Tomorrowland.

di _brat
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Let's go away. ***
Capitolo 2: *** 2. Changing route one more time. ***
Capitolo 3: *** It's Benidorm, bitches. ***
Capitolo 4: *** Are we ready? ***



Capitolo 1
*** Let's go away. ***





Prologue.
Nell’ultimo anno ho capito che le persone non rimangono per sempre al tuo fianco, nemmeno quelle alle quali hai dato tutto. E’ stato l’anno della libertà, della ribellione, della rabbia e dell’amore. L’anno dei cambiamenti. Ho scoperto cosa si prova a bere, fumare, fare sesso. Sono venuta a conoscenza di sostanze che ti fanno dimenticare i tuoi problemi fino allo svanire del loro effetto. Ho imparato che l’amore non ha razza ne sesso. Sono stata a falò, feste, flash mob, grigliate, concerti.. quali concerti? Ho vissuto la musica dei più grandi dj, ho vissuto Tomorrowland. Ed è stata proprio questa la mia rovina.

  1. Let’s go away.
Ancora non riuscivo a crederci, ma la mia carriera scolastica era finalmente giunta al termine. Ero già in classe, mentre Cotton non era ancora arrivata.. conoscendola (e io altrochè se la conoscevo), sarebbe arrivata in ritardo. E invece no, la vidi arrivare e poggiare con forza il suo zainetto sul banco accanto al mio. Eravamo sempre state due tipe dalla cattiva condotta.. con la differenza che lei lo esternava, io no. Io ero quella che si nascondeva dietro agli angoli per fumare, quella che non aveva mai il coraggio di rispondere ai suoi genitori, quella succube delle ragazze un po’ più robuste. Cotton invece fumava liberamente e se ne sbatteva del giudizio altrui, quella che i suoi genitori li guardava dall’alto verso il basso, quella che non si faceva mai mettere i piedi in testa dalle ragazze più grandi. Ammetto che in tanti casi avrei voluto avere il suo coraggio.. non ho mai conosciuto una ragazza con così tanto fegato.
-ho una bella idea per questo pomeriggio- disse battendomi il pugno.
- tipo?- risposi
- prendiamo la metro e ce ne andiamo in spiaggia- non avevo mai amato la metro, piena di persone che ti fissano, ma per Cotton l’avrei anche presa per una volta.
Annuii in segno di consenso e passai la mia ultima, noiosa giornata di scuola di tutta la mia schifo di esistenza. Mi aggrappai all’appiccicosa sbarra della metro, che ci portò in spiaggia e nemmeno il tempo di poggiare la mia roba a terra notai che Cotton era già in acqua con tutti i vestiti. Non esitai ad andare a fare il bagno, Los Angeles è sempre stata calda. Ci stendemmo sulla sabbia e Cotton si accese una sigaretta offrendone una anche a me, ma rifiutai.
-Carter non puoi continuare a vivere nascondendoti. Guardati, sei ancora fragile e dipendente dai tuoi.. ormai sei grande!- mi rimproverò. Per me quasi 19 anni non rappresentava essere grandi, ma io e siamo sempre state in disaccordo su questo.
- voglio andarmene da qui- continuò –partiamo, fuggiamo da qui.. non diciamo nulla a nessuno e non ci troveranno mai più-
- Cotty stai scherzando? Io sto benissimo qui a Los Angeles- risposi, stavo mentendo.
- stai mentendo. Tu odi questo posto, per quando possa essere bello esteticamente. Tu odi i tuoi genitori e odi i tuoi compagni di classe. Andiamo via!- faceva sembrare tutto così facile, anche quando in realtà non lo era.
- e se anche volessimo andare via.. con quali soldi andiamo? E dove?- chiesi
- tranquilla, i soldi non ci mancheranno- assicurò
- hai intenzione di passare l’estate lavorando?- a me non piaceva per niente l’idea. Scoppiò in una fragorosa risata.
- no, ho di meglio in mente.. vedrai.-  rispose sicura di se.
Passò il mese di giugno, e non parlammo più di questa idea, era solo una dei tanti castelli che Cotton costruiva in aria.. io ero sempre stata realista invece. Ero prossima a mettermi a dormire, quando mi arrivò un sms di Cotton.
 
                     01:00

Ho i soldi, vediamoci al parco, ti do
Mezz’ora per prepararti, appena sei
Pronta raggiungimi. Prepara solo uno
Zaino con la tua roba che al resto ci
Penso io.

 
Non potevo credere ai miei occhi. Cotton aveva davvero un piano per andare via.. non esitai a preparare la borsa, anche sapendo che non era una buona idea, e che magari ci saremmo cacciati nei casini. Ciò che mi convinse definitivamente fu il livido che il mio patrigno mi fece quella sera. Mi avevano sempre trattata male, era ora di mettere fine alla mia vita di merda per cominciarne una nuova, una migliore.
Presi lo zaino e mi calai dalla finestra, portai con me solo il mio skate, che mi aveva regalato mio padre quando ancora era in vita. Quello era l’unico oggetto al quale ero legata in quella maledetta casa, non avevo bisogno di nient’altro. Cotton era al parco che mi aspettava ansiosa. Non appena mi vide arrivare tirò fuori un immenso malloppo di banconote che mi sventolò allegramente in faccia.
-Dove li hai presi questi??- chiesi allibita.
-Dal conto dei miei, ho la loro password. Infondo sono talmente ricchi che non ci faranno caso se manca qualche soldino.-
Continuavo a seguirla verso non so dove mentre lei mi spiegava parte integrale del suo piano.
-Questi soldi prima o poi finiranno, servono solo per trovarci una sistemazione. Quando non ne avremo più troveremo un lavoro per mantenerci.- spiegò. Detto questo arrivammo alla stazione, il treno ci portò all’aeroporto.. e fu solo in quel momento che mi domandai quale fosse la meta.
- dove andiamo?- chiesi, pur avendo quasi paura a scoprirlo.
-per ora andremo a Madrid, ho un cugino lontano che ho già contattato. Sarà lui a ospitarci per un po’.. giusto solo finche non decidiamo cosa fare- spiegò. Detto questo tirò fuori i biglietti che a mia insaputa aveva già prenotato e andammo a fare il check-in. Non appena ci sistemammo in aereo Cotton si addormentò sulla mia spalla.. io non sarei mai riuscita a dormire, per l’enorme cazzata che stavamo facendo.
 
 
 

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Capitolo 2
*** 2. Changing route one more time. ***




Dopo diverse stancanti  ore di volo eccoci su un taxi a Madrid, dirette verso casa di Pedro, il cugino di Cotton.
-Da quanto non vedi tuo cugino?- chiesi a Cotton.
- l’ho visto solo una volta quando eravamo piccoli a dire il vero- rispose ridacchiando e grattandosi la nuca.
- e come fai a sapere che è una brava persona?- risposi.
- lo è sicuramente, non farà mai la spia. La sua famiglia non parla con i miei genitori da anni ormai- stavo per chiederle il perché –non chiedermi il perché- mi precedette. –non ne ho la più pallida idea e non ho intenzione di venire a saperlo- continuò.
Guardai fuori dal finestrino. Madrid era davvero una bellissima città, non mi ero mai spostata da Los Angeles… e non mi dispiaceva vedere cose che non fossero l’America. Non appena arrivammo dal cugino di Cotton ci sistemammo in una camera molto stretta ma accogliente.
-Sei  bella come quando eri piccola… anzi forse anche di più- disse Pedro a sua cugina.
- E tu principessa? Qual è il tuo nome?- si avvicinò a me accarezzandomi la guancia. Indietreggiai spontaneamente, infondo non lo conoscevo nemmeno.
- Sono Carter, e non ti azzardare a provarci con me- risposi acidamente. Fece il finto tonto e si limitò ad un- perdonami, non volevo che pensassi questo- chiuse la porta dietro alle sue spalle e tornò al piano di sotto. Cotton mi lanciò uno sguardo.
- rilassati Cart, siamo a Madrid! Qui è pieno di bei ragazzi spagnoli- disse. Ciò non mi tranquillizzava affatto.
Mi tirò da un braccio e uscimmo di casa con fretta. Passammo l’intera giornata ad ammirare la bellezza di Madrid. Tornammo a casa la sera e Cotton andammo subito a dormire, ancora stanche dal viaggio. Mi svegliai verso le tre di notte, e scesi a prendere un bicchiere d’acqua. Mi giravo ogni secondo, perché mi sentivo osservata… e non mi sbagliavo. Pedro era li vicino a me, seduto sul bancone della cucina.
-Mi hai fatta spaventare- dissi con il fiatone.
- scusami tanto… non volevo- rispose sorridendo malizioso. Quel ragazzo non mi piaceva, anzi mi spaventava. E anche qui avevo ragione, me ne accorsi quando mi mise le mani sul sedere attirandomi a se e provò a baciarmi. Cercai di liberarmi mentre lui cercava di togliermi i pantaloncini da basket con i quali ero solita a dormire. Non riuscivo nemmeno ad gridare per quanto stretta mi tenesse, così buttai il bicchiere che avevo poggiato sul bancone e riuscii a far svegliare Cotton, che piombò al piano di sotto spaventata. A quel punto anche Cotton capì che il ragazzo non era a posto, prendemmo i nostri zaini e andammo via piene di paura e senza una meta. Eravamo sole, chi ci avrebbe aiutate?
- Tira fuori i soldi, andiamo a cercare una locanda o cose simili- consigliai alla mia amica, alla quale non sembrò piacere molto la mia idea.
- non se ne parla, questi dobbiamo farceli durare per divertirci!- sembrava una bambina quando ragionava così.
-divertirci? È più importante trovare un posto per dormire!- sbottai.
- vorrà dire che passeremo il resto della notte in bianco a girovagare per Madrid finchè non arriva domani- era così tranquilla nel dare risposte del genere.
- due 19enni sole, fuori casa, nel bel mezzo della notte e in una città sconosciuta. Stai scherzando vero? Stavo per implorarla. Scosse la testa come per dire di no. Ci volle un’eternità perché l’alba arrivasse, ma ce l’avevamo fatta… eravamo ancora sane e salve. Ma che cosa avremmo fatto?
- io lo sapevo che stavamo facendo una grandissima stronzata. Che ne sarà di noi adesso?- gridai in lacrime
- non piangere e non fare la bambinetta Cart, un modo lo troveremo- ma un modo per fare cosa? Eravamo sole. Andammo nella stazione più vicina.
- ripartiamo da qui, e facciamoci una vita da sole. Io e te non avremo bisogno di nessun altro finche staremo insieme.  Mi asciugò le lacrime con un dito, per poi comprare dei biglietti.
- si va a Benidorm, tesoro mio!- gridò soddisfatta.
Forse ne stavamo uscendo, o forse ci stavamo incasinando ancora di più la vita.
 

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Capitolo 3
*** It's Benidorm, bitches. ***




Cotton non badò a spese per prenotare il nostro fantastico hotel a Benidorm. Varcammo delle enormi porte di vetro di un mega hotel chiamato ‘’Ambassador Playa’’. Non appena sistemammo i nostri pochi vestiti uscimmo a fare un giro in skate. Benidorm era un posto magnifico… ricordava le cartoline di Rio de Janeiro. Tutti i ragazzi ci guardavano mentre schizzavamo di qua e di la con i nostri skateboard tenendo un gelato in mano, la spiaggia era uno spettacolo, ovunque c’era odore di felicità. Ero davvero distratta da quel magnifico paesaggio, talmente distratta che finii per schiantarmi con un ragazzo che andava anche lui sullo skate, ma in direzione opposta. Il mio gelato volò ad anni luce di distanza e Cotty rideva a crepapelle mentre io, imbarazzatissima, mi alzai da terra. Quel ragazzo catturò subito la mia attenzione… non avevo mai visto uno sguardo così intenso. Dopo un interminabile momento di attrazione mi disse due parole.
-Tutto bene?- continuava a fissarmi con quei suoi occhi bollenti.
-credo di si- risposi.
- mi chiamo Francisco, sei nuova di qui?- avevo appena scoperto il nome del mio futuro marito.
- sono Carter, e quella cretina che ride da tre ore è Cotton. Siamo arrivate da Madrid qualche ora fa- risposi sorridendo.
- Carter.. perché non vieni in spiaggia stasera? Festeggio il mio compleanno con un falò gigante…Può venire anche la tua amica ovviamente!- che carino… mi ero già innamorata.
- perché no? – risposi. Cotton aggiunse un –a più tardi, Francisco…- e quando lui salì sul suo skate per andare via Cotton si girò verso di me. Mi aveva capita al volo.
- Quanto è carino! Ha un nome così sexy… Francisco… ay ay caliente!- scoppiò in una risata e contagiò anche me.
- andiamo immediatamente a comprare qualcosa di carino per stasera- tirò fuori il suo scintillante portafogli rosa e mi prese sottobraccio. Alle 21:00 andammo sulla spiaggia, che era illuminata da un enorme falò, pieno di giovani che ci giravano attorno cantando e ballando. Non appena Francisco mi vide corse verso di noi.
- ti stavo aspettando- mi prese la mano. Io mi voltai verso Cotton, non volevo lasciarla sola nonostante il ragazzo più bello del mondo mi stesse corteggiando.
- Tranquilla tesoro, vai. Io credo di aver già avvistato la mia preda- sorrise e si diresse verso un biondino pieno di tatuaggi.
- so che sembra avventato, ma sono attratto da te. Ci conosciamo solo da qualche ora, ma c’è qualcosa nel tuo sguardo che mi fa venire voglia di conoscerti meglio- disse.
- credo di provare la stessa cosa- risposi appoggiandomi alla sua spalla.
- ho davvero voglia di baciarti in questo momento-  ho amato il suono di quelle parole dette dalla sua voce… mentre mi lasciavo trasportare dal rumore delle onde del mare e dall’acqua calda che mi circondava le caviglie.
- allora fallo- risposi. Mi tirò dai fianchi e premette le sue labbra contro le mie… per poi lasciar spazio alla lingua. Le mie dita si intrufolarono nei suoi capelli e le sue braccia mi stringevano sempre di più. Non dimenticai mai più quella serata. Passavano i giorni e io mi sentivo come in un fantastico film. Niente regole, niente adulti, solo Francisco, Cotton, divertimento, shopping e follia. Questo era il mio nuovo  modo di essere. Questa era la mia vita a Benidorm. Non pensavo mai ai miei genitori adottivi, non mi mancavano affatto.
Fu proprio allora che arrivò la vera e propria svolta. E fu Cotton a metterla in atto, come al solito.
Non festeggiavo il mio compleanno da anni, ma quel 24 Luglio del 2013 decisi che sarebbe stato indimenticabile. Non appena mi svegliai notai che il cameriere mi aveva già portato il servizio in camera, e sul tavolino qualcuno aveva lasciato un enorme mazzo di rose.
‘’Buon compleanno, mia principessa. – Francisco’’ così citava il bigliettino che trovai in mezzo alle rose. Avevo il miglior ragazzo del mondo.  Notai che il letto di Cotton era in perfetto ordine, e lei non era in camera.
-BUOOOOOONGIORNOOOOO!!!- spalancò la porta gridando, con una busta di carta in mano.
- Cotty- sbadigliai – dove sei stata?- chiesi curiosa.
- questo è irrilevante- agitò la busta – ecco il regalo per i tuoi magnifici 19 anni!- continuò porgendomi quella busta viola stropicciata. Rimasi imbambolata per non so quanto tempo nel vedere il contenuto di quella roba viola.
- Non ci credo Cotton, i biglietti di Tomorrowland! Oh cazzo sto sognando!- gridai saltando sul letto e abbracciando la mia migliore amica.
- anche Chico ha prenotato un biglietto per se. Saremo io, tu e lui- ero elettrizzata all’idea che la mia migliore amica e il mio ragazzo mi avrebbero accompagnata a Tomorrowland.
- ti sbagli, non saremo solo noi tre. Ci saranno anche Avicii, Nicky Romero, Hardwell, David Guetta e tanti, tantissimi altri!- continuai a gridare, e a correre per tutta la camera.
- parliamo di cose serie, c’è bisogno della roba per divertirci sul serio- non mi piaceva quando Cotton apriva certi discorsi.
- non la penso così, e lo sai- risposi, chiudendo la discussione ancor prima di iniziarla.
 
 

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Capitolo 4
*** Are we ready? ***





25 Luglio.


La nostra camera era ormai piena di vestiti fichissimi, e non sapevo quali portare per Tomorrowland. Sarei stata solo tre giorni, ma volevo portare una valigia che mi durasse una settimana. Francisco se ne stava in veranda a fumare mentre io andavo avanti e indietro con svariati vestiti chiedendogli quali mi stessero meglio.
-Tu sei bella anche con un sacco di plastica addosso- buttò fuori l’ultima boccata di fumo per poi lasciare il mozzicone nel posacenere. Lo vidi avvicinarsi dallo specchio, per poi chiudermi la lampo sul retro della fantastica maglia verde che stavo indossando con un paio di pantaloncini neri a vita alta.
-questa ti sta benissimo, si abbina ai tuoi occhi- mi sussurrò all’orecchio. Nessun altro ragazzo mi aveva mai fatta sentire così bella. Ma continuavo a pensare a quanto poco ci conoscessimo.
- parlami di te- dissi
- che vuoi sapere?- chiese
- voglio sapere tutto di te, le tue passioni, il tuo passato- ero molto curiosa di saperne di più. Si stese sul mio letto.
- amo suonare la chitarra e andare sullo skate e in bicicletta, ma questo lo sapevi già. Vivo con mio fratello Loris da qualche anno qua a Benidorm, ma in realtà vengo da Rio. Mia madre è polacca e mio padre brasiliano. Adesso voglio sapere anche io qualcosa di te- forse stavamo andando troppo di fretta. In fondo sapevamo troppe poche cose l’uno dell’altro.
- sono qui a Benidorm perché sono scappata dalla realtà della mia vita. Mia madre è morta quando mi ha partorita e ho vissuto fino a 15 anni con mio padre, ma quando si è ammalato gravemente mi hanno affidata a quelli che ora sono i miei genitori adottivi. Non puoi immaginare quanto li odio. Il mio nuovo ‘’padre’’- mimai le virgolette – non faceva che picchiarmi e mia ‘’madre’’ è una poco di buono che lo tradisce con un dottore, mi fanno schifo- vidi lo sguardo di Francisco rattristarsi nel sentire le mie parole.
- Hai sofferto molto, ma adesso ci sono io con te. Non importa quanto poco ci conosciamo, impareremo a conoscerci bene amore mio. Io tengo davvero a te e te lo dimostrerò ogni giorno- mi abbracciò mentre le lacrime rigavano il mio viso.
Non ne parlammo più e finii di preparare la mia valigia, per poi raggiungere Cotton che prendeva il sole in piscina. Non appena arrivai la vidi andai a sdraiarmi accanto a lei e cominciammo a parlare.
-C’è un piccolo problema- si alzò gli occhiali da sole per guardarmi e poi riprese il discorso.
- i soldi stanno finendo, ciò significa che appena torneremo dal Belgio sarà ora di mettersi a lavorare- spiegò. Non ero poi così preoccupata, infondo già lo sapevamo che prima o poi sarebbe successo.
- da quando sei tu quella che si preoccupa? – dissi ridendo per poi buttarla in piscina. La verità è che quella nuova vita mi piaceva da impazzire e non ci avrei mai rinunciato, anche a costo di mettermi a lavorare tutti i giorni.  Quella sera saremmo partite per andare a vivere il sogno di milioni di teenagers in tutto il mondo. Il tempo passò in fretta e mi ritrovai già sul quell’enorme aereo, seduta in mezzo a Chico e Cotton. Il viaggio è stato molto divertente, e ho conosciuto un sacco di gente della mia età che venivano da ogni piccolo angolo del mondo. Eravamo tutti diversi l’uno dall’altro, ma c’era una cosa che accomunava tutti su quell’aereo… la voglia di vivere.
 
*AIUTOOOOOOO*
Ok, volevo solo attirare la vostra attenzione, miei cari lettori. Mi rendo conto che i capitoli sono un pò corti, perciò quando recensite mi farebbe piacere se diceste anche se preferite che scriva capitoli più lunghi, e vorrei anche sapere che ne pensate dei banner :) Ovviamente Chico è il mitico Francisco Lachowski, che però nella storia è un semplice ragazzo, e non un supermodello di fama mondiale. :'D
Qual è per ora il vostro personaggio preferito? E che cosa vi incuriosisce di più della storia?? Alla prossima :)
_brat.
 

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