Lasciarsi sfuggire l'amore è lasciarsi sfuggire la vita

di ielma
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


Titolo: Lasciarsi sfuggire l'amore è lasciarsi sfuggire la vita
Rating: Verde
Genere: Sentimentale, Romantico
Personaggi: Narcissa Black, Lucius Malfoy, Altro personaggio
Coppia: Lucius/Narcissa
Pacchetto: Serpensortia
Citazione/canzone/incantesimo: Se ora mi dicessero di abbandonare ogni vanità ed ogni orgoglio, ogni desiderio ed ogni ambizione, qualunque più caro ricordo del passato, qualunque più dolce lusinga del futuro, e di vivere unicamente in te e per te, senza domani, senza jeri, senza alcun altro legame, senza alcuna altra preferenza, fuor del mondo, interamente perduto nel tuo essere, per sempre, fino alla morte, io non esiterei, io non esiterei. Credimi.” cit. Gabriele D'Annunzio
"Io sono nel tuo sangue e nella tua anima; io mi sento in ogni palpito delle tue arterie; io non ti tocco eppure mi mescolo con te come se ti tenessi di continuo tra le mie braccia, su la mia bocca, sul mio cuore. Io ti amo e tu mi ami; e questo dura da secoli, durerà nei secoli, per sempre. Accanto a te, vivendo di te, ho il sentimento dell'infinito, il sentimento dell'eterno. Io ti amo e tu mi ami.” cit. Gabriele D'Annunzio
"Non desidero più nulla oltre il tuo amore" cit. Gabriele D'Annunzio
NdA (facoltativo): Nella frase “ansimando e piangendo, piangendo e ansimando” è presente una figura retorica chiamata chiasmo, quindi non è un errore. Anche altre eventuali ripetizioni o verbi sottintesi sono voluti. La storia inizia in medias res, Narcissa sta lasciando il suo ragazzo, si dovrebbe capire. La lettera l'ha ricevuta quella mattina, per questo ha già dato appuntamento a Lucius. Un'altra nota è fondo alla pagina per non rovinare la sorpresa.



 
Lasciarsi sfuggire l'amore è lasciarsi sfuggire la vita”
  


 
Capitolo I

«Thomas.. Thomas, non piangere ti prego»
«Ma io ti amo, Narcissa»
«Ti ho amato anche io ma le cose cambiano, si cresce, si matura. Non volermene, ti prego»
«Come puoi dirlo così su due piedi? Allora per te tutto quello che abbiamo passato insieme non ha contato nulla?»
«Non devi pensarla così, è che in quest'ultimo periodo ho capito che non siamo fatti per stare assieme»
Il ragazzo era scosso dai singhiozzi mentre cercava di nascondere le lacrime con le mani, Narcissa fece un passo indietro e volse lo sguardo altrove. Erano in una radura nel bel mezzo del bosco che circondava Hogsmeade, il terreno era coperto da mucchi di neve qua e là e al loro arrivo gli uccelli avevano smesso di cantare.
«Mi dispiace, Thomas, sappi che ti ho amato davvero» sussurrò lei con un filo di voce prima di correre via verso la cittadina. Correva e correva, fermandosi di tanto in tanto per appoggiarsi a qualche tronco e riprendere fiato. Dunque riprendeva a correre, ansimando e piangendo, piangendo e ansimando. Aveva quasi raggiunto la stradina che conduceva ai Tre Manici di Scopa quando le gambe le cedettero e si lasciò cadere a terra. Rimase per un po' con il viso premuto contro l'erba fresca, poi accumulò le ultime forze che le erano rimaste e si mise in ginocchio. Rilesse ancora quella lettera, come per assicurarsi che le parole fossero le stesse che aveva letto la prima volta. Probabilmente se il gufo avesse avuto un incidente di percorso e quindi avesse ritardato la consegna di quello straccio di carta di una settimana, in quel momento lei si starebbe godendo la gita a Hogsmeade con Thomas. E probabilmente lui sarebbe ancora il suo fidanzato.
Cara Narcissa,
Come ben sai le condizioni economiche della nostra famiglia non sono delle migliori; dopo la fuga di Tua sorella poi, siamo stati screditati da tutto il mondo magico. Ti scrivo per informarti che ho appena ricevuto un'offerta che non possiamo rifiutare; un'offerta che risolleverebbe i Black sia economicamente che socialmente; un'offerta come poche. Si tratta del tuo matrimonio. Con Lucius Malfoy.”
Narcissa emise un grido, lacerante, forse era il suo o forse quello di Thomas Parkinson. O forse fu quello di entrambi.
Con affetto,
Tuo Padre.”
Appallottolò il foglio e lo scagliò contro l'albero più vicino, si asciugò le lacrime. Una Black non piange, una Black rimane forte anche se corrosa dal dolore. Si aggiustò i capelli e indossò la sua maschera: postura impeccabile, fiera, altezzosa; sguardo algido, scostante. Giunse fino ai Tre Manici di Scopa camminando a testa alta come per non voler abbassare lo sguardo verso la morsa che le attanagliava lo stomaco. Prese posto a un tavolo appartato, pregando che Thomas non l'avesse seguita. Non voleva farlo soffrire ancora, non voleva che vedesse che lei aveva dato appuntamento a Lucius Malfoy. Almeno non dopo che avevano condiviso tutti quei momenti assieme e avevano progettato il loro futuro nei minimi dettagli. Un'altra lacrima fece capolino tra le sue folte ciglia ma lei la represse, aveva deciso di proteggere il cuore in un involucro di ghiaccio, di lì a per sempre.
Il suo promesso sposo fece il suo ingresso nel pub poco dopo, anche lui aveva un non so che di glaciale nello sguardo. Come sarebbe potuta funzionare tra loro? Ghiaccio contro ghiaccio non funziona, a entrambi serviva del fuoco per andare avanti. Lui le si sedette difronte e non proferì parola, dovette essere lei a parlare per prima.
«Buongiorno»
«Ciao, Black»
«Sai perché sei qui?»
«No»
«Non mentire»
«Non sto mentendo»
«Davvero? Be' in questo caso ti informo che dobbiamo sposarci»
«Cosa?»
«Hai capito benissimo, ci sposeremo»
«Ahia! Sarà un duro colpo per Parkinson»
«Smettila, Malfoy»
«Ascolta, anche a me non piacciono i matrimoni combinati. Ma in fondo ti è andata bene se ti sono capitato io, pensa se ti capitava uno come Goyle»
«Non mi importa nulla di te o di questo inutile matrimonio, d'accordo?»
«Allora perché mi hai fatto venire qui?»
«Volevo vedere se eri davvero così stupido come dicono o se erano solo chiacchiere»
«Tu non sai nulla di me»
«E allora parlamene»
«Lo farò» le rispose con malizia «ma a tempo debito»
Lucius si alzò e sistemò la sua sedia sotto al tavolo.
«Cosa vuol dire?»
«Che ne avrai di tempo da qui al matrimonio per imparare qualcosa su di me»
«Rivelami una cosa al giorno, voglio vedere per quanto resisti prima di esaurire gli scarsi aggettivi presenti nella tua scarsa personalità»
«Affare fatto» le disse, «la parola di oggi è: enigmatico».
E scomparve tra la folla del locale. Lei sbuffò e rise di scherno, pensando a quanto fosse limitato quel ragazzo.




Altra nota: Se tu te lo fossi chiesto, sì, Thomas Parkinson è il padre di Pansy.

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Capitolo II
 
Tra Lucius e Narcissa non finì lì. Lui continuò a farle avere parole su parole, era arrivata ad averne quasi una ventina, tra cui le più improbabili quali umile e divertente. Ne aveva ricevute anche alcune che erano in contrasto tra loro, attraente e trasandato, paziente e permaloso, imperterrito e insicuro. Quando lui arrivò a dirle “scialacquatore”, lei si oppose.
«Ma se solo la settimana scorsa mi hai detto di essere umile»
«Stai davvero prendendo la cosa sul serio, Black?»
Lei lo guardò attonita, finché lui non aggiunse:
«Io volevo solo vedere quanta curiosità ci avresti messo, hai anche avuto il coraggio di dire che non te ne importava nulla di questo “inutile” matrimonio»
«E infatti è così, non dirmi che credi che mi innamorerò di te»
«Forse»
«Ah no, caro. Non ci si innamora così di una persona»
Lui le si fece pericolosamente più vicino, molto più vicino, molto pericolosamente.
«Abituati a dirlo»
«Cosa?» domandò Narcissa, stordita dalla sua improvvisa vicinanza.
«Caro»
E la baciò, così su due piedi, la baciò. Fu un bacio distaccato, ma intenso. Non saprei come descriverlo, era come se lui non la volesse invadere troppo ma desiderasse comunque baciarla con foga. Fu romantico da parte sua. Tuttavia, le sensazioni che provò Narcissa non furono delle migliori. Non era pronta, il suo dolore per Thomas si fece risentire, più potente di prima. Il rimorso per averlo lasciato la stava divorando, era incontenibile. Quando le loro labbra si allontanarono, lei abbozzò un sorriso alla meno peggio e si allontanò per rifugiarsi in un qualche luogo in cui poter sfogare il suo dolore.
Ce ne volle di tempo prima che riuscì a dimenticare quello che provava per Thomas; ce ne vollero di baci. Passarono i giorni, i mesi, e Narcissa si accorse che man mano che il terreno si ricopriva di neve, il suo dolore diminuiva. Ma forse non era un fatto legato alla neve, che fosse legato a Lucius? Fatto sta che oramai tutta Hogwarts sapeva del loro contratto di matrimonio, erano ufficialmente diventati una coppia. Ogni giorno lui la aspettava fuori dalla sua classe, si sedevano assieme in Sala Grande per il pranzo poi facevano una passeggiata nel parco. Per gli altri studenti era quasi impossibile intuire che tra loro non ci fosse amore; ma la verità era questa, loro non si amavano.
Il bacio più emozionante che Lucius diede a Narcissa fu in una delle prime mattine di Dicembre, era la vigilia dell'ultima gita a Hogsmeade prima delle vacanze natalizie. Si trovavano sulla riva del lago Nero, distesi fra la neve l'uno accanto all'altro; guardavano le nuvole.
«Hai mai pensato a quale nome vorresti dare a nostro figlio?» le stava chiedendo Lucius.
«E' buffo: un altro prima di te mi aveva fatto la stessa domanda»
«Thomas Parkinson?»
«Non importa il suo nome. Sai cosa gli avevo risposto?»
«Cosa?»
«Voglio che il mio bambino sia nelle stelle»
«Vuoi dargli il nome di una costellazione?»
«Già»
«E quale?»
«Forse quella del drago»
«Perché?»
«Non so, me lo immagino come un ragazzo audace, forte, autoritario, un mago potente»
«E se fosse femmina?»
«Sono quasi sicura che sarà un maschio»
«E cosa sei, una veggente?» disse Lucius in tono sarcastico.
«Vedremo» ribatté lei scontrosa.
«Mi stai sfidando?»
Narcissa rise divertita, «hai paura?» gli chiese.
«Lucius Malfoy non ha paura di nessuno»
Lei si mise a ridere a perdifiato, lui la afferrò per la vita e mise il suo corpo sopra il proprio. Rimasero per un istante a guardarsi, un istante che a loro parve un'infinità. In attimo, poi, cambiarono posizione; Lucius le si sdraiò sopra. Con il pollice le sfiorò le labbra e poi scivolò giù fino al collo. Lei inspirò profondamente e il dolce profumo del suo uomo le attraversò le narici; si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Narcissa?»
«Sì?»
«No... No, niente»
Lucius le mise una mano dietro la nuca e tirò a sé il suo viso. Le loro labbra si unirono ancora una volta, in un bacio che trasudava di passione. Quel bacio alleviò ancora di un poco il dolore di Narcissa di non poter stare con l'uomo che amava.


 

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Capitolo III

La mattina dopo, come avevo già accennato, sarebbero dovuti andare a Hogsmeade. Lucius e Narcissa si erano dati appuntamento nella sala comune dei Serpeverde alle nove in punto. Quando lei uscì dal suo dormitorio erano appena le otto, la sala era ancora deserta a eccezione di un ragazzo bruno che le dava le spalle. Quando quest'ultimo si voltò, lei si sorprese di non averlo riconosciuto prima.
«Thomas»
«Ciao Narcissa»
«Vai a Hogsmeade?»
«No»
Lui le parlò con un tono freddo, distaccato. Questo fece rinascere in lei quel dolore immenso che si era quasi assopito.
«Come mai?» gli chiese deglutendo saliva e lacrime.
«Non mi piace andare in quel posto, non far finta di non sapere perché»
Il ragazzo si mosse in direzione della porta d'uscita.
«Thomas, aspetta»
«Sì?» lui si voltò prontamente, come se stesse sperando che lei lo richiamasse.
«Volevo dirti... Mi dispiace. Lasciandoti ho buttato via il più bell'amore che io abbia mai ricevuto»
«Che c'è? Con Malfoy le cose hanno preso una brutta piega?»
«Lascia stare, quella è un'altra storia»
Thomas all'improvviso capì, le si avvicinò e prese le sue mani con dolcezza.
«Ascolta, non importa. Dimmi solo se sei stata costretta ad accettare la proposta di Malfoy. Dimmi questo e non ci sarà bisogno di altre parole. Se tu ami me, lui dovrà ritirare il contratto. E' semplice, Cissy, devi dirmi da che parte stai. Io ho ancora bisogno di te e del tuo amore. Io non desidero più nulla oltre al tuo amore»
«Io...» la sua voce era spezzata dalle lacrime «non lo so»
La vista di Narcissa si annebbiò e tutto attorno a lei cominciò a vorticare. Corse via, incapace di formulare un pensiero coerente. Corse via, spinta da una forza che non credeva di possedere. Corse via, verso Hogsmeade, verso il bosco in cui tutto era iniziato, in cui il suo cuore si era spezzato. Spalancò la legnosa porta scardinata e si ritrovò nella stamberga strillante. Si accasciò su un letto malmesso che stava per essere bagnato dalle sue lacrime. Perché aveva detto a Thomas che non lo sapeva? Avrebbe potuto risollevare la sua vita in un soffio e invece era scappata. Lei amava Thomas, di questo ne era certa. E Lucius? A lei non piaceva, lui non prendeva sul serio l'amore e il matrimonio. Lui era arrogante, presuntuoso ed egoista. Lui era lì.
«Cosa ci fai qui?»
«Nemmeno tu dovresti esserci, Narcissa»
«Lasciami in pace»
«Voglio parlarti»
«Di cosa?»
«Ho deciso di fissare la data del matrimonio»
«Pensavo mi dicessi che se volevo avresti retratto la promessa»
«Non farei mai una cosa del genere»
«Quindi preferisci avere al tuo fianco una donna che ama un altro uomo piuttosto che rinunciare ai tuoi desideri?»
«Affatto. E' che non mi lascerei scappare per nulla al mondo una donna come te»
«Lucius, io da quando ero bambina sogno il mio matrimonio: un abito bianco, un bell'uomo che mi aspetta all'altare»
«Ed è tutto ciò che avrai da me, se vorrai accettare il mio amore»
“Il suo amore”, quale amore? Narcissa assunse un'espressione attonita. «Ascolta, o buttiamo giù le maschere o non se ne fa niente»
«Sono stato io a pregare mio padre affinché potessi chiedere la tua mano» ammise lui, abbassando lo sguardo verso terra.
«Co-come?» Narcissa era visibilmente sorpresa, aveva creduto che a Lucius non gliene importasse nulla di lei, credeva che per lui una donna ne valesse un'altra. «Quindi cosa significa?»
«Significa che ti amo e che voglio sposarti, che voglio un bambino che abbia i tuoi occhi e che voglio vivere per sempre accanto a te. Sai, mio padre non voleva, “i Black sono una famiglia di Traditori” diceva. Ma io l'ho supplicato fino a quando non è stato costretto a cedere, mi ero innamorato di te. Se ora mi dicessero di abbandonare ogni vanità ed ogni orgoglio, ogni desiderio ed ogni ambizione, qualunque più caro ricordo del passato, qualunque più dolce lusinga del futuro, e di vivere unicamente in te e per te, senza domani, senza jeri, senza alcun altro legame, senza alcuna altra preferenza, fuor del mondo, interamente perduto nel tuo essere, per sempre, fino alla morte, io non esiterei, io non esiterei. Credimi. Perché io sono nel tuo sangue e nella tua anima; io mi sento in ogni palpito delle tue arterie; io non ti tocco eppure mi mescolo con te come se ti tenessi di continuo tra le mie braccia, su la mia bocca, sul mio cuore. Io ti amo e tu mi ami; e questo dura da secoli, durerà nei secoli, per sempre. Accanto a te, vivendo di te, ho il sentimento dell'infinito, il sentimento dell'eterno. Io ti amo e tu mi ami.
So di non avere le qualità dell'uomo ideale ma mi impegnerò per diventare un buon marito, un buon padre. E' una promessa»
Narcissa si gettò tra le sue braccia. Aveva la testa poggiata sul suo petto e sentiva il cuore di lui battere straordinariamente forte.
«Lo senti? Brucia di amore per te»
«Ti amo anch'io, Lucius»
All'improvviso il ghiaccio si sciolse e i loro corpi divennero di fuoco. Narcissa posò le labbra su quelle del suo promesso sposo, di lì alla vita, di lì a per sempre.

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