His girl friday

di Natalia_Smoak
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Not very platonic circumstances ***
Capitolo 2: *** Need ***
Capitolo 3: *** Social climbers ***
Capitolo 4: *** Knees ***
Capitolo 5: *** Massages ***
Capitolo 6: *** Help ***
Capitolo 7: *** Help P2 ***
Capitolo 8: *** Help p3 ***
Capitolo 9: *** fight ***
Capitolo 10: *** Sweet dreams ***
Capitolo 11: *** Kisses ***
Capitolo 12: *** Shut up ***
Capitolo 13: *** Fresh min ***
Capitolo 14: *** Sin ***
Capitolo 15: *** Partner ***
Capitolo 16: *** Cake ***
Capitolo 17: *** Aspirin ***
Capitolo 18: *** She should know that ***
Capitolo 19: *** Introductions ***
Capitolo 20: *** Unsolved sexual tension ***
Capitolo 21: *** Asleep ***
Capitolo 22: *** Asleep Felicity's version ***
Capitolo 23: *** Hero ***
Capitolo 24: *** Quotable ***
Capitolo 25: *** Fists ***
Capitolo 26: *** Parents ***



Capitolo 1
*** Not very platonic circumstances ***


Not a very Platonic circumstance
 
Su Starling City stava calando la sera, i negozi chiudevano e tutti stavano già rientrando a casa…tutti tranne Felicity Smoak.
La Queen Consolidated era deserta e silenziosa, l’unico rumore percettibile era il battere delle sue dita sui tasti del pc su cui stava lavorando.
Il suo sguardo cadde nella parte sinistra dello schermo-Accidenti, sono già le nove e io qui ne avrò come minimo per un altro paio d’ore-sbuffò sonoramente e tornò a battere con le dita sui tasti.
All’improvviso il suo Iphone squillò e sullo schermo apparve il nome di Barry, Felicity rispose strisciando il suo dito sul display:
“Ehi Felicity” la voce squillante del ragazzo arrivò alle sue orecchie
“Ehi, Barry, come mai mi chiami a quest’ora?” rispose la ragazza, sotto sotto felice di questa interruzione.
“Beh, ecco, sai, sono le nove passate di un triste e uggioso Venerdì sera, così mi chiedevo se avessi voglia di prendere qualcosa da bere con me”
 Lei e Barry avevano cominciato a uscire da poco, però quel ragazzo le piaceva, insomma era dolce, gentile e carino ma…ma non era Oliver-ah sta zittò stupido cervello-
Felicity?” la richiamò Barry non avendo ricevuto nessuna risposta per qualche secondo di troppo.
“Mi piacerebbe molto, davvero, ma per sta sera sono inchiodata al lavoro, Ol..Mister Queen ha bisogno di una relazione dettagliata sul meeting di oggi da consegnare a Isabel Rochev” rispose Felicity, sincermente dispiaciuta.
“Non ti paga abbastanza” sentenziò Barry
“Eh?”
“Il tuo capo, non ti paga abbastanza” spiegò meglio il ragazzo
“Eh se avessi un centesimo per tutte le notti di sonno arretrato che spendo rigirandomi nel letto pensando a lui…non nel senso sessuale, aspetta ma questa cosa ha davvero uno sfondo sessuale o lo vedo solo io? Perché questo sarebbe strano…” grandioso, stava balbettando, ancora.
“Felicity, respira”
“Ok, mi dispiace, ma la mia lingua a volte è più veloce del mio cervello, il che è una cosa che molti uomini apprezzano…oh, cielo” disse portandosi una mano alla fronte e rendendosi conto della gaffe commessa.
Al suo orecchio giunse una risata mal trattenuta.
“Felicity, sai, dalle mie parti si dice che se Maometto non va alla montagna  la montagna va da Maometto..” sussurrò in tono cospiratorio
“Cosa mi propone Mister Allen?” la stava intrigando, decisamente
“io, te e…mmm…due bottiglie di Merlot del 1985”
“Si potrebbe fare…ma solo pochi minuti, poi ti dovrò sfrattare per tornare al lavoro”
“Sta tranquilla, arrivo da te tra dieci minuti”
Feliciy chiuse la comunicazione con un sorriso sulle labbra, ogni tanto anche lei aveva bisogno di staccare dal lavoro, dalle missione e soprattutto da Oliver.
 
 
 
Oliver stava per perdere la testa, aveva cercato ovunque, ma del suo telefono non c’era nessuna traccia, Thea aveva suggerito di farsi chiamare, peccato che quella mattina ci fosse stato un meeting e avesse messo il cellulare in modalità silenziosa.
Aspetta un momento, il meeting… un flesh investì la sua mente: dopo il meeting era rimasto in sala riunioni con Isabel Rochev per discutere di affari, lo aveva dimenticato lì, lasciandolo sul tavolo dopo aver risposto un messaggio di Digg
Chiamato un autista si diresse verso la Queen Consolidated.
Nonostante fosse piuttosto tardi per la strada si  presentava quasi sgombra e in pochi minuti Oliver e il suo autista giunsero davanti all’edificio.
“Aspettami qui, torno tra due minuti”
“Come desidera , Mister Queen”
 
 
Oliver si diresse subito in sala riunioni ed esattamente come aveva previsto il suo cellulare si trovava sopra il lungo tavolo di granito, con un piccolo sospiro di sollievo era pronto a tornare verso casa, quando una luce proveniente da una porta socchiusa in fondo del corridoio; era l’ufficio di Felicity.
“Mmm che sia ancora qui?” pensò guardando l’ora. Erano già le undici.
Oliver si diresse verso la porta del suo ufficio aprendola con l’ intenzione di dirle di andare a casa e che avrebbe potuto finire il lavoro domani, ma quando aprì la porta la scena che gli si presentò davanti fu più o meno questa:
Felicity era seduta sulla scrivania, le gambe leggermente aperte e la gonna, normalmente lunga fino al ginocchio, tirata su fino alle cosce. La parte superiore del suo corpo era coperta solo da un microscopico reggiseno rosa di pizzo, che Oliver non avrebbe dimenticato molto facilmente, ma ciò che più turbava il ragazzo era la presenza di Barry, a torso nudo  in mezzo alle gambe della ragazza, intento a baciarla e a toccarla ovunque.
I due amanti non si accorsero immediatamente di lui che nel tentativo di farsi vedere diede un grosso colpo di tosse, o forse era un ringhio..
Non appena gli occhi di Barry misero a fuoco la figura di Oliver, egli si staccò immediatamente dalla bocca di Felicity che si girò a guardare verso l’intruso.
Barry e Oliver si scrutavano, Barry imbarazzato e spaventato, Oliver immobile e glaciale.
Fu Barry a rompere il silenzio:
“Mister Queen…no..”
La voce di Felicity sovrastò la sua; “Oliver, ti unisci a noi?” disse con la più candida possibile delle espressioni.
Oliver si voltò a guardarla; i capelli scompigliati, le labbra gonfie, le gote arrossate e gli occhi lucidi. Sposto poi lo sguardo sulle bottiglie di vino dietro di lei, e fece due più due: era ubriaca.
Si rivolse poi a Barry: ”Fuori di qui, subito”
Felicity fece per scendere dal tavolo, ma Oliver la rassicurò: ”Non tu, lui” e detto questo rivolse a Barry uno sguardo di odio, il ragazzo deglutì e uscì dalla stanza, sussurrando a Felicity un imbarazzatissimo “ti chiamo domani”
Oliver si avvicinò a Felicity e le mise la sua camicia ,finita in terra a causa della foga di Barry, sulle spalle per  coprirla il più possibile.
Felicity tentò di rimettersi in piedi, ma i fiumi dell’alcool l’avevano stordita tanto da farla barcollare. Oliver le fu subito vicino e le passò un braccio intorno alla vita: “Felicity, tieniti forte a me”
“Queste non sono circostanze molto platoniche..” rispose lei guardandolo dritta negli occhi, Oliver si senti suo malgrado arrossire e distolse lo sguardo.
Arrivati alla Limousine Oliver ordinò al suo autista di accompagnarla a casa e assicurarsi che arrivasse tutta intera, lui avrebbe preso un taxi.
 
 
 
Al suono della sveglia Felicity Smoak  provò l’impulso di scaraventare l’oggetto infernale dalla finestra, ma invece si alzò dal letto e si diresse verso il bagno; aveva bisogno di un’aspirina e di una doccia.
“Felicity, non hai più l’età per certe cose…” ricordò a se stessa,
Mentre frugava nel armadietto del bagno in cerca di un aspirina provò a ricordare qualcosa della serata precedente, ma le uniche cose che le venivano in mente erano lei, Barry e due bottiglie di vino…poi aveva anche un vago ricordo di Oliver, ma non sapeva dire se si trattasse di un sogno o meno.
Appena presa l’aspirina decise che si sarebbe fatta una doccia:
Via la camicia.
Via il reggiseno
Via la gonna
Via le mutan…oh cielo
 
 
Oliver Queen giunse in ufficio piuttosto presto quella mattina, la scorsa notte era stata terribile; il sonno tardava ad arrivare e l’ immagine di Felicity seduta sulla scrivania continuava a tormentarlo…almeno non son l’unico ad avere la fantasia di farlo sulla scrivania…
Inconsciamente i suoi occhi  si spostarono sulla scrivania della sua segretaria e, fu allora, che notò una macchietta rosa sotto la scrivania, cautamente si avvicino alla scrivania, si inginocchiò e lo raccolse, solo quando lo ebbe in mano si rese conto di cosa fosse: un paio di mutandine di pizzo rosa, dello stesso colore del reggiseno di Felicity…no, decisamente queste non erano circostanze molto platoniche.
 
Fine
 
 
Nota Autrice:
Ok, non so che dire, questa roba è frutto di una noiosa ora di italiano a scuola e dato che ormai non vedo altro se non sti due qua la mia mente ha divagato
Hope you like it!

 

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Capitolo 2
*** Need ***


Need

Felicity Smoak era appena tornata a casa dopo una giornata molto stressante; al lavoro aveva dovuto sopportare le occhiatacce e le richieste assurde che Isabel Rochev faceva col solo intento di metterla in difficoltà, e come se non bastasse aveva poi trascorso il resto della giornata nel seminterrato del Verdant, il che non sarebbe stato un problema se Diggle non fosse stato completamente assorbito dalla faccenda di Deadshot e conseguentemente stesse ignorando tutto e tutti.
"Beh, almeno lui mi ignora per un motivo preciso" pensò  mentre lentamente si spogliava per mettersi sotto le coperte.
Da quando erano tornati dalla Russia le cose tra lei ed Oliver erano cambiate:  lui non la trattava più come prima, era diventato più freddo e a volte Felicity aveva la sensazione che lui non la volesse intorno.
Nonostante questi brutti pensieri appena il suo corpo toccò il letto si addormentò come un sasso.


Fu solo nel bel mezzo della notte che il sonno abbandonò il suo corpo; era stata svegliata da un rumore forte.
Ancora intontita per il sonno interrotto Felicity inforcò gli occhiali e prese la lampada sul su comodino, avrebbe potuto usarla come arma contundente, si diresse, poi, in salotto.
Accese la luce e vide con orrore che la sua finestra era spalancata: qualcuno era entrato in casa sua.
Non fece in tempo a processare il tutto che una mano fredda si posò sulla sua spalla, Felicity fece cadere la lampada che si ruppe in mille pezzi e girandosi vide l'ultima persona che si aspettava di vedere: Oliver
"Oh cielo, mi hai fatto prendere un colpo, che ci fai qui?" Disse col battito cardiaco ancora accelerato.
Oliver fece per rispondere ma Felicity lo interruppe bruscamente quando vide la mano di Oliver pressata sul suo fianco sinistro e una grossa macchia che si stava formando sotto il tessuto della giacca di pelle.
"Oh mio Dio, ma stai sanguinando. Siediti subito sul divano, io prendo il disinfettante e le garze"
Fece più in fretta possibile e quando tornò da Oliver lo trovò seduto sul suo divano e senza giacca.
Felicity si inginocchiò difronte a lui e iniziò a tamponare la ferita.
"Allora, mi dici che è successo?" Chiese senza staccare gli occhi dalla ferita
"Stavo inseguendo il nostro bersaglio, ma qualcosa è andato storto, aveva una pistola... Il proiettile mi ha colpito solo di striscio, ma non sapevo cosa fare, non potevo andare in ospedale e nemmeno continuare a inseguirlo e il Verdant era troppo lontano...ah" sibilò lui con il respiro affannoso
"Scusa" mormorò Felicity conspevole di avergli causato altro dolore.
La garza era ormai impregnata di sangue e anche se con molta fatica aveva arrestato la fuoriuscita del sangue...ora doveva trovare qualcosa per suturarla..
"Dovresti cucirla, non riesco a farlo da solo" mormorò Oliver
Felicity sussultò: " escluso, non posso farlo.."
"Si che puoi Felicity, io mi fido di te"
Senza aggiungere altro si diresse a prendere ago e filo e sempre in religioso silenzio iniziò l'operazione, le sue mani tremavano ad ogni punto, sentiva il corpo di Oliver fremere per il dolore quando con l'ago andava a toccare porzioni di pelle particolarmente sensibili.
Dopo parecchi minuti quella lenta agonia finì con grande gioia di entrambi.
"Visto? Non è stato così diffici..." Le parole gli morirono in gola appena vide la faccia di Felicity rigata dalle lacrime e le sue mani che tremavano convulsamente.
"Ehi, tranquilla, sto bene... Calmati"
Detto questo prese la sua testa tra le mani e avvicinò le loro fronti.
"Felicity, guardami" disse iniziano ad accarezzarle le guance con le dita.
Lo sguardo di Felicity si spostò verso di lui proprio mentre il suo pollice finiva per errore sopra il suo labbro superiore.
Felicity schiuse istintivamente le labbra e il dito di Oliver venne investito dal suo fiato caldo.
L'aria nella stanza stava diventando elettrica.
Felicity e Oliver si guardarono per alcuni secondi, finché Felicity iniziò ad avvicinarsi sempre di più. "Non dovremmo" sussurrò Oliver 
"No" rispose lei sempre guardandolo negli occhi.
"È sbagliato" aggiunse lui
"Si molto sbagliato"soffiò sulle sue labbra Felicity "ma io lo voglio" aggiunse
"Perché stai rendendo tutto così difficile?"
Lei non rispose ma si limitò ad annullare completamente la distanza tra di loro unendo le sue labbra a quelle di Oliver.
Non fu un bacio, non un bacio vero e proprio, almeno.
Appena le labbra di Felicity toccarono quelle di Oliver lui si scostò cercando di spingerla delicatamente via.
"Felicity.." Mormorò lui vedendo la sua faccia delusa
La ragazza si alzò dandogli le spalle e di diresse verso la cucina, dove inizio a lavare via il suo sangue incrostato tra le dita.
"Felicity,ascoltami...io...noi non possiamo.."
" Forse non sono abbastanza bella per te? Non sono abbastanza elegante, o forse semplicemente non sono abbastanza punto e basta" disse rabbiosa lei continuando a pulirsi le mani.
"Si, hai ragione, non sei abbastanza..."
A quelle parole il cuore di Felicity perse un battito
"Tu sei troppo per me" aggiunse poi Oliver
Felicity lo stava guardando, gli occhi pieni di lacrime, la bocca spalancata.
"Ed è esattamente per questo che non possiamo stare insieme, io non posso stare con te, ti ferirei e ti farei del male. Io sono quello che tu vuoi, ma non quello di cui hai bisogno, forse in un'altra vita, in un altro contesto avremo potuto...ma non ora
detto questo si avvicinò alla ragazza e le schioccò un bacio sulla fronte per poi girare verso la finestra e andare via da dove era venuto.
Proprio mentre stava scavalcando udì Felicity chiamarlo:
"Oliver, io aspetterò... Si, aspetterò finché non sarai quello di cui ho bisogno"


Nota autrice:
Ok, doveva essere una sola ff olicity ed ora è diventata una raccolta... Che dire questi due scatenano la mia fantasia a più non posso.
Alla prossima





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Capitolo 3
*** Social climbers ***


Social climbers

Felicity fece timidamente il suo ingresso nel enorme salone di casa Queen-Wow, è grande come il mio appartamento- si ritrovò a pensare, il che effettivamente era vero, anche se pieno di gente vestita in maniera elegante il salone poteva essere paragonato al suo piccolo bilocale.
Era il posto perfetto per festeggiare la sentenza di non colpevolezza di Moira, senza contare che Felicity non aveva mai visto tanti plurimiglionari tutti insieme, ed era abbastanza sicura che l'uomo alla sua destra fosse Bruce Wayne da Ghotam City.
In quella miriade di sguardi sconosciuti Felicity riuscì ad incrociare lo sguardo di Dig insieme a Lyla. I due iniziarono a muoversi verso di lei:
"Felicity, sei stupenda" si complimentò subito lui
"Ehi, non dovrò mica essere gelosa?" Intervenne Lyla col tono fintamente arrabbiato
Felicity le sorrise; non si conoscevano ancora bene, ma in quelle poche occasioni in cui si erano viste la sintonia non era mancata.
In quel preciso istante il brusio della folla cessò e tutti gli occhi si voltarono in direzione delle scale, dove una meravigliosa Moira Queen e i suoi due figli si trovavano. Moira prese la parola:
"Signori, signore, per prima cosa vorrei ringraziare tutti voi di essere qui. Dopo l'esito del mio processo ho pensato fosse doveroso festeggiare e cercare di ristabilire in nome mio, della mia famiglia e soprattutto della Queen Consolidated. Vorrei che l'azienda stringesse relazioni con le imprese importanti delle altre città e che si venisse a creare una sorta di rete tra tutti noi, solo con il vostro appoggio potrò vogrimediare al mio errore cercando di riconquistare la fiducia del Glades e del mondo e forse chi lo sa noi tutti potremo fare del mondo un posto migliore, ma ora basta parlare di lavoro, godetevi la festa."
Tutto il pubblico si sciolse in un rumoroso applauso, tutto tranne Isabel Rochev si limitava a sorseggiare un flûte di champagne senza neanche considerare ciò che stava succedendo. Il suo sguardo si scontrò con quello di Felicity e la bionda lo distolse più in fretta che poteva: quella donna non le piaceva, e non solo per la faccenda della Russia. 
I Queen intanto, scesero le scale e Felicity notò che si stavano dirigendo proprio verso di lei e Dig.
"Mister Diggle, sono contenta di rivederla" disse con un sorriso sulla faccia Moira
" Anche io signora Queen" rispose l'uomo realmente felice di rivederla
Fece un cenno di saluto a Layla ed il suo sguardo si fermò sulla figura di Felicity.
"Perdonami cara, ma... Ci siamo già incontrate?" Domandò con un espressione accigliata per lo sforzo di ricordare.
"Signora Queen, voglio dire Steal, cioè Quenn-Steal... Vuole il trattino? Perché vede io e il signor Steal ne avevamo già discusso in passato ma..." 
" Mamma, lei è Felicity , la mia assistente e mia cara amica" Oliver interruppe così il suo balbettio
"Oh, mi ricordo di te, sei quella ragazza che ha portato i fiori a Walter, dico bene?"
" Si,signora "
" Chiamami Moira, se una amica di mio figlio comincia a darmi del lei mi sento vecchia" disse sorridendo
"Come desideri...Moira" rispose Felicity sorridendo.
"A quanto pare anche oggi hai avuto una buona giornata" una nuova voce che si era aggiunta alla loro conversazione; era Roy Harper e il suo discorso era chiaramente riferito a Felicity.
"Vi conoscete?" Si intromise Thea
"Una volta sono andato alla Queen Consolidated perché volevo parlare con tuo fratello, ma mi sono imbattuto in lei" chiarì Roy
Felicity arrossì al ricordo.
Proprio in quel momento un rumore di tacchi seguita da dei passi pesanti che si avvicinavano fece voltare il piccolo gruppetto: erano Laurel e il Detective Lance.
Laurel, quella Laurel, la meravigliosa, stupenda incommensurabile Laurel. Felicity soffocò un rigurgito di bile, non tanto per la gelosia, ma per il fatto che Laurel avesse quasi fatto condannare la madre del suo ex/migliore amico e che abbia più volte, anche se inconsciamente, tetato di catturare lo stesso.
" Signora Queen, sono molto contento che tutto sia sia sistemato" disse l'ufficale Lance, più per circostanza che altro.
"Grazie Ufficiale Lance, anche se non cedo si possa dire lo stesso di sua figlia..." Rispose lei asciutta, Felicity capì da chi Oliver avesse preso quello sguardo glaciale.
Il viso di Laurel sbiancò per un secondo, poi si rivolse ad Oliver:
 "Posso parlarti per un secondo?" 
"Certo, spostiamoci " disse lui molto educatamente  e trascinandola in un angolo del salone.
Tipico
Piano piano tutto il gruppetto di persone che si era radunato vicino a lei si diradò; Moira era stata chiamata da un giovane broker e ora erano presi in una fitta conservazione, Roy e Thea si erano incamminati verso il piano di sopra tenedosi per mano e Dig e Lyla avevano deciso di dirigersi verso il buffet. Erano rimasti solo lei e Lance:
" Allora, signorina Smoak, notizie del nostro amico in comune?"
"Dovrei averne?"
"Beh, qualche giorno fa abbiamo trovato il cadavere di un uomo con tre frecce piantate nel cuore...credevo che avesse smesso..."
Il labbro di Felicity tremò un pò, poi disse:"Mi dispiace deluderla ma io non ne so nulla, non sono sempre aggiornata sui suoi spostamenti"
"Ma come, voi due non.. Si, insomma... Sai un uomo mascherato, una donna che sa il suo segreto.."
"No, non stiamo insieme e non facciamo sesso, almeno non al di fuori della mia testa" grandioso, il suo cervello le aveva fatto fare l' ennesima figuraccia.
Fortunatamente il cellulare di Lance squillò e la tolse da quell'impiccio.
Lasciando all'uomo un po' di privacy si diresse verso il buffet, fece un cenno a Dig e prese un flûte iniziando  a bere champagne
Dalla posizione in cui era riusciva a vedere chiaramente Oliver e Laurel  che sembravano immersi in una conversazione piuttosto importante.



"Oliver, mi dispiace per tutto quello che è successo con tua mamma, io non avrei dovuto, ma cerca di capire, dopo il terremoto, dopo Tommy..io avevo bisogno di sentirmi utile a qualcuno, a qualcosa e ho scelto di esserlo per il Glades" Laurel mise la mano sul braccio di Oliver.
Felicity buttò giù un sorso di champagne 
"Ehi, va tutto bene, mia madre è stata scagionata, le cose si sistemeranno e tu starai meglio" cercò di rassicurarla lui.
Laurel spostò la sua mano sulla guancia dell'uomo:"Oliver, ho bisogno che tu mi stia vicino"
Felicity bevve tutto il bicchiere in un sorso- a me lo champagne manco piace- pensò  volgendo lo sguado altrove, solo per trovarsi davanti un Isabel Rochev che la guardava in maniera compassionevole
Intanto Oliver corpì la mano di Laurel con la sua:"E lo farò Laurel, ma al momento posso farlo solo come amico..." 
Detto questo tolse le mani di entrambi dalla sua guancia, ma Felicity non potè vedere questo perché  troppo presa a cercar di sfuggire da Isabel che la guardava con un sorriso beffardo
"Fa male?" Chiese la mora
"Mi scusi?" Felicity sapeva benissimo di cosa parlava ma si sforzò di fare la finta tonta
"Oh, andiamo, non far finta di non capire, sai di cosa sto parlando... Oliver e la sua ragazza..." 
" Ol... Mister Queen può  parlare con chi vuole, non sono affari miei con chi spende il suo tempo" disse mostrando la sua  migliore faccia da poker
"Strano, non mi sembravi dello stesso avviso quando mi hai visto con Oliver in Russia" continuò lei conscia di aver toccato un punto sensibile
Felicity boccheggiò
"Sai, inizialmente credevo fossi solo un' arrampicatrice sociale che sfruttava le sue doti naturali per crearsi una posizione, ma dopo la Russia ho capito, sei innamorata di lui."
Felicity andò in iperventilazione fece un gesto di diniego con entrambe le braccia e cercò di biascicare qualche parola, ma proprio in quel momento uno sfortunato cameriere passò di lì e venne colpito da un braccio della ragazza finendo in terra e rovesciando il vassoio con i bicchieri di martini che stava trasportando proprio sul costosissimo vestito di Isabel.
Merda
" io, Miss Rochev..." Disse Felicity cercando di  rimediare al danno
" Non osare toccarmi, imbranata" Isabel stava ormai urlando e una piccola folla di curiosi si stav radunando  in cerchio intorno a loro per assistere a quella piazzata, un gruppo di galline ex colleghe di Felicity se la ridevano in prima fila bisbigliando tra di loro, avevano iniziato a sparlare di lei subito dopo che era stata promossa sparando sentenze su le attività extracurricolari sue e di Oliver
"Se prima qualcuno poteva avere qualche dubbio sulla  utilità della tua presenza qui ora non ne avranno più,tesoro, tu non appartieni a questo posto"
Le tre galline in prima fila scoppiarono in una risata sadica
Felicity era mortificata, guardava impietrita il pavimento senza saper cosa dire e fare.
"Adesso basta, non ha il diritto di dire certe cose" Dig intervenne in difesa di Felicity che continuava a fissare il pavimento.
" Andiamo,non sei abbastanza neanche per essere la prostituta di Oliver, infatti lui ha cercato soddisfazione altrove... Continuo a non capire perché ti ha assunta.."
Altre risate
"Forse perché è la persona più intelligente che io conosca" dal fondo del salone si sentì la voce baritonale di Oliver che a poco a poco si avvicinò alle due donne  fino a trovarsi difronte a Isabel.
Oliver la guardo con aria di sfida.
Le galline non ridevano più ora
" Sa, Miss Rochev lei potrà anche essere una grande donna d'affari e volere il meglio per la compagnia, ma sa su cosa si fonda veramente il futuro di tutte le grandi potenze economiche?"
Isabel lo guardò senza proferire parola.
"Sulla fiducia, e io a lei non darei neanche un pò della mia, a differenza della mia assistente alla quale affiderei la mia stessa vita" Oliver sorrise tra sè e sè pensando a l'ironia di quella frase
Isabel stava lentamente sbiancando, le labbra strette in una morsa così dura da farle sparire.
"Ah e giusto per mettere in chiaro una cosa- disse poi rivolgendosi alle tre galline in prima fila- se qualcuno ha dei problemi con Felicity ha dei problemi con me"
" Anche con me" aggiunse Diggle
" Lo stesso qui " si aggiunse l'ufficiale Lance
" E non dimentichiamoci di me" la voce di Roy sopraggiunse da sopra le scale.
"Ed ora se non c'è altro da aggiungere pregerei tutti quanti di tornare a festeggiare"



Thea Queen era incredula.
Aveva assistito a tutta la scena ed era arrivata alla conclusione che suo fratello non si era mai comportato così, specialmente per aiutare una ragazza.
"20 dollari" sussurrò a Roy al suo fianco
"Eh" rispose lui cadendo dalle nuvole
"20 dollari che quei due fanno sesso" disse molto candidamente
" Vuoi davvero scommettere sulla vita sessuale di tuo fratello?" 
" Andiamo, devono aver fatto qualcosa, non mi spiego la reazione di Oliver..."
" Magari sono solo amici, non deve averci fatto per forza qualcosa.." Tentennò Roy
"Li vuoi questi 20 dollari si o no?"
" Affare fatto, questi saranno i 20 dollari più facili della mia vita" disse stringendo la mano a Thea
"Lo vedremo"


The end


E poi boh.... Non so da dove esca questa roba ma mi sentivo ispirata, voglio vedere Ollie che la difende in pubblico!!!! 
Hope you like it

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Capitolo 4
*** Knees ***


knees

Il ticchettio delle décolleté di Isabel Rochev dietro di lei si faceva sempre più vicino; doveva trovare una soluzione e in fretta anche. Felicity svoltò all'angolo del lungo corridoio per poi entrare nell'ufficio di Oliver, sperando di trovarlo a lavorare su quel benedetto rapporto che doveva consegnare cinque giorni fà e per il quale Isabel aveva iniziato a tartassare anche lei.
I passi si avvicinarono e Felicity fece l'unica cosa che le sembrò sensata in quel momento: si nascose sotto la scrivania di Oliver.
Pochi secondi dopo sentì la porta dell'ufficio aprirsi :
"Mis Smoak? "Chiamò Isabel
Nessuna risposta
"Isabel?! Come mai qui?" Disse una voce maschile
Felicity sapeva a chi apparteneva quella voce: Oliver 
"Ma come diavolo fa ad apparire dal nulla? Insomma dovrà pur fare qualche minimo rumore ogni tanto " Pensò Felicity.
Ancora immersa nei suoi ragionamenti non si accorse che Oliver si era mosso finché non vide la sedia davanti a lei che veniva spostata e occupata
Felicity guardò Oliver, Oliver guardò Felicity.
A questo punto la bionda si portò un dito alle labbra facendo segno a lui di tacere.  
Per la prima volta negli ultimi cinque anni Oliver Queen era sorpreso di qualcosa; non era certo inusuale vedere ragazze inginocchiate sotto di lui, ma questo era per l'Oliver pre isola.
Vedere Felicity nascosta sotto la sua scrivania aveva risvegliato in lui un istinto primordiale e una serie di pensieri da censura avevano iniziato a vorticare nella sua mente.
In particolare uno di questi involveva la biondina inginocchiata davanti a lui ma,in ben altre circostanze, circostanze molto poco platoniche
" Oliver?" Lo richiamo all' attenzione Isabel
"Si?" Rispose lui con il sorriso più falso di sempre cercando di mantenere un espressione neutrale 
"Non fare il finto tonto con me, sai esattamente cosa voglio.." 
Felicity colse un nonsochè di malizioso nel tonno della donna
" ah, giusto, il rapporto..."  Ricordò Oliver.
Felicity gliene aveva parlato nei giorni precedenti, pregandolo di scrivere almeno qualcosa, altrimenti Isabel avrebbe certamente sfruttato questa mancanza  a suo favore .
E di fatti così successe: erano giorni che Isabel la inseguiva per i corridoi della Queen Consolidated cercando in tutti i modi di capire a che punto fosse la stesura del rapporto e per capire cosa facesse Oliver se, e quando era in ufficio, anziché lavorare. 
Erano anche giorni che Felicity si inventava le scuse più assurde per coprire i ritardi e le non presenze di Oliver in ufficio. 
"Ed ecco spiegato perché si è nascosta qui sotto" pensò Oliver
Proprio in quel momento Isabel fece un passo avvicinandosi così alla scrivania e Oliver istintivamente spinse la sedia contro il tavolo, sperando così di nascondere meglio Felicity.
Dal canto suo la bionda si era trovata completamente pressata tra il fondo della scrivania e le gambe di Oliver, il naso che sfiorava il suo ginocchio.
"Felicity, non guardargli lì...non osare guardargli lì..." Si ripeté in testa tipo un mantra buddista 
A quel punto la fastidiosa voce di Isabel si fece sentire: "Allora? Non ho tutto il giorno"
"Isabel, avrai il tuo rapporto domani, ora potresti cortesemente andartene, ho del lavoro da sbrigare" rispose secco Oliver
Isabel Rochev lasciò la stanza con un espressione stizzita sulla faccia 



"Thea, andiamo, che diavolo ci facciamo qui?" Disse Roy alla sua ragazza entrando nell ascensore della Queen Consolidated
" Niente, voglio solo che tu è mio fratello abbiate modo di conoscervi bene e fare una conservazione come si deve, possibilmente senza che lui ti minacci di stare lontano dall'incappucciato"
Detto questo i due uscirono dall'ascensore e si diressero verso l'ufficio di Oliver e Thea, senza curarsi di bussare, aprì la porta.
 Si pentì immediatamente di averlo fatto.
 Suo fratello era seduto con sulla sedia con le ruote difronte alla sua scrivania leggermente distante da essa, e da sotto la stessa vide la figura di Felicity sulle ginocchia che stava per  sbucare fuori.
Thea e Roy avevano la bocca spalancata
"Non è come sembra" si affrettò a dire quasi urlando Felicity. Le sue guance erano violacee. 
"Ehm, noi torniamo più tardi, eh" disse Thea prendendo Roy per il braccio e trascinandolo fuori il più in fretta possibile.
"Thea, Credo di doverti 20 dollari" 


The end

Ok, eccoci qui con un nuovo capitolo e reduce dalla visone della 2x08.
So già che la pausa natalizia mi ucciderà, ma forse per sentirmi meglio scriverò altre cose su sto due, spero possiate apprezzare .
Alla prossima




 

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Capitolo 5
*** Massages ***


Massages

Diggle stava scendendo le scale del seminterrato del Verdant dove lo attendevano Oliver e Felicity.
Li salutò entrambi ottenendo un cenno con la mano da parte di lei,che senza staccare gli occhi dal monitor andò avanti nel suo lavoro che questa volta consisteva nel tener d'occhio un rapitore di bambini. 
Ricevette poi grugnito da Oliver che conoscendolo era da interpretare come come un saluto. 
Doveva essere di cattivo umore, pessimo umore a giudicare da come si stava sfogando su povero punchingball senza colpa. Era il terzo che rompeva in due giorni
Ma non era solo quello che turbava Diggle; c'era una strana atmosfera nell'aria, e la cosa andava aventi da un po' di tempo a quella parte.
Da alcuni giorni infatti aveva percepito una certa tensione tra i suoi amici, avevano iniziato a comportarsi in modo strano, specialmente Oliver che sfruttava ogni buona occasione per potersi sfogare su qualcosa...o qualcuno, pensò, ricordandosi il loro ultimo allenamento e i dolorini che ancora lo tormentavano.
Oliver intanto aveva deciso di dare tregua al punchingball e si era spostato alla barra di allenamento iniziando i suoi esercizi.
Diggle udì un lieve sospiro e si accorse che Felicity ormai aveva dimenticato completamente i suoi computer e che la su attenzione era tutta per Oliver e per i suoi addominali, il suo sguardo scivolò su una gocciolina di sudore che partendo dal collo del ragazzo scese giù fino all cintura, per poi finire al di sotto di essa. Felicity sospirò ancora in maniera quasi voluttuosa.
Diggle iniziò a sentirsi in imbarazzo molto in imbarazzo... Si ricordava che lui era lì?
Il suo imbarazzo venne spezzato da un tonfo:le mani sudate di Oliver non avevano retto bene la presa e lui era atterrato con un pesante rumore sul pavimento, riuscendo comunque a restare su due piedi
Immediatamente Felicity andò verso di lui quasi correndo 
Ma i suoi vestiti erano sempre stati così corti e così scollati?!
"Stai bene?" Chiese lei toccandogli un avambraccio con una mano
"Si, non ti preoccupare, credo di essermi solo strappato a una spalla" disse lui quasi senza guardarla in faccia.
Felicity si sposto molto velocemente dietro di lui per esaminare la spalla, e nel farlo scontrò il gomito destro di Oliver che  affondò in qualcosa di caldo morbido e rotondo situato sul petto della ragazza.
Diggle pensò che Oliver le sarebbe salto addosso da un momento all'altro, ma per sua fortuna entrambi avevano preferito ignorare l'episodio.
"Accidenti come sei duro" proruppe Felicity
Diggle rischiò di strozzarsi con la sua stessa saliva.
"La spalla! Parlo della spalla!" Retificò quasi urlando Felicity con le guance color porpora.
Oliver serrò la mascella e cercò di sembrare il più possibile indifferente, ma un lieve rossore sulle guance lo tradì.
" Va a sederti sulla mia sedia, guardo se c'è della pomata nella cassetta del prontosoccorso"
"Felicity, lascia perdere non ho bisogno.." 
"Ehi, solo perché sull'isola non avevi i mezzi per prenderti cura di te non vuol dire che devi trascurarti...forza va a sederti" detto questo sparì nel bagno a cercare la famosa pomata
Mentre stava camminando per raggiungere il bagno Oliver la accompagnò con lo sguardo, che si soffermò un po' troppo sulle gambe e sui glutei della ragazza.
Diggle tossì  ed il suo sguardo incrociò quello dei Oliver
"Dig, non dire nulla per favore "
Ripettando il volere del suo amico Diggle si limitò a guardarlo con un ghigno malizioso sul volto
Felicity intanto era tornata dal bagno e in mano teneva un tubetto di crema antidolorifica.
Se ne mise un po' sulla mano e raggiunse la sedia su cui Oliver si era accomodato
"Felicity, che stai facendo?" Chiese sospettoso quando senti sulla schiena la mano calda di lei in contrasto con la crema fredda
" MI sembra ovvio, ti spalmo la crema e ti faccio un massaggio" rispose candidamente lei
"Io non credo sia una buona ide.." Non riuscì a terminare la frase perché la mano di Felicity stava già vagando sulla sua spalla in un lento massaggio. Oliver chiuse gli occhi, tutto sommato era piacevole, molto piacevole.
Ad incerto punto si lascio pure sfuggire un piccolo gemito; Felicity aveva toccato un punto sensibile della sua pelle.
Felicity si rivolse a Oliver: "ti piace? Sapessi quante altre cose piacevoli possono fare le mie mani..." 
Proprio in quel momento il computer di Felicity emise un suono simile ad un bip
Lei si spostò velocemente da dietro la schiena di Oliver a davanti il monitor
"Pare proprio che il nostro target si stia muovendo, credo il vigilante dovrebbe fargli visita"
Neanche il tempo di dire quelle parole che Oliver, già vestito di tutto punto si stava catpulatndo fuori dal Verdant.
Diggle sapeva che domani un altro punchingball avrebbe pagato per la frustrazione sessuale di Oliver.

The end
Ed ecco un nuovo cap. Ormai sti due nella mia testa sono sposati, che ci posso fare?!
Adesso attenderò pazientemente la 2x09 e poi sbatterò la testa contro il muro fino a gennaio t.t
Hope you like it!!

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Capitolo 6
*** Help ***


Help 

Laurel e suo padre stavano tornando al dipartimento di polizia dopo aver mangiato un hot dog insieme.
Quentin voleva davvero passare più tempo con sua figlia, dopo tutto quello che aveva passato lo scorso anno Laurel aveva davvero bisogno di qualcuno a cui appogiarsi. 
Nel giro di cinque anni aveva visto le due persone che più amava morire,senza contare che per lei Sara era spirata in mezzo al mare.
"Avrei dovuto dirglielo" pensò Quentin, ma poi si ricordò cosa questa rivelazione implicava: introdurre Laurel nel mondo del Vigilante e metterla in pericolo.
Mentre pensava questo un volto si impresse nella sua mente: Felicty Smoak.
Nel tempo aveva sviluppato per quella ragazza dei sentimenti quasi paterni e si fidava di lei, per questo la sua faccia assunse un colorito biancastro quando lui è Laurel entrarono al dipartimento di polizia.
Felicity era lì, seduta su una panca mentre ascoltava un suo collega parlare; gli occhiali sul suo naso avevano un vetro incrinato e i capelli le ricadevano disordinatamente  fuori dalla solita coda che portava 
"Ehi, ma quella.." Comiciò Laurel
"La conosci?" Chiese suo padre
"Conoscerla è una parola grossa, l'ho intravista una volta al Verdant con Oliver, mi pare gli stesse sistemando internet. Adesso credo che sia diventata la sua assistente o qualcosa del genere" Rispose secca 
Proprio mentre stavano avendo questa conversazione Felicity, che intanto era rimasta sola, alzò lo sguardo e li vide.
Quentin fece un passo verso di lei:
"Detective Lance..." Disse lei
"È ufficiale ora, quante volte devo ripeterglielo Mis Smoak?" La riproverò bonariamente 
Felicity fece un sorriso tirato e solo in quel momento si rese conto della presenza di Laurel.
"Ciao" disse sommessamente
"Ciao" rispose l'altra ragazza altrettanto sommesamente
Laurel la metteva a disagio, era troppo bella, troppo educata, in una parola troppo perfetta. Nessun dubbio sul perché Oliver fosse innamorato di lei.
Quentin spostò lo sguardo da sua figlia alla bionda.
"Ehm, Miss Smoak, scusi se mi intrometto, ma è tutto apposto?" Domandò Quentin cercando di capire perché la ragazza si trovasse lì
"Qualcuno è entrato nel mio appartamento stanotte" disse lei tutto d'un fiato
"Le hanno sottratto qualcosa?"
"No, fortunatamente no, gli ho rovinato i piani; sono rientrata a casa un pò prima, ho aperto la porta e gli ho trovati lì, che frugavano nei miei cassetti" lo sguardo della ragazza era inchiodato al pavimento.
" le hanno fatto del male?" 
"Erano due e quando Hanno cercato di uscire il più velocemente possibile mi hanno spinta giù dalle scale, ma non credo di aver qualcosa di rotto"
Il poliziotto che precedentemente si era occupato di lei si era avvicinato di nuovo e le stava allungando un modulo:
"Prego, metta una firma qui"
Con la mano un pochino tremante Felicity firmò
"Ora può andare, le faremo sapere se ci sono novitá"
Felicity raccolse le sue cose  e si mise il cappotto pronta ad andare via, ma Quentin la trattenne per un braccio.
"Non dovrebbe stare sola questa notte, non ha un posto dove andare?"
Felicity scosse la testa senza guadare in faccia Lance
"Mmm non so, genitori, parenti amici... Possibile che non ci sia nessuno che può aiutarla?"
"Beh in realtá ci sarebbe una persona ma..." Il suo sguardo si spostò automaticamente su Laurel
"Allora la chiami, non sia timida" la spronò Quentin
Felicty prese il suo cellulare e a memoria digitò un numero:
"Ehi, ciao, ascolta, non ti spaventare, sono in commissariato e avrei bisogno che tu venissi qui..."
Dall'altro capo del telefono una voce maschile inizò a parlare, ma ne Quentin ne Laurel sentiró alcunché 
"No, ascolta, ti spiego tutto io e.. No, non dirgli niente"
Quentin e Laurel si scambiarono uno sguardo dubbioso
"Ecco fatto, detective Lance, ora lei e sua figlia potete andare, io aspetterò qui il mio amico e..."
"Signorina Smoak, non so se se lo ricorda, ma io qui ci lavoro, e non potrei andarmene nemmeno volendo..."
Felicity arrossì imbarazzata
"Laurel tesoro, perché non le tieni un pò compagnia? Lo farei io se non fossi inchiodato alla scrivania con una pila di rapporti.... "
"Certo, nessun problema" rispose lei con un sorriso che a Felicity parve dubitante ma comunque sincero. 
Le due ragazze si avviarono verso una delle panche attaccate al muro e si sedetterò.
Nessuna delle due spiccicava parola e Felicity avrebbe voluto essere inghiottita dalla terra stessa.
Non era Laurel che la rendeva nervosa, era il silenzio,molte persone lo trovavno confortante, lei no 
"Ehm, allora così tu fai l'avvocato..." Chiese sperando di rompere il ghiaccio
" Già, e tu adesso di cosa ti occupi di preciso? So che adesso lavori per Oliver a tempo pieno"
"Beh, sai ora per lo più mi prendo cura di lui... Non, non nel senso che pensi tu" si affrettò a chiarire vedendo lo sguardo dubbioso di Laurel
Merda!
"Quello che  intendevo dire e che ora sono la sua assistente, lo assito durante la giornata, non perhè che lui non sappia fare le cose da solo, voglio dire è grande e grosso, molto grosso e..."
"Passate molto tempo insieme?"
"Beh tutto il giorno, e anche la notte a dire il vero...Lavoriamo. Anche tutta la notte" si affrettò ad aggiungere sperando che Laurel non si facesse venire strani sospetti su lei ed Oliver
Grandioso un' altra gaffe in neanche 3 minuti, stai andando forte Felicity
Proprio in quel momento senti l'eco di alcuni passi che si facevano vicini, girò la testa in direzione del rumore per trovarsi davanti Oliver Queen e Jhon Diggle
"Piccolo promemoria per me stessa: non fidarmi mai più di te" disse Felicity puntando l'indice contro Diggle  che assunse un espressione colpevole
"Ehi, ha fatto la cosa giusta a dirmi tutto" la ammonì Oliver per poi girare lo sguardo verso la bruna e salutarla, non aspettandosi di trovarla li. 
Lei sembro capire subito cosa passase per la mente al ragazzo e si affretto a spiegare la sua presenza:
" Ero a prendere un hot dog con mio padre e ho deciso di accompagnarlo in ufficio... Arrivati qui abbiamo trovato lei, qualcuno è entrato in casa sua" 
Oliver spostò lo sguardò su Felicity, era preoccupato, Laurel glielo leggeva negli occhi
Intanto piccola folla di persone attirò l'attenzione di Quentin che abbandonato il suo posto di lavoro si diresse verso il gruppo di gente.
" Signorina Smoak, le avevo detto di chiamare un amico, non il suo capo" 
" Ma l' ho fatto, voglio dire, anche se è il mio capo noi siamo amici" disse omettendo che in realtá lei aveva chiamato solo Diggle.
Quentin squadro un pò lei e poi Oliver che aveva stampato in faccia il più falso dei suoi sorrisi.
"Non credevo che tu potessi avere delle amiche donne..." Affermò dubbioso, ma non con cattiveria
" C'è sempre una prima volta per tutto" rispose Oliver sempre mantenendo un espressione di falsa cortesia, poi aggiunse:"ora se volete lasciarci andare porterei Felicity via da qui, è stata una giornata pesante per lei"
"Vado a prendere la macchina" disse Digg avviandosi verso l'uscita del commissariato. 
Felicity si avviò verso l'esterno seguendolo, ma Oliver rimase dentro aspettando che tutti se ne fossero andati per rimanere solo con Lance e Laurel.
"Come sta?" Chiese poi 
" Onestamente non lo so, a me sembrava stesse bene, ma ho la sensazione che le sia successo qualcosa che non ci ha detto..." Rispose Quentin
"Perché dici questo?" Si intromise Laurel
"...beh, io credo che il vero obbiettivo non fosse lei... "
Immediatamente una consapevolezza colpì Oliver in pieno petto: era colpa sua. Non colpa di Oliver Queen, ma del Vigilante,avevano colpito lei per arrivare a lui.
"Grazie mille ufficiale Lance, adesso la lascio al suo lavoro" detto questo strinse la mano Lance e diede un casto bacio sulla guancia a Laurel per poi iniziare a camminare verso l'uscita del commissariato.
Una mano sul suo avambraccio lo fermo; era quella di Lance.
 L' uomo si avvicinò a lui e,in un sussuro che solo lui poté sentire, disse:" Queen, senti, io non so in che rapporti sei con quell ragazza e francamente non mi interessa, ma se le farai del male in qualsiasi modo ti sbatterò in cella, chiaro?"
"Cristallino" ripose Oliver

La macchina guidata da Diggle lo stava già aspettando con le luci accese pronta a ripartire appena lui salì.
"Oliver io..." Cominciò Felicity
"Non ora Felicity, ne parliamo domani a casa"
" Vuoi auoinvitarti a fare colazione da me per caso?" Chiese lei
"No, sei tu che sta notte vieni a casa mia. E non è un invito ma un' ordine"
Felicity voleva protestare, ma sapeva che sarebbe stato inutile, Oliver alla fine vinceva sempre, e in fondo in fondo non le dispiaceva non dover rimanere da sola in casa sua quella notte, non dopo quello che era successo... Istintivamente si portò una mano alla gola coperta dalla sciarpa rossa, domani le sarebbero spuntati dei lividi, grossi lividi. 

Appena Oliver Felicity e Diggle avevano lasciato il commissariato Quentin si era messo al lavoro per cercare di comprendere di più su questa faccenda. Non era tranquillo, se quegli uomini cercavano Felicity per arrivare al Vigliante, allora avrebbero potuto arrivare anche a Sara e lui questo non poteva permetterlo
"Papà, perché tieni così tanto a quella ragazza?" Chiese Laurel distogliendolo dai suoi pensieri
"È una lunga storia, diciamo che le devo un favore, un grosso favore"
Laurel lo guardò senza proferir parola
"Laurel, tu credi che tra lei e Oliver, si, insomma..."
Laurel sospirò pesantemente:"Non lo so papà, non lo so... L'unica cosa che ti posso dire è che in tutti gli anni in cui io e Oliver siamo stati insieme lui non mi ha mai guardato come guarda lei, neanche per un scondo. Io non so se è innamorato di lei, se sono amici o se semplicemente vanno a letto insieme,ma sono sicura che per lui Felicity significa qualcosa" disse con la consapevolezza della amara verità delle sue stesse parole.



The end
Ok, avrei dovuto aggiornare prima ma sono stata impossibilitata causa influenza .-.
Questo capitolo si è scritto da se, io avevo in testa un'idea che poi però si è completamente modificata mentre scrivevo... Perfetto.. 
Ovviamente questo capitolo avrà un seguito, anche perché nel prossimo avremo Oliver e Felicity sotto lo stesso tetto, non potete perderveli!
Ah se per caso i personaggi non risultassero IC fatemelo sapere subito perchè voglio rimanere fedele agli originali il più possibile.
Alla prossima!





 

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Capitolo 7
*** Help P2 ***


Help p2

Quando arrivarono al vialetto che portava alla Queen Maison Oliver scese dall'auto e apri la portiera a Felicity e con un braccio la aiutò a scendere dalla macchina.
" Dig, ti ringrazio per il tuo aiuto, puoi andare a casa" disse poi rivolto al suo autista
"Oliver, credi davvero che vi voglia abbandonare così?"
"No, Oliver ha ragione. Va a casa, sta con Layla, io starò bene, sul serio" si intromise Felicity che per quel giorno non voleva rovinare la serata di altre persone.
Diggle e Oliver si scambiarono uno sguardo poco convinto, ma alla fine Diggle annuì e fece retromarcia per uscire dal vialetto.
Oliver si mosse verso la porta e Felicity lo seguì in religioso silenzio, lui infilò le chiavi nella serratura ed entrarono.
Felicity non fece in tempo a muovere un muscolo che Thea si avvicinò a loro con passo deciso:
"Dove diavolo sei andato? sei sparito senza dire nulla, io è mamma ci siamo preoccupate" disse la ragazza rivolta ad Oliver
"Thea, non ora..." Cercò di tagliare corto lui
Solo in quel momento la ragazza sembrò riuscire a focalizzare la figura di Felicity, sembrava così piccola e indifesa.
Proprio in quello stesso istante  sopraggiunse anche Moira che lanciò uno sguardo incuriosito al figlio.
"Thea, perché non accompagni Felicity di sopra e le mostri la stanza degli ospiti?" Chiese Oliver a sua sorella, mentre avvicinandosi le sussurò in un orecchio"ti spiego dopo"
Thea fece un grande sorriso a Felicity e prendendola delicatamente per un braccio la trascino su per le scale.
"Oliver dove sei stato?" Domandó Moira appena rimasta sola col figlio
"Qualcuno é entrato in casa di Felicity;non aveva altro posto dove andare e così io.."
Moira trattenne a stento una risata:"Dio, Oliver, non devi giustificarti per aver portato a casa una ragazza, e onestamente ho visto di peggio di lei"
Oliver inarcò un sopracciglio.
"Oh, andiamo, non penserai che non mi sia mai accorta delle ragazze che portavi a casa durante la notte, quando credevi che tutti dormissero"
Detto questo Moira diede un bacio sulla guancia del figlio e li augurò la buona notte, lasciandolo ancora abbastanza stranito in soggiorno.


Al piano di sopra intanto Thea aveva mostrato a Felicity la stanza degli ospiti: sembrava una camera d'albergo.
Al centro della stanza c'era un enorme letto a baldacchino le cui coperte erano corredate con le tende.
"Qui c'è il bagno" disse Thea indicando una porticina sul muro destro della stanza.
Felicity annuì sorridendo alla ragazza 
"Sul letto ti metto dei vestiti per la notte, non puoi certo dormire con i vestiti che hai addosso" 
Detto questo la mora uscì dalla stanza lasciando Felicity da sola.
La ragazza iniziò a spogliarsi per mettersi quella che presumette essere una camicia da notte invernale di Thea.
La camicia era forse un pochino troppo corta, ma era calda e Felicity era troppo stanca per potersi preoccupare di quello.
Si avvicinò al letto e si mise sotto le coperte sperando di scivolare in un sonno profondo


 Poichi metri più avanti alla camera di Felicity Thea si stava preparando per andare a dormire, quando con la coda dell'occhio vide l'ombra di suo fratello attraversare il corridoio:
"Oliver" lo chiamò quasi gridando
Lui tornò indietro di qualche passo fermandosi sulla soglia della stanza di sua sorella
"Ehi, Speedy.."
"Che le è successo?" Chiese sinceramente preoccupata sua sorella
"Nulla, sta tranquilla, alcune persone sono entrate in casa sua, ma ora è tutto apposto"
"Ma lei sta bene?"
"...ha detto qualcosa?"
"No, non ha spiccicato parola da quando l'ho vista con te"
"Non sta bene per niente allora" disse Oliver con un tono funereo, poi aggiunse:" tu non ti preoccupare di questo, dormi" 
Thea si avvicinò e diede ad Oliver un bacio sulla guancia e gli augurò la buona notte
Uscito dalla stanza di sua sorella Oliver, si diresse nella stanza di Felicity, cercando di non fare rumore entrò per dare una sbirciatina: Felicity era sotto le coperte rannicchiata in posizione fetale, gli occhi chiusi.
"Lo so che non stai dormendo" disse Oliver incrociando le braccia e appoggiandosi allo stipite della porta .
"Vorrei farlo, credimi sono stanchissima, quindi perché non vai via così possiamo riposare entrambi?" Cercò di scacciarlo Felicity
"Come stai?" Rispose Oliver ignorando il commento della ragazza
" Bene, sul serio" 
"Ed è perché stai così bene che quasi non parli" 
Felicity sentì il materasso sprofondare sotto il peso del ragazzo; si era seduto vicino a lei
 " Che è successo veramente?"disse Oliver toccando la leggermente affinché lo guardasse in faccia.
"Non hai parlato con Lance?"
"Felicity, voglio la versione ufficiale, non quella che hai rifilato a lui"
Sotto il peso di quella affermazione sicura e sotto il peso degli occhi di Oliver Felicity cedette:"Erano in due, mi hanno aggredito mentre entravo in casa, uno di loro, il più grosso mi ha afferrato per la gola, mentre l'altro cercava qualcosa nel mio appartamento." Mentre raccontava l'accaduto calde lacrime le coprirono il volto, tutte le emozioni che per quella esra era riuscita a nascondere erano venute fuori in pochi minuti. In commissariato era riuscita a mascherare il tutto, anzi per alcuni momenti si era anche immedesimata nella storia raccontata  tanto da crederci lei stessa e tranquillizarsi.
Aveva agito in maniera perfettamente normale, si era comportata come sempre, ma poi l'adrenalina iniziale causata dallo spavento aveva iniziato progressivamente a diminuire lasciando al posto dello stato di semi euforia ad uno stato di ansia e paura
"Perché non mi hai detto niente, perché hai mentito?"chiese Oliver cercando di nascondere il tremore nella voce.
"Non volevo che ti preoccupassi per me più del dovuto, hai già tanti problemi, non volevo esserne un altro.."
"Tu non sei un problema" disse dandole una carezza sulla testa per poi aggiungere:"cerca di dormire"
Oliver si stava alzando dal letto ma lei lo trattenne per la manica
"Potresti...potresti restare? Almeno finché non mi addormento"
Senza dire niente Oliver si tolse le scarpe e si mise sotto le coperte con lei, stando ben attento a non toccarla.
Lei gli diede la schiena e chiudendo gli occhi sussurrò un grazie.
"Almeno uno di noi sta notte dormirà" pensò Oliver mettendo la testa sul cuscino

 

 


 





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Capitolo 8
*** Help p3 ***


Help p3

Quella mattina Thea scese le scale pensando di trovare in sala da pranzo la stessa scena di sempre: una sala completamente vuota e silenziosa eccetto per i rumori di Raisa che preparava  la colazione in cucina.
Quella mattina le cose erano diverse:
Sua madre vestita di tutto punto con un favoloso tailleur nero di Valentino stava facendo tranquillamente colazione ed un tavolo pieno di ogni ben di Dio.
"Ok, non che questa cosa non mi piaccia, ma che sta succedendo?" Chiese a sua madre
"Thea, tesoro, buongiorno. " disse Moira alzandosi e schioccandole un bacio sulla guancia.
Era felice oggi.
"Hai battuto la testa per caso?" Domando sempre più preoccupata la mora.
"Non essere sciocca, oggi ho un'incontro con degli investitori che vorrebbero entrare in contatto con la Queen Consolidated, forse le persone hanno ricominciato a darci fiducia"
"Ok, ma perché questo colazione faraonica?"
"Ah, no quella è per Oliver e la sua assistente, non so che cosa le piace così ho detto a Raisa di preparare un po' di tutto" rispose lei
"Aspetta, dov'è Oliver?"
"Dorme"
"Dorme? Mamma Oliver non dorme, non da quando è tornato dall'isola" obiettò Thea
"A quanto pare oggi ha deciso di fare uno strappo alla regola dormendo fino a tardi...ora scusa tesoro, ma devo scappare. Ci vediamo dopo" detto questo Moira uscì tirandosi la porta alle spalle.
Thea ancora in pigiama salì le scale per andare a vedere se suo fratello stesse realmente dormendo o se per caso si fosse, che so, spaccato il legamento crociato e fosse impossibilitato a scendere.
Con molta cautela aprì la porta della camera di suo fratello, ormai aveva capito che disturbarlo nel sonno poteva essere molto pericoloso.
Con sua sorpresa però il letto di Oliver era intonso; non aveva dormito lì.
A Thea venne un orrendo sospetto. "Fa che non ci sia andato a letto, fa che non ci sia andato a letto ti prego" pensò
Come una furia spalancò la porta della stanza degli ospiti e digran carriera entrò, giá pronta a coprirsi gli occhi difronte a tutta la prestanza fisica di suo fratello esposta, ma quando aprì la porta vide qualcosa che probabilmente la scioccò allo stesso modo:
Per prima cosa erano entrambi vestiti, completamente e questo le fece tirare un sospiro di sollievo. Felicity era su un fianco, con la testa completamente spalmata sul petto di Oliver, l'orecchio sinistro all'altezza del cuore e la mano destra chiusa a pugno ad afferrare la sua maglietta. Le loro gambe erano nascoste sotto le coperte
Oliver aveva il braccio destro sotto alla vita della ragazza e la mano appoggiata sul suo fianco, a tenerla più vicino.
Ciò che colpì Thea più di ogni altra cosa fu l'espressione di Oliver: era calmo rilassato, la bocca leggermente aperta ed il respiro pesante.
Non lo aveva mai visto così, nemmeno con Laurel, quando loro erano insieme nella stessa stanza lui sembrava sempre inquieto, rigido e sempre sulla difensiva, mentre con Felicity sembrava essere rilassato, sereno.
A questo punto aveva visto abbastanza, fece per andarsene, quando inavvertitamente urtò uno dei comodini affianco al letto. Subito si sentì afferrare il polso da una mano grande e callosa, la luce sul comodino si accese; i super sensi di Oliver avevano colpito ancora, ora i due fratelli su stavano guardando in faccia, entrambi col respiro affannoso.
Felicity intanto aveva fatto un salto dal petto di Oliver e li guardava senza capire
"Wow ho sempre sognato di avere un Queen nella mia camera da letto, ma due cominciano ad essere troppi" proruppè lei e dopo arrosì di botto rendendosi conto di ciò che aveva detto
Thea non poté fare altro che scoppiare a ridere, mentre Oliver le rivolse il suo solito sguardo che faceva ogni volta che diceva qualcosa di imbarazzante.



Quando arrivarono nella sala da pranzo Felicity si rese conto di essere affamata, era dal pranzo del giorno prima che non metteva nulla nello stomaco e la vista di quella tavola imbandita di dolci e marmellate la stava tentando tremendamente.
"Mamma ha detto che non sapeva cosa ti piacesse così ha fatto preparare da Raisa un pò di tutto, serviti pure" le disse Thea con un grande sorriso
Lei non se lo fece ripetere due volte e afferò uno dei gustosi muffin al cioccolato e lo avvicinò alla bocca pregustando il sapore, ma prima che le sue labbra lo potesse toccare il suo polso venne fermato a metà strada dalla mano di Oliver.
Felicity lo guardò confusa, ma Oliver senza dire niente prese il muffin e lo spezzò; all'interno era pieno di pezzi di nocciole.
"Dire che questo è meglio se non lo mangii, a meno che tu non voglia avere un bello shock anafilattico" 
"Grazie" balbettò lei imbarazzatissima
Proprio in quel momento il suo cellulare squillò e lei si allontanò per rispondere.
Oliver la seguì con lo sguardo mentre gli rivolgeva le spalle; quella camicia da notte, quella che lei indossava, l'aveva regalata lui a Thea, prima di naufragare. Quando gliela aveva regalata  le andava enorme, mentre adesso le stava perfetta, ragione per cui per Felicity risultava corta, molto corta; non le arrivava nemmeno al ginocchio e lasciava scoperte le lunghe gambe della ragazza
"Però, non ti facevo così interessato alla mia camicia da notte..."disse Thea con un sorriso sornione rivolto a suo fratello
Oliver di tutta risposta fece un grugnito e distolse lo sguardo rivolgendolo altrove
Felicity intanto aveva finito di parlare e stava tornando verso il tavolo:
"Era l'officiale Lance, hanno arrestato i due che sono entrati in casa mia"
"Ma è grandioso!" Esclamò Thea
" Chi erano e cosa volevano?" Domandò subito Oliver
" Erano due padri di famiglia...Due ex padri di famiglia...Dopo il terremoto del Glades hanno perso tutto... Volevano fartela pagare, a te e alla tua famiglia.
A quanto pare pensavno che io avessi qualche password o qualche chiave di sicurezza in casa per poter accedere all'interno della Queen Consolidated "
"Mi dispiace tanto" disse Oliver guardandola negli occhi e posandole una mano sulla spalla
"Ehi, non è colpa tua, lo sai" cercò di rassicurarlo lei.
A rompere il momento di tensione ci pensò Thea:
"Ok, direi che ora potremo andare ad affondare i nostri dispiaceri nei carboidrati.. E ehi, occhio ai muffin" disse indicando il tavolo imbandito





Dopo una buona colazione e dopo essersi vestita Felicity era ora sull'uscio della porta di Oliver:
"Grazie di tutto, davvero"
"Ehi, non devi ringraziarmi, lo sai"
"...allora io vado, non vedo l'ora di essere a casa mia, non fraintendere; questo posto è bellissimo, ma casa mia...beh é casa mia" fece per chiudere la porta quando Thea la blocco.
"Ho un cosa per te" detto questo le porse un sacchetto con dentro la camicia da notte che aveva indossato e un biglietto. "Ti ho lasciato il mio numero, chiamami se vuoi, tu mi piaci"
"Gr-grazie" balbettò Felicity arrossendo per poi chiudersi la porta alle spalle.
Appena la porta si chiuse si rivolse ad Oliver:
"Fratellone, non ti azzardare a incasinare le cose, lei mi piace sul serio"

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Capitolo 9
*** fight ***


Fight

Felicity era sola nel seminterrato del Verdant, quella mattina era arrivata molto presto e aveva deciso di cercare informazioni su quel fantomatico siero Mirakuru, ma ovviamente non sarebbe stato così facile; a quanto pareva anche il grande Google aveva deciso di tradirla.
Era così impegnata a digitare sulla tastiera che non si accorse della presenza di Oliver finchè lui non arrivò alle sue spalle e fece cadere il borsone dove teneva i vestiti per il training sulla tastiera.
Felicity si girò vero di lui irritata, il labbro inferiore spinto in fuori
“Spogliati” ordinò Oliver
La bocca di Felicity si spalancò e lei era sicura di stare arrossendo.
“Oliver, ma cosa…” tentò lei cercando di recuperare una certa compostezza.
“Ci alleniamo” rispose secco lui
“Cosa? E perché?” chiese lei accigliata
“Voglio che tu impari a difenderti da sola, devi conoscere le basi dell’autodifesa. Se vuoi aiutarmi con tutta la faccenda del vigilantismo devi sapere come difenderti. Io e Dig non potremo sempre essere lì per te;ho bisogno di saperti al sicuro” disse Oliver senza staccare lo sguardo da lei, il tono addolcito “Ok, non che non lo apprezzi, ma non ci pensava Dig?” ancora frastornata per le parole del ragazzo
Oliver le rivolse un sorriso sorione:“Lui non è qui adesso, ora vatti a cambiare che cominciamo subito”
 
Preso il borsone Felicity entrò nel minuscolo bagno del Verdant e iniziò a spogliarsi:
“Oh, ma come ci sono finta in questa situazione? Già è imbarazzante allenarsi con Dig, figurarsi con Oliver, senza contare che le mie abilità motorie non sono proprio eccelse”
Finito di cambiarsi si guardò allo specchio; improvvisamente il top che usava era diventato troppo corto e i pantaloncini troppo aderenti, il che sarebbe potuto anche essere sexy se lei non si fosse sentita così goffa e se lo sguardo che aveva in faccia non fosse somigliato a quello di una persona che andava al patibolo.
Uscita dal bagno raggiunse la figura di Oliver, la stava aspettando in piedi al centro del tappetone su cui si allenavano lui e Dig.
“Almeno è vestito” si ritrovò a pensare Felicity mentre lo raggiungeva e si posizionava di fronte a lui.
“Ok, per prima cosa ti insegnerò come difenderti se ti attaccassero da dietro. Girati e dammi la schiena”
Felicity obbedì e subito senti il torace di Oliver premere contro la sua schiena, la mano destra del ragazzo andò a circondarle  il collo e la sinistra si aggrappò al suo fianco destro circondandole la vita.
“Ok, adesso voglio che tu provi a fare qualcosa per liberarti, qualsiasi cosa” le soffiò nell’orecchio lui.
Una serie di brividi si propagarono sul corpo di Felicity, dalla testa ai piedi. Ripresasi da quel momento si blocco cercò di scacciare il corpo di Oliver dal suo e di liberarsi dalla sua presa; spingeva, si girava e si contorceva. ma era praticamente impossibile per lei. In particolare la mano sul fianco sembrava essere appiccicata alla sua pelle. Sbuffò frustrata.
“Cosa ti ha insegnato questo?” le chiese Oliver
“Che sei troppo forte per me?” rispose lei sarcastica
“Che nel combattimento ci vuole testa; sono troppo grosso e pesante per te, spingendo e dimenandoti non riuscirai mai liberarti”
“Che dovrei fare allora?” domandò sempre più frustrata
“Devi cercare di togliermi l’equilibrio. Metti la tua gamba destra in mezzo alle mie e cerca di scalciare via il mio piede”
Felicity provò a fare come diceva lui; appena la sua gamba si incastro tra quelle di lui fu investita da un intenso calore al ventre.
“Ora spingi via il mio piede d’appoggio”
Appena Felicity eseguì la mossa il corpo di Oliver cadde sul tappetone di schiena con una grazia esagerata per le sue dimensioni.
“Oh mio Dio, ci sono riuscita!” disse lei guardandolo incredula, lui ripose al suo sguardo con un ghigno.
“Felicity, sai qual è la prima regola del combattimento? ”si rivolse a lei Oliver
“Ehm, non beffarsi mai del proprio avversario?” provò lei timidamente
Non ebbe nemmeno il tempo di realizzare ciò che era successo che si ritrovò di schiena sul tappetone, il corpo pressato sotto quello di Oliver, i polsi bloccati da una sua mano sopra la testa.
“La prima regola del combattimento: mai abbassare la guardia” soffiò Oliver ne suo orecchio per poi spostare lo sguardo incatenandolo nei suoi occhi.
Felicity annuì semplicemente, la gola troppo secca per poter dire qualsiasi cosa.
“Vediamo se riesci a liberarti adesso” detto questo Oliver si mise seduto a cavalcioni su di lei, la sua mano sempre a bloccare i suoi polsi e le ginocchia piegate vicino ai suoi fianchi.
Felicity cercò di non pensare alla situazione paradossale in cui si trovava: quante volte aveva immaginato una scena del genere? Solo che di solito involveva molti meno vestiti…
“…così dovresti riuscire a liberarti senza troppi problemi…mi stai ascoltando?” chiese Oliver riportando i suoi pensieri sulla retta via.
“Ehm, in realtà mi sono persa l’ultima parte del discorso…non che io non ti ascolti quando parli, è che tu non sei esattamente un grande oratore e sai..”
“Ti  stavo spiegando che per riuscire a liberarsi da questa posizione è necessario lavorare con i fianchi e col bacino, è tutta una questione di spinte e di angolazione” le rispiegò Oliver con pazienza cercando di arginare il suo balbettio
“Come nel sesso insomma?” Oh cazzo! Perché non riusciva a chiudere quella dannata bocca di tanto in tanto, o almeno avrebbe potuto connetterla al cervello!
Felicity  guardò Oliver: le labbra schiuse, i muscoli testi e le pupille dilatate.
“Oliver..io..”
“Si”
“Si, cosa?”
“Il combattimento è come il sesso” disse lui distogliendo lo sguardo dal suo e chiudendo gli occhi, come se quello che stava dicendo gli pesasse. “Ora ti dispiace  cercare di concentrarti sull’esercizio? Io opporrò una minima resistenza visto che siamo all’inizio” aggiunse poi.
Felicity chiuse gli occhi e cercò di mettere in pratica ciò che Oliver le aveva spiegato; voleva che muovesse i fianchi e il bacino? Bene avrebbe mosso fianchi e bacino, per quanto questo suonasse strano anche nella sua testa.
Iniziò a spingere verso l’alto esattamente come voleva lui, i fianchi e il bacino che cozzavano contro il corpo solido di Oliver, che però non si spostava di un millimetro, alla faccia del non opporre resistenza.
Sbuffò frustrata e inconsciamente riaprì gli occhi per osservarlo; il suo viso non tradiva nessuna espressione, ma la sua mascella era così serrata che lei giurò si stesse sgretolando.
“Non ci siamo, devi spingere più forte se vuoi liberarti del mio peso” le disse poi.
Voleva che spingesse di più?! Ah al diavolo, il combattimento era come il sesso, e nessuno dei suoi ragazzi si era mai lamentato perciò….con una spinta più forte Felicity riuscì a far sbilanciare un po’ Oliver in avanti; ci stava riuscendo. Le bastarono altre due spinte ben assestate e un colpo di reni per rovesciare Oliver sul materasso ed essere sopra di lui nella sua stessa identica posa di poco prima, eccetto per il fatto di aver lasciato liberi i suoi polsi.
“Come sono andata?” chiese appena gli occhi di Oliver furono nei suoi
“…Bene…”  sfiatò lui
Non vi fu tempo di aggiungere altro perché la porta del seminterrato si spalancò rivelando la figura di Diggle che dall’alto delle scale li guardava sbigottito e anche un po’ schifato.
“Oddio, non qui dentro, vi scongiuro”
 
 
Spazio autrice:
Ok, so che ci ho messo una vita, ma fra le vacanze di natale e gli annessi pareti e l’influenza stagionale non sono riuscita da aggiornare prima.
Comunque gente gioite -2 alla 2x10 !!!
Ed è cominciata pure la seconda stagione in italia: non posso chiedere di meglio!
Ah e per vostra informazione le cose che ho detto sul combattimento non sono proprio tutte inventate, magari romanzate un po’, ma vi garantisco che più o meno i principi sono quelli, ho fatto arti marziali
 

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Capitolo 10
*** Sweet dreams ***


Sweet dreams

Pelle. 
Molta pelle, pelle che si sfiora, si tocca, si assaggia.
Pelle che brucia.
Labbra, labbra carnose, labbra colorate, labbra passionali che divorano altre labbra.
Mani, mani che toccano, sfiorano, testano.
Capelli, biondi capelli che si muovono, si agitano  e mani che si perdono in quei capelli.
Occhi, occhi che si scrutano, si guardando.
Occhi che si aprono.

Oliver Queen aveva aperto gli occhi e ora guardava il soffitto decorato della sua stanza, il respiro affannoso e il battito cardiaco irregolare.
Erano tre giorni che andava avanti così
Deglutì cercando di ritrovare la sua abituale compostezza. Per un solo secondo richiuse gli occhi e le immagini precedenti iniziarono a vorticargli nella mente. Gli riaprì di scatto e si girò a guardare l'ora scritta sull'orologio digitale sul suo comodino: 6.45.
Decise di alzarsi conscio che di lì a poco si sarebbe dovuto preparare per andare al lavoro.
Aveva bisogno di una doccia, una doccia fredda.
Si diresse verso il bagno ed entrò nel box doccia; subito l'acqua fredda lo aiutò a rilassarsi dandogli un pò di sollievo.
Sospirò pesantemente piegando il collo verso il basso e spingendo con le mani verso le pareti della doccia; non gli era mai successa una cosa di questo genere, non dalla fine della sua adolescenza almeno, e comunque i suoi sogni non erano mai stati così vividi. Istintivamente la sua mano si portò al lato del suo collo, quando il flesh di un paio di labbra che lo mordevano proprio lì lo investi.


Felicity arrivò al Verdant, digitò il codice d'accesso sul display per fare aprire la porta del seminterrato ed enrtrò.
Solitamente era sempre la prima ad arrivare, ma questa volta si rese conto che qualcuno l'aveva preceduta.
Si fermò sulle scale ed osservò la scena che le si presentava davanti: Oliver era sul tappeto dove si allenava facendo flessioni. A giudicare dal sudore doveva essere lì da un bel pò.
Il ragazzo era così concentrato su ciò che stava facendo che lei pensò per un secondo che non l'avesse sentita arrivare.
All'improvviso il suono della porta che sbatteva rumorosamente dietro di lei la riportò alla realtà: Diggle fece il suo ingresso sulla scena.
"Ciao" disse amichevole te lui.
"Ciao" rispose la bionda.
Entrambi guardavano Oliver che ora, conscio della loro presenza, si era spostato verso gli altri attrezzi ginnici non sembrando intenzionato a volerli degnare del suo saluto o della sua presenza.
Diggle e Felicity si guardarono scettici:
"Si comporta in modo strano da tutto il giorno. Oggi al lavoro mi ha praticamente ignorata; ogni volta che cercavo di parlargli tagliava corto o mi rispondeva a monosillabi" proruppe Felicity mentre i due scendevano le scale
"A me sembra molto stanco, ha delle occhiaie piuttosto profonde" disse Diggle
"Dici che ha ancora gli incubi?"
Diggle si strinse nelle spalle e si diresse verso il bagno per cambiarsi.
Prendendo coraggio Felicity si avvicinò ad Oliver fino a trovarsi di fianco a lui, che però non la calcolava minimamente e rimaneva concentrato sul suo sacco da box.
" Oliver, perdonami, ma non dovresti cercare di andarci piano? Sembri molto stanco e si insomma, magari hai bisogno di fermarti un attimo per cercare di rimetterti in sesto." disse Felicity rivolgendosi a lui con un caloroso sorriso che però tradiva una seria preoccupazione.
Dato che Oliver non aveva fatto nessun cenno di averla minimamente ascoltata, Felicity,frustrata tentò di richiamare la sua attenzione mettendogli un mano sulla spalla.
Appena le sue dita sfiorarono il tessuto della sua maglietta sottile Oliver saltò sotto di esse e finalmente si girò verso la bionda; la guardava ma senza realmente vederla.
" Oliver.." Tentò un approccio la bionda.
"Felicity, va via mi stai distraendo" rispose secco  riprendendo a tirare pungi al sacco da box
Lei lo guardò un secondo, uno sguardo rabbioso, ma allo stesso tempo passionale, uno di quelli sguardi che tormentavno i sogni di Oliver.
"Ma che diavolo c'è che non va in te? Le persone cercano di aiutarti e tu fuggi via... Sei impossibile" disse Felicity stizzita e senza più degnarlo di uno sguardo si diresse verso i suoi computer.
Grandioso, l'aveva ferita.
Diggle intanto era uscito dal bagno e aveva assistito a tutta la scena stando in silenzio, quei due lo impensierivano e non poco.


Oliver scese le scale del seminterrato del Verdant, anche oggi aveva protetto Starling City e assicurato un posto in cella all'ennesimo criminale. 
La prima cosa che vide appena entrato fu la sedia vuota di Felicity e i suoi computer spenti
"L'ho mandata a casa io, era molto stanca" disse Diggle prima che Oliver potesse dire qualsiasi cosa.
L'arciere si diresse così a mettere l'arco nella sua custodia dando le spalle a Diggle.
L'uomo di colore fece un grosso respiro:"Oliver che sta succedendo? Il clima che c'è in questi giorni tra noi tre non mi piace per niente"
"Dig, non é niente, davvero.." Cercò di tagliare corto lui.
"Oliver, non sono mica scemo, sei turbato da qualcosa, ma non riesco a capire cosa"
"Dig, é complicato.."
" Lo sarebbe lo stesso se fossimo davanti a una buona birra?" disse l'autista con un sorriso 
accomodante.



Dieci minuti dopo Oliver e Dig erano seduti al bancone di un bar con due bicchieri di birra davanti.
Digg sorseggiava la birra a piccoli sorsi, mentre Oliver si limitava a far girare il liquido ambrato muovendo il bicchiere seguendo il movimento con lo sguardo.
"Allora, hai intenzione di spiegarmi che succede, o era solo una scusa per scroccare una birra?"chiese Diggle guardandolo di sottecchi.
Oliver bevve un sorso della sua birra prima di rispondere:
"Diciamo che ultimamente sono un pò stressato, il vigilante, il processo, la faccenda di Roy e del Mirakuru..."
"Forse dovresti solo ammettere che non sei indistruttibile e che non puoi affrontare tutto questo da solo.. Quanto tempo è che non ti fai otto ore di sonno?"
"Molto tempo, forse troppo." disse Oliver sorridendo amaramente cguardando difronte a sè
"Hai ancora il problema degli incubi?
"Una specie, Dig, una specie..."
Passarono alcuni minuti in un confortevole silenzio, ognuno perso nei suoi pensieri, finché Oliver con un sonoro sospiro ricominciò a parlare:
"Ho sognato lei. Felicity" disse tutto d'un fiato
Diggle inarcò un sopracciglio: "Intendi quel tipo di sogno?"
"Quel tipo di sogno" ripetè Oliver continuando a evitare il suo sguardo
"Ah, beh ora comincio a spiegarmi un pò di cose... Che cosa pensi di fare?"
Oliver si voltò di scatto verso di lui guardandolo in modo scettico.
Che cosa voleva fare? Non lo sapeva nemmeno lui, nella sua testa, beh diciamo la parte conscia della sua testa, lui non aveva mai pensato di poter vedere Felicity sotto quel tipo di luce.
Per anni Oliver aveva avuto ragazze trofeo, ragazze da esibire che per lui non significavno nulla, ma da quando era tornato dall'isola era cambiato; ora le donne le rispettava e l'idea che Felicity fosse diventata la figura che incarnava la sua frustrazione sessuale non gli piaceva per nulla.
Perché di quello si trattava, pura e semplice frustrazione sessuale e dato che Felicity era la donna con cui trascorreva la maggior parte del suo tempo il suo cervello aveva semplicemente fatto due più due.
Perché non era possibile che lui sentisse qualcosa per lei, giusto? 
Quel filo di pensieri che potevano essere catalogati come potenzialmente pericolosi venne interrotto da Diggle che aveva ripreso a parlare:"Per come la vedo io hai due opzioni. Numero uno: vai da lei, le dici tutto quanto, le racconti come ti senti e speri che lei si senta allo stesso modo, e fidati lei si sente allo stesso modo. A questo punto vivrete felici per un pò, finché un pazzo criminale non deciderá di mettere i bastoni tra le ruote al vigilante e inizierá a fare del male a lei per arrivare a te. A questo punto tu la ti sentirai in colpa vi lascerete e lei avrá il cuore spezzato e nella peggiore delle ipotesi anche qualche osso rotto e qualche cicatrice. 
Opzione numero due: non le dici niente, continui la tua vita di Oliver Queen/Vigilante, ma per farlo hai bisogno di una distrazione, è per distrazione intendo una donna, hai bisogno di una valvola di sfogo. Credimi io sono il primo a cui non piace questo genere di cose, ma qui ne va del nostro team. A te la scelta. Ti chiedo solo qualunque sia il tuo volere di non farla soffrire, quella ragazza crede veramente in te, in noi e in quello che facciamo" 
Detto questo Diggle si alzò, lasciò dei soldi sul bancone e diede un colpo sulla spalla ad Oliver in segno di saluto.
Oliver rimase lì seduto al bancone del bar a pensare a ciò che aveva detto Diggle, gli occhi fissi a terra nelle orecchie il sottofondo della televisione accesa nell'angol superiore del bancone.
Oliver alzò lo sguardo: la faccia di Isabel Rochev si stagliava sullo schermo del televisore e la sua odiosa vocina blaterava qualcosa ad un microfono riguardo ai nuovi investimenti della Queen Consolidated.
Oliver si fermò a guardarla; i lunghi capelli castani erano sciolti e come sempre impeccabili, la bocca minuscola si apriva ad ogni domanda che le veniva posta, l'espressione glaciale e piena di odio.
Oliver aveva appena trovato la sua distrazione.



Spazio autrice:
Non so bene da dove esca sta cosa, forse dopo la frase di OLiver sui sogni della 2x10?
Forse dopo degli spoiler che giravano su tumbler? (Se li volete sapere chiedete in privatoxD)

Ci tengo a precisare che tutto il discorso introspettivo su Oliver è stato molto difficile da scrivere, ma anche divertente. Ritengo che sia anche abbastanza calzante col personaggio; al momento nello show lui sa di sentire qualcosa per Felicity, ma non riesce a definire cosa  e preferisce a parere mio non indagare più affondo, proprio perché ha paura di provare qualcosa per lei, non vuole che questo succeda. E mette in atto dei meccanismi inconsci di difesa; tipo spingerla via.
Ed è per questo che secondo me lui si potrebbe buttare nelle braccia di un'altra.
Con queste premesse ho voluto che lui scambiasse il sentimento che prova per un puro e semplice bisogno fisico e che cercasse in tutti i modi di ignorare le possibili implicazioni sentimentali.
Passiamo a Dig: spero che non risulti ooc ma non avevo ide di chi altro avrebbe potuto fare un discorso di questo tipo ad OLiver.. Diciamo che è un esperimento.. Aspetto responsi! 
Alla prossima!!!



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Capitolo 11
*** Kisses ***


Kisses


Felicity stava lavorando al computer nel seminterrato del Verdant cercando di ignorare il dolore che sentiva alla spalla sinistra.
Sbuffando prese la sua borsa e iniziò a rovistare alla ricerca della boccetta di antidolorifici, quando finalmente il tubetto fu nella sua mano si rese conto che era quasi vuoto.
Grandioso.
"Non ti sembra di esagerare con quelli?" disse un voce dalla cima della scala, una voce che Felicity conosceva bene e che negli ultimi tempi non aveva più sentito, la voce di Oliver
"Così adesso mi parli dinuovo?" Chiese la bionda accigliata senza guardare il ragazzo che intanto si era avvicinato a lei.
"Felicity..." Provò inutilmente il ragazzo
"No, è carino che tu ti preoccupi della mia salute fisica, peccato che ad essere a pezzi ora sia la mia salute mentale, e questo grazie a te."
"Mi dispiace" disse il ragazzo con un espressione da cane bastonato sul volto
"Ti dispiace per cosa esattamente? Per la mia spalla? Per la missione andata male? Perché mi hanno sparato? Perchè è tre giorni che non mi parli? Per avermi baciata? Davvero, non capisco per cosa tu ti stia scusando Oliver" gli urlò contro la bionda avvicinandosi pericolosamente a lui e puntandogli un dito contro il petto.
Ora i due ragazzi si stavano fronteggiando, gli occhi di lei legati a quelli di lui, mentre il respiro affannoso della bionda riempiva la stanza.
" Felicity, ti prego cerca di capire... Quella sera... Io, la missione, la tua spalla... Ero turbato" cercò di spiegarsi Oliver
"Turbato?! Cristo, Oliver, non baci una persona perchè sei turbato, la baci perché senti qualcosa per lei" detto questo la ragazza si allontanò da lui per spostarsi verso il tavolo dove erano situati i suoi computer dando così le spalle al ragazzo. 
Felicity si sentiva il suo sguardo puntato sulla sulla schiena, come se volesse scrutarla dentro.
"...lo fai sempre, quando qualcosa ti ferisce o ti tocca, tu semplicemente scappi via. Credo che sia una forma di autodifesa, non ti biasimo per questo, hai sofferto molto e ti sei costruito una corazza. Sai, per un momento quella sera io ho pensato di aver oltrepassato la tua corazza, di essere riuscita a vedere la bravissima persona che sei veramente, ma evidentemente mi sbagliavo, la tua corazza non può essere superata, non da me almeno"  le ultime parole le morirono in gola e Felicity non poté trattenere le lacrime.
Sentì Oliver avvicinarsi, la sua schiena ora sfiorava il petto di lui.
"Felicity, ehi guardami" disse il ragazzo cercando con successo di farla voltare.
Ora il loro visi erano molto vicini, i respiri si confondevano.
"Felicity, mi dispiace... Se c'é qualcosa che posso fare per rimediare a questo casino.."
"Baciami" Felicity non fu sicura di averlo detto ad alta voce finché non vide l'espressione sconcertata di Oliver.
"Baciami e dimmi guardandomi negli occhi che non hai sentito nulla. Se lo farai la questione sará finita, tutto tornerà come prima e non parleremo più di questa storia" la ragazza si espresse tutto d'un fiato senza smettere fissare gli occhi di lui, anche se era sicura di stare arrossendo all'inverosimile 
"Io non credo che questa sia una buona idea.." Disse lui cercando di fare un passo indietro, ma Felicity lo afferò per le braccia e non glielo permise.
"Per una volta concediti di sentire quello che sentì" è detto questo la ragazza chiuse la distanza tra le loro labbra.
All'inizio Oliver rimase fermo, rigido come un tronco di legno, ma appena la lingua di Felicity iniziò a sbattere contro i suoi denti tutte le difese caddero:  istintivamente spinse con bacino Felicity finchè il sedere della ragazza sbattè contro il tavolo e la fece sedere, posizionandosi in mezzo alle sue gambe; una mano ad arpionare un fianco e l'altra dietro il suo collo per spingerla ancora di più contro la sua bocca. Le lingue si scontravano e si rincorrevano in maniera spasmodica, giocavano e is divincolavano l'una dall'altra. Felicity emise un gemito d' approvazione, Oliver non capì più niente e istintivamente affondò i denti nel sul labbro inferiore, un rivoletto rosso fece capolino.
Con orrore Oliver si staccò da Felicity facendo dei passi indietro, entrambi ancora ansimanti.
"Oliver, non ti preoccupare...io non.." Disse la ragazza scendendo dalla scrivania per raggiungere il ragazzo, protendendo il braccio verso di lui.
"Niente."
"Scusa?" Chiese lei confusa 
"Niente, non ho sentito niente" chiarificò il ragazzo cercando di evitare il suo sguardo
"D'accordo" ripose lei sterile e detto questo si andò a posizionare dietro ai suoi computer, mentre Oliver si spostava verso il tappetone  che usavano lui e Dig.
Prima che potesse posarvi sopra un piede, però, Felicity richiamò la sua attenzione:
"Sai, avevo proprio ragione su di te" disse girando la sedia verso di lui che aveva alzato un sopracciglio in segno di disappunto .
"Sei un pessimo bugiardo, Oliver Queen"



Spazio autrice:
Non so bene da dove sia venuta fuori questa cosa, prendetela così com'è XD
Spero vi sia piaciuta!
Baci a tutti

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Capitolo 12
*** Shut up ***


Shut up

Felicity era appena arrivata in ufficio, aveva una strana sensazione, quella non sarebbe stata una buona giornata.
Giunta alla sua postazione si sedette sula confortevole poltrona aziendale pronta ad iniziare il lavoro ma prima di accendere il computer si concesse di lanciare un'occhiatina alla postazione di Oliver.
Non c'era nessuno- strano, molto strano-si ritrovò a pensare; Oliver era sempre puntuale. Fece vagare lo sguardo nella speranza di vedere qualcosa che rimandasse alla sua presenza lì, ma in vano, l'unica cosa che vide fu la faccia confusa di Diggle che la guardò alzando le spalle.
A questo punto tornò concentrata sui suoi compiti; premette il tasto d'accensione del computer e proprio mentre il desktop si caricava il suo nuovissimo IPhone iniziò a squillare.
Un nome apparve sul display: Oliver
Nell'istante in cui rispose al telefono Felicity seppè che qualcosa non andava, lo aveva capito da come lui aveva pronunciato il suo nome, in un sussurro quasi impercettibile.
"Oliver che è successo?"
"Thea ha avuto un incidente, è all'ospedale di Starling City"
"Non muoverti, arriviamo subito" 
Felicity non gli diede nemmeno il tempo di terminare la chiamata che già si stava dirigendo verso la sua mini, seguita da Dig
"Che diavolo succede?" Chiese l'uomo di colore quasi rincorrendo la bionda
"Te lo spiego lungo la strada, cammina" rispose lei cercando con le mani tremanti di aprire la portiera della macchina.


Diggle e Felcity entrarono nella hall del grande ospedale di Starling City quasi correndo, nessuno dei due sapeva cosa fare e dove cercare. Incerti fecero alcuni passi verso un corridoio azzurro che odorava di naftalina.
Ad un certo punto sentirono delle voci a loro familiari; quelle di erano Roy e Oliver.
I due si fermarono su una porta ed osservarono la scena:
Oliver e Roy erano uno difronte all'altro, l'espressione di entrambi era quella di due cani rabbiosi pronti a scannarsi.
Sullo sfondo Felicity riconobbe l figura di Moira, composta come sempre anche nel dolore. Affianco riconobbe il detective Lance che mosse il capo verso di lei in cenno di saluto al quale Felicity rispose con un sorriso tirato.
Vicino a lui c'era poi la figlia Laurel, perfetta ed impeccabile come sempre, anche se i suoi occhi erano lievemente lucidi.
"Avresti dovuto proteggerla" sentì Oliver gridare in collera
In quel momento la sua attenzione sui due ragazzi al centro della stanza:
"Proteggerla? Come avrei dovuto fare? Un pazzo furioso si è schiantato contro il mio pick-up mentre e lei era alla guida" ribatté Roy riducendo ulteriormente la distanza tra loro.
"Perché non eri con lei quando è successo?" Ringhiò Oliver
Roy abbassò lo sguardo:"Ero con Sin, lei mi sta aiutando su una faccenda e.."
" Non eri lì per lei!" sentenziò Oliver
Roy alzò lo sguardo, e Felicity potè vedere le fiamme nei suoi occhi : "Ah perché tu si, vero? Sei sempre stato lì per proteggerla"
"Per cinque anni sono stato considerato morto" rispose secco Oliver
" Non parlo di quello. Tutte le volte che Thea ti chiama o ti cerca tu non ci sei mai e quando sei con lei sembri sempre distante. Senza contare che da quando sei tornato sono convinto che tu abbia passato più tempo con l'uomo nero e la biondina qui dietro che con la tua famiglia... Chissà che diavolo nascondete voi tre..." 
Felicity non vide nemmeno il braccio di Oilver muoversi, sentì solo il rumore di ossa che si spezzavano, e si sorprese nel constatare che non era il naso di Roy ad essere rotto, ma probabilmente le nocche di Oliver. Se questi erano gli effetti del Mirakuru le cose non si mettevano bene per loro.
"Oliver" esclamò Moira non aspettandosi una reazione del genere dal figlio
Prima che la situazione potesse ulteriormente degenerare Diggle si mise in mezzo:
"Adesso basta, entrambi!" Disse il corpulento uomo frapponendosi tra i due per poi aggiungere: "Roy, fatti un giro"
"Ma.."  tentò  il ragazzo
"Roy ti sto facendo un favore, fatti un giro" questa volta le parole di Diggle sembrarono più un ordine che un invito.
Senza guardarsi indietro Il ragazzo uscì dalla porta della sala d'aspetto iniziando a camminare senza metà.

La stanza si riempi di un pesante silenzio, nessuno osava parlare e tutti guardavano Oliver che intanto sembrava essersi calmato almeno un pochino.
Felicity lo guardò; le mani strette a pugno, lo sguardo perso nel pavimento, mentre si dirigeva verso una sedia della sala d'aspetto.
Sentendo lo sguardo della bionda su di sè Oliver si voltò verso di lei:"Qualcosa da dire?"
Diggle e Felicity si scambiarono uno sguardo incerto
"È solo che... Non ti sembra di aver esagerato?"provò timidamente Felicity
"Esagerato?! Felicity, la vita di Thea potrebbe essere compromessa seriamente dopo questo incidente " Oliver saltò giù dalla sedia raggiungendo con un grande passo Felicity.
"Lo so, non sto dicendo che la situazione non sia grave.. Solo.. Che colpa ne ha quel povero ragazzo?" Il tono di Felicity tradì una nota di irritazione
"Qui si mette male" pensò Dig
"Pazzesco, stai dalla sua parte" rispose Oliver
"Punto primo io non sto dalla parte di nessuno e punto secondo piantala di comportarti così"
"Così come?"
" Come un bambino piccolo che quando è triste scarica le sue frustrazioni sugli altri" disse Felicity portando le mani sui fianchi.
"Io non scarico la mia frustrazione su nessuno, tantomeno su Roy"
"E invece si, l'hai appena fatto. E lo fai sempre quando qualcosa ti ferisce o ti fa stare male, e finché lo fai con me è con Dig può andare, voglio dire, siamo persone adulte e possiamo sopportarlo, ma Roy è solo un ragazzo" Felicity fece questo discorso tutto d'un fiato, solo dopo si rese conto delle facce delle tre persone che fungevano da spettatori:
Lance sembrava quasi divertito, finalmente qualcuno aveva messo Queen al suo posto. La stessa cosa non si poteva dire di sua figlia Laurel, che aveva un'espressione di puro stupore sul volto è la bocca semi spalancata. Moira invece si limitava ad alternare lo sguardo tra lei e suo figlio improvvisamente sentì caldo, molto caldo, doveva andare via da lì e da quella imbarazzante situazione in cui si era cacciata; lei era solo l'assistente di Oliver, non poteva permettersi di parlargli così.
Istintivamente girò i tacchi verso la porta per andare via.
"Dove vai adesso?" Chiese Oliver
"A parlare con Roy" rispose lei senza guardarlo ed uscendo dalla sala d'aspetto.


"A parlare con Roy, ovviamente, ma prima dovrei preoccuparmi di trovarlo" Felicity sbuffò sonoramente, erano più di dieci minuti che girava a vuoto per l'ospedale di Starling City, e lei odiava gli ospedali, le ricordavano troppo la morte
Proprio quando  stava per rinunciare nel suo intento sentì un forte rumore metallico e un'infermiera urlare contro qualcuno.
Svoltato l'angolo si trovo davnti Roy che aveva appena sfondato la macchinetta del caffè con un pugno e una infermiere che gli inveiva contro.
"Lasci stare, mi occupò io di lui e di questo disastro, ricompreremo la macchinetta" sbucò dal nulla Felicity cercando di riparare al danno sia in senso fisico che in senso lato.
L'infermiera sembrò un pò dubbiosa, ma alla fine decise di lasciar perdere e di tornare l suo lavoro.
Felicity e Roy si guardarono per un pò, poi lei vide che per terra si era rovesciata una lattina di caffè ancora chiusa. Si piegò e la raccolse: " caffè? Sei sicuro? Perché io mi farei piuttosto una camomilla al momento..."
Roy si limito ad alzare un sopracciglio e a toglierle la lattina dalle mani, poi senza neanche guardarla si sedette su una panca lì vicino, gli occhi ancorati a terra mentre giocava con la lattina.
"Roy.." Felicity si avvicinò mettendo una mano sulle sue, è commesso e avesse acceso un interruttore Roy cominciò a singhiozzare.
"Andrà tutto bene, sta tranquillo" disse mentre si avvicinava a lui e gli faceva posare la testa sul suo stomaco circondandolo con le braccia.
Il suo istinto materno aveva colpito ancora.
"Non posso perderla, non posso, ho solo lei.." singhiozzò Roy
"Non succederà " Felicity inizò a d accarezzargli piano la testa.
Dopo alcuni minuti Roy sembro essersi calmato, Felicity mollò la presa e si allontanò di scatto da lui.. Aveva osato troppo?
Roy ancora non la guardava in faccia, ma lei riusciì lo stesso a captare le sue parole:"Ti ha mandato lui?"
"Intendi Oliver?"
Il ragazzo annui debolmente.
"No, non mi ha mandato lui, ma voglio lo stesso che tu sappia che ti fa le sue scuse"
"Perchè non viene di persona?"
"Roy io penso che tu sappia quanto è difficile chiedere scusa.. . Sai tu e Oliver non siete molto diversi infondo" un piccolo sorriso spuntò sulle labbra della bionda al pensiero del enorme senso di giustizia che animava entrambi i ragazzi; loro erano dei veri eroi.
Roy la guardò, forse cominciava a capire le sue ragioni
"Sai Oliver, non è una cattiva persona, solo che a volte non ha i modi.. Voglio dire chiunque dopo cinque anni su un'isola deserta avrebbe dei grossi problemi a relazionarsi con gli altri e Oliver beh, è Oliver, il che non aiuta di certo" disse Felicity abbozzando un sorriso
"Certo che tu sei proprio cotta, eh, biondina?!"
Felcity spalncò la bocca per dire qualcosa, ma Roy la precedette ancora:
"Sai, forse si noterebbe un po' meno se non ti brillassero gli occhi ogni volta che parli si lui" 
 Proprio in quello momento Roy e Felicity sentirono dei passi, Oliver stava difronte a loro, l'espressione sollevata quasi ad abbozzare un sorriso:
"Si è appena svegliata, ma sta bene, ha "solo" un leggero trauma cranico e dovrà fare della fisico terapia, ma sta bene"
"È grandioso" esclamò Felicity
"Forza, va da lei" disse Oliver guardando Roy e mettendogli una mano sulla spalla.
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte e cominciò subito a muoversi verso la camera da letto in cui si trovava Thea, salvo per poi fermarsi e girare la testa indietro.
"Ah, grazie per... Tutto, biondina"
Detto questo sparì dalla loro vista.
Oliver inarcò un sopracciglio e guardò scettico Felicity:" Biondina?"
" Oliver, sta zitto!"



Spazio autrice:
Ed ecco un nuovo capitolo, diciamo che se non si fosse notato io apprezzerei molto l'amicizia tra FElicity e Roy.. Lui ha abbastanza faccia tosta da compensare l'innocenza di lei(?) 
Senza contare che dopo aver visto la 2x11 ho iniziato ad adorare l'amicizia tra lui e Sin... Mi hanno fatto morirexD
Dopo la puntata appena uscita negli usa spero di poter scrivere qualcosa sul passato della nostra IT girl.. Vedremo..
Alla prossima ragazzuoli!!






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Capitolo 13
*** Fresh min ***


Fresh mint

Felcity Somak sudava, sudava molto; i vestiti erano appiccicati alla pelle e piccole goccioline imperlavano la sua fronte.
Ma possibile che i criminali non andassero mai in vacanza?!
Frustrata tornò a guardare lo schermo nella speranza di trovare qualcosa sull'uomo del giorno, ma in quel momento le sue facoltà celebrali sembravano essersi azzerate.
Slacciò i primi due bottoni della camicia bianca, che ormai era diventata come una seconda pelle e bevve un sorso d'acqua dalla bottiglia posata sul tavolo.
Un rumore la distrasse e lei rischiò quasi  di rovesciarsi l'intero contenuto della bottiglia addosso.
La figura di Oliver fece capolino dalla porta del seminterrato, anche lui aveva un look decisamente casual ed estivo; una maglietta a mezze maniche grigia che metteva in risalto la fisicità atletica e un paio di normalissimi jeans blu scuro. Felicity non lo biasimava di certo; nel costume da Arrow ci saranno stati almeno cinquanta gradi, chissà come faceva in missione....
"Ehi, come mai qui?" Chiese lui con un acceno di un sorriso.
" Oh, sai com'è i criminali non si catturano certo da soli.. Senza contare che dove potrei andare se fuori ci sono quaranta gradi all'ombra?!" Sbottò lei di colpo
"Dicono che questa sia una delle estati più calde degli ultimi 10 anni" rispose Oliver
"Grandioso!" sussurrò più a sè stessa che a lui,per poi aggiungere:" Sai qualcosa di Dig?"
"Gli ho dato la giornata libera, Lyla voleva stare un pò con lui, credo siano andati al mare"
"E così gli hai dato una giornata libera? Spero che per me tu abbia prenotato una settimana in una stupenda isola deserta con tanto di palme e noci di cocco" disse Felicity irritata per la mancanza di considerazione di Oliver nei suoi confronti.
"Ad essere sincero vorrei dimenticarmi di qualsiasi isola per un pò" rispose Oliver sovrapensiero.
"Oddio, scusa... Già il mio cervello funziona male a venti gradi, figurati con quaranta... Ma ciò non giustifica il fatto che avresti potuto dare un giorno libero anche a me" puntualizzò Felicity gonfiando le guance
"Veramente per te avrei qualcosa di meglio..." Detto questo Oliver iniziò a frugare in un sacchetto che Felicity notò solo in quel momento.
La ragazza alzò un sopracciglio incuriosita e allo stesso tempo imbarazzata.
Quando vide cosa Oliver stava nascondendo nel sacchetto non poté trattenere un urlato di gioia: un batattolo di gelato alla menta con scaglie di cioccolato dal peso di un kg era intrappolato tra le braccia di Oliver.
"Allora? Vuoi ancora una vacanza?" Disse Oliver provocandola un pò. Era divertente farlo, anche se lui ovviamente non lo avrebbe mai ammesso, ma si divertiva troppo a vedere la scintilla di indignazione nei suoi occhi quando lo faceva. Era come provocare una bambina
"Ah, al diavolo la vacanza dammi subito quel gelato" Felicity  protese le mani verso il barattolo, ma Oliver si tirò indietro:"Ehi, non avrai intenzione di mangiarti una vaschetta da un kilo di gelato tutta da sola.." Detto questo dalla tasca posteriore dei jeans tirò fuori due cucchiaini di metallo.
" E da quando Oilver Queen si lascia andare ai peccati di gola?" chiese lei con un sorriso 
"Da quando mi alleno un sacco"
"Già, lo avevo notato... Cioè no, no l'ho notato, non passo certo le mie giornate ad osservare te che ti alleni...solo..ignora quello che ho detto"
Senza dire altro Oliver le allungò un cucchiaino perchè facesse gli onori di casa; Felicty aprì il barattolo e prese una generosa porzione di gelato.
Appena il cucchiaino toccò la sua bocca la consistenza morbida e il gusto fresco del gelato la investirono, Dio, era così buono, un verso di puro godimento uscì dalla sua gola mentre con gli occhi chiusi leccava il cucchiaino per ripulirlo del tutto
Oliver dal canto suo non aveva ancora assaggiato il gelato; al momento era perso ad osservare la bionda, non aveva mai pensato che mangiare un semplice gelato potesse essere qualcosa di tanto erotico: il modo in cui Felicity leccava il cucchiaino, i piccoli versi di piacere che faceva, il modo in cui le sue labbra si appoggiavano sul metallo...
Adesso anche lui aveva caldo, ma per motivi un pò diversi dalla temperatura.
"Guarda che se finisce non è colpa mia.." Lo riportò alla realtà Felicity tra una cucchiaiata e l'altre
In risposta Oliver prese un' abbondante porzione di gelato e se la portò alla bocca. Diavolo, era davvero buono.

Qualche minuto e qualche cucchiaiata più tardi il gelato era completamente finito.
" Dio, potrei aver fatto indigestione" mormorò Felicity
"Beh, ma ne è valsa la pena" rispose Oliver
"Ovviamente, anche se grazie a te dovrò iscrivermi in palestra,mi sembra di essere ingrassata di due kili" sbuffò la ragazza
"Ci sono molti modi per bruciare calorie, non devi necessariamente iscriverti in palestra " obbiettò lui
"Il problema è che sono tutti modi noiosi" si lamentoò la ragazza
Oliver inarcò un sopracciglio e la guardò dritto negli occhi:" se lo dici tu..." disse lasciando volutamente la frase in sospeso.
"Che intendi dire?" Chiese con un certo scetticismo  Felicity
" NInete, lascia perdere.. Ora scusa ma devo andare, ho promesso a mia madre che l'avrei aiutata con la sua campagna elettorale". Rispose lui girandosi di scatto per poi avviarsi verso l'uscita del seminterrato. Arrivato sulla porta delle in cima alle scale si giro verso di lei un'ultima volta: " Ah, Felicity, va a casa, hai il resto della giornata libera"


Uscito da Verdant Oliver ripensò alla conversazione avuta  con Felicity; non aveva avuto il coraggio di dirle che con una notte di sesso bollente avrebbe potuto mangiare tutto il gelato che voleva senza preoccuparsi di nulla.


Spazio autrice:
Scusate ma non ho potuto resistere a scrivere sta scemenza galattica, sarà che voglio l'estate, che adoro il gelato alla menta e che questi due sono nel mio cuore ormai, spero possiate perdonarmiXD





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Capitolo 14
*** Sin ***


Sin


L'aria mattutina sferzava sul viso e sui capelli di Felicity che si era avvolta in un lungo cappotto rosso nel tentativo di coprirsi e non prendersi un malanno.
"Ah, accidenti, se non fossi così sbadata a quest'ora sare già in ufficio al caldo" pensò mentre si avviava verso la porta del seminterrato del Verdant.
Digitò il codice di sicurezza ed entrò,non si aspettava certo di trovarvi qualcuno a quell'ora; Oliver doveva essere in già in ufficio, Dig probabilmente lo aspettava fuori dall'ufficio, Roy sicuramente dormiva ancora e per quanto riguardava Shara, era presumibile che fosse con la sua famiglia.
Entrata nel covo, però, si stupì molto nel vedere la luce accesa... Eppure nessuno era lì...magari l'avevano dimenticata il giorno prima, con tutto quello che era successo...
Appena scesa dalle scale si avviò verso la sua scrivania e subito vide l'oggetto che stava cercando: il suo cellulare.
Per fortuna ieri sera si era ricordata di averlo usato mentre "lavorava" con Oliver, Diggle e Shara, altrimenti sarebbe stata persa; lì dentro c'era tutto il suo piccolo mondo digitale a portata di mano.
Felicity lo prese e fece per andare via, quando la porta del piccolo bagno si spalanco rivelando la figura di Oliver.
Il ragazzo aveva delle goccioline d'acqua che da capo scivolavano sulla schiena e il petto nudo, in vita un asciugamano, troppo striminzito per i gusti della ragazza, copriva la parte inferiore del corpo, anche se Felicity riusciva ad intravedere l'inizio delle ossa del bacino.
La bionda si impose di guardarlo in faccia, tentando nel frattempo di non arrossire, quando spostò lo sguardo sul suo viso si rese conto che qualcosa non andava; Oliver sembrava allarmato.
"Felicty.."
"Oddio, Oliver mi dispiace tanto, non sapevo che fossi qui.. Io dovevo solo recuperare il mio cellulare e..."
"Ehi, Ollie, ma con chi stai parlando?" La porta del bagno si spalancò rivelando la figura di Shara Lance avvolta in un microscopico asciugamanino.
Per un momento l'aria nella stanza sembrò gelare, nessuno diceva nulla.
Oliver osservò Felicity; lo sguardo della ragazza non era più ancorato al suo, ma fisso su un punto imprecisato della parete dietro di loro. Era uno sguardo che Oliver non le aveva mai visto, nemmeno dopo la faccenda della Russia, quella volta lo sguardo di Felicity era ferito, questa volta  Oliver lo avrebbe definito lo sguardo di una persona "rotta" nel profondo.
"Ok, io ho ripreso il mio cellulare e prima che possa dire qualcosa che metta ulteriormente in imbarazzo voi o me andrò via" disse  queste parole senza tono, come una frase imparata a memoria e senza dire altro girò i tacchi salendo le scale


Appena si fu lasciata alle spalle l'ultimo gradino crollò in lacrime davnti alla porta del seminterrato, la schiena appoggiata al freddo cemento e la testa china sulle ginocchia.
Felicity pianse, pianse come mai aveva fatto in vita sua; era stata lasciata ancora. Faceva male.
Dopo svariati minuti i suoi singhiozzi si calmarono un pò. 
Si passò le mani sugli occhi e guardò l'ora: aveva ancora un pò di tempo prima di dover tornare in ufficio e aveva bisogno di darsi una rinfrescata e una ripulita, non poteva certo far vedere ad Oliver gli occhi rossi e il mascara colato.
Alzandosi e cercando di ricomporsi si diresse verso una caffetteria; aveva bisogno di un caffè forte e di un bagno.


Una volta giunta nel locale si diresse subito alla toilette incurante dello sguardo della gente e ne uscì solo qundo il suo aspetto sembrò essere tornato simile a quello di un essere umano.
A quel punto si accomodò ad un tavolo e rimase per qualche minuto lì ad osservare il piano di marmo senza espressione:
Che cosa sarebbe successo ora? Che ne sarebbe stato di lei e del team Arrow, sarebbe cambiato qualcosa o no? Ma soprattuto come sarebbe cambiato il suo rapporto con Oliver...
Ancora inmersa nei suoi ragionamenti quasi si spaventò quando una cameriera mora le si avvicinò e le mise una tazza di caffè davnti:
"Mi scusi, ci dev'essere un errore, io non ho ordinato nulla..,"
"Gliela offre quel signore laggiù " rispose la camerira strizzandole l'occhio
Felicity incontrò il viso del suo generoso benefattore: era un uomo sulla quarantina forse, corti capelli scuri e barba. Il fisico era ben piantato e le spalle larghe. L' occhio marrone scintillava alla luce... Esatto, l'occhio, quello non coperto da una benda scura. Felicity represse un brivido; chissà che gli era successo.
L'uomo si alzò dal suo tavolo e si diresse verso di lei sedendosi difronte.
Normalmente Felicity non sarebbe certo stata ferma difronte ad uno sconosciuto che si avvicinava a lei, anzi, ma per qualche strano motivo quell'uomo l'attraeva, non sembrava cattivo, solo.. "Rotto" dentro, esattamente come lei ora.
Che male le avrebbe fatto filtrare un pò con un bell'uomo?
Felicity gli allungò la mano: "Felicity, Felicity Smoak"
L'uomo strinse la sua piccola manina vigorosamente: "Wilson, chiamami Wilson "


Spazio autrice:
Ovviamente ho visto la 2x13 e ovviamente subito non sono stata contenta del finale. Ripensandoci a mente fredda però mi sono resa conto che non tutto il male viene per nuocere e vi spiego perché :
-gli autori ci hanno promesso slow burn, ed è esattamente quello che sta accadendo
- a mio avviso una relazione amoros a tra OLiver e FElicity ora sarebbe prematura, e noi non possiamo impedire ad OLiver di stare con una donna ora che è single
- ho idea che sarà proprio la nostra Shara a far capire ad Oliver quanto lui tenga a FElicity
- questa a situazione farà crescere il personaggio di Felicity psicologicamente e emotivamente.

Ditemi che ne pensate voi!

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Capitolo 15
*** Partner ***


Partner

Doveva essere una giornata come tutte le altre, sveglia, lavoro, secondo "lavoro" e alla fine della giornata, con un pò di fortuna,tutti a casa a dormire.
Ma quel giorno era già cominciato male per Felicity: appena arrivata alla Queen Consolidated era stata accolta da Isabel, che con il suo solito tono glaciale le aveva riferito che Moira Queen avava deciso di prendere parte alla riunione delle dieci con gli investitori.
"Investitori o possibili elettori? " si ritrovò a pensare la bionda
Grazie al cielo non lo aveva detto ad alta voce, un vero record per il suo cervello.
Ormai aveva capito che tipo di persona era la mare di Oliver, avrebbe dovuto essere abituata ai suoi trucchi e alle sue malizie che in un modo o nell'altro le facevano sempre ottenere quello che voleva.
Sospirò sconsolata e si diresse verso l'ufficio di Oliver, che ovviamente era ignaro della "bella" notizia, dato che i rapporti con sua madre erano ancora gelidi, per usare un eufemismo.
Come la vide arrivare Oliver alzò lo sguardo dalle carte che stava leggendo e le rivolse una smorfia che lei ormai aveva capito essere equivalente a un piccolo sorriso.
"Oliver, ti hanno informato.. Il tuo meeting.." cercò lei tastando il terreno
" Uh? Ah si abbiamo un meeting alle 10, tranquilla ci sarò..." la rassicurò lui
"Ehm, già, ma il problema non è questo... Tua madre presenzierà all'incontro " disse tutto d'un fiato non sapendo che reazione aspettarsi.
"Lo sospettavo... si vuole fare pubblicità per le lezioni facendosi vedere come una indaffarata donna in carriera che si preoccupa dell'azienda e del nome di famiglia" rispose lui sorprendentemente calmo e privo di emozione
"E a te sta bene?" Azzardò la ragazza
"No, ma non posso impedirglielo e poi ho detto che pubblicamente l'avrei supportata, quindi almeno finchè questa storia non sarà finita, dovremo continuare a far finta di essere una famigliola felice." affermò il ragazzo con un tono asciutto.
Felicity poté vedere il dolore attraverso i suoi occhi; non se lo meritava, non Oliver, aveva già sofferto così tanto e aveva bisogno di qualcuno vicino a lui, aveva bisogno di una famiglia.
Lei sapeva come ci si sentiva; da quando suo padre le aveva abbandonate le cose nome non erano state più le stesse, lei si sentiva delusa, rifiutata. Almeno c'era ancora sua madre che nonostante tutto non le aveva fatto mancare quasi nulla.
Oliver non aveva nessuno.
Ad interrompere quel circolo di pensieri ci pensò un rumore di tacchi a spillo che battevano sul pavimento: Moira Queen era appena entrata nella stanza, l'aria sembro gelare. Il suo aspetto era impeccabile come sempre, nel suo tailleur verdone e le sue scarpe Prada ultimo modello 
Oliver si alzò in piedi avvicinandosi a Felicity che riuscì a vedere i suoi muscoli tesi sotto il completo grigio di Armani.
"Posso esserti utile in qualcosa?" Chiese Oliver secco e con un tono completamente impersonale
"In realtà avrei bisogno di parlarti" disse lei guardandolo dritto negli occhi "In privato" aggiunse poi girandosi verso Felicity
La bionda si schiarì la gola e fece dei passi incerti verso la porta, ma improvvisamente venne fermata dalla mano calda e callosa di Oliver che si posò sul suo avambraccio e la tirò leggermente indietro in maniera carezzevole.  Per un secondo, solo per un secondo Felicity si crogiolò nel calore di quelle dita, dita che avrebbe voluto sentire in ben altri lidi del suo corpo.
La voce baritonale di Oliver la riportò alla realtà:
"Puoi parlare liberamente" Felicity girò la testa verso di lui stupita delle sue parole.
Oliver vide gli occhi di Moira diventare fiammeggianti d'irritazione.
"D'accordo Oliver,continua pure a giocare all'amministratore delegato che va a letto con la sua assistente, non mi interessa, ma chissà cosa possono pensare i tabloid e gli investitori, povera Felicity, considerata da tutti come la ragazza che ha guadagnato la sua promozione perché se la fa col capo" 
" Non oseresti.."disse Oliver quasi ringhiando.
Moira non riuscì a dare una risposta perchè proprio in quel momento Isabel entrò nella stanza annunciando l'arrivo degli investitori.




Dal lato della sua postazione Felicity riusciva a vedere perfettamente la stanza delle conferenze grazie a quegli utilissimi muri di vetro:
Il centro della scena era dominato da Moira che stava illustrando agli investitori dei grafici e lodando il lavoro e l'impegno di tutti gli impiegati della Queen Consolidated.
"Tutti tranne una certa impiegata bionda.. " pensò amaramente
Girò poi lo sguardo verso Isabel che stranamente se ne stava zitta ed osservava la scena, senza nascondere un cipiglio di irritazione; nemmeno a lei Moira andava troppo a genio.
Chissà, forse c'era speranza che si distruggessero a vicenda.
Ad un certo puntò spostò lo sguardo ed incontrò quello di Oliver, il suo corpo era teso e la sua mascella era serrata. Felicity gli fece un piccolo sorriso e torno a concentrarsi sul suo computer.


Il meeting era finito, ma lei assorbita come era dal suo lavoro non ci aveva nemmeno fatto caso, si rese conto che tutti gli investitori erano andati via solo nel momento in cui Oliver varcò la soglia del suo ufficio.
"Ehi" disse lui 
"Ehi, com'è andato il meeting?"rispose lei stemperando la tensione
"Onestamente, non ne ho idea"
Felicity gli lanciò il suo sguardo di disapprovazione
" Diciamo che to concentrato su altro...come stai?" chiese lui
" Beh, al momento bene, per ora solo gli impiegati della Queen Consolidated pensano che andiamo a letto insieme, cosa sono loro in confronto al resto del mondo? Non che sarebbe strano, siamo un uomo e una donna tutte due sani e non ci sarebbe nulla di male se ogni tanto trovassimo un pò di sollievo dalle nostre attività quotidiane in quel modo e.., lasciamo perdere il punto del mio discorso non era questo " disse cercnado di sembrare serena anche se evidentemente era preoccupata.
"Non lo farà mai, glielo impedirò. Sta tranquilla, anche a costo di dover rompere ogni tipo di rapporto con lei.."
"Non devi farlo, non per me" proruppè Felicity interrompendo il ragazzo.
Lui la guardò confuso
"Oliver, lei è tua madre, la tua famiglia, io non sono, non sono nulla...dovreti cercare di riconcigliarti con lei.. Lascia perdere come mi sento io"
Lui alzò un sopracciglio e tentò di prendere la parola, ma lei lo interruppe ancora:
"Oliver, io lo so, lo so come ci si sente ad essere soli; quando mio padre è andato via mi sono sentita morire, e mi sono chiusa in me stessa. Più mi chiudevo in me stessa più stavo male e più stavo male più mi chiudevo in me stessa. Sai che cosa mi manca di più di mio padre? I suoi abbracci; abbracciare un uomo è diverso da una donna, la sensazione è diversa, voi non siete così morbidi e..." grandioso straparlava come sempre.
Non fece in tempo a riprender e il filo del discorso che sentì di forti braccia stringerla.
Oliver la stava abbracciando, la stringeva forte contro il suo petto e la stava leggermente cullando per farla rilassare. Il corpo di Felicity regì immediatamente al suo tocco; i muscoli si rilassarono contro il suo petto, le gambe si fecero sempre più molli, mente il suo cervello era completamente inebriato dal profumo di Oliver, un profumo deciso, maschile e sensuale.
"Tu non sei nulla, tu sei la mia partner" mormorò lui tra i suoi capelli
Dopo non si sa quanto tempo Felicity si mosse cercando con lo sguardo il volto di Oliver, ma i suoi occhi si fermarono prima sulla figura di Moira Queen, che da fuori l'ufficio, con espressione contrita osservava la scena.
Fottutissimi muri trasparenti!



Spazio autrice:
Visto che dobbiamo sopravvivere senza arrrow questa sera/ domani ho deciso di postare un nuovo capitolo;)
Spero che Oliver non risulti Oc, ma mi sa che un pochettino lo sarà..uff.. Spero vi piaccia

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Capitolo 16
*** Cake ***


Cake

Oliver Diggle e Roy arrivarono nel seminterrato del Verdant dopo una missione di routine, un ladro di gioielli, nulla di che preoccuparsi.
"Ehi, ma avete visto come l'ho messo ko in solo colpo? E poi il tipo con la pistola.." Disse Roy che aveva evidentemente l'adrenalina ancora a tremila
"E il tizio con la pistola a cercato di spararti ma il proiettile si è infranto sul tuo corpo come se nulla fosse" completò  Oliver per lui e poi aggiunse:" Eravamo con te quando è successo"
"Senza contare che mentre tornavamo alla base l'hai raccontato tre volte. Ormai lo sanno anche i sassi" diede manforte Digg.
"Ehi, che cosa sanno anche i sassi? Io non lo so" disse una vocina proveniente da una sedia situata davanti ai pc. La sedia fece mezzo giro verso il ragazzi rivelando così loro la presenza di Felicity.
"Niente di cui vantarsi, Roy sta giocando a fare l'eroe incastrando rapinatori" rispose Digg sornione
"Ehi, io non gioco a fare l'eroe.."
Felicity si mise ad osservare i due mentre battibeccavano finché la voce di Oliver non la portò alla relatà:
"Felicity, che cos'è quella cosa sul tavolo?" Disse Oliver puntando il dito verso il tavolo operatorio ed indicando una grossa torta al cioccolato e panna
"Ehm, beh è... Una torta" rispose lei guardando in basso e torturandosi le dita
Alla parola torta anche Digg e Roy si zittirono e guardarono verso il tavolo.
"Questo lo vedo, ma perchè c'è una torta sul tavolo operatorio?" Chiese Oliver scettico
"Ecco vedi..." Felicity non fece in tempo a finire la frase che la voce di Roy si sovrappose alla sua:
"Ehi, amico, non dirmi che non sai che giorno è oggi?
Oliver alzò un sopracciglio non capendo dove il ragazzo volesse andare a parare
"Ti dice niente 14 febbraio?"
"San Valentino" rispose meccanicamente il ragazzo mettendo insieme i pezzi del puzzle
"Felicity, quella torta non sarà mica per noi, vero?" Chiese Digg con un sorriso tenero sul volto.
"In relatà avrei voluto portare dei cioccolatini, ma poi ho pensato sarebbero stati troppo infantili, così avendo tempo mi sono detta; perchè non una torta? Se volete posso portarla via, magari ho esagerato..."
I tre uomini si lanciarono uno sguardo d'intesa e poi quasi simultaneamente si avvicinarono al tavolo; presero i piatti, il coltello e i cucchiaini che Felicity aveva lasciato all'angolo della superficie e iniziarono ad assaggiare il dolce.
Felicity stettè un secondo a guardare la scena surreale che aveva davnti agli occhi:
Roy era seduto sul tavolo con le gambe a penzoloni che stava divorando un pezzo di torta grande due volte il piatto.
Digg era in piedi con un piatto in mano che si stava servendo una generosa fetta, mentre Oliver era poggiato con un fianco al lato del tavolo e ancora vestito da VIgilante si stava godendo il suo pezzo di torta, giudicando da come leccava quel cucchiaino. Appena si accorse di essere osservato da Felicity ritovò la sua abituale compostezza.
"Felicity, è buonissima, davvero" disse Roy che aveva dei baffi di panna sotto il naso
"Concordo con lui" rincarò la dose Diggle, mentre si serviva una seconda fetta.
Felicity scosse la testa sorridendo e tornò ai suoi computer, quando una mano sulla spalla la fece voltare: Oliver stava dietro di lei con un piatto, un cucchiaino e l'ultima fetta di torta.
"Credevo che lo chef assaggiasse sempre la sua opera" 
" Lo chef non può fare molta palestra ultimamente.. Mangiala tu... Anche se... " Felicity non potè resistere al ricciolo di panna decorativo, lo raccolse con un dito e se lo mise in bocca gustandoselo il più possibile. Solo quando alzò lo sguardo si rese conto che Oliver la stava guardando incuriosito. Si sentì le guance in fiamme: "Io, adoro la panna... Soprattutto se posso leccala via da qualcosa..cibo, parlo di cibo," Disse cercando di giustificarsi, ma peggiorando solo la situazione. 
Oliver senza dire e niente tornò verso gli altri due evitando lo sguardo di Felicity.
Di una cosa era certo: mai più panna sulle torte.



Spazio autrice:
Ed ecco il mio contributo al giorno di San Valentino.. Boh spero vi piaccia, onestamente non so come mi sia venuta fuori.
Alla prossima baci!

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Capitolo 17
*** Aspirin ***


Aspirin

Quando Oliver entrò nel seminterrato del Verdant non aveva certo immaginato di trovare una scena del genere; Felicity era seduta sulla sua confortevole sedia, i piedi scalzi che spingevano sul freddo pavimento le davano la spinta necessaria per girare su sè stessa. Si avvicinò a lei e con una mano afferrò un bracciolo della sedia fermandola.
Ora Oliver e Felicity erano faccia a faccia e lui sentiva il respiro affannoso della ragazza sul volto. La squadrò un secondo: aveva gli occhi leggermente lucidi e arrossati, le pupille dilatate all'inverosimile. Alcune ciocche di capelli le uscivano dalla solita coda di cavallo e in maniera disordinata le ricadevano sule spalle. Il volto  leggermente più bianco dl solito.
"Felicity, stai bene?" Chiese lui alzando un sopracciglio verso l'alto
"Mai stata meglio" rispose la ragazza con un pò troppa euforia.
Oliver setacciò la stanza alla ricerca di qualsiasi elemento che potesse cercare di chiarirgli la situazione, poi finalmente lo vide: un flaconcino bianco vicino ai computer di Felicity, si avvicinò e lo prese in mano: ossicodone!
"Ehi, se vuoi delle aspirine valle a comprare, lascia stare le mie" biaschiccò la bionda
Aspirine, grandioso! Oliver si passò una mano sul viso all'altezza degli occhi e della fronte.
"Felicity, ascolta, riesci a ricordarti quante ne hai prese?" Chiese  temendo di doverla portare in ospedale per una lavanda gastrica e con molte spiegazioni da fornire ai medici.
"Mmm, due... Forse tre...la spalla mi faceva male, e così ho pensato di usare le aspirine di Dig..poi la testa è diventata leggera, non riesco più a pensare a niente, ma mi sento benissimo" rispose lei ricominciando a girare sulla sedia.
" Felcity, ascolta, queste non sono aspirine... Credo che tu sia... Un pochino drogata" spiegò il ragazzo cercando di usare il linguaggio più elementare possibile. 
Evidentemente era riuscito a richiamare la sua attenzione dato che ora lei aveva aveva smesso di girare e lo guardava dinuovo in faccia
"Drogata? No, io ero una brava ragazza...poi ho conosciuto te e mi sono persa sulla via della perdizione... Voglio dire, ti sei visto le mani? Tu hai quel tipo di mani con da cui una ragazza si farebbe fare qualsiasi cosa, per non parlare dei tuo addominali..." 
Oliver decise che non era il caso di replicare; già dal primo momento che l'aveva incontrata aveva capito che Felicity Smoak era una mina vagante, ma una Felicity Smoak disinibita poteva essere una potenziale bomba atomica.
"Forza andiamo, ti porto a casa, devi dormire, almeno una decina d'ore e poi vediamo come ti sentirai domani"
Felicity provò ad alzarsi, ma fallì ricadendo sulla sedia:
"Oliver, mi gira tutto" disse,poi, portandosi una mano alla testa
"Lo so, è normale. Dai dammi la mano,che ti aiuto ad alzarti" detto questo le tese la mano, che la ragazza, con non poca fatica afferò, il pollice di lui sfiorò la vena un pò più in rilievo sul polso
"Mmm si, avevo decisamente ragione sulle tue mani.." Mormorò quasi deliziata.
Oliver si schiarì la gola.
Piano piano iniziarono a muoversi verso le scale, ma Felicity era ancora scalza.
"Pensi di riuscire a camminarci?" chiese lui guardando dubbioso le Loubouten nere tacco dodici adagiate affianco al muro
"Ora come ora mi ammazzerei con un paio di infradito" rispose lei in un secondo di lucidità che però si perse subito dopo in una risata quasi isterica.
In quel momento non Oliver capì che non avrebbe avuto altra scelta: molto fluidamente mise un braccio sotto le ginocchia di Felicity e come se fosse senza peso l'alzo da terra e si incamminò su per le scale.
La ragazza allacciò subito le braccia al collo del ragazzo mormorando:" Sai credevo che questo sarebbe successo solo il giorno del nostro matrimonio"
  
Spazio autrice: 
Ed ecco il nuovo capitolo gentilmente offertovi dalla stupenda prestazione di Emily Backet Richards e delle sue aspirine!
Passando alle cose serie, cioè la puntata: onestamente non so cosa pensare, mi è piaciuta? Non mi è piaciuta? Boh... Sto ancora processando, da un lato sono contenta per tutto il discorso "sarai sempre la mia ragazza ecc" ma da un altro lato non capisco cosa sta succedendo nel fandom.. Quasi tutte le americane non sono contente per la puntata.. Boh non capisco!






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Capitolo 18
*** She should know that ***


She should know that

Nella testa di Oliver risuonavano le parole di Sara: "dovresti dirglielo, merita di sapere"
Dopo aver scoperto del ritorno di Slade dal regno dei morti Oliver aveva fatto di tutto per cercare di tenere al sicuro i suoi cari, aveva raccontato loro che Slade era una minaccia,  che voleva vendicarsi di lui ferendo coloro che amava.
Non aveva raccontato a Jhon e Felicity tutta la storia, e loro non lo avevano spinto a farlo, semplicemente gli bastava sapere che quell'uomo era pericoloso.
Ora però le cose erano cambiate, doveva spiegare ai suoi amici cosa stava succedendo, perchè erano diventati dei potenziali target. Doveva spiegarlo a lei.
Ancora immerso nei suoi pensieri quasi non si accorse che Felicity era arrivata in fonderia.
"Oh, Oliver, non pensavo fossi ancora qui, è piuttosto tardi"
"In realtà sono qui perché volevo vedere te. Ho bisogno di parlarti"
"È successo qualcosa di grave? Tua madre? Thea?" Chiese subito la ragazza con fare apprensivo
"No, no, niente del genere... Volevo parlarti di Slade Wilson" disse Oliver con un filo di voce andandosi a sedere su di uno sgabello.
Felcity represse un brivido e si spostò appoggiandosi ai alla scrivania con in i fianchi.
"Ti ascolto" 
Oliver la guardò intensamente negli occhi e Felicity vide la collera pura che lasciavano trasparire; erano leggermente arrossati e lucidi.
Come Oliver cominciò a parlare il suo sguardo si spostò sul pavimento guardandone un punto imprecisato. Il ragazzo sospirò pesantemente.
"Ti ho già spiegato che lui era con me su quell'isola, giusto? Ecco, devi sapere che per gran parte del tempo trascorso lì l'ho passato con lui; eravamo amici, fratelli... Poi un giorno tutto è cambiato. Shadow..."
"La ragazza delle allucinazioni?" Lo interruppe lei, cercando di capire meglio ciò che Oliver le stava dicendo e di non perdersi nessun passo della storia.
"Si, lei. Io l'amavo. Anche Slade l'amava... Poi lei è morta, e Slade è come se fosse morto con lei."
"Fammi capire; questo pazzo furioso vuole portarti via tutte le persone che ami dato che lei è morta su quella dannata isola? Tutto questo non ha senso. Perché? "
"Perchè l'ho uccisa io" gridò Oliver alzando la testa e guardandola negli occhi. Felicity pensò fosse sul punto di piangere, il busto rigido e le mani strette in un pugno.
"Cosa intendi?" Chiese lei con voce tremante.
Il volto di Oliver era dinuovo fisso sul pavimento: "Quando eravamo sull'isola, un certo Dittor Hivo, venuto per cercare il Mirakuru, mi ha costretto a scegliere: o Shadow o Sara. Aveva una pistola, l'ha puntata contro Sara, e io... Ho agito d'istinto; l'ho salvata, ho salvato Sara. 
E Hivo ha sparato a Shadow. Lei é morta perché io ho scelto di salvare Sara. L'ho uccisa io!"
Per un pò non vi fu nessun suono se non i singulti di un pianto mal trattenuto di Felicity.
La ragazza diede le spalle ad Oliver, le braccia tese appoggiate al bordo della scrivania. Il pianto ormai copioso.mente si era tolta gli occhiali e si stava asciugando il volto
"Felicity..." Provò Oliver avvicinandosi e mettendole una al centro della schiena 
All'improvviso il ragazzo fu investito dal corpo della bionda, che ora lo stava abbracciando.
La testa di Felicity era premuta contro il suo petto e per una volta Oliver si concesse di rilassarsi sotto il suo tocco. Piano piano il suo corpo si rilassò e ricambio l'abbraccio iniziando a cullarla dolcemente.
"Mi dispiace Oliver, mi dispiace tanto... Non è stata colpa tua" sussurrò la ragazza alzando la testa e incastrando lo sguardo con il suo, poi continuò: "Lei, Shadow, sarebbe fiera di quello che sei diventato" 
Oliver si abbassò leggermente con la testa e le diede un leggero bacio sulla fronte e trai i suoi capelli mormorò;"Shh, rilassati, non parlare più"


Roy e Sara osservarono la scena dallo spiraglio della porta.
"Perchè hai voluto che glielo dicesse?" Chiese il moro
"Lei merita di sapere. È la persona più a rischio di tutti" mormorò la bionda
"Ma non sei gelosa, di loro due intendo?"
Sara sospriò:" Mentirei se ti dicessi di no"
"Ma?"
"Ma loro sono destinati ad essere. Io sono solo di passaggio, sto solo ritardando l'inevitabile" rispose lei con un amaro sorriso sul volto e gli occhi velati di tristezza



Spazio autrice:
Ed eccomi qua con un nuovo capitolo, per vostra fortuna o sfortuna, che dir si voglia ho un paio di ideuzza per i prossimi due cap e per l'acrostico su Moira ( per chi non sapesse di che parlo andate a vedere l'altra mia ff XD) almeno mi faccio perdonare per averci messo più tempo ad aggiornare!
Baci!

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Capitolo 19
*** Introductions ***


Introductions

Felicity avrebbe voluto essere in qualsiasi luogo tranne dove si trovava in questo preciso momento: nel salone di casa Queen, vestita di tutto punto per partecipare all'ennesimo noiosissimo party pieno di persone snob.
Senza contare che tra lei e la signora Queen le cose erano ancora tese... Se solo Oliver e Walter non avessero insistito tanto per farla venire.
Prese un flûte di champagne dal tavolo del buffet.
"Parli del diavolo" pensò mentre una favolosa Moira Queen scendeva le scale accompagnata sotto braccio da Walter.
L'uomo le rivolse un sorriso che lei si sforzo di ricambiare, ignorando lo sguardo gelido della donna affianco a lui.
Appena arrivati in fondo alle scale un uomo, che Felicity era sicura di non aver mai visto, si avvicinò a loro e si mise subito a parlare con la signora Queen.
Era un uomo robusto, spalle larghe, forse un pò più basso della media ma ben piantato.
All'improvviso lui girò la testa e I loro sguardi s'incontrarono: l'uomo aveva un occhio coperto da una scura benda; Felicity si ritrovò a tremare senza capirne il motivo.
Proprio in quel momento Walter, che si era accorto dello scambio di sguardi tra i due, le fece cenno di avvicinarasi.
Felcity cercò in vano lo sguardo di Oliver, sperando che potesse intervenire, evitare che lei si scontrasse ancora con sua madre, ma il ragazzo non era ancora arrivato. 
"Miss Smoak!" La chiamò a gran voce Walter invitandola nuovamente verso di loro
Merda!
Cautamente si avvicinò al gruppetto di persone.
Walter aveva un sorriso a trentadue denti, Moira la mascella serrata e non si degnava nemmeno di guardarla in faccia.
"Ehm, Mister Steal, Mrs Queen"
Moira fece un lieve cenno col capo.
Felicity sorrise timidamente allo sconosciuto che di rimando scoprì i denti in un'espressione ferina.
"Mi permetta di presentarle la signorina Smoak, parte integrante, della QC. "
"Della QC? Quindi lei lavora con Mr Queen?" Chiese con fare inquisitorio il bruno
"Beh, si io sono la sua segretaria" disse lei cercando di capire dove quell'uomo volesse andare a parare.
"Interessante" si limitò a ribattere lui
"Che cosa intende dire" chiese Felcity con un cipiglio di irrtazione, il tono accusatorio di quel l'uomo non le piaceva.
"No,nulla.."
"Santa, con tutto il dovuto rispetto.. Mister... Come ha detto di chiamarsi?"
"No l'ho detto. Sono Wilson. Slade Wilson"
Il bicchiere nelle mani di Felicity cadde a terra con un rumore sordo finedo in mille pezzi.
La bionda fissava l'uomo nel suo unico occhio, dove all'improvviso lei vide un lampo di un sentimento che non speppe catalogare se non come consapevolezza: lui sapeva che lei sapeva.
"Che succede qui?" 
La voce baritonale di Oliver la risvegliò dal suo trance e, istintivamente, si girò verso di lui. Lo sguardo di Felicity sembrava quello di un animale sperduto in una foresta che sa che sta per essere mangiato.
"Oh, accidenti, ma che diavolo è successo? Sarà meglio andare a chiamare Raisa prima che qualcuno si faccia male, Felicity, mi accompagneresti?" Sarà era sbucata da dietro Oliver e ora, senza neanche aspettare la risposta della bionda, la stava trascinando in un' altra stanza.

Ora nel salone principale rimanevano solo Oliver e Slade che si fissavano sotto gli occhi indagatori di Moira e Walter.
"Non sapevo sarebbe venuto anche lei,...signor Slade" si sforzò di mantenere un tono cordiale Oliver
" Beh, in realtà è stata una decisone dell'ultimo minuto, sua madre ha insistito tanto.." rispose il moro sorridendo verso Moira. Poi aggiunse:" Mister Queen, le dispiacerebbe mostrarmi la toilette? Non ricordo esattamente da che parte si trovi"
"Da questa parte" disse Oliver conducendolo su per le scale per poi portarlo in una stanza e chiudersi dietro la porta.
"Cosa vuoi?" disse minaccioso
"Te l'ho già spiegato: farti soffrire e a quanto pare ho trovato il modo, anche se dovrò cambiare un pò i miei piani" rispose l'altro beffardo
"Che intendi dire?" Chiese Oliver assottigliando gli occhi
"Beh, quando sono venuto qui il mio piano era uccidere la ragazza mora, sai quella della foto...ma in questi anni qualcosa deve essere cambiato"
"Non oserai toccare Laurel, te lo impedirò"
"Curioso, non trovi? La ragazza che per cinque anni hai detto di amare non è nemmeno qui sta sera, mentre l'altra, la tua "assistente" sembra che sappia addirittura chi sono... Glielo hai detto tu, ma chissà se le hai spiegato anche quell'occasione he è successo su quell'isola...  disse Slade con una risata ironica.
"Slade, non osare toccarla, lei non centra nulla. Questa cosa è fra me e te" sussurò Oliver minaccioso
"Tranquillo, per il momento non ho intenzione di fare nulla, ma poi quando meno te lo aspetti, allora lì colpirò e a quel punto ti chiederai perchè non sei morto su quella dannata isola. Dormi sonni tranquilli, finché puoi" detto questo il moro uscì dalla stanza lasciando Oliver nella solitudine più totale rimuginare su quelle parole.


Spazio autrice:
Primo incontro ufficiale tra Slade e Fel, non so perchè ma ho la sensazione che lei non conoscerà subito il suo aspetto, magari ci parlerà anche un pò non sapendo di chi si tratta. Ah, ovviaments voglio che prima o poi Slade dica ad Oliver che Felicity assomiglia a Shadow, come carattere intendo.
Aspetto i vostri commenti! Baci!!

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Capitolo 20
*** Unsolved sexual tension ***


Unsolved sexual tension


Lo sguardo di Roy vagava da Oliver a Felicity in maniera spasmodica.
Quando era arrivato nella Arrow Cave gli aveva trovati che si stavano urlando addosso ed ormai era cinque minuti buoni che andavano avanti così: cominciavano ad irritarlo.
Si avvicinò a Diggle, che non sembrando per nulla turbato, stava continuando a farsi gli affari suoi
"Ma quei due sono sempre così?" Chiese il ragazzo
"Così come?" Rispose Digg non capendo dove lui volesse andare a parare
"Tesi? Facilmente irritabili?" Suggerì Roy 
Diggle fece un sorrisetto malizioso:" Roy, guardali bene.."
Roy puntò lo sguardo nuovamente sulla coppia:
I due erano ad un passo l'uno all'altra, i respiri affannosi e gli sguardi mandavano saette.
Felicity puntò un dito sul petto di Oliver, accusandolo di chissà cosa e in tutta risposta lui le afferrò il polso avvicinandola ancora a sè, ora erano davvero vicini, troppo per i gusti di Roy.
All'improvviso Oliver senza un motivo apparente si scosto da lei, come se si fosse bruciato e lasciatole andare il polso si diresse verso l'uscita del seminterrato, mentre Felcity andò a lavorare al computer.
"Capito adesso?" Chiese Diggle a Roy
"Oh mio Dio, io pensavo fossero irritati, non sessualmente frustrati" rispose lui tra un misto di divertimento e disgusto.
"Abituatici, è meglio" scherzò l'uomo di colore
"Da quanto vanno avanti così?"
"Da sempre credo" 
"Ma non hanno mai...insomma..." Disse il ragazzo con una punta di timidezza
"Mai. Per quello che ne so io nemmeno un bacio a stampo"
" Devono sfogarsi. Sono due bombe a orologeria che potrebbero esplodere da un momento all'altro" 
"Oh, credimi, Oliver lo fa già abbastanza con Sara" 
"Felicity?"
"Ha avuto un mezzo flirt con un cero Barry, ma niente di che"
"Capisco. Anche se ad essere sincero stanno cominciando a darmi sui nervi, non ne posso più" sbuffò Roy esasperato
"Forse qualcuno dovrebbe parlargli" buttò lì Digg
"Oh, si, mi ci vedo proprio: Ehi, Oliver tu e Felicity siete sessualmente frustrati, perché non te la sbatti da qualche parte?" Non direi una cosa del genere a nessuno, figurati al fratello della mia ragazza" 
"Allora ti tocca sopportare in silenzio. Forza, andiamo ad allenarci" disse l'uomo spostandosi verso il materasso blu da training


Qualche ora e qualche pungo più tardi Oliver era tornato in fonderia, sembrava visibilmente più rilassato ora
"Sicuramente sará merito di Sara" pensò un pò acidamente Roy che si stava abbottonando la felpa rossa preparandosi a tornare a casa. Cosa che Digg aveva già fatto da un pezzo.
 Era già su per le scale, quando sentì Oliver e Felicity urlarsi contro per l'ennesima volta
"Piantatela!" Sbottò al limite.
Oliver spostò la sua attenzione da Felicity a lui:
"Qualche problema Harper?" Chiese inacidito Oliver
Grandioso, era incazzato, di brutto.
"Siete due deficienti" 
"Scusa?" Disse Oliver inarcando un sopracciglio in maniera minacciosa
"Se dovete sfogare la vostra tensione sessuale ci sono modi molto più piacevoli. Prendetevi una camera, ma vi prego basta litigare qui dentro"  detto questo uscì il più velocemente possibile tirandosi dietro la pesante porta con un tonfo.
 
Oliver e Felicity non si guardarono più in faccia per giorni.



Spazio autrice:
Ed eccomi a tempo record! Che dire cap leggero leggero e anche un pò stupido, ma spero dopo mercoledì di riuscire a fare un cap sulla puntata 2x16... Vediamo che succede
Baci a tutti!




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Capitolo 21
*** Asleep ***



Asleep

Felicity scese entrò nel seminterrato del Verdant. Il ticchettio dei tacchi si faceva sempre più vicino e Oliver pregò che si fermasse prima che la sua testa esplodesse dal dolore.
Felicity lo trovò lì: seduto contro una parete con lo sguardo basso e stanco, le mani a reggersi la testa.
"Sai, se tu dormissi il mal di testa ti passerebbe" disse la ragazza piegandosi sulle ginocchia per essere alla sua altezza
"Sei qui per farmi la predica o..." rispose lui alzando lo sguardo su di lei. Non dormire per lui non era mai stato un problema, ma con tutta questa cosa del Mirakuru e Slade il suo fisico desiderava il sonno più di ogni altra cosa.
"Sono qui per farti dormire, e visto che farti la predica non servirbbe.. Ti ho portato una cosa" detto questo la ragazza allungò ad Oliver quello che sembrava un contenitore di sturbucks.
"Quindi tu per farmi dormire mi porti del caffè. Logico"
"Se non ti fermassi alla superficie vedresti quello che c'è davvero dentro"
"Ok, se non è caffè molto probabilmente stai tentando di avvelenarmi, per cui a sto giro passo" disse Oliver che non era per nulla interessato alle cure palliative di Felicity.
"È una tisana in cui io ho disciolto della melatonina"
"Melato?" Chiese lui dubbioso
"Lascia perdere, non sai nemmeno fare lo spelling di questa parola. La melatonina è un ormone del nostro corpo che governa il ciclo sonno veglia. A volte capita che questo ormone smetta di funzionare, ma con degli integratori a basa naturale tutto dovrebbe tornare nella norma in pochi giorni." Spiegò lei rimettendosi in piedi ed osservando Oliver con le braccia incrociate e l'aria soddisfatta.
"Non te ne andrai finché non berrò, vero?" Disse lui alzando un sopracciglio
"Ovviamente no. E non credo di essere esattamente il tipo di compagnia silenziosa di cui avrebbe bisogno una persona col mal di testa, quindi a te la scelta"
Senza pensarci due volte Oliver trangugiò tutto d'un sorso il contenuto del bicchiere.
"Perfetto, ora dovresti andarti a sdraiare sul tavolo... Si, so che non è esattamente come un letto di casa tua, ma al momento è quello che abbiamo qui"
"Non dovevi andare via ?" Grugnì lui in risposta ma comunque facendo quello che la donna gli stava chiedendo.
"Non finché non dormirai profondamente"
Oliver si sdraiò sul tavolo e chiuse gli occhi cercando di apparire rilassato.
All'improvviso sentì qualcosa di caldo avvolgerlo: la coperta che tenevano nel covo, Felicity gliela stava mettendo addosso quasi rimboccandola. Il suo istinto materno aveva colpito ancora.
"Guarda che so che non stai dormendo. Credo che tu non sappia nemmeno fingere di essere rilassato"
Oliver sbuffò sonoramente e fece per rispondere quando sentì le dita di Felicity posizionarsi sulle sue tempie e iniziare un lento massaggio. Il suo corpo cominciò ad abbandonarsi al suo tocco.
"Così, ecco, bravo rilassati..."
Le mani di Felicity continuarono il loro lavoro per un pò finché il respiro di Oliver divenne regolare e pesante. Era fatta! Stava dormendo!

il giorno dopo Roy arrivò al Verdant e la scena che gli si presentò davanti lo fece sorridere a trentadue denti:
Oliver sdraiato sul tavolo in metallo con una coperta grigia addosso e Felicity , addormentata sulla sedia  con la testa appoggiata sul tavolo sopra le braccia incrociate. 
Roy si avvicinò le tolse gli occhiali da viso e veloce come era arrivato andò via.
Anche lui si meritava un pò di riposo.

Spazio autrice: 
Eccomi! Volevo una cosa ispirata alla puntata e così ho giocato al fatto che Oliver sembra non dormire molto e ho pensato che Felicity potrebbe essere l'unica a farlo dormire, anche se spero che a letto faranno anche altro.. Comunque fatemi sapere che ne pensate!
Prossimamente aggiornerò anche l'altra ff sugli acrostici. Il capitolo è su Moira.
Baci!

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Capitolo 22
*** Asleep Felicity's version ***


Asleep Felicity's version

Felicity si tolse gli occhiali e si strofiò il volto; era stanchissima, tra il lavoro diurno e quello notturno poteva considerarsi fortunata se riusciva ammettere insieme cinque ore di sonno a notte, senza contare che le ore trascorse davanti al computer non facevano che peggiorare la situazione.
Incroció le braccia sul tavolo di metallo della fonderia e vi abbandonò la testa sopra: anche per oggi la giornata era finita, Diggle era tornato a casa, Roy aveva in programma di vedersi con Sin quella notte e Oliver sarebbe tornato in fonderia a momenti, così lei avrebbe potuto rientrare a casa e collassare sul letto essendo sicura che Oliver fosse ancora intero
Quello che però a Felicity non si aspettava era di addormentarsi sulla scrivania con ancora gli occhiali addosso. Eh, e pensare che lei voleva solo riposare cinque minuti gli occhi e dopo una manciata di secondi era già nelle braccia di Morfeo.

Oliver arrivò in fonderia, ormai era molto tardi e si aspettava che tutti fossero a casa, ma appena scese le scale si rese conto che c'era uno strano rumore di sottofondo, era un rumore flebile, ma nel silenzio del seminterrato si udiva benissimo.
Oliver girò la testa e capí immediatamente da cosa, o meglio da chi provenisse: Felicity
La ragazza aveva la testa girata da un lato e sprofondata nelle braccia conserte. La bocca era leggermente aperta e la ragazza russava un pochino.
Un sorriso che chiunque avrebbe definito tenero gli solcò il viso. Ed eccolo lí il grande e pericoloso giustiziere della città con un sorriso da ebete stampato sul volto. Se Diggle l'avesse visto lo avrebbe preso in giro per mesi.
Oliver la osservo: sembrava molto rilassata, la tensione che di solito vedeva nelle sue spalle era sparita e il suo respiro era lento e regolare. Oliver guardò il suo petto alzarsi ed abbassassi ritmicamente concentrandosi su un punto in particolare su cui non avrebbe dovuto posare gli occhi per essere considerato un ragazzo educato.
All'improvviso qualcosa nella sua mente gli ricordò che mettersi a fissare il seno di una donna inerme non era esattamente il massimo del decoro così si avvicinò all'orecchio della ragazza: "Felicity, svegliati" sussurrò
Di tutta risposta la ragazza mugugno qualcosa, ma non sembrava cosciente.
"Felicity, forza, non puoi dormire qui, devi andare a letto"
Nessuna risposta
"Eh va bene, d'accordo" disse il ragazzo prendendola in braccio e portandola su per le scale



Quando Felicity quella mattina si svegliò ebbe quasi un mezzo infarto: le lancette sulla sua svegli segnavano le 10 di mattina e lei avrebbe dovuto essere al lavor da almeno due ore.
Come diavolo era possibile? Si era forse dimenticata di mettere la sveglia? Prese l'oggetto infernale per capire cosa non andava, ma la sua attenzione fu attirata da un biglietto sotto di essa:

 Ieri ti sei addormentata in fonderia, ti ho portato a casa e ho spento la sveglia, oggi hai il giorno libero.
Non preoccuparti io e Dig possiamo sopravvivere un giorno senza di te.
Oliver.

Felicity ricadde con un tonfo sulle coperte e si mise a fissare il soffitto: già  aveva un debole per Oliver, ma ora era davvero fottuta.



Spazio autrice:
Ed eccomi qua con la seconda parte di asleep. Ora a dormire è Felicity e Oliver la va a recuperare.
Spero vi sia piaciuto!

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Capitolo 23
*** Hero ***


Hero



Dopo la battaglia nella fonderia con Deathstroke nessuno dei ragazzi aveva voglia di parlare; mesti mesti cercavano di rimettere in sesto quello che restava del loro covo e di loro stessi.
Erano a pezzi, fisicamente, ma, soprattutto mentalmente: troppi problemi tutti insieme.
Roy era in uno stato pietoso dopo essere stato catturato da Slade, Sara stava iniziando a sospettare che sua sorella avesse qualcosa che non andava e Oliver sospettava che la più grande delle Lance avesse intuito qualcosa su di lui, senza contare la faccenda di Thea, ormai, Merlyn ed infine c'era il problema della QC nelle mani di Isabel Rochev.
Era troppo, troppo per un uomo solo ed Oliver al momento stava sostenendo tutto quel peso da solo, era tutto sulle sue spalle.
Il ragazzo si lasciò andare ad un sospiro di esasperazione mentre con una scopa ripuliva i vetri della teca andata in frantumi.
"Oliver.." Provò Sara cercando con una mano di toccare il ragazzo che, però, si ritrasse di scatto
"Non dire niente" la fermò lui
Gli occhi di Sara si rimpicciolirono mentre la ragazza sconsolata gli voltò le spalle e tornò a fare ordine nel seminterrato
Felicity e Diggle assistetterò impotenti alla scena scambiandosi occhiate preoccupate.
Per una decina di minuti il silenzio tornò a regnare, finché Felicity si avvicinò ad Oliver, il ragazzo era ancora intento  a spazzare per terra con lo sguardo basso.
Delicatamente La ragazza gli posò una mano sull'avambraccio per richiamare la sua attenzione.
La mano di Felicity era piccola e calda e il chiarore della sua pelle risaltava in contrasto col maglione grigio scuro che lui indossava.
I due si guardarono per un secondo ed Oliver emise un sospiro poi girò lo sguardo.
"Ehi, non è colpa tua" disse la bionda accarezzando delicatamente il braccio di Oliver dalla spalla al gomito, mentre il ragazzo guardava la manina compiere quel gesto confortante ed ipnotico.
"Invece ti sbagli, è colpa mia. Io l'ho creato, ho creato Slade, se lui non avesse preso il Mirakur..se lei non fosse morta... Se io non fossi naufragato su quella dannata isola..Adesso noi.."
"Tanto per cominciare non ci sarebbe nessun noi. Tu saresti il solito ragazzo ricco e viziato che ha preso il posto del padre nel dirigere una compagnia in cui non aveva nessun interesse, molto probabilmente terresti ancora il piede in due scarpe tra Sara e Laurel, Diggle starebbe ancora in Afganistan o chissà dove a cercare l'assassino di suo fratello.... E io è te.. Beh, non ci saremo mai incontarti, molto probabilmente in sarei solo una anonima IT girl impiegata per la tua compagnia... Insomma, Oliver tutto questo è per dirti che io sono contenta di ciò che abbiamo e che dovresti esserlo anche tu. Sono certa che tutto si sistemerà"
"Ho bisogno di un pò d'aria" disse Oliver spostando delicatamente il braccio della ragazza e salendo la scala.
Felicity fissò la sua schiena che si allontanava.
"Sta tranquilla, poi gli passa" disse Diggle, che insieme a Sara aveva assistito a tutta la scena 
"È solo che... Sai Dig, ogni tanto mi piacerebbe che lui vedesse  ciò che vedo io quando lo guardo"
"Perché? Tu cosa vedi?" Chiese Sara alla ragazza
"Un eroe" rispose Felicity guardando negli occhi l'altra bionda



Spazio autrice: 
Ed eccomi, meglio tardi che mai, ma tra scuola e influenza la voglia, l'ispirazione e il tempo erano pari a zero .-.
Spero di essermi fatta perdonare con questo cap!

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Capitolo 24
*** Quotable ***


Quotable

Roy Harper entrò in fonderia ben sapendo della lavata di testa che lo aspettava. Essere in ritardo per un'allenamento con Oliver non era accettabile, specialmente se stavi facendo un allenamento di altro tipo con la sorella del suddetto ragazzo.
"Dove sei stato? Saresti dovuto essere qui un ora fa" ruggì Oliver appena il ragazzo scese le scale e posò un piede sul pavimento.
"Eh, ho avuto un... Un'emergenza" tentò Roy incerto sperando di riuscire a cavarsela.
Oliver inarcò un sopracciglio:"Che tipo di emergenza?"
"Ehm.."
"Scommetto che la tua "emergenza" risponde al nome di Thea Queen" si intromise Felicity ruotando sulla sedia per incontrare il suo sguardo
Entrambi i ragazzi si rivolsero verso di lei, Roy ora la osservava meravigliato; come diavolo...
" Roy la prossima volta controlla di non avere tracce di rossetto sul collo e profumo da donna addosso... Aspetta questo forse tu non volevi saperlo " disse la bionda indicando Oliver e tornando poi a lavorare ai suoi computer.
No, ne avrebbe voluto decisamente fare a meno.
Roy in estremo imbarazzo si passò la manica della felpa rossa sul collo cercando di ripulirlo, mentre Oliver lo fissava con uno sguardo tra il furioso e lo schifato.
Pensare a Roy e a sua sorella in quei termini non era proprio la cosa migliore che poteva fare.
"Ehi, non guardatemi così, non era programmato... Le cose ci sono un pò sfuggite di mano e lo abbiamo fatto... Il sesso non ha mai fatto male a nessuno" disse cercando di discolparsi il moro
Oliver fece per dire qualcosa ma Felicity lo precedette:
**"il sesso può uccidere! Sai cosa succede a un corpo durante il sesso? Le pupille si dilatano, le arterie si restringono, la temperatura sale, il cuore corre la pressione sanguinea va alle stelle, la respirazione si fa veloce e superficiale, il cervello comincia a lanciare impulsi elettrici all'improvviso, spuntano secrezioni in tutte le ghiandole, i muscoli hanno spasmi e si tendono come se sollevassero tonnellate. È violento, è brutto, ed é sporco. Se Dio non lo avesse reso così terribilmente piacevole, l'umanità si sarebbe estinta un milione di anni fa. Agli uomini va bene perché hanno un solo orgasmo, ma lo sai che le donne possono avere un orgasmo per più di un'ora?" 
Per fortuna Felicity fece il discorso completamente rivolta verso lo schermo del computer e non poté vedere le facce dei due ragazzi, che al momento si stavano fissando con gli occhi spalancati  e le labbra schiuse, Roy giurò di essere arrossito, ma nessuno dei aveva al moneto la capacità di mettere insieme soggetto e verbo.
In quel momento un rumore di passi li fece girare simultaneamente: Digg era sceso nel seminterrato con una serie di pacchetti del Belly Burger.
"Ehi ragazzi, ho il nostro pranzo!"
Felcity si alzò velocemente dalla sedia e prese il suo sacchetto: panino tonno e maionese
"Felicity, che è successo? Perchè hanno la faccia di due che sono appena passati sotto un treno?"
" Beh, diciamo che ho insegnato loro qualcosa sulla anatomia femminile" rispose la bionda arrossendo e spingendosi gli occhiali sul naso con un dito mentre ondeggiando la coda tornava a sederesi davanti ai suoi computer



Spazio autrice: 
Ed eccomi qui fresca fresca con un nuovo cap, che dire Balbettante-Felicity fa sempre la sua sporca figura!
Ah giusto per puntualizzare la frase dopo gli ** non è mia, è una citazione di Dottor House, la puntata 1x03 per la precisone, ed è Cameron che la dice a Chase, già a quei tempi mi aveva fatto sbellicare e allora mi sono detta perché non farla dire a Felicity in uno dei suoi balbettii?!
Dire che forse questo è il cap che per ora mi sono divertita di più a scrivere^^
Baci
Ah ho già un' idea per il prossimo cap che vi garantisco sArà molto più serio!

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Capitolo 25
*** Fists ***


Fists

 Pioveva. Il giorno del funerale di Moira Queen pioveva a dirotto, era come se il cielo stesse piangendo la sua scomparsa.
Nella prima fila di panche  sedevano Oliver, Walter e Thea, la ragazza aveva gli occhi rossi, il naso gocciolante ed era scossa da singulti e tremiti, il mascara colava copioso sulle sue guancia lasciando una spessa riga nera come il catrame. Oliver era immobile, sembrava quasi che non stesse respirando, le spalle tese e rigide dentro il suo scuro completo Armani. Non stava piangendo, quello no, ma doveva averlo fatto in passato; gli occhi rossi non mentivano. Le sue braccia erano appoggiate sulle gambe, le mani strette in pugni con le unghie che penetravano nella tenera carne dei palmi fin quasi a farla sanguinare.
Walter era alla destra della giovane Queen, le teneva la mano cercando di farsi forza e farne a lei, pesanti rughe marcavano il suo volto.
La funzione fu veloce e intima; le poche persone non appartenenti alla famiglia Queen si trovavano in fondo alla cappella della famiglia.
Felicity piangeva come una fontana, aveva tolto gli occhiali e adesso si asciugava le lacrime con un fazzoletto zuppo. Lei e Moira non andavano molto d'accordo, ma era pur sempre un essere umano, un essere umano che era stato ucciso, Felicity provava tanto pena per questo, ma il dolre, il dolore quello vero, che le stava facendo bruciare gli occhi, lo provava per Oliver. Non si meritava tutto questo, era una brava persona non meritava di rimanere da solo. Proprio mentre i suoi singhiozzi si intensificavano, Felicity, sentìuna calda mano posarsi sulla sua: Diggle.
L'uomo la strinse leggermente e cercò di simulare un sorriso, un appiglio per farle capire che sarebbe andato tutto bene, ma nel profondo anche lui era scosso, Felicity lo poteva capire anche solo guardandolo: l'espressione seria, la postura rigida.
A pochi passi d loro si trovava la famiglia Lance, o meglio una parte di essa: Laurel e suo padre sedevano stoici su una delle ultime file di panche della chiesa, entrambi sembravano stanchi e provati; Lance aveva pesanti borse sotto gli occhi e un'espressione affranta, Laurel guardava fisso il pavimento cercando di fermare i singhiozzi e le lacrime. Non era sempre così perfetta allora.
Sara non era presente, Felicity non aveva idea del motivo, ma onestamente non era il momento di preoccuparsi di quello.
Quando la funzione finìla gente cominciò piano piano a defluire verso l'esterno.
Felicity vide Walter, cercò di fargli un sorriso che lui non ricambiò, l'unica cosa che disse é che sarebbe andato a cercare di calmare i giornalisti assetati di scoop fuori dalla cappella.
Ormai tutti gli invitati erano fuori, ma Oliver era rimasto lì, seduto in prima fila ed immobile come una statua, sembrava essere lì col corpo, ma non con la mente.
Thea invece  si era sdraiata su una panca in posizione fetale stava dando sfogo alla sua disperazione.
"Credete che dovremo fare qualcosa?" la voce di Lance riportò Felicity alla realtá. Laurel e suo padre si erano avvicinati a lei e Diggle.
"Credo che le uniche due persone che potrebbero fare qualcosa siano le uniche due assenti oggi" rispose Felicity senza pensare
"Sara e Roy" le fece eco l'ufficiale Lance
"Ho provato a telefonare a Sara tutto il giorno, ma non ho idea di dove sia" si aggiunse Laurel
Felicity sospirò pesantemente. Fece per avvicinarsi ad Oliver, ma improvvisamente venne distratta dal rombo di una moto: Sara Lance e Roy Harper erano ora all'entrata della cappella, i due si tolsero i caschi e fecero il loro ingresso sotto lo sguardo sbigottito dei presenti.
Istintivamente Diggle portò le mani alla pistola, l'ultima volta che aveva visto Roy le cose non erano andate benissimo, ma questa volta Roy sembrava essere tornato sè stesso, o l meno sembrava non essere più posseduto,dal Mitakuru.
Il ragazzo camminò velocemente fino a raggiungere Thea, si abbassò accarezzandole la guancia, immediatamente la ragazza si mise seduta e  lo strinse a sè, e il suo pianto diventò ancora più forte. 
Sarà intanto si era avvicinata ad Oliver, delicatamente gli mise una mno sul braccio e iniziò a parlargli, ma il ragazzo sembrava ancora in un'altra dimensione;
"Oliver, ehi, siamo qui, sono qui. Quello che è successo non è colpa tua, è stato Slade. Noi possiamo superarlo, ma tu mi devi aiutare, ti devi aiutare"
L'espressione del ragazzo rimase neutrale, il corpo non si spostò si un millimetro. Con un pesante sospiro Sara si allontanò e raggiunse gli altri. Solo Roy ora restava vicino ad Oliver, delicatamente si staccò da Thea e la invitò a raggiungere i loro amici
Roy si sedette vicino a lui senza guardarlo e iniziò a parlare:
"Io lo so sai, lo so come ci si sente a essere da soli, sono cresciuto nel Glades, completamente abbandonato a me stesso e senza una metà. Non sarà facile, non lo diventerà mai, ma con l'aiuto di persone che ti vogliono bene lo supererai. Puoi superarlo, devi superarlo, non per me, non per te, ma per Thea"
Oliver girò per la prima volta lo sguardo verso il ragazzo e per un solo secondo pensò di avercela fatta, ma il biondo spezzò le sue speranze:
"Roy, va a casa, andatevene tutti, non avete più nulla da fare qui" disse duro volgendo lo sguardo sul pavimento.
Roy fu colpito da una crudele verità; Oliver stava mollando!
Il moro si alzò in piedi e puntò un dito contro il suo interlocutore:
" Non posso crederci, tu stai mollando! Non é possibile, non dopo tutto quello che hai fatto, che abbiamo fatto...tu... Tu mi hai insegnato ad essere forte e a non lasciarmi dominare dalla rabbia, e adesso te ne stai qui a piagnucolare come una femminuccia per tutto quello che di sbagliato c'è nella tua vita". Per la prima volta Roy sputò fuori tutto quello che pensava, l'aria nella stanza si fece gelida nessuno aveva la forza di dire nulla.
"Ah, non rispondi, non ti interessa quello che sto dicendo, beh, vediamo se questo ti tocca". 
Successe tutto molto in fretta: Roy piegò il braccio e un pugno fortissimo si sfracellò sul volto di Oliver, l'impatto fu così forte da farlo finire in terra con il naso sanguinante.
Diggle e l'officiale Lance estrassero la pistola
"Roy, che diavolo ti è saltato in mente?" Gridò Felicity avvicinandosi a loro, ma il ragazzo la  ignorò, concentrandosi su Oliver che giaceva ora seduto in terra e fissava il pavimento.
"E così non rispondi, non ti ricordi più come si fa forse?" Chiese il moro con un guizzo negli occhi
Nessuna risposta.
"Eh va bene, speravo di non dover arrivare a questo" disse per poi girare lo sguardo verso Felicity:"Mi dispiace Barbie"
"E per cosa?" Felicity non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che un pugno si stava scagliando contro il suo viso, istintivamente chiuse gli occhi preparandosi al contatto che.. Non avvenne.
Quando riaprì gli occhi Sara era vicino a lei a soreggerla e Roy era stesso atterra con un labbro gonfio e Oliver a cavalcioni su di lui che lo riempiva di pugni.
"Stai bene?" Chiese Sara
"Si, io si, ma loro...dobbiamo fermarli" 
Diggle era già pronto a placcare Oliver, ma Sara lo fermó.
Solo in quel momento Diggle realizzò che, mentre Roy si faceva prendere a pugni senza rispondere, Oliver aveva iniziato a piangere; si stava sfogando.
Quando ne ebbe abbastanza Oliver si buttò all'indietro, la schiena sul freddo pavimento e gli occhi rivolti al soffitto, ma le sue labbra si stavno increspando in un sorriso.
Aveva resistito !


Ore più tardi, qundo ormai tutti erano tornati a casa e Oliver era stato infilato a forza in un letto per farlo dormire Roy, Diggle, Felicity e Sara si ritrovarono in fonderia:
"Mio Dio, non riesco ancora a credere a quello che hai fatto" disse Diggle a Roy
" Menare il fratello della mia ragazza dici? Niente di speciale.."
"Roy, lo sai che cosa intendo. Come ti è venuto in mente di fare una cosa del genere? E comunque non sei ancora perdonato"lo rimbeccò Felicity
"Non guardare me, e lei che mi ha dato l'idea" rispose Roy indicando Sara
"Io?" Si stupì la bionda
"Si, quando sei venuta a cercarmi io ero un'automa sotto l'influsso del Mirakur, ero completamente fuori di testa, ma ad un certo punto tu hai iniziato a parlarmi, parlarmi di Thea, spiegandomi come stava soffrendo, che aveva bisogno di me, ed io piano piano sono.. Sono ritornato me stesso. Ho pensato che ferendo Oliver nel profondo lui avrebbe reagito e così è stato"
Per un pò nessuno parlò e il gruppo si diradò dandosi la buonanotte. Proprio mentre Felicity stava salendo la scala Roy la fermò afferrandola per un braccio:
"Mi dispiace" le disse con lo sguardo basso per l'imbarazzo
"Stai tranquillo, abbiamo aiutato Oliver, va bene così" rispose lei con un sorriso dolce
"Felicity, ti chiedo solo di stare attenta, se ti succedesse qualcosa non so come Oliver potrebbe reagire, sei il suo catalizzatore di emozioni. Oliver Queen è nelle tue mani"
Detto questo Roy uscì dalla fonderia lasciando Felicity sola con i suoi pensieri.



Spazio autrice:
Ok, direi che il capitolo si commenta da sola, dopo aver visto la 2x20 e le fantastiche performance del cast ho cercato di rendere loro omaggio con questo cap
Spero vi piaccia !
Baci







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Capitolo 26
*** Parents ***


Parents

Diggle era agitato, e molto, anche se sapeva benissimo di non averne il motivo, Layla era lì solo per un controllo di routine, dovevano assicurarsi che la gravidanza proseguisse per il meglio.
Nonostante si stesse auto convincendo di questo, non poteva fare a meno di camminare  avanti e indietro per il corridoio dell'ospedale di Starlng City.
Era tanto immerso nelle sue faccende che non si accorse di una ragazza che arrivava dalla parte opposta del corridoio; i due si scontrarono.
"Oh mio Dio, mi scusi, io non...Mr Diggle? Che ci fa qui?" disse la ragazza, rivelatasi essere nessun'altra, se non Laurel Lance
"Non si preoccupi,Signorina Lance... Ero distratto. Non sono qui per me, ma per Lyla" rispose l'uomo indicando una porticina chiusa dove Layla stava venendo visitata.
"Capisco " rispose Laurel accennando un sorriso
"Che mi dice di lei? Tutto apposto?" Domandò il moro interrogandosi sul perchè la ragazza fosse lì
"Io si, ma mio padre..." 
Diggle strabuzzò gli occhi:" è successo qualcosa a Lance?"
"Beh dopo la sconfitta di quel pazzo mio padre si è sentito male, aveva una forte emorralgia interna, i medici dicono che è fuori pericolo, ma non si è ancora risvegliato"
"Mi dispiace molto. Posso vederlo?" commentó lui realmente dispiaciuto
"Certo, è nella stanza in fondo a questo corridoio" rispose Laurel indicando la suddetta stanza con un dito.
Perfetto, era poche stanze da Layla, lei lo avrebbe facilmente trovato in caso di bisogno
"Ora mi scusi, ma devo proprio andare, vorrei rimanere di più, ma il lavoro chiama, e stare qui a deprimermi non aiuterà nessuno quindi... "
"Certo, capisco, arrivederci "
"Arrivederci"

In fonderia Felicity si alzò per andare a pendere il telefono che stava squillando:
"Pronto?"
"Ehi, sono Dig, ti chiamo dall'ospedale di Starling City..."
"Cosa, ospedale, ma stai bene?"chiese subito lei, vedendo con la coda dell' occhio Oliver che si avvicinava con aria preoccupata.
"Io sì, ma il detective Lance... Lo hanno ricoverato d'urgenza per una forte emorralgia interna, ho pensato voleste saperlo"
"Oh mio dio, Digg, arriviamo subito" rispose lei non staccando mai il suo sguardo da quello di Oliver, che pur non sapendo bene la situazione aveva compreso che era successo qualcosa di grave.


Diggle Oliver e Felicity erano ora nella stanza del detective Lance, Felicicty stava cercando di nascondere una lacrima silenziosa che le riga a le guance.
 Oliver era teso e nervoso; era colpa sua se lui era lì.
"Ragazzi, state tranquilli, ho parlato coi dottori, dicono che ci sono ottime speranze che si riprenda e che è perfettamente normale che sia ancora senza conoscenza a causa di tutto il sangue perso." rassicuro  gli amici Diggle
"È un uomo forte, stata bene" gli fece eco Felicity
Oliver non parlava, ma continuava a fissare i tubi delle flebo attaccati al suo braccio
In quel momento entrò un'infermiera:
"Ehm, scusate ma vi devo pregare di andare via, l'orario di visite è terminato"
"Certo, andiamo via subito" rispose Oliver secco mentre si avviava verso il corridoio seguito dagli altri due. Si sedette su una delle poltroncine attaccata al muro per i parenti dei malati e si mise la testa tra le mani.
"Ehi, non è colpa tua, e lo sai" provò Felicity mettendogli una mano sulla spalla
Lui alzò la testa:"Se io non avessi avuto un conto in sospeso con Slade lui non sarebbe qui"
"Oliver, lei ha ragione, non è colpa tua, tu hai salvato questa città " intervenne l'ex militare
"Già, ma a che prezzo? Quanta gente è morta per colpa mia? Slade aveva ragione, sono un' assassino"
"No, non lo sei, tu sei un eroe"
"Felicity..." 
"No, sta zitto e ascolta: quello che tu hai fatto per questa città, per noi, non ha nessun paragone, hai sacrificato te stesso per Starling City. Tu, Sara, Diggle, Roy, ... E persino Nyssa... Voi siete eroi, è questa, questa è la città degli eroi" Oliver e Felicity si guardarono intensamente e proprio mentre lui si accingeva a dire qualcosa una nuova voce si intromise:
"Ehi, Digg, eccoti qua, pensavo mi avessi abbandonato con l'infermiera. Oh Oliver, Felicity, non credevo foste qui"
"Lyla, tesoro, tutto ok?" chiese l'uomo andando ad abbracciare sua moglie
"Certo, tutto tranquillo le analisi sono nella norma" disse lei sorridente
"Analisi? Stai male? Oh mio dio Digg, è per questo che sei qui? Ora che ci penso volevi già dirci qualcosa su Layla quando stavamo volando verso la città... Non sarà mica che è malata?"
"No, nulla del genere" rispose lui vago
Ora anche Oliver aveva iniziato a preoccuparsie e alzandosi in piedi si avvicinò alla coppia:"Ehi, se c'è qualcosa che non va a noi puoi dirlo..."
Dig e Layla si scambiarono uno sguardo e poi lei prese un bel respiro:
"Sono incinta"
Per un secondo si Oliver che Felicity gelarono, poi la bionda si catapultò letteralmente addosso alla mora in un abbraccio stritolante.
Oliver guardò Diggle negli occhi sorridendogli; era realmente contento per il suo amico
"Ma da quando... Come è suc.. Cioè no, voglio dire, so com'è successo, quello lo so dalla quarta elementare circa, e no che mi stia impicciando di ciò che fate in privato.."
"Felicity, calmati" disse Oliver posandole delicatamente una mano sull'avambraccio 
"Calmarmi? Oliver, tu non capisci, noi..noi..stiamo per diventare zii!" rispose lei con un sorriso radioso che andava da un orecchio all'altro.
Oliver alzò un sopracciglio, ma poi il suo volto si rilassò in un sorriso, zio, si gli piaceva.
" In realtà tu e Oliver non sarete solo gli zii del bambino, vogliamo che siate il suo padrino e la sua madrina "
"Ne saremo onorati, paparino" rispose Oliver ironicamente e scoccando uno sguardo a Digg
"Oliver, la prossima volta ti uccido" disse Diggle scatenando le riste del gruppo.
Oliver si voltò a osservare Felicity e vedendo il suo sorriso capì che ogni cosa si sarebbe sistemato; Digg sarebbe diventato papà, il detective Lance sarebbe stato meglio e loro avrebbero continuato ad essere amici.




Spazio autrice: 
Ed ecco il capitolo che mette fine alla raccolta, mi sembrava giusto farla finire in concomitanza con la serie.
Ora parlando di cose importanti, se non avete visto la 2x23 fatelo!!! E non lo dico solo per l'olicity, è stata una puntata epica, vi dico solo che sono riusciti a farmi tollerare LaurelxD
Su l'olicity non vi spoilero troppo, ma state attenti che nulla è come sembra, gli autori ci hanno trollato ma allo stesso  tempo dato una grande speranza, chi ha visto sa di cosa parlo:)

E adesso passiamo ai ringraziamenti a tutti i lettori, quelli muti, quelli che hanno recensito, quelli che hanno criticato e quelli che hanno inserito la storia nei preferiti/seguiti/ ricordati.
Grazie davvero, senza di voi questo non avrebbe avuto  senso.
Ah, tanto per chiarire non vi libererete di me tanto facilmente, ho già iniziato una nuova ff : http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2601350&i=1 
E ho intenzione di riprendere quella degli acrostici: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2450969&i=1

Baci a tutti e speriamo di renderci l'attesa di ottobre meno estenuante con le nostre ff!



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