Shake it out, shake it out!

di coccinella_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dancing in the Moonlight ***
Capitolo 2: *** Ancora di salvezza? ***
Capitolo 3: *** Say That You Love me ***
Capitolo 4: *** L'ultima cosa che voglio è farti del male ***
Capitolo 5: *** In fondo noi ci vediamo allo stesso modo ***
Capitolo 6: *** Te lo leggo negli occhi ***
Capitolo 7: *** Combatti per lei ***
Capitolo 8: *** Francoforte? ***
Capitolo 9: *** Da cosa dipende la mia decisione? ***
Capitolo 10: *** E poi all'improvviso un bacio ***
Capitolo 11: *** You left me in the dark... In the shadow of your heart ***
Capitolo 12: *** Sorpresa! ***
Capitolo 13: *** Forse dovrei lasciarti andare ***
Capitolo 14: *** I told you to be patient ***
Capitolo 15: *** The Reason is you ***
Capitolo 16: *** Chi sei? ***



Capitolo 1
*** Dancing in the Moonlight ***


Dancing in the Moonlight





Oliver mi spinge dentro casa, sembra nervoso. Il respiro è affannato e non mi guarda negli occhi
– Oliver che ci facciamo qui? La città ha bisogno di te – chiedo spaventata
– Ho bisogno che tu stia qui – mi dice svelto
– Cosa? Non puoi chiedermi una cosa del genere – ribatto subito
– Non te lo sto chiedendo, ti verrò a prendere non appena è tutto finito – si volta e va via
– No! – urlo stizzita
– Felcity! – mi rimprovera col suo solito tono
– Non me ne starò qui nascosta, almeno dimmi il perché – dico risoluta
– Perché ho bisogno che tu stia al sicuro – si volta guardandomi serio
– Voglio stare con te e insieme agli altri – sussurro convinta
– Non posso permettere che succeda Felicity – sussurra nervoso
– Oliver quello che dici non ha senso – sono davvero confusa
– Slade ha preso Laurel perché pensa sia la donna che amo – mi guarda serio
– Lo so e io … – non mi lascia terminare la frase
– Ha preso la donna sbagliata – mi guarda intensamente. Rimango di stucco, non riesco a parlare mi esce soltanto un flebile “oh”
Ti amo – sussurra veloce, come se avesse paura a dirlo. Continuo a guardarlo come un ebete, avanti Felicity dovrai pur dire qualcosa. I suoi occhi sono fissi sui miei e cerco di formulare una frase che abbia senso compiuto nella mia testa
– Hai capito? – mi desta dai miei pensieri. Lo guardo ha qualcosa di strano nella sua espressione in un lampo capisco cosa stia facendo, siamo a casa sua dove Slade ha messo telecamere per spiarlo. Gli avevo detto di volerlo aiutare a tutti i costi e lui mi sta permettendo di farlo, sta dicendo di amarmi per depistare Slade. Il mio stomaco si contorce cosa speravo? Che si accorgesse di me così dal nulla?
– Sì, ho capito – sussurro confusa ci guardiamo intensamente poi volta le spalle e va via.
 



È passato un mese da quella sera. Dalla sera in cui Slade ha quasi raso al suolo la città, da quando per l’ennesima volta abbiamo rischiato le nostre vite per salvarla e da quando Oliver ha pronunciato quelle due parole “Ti amo” che adesso non fanno altro che torturarmi. Abbiamo recitato entrambi, come dice lui. In fondo è impensabile che lui possa stare con me è da sempre innamorato di Laurel … quando non è impegnato a stare con Sara.
– Mi stai ascoltando? – mi chiede Diggle addentando il suo panino, lo imito annuendo
– Per adesso sei sempre distratta – addenta il suo panino pure Roy guadagnandosi una mia occhiataccia
– Diamole tregua – sorride Dig schiacciandomi l’occhio. Lui sa cosa mi succede ma da buon amico non me lo fa pesare
– Stasera quindi festa a casa dei Queen? – chiede Roy addentando una mia patatina sorridendo mentre io cerco di infilzargli la mano con la forchetta
– Se il compleanno è di Laurel perché festeggiarlo a casa dei Queen? – mi lamento, Diggle mi regala un’occhiata eloquente e mi rendo conto dell’ovvietà della cosa – Giusto è Laurel – alzo gli occhi al cielo. Roy scoppia a ridere e Diggle gli da una gomitata
– Vedrai Thea quindi – sorrido perfida
– Siamo amici non è più un problema – mi risponde cupo
– Certo … siete amici – bevo un sorso d’acqua
– Tu non sei amica di Oliver? – mi chiede con ghigno
– Ci tieni ai tuoi occhi azzurri? O vuoi che ti accechi con la forchetta? – gliela punto. Dig sorride ma viene distratto dalla suoneria del suo telefono guarda lo schermo e risponde velocemente
– Oliver dimmi – questo cattura l’attenzione mia e di Roy poi continua – Va bene arriviamo – chiude la chiamata e mi guarda imbarazzato
– Andiamo alla Bat caverna? – chiede ironico Roy
– No andiamo alla Queen caverna – risponde altrettanto ironico Dig

 
Cerco di reprimere la voglia di urlare e spaccare tutto quando l’ennesimo palloncino mi scappa dalle mani mentre cerco di annodarlo. Mi esce un grugnito dalla bocca e lo rigonfio sbuffando. Dig mi guarda sorridendo
– Non mi guardare traditore – lo accuso
– Mi ha chiesto di aiutarlo perché era solo, cosa avrei dovuto dirgli? – si avvicina a me mostrandomi come annodare il palloncino
– La festa è di Laurel perchè non chiama lei? – dico sarcastica. Siamo nel salotto di casa Queen, Oliver e Roy sono andati a prendere la torta e l’alcool mentre Laurel e Thea ancora non sono tornate
– Per adesso Laurel non ti sta molto simpatica – azzarda a dire Diggle facendomi sbuffare sonoramente
– E che non capisco se la dobbiamo considerare sua fidanzata o meno – dalla sera in cui abbiamo sconfitto Slade ha passato più tempo con lei che con noi … o meglio con me
– Non lo so, li conosci hanno sempre alti e bassi – alza le spalle il mio amico
– Io per ora vedo solo alti – commento inastidita
– Sai ho sempre pensato che tu provi qualcosa per lui ma in genere lo nascondi meglio di così – gonfia un palloncino guardandomi di sottecchi. Apro e chiudo la bocca non so cosa dirgli. Nego con chiunque i miei sentimenti per Oliver ma Diggle ha vissuto tutto, lui ci conosce meglio di chiunque altro
– Quella sera mi ha detto ti amo – il palloncino mi scappa nuovamente e frustrata mi siedo sul divano, lui mi guarda fissa non sapendo che dirmi
– E tu? – chiede curioso
– Prima che potessi rispondere ho capito me lo stesse dicendo per sviare Slade – sorrido finta
– Ne sei sicura? – mi chiede premuroso. Annuisco mordendomi le labbra.
Sentiamo delle voci provenire dall’ingresso e poi fare capolinea in salotto
– Si batte la fiacca qui? – si avvicina Oliver sorridendomi
– Scusa se non so fare uno stupido nodo a degli stupidi pallonici – mi alzo e mi dirigo in bagno lasciando un Oliver confuso in salotto.
 

La sera non tarda ad arrivare. Dopo quell’occasione io e Oliver non ci siamo più ritrovati nella situazione di doverci rivolgere parola, meno male non avrei saputo giustificare il mio malumore che tutt’ora persiste. Roy è venuto a prendermi a casa e adesso siamo tutte e due davanti la porta d’ingresso dei Queen senza avere davvero il coraggio e la voglia di entrare.
Lo guardo comprensiva, la camicia azzurra gli risalta gli occhi e il quintale di profumo che si è messo lo rende molto sexy. Guardo le mie scarpette blu col tacco che ho intonato al mio vestitino bianco e  mi chiedo se riuscirò magari ad essere bella quanto Laurel. Roy si decide a suonare e i miei sogni vengono frantumati quando una Laurel fasciata in un abito corto stretto e nero ci apre la porta, è magnifica
– Finalmente siete qui! – sorride allegra
– Auguri! – le diciamo in coro io e Roy. Ci fa entrare e ci abbraccia
– Sapete già la strada – dice ridendo. A malincuore ci dirigiamo in salotto, pensavo ci fosse molta più gente ma il salotto è comunque pieno di persone serene che parlano tra loro. Intercetto Thea presa a ballare un lento con un ragazzo mi vede e mi saluta con la mano fa lo stesso con Roy dopo averlo mangiato con gli occhi. Poggio la mano sul braccio di quest’ultimo e insieme ci dirigiamo verso il tavolo da bere
– Siete in ritardo – ci raggiunge Oliver seguito da Dig. Entrambi mi guardano per un lungo istante
– Ci ha messo un eternità per uscire di casa – si lamenta di me Roy, lo guardo male
– Ne è valsa la pena – sussurra un Oliver sorridente.
Dalle casse una deliziosa “ Dancing in the Moonlight” parte, Laurel prende per il braccio Oliver e lo porta in pista. Faccio una smorfia e mi accorgo che devo essere più discreta quando il padre di Laurel mi guarda confuso. Roy continua a guardare Thea poi mi trascina in pista mi mette le mani dietro i fianchi e io attorno al collo e iniziamo a dondolare
– Sei un pessimo ballerino – mi lamento
– Lo so e tu non sei molto simpatica – mi sorride nonostante la delusione di vedere Thea insieme a quel ragazzo
– è inutile che provi a farla ingelosire con me, sa che non potrà mai accadere qualcosa – sorrido amichevole, in questo mese ci siamo avvicinati molto ma non in quel senso
– A quanto pare qualcun altro non lo sa – guarda qualcuno alle mie spalle mi volto e noto Oliver guardarci serio
– Hai visto chi tiene tra le mani? – dico alludendo a Laurel
– La terrà pure tra le mani ma intanto gli occhi sono piantati su di te – ci guardiamo seri tutte e due e poi scoppiamo a ridere. Diggle si avvicina tossendo
– Posso rubarti la dama? – chiede divertito, Roy un po’ contro voglia si scosta ma raccatta subito una ragazza e continua a dondolare in pista mentre, come uno stalker, fissa serio Thea
– A cosa devo l’onore? – chiedo sorridendo
– Volevo salvare Roy da una freccia – spiega ridendo. Guardo nuovamente Oliver e lo vedo più tranquillo ma di tanto in tanto si volta a guardarmi
– Credo che abbia difficoltà ad ammetterlo – esordisce Dig, lo guardo confusa e continua – Secondo me inconsciamente sa che quel “ti amo” era vero ma non vuole ammetterlo – mi fa fare un piccolo casché quando la canzone finisce facendomi ridere
– Però intanto sta con Laurel – li guardo un po’ invidiosa
– Lo conosci è Oliver Queen, capirà la verità quando sarà troppo tardi – lo guardiamo attentamente mentre tintinna il suo bicchiere con quello di Laurel.




 

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Capitolo 2
*** Ancora di salvezza? ***


Ancora di salvezza?


Sbadiglio per l’ennesima volta ieri sera la festa per mia sfortuna si è prolungata fino alle prime luci del mattino, poche ore di sonno e adesso sono qui a cercare di reggermi in piedi perché  Oliver ci ha convocato  al covo per discutere di una cosa
– Hai proprio un aspetto orribile – commenta Roy guardandomi
– Roy giuro che ti preferivo quando eri dormiente con una bella flebo di veleno di serpente – dico con voce stanca
– Voi due non vi date tregua? – ci chiede Diggle intento a bere il caffè.
Sono seduta alla mia postazione ho la testa poggiata sulla scrivania e gli occhi chiusi. Pochi minuti dopo sento qualcuno mettermi la mano sulla spalla e poggiare un bicchiere da trasporto sulla scrivania apro gli occhi e mi ritrovo Oliver guardarmi divertito
– Sapevo di trovarti in queste condizioni – avvicina il bicchiere a me
– Spero ci sia il cappuccino con cioccolato e due bustine di zucchero dentro – lo guardo male
– L’unico modo per farmi perdonare – sorride afferro subito il mio cappuccino e inizio a bere soddisfatta
– Dobbiamo parlare seriamente della mia situazione economica quindi di conseguenza anche delle vostre – ci guarda uno per uno
– Siamo tutti poveri – sussurro triste, che ne sarà di me?
– Non per molto, mi riprenderò ciò che è mio – dice convinto Oliver
– E nel frattempo? – chiede Dig
– Ci troveremo dei lavori alternativi – risponde Oliver facendoci scoppiare tutti in una fragorosa risata lui ci guarda offeso
– Dai non fare quella faccia – cerco di calmarmi e riprendo a parlare – Puoi farti pagare le serate da vigilante dalla città – sorrido divertita
– In effetti diventeremmo tutti ricchi – sussurra Roy interessato
– Perché gli dai idee del genere? – mi chiede esasperato Oliver
– Roy è rimasto ancora un po’ di veleno e non mi spavento ad usarlo – gli punto il dito contro e lui me lo morde. Oliver ci guarda turbato
– Io e Dig continuiamo da soli se vi vengono idee stasera ci rivediamo – dice tutto ad un tratto
– Cosa? Perché? – chiedo confusa. Ma che gli prende?
– Ho delle cose da discutere con Diggle … da soli – risponde evasivo, non smette di guardarrni male
– Fammi capire ci hai fatto venire qui presto solo per dirci quello che sapevamo già? – chiede perplesso Roy
Continuo a guardare confusa Oliver non capendo il suo comportamento lui mi guarda ancora storto
– La smetti di guardarmi così? E poi a cosa lo devo? – chiedo esasperata alzandomi dalla sedia
– Se la smettessi di deconcentrarti te ne accorgeresti – mi risponde male
– Io non sono deconcentrata! Sei tu che sei troppo concentrato su te stesso o su Laurel – l’ultimo nome mi scappa e cala il silenzio. Lui si avvicina interessato
– Che c’entra Laurel in tutto questo? – mi chiede strano, non capisco se è interessato o turbato
– Ok credo che per stamattina possa bastare. Felicty, Roy ci vediamo stasera? – ci interrompe Diggle guardandomi nervoso prima che mi lasci scappare di peggio. Prendo la mia borsa e spedita mi avvio verso l’uscita seguita da Roy. Camminiamo in silenzio e senza una meta sono immersa nei miei pensieri, di tanto in tanto Roy mi poggia la mano sulla spalla
– Felicity sei ancora tra noi? – mi chiede cauto
– Cosa? – chiedo confusa
– Lo sai che farete pace, si sentirà già in colpa – cerca di rassicurarmi
– Mi sono fatta scappare troppo Roy, la situazione sta diventando troppo pesante – mi sfogo nervosa. Siamo davanti una piazza con una fontana al centro. Continuiamo a camminare finchè Roy si siede sullo scalino della fontata, io faccio lo stesso
– Mi dici che è successo un mese fa? – me lo chiede come liberandosi, chissà da quanto tempo voleva chiedermelo. Lo guardo seria ponderando su quanto mi possa fidare di Roy
– Voleva depistare Slade facendogli credere che fossi io la donna che ama ma – sussurro flebile
– Ma? – mi esorta a continuare
– Mi ha detto ti amo. Sicuramente l’ha fatto per Slade ma per qualche minuto ci ho creduto veramente, dovevi vederlo era così serio … i suoi occhi … – non riesco a continuare
– Senti Fel sei una ragazza grandiosa sei il punto focale del team e soprattutto sei l’unica in grado di tenerlo con i piedi per terra – mi guarda sorridendo e continua – Da quando sono entrato nel team ho respirato subito questa tensione di sentimenti non detti tra di voi è nell’aria, si percepisce subito. Quindi credo che il tuo intuito ha visto bene ma ti crei false illusioni per non affrontarlo – lo guardo seria. Non mi aspettavo un discorso così serio e profondo da parte sua ma quello che ha detto mi ha davvero spiazzata. Ci guardiamo per un attimo che sembra interminabile.
– Sono grandiosa quindi? – gli dico sorridendo
– Non me lo sentirai dire mai più quindi non ti ci abituare – mi guarda storto divertito
– Felicity Smoak? – qualcuno cattura la mia attenzione, un uomo alto e decisamene ben messo in giacca e cravatta mi guarda stupito
– Ci conosciamo? – chiedo confusa. Lo guardo bene e non mi ricorda proprio nessuno
– In effetti ai tempi del college portato i rasta lunghi e non andavo di certo in giro vestito così … sono Andrew Gale – mi suggerisce diverito
– Andrew? – chiedo stupita in effetti è completamente un ragazzo nuovo … adesso noto che la doccia non gli fa più paura
– Che bello rivederti! – viene verso di me e mi abbraccia. Lo ricambio impacciata mentre guardo Roy confusa
– Lui è il mio amico Roy Harper – lo presento appena scioglie quell’abbraccio soffocante. Andrew gli porge la mano sorridente
– Hai subito una netta trasformazione – sussurro stupita guardandolo bene. Ai tempi del college era preso solo da proteste a cui nessuni importava e dai suoi lunghi rasta puzzosi. Meno male che non può sentire i miei pensieri ...
– Sei sempre la solita vero? – mi desta dal mio monologo interiore. Sorrido non capendo a che si riferisce – Che fai adesso nella vita? – chiede interessato
– Lavoro alla Queen … – mi blocco subito e riprendo a parlare – Sono in cerca di lavoro – sussurro triste e imbarazzata – Tu? – chiedo impacciata
– Ho preso le redini dell’azienda di famiglia – dice orgoglioso. Giusto suo padre ha un’azienda di telecomunicazioni
– Ma dimmi un po’ sei ancora il genio dell’informatica? – mi chiede interessato
– è la nerd più nerd che esista al mondo – si lascia sfuggire Roy facendo ridere Andrew. Io guardo male il mio amico
– Allora domani ti aspetto alle dieci, certo in teoria non ho bisogno di un colloquio per assumerti ma non vorrei dare un messaggio sbagliato ai miei impiegati. Adesso scappo a domani Smoak – corre via non dandomi neanche il tempo di parlare
– Qualcuna ha trovato il fidanzato – cantilena Roy facendomi alzare gli occhi al cielo
 

I miei tacchi riecheggiano per tutto il corridoio stretto prima delle scale che scendo veloci, svolto l’angolo e mi sorprendo nel non vedere nessuno. Guardo l’ora, di solito sono già tutti qui
– Ehilà – Oliver spunta alle mie spalle facendomi spaventare
– Mi hai quasi fatto venire un infarto – sussurro spaventata. Lui sorride divertito dalla mia reazione
– Ti devo delle scuse? – mi chiede imbarazzato
– Tu che dici? – incrocio le braccia al petto
– Scusa oggi ho esagerato – mi guarda fisso
– Tutto qui? Non mi dai neanche una spiegazione? – dico delusa
– Potrei ma non voglio – sorride sbruffone, sbuffo sonoramente
– Oliver mi farai diventare i capelli bianchi – ricambio il sorriso stanca di questa situazione
– Tutto apposto quindi? – si assicura di aver risolto le cose. Annuisco e inaspettatamente mi abbraccia facendomi rimanere di stucco. Oliver non è mai stato incline a questi gesti carini, al massimo capita che sia io ad abbracciarlo
– E questo a cosa lo devo? – chiedo stupefatta. Non risponde dopo pochi secondi scioglie l’abbraccio e mi sorride strano. Come quando vuole dire qualcosa ma non la dice.
– Scusate il ritardo – entra spedito Diggle seguito da Roy. Ci guarda prima sorpreso e poi sorridendo verso Oliver si toglie la giacca
– Abbiamo un caso – strappa il silenzio Roy e in un attimo ci immergiamo in quello che ci riesce meglio: essere un team al servizio della città.
 

Guardo l’ora sono le nove. Oliver è riuscito a fermare il criminale senza danni consegnandolo alla polizia, abbiamo finito tardi e mi sono addormentata sulla brandina. Mi alzo di controvoglia e noto Oliver dormire per terra e Diggle poggiato con la testa sulla scrivania. Mi avvicino a quest’utlimo e lo scosto leggermente lui balza subito in piedi prendendo la pistola
– Volevo solo darti il buongiorno – alzo le mani sorridendo, lui mi guarda male e si risiede
– Che ore sono? – chiede stanco
– Le nove e a proposito di questo devo andare. Alle dieci ho una specie di colloquio – dico a bassa voce per non svegliare Oliver, ho come la sensazione che avrebbe da ridire
– Fantastico, fammi sapere come va – mi sorride. Gli schiaccio l’occhio e vado via.

Continuo a guardare la ragazza bionda dietro la scrivania sembra piena di cose da fare. Risponde al telefono meccanicamente e il suo battere alla tastiera ormai ha preso un ritmo quasi fastidioso, mi chiedo se io apparivo così. Segretaria personale di Oliver Queen famoso per essere un don Giovanni.
Il telefono squilla per l’ennesima volta – Gale Comunications mi dica – sposta il suo sguardo dal monitor del pc a me e sorridendo dice – Sigorina Smoak si accomodi – poi torna a fare il suo lavoro. Mi alzo e sistemo il mio tailleur rosa cipria prima di entrare, ho odiato così tanto il lavoro da segretaria personale di Oliver e adesso invece è la cosa che più vorrei fare. Busso e apro la porta Andrew è seduto dietro un enorme scrivania sta firmando delle scartoffie e non appena mi vede si alza venendomi incontro sorridendo
– Sono felice che tu sia qui Felicity – mi abbraccia svelto e mi fa accomodare
– Grazie per la possibilità Andrew – rispondo sinceramente grata
– Perdonami ma veniamo subito al dunque perché tra mezz’ora ho una riunione – si sistema la giacca prima di sedersi – Ho fatto delle ricerche lo ammetto ho notato che in un primo periodo sei stata nel reparto informatico e poi sei diventata segretaria personale del signor Queen – so già a cosa sta alludendo, in effetti se non la sapessi lunga anche io alluderei alla stessa cosa.
– Aveva bisogno di una segretaria con molte capacità – sorrido prima di capire quanto la frase possa sembrare scomoda – Non in quel senso ovviamente – o mio dio l’ho detto davvero? – Non che tu intendevi qualche altro senso … – sussurro imbarazzata da me stessa.
Lui mi guarda divertito  – Quindi per quale ruolo ti stai candidando? – mi chiede soddisfatto di avermi fatto imbarazzare 
– Non capisco cosa tu voglia dire – rispondo confusa
– Mi piacerebbe averti come mia segretaria personale … – lo blocco subito
– Per il reparto informatico, mi candido per quel ruolo – rispondo risoluta. Posso accettare di essere segretaria personale solo di Oliver Queen, per ovvi motivi diversi da quelli muscolosi e sexy
 – Bene, allora potrai riavere il ruolo di tecnico informatico – mi dice un po’ deluso dalla mia scelta
– Ti ringrazio tanto – ci guardiamo sorridendo poi mi decido a dire – Andrew so che probabilmente me ne sto approfittando ma non stai cercando qualcuno nel reparto sicurezza? – chiedo goffa

 Due settimane dopo
– Felicity hai trovato quei tabulati che il signor Gale ha richiesto? – mi chiede la mia nuova collega Ellie
– Sì glieli sto mandando – premo invio e l’email parte. Mi distendo un po’ sulla poltrona guardandomi intorno ancora non mi sembra familiare, mi manca avere Oliver e Dig a pochi passi da me. Sbuffo nervosa quando alla porta qualcuno bussa
– Pranziamo insieme? –  mi chiede Diggle con la divisa da uomo della sicurezza, era un po’ restio ad accettare questo lavoro ma non avendo altra scelta per adesso se lo fa andare bene. Ripenso al momento in cui ho detto a Oliver che avevo trovato un nuovo lavoro, mi guardava spaventato come se non ci dovessimo vedere più
– Certo – sorrido alzandomi ma l’arrivo di un email mi distrae. È da parte di Andrew

Ciao Felicity,
grazie per i tabulati sei fantastica!
Stasera spero di vederti alla festa aziendale e per spero intendo che devi esserci.
A stasera Smoak
Andrew Gale, amministratore delegato Gale Comunications

 
– Tutto bene? – si avvicina Diggle leggendo l’email – Qui ci vorrebbe Roy e la sua canzoncina del fidanzato – lo guardo male ma poi scoppio a ridere in effetti è vero.
– A che gioco sta giocando? – chiedo infastidita
– Perché già pensi male? Magari gli interessi sul serio ...  – alza le spalle Diggle ma qualcosa non mi fa stare tranquilla. Forse perché mi ricorda Oliver per alcuni aspetti.
– Allora tu verrai con me – sorrido compiaciuta
– Io non sono compreso nell’email – mi dice seccato
– E se fosse un maniaco? Dovrei difendermi da sola? – chiedo stizzita per poi sorridere
– E va bene non farla così tragica – si lamenta lui.
A pranzo io e Dig cerchiamo un modo per aiutare Oliver ad uscire dalla situazione in cui si ritrova quando alcuni nostri colleghi si siedono al nostro tavolo
– Avete capito il tema della festa noiosa di questa sera? – chiede Amanda mangiando la sua insalata
– Fondi per aziende a rischio – risponde Mike
– Cioè? – chiedo interessata
– Ogni anno il signor Gale dona dei fondi ad aziende a rischio o già chiuse. Ovviamente lo fa per le apparenze, non appena l’azienda ritornerà a fare utili quei fondi verranno restituiti per essere donati ad un’altra azienda a rischio – risponde Mike poco interessato.
Io e Diggle ci guardiamo complici – Diglielo tu a te darà ascolto – mi dice il mio amico. 
Come convincerò Oliver? 




Ciao a tutte :)
Volevo solo ringraziarvi per aver letto mia storia e per averla recensita, spero questo capitolo non vi abbia deluse!
Coccinella_


 

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Capitolo 3
*** Say That You Love me ***


Say That You Love me




– Assolutamente no – alza la voce Oliver
– Hai altre idee per riprenderti l’azienda? – chiedo sarcastica
– Non accetterò la carità dal tuo nuovo ragazzo – mi dice nervoso
– Non è il mio nuovo ragazzo e nessuno farà la carità. Dovrai concorrere con altre aziende ma è un modo Oliver! – sbuffo esausta
– No – risponde testardo. Ci guardiamo in cagnesco siamo nel salotto di casa sua, ancora per poco “sua” continuando di questo passo, siamo esattamente nel punto in cui mi ha detto … Felicity concentrati
– Quanto sei odioso quando fai così? – alzo la voce pure io
– Adesso mi dici che sono pure odioso? – risponde alterato
– Cosa vuoi fare a riguardo? Licenziarmi? Tirarmi una freccia?– lo stuzzico strappandogli un sorriso nonostante il suo nervosismo
– Ollie a me sembra una buona idea – si avvicina Laurel rimasta in disparte fino ad ora. La guardo nervosa in quest’ultimo periodo gli sta attaccata come una cozza
– Laurel ho detto no – risponde lui non degnandola di uno sguardo dato che non stacca i suoi occhi dai miei
– Sei cocciuto – rincaro la dose
– Perché questo Andrew vorrebbe aiutarmi? – mi chiede spazientito
– Non vuole aiutarti, tu insieme a qualche altro imprenditore presenterete i fatturati delle vostre aziende. Li esamineranno e decideranno quale aiutare – alzo gli occhi al cielo esasperata
– Non posso consegnare la mia azienda nelle mani sbagliate per l’ennesima volta – risponde cupo
– Non lo stai facendo Ollie – si intromette Laurel
– No è troppo – risponde risoluto
 – Riconsegnerai questa donazione e l’azienda sarà nuovamente tua – lo guardo seria
– E se qualcosa andasse di nuovo storto? – chiede preoccupato
– Vuoi la tua azienda Oliver? Allora fa davvero qualcosa ma qualcosa di concreto – mi innervosisco. Seguono attimi di silenzio credo stia ponderando la situazione
– Va bene – risponde arrendendosi. Oliver Queen 0, Felicity Smoak 1
– Adesso ho bisogno di tua sorella – sorrido soddisfatta
– Perché? – chiede confuso
– La donazione avverrà al party di stasera – mi avvicino alle scale cauta
– E quando devo consegnare i fatturati? – chiede sempre più confuso. Sorrido colpevole e salgo veloce gli scalini
– Già fatto – urlo
– Felicity! – urla di rimando rimproverandomi col suo solito tono
Busso alla porta della stanza di Thea lei viene ad aprire e non appena mi vede mi riserva un caldo sorriso
– Dimmi pure – si chiude la porta alle spalle
– Stasera ho un party aziendale ho chiesto in giro e mi hanno detto che si vestono tutti molto eleganti ed io ho bisogno di essere quanto meno presentabile – sussurro preoccupata. Lo faccio per Andrew o per Oliver?
– Fai fare a me – sorride eccitata
Mi guardo un’ultima volta allo specchio, l’abito nero lungo a collo alto senza maniche e con un lungo spacco sulla schiena che mi ha prestato Thea mi calza a pennello
– Hai fatto un miracolo – la guardo stupefatta. Mi ha fatto una treccia morbida che mi ricade su un lato della spalla e il trucco è leggerissimo se non contiamo le labbra rosse
– Felicity sei stupenda – mi guarda pienamente soddisfatta
– Non avrei saputo fare di meglio – sorrido
– A mio fratello verrà un infarto – scoppia a ridere. La guardo strana perché dice questo? Lei lo capisce e cambia argomento
– Ci sarà anche Roy? – cerca di essere disinteressata
– No non ci sarà – le sorrido e mi accorgo solo adesso delle valigie messe all’angolo della stanza – Sei in partenza? – aggiungo curiosa. Lei evidentemente in difficoltà inizia a balbettare
– Sì … l’estate è alle porte e voglio … fare una vacanza – risponde evasiva
– Per quanto tempo? – chiedo perplessa dal suo comportamento
– Il necessario, adesso devi andare o si farà tardi – mi da un bacio in guancia e mi butta fuori dalla camera.

Scendo la lunga scalinata di casa Queen pregando di non cadere, i tacchi vertiginosi non mi danno molto equilibrio.
– Felicity wow – sussura Laurel venendomi incontro. Sorrido imbarazzata, i complimenti non mi rendono a mio agio e poi non voglio i complimenti di Laurel Lance perfetta ex fidanzata ma anche un po’ attuale, mistero tra l’altro non ancora svelato, di Oliver Queen.
– Andiamo? – ci raggiunge Oliver intento a guardare il cellulare non appena volge lo sguardo verso me si blocca. Lui indossa il suo smoking nero, gli sta d’incanto e risalta il suo fisico muscoloso. Ci guardiamo per attimi interminabili e per qualche secondo riconosco in lui lo stesso sguardo del “Ti amo” sussurrato quella notte
– Sei bellissima – sorride ricomponendosi
– Assolutamente, mi dispiace non poter venire – si intromette Laurel guardandoci strano. Io la guardo e le sorrido sincera, a me non dispiace non averla tra i piedi per un po’. Oliver le bacia una guancia e poi mi porge il suo braccio lo stringo e con la mano libera saluto Laurel. Alzo lo sguardo e noto in cima alle scale Thea guardarci soddisfatta, mi fa l’occhiolino e va via. In macchina per un po’ è il silenzio a padroneggiare e questo mi rende più nervosa
– Come va con Laurel? – rompo il ghiaccio sperando di non farlo alterare
– Bene, per adesso ci vediamo spesso – risponde cauto, annuisco sorridendo finta
– Invece vedo che Roy ha legato molto con te – non mi fa una domanda è  più una costatazione
– Gli voglio molto bene – rispondo evasiva, lui stringe un po’ le mani sul volante ma non risponde
– A volte penso alla serata in cui hai sconfitto Slade – sussurro guardando fuori il finestrino sovrappensiero
– Abbiamo sconfitto e anche io ci penso … continuamente – guarda davanti a sé anche lui perso nei suoi pensieri
– Sono successe tante cose quella sera – stavolta lo guardo, forse ha ragione Roy invece di crearmi tante false illusioni devo solo affrontarlo
– Molto più di ciò che mi aspettavo – mi guarda anche lui, poi si volta non appena posteggiamo nel sotterraneo della Gale Comunication. Dai Felicity è il momento giusto …
– Oliver … – inizio a parlare ma lui mi blocca
– Andiamo? Non vorremmo arrivare in ritardo – mi sorride strano proprio come mi ha sorriso sull’Isola dopo aver chiarito che avevamo finto di amarci solo per sviare Slade e a me viene voglia di imparare a tirare con l’arco e usare lui come bersaglio. Scendo veloce dalla macchina e mi precipito dentro lasciandolo indietro.

Entro nella grande sala e lo sfarzo ne ricopre ogni centimetro, mi avevano detto che sarebbe stata molto lussuosa come festa ma non pensavo così. Mi guardo intorno sperando di trovare qualcuno con cui parlare e non appena vedo Dig venirmi incontro subito mi sento meno arrabbiata
– Non riesci a capire quanto sono felice di vederti – lo abbraccio forte, lui ricambia
– Oliver? – chiede curioso
– Sono qui – sussurra arrabbiato alle mie spalle mi volto e mi regala un’occhiataccia che mi intimorisce parecchio e penso che se potesse mi urlerebbe volentieri
– Bevici su – mi sussurra Dig passandomi il bicchiere di vino rosso, io accetto volentieri il consiglio e ne bevo un bel sorso sempre sotto lo sguardo ammonitore di Oliver
– Lyla? – chiedo stupita di non vederla, noto Diggle farsi nervoso. In quest’ultimo mese gli ho chiesto spesso cosa stesse succedendo tra lui e Lyla ma è sempre stato evasivo
– è a casa – risponde nervoso guardandomi colpevole
– Ok Diggle basta, dimmi cosa succede – gli dico spazientita. Lui ci guarda nervoso e poi sbuffando sgancia la bomba
– è incinta – sussurra guardando altrove
– Di un bambino? – chiede sconvolto Oliver
– Perspicace Oliver – lo guardo male mentre lui ancora non si è ripreso dallo shock della notizia
– Non era previsto ragazzi io non so che fare – sposta il peso da una gamba all’altra bevendo un sorso dal bicchiere di vino che avevo in mano
– Beviamoci su per stasera – gli sorrido riuscendo a farlo sorride. Ci spostiamo al tavolo delle bevande prendiamo un bicchiere di vino a testa e brindando a noi
– Felcity sei incantevole – mi raggiunge Andrew squadrandomi per bene ad Oliver non sfugge e lo guarda male
– Grazie Andrew, lascia che ti presenti Oliver Queen – Andrew con un sorrisetto beffardo gli stringe la mano e Oliver gliela stringe così forte che penso manchi poco a fargli davvero male. Gli poggio un mano sul braccio e lui gliela sfila
– Sì il CEO della Queen Consolidated, sei sicuramente il favorito per quei fondi – lo guarda serio. Oliver annuisce soltanto e l’aria che si respira è abbastanza elettrica
– Felicity mi prenoto per un ballo – mi schiaccia l’occhio Andrew prima di andare a parlare con altri ospiti. Oliver mi guarda arrabbiato e io sorrido timida cercando di farlo calmare, abbiamo davvero bisogno di quella donazione e non permetterò che il suo orgoglio mandi tutto all’aria.
La musica inizia a riecheggiare nella sala e Oliver prendendomi svelto per mano mi porta in pista superando Andrew che stava per venire da me, i due si guardano male
– Oliver la smetti? Ti ricordo il motivo per cui siamo qui – gli sussurro nervosa. Mi prende per i fianchi e arrossendo leggermente gli metto le mani attorno al collo. Iniziamo a dondolare a tempo di musica ma lui non mi guarda fin quando la band non intona la loro versione della canzone “Say that you love me” che in qualsiasi altro momento avrei ascoltato volentieri tranne mentre sono tra le braccia di Oliver che poco prima ha deliberatamente cambiato argomento quando ha capito che stavo per dichiarargli il mio amore.

“Dear, I fear we are facing a problem , you love me no longer, I know  and maybe there is nothing that I can do, to make you do”
 
Mi guarda impacciato e io imbarazzata, cosa ho fatto nella vita di così brutto da farmi avere un così pessimo Karma? Sposto lo sguardo verso Dig che ridendo mi punta il bicchiere adesso anche lui se la ride, immagino per un momento se ci fosse Roy a vedere la scena e ringrazio subito che non sia venuto. Oliver mi pesta il piede
– Mi fai male – lo guardo male
– Sai che non sono un bravo ballerino – mi dice scusandosi
– Allora forse non avresti dovuto trascinarmi fin qui solo per rubarmi ad Andrew – ci guardiamo in cagnesco – Perché non posso ballare con lui? – chiedo esasperata. Lui mi guarda serio e la canzone inizia a cantare

"Love me love me, Say that you love me, Fool me fool me, Go on and fool me, Love me love me, Pretend that you love me, Leave me leave me, Just say that you need me"
 
Ci guardiamo intensamente ma non apre bocca, mi fermo e lui mi guarda confuso
– Non mi va più di ballare – spiego veloce raggiungendo Dig esasperata
– Devi solo dargli tempo – mi dice il mio amico guardando Oliver ancora fermo in pista.
La serata passa velocemente, Andrew è riuscito a ballare con me nonostante Oliver continuasse a guardarlo male tanto che Diggle è venuto in mio soccorso. Siamo quasi al termine della festa quando Andrew sale sul palco ad annunciare il vincitore dei fondi
– Ogni anno decido di donare dei fondi ad aziende meno fortunate delle mie – inchioda lo sguardo con quello di Oliver – Mi sembra doveroso aiutarsi a vicenda perciò sono felice di annunciarvi che quest’anno i fondi andranno alla Queen Consolidated di Oliver Queen – tutti applaudono commentando chi bene e chi no questa scelta. Io sorrido sincera ad Oliver che pare essere un po’ più rilassato
– So che eri contrario ma è un buon inizio – dice Dig mettendongli la mano sulla spalla, lui annuisce consapevole della grande occasione ottenuta. Gli ospiti man mano si dileguano guardo i ragazzi facendo segno di seguirmi, dobbiamo ringraziare Andrew. Lo blocco mentre sta per andare a bere del vino con una donna e ammetto che la cosa mi infastidisce
– Sei felice? – mi chiede sorridendo sincero, annuisco e guardo Oliver. Lui non dice una parola e Dig gli da una gomitata per convincerlo a parlare
– Ti ringrazio per l’occasione – dice come se avesse imparato a memoria la parte. Io lo guardo male ma è meglio di niente
– Ringrazia questa splendida ragazza che hai vicino a te , sono felice di averti ritrovata– mi guarda ammirevole Andrew, Oliver fa una smorfia con le labbra corrucciate
– Mi dispiace allora che dovrò portartela via – dice Oliver. Noi tre lo guardiamo straniti e confusi dalla sua affermazione – In senso lavorativo – aggiunge poi sorridendo soddisfatto. Ovviamente … Andrew sorride come se la sapesse lunga
– In effetti dovrei ringraziarti Oliver, se posso chiamarti così, mio padre anni fa mi ha vietato assolutamente di uscire con le impiegate … Adesso Felicity non sarà più una mia impiegata – mi bacia la mano Andrew con fare malizioso e va via. Io rimango di stucco e Dig trattiene una risata, Oliver mi trafigge con lo sguardo e si reca verso l’uscita
– Le cose si fanno interessanti– sussurra divertito Diggle.





Ciao a tutte :)
Grazie ancora a tutte quante per aver letto e recensito la mia storia! Sper questo capitolo non vi abbia deluse ;)
Un bacio!

 

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Capitolo 4
*** L'ultima cosa che voglio è farti del male ***


L’ultima cosa che voglio è farti del male



– Come ti senti? – gli chiedo prima di scendere dalla macchina
– Nervoso – si schiarisce la voce e scende. Guardo Dig perplessa e poi seguo Oliver all’interno della Queen Consolidated, un mucchio di persone lo aspetta all’ingresso per protestare. Credo siano gli impiegati non richiamati a lavoro
– Signori vi prego! – alza la voce Oliver con scarsi risultati – Ho chiamato una parte di voi momentaneamente perché i fondi ricevuti mi permettono questo ma il mio intento è riportare l’azienda in alto e non appena questo accadrà sarete tutti richiamati – questo non li accontenta ed Oliver è costretto ad entrare seguito da fischi e parolacce, io cerco di farmi strada tra la folla ma non è facile. Dig ci fa spazio ma qualcuno mi afferra da dietro e Oliver interviene subito afferrando la mano di chi mi trattiene
– Ti consiglio di lasciarla andare – gli intima. La mano sparisce e Oliver afferra il mio braccio e mi guida tra la folla. Entrati in ascensore sospiriamo tutti pesantemente
– Pensate funzionerà? – ci chiede preoccupato
– Lo faremo funzionare – rispondo sicura
– Grazie Felicity … per esserci sempre – mi dice sincero ci guardiamo intensamente mentre Dig fa finta di leggere le informazioni sulla capienza dell’ascensore per non disturbarci
– Dato che sei di buon umore posso parlarti di una cosa? – chiedo titubante, lui annuisce mentre le porte dell’ascensore si aprono, usciamo e ci dirigiamo svelti verso il suo ufficio
– Posso riavere il mio posto da tecnico informatico in questi giorni ho capito quanto mi fosse mancato ­– dico svelta per apparire sicura. Lui si blocca davanti la porta del suo ufficio e mi guarda con disapprovazione
– Non ne avevamo già parlato? – mi chiede stufo
– Ma questa è l’alba di una nuova era … le cose stanno per cambiare – sorrido cercando di essere convincente
– Non per te – mi sorride anche lui ed entra spedito nel suo ufficio. Alzo gli occhi al cielo e lo seguo, Dig si avvicina alla finestra e si perde nei suoi pensieri.
Guardo Oliver facendogli segno di andare a parlargli ma lui lo fa a me, io lo rifaccio a lui e lui lo fa nuovamente a me. Ci guardiamo torvo per altri pochi secondi e poi lui mima un “Felicity” con le labbra. Sbuffo e mi avvicino a Dig
– Come stai? – gli chiedo sorridendo
– Confuso? Nervoso? Impaurito? Scegli tu – mi dice divertito
– Dig è un bambino, so che non era previsto ma un bambino non può mai essere una pessima notizia! – cerco di incoraggiarlo
– Con quello che facciamo come posso tenerli al sicuro? – mi dice spaventato
– Secondo me Arrow ti aiuterà a tenerli al sicuro – si intromette Oliver avvicinandosi
– Grazie Oliver ma tu hai cose più importanti a cui pensare – gli sorride flebile Dig
– Più importante della mia famiglia? Non credo – gli da una pacca sulla spalla e si stringono la mano. Io li guardo sorridendo
– Scusate, posso entrare? – ci chiede una donna con delle gambe kilometriche alla porta
– Chi è questa? – chiedo ad Oliver. Lui mi guarda perplesso e dice
– Dimmelo tu, sei tu la mia segretaria personale e sei tu quella che mi prende gli appuntamenti – Dig mi guarda sorridendo
– Oh giusto! Aspetti un attimo – corro, ticchettando con i miei tacchi, alla mia postazione. Leggo il primo appuntamento di oggi e poi torno da Oliver che mi guarda divertito. La donna invece mi guarda come fossi una pazza
– Lei è la signora Gale … aspetta Gale come Andrew? Ha una moglie e mi bacia la mano in quel modo? E io che pensavo che solo Oliver fosse uno sciupa femmine – La guardo confusa adesso. Un momento ho dato davvero voce ai miei pensieri? Oliver si copre il viso con le mani arrendendosi al mio modo di fare. Dig esce dalla stanza per non ridere in presenza della donna
– Signorina Gale, sono la sorella di Andrew. E sono qui per un investimento personale nell’azienda, posso entrare o devo continuare ad ascoltare le chiacchiere della sua eccentrica segretaria? – chiede sbuffando. Io la guardo male ma Oliver mi fa segno di andare, ho già fatto abbastanza. La guardo un’ultima volta  e mi accorgo di come guarda Oliver … io faccio la stessa cosa? Chiudo la porta e mi siedo sconfitta sulla mia poltrona. Poco dopo mi arriva un email e curiosa la leggo
Sei unica!
Guardo il mittente ed è Oliver, mi volto verso di lui e lo trovo a guardarmi sorridendo per poi spostare il suo sguardo verso la donna. Sorrido contenta di questa piccola dimostrazione di affetto e mi metto a lavoro ma pochi minuti dopo vengo interrotta da qualcuno
– Love me, love me – mi canta Roy appoggiando un bicchiere da trasporto sulla scrivania
– Adesso Dig si mette a fare pure i pettegolezzi? – chiedo sbuffando afferrando il mio cappuccino
– A proposito di pettegolezzi, Dig è incinto? – chiede stupito
– Sì e invece di fare pettegolezzi dovremmo aiutarlo ad accettare la cosa – lo guardo con disapprovazione ma poi noto la divisa da uomo della sicurezza e sorrido
– Lo so, sono proprio figo con questa uniforme – si tocca i pettorali soddisfatto
– Quello che più mi piace di te è la tua modestia – alzo gli occhi al cielo. Poi mi ricordo di dovergli  dire una cosa – Ho parlato recentemente con Thea – sorrido imbarazzata
– Che ti ha detto? – si fa subito interessato
– Sta per partire – lo guardo cauta sistemandomi gli occhiali sul naso 
– Cosa? Ma dove? Per quanto? – la sua voce si fa triste
– Non so ma credo per tutta l’estate – dico dispiaciuta. So che ancora ne è innamorato … siamo due imbecilli
– Stasera andiamo a bere insieme – cerca di ricomporsi nonostante il suo nervosismo è visibile
– No stasera, Arrow permettendo, andrò a casa – dico risoluta
– Ti ho portato il cappuccino non l’avrei fatto se non avessi voluto qualcosa in cambio – mi dice offeso per poi sorridere. Prima di rispondere veniamo interrotti dall’aprirsi della porta, la donna di prima esce sculettando. In viso ha un’espressione soddisfatta, Oliver Roy e Dig le guardano il fondo schiena facendomi indignare … Oliver per lo più.
– Stai per diventare padre – guardo Dig arrabbiata non appena la donna sparisce nell’ascensore
– Non ricordarmelo – mi dice lui incupendosi
– Avanti amico pensa che potrebbe venirti un figlio come me – gli schiaccia l’occhio Roy
– Condoglianze Dig – gli dice Oliver, Roy lo guarda guarda offeso ma Oliver non si scompone – Tu torna a lavoro invece di distrarmi Felicity – gli ordina. Roy fa come gli dice ma prima di andare mi urla “a stasera” e per questo Oliver mi guarda confuso – Vieni con me – mi dice dirigendosi verso il suo ufficio. Dig si siede sulla mia poltrona e alza le spalle per farmi capire che non sa cosa vuole.
Mi siedo sulla sedia davanti la sua scrivania mi guarda nervoso e poi si decide a dire
– Vuole investire un sacco di soldi – lo guardo confusa perché me ne sta parlando?
– è una buona cosa no? – gli chiedo interessata
– Sì ma non vuole che Andrew lo venga a sapere – si morde le labbra. Gliele guardo avida per qualche minuto ma poi cerco di ricompormi
– Stai cercando di minacciarmi? – chiedo divertita
– Può scommetterci signorina Smoak, se non fa quello che le dico non le farò aggiornare per un mese i computer del covo e le toglierò il wifi – mi dice divertito anche lui
– Sai proprio come fare del male ad una ragazza – faccio la finta spaventata
– Sai che non ti fare mai del male quindi questo mi porta a chiederti di tenere il segreto per me. Fallo per me, se il progetto riesce potrebbe portare un mucchio di soldi all’azienda e farci risorgere prima del previsto – mi guarda serio. Pondero la richiesta, in fondo se non fosse per Andrew non saremmo qui ma Oliver merita la mia fiducia
– E va bene ometterò i tuoi patti oscuri con miss gambe kilometriche – rispondo riluttante
– Non sono così lunghe – ci pensa su Oliver
– Ma se non smettevi di guardargliele – alzo gli occhi al cielo
– Felicity l’insegnamento tratto dalla Rochev mi è bastato – si poggia allo schienale della poltrona
– Ecco infatti magari dovresti concentrarti più sul loro cervello che sulle loro gambe – mi accorgo subito di aver esagerato. Ma lui non sembra offeso anzi sorride
– E chi mi consiglieresti? – mi provoca. Sto per risponde ma mi blocco per qualche secondo … vuole davvero giocare?
– Laurel sembra perfetta, perché vuoi che te ne consigli un’altra? In fondo è quello che vuoi no? – rispondo acida. Sta scherzando? Mi ha chiesto davvero un consiglio? Lui mi guarda serio adesso il sorriso è sparito non risponde –  Torno a lavoro – mi alzo e velocemente esco fuori dal suo ufficio
– Mi sembrava strano – sussurra Diggle guardandomi
– Che cosa? – rispondo nervosa
– Che ancora non avevate litigato – si alza raggiungendo Oliver in effetti è vero per adesso litighiamo spesso ... che ci succede?
 
 

La giornata passa in fretta e per nostra sorpresa è stato un via vai di imprenditori interessati ad investire, questo ci fa sperare in bene
– Oliver io vado – busso alla porta dell’ufficio prima di entrare. Lui è al computer mi guarda con occhi esausti
– Esci con Roy? – mi chiede interessato
– Se riesco a scappare senza incontrarlo no – sorrido pensando a quel rompi scatole
– E se qualcuno con un cappuccio verde avesse bisogno di te? – mi chiede sarcastico
– Sa dove trovarmi – rispondo sarcastica pure io – Buona notte – gli sorrido stanca
– Aspetta – si alza e mi viene incontro per darmi un bacio in guancia – Buona notte – mi guarda con quei suoi magnifici occhi. Io resto sorpresa per l’ennesimo gesto inaspettato e per non rovinare il momento giro i tacchi e vado via. Una volta fuori cerco di ricompormi. Mi tocco la guancia sorridendo sorniona, decido di chiamare Roy ma non risponde allora gli mando un messaggio dicendo che sono al parcheggio.
Sento qualcuno arrivarmi alle spalle mi volto ma vedo una figura completamente vestita di nero afferrarmi per la gola
– Chi sei? – chiedo a stento
– Dì al tuo amico Arrow che la guerra è appena iniziata – la voce è trasformata dallo stesso dispositivo che usa Oliver. Stringe ancora di più la presa e mi getta verso il muro facendomi sbattere forte la testa
– Ehi – urla Roy venendogli addosso. Gli sferra un pugno facendolo cadere a terra, Roy si distrae quando emetto un lamento di dolore e la figura nera ne approfitta per sovrastarlo e scappare via.
– Ti prego dimmi che stai bene – Mi chiede preoccupato venendomi incontro e guardandomi la testa. Annuisco e lui prendendo il telefono chiama qualcuno
– Oliver hanno aggredito Felicity, siamo nel parcheggio – blocca la chiamata e mi aiuta ad alzarmi noto che mi sanguina la fronte ma prima che potessi anche solo dire una parola Oliver e Diggle arrivano correndo
– Che ti hanno fatto? – mi prende il visto tra le mani e mi controlla minuziosamente
– Mi ha detto di dirti che la guerra è appena iniziata – riporto la minaccia del mio aggressore
– Uomo o donna? – mi chiede Dig preoccupato
– Non so, era vestito completamente di nero anche la testa era fasciata. Gli occhi erano coperti da una retina nera e la voce era trasformata – sussulto quando Oliver mi tocca il taglio
– Ti porto in ospedale – mi prende per mano
– Non ci voglio andare – lo fermo subito
– Felicity sono d’accordo con Oliver – mi dice sicuro Roy, Dig apre lo sportello della macchina e Oliver mi trascina dentro. Che bello poter prendere da sola le mie decisioni.
 

Il dottore continua a farmi seguire la penna, mi hanno messo due piccoli punti che se contiamo quelli del mese scorso fanno quattro in totale. Sto diventando una dura
– Non sembra esserci emorragia celebrare o trauma grave, può andare a casa ma non lasciatela sola. Se dovesse vomitare o succedere qualcosa di strano portatela subito qui – dice il medico guardando Roy
– Posso darle qualcosa per il dolore? – chiede il mio amico
– Le ho dato dei forti antidolorifici infatti tra poco si sentirà stordita e molto confusa – sussurra il dottore sorridendomi seguito da Roy che sussurra “stasera ci divertiremo allora”.
Oliver e Diggle sono andati a fare un giro per vedere se riuscivano a trovare il mio aggressore. Dopo averli avvisati Roy mi porta a casa
– Tu dormi nel divano e io a letto – mi dice sorridendomi
– Tu sì che sai come si tratta una malata – gli sorrido sedendomi sul divano, lui si mette vicino a me e mi circonda con il suo braccio. La testa mi gira tantissimo ma il dottore ha detto che è normale
– Mi hai fatto spaventare stasera – mi dice sincero il mio amico – Se ti fosse successo qualcosa credo che Oliver mi avrebbe squartato vivo – mi fa l’occhiolino
– Già … lui non vuole stare con me ma è super premuroso. Come fossi una sua sorellina non è carino? – gli chiedo prima sorridendo e poi scoppiando a piangere, ma che mi succede?
– No non piangere non so che fare – mi risponde allarmato facendomi sorridere
– Roy sei proprio pessimo – dico ridendo nonostante le lacrime, lui fa il finto indignato.
Bussano alla porta e si precipita ad aprire. Oliver entra veloce e si blocca non appena mi vede piangere
– Che le hai fatto? – chiede arrabbiato a Roy
– Che le ho fatto io? Perché non ti fai un esame di coscienza! – risponde brusco ci guardiamo allarmati tutte e tre e poi Roy facendomi l’occhiolino dice – Io ho da fare adesso è tutta tua – prende la sua giacca e va via. Oliver lo guarda in silenzio uscire di casa e poi si volta verso di me
– Vuoi dormire? – si siede vicino a me. Faccio segno di no con la testa
– Il dottore mi ha detto di rimanere qualche altra ora sveglia – la voce mi trema
– è tutto finito – mi abbraccia cullandomi. Pensa sia ancora spaventata per prima ma non capisce che le mie lacrime sono per un altro motivo, provo a ricompormi e sciolgo l’abbraccio
– Novità sul mio aggressore? – chiedo con voce più ferma
– No ma ti assicuro che se pentirà – mi dice serio
– Perché? – chiedo sincera, lui mi guarda confuso
– Non voglio ti succeda qualcosa per colpa mia – mi stringe la mano ma gliela sfilo
– Non tutto quello che mi succede è colpa tua Oliver – mi alzo stufa di questa storia
– Il destinatario del messaggio ero io – mi fa notare
– Lo so ma è una mia decisione fare parte del team. Sono grande abbastanza per capire cosa mi mette in pericolo e cosa! La decisione rimane sempre mia – alzo la voce
– Perché sei arrabbiata con me? – chiede nervoso
– Non lo so! – rispondo agitata. Lui mi guarda ancora più confuso e io scoppio a ridere
– Dovresti vedere la tua faccia – rido più forte
– Sei impazzita – constata lui divertito ma preoccupato
– Penso sia l’antidolorifico – alzo le mani in segno di resa. Vado verso la mia camera e mi siedo al centro del letto mi accorgo che sono ancora vestita
– E così questa è la tua camera – entra lui guardandosi intorno
– Sai ho sempre immaginato entrassi qui per altri motivi – commento veloce per poi tapparmi la bocca. Arrossisco come un pomodoro e lui mi guarda serio ma noto che cerca di trattenere il sorriso – Non riesco a credere di averlo detto – sussurro distendendomi disperata a letto. Mi metto un cuscino sul viso e cerco di provare a teletrasportarmi in qualunque posto tranne che lì.
Sento che si siede vicino a me e cerca di togliermi il cuscino ma io forzo la presa lui allora mi fa il solletico ai fianchi e non appena rido toglie il cuscino
– è come rubare caramelle ai bambini – si pavoneggia
– Mi sa che questa storia di essere eroe ti abbia dato alla testa – lo stuzzico scoppiamo a ridere insieme e ci guardiamo, l’aria sembra diventare elettrica. Lui allora si volta e dopo aver preso una buona boccata d’aria dice
– Non posso entrare qui per altri motivi – non mi guarda, io vorrei semplicemente sotterrarmi
– Lo so, scusa se mi è scappato – abbasso la voce
– L’ultima cosa che voglio è farti del male … dovresti chiamare Andrew ed uscire con lui sembra interessato – guarda un punto davanti a sé perso nei suoi pensieri. Mi sta davvero consigliando di uscire con qualcun altro? Non rispondo penso che non mi sono mai sentita così … persa? Delusa?
– Adesso provo a dormire – mi decido a dire dopo un po’. Lui mi guarda e annuisce, mi distendo e lui fa lo stesso ma ci diamo le spalle. Lo sento sospirare e lo stesso faccio io, forse ha ragione è inutile aspettare che si decida dovrei uscire con Andrew e cercare di dimenticarlo. 

 
°°°
 
– L’ultima cosa che voglio è farti del male … dovresti chiamare Andrew ed uscire con lui sembra interessato – lo voglio davvero? È davvero questo che voglio per lei? Lei resta in silenzio e questo mi innervosisce di più. So che vorrebbe facessi qualcosa di concreto ma non credo possa farlo...
– Adesso provo a dormire – mi dice con voce triste, chiudo gli occhi dispiaciuto di sentirla così. Mi distendo dandole le spalle, mi piacerebbe capisse il mio tenerla lontano ma dopo stasera sono ancora più convinto della mia decisione fin quando è vicino a me viva mi sta bene passare per quello cattivo, mi sta bene vederla con qualcun altro … forse.  








Ciao a tutte ;)
Un milione di grazie per aver letto i capitoli precedenti e le recensioni che mi avete lasciato! Grazie davvero!
Spero questo non vi abbia deluse ho messo un piccolo pensiero di Oliver, ho immaginato cosa stesse davvero pensando. Spero vi sia piaciuto :) 
Ancora grazie,
un bacio!
 
 

 

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Capitolo 5
*** In fondo noi ci vediamo allo stesso modo ***


In fondo noi ci vediamo allo stesso modo




Venti, ventuno, ventidue, ventitre, ventiquattro, venticinq…
– Felicity! – mi richiama Roy. Salto in aria facendo cadere i fogli che tenevo in mano a terra. Lui guarda il punto che stavo fissando e mi riserva un’occhiata scettica, sorrido imbarazzata mentre butto un’ultima occhiata ad Oliver impegnato a fare le flessioni appeso alla ringhiera in alto. Mi abbasso per prendere i fogli e Roy mi aiuta
– Devo asciugarti la bava? – mi chiede divertito. Mi alzo di scatto sbattendo la testa sulla scrivania mi lamento per il dolore. Oliver scende per venirmi a controllare
– Sei sempre la solita – mi sussurra guardandomi la testa
– Dovresti proteggerla è troppo importante per il gruppo – mi dice Dig sorridendomi toccandomi anche lui la nuca
– Torniamo a lavoro – sussurro massaggiandomi. Roy si siede vicino a me
– Hai trovato nulla? – mi chiede guardando le registrazioni della notte in cui mi hanno assalito
– No è semplicemente scomparso nel nulla – sussurro avvilita
– Lo troveremo – dice Oliver ritornando a fare le flessioni
Il telefono squilla ed è la linea in cui normalmente chiama il detective Lance ma contemporaneamente sentiamo alla radio della polizia, va bene ammetto che la stiamo intercettando, che un uomo ha preso in ostaggio delle persone in ospedale.
– Detective se chiama per l’ospedale stavo già andando – risponde veloce Oliver. Roy e Dig si preparano e sorrido nel vedere Roy con la sua mascherina rossa lui mi guarda interrogativo e io alzo le spalle
– Va bene momentaneamente le mando Felicity io vi raggiungo non appena finisco – blocca la chiamata
– Dove devo andare? – chiedo curiosa
– A casa di Laurel, ha un caso importante da mostrarvi. Vi raggiungo appena finisco – mi guarda sicuro e annuisco.
 

Busso alla porta nervosa perchè siamo a casa di Laurel? Giusto è sua figlia …
– Eccoti entra pure – mi dice lei aprendo la porta. Prende la mia giacca e la mia borsa e raggiungo il detective in salotto
– Arrow? – mi chiede subito
– Arriverà – rispondo sicura. Lui annuisce e mi passa una cartella
– Cosa è? – chiedo curiosa
– Leggi – me la apre e un sacco di fogli si disperdono sul tavolo. Ci sono molti articoli di giornali, referti ospedalieri e ricerche su internet. Inizio a leggere qualcosa
“ Rapita donna incinta di otto mesi” “Rapito bambino subito dopo la nascita, aperte inchieste su medici e infermieri”  “Rapita e torturata una donna in attesa di un bambino, era al sesto mese di gravidanza. Trovata morta” guardo la foto della donna, una ragazza normale non mi ricorda nessuno.
– Sono di qualche mese fa – spiega il detective.
Prendo un referto ospedaliero e interessata leggo: Donna trent’anni incinta di sette mesi, arrivata in ospedale per travaglio prematuro. Cesareo di urgenza muore poco dopo, seguita dal figlio. Un brivido mi sovviene che gusto può esserci nell’uccidere una donna col suo bambino? Intanto la luce va via e poco dopo entra Arrow
– Detective – lo saluta con la voce trasformata dal dispositivo.  Laurel lo guarda ammirevole anzi come una tredicenne guarderebbe il suo idolo. Alzo gli occhi al cielo.
– Stavo già mostrando il caso alla sua … assistente? – chiede curioso. Lo guardo male
– Partner, lei è la mia partner – risponde sicuro Oliver. Non lo guardo ma non riesco a trattenere un sorriso soprattutto quando vedo l’espressione di Laurel. Mi concentro nuovamente sulle foto dei referti mentre il detective racconta ad Arrow quello che ho appena letto. Prendo una foto della cerco di non farmi impressionare molto e rimanere concentrata. Mi accorgo delle lacrime di sangue negli occhi, sia nella donna che nel bambino …
– Perché fare una cosa del genere? – chiede inorridito Oliver
– O mio Dio – sussurro stupita
– Che hai trovato? – mi chiedono tutti in coro. Guardo la data del primo caso … esattamente sei mesi fa. Quando abbiamo saputo del ritorno di Slade, quando a Roy è stato iniettato il mirakuru
– Felicity – mi richiama Oliver
– Guarda queste foto e dimmi che non ti ricordano gli uomini morti non sopravvissuti al mirakuru – Oliver deglutisce nervoso
– Slade è tornato? – chiede Laurel
– Impossibile – rispondiamo all’unisono io e Oliver. Solo noi e Diggle sappiamo dove si trova.
– Qualcuno avrà ricevuto da lui il mirakuru e adesso quest’ultimo sta provando ad iniettarlo nei bambini –  guardo Oliver impaurita
– Perché mai? – chiede il detective
– L’effetto del mirakuru è difficile da controllare se i bambini imparassero sin da piccoli potrebbero … – non termino la frase
– Potrebbero controllarlo meglio e al massimo dei suoi limiti – termina per me Oliver. Ci guardiamo tutti indignati.
 La serata si conclude poco dopo e  arrivati al covo aggiorniamo Diggle e Roy che rimangono anch’essi indignati dalla notizia
– Dobbiamo fare qualcosa – sussurra deciso Roy
– Anche Layla potrebbe essere in pericolo – commenta cupo Dig
– Nessuno toccherà Lyla e tuo figlio. Te lo prometto – gli dice Oliver.
 
 


Sono impegnata a scrivere un contratto per Oliver da presentare ad uno degli investitori quando qualcuno tossisce per attirare la mia attenzione
– Andrew – sorrido accorgendomi di lui. Ha una rosa in mano che poggia sulla scrivania
– La prima settimana pensavo fossi sparita per il troppo lavoro ma adesso non hai più scuse – fa il finto offeso. È vestito come sempre in giacca e cravatta, i suoi capelli biondi sono ben pettinati ma allo stesso tempo hanno un aria trasandata. Lo guardo negli occhi e rimango un po’ delusa nel constatare che nonostante li abbia blu mare non mi danno le stesse emozioni di un altro paio di occhi …
– Scusa hai ragione – rispondo imbarazzata
– Dovrai farti perdonare – mi sorride amichevole e aggiunge – Stasera puoi concedermi una cena? – mi chiede imbarazzato toccandosi nervoso la testa
– Con piacere – rispondo sorridendo. In fondo ho detto di dover dimenticare Oliver. Andrew si rilassa e sorride sincero
– Bene passo a prenderti alle sette – mi bacia la mano e va via. Mi volto e mi blocco non appena gli occhi di Oliver inchiodano i miei. Sono taglienti, arrabbiati. Sposta subito lo sguardo verso l’investitore con cui è intento a parlare e io mi concentro sul contratto. Finisco subito di scrivere e lo stampo mi alzo e cerco di calmarmi poi mi decido ad entrare nel suo ufficio
– Signor Queen ecco il contratto da lei richiesto – mi avvicino cercando di mostrare sicurezza ma lui credo che se potesse vestirsi di verde impugnare il suo arco e accusarmi di tradire questa città lo farebbe volentieri.
– Grazie signorina Smoak – il suo viso è duro, mi volto e inciampo emettendo un gridolino. Mi volto verso di lui che continua a guardarmi duro e accelerando il passo vado via.
Quando arriva la pausa pranzo Oliver si dilegua subito seguito da Dig che lo guarda perplesso, io decido di andare a pranzare con Roy in un fast food
– Non puoi chiedere ad Andrew se sua sorella è libera? – mi chiede addentando il suo panino
– Assolutamente no – gli tiro una patatina che mangia
– Thea è partita senza neanche salutare, non pensi meriti una ragazza con cui ricominciare? – cerca di farsi coraggio
– Sì ma lontano dall’uomo con cui vorrei ricominciare io – addento il panino
– Si come no – risponde scocciato
– Vorresti dirmi qualcosa? – chiedo nervosa
– Non lo farai mai … e neanche io. Siamo due casi persi – imbocca la cannuccia e inizia a succhiare la coca cola facendo un rumore fastidioso. La donna vicina al nostro tavolo lo guarda disgustata
– Di questo passo ci credo – gli tolgo la cannuccia dalla bocca esasperata. Il mio telefono squilla rispondo subito non appena vedo che è Dig
– Felicity – risponde seccato
– Dimmi – chiedo curiosa
– Oliver mi ha detto di dirti che stasera ci vuole tutti al covo – sento Oliver lamentarsi “Ti avevo detto di dirle che avevamo un caso”
– Di a Oliver che sono impegnata – rispondo nervosa. È davvero un’idiota quando vuole, sento Dig che glielo riferisce e poi inizia a discutere con Oliver. Alzo gli occhi al cielo e avvicino il telefono all’orecchio di Roy così che possa ascoltare
– Dice Oliver … oh ma andiamo parlatene voi due – dice Dig con voce seccata passando il telefono al mio odioso capo
– Rimanda ho bisogno di te al covo – faccio una smorfia e guardo Roy
– La mia assistita contratta la cena e poi viene al covo – si intromette Roy mangiando le patatine. Io gli mimo un “ma che fai” con le labbra e lui mi mima “lo faccio per te” facendomi poi il segno di starmi zitta
– Roy mi passi Felicity – gli chiede Oliver nervoso
– Può parlare in presenza del suo avvocato che il caso vuole sia io – sorride schiacciandomi l’occhio – Quindi ci vediamo al covo dopo cena o non se ne fa nulla – assume un’espressione divertita e non riesco a trattenere un sorriso. Adora stuzzicare Oliver.
– E va bene – Oliver blocca la chiamata e io e Roy ci diamo il cinque
– Perché stiamo festeggiando? – chiedo subito dopo confusa
– Perché mia cara Fel stiamo per rendere interessante tutta questa storia – mi mette un braccio sulla spalla
– E cioè? – chiedo ancora più confusa
– Sono curioso di vedere Oliver Queen geloso della Partner di cui non è innamorato – sorride beffardo baciandomi in guancia
 
 


Scendo le scale nervosa, mi guardo intorno impaurita di vedere un Arrow impiccione e stalker nei paraggi. Ma non si vede nulla, entro in macchina rilassandomi un pochino
– Sei incantevole – mi sorride Andrew guardando le mia gambe scoperte dall’abito corto che indosso, l’ idea è di Roy dice che avrebbe fatto incazzare di più Oliver. Io spero invece di aver fatto colpo su Andrew che da come mi guarda penso ci sia riuscita
– Grazie anche tu – lo guardo bene. Porta una camicia blu che si intona perfettamente ai suoi occhi, la barba rasata e il capelli impeccabili. Non è affatto male. Arrivati al ristorante lo guardo incantata sembra davvero lussuoso, ci sediamo ad un tavolo in disparte vicino una balconata. Starling City ci regala uno spettacolo mozzafiato
– Ti piace il cinese? – mi chiede nervoso
– Adoro il cinese – rispondo felice lui mi regala l’ennesimo sorriso
– Sai pensavo disdicessi – mi dice poi divertito
– Perché mai? – chiedo curiosa
– Ammetto che avere Oliver Queen come rivale è dura – mi guarda sorridendo attento alla mia reazione. Io lo guardo nervosa e arrossisco leggermente
– Non è un tuo rivale – riesco a finalmente a dire
– Non sei una brava bugiarda ma tranquilla mi sta bene. Credo che ancora non sappia neanche lui di essere mio rivale quindi lo brucerò sul tempo – mi regala un’occhiata piena di fascino … ha il suo effetto.
La cena continua nella maniera più squisita possibile, lui è divertente gli piace ascoltarmi e si diverte quando faccio uno dei miei monologhi senza fine. So che non è Oliver ma credo che meriti una possibilità, arrivati a casa mia ci guardiamo sorridendo
– Le chiazze si stanno espandendo – lo guardo preoccupata
– Avranno sicuramente messo lo zenzero da qualche parte e non sono riuscito a toglierlo – sbuffa guardandosi il collo rosso
– Sali ho un antistaminico a casa – gli dico scendendo dall’auto. Lui mi segue subito
– Non dovevi andare da Oliver? – mi chiede curioso
– Ti do l’antistaminico e vado – sorrido
Entrati in casa vado dritta in bagno seguita da Andrew gli passo il flacone e lui mi sorride
– Grazie, a che ci sono posso approfittare anche del tuo bagno? – mi chiede
– Certo fa pure – mi dirigo in salotto e caccio via un urlo quando noto Oliver, versione Arrow,  nel balcone di casa
– Va tutto bene? – mi chiede Andrew preoccupato
– Sì stavo inciampando – rispondo aprendo la portafinestra – Sei impazzito? ­­– gli sussurro
– Avevi detto che dopo cena ci saremmo visti – mi dice arrabbiato
– Stavo venendo – allargo le braccia
– Allora perché siete qui? – mi chiede nervoso
– Come hai fatto a sapere dove fossi? – chiedo curiosa
– Il tuo telefono – risponde veloce senza guardarmi
– Hai rintracciato il mio telefono? – chiedo alzando la voce
– Che dici? – fa capolinea Andrew in soggiorno. Chiudo subito tutto e tiro la tenda in modo da coprire del tutto la portafinestra
– Mi hanno chiamata al telefono … devo andare – balbetto nervosa
– Sì scusami per averti trattenuta più del dovuto – si tocca la testa come quando è nervoso e si avvicina pericolosamente a me. I nostri nasi si sfiorano e mentre le nostre bocche stanno per toccarsi un tonfo alla finestra ci fa saltare in aria
– Che cosa è stato? – chiede preoccupato Andrew
– Piccioni … piccioni? Emm si a volte sbattono alla mia finestra – ammetto anche io che questa è la scusa più idiota che poteva uscirmi dalla bocca ma cosa avrei dovuto dirgli? Che il mio capo in versione vigilante sta facendo lo stalker arrampicato al mio balcone?
– Emm … ok – risponde lui guardandomi strano mi prende la mano e me la bacia – è stato un piacere ci vediamo presto Smoak – si volta e va via.
Tiro via la tenda e apro la porta facendo entrare Oliver
– Perché quel rumore? – chiedo arrabbiata
­ – Il mio arco ha sbattuto accidentalmente alla tua finestra – mi guarda serio e io scettica. Ha la stessa faccia di quando mi rifilava quelle assurde storie quando non ero a conoscenza del suo segreto
– Andiamo – aggiunge serio dirigendosi verso la porta. Incrocio le braccia al petto e urlo
– Sei travestito – alzo gli occhi al cielo. Lui torna indietro guardando davanti a sé
– Ci vediamo giù – mormora andando via dal balcone.
Entrata in macchina, Dig alla guida mi guarda dallo specchietto retrovisore e al posto passeggero è seduto Roy. Oliver sale stranamente vicino a me, poggia il suo arco in mezzo a noi e si toglie il cappuccio e la maschera
– Non siamo riusciti a fermarlo scusa – mi dice dispiaciuto Dig mettendo in moto, guardo torva Oliver che invece mi guarda rilassato. Mi irrita parecchio questo atteggiamento in fondo sa come stanno le cose.
– Siamo un team non possiamo lavorare senza qualcuno – mi dice
– Stavo arrivando – scandisco bene la frase
– E lui stava impazzendo – sussurra seccato Roy
– Perché ho deciso di darti la maschera? – si lamenta Oliver
– Ci voleva un membro simpatico nel team – risponde divertito Roy poi si volta e mi chiede – Com’è andata? Sei splendida con questo vestitino corto – guarda subito Oliver che si volta a guardare le mie gambe
– è stata una serata grandiosa – guardo nuovamente in cagnesco Oliver e stavolta lui ricambia
– Vi rivedrete? – incalza Roy
– Credo proprio di sì – rispondo sicura
 
 

 °°°

– Vi rivedrete? – incalza Roy, perché questo ragazzo ha deciso di complicarmi la vita?
– Credo proprio di sì – risponde sicura lei. 
Mi irrita parecchio questo atteggiamento in fondo sa come stanno le cose.
 Staremo a vedere! Questo Andrew non va bene per lei, mi sbagliavo. La guarda come se volesse portarsela a letto e non deve accadere … perché lei non si merita di essere usata solo per una notte e sicuramente lui ha queste intenzioni. La guardo di sottecchi l’abito è eccessivamente corto, cosa le è preso? Perché si è vestita così? Lei non è questo tipo di ragazza, lei non ha mai appuntamenti con uomini decisi ad andare oltre. Perché adesso lo fa? Cioè io stavo con Sara ma era una storia destinata a non durare e lo sapevo questo … lei con questo Andrew ha intenzioni serie e non posso permetterlo. Ovviamente per il suo bene … sbuffo sonoramente e noto che Roy sorride soddisfatto. Domani all’allenamento lo farò sudare parecchio così impara a mettermi i bastoni tra le ruote. Diggle mi guarda dallo specchietto e assume un’espressione divertita poi guarda altrove.
– Oliver – mi chiama lei, mi volto immediatamente
– Dimmi – chiedo curioso
– Non farlo mai più – mi dice seria
– Cosa? ­ – la guardo confusa
– Andrew mi piace davvero, non rovinare tutto – si volta  a guardare fuori il finestrino
Io continuo a guardarla stupito da quello che mi ha appena detto, le piace davvero? O ma andiamo Felicity potresti avere di meglio, potresti avere un uomo che farebbe qualsiasi cosa per tenerti al sicuro, per renderti felice. Potresti avere un uomo in grado di amarti senza fine. Potresti avere …




Ciao a tutte :)
come al solito prendo questo piccolo spazio per ringraziarvi tutte per aver letto e recensito la mia storia :)
Grazie mille davvero :)

 

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Capitolo 6
*** Te lo leggo negli occhi ***


Te lo leggo negli occhi



– Oliver – lo chiamo all’auricolare
– Dimmi – risponde concentrato
– Recatevi nel sotterrano, vicino la porta del personale c’è una porta a muro nascosta. Vi porterà lì – seguo la pianta dell’ospedale che è stato nuovamente preso di mira. Qualcuno ha messo delle bombe e dobbiamo trovarle presto
– Quanto tempo ci rimane? – mi chiede Roy, guardo il timer
– Venti minuti – sospiro nervosa – Ragazzi state attenti vi prego – continuo a seguirli all’interno della pianta tramite il gps. Li sento combattere con qualcuno
– Che succede? – chiedo preoccupata
– Uomini .. o donne. Sono vestiti tutti di nero come il tuo aggressore – mi avverte Dig. Era questa la guerra? Mettere fuori d'uso l'ospedale?
– Feli … – prova a dire Roy ma il collegamento si blocca
– Roy? – non risponde – Roy? – alzo la voce. Il gps collegato all'auricolare sparisce e la posizione di Roy si perde
– Che succede? – mi chiede Oliver
– Stava parlando ma qualcosa l’ha interrotto – sono preoccupata, cerco di ripristinare il collegamento ma non lo trova
– Roy! – lo chiama Oliver. Nessun risposta, l’ansia mi pervade
– Colpa mia ho staccato l’auricolare per sbaglio – la voce divertita di Roy fa nuovamente capolinea
– Mi hai fatto prendere un colpo, idiota! – lo rimprovero ma lo sento ridere
– Concentratevi – sento dire ad Oliver tra un pugno e l’altro
– Ci siamo – dice Diggle
– Bene mandami la foto del dispositivo – gli chiedo subito. In un attimo mi arriva la foto è un ordigno a bassa progettazione, fatto a mano sicuro.
– Taglia il blu – dico sicura
– Felicity ne sei sicura? – mi chiede nervoso Oliver
– No ma se aspettiamo saltate in aria lo stesso – sospiro nervosa. Attimi di silenzio vengono subito dopo chiudo gli occhi pregando di non essere la causa della morte delle tre persone più importanti della mia vita
– Cazzo – sento sussurrare a Roy
– Che succede? – chiedo allarmata
– Il tempo è diminuito, mancano quaranta secondi – sussurra nervoso Oliver. Mi concentro guardando la foto dell’ordigno mangiandomi nervosamente le unghia
– Felicity – mi sollecita lui
– Togli lo schermo al timer Oliver e dimmi cosa vedi – cerco di mantenere la calma, fa quello che dico
– C’è un altro mini timer – mi dice sicuro
– La bomba è li, scopri i fili e mandami la foto – dico veloce. La foto arriva e stavolta mi appare un ordignio più sofisticato, resto li immobile a guardare l'immagine studiandola in ogni suo dettaglio
– Mancano quindici secondi – mi sollecita nervoso Roy. Mi accorgo di un elegante e sofisticato trucco tra i fili, solo un occhio attento poteva notarlo 
– Rosso – dico immediatamente chiudendo istintivamente gli occhi e incrociando le dita.
Silenzio, silenzio, silenzio, silenzio, silenzio, silenzio
– Oliver! – urlo
– Siamo vivi, tutto bene. Arriviamo – chiude il collegamento, io esausta poggio la testa sulla scrivania emettendo un sospiro di sollievo
 
°°°
– Per un attimo ho avuto davvero paura – sussurra Roy entrando al Verdant o quello che ne rimane
– Fortunatamente possiamo riderci su – dice divertito Diggle scendendo le scale che portano al covo. Svoltato l’angolo Felicity si alza velocemente e mi viene incontro per poi abbracciarmi. Sorrido ricambiando l’abbraccio e mi rendo conto che quando ho staccato l’ultimo filo ho chiuso gli occhi pensando a lei
– Sono felice di vedervi – si stacca da me e  abbraccia gli altri, vederla abbracciata a Roy mi fa ancora uno strano effetto
– Se avessi sbagliato filo il mio fantasma ti avrebbe perseguitata a vita – le bacia la testa quest’ultimo
– Ci meritiamo il resto della serata libero – annuncio stanco
– Anche se ancora non abbiamo capito perché hanno preso di mira l’ospedale – mi dice confusa Felicity
– Ed è sicuramente collegato al tuo aggressore – constata Dig. Ci guardiamo confusi e poi sospiriamo all’unisono
– Per stasera dormiteci su – do una pacca sulla spalla a Diggle che poco dopo va via seguito da Roy
– Tu non vai via? – le chiedo non appena vedo che si risiede alla sua postazione
– Voglio fare qualche ricerca e … – la blocco subito
– Felicity rimandiamo a domani, riposati. Mi servi a pieno delle tue forze – le sorrido caldo e lei ricambia, questo mi consola un po’ perché in questi giorni è stata così distratta da Andrew che temo davvero me la stia portando via …
– E va bene – sussurra stanca
 Si alza a prende la borsa si volta per baciarmi in guancia mentre lo stesso faccio io, le nostre bocche si toccano per un minuto. Lei si stacca subito e mi guarda rossa in viso io non mi muovo. Cerco di riordinare le idee, il cuore inizia ad aumentare i battiti e continuo a incastonare il mio sguardo al suo. Non sono tanto stupito per quello che è appena successo ma sono stupito dalla sua reazione si è staccata subito quando io non mi sarei mosso … andiamo Oliver ricorda che ti sei ripromesso di tenerla al sicuro.
 
 °°°
 
Continuo a guardarlo come un ebete, sono così imbarazzata che se potessi infilare la testa sotto terra come uno struzzo lo fare volentieri. Lui ha una strana espressione non riesco davvero a decifrarla. Quando le nostre labbra si sono unite, per sbaglio, è stato un groviglio di emozioni ma so che sono solo mie, lui ha messo in chiaro tutto l’altra sera. Non avrei mai voluto interrompere quel momento ma sarebbe stato più difficile dimenticarlo …
– Buona notte – sussurro e vado via, lui mi guarda sparire nell’ombra e negli occhi ha ancora la stessa indecifrabile espressione.
La notte dormi pochissimo come faccio a chiudere gli occhi quando ogni volta che lo faccio le labbra di Oliver fanno capolinea nei i miei pensieri? Continuo a rigirarmi finchè il sonno non ha la meglio e i miei sogni hanno un unico tema: Oliver.

Il mio telefono squilla insistentemente, guardo l’ora e sgrano gli occhi notando che sono le otto mezza e tra meno di mezzo’ora devo essere in ufficio
– Pronto? – mi alzo subito in piedi
– Bellezza – la voce calda di Andrew mi sveglia del tutto. Arrossisco a questo nomignolo, in questa settimana ci siamo avvicinati molto. Ripenso al nostro primo bacio ma poi l’immagine viene sostituita da quello dato ieri ad Oliver  
– Sono in ritardo – spiego tra un affanno e l’altro. Lui ride divertito
– Allora faccio subito, stasera alle diciannove mostra di arte contemporanea e poi cena a più tardi – blocca la chiamata. Guardo lo schermo spegnersi ma decido di pensarci dopo e correre a lavoro.
 
– Dov’eri? – mi chiede Oliver fermo davanti la mia scrivania
– La sveglia non ha suonato scusami – lo guardo negli occhi ma poi abbasso lo sguardo imbarazzata
– Vado fuori tutta la giornata passami le chiamate più importanti al numero privato – alzo lo sguardo e lo fisso confusa stavolta è lui a non ricambiare
– Dove vai? – chiedo confusa
– Valerie deve mostrarmi i pannelli e gli impianti ad energia alternativa in lavorazione a Central City. Se vanno bene spostiamo la costruzione qui e firmiamo il contratto – guarda l’ora distratto
– Valerie? – chiedo ancora più confusa, lui alza lo sguardo nervoso come se avesse preferito evitare questa domanda
– La sorella di Andrew – spiega veloce tossendo nervoso
– Starete tutto il giorno fuori? – chiedo scettica. Non fa in tempo a rispondere che dalle porte dell’ascensore esce la dea della bellezza fatta persona, gambe kilometriche, capelli rossi e occhi azzurro cielo per non parlare del corpo da modella fasciato in un mini abito stretto firmato Chanel che nemmeno un anno intero di miei stipendi riuscirebbe a pagare una cifra del genere.
– Oliver – pronuncia il suo nome mettendo il risalto la bocca carnosa che si ritrova poi si toglie gli occhiali da sole e inchioda i suoi occhi ai miei – Signorina Smoak o forse ormai dovrei chiamarti Felicity? Possiamo considerarci parenti no? – mi chiede sorridendo impertinente
– Signorina Gale – resto sul formale, guardo velocemente Oliver che ha occhi solo per Valerie poi mi fa un cenno con la testa e sparisce insieme a lei nell’ascensore. Deglutisco nervosa e cerco di farmi coraggio in fondo dovevo aspettarmelo. Diggle mi guarda dispiaciuto e raggiunge Oliver.

Il resto della giornata trascorre abbastanza lento, forse perché manca qualcuno in quell’ufficio. Prendo tanti appuntamenti annoiata e noto che purtroppo non arriva neanche una chiamata urgente, guarda caso. 
– Finalmente questa giornata è finita – mi dice Roy aspettandomi davanti l’uscita. Lo guardo e corro ad abbracciarlo, lui ricambia subito
– Che ti succede? – mi chiede preoccupato
– Mi sei mancato – lo stringo di più
– Ti sono mancato io o qualcun altro? – mi chiede divertito, lo guardo male e mi riabbraccia ridendo
– Scusa ho rovinato il nostro momento romantico – mi dice facendomi scoppiare a ridere
– Ceniamo insieme? – chiede non appena mi stacco
– Sta arrivando Andrew – alzo le spalle dispiaciuta
– Bene allora confermo il mio appuntamento con una tipa conosciuta oggi al bar – sorride soddisfatto
– Avresti rimandato per me? – mi porto la mano al cuore facendo finta di essere emozionata
– Ovviamente ti sarebbe costato qualche centone – fa un espressione buffa. Un’auto si ferma davanti a me ed Andrew mi saluta sorridendo felice
– Lasciati andare – mi sussurra all’orecchio Roy salutando Andrew prima di andare via.
 

– Non so se sono più belli i quadri o te, anzi no lo so … i quadri – mi sorride Andrew passeggiando dentro la galleria del museo. Mi tiene dolcemente per mano e avvicinandomi mi lascia un leggero bacio sulle labbra, sono così diverse da quelle di Oliver.
– Sapevo che tutta quella galanteria sarebbe durata poco – alzo gli occhi al cielo divertita. Mi arriva un messaggio prendo il telefono ed Andrew si avvicina ad ammirare un quadro dove io vedo scarabocchi invece lui vede un capolavoro.

Restiamo qui per la notte, ho avvertito anche Roy. Dig
Lo rileggo per essere sicura e mi decido a scrivere
Oliver è lì con te?
 
Volto lo sguardo verso Andrew che è completamente ammaliato da quel quadro, sorrido all’evidente dolcezza e bellezza di questo ragazzo. Il telefono emette un bip
No …
 
Scorro il messaggio e leggo tutto quello che non mi ha scritto, i puntini sono abbastanza eloquenti. Chiudo gli occhi facendomi forza e capisco che Oliver Queen non ricambierà mai i miei sentimenti.
– Tutto apposto? – mi carezza la guancia Andrew facendomi aprire immediatamente gli occhi
– Sì scusami, sono solo un po’ stanca – sorrido forzata, maledicendomi mentalmente per avere Oliver tra i miei pensieri mentre sono in compagnia di un ragazzo magnifico
– Andiamo a cenare? – mi chiede baciandomi la mano
– Andiamo a cenare – rispondo sorridendo.

Prima che possiamo arrivare al cancello entrano degli uomini vestiti di nero armati. Sono uaguali a quello che mi ha aggredito poco tempo fa
– Tutti a terra immediatamente – sparano un colpo al tetto e tutti siamo costretti a buttarci giù
– Andrew – sussurro spaventata guardandolo
– Andrà tutto bene – mi stringe forte la mano.
Sono una decina di uomini o donne, non si capisce molto dalle tute e cercano qualcuno tra la folla. Uno si ferma davanti a me e poi va via, afferrano un uomo sulla cinquantina d’anni e gli piantano una pallottola in testa. Seguono urla di paura, chiudo gli occhi cercando di mantenere la calma
– Questo per avvertirvi di non fare gli eroi – urla compiaciuto. Tutte le loro voci sono trasformate.
Continuo ad avere gli occhi serrato quando inaspettatamente qualcuno mi afferra dalle spalle e mi fa alzare
– Non toccatela! – si alza subito Andrew, ma con un colpo alla testa uno lo mette KO
– No! ­­– urlo spaventata ma vengo afferrata per un braccio e portata in una piccola stanzetta. La luce è flebile, prendono la mia borsa e si mettono a frugare dentro
– Chiama il tuo amico – mi ordina passandomi il telefono
– Cosa? – chiedo confusa
– Voglio Arrow subito qui – lo guardo stranita
– Chiamalo! – mi urla dandomi un pugno. Le lacrime fanno capolinea sul mio volto e veloce digito il numero di Oliver.
Squilla ma non risponde. Riprovo nuovamente ma non risponde e riprovo una terza volta e stavolta parte la segreteria. Guardo quella maschera nera con timore ma non vedo nessun paio di occhi a ricambiare è troppo buio
– Fallo venire qui o muori – mi punta la pistola alla tempia. Digito il numero di Roy che risponde subito
– Felicity stavo per chiamarti hanno preso in ostaggio delle persone alla galleria d’arte moderna – mi dice veloce
– Roy – scoppio a piangere
– Stai bene? – chiede allarmato, quell’uomo intanto toglie la sicura dalla sua pistola e l'angoscia si impossessa di me
– Sono qui tenuta in ostaggio vogliono Arrow ma non risponde – cerco di calmarmi
– Arrivo – blocca subito la chiamata
– Voglio Arrow – mi sussurra nuovamente
– Lo porterà qui – cerco di essere convincente. Rimaniamo così per quello che mi sembra un eternità, io impaurita in un angolo con la pistola puntata alla tempia e il mio aggressore immobile ad attendere.
Il silenzio tombale viene rotto da un rumore provenire dalla sala ooi sento urla spari e grida di dolore. Vengo afferrata nuovamente per il braccio e trascinata verso la sala. Gli ostaggi sono ancora li immobili mentre gli incappucciati, non so come altro definirli, sono a terra stesi e doloranti dalle frecce infilzate in svariate parti del corpo. Mi concentro sul colore delle frecce sperando di vederle verdi, guardo bene una freccia ai miei piedi: rossa.
– Lasciala andare – si avvicina Roy cauto. La maschera e il cappuccio della felpa nascondo la sua identità
– Io ho detto di volere Arrow! – urla il mio aggressore avvicinandomi di più la pistola alla tempia e afferrandomi violentemente con la mano libera la testa.
– Spiacente dovrai accontentarti di me – sorride divertito.
Bene Felicity ora o mai più, afferro la sua mano e premo sulle dita come mi ha insegnato Dig. Le distanzio e facendo forza le apro rompendole. Il mio aggressore urla dolorante mi abbasso subito e Roy lo infilza con  una freccia sulla spalla. La luce va via facendoci urlare tutti, Roy corre subito verso di me parandomi col suo stesso corpo. Quando la luce ritorna la maggior parte degli incappucciati è sparita lasciando solo quei pochi privi di senso. Roy corre verso uno di loro levandogli la maschera, scoprendo il viso di una normale ragazza. La stessa cosa faccio io e scopro il viso di un normale ragazzo, ci guardiamo avviliti sapendo che questo non ci porta a capire che succede. Sento Andrew lamentarsi e gli vado incontro mentre Roy sparisce tra la notte un secondo prima che arrivino i poliziotti
– Stai bene? – lo abbraccio grata di vederlo sveglio
– Ti hanno fatto del male? – chiede confuso. Gli sorrido e l’abbraccio.
 

Tornata a casa mi faccio una doccia rilassante mentre Roy mi prepara una camomilla.  Ci sediamo sul divano sconfitti e stanchi accendo il mio computer  e cerco notizie su quanto è accaduto sbuffo quando capisco che non dicono niente che non sappia già. Poi mi accorgo che anche stasera l’ospedale è stato colpito, sono state rubate analisi del sangue e si sono resi conto adesso che anche le volte scorse ne sono sparite.
– Ma che succede? – sussurro confusa. Roy si avvicina e legge gli articoli
– Secondo te è stato un diversivo? – mi chiede o forse chiede più a se stesso. Non faccio in tempo a rispondere che bussano forte alla porta, mi alzo di controvoglia e apro la porta
– Stai bene? – entra Oliver come una furia seguito da Diggle
– Dov’eri? – chiedo con rabbia, strano non mi sentivo così furiosa. Ma adesso mi rendo contro che lui non era lì.
– Avevo spento il telefono, quando Diggle è riuscito a trovarmi ho ascoltato i messaggi di Roy e ... – non termina la frase appena nota qualcusa sul mio volto, mi tocca lo zigomo nero per via del pugno ma mi scosto
– Dov’eri? – richiedo con un filo di voce. Sa cosa voglio sapere glielo leggo negli occhi
– Ero … con Valerie – sussurra nervoso. Mi guarda dispiaciuto.
– Stavi facendo sesso con lei? – chiedo a brucia pelo. Roy lo guarda in attesa e Diggle si nasconde dai miei occhi facendomi capire tante cose. Oliver non risponde ma io continuo a sostenere il suo sguardo
– Sì – sussurra infine chiudendo gli occhi
– Va via – sussurro infine io.




Ciao a tutte :)
Come sempre vi ringrazio per leggere e recensire la mia storia ;) e per averla messa tra le seguite, preferite e ricordate :)
Davvero grazie!
Spero il capitolo non vi abbia deluse :)

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Capitolo 7
*** Combatti per lei ***


Combatti per lei





– Andiamo ragazzi davvero non vi sembra strano? – ci chiede stupito Roy.
Io e Dig lo guardiamo scettici. Siamo al covo seduti intorno al tavolo intenti a leggere referti e denuncie sugli ultimi accadimenti avvenuti in ospedale
– Roy, Thea è maggiorenne – gli ricorda Dig
– Ma da quando è partita non mi ha scritto nemmeno una volta e nemmeno ha risposto alle mie email – dice scocciato lui
– Sei il suo ex fidanzato è normale che non si faccia sentire – poggio la mano sulla sua e lui mi guarda deluso. Posso capire cosa si prova …
– Anche ad Oliver ha scritto poche volte, ormai è partita da settimane – sussurra flebile. Il nome di Oliver mi porta alla mente gli ultimi fatti
– Hai … hai parlato con Oliver? – chiedo fingendo indifferenza, sono passati tre giorni da quella sera. Tre giorni in cui ci evitiamo. È stato sempre in giro per lavoro a chiudere contratti , devo dire che le cose stanno andando bene per l’azienda, quindi in ufficio non ci ha messo piede e i messaggi glieli ho fatti recapitare da Dig e sono tre giorni in cui Arrow caccia i criminali senza il mio aiuto ... apparentemente Dig mi ha fatto da tramite e l'ho sempre tenuto d'occhio. Stasera sono qui perché so che lui è fuori ma mi rendo conto che la situazione è difficile.
– Sì ieri sera abbiamo vigilato insieme – sorride divertito lui, poi mi guarda bene e capisce che non ci trovo nulla di divertente. Fa la stessa cosa che ho fatto io poco prima, poggia la sua mano sulla mia e mi guarda comprensivo
– Voi invece non volete parlarne? – azzarda a chiedere Dig distraendosi dalle sue ricerche
– Assolutamente no, stavolta sono davvero arrabbiata Dig. È andato a letto con Valerie e se non fosse stata per la tempestività di Roy mi avrebbero sparato in testa – dico arrabbiata
– Si sente molto in colpa – prova a difenderlo Dig
– Fa bene – sussurro risoluta
– Fel in effetti non potete continuare così – azzarda a dire anche Roy
– Facciamo che non parliamo di Oliver per l’eternità – chiudo il discorso nervosa facendo zittire i miei amici.

Mi concentro nuovamente sulle mie ricerche cercando di calmarmi e di reprimere gli istinti omicidi verso quell’idiota.  In questo momento potrei allearmi con Slade … sorrido divertita all’idea di me che combatto insieme a Slade. Cala il silenzio in quella stanza siamo tutti concentrati sulle ricerche ma non riesco a controllare il nervoso
– Insomma è andato a letto con una, la sorella di Andrew tra l’altro, mentre io avevo una pistola puntata alla tempia – inizio a straparlare nervosa abbandonando la mia ricerca
– Certo che l’eternità è passata velocemente – esclama Roy guardando divertito Dig
– No per farti nuovamente arrabbiare … ma sei più arrabbiata perché lui non c’era o perché lui è andato a letto con Valerie? –  Diggle mi guarda sapendo già la risposta.
Io mi ammutolisco ponderando bene la risposta … per cosa sono davvero arrabbiata? Lui mi ha promesso che mi avrebbe protetto sempre ed ha mantenuto la promessa fino a tre giorni fa ma mi aveva anche promesso che aveva imparato la lezione dalla Rochev e avrebbe smesso di andare a letto con questo tipo di donne. Ma in fondo non siamo fidanzati dovrebbe essere Laurel ad avercela con lui per questo motivo. Pian piano la consapevolezza di quello che provo per Oliver si fa sempre più chiara e più forte
– Provo qualcosa per lui – sussurro flebile. Finalmente ammetto, ad alta voce, i miei sentimenti guardando imbarazzata i miei amici. Loro prima mi guardano divertiti e poi confusi
– Questo è il momento in cui dovremmo assumere un’espressione stupita? – chiede Roy ridendo
– Non l’avrei mai detto – sussurra Dig mentre legge un referto
– Vi odio … tutte e due – alzo gli occhi al cielo

La porta si apre di scatto e un Oliver ferito scende le scale aiutato da una bionda con una tuta nera di pelle e da Sara. Ci alziamo di scatto e vado verso Oliver ma mi fermo non appena volta lo sguardo verso di me. È come se il mondo si fermasse e in quella stanza ci fossimo solo io e lui che mi guarda con uno sguardo misto a sensi di colpa e imbarazzo. Noto Sara guardarci e fare un’espressione confusa apre la bocca ma Roy la blocca facendole capire di evitare
– Stai bene? – gli chiede Dig. Gli guardo la ferita al braccio
– Schivato da un proiettile – sminuisce lui la cosa. Mi volto verso la bionda vicino a lui e Roy fa la stessa cosa
– E lei? – chiede curioso. La bionda si toglie la maschera e la parrucca e il viso di Laurel ci appare soddisfatto
– Sono io – sorride divertita. Sgraniamo gli occhi e subito guardo Oliver intento a farsi curare da Sara
– Sei tornata con noi? – le chiedo cercando di ignorare la presenza di Laurel
– Hanno rapito Nyssa ero venuta a chiedere aiuto ad Ollie ma l’ho trovato impegnato a combattere dei criminali aiutato da mia sorella – guarda Laurel con disapprovazione
– Adesso fai parte del Team? – chiede scettico Roy
– Mi alleno dalla sera in cui avete sconfitto Slade ho chiesto ad Ollie di mantenere il segreto finchè non fossi stata sicura di essere pronta – gli sorride sincera lui ricambia e io storpio le labbra guadagnandomi una piccola gomitata da Roy che cerca di trattenere una risata
– Sono cambiate un bel po’ di cose qui – sussurra Sara guardandomi compiaciuta, le riservo un mezzo sorriso
– Ti aiuteremo a trovare Nyssa – dice sicura Laurel
– Quindi siete stati molto insieme perché ti stava allenando? – chiedo curiosa. Tutti mi guardano straniti ma io non voglio far cadere l’argomento
– Sì senza Ollie non ci sarei mai riuscita – risponde sincera lei
– Ed io che pensavo che foste tornati insieme – sussurro sollevata  poi la guardo imbarazzata – Cioè non che fosse un problema – mi mordo il labbro – E poi adesso capisco perché non si è fatto problemi ad andare a letto con Valerie  mentre stavano per uccidermi – cala un silenzio imbarazzante. Perché quando inizio a straparlare mi è impossibile fermarmi?
– Chi è Valerie? – chiede infastidita lei
– Già chi è Valerie? – chiede Sara curiosa
– La storia diventa sempre più interessante – commenta divertito Roy incrociando le braccia al petto
– Non ha importanza – sussurra infastidito Oliver guardando male Roy. Poi sposta lo sguardo verso di me e gli regalo un’occhiata piena di rancore e di rabbia. Lui mi guarda nervoso
– Posso rimanere solo con Felicity? – chiede di punto in bianco. Sara gli mette il cerotto e annuisce mentre Laurel mi guarda infastidita. Roy mi fa l’occhiolino e Dig mi poggia una mano sulla spalla e poi come da Oliver richiesto ci lasciano soli. Mi volto dandogli le spalle devo resistere senza farmi ammaliare dai suoi occhi
– Felicity – mi chiama ma non mi muovo
– Felicity – ci riprova ma lo ignoro
– Feli-ci-ty – mi richiama col suo solito tono scandendo sillaba per sillaba e mi fa voltare
– Cosa? Cosa vuoi? – gli rispondo acida
– Mi dispiace – si affretta a dire. Ci guardiamo per un momento che pare interminabile sento che si immerge completamente dentro i miei occhi e io faccio lo stesso. Nonostante sia troppo difficile per me cerco di non cedere e decido a fare il discorso che mi preparo da giorni
– “Sarai sempre la mia ragazza Felicity” te lo ricordi? – gli chiedo seria, lui solleva di poco gli angoli della bocca e annuisce – Tu non eri lì con me Oliver – gli occhi mi diventano lucidi e la voce  mi trema – Ero li impaurita con un pazzo che minacciava di uccidermi e l’unica cosa a cui pensavo era quando saresti venuto a salvarmi. Persino nelle frecce ti cercavo, ne volevo scovare qualcuna verde ma invece erano tutte rosse e se non fosse stato per Roy non sarei qui. Ma tu mi hai promesso che mi avresti sempre protetto tu mi hai detto che sarei sempre stata la tua ragazza e forse è stata colpa mia, ho creduto di essere più di una semplice maga del computer per te – lo guardo arrabbiata credo di aver rotto gli argini e adesso i miei pensieri e i miei sentimenti scorrono come un fiume in piena. Lui mi guarda dispiaciuto ma non riesce a dirmi qualcosa così continuo
– La cosa che mi fa più arrabbiare è che mi fa più male che sei andato a letto con Valerie e no per avermi abbandonata nelle mani di quei criminali – lui cambia espressione e prova a parlare ma lo blocco –Non prendermi in giro Oliver hai sempre saputo cosa provo per te. Ma nonostante tutto ho cercato di esserti amica e partner malgrado tu mi abbia detto che per via di quello che fai non sei pronto a stare con qualcuno a cui tieni e poco tempo dopo è arrivata Sara! Sebbene facesse male vedervi ero sempre pronta a stare con te, senza tener conto della sera in cui mi hai ingannata per pochi minuti dicendomi cdi amarmi ma alla fine era solo per sviare Slade e salvare la tua Laurel ma non mi sono tirata indietro e mi sono consegnata a lui rischiando di farmi ammazzare per salvarla. E sono sicura che nonostante ti abbia praticamente confessato i miei sentimenti domani ti rivedrò con un’altra come Valerie o perché no con Laurel! – alzo la voce furiosa. Il macigno che mi portavo addosso fino a poco prima sembra sparito adesso c’è solo l’imbarazzo di essermi denudata, metaforicamente parlando, davanti a lui.
Mi guarda nervoso, cerca di avvicinarsi ma mi allontano e chiude gli occhi esasperato.
– Scusate ma abbiamo un problema – ci interrompe Sara
– Tanto abbiamo finito – mi volto e mi siedo alla mia postazione riflettendo su quello che dovrò fare non appena terminato di aiutare Sara
– Mi hanno mandato questa foto di Nyssa – mi passa il cellulare – Puoi capire da dove è stata mandata? – mi chiede nervosa
– Puoi scommetterci – le dico determinata. Mi butto a capofitto sul lavoro ignorando completamente gli occhi, perennemente puntati addosso a me, di Oliver.
 
°°°
 
– Sono in debito con te Oliver Queen – mi dice sicura Nyssa tra le braccia di Sara. È stata rapita dallo stesso uomo che avrebbe dovuto uccidere ovviamente lei ha finito il lavoro senza curarsi delle mie lamentele. Sale sulla nave lasciando del tempo a me Sara e Laurel di salutarci. Le due sorelle si abbracciano
– Stai attenta Laurel ti prego – le sussurra preoccupata sua sorella. Poi mi guarda e sorridendo mi abbraccia mi guarda nervosa e mi porta in disparte per dirmi una cosa
– Che hai fatto a Felicity? – chiede divertita. Sentire il suo nome mi rattrista odio litigare con lei e mi dispiace aver sentito tutte quelle parole, ha capito tutto il contrario di quello che realmente penso e so che la colpa è mia
– Spero niente di irreparabile – sorrido forzato
– Vuoi davvero continuare ad avere donne non all’altezza di te? Me e Laurel comprese – mi dice sicura
– Non è vero … – provo a dire ma mi blocca subito
– Hai bisogno di qualcuno che alimenti la luce che hai dentro te, te l’ho già detto. Laurel non è quella giusta Oliver non è in grado di capirti veramente non è in grado di ricordarti ciò che realmente sei … un eroe! – mi sorride orgogliosa
– Sentiamo chi sarebbe in grado – la stuzzico
– Lo sai chi lo sarebbe. È la stessa persona che ha sempre creduto in te, è la stessa persona che alimenta la tua luce nonostante sei troppo distratto da donne come questa Valerie. Non la tieni al sicuro non ammettendo i tuoi sentimenti perché come vedi lei combatte per te anche senza sapere che l’ami … vi state facendo del male a vicenda inutilmente Ollie. Combatti per lei. – mi carezza una guancia mi sorride e si volta sparendo nel buio della notte
– Che ne dici di andare a casa mia? – si avvicina Laurel. Lei mi sorride speranzosa e mi guarda facendomi capire l'intensità della sua proposta. La guardo bene è così bella e dopo tutto quello che le ho fatto tiene ancora me
– Non mi dispiace devo fare della cose – le sorrido forzato. Devo trovarla.

Svolto l’angolo del covo e la trovo a raccattare le sue cose per tornare a casa, sussulta appena mi vede comparire e lo sguardo da tranquillo le si riempie di rabbia. Mi fa più paura lei che tutti i nemici che ho affrontato
– Nyssa e Sara? – mi chiede brusca
– Sono andate via ti salutano – le sorrido ma non ricambia. Non posso perderla forse Sarà ha ragione dovrei combattere per lei e no “contro” di lei e quello che potrebbe succedere tra noi
– Felicity ascoltami … – le prendo la mano e lei la sfila via
– Ho bisogno di tempo – non mi guarda, le trema la voce
– Possiamo parlarne con calma? – le chiedo alzandole il viso
– Per adesso tornerò al mio vecchio lavoro e occuparmi solo di quello – specifica la parola solo e sento l’ansia pervadermi
– Non puoi abbandonarci, sei tutto per … questo team – mi correggo subito e lei sorride delusa
 – Ti consiglio di rivedere le tue tecniche di persuasione – mi riserva uno sguardo tagliente e va via.
Io rimango li fermo capendo davvero di averla persa, una strana sensazione si fa strada in me d’un tratto mi sento solo, d’un tratto stare in quel covo non è più piacevole anzi è addirittura claustrofobico. D’un tratto capisco tante cose.



Ciao a tutte :)
ecco qui il nuovo capitolo, la storia inizia a prendere davvero forma e questo grazie a voi e al vostro sostegno :)
davvero non so più come dirvi grazie quindi col rischio di semnbrare ripetitiva grazie per leggere, seguire, preferire e ricordare la mia storia :) 

 

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Capitolo 8
*** Francoforte? ***


FRANCOFORTE?




– Felicity ci sei? – mi chiede Lory, una mia collega. La ignoro continuando a guardare la notizia impaurita e con i sensi di colpa
– Che è successo? – si avvicina allarmata al monitor del mio computer
– Hanno rapito diciannove donne in una sola notte – sussurro nervosa. È passato un mese da quando ho preso una pausa da Oliver … non lo vedo da quella sera. Di mattina sono chiusa nel mio ufficio e di sera mi vedo con Andrew o con Roy. Purtroppo Diggle è quasi sempre con Oliver riesco a vederlo di sfuggita in pausa pranzo
È terribile – sussurra sgomenta. Sospiro nervosa, nonostante sono lontana dal covo ho continuato a fare le mie ricerche ma non avevo previsto una cosa del genere
“Le donne sarebbero state venti infatti Betty Darrel sarebbe stata la ventesima se non fosse stato per Arrow accorso appena in tempo per salvarla” dice il giornalista, immagino quanto Oliver si senta in colpa
– Vado a pranzo vieni? – mi chiede Lory, faccio segno di no e non appena esce prendo il tablet e apro il file delle mie ricerche. Esattamente un mese fa sono finiti gli attacchi all’ospedale ma nonostante tutto c’era qualcosa che non mi convinceva, scorro tra i nomi fino a bloccarmi su uno “Darrel Betty, anni 31” le sue analisi sono state rubate. Entro subito nei database della polizia, presto mi arresteranno lo so, e scovo la lista di tutte le donne rapite ieri sera
– Forse ci siamo – afferro il mio tablet e mi alzo subito correndo al diciannovesimo piano.


Prima che le porte si aprino inspiro ed espiro nervosamente forza Smoak puoi farcela. Ticchettio con i miei tacchi verso l’ufficio di Oliver, quanto mi è mancata questa familiarità
– Mi scusi – una voce a cornacchia e fastidiosa mi richiama all’attenzione. Mi volto verso quella che è stata la mia postazione fino a poco tempo prima e alzo le sopracciglia quando una bionda con una camicia sbottonata fino alla curva del seno e le labbra gonfie a canotto mi guarda impertinente
– O ti prego non dirmi che ha pensato di sostituirmi con Barbie – alzo gli occhi al cielo. Lei mi guarda confusa, credo la mia battuta sia stata troppo piccata per il suo umile cervello
– Il signor Queen è impegnato – mi volto verso il suo ufficio e lo vedo conversare intensamente con Diggle e Roy. Faccio per entrare ma il corpo non si muove, credo non sia davvero pronto a rivedere Oliver. Nessuno dei tre si accorge della mia presenza, prendo il cellulare e chiamo Roy lo vedo guardare lo schermo e sorridere da le spalle ai ragazzi e risponde
– Stavo per chiamarti – sussurra piano, Oliver lo segue con lo sguardo. Io mi nascondo per non farmi vedere
– Devo parlarti subito Roy, sono qui fuori – chiudo la chiamata e pochi secondi dopo svolta l’angolo venendomi addosso
– Sei impazzita? – mi chiede scettico
– Ho delle novità interessanti riguardo i rapimenti – dico entusiasta
– Bene vieni e ne parliamo – mi lancia un’occhiata di sfida. Lo odio.
– No non mi va – lo guardo male
– Quanto ancora deve continuare questa situazione? Abbiamo bisogno di te Fel – alza gli occhi al cielo esasperato
– Roy ti prego – cantileno. Lui mi guarda e si arrende afferrando il tablet
– Dovrete parlarne perché per adesso state solo girando intorno al problema – detto questo va via. Noto che la segretaria gonfiabile mi guarda curiosa le riservo un’occhiataccia e vado a nascondermi nel mio ufficio.
 

***
 
– Come mai non è entrata? – chiedo guardando le informazioni importanti che solo lei poteva trovare
– Aveva da fare – alza le spalle Roy guardando Dig
È ancora arrabbiata? – stavolta lo guardo
– Puoi biasimarla? – mi zittisce il ragazzo. Sospiro chiudendo gli occhi, ovvio che non posso biasimarla ma senza di lei tutto questo inizia a non avere un reale senso lei era l’unica in grado di farmi sentire un vero eroe.
– Dobbiamo trovare questa Betty Darrel – guardo il mio team non proprio al completo
 
 
– Oliver? – esclama Dig curioso quando scendo al primo piano invece che al piano terra. Questo è il piano del dipartimento informatico, guardo l’ora e nonostante siano già le nove sono sicura di trovarla qui
– Ti aspetto qui – mi dice Dig fermandosi davanti l’ascensore capendo subito dove sono diretto. Affretto il passo ed apro la porta del suo ufficio di scatto dimenticando quanto non sopporti quando lo faccio
– Non si bussa? – alza lo sguardo e poi si blocca. Io le sorrido sincero, quanto mi è mancato il suo viso?
– Scusa – sussurro divertito. Noto che sta prendendo la borsa per andare via – Devo parlarti – lei si blocca e impacciata mi fa segno di continuare
– Grazie per le informazioni come al solito ti dimostri molto importante per il gruppo – le porgo il tablet, quello che ha dato oggi a Roy
– Di nulla – mi sorride forzata afferrandolo soddisfatta ma poi abbassa lo sguardo
– Mi dispiace Felcity – le metto una mano sulla spalla
– Lo so – sussurra lei
– Torna da noi e prometto che mi farò perdonare – sorrido con la speranza di convincerla
– Qualunque cosa io voglia? – mi stuzzica divertita
– Qualunque – rispondo speranzoso
– Te ne pentirai signor Queen – mi porge la mano e io gliela stringo. Un brivido percorre la mia schiena ma poco dopo scappa via dalla mia presa
– Ti va di cenare insieme? – chiedo felice di riavere la mia Felicity. Lei mi guarda nervosa
– Veramente ho già un impegno con Andrew –  giusto … Andrew
– State ancora insieme? – chiedo di botto notando dopo quanto possa sembrare scortese la mia domanda ma lei sembra non farci caso
– Sì, le cose vanno abbastanza bene – mi sorride sincera. Io serro le labbra in una smorfia
– è molto fortunato – sussurro piano. Ci guardiamo intensamente per qualche minuto fin quando lei non mima “ciao” con la bocca e va via.
 

***

 
– Ciao Dig! – urlo prima di imboccare le scale, di sfuggita noto la sua espressione confusa ma non ho tempo di farmi psicanalizzare da lui. Devo scappare da Oliver Queen subito o tutto quello che ho costruito in quest’ultimo mese sarà vano. Arrivata fuori, in strada, respiro profondamente lasciando che l’aria tiepida estiva di Starling entri a piano nei miei polmoni
– Eccoti qui – mi circonda con le braccia Andrew. Ha un profumo meraviglioso lo guardo incantata, oggi è molto bello
– Eccomi qui – gli stringo la mano, guardo oltre le spalle di Andrew e vedo uscire Oliver seguito da Dig dal palazzo ci guardiamo per pochi minuti. Mi sento così strana stare tra le braccia di un altro uomo in sua presenza, come se lo tradissi. Sveglia Smoak lui ha fatto di peggio …
– Stasera ho una sorpresa per te – sembra molto nervoso
– Quanto devo preoccuparmi? – il mio sorriso svanisce
– Ecco vedi … – Andrew inizia a spiegarmi ma sono distratta da Oliver che sta per entrare in auto non perdendomi di vista.  Roy correndo esce dall’edificio per fiondarsi in macchina ma non appena nota me e Andrew porta la sua mano sulla bocca e inizia ad imitare un bacio appassionato. Stringo le labbra guardandolo male, Oliver lo prende per il braccio e lo scaraventa in auto un attimo prima che il mio ragazzo si volti per capire cosa mi distragga
– Oliver che piacere vederti – dice subito avvicinandosi a lui. La sua espressione dice tutt’altro ma almeno ci prova al contrario di Oliver che serra le labbra e gli regala il sorriso più finto che gli abbia visto fare in questi ultimi tre anni
­ – Piacere mio – dice freddamente stringendogli la mano. Roy abbassa il finestrino
– E mio – si intromette quest’ultimo con fare spaccone. Diggle gli fa un semplice segno con la testa
– Bene possiamo andare? – cerco di salvare la situazione
– Ci vediamo dopo cena? – chiede subito Oliver. Sgrano gli occhi
– Dopo cena? – mi chiede confuso Andrew. Io apro la bocca ma non so che dire
– Che vuoi che dica … ama passare le serate con me – dice con tono gradasso e schiacciando l’occhio. Lo guardo scioccata e sento Roy non riuscire a trattenere una risata. Andrew lo guarda malissimo
– Buona serata ragazzi – Oliver si chiude la giacca ed entra in auto. Dig si appresta a salire e sfreccia via.


Andrew non dice una parola e sale in macchina aspettando che lo segui a ruota. Non appena mette in moto lo guardo e noto che è stranamente rosso in viso
– Andrew … io – deglutisco non sapendo cosa dire
– Non mi piace Felicity. Cosa c’è tra voi due? – il suo tono è grave
– Nulla Andrew, non so cosa gli sia preso – evito di dirgli che “amo passare le serate con te” è effettivamente uscito dalla mia bocca. Ma non posso farci nulla se spesso non la controllo e dice quello che vuole.
– So io cosa gli è preso – alza la musica della radio e capisco che non vuole parlarne per adesso. Prendo il cellulare dalla borsa e invio un messaggi ad Oliver
Non hai idea di quello che ti farò stasera
 
Premo invio ma rileggendo il messaggio penso possa essere travisato
Non in senso positivo ovviamente. In senso negativo.
 
Premo ancora invio e poi preoccupata ne mando un altro
Ovviamente in senso figurativo dato che potresti schiacciarmi con un pollice … ma sappi che in questo momento sarei pronta ad allearmi con Slade

Invio anche questo ma poi alzo gli occhi al cielo e scrivo
Ovviamente non lo farei mai … ma sono arrabbiata con te!

Lancio il telefono in borsa ma poco dopo segnala l’arrivo di un messaggio
Con Slade? Poi sarei costretto a fermarti usando qualsiasi mezzo ... Mi piaci quando sei arrabbiata,  A dopo.

– Felicity! – mi richiama Andrew facendomi sussultare. Fiondo il telefono in borsa cercando di calmare il mio cuore che batte all’impazzata per quelle due stupide paroline “mi piaci” inizio a credere lo faccia apposta
– Dove siamo? – mi guardo intorno
– A casa mia – risponde come fosse ovvio. Lo guardo confusa
– Prima quando ti h detto che ti avrei presentata ai miei genitori mi stavi ascoltando? – cerco di mantenere la calma. In fondo sono solo due persone, coloro che l’hanno biologicamente creato.
O mio dio. I suoi genitori? Ma che gli prende
– Certo che sì – mento per non farlo arrabbiare e cerco di inventare una scusa – Solo che immaginavo casa tua più … imponente – la voce mi muore non appena guardo la villa di almeno cinque piani maestosa e bellissima di fronte a noi
– E io che pensavo si presentasse spocchiosa – sussurra divertito. Lo guardo sorridendo
– Pace fatta? – gli carezzo la guancia
– Giuro che la prossima volta gli tiro un pugno – scoppio a ridere pensando ad Oliver usare Andrew come asta per allenarsi ma poi smetto subito quando mi rendo conto potrebbe finire davvero così.
Scende dall’auto venendomi ad aprire la portiera e con passo poco convinto entro in quella villa come se stessi andando al patibolo.
 
 

***

– Hai esagerato Oliver – mi riprende Dig sfrecciando via da lì. La guardo un’ultima volta ma mi infastidisco quando noto che lei guarda solo lui
– Ha avuto quello che si merita – sussurro scontroso
– Ti ha salvato letteralmente il culo dalla povertà assoluta e sembra rendere la nostra Felicity felice … Quindi esattamente cosa ha fatto per meritarsi questo trattamento? – interviene Roy
– Tu da che parte stai? – chiedo infastidito
– Da quella di Felcity ovviamente – alza il sopracciglio con aria di sfida
– Certo – sussurro

Sorrido rileggendo i messaggi di Felcity soddisfatto di averla fatta arrabbiare questo vuol dire che ancora prova un minimo di sentimento per me. Ovviamente intendo il sentimento che lega la nostra amicizia ...
Arrivati al covo ci prepariamo per la serata che ci aspetta. Betty Darrel ha acconsentito a farci da esca, adesso dobbiamo aspettare solo il momento in cui verranno a riprenderla. Mi cambio velocemente diventando Arrow
– Ragazzi qualcuno sta provando a rapinare nuovamente l’ospedale – ci avvisa Roy bloccando la chiamata del detective Lance
– Roy vai a casa di Betty e tienila d’occhio potrebbe essere un diversivo, Dig chiama Felicity e dille di venire subito – dico soddisfatto di rovinare i piani ad Andrew. Preparo arco e frecce deciso a chiudere questa storia stasera
– Oliver non risponde – mi informa Diggle pochi minuti dopo
– Abbiamo bisogno che ci guidi – dico infastidito
– Vediamo dove si trova – dice Roy sedendosi alla postazione di Felicity
– Come? – chiedo curioso
– Mi ha insegnato come intercettare la posizione del cellulare – armeggia qualche minuto con quel computer e poi dice – Si trova alla sessantasettesima vicino Gerrad Street, cosa c’è lì? – chiede curioso
– Lo so io – serro le labbra
 

*** 
 
– Felicity mio figlio non smette di parlarmi di te, credo tu l’abbia stregato – mi dice Elga la madre tedesca di Andrew con delle gambe che potrebbero essere facilmente scambiate per due autostrade rovinando per sempre la mia autostima, adesso capisco anche le gambe di Valerie …
– Lo credo anche io – mi stringe la mano lui soddisfatto. Sorrido imbarazzata
– Mi dispiace che mio marito non ci sia stasera – si scusa nuovamente
– Tranquilla mamma non appena papà torna da Francoforte porterò nuovamente Felcity a cena – sorride Andrew
– Romanticone – cantilena Valerie bevendo un sorso di vino. La guardo fredda da quando ho messo piede in questa casa e a lei non è sfuggito e sembra soddisfatta della cosa.
Suonano alla porta, loro si guardano straniti non aspettando nessuno io ne approfitto per bere un buon sorso di vino “ Si fermi!” sento urlare il maggiordomo. Oliver fa capolinea nella stanza e io mi soffoco col vino
– Tesoro stai bene? – chiede allarmato Andrew mentre continuo a tossire
– Oliver! – squittisce Valerie. Io alzo subito lo sguardo e guardo male entrambi riprendendo aria
– Che cosa ci fai qui? – chiede arrabbiato Andrew
– Mi scusi lei è? – chiede confusa Elga. Segue un attimo di imbarazzante silenzio
– Felcity ho assolutamente bisogno di te – mi guarda con sguardo eloquente Oliver. Spero sia in serio pericolo di vita per giustificare tutto questo
– Io credo tu stia oltrepassando il limite – risponde furioso il mio fidanzato alzandosi dalla sedia
– In azienda sono entrati dei ladri e credo abbiamo rubato qualcosa di importante devi guidare me e Diggle alla ricerca dei file importanti – continua a guardarmi deciso. Mi faccio coraggio e piano mi alzo dalla sedia, Andrew mi guarda stupito
– Ascolta è una cosa importante –  provo a dire ma mi blocca subito
– Anche questa – dice deciso
– Lo so e te ne sono grata ma hanno davvero bisogno di me – gli stringo forte la mano
– Si dovranno abituare alla tua assenza prima o poi – si intromette Valerie sorridendo maligna. Si becca un’occhiata ammonitrice di Andrew e della madre
– Non lo sa ancora? – chiede facendo la finta stupita
– Sapere cosa? – guardo Andrew confusa
– Mio padre sta affidando ad Andrew il controllo di un’azienda a Francoforte. Mio fratello voleva chiederti di partire insieme a lui prima che il signor Queen ci interrompesse – beve un altro sorso di vino e sorride perfida.
Io ed Andrew a Francoforte? Ed Oliver? 





Ciao a tutte :)
Grazie a chi ha letto, recensito, seguito, ricordato e preferito la mia storia fino a qui :)
Scusate il ritardo nel pubblicare questo capitolo ma sono stata immersa dallo studio e ho potuto prendere una boccata d'aria fresca oggi ahhaha prometto di cercare di pubblicare nuovamente con così tanto ritardo!
Grazie mille ancora e spero il capitolo vi sia piaciuto!
Coccinella_

 

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Capitolo 9
*** Da cosa dipende la mia decisione? ***


DA COSA DIPENDE LA MIA DECISIONE?






– Che fai? – chiedo allarmata ad Oliver. Siamo in macchina, Dig sta guidando
– Sotto ho il costume – spiega continuando a togliersi i pantaloni mostrando quelli in pelle verdi che teneva sotto – Non potevo mica venire vestito da Arrow – dice sgarbato
– Potevi aspettare la fine della cena – non lo guardo sono ancora sotto shock per poco prima
– La prossima volta dirò ai ladri di colpire dopo cena, secondo te i festivi possono darceli liberi? – chiede acido
– Non sei simpatico – rispondo brusca
– Allora non dire stupidate – si alza il cappuccio e indossa la maschera
– A cosa devo questo trattamento? – alzo la voce ma non ottengo risposta, l’auto si ferma e lui si precipita fuori io e Dig ci scambiamo un’occhiata frugale e poi va via anche lui chiudendomi in macchina. Prendo il tablet e mi collego alla mappa termica dell’ospedale
– Hanno preso degli ostaggi – dico all’auricolare collegato ai ragazzi
– Chi non muore si rivede – esordisce Roy
– Sta zitto – sussurro continuandoli a seguire – Andate al secondo piano in sala operatoria – guardo il punto indicato. Ci sono quattro uomini continuare, a giudicare dal numero dei punti di calore segnalati, a muoversi li intorno. Staranno sicuro cercando qualcosa.
– Cosa avresti risposto? – interrompe il silenzio Oliver
– Cosa? – fanno in coro Dig e Roy
– Se non fossi arrivato cosa avresti risposto? – incalza Oliver
– Ti sei fatto di Vertigo? – chiede scettico Roy
– Parla con me – sussurro infastidita.
Poco dopo li sento combattere con qualcuno guardo la mappa e noto che sono arrivati al punto indicato. Noto che nella sala grande, il punto dove tengono gli ostaggi qualcosa è cambiato. I punti si muovono velocemente come se stessero combattendo
– Chi di voi è nella sala grande? – chiedo confusa
– Nessuno – rispondo all’unisono
“Roy attento!” sento urlare Oliver e poi nuovamente trambusto
– Che succede? – un punto in quella mappa riesce a scappare non sono i miei ragazzi loro hanno un segnale personale
 – Ragazzi qualcuno sta scappando – osservo preoccupata il punto proseguire verso le uscite di sicurezza – Ragazzi? – nessuna risposta.
Afferro le chiavi della macchina e la apro, scendo velocemente col tablet in mano seguendo il punto che sta scappando, non so cosa farò una volta averlo raggiunto ma dobbiamo sapere di più su tutta questa storia. Guardo la mappa e alzo gli occhi quando mi accorgo che sono ai piedi della scala di sicurezza, qualcuno vestito completamente di nero scende velocemente le scale e non appena supera l’ultimo scalino mi fiondo su lui per fermarlo. Riesco a spingerlo al muro, afferro il suo polso ma poco dopo scappa dalla mia presa allora provo ad afferrargli il cappuccio che ricopre la sua testa ma agguanta forte il mio braccio e stringe la presa come volesse romperlo. Urlo per il dolore ma una bionda fasciata in un abito nero interviene liberandomi dalla presa dell’incappucciato e poi i due iniziano a combattere. Sono entrambi forti ma alla fine l’incappucciato ha la meglio sbattendo la bionda contro una macchina e riuscendo a scappare.
 – Felcity? – mi chiama allarmato Oliver all’auricolare, abbasso lo sguardo e raccolgo da terra un braccia ormai rotto fatto di piccole pietre rosse. Lo osservo minuziosamente
 –Felicity? – mi richiama Oliver
 – Sto bene, sono con Laurel – riconosco chi si nasconde sotto quella parrucca bionda. Lei si alza da terra e viene verso di me
 – L’ha rotto? – mi chiede guardando il mio braccio, faccio segno di no con la testa e insieme a lei mi dirigo alla macchina. I ragazzi arrivano poco dopo e tutti insieme ci dirigiamo al covo.
 
 
 



– Mi spieghi cosa volevi fare? – mi chiede agitato Roy non appena entriamo al covo
– Fermarlo in qualche modo? – sorrido colpevole al mio amico, lui alza gli occhi al cielo e mi abbraccia
– Fel non farlo mai più – scioglie l’abbraccio e si siede alla mia postazione. Oliver Dig e Laurel entrano parlando di qualcosa o di qualcuno che non conosco. Esco il bracciale raccolto poco prima dalla tasca e lo fisso mi ricorda qualcosa poi mi viene in mente quella gioielleria che guardo sempre tornando a casa e ne aveva esposto uno uguale proprio l’altra mattina. Dovrei farci un salto, sbuffo stanca e avvilita da come si svolta la serata
– Betty Darrel? – sento Roy chiedere a Laurel
– Tutto bene – risponde sicura lei, ha tolto maschera e parrucca
– Adesso combatti ufficialmente allora – volevo farle una domanda ma quella che esca dalla mia bocca e un’affermazione. Lei annuisce e sorride io le rispondo forzata e poi vengo distratta dallo sguardo di Oliver che è freddo ed è tutto per me … brutto segno
– Quindi? – mi chiede acido
– Quindi? – gli faccio eco
– Non ho voglia di scherzare Felicity – tuona avvicinandosi
– Neanche io se proprio vuoi saperlo – alzo la voce – Che vuoi che dica? – chiedo nervosa
– Mi spiegate che avete? – chiede Dig confuso
– Oliver ha la mascella serrata … non saranno buone notizie – risponde divertito Roy, non riesco a trattenere un sorriso. Ha ragione quando è arrabbiato o geloso serra sempre la mascella in questo caso è ovviamente arrabbiato …
– Felicity si trasferirà a Francoforte – sgancia la bomba Oliver per me
– Andiamoci piano bionda qui nessuno si muove se non lo decido io – Roy mi guarda preoccupato
– Perché? – chiede allarmato Dig
– Andrew si trasferisce lì e vuole che lo segua ma ancora non ho deciso nulla – guardo scocciata Oliver. Avrebbe potuto dirlo in maniera diversa
– Rimangio tutte le cose buone dette su lui – incrocia le braccia al petto Roy infastidito
– Non ho ancora decido – lo guardo male
– Qui hai me! Quindi non c’è nessuna decisione da prendere – ribatte il mio amico alzando il sopracciglio
– Egocentrico – alzo gli occhi al cielo sorridendo
– Dovresti seguirlo – interviene Laurel guardata male da tutti
– Inizio a rimpiangere Sara – interviene ancora Roy beccandosi un’occhiataccia dalla Lance
– Se è vero amore allora seguilo, io farei così – mi dice buttando un’occhiata eloquente ad Oliver e purtroppo ricambiata. La cosa mi infastidisce e decido di chiudere il discorso dando la buonanotte e tornando a casa.
 
 





La mattina non tarda ad arrivare stanotte non ho chiuso occhio ho tante cose per la testa sto davvero bene con Andrew ma sono pronta ad abbondare la cosa più vicina ad una famiglia che ho per lui? Sbuffando mi alzo dal letto e inizio a prepararmi per andare a lavoro. Arrivata in azienda vado nel mio ufficio ma sulla mia porta invece di esserci scritto Smoak vedo scritto Grent busso insicura alla porta. Ridicolo visto che è il mio ufficio!
– Sì? – mi chiede quando varco la soglia un ragazzo alto e magro e dall’aria molto nerd, l’ho visto spesso in giro ma non ci ho mai parlato
– Tu che ci fai qui? – chiedo curiosa
– Dividevo l’ufficio con un collega ma hanno liberato questo quindi mi sono spostato qui – mi guarda imbarazzato capendo subito chi sia. Assumo un’espressione infastidita e capendo cosa sta succedendo riprendo l’ascensore e salgo al diciannovesimo piano. 

Oliver mi aspetta sorridendo seduto sulla “mia” scrivania mentre Dig mi aspetta seduto sulla “mia” poltrona
– Ti diverti? – chiedo infastidita al mio capo poggiando la borsa vicino a lui
– Povero Grent voleva un ufficio tutto suo mi ha fatto pena – fa il finto dispiaciuto
– Immagino tu stia poggiando le tue natiche sode da vigilante sulla mia scrivania – cerco di reprimere la voglia di urlare. Poi mi rendo conto di aver davvero chiamato il suo lato b con l’appellativo “natiche sode” e le mie guance iniziano a colorarsi di rosso. Lui prima assume un'espressione stranita poi non riesce a trattenere una risata
– Mi scusi Miss Smoak – scende dalla scrivania e con fare teatrale finge di pulirla poi Dig mi scosta la poltrona per farmi sedere imitando la postura di un maggiordomo
– Vi odio – guardo prima Dig e poi Oliver – entrambi – dico sedendomi alla mia vecchia e nuova postazione.

 
In giornata scambio delle e-mail con Andrew ma sembra tutto molto forzato, cerco di non pensarci molto o rischio di impazzire quasi a fine giornata le porte dell’ascensore si aprono e Roy fa capolinea davanti a me
– Traditrice – mi saluta arrabbiato
– Che ho fatto? – chiedo confusa
– Mi abbandoni – risponde acido
– Non ho ancora deciso – sbuffo
– Sei uguale a Thea – mi accusa. Apro la bocca scioccata da quello che mi ha appena detto
– Questa me la paghi – gli punto il dito minacciosa – Approposito si è fatta sentire? – chiedo curiosa sperando di cambiare argomento e fortunatamente ci riesco
– Non con me ma con Oliver – sbuffa guardando a terra – Ti va di bere qualcosa insieme o sei troppo impegnata col tuo rapitore? – chiede alludendo ad Andrew
– Sì mi va e lui non è il mio rapitore – rispondo risoluta


Alla quarta bottiglia di birra non avendo mai avuto una particolare resistenza all’alcool inizio a ridere senza un reale motivo seguita da Roy in condizioni peggiori. Siamo seduti allo sgabello di un bar in un locale, circondati da gente felice che balla a ritmo di musica
– Felicity dico sul serio non puoi andartene – piagnucola avvolgendomi tra le sue braccia
– Non ho ancora deciso – bevo l’ultimo sorso di birra
– E da cosa dipende questa decisione? – chiede triste
– Vuoi la verità? – chiedo lui annuisce ed io continuo – Se io restassi per lui e poi lui tornerebbe con Laurel o peggio ancora con Valerie non riuscirei a sopportarlo – lo guardo con le lacrime agli occhi
– E se Thea tornasse dal suo viaggio insieme a qualcuno e io dovrei affrontare la situazione da solo? – mi chiede lui con voce tremante. Ci guardiamo intensamente capendo l’uno di dolore dell’altro poi il suo telefono comincia a suonare
 – Pronto? – risponde poggiando la mano sinistra sull’altro orecchio per sentire meglio ma la musica è troppo alta ed è costretto ad allontanarsi. Ne approfitto per vedere se qualcuno mi ha chiamata ma lo trovo spento – Uffa – sussurro tra me quando capisco che si è scaricato
– Dobbiamo andare in ospedale – Roy poggia frettolosamente i soldi sul bancone per pagare il contro
– Cosa perché? – chiedo allarmata
– Lyla sta molto male – mi guarda preoccupato.




Ciao a tutte! :)
Come sempre grazie a tutte! Siete davvero la reale motivazione ed ispirazione per questa storia!
Spero questo capitolo non vi abbia deluse! :)
Coccinella_

 

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Capitolo 10
*** E poi all'improvviso un bacio ***


E POI ALL'IMPROVVISO UN BACIO




Arriviamo di corsa in ospedale al reparto neonatale, troviamo Oliver seduto su un divano intento a bere un caffè e con lo sguardo perso nel vuoto
– Oliver che succede? – chiedo preoccupata. Lui si alza e mi abbraccia, io ricambio grata di questo gesto inaspettato e consolatorio
– Ha avuto delle contrazioni e perdite di sangue. I medici dicono che a sei mesi non può ovviamente partorire stanno cercando di bloccare le contrazioni ma continua a perdere molto sangue e questo può portare alla morte di entrambi – spiega con voce stanca. Porto una mano alla bocca cercando di attutire il colpo
– Dig come sta? – chiede preoccupato Roy. In viso è ancora rosso a causa delle numerose birre bevute in precedenza
– Non la sta prendendo bene – risponde Oliver. Roy si siede sul divano e poggia la testa al muro chiudendo gli occhi, io continuo a guardare il nulla. Lyla e il bambino potrebbero perdere la vita?
– È un maschetto – sorride stanco Oliver
– Davvero? – chiedo sorridendo
– L’hanno scoperto poco fa – alza le spalle contento. Poi mi prende per mano e mi fa segno di seguirlo, do un’ultima occhiata a Roy che sembra star riposando. Svoltiamo l’angolo e usciamo fuori, sulle scale antincendio
– Scusami per prima, per il mio comportamento e per averti rovinato la cena – dice tutto d’un fiato come si stesse liberando di un peso
– Non fa nulla tanto penso me la sarei rovinata sola la cena – sorrido finta
– Decisioni importanti da affrontare troppo presto? – chiede facendo finta di essere tranquillo ma conosco bene il suo sguardo per capire che la cosa non gli piace per niente
– Non so che fare – sussurro impaurita
– Vorrei tanto dirti cosa fare ma credo non sarebbe giusto – mi guarda penetrandomi con quei suoi occhi azzurri che tanto mi piacciono
– Potresti darmi un consiglio – lo guardo anche io fissa. Coraggio Oliver dimmi di non partire, chiedimi di restare qui per te …
Piano si avvicina a me e poggia le sue mani sulle mie dapprima con un leggero tocco poi le stringe forti. Deglutisco incredula a come quel semplice tocco possa far impazzire il mio cuore. Continuiamo a guardarci intensamente ognuno perso nello sguardo dell’altro
– Felcity io … – sussurra combattuto. È nervoso lo sento ma non capisco il perché. Si avvicina ancora fino a che i nostri nasi si sfiorano, la consapevolezza che Oliver Queen, CEO della Queen Consolideted di giorno e Arrow di notte, stia per baciarmi si fa sempre più vicina. Le mani mi sudano per il nervoso e l’emozione, lui si avvicina ancora di più fin quando sgrana gli occhi come risvegliandosi da un sogno e si tira indietro.

Cala il silenzio nessuno proferisce parola solo il rumore della porta che apro con violenza e richiudo con altrettanta violenza squarcia quel silenzio imbarazzante. Raggiungo furiosa Roy che è nella stessa posizione di come l’ho lasciato minuti prima. Lo scuoto per bene facendolo spaventare
– Sono sveglio non stavo dormendo – dice in palese stato confusionale
– Bel modo di stare sveglio – gli dico brusca
– Sono notti che faccio da guardia a quella donna, Betty Darrel. Abbi un po’ di pietà – bofonchia arrabbiato. Mi guarda attentamente e nota subito che sono arrabbiata
– Che ha fatto stavolta? – chiede seccato
– Inizio a pensare seriamente a Francoforte – lo guardo incupita. Lui assume un’espressione triste
– Se vuoi puoi venire con me … Ho sempre desiderato un cane – gli faccio una linguaccia e lui me la tira facendomi male. La porta della sala medica si apre di scatto e il dottore ci guarda perplesso quando trova Roy con la mia lingua tra le dita e me intenda a tirargli i capelli. Subito ci ricomponiamo ma il mio amico con fare disgustato si asciuga le dita sulla mia maglia facendomi alzare gli occhi al cielo, Oliver ci raggiunge svelto ma non lo degno di uno sguardo
– Dottore come stanno? – chiede preoccupato
– Ancora non è completamente fuori pericolo, dovrà stare qui fino alla data del parto sperando di farla arrivare almeno agli otto mesi – sospira stanco il medico. Subito dopo Dig esce dalla sala con espressione stravolta. Mi alzo subito e mi fiondo tra le sue braccia, lui mi stringe forte a sé e inspira profondamente
– Mi dispiace tantissimo – sussurro con voce tremante. Odio vederlo così
– Devo essere forte – mi stringe di più. Roy gli da una pacca sulla spalla scambiandosi un’occhiata eloquente
– Ragazzi non sono tranquillo a lasciarla qui con tutti gli attacchi che ci sono in ospedale – dice Diggle sciogliendo il nostro abbraccio
– Faremo la guardia ogni giorno ed ogni sera Dig non la lasceremo mai sola – dice sicuro Roy
– Mi dispiace chiedervi tanto – risponde cupo
– Siamo una famiglia ricordi? Ci aiuteremo sempre tra di noi – sorrido sfiorandogli la guancia
 
Arrivata a casa metto il cellulare in carica. Accendendolo mi arrivano molti messaggi di avviso di chiamate da parte di Andrew penso stia impazzendo e mi dannatamente in colpa per averlo trattato così. Guardo l’ora e decido di chiamarlo domani quando noto che sono le quattro del mattino ma sorprendendomi è lui a chiamarmi
– Scusami – dico subito prendendo la chiamata
– Stai bene? – chiede allarmato
– Sì, è stata una serata estenuante. Prima il problema in azienda – ricordo appena in tempo la scusa di Oliver – E poi Lyla è stata male ed ho passato la notte in ospedale insieme a Dig. Scusa se non avessi avuto il telefono spento ti avrei avvisato – mi siedo sul letto dispiaciuta 
– Adesso è tutto apposto? – chiede in tono più calmo
– Più o meno – non riesco a trattenere uno sbadiglio
– Ti lascio dormire. Volevo solo avvisarti che sto andando a Francoforte proprio adesso – una forte sensazione di vuoto mi prende lo stomaco
– Perché adesso? – chiedo allarmata
– Starò via solo una settimana, mio padre ha bisogno di me – lo sento sorridere
– Quandro dovrò darti la risposta? – chiedo capendo di non poter più rimandare
– Tra una settimana quando tornerò.  Poi non ci sarà più tempo perché dovrò firmare i contratti – sospiro pesantemente. Una settimana per prendere la decisione più importante della mia vita?
– Avrai la tua risposta tra una settimana – la mia voce è più cupa di quanto pensassi
– Felicity voglio solo tu sia felice perché ti amo. A domani – blocca la chiamata subito come non volesse sentire la risposta a quel ti amo. Io crollo a letto e guardo fissa il soffitto. Mi ha detto ti amo e non un ti amo per farmi rapire da Slade ma un ti amo vero.
 


La mattina a lavoro sono così fiacca da non riuscire neanche a reagire male quandno le gambe da modella di Valerie entrano nell’ufficio di Oliver. Mi limito a guardarli come una stalker dalla vetrata mordendo nervosamente il tappo della penna. Cosa gli starà dicendo? Avranno più parlato della nottata di sesso passata insieme?
 – Sveglia Felicity! – una voce mi riporta alla realtà. Gli occhi azzurri di Thea mi salutano allegri
– Thea bentornata! – mi alzo subito in piedi cercando di ricompormi
– Certo che mio fratello non impara mai – sussurra guardandolo e salutandolo con la mano non appena lui si accorge di lei
– Che bello vederti – le dico ammirando la sua abbronzatura. È più bella di prima
– Non starò in giro per molto, ho qualche giorno libero e sono venuta a trovare Ollie – si siede sulla scrivania facendo cadere dei fogli a terra mi abbasso a prenderli e noto che indossa una cavigliera rossa uguale al bracciale strappato all'incappucciato giorni prima
 – Dove l’hai presa? – chiedo interessata. Lei è intenta a mandare un messaggio. Sposta lo sguardo sulla cavigliera e sorride timida
 – È un regalo di una persona speciale – si morde il labbro inferiore imbarazzata
– Una persona speciale? – ripeto insicura. Povero Roy
– So che sei molto amica di Roy ma era arrivato il momento di andare avanti e dimenticarmi di tutti – mi guarda seria. Ha sopportato parecchie cose in quest’ultimo anno non posso che approvare. Annuisco poco convinta e vengo distratta da Oliver e Valerie uscire dall’ufficio, lei ammicca nella mia direzione e si dirige svelta in ascensore. Io faccio la guardo sprezzante
– Che meravigliosa sorpresa – Oliver stringe tra le braccia sua sorella e io sposto lo sguardo ancora arrabbiata per ieri notte
– Stavo pensando di dare una festa stasera – esordisce lei battendo le mani eccitata
– Perché? – chiediamo nervosi io ed Oliver. Stasera dobbiamo andare a controllare Lyla in ospedale
– Perché starò qui solo per pochi giorni e mi siete mancati tutti. Inviterò anche Laurel – sorride in direzione di suo fratello. Io sono tentata di alzare gli occhi al cielo ma mi trattengo
– Come desideri – sorride Oliver guadagnandosi un bacio dalla sorellina
– Organizzo tutto io voi non dovrete pensare a nulla. Oh dimenticavo, Felcity puoi invitare tu Roy? Non me la sento di sentirlo ma mi farebbe tanto piacere rivederlo – mi dice nervosa bloccando le porte dell’ascensore prima che si chiudano
– Contaci – sorrido forzata prima che sparisca all’interno dell’ascensore
– E adesso che si fa? – domano ad Arrow dietro di me.
 
 


– Detective posso parlare? – chiedo entrando alla stazione di polizia. Tutti sono intenti a lavorare su un caso
– Dimmi pure Felicity – mi dice accompagnandomi nel suo ufficio. Mi siedo e guardo di sfuggita la foto con Sara e Laurel appesa al muro
– Abbiamo bisogno di un favore – esordisco sorridendo. Lui non sorride e pian piano faccio sparire anche il mio di sorriso.
– Abbiamo? – mi chiede scettico
– Io ed … Arrow – tossisco nervosa. Lui alza le sopracciglia e poggia la schiena allo schienale della sua poltrona facendomi segno di continuare a parlare
– Abbiamo bisogno che controlli l’ospedale stasera, Arrow deve pensare ad altri criminali e ha davvero bisogno che stasera non succeda nulla in sua assenza – cerco di rimanere vaga il più possibile
– Lei si rende conto che non posso piantare lì dei miei uomini solo perché me lo chiede Arrow? – mi chiede come se stesse parlando ad un’idiota
– Lo capisco ma non gliel’avrebbe chiesto se non fosse importante e non appena arriva lui potrete andare – sorrido nuovamente ma notando la sua espressione la smetto subito
– Dica ad Arrow che non stiamo ai suoi ordini ma per questa volta farò un eccezione – congiunge le mani guardandomi serio
 
 

– Ricordami ancora perché sono qui? – mi chiede per la centesima volta Roy
– Perché devi dimostrarti maturo e comportanti da uomo – rispondo per la centesima volta io
– Se mi stessi comportando da uomo avrei le mani impegnate a dare pugni a quella persona speciale che gli ha regalato la cavigliera – alza la voce non appena arriviamo davanti la porta dei Queen
– Che razza di regalo è una cavigliera? – mi chiede infastidito
– Vuoi calmarti? – lo zittisco esasperata suonando alla porta
Laurel fasciata da un abito a mezza gamba blu con uno spacco vertiginoso che lascia poco all’immaginazione ci apre la porta sorridendo. Roy la guarda confuso mentre io sto rivivendo un déjà vu  ricordandomi della festa del suo compleanno quando aprendo la porta in tutta la sua bellezza mi fece sentire così piccola. Adesso sta succedendo nuovamente la stessa cosa.
– Thea ancora non è scesa – spiega sorridendoci.
Entriamo e mi guardo allo specchio posto all’ingresso nervosa, ho un semplice vestitino bianco a canotta con il pizzo lungo la schiena. La lunghezza si ferma a metà coscia ma nonostante abbia impreziosito il tutto con dei tacchi vertiginosi non sono ancora all’altezza di competere con Miss Lance
– Sei magnifica – mi sussurra ad uno orecchio Roy prendendomi per mano. Sorrido al mio amico che stasera è bello da mozzare il fiato e con la speranza che almeno lui possa conquistare la sua amata ci dirigiamo in salotto dove musica risate e tintinnii di bicchieri ci accolgono amorevolmente
– Scappiamo – mi dice non appena intercetta Thea entrare in sala. La sua abbronzatura spicca grazie al suo abito dorato che le lascia schiena scoperta. Sul davanti una scollatura profonda fa bella mostra di sé. Roy deglutisce nervoso e non appena si guardano si perdono l’uno dentro l’altra
– Che bello vederti Roy, come stai? – chiede avvicinandosi a lui e salutandomi con la mano
– Bene tu? Sei bellissima – in quelle semplici parole Roy fa capire quanto ancora ne sia follemente innamorato
– Benone, scusatemi – si dirige verso un ragazzo baciandolo sulle labbra. Rimaniamo a bocca aperta
– Non dare di matto ti prego – gli stringo forte la mano. Lui inspira profondamente e mi porta a prendere da bere
– Le piacciono i pel di carota, perfetto buon per lei – bofonchia mentre beve un sorso di vino. A stento trattengo una risata
– Adesso siamo anche contro le persone dai capelli rossi? – chiedo divertita
– Io odio le ragazze con le gambe da modella per te quindi tu per me puoi anche odiare i pel di carota – fa tintinnare il suo bicchiere al mio e divertiti beviamo
– Come va? – Oliver ci raggiunge e un moto di soddisfazione mi sovviene quando noto che mi squadra dalla testa fino ai piedi. Accanto a lui una Laurel meno felice per quello sguardo mi fulmina con gli occhi
– Stiamo già bevendo per dimenticare, tutto nella norma – dico scherzando
– Hai visto il nuovo fidanzato di Thea? – chiede Oliver a Roy ma sembra non apprezzare molto anche lui
– Inizi a rimpiangermi come cognato? – chiede sbruffone il mio amico. Scoppio a ridere dandogli il cinque guadagnandomi un’occhiataccia da parte di Oliver
– Dai questa era carina – spiego sorridendo. Lui corruccia le labbra e poi le distende in un sorriso da mozzare il fiato io bevo un lungo sorso di vino per evitare di fare una faccia da ebete
– Notizie di Dig? – cambia argomento Laurel
– Tutto apposto, Lyla sembra anche stare meglio – spiega Oliver sinceramente contento
– Mio padre non deve vedermi più tardi intesi? – gli chiede abbassando la voce lei. Oliver annuisce e noto che lei sta per prenderlo per mano ma lui voltandosi verso di me mi chiede di ballare. Roy assume un’espressione soddisfatta sostituita subito da una infastidita quando Laurel gli propone di ballare insieme.

Stringo forte la mano di Oliver e insieme ci dirigiamo in pista, sorrido quando dalle casse parte “Dancing in the Moonlight” facendomi nuovamente pensare alla festa di compleanno di Laurel quando Oliver ballò questa stessa canzone insieme a Miss Lance
– Cosa mi sono perso? – mi chiede sorridendo
– Pensavo scusa – rispondo imbarazzata cerchiamo di muoverci a tempo quando sento la sua mano sulla mia schiena avvicinarmi fino a farmi aderire al suo corpo solido come il marmo
– Sei davvero bellissima stasera – mi soffia sull’orecchio. Le sue labbra toccano il mio lobo in modo così sensuale da farmi quasi venire un infarto. Sulla pista noto Laurel guardarci preoccupata e Roy guardare preoccupato Thea intenta a ballare col suo ragazzo 
– Hai dato risposta ad Andrew? – mi chiede d’un tratto. I nostri visi sono pericolosamente vicini
– Devo dargli risposta tra una settimana – lo guardo intensamente non capendo a che gioco stia giocando? Annuisce impercettibilmente stringendosi di più a me. Porta le mie mani attorno al suo collo e le sue percorrono interamente la mia schiena fermandosi un attimo prima di arrivare al mio fondo schiena. Lui continua a guardarmi intensamente e per una volta nei suoi occhi leggo desiderio lo stesso che si è sempre letto nei miei ogni volta che si posavano su lui
 – Che ti prende? – chiedo in sussurro
– Ricordi la notte in cui abbiamo combattuto contro Slade? – mi chiede avvicinando le labbra alle mie. Posso sentire il su respiro caldo scontrarsi sulla mia pelle fredda. Annuisco sorridendo amara, come dimenticare quella notte?
– La notte in cui mi hai detto ti amo per finta – rispondo provocandolo
– Era di questo che volevo parlarti – apre nuovamente la bocca ma la musica si ferma e Thea prende a parlare interrompendoci. Io cerco di reprimere il nervoso e gli istinti omicidi verso quella ragazza che ha rovinato il momento più importante che io e Oliver stavamo vivendo
– Grazie a tutti per la serata – dice tra gli applausi degli invitati, tranne i miei – Volevo solo dirvi che mi mancate e mi mancherete e volevo informarmi di una cosa molto importante – gli applausi finiscono e cala il silenzio aspettando che Thea riprendi a parlare 
– Ollie non andare di matto – sorride nervosa.
Il suo fidanzato si avvicina uscendo dalla tasca una scatolina, sento Oliver raggelarsi vicino a me guardo impanicata Roy che sgrana gli occhi avvicinandosi pericolosamente a Thea, svelta mi avvicino a lui e lo blocco. Lui mi stringe forte la mano.
– Ho già detto sì, volevo solo renderlo pubblico ed ufficiale – continua Thea guardando Oliver
– Thea Queen ho capito subito tu fossi l’amore della mia vita, vuoi sposarmi? – chiede il suo fidanzato in ginocchio. Lei emozionata dice di sì e incorniaciano il momento con un lungo bacio appassionato. Tutti applaudono tranne io Roy ed Oliver.
La musica riparte e la gente torna in pista, Oliver si allontana veloce seguito da Laurel vorrei tanto andare da lui ma non posso lasciare da solo Roy che mi porta in pista e si stringe forte a me
– Roy … – provo a dire ma lui guarda fisso davanti a sé. Il pomo d’Adamo continua a fargli su e giù per il nervoso “ Ragazzi abbiamo bisogno di aiuto “ interrompe il momento Diggle parlando all’auricolare “Arriviamo “ tuona Oliver. Mi volto per andare via ma Roy mi blocca
– Dimmi – chiedo curiosa. Lui mi guarda furioso e io non capisco che devo fare.
Poi succede tutto in un secondo. Mi tira forte per il braccio facendo aderire i nostri corpi, mette una mano dietro la mia testa e si fionda violentemente sulle mie labbra. Resto paralizzata tutto potevo aspettarmi meno che questo, Roy Harper mi sta baciando e io non sto facendo nulla per evitarlo. Le sue labbra indugiano prepotenti sulle mie fin quando cerca di farsi varco con la lingua. Stavolta faccio forza sulle braccia per spingerlo via
– Roy smettila – cerco di dire ma esce solo un lamento dato che ho la sua bocca sulla mia. Gli pesto il piede e lui pare reagire finalmente, si allontana guardandomi scioccato mentre io lo guardo sgomenta.
Mi volto e gli occhi furiosi di Thea, soddisfatti di Laurel e delusi di Oliver mi trafiggono come tante coltellate.
Guardo ancora Oliver e provo a fare un passo verso di lui ma si volta e va via furioso. 




Ciao :)
Eccomi qui con un altro capitolo, voglio essere ancora una volta ripetivita ringraziando voi che leggete, recensite, seguite, preferite e ricordate questa storia :)
Spero il capitolo non vi abbia deluse e fatemi sapere cosa ne pensate del finale che mi è stato ispirato da 
Lights:)
Grazie mille ancora a tutte voi!

Coccinella_

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Capitolo 11
*** You left me in the dark... In the shadow of your heart ***


You left me in the dark... In the shadow of your heart



La punta della freccia sfiora la sua pelle proprio sul punto dove si trova il cuore. Sento il suo respiro affannato, forse anche un po’ impaurito, farsi sempre più insistente
– Rispondi alla mia domanda – gli intimo ancora una volta. Nessuna risposta. Laurel si fa avanti e gli toglie il cappuccio mostrando il viso di un uomo scarno e apatico
– Chi siete e cosa volete? – gli ripeto lentamente la domanda ma lui continua a non parlare. Succede tutto in pochi secondi, l'uomo corre velocemente verso la finestra gettandosi dal dodicesimo piano del palazzo. Io Laurel e Dig rimaniano increduli a quanto abbiamo appena visto
– Se ha preferito la morte un motivo dovrà pur esserci – sussurra Laurel
– Torniamo da Lyla – dice veloce Dig voltandosi
Entriamo in camera e troviamo Roy intento a toccare il pancione di Lyla
– Dig hai fatto proprio un buon lavoro – gli da una pacca sulla spalla facendo sorridere Dig e Lyla. Io invece gli riservo solo un’occhiata sprezzante che non sfugge a nessuno soprattutto al mio fedele amico
– Hanno rubato scorte intere di alico folico, melatonina e policosanoli – Felcity fa capolinea in camera bloccandosi subito non appena mi nota. La ignoro e mi volto guardando fuori dalla finestra
– Di solito rubano solo delle analisi – dice Lyla un po’ affaticata
– Penso tu adesso debba risposare – le dice in tono dolce Dig
Dopo averla salutata usciamo dalla camera e Dig continua a spostare lo sguardo tra me Felcity e Roy
– Resto io di ronda, meritate un po’ di riposo – dice Laurel sorridendo per poi sparire. Prima di andare però mi stringe forte la mano, in passato era un gesto che mi rendeva felice ma adesso ...
– Mi dite che vi succede?  – ci interroga Dig incrociando le braccia al petto
– Nulla, niente che deve succedere? Non succede nulla, non abbiamo fatto nulla la festa è andata benone e nessuno ha baciato nessuno – inizia a parlare a raffica Felicity gesticolando nervosamente
– Ho baciato Felicity alla festa mentre ballavamo – spiega Roy espirando. Sia io che Felicity lo guardiamo male mentre Dig dapprima rimasto in silenzio esordisce con un sonoro ­­­­­­– Wow! – per poi scoppiare a ridere
– Buona notte – chiude il discorso Felicity andando via. Lei sposta il suo sguardo su me ma la ignoro ancora una volta. Roy le corre dietro facendomi arrabbiare ancora di più
– Sei arrabbiato per questo? – chiede divertito Diggle
– Thea sta per sposarsi – chiudo gli occhi nervoso al pensiero che la mia sorellina voglia compiere un passo del genere così giovane
– Cosa e con chi? – chiede stupito il mio amico
– Giordan,un ragazzo conosciuto a Parigi – sbuffo pensando ai mille modi che potrei utilizzare per ucciderlo e far sembrare il tutto un disastroso incidente
– Quindi è solo questo quello che ti turba? – mi stuzzica
– Cos’altro dovrebbe turbarmi? – lo guardo con sfida
– Prima ammetterai i tuoi sentimenti prima potrai rivendicare ciò che è tuo – detto questo mi sorrideprima di entrare in camera
Copro il viso con le mani e cerco di nascondere in un luogo buio e freddo della mia testa l’immagine di Roy appiccicato alle labbra di Felicity subito dopo il momento in cui stavo provando a dirle che il ti amo detto mesi fa non è stato detto solo per Slade ...
 
***
 
Diggle scoppia in una fragorosa risata continuando a spostare lo sguardo da me a Roy che mi guarda come un cane bastonato. Guardo Oliver che nuovamente mi ignora spostando lo sguardo altrove
– Buona notte – dico andando via furiosa da quel posto. Sento dei passi seguirmi e per un attimo spero siano i suoi
– Ti vuoi fermare – mi dice arrabbiato Roy davanti l’ascensore. Sbuffo sonoramente e sussurro un " grazie a Dio " quando le porte si aprono. Velocemente entro e digito il piano terra ma lui altrettanto più veloce entra in ascensore insieme a me sorridendo spavaldo
– Vuoi che ti infilzi col mio tacco stasera? – gli urlo
– Lo so sei arrabbiata con me ed hai tutta la mia approvazione – mi dice con voce calma
– Non volevo la tua approvazione – mi volto guardando i piani scorrere. Per fortuna Roy non decide di interrompere il silenzio e quando finalmente arrivati al piano terra usciamo dall'ascensore si decide a dire
– Mi dispiace non so cosa mi sia preso ma ti prego Felicity non posso perdere anche te – gli trema la voce
– Ti ho mai dato modo o motivo di credere che io volevo essere baciata da te? – gli punto il dito minacciosa
– No! E io non l’ho mai voluto fare … insomma sei vecchia per me – si tocca la testa imbarazzato
– Roy! – urlo ancora più arrabbiata – Sono più grande di soli tre anni! – gli tiro un pugno sulla spalla
– Non volevo dire questo – mi guarda trattenendo una risata. Io se potessi farei uscire del fumo dal naso e dalle orecchie
– Roy riesci a capire le conseguenze del tuo gesto? – dico in un filo di voce
– Dirò ad Andrew di aver bevuto un po’ troppo giuro gli regalerò pure un polmone per non farvi avere problemi – mi abbraccia goffo nonostante cerco di allontanarlo. Ancora non riesco a credere che lui mi abbia baciata e non riesco a credere di non averlo fermato subito … Oliver è davvero furioso
– Non parlavo di lui – dico arrendendomi alla sua presa ferrea. Sta un attimo in silenzio come stesse pensando o si stesse godendo il momento
– Se non ha il coraggio di baciarti non può pretendere che gli altri non lo facciano – dice sciogliendo l’abbraccio poi nota la mia espressione e si corregge subito – Io non avrei dovuto farlo ovviamente – mi sorride nervoso facendomi alzare gli occhi al cielo
– Si stava avvicinando, stava provando a baciarmi – dico con voce mesta
– Ma non l’ha fatto Felicity, le sue frasi sono sempre incomplete e le sue azioni rimangono sempre a metà – poggia le mani sulla mia spalla guardandomi serio. Ha ragione, Dio se ha ragione.
– Roy prova nuovamente a baciarmi e giuro che ti squarto vivo – lo guardo minacciosa e lui lentamente toglie la mano da sopra la mia spalla – Anzi farò di peggio, chiederò a Thea di farle da damigella d’onore al suo matrimonio – incrocio le braccia al petto soddisfatta
– Questa è la cosa più brutta tu potessi dirmi – fa lo stesso anche lui
– Tu hai cercato di limonare con me – alzo nuovamente la voce. Si zittisce finalmente ponderando la risposta
– Almeno sono bravo? – mi chiede curioso. Impreco a bassa voce e salgo in macchina
 
 
La mattina seguente vado a trovare Lyla avendo qualche ora libera da lavoro ovviamente il vero motivo è che cerco di rimandare il più possibile lo scontro con " Oliver sono sempre offeso Queen ".
– Ciao – mi saluta sorridendo Dig. Gli sorrido di rimando e poggio i fiori che ho preso a Lyla sul comodino vicino a letto. Mi volto verso di lei ma sta dormendo quindi mando un bacio alla pancia e mi avvicino al mio amico
– Ma almeno adesso che hai baciato un ranocchio è diventato un principe? – chiede divertito, io prima lo guardo male ma poi non riesco a trattenere una risata
– Ci vorrebbe un miracolo – sbuffo sorridendo
– Povero Roy – sussurra dispiaciuto. Gli riservo un’occhiataccia
– Thea sta per sposare un ragazzo conosciuto da appena due mesi, era furioso e disperato – mi dice sorridendo
– Lo so, è l’unico motivo per cui l’ho perdonato – bofonchio.


Poche ore dopo sono in ascensore, alla Queen Consolidated, sperando si blocchi e non mi faccia mai uscire più di lì. Le porte si aprono e trovo Roy con un bicchiere da trasporto in una mano e un pacco regalo nell’altra
– Sei impazzito? Se ti vede Oliver ci ammazza! – sussurro preoccupata
– Ancora lui? Io ti bacio e tu continui a pensare a lui? – fa il finto indignato passandomi i suoi regali. Apro il pacchetto e sorrido nel trovarvi un bracciale con un ciondolo, alza il suo polso e lui indossa lo stesso
– Lo sai che è un regalo strano? Soprattutto dopo avermi infilato la lingua in bocca – lo guardo scettica
– Nel caso vai a Francoforte hai un pezzo di me – mi fa una linguaccia. Francoforte mi fa pensare subito ad Andrew e alla risposta che devo dare tra qualche giorno … guardo il bracciale e mi accorgo di essere davvero fortunata ad avere Roy come amico, anche se il più delle volte mi fa arrabbiare. Lo abbraccio e poi lo caccio via, faccio un respiro profondo e mi dirigo alla mia scrivania non guardando appositamente verso l’ufficio di Oliver. Mi siedo cercando di apparire sicura e disinvolta
– Felcity – mi chiama Oliver dal suo ufficio, salto in aria emettendo un gridolino. Respiro affondo e mordendomi le labbra lo raggiungo, non appena entro lui mi trafigge col suo sguardo così tagliente tanto da dover abbassare il mio
– Hai notizie su quello che è accaduto ieri? – mi chiede con voce fredda
– I medicinali rubati servono come antidolorifici o calmanti, per adesso sono riuscita a scoprire questo – resto li in piedi al centro della stanza detestando Oliver e il suo modo di fare
– Ti vorrei un po’ più concentrata, dovresti dire ad Andrew di allentare un po’ e lavorare più sul caso. Facciamo tutti dei sacrifici Felicity – volge il suo sguardo verso di me. Io assumo un’espressione confusa
– Andrew è a Francoforte – sussurro piano
– Quindi hai detto di no? – chiede d’un tratto interessato
– Non ancora, Domenica torna e dovrò dargli una risposta – avrei bisogno di una vacanza da sola
– Gli hai detto di Roy? – mi chiede sgarbato alzandosi dalla sua postazione
– Non c’è nulla da dire – rispondo brusca, è successo ma adesso basta
– Ti ha baciata davanti a tutti. Credo che il tuo fidanzato meriti di sapere – mi dice con tono critico
– Da quando ti interessano i sentimenti di Andrew? – chiedo scettica
– Da quando vuole portarti lontano da me – mi inchioda con quei suoi occhi magnifici e il mio cuore perde un battito poi aggiunge – Da quanto va avanti tra te e Roy? – serra la mascella come suo solito fare quando è arrabbiato
– Oliver ma che stai dicendo! – alzo la voce stupefatta, davvero pensa che segretamente ho una storia con Roy?
– La verità per una buona volta Felicity – incalza
– La verità è che  tra me e Roy non c’è mai stato nulla e se proprio ti interessa saperlo mai ci sarà. Io sto con Andrew, un ragazzo fantastico che mi ha detto ti amo – sbotto arrabbiata
– Ti ha detto ti amo? – dice lui in un sussurro
– Sì Oliver e ti posso assicurare che non ha usato Slade come giustificazione – gli rinfaccio il mio rancore ed esco velocemente da quell’ufficio. Oggi mi prendo la giornata libera e se vuole licenziarmi che lo faccia!
 
 
– Vuoi lasciarmi qualche patatina? – mi chiede Roy infastidito
– No ho fame e me le mangio – dico prendendone un altro po’. Diggle ci guarda perplessi, siamo nella mensa dell’ospedale l’abbiamo convinto a scendere con noi a mangiare mentre Laurel tiene compagnia a Lyla
– Quindi avete litigato ancora una volta? – mi chiede Dig
– Io provo a stare tranquilla ma lui mi provoca – bevo un sorso d’acqua per poi schiacciare il bicchiere di plastica arrabbiata
– Tu hai parlato con Oliver? – chiede  a Roy
– E rischiare una freccia in un occhio? No grazie – sorride beffardo Roy
– Non capisco cosa voglia da me – bofonchio arrabbiata
– Siete proprio due idioti – dice sbuffando Roy, io lo guardo confusa e lui continua – Sai che da quando Thea mi ha lasciata non riesco neanche a guardare una ragazza senza pensare a quanto mi manca? Adesso lei si sta sposando e questo vuol dire che lei mi ha dimenticato davvero. Tu ed Oliver siete palesemente innamorati ma continuate a rendervi la vita un inferno senza un valido motivo – alza la voce arrabbiato. Io non so che dire, non ha mai avuto un atteggiamento simile con me
– Roy i problemi li ha creati lui e poi adesso non ha più importanza, sto con Andrew – mi asciugo la bocca con un tovagliolo
– Andiamo Felicity lo sappiamo tutti che non sarai mai favorevole a lasciare Oliver e andare a Francoforte, quindi smettila di mentire a te stessa. Ti credevo più intelligente – mi dice trafiggendomi con lo sguardo
– Credo sia meglio calmarci un po’ – interviene Diggle
– Be sta parlando colui che per attirare un briciolo di attenzione della sua ex fidanzata usa la sua migliore amica baciandola e ridicolizzandola davanti a tutti. Tutti mi ritengono il tuo chiodo schiaccia chiodo ma nonostante tutto Thea ti ha ignorato ed ha già prenotato la data del matrimonio – nel momento stesso in cui termino la frase mi accorgo di quando sono stata cattiva. Lui si alza con rabbia e va via lasciando me e Diggle seduti in silenzio.
– Hai esagerato – mi riprende Dig
– Lo so, credimi lo so – mi copro il viso con le mani arrabbiata con me stessa.
 

Rientro a casa sfinita dopo aver litigato con Roy ho passato il pomeriggio a cercarlo ma non l’ho trovato neanche a casa sua. Il telefono lo tiene spento ormai da ore e quando lo riaccenderà troverà la casella dei messaggi piena delle mie stupide scuse. Il problema è quando riaccenderà il telefono? Decido di farmi una doccia calda e rilassante indosso la mia vestaglia  e dopo aver pettinato i capelli e lasciandoli bagnati mi distendo sul divano a guardare un po’ di televisione ma poco dopo la stanchezza prende il sopravvento …
 
Dei tonfi forti alla porta mi fanno svegliare, scatto subito a sedere notando che la televisione è ancora accesa confusa la spengo. La porta continua a tremare a causa dei  tonfi, guardo l’ora e mi sale il panico quando noto che sono le tre di notte. Chi sarà mai? Roy?
Apro piano la porta spaventata e sgrano gli occhi quando vedo Oliver che mi guarda arrabbiato. Mi scosto e lui entra come una furia chiudo la porta guardandolo perplesso.
– Devo parlarti – fa avanti e indietro dal divano alla finestra di fronte, sembra molto nervoso
– Oliver stai bene? Diggle? Roy? – al sentire quest’ultimo nome mi guarda con rabbia
– Non sono qui per parlare di lui – sbuffa infastidito. Incrocio le braccia al petto in attesa
– Sei ubriaco allora? – ha gli occhi molto lucidi
– Ho bevuto un po’ – spiega veloce  guardandomi le gambe scoperte dalla vestaglia corta. Imbarazzata sposto il peso da una gamba all’altra
– Ti ama quindi? – chiede a brucia pelo, capisco che si riferisce ad Andrew
 – Sì – sussurro nervosa, dove vuole arrivare?
– E tu? – si avvicina guardandomi serio
Ed io? Sono giorni che penso a questo, sono giorni che rifletto se davvero sono in grado di amare Andrew o meglio se davvero sono in grado di amare chiunque non sia Oliver Queen. Guardandolo negli occhi adesso, capisco quanto le parole di Roy fossero vere. Mi avvicino anche io e lui mi afferra le mani
–  No –  dico con voce tremante
– Sei davvero convinta che io ti abbia detto ti amo solo per Slade? – mi guarda ferito
– Non mi hai mai dato altro modo di pensare – rispondo ferita anche io, lui si avvicina di più facendo sfiorare i nostri nasi
– Perché se ti succedesse qualcosa io morirei Felicity – mi guarda preoccupato. I miei occhi si fanno lucidi
– Ti prego ho bisogno di sentirmi dire la verità Oliver, ti prego – lo imploro stringendogli le mani. Lui me le lascia ma prima che io mi possa sentire delusa le avvicina al mio viso poggiandole sulle mie guance, è talmente vicino che il mio cuore batte così forte da farmi male
– Ti amo Felcity Smoak – mi guarda fisso. Nessuna telecamera ci sta riprendendo, Slade non ci sta guardando. Questa volta il suo ti amo è vero.
– Ti amo Oliver Queen – sussurro anche io.
Lui sorride sincero come se si fosse appena liberato di un peso e finalmente le nostre labbra si incontrano lasciandoci provare quella meravigliosa sensazione di diventare una cosa sola. Il bacio da casto diventa pian piano sensuale, portando con sé desiderio ma anche rabbia. Rabbia per tutto quello che abbiamo sempre nascosto.
Le sue mani stringono i miei fianchi. Le sue labbra non abbandonano le mie neanche quando mi spinge camera. Mi fa distendere sul letto e mi toglie subito la vestaglia facendomi rimanere solo con gli slip. Mi guarda con desiderio ma io mi copro subito il viso con le mani
 – Che fai? – mi chiede cercando di toglierle
– Mi nascondo – dico piagnucolando
– Vuoi che ci fermiamo? – chiede un po’ deluso
– No! – tolgo subito le mani dal mio viso e lui mi guarda sorridendo ma io non riesco a fare lo stesso
– Che ti succede allora – si distende accanto percorrendo con un dito tutto il mio corpo, su e giù. Mio dio quanto può essere sexy questo ragazzo?
– Lo sai che non sono come le altre vero? Cioè non in senso positivo ovviamente, cioè no per quanto riguarda la mia intelligenza sicuramente in senso positivo. Ma per quanto riguarda l’aspetto fisico tu hai avuto sicuro esperienze con delle modelle e io non sono proprio una modella, anzi non lo sono affatto – inizio a straparlare nervosa
– Felicity – prova a bloccarmi gentilmente
– Eccetto Laurel che non è una modella, ma in fondo il suo corpo non è tanto diverso da una modella, poi hai avuto quasi tutte attirci e modelle si lo ammetto ti ho googlato ma era per capire le rivali ed io – sono un fiume in piena
– Felicity! – stavolta alza la voce e io mi blocco subito, ho rovinato il momento.
– Sei bellissima ed hai ragione non sei come le altre … Sei molto meglio. Adesso sta zitta – mi guarda finto esasperato per poi sprridere.

Le mani di Oliver si muovono carezzevoli sui lati del mio corpo facendomi venire i brividi ed inarcare sotto di lui, mi accarezza l'addome, i fianchi e i lati dei seni. Sto cominciando a rilassarmi sotto il suo tocco. Non faccio in tempo a finire il pensiero che i suoi denti affondano nella carne morbida della mia clavicola provocandomi un urlo a metà tra il dolore e il piacere.
– Oliver! –
Si stacca da me quasi compiaciuto e mi guarda con il suo sguardo ferino:
– Siamo sensibili... – dice giocoso
– Sensibile? Oliver, mi hai affondato i canini nella clavicola – rispondo io mantenendo il suo stesso tono
– Te lo meritavi – mi provoca 
– E per cosa, di grazia? – gli sbuffo 
– Per avermi fatto arrabbiare... sai, uscendo e provocandomi con Andrew, per avermi tentato tutto questo tempo e per quanto sono stato stupido ad accorgermi di sentire qualcosa per te solo ora – sussurra mentre si rituffa sul mio collo e piazza altri morsi, questa volta la modalità giocosa non è nel suo intento, anzì tutta la sua carnalità sta venendo fuori. 
Un leone che si avventa su una gazzella.
Gemo, mentre lui mi da un morso leggermente più forte degli altri, un morso dolorosamente piacevole. Subito dopo il moroso però inizia a baciarmi ed accarezzare la parte lesa con grazia, come se avesse paura di rompermi.
Bianco o nero, buono o cattivo. Con lui non esistono mezze misure.
Alza la testa dal mio collo e solo in quel momento mi accorgo della macchia violacea sulla mia clavicola destra, lui deve vedere la mia faccia stranita, perché comincia a ridere. Con gentilezza traccia il contorno del segno dei suoi denti impresso sulla mia pelle.
– Questo – sussurra – è per ricordare a qualcuno che tu sei di mia proprietà –  dice avvicinando il mio volto al suo – ci siamo capiti? – Il suo tono ora è lievemente minaccioso e io incapace di fare altro annuisco timidamente.
Intanto la sua bocca è scesa sul mio seno che riempie di baci. 
All'improvviso inizia a succhiare uno dei miei capezzoli ultrasensibili e io non posso fare altro che assecondarlo premendogli la testa contro il mio corpo.
Con mio grande dispiacere Oliver si stacca dal mio corpo che si sente già privato del suo calore.
Con movimenti lenti è studiati si spoglia e si stende sopra di me; con me mani mi allarga leggermente le gambe, vi si posiziona in mezzo e con un unica spinta scivola a casa.
I nostri gemiti si perdono nel buio della notte.
 

Mi sveglio con il sorriso stampato sulle labbra, stanotte è stato meraviglioso. I miei occhi faticano ad aprirsi anzi tutto il mio corpo fatica a muoversi ancora stanco dopo la nottata quasi insonne che Oliver mi ha fatto passare. Era davvero insaziabile … sorrido al ricordo delle sue carezze dolci e carnali. Apro gli occhi ma non lo trovo vicino a me. Mi metto seduta sul letto coprendomi con la coperta, mi stiracchio e inspiro un profumo di dolci appena fatti. Oliver mi sta preparando la colazione?
– Oliver non dovevi – urlo sorridendo. Nessuna risposta assumo un espressione confusa e mi accorgo solo adesso che la finestra è aperta così che il dolce profumo della pasticceria sotto casa mia si espandesse in camera mia.
– Oliver? – chiamo ancora. Prendo il cellulare dal mio comodino per vedere l'ora ma mi blocco non appena mi accorgo di un foglio di carta piegato a metà con la scritta “leggimi”.
Una strana sensazione mi assale, il mio corpo da rilassato diventa nervoso e stavolta il cuore batte forte per la delusione

“ Scusa se non sono lì con te,
dopo che ti sei addormentata la sensazione di calma e felicità è svanita. Ieri sera ho bevuto molto ed ero molto arrabbiato con te ma non appena ti ho visto ho capito quanto fossi stupido. Scusami, ho capito subito di aver fatto un errore Felicity. Stanotte è stato tutto un errore, quello che ho detto è vero ma non voglio prenderti in giro, non voglio vivere nel terrore che ti succeda qualcosa e non solo perché potrei perderti ma anche perché diventerebbe estenuante per me. Non posso chiederti di perdonarmi stavolta lo capisco ma posso chiederti di andare via. Va a Francoforte Felicity, va da Andrew che ti ama davvero e non per gioco come probabilmente faccio io. Va via Felicity io starò bene, io non ti voglio più qui …
Perdonami ancora.
Oliver ”

 
Leggo e rileggo quelle righe cercando di capire in cosa io abbia sbagliato stavolta. Dov'è finito l'Oliver dolce e innamorato che ieri sera mi ricordava che io fossi di sua proprietà. Dov'è finito l'Oliver che ieri sera mi ha detto ti amo?
Cerco di trattenere le lacrime ma con scarsa riuscita, afferro il telefono e digito i numeri nonostante abbia la visuale completamente appannata dalle mie lacrime
– Che cosa vuoi? – risponde Roy giustamente infuriato con me
– Roy – riesco a dire tra un singhiozzo all’altro. Lui sta pochi attimi in silenzio e poi dice
– Arrivo – chiude la chiamata immediatamente.
Mi stringo tra le coperte vergognandomi di me stessa, come ho potuto farmi trattare così? Come ho potuto farmi usare in questo modo? Continuo a piangere capendo che davvero questo non è più posto per me.


Ciao a tutte! :)
Come sempre inizio col ringraziare chi legge, recensice, segue, ricorda e preferisce la mia storia :) siete fantastiche!
Detto questo, che ne pensate del capitolo? 
Avevo pensato ad un altro finale ma poi mi sono ricordata che Oliver è un ragazzo molto lunatico e soprattutto molto impaurito da quello che potrebbe accadere a Felicity se davvero decidesse di stare con lei.
Spero non vi abbia deluse.
Un ringraziamento MOLTO speciale va a 
julya_95 ( http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=152963 ) che mi ha aiutato con la stesura di un pezzo di questo capitolo! (la parte scritta in corsivo) bravissima e  grazie ancora :)
Al prossimo capitolo,
Ciao!

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Capitolo 12
*** Sorpresa! ***


SORPRESA!





– Sei ingrassata? – mi dice avvicinando i suoi occhi allo schermo del pc
– Sei sempre carino Roy – sbuffo offesa. Non sono ingrassata è colpa dello schermo del computer.
 Sono passati esattamente tre mesi da quando ho preso l’aereo per seguire Adrew a Francoforte, esattamente tre mesi da quando …
– Bionda mi manchi qui – sospira triste il mio amico. Sorrido malinconica
– Mi manchi anche tu – poi cala il silenzio. Ci guardiamo attraverso lo schermo di un pc. Ci siamo ripromessi prima che io partissi che non avremmo passato un giorno senza chiamarci su Skype e così è stato. Sono distesa a letto con accanto il mio portatile, guardo l’ora e noto che sono le undici di sera. Andrew come al solito ritarda è sempre a lavoro ormai
– Perché il faccino triste? – mi chiede Roy addentando una manciata di pop corn
– Sono sempre sola, Andrew è sempre a lavoro e i miei colleghi non sono molto amichevoli – sbuffo pensando a loro. Mi evitano come la peste
– Ammettiamolo, se non avessi me non avresti amici – sorride beffardo Roy
– Non è assolutamente vero, io sono molto simpatica! – mi ritengo offesa
– E sei anche la fidanzata del loro capo – mi guarda storto Roy come fosse ovvio il motivo di tanto distacco
­ ­– Touchè – sbuffo – Diggle come sta? E la piccola Sara? – chiedo sorridendo ricordando che il sesso della bambina doveva essere maschio!  Poi un velo di tristezza mi circonda ricordando a chi è dedicato il nome della piccola
– Stanno bene è ogni giorno più bella, ovviamente non grazie a Dig – sorride maligno Roy facendomi alzare gli occhi al cielo divertita
– Thea invece sta portando avanti i preparativi? – mi schiarisco la voce notando il fastidio nei suoi occhi
– Sì, tra un mese sarà una moglie a tutti gli effetti – sbuffa. Poi cala nuovamente il silenzio
– Lui fa finta di star bene. Ma da quando hai preso quell’aereo non è più lo stesso – interrompe il silenzio il mio amico sapendo a chi stavo pensando. Gli occhi mi si fanno subito lucidi.
– Tesoro sono a casa – sento Andrew aprire la porta d’ingresso, Roy lo sente pure e mi guarda triste è arrivato il momento di salutarci.
– A domani? – chiedo sorridendo lui annuisce e chiude la chiamata.
Mi alzo dal letto e vado incontro ad Andrew, bello come sempre ma non come qualcun altro … Felicity non pensarci e basta.
– Stai bene? – mi chiede preoccupato notando la mia espressione, stampo un bel sorriso falso sul mio viso e lo abbraccio – Sì mi sentivo sola – sussurro perdendomi in quelle braccia.

 
– Ciao Taylor – poggio la borsa sulla scrivania e guardo il mio collega intento a lavorare. Lui mi saluta con un cenno. Mi avvicino incerta a lui, devo farmi degli amici non posso avere solo Roy nella mia vita …
È  troppo rompi scatole sono sicura lo ucciderò prima o poi devo trovarmi una riserva …
– Mi chiedevo se ti andasse di pranzare insieme oggi – intreccio le dita delle mani nervosamente, mi sembra di essere tornata al liceo quando chiesi a Carl Cassidy, il più bello della scuola, di andare al ballo insieme e ovviamente lui disse no
– No grazie – ecco appunto.
Taylor mi guarda solo per qualche secondo e poi riprende a lavorare come se nulla fosse successo.
Mi siedo e
sconfortata inizio anche io a lavorare , mentre accendo il computer mi salta all’occhio il bracciale col ciondolo al mio polso regalatomi da Roy, sorrido. Mi arriva un messaggio di Andrew dicendomi di andare da lui. Taylor mi guarda di sottecchi, io guardandolo male esco dalla stanza.

­ – Chiudi la porta tesoro – mi sorride il mio fidanzato. Faccio come dico e noto l’espressione di fastidio della segretaria.
– Sai non credo di essere simpatica a molte persone qui dentro – mi siedo di fronte la sua scrivania lui mi sorride e mi prende per mano
– Ma sei simpatica a me – mi bacia la mano teneramente. Sorrido sentendomi in colpa, lui è davvero innamorato di me e io sono molto confusa. Sto ancora scappando da Oliver e da quella notte …
– Mio padre mi ha chiamato ed ha bisogno di me a Starling City per qualche settimana, tu vuoi rimanere qui o vieni con me? Sappi che mi mancheresti tantissimo – mi fa cenno di sedermi sulle sue gambe e io come un robot lo assecondo. L'aria cominicia a farsi pesante, 
ritornare a Starling? Rivedere Oliver? Non posso fare questo al mio cuore che sta cercando di rimettere in piedi i pezzi. Poi però penso a Roy a Dig e alla piccola Sara che ancora non conosco, sospiro quasi infastidita da quello che il mio cervello mi sta suggerendo di fare
– Stai bene? – chiede confuso Andrew
– E Starling City sia – lo guardo seria.


 
– Roy sbaglio o sei lento stamattina? – mi dice Oliver mentre ci alleniamo
– Non ho dormito molto – chiudo subito il discorso
– Va ancora bene la serata uomini a casa tua? – mi chiede lui. Annuisco, è la prima volta che vuole rimettere piede in quella casa dopo quella notte
– Dig per te? – chiedo cercando di schivare i colpi di Arrow. Dig annuisce entusiasta da quando è nata la bambina non ha avuto molto tempo per sé.
– Dai per oggi basta – mi dice Oliver dirigendosi ai computer – Hai capito come funziona il localizzatore? – chiede a Dig
– No non ho capito proprio nulla, ti ricordo che questo era il paradiso di Felicity – risponde Dig riferendosi al computer ultra tecnologico che solo una mente geniale è in grado si usare
– Non ho bisogno che me lo ricordi – dice cupo Oliver – troveremo il modo – stavolta taglia corto lui.
– Va bene ragazzi per stasera basta così ci vediamo da te – dice Oliver andando verso la porta lasciando me e Dig  perplessi
– Secondo te come sta? – gli chiedo
– Soffre la mancanza di Felicity ma non lo ammetterà mai – mi guarda con disapprovazione lui ­– Lei invece come sta? – mi chiede
– Fa lo stesso, sono troppo testardi – sospiro pesantemente ripensando a quel giorno, quando Felicity mi chiamò piangendo

Tre mesi fa

– Felicity apri sono io – busso nuovamente alla porta preoccupato. Finalmente mi apre e  ha il viso rigato dalle lacrime e un espressione addolorata. Sembra così piccola, istintivamente l’abbraccio e chiudo la porta alle nostre spalle.
La faccio sedere sul divano e lei si raggomitola sopra le mie gambe facendosi ancora più piccola. Restiamo così per molto tempo il silenzio è rotto solo dai suoi singhiozzi
– Ti sto bagnando tutta la maglia di lacrime – tira su col naso la guardo divertito
– Tranquilla sto già pensando alla mia vendetta – le bacio la fronte – mi dici che cosa è successo? 
– Io … – si blocca. Si alza e inizia a camminare avanti e indietro davanti al divano. Prende un bel respiro e finalmente dice – Io e Oliver abbiamo fatto sesso – alza il viso e le sue guance si colorano di rosso. Io resto inerme per qualche secondo
– Ti prego dimmi che non l’avete fatto sul divano dove sono seduto adesso – dico facendo un’espressione disgustata. Lei alza gli occhi al cielo ma non riesce a trattenere un lieve sorriso che purtroppo va via subito.
– Deduco che non è così bravo come pensassi … – tossisco non sapendo che cosa dirle
– No è molto bravo – si blocca perdendosi nei suoi pensieri – molto … 
– Felicity ti prego sto per vomitare – mi alzo nervoso. Lei mi guarda preoccupata e poi tira fuori dalla sua tasca un foglietto di carta e me lo passa tremante. Lo afferro subito e leggo il suo contenuto
– è proprio un’ idiota – sussurro rabbioso
– Ti prego Roy non dirgli nulla – mi dice preoccupata
– Infatti non ci sarà bisogno di parlare, lo prenderò solo a colpi di frecce – alzo la voce nervoso ma noto il suo sguardo impaurito e l’abbraccio
– Non è più posto per me – sussurra poco dopo sciogliendo il nostro abbraccio. Anche se mi dispiace ammetterlo so che ha ragione e questo lei lo legge nei miei occhi
– Quando parti? – chiedo triste mentre lei mi abbraccia forte.

 


– Casa dolce casa – posa i bagagli Andrew all’ingresso del suo appartamento. Sorrido nervosa poi guardo l’ora assicurandomi di essere in tempo
– Devi andare? – mi attira a sé baciandomi quando libera le mie labbra riesco a dire – Ho una sorpresa da fare ad un amico – sussurro nervosa. Mi da un altro lungo e appassionato bacio e mi lascia andare
– Allora a dopo – sorride sereno. Mi volto e scappo da quella casa, non posso mandare tutto all’aria adesso.  Fermo un taxi e afferrando il mio cellulare faccio il numero di Roy
– Skype? – mi chiede lui senza neanche dirmi “ciao”
– No scusami è che non sono a casa quindi oggi solo chiamata – lo sento sospirare di sollievo
– Noto che sei contento – insinuo acida
– No scusa è che sono appena uscito dalla doccia se vuoi posso attivare la web lo stesso – assume un tono malizioso
– Idiota – sussurro – Va bene allora a domani – chiudo subito la chiamata. Poco dopo il taxi mi lascia dove richiesto e velocemente prendo la chiave e apro il portone, salgo entusiasta le scale e mi fermo esattamente davanti la porta della mia ex casa.  Provo un misto di sensazioni guardandola nuovamente, li dentro ho lasciato il mio cuore spezzato.
Prima che partissi ho offerto il mio appartamento a Roy dato che io non ne avrei avuto più bisogno, spero solo non l’abbia completamente distrutto. Busso alla porta ansiosa di vedere la sua espressione non appena mi vede in carne ed ossa davanti a lui.
La porta si apre e contemporaneamente urlo – Sorpresa! – con un sorriso felice in volto
L’espressione di Oliver è indecifrabile e il sorriso felice sparisce subito dal mio volto
– Sorpresa – sussurra lui stupito. 


Ciao a tutte :)
scusate la lunghissima attesa! Ma non basterebbe una pagina a spegarne i motivi! Spero solo che non sia troppo tardi e che questo capitolo vi sia piaciuto! Vi ringrazio ancora tutte per aver commentanto, seguito, ricordato, preferito la mia storia!
Baci Coccinella_

 

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Capitolo 13
*** Forse dovrei lasciarti andare ***


Forse dovrei lasciarti andare

 

Quanto mi sono mancati i suoi occhi potermi immergere nuovamente in quell’azzurro è così confortante. Lui ancora mi guarda senza dire una parola ed io faccio lo stesso
– Felicity? – sento la voce di Dig alle mie spalle. Mi volto e lo abbraccio felice
– Diggle che bello rivederti – sussurro sincera
– Bionda! – appare davanti la porta Roy e svelto mi strappa dalle braccia di Dig per avvolgermi nelle sue. Oliver ancora non dice nulla ma non mi perde di vista nemmeno per un secondo
– Volevo farti una sorpresa ma l’hai fatta tu a me – sciolgo l’abbraccio impacciata. Roy mi guarda con aria di scuse e mi gratta la testa nervoso
– Se mi avessi mandato almeno un messaggio te l’avrei detto – sussurra piano lui
– Ecco perché si chiama sorpresa Roy … – alzo gli occhi al cielo
– Be entrate – Oliver finalmente si decide a parlare facendo accomodare me e Diggle.
Entro e vengo subito sopraffatta dal ricordo ancora vivo di quella notte, quando Oliver per una sola notte mi ha fatto credere di poter essere sua  …
– Che combinate quindi? – chiedo smettendo subito di perdermi tra quei ricordi
– Serata tra uomini – mi annuncia allegro Roy
– Ops sono di troppo – sorrido imbarazzata
– No per me sei come un maschio – si siede sul divano il mio amico. Lo guardo offesa e mi volto verso Dig e Oliver ancora in piedi
– Voi cosa mi raccontate? – chiedo per spezzare la tensione
– Sara è morta – risponde di getto Oliver facendo cadere tutti in un silenzio tombale
– Wow Oliver tu si che sai come spezzare il ghiaccio – dice Roy sarcastico
– Si l’ho saputo – rispondo triste
– Ma non parliamo di questo – interviene Dig – Raccontaci di Francoforte – cambia discorso rattristato nel ricordare la nostra amica
– Francoforte è … Francoforte è … Tedesca – cerco di formare una frase di senso compiuto ma trovarmi davanti ad Oliver dopo tutto questo tempo mi confonde
– O mio Dio – si copre il viso Roy con le mani – Siete un caso disperato –.
– Dimmi della piccola Sara – chiedo a Dig sedendomi vicino a Roy. Oliver e Dig invece prendono posto sulle poltrone di fronte
– È la cosa più bella di tutta la mia vita – mi sorride estasiato lui
– Voglio assolutamente vederla – dico eccitata e lui annuisce felice. Poi cala nuovamente il silenzio
– Con Andrew come va? – chiede Roy col suo solito tono compiaciuto. A questa domanda Oliver contrae la mascella e uno sguardo divertito appare sul viso di Roy
– Bene lavora sempre ma bene – tossisco nervosa cambiando posizione 
– Tutto qui? – chiede fintamente deluso Roy, io lo guardo male
– Che vuoi che ti dica? – rispondo acida
– Convivi con lui da tre mesi e l’unica cosa che mi dici è che lavora sempre? – ribatte scettico lui. Oliver assume un’espressione soddisfatta e questo mi infastidisce parecchio
– Che hai tu? – gli domando facendolo sussultare
– Nulla … Perché? – chiede nervoso Oliver
– Sembrava ti stessi divertendo – lo provoco
– Stavo solo ascoltando – risponde lui con sorrisetto beffardo
– Va bene prendo del vino prima che qui scappi il morto – si alza Dig interrompendoci
– Tanto non li calmerai, c’è rabbia repressa nell’aria – mi da una piccola gomitata Roy mentre io cerco di reprimere la voglia di ucciderlo
– Io non sono arrabbiato – puntualizza Oliver
– Infatti non avresti motivo di esserlo … Tu – puntualizzo io
– Dig ti stai perdendo la parte migliore – alza la voce Roy. Io ed Oliver lo guardiamo male e lui chiude la bocca raggiungendo Dig in cucina.
– Allora tu sei arrabbiata? – mi domanda Oliver cercando invano di nascondere l’ansia
– Stai scherzando? Me lo chiedi? – alzo il tono della voce
– Non ti parlo da tre mesi non so più cosa ti passa per la testa – risponde infastidito
– Potevi chiamare – dico seccata
– Non avresti risposto alle mie chiamate – dice seccato lui
– Vuoi darmi torto? – sta giocando col fuoco
– Sì – mi guarda con aria di sfida
– Devi dirmi grazie se ancora non ti ho preso a colpi di tacco – lo guardo male sventolando il mio piede con fare minaccioso. Lui per tutta risposta non riesce a trattenere un sorriso e nello stesso istante Roy insieme a Dig ritorna in salotto
– Abbiamo una ragazzaccia qui –  cantilena Roy stupito e divertito dal mio temperamento
– Vino rosso o bianco? – chiede Dig distraendoci
– Rosso – rispondiamo io e Oliver all’unisono mentre ancora ci guardiamo nervosi
– Bianco – sussurra Roy ma non appena intercetta i nostri sguardi aggiunge – Rosso andrà benissimo – sorride nervoso e prende nuovamente posto accanto a me.
Non riesco più stare in questa stanza, devo prendere aria e scappare via da Oliver, non credo di riuscire ancora a tenere la rabbia repressa nei suoi confronti
– Sapete io torno a casa sono davvero stanca e devo ancora disfare la valigia e pulire casa  – inizio a blaterale scuse patetiche mentre tre paia di occhi mi guardano dubbiosi
– Non andartene – mi sussurra dispiaciuto Roy
– Domani colazione insieme promesso – gli sorriso alzandomi poi faccio verso Dig – Noi invece ceneremo insieme voglio tanto conoscere la piccolina – lui annuisce abbracciandomi. Oliver mi guarda imbarazzato sapendo che a lui non darò nessun appuntamento. Gli sorrido di sbieco e mi precipito fuori da quell’appartamento sospirando pesantemente.
 

È inutile dire che non ho dormito tutta la notte, sembravo una trottola a letto e fortunatamente Andrew ha il sonno pesante. Più penso a quanto si è complicata la situazione più mi gira la testa
– Cappuccino con cioccolato e due bustine di zucchero – mi porge la tazza Roy sedendosi di fronte a me sorseggiando il suo caffè lungo. Siamo in un bar poco lontano da casa di Andrew
– Ti sei ricordato – ammicco contenta
– Che vuoi che ti dica … Sono perfetto lo so – risponde dandosi delle arie e facendomi scoppiare a ridere
– Parliamo di cose serie, ieri sera Oliver ha detto qualcosa? – chiedo interessata
– Piccola pettegola – mi ribecca Roy scherzando – No non ha detto nulla ha solo e fatto il muso tutta la serata – risponde imitandolo
– Se ti vedesse in questo momento ti userebbe come bersaglio – alzo gli occhi al cielo divertita
– Lo ami ancora? – mi chiede a brucia pelo Roy. La sua espressione seria mi fa sospettare che conosce già la risposta
– Giuro che ci sto provando – mi blocco inspirando profondamente – Andrew è perfetto ma non ci riesco … Oliver è sempre nei miei pensieri ­­– ammetto delusa da me stessa. Non avevo fatto caso alla televisione fin quando la notizia di una donna rapita attira la nostra attenzione 

“ Valerie Gale figlia dell’importante imprenditore Jack Gale è stata rapita durante la notte, i genitori chiedono privacy per non disturbare le ricerche della polizia “

Io e Roy ci guardiamo sconvolti prendo subito il mio cellulare dalla borsa e nello stesso istante arriva una chiamata di Andrew
– Ho appena sentito la notizia – rispondo allarmata
– Tesoro stai bene? – mi chiede lui più allarmato
– Sì Andrew ma parliamo di tua sorella – mi precipito fuori seguita dal mio amico
– Aspettiamo notizie. Ci hanno fatto recapitare un messaggio con la richiesta del riscatto voglio che tu oggi stia attaccata a Roy, promesso? – mi chiede nervoso
– Promesso starò al sicuro – chiudo la chiamata guardando Roy
– Andiamo al covo? – mi chiede lui 



 
 °°°
“ Valerie Gale figlia dell’importante imprenditore Jack Gale è stata rapita durante la notte, i genitori chiedono privacy per non disturbare le ricerche della polizia “

– Quella Valerie? – mi chiede Dig guardando la notizia insieme a me, annuisco pensieroso. Siamo al covo abbiamo appena finito di allenarci
– Sì – rispondo cupo. Valerie mi ricorda un momento triste, ho rischiato di perdere veramente Felicity anche se poi l’ho persa comunque
– Lascerai che se ne occupi la polizia? – mi chiede il mio amico
– Certo che no – una voce alle nostre spalle ci fa sussultare
 Eccola lì piccola all’apparenza ma in verità forte e sicura di sé, la mia Felicity. Rivederla qui al covo mi fa provare emozioni che in questi mesi ho sotterrato da qualche parte del mio cuore
– Il team Arrow è di nuovo in azione – dice fiero Roy facendo annuire me e Dig. Felicity si dirige subito a quella che è stata la sua postazione sedendosi chiude gli occhi come per godersi al pieno il momento
– Mi è mancato davvero – sussurra malinconica
– Cosa? – chiede Dig
– Tutto questo – ci guarda uno ad’uno per poi inchiodare il suo sguardo al mio
 
 °°°

– Oliver ho la posizione esatta – le mie mani scorrono sulla tastiera così velocemente da battere ogni record possibile. Eccoci tornati ai vecchi tempi, io che parlo con loro tramite i microfoni e loro che seguono le mie direzioni sul campo
– Dimmi pure – risponde concentrato lui
– Roseroad è a tre isolati da dove vi trovate adesso – guardo i loro punti sulla cartina. Il cellulare di Valerie è stato acceso poche ore fa per la seconda chiamata fatta alla famiglia di Andrew la chiamata è durata circa cinquanta secondi sufficienti a localizzarli. Certo l’idea di far salvare Valerie proprio da Oliver mi infastidisce parecchio ma credo che lasciare uccidere la propria cognata non è iniziare col piede giusto con la famiglia del proprio ragazzo.
– Hai avuto altre notizie da Andrew? – chiede Roy un po’ affannato credo stia correndo
– Non dopo l’ultima chiamata – rispondo concentrata
– Non dovresti stare con lui? Insomma sei la sua fidanzata no? – azzarda il mio amico
– Non è il momento di parlarne non vi pare? – interrompe bruscamente il discorso Oliver, immagino già la sua espressione.
Un rumore alle mie spalle mi fa voltare di scatto ma non vedo nessuno forse l’ansia sta facendo brutti scherzi mi volto nuovamente ma dopo qualche secondo qualcuno mi punta il coltello alla gola. Urlo ma una mano, coperta da un guanto nero, mi zittisce subito
– Felicity va tutto bene? – chiede allarmato Oliver
Mi volto e una figura completamente rivestita di nero, volto compreso mi fa segno di stare zitta. Cerco di vedere gli occhi attraverso la retina nera che li copre ma subito si allontana premendo di più il coltello alla gola
– Sì … Sì va tutto bene – dico insicura
– Bionda che succede? – mi chiede Roy nervoso
– Felicity? – interviene pure Dig
La mano che prima tappava la mia bocca si sposta sopra la mia testa e afferrandomi i capelli mi fa alzare bruscamente. Chiudo gli occhi per reprimere un urlo la figura si siede al posto mio e vedo che inizia a cercare dei file al computer non posso permettergli di continuare
– Oliver qualcuno ha fatto irruzione al covo – urlo disperata cercando di scappare ma è più veloce di me e mi afferra facendomi cadere a terra
– Arrivo – urlano tutte e tre
L’unica cosa che ricordo e un ago infilzarsi nel mio braccio e poi il nulla.
 
 
– Bentornata – mi saluta amorevole Andrew. Mi guardo intorno sono su un letto di ospedale
– Andrew cosa succede? – chiedo allarmata e spaesata
– Sta tranquilla, sei stata attaccata da un maniaco per strada. Ti ha drogata per rapirti fortuna che eri con Roy e ti ha salvata – mi carezza il viso
– Dov’è Roy? – chiedo allarmata
– Oliver aveva bisogno di lui – noto il tono di fastidio nel nominare Oliver
– Signorina Smoak è sveglia – entra il dottore indaffarato a leggere la mia cartella
– Voglio tornare a casa – chiedo implorante ad Andrew
– Vorremmo tenerla una notte qui – interviene subito il medico
– Per favore – guardo Andrew che non sa mai resistere quando gli chiedo le cose con quel tono
– Dottore se le prometto che non la faccio alzare dal letto potrei portarla a casa? – chiede il mio fidanzato
– Firmerete le carte per assumervi la responsabilità e prima di uscire la sottoporremo a degli esami di sangue – esce dalla stanza il medico infastidito
 
Arrivata a casa mi viene subito in mente Valerie, con quello che mi è successo ho dimenticato di fare la domanda più importante ad Andrew
– Notizie di tua sorella? – chiedo in ansia mentre lui mi aiuta a mettermi a letto
– La polizia l’ha trovata … Grazie all’aiuto di Arrow – finisce con avversione
– Perché lo dici così? – chiedo curiosa
– Arrow è un delinquente – mi bacia tenero la fronte. Un moto di rabbia mi assale ma cerco di nasconderlo, Oliver non è un delinquente lui è un eroe … il mio eroe
– Vado a fare la doccia e tu dovresti risposare intesti? – mi bacia sul naso e si dirige in bagno.
Mi copro e rannicchiandomi su me stessa provo a dormire ma dopo qualche secondo sento la finestra della camera aprirsi subito mi alzo spaventata afferro la lampada e mi accosto a lato alla finestra aspettando il ladro che entri. Un’ombra nera fa capolinea in camera mia cerco di colpirla alle spalle con la lampada ma subito vengo bloccata e spinta al muro.
– Una lampada era il piano per fermarmi? – chiede perplesso Oliver in versione Arrow
– Che ci fai qui? – sussurro guardando in direzione della porta del bagno ma sento l’acqua scorrere e inaspettatamente Oliver mi stringe tra le sue braccia annusando poi il mio profumo
– Mi stai annusando è un po’ strano – dico imbarazzata e immobile. Ho paura a ricambiare il mio abbraccio, paura dei sentimenti che potrei provare
– Ho avuto così paura, quando ti abbiamo trovata al covo eri immobile ti hanno iniettato un paralizzante mi sembrava di impazzire – sento le sue labbra muoversi vicino al mio orecchio
– Sto bene – sussurro con voce tremante. Quanto mi è mancato in questi mesi. Lui si scosta di qualche centimetro e si avvicina pericolosamente al mio viso poggiando la sua fronte sulla mia
– Mi dispiace così tanto – mi dice lui tormentato dalle sue emozioni contrastanti
– Anche a me – dico rassegnata ai miei sentimenti. Ho cercato di reprimerli così tanto che adesso è una liberazione lasciarli andare alla deriva
– Ho incasinato tutto forse dovrei lasciarti andare e basta – mi guarda disperato prendendo il mio viso tra le mani. Lacrime di dolore, tormento e amore fanno capolinea sul mio viso che lui asciuga con i pollici delle sue mani
– Ma cosa diavolo succede?  –  tuona la voce di Andrew alle spalle di Oliver.


Ciao a tutte :)
Ecco il nuovo capitolo spero vi sia piaciuto!
Grazie ancora a tutte voi per sostenere la mia storia! 
Baci Coccinella_

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Capitolo 14
*** I told you to be patient ***


I told you to be patient

Ore prima


Accelero al massimo sfrecciando tra le strade di Starling, il mio cuore sembra aver preso il volo e l’ansia pervadermi tutto. Roy e Diggle sono rimasti indietro mentre io, come un pazzo, ho iniziato a sfrecciare verso di lei. Qualcuno è entrato al covo per farle del male e se provano a torcerle anche un solo capello rimpiangeranno di essere nati.
Finalmente arrivo posteggio la moto velocemente e corro verso il covo, mi precipito sulle scale e non appena faccio l’ultimo gradino la vedo lì per terra, immobile, davanti la sua postazione non sembra neanche stia respirando. Mi blocco per un nano secondo il tempo che l’idea di essere arrivato troppo tardi mi trafigga il cuore, mi abbasso e la prendo tra le mie braccia. È fredda,  pallida e rigida il mio cuore perde un battito
– Ti prego no – l’abbraccio teneramente stringendola a me chiudendo gli occhi disperato. Non posso averla persa così, non dopo quello che le ho fatto. Lei crede che mi sia pentito di quella notte quando invece non faccio altro che pensarci da quando è successo, questi mesi senza lei sono stati terribili un’angoscia continua. La stringo più forte baciandole la fronte
– Devi tornare da me così non ti lascerò più andar via – sussurro con voce tremante. Nel frattempo Roy e Dig arrivano di corsa
– Come sta? – chiede Roy spaventato raggiungendomi
– Non si sveglia – sussurro spaventato, lui neanche mi guarda è concentrato ad esaminarla poi me la strappa dalle mani e l’abbraccia fossero stati altri tempi gli avrei spaccato la faccia ma mi rendo conto che ormai lui conta davvero tanto per lei
– Bionda devi tornare da noi intesi? – le sussurra stringendole le guance  – Non puoi lasciarci così – le da piccoli schiaffetti sulle guance per farla svegliare
– Ragazzi le hanno iniettato questo – mi porta una siringa vuota Diggle – è un forte paralizzante dobbiamo portarla in ospedale – mi guarda allarmato il mio amico. Il mio telefono spezza il silenzio è Lance
– Non è un buon momento – rispondo nervoso
– Mi dispiace ma il dovere ti chiama, hanno spostato Valerie e abbiamo rintracciato il posto. Ti voglio all’indirizzo che ti sto mandando entro 10 minuti – blocca la chiamata svelto
­– Sanno dove si trova Valerie – annuncio guardando Felicity
– La porto io in ospedale, voi andate vi raggiungo appena posso – io e Roy ci guardiamo intensamente. Mi fido di lui so che la proteggerà, mi accascio nuovamente verso Felicity e stringendole la mano le lascio un leggero bacio sulle labbra. Poi facendomi forza vado via seguito da Dig.
 
Adesso
 

– Ma cosa diavolo succede?  –  tuona la voce di Andrew alle spalle di Oliver. Guardo Andrew con occhi spalancati alla ricerca di qualcosa da dire … Qualcosa di sensato.
– Felicity? – mi richiama Andrew infastidito. Oliver non si è mosso, continua a dargli le spalle chiude gli occhi frustrato ed esce dalla tasca dei pantaloni verdi il modificatore di voce che in genere usa quanto parla col tenente Lance. Lo accende e ci guardiamo complici
– Dovevo vedere se stesse bene – dice Arrow voltandosi verso Andrew cercando di tenere il viso basso
– In che modo la mia fidanzata dovrebbe riguardarti? – incrocia le braccia Andrew arrabbiato. Mi accorgo adesso che indossa soltanto l’asciugamano avvolto in vita, averlo mezzo nudo davanti ad Oliver mi imbarazza
– Andrew posso spiegarti – dico incerta – Solo che non so da dove iniziare – deglutisco nervosa
– Dalla verità sarebbe già un primo passo – mi guada furioso vedo Arrow stringere i pugni infastidito dal tono di Andrew
– Io conosco Arrow – faccio un sorriso forzato a cui Andrew non da proprio importanza
– Questo lo vedo – sbuffa nervoso – O mi spieghi che succede o puoi uscire da quella porta e non tornare mai più – tuona serio. Io spalanco gli occhi non aspettandomi una reazione del genere
– Io ti consiglierei di calmarti – tuona Oliver avvicinandosi minaccioso ma lo fermo
– Cosa mi fai altrimenti? – gli intima Andrew
– Basta! Tutte e due – li guardo impaurita
– Era questo quello che facevi ogni sera? Quando mi dicevi che Oliver ti faceva lavorare fino a tardi? – urla Andrew verso di me
– Non potevo dirti la verità – urlo di rimando
– Ci vai a letto? – mi chiede infuriato, gli occhi sono sgranati e trema dal nervoso. Io mi blocco ripensando subito alla notte in cui io ed Oliver abbiamo fatto l’amore
È l’ultima volta che ti rinnovo il consiglio di calmarti, lei è la mia partner – intima minaccioso Oliver stringendo nuovamente i pugni
– Davvero? Tra le sue attività c’è anche quella di farti divertire a letto come una donnaccia? – sputa veleno Andrew a sua volta, poi succede tutto in un attimo Oliver si fionda su Andrew sferrando una raffica di pugni. Rovesciano la scrivania con tutto quello che ci stava sopra, Andrew riesce a difendersi dando qualche pugno ma Arrow è troppo per lui. Inizio ad urlare cercando di spostare Oliver ma con poca efficacia
– Non. Osare. Parlare. Di. Lei. Così. – urla arrabbiato Oliver riprendendo a dargli pugni
– Basta ti prego così lo ammazzi – urlo spaventata.
Stavolta sembra sentirmi e si blocca non appena vede il mio viso sconvolto imbrattato dalle mie lacrime, Andrew giace a terra svenuto con il viso sporco di sangue mi chiedo se sgorga dal naso, dallo zigomo o dalla bocca. Oliver si alza da terra guardandosi le mani sporche del sangue di Andrew, afferra il suo arco e scappa via dalla finestra lasciandomi li impaurita e sconvolta.
Afferro subito il cellulare e chiamo il pronto soccorso. Non appena chiudo la chiamata mi avvicino ad Andrew cercando di tamponare le ferite come posso nell’attesa che arrivino i paramedici
– Può considerarsi un uomo morto – sento sussurrare ad Andrew debolmente prima che perda nuovamente i sensi, chiudo gli occhi scoppiando nuovamente a piangere e adesso come risolvo questo casino?

Arrivata in ospedale, Andrew rimane solo col medico ed io ne approfitto per chiamare Roy
– Stai bene? – risponde ansioso. Giusto aveva chiamato ma stavo facendo gli esami in ospedale e non avevo risposto
– Sì Roy scusami per prima. Devi assolutamente trovare Oliver – mi trema la voce
– Che succede? – chiede spaventato
– Tu trovalo poi ti spiego ora devo andare – il medico viene verso di me mentre chiudo la chiamata
– Lei è una parente del signor Gale? – chiede professionale
– Sono la sua fidanzata – la voce si affievolisce sull’ultima parola. Veramente non ho idea di chi io sia adesso
– Lo zigomo destro è rotto, il setto nasale è gravemente fratturato forse dovremo operarlo ed ha subito anche un leggero trauma cranico – mi guarda il dottore ansioso – Lei è sicura che non ha visto chi sia stato? – mi chiede scettico
– No perché Andrew ha detto qualcosa? – domando allarmata e questo non gli sfugge
– No non si è ancora svegliato – mi risponde brusco poi va via
Mi dirigo immediatamente verso la camera di Andrew, entro timidamente richiudendomi la porta alle spalle. Lui dorme ancora, ha una fascia che gli ricopre buona parte del viso lasciando solo gli occhi e la bocca libera. Il colore del volto inizia ad essere livido causa i pugni di Oliver. Poggio la schiena al muro e mi lascio cadere piano piano, non riesco neanche ad elaborare tutto quello che è successo nelle ultime ventiquattro ore. Sento Andrew lamentarsi, mi rialzo subito e lo raggiungo intimorita da come possa reagire non appena mi vede
– Ehi – sussurra con difficoltà
– Ehi – sussurro tremante cerco di prendergli la mano ma lui la scosta
– Mi dispiace di averti detto donnaccia – non mi guarda neanche
– Magari lo sono sul serio – rispondo tristemente
– No non lo sei – stavolta mi fissa con i suoi occhi chiari. Forse è il momento di dirgli della notte mia e di Oliver
– Andrew – faccio per dire qualcosa ma la porta viene spalancata da Diggle in evidente stato di agitazione
– Che fai qui? – chiedo ansiosa
– Ero venuto per te ma ho scoperto che  Andrew è diventato il paziente – si avvicina nervoso
– Arrow mi ha quasi ucciso di botte – dice subito il mio fidanzato o ex fidanzato questo dovrei proprio chiederglielo. La frase turba molto Diggle che lo guarda spaesato per pochi secondi
– Io non ho ancora detto chi è stato – cerco di spiegare al mio amico che la sa lunga come me
– Lo denuncerò stasera stesso puoi starne certa – mi dice minaccioso – Adesso sono stanco vorrei dormire un po’ – chiude così la conversazione facendoci accomodare fuori
– Mi dici cosa vi è saltato in mente?  – mi rimprovera Dig
– Pensi sia colpa mia? Va bene che mi hai allenato ma non fino a quel punto – rispondo offesa mentre usciamo dall’ospedale
– Siamo in un bel casino se riaprono l’inchiesta su Arrow siamo nei guai – mi fa accomodare in auto e poi si mette alla guida
– Roy l’ha trovato? – chiedo preoccupata
– Sì sempre che sia rimasto vivo – risponde scettico Dig accelerando


Arrivati al covo troviamo un vero e proprio casino, Roy è seduto sull’ultimo gradino della scalinata guarando Oliver quasi con aria annoiata. Io e Dig ci fermiamo alle sue spalle mentre guardiamo Oliver fare a pezzi la vetrata dove in genere conserva la sua tuta
– Vedo che ci sta mettendo una pietra sopra – commento sarcastica
– La pietra sopra l’ha messa sicuramente alla tua felce – mi dice indicando ciò che resta del vaso e della mia felce. Sospiro triste, adoravo quella felce.
– Chi ci parla? – chiede Dig interrotto subito dal rumore di un’altra vetrata andata a pezzi – Roy ci pensi tu? – aggiunge svelto il nostro amico
– Sei pazzo? Io l’ho già portato qui, capisco che sono più sexy e simpatico di te Dig ma non per questo devi farmi morire – risponde Roy sbruffone
– Tocca a me – sussurro ansiosa. Non l’ho mai visto così arrabbiato e questo mi intomorisce parecchio. Sta per prendere e lanciare il mio computer quando urlo – No lui no! – gli vado incontro preoccupata lui si volta e mi guarda male
– Ti prego risparmialo – guardo ansiosa il mio prezioso computer
– Che fai qui? Non dovresti essere con quel coglione? – si avvicina a me nervoso. Io sussulto non lo avevo mai sentito dire parolacce è sempre così impeccabile
– Modera i termini – mi faccio seria puntandogli il dito contro
– Sei lì per calmarmi no per peggiorare la situazione! – mi ricorda Roy facendomi alzare gli occhi al cielo. Oliver lo guarda malissimo
– Oliver – lui si volta di scatto e io salto in aria. Questo lo blocca 
– Hai paura di me? – chiede stupito guardandomi deluso
– No assolutamente no – rispondo sicura è stato un gesto involontario
– Quello che è successo stasera è stato un mio errore, sono un mostro – la sua voce diventa cupa
– Non dire così – mi avvicino e stranamente lui non si sposta, gli metto le mani sul viso e noto il suo sguardo preoccupato – Non sei un mostro hai soltanto perso le staffe ma adesso dobbiamo trovare una soluzione – lo guardo preoccupata
– Ne pagherò le conseguenze l’importante è che questo non si ripercuota su di te – poggia le sue mani sulle mie ancora avvolte al suo viso
– Io non rischio nulla Oliver – rispondo confusa dalle sue parole
– Vuole stare ancora con te? – chiede stupito
– Non credo ma non importa ho capito solo adesso che avrei dovuto finire questa relazione molto prima – gli occhi mi diventano lucidi – Stavo solo scappando da te – sussurro triste
– Roy andiamo a prendere un caffè – sento Dig alle mie spalle
– Sei impazzito? Finalmente siamo ad una svolta e tu mi stai dicendo di andare via? – risponde divertito Roy
– Roy ti voglio bene ma se adesso non vai via fai la fine della felce – dico seria non smettendo di guardare Oliver. Lo sento sbuffare alzandosi e dopo qualche minuto rimaniamo soli
– Come puoi guardarmi così dopo quello che ho fatto? – mi chiede con un filo di voce Oliver
– Io non smetterò mai di guardarti così – sussurro emozionata poche volte ci siamo ritrovati a parlare davver dei nostri sentimenti
– Non ti merito l’ho sempre saputo – mi toglie le mani dal viso e si allontana.
Adesso basta.
– Smettila Oliver – dico con voce ferma facendolo voltare – Smettila di scappare, sono qui. Sono qui per te Oliver e non me l’hai chiesto tu ma lo faccio perché voglio esserci per te. Adesso hai due possibilità o mi lasci uscire da quella porta e giuro di non tornare mai più oppure mi dai un motivo per restare – lo guardo decisa, sono stanca di questa situazione adesso siamo davvero alla resa dei conti
 
°°°
– Smettila di scappare, sono qui. Sono qui per te Oliver e non me l’hai chiesto tu ma lo faccio perché voglio esserci per te. Adesso hai due possibilità o mi lasci uscire da quella porta e non tornare mai più oppure mi dai un motivo per restare – mi guarda con decisione. Stavolta credo sia davvero arrivato il momento di scegliere, devo scegliere se essere egoista andarla subito a baciare e non farla scappare mai più oppure essere razionale spezzarle il cuore ma permetterle di avere un futuro sereno e felice senza di me.
Ci guardiamo negli occhi in attesa di qualcosa

I suoi occhi nei miei

I miei occhi nei suoi

Al diavolo

Mi avvicino svelto a lei e mi fiondo su quelle labbra per cui darei la vita, mi sono mancate così tanto. La stringo forte a me mentre lei mi mette le mani attorno al collo e io infilo la mia nei suoi capelli, il bacio diventa passionale come se le nostre labbra aspettassero questo da molto anzi da troppo tempo. Adesso tutta la mia insicurezza sembra soltanto un brutto sogno, ho provato così tante volte a respingerla a sabotare i miei sentimenti ma non ha funzionato, oggi ho rischiato davvero di perderla e mi sarebbe rimasto solo il rimpianto di non averle detto cosa provassi davvero
– Ti amo – sussurro nervoso ammettendolo anche a me stesso. Basta nascondersi
– Era ora … Ti amo – mi sorride felice lei baciandomi un’altra volta
– Ti avevo detto di essere paziente – sorrido sincero non appena vedo la sua espressione contrariata e le lascio un piccolo bacio sul naso

– Abbiamo un problema – interrompe il momento Laurel seria … troppo seria.


Ciao a tutte! :)
Che dire? Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, lo spero davvero tanto!
Non smetterò mai di ringraziarvi per l'appoggio che mi dare, siete fantastiche!
Baci Coccinella_

 

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Capitolo 15
*** The Reason is you ***


The Reason is you




– Abbiamo un problema – interrompe il momento Laurel seria … troppo seria. Felicity si stacca subito da me imbarazzata
– Non pensavo di interrompere qualcosa – dice Laurel stizzita. Faccio per dire qualcosa ma dalla mia bocca non esce parola
– Scusaci – fa subito Felicity. La guardo dubbioso, perché si scusa?
– Non abbiamo tempo. Nyssa mi è venuta a portare un messaggio – l’espressione di Laurel cambia diventando ansiosa – Ra's al ghul vuole vendicare la morte di mia sorella – le parole le si affievoliscono, d’istinto mi avvicino a lei noto il turbamento di Felicity accanto a me
– In che senso? – chiedo serio
– Se entro ventiquattro ore non gli portiamo l’assassino di Sara scatenerà l’inferno qui a Starling City uccidendo qualsiasi essere vivente – mi guarda seria anche lei
– Cosa? Sono persone innocenti – risponde Felicity agitandosi
– Anche Sara era innocente – Si guardano seriamente, forse anche troppo
– Ho bisogno di tutti qui – cerco lo sguardo di Felicity ma è troppo impegnata a fissare Laurel
– Ci penso io – mi risponde uscendo di fretta e furia dalla fonderia
– Sei serio Ollie? – mi dice Laurel una volta rimasti soli
– Di cosa parli? – le chiedo confuso
– Tu e Felicity? – alza le braccia come sottolineare l’ovvietà della domanda
– Non sono affari tuoi – rispondo più acido di quanto volessi ma lei non si scompone
– La farai soffrire come hai fatto soffrire tutte le altre e la perderai per sempre – mi accusa senza un reale motivo
­ – Laurel non voglio parlarne con te – le volto le spalle prendendo il costume di Arrow e concentrandomi solo sul pericolo imminente anche se continuano a ronzarmi in mente le parole di Laurel, si sbaglia Felicity non è come tutte le altre.

°°°

– Avete già fatto sesso? Pensavo durasse di più Oliver Queen – mi dice subito Roy non appena entro nella caffetteria vicino al Verdant. Gli mollo un ceffone sulla nuca facendogli sussurrare un “Ahia” mentre Dig mi guarda divertito
– Laurel ci ha interrotti – rispondo subito arrossendo – Non che stavamo facendo qualcosa – aggiungo subito
– Prevedo una bella lotta tutta al femminile – mi sorride Roy bloccando subito la mia mano pronta a ripartire – Bionda una mi basta – mi punta il dito contro
– Andiamo Oliver ha davvero bisogno di noi – li guardo preoccupata
Entriamo di corsa al covo e troviamo Laurer intenta a guardare la barella che usiamo nei casi di emergenza
– Ricordo ancora quando vi ho steso Sara – sussurra leggermente. Se non fosse così antipatica correrei ad abbracciarla ma poco prima nel suo sguardo ho chiaramente letto possessione e gelosia nei confronti di Oliver, in fondo lei è quella che tutti definiscono “il suo vero amore”. Scaccio subito via i brutti pensieri, Oliver versione Arrow ci raggiunge nervoso fissa il suo sguardo su me come volesse leggermi la mente ed io distolgo subito lo sguardo
– Felicity ci ha aggiornato – dice Diggle poggiando la schiena sul pilastro. Io mi siedo sulla mia scrivania seguita da Roy
– Ho chiesto a Nyssa di parlare voglio provare a farla ragionare intanto ho bisogno che voi risaliate al DNA dell’assassino di Sara – si volta verso me – Ho bisogno di te, puoi farcela? – annuisco nervosa
– Oliver se non dovessimo riuscirci? – chiede Dig montando la sua pistola
– Non abbiamo un piano B quindi il piano A deve funzionare ragazzi – detto questo esce dalla stanza insieme a Dig. Laurel mi guarda per qualche secondo prima di andare via. Sospiro pesantemente e mi metto a lavoro aiutata da Roy.

Dopo un paio di ore di lavoro estenuante ancora nulla sul DNA dell'assassino, in più adesso Oliver non risponde al cellulare e neanche Dig
– Ancora nulla – chiude la chiamata nervoso Roy, continuo a guardare i numerosi volti che passano sullo schermo del mio computer impegnato a trovare la persona a cui appartiene il DNA trovato sulla freccia che ha ucciso la mia amica. Un’altra spia fa capolinea su un altro schermo è il segnale di allarme dell’ospedale
– Roy stanno attaccando l’ospedale in questo momento – il mio amico mi raggiunge immediatamente mentre mi connetto alle telecamere di sicurezza
– Gli incappucciati – lo guardo sconvolta – Sono tornati – il mio cuore accellera il suo battito
– Vado io, tu cerca di rintracciare Oliver – prende il suo arco e il suo costume
– Non puoi andare solo – mi alzo nervosa dalla mia postazione
– Fel devo andare – mi guarda serio – Non possono ancora fare del male – dice sicuro
Sorrido orgogliosa del mio migliore amico e abbracciandolo gli sussurro – Torna integro ti prego – poi lo guardo andare via.
Mi risiedo alla postazione e resto immobile quando noto la foto di Oliver sullo schermo accostata al campione di DNA dell’assassino, mi mordo le labbra confusa che sta succedendo?  Il mio cellulare segnala un email appena arrivata lo afferro subito e leggo

 
“ Buona Visione “
Guardo il mittente e quasi mi viene da urlare
Malcom Merlyn
 
Scarico il video in ansia pregando che quello che sto per vedere non è la morte dell’uomo che amo. Quello che vedo è ben altro, è la morte della mia amica per mano della sorella dell’uomo che amo, lo psicologo avrebbe da lavorare in questa situazione.
– Sapevo che era aiutato da qualcuno di inaspettato – tuona una voce alle mie spalle. Mi volto di scatto e mi scontro con gli occhi gelidi di Merlyn
– Come… – provo a dire ma vengo subito bloccata da lui
– Ho i miei mezzi Felicity – mi sorride perfido. Svelta faccio partire la chiamata sperando che Oliver risponda e ascolti la conversazione, poggio il telefono sul tavolo e cerco di non apparire spaventata
– È tutto vero? – gli chiedo sapendo che lui sa a cosa mi riferisco
– Tutto – mi guarda accendendo lo sguardo di rabbia – Credo che Ra's al ghul sarebbe contento di sapere che Thea abbia ucciso Sara – mette le mani dentro le tasche dei pantaloni
– Perché l’ha fatto? – cerco di frenare la voglia di ucciderlo sapendo che se anche ci provassi mi fermerebbe con grande facilità
– Hai mai sentito parlare della Votura tesoro? – mi sorride spavaldo – Cresce proprio a  Colto Maltese dove io e mia figlia abbiamo passato un’estate magnifica, rende i soggetti altamente suggestionabili e non ricordano poi nulla delle loro azioni – si morde le labbra come a voler trattenere una risata di trionfo
– Tu sei malato – dico disgustata – Hai usato tua figlia per tutto questo? – lo guardo male
– Ra's al ghul ha messo una taglia sopra la mia testa era l’unico modo per far combattere Oliver contro di lui – mi dice alzando le spalle – Nonostante tutto credo davvero che sia abbastanza forte da batterlo e sono certo che preferirebbe morire piuttosto che fare duellare sua sorella con quel demone. –
– Perché mi stai dicendo queste cose? – cerco di avvicinarmi all’espositore delle freccie, anche se in effetti non saprei come usarle nel caso dovessi trovarmi in pericolo
– Vi ho tenuti d’occhio Felicity, so quanto tu sia importante per Oliver. Io devo essere sicuro che lui uccida quel demone e voglio essere sicuro che tu gli chieda di farlo – si avvicina a me poggiando le mani sul tavolo e intrappolandomi tra le sue braccia
– Se mi tocchi non sarà Ra's al ghul ad ucciderti – gli intimo con voce tremante
– Lasciala andare – la voce di Dig irrompe in stanza. Merlyn senza scomporsi più di tanto si allontana da me e fissa la pistola del mio amico puntata alla sua testa
– Non puoi uccidermi – gli dice Malcom sicuro di sé
– Ma davvero? Peccato che io non la pensi così – risponde sarcastico Dig
– Se Oliver vuole rivedere Thea – Malcom lancia la sua minaccia e pian piano si dirige verso le scale di uscita
– Non appena tutta questa storia sarà finita ti troveremo e ti ucciderò personalmente – dice in tono fermo Dig mentre Merlyn ridendo sparisce oltre la porta. Subito mi precipito tra le braccia di Dig
– Devo dirti una cosa – la mia voce è più allarmata di quanto pensassi
– Abbiamo ascoltato la conversazione sappiamo già tutto… Lui sa già tutto – Dig mi guarda ansioso
– Ti prego dimmi che non l’ha fatto – cerco di cacciare indietro le lacrime – Dimmi che non ha deciso di duellare con Ra's al ghul – lo sguardo del mio amico è di tutt'altro parere
– Dovresti andare a casa tua mi ha detto di dirti che vi vedrete lì – Diggle mi abbraccia forte
 


Guardo ancora la porta di casa mia senza la minima voglia di aprirla, se lo faccio tutto diventerà reale. Prendo un bel respiro ed entro a casa mia o casa di Roy non so più come chiamarla. Oliver è li seduto sul divano a contemplare la borsa appoggiata al tavolino. Noto che chiude gli occhi stressato non appena mi chiudo la porta alle spalle, credo che anche lui avrebbe voluto rimandare il nostro imminente addio.
– Ehi – riesco solo a sussurrare. Lui mi guarda con occhi afflitti e mi siedo vicino a lui stringendogli la mano, lui stranamente mi lascia fare
– Hai deciso di partire per Nanda Parbat… pensi che puoi portami una calamita da appendere al frigo? – dico sarcastica per non scoppiare subito a piangere. Guardo la borsa incapace di sostenere il suo sguardo
– Andrà tutto bene, Thea starà bene e sarà tutto finito – lo guardo ma lui sposta subito il suo sguardo
– Sei sempre stato un pessimo bugiardo lo sai? – mi mordo il labbro inferiore non sapendo più come nascondere le lacrime, sento gli occhi inumidirsi
– Devo farlo – mi dice serio
– Lo so ti conosco ed è per questo che non ti chiedo di restare – stringo più forte la sua mano e lui istintivamente la porta alle sue labbra lasciandogli un leggero bacio
– Lo apprezzo tanto – mi dice
– Ma devo chiederti un’altra cosa – sussurro nervosa
– Non credo abbiano calamite da appendere in frigo – mi dice sarcastico lui. Sorrido notando come in un momento serio come questo anche lui faccia battute proprio come me, forse anche io ho una certa influenza su di lui. Provo a sorridere ancora ma le lacrime solcano già le mie guance
– È una cosa che tu non vorrai fare – mi asciugo una lacrima velocemente
– Credo che ormai tu abbia capito che se sei tu a chiedermi le cose le farò sicuro – mi sistema una ciocca di capelli dietro l’orecchio avvicinandosi pericolosamente
– Uccidilo – lo guardo seria e lui sgrana appena gli occhi. So che è la richiesta di Malcom ma non lo sto chiedendo per lui, lo sto chiedendo per me. È un duello e per vincere uno dei due morire e non voglio sia Oliver...
– Felicity non so se sono ancora quell’uomo… – prova a dire ma io poggio un dito sulle sue labbra guardandolo ancora seria. Mi avvicino a lui piano poggiando le mie labbra sulle sue. In un primo momento lui rimane immobile gli metto le mani attorno al collo e lo avvicino più a me e finalmente lui si lascia andare.
Mi bacia con un misto di passione e tristezza come se ci stessimo dicendo addio ... Anche se effettivamente è così. Mi blocco stupita del mio ultimo pensiero e lui mi guarda perplesso
– Non pensare – mi sussurra sfiorando nuovamente le mie labbra
– Non voglio sia un addio – lo guardo con occhi lucidi – Sono preoccupata non so cosa ti aspetta a Nanda Parbat e questo mi sta facendo impazzire – con audacia che non sapevo di avere mi siedo a cavalcioni su lui guardandolo preoccupata
– In questo momento io so soltanto due cose – mi poggia le mani dietro la schiena e mi avvicina più a lui, fianchi contro fianchi. Sento il suo respiro così vicino che mi viene difficile pure pensare in questo momento – La prima è che farei di tutto davvero di tutto per salvare mia sorella – inarca un po’ la schiena per avvinarsi ulteriormente a me, bacia la mia fronte con infinita dolcezza questo gesto così semplice è cento volte meglio di un bacio. 
– E la seconda? – chiedo con voce tremante. Lui si alza dal divano tenendomi ancora in braccio, stringo le gambe attorno ai suoi fianchi e noto i suoi occhi di una tonalità più scura guardandomi con fervore
– Ti amo – mi sorride. Quel sorriso che solo lui sa fare e non riuscendo più a trattenere le lacrime fiondo il mio viso tra il suo collo e la sua spalla
– Ti amo Oliver – sussurro ispirando forte il suo profumo.

Alzo il viso scontrandomi con i suoi occhi, velocemente si riappropria delle mie labbra e si dirige verso la camera da letto. Mi ricordo l’ultima volta che siamo stati li dentro insieme, mi ricordo la delusione provata il mattino seguente leggendo quella sua lettera e mi ricordo il senso di solitudine che provavo stando in questa casa dopo solo una notte passata insieme a lui 
– Eccoci qui – sussurra poggiandomi delicatamente sul letto. Ci guardiamo per un attimo che pare eterno, lui è in piedi ponderando su cosa sia meglio fare adesso. Lo conosco starà pensando se sia più doloroso salutarci adesso o dopo aver passato la notte insieme. So perfettamente che sarà più dolora la seconda ipotesi ma è anche quella che voglio. Lo afferro per la maglia e lo faccio avvicinare ai piedi del letto senza spostare il mio sguardo dai suoi occhi gli sfilo la maglia ma lui mi blocca non appena scopro l’ombelico. Mi guarda serio troppo serio
– Non so se poi sarò in grado di andarmene – il suo tono di voce è tormentato.
Lo guardo seria anche io, mi metto in ginocchio sul letto e continuo quello che avevo appena iniziato. Lui con riluttanza lascia la mia mano e quando la sua maglia raggiunge il pavimento lo avvicino più a me, gli lascio baci leggeri lungo il petto, gli addominali, tutte le cicatrici. Lui chiude gli occhi sospirando ad ogni mio bacio. Mi allontano e lui riapre gli occhi ci guardiamo con desiderio capendo che è quello che vogliamo entrambi. Mi tolgo la maglia restando in reggiseno sotto il suo sguardo lui mi afferra per la vita e mi fa distendere mettendosi sopra di me. Ci baciamo con passione, lingua denti sento tutto di lui. Gli mordo piano il labbro inferiore facendolo sospirare, le sue mani vanno a stringere i miei seni che bacia con una lentezza che rende tutto ancora più libidinoso. Poco dopo il resto dei nostri vestiti raggiungo gli altri sul pavimento lasciandoci nudi avvinghiati l’uno con l’altro, si stacca da me solo per pochi secondi allunga il suo braccio verso la tasca dei jeans a terra e dopo qualche secondo sento lo scricchiolio di un incarto. Lo guardo imbarazzata ed estasiata, già vestito è meraviglioso ma per descriverlo nudo non ci sono aggettivi adatti. Poco dopo ritorna sopra di me guardandomi lussurioso e le mie guance vanno in fiamme, lui sorride divertito provo a dire qualcosa ma la mia bocca non emette suono
– Per la prima volta ti ho lasciata senza parole? – tormenta il mio collo di morsi e succhiotti
– Io… Cosa… No – inizio a farfugliare e sento le sue labbra distendersi in un sorriso mentre è ancora incollato al mio collo, poi mi guarda come chiedermi il permesso annuisco baciandolo e diventiamo finalmente un’unica cosa, mi avvolgo stretta a lui mentre lui comincia a muoversi.
 
 
Mi sveglio nel cuore della notte, la mia camera è silenziosa guardo la sveglia sul comodino che segna le  cinque del mattino. Ripenso subito agli avvenimenti della serata e il mio stomaco si contrae, è stato bellissimo ma allo stesso tempo doloroso. Come faccio a farlo andare via adesso? Mi volto dall’altra parte del letto e non vedo nessuno. Sospiro pesantemente capendo che dovevo aspettarmelo da lui, sul lato dove poche ore prima stava disteso Oliver ci sono una lettera e il suo cappuccio verde, il cappuccio di Arrow. Mi siedo avvolgendo la coperta intorno al mio corpo ancora nudo per via di quello che è successo ore prima. Prendo il cappuccio e lo stringo forte, lo annuso triste e il profumo del suo proprietario mi riempie le narici, afferro la lettera rivivendo un dejà vù

 

"So che questo ti fa venire in mente brutti ricordi ma non avrei avuto il coraggio di andare via con te sveglia. È già tremendamente difficile farlo adesso, l’ultima volta che abbiamo passato la notte insieme ti scrissi un biglietto dicendoti che tutto era stato un errore. Stavolta ti dico che non ho mai avuto notti così belle come quella appena passata. Tornerò Felicity perchè adesso ho un altro motivo per tornare:
quel motivo sei tu.
Ti amo Oliver"
 
Cerco di frenare le lacrime chiudendo il biglietto e ispirando pesantemente, mi alzo e mi infilo il pigiama cercando di essere ottimista, stringendo ancora il cappuccio di Arrow apro la porta della mia camera e sul divano ci trovo Roy intento a dormire
– Roy? – sussurro confusa, mi avvicino a lui e gli carezzo la guancia lui apre gli occhi e mi sorride
– Stavolta avete fatto sesso vero? – sorride divertito, io lo guardo male
– È davvero il tuo primo pensiero? – mi siedo vicino a lui
– I rumori erano abbastanza eloquenti – mi mette un braccio intorno al collo e io poggio la testa sulla sua spalla
– Hai sentito tutto? – chiedo allarmata
– Non tutto – cerca di non scoppiare a ridere
– Bene voglio sotterrarmi – mi copro il viso col tessuto del cappuccio e ancora una volta vengo investita dal profumo di Oliver
– Esagerata, vedi che so che i bambini non li porta la cicogna – mi scopre il viso sorridendomi ma noto che è solo facciata la sua, i suoi occhi sono preoccupati
– Tornerà vero? – chiedo preoccupata
– Sì tornerà – mi dice lui con voce insicura. Poggio nuovamente la testa sulla spalla e chiudo gli occhi con la speranza di riaprirli non appena Oliver sarà di ritorno.



Ciao a tutte! :)
Eccomi qui con un nuovo capitolo, grazie sempre a tutte voi che continuate a leggere, seguire, preferire e ricordare la mia storia :)
ps: sì anche io non faccio altro che piangere dopo l'ultima puntata di Arrow! ahahahah
Un bacio a tutte voi
Coccinella_

 

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Capitolo 16
*** Chi sei? ***


Chi sei?


– Felicity aspetta – mi bocca afferrandomi per il braccio Dig. Lo guardo confusa
– Non posso più aspettare, ti prego lasciami entrare in quella camera – dico con voce tremante. Il mio incubo sta per finire e lui vuole farmi aspettare ancora?
– Prima devo parlarti di una cosa – si fa serio guardandomi con lo stesso sguardo con cui due mesi prima mi diede la notizia che mi sgretolò in una miriade di pezzi doloranti
– Bene le brutte notizie non tardano mai ad arrivare – sbuffo togliendo la mano dalla maniglia della porta. Un medico dell’ospedale ci passa vicino non degnandoci di uno sguardo
– Tutto quello che è successo ha avuto delle conseguenze – mi poggia le mani sulle spalle accigliato
 
2 mesi prima

Apro gli occhi confusa. Qualcuno suona alla porta insistentemente, Roy è abbandonato al suo sonno con la bava che gli esce dalla bocca. Trattengo una risata mentre mi alzo per andare ad aprire
– Dov’è? – Laurel entra come una furia in casa
– Ciao Laurel che piacere vederti – dico sarcastica chiudendo la porta alle nostre spalle
– Non ho voglia di scherzare Felicity – alza la voce. Roy salta in aria e si guarda attorno confuso per poi bloccare il suo sguardo infastidito su Laurel, odia essere svegliato male.
– A Nanda Parbat o in territorio neutrale, in effetti non l’ho capito bene – rispondo sapendo di chi mi sta chiedendo
– È tutto vero? – mi chiede lei con gli occhi lucidi. Io la guardo non sapendo cosa lei sappia
– Rispondimi! – mi urla. Io la guardo severa e Roy si mette subito davanti a me
– Cosa sai? – le chiede con poco garbo
– Ho visto un video con Thea che uccide Sara. Cerco Oliver da un giorno ma non lo trovo da nessuna parte – gli risponde svelta lei
– All’apparenza è tutto vero – dice cauto Roy – Ma ci sono cose che non sai – aggiunge subito
– Bene ho tutto il tempo per ascoltare – incrocia le braccia al petto lei.
 
 
 
– Ancora nulla? – mi chiede Lyla. Faccio segno di no con la testa a lascio un leggero bacio sulla fronte della mia bambina
– È forte – mi dice lei abbracciandomi da dietro. Le sorrido debolmente e ripongo Sara nella culla poi mi volto e bacio con passione la madre della mia bellissima bambina
– Stavolta sono davvero in ansia – le dico preoccupato
– Qualunque cosa accada ricorda che io ci sono – mi guarda carezzandomi una guancia, sto per rispondere quando il mio telefono squilla. Lo prendo subito dalla tasca dei pantaloni e un sospiro di sollievo inonda i miei polmoni
– È Oliver – dico con voce felice – Pronto amico – rispondo svelto non vedo l’ora di avvisare Felicity, magari già l'ha chiamata lui
– Oliver Queen è morto – una voce maschile quasi metallica mi avvisa della dipartita del mio caro amico prima di bloccare. Resto per qualche minuto fermo non sapendo effettivamente cosa dire o cosa fare. Non può essere vero
– John che succede? – chiede allarmata Lyla
– Lui… – provo a dire ma non riesco a formulare una frase intera.
La mia compagna legge nei miei occhi la notizia appena ricevuta e mi abbraccia immediatamente ma non riesco neanche a muovermi, rimango lì inerme tra le sue braccia. Una persona si fa largo tra i miei pensieri e mi rendo conto che tocca a me dirle cosa sia successo, tocca a me spezzarle il cuore forse per sempre. Mi sciolgo dall’abbraccio di Lyla e riluttante faccio il numero di Felicity 
– Dig dimmi – risponde allarmata lei. Lyla mi guarda con gli occhi lucidi
– Felicity – mi blocco come devo dirglielo? Forse per telefono non è una buona cosa – Vediamoci al covo – blocco subito la chiamata per evitare altre domande
– Forse non è il caso dirglielo lì – mi suggeriscee Lyla incerta. Ma ormai è fatta. La guardo spaesato, Oliver non puoi davvero essere morto.



Entro al covo correndo, so per certo che la voce di Dig nascondeva qualcosa stringo forte il cappuccio verde che ho voluto portarmi con me, come se il mio inconscio sapesse qualcosa che io ancora non so. La sua voce era tesa quasi tremante non voglio minimamente pensare che sia successo qualcosa ad Oliver, Roy e per mia sfortuna Laurel mi seguono svelti. Trovo Dig seduto alla mia postazione questo mi ricorda la prima volta che ho messo piede qui dentro, quando per lo spavento mi puntò la pistola mentre io farneticavo che Oliver fosse troppo pesante per me da portare in spalla.
– Eccomi – dico ansimando per la corsa. Il mio amico mi da ancora le spalle non si muove e questo mi fa temere davvero, mi volto verso Roy che per pochi secondi si scontra con gli occhi di Dig che si è appena voltato. Si guardano velocemente, Roy sgrana un po’ gli occhi e afferra subito la mia mano stringendola forte.
– No – sussurro capendo forse troppo in fretta la situazione, avrei desiderato sperare ancora in una buona notizia perchè non voglio sentire la verità. Voglio illudermi ancora
– Qualcuno mi ha chiamato – inizia a dire Dig ma si blocca, lo guardo negli occhi e li trovo lucidi come se avesse da poco pianto
– No – stavolta alzo la voce
– Felicity – sussurra Roy facendosi più vicino
– È morto? – chiede Laurel scioccata, anche i suoi occhi si fanno lucidi
Diggle mi guarda e poi risponde – Sì – stringendo i pugni
Il silenzio cala, nessuno dice o fa qualcosa. Guardo a terra non sapendo sostenere lo sguardo di nessuno, lascio la mano di Roy e stringo al mio petto il cappuccio di Oliver
– Andate via – la mia voce interrompe quel silenzio pesante
– Non ti lascio sola – mi dice sicuro Roy
– Roy ho bisogno di stare da sola – la mia voce è rotta dal pianto
– Ma… – prova a dire lui ma Diggle gli si avvicina posandogli una mano sulla spalla “ Lasciamole un momento” gli sussurra e Roy restio lo segue, sento anche Laurel uscire e finalmente rimango sola.

Prendo un respiro ma il pianto ormai non mi lascia scampo, sento i singhiozzi farsi sempre più forte mi avvicino alla mia postazione e poggio il cappuccio sulla scrivania restando poi a guardarlo
– Me l’avevi promesso – non so proprio con chi sto parlando dato che sono sola cioè so con chi vorrei parlare ma lui adesso non c’è
– Tornerò, Thea starà bene e tutto finirà – ripeto le parole di Oliver tra un singhiozzo e l’altro. Sposto lo sguardo sullo schermo del mio computer dove ancora c’è la foto di Oliver accostata al dna dell’assassino di Sara. Ho lasciato i computer accessi ieri sera, con uno scatto di rabbia getto tutti i computer a terra seguiti da tutti i fogli che coprivano la mia scrivania.
– Bugiardo! – urlo rabbiosa mentre le lacrime solcano pesantemente le mie guance.
Guardo la teca, vuota al momento, che solitamente conserva il suo alter ego “Arrow”. Afferro la sedia vicino a me e lanciandola verso di essa frantumo il vetro il mille pezzi. Respiro pesantemente come se il dolore si stesse propagando dentro di me uccidendomi. Mi volto ed eccola lì… La felce. Ricordo ancora quando mi chiese col suo solito tono “ E quella cos’è?” o quando mi disse “ Lascia che ti compri un letto” sorridendomi come solo lui sapesse fare. Urlo così forte che le mie orecchie chiedono pietà mi scaravento contro la felce ma in quel momento due mani mi bloccano le braccia, Roy mi guarda preoccupato. Sta piangendo anche lui ma silenziosamente sento Dig dirmi qualcosa ma non riesco a distinguere le parole, mi accascio solo a terra lasciando la felce sulle mani del mio amico. Stringo qualcosa a terra e un Dig preoccupato si avvicina subito a me aprendomi le mani, resto stupita nel vederle gronde di sangue poi mi rendo conto che stavo stringendo schegge di vetro. Mi libero dalla presa di Dig e allungando il braccio verso la scrivania vicino a me afferro il cappuccio verde, mi rannicchio nuovamente a terra sopra il vetro in frantumi. Avvicino il cappuccio al naso in cerca dell’odore dell’uomo che amo, lo trovo e per pochi secondi sorrido chiudo gli occhi immaginando il suo sguardo teso nel vedermi in quelle condizioni. Resto così per non so quanto tempo, urlo, piango mi dispero fin quando Dig si avvicina facendomi una puntura al braccio. Poi il nulla.
 
– Cosa faremo? – sento la voce di Roy preoccupata vicino a me
– Non lo so credimi – la voce pesante di Dig si avvicina e poco dopo sento delle dita sfiorarmi la fronte
– Pensi che le faranno male? – chiede Nuovamente Roy
– Le ferite sono abbastanza profonde ma si riprenderà – questa stavolta era la voce di una donna. L’associo a Lyla e sento una mano sfiorarmi il palmo della mano sinistra che adesso brucia tantissimo
– Non so che fare o cosa dirle – dice un Diggle preoccupato sospirando pesantemente
– Ha perso l’uomo che ama non possiamo dirle nulla per consolarla – risponde tesa Lyla
– Le staremo vicini anche se lei non vorrà, non la lascerò più sola può prendermi pure a calci se vuole – afferma Roy sicuro di sé. Apro gli occhi stanca, sento subito le lacrime far capolinea
– Allora non era un incubo – sussurro con voce smorzata dal pianto
– No – sussurra scosso Roy. Mi giro su un fianco e inizio a piangere Lyla seduta vicino a me mi liscia i capelli non dicendo nulla
– Vi prego ditemi che tornerà – dico tra un singhiozzo e l’altro. Nessuno mi risponde sento soltanto Roy stendersi vicino a me e avvolgermi tra le sue braccia, poggio il viso sul suo petto e cerco di rilassarmi ascoltando i battiti del suo cuore. Diggle e Lyla escono dalla camera lasciandomi tra le braccia del mio migliore amico
– Piangi quanto vuoi, io starò qui in silenzio. Voglio solo che tu sappia che io sono qui – mi bacia veloce la fronte e poi poggia una guancia sulla mia testa
– Grazie – riesco solo a dire per poi cominciare nuovamente ad annegare tra le mie lacrime
 
1 mese dopo

– Indovina cosa guardiamo oggi? – Roy entra in camera con i pop corn nel piatto. Io sotto le coperte lo ignoro guardando la finestra. Come se lui potesse entrare dalla finestra… è morto Felicity cerca almeno di ricordarlo.
– Grazie per la risposta – si lamenta il mio amico. Mi volto e gli sorrido flebile, lui si posiziona vicino a me sotto le coperte e manda avanti il film
– Basta che non sia romantico – dico con voce rauca. Con oggi sono esattamente trenta giorni che sono impalata a letto, che non esco di casa e che piango. Non credevo che avessi tutte queste lacrime da espellere
– Resident Evil è da considerare romantico? – mi chiede sarcastico
– Dipende dai punti di vista – poggio la testa sulla spalla
– Di certo hai la certezza che uno zombie ti ami davvero per il tuo cervello – alza il volume Roy ridendo
– Sei proprio uno scemo – sbadiglio annoiata ma sorridendo. Apprezzo quello che fa per me, è da un mese che mi accudisce come una bambina e il suo viso presenta occhiaie e stanchezza, so che ha ricominciato da qualche giorno a vigilare la città insieme a Diggle. Io non me la sento ancora ma lavorano qui a casa mia per non lasciarmi mai sola e anche perchè nessuno è più entrato al covo da quando…
– Diggle sta bene? – chiedo curiosa. Di solito fanno sempre i turni come se temessero che lasciandomi sola io fare qualche sciocchezza
– Perché? – chiede allarmato Roy
– Non viene da due giorni mi è sembrato strano, tutto qui – alzo le spalle disinteressata. So che mi stanno nascondendo qualcosa ma non ho voglia di indagare, non ho voglia di fare nulla. Guardo la lettera di Oliver poggiata sul comodino e il cappuccio che tengo stretto tra le mani, passo le mie giornate a leggere sempre le stesse parole e ad odorare il suo profumo anche se adesso sta svanendo
– Thea invece sta bene? – chiedo masticando due pop corn
– Mmm mmm – risponde lui facendo finta di essere assorto dal film. Va bene forse sono un po’ curiosa, afferro il telecomando e spengo la televisione. Lui mi guarda allarmato come aspettandosi la mia ennesima sfuriata di rabbia e lacrime
– Dimmi che succede – gli dico con voce seria, fin troppo seria
– Laurel vuole vendicare la morte di Sara – mi guarda preoccupato cercando di soppesare la mia reazione
– E come vuole farlo? – chiedo nuovamente disinteressata
– Vuole affrontare Thea – mi dice nervoso
– Cosa? Oliver è morto per proteggere sua sorella e lei vuole affrontarla? – mi siedo sul letto guardando Roy arrabbiata – Dobbiamo fare qualcosa – gli dico e noto lo stupore nel vedermi prendere iniziativa
– Lo so ma Thea per adesso è in viaggio con Giordan, ha bisogno di affrontare il lutto lontano da qui – dice con tono sprezzante
– La ami ancora? – chiedo ma sento che le lacrime stanno facendo nuovamente capolinea
– Non parliamone adesso va bene? – mi sorride stringendomi la mano
– E cosa non mi stai dicendo su Dig? – cambio discorso grata che l’abbia fatto pure lui
– È andato in missione con Lyla, niente di preoccupante – mi sorride incerto. Sta ancora mentendo lo conosco.
 
– John Diggle? – mi chiede un uomo giapponese con capelli lunghi raggruppati in una coda bassa
– Sì lei è la mia compagna Lyla – ci stringiamo tutti la mano. Siamo davanti una casetta in montagna, fa freddo davvero tanto freddo ma lui sembra l’unico a non rendersene conto
– Io sono Maseo. Entrate – ci dirigiamo all’interno della casetta. È piccola ed essenziale, in casa aleggia profumo di un infuso alle erbe appena fatto
– Non ho molto tempo quindi arrivo subito al dunque – ci dice non facendoci neanche sedere – Oliver Queen è vivo – mi guarda serio, io sento il peso che in queste settimane sentivo allo stomaco andare via come uno strappo di un cerotto
– Com’è possibile se Ra's al ghul è ancora vivo? – chiede Lyla scrutando l’espressione di Maseo
– Il come non è importante – ci dice sviando abilmente la domanda – Dovete capire che le cose sembrano cambiate però, come se ci fossero state delle conseguenze che non so quanto dureranno o come si evolveranno. Per questo dovrete fermarvi qui per qualche settimana – ci dice scrutandoci 
– Posso vederlo? – chiedo preoccupato
 
Adesso
 
– Dig non farla tanto lunga credo che ormai sono diventata abbastanza brava ad incassare le brutte notizie – lo guardo esasperata
– Non ricorda nulla… – mi dice guardandomi serio
– Nulla di cosa? Del duello? Meglio – la mia voce è incerta, credo che non sia questo quello che sta cercando di dirmi
– Nulla degli ultimi anni. Non ricorda l’incidente con la nave, la morte di suo padre e di sua madre, l’isola o la morte di Sara… nulla – continua a mandarmi occhiate eloquenti che faccio finta di non capire
– Stai cercando di dirmi che… – non finisco la frase perchè la voce mi si affievolisce non appena il neurone compie il suo giro e fa arrivare il messaggio al mio cervello attualmente troppo scioccato
– Non si ricorda di te – mi dice con voce grave – Neanche di me o di Roy. Mi riconsce adesso per via delle ultime settimane passate a casa di Maseo. Ma non sa chi sia io in realtà – cerca di consolarmi ma non è d’aiuto. Tutto intorno a me gira e sento le orecchie fischiarmi, aspetto questo momento da una settimana da quando ho saputo che lui era vivo e che poteva tornare a casa da me.
La porta si apre di scatto e sulla soglia appare Thea ci guardiamo imbarazzate. Mi fa segno di entrare in camera ma non ho più tutta quella voglia di farlo
– Chi sei? – sento una voce, la sua voce, farmi la domanda. È sdraiato sul letto ospedaliero con il camice che sembra stia per strapparsi a causa dei suoi muscoli e i suoi occhi azzurri sembrano più belli dell’ultima volta che li ho guardati
– Felicity Smoak – dice il mio amico per me dato che sono rimasta come un ebete a mangiarmelo con gli occhi. Lui mi guarda interrogandomi con lo sguardo… Non si ricorda di me. Bene Felcity hai una fortuna sfacciata questo è sicuro.
– Non ricordo di averti vista prima… ma credo che il problema è proprio questo – ha un tono di voce neutro. Dig mi spinge in camera e poi insieme a lui mi avvicino ai piedi del letto. Solo adesso mi accorgo di Laurel seduta sulla sedia vicino a lui che stringendogli la mano, cerco di contenere la mia rabbia perché se la lasciassi uscire credo che il bastone che usa quando è Balck Canary glielo infil…
– Dove ci siamo conosciuti? – mi desta dai miei pensieri Oliver. Arrossisco e guardo male Laurel prima di voltarmi a guardarlo, i nostri sguardi si incontrano e per un millesimo di secondo noto una scintilla attraversargli quegli occhi azzurro cielo che si ritrova
– Alla Queen Consolidated – interviene Dig dato che io ancora non do segnali di vita
–Giusto perché ho preso le redini dell’azienda di mio padre –risponde Oliver come stesse ripetendo una frase sentita troppe volte
– Eh già – finalmente mi decido a parlare anche se in effetti avrei potuto scegliere qualcosa di più profondo da dire. Come ad esempio “ Ti ricordi di quando mi hai detto ti amo prima di partire e non tornare? “ oppure “ Perché stringi la mano a quella donna che per due mesi non ha fatto altro che progettare come squartare viva tua sorella? “ a meno che…
– O mio Dio – interrompo il silenzio imbarazzante creatosi. Tutti mi guardano confusi, Oliver sta per chiedermi qualcosa ma io sono più veloce – Cosa ricordi di lei? – gli chiedo ignorando lo sguardo accusatorio lanciatomi dalla Lance
– È la mia fidanzata Laurel – mi dice lui sorridendole romanticamente. Lo guardo bene, lo scruto in volto mi immergo nei suoi occhi gli guardo il sorriso e non è lo stesso sorriso che rivolgeva me, rivoglio il mio Oliver ma in lui non vedo nulla del mio Oliver.
– Grandioso! Credo che peggio di così non potesse andare – sussurro sarcastica. Cerco di cacciare le lacrime all’indietro ma qualcuna sfugge dai miei occhi. Esco correndo da quella stanza e mi appoggio al muro del corridoio. Mi libero in un pianto, come ormai faccio da tempo, esco dalla tasca dei jeans la sua lettera ormai il foglio è rovinato causa le miriadi di volte in cui l’ho stretta tra le mani. Dig mi raggiunge di corsa
– I medici pensano sia temporaneo Felicity – mi abbraccia goffo – Abbi fede –
– È vivo Dig. È qui vivo e vegeto, sta respirando e mi va bene così. Posso sopportarlo –  Bugiarda... Mi va bene un corno! 
– Tornerà da te – prende la lettera e la apre – Te l’aveva promesso no? Ed eccolo qui – mi sorride
– Avrei sperato si ricordasse di me  – sorrido pure ma io ma quella che mi esce è più una smorfia
– Quello che ha affrontato l’ha quasi ucciso ma non è morto. Perché lui doveva tornare da te e lo farà fidati di me – mi tocca la guancia per asciugarmi una lacrima. Lo abbraccio forte come per ringraziarlo
– Vado da Roy va bene? – gli dico non appena lo lascio andare, annuisce e io con passo svelto mi dileguo pensando ancora a quelle ultime parole che mi scrisse 
"Tornerò Felicity perchè adesso ho un altro motivo per tornare:
quel motivo sei tu.
Ti amo Oliver"

 



Ciao :)
Eccomi qui con un altro capitolo! :)
Spero non vi abbia deluse vi ringranzio come sempre per tutto il sostegno! 
Davvero grazie tantissimoooo! :)
Coccinella_

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