Pinkly, il sesto Sevenfold

di I m a witch
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Brian e Jimmy si sono incontrati per merito mio! ***
Capitolo 2: *** Questa band (non) s'ha da fare! ***
Capitolo 3: *** I Pinkly Smooth ***
Capitolo 4: *** La nascita di Synyster Gates ***
Capitolo 5: *** Il Deathbat ***
Capitolo 6: *** Amici fuori di testa ***
Capitolo 7: *** Am I a fuckin' girl?! ***
Capitolo 8: *** Welcome to the Family! ***
Capitolo 9: *** The kid who killed the principal ***
Capitolo 10: *** Tra risse, cazzate e... Nosferatu! ***
Capitolo 11: *** First lady ***
Capitolo 12: *** Feste folli, fiumi di birra, concerti e borseggiatori! ***
Capitolo 13: *** Il Grande Giorno ***
Capitolo 14: *** Tour... in ospedale! ***



Capitolo 1
*** Brian e Jimmy si sono incontrati per merito mio! ***




Pinkly, il sesto Sevenfold!
 

I


Brian e Jimmy si sono incontrati per merito mio!
 
 
Ehilà!
Sono Pinkly, e tutti credono che io sia un cane. Cioè, no che non lo sia, ma non sono una cane cane, io; sono un Cane, con la C maiuscola, un Super Cane se vogliamo.
Avete presente quando si dice che "il cane è il miglior amico dell'uomo"? Beh, io sarei il "super migliore amico", la "spalla", insomma, il "compare" dell'uomo, in questo caso di cinque, folli uomini: Matt, Brian, Jimmy, Zacky e Johnny. Ebbene sì: nessuno lo sa, ma io sono il sesto Sevenfold. Quindi, folli fan che non siete altro, cominciate a prendere un po' in considerazione anche me!
Senza di me, infatti, gli Avenged non esisterebbero, o farebbero molto schifo, dipende dai punti di vista.
Ufficialmente io sarei il cane di Brian Haner Jr, anzi, sarebbe meglio dire che io gli faccio credere che lui sia il mio padrone... in realtà lui stesso sa fin troppo bene chi è che comanda davvero, fra i due.
Dunque, vi racconterò come tutto iniziò.
Era una tipica giornata di sole ad Huntington Beach di molti anni fa.
Brian, come al solito, se ne stava spaparanzato sul letto, con le cuffie alle orecchie, canzoni metal a palla, a non far nulla. Io stavo sdraiato ai piedi del letto da ore, ormai, e sinceramente mi ero stancato e avevo voglia di sgranchirmi un po' le gam... pardon, le zampe.
Così attuai la mia solita strategia: rompergli le palle finché non mi avesse dato retta. Mi misi ad abbaiare come un pazzo ma quello, ovviamente, non mi sentì nemmeno, dato che aveva sparato "Master of Puppets" nelle orecchie ad un volume indicibile. Cominciai a mordergli i piedi (bleah, che schifo! Diamine, Brian, da quanto cavolo di tempo non cambi i calzini?!).
Finalmente il mio schiavo si riscosse, uscendo dalla sua E.A.M. (Estasi d'Ascolto Metal) e fissando il suo sguardo stralunato su di me.
«Pinkly, che diavolo vuoi?!» mi chiese, togliendosi la cuffietta destra.
«Wuaf!» ovvero, Voglio uscire fuori da questo tugurio, puzza più di una discarica e mi fa anche un po' schifo!
«Vuoi i croccantini, vero?» chiese quello, sorridendo sornione.
«Wuaf wuaf!!» No, razza di deficiente! Voglio uscire, uscire!! Al sole, all'aria pura, sotto il cielo azzurro!
«Ok, andiamo allora, ti riempirò la ciotola con i croccantini al pollo che ti piacciono tanto!»
Croccantini al pollo, eh? Mh... quasi quasi... no! Non dovevo farmi tentare.
Saltai giù dal letto, aprii la porta socchiusa con la zampa e scesi al paino inferiore, prendendo dal tavolino dell'ingresso il mio guinzaglio nero con le borchie argentate. Ebbene sì, quello lì costringeva pure me ad essere un metallaro, nonostante gli avessi detto chiaramente più volte che preferivo Whitney Huston e Celine Dion...!
Salii nuovamente in camera di Brian, mettendogli sul letto il guinzaglio: se non lo avesse capito così, era proprio più deficiente di quanto potessi pensare.
«Ah!» fece quello, illuminandosi «Vuoi uscire, vero?»
Finalmente! Complimenti, Brian, hai appena vinto un milione di dollari!
«Wuaf!» scodinzolai, contento, saltellando verso la porta. Avevo quasi perso le speranze.
«Mi dispiace Pinkly, non mi va... usciamo domani, sono impegnato ora» e il bradipo si rimise la cuffietta destra, sdraiandosi nuovamente sul letto.
Impegnato? E tu ti definiresti un uomo impegnato?!
Alzai gli occhi al cielo. Ma perché, perché sono andato a finire nella casa dell'unico ragazzo in tutta la California che, anziché andare a surfare, se ne stava a poltrire tutto il giorno, il più lontano possibile dal sole?!
Non poteva averla vinta! Comincia a saltargli addosso, strappandogli le cuffie dalle orecchie.
A quanto sembrava i piedi non erano l'unica parte sporca; persino la faccia era sudicia, imbrattata di vecchi segni di matita, ormai colata fino alle guance. Sbuffando, presi a lavarlo: non poteva certo uscire conciato in quel modo, santo cielo, cosa avrebbe pensato di me la gente vedendomi in compagnia di un essere talmente sciatto?
«Ho capito, ho capito, usciamo!» si mise a gridare, passandosi una mano in faccia con fare disgustato «Mio Dio, che schifo, Pinkly, ti ho detto un sacco di volte di non leccarmi!»
«Wuaf!» sbraitai, ovvero Scusami tanto, Brian, se almeno io  ci tengo alla tua igiene personale!
 
Poco dopo fummo fuori. Quel troll di Bri non aveva avuto nemmeno la decenza di sciacquarsi la faccia, limitandosi ad infilare un paio di jeans scuri, una maglietta dei Motorhead e le immancabili Converse nere.
Cominciammo a passeggiare in giro, finendo tra vari negozi di ogni genere. Ad un certo punto Bri si accese una sigaretta, fermandosi sul marciapiede. Quel ragazzo era proprio impossibile! Aveva solo quindici anni, caspita, si sarebbe rovinato la salute! Quello che non fanno le cattive compagnie...!
Dovevo subito trovargli un amico che potesse metterlo sulla buona strada, qualcuno con i suoi stessi interessi, le sue passioni, insomma, un ragazzo con cui poter passare del tempo in giro, portando anche me dietro, ovviamente! Mi guardai intorno, alla ricerca di qualcuno che facesse al caso nostro. Il mio sguardo cadde attraverso la vetrina di un negozio di musica. Al suo interno vi era un ragazzo, intento a raccattare vari cd di Pantera e Metallica. Anche lui era vestito come Bri e aveva più o meno la sua età. Quello che mi colpì più di lui, tuttavia, furono le sue sembianze d'angelo: altissimo, capelli biondi sparati in aria, splendidi occhi color cielo. Era lui, non c'era alcun dubbio! Dovevo assolutamente farli incontrare!
«Wuaf!»
«Che vuoi ora?» fece Brian, con aria abbastanza scazzata.
«Wuaf!» ripetei, tirandolo verso il negozio di musica.
«Lasciami fumare in pace, porca... oh, un negozio di musica!» fece quello, guardando il negozio con gli occhi lucidi dall'emozione «Che ne dici se andiamo a dare un'occhiata, Pinkly?»
Sbuffai. Davvero, l'acume di quel ragazzo mi stupiva ogni giorno di più...!
Brian buttò la sigaretta per terra, spegnendola col piede, e mi trascinò con sé all'interno del negozio. Neanche a dirlo, si fiondò subitamente nel reparto metal, proprio dove se ne stava il ragazzo che avevo visto dalla vetrina. I due, però, sebbene fossero l'uno accanto all'altro, non si degnavano nemmeno di uno sguardo. Così non andava bene! Dovevo agire al più presto... senza nemmeno pensarci, morsi la gamba del biondino.
«Ahi, cavolo!» saltò in aria quello, facendo cadere alcuni cd che aveva in mano e massaggiandosi la gamba lesa.
Eh che diamine, quante storie per un morsetto da niente...!
«Pinkly!» mi rimproverò Brian «Sei davvero un cane molto, molto cattivo!» cominciò a sbraitare, puntandomi il dito contro. Cercai di non mordere anche lui. Un giorno mi sarebbe stato riconoscente!
«Mi dispiace tanto, non so davvero cosa gli sia preso! Di solito non si comporta così, non è per niente violento!» cercò di scusarsi Brian.
«Oh non fa niente, non mi ha fatto tanto male» sorrise il ragazzo, prendendo da terra i cd che gli erano sfuggiti di mano. Brian, ovviamente, lo aiutò a raccoglierli.
«Wow, che figata, ma questo è il nuovo cd degli Slayer!» esultò Bri, tendendo il suddetto cd al ragazzo, che sorrise con sguardo eccitato.
«Già! Finalmente, è uscito proprio ieri! Tieni, qua ce n'è un'altra copia!» fece quello, prendendo un cd uguale dallo scaffale accanto.
Brian fece una smorfia.
«Non posso comprarlo. Sono uscito di fretta e ho dimenticato il portafogli a casa...!»
«Oh, non fa niente, anticipo io per te, se vuoi!»
«Grazie amico, sei un grande!» esultò Brian, prendendo felice il cd. Gli porse una mano «Io sono Brian!»
«E io James, ma chiamami Jimmy!» rispose il gigante, stringendo la mano di Bri. Mi stavo quasi commovendo: erano così teneri!
Bel colpo, Pinkly! mi dissi.
Non sapevo nemmeno in che guaio mi ero cacciato, facendo in modo che quei due si conoscessero...!
Ben presto i ragazzi cominciarono a parlare di musica, scoprendo che gli piacevano praticamente i medesimi gruppi e le stesse canzoni.
«Voglio dire, le loro canzoni più famose sono "The Wicker Man" o "Fear of the Dark"... io, però, sono convinto che le migliori siano canzoni meno sentite, come The Trooper o Wasted Years!»
«Già, lo credo anche io! Solo che ogni volta che lo dico, tutti mi prendono in giro dicendo che sono solo cazzate...!»
«Maddai! Lo dicono anche a me! Fortunatamente almeno tu la pensi allo stesso modo!»
Insomma, non la finivano più! Avevano messo radici in quel dannato negozio di musica, e, anche stavolta, dovetti dire addio alla mia passeggiata alla luce del sole. È una vita da cani, la mia, è proprio il caso di dirlo...!
 Uscirono di lì solo quando furono le otto e il commesso, già abbastanza irritato, non li cacciò via dicendo che avrebbe dovuto chiudere da un pezzo, ormai.
«Beh, è stato davvero un piacere conoscerti, Bri!»
«Dovremmo vederci, qualche volta... sempre se ti va!»
«Ma certo! Questi sono il mio indirizzo e il mio numero di telefono!» Jimmy prese il cd degli Slayer di Brian, pescando un pennarello indelebile dalla tasca posteriore dei jeans e scrivendo qualcosa sul retro.
«E questi i miei!« rispose contento Brian, facendo lo stesso sulla copia di Jimmy.
«Ci si vede allora, amico!»
«Puoi contarci!»
Detto questo, i due si incamminarono verso due direzioni opposte.
«Wow Pinkly, che giornata!» cominciò a dire Brian, su di giri, non curandosi delle persone che lo guardavano male per il fatto che stesse parlando con un cane «Quel ragazzo è fortissimo! Suona anche la batteria, sai? Mi piacerebbe provare qualcosa con lui, abbiamo anche le stesse canzoni preferite! Per fortuna mi hai costretto ad uscire!»
Alzai la testa, con fare altezzoso. Finalmente un po' di meritata riconoscenza!
«Beh, è logico che il destino ha voluto che ci incontrassimo!» continuò quello il suo sproloquio, con occhi sognanti. Non riferirò il resto del discorso. I romanzi Harmony, a confronto, sembrerebbero essere stati scritti da un camionista arrapato...!
 
Finalmente fummo a casa. Brian mi diede le mie crocchette al pollo, che guastai con lentezza. Dopo qualche ora davanti alla tv, andammo a letto.
«Non vedo l'ora che si faccia sentire! O forse dovrei chiamarlo io? Oh, cosa devo fare?!» si lamentò, girandosi sul letto.
«Wuaf!» Smettila di comportarti come una ragazzina in piena crisi ormonale!
«Hai ragione, Pinkly! Domani lo chiamerò!»
Non era questo che volevo dire, ma... pazienza!
Mi accucciai come al solito ai piedi del letto, osservando il mio dolce schiavetto umano addormentarsi con un gigantesco sorriso ebete stampato sulle labbra.






Wuaf!
Salve salvino!
Beh, che dire la mia follia ispirazione non ha fine quindi... eccomi per la prima volta qui, a importunare deliziare con la mia presenza anche questo fandom!
Contenti? °grilli°
Sssì... okay... beh, è un'idea un po' originale, non so da dove sia spuntata a dire il vero!
Io la trovo esilarante, ma potrei essere, ecco, leggermente di parte!
Stavolta l'ardua sentenza non è affidata ai posteri ma alle vostre tastiere! Quindi premete qualche tasto a caso e fatemi sapere che ne pensate... altrimento vi faccio sbranare da Pinkly! u_u
Alla prossima!
Witch
^-^

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Capitolo 2
*** Questa band (non) s'ha da fare! ***


Chapter two

Questa band (non) s'ha da fare!


Anno due, settimana otto, giorno tre.
L'Apocalisse, l'Armageddon, insomma, quello che volete voi si è appena abbattuto su questo pianeta. E, soprattutto, sulla mia vita.
Da quel fatidico quanto sciagurato giorno al negozio di musica è passato molto tempo, ormai, e la situazione non ha fatto altro che peggiorare.
Quel tizio, Jimmy, che a prima vista considerai un angelo, era in realtà ancor più pazzo, disadattato e metallaro di Brian. Certo, volevo che i due avessero gli stessi interessi, le stesse passioni, ma non fino a quel punto!
Scoprimmo in seguito che il ragazzo era stato espulso da una scuola cattolica (e vabbé, direte, lì sono rigidi, è facile venire espulsi!), dalla scuola pubblica di Huntington (sì, beh, qui ce ne vuole ma.... capita, no?) e persino da un riformatorio... ok, non ci sono scuse, quel ragazzo era davvero uno dei quattro cavalieri dell'Apocalisse, e ne andava anche fiero! Persino Brian trovava tutto ciò fico fino all'inverosimile. Una volta, mentre eravamo a letto, mi raccontò certe storie da far rabbrividire gli orsi polari!
-Lo sai che Jimmy, una volta, è andato a scuola in kimono?-
-Lo sai che Jimmy, durante la lezione, si è alzato in piedi e ha cominciato a fare le linguacce al prof?-
-Lo sai che Jimmy, il mese scorso, si è fiondato in classe a bordo della skateboard investendo la prof di inglese? Le ha pure rotto un braccio!-
No, non lo sapevo e, sinceramente, preferivo rimanere all'oscuro di quegli avvenimenti! Anche perché, diciamocelo pure: da quando si erano conosciuti, Brian non faceva altro che dire "Jimmy di qua", "Jimmy di là", e la cosa mi dava leggermente fastidio! Come si permetteva quella pertica?! Non poteva certo rubare il mio schiavetto!
Purtroppo per me, però, i due trascorrevano ogni momento della giornata a provare nel garage di casa Haner. Jimmy aveva montato la sua batteria blu elettrico nella loro sala prove improvvisata. L'avevano insonorizzata con i cartoni delle uova, ricoperti a loro volta dai poster di tutte le band che gli piacevano. Avevano persino messo un divanetto in un angolo e un grosso cuscino blu per me; beh, questo glielo dovevo riconoscere!
Provavano ogni giorno, ventiquattro ore su ventiquattro, tant'è che Jim, più volte, si fermava a dormire da noi. Il fracasso che facevano era infernale! Me ne stavo sul cuscino, mettendo le zampe sopra le mie povere orecchie. Non sarò un semplice cane, ma ho comunque un udito molto sensibile!
Il mio udito aveva raggiunto il limite, così come la mia pazienza: dovevo intervenire, farli smettere, per il bene dell'America! Avevo bisogno dell'aiuto di un adulto. Purtroppo per me, nelle vicinanze vi era soltanto un essere che poteva considerarsi "adulto": ebbene sì, quel pazzo di Brian Haner Senior.
Andai verso il salotto, sicuro di trovarlo spaparanzato sul divano, dove in effetti si trovava in quel momento, impegnato a guardare la tv. Mai un po' di sana vita attiva, in quella casa!
-Wuaf!- Ehi, Capo Bradipo!
-Ehi, Pinkly! Dai, sali sul divano!- sorrise, dando una pacca sul cuscino color crema accanto a lui.
-Wuaf wuaf!- Non sono mica un vegetale come te e tuo figlio! Lì non ci salgo!
-Non vuoi salire? Cosa vuoi allora?-
Incredibile, qualcuno mi stava capendo! D'istinto, la mia coda scodinzolò più velocemente.
-Wuaf!- Vieni con me, in garage, e ferma quei due esaltati! Ne va del bene della California!
-Vuoi i croccantini? Dovrebbero essere rimaste un po' di crocchette al pollo...-
Sospirai. Ma perché mai un cane dovrebbe abbaiare solo per degli stupidi, gustosi, prelibati, succulenti... ehm,  cioè, per dei semplici croccantini?!
-Wuaf wuaf!- Sei più stupido di tuo figlio! Alzati da quel dannato divano!
Gli afferrai con i denti i pantaloni della tuta, strattonandolo.
-E va bene, va bene, mi alzo!- fece esasperato, alzandosi dal divano con rumorosi "Ahi" e "Ohi".
-Non ho l'età!- sospirò, massaggiandosi la schiena.
L'avresti, se non te ne stessi tutto il giorno davanti alla tv.
Quella volta, però, la mia missione non era rendere la vita della famiglia Haner più salutare, bensì quella di salvare il mio paese dal terremoto di quei due adolescenti ormonalmente scombussolati!
-Wuaf!- ringhiai a denti stretti, conducendolo verso il garage.
-Va bene, ti seguo... dove andiamo?-
-Wuaf!- Sta' zitto e seguimi!
Il vecchio mi seguì fino in cucina, dove si trovava una porta che conduceva direttamente al garage dall'interno della casa. Da dietro di essa si udiva il casino di quei due, leggermente attutito dal loro "sofisticato" impianto di insonorizzazione. Mi misi a raschiare con le zampe sulla liscia superficie della porta, guardandolo negli occhi.
-Oh, vuoi andare dai ragazzi? Vengo anche io, allora!-
Finalmente! Brian Sr aprì la porta, dalla quale fuoriuscì una massa di suoni confusi e odori ripugnanti.
I due, vedendo la porta aprirsi, si fermarono di colpo.
Silenzio. Benedetto, sacrosanto silenzio!
-Ehi ragazzi, disturbo?-
-Sì papà, esci!- fece Brian Jr, guardando male il suo vecchio.
-Ma che dici, Bri! Venga pure, signor Haner, si accomodi sul divano!- sorrise invece Jimmy.
-Oh, grazie Jim! Ti ho detto più volte di darmi del tu!- sorrise l'adulto (si fa per dire), accomodandosi sul divano. Di nuovo.
Alzai gli occhi al cielo. Non lo avevo fatto alzare dal divano del salone per farlo spaparanzare su quello del garage!
-Wuaf!- Alzati, razza di rammollito, e fagli un bel cazziatone su quell'inferno che si ostinano a suonare!
-Che c'è Pinkly? Vuoi che continuiamo a suonare?- sorrise Jimmy.
-Wuaf wuaf!- guaii terrorizzato.
Per amor del cielo, no! Basta, finite questa tortura!
-E va bene, allora! Ricominciamo!-
Mi accasciai a terra. Quel ragazzo era più ottuso di Brian!
-Oh, che bello, mi unisco a voi!- esultò Brian Senior, alzandosi dal divano e battendo le mani -Vado a prendere la mia chitarra!-
Ululai, manco fossi Zanna Bianca. Perché, perché quell'idiota, anziché rimproverarli, si univa a loro? Ma che razza di adulto era?!
-No, papà, meglio di no!- sbuffò Bri, fulminandolo con lo sguardo. Ogni tanto, almeno lui, qualcosa di buono la diceva...!
-No, perché? Sarà divertente!- rise Jimmy, battendo le bacchette sui piatti. Quel ragazzo era diventato decisamente di troppo. Avrei dovuto strappargli la gamba, quel giorno nel negozio!
Poco dopo il signor Haner tornò con la sua chitarra con tanto di amplificatore. Non appena sistemò l'attrezzatura, si mise a fianco del figlio.
-Non sei emozionato, Bri? Mi farai da spalla!-
-Ehi ehi, fermo un attimo, vecchio, suono IO la chitarra solista, chiaro?-
Brian Sr rise di gusto.
-Ma sentilo! Suono la chitarra da molto prima che tu fossi anche un piccolo spermatozoo mal riuscito! Sarò io il chitarrista principale!-
-No, non se ne parla! Anche perché sei così vecchio che l'ultima cosa che avrai suonato sarà stato un liuto in una corte medievale...! -
-Ehi, questa era cattiva! Dovrei ricordarti forse che, senza di me, probabilmente non sapresti nemmeno cosa diavolo sia una chitarra?-
Oddio... al peggio non c'era mai fine! Mi coprii gli occhi con le zampe. Non volevo guardare, ne andava della mia salute psicofisica...!
-Perché non fate un po' a turno?- propose Jim, cercando un compromesso.
I due Haner si guardarono di sbieco, per poi annuire borbottando. Proprio quando stavano per mettersi a suonare, Jimmy li fermò di scatto.
-Fermi un attimo! Non è che per caso avete un microfono?-
Quella domanda non mi piaceva per niente...
-Sì... dovrei averne uno... vado a controllare!- dopo un po', Brian senior tornò con un microfono e un piccolo ampli -A cosa ti serve?-
-Beh, io me la cavo a cantare... potrei fare qualche pezzo!-
-È una buona idea!- fece Brian Sr.
-È un'ottima idea!- esultò Brian Jr.
È una pessima idea!
-Pinkly, che hai da ululare?- chiese Brian, ansioso.
E me lo chiedi pure? Razza di idiota...!
-Sarà impaziente di sentirci!- esultò Jimmy, l'idiota numero due -Che aspettiamo? One, two, three, go!-
Subito dopo si scatenò l'inferno.
Le chitarre stridevano, la batteria rombava e la voce di Jimmy molto... era... soave? Melodiosa? Sopraffina? Mettiamola così: avete mai sentito il raffinato rombo di una macchina da corsa che sfreccia per le strade ad alta velocità, le fusa del suo motore da trecento cavalli? Ecco, la voce di Jimmy aveva la stessa armonia e grazia del guaito del cane messo sotto da quell'auto. Per di più il microfono ogni tanto faceva interferenza, facendo partire dall'ampli potenti fischi che ti frullavano il cervello. Quando, finalmente, quella tortura ebbe fine, i tre risero, esaltati.
-È stato fantastico!-
-Concordo! Jimbo, sei un grande a cantare!-
-O, grazie! Mi sono allenato molto per riuscire a fare lo scream!-
Ah, era così che si chiamava quello stile di "canto"? Almeno era un nome appropriato...!
-Che ne direste di formare un gruppo?- propose Brian Sr, su di giri. Il figlio e Jim lo guardarono sconvolti.
-Papà, non ti esaltare... non hai più l'età, ormai..!-
Per Brian Sr quelle parole furono come una pugnalata al cuore.
-Ok... beh, allora io vado a continuare a guardare la tv... nel divano... solo soletto...-
Probabilmente si aspettava che i due lo fermassero, quando invece lo salutarono sorridendo.
-Va bene, vai pure! È stato un piacere!-
Sentii distintamente il cuore del signor Haner sfracellarsi in mille pezzi mentre, con aria mogia, usciva dal garage.
-Però devo ammettere che quella di un gruppo non è una cattiva idea...!- borbottò Brian, lucidando con un panno la sua chitarra, già perfettamente lucida.
-Oh, io sono già stato in una band, i Ballistico, e sto lavorando per formarne un'altra con un paio di ragazzi conosciuti a scuola... peccato, però, che abbiamo già due chitarristi- rispose Jimmy, facendo roteare distrattamente le bacchette.
-Oh...- mormorò deluso Brian -Beh, se si libera un posto, sai chi chiamare!-
-Sicuro, amico!- sorrise Jimmy -Però dai, formiamone una anche noi!-
-Non so... gestire due band potrebbe essere troppo, per te...-
-Ma che dici, sprizzo energia da tutti i pori, niente può fermarmi!- e, come a dare conferma di ciò, si mise a rullare convulsamente sulla sua batteria. Tsk, sempre pieno di sé, quello lì! Se solo avessi avuto i pollici opponibili sono certo che avrei saputo suonare la batteria molto meglio di quel pallone gonfiato!
-Bene, sarebbe grandioso! Io ci sto, amico!-
Ci pensai su anche io. Se quei due avessero formato un gruppo, magari sarebbero andati a suonare in una sala prove presa in affitto, o magari nel garage di qualcun altro, a scassare... i timpani a qualche altro cane!
Ok, dovevo fare in modo che quel dannato gruppo nascesse, e in fretta! Gli avrei trovato i membri necessari!
Mentre i due erano ancora impegnati a discutere tra loro di quanto potesse essere una cosa fica essere in un gruppo, mi fiondai fuori per strada, dritto nell'edicola più vicina.
Una volta in tv (beh, in una casa di scansafatiche era inevitabile finire per guardare un po' di tv...!) avevo visto assieme a Brian un'intervista dei Metallica. Quello era troppo impegnato a saltellare in giro nel salone, in uno sfogo di allegria, per poter prestare davvero attenzione a quell'intervista. Si esaltava con poco, il ragazzo! Io, invece, l'ascoltai con interesse. Venni a sapere che i due leader, James e Lars, si erano conosciuti attraverso una rivista di annunci. Beh, avrei trovato una rivista di annunci e l'avrei portata a quei due! Arrivato in edicola, mi recai nello scomparto in ferro che conteneva quelle riviste di carta economica, ne sgraffignai una copia e corsi verso casa alla velocità della luce. Brian e Jimmy stavano ancora discutendo riguardo alla band.
-Comunque sia, noi siamo solo in due!- sbottò Brian -Dobbiamo trovare qualcun altro...-
-Wuaf!- Ci ero arrivato già prima di voi, genio! Prendi qua e cerca!
Detto ciò, gli misi la rivista davanti ai suoi piedi.
-E questa cos'é? Una rivista di annunci... dove l'hai presa?-
-Wuaf!- Che te ne frega, cerca tra i vari annunci se qualcuno è disposto a formare un gruppo!
-Mmh... sarà meglio buttarla, è già abbastanza incasinato, qui!-
-Wuaf wuaf!- Razza di demente, non farlo! Mi è venuto quasi un infarto per prenderla!
-Aspetta, Bri... possiamo cercare tra gli annunci se qualcuno è disposto a formare un gruppo!- s'illuminò Jimmy.
-Hai ragione, amico, sei un genio!- esultò Brian, sedendosi sul divano e cominciando a sfogliare la rivista. Se avessi potuto, mi sarei esibito in un plateale face palm...!
-Ehi, senti qua, sembra interessante "Bassista e batterista cercano cantante e chitarrista per formare una band con interessi metal... per informazioni, chiamate al numero ***"... che dici?-
-Ma a noi non serve un batterista!- sbottò Jimmy.
-Sì, ma a loro serve un cantante! Nella band, anziché suonare la batteria, potresti cantare, sei molto bravo!-
-Già... e magari potrei anche fare qualche parte col piano!- sorrise Jim.
-Sai suonare il pianoforte?!- fece Brian, scioccato -Ora, magari, mi dirai che sai anche suonare la chitarra, il basso e il violino...!- rise, sarcastico.
-Beh, in effetti sì, me la cavo anche con quelli!- rispose Jim scrollando le spalle, come se fosse la cosa più normale del mondo.
Lo guardai scioccato. Anche se apocalittico, quel ragazzo era un genio, dovevo ammetterlo!
-Ahah, amico, allora forma un gruppo da solo, tanto sai suonare di tutto!- rise Brian, dandogli una pacca sulla spalla.
 
Subito dopo chiamarono quei tipi, fissando un appuntamento con loro nello skatepark, alle cinque di quel pomeriggio.
Ovviamente obbligai il mio schiavetto a portarmi là con loro. Dovevo esaminare quei due tipi, e poi avrei deciso se facevano o no al caso nostro.
Lo skatepark era pieno di ragazzi. Non sarebbe stato facile trovarli, anche perché, quando Brian per telefono gli chiese "Come faremo a riconoscervi?", uno dei due gli rispose "Oh, lo scoprirete non appena avrete posato il vostro sguardo sulle nostre figure!"... sì, quel tizio parlava in un modo a dir poco inquietante...!
-Mmh... chi saranno ora?-
-Non so, Jim, penso che non li troveremo mai!- si lagnò Brian.
Sospirai. Come al solito, toccava a me risolvere la questione!
Mi guardai attorno, analizzando ogni ragazzino presente nel parco. Quello, no, quello lì nemmeno... improvvisamente, il mio sguardo si posò su due figure, due losche figure, poco lontano da noi. Avevano il viso completamente dipinto, uno di rosso e l'altro di bianco e nero, e indossavano lunghi mantelli neri oltre che a strani copricapi. Attorno ad esse si era formata un'area vuota, come se le persone li evitassero accuratamente. Non ispiravano niente di buono. Sarebbe stato meglio tenere quei due lontani da quegli individui, sperando che non li vedessero; prima o poi si sarebbero stancati di aspettare e saremmo tornati a casa a...
-Ho deciso, io non mi muovo di qui finché non li avremo trovati! Giusto Jimmy?-
-Ben detto, amico! Dormiremo qui, se necessario!-
Quei due esaltati! Ringhiai sommessamente. E va bene, li avrei fatti incontrare... tanto, non erano così stupidi da fidarsi di quei due psicopatici... no? Non è così...?
Guardai Brian e Jimmy, con aria preoccupata. Ridevano fra di loro, gettando le pietre nella pista per fare cadere i ragazzini dallo skateboard. Okay, erano stupidi fino a quel punto, e anche di più.
I casi erano due: dormire per un tempo indefinito sulle panchine di uno skatepark o confidare nella mia buona stella, fari incontrare e sperare che mandassero a quel paese quei tizi mascherati.
Peccato che non sia mai esistita una buona stella, per me...!
 
 

In quest'immagine potete ammirare il nostro schiavetto umano preferito, Brian Haner Junior, inchinarsi al cospetto del suo Padrone, Pinkly, al fine di porgerGli i meritati ossequi! <3 (scusate la qualità dell'immagine...!)


Pinkly & Syn photo brian-and-pinkly--large-msg-1213035.jpg
 
Riecccomi! :D
Bien, ho dovuto tagliare il capitolo, purtroppo perché era decisamente trooooppo lungo! Non vi preoccupate, pero, pubblicherò presto il seguito!
Piaciuto Papa Gates? Ahahah, è troppo tenero! *^* Ovviamente, qui viene ancora chiamato col suo nome di battesimo perché Brian non si è ancora trovato il nome d'arte di  Synyster Gates! u.u
A che ci sono, ci tenevo a scusarmi nel caso in cui varie date o tempistiche non coincidano con la realtà! Ho cercato di documentarmi il più possibile su internet riguardo ai Pinkly Smooth, ma ho trovato davvero poco!
Comunque, la storia del kimono è vera, almeno così ho letto qua e là nei vari forum xD
Vorrei ringraziare tutti quelli che preferiscono/ricordano/seguono/leggono e, ovviamente, coloro che hanno recensito lo scorso capitolo, Longview,happysmokeAKUMA
, Necromanche_theatre e Ronnie02!
Grazie mille, davvero, anche da parte di Pinkly (vorrebbe regalarvi le sue preziose crocchette di pollo per ringraziarvi!)!! *-*

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Capitolo 3
*** I Pinkly Smooth ***


Chapter three

I Pinkly Smooth!

 

Con una quantità di coraggio decisamente superiore rispetto alle dimensioni del mio corpo, mi decisi ad agire e, ahimè, a farli incontrare coi loschi figuri.
-Wuaf!- Venite, su, quei pazzi sono là!
-'Sta fermo, Pinkly! Non ci deconcentrare!- sbottò Brian, lanciando l'ennesima pietra. Non appena un ragazzino di tredici anni cadde a terra, piangendo, i due si misero a ridere, dandosi il cinque.
Okay, come al solito non mi davano retta. Strattonai il guinzaglio, riuscendo a sfuggire alla presa di Bri e, con uno scatto, corsi verso quei due.
-Fermo, Pinkly, dove vai?!-
Ovviamente Brian e Jimmy mi rincorsero, e il mio schiavetto riuscì ad afferrarmi al volo.
-Che ti prende?! Cane cattivo, Pinkly!- mi rimproverò Brian, tenendomi stretto in braccio. Feci finta di non ascoltarlo, abbaiando verso i due che, ormai, erano praticamente a pochi centimetri da noi. Jimmy sembrò illuminarsi alla loro vista. Sorrise amichevole, anche se un po' preoccupato.
-Ciao! Siete voi due il bassista e il batterista dell'annuncio?-
-Esattamente- fece quello con la faccia rossa, squadrandolo, per poi spalancare gli occhi di colpo -Cavolo, ma tu sei Jimmy! Jimmy Sullivan!-
-È vero! - esclamò anche l'altro, aprendosi in un sorriso.
Jimmy era sempre più confuso.
-E voi come fate a sapere il mio nome?-
-Oh, andiamo amico, non ti ricordi di noi?!- chiese quello con la faccia bianca e nera, allargando le braccia. Jimmy li squadrò per bene, per poi aprirsi in un grande sorriso.
-No, non è possibile! Ma voi siete Buck e D-Rock!-
-Esatto amico! Da quanto tempo!-
I tre si abbracciarono, scambiandosi forti pacche sulle spalle, sotto lo sguardo sbalordito mio e di Brian. Che cavolo stava succedendo? Non andava affatto bene! Mi agitai, ancora in braccio a Brian. Jimmy sembrò ricordarsi di noi due e, con un sorriso a trentadue denti, fece le presentazioni.
-Brian, loro sono Buck e D-Rock, suonavano con me nei Ballistico, te ne avevo parlato! Ragazzi, lui è Brian, un grande chitarrista!-
Brian mi spostò sul braccio sinistro per poter stringere la mano ai due ragazzi mascherati.
-Piacere- rispose, ancora un po' diffidente. Uno dei due avvicinò la mano per stringerla. Tsk, non si sarebbe avvicinato a me un centimetro di più! Ringhiai, pronto a staccargli la mano, se necessario. Quello sembrò recepire il messaggio, perché ritirò subito la mano.
-Oh oh, abbiamo un pitbull, qui!- sorrise, sarcastico.
Ringhiai e abbaiai furiosamente contro di lui. Te lo faccio vedere io, il pitbull! Fatti sotto, se hai il coraggio!
-Pinkly, su, fa' il bravo!- mi ammonì Brian.
-Wuaf!- ovvero, Veramente io faccio il bravo! Il problema è che voi siete i cattivi!
-Scusatelo, è nervoso... ci sarà qualche cagnetta in calore, in giro!- sghignazzò Jimmy.
Lo guardi storto. Ehi, ho una dignità, io! Vado solo con chi mi piace davvero, non come te, troglodita!
-Comunque sia, perché vi siete conciati in quel modo?!-
-Beh- fece D-Rock, grattandosi la nuca -È un'idea per il nuovo gruppo! Abbiamo pensato di mascherarci e di farci chiamare con dei nomi d'arte diversi! Io sono Super Loop!- sorrise, raddrizzandosi il cappello in testa.
-E io sono El Diablo!- fece l'altro, con la faccia rossa, atteggiandosi a super cattivo. Jimmy e Brian li guardarono, sconvolti. Sospirai di sollievo. Molto bene, si saranno finalmente accorti che quei due erano solo due poveri pazzi esaltati! Ora gli diranno che non gli sembra una buona idea, che loro non faranno mai qualcosa di così ridicolo e ce ne andremo a casa, cercando membri sani di mente per la band e...
-Ma è una cosa fichissima!- urlarono quei due imbecilli, saltellando dalla gioia.
Mi sarei messo a piangere! Lo sapevo, io, che erano solo delle teste bacate! Come si può pensare che una cosa del genere sia un'idea geniale?!
-Davero?- chiese Buck, ovvero El Diablo, con aria sollevata -Pensavo che fosse un'idea stupida...!-
Beh, come darti torto?
-Che cavolo dici, è geniale! Anche io voglio mascherarmi e trovare un nome d'arte!- esultò Jimmy -Nell'altra band di cui faccio parte ho già un nome d'arte, ma non ci maschriamo... Non vedo l'ora!-  Ci pensò su un attimo, per poi illuminarsi -Okay, venite con noi, ho già un'idea! Brian, al quartier generale!-
Oh no. Per "quartier generale" non intendeva forse...
 
-Ragazzi, benvenuti nella nostra sala prove!- esultò Brian, aprendo la porta del garage e  allargando le braccia, mostrandola in tutta la sua magnificenza (?) a quelli che, ormai, erano i nuovi membri della band. Il mio umore era sotto terra, assieme alle ossa di pollo che avevo sotterrato l'altro giorno in cortile.
-Bello!- fecero i due mascherati, guardandosi intorno col naso all'insù. Prima di raggiungere il "quartier generale", avevano fatto una deviazione a casa di El Diablo per prendere il suo basso e i trucchi con i quali si erano conciati in quel modo e a casa di Jimmy, da dove ne era uscito con uno strano involucro multicolore.
-Voi mettetevi comodi, torno tra un attimo!- esultò Jim, scomparendo dentro casa
 I ragazzi, nel frattempo, cominciarono a sistemare l'attrezzatura. La mia ultima speranza era che quei due fossero delle schiappe a suonare. In quel caso, li avrebbero mandati a casa... giusto?
Brian non faceva altro che cambiare la posizione dei pedali, collegandoli e scollegandoli, lo sguardo perso nel vuoto. Faceva sempre così, quando era nervoso. Non potevo guardarlo in quella condizione, era più forte di me! Mi avvicinai a lui, leccandogli una mano. Brian sembrò riscuotersi, il suo sguardo si fece nuovamente presente. Mi sorrise, dandomi facendomi delle carezze in testa con le sue mani callose.
-Augurami buona fortuna, amico!- mi sussurrò.
-Wuaf!- ovvero, Oh, ti auguro tutta la fortuna del mondo, non ti preoccupare! È per loro, invece, che comincerò a gufare...!
Brian sorrise, visibilmente più rilassato.
Ad un tratto, la porta del garage si aprì di scatto, rivelando un altro losco figuro.
-Ta-dan!- fece il nuovo arrivato, sorridendo a tremila denti.
E adesso chi diamine era quello lì?!
Mi misi davanti a Brian, cominciando ad abbaiare convulsamente.
-Wuaf, wuaf! Wuaf!!- Non ti preoccupare, ti difendo io, tu pensa a scappare, è troppo pericoloso! Ti ho voluto bene!
-Zitto, Pinkly, è solo Jimmy... almeno credo- mi bisbigliò Bri, ancora sconvolto.
-Certo che sono io, chi altri dovrei essere?!- rise quello lì.
Jimmy?! Lo guardai attentamente. Indossava una specie di vestaglia dai colori sgargianti con una fantasia damascata, i capelli biondi erano sparati in testa stile cespuglio-secco-del-deserto-del-Nevada e la faccia era dipinta di bianco con una croce rossa, manco fosse una bandiera della Svizzera!
-Grandioso!-
-Sei fichissimo!-
-Mmh... non ne sono convinto- fece Brian, con sguardo critico. Lo guardai con occhi lucidi. Finalmente il ragazzo iniziava a ragionare.
Jimmy sembrò deluso.
-Davvero? Io pensavo che fosse geniale...- fece con aria mogia.
Senza dire niente, Brian, sparì dentro casa, tornando con un piccolo specchio e del colore rosso.
Con le dita, prese un po' di colore e cominciò a tracciare una linea rossa sul volto dell'amico, da guancia a guancia, che attraversava la bocca, anch'essa con le labbra dipinte di rosso. Soddisfatto, porse lo specchio a Jimmy.
-Così va molto meglio!- fece, sorridendo.
Ecco, mi sembrava troppo bello per essere vero...!
Jimmy si specchiò e, ben presto, tornò a sorridere. Abbracciò Brian con fare da orso.
-Grazie, amico! Ora sì che sono perfetto!-
Gli altri due risero, per poi tornare seri.
-Ora, però, dovrai trovare un nome d'arte...!- disse Super Loop, grattandosi il mento.
-Oh, mi credete così sconsiderato?! Ho già pensato a tutto! Mi chiamerò...- pausa ad effetto -Rathead!-
Rathead? Cioè, "testa di topo"? È un nome idiota, è proprio...
-Geniale!-
-Fichissimo!-
-Fantastico!-
Come pensavo, quei tre ne furono entusiasti. Andai verso il mio cuscinone blu, coricandomi di peso, con aria afflitta. Ormai ero rassegnato.
-E tu, Brian?- chiese El Diablo, squadrandolo.
-Ehm... non saprei...- fece il chitarrista, grattandosi la nuca, incerto -Non ho mai avuto molta fantasia con queste cose...-
-Che dici se ti trucchi la faccia di blu con delle onde bianche? Potresti chiamarti Surfish Man!- propose Super Loop. Piegai la testa di lato, dubbioso. Ditemi che si era solo fatto di acidi...!
-Nah, non mi piace per niente!- sbottò Jim, sistemando il microfono.
Per una volta eravamo d'accordo!
Proposero altri trucchi e nomi, uno più stupido e orrendo dell'altro. Ad una certo punto, Brian sbuffò, infastidito.
-Non importa, ci penseremo dopo! Cominciamo a suonare!-
Si misero d'accordo sui pezzi da fare e, prese le loro postazioni, cominciarono a suonare. O almeno così credevano. Io li trovai orrendi!
-Wow, siamo stati grandi!- esclamò Brian, su di giri.
Cosa?!
-Sì, davvero!- esultò Super Loop, battendo sui piatti.
-Credimi, amico,- fece El Diablo, fissando intensamente Brian -Ho conosciuto un'infinità di chitarristi, ma nessuno è in gamba come te! Sono sbalordito!-
Brian arrossì, sistemando la cinghia della chitarra, impacciato.
-Davvero? Grazie!-
Sembrava una ragazzina alla quale avessero appena fatto una dichiarazione d'amore in pubblico, con tanto di rose rosse, anelli e orchestra.
-È la verità, amico!- El Diablo gli porse il pugno e Brian lo colpì col suo.
-E a me non dite niente?- piagnucolò Jimmy, anzi, Rathead.
E ti pareva, voleva essere sempre al centro dell'attenzione!
-Oh, Jimmy, lo sai fin troppo bene quanto sei bravo... se continuiamo a dirtelo, finirai col montarti troppo la testa!- sghignazzò Super Loop, facendo ridere gli altri due.
Avrei tanto voluto dire che, secondo me, è già fin troppo tardi!
Jimmy sbuffò sul microfono, incrociando le braccia sul petto, offeso.
-Grazie tante, eh!-
-Scherzi a parte, ragazzi, non ci resta che trovare un nome!- buttò lì El Diablo, pizzicando le corde del suo basso.
-Già...- mormorò Brian, pensieroso. Ecco, avevano deciso di formare il gruppo, era ufficiale!
Sarei morto giovane...! Appoggiai la testa sulle zampe posteriori, approfittando di quella relativa calma per una piccola pennichella. All'improvviso, però, mi sentii osservato. Alzai lo sguardo e vidi Jimmy che fissarmi intensamente. Deglutii. Era inquietante conciate in quel modo, e il suo sguardo di ghiaccio, fisso su di me, non faceva altro che farmi agitare...!
-Perché non chiamarci "Pinkly Smooth"?- chiese, senza distogliere lo sguardo su di me.
-Cosa?- chiesero gli altri tre, in coro. Avrei detto la stessa cosa, se avessi potuto.
Jimmy sorrise.
-Volevo un nome che ricordasse quel batuffolo laggiù... in fin dei conti, se questo gruppo sta nascendo è soltanto per merito di Pinkly!-
Lo guardai con occhi lucidi, commosso. Certo, anziché "merito" avrei detto "colpa", ma erano dettagli. Per la prima volta, qualcuno mi si dimostrava riconoscente.
Andai verso di lui, scodinzolando e abbaiando felice.
-Wuaf Wuaf!- Abbassati, pezzo di spilungone, e prendimi in braccio!
Mi misi a raschiargli le gambe e Jim, recependo il messaggio, si abbassò, prendendomi in braccio e accarezzandomi. Gli leccai la faccia, contento.
-Wuaf!- Ti avevo giudicato male, amico!
Jimmy si mise a ridere.
-Wow, sembra quasi che abbia capito quello che hai detto, amico!- disse El Diablo, con occhi spalancati.
-Ma che dici!- rise Super Loop -Sarà una coincidenza...!-
-È certo, però, che non si è mai comportato così con te, Jim...!- sbottò Brian. Sembrava leggermente offeso... che fosse geloso?
Mi dispiace, Brian! Voglio bene anche a te, ma, in questo momento, voglio un po' più bene a quel pazzo di Jimmy! Incredibile ma vero...!
-Pinkly Smooth, eh? Mi sembra un bel nome!- sorrise Super Loop, seguito da El Diablo e da Brian.
-Ok, allora è deciso! Bisogna festeggiare!-
-Sì! Stasera si beve!- esultò Super Loop.
-E si balla!- lo seguì El Diablo, muovendo il bacino.
-E si scop...-
-BRIAN!- risero i tre, recependo il messaggio.
-Che c'è?!- fece quello, senza capire -Volevo dire "E si scoprono posti nuovi dove poterci esibire"...!-
-Certo, certo!- ghignarono quelli, dandosi di gomito.
-Lo so io che posti vuoi scoprire!- sghignazzò Super Loop, dandogli una pacca sulle spalle.
Non potei fare a meno di ridere anche io. Quel Brian, non avevo ancora capito se c'era o ci faceva...!
Poi ebbi una folgorazione. Immaginai quella serata: alcol, musica, donne e Pinkly Smooth...
Bene, grandioso!
Odio fare l'uccello del malaugurio, ma, anche quella volta, non ci vedevo nulla di buono...!




Eccomi di nuovo qui!! :D
Mi dispiace per tutti i fan dei Pinkly Smooth (esattamente, Necromance, mi riferisco a te!), ma il prossimo capitolo sarà l'ultimo con loro da protagonisti!
Ben presto faranno la loro magnifica apparizione i nostri Avenged Sevenfold! *^*
Non vi preoccupate, però: sono troppo affezionata a Super Loop e al El Diablo per abbandonarli, quindi potrebbero comparire in altri capitoli! ;)
Vi avverto: il prossimo capitolo sarà Molto, MOLTO Importante... vi basti sapere il titolo: "La nascita di Synyster Gates".
Eheh, curiose? ;)
Fatemi sapere!
Baci!!! :*

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Capitolo 4
*** La nascita di Synyster Gates ***


Chapter Four

La nascita di Synyster Gates

 
Quella sera, i quattro decisero di andare al Killarney, pub abbastanza frequentato di Huntington Beach.
El Diablo e Super Loop tornarono a casa per cambiarsi per poi dirigersi al locale, mentre Brian e Jimmy sarebbero andati lì con la macchina di Brian Sr.
E io? Li avrei seguiti, ovviamente!
-Sarà una serata fantastica!- esultò Jimmy, togliendosi tutti quei chili di trucco  dalla faccia.
-Wuaf!- ovvero, Vengo anche io!
-Tu stasera resti a casa, Pinkly! Non puoi certo venire in un pub, è un posto per duri!- sbottò Brian, con fare superiore.
Tsk, aveva parlato quello che, la mattina, piangeva e urlava se non trovava i suoi cereali a forma di orsetti colorati...!
Dovevo trovare un modo per seguirli, o chissà cosa sarebbero stati in grado di combinare...!
Ci misero ben due ore per prepararsi e "farsi belli": svuotarono ogni armadio della casa, ogni bomboletta di lacca lì presente. Alla fine, però, misero i soliti jeans, la solita maglietta e le solite scarpe. Anche i capelli erano acconciati come sempre. Non li avrei mai capiti, quei due...!
-Ehi, Bri, che dici se ci portiamo dietro gli strumenti? Potremmo fare qualche dimostrazione... sai, pubblicità!- propose Jimmy, con una scrollata di spalle.
-Buona idea! Tu comincia a caricare l'attrezzatura, nel frattempo io vado ad avvisare gli altri!-
-Ma perché il lavoro pesante tocca a me?!- piagnucolò Jimmy.
-Zitto e lavora!- sbraitò Brian, prendendo il telefono. Lo spilungone sbuffò, recandosi a spalle basse verso la macchina. Aprì il cofano, cominciando a caricare l'ampli di Bri, la sua chitarra, i piatti della batteria...
Lo vedevo sfacchinare, mentre faceva avanti e indietro dal garage alla macchina.
-Ma guarda un po', quello scansafatiche- borbottava di tanto in tanto, calciando i sassi sull'asfalto.
Annuii. Su questo aveva la mia piena approvazione.
-O mio Dio!- si fermò di botto, urlando e facendo cadere le bacchette a terra -Mi si stanno afflosciando i capelli!-
Corse immediatamente dentro casa, sbattendo con violenza la porta d'ingresso. Piegai la testa di lato. Non lo facevo così vanitoso...!
Pochi minuti dopo, sentii Brian urlare dal bagno.
-Jimmy, basta con questa dannata lacca!-
-Perché, ti da fastidio?-
-No, me la stai consumando tutta, cazzo! Come faccio senza?!-
Scossi la testa. Erano senza speranza!
Un momento: Jimmy aveva lasciato il cofano aperto! Sghignazzai. Avrei approfittato di quel momento per salire in macchina. Le prime donne erano troppo occupate a sistemarsi i capelli per potersene accorgere...! Con un balzo, saltai sul cofano e mi nascosi dietro la grancassa.
-Bene, siamo pronti! Noi andiamo, pa'!- urlò Brian, dall'ingresso.
-Okay, mi raccomando, fate attenzione alla macchina!- urlò quello dal salone.
-Certo, Senior!- rispose Jimmy, sorridendo.
Brian si mise alla giuda, accendendo il motore. Jimmy chiuse il cofano, senza notarmi, per poi salire nel sedile del passeggero.
-Chissà se ci saranno ragazze carine!- sghignazzò.
-Carine? Io voglio delle super bombe sexy!-
-Hai ragione, perché accontentarsi? Dopotutto, saremo delle rockstar!-
Dopo venti minuti e centinaia di stupide chiacchiere in più, arrivammo a destinazione. Era il momento di farsi scoprire: non avevo certo intenzione di rimanere lì dentro tutta la serata!
-Wuaf wuaf!-
-Ehi Bri, hai sentito anche tu?-
-Cosa?-
-Wuaf wuaf!-
-No... non può essere!-
Subito dopo, il cofano si aprì.
-Pinkly! Cosa ci fai qui?!-
-Wuaf!- Non potevo mica lasciarvi in giro da soli, razza di incoscienti!
-E ora che facciamo?-
-Beh, non possiamo certo tornare indietro per lasciarlo a casa...- Brian sospirò -Ok, Pinkly, questa volta ci hai fregati...!-
-Wuaf!- Veramente vi frego sempre...!-
-Ora, però, resti in macchina e fai il bravo, ok? Noi torneremo qui tra qualche oretta-
- Wuaf wuaf?!- Cosa?! Dopo tutta questa fatica non puoi lasciarmi qui! Fammi venire con voi!-
-Niente storie!-
Brian mi prese in braccio e mi mise nei sedili posteriori della macchina, aprendo il finestrino quel tanto per far filtrare l'aria.
-Ma Brian, e se rubassero la macchina?- chiese Jim, terrorizzato.
Certo, pensiamo alla macchina! Tanto là dentro non c'è nessuno, giusto?! Ringhiai.
-Nah, la terremo d'occhio. E poi c'è Pinkly che fa la guardia! Entriamo, si è fatto tardi-
I due sparirono nel locale, un posto dalle luci strane. Dall'interno proveniva una musica assordante: ma come faceva la gente a stare lì?
Mi accuccia nel sedile, aspettandoli e,  senza nemmeno accorgermene, mi addormentai.
 
Mi svegliai, sentendo delle voci ridere e avvicinarsi alla macchina. Guardai oltre il finestrino, terrorizzato: che fossero i ladri?! Mi tranquillizzai quando vidi che erano soltanto quei quattro idioti dei Pinkly Smooth, completamente ubriachi. Ecco, forse non era il caso di tranquillizzarsi, non ancora...!
-E poi quella mi ha sbavato dietro per tutta la serata!- ridacchiava Jim.
-Ma chi, quella con le tette enormi?- chiese Super Loop, facendo un eloquente gesto sul proprio petto.
-Sì, quella! Sembrava una ninfomane!-
-Maddai , non ti filava nemmeno!-
-Che cazzo dici?! Ti dico che aveva gli occhi a cuoricino!- Jimmy sbatté velocemente le ciglia, in una pessima imitazione di una "ragazza innamorata".
-Se, certo! Il solito cazzaro!- rise El Diablo, dando di gomito agli altri.
-Fottetevi! Nessuno mi crede mai!-
Chissà perché...!
Jimmy aprì la portiera del sedile posteriore, prendendomi in braccio e stringendomi.
-Tu invece mi credi, vero, Pinkly?-
-Wuaf wuaf!- No, razza di imbecille! E poi lasciamo, mi stai strozzando e puzzi di alcol!
-Visto?! Pinkly è dalla mia parte!-
Ringhiai. Se non mi avesse messo giù al tre l'avrei azzannato. Uno... due...
-Dai, Jim, lascialo stare! Dobbiamo andare a casa, prima che Senior chiami la polizia per venirci a cercare!- sbottò Brian, prendendo le chiavi della macchina dalla tasca posteriore dei suoi jeans. Rischiò quasi di cadere dritto per terra ma, fortunatamente, El Diablo riuscì ad afferrarlo in tempo.
-Brian... non vorrai guidare, vero?- chiese Jimmy, mettendomi giù nel sedile.
-Già, sei ubriaco fradicio!-
-Cazzate!- sbottò quello, avvicinandosi alla macchina -E poi chi dovrebbe guidare, Jimmy?!-
-Perché, che avresti in contrario? Sono sobrio, guarda!- si mise su un piede solo, finendo inevitabilmente a terra -Ahi, cavolo!-
-Certo, sobrio... Vabbé ragazzi, ci si vede domani per le prove!-
-Ok, fate attenzione... buonanotte!-
Detto ciò, El Diablo e Super Loop se ne andarono.
Brian aprì lo sportello, entrando in macchina.
-Cazzo! Cazzo, cazzo, cazzo!!- urlò, portandosi le mani ai capelli.
Jimmy si sollevò da terra, divenendo subito serio.
-Cosa? Che è successo?!-
Già, che è successo?! Guaii preoccupato.
-Qualcuno ci ha fregato il volante!! Chi cazzo lo sente mio padre, ora? E come cazzo torniamo a casa?! Siamo rovinati, rovinati!-
-Ehm, Bri... ti sei seduto sul sedile del passeggero. Il volante è lì, nell'altro sedile...!-
-Ah-
Alzai gli occhi al cielo. Ti prego, Signore, facci tornare a casa sani e salvi! Avrei guidato io, se avessi potuto!
Non appena salirono "correttamente" in macchina, ci lasciammo alle spalle il locale, dritti verso casa. Inutile dire che continuai a pregare per tutto il tempo.
Jimmy accese lo stereo, mettendo a tutto volume Hit the lights dei Metallica. Si misero a cantarla a squarciagola, con tanta foga che, più di una volta, Brian finì per invadere la corsia opposta.
Mi misi ad ululare. Non sarei sopravvissuto a quella notte.
Improvvisamente, avvertii una brutta sensazione.
-Wuaf wuaf!-
-Cazzo, Brian, attento!- gridò Jimmy.
Subito dopo, andammo a sbattere violentemente contro qualcosa.
Silenzio. Persino l'autoradio si era spenta.
Guaii, terrorizzato. Che cazzo era successo?! Andai nei sedili anteriori, per vedere in che condizioni erano i due.
Jimmy guardava fisso davanti a sé, con occhi spalancati, respirando affannosamente. Ci voltammo entrambi verso Brian, il quale aveva la testa accasciata sul volante, le mani ancora strette convulsamente su di esso.
-O cazzo! Brian? Brian!- gridò Jimmy scuotendolo.
O no, o mio Dio, avevo perso il mio schiavetto! E ora?!
Ululai, disperato.
Fortunatamente, Brian raddrizzò la testa, scuotendola leggermente. Guardò davanti a sé e, non appena notò di aver sbattuto contro il cancello di Central Park, cominciò a gridare:
-Yeah! I'm Synyster Fuckin' Gates and I'm awesome!!-
Io e Jimmy lo guardammo, shoccati. Ad un certo punto, il batterista si mise a ridere, dandogli forti pacche sulle spalle.
-Cazzo amico, chi saresti? Synyster Gates?! Sai che è un nome davvero fico?!-
-Già!- rise Brian. Si diedero il cinque -Evvai, abbiamo trovato un nome d'arte fichissimo!-
Si misero a ridere e a congratularsi a vicenda. Io ero ancora allibito. Avevamo appena avuto un incidente e quelli pensavano al nome d'arte?!
-Wuaf wuaf!- cominciai a morderli, infuriato.
-Pinkly, ma che ti prende? Hai sbattuto la testa?!- chiese Brian, prendendomi in braccio preoccupato.
Quegli idioti! Mi misi a leccarli; dopotutto ero felice che non si fossero fatti nulla.
I due risero.
Brian provò a mettere in moto la macchina; ovviamente, non diede alcun segno di vita.
-Ci tocca farcela a piedi... fortunatamente siamo a pochi isolati da casa!-
Scesero dalla macchina, andando a controllare nel cofano che l'attrezzatura non avesse subito danni. Non appena ebbero verificato che era tutto a posto, ci incamminammo verso casa. Sarebbero venuti a prendere gli strumenti il giorno dopo, con la luce, un'altra macchina e qualcuno abbastanza responsabile da poterla guidare.
Era notte fonda, non si vedeva quasi nulla, a parte le luci lontane del quartiere dove abitavamo io e Brian. Impiegammo dieci minuti per arrivare a casa, dieci minuti in cui sembrò che Brian e Jimmy avessero finalmente smaltito la sbornia; ciò, ovviamente, voleva dire che stavano cominciando a farsi complessi sulla macchina e su come dirlo a Brian Sr.
-È la volta buona che mi uccide, me lo sento!-
Beh, come dargli torto...!
-Ma no, Bri, vedrai che capirà!-
Certo... era stupido, sì, ma non fino a quel punto!
-Ma che dici? Non lo conosci, mi spaccherà una chitarra in testa!-
E probabilmente anche qualcos'altro!
-Nah, l'importante è fargli vedere il lato positivo della situazione!-
-E cosa cavolo ci trovi di positivo in tutto ciò?!-
Infatti...!
Jimmy sghignazzò.
-Lascia fare a me, vedrai!-
Ok, eravamo fritti!
 
-Sono fritto!- mormorò Brian, avvicinandosi alla porta d'ingresso. Prese un profondo respiro, per poi bussare.
Poco dopo, venne ad aprirci Brian Sr in tenuta da "maratoneta televisivo": pantaloni della tuta, canottiera, telecomando in tasca e ciotola di pop-corn nella mano sinistra.
-Che fine avevate fatto?- chiese, strizzando gli occhi.
Brian deglutì, mentre Jimmy sorrise.
-Beh, abbiamo avuto qualche contrattempo, nulla di che!-
-Wuaf!- Non è vero! Hanno distrutto la macchina!
-Pinkly!- sorrise Brian Sr, prendendomi in braccio -Dov'eri finito? È tutta la serata che ti cerco!-
-Beh, si era nascosto nel cofano della macchina!- sorrise Jimmy, tremando leggermente quando pronunciò l'ultima parola.
-A proposito... dov'è la macchina?-
I due si guardarono negli occhi, terrorizzati, per poi tornare a fissarlo.
-Beh, ecco...- cominciò Brian, muovendosi nervosamente sul posto.
-Abbiamo due notizie: una buona e una cattiva: quale vuoi sentire per prima?- chiese Jimmy, cercando di sembrare disinvolto.
-Ma cosa c'entra con la macchina? Beh... voglio sentire quella cattiva, almeno, poi, addolcisco la pillola con quella buona...!-
-Ottima scelta! Bene, la cattiva notizia è che siamo "accidentalmente" andati a sbattere contro un cancello con la macchina!-
-Cosa?! Voi...!-
-Un momento!- lo interruppe Jimmy -C'è la buona notizia! In quel momento, a Brian è venuto in mente un ottimo nome d'arte per lui! Ecco a voi il grande, magnifico e unico Synyster Gates!- concluse indicandolo platealmente con entrambe le braccia mentre, in quel momento, Brian avrebbe voluto semplicemente sparire sotto terra.
Brian Sr li guardò, sconvolto. In una frazione di secondo, nel suo viso apparvero le emozioni più disparate: confusione, rabbia, nervosismo, dubbio e qualche altra cosa indecifrabile. Spalancò gli occhi, indicandoli.
-Questo vuol dire- allargò le narici, per poi sorridere -che posso chiamarmi Papa Gates, vero? Posso? Posso?!- saltellò sul posto.
Lo guardai con un'espressione che voleva dire "Stai scherzando, vero?": purtroppo, però, era maledettamente serio.
Brian, in un primo momento, era sconvolto quanto me. Qualche secondo dopo, si accigliò.
-Non ci pensare nemmeno, vecchio, quel nome è mio e...!-
Jimmy, però, lo zittì con un "pugnetto" allo stomaco.
-Ma certo che puoi, Papa Gates!- sorrise, gioviale.
-Fantastico! Saremo un gruppo perfetto! Rathead, Synyster Gates e Papa Gates!-
-Non sei in nessun gruppo, pa'!- biascicò Brian, ancora dolorante. Jimmy gli diede un altro pugno, che stavolta lo stese definitivamente a terra.
-Ma certo che c'è...!- sorrise Jimmy, abbracciando quello che, ormai, era diventato Papa Gates.
Ok, calma Pinkly, nessun problema. Vuoi evitare il manicomio? Ti conviene scappare da questa casa, al più presto!
Così eccomi qui, ad osservarli quella sconvolgente scenetta. Quei due si davano pacche da grandi amici mentre Brian, steso per terra, con un'espressione dolorante in viso, mormorava "È mio, quel nome è mio!"
-Synyster, figliuolo, stai bene? Rispondi al tuo Papa Gates!-
Brian per poco non si mise a piangere.
-Ma perché ho un padre così... così...-
-Splendido? Affascinante? Creativo? Intelligente? Amorevole?-
-No! Idiota!- gridò quello, mettendosi in piedi e guardandolo con astio.
-Ah sì? Vorrei ricordarti che sei in punizione, Syn!-
-Ma va al diavolo, ti ci metto io in punizione!-
E fu così che si misero a litigare mentre Jimmy, tra due fuochi, cercava inutilmente di calmarli, ricorrendo anche allo scream per farsi ascoltare.
Bella famiglia...!



Eccomi eccomi eccomi! :D
Piaciuto il capitolo? Eheheh!
Allora, ho delle questioni di cui parlare! Innanzitutto la nostra sezione dei Pinkly Smooth! D'ora in avanti sono ufficialmente aperte le iscrizioni, care!
Quindi, se c'è qualche altra folle disposta a chiedere la creazione di una sezione dei Pinkly Smooth, si faccia avanti! Finora siamo in 4... esatto, belle cose...! .-.
Comunque sia, volevo parlarvi anche del fatto che lo scorso capitolo una lettrice, ovvero Ceinwein19, ha giustamente chiesto se Pinkly fosse maschio o femmina.
Io personalmente l'ho sempre visto come maschio... ho provato a fare qualche ricerca sul web ma senza alcun risultato...!
Voi che dite? Qualcuno ne sa qualcosa?
Pinkly è maschio o femmina?
Il nostro ormai Synyster Gates guiderà mai un'altra macchina?
E Pinkly riuscirà a non diventare pazzo/a?!
Eheh!
Nel prossimo capitolo entreranno in scena loro, i nostri grandi, fantastici e spumeggianti Avenged Sevenfold! <3
Quindi alla prossima! ^-^

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Capitolo 5
*** Il Deathbat ***


Chapter five

Il Deathbat
 

Quella mattina Jimmy si era svegliato molto presto, il che era una cosa strana. Molto strana. Diciamo che era più probabile che Papa Gates andasse a fare jogging, il che era tutto dire...!
Ho detto Papa Gates, vero?
Scusatemi, è la forza dell'abitudine: quell'esaltato, ormai, insiste per farsi chiamare così.
Insomma, Jimmy si era svegliato, alzandosi dalla brandina che avevamo montato per lui in camera di Brian; si era lavato, vestito, il tutto in dieci minuti. La cosa più strana è che non aveva la solita aria da zombie, anzi, sembrava radioso, pieno di energie.
-Wuaf!- Dove cavolo devi andare?
-Shh!- bisbigliò, guardando Brian, per paura che si svegliasse -Fa' il bravo, Pinkly! Mi farò sentire- detto ciò mi accarezzò, prese le sue fidate bacchette per poi uscire di casa, in punta di piedi. Guardai l'orologio. Erano solo le sette e mezzo del mattino.
Mi arrampicai sulla sedia posta sotto alla finestra, guardando il vialetto di casa: Jimmy era appena salito su una grossa jeep nera.
Tutto ciò aveva qualcosa di losco...
Avrei voluto svegliare Brian, ma dormiva come un angioletto, abbracciato al suo cuscino; così decisi di saltare sul letto e di riaddormentarmi.
 

-Papà mi passi i cereali, per favore?- biascicò Brian, con la testa che ciondolava sopra la sua tazza di latte. Temevo che, prima o poi, gli sarebbe crollata là dentro...!
-Puoi ripetere?- fece quello, arzillo come non mai, portandosi una mano all'orecchio.
Ecco, la stessa storia ogni volta che lo si chiamava! Fingeva di non capirti finché non lo avessi chiamato Papa Gates... ridicolo!
-Papà, passami i cereali- biascicò un po' più forte di prima, irritato.
-Credo di non aver capito...!- e mescola il caffè con aria disinvolta.
-Papa... Gates...- sputò quello, con rabbia -passami quei dannati cereali!-
-Ora va meglio!- esultò quello, passandogli i cereali. Brian guardò lo scatolo, sconvolto.
-Cosa sono questi?-
-Ho deciso di comprare dei cereali nuovi, sono le stelline al cioccolato!-
-Stelline al cioccolato?!- gridò Brian, scaraventando lo scatolo a terra -Dove sono i miei orsetti colorati?-
Eccolo che ricominciava...!
-Ma Brian, erano finiti e pensavo che le stelline andassero altrettanto bene...-
-E tu hai "pensato" che delle banali stelline possano sostituire degli orsetti colorati? Come diavolo ti viene in mente una diavoleria del genere?!- urlò, afferrandolo per il bavero del pigiama.
-Synyster... Brian...- balbettò quello -Forse nello sportello vicino al frigofero ne è rimasto un altro pacco...!-
Brian lo guardò con sospetto.
-Sarà meglio per te, vecchio!- lo lasciò andare, controllando nello sportello dove, effettivamente, c'era un'ultima scatola di cereali a forma d'orsetti colorati. Sia io che "Papa Gates" sospirammo di sollievo, vedendo Synyster rilassarsi visibilmente e tornare a sorridere.
-Molto bene- sorrise compiaciuto, versandoli nella tazza di latte.
-Potrei averne un po'?-
-Scordatelo!- sibilò Brian, prendendone una grande cucchiaiata -Anzi, va' subito a farne una scorta!-
-Ricevuto!- tremò Papa Gates, affondando la faccia nel suo caffè.
Se c'era qualcosa di davvero apocalittico era Synyster Gates di prima mattina senza i suoi orsacchiotti colorati...!
-Comunque sia... dove cavolo è finito Jimmy?- chiese Brian Sr, lavando la sua tazzina.
-Non ne ho idea, la brandina era vuota... pensavo che fosse già qui in cucina, ma sembra essere sparito!- Oh, un orsetto viola!- gioì, pescandolo dalla tazza e mangiandolo con gusto.
Lo guardai, sconvolto. Lo so che ho assistito centinaia di volte ad una scena del genere, ma non ci farò mai l'abitudine!
In quel momento il telefono squillò.
-Pronto, casa Haner- rispose Sr, con aria professionale -Oh, Jimmy! Ma dove sei? Cosa? Sì, un attimo!- allontanò la cornetta, puntandola verso Brian -vuole parlare con te... sembra molto su di giri...!-
Brian si alzò, finendo con un sol boccone gli ultimi orsetti rimasti. Prese il telefono, parlando con ancora la bocca piena.
-Jium!- biascicò -Dove shei?- tutto ad un tratto inghiottì di colpo, e quasi non si strozzò -Cosa?! Davvero?! Ma è fantastico! No, non ti preoccupare, fai pure! Li avviso io gli altri per le prove di oggi! Sì, va bene, non c'è problema! Sei grande, amico, auguri! Ok, a dopo!-
Brian chiuse la conversazione, con un sorriso a 83746 denti.
-Jimmy è con il suo primo gruppo, gli Avenged Sevenfold e, a quanto pare, hanno appena firmato un contratto con una casa discografica... presto registreranno il loro primo cd!-
Papa Gates cominciò a battere le mani.
-Ma è fantastico! Cavolo, quel ragazzo ce l'ha fatta, alla fine!-
Ecco spiegato il dilemma: la levataccia, l'euforia mattutina, tutto quel mistero... quel Jimmy, chi l'avrebbe mai detto!
Guardai attentamente Brian. Era felicissimo, senza ombra di dubbio, ma anche leggermente invidioso. Sicuramente anche lui avrebbe voluto far parte di quel gruppo, Avenged qualcosa...
Sinceramente preferivo i Pinkly Smooth: il nome era più semplice e a effetto e, inutile dire, era persino ispirato al mio, di nome! Insomma, l'incarnazione della perfezione!
-Ha detto che stasera andranno a festeggiare e che vorrebbe che venissi anche io... ma non ne sono molto sicuro...-concluse Brian, un po' triste.
-E perché?- chiese Sr, con le sopracciglia alzate.
-Beh, ecco, è una cosa tra loro, per così dire... non vorrei immischiarmi...-
-Ma cosa dici! Se te l'ha chiesto è perché vuole condividere questa gioia con te, sei il suo migliore amico dopotutto, no?-
Oddio, non mi sembrava vero: finalmente faceva il padre!
-Si, però...-
-Basta Synyster, niente complessi! Stasera andrai con Jimmy a festeggiare!-
Brian sorrise.
-Ok papà. Vado ad avvisare Loop e Diablo... oggi niente prove!-
Niente prove... ditemi che non era solo un sogno!
-Ehm, Brian?-
-Sì?-
Papa Gates lo fulminò con lo sguardo, puntandogli contro l'indice.
-Riguardo a stasera... stavolta niente macchina, sia ben chiaro!-
 

Jimmy arrivò quella sera alle nove. Aveva l'aria stravolta, ma si vedeva lontano un chilometro che sprizzava gioia da tutti i pori.
-Brian!- gridò, abbracciandolo -O amico, non puoi capire che razza di figata assurda! È fantastico... ma che dico, epico... anzi, no, super mega ultra spaziale e...-
-Ok ok, ho afferrato il concetto!- rise quello, ricambiando l'abbraccio.
-Stasera andremo in giro a far baldoria! Ovviamente verrai anche tu!-
O cielo... stavolta sarei rimasto a casa; non volevo rischiare di nuovo la vita...!
-Ne sei sicuro? Non li conosco nemmeno...-
-Appunto! Voglio farteli conoscere! Sono sicuro che andrete d'accordo!-
-Ok, Jim... prepariamoci allora!-
Quello era il momento di andare. Mi sarei preso una serata di meritato riposo: stravaccato sul divano a guardare la tv con Papa Gates, qualche crocchetta di pollo... la serata perfetta. Cominciai a squagliarmela.
-Pinkly!- gridò Jimmy, prendendomi in braccio -Stavolta ti porteremo con noi! Sei una specie di portafortuna, ormai, mio caro!-
Guaii. Ecco, addio alla mia serata tranquilla...!
 

-Che cazzo di fine hanno fatto? Sono in ritardo!- si lamentò Jimmy. Anche se era sera, indossava un grosso paio di occhiali da sole che lo facevano sembrare un moscone.
-Smettila, Jim, rilassati!- sbuffò Brian, soffiando il fumo della sua sigaretta. Scossi la testa. Proprio lui gli diceva di rilassarsi... aveva già finito il secondo pacchetto di sigarette!
Poco dopo sentimmo un clacson suonare ripetutamente.
-Oh, eccoli!- esultò Jimmy, correndo fuori dalla porta, saltellando alla Haidi.
Ma dico, era già fatto di prima serata?!
Papa Gates rise, dando una pacca sulla spalla di Brian.
-Divertitevi!-
-Cosa? Mi aspettavo frasi del tipo "Fate attenzione!" oppure "Non distruggete altre macchine!"- lo scimmiottò Brian.
Sr ridacchiò.
-Nah... e, anche quando, non sarebbe la mia macchina ad essere distrutta, stavolta!-
Wow, che padre responsabile...!
Brian sorrise, prendendomi in braccio.
-Ok, andiamo allora! Ci si vede, Papa Gates!-
Uscimmo dalla porta, mentre quel tonto di Sr andava letteralmente in brodo di giuggiole.
Jimmy si era già fiondato verso una grossa jeep nera, la stessa di quella mattina, ferma di fronte casa Haner. Era impegnato a parlare vivacemente con tre ragazzi vestiti esattamente come lui e Brian. Li guardai di sottecchi. Ma cos'era quella moda metallara? Mah...!
Brian, però, vedendo quei ragazzi, si rilassò visibilmente.
-Ehi, ma io vi conosco!- sorrise, andandogli incontro. Jimmy lo guardò incuriosito.
-Sì, anche io ti ho visto da qualche parte!- rispose un tipo piuttosto impostato, capelli castano chiaro e grandi occhi verdi. Gli tese una mano -Sono Matt Sanders... tu non sei mica Brian Haner?-
-Esatto!- rispose Bri, stringendogli la mano -Forse ci siamo visti da qualche parte, a scuola-
-Allora dovresti aver visto anche me! Sono Zacky Baker!- sorrise un tipo strano, con i capelli scuri. I suoi occhi chiari erano contornati da una matita rossa... inquietante!
-Ehi, ma noi frequentavamo matematica assieme, ricordi? Sono Matt Seward... di solito, però, mi chiamano Matty... sai, per non scambiarmi con l'altro Matt!- si presentò il terzo, un tipo tutto sorridente.
-Sì, è vero! Beh, ora si spiega perché non ti ho riconosciuto subito... odiavo la matematica, saltavo tutte le lezioni!- rise, contagiando anche gli altri.
Ma bravo, Brian, mi sorprende che tu sia riuscito a prendere quella carta straccia di diploma! Ah, se l'avessi saputo prima te le avrei date di santa ragione, razza di discolo...!
-Cavolo, volevo farle io le presentazioni, non è giusto!- sbuffò Jimmy, calciando un sasso da terra. Tutti si misero a ridere, e io non potei fare a meno di sospirare rassegnato.
-Comunque, ragazzi, complimenti per il contratto! Mi piacerebbe sentirvi, qualche volta, dovrete essere grandiosi!- sorrise Brian, con sguardo ammirato.
-Puoi giurarci! Siamo i migliori di tutta Huntington Beach!- esultò Zacky, dando il cinque agli altri.
Un po' pieni di sé, quei tizi!
-Potresti venire qualche volta in studio, durante le registrazioni!- propose Jimmy, dandogli una pacca sulla schiena.
-Oh, volentieri, amico! Non vedo l'ora!-
-Comunque sia, il nostro gruppo non è ancora perfetto... ci manca un logo, sai, qualcosa che possa restare impresso nella mente!- si lamentò Matt.
-Già... ci abbiamo pensato per masi, ma niente! Dobbiamo trovarlo in fretta...!-
-Oh, non preoccupatevi!- rise Jimmy -Le idee piovono dall'alto, quando meno te lo aspetti, e... Gesù, che cazzo è quel coso?! Oddio, è un vampiro!- gridò terrorizzato, indicando il cielo scuro.
Alzammo lo sguardo di scatto, impauriti. Un pipistrello gigante ci stava venendo addosso.
Senza nemmeno darci il tempo di gridare, Jimmy si tolse una scarpa lanciandola contro il pipistrello che, colpito in pieno, stramazzò al suolo.
Restammo tutti pietrificati, fissando quell'enorme macchia nera sull'asfalto. Brian, con aria incerta, fece qualche passo verso quel... coso. Cavolo, ma era stupido?!
-Ehi, guardate che razza di pipistrello, è enorme!- esclamò ridendo, indicandolo.
-Per forza, è un vampiro, cazzo!- gridò Jimmy, ancora terrorizzato -Ringraziatemi, ho salvato il culo a tutti! Se gli avessi dato il tempo di trasformarsi in forma umana, a quest'ora eravamo tutti sotto terra!-
-Che cazzo dici, Jim! È solo un pipistrello più sviluppato del normale!- rise Zacky, avvicinandosi anche lui.
-Certo, è quello che vuole farci credere... prendete l'aglio, delle croci e un paletto di legno! E non dimenticate l'acqua santa!-
Tutti lo guardammo, shockati. Ci era o ci faceva, quell'idiota?
-Bah, è solo un pipistrello!- sbottò Matty, avvicinandosi con l'altro Matt. Alla fine mi avvicinai anche io, annusandolo. Che puzza di carcassa! Quel coso era davvero enorme! Era crollato al suolo con le gigantesche ali nere spiegate, il muso da topo rivolto verso il cielo.
-Vieni a guardare, Jimmy! È una figata!- rise Brian, saltellando come un bambino.
-Se morirò dissanguato dai suoi canini sarà per colpa vostra... ho un sangue delizioso, io, sono certo che non saprà resistermi!- borbottò, avvicinandosi anche lui, con aria diffidente.
E come faceva a sapere di avere il sangue delizioso? Chi lo capiva, quello!
-Wow, è bellissimo!- bisbigliò, con gli occhi illuminati dalla gioia. Ad un certo punto, sembrò quasi che una lampadina gli si fosse accesa sopra la testa -Ci sono! Sarà il nostro stemma!- urlò, battendo le mani.
Tutti lo guardammo.
-Cosa?!-
-Ma sì, è fantastico! Però quella faccia da topo non mi piace per niente... potremmo, che ne so, coprirla col nostro nome o...-
-Sostituirla con un teschio!- propose Zacky, illuminandosi anche lui.
-Ragazzi, è un idea grandiosa!- esultò Matt -Mi è venuta anche un'idea per il nome: Deathbat! Beh, è sempre un pipistrello morto...!-
-Un vampiro morto, vorrai dire!- precisò Jimmy -Però, Deathbat... suona bene!-
-Avevi proprio ragione, Jimmy, le idee piovono davvero dall'alto!- rise Matty, dandogli una pacca sulla schiena.
-È deciso, allora!- dichiarò Zacky -Sarà il nostro logo, il Deathbat! Oh, qui ci vuole un abbraccio di gruppo!- esultò, allargando le braccia. Gli altri, però, lo guardarono con aria scettica.
-Una stretta di mano andrà altrettanto bene...!- mormorò Matty.
-Oh, al diavolo, ci sta una abbraccio di gruppo!- rise Jimmy, abbracciando Zacky. Presto si unirono anche i due Matt.
-Brian, anche tu!-
-Ma io non faccio parte del gruppo...!-
-Vieni qui, idiota! rise Zacky, abbracciando anche lui -Hai visto nascere il Deathbat, e questo ti rende già un nostro membro onorario!-
Guardai quei cinque abbracciarsi commossi, quasi alle lacrime, dicendosi "Vi voglio bene, ragazzi!", o ancora "Siete i migliori amici che uno possa desiderare!"... sembrava di assistere ad un pigiama party di tredicenni con l'apparecchio e le treccine! Che visione stomachevole, mi si stavano cariando i denti!
-Ok, ragazzi!- proruppe Jimmy, con ancora gli occhi lucidi dalla commozione (emotiva e cerebrale, oserei dire!) -Ora che abbiamo anche trovato un logo, abbiamo un motivo in più per festeggiare! Ci aspetta una lunga notte di festeggiamenti e baldoria!- gridò infine, il pugno rivolto verso il cielo scuro.
Tutti gridarono con lui, ridendo e dandosi forti pacche.
Ecco, quella scarica di adrenalina mi preoccupava parecchio...
-È una serata fantastica, e questo è solo l'inizio!- esultò Matt, saltellando.
Infatti, era solo l'inizio... grazie per avermelo ricordato, Matt!
Il mio martirio era appena iniziato...!

 

Ed ecco a voi gli Avenged Sevenfold!! *scrosci di applausi, petali di rose caduti magicamente dal cielo*
La storia della nascita del Deathbat è vera, l'ho letta in un'intervista, ahahah! Il nostro Rev era un Genio, del male, forse, ma sempre e comunque un fottutissimo GENIO! *^*
Ed è anche vero il fatto che il primo batterista della band era un certo Matt Seward... vi ricorda qualcosa?? Ebbene sì, è il fratellone del nostro amato Johnny! :3
Ma comunque, la serata è appena iniziata, nel prossimo capitolo ne vedremo ancora delle belle, o delle brutte, secondo il nostro Pinkly! Tutta questione di punti di vista! u.u
Oh, notizia non pertinente con la storia: avete presente The Sims 3? Ho creato una partita con gli Avenged, sono venuti precisi! Ovviamente c'è anche il nostro eroe, Pinkly! E, ancor più ovviamente, il mio alter ego vive con loro, muahuauhau!!
Beh, non prendetemi per folle... almeno lì posso sognare di conoscerli, sigh!
"Guarda che non ti perdi niente, sono solo dei decerebrati!"
Zitto, tu, che ne puoi capire?!
Ma vabbè, spero che il capitolo vi sia piaciuto (e, soprattutto, che sia riuscita a pubblicarlo in tempo... non sei ancora partita, vero, Necromance?)
Alla prossima! ^-^
Witch <3

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Capitolo 6
*** Amici fuori di testa ***


Chapter six

Amici fuori di testa
 
 
-Ma Jim... dobbiamo portarci dietro anche quel cane?- chiese dubbioso Zacky, indicandomi.
-Wuaf!- Perché, che hai in contrario, eh?
-Certo che sì!- urlò offeso Jimmy, strappandomi dalle braccia di Brian e stringendomi a sé -Lui è Pinkly, il nostro porta fortuna!- rise, facendomi volteggiare in aria.
Oddio, e ora che diavolo gli era preso?!
-Wuaf wuaf!- mi disperai, ovvero, Mettimi giù, demente, soffro di vertigini e tu sei alto quanto l'Everest, dannazione!
Tutti risero, anche se Zacky era ancora un po' perplesso.
-Ok... saliamo in macchina, allora! La vodka di prima mi sta dando alla testa... guida tu, Matt!-
-Quale?- fecero i due in coro.
-Shadows, ovviamente!- disse Zacky, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Shadows? Ma non si chiamava Sanders quel tipo, fino a poco fa? Oddio che confusione...!
-Mi dispiace, Seward- continuò Zacky -ma ti sei appena scolato una birra e non vorrei rovinare la macchina di mio padre!-
Brian e Jimmy si guardarono, quasi (e dico quasi) con aria colpevole. Sembrava persino che i due volessero mettersi a fischiettare...!
-Va bene, allora! All a board!!- esultò il Matt, in una splendida imitazione di Ozzy Osbourne in Crazy Train... beh, che volete, anche se sono fan del pop, a furia di frequentare tizi come loro ero ormai un esperto nell'heavy metal...!
 Il pilota, dunque, salì in macchina (per lo meno dalla parte del volante, era già qualcosa...!).
Zacky prese posto nel sedile del passeggero, mentre io, Brian, Jimmy e l'altro Matt fummo schiacciati nei sedili posteriori.
-Sbaglio o prima Zacky ha chiamato Matt "Shadows"? Il suo cognome non è Sanders?- chiese Brian perplesso a Jimmy.
E se lo chiedeva solo ora? Grave caso di intelligenza a scoppio ritardato!
Jimmy ridacchiò.
-Sì, Shadows è il suo nome d'arte!-
-Io di cognome faccio Baker, però mi faccio chiamare Vengeance- sorrise Zacky, guardandoli attraverso lo specchietto retrovisore -Sapete, nessuno ha mai creduto in me, ma il mio successo sarà la mia personale vendetta nei loro confronti...-
-Ma tu non hai ancora successo, Vee!- rise Shadows.
Zacky agitò una mano in aria, con noncuranza.
-Dettagli, e comunque lo avrò presto, fidati!-
Wow, fiducioso il ragazzo...!
-Comunque sia, tutti qui abbiamo dei nomi d'arte, tranne Matty!-
-E così- continuò Brian, pensieroso, rivolgendosi a Jim -anche qui tu saresti Rat Head?-
-Rat Head?!- esclamarono gli altri in coro, ridendo.
-Questa è proprio da te Jimmy... testa di topo, ahah!- si sbellicò Matt Seward.
Ormai quel tipo aveva tutta la mia simpatia!
-Beh, almeno io un nome d'arte ce l'ho!- disse quello, risentito -Comunque sia, in questo gruppo mi faccio chiamare "The Rev"-
Brian inarcò un sopracciglio, con fare dubbioso.
The Rev? Ma cosa...?
-È l'abbreviazione per "The Reverend Tholomew Plague"-
Oh, ma certo, come ho fatto a non arrivarci prima, è talmente ovvio...!
-Wow, fico!- sorrise Brian, dando un pugno amichevole sul braccio dell'amico.
Se lo dici tu...!
-E tu, Brian? Rev ci ha raccontato che avete un gruppo, i Pinkly Smooth! Hai un nome d'arte?- chiese Shadows, interessato.
-Certo! Synyster Gates!- rispose quello, con sguardo fiero.
Pallone gonfiato!
-Non male! Come diavolo ti è venuto in mente?!-
Jimmy e Brian si guardarono complici, per l'ennesima volta.
-Beh, è una lunga storia...-
-Ok, me la racconterai una volta dentro, ormai siamo arrivati!- annunciò, spegnendo il motore della macchina.
-Ma questa è la casa di Matty Seward!- piagnucolò Jimmy -Io voglio festeggiare in giro per locali! Voglio alcol, donne ed erba!-
Erba? Qualcosa mi diceva che non si riferiva certo a quella dei prati...!
-Ci saranno, Jim, non preoccuparti! I genitori di Matt saranno fuori fino a lunedì e abbiamo pensato di organizzare qui la festicciola! E poi io ho portato l'alcol, Val qualche amica e il nostro fidato Seward ha provveduto al resto-
-Ok, allora che aspettiamo?!- Jimmy si catapultò fuori dalla macchina, saltellando come un bambino.
-Rev, fermo! Devi aiutarci a scaricare le cose da bere!- urlò Zacky.
-Shh, zitto, idiota! So io dove le scarica, quello, le cose da bere...!- sibilò Matt, aprendo il cofano e rivelando una quantità abnorme di alcol.
Ok, calma e sangue freddo, ma soprattutto... portatemi a casa, ve ne prego!
Gli occhi di Brian si erano già illuminati, come se avesse appena visto Babbo Natale scendere dal camino con un enorme sacco di regali in spalla.
Ecco, sapevo già che non sarebbe andata a finire molto bene. Non ci voleva certo una laurea in ingegneria aerospaziale applicata alla fisica quantistica per immaginare cosa sarebbe successo di lì a poche ore. Probabilmente sarebbe stato meglio chiamare le forza dell'ordine... dove si trovava la caserma più vicina?
I ragazzi, con un lavoro di squadra davvero impeccabile, riuscirono a portare all'interno della casa tutto quell'alcol. Li seguii dentro, un po' timoroso.
Casa Seward era una villetta davvero graziosa, arredata con cura. Peccato che, tutto quell'ordine, sarebbe durato ancora per poco...!
 Ad accoglierci alla porta in legno massiccio trovammo un ragazzino molto basso. E quando dico basso dico basso, eh! Se mi fossi messo in piedi l'avrei superato in altezza...!
-Ehi, Johnny, come andiamo amico?- chiese Matt, affidandogli due casse piene di birra.
-Ora molto meglio, grazie... queste sono per me, vero?!- chiese, facendo già per scappare via.
-Ehi, tu, frena! Senza il consenso del Rev quel bendiddio non va da nessuna parte...!- lo intimò Jimmy, con aria minacciosa. Oh, cielo, cominciavamo bene!
- Ma io e la birra abbiamo una relazione speciale, devi capirmi! Io la amo!- piagnucolò quello lì. Ah, ecco svelato il mistero! Caro mio, potevi anche amare la birra, ma guarda che t'ha fatto lei, ti ha bloccato la crescita! Non ti lamentare di misurare "due mele o poco più"...!
Zacky scosse la testa.
-Johnny, lui è Brian Haner, amico di Jimmy, e Brian... questo gigante qui è Johnny Seward, il fratellino del nostro bassista!- ridacchiò, presentandoli.
-Ehi, attento a come parli, tu!- sbottò offeso quello, per poi fare un cenno del capo a Brian.
-Piacere!- si presentò il decerebrato, con lo sguardo più sulla birra che su Johnny.
-Ehi ragazzi, la festa è dentro! Su, sbrigatevi!- gridò una ragazza dal salone, impegnata a riempire (e, subito dopo, svuotare...!) le ciotole di patatine.
Ed ecco che Brian, finalmente, distolse lo sguardo dalla birra solo per posarlo su un'altra bionda; tipico!
-Ciao, io sono Brian!- si presentò, mangiandosela con lo sguardo. La ragazza sembrò un po' confusa, ma sorrise.
-Io Valary, piacere!-
Proprio quando Brian stava per tornare all'attacco (tsk, si credeva un Don Giovanni, quello!), arrivò Matt che imprigionò Valary nel suo immenso abbraccio.
-Ehi, amico, mi stai simpatico, quindi vedi di stare alla larga da lei, è di mia proprietà!- sbottò.
-Matt, io non sono di proprietà di nessuno!- rise quella, dandogli una leggera pacca sul petto. Brian ridacchiò nervoso.
-Oh scusa, non lo sapevo! È che... lasciamo stare! Complimenti, comunque, amico, ottimi gusti! Non è che per caso ha una sorella gemella?- scherzò Brian, ridendo della sua battuta.
Matt e Valary, invece, si guardarono con fare ammiccante. Ma che diavolo avevano quei due? Qualcuno tossì alle spalle di Brian e ci voltammo di scatto.
-Sì, ce l'ha... piacere, io sono Michelle!- sorrise l'esatta fotocopia di Valary. Cavolo, sapevo ovviamente che cos'erano i gemelli, ma non ne avevo mai visto di persona... erano praticamente identiche!
Brian la guardò, sbalordito.
-Ma io... dicevo così, tanto per dire... cioè, non che...- scosse la testa, rendendosi conto di aver fatto la figura dell'idiota, come al solito -Sono Brian!- cercò di recuperare, porgendole una mano.
Michelle ridacchiò, guardando la sua mano. Anziché stringergliela, però, gli passò la bottiglia di birra che aveva in mano.
-Tieni, ti aiuterà a rilassare i nervi!- sorrise, facendogli l'occhiolino.
Brian bevve un lungo sorso e Michelle andò via,non prima di avergli lanciato l'ennesima occhiata.
Un momento: che voleva quella là dal mio, e sottolineo mio, Brian?! No, perché se voleva fregarmi lo schiavetto, aveva sbagliato di grosso! Insomma, li vedevo già, quei due! Lei, bionda e con tacchi vertiginosi che entra in mille negozi e lui, sì, proprio lui, quel babbeo, a seguirla sbavante mentre le tiene i miliardi di sacchetti e pacchettini contenenti vestiti e altre cavolate, comprate coi suoi soldi, ovviamente!
Per non parlare di un eventuale futuro in cui il mio schiavetto sarà costretto a badare a un'orda di bimbi urlanti, mentre lei se ne sta sdraiata tranquillamente sul divano, con la scusa di avere lo smalto fresco!
Non potevo certo permetterlo! Gli avrebbe prosciugato il conto in banca, già di per sé misero! Chi mi avrebbe comprato le crocchette al pollo, poi?! In più, oltre che a prosciugargli il conto in banca, gli avrebbe mandato in pappa anche quel po' di cervello che aveva!
-Brian, sei ancora tra noi?- lo chiamò Jimmy, sventolandogli una mano davanti agli occhi. Brian si riscosse, continuando a bere. Solo in quel momento sembrò accorgersi che anche quell'altro idiota si era fatto abbindolare da una brunetta tutta curve, abbarbicata al suo braccio come una cozza su uno scoglio.
-E lei chi è?- chiese Brian, dando di gomito a Jimmy.
Beh, non è molto difficile da indovinare... è una sciacquetta, ovvio!
-Oh, lei è Sandy!-
-Mandy!- lo corresse la ragazza, sorridendo.
-Sì, giusto, Mandy... è un'amica di Valary, credo!- ghignò, fumando quella che non sembrava esattamente essere una sigaretta. Bene, perfetto... meglio stargli alla larga, almeno per un po'.
-Ehi, ragazzi!- gridò Johnny, mettendosi in piedi sopra il tavolino da caffè del salotto -Siete pronti per la festa?!-
-Sì!- urlarono tutti in coro.
-Ehi, amico, messo lì sopra sfiori quasi il metro e sessanta, è un prodigio!- rise Jimmy, trascinando anche gli altri con sé.
-Spiritoso! Per te niente birra! E ora, musica!-
Mentre Jimmy si contorceva a terra per la disperazione, partì una canzone assordante che fece letteralmente tremare i vetri della casa. Di lì in poi fu il caos.
Johnny scese dal tavolino, mettendosi a ballare con la lampada da terra del salotto che, ovviamente, si fulminò subito dopo. Zacky, invece, era impegnato a saltare sul divano, lanciando cuscini a chiunque gli capitasse sotto tiro. Matt correva e saltava per tutta la casa con Valary sulle spalle; la ragazza aveva una bottiglia di vodka in mano e, ogni tanto, ne beveva un po' lei mentre il resto lo passava al suo "destriero". Matty ballava sensualmente con due ragazze, così come Jimmy era parecchio impegnato con la sciacquetta di prima. Intanto, Brian fissava il tutto con le stelle negli occhi, birra ancora alla mano, per poi fare qualche passo verso quell'inferno.
Eh no, caro mio, tu in quel casino non ci vai! Gli afferrai una gamba con i denti, deciso a non lasciarlo andare.
-Pinkly, che ti prende?- mi stacca dai suoi pantaloni, mettendomi su una poltrona, lì vicino.
-Sta' buono qui!-
-Wuaf!- No, tu stai qui buono!
Tuttavia mi ignorò, cominciando a ballare anche lui in modo scatenato. Ben presto individuò Michelle che ballava in un angolo, la raggiunse e cominciò a fare la sua solita faccia da triglia. O capperi, quello ci restava secco sul serio se non la smetteva! Come faceva a non capire che le donne portano solo guai?!
Ok, calma Pinkly, ragiona. Cosa potresti fare? Mi guardai intorno, cercando una soluzione per non farlo andare totalmente di testa.
Nel frattempo, Johnny aveva abbandonato la sua "partner" per cercarsene una vera: la lampada, ora, stava in piedi in un equilibrio alquanto precario proprio alle spalle di Syn. Agii d'istinto: mi fiondai verso la lampada da terra, andandoci a sbattere con tutte le mie forze. Rimasi intontito ma osservai soddisfatto il risultato. La lampada, infatti, era caduta in testa a Brian il quale, per lo spavento, rovesciò la birra che aveva in mano proprio addosso a Michelle. Sghignazzai quando la vidi guardarlo con odio.
-Ma dico, che diamine fai? Questo vestito l'avevo comprato oggi!- gli gridò contro, spintonandolo.
-Scusa, non volevo... la lampada mi è caduta addosso e... cazzo, è sicuramente colpa di quel dannato nano che ci stava giocando, poco fa'... gliela farò pagare!-
-Certo, o forse è solo perché sei un imbranato!- sbottò lei, voltandogli le spalle, col naso all'insù.
Brian la guardò con occhi da cucciolo, mentre quella si dirigeva verso un ragazzo che, chissà come, era riuscito ad imbucarsi alla festa.
Dovevo ammettere che mi faceva un po' pena, in quel momento. Oh, al diavolo! Prima o poi mi avrebbe ringraziato per avergliela tolta dai piedi!
Forse era meglio consolarlo un po', povero caro! Nah, si sarebbe ripreso! Meglio tornare al mio posto prima di venir calpestato da qualcuno...
Feci per saltare nuovamente sulla mia poltrona quando, ad un tratto, qualcuno mi prese in braccio.
Era Jimmy, totalmente andato. I capelli erano appiccicati al viso e puzzava di alcol e... qualcos'altro, forse rosmarino. Ero consapevole del fatto che non avesse partecipato ad una grigliata, e la cosa mi spaventava.
-Shh!- mi sorrise, mettendosi un indice sulle labbra. Sotto il braccio teneva uno skateboard, preso da chissà dove. Che cavolo voleva fare?!
Ridacchiando, cominciò a salire le scale che conducevano al piano superiore di casa Seward.
O no... o mio Dio, ti prego, no...
Nessuno sembrò accorgersi di noi finché non fummo in cima alle ripide scale. Jimmy urlò, richiamando l'attenzione dei presenti i quali si voltarono verso di noi, abbassando il volume della musica.
-Oggi, io e il mio fidato amico qui presente, Pinkly- cominciò ad annunciare in tono solenne -conquisteremo il mondo!-
-O no...!- mormorarono tutti gli invitati, contemporaneamente. Probabilmente avevano intuito cosa stava per fare quel folle, come me, del resto. Cominciai a guaire, cercando di morderlo per liberarmi, ma la sua presa era più che salda.
Negli attimi precedenti la tragedia, riuscii a scorgere le molteplici reazioni dei presenti.
Alcuni, come Valary, chiusero gli occhi, senza avere nemmeno il coraggio di guardare; altri, come Zacky, si misero le mani in bocca, trattenendo le urla di spavento; altri ancora, come Johnny, si rotolarono per terra dalle risate. Comunque sia, Matt e Brian furono gli unici a riscuotersi e a muovere qualche passo verso di noi, ma ormai era troppo tardi: Jimmy si era seduto sullo skateboard a mo' di slittino, stringendomi tra le braccia. Abbandonai ogni speranza: sarei morto per colpa di un imbecille, mondo crudele!
Si diede una poderosa spinta con le gambe e cominciammo la ripida discesa, pronti a schiantarci contro il muro di fronte a noi. Chiusi gli occhi e vidi la mia vita scorrermi davanti, alla moviola: rividi la mia mamma, i miei fratelli di cucciolata; quell'infausto giorno in cui, un Brian bambino, con le dita nel naso, mi scelse tra decine e decine di animali a disposizione, all'interno di quel dannato negozio. Voglio dire, c'era di tutto, là dentro! Pesci rossi, criceti, serpenti, iguane, gatti e cani di tutte le razze, e lui chi è andato a scegliere?! Me! La mia sfiga non ha fine, davvero!
Nel frattempo, Jimmy urlava e rideva, contento come una Pasqua.
Tutti quegli istanti durarono solo pochi secondi, ma per me furono lunghi anni interi.
All'improvviso, però, proprio quando quel muro si stava avvicinando inesorabilmente a noi (in realtà sarebbe il contrario, ma così rende meglio il concetto!), vidi Brian porsi davanti ad esso, a braccia aperte. Gli finimmo violentemente addosso, scaraventandolo a terra. Rimasi tramortito dall'impatto e senza fiato, dato che ero schiacciato come una sardina tra Jimmy e Brian.
-O cazzo, state bene?!- urlò Matt, aiutandoci. Anche gli altri si avvicinarono, cercando di darci una mano.
Quando spostarono Jimmy, ripesi finalmente a respirare. Sollevai lo sguardo e vidi Brian che, nonostante fosse dolorante e pieno di ammaccature, ci guardava con sguardo preoccupato. Se non fosse stato per lui, io e Jimmy... non oso nemmeno pensarlo! Dio solo sa come sarebbe andata a finire!
-Jim! Stai bene?- chiese preoccupato Matt, chinandosi su di noi, a terra.
-Io sì- rise -mi sa che Brian si è fatto molto più male di me!-
-Beh, probabilmente sì...- mormorò Matt preoccupato, aiutandoli ad alzarsi da terra.
-Pinkly... oddio, se è morto ti ammazzo!- biascicò Brian, prendendomi in braccio.
Tutti risero, ma lui era dannatamente serio.
-Wuaf!- Sto bene... almeno credo...!
-Tutto ok, Brian?- biascicò Jimmy, barcollando sul posto.
-Insomma...- quel poveretto era piuttosto ammaccato... era il minimo data la stazza dell'amico e la velocità con cui era stato investito! Eravamo vivi solo per miracolo!
-Non c'era bisogno del tuo gesto eroico, avevo la situazione sotto controllo!- borbottò Jim.
Gli ringhiai contro.
Brutto idiota, non avevi il controllo nemmeno del tuo cervello, figuriamoci della situazione!
Matt rise, dando forti pacche sulle spalle ad entrambi.
-Certo come no...! E va bene, ragazzi, stanno bene! Riprendiamo la festa!-
Ben presto riaccesero lo stereo e tutti ricominciarono a ballare e a bere, come se non fosse successo nulla.
 
-Beh, scusa... non era previsto che sarebbe andata a finire in questo modo...!- cercò di giustificarsi Jimmy, appoggiandosi a Brian.
Non era previsto? O povero caro, qualcuno avrebbe dovuto informarti dell'esistenza di una certa "forza di gravità"...!
Brian rise, dando pacche sulla schiena dell'amico.
-L'importante è che qualcuno non si sia fatto male!-
Jimmy storse la bocca, guardando davanti a sé, terrorizzato.
-Non ancora, vorrai dire...!-
Subito dopo, qualcuno corse nella nostra direzione, scansando Brian e saltando addosso a Jimmy, facendolo cadere nuovamente per terra.
-Oh mio Dio, Jimmy!- squittì una voce. La sciacquetta gli si strinse al collo, incurante del fatto che erano finiti dritti distesi sul pavimento -Come stai, tesoro?-
Lo strinse a sé fino a fargli diventare la faccia viola.
-Ehm, scusa, mi stai soffocando...!- farfugliò lui, ma quella non lo ascoltò nemmeno. Per cui Jimmy, con tutta la sua delicatezza (e vi garantisco che è davvero poca!), se la staccò di dosso, tornando finalmente a respirare e rimettendosi in piedi.
-Ma "Jimmino", che ti prende?- piagnucolò lei.
Nel mentre, Johnny, lì vicino, al sentire quel diminutivo si buttò nuovamente a terra, ridendo, seguito anche da Zacky.
-Ahah, Jimmino caro, tesoruccio!- ridevano, con le lacrime agli occhi.
Beh, non avevano tutti i torti... quasi quasi mi univo a loro! Jimmino, ahah!
"Jimmino" li fulminò con lo sguardo, per poi rivolgersi nuovamente verso quella che era ormai la sua piaga.
-Jimmino?! Ascolta, Candy...-
-Mandy!-
-Sì, va bene, Mandy! Io non sono il tuo... "Jimmino", chiaro? Quindi scollati un po', mi sono già rotto!-
-Ma Jimmuccio...-
A quel punto, ormai, anche gli altri si erano messi a ridere. Beh, era una scena alquanto comica...! Finalmente Valary decise di intervenire.
-Andiamo, Mandy, ti accompagno a casa!- le sussurrò, accarezzandole un braccio mentre quella scoppiava a piangere. Jimmy le mimò un "Grazie" con le labbra.
Non appena uscirono, tutti tirammo un sospiro di sollievo e Jimmy scoppiò a ridere.
-Ragazzi, quella al posto delle mani aveva delle ventose, cavolo!- esplose, facendo ridere tutti.
-Beh, hai fatto colpo, Jimmino!- rise Brian.
-Non chiamarmi così!- sbraitò.
-Ok, come vuoi amico! Allora vada per Jimmuccio!- tutti risero. Jimmy stava per ribattere ma, in quel momento, ebbe un capogiro; sarebbe finito per terra se non fosse stato per Zacky e Brian che corsero a reggerlo in piedi.
-Amico, che ti prende?- chiese Zacky, preoccupato.
-Non mi sento... tanto bene...- farfugliò -Vorrei prendere un po' d'aria fresca...-
-Va bene, andiamo!- disse Brian che, aiutato da Zacky, accompagnò Jimmy fuori, sulla strada.
-Se avete bisogno, urlate!- disse loro Matt. Brian annuì, chiudendosi la porta alle spalle.
Ovviamente li seguii anche io. La luna era alta nel cielo e, per strada, non c'era nemmeno una macchina. Non avevo idea di che ore fossero ma, probabilmente, era ormai notte fonda.
Brian e Zacky barcollavano sul marciapiede, schiacciati dall'immensa mole dell'amico. Jimmy non aveva la forza di poggiarsi sui propri piedi, dunque lo fecero sedere su un muretto lì vicino.
-Zacky... sei un fottuto idiota, ma ti voglio bene!- biascicò Jimmy, dando un "pugnetto" sulla guancia dell'amico.
-Ehm... grazie... mi sa che sta cominciando a farneticare!- mormorò, alzando gli occhi al cielo.
-E tu, Syn! Sei mio fratello, ormai, capito? A volte rompi, ma sei il mio fottutissimo migliore amico, ok?-
-Ok, Jimmy, lo stesso vale per me!- rise Bri.
-Voglio fare la nanna...- mormorò, acquattandosi sulla spalla di Brian. Subito dopo, cominciò a russare.
-O, che cucciolo, fa tenerezza!- sorrise Zacky, osservandolo mentre dormiva.
Sì, è un vero angioletto... quando dorme!
-Era davvero ubriaco per aver detto quelle cose!- rise Brian, sistemandosi meglio l'amico sulla spalla.
-Io credo che pensi realmente ciò che ha detto. Potrebbe sembrare un ragazzo stronzo, folle, nonché un criminale, ma ho sempre pensato che tutto ciò di cui ha bisogno sia solo un po' d'affetto-
Rimasi colpito da quelle parole. Non avevo mai visto la situazione sotto quel punto di vista.
-So che, ormai, vive praticamente a casa tua-
-Sì. Non vuole tornare a casa sua. Come biasimarlo... ne ha combinate così tante che, ormai, i suoi genitori non si fidano più di lui-
-E i tuoi? Non dicono niente?-
-No, anzi! Lui e mio padre vanno molto d'accordo, sono praticamente sulla stessa lunghezza d'onda. E poi perché dovrebbero dirmi qualcosa?-
Zacky abbassò lo sguardo, con aria colpevole.
-Beh, vedi, i miei genitori, e anche quelli di Matt, ci hanno sempre proibito di frequentarlo... temono che possa metterci sulla brutta strada-
Sentii il mio cuore spezzarsi. Osservai Jimmy dormire tranquillo, con un leggero sorriso sulle labbra. Non era un cattivo ragazzo e, anche se per colpa sua per poco non morivo, avevo finito col volergli bene anche io, ormai.
-Però, ora, abbiamo anche un gruppo da mandare avanti, quindi non possono fare molto per dividerci!-
-Già... sono sicuro che avrete successo!-
-Lo credo anche io! E poi la chitarra è la mia passione, sarebbe un sogno poter vivere facendo quello che ti piace!-
-Anche io sono un chitarrista, sai?-
-Veramente? Grande! Questo è un motivo in più per farti venire alle prove! Io sono l'unico chitarrista del gruppo e, sai, avevamo intenzione di fare qualche canzone con ritmica e solo...-
-Sarebbe grandioso!- sorrise Brian, guardando il cielo.
Zacky sorrise.
-Ovviamente dovrò farti un provino!-
Brian rise.
-Sono sicuro che sarò promosso a pieni voti, vedrai!-
Ridacchiai. Sempre il solito!
Cominciarono a chiacchierare, accompagnati dal canto dei grilli e dal russare di Jimmy come sottofondo.
Mi accucciai ai loro pieni, sereno. In quel momento ero felice, poiché ero sicuro che Brian avesse finalmente trovato dei veri amici.
Certo, un po' fuori di testa, ma... Amici veri, sinceri; e questo mi basta.



Scusate tanto! Tra università e lavoro questa settimana non ho nemmeno avuto il tempo di respirare!
Avevo il capitolo pronto da un eternità... ora eccolo quì, un po' più lunghetto del solito! Spero che basti per farmi perdonare! :D
La festa... mi sono divertita un mondo a descriverla! xD
La storia di Zacky, sull'origine del nome "Vengeance" è vera, ma credo che lo saprete già!
Per il resto ci terrei a preicsare alcune cose: questa non sarà una storia in cui Michelle è la strega cattiva che vuole dividere Syn da Zacky o dal mio eventuale alter ego... anche se mi piacerebbe un mondo esserci, non ci sarò, mi dispiace! Questo perché mi sono ripromessa di essere quanto più fedele possibile alla realtà. Certo, ci sto un po' male perché, in fondo, le Synacky stanno cominciando a piacermi (infatti mi sono passata un po' lo sfizio in questo capitolo, eheh!) ;)
A proposito di essere fedeli alla realtà...
Pinkly è una lei!
Non so come comportarmi e, dato che i lettori siete voi e siamo in "democrazia" vi offrirò delle soluzioni!
Quindi votate...

a) Pinkly rimane un "lui"
b) Trova uno stratagemma per farla diventare una "lei" (ho già qualcosa in mente, niente di fantascientifico, non vi preoccupate, anzi!)
c) Nasconditi tra i rifiuti e sparisci dalla circolazione, megera!
Fatemi sapere tramite recensioni o messaggi privati, non importa, ma fatemi sapere, please!
Detto ciò mi eclisso! Come sempre, grazie per l'attenzione (spero!)
Alla prossimaa ciccine! ^-^
Witch

 

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Capitolo 7
*** Am I a fuckin' girl?! ***


Chapter seven

Am I a fuckin' girl?!
 


Da quell'incidente sulle scale, Brian è diventato molto apprensivo. Troppo. Esageratamente esagerato. Insomma, è una rottura di cosiddetti, e nessuno riesce più a sopportarlo, soprattutto io. È come essere il figlio unico di una madre apprensiva che soffre di attacchi di panico e varie fobie immotivate. Un vero supplizio!
Il mio schiavetto è convinto che, dal giorno successivo alla festa, io abbia qualcosa che non va. Certo, mi fa un po' male la zampa anteriore destra, ma penso che sia il minimo dopo un volo del genere!
Invece no, quello là era fissato che zoppicassi un po' troppo, che non fossi più lo stesso, o chissà che altro. Ogni volta che mi mettevo a dormire, lui mi si avvicinava per controllare  che respirassi ancora.
Ok, Brian, ho capito che non potresti vivere senza di me, il tuo adorato padroncino, ma ora... piantala, ne ho abbastanza!
Un bel giorno, o meglio, uno dei miei tanti giorni funesti, Brian mi prese in braccio e pronunciò una frase che mai, nella mia vita, avrei voluto sentire.
-Pinkly, oggi andiamo dal veterinario!-
Sinceramente non avevo idea di come fosse andare dal veterinario. Non ci ero mai stato, dato che avevo sempre goduto di ottima salute. Avevo sentito girare, però, certe voci su questo famigerato mostro canino che avrebbero fatto impallidire anche il pitbull più incacchiato del mondo. Roba del tipo termometri infilati tra le chiappe, collari che ti fanno sembrare una calla appena sbocciata (ndA si riferisce ai collari elisabettiani!) e altri strumenti di tortura da diciassettesimo secolo.
-Che figata! Vengo anche io!- esultò Jimmy, scattando in piedi. Era sul divano con Papa Gates, impegnato a guardare un programma di cucina: cosa davvero ridicola dato che prendevano nota di quelle ricette che, già lo sapevo, non avrebbero mai cucinato. A meno che non avessero voluto mandare a fuoco la casa, ovviamente...!
Brina lo guardò, scettico.
-Non so... dopotutto è a causa tua se Pinkly deve andare dal veterinario, adesso...!-
Ecco, parole sante, ragazzo!
Ebbi come la sensazione di udire un sonoro crack provenire dal petto del "Rev", come ormai lo chiamavano tutti.
-Ok... però... niente, se non vuoi, allora... va bene- borbottò con occhi da cucciolo, a testa bassa. Sprofondò nuovamente sul divano, cominciando a torturarsi le mani.
Brian, non ti fare impietosire, è tutto un trucco!!
Brian Sr, però, ci cascò con tutte le scarpe e per poco non scoppiò a piangere.
-O, povero caro! Ci divertiremo lo stesso, qui a casa, vedrai! Fatti forza, ci sono io, qui con te!- piagnucolò, battendogli una mano sulle spalle -Possiamo fare i pop-corn, mangiandoli poi davanti alla tv! Noleggiamo un film, magari horror! Che ne dici degli zombie? Oh, io amo gli zombie! Poi le donne zombie sono così... ah, che darei per incontrarne una...!-
Ok Brian, ora sì che potevi farti impietosire...! Povero Jimmy, costretto a restare solo con Papa Gates per l'intera giornata, per di più costretto ad ascoltare i suoi versi da maniaco depravato davanti ad una zombie donna... ma che schifo!! *(leggere note in fondo!)
Brian dovette pensare lo stesso dato che, subito dopo, gli porse una mano, aiutando l'amico ad alzarsi dal divano.
-Ok, Jimbo, sei dei nostri! Andiamo!-
Jimmy, ovviamente, non se lo fece ripetere due volte. Saltò su dal divano come una molla, sorridendo come un bambino.
-Evviva! Andiamo dal veterinario!- saltellò, ridendo.
Ehi, ma dico, mica stiamo andando a Disneyland!
Tanto mica lo infilano a te il termometro nel didietro...!
Brian rise, scuotendo la testa.
-Va bene, allora! Torniamo più tardi pa... papà?- Brian si girò guardò intorno, smarrito -Ma dove diavolo si è cacciato?-
Sentimmo provenire degli strani scoppiettii dalla cucina.
-Sono qui, preparo i pop-corn! Voi andate pure, divertitevi!- gridò Senior. Dal tono sembrava felice come una Pasqua.
Noi tre ci guardammo, con aria stravolta e, al tempo stesso, disgustata.
-Mi sa tanto- mormorò Jimmy -che guarderà comunque quei film di zombie...!-
-Già!- sbuffò Brian, aprendo la porta d'ingresso -Andiamocene, prima che cominci ad andare un po' troppo su di giri...!-
Venni trascinato fuori, ancora in braccio a Brian. Era una bella giornata e, per la prima volta da mesi, ormai, avevo il piacere di godere del contatto diretto col sole. Certo, l'occasione non era delle migliori... mi stavano pur sempre conducendo al patibolo, quei due!
Ma no, cari miei! Voi non fregherete in questo modo il vostro caro, vecchio Pinkly...!
Avevo un piano, ebbene sì! E, guarda caso, quel piano prevedeva non solo un'ottima fuga, ma anche un sano esercizio fisico per quei due salami... era come prendere due piccioni con una fava, insomma!
-Dovremo farcela a piedi... mio padre non ci presterà mai la macchina- sbuffò Brian.
-Nemmeno se gli presentiamo una ragazza zombie?- ridacchiò Jimmy, contagiando anche Brian.
-Beh, forse in quel caso...-
Ecco il momento di agire. Bri aveva allentato la presa, troppo preso a scherzare con Jim. Uno... due... tre!
-Ahi, cazzo che male!- Brian si portò la mano ferita al petto facendomi cadere per terra. Scusa per il morso, amico!
Quella caduta era niente a confronto del mio volo dalle scale. Mi ripresi subito, alzandomi sulle zampe e correndo il più velocemente possibile, per quanto potessi fare con quella dannata zampa dolorante.
-No, Pinkly!- gridò Jimmy, cominciando ad inseguirmi -Fermati! Dove vai?!-
Lontano da voi e da quel veterinario, ovviamente!
-Wuaf wuaf!- Provate a prendermi, se ci riuscite!
Corsi verso un parco lì vicino, facendo lo slalom tra passeggini, bimbi su tricicli e coppiette innamorate. Mi guardai indietro per vedere come se la cavavano quei due. Avevano il fiatone e grondavano sudore. Brian aveva fatto cadere un ragazzino dalla sua bicicletta, mentre Jimmy era andato a sbattere contro un delle coppiette, facendo volare la ragazza a terra. Il cane che stavano portando a passeggio, un doberman, si chinò ad annusare la ragazza, come per cercare di capire se stesse bene.
-Ehi, tu, come ti permetti?- gridò il fidanzato di lei, un tipo che non aveva nulla da invidiare a Arnold Schwarzenegger.
-Oh cazzo!- sentii gridare a Brian mentre trascinava per una mano Jimmy, ancora immobile per lo stato di shock. Si misero a correre in quarta, superando persino me, senza degnarmi di uno sguardo.
A quel punto capii che erano troppo impegnati a fuggire da Mr Muscolo e che, quindi, non avrebbero pensato a me per un bel po'. Mi fermai a riprendere aria, godendomi quella comica scena.
Brian e Jimmy correvano per tutto il parco scavalcando panchine, recinti e scivoli, seguiti dal caro Arnold, impegnato a schioccare rumorosamente le dita delle mani e gonfiando bicipiti, tricipiti, quadricipiti e tutti gli altri "cipiti" presenti nel corpo umano.
Nella corsa, andarono incontro ad uno stormo di anatre vicine allo stagno del parco.
-Cazzo di anatre, andate via!- gridò Jimmy, agitando convulsamente le braccia in aria.
-Non è il momento di pensare alle anatre, amico! Pensa, invece, a salvare il culo da quello lì!- gridò Brian, cercando di trascinare via Jimmy che, nel frattempo, si era messo ad inseguire i volatili.
-Ma io le odio!-
Arnold, ormai, recuperava terreno. Sarebbero morti e, dall'espressione terrorizzata di Brian, capii che anche lui ne era perfettamente consapevole.
Ad un certo punto, il doberman della coppia venne verso di me.
E ora che vuole, questo?
Ok, lo ammetto, cominciai a sudare freddo. Che volesse attaccarmi per vendicare la padrona? Ma io non c'entravo niente, era colpa di quei due idioti!
Quel tipo, però, aveva ben altre intenzioni...
-Wuaf!- ringhiò possente, ovvero Ciao, bambola!
Bambola?!
Si avvicinò verso di me, con sguardo cupido e voglioso.
-Wuaf wuaf!- Guarda che sono maschio, io! Allontanati, depravato!
Ma quello non mi ascoltò, tentando di violentarmi. In quel momento, qualcuno mi sollevò da terra.
-Ares, a cuccia!- disse una voce autoritaria. Il cane, obbediente, si sdraio per terra, senza però levare il suo schifoso sguardo da me.
O mia salvatrice! Mi girai, restando di sasso non appena vidi quel volto tanto odiato.
-Ma tu sei il cane di Brian!- esclamò una voce fin troppo familiare.
Michelle.
Michelle mi aveva preso in braccio e mi guardava, stupita. Ringhiai.
Lasciami stare, mettimi giù!
Lei, però, non badò a me, dirigendosi verso Brian e Jimmy.
Ormai quel mostro tutto muscoli aveva preso Brian per il colletto della t-shirt, mentre Jimmy cercava di difendere l'amico, cominciando a scatenarsi.
-Tesoro, fermati, sono dei miei amici!- disse Michelle, posando la sua mano sul pugno che quel tipo stava per scagliare su Brian.
-Amici?!- esclamò quello.
Tesoro?! feci io, nella mia mente.
-M... Michelle?!- gridarono in coro Jimmy e Brian, sconvolti.
-Già... grazie per la caduta, Jimbo!-  fece quella, massaggiandosi una natica.
-Scusa, io... non mi ero accorto che fossi tu, Mich! Stavamo rincorrendo Pinkly...-
-A proposito- squittì Brian -Dove cavolo è finito?!-
Cominciò a guardarsi intorno, terrorizzato.
-Eccola!- sorrise Michelle, accarezzandomi. Brian mi strappò dalle sue braccia.
- Quante volte ti devo dire di non scappare?! Cattivo, Pinkly!-
-Cattiva, vorrai dire...!-
La guardai, sconvolto, così come Brian e Jimmy. Che cavolo stava dicendo? In effetti, anche prima aveva detto "eccola"...!
E poi quell'Ares aveva cercato di violentarmi, chiamandomi "bambola"!
-Cattivo... Pinkly è maschio...!- borbottò Brian, confuso.
-No, ti sbagli! È una femmina! Sono un'esperta di cani! Tra l'altro deve essere anche in calore, dato che Ares, il cane del mio fidanzato, ha cercato di accoppiarsi con lei!-
-Wuaf!- Ma io non sono femmina!
A quel punto, però, Brian strinse i pugni!
-Che cosa... accoppiarsi? Con Pinkly?! Io quel cane lo ammazzo!- gridò, trovandosi nuovamente di fronte al palestrato.
-Che vorresti fare, smilzo?-
Stavolta, però, Brian lo guardò dritto negli occhi, appoggiato da Jimmy.
-Ucciderò quel cane e anche te!-
-Bene, non aspettavo altro!- gridò quello in risposta.
Oddio, chiamate la polizia! Non è il momento di fare scenate di gelosia, Brian...!
-Fermi, tutti quanti!- gridò Michelle, mettendosi fra i tre -Jack, va' a prendere Ares e andiamo via!- ordinò la bionda al suo ragazzo. Jack chinò il capo, eseguendo l'ordine. Cavolo... dovevo ammettere che ci sapeva fare, quella.
-E voi due!- cominciò, puntando l'indice contro Brian e Jimmy. Vedendo le facce terrorizzate dei due, però, sorrise -Mi ha fatto piacere vedervi, anche se in un modo un po'... turbolento!-
-Anche a me!- sorrise Jimmy, scompigliandole i capelli biondi. Osservai Brian. Riecco la sua faccia da triglia.
-Michelle... per quanto riguarda il vestito, volevo dirti che mi dispiace, davvero...-
-Non preoccuparti, Brian!- sorrise lei -Certo, quel vestito era l'ultimo modello della mia taglia e ho aspettato mesi interi per poterlo comprare coi saldi, ma... ormai non importa- fece spallucce -Non sono così fissata con la moda come tutti credono!-
Brian sorrise, al settimo cielo. Michelle ricambiò il sorriso, arrossendo leggermente, mentre Jimmy guardò in alto, sentendosi forse un po' di troppo. Già, mi sentivo anche io così, guardando quei due.
Oh no, pericolo, allarme rosso.
-Michelle, ti muovi o no?!- gridò Jack. Ares, accanto a lui, era impegnato ad abbaiare ad uno scoiattolo.
-Arrivo!- gridò quella, esasperata, alzando gli occhi al cielo -Devo andare, ora... ci si vede!- li salutò con la mano.
-Ciao!- rise Jimmy.
-A presto, Michelle- biascicò Brian.
Diamine, almeno asciugati la bava!
-Ehi, amico, tutto ok?- ridacchiò Jimmy, dandogli un piccolo pugno sulla guancia, per farlo riprendere.
-Ehm... sì, certo!- sorrise Bri. Subito dopo, però, non appena vide Jack cingere con un braccio la vita di Michelle, il sorriso sparì e gli occhi divennero due fessure.
Certo, Michelle non mi faceva molta simpatia, però... non potevo vederlo ridotto in quel modo, povero piccolo!
Jim, d'altro canto, gli mise una mano sulla spalla, trascinandolo via.
-Andiamo... siamo già in ritardo-
Oh cavoli, è vero, il veterinario!
Brian sembrò riscuotersi.
-Già, è vero... così potremo anche verificare se Pinkly è davvero femmina come dice Michelle!-
Ehi, tu, non mettere in dubbio la mia mascolinità!
Jimmy ridacchiò.
-Oh, che cazzate vai dicendo? Certo che è un maschio! La nostra mascotte non può certo essere...-
 
-... una femmina! Il vostro cane è senza dubbio una femmina- esclamò il veterinario, dopo aver guardato tra le mie gambe. Cercai di divincolarmi, abbaiando, ma Brian e Jimmy mi tenevano fermo... cioè, ferma. Non lo sapevo nemmeno più.
-Femmina?- domandò sbigottito Jimmy.
-Certo, è evidente... guardi!- fece il veterinario. Guardai con rabbia verso Jimmy, ringhiando.
Non. Ti. Azzardare. A. Guardare.
Quel tonto sembrò capire, per una volta.
-No, grazie... non ci tengo!-
Saggia decisione.
-Può controllare la zampa anteriore destra? L'altra sera è caduto... cioè, caduta dalle scale e ho paura che si sia rotta- disse Brian, ancora sconvolto dalla notizia.
Caduta dalle scale?! Certo, magari...!
Jimmy sbuffò.
-Zampa rotta?! Ma se è stata tutto il giorno a correre come una macchina da rally...!-
-Cortesemente, un po' di silenzio!- sbottò spazientito il veterinario.
I due si zittirono, finalmente, e quello mi controllò la zampa.
-È leggermente contusa, ma non è presente alcuna frattura. Può stare tranquillo, signor Haner-
-Menomale!- sospirò Brian, sollevato. Posò nuovamente lo sguardo su di me.
-Ma... siamo sicuri che sia... femmina?-
Sì, appunto quello che mi chiedevo anche io!
Il veterinario lo guardò di traverso.
-Signor Haner, se posso permettermi, ho studiato veterinaria per sette anni e pratico questo mestiere da venticinque. Ho varie specializzazioni, soprattutto per trapianti di organi e altre operazioni talmente complesse che, se anche gliele dicessi, dubito che lei o il suo amico- gettò un occhiataccia a Jimmy -possiate anche solo lontanamente comprendere di cosa possano trattare... senza offesa-
-Ma no, non si preoccupi, ci smerdi pure...- farfugliò Jimmy, stringendo i pugni. Il dottore lo ignorò bellamente.
-Dicevo... ho numerosissime qualifiche e riconoscimenti... credo di essere in grado di stabilire se un cane sia maschio o femmina... no?-
-Certo... mi scusi- farfugliò Brian, prendendomi in braccio. Mi guardò con un'espressione strana, a metà tra l'incredulo e il preoccupato.
Dunque è vero... sono femmina. Ma come è possibile? Non avrei dovuto saperlo, tramite un qualche tipo di schifoso istinto canino?
Non ci posso ancora credere.
-Fanno cinquanta dollari per il disturbo- disse il veterinario, sorridendo sadico.
Noi tre spalancammo la bocca, in sincrono.
-Cinquanta... dollari?!-
-Esatto!-
-Ma è ridicolo!- proruppe Jimmy, infuriato -Ha solo guardato se avesse o no i testicoli e tastato leggermente la zampa... ah, dimenticavo, ci ha anche scartavetrato le palle con la storia delle sue qualifiche, bla bla bla!-
-Cinquanta dollari- ripeté il veterinario, irritato.
Jimmy stava per controbattere, ma Brian lo fermò.
-Basta così, Jim, è un prezzo onesto, dopotutto...- fece un cenno d'intesa all'amico, che sorrise complice.
O no... o cazzo.
Subito dopo, i due si misero a correre, catapultandosi fuori dallo studio del veterinario.
-Fermateli! Aiuto! Ladri!- gridava quello, dallo studio.
Brian strinse maggiormente la presa su di me, aumentando la velocità. Jimmy era molto più avanti di noi. Saltava e rideva, felice. Quando fummo abbastanza lontani, si fermarono per riprendere fiato.
-Cazzo, è stato mitico! Rifacciamolo!- gridò Jimmy, saltando sopra un muretto. Eravamo arrivati al lungo mare, ormai, e la spiaggia era affollata da surfisti e ragazze in bikini.
-Magari un'altra volta- sbuffò Brian, con ancora il fiatone.
-E così il nostro Pinkly è una lei...!- mormorò Jimmy, un po' giù.
Non mi ci fare pensare... ancora non riesco nemmeno a realizzarlo! Mi sento come se fossi imprigionato/a in un altro corpo...!
-Sì, ma... in fondo, è sempre Pinkly, no? Non importa se maschio o femmina... è Pinkly, punto!- sorrise Brian, con decisione. Mi accarezzò la testa mentre io mi voltai a guardarlo, commossa (si, ormai dovevo abituarmi: sono una lei...! Chi l'avrebbe mai detto!).
Oh, Brian, non ti facevo così sentimentale... potrei mettermi a piangere!
-Rev! Syn!- gridò all'improvviso qualcuno, dalla spiaggia.
Vedemmo un tipo strano chiamarci agitando in alto le braccia, a pochi metri dal riva del mare. Aveva una chitarra al suo fianco, ma ciò che lo rendeva strano era il suo abbigliamento: anziché essere in costume, come qualsiasi persona sana di mente, indossava una felpa dei Misfits a maniche lunghe, jeans, converse, cappello di paglia in testa e Ray-Ban scuri.  Per non parlare dal fatto che il suo viso era ricoperto da almeno tre centimetri di protezione solare.
-Chi diavolo è quel tizio?- mormorò Brian, preoccupato. Jimmy ridacchiò.
-Solo una persona in tutto l'universo si concia in quel modo per andare a mare! Zacky, arriviamo!- gridò, trascinandoci con lui verso la spiaggia.
Ah, il chitarrista degli Avenged Sevenfold!
Gli andammo incontro, sedendoci con lui sulla sabbia.
-Ma come cavolo ti sei conciato?- rise Brian, cercando di togliergli il cappello dalla testa. Quello, però, si scansò, un po' offeso.
-Non ci posso fare niente... ho la pelle molto sensibile e non posso prendere il sole!-
Bene... e dovevi nascere proprio in California? Chiamasi sfiga!
-E allora perché sei qui in spiaggia, per di più in piena mattinata?-
Zacky indicò il mare, con un gesto annoiato.
-Per quelli là...!-
In quel momento vedemmo Matt, Valary, Johnny e Matty in acqua. Erano impegnati a schizzarsi l'acqua addosso, giocando e ridendo come dei bambini.
Gli occhi di Jimmy si illuminarono.
-Sembrano divertirsi! O, stanno affogando il nano! Scusate, vado a dare una mano!-
-Ma Jimmy... non hai nemmeno il costume!- gli gridò dietro Brian.
Quello lì, tuttavia, non lo ascoltò nemmeno. Mentre correva verso la riva si tolse al volo scarpe, occhiali, calzini e maglietta, tuffandosi con i bermuda che indossava di solito. Raggiunse i quattro, gridando e scagliandosi sul povero Johnny che, proprio in quel momento, era riuscito a riemergere per prendere fiato.
A quel Johnny sarebbero servite più vite di un gatto per sopravvivere con quel folle di Jimmy...!
Zacky e Brian scoppiarono a ridere, sulla spiaggia.
-Sono proprio dei casi persi!- sghignazzò Zacky, scuotendo la testa e strimpellando qualcosa con la sua chitarra classica. Notai che, in un angolo, era disegnato un fiore con scritto "peace".
-Comunque sia- continuò Zacky -Oggi pomeriggio andiamo in sala di registrazione per iniziare i lavori del cd...  vieni?-
-Certo!- sorrise Brian, cominciando a scavare una fossa nella sabbia.
-Perfetto! Ci vediamo alle cinque, allora... Rev ti indicherà la strada!-
-Perfetto!-
-Ah, e porta la tua chitarra!- disse Zacky, facendogli un occhiolino.
Brian sorrise, su di giri.
-Suonerò anche io, allora?-
-Ma certo! Fosse per Jimmy saresti già dei nostri! Sai, ci tormenta ad ogni sessione di prove... Brian di qua, Syn di là... penso che dovremmo provare qualche canzone insieme!-
Brian, per poco, non si mise a fare le capriole sulla sabbia dalla gioia.
Ridacchiai, felice per lui.
Quel ragazzo se lo meritava, dopotutto! Certo, per anni mi aveva illuso... cioè, illusa di essere un maschio, anche se non potevo biasimarlo. È già tanto se riesce a distinguere il rosa dal fucsia, figuriamoci un cane maschio da un cane femmina!
Si mise a suonare la chitarra con Zacky, canticchiando, mentre quei pazzi erano ancora a mollo, impegnati in una gara di nuoto. Le loro risate riempivano la spiaggia, contagiando chiunque fosse nei paraggi.
Mi sdraiai sulla sabbia calda, crogiolandomi al sole.
Finalmente, per la prima volta nella mia vita, avevo l'opportunità di essere al mare in pieno giorno, dovevo approfittarne!
Era una giornata perfetta. Certo, nel pomeriggio saremmo dovuti andare alle prove di una scatenata metal band in erba, ma... meglio non pensarci, per il momento.
In fin dei conti, dovevo ammettere che quel genere stava cominciando ad andarmi a genio!



*Non date la colpa a me... guardate qui: 
http://www.youtube.com/watch?v=Fgk6aKfl3k4
Io sono ancora schokkata...! O.o



NdA
Hail to everybody!
Sì, ho ascoltato il nuovo cd dei nostri eroi... si nota?! ;)
Ma comunque... come vi sembra il capitolo?!
Alla fine ha vinto la proposta B, per cui... Pinkly è una lei!
Ok, ora potete lanciare la frutta marcia! So che vi aspettavate altro, ma... ahah, io la scena me la sono immaginata così! xD
E poi boh... non mi piace molto la conclusione... sono una schiappa nei finali T.T
Fatemi sapere come vi sembra il capitolo! Come sempre, mi fa molto piacere leggere le vostre recensioni!
Vi voglio bene! *^*
Baci da Witch! ^-^


Ps: Non so se avete notato che ho alzato il rating della storia... questo per vari motivi ma, soprattutto, perché mi mancano i Pinkly Smooth e conto di farli tornare presto in azione con la storia di Nosferatu, la va**na sanguinolenta e radioattiva, loro mascotte...! Ci sto lavorando su ;)

 

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Capitolo 8
*** Welcome to the Family! ***


Avviso importantissimo!! Ho inserito Pinkly tra i personaggi secondari del fandom... dunque, se volete anche voi vederla nella lista, vi prego di cliccare in alto a sinistra dove c'è scritto "Aggiungi personaggi" e votare per lei! Mi raccomando! Pinkly need you (o vi sbranerà amorevolmente!) <3
Ci vediamo in basso...!



Chapter eight

Welcome to the Family!
 
 
Arrivammo a casa alle tre, giusto in tempo per prepararci per poi andare alle prove.
Brian e Jimmy erano elettrizzati, non facevano altro che saltellare in giro; sembravano due ragazzine che si preparavano per andare ad un concerto di Ricky Martin...!
-Che bello, sono così felice che suonerai anche tu con noi, oggi pomeriggio!- esclamò Jimmy, stritolando Brian nel suo abbraccio.
-Jim, amico, almeno lasciami vivo per le prove!-
-Sì, scusa, hai ragione signor chitarrista!- rise, scompigliandogli i capelli.
Non capivo il motivo di tanta esaltazione. Insomma, avrebbero solo fatto un sacco di rumore, come al solito... e la cosa non era per niente motivo di gioia, almeno non per me...!
Dopo essersi lavati e vestiti, cominciarono a raccattare la loro attrezzatura per caricarla in macchina. Quel tonto di Papa Gates, alla fine, si era offerto molto volontariamente di accompagnarli fino alla sala prove.
In realtà lo avevano costretto, minacciandolo, ma... questi sono semplici e del tutto futili dettagli.
Brian impiegò tre quarti d'ora per prepararsi: cinque minuti per la doccia, altrettanti per vestirsi: il resto li aveva impiegati a lucidare la sua chitarra e a posizionare in macchina il suo amplificatore in modo tale da non fargli subire danni durante il tragitto.
-Oddio, è tardi, è tardi!- continuava a ripetere Jimmy, saltellando dal garage alla macchina e viceversa, caricandosi sulle spalle una marea di piatti, tamburi e Dio solo sa cos'altro.
Sembrava il Bian Coniglio di Alice nel Paese delle Meraviglie!
-Calma, Jimmy, sono solo le quattro!- cercò di rassicurarlo Brian, senza successo, ovviamente.
-Sì, ma metti conto che poi troviamo traffico? Potrebbe esserci stato un incidente, magari! In quel caso tutte le strade sarebbero bloccate in attesa dei soccorsi, e noi non potremmo passare! E se poi fosse coinvolto anche un qualche cazzo di camion con non so che di infiammabile? Rischieremo di saltare in aria e...-
-Basta!- gridò Brian, scuotendo l'amico per le spalle.
Finalmente quello lì aveva smesso di blaterare: era stato lo sproloquio più lungo e insensato a cui avessi mai assistito in vita mia e, vi assicuro, che ne avevo dovuti ascoltare di tutti i colori, specialmente con quei pazzi ubriachi una sera sì e l'altra pure...!
Subito dopo sentimmo un insistente clacson continuare imperterrito a disturbare la quiete pubblica, proprio davanti casa nostra. Pinkly, sta' calma... almeno ora potevo dare la colpa del mio isterismo ai miei omoni femminili e non solo alla demenza di quella città...!
-Chi diavolo è adesso?!- urlò ancora Brian, aprendo la porta d'ingresso. Anche lui era molto nervoso, quel giorno! Certo, mettete in conto il naturale nervosismo della sua prima sessione di prove con gli Avenged, aggiungete un amico apprensivo e molto, molto folle e un tizio che continuava a strombazzare fuori casa... e quel tizio altri non era che Papa Gates. C'era d'immaginarselo.
Il vecchio era seduto nella sua nuova auto fiammante, una Dodge Challenger del 79, occhiali da sole, camicia dalle strane e alquanto improbabili fantasie hawaiane, sorriso ebete in faccia e, ci avrei giurato, indossava anche dei bermuda cachi e un paio di mocassini beige: il tipico paziente affetto da crisi di mezza età aggravata, in poche parole.
-Dai, ragazzi, faremo tardi alle prove!- gridò, continuando a suonare il clacson. Era talmente su di giri che temevo ci lasciasse lì, andando alle prove da solo. Ero comunque sicura che lo avrebbe fatto certamente, se solo avesse saputo il posto in cui si sarebbero svolte le prove..!
Brian ringhiò quasi.
-Ma insomma, vi siete messi d'accordo per farmi impazzire?! E va bene, cazzo, andiamo, prima che vi tiri il collo come due galline!-
Non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che Jimmy era già saltato sul sedile del passeggero dell'auto, cominciando a dare le prime indicazioni all'autista improvvisato.
-Allora, dritto per la Streat, gira alla terza uscita a destra e poi alla seconda a sinistra... insomma, Brian, muovi il culo o ti lasciamo qui!-
Brian sospirò prendendo me col braccio sinistro, la sua chitarra col destro, e recandosi rassegnato in macchina.
-Pinkly...- mi sussurrò -li ucciderò nel sonno, prima o poi... ne sei consapevole, vero?-
-Wuaf!- Certo che sì, ti darò una mano anche!
-Mi raccomando, acqua in bocca!-
-Wuaf wuaf!- Sicuro, Brian! Anche quando sarai tu, come sempre, a fare il lavoro sporco: incolperanno te, in caso andasse a finire male!
Brian si sedette sul sedile posteriore. Ebbe appena il tempo di chiudere la portiera che Sr partì in quinta, sgommando e, per poco, non rischiammo di essere catapultati giù dall'auto.
-Ma sei pazzo? Stavi per ammazzarmi!- sbraitò il mio schiavetto.
Ammazzarci, vorrai dire...! Io me lo sbrano quello lì, così poi, da morto, potrà farsi tutte le "zombie girls" che vuole!
-Non farla tragica, figliolo, ho dovuto, altrimenti arriveremo tardi alle prove!-
Notai che Brian, a quelle parole, aveva ghignato, maligno.
-Papà... lo sai che non sei della band, giusto?-
Papa Gates lo guardò attraverso lo specchietto retrovisore, con aria afflitta.
-Grazie, Brian, continua a girare il coltello nella piaga... e poi nemmeno tu sei nella band, se è per questo!-
-Non ancora!- sghignazzò Jimmy, portandosi le mani dietro la nuca. Il vento scompigliava ancora di più quella criniera da leone che aveva al posto dei capelli. Ridacchiai, osservando la sua espressione rilassata: era sempre così sicuro di sé, niente e nessuno lo avrebbe mai fatto cedere su qualcosa.
Dopo dieci, lunghissimi minuti in auto, durante i quali i due Gates non avevano fatto altro che lanciarsi velenose e quanto mai insopportabili frecciatine, arrivammo a destinazione.
Brian fece una faccia dubbiosa, osservando la tipica villetta americana che avevamo davanti ai nostri occhi.
-Questa sarebbe una sala d'incisione?- chiese, scettico.
Beh, in effetti anche io mi aspettavo qualcosa di... come dire, più "professionale".
Jimmy si sistemò gli occhiali da vista sul naso.
-Beh, veramente sarebbe casa di Matt. Proveremo nel suo garage, come sempre-
Cosa?! Ma non aveva detto che dovevano lavorare al cd?
-Ma come faremo a registrare qui?- aveva chiesto Brian -A meno che Matt non abbia una sala d'incisione casalinga...!-
-Registrare?!- Jimmy scoppiò a ridere -Amico, dobbiamo fare un casino di cose prima di poter registrare! Dobbiamo perfezionare i testi, arrangiare al meglio le canzoni, registrare dei demo, riascoltarli, in caso modificare, aggiungere o  meno scream e groul...!- cominciò a tenere il conto con le dita della mano destra, guardando distrattamente il cielo -Non è per niente un lavoro semplice e dobbiamo avere tutto pronto entro dodici giorni!-
-E come mai?- aveva chiesto Papa Gates, con gli occhi che brillavano. Sembrava un bambino in attesa del finale della sua favola della buonanotte!
-Beh, perché tra dodici giorni dobbiamo andare a Los Angeles, dalla nostra casa discografica, con delle basi pronte per iniziare a registrare in maniera definitiva!-
-Capisco... e quindi oggi che dovremmo fare?- chiese Brian, grattandosi il mento.
-Innanzitutto ti faremo ascoltare delle canzoni! Non puoi certo iniziare a suonare a caso, senza nemmeno conoscere le melodie!-
Beh, mi sembrava ovvio...!
-In seguito decideremo se e quali parti farti suonare, con la benedizione di Zacky... quel ragazzo a volte si comporta come una primadonna, speriamo che oggi sia dell'umore giusto...!- sospirò, scuotendo la testa rassegnato.
-Ma se è stato lui a chiedermi di suonare con voi...!-
Jimmy posò una mano sulla spalla di Brian, sconsolato.
-Vedrai, amico, vedrai... non c'è niente di più volubile di Zacky Vee, fidati, parlo per esperienza personale!-
Brian deglutì, preoccupato. A me quel Zacky sembrava un così bravo ragazzo...! Quelle parole, però, non mi rassicuravano per niente!
Comunque sia, non mi aspettavo che lavorare ad un cd potesse essere così impegnativo! Di sicuro quei ragazzi stavano lavorando seriamente, per poter realizzare il loro sogno. Dovevano essere forniti di grande professionalità e fermezza!
-JOHNNY! Torna qui, maledetto!-
-Col cazzo!-
Johnny uscì dal garage di Matt, correndo come un pazzo, seguito a ruota da Zacky.
La cosa strana (e neanche tanto strana, conoscendolo!) era che, mentre correva, Johnny ingurgitava qualcosa da una bottiglia marrone, presumibilmente birra.
-Mollala, nano! È l'ultima birra che ci è rimasta!-
-Giammai!- Johnny si arrampicò su un alberò del giardino, appollaiandosi su un ramo per poter sorseggiare la sua birra in tutta tranquillità.
Che dicevo, prima...? Lavoro serio? Professionalità? Fermezza?! Ritiro tutto...!
Zacky saltellava ai piedi dell'albero, cercando di afferrare il ragazzino. Ovviamente era del tutto inutile dato che, per una volta, la statura di Johnny aveva giocato a suo favore, rendendolo abbastanza agile da potersi arrampicare con disinvoltura su quell'albero, proprio come uno scoiattolo.
Zacky, furibondo, si accorse di noi, ancora fermi sul marciapiede, a guardare quella scena del tutto sconvolti.
-Beh, che aspettate a darmi una mano?! Jimmy, vieni qua, aiutami!-
Jimmy ridacchiò, andando in soccorso dell'amico.
-Fammi salire sulle tue spalle... dovresti essere abbastanza alto!-
Zacky si mise a cavalluccio sulle spalle di Jimmy, riuscendo ad afferrare Johnny; peccato che quello lì, nel mentre, si fosse già scolato la birra...! Notevole per un ragazzino di soli sedici anni!
-Te l'ho detto milioni di volte, Johnny! Quelle birre sono esclusivamente ad uso e consumo della band! Brutto figlio di...!-
-Ehi, sua madre è anche mia madre, piano con le offese!- ridacchiò Matty che, nel frattempo, era uscito dal garage, seguito da Matt e da un ragazzo che non conoscevo.
Brian, finalmente, mi posò a terra, dirigendosi verso i cinque folli.
-Ma guarda, Synyster Gates! Come butta, amico?!- biascicò Johnny, barcollando verso Brian.
-Nano... sei messo male!- ridacchiò quello, suscitando le risate dei presenti.
-Non perdiamo tempo, ragazzi, abbiamo molte cose da fare! Su, mettiamoci a lavoro!- esultò Papa Gates, battendo allegro le mani.
Tutti lo guardammo, sconvolti.
-Ma lei chi è, scusi?- sbottò Zacky, guardandolo scettico.
-Che sbadato, non mi sono nemmeno presentato! Sono il padre di Brian...- tutti lo guardarono, ancor più sconvolti, e lui ridacchio con finta modestia -Sì, lo so, sembro suo fratello, non trovate? È ovvio che siate rimasti senza parole...!-
-A me sembrava un pazzo passato qui per puro caso, a dire il vero- biascicò Johnny, cercando di mettere a fuoco Sr.
 Brian e Jimmy, vedendo la faccia multicolore di Papa Gates, scoppiarono a ridere, proprio come avrei fatto anche io.
-Beh, ragazzo, sei molto ubriaco e farò finta di non aver sentito nulla... comunque sia, entriamo o non concluderemo niente, oggi!-
I ragazzi lo guardarono un po' confusi. Probabilmente non avevano il coraggio di dire a quel folle che le prove non includevano necessariamente una sua collaborazione... fortunatamente Brian, invece, di coraggio ne aveva da vendere, soprattutto quando si parlava del suo vecchio.
-Papà, te l'ho già detto, non fai parte del gruppo! Quindi smamma e non rompere!-
Sempre molto diretto, questo glielo dovevo riconoscere!
A quelle parole, Brian Sr divenne ancor più depresso, fissandosi le punte delle scarpe.
Mi faceva quasi pena... quasi.
-Ok, allora... io vado, eh, divertitevi...- mormorò, mogio mogio, avviandosi verso l'auto.
-Ehm... papà?- lo chiamò Brian, sorridendo. Quello si voltò verso il figlio, un po' più speranzoso.
-Quando finiamo ti faccio uno squillo per venirci a prendere... a più tardi!-
 
 
Eravamo dentro il garage di Matt. Ero riuscita a trovare una postazione molto comoda, in un divano ormai sfondato, non molto diverso da quello che Brian aveva nel suo garage. I ragazzi erano impegnati a sistemare la varia strumentazione, chiacchierando allegramente.
Scoprii che quel ragazzo sconosciuto che avevo intravisto prima si chiamava Jason. Sarebbe stato il nuovo bassista del gruppo dato che Matty non aveva più intenzione di continuare a suonare con loro.
-Quando diventeremo famosi ti pentirai di averci mollati, amico!- ridacchiò Zacky, lucidando la sua chitarra.
Matty rise.
-Certo... scommetto che finirete presto su Mtv!-
-Perché, hai dei dubbi, forse?- chiese Shadows, minaccioso. Oddio, quel ragazzo, quando ci si metteva, era terrificante! Un momento prima tutto fossette dolci e carine e, il minuto dopo, ti fulminava con quello sguardo tenebroso, capace di oltrepassare le lenti dei Ray-Ban che era solito portare anche al chiuso.
-No... assolutamente, figurati!- balbettò quello. Meglio non mettersi contro M Shadows... già tremavo di paura.
-Allora, Jason, Brian... vorremmo farvi ascoltare alcune canzoni, prima di iniziare a lavorare su qualche pezzo!- annunciò allegro Jimmy, inserendo nello stereo del garage un disco del tutto anonimo. Partirono delle canzoni dall'audio decisamente scadente: tutto quello che si riusciva a distinguere erano solo urla disumane e fastidiosi ronzii. Jason e Brian si lanciavano occhiate confuse, cercando di distinguere qualcosa tra quella marmaglia di suoni sconnessi.
D'altro canto, Matt, Zacky, Jimmy (e anche Matty, dovevo ammettere), osservavano le casse dello stereo con aria solenne e orgogliosa, come un padre che, per la prima volta, prende in braccio il suo figlioletto appena nato.
Beh, certo, era ovvio che fossero di parte... e forse anche un po' sordi!
-Allora, che ve ne pare?!- chiese Zacky, su di giri.
Fa pena. Caso chiuso!
Brian e Jason, però, si guardavano incerti.
-Beh... ecco...-
A quel punto qualcuno bussò con forza alla porta del garage.
-Vado io!- gridò Brian, alzandosi. Eccolo lì, il mio prode cavaliere mentre fugge con nonchalance da una domanda scomoda...!
Lo seguii, trotterellando dietro di lui.
Brian alzò la porta della saracinesca, rivelando una visione orribile: due Michelle. Per meglio dire, Michelle con Valary ma, dato che erano uguali, la cosa mi rompeva lo stesso.
Che ci faceva qua, adesso?
Brian, neanche a dirlo, rimase così shoccato che per poco non mollò la presa sulla saracinesca, col rischio di restare schiacciato dall'enorme porta.
-Michelle... Valary!-
-Ciao Brian!- sorrise Valary, entrando nel garage. Saltellò verso Matt, allegra.
-Ehi, Bri, ci si vede di nuovo!- ridacchiò Michelle.
-Già... forse è destino, o magari sei semplicemente una stalker... ammettilo, sei venuta qui solo perché c'ero io- prese a vantarsi quello.
L'avrei preso a morsi, quel cascamorto da quattro soldi!
-Mi spiace deluderti ma no, dato che non sapevo nemmeno che tu fossi qui! E comunque ho semplicemente accompagnato Valary e portato qualcosa da bere. Immagino che Johnny si sia già scolato l'ultima birra rimasta, vero?- ridacchiò, sollevando poi alcune casse di birra.
-Già... lascia prendo io!-
Oh, che galantuomo, quando voleva lui...!
Quella smorfiosa, poi, gli dava pure corda, sorridendogli e sbattendo velocemente le ciglia! Che rabbia!
Fece per entrare ma le ringhiai contro. E no, cara mia, di qui non si passa!
-Pinkly, ci sei anche tu! Ho qualcosa per te!- sorrise, frugando nella tasca dei suoi shorts di jeans.
Fece spuntare fuori un orribile fiocco rosso.
-Dato che nessuno sapeva che tu fossi una lei ho pensato di farti un piccolo regalo, da donna a donna!- sorrise, facendomi un occhiolino.
-Wuaf wuaf!- Tsk! Te lo puoi tenere! Io odio i fiocchi!
Brian rise.
-Penso che le piaccia!-
Certo... come sempre mi capisci al volo, eh, Bri?
-Ma allora tu lo sapevi davvero che Pinkly era femmina!- sbottò Jimmy che, a quanto pareva, aveva origliato la conversazione.
-Ma certo! Solo tu e Brian avreste potuto scambiarla per un cane maschio...!-
E me stessa, aggiungerei... ancora mi vengono i complessi, se ci penso!
Brian sbuffò.
-Se avessimo dato retta a Michelle magari non avremmo dovuto pagare cinquanta dollari dal veterinario...!-
Jimmy rise.
-Certo, come no... pagato...!-
Tutti capirono dal tono sarcastico del Rev ciò che era davvero successo dallo sfortunato dottore... beh, pure lui, però, se l'era cercata...!
-Ecco cara, vieni qui che ti metto il fiocchetto!- sorrise Michelle, chinandosi per prendermi in braccio.
-Wuaf!!- Giammai!
Tanto per citare Johnny; proprio come il nano, infatti, mi detti alla fuga.
Mi misi a correre per tutto il garage, facendo cadere l'asta del microfono di Matt e le birre che Johnny era faticosamente riuscito a scroccare di nascosto; riuscii addirittura, non so nemmeno come, a  staccare i cavi dei pedali della chitarra che Zacky, con immensa fatica, era appena riuscito a sistemare.
Tutti imprecarono al mio passaggio, ma non m'importava molto della cosa: l'importante era fuggire da quel mostro, da quell'arpia che voleva mutilarmi con un ridicolo fiocco rosso da... da femminucce, ecco!
Sì, va bene, ho capito che sono femmina, ma datemi un po' di tempo per abituarmi, ok?!
Cercai rifugio dietro la grancassa della batteria di Jimmy, il quale, ancora divertito dalla scena, mi prese in braccio, scompigliandomi il pelo. Mi sentii quasi protetta tra le sue braccia, incredibile ma vero! Sempre meglio che essere tra quelle di Michelle!
-Non capisco... il fiocco è tanto carino...!- mormorò Michelle, mettendo il broncio.
-Wuaf!- E perché non lo metti tu, eh?!
Brian, vedendo il "musetto triste" di Michelle, si intenerì e i suoi occhi divennero ancora più a triglia, sempre se la cosa fosse possibile...!
-Dai Pinkly, fai la brava! È solo un fiocchetto!- cercò di persuadermi quel tonto, avvicinandosi a Jimmy e, di conseguenza, anche a me.
Ringhiai. Scordatelo!
Jimmy rise.
-Si vede che non le piace, no? Lasciatela stare!-
Grazie Jim, sei davvero un bravo ragazzo!
Brian fulminò l'amico con lo sguardo, allungando le su luride braccia verso di me.
-Ma no, che dici, Jimmy, non può non piacerle...!-
In realtà con quel tono avrebbe voluto dire "Eddai amico, reggimi il gioco, devo far colpo su Michelle!", come facevano supporre i suoi eloquenti cenni d'intesa.
Anche Jimmy sembrò capirlo dato che, subito dopo, mi cedette a Brian, sospirando.
Quel brutto traditore! Gliel'avrei fatta pagare!
E fu così che, alla fine, mi misero quel dannato, ridicolo e vomitevole fiocco.
Michelle batté le mani, contenta.
-Ora sì che sei una signorina!- squittì.
Già... grazie tante, sciacquetta...!
Tutti risero, osservando quello scempio sulla mia testa.
-Insomma, tanto chiasso per uno stupido fiocco e per uno stupido cane...!- sbottò Jason. A quelle parole tutti si zittirono e io mi voltai a guardarlo, ringhiando.
Come si permetteva di chiamarmi "stupido cane"? Vada per il fiocco, ma io no, non sono certo stupida!
-Cosa hai detto?- sibilò Brian, guardandolo di sottecchi. Notai che Jimmy, dietro alla sua batteria, cominciò a schioccare rumorosamente le dita.
-Hai capito perfettamente quello che ho detto, Syn... com'è che ti chiamavi, tu?-
-Synyster Gates... lui è Synyster Fuckin' Gates, bello, degli Avenged Sevenfold!- rispose Jimmy, con aria minacciosa.
Vidi Matt e Zacky guardarsi, dubbiosi, per poi annuire e appoggiare il batterista. In quel momento capii che, ormai, Brian faceva ufficialmente parte del gruppo. Anche lui sembrò capirlo dato che guardò i suoi nuovi compagni con sguardo riconoscente.
-Beh, lo trovo un po' ridicolo come nome, ma se piace a te non ci sono problemi, no?-
Che razza di stronzo!
-Jason adesso piantala, altrimenti rischi di finire in grossi casini...- sbottò Zacky, incrociando le braccia al petto.
-Sai che paura...!- rispose quello, facendo spallucce.
-Va bene, che ne dite se cominciamo a provare?- propose Shadows. Probabilmente aveva paura che scoppiasse una rissa proprio nel suo garage.
-D'accordo... anche se non vorrei dover suonare con degli stronzi...- mormorò Jimmy ancora innervosito, ma tutti fecero finta di non aver sentito nulla tranne Brian che, notai, gli sorrise.
-Cominciamo da qualche cover, tanto per riscaldarci...-
Si accordarono su "The Four Horseman" e cominciarono a fare il loro solito casino. Tuttavia, in quel momento, a darmi fastidio non era tanto il fracasso che fuoriusciva dagli amplificatori, bensì quel pallone gonfiato del bassista, Jason, il quale si muoveva come un ossesso, dandosi arie da primadonna. Gli avrei staccato le palle a morsi!
-Stop!- urlò Jason, ad un certo punto. Tutti lo guardammo, frastornati.
-Non va affatto bene! Matt, non hai davvero un minimo di grinta e tu, "Synyster Fuckin' Gates" sei totalmente fuori tempo con Zacky...!-
Brian, per poco, non gli spaccò la chitarra in testa ma Zacky, al suo fianco, gli posò una mano sulla spalla, trattenendolo. Matt deglutì, un po' troppo incazzato, ma cercò di mantenere la calma.
-Va bene, vedremo di fare di meglio... ricominciamo da "Dududa da"*- canticchiò un pezzo del ritornello.
Sarei scoppiata a ridere! Che cos'era "Dududa da"?!
Notai che anche gli altri si guardarono tra loro, dubbiosi, per poi fare spallucce e cominciare dalla prima parte del ritornello.
Mentre continuavano a suonare, notai che Michelle fece l'occhiolino a Brian, prese una bottiglia di birra e l'aprì, senza però berne nemmeno un sorso. Osservai il suo cipiglio maligno e capii al volo che progettava qualcosa... che voleva fare?
Quasi camminando in punta di piedi, si avvicinò a Jason, rovesciando l'intero contenuto della birra proprio sull'amplificatore del bassista che cominciò a fischiare con dei suoni tremendi.
-Ma che cazzo...?!- sbottò quello, spegnendolo.
-Ops... scusa, non l'ho fatto apposta...!- fece Michelle, con fare innocente, coprendosi la bocca con la mano destra.
Ridacchiai, guardando Michelle: avrei rivalutato la mia opinione su di lei, su questo non c'era dubbio...!
-Ma che sei scema? Hai idea di quanto costa?!-
-Cosa hai detto a mia sorella?- chiese Valary, affiancata da un Matt abbastanza minaccioso. Anche Brian si mise spalla a spalla con loro, pronto a scatenare l'inferno. Zacky, Johnny (che nel frattempo aveva smaltito la sbornia) e Jimmy non erano certo da meno, mentre Matty, molto saggiamente, uscì dal garage, fischiettando.
L'aria era carica di tensione e sapevo per certo che, alla prima mossa sbagliata, sarebbe stato il caos. Il mio istinto di sopravvivenza mi urlava e supplicava di rifugiarmi sotto il divano prima che fosse troppo tardi, ma... al diavolo! Anche se avevo scoperto di essere una lei questo non voleva certo dire che non avessi le palle! Per cui mi misi di fronte a Brian, cominciando a ringhiare.
Avevo già sopportato abbastanza quel deficiente! Adesso si era davvero spinto troppo oltre!
Jason, però, capì che la situazione era decisamente a suo svantaggio. Era  lui solo contro sette persone e un cane molto incazzato (ovvero io!), non gli conveniva certo tirare troppo la corda...! Per cui, grugnendo, afferrò il suo basso, ciò che restava dell'amplificatore e se ne andò, non senza aver prima mandato bellamente tutti a 'fanculo.
I ragazzi gli gridarono dietro mentre io comincia ad abbaiare a più non posso.
-Wuaf wuaf!- Vacci tu, stronzo, e a che ci sei trasferisciti là, così non vieni più da noi a rompere le palle!
-Beh, ragazzi, mi sembra ovvio che siamo rimasti senza bassista...!- borbottò Matt, spalle basse. Valary gli accarezzò la schiena, cercando di tirarlo un po' su.
-Già proprio ora che dobbiamo incidere il cd! E ora come faremo?!- piagnucolò Zacky.
-Ci serve urgentemente un tipo che suona il basso!-
-Sì, ma chi?-
-Ehm, ragazzi... ci sarei io!- mormorò Johnny, alzando la mano destra.
Tutti lo fissarono per poi scoppiare a ridere. Jimmy appoggiò il braccio sulla testa del ragazzo.
-Nano, che hai capito! Abbiamo bisogno di un tipo che suona il basso, non di un tipo basso!- ridacchiò, suscitando l'ilarità generale. Il resto del gruppo gli diede il cinque.
Beh, era una battuta alquanto squallida, nemmeno da Jimmy mi aspettavo qualcosa del genere! E poi a me Johnny piaceva... era una ragazzo così dolce! Certo, forse, e dico forse, beveva un po' troppo, però non era male!
-Ma io so suonare il basso!- continuò quello, senza demordere.
-Davvero?- chiese Zacky, sollevando un sopracciglio.
-Certo che sì, gliel'ho insegnato io!- esclamò Matty, rientrando nel garage.
Toh, chi si vede... sei tornato appena hai capito che non c'era più pericolo, vero? D'ora in poi ti chiamerò Matty Cuor di Leone!
-E l'ho anche superato!- si vantò Johnny. Matty borbottò senza rispondere, quindi era probabilmente vero.
-Ok, Johnny... va' a prendere basso e amplificatore e facci vedere che sai fare!- disse Matt, battendo le mani.
Johnny non se lo fece ripetere due volte e, con uno scatto fulmineo, trascinò con sé suo fratello per farsi accompagnare a casa e prendere il necessario.
-Ma ne siamo proprio sicuri?- mormorò Zacky.
-Ah, io credo che nel nostro gruppo servirà un tipo come Johnny!- rise Jimmy.
 
Qualche minuto dopo Johnny entrò nel garage, trafelato, con basso in spalla e amplificatore alla mano. Sistemò ogni cosa in un nanosecondo (NdA: scusate, mi sono accorta dopo del doppio senso...! xD) e guardò tutti, uno per uno, con sguardo fiero.
-Sono pronto!-
-Bene! Cominciamo con una cover degli Iron Maiden... Wasted Years!- propose Zacky, sorridendo arcigno. Johnny impallidì e io guardai male il chitarrista. Ne capivo abbastanza di metal da sapere che, per un bassista, qualsiasi canzone degli Iron Maiden sarebbe stata ai limiti dell'impossibile... era tutta una mossa per mettere in difficoltà il Seward.
Johnny, però, non si fece intimorire e, tra lo stupore generale, eseguì egregiamente la canzone, sbagliando solo qualche passaggio. Non appena finirono sollevò lo sguardo dal basso, fiero.
-Allora, che ne dite?-
Gli Avenged si guardarono tra di loro, sorridendo.
-Dico benvenuto nella band, Johnny!-
-Wuaf!- Evviva!
Ero felicissima per Johnny!
Anche gli altri sembrarono esserlo dato che abbracciarono il ragazzino, in gruppo.
-Ehi, nano, grazie! Per merito tuo potremo incidere il nostro primo album!- esultò Jimmy, dandogli una pacca sulla schiena.
-Non c'è bisogno, amico, volevo far parte della band solo perché così non romperete più le palle quando prendo una bottiglia di birra!-
Tutti lo guardammo, agghiacciati.
-Che ho detto?- chiese Johnny, confuso -Adesso faccio parte della band e le birre sono anche per me, no?-
Okay, quel nano beveva sicuramente troppo...!
Intanto l'aria si era fatta nuovamente pesante... Matty Cuor di Leone scappò di nuovo, Valary e Michelle si allontanarono e io decisi di coricarmi col muso a terra, tappandomi le orecchie con le zampe anteriori. Uno... due... tre!
E i ragazzi gridarono in coro:
-JOHNNY!!-




* Non molti lo sanno ma M Sahdows ha il vizio di canticchiare le canzoni, affermando che non ha bisogno di una chitarra per poter suonare! Ecco un piccolo video dimostratvo (niente di cui scandalizzarsi, stavolta..!)! ;)


http://www.youtube.com/watch?v=qztCViMKUho

Ed ecco qui la nostra Pinkly, "entusiasta" del suo nuovo fiocco rosso! :)

http://static.tumblr.com/phbv6hh/s75lyi2gr/emo_grl_4eva-395973_500_375.png


SSSalve! Scusate per il ritardo! Sono le 3:29 di notte (o del mattino...?) ed ecco qui, il mio lavoro offerto in sacrificio per voi!
Lo so che la storia non è andata esattamente così.. Brian dovrebbe entrare in seguito così come Johnny, e Jason lviene spinto a lasciare il gruppo dato che tenta il suicidio in tour MA la fic eè mia e volevo Syn e Johnny al più presto nella band quindi amen, chi è contario parli ora o taccia per sempre! (che volete, è appena passata domenica, aria di messa, e poi è un certo orario, ormai... blatero!)
Dunque, hope you like! Questo è forse il capitolo più lungo che abbia scritto finora e spero che mi sia fatta perdonare per il ritardo che ho impiegato per postarlo! Il fatto è che sto lavorando ad una piccola one shot sugli A7X, ma questo è un altro discorso! ;)
Ok, meglio andare a nanna, adesso...!
Alla prossima cicci, ciao, e grazie sempre di cuore, anche da parte di Pinkly! :) :*
Witch ^-^



 

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Capitolo 9
*** The kid who killed the principal ***


Chapter nine


The kid who killed the principal


 
 
Dopo la fuga di quell'idiota di Jason, tutto filò liscio come l'olio, tranne quando i ragazzi tentarono di uccidere Johnny per essersi nuovamente scolato l'ultima goccia di birra rimasta. Ormai, però, avevano le mani legate... Johnny Seward faceva ufficialmente parte della band e poteva fare ciò che voleva con la birra, sempre nei limiti dell'umano (anche se, diciamocelo pure, quando si trattava di alcol quel ragazzo aveva ben poco di umano...!).
-Lo sapevo che sarebbe stata una pessima idea permettere al nano di entrar a far parte della band!- sbottò Zacky, accordando la chitarra durante una piccola pausa.
-Ehi, guarda che sono qui, non parlare come se non fossi presente!- biascicò il bassista. E già, di nuovo ubriaco! Dovevo ammettere, però, che la sua resistenza aumentava sbornia dopo sbornia... secondo me, di quel passo, l'alcol non gli avrebbe fatto nemmeno più effetto...!
-Scusa, gnomo, sei così basso che nemmeno avevo notato la tua presenza!-
-Ma smettila... solo perché sei cinque centimetri "meno basso" di me!- sghignazzò Johnny.
Beh, in effetti non aveva mica tutti i torti...!
-Brutto nano...!-
-Dai ragazzi, smettetela!- rise Michelle -La prossima volta io e Val porteremo delle birre in più!-
-Anche se forse sarebbe meglio se non bevessero così tanto... insomma, Johnny non ha nemmeno finito la scuola!- sbottò Val.
Co... cosa?! Era davvero così piccolo?!
Johnny arrossì.
-Sì, ma questo è il mio ultimo anno...!- mormorò, grattandosi la nuca.
-Sei comunque un minorenne sotto la nostra responsabilità, Jonhatan!- osservò Valary.
-Andiamo bene!- rise Jimmy -Se la nostra si può chiamare responsabilità!-
Io non sarei così sicura del fatto che un tizio che si lancia dalle scale su un skateboard trascinando con sé una povera e innocente cagnolina sia propriamente da definirsi "responsabile"...!
Le mie congetture, però, furono interrotte da una strana canzone.
Uhm, canzone...? No, un... oh, non si poteva definire quella cosa! Era troppo folle per poter essere vera, e proveniva da... Jimmy!
Faceva più o meno "I wanna..." e il resto era solo un groviglio di parole e suoni dl tutto incomprensibili.
Tutti lo guardammo, shockati.
-Che c'è, mai sentito "Squeeze Me Macaroni"?- chiese, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Certo... come ho fatto a non riconoscerla prima...!
Che?
Anche gli altri lo fissarono, limitandosi unicamente a sollevare un sopracciglio.
-Mr Bungle!- esclamò, allargando le braccia, con ancor più ovvietà.
Mh...
Jimmy fece facepalm, prendendo il cellulare dalla tasca dei pantaloni.
-Eretici!- detto questo, rispose -Pronto, qui Rev, o Rathead, o Dr Plague, o Jimmy o come diavolo volete!-
Subito dopo sul suo volto apparve un enorme sorriso.
-Buck, amico, da quanto tempo! Sì, hai ragione, scusa, ma sono stato impegnato...! Cosa... ma certo! Stasera? Beh, io e i ragazzi stavamo organizzando di uscire a fare baldoria!-
Cosa? Ma quando mai!
Anche gli altri fecero delle facce dubbiose, ma Jimmy li liquidò con un rapido cenno della mano.
-Potreste venire con noi, più siamo e meglio è! Ok, ci vediamo davanti al Johnny's per le nove, allora! Ok amico, a dopo!-
Chiuse la chiamata, al settimo cielo.
-Chi era?-
-Al Johnny's?-
-Chi stava organizzando cosa?-
-Mr Bungle?!-
Beh, dopo quella strana conversazione, quel fiume di domande mi sembrava più che normale...!
Jimmy alzò le mani in alto.
-Wo wo, bro, uno alla volta! Dunque... era un mio amico, Buck, il bassista dei Pinkly Smooth, la band mia e di Synyster!-
-Ah, ma allora era El Diablo!- sorrise Brian, illuminandosi.
-Esattamente! Mi ha chiesto di uscire con noi, e ovviamente ci sarà anche D-Rock!-
O. Mio. Dio.
Cioè... non starete dicendo mica che... no, non poteva essere vero... vi prego, no!
-Mi ha chiesto di vederci stasera e così ho organizzato una bella uscita di gruppo! Geniale, no?-
No che non sei geniale! Sciagurato, hai appena firmato la nostra condanna a morte! Ma t'immagini una serata con gli Avenged Sevenfold e i Pinkly Smooth in giro per pub INSIEME?! Mi sento svenire...
-Jimmy... è una bella idea, ma avresti dovuto chiedere, prima. Insomma, hai dato per scontato che stasera non avessimo impegni!- osservò Zacky, braccia conserte.
Jimmy fece una faccia scettica.
-Perché, hai degli impegni, per caso?-
Digli di sì, ti prego digli di sì!
-No, ma...-
-Perfetto! Non ci resta che andare, allora!- esultò il folle, battendo allegro le mano.
Era la fine.
Zacky fece per ribattere, ma Matt lo fermò.
-Dai Zacky, immagino che avremmo comunque organizzato qualcosa, più tardi! Allora è deciso: stasera tutti al Johnny's!-
Da quell'ammasso di ormoni in subbuglio travestiti da adolescenti si sollevarono grida di giubilio, seguite da risate e altro rumore, finché Brian non si fermò a fissarmi.
-Ehi, aspettate... come faccio con Pinkly? Insomma, non la lasceranno entrare in un pub...!-
Tutti si zittirono, osservandomi.
Sghignazzai. Bene bene, per una volta la fortuna era dalla mia parte! Io sarei rimasta a casa mentre quegli esaltati si sarebbero fatti ammazzare da qualche parte! C'era solo un inconveniente... sarei rimasta senza schiavetto! Beh, poco importa: in fin dei conti, avevo ancora a disposizione Sr e, nel caso quest'ultimo si fosse rivelato "inadeguato", sarei fuggita di casa! Ero certa che qualcuno mi avrebbe adottata: insomma, come si fa a resistermi? E, per quanto mi dispiaccia ammetterlo, quell'orribile fiocco contribuisce a migliorare la mia immagine di cagnetta dolce e innocente...! Ci avrei anche guadagnato, trovando finalmente una famiglia dolce e responsabile!
Mentre mi facevo castelli in aria, i ragazzi continuavano a riflettere sul da farsi.
-Possiamo passare da casa tua e lasciarla lì!- propose Valary.
Jimmy e Brian la guardarono, inorriditi.
-Certo, così il mio vecchio si appiopperebbe a noi come una cozza costringendoci a portarcelo dietro per pub... non se ne parla!-
-Lasciamola qui nel mio garage, non ci sono problemi!-
-Cosa?! Amico, sto lasciando i miei amplificatori qua dentro, per non parlare dei cavi! Se mi rovina qualcosa uccido prima te e poi il cane!- sbraitò Zacky, in risposta a Matt.
Certo, dovevi solo provarci...!
-Che te ne frega, Zee? Tanto l'hai fregata da scuola, quella roba!- sghignazzò Jimmy.
*
-Certo che mi frega, sono stato espulso per "averle prese in prestito"...!- borbottò Zacky, incrociando le braccia al petto.
Bene, un altro delinquente... e dire che mi sembrava l'unica persona raccomandabile, là dentro!
Jimmy rise.
-Beh, chi di noi non è mai stato espulso da scuola?-
Tutti alzarono le mani, eccetto Jimmy, Zacky, Matt e la sottoscritta, ovviamente: punto primo perché, per chiare ragioni "anatomiche", non ero provvista di mani da poter alzare, secondo perché non ho mai frequentato nessuna scuola... ci mancherebbe!
-Matt?!- Valary si fece pallida -Sei stato espulso? Quando? Perché?-
Matt arrossì, facendo sfoggio delle sue fossette in un sorriso tirato, mentre i ragazzi ridevano già a crepapelle, conoscendo probabilmente la storia. Ma cosa poteva mai esserci da ridere nell'essere espulsi?
-Beh, qualche anno fa stavo tranquillamente scaraventando a terra alcuni bidoni della spazzatura, nel cortile della scuola, e il preside si era arrabbiato come una belva. Il poveretto soffriva di cuore così, proprio mentre era lì che urlava come un matto, il viso talmente rosso e gonfio che sembrava sul punto di scoppiare... fa una smorfia e cade a terra come un sacco di patate. Morto. Gli era venuto un infarto-
Ormai i ragazzi avevano le lacrime agli occhi. Io, Valary e Michelle eravamo letteralmente sconvolte.
-Così d'allora è conosciuto come "Il ragazzo che uccise il Preside"!- concluse Jimmy, con un'espressione soddisfatta e, c'avrei giurato, anche alquanto orgogliosa.
**
-Ovviamente non l'ho ucciso io!- si affrettò a precisare il cantante, vedendo la sua ragazza sull'orlo di una crisi isterica -Per lo meno non fisicamente... ho solamente creato le condizioni tali da scatenare un infarto, tutto qui. Non hanno potuto denunciarmi, però mi hanno espulso-
-Mi sembra il minimo...! Non è da tutti uccidere il proprio preside!- osservò Michelle, accendendosi una sigaretta... perfetto, era anche una fumatrice!
-Sono innocente...!- borbottò Matt, tra l'imbarazzato e il nervoso.
Beh, in effetti il poveretto non aveva colpa...! Certo, se non si fosse comportato da vandalo, forse quell'uomo sarebbe ancora vivo. Era strano pensare di trovarsi nella stessa stanza di un quasi assassino, in un certo senso.
Erano quel genere di confidenze che, solitamente, mi facevano venire mille complessi per la testa.
-Comunque sia- fece Brian, riprendendosi dall'attacco di ilarità -tornando alle cose serie: che facciamo con Pinkly?-
Ringhiai. Rivolgiti con un po' di rispetto, giovanotto: mi tratti alla stregua di una zavorra!
-Lasciamola in macchina!- suggerì Johnny.
Ehi, tu, mi hanno già chiusa una volta in macchina e non intendo ripetere l'esperienza...!
-Scherzi?! Non nella mia macchina... se me la rovina mio padre mi uccide!- esclamò Vengeance, terrorizzato.
-Cazzo, Zacky, ma tu stai sempre lì col terrore che qualcuno rovini le tue cose?! Che palle!-
-Mi sembra normale, nano, non sono come te che non ti prendi cura nemmeno del tuo basso!-
-Ehi, io il mio basso lo tratto benissimo!
-Ragazzi basta, non c'è bisogno di litigare... la porteremo con noi!- sorrise Michelle.
Cosa?!
-Cosa?!- esclamarono in coro. La ragazza fece spallucce.
-La metterò nella mia borsa.. è così piccola che nessuno la noterà! Una volta dentro al locale, posso tenerla in braccio; conosco tutti, lì, non mi faranno problemi!-
Non se ne parla nemmeno! Sono un cane, non puoi infilarmi in una borsa come faresti col portafoglio o con un assorbente! E poi una serata in braccio a quella smorfiosa... no, no e ancora no!
-Sei un genio, Mich!- esultò Jimmy -Brian, tu sei d'accordo?-
Digli di no, ti prego, digli di no!
-Certo!- sorrise faccia-di-triglia.
Dovevo immaginarmelo.
-Perfetto!- esultò Johnny, cominciando a saltellare per il garage insieme a Jimmy. Certo, sempre a festeggiare delle disgrazie altrui, quello lì! Anche se dovevo ammettere che era un piacere vederli ballare a braccetto, soprattutto se quei balletti erano ridicoli fino al limite della decenza umana. Brian piangeva dalle risate, ormai, e solo Zacky ebbe la forza di afferrare la videocamera e cominciare a filmare, a loro insaputa. Ad un certo punto Johnny, rendendosi conto di essere ripreso, si allontanò da Jimmy, imbarazzato.
-Ehi, che ti prende amico? Divertiamoci!- gridò il batterista, continuando a contorcersi. Quando anche lui, finalmente, si accorse di essere stato filmato, si fermò di colpo, indicando Zacky con l'indice della mano destra.
-Tu!- ringhiò, minaccioso -Dammi quel video!-
***
Inseguimenti, insulti e risate sfociate, come al solito, in una quasi rissa fermata appena in tempo da Matt e Brian mentre Matty Cuor di Leone fuggiva per l'ennesima volta fuori dal garage.
Giuro, potrei impazzire!
-Adesso basta cazzeggiare, rimettiamoci a lavoro! Proviamo gli ultimi brani e poi andiamo a farci belli per stasera!- gridò Matt al microfono, costringendo noi presenti a tapparci le orecchie.
Qualcuno poteva cortesemente spiegare a quel ragazzo che, dato che il microfono era già amplificato di per sé, non c'era alcun bisogno di gridare a quel modo?!
Ognuno riprese la proprio postazione ed ebbe inizio l'ennesima ora di tortura.
 Guardai di sottecchi Michelle: sorrideva felice, scambiando battutine con Valary e Matty (che nel frattempo era rientrato), mentre offriva sigarette in giro. In breve tempo i ragazzi smisero di suonare e iniziarono a fumare, riempiendo il garage di una coltre di fumo talmente densa da farmi lacrimare gli occhi. Potevo già sentir crescere all'interno dei miei polmoni un gran numero di piccoli tumori. Il fumo uccide, non le leggete mai le scritte dei pacchetti? Bah, forse erano troppo interessati dal loro contenuto per soffermarsi ad una sana nonché educativa lettura di quelle stupide scatole di cartone.
-Io proporrei di andare a prepararci, si son fatte le sette e mezza, ormai!- disse Valary, guardando il suo orologio da polso.
-Sì, sarebbe meglio! Smontiamo l'attrezzatura, ragazzi, e poi dritti a cambiarvi! Muoversi!- gridò Matt, sempre al microfono, ovviamente.
-Cazzo, Shad, e piantala!- piagnucolò Zacky, tappandosi le orecchie. Finalmente qualcuno si era deciso a parlare!
Matt mise il broncio.
-Allora muoviti, Zacky! Su, datti una mossa, o mi metto a gridare appiccicato al tuo orecchio!-
Tutti risero, tranne il povero Zacky che, ovviamente, si affrettò a smontare quel groviglio di cavi, fili e chissà cos'altro.
-Val, ma come fai a sopportarlo?- domandò Brian, ridendo.
-Ah, non lo so nemmeno io...!- rispose lei, fingendosi esasperata.
-Guardate che vi sento!- borbottò Matt, fulminandoli con lo sguardo.
-Eddai, Matt, non fare sempre il musone!- Jimmy accompagnò le sue parole con una poderosa pacca sulla schiena che per poco scaraventò il cantante dall'altra parte di Huntington.
-Cristo, Jim, mi vuoi fare fuori per caso?!- tossì quello, raccogliendo i suoi Ray-Ban che, a causa di quella potente "pacca amichevole", erano volati a terra.
-Esagerato! È impossibile che tu muoia per una semplice e amichevole pacca sulla schiena! Certo, l'avessi data a Johnny probabilmente adesso saremmo di nuovo senza bassista...!-
Per tutta risposta, il ragazzino sollevò molto elegantemente il suo dito medio. Neanche a dirlo, la finezza faceva da padrona, in quel gruppo.
-Matt, io e Jimmy possiamo prepararci qua a casa tua? Sai, non vorrei tornare a casa... Sr, ricordi?- domandò Brian, con fare cospiratorio. Già, forse era meglio non coinvolgere anche quel pazzo, per quella sera. Gli Avenged Sevenfold e i Pinkly Smooth assieme erano già abbastanza!
-Certo, amico! Mi casa es tu casa... credo! Non ho mai fatto spagnolo...!- rifletté Matt, grattandosi il mento.
Brian rise.
-Ok, allora vado a darmi una rinfrescata!-
Matt annuì.
-E non dimenticare di lavare i dentini!- gridò Jimmy, poco prima che Brian uscisse dal garage.
Tutti lo guardammo, scettici.
-Che c'é? Guardate che l'igiene orale è una cosa molto ma molto seria!-
-Certo... tanto lo sappiamo tutti che a te d'orale importa solo una cosa!- scoppiò Zacky, beccandosi una bacchetta dritto in mezzo alla fronte.
Oh cielo... ora sì che siamo caduti nello squallore...!
 




Dopo un a dir poco estenuante viaggio in macchina, schiacciati come delle sardine sottosale, arrivammo a destinazione. Michelle mi prese in braccio, sorridendo.
-Fa' la brava, Pinkly!- mormorò aprendo la borsa.
Ringhiai.
Vorrei vedere te, al posto mio, infilata dentro una borsa...!
Beh, tutto sommato dovevo ammettere che era abbastanza larga e... confortevole, ecco la parola giusta.
-L'ho svuotata, così starai più comoda!- mi disse Michelle, facendomi un occhiolino. Mi commossi: nessuno era mai stato così premuroso con me... che cara ragazza!
Cioè, volevo dire, sei una stupida se credi di potermi comprare con queste moine! Non mi chiamo mica Brian Elwin Haner Jr aka Synyster Gates!
-Adesso chiudo la cerniera... non ti preoccupare, lascio uno spiraglio aperto, così non resterai al buio o senz'aria!-
Detto questo, chiuse la cerniera per tre quarti. Ebbene sì, signore e signori, la vostra cara Pinkly era confinata all'interno di una borsa! Mi sentii sollevare, avvertendo un vuoto allo stomaco. Stare là dentro era un po' come andare sulle montagne russe.
-Possiamo andare!- disse Michelle. I suoni erano attutiti dal tessuto, ma riuscivo comunque a vedere qualcosa attraverso lo spiraglio della cerniera.
I ragazzi, nel frattempo, erano riusciti a rintracciare Buck e D-Rock nel posteggio del locale. Jimmy si mise a correre verso di loro come un folle, saltando letteralmente in braccio ai due.
-Cazzo, se mi siete mancati!- piagnucolò, abbracciandoli. Gli altri erano sconvolti.
-Ma da quanto tempo è che non li vede?- domandò Zacky. Vidi Brian fare spallucce.
-Tre, forse quattro giorni...!-
Jimmy smise di strangolare i suoi due compari che, grazie a Dio, almeno per quella sera sfoggiavano il loro look acqua e sapone, e cominciò a presentarli alla band. Per via del loro carattere amichevole e al quanto sopra le righe, i due non tardarono ad ambientarsi col resto del gruppo, e questa non era affatto una cosa buona e giusta.
-Ovviamente con noi c'è anche Pinkly!- sghignazzò Jimmy, indicando la mia borsa-rifugio.
Cazzo, e io che speravo di passare inosservata...!
Buck e D-Rock risero, spiandomi dalla cerniera.
-Fico! Ecco il vantaggio di essere piccoli quanto una pulce!- ridacchiò Buck.
Te lo faccio vedere io, chi è una pulce!
Tra battutine e risate, i ragazzi si diressero verso l'ingresso del locale, dove era appostato un buttafuori della stazza di una cabina armadio. Mi ricordava qualcuno... uhm... oh cazzo! Era Arnold!
-Ciao, Jack!- salutò Mich. Dalla voce mi sembrava un po' nervosa.
-Michelle! Non ti vedo da... fammi pensare... ah già, da quando mi hai mollato!-
Michelle ridacchiò.
-Son cose che capitano... non ti sarai mica offeso, spero!-
-Effettivamente sì... soprattutto se mi hai lasciato per questo piccoletto qui...!- fulminò qualcuno alle spalle di Michelle, probabilmente Brian.
-Beh, amico, anche quando avresti qualche problema?-
Sentii chiaramente il corpo di Michelle irrigidirsi. Brian aveva appena parlato e questo voleva dire solo una cosa: guai in vista!
-Che c'è, tu e il tuo amico non scappate più, pivelli?- ridacchiò Jack.
Effettivamente con quella fuga al parco quei due avevano fatto una ben magra figura...!
Vidi Jimmy farsi avanti, ma Matt lo precedette, sorridendo al buttafuori con fare diplomatico.
-Senti, amico, non vogliamo guai stasera, siamo qui solo per rilassarci un po': lasciaci passare e chiudiamola qua!-
Jack ghignò.
-E io che ci guadagno?-
Matt rispose al ghigno.
-Che ti risparmi, semmai... e, in questo caso, un bel po' di cazzotti, fidati!-
Jack divenne paonazzo dalla rabbia, ma cercò di contenersi dato che, stavolta, era in netto svantaggio: uno contro sette ragazzi (ero certa che Matty se la stesse già svignando...!), due ragazze e la sottoscritta, arma segreta all'interno di una borsetta: piccola, portatile e altamente letale, un po' come uno spray al peperoncino, se vogliamo!
-Non finisce qui!- borbottò, facendosi da parte.
-Ne sono sicuro!- rispose Matt, prendendo Valary per mano e facendo cenno agli altri di seguirlo all'interno.
Guardai Matt, terrorizzata: era dannatamente serio. Notai che, al loro passaggio, anche il resto del gruppo lanciò preoccupanti sguardi di sfida al buttafuori. Ormai ne ero certa anche io: quella faccenda non era affatto conclusa e tremavo all'idea che, quella sera, i miei ragazzi avrebbero regolato alcuni conti in sospeso con Jack... tutti eccetto Matty Cuor di Leone, naturalmente.





*Tutto vero: il nostro Zacky doveva organizzare uno show a scuola e ha pensato bene di rubare l'attrezzatura acustica scolastica; a quanto pare, in seguito, si sarebbe giustificando affermando che "La scuola avrebbe dovuto fornirgli i mezzi necessari per poter mettere in piedi quello show!". Inutile dire che, nonostante la quantomai arguta difesa del nostro Zee Vee, il preside ha comunque deciso di cacciarlo dalla scuola.
**Anche questo è vero: Matt è conosciuto come "The kid who killed the principal", da qui il nome del suddetto chapter.
*** Ahah, per questa scena mi sono ispirata al seguente video...! ;)

http://www.youtube.com/watch?v=Xvg6zV9Ax0o



Dunque dunque, anche questa volta pubblico ad un orario indecente! Sono le 3:51, ebbene sì! C'è chi dice che la notte porti consiglio... beh, a me porta ispirazione mentre a voi porta aggiornamenti, graditi spero! :)
Stavolta ho fatto in fretta, visto che brava? Ahah!
Ed ecco a voi il ritorno di Pinkly Smooth! Mi dispiace, ma non ne potevo davvero fare a meno! Quindi rassegnatevi perché saranno dei fedeli compagni d'avventura, nonché Special Guest in numerosi capitoli! :D
Ci tengo a ringraziarvi, anche da parte di Pinkly, per i voti che la nostra dolce cagnolina ha ricevuto nella sezione "Aggiungi personaggi"! Ormai mancano solo 3 voti ed è fatta, non ci credo! *-*
Ovviamente grazie anche e soprattutto per le vostre recensioni e per continuare a leggere la mia piccola ff... sono molto contenta e lusingata, davvero, non so come farei senza di voi! Grazie di cuore, mi rendete felice e mi fa piacere sapere di riuscire, in qualche modo, a rendere felici anche voi, strappandovi qualche risata! Beh, del resto, come direbbe la nostra Pinkly, noi siamo le classiche persone che si divertono a ridere delle disgrazie altrui, ahah! ;)
Beh, intanto si son fatte le 4 in punto, meglio pubblicare! Come sempre aspetto con ansia le vostre opinioni! :)
A presto care, bacioni! ❤
Witch ^-^

 

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Capitolo 10
*** Tra risse, cazzate e... Nosferatu! ***


Chapter ten

Tra risse, cazzate e... Nosferatu!



Finalmente entrammo nel locale, un posto con rivestimenti in legno, interminabili banconi da bar e innumerevoli tavoli da biliardo e divanetti sparsi in giro. Venni da subito investita dalla puzza acre di fumo e alcol; che postaccio!
La mia combriccola, tuttavia, la pensava molto diversamente da me, dato che, praticamente, si trovavano nel loro elemento. I loro occhi brillarono dalla gioia e cominciarono ad occupare un tavolo da biliardo con tanto di divanetti ad esso adiacente.
I ragazzi cominciarono una partita di biliardo mentre Valary e Michelle si sedettero sul divanetto, elegantemente stravaccate. Mich, finalmente, mi fece uscire dalla borsa, facendomi accomodare accanto a lei sul divanetto di simil-pelle bordeaux.
-Ecco qua, Pinkly, ora sei libera! Resta qui, però, e cerca di non farti vedere!-
Sicuramente, cara... scapperò alla prima occasione buona, fidati!
-Certo che mi vengono i brividi al solo pensare che quell'idiota sarebbe potuto diventare mio cognato!- sbottò Val, incrociando le braccia al petto -Stavi davvero con un energumeno del genere, Mich?-
Michelle la fulminò con lo sguardo, un po' seccata.
-Beh, almeno io me ne sono resa conto in tempo... guarda caso tu ci stai ancora assieme, con un tipo del genere!-
Ahah, questa era bella!
Matt, che in quel momento stava per tirare, lisciò la pallina da biliardo, accompagnato dalle risate dei ragazzi.
-Grazie, Michelle, sei sempre un tesoro...!- sbottò, passando la stecca da biliardo a Johnny.
-Figurati!- rise quella -Cortesemente, qualcuno potrebbe andare a prendere qualcosa da bere al bar?-
-Vado io!- esultò Johnny, abbandonando la stecca a terra per poi fiondarsi verso il bancone.
E ti pareva, sempre disposto a stare in mezzo all'alcol...!
Ci guardammo, dubbiosi.
-Ma siamo davvero sicuri che ci arriverà qualcosa da bere?-
Quella frase di Jimmy espresse pienamente il timore generale del gruppo.
 
Venti minuti e qualche partita dopo, Zacky e Matty furono costretti ad andare a recuperare Johnny che, come previsto, si era "accidentalmente" dimenticato di portare da bere al gruppo, dedicandosi a soddisfare semplicemente la sua sete senza fondo, se così si può chiamare. In quel momento il nostro Johnny era impegnato a spiegare complesse elucubrazioni filosofiche al barista che, sebbene fosse abituato a sorbirsi discorsi del genere da parte dei vari avventori del locale, in quel momento era anche un po' stufo di ascoltare quella piattola di ragazzino.
Beh, meglio lui che noi era il mio motto!
-Sempre il solito egoista!- sbuffò Zacky, dirigendosi con un minaccioso passo di carica verso il bancone del bar -Non pensa mai agli altri, quel nano maledetto! Ora mi sente, eccome se mi sente...!-
-Vorrei proprio sapere con quale criterio gli abbiano dato da bere!- fece Valary, alzando gli occhi al soffitto -Insomma, è ancora minorenne, non potrebbero né tantomeno dovrebbero somministrargli alcolici! Non gli hanno chiesto un documento di riconoscimento? La patente, magari? La tessera sanitaria o della mens...-
Valary non riuscì a completare la sua arringa che Matt, ormai stufo di quei discorsi fin troppo responsabili, le tappò la bocca baciandola: tipico dei maschi, utilizzare un metodo talmente primitivo per poter zittire la propria donna... gli mancava solo una clava e avremmo completato il profilo del tipico maschio alfa dei Neanderthal!
-Sia ringraziato Gesù Cristo! Davvero, Val, quando ti ci metti sei proprio una rompipalle di prima categoria!- rise Jimmy, mandando in buca quattro palle in un colpo solo.
Con mia grande sorpresa, Val per tutta risposta mostrò al batterista il dito medio destro.
Ma come, dopo tutte quelle chiacchiere sulla responsabilità si comportava come una ragazzina? Anzi, ancor peggio, si comportava come loro?
Coerenza...!
Jim non sembrò farci caso, limitandosi a passare la stecca da biliardo a D Rock.
-Bah, comunque sia, io vado a bere qualcosa... se aspetto qualche buon'anima disposta a portarmi anche un solo goccio di birra, farò la ruggine! A che ci sono, ve lo dico fin da adesso: nel giro di un'ora, o anche meno, sarò ubriaco fradicio e, nel caso volessi fare qualche cazzata... non fermatemi per nessuna ragione, chiaro?- ci redarguì puntandoci contro un indice con fare minaccioso.
Davvero un gran bel discorso, Jim! Vai pure, non ti fermerà nessuno... a meno che quella cazzata in questione non rischi di compromettere la mia vita, come l'ultima volta sulle scale di casa Seward!
-Ma Jimmy, e se ti cacciassi nei guai? Se rischiassi di venire arrestato o...- Val venne prontamente "zittita" da Matt, per la seconda volta nel giro di due minuti.
-Grande Shadz, mi piacciono i tuoi metodi...! A dopo!- detto ciò, Jimmy si defilò, compiendo qualche ridicola mossa di "ballo" lungo il tragitto.
-Grandioso, questa volta rischiamo davvero di perderlo... meglio che vada con lui!- sbottò D Rock, scuotendo la testa.
-Ti seguo anche io, amico!- esultò Buck, saltellando a fianco di Jimmy.
-Val, credo di aver visto quella tua amica, Jane... che ne dici se andiamo a salutarla?-
-Certo, andiamo! Ci vediamo dopo!-
Ehi, ma dove stavano andando tutti, adesso?! Oh no... mi guardi attorno, terrorizzata: eravamo rimasti solo io, Brian e Michelle...!
Matt, poco prima di andarsene con Val, fece di nascosto un occhiolino a Brian. Questo voleva dire solo una cosa: avevano fatto in modo di lasciarli soli, quei farabutti...!
Questa non ci voleva proprio!
Adesso, oltre che fingersi musicisti, volevano anche vestire i panni di Cupido? SI metteva davvero male!
Tra i due calò un silenzio imbarazzato e anche abbastanza imbarazzante.
-Allora, Mich...- cominciò Brian, cercando di sembrare disinvolto -come mai hai deciso di lasciare Jack?-
Michelle sbuffò.
-Perché, mi dispiace ammetterlo, ma ha ragione mia sorella: è solo un energumeno senza cervello che pensa solo... beh, sai, hai capito...!-
Mi sdraiai sul mio posto, accanto a Michelle, poggiando la testa sulle zampe anteriori, apparentemente rilassata ma con i sensi all'erta: dovevo assolutamente fare in modo che quei due mantenessero una distanza minima di due metri.
Sospirai.
 Sarebbe stata una lunga serata.
Brian, che fino a quel momento era rimasto in piedi appoggiato alla parete, fece per sedersi accanto alla ragazza sul divanetto.
E no, caro mio... non ti renderò certo le cose facili...!
Mi alzai di scatto per poi sdraiarmi in modo tale da occupare i posti rimasti liberi nel divanetto di Michelle, fregandoglieli proprio da sotto il naso. Brian mi guardò con evidente disappunto, ma non disse nulla, limitandosi a sedere nel divanetto di fronte a quello della ragazza.
Sorrisi soddisfatta.
1 a 0 per la sottoscritta! Cupido, prendi e porta a casa: hai le ore contate!
-Sai, quando quella volta al parco ti ho vista con... con...-
-Jack- completò Michelle.
-Sì, con Jack, non riuscivo a credere che tu avessi un ragazzo...-
Michelle incrociò  le braccia al petto, accigliandosi.
-Cioè, non volevo dire che sei troppo brutta per avere un ragazzo...-
O cavoli, in che discorsi si stava cacciando?! Mi sentivo quasi in imbarazzo per lui.
Michelle, se possibile, si accigliò ancora di più.
-Nel senso che potresti avere tutti i ragazzi che vuoi... ma non perché sei una facile, anzi... cioè, non che tu sia una suora... ehm...-
Quel babbeo arrossì, cominciando a farfugliare cose senza senso, grattandosi la nuca.
Beh, potevo anche smettere di escogitare un modo per allontanare quei due... aveva già provveduto Brian a rovinare tutto, come sempre, del resto!
Michelle sbuffò, poi però scoppiò a ridere fino alle lacrime.
Ma che le era preso?!
Anche Brian la guardò, stupito.
-Sai una cosa, Bri? Adoro quando sei così impacciato!-
-Impacciato, io?! Ma fammi il piacere!- ribatté Brian, cercando di darsi un contegno. Nonostante ciò era arrossito come non mai e non faceva altro che muoversi nervosamente sul posto.
-Sì, proprio tu!- Michelle si sporse in avanti, avvicinandosi pericolosamente a Brian.
Cominciai ad abbaiare, cercando disperatamente un diversivo.
-Wuaf wuaf!- Pericolo, allarme rosso!
-Pinkly, cosa vuoi?- chiese Brian, esasperato, mentre lo sguardo di Michelle si perse in un punto indefinito dietro alle spalle di Brian.
-O mio Dio... Brian, guarda!-
Cosa, che è successo?
Io e Brian seguimmo la direzione del suo sguardo: non avrei mai voluto averlo fatto!
Jimmy, che si era già ubriacato in tempo record, stava flirtando con una ragazza... ehm... caruccia? Simpatica? Diversamente bella?
Okay, non mi sono mai piaciuti i giri di parole o gli eufemismi: era una cessa, caso chiuso.
-Forse sarebbe meglio fermarlo...!- mormorò Brian, facendo per alzarsi.
Michelle, però, lo trattenne, con uno sguardo malizioso.
-Eh no... l'ha detto lui stesso che non avremmo dovuto fermarlo nel caso avesse voluto fare qualche cazzata, ricordi? Ora sono affari suoi!- ridacchiò.
La guardai, stupita: ragazza, mi piaci! Sai che ti dico? Questa una ragione in più per non farti mettere con Brian: lui non merita delle genie del male come te o come me...!
-Beh... in effetti...!- mormorò Brian, rivolgendo nuovamente il suo sguardo verso Michelle -Allora... cosa stavamo dicendo?-
-Questo!- mormorò la ragazza, avvicinandosi nuovamente e prendendo il suo viso tra le mani. O cazzo, o cazzo!
-TU, BASTARDO! TI SPEZZO IN DUE!!- gridò qualcuno dall'ingresso del locale.
E sì, era proprio lui, il nostro Arnold alla riscossa.
Brian divenne visibilmente più pallido, abbassandosi appena in tempo per evitare un cazzotto che lo avrebbe sicuramente spedito all'altro mondo.
Jack, per tutta risposta, prese una stecca di biliardo, brandendola con fare minaccioso.
Oh cazzo, quella volta Brian ci restava secco!
Michelle, intanto cercava di fermare Jack, ma quello sembrava aver perso anche quel poco di cervello che gli era rimasto, trasformandosi di fatto in una bestia intelligente quasi quanto un troll.
Dovevo fare qualcosa! Mi avventai sulla gamba di Jack, ringhiando e mordendo più forte che potevo. Sentii distintamente il tessuto dei jeans lacerarsi  sotto i miei denti.
-Ahi!- gridò quello -Dannata pulce!-
Da quel momento non capii più niente: venni scaraventata verso uno dei divanetti talmente forte che cominciai a vedere solo stelline.
-Pinkly!- gridò Brian -Come ti permetti, pezzo di merda?!- lo sentii gridare, per poi avvertire preoccupanti rumori concitati.
Qualcuno mi prese in braccio: Michelle.
-Oh, Pinkly, come stai?- piagnucolò, tastandomi.
-Come posso stare? Uno schifo, no?!
Tuttavia, nonostante capissi poco o niente, ormai, ero troppo preoccupata per Brian per poter davvero curarmi delle mie ferite. Aprii leggermente gli occhi, inorridendo. Lo vidi saltare sulle spalle di Jack, assestandogli due potenti pugni sopra la testa. Jack, però, era riuscito ad afferrarlo... oh no, Brian!
Fortunatamente il resto del nostro gruppo, attirato dal rumore della rissa, accorse in suo aiuto.
-Lascialo stare!- gridò Matt, dando un pugno in faccia a Jack.
-E no, così è scorretto... ti aiutiamo noi, amico!- gridarono due energumeni seduti ad un tavolo lì vicino, alzandosi in piedi e iniziando a difendere Jack.
Da lì fu il caos.
D Rock fece appena in tempo a stendere un tizio che stava cercando di colpire un povero Johnny che, probabilmente, non sapeva nemmeno dove si trovasse in quel momento, ancora troppo intontito dall'alcol.
Zacky fu colpito allo stomaco da uno dei due, un biondino dall'aria da fighetto, fermato prontamente da Buck.
Matty si era rifugiato oltre il bancone del bar, appollaiandosi sotto di esso.
Nel mentre, Brian e Matt sistemavano per le feste Jack.
Sembrava che i nostri stessero avendo la meglio!
In quel momento, però, sentii rumore di vetro infranto: un terzo tizio, non troppo alto ma ben piazzato, si stava dirigendo, con fare minaccioso, verso Brian e Matt: in mano aveva una bottiglia di birra rotta.
-Matt, attento!- sentii gridare Valary, tuttavia fu troppo tardi. Quel tizio riuscì a ferire Matt proprio nel petto, poco sotto la spalla.
Sangue. Tanto sangue.
-Matt!- gridò Brian, facendo appena in tempo a sorreggere l'amico.
Valary si lanciò verso di loro, in lacrime.
-O mio Dio...- mormorò Michelle, prendendo con il braccio libero il cellulare dalla tasca e componendo un numero con dita tremanti. Probabilmente stava chiamando un'ambulanza.
Jack rise, così come i suoi due compari e il tizio con la bottiglia, mentre i ragazzi erano troppo preoccupati per Matt per potersi davvero concentrare e difendersi. Guaii, maledicendo quei teppisti da quattro soldi e il mio corpo, troppo minuscolo per poter fare qualcosa.
-Ora basta, fermatevi!- gridò il proprietario del bar, con un fucile in mano. I ragazzi si fermarono di colpo, intimoriti da quell'arma: oh no, non anche lui, adesso...!
-Voi due, fuori dal mio bar! Anche tu, Jack, sei licenziato! E tu, con la bottiglia, non ti muovere o giuro che ti ficco una pallottola dritto sulla fronte... resterai qui, tranquillo, ad aspettare la polizia!-
Detto ciò, il signore con il fucile si rivolse ai nostri.
-State bene?-
Domanda superflua: Zacky si teneva lo stomaco con aria sofferente, D Rock aveva un occhio nero, Buck il labro spaccato, Brian uno zigomo sempre più gonfio, Johnny, ancora ubriaco, continuava a menare pugni all'aria, Matty fingeva di zoppicare e Matt... beh, era a terra, con la spalla sanguinante. Valary prese dei tovaglioli, cercando di fermare il sangue della ferita.
-Sto bene, non è così grave come sembra...!- rise il cantante.
-Meglio farti vedere da un dottore... qualcuno ha già chiamato un'ambulanza?-
-Sì, io- rispose Michelle, tesa come una corda di violino.
Poco dopo, sentimmo delle sirene in lontananza. Dei paramedici entrarono nel locale e, con aria professionale, coominciarono a visitare i ragazzi.
Uno di loro corse immediatamente verso Matt e, dopo qualche minuto, sorrise tranquillo, cominciando a disinfettare e fasciare.
-Non è nulla di grave, fortunatamente è solo un taglio superficiale, non richiede nemmeno dei punti. Probabilmente resterà una cicatrice ma ti è andata bene ragazzo!-*
Matti rise.
-Wow, che bello, le cicatrici sono fighe!-
Valary gli diede un pugno in testa, a metà tra la furia e le lacrime.
-Signorina, la prego...!-cercò di calmarla il medico, ma Valary aveva già abbracciato Matt.
-Sei uno stupido! Uno psicopatico ti ha colpito al petto con una bottiglia e tu pensi solo al fatto che le cicatrici sono fighe?! E se fosse stato un taglio più profondo? Se ti avesse preso un polmone, o il cuore? E se...-
Matt la zittì nuovamente, baciandola, mentre il paramedico, imbarazzato, rivolse maggiore attenzione alla medicazione.
-L'importante è che non sia successo, no?-
Distolsi anche io lo sguardo. Quei due, quando ci si mettevano, erano così dolci da far venire la carie...!
Infine arrivò anche la polizia che, grazie alle testimonianze del proprietario e dei presenti, portò quel folle in caserma mentre i ragazzi furono "solamente" segnalati alla centrale con un richiamo disciplinare.
Avrebbero dovuto sbatterlo in cella e gettare la chiave! Altrimenti, se lo avessi rivisto per strada, gli avrei staccato una gamba a morsi! Solo io avevo il permesso di ferire quei babbei, chiaro?
Una ventina di minuti dopo, quando i paramedici e i poliziotti se ne andarono, il locale tornò relativamente tranquillo e tutti tirammo un grosso sospiro di sollievo.
-Mi dispiace, signore, non era nostra intenzione ridurre il locale in questo modo...!- si scusò Zacky, indicando i vari tavoli e sedie rovesciati a terra, per non parlare dei bicchieri e delle bottiglie infrante.
-Già, anche a me...!- mormorò il proprietario, mettendo la sicura al fucile. Dopo un po', però sorrise con fare paterno -Non vi preoccupate, però: l'assicurazione coprirà tutto. La vostra non è certo stata la prima rissa, qui dentro, e non sarà nemmeno l'ultima! E poi ho visto come si sono svolto i fatti, voi non avete colpa, è stato Jack! Quel farabutto! L'ho assunto per mantenere l'ordine e invece mi scatena una rissa! Bah, ora vado nel mio ufficio, devo fare delle chiamate... prendete pure quello che volete, offro io, ma mi raccomando, solo analcolici... per stasera avete già combinato abbastanza guai!-
-Grazie mille!-
Brian si diresse verso me e Michelle. Aveva la guancia sinistra talmente gonfia che l'occhio era ridotto ad una fessura.
-State bene?- chiese, preoccupato. Mi guardò -Pinkly... quello stronzo se l'è presa anche con te...! Come stai?-
Guaii.
Una merda, ma sempre meglio di te.
-Quando imparerai a restare fuori da queste faccende?!- mi accarezzò la testa, sorridendo.
Tsè, proprio lui parlava...!
Michelle ridacchiò, anche se un po' nervosa.
-O certo, adesso è lei che dovrebbe imparare a stare fuori da queste faccende, vero?-
Ben detto!
-Si da il caso che tutto questo casino è scoppiato solo grazie al tuo ex, Mich...!-
La ragazza si fece triste.
-Già... mi dispiace così tanto!-
-Ehi, perché quel visino? Non ce l'ho mica con te!- sorrise Brian, accarezzandole una guancia.
O no, ci risiamo!
-Sì, però... guarda come sei ridotto!-
-Lui è messo peggio, fidati!-
Michelle rise, scuotendo la testa. Gli diede un bacio delicato sulla guancia ferita.
-Quando smetterai di darti tante arie?-
-Mai- sorrise Brian, avvicinandosi sempre di più a lei.
Ecco, si sarebbero baciati.... ci rinuncio, sono troppo debole per fermarli, mi arrendo!
Il destino, però, giocò a mio favore dato che Zacky cominciò a gridare.
-Oh cazzo, ma dove è finito Jimmy?!-
Michelle e Brian si allontanarono di colpo, alla ricerca dell'amico, così come il resto dei ragazzi.
Era vero, non ci avevo ancora fatto caso! Per tutta la durata della rissa il ragazzo sembrava essersi volatilizzato, cosa alquanto strana. Non era da lui scomparire durante una rissa! Avrei anche potuto capire Matty, ma Jimmy non faceva altro che sperare di avere la scusa per poter prendere a botte qualcuno.
Doveva essergli successo qualcosa, poco ma sicuro! Il problema era capire cosa...!
Ad un tratto, sentimmo un urlo disumano provenire dai bagni nel retro del locale.
-Vattene lontano da me, mostro!-
Era chiaramente la voce di Jimmy. Subito dopo, la ragazza "simpatica" uscì correndo dal bagno. Era in lacrime e sembrava non potersi dare pace. Poco dopo, anche il nostro Jim usciva da lì, con il viso stravolto.
-Amico, che è successo?- chiese D Rock, preoccupato.
Jimmy si sedette su un divanetto, portandosi le ginocchia al petto e cominciando a dondolare sul posto: era letteralmente traumatizzato.
-Che orrore... che visione abominevole.... non potrò più dormire, mai più!- continuava a ripetere, sottovoce.
Buck scoppiò a ridere.
-Probabilmente gli deve essere passata la sbornia proprio quando stava concludendo con quella tizia, vero?-
Jimmy lo fissò, stralunato.
-Lo sapevate? E perché  cazzo non mi avete fermato?! Ero così ubriaco da aver perso persino la vista!-
-Jim, ce lo hai detto tu stesso, no? "Se volessi fare qualche cazzata, non fermatemi!"- gli ricordò Michelle, chiudendosi il naso con due dita per imitare la voce nasale di Jimmy.
Tutti risero, sottoscritta compresa: se l'era cercata, quel tonto!
-E poi noi eravamo, ecco, leggermente impegnati in una rissa!- chiarì Matt, mostrando la spalla fasciata.
Jimmy sbiancò ulteriormente.
-Oh no... non vorrete mica dire che avete dato una lezione a Jack mentre ero via?!-
Tutti annuirono, desolati. Jimmy comincio a gridare, disperato.
-No, ma perché?! Era un'occasione d'oro, quella, dannazione!- si coprì il viso con le mani, scuotendo lentamente la testa -Qualcuno deve avercela con me: Dio, Buddah, Allah, Re Caio, il Karma... Nosferatu!-
-Nosferatu?!- chiesero tutti, in coro.
Passi per re Caio, ma... chi cavolo era Nosferatu?
-Sì, Nosferatu, un disgustoso vampiro di un film degli anni '50 o giù di lì... o cielo, mi ricorda quell'abominio che ho visto di là in bagno...!- rabbrividì, per poi scattare improvvisamente in piedi e, in quel preciso momento, assunse quel suo tipico sguardo folle.
Sguardo che fece tremare tutti noi presenti.
Non so se ve l'ho mai detto, ma c'è una cosa che dovete sapere su Jimmy.
In verità ci sarebbero innumerevoli quanto strambe e mirabolanti cose da sapere sul conto di quell'individuo davvero poco raccomandabile, ma una fra tutte è sempre meglio tenerla a mente: la luce delle sue idee folli, seppur geniali (a modo loro...!).
È una luce molto particolare, unica nel suo genere: un lampo dallo splendore di mille mila watt, accompagnato da un sorriso sghembo dall'aria poco raccomandabile e, a coronare il tutto, da qualche buffa mossa di trionfo. Ebbene, quando il Rev assume questi strani comportamenti, resta una sola cosa da fare: fuggire il più lontano possibile da lui.
Cosa che, ahimè, non facemmo quella sera, forse perché ancora troppo stanchi dalla rissa con quei trogloditi.
-Sapete- iniziò, con quel solito sorriso -se c'è una cosa che ho imparato dalla vita, è sfruttare i suoi avvenimenti negativi per trasformarli in qualcosa di positivo!-
Tutti lo guardammo, piuttosto preoccupati da quella premessa.
Non poteva nascere nulla di buono in una cessa quasi fatta in un cesso (pardon il gioco di parole!) di un locale e un'improbabile similitudine con Nosferatu...!
-Questo vuol dire solo una cosa- pausa strategica, volta a creare suspance -Pinkly Smooth, ho trovato la nostra mascotte!- esultò.
Cosa?!
-Cioè?- chiesero in coro Buck, D Rock e Brian.
-Nosferatu, una vagina sanguinante e radioattiva!-** ebbe un brivido nel pronunciare quelle parole.
Ah... che?! Ma che orrore!!
-O Cristo, Jimmy, ma che cosa ti è capitato in quel bagno?!- chiese Zacky, inorridito. Johnny aveva una mano davanti alla bocca, come se stesse per vomitare, probabilmente più per quell'immagine mentale che per la sbornia appena passata.
Il batterista, con fare teatrale, cinse col braccio sinistro le spalle di Zacky, chiudendo la destra a pugno, all'altezza del petto.
-Fidati, Zacky, quando ti dico che quella lì era davvero Nosferatu... terribilmente pericolosa e... basta, vi prego, non ci voglio pensare!-
Per poco non scoppiò a piangere.
-Su su, amico, fatti forza!- fece Buck, abbracciando Jimmy che, proprio in quel momento, minacciava di scoppiare a piangere... non lo avevo mai visto talmente scioccato.
-Se la cosa ti può consolare, a me piace come idea... Nosferatu, voglio dire: è qualcosa che non si è mai visto, o sentito!- sorrise Brian.
 Jimmy lo guardò, commosso.
-Già, fortunatamente nessuno ha mai visto qualcosa del genere, tranne me, purtroppo! Però sono felice che l'idea ti piaccia!-
-Piace anche a me!-
-Anche io sono d'accordo, amico! E Nosferatu sia!- urlò D Rock, sollevando il suo bicchiere di succo d'arancia (al bar non gli permettevano di prendere ulteriori alcolici!).
-Ok... voi siete folli, davvero, e anche... disgustosi!- mormorò Valary, con fare schifato. Aveva ancora gli occhi gonfi, ma quella scenetta riuscì a strapparle un sorriso.
Ti do ragione, Val: mi vergogno del fatto che un gruppo col mio splendido nome abbia una mascotte del genere! Non sono d'accordo!
-Wuaf wuaf!- In quanto prestanome del gruppo, vi proibisco di eleggere Nosferatu come mascotte!
-Visto, piace anche a Pinkly!- rise Jimmy, orgoglioso.
Ma allora sei scemo!
Tutti risero, continuando a festeggiare con bibite analcoliche mentre io, in un angolo, cercavo il suicidio.
Vi prego, fermate il mondo voglio scendere!!***



*Matt ha davvero una cicatrice sul petto, provocata da un colpo con una bottiglia di vetro rotta durante una rissa. Dovrebbe trovarsi all'altezza del pettorale destro, ma è coperta dai tatuaggi. Ho osservato attentamente le varie immagini, ma non l'ho mai notata... forse preché ero troppo concentrata ad ammirare altro...! Ehm *cerca di darsi un contegno*... ammiravo i tatuaggi, cosa avete capito?! è.é
**Nosferatu è la mascotte dei Pinkly Smooth, e, come ho gia detto nelle note di qualche capitolo fa, è davvero una vagina sanguinante e radioattiva, come dichiarato da Rev. Sinceramente non lo sembra, ma... ecco a voi una sua foto!

http://united-metal.ru/uploads/posts/2011-11/1320754116_unfortunate_snort.jpg
***Frase di Ranma: perdonate la mia dipendenza da anime e manga!


Eccomi qui, ce l'ho fatta!! Finalmente pubblico alla luce del sole, yuppy! :D
Ed ecco a gran richiesta... la fatidica RISSA!
Lo sapete che siete delle tipe molto violente, vero?? .-.
Per la vostra gioia ce ne saranno altre, in futuro...! ;)
Comunque sia, il capitolo era pronto da tempo, ormai, ma non ne ero molto convinta... ancora adesso mi sembra poco più che accettabile, ma dato che prevedo lunghi giorni senza pc (in futura riparazione), ho pensato che era meglio pubblicare...! Ok, tanto non interessa a nessuno, fatto sta che alla fine ho pubblicato!
Spero che vi piaccia! Come sempre, fatemi sapere! :)
Grazie sempre per l'appoggio, davvero! Siete uniche!
Alla prossima!
Witch! ^-^

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Capitolo 11
*** First lady ***



Chapter eleven


First lady
 
 

Nelle settimane che seguirono i ragazzi mi fecero seriamente preoccupare, a tal punto che temetti che degli alieni li avessero rapiti in piena notte per poi sostituirli con dei cloni, uguali nel fisico ma caratterialmente opposti.
Sin dal giorno successivo alla scorribanda nel locale, infatti, avevano assunto un comportamento decisamente sospetto. Inizialmente avevo pensato che fosse solamente una fase passeggera; col tempo, però, mi sono accorta che la situazione non faceva altro che peggiorare.
Insomma, i ragazzi erano… normali, o per lo meno abbastanza normali da poter essere spacciati per dei bravi ragazzi con la media del sette a scuola e una condotta perfetta. È superfluo dire che quel tipo di normalità non era davvero da loro.
Niente cazzotti, nessuna birra di troppo, niente parole o gesti volgari; niente battute demenziali, feste distruttive, liti, idee folli o chissà che altro. Passavano le giornate barricati all’interno del garage di casa Sanders, lavorando per ore sulla loro musica con fare piuttosto serio e responsabile. Capite? Serio e responsabile… per quanto possa essere serio quel casino infernale, s’intende!
Era passata un’intera mattinata da quando si erano chiusi dentro al garage, e la sottoscritta era stata abbastanza folle e masochista da decidere di seguirli anche quel giorno. Me ne stavo coricata sul vecchio divano, intenta ad osservarli con aria annoiata e insonnolita mentre i cinque discutevano fra loro. Erano seduti a terra, posizionati a cerchio, chitarre alla mano, con in mezzo centinaia di fogli e foglietti scribacchiati, cd, post-it e chissà che altro.
-Ragazzi, è ora di pranzo!- annunciò la signora Sanders, facendo ingresso nel garage con un vassoio tra le mani. Aveva preparato dei panini dall’aria parecchio appetitosa, accompagnati da una caraffa di succo d’arancia e cinque lattine di birra.
-Grazie, signora Sanders, basterà solo il succo d’arancia, niente birra per oggi!- disse Jimmy, continuando a scribacchiare su un foglio, chitarra alla mano.
Cosa? Niente birra?! E per giunta nessuno si preoccupò di obiettare… pazzesco!
Alla signora Sanders per poco non cadde la mascella per terra dallo stupore.
Ok, E.T., ridammi subito indietro quei cinque folli, questi cloni mi fanno seriamente paura!
-Va bene, ragazzi… buon lavoro!- sorrise la donna. Detto questo tornò in fretta dentro casa riportando con sé le birre, scuotendo leggermente la testa.
Mangiarono i loro panini, continuando a lavorare sulle canzoni.
-E se provassimo ad aggiungere un riff dopo il secondo ritornello?-
-Io lo vedrei meglio a cavallo fra primo ritornello e seconda strofa-
-Perché non aggiungere sia l’uno che l’altro?-
-Ottima idea! Magari modificando qui… e anche quella parte lì…-
Mi accascia sul divano. La noia era ormai ai massimi vertici… Michelle non veniva più alle prove già da diversi giorni, mentre Valary aveva resistito fino a mezz’ora fa, quando è uscita dicendo di avere un disperato bisogno di caffè, sigarette e adrenalina in vena.
Dopo quella che sembrò un’eternità, Zacky si distese a terra, coprendosi il viso con un foglio.
-Vi prego, pausa!- supplicò.
-Ok… finiamo “Lips of deceit” e ci riposiamo dieci minuti, ok?- propose Matt, massaggiandosi stancamente gli occhi.
Tutti annuirono, per cui ricominciarono a lavorare sulla canzone. Mezz’ora dopo si presero una pausa, troppo stanchi anche solo per fiatare.
-Acqua….- implorò Brian.
-Birra!!- piagnucolò Johnny.
-Schifezze!- mugugnò Zacky.
Matt e Jimmy, semplicemente si alzarono da terra solo per accasciarsi accanto a me sul divano, fissando il soffitto con lo sguardo perso nel vuoto. Conoscevo quegli sguardi: stavano ancora pensando a come migliorare le canzoni, anche durante la “pausa”.
Poveri, mi facevano pena!
Sospirai, balzando giù dal divano con un salto. Dovevo aiutarli, altrimenti sarebbero morti in quel garage senza nemmeno strimpellare una singola nota…!
Andai in cucina, aprii lo sportello in basso dove sapevo esserci ogni tipo di schifezze. Afferrai un pacco di patatine coi denti e tornai al garage, facendolo cadere ai piedi di un attonito Zacky.
-Pinkly… ma…-
Dopodiché, con un po’ di sforzo, riuscii ad aprire con la zampa il mini frigo mezzo scassato del garage, facendo rotolare delle bottigliette d’acqua verso Matt, Brian, Jimmy e Johnny. Scusa, Seward, ma niente birra oggi, l’ha detto persino Jimmy!
I cinque mi guardarono, sbalorditi.
-Io l’ho sempre saputo che era un cane intelligente!- esultò Matt, chinandosi per accarezzarmi la testa.
-Wuaf!- Sì, ma non vi viziate troppo però, eh!
-Beh, ha sicuramente più cervello di mio padre!- rise Brian, contagiando anche gli altri. Vorrei proprio vedere, Bri… nessuno è più idiota di Papa Gates!
I cinque cominciarono a rimpinzarsi di patatine al formaggio, per poi cominciare a tirarsele addosso in una cruenta battaglia campale.
-Finitela, Cristo! Ho i capelli pieni di patatine!- rise Jimmy, scuotendo la testa nel vano tentativo di farle cadere. Ovviamente, quella giungla che aveva al posto dei capelli non faceva altro che attirare e imbrigliare a sé ogni tipo di schifezza. Risultato: la sua folta chioma sembrava quasi un albero di Natale, solo che al posto delle consuete palle di vetro vi erano appese delle palle di patatine al formaggio!
-Ci penso io!- si affrettò Zacky, cominciando a togliergli le patatine dalla testa… per poi mangiarsele!
Bleah, potrei vomitare!
-Zacky, sei disgustoso!- fece Brian, storcendo la bocca e distogliendo lo sguardo. In realtà si stava trattenendo dal ridere, assieme a Matt e Johnny. Sorrisi tra me e me. In quel momento erano quasi tornati ad essere i soliti idioti.
-Non posso sprecare un tale ben di Dio!- chiarì Vee, continuando nella sua impresa. Sembrava quasi una bertuccia che spulcia un suo compagno di giochi.
-Oddio, ma che schifo!- la voce di Valary risuonò per tutto il garage, facendoci voltare verso la porta del garage. Valary era ritta in piedi e fissava la scena con aria disgustata mentre Michelle, accanto a lei, si era portata una mano alla bocca, probabilmente nel tentativo di non vomitare.
-Ragazze, non vi aspettavamo!- disse Brian, cercando di darsi una sistemata. Alzai gli occhi al cielo… sempre il solito!
-E invece eccoci qui!- sorrise Valary, sedendosi in braccio a Matt sul divano –Avete finito?-
-Macché…!- mugugnò Matt, poggiando la testa sul petto di lei e chiudendo gli occhi. Valary, però, scattò in piedi, facendolo quasi cadere a terra.
-E che aspettate, allora? Su, al lavoro, le canzoni non si scrivono mica da sole e manca solamente una settimana all’incontro con la casa discografica!- sbottò, mani ai fianchi.
Però, che grinta!
A quelle parole, i ragazzi cominciarono a sbuffare e a lamentarsi.
-Ma ci siamo fermati solo ora…!-
-Non ho ancora finito le mie patatine!-
-Valary, sei una tiranna!-
-Ci mancavi solo tu!-
-No ragazzi, ha ragione- sospirò Matt, alzandosi stancamente dal divano –Rimettiamoci al lavoro!-
I quattro annuirono, continuando a sbuffare.
-Bene ora occupiamoci di “The art of Subconcious illusion”!- disse Jimmy, pescando un paio di fogli sgualciti dal mucchio che aveva davanti a sé.
-Non l’avevamo finita?- chiese Johnny, confuso.
-In realtà non mi convince molto- spiegò Jimmy, grattandosi il mento, pensieroso.
I ragazzi annuirono, osservando attentamente i fogli. Alzai gli occhi al cielo; sapevo già che avrebbero passato il resto della giornata così, rimuginando su quella canzone sulla quale erano tornati già almeno venti volte. Saltai sul divano, coricandomi al mio solito posto. Valary e Michelle mi imitarono, sedendosi e cominciando a parlottare fra loro.
-Già, non convince nemmeno me... manca qualcosa…- mormorò Matt, picchiettando il pavimento del garage con una matita. Ad un certo punto scattò in piedi, come folgorato -Ci sono! Valary, servi tu!-
-Co… cosa?- balbettò lei.
-Ricordi quando ti ho insegnato a fare gli scream?-
Cosa? Una ragazza che screamma?!
 -Sì, ma cosa c’entro?- d’un tratto capì -No…. Oh, no no, scordatelo, Matthew!-
Cosa?
-Ehi, vogliamo sapere anche noi!- sbottò Zacky, grattandosi la testa.
-Beh, è semplice: Valary canterà nella canzone!-
Eh?
-Cosa?!-
-Ho già detto di no!- sbraitò lei, incrociando le braccia al petto.
-Ti prego, ti supplico!-
-No!-
-Tesoro!-
-Neanche per scherzo!-
-Cuoricino…!-
-Fottiti, Sanders!-
Matt mise il broncio.
-Si vede che non mi ami!-
-Si vede che sei un bambino!-
-Lasciala stare, Matt… forse non ne è capace!- sghignazzò Zacky.
Calò il gelo. Valary lo fulminò con lo sguardo, scattando in piedi.
O cielo, adesso lo picchia! Quel pensiero evidentemente passò anche per la mente di Zacky dato che si alzò di scatto da terra, indietreggiando leggermente con aria intimorita.
-Matt- sibilò Valary, continuando a tenere lo sguardo fisso su Zacky -dammi quel dannato microfono, ora!-
Beh, non avrei mai pensato che la psicologia inversa potesse funzionare su una tipa come lei!
Matt si affrettò ad attaccare il microfono all’amplificatore e glielo passò senza farselo ripetere due volte.
-Ok, Zack, ti sorprenderò con i tuoi stessi idoli… sai suonare “Helena” dei Misfits, vero?-
-Ovvio, che dom…-
-Zitto e suona, allora!- lo interruppe lei, con sguardo di sfida.
Zack sollevò le spalle, prese la chitarra e iniziò a suonare.
Jimmy, ridacchiando, si mise dietro la sua batteria, facendo roteare le bacchette nell’attesa del suo turno. Dopo due giri di chitarra di Zacky, cominciò a picchiettare piatti e tamburi con la solita energia.
Valary mandò un bacio a Matt, con la mano.
-Questa te la dedico, baby!- ghignò, facendogli l’occhiolino.
Vidi tutti scoppiare a ridere mentre Matt deglutì sonoramente, con sguardo terrorizzato. Ma che diavolo di canzone era?!
 


If I cut off your arms and cut off your legs,
Would you still love me anyway?
 If you're bound and you're gagged, draped and displayed
Would you still love me anyway?



 
Ah, ecco… ora si spiega tutto!
Vidi Brian avvicinarsi a Michelle, sedendosi sul divano tra me e lei, nel posto occupato prima da Valary.
-È una canzone tosta, questa, soprattutto per una voce femminile… sicura che ce la farà?-
Michelle ridacchiò.
-Non hai idea di ciò che è capace di fare mia sorella con un microfono in mano… dopotutto è pur sempre la first lady di M Shadows, no?-
Brian, storse la bocca, con fare dubbioso, per poi fissare lo sguardo su Valary.
Ad un certo punto Zacky e Jimmy si lanciarono su un assolo spaventoso, completamente assorti e concentrati sui loro strumenti. Poco dopo, Valary ricominciò a cantare, stavolta con voce rauca e graffiante.


 
Cutting with the knife
Blood is spilling everywhere
She will be my wife
Secondary spine.

Incisions must be accurate
I know just what to do
My hands are trembling
I can't spare to slip up with this knife.

 


Alla parola knife, Valary fece uno scream da fare tremare le pareti, mentre Matt, da un angolo, la fissava con aria commossa e orgogliosa. Brian e Johnny strabuzzarono gli occhi, mentre Michelle esultava, battendo le mani e gridando.
-Vai così, sorella!-
Ok, quella ragazza era posseduta, è l’unica spiegazione possibile!
Dopo altri scream e innumerevoli parole minacciose e inquietanti, la canzone terminò. Matt corse verso Valary, prendendola in braccio e facendola volteggiare.
-Questa sì che è la mia donna!-
Valary rise. Non appena toccò nuovamente terra, fissò Zacky con fare superiore.
-Allora, che ne pensi, Vee?-
Zacky sorrise, cercando di mostrarsi indifferente. In realtà si vedeva lontano un miglio che faticava a trattenere lo stupore… per stavolta ti hanno fregato, mio caro!
-Lo ammetto, te la sai cavare-
-Solo? È stata divina, cazzo!- esultò Jimmy, avvicinandosi alla ragazza per scompigliarle i capelli.
-Sempre il solito esagerato!- ridacchiò lei.
-No, è vero!  Ok, adesso è ufficiale, carina, devi assolutamente cantare nella nostra canzone!-
Valary si raggelò al suo posto, mentre tutti cominciarono ad annuire.
Ok, adesso quella fregata sei tu! Ridacchiai, godendomi la scena dal divano. Ci voleva proprio questa piccola parentesi. Qualcuno potrebbe portarmi dei pop corn, per favore?
-No, vi prego!-
-E dai, che ti costa?-
-Sii buona…!-
-Ti lascerò un po’ di birra in più, anzi, un’intera bottiglia!-
Valary sospirò, fissando Michelle, come a chiedere un suo parere. Mich le sorrise maliziosa.
-Accetta e fai il culo a questi cinque palloni gonfiati, Val!-
I “cinque palloni gonfiati” in questione la guardarono di sbieco.
Val ridacchiò.
-E va bene, accetto!-
Tutti esultarono, dandosi il cinque.
-Grande! Vado a prendere le birre, adesso sì che possiamo festeggiare e rilassarci un po’!- esclamò Johnny, correndo verso casa. Matt fece per obiettare, ma Jimmy lo fermò, posandogli una mano sulla spalla.
-Lascialo fare, Matt, ha ragione. Abbiamo tutti bisogno di un po’ di riposo, ci conviene rilassarci. Oggi abbiamo fatto abbastanza, siamo perfettamente in orario sulla tabella di marcia!-
-Ok, allora. Ragazzi, chi vuole un po’ di birra, eh?-
Tutti alzarono la mano, ridendo.
Eccoli, i miei soliti ragazzacci goliardici!
Vidi Michelle scuotere la testa, ridendo, per poi alzarsi e uscire dal garage, seguita a ruota da Brian.
Ridussi gli occhi a due fessure. Che volevano fare, quei due? Li seguii, trovandoli nel retro del giardino, in piedi sotto un grossa palma.
-Si, è sempre stata un po’ folle… dopotutto stanno insieme da una vita!- disse Michelle, sorridendo a Brian.
Caspita, mi ero persa parte del discorso.
-E tu, invece, non sei la first lady di nessuno?- chiese Bri, avvicinandosi pericolosamente a lei.
O cavoli, la situazione stava degenerando!
No, Pinkly, ferma. Perché non lasciare che le cose vadano da sé? Dopotutto Michelle si è rivelata una tipa apposto, e poi a guardarli sono davvero teneri! Sorrisi tra me e me, sedendomi e osservando la scena a pochi metri di distanza. Non avrei fatto nulla, ci avrebbe pensato il destino. Come dice il detto, se son rose fioriranno, e altre cazzate simile.
-Lo sai bene, Bri, che dopo quell’idiota sono assolutamente libera-
-Perfetto! Sai, mi chiedevo se avresti voluto diventare la first lady di qualcuno, magari di un chitarrista…-
-E magari quel chitarrista saresti proprio tu, non è vero, Gates?- fece lei, con aria maliziosa.
Brian arrossì leggermente.
-Beh, ecco… diamine, sei sempre così diretta!- imprecò.
-E tu sei sempre così impacciato- rise lei allacciandogli le braccia al collo. Brian, se possibile, divenne ancor più rosso, per poi fare un sorriso ebete e ricambiare l’abbraccio, avvolgendole la vita con le sue braccia.
-Beh, che dici, allora? Magari…-
Michelle lo zittì, baciandolo.
Lo ammetto, la cosa m’infastidì un po’, ma tutto sommato stavano bene insieme, quei due.
Non appena si staccò, Brian la fissò con occhi spalancati.
-Che c’è? Questo l’ho imparato da mio cognato Matt, è un metodo davvero molto efficace per zittire qualcuno ed evitare chiacchere inutili!-
In effetti mi sembrava qualcosa di familiare!
-Quindi è un sì?-
-A volte sei davvero ottuso, Brian. Comunque è un sì… cioè, potremmo provarci, no?-
Ecco il solito sguardo da pesce lesso.
-Sì! Mich, avrei una domanda-
O cielo, che altro voleva? Gli era già andata bene così, per quella giornata!
-Ancora? Spara!-
-Visto che Valary, nonché first lady di M Shadows come hai detto prima, è in grado di cantare, e anche piuttosto bene… non è che tu, dato che adesso sei la first lady di Synyster Gates, vorresti imparare a suonare la chitarra?-
Michelle rise di gusto, per poi diventare subito seria.
-Non ci pensare nemmeno-
Brian si incupì, abbassando lo sguardo.
-Non fare quella faccia, Bri… sei abbastanza bravo per entrambi!- disse lei, posandogli un leggero bacio sulle labbra.
Giuro di non aver mai visto Brian talmente felice e su di giri.
-Davvero?-
-Sì, davvero. Ora però non montarti la testa!-
-Troppo tardi!- rise lui.
Ecco, ci mancava solo che Michelle alimentasse il suo già spropositato ego! Magari avrei davvero dovuto fermarli. Quei due stavano insieme da neanche dieci minuti e già mi facevano pentire di avergli dato la mia benedizione!
I due si baciarono, continuando a scambiarsi smancerie. Ok, era meglio andare via prima di farmi venire il diabete! Mi voltai verso il garage, vedendo poi Jimmy fare capolino dalla porta.
-Ehi ragazzi, il nano si sta scolando tutte le birre, vi conviene… wow, caspita! Cioè… continuate pure, non ho visto niente!-
Michelle e Brian risero, per poi dirigersi anche loro verso il garage.
-Non ti preoccupare Jimmy, stavamo giusto rientrando!- disse Michelle.
Brian le posò un bacio sui capelli.
-Scusa, ma devo salvare la birra da un certo gnomo malefico… torno subito!- detto questo, si lanciò verso il garage.
-Uno… due…- contò Jimmy, sorridendo. Al “tre” dei rumori non meglio identificati provenienti dall’interno del garagecominciarono a farci preoccupare.
-Dove scappi, eh? Se ti prendo…!-
-Non rompere, Gates! È già tanto che abbia lasciato una lattina di birra in più per Valary!-
-Ma io non ne ho bevuta nemmeno una goccia!-
-Peggio per te, amico!-
-Ti faccio vedere io come diventa l’amico quando si incazza sul serio…!-
-No, ti prego, no… Aiuto! Salvatemi!-
Jimmy e Michelle risero.
-Entriamo, prima che si ammazzino seriamente!- disse Jimmy –Ehi, Brian, ti ricordo che ci serve un bassista, almeno per questa settimana!-
Scossi la testa, rassegnata. A quanto pare E.T. mi aveva nuovamente consegnato quei cinque esaltati… glieli avrei rispediti quanto prima via posta con una raccomandata.
Sorrisi di me stessa; sapevo bene che non l’avrei mai fatto. Erano degli esaltati, d’accordo, ma erano pur sempre i miei esaltati… e ammetto che, senza di loro, le giornate sarebbero state piuttosto grigie e noiose.




Per chi non la conoscesse, ecco a voi la splendida "Helena" dei Misfits... è un po' cruenta, ma ve la consiglio! *-*



http://www.youtube.com/watch?v=EEONoL2_zQA


NdA
Eccomi qua! Ebbene sì, non sono morta! :)
Ok, vi devo seriamente delle scuse! Il problema è che tra università, famiglia e problemi vari ho davvero pochissimo tempo! Lo so che è passato quasi un mese, ma vi chiedo comunque di essere comprensive! :'(
Vi rivelo un segreto: mia mamma è incinta e presto avrò un fratellino! Si chiamerà Thomas, e io ho ardentemente sperato che nascesse il 18 novembre, data di nascita del nostro Jhonny e di Kirk Hammett dei Metallica... quel furfante, però, non si decide a nascere .-. Fatto sta che in parte è anche per lui se non posso pubblicare, neanche è nato e già ci da parecchio da fare...!
Chiusa parentesi! ;)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, credo di riuscire a pubblicare il prossimo abbastanza in fretta, è praticamente scritto... nella mia mente, ma è scritto!
Inoltre conto di arrivare presto al dunque... devo fargli fare qualche concertino, ormai è ora! ;)
Mi dileguo, sperando che sia rimasto qualcuno a leggere i miei vaneggiamenti!
Vi voglio bene (anche Pinkly)!
Witch ^-^
Ps: per tutte quelle che andranno al conerto a Milano... con amore vi dico: stronze, vi invidio!! >.< Portatemi tante belle fotine e divertitevi anche per me, sarò con voi col pensiero! :')

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Capitolo 12
*** Feste folli, fiumi di birra, concerti e borseggiatori! ***



Chapter twelve


Feste folli, fiumi di birra, concerti e borseggiatori.

 
 
 

 
Quella settimana volò in fretta e, man mano che i giorni a disposizione diminuivano, l’ansia aumentava. Persino io mi sentivo parecchio ansiosa, pur non essendo la diretta interessata dell’incontro con la casa discografica.
Nell’arco di quella settimana, i ragazzi avevano iniziato a registrare alcune demo, con attrezzature di fortuna prestate loro da un amico proprietario di un negozio di articoli musicali.
Ed eccoci dunque al giorno prima del Grande Giorno, incredibilmente vicini alla fatidica ora x. Dovevano ancora registrare l’ultima canzone, per poi procedere con l’ascolto finale.
-Sssa sssa, prova prova… ok, ci siamo!- tuonò Matt, dal microfono –Let’s go!-
Ad un segnale, Valary premette alcuni pulsanti di un grosso mixer e i ragazzi partirono in quarta, suonando con una grinta tale da svegliare anche i morti del vicino cimitero di Huntington.
Continuarono per ore a suonare e riascoltare, finché, esausti ma soddisfatti, buttarono gli strumenti a terra, abbracciandosi, al settimo cielo.
-Sì, era l’ultima canzone… ce l’abbiamo fatta, cazzo!- esultò Johnny, balzando sulle spalle di Jimmy.
-Avevi forse dei dubbi?! Nano di poca fede!- sbottò Jimmy, ruotando su se stesso come una trottola.
-Aiuto!-
Tutti risero, visibilmente sollevati. Mi rilassai anche io. Era stata una settimana di tensione pura, quella. La paura di non farcela superava quasi le speranze di quei poveri pazzi. Alla fine, però, hanno saputo credere in loro fino in fondo, riuscendo così a raggiungere il loro obiettivo e incidere quel demo. Ero molto fiera di loro, per una volta si erano dimostrati davvero molto in gamba… e non lo ripeterò un’altra volta!
-Fermi, ragazzi, non è ancora finita!- disse Valary, riportandoli coi piedi per terra –Non avete sentito il parere della casa discografica…!-
I cinque sbuffarono.
-Grazie tante per avercelo ricordato, Val…! Sempre la solita guasta feste!- sbottò Brian, fulminandola con lo sguardo. Val, però, non si fece di certo intimidire.
-Cerca di rigare dritto con me, Gates… anche se sei il mio nuovo cognato questo non vuol dire che non ti possa gonfiare di botte!-
Brian deglutì, intimorito, mentre tutti cominciarono a prenderlo in giro.
-Che c’è, ti spaventi di una donna, Gates?- rise Johnny.
Perché, che avresti contro le donne, scusa?
-Sì, se di cognome fa DI Benedetto..!- mormorò Bri, cercando di buttarla sullo scherzo. In realtà vedevo benissimo che cercava di allontanarsi da un terreno pericoloso. Poveretto!
No, ma che dico? Forza, Val, attacca! Ha proprio bisogno di una bella lezione che gli smonti un po’ la testa!
-Comunque sia- disse Jimmy, sbadigliando –Sono già le sei del pomeriggio… direi di andare ognuno a casa propria, farci una doccia, cenare e poi andare dritti a letto, e non dimenticate di farvi la barba e lavarvi i denti! Domani è il grande giorno, dobbiamo essere lucidi e reattivi!-
Tutti lo guardammo, sbalorditi.
-Stai scherzando, vero?- chiese Zacky, preoccupato. Jimmy rise, dandogli una sonora pacca sulla schiena che, per poco, non lo stese dritto per terra.
-Ma certo che sto scherzando, Vee! Cristo, non mi avrete preso sul serio, spero! Non mi sono ancora rammollito, per cui… stasera festa, gente!- urlò, seguito in coro dagli altri.
Oddio… stavo quasi cominciando a sperare che il suo discorso iniziale fosse serio… avrei dovuto aspettarmelo!
-Io avrei un’idea migliore!- disse Val, con un sorriso furbo.
I ragazzi la fissarono, preoccupati. Che aveva in mente, adesso?
-Dimmi che hai solo pensato di trascorrere una folle sera a Las Vegas…!- pregò Zacky.
Valary rise.
-Ma certi che no! Non vi preoccupate, non è nulla di spiacevole! Ecco, un mio amico stasera sta organizzando il suo compleanno in un locale! È amante del metal e aveva chiesto ad una band di suonare per lui, ma i ragazzi hanno avuto degli impegni e hanno disdetto la serata. Si da il caso che io ancora non gli abbia ancora comprato uno straccio di regalo, e quindi…-
-E quindi?- chiesero, tra il preoccupati e lo speranzosi.
Ok, sapevo già dove sarebbe andata a parare…!
-E quindi sarebbe perfetto se suonaste voi alla sua festa, così avremo due piccioni con una fava! Lui avrà la sua band e io gli avrò fatto un regalo, senza contare il fatto che sarebbe un’ottima occasione per farvi conoscere!-
Come pensavo!
-Non credo proprio!- sbottò Johnny, incrociando le braccia al petto –Insomma, ce lo dici così di punto in bianco, senza preavviso! Sono le sei del pomeriggio e ancora dovremmo scegliere la track list, sistemare gli strumenti al locale, fare un check sound, riprenderci fisicamente da un mese di intense e massacranti prove e…-
-Ci sarà birra gratis a fiumi!-
-Non vedo l’ora di suonare in quel locale, anzi, sai che ti dico? Andiamo che è già tardi!- disse Johnny, con la stessa coerenza di una bandierina al vento. Così, con un grosso sorriso sulle labbra, prese armi e bagagli (ovvero basso e amplificatore) e si diresse verso la macchina dei genitori di Matt.
Quando si parlava di birra, Johnny era sempre il primo a correre… per poi tornare indietro, strisciando a causa dell’alcol!
-Ehi, Johnny, non puoi andartene così, senza aver prima ascoltato il nostro parere!- lo richiamò Zacky. Johnny si fermò, titubante –Siamo un gruppo e dobbiamo decidere in quanto tale! Allora, chi vuole suonare stasera a quel locale alzi la mano!- disse, tenendo saldamente le braccia incorciate al petto.
I quattro alzarono le mani. Sconfitta schiacciante.
-Andiamo ragazzi… non vi farete certo comprare per un po’ di birra!-
-Non è solo “un po’ di birra”, Zack, ma fiumi di birra, capisci? Fiumi!- sospirò Jimmy con aria sognante. Stava già smontando le varie componenti della batteria.
È incredibile quanto sia facile comprare quei ragazzi.
-Ho capito, ma….- provò a ribattere. Tutti gli fecero lo sguardo da cucciolo, compresa Valary (che mossa sleale!).
Zacky sospirò, scuotendo la testa.
-E va bene, ok! Ma l’amplificatore me lo portate voi!- disse infine.
-Nessun problema!- esultò Matt, sganciando violentemente i cavi della chitarra dall’amplificatore di Zacky e caricandoselo sulle spalle.
Vidi Zacky impallidire più di quanto non lo fosse normalmente.
-Non così! Si deve prima abbassare il volume dell’amplificatore, dei pedali e della chitarra, spegnere l’ampli, scollegare i cavi con cura… e poi non prenderlo così, lo farai cadere! Bah, lascia stare, faccio io!- sbottò, prendendo con cura l’amplificatore dalle braccia di Matt.
-Ok, basta che ti calmi, Vee…!- fece il cantante, portando le mani in avanti, come in segno di resa.
Non aveva poi tutti i torti, quel povero ragazzo: Matt ha sempre la solita grazia di un uomo del Paleolitico!
-Che ci vuoi fare, è in quel periodo del mese!- sghignazzò Brian, scrollando le spalle con noncuranza.
-E tu lo sai bene come ci si sente, vero Gates?- detto questo, il povero Zacky uscì dal garage, diretto in macchina –Che si fottano! Ma guarda te se dovevo capitare in mezzo a gente simile senza rispetto per le cose altrui…!- continuò a borbottare per strada, come una pentola a pressione, finché le parole divennero indistinguibili.
-Sempre il solito puntiglioso!- rise Jimmy –Matt, Val, visto che coi non avete niente da fare, che ne direste di aiutarmi a smontare questo gioiellino?- chiese, indicando l’imponente batteria.
-Arriviamo!- rise Valary, trascinando Matt per un braccio.
Nel mentre che loro smontavano la batteria e io stavo a guardarli senza far nulla (che bellezza!), Jimmy ridacchiò.
-Che ti prende?- chiese Valary, curiosa.
-Pensavo semplicemente che stasera anche tu dovrai cantare con noi, tesorino!-
Caspita, è vero! Alla fine avevano registrato quella parte con lei in The Art of Subconscious Illusion… erano solo poco meno di venti secondi, ma pur sempre parte integrante della canzone!
Valary sbiancò, mentre Matt si unì alla risata di Jimmy.
-E va bene, canterò! Non ho certo paura di un pubblico di quattro gatti in croce…!-
Jimmy e Matt fecero per ribattere, ma furono interrotti da Brian.
-Ragazzi, noi abbiamo finito di caricare i nostri strumenti in macchina!-
-Quale macchina, scusa?- chiese Matt, confuso.
-Beh, la monovolume dei tuoi! L’abbiamo chiesta in prestito a tua madre, a nome tuo ovviamente! Ha detto che se trova un graffio ti rompe le costole per giocarci a "Shangai"*, ma non è un problema, no?- chiese Brian, sorridendo.
Matt deglutì.
-No certo che no… okay, carichiamo la batteria e andiamo! Ah, guido io, eh… non vorrei che la mia vita dipendesse dalla poca lucidità mentale di qualcun altro!-
In effetti come dargli torto? Quasi quasi prenoto una partita con la signora Sanders. Anche se sono sprovvista del pollice opponibile, mi è sempre piaciuto quel gioco!
-Perfetto!- sorrise Valary, anche se leggermente tesa, probabilmente preoccupata per il destino di Matt –Prima, però, dovremmo passare da casa mia a prendere mia sorella!-
-Cioè… vuoi dire che… sì, insomma… cielo, non…- prese a balbettare Brian, rigirandosi i pollici, a sguardo basso.
È ufficiale: l’abbiamo perso!
Valary sollevò gli occhi al cielo, spazientita dai mugugni confusi di quell’individuo dal cervello ormai in pappa.
-Sì, Brian, verrà anche Michelle stasera!- rispose, intuendo dove il mio schiavetto volesse arrivare.. non che ci volesse Agatha Christie per capirlo, beninteso!
-Oh cielo! Ma allora non posso andare alla festa conciato così! Insomma, guardatemi! Ho i vestiti sudati per le prove, i capelli andati, la matita sbavata…!-
Qualcuno lo stordisca con un sonnifero, per favore!
-Su su, amico! Non è il momento di avere una crisi premestruale, siamo già in ritardo, dobbiamo fare milioni di cose e la birra ci aspetta!- intervenne Jimmy, trascinandolo in macchina.
-Ma non capisci, devo andare a casa! E poi… Pinkly!- gridò, indicandomi.
Cosa? Che c’entro io, adesso?!
Tutti mi fissarono, dubbiosi.
-Sì, non possiamo mica portarla con noi alla festa! Quindi dobbiamo passare da casa mia per forza di cose!-
Matt sbuffò.
-E va bene, dannazione! Ma se impieghi più di cinque minuti a prepararti giuro che ti lascio lì a casa e trovo a Mich un ragazzo meno vanitoso di te!-
Impresa facilissima, guarda!
Brian storse la bocca, indeciso.
-Facciamo dieci minuti…!-
Ma che fa, cerca di contrattare?!
-Facciamo trenta secondi, che dici?- intervenne Valary, braccia incrociate al petto.
-Ok, cinque minuti andranno benissimo! Andiamo, non perdiamo altro tempo!- disse, afferrando a caso la grancassa della batteria di Jimmy per caricarla in macchina.
-Ha un avvenire nel settore delle contrattazioni, davvero!- rise Jimmy.
 
 
 



-Okay, Brian, siamo vicini a casa tua… ricordi, no? Cinque minuti!- gli ricordò Matt, fulminandolo attraverso lo specchietto retrovisore.
Eravamo in macchina e, come al solito, con tutta la nostra ciurma non c’era nemmeno lo spazio vitale per poter respirare, contando anche il fatto che, in quella monovolume, erano anche riusciti a infilare due chitarre, un basso, quattro amplificatori e una batteria immensa. Per fortuna che a momenti sarei scesa, già mi sentivo soffocare!
-Chiaro, cristallino! Farò in tempo, vedrai!- sorrise, prendendomi in braccio, pronto a scendere.
Matt fece per accostare davanti casa Haner ma, improvvisamente, la porta d’ingresso s’aprì: quello che ne uscì mi sarebbe rimasto impresso a fuoco nella mente per il resto della mia umile e miserevole vita.
Brian Haner Senior aka Papa Gates si era precipitato fuori casa per poi fiondarsi dritto verso la nostra macchina.
Indossava un completo in stile anni ’60 (o ‘70/’80… non sono mai riuscita a distinguerli!), in piena sindrome da febbre del sabato sera: giacca bianca con colletto sollevato, pantaloni abbinati a zampa d’elefante con riga nera laterale, camicia nera sbottonata fino all’ombellico (che orrore!), scarpe nere lucide con la punta di un metro e mezzo e, per completare il tutto, capelli gelatinati con tanto di ciuffo alla Elvis Presley.
-Vengo anche io! Portatemi con voi alla festa, voglio fare baldoria come ai vecchi tempi!- urlava, sbracciandosi come un matto.
-Cazzo, Matt, parti, parti!- gridò Brian, terrorizzato.
Matt non se lo fece ripetere due volte e partì in quinta. Solo quando fummo tre chilometri lontani da quell’individuo, tutti e sette tirammo un profondo sospiro di sollievo.
-Brian ma… quello non era tuo padre?- chiese Valary, sconvolta.
-No, ma che dici! Non conosco assolutamente quel tipo, io, e…-
-Sì, era suo padre!- rise Jimmy, ormai con le lacrime agli occhi. Brian gli diede un pugno sulla spalla.
-Cazzo, tu sì che sei un amico…!-
Povero Brian: anche io, al suo posto, avrei cercato di nascondere un padre del genere…!
-Ma dai, è un grande! E poi quel completo gli donava proprio!- rise il batterista, ormai senza ritegno. Tutti si unirono a lui, tranne Brian e la sottoscritta. Come diavolo si faceva a ridere per una visione del genere?! Vi prego, sopprimetemi!
-A quanto pare Pinkly, dunque, verrà con noi!- osservò Johnny alla fine, asciugandosi gli occhi.
Oh cavoli… non lo avevo ancora considerato!
-Già! Ehi, palla di pelo, vedi di non immischiarti più nelle risse, sono cose da uomini duri come noi!- mi ammonì Zacky, con fare superiore.
Ringhiai. Certo, come no… infatti per poco non ti spappolavano la milza, vero?
-Non c’è bisogno di avvisare Pinkly, Zacky, dato che non ci saranno risse stasera… giusto, ragazzi?- li ammonì Valary. Il suo tono avrebbe fatto invidia al sergente Hatman.
I cinque si guardarono, perplessi.
Non mi piacevano quegli sguardi…!
-Ragazzi…- li richiamò Valary.
-Bello il nuovo cd dei Maiden…!-
-Sì sì, davvero fantastico Johnny!-
-Oh, ma guarda, un’anatra!-
-Dove? Dove?!-
-Sh, dicevo per finta, Jim!- sussurrò Brian.
-Ragazzi!- urlò Valary.
-Su tesoro, non è il caso…!-
-Sì che è il caso, Matt! Per poco non ci lasciavi la pelle!-
Già, anche la sottoscritta, mannaggia a voi!
-Ok, ne parliamo dopo. Siamo arrivati a casa tua!- sorrise Matt, suonando col clacson.
-Non è che adesso anche tuo padre correrà fuori dalla porta per venire con noi, vero?- rise Jimmy, con una strana luce negli occhi. Sembrava quasi che sperasse davvero che accadesse qualcosa del genere!
-No, cielo! Spero…!- mormorò Valary, osservando con timore la porta di casa.
-A proposito- disse Zacky –Brian, come faceva tuo padre a sapere della festa?-
Ci guardammo, perplessi. In effetti è vero… come è possibile?
Brian deglutì, timoroso.
-Papa Gates sa sempre tutto, ricordate. Tutto.-
Ok, adesso ho davvero paura…!
In quel momento si aprì il portone di casa Di Benedetto. Osservammo, terrorizzati, chi o cosa uscisse da quella soglia, Matt con già il piede sull’acceleratore. Fortunatamente, però, ad uscire fu solo Michelle, con un sorriso radioso stampato in viso, mentre ci salutava con la mano.
In un battibaleno, l’espressione di Brian da impaurita divenne… beh, sapete, “lessa”; non c’è altra maniera per poterla descrivere.
-Salve a tutti!- disse Michelle, salendo in macchina accanto a Brian.
-Ciao, Mich!- risposero, in coro, mentre Brian era ancora troppo intontito per poter rispondere con qualcosa di coerente.
Michelle gli stampò un bacio sulla bocca.
Oddio, che schifo, avvisate prima!
-Non sapevo che veniste anche voi alla festa!- disse, abbarbicandosi al braccio di Brian, sempre più fuso.
-Ho pensato che, visto che Kevin è senza band e che non gli avevamo ancora fatto un regalo, avremmo potuto portare lì i ragazzi e farli suonare alla festa, così con l’occasione potrebbero anche farsi conoscere in giro!-
-Ottima idea, sorella! Pronto a fare del tuo meglio, Bri?-
-Certo che sì!- disse lui, pavoneggiandosi. Quando si parlava di dover suonare la chitarra, riusciva a riemergere anche dal più catastrofico stato catatonico… non l’avrei mai capito, quel ragazzo!
-Sono sicura che sarai grandioso!- sorrise, dandogli un altro bacio.
Ero ancora in braccio a Brian, proprio in prima fila per poter osservare la scena. Purtroppo per voi, piccioncini, non ho voglia di morire di diabete, per cui scusate ma credo che mi sposterò in un altro posto!
Andai in braccio a Jimmy, seduto alla nostra destra.
-Oh, Pinkly! Hai deciso di farmi visita, eh? Piccola pulce!- rise, cominciando ad arruffarmi il pelo e a “giocare”. Ok, sapevo già come sarebbe andata a finire. Meglio tagliare la corda, prima di rischiare nuovamente la vita. Andai nei due sedili posteriori, da Johnny e Zacky, e li stetti un po’ più tranquilla, con i due che mi accarezzavano distrattamente mentre continuavano a parlare del più e del meno.
-Ragazzi, arrivati al capolinea!- annunciò Matt, arrestando la macchina di fronte a quello che sembrava un enorme capanno abbandonato in riva al mare.
Scendemmo dalla macchina, e Michelle mi prese in braccio dalle mani di Johnny.
-Pinkly, tesoro! Stasera starai con me, ti va?-
-Wuaf!- No che non mi va, sarei costretta ad osservare le tue smancerie con Brian per tutta la sera!
Come al solito, però, non riuscì a comprendere quello che volevo dire e, continuando a sorridere, mi infilò nuovamente dentro la borsa, fortunatamente un po’ più grande e comoda della precedente. Quasi quasi mi trasferisco, è così accogliente qui dentro!
-Okay, non ci resta che entrare!- disse Valary e, dopo aver annunciato i nostri nomi al ragazzo della security per controllare se eravamo in lista, entrammo nel capanno.
Davanti a noi, tra la nebbia impenetrabile di fumo di sigarette e qualcos’altro di meno legale, riuscivamo a distinguere più di ottanta tra ragazzi e ragazze.
-Come dicevi, prego? Quattro gatti in croce, eh?- chiese Jimmy a Valary, con un sorrisino da vecchia volpe.
Improvvisamente, si avvicinò a noi un ragazzo, sculettando e spedendo baci ai presenti. Sembrava conoscesse tutti.
-Oddio, e quello chi è?!- chiese Matt, cercando di fuggire. Valary lo prese per un braccio, tenendolo ben fermo.
-Sorridi, è il festeggiato!-
-Cosa?!- gridarono i cinque, in coro.
-Valary! Michelle! Ragazze, siete fa-vo-lo-se!- disse il tizio, gridando per poter sovrastare la musica a palla proveniente dalle varie casse sparse per il capannone.
-Kevin, auguri!- risposero in coro le due, abbracciandolo.
-Beh, almeno non dobbiamo essere gelosi…!- sentii Brian sussurrare a Matt, il quale gli diede il cinque ridendo.
-Ehi, e questi cinque maschioni chi sono?- chiese il festeggiato, con sguardo provocante.
I suddetti cinque maschioni cercarono di fuggire. Wow, che fegato ragazzi… non vi mangia mica! Forse.
-Loro- disse Valary, cercando di tenerli calmi –sono il nostro regalo di compleanno!-
Vidi chiaramente gli occhi di Kevin illuminarsi di gioia, mentre dentro di me ridevo senza ritegno, avendo già intuito il doppio senso venutosi a creare.
-Oh, ragazze, siete le numero uno! Come facevate a sapere che mi piacciono i metallari? Noi sei ci divertiremo un mondo, più tardi…!- disse, infatti, con fare parecchio allusivo.
I ragazzi, cercarono nuovamente di fuggire, anche se avrei giurato che Zacky fosse ormai sul punto di svenire talmente era pallido.
-No no, Kevin, hai capito male!- sorrise Michelle –Loro sono dei musicisti, sostituiranno la band che stasera ti ha dato buca!-
-Davvero? Ragazze, siete degli angeli! Non sapevo proprio come fare, ho improvvisato raccattando qualche amplificatore e mettendo su delle compilation datate di musica dance… uno strazio! Non vedo l’ora che cominciate a suonare, ragazzi! Anche se avrei volentieri passato il tempo con voi in maniera diversa… ma potremmo sempre organizzare qualcosa più tardi, no?-
-No!- urlarono i cinque, in coro.
Le gemelle risero.
-Fa’ come vuoi Kevin, ma loro sono nostri!- sorrisero, abbracciando Matt e Brian, i quali sospirarono di sollievo, mentre Zacky, Jimmy e Johnny si irrigidirono ancora di più.
-Avete davvero dei bei gusti, ragazze, i miei complimenti! Beh, mi accontenterò di questi tre manzi, allora!-
-No! Noi siamo… impegnati!- urlò Johnny, quasi piangendo.
Ma quando mai?!
-E con chi?-
-Ecco… con…-
-Con me! Lui è con me!- disse Zacky, abbracciando il bassista.
Scusa?
Johnny, dapprima, lo guardò storto, ma poi ricambiò l’abbraccio. Avevano due facce che dicevano “Se proprio dobbiamo essere gay, tanto vale restare tra amici”.
-Ok, potremmo fare qualcosa a coppie…-
-No no, siamo una coppia chiusa!-
-Molto chiusa, chiusissima!- ribadì Johnny.
-E va bene! Se cambiate idea, io e il biondo siamo sempre disponibili…!-
Tutti guardammo Rev, trattenendo a stento le risate. Quel povero ragazzo sembrava l’unico a non aver ancora capito nulla.
-Quale biondo, scusa?- chiese, infatti, con fare perplesso. Kevin ridacchiò con fare frivolo.
-Mi riferisco a te, sciocchino! Dai, andiamo!-
-No no no, aspetta, io sono etero!-
-Non ti preoccupare, cocco, vedrai che ben presto ti farò cambiare idea!-
-No, ti prego… aiuto, riportatemi da Nosferatu, piuttosto!- piagnucolò Jim, mentre veniva trascinato da Kevin.
Cavoli, doveva davvero essere disperato per avanzare una richiesta del genere!
-Ci conviene cercare un nuovo batterista!- disse Zacky, staccandosi da Johnny non appena Kevin (e con lui Jimmy) furono abbastanza lontani.
-Beh, intanto dovrete pensarci voi a montare la sua batteria e il resto dell’attrezzatura… noi andiamo un po’ in giro, ci vediamo!- disse Michelle, prendendo Valary a braccetto e andando via.
-Dannazione!- dissero i quattro in coro, dirigendosi verso la monovolume della mamma di Matt.
Venni sballottata da Michelle nella sua borsetta, mentre le gemelle, in giro per il locale, si fermavano a salutare centinaia di persone. Ma quante conoscenze avevano quelle due?!
-Guarda, Mich, Kevin e Jim… sembrano divertirsi!- rise Valary, dando di gomito alla sorella.
Seguii la direzione del suo sguardo. Kevin, rigorosamente a braccetto con Jimmy, andava in giro per il locale, sculettando e a testa alta e, ogni volta che il povero batterista tentava la fuga, lo teneva buono offrendogli una pinta di birra.
-Lo vedo già abbastanza alticcio… chissà quanto lo avrà fatto bere!- rise Michelle.
-Dovremmo stare attente o lo intontirà a tal punto da violentarlo in bagno…!-
Non potei fare a meno di immaginarmi la scena. Chiamate i Man in Black, voglio essere “sparafleshata”…!
Le gemelle risero per poi tornare dai ragazzi. Erano impegnati a sistemare centinaia di cavi e cavetti, amplificatori e quant’altro in un palchetto creato appositamente per loro.
-A che punto siete?- chiese Mich.
-Abbiamo quasi finito, ci serve solo il nostro batterista!- disse Johnny, avvitando l’ultimo piatto nell’apposita asta.
-Ve lo vado a chiamare!- disse Michelle, dunque facemmo dietro front verso Kevin.
-Kevin, caro, ti stai divertendo?- chiese Valary, una volta avvistato tra la folla.
-Oh sì dolcezza, il vostro amico qui è davvero un gran bel bocconcino… tieni, bevi un’altra birra, tesoro!-
-Shì… fiumi di birra, birra ovunque…!- biascicò Jimmy, caricando con enfasi sulle vocali.
-Beh, adesso però dovrebbe andare dai ragazzi, è arrivato il momento di iniziare lo show!-
Kevin si diede uno schiaffetto sulla fronte.
-Caspitina è vero, lo show! Ci dobbiamo lasciare, bocconcino, ma ci vediamo più tardi!- disse, schioccandogli un bacio sulla guancia.
-Ok, mamma, ci vediamo dopo la scuola!- biascicò Jimmy in risposta.
Non credo che sia del tutto consapevole di dove si trovi o con chi stia parlando… beh, meglio così per lui. Speriamo che abbia anche la fortuna di dimenticare questa serata!
-Ehm… ok, andiamo Jimmy, appoggiati a me e a Michelle, da bravo… così!-
Con non poca fatica, Valary e Michelle lo trascinarono presso il palchetto.
-Ragazze, ne avete messo di tempo… o porca puttana, Jimmy, fratello, che ti ha combinato quello squilibrato?- chiese Matt, andando subito a sorreggere l’amico.
-Ma chi, mia mamma?- chiese lui per tutta risposta.
-Tua mamma? Ma che…? Bah, non importa! Andiamo, ti aiuto a salire sul palco! Datemi una mano, voi tre!-
Johnny, Brian e Zacky si affrettarono ad aiutare Matt, facendo sedere Jimmy sullo sgabello della batteria. Non appena gli misero le bacchette in mano, sembrò farsi improvvisamente più lucido.
-Oh, la mia amata bambina… ehi, ma chi ha osato montarti in un modo tanto vergognoso?!- gridò, inorridito.
-Johnny!- dissero tutti, indicando il bassista.
Johnny li fulminò, risentito.
-Che volete? Non avevo mai toccato una batteria in vita mia!- si difese quello.
Ma che bravo musicista competente!
-Sarà meglio che questa sia la prima e ultima volta che ne tocchi una, allora, perché se ti azzardi di nuovo a sfiorarla ti appendo al posto del lampadario e con te ci faccio la pignatta!- lo minacciò Jimmy, alzandosi con fatica e sistemando con cura le varie componenti della batteria.
-Bel ringraziamento…!- borbottò Johnny, subito fulminato da Jim.
-Ok, noi scendiamo a goderci lo spettacolo… fate del vostro meglio, ragazzi!- disse Valary, baciando Matt, così come Michelle con Brian. Eccoci alle solite…! Mi rintanai nella borsa. Mi rifiuto di assistere ancora a queste scenette Armony!
Uscii dalla borsa solo fin quando fui sicura di essere ormai giù ai piedi del palco.
-Resta nelle vicinanze, Val, ricorda che devi salire a cantare!- gridò Matt dal palco, facendole l’occhiolino. Vidi Valary rabbrividire.
-Certamente…! Che rottura!-
-Andrà tutto bene, Val- la rassicurò Michelle.
-Già… prima inizia questa tortura, prima finisce!-
Intanto, intorno a noi si era radunata una folla abbastanza numerosa, con tanto di Kevin che, in un angolo, saltellava e mandava baci volanti a Jimmy, fortunatamente troppo distratto e ubriaco per potersene accorgere.
Li guardammo bisticciare sul palco ancora per qualche minuto, mentre Jimmy sistemava la batteria con una cura quasi maniacale. Si dissero qualcosa fra loro, annuendo e dandosi qualche pugnetto amichevole, per poi sistemarsi ognuno nella propria postazione.
-Ragazzi e ragazze, siamo gli Avenged Sevenfold!- urlò Matt nel suo microfono.
Sentii diversi mormorii confusi provenire dalla folla.
-Ave… savenged… fold cosa?-
-No, avenfold…?-
-Forse savenfold?-
-Si chiamano Avenged Sevenfold, idioti! Lavatevi le orecchie, la mattina!- urlò Valary, rivolgendosi al pubblico delle prime file che stava ancora cercando di comprendere che razza di nome avesse quella band. Tutti si zittirono, terrorizzati dalla ragazza. Beh, come dargli torto? Valary incazzata fa a tutti questo effetto…!
Matt si schiarì la voce.
-Dicevo, siamo gli Avenged Sevenfold- ripeté, scandendo per bene le parole –e stasera infiammeremo questa festa!-
Urla del pubblico giubilante. Oddio, già ho mal di testa.
-Innanzitutto vorrei fare gli auguri al festeggiato! Happy birthday, fuckin’ Kevin!-
-Vi amo, guys!- urlò quello in risposta, sbracciandosi come un forsennato.
Matt, Johnny, Zacky e Brian arrossirono, indietreggiando leggermente, mentre Jimmy lo salutò allegro con la mano.
-Ciao mamma!-
-Rev, concentrati… ehm, ok ragazzi, pronti per il Metal?!-
-Yeah!-
-Ok, allora… let’s go!- gridò a pieni polmoni, venendo subito coperto dal fracasso della batteria, delle chitarre e del basso. Matt prese a screammare come un forsennato mentre tutti cominciarono a saltare, urlare, spingersi e darsi pugni. Qualcuno aveva anche preso una sedia e la faceva girare furiosamente intorno a sé, colpendo chiunque fosse nel raggio di un metro e mezzo. Ma che diavolo di follia era mai quella?!
-Dai Mich, unisciti anche tu!- urlò Valary, saltando a ritmo.
-Certo!- rispose lei, cominciando a saltellare e, di conseguenza, facendo rimbalzare anche me a destra e sinistra, ancora all’interno della sua borsa.
Oddio, fermati, ti prego, fermati! Mi sento sul Titanic!
Ad un certo punto, Matt fece un gesto a Valary, facendola salire sul palco.
-Spaccali, sorella!- urlò Michelle, fermandosi un momento… sia ringraziato il cielo, non ne potevo più! Qualcuno ha dei sacchetti per il vomito?
Sentii qualcuno ridere alle spalle di Michelle.
-Guarda quella ragazzina!- disse un tizio a un suo amico -Che vuole fare lassù? Scendi, tesoro, prima che ti faccia del male!-
Michelle lo fulminò con lo sguardo.
-Ascolta bene, imbecille, quella “ragazzina” è in grado di dare del filo da torcere anche al più cazzuto dei cantanti metal!-
Molti risero alla sua affermazione, così Michelle si girò, osservando il palco, braccia incrociate al petto.
-State a vedere…!- sibilò.
Sbaglio o è piuttosto… nervosetta?
Valary afferrò un microfono e iniziò a cantare, o meglio, sgolarsi come un internata al manicomio, accompagnando il tutto con salti e calci banzai**.
Non appena concluse la sua parte, scese dal palco accompagnata da grida di incitamento ed esaltazione.
Michelle si girò verso i ragazzi che avevano parlato prima, con aria soddisfatta. Li guardai anche io: erano letteralmente shockati.
-Cazzo… chi è quella?! La voglio sposare!- disse uno.
Sempre così, gli uomini: prima criticano senza conoscerti e poi…! Trogloditi!
Michelle rise di gusto.
-Avete visto quella montagna tutta muscoli del cantante? È il suo ragazzo, e non vi conviene provocarlo…!-
Quelli deglutirono, indietreggiando a testa china.
Risi. Ben fatto, Mich, questa te la devo!
Valary ci raggiunse, raggiante.
-È stato fantastico, lo voglio rifare!- disse felice.
Ma come, fino a un attimo fa non ne voleva sapere per nessuna ragione al mondo…!
-Hai visto che non è così male come sembra?- rise Michelle.
I ragazzi passarono alla canzone successivo. Ormai il pubblico era in delirio.
Ad un certo punto, mi sentii strattonare. Sentii Michelle gridare e venni sballottata con furia, finendo a gambe all’aria ancora all’interno della borsa. O cavolo, che stava succedendo, ora? Ho le palpitazioni a mille!
-Aiuto! Qualcuno ha rubato la mia borsa!- gridò Michelle, da qualche parte alle mie spalle.
Cosa?! Aiuto, al ladro, mi hanno rapita! Chiamate la C.I.A, l’F.B.I, 007!
Affacciai leggermente il muso dalla borsa. Un tipo teneva me e la borsa strette al petto, correndo come un folle. Mi voltai. I ragazzi erano letteralmente saltati giù dal palco, abbandonando il concerto e i loro amati strumenti.
-Pinkly!- gridò Brian, bianco come un cadavere.
Lo vedevo correre e annaspare, seguito da Matt, Zacky, Johnny, Valary, Michelle e Jimmy (il quale barcollava ancora un pochino, ma cercava di restare lucido).
-Wuaf!- Salvatemi, vi prego! Sono troppo giovane, bella e preziosa per morire!
-Ma che cazzo…?!- disse il ladro, guardando la borsa e, di conseguenza me. Mi fissò con sguardo stralunato e confuso.
Ringhiai.
-Wuaf!- Brutto idiota, che c’è, non hai mai visto un cane in una borsa? Mollami subito!
Come se mi avesse letto nel pensiero, il ladro mi gettò a terra, quasi come se la borsa fosse diventata d’un tratto incandescente, per poi scappare via.
Mi schiantai sul pavimento, tramortita. Fortunatamente la borsa era abbastanza imbottita da poter attutire la caduta.
-Pinkly! Pinkly!- sentii gridare ancora, poi qualcuno mi sollevò da terra. Brian.
-Oddio, o mio Dio! Morta, è morta!- piagnucolava, stringendomi al petto.
-Wuaf!- Non ancora, ma lo sarò presto, così mi soffochi, babbeo!
-Pinkly, sei viva!- gioì, allentando la presa.
Respirai profondamente.
Ma và, che intuito!
-Mi dispiace così tanto, Brian! Fortuna che non si è fatta niente!- disse Michelle. Non l’avevo mai vista così stravolta.
-Non è stata colpa tua, è capitato- disse lui, dandole un bacio sulla fronte.
Ehm, scusate, non ero io la vittima fino a pochi secondi fa?
Ben presto ci raggiunsero anche gli altri.
-Dov’è andato quel farabutto? Se lo prendo…!- ringhiò Johnny, pronto all’attacco. Zacky e Matt annuirono, schioccando rumorosamente le dita delle mani.
-Pulce!- urlò Jimmy, strappandomi dalle braccia di Brian –Tu, palla di pelo, hai più vite di un fottuto gatto!-
Ovvio, Jimmy. Un gatto con dei tipi come voi sarebbe già morto da un pezzo! E ora lasciami, ti ho già detto che soffro di vertigini!
Improvvisamente, si levò un grosso applauso dal pubblico. Tutti, a quanto pare, avevano assistito alla scena.
-Grandi!-
-Bravi, ragazzi!-
-Tesorini!- urlò Kevin, correndo verso di noi. Abbracciò Jimmy con foga –Siete degli eroi! Oh, questo vi rende ancora più affascinanti!-
Jimmy, ormai, era abbastanza lucido da inorridire a quell’abbraccio.
-Oddio, chi è questo, che vuole da me?!-
Ridemmo tutti.
-Ma come, tesoro? Che smemorato che sei! Ti rinfrescherò dopo la memoria, adesso tornate sul palco e concludete lo show!-
-Ha ragione Kevin! Ragazzi, tornate sul palco!- ordinò Valary.
-Sissignora!- fecero i cinque, in coro, mettendosi sull’attenti. Che bravi soldatini!
Salirono sul palco e, dopo qualche scusa e urlo a caso, ricominciarono. Continuarono per un’altra mezz’ora, durante la quale venni nuovamente sballottata a destra e manca per colpa di Michelle che non faceva altro che saltare. Finalmente scesero dal palco, congedandosi con un “Siete stati fantastici, ragazzi!”, mentre il pubblico chiedeva bis, tris e tombole. Ma come cavolo si fa a voler ascoltare di nuovo una tortura del genere?! E poi ho già la nausea, tutti quei salti… manco un grillo, caspita!
-Siete stati fantastici!- esultarono le gemelle, stringendo i ragazzi in un abbraccio di gruppo. Che schifo, ma sono tutti sudati fradici!
-Ragazzi, concerto da favola! Vi amo!- disse Kevin con fare sognante, aggregandosi all’abbraccio.
-Sì, ok amico, ora basta!- piagnucolò Zacky, saltando quasi in braccio a Johnny.
-Ok, ho capito, voi due site una coppia chiusa e gli atri due già presi, quindi… vieni qui, mio bel maschione!- detto questo, si abbarbicò al collo di Jimmy.
-Ma perché capitano tutte a me?!- piagnucolò, con le mani ai capelli.
Ridemmo. Povero ragazzo, non aveva tutti i torti…! Prima Sandy (o Candy? Mandy?), poi Nosferatu e adesso questo Kevin!
-Kevin, risparmialo… per stasera dobbiamo andare a casa!- disse Valary, sorridendo.
Kevin si rattristò.
-Di già? Sono appena le due!-
Cosa? Le due?! Caspita, come vola il tempo tra feste folli, fiumi di birra, concerti e borseggiatori…!
-Sì, i ragazzi domani devono svegliarsi presto… hanno un incontro con una casa discografica.
-Oh, ma che bello! Andate allora, e buona fortuna! Comprerò sicuramente il vostro cd!-
-Ehm… grazie, Kevin!- disse Matt, sorridendo.
-Oh, figurati micione! Ah, e per stasera, ecco il vostro compenso…!- disse, mentre si sbracciava per richiamare l’attenzione di alcuni tizi del catering.
-Oh, non vogliamo alcun compenso, Kevin, era un regalo di…- Johnny si zittì subito dopo, vedendo due ragazzi trascinare una trentina di casse di birra.
-Bontà Divina e del Sacro Luppolo…!- biascicò Jimmy, con la bava alla bocca.
Zacky scosse la testa, imbarazzato.
-Troppo gentile, Kevin, non possiamo accettare…-
-Zitto, imbecille!- urlò Johnny, saltandogli addosso e tirandolo per gli Snake bites.
-Ahi, che dolore, smettila!-
-Già accettato, caro Kevin!- rispose Jimmy. Ormai aveva occhi solo per la birra. A quelle parole, Kevin andò in brodo di giuggiole. Il solito ruffiano!
-Vienimi a trovare quando vuoi, bello!-
-Certo, se mi fai trovare la birra quando vuoi!- rise Jimmy -Ragazzi, seguitemi, la nostra macchina è da questa parte!- disse felice, facendo strada ai portatori di birra.
-Grazie di tutto, Kevin, ci vediamo!- disse Michelle, abbracciandolo insieme a Valary.
-Grazie a voi, ragazze, è stato davvero un gran bel regalo!-
Dopo vari convenevoli e qualche pacca sul culo che Kevin riuscì a strappare ai ragazzi, tornammo in macchina.
-Questa sì che è stata una gran bella festa!- esultò Brian, abbracciando Michelle sul sedile. Rieccoli… bleah!
-E quanta birra!- fece Johnny, estasiato.
Tutti annuirono, persi nei loro pensieri. Avrei potuto giurare che stavano immaginando paradisi di birra, in quel momento.
-Ehi, aspettate!- proruppe Zacky, preoccupato -Non avete la sensazione che stiamo dimenticando qualcosa…?-
Tutti ci fissammo, stralunati.
Improvvisamente Matt inchiodò con la macchina, sconvolto, mentre un unico, orribile pensiero sembrò attraversare contemporaneamente i ragazzi.
-I nostri strumenti!- urlarono, in coro.
Valary, Michelle e io ci esibimmo in un plateale face palm.
Tipico: sono stati così presi dalla birra da dimenticare gli strumenti sul palco.
Non sarebbero cambiati mai, quei cinque!

 
 


*Battuta presa da una pagina fb sulla band… non dico il nome per non fare spam, ma mi sembrava giusto fare questa piccola deslaimer!
**Ecco il video che mi ha ispirata nella descrizione del concerto! :3
http://www.youtube.com/watch?v=xTaDXtGLBUw




Salve salvino! :D
Scusate il ritardo, ma ho avuto parecchio da fare e... sì, è nato il mio fratellino, Thomas! Festeggiamo insieme un nuovo metallaro venuto al mondo, yeah!! *-*
Comunque sia, capitolo lungherrimo, spero di non avervi ammorbato... è un mio modo per farmi perdonare dell'immane ritardo! ;)
Spero davvero che vi sia piaciuto! Avevo intenzione di dividerlo in due parti ma Amen, ho preferito sfornarvelo così per come è uscito, anche perché il prossimo capitolo dovrà essere interamente incentrato sul fatidico incontro *spoiler time*
Fatemi sapere tesori, spero di avervi soddisfatti anche questa volta! Personalmente sto ncora rotolando per l'alto livello di demenzialità del capitolo, lol!
Ci sentiamo presto cari!!
Bacioni, anche da parte di Pinkly :3
Witch ^-^


 

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Capitolo 13
*** Il Grande Giorno ***



Chapter thirteen

 
 
 
Il Grande Giorno

 
 
Mi trovavo in un posto luminoso quanto sereno, immersa in una beatitudine che non avrei mai sperato di poter trovare. Mentre girovagavo in quello spazio immenso, fluttuando sulle mie zampette, vidi qualcosa in lontananza. Mi avvicinai, per poter osservare meglio cosa fossero quelle strane montagne marroni all’orizzonte. Quando fui abbastanza vicina, strabuzzai gli occhi: quelle montagne erano interamente fatte di crocchette! Annusai l’aria, per esserne certa. Non c’erano dubbi: crocchette di pollo! Mi precipitai verso quel Paradiso, col cuore colmo di gioia. Improvvisamente, però, sentii un vago rumore alle mie spalle. Mi guardai intorno, cercando la fonte di quel bip bip insistente. Non capendo cosa fosse la causa, decisi di ignorarlo, tornando alle mie golose montagne. Con orrore, però, mi accorsi che esse si stavano allontanando sempre più da me, trasformandosi in una vaga visione nel bianco sempre più fioco.
No, non andate via da me, vi prego!
Aprii di scatto gli occhi: era solo un sogno. Avrei dovuto immaginarmelo, maledizione!
Mi ritrovai sdraiata in un letto sconosciuto, ai piedi -abbastanza fetidi- di Zacky... aspetta un momento: Zacky?!
Dov’ero finita? Perché non ero a casa mia, nel mio letto, ai piedi -altrettanto fetidi- di Brian?
Certo, ora ricordo! Ieri, dopo aver recuperato gli strumenti dalla festa di Kevin, era così tardi che i ragazzi avevano deciso di dormire a casa di Matt, evitando così di dover fare il giro delle varie case.
Alzai la testa per osservare meglio la situazione e notai che, in quella stanza, c’erano un altro letto, una branda e un giaciglio di piumoni, per terra. Nel giaciglio dormiva Jimmy, intento a girarsi e rigirarsi come una trottola. Se non lo avessi mai visto dormire prima, lo avrei creduto preda delle convulsioni. Nel secondo letto c’erano Brian e… Dio, Michelle! Okay, non oso avvicinarmi a loro, mi basta già dovermeli sorbire mentre si sbaciucchiano, che schifo! Nella branda dormiva Johnny, russando talmente forte da far tremare i vetri. Mancavano due persone, all’appello: Matt e Valary. Anche in questo caso, non sarei mai andata a cercarli.
Continuavo a sentire quel vago rumore provenire da qualche parte della stanza. No, ma che dico, altro che vago rumore… era un vero e proprio putiferio! Fermatelo, dannazione, stavo dormendo!
«Che succede…?» biascicò Zacky, rigirandosi nel letto e, di conseguenza, facendo volare me per terra.
Che botta, cavoli! Davvero un dolce risveglio, non c’è che dire…!
Dato che il frastuono si ostinava a tentare di rompermi i timpani, mi voltai verso la sua fonte, quasi ringhiando. Come presumevo era la sveglia, impostata alle sette e un quarto.
Sveglia alle sette e un quarto? Dopo una mega festa con concerto come quella di ieri?!
Non c’era altra spiegazione se non… oh è vero, cazzo! Oggi è il giorno dell’incontro con la casa discografica, e la sveglia si è appena spenta da sola! Perché hai scelto di trapassare proprio ora, stupido vecchio rottame? Continua a fare il tuo dovere spaccando i timpani come poco fa, no?!
Niente da fare: sveglia andata e quei cinque poltrivano ancora, come se nulla fosse. Dopo quel piccolo accenno di vita, Zacky era ricaduto nel suo coma profondo. Balzai nuovamente sul letto.
«Wuaf! Wuaf!» Svegliati, Zacky! È tardi, dovete darvi una mossa!
Quello però si girò dall’altra parte, sorridendo, Era ancora beatamente immerso nel mondo dei sogni. Gli mordicchiai un orecchio.
Svegliati, su!
Niente da fare. Certo che dormiva per dormire, il ragazzo! Saltai subito giù dal letto. Svegliare Zacky era impossibile: era andato, caput!
Mi recai verso la branda: forse con Johnny avrei avuto più fortuna…!
Dopo un po’ mi accorsi che anche lui dormiva come un sasso.
«Wuaf!» E dai, Johnny, svegliati, dannazione!
Per tutta risposta, quello mugugnò qualcosa che somigliava tanto alla parola “birra”. C’era da aspettarselo!
Tentare di svegliare Brian e Michelle era fuori discussione, e nemmeno andare a cercare Matt e Valary.
Sospirai, cercando di inventarmi qualcosa. Improvvisamente, venni distratta da dei mugugni provenire dall’ammasso di piumoni per terra.
Oh, cavolo… Jimmy! Mi avvicinai al suo giaciglio, saltando sui piumoni. Ormai era la nostra unica speranza!
Lo osservai mentre parlava nel sonno. Ebbene sì, Jimmy, oltre che “ballare” nel sonno, parlava pure… come se non parlasse già a sufficienza da sveglio! Probabilmente la sua iperattività si manifestava anche durante la fase onirica! Comunque sia, dai discorsi che faceva non sembrava che i suoi sogni fossero esattamente “normali”. Beh, mi sarei stupita del contrario: dopotutto “normale” non era esattamente un termine che rientrava nel suo vocabolario!
«Anatre… dallo spazio… ci invadono!» biascicò, accigliandosi.
Oddio, quel ragazzo era davvero senza speranze!
Mi avvicinai al suo viso, infischiandomene di avergli appena schiacciato una mano. Mi misi a due centimetri dal suo orecchio e cominciai ad abbaiare più forte che potei.
«Wuaf! Wuaf wuaf!!» SVEGLIA!
Jimmy si sollevò di scatto, dandomi quasi una manata. E che cavolo, oggi non è proprio giornata!
«Oddio, arrivano! Salvate i procioni, le donne e i bambini!» gridò, come un forsennato.
«Wuaf!» Ti calmi, idiota?! Sono io, Pinkly, e tu e il tuo collega siete in ritardo!
«Pinkly? Sei solo tu, menomale!» sospirò, portandosi una mano al petto.
Ringhiai. E chi cavolo pensavi che fossi, un marziano-anatra che ha invaso la Terra per dare la caccia a procioni, donne e bambini?! Mi risposi da sola: molto probabilmente sì.
«Ok, posso tornare a dormire, adesso!» disse, sorridendo sereno e infilando la testa sotto le coperte.
«Wuaf!!» E no, caro mio, ho fatto tanto per svegliarti e tu a letto non ci torni!
«Ma che ti prende, Pinkly?! Sono solo le sette e un quarto del mattino e… cazzo, le sette e un quarto?! Oggi c’è l’incontro con la casa discografica, Cristo! Porca puttana!»
Saltò su in piedi come una molla, gettandosi letteralmente addosso a Zacky, ancora in coma profondo.
«Zacky? Cazzo, Zacky, svegliati!» gridava, scuotendolo per il colletto del pigiama.
«Che succede?» chiese quello, tramortito.
«Sono le sette e un quarto! È tardi, cazzo se è tardi! Tardi, tardissimo!»
«Ma che dici?- Zacky guardò la sveglia, con aria confusa -Siamo andati a letto appena tre ore fa, torna a dormire! E la prossima volta prendi della roba di qualità migliore… hai sognato di nuovo i marziani-anatre che invadono la Terra, vero?»
«Sì, e sono anche andati vicini a conquistarla, ti giuro! Meno male che… oh, non è questo il punto! Oggi c’è l’incontro con la casa discografica e alle otto e mezzo dobbiamo essere già lì!»
«Cosa?!»
«Abbiamo poco tempo! Siamo sette persone e, con due bagni, impiegheremo almeno mezz’ora per prepararci- iniziò a dire, sguardo fisso al tetto, tenendo la conta con le dita- Dobbiamo sistemare gli strumenti in macchina dato che, ieri, per la fretta li abbiamo caricati alla bell’è meglio! Senza contare il fatto che dobbiamo ancora scaricare le casse di birra e portarle in garage: e così se ne va un’altra mezz’ora buona! Calcolando che l’appuntamento con la Hopeless Records è alle otto e mezzo e che impiegheremo almeno un’ora per raggiungere Los Angeles con quel catorcio di monovolume di tuo padre…»
«Ehi! Quel catorcio ci sta salvando il culo, abbi un po’ di rispetto!» sbottò Zacky.
«Ok, scusa! Dicevo, considerato tutto questo, arriveremo a destinazione per le nove e un quarto circa, con tre quarti d’ora di ritardo… e intanto si son fatte già le sette e venti!»
Wow, che fredda e dettagliata analisi!
«Oh, porco cazzo!- urlò Zacky, spingendo di lato Jimmy e correndo verso la porta della stanza -Sveglia gli altri, io intanto mi vado a lavare!»
«Dannazione, Zacky! Sono stato io il primo a svegliarsi, il bagno era mio!- Jimmy sbuffò, grattandosi la chioma leonina con aria confusa -Beh, Pinkly, almeno tu dammi una mano a svegliarli»
Ringhiai. Col cavolo, ho già rischiato la vita due volte per svegliarvi, grazie a te e Zacky!
«Sempre la solita simpatica…! E va bene, mi arrangerò da solo!»
Detto questo, con un sorriso sghembo, recuperando dai piumoni le sue bacchette -sì, è così: dorme con le bacchette!-, cominciò a usare la testa di Johnny come se fosse stata un rullante.
«Sveglia, Bella Addormentata! Il giorno è appena iniziato e siamo già in mezzo alla merda!»
«Ma che cavolo… Jimmy!- urlò Johnny, piagnucolando -Jimmy, se non la smetti con quelle bacchette te le ficco…»
«Non essere sboccato, nano! Alzati, sono già… Cristo, sono già le sette e venticinque!»
«E allora, scusa?» chiese quello, confuso.
«E allora c’è che dobbiamo andare a Los Angeles per l’incontro con la casa discografica, lo hai dimenticato?»
«O porca…»
«Ti ho detto di non essere sboccato, cazzo!» urlò Jimmy, rimarcando il concetto con un poderoso colpo di bacchetta in testa.
Da che pulpito vien la predica!
«Ahia, che male! Perché voi potete dire le parolacce e io no?»
«Perché sei ancora minorenne, nanerottolo, e se Valary ti becca che dici le parolacce ci sbrana! Per non parlare del fatto che si metterà a ripetere che abbiamo “una cattiva influenza sui ragazzini”!» disse, scimmiottando Valary in falsetto.
Johnny fece per ribattere, offeso, ma venne interrotto da un sonoro sbadiglio proveniente dal letto di brian e Michelle.
«Cavolo, sai imitare davvero bene mia sorella!- biascicò Michelle, stiracchiandosi sotto le coperte -Comunque buongiorno, e grazie per la gentile sveglia! La tua soave vocina è davvero il massimo per iniziare al meglio la giornata, Jim…!»
Ok, ormai era chiaro che il secondo nome di Michelle fosse “lady sarcasmo”.
«Prego, Mich! Era anche l’ora di svegliarti, sai, visto che siamo in tremendo ritardo!»
«Oh, quanto sei tragico, Sullivan! Le rockstar si devono far attendere, no? Un po’ di ritardo non vi farà male!»
Peccato che non hai considerato un fattore fondamentale, Michelle… loro non sono ancora delle rockstar!
«Giusto! Però è meglio non tirare troppo la corda, dato che è solo il primo incontro! Ehi, Johnny, guarda che ti vedo, sai? Non rimetterti a dormire e fila subito in bagno!» urlò Jimmy, scaraventando Johnny giù dalla branda.
Cavolo, che botta!
«E smettila di rompere!- a quelle parole, Jimmy divaricò le narici, minaccioso come un toro allo stadio -Va bene, ho capito, vado a prepararmi!» sbuffò il nano, rassegnato, uscendo dalla stanza.
«Bravo bambino! Vai in bagno al piano inferiore, qua sopra c’è già Zacky! Hai cinque minuti per prepararti, chiaro?»
«Sissignore» il tono di voce con cui disse “sissignore” era lo stesso utilizzato per dire “stronzo”, ma Jimmy sembrò non notarlo.
«Ok, adesso non ci resta che svegliare Brian, Matt e Valary. Michelle, vai a cercare tua sorella con Matt, forza, a Brian ci penso io!»
«Ehm… certo, dammi solo un attimo…!» mormorò lei, muovendosi sotto le coperte.
Non mi piaceva quella situazione!
Jimmy la guardò, parecchio irritato.
«Dai, sbrigati, su!»
«Ho capito, fammi solo cercare una cosa!» rispose la ragazza, continuando a rovistare sotto le coperte, mentre Jimmy la fissava, sempre più spazientito.
«Beh, allora? Che aspetti ad alzarti?»
«Aspetto di trovare i miei vestiti, idiota!» sbraitò lei, parecchio arrabbiata.
Oh. Mio. Dio.
Mi voltai verso Jimmy e fui felice di notare che anche lui, come me, aveva la mascella per terra e un’espressione disgustata in viso.
«Vuoi dire che… avete fatto sesso mentre io, Zacky e Johnny eravamo nella vostra stessa stanza?!» urlò, isterico.
C’ero anche io qua dentro con voi, sai?!
Nel frattempo, Brian ronfava ancora, beatamente sdraiato accanto a Michelle, incurante delle maledizione silenziose che io -e sicuramente anche Jimmy- gli stavamo scagliando contro.
«No, ma che dici? Ci siamo tolti i vestiti solo perché erano sporchi e, così, abbiamo decisi di infilarli in lavatrice! Dio, Jimmy, sii serio! Secondo te?»
«Ok, basta, non dire più niente!- piagnucolò lui, tappandosi occhi e orecchie -Cambio di programma… sveglia Brian, vestitevi, poi andate a cercare Matt e Val. Probabilmente anche loro saranno nudi e, per oggi, ne ho già avuto abbastanza!»
«Ok, Jimmy!» sorrise Michelle, continuando a rovistare sotto le coperte.
«Ah, Mich?»
«Sì?»
«Guai a voi se perdete tempo… intesi?»
«Ok, va bene! Che palle!» sbuffò lei, sollevando platealmente gli occhi al soffitto.
Quanto cavolo era sfrontata quella ragazza?!
Ancora troppo shockata da quella situazione, nemmeno mi resi conto che ero stata presa in braccio da Jimmy.
«Andiamo a prepararci, Pinkly…- disse, accarezzandomi la testa -non vorrei che ti si bloccasse la crescita, restando qua dentro insieme a loro!»
«Wuaf!» Grazie, Jimmy, è un pensiero molto carino e accetto volentieri!
 
 
***


Mezz’ora dopo, come predetto da Jimmy, i ragazzi erano tutti puliti e vestiti.
«Bene, sbrighiamoci a sistemare gli strumenti in macchina e partiamo!» disse Matt, sistemandosi gli occhiali da sole sul naso.
«Io scarico la birra!» disse Johnny, con un gran sorriso.
«No!» gridarono tutti in coro, e avevano i loro buoni motivi per farlo, conoscendo quella spugna di un nanerottolo...!
«Bevi decisamente troppo, Johnny!» lo rimbeccò Valary.
«Per non parlare del fatto che berresti tutta la birra, strada facendo, e poi non resterebbe nulla per noi!» sottolineò Zacky, infastidito. Valary lo fulminò con lo sguardo.
«Che c’è?- sbottò il chitarrista -Preferisco guardare il lato pratico delle cose, io!»
Beh, Valary non aveva poi tutti i torti nel dire che…
«Zacky, smettila! Avete una brutta influenza sui ragazzini, sai?» disse, mentre Jimmy, dietro di lei, le faceva il verso, muovendo le labbra, muto.
Ecco, per l’appunto!
Tutti risero, così Valary, sospettosa, si girò di scatto; ciò che vide, però, fu solamente Jimmy impegnato a fischiettare, osservando attentamente le nuvole nel cielo.
«Ok, ragazzi, sbrighiamoci!» disse Brian, prendendo due casse di birra e portandole verso il garage. I ragazzi si unirono a lui, mentre io, con Valary e Michelle, li osservavamo sgobbare. Non appena terminarono le operazioni di carico e scarico, salimmo in macchina.
Un momento… e io?
Probabilmente anche Brian, finalmente, valutò quell’aspetto della situazione.
«E Pinkly?» chiese, prendendomi in braccio. Cercai di divincolarmi: non volevo certo stare a contatto con lui dopo che… beh, dopo quello che era successo stanotte! Tuttavia la sua presa era salda e, ben presto, mi rassegnai.
«Verrà con noi!- disse Jimmy, con un sorriso –È un po’ tardi per passare da casa tua, e poi lei è la nostra mascotte, ricordi?»
Ehi, non ho mai accettato quell’incarico, sai?!
«Tra l’altro, in questo modo, saremo costretti a incontrare tuo padre, e qualcosa mi dice che ci darà del filo da torcere dopo la buca che gli abbiamo dato ieri sera… senza offesa, tesoro!» disse Michelle, con un sorriso tirato.
«No, hai ragione! Ok, Pinkly, verrai con noi… ma resterai in macchina con Valary e Michelle!»
Sbuffai. E te pareva…! Non ti preoccupare, Brian: ormai sono abituata a restare in macchina, nemmeno fossi una ruota di scorta da lasciare sempre nel bagagliaio!


 
***
 
 
Il viaggio fu abbastanza rumoroso e movimentato. Zacky, alla guida, mise su un cd dei Misfits.
«Ragazzi, questi sono i veri Misfits- sottolineò con fare intellettuale, mentre infilava il cd nella radio –quelli della prima fase, per capirci! Ci sono molti elementi che potrebbero indurre a pensare che dopo lo scioglimento e la loro seconda riunione abbiano acquisito una marcia in più, tuttavia….»
«Sì, abbiamo capito, Vee! Risparmiaci la puntata di Super Quark!» sbottò Johnny, nel sedile del passeggero. Zacky lo fulminò con lo sguardo ma si stette zitto, per la gioia di noi passeggeri.
Nei sedili in fondo, Brian si riaddormentò, accasciandosi sulla spalla di Michelle la quale, a sua volta, si addormentò appoggiata al finestrino dell’auto. Matt, Jimmy e Valary, nei sedili posteriori, giocavano a “macchina gialla”*, uno di quei giochi stupidi da fare durante i lunghi viaggi, tanto per ammazzare il tempo.
«Macchina gialla!» urlò Jimmy, dando un pugno sul braccio di Valary.
«Cazzo, Jimmy, mi hai fatto male!» urlò lei, vendicandosi con un pugno. Jimmy rise.
«Guarda che non mi fai niente!»
«Quanto ci scommetti che, invece, io ti faccio qualcosa?» disse Matt, con fare minaccioso.
«Ok, la smetto… macchina gialla!» urlò di nuovo, stavolta dando un pugno a Matt.
«Non è vero, stavolta non c’era!» sbottò Matt, massaggiandosi il braccio dolorante.
«Sì invece, l’ho vista con i miei occhi! Solo che era troppo veloce e voi non l’avete vista!»
«Imbroglione!» dissero Matt e Valary contemporaneamente, toccandosi la punta del naso -altro gioco stupido-.*
Insomma, non fu un viaggio per nulla tranquillo. Da parte mia, mi accucciai ai piedi del sedile del passeggero, occupato da Johnny. Tutto sommato, senza birra in giro, era un tipo a posto.
Dopo un’ora di viaggio, arrivammo finalmente a destinazione: Los Angeles.
«Ragazzi, benvenuti nella Città degli Angeli» annunciò Zacky, con fare solenne.
Attraversi i finestrini, guardammo col naso all’insù gli alti grattacieli svettare contro il cielo azzurro.
«Cavolo…!» mormorarono i ragazzi, con fare ammaliato.
Già, cavolo era proprio la parola adatta: quella città era enorme e piena di vita!
«Paradise City!- mormorò Matt, incantato -Beh, tanto per parafrasare i Guns!»
«Ok, la Hopeless Records dovrebbe essere qui nei dintorni... forse è lì!» disse Zacky, aguzzando la vista e indicando una grossa insegna con su scritto “Hopeless Records”.
Ma non mi dire! E da cosa l’avresti dedotto?
Johnny sorrise, allegro.
«Sì, ci siamo! Non sto più nella pelle, cavolo, che agitazione! Speriamo di fare bella figura!» disse, aggiustandosi la cresta da galletto.
«Spaccheremo i culi, vedrai!» si infiammò Jimmy, dando il cinque a Matt.
«Pensate a svegliare Brian, intanto!» sbottò Zacky, cercando un posto libero per la macchina
«Agli ordini!- disse Jimmy -Ormai svegliare le persone è diventato il mio secondo mestiere!» ridacchiò, prendendo le bacchette. Non mi stupii affatto del rumore proveniente dalla testa di Brian quando anche lui venne “rullato”: il vuoto.
«Ahia, dannazione, Jimmy!» urlò, facendo svegliare anche Michelle.
«Ma cosa succede?» sbadigliò la ragazza.
«Succede che siamo arrivati, piccioncini!»
«Ho ancora sonno, lasciami stare!» piagnucolò Brian.
«Non se ne parla! Così imparate a dormire, la notte, anziché folleggiare a letto mentre i vostri compagni di stanza dormono, innocentemente inconsapevoli delle vostre porcate!»
«Cosa?!» urlarono in coro Zacky e Johnny, disgustati.
«Avete fatto sesso mentre noi dormivamo nella vostra stessa stanza?!» fece Johnny, orripilato.
Già… benvenuto nel club dei disgustati!
«Johnny! Non dire quella parola!» sbottò Valary.
«Non sono un ragazzino, mammina, quindi piantala!» sbuffò Johnny, incrociando le braccia al petto.
«E poi è una domanda più che giusta!- riprese Zacky -Insomma… è successo davvero?»
Michelle e Brian si guardarono, per poi fare spallucce.
«Beh, che volete farci!- buttò lì Brian, con nonchalance -Quando la natura chiama…!»
Brutto stronzo, io ti ammazzo…!
«Me la pagherai!» ringhiò Zacky, mentre Jimmy e Johnny annuivano.
«E dai, ragazzi, non prendetevela con lui!» disse Matt, cercando di sdrammatizzare.
Cosa? Non te la prendere con lui?!
«Tu non difenderlo!» urlò Johnny, ancora sconvolto.
«Aspetta… non mi dire che voi due. Al loro posto, avreste fatto la stessa cosa!» fece Jimmy, guardando con delusione Matt e Valary.
I due arrossirono fino alla punta dei capelli.
«Beh, ecco…»
«Oh mio Dio! Siamo in mezzo a dei depravati!» piagnucolò Jimmy con le mani ai capelli e, per una volta, mi trovai d’accordo con lui.
«Non fare il puritano, Jimmy!- ridacchiò Valary -Nemmeno tu faresti molto caso a chi è intorno a te, se trovassi una ragazza decente!»
Gran bel contrattacco!
«Beh, in effetti…!» convenne Jimmy, accarezzandosi il pizzetto. Fortunatamente, tenne per sé le sue fantasie, anche se, dopo un po’, crollo in uno stato catatonico, divenne pallido e prese a dondolarsi sul sedile.
«Nosferatu… Nosferatu!» mormorò, tremando.
«Ecco, siamo alle solite!- sbuffò Brian -Quante volte vi ho detto di non prendere l’argomento ragazze, con lui, almeno per un po’ di tempo?!»
«Già, è vero… scusa!- disse Valary, imbarazzata -Oh, guarda Jimmy, macchina gialla!» urlò, dandogli uno schiaffo dietro la nuca.
«Dove? Dove?!» urlò quello, cercando fuori dai finestrini.
Sospirammo. Eccolo tornato alla normalità –relativamente!-.
«Ok, bando alle ciance, siamo arrivati» disse Zacky, serio, spegnendo l’auto.
Il clima nell’abitacolo cambiò drasticamente: da scherzoso divenne teso e agitato. Riuscivo quasi a fiutare la paura dei ragazzi, nonostante stessero facendo di tutto pur di mascherarla dietro un velo di finta strafottenza.
«E così… ci siamo- sospirò Matt -o la va, o la spacca»
«Certo che, se la metti in questi termini, è un po’ brutale da immaginare!» intervenne Brian, con una spavalderia che, in quel momento, non gli apparteneva. Conoscevo abbastanza i miei polli da sapere che se la stava facendo sotto, in realtà.
«E se non ce la facessimo?- mormorò Brian –Sì, insomma, e se ci spedissero a casa con un bel “No, grazie”?»
«Oh, ma insomma!- sbottò Michelle, stringendo la mano di Brian -Dov’è finita la vostra sicurezza? La vostra voglia di sfondare? Dove sono finiti i ragazzi forti e determinati che conosco io, quelli che credono ciecamente nel proprio lavoro?»
Rimasi ammaliata da quelle parole. È vero, cavolo! Tornate in voi e fate vedere loro chi siete!
Vidi lo sguardo dei ragazzi riaccendersi, la scintilla della follia era tornata a splendere nei loro occhi.
«Hai ragione, cazzo!» urlò Johnny, guardando poi Valary, timoroso. Lei, però, sorrise indulgente.
«Quando ci vuole, ci vuole!» disse, sotto lo sguardo stupito di tutti.
Ok, era la giornata dei miracoli, quella: i ragazzi ce l’avrebbero fatta, non avevo dubbi!
«Wuaf!» Forza, ragazzi!
Risero di cuore.
«Anche Pinkly si sta gasando, eh? Vecchia pulce!» rise Jimmy.
Ehi, vecchia a chi?!
«Ok, noi andiamo… aspettate e vedrete, vi renderemo fiere di noi!» sorrise Matt, baciando Valary.
Dopo vari saluti, scesero dalla macchina. Attraverso il vetro del finestrino, potevo osservarli mentre camminavano verso l’ingresso della Hopeless, con sguardo spavaldo e passo sicuro.
«Non ci resta che sperare nella buona sorte!» sospirò Michelle, accasciandosi sul sedile.
«Ma come?- sbottò Valary –Non eri tu quella che, fino a poco fa, spargeva parole di speranza?»
«Vero… ma un po’ di fortuna non fa mai male a nessuno!»
Come darle torto!
Le gemelle si misero a parlare del più e del meno, con gli Slayer in sottofondo –il cd dei Misfits era già finito da un bel po’-.
Io, in braccio a Valary, pregai, non so nemmeno chi o cosa.
Ti prego, per favore, fa che abbiano successo e che il loro sogno si possa realizzare!
Mi sentii un po’ sdolcinata, in quel momento. Insomma, dopo tutto quello che mi avevano fatto passare, quei ragazzi non meritavano proprio la mia compassione, né tantomeno le mie preghiere! Eppure non ne potei fare a meno.
Dopotutto, pensai, se non avessero successo sono sicura che resterebbero dei mammoni per tutta la vita… e chi riuscirebbe a resistere con Brian e Jimmy cinquantenni, nella stessa casa con Brian Sr ultra-ottantenne?!
Rabbrividii al solo pensiero, tornando a pregare con più convinzione di prima.


 
***
 
 
«Eccoli, stanno uscendo!» urlò Valary, catapultandosi fuori dalla macchina. Michele e io la seguimmo a ruota, col sorriso sulle labbra. Sorriso che si spense subito dopo, non appena vedemmo i volti tetri dei ragazzi.
«Oh, no… non ditemi che…» mormorò Michelle, portandosi le mani alla bocca.
Brian annuì, sconsolato, mentre Jimmy, triste come non mai, gli posò una mano sulla spalla. Gli altri non erano da meno: Johnny continuava ad asciugarsi gli occhi, Matt calciava furioso le lattine vuote sul marciapiede e Zacky aveva lo sguardo fisso a terra, come se gli avessero appena installato una tv sulla punta delle scarpe.
Cavolo… mi preparai al peggio. Quella giornata faceva schifo!
Improvvisamente, sentii qualcuno ridacchiare prima sommessamente, poi sempre più forte. Io, Valary e Michelle guardammo Johnny, confuse. Il ragazzo si era messo a ridere fino alle lacrime, piegandosi in due.
«Johnny, ma che ti prende?» chiese Valary, preoccupata.
Povero! Probabilmente era talmente sopraffatto dal dolore da essere uscito fuori di testa!
«Cazzo, Johnny, hai rovinato tutto!» sbottò Matt, non riuscendo però a trattenere un ampio sorriso. Dopodiché, anche Brian, Jimmy e Zacky si unirono alle sue risate.
Ok, qualcosa non quadrava, decisamente! A meno che…
«Spiegatemi che succede, ora!» sibilò Michelle, incorciando le btraccia al petto.
Zacky tese le braccia al cielo.
«Abbiamo un contratto!» urlò euforico, dandosi il cinque con gli altri.
Brutti… stronzi!
«Siete proprio dei grandissimi bastardi, lo sapete?!» urlò Valary, saltando però in braccio a Matt e ricoprendolo di baci. Brian si preparò a ricevere lo stesso trattamento da Michelle, offrendosi in un abbraccio.
«Eh no, caro mio, non te la caverai così a buon mercato! Non sono mica mia sorella, io!» sbottò lei, furiosa, mentre lo tempestava di pugni.
Ben detto, Michelle! Fagliela pagare!
«Ahia, ok, ho capito, scusa! Volevamo solo farvi una sorpresa!»
«Stupidi!- disse infine lei, abbracciandolo -Come se questa non fosse già di per sé una bellissima sorpresa!»
«Ehi!- protestò Jimmy -Se è stata una sorpresa, vuol dire che non te l’aspettavi nemmeno tu!»
Michelle fece spallucce.
«Nella vita l’unica cosa certa è la morte, no?»
Tutti risero, abbracciandosi e urlando.
«Wuaf, wuaf!» Non vi azzardate mai più a fare una cosa del genere!
Johnny mi prese in braccio, ridendo, per poi sollevarmi in cielo. Fortuna che era basso, anche se mi infastidì lo stesso.
«Wuaf! Wuaf!» Che cavolo, mi hai presa per Simba del Re Leone, forse?!
Ancora fermi nel bel mezzo del marciapiede, urlammo, ridemmo -a abbaiammo- per lunghi minuti, sotto lo sguardo attonito dei passanti.
«Oggi, forse, non ci conoscete- urlò Zacky, puntando un indice verso un gruppo di ragazzini che, per loro sfortuna, stavano passando proprio in quel momento -ma un giorno ci conoscerete, anzi, ci amerete alla follia!»
 

[...] 


Sì, Zacky ebbe proprio ragione, devo ammetterlo. Da quel giorno, miei cari amici, le cose cambiarono radicalmente. Anche quei brevi momenti di apparente pace quotidiana erano ormai spariti, nella nostra vita. Già, perché, da quel giorno, non vi furono più un mio o un tuo, ma solo un nostro: eravamo una famiglia, dopotutto, come ebbi modo di comprendere nel tempo.
Passammo dei bei momenti, sì, ma anche momenti brutti e difficili. Molto difficili.
Non ero per niente sicura del fatto che quei ragazzi, quei cinque, folli ragazzi fossero in grado di poterli affrontare… e superare; ma ci riuscirono, crescendo e diventando sempre un po’ più adulti. Sempre un po’ più stronzi, anche; eppure, fondamentalmente, restando sempre gli stessi ragazzini intenti a fare razzie in giro per Huntington Beach, in sella alle proprie biciclette.
Sì, è così: fu in quella giornata a Los Angeles che iniziò l’avventura degli Avenged Sevenfold.





*Ecco, ero indecisa se inserire o meno questo giochi, abbastanza stupidi... eccoli qua, infine! Credo che un po' tutti li conoscerete, o almeno spero! ;)






Nda
BuonSalve a tutti voi! Mi siete mancati, sapete? Nooo, non è un tentativo per accattevarmi la vostra benevolenza... forse!
Ok, eviterò le solite scuse, anche se, stavolta, devo ammettere che sono davvero necessarie... ma sapete come vanno queste cose! Ho cancellato e riscritto il capitolo non so nemmeno io quante volte e, anche adesso, non mi convince granché. Solo che stamattina mi sono svegliata con una strana smania, ho acceso il computer, aperto Word e mi son detta "Non mi alzerò da questa sedia fin quando non avrò pubblicato questo capitolo!". Erano le nove del mattino, ora sono le otto di sera... fate un po' voi! E dire che giorno 14 ho anche un importante esame da affrontare...! Pazienza, l'importante è che abbia finalmente svolto il mio compito! Quindi ecco qui il capitolo, a voi il giudizio! :)
Fatemi sapere come sempre, mi raccomando! Mi mancano tanto le vostre recensioni, e non vedo l'ora di poter rileggere le vostre dolci paroline -ovvero: via con gli insulti contro la megera!!-. xD
Alla prossima :*
Witch ^-^

 

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Capitolo 14
*** Tour... in ospedale! ***


 
Chapter fourteen

 
Tour… in ospedale!
 
 
 
Il periodo in cui i ragazzi incisero Sounding the Seventh trumpet fu molto particolare e ricco di sorprese. Partimmo da Huntington alla volta di Los Angeles l’8 agosto del 2000, imbarcandoci in una grande avventura che mai, e dico mai, avremmo potuto immaginare. Ebbene sì, partii anche io con loro: come avrebbe fatto, altrimenti, quell’idiota del mio schiavetto senza di me? A dirla tutta avevo paura di rimanere a casa, sola con quel folle di Senior. No, meglio non pensarci! In fin dei conti, preferisco seguire una band di cinque folli giovani scalmanati metallari piuttosto che restare per mesi con la sola compagnia di un vecchio  psicotico megalomane con la fisse per le zombie e le bambole gonfiabili…!
Caricarono armi e bagagli nella vecchia monovolume del signor Baker. Quella macchina, ormai, non ne poteva davvero più: gli ammortizzatori si erano usurati a causa dei continui sovraccarichi del bagagliaio (e anche di persone), i freni erano quasi andati e, da quel che avevo capito, anche il tubo dell’olio non era per niente in buone condizioni. Tuttavia, come disse una volta Zacky, quell’auto stava “salvando il culo” a tutti loro, quindi meglio non lamentarsi; anche perché, di certo, non avevano mica molti dollari in tasca per poter comprare un’auto decente e quella era comunque gratis. Come si dice in questi casi? A caval Donato non si guarda in bocca!
Partimmo da Huntington alle prime luci del mattino, col sole d’agosto che, pur essendo ancora basso nel cielo, stava già facendo alla brace ogni essere vivente esposto ai suoi raggi per più di cinque secondi. Contro la calura e i roventi raggi solari, ognuno di noi aveva adoperato ogni difesa a sua disposizione: Matt e gli immancabili Ray-ban (stavolta indossati per necessità piuttosto che per estetica) e la bandana in testa, Zacky con vestiti XXXL ultra coprenti e chili di crema solare, Brian con indosso solo un paio di bermuda e infradito ai piedi, Johnny con la cresta bagnata e la testa fuori dal finestrino, Jimmy con indosso uno di quegli stupidi cappelli a energia solare con annesso un mini ventilatore puntato verso la sua faccia e io, infilata beatamente dentro la borsa frigo, tra litri e litri di birra.
La macchina macinava kilometri su kilometri, accompagnata dalla musica degli Slayer sparata a palla dalla radio. Sarà stata colpa del caldo, ma non mi importava più di tanto del tipo di musica scelto dai ragazzi, mi bastava semplicemente potermi assopire in santa pace all’interno della borsa frigo. Mi chiesi, non senza una certa dose di umorismo, perché, alla fine, in qualsiasi tipo di situazione dovessi sempre capitare all’interno di una borsa. Era forse colpa della mia minuscola taglia? Pazienza: sapevo solo che, con tutto quel caldo, la situazione non mi dispiaceva affatto. Chiusi gli occhi, cercando di addormentarmi, accompagnata dalle allegre chiacchierate di Zacky e Jimmy, dal lieve russare di Johnny (si era addormentato con la testa fuori dal finestrino, incredibile!) e da… un sospiro. Due sospiri. Tre, quattro sospiri, sempre più profondi. Mi alzai leggermente, quel tanto che bastava per poter sporgere la testa al di fuori della borsa. Nei sedili anteriori, Brian guardava con nostalgia al di fuori del finestrino così come Matt che, alla guida, non faceva altro che sospirare. Cosa gli stava prendendo, a quei due? Probabilmente Brian si era appena accorto di aver dimenticato a casa le sue preziose bombolette di lacca, ma Matt? Aveva per caso dimenticato anche lui qualcosa di importante? I pesi? Gli integratori alimentari, magari?
I due sospirarono contemporaneamente per l’ennesima volta.
Ah, ora capisco. Sindrome di separazione dalle gemmelle DiBenedetto.
Valary e Michelle erano state costrette dai genitori a restare a casa: almeno quelle due dovevano pur completare gli studi, in fin dei conti! Ricordavo ancora la lite di una settimana prima, di fronte casa delle gemelle. Le ragazze erano arrabbiate, tristi, ma i  loro genitori non avevano voluto sentire discussioni. Sarebbero rimaste a casa e, finito il liceo, avrebbero preso la strada che avrebbero voluto. Così i ragazzi avevano deciso di partire, con o senza le ragazze, consapevoli del fatto che un giorno non molto lontano anche loro li avrebbero raggiunti, una volta finiti gli studi. Tutto ciò, però, era di ben magra consolazione per i due. Ah, l’amore: una vera rovina! Ben presto anche il resto del gruppo si rese conto del malumore dei due Romeo della situazione. Li guardarono dapprima con dubbio, in seguito cercarono di ignorarli con imbarazzo finché, anche loro, non ne poterono più di tutti quei sospiri disperati.
«Ragazzi, andiamo!- sbuffò Jimmy, sporgendosi verso i sedili anteriori -Non stiamo mica partendo per il Vietnam! Non rischiamo la morte, e ci sono solo due ore di strada a separarci da casa! Se volete fare baldoria potrete tornare a casa per mezza giornata o, in alternativa, andare in qualche locale a cercare un po’ di felicità… a proposito, ne conosco uno davvero forte, sempre ben rifornito di ogni tipo di mercanzia… non so se mi spiego…!» ridacchiò, facendo occhiolini e dando di gomito ai due.
No, Jimmy, non ti spieghi proprio, sai? Persino un bimbo capirebbe!
«Scommetto che sarà anche pieno di ragazze come Nosferatu, vero?» sputò sarcastico Brian, dando il cinque a Matt e incrociando le braccia al petto.
A quel nome, Jimmy sgranò gli occhi, impallidì e si raggomitolò sul proprio sedile.
«Non ditelo più! Non ditelo più!» iniziò a piagnucolare, sull’orlo delle lacrime.
Oddio, ci risiamo! Chiamate uno strizzacervelli!
«Questa è stata cattiva persino per i miei canoni, Brian» intervenne Zacky, guardando Jimmy con pietà.
«Se l’è cercata- intervenne Matt -ci stava incitando al tradimento!»
«Forse quello che intendeva dire era che, in quei posti, è disponibile anche un altro tipo di svago» disse Zacky, con un fare allusivo che non mi piacque per niente.
Matt e Brian lo guardarono, indecisi.
«Vedi, Zacky, non abbiamo ancora un capitale da poter spendere a quel modo… non so nemmeno se l’avremo mai, a dire il vero» borbottò Brian.
«Infatti, meglio conservare i nostri pochi risparmi per qualcosa di davvero utile per la band» convenne Matt.
«E va bene, ho capito. Però per favore, non si meritava qualcosa del genere, in fondo le sue intenzioni erano buone! Tra l’altro ci serve pur sempre un batterista»
«Ce ne sono a centinaia in giro per Los Angeles!» ridacchiò Matt.
«Ma non veloci come lui… e poi finiamola, non potremmo mai cambiarlo con nessun altro al mondo!»
«Purtroppo è vero- disse Brian, con l’ombra di un sorriso sulle labbra -Oh guardate, siamo quasi arrivati, vedo già i primi grattacieli!»
In quel momento, sentimmo dei lamenti di dolore.
Zacky sbuffò, esasperato.
«Jimmy, ancora?! Piantala, stavano scherzando, Nosferatu è molto, molto lontana da noi!»
«Ma non sono stato io!» disse Jimmy, risvegliandosi dal coma.
Cosa? Chi altri, allora? Un momento…! Tutti ci voltammo verso Johnny. Il ragazzo, pallido come non mai, dormiva in modo disturbato, sudando, lamentandosi nel sonno.
«Ma che gli prende?» chiese Zacky, preoccupato.
Saltai in braccio a Johnny. Era sudato fradicio e la sua pelle sembrava bollente. Zacky gli posò una mano sulla fronte, ritirandola subito dopo.
«Scotta! Cavolo, ci mancava solo che il nano si beccasse l’influenza!»
«E per forza, quell’idiota si è addormentato con la testa bagnata fuori dal finestrino!» osservò Matt.
«Solo lui poteva farsi venire la febbre ad Agosto!» imprecò Brian.
«Ma che dite, sta benone!- rise Jimmy -Non è vero, gnomo? Ehi, Johnny, parlo con te!» iniziò a scuoterlo con violenza. Il ragazzo aprì leggermente gli occhi, rossi e lucidi.
«Cosa… succede? Mi fa male la testa… voglio la mamma!» piagnucolò, raggomitolandosi su se stesso, per poi tossire con violenza.
«Grandioso! E ora che facciamo?» chiese Brian, roteando gli occhi.
«Dobbiamo portarlo in ospedale, e in fretta, anche» decise Matt.
«Cosa?! Ma è una banalissima influenza!» sbottò Jimmy «Vedrai, una pezza in fronte, un bel brodino di pollo e si riprende in due giorni!»
«Non credo che i rimedi della nonna possano fare al caso nostro, stavolta- disse Zacky -abbiamo bisogno che si riprenda in fretta, dunque dobbiamo ricorrere ad antibiotici e quant’altro. Una visita medica non può che fargli bene»
«Allora è deciso- disse Brian -sbrighiamoci, prima finiamo meglio è!»
 
 
***
 

Dieci minuti dopo giungemmo al Los Angeles Hospital ecc. Parcheggiamo la monovolume davanti al pronto soccorso, pronti per scendere. Il solito dilemma, però, colpì tutti loro.
«Pinkly! Come facciamo, con lei?» chiese Matt.
Spiacente di esservi di peso anche stavolta, ragazzi! Non sono stata io a voler venire con voi… beh, forse sì, lo ammetto!
«Non può scendere con noi in ospedale!» disse Zacky «Avete mai sentito parlare di disinfezione, igiene, sterilizzazione?»
Jimmy gli mise la propria ascella sotto al naso.
«Ti sembro uno che ha voglia di sentir parlare di pulizia?»
«Che schifo, Jimmy!» sbottò Zacky, verde in viso «Fai così puzza che mi si stanno dissolvendo i peli del naso!»
«Comunque sia, non possiamo certo lasciarla in macchina!- disse Brian «Fa troppo caldo, qui dentro, morirebbe asfissiata, e non possiamo certo lasciare i finestrini aperti, ruberebbero la macchina»
«Chi vorrebbe rubare un catorcio del genere?!» rise Matt, venendo subitamente fulminato dallo sguardo di Zacky.
«Non mi preoccupo per la macchina, ma per la nostra strumentazione» spiegò Brian, infilandosi una t-shirt nera.
«Vi rendete conto? È un ospedale!» ribadì Zacky, alzando la voce.
Nessuno gli diede conto.
«Okay, ma come facciamo a farla entrare? Ci serve un piano!» disse Matt.
«Sono i momenti come questo a farmi rimpiangere le enormi borse di Michelle!» sospirò Brian.
«Secondo me rimpiangi qualcos’altro di enorme di Mich…!» ridacchiò il cantante. Brian lo guardò torvo.
«Che c’è? Sto con la sua gemella, ricordi? Stessa faccia, stesso corpo, cosa vuoi che ti dica?»
«Vorresti forse insinuare che, trasversalmente, l’avresti vista nuda?»
«Se è per questo anche tu hai trasversalmente visto Val nuda, ma non ti sto certo facendo un processo per questo!»
Oddio, ma che discorso depravato era mai, quello?
«Ok, piantatela!» intervenne Zacky «Qui si sta parlando di far entrare un cane in un ospedale, vi rendete conto?! Un cane in un ospedale!» scandì bene le parole, quasi fossero dementi.
Ringhiai. Attento, Zacky! Stai parlando di me come se fossi… un animale, ecco!
«Già, è vero, non perdiamo il punto della situazione!- esclamò Brian -Torniamo a noi: come facciamo?»
«Beh, potremmo sempre infilarla nel tascone di una felpa e portarla con noi!» suggerì Jimmy.
Lo guardammo sconvolti.
«Ma che idea geniale!» gridò Brian, battendo le mani con fin troppo finto entusiasmo.
«Davvero?» chiese Jimmy, contento, non riuscendo evidentemente a cogliere il sarcasmo.
«No! Fa schifo come piano, ci scopriranno subito! Non puoi tenerla in una felpa!»
«Chi te lo dice? Lei è piccola e intelligente, non farà rumore… vero, piccina?»
Non vi garantisco nulla, io sto bene anche così come sono, qui dentro alla borsa frigorifera. In effetti, però, l’idea di morire asfissiata mi spaventava non poco…!
Scusate: ma nessuno di voi ha pensato di rimanere in macchina con me? Beh, evidentemente no: che dementi!
«Okay, ammesso e non concesso che il piano funzioni» fece Matt «Dove la troviamo una felpa enorme ad agosto, con quaranta gradi all’ombra?»
Facile, no? Ci voltammo automaticamente verso Zacky, stretto nella sua felpa dei Misfits taglia XXXL.
«Cosa avete da… no, scordatevelo! Questa felpa è nuova, e per di più non voglio averci nulla a che fare con questa storia! Il piano è vostro!»
«Va bene, ma prestaci la felpa, almeno!» disse Jimmy.
«No!»
«Ti picchio!»
«Non oseresti»
«Sicuro?»
Zacky sbuffò, togliendosi la felpa.
«E va bene, ecco… ma sappiate che stavolta non ho alcuna intenzione di seguirvi in cella!»
Beh, nemmeno io se è per questo…! Fortuna che non esistono carceri per i cani, altrimenti la mia fedina penale sarebbe già bella che andata, per colpa di quei delinquenti!
«Ok, chi mette la felpa?» chiese Jimmy, sollevandola in aria.
Tutto lo fissarono, eloquenti. Era ovvio, no? I loro occhi dicevano “Idea tua, adesso mettiti all’opera!”
«Ok, ho capito- sospirò, infatti, il batterista -la indosserò io»
«Bada bene a non sformarla» borbottò Zacky, di pessimo umore.
«Fortunatamente compri sempre vestiti di venti taglie più grandi di te, Vee!» rise Jimmy, indossandola.
Aspettate un momento: questo vuol dire che dovrò stare tutto il tempo in ospedale, all’interno della tasca di una felpa indossata da Jimmy?! Il finestrino dell’auto era aperto: forse avrei potuto evadere…
Tentai la fuga, ma Jimmy fu più veloce e mi afferrò al volo.
«Dove credi di andare, batuffolino?» disse, facendomi quasi venire un infarto. Ecco, lo sapevi io che, seguendoli, avrei avuto solo guai! Ma perché, perché capitano tutte a me? Cosa avrò mai fatto di male?!
Jimmy mi mise dentro il tascone della felpa, senza troppe cerimonie. Era tutto buio, mi sentivo oppressa, pur essendo abituata da tempo a starmene in spazi piuttosto angusti! Riuscivo a vedere solo dei piccoli spiragli di luce dai quali filtrava un po’ d’aria fresca. Fortuna che la felpa era di Zacky: almeno, tra i cinque, era quello più pulito e con più cura delle proprie cose…! La felpa sapeva di ammorbidente e ciò mi confortò, almeno in parte.
«Allora, che ne dite? Si vede?» lo sentii chiedere.
«No, guarda! Sembra che ci abbia infilato un chilo di roba, là dentro!» la voce di Zacky, senza dubbio.
«Magari se tenessi le mani in questo modo…» provò a dire, mettendole dentro il tascone.
Ehi, sto già abbastanza stretta, qui dentro!
«Tu pensi di poter stare tutto il tempo in quel modo, con le mani in tasca?» chiese Matt, dubbioso.
«Certamente!» rise Jimmy. Oddio, trema tutto, ho già il mal di mare!
«Ma… sei sicuro che Pinkly abbia abbastanza aria, lì dentro?» era la voce di Brian, piuttosto preoccupata. Almeno uno pensava alle mie condizioni, cavolo!
«Starà benone!»
Questo lo dici tu, spilungone…!
«Andiamo, ora, Jhonny sta peggiorando visibilmente» così dicendo, Matt scese dalla macchina, da me e Jimmy e da Zacky e Brian che tentavano di sorreggere un moribondo Seward. Il bassista aveva gli occhi cerchiati di nero, sudava, il viso era pallidissimo e biascicava qualcosa senza senso.
«Pinkly, tieni la testa dentro o ci farai scoprire prima del tempo!» mi rimproverò Jimmy, spingendo la mia graziosa testolina dentro la tasca della felpa. Ehi, vacci piano! È stato tuo, il piano, non te la prendere con me, sono solo una povera vittima!
Riuscivo a vedere solo poche ombre indistinte attraverso il tessuto nero della felpa di Zacky. Riuscii a vedere le porte scorrevoli dell’ospedale aprirsi al nostro passaggio e fui subito colpita dal fetore di disinfettante e di malattie. Oddio, questo non l’avevo considerato! Stavo entrando in un ospedale, ovvero uno dei posti più contaminati di germi e virus al mondo! Ti prego, Signore, facci uscire presto da questo posto, non voglio contrarre la peste o chissà quale altra malattia!
I ragazzi si recarono verso il triage per la registrazione.
«Salve!- disse Matt, rivolto all’infermiera di turno -Il nostro amico sta molto male, non sappiamo cosa gli sia preso»
«Tsk, certo che lo sappiamo!- sbottò Brian, continuando a sorreggere Johnny -L’idiota qui presente si è addormentato con la testa fuori dal finestrino e i capelli ancora fradici!»
Vidi l’infermiera, una tizia bassa e robusta, guardarci uno per uno, con un sopracciglio sollevato. Si soffermò qualche secondo in più su me e Jimmy e, proprio quando temetti che ci avrebbe scoperti, spostò lo sguardo su Johnny.
«Codice verde. Prego, datemi i dati personali e dell’assistenza sanitaria del paziente» disse, con voce atona.
I ragazzi si guardarono, confusi.
«Ehm… si, certamente! Dove lo avrà lasciato il portafoglio?» sbottò Zacky, cercando tra le tasche del bassista. Finalmente, estrasse il portafoglio di cuoio nero dalla tasca posteriore destra dei pantaloni di Johnny, consegnando la carta d’identità. L’infermiera storse la bocca.
«Vedo che è ancora minorenne… ho bisogno del consenso dei genitori»
Cosa?!
Anche i ragazzi spalancarono le bocche.
«Vede, gentile signora…»
«Dottoressa» sputò acida quella.
Dottoressa? Ma non era un’infermiera?!
«Dottoressa- continuò Matt -noi veniamo da Huntington Beach e siamo qui per motivi di lavoro. Siamo già molto in ritardo dunque, la prego, gli dia un aspirina e non ne parliamo più!»
«Senti, ragazzino, dal momento in cui avete varcato quella porta il mio dovere professionale mi impone di prestare quantomeno la minima assistenza sanitaria al suo amico. Si fidi, vi lascerei molto volentieri andare a morire in un qualche sperduto marciapiede della città, ma sarei penalmente perseguibile, per cui adesso chiamerò i genitori del minorenne, informandoli dell’accaduto e chiedendo loro di recarsi il più in fretta possibile qui in ospedale. Tutto chiaro?»
«Cerchiamo di essere ragionevoli- intervenne Zacky -ci deve pur essere una soluzione, no? Non potrebbe mettersi in contatto con i suoi genitori telefonicamente e farsi mandare i documenti via fax?»
L’infermiera soppesò l’opportunità.
«Potrei, sì… ma perché dovrei farlo?» ghignò.
«Perché non vuole certo che dei tipi loschi come noi si aggirino per chi sa quanto tempo all’interno del suo ospedale, no? La responsabilità sarebbe tutta sulle sue spalle, poverina!» fece Brian, fingendosi dispiaciuto.
«Mi sta minacciando, per caso?»
«Oh no, al contrario, voglio solo aiutarla. Allora?»
L’infermiera sbuffò.
«E va bene, prima mi libero di voi meglio sarà per tutti!»
Così dicendo, cominciò a trafficare con la strumentazione sul bancone per circa un quarto d’ora.
«Signor Seward, può salire al reparto di medicina generale!»
Un infermiere portò una sedia a rotelle sulla quale misero il povero Johnny, sempre più debole e farneticante. Facemmo per seguirlo, ma fummo fermati dall’infermiera.
«Mi dispiace- disse, per niente dispiaciuta -ma solo uno di voi può accompagnarlo in reparto»
«Cosa?! Ma noi siamo un gruppo!- esclamò Jimmy con veemenza -Siamo cazzo e culo, pappa e ciccia, Pippo e Pluto, insomma, non potete separarci!»
«Ma davvero? Vuole che chiami la sicurezza?» sbottò l’infermiera, irritata.
«Ok, non c’è bisogno di scaldarsi tanto… andrò io, con lui» disse Matt, facendosi avanti.
«Bene. Voi potete accomodarvi qui, signori» dicendo questo, se ne tornò alle sue scartoffie.
Caspita, che modi! Ho capito che Matt, Zacky Brian e Jimmy non erano certo le persone più adorabili sulla terra, ma non c’era bisogno di trattarli a quel modo! Se solo potessi uscire da qua dentro…!
Passarono i minuti, seduti sulle seggiole di ferro della sala d’attesa. Segni di impazienza cominciavano a farsi sempre più evidenti sui volti dei ragazzi, fin quando Brian non ne poté davvero più.
«Ascoltate, io andrò da quei due, in un modo o nell’altro. Se volete, seguitemi!» dicendo questo si alzò, recandosi verso la porta da cui erano scomparsi Matt e Johnny.
«Dove crede di andare?» chiese l’infermiera.
«Al cesso, problemi?» disse, secco.
Quella sbuffò.
«Non metterci troppo»
«Vado anche io con lui!» disse Zacky, squagliandosela assieme a Brian.
Bene bene, Jimmy, siamo rimasti in due! Adesso che facciamo?
«Cavolo- borbottò Jimmy tra sé e sé (esattamente, quando era stressato parlava da solo!) -che faccio? Non posso restare qui, potrebbero scoprire Pinkly… e poi voglio andare dal nano; ma non pososo certo usare la scusa del bagno anche io, sembrerebbe sospetto! Pensa, Jimmy, ragiona… ci sono!- urlò, scattando in piedi come una molla.
Caspita! Devi proprio fare il folle anche qui, in ospedale?!
«Sta bene?» chiese l’infermiera. Vidi chiaramente (o quasi) l’espressione sconvolta nel suo viso.
«S’, certo, benone!» rise Jimmy, avviandosi tranquillamente verso la famigerata porta.
«Aspetti un attimo!» l’infermiera uscì dal bancone, dirigendosi verso di noi e fissando attentamente gli occhi su… di me. Oddio, siamo fritti, fregati! Ci ha scoperti!
«Qualche problema?» chiese Jimmy, cercando di ostentare tranquillità. In realtà la voce tremava visibilmente.
«Lei ha il ventre molto gonfio… sicuro di stare bene?»
«Beh, ecco, io in realtà…» iniziò.
Ti prego, dì qualcosa di plausibile, di ragionevole, ti supplico!
«…sono incinto»
Porca. Paletta.
Siamo fottuti!
L’infermiera strabuzzò gli occhi.
«Cioè, non nel senso pratico del termine, ma… gravidanza isterica, sa? Sono già in cura da un analista»
«Io… ma…- balbettò l’infermiera -e quella coda bianca che esce dalla tasca?»
Pinkly ferma, Pinkly immobile, Pinkly…
«Ecco quella… quella è la coda del… peluche del bambino, sì! Lo porto sempre con me, sa, come portafortuna. Tutti sintomi, esatto, come il desiderio di volere un bimbo, ventre gonfio e… voglie. A proposito, ho proprio voglia di una merendina, sì! Con cioccolato, noccioline e tante calorie. Credo che andrò a prenderne una dal distributore… è in questo corridoio, vero? Con permesso!»
Detto questo, infilò la porta più velocemente che poté, sfuggendo all’infermiera, troppo allibita persino per intervenire.
«Beh, ha funzionato… non credi, Pinkly?» chiese, dandomi un leggero buffetto attraverso il tessuto della felpa.
Certo, come no, ha funzionato… dì grazie se non ci spedisce dritti filati in psichiatria!
«La gravidanza isterica esiste davvero, sai? Certo, solitamente colpisce le donne in menopausa, soprattutto se non hanno mai avuto figli, ma le anomalie esistono anche in medicina, no?»
Guarda, sei così istruito che mi chiedo come mai non ti abbiano mai dato una laurea ad honorem causa! Mi stavi facendo venire un infarto, altro che gravidanza isterica!
Vagammo per i corridoi infiniti e sempre uguali dell’ospedale, cercando di evitare per quanto possibili medici e infermieri. Dopo un lungo girovagare, riuscimmo finalmente a entrare nel reparto di medicina generale.
«Dove cavolo è… vediamo» borbottò Jimmy, affacciandosi nelle varie stanze, borbottando di tanto in tanto uno “scusate” ai pazienti infastiditi.
Attraverso uno spiraglio della tasca, riuscii a vedere un tizio con la cresta, su un letto, circondato da tre individui tatuati… erano loro, senza dubbio! Jimmy, li ho trovati!
«Non li troverò mai!» piagnucolò quello.
Dannazione, guarda a sinistra! Oh, e va bene! Gli diedi un forte morso alla mano infilata con me nel tascone.
«Ahia!- urlò -Pinkly, ma sei impazzita?! Io… oh, eccoli!» esclamò, fiondandosi in camera. Finalmente!
«Ce ne hai messo di tempo!» sbuffò Zacky, seduto ai piedi del letto di Johnny. Il ragazzo era molto migliorato, quantomeno era lucido ed era in grado di stare seduto da solo.
«Jimmy, sapevo che saresti venuto a trovarmi anche tu!» disse Johnny, con gli occhi lucidi dalla commozione.
«Già, e non sono solo! Puoi uscire per un po’, piccola!»
Se lo dici tu… ho proprio bisogno di una bocccata d’aria fresca!
Uscii la testa dal tascone. Aria, benedetta aria!
«Pinkly!- esclamò Johnny -Ma… può entrare, lei, in un ospedale?»
«Certo che no!» sbottò Zacky, ma nessuno lo ascoltò, limitandosi a fare spallucce con aria strafottente.
«Chi se ne frega- disse Matt -ormai è qui dentro, no? Non fasciamoci troppo la testa! Anziché preoccuparti per queste cose inutili, pensa a guarire il più in fretta possibile, nano. Se perdiamo il contratto per colpa tua giuro che ti farò pentire di non essere morto per gli effetti collaterali degli antibiotici!»
Che effetti collaterali potevano mai avere, degli antibiotici?! Al massimo ti beccavi l’orticaria! Oppure no…?
«Guarda che nemmeno a me piace essere malato, Matt, cosa credi?» si offese lui, mettendo il broncio.
«Andiamo, ragazzi, guardiamo il lato positivo della situazione!- intervenne Brian -Là fuori ho visto un’infermiera davvero niente male» sghignazzò, dando di gomito a Jimmy.
«Sempre il solito!- sbuffò Zacky -Ti avverto: se è bionda è mia!»
«No, non è bionda! È una bella morona con due tette…» iniziò, mimando con entrambe le mani delle immaginarie protuberanze sul proprio petto.
«Ok, basta così!- disse Matt -Ti ricordo che stai ancora con la gemella della mia ragazza!»
Brian sbuffò.
«Già… è vero. Scusa» fece lui, con aria mortificata. Sapevo già per certo che quel pentimento non sarebbe durato molto a lungo…!
«Vado a informarmi con qualcuno per quanto tempo ancora il nano dovrà stare qui dentro» disse Zacky, uscendo dalla stanza.
«Ehi- bisbigliò Brian, accertandosi che Zacky fosse uscito -in realtà quell’infermiera era bionda, ma non ditelo a Zacky, lui ha la fissa per le donne modello Barbie!»
I ragazzi alzarono gli occhi al tetto, della serie “non cambierà mai”!
Poco dopo Zacky tornò in compagnia di un dottore. Jimmy, con un agile scatto, si affrettò a rimettermi nel tascone. Per quel poco che riuscii a vedere, quel tizio in camice aveva ben poco a che fare con la bella biondona di Brian: era alto, con capelli ricci corti e brizzolati, severi occhi scuri dietro un paio di grosse lenti a fondo di bottiglia. Forse era per la sua grave miopia che, fortunatamente, non era riuscito a notarmi in quell’istante.
«E voi che ci fate qui?» chiese, con voce rauca.
«Ecco, noi… siamo gli amici di Johnny, cioè, del paziente!» sorrise Matt, come se la cosa non fosse già abbastanza ovvia.
«Ma davvero? Guardi, avevo quasi creduto che lei fosse la madre del paziente!» disse il dottore, con un lieve sorriso sulle labbra. Tutti scoppiarono a ridere. Beh, in fondo non era tanto severo come sembrava!
«Te la sei cercata, Matt!» sghignazzò Brian; Matt, per tutta risposta, gli fece un gestaccio.
«Quello che intendevo dire è che voi non potreste stare nella stanza del vostro amico, e… oh, al diavolo! Ormai siete qui, inutile farsi inacidire il sangue! E poi siete di dimissioni, per vostra fortuna»
«Davvero?» chiesero in coro, speranzosi.
«Il respiro del vostro amico ci aveva preoccupati non poco, ma dalle lastre risulta che i bronchi sono liberi. La febbre sta scendendo, i valori sono nella norma. È tutto a posto, a parte un piccolo dettaglio che, in futuro, potrebbe rivelarsi preoccupante»
«Cioè?» chiese Johnny, preoccupato.
«Quanto alcol assume lei in un giorno, signor Seward?»
Riuscii a distinguere nitidamente il sospiro di Johnny.
«Abbastanza»
Il dottore borbottò qualcosa tra sé e sé.
«Se posso parlarvi come un padre, ragazzi, vi consiglio vivamente di cercare di migliorare il vostro stile di vita. Ne potreste risentire, in futuro»
«Ma noi siamo delle rockstar, non possiamo certo mangiare verdure bollite e svegliarci alle cinque per andare a fare jogging al parco!» disse Jimmy, quasi risentito.
«Rockstar? Oh scusate, dimenticavo che voi adolescenti credete di essere immortali… beata gioventù! Ah, le parole di questo vecchio vi torneranno in mente, un domani!»
Attraverso la stoffa della felpa, riuscii a vedere i ragazzi toccarsi le parti basse con non poca discrezione.
«Grazie per i consigli, dottore- disse Brian -li terremo sicuramente a mente!»
«Me lo auguro! D’accordo, vado a finire di compilare il foglio di dimissioni, un’infermiera ve lo porterà presto in camera» detto questo, uscì dalla stanza. Nel momento in cui la porta si chiuse alle spalle del dottore, uscii la testa dal tascone. Aria!
«Caspita, simpatico, ma… che uccellaccio del malaugurio!»
«È un dottore, Jimmy, che ti aspettavi? Doveva farle per forza, le sue raccomandazioni!» fece Matt, con espressione ovvia.
«Beh, speriamo che almeno l’infermiera delle dimissioni sia quella bionda che…»
«Bionda? Avevi detto mora!» esplose Zacky, offeso.
«Diamine!»
Nel frattempo, Johnny si era alzato e vestito, raccogliendo le sue poche cose e le medicine lasciate per lui sul comodino.
«Aspirina, paracetamolo, occorrente per aerosol, sciroppo… direi che ho tutto!»
Improvvisamente, la porta si spalancò, rivelando la grassa infermiera della hall con in mano un foglio, presumibilmente quello di dimissioni. Cercai di nascondermi, ma fu troppo tardi: i suoi occhi su puntarono su me e Jimmy con espressione inorridita.
«Ehm, salve!- fece il ragazzo, avvicinandosi a lei -Questo è nostro, vero? Grazie, scusi il disturbo, leviamo le tende!» disse, strappandole il foglio di mano.
«Via!» urlò Brian, fiondandosi fuori dalla stanza, seguito da me e Jimmy e dagli altri.
«Brutti delinquenti di strada, fermatevi! Fermateli!» sentimmo urlare l’infermiera, ancora nella stanza.
Uscimmo di filata dall’ospedale, scaraventando quasi giù le porte automatiche dell’ingresso.
Salimmo in macchina, Matt mise subito in moto sgommando, allontanandosi il più possibile da lì.
«Perfetto!- disse, con il fiatone -Adesso, destinazione casa discografica!» disse, mettendo il turbo.
Perfetto? Cosa c’era di perfetto in quella situazione?! Mi infilai nuovamente nella borsa frigo.
Bah, quei cinque erano un caso perso, meglio rassegnarsi: chissà quante altre disavventure mi avrebbero fatto passare…!
Però, suvvia: quanti cani possono dire di aver fatto un tour in un ospedale?






Nda

Ssssaaaaaalveeee!

Non aggiorno da così tanto tempo che non ricordavo quasi come fare... appena mi si è aperta la pagina dell'aggiornamento ho pensato "Embé, com'era?!" xD
Vi sono mancata? No? Forse? Voi molto, e vi giuro che non è una captatio benevolentiae... una ruffianata, parlando per come si mangia!
Per citare l'Era Glaciale,
sono morta, ma sono sopravvisuta! Quindi eccomi di nuovo qui, a sfoggiare un po' di sana e gratuita insanità mentale!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto: si basa su una mia esperienza recente, avendo passato una settimana in ospedale, un orribile luogo di perdizione, non lo auguro a nessuno! :s
Bien, fatemi sapere che ne dite, e scusate ancora, davvero! Pinkly per punizione mi ha riempita di morsi tutto il tempo e, ancora desso, mi ringhia contro... siamo tutti suoi umili servi!
Ahah, alla prossima!

Witch ^-^

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