Il ragazzo innaspettato..

di Micettina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La festa ***
Capitolo 2: *** Di nuovo uniti. ***
Capitolo 3: *** Il bacio.. ***
Capitolo 4: *** Il chiosco.. ***
Capitolo 5: *** Il compleanno. ***
Capitolo 6: *** E' te che voglio.. ***
Capitolo 7: *** Per sempre insieme. ***
Capitolo 8: *** New York ***
Capitolo 9: *** Definitivo ? ***
Capitolo 10: *** La cena. ***
Capitolo 11: *** Una fuga per mare ***



Capitolo 1
*** La festa ***


Come ogni mattina apro la finestra della mia camera e sorridendo a occhi chiusi annuso l' aria. Il mare, il sale, il rumore del mare e delle onde...insieme al rumore dei gabbiani erano casa, insomma. Ma era ora di andare a scuola cosi con la maglia grigia e gli strip tutto sul grigio senza scarpe vado verso la cucina, mia madre era già vestita con il suo completo blu scuro e capelli perfettamente uniti pronta a mangiare una fetta di toast ma io glielo rubo e lo mordo dandole un bacio in guancia dicendole :
  • Buongiorno
  • Piccola, dormito bene ?
Senza darmi retta teneva gli occhi concentrata su dei fogli, il suo lavoro la prendeva molto ma era presente per me, sempre..e a me bastava. Dandole un bacio vado verso il bagno.
Dandomi una sculacciata prende la sua 24ore e chiudendo la borsa va via, entro in bagno e togliendomi tutto mi infilo sotto la vasca con acqua tiepida e butto il mio solito sapone a palline ai mirtilli, finito metto l' asciugamano addosso e andando in camera metto i miei soliti pantaloncini di jeanz chiari e una maglia nera e mettendo le solite infradito nere asciugo i capelli che vengono lucidi e le solite onde. 
Afferro un libro e mettendolo in borsa vado verso la spiaggia, il sole era alto e caldissimo con almeno 40 gradi..scendo la solita stradine con ciottoli ed ecco in due minuti che arrivo alla spiaggia, affollata come sempre metto i miei occhiali neri e cerco di trovare un posto in riva al mare e finalmente con il sudore che mi colava dalla fronte vedo uno spazio giusto per me. Stendo il telo e togliendomi la maglia e i pantaloncini sono con il mio costume nero comprato da poco che mi evidenziava il seno piccolo ma sodo e il sedere altrettanto, poggio i vestiti dentro la borsa ed ecco che sento un fischio diretto a me che mi fa ridere.
Ero tranquilla dopo essermi rinfrescata con l' acqua cristallina e facendomi sentire rinata, mi prendevo il sole da circa un' ora ma ecco un' ombra che mi copre il viso cosi apro gli occhi e infastidita urlo :
  • Cretino, mi fai ombra !
  • No..no..no, non sono modi per una bambina.
Lui, Robert, con la sua maglia blu e il costume nero ed arancione aveva la tavola da surf in spalla, stende il suo telo accanto al mio e poggiando la maglia e gli occhiali i suoi occhi verde scuro si notano perfetti con i capelli biondi. Era un' appassionato di sport, correva per due ore la mattina presto e poi ancora dopo cena..lo prendevo in giro spesse volte visto che io dopo mezz'ora ero sfinita, era pomeriggio e io stavo per andare a casa ma lui prima che vado buttato nel suo telo bagnato mi dice :
  • Stasera c'è una festa, mi hanno invitato. Vieni ?
  • Lavoro ? Non so..
  • Si. Dai, ho bisogno che mi salvi.
  • Ma si, oggi non ho ancora fatto un' opera di carita. 
  • Allora ti aspetto in spiaggia, scricciola
Metto gli occhiali neri e con un sorriso me ne vado. Arrivata a casa faccio una doccia per togliermi il sale e il sole da dosso ma l' afa mi fa addormentare. Senza rendermene conto avevo dormito tutta la sera cosi appena apro gli occhi e vedo ora subito spalanco l' armadio e prendo il vestito che spiccava tra tutti, color blu elettrico con dei bottoni neri davanti aderente ma comodo, le scarpe nere e i capelli semplicemente sciolti, non ricordavo quando l'avevo comprato o se me l'avevano regalato ma mi faceva più grande e bellissima, modellando il mio corpo molto magro ma formoso.
Guardandomi nel mio piccolo specchio metto del correttore e del mascara con del rossetto rosa e via..era tardi, tardi ! Corro ed ecco che in dieci minuti sono arrivata, un grande gazebo bianco con mille luci piccole appese rendeva tutto elegante ma semplice, inizio a camminare guardando intorno a me, c' erano dei tavoli rotondi con tovaglie bianche decorate con semplicemente candele colorate accese profumate.
Ai lati del gazebo dei vasi alto pieno di orchidee colorate e gambi di legno, dei camerieri giravano con analcolici e alcolici..guardavo per vedere se trovo Robert ed eccolo ! Era bellissimo con la sua aria elegante e i suoi occhi verde scuro con il suo completo nero ma che senza cravatte lo rendevano perfetto. Non mi dice niente solo silabba tra le labbra un - Grazie scricciola - Prego - e lasciandomi girare per i tavoli continua a parlare con un ragazzo..passo mezzora e stavo bene, mi sentivo a mio agio.
Ma poi mi scoccio e cosi sto per andare a salutarlo quando da dietro le spalle mi sento chiamare.
Quella voce ! Io la conoscevo, era lui..Tom. Colui per cui avevo preso la prima cotta prima di trasferirmi, colui che per prima mi aveva ferita con insulti, offese e ingherie..ciò mi riapre una ferita, una ferita che pensavo fosse scomparso ma mi sbagliavo, continuo a camminare sperando che mi ignorasse mentre cercavo di non piangere quando insiste e mi viene a sfiorarmi il braccio e con la voce confusa mi dice :
  • Non mi riconosci..? So-
  • Mi ha confusa. Buona serata.
Ecco Robert, da lontano vede la scena cosi si volta verso di me che proprio in quell' istante cercavo il suo sguardo, il suo affetto, la sua protezione, i suoi occhi vedendo i miei bagnati di lacrime si fanno furiosi e protettivi e lasciando perdere tutti e tutto corre dritto verso di me, arriva mentre io faccio dei passi in avanti e mi capulto nel suo petto..lo stringo con le braccia che essendo piccola rispetto a lui alto come era sentendomi ancora pù al sicuro..quel ragazzo era distante ma non troppo per essere preso a pugni da Robert, era sempre protettivo e geloso di me, io ; la sua sorellina minore.
Mi guarda abbassando il viso e mi dice :
  • Cosa ti ha fatto ?!
  • Niente..nien-te. Po-
  • Qui ho finito, scricciola. Ti porto a casa.
  • Grazie.
Dopo mezzora che camminavamo senza scarpe tra la spiaggia fredda mi ero calmata, mi sentivo più sicura,  in me. Alla fine ci sediamo su una roccia, guardavo il mare buio ma in tumulto come ero...io, dal locale ecco una canzone che mi piaceva e piacevole..al suono.
Sei la donna del mio amico...e a qualunque costo non possiamo fargli questo..
Dirti si sarebbe facile..
Se io fossi in me ti trascinerei in questo letto..non ci penserei>
Mi innamorerei come forse io non ho fatto ancora..! 
Scappa via, scappa viaaa, scappa via ! 

Vedevo che Robert era in imbarazzo, giocava a tirare pietre a mare ma mi guarda in un modo nuovo..dicendomi :
  • Non ti ho detto che sei una favola stasera. 
  • Dici..? 
Era troppo strano, quei complimenti non erano nostri..cosi vedendo che mi sentivo a disagio ritorna a guardarmi con affetto e di dolcezza facendomi ricordare il giorno che ci eravamo conosciuti mi dice :
  • Stai meglio, vero ?
  • Si..però ti ho rovinato la serata
  • Oh, no..mi hai salvato ! Stavo quasi uccidendomi con tutte quelle chiacchere.
Era cosi la nostra amicizia. Lui sapeva quando essere serio e quando farmi ridere, quando guardanomi sapeva che doveva salvarmi o quando non chiedermi nulla..e cosi facendomi ridere ora vedevo il suo viso serio sapendo che voleva domandarmi, raccoglie un pò di sabbia e passandola tra le mani mi guarda e mi dice :
  • Aveva ragione, tu lo conosci, vero ?
  • N-o..no.
  • Ti ricordo che parli con me..non sei brava a nascondermi le cose.
Lui mi conosceva come una ragazza matura, che non aveva paura di niente e di nessuno, che sapeva reagire a ogni situazione e che non si faceva battere. Come potevo dirgli che tutto ciò. Che ero era una...farsa ? Una ragazza che esisteva solo da quando abitavo li ? Ma tra noi non c'erano mai stati segreti, equivoci cosi con la paura nel cuore mi alzo dalla roccia e pulendo il vestito gli dico :
  • Camminiamo ?
I capelli con il leggero vento caldo e appiccicoso me li poggiava davanti al viso, mi fermo davanti a mare e Robert di fronte a me con le braccia incrociate. Con la mano mi sposta i capelli dal viso e non sapevo perché ma una strana sensazione di imbarazzo mi fa arrossire, quando le sue dita sfiorano le mie labbra piccole e carnose un groppo si ferma alla gola e non scende. 
Che mi..succedeva ?! Prendendo coraggio gli dico :
  • Si, lo conosco. Ma quando qualcuno ti fa cosi tanto male vorresti fingere. E io lo fatto..tu mi co-
Mi stavo fermando li abbassando il viso ma lui mi tocca il naso e mi dice sorridendo e certo mi dice :
  • Basta. Tu sei mia amica, la scricciola e se si avvicina promettimi che mi chiami.
  • Certo..
  • Vieni qui.
Poggiato il braccio nella mia spalla ricominciamo a scherzare e ridere sentendomi leggera e libera. Gli volevo un gran bene e come sempre mi aveva dimostrata che non poteva esserci un amico migliore di lui al mondo..lui era la mia colonna portante. Alla fine gli dico :
  • Casa ?
  • Casa, scricciola.
Cosi andiamo verso casa mia, arrivate nelle scale di legno e il portone bianco mi da un bacio e vado, era mezzanotte e la serata era stata la serata più stancante ma emozionante che avevo previsto cosi togliendo il vestito me ne vado a letto.

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Capitolo 2
*** Di nuovo uniti. ***


La mattina mi sveglio con un leggero mal di testa, e un po' di nervosismo addosso..mia madre era bellissima, raggiante..io avevo la mia solita maglia larga bianca che copriva abbastanza ma guardare lei era un obiettivo. Indossava un vestito bianco che le disegnava il corpo che anche con i suoi 40 anni aveva da urlo, bellissima con i capelli neri corti e mossi e il viso piccolo e buono. Mentre preparava il pranzo da portarmi a scuola vede che la fisso cosi ridendo mi dice :
  • Ancora addormentata ?
  • Eh ? No..stavo pensando che spero di essere bella come te quando avrò la tua età.
La faccio commuovere cosi posa la tazza del caffè e prendendo la mia testa in mezzo alle sue braccia mi dice :
  • La mia dolce, dolce..dolce bambina ! 
  • Vadoo.
  • Stasera papà cena con noi.
Arrivata quasi a chiudere la porta sento quella frase cosi torno indietro e le dico :
  • Perché ?
  • Ecco...te ne parleremo stasera.
Chiudo la porta e indosso dei pantaloncini neri corti con una maglia rossa..capelli sciolti e via. Arrivata a scuola come sempre c'era Robert che parlava con delle ragazze, erano le principessine della scuola, cercavano dal primo giorno di mettersi con lui ma lui non ne aveva voluta nemmeno una, solo che era troppo educato e gentile per trattarle male. Appena mi vede e salgo gli scalini arrivata da lui con la mano gli scompiglio i suoi capelli biondi mossi con lui che mi abbraccia salutandomi ed entriamo in classe. Tutta la mattina fui distratta e giocherellavo con la collanina che mi aveva regalato mio padre quando si separo da mia madre. Era una rosa di mille colori..se sarebbe durata fino a fine giornata era un miracolo visto come la stavo torturando. Durante la ricreazione al solito io e Robert eravamo seduti al tavolo. Avevo il panino davanti ma lo stomaco chiuso, ero convinta che i miei si volevano rimettere insieme e non volevo. Non volevo risentire urla, litigate, e sentire mia madre piangere...forse si amavano ma non tutti gli amore erano destinati a essere per sempre pensavo, cosi mentre ero immersa nei miei pensieri con la mano sulla collana sento la mano di Robert che mi accarezza la gamba dandomi una scarica di calma. Poi con i suoi occhi verdi preoccupati mi dice :
  • Che succede, Azzurra ?
  • Stasera mio padre cenerà con noi.
  • Non sei contenta ?
  • No ! 
​Buttando pezzettini di pane nell'erba dei piccoli uccellini si posavano per mangiarli, Robert continua e mi dice :
  • Forse stavolta sarà diverso..no?
  • Doveva sempre essere diverso ! Mi hanno illuso e fatto credere in noi tre troppe volte e poi si finiva tutti con il cuore spezzato e io non so..non so..
Senza parlare vedendo che ero sul punto di piangere mi tira facendomi poggiare nella sua maglietta tenendomi stretta con quasi tutto il viso e le braccia nel suo petto...dicendomi all'orecchio :
  • Io per te ci sarò sempre..stupidina. Nessuno ti farà del male.
  • Si, lo so..Robert. 
Suona la campanella e dobbiamo alzarci dal prato e toglierci dall'ombra del grande cipresso per rientrare in classe..all'uscita dalla scuola scherziamo un po' e poi mi fa promettere che l'avrei chiamato per avvisarlo delle novità. Ero arrivata a casa, chiusa la porta poso lo zaino in camera e mi dirigo in cucina intenta a bere del succo di more quando dopo qualche minuto suonano alla porta, era Tom. Il malumore e la rabbia prende il sopravento.. senza perdere tempo gli dico :
  • Tu ! Come sai il mio indirizzo ?!
  • Se vuoi continuare a fare finta che non sai chi sono va bene ma io ho ricordato. Sei..Azzurra, abbiamo fatto scu-
  • Ok, puoi fare l'investigatore ma ora sparisci !
Stavo per chiudere la porta furente per essersi presentato alla mia porta di casa e per essere cosi arrogante quando con il piede blocca la porta di casa, facendomi alterare ancora di più. Gridando gli dico :
  • Te ne vuoi andare, diamine ?!! Guarda che chiamo la polizia !
  • D'accordo, d'accordo. Me ne vado ma dammi una occasione per parlare. Ti prego. 
Rimango per qualche minuto senza guardarlo a riflettere..e pensavo che se perdevo del tempo me lo sarei tolto dai piedi almeno. Cosi apro la porta e lo faccio accomodare dentro casa. Ero rimasta alzata con le mani nelle tasche e il viso infastidito e incavolata nera subito gli dico :
  • Sono ancora in tempo a chiamare la polizia, quindi parla.
  • Ti ho fatto del male, insieme agli altri e nessuno ti ha mai chiesto..scusa, scusa, non ho capito cosa passavi..come ti sentivi e mi odio per ciò.
  • Se...se davvero vuoi rimediare dimenticati che mi hai rivista. E' stata..dura, ma ora sono felice, ho una nuova vita
  • D'accordo, è giusto.
Una parte di me voleva dimenticare sul serio, voleva cancellare con una spugna il male fatto da tutti loro, la solitudine provata, le parole che avevano fatto male più di un gesto, le lacrime ma non c'è la facevo. Ma forse lui era cambiato, forse...era lui l'occasione per cancellare del tutto il passato.  Facendo un respiro profondo e buttando fuori l'aria mi metto a vedere la TV, dopo un'oretta ecco che torna mia madre dal lavoro con due buste piene di spesa, mentre l'aiuto a sistemare tutto in frigo e nei vari sportelli della cucina lei mi dice :
  • Tesoro, tutto ok?
  • No.
  • Non starai esagerando?..
  • No.
  • Ok, mi rispondi seriamente ?
  • Ti ricordi la mia vecchia scuola? Un ragazzo, Tom?
  • Purtroppo si. Che c'entra lui..non vi vedete dai tempi delle elementari.
  •  Invece l'altra sera lo incontrato per sbaglio alla festa, ho fatto finta di non ricordare ma prima è stato qui ha chiedermi..scusa.
  • E tu?
  •  Io..io apprezzo le sue scuse ma la mia vita ora è questa. 
Come sempre riesce a farmi calmare dandomi un bacio in testa e facendomi distrarre con la scusa di aiutarla per la cena, ma ecco che nel mezzo della preparazione suonano alla porta, mia madre mi molla in cucina e va ad aprire. Sento la voce di mio padre cosi mi impegno ancora di più nella cucina.
Con lui non avevo nessun rapporto, avevo accettato e ne ero contenta che era finita la battaglia tra lui e mia madre ma escludermi e dimenticarsi di me mi aveva lacerata dentro, una ferita che né le scuse di Tom o l'amicizia di Robert potevano sistemare, lui posa il vino a tavola e dice a me :
  • Ciao, tesoro.
  • Salve. Ceniamo ?
La cena era squisita ma io non avevo granché fame, vedevo come mia madre cercava di farci parlare ma io non avevo niente da dire e se dovevo dire qualcosa era che mi faceva schifo anche guardarlo. Cosi mentre fingevo di ascoltare la mia attenzione era sui loro visi, mia madre lo guardava con gli occhi lucidi, con lo stesso sorriso radioso e innamorato..mentre lui cercando di non farmene accorgere gli sfiorava leggermente la mano, come se me la potevano fare da sotto il naso. Provo a fare finta di nulla fino al dolce, ma all'ennesimo sorriso di mia madre posando la fetta di torta al limone nel suo piatto scoppio come una bomba ad orologeria..scatto dalla sedia alzandomi e con le mani sopra la tovaglia gli urlo guardandoli :
  • Siete ridicoli ! Ti credevo più intelligente..almeno te, mamma ! 
  • Non parlare a tua madre con questo tono, signorina.
  • Taci, tu. Sei un'estraneo e questa è casa mia...mi fate schifo SCHIFO !
  • Azz-
Sentivo mio padre che urlava di tornare in casa ma era più forte di me..ero nauseata per tutto e da loro..non avevano avuto il minimo rispetto o amore per me quando litigavano, urlavano o si dicevano le peggior cose, quando si rimettevano insieme come un gioco senza chiedere se io ero d'accordo, cosa era giusto per me, e ora non c'è la facevo a rivivere una situazione di inferno ma soprattutto non sopportavo che lo avevano rifatto ! Avevano deciso escludendo ME.. Non sapevo dove stavo andando, arrivo a mare camminando a piedi nudi sulla sabbia, il solo posto che mi calmava, il rumore delle onde era come se cancellasse le urla che avevo dentro, il solo che mi capisse..la rabbia mi divorava viva.

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Capitolo 3
*** Il bacio.. ***


Ero scappata, non volevo sentire urla, grida, parole, il dovermi proteggere ? Il rispetto che dovevano anche a me dove stava ? le lacrime mi cadevano fine dalle ciglia alle guance fino alle labbra tanto era la rabbia, ma eccomi a qualche metro ad un piccolo bar, cammino e prendo due birre seduta in una sedia a straio guardavo il mare bevendo..ad un certo punto si siede accanto a me Tom.
Eravamo in silenzio, c'erano solo il rumore del male, le sue onde a farmi compagnia nella testa, ero un pò brilla e non tanto lucida cosi spegnendo il mio cuore dico :
  • Tu sei stato l'unico a chiedermi scusa, grazie.
Di colpo mentre Tom mi fissa ecco che suona il cellulare, era Robert. Sicuramente mia madre lo aveva chiamato preoccupata per me..non volevo essere cattiva ma volevo stare per conto mio quindi chiudo la chiamata e lo rimetto nella tasca dei pantaloncini. Tom vedendo il mio gesto beve un sorso della sua birra e mi dice :
  • Sono in ritardo di anni, quindi.. E' il tuo ragazzo ?
  • No, no...un mio amico.
Ridevo al 90% perchè ero ubriaca e perchè era assurdo, ore prima lo avevo cacciato.. lo odiavo ma ora era li, con me, nel posto che solo io e Robert sapevamo che mi calmava, la vita era buffa. Vedendomi ridere mi dice :
  • Sei diventata...uhao !
Completamente ubriaca alzo la bottiglia in alto e finendola mi tolgo la maglia e i pantaloncini e mi butto a mare..solo con l'intimo nero. L'acqua era fantastica, cosi calda e al tempo stesso fredda alle onde che ti colpivano addosso..guardavo le stelle, immobile gallegiando. Dopo qualche minuto Tom entra, ad un certo punto si avvicina e pensando che volesse provare a baciarmi mi alzo e camminando verso la riva gli dico :
  • Sono cambiata e non solo fisicamente !
Esco dall'acqua rimettendomi i vestiti strizzando i capelli bagnati e mi siedo in una barca da pesca che era stata trainata sulla sabbia, l 'effetto della birra stava svanendo e la testa iniziava a far male. Dopo una ventina di minuti sentivo due o tre agazzi che mi chiamavano da un paio di metri uscendo dal bar, ubriachi anche loro ma molto molto di più di me, la loro voce mi fa venire i brividi dalla paura, c'era cattiveria e voglia di fare del male cosi mi alzo pronta ad andare via chiamando Tom :
  • E' meglio che c'è ne andiamo.
Tom esce dall'acqua e mettendosi i vestiti incominciammo a camminare ma proprio in quel momento ecco i ragazzi. Mi guardavano in un modo viscido, che mi faceva schifo, mi face venire il vomito, iniziano a dire di tutto e di più mentre uno si avvicinava diretto verso me :
  • Hey, bella. Dove vai cosi in fretta?
  • Non sono fatti vostri. Andiamo, Tom.
Tom mi prende la mano per andare via ma uno dei ragazzi gli si para davanti incitandolo e provocandolo :
  • Magari la tua bella rimane e tu invece sparisci, eh ?
Tom senza rispondere si scaraventa addosso prendendolo a pugni, mentre l'altro veniva verso me..indietreggiavo ma ero quasi vicina alla parete rocciosa quindi in..trappola, ero nel panico e cercavo di non piangere e non permettere alla paura di immobilizzarmi, cerco qualcosa dalla sabbia e finalmente trovo una pietra. Mentre stava per buttarsi addosso a me dopo che lottavo con le mani per non farmi toccare ma riuscivo solo a dare schiaffi ecco che gli colpisco la testa. Mi cadde la pietra mentre i miei occhi erano sgranati colmi di lacrime pensando di averlo ucciso..Tom liberato da l'altro mi afferra per le mani che tremavano  e scappiamo via. Arrivati vicino casa mia in un posto sicuro, inizio a dire cose senza senso, come sotto shock.
  • Lo ucciso ! Io..io non volevo..volevo solo fermarlo..non volevo..non.
  • Ehi, non hai ucciso nessuno. Capito?! Avrà solo un forte mal di testa domani, ma si meriterebbe morto per quello che volevano farti. Vieni..schhh. Calmati..
​Inizio a piangere tremando, tra le sue braccia..le lacrime non smettevano di scendere..la paura che avevo provato era tremenda. Assurda, ero stata sicura che sarei morta, o che mi avrebbero fatto del male in ogni modo. Tom mi aveva salvata..era quasi mezzanotte..cosi mi faccio accompagnare a casa. Gli do un bacio sulla guancia e prima che do la buonanotte lui serio mi dice :
  • Avevi ragione. Dovevo dirti prima che sei bellissima, forte, intelligente e fantastica..ma ero un'idiota.
 ​Era quasi andato via e io a bassa voce dico :
  - Salvandomi stasera lo hai fatto..amici ?
  - Amici. 
Ma appena scompare nel buio apro la porta ed ecco che vedo mia madre, senza aspettare mi viene a strittolare il collo cosi ripeto :
  • Tranquilla, mamma. Sto bene, sto bene.
Appena si calma gli racconto tutto e poi vado a dormire, mandando un SMS a Robert prima dicendogli che ero a casa, volevo riuscire a smettere di tremare, a smettere di sentire gli occhi gonfi e pieni di lacrime o quella sensazione sulla mia pelle di impontenza !! 
Eccomi sveglia, la sera prima vedendo la mia camera mi sembrava solo un'incubo ma poi mentre mi vestivo sento dolore nel braccio, mi guardo ed avevo un grosso livido nero, evidentemente la sera prima quell'animale mi aveva stretto cosi forte il braccio da farmi il livido prima che lo colpissi. Cerco una maglia abbastanza leggera ma lunga per coprire il livido, in modo da non rifare piangere mia madre o sentire la voce di mio padre. La cosa importante era che stavo bene..il resto col tempo sarebbe stato solo un brutto ricordo. Per fortuna dopo qualche minuto trovo una camicia bianca molto leggera, abbinandoli con dei pantaloncini scuri di jeanz, bagno i capelli con dell'acqua..arrivata in cucina mia madre stava preparando la colazione, ma appena mi vede corre ad abbracciarmi..quasi mi sento soffocare gli dco :
  • Mamma..cosi non respiro però.
  • Scusa..tesoro, è che ho avuto cosi paura.
  • Magari puoi continuare a stringermi un altro po'.
Godendomi quell'abbraccio ricambio e faccio un sorriso, poi mentre finiva la colazione guardo mio padre dormire nel divano, erano solo le 07:00 di mattina e avrei dovuto fare meno rumore possibile e lasciarlo dormire ma era troppo divertente vederlo svegliare di scatto cosi inizio a mescolare il cucchiaio del latte con caffè ed ecco che cadendo quasi dal divano si sveglia. Dopo una mezzoretta ecco che lui si sveglia completamente, mi dice un ciao che io rispondo con un freddo e glaciale - Buongiorno - ma ormai eravamo sul ridicolo, i miei fingevano di non conoscersi quasi. Cosi poso il piatto nel lavello e passando di striscio accanto a loro nervosa e scostante gli dico :
  • Starai ancora per molto ?!​
  • Ho sb-
  • No. Sbagliare è far cadere un piatto a terra, sbagliare è comprare il sale per zucchero...tu ti sei liberato.​
Mio padre stava per rispondermi mentre mia madre si alza per allontanarsi e io esco per andare a casa di Robert..speravo che non era arrabbiato troppo con me, avevo bisogno del mio migliore amico..anche se il nostro rapporto dalla festa era strano..diverso. Dopo tre quartiere più in là ecco la casa di Robert..viveva da solo da un anno ormai, era una casetta a pochi metri dal mare, piccola ma carina. Con suo padre avevano stabilito un sorta di accordo, Robert lavorava per conto dell'azinenda di suo padre part-time e suo padre accettava la sua decisione di essere un surfista, ma il loro rapporto era freddo. Aperta la porta sapendo dove teneva la chiave di riserva inizio a chiamarlo :
  • Roby ! Ci sei..?
Nessuno rispondeva cosi vado nella sua stanza, bussò ma non mi rispondeva ancora nessuno..cosi decido di entrare. Non era strano che la casa fosse deserta visto che appena se ne andava il freddo come ora Robert la mattina era nella sua seconda pelle, il mare..appena metto piede nella stanza mi sembra di essere in camera mia, vestiti buttati dove capitavano, a terra ; nella poltrona dell'angolo, nella scrivania, ovunque ma ecco che lo vedo. Era nel letto mezzo nudo che dormiva..senza farci caso mi scappa dalla bocca “ Sei cosi bello..” ma appena mi rendo conto della frase arrossisco dall'imbarazzo e non capisco cosa gli prende al mio cervello ma vedo nel viso di Robert un sorriso..allora preso un cuscino glielo butto addosso..subito si alza  dal letto e mi butta dentro, giochiamo a cuscinate e ridiamo come pazzi, sollevata che non era in collera con me rimango li sul letto a guardare il soffitto..Robert poi si alza e va a farsi una doccia, io vado nel salone e accendo la radio.
La casa di Rob ormai era la mia casa..quando ero da lui gli sistemavo il letto, i vestiti sporchi nel cesto, lavavo i piatti..sia perchè ero maniaca dell'ordine e sia perchè...mi piaceva. 
Dopo una mezzoretta eccolo uscire dal bagno e scherzando mi tira un pò di acqua addosso, poi si asciuga e tornando vestito con una maglia grigia e pantaloncini neri si siede nel divano con una birra in mano mentre a me da un bicchiere di acqua fresca, io appoggio la testa sulle sue gambe, stendo comoda la testa e metà busto nella sua pancia piatta con le gambe piegate nel divano nero di pelle. Ad un certo punto giocherellavo con la mia collana mentre mi dice :
  • Come ti senti ora ?
  • Lui non c'era. Non...c'è mai stato..tante volte avrei voluto che mi dicesse " Andrà tutto bene, te la caverai ! " invece..niente e ora è tardi. 
Prendendomi il viso tra le mani mi stupisce, non mi ero mai accorta di quanto lui ci tenesse a me...che io stessi bene, che non soffrissi, guardando fissi i miei occhi mi dice quelle frasi :
  • Andrà tutto bene e c'è la farai alla grande.
Facendo centro porto la testa indietro e scompigliandoli i capelli lo abbraccio stretto con le mani nel suo collo ma ecco che per sbaglio mi alzo la maglia e subito va in escandescenza alzandosi dal divano e urlando :
  • Chi è stato ?! TOM ?
  • No..no ! Lui..
Prendendo respiro mi alzo anche io e cerco di calmarlo dicendogli :
  • Ero a cena, non ho resistito e sono scappata. Poi in spiaggia mi sono ubriacata, e ho incontrato Tom.  Lui mi ha difeso da dei schifosi..quindi lo dovresti ringraziare .
  • Scusami..è che non so- sopporto che ti fanno del male. Sei...sei essenziale per me.
Mentre ero infuriata con lui per non aver mantenuto la calma con il cuore che mi batteva a mille..mi bacia. La sua mano grande e calda dalla doccia mi prende per un fianco e tira il mio corpo contro il suo petto e le sue labbra sulle mie..cercava di muoverle in simbiosi alle mie, le mordicchiava dolcemente, ma appena vede che io ero estraniata mi guarda come colpevole per aver rovinato tutto. Io non sapevo cosa fare, cosa dire..lui era il mio migliore amico, era tutto..la mia roccia, tutto ma non quello..cosi riuscendo solo a dire “ Scusami..”  e scappare. Via verso il mare, sedendomi in quella panchina..quando suona il cellulare..era lui.

 

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Capitolo 4
*** Il chiosco.. ***


Era passato un mese da quando Robert mi aveva baciata..il mese più lungo di stop nella nostra amicizia, in 2 anni. Mi mancava, terribilmente, stavamo sempre insieme, facevamo tutto insieme e ora invece aveva rovinato tutto. Perchè mi aveva dovuto baciare, perchè rovinare un'amicizia perfetta ? Ero sempre triste e pensierosa..mia madre non mi aveva ancora detto nulla poi un pomeriggio trovo la scusa perfetta per parlare di Robert senza fare la figura della mamma impicciona. E mentre io ero seduta nel divano a vedere la tv si sedette accanto a me e mi dice accarezzandomi i capelli :
  • Allora..chi vuoi invitare alla festa ? Robert sarà il primo scommetto..
Lei mi faceva l'occhiolino mentre io sfogliavo una rivista e le dico :
  • Non so se festeggio e scommessa persa, mamma.
  • Scommetto che è successo qualcosa tra voi due.
Chiudendo il giornale giocando faccio piccoli gli occhi e con il dito puntato gli dico :
  • Uhm, tu sei un'aliena.
  • Eh si..vengo dal pianeta delle super mamme.
Cosi mentre ridevamo ecco il telefono di casa, alzandomi dal divano lo prendo e rispondo :
  • Pronto ?
  • Giorno, cerco Azzurra, sono Tom.
  • Sono io. Dimmi..
  • Spero che stai bene, volevo dirti se stasera sei libera.
  • Perché ?
  • Ho bisogno di un consiglio.
  • Su...?
  • Sorpresa.
  • Allora ci vediamo da me.
Chiudendo con un sorriso e curiosità ecco mia madre con la sua solita frase adatta a ogni situazione che mi dice :
  • A volte le persone che abbiamo sempre avuto accanto sono quelle giuste.
  • Tu e i tuoi proverbi ! Per te non vale..però.
Ero stata un pò cattiva ma era più forte di me, lasciandola in cucina vado in camera, mi riposo un pò e poi leggo, ma si fa sera cosi metto un vestito marrone con le scarpe e i capelli mossi ed ecco che suonano alla porta.
Sto per andare ad aprire ma mia madre va per prima, ecco Tom. I suoi capelli marrone scuro con la sua camicia di jeanz e pantaloni neri e scarpe lucide saluta : 
  • Sera, signora Finks.
  • Ciao, Tom. Ti devo ringranziare a quanto dice mia figlia. 
  • Non serve, per il male che le ho fatto non è nulla.
  • Vedi di non farne altro o te ne pentirai.
  • Certo.
Rido e con mia madre che mi sfiora il braccio la saluto e vado alla porta chiudendola dicendogli :
- Ciao..bella serata. - Stupenda, direi. -
 

Camminiamo per un pò sulla panchina di legno ed ecco che arriviamo a un chiosto. Di legno con un'insegna che diceva - Stardust - delle luci colorate e bianche, sgabelli colorati e una pista da ballo. 
Guardandomi con un'aria felice mi dice :
  • Arrivati.
  • Qui ? Un..chiosto ?
Lui è divertito dalla mia faccia stupita e prendendomi per la mano mi fa sedere nello sgabello e girando dall'altra parte accende e mi dice :
  • Sei la mia prima cliente, quindi ordina ciò che vuoi.
Con il dito nella tempia penso, scherzando e in modo spiritoso mentre lui mi poggiava il sottobichiere gli dico :
  • Servizio ottimo, è prendo un cocco e fragola.
  • Arriva subito, bella signorina.
Rido e aspetto, mentre lui prepara mi dice:
  • Ti devo ringraziare, mi hai salvata l'altra sera. Io non faccio mai queste cose, ubriacarmi, fare il bagno mezza nuda..ma ero fuori. 
  • Tutti lo siamo, è ogni tanto è cio che serve. 
  • Sai, tante volte ho immaginato questa..scena.
  • Cioè ? Io che preparo gelati e bibite ?
  • No..ah ah ah. Io..e..t-e, insieme. 
  • Delusa ?
  • No..direi proprio di..no.
L'atmosfera che si era creata era romantica e nostalgica..cosi lui dandomi il mio succo mi domanda della mia vita, mi dice dei suoi studi, viaggi ecc ma quando io finisco di bere ecco che prende il bicchiere e accende la radio mettendo una canzone che adoravo :

    - L'amore non è un gioco -

Viene di fronte a me e aiutandomi a scendere dallo sgabello mi dice :
  • Balleresti con me ?
  • Certo..
Era tutto perfetto, tutto come lo avevo sempre immaginato, desiderato, sognato, anche il bacio..con le luci ideali, il posto ideale..infine mi riaccompagna a casa e dandomi la buonanotte mi saluta. Stavo entrando e chiudendo la porta quando Robert mi chiama. Il suono della sua voce era una cosa bellissima, stupenda e mi era mancata come l'aria, dirgli cosa mi succedeva, i suoi consigli, tutto mi era mancato..cosi mordendomi le labbra mi giro e senza pensare corro scendendo le scale ad abbracciarlo. 
Mi fiondo con le braccia nel suo collo con lui che dopo essere rimasto freddo mi stringe, ma mi rendo conto di aver esagerato cosi mi tolgo e lui toccandomi il mento mi dice :
  • Mi manchi, scricciola.
  • Anche tu, Rob. Però..
  • Però hai scelto lui, h-
  • No..no, io non ho scelto..cavolo ! Io..io..insomma, voglio sapere come è stare con lui nella realtà, non nella mia immaginazione, nei miei sogni..ma senza perdere..TE.
  • E io te lo lascerò provare. Io..ti voglio troppo bene per perderti..notte.
Stava andando via e mentre io asciugavo le lacrime gli dico :
  • Se invito ad entrambi al mio compleanno ti farò del male ?
  • Ci sarò, scricciola.

ROBERT
Sapete quando incontrate una persona e vi sembra che la conoscete da sempre anche se è solo un giorno ? O quando è la cosa più naturale del mondo e la più bella ridere insieme, prendervi in giro, entrare ciascuno nell'intimità dell'anima dell'altra persona? Ecco per me Azzurra dal primo giorno che la vidi a scuola senza che lo cercavo o avevo fatto sforzi per me era questo. Nei due anni della nostra amicizia avevo avuto delle ragazze, nessuna storia seria ma non capivo il perchè. Nessuna aveva quel qualcosa a cui non avevo saputo mai dare un nome..fino al giorno della festa, avevo sempre sentito il bisogno di proteggerla, e di difenderla ma ero convinta che era una conseguenza della nostra amicizia istantanea, e perchè era più piccola di me ma quella sera fù diverso. Appena intravidi i suoi occhioni inondati come il mare di lacrime mollai la persona con cui stavo parlando e mi feci largo tra la folla, mi sentivo male a vederla cosi..non era più senso di protezione per un'amica ma più forte, mille volte più forte di un tamburo, dei lampi quando fa un temporale..appena si buttò nel mio petto un fuoco mi avvolse, le gambe erano fiacche, e il cuore faceva dei piccoli battiti..era cosi bella, come sempre, dolce e ingenua da farmi impazzire..come un piccolo smeraldo da proteggere e curare. Mi sembrava di guardarla per la prima volta, improvvisamente il suo viso era perfetto, i suoi occhi erano come il mare quando si calma dopo la tempesta, e le sue labbra rosse come le fragole..vedendo che era in imbarazzo domandai cosa era successo. Le sue paure erano divertenti per me, perchè a me non importava la sua vecchia vita..tutti abbiamo un passato fatto di errori, gravi, e non. Di ferite lievi e sanguinanti..ma per me lei era il presente, ora. Vedendola arrabbiata per aver riso la feci tornare indietro spiegandomi..poi mentre la abbracciavo come se non controllassi ormai nulla le dissi che per me era speciale. Sentii irrigidirsi i suoi muscoli cosi la accompagnai a casa. La sera seguente sapendo che i suoi le dovevano parlare dopo cena decisi di chiamarla, sapere come stava, la paura che soffriva mi faceva impazzire. Non mi rispose per tutta la sera..cosi preoccupato chiamai a casa :
  • Signora, sono Robert. Sono un po' in pensiero per Azzurra..non mi risponde al cellulare
  • Neanche a noi..oh, Robert, siamo cosi in pena..la potresti cercare. Per favore ?
  • Corro !
Appena mi disse che non aveva notizie senza perdere tempo presi la mia giacca e andai, la cercai per tutta la sera ma non la trovai da nessuna parte..ero disperato, speravo solo che non le fosse successo nulla, e che era al sicuro..continuai le ricerche fino a mezzanotte poi chiamai sua madre chiedendo se mi davano notizie al suo rientro. Mentre mi ero appena addormentato ecco che mi arriva un SmS . Era di azzurra che diceva di essere a casa.
Il giorno dopo mentre stavo dormendo sento una voce famigliare..sentendo la voce di Azzurra che diceva  che ero bello, si accese una piccola speranza in me..cosi sorrisi per poi giocare coi cuscini..infine mi feci la doccia e dopo essere vestito andai a sedermi nel divano, stavo benissimo con lei appoggiata sulle mie gambe, il suo profumo anche se non era eccessivo potei giurare che mi era entrato in gola e riempito i polmoni..ma non era fastidioso anzi era dolce, come zucchero filato..poi si alzo per chiedermi scusa per non aver risposto alle mie chiamate..ad un certo punto si alza la manica della camicia dal caldo..e senza volere intravidi un livido..mi ero già innervosito sentendo che al mio posto c'era Tom, ma vedendo quel livido scattai. Stavo per uscire e andare a farlo a pezzi per essersi permesso di toccarla..ma invece l'aveva salvata. Preso dalla rabbia, dalla gelosia, chiusi a chiave il cervello e la baciai. Vedendo che lei non ricambiava smisi..e lei se ne scappo. Era un mese che non ci sentivamo o vedevamo e la voglia di cercarla, sfiorarla o ridere con lei mi stava torturando dentro, cosi ricordando che ci mancava una settimana al suo compleanno e decisi che se per non perderla dovevo essere un amico, quello di un tempo l'avrei fatto..avrei sofferto ma almeno sarebbe stata vicino a me.
 


 

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Capitolo 5
*** Il compleanno. ***


Era passata una settimana, in modo veloce, con Tom dopo il bacio ci eravamo visti ma non era successo più nulla, prima di farmelo piacere troppo e capire se i sentimenti che provavo una volta erano veri o no dovevo vedere se era sincero. Ero felice che Robert era ritornato nella mia vita quella sera, ma sapevo che non era vero che sentiva solo amicizia, solo che per il momento le cose non dovevano cambiare..io non sapevo se i miei sentimenti erano cambiati, mi odiavo per fargli del male involontariamente ma perderlo sarebbe stato molto molto peggio. Mio padre era praticamente sempre a casa nostra, e con mia madre sembravano felici, e io volevo essere con tutto il cuore felice e serena, pensare che stavolta sarebbe andato tutto bene, che forse la nostra famiglia sarebbe stata unità per la prima volta. Ma non ci riuscivo, era più forte di me la sensazione allo stomaco che sarebbe andata male e che avrei sofferto..e anche loro. La settimana lentamente stava procedendo e mia madre mi tormentava su chi invitare, il posto, cosa mettere..e io puntualmente inventavo una scusa e me la defilavo. Un pomeriggio mi incastrò, si siede accanto a me sul divano e guardandomi con aria severa anche se sapevo che non riusciva a rimanere a lungo cosi le dico facendo una risata :
  • Sai, mamma, l'aria da dura fa venire le rughe.
  • Se serve a farti decidere andrà bene. Insomma, bambina mia, fra pochi giorni farai 16 anni e non hai deciso nulla.
Buttando i fascicoli e i deplian sul tavolo si siede accanto a me e cosi sbuffando le dico :
  • D'accordo, d'accordo ! Prendo un foglio e ti scrivo chi invitare.
  • Era cosi difficile ?
Preso il foglio dalla scrivania mi metto sul divano, il pomeriggio vola via, decidendo una ventina di miei compagni, Robert, io e..Tom. Il locale deciso per uno che dava sul mare..e un vestito nero a tubino..scelto da mia madre. L'unica cosa su cui la ebbi vinta fù i capelli..liberi.
Finalmente arrivo il giorno del compleanno e la fine della settimana, la più lunga della mia vita, la mattina mio padre entra nella stanza e mi da un bacio..dandomi una piccola scatola con un nastro rosa..che appoggio sulla scrivania per aprirlo insieme agli altri..poi il cellulare ecco che inizia ad impazzire..tutti i miei parenti e compagni di scuola mandavano SMS ma due in particolare mi fecero felice..il primo fu quello di Robert, dove aveva scritto :
  • Alla mia scricciola, per sempre.
Non sapevo se avevo fatto bene ad invitarlo, non volevo ferirlo ancora di più facendomi vedere con Tom, e avevo capito che non si fidava, ma senza di lui mi sentivo persa, a metà. Una parte del mio cuore sapeva che non era semplice amicizia ma la paura paralizzava quella parte, se lo avrei perso? Se ci fossimo lasciati ? E se.. se. Meglio evitare. Avrei fatto il possibile per evitare ravvicinamenti, questo era sicuro. Gli rispondo con un sorriso e un ti voglio bene. Poi quasi si fosserò messo d'accordo ecco che arriva quello di Tom, che diceva :
  • Principessa, sono onorato di far parte del tuo compleanno. A dopo
Mi aveva fatto piacere, ma non con lo stesso effetto dell'sms di Robert..decido di staccare il cellulare e pensare a rilassarmi...passando la mattina a dormire un altro po'.. il pomeriggio a fare maschere di bellezza con mia madre, e un bel bagno rilassante alla fine. Poi verso le 08:00 inizio a prepararmi, anche perchè volevo essere perfetta ormai che c'ero. I capelli naturali con le solite onde e biondi. Il vestito mi piaceva davvero tanto..era nero, aderente con del brillantini..ma non esagerati. E le scarpe con un tacco di 1 centimetro e grigie scure. La collana era perfetta con l'abbinamento..mentre finivo di vestirmi e che prendo i trucchi che mi aveva regalato mia madre eccola là, la mia mamma appoggiata nella porta mentre mi guardavo allo specchio..mi girò e la vedo piangere. 
  • Bambina mia, sei cosi bella ! Stai crescendo troppo in fretta..
  • Mamma..sarai sempre la mia dolce, e tenera mamma. Mi truccheresti ?
Mi siedo in una poltroncina grigia che avevo e mia madre inizia..dopo pochi minuti mia madre finisce. Mi guardo allo specchio e non potevo credere ai miei occhi..ero io?! Già non credevo che ero cosi bella prima, ma col trucco ero..perfetta. Mia madre piangeva, cosi mi giro e vado ad abbracciarla. Dopo qualche minuto spunta mio padre che con le braccia unite mi dice :
  • Secondo me il regalo del tuo vecchio ci starebbe perfetto con la mia meravigliosa figlia.
  • Dici ? Vediamo..
Presa la scatolina che era sopra la scrivania e sciolto il fiocco apro la scatola, sorrido per quanto erano belli, era due piccole roselline di tre colori, rosso, rosa e bianco..e un brillantino al centro, erano stupende. 
Andando da mio padre gli do un bacio all'orecchia e stanca di pensare male gli dico :
- Stavolta cercate di essere felici -
 
Mia madre mi da un bacio accarezzandomi i capelli,mio padre mi abbraccia baciandomi la fronte. Dopodichè esco di casa, visto che il locale distava abbastanza per andare a piedi prendo un taxi.. Ero super agitata, nervosa a mille..il cuore che batteva, non era per la festa, l'avevo organizzata quella solo per far felice mia madre, il mio nervoso era dovuto al fatto che avrei visto il mio migliore amico che era innamorato di me, e il mio..mmm, Tom. Dopo mezzora eccomi arrivata, il locale da fuori era splendido, con delle luci bianche e gialle..e dei fiori ma non troppi che circondavano il gazebo di legno..e il mare che faceva da cornice era meraviglioso, anche la musica rendeva tutto magico. Scessa dal taxi..e rimanendo per qualche minuto fuori a guardare la magia di quel posto..era pieno di compagni di scuola, mi tremavano le gambe, cosi faccio almeno 10 respiri profondi e salgo le scale e tutti mi salutano, persone che non conoscevo, e persone che conoscevo.. tutti che mi facevano gli auguri, e sorrisi a destra e a sinistra e complimenti per quanto ero bella. Ma i miei occhi cercavano loro due..mi sedetti in una panchina fuori, poi qualcuno mi dice :
  • Posso offrire da bere alla festeggiata?
  • Mi lasci sola, per favore
Senza guardare chi era rispondo ma appena alzo il volto vedo lui Tom, aveva un camicia bianca, dei pantaloni neri, capelli gelati, e occhi da furbetto. Cosi gli faccio un sorriso e gli dico :
  • Scusami ! E' che non vedendo Robert, e te.. qua a parte voi non conosco nessuno
  • Balliamo ?
Cosi mi tende la mano e ballamo, stretti stretti con i corpi , poi ad un'orecchio mi dice :
  • Mi sto innamorando di te.
  • Io..io..non. Non so che dirti..noi due, il nostro avvicinamento è stato cosi..improvviso.
Mi spiazza prima con quella confessione, e poi baciandomi..stavolta non fu come il primo bacio, non perchè non c'era l'atmosfera perfetta, o perchè non mi piaceva lui, ma come se sentissi che non era lui che volevo, baciare, stringere. Mi sentivo divisa, una parte di me era li, una parte chissà dove.
 
  •  

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Capitolo 6
*** E' te che voglio.. ***


Mi sentivo degli occhi addosso..ma non uno sguardo qualsiasi..ma il suo. Mi stacco e guardo di fronte a me, era lui, Robert. Era bello come mai i miei occhi lo avevano visto..aveva una camicia bianca un pò aperta davanti con una giacca nera sopra, dei jeanz e i capelli senza gel, liberi che con il sale del mare erano mossi e biondissimi facendolo sembrare più un angelo che un uomo.Mi guardava come se stava morendo dentro, gli occhi umidi..ma la cosa che mi feri di più facendomi piangere fù lo sguardo, era come se mi aveva persa come se..se lo avevo tradito. Stavo per parlare ma Tom mi prende un braccio e costrigendomi a voltarmi mi dice :
  • Azzurra, tutto a posto?

  • No. Ho fatto un casino, avevo paura di perderlo..ma cosi lo sto perdendo lo stesso.

  • Tu..tu lo ami, vero?

  • Non volevo ferirti...volevo solo vedere come era stare con te, m-
  • Ma sono arrivato in ritardo.
  • ​ Io appartengo a Robert..perdonami.

L'essere carino e comprensivo mi faceva sentire ancora più in colpa verso lui ma quelle parole erano le più vere e sentite di tutta la mia vita cosi dicendogli quella verità che avevo negata a me stessa negli ultimi mesi ora avevo perso entrambi. Mi sentivo morire al pensiero a quel pensiero, con il suo sguardo mi divorava dentro..lasciando tutto e tutti vado nel posto che mi dava modo di riflettere e di capire..anche se nascondeva brutti ricordi. Mentre camminavo sulla sabbia, piangendo mi siedo in un sasso..e guardo il mare. Poi una manciata di minuti dopo ecco che accanto a me si siede Rob, volevo parlare per fargli capire che ero sua. Che la paura mi aveva paralizzata, paura del futuro, di perdere la nostra amicizia preziosa per me..cosi dopo un paio di minuti di silenzio mi faccio coraggio e gli dico  :

  • Rob, quello che hai visto non è co-

  • Io parto. Me ne vado, non fingere ancora un'altro giorno che non ti desideri, che non voglia baciarti, stringerti o dirti che ti AMO, che voglio che tu sia..mia..!

    Mi stava dicendo quella frase distante da me, con i pugni chiusi e il viso basso, mentre io cercavo ancora di realizzare che l'aveva detto a me ! Ero io la ragazza che amava..lui mi amava ! Piangendo felice prendo le sue mani e tento il tutto per tutto dicendo :

  • No ! Non puoi andartene. Ho fatto tanti errori, lo so..ma come una stupida pensavo che potevo cambiare il passato quando invece la cosa più bella, più importante era qui..eri TU ! 

  • Smettila, ti prego. Se non sarà Tom sarà un'altro. Sei ancora una bambina ed è giusto...cosi, io ho già fatto errori, sbagli, cazzate ma tu no. Stai iniziando ora ed è giusto..cosi, ma non per me, addio.

Il suo bacio che mi aveva dato tante volte, ridendo, scherzando, prendendomi in giro, salutandomi in fronte ora era insopportabile, ora era...brutale, aspro. Mi sentivo morire, dentro..come quando mi aveva baciata ed ero scappata, quel mese senza vedersi, sentirsi..ma ora era peggio..il mio cuore stava morendo ogni secondo di più..stava andando in necrosi, piangevo senza accorgermene. Io lo amavo, lo amavo con tutta me stessa, era tutto per me, il mio più grande amico, la persona che mi faceva ridere..la mia roccia, tutto, la persona che mi conosceva meglio di me. Lo vedevo andarsene cosi tento l'ultima cartuccia..mi alzo con la punta dei piedi e con le mani al collo lo baciai..bagno anche il suo viso delle mie lacrime..pensavo che mi respingesse deciso come era invece come una fame divoratrice mi bacia..le nostre labbra e le nostre lingue erano una cosa sola..le sue dita segnavano il profilo del mio viso liscio e magro fino alle braccia per poi prendere le mie guance e con le mani nei miei capelli..finito quel bacio era come se stessi respirando ora, come se stessi vivendo solo..ora e con la sensazione di essere al posto giusto, con la persona giusta ora era dentro me. Ma dolcemente si stacca da me e io con gli occhi umidi e felici come non mai con il suo viso incollato al mio susurro :

  • Non..non lasciarmi. Per favore..io ti amo.

  • Perdonami..non posso. Abbi cura di te.

Rimando li a guardarlo andarsene, sprofondando sulla sabbia piangendo..

 

*Robert*

Sapevo che andando alla festa lo avrei trovato li e avevo messo in conto qualche sorriso, un ballo..ma vederla sua, le sue labbra che la possedevano, e le sue mani che la tenevano stretta aveva rotto e mandato in frantumi ogni speranza, ogni tempo di attesa che potevo avere. Stavo salendo le scale, quando la vidi, era di una bellezza unica, un corpo per la sua età perfetto..con quei occhi grandi e stupendi che cercavano qualcuno, speravo che ero io la persona della sua ricerca ma poi vidi uscire lui, Tom. Non lo conoscevo, non mi aveva fatto nulla personalmente ma mi bastava sapere che poteva avere il cuore della ragazza che amavo per odiarlo. Inoltre a pelle mi irritava...appena vidi quel bacio me ne andai. Il dolore e la rabbia erano troppo grandi.

Il pomeriggio avevo avuto un'incontro con mio padre il cui mi aveva offerto un posto di lavoro superiore ma a Londra. Avevo detto che avrei risposto l'indomani..e sicuramente la sera avrei parlato con Azzurra e rifutato. Ma la verità era che lei non mi voleva, non mi amava, per lei ero rimasto il primo amico che aveva conosciuto appena arrivata in città. Me ne andai e chiamai mio padre accettando il posto..ad un certo punto la vidi seduta, li, in un sasso che piangeva guardando il mare. Stavo per andarmene ma poi decisi di dirle addio..l'avrei amata per sempre..cosi mi sedetti accanto a lei.

Nessuno dei due parlava, discutemmo un po', alla fine le dissi addio e stavo per andarmene, mi riempiva il cuore sapere che mi amava anche lei, che non era importante l'altro ma io. Solo che ormai era tardi...io sapevo che volevo lei, e solo lei, che il mio amore poteva riempire il mare dell'oceano..ma lei era ancora piccola, non aveva avuto un ragazzo. E se sarebbe finita avrei perso un'amica..cosi decisi di chiudere li, per lei. Ma poi ecco che umidendomi il viso delle sue lacrime mi bacia, e come se le mie labbra e il mio corpo agissero sole la bacio con tutta la voglia repressa, il desiderio..e l'amore che avevo dentro. Poi mi guarda con occhi umidi e mi dice di non lasciarla, che mi amava. Stavo per farlo ma non potevo..cosi con la morte nel cuore le dissi addio me ne andai, lasciando la mia ragione di vita li, sulla nostra spiaggia, che racchiudeva tanti momenti, belli, divertenti, e unici. Come quel bacio..

 

 

 

Visto che Robert era sparito e che mi sentivo a pezzi torno a casa lasciando la festa agli ospiti, il mare che fino a qualche istante prima rendeva perfetto quel luogo, e la festa era diventato il mio inverno personale. Non riuscivo a smettere di piangere e di pensare a quel bacio..cosi perfetto..in ogni suo dettaglio ed emozione. E gli occhi di Robert, nel dirmi addio..come se non avesse scelta..avevo rovinato tutto. Avevo cercato di fare di tutto per non perdere il mio migliore amico, per non rovinare quell'amicizia perfetta e avevo perso di vista il punto fondamentale, ovvero, un'amore vero, unico..speciale che avevo avuto la fortuna di avere al mio fianco. Arrivata a casa vado a chiudermi in stanza..mia madre sente la porta d'ingresso sbattere cosi si sveglia e viene nella mia stanza a bussare.

  • Tesoro, già a casa ?

Volevo un gran bene a mia madre ma in quel momento volevo essere lasciata in pace. Avrei voluto solo una persona con me, al mio fianco ma l'avevo capito troppo tardi. Mettendo una camica da notte rosa, e sciogliendomi i capelli piangevo bagnando il cuscino..cosi mia madre si arrese dopo avermi detto un “ Ti voglio bene, bambina mia.” .

Non chiusi occhio e verso le 3 di mattina mi sveglio, prendo il cellulare e andando in rubrica mi fermo sul nome di Rob, stavo per chiamare ma poi rinuncio, lui aveva fatto la sua scelta e considerando il male e l'errore fatto gli dovevo almeno di rispettare il suo desiderio cosi con il piagiama mi avvio in cucina a farmi della camomillà..mentre aspettavo il bollire dell'acqua seduta nel dondolo che c'era nel piccolo patia all'esterno mi godevo le stelle nel cielo. Ma sentendo il fischio della pendola rientro e presa la tazza di camomillà verso e mi vado a risedere nel dondolo. Mentre tenevo la tazza nelle mani, piangevo dandomi della stupida di seguito quando ecco che si siede accanto a me mio padre cosi mi asciugo le lacrime. Fa finta di non accorgersi e mi dice :

  • Hey.

  • Ciao, papà.

  • Stavo dormendo nel divano e ti ho vista uscire..vuoi stare sola?

  • No..papà. Mi fa piacere se rimani.

Poso la tazza nel tavolo di legno color noce che era al centro. Poi appoggio la testa sulla spalla di mio padre e lui mi abbraccia, sentivo il bisogno di parlare con qualcuno..cosi gli dico :

  • Papà. La mamma è stata la prima o prima hai avuto altre?

  • C'entra Rob, vero? La mamma mi ha detto qualcosa.

  • Se ne va, parte ed è solo colpa mia. Mi ha confessato che mi ama settimane fa..e io, ecco, ho capito solo stasera che non è più solo un'amicizia..ma non importa.

  • Sai, lo capisco. Quando tua madre e io ci siamo conosciuti ci siamo innamorati subito. Ma qualche tempo dopo aveva paura, gli sembrava che era solo una cotta e si allontanò, io all'inzio insistetti ma poi mi arresi. Fino a quando ci siamo ritrovati.

  • Uhaoo! Non mi ha mai detto questo la mamma.

Mi fa un sorriso e mi abbracci, mi sentivo un po' meglio, li stretta con mio padre, mi era mancato tantissimo parlare, chiaccherare e avere un consiglio. Poi decido di andare a letto, ma prima mio padre mentre ero nel ciglio della porta aperta mi dice :

  • Azzurra. Se tu sei sicura di amarlo e non è solo paura di perdere il tuo migliore amico fermalo. Ora vai a dormire..

  • Grazie, papà. E' bello averti qui..

Gli faccio un sorriso e vado a dormire.. mio padre aveva ragione, cosi prendo il cellulare e visto che non avevo nulla da perdere ormai mandai un sms a Robert e gli scrissi :

  • So di averlo capito in ritardo ma io ti Amo e non ti lascerò andare via cosi..senza provare a fermarti. Dovresti sapere che per le cose che sono mie faccio follie.

Non ricevetti risposta ma il mio intento tanto non era quello, era fargli capire che non avrei mollato. Ero certa che lo amavo, e che volevo solo lui, la mia non era una cotta, era vero amore e con quella convizione mi addormento. La matttina mi sveglio e vado a scuola, lui non c'era..cosi per la ricreazione decido di controllare e vado in segreteria domandando se si era già ritirato ma per fortuna non era cosi. Mentre stavo andavo via che camminavo nel corridoio ecco che vedo un suo amico cosi facendo una corsa con i libri nelle braccia mi avvicino e domando :

  • Daniel, ciao.

  • Ciao..Azzurra .

  • Sai a che ora parte Robert ?

  • N..no.
    Stava andando via, ma gli fermo il braccio con la mano e gli dico :

  • Senti, in un modo o l'altro lo scoprirò, io lo amo e ora dimmelo.

  • Ok, so che prenderà il bus in tarda serata..alle 07:00. Buona fortuna.

  • Graziee..

Correndo con la mia voce gridava grazie sapevo cosa dovevo fare e non mi avrebbe fermato stavolta. Nessuno..

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Capitolo 7
*** Per sempre insieme. ***


Nel pomeriggio avevo letto un po', poi buttando tutto per aria ero decisa a trovare qualcosa di carino e semplice, buttando tutto per aria e sul letto ecco che trovo ; gonna nera con pizzo corta e maglia bianca. I capelli a onde biondi, sul viso correttore e mascara..e un pò di profumo. Arriva ora di cena e appena lavati i denti vado..mentre camminavo il cuore mi batteva sempre più, mi sembrava che mi uscisse dal petto, avevo una paura pazzesca ma di sicuro non mi sarei arresa davanti al primo rifiuto, né al secondo. lo dovevo convincere che non era una cotta da ragazzina, che non avevo detto di amarlo solo per paura di perdere il mio migliore amico. Casa mia da casa di Rob era vicino ma io decido di aspettarlo direttamente al bus, anche perchè sarebbe andato li a quanto mi aveva detto il suo amico a scuola. Ma dopo dieci minuti che aspettavo qualcosa mi diceva di andare a casa sua..cosi appena dieci minuti prima delle 07:00 di sera ecco che mi trovavo davanti al suo portone. Dopo aver respirato a fondo ecco che busso..subito mi apre una ragazza. Appena la vedo carina e comune la gelosia mi brucia dentro..cosi acida le dico :
  •  Cerco Robert.
  •  E tu chi saresti?
  •  Non vedo perchè te lo devo dire a te. Me lo chiami ora ?
  •  Ora vedo..

    Aveva un'aria arrogante, presuntuosa e anche impicciona. Dopo qualche minuto ecco che spunta Robert..senza peli sulla lingua gli dico :
  • Ciao. La tua amica sarebbe?
  • Un'amica. Mi aiuta con il trasloco.
  • Ti posso parlare?
  • Io devo partire..Azzurra. 
  • Ti chiedo solo cinque minuti. Me li farò bastare..giuro.
  • Andiamo.

    Mentre io lo guardavo facendo i miei occhi da cerbiatta quando volevo qualcosa lui fa quel mezzo sorriso che adoravo e salendo la lampo della giacca andiamo nel piccolo parco che era di fronte casa sua, appena seduti, per non sciupare il tempo inizio a parlare :
  •  Ricordi la prima volta che eravamo qua ?
  •  Si.. ( risatina ). Era la prima settimana che ti eri trasferita, volevo farti degli amici e io ti ho de-
  •  “ Fino a quando non avrai altri amici avrai me” e non hai mai tradito la promessa.

 Prendendogli la mano lui non mi guarda in viso, ma mi dice :
  • Azzurra, io devo andare.
Lui si alza dalla panchina e se ne sta andando ma io ero stufa ora. Avevo sempre adorato il fatto che mi considerava piccola, che riservasse alcune attenzioni solo per me, ma ora gli dovevo dimostrare che facevo sul serio, che lo amavo cosi scattando cammino e con le mani strette gli grido :
  •     Io ti amo !! Non è un capriccio da bambina, non una cotta e non voglio altri..te lo dimostrerò. Sono qua, per te. 
Per un attimo sembra che lo abbia convinto, per un attimo ritorno con il cuore intatto, tornando indietro voltandomi viene di fronte a me e sfiorandomi le braccia mi guarda distrutto dentro ma con la voglia di baciarmi che vedevo nei suoi occhi e con la voce spezzata mi dice :
  •     Mi ami ora, perchè me ne vado.. e domani ? I giorni dopo ? Sei ancora...giovane.

 Ora ero arrabbiata, non potevamo avere paura ad altalena, non potevamo rinunciare a una cosa stupenda per paure future ! Cosi alzando il tono di voce mi libero dalle sue mani ferme nelle mie braccia  e stringendogli il viso ora io tra le mie mani ad alta voce e fisso nei suoi occhi gli dico :
  • Insomma..basta ! Non puoi decidere e sapere cosa vorrò domani, o cosa decidero..tra un..mese, ecco. Io non ti amo perchè te ne vai, mi addolora ma non ti amo per questo. Ti amo perchè voglio guardare i tuoi occhi, baciare le tue labbra, stringerti quando sto male, sentire il tuo odore mentre dormi, scherzare con te..ridere. Io voglio..tutto..di te. Io sono pronta a correre il rischio ora, e tu?

Non parlava, e io dopo aver usato l'istinto e tutto ciò che potevo usare mi sentivo fiacca, terrorizzata di perderlo e ciò mi spezzava dentro. Lo guardavo con la speranza..quando ecco che finalmente mi prende in braccio e io stringo le braccia al suo collo mentre ridevamo felici. Mi porta a casa sua, appena apre la porta posa le chiavi e poi dandomi un bacio debole pieno di amore mi dice :
  •  Io amo che tu sia la mia piccola..amo..te. Arrivo !
  •  Fai presto..

    Dopo qualche minuto sento una canzone, la nostra canzone.. “ Piccola stella senza cielo” sorrido istintivamente poi vedo spuntare dalla stanza da letto Robert, che veniva verso di me..era bellissimo. Mi accarezza il viso e io lo stringevo per la vita, non ero mai stata cosi bene in vita mia..era come se era da sempre che ci amavamo. Mi sorride e mi dice :
  •   Questa canzone c'era quando eravamo a mare. Lo ascoltata non so quante volte..immaginato ma mai è stato cos-- 
  •   Perfetto.

    E mi bacia, era un bacio dolcissimo..caldo, e morbido, di casa. Poi andiamo nella sua camera, ci baciavamo quando mi dice :
  •  Tu per me sei importante, sei..tutto. E...per quanto - facendo cadere le dita nelle mie labbra piene che posano un bacio sopra la sua voce che sento impaurita e le sue mani che vorrebbero stringere di più che la mia schiena contro il suo petto - ti voglio posso aspettare.
 Ora dovevo dirgli la verità, non era facile e a voce spezzata e viso basso mentre sorrido dico -
  • Ho avuto cosi..paura di perderti, perdere tutto il mio mondo..TE ! Però io..ecco, è la prima volta..per me, - un rossore di imbarazzo avampa nel mio viso mentre lui ride, cosi arrabbiandomi gli do un pugno nello stomaco ma lui mi da un bacio prendendo veloce il mio viso nella sua mano e affodando insieme al suo fiato e togliendomi il mio un bacio assoluto, profondo, nostro per poi dirmi
  • :Lo sapevo, già. E'...vale anche per me.
  •   Mi prendi in giro ! 
  •   No. L'amore è il sesso per me sono due cose opposte, e amare qualcuno..beh, sei tu la prima e voglio anche..l'ultima.

    Con quella frase vera come lui, come noi le mie mani tremando gli tolgono la camicia, mentre le mie labbra cercavano le sue, le mani si intrecciavano, e accarezzavano il suo corpo i nostri occhi non si staccarono un momento..erano fusi. Mi addormento per una mezzoretta, aver fatto l'amore con lui appena mi desse il primo bacio al collo e la prima carezza in modo delicato fù semplice, facile, naturale..un sogno.
Al risveglio mi sentivo in paradiso, vedevo il suo volto che mi guardava. Era come se i miei occhi lo guardasserò per la prima volta, le mie mani e il corpo lo toccasserò per la prima volta..mi sorride e mi dice :
  • Non credevo che si potesse amare cosi tanto !

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Capitolo 8
*** New York ***


Mi sentivo cosi scema per aver pensato che le cose sarebbero cambiate...perché erano cambiate si ma in meglio. 
Il nostro essere complice era intimità, le nostre risate mi sapevano di gioia pura, prenderci in giro era ancora più divertente..ma sentire i suoi baci teneri scontrandoci con il mio naso piccolo e le sue braccia che mi stringevano facendomi volare per la stanza della sua casa era qualcosa che mai avrei sognato...immaginato cosi bello facendomi sentire unica.
Cosi i giorni passavano, mia madre appena tornata a casa quel pomeriggio dopo cena senza che potessi smettere di sorridere appena chiusa la porta e mi vede era un arrabbiata cosi mi sgrida chiudendo i fornelli per la cena :
  • Ero preoccupata ! Dove sei stata, stai ben..e ?
  • Eh ? Certo..si, ragione.
  • Uhm, c'entra il tuo Robert ?
  • Ih ih ih, il mio Robert, ah ! 
Forse ero impazzita ma era bello essere pazza se voleva dire sentirsi cosi bene, cosi amata e cosi...felice. Mangio un pò di pasta per non andare a stomaco vuoto a letto ma non potevo dormire cosi vado a fare una camminata in spiaggia quando mentre cantavo e ballavo mi scontro con lui, Tom.
Togliendo i capelli da viso ero imbarazzo, non lo vedevo dal giorno della festa e pensavo che se ne fosse andato..ma lui invece di trattarmi male o di essere furioso mi fa un sorriso e mi dice :
  • Ciao, Azzurra.
  • Cia-o, Tom.
Lo guardavo senza capire, cosi lui ridendo si siede sulla prua di una barca da pesca e giocando con un sassolino mi dice :
  • Pensavi che avrei fatto il matto.
  • No no no..beh, un..pò.
Mi siedo anche io, mi sentivo in imbarazzo cosi alzo la maglia e sistemo i pantaloni. Guardando il mare mi viene spontaneo anche se non sapevo cosa dire e mi butto a parlare voltandomi nel profilo del suo profilo :
  • Pensavo che fossi partito.
  • Volevo. Ma qui sto bene, incontrare te è stato un...caso, innamorarmi..volontà e rimanere, decisione. Tu..sei felice ?
  • Io...si. Molto.
  • Bene. Ora vado, devo chiudere il locale...è stato bello vederti.
  • Anche per..me, notte.
Era stato un momento imbarazzante e sapere che lo potevo rivedere era bello ma sapere che mi amava mi impediva di volerlo cercare. Inoltre prima o poi dovevo riaffrontarlo e preferivo che era stato cosi..per caso e senza altre persone. Ritorno a casa, mando un SMS al mio amore prima di addormentarmi scrivendogli :
" Non vedo l'ora che sorga il sole...tu. Notte, amore "

Sorridendo aspetto che ecco la risposta :
 
" Piccola mia, io ho la mia stella già, tu. Notte "

In un mese avevo scoperto che era un romanticone da paura, ogni volta che la mattina andavo da lui trovavo il solito disastro e come prima adoravo fare sistemavo tutto..ma ora trovavo quando era al lavoro un bigliettino con un fiore.
Un orsetto o alte piccole cose..ma la scuola stava per iniziare e anche finire, mia madre e mio padre si aspettavano che scegliessi qualcosa di classico ma io invece avevo bene in mente dove andare e cosa fare.
Era a New York. La lingua la sapevo discrettamente e la potevo imparare e la The New York Institute of Photography era in assoluto la migliore scuola per la mia passione, il mio spirito..tutto ciò che ero e che volevo essere.
Certo, comunicarlo a mia madre anche se difficile potevo anche farcela, ma Robert. Non sapevo se lui poteva aspettarmi. Era forse egoista chiedergli di stoppare la sua vita per..me ? Era troppo chiedergli di rifare dei passi e passaggi che aveva già fatto prima di me ? Lo amavo cosi tanto che il pensiero di perderlo non mi faceva parlare, respirare, mandare l'ossigeno al cervello..l'idea di perderlo era..insopportabile.
Stavo andando a casa sua, l'estate era quasi finita e quindi dai pantaloncini avevo cambiato guardaroba e cosi indossavo dei jeanz scuri e ballerine ai piedi e una maglia blu mentre stringevo la traccola della borsa e andavo verso casa sua. Arrivo e con il cuore in gola tremo, ma bagnato appena apre gli faccio cadere l'asciugamano con cui si stava tamponava i capelli corti e cadendo la mia borsa lo stringo...e appena le sue braccia muscolose mi stringono mi ritorna il respiro.
Non mi dice nulla, non mi domanda, mi conosce e sa che quando mi butto cosi non voglio parlare, o pensare, cosi mi da solo tanti baci...tanti sorrisi e tanti baci nella testa, nella fronte, naso e finalmente labbra...sapendomi di succo di mirtillo come sempre le sue mi rida la saliva asciutta.
Ed eccoci nel letto, con affanno ma tanta voglia di lui e di dolcezza mi prende a cavalcioni e andiamo nel suo letto..pieno di vestiti, di pupazzi regalati da me negli anni sotto le lenzuola rosse facciamo l'amore.
Le mie braccia si stringevano più piccola che potevo con il corpo a lui e le sue braccia mi danno ciò che desidero, alzo il viso e guardandolo nei suoi stupendi occhi verdi lui mi da un bacio dolce, amorevole, tenero.
Sperando di non piangere avevo poca voce, la magia della stanza era proprio il silenzio. Solo i nostri respiri, i nostri baci e le mie paure cosi dico :
  • Ho deciso, farò quel corso.
  • A..New York ?
  • S-i. New..Robert !
​Non c'è la facevo ! Non potevo finire la frase continuando a guardarlo, cosi crollando con la testa in mezzo alle lacrime lui si alza, accende la radio ;

Ah ah ah ah ah ah ah ah oh

And the who' sit

and the what' s it

and the stories of kings

and the needle

and the thread of the thing

Aand the ladder

at the scene

and the cutting off at the knees

in a little while i see

That I love the way you came on

I love the way you came on

to me

to me

ah ah ah ah ah ah ah ah oh
 

Come sempre mi strappa una risata, sempre, nei momenti peggiori era capace di farmi ridere. Farmi trovare una buona ragione per sorridere, avvolgendo il lenzuolo nel mio corpo i capelli mi coprono le spalle nude e prendendo la sua mano lui mi dice :
 

  • Sei in debito con me per un ballo.
​Rido mentre appoggio la testa nella sua spalla e muoviamo i piedi lentamente, piano, con una mano mi teneva la schiena mentre l'altra mi spostava i capelli da un lato del collo e con la voce che mi fa venire la pelle d'oca mi dice :
  • Abbiamo ancora un'anno, amore mio. E tu realizzerai il tuo sogno, tutti..i tuoi sogni.
​Due lacrime scendono dai miei occhi mentre alzandomi con la punta dei piedi gli dico per poi dargli un bacio :
  • Uno lo già realizzato.
 

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Capitolo 9
*** Definitivo ? ***


Il tempo passava, mio padre si faceva vedere di meno durante il giorno ma la notte a mezzanotte sentivo la porta aprirsi e la risata di mia madre. Sembravano felici, sembrano innamorati e forse perché lo ero anche io per la prima volta avevo accettato loro come coppia, se pur difficile, ma mai..mai potevo accettarli o vederli come genitori.  
Il dolore, la sensazione di sentirmi rifiutata, non voluta, le loro litigate e urla, i pianti di mia madre la notte o il suo sguardo veloce e repentino verso me come se non contassi nulla era tutto li, tutto al centro del mio stomaco che veniva a galla.  
Intanto la scuola stava terminando, ci mancava poco alla sua fine..eravamo all'ultimo mese e il freddo stava aumentando..era tempo di cappelli, sciarpe ma anche di cioccolate calde, di serate davanti al camino con la mia mamma, e quest'anno in modo più speciale, con lui..Robert.
Un giorno come un'altro ero uscita da scuola, cantando andavo verso casa di Robert come sempre ma appena i miei stivali finiscono di camminare arrivata nel vialetto ecco che vedo la Berlina nera di suo padre.
Con la mano tra i capelli guardavo pensiero e.. sorpresa, da quello che mi aveva raccontato poche volte e soffrendoci Robert era un continuo conflitto, una continua lotta, un continuo disapprovare ogni scelta che faceva e per questo a parte a lavoro non si vedevano mai.
Salgo gli scalini di legno e busso, ma non sento niente. Sto per girare la maniglia ma facendomi quasi cadere qualcuno esce veloce, suo padre, sistemando il capello bianco di lana e la borsa quasi caduta cerco con lo sguardo la persona che contava, Robert mentre dico :
  • Salve.
  • Quindi sei tu !
  • Non capisco.
Ridendo e dicendomi quella frase con disprezzo e cercando di sminuirmi infila i suoi guanti neri di pelle nelle mani e con i capelli gelati e vestito elegantissimo mi dice :
  • Una..ragazzina ! Sapevo che è un irresponsabile e un inconsciente ma non fino a questo punto !
Senza lasciarmi rispondere scende le scale di corsa ed aprendo lo sportello del guidatore sale nella macchina..mette in moto ma ero decisa a capirci qualcosa cosi scendo gli scalini veloce e poggiando le mani nel finestrino ancora abbassato gli dico :
  • Io credo in suo figlio ! Lo dovrebbe conoscere prima di perderlo. Per il resto..beh, ci penso io.
Senza perdere tempo risalgo gli scalini ed entro in casa. Appena sento il motore della macchina che va via ecco che Robert spuca dalla stanza, i suoi occhi erano gonfi, aveva..pianto. Il suo cuore ancora una volta gli si era stato spezzato da colui che lo doveva proteggere, apprezzare, amarlo..e vederlo con le mani in tasca e il suo sguardo che mi diceva di non dire nulla..mi fa ritardare il parlare.
Lo avevo spiazzato, la sua espressione prima che andavo via era diventata contrariata ma anche di ammirazione. 
Ma appena sto per aprire la porta Robert mi anticipa, solo che quello sguardo, i suoi capelli bagnati dalla doccia che cadevano davanti al volto biondi e scuri insieme alla maglia grigia umida mi spezzavano dentro..avrei scalato una montagna pur di non vederlo cosi.
Sapere ciò che voleva dire non poter parlare perché si sentiva il rumore del cuore rotto butto la borsa a terra e con la porta che si chiude sbattendo corro togliendo lo spazio che ci separava e alzandomi con la punta dei piedi stringo le mie braccia intorno al suo corpo. 
Cerco di dargli la mia forza, il mio amore, tutto ciò che lui senza rendersene conto tante volte mi aveva dato..vado nello stereo con le punte della sua mano che non lasciavano la mia mano e accendo la radio.
La musica era stata mia compagna fedele, silenziosa senza chiedermi nulla, ma dandomi tanto..insieme alle lacrime che ora era ciò che ci voleva. Con un dito premo Play e sempre con la stessa emozione, lo stesso stupore e tremore Robert prende il mio viso tra le sue mani e unisce il suo respiro al mio. 
Ogni bacio, ogni carezza e ogni parola come ti amo era nuova, non avevamo mai vissuto nulla di simile, per quanto la prima volta era stata unica..memorabile questa volta era..diverso, potevo sentire il suo dolore nei suoi occhi, attraverso i suoi tocchi.
 
 
 
 
E 'facile innamorarsi, ma è così difficile da 
spezzare il cuore di qualcuno 

Once lust has turned to dust and all that’s left’s held breath 

Forgotten who we first met 
What seemed like a good idea has turned into a battlefield 
We both know it’s coming, does illusion count for something – we hide 
The surface tension’s gotta break, one drop is all it takes to flood out this lie 
You and I we have to let each other go 
 
Il mio cuore conteneva cosi tanto amore che pensavo scoppiasse, dentro le coperte la mia pelle era quasi tutta sua, solo il completo intimo bianco di pizzo mi era rimasto e la sua giacca di lana addosso con il suo profumo, mi ci immergo le mani piccole e con le dita affusolate sfioro il suo petto nudo.
I suoi pensieri erano lontani, distanti da me..da, noi cosi alzandomi poggio il gomito nel materasso e guardando i suoi occhi e gli dico :
  • E' vero ? 
  • Cosa..scricciola ?
  • Hai rifiutato..per me ?
Mi da un bacio stringendomi le labbra alle sue mentre con la mano mi sfiora i lunghi capelli color miele che era caduti sul seno, era come se non mi baciasse da anni, quando invece i suoi baci erano su tutto il mio corpo specie le labbra..staccandosi mi dice :
  • Anche ma non solo.
Appoggio la testa nel suo petto con la sua mano nel mio collo adagiata dandomi quiete con le sue carezze mentre l'altra ferma nel mio fianco e strip nero. Senza guardarci gli dico :
  • Cosa..ti ha offerto ?
  • Niente, davvero.
Non capivo ora, mi diceva sempre le cose che non erano per lui, le varie proposte che era opposte dei gusti e aspirazioni di lui quindi perché interrompere ora tranne..
  • C'entra il surf ?
Si colpo si alza dal letto e mi manca il caldo cosi come un batitto o due del cuore per sempre..con le gambe piegate nel letto lo guardo, in piedi di fronte a me ha uno sguardo disperato, indeciso, malinconico quando si avvicina togliendo il metro che metteva distanza e seduto nel letto poggia le sue mani nei miei fianchi e io le mie mani sopra le sue e mi dice :
  • Responsabile di Surf. In..Australia.
Con lo sguardo nel vuoto cercando di non piangere gli dico :
  • Per...per quan-to?
  • 2 anni.
​Che cosa c'era da dire ? Qual'è risposta ? Nessuno dei due voleva parlare, rimaniamo solo stretti il più possibile nel letto al caldo, ad essere una cosa sola..mentre dentro mi sentivo spezzata a metà. Lui era la mia metà ormai, mi completava, mi rendeva più..tutto ! Più felice, più sicura, più grande..più divertente, non sapevo cosa era l'amore ma se era ciò non c'era nulla di meglio e forse lo stavo..perdendo.
Ma il pomeriggio era passato, non ci avevo fatto nemmeno caso se non fosse che mi suona il cellulare, allungo il braccio e vedo che era mia madre. Cerco di non avere la voce malinconica e rispondo :
  • Sto tornando.
  • Di a Robert se vuole cenare da noi, non lo vedo da un pò.
  • Riferirò, mamma.
​​​Naturalmente Robert aveva capito. Per lui mia madre era stata la madre che non aveva avuto, l'appoggio che non gli dava suo padre.. inoltre lei tifava per noi due da cosi tanto cosi appena chiudo e metto il cellulare in borsa dandogli un bacio mi metto sopra di lui e senza bastarmi gli infilo la lingua nella bocca e me lo bacio, il mio corpo si muoveva sincronizzato con le sue mani che mi stringevano le cosce e i fianchi..una stretta che mi faceva entusiasmare.
Ma ecco che facendomi ridere mi morde il collo e capovolge il mio corpo tra le lenzuola con il suono di una sola risata, con le mie labbra che si mordono lo fissavo..giocando con le mie mani che si intrecciavano alle sue senza pensarci troppo altrimenti il dolore di perderlo mi avrebbe fermata dico veloce :
  • Vai. 
  • Sm-
  • Shh, se io devo realizzare i miei sogni anche tu. Sto morendo dentro già da ora ma mi sentirei peggio se...tu ami il mare, ami surfare e hai un grande talento, riesci a farlo amare anche agli altri..quindi.. -  abbasso il viso e cerco di riprendere il fiato mentre cercavo di non piangere ma non riesco e cosi con due lacrime e la voce rotta continuo - vai. 
​Vedevo la sua angoscia nei miei amati occhi verdi mentre con le sue labbra chiare mi fa sprofondare la testa nel materasso dandomi il bacio più profondo, vero e che mi consuma dentro..si prende tutto..e io gli dono ogni cosa della mia anima e del mio cuore. 
 

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Capitolo 10
*** La cena. ***


Mi aveva rassicurata, dato mille baci e tenuta appiccicata a sè facendo affondare i miei capelli nel suo petto e stretto le sue braccia nel  mezzo della mia schiena nuda e liscia, poi presa la mano la bacia e rivestendoci ci avviamo. Non mollava la stretta delle mie dita con le sue mentre io non riuscivo a fissarlo negli occhi..quegli occhi per anni guardati con affetto e con amicizia fino ad accettare che lo amavo, cercavo di fissare le case, gli alberi, le panchine, tutto fin quando non finiamo di percorrere la strada piena di ciottoli, ed eccoci a casa mia.
Sto per aprire la porta quando Robert alza il mio viso con le punte delle sue dita calde sotto il mio mento mentre le mie erano congelate costringe i miei occhi a guardarlo e quasi cedendogli mi dice :
  • Non mi perderai, è una promessa. 
  • Entriamo, su..
Gli do un bacio e con un sorriso debole entriamo. Il tempo di salutarsi con un abbraccio con mia madre e ci sediamo a tavola, sembrava una cena per un'esercito, c'era insalata, pesce e dolce..lei sembrava allegra, ma era troppo allegra e con il mio stato di tempesta in burrasca non andavano d'accordo e cosi buttando giù il nodo alla gola iniziamo a mangiare, io cercavo di non far pesare a Robert niente, di appoggiarlo e di sorridere ma era difficile. 
Eravamo all'insalata quando ecco mio padre, entrava in quella casa, la mia casa come se era li da..sempre, come se faceva parte della famiglia ma non era cosi ! Era una cosa che odiavo.. togliendosi il cappotto viene a tavola, Robert mi guarda e vede i miei occhi che cambiano cosi da sotto il tavolo mi stringe la manopiù forte di prima ma subito la deve togliere perché mio padre stritolandogliela si presenta :
  • Immagino che tu sei Robert.
  • Piacere, signore. 
L'insalata non mi era mai piaciuta ma in quel momento sembravo affamata e mi riempivo la bocca velocemente, era il solo modo per non parlare ma ecco che mio padre si siede di fronte a me, non posso evitare di bere cosi appena libero la bocca dal cibo lui ne approffita per dirmi qualcosa pensando che avrei risposto e avrei dato un sorriso cosi mi dice :
  • Ricordo che odiavi la verdura.
  • U h a o ! Ricordi una cosa di tua figlia ? Caspita.

Risposta infantile ? Si, ma quel modo di rispondere straffotente era il solo che riuscivo a tenere con lui e non riuscivo a guardarlo, il dolore con gli altri sentimenti mixati erano devastanti per il mio cuore. Quasi al dolce mio padre e Robert avevano parlato tanto, della scuola, della famiglia di lui e di lavoro ma poi ecco che mio padre cerca di sfiorarmi la mano dato che ai suoi sguardi non ricambiavo.
Immediatamente la ritiro e sentendomi soffocare sento che devo prendere aria, sentivo stringere sempre di più il respiro.. tirando la sedia indietro dico a tutti :
  • Esco un attimo.
Guardo storto mio padre e ignoro mia madre che si sta per alzare dalla sedia, sfioro la mano a Robert e chiusa la porta mi siedo nel dondolo e portandomi i capelli indietro butto fuori un macigno pesante di respiro e guardavo il cielo, avevo le mani tra i capelli ma ecco che esce anche mio padre..non potevo, stare insieme a lui anche due minuti..allora sto per rientrare io ma lui mi ferma il braccio e io scatto. Non mi rendo nemmeno conto che stavo piangendo sentivo solo il petto bruciare di rabbia e tremare il corpo finché non grido :
  • Tu non fai parte di questa famiglia !!
  • Intendo esserci però, da oggi in poi.
  • Bravo. Bravo davvero..hai incantato cosi mamma ? Facendo la parte dell'uomo pentito e cambiato ?! Io non me la bevo.
Era più forte di me, stringendo gli occhi e con tutta la rabbia che avevo mi allontano e incrinando il capo avanti leggermente delle lacrime fini e dritte mi percorrono le guance rosse con delle ciocche di capelli fine che cadono sulle labbra bagnandosi mentre lui si avvicina a me e seduto dice :
  • Io non volevo quest-
  • Non volevi me..
  • NO. 
​Si avvicina a me e vedendo una sua reazione finalmente piena di orgoglio e amore paterno fa alcuni passi in avanti fino a un centimentro da me, poggia la mano sulla mia testa e dice :
  • Sono stato una merda, e per questo puoi pensare ciò vuoi di me ma avere te è stata la cosa più bella e migliore che abbia mai combinato in vita mia.
Ricordare e sentire quelle parole era come se mi giravano e rigiravano un coltello conficcato nel cuore, mi rendeva dolorante e mi svuotava completamente, le lacrime erano amare e pesanti..sta per rientrare mentre io rimango li quando mi guarda e sta per accarezzarmi la guancia ma io con tutta la forza che ho nella mano tremando gli blocco il braccio e vedendo il mio sguardo nei suoi occhi che mi faceva paura gli dico :
  •  Questo non fa di te mio padre.
​Guardandolo in modo freddo e distaccato se pur sapevo che il desiderio di avere un padre mi mangiava scappo dentro, mettendo la giacca nera non guardo nessuno ma vado solo via.
Quando sento la mano di Robert che me la stringe e mi guarda come sempre quando eravamo solo due amici, con quello sguardo che diceva " Ci sono. Io sono qui " e insieme camminiamo sulla spiaggia, si erano fatte le 10 e anche se era buio e l'acqua diventata piuttosto fredda volevo sentirla sui piedi cosi tolgo le scarpe e mi sento meglio.
Ci mancavano ancora tanti e tanti mesi prima di avere il vuoto al posto del cuore e avevo intenzione di godermi ogni istante, ogni secondo con la persona che amavo..la scuola era finita quasi, solo una settimana e ci sarebbero stare le vacanze prima della partenza per New York e cosi mentre guardavamo il mare mi viene un'idea e guardando Robert gli dico :
  • Voglio fare un viaggio, io e te.
  • Ma poi rischi.
  • Cosa ?
  • Che non ti riporto indietro..che compri una barca e ti rapisco per..tutta la vita.
  • Noo..che brutta idea, ah ah
Cosi ridendo e correndo per la spiaggia a rincorrerci fino a buttarci a mare con l'acqua che se pur congelata mi sembrava bollente con i baci e la stretta di Robert ci alziamo e io avevo il cuore che batteva impazzito, l'acqua salata mi sembrava dolce nelle sue labbra poggiata mentre lo bacio.
Stiamo fino a mezzanotte li, teneramente appoggiata nel braccio di Robert che ad ogni bacio delicato e carezza sembrava che mi facesse del male, terrorizzato guardandomi di ferirmi, di sbagliare qualcosa, ma invece era tutto come lo volevo, romantico, dolce poggiata nel suo petto a guardare le stelle.
Ritorno a casa con un sorriso sulle labbra, mi ero dimenticata di tutto, del dolore, del passato..tutto fin quando non vedo mia madre..sorrideva abbracciata con mio padre..felice, sereni, lei subito si stacca e guardando i capelli bagnati mi dice :
  • Robert ?
  • A casa, notte.
  • Dobbiamo parlarne, ti prego.
Sto per entrare in camera, sto per ignorare le sue parole che sentivo pesanti con un groppo alla gola e sentendo il cuore spaccarsi la guardo con la mano sulla porta pronta a chiuderla gli dico :
  • Di cosa ? Mamma.. Andrò a nella miglior scuola di fotografia a New York, farò la ragazzina li e voi qui..ma quando lui ti farà del male..beh, stavolta non ci sarò.
​Mio padre sta venendo a fermarmi e dire qualcosa, era arrabbiato ma anche addolorato come mia madre ma poco mi importava, chiudo la porta a chiave e togliendo le scarpe e i vestiti metto i pantaloni grigi con la maglia larga con un orso gigante disegnato e mi butto nel materasso stringendo il cuscino tra le braccia con la testa poggiata e cercando di addormentarmi, volevo solo dimenticare quella giornata.
Si fanno le sette e un messaggio arriva nel mio cellulare, era Robert che mi diceva :
                                   - Ti aspetto a casa, ho una sorpresa, amore mio -
Faccio un sorriso felice e un pò scemo come se potesse vederlo, poi rispondendo prendo un paio di leghins neri e li indosso con una maglia a maniche lunghe grigia con la spalla scoperta, un paio di stivali marroni e un giubbino di pelle marrone scuro..con le mani butto i capelli che cadono nella schiena e un pò in viso.
Prendendo un borsone apro l'armadio e i cassetti e metto un pò di tute nere, pantaloni e maglia pesanti e leggere..faccio un misto visto che non sapevo la destinazione..infine dei trucchi e lo spazzolino.
Sapevo che uscendo da quella stanza dovevo confrontarmi con una madre, un padre e che avevo scuola e quindi dovevo saltarla..faccio un respiro enorme e pensando ad Robert ricordo che lui è la mia forza, la mia vita, il mio migliore amico cosi borsone in spalla e apro la porta della camera.
Li vedo in cucina, mio padre sistemava il tavolo con succhi e altro e mia madre cucinava, non volevo perdere tempo cosi poso il borsone a terra e guardando entrambi con fatica e rabbia gli dico :
  • Prima che andate in panico o fate una scenata beh, non fatelo. Fra qualche mese cambierò città, cambiero casa, amici e...probabilmente il ragazzo che amo, il..primo ragazzo che amo..quindi, lasciatemi andare, lasciatemi essere felice con lui..solo un mese o due. 
Mia madre non diceva nulla, piangeva solo e le avevo spezzato il cuore ma vedevo anche che era fiera di me..quando spegne il fornello dove cucinava la pancetta e prende il mio viso e lo poggia nel suo petto con le lacrime mi dice :
  • Vai. Voglio che sii felice e mi fido di te, però devi chiamare tutti i giorni.
  • Giuro..e grazie.
Facendo un sorriso sapendo che mi sarebbe mancata da morire nonostante il periodo non facile tra noi, incomprensioni e non capirla era sempre la mia..mamma, cosi dandole un bacio e lei uno a me prendo il borsone e lo poso in una spalla quando prima di uscire con la mano nella maniglia guardo mio padre e gli dico una cosa sola :
  • Ti prenderai cura di lei, vero ?
  • Certo..picc- si.
  • Bene..ciao.
Con un sorriso chiudo quella porta, andando verso la mia seconda casa arrivo, salgo gli scalini e busso.  
            TOCK, TOCK !!
Ma niente, poi prendo la chiave sapendo che la teneva sotto un vaso e apro, la casa era un casino come sempre..piatti sporchi e vestiti sparsi ovunque. Poggio la borsa nelle mattonelle marroni del pavimento, accendo la radio della cucina e vado verso la camera da letto, ed eccolo. Era a petto nudo con dei pantaloni neri, le sue braccia in modo strano nel materasso e mezzo viso nel cuscino..sorrido, dolcemente poggio i gomiti nel letto insieme alle ginocchia e gli do dei piccoli e teneri baci nel viso, occhi e infine labbra..carnose e rosa. 
Ecco. Apre le ciglia nere e infinite e mi dice :
  • Ciao angelo mio.
  • Ciao..cuore.
​Mi prende per i fianchi e mi butta nel letto facendomi rotolare e ridere, mi bacia..mi bacia e io sento di respirare, sento di vivere, sento...di amarlo cosi tanto che potevo soffocare e riprendere a respirare.

 

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Capitolo 11
*** Una fuga per mare ***


Un mese era passato, solo io ed Robert. Ogni mattina chiamavo mia madre e parlavamo una decina di minuti, parlavamo di tutto..di come andava il viaggio, dei posti che vedevamo con il mio ragazzo, del mare calmo e stupendamente blu cristallino..con onde piacevoli ; caldo di giorno e fresco la sera..tutto tranne di mio padre o di loro due. Era una promessa che le avevo strappato a prima chiamata e lei aveva deciso di rispettarla..ma eccolo, la barca era media e bianca con il mio nome..la sorpresa di cui mi aveva parlato Robert. Eh già..una barca con il mio nome..non ci potevo credere, quella sera arrivati nel porto mentre camminavano nel ponticciolo di legno scricchiolante con il suo braccio poggiato rilassato nelle mie spalle mentre io fissavo il suo viso bellissimo ecco che lui sorride..cosi rimetto la direzione della testa in avanti e anche se non volevo mi prende un pò di magone li..a centro preciso di stomaco, prende il mio borsone poi il suo e li getta all'interno della barca, poi con un gesto che ormai era il più naturale del mondo ecco che fa due passi piccoli e con le sue mani enormi ma calde e rassicuranti prende il mio viso piccolo e lo appiccica al suo. Mi da un bacio che prende per la punta e il contorno solamente le mie labbra quando desiderose le mie invece prendono tutto alzandosi con la punta dei piedi e allugando le mie braccia con le mani nel suo collo e in quei capelli corti ma morbidi..e cosi il mio cuore trova pace, trova..un pò di forza e spazza via il magone, a quel punto la sua risata..era un suono che avevo sentito per anni e che mi aveva sempre dato una sensazione di..familiarità e di protezione..come quando sai che sei al sicuro e nessuno ti può far del male solo sentendo quel rumore..ma ora era qualcosa di più che mi dava, era...amore. 
  • Ti ricordi che tu vieni con me, vero bimba ?
Una mano era su un mio fianco mentre l'altra era sotto il mio mento e sorrideva..cosi sorrido anche io e gli dico :
  • Ci puoi scommettere..questa sorpresa ?
  • Mmm..ti fidi di me ?
  • Mi fiderò sempre di te, Robert.
" Anche quando non sarai con me " avrei voluto dire ma non era il caso nè il momento cosi lascio che mi benda, mi da un bacio sul mio piccolo naso e aspetto. Sentivo dei rumori, piatti, e un profumino invitante..non sapevo quanto era passato ma ecco che ad un certo punto viene una mano che mi guida e salgo dei gradini mentre la sua voce mi sussurrava " Ancora un pò..bimba " ed ecco che toglie la benda.
Gli occhi erano un pò appannati..ma appena vedono chiaro rimango senza parole, senza fiato. Lo guardo e mi sento avvampare in viso e in tutto il corpo..il fiato era quasi finito..era un angelo.
Una camicia bianca mezza aperta davanti con dei pantaloni neri e il suo sorriso..a piedi scalzi..la barca era salpata ! Sul porto ecco Robert che saluta un uomo, cappello bianco e giacca squalcita marrone..la barca era piena di luci bianche e al centro un tavolo rotondo..bianco con dei petali di rose rosse sparse..poi altre che formavano una scia verso la campusa. 
Champagne e fragole di cioccolato in un vassoio enorme e dei piatti coperti..stavo sognando ?! Ma ecco che mi guardo io e non ero per niente all'altezza di quel posto, ero..ero..una ragazzina vestita come tale..ma Robert riuscendo a farmi sentire bellissima mi guarda e baciandomi per la prima volta sento le sue mani fredde e mi dice :
  • Ti piace ?
  • E'..è..questo è..spettacolare.
  • Degno di una fata come sei tu, scricciola.
Era tutto..perfetto. Tutto magico, ma continuavo a sentirmi fuori posto vestita ma soprendendomi ancora una volta vedendo che mi guardavo io e guardavo tutto il resto e sbuffavo ride e mi dice :
  • Per me sei bellissima cosi ma se vuoi cambiarti c'è una cosa per te..segui la scia.
  • Sei un angelo..il mio angelo.
  • Ti aspetto.
Scendo due scalini precisi ed ecco che mi trovo in una piccola casa galleggiante. C'era tutto, cucina in marmo e legno, divano comodi e bianchi con Tv e il bagno grigio e bianco con una vasca enorme..un costo enorme ovviamente, un regalo fatto dal padre per i soi 18 anni per ripagare la sua assenza come mi aveva raccontato Robert ma ecco la camera da letto..tutta di legno con una tavola da surf nella parete e foto del mio ragazzo mentre cavalcava le onde, il Dio del mare cosi lo chiamavo io mentre facevo il tifo nelle sue gare.
Ma sul letto un vestito, semplice eppure raffinato, con mille disegni di ogni genere di fiori, azzurro, blu e celeste..si itnonava alla perfezione ai miei occhi e alla mia carnagione scura..era lungo fino ai piedi e trasparente ma non troppo..leggero e morbido al tatto, le scarpe nere con degli intrecci davanti con dei tacchi di appena un centrimentro mentre accanto dei sandali color sabbia con un cristallo che le teneva ferme davanti, metto il tutto facendo veloce una doccia e vado da lui. 
Appena salgo le scale e sono davanti a lui mi guardava..fermo, immobile..mi sentivo in imbarazzo ma un imbarazzo che mi piaceva avere addosso..portandomi i capelli da un lato del collo mi mordo le labbra quando lui si avvicina..si notava il groppo di saliva che gli era rimasto nella gola, la fatica a deglutire, ii suoi occhi che brillavano, il cuore pazzo..pazzo di me ! Sapevo ciò perché erano le mie..emozioni..prende le mie mani e mi dice :
  • Tu..tu mi farai morire un giorno.
  • Spero proprio di no,ah ah.
  • Sei un incanto..Azzurra. Come quella sera al mare anzi, forse..di più.
  • Te lo ricordi..?
  • Ovvio, quella sera ho deciso che mi avresti amato..che dovevi essere mia.
Una canzone parte con un tasto che preme Robert e porgendomi il palmo della sua mano aperta e con un inchino mi dice :
  • Balli, principessa ?
  • Ti am-o, io ti amo Robert.
Era una schiocchezza rispetto a tutto ciò che stava facendo per me, a tutte le soprese e alle confessioni che mi aveva fatto per non dire a quanto ero felice, ma se era un sogno volevo continuare a sognare accompagnata dalle sue braccia e da quelle note verso la nostra avventura.
 

Walking through a dream 
I see you
My light in darkness breathing hope of new life 
Now I live through you and you through me 
Enchanted 
I pray in my heart that this dream never ends
My light in darkness breathing hope of new life 
Now I live through you and you through me 
Enchanted 
 
I pray in my heart that this dream never ends

 

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