You and I are different but equal.

di GWUNCANKILLA
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La partenza ***
Capitolo 2: *** L'arrivo ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 sei diverso, sei diversa. ***
Capitolo 4: *** i and you ***
Capitolo 5: *** Tu e solo tu arriverai al cambiamento, perchè sei speciale, credimi! ***



Capitolo 1
*** La partenza ***


Tu ed Io, diversi ma uguali...

CAPITOLO: 1= LA PARTENZA

Il nostro dittatore Chris Jonson, ha riempito di manifesti la nostra città, un'immagine rappresentata da una foto con un sorriso che più falso non può esistere, lui è un'alieno, razzista,  alto snello muscoloso, e si diverte a fare del male, pensare che prima che salisse al trono era il più stimato tra tutti, ma dopo è cambiato tutto, si è come trasformato.
La dittatura ci sta uccidendo, ed ora, vuole invadere un pianeta chiamato "terra" per distruggere anche le loro di vite, io non lo voglio accettare, non so come siano questi "umani" ma di certo avranno anche loro dei sentimenti.
Il nostro pianeta ormai è succube della dittatura una volta era pieno di colori ora predominava solo il verde, una volta tra le mure della città crescevano sogni, vedevo bambini giocare con il sorriso stampatogli in faccia, ma, ora era come vivere in un incubo, la vita non esisteva più sul mio pianeta, il mio pianeta era bellissimo ormai è solo un lontano ricordo. Il buio, la morte, la sofferenza questo era ormai il mio pianeta, di cui purtroppo ne facevo parte.


******

E arrivato il momento, si, stiamo salendo su queste stupidissime navicelle, per andare a distruggere vite altrui, queste parole mi si erano impossessate nella mia mente, possibile che non avessero un minimo di cuore?, sembravo l'unica a preoccuparsene, l'unica e troppo piccola per intervenire, io mi sentivo colpevole, colpevole di quello che doveva ancora avvenire...
Salgo su quelle scalette mortali, con chiazze di sangue ovunque, si,  portavano morte, chi si opponeva a salire lo uccidevano all'istante su quelle scale, io a testa bassa salii lentamente, ripercorrendo tutte quelle vittime sdraiate a terra, mi chiedevo se quella sofferenza sarebbe mai finita, possibile?, non avevo più genitori sono morti a causa di tumori, curabili ma per loro "troppo gravi", mi sento malissimo dovevamo affrontare due ore di viaggio, per poi arrivare in questa città che ora non ricordo molto bene il nome mi sembra "Vancouver" chissà cosa sarebbe successo ero agitata impaurita...ma sicura, che sarei stata meglio li che qui, in questo pianeta che non sa più di vita in questo pianeta che è solo caratterizzato di morte.
Mi addormentai, aro troppo stanca, ma avevo paura se non mi sarei svegliata prima dell'atterraggio mi avrebbero torturato, non potevamo dormire in navicella, avevamo delle ore fissate anche sul nostro pianeta dovevamo andare a letto alle 20:00 e svegliarci alle 05:00, si non ci lasciavano neanche dormire e chi trasgrediva torture su torture.
Mi addormentai con l'ansia di non svegliarmi, ma forse sarebbe stato meglio, morire, si, quel pensiero mi sfiorava da anni ma vivevo per proteggere gli altri...


ANGOLO AUTRICE: NUOVA FANFICTION, SI LO SO NE HO UN'ALTRA IN CORSO MA AVEVO QUESTA DA MOLTO CHE VOLEVO PUBBLICARLA...COME VI SEMBRA L'INIZIO? RECENSITEEEE....SPERO MI CONSIGLIERETE <3 

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Capitolo 2
*** L'arrivo ***


TU ED IO, DIVERSI MA UGUALI...

Capitolo 2: L'arrivo.
Mi sono addormentata, ma per fortuna mi sono svegliata prima che arrivassimo, sono passate le due ore tra poco dovremmo essere arrivati, mi guardavo in giro, in quell'immensa e sudicia navicella, vidi una donna accocolata con suo figlio in braccio, dormivano, mi brillarono gli occhi a quella sua vista, ogni volta che vedevo una famiglia insieme e unita mi rattristivo, forse, perche io non ho mai avuto una famiglia, quella donna, aveva un viso dolcemente tondo con quelle sue antennine fini e delicate i capelli ricci e arancioni, di un'arancione delicato lieve non troppo accentuato, rari nel nostro pianeta, ricorperti da un cappellino di lana verde, aveva all'altezza delle guancie delle bellissime lentiggini non troppo acennate, ma comunque molto dolci, la bocca dormiente che accennava un lieve sorriso, suo figlio la stringeva al collo molto delicatamente, avrá avuto la mia etá quindi 7 anni, ma io ormai non mi sentivo una bambina, ho vissuto molto da sola, ormai quattro anni, sempre cercando di crescere da sola, i miei pensieri non sembrano risalenti ad una bambina, si, io lo ero di aspetto ma dentro, ero molto diversa. 
Siamo arrivati me ne sono accorta dal tonfo dovuto all'atterraggio, allungai la mano verso la donna dormiente avvertendola dell'arrivo, avevo paura non mi sentisse cosi aumentai la presa al suo braccio e la strattonai, prima che arrivassero i soldati, si sveglió fortunatamente, mi rivolse un lieve sorriso e sveglió suo figlio, poi mi si avvicinó e mi chiese..."Hei, bella bimba, se da sola?" "si, lo sono sempre stata" risposi senza dire nulla riguardante il mio passato quello era il mio unico punto debole, l'unico ma il più amaro da sopportare.
Mi voltai aspettando aprissero la porta, e cosi fu, si aprì sollevando una polvere assieme ad un odore sgradevole di sangue, mi tappai il naso e strattonata da una guardia scesi velocemente, alzai il viso al cielo, era diverso dal nostro era azzurro che bello, ma comunque riconoscibile, pero c'erano delle chiazze ondulate sembrava lo zucchero filato, se mi ricordo bene come fosse ormai erano anni che non lo facevano più, si da quando era salito al governo quel Chris.
poi abbassai lo sguardo versa metà altezza vidi dei alberi uguali ai nostri, ma almeno non odoravano di sangue, l'aria aveva un odore così fresco odore che non sentivo ormai da anni inarcai le narici per sentire meglio quell'odore, cosi dolce cosi bello, quasi irreale, avanzai il passo verso la nostra meta, si aprì una porta, strana, si apriva tramite un specie di maniglia o almeno cosi l'aveva chiamata il sergente, ci spintonarono dentro una stanza bianca, c'erano dei tavoli, ormai nel mio mondo non esistevano più, solo nell'antichità, sentivo quell'odore di legno, bellissimo diverso. Ci sedemmo a terra incrociando le gambe, ma poi le mie antennine sentirono uno strano rumore, mi alzai di colpo, mi voltai e vidi un'umano, assomigliavano molto a noi solo avevano la pelle di colore diverso, non avevano le antenne, erano strani, accanto ad esso vidi un visino  piccolo,con dei occhi profondi  come quel cielo che avevo appena conosciuto...aveva i capelli neri, come i miei, era attaccato al pantalone del padre, stringendo cosi forte da avere le nocche bianche, era impaurito, ma suo padre lo spintonò dietro a se cosi che cadde a terra si rialzò senza piangere e se ne andó.

 

ANGOLO AUTRICE: COME SONO ANDATA?, SPERO BENE, RECENSITE.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 sei diverso, sei diversa. ***


You and I are different but equal...

capitolo 3.

L'umano ci squadrò tutti, poi avanzò lentamente con fare superiore, io mi sedetti spaventata e strinsi le mie ginocchia al mio petto per ridurmi più piccola possibile, dove era diretto?, e perchè aveva un fucile in mano?, impugnato saldamente in una stretta talmente forte da avere le nocche bianche, contavo i passi, crollò un silenzio tra noi quando un nostro soldato lo ruppe, "Allora, siete arrivati eh?, ed ora, cosa credete di farci tu e la tua mandria di umani squilibrati?", l'umano mi si affiancò, io cercai di nascondermi, poi si fermò.
"Beh, vi distruggeremo uno ad uno facile no?", disse con una voce piena di rabbia ed odio tirando indietro il carrello del fucile facendo risuonare il rumore nella stanza, il nostro soldato scalciò a terra e riprese più infuriato che mai,"Ma tu chi credi di essere, voi umani siete semplicemente esseri inutili, che non meritano di vivere!" a quelle parole l'umano sparò un colpo dritto al cuore del bambino che poco prima era sulla navicella accoccolato nelle strette braccia di sua madre, vedendo quel gesto mi alzai in piedi incurante della situazione con le lacrime che mi incorniciavo lentamente il viso come lo scorrere di un fiume, mi fissavano, io tremavo ma mi decisi e presi coraggio mi diressi verso quest'ultimo posandogli una mano al cuore e stringendolo forte al mio petto non sopportavo la morte, non sopportavo che una persona morisse tristemente, lo coccolai come per addormentarlo ondeggiando delicatamente e intanto gli cantavo una dolce ninna nanna, l'umano mi si avvicinò abbassandosi alla mia altezza mi prese il viso tra due mani me lo sollevò con fare delicato mi guardò, "Tu!", disse e poi sollevò gli occhi verso suo figlio da quel che avevo capito fosse, "Figliolo, guarda quest'aliena, e pazza, vedi e tu che dicevi che gli alieni sono come noi, hai visto! e pazza!", mi mollò uno schiaffo in piano viso facendomi indietreggiare, a quel punto quel bambino strano si avvicinò correndo verso di me, si chinò e mi chiese sussurrando "Come stai?", guardavo quei suoi occhi color cielo, il cielo terreste, così belli, così diversi inondanti di emozioni, mi persi per un'attimo in quei suoi occhi, poi abbassai lo sguardo e dissi timidamente "B-Bene, tranquillo!", il padre lo prese dalla maglietta alzandolo per aria io non vedendo i suoi piedi posati a terra alzai lo sguardo per vedere ciò che accadeva preoccupata, quel bambino, quel dolcissimo bambino, era di verso ,si, era diverso non era come gli altri bambini lui era diverso, lui era semplice, lui era la realtà. 
A quel punto mille emozioni mi invadero, la mente, il cuore, l'amore così dolce, lento inaspettato.
 Lui così indifeso, chissà cosa aveva passato?era una vittima anch'esso.


****




Pov Duncan:
Quella dolce bambina, mi guardava, io ero tra le forti e potenti mani di mio padre che mi sollevò prendendomi saldamente dalla maglietta, non toccavo più terra, quelle mani io le temevo quelle mani mi avevano sempre fatto del male, mai una carezza ricevuta da quelle mani, solo schiaffi e violenze, quelle mani non mi lasciavano sentimenti, mi lasciavano sempre lividi, mi aspettavo già la sua reazione perciò chiusi gli occhi per attutire il dolore, si che fossero parole sia che fossero botte.
"Figliolo..." iniziò con tono dolce, "Sei un bastardo!, sei il figlio che non avrei mai voluto avere,sei solo un fottuto errore, un ca**o di errore di me**a , sei solo un errore capito?" finì con un tono carico di odio e mi lanciò a terra facendomi finire sopra lo spigolo di un tavolo, sanguinavo, sanguinavo molto avevo paura mi fossi rotto qualcosa, ma il dolore più grande in quel momento erano le sue parole, anche se già sentite mille volte, facevano male troppo male posai le mani sulla costola e con passo veloce e deciso mi allontanai urlando "io sono un bastardo parli tu? padre di me**a!" me ne andai correndo, ormai la mia mente il mio corpo era tuttuno con l'odio, io e l'odio ormai eravamo amici, io odiavo tutto e tutti, non avevo mai osato rivolgermi così verso mio padre, se così si poteva chiamare, io ero cambiato io volevo cambiare, ma mi ritornò in mente quella dolce bambina, così bella, così indifesa, chissà cosa aveva passato? era una vittima anch'essa.



*********

Pov Gwen:

lo guardai mentre si allontanava, aveva molto coraggio ma del resto aveva ragione.
L'umano era rimasto a bocca aperta fissando la porta ormai chiusa, boccheggiava ancora in cerca di una risposta, poi si voltò di scatto verso di me, "Ve la farò pagare!" mi puntò un dito all'altezza della mia fronte.

Mi nascosi tra le mie gambe per la paura che potesse alzarmi ancora le mani, ma non accadde se ne andò velocemente.
Tirai un sospiro di solievo e poi il nostro soldato iniziò a parlare "Bene, ora dobbiamo attuare il nostro piano e subito prima che ci attacchino!, mi raccomando uccidete più umani possibili e ora via andate, iniziate!, noi vi precederemo con delle bombe."



****

Pov. Duncan:
Chissà se rivedrò quella dolce creatura chissà quando chissà come, andai verso la macchina di mio padre e mi sdraiai delicatamente ancora dolorante, per tutto il viaggio non mi rivolse parola neanche uno sguardo, arrivati scesi dalla macchina di mio padre ed entra velocemente in casa varcando la porta dell'ingresso della villa lussuosa bianca a tre piani e mi diressi in camera mia, e mi buttai sul mio letto, non mi era sembrato mai più comodo come ora, fissai il soffitto con fare pensoso e mi apparì lei, quella dolce bambina, chissà come si chiama?, e molto bella anche se diversa da me è una bambina molto speciale.
Sentii un tonfo al piano di sopra dove vi si trovava l'ufficio di mio padre, salii velocemente le scale però silenziosamente per non attirare la sua attenzione, e sentii che era al telefono, "Si, hai visto la spavalderia di quell'aliena, beh la ucciderò lei sarà la prima questo è sicuro."
Cosa lui, voleva uccidere quella innocente bambina, doveva fare qualcosa questo e sicuro pur di rischiare a vita quella dolce bambina non meritava nulla di tutto questo.


***

Pov Gwen:

Mi portarono davanti un "parco" da quel che avevo capito fosse, aveva immensi prati verdi ed infiniti giochi, a quella vista mi si illuminarono gli occhi era da tanto che non mi comportavo da bambina anche se lo ero al di fuori,  in realtà non lo sono mai stata dentro
però io ero li, non per giocare, ero li per uccidere vite innocenti di bambini altrettanto innocenti io non volevo, nella tasca della mia gonnellina nera giaceva un coltello ben affilato datomi da un soldato per commettere quei omicidi, non ero sola con me c'erano altri bimbi alieni, ma neanche loro volevano, però c'era un bambino che era strano, lui non vedeva l'ora di uccidere, lui era il figlio di Chris, si fiondò su di un bambino puntandogli alla gola il coltello, io mi parai davanti a quest'ultimo ricevendo una coltellata in pieno petto, un dolore lancinante mi travolse ma avevo un sorriso si sorridevo, perchè avevo salvato una vita innocente, una vita che doveva ancora essere vissuta in pieno come bambino non come adulto come ormai ero io, io avevo bruciato la mia infanzia certo, non per voler mio, ma comunque era ormai sprecata.

****


Pov Duncan:

Mi diressi al di fuori della villa per cercare di capire dove mio padre intendesse colpirla, la doveva trovare prima lei, doveva salvarla pur a costo di rischiare la sua vita, ormai inutile, così cerco nella città quando vide un mucchio di bambini in un parco tutti in cerchio, vi era una confusione assordante, mi avvicinai correndo per paura fosse successo qualcosa di pericoloso a qualcuno, mi feci spazio tra tutti quei bambini, curiosi e poi...poi, incrociai il suo volto, non era possibile era lei l'aveva trovata, ma non come sperava era dolorante, aveva un coltello conficcato nel petto.
Che fare, ancora non era morta ma presto lo sarebbe stata.

 
ANGOLO DELL'AUTRICE: ALLORA, COME SONO ANDATA IN QUESTO CAPITOLO? *sorride ingenuamente al vuoto* OK, NOIOSO EH?, *si rattristisce* SPERO RECENSIRETE. SALUTO TUTTI QUELLI CHE LEGGONO QUESTA STORIA ANCHE AI LETTORI SILENZIOSI, VI ADORO TUTTI *--*.
Cosa succedera agli alieni, cosa arriverà a fare il padre di Duncan?, si salveranno?
ALLORA LO DEDICO AD:
zoey_gwen Gwen
Lexy Angels
sunburst

GRAZIE MILLE <3

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Capitolo 4
*** i and you ***


YOU AND I ARE DIFFERENT BUT EQUAL..

CAPITOLO 4

POV DUNCAN:

Mi inginocchiai alla sua altezza, impugnai il coltello, delicatamente per non fargli ancora più male poi tolsi la mano velocemente per non provocarle dolore altrui, me la accoccolai tra le mie braccia, la strinsi più forte che potevo e la sollevai delicatamente da terra tralasciando su quest'ultimo il vuoto.
Gli altri bambini mi guardavano con espressione interrogativa ma non mi importava , la sola cosa che realmente mi importava è portarla all'ospedale ed in fretta.
Salii su un taxi e mi diressi verso l'ospedale si aprirono le porte, e vidi una dottoressa avvicinarsi a me allarmata, "Che succede qui?, Che cosa ha nel petto? Oddio ma è un'alieno", era più agitata di me possibile che le dottoresse fossero così strane, "Signora, mi aiuti chiami un medico, sta per morire si muova!" Le dissi urlando più forte che potevo, lei mi guardò confusa, vedendo che io ero un bambino, la prese tra le braccia ed improvvisamente a quel contatto mancante mi sentii vuoto in un vuoto assoluto, cominciai a tremare, per paura per l'ansia che mi uccideva, mi accomodai su una sedia nella sala di attesa ed aspettai, fino a che non vidi mio padre con dietro il suo esercito armato, si dirigeva verso di me, ma che ci faceva lui qua e per di più con il suo esercito?, Mi guardava con una scintilla nei occhi, ed all'improvviso mi ritornò in mente quella dolce bambina che mai e poi mai potrei scordare quei suoi occhi color pece e quei suoi bei capelli neri con delle ciocche color blu cobalto, mio papà ero sicuro fosse li per lei, voleva ucciderla.

POV GWEN:

Aprii lentamente gli occhi, vedevo appannato poi mi strofinai delicatamente gli occhi per scandire al meglio la vista, ecco, ora vedevo molto bene era una stanza bianca con dei mobili verdi, sentii un dolore al petto, fortissimo mi portai la mano al petto gemendo, poi sentii la porta aprirsi, voltai verso quest'ultima e spuntò quell'umano con dietro i suoi scagnozzi con dei fucili impugnati saldamente in mano e lui con una pistola professionale bianca, sobbalzai a quella vista ed indietreggiai dal letto ma non accorgendomi caddi a terra, mi sentii un panno sulla bocca e poi buio...

 

POV DUNCAN: 

Oh, no! L'hanno presa, ed ora dove la portano? Ho paura non so che fare sono troppo piccolo per andare conto il governo.
Non so che cosa fare, arrendermi sembra l'unica soluzione.
Ho il cuore lacerato in pezzetti talmente piccoli quanto invisibili la vita mi scorre lenta lenta davanti esco da quell'ospedale prendo un taxi, diretto in casa mi fermo ammirando davanti alla porta della mia camera mio padre con le mani incrociate sulla pancia, mi fissa arrabbiato... "Tu! entra subito in camera che ora facciamo i conti a modo mio!", Tremavo sapevo quale era quel "a modo mio", mi voleva picchiare lo sapevo ne ero certo, la paura mi risaliva per tutto il corpo.
Entrai dentro seguito da mio padre...

****

 

POV GWEN:

Aprii gli occhi per l'ennesima volta e vidi davanti a me due soldati, feci finta di essere ancora svenuta per ascoltare i loro discorsi:
"Bene, allora, ora la dobbiamo tenere qui fino a che non si sveglia e poi rinchiudiamo anche lei nel "Fake World"?" disse quello robusto, nel fake world? cosa'è? "Si! Esatto, così ha detto il capo Jonson!" Il capo Jonson? Fake world? Non riuscivo a capire nulla, ma sapevo che nulla di buono sarebbe successo così continuai a far finta di dormire aspettando una salvezza, e poi sentii una porta spalancarsi infuriata e sbattere contro alla parete sobbalzai aprendo gli occhi e trovandomi quel bambino che mi aveva salvata davanti a gli occhi poi abbassai lo sguardo sulle guardie svenute, mi si avvicinò lentamente e si posò delicatamente sul letto su cui ero sdraiata e mi accarezzò i capelli su e giù era così piacevole, poi mi disse con voce dolce, "Ehi, bimba, sappiamo entrambi che qualcosa ci unisce perciò io ti proteggerò ad ogni costo pur rischiando la vita, verrai a stare a casa mia nascosta per un pò intanto attueremo un piano per distruggere il governo compreso il più bastardo fra tutti mio padre!" fini stringendo i pugni, io posai le mie mani sulle sue mi tirai sue e gli sussurai all'orecchio, "grazie , grazie davvero!", lui mi prese in braccio e ci dirigemmo verso la porta.

 

ANGOLO AUTRICE: COME SONO ANDATA? SPERO BENE! HO FATTO IL CAPITOLO PIU CORTO E MENO EMOZIONANTE PERCHè NEL PROSSIMO SUCCEDERANNO MOLTISSIME COSE SARA IL PIU BEL CAPITOLO!
INTANTO QUESTO L'HO DEDICO A:
Lexy Angels

                                                          little_baby_killer
                                                         sunburst
GRAZIE MILLE A TUTTI KISS! GWUNCANKILLA.

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Capitolo 5
*** Tu e solo tu arriverai al cambiamento, perchè sei speciale, credimi! ***


YOU AND I ARE DIFFERENT BUT EQUAL

CAPITOLO 5 

Eccoci, mi ritrovavo rifugiata in casa sua, nascosta dal mondo nascosta da tutti, ormai era la solita routine, da quando ero rifugiata lì non ero più uscita da camera sua ammiravo il disteso prato verde dalla finestra, la mattina appena sveglia mi portava da mangiare poi lui se ne andava e ritornava la sera, erano già passati 4 giorni ma che a me parvero un'eternità sarà perchè restavo sempre chiusa in casa?, Sinceramente non mi interessava più che altro ero grata molto a quel dolce umano, mi ci stavo affezionando come un bimbo dolce è affezionato alla propria madre, ma quella mattina vidi sulla scrivania dell'umano Duncan un foglio grande con sopra delle parole e delle immagini mi colpirono sopratutto quest'ultime poichè non sapevo leggere nel mio mondo non esistevano queste forme di comunicazione,
lo afferai e mi sdraiai delicatamente sul letto me lo avvicinai al viso per scandire al meglio l'immagine, c'erano una massa innumerevole di alieni con addosso dei camici a righe e tra quelli riconobbi la dolce madre che incontrai sulla navicella, chissà se avrà saputo della morte di suo figlio?, A quel pensiero mi rattristii molto, quel bambino mi aveva colpito fin da subito, ma come si dice il passato ormai è passato, non ci dovevo più pensare avevo assistito a molte morti ma perchè quella mi aveva proprio colpito?, Questo non lo sapevo ma non cercavo nemmeno di darmi risposte quanto fosse inutile.
Riposai quel foglio al suo posto e poi come mia solita abitudine la quale mi aiutava a riflettere e a capire realmente ciò che accadeva, mi appoggiai sul davanzale della finestra osservando quell'albero grosso di mele che mi si parava davanti a gli occhi era stupendo, ma non era l'unico albero ce ne erano molti però quello che mi colpì fra tutti non era quell'albero così grande quanto bello, era un alberello piccolino un pò ammosciato estraneo da tutti, cresciuto diversamente forse un giorno sarebbe stato un'eroe il più forte e coraggioso o forse sarebbe rimasto lo stesso chi lo sa, del resto il futuro non lo si può conoscere, si vive la vita giorno per giorno, o almeno io la vivevo così non mi andava di pensare al futuro, poi perchè farlo io odio sognare perchè so che poi ne rimarrei solamente delusa; E già io ero quell'albero piccolo gracile e estraneo al quale il futuro le era sconosciuto, non come quell'albero  così grande è bello il suo futuro lo si conosceva già, ed io amavo il mistero lo rispecchiavo, del resto, non capisco come quel bimbo non mi abbia ancora fatto domande su di me si preoccupa perlopiù solo di come sto e se o bisogno di qualcosa, strano ma la cosa che mi parse più strana la quale mi domandavo da giorni come ha fatto quel gracile e dolce bambino a salvarmi dalle guardie?, risposta? ancora non la so, ma sono pronta a scoprirlo, come scoprire cosa ci sia scritto su quel giornale, ormai il presente per me era tutto da scoprire.
Erano ormai le 18:00 tra poco sarebbe arrivato Duncan, così come al mio solito mi sedei sul letto a gambe incrociate e le antenne allo stesso modo, poichè ero in ansia, già io esprimo le mie emozioni attraverso le antenne un pò come quei animali strani che gli umani hanno in casa, o almeno così mi ha raccontato quel bambino, i cani credo si chiamassero così solo che loro hanno la coda io ho le antennine; Aspettando, si fecero le 18:30 quando la porta si spalancò sentii delle voci poi apparve quel bambino con una faccia assai strana, triste?, posò la sua cartella mi salutò con un cenno della mano e avanzò verso di me, doveva essere stanco dopo una giornata di scuola, io non ci andavo più da anni oramai, si posò anche lui sul letto e mi posò le use dolci e calde mani sulle mie spalle facendomi sussultare a quel dolce tocco mi guardò nei occhi rattristito io mi perdevo in quei dolci occhi sembravano non avessero una fine sembra di vedere l'orizzonte lontano e meraviglioso ma a vederlo ti si scalda il cuore, mi strinse forte a se ed io mi cullai tra il suo petto sentendo quell'agoniato calore, quella dimostrazione d'amore mai ricevuto da qualcuno mai desiderata ma che in questo momento ne avevo bisogno da lui però, il cuore accellerò di battito ma non ci potevo far caso è un'amore infantile un'amore non maturo del resto l'amore non è un gioco l'amore è una realtà fatta di magia, ma a qui io non aspirerò mai, troppo grande troppo immenso per una piccola creatura come me e poi noi siamo diversi io un'aliena lui un'amano io e lui non centriamo, l'amore è simbolo di due cuori uguali ma noi, noi non lo siamo e mai lo saremo, mi lasciò da quel caloroso abbraccio ed iniziò a parlare "Gwen, ho bisogno di parlarti, e non sarà un discorso corto, spero tu sia pronta..." cosa voleva intendere? "Sì, sono pronta!" Mi mostrai più sicura di quanto mai lo fossi mai stata ed iniziò, "Voglio iniziare dall'inizio di tutto questo, vedi la razza umana e divisa da due diversità, le persone buone e dolci,  che darebbero tutto per tutti, e poi ci sono le persone cattive che pensano che la felicità sia fatta esclusivamente dai soldi, l'amore per quest'ultimi è banale è finto, vedi queste persone hanno rovinato il nostro molto fin da tempi lontani molte persone sono ricordate per aver fatto del male, ma anche molte altre persone sono ricordate per aver fatto del bene, so che forse  anche da te è così, ma qui la differenza sta nel fatto che gli umani sono anime, sono corpi che credono in qualcosa ma non si applicano per far cambiare questo qualcosa quindi ognuno di noi umani vive la sua vita tranquillamente e non ci danno peso, vedi la consapevolezza che esistono persone che fanno del male ricevendo, nonostante il loro dare maligno, del bene, sai perchè? Perchè le persone sono consapevoli di ciò ma non gli danno fin troppa importanza, e so per certo che questo porterà infine al crollo totale, e queste persone hanno dei nomi lo si sà: la politica o la monarchia, le celebrità, i truffatori, i ladri, gente che di fatto e buona ma non è abbastanza forte da sopportare l'infelicità, non è abbastanza forte per amare, ma di fondo tutti amano e tutti vengono amati da qualcuno è proprio ciò che porta al cambiamento, perchè una soluzione la si trova sempre, ma la gente non cambierà, per ciò arrivando a ciò che ho bisogno di dirti hai visto quel giornale sulla mia scrivania?" annuii concentrata dal suo discorso "Bene, vedi so che ti sarai soffermata su delle immagini, ma non sai che significhino, bene vedi, io non voglio dirti ciò che c'è scritto lo dovrai scoprire da te perchè so che arriverai, e solo tu cè la farai perchè io ho fiducia in te, tu arriverai al cambiamento, quello che noi non siamo mai riusciti in grado di fare, perchè tu sei speciale, credimi!; Quindi per aiutarti ti insegnerò a leggere così che ci arriverai facilmente, preparati inizieremo domani...".

ANGOLO DELL'AUTRICE: COME SONO ANDATA? SAPPIATE CHE è TUTTO FRUTTO DELLA MIA MENTE U.U SE VOLETE DARMI CONSIGLI O DIRMI IL VOSTRO PARERE RECENSITE! IN CASO CONTRARIO SE COMUNQUE VI è PIACIUTO SEGUITE E PREFERITE, SAPPIATE CHE MI SONO IMPEGNATA MOLTO! VI ADORO TUTTI ANCHE AI LETTORI SILENZIOSI,
DEDICO QUESTO CAPITOLO A:

GRAZIE MILLE A TUTTI VOI CHE MI SOSTENETE KISS <3 GWUNKANKILLA

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