Pirati dei Caraibi: I Fiori della Morte

di Necrosis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Il Canto del Ciliegio ***
Capitolo 2: *** Capitolo I: Debiti ***
Capitolo 3: *** Capitolo II: Sakuran Trance ***
Capitolo 4: *** Capitolo III: Desideri ***



Capitolo 1
*** Prologo: Il Canto del Ciliegio ***


Pirati dei Caraibi: I fiori della morte







 

Noi siamo coloro che seguono il vessillo del Sacro Ciliegio.
Fiore di vita, fiore di morte.
Il nostro Capitano ci conduce nell'eternità maledetta.
Onore e Gloria al ciliegio
che nessuna stagione di Morte può colpire o appassire.
Vita, Morte e Rinascita.
Fiori di ciliegio insanguinati.
Fiori del peccato.
Fiori del desiderio.
L'oscurità brilla quando appare il Sacro Ciliegio.
Più buio di ogni notte senza stelle
Più denso della nebbia ai Confini del Mondo.

 

 

-Siamo pronti, Capitano! Tortuga è davanti a noi!-
-Prepariamoci a salpare, uomini.-
-Sì Capitano!-
Con un lieve movimento del mantello il Capitano tornò sotto coperta, ignorando gli schiamazzi della ciurma pronta alla discesa a terra dopo mesi di navigazione.
Rifornimenti e svago per un giorno.
Solo un giorno e poi ancora il mare.

 

Vivremo per sempre
Alla ricerca della rinascita
Spuma di mare e sangue sulle nostre spade
Sapore del ferro fra i nostri denti
Il Ciliegio fiorisce sulla sua pelle
Il nostro Capitano vivrà in eterno e con lui la libertà.

 

Sfiorò lievemente il falco appollaiato sul trespolo.
-Va tutto bene, mio caro, fra poco arriveremo a destinazione – mormorò in risposta al verso emesso dall'animale.
Lanciò uno sguardo verso le onde che si intravedevano dalla finestra della propria cabina.
Placide, calme... Pallide a causa del riflesso della luna.
Le labbra si distesero in un lieve ghigno.
- Jack Sparrow... Spero proprio per il tuo bene che tu sia a Tortuga quando arriverò-.












Angolo autore

E sono tornata con una long (non mi sembra vero).
Che dire, è una storia che ho in mente da un po'.
Tutti gli eventi narrati hanno collocazione dopo l'ultimo film, ma si vedrà nei dettagli nei prossimi capitoli.
Grazie a tutti coloro che leggeranno e recensiranno.

Sybilla

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Capitolo 2
*** Capitolo I: Debiti ***


Capitolo I: Debiti



 





Tortuga era un caos, come sempre.
Per quanto il mondo andasse avanti certe cose rimanevano sempre le stesse.
Pirati ubriachi che ridevano, colpi di pistola mirati a centrare la fronte di qualche malcapitato. Tutto nella norma.
-Sono passati 4 mesi da quando abbiamo recuperato la Perla ma ancora non sappiamo come accidenti tirarla fuori da quella bottiglia, inizio a credere che dovremmo lasciar perdere.-
Joshamee Gibbs scuoteva la testa mentre era seduto al bancone di quella bettola nauseante.
Il bicchiere di rum era ancora mezzo pieno davanti a lui, in attesa di essere svuotato e nuovamente riempito.
Il pirata accanto a lui si grattò appena la testa, storcendo le labbra in una smorfia pensierosa mentre puntava lo sguardo verso un punto indefinito della parete davanti a lui.
-Signor Gibbs, secondo voi io non ho un piano?-
-Ma no Jack, sto solo dicendo che secondo me..-
-Altro rum!-
Gibbs iniziò a massaggiarsi il ponte del naso, infastidito da quel cambio di discorso repentino da parte del suo capitano.
-Se siamo arrivati a Tortuga è solo grazie ad una serie di futuri “favori” che hai promesso-
-E sono tutte promesse che manterrò... Prima o poi-
Una sorta di grugnito di disappunto uscì dalle labbra di Gibbs mentre svuotava quel bicchiere.
Poggiò pesantemente il bicchiere unticcio sul bancone, guardando verso il suo capitano.
Era abituato ormai alla filosofia di vita di Jack Sparrow: l'improvvisazione.
Ma il fatto di non avere quasi più un soldo in tasca e non avere neanche un'asse di legno galleggiante con cui cercare una soluzione per la Perla lo infastidiva più del normale.
E Jack, come al solito, sembrava aspettare che gli cadesse una possibile soluzione dal cielo.
Stava per ricordargli il proprio scetticismo, guarnendo il discorso con qualche vecchia leggenda magari, quando nella bettola calò uno strano silenzio che li spinse a controllarne la causa.
L'improvviso cambio di ambiente era dovuto all'entrata in scena di un gruppo di pirati, più precisamente dalla persona davanti al gruppetto.
Un odore intenso arrivò alle narici di Jack, che lo riconobbe immediatamente.
Ciliegio
-Signor Gibbs, con permesso io inizier- disse Jack, cercando di non farsi notare
-Jack Sparrow-
Un brivido di freddo lo investì in pieno sentendo quella voce.
Una voce profonda, lievemente rauca, ma femminile.
Si voltò con una lentezza estenuante, cercando di trasformare la smorfia di disagio in un sorriso.
Osservò la donna davanti a lui e si perse nell'osservarla, estrapolando dai ricordi la sua immagine per vedere se qualcosa in lei fosse cambiato.
L'abito nero da pirata metteva in risalto il pallore della pelle, facendola quasi brillare nel confronto.
La lieve scollatura della camicia infilata nei pantaloni faceva intravedere i seni modesti dove spiccava un medaglione d'argento scuro raffigurante un albero in fiore.
Il gilet ricamato era abbottonato e lasciava fuoriuscire elegantemente i volant della camicia.
I pantaloni aderenti erano sormontati da un cinturone e da una fascia spessa di tessuto a cui erano appese due katane.
Un mantello dai bordi logori era appoggiato solennemente sulla spalla destra e ricadeva sulla figura alta e slanciata, ondeggiando ad ogni movimento.
-Asthoria! Mia car-
Un poderoso ceffone planò sulla sua guancia, arrossandola e facendola pulsare dolorosamente.
-Perché mi hai colpito?!-
-So che da queste parti è usanza di ogni donna lo schiaffeggiarti-
Un rantolo scappò dalle labbra di Gibbs mentre tentava di soffocare una risata.
-Forse me lo sono meritato-
La osservò sorridergli lievemente, curvando le labbra rosse, senza rispondergli.
Gli occhi dorati della donna messi in risalto dal kajal mettevano i brividi, per non parlare della sua lunga chioma di treccine grigio fumo tenuta all'indietro dalla bandana semi nascosta dal cappello da capitano.
-Seguimi al tavolo, Sparrow, odio parlare con tutti gli occhi addosso-
Guardò di sbieco l'oste che tremava come una foglia -E tu portami da bere-
-Sì signora-
Si incamminò verso il fondo della sala con passo sicuro e rilassato mentre il mantello ondeggiava sinuosamente, diretta verso uno dei tavolacci nella zona più scura della bettola che si era stranamente svuotato.
-Mh, che fortuna- disse Jack, dubbioso del “modo” che gli uomini di Asthoria dovevano aver adottato per far sloggiare quelli che lo occupavano.
La sentì emettere una lieve risata d'approvazione e si sedette nel posto che più le permetteva una completa visione del locale.
Non appena toccò la sedia l'oste volò (quasi letteralmente) a servirle da bere per poi sparire alla velocità della luce.
-Cosa ci fa il Capitano Asthoria a Tortuga? Di solito non scendi mai a terra-
Un ghigno si disegnò sul suo volto -Sono venuta a riscuotere il debito che hai nei miei confronti, Sparrow-
Gibbs quasi si strozzò a quelle parole e iniziò a tossire come un forsennato, sputacchiando alcol e saliva per ogni dove senza ritegno.
-Jack ma sei impazzito?! Con quanti pirati pericolosi sei in debito?-
-Mh, alcuni-
Un mugugno di disapprovazione, seguito da una mano schiaffata con forza in fronte: ecco la reazione di Gibbs.
Asthoria continuava a fissare Jack, in attesa di una risposta.
-Asthoria, mia adorata... Sei diventata bellissima in questi anni, sai?-
-Non cambiare discorso-
-Gh... Ma vedi, io non ho soldi con cui ripagarti!-
L'oste emise un verso strozzato.
-COSA?!-
-Stavi origliando, Bennie, non si fa!-
-Taci Sparrow, hai bevuto due bottiglie di rum! Come pensavi di pagarmi se non hai il becco di un soldo?!- sbraitò l'uomo schiumante di rabbia, agitando le due bottiglie.
-Stavo... Bevendo a credito?-
-Qua i crediti non si fanno, specie a uomini che-
Una grossa moneta d'oro gli si schiaffò in fronte, zittendolo.
-Ecco qua, e con quei soldi mi porti anche un'altra pinta- la voce roca della donna al tavolo lo riscosse, facendolo poi annuire e scappare via.
-Dicevo... Non ho soldi Asthoria, quindi sarà per un'altra volta-
-Non ho mai detto cosa volevo da te in cambio-
Jack osservò il ghigno della donna davanti a lui, iniziando vagamente a sudare freddo.
L'odore forte di fiori di ciliegio lo travolse per la seconda volta, rimpiazzando il fetore della bettola che aveva impregnato le sue narici fino a quel momento.
-Con me è inutile scappare, non ho un cuore nascosto da pugnalare come Davy Jones, Jack. O un futile desiderio come quello di Teach-
-Vedo che sei informata riguardo alle ultime vicende-
-Avevi forse dubbi?-
-Perché non sei venuta alla Baia dei Relitti? Il tuo intervento sarebbe stato decisivo-
Asthoria fissò Jack e sorrise appena -La Sakuran Trance non ha mai giurato fedeltà al Consiglio della Fratellanza o a voi pirati nobili, non era la mia battaglia-
-Sei un pirata anche tu-
-Beckett non avrebbe mai potuto sconfiggermi, lo sai bene- Asthoria si stiracchiò sulla sedia -Inoltre non avrei mai giurato fedeltà a questa certa "Elizabeth Swann" che hai fatto diventare Re dei Pirati, non è nella mia politica personale-
-Lo immaginavo-
Un altro ghigno si dipinse sul volto della piratessa, facendo nuovamente rabbrividire Jack.
-Allora, Jack, parliamo del tuo debito- disse avvicinandosi pericolosamente al suo viso.
-Ti... Ti ho già detto che non ho oro, Asthoria- il profumo intenso lo stava stordendo, impedendogli di ragionare lucidamente.
-Non ho mai detto di volere in cambio dell'oro- ribattè lei, sbattendo le ciglia con una parvenza di innocenza che non le apparteneva -Voglio che tu mi aiuti a recuperare un manufatto, in una caverna molto lontano da qui. La mappa però non è chiara, per questo...- le dita guantate della donna sfiorarono la bussola appesa alla cintura di Jack, facendola dondolare lievemente -Ho bisogno di te-
Quel “ho bisogno di te” sussurrato in quel modo avrebbe fatto cedere qualunque uomo con un minimo di interesse verso le donne e Jack Sparrow non era da meno.
Ma lui conosceva bene la distinzione fra l'essere un pirata e l'essere un uomo, così si limitò a fissarla.
-Tutto qui?-
-Se accetti la mia proposta non solo non sarai più in debito- tornò seduta, accavallando le gambe -Teach non era l'unico a praticare la magia nera-
Gibbs che era rimasto in silenzio fino a quel momento trattenne il fiato -Cosa volete dire, signorina?-
-So che avete imbottigliato qualcosa di molto prezioso per voi- si passò la lingua sui denti bianchi -Forse quella bagnarola galleggiante chiamata Perla Nera-
-La Perla non è una bagnarola! E' l'unica nave in grado di rivaleggiare con l'Olandese Volante-
-Non quando la Sakuran Trance naviga queste acque, signor Gibbs-
-Dove vuoi arrivare Asthoria?-
Un sorriso tentatore le apparve sul viso, arrotolando poi una ciocca di capelli di Jack intorno al suo dito per strattonarlo verso di lei.
-Se farai ciò che ti dico... Ti ridarò la tua amata nave-
Quel sussurro roco suonò alle orecchie di Jack come un coro di angeli.

-Dici sul serio?-
-Ti ho mai mentito?-
Arrotolò ancora di più la ciocca intorno al dito -Vi aspetterò alla mia nave, salperemo stanotte- soffiò sulle sue labbra.
Si allontanò, bevendo d'un fiato il bicchiere di rum e si alzò.
-Pensaci bene, Sparrow-
Superò Jack, mandandogli un'ultima sferzata di profumo stordente e uscì da quel locale.
-Jack...ma lei è davvero...?-
-Signor Gibbs, avete appena conosciuto il capitano della Sakuran Trance... I pirati del ciliegio maledetto-



Angolo autore

E il primo capitolo c'è (ci ho messo poco).
Penso di postare i capitoli ogni 2-3 giorni massimo.
Grazie a tutti coloro che leggeranno e nel caso recensiranno.

Sybilla

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Capitolo 3
*** Capitolo II: Sakuran Trance ***


Capitolo II: Sakuran Trance









 

-E' una pessima idea... pessima idea!-
-Mastro Gibbs smettete di ripeterlo, dannazione?! Mi sta entrando il mal di testa e non riesco a pensare-
-Pensare?Pensare?!Jack ci stiamo infilando in un guaio enorme! So cosa dicono di quella ciurma e di quella donna! Come diavolo ti è venuto in mente di indebitarti con lei?!-
-Ero disperso su un'isola dopo che per l'ennesima volta Barbossa mi aveva buttato fuori dalla mia nave e quella volta non avevo tartarughe marine con cui salvarmi il posteriore-
I due stavano ancora discutendo mentre camminavano sulla banchina nella zona più desolata del porto.
-E hai avuto la brillante idea di chiedere un favore proprio a lei?-
-Credetemi signor Gibbs, la cosa non sorride neanche a me, ma avete sentito con le vostre orecchie: lei può renderci la Perla. Non è ciò che volevamo?-
-Ma a quale prezzo? Navi spezzate a metà, scafi sventrati, interi equipaggi sterminati: ecco con chi stiamo per imbarcarci! Chi ti dice che non spedirà negli abissi noi e la Perla una volta finito il tutto?-
-Mi fido di Asthoria, che ci crediate o no-
-Avevo sentito di storie sul suo aspetto, ma mai avrei creduto che fosse così... così poco umano, Jack!-
-Non mi dite, mastro Gibbs, avete forse paura?-
Attimo di silenzio.
-No, non ho paura. Ma l'esperienza insegna-
-Asthoria ha chiesto il mio aiuto, fino a quel momento possiamo dirci al sicuro. Poi vedremo cosa fare-
La conversazione terminò bruscamente: davanti a loro si ergeva la Sakuran Trance.
Era una nave indubbiamente maestosa, degna solo della flotta britannica di sua Maestà.
Il legno scuro lucido, quasi nero, rifletteva perfettamente il colore argenteo della luna facendo brillare l'intera struttura.
Le vele nere erano in perfette condizioni e in alto svettava la bandiera in grado di terrorizzare chiunque, pirata e non, mossa dal lieve venticello notturno.
Un teschio indubbiamente grottesco, quasi ghignante,con due rami di ciliegio che fuoriuscivano dalle orbite sembrava studiare lo spettatore, sfidandolo silenziosamente. Dietro al teschio la visibile impugnatura di una katana.
Sulla prua della nave, nel posto dove solitamente era posta la polena, vi era un'enorme lancia metallica. Intorno a essa migliaia di teschi umani, incastonati nel legno.
Joshamee Gibbs provò una strana sensazione di preoccupazione, mai provata prima di allora.
Neanche davanti al temibile Davy Jones si era mai sentito così.
Osservò il suo capitano avanzare col suo solito passo molleggiato e sicuro verso quel vascello sbucato direttamente dagli inferi, chiedendosi come facesse ad essere così tranquillo.
Se gli avessero detto che un giorno si sarebbe imbarcato con la ciurma del Ciliegio non avrebbe esitato a strappare la lingua al suo interlocutore.
Vide degli uomini portare a bordo dei barili e casse, probabilmente contenenti rifornimenti e si perse a studiarli.
Non erano molto diversi dagli altri pirati che aveva visto nella sua lunga “carriera” ma avevano ugualmente qualcosa di sinistro.
Sul collo era ben visibile il tatuaggio raffigurante un albero di ciliegio, come simbolo di appartenenza alla ciurma.
Asthoria forse non legava i propri marinai con maledizioni eterne che li trasformavano in uomini pesce ma aveva marchiato la loro pelle per sempre.
-Il capitano vi aspettava, Sparrow. Sei in ritardo- si rivolse a loro un pirata dall'aria rozza e volgare, mentre si addossava sulla schiena un barile.
-Per te, mio caro marinaio, io sono Capitan Jack Sparrow-
Gibbs alzò gli occhi al cielo: sempre il solito... il solito... idiota?
-Sparrow-
-Asthoria, sono arrivato subito da te!-
Sì, idiota.
Alzò lo sguardo nella direzione da cui proveniva la voce e la vide in piedi vicino al timone.
Le gambe lievemente divaricate, ben piantate a terra e lo sguardo fisso su di loro.
-Smetti con le moine, Jack, sulla mia nave sei alla stregua di un mozzo. Quindi vedi di iniziare a portare quei barili a bordo-
Jack fece una smorfia ma ubbidì, facendo ghignare il capitano della Sakuran Trance che lo stava studiando.
-Ma come sei bravo ad ubbidire, mai pensato di diventare un marinaio?-
-Non è da me essere volgare con le donne- la rimbeccò Jack, lanciandole un'occhiataccia.
Un colpo secco arrivò sulla nuca di Jack Sparrow, emettendo un sonoro schiocco.
-Porta rispetto al Capitano!-
La persona che aveva parlato era una ragazza sulla ventina: magra, castana, occhi scuri, capelli corti e ribelli.
Lo guardava con evidente astio e disprezzo, storcendo le labbra in una smorfia.
-Tranquilla, Ellen: io e Jack siamo vecchi amici-
Ellen guardò il suo capitano per un lungo istante, studiando l'espressione sul suo volto.
-Agli ordini, capitano-
Salì sulla passerella, con fare impettito verso la stiva.
-Donne, il male di ogni marinaio- borbottò Gibbs
-Che caratterino- disse fra i denti Jack, massaggiandosi la nuca indolenzita dal colpo.
Posò il barile sul ponte, lasciando che il resto della ciurma lo portasse nella cambusa.
Mentre Gibbs continuava ad aiutare gli altri lui salì la scaletta, raggiungendo Asthoria vicino al timone.
Il suo caratteristico profumo di ciliegio gli stuzzicò le narici.
-E' l'unica donna oltre a te sulla nave?-
-Mi vedi come una donna, Jack?-
-Sai cosa intendo...-
Un breve riso rauco le uscì dalle labbra dischiuse -Sì-
-E dove l'hai trovata?-
-In un bordello greco-
-E tu cosa ci facevi in un bordello? Non sapevo avessi certi gusti-
Un colpetto sulla testa con un pesante cannocchiale lo fece mugolare appena di dolore.
-Idiota, lo stavo razziando-
-Non avevo dubbi-
-Cosa pretendi, parla quello che ha scambiato un convento per un bordello-
-Ero ubriaco!-
-Come sempre direi-
-Non usare quello sguardo compassionevole con me-
-Io posso fare quello che voglio, specie con te che sei in debito-
Una lieve brezza le smosse il mantello.
Il profumo di fiori ciliegio era fortissimo, come se lei stessa fosse un delicato bocciolo.
Jack Sparrow si perse un attimo ad osservare la sua figura illuminata dalla luna, cercando di capire qualcosa di quella donna.
Che fosse attraente era indiscutibile, ma allo stesso tempo tutto di lei non era come sarebbe dovuto essere.
La pelle estremamente pallida che sprigionava quell'aroma innaturale, i lunghi capelli stranamente grigi nonostante fosse al massimo sulla trentina, gli occhi color dell'oro fuso venati di marrone contornati dal kajal e su tutto quel pallore le sue labbra: rosso sangue.
Una bellezza fresca e decadente allo stesso tempo.
L'espressione serafica sul suo volto, lo sguardo sui suoi sottoposti.
-Capitano, siamo pronti per salpare!-
-Ottimo, mastro Abbington. Mollate gli ormeggi-
-Sì signora!-
Uno svolazzo del mantello risvegliò Jack dal suo torpore.
-Seguimi, ti mostro la mappa nella mia cabina-






Angolo autore

Ed ecco il capitolo nuovo.
E' ancora tutto nebuloso, me ne rendo conto, ma non c'è gusto a raccontare il succo della trama tutto insieme.
Ringrazio chi ha recensito, chi ha letto e chi continuerà a seguire la storia.

Sybilla

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Capitolo 4
*** Capitolo III: Desideri ***



Capitolo III: Desideri








Scese con eleganza le scale, ignorando i movimenti dell'equipaggio che si muoveva freneticamente per partire.
Jack invece fece più fatica, sballottato di qua e di là dagli uomini della ciurma.
-Dannazione Asthoria, insegna al tuo equipaggio ad avere un po' più di-
Gli morirono le parole in gola vedendo la sontuosità della cabina.
Le candele illuminavano lo spazio, rendendo l'ambiente intimo e piacevole.
Un grande tavolo con un cesto di frutta era al centro della stanza e spostando lo sguardo verso l'angolo più oscuro sulla sua sinistra vi era un ampio letto.
Le tende scure erano aperte, lasciando filtrare la luce della luna.
Davanti al tavolo una grande scrivania ricoperta di carte nautiche, affiancata da un mappamondo e da un trespolo su cui era appollaiato un falco dall'aria vigile.
-Complimenti, ti sei organizzata un bel posticino-
-Mi pare ovvio, dovrò passarci molto tempo, come ben sai.-
Con un movimento del capo lo invitò a sedersi mentre lei si dirigeva verso la scrivania.
Asthoria diede un buffetto affettuoso al falco che emise un verso di gradimento davanti a quelle attenzioni.
-Non ti facevo il tipo da “animale da compagnia”- commentò Jack osservando il suo comportamento dolce nei confronti del rapace.
-Non conosci tante cose di me, caro Jack- un lieve sorriso le increspò le labbra -In ogni caso, ecco la mappa-
Gli passò un rotolo lacero, molto antico, che sprigionava un forte odore acre di muffa e altro che non riuscì ad identificare, almeno finché non lo aprì.
Delle grosse chiazze scure macchiavano alcuni punti della mappa, rendendo difficoltosa la lettura.
-Questo è-
-Sangue, esatto. Non è stato facile averla- lo anticipò Asthoria, osservando la sua reazione.
Ma Jack non fece una piega e continuò a studiare quella logora pergamena.
-Sembra molto lontano da qui, inoltre la grotta sembra ben nascosta. Adesso capisco perché hai bisogno della mia bussola-
Tacque, aspettando che lei dicesse qualcosa, ma ciò non avvenne.
Alzò gli occhi, incrociando il suo sguardo, e per la prima volta da quando la conosceva vi lesse un profondo rammarico.
Si osservarono a lungo, finché lei non si sedette davanti a lui con fare stanco.
-Non mi chiedi cosa sto cercando?- la sua voce era più roca del solito.
La vide chiudere gli occhi e si godette quella insolita visione.
Stava vedendo un lato di quella donna, così spaventosa e temuta da tutti, che aveva solamente potuto immaginare in quei mesi di navigazione che avevano passato insieme quando lo aveva raccolto da quell'isola sperduta nel nulla.
-Aspettavo che fossi tu a dirmelo- rispose semplicemente.
Asthoria rise appena ad occhi chiusi, dischiudendo le labbra e mostrando i bianchi denti che contrastavano col rosso intenso della bocca.
-Capitan Jack Sparrow che dimostra del tatto? Ti intimorisco talmente tanto?- mormorò.
-Io non sono intimorito, Asthoria, semplicemente ti rispetto-
Lei aprì gli occhi, fissandolo con fare incuriosito.
-Per questo mi sono imbarcato con te senza tirarmi indietro. So di cosa sei capace e non vorrei di certo incappare nella tua ira, ma se sono qui è perché rispetto la tua persona e per una volta tanto nella vita voglio ripagare uno dei miei debiti-
Gli concesse uno sguardo morbido, così diverso dagli sguardi severi e penetranti che era solita rivolgere.
-Jack, quando fai così potrei anche innamorarmi di te-
L'espressione sorpresa di Jack fu talmente epica da far scoppiare a ridere fragorosamente Asthoria -Ti stavo prendendo in giro!Avresti dovuto vedere la tua faccia!-
-Mpfh- sbuffò Jack facendo una smorfia di disappunto.
Quella donna e i suoi scherzi agghiaccianti.
-Devi avere fame, dopotutto non avevi il becco di un soldo alla locanda- fischiò e subito tre dei suoi uomini portarono in tavola dei vassoi ricolmi di cibo.
-Sì, grazie-
-Non lo faccio per farti un favore, Sparrow, è nei miei interessi che tu non muoia di fame e che quel cervellino che ti ritrovi nella testa funzioni correttamente-
Alzò gli occhi al cielo, addentando una coscia di tacchino. Ecco di nuovo la Asthoria di sempre.
Mangiarono in silenzio, scambiandosi di tanto in tanto delle occhiate scrutatrici.
-Deduco che tu non mangiassi da giorni-
Bevve dal boccale del vino, continuando a guardarlo abbuffarsi.
-Complimenti al cuoco, dico davvero!- disse Jack fra un boccone e l'altro.
-Qui sulla Sakuran Trance ci trattiamo bene, non come voi sulla Perla. Mi sembri sciupato-
-Sai com'è... prima dovevo scappare da Davy Jones, poi sono finito nello scrigno di Davy Jones, poi ho combattuto Beckett e Davy Jones e alla fine sono stato ostaggio di Barbanera e di quella squilibrata di Angelica.-
-Una squilibrata di cui sei innamorato,però-
La guardò di sottecchi e non rispose, affondando i denti in un nuovo cosciotto.
-Jack... credi di farla in barba a tutto il mondo con questo tuo fare... stravagante e fintamente distratto?-
-Sono scappato abbastanza Asthoria, come vedi sono qui adesso-
Lei si tolse il cappello, mettendo bene in mostra la bandana nera che teneva indietro i suoi capelli lunghi.
-Speravo in questa risposta, Jack-
La osservò togliersi il mantello e posarlo sulla spalliera della grande poltrona posta dietro la scrivania.
Alla luce delle candele la sua pelle sembrava avorio.
Asthoria si sedette nuovamente, prendendo il boccale fra le dita e facendo ondeggiare il vino al suo interno.
Il falco volò sul tavolo e iniziò a cibarsi dei resti di carne presenti nel piatto della donna, suscitando la sua ilarità.
-Sei il solito ingordo Diablo-
-Asthoria-
Lei non gli rispose, ma Jack sapeva che lo stava ascoltando.
-Cosa stiamo andando a prendere?- le pose la fatidica domanda che prima avevano lasciato senza una risposta.
-Un vaso di giada in cui è rinchiuso un potente Djinn che può esaudire un unico desiderio. Per fare ciò il guardiano porrà delle domande e se saranno sincere mi permetterà l'accesso al vaso-
-E così, vuoi quel desiderio-
-Ad ogni costo-
-Non voglio chiederti perché tu stia facendo tutto questo, credo di immaginarlo-
-Ti ringrazio-
Le dondolò la bussola davanti agli occhi con il suo solito sorrisetto -Cos'è che desideri di più al mondo?-
Asthoria la prese fra le mani e la osservarono insieme.
-Indica ovest-
-E ovest sarà-
Consegnò la bussola al suo proprietario e sorrise appena -Ti spiace dire a mastro Abbington la rotta da seguire? Ho bisogno di riposare-
-Certo-
Lo osservò avviarsi verso il ponte.
-Jack?-
-Cosa c'è Asthoria?-
Gli lanciò una bottiglia di rum.
-Buonanotte, Sparrow-
Jack uscì con fare sbrigativo, a disagio davanti a quella insolita gentilezza.
-Mastro Abbington?- richiamò un uomo anziano e scarmigliato con dei vistosi denti d'oro.
Gli diede la rotta e si sedette in un angolo del ponte, stappando coi denti la bottiglia di rum e prendendone un sorso generoso.
Quella donna... chissà quale sogno serbava così gelosamente in fondo al suo cuore.
Avrebbe voluto saperlo, un po' per la sua curiosità da pirata e un po' per un senso di interesse nei suoi confronti.
Nessun interesse sentimentale, questo no.
Era qualcosa che ancora non riusciva bene a decifrare.
-C'è ancora molto tempo- disse ad alta voce, alzando lo sguardo e guardando le stelle.

 

Asthoria era rimasta seduta al tavolo con ancora il bicchiere mezzo pieno.
L'unico rumore era il lieve cibarsi degli avanzi di Diablo.
Con un sospiro pesante si alzò e sciolse la fascia di tessuto a cui erano legate le katane.
Le posò contro la parete e si accostò alla finestra per guardare il mare.
Fra qualche giorno sarebbe stato quel giorno.
Sorrise lievemente, accarezzando il vetro freddo.
Persino la direzione era favorevole a quella tappa.
Il destino le stava sorridendo, forse per la prima volta dopo tanto tempo.




Angolo autore

Ed ecco il terzo capitolo.
Mi piace giocare sul rapporto fra i due, quindi chiedo venia se questo possa annoiare qualcuno.
Ringrazio coloro che stanno seguendo la storia e che mi aiutano a renderla migliore grazie ai loro consigli.

Sybilla

 

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