Nda_Dart
of Pleasure.
Salve
gentili lettori! Volevo solo avvisarvi che questa song-fic è
stata
ispirata dalla canzone “Guarda che Luna” di Fred
Buscaglione, è
famosissima ma, che so, magari qualcuno non ce l'ha presente ed
è
curioso di ascoltarla u.u
Immaginate:
Lupin, appassionato di jazz, che ha da poco baciato Tonks, girovaga
dentro i confini di Hogwarts e pensa alla sua bella.
Che
altro dirvi? Vi ringrazio dell'attenzione, buona (?) lettura!
Guarda
che luna, guarda che mare...!
La
luna crescente, con il suo fioco splendore, si rifletteva sulle
sponde del Lago Nero. Remus Lupin, pur con i sensi all'erta, non
poté
far altro che dar sfogo al sospiro che, da ore, tratteneva in petto.
Da
questa notte, senza te dovrò restare!
Se
davvero l'amava- e, per Godric, l'amava- non
poteva
condannarla: legarla a sé avrebbe significato privarla di
quel
briciolo di serenità che, anche in tempi come quelli,
avrebbe potuto
avere; derubarla della famiglia sana che, in un non lontano futuro,
avrebbe potuto costruire.
Folle
d'amore, vorrei morire...mentre la luna, di lassù, mi sta a
guardare.
Lei
meritava qualcuno capace di spianarle la strada, un uomo giovane e
sano...non un reietto ancor più vecchio dei suoi anni, a
causa del
quale l'avrebbero segnata a vita.
Immaginarla
accanto all'ipotetico uomo perfetto non era, tuttavia, esattamente
consolante ed il desiderio di affondare gli artigli- nella propria o
altrui carne, non importava,- era sempre più prepotente.
Resta
soltanto tutto il rimpianto,
perché
ho peccato nel desiderarti tanto!
Oh,
dormire e non
sognare![1]
Da
anni evocava la morte, il buio eterno e ristoratore; ma non avrebbe
mai stroncato la propria esistenza con l'atto di estrema
viltà*.
Voleva
morire da vero Grifondoro, proteggendo i suoi cari, vendicando gli
amici e donando un futuro ai posteri.
La
consapevolezza che, lasciando questa Terra, nessuno lo avrebbe
pianto, gli dava una soddisfazione da vero masochista. Rinunciando a
lei avrebbe rinunciato all'ultima possibilità di avere una
casa e,
dopo tanto vagabondare, avere un luogo da chiamare casa era tutto
ciò
a cui aspirava.
“Non
sacrificherò una vita per puro egoismo. No, lei
rinsavirà, guarirà
da questa follia e...mi dimenticherà”,
pensò, mentre il vento
gelido gli penetrava le ossa. “Ed anche se dovesse continuare
ad
ostinarsi, non sacrificherò la sua vita al mio
piacere...puro
piacere...”
Ora
son solo a ricordare e vorrei poterti dire
guarda
che luna, che mare!
Puro
piacere: come negare
che le sue labbra, leggere ed innocenti, fungevano da miccia, pronte
ad incendiargli il sangue nelle vene?
Desiderava
vivamente non
averle mai provate perché, anche in quel momento, mentre
provava a
salvarla da se stesso, non riusciva a non bramarle. Quel briciolo di
egoismo, radicato in ogni essere umano, rivendicava il diritto di
essere felice, di ghermirla dalla vita felice che meritava per
introdurla nella sua miseria. Questo suo desiderio, secondo il suo
parere, non faceva altro che sottolineare la sua natura mostruosa.
Remus
Lupin, mago brillante
e potente, non capiva che lasciarsi amare non è una colpa.
[1] La
frase “Dormire e
non sognare”, con cui s'intende la morte, è il
titolo di un'opera
della scrittrice Liala.
*Con
“atto di estrema
viltà” si intende il suicidio.
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