosta, il mio amore. Non prendiamo
troppo tempo, però, se,
dato che vogliamo essere i primi non appena apriranno alle otto;
ottenere la
licenza può essere una cosa da pochi minuti, ma ci sono
ancora alcune da
sistemare prima delle 10:00; ci dobbiamo cambiare tutti e due - e devo
ancora
comprameli, i vestiti, per di più - e abbiamo bisogno di
trovare i fiori. Sì,
lo so li potremmo avere alla cappella, ma 110 $ per pochi fiori?
Dovranno
passare sul mio cadavere.
Quando
l'ufficio apre, siamo i primi
ad entrare, e quando la signora di sessant’anni circa, priva
simpatia e
decisamente infastidita chiede nostri documenti di identità,
le do il mio
tesserino dell’ FBI e la mia patente di guida; lei mi guarda
con aria
interrogativa, come se non potesse credere che un tizio del genere
possa
lavorare per l'FBI (non sono sicuro se è un complimento o un
insulto), e mentre
afferro le spalle di Teresa, spiego con un sorriso che ci siam
incontrato al
posto lavoro, e che quasi morire ci ha costretti a rivalutare le nostre
priorità, e così siamo fuggiti a Las Vegas nel
bel mezzo di un'indagine per
omicidio.
È
una bugia, ma stiamo solo giocando
un po'; tutti qui a Las Vegas sono qualcuno che non sono, è
il fascino della
città, dopo tutto. Quando sono venuto qui quasi quattro anni
fa, anche io
fingevo di essere qualcuno che non ero, e ora ...
Oh.
Ho appena realizzato quanto
tutto questo sia ironico. Sto per sposare Teresa nella stessa
città in cui,
quattro anni fa, le ho detto che ero troppo eccitato per ricordare cosa
provassi per lei. È davvero OK con tutto questo? Dopo tutto,
abbiamo deciso per
Las Vegas (beh, l’ho deciso) perché è
l'unico posto che conosco dove quando
vuoi sposarti, ti sposi, ma forse ci sono ricordi troppo dolorosi da
sopportare
per lei qui, e io potrei essere un mostro che non ha preso (e non
prende) in
considerazione i di lei sentimenti.
Paghiamo
i nostri 60 $ di tassa, solo
contanti, e nonostante io faccia del mio
meglio per essere il suo cavaliere in armatura
scintillante, non riesco
a convincercela a
lasciarmi pagare tutto
di tasca mia, e finiamo per fare a metà- ma se lei pensa che
le permetterò di
pagare per la suite luna di miele al Venetians,
oh, non
sa quanto ha torto.
Prima
di raggiungere la
cappella sulla
Strip- la “Wedding Bells
Chapel”, famosa per i sui imitatori di Elvis- mi fermo ad una
banca locale che
ero solito utilizzare quando potevo spesso essere avvistato a Las
Vegas; ho
ancora una cassetta di sicurezza lì, e c'è
qualcosa che devo recuperare prima
del matrimonio, ma voglio che sia una sorpresa per Teresa. Mi fa il
broncio
quando la mollo in macchina, ma le do un bacio sul naso, dicendole che
le piacerà
questa sorpresa e che
alla fine ne sarà
valsa la pena.
Faccio quello che mi ero
riproposto, e poi,
come abbiamo raggiunto la zona della cappella, giriamo
finché non troviamo
quello che ci serve. Penso per prima cosa al mio abito, e per un
capriccio acquisto
un tre pezzi Kalvin Klein nero, con l'aggiunta di una cravatta
(perché so che
Teresa amava il gilet, ed ancora lo fa. Penso che sia in molte delle
sue
fantasie erotiche su di noi), e quando vedo che le pupille di Teresa si dilatano
quando mi vede provarmi
il complete, so che è quello giusto; acquistiamo poi gli
anelli (fedi nuziali
celtiche, le “Claddagh”, visto che siamo entrambi
di origine irlandese) e poi
fiori per entrambi; opto per il
bianco,
in quanto è il colore del suo vestito, ma invece di rose,
scelgo tulipani e
fresia, e un tocco di verde smeraldo con l’edera; il mio
fiore all'occhiello è
un semplice bioccolo di fresia, ma mi sento come se fosse la cosa
più preziosa
dell'universo adesso.
Raggiungiamo
la cappella verso le 09:50,
e il personale ci scorta verso i camerini, dove cambiamo nei nostri
nuovi
vestiti eleganti; poi, come se fosse un matrimonio "reale" (capite
quello che voglio dire, giusto?) l’aspetto all'altare, con il
mio testimone (un
ragazzo che potrebbe essere mio figlio e lavora lì come
testimone per quelli
che scelgono di fuggire all'ultimo minuto, come noi) e le note nuziali
tutto
intorno a noi.
Dio.
Non riesco a credere a come mi
sento in questo momento, proprio come quando ho sposato Angela. E
allora avevo
diciotto anni. E avevamo programmato il nostro matrimonio, per quanto
semplice
fosse stato. Ma forse ... forse è perché non
riesco ancora a credere che sia
vero. Per quanto ... potente la mia mente può essere, ho
ancora problemi a
comprendere pienamente che Teresa mi vuole e lei è mia ora.
C'è una parte di me
che pensa che presto mi sveglierò nel mio letto nel trailer,
solo per scoprire
che è stato tutto un sogno e lei è sposata a Pike
e in volo verso DC.
"Here
comes the bride"
inizia a suonare e mi giro, vedendo Teresa e la sua damigella d'onore
dipendente/testimone/impiegata della cappella camminare verso di me.
È
bellissima, la mia Teresa. Non so se è per il grande sorriso
che illumina i suoi
lineamenti, o perché, diversamente da ieri, ha lasciato i
capelli sciolti, facendoli
arricciare naturalmente sulle punte. Non glie l'ho mai detto, ma questo
è il mio
look preferito per lei. E penso che lo abbia appena capito,
perché non appena
vede la mia espressione sorrise più.
"Ehy".
Dico quando mi
raggiunge davanti all’altare. Le mie mani sono sudate, e mi
viene da piangere
dalla felicità; con Teresa proprio davanti a me, posso
finalmente accettare che
lei è veramente mia. Improvvisamente
sento il ben noto senso di colpa che mi accompagna da
quando ho ricordi,
e mi chiedo se stia facendo la cosa giusta con lei. Sono tanto egoista
come
Marcus, che le ha chiesto di seguirlo attraverso il paese? Si sente
obbligata a
sposarmi? È questo il tipo di matrimonio che vuole? È difficile per
lei sposarmi qui, a
Las Vegas, dove ho rinunciato
a un decennio di celibato, qualcosa che avrei dovuto fare per lei e lei
sola –
per andare a letto con l'amante dell’uomo che ha ucciso la
mia prima famiglia?
La città dove mi sono rimangiato che l'amavo?
Improvvisamente,
non me la sento più
di farle ancora torto, quindi l’afferro per le spalle, e con
una voce piena di
panico, le chiedo se questo è davvero quello che vuole.
Le
sue parole successive fanno di me
l'uomo più felice del mondo. "Tutto quello che ho sempre
voluto sei tu,
Jane, quindi ... non mi importa come, quando e dove, se questo mi
permette di
farti mio per tutti i giorni a venire ... perciò,
così sia" Sorride e mi
bacia, mentre il ministro, un uomo sulla cinquantina, si schiarisce la
gola, un
po’ seccato con noi, che tagliamo corto con la cerimonia,
facciamo le cose al
contrario e andiamo
direttamente alla
fine.
Teresa,
arrossendo, mi nasconde il
viso nel collo, e approfitto dell'occasione per baciarle i capelli,
ricordando
tutte le volte che l’ho fatto in passato con questo o quel
pretesto, e devo
dire, non vedo l'ora che faccia un lungo bagno profumato alla lavanda,
perché
non c'è niente come il profumo di vaniglia o lavanda sui
suoi capelli, pochi
minuti dopo che ha fatto il bagno o una doccia-sì, lo so che
è spaventoso quanto
sia esperto sull’argomento, e sono consapevole che
è un po’ da
stalker, ma ehy, un uomo fa quello che un uomo
deve fare.
L'ufficiante
sta già iniziando a
parlare, quando improvvisamente mi ricordo che, nelle mie tasche, ho la
sorpresa che ho recuperato dalla cassetta di sicurezza per lei, e non
posso
credere che ero così perso in Lisbon che me n’ero
dimenticato - e mi volto
verso l'uomo, fermandolo alzando un dito. "Uhm, mi scusi,
c'è qualcosa che
devo darle, prima."
Sorridendo
e guardando Teresa, che è
chiaramente confusa (e penso, un po’ spaventata. Non la
biasimo, nemmeno un
po’), prendo l’oggetto nella mia tasca nel pugno,
chiudendogli le dita intorno.
Poi, alzo la mano al livello degli occhi di Teresa, e quando apro
leggermente
la mano, la catena, ancora in mano, danza, come se fosse uno di quei
vecchi
orologi che usavo per ipnotizzare le persone tanto tempo fa .
"Jane,
cosa ..", dice
Teresa, ansimando, sfiorando con un dito perfettamente curato l'oro del
gioiello che le sto presentando. È in lacrime, probabilmente
perché ha
riconosciuto il collier: è quello che le ho comprato otto
anni fa o giù di lì,
quello che pensava avessi dato via. Ma non ho mai fatto: non potevo,
non quando
lei era già la regina del mio cuore. Nella mia mente, ho
sempre pensato che le
avrei dato questo gioiello come regalo di nozze, ma mai, mai, avrei
osato
pensare che l’avrebbe indossato al nostro matrimonio.
"Era
tuo." Le dico mentre
sposto i capelli e le allaccio la collana intorno al collo, decidendo
di
lasciare la croce dove si trova, pensando che in questo modo si
sentirà come se
sua madre fosse con lei in questo momento. "Non potevo
sbarazzarmene." Lei scoppia in lacrime, e mi chiedo cosa
farà quando le
darò gli orecchini del set che ho nell'altra tasca, ma
decido di aspettare
un'altra occasione per darglieli. E poi, a Teresa non piace indossare
troppi
gioielli
La
cerimonia è breve, solo pochi
minuti, e anche se l’officiante non è esattamente
d’accordo (il ragazzo
grugnisce-devo ricordare di mettere una recensione negativa per questo
posto su
Trip Advisor) ci scambiano i nostri voti personali- più o
meno. Teresa ripete
le parole che mi ha detto prima, dicendo tutto ciò che ha
sempre voluto era che
io fossi nella sua
vita e ricambiassi i
suoi sentimenti, e rispondo con i miei voti personali (visto, Marcus?
Se Teresa
è al tuo fianco, non hai bisogno di settimane di
preparazione, né di essere
Shakespeare, per essere ispirato).
"So
che hai sempre pensato alle
mie parole come promesse vuote, ma ora che hai accettato di essere al
mio
fianco, ora che diventeremo una cosa sola, prometto di fare meglio.
Sarò sempre
l'uomo che ero, non posso cambiare, e so che non vorresti che lo
facessi, ma
prometto di essere degno di te. Perché Teresa, tu ispiri
bontà e grandezza, amore
mio."
Non
posso fare a meno di pensare ad Angela
quando lei mi mette l'anello al dito, e quando lo faccio lo stesso con
lei, so
che la sua mente va a Marcus e come ritiene di avergli fatto torto, ma
spero
sappia che è meglio così: saremmo stati tutti
miserabili, se si fossero sposati.
Inoltre, come mi dico, il passato è passato, e riportare
tutto a galla è
inutile. Dopo tutto, non saremmo qui se non fosse per il nostro
passato, quindi
dobbiamo essere grati per chi e cosa ci ha aiutato ad arrivare qui.
Ci
baciamo, e la prendo tra le
braccia, in stile sposa (e lei è la mia sposa, dopo tutto),
mentre torniamo
alla mia auto e ci dirigeremo verso il Venetians (cosa di cui lei non
sa ancora
nulla). Scuote la testa quando parcheggi e l’aiuto a
scendere, ma lei si limita
ad appoggiarsi a me, il suo braccio nel mio, mentre camminiamo verso la
reception; lì, siamo attesi da una giovane donna, uno
spirito romantico che
sembra molto felice di vedere una coppia così
innamorata (ma la verità è che si prende
subito una cotta per Teresa) e otteniamo un upgrade (e tutta la roba
deliziosa che
ho programmato di dare a Teresa) grazie al mio sorriso e al mio affetto
per
l'amore della mia vita -la gente non ci resiste. Ora, cosa pensate che
succederà quando avremo un bambino? Semplice:
sarà il futuro dominatore del
mondo, con il nostro aspetto e il mio carisma e la forza e l'attitudine
per le
armi e per il comando di Teresa, ecco cosa.
Una
volta entrati nella nostra
camera, non la lasciamo per ore, e quando finalmente mi perdo nel suo
corpo, in
lei ... è la sensazione più perfetta del mondo,
il suo viso mentre raggiunge
l’apice è qualcosa che rimarrà con me
per sempre. Proprio come Teresa, perché
io le appartengo, anima e corpo.
|
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Capitolo 3 *** Capitolo tre ***
Finiamo
per dormire per un paio
d'ore dopo essere arrivati a Austin nelle prime ore di
Lunedì. In realtà, non è
del tutto vero: Teresa riesce a
dormire per un paio d'ore (il che mi stupisce, perché
significa che si è già
abituato all'idea di essere mia moglie, e non è spaventata
come vorrebbe far
credere all’idea di ammettere che ci siamo accasati). Io? Io
rimango sveglio,
appoggiato sul fianco, e guardandola, contento, che dorme.
Contento...
e un po’ in panico. Solo
ora, con lei addormentata al mio fianco, mi rendo conto che abbiamo
fatto tutto
troppo in fretta. Non dubito che lei sia quella giusta per me,
perché non è
così (e per quello che conta, so anch’io di essere
quello giusto per lei) ma
forse avremmo dovuto, non so, discutere? Di cose importanti, e no, non
sto
parlando di "come facciamo a sposarci". Sto parlando di quello che
viene dopo (di solito).
E
no, non parlo di chi si dovrà
trasferire dove, dato che non credo che Teresa voglia trasferirsi in un
trailer.
Sto parlando di famiglia. Sto parlando, nel caso in cui non lo abbiate
capito (non
preoccupatevi, non tutti possono essere percettivi come me) di bambini.
Ho
sempre pensato che, se fossi
sopravvissuto a Red John (come è successo) e ne fossi uscito da uomo
(cosa che non è
esattamente successa), mi sarei risposato
un giorno (preferibilmente Teresa), e poi avuto dei figli.
Ho amato
essere un padre per Charlotte, ed è una sensazione che ho
desiderato riprovare
per oltre un decennio. Non fraintendetemi: non sto sostituendo
Charlotte con un
nuovo bambino, (beh, in realtà dovrei
parlare al futuro, non
è che
Teresa è già incinta. Anche se effettivamente
c'è una possibilità che lei lo
possa essere.). Charlotte sarà sempre la mia primogenita, la
mia bambina. Ma
ora so che c'è abbastanza spazio nel mio cuore per amare,
ugualmente e tuttavia
in modo diverso, ognuno di loro: Angela e Teresa, Charlotte e ogni
bambino che
potrei avere con Lisbon (Lisbon-Jane, se riesco a convincerla).
Io...
io li amerei allo stesso modo,
ma vorrei provare a fare meno errori. Per esempio: non scarificherei di
nuovo
la famiglia sull'altare di denaro e potere e carriera. Dovrò
ancora lavorare per
l'FBI per tre anni e qualcosa prima di essere completamente libero e
perdonato,
ma vi dico già che una volta fatto, se nel frattempo Teresa
e io avremo avuto
dei figli, lascerò il mio lavoro essere un
papà-casalingo a tempo pieno.
Ma
non so cosa ne pensi Teresa. So
che ha sempre desiderato essere madre, ma sono anche consapevole che
questo
desiderio è sempre stato in guerra con la paura di
trasformarsi in suo padre.
Inoltre, non dimentichiamo che l'altra parte coinvolta sono io: non
sarei
sorpreso se avesse dei dubbi sulle mie capacità di gestione
la paternità di
nuovo, soprattutto se dovessimo avere una femmina.
"Dio,
sei un tale maniaco.
Posso sentirti che mi guardi dormire..." Mormora Teresa come si
accoccola
contro il mio petto, gli occhi ancora chiusi mentre sospira, contenta.
Bacio i
suoi capelli, sentendomi un bastardo fortunato
e piagnucolo un po’. Meh, ve l’ho
detto che sono sdolcinato in amore... "E smettila di pensare. Stai
pensando così forte che mi fa male la mia testa." Dice
contro il mio
petto, le sue parole soffocate dalla mia pelle. Poi, alza la testa e mi
guarda,
profondamente, mentre la mano le scorre tra i capelli arruffati. "Di
solito, sono io quella che rimugina... cosa c'è che non va?
È perché dobbiamo
dirlo agli altri? Jane, se vuoi aspettare, io sono d’accordo,
va bene? "
Il
mio cuore si stringe mentre
parla, dato che sono stato io quello che, appena due giorni fa, le
aveva detto
di voler essere suo marito e che non mi sarebbe importato di quello che
la
gente avrebbe detto. E invece, la mia bella Teresa è sempre
preoccupata per me,
sempre a pensare che, una volta fatto qualcosa senza pensarci, io possa
cambiare
idea e essere spaventato da tutti i risultati possibili.
"Vuoi
dei figli?" Butto
lì. Molta classe, davvero. Sono un maestro con la lingua
quando si tratta di
Lisbon (in realtà, io sono. Solo non quando si tratta di
usare detta lingua per
parlare).
"Ti
avrei sposato se non avessi
voluto figli? Certo che sì, Jane! Se fossi stata solo
innamorata di te, avrei
co-abitato con te! Avere dei figli è la ragione per cui la
gente si sposa!"
Grugnisce, tentata di schiaffeggiarmi. Ok, a quanto pare, sono
sdolcinato e
idiota quando si tratta d’amore, perché pensavo
che sposarsi fosse un modo per
le persone di frequentarsi in assoluta
esclusività…
Cerco
di difendermi dagli attacchi
del suo cuscino, ma alla fine mi rendo conto che non è
necessario, quando lei mi
getta le braccia al collo, e ci troviamo impegnati in
un’appassionata sessione di
baci, così appassionata che sto per sbarazzarsi della sua
canottiera quando lei
mi ferma e, ridacchiando come nemmeno fosse una maliziosa studentessa
adolescente, corre in bagno, e mi ricordo che dovremmo andare a
lavorare.
Andare
a lavorare ... e dire a tutti
che siamo sposati, aggiungo mentalmente.
Ed
è allora che i problemi iniziano,
almeno per Teresa. L’opinione generale non è mai
stata il mio genere (con
l'eccezione di quando fingevo di essere un sensitivo e facevo milioni),
quindi
non è che mi preoccupi troppo di quello che diranno del
nostro matrimonio. Ma
Teresa vede il mondo in
modo diverso. Ma
credo che possa avere a che fare anche con il fatto che, in questo
momento, è
praticamente senza lavoro: venerdì è stato il suo
ultimo giorno in ufficio ad
Austin, sabato doveva essere il giorno delle nozze con Marcus, e il
giorno seguente
lei e suo marito sarebbero dovuti partire per passare dieci giorni alle
Hawaii.
Poi, alla fine della luna di miele ... una posizione per entrambi in DC.
Ma
Teresa ha lasciato Marcus. Teresa
ha deciso di rimanere qui. In Austin. Dove potrebbe non esserci
più un posto
per lei. Non si trasferirà a Washington, dove c'è
un posto at attenderla tra meno
di due settimane.
Arriviamo
in ufficio con la stessa
auto, e Teresa abbassa la testa e cerca di nascondersi come un cucciolo
smarrito con la paura di essere preso a calci; vediamo un paio di
persone che sono
amici di Marcus, e se lo sguardo potesse uccidere, saremmo
già due metri sotto
terra.
Ma
soprattutto, ci sono molti che si
rallegrano per noi; donne sognanti sospirano mentre passiamo, come se
fossi l’eroe
di un romanzetto rosa della Harmony, grazie al mio grande gesto
romantico, e
gli uomini mi danno pacche sulle spalle, chiamandomi bastardo fortunato
e così
via -Teresa è apparentemente la protagonista di molte
fantasie erotiche qui al
FBI; Non biasimo i ragazzi, ma se, una volta che viene fuori che lei
è mia
moglie, scopro che ancora pensano pensieri sconci su di lei... beh,
sono bell’e
morti.
Wylie
non dice molto quando ci vede;
credo perché le parole gli sfuggano. Riesco quasi a vedere
la sua mente, piena
di ogni tipo di pensiero. Comincia almeno dieci frasi, e non ne finisce
nemmeno
una. È rosso come un pomodoro, il povero ragazzo,
così Teresa ha pietà di lui e
lo abbraccia, dandogli un piccolo bacio sulla guancia. Il prossimo che
incontriamo è Cho, e nonostante ci conosciamo da dodici,
lunghi anni, non dice
nulla. Ma lui fa qualcosa di ancora più importante.
Scuote
la testa, sorridendo, per
davvero, di un sorriso enorme che mi toglie respiro, perché
non ho mai visto il
mio amico così felice prima. E pensare che lui è
così felice per me, quando
credevo che solo Wayne e Grace ci vedessero bene insieme...
sì, sono uno sdolcinato
innamorato che sta quasi piangendo a causa del suo migliore amico, e
allora?
Non mi giudicate, sono solo un vecchietto con un grande cuore,
dopotutto.
Kim
è al suo fianco (lei mi ha
sostenuto, quindi penso che sia più che giusto se provo a
farla mettere con
l'uomo dei suoi sogni, alias Kimball Cho. Uhm. Kim e Kim... dovrebbero
registrarlo come marchio. Ha potenziale) e lei è ancora
più felice di lui. Ci abbraccia
entrambi, e sta quasi piangendo (wow, faccio piangere così
tante persone che mi
sento come se fossi il personaggio principale di un telefilm). Da un
bacetto a
ciascuno di noi, e quando vedo Teresa rispondere all'abbraccio, e ...
beh,
brillare, non ho parole per descrivere come mi sento, sapendo che lei
è felice
e dove vuole essere, e ama questo posto e tutti noi; forse non tiene
loro come
se fossero di famiglia come quando eravamo al CBI-non ancora, almeno,
ma a lei
importa di loro. Lei li ama. e le piace che abbiamo una
buona impressione di lei.
Gli
occhi di Kim cadono sulle nostre
mani unite, e vede l’oro brillante oro che ci adorna le dita,
e si mette una
mano davanti alla bocca, se per cercare di non ridacchiare o non dire
qualcosa
indiscreto, non sono sicuro. Quello che so è che,
stranamente, arrossisco.
"Ehy,
tra l'altro, Abbott vuole
vedere entrambi." Dice mentre torna alla sua sedia. Teresa prende un
grande
respiro, ed entriamo nella tana del leone. Dannazione, avrei dovuto
portarmi dietro
quel maledetto robot
giocattolo di
Voltron, per cercare di guadagnare un po’ di tempo....
Abbott
si alza appena entriamo, e ci
stringe le mani (è un buon segno. Spero.) Chiede a Lisbon
cosa sta facendo qui,
dato che avrebbe dovuto essere in viaggio di nozze. Teresa si gira a
guardarmi
con aria interrogativa, e io faccio spallucce. Abbott era anche lui
lì, quindi
non è che non abbia assistito con i suoi occhi al nostro
piccolo... spettacolo.
"Uhm
... signore ... è solo che
... non è andata esattamente come pensavamo." Lei dice,
dicendo
effettivamente il
meno possibile. Dio, sento
così tanto il
bisogno di proteggerla in
questo momento... "Ho avuto un paio giorni piuttosto duri."
"Lo
so, agente Lisbon",
dice, incrociando le braccia, guardandola come a dire, lo
so, ero lì, "Ma da quello che ho sentito, dovrebbe
partire
per la luna di miele comunque." sorride mentre ci guarda le mani. A
quanto
pare, tutti conoscono il nostro piccolo segreto...
In
quel momento, la vedo, e so che non
chiederà mai il suo lavoro indietro. Quindi, non
c'è davvero che una cosa da
fare. E spero che possa funzionare, perché dopo tutto,
Abbott ha lavorato
duramente per farmi tornare qui a lavorare per lui. Sono il gioiello
della
corona-come lo sono sempre stato-
e io
sono stufo che Teresa paghi per le mie azioni, qualsiasi cosa accada.
Prendo
la sua mano nella mia, come
se fossimo gli eroi di un romanzo, e guardo Abbott, sudando e parlando
freneticamente.
"Se lei ne va... mi può sbattere in una cella in isolamento,
perché o
lavoro con Lisbon, o non lavoro per voi!"
Non
è esattamente un bluff, diciamo
che so Teresa sta pregando molto e sto pregando anche io che funzioni,
altrimenti
lei sarà a DC a lavorare con un uomo che la odia (Pike) e io
sarò in galera qui.
E
poi, Abbott fa qualcosa che non
avevo previsto: prende una lettera dalla sua scrivania e lo fa in
molti, molti,
molti piccoli pezzi. "Informerò l'ufficio di DC che non
sarà in grado di accettare
la posizione temporanea assegnatele, dato che la sua presenza
è richiesta in
ufficio qui ad Austin." Posizione temporanea? Da quando Lisbon aveva
chiesto una posizione temporanea? So che lei aveva chiesto un
trasferimento, me
lo aveva detto lei stessa qualche settimana fa...
"Pensavate
davvero che avrei
consentito ad uno
dei miei miglior
agenti- un agente che ho speso migliaia di dollari di tasse per
formare- di
scappare così facilmente?" Sorride e mi guarda divertito. A
quanto pare,
il tizio ha un sacco di fiducia in me. E nei miei poteri di
persuasione. E nel fatto
che mi sarei fatto coraggio al momento giusto.
"Grazie,
signore». Teresa dice,
mentre io mi limito ad un cenno della
testa.
Non voglio fargli credere di essere già così
amici; dopo tutto, siamo ancora in
una fase iniziale del nostro rapporto...
"Bene,
allora lei e suo marito
avete ancora otto giorni di luna di miele rimasti. Buon divertimento,
ci
vediamo fra pochi giorni. "
Lasciamo
l'ufficio, e, dato che gli
altri si stanno consultando su un nuovo caso, saltiamo i saluti.
Camminiamo
mano nella mano, e quando Teresa mi chiede cosa penso che potremmo fare
durante
la nostra luna di miele, rispondo sincero.
«Bè,
penso che dovremmo cominciare a
pianificare il nostro prossimo matrimonio."
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