Byakuya dell'illusione, amami

di Death_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Arrivo. ***
Capitolo 2: *** Il pozzo. ***
Capitolo 3: *** Incontro. ***
Capitolo 4: *** Qualcosa di nuovo. ***
Capitolo 5: *** La gattina che c'è in me. ***
Capitolo 6: *** Le cose si mettono male. ***
Capitolo 7: *** Il grande segreto di Sesshomaru. ***
Capitolo 8: *** La proposta di Naraku. ***
Capitolo 9: *** Non abbandonarmi. ***
Capitolo 10: *** Il piano perverso di Naraku ***
Capitolo 11: *** Il risveglio. ***
Capitolo 12: *** Il profumo del domani ***
Capitolo 13: *** L'inizio della fine, l'inizio del domani. ***
Capitolo 14: *** Finalmente, di nuovo mio. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Arrivo. ***


BYAKUYA DELL’ILLUSIONE, AMAMI
 
CAPITOLO 1: ARRIVO
Mi chiamo Gaia, ho 17 anni e sono una irrimediabile combina guai. Sono molto timida, diffidente e decisamente lunatica, ma se trovo la persona di cui potermi veramente fidare, do tutta me stessa per far si che vada tutto bene. Sono alta, magra ma non troppo e ho dei lunghi capelli rossi ramati che molte mie compagne invidiano. E qui arriva il bello. Ho un occhio giallo e uno azzurro. Mi dite come cavolo è possibile una cosa del genere? Mio padre dice che ce li ho così perché sono una mezzodemone. Non vi dico le risate. Dalle leggende i demoni e mezzodemoni erano creature fiere, orgogliose e fisicamente perfetti. Avevano grandi abilità e potevano vivere per secoli. Mentre io sono impacciata, goffa e diciamo che ho scarsa fiducia in me stessa. La mia migliore amica nonché cugina dice che sono una bellissima ragazza e le rispondo sempre con frasi tipo “ma se sembro una pulce!” oppure “si, magari domani eh?”. Ma ora basta con tutte queste chiacchere! Passiamo alla storia vera e propria. Stavo tranquillamente camminando per le strade di Tokyo, in cerca di un taxi libero. I miei genitori erano partiti ancora una volta e sarebbero stati via circa due anni. Si, i miei cari odiati genitori che si dimenticano di avere una figlia, per giunta non voluta. Già perché come regalo del mio settimo compleanno la mia dolce mammina mi urlò in faccia che ero il risultato di un preservativo bucato e un orgasmo uscito male. Carino, no? Così ho deciso di andare dall’unica persona a cui affiderei la mia vita. Mia cugina. Lei, l’unica ragazza della famiglia che non mi trattava come uno sbaglio. Lei, Kagome Higurashi, 18 anni, bella come una dea e simpatica come poche. Trovai finalmente un taxi vuoto e gli passai il bigliettino con su scritto l’indirizzo.
TAXISTA: Mi scusi signorina, ma sono 170000 yen di corsa. E’ sicura di voler fare questo viaggio?
GAIA: Senta, sono la figlia del signor Hanazono della Hanozono industry, se volessi potrei fare andata e ritorno per 10 volte.
TAXISTA: Mi perdoni, signorina Hanazono, non volevo mancarle di rispetto. Ora si allacci le cinture, partiamo.
Dopo circa 2 ore di macchina, ci fermammo davanti ad una scalinata. Aveva tutta l’aria di essere un tempio. Ah, quanti bei ricordi. A dire il vero erano 4 anni che io e Kagome non ci sentivamo, ma comunque qualche messaggio o breve chiamata ce li eravamo scambiati. Pagai il taxista e recuperai la mia borsa. Non mi ero portata granché, potevo comprare il necessario lì. Di certo essere l’unica figlia di una famiglia di ricchi culoni sfondati aiutava no? Salii le scale e arrivai all’ingresso. Bussai con un sorriso nostalgico stampato sulla faccia. Fu Sota ad aprirmi.
SOTA: Cugina Gaia! Quanto tempo!
GAIA: Ciao Sota! Quanto mi sei mancato, piccola peste!
MADRE HIGURASHI: Cos’è tutto questo baccano? Oh! Ciao piccola! Quanto sei diventata bella e alta! Forza entra, accomodati.
Santi Kami, altro che accoglienza! Mi fecero entrare e mi costrinsero a sedermi sul divano per poi tempestarmi di domande. Io volevo solo vedere mia cugina! Ahh, che tormento!
SOTA: Ma cosa ci fai da queste parti, Gaia-sama?
GAIA: I miei genitori staranno via per circa due anni e Tokyo mi sentivo sola, così ho pensato di stare un po’ qui con voi, se non è di troppo disturbo ovvio!
MADRE HIGURASHI: Ma figurati tesoro! Vado subito a prepararti la stanza! Kagome sta per rientrare, era andata a fare la spesa!
Rimasi ancora un po’ sul divano a chiacchierare con Sota, poi finalmente sentii la porta aprirsi e la voce di Kagome che chiedeva aiuto. Mi alzai di scatto, sfoggiando uno dei miei meravigliosi sorrisi e mi diressi verso quella cugina tanto agognata.
KAGOME: G-Gaia?! Che ci fai tu qui?
GAIA: Ciao Kagome, anche per me è bello rivederti!
Scoppiammo a ridere entrambe in una grossa risata accompagnata da un caloroso abbraccio. La aiutai a mettere a posto la spesa, continuando a raccontarle cosa mi aveva portato a venire qui, come stava l’azienda di famiglia e gli ultimi pettegolezzi di Tokyo. Il tempo era letteralmente volato tanto che eravamo già indaffarate nel preparare la tavola.
GAIA: Fermi tutti. Stasera cucino io. Ho intenzione di proporvi un piatto speciale per ringraziarvi della vostra ospitalità.
TUTTI: Va bene!
Ok, ammettiamolo. Con la mia famiglia non sono molto timida. Non sono timida in generale con le persone che conosco bene e che mi stanno simpatiche. Diciamo che con i ragazzi e i vecchietti sono molto timida. Beccata! Ero alle prese con il riso bollito e alcune foglie di alga quando dall’altra stanza sentii un tonfo sordo.
???: KAGOMEEEE! Forza muoviti dobbiamo tornare al villaggio!
KAGOME: BAKAAA! Che ci fai tu qui?!?! Forza nasconditi che c’è mia cugina! Non deve vederti!
GAIA: Cosa non devo vedere?
Giuro stavo per svenire. Un ragazzo, un bel ragazzo con lunghi capelli argentati e un kimono di quelli tradizionali risalenti all’epoca Sen-goku. Occhi ambrati, bellissimi. Un fodero con una vecchia spada al fianco e…. due orecchie. Mi avvicinai incuriosita come non mai. Mi misi una mano sotto il mento pensierosa e cominciai a girargli intorno. Poi mi fermai davanti a lui che mi guardava perplesso e visibilmente irritato. Mi misi sulle punte per arrivare a superarlo di qualche centimetro e gli toccai le orecchie. Non erano finte, erano morbide e pelose. E vere. Un tipo vestito all’antica, con una spada e un paio di orecchie da cane.
GAIA: Interessante. Prima che io mi metta a urlare potete dirmi chi è questo tizio, o meglio, che cosa è?
KAGOME: E-Ecco v-vedi lui è….lui è….I-Inuyasha. Un m-mezzodemone…
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Il pozzo. ***


CAPITOLO 2: Il pozzo.
 
GAIA: Oh, ma si, certo! Un mezzodemone. Ora si che è tutto chiaro!
INUYASHA: Bhe di che ti stupisci?! Anche tu sei un mezzodemone!
KAGOME: A-aspetta cosa? Gaia, sei un mezzodemone?
GAIA: Ma ti pare? Anche mio padre me lo diceva sempre ma io non sono un mezzodemone! Ehi….Inuyasha….HAI FINITO DI ANNUSARMI?!
INUYASHA: E’ un mezzo gatto! Che schifo!!
GAIA: U-Un mezzo gatto? Mi stai prendendo in giro?
KAGOME: Uhm… probabilmente la tua forma demoniaca non si è sviluppata in questo mondo. Che dici Inuyasha, la portiamo nel pozzo?
GAIA: Ok, sto sognando. Ieri sera mi sono fumata troppe canne e ora ho le allucinazioni.
INUYASHA: Si, portiamola di là.
Il mezzosangue mi prese per un braccio e Kagome per l’altro e mi trascinarono nel tempietto sul retro.  Fecero scorrere la porta in legno e davanti ai miei occhi si aprì un vecchio scantinato pieno di polvere e insetti. Io non sopporto gli insetti, soprattutto i ragni! Non ne ho paura, ma il loro essere piccoli, pelosi e con otto occhi mi urta non poco. Scesero le scale sempre tenendomi ben salda. Arrivarono davanti ad un vecchio pozzo vuoto e pieno di erbacce. Kagome sorrise complice insieme ad Inuyasha. Poi mi guardarono. Mi facevano quasi paura. Avevano un’espressione tipo “ora tu fai un bel volo nel pozzo, contenta?”.
KAGOME: Bene, ora tutti nel pozzo!
GAIA: No, ehi, aspetta, cosa?!
INUYASHA: Prima le gattine!
Mi aveva spinto nel pozzo. Stavo cadendo circondata dal buio pesto urlando come non so che cosa. Poi vidi una luce blu e viola aprirsi sotto di me. Alzai lo sguardo e vidi Kagome che sorrideva allegramente mentre Inuyasha aveva la sua solita espressione imbronciata. Poco dopo ci ritrovammo sul fondo del pozzo. Inuyasha prese in braccio Kagome, che arrossì, e con un balzo saltò fuori dal pozzo. A me toccò arrampicarmi a fatica, maledicendo i jeans neri attillati che avevo messo. Finalmente riuscii a fare leva sul bordo del pozzo e issarmi fuori. Appena misi i piedi per terra mi resi conto che non eravamo più nel tempietto, ma in mezzo ad una foresta, circondata da verde erbetta. Mi guardai intorno stupita come non mai.
KAGOME: Visto, che ti avevo detto? Ora ha la sua vera forma!
INUYASHA: Tze! Io odio i gatti!
GAIA: Ma di che state farfugliando? Piuttosto, dove ci troviamo?
KAGOME: Siamo sempre nello stesso punto di prima, solo 500 anni prima.
GAIA: CHE COOOOSA? Siamo nell’epoca Sen-Goku?
INUYASHA: Forza, andiamo al villaggio di Kaede!
Kagome sorrise ancora e cominciò ad incamminarsi. Io mossi un passo, ma mi bloccai subito. C’era qualcosa dietro di me che faceva un suono tipico di una campanellina. Mi girai e vidi una coda bianca con un enorme fiocco rosso sangue e un campanellino. Ok, ho una coda. Mi toccai la testa. Ok, ho un paio di orecchie da gattina. Ma è solo un’allucinazione no?
GAIA: I-Io h-ho una c-c-coda?! E un paio di o-orecchie?
KAGOME: Si! Ti stanno benissimo! Risaltano con i tuoi capelli ramati no?
GAIA: Allora sono veramente un mezzodemone!
INUYASHA: Forza voi due! Andiamo!
Camminammo per circa mezzora. Io sentivo tutto amplificato. Gli odori, il puzzo di cane che emanava Inuyasha, il profumo dei capelli di Kagome, le foglie che si muovevano e suoni impercettibili per un paio di orecchie umane. Che ficata pazzesca! Arrivati al villaggio, alcuni bambini salutarono Kagome mentre Saltavano addosso a Inuyasha. Un bambino mi si avvicinò e mi guardò storto. Avevo qualcosa in faccia? Poi i suoi occhi si illuminarono e inspirò profondamente preparandosi ad un urlo.
BAMBINO: UNA GATTINAAAAAAAA!
GAIA: Ehi, aspetta un secondo, io non….
Fui letteralmente sommersa da marmocchi. Alcuni mi tiravano la coda, altri le orecchie e facevano male quei piccoli monelli!
GAIA: Kagome! AIUTAMIII!
KAGOME: Forza bambini! Tutti a giocare ora! Lasciate in pace la gattina!
GAIA: Io non sono una gattina!
Mi aiutò a rialzarmi e continuammo a immergerci nel caotico villaggio. Finalmente arrivammo davanti ad una capanna ed entrammo. Al suo interno, un piccolo focolare, alcuni giacigli e una cucina. Piccola, ma accogliente.
KAEDE: E così questa è la storia. Bhe Gaia, so che per te potrebbe risultare difficile crederlo ma sei veramente una mezzodemone gatto.
GAIA: Credo che andrò a schiarirmi le idee. Tornerò verso sera.
KAGOME: Non ti allontanare troppo. Non sai la strada e potresti perderti.
GAIA: Si tranquilla. Vado.
Avevo assolutamente bisogno di respirare. Trovavo la coda piuttosto fastidiosa, così feci un buco nel jeans all’altezza giusta per farci passare la coda. Cavolo che rottura. Camminavo senza sapere dove andare. Ero una mezzodemone, quindi uno dei miei genitori era un demone. Ahhh, che confusione! Dopo qualche minuto sentii un fruscio. Poi un odore nauseabondo e una voce gracchiante.
???: Padron Sesshomaru, sentite anche voi questo fetore?
???: Si Jaken, odore di gatto e di mezzodemone. Che nausea.
Magnifico! Sentivo un’aura demoniaca decisamente molto potente e dall’odore sembrava un demone completo. Tanto per aprire una parentesi, demoni e mezzodemoni non sono mai andati d’accordo. Cosa fare? Scappare? No, non sono una codarda. Semplicemente vedrò di non combinare troppo casini. E’ un demone completo, quindi superiore a me in forza fisica e astuzia senza contare che lui gioca in casa. Cercai di calmarmi e di inspirare profondamente. Finalmente vidi apparire le due figure. Un piccolo rospetto cui nome doveva per forza essere Jaken e un demone alto e bello come pochi, sicuramente si chiamava Sesshomaru. Ammettiamolo, era davvero bello. Aveva un volto praticamente perfetto, una mezzaluna blu in fronte e dei segni rossi sulle guance. Capelli lunghi e argentati e occhi freddi ambrati.
JAKEN: Tu, gattaccia che ci fai sul territorio del grande Sesshomaru?!
GAIA: G-Gattaccia?! Piano con gli insulti rospetto! E poi non volevo fare niente di male stavo solo camminando, per la miseria!
JAKEN: Padron Sesshomaru, cosa intendete fare?
SESSHOMARU: Ha l’odore di gatta e di mezzodemone, ma non è di questo mondo. Deve essere venuta dal futuro come quella sacerdotessa.
GAIA: Bene, posso andare ora?
JAKEN: Sconsiderata gattaccia che non sei altro, sai chi hai davanti?
GAIA: E tu sai chi sono io?!
JAKEN: Perché mai dovrei saperlo?!
GAIA: Allora….siamo pari, no?
SESSHOMARU: Jaken, basta. Come ti chiami, mezzodemone.
GAIA: Mi chiamo Gaia.
JAKEN: P-Padrone, sta arrivando Rin!
Dai cespugli uscì una ragazzina di 13 anni più o meno. Era molto bella, aveva lunghi capelli d’ebano e occhi di un nocciola intenso.
RIN: Sesshomaru-sama! Vi ho trovato finalmente! Oh, ma che bella ragazza!
GAIA: Stai dicendo a me?
RIN: Si! Siete una bella ragazza! Siete una mezzodemone gatto vedo!
GAIA: B-Bhe si…O-ora devo andare, mi dispiace avervi arrecato disturbo.
Aveva detto che ero bella? Io?? Mha! Che gusti strani. Feci una sottospecie di inchino senza abbassare lo sguardo e me ne andai. Cavoli, che strana gente che c’è in giro in quest’epoca!
 
 
 

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Capitolo 3
*** Incontro. ***


CAPITOLO 3: Incontro
 
 
Mi allontanai cercando di mantenere un certo contegno mentre Sesshomaru e Jaken mi seguivano con lo sguardo. Mi sentivo alquanto in soggezione, ma insomma, chi non si sentirebbe in soggezione davanti a Sesshomaru e ai suoi occhi di ghiaccio ambrato? 
JAKEN: Signore, ma da quella parte non aveva appena finito di combattere e vincere contro quel seguace di Naraku, quel Byakuya?
SESSHOMARU: A quanto pare.
RIN: Sesshomaru-sama, ho trovato alcuni pesci da mangiare e ho acceso un fuoco non lontano da qui!
SESSHOMARU: Andiamo allora.
E anche lo strano trio si allontanó, sparendo tra i cespugli.
"Porca miseria penso di  essermi persa!" Pensai. Ma cavoli, quella foresta era tutta uguale! "Forse se seguissi questo strano odore..." Una delle tante pessime idee della mia vita. Come quella di indossare scarpe con un tacco 12 per 7 ore di fila. Pessima idea. Comunque seguii l'odore. "A me sembra odore di sangue questo!". E infatti. Trovai uno strano tipo, anch'esso demone, che stava appoggiato ad un grosso tronco d'albero. Aveva una grande ferita sul petto e alcuni graffi sul viso. Era carino. Strano, ma terribilmente carino! Mi avvicinai lentamente mentre il tipo socchiudeva gli occhi per diminuire il dolore.
GAIA: Ehi... V-va tutto bene?
???: A te che sembra?!
GAIA: Mamma mia, scusa volevo solo aiutare! Come ti chiami?
???: Senti gattina, non credo siano cose che ti possano interessare.
GAIA: Penso che anche se sei uno scorbutico nella mia magnanimità ti aiuteró.
???: Non ho chiesto il tuo aiuto!
GAIA: E io non ho chiesto il tuo parere!
Mi avvicinai, inginocchiandomi al fianco di quella strana figura. Poi strappai un lembo della mia maglietta, mostrando un po' di fianchi biancastri. Allentai il suo kimono mentre lui guardava da un'altra parte. Notai che la ferita era molto lunga ma per fortuna solo superficiale. "Devo ammettere che ha davvero un bel fisico, gran bei pettorali". Mentre pensieri sconci aleggiavano nella mia mente, arrossii e sorrisi.
???: Che hai da sorridere gattina?
GAIA: Prima di tutto, sono Gaia non gattina. E poi, sorrido perchè mi va. Ora, razza di scorbutico, mi dici di grazia qual è il tuo nome?
BYAKUYA: Mi chiamo Byakuya. 
GAIA: Gran bel nome. Davvero.
BYAKUYA: Tze! Ora gattina, vattene.
GAIA: No.
BYAKUYA: C-che cosa?! 
GAIA: Ho detto no. Prima voglio aiutarti. Per cui, alza io culo e avviciniamoci ad un fiume.
BYAKUYA: Sei strana, gattina.
Detto questo, con molta fatica di alzó in piedi, dimostrandosi leggermente più alto di me. Portava i capelli lunghi e neri raccolti in una coda alta e indossava abiti, come dire, colorati? Nel complesso, passatemi il termine, davvero figo. Provó a fare un passo, ma collassó piegandosi sulle ginocchia.
GAIA: Senti coso, puoi fare il guerriero tutto d'un pezzo quanto vuoi ma se non ti appoggi a me non ci arriverai neanche strisciando al fiume!
BYAKUYA: Sei solo una mezzodemone...
GAIA: Eppure non sono io a avere uno scuarcio nel petto no?
BYAKUYA: Gattina... Insolente...
Mi mise un braccio intorno al collo e potei sentire il suo profumo. "Gelsomino..." Arrivvammo a fatica sulla riva del fiume e lui si sedette sull'erba. Bagnai il lembo di maglietta che avevo sacrificato e tamponai il sangue rappreso per evitare infezioni. Comunque sapevo bene che i demoni non morivano per così poco. Nei libri che avevo letto, alcune storie raccontavano di enormi e sorprendenti poteri rigeneranti e un fattore coagulazione molto evoluto. Per cui non ero molto preoccupata.
BYAKUYA: Tu non sei di questo mondo, vero?
GAIA: Già, diciamo che vengo dal futuro.
BYAKUYA: Come la sacerdotessa Kagome quindi.
GAIA: Esatto.
BYAKUYA: G-grazie...
GAIA: Ora piove! Lo scorbutico conosce le buone maniere! Ora dormi e vedi di guarire in fretta! Io resteró qui per evitare che ti stacchino la testa.
BYAKUYA: Come se avessi bisogno di protezione!
GAIA: Disse il tipo con un taglio di 60 centimetri sul petto!
BYAKUYA: Va bene, ma vedi di non disturbarmi!
GAIA: Come volete, Vostra Maestà!
Lui accennó una risata e si decise a chiudere gli occhi. "Ma tu guarda, due giorni qui e la mia vita è finalmente diventata interrssante!". Dopo un paio d'ore di sonno ininterrotto, Byakuya aprì gli occhi. La ferita si era completamente rigenerata e non sembrava avere altri mali. 
BYAKUYA: Sei rimasta qui davvero ad aspettar che mi svegliassi?
GAIA: Quando io dico una cosa, difficilmente non la rispetto! Ora sei a posto quindi vado.
Mi alzai e mi incamminai. Dopo neanche dieci passi mi bloccai. Dimenticavo che mi ero persa. Meraviglioso. Perfetto! Cercai qualche odore, qualche traccia del villaggio di Kaede ma niente. A quanto pare i gatti non hanno un grande senso dell'orientamento. O forse era la mia metà umana rimasta imbranata. Sentivo lo sguardo di Byakuya su di me. Poi lo sentii ridere.
BYAKUYA: Non dirmi gattina che ti sei persa?
GAIA: No, stavo contemplando.
BYAKUYA: Contemplavi il fatto di non sapere la strada?
GAIA: Sono due giorni che sono qui non puoi pretendere che conosca questo labirinto che chiamano foresta come le mie tasche!
BYAKUYA: Ok, ho capito. Devi andare al villaggio di quella vecchietta con la benda sull'occhio no? Ti ci accompagno io, basta che smetti di fare quella faccia da ebete.
GAIA: Non so se dirti grazie o semplicemente prenderti a schiaffi.
BYAKUYA: Fa un po’ come ti pare gattina, ma non ti permetterò di prendermi a schiaffi facilmente.
GAIA: Guarda, se ti metto le mani addosso non so che ti farei
BYAKUYA: Lo so io cosa ti faccio, ma potrebbe solo arrecarti piacere, gattina.
GAIA: Bene scorbutico e pure pervertito! Non è che sei anche una fatina?
BYAKUYA: F-fatina?
GAIA: AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH   Si una bella fatina sbrilluccicosa!
 
 
 

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Capitolo 4
*** Qualcosa di nuovo. ***


CAPITOLO 4: Qualcosa di nuovo
 
BYAKUYA: Ecco gattina, da qui in poi sempre dritto e arriverai al villaggio.
GAIA: Oh allora era questa la strada! Grazie mille Byakuya!
BYAKUYA: Posso farti una domanda, gattina?
GAIA: Uhm? Dimmi.
BYAKUYA: Perché non hai paura di me? Insomma sono il servitore di Naraku che in questo momento è il nemico numero uno dei tuoi amici e che è conosciuto per la sua crudeltà. Quindi perché non sei scappata o non mi hai ucciso quando potevi?
GAIA: Punto primo, Naraku ancora non mi ha fatto niente, quindi in teoria non è un mio nemico diretto. Punto secondo non potrei mai uccidere qualcuno in difficoltà, sarebbe disonorevole. E poi tu non mi sembri malvagio.
BYAKUYA: Di certo non sono buono.
GAIA: Possiamo dire che sei diversamente buono? Ahhahahahahaha la perfetta descrizione di Byakuya. Né buono né cattivo.
BYAKUYA: Sì, sei davvero strana gattina.
GAIA: Te l'ho già detto, mi chiamo Gaia!
BYAKUYA: Lo so, ma gattina mi piace di più.
GAIA: Fa un po' come ti pare. Ora è meglio che vada. Vedi di non farti uccidere o ferire ancora, scorbutico imbranato!
BYAKUYA: Aspetta!
GAIA: Che c'è? Qualcosa non va?
BYAKUYA: P-possiamo, ecco, r-rivederci?
Un ragazzo, mi ha appena chiesto di rivederci? Ok che sono stata io ad avvicinarlo, ma diamine neanche mezza giornata! Però, stranamente con lui non provavo  imbarazzo e non mi sentivo impacciata. Bha, sarà stato il mio lato felino. Però mi sentivo dannatamente bene con lui. Mi sentivo, importante. Ma si, provare non costa nulla!
GAIA: Tanto anche se ti dicessi di no sono sicura che ti infilerai in qualche pasticcio e toccherà a me salvarti le chiappe.
BYAKUYA: Non montarti la testa gattina!
GAIA: Va bene! Fa come vuoi!
Mi girai per andarmene ma lui mi afferrò il polso e mi costrinse a girarmi.
GAIA: C-che cosa c'è?
Lui avvicinò il volto al mio orecchio, provocandomi dei brividi lungo la schiena.
BYAKUYA: Dimenticavo di dirti che d'ora in poi, nessuno oltre a me avrà il piacere di chiamarti gattina. Ora, sei la mia gattina.
Detto questo sparì, letteralmente. Ragazzi, ma ve la immaginate una scena simile? "Pensandoci su, il solo sapere che sarò la sua gattina, suona alquanto eccitante. Vedremo come andranno avanti le cose". E così mi incamminai verso il villaggio, guidata dalle luci del tramonto. Mentre ripensavo a quello che era successo, arrossii e abbassai le orecchie. Lo feci per istinto, mi venne naturale in quel momento. Mi ritrovai a fare le fusa, pensando a come la mia vita si fosse finalmente colorata.
Intanto, in una grotta vicino al monte Hakurei.
KAGURA: Byakuya, non ti facevo così molle! Una mezzodemone?! Ti sei preso una sbandata per una mezzodemone?!?
BYAKUYA: E non urlare Kagura! Tu dovevi vederla! Bella come una dea, solare e viva, dolce ma allo stesso tempo aggressiva! È una gattina interessante! E poi, nei suoi occhi c'era qualcosa che non avevo mai visto. Vedi, quando sono apparso per la prima volta a Inuyasha e compagnia, subito i loro sguardi erano carichi d'odio nei miei confronti. E dire che non avevo fatto ancora niente! Invece lei sapeva chi ero, ma mi ha trattato bene mi ha curato e mi ha fatto sentire.... amato. Sono poche le persone che possono farti sentire bene anche solo vegliando sul tuo sonno. Era onesta, sincera e pura. Testarda e goffa certo, ma terribilmente eccitante. Si, lei è la mia gattina.
KAGURA: Ah, che razza di mollusco.  Comunque se ti interessa, la tua 'gattina' sta andando a farsi un bagno.
BYAKUYA: La situazione comincia a scottare eh?
 
Avevo dormito malissimo. Continuavo a rigirarmi pensando a quel demone scorbutico e non avevo chiuso occhio. Mi serviva un bagno. Kaede mi aveva dato un kimono molto bello e abbastanza funzionale, dato che i miei vestiti erano da buttare via. Stavo seguendo l'odore di acqua di fonte e alla fine arrivai ad un laghetto con una cascata. Esattamente quello che cercavo. Mi cominciai a togliere la maglietta, scoprendo un reggiseno di pizzo viola. Mi tolsi i pantaloni mostrando gli slip abbinati al reggiseno, quindi anch'essi viola. Mi guardai attorno e annusai l'aria, ma non sentii nulla. Per fortuna niente guardoni pervertiti. Comunque per non rischiare, entrai in acqua con l'intimo addosso e poi lo tolsi restando nuda, immersa nell'acqua io cui livello, arrivava a lambirmi i seni. Non avevo chissà che cosa, ma non ero neanche una tavoletta! Portavo una seconda e mezzo di cui andavo molto fiera. L'acqua fresca era un vero toccasana, infatti mi rilassai subito.
BYAKUYA: Vuoi una mano a lavarti, gattina?
GAIA: AHHHH! Per la miseria! B-Byakuya che c-cavolo ci fai t-tu qui?
Con le mani cercai di coprire ciò che potevo, dato che quel pervertito mi mangiava con lo sguardo.
GAIA: Finiscila di fissarmi, baka!
BYAKUYA: Gattina mia, come faccio quando ti presenti in questo stato?
GAIA: Sei tu che mi hai cercato! Pervertito!
Con il mio massimo stupore, anche lui cominciò a spogliarsi ed entro in acqua. Io tenni gli occhi chiusi tutto il tempo e stavo diventando sempre più rossa.
BYAKUYA: Che c'è gattina? La situazione ti imbarazza?
GAIA: Prova un po' a tirare le somme!
Sentivo l'acqua incresparsi e Byakuya avvicinarsi. Cavoli ero un peperone! Lui mi prese per la vita e mi avvicinò troppo al suo corpo. Io cercavo di creare distanza tra i due corpi facendo leva sulle braccia. Avevo i palmi aperti sul petto di lui è ne potevo sentire i muscoli perfettamente scolpiti. Era molto eccitante tutto ciò. 
BYAKUYA: Non rifiutarmi gattina.
GAIA: Tu vuoi solo giocare con me. Con il mio corpo. Io, io ho bisogno di amore, non di sesso.
BYAKUYA: E chi ti dice che io non sia disposto a dartelo? Io mi sono innamorato di te.
GAIA: Per Giove, siamo stati insieme solo mezza giornata!
BYAKUYA: Ma sentito parlare di colpo di fulmine?
GAIA: Allontanati da me. Mi fai paura.
BYAKUYA: Non respingermi, ti prego.
Lo disse sussurrando, vicino al mio orecchio provocandomi altri brividi. Ammetto che ero eccitata all'idea di quel corpo così vicino a me.  Ma non potevo cedere! Non ero un giocattolo con cui giocavi per poi buttarmi via.
BYAKUYA: Vedi gattina io sto correndo in questo modo perché sento che la mia esistenza è giunta al termine. Io sono un'emanazione di Naraku, quindi se lui muore muoio anche io. E a dirla tutta, credo che il gruppo di Inuyasha unito a quello di Sesshomaru, possano facilmente battere Naraku. Quindi io voglio averti, almeno per una volta prima della fine.
GAIA: La metti giù un po' melodrammatica... Ma... penso di capirti. Ma devi promettermi che se io ora mi concedo a te, fino alla tua morte tu mi apparterrai come io apparterrò a te. Anche tu mi piaci molto, ma non ti permetterò di usarmi a tuo piacimento.
BYAKUYA: Affare fatto, gattina. Ora tu sei mia e io sono tuo.
Si avvicinò ancora di più a me, baciandomi il collo. Sentivo l'effetto che gli procuravo, così decisi di giocare sporco. Se dobbiamo fare una cosa, facciamola bene! Gli presi il viso tra le mani e lo baciai, assaporando le sue labbra. Dischiusi le mie permettendo alle nostre lingue di giocare insieme. Poi mi staccai e andai verso il suo orecchio, mordendolo leggermente. Lo sentii ridacchiare, per poi tornare a lavorare sul mio collo. Con le mani mi prese le gambe, issandomi sul suo bacino che io circondai con le mie gambe, stringendomi a lui.
BYAKUYA: Vuoi farmi impazzire... gattina?
GAIA: Bhe, che ti aspettavi? Li so fare anche io alcuni giochetti...
BYAKUYA: Ah si? Mostrameli allora.
Sorrisi maliziosamente. Cominciai a baciargli la fronte, per poi scendere al naso, alla bocca, al mento arrivando al collo. Cominciai a baciarlo e a fare dei circoletti con la lingua. Gli piaceva, lo sentivo. Alla fine si stancò di trattenersi e con una spinta fu dentro di me. Rimanemmo in acqua, amandoci e a gemere di piacere. Alla fine ci addormentammo insieme, fianco a fianco coperti solo dalle fronde dagli alberi e dal nostro abbraccio.
 
 
 

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Capitolo 5
*** La gattina che c'è in me. ***


CAPITOLO 5: La gattina che c’è in me.
 
Quando la mattina aprii gli occhi, mi sentii rinata. Non avevo mai fatto l'amore con qualcuno e la mia prima volta è stata con un demone. Figo no? Sorridendo mi voltai per vedere se lui era ancora al mio fianco. E infatti. Stava lì, a pancia in su a dormire profondamente. Era molto buffo a dire la verità. Mi appoggiai sulla pancia e lo fissai per un tempo interminabile. Studiavo il suo volto, perfetto nel suo essere demoniaco, le sue buffe orecchie che ogni tanto muoveva infastidito da chissà quale flebile suono. Mentre ero incantata, agitavo lentamente la coda, a destra e poi a sinistra, facendo tintinnare il campanellino. 
BYAKUYA: È veramente rilassante il tuo campanello, non smettere ti prego...
GAIA: Ma buon giorno dormiglione!
BYAKUYA: Gattina, presentandosi così, nuda e sventolando la tua coda morbida e invitante, finirai per provocarmi...
GAIA: Bhe, di solito non fai il secondo round?
BYAKUYA: Sei una gattina assatanata! Vieni qui.
Mi prese da dietro avvicinandomi a lui. Si accoccolò affondando il volto tra i miei capelli, mentre con una mano mi accarezzava il fianco e con l'altra giocava con le mie rotondità. Istintivamente feci le fusa e abbassai le orecchie, circondandogli una gamba con la cosa per non farlo andare via.
BYAKUYA: Ehi gattina, guarda che non scappo. Non sapevo potessi fare le fusa... Mi piaci!
GAIA: Sei un pervertito lo sai vero?
Mi voltai trovandomi a pochi centimetri dal suo volto. Lui mi cinse i fianchi con le braccia e intrecciammo le nostre gambe l'una con l'altra. Poi riprese a torturarmi il collo, mordendolo e succhiandolo. Io avevo messo le mie mani dietro la sua testa, invitandolo a continuare mentre non la smettevo di fare le fusa. Scese dal collo alle spalle, per poi dedicarsi all'incavo tra i seni. Ad un certo punto si bloccò.
GAIA: Questo odore è strano.
BYAKUYA: È un demone della foresta, del tutto incontrollabile. Forza vestiti.
Eseguii senza fiatare e quando mi fui rimessa il kimono regalatomi da Kaede, Byakuya si mise davanti a me come per proteggermi. Dopo alcuni interminabili minuti non uno, ma ben tre demoni sbucarono dai cespugli. 
BYAKUYA: Gattina, mettiti al riparo, fuggi da qui.
GAIA: Tze! E che faccio ti abbandono? Ma neanche per sogno!
BYAKUYA: Eh, testarda come sempre è? 
GAIA: Prendili a calci nel sedere anche da parte mia.
BYAKUYA: Uhm?
GAIA: Non li perdonerò per aver i interrotto sul più bello!
BYAKUYA: È per questo che mi piaci, gattina.
Cominciò la battaglia e la differenza tra Byakuya e quei demoni si vedeva. Aveva già ucciso due demoni, quando mi ritrovai il terzo davanti a me.
GAIA: B-Byakuya...
Una luce. Una fortissima luce venne sprigionata dal mio corpo. Il demone difronte a me ne fu abbagliato e in quel momento di distrazione, Byakuya gli affondò gli artigli nella gola, strappandogli la carotide.
Poi si voltò verso di me e si mise a ridere.
GAIA: Che hai da ridere?
BYAKUYA: Bhe insomma, ora sei una vera gattina!
GAIA: CHE?!
Mi avvicinai allo specchio d'acqua e in effetti ero diventata un batuffolo peloso. Una piccola gattina rossa con un campanellino sulla coda.
GAIA: E ora come faccio a tornare normale?!
BYAKUYA: Non lo so. Ma nel frattempo...
Si piegò sulle ginocchia e mi prese in braccio. Era... imbarazzante! 
GAIA: Ehi! Mettimi giù! 
BYAKUYA: No. Ora tu vieni con me. Finché non riavrai la tua forma da mezzodemone non ti lascerò un secondo!
GAIA: Miao....
BYAKUYA: Sei ancora più carina quando miagoli!
GAIA: Uffi, te ne approfitti solo perché sono una gattina.... Sei cattivo!
BYAKUYA: Ma è per questo che ti piaccio no?
GAIA: Si, anche per questo.
BYAKUYA: Forza, ora accucciati da qualche parte da brava micetta e dormi.
GAIA: Miao!
Dalle sue braccia risalii fino alla spalla su cui mi accucciai, cominciando a strusciare il morbido pelo sulla guancia e collo di lui.
BYAKUYA: Gattina, se fai così mi fai il solletico sai?
GAIA: Non dirmi che non ti piace!
BYAKUYA: No, non è questo. Solo che è strano fare i pervertiti con una micetta tanto piccola. Insomma, cosa penseranno di me gli altri demoni?!
GAIA: Che sei innamorato?
Lo vidi arrossire e abbozzare un timido sorrisetto. Lui aveva tirato fuori la gattina che era in me. Ora toccava a me farlo divertire!
 
 

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Capitolo 6
*** Le cose si mettono male. ***


CAPITOLO 6: Le cose si mettono male.
 
 
Camminavamo ormai da due giorni. Io ero ancora una micetta e stavo dormendo placidamente tra le sue braccia. Ad un certo punto lo sentii fermarsi.
GAIA: Perché ti sei fermato?
BYAKUYA: Resteremo qui questa notte, gattina.
Poi mi prese sotto le ascelle e mi portò all’altezza del suo viso.
GAIA: Ehi! Che fai?! Mettimi giù! Miao!!
Lui sorrise divertito e mi scroccò un bacio sul nasino. Poi mi mise a terra e cominciai a sentirmi strana. Mi girava la testa e avevo assolutamente bisogno di vomitare.
GAIA: B-Byakuya…
BYAKUYA: Umh? Che cos…!! GAIA!!
GAIA: E non urlare! Mi gira la testa…
BYAKUYA: Sei tornata nella tua forma “umana”! Allora è un bacio che ti trasforma eh? Sei una vera birichina!
GAIA: Eheheh ho imparato dal migliore! Non hai qualcosa per il mal di pancia?
BYAKUYA: Si conosco un’erba che cresce qui vicino che fa al caso tuo. Vado a prendertela. Tu non ti muovere, gattina.
GAIA: Ma certo, ai suoi ordini, mio signore!
Sentivo i suoi passi allontanarsi sempre di più. Io mi appoggiai ad un albero e attesi il ritorno del mio amato. Cavoli ma sono qui da 4 giorni e già ho combinato un pasticcio! E poi che cosa penseranno Kagome e gli altri? Non posso tornare e dire “Scusatemi se sono in ritardo ma me la stavo facendo con Byakuya, avete presente? Un servo del vostro acerrimo nemico!”. Le cose stavano facendosi troppo complicate.
BYAKUYA: Gattina…Sensi di colpa?
GAIA: No, quelli mai. Ma ho paura. Paura che te ne andrai presto, paura che nessuno capisca cosa siamo e quali siano i nostri sentimenti.
BYAKUYA: Bhe, anche io ho paura di queste cose. Ma non è pensandoci su troppo che le cose miglioreranno. Sappiamo entrambi che il nostro amore non potrà durare, ma almeno godiamoci il tempo che ci rimane!
GAIA: Si certo! E tu intendi un certo tipo di godimento no?
BYAKUYA: Beccato!
Lui si avvicinò a me, abbracciandomi e mettendosi a giocare con il nodo del mio kimono.
GAIA: Bhe, te ne approfitti di nuovo di me?
BYAKUYA: Non potrei mai farlo, gattina mia.
Finalmente riuscì a levarmi il kimono, ammirando il mio corpo nudo e cominciando a torturarlo. Quella notte mi fece sua ancora e ancora e io ero felice come non lo ero mai stata. Ci addormentammo l’una tra le braccia dell’altro, coperti dai nostri kimoni. Ma ancora non sapevamo che quello era l’inizio della fine.
Il risveglio fu terribile. Sentivo un odore di cane che conoscevo fin troppo bene. Spalancai gli occhi preoccupata e vidi tutto ciò che non volevo vedere. Inuyasha e Kagome mi guardavano inorriditi e lanciando occhiate di fuoco a Byakuya che si era svegliato da poco.
INUYASHA: Che cosa le hai fatto bastardo?!
KAGOME: G-Gaia…
BYAKUYA: Tze! L’ho violentata. Mi piaceva così l’ho presa.
Perché? Perché dire una cosa tanto orribile? Ma io infondo sapevo che lo stava facendo per evitare di mettermi in cattiva luce. Ci amavamo è vero, ma non avevamo certezze a cui aggrapparci. “Ma io, per quel poco tempo in cui siamo rimasti insieme, ti ho amato. Ti ho fatto mio e mi sono concessa te per amore. E non smetterò mai di amarti”
INUYASHA: BASTARDO! ORA MUORI!
GAIA: NO FERMO!
KAGOME: Gaia, ma che ti prende? Quel mostro ti ha violentata, perché lo difendi?
GAIA: Perché lui non mi ha violentata! Io lo amo. Amo il fatto che sia bizzarro, amo il fatto che sia un cattivo ragazzo, amo il fatto riesca a passare da essere un gentil Casanova ad un passionale pervertito. Io lo amo e voi non avete il diritto di giudicarci per questo.
BYAKUYA: Gaia… Anche io ti amo…
Gli regalai uno dei miei più belli sorrisi e lasciai che alcune lacrime scivolassero sulle mie guance che lui prontamente mi accarezzò per incoraggiarmi. Ci rivestimmo sotto gli sguardi ancora scioccati di Inuyasha e Kagome. Ma i guai non erano ancora finiti. Due demoni molto potenti si avvicinavano, attirati dalla situazione. Sesshomaru e…. Naraku.
 
ANGOLO AUTRICE
 
Eccomi tornata! Prima di tutto vorrei ringraziare Yami 16 per aver recensito anche questa storia e per aver trovato questa mia fanfiction molto bella. Continua a recensire miraccomando! Poi vorrei scusarmi con Aurora sama per aver distrutto la sua immagine di Byakuya! Ma come vedi ho inserito nella mia storia una tua frase che mi ha molto colpito. In effetti è vero, Byakuya è proprio un Casanova. Scusami ancora per la mia insolenza nell’aver cambiato il tuo amato personaggio, perdonami! Comunque continua a seguire la storia se ti fa piacere! Anche le critiche negative sono ben accette! Allora ti aspetto!
 
Inoltre ringrazio
-Aurora sama
-babyclover99
-MissManga99
Per aver aggiunto la storia ai preferiti
 
death_thekid99
 
 
 

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Capitolo 7
*** Il grande segreto di Sesshomaru. ***


CAPITOLO 7: Il grande segreto di Sesshomaru.
 
GAIA: Ma questo è l’odore di Sesshomaru!!
INUYASHA: Maledizione!
KAGOME: Presto ricomponetevi!
BYAKUYA: Gaia, resta dietro di me.
Intanto il lontananza…
JAKEN: Padron-Sesshomaru, vi prego, aspettatemi! Forza, muoviti Rin!!
RIN: Ma Jaken…
SESSHOMARU: Rin, se non te la senti puoi rimanere qui…
RIN: No! Voglio venire anche io!
Lo strano gruppetto si stava avvicinando sempre di più a Gaia e Byakuya. Spostarono alcuni rametti fastidiosi e finalmente riuscirono a raggiungere il luogo dove Inuyasha e Kagome avevano sorpreso l’amore non tanto normale tra Gaia e Byakuya.
SESSHOMARU: Quindi eravate qui. Byakuya, mi ripugni. Essendo un demone completo come me dovresti vergognarti di essere stato con una mezzodemone insulsa come quella.
GAIA: Ehi! Piano con gli insulti! Sarai pure un demone completo e maggiore ma niente di dà il diritto di insultarmi in questo modo!
BYAKUYA: Mi dispiace deluderti Sesshomaru, ma non m i pento affatto di aver fatto ciò che ho fatto con Gaia.
JAKEN: Oh santi kami! Che orrore!
Ok, ammetto che la situazione era peggiorata. Prima Kagome e Inuyasha e ora anche Sesshomaru. Ma non capivo. Perché qualcosa di così bello doveva essere reputato un orrore? Due persone che si amano non possono essere reputate qualcosa di inconcepibile. Senza neanche accorgermi, mi ritrovai a piangere silenziosamente, tenendo gli occhi fissi nel vuoto.
RIN: JAKEN!! Guarda che cosa hai fatto! Non capisco perché li guardate tutti in quel modo! Loro si amano no? Quindi che c’è di strano?
BYAKUYA: Sembra che la bambina ci abbia capito più di tutti! E ora smettetela di giudicarci!
KAGOME: Bhe, se Gaia è felice…
INUYASHA: Lo sai vero che quando uccideremo Naraku anche lui morirà vero?
GAIA: ….
SESSHOMARU: Che situazione patetica.
GAIA: Ora…basta. Basta! Non ne posso più di te! Ti ho incontrato solo due volte e già posso dirti che ti prenderei a calci nel culo!
JAKEN: Oh mammina. E’…E’ con il padrone Sesshomaru che stai parlando…Qui finisce male.
SESSHOMARU: Prova solo a ripeterlo.
GAIA: Si ok?! Mi urta la tua presenza, il tuo modo di fare, il tuo atteggiarti a superiore. Se sei tanto superiore come affermi di essere dovresti per lo meno avere una mentalità aperta! E invece sei come tutti gli altri. Sei più debole di me? Quindi fai schifo! Ti sembra un ragionamento normale?! Io amo Byakuya ok? Ti dà fastidio? Non me ne può fregar di meno, non ti ho chiesto nulla e soprattutto non ho bisogno di un tuo parere ok? Quindi ora vedi di stare in disparte, nessuno ti ha dato il permesso di immischiarti nella mia vita privata!
INUYASHA: Bhe, di sicuro ha avuto coraggio. Ci mancherai gattina.
KAGOME: Inuyasha!
SESSHOMARU: Io credo invece di avere tutto il diritto di immischiarmi nella tua vita!
GAIA: Oh e sentiamo, cosa te lo fa credere?!
SESSHOMARU: Il fatto che sono tuo padre.
INUYASHA e KAGOME: COOOOSSAAAAA?!
BYAKUYA: Quando si dice colpo di scena…
JAKEN: V-voi padrone avete una figlia?!
GAIA: Stai scherzando vero? Mio padre è il capo di una importante azienda di fama mondiale. Non puoi essere tu mio padre.
SESSHOMARU: Lui è il tuo padre adottivo. E’ successo più o meno 20 anni fa.
GAIA: E mia madre? Chi è?
SESSHOMARU: Una demone gatto, del tutto insignificante.
GAIA: Ah quindi del tipo “Mi sono divertito con questa tipa ma qualcosa è andato storto e puff ne è uscita una mocciosa?” Ora si, che mi sento amata!
SESSHOMARU: Tua madre voleva una bambina e ha chiesto il mio aiuto. Poi però lei è morta di parto.
GAIA: Ma che gentiluomo! Gli hai teneramente offerto il tuo aiuto ma poi le cose sono cambiate e ti sei ritrovato me tra i piedi eh? E poi che hai fatto eh? Mi hai gettato nel pozzo mangiaossa e chi si è visto si è visto?!
SESSHOMARU: Ti ho affidata ad una sacerdotessa che Inuyasha conosce molto bene.
INUYASHA: Kikyou?!
KAGOME: Ma come sei finita nel futuro? Noi quindi non siamo cugine?
SESSHOMARU: E’ ovvio che non lo siete. Kikyou deve averti sigillato nel tempo e hai viaggiato di era in era finchè non sei arrivata nell’epoca di Kagome dove ti hanno accolta e cresciuta.
GAIA: Ma se tu sei mio padre e sei un demone completo e anche mia madre lo era perché io sono una mezzodemone?
SESSHOMARU: Hai perso parte del tuo potere demoniaco quando sei stata sigillata dalla sacerdotessa.
GAIA: Bhe non potevi crescermi tu? Ti faccio così schifo?
SESSHOMARU: Non avevo nulla da offrirti. Ho ritenuto che una vita diversa sarebbe stata migliore per te.
GAIA: Migliore eh? Hai la minima idea di quello che ho passato in questi 19 fottutissimi anni?!
SESSHOMARU: ….
GAIA: Io…IO TI ODIO!
Stavo impazzendo, troppe informazioni e troppe verità tutte insieme. Mi scoppiava la testa e non capivo più nulla. Mi avvicinai a Byakuya, mettendomi dietro di lui per chiedergli protezione. Avevo bisogno di non pensare a nulla. Byakuya, che non era meno scioccato di me, si voltò e mi abbracciò forte.
KAGOME: Inuyasha!
INUYASHA: Si lo sento merda!
NARAKU: Ma guarda che bella scenetta che abbiamo qui! Ci sarà da divertirsi, non credete anche voi?
 
 
 
 
 

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Capitolo 8
*** La proposta di Naraku. ***


CAPITOLO 7: La proposta di Naraku.
 
BYAKUYA: O no…Lui no….
SESSHOMARU: Naraku! Come mai non hai mandato uno dei tuoi fantocci?
INUYASHA: Hai finalmente deciso di onorarci con la tua presenza?
KAGOME: Tutto ciò è alquanto sospetto.
GAIA: Quindi è lui Naraku…
NARAKU: Esatto, Gaia. Sono qui apposta in persona per te. Solo per te.
GAIA: Per me?
SESSHOMARU: …. *RINGHIANDO DECISAMENTE ARRABBIATO*
BYAKUYA: Naraku…
NARAKU: Con te Byakuya, farò i conti più tardi. Sesshomaru, la tua unica figlia… Ha i tuoi occhi sai? HAHAHAHAHAHAHAHAHAH
INUYASHA: Che cosa vuoi da lei bastardo!?
NARAKU: Gaia. Vieni con me e ti darò tutto ciò che non hai avuto da quegli umani e da tuo padre. Non dovrai mai più sentirti esclusa, sola o inferiore. Devi solo seguirmi.
GAIA: N-Non…sarò mai più…s-sola?
No Gaia, ferma. Ti sta illudendo, proprio come con tutti gli altri. Torna a casa, nella tua epoca. Basta con Sesshomaru, Inuyasha, Naraku e Byakuya…. Già, Byakuya. La cosa più bella che mi sia mai capitata. Perché alla fine sono sempre io quella che deve perdere tutto?! Perché allontano sempre le persone che amo?!
SESSHOMARU: Ascolta bene, Naraku. Non ti permetterò di fare del male a mia figlia. Tu devi tenere le tue manacce da sporco bastardo lontano da lei, HAI CAPITO BENE?! O giuro su tutti i Kami che sarò io personalmente a strapparti gli occhi dalle orbite e usarli come ornamenti!
KAGOME: Ma che schifo!
GAIA: Se-Sesshomaru…?
NARAKU: Aspetta e vedrai Sesshomaru. Ti porterò via ciò che hai di più prezioso! E ora Gaia, seguimi. Diventerai più potente e non sarai mai più sola!
INUYASHA: E dai Gaia! Svegliati! Tira fuori la grinta, smettila di fare la vittima! Alzati e combatti.
Ha ragione. Dovrei farlo, essere più forte intendo. Dovrei essere fiera di me ed avere più autostima. Dopotutto, secondo quello che mi ha raccontato quel rospetto chiamato Jacken, il suo padrone nonché mio padre è un demone maggiore molto potente. Tant’è che lo chiamano il principe dei demoni. E io sono sua figlia. Non posso permettermi di essere debole. Che figura ci faccio?
GAIA: Ok, ascoltami bene Naraku. Non lo ripeterò due volte, razza di imbecille sottosviluppato.
RIN: Ehi Jacken, che cosa è un imbecille sottosviluppato?
JACKEN: Sembra che finalmente abbia capito la gattina.
GAIA: Non ho idea di cosa possa servirti il mio aiuto, ma di una cosa sono certa. Non mi abbasserò mai più a qualcuno. Non mi piegherò ai voleri degli altri solo per evitare di stare sola. Io sono la figlia di Sesshomaru, principe dei demoni, quindi portami rispetto. Lurido bastardo.
KAGOME: E’ tornata!
BYAKUYA: La mia gattina ha gli artigli dunque… Mi piacciono aggressive.
SESSHOMARU: Modera le parole, è di mia figlia che stai parlando.
INUYASHA: AHAHAHAHAHAHAH SESSHOMARU E’ GELOSO! NAAAHH NON CI CREDO AHAHAHHAHAHAHA
GAIA: Inuyasha?
INUYASHA: Ahahahahah che cosa c’è?
GAIA: Non osare prenderti gioco di mio padre.
INUYASHA: Altrimenti?
KAGOME: Emh, Inuyasha, lei ha sempre avuto un lato nascosto che sarebbe meglio non risvegliare perché in fondo lei è….
GAIA: Una persona che ha una irrefrenabile voglia di sangue!
SESSHOMARU: In fondo è sangue del mio sangue.
NARAKU: Ma tu guarda che banda di buffoni. Nha, per oggi me ne vado, ma non finisce qui. Prima o poi sarai mia Gaia, te lo giuro.
GAIA: Devi solo provarci a sfiorarmi bastardo.
NARAKU: Andiamo Byakuya io e te dobbiamo chiarire alcuni punti.
GAIA: Byakuya… Non andartene….
BYAKUYA:  Non preoccuparti per me gattina. Ricorda solo che ti ho amata, ti amo e ti amerò sempre.
GAIA: Di solito nei film dopo questa scena uno della coppia muore tragicamente…
BYAKUYA: Che cosa sono i film?
GAIA: Te lo spiegherò quando tornerai da me… Quindi ci conto è!
BYAKUYA: Allora non mancherò, mia dolce gattina.
Dopo tanto tempo ancora ricordare quelle parole mi fa sorridere in un modo talmente smielato che potrei far alzare il diabete a tutti in un solo colpo. Naraku sparì insieme a Byakuya in una nuvola di miasma e rimanemmo solo io, Inuyasha e Sesshomaru. Kagome, Jacken e Rin avevano deciso di fare tappa al villaggio di Kaede per far luce sulla situazione.
INUYASHA: Bene Gaia, che cosa vuoi fare ora? Insomma sei stata con Byakuya, hai attirato l’attenzione di Naraku e hai scoperto che Sesshomaru è tuo padre. Come ti senti?
GAIA: Non ne ho idea. Dovrei sentirmi in un qualche specifico modo?
SESSHOMARU: Gaia, so di non essere stato presente nella tua vita ma non ho intenzione di abbandonarti nelle mani di Naraku.
INUYASHA: Ehi, fermi tutti, Sesshomaru che prova affetto? Che c’è, hai capito cosa vuol dire avere un cuore?
GAIA: Inuyasha sei un’idiota….
SESSHOMARU: In effetti hai ragione, insulso mezzodemone. Stare con Rin e incontrare mia figlia fa un certo effetto non credi? Può non sembrare ma anche io posso provare quello che voi comunemente chiamate affetto…
GAIA: Sesshomaru, emh… p-padre…  Io non posso di punto in bianco mettermi a lottare contro un mezzodemone e affrontare tutto questo. Cerca di capire, solo cinque giorni fa io giravo per le strade di Tokyo non credendo minimamente alla esistenza di demoni e quant’altro…
SESSHOMARU: Capisco perfettamente ma se posso, vorrei darti un consiglio… Lotta per ciò che ami e ciò a cui tieni. Non ha senso vivere se si rimane soli, l’ho scoperto a mie spese…
INUYASHA: Devo dire che il tuo lato sentimentale mi piace di più, Sesshomaru.
SESSHOMARU: Non farti illusioni mezzodemone, io continuerò a battermi contro di te finchè non ti ucciderò!
INUYASHA: Ma ricordati che se tu sei suo padre, io a rigor di logica sono suo zio. Quindi non faresti altro che uccidere un membro della sue nuova e vera famiglia.
Io e il mio nuovo e vero padre ci guardammo complici e scoppiammo in una fragorosa risata. O meglio io ero piegata in due dal ridere mentre Sesshomaru abbozzava una leggera risata. Degno della sua freddezza e compostezza. Chissà, magari mi ci abituerò a chiamarlo padre.
 
ANGOLO AUTRICE
 
SCUSATEMI. Sono in ritardo. Molto in ritardo. Troppo in ritardo. Ma capitemi, ci sono state molte verifiche e interrogazioni e non ho avuto nemmeno il tempo di accendere il computer. Comunque eccomi qui, questo capitolo lo ammetto, è un po’ noioso ma dovevo farlo. Comunque giuro che poi la storia diventa interessante, giuro. Continuate a seguirmi! E soprattutto a farmi sapere la vostra opinione positiva e negativa che sia! A presto!
death_thekid99
 
 
 
 

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Capitolo 9
*** Non abbandonarmi. ***


CAPITOLO 8: Non abbandonarmi.
 
 
BYAKUYA: Forse ho sbagliato a farti mia. Ti ho rovinato la vita e ti ho fatto soffrire e se veramente affermi di amarmi, ti farò soffrire ancora di più con la mia morte.
GAIA: Oh per l’amor del cielo, basta con questi ragionamenti! Noi ci amiamo è solo questo che conta!
KAGOME: Già, Gaia ha ragione. Se veramente il sentimento che vi lega è così forte come dite nulla potrà mai sciogliere il vostro amore!
INUYASHA: Ma si può sapere perché Naraku ti voleva così tanto? Byakuya, qualcosa da dire?
BYAKUYA: Io penso che Gaia possa riacquistare l’altra parte del sue essere demoniaco per diventare un demone completo. E se è veramente figlia di Sesshomaru e un’altra demone potente allora sicuramente Naraku la assorbirà e allora diventerà davvero potentissimo e le speranze che voi possiate sconfiggerlo si fanno ancora più scarse. Preciso inoltre che oramai si avvicina lo scontro finale.
GAIA: Ma allora basta che io non divento un demone completo no? In questo caso sarei inutile!
BYAKUYA: Non esattamente. Naraku può assorbirti e ottenere il potere completo quando sarai dentro di lui.
GAIA: Allora dovremmo sconfiggerlo prima che lui possa ottenere ciò che vuole no?
KAGOME: E’ l’unica soluzione possibile…
INUYASHA: Bhe, vediamo di insegnarti a difenderti almeno da sola, gattina.
BYAKUYA: Ehi tu, cagnaccio, non ti prendere la libertà di chiamarla gattina.
GAIA: Su, su Byakuya. Dopo l’allenamento con Inuyasha ti prometto che sarò tutta tua…
Gli occhi di Byakuya si illuminarono di una luce alquanto maliziosa che mi procurò brividi in tutta la schiena e un calore al basso ventre solo a pensare a ciò che avremmo fatto la sera insieme. Uscii dalla capanna mordendomi le labbra per evitare di saltare immediatamente addosso a quel demone di cui ero follemente innamorata e mi preparai per l’allenamento.
INUYASHA: Cominciamo con l’agilità. Seguimi cercando di fare tutto ciò che faccio io, nipote.
GAIA: Ti prego non chiamarmi così o giuro che mi metto a chiamarti zietto adorato.
INUYASHA: D’accordo, d’accordo come vuoi. Iniziamo, forza!
Cominciò a saltare da un ramo all’altro immergendosi sempre di più nella foresta. Decisi di seguire l’istinto e di affidarmi al mio lato felino. “D’altronde i gatti sono animali molto agili no? Dovrei cavarmela discretamente…” Bhe, fu così, all’inizio. Poi Inuyasha cominciò a prendere strade completamente diverse dal solito e alla fine mi persi.
GAIA: Inuyashaaaa! Ehi zietto, mi sono persa!
???: Quindi sei tu la mezzodemone di cui Byakuya si è innamorato…
GAIA: E tu chi saresti? Perché ti nascondi e perché hai lo stesso odore di Naraku?
KAGURA: Mi chiamo Kagura, la signora del vento e sono una servitrice di Naraku. Tu sei Gaia, figlia di Sesshomaru e amante di Byakuya, giusto?
GAIA: Si, sono io.
KAGURA: Bene, mi dispiace ma ora porrò fine alla tua esistenza. Mi hai portato via tutto ciò a cui tenevo e ora me la pagherai.
GAIA: Chee?! Ehi aspetta, cosa ho fatto? Cosa ti avrei portato via?
KAGURA: Mi hai portato via Sesshomaru e poi ti sei presa anche Byakuya. Si può sapere cosa ci hanno trovato di speciale in te? Sei solo un’insulsa gattaccia e come tale, ora morirai.
La bellissima demone tirò fuori dal suo kimono un ventaglio nero e rosso e lo agitò seguendo precise traiettorie. Delle lame invisibili saettarono vicino a me, arrivando a tagliare un lembo del kimono della mia gamba, squarciandolo e tagliando anche la pelle. Cercai di schivare anche gli altri colpi, ma la situazione mi stava sfuggendo di mano.
GAIA: Fermati ti prego! Io non volevo farti soffrire! Parliamone almeno!!
KAGURA: STA ZITTA! LAME DI VENTO!
Seguirono altri colpi e altri tagli sulla mia pelle. Stava cominciando a darmi fastidio. Non tanto perché mi stava ferendo fisicamente ma perché io mi rivedevo in lei. Quello sguardo, pieno di rancore e solitudine. Quella sensazione di essere stata abbandonata da tutti, era la stessa che provavo io quando i miei genitori adottivi mi lasciavano a casa. Non c’erano mai stati per gli eventi importanti per me. Nessun compleanno passato insieme, a Natale mi regalavano una penna, tra l’altro sempre la stessa. Non c’erano stati al mio diploma e non erano venuti a trovarmi in ospedale quando ero stata investita da un’auto. Solo quando servivo si ricordavano di me. Come quella volta in cui avevano organizzato una cena con un loro compagno di affari. Questo aveva invitato anche la famiglia, portando con sé  il figlio di un anno più grande di me. Allora mi avevano coperto di complimenti, mi avevano portato a fare shopping, mi avevano regalato un biglietto omaggio per un centro di benessere e mia madre era arrivata anche ad accompagnarmi dal parrucchiere. Ero così felice che finalmente qualcuno mi degnava di un po’ di attenzioni. Poi però scoprii che volevano organizzare il mio matrimonio con il figlio del loro amico per incrementare le entrate e i guadagni. Scappai di casa e saltò tutto. Non vi dico i miei genitori. Mi mandarono in un collage e mi ci lasciarono per 3 anni. E ora eccomi qui, a rivedere la mia immagine e il mio dolore in quella figura tanto agile quanto bella. Smisi si schivare e un colpo mi prese in pieno petto. Finalmente arrivò Inuyasha, allertato dall’odore di Kagura.
INUYASHA: GAIAAA! Maledetta donnaccia me la pagherai!
GAIA: Inuya-sha….f-ferma-ti…
INUYASHA: Cosa?! Ma che ti prende?
GAIA: Lasciami….p-parlare con le-i…
KAGURA: Non pensare di farmi pena mettendo su un discorsetto strappalacrime.
GAIA: Io…t-ti capisco. Ho pass-ato l….la mia intera esi-esistenza a sentirmi sola e abbandonata. Io volevo…solo esse-re li-libera di decidere come vivere la mia v-vita. Le persone c-che avrebbero….dovuto prendersi cura d-di me… mi odiavano e non sopportava-no l-la mia pre-presenza…. Perdonami se ti ho f-fatto sentire….. in questo modo. Se uccidermi servirà… a f-farti sentire meglio… fallo.
KAGURA: COME TI PERMETTI! Tu non hai idea di che cosa io abbia dovuto subire. Non ti atteggiare a innocente vittima indifesa solo perché hai avuto qualche rifiuto! Ora ti sei trovata il tuo vero padre e hai persino trovato qualcuno da amare e che ti ricambia. Tu hai tutto lurida sgualdrina! DANZA DEL DRAGO!
Sentii Inuyasha urlare e il colpo prendermi in pieno. Poi non vidi più nulla. Non sentivo più nulla. Né  i rumori intorno a me, né i miei muscoli. Solo due cose sentivo distintamente. Una lacrima scendermi solitaria sulla guancia destra e i muscoli facciali contrarsi in un sorriso.
 
 
ANGOLO AUTRICE
Eccomi tornata! Già che schifezza vero? Dalle recensioni vedo che questa storia non sta piacendo molto, ma comunque non la abbandonerò. Se volete, continuate a leggerla e abbiate pietà di me! Vi avverto però, questa storia non ha un lieto fine. O meglio, ha un lieto fine, ma non per tutti. Vi prego, datemi una vostra opinione o anche dei consigli e scusatemi se sto sconvolgendo i caratteri dei personaggi. A presto spero!
death_thekid99

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Capitolo 10
*** Il piano perverso di Naraku ***


CAPITOLO 10: Il piano perverso di Naraku
 
 
POV BYAKUYA
 
Riapro gli occhi. Non capisco dove sono, ma percepisco chiaramente il freddo delle catene che mi stringono i polsi e le caviglie. Cerco di muovermi , ma una fitta al fianco mi blocca. Abbasso lo sguardo e noto il sangue rappreso sul mio kimono squarciato e il taglio netto che mi recide la pelle. Strizzo gli occhi per abituarmi alla penombra che mi circonda. Nella mia bocca sento il ferroso sapore di sangue. Annuso l’aria e l’odore di quel fetente di Naraku mi invade le narici. Riesco a stento a trattenere un conato di vomito.
NARAKU: Oh Byakuya… Cosa mi combini!
BYAKUYA: Naraku. Ti sei impegnato proprio bene eh? Hai fatto in modo che il mio potere rigenerante non richiuda la ferita. Degno della tua mente malvagia.
NARAKU: O bhe, così mi lusinghi. Avresti dovuto prevedere le conseguenze delle tua azioni…. Innamorarti della mezzodemone…. Prenderla e farla tua in una fonte… Mi deludi Byakuya.
BYAKUYA: Vorrei ricordarti che il brigante Onigumo si è fatto letteralmente divorare da centinaia di demoni per ottenere un nuovo corpo solo per possedere quella sacerdotessa di nome Kikyou, che tra l’altro, è umana. O giusto, sei tu Onigumo. Cielo, che sbadato.
NARAKU: Mio caro Byakuya. Devo forse ricordarti che sei solo un’emanazione di me stesso? E che, di conseguenza, posso distruggerti quando mi pare e piace?
BYAKUYA: Fallo allora, che aspetti?
NARAKU: Vedi Byakuya, la tua amata Gaia ha un potere smisurato. Se dovesse ottenere la sua forma demoniaca completa, arriverebbe a toccare la potenza di un dio, praticamente. Immagina se riuscissi ad assorbirla nel mio corpo!
BYAKUYA: Non te lo permetteremo! Ci sono Inuyasha, Kagome, Sango, Miroku e Sesshomaru. Un mezzodemone a cui hai tolto tutto e quindi molto incazzato, la reincarnazione di una delle più forti sacerdotesse esistenti, una sterminatrice a cui hai ucciso il padre e soggiogato il fratello e un bonzo con foro sulla mano in grado di assorbire qualunque cosa. Infine, Sesshomaru, soprannominato principe dei demoni e nientemeno che il padre di Gaia. E poi, parlando sinceramente, Gaia non si lascerebbe inglobare così facilmente!
NARAKU: Davvero un bel discorsetto. Ma io non voglio assorbirla subito. Si dice che se un demone potente abbia una discendenza, questa avrà il doppio della forza dei genitori. Basta prendere esempio da Inu no Taisho con il figlio Sesshomaru o direttamente Gaia. Ora, immagina un figlio da Gaia. Avrebbe una forza infinitamente superiore a tutto ciò che conosciamo. Lei avrà un bambino, poi la assorbirò. E quando anche il bambino avrà raggiunto la sua massima potenza, assorbirò anche lui.
BYAKUYA: Sei un bastardo! Non riuscirai nei tuoi piani. Non ti permetterò di sfiorarla nemmeno con un dito!
NARAKU: Mi fai quasi pena. E non è ancora finita. Voglio divertirmi per bene con quella mezzodemone, quindi penso che la possiederò, ancora e ancora finché non rimarrà incinta. E ti lascerò vivere in modo che tu possa sentire i suoi gemiti di dolore misto a piacere e non potrai fare niente per salvarla.
BYAKUYA: NO!
Cercai di afferrarlo, ma le corte catene me lo impedirono. Vedevo il suo ghigno soddisfatto e i suoi occhi rossi illuminati da pura e folle malvagità. Non volevo che la toccasse e neanche che la pensasse. Lei è la cosa più bella che mi potesse capitare. Con lei non riesco a mantenere il mio atteggiamento distaccato e formale. Con lei, crollano tutte le mie barriere. Voglio solo averla al mio fianco, svegliarmi la mattina e trovarla avvinghiata al mio corpo e fare l’amore con lei, ogni volta che lo desidero. Sono completamente insignificante senza di lei. Assorto nei miei pensieri, vengo risvegliato dalla presenza di Kagura. Aveva una strana espressione sul viso, quasi come se avesse finalmente raggiunto lo scopo della sua vita. Era strano e non capivo cosa stava succedendo.
BYAKUYA: Kagura… che cosa c’è, che cosa è successo?
KAGURA: Sono riuscita a fermare i piani di Naraku e ti ho tolto un inutile fardello.
BYAKUYA: Che intendi dire?
KAGURA: Ho messo fine alla vita di quella mezzodemone. La tua Gaia è morta.
Non è possibile. Non può essere vero. Lei non era morta. Non so bene descrivere che cosa sento ma il mio cuore perde un battito. Sbarro gli occhi. Li sento pizzicare e una striscia umida mi bagna le guance.
KAGURA: B-Byakuya… tu stai p-piangendo?
BYAKUYA: Vattene.
KAGURA: Come?
BYAKUYA: Mi hai portato via ciò che avevo di più caro al mondo. IO L’AMAVO! COME HAI OSATO PORTARMELA VIA! Gaia… GAIAAA! NO, NON SEI MORTA! NOOO!
KAGURA: Perché?! Perché provi una tale disperazione?!? Per una come quella!
BYAKUYA: Quella…. Era la persona più…più importante della mia vita. Lei… non può essere morta. Non… può…
Chiudo gli occhi e lascio che la disperazione prenda possesso di me.
 
POV SESSHOMARU
 
Cavoli che casino. Non mi aspettavo di rincontrare mia figlia. A dir la verità, credevo di non vederla mai più. E’ diventa grande, forte e bella. Sono, in un certo senso, fiero di lei. Perché però non riesco a trattarla bene? Per quale motivo non l’ho abbracciata quando ci siamo riuniti? Per il mio orgoglio. Per quella voce che mi dice di allontanare tutto e tutti. Per mantenere la figura da freddo e spietato demone che mi sono creato in tutti questi anni. Non voglio far vedere la mia debolezza. Non le ho neanche sorriso. Rin sta dormendo, sdraiata vicino a me e avvinghiata alla mia coda. Con lei sorrido, la cullo durante la notte se ha gli incubi e il mio cuore perde un battito se sento l’odore del suo sangue. Eppure, davanti agli altri, non dimostro tutto questo affetto e attaccamento. Gaia…. Non è lo stesso nome che avevo pensato di darle. Quando scoprii che sua madre era morta per darla alla luce, cercai quella neonata che condivideva il mio sangue. La trovai fuori dalle mura del palazzo. Sola e abbandonata, probabilmente la sua presenza non era gradita. Era lì, avvolta da una coperta troppo leggera per la bassa temperatura che la circondava. Eppure non tremava, non piangeva. Restava appoggiata alla parete, nel vano tentativo di mettersi seduta. Lo sguardo accigliato con quelle iridi ambrate tanto simili alle sue che brillavano di una determinazione degna di una demone completa. Sembrava gridare “io non ho nessuna intenzione di morire qui”. Mi avvicinai, rimanendo a guardarla dall’alto al basso. Probabilmente riconobbe il mio odore, poiché si avvicinò gattonando alla mia gamba. Mi afferrò un lembo della parte inferiore del mio kimono bianco, stringendolo con la sua manina lattea. Mi chinai per prenderla in braccio ma lei si divincolò dalla mia presa. Fece leva sulla mia gamba e, con non poca fatica, riuscì a mettersi in piedi, poi mi lanciò un’occhiata colma di gloria per essere riuscita a mettersi su con le sue sole forze. Rimase a guardarmi per qualche minuto, senza cambiare espressione. Poi accadde. Il motivo per cui non riesco a resistere ai sorrisi di Rin. Gaia addolcì lo sguardo, sforzando i suoi muscoli un po’ indolenziti. La sua bocca minuta e violacea dal freddo si aprì in un sorriso che trasudava dolcezza e amore da tutte le parti. In volontariamente, gli sorrisi anch’io di rimando. Si lasciò prendere in  braccio e si addormentò. In quel momento, il pensiero di tenerla con me e crescerla si impossessò della mia volontà. Ma alla fine, potrai quella bambina in un villaggio umano, dove Kikyou la prese con sé. Fui presente anche quando la sigillarono. Aveva 2 anni e mezzo ma riusciva già a spezzare il tronco di un albero con un pugno. La miko disse che era troppo forte e pericolosa e che se non volevo tenerla, avrebbero dovuto sigillarla. Anche in quel momento mi passò per la testa il pensiero di trattenerla, crescerla e allenarla. Ma il mio desiderio di vendetta verso Inuyasha e la mia brama di potere mi portarono a scegliere il sigillo. Prima che quella bambina chiuse gli occhi, mi sorrise ancora una volta. Per questo non sono riuscito a resistere quando Rin nel bosco mi sorrise, dopo averle chiesto come si era procurata i graffi che aveva su tutto il corpo. Senza neanche accorgermi, presi ad accarezzare Rin che sorrise nel sonno. Incredibile quanto un sorriso possa essere potente. La mattina, un raggio di sole mi colpì in viso, svegliandomi. Jaken dormiva ancora, mentre Rin preparava la colazione. Dovevo essere proprio stanco, se non mi sono svegliato per il rumore di Rin.
RIN: Buongiorno, Sesshomaru-sama!
SESSHOMARU: Ciao Rin. Jaken! svegliati.
JAKEN: E’? Cosa?! C-che cosa è successo?!?
SESSHOMARU: Andiamo.

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Capitolo 11
*** Il risveglio. ***


CAPITOLO 11: Il risveglio
 
POV SESSHOMARU
 
Rin raccolse le sue cose e le mise in una borsa di pelle, poi salì su Ah-Un e cominciò ad incamminarsi. Jaken, come al solito si era perso in inutili chiacchere ed era rimasto indietro.
RIN: Signor Sesshomaru, posso farle una domanda?
SESSHOMARU: Dimmi, Rin.
RIN: Lei vuole bene a sua figlia?
Mi fermai di botto rischiando di uccidere Jaken. Mi aveva preso alla sprovvista, non mi aspettavo una domanda del genere. Rimasi fermo a contemplare la domanda. Che cosa dovevo rispondere?
RIN: Comunque, secondo me il signor Sesshomaru vuole bene a Gaia.
SESSHOMARU: Come fai a dirlo?
RIN: Perché lei si è fermato a pensare, ma il suo sguardo lo ha tradito. Dopotutto però, è sua figlia. Mi sembra normale volerle bene. La mia mamma diceva sempre che le persone non dimostrano il loro affetto solo con le parole, ma anche con i gesti e gli sguardi.
SESSHOMARU: ….
Riprendemmo a camminare. Dopo tre ore di lamenti di Jake percepii un odore troppo familiare che mi costrinse a fermarmi. Quel fetente di Inuyasha che cosa voleva ancora?!
INUYASHA: Sesshomaru…
SESSHOMARU: Che cosa vuoi, mezzodemone?
INUYASHA: Devo dirti una cosa…. Che non ti piacerà…
SESSHOMARU: Parla.
INUYASHA: Kagura, ha…. Lei… T-tu… Lei ha…
SESSHOMARU: Inuyasha, non ho tempo da perdere!
Sorpassai il mio fratellastro, che aveva assunto un’espressione a dir poco macabra e sospetta.
INUYASHA: Gaia è morta.
Fu solo un sussurro, ma io lo sentii chiaramente.
SESSHOMARU: Come hai detto scusa?
INUYASHA: Ho detto…. Che Gaia è morta. E’ stata uccisa da….
SESSHOMARU: Parla Inuyasha o giuro che ti faccio a pezzi! Chi ha ucciso mia figlia?!?!
INUYASHA: Kagura. Dovresti venire al villaggio. Così potrai…. Usare Tenseiga.
RIN: Sesshomaru-sama…
SESSHOMARU: Andiamo.
Mantenni la mia espressione imperturbabile per tutto il viaggio. Non volevo dar a vedere a Rin che ero preoccupato. Che ogni passo che facevo mi metteva una paura terribile di non riuscire a riportarla in vita. Che ero debole. Arrivammo al villaggio dove tutto erano zitti e a testa bassa. La sacerdotessa chiamata kagome era accasciata a terra, fuori da una capanna, gli occhi nel vuoto e rossi, probabilmente dalle lacrime che aveva versato e che le avevano lasciato dei solchi sulle guance. Appena Rin la vide  e vide la sua sofferenza, scese da Ah-Un e andò a sedersi vicino alla ragazza che ormai considerava sua sorella, abbracciandola e cominciando silenziosamente a piangere. Dalla capanna uscì la vecchietta con la benda sull’occhio
KAEDE: Puoi entrare Sesshomaru, fa quello a devi.
KAGOME: Salva mia cugina, Sesshomaru. Riportali da me.
Entrai nella stanza. Era piccola e spoglia. Al centro stava un giaciglio con Gaia sdraiata sopra. Stava sorridendo. Anche nella morte, quel sorriso dolce non l’aveva abbandonata. Era pallida, la lebbra violacee e i capelli rossi più spenti. Gli occhi delicatamente chiusi come se dovesse aprirli da un momento all’altro. Le ciglia avevano ancora delle lacrime intrappolate tra esse. Era così bella. Assomigliava molto alla madre. Poco dopo entrarono Rin e Inuyasha con in braccio Kagome. Impugnai Tenseiga, estraendola  dal fodero e concentrandomi su Gaia. Trafissi i demoni dell’Oltretomba. Passarono secondi che mi sembrarono secoli. Poi finalmente, Gaia aprì gli occhi. Entrambi ambrati. I lunghi capelli rossi con le punte nere divennero sempre più chiari fino a diventare bianchi candidi come la neve, con qualche striatura ramata. Sulla fronte troneggiava una mezzaluna calante rossa, sulle guance due segno neri simili ai miei. La coda era scomparsa, così come le orecchie, sostituite da due a punta, quasi umane.
GAIA: C-che mal di testa… porca miseria.
KAGOME: Vedo che non sei cambiata Gaia!
INUYASHA: Come non è cambiata? E’ la copia spiaccicata di Sesshomaru adesso!
MIROKU: Venerabile Gaia, vorrebbe farmi l’onore di darmi un figlio?
SESSHOMARU: Monaco. Allontanati. Ora.
SANGO: Razza di bonzo pervertito!
GAIA: Ma si può sapere che cosa è successo? Io ero morta!
SESSHOMARU: Ti ho riportato in vita grazie a questa spada.
GAIA: Oh, bhe…  Ora si che tutto chiaro.
KAGOME: Ahahahahahahahah, tranquilla! E’ inutile tentare di capire! Ho rinunciato tempo fa.
INUYASHA:  Uffi, adesso però anche lei è un demone completo! Ah, che noia!!
GAIA:  Demone… competo?
SESSHOMARU: Credo che Tenseiga abbia in qualche modo rotto il sigillo e risvegliato i tuoi poteri. Come vedi dal tuo aspetto mutato, ora sei una demone maggiore.
MIROKU: Bene! E ora, festeggiamo! Vediamo… dove avrò messo il sakè?
GAIA: Mi dispiace, ma ora non posso proprio festeggiare. Devo andare… devo risolvere una importante faccenda…
 
POV BYAKUYA.
 
Cavoli, le mie ferite non si sono ancora chiuse. Di questo passo morirò dissanguato. Sarebbe la cosa migliore. Ora che lei è morta… Gaia…. Dannazione, quando sono diventato così sentimentale?! Ma quegli occhi. Quello sguardo sicuro, indipendente… dolce. Sento dei passi avvicinarsi. Quei piedi, appartenenti al mio padrone Naraku, sbattono furiosi sul pavimento. La sua aura maligna aumenta sempre di più. Qualcosa deve averlo fatto incazzare.
NARAKU: Maledizione!
BYAKUYA: Che cosa ti ha fatto perdere le staffe in questo modo, Naraku?
NARAKU: Quell’inutile essere di Kagura! Ha ucciso Gaia! Ha rovinato i miei piani. Vorrà dire che la ucciderò. Tanto ormai, quella donna non mi serve più.
BYAKUYA: Oh, i tuoi piani andati distrutti! Deve essere snervante per te.
NARAKU: Tse! Neanche tanto.
BYAKUYA: Uhm?!
NARAKU: Si, perché vedi, mio piccolo e insignificante servo, il padre della tua amata è Sesshomaru. Quindi, l’avrà sicuramente riportata in vita con Tenseiga.
BYAKUYA: Gaia…. È viva?
NARAKU. Andrò a controllare….. personalmente.
BYAKUYA: Bastardo! Non devi osare toccarla! Non la farai franca. Giuro che ti uccido se le farai del male!
NARAKU: Ma io voglio solo avere un figlio da lei. Tutto qui! Non temere… farò in modo che provi più piacere possibile… ahahhahahaahhhahah
Naraku si allontanò sghignazzando malignamente. Tuttavia il suo odore non scompare del tutto. E’ la piccola Kanna. Punta lo specchio davanti alle catene e un raggio luminescente le distrugge. Sono libero.
BYAKUYA: Perché l’hai fatto? Perché mi hai liberato?
KANNA: Vai.
BYAKUYA: Grazie…
Mi alzo e faccio apparire un mio origami e volo via, uscendo finalmente dal tetro castello di Naraku. Ora devo trovarla. Devo trovare la donna che amo e proteggerla d

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Capitolo 12
*** Il profumo del domani ***


CAPITOLO 12: Il profumo del domani.
 
POV GAIA
 
Sono morta. E poi sono tornata in vita. Ok, tra poco mi sveglierò in un ospedale a causa di un incidente e mi accorgerò di essermi sognata tutto. Ma perché cavolo sto cercando Byakuya ora?! Dovrei stare vicino a Kagome o semplicemente tornare al pozzo e risaltarci dentro. Sarebbe la cosa migliore. Dimenticherò tutto e tutti. Kagura, Naraku, Inuyasha, Sesshomaru… Byakuya. Si, devo fare così.
GAIA: Accidenti a te Byakuya! Tra tutti i ragazzi proprio di te dovevo innamorarmi? Diamine, tra una settimana potresti essere bello che morto!
BYAKUYA: Bhe di che ti lamenti? Cosa dovrei dire io allora? Mi sono beccato un’isterica ragazzina che non fa altro che lamentarsi!
GAIA: Ohhh, scusa tanto! Scusa se non riesco a smettere di pensare a te, di preoccuparmi e di deprimermi per te! Scusa tanto se ti amo più della mia stessa vita!
Ma questo da dove sbuca? Dio se mi è mancato. Chissà se lui prova lo stesso per me. Forse sono stata solo un passatempo, un giocattolo.
BYAKUYA: Ma che razza di stupida.
Detto questo me lo ritrovai davanti. Continuava fissarmi. Non diceva niente. Mi fissava e basta. Poi, dopo qualche minuto, mi afferrò per la vita e mi strinse a se.
BYAKUYA: Temevo di non rivederti più! Quando Kagura mi detto che ti aveva uccisa…
GAIA: Ok, basta. E’ tutto a posto ora. Sono qui.
BYAKUYA: Gaia, ora che sei un demone completo devi andartene. Naraku vuole il tuo potere e vuole assorbirti. Vuole anche un figlio da te! Devi nasconderti!!
GAIA: Ehi, ehi. Frena un secondo. Che cosa vuol dire che vuole un figlio da me?!?
BYAKUYA:  Raggiungiamo gli altri. Poi vi spiegherò tutto.
Arrivammo alla capanna di Kaede. Chiamammo tutti gli altri che si sedettero intorno al fuoco in attesa di capirci qualcosa.
SESSHOMARU: Ebbene?
BYAKUYA: Ok. Comincerò dall’inizio. C’è una leggenda che narra che i demoni completi abbiano una discendenza con una forza sempre maggiore. Basti guardare il generale Inu no Taisho e il figlio Sesshomaru. A rigor di logica quindi, Gaia sarà molto più forte di suo padre. Per questo Naraku vuole un figlio da lei, per poi assorbirvi entrambi e ottenere un potere praticamente divino. E Naraku non si fermerà finchè non avrà quel potere per se!
SESSHOMARU: Naraku deve essere impazzito se pensa veramente di poter toccare mia figlia.
KAGOME: Aspettate! Sento la presenza della sfera…
Tutti quanti uscimmo dalla capanna e lo spettacolo che ci ritrovammo davanti mi fece venire i conati di vomito. Avete presente i ragni? Quelli pelosi, grandi con le zampe lunghe? Ecco, ce ne era uno enorme sospeso a 600 metri di altezza. Ero piegata in due dallo schifo. Insomma, va bene tutto, ma diamine! Un po’ di senso estetico ce l’hanno tutti no?
INUYASHA: E’ Naraku… Ci siamo, lo scontro finale.
SANGO: Finalmente è uscito allo scoperto. Ora possiamo vendicarci di tutti i mali che ci ha portato.
MIROKU: Shippou, tu resti qui.
SHIPPOU: Cosa? No, io voglio venire con voi!!
KAGOME: E’ troppo pericoloso!
JAKEN: PADRON SESSHOMARUUUU! RIN E’ STATA RAPITAAAA! E’ DENTRO QUEL COSO!
GAIA: Dobbiamo andare a prenderla!
SESSHOMARU: Naraku… Questa è la tua fine.
Sango e Miroku salirono su Kirara, Inuyasha prese Kagome sulla schiena e si diressero verso Naraku.
GAIA: Bene, tocca a noi padre.
SESSHOMARU: Gaia… Il tuo vero nome… è Emiko.
Poi anche lui volò verso lo scontro finale.
BYAKUYA: Emiko… bambina sorridente. Bhe di certo ti si addice. Miraccomando, fa attenzione.
EMIKO: A-aspetta! Questa è l’ultima volta che ci vediamo? Insomma, se noi vinciamo… anche tu scomparirai… Non voglio perderti…
BYAKUYA: Purtroppo è così. Se Naraku muore, muoio anche io. Ma comunque, vorrei che sapessi che ti ho amata come non ho mai amato nessuno. Io sarò sempre con te… veglierò su di te.
EMIKO: B-Byakuya….
Mi fiondai tra le sue braccia e scoppiai in un pianto disperato. Non volevo che tutto questo finisse. Tutta questa fatica, tutto questo tempo a sentirmi finalmente amata ora mi viene portato via?
BYAKUYA: Forza, gattina…
EMIKO: Sei.. il solito pervertito….
Alzai il viso ancora solcato dalle copiose lacrime. Incontrai il suo sguardo, così dolce e triste allo stesso momento. Unimmo le nostre labbra in un ultimo, etereo bacio di addio. Poi lui scomparì lasciandomi sola.
KAEDE: Emiko.
EMIKO: Venerabile Kaede…
KAEDE: Prendi questa spada. Non sarà potente come Tessaiga o Bakusaiga…. Ma dentro di essa Kikio aveva sigillato i tuoi poteri. Usala per proteggere chi ami.
EMIKO: Grazie, Kaede.
Presi la spada. Era incredibilmente leggera. Fortuna che avevo appreso l’arte del combattimento quando ero a Tokio! Aveva l’elsa completamente bianca con intarsi argentati. La sfoderai rivelando la sua lama. Il filo era perfetto e la lama non presentava scheggiature o crepe.
EMIKO: E’ bellissima.
KAEDE: E’ tua. Ora vai. Compi il tuo destino senza avere paura. Non c’è nulla di più forte dell’amore. Nemmeno la morte.
Quelle parole mi colpirono molto, ma non ne afferrai l’effettivo significato. Spiccai il volo e raggiunsi anche io l’interno di quel mostro gigante. L’interno era a dir poco orripilante. Sembrava tutto uguale e mi sentii impazzire. All’improvviso, sentii la voce di Naraku riecheggiare nell’aria.
NARAKU: Finalmente, mia cara. Ora possiamo stare insieme.
Sotto si me si aprì un varco e non potei fare a meno di caderci dentro. Riuscii a capire che mi stava portando verso il centro di quell’affare vomitevole. Atterrai in piedi e ciò che vidi davanti a me era raccapricciante.
NARAKU: Ciao Emiko. Credo che il mio inetto servitore di nome Byakuya ti abbia già esposto il mio piano.
EMIKO: Si brutto bastardo! Ma non ti illudere che sia così facile. Non ti lascerò portare a termine i tuoi piani.
NARAKU: Oh, ma vedi io ho già vinto!
EMIKO: Cosa?
NARAKU: Non la senti? Non senti la creatura che si muove dentro di te? Creatura nata da Byakuya. Involontariamente ha fatto tutto da solo, quello stupido.
EMIKO: S-sono… incinta?
INUYASHA: Gaiaaaa!
EMIKO: Emiko. Il mio nome vero è Emiko.
KAGOME: E’ quello che ti aveva scelto Sesshomaru?
SANGO: Vuol dire bambina sorridente.
MIROKU: Davvero azzeccato!
SESSHOMARU: E’ ovvio. L’ho scelto io.
EMIKO: Ci siete tutti!
KAGOME: Già, con un po’ di difficoltà ce l’abbiamo fatta!
SESSHOMARU: Quella spada… Te l’ha data Kaede?
EMIKO: Si….
SESSHOMARU: Devi darle un nome no?
EMIKO: Asuka.
MIROKU: Vuol dire il profumo del domani.
 

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Capitolo 13
*** L'inizio della fine, l'inizio del domani. ***


CAPITOLO 13: L’inizio della fine, l’inizio del domani.
 
[Per questioni narrative e temporali non descriverò tutto il casino che hanno fatto questi per sconfiggere effettivamente Naraku. Siamo già al punto in cui Kagome lo trafigge con una freccia e Byakuya sta per sferrare un colpo di spada impregnata del potere del Meido Zanghetsua alla schiena di kagome]
 
POV BYAKUYA
 
Ero lì, una mano sull’elsa della spada e l’altra sul fodero. Un movimento del polso e la miko sarebbe scomparsa dentro la sfera. E poi sarei scomparso anche io. Naraku ha perso. Avrei voluto più tempo, più tempo per stare con lei, raccontarle tutto di questo mondo, proteggerla e vegliare sul suo sonno. Invece ora sono destinato a sparire tra le ombre dell’aldilà.
NARAKU: Byakuya! Che aspetti, colpiscila!!
BYAKUYA: Mi dispiace, ma non posso fare del male ad un’amica di Emiko…
KAGOME: Grazie….. Byakuya….
NARAKU: ALLORA MUORI INUTILE INSETTO!
Una sottospecie di tentacolo fuoriuscì dalla barriera che Naraku aveva eretto intorno a se. Raggiunse il mio petto in meno di qualche paio di secondi. Con la stessa velocità lo ritrasse, lasciandomi un buco all’altezza del cuore. Provavo un infinito dolore che non riuscivo neanche a urlare. Ma ero in pace con me stesso in un certo senso. Naraku era stato sconfitto, quindi Emiko non correva più pericoli. E poi c’era comunque Sesshomaru che poteva proteggerla come padre. Mi piegai sulle ginocchia, cadendo pesantemente al suolo e sputando sangue. Ormai sentivo le voci intorno a me ovatte, senza riuscire a distinguerne l’effettiva provenienza. La vista mi si stava appannando e l’unica cosa che in quel momento pensai fu che mi sarebbe piaciuto, come ultimo desiderio, rivedere il volto di quella ragazza che era entrata senza permesso nel mio cuore e che l’aveva preso per se. Emiko. Chissà se sentirai la mia mancanza…
EMIKO: BYAKUYA! NO, NO, NO!! Non ti azzardare a morire, non puoi farlo!! NON LASCIARMI!!
BYAKUYA: Mi dispiace. Anche io avrei voluto non lasciarti mai andare…
EMIKO: Lasciarci, Byakuya…. Sono incinta. Per cui ora sopravvivi! Vedrai tuo figlio nascere e lo crescerai insieme a me! Se muori ti vengo a prendere e ti gonfio di botte.
BYAKUYA: Sempre la solita violenta. Sono felice che avrai ancora una parte di me che ti terrà compagnia. Veglierò su di voi….
 
POV EMIKO
 
Fu solo un momento. Vidi Byakuya trafitto da quel tentacolo e poi accasciarsi a terra. Corsi verso di lui con quanta  più energia potevo avere in corpo e riuscii ad afferrarlo in tempo. Vidi il buco nel suo petto e lo supplicai di non andarsene e che ora come ora aveva pure un figlio a cui badare.
BYAKUYA: E’ strano, sai.
EMIKO: C-cosa?
BYAKUYA: Non fa così male come mi aspettavo….
EMIKO: Io trovo strano il fatto che ogni volta che ti ho tra le braccia tu abbia una ferita mortale in pieno petto!
BYAKUYA: Che ci posso fare… sarà l’abitudine.
EMIKO: Resisti Byakuya! Mio padre ti riporterà in vita e staremo insieme per sempre.
BYAKUYA: Così sembra quasi una minaccia però.
EMIKO: Che razza di cretino trovi il tempo di scherzare anche in un momento simile! Idiota! E io che sono qui a piangere come una matta…
BYAKUYA: Almeno avrai di me un ricordo felice no? Sarebbe un po’ inutile lamentarsi ora…. Era mio destino non avere lunga vita. Sono solo un’emanazione d’altronde…
EMIKO: Ma io ti amo!
BYAKUYA: Si, ti amo anche io…
Il suo corpo si dissolse completamente mentre quelle cinque parole riecheggiavano ancora nella mia mente. Byakuya non c’era più. Mi aveva lasciato, ma la colpa non era sua. Naraku. Sentii una rabbia immensa montarmi dentro, le mie dita formicolavano dal desiderio di ridurre a brandelli la causa di tutto il mio dolore. Impugnai Asuka e la estrassi con rabbia dal fodero. Improvvisamente, la lama argentea assunse un colore nero scintillante. Non sapevo il perché e, sinceramente, non sapevo neanche usare quella spada che tutti definivano mia.
???: Non ti preoccupare della tecnica. Segui l’istinto.
EMIKO: Chi ha parlato?!
???: Sono Asuka, la tua spada.
EMIKO: Perché la lama è diventata nera?
ASUKA: Perché ho sentito la tua rabbia e il tuo dolore. Ora va, e vendica il tuo amato!
EMIKO: Grazie, Asuka.
Strinsi più forte l’elsa fino a far diventare bianche le mie nocche. Corsi verso Naraku che ghignava soddisfatto e spiccai un salto. Sentivo che mio padre mi chiamava e mi diceva di non fare pazzie, ma ormai avevo deciso che se Naraku doveva morire, allora io mi sarei presa la responsabilità di procurargli più dolore possibile. Tirai un fendente che distrusse la potente barriera e notai lo stupore nei rossi occhi di Naraku. Un altro fendente, e staccai di netto il suo braccio destro che si polverizzo. Naraku lanciò un urlo di dolore e notai che la carne dilaniata cominciava a bruciare, come se la lama avesse lasciato una specie di acido molto potente. Non persi tempo e staccai anche il suo braccio sinistro. Le sue urla erano oro colato per le mie orecchie. Il dolore che provavo, doveva provarlo anche lui, moltiplicato a dismisura. La stessa fine fecero entrambe le sue gambe. Vidi il suo viso incresparsi in una espressione di puro dolore e cominciai a trafiggerlo ancora e ancora, fino a quando di lui non rimase che la testa. Con un colpo deciso, tagliai in due anche quella e Naraku scomparve per sempre. Intorno a me cominciò a tremare tutto, segno che quel ragno gigante stava per collassare. Riuscimmo tutti ad uscire e Kagome e Miroku si occuparono della purificazione del miasma ancora nell’aria. Alla fine, ci ritrovammo tutti davanti al pozzo. Miroku non aveva più il foro del vento e guardava la sua mano come se la vedesse per la prima volta. Inuyasha e Kagome si guardarono a lungo per poi sorridere. Sesshomaru mantenne la sua espressione. Non che mi aspettassi il contrario, ma almeno un po’ di felicità poteva mostrarla! Rin sorrideva solare e Jaken la rimproverava. Sango si avvicinò a Miroku e lo abbracciò forte, per poi unirsi in un dolce e tanto atteso bacio.
INUYASHA: Abbiamo… vinto. E’ tutto… finito.
KAGOME: Si, Inuyasha, è tutto finito.
Sango, Shippou, Miroku, Rin, Jaken, Inuyasha e Kagome si diressero verso il villaggio di Kaede per festeggiare.
Io osservai la mia spada. La lama era tornata argentata. La conficcai nel terreno e mi inginocchiai davanti ad essa. Cercavo di trattenere le lacrime, ma gli occhi pungevano e alla fine le lasciai andare. Piansi silenziosamente quando sentii che qualcuno mi stava abbracciando da dietro. Mi voltai sorpresa e vidi Sesshomaru. Nei suoi occhi, lessi il dispiacere di vedermi soffrire in quel modo. Ripresi a piangere nascondendo il volto nell’incavo del suo collo e ricordando quando lo facevo con Byakuya, dopo aver fatto l’amore.
SESSHOMARU: Emiko…
EMIKO: Padre… Come faccio ora? Come faccio senza di lui a crescere un bambino? Per la miseria ho diciannove anni… e sono sola.
SESSHOMARU: Non sei sola. Hai tutti quegli umani, Inuyasha e hai me.
EMIKO: Voglio stare qui, in quest’epoca. Qui crescerò mio figlio e suppongo che anche Kagome resterà qui dato che è innamorata persa di Inuyasha.
SESSHOMARU: Cosa? Per l’amor del cielo sono già praticamente nonno e dovrò diventare anche zio?
EMIKO: Bhe, probabile che diventerai padre una seconda volta no?
SESSHOMARU: E con questo cosa vorresti dire?
EMIKO: Chi lo sa, che cosa voglio dire! Solo, il tempo per gli umani passa in fretta… Mooolto in fretta…. Diamine, quello scemo già mi manca. Come farò d’ora in poi? Mi innamorerò mai ancora? E poi chi se la prende una donna con un figlio?! Qui sarò circondata da coppiette diamine! Kagome e Inuyasha, Miroku e Sango! E poi sta a vedere che Sesshomaru si innamorerà di Rin quando questa crescerà!! E io? Io sarò la sfigatella che ha perso tutto in meno di 20 giorni e si ritrova da sola con un figlio. Perfetto, magnifico!
ASUKA: Tranquilla, Byakuya ti sta guardando, veglierà su di te e su tuo figlio.
EMIKO: Ma è inquietante così! Byakuya ti sta guardando!
ASUKA: Io posso aiutarti se vuoi. C’è un modo per riavere il tuo amato.
EMIKO: Cosa?! Davvero? Qual è?!
ASUKA: Lui era un demone completo, se tu ucciderai cento demoni potrai fare cambio con la sua anima.
EMIKO: Cento demoni eh? Bhe potrei diventare una eroina! I villaggi avranno sicuramente bisogno di una protezione. Va bene. Cominciamo! Andrò ad avvertire gli altri sulle mie intenzioni.
ASUKA: Sta attenta però! Dovrai sempre tagliare la testa del demone e poi conservarla. Userai quelle per fare lo scambio.
EMIKO: D’accordo. Byakuya, sarai di nuovo con me! Te lo prometto!
 

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Capitolo 14
*** Finalmente, di nuovo mio. ***


CAPITOLO 14: Finalmente, di nuovo mio.
 
6 anni dopo.
 
RIN: Sesshomaru, così mi fai male! Mettimi giù, posso camminare anche da sola! Sono incinta non zoppa!!
SESSHOMARU: Conoscendo l’imbranata di cui mi sono innamorato, rotoleresti giù dal pendio.
RIN: Ma tu sentilo questo!
Lui sorrise, per poi tornare serio. Calò il silenzio, che venne interrotto da una domanda di Rin.
RIN: Sesshomaru, secondo te come sta Emiko? Insomma dopo che ha detto che doveva recuperare 100 teste di demone… E’ da sei anni che non la vediamo…
SESSHOMARU: Non preoccuparti. Mia figlia è ancora viva e sono sicuro che riuscirà nel suo intento. Comunque se lo vuoi sapere, non è lontana. Sta vagando in questi boschi ultimamente.
RIN: Incredibile quanto possa essere forte l’amore. Ma… il bambino?
SESSHOMARU: A questo non so proprio risponderti.
E il grande demone cane, ormai padre per la terza volta, si perse a guardare le fronde degli alberi, chiedendosi cosa stesse facendo quella sconsiderata.
 
POV EMIKO
 
EMIKO:  Insomma Victor, che devo fare con te? Ti ho già ripetuto mille volte di non giocare con i bulbi oculari dei demoni!
VICTOR: Mammina, pensi che papà tornerà da noi presto?
EMIKO: Certo, ormai sono arrivata a cento teste. Sfortunatamente, ci ho impiegato più tempo del previsto, dato che più di una volta ho dovuto ricominciare da capo poiché avevo perso le teste.
VICTOR: Mamma, tu ami tanto il papà?
EMIKO: Si, Victor, moltissimo… E vedrai che lo amerai anche tu.
VICTOR: Ora che si fa?
EMIKO: Stai indietro e guarda, tra poco vedrai tuo padre.
Impugnai la spada, la mia fedele Asuka, che con i suoi fendenti aveva reciso le cento teste necessarie. Con un movimento del polso la sguainai, mettendomi in posizione di attacco.
EMIKO: Meido Zanghetsuha!
Il portale per gl’inferi si aprì, generando un potente vortice.
EMIKO: Victor, amore, nasconditi dietro un albero e non ti muovere finchè non te lo dico io. Andrà tutto bene, non preoccuparti.
Lo vidi annuire, un po’ spaventato, per poi eseguire il mio ordine. A quel punto osservai l’entrata del vortice e pregai che tutto andasse per il meglio.
EMIKO: Demoni degli inferi! Vi propongo uno scambio! Cento teste per l’anima e la vita di Byakuya e mio amato.
DEMONE FEMMINA. CHIEDI L’ANIMA DEL TUO AMATO E LA SCAMBI PER CENTO ALTRE VITE DI ALTRI CENTO DEMONI. LO SCAMBIO VIENE ACCETTATO, RIAVRAI IL TUO BYAKUYA. CONSEGNACI LE TESTE E AVRAI LA SUA ANIME E VITA IN CAMBIO.
 
Avrei  voluto saltare di gioia, ma mi diedi un contegno e buttai dentro il Meido le famose cento teste. Una forte luce si espanse in pochi attimi e percepii il vortice del portale sparire. Tenni ancora gli occhi chiusi, che mi dolevano per l’eccessiva luminosità. Poi una voce, un odore, una presenza che anelavo da ormai troppo tempo.
BYAKUYA: Ce ne hai messo di tempo, gattina.
EMIKO: B-Byakuya…. BRUTTO IDIOTA BASTARDO CHE TI E’ SALTATO IN MENTE DI MORIRE E LASCIARMI SOLA PER SEI ANNI?!
BYAKUYA: Si, anche io sono felice di rivederti.
Mi fiondai letteralmente tra le sue braccia, prendendo a baciarlo ovunque sul viso, con foga, con rabbia, con estrema felicità. Alla fine lui mi prese il volto rigato dalle lacrime e diede il via ad un bacio passionale e travolgente, che mi fece tremare le ginocchia. Ci staccammo per riprendere fiato e per perderci negli occhi l’uno dell’altra.
BYAKUYA: Non hai idea di quanto mi tu mi sia mancata. Di quanto mi mancavano le tua labbra, il tuo corpo e la tua voce che pronunciava il mio nome.
EMIKO: Anche tu mi sei mancato molto. Ma ora, devo presentarti una persona. Victor? Vieni.. forza. Lui è tuo padre, non avere paura.
Una testolina mora con ciocche bianche sparse qua e la, sbucò da dietro un tronco di un albero. Aveva gli stessi occhi tendenti al viola di Byakuya, ma con qualche striatura ambrata. Per avere solo 5 anni, era già in forze come un vero demone.
VICTOR: Io non ho paura… Sei tu il mio papà? Sei tu quello che la mamma ma tanto?
Vidi Byakuya stupirsi. Bel caratterino tuo figlio eh? Poi si abbassò, molleggiando sulle ginocchia e sorrise.
BYAKUYA: Si, si sono io.
Victor si lasciò scappare un sincero sorriso, prima di correre impacciatamente verso quel padre che aveva sognato di vedere molte volte. Byakuya aprì le braccia, pronto ad accoglierlo. Alla fine Victor ci si buttò letteralmente sopra, stringendo nelle manine la stoffa dello sgargiante kimono del padre. Byakuya lo abbracciò di rimando, trasmettendogli tutto l’amore possibile.
BYAKUYA: Non c’è che dire, la mamma ha fatto proprio un bel bambino.
VICTOR: Si, la mamma è proprio brava!
BYAKUYA: Che dici Victor, lo vuoi un fratellino?
VICTOR: Voglio una sorellina!!
BYAKUYA: Bene, vedrò cosa posso fare.
EMIKO: Ah bhe certo, tanto è la mamma che si porta nella pancia tutto!
BYAKUYA: Su, non vorrai deluderci?
Si misero a fissarci con lo sguardo da cucciolo e potei notare che la loro somiglianza era incredibile. Alla fine sorrisi rassegnata. Infondo, avere una bambina non sarebbe stato male.
EMIKO: Eh va bene, va bene. Vedrò di accontentarvi!
Byakuya posò Victor a terra, circondò il mio fianco con un braccio e mi attirò a se. Si avvicinò e arrivò a fior di labbra.
BYAKUYA: Non temere, ci divertiremo un mondo!
Poi, appoggiò maliziosamente le labbra sulle mie, chiedendo accesso alla mia bocca che non tardò ad arrivare.
VICTOR: Ma che schifo!
BYAKUYA: Eh, figliolo. Non posso farci niente se la mamma è così bella.
VICTOR: La mamma è solo mia, non si tocca!
EMIKO: Accidenti! Che onore essere contesi tra due bei giovani!
BYAKUYA: Il papà ha bisogno di coccole ora però!
Appoggiò la testa sul mio petto, diventato più florido dopo la gravidanza.
BYAKUYA: Sbaglio o sono più morbide?
EMIKO: Ma che baka! Non davanti a Victor!
BYAKUYA: Figlio mio, hai proprio una bella mamma.
Riprese in braccio Victor, issandoselo su una spalla e tenendolo per le gambe e, senza staccare il braccio dal mio fianco, prendemmo a camminare verso quel luminoso futuro che tanto avevo desiderato. La nostra direzione sarebbe stata il palazzo di mio padre, poi il villaggio di Kaede. Tutti dovevano vedere e condividere la gioia immensa che in quel momento provavo e che avrei, inesorabilmente, protetto con le unghie e con i denti. Fino alla fine della fine.
 
 
 
SPAZIO AUTRICE
 
Cavoli ci ho messo una marea di tempo a pubblicare, perdonatemi. Proprio non sapevo come far finire il tutto! Comunque sono orgogliosa della mia storia. Ci sono state persone che non hanno gradito il mio modo di scrivere, il carattere dei miei personaggi e che mi hanno consigliato come migliorare. Ebbene vi ringrazio tutte/i per il vostro sostegno.
 
RINGRAZIO:
Adrastea_
Chiara_chan
Aurora Sama
Satana 1
MissManga99
Fantasy25
Yami16
Che positivamente, neutralmente e negativamente mi hanno lasciato le loro ammirevoli impressioni
 
RINGRAZIO:
Aurora Sama
babyclover99
Chiara_chan
MissManga99
Che hanno aggiunto la mia storia tra i preferiti
 
E infine Aurora Sama che l’ha aggiunta tra le seguite.
 
Vi ho fatto penare molto in questa storia ma alla fine, il lieto fine non poteva mancare. Arrivederci, alla prossima avventura!
 
P.S Se vi interessa il Signore degli Anelli e fantasticate sul loro mondo ho iniziato un’altra storia ambientata nella Terra di Mezzo!
 
E’ stato un onore avere a che fare con voi!! :D
death_thekid99
 

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