Until my last breath

di LOVE_WRITING
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Amity Donner ***
Capitolo 2: *** The killer clown. ***
Capitolo 3: *** Confessioni ***
Capitolo 4: *** killer gorilla ***



Capitolo 1
*** Amity Donner ***


 

Si fermò a fissare quelle foto, appese alla lavagna, domandandosi, per l'ennesima volta da quando faceva quel lavoro, perché qualcuno avrebbe voluto uccidere dei ragazzini

Sentì una mano fredda toccarle la spalla, si girò lentamente per incontrare gli occhi di Hotch. Si aspettava di vederlo incavolato, pronto a sgridarla, anche se non sapeva per cosa, come suo solito.
Invece il suo capo la fissava con uno sguardo vacuo, come quello con cui si guarda il parente di una vittima.

Fu allora che Amity capì che era successo qualcosa, qualcosa di brutto.
-Mi dispiace- Le disse l'uomo abbracciandola per la prima volta da quando si conoscevano.

¬¬¬Due settimane prima

Amity Donner era sempre stata schietta, senza peli sulla lingua, caratteristica a volte scomoda per chi, come lei, svolgeva un lavoro in cui tenere a bada le proprie emozioni spesso e volentieri salvava la vita.
La Donner lavorava al FBI, nell’unità Analisi Comportamentale, con i migliori profiler al mondo.
Si sentiva veramente inferiore rispetto a loro, pur non essendo l tipo di persona che non riconosce le proprie qualità.

Si trovava a domandarsi spesso cosa ci facesse lì lei, che non era nemmeno laureata, che non era nemmeno ufficialmente un’ agente, e non aveva la metà dell’esperienza dei suoi colleghi.
Amity era entrata nella squadra come aiuto esterno, reclutata da Jason Gideon, dopo essersi fatta notare, senza nemmeno volerlo, durante una delle sue lezioni sul profiling.

Non sapeva esattamente cosa avesse visto in lei Gideon, ma l’aveva voluta dal primo momento, e a lei non dispiaceva provare, le sembrava quasi un gioco all’ inizio. Almeno lo sembrava prima di aver visto un cadavere, un corpo martoriato di una povera donna innocente, seguito da tanti altri. Lo sembrava
prima di scrutare la follia negli occhi del killer, di aver puntato contro di lui una pistola che non avrebbe nemmeno dovuto avere, e avergli sparato per paura che l’avrebbe uccisa.

Erano passati circa 7 mesi da quando era entrata nella squadra. Avrebbe potuto dire di essere cambiata molto, ma in realtà lei non si sentiva affatto cambiata, era rimasta, nonostante tutte le brutture viste, un adolescente impertinente. Ora, però, poteva definirsi una specie di profiler perché riusciva anche lei a tenere il ritmo con i ragionamenti  frenetici e complessi della squadra e partecipava attivamente alle indagini, cosa che i primi tempi era stata realmente dura

La BAU era divenuta in poco tempo una specie di famiglia per lei.
Aveva subito legato con Derek e Emily, forse perché i più alla mano, forse perché i più divertenti a suo parere, ma con loro era bastato veramente poco per instaurare un rapporto.

Derek non faceva altro che prenderla in giro, dall’ inizio, e proteggerla da chiunque, come un fratello maggiore. Capitava che quando la squadra usciva di sera in qualche locale Amity attirasse l’attenzione di qualche ragazzo, che puntualmente non si avvicinava per paura degli sguardi minacciosi che lanciava Morgan.

Emily invece era più come una migliore amica, qualcuno a cui rivelare tutto, con cui sfogarsi dei rimproveri  continui di Hotch, qualcuno sempre pronto ad ascoltarsi e porti dei freni, tenerti con i piedi per terra, aprirti gli occhi quando sbagli.

Con JJ e Rossi aveva un buon rapporto, non come quello che aveva con Morgan e Prentiss, ma sicuramente ottimo. Non riusciva ad aprirsi con loro, ma decisamente le piaceva passare il tempo assieme e ascoltare i discorsi di Dave, il modo di parlare di quell’uomo l’affascinava in una maniera incredibile.

Penelope, bhe lei era sicuramente la sua preferita, cristo sicuramente se fosse stata un uomo l’avrebbe sposata. Amava quel suo modo di voler bene a chiunque, trattare in maniera così speciale tutti. Amava la sua simpatia innata e il suo modo di chiamarla con quei soprannomi così ridicoli del tipo “fragolina” o “piccola bimba sperduta”. Dio solo sapeva dove li tirava fuori quei nomignoli. Si domandava spesso se le venissero spontanei o ci fosse un contorto ragionamento dietro.


Ecco che arriviamo ad Hotch, diamine con lui aveva un rapporto come dire….Pessimo? Dal primo momento era stato scettico su di lei, sul suo modo di fare e di essere. Probabilmente e non ci fosse stato Gideon l’avrebbe sicuramente cacciata via a calci nel sedere. Chissà perché dopo la “fuga” di Gideon non l’aveva fatto. Col tempo doveva ammettere di aver cominciato a provare un minimo di rispetto per quell’uomo così esageratamente duro e freddo, sempre nascosto dietro una maschera, forse stava addirittura cominciando a volergli bene, se non fosse stato per come lo stesso si relazionava con lei.
Non faceva altro che sgridarla, ogni cosa facesse, era pur vero che arrivava in ritardo ogni giorno o quasi, che il suo look non era esattamente professionale e il suo linguaggio non abbastanza curato…ma hey lei era così, ormai l’avrebbe dovuto capire che non sarebbe migliorata. Sapeva che infondo, molto infondo, Hotch le voleva bene, solo il loro rapporto era più quello di un padre che vuole imporre dei limiti ad una figlia adolescente.

Infine c’era Spencer Reid, con cui aveva un rapporto decisamente strambo, diverso dagli altri. Spencer era stato sempre molto gentile con lei, a dire il vero lo era con tutti, e subito era riuscito ad entrare nelle sue simpatie. Con il passare del tempo aveva cominciato a scoprire molti segreti su Reid, cose che mai avrebbe immaginato. Ne aveva passate tante quel ragazzo la madre schizofrenica, il bullismo, l’abbandono del padre e il rapimento da parte di Tobias Henkel, ed Amity aveva sviluppato un istinto di protezione nei suoi confronti quasi esagerato. La verità era che Amity voleva solo tenere Spencer lontano da ogni dolore, per quanto fosse impossibile con il loro lavoro, sentiva la necessità di vederlo sereno, felice, come meritava di essere. Non sapeva a cosa derivassero queste sue assurde necessità e questo suo affetto che da subito si era dimostrato nei confronti di Spencer Reid, sapeva però che erano qualche cosa di straordinariamente forte.

Varcò la soglia della sala conferenze mentre tutti suoi colleghi la fissavano.

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Capitolo 2
*** The killer clown. ***


~~Varcò la soglia della sala conferenze mentre tutti suoi colleghi la fissavano.

-Di nuovo in ritardo Donner?-Domandò retoricamente Hotch fissando la ragazza negli occhi azzurri.
-Emm  scusa Hotch è che….bhe ho finito le scuse em si in realtà la sveglia avrebbe suonato, diciamo che io ho fatto finta di non sentirla- Confessò Amity passandosi nervosamente la mano tra i lunghi capelli castani

-E scommetto che avevi così tanto sonno che hai preso la prima cosa che trovavi nell’armadio vero?- Chiese Hotch, mantenendo lo stesso  sguardo duro che aveva dall’arrivo della giovane, il che diede realmente fastidio ad Amity. Possibile che non si sciogliesse mai quel uomo? Insomma la sua uscita era stata inaspettata, quasi comica, avrebbe dovuto reagire in qualche modo no?
-Cosa hanno che non va i miei abiti? Sono stupendi- Contestò la Donner indicando gi shorts, molto short, e la t-shirt che indossava
-Sei un agente del FBI ragazzina, non stai andando ad un uscita con le amiche ma a catturare un  assassino, si presume che per fare ciò ci sia bisogno di professionalità- Rispose Aaron
-Oh andiamo è inutile che ci provi Hotch sono 7 mesi che mi chiedi di cambiare, cosa ti fa credere che io possa farlo adesso?- Affermò la giovane sorridendo

-Em in realtà sono 7 mesi 3 giorni e 8 ore e 17 minuti che….- Tentò di intervenire Reid, senza successo perché venne interrotto dalla Donner

-Sei serio? Hai veramente calcolato persino i minuti? Oddio Reid-

-Mi dispiace veramente interrompevi ma noi dovremmo andare. Abbiamo un caso- Li fermò JJ sorridendo per la piaga comica che stava assumendo la situazione.

-Oh scusa JJ-

---Sul jet----

-Allora siamo a Chicago, e’ stato rinvenuto il cadavere di un ragazzo Kurt Mantellow, 15 anni, stuprato e strangolato. Era un ragazzo di buona famiglia, aiutava il padre nella sua farmacia. E’ scomparso da lì- Disse JJ

-Come è morto?-Domandò Morgan

-Strangolato, dopo essere stato stuprato. Il cadavere è stato rinvenuto nella casa dove viveva il famoso killer Clown, John Wayne Gacy- Rispose JJ

-Non può essere una coincidenza…insomma ho studiato a lungo il caso Gacy, stesso modus operandi, stessa vittimologia,stesso luogo di ritrovamento. Questo è chiaramente un emulatore- Affermò Emily

-Scusate l’ignoranza ma chi diamine era questo…Kiler Clown?-Chiese Amity, che mai prima d’allora lo aveva sentito nominare

-John Way Gacy fu uno dei più famosi killer seriali della storia. Uccise ben 33 giovani tra i 14 e i 21 anni, senza contare gli stupri a numerosi altri ragazzi. Gacy uccideva a causa della sua omosessualità repressa, dopo aver divorziato ben due volte divenne molto più prolifico. Era chiamato killer clown perché nel tempo libero, oltre ad uccidere, animava feste per bambini nei panni di Pogo il clown. La sua ultima vittima, Robert Piest, lavorava in una farmacia, aveva anche lui 15 anni e grazie al occultamento mal riuscito del suo cadavere,  Gacy fu arrestato e morì per iniezione letale il 10 maggio 1994. E’ impressionante pensare come quest’ uomo….- Reid, per la seconda volta in un solo giorno venne interrotto dalla Donner

-Ok Reid, va bene, sei stato più esauriente di Wikipedia. Grazie-

-E’ proprio per queste affinità con il caso Gacy che la polizia di Chicago ci ha fatti chiamare. Il killer clown ha seminato il panico dopo la sua scoperta, ricordo quanta paura avevo da piccola dei pagliacci.-


Ricordò JJ rabbrividendo all’ idea di quelle facce dipinte

Per tutto il viaggio Garcia non aprì bocca, essendo quello un caso particolare era stata costretta ad
andare a Chicago con la squadra, l’idea di un clown killer la terrorizzava parecchio.

----Chicago---

La squadra entrò nella sede di polizia, dove lo sguardo di tutti i poliziotti era fissato su di loro.
Tra il brusio generale Amity riuscì a cogliere alcuni commenti su Morgan, per lo più, e anche su Spencer, il che la infastidirono non poco.

Non erano molte le agenti donna il quel dipartimento, erano abbastanza giovani, poteva vederle avvicinarsi tra di loro per commentare qualcosa sullo stallone di colore, gran fico da paura e roba simile.

Che Morgan non passasse inosservato agli occhi delle donne non era una novità, ma il fatto che lo facessero delle poliziotte e soprattutto che si comportassero come oche giulive in cerca di un compagno era disgustoso.

Erano lì per lavorare o per rimorchiare? Si domandava Amity.

I commenti su Spencer erano quelli che le facevano salire un nervoso assurdo. Sentiva una o due agenti replicare che nemmeno il ragazzino era male, se solo avesse avuto più muscoli, che aveva un bel visino, ma che avevano sentito dire fosse un genio o qualcosa di simile, uno che voleva avere sempre ragione.
Sperò con tutta se stessa che Reid non le avesse sentite. Si stava trattenendo dal picchiarle a sangue solo perchè poi avrebbe dovuto svelare il motivo del suo attacco a tutti, compreso Reid.
 Insomma  al di la di quel “non sarebbe male con un po’ di muscoli” che secondo Amity era una vera idiozia perché Spencer era veramente bello così come era, dire che Spencer fosse un saccente che voleva avere sempre ragione era una vera bestemmia. Non conosceva persona più  modesta di Spencer. Con le sue doti avrebbe avuto il diritto di vantarsi quanto voleva, eppure non lo faceva e se capitava che esibisse la sua cultura in maniera esagerata, lo faceva solo per favorire le indagini. E poi dove mai avevano sentito parlare di Reid?

-Salve io sono l’agente Varner- Si presentò un uomo di mezz’ètà alto e snello- gestisco il dipartimento-
-Salve-Salutò JJ –Io sono l’agente Jannifer Jerau loro sono gli agenti Morgan, Hotchner, Prentiss, Rossi, il Dottor Reid, il tecnico informatico Penelope Garcia e il nostro aiuto esterno Amity Donner- Ognuno degli agenti strinse la man a Varner, tranne Reid ch come suo solito salutò con un cenno di mano ed Amity che borbottò un semplice salve .

-C’è un posto dove possiamo sistemarci?- Chiese Reid
-Si certo. Shannon accompagnali -Ordinò il capo.

Una giovane donna leggermente in carne, dai lunghi capelli rossi, e il rossetto esageratamente acceso, che in qualche modo ricordava Garcia, lì condusse in una stanzetta dove subito la squadra di profiler si mise a lavoro

-Agente Jerau, posso parlarle un minuto?-Domandò Varnes.

-Certo mi dica- Rispose JJ sorridendo come sempre

-Io mi fido cecamente della vostra squadra, si sentono tante cose buone su di voi, e non metto in dubbio la sua professionalità o quella degli agenti Prentiss, Hotchner e Rossi. Ma insomma i membri che non ho nominato mi lasciano alquanto perplesso. Comincio dall’ agente Morgan, io non ho niente contro di lui, per carità, ma un tipo così insomma con la sua fedina penale…insomma una ex delinquente è veramente in grado di aiutarci? Il Dottor Reid è praticamente un bambino, quanti anni avrà? 25? So che è un genio e tutto i resto ma lo avete visto bene, sembra un malato terminale così magro e debole . Per finire quella ragazzina, il vostro aiuto esterno alla squadra, avete davvero bisogno di quella sgualdrina per risolvere un caso? Mi risponda JJ- Spiegò Varner
Il sorriso di JJ svanì velocemente, lasciando posto ad un espressione rabbiosa ed indignata. Nessuno poteva parlare così dei suoi colleghi, della sua famiglia, nessuno.

-Nessuno le ha dato la confidenza per chiamarmi JJ, per lei sono l’agente Jerau e….

-Jennifer- Chiamò una voce dietro di lei.

-Penelope- Disse sorpresa JJ. 
 
-Le voglio dire Varner che l’agente Morgan è uno dei migliori agenti, lo sanno tutti, e non è affatto un delinquente, ciò che ha fatto lo ha fatto da ragazzino, perché viveva in periferia dove i ragazzi vengono abbandonati a se stessi . Derek Morgan è una delle persone che la gente stima e rispetta pur non facendo nulla per farsi stimare, la gente lo fa perchè lui è speciale di suo oltre che essere un gran bel pezzo d'uomo poi   Il “bambino”, Il “debole”, il  “malato terminale” come lo chiama lei non è altro che il genio più fottutamente geniale che il mondo conosca, senza di lui moltissimi cai sarebbero ancora irrisolti. Reid è speciale esattamente come Morgan, e assolutamente non è un debole, anzi è la persona più forte che conosca, ha avuto una vita difficile, eppure eccolo qui a gurdare sempre il mondo nel suo aspetto migliore. Mi dica non è ammirevole questo? Per quanto riguarda il fatto che sia magro bhè le assicuro che ho provato a farlo ingrassare ma nulla, è praticamente impossibile.
Amity Donner, la sgualdrina come la chiama lei, è una ragazza d’oro, non è un genio, non è laureata, ma con le sue idee innovative, con la sua conoscenza approfondita dei giovani e del loro mondo è molto più facile per i profiler insinuarsi nella mente di un adolescente, vittima o carnefice che sia. È una ragazza ammirevole per essere riuscita a rimanere se stessa nostante ciò che ha visto perché sa non è facile, non lo è affatto. Le uniche persone criticabili sono i suoi agenti - Penelope dopo la sfuriata, se ne andò seguita da JJ, lasciando Varner solo.


Le indagini non cominciavano per il meglio
 

 

~~Varcò la soglia della sala conferenze mentre tutti suoi colleghi la fissavano.

-Di nuovo in ritardo Donner?-Domandò retoricamente Hotch fissando la ragazza negli occhi azzurri.
-Emm  scusa Hotch è che….bhe ho finito le scuse em si in realtà la sveglia avrebbe suonato, diciamo che io ho fatto finta di non sentirla- Confessò Amity passandosi nervosamente la mano tra i lunghi capelli castani

-E scommetto che avevi così tanto sonno che hai preso la prima cosa che trovavi nell’armadio vero?- Chiese Hotch, mantenendo lo stesso  sguardo duro che aveva dall’arrivo della giovane, il che diede realmente fastidio ad Amity. Possibile che non si sciogliesse mai quel uomo? Insomma la sua uscita era stata inaspettata, quasi comica, avrebbe dovuto reagire in qualche modo no?
-Cosa hanno che non va i miei abiti? Sono stupendi- Contestò la Donner indicando gi shorts, molto short, e la t-shirt che indossava
-Sei un agente del FBI ragazzina, non stai andando ad un uscita con le amiche ma a catturare un  assassino, si presume che per fare ciò ci sia bisogno di professionalità- Rispose Aaron
-Oh andiamo è inutile che ci provi Hotch sono 7 mesi che mi chiedi di cambiare, cosa ti fa credere che io possa farlo adesso?- Affermò la giovane sorridendo

-Em in realtà sono 7 mesi 3 giorni e 8 ore e 17 minuti che….- Tentò di intervenire Reid, senza successo perché venne interrotto dalla Donner

-Sei serio? Hai veramente calcolato persino i minuti? Oddio Reid-

-Mi dispiace veramente interrompevi ma noi dovremmo andare. Abbiamo un caso- Li fermò JJ sorridendo per la piaga comica che stava assumendo la situazione.

-Oh scusa JJ-

---Sul jet----

-Allora siamo a Chicago, e’ stato rinvenuto il cadavere di un ragazzo Kurt Mantellow, 15 anni, stuprato e strangolato. Era un ragazzo di buona famiglia, aiutava il padre nella sua farmacia. E’ scomparso da lì- Disse JJ

-Come è morto?-Domandò Morgan

-Strangolato, dopo essere stato stuprato. Il cadavere è stato rinvenuto nella casa dove viveva il famoso killer Clown, John Wayne Gacy- Rispose JJ

-Non può essere una coincidenza…insomma ho studiato a lungo il caso Gacy, stesso modus operandi, stessa vittimologia,stesso luogo di ritrovamento. Questo è chiaramente un emulatore- Affermò Emily

-Scusate l’ignoranza ma chi diamine era questo…Kiler Clown?-Chiese Amity, che mai prima d’allora lo aveva sentito nominare

-John Way Gacy fu uno dei più famosi killer seriali della storia. Uccise ben 33 giovani tra i 14 e i 21 anni, senza contare gli stupri a numerosi altri ragazzi. Gacy uccideva a causa della sua omosessualità repressa, dopo aver divorziato ben due volte divenne molto più prolifico. Era chiamato killer clown perché nel tempo libero, oltre ad uccidere, animava feste per bambini nei panni di Pogo il clown. La sua ultima vittima, Robert Piest, lavorava in una farmacia, aveva anche lui 15 anni e grazie al occultamento mal riuscito del suo cadavere,  Gacy fu arrestato e morì per iniezione letale il 10 maggio 1994. E’ impressionante pensare come quest’ uomo….- Reid, per la seconda volta in un solo giorno venne interrotto dalla Donner

-Ok Reid, va bene, sei stato più esauriente di Wikipedia. Grazie-

-E’ proprio per queste affinità con il caso Gacy che la polizia di Chicago ci ha fatti chiamare. Il killer clown ha seminato il panico dopo la sua scoperta, ricordo quanta paura avevo da piccola dei pagliacci.-


Ricordò JJ rabbrividendo all’ idea di quelle facce dipinte

Per tutto il viaggio Garcia non aprì bocca, essendo quello un caso particolare era stata costretta ad
andare a Chicago con la squadra, l’idea di un clown killer la terrorizzava parecchio.

----Chicago---

La squadra entrò nella sede di polizia, dove lo sguardo di tutti i poliziotti era fissato su di loro.
Tra il brusio generale Amity riuscì a cogliere alcuni commenti su Morgan, per lo più, e anche su Spencer, il che la infastidirono non poco.

Non erano molte le agenti donna il quel dipartimento, erano abbastanza giovani, poteva vederle avvicinarsi tra di loro per commentare qualcosa sullo stallone di colore, gran fico da paura e roba simile.

Che Morgan non passasse inosservato agli occhi delle donne non era una novità, ma il fatto che lo facessero delle poliziotte e soprattutto che si comportassero come oche giulive in cerca di un compagno era disgustoso.

Erano lì per lavorare o per rimorchiare? Si domandava Amity.

I commenti su Spencer erano quelli che le facevano salire un nervoso assurdo. Sentiva una o due agenti replicare che nemmeno il ragazzino era male, se solo avesse avuto più muscoli, che aveva un bel visino, ma che avevano sentito dire fosse un genio o qualcosa di simile, uno che voleva avere sempre ragione.
Sperò con tutta se stessa che Reid non le avesse sentite. Si stava trattenendo dal picchiarle a sangue solo perchè poi avrebbe dovuto svelare il motivo del suo attacco a tutti, compreso Reid.
 Insomma  al di la di quel “non sarebbe male con un po’ di muscoli” che secondo Amity era una vera idiozia perché Spencer era veramente bello così come era, dire che Spencer fosse un saccente che voleva avere sempre ragione era una vera bestemmia. Non conosceva persona più  modesta di Spencer. Con le sue doti avrebbe avuto il diritto di vantarsi quanto voleva, eppure non lo faceva e se capitava che esibisse la sua cultura in maniera esagerata, lo faceva solo per favorire le indagini. E poi dove mai avevano sentito parlare di Reid?

-Salve io sono l’agente Varner- Si presentò un uomo di mezz’ètà alto e snello- gestisco il dipartimento-
-Salve-Salutò JJ –Io sono l’agente Jannifer Jerau loro sono gli agenti Morgan, Hotchner, Prentiss, Rossi, il Dottor Reid, il tecnico informatico Penelope Garcia e il nostro aiuto esterno Amity Donner- Ognuno degli agenti strinse la man a Varner, tranne Reid ch come suo solito salutò con un cenno di mano ed Amity che borbottò un semplice salve .

-C’è un posto dove possiamo sistemarci?- Chiese Reid
-Si certo. Shannon accompagnali -Ordinò il capo.

Una giovane donna leggermente in carne, dai lunghi capelli rossi, e il rossetto esageratamente acceso, che in qualche modo ricordava Garcia, lì condusse in una stanzetta dove subito la squadra di profiler si mise a lavoro

-Agente Jerau, posso parlarle un minuto?-Domandò Varnes.

-Certo mi dica- Rispose JJ sorridendo come sempre

-Io mi fido cecamente della vostra squadra, si sentono tante cose buone su di voi, e non metto in dubbio la sua professionalità o quella degli agenti Prentiss, Hotchner e Rossi. Ma insomma i membri che non ho nominato mi lasciano alquanto perplesso. Comincio dall’ agente Morgan, io non ho niente contro di lui, per carità, ma un tipo così insomma con la sua fedina penale…insomma una ex delinquente è veramente in grado di aiutarci? Il Dottor Reid è praticamente un bambino, quanti anni avrà? 25? So che è un genio e tutto i resto ma lo avete visto bene, sembra un malato terminale così magro e debole . Per finire quella ragazzina, il vostro aiuto esterno alla squadra, avete davvero bisogno di quella sgualdrina per risolvere un caso? Mi risponda JJ- Spiegò Varner
Il sorriso di JJ svanì velocemente, lasciando posto ad un espressione rabbiosa ed indignata. Nessuno poteva parlare così dei suoi colleghi, della sua famiglia, nessuno.

-Nessuno le ha dato la confidenza per chiamarmi JJ, per lei sono l’agente Jerau e….

-Jennifer- Chiamò una voce dietro di lei.

-Penelope- Disse sorpresa JJ. 
 
-Le voglio dire Varner che l’agente Morgan è uno dei migliori agenti, lo sanno tutti, e non è affatto un delinquente, ciò che ha fatto lo ha fatto da ragazzino, perché viveva in periferia dove i ragazzi vengono abbandonati a se stessi . Derek Morgan è una delle persone che la gente stima e rispetta pur non facendo nulla per farsi stimare, la gente lo fa perchè lui è speciale di suo oltre che essere un gran bel pezzo d'uomo poi   Il “bambino”, Il “debole”, il  “malato terminale” come lo chiama lei non è altro che il genio più fottutamente geniale che il mondo conosca, senza di lui moltissimi cai sarebbero ancora irrisolti. Reid è speciale esattamente come Morgan, e assolutamente non è un debole, anzi è la persona più forte che conosca, ha avuto una vita difficile, eppure eccolo qui a gurdare sempre il mondo nel suo aspetto migliore. Mi dica non è ammirevole questo? Per quanto riguarda il fatto che sia magro bhè le assicuro che ho provato a farlo ingrassare ma nulla, è praticamente impossibile.
Amity Donner, la sgualdrina come la chiama lei, è una ragazza d’oro, non è un genio, non è laureata, ma con le sue idee innovative, con la sua conoscenza approfondita dei giovani e del loro mondo è molto più facile per i profiler insinuarsi nella mente di un adolescente, vittima o carnefice che sia. È una ragazza ammirevole per essere riuscita a rimanere se stessa nostante ciò che ha visto perché sa non è facile, non lo è affatto. Le uniche persone criticabili sono i suoi agenti - Penelope dopo la sfuriata, se ne andò seguita da JJ, lasciando Varner solo.


Le indagini non cominciavano per il meglio
 

 

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Capitolo 3
*** Confessioni ***


~~Capitolo 3


 
 

3 giorni dopo

La testa le scoppiava, il cervello formulava mille ipotesi improbabili, quasi ridicole. Non riusciva a capire, non ci riusciva proprio, inoltre gli sguardi di ghiaccio che le lanciava Varner non aiutavano la concentrazione. Poteva vederlo fissare con superiorità non solo lei, ma anche Derek, lui non se ne accorgeva però, oppure fingeva di non accorgersene, perché non gli importava. Era questo che ammirava di Derek, il fatto di riuscire sempre a sapere quando aveva ragione e non lasciarsi influenzare dai comportamenti altrui e saper accettare i propri errori, il più delle volte.
-Non capisco-Disse d’un tratto la giovane Amity  rompendo il silenzio che da 10 minuti si era venuto a creare nella stanza.
-Questo omicidio non può essere collegato con il nostro caso, il modus operandi  e la vittimologia non coincidono. Probabilmente l’omicidio di Kurt Mantellow non ha nulla a che fare con questo- Continuò gesticolando.
-No, no ci deve essere un nesso inoltre la vittimologia non è affatto cambiata-Si oppose Varner
-Ha ragione Donner, la vittimologia è cambiata, la prima vittima Kurt Mantellow, era un bravo ragazzo, di buona famiglia. La nuova vittima Josh Carter era un drogato, uno sbandato, con una famiglia disastrata alle spalle- Spiegò Hotch, lanciando un sguardo ad Amity, le sembrò quasi che gli occhi del suo capo sorridessero.
-Comunque stiamo parlando di un maschio bianco, di età compresa tra i 15 e i 21 anni- Intervenne la grassa Shannon
-Potrebbe essere stato un regolamento di conti, vede, se come abbiamo creduto sin dall’inizio l’assassino di Kurt Mantellow è un replicatore dei casi di John Wayne Gacy, allora, non avrebbe mai cambiato modus operandi così drasticamente. Solitamente le vittime di Gacy venivano violentate e poi strangolate, come è successo a Kurt. Perché mai un replicatore così fedele da scegliere un ragazzo della stessa età e che facesse lo stesso lavoro dell’ultima vittima di Gacy, dovrebbe cambiare? Io penso che
L’omicidio di Josh Carter non abbia nulla a che fare con il nostro SI- Confermò Reid.
-Josh Carter è stato pugnalato diverse volte, e lasciato a morire appeso ad un palo, in un campo di grano, in balia degli uccelli. Questo è sadico. Jhon Wayne Gacy era un sadico sessuale, magari il replicatore, ha trovato un modo più eccitante di uccidere- Protestò ancora Varner
-Si, certo,e magari il nostro SI non è altro che un supereroe tipo superman che salva giovani dopo aver visto per loro un futuro terribile. Ma mi faccia il piacere- Intervenì Amity
-  Superman non vedeva il futuro- La corresse Reid, che si guadagnò un sguardo omicida dalla Donner
-Vede non si adatta al modello di un replicatore la sua teoria, non neghiamo che l’assassino di Josh Carter sia un sadico, ma non ha nulla a che fare con il nostro SI- Ribadì Emily
- Inoltre si ho ragione di crede che presto, scavando sotto l’abitazione del Killer Clown, troveremo ben 27 cadaveri, e nel fiume altri 5- Si intromise Rossi
-Giusto se il nostro SI è un replicatore fedele allora il povero Kurt non è altro che la sua ultima vittima, e lui ce l’ha fatto volutamente scoprire…insomma si, perché Gacy è stato arrestato a causa dell’occultamento mal riuscito della sua ultima vittima- Convenne Shannon elettrizzata
-Esattamente Shannon- Confermò Morgan sorridendo a quella donna eccentrica che gli ricordava la sua bambolina
-Agente Varner mandi una squadra e la scientifica a casa di Jhon Wayne Gacy, Prentiss e Morgan verranno con lei- Ordinò l’agente Hotchner
-Rossi, con un'altra squadra e la scientifica al fiume. Io, Reid e Donner esporremo il profilo a tutti gli agenti. JJ tu penserai ai media. Garcia, tu aspetta le mie direttive- Concluse l’autoritario capo


-Il nostro SI è un uomo bianco tra i 30 e i 40 anni, probabilmente ha subito da piccolo molestie fisiche e psicologiche da uno dei due genitori quando era bambino. Deve avere in qualche modo la possibilità di entrare nell’abitazione di Gacy, potrebbe lavorare per il comune o la manutenzione- Cominciò Hotch
- E’ un uomo molto cortese, gentile ma allo stesso tempo misterioso e chiuso che si impegna per il bene comune, potrebbe far parte di un piccolo partito e svolgere volontariato esattamente come Gacy- Continuò Amity
-Magari, come il suo eroe, fa il pagliaccio in ospedali o feste per bambini. C’è una buona possibilità che sia divorziato, e che si sia sposato per reprimere la sua omosessualità- Concluse Reid
- Ricordate che è un uomo pericoloso, instabile, il fatto di aver imitato tutti i crimini di Gacy, e di non poter più uccidere potrebbe scatenare in lui un cambiamento, un comportamento violento verso chiunque. - Aggiunse Hotch


JJ si passò le mani sul volto stanco, era sera tarda, e la giornata non era stata delle migliori.
Come previsto avevano trovato i 27 cadaveri nell’abitazione del killer clown e 5 nel fiume, avevano delineato un profilo, a cercato nei database con Garcia se ci fosse qualcuno che corrispondesse a questo profilo, ma nulla ne era uscito. Inoltre il compito di avvertire tutte e 32 le famiglie delle vittime era toccato a Jennifer che ne era uscita più tosto stravolta.

-Hey- La salutò Emily facendo capolino nella stanza- Hotch dice di andare in albergo, per riposare, domani rivedremo il profilo, ora nessuno di noi ha la forza di farlo-
Disse la mora


Rossi guardò Hotch con il quale condivideva la stanza. L’uomo era pensieroso, cupo.
-Hotch- Lo chiamò David- Cosa c’è che non va?- Domandò
-Questo caso,ha qualcosa di strano, non so,sento che ci sfugge qualche cosa di importante- Affermò l’uomo
- Hotch non c’è nulla che possiamo fare ora, abbiamo cercato con Garcia ogni possibile SI, il risultato è niente, nessun crimine precedente di questo tipo, nessuno che negli ultimi anni abbia subito qualche grave esperienza e che allo stesso tempo si adatti al profilo e non abbia un alibi per l’omicidio di Kurt Mantellow. Domani ci rimetteremo a lavoro Hotch, ma ora dobbiamo riposare, per essere pronti, domani, a cercare di catturare questo SI.


-Allora come va piccolina?- Chiese Garcia sdraiandosi sul suo letto
-Mm voglio morire, sono distrutta- Si lamentò la Donner
- Già, io non vedo l’ora di tornare a Quantico, non mi piace questo caso- Affermò Penelope
-Nemmeno a me. Odio la Strauss, se non fosse per la sua amicizia con Varner non saremmo nemmeno venuti qui- Disse la ragazza
-Cambiamo argomento però….parlimo che ne so? Novità piccanti?- La bionda si sedè velocemente sul letto per fissare la sua piccola collega
-Nessuna novità piccante Pen, condividiamo una stanza d’albergo da circa tre giorni, ci vediamo tutti i giorni a lavoro, e sei come una sorella per me, te lo direi se ci fossero novità- Rispose la giovane
- Sicura? Perché io sono sicura che c’è qualcosa che non mi hai detto- Insistè  Garcia con un sorrisetto in volto
-Cosa non ti avrei detto?Sentiamo- Chiese esasperata Amity
-Allora….Cosa combiante tu e il mio genietto preferito?!- Domandò a sua volta Penelope
-Co…Cosa?! Io e Reid?! Noi non combiniamo nulla! Come ti è venuto in mente?!- La Donner era scioccata, non solo perché tra lei e Spencer non c’era mai stato nulla, ma anche perché da qualche mese parlare di Reid, con Reid, o semplicemente rimanere sola con lui la metteva a disagio, cosa che al’inizio non le accadeva.

Non ne capiva il motivo, insomma non provava nulla per il suo collega. Era indubbiamente un bel ragazzo, di una bellezza particolare, per nulla scontata, che andava ben oltre il fisico o il bel faccino, ma dal ritenerlo bello a piacerle c’era una bella differenza. Eppure  ultimamente si sentiva così strana vicino a lui.

-Sei arrossita. Amity Aubree Donner sei arrossita, non ci credo! Ahaha bimba tu hai una cotta per il nostro….-
-Taci Penelope! Non è vero, sei tu che mi metti in soggezione con le tue accuse, nulla di più- Affermò la giovane

-Bhe allora spiegami un po’ di cose-
-Cosa?-

-Il vostro rapporto Amity, sono seria, è più tosto particolare. Lui si ingelosisce ogni volta che ti vede con un ragazzo diverso, lui ti difende ogni volta che commetti qualche errore, tu fai lo stesso con lui cara, senza contare che tu hai un istinto di protezione quasi eccessivo nei suoi confronti fragolina-

Amity sospirò

-A tutto c’è una spiegazione chiara e razionale. Spencer, anche se non è mai successo, si ingelosisce perché mi vede come una sorellina piccola forse, come Derek-
-No piccola, ti dico che bhe…non si comporta come Derek, fidati, ti guarda come se fossi..non so la cosa più bella al mondo, credo, comunque ti guarda in modo…si…
diverso-

-Punto un io sono la cosa più bella al mondo, ricordalo Garcia. Punto due, mi difende sempre perchè Hotch esagera con me e se ne sono accorti tutti. Io faccio lo stesso…perché mi piace proteggerlo, e lui ne ha bisogno..Dopo tutto quello che ha passato nella sua vita io voglio solo che sia felice Pen, perché ci tengo a lui, veramente, e non voglio che soffra per nulla, nemmeno per un rimprovero o un errore, io voglio solo aiutarlo…perché io…-
-Perché tu, mia piccola stupidina, provi qualcosa per lui, lo provi qui, nel tuo grande cuoricino, lo provi qui nella bocca dello stomaco e qui nella tua testolina- Garcia sorrise con tenerezza alla sua amica

-No, cioè io..non lo so cosa provo, mi stai confondendo. All’inizio di questa conversazione era del tutto convinta di quel che provo per Reid e ora….Ti odio Penelope Garcia, sappilo- Confessò Amity

-Dimmelo, dimmi come ti senti- La incitò Penelope

-Andiamo è mezzanotte passata, ne parleremo poi-

-No, dimmelo, ora, cosa senti in questo istante-

-Mi sento confusa, e terrorizzata all’idea che tu possa avere ragione, e una parte di me mi sta gridando che tu hai sempre ragione, e che forse per me lui è più di un amico. L’altra parte dice di no, dice che non posso insomma…si…provare qualcosa per lui, perché lavoriamo insieme e sarebbe totalmente sbagliato..inoltre non voglio pensarci ora, questo caso mi da già troppo su cui riflettere-

-Ok, però, non appena torniamo a casa risolviamo questa situazione chiaro?-

-Ok. Buonanotte, mio strabiliante dea dei computer- La salutò Amity infilandosi sotto le coperte

-Notte piccola bimba sperduta- Le disse Garcia imitandola.

Qualla notte Amity non riusci a chiudere occhio, non riusciva a smettere di pensare a tutto ciò che le aveva detto Garcia. Ogni singolo ricordo dei casi precedenti le veniva a galla, non riusciva a fermare le immagini dei suoi momenti con Reid.

Fashback

-Lei è Amity Donner, lavorerà con noi come aiuto esterno- La presentò Gideon
Ognuno dei suoi colleghi le strinse la mano, tranne un ragazzo. Era alto, magro, molto giovane, forse troppo per essere un agente del FBI.
-Io sono Spencer Reid- Le disse facendole un gesto con la mano
-Dottor Reid-Lo corresse Gideon. Spencer sorrise imbarazzato, e, notando il suo imbarazzo, Amity non potè fare a meno di sorridere.
-Wow, ma quanti anni hai? 21,22? E sei già dottore? Cosa sei una specie di genio?- Chiese la giovane ironica, che non s’aspettava affatto la risposta che avrebbe ricevuto.
-In realtà ho 24 anni, e si, sono un genio- .
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-No!- Sentì un urlo provenire dalle sue spalle. Era la voce di Spencer, preoccupata, preoccupata per lei.
Si girò si scatto, e lo vide, vide il soggetto ignoto, nascosto dietro un mobile, che le puntava una pistola contro. Avrebbe dovuto prendere la sua e sparare eppure non ci riusciva. Era alle prime armi e non le era mai capitato di vedere un pistola puntata verso di lei. Infondo lavorava alla BAU da un mese soltanto.
Udì uno sparo, che le sembrava distante miglia, eppure il corpo inerme del SI, giaceva davanti a lei. 
Reid le passò davanti, si chino per disarmare l’uomo, dopo aver controllato se fosse vivo, ma era morto.
-Stai bene?- Le chiese Spencer posandole una mano sulla spalla
-Si..solo ho avuto paura- Confessò la giovane-Ma tu mi hai salvata mio eroe- Aggiunse posando un bacio delicato sulla guancia del giovane genio, che presto divenne tutto rosso di vergogna.
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Sentiva il cuore batterle a mille, come volesse uscirle dal petto. Era frustante restare lì, senza poter far niente, ferma immobile, mentre un suo collega, un suo amico, era tenuto prigioniero da un folle fanatico religioso. Era difficile stare lì, mentre il suo amico moriva. Lo vedeva dimenarsi in preda alla tosse dopo esser caduto assieme alla sedia alla quale era legato. Non si mosse più.
Gli occhi di Amity pizzicavano, una lacrima le scese lungo le gote.
Sperò che quel pazzo, quel Henkel provasse a rianimarlo, ma  nulla, se ne andò, vittima della sua personalità più crudele.

Passarono minuti, per Amity furono ore. Non sapeva come stessero reagendo gli altri, lei non distoglieva lo sguardo da quella figura immobile. Sarebbe stato quello l’ultimo ricordo che aveva di Spencer?
La sua morte? Oppure la litigata della sera precedente in un locale in cui erano andati? Nessuno dei due. Non voleva avere un ultimo ricordo di Reid, non voleva accettare l’idea di non rivederlo, di non sentirlo sparare una di quelle sue fastidiose informazioni da Spencer bitchpleasesonoungeniosotuttoditutti Reid, non voleva non sentire più il suono della sua voce, acuta e stridula quando c’era qualche cosa a innervosirlo. Lei voleva riabbracciarlo.

Quando Tobias tornò e lo rianimò con successo, bhè per la prima volta pensò che forse, dopo aver trovato Spencer non l’avrebbe fatto soffrire più di tanto per ucciderlo.
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Trovarono Reid, lui era in un cimitero, poco distante da lui una pala e il cadavere di Tobias Henkel. Amity intuì a cosa servisse la pala. Al solo pensiero le si formò un nodo alla gola, dovette combattere ferocemente affinchè le lacrime non scendessero di nuovo dai suoi occhi. Voleva, anzi doveva, mostrarsi forte. Infondo non doveva piangere, perché Spencer era vivo, stava bene.
Vide JJ abbracciarlo, non appena si staccarono lei corse verso il giovane genio.

-Oddio ti prego non farlo mai più ti prego ti prego Spencer, ti prego- Sussurrò la ragazza abbracciandolo così forte che temette di soffocarlo.
-Mi dispiace- Le sussurrò a sua  volta Spencer.
-Stai bene?- Chiese
-Si..- Rispose Reid
Amity sapeva che non stava bene, lo vedeva nei suoi occhi, vedeva paura, dolore, e tutto ciò la distruggeva.

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-Cazzo?! Perché fate tutti finta di niente qui è?!- Strillò la Donner verso il suo capo
-Abbassa la voce- Le disse Hotch pacato
-No non la abbasso, se ne sono andati tutti qui, strillo quanto mi pare chiaro?! Non me frega nulla se sei il mio capo o roba simile ok?! Ora fingiamo di non essere due agenti del FBI ma due persone ok?-Ribadì la Donner irritata
-Tu non sei un agente del FBI. A cosa ti riferisci quando dici che facciamo finta di nulla?- Domandò Hotch
-Alla fata turchina! A Reid Hotch. Non penso di essere l’unica ad essersi accorta che si..è cambiato, dopo Henkel. Hotch si vede lontano un miglio che sta assumendo…stupefacenti- La voce della Donner si affievolì alla fine della frase
-Lo so- Affermò Hotch come se nulla fosse.
-Lo sai?! Cristo  e non fai nulla?! Un tuo agente è stato rapito da un serial killer, ed ora si droga, e tu lo sai e non fai nulla??!!! Ma che cazzo di capo sei? E’? Rispondimi porca…- Amity venne interrotta da Aaron
-Modera il linguaggio.  Aiuteremo Reid solo se ce lo chiederà-
La giovane emise una risata amara- Chiedercelo? Non ti sembra una chiara richiesta d’aiuto il suo comportamento così diverso?! E’? Secondo te Reid non volesse che lo sapessimo si comporterebbe così!? –
-Ora basta, noi non faremo nulla e nemmeno tu Donner-
-Bene- Disse Amity sbattendo la porta per andarsene per poi riaprirla un attimo dopo- E una cosa Hotch…Fanculo-
Detto ciò se ne andò, non poteva sapere che, nonostante tutto Hotch sorrise.
---
 
- Non è affatto male-Commentò Emily fissando il ragazzo che si era appena presentato alla BAU, baciando Amity davanti a tutti come se fosse la cosa più normale al mondo
-Già è carino… Mi pare si chiami Carl o…- Convenne JJ
- Clark, si chiama Clark. Secondo voi stanno insieme?- Chiese Reid, fissando la coppia con uno sguardo indecifrabile sul volto.
-Che c’è ragazzino? Non sarai mica geloso- Lo canzonò Derek
-No, affatto- Rispose il genio andandosene
-Hey che ha Spencer?- Domandò la Donner avvicinandosi al gruppo
-Niente- Rispose JJ, lanciando uno sguardo ad Emily, che non passò inosservato
--

-Oddio non lo sopporto quel tuo amico-  Strillò Clark
-Chi?- Chiese Amity accoccolata al suo petto
-Quello magro, alto…il genio là, quando ti vengo a trovare mi dice sempre che non puoi vedermi, manco fosse il tuo capo, e quando mi unisco alla tua squadra per uscire la sera dopo i vostri casi e lui si mette a blaterare quelle cazzate per farci sentire quante cose sa mi irrita-
Amity si staccò.
-Uno lui si chiama Spencer, due tu non puoi venirmi a trovare a lavoro come se nulla fosse e te lo dice lui perché Hotch ti farebbe sbattere fuori dalle guardie direttamente. Tre lui spara quelle cazzate come dici tu perché le sa, perché pensa che sia interessante saperle e sai che c’è? A me piace ascoltarlo, non mi irrita affatto, e non è presuntuoso come pensi tu-Lo difese la Donner.
-Ho dimenticato di dire che probabilmente quello sfigato del tuo amico non ti considera un amica, insomma ti spoglia con gli occhi Ami! Non lo capisci che io voglio solo salvare la nostra  relazione da quello spaventapasseri-
-Relazione? Farsi una scopata ogni tanto non è una relazione, non sono innamorata di te e te l’ho detto dal primo momento. Io e Reid siamo solo amici ok?! Io non gli piaccio, semmai può essere che lui piaccia a me. Sicuramente lo trovo molto sexy, carino, anzi no lo trovo bello. E non nello stesso modo in cui trovo te bello, come uno da sbattermi, ma bello in ogni senso, dentro e fuori. Ah e tra noi è finita!-

--

-Perché hai scelto questo lavoro?- Chiese Spencer d’un tratto.
-Non l ho scelto, lo sai che me lo ha proposto Gideon, lavorare con l’FBI non era nei miei piani. Sarei voluta essere una modella, un attrice o una cantante. Anche se il mio vero sogno era sposarmi con un riccone, comprare uno stato e diventare la principessa di quello stato- Rispose la giovane
- Non credo che la tua ultima idea sia plausibile sai? Comunque…Allora perché continui a farlo..intendo dire…con noi, perché continui a lavorare con noi? Insomma volendo, con la voce che ti ritrovi potresti essere una cantante famosissima- Domandò Reid
-Bha penso che questo lavoro alla fine mi piaccia. Infondo molti giovani possono dire “ehi cazzo io  ho 20 anni sono famoso” ma quanti possono dire “ehi cazzo io lavoro al FBI e ho 20 anni” ?- Affermò la Donner gesticolando
-Già…-
-E tu perché fai questo lavoro?- Chiese a sua volta Amity
-Penso perché sai…studiando la mente degli assassini io…penso di poter controllare la mia o per lo meno notare i segni in caso..sai in caso impazzissi, prima di far male a qualcuno- Spencer abbasso il capo.
-Tu non impazzirai Reid, sei troppo forte per impazzire- Amity era scioccata dalla parole del suo collega, non riusciva ad immaginarlo un..pazzo, non riusciva ad immaginarlo come sua madre.
-Vorrei che fosse vero-
-Mm io ne sono sicura-
-Amity?-
-Si?-
-Perché sei rimasta a lavoro fino a quest’ora?-
-Per farti compagnia-
-Davvero?-
-No. In realtà ho mollato Clark, hai presente no? Il ragazzo dell’altro giorno? E non avevo nulla da fare-
-Ah..ok-
Spencer non avrebbe mai saputo che in realtà quando aveva detto che era rimasta lì per lui, diceva la verità.

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Capitolo 4
*** killer gorilla ***




~~4 giorni dopo


Amity cercò di non dar a vedere la sua felicità. L’idea che, a causa della fine degli omicidi e degli scarsi risultati delle indagini la squadra se ne dovesse andare non la elettrizzava, ma a qual punto avrebbe dato ogni cosa pur di tornare a casa.

La situazione era diventata stranamente incasinata non solo sul piano lavorativo, ma anche su quello privato.

Da quando aveva ammesso a se stessa di provare qualche cosa per il suo collega era diventato alquanto difficile lavorare con lui fianco a fianco . Si trovava spesso in imbarazzo parlando con lui, alcune volte diveniva persino difficile esprimersi con lui nei paraggi. Era capitato che si incantasse a fissarlo, o che le battute giocose che Derek soleva fare su lei e Spencer venissero prese da Amity come un offesa, un attacco, una supposizione, un qualche cosa di serio.

Non riusciva a gestire il tumulto di emozioni che la scuotevano dall’interno. Fingere che tutto fosse come prima, come prima che si rendesse conto che quel piacere che provava stando vicino a Spencer, abbracciandolo, era qualcosa di più di amicizia, diventava sempre più complesso.

Era come se ogni sua dote d’attrice, di bugiarda, che sempre aveva usato per infiltrarsi durante i casi, o per flrtare con qualche ragazzo fosse cessata di esistere. Spencer la stava lentamente annullando.

Sul piano lavorativo il caso era stato un totale fallimento. Il profilo non aveva portato a nessun risultato, e nonostante la sensazione di essere ad un passo dal capire chi era l’SI dilagasse tra ogni componente della squadra, l’assenza di prove concrete e la fine degli omicidi aveva portato la Strauss a prendere la decisione di far rientrare gli agenti a Quantico.

Amity non avrebbe dimenticato il sorriso compiaciuto di Varner non appena ebbe saputo la notizia.

Quell’uomo, che da sempre aveva ostacolato la squadra, sorrideva, sorrideva nonostante 33 ragazzi non avrebbero ricevuto giustizia, sorrideva per il suo orgoglio e il suo ego smisurato. Sorrideva. Amity lo guardò con rimprovero e superiorità mentre usciva dal commissariato e si dirigeva verso l’albergo, per preparare le valigie.

-Non vedi l’ora di tornare a Quantico vero?-Domandò Emily alla Donner mentre l’aiutava, come una madre con la figlia, a preparare la valigia. Non che Amity ne avesse  bisogno, solo ad Emily faceva piacere.

-Si. Mi dispiace per le vittime e le loro famiglie ma comunque qui non abbiamo più nulla su cui indagare. E poi prima smetto di vedere quel Varner prima sto meglio-
confessò la giovane

-Già, diciamo che il vostro era odio reciproco. Hei qualche programma per il rientro?- Chiese Prentiss

-Si, penso che dopodomani farò un concerto dei miei al locale di Bill, poi…- Amity non potè finire di parlare.

-Disfate le valigie, abbiamo un altro caso- Disse Hotch non preoccupandosi nemmeno di bussare ma spalancando la porta.


---..----

-Abbiamo una vittima. Clare Lonner, 62 anni, trovata morta nella mansarda di casa sua. È stata violentata e strangolata a mani nude. E’ stata trovata con la vestaglia alzata fino alla vita-  Spiegò JJ

-Non abbiamo bisogno del vostro aiuto. Si tratta di un banale caso di omicidio!- Esclamò Varner
-Si sbaglia- Disse tranquillamente Reid
-Cosa?- Varner lo guardò ferocemente

-Ho detto che è qui che si sbaglia. Questo non è un banale omicidio. Ha a che fare con il nostro SI-  Ripetè Spencer

-U e mi spieghi mio caro dottore. Come può l’omicidio di una donna avere a che fare con un serial killer, che vi ricordo non siete riusciti a catturare, che uccide ragazzini? Mi  illumini lei  che è così intelligente! Mi illumini lei signor genio. Parli per l’amor di Dio- Gridò Varner
-Non le permetto di rivolgersi in questo modo ad uno dei miei agenti- Intervenne Aaron indignato.

- Vede..questo omicidio, si l’omicidio di Clare Lonner, non sarà altro che il primo di un'altra serie di omicidi. E’altamente improbabile che ci siano due imitatori di serial killer in una stessa città nello stesso periodo…Cioè…l’omicidio di questa donna si…è lo stesso modus operandi, vittimologia e firma corrispondono a quello di Earle Nelson, meglio conosciuto come Killer Gorilla a causa della violenza e della forza con la quale strangolava le sue vittime-

Amity fissò Spencer mentre gesticolando cercava di  spiegare la sua teoria, alla quale tutti sembravano dare ragione.

In effetti quel che diceva Reid era quasi sempre vero, e la sua idea era assolutamente plausibile.

-Stavo pensando- si intromise ad un certo punto la Donner-Che sicuramente il nostro profilo era sbagliato- Continuò

-Esatto, dobbiamo capire il motivo per cui questo SI imita questi killer, sempre che vi sia un motivo- concordò Rossi

-Reid, Donner voi due andate all’obitorio. Rossi, Morgan e Prentiss sulla scena del delitto. JJ tu pensa a parlare con la stampa ed evitare una fuga di notizie.Garcia tu cerca ogni possibile informazione sul Killer Gorilla- Ordinò Hotch

-NO! Ve ne dovete andare! Questo caso non è più di vostra competenza- Si impose Varner.

-Io e lei dobbiamo parlare Varner- Aaron fissò l’uomo con sguardo severo ed impassibile.



Scusate se il capitolo è corto ma ultimamente ho un po' di problemi in familglia.

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