Il Cuore Di Una Zingara

di sommalexiel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una nuova ladra. ***
Capitolo 2: *** Scoperta ma alla fine alleata ***
Capitolo 3: *** Prova superata ma ancora malfidata! ***
Capitolo 4: *** Duello con gli occhi negli occhi ***
Capitolo 5: *** Vipera colpita e affondata! ***
Capitolo 6: *** Sweet Night ***
Capitolo 7: *** The Prayer ***
Capitolo 8: *** Inseguimenti sul tetto ***
Capitolo 9: *** Lotta tra vita e la morte ***
Capitolo 10: *** I Promessi Sposi! ***
Capitolo 11: *** Un Fantasma del Passato ***
Capitolo 12: *** Goodbye ... My Husband ... ***
Capitolo 13: *** I Am a Gypsy! ***



Capitolo 1
*** Una nuova ladra. ***


L’una del mattino.

A New York la gente non dormiva anzi, sembrava che la notte fosse il sorgere del sole a quell’ora.

Migliaia di persone in giro per la città per partecipare a qualsiasi tipo di divertimento:

Cinema, Discoteche, Feste, Concerti ecc.

Anche Il Metropolitan  Museum di New York era aperto a quell’ora. D’altronde moltissimi personaggi importanti arrivavano da tutto il mondo per vedere gli splendidi gioielli esposti nel museo.

Pietre di svariate grandezze, lavorazione, colore e tipo.

Pietre come il quarzo lavorate e incastonate in catene d’oro bianco e zirconi dal valore inestimabile, diamanti di infiniti tipi ecc.

Un magnifico gioco di luci colori brillantezza e meraviglia.

Quella sera poi, in particolar modo, avevano circondato oppure oserei dire “invaso” il museo di guardie, poliziotti e soldati, perché proprio quella sera era esposto al centro della sala principale il diamante nero più grande del mondo “Il diamante Corvino”, inoltre, una nuova minaccia per la polizia era comparsa dopo Lupin e i suoi compagni …

Da qualche mese, aveva fatto colpo una nuova ladra che aveva già derubato diversi gioielli di grande valore e anche molto famosi per la loro rarità, tra cui: una piccola meteora incastonata in una spilla insieme a due topazi, un colie di rubini e diamanti, ecc.

Non si conosceva, al contrario di Lupin, la sua identità, si sapeva solo che era una donna e girava voce che fosse molto ma davvero molto bella.

Il suo primo colpo fu una preziosa ambra conservata in un antico museo dell’Olanda, inoltre era rapidissima sia nei movimenti sia a spostarsi da una nazione all’altra o addirittura da un continente all’altro … i giornalisti avevano formulato e cerato il nome più strano da appiopparle, alla fine fu battezzata col nome di “Ambra” cioè col primo colpo che compì prima di diventare famosa nella sua carriera.

Molti, tra cui l’ispettore Zenigata, temevano che quella notte non avrebbe esitato a presentarsi, o lei o Lupin … o magari chissà, entrambi.

Si erano organizzati affinché se uno di loro fosse comparso loro lo avrebbero subito avvistato, intrappolato e dopo catturato.  Eppure sul tetto, qualcuno stava tramando già da un bel pezzo …

-Mancano otto minuti e diciassette secondi.-

-Ricordati del segnale Jigen, appena lo vedi devi tirare su la corda, Goemon, tu penserai a distruggere le telecamere invece. -

-D’accordo.-

La gente conversava e osservava i gioielli tranquillamente senza immaginare gli sgraditi ospiti che sarebbero giunti quella sera dal tetto dell’edificio.

-Mio Dio caro guarda!... è bellissimo!-

-Quello è il diamante Corvino!-

-Santo cielo Marisa vieni a vedere com’è bello non ci sono parole!-

Il diamante aveva richiamato l’attenzione di tutto il pubblico, mentre le forze dell’ordine giravano per tutto l’edificio scrutando attentamente ogni angolo, quando ad un certo punto Zenigata ricevette una chiamata da uno dei suoi uomini: “Ispettor Zenigata, ho visto passare di sfuggita un ombra che somigliava molto ad uno dei compagni di Lupin, quindi ci sarà anche lui”

“Maledetto Lupin! Lo sapevo che non se la sarebbe lasciata scappare questa occasione! Ma questa volta sarò io… a non lasciarmelo scappare!” –AL PIANO 16 PRESTO!-.

La gente era così presa ad osservare i gioielli che nemmeno si accorgeva del via vai dei poliziotti e dei soldati.

Solo dopo un po’ se ne accorsero, così cominciarono a domandare a quelli sul posto cosa stesse succedendo, mentre loro cercavano di riferire il meno possibile per evitare di diffondere il panico e mandare a monte la serata.

Ma qualcos’altro li precedette.

Le luci si spensero per esattamente quattro secondi, portando lo scompiglio fra i presenti.

Quando si riaccesero, comparve Lupin.

Era in cima ad una trave sul soffitto sghignazzando con il diamante corvino in mano –Ihihihih! Scusate l’interruzione ma continuate a godervi la serata! Addio Zaza! Spero di rincontrarti alla prossima! Ihihih!-

-LUPIN LO SAPEVO!!!! MALEDETTO!!! SCENDI SUBITO LO SAI DI ESSERE IN ARRESTO!?!?!?-

Lupin continuava a sghignazzare e a divertirsi guardando il suo ispettore preferito sbraitare come un matto contro di lui. Ma subito dopo le luci si spensero di nuovo ma si riaccesero subito.

-Ihihihih! A quanto pare il buio vi spaventa! Ma la meravigliosa luce oscura che emana questo bel diamante nero non vi spaventa per niente! Vero mio meraviglioso diamante cor…. Cosa!?!?!?!?-

-LUPIN CHE SUCCEDE?- disse Jigen sbucando in mezzo alla folla.

-IL DIAMANTE!!! IL DIAMANTE è SCOMPARSO!!!!-

-CHE COSA?!?!!?- disse insieme Goemon.

-OH NO! MA COM’è POTUTO ACCADERE CE L’AVEVO IN MANO FINO A POCO FA NON L’HO LASCIATO CADERE NE SONO SICURO!!!-

-GUARDATE LASSù!!!- urlò una donna.

Aveva visto sul tetto vetrato la sagoma di una persona, che faceva roteare in mano il diamante nero, osservandone i meravigliosi luccichii.

-CHI è QUELLO?!- Chiese Goemon.

-AAAAH! HA RUBATO IL MIO DAMANTE DOBBIAMO RIPRENDERLO!!!-

-PRESTO SCENDI DA LÌ LUPIN!- gli urlò Jigen.

I tre amici si riunirono per un secondo in mezzo alla stanza per poi uscire all’esterno del palazzo arrampicandosi per l’edificio per raggiungere il tetto, con Zenigata ed i suoi uomini appresso.

Lupin raggiunse per primo il tetto e vide il ladro del diamante girato di spalle vicino al cornicione pronto a scappare che analizzava attentamente il diamante. Ciò nonostante era troppo buio per capire chi fosse

-EHI TU!- gli gridò.

Il ladro si girò con la testa senza fare alcuna mossa, nel frattempo arrivarono su Jigen e Goemon pronti ad attaccare.

Il ladro continuò a rimanere immobile vicino al cornicione, con il diamante chiuso energicamente nella mano, fissando i tre uomini e senza muoversi di un millimetro. Dopo poco, dalla posizione di tensione in cui si trovava, si rilassò tirandosi su bene dritto con la schiena.

-Mi dispiace amico, ma quel diamante l’avevo preso io prima che arrivassi tu e credo proprio che sia il caso di ridarmelo indietro, su forza restituiscilo!- gli disse Lupin sarcasticamente.

Il ladro non gli diede ascolto e di tutta risposta, si girò leggermente verso sinistra, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio con molta tranquillità e mostrando il piercing che portava in alto all’orecchio, facendogli emanare un piccolo luccichio.

Zenigata raggiunse il tetto e cominciò a gridare attraverso il megafono –LUPIN SEI IN ARRESTO ARRENDITI!!!!- da dietro spuntò anche un elicottero pieno di soldati, il faro che aveva davanti venne puntato dritto contro il ladro che aveva preso il diamante corvino che per il fastidio che gli dava la forte luce agli occhi si coprì il volto col braccio celando anche la sua identità, tutto quello che si riuscì a capire era che quel ladro in realtà era una donna, una donna dai lunghissimi capelli bruni fino in fondo alla schiena, che svolazzavano velocemente in aria a causa dell’aria provocata dall’elica dell’elicottero.

Mentre Lupin e gli altri si voltavano verso Zenigata, la ragazza ne approfittò per scappare, appena si accorsero della sua fuga tutti cominciarono a correrle dietro, mentre lei fuggiva fra i tetti della città con una velocità ed un’agilità davvero incredibile.

Jigen ne approfittò per sparare alcuni colpi all’elicottero dietro di loro che precipitò subito dopo portandosi dietro anche Zenigata –GIURO CHE UN GIORNO TI PRENDERò LUPIIIIIIIIIIIIIN!!!!!!!-. intanto i tre ragazzi continuavano ad inseguire la ladra per i tetti che non esitava a fermarsi ma rallentò leggermente la sua corsa quando si trovò nella parte più povera e desolata della città, finché non si fermò sul tetto di una fabbrica piazzandosi davanti a loro, con i capelli ondeggianti al vento illuminati dai raggi lunari, ciò nonostante il suo viso rimaneva nascosto dal buio e a lei questa cosa non dispiaceva per nulla anzi, continuò a celare il suo volto nel buio della notte.

-Brava fanciulla, finalmente ti se fermata Ihiiìhihih!- disse Lupin sogghignando divertito.

-Restituisci quel diamante.-le disse minacciosamente Goemon con la mano destra protesa verso la sua katana.

La ladra esitò un momento poi estrasse il diamante dalla tasca cominciando a tirarlo energicamente fino a staccarlo completamente dall’anello di diamanti in cui era incastonato.

Lanciò a Lupin il diamante nero, tenendosi invece l’anello di diamanti, poi cominciò a parlargli con voce bassa e cauta:

-Lupin, ti chiedo solo una cosa, spero tu mi possa accontentare…-

-Spara bellezza Ihihih!- le rispose lui ridendo.

-Lascio a te il diamante come mi hai chiesto prima anche se inizialmente ho rifiutato l’idea. Ti chiedo solo di lasciarmi l’anello restante con i diamanti incastonati, non chiedo altro, la parte più importante la lascio a voi…-

Lupin ci pensò un momento grattandosi la nuca, poi guardò la ragazza e le rispose –E va bene, a te l’anello, ma mi spieghi cosa te ne fai di un anello vuoto senza il diamante principale che l’ha reso così famoso?-

-A me basta così, l’importante è che mi permetta di mantenermi per un bel po’ di tempo, avrei preferito avere anche il diamante, ma … lo lascio a te, ci sei arrivato per primo in fin dei conti è giusto così…-

-Scommetto che tu sei la famosa Ambra non è vero?- chiese Jigen.

La ragazza rimase muta per un po’, dopodiché annuì –si è giusto, sono io. -

-Ma mi spieghi come hai fatto a rubarmi l’anello in così poco tempo senza che io me ne accorgessi?-

-Ti basti sapere che al buio si presta più attenzione a ciò che c’è intorno anziché a quello che si possiede… arrivederci ragazzi.- concluse così il discorso lanciandosi poi all’indietro dall’edificio.

I tre amici increduli corsero sul cornicione a vedere, ma Ambra si era ormai dileguata nel buio.

Rimasero fermi in silenzio un momento a pensare a ciò che aveva detto fin che Goemon non ruppe il silenzio: -Ha detto che la cosa importante era riuscire a mantenersi per un po’, deduco, quindi, che commette dei furti per via della pessima situazione economica che si ritrova… -

-Lo credo anch’io. - rispose Jigen con la solita sigaretta in  bocca.

-Si forse avete ragione, ma credo, che ci sia anche qualcos’altro sotto … aveva un modo di parlare così solenne e allo stesso tempo rassegnato che mi fa pensare a qualcosa di molto più complicato oltre a una bassa disponibilità economica, per quello che ne sappiamo noi potrebbe anche essere stata una scusa e poi il vero motivo dei suoi furti è un altro, ma sento che nasconde qualcosa … e sapete? Qualcosa mi dice che la rincontreremo.- concluse così sorridendo… ne era certo, l’avrebbero rivista … molto presto …

 

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Capitolo 2
*** Scoperta ma alla fine alleata ***


Il giorno dopo i tre amici si radunarono al solito bar, seduti fuori al loro tavolino, discutendo sui nuovi colpi e a quello che era successo la sera precedente, quando ad un certo punto arrivò Fujiko salutando Lupin con la manina e con la voce squillante : -Ehi Lupin!-

-Oh no… - dissero Jigen e Goemon insieme con un’espressione perplessa.

-Fujiko! Tesoro! Ti prego accomodati!!- disse riverente Lupin inchinandosi e cedendole il suo posto.

-Grazie Lupin come sei galante caro!- rispose lei vanitosa.

Jigen si avvicinò all’orecchio di Goemon sussurrandogli –Scommetto che vorrà tirarci uno dei suoi soliti tranelli per ingannarci, soprattutto adesso che abbiamo il diamante farà sicuramente di tutto per portarcelo via.-

-Hai ragione, se Lupin non starà attento glie lo porterà via di certo.- rispose lui.

Lupin caro com’è andata poi ieri sera?-

-Mia cara Fujiko, sarai contenta di sapere che sono riuscito a prendere il diamante Corvino! Il diamante nero più grande del mondo! … eccolo!- le mostrò così il diamante tirandolo fuori dalla tasca interna della sua giacca rossa.

-Oh Lupin! È meraviglioso! Guarda come brilla! Ma … santo cielo! Ma l’anello in cui era incastonato dov’è!?- chiese lei meravigliata.

-Ma perché ce l’hanno tutti con quel dannato anello?- Rispose Lupin deluso per le lamentele di Fujiko.

Lupin quell’anello era pieno di piccoli diamanti bianchi e mentre il diamante nero era incastonato fra tutti gli altri, io speravo che tu mi volessi regalare un bell’anello e invece mi porti una pietra di valore senza che io possa nemmeno indossarla!- disse lei seccata.

-Ma ma cara io credevo che l’importante fosse il diamante in se, non l’intero anello!-

-Come immaginavo…- disse fra se e se Jigen.

Lupin che fine ha fato l’anello si può sapere?!- chiese lei rabbiosa.

-Ehm, vedi cara ieri sera c’è stato un piccolo contrattempo, quando ho preso l’anello poi, ehm … ho dovuto cederne una parte ad una rivale … - rispose lui.

-Hai dovuto cederne una parte ad una rivale???- chiese lei nervosamente sottolineando le ultime parole.

-Ehm si è così Hiihihih!!!- lei lo prese per la giacca tirandolo vicino a se e cominciando a sbraitargli –LUPIN MA COME HAI POTUTO CEDERE UNA PARTE DELL’ANELLO??  E POI CHI è QUESTA RIVALE!?!? NON MI DIRAI CHE SI TRATTA DELLA AMBRA VERO??!!-

-Ehm invece si tratta proprio di lei mia cara Ihihih!- rispose lui intimidito dalla rabbia di Fujiko.

-Ecco lo sapevo … alla fine ti sei fatto ammaliare da una bella donna senza pensare alla tua povera Fujiko, sei proprio un uomo crudele Lupin!- disse lei disperandosi.

-Che scena patetica…- disse Goemon sottovoce.

-Mannò cara che cosa stai dicendo ho dovuto cederglielo perché le occorrevano dei soldi per tirare avanti, ma tu credi davvero che io sia un tipo da tradire la mia stupenda Fujiko con qualche altra donna? Ma cara …- disse lui blandendola.

-Lo spero per te Lupin!- rispose lei scocciata incrociando le braccia in modo solenne.

-Ma cara ma non devi pensarlo neanc … O santo cielo! Ma chi è quel viso d’angelo!!!- esclamò Lupin ad un certo punto sgranando gli occhi.

Infatti oltre le piccole siepi che facevano da recinto ai tavoli sistemati fuori dal bar, stava passando una giovane ragazza, alta, esile ma allo stesso tempo dal corpo ben formato.

Aveva i capelli castani raccolti in una lunga treccia, gli occhi blu, la pelle diafana e i lineamenti classici in volto.

Portava un abito nero lungo fino alle ginocchia, dal tessuto molto leggero con delle piccole onde in fondo all’orlo della gonna e dalle maniche che scendevano per un breve tratto lungo le spalle, portando infine come ornamento, un sottilissimo cinturino color argento con una parte che ondeggiava liberamente da un lato terminando infondo con un brillantino del colore del vestito. Davvero un’angelica figura. Molto raffinata.

-Yuhuuuuuuuuuuuuuu! Ehilà Bellezzaaaaaaaaaaaaaaaa!- Le urlò Lupin.

Lupin la vuoi smettere!- lo rimproverò Fujiko.

 -C’è poco da fare, ormai è così, e così ce lo dobbiamo tenere.- disse Jigen rassegnato.

-YUHUUUUUUUUUUU! EHI FANCIULLA DICO A TE!!- Continuò a gridare Lupin.

La ragazza si voltò indignata da quelle urla voltandosi con uno sguardo glaciale, ma subito dopo ne assunse uno piuttosto sconvolto quando vide chi era che urlava in quel modo davanti a tutta quella gente.

-Mia caaaaaaaaaaaaara sei una realtà uscita da un sogno…- disse Lupin tirandola vicino a se inchinato e baciandogli la mano.

-Senta potrebbe smetterla di umiliarmi IN QUESTO MODO!!!- lo rimproverò lei.

-Ma cherì chi è l’uomo vivo che potrebbe rinunciare a tale bellezza..- continuò lui ruffiano.

-La smetta Lupin!- disse lei ad un certo punto seccamente.

Fujiko disse sorpresa –Tu sai chi è?- -Ehm… si.- rispose lei imbarazzata.

-Oh, e come fai a conoscermi cherì?- chiese Lupin stupito anch’esso.

-Bhè ecco … è che … si sa insomma la fama certo non ti manca …- disse lei cercando di trovare una scusa …

Ad un certo punto però, fece un gesto che la tradì, per l’imbarazzo si sistemò i capelli dietro l’orecchio sinistro, facendo spuntare un piercing che si illuminò alla luce del sole.

A quel punto Goemon capì tutto, spalancò lo sguardo, si alzò indicandola col dito ed esclamò –Lei è Ambra! La ladra di ieri sera! È per quello che ti conosce Lupin!-

-Hai ragione! Quello è il piercing che ha messo in mostra ieri sera!- esclamò a sua volta Jigen.

-Lei è Ambra????- domandarono stupiti Fujiko e Lupin.

La ragazza spaventata li guardò con terrore, indietreggiando, dopodiché cominciò a scappare.

Attraversò la strada di corsa senza fermarsi un secondo e poi si precipitò lungo i vicoli della città.

Tutti e tre si misero ad inseguirla con Fujiko dietro in moto, la ragazza fuggiva senza guardarsi mai alle spalle, cercando in continuazione una qualsiasi deviazione per seminarli, ma spesso gli sbucavano davanti all’improvviso cogliendola si sorpresa ma lei riusciva sempre ad evitarli senza farsi prendere.

L’inseguimento continuò per diversi minuti lungo i vicoli. Non riuscivano a capire come, ma mentre loro iniziavano ad essere esausti, lei invece correva sempre con la stessa velocità, come se fosse la cosa più facile del mondo, evidentemente era inseguita di continuo e ormai aveva raggiunto una notevole resistenza.

Continuò a fuggire guadagnando un  po’ di distacco da Lupin, Jigen e Goemon che ormai cominciavano a rallentare per mancanza di fiato.

Fujiko invece continuò a starle dietro creandole un po’ di disagio per la pericolosità e la velocità della moto.

Ad un certo punto Ambra  sbucò in un piccolo piazzale circondato dai palazzi avente come uscita solo la stradina da cui era arrivata. Una sorta di vicolo cieco.

Si trovò in serie difficoltà, Fujiko con una sgommata mise la moto lateralmente bloccando quell’unica uscita, poi scese e cominciò ad avanzare verso di lei levandosi il casco.

-La tua corsa è finita zingara.- disse minacciosa –Adesso sarà il caso che tu mi restituisca subito il mio anello se non vuoi avere dei seri guai!-

-Non posso dartelo! Ormai l’ho venduto ricavandone i soldi di cui ho bisogno e comunque anche se lo avessi non te lo darei mai!-

-Brutta…… SPORCA ZINGARA!!!- le gridò l’altra, e dopo quelle parole le saltò addosso buttandola a terra.

Ma Ambra riuscì a difendersi perfettamente: con la gamba sinistra la scaraventò a terra, così lei ebbe il tempo di alzarsi. Dopodiché si sedette sopra la sua pancia estraendo un coltello da tavola dalla borsetta, puntandoglielo vicino alla gola.

Fujiko rimase pietrificata da quello scatto improvviso e rimase a terra senza muoversi.

-Preferisco essere chiamata gitana grazie.-

-Lasciami subito!-

-No.-

-Lasciami!- Fujiko diede degli scossoni per togliersela di dosso ma la giovane zingara continuò a tenerla bloccata energicamente e smise di farla scatenare puntandole ancora più vicino alla gola il coltello. A quel punto Fujiko si fermò.

-Sei proprio un diavolo!- disse Fujiko indignata.

-La malvagità è un fatto di punti di vista.-

-Maledetta zingara!-

In quel momento giunsero gli altri tre. Lupin quando vide la scena tirò Ambra per le spalle liberando Fujiko che si gettò disperatamente fra le sue braccia lamentandosi.

La zingara invece indietreggiò guardando gi altri due in modo ostile.

-Lupin…oh Lupin quella sporca zingara voleva uccidermi hai visto!?- piagnucolò Fujiko.

-Idiota! Non ti avrei mai fatto una cosa del genere se tu non mi fossi saltata addosso stupida!- rispose lei arrabbiata.

-Insomma smettetela!- le rimproverò Goemon –Perché la chiami zingara?- domandò.

-Non lo sapete? Ambra è il suo nome d’arte, ma lei in realtà non è una donna nobile o una cittadina comune, e tantomeno una ladra di prim’ordine anche se è sempre riuscita alla perfezione nei suoi colpi, lei è una zingara, una zingara proveniente dal Canada! Infatti viene chiamata da molti Esmeralda, come la zingara di Notre Dame. Ma il suo vero nome non…- -Zoe Duchesne.- rispose la ragazza interrompendola -Non pensi di aver detto già abbastanza su di me?- continuò seccata

-E tu non pensi di avermi già fatto abbastanza per oggi?- ribatté Fujiko.

-Massì certo mi lascio ammazzare da una donna mondana e promiscua come te!-

-Tu sei pazza!-

-Fujiko dai basta l’importante è che non sia successo niente.- la placò Lupin.

-Non è successo niente???? Per poco non mi ammazzava e ha rubato il mio anello! Anzi no. Glie l’hai dato tu!!!!!!!!-

-Ma tesoro l’hai detto tu che non è una nobile e nemmeno una cittadina sistemata adeguatamente, in fin dei conti anche lei in qualche modo deve pur campare.- si giustificò lui.

-Non mi interessa!!!- urlò lei.

-Basta adesso, lasciamola andare via.- intervenne Lupin.

-No non possiamo.- lo fermò Goemon.

-Per quale ragione?- chiese spazientita Zoe.

-Se noi ti lasciamo andare come se niente fosse, ogni volta tu per noi sarai un intralcio, e le cose non potranno andare sempre come ieri notte.- le spiegò Goemon seccamente.

Zoe alzò lo sguardo strinata. Non aveva idea di come sarebbe andata quella giornata. “Se solo non mi fossi sistemata i capelli!” continuava a pensare.

-E allora che cosa facciamo?- domandò Jigen.

Tutti rifletterono un po’, quando Lupin si illuminò ed espose la sua idea –Ragazzi! Ma che idea geniale! Potrebbe fare parte della nostra squadretta! Ho visto come opera e penso che abbia talento nonostante sia una gitana!-

-Pessima idea!- lo spense Goemon.

-Perché?- chiese Lupin.

Goemon non rispose e guardò per un attimo Fujiko per poi riabbassare lo sguardo.

Jigen capì al volo quello che intendeva, non voleva innanzitutto un’altra donna in mezzo e inoltre se fosse stata una donna sleale e falsa come Fujiko li avrebbe mandati in banca rotta … così cercò di spiegare la situazione a Lupin nel modo più congeniale.

Lupin il fatto è che non la conosciamo, non possiamo sapere se è una ragazza leale che rispetterà i nostri accordi, come facciamo a sapere che non ci porterà via quello che prenderemo anche se glie ne daremo una parte di diritto?-

Lupin si avvicinò all’orecchio Jigen dicendogli –Vedi, anche io sono tentennante all’idea perciò faremo alcuni tentativi, ho già in mente un piano, ma pensa se invece sarà onesta e deciderà di comportarsi bene, sarebbe un aiuto grandioso, l’hai vista anche tu no come lavora? È eccezionale!-

Jigen ci pensò su un momento poi ritenne che l’idea non era tanto malvagia anche se era poco convinto del piano di Lupin per verificare l’onestà della ragazza.

-D’accordo ne parlerò con Goemon, ma se la ragazza è come Fujiko ti conviene non prenderla, non sarebbe affidabile.-

Jigen andò a spiegare la faccenda a Goemon che con fastidio dovette accettare, Lupin invece andò verso Zoe e le propose l’affare: -Cherì, io ed i ragazzi abbiamo pensato ad un accordo, per evitare problemi come quello di ieri sera, potresti unirti alla nostra squadretta, riceveresti una parte del bottino per continuare a mantenerti e come d’altronde ti spetterebbe di diritto per l’aiuto, avresti dei compagni su cui appoggiarti, e torneresti molto utile anche a noi grazie alle tue abilità. Quello che ti chiediamo noi ovviamente è di aiutarci e di non appropriarti del bottino che non ti spetta, che ne dici? Facciamo alleanza????-.

Zoe ci rifletté un po’ su, la cosa le conveniva abbastanza ma avrebbe dovuto abbandonare molte abitudini che aveva acquisito da quando aveva intrapreso la vita da gitana, ma se non altro tramite la proposta di Lupin aveva buone probabilità di raggiungere i suoi scopi, e di vendicarsi di ciò che le era stato tolto. Intanto Fujiko protestò la proposta di Lupin cominciando a sbraitare e a dargli pugni sul petto –LUPIN MA COME TI SALTA IN MENTE DI PRENDERE CON TE LA GITANA!? HA CERCATO DI UCCIDERMI HAI VISTO E HA RUBATO IL MIO ANELLO!!!-

-Fujiko l’anello ce lo eravamo preso per noi, sei tu che ti sei presa l’iniziativa di dire che era il tuo.- intervenne Jigen –TU CHE COSA C’ENTRI IN TUTTA QUESTA STORIA? RESTANE FUORI!!!- lo rimproverò lei a quel punto lui rinunciò a qualsiasi dibattito e la lasciò perdere. Intanto Zoe rifletteva cercando di calcolare i pro e i contro della proposta, alla fine si decise e rispose a Lupin –Accetto la tua proposta Lupin, ho solo una richiesta da farti…- -quale?- -Sto sistemando la mia abitazione, che tra l’altro è abbastanza vicino al tuo covo se è dove penso che sia, avrei bisogno solo per sta notte di un posto dove dormire, sennò sarei fuori di casa, solo sta notte, poi avrò la mia casa.-

Goemon alzò gli occhi per vedere che cosa le avrebbe detto Lupin, che si era fermato a guardarla, come se volesse capire attraverso il suo sguardo se era una richiesta innocente ho se architettava qualcosa.

-D’accordo, ma niente scherzi.- -Grazie, non farò danni.- -Non ti conviene.- disse fra se e se Goemon riluttando la decisione di Lupin.

Fujiko guardò Lupin indignata e poi se ne andò via in moto facendo una sgommata e creando un gran polverone.

Gli altri invece andarono verso la macchina e partirono andando verso il covo che distava molto chilometri da dove si trovavano quella mattina.

Durante il viaggio Lupin ne approfittò per fare qualche domanda a Zoe, tanto da conoscerla meglio.

-Senti, ma oltre al fatto di mantenerti, hai qualche altra ragione per rubare?-

Lupin aveva colpito nel segno, ma a Zoe non andava a genio l’idea di rivelare ogni cosa di lei, perciò cercò di stringere i dettagli:

-Io… mi ha sempre affascinato la vita da gitana, e anche se non è un modo onesto di vivere, mi piace anche collezionare pietre preziose, diamanti e altro conservandone alcuni per crearmi dei gioielli e vendendone degli altri per procurarmi da vivere. Vivo nella foresta poco distante dal tuo covo, ma vivo in uno stato molto semplice, l’acqua la ricavo dal fiume, la mia casa che devo finire è in legno ecc. ma sto bene.-

-Interessante, e una gitana riesce nonostante il suo stile di vita a mantenersi bella come te? -Ihihihih … comunque immagino che avrai avuto una sorta di “vocazione” per intraprendere questo modo di vivere, quand’è stato? E perché?-

-Il perché non mi sento in dovere di dirvelo ma il tempo sì, circa quindici anni fa. -

-Uh lo siamo da un bel pezzo allora eh? Comunque non serve che fai la misteriosa con noi Cherì.- disse lui curioso.

-Non me la sento di raccontarlo. Grazie.- concluse lei.

Tutti e tre pensarono che era qualcosa di molto importante se non voleva spiccicare neanche una parola.

-D’accordo, allora non insisto…- rispose Lupin rassegnato.

Viaggiarono per un’oretta e piano piano cercarono tutti e tre di instaurare un rapporto sereno con la nuova arrivata, fin che non arrivarono al covo. E lì le fecero fare un tour della casa...

 

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Capitolo 3
*** Prova superata ma ancora malfidata! ***


-Benvenuta nella mia umile dimora Cherì.-

-Santo cielo! È … grande!- disse lei sbalordita.

-Ihihihih già ihihih.- sghignazzò Lupin.

-Direi che i vostri colpi hanno fruttato ben bene se siete riusciti a permettervi questo lusso sul lago. -

-Si insomma, ci siamo organizzati bene ed ecco qua.-

-è fantastico! Insomma non abbandonerei mai le mie abitudini da gitana ma c’è da dire che anche vivere così è davvero stupendo!-

-Ma un tempo in che situazione eri?- chiese Goemon curioso.

-Bhè ero di un ceto abbastanza modesto … non mi mancava niente.-

Goemon rifletté fra se e se in silenzio.

-Io… immagino che starò nel mio sacco a pelo in una stanzina o sul divano giusto?-

Tutti e tre la guardarono perplessi sgranando gli occhi.

-Ehm …. Che c’è?- chiese lei disorientata.

-Cherì, tu hai una stanza tutta per te!- esclamò Lupin.

-Cooosa?- chiese lei incredula.

-è così! Vieni così te la mostro forza!-.

Così dicendo la condusse in una bellissima stanza degna di un hotel a cinque stelle con ogni tipo di comodità, mai Zoe avrebbe pensato di dormire anche solo per una notte in una stanza di tale eleganza … ancora una volta …

Rimase dalla porta per qualche secondo e poi entrò guardandosi intorno come ipnotizzata.

-Oh…- fu tutto quello che riuscì a dire.

-Non ti piace Cherì????- chiese Lupin premuroso.

-Oh no, direi stupenda! È bellissima è la stanza più bella che abbia mai visto!- rispose lei quasi commossa.

-Cosa c’è che non va allora mia cara?-

-…..è che io non credo di poter approfittare di tutto questo lusso…-

-Ma Cherì non dirlo neanche per scherzo qui sei come a casa tua tesoro!! -Ihihihih!-

-Bhè grazie mille allora apprezzo moltissimo! Una cosa però…-

-Qualunque cosa Cherì..-

-Non chiamarmi se puoi “Cherì”, ma o Esmeralda (il mio nome più comune) o per abbreviare il mio nome di battesimo Zoe… del resto… nient’altro.- disse lei sorridendo.

-D’accordo mia bella Esmeralda!- disse lui inchinandosi e baciandole la mano.

-E anche senza tante lusinghe grazie!- disse lei tirando via la mano scocciata da tante lusinghe inutili.

-Adesso, mi sistemo un po’, grazie ancora e… non so qui come funziona per cui per l’ora di pranzo … cosa… quando…?-

-Nella cucina alle sette e mezzo meravigliosa fanciulla!-

-Ehm….sè….allora… grazie eh!!! Ciao!- disse lei sempre più impacciata, dopodiché chiuse la porta e andò a farsi una doccia, successivamente Goemon e Jigen erano alle prese con Lupin per portarlo via dalla stanza di Esmeralda per non farlo entrare nel suo bagno mentre lei si stava facendo la doccia.

Poco dopo in cucina i tre si misero a sparlare di lei e a studiare a come capire se ci si poteva fidare di lei  meno, anche se il mistero che la avvolgeva non le giovava molto …

-Voi … che cosa ne pensate?- incominciò Jigen.

-Ah io dico che è splendida!- disse Lupin con la testa fra le nuvole.

Lupin! stiamo parlando seriamente cerca di essere più partecipe ai nostri discorsi invece di esserlo sempre nella stanza da bagno su di sopra!- lo rimproverò lui.

-Oh bhè scusa, però ammettetelo è davvero bella!-

-A volte un bel fiore può essere velenoso.- intervenne pacamente Goemon.

-Che cosa vorresti dire Goemon?- chiese Lupin un po’ infastidito da quella frase.

-Voglio dire che se ha solo un bel aspetto e poi è una falsa come quella Fujiko che ci ruba sempre all’ultimo la nostra fortuna allora c’è poco da averci a che fare! Hai mai pensato che potrebbe approfittare della nostra ospitalità per poi fare qualche danno? Secondo te perché non vuole dire niente sul suo cambiamento radicale di vita?!- disse spazientito.

-Quello potrebbero anche essere affari suoi Goemon, il fatto è e resta, che mi piacerebbe tanto capire come intende fare Lupin a capire se  è una persona onesta o se è una minaccia.-

-è molto semplice, ho considerato anche l’opzione che lei sia ritornata per riprendersi anche il diamante corvino per poi rivenderselo, e che ieri sera ce lo abbia ceduto in cambio di una parte del bottino per terminare la corsa sfrenata che si era creata, per cui, lascerò un finto diamante corvino in una stanza, se il giorno dopo sia lei che il diamante sono scomparsi, la risposta sarà scontata, se il diamante ci sarà ancora allora forse vuole davvero collaborare con noi, e terrò anche conto del comportamento che avrà quando effettueremo i nostri colpi e se vuole venderci ai poliziotti o meno … voi non preoccupatevi, penso a tutto io. Comunque qualcosa mi dice che non è  malvagia e che di certo non è come Fujiko, perché se lo fosse stata non si odierebbero così tanto.-

-Si forse hai ragione, ma a me tutto quel mistero che ha, non mi piace per niente …- disse Goemon.

-Lo scopriremo soltanto sta notte.- concluse Jigen.

-Si è l’unica…-

Lupin non fece in tempo a terminare la frase che si aprì la porta e spuntò Esmeralda sulla soglia.

-S-scusate, ho scordato di bussare, stavate parlando di qualcosa di importante?-

-Oh no tranquilla mia cara accomodati è quasi pronto!!!- disse spensieratamente Lupin.

Ci fu un attimo di silenzio, da parte di lei, perché non sapeva cosa dire, e da parte di loro perché ripensavano al fatto che fino ad un momento fa stavano proprio parlando di lei.

-Allora…- cominciò lei –voi … avete in programma qualche … non lo so … colpo?- chiese impacciata.

-Per adesso no, staremo tranquilli a casuccia, poi appena troveremo qualcosa, te lo diremo.- rispose Lupin.

-Oh d’accordo.-.

La cena venne servita in tavola (ovviamente da Lupin che aveva anche cucinato).

Fu una cena piuttosto silenziosa, l’ansia di sapere se era una brava ragazza o meno aveva bloccato tutti, il più diffidente era Goemon, perché teneva sempre a mente come esempio Fujiko che la maggior parte delle volte ingannava Lupin ammaliandolo con la sua bellezza per poi rubare ciò che aveva ottenuto con le proprie forze.

Sarebbe stato l’ennesimo inganno e non poteva più permettere intralci ai piani della squadra.

Ad una certa ora andarono a dormire, e Goemon spiò per un po’ la porta di camera sua, poi se ne andò anche lui.

La notte procedette tranquilla, tutti riposavano praticamente con un occhio chiuso ed uno aperto per captare qualsiasi rumore sospetto, ma alla fine cedettero al sonno, e in breve tempo, il sole si fece largo in cielo, illuminando la foresta ove era collocato il covo di Arsenio Lupin.

Lui si crogiolava nel letto sognando di essere con Fujiko e parlando nel sogno, dopo poco arrivò Jigen già vestito sbadigliando:

-Ehi Lupin…alzati è mattino…-

-Oh Fujiko la tua pelle è come cioccolata bianca, anzi no meglio…-

-LUPIN! TI VUOI SVEGLIARE!- sbraitò Jigen.

Lupin fece un salto sul letto cascando in terra e si rialzò massaggiandosi dietro la testa:

-Jigen…. Ma come ti salta in mente di fare uno scherzo del genere?- si lamentò.

-Vestiti, bisogna vedere come si è comportata Esmeralda questa notte te ne sei già dimenticato?-

-Certo che no. Adesso arrivo-.

Quando fu pronto, andarono insieme a cercare Goemon, che era già pronto dalla porta di Esmeralda appoggiato al muro e aspettando gli altri.

Contarono fino al tre… dopodiché aprirono la porta di scatto…

Il letto vuoto, perfettamente ordinato, nessuna donna in giro … e del diamante? Nessuna traccia …

-Lo sapevo che non c’era da fidarsi!- esclamò Goemon mettendo via la katana.

-Ora dobbiamo stare attenti, conosce il nostro covo è capace di qualsiasi cosa!- disse allarmato Jigen.

Lupin rimase a riflettere mentre tutti insieme si avviavano verso la cucina, era troppo strano, era troppo innocente quella ragazza, era una zingara è vero, ma non poteva essere vero quello che era successo …

Dopo poco, cominciò a sentire un forte profumo che arrivava dalla cucina, subito dopo lo sentirono anche gli altri.

Si precipitarono senza esitare seguendo il proprio fiuto.

Quando giunsero in cucina, videro Esmeralda che tirava fuori dal forno delle brioche calde e sul tavolo un’abbondante colazione.

-….oh! Giorno.- disse lei appena li vide.

-Ehm … mia dolce Esmerlada!! Che … che cosa stai facendo?!- domandò confuso Lupin.

-Bhè … mi stai domandando l’evidenza. Ho preparato la colazione! A proposito non te la prendere se ti dico che sei un tantino incosciente. Guarda non è per niente sicuro lasciare così in giro in bella mostra il diamante corvino, se entrasse qualcuno da fuori che lo vede te lo porterebbe via subito! L’ho tenuto nella mia stanza per tutta la notte, ed è ancora li, ma la prossima volta non ho intenzione di dirti “Io te l’avevo detto” eh!- .

Tutti e tre diventarono viola di imbarazzo, proprio loro che avevano teso quella trappola a posta per lei per verificare la sua onestà e alla fine avevano commesso pure una brutta figura. Ormai era andata, la ragazza era rimasta e il finto diamante anche se l’aveva portato in camera sua, non l’aveva fatto per scopi personali. La loro fiducia nei confronti della ragazza era lievemente cresciuta.

Tutti e tre si sedettero mentre lei controllava se le brioche erano pronte, si guardarono fra loro increduli di tutto quello che era anzi! Che non era successo! Loro davano per scontato che lei avrebbe portato via il diamante, e invece lo aveva protetto. Solo Lupin era l’unico che da subito credeva un pochino in lei.

-Ecco qua, ehm … so che non vi va molto a genio il fatto di avere un intrusa in casa, e non vorrei che mi deste il titolo di donnina di casa però mi era sembrato giusto almeno prepararvi una semplice colazione dopo tutti i favori che mi avete fatto, il minimo che potessi fare.- disse sorridendo dolcemente.

-Oh ma Cherì non ti dovevi disturbare per noi è un piacere averti qua tesoro!-

-Ehm si ecco allora come ti avevo già detto potresti evitare di chiamarmi Cherì?-

-Oh ma certo scusami Cherì…- rispose lui baciandole la mano.

Esmeralda poi si voltò e disse a bassa voce tra se e se “Niente, ormai mi ha appioppato quel nome e quel nome mi devo tenere … yawn … che pazienza …”.

Si sistemò anche lei col suo vassoio al tavolo e iniziarono a mangiare, per qualche secondo ci fu un gran silenzio, fin quando Jigen chiese a Esmeralda: -In qualità di difesa come agisci?-

Esmeralda ci rifletté un momento su, ingoiando la brioche che stava masticando e poi gli rispose -Bhè dipende, conosco qualche arte marziale, poi delle volte come arma uso delle sorte di pugnali che uso anche come fermagli per capelli, per nasconderli meglio, o coltelli e anche … una pistola ma non l’ho mai usata e non posso usarla, quindi, poiché sono senza armi da fuoco, punto tutto sulla mia forza fisica. Anche se sono esile me la cavo comunque, almeno, a me sembra così …-

-E per quale ragione non puoi usare la pistola?- domandò confuso Lupin.

Lei si bloccò col cucchiaio in bocca guardandolo, e poi guardando anche gli altri che a loro volta la fissavano in attesa di una risposta.

-Aehm … ha … soltanto un colpo e … non devo sprecarlo, tutto lì …- disse lei aggrappandosi ad una qualsiasi scusa.

Lupin fece finta di crederle e le annuì continuando poi a mangiare.

Goemon invece essendosi stufato di tutti quei segreti e di tutti quei misteri si alzò dal tavolo severo e la rimproverò minacciosamente:

-Io non ti credo minimamente! Il giorno dopo di un furto ti ripresenti fingendo di passare per caso, hai un passato che non vuoi rivelare e un sacco di altri segreti che ti rendono più pericolosa di altro. Ma chi sei veramente!?

Ad Esmeralda per poco non le andò  di traverso la colazione e profondamente ferita nell’orgoglio si alzò  e rispose:

-Forse è perché è qualcosa  di importante che non mi sento di rivelare, mai considerato questa opzione? So perfettamente che non vi fidate di me, ve lo leggo negli occhi, mi vedete come una minaccia anziché un aiuto per la squadra! Ma come vi devo far capire che non è la ricchezza che mi interessa ma semplicemente la vita stessa e l’energia di continuare a vivere per le semplici cose che esistono in natura. Non son egoista ed avara voglio solo continuare la mia esistenza a mio modo, senza imbrogliare nessuno, se rubo non è per divertimento o una cosa che amo fare, è semplicemente perché essendo zingara non sono capace di fare altro ed è l’unico modo che ho per vivere … non ho nessuna qualità a livello intellettuale sono pagana, gitana, straniera so poche cose ed è l’unico modo con cui posso tirare avanti. Io non mi ritengo orgogliosa di me, ho uno stile di vita che non raccomanderei a nessuno e derubo le persone per mantenermi. C’è forse qualcos’altro che devi chiedermi?- chiese infine quasi con le lacrime agli occhi.

Goemon si limitò a guardarla negli occhi, cercando di capire se stava dicendo la verità.

E dopo averla osservata bene si risedette senza dire niente e lei fece altrettanto, così per calmare le acque intervenne Lupin:

-Coraggio non è successo niente è normale! In fin dei conti sei una persona nuova che dobbiamo ancora conoscere bene e penso sia possibile che nascano delle incomprensioni, ma penso che fino ad adesso tu ti sia comportata davvero molto onestamente, nonostante tu sia una gitana!-

-Grazie. Ancora non ho voglia di parlare di ciò che ho vissuto, ma sappiate che per me è stato una sorta di volo dalle stelle alle stalle, e se andiamo a vedere proprio in tutti i sensi.- concluse lei ironicamente.

Goemon nel frattempo continuava a pensare.

Ad una certa ora Esmeralda lasciò la casa per continuare a sistemare la propria, porgendo i propri saluti e avvertendo che l’indomani non sarebbe venuta per terminare i lavori, adesso erano loro tre soli.

-Goemon, non pensi di aver esagerato? C’era modo e modo per fargli intendere…- Lupin venne interrotto e proseguì Goemon –Io preferisco essere chiaro piuttosto che girare in giro alle cose, anche se sta notte non ha preso il diamante per portarselo via ancora non sappiamo con certezza quanto ci possiamo fidare, a me basta solo vedere Fujiko, ogni volta sembra aiutarci o a volte neanche quello e poi si impossessa di ciò che ci siamo presi noi. Non possiamo permettere a qualunque donna di fare i propri comodi con noi.-

-Oh ma lo sai com’è Fujiko è sempre stata così! La ragione per cui io credo che Esmeralda sia onesta,  è per il semplice fatto che ha restituito il diamante e questa notte lo ha anche protetto.-

-Spero che tu abbia ragione.- concluse l’altro.

Il mattino dopo, si svegliarono senza la ragazza in casa (e di conseguenza senza neanche l’abbondante colazione che li aveva accolti il giorno prima).

La sera prima Esmeralda era riuscita a sistemarsi in modo da riuscire a trascorrere la notte nella propria casa, ma decise di non andare del covo di Lupin per completare i suoi lavori alla casetta.

Poco distante dal covo, la gitana trascinava grandi travi per sistemarla nelle parti della casa che avevano ceduto ai vari scombussoli meteorologi.

Era un’antica casa tutta in legno, tra i monti il verde e vicino al lago, era stata abbandonata molto tempo fa da una famiglia contadina che vi abitava che quando poi trovarono la loro fortuna si trasferirono in città abbandonando la casa e i piccoli orti che possedevano, Esmeralda ritrovandosi senza una casa e senza denaro si prese quella piccola casa rimettendola a posto da sola.

Dopo che ebbe concluso la costruzione procedette alla pulizia e all’ordine.

Terminò verso le due del pomeriggio, ed esausta per la fatica, quando terminò ne approfittò per stendersi un po’ sul letto e riprendere fiato.

Ripensò a quello che le aveva detto Goemon il giorno prima, e in fin dei conti era comprensiva nei suoi confronti (nonostante quel suo scatto le avesse dato fastidio):

Era straniera, zingara, ladra e cosa che soprattutto a lui e a Jigen portava una marea di diffidenza, era il fatto che lei fosse una donna.

Soffriva molto per la diffidenza che loro avevano nei suoi confronti, ma allo stesso tempo non li biasimava.

Le uniche sue ambizioni erano vivere in pace ed essere finalmente accettata come membro di una famiglia. Da quando era diventata zingara nessuno l’aveva più apprezzata. Nessuno.

Veniva considerata una strega, una maledetta pagana che stregava le persone col suo bel corpo e la sua innocenza.

Mentre Esmeralda era l’ultima persona al mondo di cui bisognava aver paura.

Ad un certo punto sentì bussare la porta, lei guardò dalla finestra non riconoscendo la persona che era sotto casa sua, per cui scese a vedere da vicino.

Quando aprì la porta, rimase sorpresa nel vedere Goemon sulla soglia di casa sua.

Rimase un momento come paralizzata guardandolo negli occhi, poi si decise a parlare:

-Oh… ciao Goemon. Che ci fai qui?-

-Ero venuto a vedere se avevi terminato- lei intanto lo fece entrare –e anche per dirti che forse ieri mattina avrei dovuto parlarti in modo diverso.- disse lui seriamente.

-Oh non fa niente, può succedere.- disse lei cercando di fare finta di niente.

-Preferisco parlarti con franchezza ancora non sono sicuro della tua onestà ma comunque sia forse ha ragione Lupin a dire che non sei esattamente come Fujiko.-

-Lo spero proprio …- disse tra se e se –senti, ma è tanto, malefica, questa donna che piace tanto a Lupin?-

-è furba e anche falsa, anche se Lupin solitamente poi è sempre riuscito a riprendersi quello che era suo anche se lei cercava sempre di portarglielo via.-

-Uao … molto onesta.-

-Già, sempre stata così, lo ammalia e poi lo imbroglia.-

-Però! Che persona di cuore.-

-Sai una cosa? Pensavo che sta notte tu avessi approfittato dell’ospitalità di Lupin per riprenderti il diamante.-

-A si!?- chiese lei un po’ offesa.

-Si, anche se alla fine, hai pure cercato di proteggerlo nonostante non appartenesse più a te.-

-Bhè, sono membro della vostra squadra è il minimo che difenda ciò che vi appartiene, e sia chiaro che non lo faccio per arruffianarvi,  è una cosa che mi viene naturale senza sotterfugi.-

Goemon rimase girato di spalle senza risponderle e guardando la casa.

Poi si voltò verso di lei, e dovette ammettere a se stesso che ad impatto Esmeralda era una ragazza molto dolce e davvero molto bella. Ma non avendo altro da dirgli le fece solo i complimenti per la casa e lei lo ringraziò. Effettivamente una ragazza così esile che aveva fatto tutto quel lavoro era ammirevole.

Aveva sia una gran forza fisica che una gran forza di animo su quello non c’era dubbio.

Stava per dirgli che se ne andava quando poi gli venne un’idea.

Goemon tramite un combattimento riusciva spesso e volentieri ad entrare nella psiche dell’avversario e a capire molte cose di lui, voleva fare lo stesso con la gitana. Per vedere un po’ sia come se la cavava sia per capire com’era il suo cuore.

-Esmeralda.-

-Mh?-

-Volevo chiederti se accetteresti un duello con la spada.-

Esmeralda ci pensò un attimo e le venne un dubbio –Ma che io sappia la tua spada è più tagliente di qualsiasi cosa mi ritroverei senz’arma.-

-Non userò la mia katana infatti, utilizzeremo due spade dello stesso materiale, seguimi.- ....

 

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Capitolo 4
*** Duello con gli occhi negli occhi ***


 

Tornarono insieme nel covo e poi scesero in una specie di palestra sotterranea molto grande.

Porse ad Esmeralda una bellissima spada e lui ne prese un’altra identica.

Si misero uno opposto all’altra in posizione d’attacco.

Si lanciarono uno sguardo di sfida, facendo intendere l’uno all’altra che non avrebbero avuto alcuna pietà. Così cominciò lo scontro. Le spade fischiavano e si colpivano con una grande forza. Colpi schivati di striscio,  mosse dall’infallibile eleganza e la forza di un leone. Entrambi riuscivano a non farsi colpire mai e a reagire con prontezza a qualunque mossa, quando Goemon prese la spada con entrambe le mani, in cima e infondo, usandola come un bastone ed Esmeralda fece altrettanto scontrandola contro la sua, facendo pressione. Goemon approfittò di quel momento per guardarla di nuovo, la smorfia per lo sforzo per scaraventarlo a terra e gli occhi carichi di forze e potenza erano nello stesso  tempo intrisi di una grande bontà, e questo lo percepì subito. E vide anche di fronte a se una bellissima ragazza che a differenza di tutte le altre che esistevano al mondo, per lui. lei rappresentava l’immagine di una pura bellezza dall’animo trasparente, come appariva lei era.

(il dialogo che segue è in giapponese, fornisco la traduzione subito dopo la frase in cinese, dentro la parentesi).

Goemon con una spinta più decisa la buttò in terra, sempre tenendo la spada nello stesso modo la bloccò in modo da non potersi muovere da terra e le cominciò a parlare:

Goemon:

戦闘を表現する方法を大きな心の善良さと偉大な強さ!

-(Il tuo modo di combattere esprime una grande bontà d'animo e una grande forza!)

Lei a sua volta conoscendo la lingua gli rispose lasciandolo sorpreso:

代わりに表現しても大きな勇気と優しさ隠し!

- (Il tuo invece esprime coraggio e anche un dolce cuore nascosto!)  

Con una mossa decisa, riuscì a toglierselo di dosso facendolo cadere a terra al posto suo e per bloccarlo si mise nella sua stessa posizione precedente, ma lui continuò a parlarle come se niente fosse:

你說呢?並非所有想你一樣。我看過你的眼睛裡誠實和善良的心態。你的眼睛記得,聖母瑪利亞,麥當娜的基督教,充滿虔誠,熱愛,但也痛苦,但覺得你是一個可靠的人,而不是,事實上,是一個難得的美容從純粹的感情,現在我深信!

(Tu dici? non tutti la pensano come te. Io leggo nel tuo sguardo l'onestà e la bontà d'animo. I tuoi occhi ricordano la vergine Maria, la Madonna della religione Cristiana, carichi di pietà, amore ma anche di sofferenza, ma sento che sei una persona affidabile, non sei un'imbrogliona, anzi, sei una rara bellezza dai puri sentimenti, adesso ne sono convinto!)

 

Appena terminò la frase si rialzarono, e dopo alcuni colpi e parate di spada, lui si buttò contro di lei facendola cadere a terra, e per non darle la possibilità di reagire, le bloccò il torace col peso del piede e le tolse la possibilità di usare la spada bloccandola a croce tramite la sua.

 

Esmeralda:

您如何設法了解這一切呢?

(Come sei riuscito a capire tutto questo?) gli domandò lei assumendo uno sguardo smarrito.

Goemon:

,並觀察好您的眼睛是雪亮的。現在我知道你是誰,真的。

(Tramite questo combattimento, e osservando bene i tuoi occhi. Ora so chi sei veramente.)

La ragazza tentò di liberarsi dalla morsa ma invano, così restò ferma e continuò a parlare:

Esmeralda:

我一直說真話,在我的生命,而且我已不害怕,以顯示他們是誰。 i你… …據我所知,隱藏甜蜜的心在前面的面具,剛性和嚴格的,而內您棲息的一大心,但毫不猶豫地查看他人的恐懼判斷的人,即使你,你是有人特別即使你嘗試隱藏不斷。這我知道。我一直說真話,在我的生命,而且我已不害怕,以顯示他們是誰。 i你… …據我所知,隱藏甜蜜的心在前面的面具,剛性和嚴格的,而內您棲息的一大心,但毫不猶豫地查看他人的恐懼判斷的人,即使你,你是有人特別即使你嘗試隱藏不斷。這我知道。

(Ho sempre detto la verità in vita mia, e non ho paura a dimostrare chi sono. Io di te ... ho capito che nascondi un dolce cuore davanti ad una maschera rigida e severa, mentre dentro di te abita un grande cuore ma che esita mostrarsi agli altri per paura del giudizio delle persone, anche tu, sei una persona speciale anche se tenti di nasconderti continuamente. Questo lo so.)

Goemon:

甚至你可以很明白的人,你佩服。

(Anche tu riesci a capire molto le persone vedo, è ammirevole.)

Lei appena finì la frase fece la stessa mossa che aveva fatto a Fujiko  quando le aveva messo le mani addosso, ma anzi che puntarli il coltello al collo, gli mise la spada come una sbarra sotto il mento e dopo una breve pausa gli disse sarcasticamente:

 –Grazie!-  lui di tutta risposta le fece un ghigno come segno di sfida.

Si rialzarono entrambi andando a posare le spade.

-Non immaginavo che tu parlassi Giapponese …- disse lui.

-Ho imparato diverse lingue grazie al mio nomadismo, magari non sono un’esperta ma alcune le so parlare bene.-

-Penso che il giapponese sia una di queste.-

-Può darsi.- rispose lei sorridendogli.

Ci fu qualche secondo di silenzio poi lei riprese:

-Io non ti domando neanche dove l’hai imparato, se non sbaglio tu sei nato in Giappone.-

-Si è così, mentre tu sei Canadese.- confermò lui sicuro.

-Ti sbagli io non sono Canadese.- lo negò invece lei.

-Ma Fujiko aveva detto che tu eri una gitana Canadese… - -Ha sbagliato, ho solo vissuto per molto tempo in Canada prima di giungere qua, ma non è ne il mio paese natale ne la mia patria.- spiegò lei.

-Da dove vieni allora?-

Lei si fermò un momento, e guardava la sua giacchetta che stava piegando con uno sguardo perso nel vuoto, non sapeva se parlare o stare zitta, ma ad un certo punto si voltò verso di lui e con un sospiro disse solo:

-Io vengo dal Messico.-

Si lasciò andare per un secondo solo, in fondo, pensò che raccontare del suo passato a qualcuno non sarebbe stata un’azione malvagia, sarebbe stato il primo passo verso il coraggio di affrontare i propri brutti ricordi, ed Esmeralda ne aveva parecchi … ma ancora non riusciva a dire più di tanto, si sentiva mancare il respiro ogni volta che doveva cominciare a spiegare ciò che le era accaduto un po’ di anni fa, era difficilissimo per lei parlare della sua vita.

Ma come Goemon aveva finalmente scoperto la vera anima di Esmeralda, anche lei aveva percepito la sua.

Aveva perfettamente capito che quel carattere freddo e distaccato che aveva sempre Goemon era soltanto uno schermo che nascondeva un giovane uomo pieno di sentimenti sinceri e veri.

Una persona molto rara si nascondeva dentro di lui, solo lei se ne era accorta, nessun’altro mai se ci aveva fatto caso, ma soprattutto in così poco tempo. Per questo da quel momento, per lui Esmeralda era diventata un soggetto interessante.

L’aveva guardata bene e aveva visto in quei suoi occhi profondi come il mare il peso di una croce.

Una croce che lei voleva a tutti i costi tener nascosta, ma nello stesso tempo aveva visto una piccola e buona bambina alla ricerca disperata di un po’ di amore dalle persone che da quando era diventata zingara tutti disprezzavano.

Una piccola bambina che non mentiva mai, che amava la vita e le semplici cose e sapeva amare davvero.

Una piccola bellissima bambina che non passava mai come una bellezza volgare o profana ma come un dolce paradiso per gli occhi, un dolce paradiso ingenuo in grado di provare veri sentimenti e di soffrire.

“Una piccola creatura questa ragazza, ecco che cos’è. Anche lei nasconde una tenera anima dentro di se, mostrando all’esterno uno scudo impenetrabile.” Pensava Goemon.

Lei dopo quella frase era rimasta zitta, con gli occhi un po’ spenti e dall’espressione triste e frustrata. Ma l’arrivo di Jigen e Lupin cambiò subito quell’atmosfera:

-Goemon! Esmeralda! Che state facendo qui?- domandò confuso Lupin.

-Duello di spade.- rispose prontamente Goemon.

-Oh davvero? E chi ha vinto?- chiese lui ingenuamente.

I due si guardarono per un po’ senza saper cosa rispondere, poi intervenne Esmeralda:

-Era…..patta!-

-Patta?- disse Jigen.

-Si, abbiamo smesso che non c’era nessun vincitore. Vero?- disse lei rivolto a Goemon.

-Si è giusto.- rispose prontamente lui.

-A si? Hihihihi!- disse Lupin divertito.

-Mh, già hehe!- Disse a sua volta Esmeralda un po’ impacciata.

-Comunque volevamo informarvi che abbiamo trovato un nuovo obiettivo, se venite su vi mostriamo i dettagli.- intervenne Jigen.

Successivamente salirono su di sopra.

Andarono in una stanza sotterranea dove c’era una sorta di piccolo laboratorio con le armi un computer, delle mappe e tutto quello che occorreva per progettare un furto a regola d’arte. Quando si furono sistemati per bene, Lupin iniziò a illustrare la sua idea:

-Allora, ho trovato una pietra che ha davvero un valore inestimabile! Si tratta ... della Stella del Kurtisan!!! Hihihihii!-

-La stella del Kuristan?- domandarono tutti.

-Già … è un rubino di dimensioni gigantesche e in questo momento è esposto proprio nel Kuristan a Diamond Town …- estrasse dalla tasca alcune foto del rubino esposto dentro una vetrina ed era veramente una meraviglia.

-Di notte la sorveglianza è minore quindi è il momento perfetto per intervenire e portare via il rubino. Ora tutto sta: nella tecnica, nell’abilità, nella velocità e nell’invisibilità. Se riusciamo a mettere in pratica tutte queste doti non avremo nessun problema, per questo ho deciso che l’azione principale, cioè prelevare il rubino dal vetro, la effettuerà Esmeralda!-

-Io????!!!- disse lei sorpresa.

-Si mia cara proprio te, hai tutte le capacità che ci servono,  ti faremo fare un po’ di allenamento con le mie attrezzature per affinare le tue tecniche anche se penso che te la caverai benissimo!-

-Un momento ma ci saranno gli infrarossi!-

-Si, è per questo che ho detto che ti ci vorrà dell’allenamento, nonostante tu sia gitana hai delle abilità da vera ladra professionista!-

-Oh…- rispose lei lusingata –Allora, il mio compito sarà calarmi giù dal tetto, schivare gli infrarossi, aprire il vetro senza fare scattare l’allarme e prendere il rubino.-

-Si, ma non solo, dovrai sostituirlo con questo falso che ho creato appositamente nell’eventualità in cui dovessero scattare gli allarmi.- così dicendo tirò fuori dalla tasca una perfetta riproduzione del rubino porgendola ad Esmeralda, che lo guardo incredula di una così perfetta riproduzione, tanto che si chiese a quel punto cosa serviva rischiare per prendere l’originale se la copia falsa era così identica, ma si ricredette subito pensando che se qualcuno poi l’avesse analizzato e avesse scoperto che era falso durante il baratto sarebbero finiti nei guai. Quei ricettatori erano delle vere volpi.

-Organizzeremo una stanza in modo da ricreare più o meno le stesse condizioni che ci saranno nella sala dove c’è il rubino forse un pelino più complicate da perfezionarti ancor meglio per l’azione originale, con dei fili rossi creeremo i raggi infrarossi, che tu dovrai scavalcare e schivare con gli occhi bendati seguendo solo le mie coordinate, che poi tu dovrai cercare di memorizzare, so già come sono disposti quei raggi, gli legheremo inoltre dei campanellini che ti aiuteranno a capire se per caso tu ne scontrassi uno in modo da farti capire l’errore e per darti la possibilità di correggerti e così via.-

-L’idea è buona.- disse Jigen.

-Quando sarà il colpo?- domando Goemon.

-Fra quattro giorni. Il terzo e il quarto ci serviranno per il viaggio e la preparazione mentre gli altri due giorni mia cara Esmeralda dovrai sfruttarli per riuscire a perfezionare le tue tecniche, pensi di farcela?-

-Certo.-

-Salve a tutti!- disse Fujiko entrando nella stanza.

-Questo forse potrei anche non reggerlo …- disse Esmeralda appena vide la ragazza.

-Oh mia cara Fujiko guardati sei splendida!!! -Ihihihih!- disse Lupin baciandole la mano.

-Solo perché sono venuta qua per te! Ho sentito che avete puntato la stella del Kuristan, sai caro vorrei tanto poterti dare una mano per prenderla sai?- disse lei facendo la focosa.

-Oh cara per prenderlo ho già dato l’incarico ad Esmeralda ma tu potresti tornarmi molto utile Hihihih!-

-Cosa!? Hai affidato il compito alla zingara????- disse lei arrogantemente.

-A quanto pare si.- rispose seccamente lei.

Fujiko si voltò verso di lei guardandola arcigna e le si avvicinò tentando di persuaderla, ma invano: –Cara questa non è una cosa di tua competenza, sarò io a prendere il rubino per Lupin tu ti occuperai di altro.-

-No cara … ha già preso la sua decisione e dovrò anche seguire un durissimo allenamento per effettuare il colpo alla perfezione, perciò penso che tu sia la persona meno indicata per questa cosa, sarai tu ad occuparti di altro …. Non io.-.

Ad Esmeralda era talmente antipatica quella donna che non esitava a risponderle arrogantemente e a dirle tutte le cattiverie che le passavano per la testa, tanto che Fujiko in quel momento non seppe come controbattere così si rivolse a Lupin:

Lupin adesso solo perché ti si presenta una ladra esperta dal gradevole aspetto tu gli affidi i compiti che spetterebbero a me?!-

-Non devi invidiarmi, volendo potresti farti adorare anche tu …- intervenne Esmeralda –vattene in India li saresti sacra.- concluse maleficamente lei.

Fujiko si voltò indignata per l’umiliazione. Prese la sua roba e uscì fuori. Dopo qualche secondo di silenzio, risero tutti quanti alla battuta di Esmeralda che le era uscita davvero bene, anche Lupin rideva di guasto. Conosceva Fujiko e anche se le piaceva a meno che non si fosse trovata in pericolo di vita il resto che le si diceva a quella donna non lo turbava per niente.

-Scusate ma questa mi ci voleva proprio!- disse lei sospirando.

-Ti è uscita proprio bene Esmeralda, certo che vi odiate proprio a morte!- disse Jigen fra le risate.

In effetti era vero, nemmeno Fujiko tollerava quella ragazza la vedeva come una zingara malefica. Una strega. Pensava inoltre che lei volesse portarle via il suo Lupin ammaliandolo col suo fascino gitano.

Mentre invece ad Esmeralda non interessava minimamente.

-Allora è deciso, da domani, voglio incominciare gli allenamenti!- disse lei convinta.

-D’accordo,  Jigen, vieni con me dobbiamo incominciare a preparare la stanza così per domandi sarà pronta. Cominceremo alle otto di mattina Esmeralda, fatti trovare qui per manca dieci, così avrai il tempo di cambiarti e indossare la tuta apposita.-

-D’accordo, io … ora salgo su a bere qualcosa, poi me ne andrò a casa, si sta facendo tardi e devo ancora prepararmi qualcosa per la cena.-

Così dicendo salì su per le scale mentre Lupin andò con Jigen nella famosa stanza degli allenamenti. Esmeralda si fermò sulla scala girandosi verso Goemon che la guardò a sua volta.

Lei le fece un cenno con la testa per fargli capire di seguirla. Così lui le venne incontro e salirono insieme su fin alla cucina, quando Goemon ebbe finito di assicurarsi che erano soli le chiese:

-Perché hai voluto che ti seguissi?-

Esmeralda si versò della gazzosa nel bicchiere senza rispondere e senza girarsi, sospirò un momento poi si voltò verso di lui:

-Volevo chiederti se volevi cenare da me sta sera, credo di doverti delle spiegazioni e vorrei anche parlarti … - disse lei seriamente.

Lui non disse niente per un momento, poi accennò un piccolo sorriso annuendo, Esmeralda fece lo stesso. Era felice che lui le avesse dato quella risposta.

Arrivarono a casa sua e lei si mise dietro alla stufa preparando un cibo giapponese, sapendo che a Goemon piaceva più di qualunque altro tipo di cibo nazionale. Parlarono del più e del meno per un po’ quando si sedettero a tavola, però, ci fu un momento di silenzio e Goemon decise di chiedergli il motivo del suo invito:

-Perché mi hai chiesto di venire a mangiare da te?- chiese lui mentre infilzava con la forchetta il cibo nel suo piatto.

Lei prima di rispondere bevve un sorso d’acqua, poi cominciò:

-Vedi io credo di doverti parlare, ho tenuto nascosto anche troppe cose di me, tutti quei misteri, quelle frasi lasciate a metà quegli sguardi strani non erano a casa …. – li fece un pausa - … avevo paura, avevo paura a parlare, di raccontare,di me, della mia vita, della mia orrenda avventura, di ciò che mi è successo … non riuscivo a dire niente, ma poi mi sono convinta che facevo del male a me stessa a nascondere tutto e a tenermi tutto dentro, così ho deciso …- -Ascolta Esmeralda…- lo interruppe lui –Non voglio obbligarti a parlare, adesso io comincio a capire il tuo comportamento misterioso e non devi assolutamente delle spiegazioni …- -No …. Invece ne devo molte … ti va dunque di ascoltarmi?-.

Goemon annuì senza esitare, non tanto per l’accanita curiosaggine, ma perché le avrebbe fatto piacere che la ragazza si sfogasse con qualcuno, e Goemon era più un tipo fatto per ascoltare che per parlare …così Esmeralda cominciò a raccontare, la sua vita:

-Un tempo io vivevo in Messico, possedevo un vigneto, a Nappa.

Vivevo insieme ai miei nonni e a mia madre, la mia famiglia era tutto ciò che potevo desiderare, erano meravigliosi, il mio buon padre era deceduto quando ero molto piccola in un incidente mentre faceva il militare, non lo ricordo nemmeno, mentre mia madre e i miei nonni li ricordo molto bene.

Ero abbastanza ricca e vivevo tranquilla e felice insieme a loro, quando un giorno conobbi Sean Ambrose … lui si presentò come un borghese di ceto molto alto ma in realtà era … anzi è, un gheinster mafioso avente suo comando centinaia di uomini.

Inizialmente sembrava un uomo normale, ma poi si rivelò un pazzo!

Lo frequentai per un po’ di tempo ma come amico, io non ho mai voluto avere uomini perché a quel tempo non desideravo ancora sposarmi, lui però provava (almeno credo) dei sentimenti per me, così un giorno mi chiese di sposarlo ma io rifiutai, ovviamente respingendo la proposta cortesemente senza offendere, lui sembrò non prenderla tanto male. Ma un giorno mentre ero fuori di casa … lui diede fuoco a tutto il mio mondo … alla mia famiglia … alla mia casa … al mio vigneto … e sparì dalla circolazione lasciandomi orfana, senza casa e povera …. Distrutta per la perdita di tutto e di tutti mi spinse ad una scelta di vita definitiva, avrei vissuto da zingara lontano da tutti senza mai più fidarmi di nessuno e senza raccontare mai una parla, con nessuno, di quello che ho vissuto.

Ma così facendo, tutta la gente iniziò a vedermi come una strega ai tempi medievali, meritevole di finire al rogo, così oltre a diventare una zingara poi, cominciai a rubare, i giornalisti mi diedero un nome e diventai popolare. Col tempo cominciai a disprezzarmi profondamente per tutto ma poi mi abituai all’idea e pensai che in fin dei conti dopo tutto quello che avevo passato, era la mia unica via di salvezza, e poi mi resi conto, che si può anche essere delle ladre portando comunque una buona dose di onore e orgoglio sulle spalle … da allora continuai a rubare nella speranza di rincontrare un giorno Sean Ambrose … per fargliela pagare.- Nella sua voce si sentiva accennato un minimo di tremore per la tristezza del ricordo di tutto quello che aveva pensato, ma aveva mantenuto un ottimo temperamento evitando ogni genere di sentimentalismi.

Goemon era stupefatto. Non riusciva a credere che quella piccola ragazzina indifesa avesse passato tutte quelle disgrazie, provò un forte rancore per se stesso per come l’aveva giudicata e per quel pazzo di Sean che aveva distrutto la vita di quella splendida ragazza.

-…. È incredibile Zoe, ora si spiega ogni cosa, mi dispiace moltissimo averti giudicato così inizialmente …- disse lui davvero dispiaciuto.

-Ma ne avevi tutte le ragioni, io sono una ladra, e una zingara, e poi avendo in giro un esempio di imbrogliona come Fujiko come si può biasimare la sfiducia? … è logico-

-Quanto tempo è passato da allora?-

-Sono già passati 15 anni …-

-E tu per tutto questo tempo ti sei tenuta tutto quando dentro di te senza parlare con nessuno … fino ad adesso …- disse lui incredulo.

-Si, ho trovato il coraggio solo oggi, quando abbiamo combattuto, ho visto qualcosa in te che non ho mai visto in nessun altra persona … tranne la mia famiglia, tu mi dai sicurezza, mi infondi una sensazione di un qualcuno su cui poter contare senza ombra di dubbio, qualcuno che so che può essermi amico per la vita!-

-Io ti ho dato questa sensazione?-

-Si solo tu! E bhè anche Lupin e Jigen li sento ormai un po’ come una famiglia anche se li conosco da poco ma è quel genere di sicurezza che percepisci a pelle, e questo su Sean non l’ho mai provato, nemmeno quando eravamo amici che non sospettavo nulla su di lui.-

-Sai… sei proprio una ragazza singolare Esmeralda, davvero ammirevole. Hai un coraggio da leone e sei una persona onesta anche se ladra. Sai riconoscere il bene dal male e ti accontenti di poco per vivere e sai voler bene davvero alle persone, non ne esistono molte di persone come te, forse ci sei soltanto tu. Sei una rarità Esmeralda, sii fiera di te!- disse lui sorridendole.

-Ti ringrazio.- le rispose lei sorridendogli a sua volta.

Ci fu un momento di silenzio, interrotto soltanto dal rumore della bacchette sul piatto fin che Esmeralda non gli porse una domanda:

-Sai, tu e gli altri due ragazzi siete talmente popolari fra la gente, che non ti chiedo nemmeno qual è il tuo passato perché lo conosco molto bene.-

-Effettivamente abbiamo una certa fama!- disse lui con un sorriso sarcastico.

Ad Esmeralda affascinava molto. Solo per il semplice fatto che era stata ben voluta da lui e di aver trovato una sorta di piccola famiglia, il suo cuore si era ricolmato di gioia dopo tanto tempo. Sorrise fra se e se. Era di nuovo felice.

Goemon notò che aveva assunto uno sguardo sereno e aveva capito che era felice, di conseguenza lo fu pure lui per lei.

-Tu pensi, che potrei riuscire a fare il colpo senza alcun errore?- gli chiese lei cambiando discorso.

Lui smise di mangiare un secondo alzando lo sguardo verso di lei:

-Gli allenamenti servono a questo.-

-Mh … hai ragione … comunque ti devo ringraziare …-

-Di cosa?-

-Di avermi ascoltato e di aver accettato di venir qua a mangiare, ma soprattutto di essere stato comprensivo nei miei confronti nonostante all’inizio ci siano stati dei piccoli scombussolii.- disse lei sorridendo.

-è stato un piacere.- rispose lui sorridendo a sua volta.

Ci fu un momento di silenzio, compensato però da un lungo sguardo fisso negli occhi da parte di tutti e due, davvero molto dolce.

Goemon rimase incantato da quei meravigliosi occhi blu notte che lo avevano completamente stregato . In quel momento lui pensò:

“com’è bella quando sorride … è sempre splendida. Non smetterei mai di guardarla e di ascoltare la sua voce dolcissima … non vorrei mai perderla di vista …”

Lei invece in quel momento pensò:

“Al contrario di come pensavo all’inizio, è un uomo meraviglioso, non pensavo che esistesse qualcuno in grado di sconvolgermi fino a questo punto … mi fa provare un calore nel cuore davvero incredibile …”

Rimasero così ancora qualche secondo fin che Esmeralda cominciando ad imbarazzarsi un pochino abbassò lo sguardo.

Lui si destò dall’incantesimo che lo aveva coinvolto e si alzò dicendole:

-Io … ora devo andare Esmeralda, è stato un piacere e la cena era ottima.-

-No grazie a te!-

-Ricordatelo … tu sei una ragazza speciale, non dimenticarlo mai.- disse lui.

Lei sorrise abbassando un po’ il viso e gli disse –E tu sei più unico che raro.-

-Buona notte Esmeralda.-

-Notte Goemon.-.

Chiuse l’uscio, poi dopo essersi fermata un momento appoggiata alla porta a sognare, andò a cambiarsi e a mettersi in camicia da notte, un grazioso vestitino lungo azzurro che le delineava il sinuoso ed esile corpicino.

Goemon mentre tornava a casa sentì il bisogno di parlare con qualcuno, era la prima volta che si sentiva così strano … Lupin?

Non se ne parlava neanche! Lui che era un mezzo pervertito non gli sarebbe certo stato di aiuto, considerando poi il fatto che sbavava per quella ragazza.

L’unico era Jigen che in quel momento dormiva, così cominciò a correre per raggiungerlo, quando arrivò salì in camera sua a svegliarlo, e lui con tutta la finezza che aveva rispose:

-Goemon che diavolo vuoi?-

-Mi serve che ti alzi un attimo ho bisogno di parlarti.-

-Goemon! Non vedi che ore sono? Non possiamo parlarne domani??-

-No adesso è importante, riguarda Esmeralda, anzi forse più me che lei … insomma se ti alzi ne parliamo!-

- …. Uff …………. Dammi il tempo di svegliarmi …-

-Grazie.-

Alla fine decise anche di vestirsi, convinto ormai che tanto non sarebbe più riuscito a prendere sonno.

-Allora … di che si tratta? .. – chiese sedendosi sul letto.

Goemon cominciò a camminare nervosamente avanti e indietro per la stanza, non era da lui così nervoso e Jigen glie lo fece notare:

-Accidenti Goemon! Non ti avevo mai visto così nervoso cos’è successo?-

- Umpf … è che … sono strano non capisco cosa mi succede, se non la vedo non mi sento bene del tutto, quando la vedo mi sento bene ma allo stesso tempo mi sento sconvolto, quando parla non finirei mai di ascoltarla non faccio altro che pensare alla sua pelle diafana, al suo viso, agli occhi, i setosi capelli lunghissimi fino in fondo alla schiena, le labbra vermiglie …- Jigen lo interruppe –Goemon! Non ti rendi conto che ti stai rispondendo da solo?-

-Che cosa intendi?-

-Sei innamorato.- affermò lui.

-Tu credi? Come hai fatto a capirlo?- a quel punto Jigen scoppiò in una risata.

-Accidenti Goemon ma non è possibile che tu sia così cotto da non rendertene conto, ma non lo vedi che ne parli come se fosse una Dea?-

Goemon sospirò e disse –Si, hai ragione … Umpf …. Adesso io come faccio a …. …. Che cos’è?- s’interruppe lui, -Cosa?- domandò Jigen disorientato, -Questo suono? Sembra un’eco … non lo senti?-.

Jigen mise una mano accanto all’orecchio destro per sentire meglio, ed effettivamente giungeva a poca distanza dal covo dove si trovavano, una voce melodica, qualcuno che cantava.

Si guardarono un momento e a primo sguardo si intesero subito e senza dire niente uscirono di corsa dal covo e corsero fino a pochi metri di distanza dalla casa di Esmeralda, nascondendosi dietro a dei cespugli, era lei che cantava.

Era seduta sul tetto a guardare la luna piena che splendeva in cielo e nel frattempo cantava una canzone.

-Allora era lei che cantava, ma pensa… ha una voce talmente forte che arriva fino al covo, però non da fastidio anzi è molto brava!- disse Jigen ascoltando bene la sua voce.

-Aspetta, fammi ascoltare … -  Goemon desiderava a tutti i costi ascoltare nota per nota e parola per parola la sua canzone, cantata da quella voce che per lui era come il divino suono del vento …

Queste furono le parole che pronunciò, seguendo un ritmo lento e molto romantico:

Se te lo dico Ascolterai?
Rimarrai?Sarai qui per sempre?
Non te ne andrai mai?

Non ho mai pensato che le cose potessero cambiare..
Tienimi stretta …
Ti prego, non dire di nuovo Che te ne devi andare …

Un pensiero amaro Li ho avuti tutti …
Ma li ho lasciati andare …
Tieni il tuo silenzio È così violento …
Da quando te ne sei andato …

Tutti i miei pensieri sono con te per sempre …
Fino al giorno in cui torneremo insieme …
Ti aspetterò 

Se te lo avessi detto Avresti ascoltato?
Saresti rimasto?Saresti qui per sempre?
Non te ne saresti mai andato?

Non è mai stata la stessa cosa …
Tutto il nostro tempo Sarebbe stato vano …
Perché tu dovevi andare …

Il pensiero più dolce Li ho avuti tutti …
Perché ti ho lasciato andare?
Tutti i nostri momenti Mi tengono al caldo …
Quando non ci sei …

Terminata la canzone si alzò dal tetto su cui era seduta, i suoi capelli volarono leggiadri alle onde del vento, dopo non si vide più …

-Accidenti! Bhè oltre ad essere un’abile ladra, è anche una cantante provetta! Potrebbe farcelo un pensierino in tal caso si stufasse di rubare … dico hai sentito che voce? Era sublime! Ehi! Goemon? … Goemon????-

Lui non rispondeva, era rimasto immobile guardando fisso il posto in cui era stata seduta fino a quel momento cantando quella canzone di cui si ricordava ogni parola che aveva pronunciato, tanto era bella …

Goemon? GOEMON?? TI DECIDI A DIRE QUALCOSA??-

Lui si destò come da un sogno e tutto confuso disse parlando a vanvera –SI! SI! PENSO CHE PRIMA O POI LE DIRò QUALCOSA!...-

Jigen lo guardò stupefatto … non aveva capito una parola di quello che gli aveva detto, ma fece finta di niente, in fin dei conti era troppo innamorato per capire tutto il resto.

-Jigen .. hai sentito che roba? … era divina …- disse con la testa fra le nuvole.

-Si Goemon ho sentito ma adesso torniamo al covo è tardi, comunque io penso che non ci siano dubbi, sei stregato da quella ragazza, su coraggio adesso alzati!- disse tirandolo su per le spalle.

Goemon si lasciò tirar su di peso e spingere da dietro per camminare. Continuava a guardare la casa di Esmeralda dicendo completamente infatuato: – Sublime ….. incantevole …. era … è incredibile … - non era mai stato così imbambolato come quella notte, chissà, se le cose da quella notte, avrebbero preso una svolta particolare …

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Capitolo 5
*** Vipera colpita e affondata! ***


Goemon non chiuse occhio tutta la notte, continuava a immaginarsi Esmeralda, mentre cantava, illuminata dalla luna, non aveva idea di come sarebbe riuscito a guardarla negli occhi il giorno dopo …

Forse non sarebbe stato necessario, dato che era il primo giorno del suo allenamento. Però allo stesso tempo voleva poterla riguardare negli occhi, ascoltarla oppure parlarle lui …

Si addormentò soltanto un’ora, poi il sole sorse …

A manca un quarto preciso alle otto arrivò Esmeralda, Goemon aveva il cuore in gola.

Jigen e Lupin erano nella stanza di Esmeralda a terminare gli ultimi preparativi e sperava tra se e se che Jigen mantenesse la promessa che gli aveva fatto prima di tornare in camera sua, cioè se era possibile di non dire niente a Lupin, che fosse rimasto temporaneamente fra loro.

Comunque sia i fatti lo costrinsero ad essere lui l’unico che poteva andare ad aprirle, così dopo un bel respiro scese, e la fece entrare.

Lo salutò con uno splendido sorriso, e per la prima volta in vita sua Goemon si sentì mancare davanti a qualcuno che non era un nemico spaventoso, ma era una giovane donna perfetta in ogni sua particolarità, che con quel sorriso gli aveva fatto mancare il fiato.

-E- Esmeralda … - fu tutto quello che riuscì a dirle.

-Ciao Goemon, e allora oggi si comincia con … Goemon ma ti senti bene? Sei un po’ pallido e mi sembra che tu stia sudando freddo … - gli disse lei passandogli dolcemente una mano sulla fronte.

Lui a quel contatto gli venne un leggero tremore anche nel respiro, diventando sempre più teso e disorientato:

-Ehm … si cioè … è che ho dormito poco ho solo un po’ di stanchezza … - si giustificò lui.

-Forse allora è meglio se mentre sarai di là nella stanza tu stia seduto … - dopo aver sentito quella frase gli venne un colpo.

-Un momento di là nella stanza ci sarei anche io ? – domandò sempre più nervoso e disorientato.

-Bhè si, se vuoi restare a me non darebbe … oh ciao Lupin, giorno Jigen.-

-Buon giorno Esmeralda! Sempre incantevole mia cara!- disse Lupin sempre lusinghiero come al solito.

-Se sei pronta puoi già andare a indossare l’imbracatura.- disse Jigen.

-Adesso vado.- fece cenno con la testa, poi si girò verso Goemon come se le volesse domandare di venire anche lui nella stanza, lui appena incrociò lo sguardo lei si sentì di nuovo come se il cuore stesse per scoppiargli nel petto.

La ragazza fu pronta in due minuti; la stanza era stata riempita di fili rossi con campanellini disposti come nella stanza originale dov’era conservata la stella del Kuristan, per imitare gli infrarossi che c’erano in quella stanza.

Al centro era disposta una teca quadrata su un piccolo mobiletto in legno avente dentro una pietra comune, lei nella tasca ne possedeva un’altra che l’avrebbe utilizzata per sostituire quella dentro alla teca (l’operazione della sostituzione del rubino).

Lei indossava una tuta nera aderente con dei cinturoni che le circondavano la parte toracica, legati ad una corda che le sarebbe servita prima per calarsi e poi per tirarsi su. Portava anche una benda nera calata sul viso per impedirgli di vedere, avrebbe dovuto seguire solamente le coordinate di Lupin tramite una ricetrasmittente che portava all’orecchio, imparando poi i movimenti a memoria, in modo tale che poi quando si sarebbe trovata sul campo di battaglia, sarebbe stata in grado di ripeterle senza ricetrasmittente ma avendo la possibilità di utilizzare gli occhi e uno spray che l’avrebbe aiutata a ricordarsi la posizione dei raggi infrarossi.

Quando fu pronta. Si lanciò dall’alto della stanza legata tramite una corda che teneva Lupin. Goemon e Jigen rimasero fuori a guardare dal vetro, e ne approfittarono per parlare:

-Senti Goemon, devi fare qualcosa al più presto perché se ogni volta che la vedi ti viene un infarto siamo spacciati.-

-Lo so, ma non capisco perché mi sembra così difficile riuscire a dirle qualcosa da quando mi sono innamorato di lei … -

-Ti sei di nuovo risposto da solo.- rispose Jigen rassegnato.

Intanto Esmeralda sorpassava senza problemi e con grande abilità i fili infrarossi senza farne suonare neanche uno. Grazie ai suoi movimenti felini e alla sua corporatura alta e magra riusciva a muoversi senza difficoltà. Intanto Jigen cercava di spronare Goemon dal suo mondo:

-Devi dirle assolutamente qualcosa, il fatto che solo a te abbia raccontato il suo passato è già qualcosa no? Perciò anche tu datti da fare se non vuoi perderla!-

-Ma io non sono mai stato innamorato non so se merito una persona come lei e se sarò in grado di tenerla con me per sempre …-

-Ah perché tu avresti intenzione di sposarla quindi? Ma la conosci da troppo poco tempo …-

-Lo so che all’inizio dovrò conoscerla meglio, ma sento di sapere già molte cose di lei e vorrei davvero restare con lei per sempre.- disse Goemon convinto.

-Ammirevole Goemon, al giorno d’oggi è difficile per una donna incontrare un uomo come te secondo me farebbe un errore a non stare con te, e tu la meriti una ragazza come lei, tu l’hai vista com’è, è perfetta sotto ogni aspetto.-

Goemon ascoltava le parole di Jigen ma senza rispondergli, tanto era rimasto incantato nel vedere Esmeralda che schivava i fili con tanta eleganza.

-Adesso, con l’allenamento e il prossimo colpo da organizzare, non ho idea di quando avrò l’occasione parlarle …- disse Goemon intristito.

-Non ti preoccupare che lo troverai il tempo, adesso preoccupati di non avere un collasso ogni volta che la vedi, ti conviene.- gli rispose Jigen.

Goemon intanto continuava a guardare Esmeralda, cercando nei suoi pensieri le parole adatte per dirgli che per lui era una persona importantissima, la più importante di tutte, l’unica che era riuscita a cambiargli la vita.

La ragazza era quasi arrivata alla teca, ormai restava solo da sostituire il rubino, tornare indietro e tirare su la corda per l’operazione del recupero. Del resto, la parte maggiore era stata fatta.

Nel frattempo arrivò Fujiko insieme al suo cagnolino, e andò dalla vetrina vicino ai due uomini che osservavano Esmeralda, anche se con occhi molto diversi l’uno dall’altro.

-Oh, ha già cominciato ad allenarsi la zingaretta?- disse arcigna.

-Bada a come parli Fujiko e comunque se la sta cavando egregiamente!- gli rispose rabbioso Goemon guardandola con uno sguardo gelido che la intimorì un poco.

-Oh, ma certo, ci mancherebbe che non se la cava! – rispose cercando di calmare le acque.

“Con i suoi modi zingareschi come potrebbe non cavarsela …” penso maleficamente lei.

Esmeralda intanto aveva sostituito la pietra ed era già tornata indietro dagli infrarossi e stava per tornare su tramite la corda. Dopo andò a cambiarsi e a rivestirsi col lungo vestito verde che indossava prima.

Alla fine salirono tutti in cucina, quel giorno avrebbero pranzato tutti li e aveva deciso di cucinare Esmeralda (aiutata da Lupin).

-Tu continui a sorprendermi!- disse Fujiko ad Esmeralda

-Perché? – domandò lei non capendo

-Perché sei abile nel tuo … “lavoro”, sai cucinare divinamente, so anche che sei nota per la tua bravura nel canto e nella danza!- disse lei avente però un sotterfugio in mente.

Esmeralda sorrise ignara di qualsiasi sua possibile angheria.

In verità Fujiko aveva notato che Goemon aveva un comportamento insolito con Esmeralda, era sempre in ansia mentre le parlava e quando la guardava era come se si perdesse dentro di lei, nell’universo dei suoi occhi.

In più, vide in Esmeralda una notevole dimostrazione di affetto nei confronti di Goemon, gli sorrideva sempre dolcemente e sembrava sempre preoccupata per lui. Lo coinvolgeva in ogni conversazione e gli chiedeva sempre opinioni. Le era parso chiaro come il sole che quei due si amassero e lei non vedeva l’ora di intromettersi e vendicarsi della superiorità che aveva assunto la zingara nel suo “territorio”.

La odiava a tal punto da vederla come il demonio che si era incarnato in lei, per strappare via da lei lo sguardo degli uomini e attirarli tutti su di se.

Al contrario Esmeralda non avrebbe odiato tanto Fujiko se tutte le volte che la vedeva non la trattava come una strega malefica, perciò quando le passava per la testa qualche frase da spegnerla, essa non esitava a dirgliela nonostante non era di sua natura offendere le persone.

Lupin invece, non sospettava nulla di nessuno, l’unica cosa che aveva notato era la stranezza di Goemon, del resto era tutt’occhi per Fujiko e non faceva altro che coprirla di lusinghe da quando era arrivata.

-Santo cielo Lupin, sapessi come sono stanca, ho dovuto sgomberare la casa da tutta la mia roba, disinfestano il mio appartamento.

-Fatica inutile se tanto poi torni a casa … - disse sottovoce Esmeralda mentre era dietro ai fornelli.

Jigen e Goemon che avevano sentito, si guardarono trattenendo le risa.

Fujiko aveva mezzo sentito ma aveva fatto finta di niente anche se dentro di se si contorceva dalla rabbia per la malignità che aveva la zingara, ma continuò a conversare con Lupin senza curarsi di lei:

-E fra l’altro, dovrò cercare un Hotel molto particolare, sono in pochi quelli che accettano cani … -

-Ma tu vestita così sembri una donna … - ribatté di nuovo Esmeralda sempre cercando di non farsi sentire.

A quel punto Goemon e Jigen non poterono più trattenersi e scoppiarono in una risata.

Fujiko a quel punto non ne poté di più, così si alzò e fece segno ad Esmeralda di venire con lei.

Esmeralda aveva capito che c’era qualcosa, probabilmente l’aveva sentita, comunque sia la seguì per sapere cosa voleva e andarono nella stanza a fianco.

-Siediti Esmeralda… - , lei non capì il motivo della sua richiesta ma obbedì senza opporsi;

-Ascolta è già da un po’ che ti volevo parlare ma non sapevo come dirtelo, non è riguardo alle battute di prima, anzi sai erano così simpatiche!- disse interrompendosi brevemente con una risatina vanitosa - … ehm ehm, comunque sia, non è per questo che ti ho portato qui, vedi, io ho notato … che hai un debole per Goemon, o sbaglio?-

Esmeralda spalancò gli occhi incredula, aveva toccato un tasto molto delicato e non sapeva cosa rispondere:

-Bhè … è una persona a cui voglio molto bene e … che sento, della famiglia … non so come spiegarmi … - era così impacciata che cercava invano di giustificarsi in tutti i modi.

-Fai prima ad ammettere che ne sei innamorata, ti ho vista cara, non vedi nessun’altro quando c’è lui …  - disse Fujiko stuzzicandola un po’.

-Bhè , forse lo sono … non vorrei esagerare dicendo una cosa del genere in fin dei conti non lo conosco da moltissimo temo … anche se resta comunque un uomo meraviglioso, quello che ogni donna sogna di sposare … - rispose lei ormai completamente presa dal suo pensiero.

-Cara, io non so come dirtelo … ma Goemon presto dovrà sposarsi … e la donna che dovrà sposare gli piace molto … - disse Fujiko ridendo malignamente dentro di se.

Esmeralda, invece, appena sentì quella frase, si sentì congelare d’improvviso … rimase pietrificata sul divano ove era seduta e continuava a vedere il volto di Goemon, che si allontanava inesorabile;

come un traguardo quasi raggiunto che ti viene portato via da un uragano, sconvolgendoti la vita …

Guardò Fujiko con gli occhi lucidi, trattenendo le lacrime e li cercò in qualche modo di nascondere i sentimenti che provava in quel momento e finse di essere felice del suo (inesistente) matrimonio:

-Oh …. Ehm … sono felice per lui … io … tsk! … questo non me l’aveva detto … o forse … oh no … -

Fujiko non capì i pensieri che si stava costruendo tutti da sola e la lasciò parlare continuando ad ascoltare curiosa di sapere fino a che punto l’aveva sconvolta:

-Ecco perché in questi giorni lo vedevo strano … lui forse cercava di dirmi che doveva sposarsi di li a  poco e io … io non sono stata in grado di ascoltarlo mentre lui … quando ne avevo bisogno … era rimasto li … a confortarmi …  … Oh Dio come sono stata stupida … -

-Oh mia cara … - finse maleficamente Fujiko – sapevo che ci saresti rimasta malissimo, ma vedi … le cose a volte è meglio saperle subito anche se in modo cruciale, piuttosto che venirle a scoprire all’ultimo rimanendoci ancora peggio … - le disse sedendosi accanto a lei e appoggiandole un braccio lungo la spalla.

Esmeralda, anche se aveva apprezzato quella falsa affermazione di Fujiko per avvertirla di uno fatto sconcertante (che non esisteva), sapeva benissimo, che in qualunque caso Fujiko godeva a vederla soffrire, come la maggior parte delle persone che aveva conosciuto in vita sua … e la volta che ne aveva incontrata una speciale con la quale sarebbe stata disposta a trascorrere tutta la sua vita … era prossima al matrimonio … il suo cuore si era spezzato di nuovo per un’altra dolorosa perdita …

Guardava il pavimento in basso, con gli occhi carichi di lacrime ma sempre cercando di trattenerle una per una, alla fine, non riuscendo più a rimanere li si alzò e andò velocemente verso la porta, tornando in cucina. Appena fu sola, Fujiko sorrise fra se e se diabolicamente, si era appena presa la sua rivincita.

Esmeralda riprese a trafficare  con i fornelli, passandosi una manica del vestito sotto gli occhi per asciugare le lacrime che scendevano inesorabilmente, nel frattempo Fujiko era tornata anche lei nella cucina insieme agli altri, sedendosi a fianco di Goemon.

Per un po’ nessuno si accorse di niente, ma quando la ragazza servì in tavola il pranzo, notarono i suoi occhi rossi e gonfi, e così le domande sorsero spontanee da tutti e tre i ragazzi, lei si giustificò dicendo che aveva un forte attacco di allergia che le faceva lacrimare gli occhi anche se dentro di loro sapevano benissimo che era solo una copertura.

Si sedette anche lei a tavola, cercando di nascondere le proprie emozioni e fingendo un radioso sorriso:

-Allora! … come … vi sembra … il pranzo????-

-Oh Cherì hai le mani d’oro nessuno cucina come te!- disse Lupin.

-Bene! Bene … speriamo sia vero!- rispose lei.

-Quello che dice Lupin è vero … è ottimo.- intervenne Goemon.

Sentendo la sua voce ad Esmeralda venne un groppo un gola, non riuscendo più a nascondersi uscì di corsa dalla cucina lasciando cadere la forchetta per terra …

Tutti si voltarono, nessuno riusciva a capire la ragione di quel comportamento così strano da parte sua. Goemon fu il primo ad alzarsi e a seguirla fino alla porta di camera sua.

Li cominciò a bussare e a chiamarla, Esmeralda però non rispondeva, aveva inoltre chiuso la porta a chiave; se ne stava sdraiata sul letto abbracciando il cuscino, soffocando i singhiozzi.

Dopo aver insistito per un po’ Goemon smise di cercarla e ritornò dagli altri:

-Allora? Che cos’ha?- domandò Jigen per primo.

-Non ne ho idea … non sono riuscito ne a parlarle ne a entrare nella sua stanza … -

-Povera Esmeralda … gli allenamenti devono averla affaticata … dandole alla testa … - disse Fujiko sussurrando l’ultima frase.

Ma Goemon aveva sentito perfettamente quello che aveva detto, ed essendo stufo di sentire cattiverie da parte sua nei confronti della sua piccola Esmeralda, estrasse la spada e con uno scatto l’appoggiò vicino alla sua gola, cominciando ad alterarsi sul serio:

-ADESSO MI SONO VERAMENTE STANCATO DI SENTIRE LE TUE CATTIVERIE! SI COMPORTA COSì DA QUANDO è USCITA DALLA STANZA CON TE! CHE COSA LE HAI DETTO!? PARLA! PARLA FUJIKO O D’ORA IN POI NON POTRAI Più USARE LA TUA LINGUA VELENOSA PER DIRE LE TUE FRECCIATE!-

Fujiko esitò a confessare, ma Goemon capì subito guardandola negli occhi, che le aveva certamente detto una delle sue frasi velenose per farla piangere così …

Senza dire altro, mise via la spada e andò di corsa da Esmeralda, questa volta bussando più fortemente:

-ESMERALDA! ESMERALDA PER FAVORE APRI TI DEVO PARLARE!-

L a giovane, capendo di non potere più tenergli chiusa in faccia la porta, decise di aprirgli, facendo scoprire il suo bel viso intriso di lacrime:

-Esmeralda … -

Lei non disse niente, lo guardò semplicemente vedendolo nella sua testa insieme ad un’altra ragazza e a quel pensiero gli occhi le divennero ancora più rossi.

-…. Entra Goemon … - lo pregò lei, lui non se lo fece ripetere due volte ed entrò.

Si sedette sul tetto facendole segno di venire vicino a lui e a malincuore la gitana si sedette accanto a lui.

Goemon prese coraggio e le mise una mano sulla guancia asciugandole le lacrime con il pollice, lui odiava vederla così triste … qualunque la ragione fosse stata … non voleva vederla mai in quello stato mai!

-Esmeralda … io non so cosa ti abbia detto Fujiko, ma tu la conosci è falsa, maligna ed essendo che non prova simpatia per te farebbe qualunque cosa per renderti infelice … qualunque cosa ti abbia detto … non è vero … è tutto a posto … d’accordo? – disse lui cercando di consolarla.

Lei apprezzò il suo intervento ma era ancora convinta che Goemon dovesse sposarsi e nonostante il suo gesto lei continuava ad essere distrutta … niente in quel momento riusciva a tirarla su di morale … continuava a credere che lui non volesse rivelarle il suo futuro matrimonio che lui pensasse che Fujiko l’avesse insultata e non avvertita di un avvenimento futuro …

-Grazie Goemon … ma vedi …. Credo che tu non possa fare niente per risolvere il mio problema … è una cosa che dovrò affrontare da sola … senza appoggio … … senza il tuo … -.

Goemon non capì il senso delle sue parole, così la prese fra le braccia stringendola forte se.

Sentendo il dolce calore di quell’abbraccio, Esmeralda si lasciò sfuggire un singhiozzo di pianto, e lo strinse ancora più forte, sentendo dentro di se come la sensazione che quella sarebbe stata l’ultima occasione che aveva, oltre che la prima, ad abbracciarlo così forte, dopodiché ci sarebbe stata un’altra ragazza fra quelle magnifiche braccia, mai più lei … e per sempre l’altra …

-Perché dici così Zoe ..? tu non sei sola … hai Lupin, Jigen e me al tuo fianco … e io ci sarò in ogni volta che tu mi vorrai … non ti abbandonerò mai nel momento del bisogno e questo è una cosa che ti posso promettere, insomma mica ho in programma di andarmene o di sposarmi! – disse lui incurante degli esempi che stava dicendo.

Appena sentì l’ultima frase Esmeralda spalancò gli occhi assumendo una buffa espressione sbalordita ed altrettanto buffamente disse –A no?????-.

Goemon rimase un attimo confuso dalla domanda che le aveva appena fatto, così la prese come una domanda ironica e le rispose altrettanto ironicamente: -E no, a quanto pare dovrai sopportarmi ancora per chissà quanto tempo .. – disse lui con un sorriso pensando all’idea di stare con lei.

Esmeralda intuì a quel punto che Fujiko le aveva detto una bugia per vendicarsi delle sue frecciatine e che se solo l’avesse di nuovo incrociata quel giorno l’avrebbe ammazzata per il colpo che le aveva fatto prendere.

Si tirò su bene e ringraziò Goemon del suo conforto dicendogli che si sentiva molto meglio, ma soprattutto che si sentiva pronta per massacrare quella donna, evitò però di raccontargli quello che le aveva detto riguardandosi bene di non farne parole neanche durante il litigio fra lei e Fujiko, per evitare ulteriori danni.

Quando aprirono la porta della cucina, videro davanti ai loro occhi una scena incredibile:

Jigen stava tenendo Fujiko che sbraitava furibonda contro Lupin che le rispondeva alterato a sua volta: LUPIN IO NON VGLIO Più VEDERE QUELLA SERPE IN CASA NOSTRA SONO STATA CHIARA????!!!!!!!! –

-E ALLORA CREDO CHE SIA TU QUELLA CHE NON DOVRà Più VENIRE DENTRO A QUESTA CASA DATO CHE IO VOGLIO CHE RIMANGA!!! PER CUI VOGLIO AIUTARTI FINO ALL’ULTIMO VAI PURE SEI LIBERA!!-

-E VA BENE!! SE è COSì CHE LA PENSI IO ME NE VADO!!!- disse lei uscendo dopo aver dato una spallata a Esmeralda dicendole “sporca zingara!” e avendo sbattuto la porta.

-AH SI????? E ALLORA VAI!!!- dopo tutte quelle urla Lupin si fermò un momento guardando tutti e tre i ragazza con le facce sconvolte per la scena e poi riprese –E PERCHè VOI ERAVATE LI E NON AVETE DETTO NIENTE???!!!!!-

Li intervenne Esmeralda fingendo di avere il cuore in gola per l’accaduto –Ci dispiace Lupin ma eravamo talmente preoccupati … lei voleva … e tu invece … e quando infine a detto “io me ne vado” sai … io ho avuto un pensiero terribile ho avuto una gran paura che tu la fermassi!!!! UAO!- concluse con un finto brivido di eccitazione.

Ci fu un momento di silenzio in cui tutti e quattro si guardarono, e dopo un inutile tentativo di trattenimento scoppiarono a ridere. Finalmente avevano spento una volta per tutte quella viscida vipera …

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Capitolo 6
*** Sweet Night ***


Quel giorno Esmeralda, nel pomeriggio, decise di mettere un po’ d’ordine nel covo di Lupin visto che c’era uno scempio. Goemon infatti rimase tutto il pomeriggio li con loro per stare con Esmeralda anche se non le disse una parola a parte qualche discorso all’infuori di ciò di cui avrebbero dovuto parlare.

Dopo cena Lupin le propose di rimanere li a dormire e dopo aver rifiutato due volte alla fine si lasciò convincere (tutto questo ovviamente con la gioia immensa di Goemon).

Durante la notte però, tutti e due gli innamorati, rimuginavano nel letto sui vari pensieri che li assillavano non riuscendo a chiudere occhio … anche Esmeralda si sentiva nervosa per quello che sentiva per Goemon non essendo sicura che lui contraccambiasse nonostante la sua dolcezza nei suoi confronti; decise così di alzarsi e di prepararsi qualcosa da mangiare.

Andò fino in cucina in vestaglia da notte e cominciò a frugare nel frigo, anche Goemon si era alzato, anche lui non riuscendo a chiudere occhio, stava andando avanti e indietro per la casa fin che passando per la cucina non vide un’ombra, non sapendo che la sua Esmeralda era in piedi impugnò la spada pronto a difendersi, poi la ragazza passò davanti a lui e lo notò in posizione d’attacco:

-Goemon! Che stai facendo?-

Lui non si aspettava di vederla li così rispose in modo impacciato:

-Esmeralda! Io … non pensavo che fossi tu. Che cosa fai in piedi?-

-Non riesco a dormire, e tu?-

-Nemmeno io, sai sono  … … non ho sonno … - rispose lui cercando di evitare di dire la frase “Sono pensieroso”.

-Oh bhè … vuoi un tramezzino? –

Goemon ci rifletté un po’ su rispondendole poi con un’altra domanda: -con che cosa?-

-Bhè dipende … per esempio questo tonno è fresco? Perché ho notato che la data di scadenza si è cancellata … -

-Aspetta sarà meglio chiamare Lupin … -

-Mannò lascialo dormire il tramezzino ce lo prepariamo da soli!-

-Si ma io non so che cosa ha preso ultimamente Lupin e non so dove andare a cercare.-

-Non ti preoccupare io riesco a trovare il mangiare dovunque adesso cerchiamo qualcosa e vedrai … - rispose lei cominciando a scrutare tutti gli scaffali, alla fine tirò fuori il tacchino e la lattuga insieme a diversi barattoli di sapori, chiedendo a Goemon di affettarle il pane. Mentre tagliava vide che era molto nervoso così le chiese se era tutto a posto, perché era da diversi giorni che si comportava così:

-Vedi è che … ci sono un sacco di pensieri al momento tra cui il primo colpo che effettuerai insieme a noi e ogni giorno spero che vada tutto bene … -

-Oh non ti preoccupare, e comunque non vi manderei mai nei guai a voi se andasse storto qualcosa, mi prenderei io la responsabilità … -

-Faresti questo per noi?- domandò stupito.

-Certo! Perché non dovrei?-

-è un’enorme responsabilità e ti prenderesti a carico anche le nostre, non ti lascerò nei guai su questo puoi starne certa … -

-Oh ma puoi stare tranquillo io sono laureata in guai – disse sorridendo – come ci entro ne esco fuori non è necessario che tu mi protegga, non che non mi faccia piacere ma me la sono sempre cavata da sola e non mi sono mai appoggiata a nessuno ormai sono troppo abituata a convivere con me stessa … -

-Sei una ragazza dal carattere forte te l’ho già detto, ma come oggi anche tu hai bisogno di qualcuno a fianco, una spalla su cui poter piangere quando ne hai bisogno … -

-Si e ti ringrazio l’ho davvero apprezzata. Sai Goemon te lo devo dire sei un amico eccezionale! Il migliore! –

-Da quale pulpito- disse lui sorridendole –tu che sei sempre preoccupata per me quando vedi che ho qualcosa che non va. –

-Mi viene spontaneo far si che tu stia sempre bene sai. – gli rispose lei contraccambiando il sorriso.

Ci fu un momento di silenzio in cui Goemon restò a guardarla mentre preparava i tramezzini, quando si voltò poi la scena si capovolse dalla parte di lei.

-Eccoli qua, spero ti piacciano.-

-Li avevi già fatti ed erano eccezionali!-

-Allora sono buoni? Bene!- disse lei allegramente.

-Comunque … Goemon, devo essere sincera, anche io ho paura … del nuovo colpo, ho paura di sbagliare di mettervi nei guai ed è l’ultima cosa che voglio fare soprattutto non voglio vedere te in pericolo perché dopo tutto quello che hai fatto per te è il minimo che possa fare … -

Goemon si sentì un po’ commosso sentendo quelle parole da parte sua, quasi non credeva che le stesse dicendo.

-Esmeralda non ti devi preoccupare anche se dovesse non andare come dovrebbe non te ne daremo una colpa perché sappiamo che hai fatto del tuo meglio e non ti lasceremo nel pericolo … nessuno deve osare farti dal male … - disse estraendo per un attimo la spada.

Esmeralda gli sorrise e continuò a mangiare il suo tramezzino, poi però Goemon si fermò un momento guardandola, fin che non le accarezzò una guancia e lei arrossì un poco:

-Non ti devi preoccupare Zoe, io ti sarò accanto … sei una persona importante per me, un punto di riferimento, da quando ti ho conosciuta … un po’ come se fossi una luce sempre accesa, qualcuno che sento davvero vicino e voglio essere lo stesso per te … -

Esmeralda smise di mangiare guardandolo negli occhi senza dire niente, sorridendogli soltanto. Poi gli disse : -Ti ringrazio, non sai quanto sia importante per me quello che hai appena detto, non avevo mai conosciuto una persona come te che mi facesse sentire così in famiglia e ben voluta, all’inizio non era così ok ma … adesso sentendoti così vicino … mi ha reso davvero felice! –.

Lui la strinse a se e lei le passò le braccia intorno al suo collo contraccambiando un affettuoso abbraccio.

Dopo di che Goemon, tenendola sempre fra le sue braccia, la guardò negli occhi e le sussurrò:

-Esmeralda … io … -

-Si?-

-Immagino che tu conosca questi posti intorno al covo di Lupin e della loro bellezza ma, mi piacerebbe vederli con te un giorno, significherebbe tanto per me …-

-Certo – rispose lei dolcemente –Adesso però andiamo a dormire, si sta facendo tardi, comunque, spero che potremo andarci presto sono davvero dei posti molto belli!-

-Già è vero, allora … a domani Zoe. – disse lui alzandosi e andando verso la porta

-Si … a domani – gli rispose la ragazza sorridendo felice.

-Buona notte Esmeralda –

-Notte … - rispose lei con un gesto della mano completamente persa dal pensiero del suo amato …

Lei pensò, che forse lui non l’amava, ma  aveva certamente la fortuna di avere un grande amico a fianco a se, e se il destino avrebbe deciso che loro sarebbero rimasti come tale lei lo avrebbe accettato a patto che lui fosse stato sempre presente nella sua vita.

Goemon invece, mentre andava in camera sua stava pensando a tutto quello che era successo e si erano detti di la in cucina sorridendo fra se e se segretamente, adorava quella ragazza e non poteva essere più felice, nonostante non fossero fidanzati, di avere un così bel rapporto con la ragazza che amava. E anche se la desiderava arditamente come compagna per la vita la sola sua presenza lo rincuorava, ma fino all’ultimo avrebbe comunque lottato per averla, questa, era una promessa che aveva fatto a se stesso.

L’indomani mattina, ci furono di nuovo gli allenamenti di Esmeralda che aveva imparato ormai alla perfezione tutte le mosse che doveva ricordarsi, senza sbagliarne una e ormai arrivava senza alcun problema fino alla teca a sostituire il finto rubino in un arco di tempo brevissimo. Di conseguenza questa volta i suoi allenamenti durarono meno tempo così che ebbero più tempo alla fine per organizzarsi con i bagagli per partire per il Kuristan.

La gitana stava preparando tranquillamente la sua roba quando sentì bussare alla porta:

-Avanti. –

Entrò Jigen restando però sulla soglia.

-Scusami tanto se ti disturbo ma dobbiamo parlare.- disse lui seriamente.

-Oh Jigen, entra pure e dimmi tutto. – disse lei non capendo tutta quell’urgenza.

Jigen si sedette sul suo letto mentre lei prese una sedia e si accomodò di fronte a lui, anche se in quel momento si sentiva un po’ nervosa:

-So che cosa ti ha detto Fujiko ieri e il motivo della tua reazione. – disse lui senza girarci troppo intorno.

Esmeralda venne presa di sprovvista e sull’attimo non seppe cosa rispondere essendo rimasta così sorpresa di essere stata scoperta sia da Fujiko che da Jigen, fin che non prese un bel respiro e cercò di spiegare bene la faccenda:

-Oh … ehm … allora senti … io non ho detto a Goemon cosa mi ha detto Fujiko quindi per favore evita anche tu di dirglielo punto primo, punto secondo … io … non so cosa dire … sono rimasta talmente sconvolta quando mi ha detto quella cosa che non rispondevo più di me … è evidente che sono innamorata di Goemon e non posso più nascondere l’evidenza anche se ancora non me la sento di dirglielo … -

-Però sbagli, quando sei andata via l’abbiamo costretta a parlare io e Lupin, così a confessato tutto e di conseguenza non solo ci ha detto che tu sei innamorata di lui, ma adesso lo sa anche Lupin. L’unico che non lo sa attualmente, è Goemon. –

-è che … a che serve dirglielo … -

-M a cosa stai dicendo Esmeralda? Un conto sarebbe se tu fossi convinta che lui non possa provare niente per te ma io … - li si interruppe, pensando che forse era meglio non dirgli che lui sapeva cosa provava Goemon. Uno perché ci sarebbe finito in mezzo anche lui e secondo perché era più corretto che si fossero confessati l’un l’altra da soli come sarebbe giusto che fosse.

-Non puoi esserne certa, insomma, io non l’ho mai visto così preso per una donna, anche perché da quando è insieme a noi io non l’ho mai visto con nessuno per cui se è così attaccato a te deve esserci un motivo, non è da Goemon un comportamento del genere nei confronti di una donna per cui pensaci bene.-

-Non so perché ma qualcosa mi dice che spero in qualcosa che sarà soltanto una delusione, e un’ennesima pugnalata al cuore come quella bugia che mi ha detto Fujiko … è vero, sarebbe giusto dirgli tutto ma penso che il mio innamoramento per lui sia soltanto un errore e questo mi rende frustrata … -

-Per quale ragione?-

-Per il semplice fatto che se ogni cosa che mi faceva pensare che lui si sarebbe allontanato per sempre da me mi ha ucciso il cuore, figuriamoci quando mi dirà che per lui non sono altro che un’amica, io morirò … lo so già … anche perché è l’unico uomo con cui ho pensato per la prima volta che sarei stata felice di condividere la mia vita e di affrontare insieme qualunque difficoltà … e se lui non prova nulla per me … io vivrò sempre nell’abisso del suo pensiero senza poter avere avuto la gioia di vivere con lui … lo capisci come mi sento Jigen? E capisci che colpo basso sarebbe per me il suo rifiuto se mai dovessi dirglielo? E quanto mi uccide il pensiero che il mio amore è sbagliato? Che non avrà ne un inizio … e nemmeno una fine … perché io non penso che riuscirò mai a dimenticarmi di lui … sono … troppo presa dai suoi modi, dal suo carattere da ogni cosa che fa parte di lui … e alla fine se io gli dicessi tutto, quello che abbiamo costruito fin’ora … tutto quello che c’è stato … resterà solo un bellissimo ricordo … -gli spiegò lei con un timbro tristissimo nella sua voce, quasi con le lacrime agli occhi.

A Jigen faceva pena, ma rimase ferreo alla sua decisione di riservatezza:

-Secondo me sbagli a dire così, perché secondo me invece hai una grande opportunità, ma non posso obbligarti … - a quel punto si alzò – ti lascio ai tuoi lavori, ma pensa a quello che ti ho detto.- infine chiuse la porta, ed Esmeralda, rimase pensierosa e sola nella sua stanza a riflettere, mentre Jigen uscendo pensò che adesso era ancora più coinvolto nella faccenda e sperava vivamente che non si creassero dei problemi per questo. …

 

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Capitolo 7
*** The Prayer ***


Nel pomeriggio la piccola zingara, decise di andare a lavare i suoi vestiti al lago vicino a casa sua, come faceva sempre. Quel lago per lei era una fonte di magia purezza e gioia che le toccava il cuore, quando era pensierosa o triste andava sempre li a lavare i suoi panni o semplicemente  passeggiare e qualche volta anche per farsi un bagnetto …

Prese i suoi abiti e si diresse verso il lago cominciando a canticchiare delle note a caso, Goemon l’aveva vista passare tramite la luce della porta della sua camera che era sparita per un attimo al suo passaggio e avendo sentito il suo timbro di voce aveva cominciato a seguirla …

La seguì tenendosi a diversi metri di distanza da lei, senza farsi scoprire … e cominciò ad ascoltare la sua splendida voce che cantava con voce eterea un’Ave Maria incantevole che lo incantò :

-Ave Maria …

Ave Maria … Questa terra è una terra straniera …

Ave Maria … Io sono sola … se sei madre … e conosci … il dolore …

Qui c’è … la tua … bambina …

Ave Maria … Io non ho pace … fammi dolce … e più caro … l’amaro …

È questa … la mia … preghiera …

Ave Maria … parlo a te come amica … pagana …

Ave Maria … Io amo un uomo … - a quelle parole Goemon si bloccò per un istante, sperando anche se non credendoci molto, di essere lui l’uomo di cui parlava la sua splendida Ave Maria gitana:

-Tu proteggilo come … io l’amo …

Ave Maria … -.

Il Samurai rimase colpito sia dalle parole che dalla sua voce ma allo stesso tempo rimase un po’ turbato dall’ultima frase, perché diceva molte cose ma anche poche nello stesso tempo …

Sperava in qualche modo di essere lui l’uomo di cui parlava ma non ci sperava neanche un pochino, anche se invece non sapeva che la canzone che cantava la gitana mentre giungeva fino al lago era proprio dedicata a lui.

Quando furono arrivati lui rimase nascosto dietro un albero ad una decina di metri distante da lei. Il lago era una splendida sorgente d’acqua ai piedi di una montagna dalla punta perennemente innevata, nonostante il clima in quella zona fosse di un fresco molto gradevole, e tutto intorno era circondato da alberi sempre verdi e piante di bosco.

Esmeralda se ne stava sul bordo del lago a lavare i suoi vestiti canticchiando qualche nota, quando finì, si mise distesa sull’erba come una sirena, con i piedi a bagno e giocherellando con l’acqua, fin che non le vennero in mente le note di una nuova canzone che iniziò a canticchiare spensieratamente sfiorando l’acqua con la mano come se stesse accarezzando il viso del suo Goemon, che l’ascoltava da dietro:

-I pray you'll be our eyes … -

Alla prima frase Goemon indovinò subito la canzone che stava cantando, era “The Prayer” una delle poche canzoni non giapponesi che lui adorava nel vero senso della parola; ricordò che ad un certo punto c’erano delle parti in cui cantava un ragazzo per cui le venne in mente un’idea che mise in pratica dopo un po’:

-And watch us where we go ….

And help us to be wise …


In times when we don't know…

Let this be our prayer …

When we lose our way…

Lead us to a place …

Guide us with your grace…

To a place where we'll be safe… -

Goemon decise di uscire fuori dal suo nascondiglio, e cominciò a rispondere al suo canto, vendendo verso di lei molto lentamente.

Esmeralda, non aspettandoselo, si voltò sorpresa, e quando vide che era lui, il suo cuore sussultò e gli sorrise, era come se la canzone l’avesse invocato e lui fosse intervenuto per lei come i cavalieri delle favole:

-La luce che tu hai … -

Lei melodiosamente continuò anche lei il suo canto con gli occhi sognanti per lui:

-I pray we'll find our light…-

-Nel cuore, resterà … -

-And hold it in our hearts…-

-Per ricordarci che…-

-When stars go out each night…-

-Eterna stella sei …nella mia preghiera…-

-Let this be our prayer…-

-Quanta fede c'è…-

-When shadows fill our day…-

Lui:-Lead us to a place…-

Lei:- Guide us with your grace…-

Insieme:- Give us faith so we'll be safe…-

Esmeralda si alzò da terra cominciando a camminare verso di lui, mentre Goemon faceva lo stesso, molto lentamente. I loro occhi si guardavano come se vedessero l’uno nell’altra il loro paradiso, intanto continuavano la loro canzone:

Insieme:- Sogniamo un mondo senza più violenza …
Un mondo di giustizia e di speranza…
Ognuno dia la mano al suo vicino…
Simbolo di pace, di fraternità…-

Si fermarono l’uno davanti all’altra senza distogliere lo sguardo, proseguendo:

Lui:- La forza che ci dà…-

Lei:- We ask that life be kind…-

Lui:- Il desiderio che…-

Lei:- And watch us from above…-

Lui:- Ognuno trovi amor…-

Lei:- We hope each soul will find…-

Lui:- Intorno e dentro sé…-

Lei:- Another soul to love…-

Verso il termine della canzone si presero teneramente le mani avvicinandosi un pochino, sostenenendo sempre il loro meraviglioso sguardo che non aveva ceduto un momento tanto era intenso:

Insieme:- Let this be our prayer …


Just like every child …

Needs to find a place…


Guide us with your grace…


Give us faith so we'll be safe…


E' la fede che hai acceso in noi…


Sento che ci salverà…-

I loro volti si avvicinarono a tal punto, che chiunque fosse stato li avrebbe detto che di li a poco si sarebbero baciati, invece, quando si resero conto di essere vicini, entrambi abbassarono contemporaneamente gli occhi un po’ imbarazzati, rompendo quella magica armonia che si era creata fra loro e nel loro sguardo meraviglioso che li aveva legati  in qualcosa di speciale.

Esmeralda sorrise col volto basso e disse: -E così … sei qua … -

Lui rispose al suo sorriso dicendole –Ho visto che eri sola … e così ho pensato di tenerti un po’ di compagnia … -

Lei annuì –Hai fatto bene, mi fa piacere vederti … -

Lui rimase incantato dal suo sorriso e gli rispose distrattamente –Anche io … non sai quanto .. –

Lei rimase un po’ sorpresa da quella risposta ma quando lui si destò cercò di giustificarsi arrossendo imbarazzato:

-Cioè è che sta mattina ci siamo visti pochissimo e … - alla fine si lasciò andare – E ho pensato tantissimo a sta notte quando ci siamo visti … -.

Esmeralda si intenerì, e gli passò una mano sulla guancia come quando accarezzava l’acqua del lago

-Ci pensavo anche io … -

Lui chiuse gli occhi completamente inebriato da quel suo tocco …

Lei vedendo il samurai così preso da un gesto così semplice e delicato, inclinò la testa intenerita continuando ad accarezzargli il viso.

Dopo un po’ di secondi Goemon riaprì dolcemente gli occhi incrociando quelli blu di lei:

-Esmeralda … -

-Si? … -

Aveva tante cose da dirle, ma allo stesso tempo non riusciva a trovare una sola parola da dirle, quindi la strinse a se con forza, sussurrandole –Tu non sai … quanto bene ti voglio … -

Esmeralda aprì gli occhi di botto, aveva avuto la sensazione di una freccia al cuore, aveva proprio colpito nel segno, ma il semplice suono di quelle parole le aveva dato una gioia immensa e non potè fare a meno di contraccambiare il suo affetto.

-Anche io Goemon ... – rispose lei passandole le braccia intorno alle sue spalle.

Lei chiuse gli occhi, e vide come un sogno la sua vita insieme a lui. Sarebbe stato il suo sogno, ma si destò subito un attimo dopo quando dopo quelle scene stupende le comparvero come in un incubo quelle in cui il fuco devastava e uccideva il suo mondo precedente, la sua  famiglia … e il volto dal sorriso diabolico di Sean … ebbe come una visione, e colse un brutto messaggio premonitore, cioè che tutte le sue speranze, i suoi sogni, i suoi desideri, magari si sarebbero realizzati, ma presto sarebbero andati distrutti … ancora una volta …

Tirò la testa indietro riavvicinandosi poi al volto di lui che non capendo la sua reazione, le chiese se era tutto a posto e lei scosse la testa annuendo:

-Si è che … per un attimo ho rivisto la mia famiglia che veniva distrutta ma … è passato … -

-Non accadrà più, io ti proteggerò non ti devi preoccupare di niente io ti sarò vicino, forse è l’ansia del colpo di dopodomani ma non ti devi  agitare andrà  bene!-

-Si … forse è quello, ma tu mi devi promettere che mi sosterrai davvero … io … voglio che tu ci sia Goemon in ogni istante che vivo voglio averti a fianco, tu riesci a farmi sentire tranquilla non voglio che tu mi abbandoni … -

-Non ti abbandonerò mai, questo non te lo prometto …. Te lo giuro!-

Lui le posò la sua mano sulla guancia di lei accarezzandole col pollice la sua pelle diafana come una pesca …

Il cuore di Esmeralda batteva velocemente, e anche quello di lui ...

Entrambi avevano paura infatti si allontanarono un pochino e la gitana ne approfittò per prendere il cesto con i suoi vestiti e avviarsi con Goemon al suo fianco.

Un lunghissimo tratto di strada fu percorso in silenzio, fin che:

-ho paura … - disse lei tutto ad un tratto.

Scosse la testa e ripeté la frase, lui per calmarla le passò un braccio sulla spalla.

La prima volta che avrebbe “lavorato” insieme a loro dando prova di buona volontà ed onestà e aveva paura di rovinare tutto. Ma Goemon aveva fiducia in lei e sapeva che ce l’avrebbe fatta.

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Capitolo 8
*** Inseguimenti sul tetto ***


A cena, tutti notarono l’agitazione di Esmeralda, non aveva mangiato nulla e fissava il suo piatto con gli occhi sbarrati, pallida, asciutta tremando di tanto in tanto.

Lupin le consigliò di andarsi a riposare e di mangiare più tardi e lei seguì il suo consiglio. Aveva così tanti pensieri per la testa che aveva proprio bisogno di riposarsi; Jigen pensò che avesse bisogno di parlare, e quando vide Goemon pronto ad alzarsi per raggiungerla, lui le fece segno di restare seduto e andò a parlarle lui. Quando entrò nella sua stanza, la ragazza era rannicchiata al buio sul suo letto appallottolata come un gatto infreddolito, si mise seduta solo quando lui si sedette a fianco a lei:

-Non hai intenzione di dirgli proprio niente? … vi ho visti oggi … e chiunque penserebbe che formate una coppia stupenda … - disse lui serio.

-Lo so hai ragione ma … io non sono sicura di niente, sembra innamorato ma altre volte pare di no e io … ho paura di riperdere ciò che desidero … sembra un vizio … tutto ciò che desideriamo di più al mondo … ci viene negato … perché Jigen?- domandò lei disperatamente.

-Ti capisco Zoe, ti capisco perfettamente … ma se non fai subito qualcosa col tempo starai sempre più male … dammi retta se devi dirgli qualcosa fallo subito prima che sia troppo tardi!-

-Farò il possibile Jigen, ma ora devo pensare al colpo, dopo quello gli parlerò … incrociamo le dita per tutto, grazie Jigen, dai la buona notte anche agli altri per favore … -

Lui si alzò e quando fu dalla porta le rispose –Certamente Zoe, buona notte – la porta si chiuse.

Dopo alcune ore, il sonno ebbe il sopravvento e i suoi occhi si chiusero. Durante la notte ebbe inizialmente in sogno un incubo dove lei correva nel vuoto con la risata di Sean che la perseguitava, ma poi l’incubo cambiò e si trasformò in un dolce sogno; riuscì a sfuggire dalla sue persecuzione e ad andarsene via insieme a Goemon, così il resto della notte fu tranquilla.

Il giorno dopo sull’aereo, tutti quanti erano muti, troppo concentrati per parlare, soltanto qualche chiacchierata del più e del meno ma non di più, si vedeva la tensione che c’era nei loro animi.

Alle sei del pomeriggio giunsero nel Kuristan, l’aereo che avevano preso faceva parte di una linea velocissima, scendendo nell’aereo porto nel centro della città, poi con la Jeep andarono fino ad un locale dove si affittavano camere fino a quaranta ore.

Li trascorsero poi la serata a perfezionare il piano.

Alle undici, scoccava l’ora … Diamond Town … adesso era tutto nelle mani di Esmeralda, e non poteva fallire … per nessuna ragione poteva deludere i suoi amici … e soprattutto … lui!

Scrutò la stanza dall’alto del tetto vetrato, mentre Jigen con un raggio laser lo tagliava dandole la possibilità di entrare. Quando Lupin le diede il segnale, si lanciò giù atterrando al centro della stanza come previsto dal piano. A quel punto Lupin aveva il compito di tenere la corda e far si che non scattasse alcun allarme esterno, Jigen si occupava di quelli interni e Goemon controllava l’arrivo o meno dei poliziotti. Ad Esmeralda, il compito più difficile, ma cercò comunque di dare il meglio di se.

Cominciò a schivare i raggi laser muovendosi come un vero felino, in diversi punti stava per sfiorarli ma non ne fece scattare nemmeno uno, ormai li aveva imparati alla perfezione non poteva sbagliare.

Aveva il cuore in gola, quasi non riusciva a respirare e ogni tanto si fermava per asciugarsi la fronte bagnata dalla paura.

Mancava ancora qualche metro prima di arrivare al rubino e dopo un po’ tirò fuori dalla tasca quello falso pronta a sostituirlo.

Giunse fino alla teca facendo segno di vittoria a Lupin sorridendo felice.

Lui le rispose sottovoce a gesti –Sei stata bravissima! Ancora un piccolo sforzo poi abbiamo finito coraggio!-.

Esmeralda molto lentamente adagiò le mani sulla teca sollevandola … ma ad un tratto … le deboli luci che illuminavano il museo … si spensero del tutto …

Per lo spavento, fece cadere la teca dalle mani che si ruppe sul pavimento e solo un attimo dopo quando si riaccesero le luci, scoprì con orrore che il rubino era scomparso. Lo videro con amarezza anche i ragazzi che avevano cominciato a guardarsi intorno per vedere chi l’avesse preso, ma nei dintorni non si vedeva nessuno. Qualcuno, però, stava giungendo da dietro verso la gitana, che ignara si guardava a destra e a sinistra cercando di individuare qualcuno nei paraggi. Goemon che era entrato anche lui nella stanza insieme a Jigen, si accorse della presenza di una persone alle spalle di Esmeralda che stava per lanciarle qualcosa di pesante da dietro sul collo per farle perdere i sensi, così gridò a Jigen:

-JIGEN! VOLTATI E SPARA!-

In un frazione di secondo Jigen aveva individuato il misterioso ladro alle sue spalle (nonostante fosse parecchio distante da dove si trovava lui), con un colpo di pistola le fece saltare in faccia l’oggetto con cui stava colpendo Esmeralda, cadde all’indietro e il rubino per l’urto gli saltò via dalla tasca della giacca.

Con uno scatto velocissimo Esmeralda lo afferrò e corse via seguita dal rumore degli allarmi che erano ormai scattati.

Goemon, la ragazza e Jigen risalirono velocemente per la corda tirati su da Lupin tramite una leva. Quando furono sul tetto, Jigen andò a prendere l’elicottero, Lupin cercò di tenere a distanza il ladro e Goemon ed Esmeralda, invece, fuggirono sui tetti, fin che la gitana non si fermò a metà corsa:

-ASPETTA!-

-COSA C’è?-

-DOBBIAMO ATTENDERE JIGEN CON L’ELICOTTERO GIUSTO? NON NE VALE LA PENA DI FUGGIRE IN DUE è TROPPO PERICOLOSO!-

-COSA VUOI FARE?-

Esmeralda ci pensò un attimo, poi estrasse il rubino dalla giacca e lo lanciò a lui, che la guardò senza capire il motivo di quel gesto:

-SA CHE HO PRESO IO IL RUBINO, MA SE LO TIENI TU LUI INSEGUIRà ME COSì POTRò DISTAERLO E TU PUOI RAGGIUNGERE JIGEN SULL’ELICOTTERO POI SE MAI MI VERRETE A PRENDERE, ADESSO VA! STA ARRIVANDO!- .

Goemon esitò un momento temendo per la vita della sua compagna, ma lei lo guardò minacciosamente così lui a malincuore fuggì via con il rubino, pensando fra se e se, che quella era stata un’altra prova della sua onestà, aveva affidato a lui il tesoro senza tenerselo egoisticamente per se, ma non era importante al momento, adesso lui pregava soltanto per la sua vita … ormai era parecchio distante da lei e aveva un gran paura che le succedesse qualcosa, così si fermò un momento e poi decise di tornare indietro a prenderla, voleva fuggire con lei a tutti i costi in modo da proteggerla.

Intanto Esmeralda correva per i tetti inseguita dal ladro che correva appresso a lei. Lui cercò di aumentare un po’ la sua corsa. Quando si trovò a pochi metri di distanza da lei, con un balzo le saltò addosso facendola cadere per terra, li iniziò tra i due una sorta di lotta, lui per prenderle la pietra e lei per liberarsi dalla sua morsa.  Con una ginocchiata sul suo stomaco la ragazza riuscì a liberarsi e si tirò su guardandolo, aveva il passamontagna che gli copriva il volto e così non riuscì a capire che fosse. Dopo che si fu alzato anche lui, massaggiandosi lo stomaco iniziò a parlarle allungando il braccio verso di lei:

-Voglio il rubino … coff coff … -disse tossendo per la violenza del colpo ricevuto.

-Non te lo darò mai … non me ne verrebbe niente in cambio da te!- disse lei alterata.

-ORA BASTA!! DAMMI QUEL … - il ladro si interruppe quando sentì che il suono del suo radar dava un suono vuoto, così lui disse:

-Tu non hai il rubino … -

Arrivò Goemon in quel momento e infatti il radar riprese a segnalare la presenza del rubino, così lui alzò la testa e indicò il samurai con il dito:

-CE L’HA LUI!!!-

Goemon indietreggiò di un passo mettendo mano alla spada, pronto a difendersi.

Il ladro invece avvicinò una mano alla tasca dicendo a bassa voce:

-Basterà che io lo uccida per avere il rubino … -

Esmeralda sentì quello che aveva detto e senza pensarci un momento di più si lanciò davanti a Goemon gridando –NO!- e poi, lo sparo  “POW!!!!!”.

Il proiettile colpì qualcuno ferendolo tragicamente … e quel qualcuno, cadde fra le braccia di Goemon … con la schiena coperta di sangue.

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Capitolo 9
*** Lotta tra vita e la morte ***


-NO!!! ESMERALDA!!!- gridò lui disperato. Il ladro fuggì vigliaccamente dimenticandosi del rubino e Goemon rimase solo e disperato con il corpo di Esmeralda fra le braccia disteso per terra:

-Anf … coff coff … Goe …. Goemon …. –

-Esmeralda! Non devi ne parlare ne muoverti!-

-Ascolta Goemon … mi dispiace … io volevo che andasse tutto bene e invece … vi ho amaramente deluso a tutti quanti voi .. –

-NON DIRLO NEANCHE PER SCHERZO! Tu sei andata benissimo l’unica cosa stupida che hai fatto è stata proprio questa! AVREI DOVUTO ESSERE COLPITO IO NON TE!- la rimproverò lui.

-Io … non volevo che ti uccidesse Goemon … non avrei mai potuto … lasciarti morire … preferisco morire io … per te … non voglio vedere la luce dei tuoi occhi che si spegne … per sempre … -

A Goemon vennero le lacrime agli occhi, le posò una mano sul viso e l’accarezzo anche per farla stare tranquilla:

-Appena arriveranno con l’elicottero ti curerò la ferita, so come fare non ti devi preoccupare Zoe … ti salverò … - disse lui sperando di poter mantenere la promessa.

-Si Goemon … sai … non mi sono pentita … anf …. Nemmeno per un secondo … - ansimava in un modo terribile – di ciò che ho fatto, lo rifarei dovessi tornare indietro anche mille volte, non lascerei … anf … mai che … qualcuno ti ferisse … mi spiace solo che le cose non sono andate come il previsto … ti voglio bene Goemon … e non sai la gioia che provo nel vederti salvo … - Al samurai intanto le lacrime gli scesero inesorabilmente lungo il viso, la sua piccola Esmeralda si era sacrificata per lui … le accarezzava continuamente il viso –Anche io Esmeralda … te ne voglio infinitamente piccola mia … - poi le diede un bacio, un bacio semplicissimo come a volte lo si da alle madri ma era l’unico modo giusto per ringraziarla.

Lei gli sorrise, lamentandosi di tanto in tanto per il dolore … lui non la lasciò un solo secondo, continuava a tenerla fra le braccia con una mano sul viso e con le lacrime agli occhi, aveva tanta paura per lei … voleva salvarla al più presto, non poteva … non voleva lasciarla morire …

Lei era li, avvolta dal calore della sua sola presenza, orgogliosa di averlo salvato ma profondamente delusa per come aveva fatto andare le cose …

Aveva un gran male alla schiena dove era stata colpita, ed ogni respiro era come se gli sparassero altre pallottole nello stesso punto …

Vedeva i suoi occhi riflessi nei suoi … entrambi erano opachi, privi di quella luce che avevano di solito quando erano felici insieme … entrambi soffrivano e pregavano perché quella non fosse l’ultima volta in cui sarebbero stati insieme, troppo poco tempo trascorso fianco a fianco … non era giusto … entrambi desideravano fermamente vivere insieme momenti bellissimi senza che nessuno li separasse … mai …

Dopo poco arrivò l’elicottero, Lupin e Jigen rimasero sconvolti vedendo la loro compagna ridotta in quel modo …

Con molta delicatezza la sollevarono cariandola sul velivolo, ma il dolore si faceva sentire e lei di tanto in tanto lanciava degli urli di sofferenza …. Temeva di non farcela tanto si sentiva soffocata da quel dolore … infatti dopo un po’ perse i sensi …

Goemon l’adagiò con delicatezza e preparandosi per la medicazione:

-Adesso ti curo! Non ti preoccupare piccola mia non ti lascerò al braccio della morte! Lupin aiutami a girarla e a sollevarle la maglietta … -

Lupin intervenne subito, e quando Goemon vide chiaramente la ferita si tranquillizzò un pochino nel vedere che, anche se il proiettile era penetrato, era rimasto abbastanza esternamente dato che riusciva a vederlo da fuori, ciò voleva dire che l’imbracatura l’aveva salvata, in parte.

Disinfettò accuratamente la ferita poi, facendole mordere uno straccio per sfogare il male che sentiva, le estrasse il proiettile della schiena (che per fortuna non le aveva nemmeno sfiorato la spina dorsale), il dolore fu immenso e lei lanciò un urlo, ma per fortuna, il proiettile aveva solo perforato la carne, ne le ossa ne i muscoli, per cui aveva buone probabilità di farcela. Così Goemon le ripulì bene la ferita e la chiuse con dei punti fasciandole poi il busto con una stoffa provvisoria, intanto Jigen fece rotta verso casa, dove avrebbero potuto prendersi cura di lei maggiormente, anche se adesso era fuori pericolo…

Il volo durò alcuni minuti, il samurai tenne per tutto il tempo il corpo addormentato di Esmeralda fra le sue braccia con gli occhi fissi su di lei, si sentiva frustrato e amareggiato. La sua piccola stella si era sacrificata per lui e non aveva potuto fare niente sul momento per far si che non si ferisse … il minimo che avrebbe potuto fare era salvarla da quel tragico incidente di cui si sentiva colpevole in prima parte … chi poteva essere quell’uomo che aveva sparato per riprendersi il rubino? Nessuno ci pensava al momento, ma era un enigma che presto o tardi sarebbe stato da risolvere. Finalmente giunsero a destinazione, Goemon si caricò il suo dolce peso sulle spalle, aiutato dagli altri due compagni e la portarono in camera adagiandola sul letto a pancia in giù.

Lui le tolse di nuovo la maglietta e vide che la ferita durante il viaggio aveva sanguinato ancora, quindi le tolse la benda e le disinfettò di nuovo la ferita stendendole poi una specie di crema che aiutava a combattere i batteri il dolore e anche a cicatrizzare, poi prese una garza e glie l’avvolse intorno.

Quando ebbe finito la girò mettendola coricata, avrebbero passato li la notte e il giorno dopo sarebbero tornati subito a casa. O almeno così erano i piani, perché dopo un po’ Esmeralda si rianimò, emettendo inizialmente dei piccoli gemiti e poi chiamando molto chiaramente il suo nome:

-Goemon… dove sei … - lui corse vicino a lei tenendole la mano sussurrandole:

-Piccola … sono qui accanto a te … -

-Goemon … mi fa male … mi fa tanto male … ho paura Goemon … -

-Sei fuori pericolo adesso Zoe … non ti accadrà nulla mi prenderò cura io di te vedrai … - disse lui. Gli salirono le lacrime agli occhi, non riusciva a vedere la sua Esmeralda così sofferente e per colpa sua. Anche se non era stato lui a ferirla si sentiva in colpa per non essere riuscito a salvarla sul momento e per solo per quello si vergognava di lui, mai nella sua vita si era disprezzato fino a tal punto. Lupin e Jigen uscirono fuori lasciandoli soli, entrambi sconvolti dall’accaduto e anche loro preoccupatissimi per la loro amica, quando poi si sarebbero sistemate le cose avrebbero chiesto informazioni su quello che era accaduto ma al momento era giusto che restassero insieme, da soli.

-Goemon … - disse lei con un filo di voce – voglio tornare a casa … ti ricordi quando … quando ci siamo visti al lago … voglio tornare a quei momenti … voglio riviverne tanti altri … come quello … -

Ogni parola era un sospiro, una lacrima, un dolore alla schiena una pena incredibile, ma doveva, voleva assolutamente parlargli, sentire la sua voce e il suo caldo tocco …

Goemon si sentiva troppo in colpa e anche se forse non era il momento più adatto si sfogò con lei esprimendole ciò che provava in quel momento, con le lacrime che gli scendevano lungo le guance:

-Esmeralda … sono stato un’incosciente … se solo fossi stato più accorto ti avrei potuto salvare risparmiandoti questo dolore e la disgrazia che ti è capitata, ma sono stato un debole e non ho potuto fare niente per salvarti … ti chiedo scusa io … non ti obbligo a perdonarmi voglio solo che tu sappia cosa sto sentendo in questo momento … -

-Goemon … Goemon smettila ti prego … non è colpa tua … non è colpa di nessuno, ti h voluto proteggere perché … non volevo che tu venissi ferito e … sono felice di averlo fatto, ma tu non ti devi attribuire nessuna colpa è stato il ladro che ha voluto sparare e non ha nemmeno soccorso, tu non hai fatto nulla di male, non avresti potuto intervenire Goemon … il proiettile era troppo veloce .. -

-Zoe … piccola io volevo … proteggerti … ma non ce l’ho fatta io … -

-Goemon ti prego .. non pensarci più non sono arrabbiata con te … ok? Coff coff … - dei colpi di tosse la scossero un po’, Goemon per calmarla le accarezzò il viso.

-Sai Goemon … anche se forse le condizioni non sono eccezionali … è comunque una bellissima sensazione … per me … stare tra le tue braccia … -

-Ma tu non eri cosciente sull’elicottero … -

-No non lo ero … ma .. il tuo caldo abbraccio lo sentivo lo stesso … ed era stupendo .. penso sia … stata la forza che mi ha tenuto in vita … un tepore che mi ha fatto arrivare in fondo ad ogni mio respiro .. senza lasciarmi andare … - si interruppe un momento per tentare di sollevare il braccio al fine di posargli la tenera mano sulla sua guancia lacrimante, quando lui sentì quel tocco le prese la mano baciandogliela.

-Stai piangendo per me Goemon … ? –

Lui non rispose e continuò a guardarla tristemente, le faceva una pena incredibile.

La guardava e in quel momento era incredibilmente debole, sospirava, parlava a bassa voce quasi come se la sua voce fosse un soffio di vento, gli occhi semi aperti opachi … un piccolo pulcino …

Si sdraiò accanto a lei mettendola il braccio intorno alla spalla:

-Esmeralda tu … devi riprenderti … presto … devi farlo … devi … - Zoe lo guardò facendogli un debole sorriso, poi guardò il soffitto in alto, con lo sguardo un po’ più illuminato, sembrava quasi che la sua anima si fosse riaccesa magicamente della sua luce.

Rimase silenziosa per un po’ guardando sempre in alto poi gli parlò di nuovo: - … ricordi quel giorno che abbiamo lottato? … –

-Nella sala del covo … non potrò mai dimenticarmelo … -

-Io ti ho risposto in giapponese a ciò che tu mi dicevi … -

-E con lo sguardo io capii che persona meravigliosa avevo incontrato … -

-Si … eravamo con … gli occhi .. negli occhi … -

-E qualcosa ci ha legato … -

-Per la vita e per la morte … -

-Qualcosa di forte … -

-e segreto … che nessuno potrà spezzare … -

-Esmeralda … -

-Si … ? –

Goemon voleva confessarsi ma non aveva il fegato di farlo in quel momento, l’immagine di lei, che lo guardava con quella debolezza di una vita appesa ad un filo, che così teneramente gli parlava … lo aveva bloccato.

Lui alzò un poco la testa, sfiorandole la fronte con le labbra e tenendola abbracciata a se le disse:

-Sei la persona più importante che io abbia mai avuto … prima ti temevo ma ora mi rendo conto, che il fato mi ha dato una grande gioia facendoci incontrare quella notte a New York … -

-Non smetterò mai di venerare la mia madre per aver avuto l’onore … di incontrare un uomo come te … -

-Per madre intendi la Dea Cristiana?-

-Si … ma non è una Dea … è la Madonna, una donna umana un tempo che diventò santa … pietosa e misericordiosa, bella, gli occhi come il mare, la pelle come i petali di una rosa e il loro profumo è la sua fragranza,  mi è stata vicino nei momenti più difficili quando non avevo nessuno .. –

- Anche se io credo in un’altra religione, credo di conoscere questa vostra protettrice, e se è per merito suo che ora ti conosco, la ringrazio dal più profondo del cuore …. E anche … la sua bambina … -

Esmeralda a quella frase si ricordò di un pezzo dell’ave Maria che aveva cantato quel giorno al lago e apprezzò il fatto che si ricordava delle parole.

Passarono la notte insieme, Goemon non dormì per poter aver cura di lei in ogni momento alla perfezione, verso le quattro del mattino Esmeralda si addormentò profondamente e lui ne approfittò per riprendere un po’ di forze lasciandosi un pochino andare anche lui. Ma tre ore dopo il sole entrò nella loro stanza e si svegliò, lei era accanto a lui che dormiva tranquillamente. Sembrava che il riposo e le cure le stessero giovando e la sua salute pareva migliorare di gran lunga.

Infatti quando la guardò, il suo viso aveva ripreso un bel colorito e la sua pelle sentendola col tatto era molto più tiepida e l’espressione del suo viso era molto più rilassata.

Quando si svegliò, Goemon le baciò la fronte e le chiese gentilmente di girarsi, così l’avrebbe medicata di nuovo; la ferita era meno sporca di sangue e stava già iniziando il processo di cicatrizzazione e questo tranquillizzò il samurai.

-Ti fa ancora molto male?-

-Ahi … più al tatto … anf … però va molto meglio … - rispose lei ansimante.

Successivamente l’aiutò a rigirarsi e la rimise coricata:

-Te la senti di cominciare ad alzarti e provare a fare qualche passo? Più tardi .. –

-Più tardi ci proverò .. – rispose

-Hai fame?-

-Si ma anche sete .. –

-Tieni. – le disse lui appoggiandole dolcemente il bicchiere sulle labbra, lei bevve qualche sorso e dopo mangiò una fetta di una strana torta, che le diede un po’ di energia.

Sul tardi della mattinata Goemon l’aiutò ad alzarsi dal letto tenendola per le spalle e lei provò a camminare cavandosela egregiamente nonostante il male:

-Ascolta … possiamo anche tornare a casa … posso farcela .. in fondo … sarò seduta in aereo e non mi sforzerò … -

-Sei ancora troppo debole, non penso sia una buona idea .. – le rispose lui poco convinto della sua proposta.

-Lo so ma … è solo un tratto di strada a piedi, poi è tutta macchina e aereo … davvero posso farcela … ti prego … - dopo avergli detto quel “ti prego” le prese la mano come se volesse supplicarlo.

Lui non poté resistere a quegli occhi che lo guardavano così profondamente e acconsentì a patto però che si sarebbe fatta aiutare per tutto il viaggio a muoversi, anzi, l’avrebbe portata in braccio senza che lei contestasse la sua decisione. Esmeralda acconsentì, in fin dei conti era una specie di sogno stare fra le sue braccia quindi perché rifiutare?

Ciao ragazzi! allora bene o male vi piace la mia fic? cmq volevo ringraziari tutti quanti voi che state seguendo la mia fanfic con così tnt passione capitolo x capitolo e nonostante tutto h apprezzayo anche le annotazioni critiche (chiamiamole così ^^) che sto utilizzando per perferzionare il mio modo di scrivere e per creare altre fanfic su Lupin! chiedo scusa x le mie imperfezioni di scrittura ecc ecc cmq spero che la storia vi piaccia e che continuiate a seguirla fino all'ultimo! grazie tutti a presto!

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Capitolo 10
*** I Promessi Sposi! ***


Verso pomeriggio, i tre amici prepararono i bagagli e andarono fino all’aereo porto, Goemon portò in braccio la ragazza per tutto il viaggio e in aereo l’adagiò delicatamente sul sedile accanto al suo e dopo poco tempo si addormentò con la testa sulla sua spalla. A lui piaceva tantissimo sentire la sua testolina sulla sua spalla era una cosa che lo inteneriva moltissimo.

-Hei Goemon adesso che sta dormendo, raccontaci com’è andata .. – disse Lupin sottovoce

-Eravamo sul tetto dell’edificio, il ladro sapeva che Esmeralda aveva il rubino, lei voleva distrarlo in modo da portarlo in salvo e per non mettere in pericolo me, così lo diede a me e mi disse di andare verso l’elicottero per poi tornare a riprenderla mentre lei si sarebbe occupata di quell’uomo, dopo un duro inseguimento si scontrarono in una piccola lotta e lui si accorse che lei non aveva più il rubino tramite un radar. Io mi sentivo in colpa per averla lasciata sola quindi tornai indietro e, sempre tramite il radar, il ladro si accorse che avevo io la stella del Kuristan , per prenderla estrasse la pistola dalla tasca e prese la mira per spararmi, non feci in tempo a prendere la katana in mano che lui sparò, ma proprio nel momento in cui sparò Esmeralda si lanciò davanti a me parandomi il colpo … cadendo fra le mie braccia … e  io … - ancora una volta le salirono le lacrime agli occhi ma cercò di trattenere il pianto, intanto Jigen e Lupin ascoltavano la versione dei fatti scioccati – io non riuscii a proteggerla … ma non volevo che finisse così … avrei dovuto esserci io fra le sue braccia … non lei … non è giusto è colpa mia … - lui abbassò lo sguardo pentito e frustrato ma i suoi amici lo consolarono:

-Sai benissimo che non è colpa tua e che la situazione era troppo complicata per riuscire a salvarla … tu non volevi che lei rimanesse ferita e questo è l’importante,tu l’hai salvata!- gli disse Lupin, mentre Jigen annuiva a quello che diceva il suo amico.

Goemon si sentì un pochino sollevato, dopo un po’ si svegliò la gitana:

-Mmmh … dove siamo ..?-

-Siamo quasi arrivati mia cara. – le rispose Lupin –tra poco sarai a casuccia.-

Lei sorrise debolmente, dopo alcune ore arrivarono e portarono la loro amica nella loro stanza Lupin le disfò la valigia mentre Goemon e Jigen l’aiutarono a mettersi sdraiata a riposarsi anche se piano piano riusciva a muoversi sempre più facilmente.

Lupin le portò la cena alle sette e mezza e lei mangiò qualcosa anche se pochissimo, rimase un pochino con lei per tenerle compagnia e a quanto pare si stava davvero riprendendo dato che si fecero anche due risate parlando del più e del meno.

Ad una certa ora invece venne Goemon, che non la perdeva un attimo di vista tanto si sentiva in colpa:

-Zoe? Come ti senti? – disse entrando nella sua camera.

-Va meglio Goemon, sento che piano piano mi sto riprendendo. – rispose lei sorridendo felice di vederlo.

-Sono contento per te vedrai che nel giro di pochi giorni sarai guarita completamente!-

-sai … pensavo che forse da qui a domani potrò muovermi liberamente per cui … avevo pensato di andare a casa mia per mettere in ordine, sono stata via pochi giorni è vero ma mi risulta che qui abbia piovuto e devo vedere gli orti e com’è dentro la casa tanto da mettere anche un po’ di ordine.-

-Sei sicura? Non sarà troppo faticoso? Ti darò una mano. –

-No davvero non è il caso, volevo provare a fare da sola .. non è perché non ti voglio non fraintendermi – gli spiegò lei sorridendo.

-D’accordo ma se hai bisogno in qualunque momento chiamami che arrivo. –

-si, tranquillo .. tu come stai invece?-

- bhè io … sto bene .. o meglio .. se tu non fossi stata ferita … starei bene del tutto … - disse lui abbassando lo sguardo.

-Goemon .. ti prego non dire così te l’ho già detto. –

-Esmeralda per tutta la mia vita non potrò mai essere dispiaciuto di una cosa più di quanto non lo sono per quello che è successo … ti giuro non mi perdonerò mai per quello che ho lasciato che ti accadesse … non sai quanto sono stato male nel vederti soffrire in quel modo lottando disperatamente tra la vita è la morte è stata una cosa orribile … - disse lui completamente distrutto psicologicamente.

Lei lo guardò con pena, vedendo che il suo dolce Goemon non faceva altro che crogiolarsi nel dolore e nella frustrazione, si alzò un pochino dal letto prendendogli il viso con la mano, tirandoglielo su in modo che lui la guardasse negli occhi. Quando il suo sguardo incrociò il suo vide i suoi bellissimi occhi luccicanti di lacrime che stavano per scendere inesorabili lungo il suo volto. Ma si trattenne, e gli parò:

-Goemon tu sei una persona meravigliosa, premurosa e dolce. È stato un incidente che non è dipeso da te io non ti do nessuna colpa lo so che non volevi che accadesse ed è questo l’importante … devi strare tranquillo non ti terrò mai i musi e non smetterò di parlarti anzi io voglio essere ancora più vicina a te e aiutarti ancora nei momenti in cui ti trovi in difficoltà! Sono qui per questo! –

-Ti ringrazio Zoe ma .. sono comunque dispiaciuto … non riesco a dimenticare … -

La ragazza si avvicinò ancora di più a lui abbracciandolo teneramente, lui la strinse con delicatezza per non farle male ma se avesse potuto l’avrebbe stretta così forte da non lasciarla mai più andare via, fu così che la loro amicizia diventò ancora più solida anche se lo era già diventata da quel pomeriggio al lago ..

Il giorno dopo, la fanciulla si alzò di buon ora e preparò di nuovo per i ragazzi quella gustosa e abbondante colazione come quella del primo giorno che era rimasta a dormire con loro.

Mangiò insieme a loro e poi andò via subito quando ebbe finito così avrebbe avuto più tempo per sistemare.

Effettivamente il mal tempo, il tempo stesso e la trascuranza aveva avuto un brutto effetto sulla casa e sul raccolto che era un po’ trasandato e aveva proprio bisogno di una ripulita: infatti

tolse l’erba secca e le erbacce cresciute con l’umidità dalla terra in mezzo alle piante da raccolto, eliminò frutta e verdura rovinata dalla pioggia raccogliendo quella matura, tagliò l’erba del prato, ripulì dalle foglie cadute. Poi si occupò dell’interno della casa: eliminò la polvere sia dai pavimenti che dai mobili, lucidò il legno che si era opacizzato e sistemò tutto quello che aveva lasciato trascurato durante la sua assenza.

All’ultimo si fece coraggio e si tolse la fasciatura, vedendo che la ferita si era cicatrizzata ed era rimasto solo un segno rosso che si stava attenuando, allora decise di andare al lago e farsi un bel bagno fresco nell’acqua di quello splendido lago che gli toccava il cuore, gli mancava tantissimo quella sensazione e ne aveva davvero bisogno.

Arrivò sulle sponde di quel paradiso alzando un pochino la sua gonna da gitana e mettendo un piedino alla volta dentro l’acqua fresca che la faceva un poco rabbrividire non essendoci più molto abituata, ma risentire quel freddino la faceva rinascere dopo tanto tempo. Dopo un po’ si gettò con grinta dentro l’acqua in un bel tuffo e poi riuscì sbattendo i capelli che ondeggiarono sinuosi al vento.

Cominciò a nuotare all’indietro ad occhi chiusi assaporando quella brezza che gli stava regalando l’acqua con tutta se stessa e li, incominciò a sognare …

Ormai era completamente presa dalla sua immaginazione accompagnata dal suo bel samurai, era totalmente innamorata di lui e nel momento in cui quell’uomo stava per sparagli lei era terrorizzata all’idea di perderlo, preferiva andarsene lei piuttosto che veder morire il suo amato.

Anche Goemon stava pensando a lei, si stava domandando come stesse in quel momento sapendo che doveva sistemare casa e fin’ora non gli aveva ancora chiesto aiuto ed era preoccupato per lei, così decise di andare a controllare che fosse tutto a posto. Nel frattempo la fanciulla era rientrata e si era asciugata, e dato che di sera l’aria si era messa piuttosto fredda si era sistemata col suo bel vestito lungo verde e sulle spalle uno scialle di cotone rosa antico. Con l’arrivo della sera anche la temperatura dentro la sua casa si era abbassata così accese la sua piccola stufetta lasciando aperto lo sportellino per controllare se c’era bisogno di legna e anche per ammirare la danza delle fiamme.

Si sedette comodamente in mezzo a tappeti e cuscini sul pavimento avvicinando le mani alla stufetta che emanava un’aura tiepida che le faceva davvero piacere, nonostante tutto però si sentiva un po’ sola sentendo la mancanza del suo innamorato. Destino volle, in quel momento arrivò proprio lui medesimo in persona davanti alla soglia di casa sua e aveva deciso di coglierla di sorpresa. Bussò alla porta, lei, non immaginando che fosse lui, cercò di capire attraverso la fessura chi fosse ma non vide nessuno, così aprì la porta facendo qualche passo avanti ma nei dintorni non c’era anima viva. Rientrò pensando di aver confuso con degli altri rumori rimettendosi comoda. Ad un certo punto guardando le fiamme ebbe un’illuminazione tipica della sua ipersensibilità da gitana e capì subito che Goemon si trovava alle sue spalle e stava avanzando lentamente dietro di lei per farle una sorpresa, anche se non era nelle sue intenzioni spaventarla, comunque sia, lei lo precedette dicendo senza voltarsi:

-….. e così … sei qua! – sorrise.

Lui venne preso alla sprovvista e così si mise vicino a lei sorridendole a sua volta:

-Sei riuscita a scoprirmi!-

-Sono una zingara!- gli rispose facendole una smorfia infantile.

-Una splendida … zingara ..- disse lui con lo sguardo basso e arrossendo.

Lei lo vide ma non volle metterlo in imbarazzo e si limitò a sorridere tra se e se.

-Spero non ti offenda se alcune volte … ti dico … che sei molto bella .. –

-Per nulla … lo apprezzo molto, sai che … anche tu comunque hai un certo fascino misterioso? … o meglio .. io .. mi sei sempre piaciuto!-

-Veramente?-

-Si .. mi hai sempre incuriosito .. – rispose lei con lo sguardo un po’ sognante.

Lui le accarezzò la guancia stringendola a se e dicendole sotto voce:

-Anche tu mi sei sempre piaciuta .. –

I loro visi si sfioravano,  ma nemmeno questa volta si unirono, anzi, dopo poco si allontanarono un tantino, ed Esmeralda ebbe l’idea di proporgli di uscire insieme a fare quella famosa passeggiata che si erano promessi tempo fa di fare lungo le colline della foresta. Lui accettò e prendendola per mano la portò con se. Inizialmente insicuro della sua salute le chiese se era sicura e se se la sentiva davvero, lei annuì convinta e così andarono. Andarono lungo un sentiero alberato, di sera tutto aveva un aspetto diverso, le cose erano più misteriose, mistiche e perché no … anche romantiche.

Una sottile nebbietta li circondava come il tenero che si era creato tra i due ma che ancora faticava ad esprimersi apertamente al mondo intero.

Proseguirono camminando sulla riva del lago ed insieme ricordarono nostalgicamente quel giorno in cui entrambi cantarono quella canzone che li aveva avvicinati tantissimo.

Poi proseguirono lungo la montagna e nonostante fosse sera tarda e il buio era calato su di loro, i raggi di una meravigliosa luna piena li illuminavano guidandoli lungo il loro cammino senza intralci. Dopo attraversarono il fiume che c’era a valle che era ricco di acqua e il fruscio era vivo e continuo. Dopo una buona mezz’oretta si sedettero vicini su una specie di scoglio con i piedi a bagno in uno stagno li vicino che era sempre pieno grazie ad una piccola sorgente che fluiva continuamente di un’acqua limpida come un cristallo.

-Come ti senti Zoe? Sei stanca?- le domandò lui.

-Un po’ di abbiocco ma sto bene .. come potrei non sentirmi bene con una serata come questa?-

-è bellissima … non avevo mai passato una notte così bella in vita mia .. –

-Dici sul serio? –

-Si .. adoro la tua compagnia .. –

Lei sorrise e appoggiò la testa sulla sua spalla e lui le baciò la fronte teneramente, mentre lei arrossì un pochino, anche se dentro di se si sentiva in paradiso.

Lui le passò un braccio intorno alle spalle. Per coccolarla e per ripararla dall’aria fresca della sera. Il cielo era coperto di stelle bellissime, tutti e due le guardavano incantati da quegli splendidi luccichii.

Contemporaneamente poi si guardarono ma abbassarono un pochino lo sguardo, non si aspettavano di incrociarsi in quel modo.

Dopo un po’ entrambi decisero che era il momento di parlare, di dirsi ogni cosa prendendosi poi la responsabilità di qualsiasi conseguenza ci fosse stata.

-Zoe c’è una cosa che ti devo dire ma è davvero importante .. –

-Anche io .. ma .. dimmi tu prima forse è meglio … -

-Come preferisci .. –

-io più che altro ho paura a dirtelo .. –

-Non devi piccola mia .. –

-Posso allora?-

-Dimmi –

- …..Goemon è ora che tu sappia quello che sento da un po’ di tempo a questa parte per te .. da quando ci siamo incontrati la mia vita è cambiata … mi sento di nuovo felice .. tu mi completi quel vuoto che si era creato dopo che la mia famiglia  è mancata, ti giuro da quando sei arrivato .. è tutto cambiato insomma ho avuto anche momenti di tristezza ma .. è arrivato il momento di dirti tutto .. –

Prese un gran respiro e poi continuò guardandolo dritto negli occhi:

-Quel giorno che Fujiko mi parlò in privato mi disse una cosa che mi sconvolse completamente che poi alla fine si era rivelata una gran bugia .. mi disse che tu di li a poco ti saresti sposato .. io .. quando sentii quelle parole provai una sensazione amara come il veleno avrei voluto supplicarti di non farlo di non allontanarti da me .. perché io ho bisogno della tua presenza nella mia vita Goemon .. anche solo come amico ma ne ho bisogno … anche se .. il pensiero di te nelle braccia di un’altra donna mi uccide .. –

-Aspetta un momento Fujiko ti disse che io stavo per sposarmi? Ma come ha potuto dirti una cosa del genere!?- disse lui arrabbiato.

-Che vuoi che ti dica … -

-Non potrei mai sposarmi .. – rispose lui severo, Esmeralda a quella frase rimase un tantino pietrificata, temendo si trattasse dell’anticipo di un sonoro ripudio del suo amore, ma poi lui continuò:

-Io non voglio sposarmi con nessuna donna … - disse lui severamente. Lei abbassò lo sguardo quasi in lacrime, sentendosi sempre più male, finché lui proseguì la frase con un tono dolcissimo –che non sia tu … -.

La ragazza sentendo quelle parole alzò subito il volto rianimandosi e guardandolo con occhi spalancati. Lui le prese le mani e proseguì:

-Esmeralda … è da quando sei entrata nella mia vita che mi trovo in un abisso … in un abisso in cui tu sei il pensiero principale .. non riesco a pensare a nessun’altra donna che a te … …. …. Mi sono innamorato di te Zoe … avevo paura a dirti tutte queste cose perché .. anzi .. ho paura ancora adesso, perché so che se mi rifiuterai, ciò che si era costruito tra di noi andrebbe distrutto per sempre … ma come hai detto tu per me, io a mia volta ho bisogno che tu ci sia nella mia vita … non sono in grado di immaginare una vita senza di te .. –

Lei respirava pesantemente, incredula, emozionata, felice, commossa … sembrava che stesse sognando … non credeva a ciò che le stava dicendo, le stava dicendo praticamente tutto quello che provava per lei .. e come lei non trovava le parole per esprimersi …

-Goemon …. Mio Dio non può essere vero … tu stai dicendo … tutto quello che sento anche io per te … -

-Q-quindi … tu … -

-si … voglio stare con te Goemon … non voglio separarmi da te …. Mai … ti voglio con me … per sempre … -

-E io pure piccola mia, non voglio lasciarti ne a Lupin ne a nessun’altro …. Rinuncerò alla mia vita da ladro e farò in modo che non ti manchi nulla, ti manterrò come una regina e ti posso giurare … che non ti abbandonerò mai e ti seguirò dovunque ….. ti prego di ricordartelo … - disse lui emozionato come non mai.

-Lo ricorderò per sempre, per me al mondo non esiste nessun’altro, ci sei solo tu nel mio cuore … non desidero altro che stare con te non voglio vivere da regina non voglio nulla se non ci sei anche tu … - rispose lei completamente persa per lui.

Goemon le prese il volto dolcemente con la mano tirandolo a se e a pochi millimetri distante dalle sue labbra le mormorò:

-Zoe Duchesne … vuoi sposarmi? –

A lei scappò un sorrisetto, talmente incredula di ciò che stava accadendo, ma rendendosi conto della serietà della domanda lo guardò negli occhi rispondendogli solennemente –Si Goemon .. io ti sposerò .. – e finalmente .. dopo tanto tempo di lotta contro se stessi e la paura di separarsi .. si unirono in un dolcissimo bacio.

Le loro braccia si strinsero a vicenda, i loro sogni si erano avverati adesso non li avrebbe separati più niente .. NIENTE! Fu un bacio lunghissimo, tanto era stato represso quell’amore che provavano l’uno per l’altra.

Quando si staccarono, rimasero comunque con i volti vicinissimi e lei sospirando gli disse –Goemon … -

-Si? Esmeralda .. –

- Ti amo … -

-Ti amo anche io … mia piccola gitana .. – disse lui teneramente abbracciandola.

Rimasero uniti per tantissimo tempo, sarebbero rimasti così per tutta l’eternità, ma la notte correva veloce ed era ora di tornare a casa. Il samurai le impose, senza voler sentire obiezioni, di essere portata in braccio fino a casa. Lei tentò di controbattere ma dovette cedere, anche se non le dispiaceva affatto di essere portata in braccio dal suo amato.

Arrivarono davanti alla casa della ragazza e lui prima di lasciarla andare la strinse fortemente a se soffocandola di nuovo con un bacio da lei contraccambiato con grande veemenza. Durò parecchi secondi e quando si staccarono lui le disse:

-Aspetta Esmeralda .. – ed estrasse la stella del Kuristan dalla propria tasca porgendogliela.

-Perché la dai a me?-

-Domani vieni al covo giusto? Così decidiamo la somma che spetterà a ciascuno della stella, la affido a te perché con Fujiko che gira in casa e possibili criminali che conoscono il nostro nascondiglio ‘è pericolo che venga portato via, qui nessuno sospetterà che ci sia il rubino .. te la senti? –

-Non ti preoccupare è in buone mani!-

-Ehi!- la chiamò lui.

Lei si voltò e vide che la stava aspettando a braccia aperte e senza esitare un attimo si gettò nel suo possente abbraccio lasciandosi inebriare dal sentimento che provava per lei.

La giovane zingara la baci più volte il viso, poi fermandosi un momento e guardandolo negli occhi lo baciò con lentezza accarezzandogli il viso dolcemente.

Lui la teneva stretta a se e con la mano le teneva la testa come se volesse divorarla talmente si sentiva affamato da quelle labbra. Dopo un po’ la lasciò andare anche se a malincuore e lei entrò in casa sua salutandolo dalla porta e poi lui tornò a casa, lei restò sulla porta a guardarlo mentre se ne andava e quando i suoi occhi non lo videro più, entrò in casa sospirando.

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Capitolo 11
*** Un Fantasma del Passato ***


 

Il samurai nel frattempo tornava a casa come un uomo nuovo, era felice, commosso, si sentiva finalmente completo. Presto, molto presto, la sua piccola gitana sarebbe diventata la sua sposa, e non poteva desiderare altro dalla vita, che quella dolce fanciulla da cui si era fatto rapire il cuore, e promise a se stesso, di cambiare vita per diventare un uomo onesto e per poterla mantenere come una regina, qualunque cosa, per la sua Esmeralda.

Lei  intanto era andata in camera sua mettendosi sotto le coperte e in pochi secondi si addormentò con un leggero sorriso disegnato sul volto. Anche lei era di nuovo felice dopo tanto tempo. Non vedeva l’ora di rivederlo, lo amava davvero, e molto anche. Lui era il suo primo unico immenso amore. Nessun’altro, sarebbe stato come lui, per lei.

Durante la notte, un uomo penetrò nella sua abitazione, senza farsi sentire.

Salì le scale, e con un balzo, chiuse la bocca alla zingara e un altro uomo le legò mani e piedi, poi se la caricarono sulle spalle gettandola dentro un furgone e portandola via, lei urlò si dimenò ma fu inutile, e inoltre durante il viaggio nel furgone perse i sensi per lo spavento e nessuno poté aiutarla.

Il furgone arrivò fino ad un antico castello, ma la domande erano:

chi erano? Perché avevano rapito la zingara? Cosa volevano farle?

Tutto era un enigma …

Esmeralda andò a dormire ripensando alla splendida serata trascorsa con Goemon, ora non temeva più niente, adesso sapeva che non sarebbe più stata sola, che forse la possibilità di costruire un futuro insieme a lui esisteva …

Ma ad un tratto due mani l’afferrarono di peso, qualcuno chiusa la bocca con il nastro adesivo e così anche per le gambe e i polsi e dopo venne gettata dentro una grossa auto e poi fu scortata via, la zingara adesso era in pericolo.

La mattina dopo i tre ragazzi si svegliarono di buon ora, attendendo la loro amica, il più impaziente di tutti era Goemon, che non vedeva l’ora di poter rivedere la sua amata Esmeralda.

Ma i minuti passavano e lei non arrivava. Il tempo trascorreva sempre più velocemente senza che lei si vedesse. L’agitazione cominciò a farsi sentire, la preoccupazione del samurai era a dei livelli esasperanti, era sempre stata puntuale ma quel giorno proprio non si presentava. Dopo una lunga attesa Goemon decise di andare a casa sua a controllare che fosse tutto a posto, ma con grande amarezza venne a scoprire che lei non era in casa e con lei mancava anche il rubino … per quale ragione era scomparsa? Senza avvertire portando via il rubino ? ..

Gli trasalì un dubbio orrendo a cui stentava a credere,

che lei fosse fuggita con la pietra ingannandoli? Tradendo la loro fiducia, l’amore e la promessa di matrimonio? Non poteva essere, non era credibile … però … era possibile. Rimase immobile al centro della sala principale della sua casa, gli occhi gli tremavano e diventavano sempre più lucidi e il battito del suo cuore era tremendamente rapido. Respirava velocemente e si stava convincendo sempre di più della sua possibile fuga. Strinse fortemente i pugni e poi corse rabbiosamente al covo, con respiro affannato e veloce avvertendo all’arrivo dell’orribile scomparsa; ma i fatti sconcertanti non erano finiti. Da lontano una barca si stava avvicinando al covo, e a prua si intravedeva la sagoma di un uomo, che alla fine si fece subito riconoscere:

-LUPIN! TI HO SCOPERTO ORMAI SEI MIO NON PROVARE A FUGGIRE!!!-.

Zenigata era tornato all’attacco e per giunta nel momento più sbagliato.

Lupin si esasperò, in quel momento non ne andava una giusta, avevano organizzato già da tempo un piano di fuga per una possibile invasione di Zenigata ed i suoi uomini come quella e quindi salirono su nella torre del covo liberando una mongolfiera per far credere ai poliziotti di una fuga via aria.

L’ispettore si lanciò verso la corda che pendeva dal pallone arrampicandosi su e scoprendo con rabbia che al posto di Lupin dentro la mongolfiera c’era un registratore con una assetta registrata dal ladro che lo scuoteva:

-“ ciao Zaza, mi dispiace che tu te ne vada anche questa volta a mani vuote ma noi abbiamo fretta! CIAOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!”-

-MALEDETTO LUPIN! GIURO CHE SE TI PRENDO TI FACCIO PASSARE LA VOGLIA DI FARE CERTI SCHERZI!- sbraitò lui furioso.

Nel frattempo, un motoscafo da un sotterraneo del nascondiglio, uscì fuori a tutta velocità percorrendo il fiume.

Appena lo videro, gli uomini di Zenigata, ancor prima che lui lo ordinasse, si misero ad inseguirlo sparando dei colpi di pistola.

Ma le sagome dei tre ladri restavano in piedi anche dopo essere state colpite più volte e questo fece capire che si trattavano di manichini. Tutti quanti si sparpagliarono nella zona per trovarli e i tre uomini ne approfittarono per fuggire via nuotando silenziosamente e nello stesso rapidamente lungo il fiume mettendosi alla ricerca della loro zingara.

Intanto la povera ragazza, si risvegliò dolorante, privata del suo abito con un leggero vestitino chiaro e un busto nero che le stringeva la pancia, i capelli lunghi sciolti e bagnati, i piedi nudi, il viso pallido e la testa che pulsava dal dolore.

Si sentiva tremendamente scomoda, era con i muscoli tesi ma ancora non aveva aperto gli occhi e non riusciva a capire ne dove fosse ne “come” fosse per sentirsi così male.

Piano piano aprì lentamente le palpebre vedendo un pochino annebbiato ma riconoscendo delle figure umane che l’accerchiavano e la guardavano dal basso, armate fino ai denti.

Mise a fuoco e vide che tutti loro portavano i passamontagna ma i loro occhi la fissavano costantemente in modo minaccioso e ardito nello stesso tempo, comunque sia restava una ragazza dalla bellezza infinita a cui tutti rimanevano incantati.

Davanti a lei, un uomo avanzò con passo lento, ma non riusciva a riconoscerlo perché la vista si era offuscata di nuovo, faceva saltare nella mano una cosa rossa come fosse un giocattolo.

Strizzò gli occhi e poi li riaprì vedendo nitidamente e tragicamente scoprì l’identità dell’uomo davanti a lei che faceva saltare la stella del Kuristan nella propria mano:

-Sean …. Ambrose!- esclamò lei inorridita.

-Quanto tempo … Zoe! Sei sempre più bella .. anche se sei diventata … una stracciona!-

Lei non badò alle ultime parole e si guardò attorno accorgendosi di essere legata su una specie di crocifisso con le mani congiunte e piedi legati davanti a quella grande sala con quell’uomo tenebroso davanti a lei. A dire il vero era un bell’uomo Sean, ma la sua malvagità lo disegnava un mostro, un mostro orribile … un cane maledetto!

-Perché mi hai rapita che cosa vuoi?- chiese lei allibita e sempre più ripugnante alla vista di quell’orribile uomo.

-Cara … - cominciò lui passeggiando avanti e indietro sotto di lei –io h tanti obbiettivi oggi, primo, mi tengo questa bella pietra che l’altra notte tu e i tuoi luridi amici mi avete portato via … - ad Esmeralda venne un colpo realizzando ogni cosa:

-Cooosa? Tu sei il ladro che ha cercato di portarsi via la stella e … voleva uccidere … Goemon!!!-

-Già … la vita a volte è strana .. eppure ero io .. che tristezza .. quando ho colpito la tua bella schiena bianca, e poi sta notte .. che lurida figura vedere te che baciavi dalle cascate quel lurido uomo!-

-NON OSARE NE NOMINARE NE PARLARE COSì DEL MIO FUTURO MARITO!!!!!- tuonò lei.

A quelle parole il sangue di Sean ribollì, il suo viso diventò pallido e la rabbia gli trasalì fino alle tempie e si gonfiarono le vene della sua testa:

-Cosa … non mi dirai che … SPOSERAI QUEL DANNATO SAMURAI DA QUATTRO SOLDI!!!!! NON CI POSSO CREDERE!!! QUELLO SPORCO LADRO!!!!!!!- Sbraitò lui fuori di se per la gelosia.

-Parli tu che oltre a ladro ora sei anche un assassino! E comunque non mi interessa cosa sia lui! Lui è un vero uomo nel cuore! E tu sei … UN MOSTRO!- ribatté lei a sua volta.

-Tu rinunci a me … e dopo tutti questi anni, ti vuoi sposare con un elemento così pietoso?- lei ormai satura dei suoi insulti nei confronti del suo amato gli sputò addosso. Lui fece un cenno con la testa ad un uomo vicino a lui, questo prese un bastone e le diede una botta fortissima nello stomaco. Lei lanciò un grido di dolore cacciando della bile e rimanendo poi col viso chinato.

-Ora posso andare avanti … oltre alla pietra, già che ci sono per una personale vendetta ucciderò finalmente il tuo futuro maritino, poi attirerò il tuo famoso amico Lupin, lo costringerò a darmi tutti i suoi bei bottini .. e poi farò fuori anche lui .. sai com’è .. mi ha sempre preceduto ed è ora che anche io mi riprenda ciò che mi spetta, dico bene?-

-Sei pazzo Sean … - gli disse lei debolmente.

-Non dire così amore … qua l’unica persona pazza, sei tu, insieme ai tuoi amici, sei davvero una ragazza stupida Zoe, ti fai chiamare Esmeralda per via della tua vita zingaresca che hai intrapreso da quando la tua famiglia è mancata e in più vai a frequentare quegli essere patetici … Sei fuori di testa!-

-Io eh .. – ribatté lei.

Lui con un altro cenno diede ordine all’uomo col passamontagna di colpirla nello stomaco e lei ripeté la scena di prima indebolendosi ulteriormente, la vista le si offuscò di nuovo e questa volta sanguinò anche dalla bocca.

-Ti conviene tacere tesoro, non mi piace vederti in certe condizioni.- disse lui falsamente.

- … anf … anf … se il tuo obbiettivo non sono io … ma Lupin .. che mi farai nel frattempo? – chiese affannosamente lei.

-Bhè .. questo dipende da te .. tesoro.- le rispose lui con un ghigno malizioso.

Lei aggrottò il viso con un espressione ripudiante, odiandolo dal più profondo del cuore, nel frattempo, Fujiko era nascosta dietro una colonna del castello da diverso tempo, spiando e osservando tutta la scena senza farsi vedere, la faccenda si faceva sempre più scottante …

I tre amici intanto si erano sistemati in un altro nascondiglio sempre vicino a quello precedente. Tutti e tre avevano i volti cupi e sconcertati, nella stanza regnava un silenzio spaventoso, nessuno sapeva cosa, dire, e della loro amica, nessuna traccia ..

-Non posso crederci … Esmeralda non sarebbe mai fuggita con il rubino, se avesse voluto tradirci per profitto ci avrebbe portato via anche il diamante, e invece quello lo abbiamo noi .. non è una ragazza come le altre .. secondo me non avrebbe mai fatto una cosa del genere. – intervenì Jigen interrompendo il silenzio.

Goemon dentro di se gli credeva, fra l’altro dopo la frase “non è una ragazza come le altre” si convinse ulteriormente di quello che aveva detto, doveva fidarsi di lei ed effettivamente la conosceva bene non avrebbe mai fatto una cosa del genere ai suoi amici e tanto meno al suo futuro sposo, quindi l’unica opzione era che le fosse successo qualcosa ..

-Avrei un’idea ma non vorrei sbagliarmi .. – disse Lupin senza distogliere lo sguardo dal pavimento –Non vorrei, che la gelosia di Fujiko l’abbia indotta a fare qualche scherzo e a portarla via con se insieme alla pietra per ricattarci .. – proseguì sospettoso.

-Non credo .. – intervenne Goemon –è malefica e questo si sa, ma non ha mai scherzato con la vita delle persone per i soldi, su questo punto mi rifiuto di trattare. – concluse solennemente.

-Ha ragione – disse Jigen.

Dopo poco tempo sentirono bussare alla porta, Lupin guardò dalla serratura della porta e poi aprì.

Entrò Fujiko ansimante e appoggiandosi all’entrata per riprendere fiato dopo aver corso come una forsennata.

Tutti e tre si guardarono con occhi spalancati:

-Fujiko, ma che succede? Tu sai dov’è Esmeralda?- domandò Lupin preoccupato.

Lei continuò a respirare affannosamente ma annuì con la testa. Goemon e Jigen che erano seduti si alzarono di scatto e il samurai si avvicinò allarmato domandandole:

-E dov’è? Sta bene? Che le è successo? Ti prego ho bisogno di saperlo!- la implorò lui.

Lei respirò ancora un momento e poi le rispose – vi ci porto io in macchina .. l’hanno rapita! Hanno preso il rubino e l’hanno legata dandole due colpi sullo stomaco non so bene il perché, ma quello che so di per certo, è che l’uomo che ha organizzato tutto .. si chiama Sean Ambrose. Lo ha detto lei all’inizio quando lo ha riconosciuto.- confessò lei.

Quando Goemon sentì quel nome ricordò dell’uomo di cui le aveva parlato la sua gitana, e infuriato come non mai si precipitò dentro l’auto di Fujiko gridando:

-PRESTO DOBBIAMO ANDARE A SALVARLA O LE FARà DEL MALE!!!-

Anche gli altri corsero dentro l’auto e la ragazza partì a tutto gas dirigendosi verso la fortezza:

-mia cara non potremo esserti più grati di quello che stai facendo per la povera Zoe!- disse Lupin.

-Sai com’è .. continuo a detestarla ma … non posso rovinare un matrimonio!- rispose lei.

-Cosa? Quale matrimonio?- domandò Lupin confuso.

-Quello di Goemon ed Esmeralda.-  affermò Jigen.

-Ma .. ma come voi tutti lo sapevate tranne me … e così .. la mia Smeraldina si sposa … sono commosso .. – disse Lupin asciugandosi le lacrimucce prima di dare una pacca sulla spalla al suo amico.

-E bravo Goemon che si è arruffianato la bella zingara eh!!!!!!- disse lui malizioso.

-Al contrario tuo io sono post matrimonio e a me interessa la sua personalità in primis. – lo spense lui nervosamente.

-Oh … ho capito.- disse lui imbarazzato.

Intanto al castello la povera gitana era stata pestata in continuazione per la sua voglia di ribattere ad ogni frase che non le andava bene, era una cosa più forte di lei e loro non la finivano di torturarla, fra l’altro la stavano obbligando tramite quelle torture a confessare il punto debole di Lupin per poterlo incastrare ma lei non accennava minimamente a rispondere e le torture contro di lei andavano avanti.

Perse i sensi diverse volte ma resistette al dolore senza fiatare.

I tre amici arrivarono al castello e cercando di essere più silenziosi ed invisibili possibile, penetrarono nella fortezza giungendo fino alla sala dove si trovava la ragazza agli estremi.

Goemon quando vide la scena per poco non impazzì.

Vedere la sua ragazza ridotta ai limiti, crocifissa davanti a quell’uomo orribile gli faceva perdere tutto l’autocontrollo che aveva.

-Che facciamo Lupin?- domandò a bassa voce Fujiko vedendo che c’era pieno di guardie armate.

-Ancora non lo so fammi sentire .. – rispose lu. Intanto Sean continuava a tormentare Esmeralda:

-Senti, te lo dico per l’ultima volta dopo di che ti massacrerò fino a che non troverai in fin di vita, parla, il punto debole di Lupin, lo voglio sapere E SUBITO!!- tuonò Sean.

Lei alzò pesantemente il capo guardandolo con uno sguardo arcigno –MAI!- disse rabbiosamente.

-Bene … e allora tieni!- disse colpendola di nuovo nel ventre col bastone ancora più violentemente.

Lei gettò un grido estenuante sputando sangue. Ormai non avrebbe resistito a lungo .. la ferita d’arma da fuoco inoltre si faceva sentire ad ogni colpo che riceveva e di conseguenza sentiva il doppio del dolore che avrebbe dovuto sentire, presto o tardi per lei era la fine ..

Goemon rimase fermo dietro il pilastro per un po’ senza fiatare, ma poi non ne poté più. Con un grido battagliero si lanciò rapidamente verso gli uomini armati, estraendo la sua Katana e ne fece fuori alcuni infilzandoli; poi, altrettanto velocemente, tagliò le catene che tenevano legati mani e piedi della gitana e afferrandola al volo. Sean non si mosse di un millimetro osservando tutta la scena con un atteggiamento pacato. Molto pacato.

-Goemon … coff … ha .. ha preso il rubino .. è lui Sean Ambrose .. l’uomo di cui ti ho parlato .. anf .. ha preso il rubino vuole ucciderci dobbiamo scappare!! – disse la zingara con un filo di voce.

-Non ti preoccupare del rubino adesso, giuro che ti porterò in salvo e ucciderò Sean per tutti i crimini che ha commesso, tu non ti devi preoccupare di niente!- le rispose lui. Poi prese ad accarezzarle il viso togliendole i capelli da davanti alla bocca, e vide con grande amarezza nel cuore, che aveva lo stesso sguardo di quando era sdraiata nel letto dopo essere stata colpita dall’arma da fuoco. Uno sguardo vuoto, pallido, quasi bianco, ma non stava morendo.

-Dio Zoe … ma che ti ha fatto quel diavolo? … - disse lui con voce tremante. Lei incurvò le labbra in un debole sorriso dicendo – ha cercato di farmi dire il punto debole di Lupin e il nascondiglio dei suoi tesori rubati ma non ho parlato … - prese un gran respiro con qualche colpo di tosse e poi proseguì – Goemon era lui il ladro che ha sparato quella notte … l’uomo che voleva ucciderti era lui … io non l’avevo riconosciuto ma … me lo ha detto lui .. -.

Goemon spalancò gli occhi con le labbra tremolanti e per un attimo rivide da capo tutta la scena spaventosa che accadde quella notte sopra il museo: la pistola puntata su di lui, lo sparo, il viso di Esmeralda di fronte al suo e infine il peso del suo corpo trafitto addosso al suo. Poi vide il volto del ladro nero prendere una forma nella sua mente,  la forma del volto maligno di Sean.

Alzò lo sguardo rivolgendolo verso di lui, che stava ridendo malignamente tra i denti:

-Eheheheh! Questa volta però non vi andrà bene come qualche nottata fa! Questa volta, siete in casa mia, ci sono i miei uomini, e perderete!-

-Lo vedremo!- intervenne Lupin uscendo dal suo nascondiglio.

LUPIN! TU QUI!- tuonò sorpreso.

-Già, e non sono solo.- appena terminò la frase Jigen e Fujiko uscirono a loro volta, mettendo bene in mostra le armi. Sean li guardò tutti insieme. Il sangue gli ribolliva ai limiti della follia, gli occhi erano quasi completamente rossi di rabbia, le vene sulle tempie gli pulsavano velocemente e il battito del suo cuore cresceva di minuto in minuto.

-V- voi … ! – osservò Fujiko e poi riprese nervoso –Tu! Eri tu che giravi qua intorno tranquillamente! MA COME DIAVOLO HO POTUTO NON ACCORGERMI DI TE!!!!!- tuonò sparando un colpo di pistola per terra dalla rabbia. L’eco del botto si espandé per tutta la stanza con un rumore assordante, lui ansimava carico di rabbia, ormai aveva perso completamente la ragione, da quando la povera Esmeralda gli aveva detto che stava per sposarsi, quel poco di razionalità che le era rimasto se ne era andato per sempre, ormai la follia aveva preso il controllo del suo cervello. Era diventato completamente pazzo.

-Io … I GIURO CHE VI UCCIDERò TUTTI!!!!!- incominciò a sparare a caso per tutta la stanza e tutti i presenti cominciarono a schivare i suoi colpi. Anche Goemon che aveva in braccio il corpo debole della gitana, si spostava in continuazione per schivare i colpi con l’ansia di fare male alla sua dolce consorte.

Uno degli uomini di Sean lo prese alle spalle cercando di calmarlo e dopo un po’ di tempo smise di sparare e dopo essersi agitato per liberarsi della sua morsa si calmò un pochino fermandosi del tutto, l’uomo a quel punto lo lasciò andare anche se poco convinto.

Respirò affannosamente per un po’, poi estrasse il rubino dalla tasca esponendolo alla luce osservandone i meravigliosi riflessi:

-Dimmi Lupin, dove nascondi tutti i tuoi altri tesori? .. so che ne hai racimolati molti nel giro di pochi anni, non li avrai mica venduti tutti spero .. – disse stringendo più forte il calcio della sua pistola.

-Bhè diciamo che una buona parte gli ho venduti .. – rispose lui col suo solito sarcasmo pacato – ma penso che non mi convenga molto dirti dove sono tutti gli altri, sai com’è io ci tiro avanti con quella roba Hihihihi! – concluse con una risatina. Al contrario però Sean non apprezzò la sua ironia e dopo aver ringhiato tra i denti si rivolse a loro puntando l’arma contro Lupin principalmente:

-Tu mi hai sempre preceduto in tutto! Mi spetta una parte di tutto ciò che mi hai portato via in questi anni! MI SERVE!-.

La sala diventò buia per un momento, poi subito dopo ritornò la luce, Esmeralda si trovava al centro della fila dei suoi compagni, in piedi, anche se allo stremo delle forze, con il rubino in mano. Goemon non si accorse nemmeno di quello scatto, tanto fu immediato e silenzioso.

Era li davanti a lui, ansimante, ma pur sempre in piedi, stringendo energicamente il rubino. Tutti e tre (a parte Fujiko) rividero come in flashback la notte che tentò di rubare il diamante corvino, in quel momento si era ripetuta la stessa scena, sembrava quasi che stessero rivivendo un ricordo. Lei lo guardò con un ghigno malefico e gli disse:

-Noi … riusciremo .. a darti la lezione che ti meriti, perché tu sei un assassino e niente di più! Perirai e per di più, sarai pazzo e geloso. Ma puoi stare certo che tu non avrai niente da noi … NIENTE!-

Lui la guardò con uno sguardo completamente fuori di se pronto ad esplodere, poi diede ordine ai suoi uomini di inseguirli ed ucciderli.

Loro dopo aver recepito l’ordine corsero via in cinque direzioni diverse. Goemon cercò di mantenersi il più vicino possibile alla sua Esmeralda, che faticava a correre ma nonostante tutto se la cavava egregiamente.

Salirono sul tetto, poi scesero ritrovandosi insieme e corsero verso la costa.

Cinque auto uscirono fuori dai garage del rifugio di Sean e presero ad inseguire i cinque fuggitivi e in una di esse c’era soltanto lui.

Durante la corsa Zoe lanciò il rubino a Lupin che lo nascose dentro la tasca interna della giacca.

Le auto li raggiunsero ma loro non demorsero e proseguirono la loro fuga. Quando le auto si trovarono alle loro calcagna si divisero di nuovo, ma Goemon temeva per la sua ragazza:

-ESMERALDA!-

-CORRI GOEMON! NON FARTI PRENDERE!!!!!!!!- lo incoraggiò lei.

-NON TI VOGLIO LASCIARE DA SOLA!!-

-VIENI QUANDO TI SARAI LIBERATO DEL TUO INSEGUITORE! NON TI PREOCCUPARE PER ME!!!!!!!!!!!!!-

Lui a malincuore si distanziò da lei prendendo una direzione diversa dalla sua, ma pur sempre tenendosi il suo pensiero dentro di se. Pregò a fin ché riuscisse a resistere nel tratto in cui se la sarebbe dovuta cavare da sola prima del suo arrivo. Adesso, era il momento di occuparsi della vettura che lo stava inseguendo. Corse per altri centinaia di metri, poi sparì tra gli alberi mandando in confusione l’autista che perse le sue tracce. Poi dall’alto piombò sulla vettura tagliandola in due che dopo pochi secondi esplose in una gigantesca nuvola di fuoco e fumo nero. Adesso era finalmente libero di andare dalla sua gitana.

Nel frattempo anche gli altri erano riusciti ad eliminare le auto che li stavano inseguendo, ci avevano messo un po’ più di tempo al contrario di Goemon, ma alla fine ci riuscirono anche loro. Si rincontrarono involontariamente dopo una trentina di metri al centro del boschetto vicino alla costiera e insieme si avviarono verso la spiaggia che si trovava ad un chilometro da loro per raggiungere la loro compagna.

Sean la inseguì con la macchina per un tot di tempo che per la povera ragazza che soffriva come un cane parve interminabile.  Correva come una forsennata alla ricerca di un punto dove nascondersi o comunque cercando di trovare un piano per liberarsi totalmente di lui. Ma la situazione non giovava le sue riflessioni ed era costretta a continuare a fuggire. Destino volle che il carburante dell’auto di Sean terminò, così fu costretto a scendere e a proseguire l’inseguimento a piedi.

A quel punto la gitana poté permettersi di rallentare la sua corsa per riprendere fiato, mentre i suoi compagni, anche se erano ancora distanti, la stavano raggiungendo per correre in suo aiuto.

Arrivarono sulla spiaggia della costa ed Ambrose rallentò la sua corsa fino a procedere a passo d’uomo. Estrasse da una tasca un lungo coltello affilato e lo puntò contro la gitana che stava indietreggiando guardandolo negli occhi a pochi metri distante da lui.

Dalla fronte del pazzoide scendevano gocce di sudore misto a sangue, gli occhi erano spalancati al massimo della loro apertura, aveva il battito di un roditore in corsa e respirava pesantemente avanzando verso di lei come un ubriaco:

-Esmeralda ….. Esmeralda!-

-Cosa vuoi da me pazzo!?!?- imprecò lei.

-Non … non m’importa di Lupin, e tanto meno dei suoi stramaledetti tesori, adesso … adesso h capito la cosa che m’importa davvero! …. Tu ora verrai via con me! ... anf …. Ce ne andremo via insieme, costruiremo ciò che non abbiamo potuto costruire in passato … anf …. Ci butteremo i ricordi alle spalle … anf … e staremo insieme … e ….. staremo insieme per sempre! … vieni con me, e prendendomi la mano accetterai di dividere il tuo futuro con me!- disse lui porgendole la mano sinistra tremolante di follia tenendo stretto il coltello con l’altra.

Lei indietreggiò respirando faticosamente ridendogli in faccia diabolicamente – Ahahahah!  Preferirei morire! Piuttosto che dividere il mio futuro con te!! – lo umiliò.

Sean continuava a respirare sempre più pesantemente agitando il coltello con la mano tremante verso di lei completamente fuori di se. La gitana indietreggiava continuamente senza fermarsi, restando voltata verso di lui con un sorriso d’orgoglio in viso:

-Anf … anf … ti stai dimenticando di Goemon!- disse lei riportandogli in mente l’immagine di quel samurai che odiava profondamente.

-Anf … anf … io amo Goemon …. Eheh! …. – sorrise lei tra se e se. Lui intanto a quelle parole fu stretto da un immensa quantità di gelosia e rabbia, inoltre, tutto quello stress lo fece fermare e il suo corpo fu scosso da delle lievi convulsioni di pazzia, ormai stava per esplodere.

- ….. lo devi capire Sean … io non ho mai voluto, non voglio, e non vorrò mai stare con uno come te! .. e non solo perché sei un pazzo delinquente, ma anche perché …. Io amo Goemon! – disse lei con convinzione.

Ambrose perse completamente il controllo e si lanciò dritto contro di lei … con il coltello nella mano ……

 

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Capitolo 12
*** Goodbye ... My Husband ... ***


Tutto accadde nella frazione di un secondo: appena sentì le parole di Esmeralda il suo cervello gli diede l’ordine di attaccarla, tanto era accecato dalla furia e dalla gelosia dei sentimenti che la gitana provava per quell’uomo anzi che per lui.

Si lanciò contro di lei con il coltello in mano e … il disastro fu inevitabile …

La tragedia si era ripetuta nuovamente …

Il coltello trafisse il ventre della povera zingara che sputò sangue lanciando un grido strozzato.

Restarono fermi per qualche secondo in quella orrida posizione: lui la guardava con gli occhi carichi di follia, lei lo  fissava a sua volta con lo sguardo perso nel vuoto e con il ventre trafitto dalla lama sanguinando dalla bocca ed emettendo dei versi strozzati e doloranti.

Un secondo dopo lui si rese conto di ciò che aveva appena fatto e lasciò andare il coltello completamente scioccato e fuori di testa.

La giovane fanciulla cade inesorabilmente a terra, ormai completamente distrutta e immobilizzata dalla morsa del dolore.

Goemon arrivò proprio in quell’istante di corsa seguito dai suoi amici. In un secondo i suoi occhi videro quella tragica immagine.

Gridò il suo nome con tutto il fiato che aveva in gola creando un profondo eco in tutta la zona circostante, correndo disperatamente verso di lei.

Anche gli altri, quando arrivarono e videro la tragedia, si catapultarono vicino a lei. Jigen estrasse prontamente la pistola dalla tasca prendendo la mira e sparando due colpi su Sean, uccidendolo a sangue freddo con tutta la rabbia che aveva in corpo.

Gli fece fare la fine che tutti ritenevano meritasse dopo tutti i disastri combinati compreso l’ultimo.

Dopo si diresse anche lui verso la sua compagna che si trovava distesa in terra e continuava a lamentarsi per il dolore. Cercò di muoversi ma Goemon glie lo impedì. Nel frattempo Fujiko telefonò all’ospedale chiedendo aiuto.

La povera zingara emise dei piagnucolii più volte continuando a sputare sangue. Goemon le asciugò la bocca con la manica della sua tuta tenendola tra le braccia.

Dopo un po’ acquisì un po’ di conoscenza e aprì gli occhi tra i lamenti e le convulsioni:

-GOEMON! …. DOV’è IL MIO GOEMON! …. AMORE RISPONDI!! – lo chiamò lei.

-Sono qui amore … non ti lascio .. sono qui!- le rispose lui tra le lacrime che non esitava a nascondere in quel tragico momento.

-Ah … sei qui … Goemon … Sean … è morto .. possiamo andare a casa, tirami su andiamocene da qui coraggio! – disse lei non rendendosi conto di quello che le era accaduto.

-Zoe …. Non possiamo … - disse lui piangendo con pesanti singhiozzi.

-Perché?! .. Goemon perché piangi? È tutto finito! Perché? …. Perché?- alzò il capo guardandosi la pancia. Il samurai aggrottò il viso in un espressione di dolore vedendo la sua amata che scopriva … ciò a cui presto sarebbe andata in contro …

-Quel …. Quel cane mi ha accoltellato …. – disse con un filo di voce sotto shock.

Tutti quanti avevano il magone, non potevano credere che la loro compagna stesse rischiando la vita ancora una volta, senza contare che questa volta probabilmente non ce l’avrebbe fatta. Il suo fisico era stato troppo tormentato per resistere ancora …

Tutti e quattro erano protesi verso di lei mentre il samurai la teneva tra le braccia piangendo disperatamente, odiandosi e ripudiandosi per averla lasciata sola:

-Goemon … Goemon … io … morirò ... – affermò lei.

-Io …. Zoe … non sono capace di curare le ferite da accoltellamento sono troppo gravi! … dio ma quanto è ingiusto il mondo … se solo fosse arrivato qualche secondo prima tutto questo non sarebbe successo … perché NON SONO IN GRADO DI PROTEGGERTI?!?! PERCHè!?!?!- tuonò lui disperato.

-Goemon, per favore non incolparti … era destino, se mi avessi salvato mi sarebbe successo qualcos’altro … sicuramente … coff coff ..... AH!  ….. mio Dio … ho delle fitte allucinanti … anf … certo che .. io ho un talento per cacciarmi nei guai … è il mio mestiere … - ironizzò lei.

Lui incurvò le labbra in un debolissimo sorriso per darle corda anche se dentro di se era un uomo distrutto e continuava a piangere:

-Mh … forse era meglio se restavi disoccupata però. – disse lui cercando di contraccambiare l’ironia.

Gli altri tre restarono li fermi guardando Goemon di tanto in tanto senza dire niente, la miseria si commentava da sola, trattenevano un gran magone in gola, i loro occhi si erano fatti lucidissimi e anche a loro scesero delle lacrime, ma non potevano fare niente per salvarla …

-Goemon … amore mio … anf … come facciamo io … voglio sposarti … non può finire così … non voglio separarmi da te … - disse affannosamente.

-Easy …. Oh Dio … - con un braccio si asciugò le lacrima scoppiando in un singhiozzo grandissimo – io .. farò qualunque cosa …. Dimmi tu cosa devo fare piccola mia … - la scongiurò lui stringendole energicamente le mani.

-Allora ….. Lupin!-

Appena lo chiamò, le fu accanto:

-Dimmi Esmeralda … - disse lui con voce tremante.

-So che hai con te alcuni gioielli che usi in caso di emergenza … se hai due anelli … coff coff … puoi prestarceli per favore? … - lo implorò.

Lui non esitò un momento e le porse due fedine dorate dalla misura standard.

-Goemon … lo so non è un matrimonio religioso ma … se devo andarmene … voglio andarmene con la consapevolezza che ti ho sposato! –

-E va bene! Allora Zoe Duchesne … o .. Esmeralda … vuoi prendermi come tuo sposo? In salute e in malattia … - non riuscì a proseguire sapendo la frase che seguiva e dopo essersi asciugato le lacrime la supplicò – ti prego Easy … non farmi dire quella frase … ti supplico .. – disse con un filo di voce tra i singhiozzi.

-procedi a modo tuo .. – gli rispose dolcemente lei.

Lui prese un gran respiro stringendole la mano avvicinandosi al suo viso con tono leggero:

 

-我的小明星,我帶你作為一個妻子的愛與onorarti接受不管您怎麼做,長處和短處,但上述所有... 簡單...因為你是...一切,我一直想,我可以不愛任何其他您!讓您以您的丈夫?-

(mia piccola stella, io ti prendo come moglie per amarti ed onorarti, accettando qualunque cosa di te, pregi e difetti, ma sopratutto ...

amandoti semplicemente ... perché tu sei ... tutto quello che ho sempre desiderato, e non posso amare nessun'altra che te! vuoi prendermi dunque come tuo sposo?) le disse lui con voce tremolante.

Lei gli sorrise sentendolo parlare come quella volta che combatterono insieme, così lei gli rispose a sua volta con la stessa lingua:

我們的愛,我帶你作為我的丈夫,愛和尊重你的一切,六出一個夢想來到這裡,從我,我要結婚,建立一個之間的聯繫,我和你,我們任何時候都不能解散... 你永遠...我希望我作為您的新娘...-

(Si amore, io ti prendo come mio sposo, amando e onorando ogni cosa di te, sei uscito da un sogno giungendo qui da me, e io voglio sposarti per creare un legame tra me e te che non si possa mai dissolvere ... ti amerò per sempre e ...  vorrei che tu mi accettassi come tua sposa ...)

-我想我愛你!

- (lo voglio amore mio!) affermò lui.

Prese poi gli anelli infilandogliene uno nell’anulare sinistro, poi lei prese l’altro e fece altrettanto. Infine sospirò soddisfatta e felice nonostante tutto. Lui le sorrise, anche se con difficoltà.

Si accarezzarono i visi a vicenda e poi si dichiararono:

-Ti amo, marito mio … -

-Ti amo moglie mia! – le rispose lui commosso.

Si diedero un profondo bacio pieno di amore e poi si guardarono dolcemente negli occhi, lui impallidì nel vedere quelli di lei che lentamente si stavano spegnendo. Il suo corpo stava diventando sempre più freddo.

Dentro il suo cuore il dolore più immenso, non aveva mai sofferto in vita sua più di quel momento mentre stava tenendo la sua amata moglie tra le braccia negli ultimi spasimi della sua vita ..

Lei a sua volta soffriva sia per il male che per la disperazione di dovergli dire addio … tutti i suoi sogni i suoi desideri … erano stati ridotti in fumo nel momento in cui la lama aveva trafitto la sua pancia …

-Goemon … -

-Dimmi Easy … -

-Perché .. le cose che desideriamo di più .. ci vengono sempre portate via? …. – domandò lei con le lacrime che le colavano giù per le guance trattenendo i singhiozzi.

Il samurai sentendo quelle parole si commosse ancora di più, la strinse a se baciandola teneramente poi le sussurrò all’orecchio  -Non smetterò mai di amarti ….. mai …. –

-Neanche io Goemon … -

Silenziosamente fece scendere le mani lungo l’addome fino ad afferrare il coltello che la stava trafiggendo, prese coraggio e lo tirò fuori lanciando un grido immenso. Goemon si allarmò vedendo ciò che aveva fatto a le strinse a se come per placarle il dolore anche se sapeva benissimo che in realtà non serviva a niente … lei sospirò dopo aver tolto il coltello e poi lo guardò negli occhi:

-Adesso … va molto meglio …. – disse con un filo di voce.

Tossì due volte respirando pesantemente e poi ….. i suoi occhi si chiusero …

-………. Easy? …… -

La chiamò sottovoce più volte, ma inutile … Zoe non rispondeva più.

Abbassò il viso per un attimo strizzando gli occhi e soffocando il pianto poi esplose con un grido in cielo … “Esmeralda!”.

Esmeralda.

Fu tutto quello che disse in quel grido disperato levatosi in cielo. Per lui quel nome, era la parola più bella del mondo … e adesso .. non avrebbe più potuto chiamarla …

I suoi amici lo abbracciarono anche loro in lacrime. Non avevano capito cosa si erano detti durante la cerimonia ma quello che intuirono per certo, era che quello che si dissero erano le parole più belle che esistessero al mondo .. e il loro amore, fu un vero amore. Il più puro che sia mai esistito.

Dopo un po’ di tempo arrivò l’ambulanza, e appena arrivarono capirono che non c’era più niente da fare. Comunque corsero vicino al corpo della vittima caricandolo sulla barella, un uomo del soccorso appoggiò due dita sul collo della ragazza, le pulsazioni … c’erano ancora!

-MUOVIAMOCI! CODICE ROSSO VA PORTATA IN AMBULATORIO IMMEDIATAMENTE!-

Goemon sentendo quelle urla si rianimò, ma non abbastanza da sperare che riuscissero a salvarla.  Sarebbe stata troppa fortuna ..

Jigen si mise al posto di guida e seguì l’ambulanza fino all’ospedale. Li il corpo della ragazza venne portato in sala operatoria, mentre loro rimasero ad aspettare.

La capo sala però li pregò di andare a casa perché la situazione era complicata e il pronto soccorso era già pieno di persone che aspettavano i propri cari.

Insistettero per rimanere ma inutile. Dovettero andarsene dall’ospedale, col cuore in gola per la loro compagna.

I giorni seguenti tornarono diverse volte ma nessuno riusciva a dare informazioni sullo stato della ragazza. I dottori e gli infermieri correvano da una sala all’altra senza fermarsi a rispondere alle loro domande. Molte volte si erano spazientiti rimproverando i componenti dell’ambulatorio ma non era servito a niente.

Ogni volta tornarono a casa senza nessuna notizia, dentro di se speravano che fosse viva e che fossero riusciti a salvarla.

I giorni trascorsero e le notizie non arrivavano. Un giorno di questi Goemon andò dal lago vicino alla casa della sua povera moglie, e si sedette sul bordo guardandone l’immenso abisso.

Rivide nella sua mente il giorno in cui si incontrarono cantando la canzone “The Prayer”.

Avrebbe dato qualunque cosa per rivivere quel momento … o almeno per rivivere anche un solo piccolissimo momento insieme alla sua sposa.

Continuò a fissare l’acqua del lago che si muoveva lentamente, gli ricordava tantissimo l’ondeggiamento che avevano i suoi capelli quando erano mossi dal vento, si muovevano con la stessa sinuosità e anche loro come l’acqua, brillavano quando erano colpiti dalla luce del sole.

Inoltre quel lago, aveva lo stesso identico colore dei suoi occhi … non che la stessa profondità.

Ogni cosa gli riportava in mente la sua dolce amata:

Il vento era come il suo respiro, gli alberi evocavano la stessa freschezza ed energia che aveva lei, le montagne avevano il suo stesso fascino, così possenti e meravigliose.

Una bella, splendida ragazza la povera Esmeralda.

E da come gli elementi della natura le somigliavano, sembrava quasi che lei fosse “madre natura”.

Era davvero perfetta.

Era ...

Rimase immobile ripensando a tutti i ricordi e a tutte le similitudini che aveva con la natura quella bellissima gitana, fin che sentì un eco lontano … molto lontano …

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Capitolo 13
*** I Am a Gypsy! ***


Si alzò in piedi e guardò verso le montagne. Ma l’eco non proveniva da li, e nemmeno dall’abisso del lago.

Pian piano quel suono così lontano si fece sempre più chiaro man mano che si avvicinò, fin che Goemon non riconobbe chiaramente le seguenti parole di una canzone che conosceva bene.

Appena le sentì il suo cuore ebbe un tonfo:

-Ave …. Maria … parlo a te come amica …

Pagana …

Ave .. Maria … Io amo un uomo …

Tu proteggilo come … io l’amo … .. –

Goemon si voltò verso il bosco e dal buio degli alberi avanzò verso di lui una donna vestita di bianco, con il cappuccio calato sul viso che celava la sua identità.

La figura avanzò lentamente verso di lui aprendo le braccia, se non avesse avuto il viso coperto sembrava quasi la Madonna …

Goemon fece un passo avanti, il cuore gli batteva all’impazzata, gli occhi erano spalancati e increduli ed era tremendamente agitato. Non voleva giungere a conclusioni, ma la canzone la conosceva bene e quella figura così somigliante alla Santa Maria Vergine era inconfondibile ..

-Ave …. Maria ….. – quando terminò la frase, lentamente sollevò le mani tirandosi il cappuccio all’indietro scoprendo il suo viso. A Goemon per poco non prese un colpo. Il suo viso acquisì un’espressione completamente sotto shock e fece un passo indietro per lo stupore. Era viva, ed era davanti a lui.

Non l’aveva mai vista così bella come quel giorno.

Pareva in ottima salute, le sue guance erano teneramente rosate, la sua pelle candida come al solito brillava alla luce del sole.

Gli occhi così diversi da quando li aveva visti l’ultima volta, in quel momento brillavano come due pietre preziose e a seconda della luce cambiavano la loro tonalità dall’azzurro al blu scuro.

 Un sorriso da Gioconda disegnato dolcemente sul suo viso risplendeva come un capolavoro.

Una vera apparizione.

Il samurai restò immobile sconvolto davanti a quella magnifica figura. Stentava a credere che fosse lei e temeva che il dolore e la nostalgia gli avessero turbato la mente portandolo ad avere delle visioni.

Ma lui era lucido come sempre e quella che era davanti a lui era davvero la sua sposa.

Avanzò lentamente verso di lui, con passo leggiadro. Sembrava leggera come una farfalla.

-…. Esmeralda! …. Non … non posso crederci … - balbettò lui. –io … non credevo che fossi sopravvissuta …. Come hai  fatto a …-

-Sono una zingara!- esclamò lei sorridendo.

-Ho chiesto io all’ospedale di non dare informazioni su di me … volevo farvi una sorpresa, mi dispiace di averti fatto preoccupare mi hanno detto che siete venuti più di una volta al giorno e che avete telefonato tantissime volte … -

Goemon non seppe cosa dire, rimase fermo per un po’ a guardarla ancora incredulo che fosse vera, poi decise di avvicinarsi per accertarsi che non si trattasse di un sogno. Lentamente le prese le mani avvicinandosi al suo volto guardandola da vicino.

-Ma questo … è un sogno … oppure … sono diventato pazzo … - le disse lui depresso.

-No … è tutto reale sono qui!- lo tranquillizzò lei.

Lui voleva stritolarla tra le sue braccia ma rimase disorientato non sapendo come muoversi per non farle male:

-E non ti devi preoccupare per la ferita, ho aspettato di guarire completamente prima di arrivare qui non devi avere paura!-

-Allora … è andato tutto bene?- chiese lui con voce tremante.

-Si certo!-

-…… CIAO MIA DOLC EASY!- esclamò lui abbracciandola fortemente.

Lei saltò in braccio a lui stringendolo a sua volta con tutta la forza che aveva. Lui la fece girare baciandola più volte. Entrambi piansero di gioia e commozione.

Restarono così per diversi minuti poi si guardarono negli occhi e lei disse:

-Forse … non sempre la vita ti toglie ciò che desideri … bisogna soltanto lottare per tenerselo stretto!-

Lui la guardò con le lacrime agli occhi e annuì –hai ragione … adesso .. abbiamo tutto un futuro per noi!-

-Si .. e lo divideremo insieme!-

Conclusero con un altro bacio, da li in poi nulla li separò mai più.

Successivamente al covo l’eccitazione e la gioia di quel ritorno fu immensa. Ovviamente non poterono mancare i festeggiamenti,  Fujiko durante la festa prese coraggio e andò a parlare ad Esmeralda:

-Senti Zoe …. Ehm … voglio essere franca con te, avrai certamente notato che … non è che ti ho preso molto in simpatia ma … ero comunque preoccupata per te … ho avuto davvero paura .. –

-Don’t Worry Fujiko, mi hanno detto che tu hai rivelato a Lupin e gli altri il luogo dove mi avevano rapito e hai chiamato l’ospedale! Ti ringrazio molto sei stata molto in gamba! Forse non sarei qui se tu non avessi fatto tutto questo!-

-Bhè .. forse! Comunque … sei stata brava te lo concedo! – disse lei pur sempre mantenendo il suo orgoglio.

-Senti hai impegni per la mattina del venti maggio?-

-Perché me lo chiedi?-

-Bhè sai com’è dato che è la data in cui i e Goemon ci sposeremo legalmente, e avrei bisogno di una damigella d’onore, inoltre, dovrò pur lanciarlo a qualcuno il bouquet no?- disse lei strizzandole l’occhio.

Fujiko si esaltò dell’emozione saltandole al collo (per abbracciarla questa volta^^)

-OH GRAZIE ZOE NON FINIRò MAI DI ESSERTI GRATA PER QUESTO GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!!-

-Ma figurati!- rispose la gitana sorridendole.

 

20/05: data del matrimonio ufficiale.

Riflessioni di Lupin durante la cerimonia: Ebbene, eccomi qua.

Nella chiesa di Sant’Agata,  come testimone dello sposo,  a fianco a lui e a Jigen, dove si sta sposando la bella Esmeralda con il mio amico Goemon ...

Mi sembra incredibile che dopo tutto quello che è successo siano riusciti a riunirsi e a sposarsi. Spero che abbiano una vita felice se lo meritano entrambi .. sono così carini … guarda come i loro occhi si fissano, sono legati da una magia che è più forte di qualsiasi altra cosa …

ora lui le prende la mano, le mette la fede, la bacia,  ora lei farà altrettanto …. Eh … è stata dura, ,ma finalmente ce l’hanno fatta … adesso sono insieme … e lo saranno per sempre!

 Auguri amici miei! Siete fantastici! Vi voglio bene … -VIVA GLI SPOSI!!!!!!!-

Il matrimonio fu veramente spettacolare, il più bello che abbiano mai visto, ma la cosa veramente speciale che lo rese così unico, era che si trattava del matrimonio dei suoi più cari amici, delle persone più meravigliose che esistessero sulla terra.

Ma accadde una cosa un anno dopo.

Arrivò sulla terra una nuova piccola zingaretta ….

Il suo nome era .. Djibril! ;-)

Fine.

Grazie a tutti per aver seguito il mio racconto! Spero vi sia piaciuta, chiedo ancora scusa per gli errori di ortografia ma scrivendo veloce molte volte non leggo quello che scrivo a faccio dei gran pasticci =) un bacione! Ciao a tuttiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!

 

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