Believe.

di lin_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Prologue- Believe. ***
Capitolo 2: *** 2. L'amore è lei. ***
Capitolo 3: *** 3. Ring. ***
Capitolo 4: *** 4. Finirò per soffocare. ***
Capitolo 5: *** 5. Portami al mare. ***
Capitolo 6: *** 6. Un dolore diverso. ***
Capitolo 7: *** Everything was worthless. ***
Capitolo 8: *** La nostra infinità. ***



Capitolo 1
*** 1. Prologue- Believe. ***



L’hai detto tu, chi non crede non può amare.


Non credere nell’amore, non credere in ciò che si fa, non credere in Dio, non credere nelle proprie capacità, eppure essere consapevoli del fatto che credere sia l’unica soluzione. La soluzione a tutti i mali. Ma se credere diventa l’unica cosa da fare e loro non ci riuscissero? Se credere fosse davvero l’unica soluzione e, allo stesso tempo, fosse incredibilmente difficile?
 Alyssa era una ragazza stupenda, anche nelle sue imperfezioni. Aveva gli occhi più intensi di questo mondo, erano verdi smeraldo, vispi e sempre allegri, capelli rossi non quel rosso spento, proprio no, Alyssa li aveva rosso acceso ed erano naturali-ereditati dalla madre- come d’altronde anche le lentiggini sugli zigomi. La parte che più preferiva di se stessa era-probabilmente-il polso dove aveva tatuato il nome di suo fratello “Jayden”, che era volato via due anni fa in un incidente stradale. Avevano un rapporto speciale i due, c’erano sempre l’uno per l’altro, si aiutavano nelle faccende domestiche che la madre gli affidava ma la cosa più importante, si volevano un bene dell’anima. Dalla sua morte, Alyssa, aveva iniziato a dare per scontato che la vita fosse uno scherzo, che in essa non fosse importante credere a ciò che si fa e adesso non credeva nemmeno nell’amore. Quell’amore che aveva sempre cercato e aspettato, quell’amore che ti apre il cuore e la mente, quell’amore che ti fa sognare ma anche soffrire, quell’amore bello da impazzire che ormai lei non voleva più. L‘unica cosa che le era rimasta erano i genitori e il fratellino minore, Yari. Aveva sette anni ed era tutta la sua vita.
 
Dall’altra parte della città, disteso a letto con i pensieri a fargli compagnia c’era Zayn, ragazzo alto, con gli occhi color cioccolato, un ciuffo abnorme, e una bellezza inaudita: una di quelle bellezze tanto uniche quanto rare. Con una fissa per i tatuaggi e la voglia di scoprire di cosa-questo mondo- è fatto e cosa, la vita, gli riserva. Dalla morte del nonno era cambiato, diventava ogni giorno più scontroso e ribelle ma l’unica cosa che non mutava, senza alcun dubbio, era il suo amore infinito per la sorellina Safaa: Avevano il rapporto più strano di questo mondo. La piccola-di soli sette anni- era estremamente lunatica, infatti alcuni giorni giocava con Zayn e rideva, rideva come non mai, ma c’erano giorni in cui non riusciva nemmeno a parlarci, con Zayn. Nessuno mai ne aveva capito le ragioni ma tutti sapevano che il loro rapporto era solido, solido come nessuno mai avesse potuto immaginare. Il ragazzo non aveva mai creduto nell’amore, piuttosto preferiva fare un bagno a mare: ironico dato che non sapeva nuotare. Per lui l’amore era come un ancora, quella cosa che ti aggancia e ti trascina a fondo senza permetterti di respirare, senza alcun preavviso ti prende e tu non puoi fare altro che obbedire ma lui aveva capito come difendersi da questo sentimento, aveva capito che riparandosi esso non gli avrebbe fatto visita ma si sbagliava, l’amore prima o poi colpisce tutti.
Quella mattina Zayn si svegliò di buon umore e quando succedeva, di solito, portava la sua sorellina al parco, magari per passeggiare e prendere qualcosa di caldo. Si vestì e uscì tenendo la sorellina in braccio. Quello che il ragazzo ignorava era che di lì a poco tutta la sua vita sarebbe cambiata letteralmente.

Poco più in là Alyssa e Yari passeggiavano mano nella mano, avevano preso una cioccolata calda e adesso camminavano nel parco parlando dei compiti ancora da svolgere prima della fine delle vacanze. Fu un momento, un attimo di distrazione che le costò un cappotto. Si era girata un secondo per guardare il fratellino negli occhi e qualcuno le era venuto addosso rovesciando la cioccolata sugli abiti nuovi.
“Attenta a dove vai!” Le disse un ragazzo, molto più alto di lei, capelli neri tirati in un ciuffo, pelle olivastra e occhi penetranti color cioccolato-caramello.
“Scusa, mi sono distratta un attimo e non ti ho visto arrivare.” Gli disse lei diventando subito rossa per la figura appena fatta.
“No, scusa tu. Sono stato un maleducato. Comunque sono Zayn, tu dolcezza: come ti chiami?” Le domandò dolce aprendosi successivamente in un sorriso sincero e meraviglioso.
“Io sono Alyssa e lui è Yari, voi come vi chiamate?” Domandò la ragazza ai due infine spostando lo sguardo verso la bambina e sorriderle dolcemente.
“Io sono Safaa e lui è Zayn.” Disse Safaa nascondendo il viso con le manine, era una bambina molto timida e introversa.
“Noi dobbiamo andare, ci vediamo in giro allora?” Domandò Zayn per rompere quel silenzio imbarazzante.
“Certo, ci vediamo.” Mormorò Alyssa riprendendo la mano del fratellino e iniziando a camminare verso casa. La dolce ragazza quella sera non fece altro che pensare a Zayn, a quanto fosse bello il suo sorriso e a quanto fosse amorevole la sua sorellina. Non aveva mai provato sensazioni simili per un ragazzo, non aveva mai sorriso così sinceramente da quando suo fratello maggiore le aveva regalato un viaggio per Parigi. Quella sera per la prima volta Alyssa Nowak si addormentò con il sorriso sulle labbra.

Il moro quado rientrò a casa si ritrovò a pensare che un sorriso come quello di Alyssa era unico, se non raro. Pensò a quella giornata e a quella bellissima ragazza che di lì a poco gli avrebbe rubato il cuore, l’anima e la mente. Per la prima volta Zayn Jawaad Malik si addormentò ripensando al sorriso unico che aveva visto ad Alyssa.
Hey guyys!
Eccomi con  la mia prima fanfiction, siate clementi.
Non so di preciso quanto durerà, se magari avete qualche preferenza me lo fate sapere in una recensione.
Mi dileguo, abbraccio tutti.
Grazie di tutto, davvero.
Enjoy, Lin.

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Capitolo 2
*** 2. L'amore è lei. ***



Zayn.


Chi non ama non può credere.

Alla fine si sa che per amare bisogna credere ma anche per credere bisogna amare. L’amore porta cambiamenti, si cambiano gli atteggiamenti, mutiamo il modo di pensare ma anche e soprattutto cambiamo il modo di vedere la vita.  Amore è essere liberi, amore è luce, amore è colore, amore è tutto ciò che di più bello c’è in questo mondo; chi non ama vive parzialmente, non coglie ogni attimo, non affronta i problemi con il  sorriso, non cade e si rialza con più forza di prima. L’amore è saper vivere, l’amore è lei.

“Zayn, qual buon vento ti porta qui?” Mi domandò l’uomo dietro il bancone, se non lo conoscessi così bene potrebbe farmi addirittura paura.
“Ne voglio un altro, questa volta sulla nuca.” Dissi deciso, a mia madre tutti questi tatuaggi non piacevano per niente ma io li adoro, sono lo specchio dell’anima, altro che occhi.
“Cosa devo tatuarti, ragazzo?” Mi chiese con voce possente e ma allo stesso tempo amichevole.
“Una rondine.” Affermai. Ci avevo pensato e lavorato tutta la notte poi, su internet avevo trovato il tatuaggio dei miei sogni. Una rondine bellissima, in bianco e nero.
“Come mai questa scelta?” Mi domandò curioso.
“Si vede addosso a molti, dai sognatori agli impavidi marinai. Questi la portavano sulla propria pelle per dimostrare la loro esperienza sfidando gli inganni del mare. Ci si tatuava una rondine prima di partire come segno di buon auspicio. Simboleggia il viaggio e la speranza, la libertà, e la certezza da parte di chi se la tatua di poter sempre tornare un giorno dai propri cari ma questo non è assolutamente il mio caso. Al giorno d’oggi è anche segno d’amore, quell’amore disperato ma forte e resistente.” Spiegai cercando di ricordare la leggenda sui marinai che avevo letto la settimana prima.
“Dai, andiamo di là che iniziamo.” Affermò sorridente l’uomo accompagnandomi nella stanza dove avrei passato le prossime quattro ore. Tolsi la maglietta e mi distesi sul lettino aspettando che Thomas- il tatuatore- iniziasse il suo capolavoro.
Dopo due ore il tatuaggio iniziava a prendere forma ma il lavoro venne bloccato dal rumore della porta che si apriva.
“Buongiorno Thomas- disse qualcuno, una ragazza.- sono qui per il tatuaggio.” Concluse lei avvicinandosi al bancone aspettando che il proprietario la raggiungesse.
“Buongiorno fiore, accomodati vicino la scrivania che ti raggiungo subito.- Disse Thom tornando, successivamente, da me che ero ancora disteso con la schiena dolorante.- Za, c’è una ragazza che deve fare un tatuaggio che impiega sicuramente meno tempo del tuo, faccio con lei e poi continuiamo. Tu intanto fai ciò che vuoi, se ti va mi aiuti a disegnare ciò che ha in mente.” Mi disse piegando la frase in una quasi richiesta verso la fine.
“Certo che ti aiuto, aspetta che mi alzo.” Dissi alzandomi e seguendolo a torso nudo. Appena la vidi cambiai espressione, mi aprì in un sorriso smagliante che mai e dico mai nessuno aveva visto sul mio volto. Iniziai a sudare freddo e a sentire le gambe tremare insieme alle mani che non smettevo un solo attimo di torturare. Cominciai a chiedermi cosa fosse quella sensazione allo stomaco, quella pace interiore che non avevo mai provato prima d’ora, quella sensazione assolutamente calmante che mi stava invadendo il corpo e mi chiesi anche da dove provenisse tutta la luce di cui avevano preso vita i miei occhi. Lei era lì, davanti i miei occhi, più sorridente che mai e quando mi vide il suo sorriso si aprì maggiormente e il suo sguardo acquistò la stessa luce che aveva il sole in una delle giornate più calde di Agosto. Ci perdemmo l’uno negli occhi dell’altro senza nemmeno accorgerci di Thom che cercava di risvegliarci da quel momento di trans.
“Ciao Alyssa.” Mormorai nell’imbarazzo più assoluto, incontrarla da un tatuatore mentre ero a torso nudo non era esattamente ciò che volevo.
“Ciao Zay.” Mi salutò lei abbreviando il mio nome in un dolcissimo nomignolo che a mio parere sembrava addirittura magico detto dalle sue labbra.
“Vi conoscete già?” Ci domandò Thom per spezzare quel silenzio per niente imbarazzante.
“Si, ci siamo incontrati..”
“Scontrati, due settimane fa. Al parco.” Mi corresse la ragazza scoppiando a ridere contagiando anche me, probabilmente stava ricordando il modo brutale in cui avevo risposto.
“Oh, io direi di iniziare. Devo ancora finire il suo- disse indicandomi – e non è per niente un tatuaggio semplice.” Finì facendo accomodare la ragazza su una sedia prendendo poi altre due sedie per lui e me iniziando così a disegnare.
“Sai disegnare benissimo, cavolo!” Si congratulò sorridendomi raggiante, sorriso che subito ricambiai.
“Grazie mille, è una delle mie grandi passioni.” Ammisi abbassando lo sguardo probabilmente per l’imbarazzo.
“Zayn mi fido di te, faglielo tu questo tatuaggio. Io ne devo fare un altro più piccolo. Non preoccuparti fiore, è bravo.” Rassicurò la ragazza.
“Vai tranquillo Thom, mi fido di lui.” Gli sorrise la ragazza, sorriso che parve convincerlo, infatti si allontanò fischiettando un motivetto blues.
“Allora, iniziamo?” Le domandai addolcendo la voce in un tono che utilizzavo solo con le mie sorelline.
“Si.”
“Posso chiederti perché proprio l’ancora?” Le chiesi subito dopo aver iniziato a tatuare il ventre della ragazza.
“L’ancora simboleggia: la sicurezza offerta dalla terra ferma, la fedeltà in quanto l’ancora è inamovibile e la stabilità perché l’ancora fornisce un appiglio a qualcosa che è sempre in movimento. E tu, cosa ti stavi facendo tatuare?” Chiese decisa la ragazza piegandosi in una smorfia di dolore, probabilmente perché avevo iniziato a tatuare un parte estremamente debole e dolorosa.
“Una rondine, è segno di libertà e speranza. Ma oggigiorno esprima anche l’amore, un amore grande e indissolubile.” Spiegai cercando di essere più chiaro possibile.

Lo cerco da tanto un amore così, sai?” Mi domandò mentre sistemava la garza che le avevo dato.
“Lo troverai, bisogna crederci.” Le risposi sorridendo.
“E se non lo trovassi?” Mi chiese sull’uscio del negozio che avevamo raggiunto dopo che lei aveva pagato e ringraziato Thomas.
“Credici Alyssa, credici.”
“Ciao Zayn.” Mi salutò con un bacio sulla guancia e un abbraccio.
“Ciao.” Ricambiai tornando dentro.
                                                   
 
                                                                                                        ❀✿❀✿

Erano passati tre giorni dal nostro incontro e non mi ero mai sentito così vuoto, così desideroso di affetto e così voglioso di lei. Mi sentivo bene quando c’era lei, mi sentivo vivo, vero e tremendamente me. Mi sentivo me stesso, per una volta ho capito cos’è la vita, per pochi minuti ho vissuto di più di quanto non abbia fatto fin’ora. Amo quando mi sorride, fa spuntare quelle fossette così deliziose che starei a guardarle tutto il giorno. Amo anche quando diventa rossa e abbassa lo sguardo, mi viene voglia di prenderle il mento e costringerla a guardarmi. La conosco da due settimane e non faccio altro che pensarla, immagino di stringerla tra le mie braccia e coccolarla, cullarla al mio petto e sussurrarle parole dolci all’orecchio, vorrei essere il suo supereroe, essere il migliore al mondo anche solo per lei ed è curioso, pensare così assiduamente una persona che si conosce da poco. Alla fine sognare non costa nulla, ed è l’unica cosa che ci resta. L’unica cosa di cui non ci stancheremo mai, nel bene e nel male continueremo a sognare un mondo migliore, più puro, pieno di amore, pieno di lei.
Quella domenica c’era il sole alto, allora uscì prendendo la mia macchina fotografica. Era una delle mie passioni, oltre i tatuaggi. Amavo fotografare, è una passione che coltivo sin da bambino e tra un paio di anni spero di aprire un mio studio dove poter lavorare in pace.  Arrivai al parco e iniziai a scattare qualche foto, prima ad un laghetto poi, con l’obbiettivo, posai lo sguardo su un’enorme quercia. Rimasi paralizzato, seduta sotto quell’albero c’era lei, stava ascoltando della musica e leggendo un libro. Non potevo non avvicinarmi, infatti senza nemmeno accorgermene l’avevo già raggiunta.
“Ciao Alyssa.” Le dissi alzando un po’ la voce per farmi sentire, date le cuffie.
“Oh, ciao Zayn.” Mi salutò sorridendomi.
“Posso?” Le chiesi, alludendo al fatto che volessi sedermi accanto a lei. Annuì prendendo poi parola.
“Che ci fai da queste parti?” Mi domandò con quel rossore, ormai familiare, sulle gote.
“Nulla, questa mattina mi sono svegliato prima del solito e, visto che c’è una stupenda giornata, ne approfitto per fare due foto.” Dissi prendendo in mano la reflex.
“È un’altra delle tue doti per caso?” Mi chiese scoppiando, successivamente, a ridere.
“Diciamo che è una delle mie passioni, si.” Confermai annuendo leggermente.
“Anche a me piace tanto fotografare.” Mi confidò sorridendo e facendo spuntare quelle fossette.
“Posso farti qualche fotografia?” Le chiesi, potevo sembrare sfacciato o poco educato ma quelle foto le volevo.
“Non so cosa fare, sono molto impacciata e non so cosa potrei combinare.” Mi stupì, alla fine aveva accettato e adesso ero io quello impacciato che non sa cosa fare.
“Stai tranquilla, fai finta di leggere il libro.” Le dissi alzandomi e scattando poi la fotografia.
“Ok, adesso?” Mi domandò guardandomi.
“Adesso guardami come se fossi l’unico, come se stessimo ballando un lento, come se mi amassi e mi aspettassi da tutta una vita.” Le dissi vedendola successivamente arrossire ma seguire, per filo e per segno, ciò che avevo detto. Era una foto stupenda, piena di sentimento e amore, piena di intesa e complicità.
“Sei bellissima.” Ammisi con sfacciataggine. Mi ringraziò arrossendo e abbassando lo sguardo.
“Adesso una mentre ridi, più spontanea che puoi.” Le dissi per smorzare quel silenzio imbarazzante.
“Non ce la faccio, fai qualcosa di divertente.” Mi ordinò sorridendo. Allora iniziai a fare qualche smorfia e alcuni versi che la fecero scoppiare in una risata meravigliosa.
Click.
La più bella di tutte. Lei e la sua risata come primo piano, la quercia come sfondo. Un capolavoro che non appena le mostrai la stordì. Sgranò gli occhi e iniziò a sorridere.
“Sono bellissime, quante cose mi nascondi Zayn?” Mi chiese con sguardo accusatorio.
“Solo la terza ed ultima mia passione che ti svelerò in futuro.” Con quella frase indirettamente le dissi che ci saremmo rivisti, ed avrei fatto qualsiasi cosa pur di rivederla.
“Cosa ascoltavi prima che arrivassi?” Le chiesi dopo esserci seduti con le spalle contro la quercia.
“If ain't got you di Alicia Keys.” Affermò con gli occhi che le brillavano.
“È una delle mie canzoni preferite!” Esclamai sorridente.
“Te ne intendi anche di musica? Non sarà mica questa la tua terza dote?” Mi domandò curiosa.
“Adoro la musica, probabilmente una delle cose che più mi piacciono ma mi dispiace deluderti: non è questa la mia terza passione.” La guardai scoppiando a ridere vedendo la sua espressione offesa ma comunque leggermente divertita.
“Tornando al discorso di prima, qual è la tua canzone preferita?” Mi sembrava un interrogatorio, un piacevole interrogatorio.
“Your song di Elton John.” Dissi facendole brillare gli occhi.
“Già, è una canzone meravigliosa.” Mi disse mettendola dal cellulare.
“I hope you don’t mind, i hope you don’t mind..” Iniziai a canticchiare stendendomi e chiudendo gli occhi.
“Bene, sai anche cantare. Adesso mi sento una nullità.” Mi interruppe sbuffando e mettendosi nella mia stessa posizione.
“Mi piace cantare, ma non vivo per quello. Ci sarà qualcosa per cui tu vivi ecco, quello è tutto ciò che devi fare nella vita.”
“Vivo per la musica, sai aiuta sempre quando si è soli. È un ottimo appiglio al quale appendersi.” Mi disse decisa.
“Ecco, non sentirti una nullità. Non lo devi nemmeno pensare, la musica aiuta te come la fotografia aiuta me. Tu scegli le canzoni in base allo stato d’animo , io cerco di far trasparire le mie emozioni sulle foto. Facciamo le stesse cose io e te. Siamo uguali.” Affermai per poi alzarmi.
“Dove vai?” Mi chiese.. dispiaciuta. Ti sei sentita bene come mi sono sentito io?
“Si è fatto tardi Alyssa, devo andare.” Le comunicai con fare triste.
“Ci vediamo in giro Zayn?” Mi domandò alzandosi anche lei, abbracciandomi e regalandomi un bacio sulla guancia.
“Ci incontriamo sempre Alyssa, il fato lo vuole.” Le gridai una volta lontano.
Ci vediamo in giro, fiore.

Forse Zayn a quell’amore stava iniziando a crederci.

This is your song it may be quite simple but now that it’s done, i hope you don’t mind, that i put down in words how wonderful life is while you’re in the world.

 






Hi guysss!
Eccomi qui il secondo capitolo. Una storia abbastanza scellerata, me ne rendo conto.
Chissà qual'è questa terza passione. Scrivetemi in una recensione quello che ne pensate eee..
Le probabili opzioni per questa sua ultima passione.
Ringrazio le ragazze che hanno recensito, chi ha messo 'Believe' tra le preferite/ricordate e seguite.
Spero di sentire il parere di molti, detto ciò: Mi ritiro. 
Un bacio.
Enjoy,Lin.

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Capitolo 3
*** 3. Ring. ***




Zayn.


Amo salire sul ring, amo sentire l’adrenalina che cresce quando chiamano il mio nome e mi esortano a combattere dando il meglio di me. Amo vedere i miei migliori amici acclamarmi quando vinco e soprattutto amo vincere i soldi che, appena portati a casa, riempiranno gli occhi dei miei genitori pieni d’orgoglio. Pensano lavori in pub ma non è così. Ho iniziato a fare pugilato tre anni fa, andai ad un incontro di mio cugino e miei occhi iniziarono a luccicare: iniziai il corso il giorno seguente. Amo vincere e vedere gli sguardi orgogliosi ma anche spaventati dei miei amici, amo vederli all’opera quando c’è da disinfettare qualche ferita ma odio dover spiegare loro di non voler smettere di combattere per nessuna ragione al mondo. Mi hanno sempre appoggiato, tant’è che non si perdono un solo incontro, mi spronano a dare il massimo ogni sera e mi incoraggiano quando perdo un combattimento. Amo sentire le urla della gente che si alzano quando sferro un gancio destro sulla mascella dell’avversario, amo il delirio che si crea attorno al ring, amo la calca, amo tutto quanto e non ho intenzione di smettere proprio adesso che gli incontri sono l’unica via d’uscita da tutto quello che mi circonda.
“Sei pronto per stasera?” Mi chiede Louis preoccupato, poggiandomi una mano sulla spalla.
“Sono sempre pronto Lou.” Rassicurai uno dei miei migliori amici con un sorriso.
“Zayn ti fai del male da solo, quante volte ti dobbiamo pregare affinché tu la smetta?” Questa volta a parlare è Liam. Me lo chiede con un tono dolce, fraterno ma per quanto possano volermi bene e per quanto io possa volergli bene, non smetterò di combattere.
“Lo sai, amo quello che faccio e non smetterò. Non dovete preoccuparvi.” Affermai, ogni volta, prima di ogni incontro iniziavano la loro solita ramanzina ed io riuscivo sempre a fargli capire che no, non avevano affatto ragione.
“Noi ci preoccupiamo per te, Zayn. In quasi tutti i combattimenti ti ferisci, sei come un fratello per noi e ci fa male vederti in quello stato.” Prese parola Niall cercando di convincermi.
“Ragazzi lo sapete ormai, non smetterò ma se vi fa piacere potrei diminuire il numero di incontri.” Dissi sorridendo e facendo gli occhioni dolci. Farei di tutto per non farli stare male ma non sarei riuscito a smettere definitivamente.
“Grazie fratello, sapevamo che facendoti ragionare avresti capito.” Mi abbracciò Harry e di conseguenza mi trovai avvolto da quattro paia di braccia, i miei fratelli.
“In realtà ragazzi, dovrei dirvi una cosa..” Iniziai abbassando lo sguardo e arrossendo leggermente.
“Aspettate un attimo, è uno Zayn rosso in volto quello che vedono i miei occhi?” Mi interruppe Harry.
“Chi è lei?” Mi chiese Lou sorridendo.
“Lei chi?” Domandai facendo il finto tonto, cercando di non sorridere.
“Avanti, dicci chi è la ragazza che ti fa sorridere così.” Mi chiese Liam sorridendo a sua volta.
“No, non c’è nessuna ragazza. Volevo solo mostrarvi il mio nuovo tatuaggio.” Cercai in fretta una scusa, non so perché ma in dieci secondi avevo maturato l’idea che raccontare tutto non aveva senso, insomma non ho molto da dire.
“Zayn, la rondine l’abbiamo già vista.- Prese parola Niall.- adesso non farti pregare e dicci tutto quello che dobbiamo sapere.” Finì guardandomi truce.
“Si chiama Alyssa.- iniziai abbassando lo sguardo e sorridendo ricordando le foto scattate qualche giorno prima, al parco.- L’ho incontrata due settimane fa al parco, stava passeggiando con il suo fratellino e io ero con Safaa. È bellissima, ho due occhioni verde smeraldo, come quelli di Harry, i capelli rossi e le lentiggini che le ricoprono le guance, e voi sapete quanto amo le lentiggini. Ha quattro tatuaggi, l’ultimo gliel’ho fatto io. È arrivata mentre Thom stava facendo il mio e mi ha chiesto se potevo prendere il suo posto mente lui ne faceva un altro. Ha una voce soave ed allegra, un meraviglioso accento e una fila di denti bianchi e perfetti.” Finì sognando il suo volto davanti ai miei occhi, sorrisi d’istinto sistemandomi il ciuffo e infilandomi i guanti.
“Ce la devi far conoscere, voglio incontrare colei che ha rubato il tuo cuore.” Ammise sorridendo Lou.
“Harry, passami la reflex.” Ordinai al mio migliore amico, togliendomi nuovamente i guantoni e iniziando a cercare le sue foto. Quando le trovai le mostrai loro e vidi i sorrisi crescere ancora di più e vidi anche una strana luce impossessarsi degli occhi di tutti.
“Amico è proprio una bella ragazza, la tua descrizione la denigra.” Ammise Liam dandomi un colpetto sulla nuca.
“Questa è stupenda, io direi di stamparla e appenderla al muro dei tuoi capolavori.” Ammise Niall indicandomi quella dove lei scoppia a ridere. È bella quella foto, non sorride solo la sua bocca: sorridono anche gli occhi.
“Già stampata, devo solo appenderla.” Dissi alzandomi, posai la macchina fotografica nel borsone e misi i guanti una volta per tutte.
“È ora.” Disse John spuntando dal corridoio sorridendo.
“Dai ragazzi, voglio l’abbraccio di gruppo che mi da la carica.” Urlai tirandoli in un abbraccio e sciogliendolo dopo pochi secondi iniziando a camminare per raggiungere il ring.
“Zayn vinci anche questo.” Mi gridò Lou alle spalle.
“Lo vinco per lei.” Conclusi aprendomi in un sorriso.

“Fate un applauso al nostro eroe, la nostra macchina da guerra, l’unico e solo Zayn Malik” Gridò il presentatore, iniziai a correre in mezzo alla folla per raggiungere gli scalini che portavano al centro del ring. Arrivai e salì per poi mettermi in un angolo aspettando l’avversario.
“Questa sera come sfidante abbiamo Steve Portman, amico ti auguro buona fortuna: Zayn non perde un incontro da ben 9 mesi.” Gridò ancora John, il presentatore.
“Vinci Zayn!” Mi girai e la vidi, non poteva essere qui: non era vero. Scoppiai a ridere quando vidi la sua amica guardarla stranita e confusa.
“Lo vinco per te.” Le urlai di rimando vedendola aprirsi in un sorriso.
“Zayn concentrati.” Mi disse Louis non capendo con chi stessi parlando.
“È qui, è qui cazzo! Non sai quanto questo mi dia carica.” Rassicurai raggiante i miei amici per poi raggiungere il centro del ring per dare inizio alle danze.
“Ragazzi, potete usare mani e piedi. Niente morsi. Date il meglio di voi: Buona fortuna!” Ci informò l’arbitro dando il via al combattimento. Iniziai a raggirare l’avversario vedendolo già stanco dopo nemmeno dieci minuti, appena iniziò a barcollare probabilmente sentendo le gambe stanche, cominciai a sferrare pugni sull’addome che lo fecero accasciare. Come colpo di grazia, il colpo che mi avrebbe fatto vincere il match, sferrai un pugno al centro del viso. L’arbitro mi raggiunse, complimentandosi per la partita assolutamente avvincente, alzandomi il braccio annunciando a tutti la mia vittoria. Vidi i ragazzi esultare sorridendo, vidi John dividere i soldi a chi aveva scommesso ma soprattutto sentì Alyssa urlare “Ci vediamo negli spogliatoi!”. Iniziai a correre, seguito dai miei migliori amici, per raggiungere i camerini e appena entrai la vidi intenta a parlare con quella che doveva essere la sua migliore amica.
“Alyssa!” Chiamai per farla girare e quando questo accadde si mise a correre per raggiungermi ed abbracciarmi.
“Non sai quanto ero spaventata quando hanno chiamato te per combattere, non sarà mica questa la terza passione?” Mi sussurrò all’orecchio facendomi sorridere come mai prima d’ora.
“No fiore, non è questa.” Ammisi sciogliendo l’abbraccio per presentarla a quelli che ormai erano i miei fratelli.
“Ragazzi volevo presentarvi Alyssa, Al loro sono Liam, Niall, Louis e Harry: i miei migliori amici.” Conclusi presentandoli uno per uno.
“Io vi presento la mia migliore amica: Alara.” Annunciò presentandola a tutti. Era davvero bella, capelli neri, occhi color ghiaccio e due fossette deliziose.
“Piaciuto l’incontro?” Chiesi a tutti mentre toglievo i guantoni e iniziavo a vestirmi.
“Sei stato grandioso, non combattevi così da tanto.” Urlò Lou entusiasta.
“Sei stato grande, fratello.” Questa volta a parlare fu Niall.
“Non è il primo incontro che vedo: devo ammettere che è stato in assoluto il più bello.” Ammise sincera Alara, aveva una voce calda e profonda.
“Nonostante lo spavento iniziale, è stato perfetto. Tu sei stato perfetto.” Prese parola Alyssa, a quelle parole sorrisi, sorrisi come non mai. Abbassai lo sguardo in un primo momento per l’imbarazzo ma poi ringraziai tutti.
“Grazie, se non ci fosse nessuno a sostenermi non credo riuscirei a combattere così.” Ammisi guardando la ferita che avevo sul labbro allo specchio, era abbastanza profonda e dolorosa.
“Vuoi andare in ospedale per farti curare la ferita?” Mi chiese Harry, al che sorrisi pensando a quanto si preoccupassero.
“No, non è niente. Siete più bravi voi che gli infermieri.” Conclusi sorridendo dolcemente e piegandomi, poi, in una smorfia di dolore.
“Ti fa male?” Chiese Alyssa avvicinandosi e accarezzandomi il labbro.
“Si ma non è nulla. Lo disinfetto a casa.” Dissi grattandomi la nuca e vedendo gli altri uscire lasciandoci un attimo da soli.
“Se vuoi posso farlo io, non avrò una laurea in medicina ma me la cavo.” Confessò scoppiando in una vera e propria risata.
“Stai tranquilla Al, ho la squadra di infermieri personale.” Conclusi scoppiando anche io a ridere.
“Ci incontriamo sempre noi due, non è che mi segui?” Le chiesi per spezzare il silenzio che si era creato, allacciai la scarpa e mi alzai per mettere la maglia.
“Mi hai scoperto, adesso come faccio?” Domandò ironica.
“Per me non è un problema essere stalkerato, puoi continuare a farlo se vuoi.” Ammisi in tutta sincerità. A chi non sarebbe piaciuto essere seguito dalla ragazza di cui si è cotti?
“Non mi denuncerai, vero?” Mi chiese facendo una vocina tenera, la stessa che faceva Safaa quando voleva essere portata al parco.
“No, ma che ne dici di toglierci dal rischio e di vederci qualche giorno di questi?” Le chiesi: sapevo di averla appena invitata ad uscire ma non potevo sperare nel destino per sempre.
“Certo, ti lascio il mio numero.” Rispose  prendendomi il cellulare dalla tasca salvando il numero e mandandosi un messaggio per salvarsi il mio.
“Ci sentiamo, allora?” Le dissi abbracciandola e lasciandole un bacio sulla guancia per poi vederla annuire ed uscì dalla stanza con il borsone in spalla.
“Allora, cosa vi siete detti?” Ecco che iniziamo con le domande, sono troppo curiosi per i miei gusti.
“Abbiamo scherzato un po’ e poi le ho ‘chiesto’ il numero.” Dissi mimando le virgolette sul ‘chiesto’.
“Perché ‘chiesto’?” Chiese Liam facendo il mio stesso segno.
“Perché scherzando le ho chiesto se le andava di vederci qualche giorno e lei mi ha sfilato il cellulare dalla tasca.” Ammisi sorridendo. In questo periodo non faccio altro che sorridere, sorrido per tutto: adesso più che mai.
“Ohhh, la tua ragazza prende le iniziative. Mi piace.” Urlacchiò Harry sfregando le mani come fosse un bambino davanti ad una torta strabordante di nutella.
“Uno: non è la mia ragazza. Due: Vedi di starle alla larga, Edward.” Annunciai infastidito.
“Calma Jawaad, sai che ti voglio bene?” Domandò innocentemente.
“Anche io Har.” Conclusi abbracciandolo e aprendo la porta di casa di Harry. Viveva da solo e noi ne approfittavamo per passare le giornate in pace, giocando alla playstation o facendo fotografie: una volta al mese ne facevamo una di gruppo, erano sempre bellissime.
“Che ne dite se per questa sera ci fermiamo a dormire qui?” Domandò Niall buttandosi pesantemente sul divano.
“Si, avviso i miei e chiamo la pizzeria.” Annunciai andando in cucina e chiamando a casa.
“Pronto Zaynie?” A rispondere fu Safaa ridacchiando.
“Saf, stasera mi fermo a casa di Harry con i ragazzi. Dillo a mamma e papà…”
“Si ciao Za.” Mi interruppe cercando di finire presto quella conversazione.
“Ti voglio bene Saf.” Ammisi convinto avesse già messo giù..
“Anche io, tanto tanto fratellone.” Disse per poi chiudere definitivamente la chiamata.
“Zayn ho chiamato io la pizzeria!” Mi informò Liam dall’altra stanza.
“Ah, okay…” Dissi per poi iniziare a giocare alla play.
“Ma se le mandassi un messaggio?” Domandò Lou arrivando dal corridoio che portava alle stanze da letto.
“E se magari la disturbo?” Chiesi mettendo in pausa, alzandomi e sedendomi sul divano.
“E se magari lei non aspetta altro che un tuo messaggio?” Disse con fare ovvio, Niall.
“No ragazzi, non saprei nemmeno cosa scriverle.” Confessai prendendo il cellulare che vibrava segnando un messaggio, sicuramente era mia madre che mi mandava la buona serata. Non appena sbloccai e vidi il mittente sgranai gli occhi e non riuscì ad aprirlo.
“Da parte di chi è il messaggio Za?” Mi chiese Harry che sorrideva, aveva capito tutto.
“Non riesco ad aprirlo, e se mi dicesse che non  vuole più frequentarmi?” Iniziai a farmi dieci mila paranoie e a sudare freddo, tanto che non mi accorsi di Lou che mi sfilava il cellulare e apriva il messaggio.
“Menomale che non voleva più frequentarti.” Ammise Lou sorridendo come uno stupido.
“Fa vedere!” Urlai gettandomi addosso cercando di togliergli il cellulare e prenderlo.
“Adesso non lo vedi, hai avuto la tua occasione e l’hai sprecata.” Urlò passando il cellulare a Harry che appena lesse il contenuto si voltò verso di me e raggiante disse solo tre parole: “Ormai è tua.”

Messaggio; 28/12/13, 23:59
Da: Alyssa.
È stata una giornata stupenda, grazie delle mille emozioni. Potrò sembrare sfacciata o poco adeguata ma oggi quando ti vedevo combattere sembrava di sognare ad occhi aperti.
Annego nel mio imbarazzo, buonanotte Zay.
A.

Sorrisi di rimando e digitai la risposta che inviai con entusiasmo.

Messaggio; 29/12/13, 00:06
Da: Zayn.
 Non sembri né sfacciata né tantomeno poco adeguata, sei stata dolcissima e il tuo messaggio mi ha riempito il cuore di gioia: Stavo per mandartene uno io.
Notte Al, ci sentiamo.
Z.
How many times do I have to tell you even when you’re crying, you’re beautiful too?
the world is beating you down i’m around through every move.
You’re my downfall, you’re my muse my worst distraction,
my rhythm and blues.
Can’t stop singing, this ringing in my head for you.





Hey guyyyys!
Eccoci al terzo capitolo di 'Believe', per iniziare vorrei ringraziarvi tutte: per le recensioni
ma anche per aver inserito questa stora tra le vostre preferite/seguite.
Vi adoro tutte quante, dalla prima all'ultima, grazie per il sostegno e per la vostra presenza.
Spero di ricevere molte recensioni che mi spronino a continuare, ma anche quelle negative che aiutano sempre a migliorare.
Adesso vado, vi mando un bacio e vi abbraccio tutte.
Lin.
 

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Capitolo 4
*** 4. Finirò per soffocare. ***





Zayn.

“È quando si nascondono le cose che poi si muore soffocati.

Aveva ragione Bukowski, viviamo soffocati dai nostri segreti, viviamo finché quella soffocazione diventerà insostenibile, viviamo fino a quando non avremo più aria. Al giorno d’oggi viviamo nascondendoci, crediamo di rendere tutto più semplice solamente rinunciando ad aprirci, preferiamo riempirci la testa di paranoie invece di correre ad abbracciare qualcuno, crediamo di facilitarci il compito così facendo senza sapere che ci stiamo distruggendo. Siamo superficiali, siamo stupidi ed eternamente incompresi.”

“Cosa fai Zayn?” Mi chiese Lou entrando nella camera da letto di Harry. Avevamo deciso di passare il Capodanno da lui, solo noi cinque e la nostra malinconia se così possiamo definirla.
“Scrivo, perché?” La scrittura, la mia terza passione, l’unico modo che trovo per sfogarmi completamente, l’unico modo per andare avanti. La fotografia è più un qualcosa che uso per far trasparire le mie emozioni, i tatuaggi per far capire come sono e la scrittura per creare qualcosa di originale con le paranoie che mi frullano in testa.
“Appena finisci posso leggere? Sai, mi piace ciò che scrivi.” Mi confidò in leggero imbarazzo, sapere che i miei pensieri piacciono a qualcuno mi riempie il cuore di gioia.
“Ho finito, puoi leggere se ti va.” Ammisi alzandomi dalla sedia per stendermi sul letto. Vidi Lou avvicinarsi alla scrivania e iniziare a leggere con attenzione e curiosità.
“Zayn c’è qualcosa che devi dirmi?” Mi chiese dopo aver finito di leggere ciò he avevo scritto.
“In che senso?” Domandai alzando la testa per guardarlo negli occhi.
“Ti va di parlarmi di ciò che provi per Alyssa?” Mi chiese alzandosi dalla sedia per poi prendere posto al mio fianco sul letto, qui mollo, non posso tenermi tutto dentro finirò per soffocare.
“Quando sono con lei tutto cambia, il tempo passa in fretta, non mi sento  disagio- e tu sai quanto io mi senta a disagio con delle persone appena conosciute.- è come se la conoscessi da tanto, come fosse il mio pezzo mancante, il tassello mancante per completarmi, penso sia l’unica cosa bella dopo tanto, forse sto iniziando a crederci, nell’amore intendo.” Affermai con il sorriso raggiante, ormai familiare, stampato in faccia. Quelle parole venivano dritte dal cuore e penso di non essere mai stato così sincero in tutta la mia vita. Vidi il sorriso nascere sulle labbra del ragazzo al mio fianco.
“Che ne dici se invitassi lei e quella sua amica qui, stasera.”
“Dico che potrei sembrarle uno stupido.” Iniziai con le mie solite paranoie.
“Chiamala, oppure lo farò io.” Mi minacciò alzandosi dal letto per raggiungere il salone dove avevo lasciato il mio cellulare. L’avrebbe fatto, l’avrebbe chiamata inventandosi non so quale stupidaggine e mi avrebbe messo in imbarazzo, magari era meglio se a chiamarla fossi stato io. Mi alzai e raggiunsi il salone, vidi Louis armeggiare con il mio cellulare. No, se doveva farlo qualcuno quel qualcuno sono io.
“La chiamo io.” Deciso raggiunsi il divano e composi il numero…
“Zayn?”
“Si Al, sono io.” Le dissi sedendomi sul divano e vedendo gli altri impegnati a comprendere ciò che diceva la ragazza.
“Dimmi, è successo qualcosa?” Sorrisi, sorrisi ripensando alla notte in cui preoccupata mi disse che era disposta a curare la mia ferita.
“No, non è successo nulla. Volevo solo invitarti stasera a casa di Harry, siamo noi cinque da soli e così ho pensato..”
“Certo, posso portare Alara? Siamo insieme e mi dispiacerebbe lasciarla da sola a Capodanno.” Mi chiese facendomi spuntare un sorriso le cui estremità raggiungevano le orecchie.
“Stavo giusto per dirti di portarla.” Ammisi sincero guardando i miei amici che sorridevano come dei matti.
“Va bene Zay, passeremo il Capodanno insieme. Forse non dovrei dirtelo ma Alara ha una specie di cotta il castano con gli occhi celesti, non è impegnato vero? Potremmo farli conoscere meglio?” Mi chiese ridacchiando e di conseguenza facendo ridacchiare anche me.
“No, non lo è e si potremmo farli conoscere meglio.”
“Allora, a che ora veniamo questa sera?”
“Fra un’ora, abbiamo molto da fare.” Conclusi scoppiando in una risata liberatoria, avevo tenuto troppa ansia dentro e adesso mi stavo sfogando.
“Allora a tra poco Zay… ah, noi portiamo il dolce.”
“A dopo Al.” Conclusi chiudendo la chiamata.
“Allora?” Mi chiese Lou impaziente.
“Allora vengono tra un’ora, Alara ha una cotta per te.” Confidai al mio migliore amico.
“E io per lei amico.” Ammise abbassando lo sguardo e sorridendo appena.
“Stasera faremo succedere qualcosa.” Urlò Harry correndo a prepararsi.
“Non succederà nulla che mi riguarda. Adesso tutti a prepararvi ciurma.” Dissi raggiante. Iniziavo a pensare a come comportarmi con lei, cosa dirle, cosa chiederle. Ero piuttosto convinto che avrei voluto conoscerla al meglio, le avrei fatto delle domande personali ma non troppo, avrei capito quali fiori le piacciono, qual è il suo colore preferito, cosa studia e cosa vorrebbe diventare da grande. È la prima volta che provo sensazioni simili vicino una ragazza e la cosa mi spaventa, non poco: sono il tipo da una notte e via, non ho mai cercato qualcosa di serio ma adesso sento che l’unica cosa che voglio con Alyssa sia una relazione stabile e bella da impazzire. Sento che amarla è l’unica cosa giusta da fare ma purtroppo ancora è troppo presto, se è amore si vedrà, se è amore lo capirò.

Abbiamo finito. In solo mezz’ora siamo riusciti a lavarci, vestirci e mettere le cose in tavola. Adesso l’ansia inizia a salire, penso che forse non sono alla sua altezza, forse merita di meglio, merita quell’amore indissolubile che io non posso darle.
“A cosa pensi ?” Mi chiese Liam poggiando una mano sulla  mia spalla.
“A quanto possa meritare Alyssa e io non possa darle.”
“Tipo?” Mi chiese Niall sorridendo ironico.
“Tipo l’amore, ragazzi mi conoscete. Non cerco qualcosa di serio da tanto ormai, non so nemmeno cosa sia l’amore.” Ammisi triste.
“Zayn prima mi hai detto che stai iniziando a crederci, nell’amore intendo.” Disse Louis sorridendo e ripetendo le mie stesse parole. Sporco traditore, io mi fidavo di lui e adesso anche gli altri sanno quello che in fondo penso.
“Adesso non lo penso più, semplice.” Sbottai infastidito alzandomi di scatto sentendo il campanello suonare.
“Fratello, sai che lo pensi ancora, adesso scarica l’ansia e sii te stesso. Le piaci e ti piace questo è l’importante.” Mi bloccò, con le sue parole, Louis.
“Sarà… adesso però diamo inizio a questa serata.” Dissi sospirando e aprendo la porta.

“Ragazzi ma chi ha cucinato?” Chiese Alyssa poggiandosi le mani sul ventre alludendo al fatto che fosse tutto buonissimo e che adesso lei fosse piena.
“Io, perché?” Dissi alzandomi e iniziando a prendere i piatti per portare poi i piattini del dolce.
“Era tutto splendido, davvero.” Dissero in coro Alyssa e Alara scoppiando, poi, in una risata.
“Beh.. grazie” Le ringraziai sorridendo.
“Il dolce lo mangiamo dopo, mancano solo due minuti al nuovo anno.” Gridò entusiasta Louis, alzandosi e trascinando tutti fuori in terrazzo dove avremmo visto i fuochi d’artificio.
“Qualche proposito per il nuovo anno?” Chiesi sussurrando nell’orecchio di Alyssa.
“Nessuno, tu?”
“Nessuno.” Dissi abbassando lo sguardo. Riuscire a farti innamorare di me.
“Dieci..Nove..Otto..Sette..Sei..” Iniziammo il conto alla rovescia ma al sei vidi Alyssa che cercava la mia mano.
“Cinque..Quattro..Tre..” La trova e la stringe, la stringe forte.
“Due.. Uno..” La vidi mentre mi abbracciava, sussurrando qualcosa al mio orecchio..
Forse sei tu il mio proposito per il nuovo anno..” L’abbracciai, quasi come se la volessi soffocare, la strinsi tra le mie braccia per secondi, forse minuti che sembrarono ore.
Forse tu sei il mio, felice anno fiore.” Ammisi sussurrandole all’orecchio mentre vedevo gli altri guardarci sorridendo e iniziare ad urlare ‘Buon anno’ ai vicini.
“Buon anno Zay.” Disse staccandosi dall’abbraccio e iniziammo a farci gli auguri con gli altri.
“Poi mi dici cosa le hai detto, vero?” Mi sussurrò Louis quando mi strinse a lui.
“Stanotte ne parliamo, fratello” Lo tranquillizzai sorridendo per poi passare ad abbracciare gli altri.

“Grazie per averci invitate, abbiamo passato una serata fantastica, vero Ly?” Disse sincera Alara, erano le tre e loro stavano andando a casa giusto adesso.
“Si, abbiamo passato una serata indimenticabile ma tu smettila di chiamarmi Ly.” La fulminò Alyssa per poi sorriderci ed avviarsi alla porta.
“Ci sentiamo domani Al?” Le chiesi sull’uscio.
“Si, aspetto un tuo messaggio.” Mormorò l’ultima parte sperando non capissi ma avevo capito, anche perfettamente.
“Domani ti arriverà un mio messaggio, hai la mia parola.” Le mormorai sciogliendo l’abbraccio, in cui l’avevo accolta per non fare sentire agli altri e le lasciai un bacio sulla fronte.
“Allora buona notte ragazzi.” Dissero in coro per poi sparire.

“Allora, cosa le hai detto quando vi siete abbracciati allo scoccare del nuovo anno?” Eravamo tutti e cinque in camera di Harry a parlare di quello che era successo, avevo il sorriso sulle labbra da quando aveva lasciato la casa, Alyssa era la quiete dopo la tempeste, era la luce dopo un periodo interminabile di buio, era l’abbraccio che da la carica, quell’abbraccio che speri non finisca mai, quegli attimi che sembrano anni nelle braccia della persona giusta, perché alla fine amare è essere spensierati e felici, ma felici davvero.. Quella felicità che nasce dentro quando vedo il suo sorriso, quando mi perdo nei suoi occhi, quando mi abbraccia e quando arrossisce abbassando lo sguardo.
“Prima che iniziasse il conto alla rovescia le ho chiesto quale fosse il suo proposito per l’anno nuovo e quando mi ha abbracciato mi ha detto che sono io il suo proposito.”
“Non ci posso credere!” Urlò Lou entusiasta.
“Nemmeno io, credimi.” Ammisi sincero.
“Si smuovono le acque?” Mi chiese speranzoso Niall.
“Spero di si.” Sospirai passandomi una mano tra i capelli.
“Te ne stai innamorando Malik?” Eccola, la domanda che avevo paura io stesso di pormi. Non lo so.. non so se quello che provo è amore, non so se sorridere tutto il giorno pensando ai suoi occhi sia sintomo di amore.
“Non lo so.. insomma non so se pensare a lei come fosse un chiodo fisso sia essere innamorato, non so se perdersi nel suo sguardo ogniqualvolta mi guarda, quello che so è che sto letteralmente impazzendo, penso sempre alla sua voce, ai gesti che fa quando è in ansia o nervosa: Si massaggia le tempie o chiude gli occhi cercando di rilassarsi, so solo che non voglio smettere di pensare a lei, ai suoi abbracci, al suo strano modo di camminare, alla sua femminilità, e ai suoi occhi. Ma sono quasi sicuro di aver nominato i suoi occhi tante volte. Penso di avervi detto tante cose e di aver parlato a vanvera perché adesso mi sento più ansioso e paranoico di prima.” Dissi. Tutto d’un fiato, sperando che quelle parole fossero chiare abbastanza, sperando che quelle parole arrivassero ai loro cuori come Alyssa è arrivato al mio.
“Zayn, sei innamorato. Una persona innamorata si sofferma sui dettagli, io non mi sono accorto di tutte queste piccolezze che hai detto tu perché sono piccolezze che può notare solo chi è interessato davvero, solo chi ha capito di avercela dentro quella ragazza. Tu Alyssa ce l’hai dentro, fidati.” Mi confessò Harry sorridendomi dolcemente.
“Non lo so.. so solo che non vedo l’ora di rivederla…-iniziai un altro discorso.- oggi era bellissima, più del solito intendo, quel vestito lungo, verde le donava tantissimo. Che poi il verde è il mio colore preferito, amo tutte le sfumature del verde, specialmente quello dei suoi occhi, un verde intenso e profondo, fa pensare ai fiori, non so perché ma quando li guardo penso ai fiori.” Conclusi abbassando lo sguardo.
“Zayn stai parlando di nuovo di tutti quei dettagli che nessuno ha notato, solo tu l’hai fatto. Ne sei innamorato, cosa ti costa ammetterlo?” Ammetterlo proprio nulla, ma crederlo era qualcosa di più complicato. Non ci ho mai creduto nell’amore ma adesso.. adesso penso che quello che sento nel petto quando la vedo sia proprio amore.

Perché alla fine Zayn e Alyssa erano uguali, orgogliosi ma con una gran voglia di amare che nessun essere umano aveva mai avuto prima d’ora. Erano un eccezione, poli uguali che-  invece di respingersi- si attiravano, erano la famosa eccezione che conferma la regola, erano coloro che avrebbero portato amore l’uno nella vita dell’altro. Avevano tante passioni, Zayn amava i tatuaggi, amava scrivere e fotografare; Alyssa amava danzare, cantare e suonare il piano, aveva un talento senza pari, quando suonava entrava in un mondo tutto suo e solo chi la capiva bene riusciva a seguirla, e Zayn ci sarebbe sicuramente riuscito, per lui è come un libro aperto, niente segreti, solo lei, la musica e la sua bellezza.


 
 You’ve got that smile, that only heaven can make.
I pray to God everyday, that you keep that 



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Hey guyyys, 
aggiorno prima del previsto solo perché la scuola in questa settimana mi prenderà fin troppo tempo.
Allora, in questo capitolo vediamo che Zayn inizia a vedere Alyssa con un occhio diverso, un occhio osservatore.
La parte in corsivo presente all'inizio è ciò che stava, appunto, scrivendo Zayn; mentre la parte scritta in corsivo alla fine è dal punto di vista del narratore, solo per essere chiara. :)
Solo per informarvi: mancano tre/quattro capitoli alla fine :)
Ringrazio, come sempre, tutte coloro che hanno recensito il capitolo scorso e chi ha aggiunto 'Believe' nelle preferite/seguite.
Fatemi sapere cosa ne pensate, mi farebbe davvero piacere.
Un bacio, Lin. 

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Capitolo 5
*** 5. Portami al mare. ***





Writer.
2 months later…
“Portami al mare, portami al mare anche se è inverno e fa freddo.” una richiesta, una supplica. Voleva evadere per qualche ora, solo lei e lui. Loro. Aveva sempre desiderato andare al mare d'inverno, passeggiare sulla spiaggia, guardare I gabbiani e sentirsi liberi, liberi davvero. Una supplica che Zayn colse come bisogno vitale, un bisogno impellente di fuggire da quella che è la vita di ogni giorno, un bisogno di gridare, correre e piangere. Piangere per sfogarsi, piangere senza motivo, versare quelle lacrime che poco prima erano solo ansia e stress, piangere per svuotarsi, piangere per buttare fuori tutto quello che si porta dentro, piangere per sentirsi vuoti ed essere pronti a riempirsi d’amore e felicità. Piangere per aprirsi ad una nuova vita, per essere se stessi una volta per tutte.
“Vuoi andare al mare, piccola?” Una domanda fatta sorridendo, una domanda retorica di cui il ragazzo conosceva già la risposta, una domanda fatta per avere conferma, Zayn sapeva già dove l’avrebbe portata: la casa al mare della sua famiglia situata in una cittadina molto lontana da Bradford. Voleva accontentarla, l’avrebbe portata al mare, avrebbe avverato il suo desiderio anche se questo comportava ore e ore di viaggio in treno, anche se avrebbero fatto tardi, anche se probabilmente avrebbero dormito li. Non gli importava di nulla e nessuno, solo di lei.
“Si Zay, voglio andare al mare, solo per un giorno.” E la rossa si ritrovò a pregare mentalmente che il ragazzo non la prendesse per pazza e che la accontentasse. Era stanca di fare sempre quella vita, stanca di tutto, anche di se stessa ma l’unica cosa di cui non era stanca e di cui molto probabilmente non si sarebbe stancata mai era Zayn, quel ragazzo straordinario che le aveva rubato il cuore in soli due mesi e mezzo, quel ragazzo che l’aveva resa importante, importante davvero, quel ragazzo che l’aveva fatta sentire bella, bella da impazzire e sempre quel ragazzo che l’aveva trattata come una principessa senza nemmeno conoscerla. Se ne era innamorata, aveva letteralmente perso la testa per quel ciuffo nero e quegl’occhi magnetici, per quella barba appena accennata e quel sorriso, il sorriso più bello che lei stessa avesse mai visto. Aveva perso la testa per il suono della sua risata e anche per il suono della sua voce, per il modo strano in cui si accarezzava la nuca quando era in imbarazzo, per il suo accento orientale, per il suo essere estremamente gentile e simpatico, per il suo essere fottutamente imperfetto. Si ritrovò a pensare a quanto desiderasse baciare quelle labbra che più di mille volte le avevano sorriso, si ritrovò a pensare a quanto volesse dichiarargli i suoi sentimenti e vedere la sua reazione, e si ritrovò a pensare a quanto volesse che sentisse la canzone che aveva imparato a suonare al piano, la canzone che gli avrebbe dedicato.
“Allora andiamo a casa, facciamo le borse e andiamo nella casa al mare dei miei genitori, per due giorni. Solo tu ed io.” Ecco, quello che la giovane voleva sentirsi dire, solo loro e i  loro sorrisi, loro ed il loro amore. Pensare che amarsi così tanto sia impossibile, pensare che il loro sia un amore infondato, senza senso, pensare che due ragazzi possano arrivare a bruciare dentro per il loro amore è da pazzi, eppure quei due si amavano, da impazzire. Dopo quella frase il ragazzo decise di incamminarsi per raggiungere prima casa della ragazza e dopo la sua ma qualcosa, anzi qualcuno, lo bloccò.
“Grazie piccolo.” A quella frase scattò, senza pensarci le prese la mano e intrecciandola alla sua se la portò alla bocca per poi lasciarle un bacio sul palmo. A quel gesto Alyssa si sentì tremare, un brivido le attraversò tutta la spina dorsale, un brivido piacevole che la fece rinascere, un brivido che ormai provava spesso da quando conosceva Zayn.
“Di nulla, fuggiamo per un giorno. Facciamolo insieme.” Le disse iniziando a camminare velocemente verso casa.


Avevano preparato tutto di fretta e furia, così impazienti di evadere, così affamati di libertà, così vogliosi l’uno dell’altro, così perfetti insieme ma incompleti se presi separatamente. Erano sul treno e si guardavano negli occhi, Zayn coglieva tutte le sfumature delle iridi della ragazza che aveva difronte e Alyssa coglieva tutti i più piccoli e insignificanti dettagli che erano presenti sul viso del ragazzo. Due ragazzi innamorati ma non solo l’uno dell’altro, erano innamorati della vita, della libertà, della pace, così innamorati dell’amore.
Erano troppo impegnati ad osservarsi per parlare, troppo impegnati a studiarsi e imprimersi tutti i dettagli dei loro visi per accorgersi che non erano soli in quel treno, troppo innamorati per accorgersi della vita he correva.
“Cosa vuoi fare appena arrivati?” Le chiese, aveva finito di imprimersi tutto, tutte le sfumature. Adesso potevano chiaccherare in pace, parlare di tutto e di niente, di quello che vorrebbero fare, di quello che avevano sempre desiderato fare.
“Andare in quella casetta, cenare al camino e andare a dormire. Poi domani mattino una passeggiata sulla spiaggia, e poi di nuovo davanti il camino e poi ancora in spiaggia a guardare i gabbiani e la loro libertà, e poi ancora davanti il camino.” Ammise la ragazza, tutto d’un fiato, senza prendere aria, gli occhi le brillavano. Era euforica all’idea che avrebbe passato due giorni in una casetta al mare, sin da ragazzina aveva desiderato passare un fine settimana al mare d’inverno, non sapeva nemmeno perché ma solo all’idea le andava in tilt il cervello.
“Sai, ho un piano in quella casetta, che ne dici se stasera dopo aver cenato mi fai sentire qualcosa?” Lo chiese perché ne aveva bisogno, aveva bisogno che Alyssa gli suonasse qualcosa e lo trascinasse con lei nel suo mondo, un mondo particolare, bello. Lei a quella domanda sorrise, felice del fatto che avesse apprezzato il suo modo di suonare, il suo modo di vedere il mondo. Sorrise grata a quel ragazzo che l’aveva letteralmente salvata dal crollare, l’aveva salvata da quel mostro che si portava dentro, il mostro che un po’ tutti abbiamo dentro la nostra anima, bello o brutto che sia.
“Certo, ho imparato una nuova canzone, quando la suono penso a te.” Ammise nel totale imbarazzo la ragazza che, non appena finì la frase, abbassò lo sguardo per non fare notare il rossore sulle guance.
“Pensi a me?” Chiese lui sorridendo e accarezzandole il dorso della mano e cercando il suo sguardo.
“Si, penso al tuo sorriso.” Ed eccola, la frase che fece sciogliere  il ragazzo, la frase che lo spinse ad alzarsi e stringerla, stringerla tra le sue possenti braccia. Un abbraccio che racchiudeva tutto: amore, amicizia, passione ma anche e soprattutto sentimento, quel sentimento non ancora ben riconosciuto ma forte e importante.
“Anche io penso al tuo sorriso quando scrivo, mi apre la mente. Mi aiuta.” Le confidò contro i suoi capelli, lasciandoci un bacio e iniziando ad accarezzarle la schiena, quasi fosse la sua bambina.
“Stringimi.” A quella domanda si strinse a lui cercando più contatto.
“Ti stringo piccola, ti stringo.” E lì la strinse davvero, quasi non ci fosse un domani, quasi non volesse più lasciarla andare.


“Siamo arrivati, sveglia principessa.” Il ragazzo scosse leggermente la ragazza sentendola mormorare frasi sconnesse, senza alcun senso.
“Dai piccola, dobbiamo scendere.” Quelle parole gliele sussurrò all’orecchio, per poi stamparle un bacio sulla guancia.
“Si, andiamo.” Si alzarono, scesero dal treno e iniziarono a camminare verso la casetta.
Ci arrivarono in poco tempo, circa cinque minuti e appena Zayn aprì la porta Alyssa si portò una mano alla bocca, tutto quello che aveva sempre sognato ce l’aveva difronte. Era di una grandezza giusta, non molto grande né tantomeno troppo piccola, in salotto c’era un caminetto in pietra e davanti vi era un tappeto persiano con un tavolino basso. Era bellissimo.
“È tutto quello che ho sempre sognato, non troppo piccola ma nemmeno troppo grande, il caminetto difronte il quale ceneremo e un’atmosfera accogliente.” E lo abbracciò, per la seconda volta in un giorno, grata di averla portata dove aveva sempre desiderato.
“Ti piace?” Le chiese lui ingenuamente ma davvero in ansia di sapere la risposta.
“Da morire, però promettimi che stasera mangiamo cinese difronte il camino.” Assunse un’espressione infantile. Eccola la sua bambina.
“Te lo prometto, bimba.” Le disse baciandole la fronte.
“Sei il migliore.” E con quella frase si divisero per iniziare a sistemare i vestiti.


Felice, l’unica parola che poteva descrivere il suo stato d’animo. Felice come mai si erano sentiti prima d’ora, volevano dichiararsi, dichiarare quell’amore che li opprimeva, quell’amore che avevano rinchiuso dentro per troppo tempo e che adesso premeva per uscire. Zayn pensava a quanto l’amore possa essere bello ma anche pericoloso e dannoso, l’unica cosa che ancora non aveva capito era che l’amore oltre ad esse bello era anche vitale, senza quello non andavi da nessuna parte. I cuori di pietra nessuno li aveva.
“Piaciuta la cena, piccola?” Le chiese dopo essere tornato dalla cucina dove aveva posato i piatti, avevano mangiato cinese, come voleva Alyssa d’altro canto.
“Era tutto buonissimo.” Ammise alzandosi e raggiungendo il piano, gli aveva promesso quella canzone e quella avrebbe suonato. Sapeva che sarebbe stato molto imbarazzante, ma quando ci metti passione l’imbarazzo passa in secondo luogo.
“Ti avevo promesso una canzone, perciò mettiti comodo e ascolta.” Detto questo iniziò a suonare e dopo pochi secondo intonò le dolci parole di “Right next to you”, quella canzone che all’inizio parla di un sorriso che nemmeno il paradiso ha, quella canzone che esprime tutto ciò che Alyssa vorrebbe dire a Zayn ma che probabilmente non gli dirà mai.
I’ll be standing right next to you..” Finì guardandolo, occhi negli occhi, cioccolato nel verde smeraldo, amore nell’amore.
“Grazie fiore, adesso però andiamo a dormire, domani ci svegliamo presto.” Detto questo si salutarono, un bacio sulla fronte e poi si addormentarono, abbracciati l’uno all’altro.


Quella mattina faceva freddo, specialmente in riva al mare dove il vento arrivava spedito, andando ad infrangersi sui volti dei due ragazzi facendoli stringere ancora di più nei loro cappotti. Camminavano da una buona mezz’ora e la stanchezza si faceva già sentire, Alyssa ammirava i gabbiani che volavano sulle loro teste, mentre Zayn guardava le onde infrangersi sul bagno-asciuga.
“Ci sediamo?” Chiese il ragazzo che iniziava davvero a sentirsi stanco, quando vide annuire la ragazza la prese per mano e la trascinò con lui fino a quando non raggiunsero un punto perfetto su cui sedersi, una montagnetta dalla quale si vedeva tutta la spiaggia, era magico.
“È bellissimo, ci torniamo qualche volta?” Chiese Alyssa girando lo sguardo verso il ragazzo che la stava guardando insistentemente e le stava anche sorridendo. Ecco di quel sorriso parlava la canzone, uno di quei sorrisi così belli da fare invidia agli angeli, così dannatamente perfetti.
“Tutte le volte che vuoi bimba..” e la strinse, non come il giorno prima, no, la strinse con fare malinconico e consapevole del fatto che se non le diceva adesso cosa provava non ci sarebbe riuscito più.
“A volte mi perdo dentro i tuoi occhi, ti guardo e penso che al mondo oltre me e te non esiste più nessuno, penso a quanto sia bello il tuo sorriso, e a quanto vorrei stringerti, fino a farmi male, fino a consumare me stesso. La verità è che queste parole stanno  venendo fuori da sole come fosse un fiume in piena che insiste per uscire dal margine, perché non ce la faccio più a tenermi tutto dentro, non ce la faccio perché sto bruciando dentro, mi capisci?- Fece una pausa vedendola inerme e con un piccolo accenno di sorriso a incresparle le labbra.- Mi sono innamorato di te bimba, e non posso fare nulla per evitare una catastrofe. Crollo quando ti vedo tra le braccia di un altro pur sapendo che è solo un amico, vado a dormire con l’immagine del tuo sorriso che, per la cronaca, è la cosa più bella che io abbia mai visto, non sorridi solo con le labbra, sorridi con gli occhi e anche con il cuore. Non so io dove abbia trovato il coraggio per dirti queste cose ma me le porto dentro da due mesi e non ce la faccio, un minuto di più, a tenerle dentro.” Finalmente, dopo tanto, il ragazzo sospiro, sollevato ma anche in ansia per la temuta risposta. Si stava torturando le mani e non riusciva a spostare lo sguardo dall’orizzonte. Solo quando Alyssa gli prese il mento e lo costrinse a girarsi, i loro occhi si incontrarono, i visi si avvicinarono, i nasi si scontrarono e, alla fine, le labbra seguirono il loro tragitto andando ad incontrarsi. Si sfiorarono appena e già i ragazzi iniziarono a sentire i brividi che nascevano, crescevano e percorrevano la loro spina dorsale, fu Zayn ad avvicinarla prendendola per i fianchi e portandola a cavalcioni su di lui, senza smettere di baciarla, senza smettere di volerla, senza smettere di amarla. Continuarono a baciarsi sorridendo l’uno sulle labbra dell’altro, due sorrisi stupendi che si scontravano, due anime cosi uguali ma anche così diverse che si amavano incondizionatamente, due paia di labbra che continuavano il loro gioco con passione e voglia. Fino a quando la ragazza pose fine al bacio ma sentendone subito la mancanza, sentimento che la spinse a regalare un semplicissimo bacio a stampo al ragazzo, che scoppiò in una risata ansiosa ma allo stesso tempo perfetta, perfetta da mettere i brividi.
“Questo per cos’era?” Chiese il moro con un sorriso smagliante ma con un pizzico di ansia e voglia di sapere.
“Per dirti che sei la cosa più bella che mi sia mai capitata, che amo da impazzire il tuo sorriso almeno il doppio di quanto tu hai ammesso di amare il mio, amo il suono della tua voce, così caldo e profondo che mi fa sentire bene, amo la tu leggera barbetta- a queste parole gli accarezzo la guancia con il proprio naso.- ma soprattutto amo il modo in cui mi abbracci, mi tieni stretta come per paura che possa andarmene ma stai tranquillo, non ti lascio più.” Si lasciò stringere in uno degli abbracci più belli che avesse mai ricevuto, ancora in quella posizione, ancora con il cuore che batteva a mille, ancora loro due.
“Ti amo, bimba.” Le confessò lasciandole un bacio sulla tempia.
“Ti amo anche io.”


“Adesso sono la tua ragazza?” Chiese tornando a stringere la sua mano, camminando per la spiaggia ritornando alla casetta e assumendo un tono infantile, e Zayn amava quando faceva in quel modo, per questo la chiamava bimba.
“Si, sei mia adesso.”
“Lo sono sempre stata, amore.” Le scappò, scappò quel nomignolo che fece scoppiare il cuore del povero ragazzo di felicità e che lo fece sorridere, sorriso vero e puro.
“Chiamami ancora: amore.” Disse fermandosi e attirandola a sé, tenendola per i fianchi.
“Amore..” Lo chiamò sorridendo.
“Chiamami ancora: amore.” Ripetè..
“Amore..” Sorrise ancora di più vedendolo avvicinarsi..
“Chiamami sempre: amore” Le sussurrò sulle labbra..
“Amore..” E lo baciò, lo baciò col sorriso, baciò il ragazzo che amava alla follia sorridendo.

 
“Chiamami ancora: amore, chiamami sempre: amore.”





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Oh hey!
Eccoci al 5° capitolo, finalmente si sono baciati e si sono detti quello che provano.
Ammetto di essere stata un pò troppo smielata però che posso farci?!
Premetto che non sarà tutta rosa e fiori, anche perché potrebbe stufare, quindi spero di non avervi già stufati.
Spero con tutto il cuore di ricevere quante più recensioni possibili, nel capitolo precedente ne ho avute solo 3 e ammetto di esserci rimasta, per qualche minuto, abbastanza male.
Vorrei ringraziare Roberto Vecchioni per aver ispirato le ultime 4 frasi, tratte da una delle sue canzoni più belle.
Colgo l'occasione per augurare alla mia dolce metà, teng, un buon compleanno: Auguri mia dolce teng.
Fatemi sapere, per piacere, quello che ne pensate e come al solito ringrazio chi ha recensito e inserito 'Believe' tra le seguite/preferite. Grazie!
Un bacio grande.
Lin. 

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Capitolo 6
*** 6. Un dolore diverso. ***


 

ATTENZIONE: Prima di iniziare a leggere volevo solo avvertirvi che questo capitolo presenta scene forti.
 Perciò se foste facilmente impressionabili vi pregherei di saltare la parte prima citata.



Writer..

Avere paura, avere paura di sbagliare, di commettere errori irreparabili, paura di cedere, paura di restare e contemporaneamente maturare la paura di fuggire, avere paura di amare, di aprire il proprio cuore ad un’altra persona, avere paura di tutte queste paure ma allo stesso tempo conviverci ed abituarsi. Tutte queste paure i due giovani le conoscevano bene ma finalmente avevano provato a sperimentare un nuovo sentimento, più forte della paura e della convinzione di non essere abbastanza, più forte di qualsiasi altro sentimento, più forte di qualunque altra cosa al mondo. Zayn sapeva che tutti questi muri li aveva abbattuti lei, con il suo sorriso, con il suo sguardo e con la sua innocenza; mentre Alyssa sapeva che i suoi, di muri, li aveva abbattuti il battito del cuore di Zayn, quel battito che adorava tanto ascoltare e che ormai le apparteneva, oramai quel battito era il suo: si addormentava, delle volte, con il suono di quel battito e stupidamente aveva pensato che quella fosse proprio la sua melodia preferita.
Zayn ed Alyssa quella mattina stavano passeggiando mano nella mano nel parco dove si erano conosciuti alcuni mesi prima, faceva caldo e i ragazzi stavano raggiungendo la quercia dove avrebbero trovato sollievo con un po’ d’ombra.
“Stasera ceniamo insieme?” Le chiese il ragazzo speranzoso, non cenavano insieme da un po’ così avrebbe approfittato dell’assenza momentanea dei suoi genitori per prepararle qualcosa di romantico.
“Non posso, prima vado in palestra e poi devo cenare con i miei. Abbiamo ospiti.” Ammise la ragazza con tono triste. Avrebbe davvero voluto passare del tempo con lui ma i suoi genitori le avevano detto che non poteva mancare a questa cena.
“Chi?”
“Amici di famiglia, hanno un figlio della nostra età e una bambina di appena due anni.” Gli confessò entusiasta con gli occhi che le brillavano. Aveva sempre avuto una cotta per i bambini, specialmente quelli molto piccoli. Le facevano tenerezza, con quelle guanciotte rosa morbide e quelle manine così piccole con le quali potevano circondare, al massimo, un pollice.
“Un figlio della nostra età?” Chiese il moro con un pizzico di gelosia nella voce, di certo non gli andava a genio il fatto che la sua ragazza passasse una serata con un ragazzo che non era lui.
“Si amore, si chiama Andrew. È simpatico.” Cercò di convincerlo e nascose anche un sorriso, le piaceva quando era geloso. Dimostrava che a lei ci teneva davvero.
“Non mi interessa se è simpatico.” Assunse un espressione infastidita..
“Ed anche carino.” Voleva farlo morire dalla gelosia e ci stava anche riuscendo visto che il viso del ragazzo aveva assunto un colore porpora.
“Allora salutamelo.” Le disse mentre si alzava, era furioso. Come poteva dirgli che era carino? Come aveva potuto? La ragazza lo guardava divertita e mentre lo vedeva alzarsi, afferrò il suo polso e lo spinse per terra facendolo ritornare nella posizione di prima.
“Amore, sarà anche carino ma tu sei perfetto.” Gli sussurrò sulle labbra, sorridendo e sentendolo sospirare.
“Non mi addolcisci così.” Le disse afferrandola per i fianchi e avvicinandola di più cercando maggiore contatto.
“Sei geloso, amore?” Chiese ingenuamente la ragazza, voleva sentirselo dire da lui.
“Si, sono geloso di chiunque ti si avvicini.” Ammise vergognandosi subito dopo per la frase detta. La verità era che lui non era geloso, lo era molto di più. Si sentiva morire quando lei sorrideva ad un ragazzo che non era lui, sentiva il fiato venir meno quando lei abbracciava un altro, forse era ossessivo ma la amava e non voleva perderla.
“Non devi esserlo, sai che amo solo te. Sai che quando ti guardo vedo il mio futuro, sai che con te è tutto più bello. Perciò smettila di vedere cose che non ci sono, siamo io e te.” Disse lei stringendolo in un forte abbraccio e accarezzandogli dolcemente i capelli.
“Amo quando me lo dici.”
“Lo so, per questo lo faccio.” Gli disse lei lasciandogli un bacio sulla guancia. Era vero, lui amava alla follia quando Alyssa gli confessava quello che provava per lui, gli faceva capire quanto fosse importante e quanto lo amasse. Perdeva un battito quando la sentiva ridere e ingenuamente pensava che al mondo cosa più bella non c’era.

“Sicura che non puoi mancare a questa cena?” Chiese Zayn e Alyssa sorrise, per l’ennesima volta.
“Non posso amore, te l’ho detto.”
“Se questo Andrew ti da fastidio, chiamami.” .. e lo prendo a pugni. Evitò di continuare quella frase, non voleva che la sua ragazza si arrabbiasse ma lo avrebbe fatto, l’avrebbe anche ucciso con le sue stesse mani se solo osasse sfiorarla.
“Amore lo conosco da dieci anni, non ha mai alzato un dito.” Ammise sospirando la ragazza.
“Sarà meglio per lui che non decida di farlo adesso, sai non mi alleno da un po’ potrei usarlo per tenermi informa.” Rispose iniziando a fischiettare una canzone dei simple plan, il suo gruppo preferito.
“Non ce ne sarà bisogno, ti chiamo quando esco dalla palestra.” Gli disse salutandolo con dolce bacio sulle labbra.
“Ti amo piccola.” Le disse lui dopo averle dato un altro bacio sulla fronte.
“Anche io piccolo.” Gli sussurrò lei sulle labbra, entrando successivamente in casa.
“Alyssa questa sera ti voglio a casa alle sette e mezza. Devi fare la doccia e prepararti per la cena, non voglio ritardi.” Sua madre e la mania per la puntualità si fanno sentire ogni giorno di più, voleva solo andare in palestra.
“Mamma alle sette sarò qui, promesso.” La rassicurò con un dolce sorriso, iniziando così a prepararsi.
“Perché non dici anche a Zay di venire?” Sua madre che abbreviava il nome del suo fidanzato era una cosa normale, no? Comunque non ci pensò due volte e compose il numero del ragazzo.
“Piccola ci siamo salutati due minuti fa, senti già la mia mancanza?” Una voce metallica e incredibilmente sensuale arrivò al suo orecchio dopo appena due squilli.
“No… cioè si, anche per questo. Che ne dici se stasera vieni anche tu alla cena?” Propose lei dopo essersi ripresa da quello stato di trans apparente.
“Dico di si, se non è un disturbo per tua madre ovviamente.” Quel ragazzo strabordava di gentilezza ed educazione, erano quelle le prime cose che colpirono i genitori della ragazza.
“A dire il vero me l’ha proposto lei, ti ha anche chiamato Zay. Capisci?” Chiese lei quasi nel bel mezzo di una crisi nervosa.
“Mi ama, che cosa posso dire?”
“Non quanto ti amo io.” Mise il broncio lei e incrociò le braccia sotto il seno.
“Sei gelosa anche di tua madre, amore?” e Alyssa poté notare il tono divertito del ragazzo.
“Sono gelosa di chiunque ti si avvicini.” Disse lei ripetendo le stesse parole usate dal moro qualche ora prima.
“Non copiarmi le frasi, vado a scegliere cosa mettere. Tu non indossare niente di scollato, ti amo da impazzire.”
“Anche io.” Chiusa la chiamata prese il borsone e iniziò a camminare verso la palestra con le cuffie all’orecchie e Bruno mars a farle compagnia.


“Ciao Madelaine, ci vediamo la prossima settimana.” Disse la ragazza passando dal bancone dove si trovava la proprietaria della palestra.
“Ciao Al, sicura di non voler un passaggio? È già buio.” Le disse la ragazza con un velo di preoccupazione.
“Sono sicura, stai tranquilla che appena arrivo a casa sarai la prima ad essere avvertita.” Disse sorridendo la ragazza, uscendo dal locale subito dopo aver salutato.
La strada era completamente vuota e al buio e Alyssa iniziava ad avere paura, quella paura che hai quando stai per essere interrogata, quella paura che ti fa tremare le gambe e venire la pelle d’oca, paura: una parola che porta migliaia di sensazioni, ti fa battere il cuore ma non come quando è un ragazzo a farlo battere, proprio no, il cuore che batte per la paura fa quasi male, un male psicologico ma anche fisico. La ragazza aveva iniziato a guardarsi intorno sentendo dei passi dietro di lei, prese il telefono e compose il numero di Zayn nella speranza che parlare la aiutasse a distrarsi.
“Amore.” Balbettò non appena il telefono smise di squillare. Zayn era sotto la doccia e non aveva sentito il telefono che squillava con insistenza.  La ragazza riprese a camminare e puntualmente sentì dei passi farsi sempre più vicini, sempre di più fin quando qualcuno non la prese per i fianchi fece aderire il suo petto con la schiena della ragazza e si avvicino al suo orecchio.
“Ciao bambolina, prova ad urlare e sei finita.” Le disse trascinandola in un vicolo cieco, sporco e mal ridotto con cassonetti della spazzatura pieni di siringhe e bottiglie di vodka liscia. La ragazza sentì le lacrime rigarle le guance ma non urlò, sarebbe stato inutile: quel posto era abbandonato a se stesso e lei era stata una stupida a scegliere quella strada. Intanto l’uomo la toccava, la toccava con insistenza, le leccava il viso, le mordeva il lobo dell’orecchio e la desiderava, un uomo di trent’anni desiderava una ragazza di appena diciannove anni. Era uno solo il pensiero della ragazza, pensava che quella fosse la sua prima volta, l’aveva sempre sognata con il ragazzo che amava ed era pronta  a concedersi a Zayn ma quest’uomo le stava portando via l’unica cosa di qui andava fiera. La sua purezza. Ebbe la certezza che quell’uomo l’avrebbe fatta sua quando vide che le strappò, completamente, il maglioncino e continuò a toccarla, dappertutto: il ventre, il collo, le braccia, il seno. Armeggiò con il reggiseno riuscendo poi a liberarsene ed avere la visione di tutto il suo petto, iniziò a lasciare baci umidi dal collo, scese poi al seno dove iniziò a mordere e a farle male ma non quel male piacevole che si prova quando fai l’amore, no questo era dolore vero e proprio, scese poi a baciare il ventre e le sbottonò i jeans. Alyssa si dimenava, cercava in tutti i modi di fuggire dalle grinfie di quel mostro ma la teneva salda, ancorata tra il muro e il suo corpo. Iniziò a dimenarsi ancora di più quando l’uomo le lacerò le mutandine, ebbe la visione totale del corpo della ragazza e si leccò le labbra. Si abbassò anche lui i pantaloni e penetrò la ragazza, con rabbia, con furia, con disprezzo, con ribrezzo: andava sempre più veloce, acquisiva velocità ad ogni urlo di dolore della ragazza. Lei piangeva, urlava ma erano urli che venivano coperti dalla mano sporca di quell’essere, piangeva sempre di più ed ebbe il suo primo orgasmo, con uno stupratore, aveva perso la sua verginità con un mostro e adesso lei giaceva per terra, sfinita, e vedeva l’uomo che si rivestiva ghignando e la abbandonava lì. Ad un certo punto il telefono squillò e lei con le sue ultime forze lo prese e rispose.
“Amore, è un’ora che provo a chiamarti. Che stavi facendo?” La voce profonda e rassicurante del suo ragazzo la fece calmare.
“Vienimi a prendere.” Rispose balbettando ancora traumatizzata da ciò che era accaduto poco fa. Balbettava e piangeva.
“Dove sei? cosa è successo?” Si allarmò Zayn che iniziò a correre verso la sua auto e partire a tutta velocità.
“Nel vicolo vicino la palestra, ti prego vieni.” Disse sospirando, lasciando libero sfogo alle lacrime.
“Arrivo amore, arrivo.”  
E dopo cinque minuti era lì che stringeva il corpo nudo della sua ragazza con gli occhi pieni di rabbia, era furioso, avrebbe potuto ucciderlo se solo l’avesse tra le sue mani. Ma per adesso era lì che stringeva quell’esserino che si era chiusa in se stessa per non farsi vedere in quello stato: lividi, succhiotti, graffi, tagli.
“Andiamo amore ti porto in ospedale.” Le disse prendendola in braccio come fosse una sposa, tono duro, un tono di chi aveva paura, un tono di chi aveva appena visto l’amore della sua vita nuda, per terra in un vicolo cieco sicuramente frequentato da prostitute e drogati.
“No, portami a casa tua. Chiama i miei digli che quando sono uscita dalla palestra stavo poco bene e ti ho chiamato. Non voglio farmi vedere così.” Disse lei infilandosi il reggiseno, i jeans e quello che rimaneva del maglioncino.
“Amore, mi dispiace.”
“Di cosa?” Chiese lei sentendo le lacrime continuare a scendere, sentendo il cuore spezzarsi per il tono dispiaciuto utilizzato dal suo fidanzato.
“Non ho risposto al cellulare, se ti avessi risposto adesso non staresti così.” Iniziò a piangere anche lui, parcheggiando l’auto nel giardino di casa sua, grazie al cielo i suoi non c’erano ed avevano la casa libera per i prossimi tre giorni.
“Non è stata colpa tua, piccolo. Non è colpa di nessuno se non di quel mostro.” Alyssa ricominciò a piangere, ricordando le mani di quell’uomo sul suo corpo, ricordando il dolore e la sua impotenza.
“Andiamo dentro piccola, ti fai un bagno, ti do qualcosa da mettere e vai a letto.” Le disse dolcemente lui aprendo la porta di casa e lasciando libera la ragazza, andò in cucina, chiamò i genitori di Alyssa e pensò di essere stato bravo visto che avevano creduto alla scemenza appena inventata.

“Amore, hai fatto?” Entrò in camera e la vide piangere, indossava i suoi vestiti che le lasciavano le gambe visibili e quindi anche tutti quei lividi, era una scena orribile ma lui si sedette accanto a lei, la prese in braccio e iniziò ad accarezzarle i capelli lasciandoci qualche bacio di tanto in tanto. La ragazza parve calmarsi perché trascinò sotto le coperte anche il ragazzo e lo strinse forte, lo strinse a se cercando conforto che gli venne subito dato. Appoggiò l’orecchio sul petto del ragazzo, dove sentiva battere il suo cuore, e si lasciò cullare da quella melodia che la spinse a chiudere gli occhi e ad addormentarsi e mentre chiudeva gli occhi senti il suo ragazzo canticchiarle una canzone, la loro canzone.
How many times do i have to tell you, even when you’re crying you’re beautiful too?” 

 
Terrified until I stared into your eyes made me start to realize the possibilities.


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Hey guyyyys! 
Eccoci al 6° capitolo! Chiedo immensamente scusa per il ritardo ma sono stata poco bene e non ho potuto scrivere molto.
Questo capitolo è molto forte, tant'è che mi sono angosciata parecchio mentre io stessa lo scrivevo.
Vediamo due nuovi lati del carattere di Zayn: in primis la gelosia, la sua gelosia molto tenera nei confronti di Alyssa.
In secondo luogo vediamo il suo essere premuroso e anche, se vogliamo, paterno.
Vediamo un lato nuovo anche di Alyssa, ovvero un lato debole in cui prova molta paura.
Ringrazio, come sempre, chi ha recensito e chi ha inserito la storia tra i preferiti/ricordati e seguiti.
Love you loads,
Lin.


 
 
 

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Capitolo 7
*** Everything was worthless. ***





Sentirsi vuoti, freddi, glaciali. Sentirsi incompresi, lacerati e, soprattutto,  violati. Sentirsi toccati nel profondo, sentirsi soli. Sentire di star crollando, sentirsi solo macerie, sentirsi fuori posto, estranei. Desiderare di scomparire e lasciarsi tutto alle spalle, lasciare il dolore e la tristezza rintanati in un angolo sperduto del cuore, desiderare di vivere ma non averne il coraggio. Sentirsi sporchi e sentire una parte fondamentale del nostro animo che viene strappata da un mostro ed avere la consapevolezza che ormai, essa, non torna più indietro.
'Che fai lì?' Uno zayn molto assonnato spuntò alle spalle della ragazza. Era ancora a casa del suo ragazzo, seduta sul davanzale della finestra che guardava la sua Bradford. A farle compagnia, I pensieri.
'Stavo ammirando Bradford.' Disse lei in un sussurro, bevendo un sorso dalla tazza dove aveva del thè.
'È bella, vero?' Le chiese lui sedendosi alle spalle della ragazza facendo così aderire il suo petto alla sua schiena.
'È bellissima, quasi quanto te.' Disse Alyssa poggiando la testo sul petto del ragazzo. Zayn aveva notato gli occhi spenti della sua ragazza, aveva notato il suo viso costantemente pallido, aveva notato anche la poca luce di cui prendevano vita I suoi occhi ogniqualvolta un sorriso faceva capolino sulle sue labbra, aveva notato che quella non era più la ragazza sorridente di qualche mese prima. Aveva capito che un uomo sconosciuto le aveva strappato tutto, in pochi minuti. Si ritrovò con gli occhi lucidi, con la voglia di uccidere quell'essere e con il cuore lacerato ma sorrise, sorrise sentendo la frase che la ragazza aveva appena pronunciato, anche se con estrema lentezza e tristezza. Le baciò I capelli sentendola sorridere e abbandonarsi alla sensazione favolosa che le trasmettevano le sue braccia.
'Sei tu ad essere uno spettacolo, piccola.' Le sussurrò tra i capelli sorridendole dolcemente e iniziando ad accarezzarle la schiena.
'Cos'è l'amore per te?' Chiese la ragazza strofinando il naso contro il collo del ragazzo e giocherellando con il filo della bustina del thè.
' amore è vita, l'amore è sentirsi sazi, amore è consapevolezza dell'essere vulnerabili, amore è essere malleabili, amore è salvezza, è sentirsi salvi anche durante un periodo brutto: è consapevolezza.  Essere consapevoli che il nostro cuore appartiene ad un'altra persona, consapevoli che ormai la vita è cambiata. Amore è soprattutto consapevolezza. E per te, cos'è l'amore?' Le chiese lui. In realtà aveva detto quelle parole pensando ai cambiamenti avvenuti nella sua vita da quando Alyssa gli aveva praticamente rubato il cuore, aveva detto quelle parole pensando a lei e ai sentimenti che li legavano.
'Per me l'amore sei tu.' Gli disse lei, semplice e diretta.  Una frase, cinque parole, una miriade di sensazioni. Le sensazioni che stava provando zayn, in quel momento. Amore. Ecco il sentimento che gli stringeva il petto in una morsa quasi dolorosa. Dolore astratto, figurato. La strinse a sé, forte, in modo da darle quella protezione che aspettava, che meritava.
'Intendo dire che per me l'amore sei tu, in ogni tua sfumatura, ogni tuo difetto. Quando ti guardo negli occhi vedo amore, sicurezza. Amore è sinonimo di zayn.'
Quella frase spinse il ragazzo ad aumentare la presa, a stringerla forte: quasi a volerla soffocare. La loro morsa d'amore, un abbraccio dolce e pieno di sentimenti, quei sentimenti così belli che a volte ti chiedi se esistano davvero, quei sentimenti che trasmettono felicità: sentimenti assolutamente sconosciuti ai due ragazzi prima del loro incontro.
‘Ti va di dirmi cosa provi?’ Voleva sapere cosa provava in quel momento ma non per lui, assolutamente, piuttosto voleva sapere cosa provava nei confronti della vita. E forse conosceva già la risposta.
‘Non provo nulla.’ Ecco, la conosceva troppo bene. Non si aspettava una risposta singhiozzata, era forte. Lei. Anche se forte era un eufemismo, piuttosto lei celava la sua debolezza. Ecco cosa faceva.
‘Piccola, sai che sono qui per te. Puoi dire tutto ciò che vuoi, sfogati ti prego. Non chiuderti in te stessa. Non farlo.’ Sapeva che con quelle parole l’avrebbe convinta a sfogarsi. In un modo o nell’altro. Vide i suoi occhi riempirsi di lacrime, lacrime che ben presto si trovarono a solcare la guancia della sua ragazza.
‘Perché? Perché è successo tutto questo a me? Perché Dio lo ha permesso? Cosa ho fatto io per meritarmi il suo astio? Cosa gli ho fatto Zayn? Cosa?’ Gridava e riempiva di pugni il petto muscoloso del fidanzato, che se ne stava lì inerme a fissare quella scena con rammarico e rabbia.
‘Non lo so, non so cosa tu gli abbia fatto. Sinceramente non credo tu abbia fatto qualcosa per meritarti tutto ciò. Non posso darti queste risposte, mi dispiace.’ Le disse cercando di placare quei piccoli pugnetti ma Alyssa continuò, aumentando la forza, se possibile, continuò a gridare e prendersela con quell’Ipotetico Dio di cui tutti parlavano e sparlavano, a volte.
‘Te lo dico io, qualcuno lassù ha preferito vedermi nuda mentre un essere spregevole si approfittava di mee della mia virtù. È rimasto a guardare mentre le lacrime scendevano dai miei occhi come fiume in piena, ha preferito guardare lo Spettacolo invece di aiutarmi. Invece di mandare qualcuno a salvarmi. Ha preferito lasciarmi nuda e priva di sensi in un vicolo lurido e umido per ben dieci minuti prima che l’uomo della mia vita venisse a salvarmi. Prima che il mio eroe mi portasse a casa.’ Zayn la strinse a sé, cos’altro poteva fare? La vedeva così piccola e indifesa che quasi scompariva tra le sue braccia tatuate.
‘Guarda qui, amore.’ Le disse dolcemente indicando un punto preciso del suo polso destro. Un tatuaggio. Caratteri eleganti. Un marchio. A vita.
‘Sei l’unica cosa che mi tiene in vita Zayn.’ Disse lei accarezzando il tatuaggio e sorridendo. Sorrisi tra le lacrime. Appoggiò il viso sul petto di Zayn e lasciandosi cullare dal battito del cuore si addormentò. Il ragazzo la prese in braccio, come fosse la sua sposa, e la poggiò sul letto regalandole un bacio. Bacio dolce. Bacio necessario. Si distese di fianco a quella che ormai aveva soprannominato la donna della sua vita, iniziò a fissarla. Occhi. Naso. Labbra. Mento. Lentiggini. E la voglia di stringerla fino allo sfinimento si faceva largo nei suoi pensieri. Purtroppo aveva perso il sonno che aveva solo mezz’ora prima, prese a guardare il suo nuovo tatuaggio e con estrema fierezza, e dolcezza, lo accarezzò. Il suo tatuaggio preferito.
The love of my life.’ E lo era, lo era davvero.


‘Amore non ce la faccio, come facciamo a dirglielo?’ Alyssa si faceva questa domanda da giorni ormai, era arrivato il momento di rivelare il segreto. Raccontare l’accaduto ai suoi genitori. Sarebbe stato difficile, se ne rendevano conto ma dovevano farlo.
‘Piccola, dobbiamo farlo. Non puoi nascondergli una cosa così grande.’ La abbracciò, cercando di darle quel coraggio che le mancava.
‘Se non fosse per te non so cosa farei.’
‘Dai andiamo, non vogliamo fare tardi. Vero?’ Le disse prendendola per mano e guidandola fuori casa, fino all’auto.
Il tragitto fu abbastanza silenzioso, Alyssa ammirava il passare del paesaggio fuori dal finestrino mentre delle lacrime solcavano le sue guance. Pensava, non riusciva a fare altro: pensava a quanto la sua confessione avrebbe portato angoscia nei suoi genitori, coloro che lei  amava più di se stessa.
Zayn fermò l’auto nel vialetto davanti casa della sua ragazza, tolse la cintura e girò lo sguardo scrutandola. Guance arrossate, occhi pieni di lacrime, singhiozzi rumorosi e voglia di scomparire percettibile.
‘Asciugati quei due occhioni e andiamo, principessa.’ Le disse abbracciandola. Lei sorrise dolcemente e scese dalla Range Rover.

La tensione er alta in quel salotto, Alyssa aveva tra le mani una tazza di thè e Zayn aveva la mano destra poggiata sul suo ginocchio. I genitori della ragazza stavano difronte ed erano preoccupati, si vedeva.
‘Allora cosa dovete dirci?’ Prese parola il padre, aveva paura di scoprire cosa fosse successo. Aveva paura come mai prima d’ora.
Sta crescendo un puntino dentro di te? ‘ Yari spuntò dal corridoio correndo e urlando quella frase, si scaraventò letteralmente sulle gambe della sorella e si accoccolò al suo petto. A quella frase tutti trattennero il fiato ma la risata cristallina e divertita del ragazzo fece scomparire quel pensiero dalle menti dei due genitori che sorrisero. Per loro il peggio era stato escluso.
‘No piccolo, nessun puntino.’ Sorrise con fare paterno il moro per poi successivamente scompigliare il piccolo ciuffo del bambino.
‘Allora, cosa dovete dirci?’ Il padre prese parola..
‘La sera in cui abbiamo ospitato Andrew e la sua famiglia non sono venuta perché- si fermò sospirando, sospiro lungo e rumoroso.- perché un uomo, nel vicolo vicino la palestra, ha abusato di me.’ Lo disse così veloce che temeva non avessero sentito ma non l’avrebbe ripetuto. Era stato difficile dirlo una volta. Una seconda l’avrebbe uccisa. Vide Zayn baciarle la tempia e sorriderle dolcemente, come per infonderle coraggio, e probabilmente ci riuscì perché si rilassò. Si sciolse.
‘Non è possibile!’ Disse adirato il padre alzandosi e iniziando a singhiozzare. Non era riuscito a proteggere la sua bambina. Aveva fallito come padre.
‘Papà non fare così, è tutta colpa di quell’essere. Zayn si è preso cura di me in questi giorni, mi ha coccolata e mi ha fatta sentire al sicuro. È stato perfetto.’ Vide il padre avanzare verso il suo ragazzo, fermarsi davanti a lui e iniziare a parlare.
‘Ti ringrazio per averla protetta in questi giorni ma adesso tocca a me.’ Detto questo si girò verso la moglie, e guardandola negli occhi le sorrise, appena appena.
‘Cosa vuoi dire, papà?’ Gli chiese la ragazza, più preoccupata che mai. Aveva già detto una frase del genere, non prometteva nulla di buono.
‘Scusa Zayn puoi lasciarci da soli?’ Chiese guardando il moro e poggiando una mano sulla spalla. Zayn guardò spaventato la ragazza, si chiedeva cosa stesse succedendo. In un attimo la paura di perderla si fece spazio nel suo cuore, come avrebbe potuto affrontare il mondo senza di lei? Come avrebbe fatto ad andare avanti senza la donna della sua vita? Senza l’amore della sua vita?
‘No papà, non lascerò la città per un uomo ubriaco. Ho smesso di fuggire. Ho vissuto tutta la mia infanzia girando tutte le città di questo stato perché hai fottutamente paura della vita. Ho smesso di sopravvivere papà, ho smesso.’ Sapeva già cosa avrebbe fatto suo padre: Valigie, biglietti aerei e via. In un’altra cittadina sperando di riuscire a vivere in pace.
‘Sei la mia bambina, decidiamo noi casa devi fare. Zayn ti prego lasciaci soli, te ne sarei davvero grato.’ Ecco che tirava in causa quel povero ragazzo che ormai era pietrificato, immobile.
‘C-certo signor Nowak, tolgo il disturbo.’ Parole biascicate, sperando che sia solo un sogno. Un incubo. La sua ragazza lo accompagnò alla porta e senza smettere di piangere lo abbracciò, stretto stretto. Come aveva fatto lui la notte scorsa e come farebbe lui in qualsiasi momento.
‘Mi dispiace amore, mi dispiace tanto.’ Gli sussurrò all’orecchio cercando di farlo rilassare.
‘Combatti per noi, e se non sarà sufficiente combatterò io. Pe-per noi piccola.’ Iniziò a singhiozzare sulla spalla della ragazza.
‘Combatto piccolo, combatto.’
Tornò in salotto quasi intimorita dallo sguardo severo del padre, sapeva quanto avesse paura della vita ma adesso non si sarebbe trasferita. Ne aveva abbastanza.
‘Non mi muovo da qui papà.’ Disse ad alta voce, sicura di se e senza lacrime. Era forte o almeno così voleva fare credere.
‘Ci trasferiamo, verrai con noi. Non ti puoi opporre Aly, lo sai che lo faccio per te.’ All’inizio era severo ma poi qualcosa aveva inclinato il suo tono in un sussurro dolce, come a voler convincere la ragazza che lasciare l’amore della sua vita fosse normale. Non era normale.
‘Cosa papà? Cosa fai per me? Ti dirò la verità: Mi ha dato di più quel ragazzo, che hai appena sbattuto fuori casa, in solo tre mesi di conoscenza che tu in diciannove anni di continui trasferimenti.’ Ricevette uno schiaffo, di quelli che lasciano il segno. Di quelli che non vorresti mai ricevere, lo ricevette in pieno volto e lì non ci vide più.
‘Sono stata violentata due giorni fa, ho subito le pene dell’inferno per quell’essere e Zayn mi ha risollevata. Mi ha fatta sentire bene, a casa. Non ti credevo così meschino. Mi trasferirò ma fa finta che tu una figlia non ce l’abbia.’ Scappò in camera, iniziò a piangere e a fare le valigie. Prese il cellulare e mandò un messaggio al suo ragazzo, una frase che spezzò il cuore di entrambi. Lo stesso messaggio che entrambi speravano potesse essere solo un brutto sogno dal quale si sarebbero svegliati la mattina seguente.

We’ve lost babe, i’ve tried to fight for us but everything was worthless. Remember that I love you more than myself. I’ve to talk to you.’
 

I remember the day you told me you were leaving
 remember the make-up running down your face
a
nd the dreams you left behind you didn't need them
like every single wish we ever made i wish that I could wake up with amnesia
and forget about the stupid little things like the way it felt to fall asleep next to you
a
nd the memories I never can escape

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Buona sera donzelle! 
Eccoci arrivato al 7° capitolo di 'Believe'.
So che adesso probabilmente mi vorrete uccidere but don't worry! 
Scusate per il ritardo ma questi giorni sono stati devastanti e non sono riuscita a scrivere nemmeno mezzo rigo.
Vorrei ringraziarvi tutte per il supporto e l'appoggio che mi date, siete fantastiche!
Adesso vado, sono davvero negata nel scrivere gli angoli autrici soo bye! 
Un bacio a tutte, lasciate una recensione: solo per sapere se vi è piaciuta! 
A presto.
Lin_

 

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Capitolo 8
*** La nostra infinità. ***





‘Buon giorno piccola.’ Zayn sapeva che ad aspettarlo erano solo pessime notizie ma non avrebbe perso l’unica cosa che per cui sorrideva, a costo di uccidere qualcuno con le sue stesse mani. Il messaggio della sera precedente l’aveva letteralmente spiazzato, ucciso- oserei dire-. Aveva pianto per tutta la notte cercando di non rompere qualcosa o tirare un pugno al muro, aveva parlato con i ragazzi che l’avevano sostenuto e consolato. Come facevano i fratelli.
‘Buon giorno amore.’ Disse lei scoccandogli un bacio tenero sulle labbra. Gli aveva dato appuntamento al parco del centro di Bradford, doveva raccontargli ciò che aveva il diritto di sapere in quanto era il suo ragazzo. Aveva il diritto di sapere anche di quella notte.
‘C-cosa significa il messaggio di ieri?’ Il ragazzo aveva iniziato a sudare freddo e a sentire il respiro spezzato.
‘Iniziamo dal principio amore, sediamoci lì.’ Si sedettero in una panchina poco più lontana da dove si trovava un’altalena sulla quale due bambini si dondolavano. Alyssa prese un respiro e, prima di iniziare il suo discorso, intrecciò la sua mano a quella di Zayn.
‘Quando avevo sei anni mio padre ricevette delle lettere minatorie, chiedevano soldi altrimenti avrebbero ucciso un membro della nostra famiglia. Mio padre all’inizio non diede molto peso e dopo un po’ questi uomini bruciarono la nostra auto come avvertimento, allora mio padre diede loro i soldi che volevano ma ci portò lontani da Varsavia. La città dove sono nata. Dalla Polonia ci siamo spostati nei Paesi Bassi, precisamente ad Amsterdam ma si sa, quella città è famosa per essere ‘La città della Perdizione e dell’assoluta libertà’   e mio fratello maggiore, Jayden, affascinato dalla città proibita ha preso parte di un brutto giro. Droga, alcool e prostitute. Mio padre ci portò via anche di lì e ci trascinò a Londra, dove la notte del 24 Dicembre mio fratello perse la vita in un incidente stradale.- Si fermò, scoppiò a piangere e subito si ritrovò stretta in un abbraccio colmo di amore e comprensione. Dopo dieci minuti si riprese e con le lacrime agli occhi continuò il suo discorso.- C’ero anche io quella sera, ero al suo fianco quando ho visto il colore delle sue iridi per l’ultima volta. Erano verdi anche i suoi, sembravano due smeraldi. Li amavo. Sono rimasta in come per due mesi, al mio risveglio mio fratello era già due metri sotto terra a pensare a quali fossero le sue colpe. Mio padre ci portò via anche di lì. Arrivammo a Bradford ed è la cosa migliore che mi sia successa. Al mio arrivo ho trovato un ragazzo che ha due gemme come occhi, l’infinito in uno sguardo e la vita in un sorriso e mi vogliono portare via anche da te.’ Pianse di nuovo e di nuovo e di nuovo, fino a non avere più lacrime, fino a sentire il battito del cuore accelerato, fino a non sentir più il fiato.
‘Al ce la faremo, lotteremo per noi e alla fine ci riusciremo.’
‘Ho detto che parto Za, ho rinunciato.’ Disse lei nascondendo il viso nell’incavo del suo collo.
‘Perché?’ Lo disse con un tono distrutto, esausto.
‘Perché  i miei genitori sono irremovibili. Non ne vogliono sapere.’ Concluse lei con un tono infantile. Perché alla fine lei era questo, una bambina innamorata.
‘Il nostro amore colpirà i cuori di tutti babe, so già come fare. Ti fidi di me?’ Chiese lui con un flebile sorriso ad increspargli le labbra.
‘Tu che dici Zay? Si, mi fido di te.’
‘Allora prepara la valigia e stai tranquilla, torno a prenderti.’ Si avvicinò a lei con l’intento di baciarla.
‘Ma…’ Cosa vuoi dire?  Avrebbe voluto chiedere lei ma le labbra del suo ragazzo glielo impedirono. Bacio passionale, bacio voluto e desiderato da entrambi, bacio vero e pieno d’amore. Un po’ come tutti i baci che i due si scambiavano.
‘Non fare domande, piccola. Nel frattempo permetti allo scacciapensieri, che hai tatuato sulla nuca, di mandare via gli incubi. Devi essere serena.’ Le sussurrò sulle labbra sorridendo appena.
‘Sei tutto strano sai?’ Sussurrò lei sulle sue labbra con un sorriso pieno di tenerezza.
‘Mh-mh’ Mormorò lui appena prima di baciarla. Bacio che però fu interrotto da un’improvvisa voglia di gelato che spinse la ragazza a balzare in piedi.
‘Ma cos’hai?’ chiese il ragazzo un po’ infastidito. Odiava dover smettere di baciarla.
‘Ho una voglia matta di gelato. Gelato. Tanto gelato.’ Sembrava una bambina capricciosa il che fece scoppiare a ridere Zayn. Di cuore.
‘Andiamo a comprarlo allora, bimba.’ Le afferrò la mano e si incamminarono verso il chiosco. Appena arrivato zayn si voltò verso Alyssa per chiederle il gusto e la vide con lo sguardo perso a fissare un vicolo. Non un vicolo qualunque, bensì il vicolo dove la ragazza aveva passato la peggiore serata di tutta la sua vita.
‘Piccola come lo vuoi il gelato?’ Cercò di farla tornare alla realtà e ci riuscì, la ragazza infatti si girò e comunicò il gusto al suo ragazzo. Cioccolato e menta. Stessi gusti. Le passò il cono e iniziò a guardarla con compassione, con occhi di chi non perdona.
‘Smettila di guardarmi come se fossi malata terminale.’ Sbottò lei acida, quel vicolo l’aveva messa di pessimo umore.
‘Non ti sto guardando affatto in quel modo.’ Alzò leggermente il tono, Zayn.
‘A me sembra di si, invece.’ Eccola, il lato di quella ragazza che Zayn poche volte aveva incontrato.
‘Senti se vuoi lasciarmi prima di partire, fallo pure. Dimmelo se non vuoi che io combatta per noi, perché posso starmene a casa.’ Adesso stava decisamente urlando, forse aveva capito qual era il suo problema. Non lo amava abbastanza da rimanere con lui.
‘Se pensi che sia questo il problema, allora ciao Zayn.’ Disse lei guardandolo con disprezzo e acidità. Un mix che non le si addiceva.
‘Bene, ciao Alyssa.’ Disse lui deluso. Deluso dall’espressione che aveva assunto la sua ragazza sull’ultima frase. Vedeva rancore e rabbia nei suoi occhi. Vedeva una ragazza sola.

Alyssa arrivò a casa e si chiuse in camera, si era fermata in un parco prima di tornare e aveva iniziato a pensare a quanto fosse stata stupida e a quanto Zayn fosse stato odioso, che poi non lo era stato. Affatto.
La suoneria del suo cellulare la fece sospirare. Un messaggio. Da Zayn.
‘Ti chiedo scusa.’
‘Chi ti dice che le accetterei?’
‘Buonanotte amore.’
L’ultimo messaggio la fece sorridere, come non mai ma non rispose. Andò a dormire nonostante fossero le nove e mezzo. Era esausta.

Il mattino seguente Zayn si svegliò molto presto, doveva essere pronto a scaldare i cuori di tutti in quell’aeroporto. Tutti. Si preparò di fretta e furia, corse verso la sua Range Rover e si infilò dentro iniziando a ripassare il suo discorso: quello che avrebbe deciso il suo futuro. Arrivò a destinazione, parcheggiò e da lontano scorse la famiglia Nowak intenta a scaricare i bagagli dalla macchina. Vide l’amore della sua vita guardarsi intorno, come se lo stesse cercando con lo sguardo ma lui quasi intimorito  si nascose e aspettò che scomparissero dal suo campo visivo. Entrò nell’enorme edificio e si diresse nella stanza dove l’aspettava il comandante, colui che gli avrebbe fatto fare ciò che doveva. Era lì mentre in mano reggeva il microfono e non appena lo vide entrare fece un annuncio richiamando l’attenzione di tutti all’interno di quell’aeroporto.
Buongiorno a tutti, sono il comandante Taylor. Oggi sono qui a richiedere l’attenzione e l’interesse di tutti voi, non abbiamo nessun tipo di guasto agli aerei ma il fatto in questione è altrettanto importante. Un giovane ragazzo, direi molto intraprendente, ieri mi ha gentilmente chiesto questo favore e io glielo sto concedendo. Vi auguro buona giornata e vi prego, nuovamente, di prestare attenzione.
Tutto nell’edificio si fermò: bambini in corsa, mamme disperate, coppie esauste, padri impazziti, famiglie svogliate e famiglie entusiaste, hostess e assistenti di volo, comandanti, anziani disinteressati e anziani interessati ma soprattutto la famiglia Nowak, Alyssa guardava con gli occhi sognanti l’altoparlante esposto al di sopra delle loro teste come fossero gli occhi del suo Zay, come l’avesse davanti. Successe poi che la voce metallica di Zayn si diffuse da tutte le parti arrivando alle orecchie e ai cuori di tutti ma soprattutto a quello della ragazza che guardava l’espressione intenerita formatasi sulle facce dei presenti e anche dei genitori. Il ragazzo parlava, fiumi di parole venivano rilasciate da quegli alto parlanti, le parole che spinsero Alyssa a piangere disperatamente e cadere in ginocchio coprendosi il viso con le mani, sotto lo sguardo di tutti i presenti che, alla mossa della ragazza capirono che il messaggio fosse diretto a lei. Lei ascoltava e memorizzava, ogni singola parola, ogni singola promessa, ogni singola pausa, ogni singola sfumatura. Tutto. In quel momento amava Zayn più di se stessa, addirittura si accorse di amarlo di più di quanto avesse ammesso in precedenza, lo amava con ogni suo atomo, ogni sua cellula, con tutta se stessa. Iniziò a tremare quando sentì i genitori abbracciarla e aiutarla a rialzarsi, vide il padre sorridere raggiante e la madre piangere come una fontana, sentì i presenti applaudire e quando il ragazzo pronunciò le ultime parole Alyssa iniziò a correre verso l’entrata dove vide un cartello che riportava la scritta ‘La tua strada è quella.’ Con una freccia che indicava uno stanzino. Senza pensarci su due volte corse disperatamente e aprì la porta, lo vide seduto con gli occhi pieni di lacrime e con un sorriso appena notabile sulle labbra. La ragazza inizialmente non fece nulla poi, ripreso il fiato e il coraggio pronunciò una sola parola e si gettò tra le braccia del suo uomo. In quello stanzino pieno di computer che aveva un’aria triste i due compresero di essere infinitamente felici e Zayn tra le lacrime comprese che, realmente, l’unica cosa ad essere infinita erano loro.

‘ehmm, buongiorno a tutti.. So che sto praticamente bloccando migliaia di persone per un discorso quasi patetico ma non me ne potrebbe fregare di meno, con tutto il rispetto. Oggi son qui per riprendermi l’unica cosa bella che mi sia mai capitata- fece una pausa pensando ai suoi occhi pieni di lacrime e di conseguenza anche i suoi si riempirono.- Ciao bimba, so che in questo momento vorresti uccidermi per l’essere stato troppo duro ieri con te ma capiscimi, stavo per perdere l’amore della mia vita, non riuscivo ad essere me stesso. Non so come si facciano certi discorsi, cosa si dica in certi casi e non so nemmeno se vorresti sentirle, le mie parole ma io ci provo, devo provarci. Ti ricordi quando ci siamo detti ti amo per la prima volta? Era stata una giornata come tante, pranzo al Mc e poi foto al parco ma quando distesi su quel prato ce lo siamo sussurrati contemporaneamente, in quel preciso istante, la mia vita è stata completa. Il fatto è che ci sarebbe così tanto da raccontare, su di noi, al mondo che non basterebbe tutta una vita, non basterebbe nemmeno un’eternità semplicemente perché il nostro infinito è più grande degli altri. Più infinito. Vorrei urlare al mondo che ti appartengo e se…piccola se riesco ad averti ancora giuro che lo faccio, andrò in cima all’Everest e urlerò al mondo di essere solo ed esclusivamente tuo. Ti avevo promesso che avrei fatto conoscere al mondo il nostro amore e ci sto provando, sto provando a far capire a tutti che ti amo più di tutti gli infiniti mischiati ad altri infiniti a loro volta infiniti, ti amo più di quanto possa amare la fotografia, la scrittura, la boxe e più di quanto possa amare i tatuaggi, ti amo da qui all’altro infinito e ritorno, ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo, ti amo ogni giorno di più e tutto questo mi spaventa perché arriverà un giorno in cui dipenderemo completamente l’uno dall’altro-anche se io già dipendo da te- e non riusciremo a separarci per nemmeno mezz’ora- non che io voglia farlo. Prima di entrare ho visto una coppia di ragazzi della nostra età, piangevano entrambi e si abbracciavano come abbiamo fatto noi ieri, con tutto l’amore che avevano in corpo e per un attimo ho immaginato noi al posto loro e dopo appena cinque secondi sono corso dentro per riprenderti con me. Prometto che d’ora in poi sarò al tuo fianco anche all’uscita dalla palestra, costantemente con te, fino a stufarti- anche se mi auguro che non accada- fino alla nausea piccola. Prometto di amarti per il resto della mia insignificante vita, per sempre ed infine prometto che ti bacerò sempre come fosse il primo giorno, come fosse il giorno in cui mi dicesti ‘Portami al mare’, come fosse il giorno in cui nacque questo noi così stupendo da scaldare  cuori di tutti. Perché alla fine siamo io e te insieme contro il mondo, okay?’

‘Okay.’

 




Hey girls!
Salve a tutti, eccoci all'ottavo capitolo di questa storia, al termine! *Piange*
Vorrei ringraziarvi tutte e dirvi che non ci sarà l'epilogo.
Vedete? non ho fatto lasciare la mia coppia bellissima! non avrei potuto farlo, sarebbe stato un peso insopportabile.
Adesso devo andare, come sempre ringrazio le parsone che hanno inserito 'Believe' tra le seguite/preferite e/o ricordate e tutte coloro che recensiscono ogni santo capitolo,  siete fantastiche!
Vi lascio, un bacio.
Lin_

ps: Ho cambiato banner, che ve ne pare? 

 

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