Remember Me

di MissCappuccino
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La spedizione ***
Capitolo 2: *** Incubi. ***
Capitolo 3: *** Una settimana dopo.. ***
Capitolo 4: *** Due mesi dopo... ***
Capitolo 5: *** Dolore ***
Capitolo 6: *** Il funerale. ***
Capitolo 7: *** First kiss. ***
Capitolo 8: *** Sensations ***
Capitolo 9: *** Carrots! ***
Capitolo 10: *** Hot Chocolate. ***
Capitolo 11: *** Mister Carota. ***
Capitolo 12: *** Some doubtful. ***
Capitolo 13: *** Discoveries ***
Capitolo 14: *** Family and dreams. ***
Capitolo 15: *** You must be proud of him. ***
Capitolo 16: *** Escape. ***
Capitolo 17: *** Feelings. ***
Capitolo 18: *** La vigilia. ***
Capitolo 19: *** Where are you? ***
Capitolo 20: *** Memories. ***



Capitolo 1
*** La spedizione ***





Capitolo 1-La spedizione
 

 
*Flash back*
Mi trovavo a una delle solite feste universitarie,dove ci sono sia persone conosciute che sconosciute, una così detta festa a porte aperte. Mi ci aveva trascinata una mia collega non che mia amica di infanzia ,Catlyn, chiamata anche Caty,dicendomi che ci saremo divertite un mondo. Il problema,apparentemente,era stato uno,che lei mi aveva lasciata sola perché un ragazzo l’aveva invitata a ballare. Fu lì che decisi che stavo per soffocare e uscii fuori in giardino passando attraverso un ampia porta a vetri scorrevole. Passeggiavo per l’ampio e curato giardino,per come mi veniva meglio sui tacchi,fino a quando non vidi una panchina poco distante e mi sedetti. Stetti lì per una decina di minuti a contemplare i diversi tipi di piantagione presenti quando, stanca della solitudine, decisi di riprendere a passeggiare per l’ampio giardino della villa. Era davvero stupendo. Ampio,con una fontana al centro e ben curato. Arrivai alla fontana e iniziai a camminare intorno ad essa fino a quando non notai un ragazzo moro intento a fumarsi una sigaretta. Odio il fumo. Odio tutto ciò che si associ ad una sigaretta. E soprattutto odio quando mi si fuma vicino.  Così mi allontanai e andai a sedermi su quella panchina. Quando il moro,continuando a fumare,si avvicinò a me e si sedette. Pensavo fosse il solito ragazzo che vuole attaccare bottone,ma mi sbagliavo.
- Allora, anche tu fuori per evitare quell’odiosa festa?-mi chiese rilasciandomi il fumo in faccia e scrutando la mia espressione con i suoi occhi cioccolato.
- Sì,la mia amica mi ha mollato per uno, tu invece?-dissi mentre tossivo a causa del fumo e mi giravo dalla parte opposta per non farglielo notare.
- Odio le feste,soprattutto quelle universitarie,non so nemmeno perché sono venuto,non frequento neanche l’università.-disse scocciato buttandomi nuovamente il fumo in faccia.
-Puoi smetterla di buttarmi il fumo in faccia?Grazie-dissi scocciata.
- Oh si scusami-disse buttando la cicca della sigaretta in un elegante posacenere in cristallo lì vicino -Comunque io sono Zayn.-disse porgendomi la mano. “Non sembra un cattivo ragazzo” pensai. D’altra parte non sempre le prime impressioni sono quelle giuste,no?
-Piacere Katie,ma per gli amici Kat-dissi ricambiando la stretta di mano e sorridendo.
- Ti va di uscire da questo inferno e andare a fare una passeggiata?Poi ti accompagno io a casa. Così la tua amica non si disturba –disse alzandosi in piedi e porgendomi una mano.
- Okay va bene.- conclusi, lasciandomi aiutare mentre ci dirigevamo nuovamente all’interno della casa per avvertire Caty.
Passeggiammo per un po’. Mi raccontò che voleva entrare nell’arma e che per farlo doveva prima fare un anno nell’esercito. Che coraggio. Mi raccontò molto di lui e io feci lo stesso. Sembrava uno di quei ragazzi a cui non importa solo portarti a letto,ma vuole conoscerti e capire come sei. Coraggioso, ambizioso e gentile al punto giusto.
*Fine flash back*
 
Iniziai a sistemare il disordine sparso per casa, ripensando al mio passato e a come fossi arrivata dov’ero.
Katie Isabel Payne, per gli amici Kat. 22 anni , castana con gli occhi azzurri. Abito a Londra,condividendo un appartamento con il mio ragazzo e frequento l’accademia delle belle arti sezione fotografia. La fotografia è sempre stata la mia passione e sempre lo sarà. Ho un fratello di nome Liam,siamo gemelli e ho avuto sempre un debole per lui. E’ sempre stato l’uomo della mia vita,perché mi ha protetto da tutti i ragazzi che mi hanno fatta soffrire. E’ sempre stato colui che mi ha sostenuto sia nei momenti felici che in quelli tristi. Un fratello numero uno. I nostri genitori di nome Karen e Geoff ci hanno sempre abituato ad assumerci le nostre responsabilità e a prendere da soli le decisioni più importanti. Ed è per questo che circa un anno fa mi sono trasferita in un piccolo appartamento per convivere con il mio ragazzo. Il suo nome è Zayn. Zayn Jawaad Malik. Ha 24 anni, è alto,moro, con occhi di un castano che se rimani a fissarlo ti ci perdi. E’ anglo-pakistano. La madre ha origini inglesi e il padre pakistane. Ha tre sorelle: Doniya,la maggiore,Waliyha e Safaa,le più piccole. Le adora,sono le sue piccoline. Io e Zayn ci siamo conosciuti in un modo un po’ stravagante. E spesso mi capitava di ripensarci. Era strano ripensare a quella volta che ci eravamo conosciuti.
 Abitavamo insieme da tre mesi  in un piccolo appartamento di Londra e erano dieci mesi  che eravamo fidanzati. Erano quasi le otto e io stavo preparando la cena,così appena sarebbe arrivato Zayn avremmo mangiato e poi guardato un film. Mi mancavano molto i momenti in cui uscivamo,ma adesso io dovevo studiare e lui doveva andare all’addestramento per poter poi entrare nell’arma.
Sentii il portone sbattere,segno che Zayn era tornato.  I passi si avvicinarono sempre di più fino a quando non sentii due mani posarsi sui miei fianchi. A quel tocco sorrisi automaticamente.
- Ciao amore-disse dandomi un bacio sul collo, facendomi sorridere.
- Ciao amore-dissi voltandomi facendo scontrare le nostre labbra. Iniziammo a baciarci. Un bacio di quelli passionali,romantici e sentiti allo stesso tempo. Mi piaceva la sensazione che provavo. Avevo  le farfalle nello stomaco,ed esse venivano ogni qual volta io e Zayn ci baciavamo. Mi staccai riluttante dalle sue labbra.
- Allora cosa sta preparando la ragazza più bella e più dolce non che  migliore cuoca su questo pianeta?-disse mentre mi abbracciava e faceva aderire il suo petto con la mia schiena.
-Smettila di dire cavolate o ti prendo a sprangate sui denti-dissi ridendo, dandogli una gomitata alle costole.
-Allora sei la mia scaricatrice di porto preferita, ok?-chiese facendomi il labbruccio irresistibile.
- Okay,comunque sto cucinando il kebab-(?) dissi sapendo che aveva un debole per quella pietanza.
- Ti ho mai detto che ti amo?- concluse sorridendo e stringendomi più forte nel suo abbraccio.
-Sì, ma non vale se lo dici quando ti faccio le cose che ti piacciono.-dissi facendogli la linguaccia. Lui ne approfittò per baciarmi nuovamente.
Ci sedemmo a tavola. Mangiammo e parlammo della giornata di entrambi. In seguito ci sedemmo sul divano per guardare un film. Mi appoggiai con la testa sul suo petto. Ogni tanto ci baciavamo  e coccolavamo. Verso le undici,essendo stanchi,decidemmo di andare a dormire.
Dopo aver messo il pigiama mi misi sotto le coperte….
- Amore devo dirti una cosa importante.-mi disse. Mi preoccupai e non poco dato che il suo tono non lasciava trasparire nulla di buono.
- Dimmi.- dissi dopo essermi voltata nella sua direzione.
- L’Inghilterra ha dichiarato guerra all’Afghanistan e alcuni di noi devono partire tra due giorni-disse tutto d’un fiato. Persi un battito e sgranai gli occhi.
- Mi serve per accumulare punteggio se voglio entrare nell’arma e mi hanno scelto,fra due giorni devo partire.-mi disse guardandomi fisso negli occhi per leggermi dentro.
Rimasi pietrificata,non potevo credere a ciò che le mie orecchie avevano sentito. Non potevo credere che fra due giorni sarebbe partito per la guerra. Stetti in silenzio. Non sapevo cosa dire. Sarebbe partito,avrebbe rischiato la vita e io sarei rimasta qui non sapendo cosa faceva o se stava bene.
-Tti prego dimmi qualcosa,so che sono uno stronzo ad andarmene così,so che soffrirò non avendoti accanto e farò soffrire anche te,ma non ho scelta!-disse mettendosi le mani tra i capelli corvini- vorrei non aver mai scelto di intraprendere questa carriera,avrei fatto l’università o qualunque altra cosa-disse esasperato.
-Quanto?-riuscii a sussurrare dopo qualche minuto di silenzio.
- Due mesi-disse fissandomi.
Due mesi,due mesi,due mesi. Cazzo,due mesi! Avevo bisogno di Zayn,lui era ormai parte di me e non poteva partire. Mancavano due mesi per completare l’anno per poi poter entrare nell’arma e lo mandavano in guerra? Ero pietrificata non avevo la forza di parlare. Ma dovevo essere forte e positiva altrimenti saremo stati solo peggio.
- Mark,un mio collega,è partito ieri con l’altra squadra e mi ha mandato una lettera. Questo significa che potremmo sentirci tramite le lettere visto che non hanno telefoni. E poi mi ha chiesto se potevi stare vicina alla sua ragazza,Rose. Te la ricordi? Siamo usciti una volta tutti e quattro-disse. Ci saremmo potuti sentire, ma perché dovevo stare vicino alla ragazza di Mark? Era una ragazza simpaticissima, ma non capivo perché Mark gliel’avesse chiesto. Che la situazione in guerra fosse critica non avevo dubbi però non capivo. Prevedeva già di morire? Il vuoto si impossessò di me e quasi mi venne la nausea a pensare Zayn in una situazione del genere.
- Cos’ha Rose?-chiesi mentre Zayn mi cingeva la vita con un braccio.
- E’ incinta e lo ha scoperto una settimana fa. E’ distrutta sapendo che Mark è lì,infatti vorrei provare a farlo tornare prima appena arrivo –disse appoggiando il mento sulla mia spalla. Lo ammiravo per questo. Ma mi sarebbe mancato da morire e questo lo sapevo. Ero innamorata di Zayn ,lui era il mio tutto,il mio ossigeno.
- Potrebbe venire a stare qui con te dopo la mia partenza-disse. Non riuscivo a parlare. Ero pietrificata.
- Ti prego, parla non farmi stare così- disse disperato. Odiavo vederlo in quello stato ma io ero confusa e triste quanto lui. Non sapevo cosa dire. Così lo baciai. Lui inizialmente fu colto alla sprovvista da questo mio gesto improvviso,però si riprese in fretta e ricambiò il bacio.
- Scusami,promettimi però che appena avrai tempo scriverai una lettera,promettilo- dissi staccandomi da lui.
- Te lo prometto,tu però promettimi che risponderai- disse abbracciandomi.
- Te lo prometto.- sussurrai stringendomi a lui e ascoltando il battito del suo cuore.
Ci addormentammo così,abbracciati l’uno all’altro.
 
 
Due Giorni dopo.
 
Fui svegliata da quei cazzutissimi raggi solari che filtravano dalla finestra. Erano passati quei due fottutissimi giorni. Oggi Zayn  sarebbe partito. E io già sentivo la sua mancanza. Stava ancora dormendo. Con un braccio si stringeva a me mentre l’altro penzolava dal letto. Era davvero tenero. Lo svegliai iniziando a riempirlo di baci. Prima sulla fronte,poi sulle tempie,sulle guance,sul naso,sul collo e infine uno a stampo sulle labbra.
-Uhm-disse mugugnando ancora assonnato.
- Amore svegliati. Sono le dieci,direi che abbiamo dormito abbastanza.- dissi abbastanza sveglia e attiva. Mi misi appoggiata con i gomiti sul letto a guardarlo. Era bellissimo. Anche se aveva un po’ troppi tatuaggi per i miei gusti. Ma restava perfetto ugualmente.
- Perché mi fissi?-mi chiese stropicciandosi gli occhi.
- Perché sei troppo bello amore mio-dissi avvicinandomi a lui e abbracciandolo.
- Mai quanto te amore-mi disse dandomi dei baci a stampo.
- Okay mi alzo prima io altrimenti tu non ti alzi!-dissi e mi tolsi le coperte di dosso. Arrossii di colpo appena mi accorsi di essere completamente nuda e solo allora mi ricordai della notte di fuoco passata con Zayn. Mi fiondai in bagno sotto lo sguardo malizioso del moro e mi preparai a quella orribile giornata. Mi vestii e truccai leggermente e poi ritornai in camera da letto ritrovando Zayn ancora a letto.
- Allora dormiglione ti alzi oppure ti faccio alzare io?Devo rifare il letto e tu mi aiuterai.-dissi con tono deciso sollevando le coperte dal suo corpo coperto solo da un paio di boxer blu notte.
- Uhm,ora mi alzo solo se mi convinci ad alzarmi-disse con tono malizioso.
Mi avvicinai e gli diedi un bacio passionale mordendogli con forza il labbro inferiore.
- Cazzo,mi hai fatto male!-mi disse facendo il labbruccio e portandosi la mano alle labbra.
-Scusa amore,ma te ne farò ancora di più se non ti alzi-gli dissi con un sorriso bastardo stampato in faccia.
-Vuoi la guerra eh?E guerra sia-mi disse alzandosi e iniziando a farmi il solletico mentre mi buttava sul letto. Giocammo un po’ fino a quando non si fece troppo tardi e dovemmo alzarci,rifare il letto,mangiare qualcosa velocemente e fiondarci all’aeroporto militare.
Per tutto il tragitto nessuno dei due parlò ma ci limitammo ad ascoltare la musica. Appena arrivati scendemmo dall’auto,Zayn prese la sua valigia e camminammo mano nella mano fino ad entrare. Arrivammo davanti tutti i suoi colleghi e davanti il suo capo,il tenente,un uomo sulla quarantina con i capelli brizzolati e gli occhi di ghiaccio. Poteva sembrare spaventoso date le spalle larghe e il portamento ma quando iniziò a parlare diede solo l’impressione di essere un uomo deciso ma sensibile. Lo notai quando salutò la moglie e i figli. Aveva quasi le lacrime agli occhi.
Era arrivato il momento. Strinsi forte il braccio a Zayn mentre lui avvicinò il suo viso al mio e mi baciò con trasporto. Era uno di quei baci disperati,ma unici,sentiti e tristi. Sapevo già che mi sarebbe mancato da morire.
- Promettimi di stare tranquilla,di non stressarti e di aiutare Rose-mi disse staccandosi ma appoggiando la sua fronte alla mia.
- Te lo prometto amore.-dissi guardandolo intensamente negli occhi.
Lo chiamarono e quello fu il momento dove mi arresi alla realtà. Mi stampò un ultimo bacio e salì su quel maledetto aereo.
Che il conto alla rovescia abbia inizio.
Tornai all’auto e quando stavo per salire vidi vicino essa una testa bionda. Rose.
- Hey Rose? Come va?-dissi avvicinandomi e abbracciandola.
-Ciao bene tu?-mi chiese ricambiando l’abbraccio e sorridendo.
- Bene,Zayn mi ha detto che sei in dolce attesa,auguri!-dissi sorridendole e osservandola.
-Grazie,ma è partito anche lui?-mi chiese,lasciando trasparire appena un velo di tristezza sul volto.
-Sì, è appena decollato-risposi.- Come mai qui?-le chiesi.
-Sono venuta a ritirare la lettera che mi ha spedito Mark-disse con un barlume di speranza negli occhi.
- Senti,ora devo andare a prendere mio fratello,se ti va più tardi passa da casa mia così facciamo una serata fra donne.-le proposi, sperando in un sì.
- Okay allora a dopo-mi salutò abbracciandomi e sorridendomi.
-A dopo-dissi ricambiando l’abbraccio.
 
 
Look at me!!!
Buon giorno a tutte!!!! Rieccomi con una nuova FF! Spero l’inizio vi piaccia. Fatemi sapere cosa ne pensate. Continuo a 3 recensioni :*
Ps: per chi volesse passare dalla mia altra FF questo è il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=1795588&i=1
Un bacione a tutte.
La vostra Giulia xx

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Capitolo 2
*** Incubi. ***




                                           Capitolo 2- Incubi.
 

 
 
 
Salii sulla mia auto e mi diressi a casa dei miei genitori per andare a prendere mio fratello. Quando aveva saputo della partenza di Zayn aveva deciso di venire a stare da me fino a quando non sarebbe tornato. Non voleva che io rimanessi sola e lo apprezzavo davvero tanto. Mia madre mi aveva anche chiesto se volevo tornare a casa per questi due mesi ma io lo trovavo inutile. Lei si sarebbe stressata di più,perché avrebbe dovuto preparare il pranzo per più persone e doveva anche lavorare. E poi io abitavo vicino l’università mentre mia madre ad un quarto d’ora da essa. Per non parlare del fatto che oramai mi ero abituata a vivere in quella casa e non volevo abbandonarla.
Mentre sfrecciavo per le strade di Londra pensavo a Rose. Doveva essere davvero forte per sopportare una situazione simile. Io già ero sull’orlo di una crisi e se n’era andato solo da mezz’ora e non ero incinta. Mentre per lei tutto doveva essere amplificato. Mi dispiaceva molto soprattutto perché,lei e Mark,li avevo visti molto affiatati  e felici. Ma anche io e Zayn lo eravamo. E lo saremmo stati.

Arrivai sotto casa dei miei genitori e dopo aver parcheggiato scesi dalla macchina e suonai. Subito mia madre mi invitò a salire per parlare un po’.

Ma: Tesoro come va?-mi chiese titubante- è già partito?-

Io: si mamma,è partito mezz’ora fa-dissi sedendomi al tavolo della cucina.- Liam?-chiesi non vedendo mio fratello.

Ma: sta scendendo,doveva prendere le ultime cose. Sicura di non voler venire qui?-mi chiese mia madre.

Io: si tranquilla. Poi dovrei andare lo stesso a casa,lì ho i libri e l’università viene anche più vicina.-dissi sorridendo. Ma il mio sorriso si spense quando al telegiornale annunciarono la guerra in
Afghanistan. “Chissà cosa starà facendo Zayn. Sarà arrivato?” .Questo pensavo. Ma i miei pensieri furono interrotti da Liam che arrivò in cucina.

Liam: ciao sorellina. Pronta ad avermi fra i piedi?-mi chiese stampandomi un bacio sulla guancia.

Io: guarda tu sei più ordinato di Zayn quindi non c’è nessun problema-dissi. “E potrò anche girare per casa in intimo senza ricevere sguardi maliziosi” avrei voluto aggiungere.-Possiamo andare?-
chiesi a mio fratello.

Liam: si possiamo-disse e dopo aver salutato mia madre,prese le valigie e scendemmo. Mise le valigie in macchina ed in seguito salì.

Io: quindi come va al lavoro?-chiesi a Liam. Lavorava in una libreria al centro di Londra.

Liam: bene tu?L’università?-mi chiese mentre scriveva qualcosa sul cellulare. Forse un sms.

Io: bene. Con chi messaggi?Una ragazza?-chiesi all’improvviso.

Liam: si-disse convinto.

Io: e non mi dici nulla?Sono o non sono tua sorella?-chiesi fingendomi offesa.-Quando l’hai conosciuta?-aggiunsi.

Liam: L’ho conosciuta in libreria. Frequenta l’università di lettere.-disse. Era la prima volta che Liam mi parlava così apertamente di una ragazza. Di solito non era propenso a parlarne,forse perché si rendeva conto di non aver trovato la ragazza giusta.

Io: e com’è?Carina?-chiesi. Mi comportavo come una sorella maggiore. Anche se eravamo gemelli. Ma in effetti la primogenita ero io.

Liam: è bionda ed ha gli occhi azzurri,tendenti al verde chiaro a volte. E’ molto bella.-disse con occhi sognanti.

Io: Mio fratello si è innamorato-dissi facendo una voce da idiota. Ridemmo entrambi.

Arrivammo a casa e subito Liam iniziò a sistemare la sua roba mentre io sistemavo la cucina.

Liam: Kat ti dispiace se vengono a trovarmi dei miei amici?-mi chiese dalla sua stanza.

Io: No,Lee tranquillo possono venire-dissi mentre sistemavo gli ultimi bicchieri.

Dopo il mio cellulare iniziò a vibrare nella tasca dei miei jeans.

Io: Pronto?-risposi.

Rose: ciao Katie sono Rose. Per stasera vengo direttamente a casa tua?-mi chiese Rose.

Io: si si puoi venire anche subito -dissi.

Ro: allora il tempo che mi cambio e vengo. A più tardi tesoro-disse.

Io: a più tardi. Un bacio-dissi.

 Rose era sempre stata una ragazza molto dolce. Bionda con occhi da cerbiatta di un verde molto intenso e scuro. Era davvero una bellissima ragazza. E Mark era anche un bel ragazzo. Infatti mi immaginavo già il nascituro come un bambino splendido.

Liam: chi è che viene?-mi chiese il mio fratellone irrompendo in cucina.

Io: ti ricordi di Rose?La ragazza di Mark,il collega di Zayn-dissi.

Liam: si forse ho capito. Starete insieme stasera?-mi chiese.

Io: si,vedi anche Mark è partito e lei è in dolce attesa-dissi.

Liam: wow, poverina però,proprio adesso che lui è partito-disse rattristandosi un po’.

Io: allora chi viene stasera?-chiesi riferendomi ai suoi amici.

Liam. Non li conosci,comunque prendiamo le pizze?-mi chiese provando a cambiare discorso. Il suo tono non mi convinceva.

Io: si però aspettiamo Rose e i tuoi amici per ordinarle. Non voglio che le vengano strane voglie.-dissi e scoppiammo entrambi a ridere.

Dopo circa una decina di minuti suonarono al campanello ed andai ad aprire.

Io: Ehy Rose -dissi abbracciandola-ti dispiace se ci saranno stasera mio fratello e dei suoi amici?-le chiesi. Magari voleva un po’ di tranquillità.

Rose:no tranquilla,anzi mi fa piacere avere un po’ di compagnia-disse allegra.

Io: okay allora andiamo ad apparecchiare. Come la vuoi la pizza?-le chiesi.

Ordinammo le pizze e a quanto capii le passavano a prendere gli amici misteriosi di Liam. Chissà chi saranno.

Suonarono alla porta e Liam andò ad aprire. In seguito vidi entrare in cucina due persone a me troppo familiari.

Io: Harry!Niall!-urlai dalla gioia. Li abbracciai e poi li presentai a Rose.

Harry Edward Styles e Niall James Horan erano sempre stati i migliori amici miei e di mio fratello. Noi quattro eravamo sempre stati un’unica cosa. E poteva sembrare strano dato che io e Liam siamo fratelli ma noi litigavamo pochissimo,quindi riuscivamo ad avere gli stessi amici.

 Mi erano mancati un mondo. Erano sempre stati i miei migliori amici insieme ad altre ragazze che non vedevo da un po’ di tempo. Con alcune come Caty non ci eravamo perse di vista grazie all’università mentre con altre non ci eravamo più viste dai tempi delle superiori.

Dopo feci le presentazioni tra Harry,Niall e Rose.

Io: Liam perché non mi hai detto che erano loro?-chiesi con un sorriso stampato in viso.

Harry: doveva essere una sorpresa,ed a quanto pare ben riuscita.-disse il riccio sorridendomi.

Io: allora come siete messi?Fidanzati?-chiesi mentre ci sedevamo a tavola per cenare.

Harry: diciamo che sto conoscendo una ragazza,ma niente di che.- disse.

Io: e tu Niall?-chiesi al biondo che improvvisamente divenne rosso dalla vergogna.

Liam: Ehy Ehy,Horan arrossisce!!Brutto segno-disse mio fratello.

Io: zitto. E tu Nialler,sputa il rospo-dissi zittendo mio fratello.

Niall: diciamo che sto uscendo con una ragazza ma  non stiamo insieme-disse sorridendo.
 
La serata passò così,tra chiacchiere e risate. Eravamo tutti felici ed io per un po’ riuscii a non preoccuparmi per Zayn. Mi mancava e ancora non erano passate neanche 24 ore.

Verso mezzanotte Harry e Niall tornarono a casa mentre obbligai Rose a rimanere,dato che da sola non poteva tornare a casa, per di più a quell’ora.

Dopo averle preparato il letto,nella stanza degli ospiti,andai nella mia e di Zayn dove avremmo  dormito io e Liam.

Misi il pigiama e aspettai che venisse anche mio fratello.

Non riuscivo a non pensare a Zayn. Le coperte,i cuscini odoravano di lui. Mi sentivo avvolta da qual profumo così mi spostai nel lato dove di solito dormiva lui e affondai il viso nel suo cuscino inalando quel dolce profumo.

Chiusi gli occhi beandomi di tutti i ricordi. La notte passata insieme,la prima volta che ci baciammo,la decisione di venire a vivere insieme. Sembrava tutto così lontano.
In quel momento avrei voluto solamente che ci fosse lui qui vicino a me a tranquillizzarmi ed a dirmi che tutto sarebbe andato per il meglio. A dirmi che lui ci sarebbe sempre stato qualunque cosa fosse accaduto.

Liam: Ti manca vero?-disse Liam irrompendo nella stanza e strappandomi ai miei pensieri.

Io: si-dissi.

Si sedette di fianco a me e così gli raccontai di quello che era accaduto quando avevo accompagnato Zayn all’aeroporto. Ad un tratto Liam si alzò e mi guardò in modo circospetto.

Liam: hai cambiato le lenzuola stamattina?-mi chiese.

Io:no,adesso le vado a prendere e le cambio-dissi.

Liam: perfetto perché non voglio dormire nelle stesse lenzuola dove tu e il mio caro cognato avete fatto atti impuri- disse sghignazzando.

Io: atti impuri??-dissi ridendo.

Liam: si atti impuri- disse aiutandomi a togliere le lenzuola e a mettere quelle nuove.
 
 
Dopo aver sistemato le lenzuola ci addormentammo subito.
 
Mi trovavo in un campo enorme. Ricco di grano bruciato e in lontananza vi erano case bruciate, anch’esse.
Deserto. Tutto era deserto ed io ero sola. Correvo,cercavo qualcuno.
Vuoto. Il vuoto si impossessò di me e non riuscii più a capire nulla. Correvo e piangevo.

In seguito arrivai in una distesa dove vi erano lapidi e l’unica cosa che riuscii a fare fu dire: “Zayn.”
 
 
Mi svegliai di soprassalto e notai mio fratello che mi guardava con aria preoccupata. Avevo la fronte imperlata di sudore ed i capelli attaccati ad essa.

Liam: Ehi tutto bene?Hai avuto un incubo?-mi chiese preoccupato.

Io: si era solo un incubo-sussurrai.-che ore sono?-chiesi.

Liam: le due e mezza.-disse e io ripensando a quell’orribile sogno iniziai a singhiozzare.

Liam:ehi devi stare tranquilla. Nel sogno c’era Zayn vero?-mi disse abbracciandomi. Appoggiai la testa sul suo petto e mi sentii protetta. Mi erano mancati gli abbracci di mio fratello.

Io: si,ma come lo hai capito?-chiesi alzando gli occhi.

Liam:hai chiamato il suo nome nel sonno. Adesso torniamo a dormire.-disse sdraiandosi.

Mi fece appoggiare con la testa sul suo petto e finalmente riuscii a ricadere in un sonno tranquillo.
 
 
Look at me!!

Belle!!Eccomi qui con il secondo capitolo. Che ve ne pare?? Sono entrati in scena Harry e Niall.
Alloooora,NON TUTTO E’ COME SEMBRA. E ci tengo a precisarlo,ancora devono accadere molte cose quindi keep calm lettrici u.u
Davverooo io vi amo!! Grazie mille per le 4 recensioni!!Siete fantastiche.

Vorrei ringraziare:

-Cristy99

-heartstyles

-mitchie justice (nonché mia anima gemella)

-viviHarry_xeverZayn. Lei è la mia migliore amica e mi ha sempre aiutato e sostenuto per questa FF. Se l’ho pubblicata dovete ringraziare anche lei.

Ringrazio anche francihoran che ha messo la storia nelle preferite!! Much love <3

Fatemi sapere cosa ne pensate. Ricordate che vi amo u.u
Bacioni

Ps:continuo a tre recensioni XD
Pps: per chi non mi seguisse già nell’altra mia FF il link è questo: http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=1795588&i=1 (E questo è il trailer : http://www.youtube.com/watch?v=-XZmbxZMrVA)

Giulia xx
 

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Capitolo 3
*** Una settimana dopo.. ***




Capitolo 3-Una settimana dopo
..



Una settimana dopo..

Era passata una settimana dalla partenza di Zayn e tutto sembrava essere diverso. Casa mia era un continuo via vai di gente che veniva a farmi visita,come se fosse venuto a mancare qualcuno. Prima i miei zii,poi i miei nonni e infine i miei genitori che venivano quasi tutti i giorni.
Okay,sentivo la mancanza di Zayn,ma così era solamente peggio. Ero in continuo stress perché il campanello non smetteva mai di suonare e,oltre ai miei parenti,si erano anche aggiunti quelli di Zayn. La sua famiglia era sempre stata molto affettuosa e gentile,infatti, Trisha mi aveva già invitato a casa sua,anche a dormire,e due giorni fa avevo accettato,anche per passare un po’ di tempo con le mie cognate. Poteva sembrare strano ma andavamo molto d’accordo,soprattutto con Doniya. Quando io e Zayn litigavamo era lei la mente che faceva ragionare entrambi,visto le teste calde che eravamo. Avevamo trascorso una bella serata e poi eravamo andate a dormire presto,per non far fare anche a Waliyha e Safaa tardi.

Le uniche persone che non mi andavano molto a genio erano le prozie di Zayn. Erano molto ficcanaso e continuavano a ispezionare casa mia per vedere se facevo vivere il loro nipote nella sporcizia.

Continuavano ad accusarmi per averlo lasciato andare,non capendo che non era una scelta mia e che,se fosse stato per me,lui sarebbe rimasto inchiodato qui. Ma oramai quello che era fatto non poteva essere cambiato. E loro,di certo,non mi aiutavano accusandomi.


Quella mattina mi svegliai presto come sempre e ,dopo aver fatto una doccia,mi vestii e uscii per dirigermi all’università. L’aria londinese era tagliente per il freddo che penetrava anche nelle ossa.

Mentre camminavo decisi di fermarmi allo Starbucks e di prendere qualcosa di caldo. Optai per un frappucino e in seguito proseguii verso la mia facoltà. Mentre camminavo osservavo il cielo cupo e grigio e pensavo se Zayn in quel momento stesse facendo lo stesso. Con l’Afghanistan dovrebbero esserci circa tre/quattro ore di fuso orario e lui probabilmente sarà sveglio da un bel po’. Chissà cosa starà facendo, pensavo.

Arrivai in facoltà e subito mi diressi nell’aula della mia prima lezione della giornata, pronta ad affrontarla al meglio.



Era già passata tutta la mattina quando mi rimisi di nuovo in cammino verso casa mia. Il professore di fotografia ci aveva assegnato una consegna che mi dava molto da pensare.
Prof: “Deve rappresentare emozioni. Deve parlare da sé. Deve essere una fotografia, o meglio ancora se sono di più, fatte da voi,non voglio lavori di altri anche perché c’è una mostra in ballo.E ricordate che se gli scatti non sono vostri non passerete l’esame.

Erano state queste le sue parole. Avevo due settimane circa per presentare gli scatti e poi lui avrebbe deciso quale book sarebbe andato alla mostra. Volevo che fossero i miei scatti ad avere la meglio. Anche perché alla mostra ci sarebbero stati molti responsabili di agenzie ed, anche un piccolo impiego, non lo avrei disdegnato.

Tornai a casa e dopo aver pranzato accesi il computer per provare a cercare l’ispirazione. Tutto ciò che riuscii a trovare equivaleva a meno di zero così mi alzai dal divano e decisi di prendere l’album dove tenevo tutti gli scatti.

Presi dalla parete attrezzata del salotto l’album in velluto rosso ed iniziai a sfogliarlo. Era da tanto che non lo prendevo.

Lo aprii e la prima foto che mi si presentò davanti fu quella del tramonto. Vacanza del 2004. Io,mio fratello e i miei genitori eravamo andati a Parigi per una settimana ed io per gli scatti,dato che la passione che avevo risaliva a quand’ero bambina,utilizzavo la reflex di mio padre. Il tramonto sulla Tour Eiffel. Era davvero una foto spettacolare,senza alcun dubbio,ma non credo che un paesaggio come quello mi avrebbe trasmesso molto a livello di emozioni, e poi nella precedente consegna avevo già fatto degli scatti su paesaggi quindi volevo cambiare soggetto.

Girai pagina e la foto che vi trovai risaliva a due anni fa. Io,Liam ed Harry eravamo andati al concerto dei Coldplay. Avevamo le magliette autografate e facevamo la linguaccia. Era davvero bellissimo ricordare quei momenti. Ero felice e spensierata. Ero riuscita a realizzare uno dei miei più grandi sogni,quello di incontrare i miei idoli.

Continuai a guardare le molteplici foto che mia madre aveva racchiuso in quell’album,aveva scelto le migliori,anche se quelle di quand’ero bambina le aveva lei. In seguito una foto in particolare catturò la mia attenzione. Io e Zayn al mare .

Quelle foto le aveva fatte mio fratello. Una domenica eravamo andati noi e gli amici. Io e Zayn non eravamo ancora fidanzati. Quella foto ritraeva Zayn che aveva caricato me in spalla come un sacco di patate. Era bella perché entrambi sorridevamo e perché alle nostre spalle c’era il sole che tramontava sul mare. Un vero spettacolo.

Dopo aver visto tutte le foto chiusi l’album e lo riposi nuovamente. Presi la sciarpa,la mia immancabile macchina fotografica professionale ed uscii in cerca di ispirazione e di luoghi o persone da fotografare.






Camminavo per l’immensa cittadina di Londra e niente mi attraeva per delle foto. Non mi ero mai sentita così vuota,senza ispirazione. Forse era perché mancava Zayn. La sua assenza era sempre più difficile da sopportare e ogni giorno che passava il pensiero di lui mi tormentava. Inoltre non bastavano le mie paranoie,ad aggiungersi c’erano anche le continue visite e telefonate per sapere come io stessi. “Non sono io quella in guerra” avrei voluto rispondere. Anche se,per le emozioni contrastanti che mi tormentavano,sembrava davvero che fossi io in guerra. Chiaramente non dicevo a nessuno cosa provavo. Mi era sempre stato difficile aprirmi e molto spesso riuscivo a mascherare bene ciò che provavo. Tranne con Liam e Zayn. Loro mi avevano sempre capita a fondo,come se fossi un libro aperto,pronto da leggere. Ed era per questo che,quando loro non c’erano ed erano lontani,io mi sentivo vuota. Completamente svuotata da pensieri ed emozioni. Ed adesso mancava solo Zayn. Per mia fortuna avevo Liam ad aiutarmi mentre soffrivo la mancanza del mio ragazzo.

Arrivai al Tower Bridge e iniziai a cercare una buona angolazione per fare qualche scatto.

Era una pessima giornata. Il cielo era completamente oscurato da fitte nuvole grigie e ciò non aiutava affatto il mio intento. Continuai a camminare,fino a quando stufa tornai a casa a mani,o meglio dire memoria della mia macchina fotografica,vuota/e.

Ero stufa di non riuscire a concludere nulla. Stufa di aspettare che accadesse qualcosa o che il tempo passasse. Fottuta distanza. Fottuto lavoro. Fottuto tempo che non si decideva a volare.


Hola belle donzelle!!
Okay,in questi giorni sono un po’ sclerata u.u
Il capitolo è di passaggio però desideravo farvi capire cosa prova la nostra Kat e desideravo anche far trasparire il suo legame con la famiglia e anche un po’ del suo passato.
Zayn,Zayn… che stai a fa?? Ahahhaha
Diciamo che la svolta vera e propria l’avrete nel prossimo capitolo!! Questo è anche un po’ cortino ma abbiate pazienza e tutto sarà più chiaro!!
Passando ad altro… ho creato la mia pagina Facebook : https://www.facebook.com/LavogliadipayneEfp
Spero mi seguiate in tante. Lì pubblicherò aggiornamenti sulla FF e su richiesta potrei anche mettere qualche anticipazione ;)) Se volete contattarmi mandate un messaggio lì!!! ;)) Potrei anche aiutarvi con dei banner.
Inoltre vorrei ringraziare:
-Big_Smile
-francihoran (aspetto un tuo parere)
Per aver messo la storia tra le preferite!!Spero di non deludervi!!
E :
-cristy99
-gloria horan
-ilnostropiccolosegreto
-viviHarry_xeverZayn
Per aver messo la storia tra le seguite!!

SPAZIO PUBBLICITA’ :
Questa è la FF della mia migliore amica :
http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=1833624

E questa è la mia altra FF:
http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=1795588&i=1

Much love
Alla prossima
Giulia xx
Ps: scusate gli eventuali errori :/

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Capitolo 4
*** Due mesi dopo... ***






Capitolo 4-Due mesi dopo…
 

 
 
 
Due mesi dopo.

Erano già passati due mesi dalla partenza di Zayn. Ed oggi alle 5 pm sarei andata all’aeroporto militare per andarlo a prendere insieme alla sua famiglia, Liam e Rose. Liam,appena Zayn partì, si trasferì a casa mia,per non lasciarmi sola e Rose,anche lei, era venuta a stare da me. Liam aveva deciso di stare con noi per non lasciare due donne sole,anche se,passava la maggior parte del tempo fuori casa. Lavorava la mattina o il pomeriggio e poi la sera usciva,anche se raramente. Riguardo Zayn,la sua ultima lettera l’avevo ricevuta due settimane fa.
 
Io e Rose eravamo diventate molto amiche e nelle ultime due ecografie l’avevo accompagnata. Ci eravamo entrambe emozionate molto nel vedere quel piccolino che cresceva dentro di lei ed il pancino oramai si riusciva ad intravedere. Addirittura il ginecologo era convinto che fossimo lesbiche e che lei si fosse fatta mettere incinta perché volevamo un figlio. Quella volta eravamo scoppiate a ridere e avevamo spiegato al dottore la nostra situazione ed in fondo anche lui ci aveva riso su ripensando a quello che aveva detto. Lei aveva anche conosciuto Caty e,anche loro,andavano molto d’accordo. Diverse volte eravamo uscite tutte insieme a prendere un gelato o ad acquistare dei vestiti nuovi per Rose. Dato che il pancino cresceva aveva bisogno di pantaloni più comodi e maglie un po’ più grandi. La cosa che mi sorprendeva di lei era che non si faceva assolutamente problemi se qualcosa le andava un po’ più piccola,anzi si guardava di profilo allo specchio e si accarezzava il ventre tondo con amore. L’ammiravo molto per questo. Era davvero felice e piena di speranza. Purtroppo Mark non era riuscito a tornare prima dall’Afghanistan perché non c’erano voli prima di quello di oggi,per cui era dovuto rimanere lì.

Avevamo ricevuto anche diverse lettere. Io in tutto ne avevo ricevute cinque da Zayn.

1° lettera.

Ciao amore mio,
Sono qui da una settimana e solo adesso sto avendo la possibilità di scriverti. Appena siamo arrivati ci hanno subito portato nell’accampamento e ci hanno assegnato i nostri ruoli. Io faccio da guardia da un paio di notti e riesco a dormire durante il giorno. Sto bene e non devi assolutamente preoccuparti. Spero tu non ti stia preoccupando troppo e che non perdi mai la forza che hai dentro di te. Appena torno voglio ritrovare la mia solita scaricatrice di porto che arrossisce per poco e con una lingua biforcuta. Salutami Liam e i tuoi. Rispondimi presto. Ti penso sempre.

Ti amo.

A presto

Il tuo Zayn xx
 
Questa fu la prima lettera che ricevetti e fui sollevata di sentire che stava bene e che  mi pensava. Lui era un mio pensiero fisso e anche se diceva che non dovevo preoccuparmi io mi preoccupavo ugualmente.
 
*Ultima lettera*

Amore mio,
Come stai?L’università?Rose?Che stai facendo in questi giorni?Scusami se ogni volta ti faccio l’interrogatorio ma mi manchi da morire ed ogni singolo secondo penso a quello che starai facendo. Sono felice che il bambino di Rose stia bene e mi fa piacere che adesso lei sia con te e Liam.In questi giorni io e Mark parliamo spesso di voi. Siete come un argomento fisso che vuoi o non vuoi riesce ad emergere sempre. A volte vediamo dei bambini per strada e lui pensa subito a Rose ed io di conseguenza a te. Ogni volta che Mark parla di lei e della gravidanza gli brillano gli occhi come non mai. Sembra davvero molto felice e,anche se è giovane,sono convinto che sarà un ottimo padre.  Sai un giorno mi piacerebbe tornare a casa e ritrovarti con il pancione,mentre mi sorridi e dici
“Com’è andata papà?Io e lui ti abbiamo aspettato” e nel frattempo ti accarezzi il pancione e dopo mi baci. E’ un mio desiderio che spero si realizzi. Oppure vederti mentre sorridi e poi mi dici ”Amore
siamo incinti” e poi dopo che capisci quello che hai detto scoppi a ridere e dici “Scusa sono incinta e tu diventerai papà”.Ed io allora sarò l’uomo più felice del pianeta perchè il mio sogno sarà realizzato. Quello di formare una famiglia con te.


In questi giorni perlustriamo solo la città,senza andare tra gli altri soldati. O almeno a me e Mark ce lo hanno impedito per te e Rose. Qui il cibo non è un gran che,però,fortunatamente, abbiamo trovato un ristorante italiano dove fanno dell’ottima pizza. Ti ricordi quella volta che venisti a casa mia,quando ancora non stavamo insieme, e facemmo la pizza? Ne uscimmo con due pizze in forno e i capelli pieni di farina. Purtroppo questa è l’ultima lettera che ti scrivo perché ci hanno detto che non ci sarà più chi le viene a prendere. Ci vedremo direttamente tra due settimane.  Mi manchi amore e non vedo l’ora di tornare. Un bacione. Sei sempre nel mio cuore e nei miei pensieri.

Ti amo.

Tuo Zayn xx


Quando l’avevo letta mi erano uscite le lacrime. Erano già passati due mesi. Mesi interminabili,fatti di lacrime brutti pensieri e brutti sogni. Si,perché anche quelli mi tormentavano. Costantemente.

Ogni notte mi svegliavo di colpo sudata e con gli occhi pieni di lacrime e Liam,povero lo svegliavo sempre,mi abbracciava e mi stringeva cosicché riuscissi a dormire meglio. E ci riusciva,anche se
solo parzialmente. Ma  non volevo pensarci.

All’università riuscivo a dimenticare tutto e a concentrarmi sulla mia passione. La fotografia. Mi sentivo libera e piena di speranza quando avevo nelle mani la mia Nikon.  Ero anche riuscita ad ottenere il posto della mostra al museo. Il professore aveva apprezzato degli scatti che avevo fatto e montato. La prima foto era una sorta di evoluzione,a sua volta costituita da tre foto.

Nella prima, vi erano due bambini che si tenevano per mano;nella seconda due ragazzi nella stessa posizione e nella terza due anziani,anche loro,che si tenevano per mano. Avevo anche associato una frase a quell’immagine: “Se due persone sono destinate a stare insieme alla fine si ritroveranno sempre.

A volte andavo al parco per fare foto quando Rose andava da sua madre e Liam era  a lavoro. Una volta mi capitò di fotografare una coppia di genitori con il loro figlio piccolo. Era davvero una foto stupenda. Mentre un'altra foto che mi colpì particolarmente era quella che avevo scattato a due vecchietti che si tenevano teneramente per mano mentre passeggiavano. Vorrei essere anch’io così a quell’età. Con Zayn. E magari un giorno staremo in veranda con i nostri nipoti che giocano mentre nostra/o figlio/a si trova a festeggiare il proprio anniversario di matrimonio.
 
**
 
Si erano fatte le 16 e io e Rose ci stavamo preparando per andare all’aeroporto militare. Liam venne con noi e salimmo tutti in macchina. Durante il tragitto mi tormentava il pensiero di Zayn. Era ferito?Ma soprattutto tutto era andato bene? Era sano e salvo? Volevo pensare positivo e fidarmi di lui.

Arrivammo verso le 17,visto il traffico e ci dissero che l’aereo stava per atterrare. Ci catapultammo fuori aspettando che l’aereo arrivasse nel proprio parcheggio,così, appena sarebbe sceso,l’avrei potuto abbracciare.

Sentimmo il boato tipico di un aereo che atterra e circa dieci minuti dopo esso si fermò nel proprio parcheggio. Il portellone si aprì ed io e Rose ci tenevamo per mano. Uscì Mark per primo,Rose tirò un sospiro di sollievo. Però lui aveva una strana espressione in viso. Liam mi cinse le spalle con un braccio. Come a volermi proteggere. Vicino a me avevo Safaa,Doniya e Waliyha.Ero agitata e tremavo. Scrutai il volto di Mark,teso e preoccupato.

Notai solo dopo che aveva qualcosa appoggiato ad una spalla. Una bara.
 
TO BE CONTINUED.
 
 
Holaaaaa people!!
 
Come state??? Spero che la storia vi stia incuriosendo!!!
Allora che ve ne pare?? E’ un è po’ cortino ma devo dire che non mi dispiace. Qual è la parte che vi piace di più???
E vi rcordo di stare tranquille perché nulla è come sembra u.u
Ho anche fatto il trailer : http://www.youtube.com/watch?v=BgeSIqoKzEY
Spero vi piaccia. Scusate come sempre gli eventuali errori.
Fatemi sapere cosa ne pensate!!! Vi adoro tutte!!
Bacioni
Giulia xx
Ps: ho trovato questo fotomontaggio di Zayn e Miley *-*

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Capitolo 5
*** Dolore ***


                                       


Capitolo 5 – Dolore
 

 
 
**

Sentimmo il boato tipico di un aereo che atterra e circa dieci minuti dopo esso si fermò nel proprio parcheggio. Il portellone si aprì ed io e Rose ci tenevamo per mano. Uscì Mark per primo,Rose tirò un sospiro di sollievo. Però lui aveva una strana espressione in viso. Liam mi cinse le spalle con un braccio. Come a volermi proteggere. Vicino a me avevo Safaa,Doniya e Waliyha.Ero agitata e tremavo. Scrutai il volto di Mark,teso e preoccupato.

Notai solo dopo che aveva qualcosa appoggiato ad una spalla. Una bara.
**
 
 
La vista mi si offuscò e le gambe iniziarono a diventare come gelatina. Vedevo il resto della famiglia Malik con le mani davanti la bocca per lo stupore e le lacrime che uscivano dai loro occhi.
Quella bara. Ricoperta dalla bandiera inglese e da un berretto di soldato semplice.
 
 
Caddi a terra. Ero sconvolta. Il volto iniziò a riempirsi di lacrime e l’incredulità lasciò spazio a rabbia e tristezza.

In quel momento era come se avessi sentito il “crak” che il mio cuore aveva fatto. Come poteva essere cambiato tutto così in fretta? L’ultima lettera era arrivata due settimane fa e lui stava bene.

Non riuscivo a capire come tutto ciò potesse essere successo  e nel frattempo vidi Mark finire di scendere la scaletta,poggiare la bara in terra e salutare calorosamente Rose.

Tutti mi parlavano, ma io udivo solo la voce dei miei pensieri. Era come se fossi chiusa in una bolla impenetrabile.

 Ero immobile con il viso pieno di lacrime,non mi ero neanche accorta che Liam mi aveva aiutata a rialzarmi e che mi teneva saldamente per la vita.

Mark si avvicinò e salutò me e mio fratello mentre porgeva le sue condoglianze alla famiglia Malik.

Rose si avvicinò a me e mi abbracciò. Non fui capace,però,di ricambiare la stretta.

Presero la bara e la portarono in una stanza apposita dell’edificio e io li seguii.

Era una piccola cappella,dagli ornamenti semplici e con pochi posti.

Poggiarono la bara sotto il piccolo altare bianco e fecero segno ai parenti di avvicinarsi. Mi avvicinai anch’io e mi sedetti accanto ad essa. Poggiai il viso su di essa e scoppiai in un pianto isterico. Un peso enorme mi gravava sul petto e non accennava ad andarsene.

Quel macigno mi stava quasi per soffocare e per un attimo mi mancò l’aria.

Safaa si avvicinò e si mise nella mia stessa posizione iniziando a parlare:

S: “Hey fratellone,-iniziò piangendo- perché sei tornato così? Noi abbiamo pregato per te ogni giorno e ogni ora e avevamo persino delle buone notizie. Ma adesso non ha più importanza se tu non ci sei. So che adesso sei vicino a me anche se io non riesco a vederti. Ti prego fai qualsiasi cosa per far sì che io possa vederti un ultima volta. Un sogno,fai un eccezione ma ho bisogno di sentirti dire che stai bene e che mi vuoi bene. Ti prego” –terminò con la voce rotta dal pianto.
Piansi più forte. Una bambina di otto anni solamente poteva sperare che un defunto le mandasse un segno. Solo un innocente bambina. In quel momento avrei voluto anch’io essere piccola così da sperare che,nonostante tutto,tornasse.
 
Sentii scuotermi e alzai il viso. Il tenente era lì accanto a me.

Tenente: Mi dispiace molto per Zayn signorina.-disse e quasi sembrò cercare le parole per continuare. Ma io lo precedetti.

Io: Come è successo?-chiesi trattenendo i singhiozzi.

T: Una bomba lo ha completamente sfigurato. Non si riconosceva quasi. Sappiamo che è lui solo perché il soldato Mark ha visto esplodere la granata vicino a dove si trovava Zayn e poi gli è andato in soccorso ma lo ha trovato con viso e tutta la parte anteriore del corpo ustionati. E’-si interruppe-morto sul colpo-disse anche lui con gli occhi lucidi.
 
Il cuore se avesse avuto la parola avrebbe urlato a squarciagola e se si fosse potuto muovere sarebbe uscito dal mio corpo.

Concordarono con Trisha e Yaser che la tomba sarebbe rimasta lì fino a dopodomani,il giorno dei funerali.

Erano anche loro sconvolti  i loro volti furono l’unica cosa che riuscii a vedere prima di riappoggiarmi sulla bara e piangere fino a quando non avrei finito i liquidi corporei.
 
 
 
Liam mi riportò a casa dove scappai subito in camera mia. Era tutto così dannatamente difficile. Tutto profumava e sapeva di Zayn. Tutto quello che c’era dentro casa nostra era come se ripetesse
Zayn all’infinito.

Decisi di farmi un bagno e non pensare a nulla. Magari sarei affogata in acqua e tutto si sarebbe risolto.

Riempii la vasca e mi venne una scena in mente.
 
 
*Flashback*
 
Era ormai da due mesi circa che io e Zayn convivevamo e spesso ci ritrovavamo la domenica a non fare nulla. In inverno la voglia di uscire era poca,dato il freddo,e spesso eravamo schiavi della noia.
Stavo morendo di freddo così decisi di riempire la vasca da bagno per farmi un bel bagno caldo.
Zayn,che stava sbrigando delle faccende al computer,al sentire il rumore dell’acqua venne a vedere cosa stavo combinando.

Z: così decidi di farti un bagno  e non chiami neanche il tuo fidanzato?-disse sfottendomi - ma brava! E io che stavo morendo di freddo di là. Adesso ti faccio vedere io. – disse con fare arrogante.

Urlai dalla sorpresa quando mi prese,ancora vestita, e mi buttò sotto il getto di acqua calda.
Iniziai a ridere di gusto e dopo lo spinsi verso di me cosicché ,anche lui,si trovasse bagnato fradicio.

Scherzammo tutto il pomeriggio fino a quando decidemmo di farci un bagno,un vero bagno stavolta.

Mi ero riscaldata quella volta. Sia fisicamente che emotivamente.
 



*Fine flashback*
 
Adesso invece avevo freddo nonostante fossi immersa in acqua bollente. Avevo freddo dentro e credo che non sarebbe cambiato mai.

Mi immersi completamente,andando in apnea.

Oh Signore,perché proprio Zayn??
 
Spazio autrice!!!

Salve a tutte bella gente!! No,okay lo so,sono imperdonabile.

Dovevo aggiornare giovedì ma non ho avuto tempo  e ispirazione per il capitolo.

Così ieri mi sono messa di buona volontà ed è uscita questa schifezza. Scusatemi per i momenti deprimenti e capisco anche se la storia vi fa schifo.
Spero solo che siate buone e che lasciate anche qualche piccola recensione. Cosa ne pensate della reazione di Kat? E della piccola Safaa?? Io lovvo quella bimba.

Vorrei anche dirvi che probabilmente non sarò più così puntuale nell’aggiornare (tranquille non vi farò attendere due masi,massimo una settimana e mezzo o due) visto che il 19 vado in vacanza e entro quella data volevo completare la mia FF precedente ;)

Spero che mi seguiate anche lì : http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1795588&i=1

Bè che dire… spero che non vi stufiate di me e che continuerete a seguirmi.
Come sempre ringrazio tutte coloro che mi sostengono ed aiutano e che seguono e perdono tempo con le mie storie. Vi voglio un mondo di bene e per me siete davvero importanti.

Scusate gli eventuali errori :/

Bacioni e a presto!!
Giulia xoxo


Le protagoniste delle mie FF!! Sono fantastice insieme ;)


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Capitolo 6
*** Il funerale. ***





Capitolo 6 – Il funerale.
 

 
**
 
Adesso,invece,avevo freddo nonostante fossi immersa in acqua bollente. Avevo freddo dentro e,credo,che non sarebbe cambiato mai.

Mi immersi completamente,andando in apnea.

Oh Signore,perché proprio Zayn??
 
**
 
 (mettete questa come sottofondo :http://www.youtube.com/watch?v=rtOvBOTyX00)
 
Passarono giorni interminabili.

La vita aveva improvvisamente cambiato colore,ed era diventata totalmente noiosa e inespressiva.

Era tutto statico e irrilevante ai miei occhi,oramai stanchi e svuotati.

Avevano versato troppe lacrime. Avevano visto cose che non avrei voluto che vedessero.

Ma la parte che stava peggio era quella interiore.

Niente,nessun dolore,era minimamente paragonabile a ciò che provavo nel profondo.  Il cuore era come se avesse ricevuto mille coltellate, e non veloci, ma lente e distruttive,dove il coltello viene estratto con una lentezza che disarma e che uccide.

E se non fosse per il fatto che il mio cuore pompava sangue nelle mie vene,e per il fatto che respirassi ancora,avrei potuto dire di essere morta.

Si. Ero morta quando Zayn aveva lasciato il paese. Ero morta quando avevo  sentito notizie di guerra alla televisione. Ero morta,più volte,vedendo quella bara.

Ero morta più di mille volte solo nell’arco di due ,interminabili,mesi.

Non avevo più toccato cibo,avevo solo bevuto.

Non toccavo più la mia adorata macchina fotografica. Non mi guardavo più allo specchio.

E più la gente mi spronava e cercava di aiutarmi,più io la respingevo.

Era il mio unico modo di reagire. Respingere la gente e difendermi da ogni dolore possibile.
 

Mia madre era costantemente a casa mia,come Rose,Liam e Caty.
 

Riuscivo solamente ad  “ascoltare” ciò che mi dicevano,ma non rispondevo o comunque non ricevevano le risposte sperate.

Erano dispiaciuti anche loro,e si vedeva, ma io ero lacerata dentro e NESSUNO avrebbe mai potuto riparare le mie ferite,se non Zayn stesso.

Ma lui non c’era più.  Non riuscivo a convincermi che lui oramai non lo avrei più rivisto.
 


Ero sempre più convinta che la mia vita non avesse alcun senso. A ventidue anni una ragazza dovrebbe essere felice perché è fidanzata e perché all’università va tutto bene.

E non piangere la morte del proprio fidanzato.
 
 


Non facevo più nemmeno caso a come mi vestivo.

Prendevo semplicemente i primi abiti scuri che mi capitavano davanti,pettinavo i capelli e mi consideravo pronta ad uscire.

E agli occhi della gente la cosa non mutava. Ero la ragazza vedova,in un certo senso.
 
In casa Malik era anche peggio. Trisha non usciva più,se non per lavorare e le figlie studiavano quel necessario che bastava loro a far passare l’anno,quando invece erano tutte delle ottime studentesse.
Yaser era distrutto,ma cercava di tenere alto l’umore familiare. E dentro moriva ogni singolo giorno. Avevo capito come reagiva quell’uomo.
 
 


**
 


Era arrivato il giorno. Quel giorno.

Il giorno del funerale.

Non avevo intenzione di fare attenzione a mettere qualcosa di elegante e adatto.

Ero ferma,su quello che un tempo era il nostro letto, a guardare fuori dalla finestra.

Il tempo non aiutava affatto. Era grigio,spento e si presumeva che stesse per piovere.

Tirava anche un forte vento e tutto l’insieme era tetro e triste.

Le lacrime iniziarono a rigarmi le guancie fino a quando sentii un tonfo.

Mi voltai di scatto e vidi Liam aprire il mio armadio e iniziare a cercare chissà cosa.

-che fai?- chiesi con voce tremolante dovuta al precedente pianto.

-ti prendo dei vestiti.- disse mentre tirava fuori un pantalone nero elegante abbinato ad una camicia dello stesso colore.

Prese anche le scarpe dalla scarpiera, tacchi neri.

-vai a lavarti e vestiti,io mi cambio e ti aspetto-disse frettolosamente mentre usciva,dopo avermi stampato un fraterno bacio in fronte.

Entrai nella doccia e in seguito mi vestii.

Poco dopo qualcuno bussò ed io sibilai un flebile –avanti- e la porta si aprì.

Liam mi guardava con aria triste e preoccupata. Indossava un abito nero composto da giacca e pantalone gessati. Aveva anche una camicia ed una cravatta anch’essi neri. Il tutto contornato da capelli
perfettamente alzati in una cresta e un espressione di dolore dipinta in volto.

Tutti soffrivamo. Nessuno escluso.

Si avvicinò e mi abbracciò teneramente,quasi a proteggermi dai miei stessi sentimenti.

“Grazie a Dio”pensai. Avevo bisogno di un abbraccio.

Mi accarezzò le guancie e mi portò davanti allo specchio.

Mi guardai e notai le mie occhiaie spaventose. Avevo due avvallamenti neri sotto gli occhi.

Presi del fondotinta e lo spalmai sul viso cosicché potessi sembrare più rilassata. Anche se ero tutto l’opposto.

Infilai le scarpe e presi il cappotto,ma,prima che uscissimo,lui, si fermò davanti la cucina.

Entrammo e un forte odore di cibo mi invase le narici.

Un odore squisito se non fosse per lo stomaco che oramai si ero chiuso.

-mangia qualcosa-mi ordinò Liam.

Prese il piatto con il purè di patate e la cotoletta e me lo piazzò davanti. Era il mio cibo preferito e da tanto tempo non mangiavo.

-Non ti aiuta affatto digiunare e lo sai perfettamente-mi disse con tono severo.

Si sedette vicino a me e,dopo aver preso altro cibo per lui, ci sedemmo a mangiare in silenzio.

Mangiai tutto quello che conteneva il mio piatto e ,stranamente,non si fece vivo il sentore della nausea.

In seguito,uscimmo e ci dirigemmo alla chiesa in periferia di Londra.

 
 Entrai nella chiesa. Tutti davanti ad essa,mentre aspettavamo di entrare,avevano fatto le condoglianze a me,ai miei familiari e alla famiglia di Zayn.

Ma erano tutte immagini confuse e sfocate perché era come se vedessi Zayn ovunque mi voltassi.

Vedevo i suoi occhi cioccolato,il suo sorriso luminoso e la sua carnagione olivastra.

Potevo giurare di sentire anche il suo profumo.

Peccato che era tutto un illusione.
 
 
Ci sistemammo nei primi posti di fianco ai genitori di Zayn e la celebrazione iniziò.

 

Le lacrime iniziarono a scorrere silenziose sul mio viso. Lacrime traditrici.

Nessuno doveva vedermi in quello stato perché avrebbero capito che ero vulnerabile.

Nessuno. Ma era più forte di me e loro,indisturbate,continuavano a scendere.

Arrivò il momento di far parlare i parenti.

Parlarono prima Trisha,poi Doniya e infine Waliyha e Safaa insieme.

Io ero l’ultima.

Raccolsi tutto il coraggio che mi era rimasto,asciugai le incessanti lacrime e mi diressi verso l’altare.

 

-Ciao Zayn -iniziai con voce tremolate- o farei meglio a dire Amore. Mi sembra passato un secolo dall’ultima volta che lessi la tua ultima lettera.-proseguii insicura.
 
-Mi manchi da morire. Ti ho sempre sostenuto,su tutto,e spesso ti consigliavo. Ed adesso mi sento pienamente colpevole. Colpevole di ciò che ti è accaduto. Ma chi ero io per impedirti di inseguire il tuo sogno?-un singhiozzo mi scappò e subito lo repressi.- Spesso mi fermavo a pensare a come sarebbe stato il nostro futuro. Come mi avevi scritto tu in una lettera. Ci saremmo sposati e avremmo avuto tanti bambini. Ma questo purtroppo non accadrà. Ed è tutta colpa mia. Ricordati di me lassù. Ricordati che ti ho amato,che ti amo e che ti amerò per sempre-dissi e le lacrime trattenute vennero fuori come fiumi.

Il sacerdote mi guardava con le lacrime agli occhi e tornai al mio posto con gli occhi di tutti addosso.

Liam mi abbracciò e io poggiai la testa sul suo petto iniziando a piangere silenziosamente.

Trisha mi accarezzò un braccio e mi abbracciò.

-Veglierà su di te e sul tuo futuro -mi disse con voce ovattata.
 
 
 
Il resto della cerimonia passò lentamente.

Il trasporto della bara al cimitero fu,invece,molto più veloce.

Mentre ero in auto con mio fratello ricordai le parole del sacerdote.

-Figliola,abbi fede e sì forte. Lui sono sicuro che veglia su di te e ti avrà già assicurato un futuro migliore. Se hai bisogno vieni qui e ti aiuterò.- disse e mi abbracciò.
 
 Quel sacerdote mi aveva cresciuta ed io e Zayn eravamo più volte stati da lui quando avevamo problemi di coppia.

Un giorno ci aveva giurato che ci avrebbe sposato lui.

 
 
Continuai a piangere.
 
 
Dopo che ebbero murato la bara riuscii a vedere le scritte impresse sul marmo scuro.

Qui Giace

Zayn    Malik

12-01-93   16-05-2013
Dedica da : Katie Isabel Payne
 
“L'amore non è un vestito già confezionato,
ma stoffa da tagliare, preparare e cucire.
Non è un appartamento "chiavi in mano",
ma una casa da concepire, costruire,
                                                                                              conservare e, spesso, riparare.
                                                                                                 
Amore è desiderio divenuto saggezza;
l'amore non vuole possedere nulla, vuole solo amare.
E il nostro era un semplice progetto
che presto sarebbe divenuto un capolavoro.
Un vero amore.”

Che tu possa riposare in pace,amore mio.
 


Iniziai a tremare. Non per il freddo.

Vedere la sua foto mentre sorrideva su una bara era straziante.

Posai i fiori sulla sua bara e accarezzai la foto mentre il resto della gente dietro di me piangeva.

Rimasi in quella posizione per minuti che mi sembrarono anni e alla fine,Liam,mi posò una mano sulla spalla e mi invitò ad alzarmi.
 
Mi posizionai di fianco a lui e guardai le persone che portarono i loro fiori sulla tomba di Zayn.

Parlavano tutti ma io non sentivo nulla se non un brusio.


Morivo  dentro per l’ennesima volta.
 

Hola people!!!

Chiedo perdono in tutte le lingue del mondo per il capitolo deprimente. Ma capite la situazione.
E’ una storia anche dal carattere drammatico,di certo dopo un lutto non possono festeggiare.
Sinceramente il capitolo non mi dispiace. L’ho scritto in un momento un po’ strano e credo sia venuto bene. E’ anche un po’ più lungo del solito. Mi sono emozionata mentre lo scrivevo e spero vi faccia lo stesso effeto,soprattutto con la canzone.

Mah… anyway….dal prossimo capitolo alterneremo un po’ la depressione di Katie a momenti diversi.
Avete potuto notare che poveretta è distrutta e il fratellone la aiuta *-*
Poi bè…la dedica della tomba l’ho presa da una pagina su face book. Credo che sia davvero meravigliosa.

Spero che nonostante la storia sia “momentaneamente” deprimente continuerete a seguirla.

Inoltre,come avete potuto notare, ho cambiato un po’ il modo di scrivere. Questo grazie al consiglio di Gloria Horan. Mi è stata davvero di grande aiuto e la ringrazio moltissimo per questo.
Credo,infatti,che la storia così abbia un carattere più “da libro per così dire e mi piace moltissimo.

Come sempre scrivo spazi autrice infiniti ahahahha ma lo faccio anche per farmi conoscere meglio.

Come sempre mi scuso per gli errori e ringrazio tutte le meravigliose lettrici che mi seguono!Solo grazie a voi continuo a coltivare la mia passione per la scrittura.

Ringrazio soprattutto chi mi ha inserita tra gli autori preferiti!!

-Gloria Horan (oramai siamo diventate buone amiche tvb)

-cucciola95eli (ti ringrazio tantissimo)

-heartstyles (grazie mille anche a te tesoro)

-viviHarry_xeverZayn (migliore amica ti voglio un mondo di bene)

Ho pensato anche di inserire in questa storia,nello spazio autrice,lo spazio per la pubblicità. Quindi se volete contattarmi possiamo fare questi scambi pubblicitari. :D

Spazio Pubblicità:

“Just now” : http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2048146&i=1
 

Mie FF e OS:

“Are we friends or are we more?” FF:http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1795588&i=1

OS:

“Tutto nato per caso”: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1870651&i=1

“In un tempo lontano”: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1881512&i=1

 
Bacioni e alla prossima!!!  E se magari passate asciate anche una piccola recensione.

Ps: ultimamente sto finendo di leggere i malavoglia (classico non troppo noioso) e visto che ho già scritto una Os su l’Iliade avevo pensato di farne una anche su questo classico. E’ solo un idea e volevo capire nel caso chi la leggerebbe. Chiaramente prima di introdurre la Os spiegherei io stessa la trama del libro.

Ancora Bacioni
Giulia xoxo

Vi lascio con la meravigliosa Katie. Con la speranza che le torni il sorriso.

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Capitolo 7
*** First kiss. ***


                               



                                            Capitolo 7- First kiss.
 
 
 
 
 
 
**
 
Posai i fiori sulla sua bara e accarezzai la foto mentre il resto della gente dietro di me piangeva.
 
Rimasi in quella posizione per minuti che mi sembrarono anni e alla fine,Liam,mi posò una mano sulla spalla e mi invitò ad alzarmi.
 
Mi posizionai di fianco a lui e guardai le persone che portarono i loro fiori sulla tomba di Zayn.
 
Parlavano tutti ma io non sentivo nulla,se non un brusio.
 
 
Morivo  dentro per l’ennesima volta.
 
**
 

Passavano i giorni.

 Mi svegliavo la mattina, trascorrevo la giornata all’università  e dopo tornavo a casa.

Liam  mi teneva compagnia come meglio poteva e io gliene ero infinitamente grata.

Ogni fine settimana,inoltre,andavo al cimitero. Facevo infinite passeggiate e compravo dei fiori da portare sulla tomba di Zayn.

 

 

**

Stavo camminando per il cimitero. Raggiunsi la tomba di Zayn e vi posai sopra i fiori che avevo comprato per lui,peonie.

Quei fiori li avevamo raccolti un pomeriggio,quando eravamo solo amici.

Ricordavo quel momento come se fosse ieri.

 

*Flash back*

 

Mentre studiavo per l’imminente esame,il telefono posto accanto a me vibrò.

Lo presi e,dopo averlo sbloccato,notai l’icona tipica del messaggio non letto.

 

Da: Zayn

Ti va se oggi usciamo?

Xx

 

Leggendo il messaggio,sul mio volto si fece spazio un ampio sorriso e subito digitai una risposta affermativa che prontamente inviai.

Quel ragazzo aveva un non so che,che mi faceva uscire di testa. Era attraente e buffo al tempo stesso,simpatico e serio quando ce n’era bisogno. Era lui,unico nel suo genere e non riuscivo a
credere di poter ricevere queste attenzioni da parte sua.

Da:Zayn

Passo a prenderti tra mezz’ora ;) xx
 

Chiusi con forza il libro,provocando un tonfo,e mi precipitai in bagno per fare una doccia.

Data la calda giornata,ne approfittai ed indossai una maglia a manica corta e dei jeans con dei sandali. (http://weheartit.com/entry/72872318/tag/outfit?page=15)

Misi solo un po’ di matita nera sui miei occhi azzurri e sistemai i capelli,lasciandoli sciolti.

Dopo poco mi arrivò un messaggio di Zayn che diceva che era sotto casa mia.

Scesi di corsa,salutando mia madre e Liam che avevano un espressione scioccata e salii in macchina.

Lì trovai un Zayn sorridente che mi guardava da capo a piedi.

-Pronta?-mi chiese sorridendo e ingranando la marcia.


-Prontissima- risposi ricambiando il sorriso.

 Continuammo il nostro viaggio in macchina per circa mezz’ora,fino a quando giungemmo in una strada sterrata,con un bosco a lato.

-Tranquilla,non è tutto qui-disse sorridendo e scendendo dall’auto.

Scesi anch’io e lo seguii mentre faceva strada tra gli alberi.

Oltrepassate le prime file sbucammo in un immenso prato colorato,pieno di fiori.

Era davvero uno spettacolo mozza fiato.


A destra vi erano delle spighe di grano che risplendevano al sole.

-E’ davvero stupendo- dissi guardandolo in volto e sorridendogli.

Mi condusse al centro del prato e si sdraiò sui fiori. Lo imitai e notai che il sole era piacevole visto che l’aria era abbastanza frizzante.

-Come hai scoperto questo posto meraviglioso?- gli chiesi curiosa.

-Ci venivo sempre quando ero più piccolo. Portavo qui le mie sorelle  a giocare e ci divertivamo un mondo. Peccato che adesso siano cresciute un po’.-disse con lo sguardo probabilmente
immerso nei ricordi.

-Dovresti continuare a portarle qui. Anche se non sono piccole,si divertiranno- dissi continuando a guardare il cielo.

All’improvviso lui si mise a sedere e raccolse un fiore che non riuscivo a vedere bene mentre io imitavo la sua posizione.

Era una peonia bianca.

-Raccoglievano sempre questi fiori. Waliyha diceva che sono simbolo di raffinatezza,nobiltà ma anche timidezza.- esordì infine.

-Sono fortunate ad avere un fratello  come te. Si vede che tieni molto a loro. Mi sarebbe piaciuto avere un fratello maggiore-dissi mentre ammiravo la sua bellezza.

-Anche tu hai un fratello.- concluse.

-Si,e lo adoro come lui adora me. Ma un fratello maggiore è diverso. Noi,avendo la stessa età,abbiamo fatto tutto insieme e per certi versi eravamo anche complici. Anche se, Liam ha saputo
fare anche il fratello maggiore- dissi ridacchiando al ricordo.

-Si?E come?-chiese ridacchiando anche lui.

-Diciamo che a sedici anni il mio ragazzo mi aveva lasciata ed io quel giorno tornai in lacrime. Lui il giorno dopo gliele diede di santa ragione. E sottolineo che il mio ex era due anni più
grande- dissi scoppiando insieme a Zayn in una fragorosa risata.

-Bè peccato per quel ragazzo- disse guardando chissà dove mentre io arrossivo leggermente- non sa cosa si è perso- concluse voltandosi di scatto e posando le sue labbra sulle mie,in un bacio
caldo e voluto da entrambi.

 
*fine flash back*
 
Iniziai a piangere nuovamente. Come ogni volta che andavo a trovarlo. 

  E come ogni volta,mi sedetti a terra ed iniziai a parlare.

-Ciao amore. Sono di nuovo qui. Scusami se non posso venire tutti i giorni.-dissi con le lacrime che rigavano le mie guance.

-Tu come stai?-chiesi e  rimasi quasi delusa dal silenzio assordante che vi era nell’aria. Come ogni volta mi aspettavo una risposta che prontamente non arrivava.

“Povera illusa” pensavo. 

Cosa mi aspettavo? Lui non c’era più. Era lontano,così lontano che vedeva le persone come formiche. E chissà dov’era.

 

- Dove sei, se non sei qui vicino a me?Ho perso tutto, Ho perso te.- dissi scoppiando in un pianto isterico.-La tua assenza mi distrugge.- continuai.

-E lo sai cosa mi ha distrutto più di tutto?-chiesi a lui,riuscendo ad acquisire quella consapevolezza solo in quel momento.

-Non aver potuto far nulla per salvarti. Io ero qui e tu te ne eri già andato. Non ho potuto fare nulla. –continuai immaginando la scena .

-È che trovarsi di fronte a ciò che hai perso e non poter fare niente è come perderlo di nuovo. E scusa se non ti ho salutato, ma avrei voluto abbracciarti, e non si può.- conclusi lasciando i fiori
e riprendendo a camminare per tornare a  casa.

 
Mentre camminavo per le vie del cimitero,vidi una giovane donna in dolce attesa avvicinarsi ad una lapide e lasciare un fiore.

Si accasciò di fronte ad essa e toccò la foto,come feci io il giorno del funerale.

La donna sussurrò –perdonami,ma non ce la faccio. Aiutami,ho qui tuo figlio. Perché sei voluto andare in guerra?-disse la donna con voce stridula mentre piangeva.

Lì intuii tutto. 

Ripresi a piangere immaginando la scena di me,con un pancione,un nascituro da accudire ed il padre morto,che come un fantasma mi abbracciava da dietro ed io non me ne accorgevo.

Piansi anche per lei. 

Intorno a me vedevo solo dolore,dolore ovunque.

Tornai a casa.

Corsi in bagno,riempii la vasca di acqua calda e mi immersi in essa.

 

Andai in apnea chiudendo gli occhi e mi parse di vedere il volto di Zayn.

Il suo sorriso sempre luminoso,il suo ciuffo sempre perfetto,la sua carnagione color del cioccolato,le sue labbra tutte da baciare e i suoi occhi da ammirare.

 

Continuai a stare in quello stato con il suo volto di fronte capendo che ,per stare con lui,quello era l’unico modo.

Avvicinarmi alla morte.

 

 
Hola gente!!!
 
*si va a nascondere in un angolo al buio*
Lo so,odiatemi!!Avevo detto che questo capitolo sarebbe stato meno depresso ma è più forte di me e poi il prossimo PROMETTO che non sarà come questi ultimi.
Poi come base per scrivere questo capitolo ho usato Taylor Swift e Ed Sheeran. Mi direte povera Katie,ma dico subito che avrà anche i suoi momenti di luce anche se adesso sembra orribile.
Che ne pensate del suo discorso alla tomba?E del flash back del loro primo bacio? A me onestamente piace,voi fatemi sapere.
E scusate il ritardo,ma EFP ha deciso di non funzionare -.- 
Anyway…che ne pensate??Vi piace il flash back del loro primo bacio? Spero lasciate tante recensioni :D
Vi avviso da subito che non aggiornerò prima di lunedì 26 perché parto per il mare… 
Spero vi piaccia. E scusate gli eventuali errori :/
Bacioni
La vostra Giulia xx
Quanto può essere figa Katie?

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Capitolo 8
*** Sensations ***


                              


                      Capitolo 8- Sensations.
 
 
 
**
 
Corsi in bagno,riempii la vasca di acqua calda e mi immersi in essa.

 

Andai in apnea chiudendo gli occhi e mi parse di vedere il volto di Zayn.


Il suo sorriso sempre luminoso,il suo ciuffo sempre perfetto,la sua carnagione color del cioccolato,le sue labbra tutte da baciare e i suoi occhi da ammirare.

 

Continuai a stare in quello stato con il suo volto di fronte capendo che ,per stare con lui,quello era l’unico modo.


Avvicinarmi alla morte.
 
 
**
 
Sentii diversi rumori circondarmi ed avvolgermi ma, prima che potessi aprire gli occhi, il sonno mi travolse, imprigionandomi.
 
 
 
Sentii nuovamente dei rumori farsi spazio nelle mie orecchie e quella volta provai nuovamente a far distaccare tra loro le palpebre che non ne vollero sapere nulla di aprirsi.
 
Nuovamente ricaddi in un sonno profondo.
 
Piangevo.

Le lacrime scorrevano sul mio viso mentre ero chinata sulla tomba di Zayn.

D’un tratto tutto scomparve,vidi solo un lampo di luce bianca stordirmi.

E come ultima cosa, un volto.

 

Aprii gli occhi, richiudendoli subito per la troppa luce che filtrava dalle finestre.

Non ero a casa mia, ma bensì in una camera d’ospedale,da ciò che potei intuire.

Liam, seduto al mio fianco, mi teneva dolcemente la mano mentre mi sorrideva.

Aggrottai  le sopracciglia non riuscendo a capire come fossi finita lì.

Avevo diverse flebo che uscivano dal mio braccio e dal dorso della mia mano destra mentre,  il braccio sinistro, era totalmente libero.

Pian piano riuscii a focalizzare tutto meglio, riacquistando il possesso dei cinque sensi.

Sentii il tessuto fresco delle bianche lenzuola avvolgermi e il braccio destro leggermente indolenzito.

Sentii l’odore di disinfettante che impregnava la qualsiasi e sentii la gola secca.

 

-Ehi,come stai?- mi chiese mio fratello visibilmente molto preoccupato.

-Bene,ma che cosa è successo?- chiesi portandomi una mano in fronte, cercando di mettermi seduta ma,visto la forte fitta alla testa, mi sdraiai nuovamente.

 

-Sono tornato a casa e non ti ho trovata da nessuna parte. Il bagno era chiuso a chiave così ho buttato giù la porta e ti ho trovata priva di sensi sott’acqua. Ti ho presa,sdraiata per terra e
dopo averti fatto un massaggio cardiaco sei svenuta. Poi, ti ho asciugata, vestita e portata qui.- disse stringendomi la mano e fissandomi intensamente negli occhi.

Solo in quel momento ricordai cosa volevo fare.

Ero convinta che avvicinandomi alla morte avrei rivisto Zayn,ed in effetti ci ero anche riuscita. Avevo sognato il suo volto e per poco mi ero sentita bene.
 


-Non farlo mai più. I medici hanno ipotizzato che hai provato ad affogarti andando in apnea.- disse serio.

Aveva ragione. Avevo provato ad uccidermi e mi ero ridotta uno schifo.


 

-Quando posso tornare a casa?- chiesi con quel filo di voce rimasta.

 

-Per adesso hai in circolo tranquillanti e sedativi. Credo che,se starai meglio, domani potrai tornare a casa. Ma prima,- si bloccò prendendo un lungo respiro – devi giurarmi che non lo farai
più- concluse.

Era serissimo,come mai lo avevo visto così annuii con vigore.

 Il resto della giornata lo passai tra le visite dei miei genitori,di Rose e Mark e di Harry e Niall.

Ero stata felicissima quando Rose mi aveva invitata ad assistere alla sua prossima ecografia,l’unica cosa che riusciva a strapparmi un sorriso,in quel momento così buio, era il veder crescere
quella piccola creaturina all’interno del pancino di Rose.

 

**
 


Finalmente, quei due interminabili giorni erano passati.

Rientrai a casa mia, assaporandone il profumo e il calore.

Mentre Liam posava la mia roba nella mia camera, io, mi fermai a contemplare tutte le cornici riempite di foto mie e di Zayn.

Una nel giorno del mio compleanno. Una nel giorno del suo compleanno.

Una del giorno di natale,dove eravamo circondati dalle nostre famiglie.

 
-Vieni a riposarti- mi disse Liam dopo avermi raggiunta e dopo essersi accorto di ciò che stavo facendo.
 
Andai nella mia camera e, dopo aver indossato una tuta e una maglia di Zayn, misi un film all’interno del dvd.

Mentre guardavo il mio film preferito, mi beai dell’indumento che più profumava del mio ragazzo. Del mio ragazzo che adesso non c’era più.

-Come mai guardi Pearl Harbour?- mi chiese mio fratello entrando nella mia stanza e affiancandomi sul letto.

-E’ il mio film preferito- dissi tirando su col naso in modo poco fine,come mi era solito fare.

 
-Okay,vado a fare una doccia- disse lasciandomi un bacio sulla guancia.
 
Guardavo quel film da quando ero un adolescente ed era sempre stato il mio preferito. Ogni qual volta si arrivava alla scena della morte tragica di Danny io scoppiavo in un pianto isterico.

Anche quella volta che vidi quel film con Zayn non fu diverso.
 
 
*Flash back*
 
Eravamo sdraiati sul divano a guardare il mio film preferito,Pearl Harbour.
 
Zayn era dietro di me e con un braccio mi cingeva la vita mentre io facevo incrociare le nostre dita.
 
Quasi alla fine del film,scoppiai in un pianto isterico a causa della morte del protagonista.

-Ehi piccola, non piangere- mi aveva detto Zayn con voce roca.
 
Mi abbracciò e mi strinse forte fino a quando non mi calmai e caddi in un sonno profondo.
 
**
 
Prima che ciò ricapitasse, il campanello interruppe la tragica atmosfera.

Mi alzai e, dopo aver dato una veloce occhiata alla mia immagine riflessa allo specchio,  andai ad aprire.

 

Mi trovai davanti una ragazza di media altezza, bionda con meravigliosi occhi azzurri.

-Ciao, io sono Charlotte. Sono un amica di Liam, sono passata a trovarlo- mi disse la ragazza sorridendomi cordiale.

Charlotte, la famosissima Charlotte!

-Certo,  entra- dissi aprendo di più il portone e stampando in faccia uno dei miei più falsi sorrisi.

-Fa come se fossi a casa tua- Esordii- Liam sta facendo una doccia, nel frattempo posso offrirti qualcosa? Magari un the?-chiesi mostrandomi diversa.


Non volevo che quella bellissima ragazza fosse contagiata dalla mia tristezza e malinconia. Quel dolore era mio, e nessun altro doveva patirlo per me. Tanto meno volevo farle pena.

-Si, grazie- disse sedendosi in una sedia mentre io mettevo sul fuoco il bollitore.

-Io sono Katie, la sorella di Liam - dissi sorridendole.

-Mi ha parlato tanto di te- concluse – mi dispiace molto per il tuo ragazzo- disse in visibile imbarazzo e realmente dispiaciuta.

-Grazie- riuscii a sussurrare, travasando il the nelle tazze.

Continuammo a parlare. Mi raccontò che studiava lettere e che le piaceva molto leggere e anche scrivere, anche se non era sicura di essere brava in quell’ultima.


Ben presto, però,  i nostri discorsi furono interrotti da mio fratello che entrò in cucina con solo i pantaloni della tuta in dosso.

Vidi Charlotte diventare rossa dall’imbarazzo e per poco non scoppiai a ridere.

Mi ricordavano terribilmente me e Zayn.

 
Inizialmente Liam rimase spiazzato dalla presenza della bionda ma, in seguito,  la salutò con un bacio a stampo e dopo si voltò verso di me.

-Katie , lei è la mia ragazza.-disse sorridente.

Sorrisi a mia volta.

-Finalmente una cognata- dissi entusiasta mentre Charlotte rise.

Scambiai due parole con lei mentre Liam si preparava per uscire ed in seguito andai a dormire, sperando si ritrovare un po’ di pace nel sonno.

Magari sognando Zayn e riscoprendo le sensazioni che avevo provato nel sognarlo.

 
 
Odiatemi!!
Lo so,sono incorreggibile, chiedo venia. Però ho postato prima!! *balla la conga*

Vi spiego subito tutto. Stavo in vacanza e improvvisamente mercoledì piove e entra l’acqua a casa (avevamo affittato la casa al mare) così,dopo aver chiamato i padroni,abbiamo fatto le
valigie e siamo tornati!

Due palle!! Ahahha,volevo stare al mare Lperò adesso sto con voi!!

Innanzitutto vedete che Katie è salva! *tira un sospiro di sollievo*

Chi di voi ha mai visto Pearl Harbour??E’ stupendo *-*

Poi vediamo anche Liamuccio con Charlotte. Questa coppia sarà importante nei prossimo capitoli u.u

 
Pooooi… VOLEVO  RINGRAZIARVI  INFINITAMENTE  PER  LE  13  RECENSIONI  NELL’ULTIMO  CAPITOLO. I  LOVE  YOU   SO  MUCH!!

Infine come sempre vi lascio allo spazio pubblicità J

Mia FF  

“Are we friends or are we more?”:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1795588&i=1

Mie OS

“Tutto nato per caso”:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1870651&i=1

“In un tempo lontano”: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1881512&i=1

Altre FF

“Passion” :
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2100452

 A presto babies e spero passerete lasciando un vostro parere che mi renderebbe felice.

Scusate gli eventuali errori :/

Baci e alla prossima

Giulia xx
          
Che carini *-* 

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Capitolo 9
*** Carrots! ***






Capitolo 9-Carrots!
 

 
 
 

**

-Katie , lei è la mia ragazza.-disse sorridente.

Sorrisi a mia volta.

-Finalmente una cognata- dissi entusiasta mentre Charlotte rise.

Scambiai due parole con lei mentre Liam si preparava per uscire ed in seguito andai a dormire, sperando si ritrovare un po’ di pace nel sonno.

Magari sognando Zayn e riscoprendo le sensazioni che avevo provato nel sognarlo.
**
 
Un mese dopo…
 
Mi ero svegliata, come sempre, infreddolita,avvolta nelle lenzuola bianche del mio immenso letto, adesso, vuoto.

Liam non era accanto a me,forse la sera precedente era rimasto da Charlotte,pensai.

Non mi preoccupai più di tanto e mi alzai.

Presi i vestiti che mi servivano ed andai a farmi una bella doccia calda.

Mi tolsi i vestiti e li buttai in un angolo del bagno,mentre mi facevo bagnare dal dolce getto caldo dell’acqua.

I muscoli si rilassarono all’istante così potei bearmi di quei pochi attimi di pace che, come sempre, avrebbero lasciato spazio alla tristezza.

 

Stavo provando a reagire e ad andare avanti.

Studiavo e mi impegnavo all’università e ero anche riuscita ad ottenere dei lavori su commissione da parte di alcuni fotografi che mi pagavano bene.

Ero riuscita a realizzare il mio sogno da adolescente:

Trasformare la mia passione in lavoro.

E sembrava che tutto andasse bene da quel punto di vista ma ,in quel momento, le mie priorità erano altre.

Ero felicissima di essere riuscita a raggiungere il traguardo che mi ero prefissata ma mancava un tassello perché il puzzle fosse completo.

E quel tassello costituiva tutta la mia felicità che ,adesso, non c’era più.

Se ne era andata quattro mesi fa.

Quattro mesi dalla mancanza di Zayn. Due mesi in cui non speravo altro che tornasse presto ed altri due mesi di buio assoluto. Buio totale.

Uscii dalla doccia e misi i vestiti che avevo precedentemente scelto.

Un jeans stretto alla caviglia,un maglioncino bianco e delle scarpe comode.

Mi truccai leggermente e in seguito mi osservai allo specchio.

Gli occhi erano spenti, alle guance mancava il solito colore rossastro che le dipingeva.

Dopo aver constatato il mio cambiamento, presi la giacca e la borsa con tutto l’occorrente per il servizio fotografico, che dovevo, fare e uscii.

 
Quel giorno ero riuscita ad occuparlo dovendo fare delle foto per una coppia di fidanzati prossimi al matrimonio.

Avevano chiesto solo a me per le foto e avevano detto che volevano vedere qualche scatto prima,così gliene avrei fatti alcuni quel giorno.

Camminai,attraversando Hyde park e raggiungendo il luogo dell’incontro.

Trovai la coppietta intenta a scambiarsi dolci effusioni che furono interrotte appena si accorsero della mia presenza.

Dopo essersi scusati ed esserci salutati iniziammo a fare qualche scatto mentre notavo quanto fossero carini insieme.

Terminai velocemente gli scatti e assicurai loro che, entro tre giorni, glieli avrei fatti avere così da poter decidere visto che ero comunque una studentessa.

 

Tornai a casa stremata e mi sedetti sul divano….
 
Delle pareti pesca mi circondavano mentre non riuscivo a capire dove fossi. Mi guardai intorno in cerca di qualcosa o qualcuno.
Improvvisamente, una cresta corvina apparve davanti ai miei occhi facendomi salire le lacrime.
-Ti prego,non piangere. Odio vederti piangere- disse la voce vellutata del mio ragazzo.
Mi prese la mano e intrecciò le nostre dita che combaciavano perfettamente.
Quel contato  mi riscaldò dopo molto tempo che lo avevo sognato.
-Non piangere più- disse rassicurandomi e stringendomi a se.
Immobile mi beai di quel contatto così semplice e così importante. Respirai a fondo il suo profumo che mi inondò le narici in modo così piacevole da quasi farmi perdere i sensi.
 

 
Mi svegliai con la fronte imperlata dal sudore e le lacrime agli occhi. Dopo poco ero riuscita di nuovo a sognarlo.

Era sembrato così reale.

Il suo tocco,il suo profumo,la sua voce. Potevo quasi giurare di aver sentito tutto sulla mia pelle.

Decisi di dimenticare il tutto e presi il computer e le foto,provando vari effetti che, come sempre non mi riuscivano molto bene a causa della poca
dimestichezza che avevo con quel programma.

Dopo aver perso una buona mezz’ora provando di tutto sentii il campanello suonare e mi alzai per andare ad aprire.

 
-Ehi,Doni- dissi salutando calorosamente Doniya.

-Vieni,entra.- le dissi e la feci accomodare in cucina mentre preparavo il the.

-Come va a casa?-le chiesi.

-Diciamo come sempre-rispose.

Annuii e iniziai a pensare anche alla situazione della famiglia Malik.

-Tu,cosa stavi facendo?-mi chiese provando a cambiare discorso.

-Stavo provando a modificare degli scatti che ho fatto due ore fa,ma con questo nuovo programma non capisco nulla.-conclusi.

-Se vuoi ti posso aiutare-mi disse prendendo il computer.

Passammo un ora circa mentre lei mi spiegava tutti i trucchi per fare degli effetti davvero stupefacenti.

Dopo, mi disse che doveva andare e rimasi nuovamente sola.

Il mio stomaco iniziò a protestare prima che potessi iniziare a lavorare per gli scatti così mi alzai e, dopo aver constatato che a casa non vi era nulla da
mangiare, uscii per fare la spesa.

Mi strinsi nel mio cappotto e arrivai nel super mercato vicino casa.

Entrai e, dopo aver preso il carrello, iniziai a riempirlo di tutto ciò che mi serviva.

Presi la carne e mentre mi dirigevo alla cassa ,dopo essere passata nel reparto della verdura, vidi un ragazzo alquanto singolare iniziare ad infuriarsi con un
commesso.

-Come diamine è possibile che abbiate finito le carote?-chiese quello in preda ad una crisi isterica.

Mi fermai mentre controllavo il prezzo della frutta e guardai da lontano la scena.

-Ci scusi ma abbiamo finito la scorta-disse mortificato il commesso sulla quarantina.

-E adesso io come faccio?Dovete pur avere una scorta speciale di carote. Le carote piacciono a tutti!-concluse scompigliandosi i capelli.

Solo in quel momento mi accorsi effettivamente che le ultime due confezioni di carote le avevo prese io.

Così,dopo aver visto il ragazzo mandare a quel paese il commesso,mi diressi verso di lui.

Gli avrei dato le mie visto che erano di così vitale importanza.

-Scusami- riuscii a dire.

Il ragazzo si voltò e rivelò una meravigliosa chioma castana scompigliata che ricadeva su un viso, contornato da un leggero strato di barba che lo rendeva
molto affascinante e due occhi color acqua marina che subito mi scrutarono curiosi.

-Si?- mi rispose mentre io mi riprendevo dallo stato di shock momentaneo.

-Avevo preso io le ultime due scatole di carote. Se vuoi puoi prenderle- gli dissi mentre recuperavo dal carrello gli oggetti.

Riuscii anche  a notare il fisico ben curato che possedeva.

Un jeans stretto gli avvolgeva i fianchi e una maglia bianca si posava su quelli che sembravano essere dei perfetti addominali e pettorali, parzialmente coperti
da un giubbotto di jeans.

-Ti ringrazio. Sei davvero gentilissima.-mi disse sfoderando un sorriso abbagliante,mostrando una fila di denti bianchissimi .

-Di nulla- risposi, ricambiando il meraviglioso sorriso che mi aveva rivolto.

-Per ringraziarti ti offro qualcosa- mi disse mentre io lo ammiravo in tutta la sua bellezza.

-No,ti ringrazio, ma non c’è bisogno-dissi arrossendo leggermente. 

-Insisto- continuò sorridendo.

-D’accordo-mi arresi.

-Sono Louis. Louis William Tomlinson- disse porgendomi la mano libera dalle confezioni di carote.

-Katie- dissi ricambiando la stretta- Katie Isabel Payne- conclusi mentre ci conducevamo alla cassa per pagare il tutto,mentre io ero stranamente agitata.

 

Holaaaaaaa!!
Salve a tutte bellezze!Pensavate fossi morta?? E no,non vi siete liberate di me ahahhaha
Avevo solo mille impegni ed oggi sto aggiornando solo perché domani parto per la Germania *esulta*
Allooooooora….come richiesto basta depressione ahahha che personaggio singolare Louis vero?  Cosa pensate di lui?? E del sogno?
è.è sono cattivissima perché ora dovrete attendere. Inoltre vi dico che ho terminato la mia prima FF così dedicherò molto più tempo a questa :D
Certo mi è dispiaciuto lasciarla ma doveva finire prima o poi.
Come sempre ringrazio tutte coloro che recensiscono e leggono silenziosamente la mia ff. (per queste ultime fatevi sentire!!)
Fatemi sapere cosa ne pensate tramite una recensione :D
Vedo che state crescendo piano piano quindi vi ringrazio infinitamente.
Alla prossima
Bacioni
Giulia xx
Il nostro Louis *.*


E la nostra Katie *-*

 

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Capitolo 10
*** Hot Chocolate. ***




Capitolo 10- Hot chocolate.

 
 
 

**
-Per ringraziarti ti offro qualcosa- mi disse mentre io lo ammiravo in tutta la sua bellezza.

-No,ti ringrazio, ma non c’è bisogno-dissi arrossendo leggermente. 

-Insisto- continuò sorridendo.

-D’accordo-mi arresi.

-Sono Louis. Louis William Tomlinson- disse porgendomi la mano libera dalle confezioni di carote.

-Katie- dissi ricambiando la stretta- Katie Isabel Payne- conclusi mentre ci conducevamo alla cassa per pagare il tutto,mentre io ero stranamente agitata.
**
 
Camminavamo l’uno accanto all’altro per le strade di Londra. Un leggero vento soffiava e si infrangeva contro le buste della spesa leggermente pesanti.

Louis aveva insistito per portale lui così avevo accettato.

Entrammo nella caffetteria più vicina e ci sedemmo attorno ad un piccolo tavolo rotondo nero.

-Cosa prendi?-mi chiese con voce melodiosa mentre faceva uno dei suo abbaglianti sorrisi.

Strofinai le mani a causa del freddo e allungai le maniche del maglione così da potermi riscaldare meglio.

-Non saprei.-iniziai mentre una cameriera si avvicinava al nostro tavolo          
- Credo una cioccolata calda con scaglie di cocco- conclusi rivolta ad ella.

-Una anche per me grazie-continuò Louis sorridente.

Quel sorriso così sincero che lasciava intendere la sua spensieratezza e voglia di vivere al meglio,cosa che a me era mancata e non poco.

-Allora,cosa fai nella vita?-mi chiese mentre io alzavo gli occhi facendoli scontrare con i suoi pieni di felicità.

-Studio e quando ne ho  l’occasione prendo qualche impiego- dissi provando a essere più disinvolta e naturale,cosa che mi era sempre riuscita difficile.

-Cosa studi di bello?- mi chiese, avido di informazioni.

-Fotografia.-conclusi mentre vidi il suo volto illuminarsi più del dovuto.

-Davvero?-mi chiese incredulo.- Mi è sempre piaciuta la fotografia. Sin da piccolo rubavo sempre le macchine fotografiche a mia madre e puntualmente le
distruggevo-disse iniziando a sghignazzare mentre io lo seguivo a ruota.

Mi sentivo così leggera e fuori dal mondo. Per la prima volta dopo due mesi di sconforto ero riuscita a sorridere in modo sincero.  Senza essere forzata da
nessuno che soffriva per me e che mi implorava di sorridere.

Ringraziai mentalmente Louis e la sua risata contagiosa che mi aveva regalato degli attimi particolari.

-Tu invece- iniziai io sfacciata- cosa fai nella vita?-chiesi mentre lui poggiava il viso su una mano.

-Lavoro. Diciamo che non è molto entusiasmante il mio lavoro,almeno non come il tuo,però meglio di nulla- concluse senza scomporsi.

Continuammo a parlare mentre sorseggiavamo la nostra cioccolata, scoprendo di avere molte cose in comune.

Improvvisamente sentii il cellulare vibrare nella tasca dei jeans.

Lo presi e risposi subito notando il numero di Liam sullo schermo.

Mi tranquillizzò sul fatto che aveva passato la notte fuori e mi aveva assicurato che a cena ci sarebbe stato e che sarebbero venuti anche Harry e Niall.

-Chi era?- mi chiese curioso Louis dopo che ebbi terminato la conversazione.

-Mio fratello-risposi,per nulla infastidita dalla domanda che in tempi precedenti mi avrebbe irritata.

Chissà perché mi veniva così naturale sorridere ed essere cortese con quel ragazzo,forse perché mi aveva fatta ridere in così poco tempo,ispirandomi subito
simpatia.

-Hai un fratello?-iniziò- quanti anni ha?-mi chiese.

-Ventidue,siamo gemelli-dissi mentre lui mi ascoltava curioso.

-Tu?-continuai- Hai sorelle o fratelli?- chiesi.

-Ho quattro sorelle da parte di madre e una da parte di padre- disse mentre non perdeva la luce negli occhi.

Rimasi spiazzata da quella risposta e da quanta naturalezza aveva usato nel pronunciarla.

-I miei si sono separati quando ero piccolo-continuò,rispondendo alla mia domanda inespressa.

-Scusami- iniziai -non lo sapevo-continuai mortificata di aver toccato un tasto dolente della sua vita.

-Figurati,non potevi saperlo. Ed io oramai ci ho fatto l’abitudine. Sono grande e sono felice di essere il fratellone iperprotettivo- disse facendomi l’occhiolino
mentre io abbassai lo sguardo imbarazzata.

Dopo aver terminato la cioccolata ed essermi riscaldata,uscimmo e continuammo a camminare senza meta.

-Cavolo!-esclamò Louis guardando l’orologio -è tardi!-continuò.

-Vai,io torno a casa- dissi sorridendo.

-No,ti accompagno. Si sta facendo tardi e dieci minuti in più non sono una tragedia-disse ricomponendosi e sorridendomi.

-Devo fare a mia sorella la torta di carote. Aspetterà qualche minuto- continuò mentre gli indicavo la strada.

-Fa il compleanno?-chiesi mentre continuavo a camminare.

-No,ma mi piace viziarle- disse ammiccando.

Mi parve illuminarsi mentre parlava di loro,mentre le descriveva.

Parlò delle più piccole e di quanto lo adorassero,di quanto erano giocherellone e lui con loro.

Risi mentre mi raccontava le marachelle che aveva fatto da piccolo e mi stupii ancora una volta di ridere così spensieratamente e di gusto.

-Che fratellone modello-provai a prenderlo in giro facendolo ridere ancora di più.

Continuammo a camminare scherzando e parlando di tutto.

-Sono arrivata-annunciai appena giunta sotto casa.

-Ti porto le buste su. Sono pesanti- concluse non accettando obiezioni.

Salimmo le scale e dopo avermi lasciato le buste sulla soglia della porta calò un silenzio imbarazzante.

-Vuoi entrare?- interruppi il velo di imbarazzo creatosi.

-No,devo scappare ma sarà per la prossima volta. Mi ha fatto piacere vederci. Ti contatterò- disse e dopo avermi stampato un bacio in guancia mi lasciò sulla
soglia della porta, pensierosa e con lo sguardo perso.

 

 

I’m here baby!!
Giulia’s back! Ed ho anche cambiato il nickname! Vi starete chiedendo perché,bè mi dava fastidio il fatto che venisse frainteso “lavogliadipayne”,si intendeva la voglia sul collo ma molte mi prendevano per pazza pervertita lol
Quindi,visto che in Germania ho bevuto circa due/tre cappuccini al giorno (si,non sono normale) ho deciso di cambiare in MissCappuccino,spero vi piaccia C:
Passando al capitolo. Che ve ne pare?Carino?Pietoso?Indifferente?
Certo non accade nulla di che ma Katie e Louis si conoscono e parlano e lei signore e signori *rullo di tamburi* RIDE!!
Bè,ci saranno sorprese che svelerò in seguito u.u
Per il resto,la vacanza (a chi interessasse) è stata fantastica. Sono stata anche a vistare il campo di concentramento di Dachau. E’ stato un momento deprimente quanto educativo. Però mi ha fatto effetto.
Anyway,voi durante la mia assenza che avete combinato??
La scuola è iniziata? A me inizia il 17 T.T e non voglio tornarci,sono una dormigliona e le ore di sonno sottratte mi mancheranno. Inoltre domani vado a vedere finalmente This is us. Nel mio paese lo hanno portato più tardi che cazz,ma sono lo stesso super felice *-*
Mi siete mancate talmente tanto che mi sono messa a scrivere solo per voler leggere le recensioni che lascerete. Mi dispiace se è un po’ più corto rispetto agli altri ma prometto che il prossimo sarà più lungo.
Ho notato anche che siete diminuite rispetto allo scorso capitolo :/ se la storia non vi piace ditemelo.
Bè…alla prossima dolcezzeee!!
Aspetto tante recensioni :*
Scusate gli eventuali errori.
Giulia xx 

Qui Katie che ride *-*

E qui Louis *-*

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Capitolo 11
*** Mister Carota. ***





Capitolo 11- Mister Carota.
 

**
 
Continuammo a camminare scherzando e parlando di tutto.

-Sono arrivata-annunciai appena giunta sotto casa.

-Ti porto le buste su. Sono pesanti- concluse non accettando obiezioni.

Salimmo le scale e dopo avermi lasciato le buste sulla soglia della porta calò un silenzio imbarazzante.

-Vuoi entrare?- interruppi il velo di imbarazzo creatosi.

-No,devo scappare ma sarà per la prossima volta. Mi ha fatto piacere vederci. Ti contatterò- disse e dopo avermi stampato un bacio in guancia mi lasciò sulla
soglia della porta, pensierosa e con lo sguardo perso.
 
**
 
Dopo due ore ininterrotte di lavoro sulle foto che avevo scattato per un servizio assegnatomi dal professore, sentii il telefono squillare e subito risposi.
 
-Pronto?-iniziai non avendo riconosciuto il numero sullo schermo.

-Ciao Katie. Sono Doniya,come stai? – mi chiese pimpante la giovane ragazza, dall’altra parte del telefono.

Stava riprendendo a sorridere anche lei e ciò era positivo.

Zayn mancava terribilmente a tutti ma bisognava portarlo nel cuore e sorridere lo stesso.

Così avevo imparato stando quei pochi attimi con Louis che mi aveva saputo regalare tanta gioia..

-Bene. Tu?- le chiesi mentre iniziavo a riporre il computer.

-Benissimo. Ho bisogno di parlarti. Posso venire da te?- mi chiese emozionata e io risposi subito con un secco e felice si.

Chiuse la chiamata e in circa dieci minuti suonò alla mia porta.

-Ehi Dony,come mai così allegre?- le chiesi aspettandomi una risposta positiva.

Iniziò a raccontarmi di un ragazzo che aveva conosciuto la sera precedente dicendo che le era sembrato un ragazzo serio,carino e simpatico.

Poi però iniziò a lacrimare senza una spiegazione, così le presi un bicchiere d’acqua e scaldai del the per calmarla.

-Perché piangi? Pensi di non piacergli?- le chiesi,associando il pianto ininterrotto e isterico al famoso pretendente.

-No. E’ che- iniziò tremante posando il bicchiere nelle mie mani- Zayn avrebbe saputo giudicare benissimo. L’avrebbe voluto conoscere,avrebbe fatto lo
stronzo perché probabilmente sarebbe stato geloso però ci sarebbe stato- continuò facendo tornare la mia espressione scura.

-Lui c’è sempre- iniziai non volendo crollare di fronte la ragazza- ti sarà sempre vicino anche se non lo senti né lo vedi. Ti farà capire se quello è oppure no il ragazzo giusto per te ma devi reagire Dony.- continuai                     auto-convincendomi che anch’io avrei dovuto agire in quel modo.

-Sei una splendida ragazza, scommetto che se non sarà lui ce ne saranno altri di ragazzi per te. Ma non abbatterti perché il tuo fratellone è sempre, e dico
sempre, con noi tesoro- continuai cercando di tirarle su il morale non pensando però al mio cuore che si continuò a frantumare in miliardi di piccoli pezzi.

-Oddio scusami- iniziò ella portandosi una mano alla bocca.

-Io… scusami davvero tanto Katie.-iniziò più sconvolta di prima- Davvero,mi sarei dovuta sfogare con qualcun altro- disse abbracciandomi e continuando a piangere sommessamente.

-ehi, sai che per te ci sarò sempre. E anch’io soffro per Zayn. Ma so che mi è vicino e per questo lo amo più di prima. Troverai il grande amore che ti aiuterà a
superare tutto, come io l’avevo trovato in tuo fratello- dissi consolandola e autocommiserandomi.

Parlammo per un po’ e poi fu costretta ad andare grazie ad un messaggio del ragazzo che la invitava ad uscire.

Le augurai buona fortuna e , in seguito , andai a sistemare la mia camera.

Foto mie e di Zayn mi circondavano e provavano a farmi ricadere nella depressione che oramai stavo iniziando ad affrontare.

Reagisci” mi urlai mentalmente e riuscii a calmarmi.

 

-BOO!- mi urlò qualcuno alle spalle,buttandomi sul letto e spaventandomi a morte.

Mi trovai davanti due occhioni smeraldo più che conosciuti e un sorrisetto compiaciuto a dir poco.

-Brutto riccio idiota! Mi hai fatto prendere un colpo!- urlai mentre lui se la rideva.

-Riccio okay,idiota forse ma brutto no!- controbatté strappandomi una risata.

-Okay,okay come vuoi tu .- gli dissi spingendolo via da sopra di me e alzandomi.

-Come sei entrato?- gli chiesi, mettendomi le mani sui fianchi.

-Liam mi ha dato le chiavi per farti compagnia. Lui e Niall sono ad ordinare da Nando’s- rispose alzandosi e aiutandomi a sistemare le coperte sgualcite.

-Che ne dici se chiami la tua amica dell’università?- mi chiese guardandomi e facendo gli occhi dolci.

Presi il telefono e digitai velocemente il numero di Caty.

-Ciao bella donzella- le risposi pimpante,felice della sorpresa di uno dei miei migliori amici.

-A grande richiesta sei invitata a casa mia. Cibo di Nando’s- continuai facendo ridere la rossa.

-Arrivo subito- disse ella chiudendomi il telefono in faccia.

-Viene- conclusi mentre il riccio sorrideva vittorioso.

-Tanto non te la da- continuai scoppiando a ridere prendendomi una cuscinata in faccia, forse, meritata.

-Ehi!- ribattei con il cuscino più pesante facendo alzare i capelli di Harry in un groviglio indescrivibile.

Incazzato andò a pettinarsi in bagno mentre il campanello suonò.

Pensai subito a Caty ma, era effettivamente troppo presto, così aprii aspettandomi Liam e Niall.

-Rose- dissi stupefatta.

La bionda mi fissava commossa mostrandomi subito due ecografie del campione o della campionessa che portava nel suo ,oramai, pancione.

-E’ un maschio!- disse facendomi piangere dalla gioia mentre la abbracciavo.

Entrammo e parlammo di tutto mentre Harry continuava a rimirarsi davanti lo specchio.

-Guarda che sei bello lo stesso – disse Rose prendendo confidenza con il ragazzo che sorrise e arrossì impercettibilmente.

Continuammo a parlare della gravidanza che procedeva e del pancione che cresceva, diventando , a detta di Rose, leggermente ingombrante e fastidioso
visto che era abituata a dormire a pancia in giù.

Parlammo anche del piccolo campione che scalciava e che si faceva sentire e, quando mi fece mettere una mano sul quel pancione tondo, sentii il piedino muoversi e entrare in contatto , attraverso la pelle, con la mia mano.

Iniziai a piangere dalla gioia e Harry mi abbracciò da dietro emozionato anche lui.

Dopo mi sentii quasi obbligata a lasciare quel momento così bello solo alla mamma ma fui subito bloccata da Rose che guidò, con la sua mano, la mia,portandola di nuovo sul pancione.

Emozionata più che mai pensai a me con quella pancia e quella felicità indiscussa negli occhi.

E un groppo in gola si fece risentire.

Avrei voluto dei figli da Zayn ma ciò non sarebbe mai accaduto.

Stavo iniziando a ripensare alle lettere e a quanto tempo avessi speso a pensare  a lui e a versare lacrime sulla sua tomba.

Repressi la malinconia e la tristezza per non contagiare la bellissima e felicissima futura neomamma.

La abbracciai e sperai con tutto il mio cuore che potesse essere sempre felice come quel giorno.

Poco dopo si congedò e io cercai di mantenermi allegra agli occhi di Harry.

-So cos’è quell’espressione- iniziò il riccio mettendo le mani sui fianchi con fare sospetto.

“Beccata” pensai.

-Non voglio più vederti triste,okay? Troverai qualcuno per te e riuscirai ad essere felice,di nuovo- concluse prendendo le mie mani tra le sue e attirandomi a
se.

Provai a pensare a me con qualcun altro.

Tutti i volti che mi comparivano davanti avevano qualcosa di Zayn. Gli occhi, la bocca, il naso, il suo profilo perfetto e il suo meraviglioso sorriso.

Pensai a lui e al sogno fatto precedentemente.

Ricacciai le lacrime e mi strinsi forte ad Harry.

-Zayn non lo cambierò con nessuno. Lui è insostituibile e non c’è più posto per nessun altro nella mia vita- dissi dando voce ai miei pensieri più sconosciuti.

-Non è vero- controbatté il riccio ma bloccandosi dall’aggiungere altro per evitare di peggiorare il tutto.

Mi sfogai fra le sue possenti braccia e pensai a quanto avrei voluto abbracciare le braccia scure e tatuate di Zayn.

“ Amore mio mi manchi da morire” dissi mentalmente, come se avesse potuto sentirmi.

“anch’io ti amo” sentii risuonare un eco. Il mio subconscio iniziava a giocarmi brutti scherzi e per un attimo chiusi gli occhi,dimenticando il resto.

 

 
**
 
 
-O mio Dio, Niall!- urlai in preda ad una crisi nervosa.- Hai spazzolato il barattolo di Nutella- annunciai sconfitta.

-E adesso?- chiesi mentre Caty era pronta  a saltare sul biondo per, probabilmente, rompergli una gamba.

-Ne avevo già preso un altro- urlò il biondo prendendo un barattolo dalla busta e facendolo ondeggiare come in una pubblicità.

Continuò a tagliare il panettone e lo portò in tavola dove tutti iniziammo a farcirlo di nutella.

-Che bontà- disse Niall con la bocca piena.

-Biondo,copri quella bocca e si decente!- dissi io facendo ridere tutti.

Terminammo il dolce e il mio telefono squillò,segno che era arrivato un messagio.

 

Da: Sconosciuto.

Ciao bellissima,

ti mandato una foto della torta di carote che ho potuto fare grazie a te. Dovevi vedere la faccia delle mie sorelle J

Spero ti piaccia e chissà, magari potrei farla anche per te.

Notte

Mister Carota
 
Aprii la foto e vidi Louis con un grembiule bianco,il cappello da cuoco e la torta accanto.

Sorrisi istintivamente.
 
Eccomi quaa!!
Pensavate fossi morta eh?? Aahahahha per un attimo avevate sperato che vi sareste liberate definitivamente di me e invece eccomi qua a rompere.
Innanzitutto mi scuso per il ritardo (la prima volta in tutta la mia vita che posto in ritardo) ma capite bene che è iniziata la scuola e che adesso si deve studiare.
Poi il latino mi sta mandando in pappa il cervello ma va be,non vi annoio con i miei problemi.
Innanzitutto Diana è ajhakjdhuayh *-* Posso morire felice e ho anche una grande notizia da darvi….
Quel fottutissimo giorno a San Siro ci sarò anch’io! Sarò lì,dentro quello stadio, a realizzare il mio sogno!!
Quindi vi sprono a credere nei vostri sogni e nel Never Say Never perché io non credevo che ci sarei riuscita.
 Certo,devo ancora prendere i biglietti,ma non voglio disperare.
Poiii… passiamo alla storia.
Innanzitutto in questo capitolo c’è l’umore di Katie che è altalenante e non poco,un po’ come me in questi giorni e sapete che scrivo i capitoli anche in base a ciò che provo.
Bè,Hazza carino *-*
Allooora, il nostro Mister carota,tenero anche lui *-* Ma chi sarà il vero Louis?
e.e lo scoprirete leggendo. Poi ho scritto un po’ di più,come mi avevate chiesto ;)
Inoooltre, vi devo annunciare che aggiornerò quando avrò tempo quindi non so dirvi se la prossima settimana o fra due. Davvero,i compiti mi stanno praticamente distruggendo e ogni giorno ne esco stremata.
 Quindi vi invito a recensire in molte e anche, solo se volete, a consigliare la mia FF ( se vi piace ovvio). Potete anche chiedermi pubblicità,non esiterò a farla :D
Bè… che dire. Ringrazio dianadihaz, la mia migliore amica, che mi sostiene sempre e vi invito anche a passare dalla sua FF :
http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1796550&i=1
Mi scuso per gli eventuali errori ma sto scrivendo tutto di sera :/
Per il resto alla prossima.
Bacioni bellezze.
Giulia xx

Katie che legge il messaggio *-*


 

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Capitolo 12
*** Some doubtful. ***





Capitolo 12- Some doubtful.
 

 
**
 
Da: Sconosciuto.

Ciao bellissima,

ti mandato una foto della torta di carote che ho potuto fare grazie a te. Dovevi vedere la faccia delle mie sorelle.

Spero ti piaccia e chissà, magari potrei farla anche per te.

Notte

Mister Carota 
 
Aprii la foto e vidi Louis con un grembiule bianco,il cappello da cuoco e la torta accanto.

Sorrisi istintivamente.
 
**
 
-Ehi ehi, la mora sorride! E come sorride- disse quello stupido del riccio.

-Ehi ehi, ma lo sai che sei un cretino?- gli risposi sorridendo e prendendolo in giro.

-Ma dai che nessuno crede alla storia dell’amica,anche perché Caty è qui- disse quello con fare da capitan ovvio.

-Infatti non ho mica detto che è un amica- risposi a tono mentre tutti mi fissavano indagatori,volendo sapere chi fosse il mio interlocutore.

Harry, con uno scatto, corse verso di me e mi tolse il telefono dalle mani prima che io potessi divincolarmi dalla sua presa ferrea.

-Mmm- iniziò sorridendo mentre alzava il braccio cosicché io non arrivassi all’altezza del telefono- Chi è questo mister carota? – mi chiese ammiccando.

-Dai smettila- dissi ridendo mentre Caty sorrideva e Liam mi guardava stranito. Solito gelosone esagerato.

-E’ un amico- risposi dopo aver preso il telefono.

-Si si, un amico- rispose ridendo il riccio ,scatenando la risata di Niall e di Caty.

-Ma smettetela!- dissi esasperata e andai dritta verso la mia camera.

-Dai Kat,vieni qua- disse mio fratello prendendomi di peso e trascinandomi nuovamente nella stanza con gli altri.

Dopo aver scherzato un po’, Harry,Niall e Caty tornarono a casa loro e rimanemmo io  e Liam a sistemare quel po’ di trambusto in giro per casa.

-Allora,come hai conosciuto questo ragazzo?- mi chiese mentre sistemava i cuscini sul divano.- non me ne hai mai parlato- concluse tranquillamente.

-L’ho conosciuto oggi infatti. – dissi mentre continuavo a raccontare l’incontro tra me e Louis.

-Be,è un po’ bizzarro il ragazzo e… come hai detto che si chiama?- mi chiese volendo sembrare indifferente, anche se sapevo perfettamente che moriva dalla
voglia di sapere chi fosse.

-Louis- risposi alla sua domanda.

-Adesso sono stanca, vado a letto. Notte bro- dissi stampandogli un bacio in guancia e dirigendomi nella camera da letto.

 

 

 
**
 
 



Mi svegliai a causa della continua vibrazione del mio cellulare. Ancora insonnolita mi girai dalla parte opposta e, appena sentii la luce colpirmi gli occhi, li
aprii lentamente.

Mi guardai un po’ intorno e in seguito presi il cellulare che aveva cessato di vibrare.

 

Da: Mister Carota

Spero di non averti svegliata, ti andrebbe di fare due passi più tardi?

 

Sorrisi pensando a quel nomignolo che gli avevo attribuito e risposi affermativamente al messaggio chiedendo l’ora e il posto dove ci saremo dovuti
incontrare.

 

Va bene se passo a prenderti io a mezzogiorno? Ti porto a pranzo fuori :) 
 
Fu la sua risposta, alla quale contraccambiai nuovamente in modo affermativo.
 
Notai l’orario e, svogliata, mi alzai per prepararmi.
 
Feci colazione e mi vestii pensando a come avrei potuto passare la giornata.

Pensai che Louis sembrava davvero un bravo ragazzo,sincero e leale.

Infilai velocemente un jeans e un maglioncino e dopo aver messo degli stivali neri non molto alti, riempii la borsa di tutto ciò che mi occorreva.

 

Per ingannare l’attesa andai in cucina e mi posizionai sul divano accendendo la televisione.

-Come mai già pronta per uscire di domenica mattina?- mi chiese Liam ancora assonnato.

Era sempre stata un abitudine di famiglia dormire fino a tardi la domenica e , in effetti, ero stupita anch’io di essermi alzata rapidamente.

-Esco- conclusi , fingendomi interessata al programma televisivo dove ragazzi e ragazze convivevano in una casa lussuosa.

-E con chi esci? – mi chiese Liam mentre si preparava una tazza di latte e prendeva i biscotti dalla dispensa.

-Con Louis- dissi sperando di non ricevere altre domande dal mio fratello gemello.

Stava per chiedermi qualcos’altro quando sentii il mio telefono squillare.

-Mamma- dissi entusiasta di sentire la voce di mia madre.

-Tesoro,come stai? Venite tu e Liam a pranzo qui oggi?- mi chiese e io guardai interrogativa mio fratello.

Posi la domanda a Liam che disse che aveva da fare e congedai mia madre dicendo che entrambi avevamo altri piani ma che saremo passati il giorno dopo.

-A domani allora. Un bacio- concluse mia madre prima di riattaccare.

Ricevetti un messaggio da Louis e, dopo aver salutato mio fratello con un bacio in guancia, scesi velocemente le scale ritrovando davanti il portone un auto
bianca al cui interno vi era Louis con il suo splendente sorriso.

Scese dall’auto e mi salutò con un abbraccio, mentre mi faceva cenno di salire in auto.

Sorrisi e mi liberai di un grosso peso che avevo avuto nello stomaco fino a poco tempo prima. Sensazione sconosciuta e non identificata.

 
Ma molto piacevole.
 
-Allora,come hai passato la serata ieri?- chiese mentre notava il mio sguardo assente rivolto al paesaggio.

-Nulla di che. Ho cenato con i miei amici e mio fratello. Tu,piuttosto, come è andata con le tue sorelle?- chiesi volendo evitare qualche domanda scomoda e cercando di capire se fosse un tipo chiacchierone o chiuso.

Iniziò a parlare della preparazione della torta, della cena, delle sue sorelle fino a quando non seppi quasi quanti capelli avessero in testa.

Parlava e parlava di loro, in maniera ininterrotta e spontanea quasi stesse parlando con una persona che conosceva da una vita.

Sorrisi a tutto ciò che diceva, alle battute, alle marachelle che aveva combinato quand’era bambino.

-Avresti dovuto vedere la faccia di mia madre quando mi ha trovato in cucina con le uova tra i capelli, i gusci sugli occhi, e i vestiti pieni di cioccolato e
farina. Quella volta si è infuriata- disse ridendo a crepapelle.

-Ma adesso raccontami un po’ di te- iniziò e lì mi bloccai- di tuo fratello,della tua famiglia- iniziò provando a spronarmi.

-Be,vivo con mio fratello, faccio l’università, ma già lo sai, e la mia famiglia è normale, una come tante altre. Mio padre Geoff lavora in un azienda, nel settore
delle finanze e robe simili mentre mia madre lavora in ospedale.- risposi tranquillamente, omettendo una parte del mio passato che non volevo tirare fuori.

-Per che azienda lavora tuo padre?- mi chiese facendosi pensieroso.

-Per un azienda di materiale elettrico. Lui però non scende in fabbrica ma sta sempre nella sede principale a sbrigare commissioni riguardanti il commercio
con le altre aziende eccetera. Diciamo che non mi ha mai spiegato bene il suo lavoro,forse perché neanche io gliel’ho mai chiesto.- conclusi riflettendo sul
poco tempo che dedicavo al rapporto con i miei genitori.

Avrei voluto sapere molto di più ma , da qualche mese, mi ero chiusa a riccio e non parlavo molto con nessuno.

 

Continuammo tranquillamente la nostra conversazione sino a quando giungemmo in un piccolo ristorante al centro di Londra.

Appena entrammo notai subito il lusso che vi era. Tovaglie di seta, argenteria appena lucidata e , pezzo forte,  bicchieri di cristallo.

Non ero mai entrata in un ristorante simile e ,nemmeno pensavo, che mi ci avrebbe potuto portare un ragazzo come Louis.

Sembrava più uno di quei ristoranti per i ricchi sfondati, a cui non importa di spendere un patrimonio per un pranzo perché lo possono fare.

Ci dirigemmo verso il nostro tavolo e continuai a crucciarmi su quel pensiero.

Louis mi aveva detto di lavorare ma non mi aveva mai detto che lavoro faceva.

Poco importava, adesso non avevo intenzione di rovinarmi il pranzo anche se non credevo di avere bisogno di così tanti soldi per pagare. Chissà se mi
sarebbero bastati.

Ordinammo ciò che più ci piaceva del menù e iniziammo nuovamente le nostre solite conversazioni,alleggerendo la tensione che avevo dentro.

 

 
 
**
 
 


Passammo la giornata in tranquillità assoluta. Il mio portafogli era rimasto lo stesso perché Louis aveva pagato senza nemmeno chiedere e,nonostante le mie obiezioni, aveva tirato fuori la carta di credito e l’aveva data al cameriere.

 
Passeggiamo per Londra,per Hyde park e per negozi dove iniziavamo a intravedere qualche decorazione di halloween. I mesi continuavano a passare e a me sembrava incredibile che fosse già arrivato ottobre.

Tutto fu semplice e mi rese leggera, come quando stavo con Harry o con Niall.

Louis,infatti, stava diventando un buon amico.

Anche se,  credevo, anzi, ne ero sicura, che mi avesse omesso qualche particolare riguardo la sua vita.

Ma d’altra parte neanche io avevo detto tutto.

Continuammo a passeggiare fino a quando decidemmo che si era fatto tardi e che era meglio tornare a casa, dato che il freddo iniziava a diventare pungente.

Arrivati sotto casa, lo salutai con un semplice e breve abbraccio e salii le scale spedita.

 

 

Holaaaaaa!!

Come state belle bimbe?? Spero bene. Io diciamo che me la cavo e mi impegno per aggiornare e per studiare ;)
Che dire, che ne pensate? Non è granchè , a mio parere, ma spero vi piaccia.
Cosa pensate dei dubbi di Katie riguardo Louis? E secondo voi che cosa ha omesso lei del suo passato?E lui? Cosa nasconde?
La prima francamente non so cosa direte ma la seconda non è difficile da indovinare.
Bè, innanzitutto ringrazio tutte coloro che hanno recensito i precedenti capitoli.
Coloro che preferiscono/seguono/ricordano la mia storia.
Spero di sentirvi tutte :D
Poiii avete sentito l’annuncio della twitcam del 23 novembre? Sono strafelice di poter vedere il video diary che aspettiamo da due anni.
Poiii, non so quando aggiornerò. Sia per la scuola che per il fatto che giorno 14 faccio il compleanno e non so ancora come organizzarmi.
Bene,adesso vi lascio.
Spero recensirete in tante e scusate per gli eventuali errori.
Bacioniiiii xx
Giulia
 

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Capitolo 13
*** Discoveries ***


Capitolo 13-Discoveries.
 
 
 
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Continuammo a passeggiare fino a quando decidemmo che si era fatto tardi e che era meglio tornare a casa, dato che il freddo iniziava a diventare pungente.
Arrivati sotto casa, lo salutai con un semplice e breve abbraccio e salii le scale spedita.
 
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Passarono due mesi. Due interminabili mesi in cui cercavo di non far intuire nulla a Louis riguardo Zayn.
Passavo la maggior parte del tempo con lui ed era diventato difficile nascondergli una parte così importante della mia vita, ma avevo deciso così.
Non volevo vedere pietà in quei meravigliosi occhi azzurri, sarebbe stato come uccidermi passo passo.
Odiavo vedere la gente compassionevole che si rendeva ridicola fingendo lacrime e dispiacere. Accettavo la compassione solo dei miei famigliari e dei famigliari di Zayn.
Loro erano le uniche persone che potevano capire cosa si provasse veramente.
Non era mai entrato in casa mia. Sarebbe stato troppo facile lì porre la domanda “chi è il ragazzo nelle foto?” e io non volevo sentire ciò.
Volevo solo contemplare quelle foto quando non avevo niente di meglio da fare e pensare ai bei momenti passati insieme.
Stavano succedendo così tante cose che ne perdevo il conto.
Doniya che era riuscita a uscire con quel ragazzo, Rose che era prossima al parto, ed io.
Io che avevo acquisito un migliore amico davvero fantastico.
Sempre sorridente, gentile, disponibile, affettuoso e umile.
La persona più umile al mondo.
Mi faceva ridere sempre anche se avevo l’umore nero. Non sapeva però, e non avrebbe dovuto saperlo, perché tante volte mi trovava di cattivo umore.
Non glielo avrei confessato .
 
Sistemai gli ultimi fogli di appunti e mi diressi fuori dall’università.
Come sempre, ad aspettarmi fuori c’era Louis.
Stavolta però, era appoggiato alla fiancata di un auto lussuosa nera, una volvo dedussi, e indossava un abito gessato blu che richiamava i suoi occhi.
I capelli scompigliati e quell’aria da ragazzo, però, non lo abbandonavano mai.
Sorrisi e ,confusa, mi diressi verso di lui.
-Ciao piccola- disse dandomi un bacio su una guancia.
-Buon giorno … carota? Sei ancora il vecchio Louis?- chiesi riferendomi al lusso che lo stava circondando.
-Ecco, a tale proposito- iniziò grattandosi la nuca- devo mostrarti e dirti un paio di cose- concluse, invitandomi a salire dal lato del passeggero.
Sospirai e chiusi la portiera,leggermente nervosa.
Che stava succedendo?
 
A quanto pare non ero l’unica ad avere segreti.
 
 
**
 
 
Imboccò una strada statale che conduceva alla periferia di Londra e mi guardai intorno.
Ceravo di dedurre dove mi stesse portando ma non riuscivo proprio a capirlo.
Non ero mai stata in quella zona. Guardai Louis e notai che aveva la mascella tesa e il corpo leggermente irrigidito. Sapevo che qualcosa lo turbava.
-Cosa devi dirmi?- chiesi sorridente e tranquilla, guardandolo.
-Ti ricordi che non ti ho mai parlato in modo dettagliato del mio lavoro?- rispose a sua volta con un'altra domanda.
Annuii e pensai a quando ci eravamo conosciuti.
Mi aveva detto che lavorava ma non aveva specificato mai cosa facesse.
Poco dopo accostò davanti un imponente edificio di specchi.
Lussuoso come tutto ciò che lo circondava.
Scese dall’auto e venne ad aprirmi lo sportello.
Scesi con ancora lo stupore dipinto in volto e lo guardai, aspettando che parlasse.
-Vedi, mio padre è il capo di quest’azienda.- iniziò ed io rimasi stupefatta.
-L’ha ereditata da mio nonno. Ed io lavoro nel settore dei finanziamenti.- continuò mentre lo ascoltavo rapita.
-Guadagna molti soldi e ne da a me altrettanti. Sicuramente sarai sconvolta, ma non volevo che diventassi mia amica perché sono ricco e cose del genere. E a me questa ricchezza, se devo essere sincero, non piace. Anzi, la odio.- continuò appoggiandosi alla carrozzeria dell’auto e mettendosi le mani ai capelli.
Era strano. Perché allora, la volta che eravamo usciti a pranzo mi aveva portata in un ristorante lussuoso?
-Quella volta ti ho portato in un ristorante lussuoso perché avevo fatto prenotare alla segretaria di mio padre. E lei rispetta i suoi gusti,non i miei. Io ti avrei portata al McDonald. – continuò rispondendo alla mia domanda inespressa con un sorriso amaro sul volto.- - E’ chiaro. Ho una bella macchina e una bella casa, i soldi non mi mancano. Ma solo in certi casi si può capire veramente ciò che conta.-concluse,con le ciocche di capelli ribelli che gli cadevano sul volto,nascondendo il suo sguardo al mio indagatore.
-Odio tutto questo.-aggiunse lentamente e con voce roca.- Mio padre si è arricchito e ha lasciato me e la mia famiglia senza porsi problemi. Io faccio da uomo in casa mentre lui se ne frega di tutto. Secondo lui, si occupa delle sue figlie firmando ogni mese un assegno generoso.- concluse sull’orlo dell’esasperazione. Tutto d’un fiato, scostandosi finalmente i capelli dal viso con un gesto secco. Fu lì che,incontrando il suo sguardo, capii tutto il dolore che mi aveva nascosto in quei mesi,capii cosa si celava dietro tutti i suoi atteggiamenti e verso gli sguardi pieni di dolcezza che riservava sempre quando parlava di sua madre o delle sue sorelle.
Gli andai in contro e lo abbracciai. Lo strinsi più forte che potevo. Capivo il suo dolore, anch’io ne avevo provato uno simile. Avevo perso Zayn.
E lui era come se avesse perso il padre, anche se era presente fisicamente. Condividere il dolore non mi era mai piaciuto, faceva riaffiorare anche il mio, e sapevo di essere scoperta.
Poggiò la testa sulla mia spalla e lo sentii sospirare affranto.
Perché non esistevano quelle vite perfette dove tutti si amano e dove i problemi non esistono?
-Non mi importa se sei ricco. Non sono i soldi a fare la persona. E sinceramente non riesco a credere come tu possa essere così umile nonostante la tua ricchezza. Sono rare le persone come te- conclusi stringendolo.
Mi sentivo sporca.
Mi aveva raccontato una cosa così importante per lui mentre io avevo paura di dirgli di Zayn.
 Ma la colpa non era sua. Mi fidavo di lui, ciecamente. Ero io che non ero pronta ad affrontare il tutto.
Ero io che avevo paura del suo giudizio. Ed ero io che gli stavo nascondendo una cosa troppo grande per entrambi.
-Grazie- sussurrò al mio orecchio e sorrisi.
-Ti devo fare vedere un ultima cosa- concluse invitandomi a salire di nuovo sull’auto.
Mentre ingranava le marce si diede uno schiaffo in testa con la mano.
-Che idiota!- disse- non abbiamo nemmeno pranzato!- concluse stupefatto della dimenticanza.
Nemmeno io me ne ero accorta.
Forse perché il tempo passava ed io ero indifferente a tutto.
O forse perché il tempo passava e, quando ero con Louis, scompariva tutto.
-Ti va una pizza?- chiese dandosi dello stupido.
Annuii e svoltò immediatamente.
Percorremmo una lunga strada e, dopo aver raggiunto la pizzeria, ordinammo due pizze da portare via.
Avevo paura che saremo finiti a casa mia e il mio primo pensiero fu “le foto di Zayn”, ma poi Louis mi sussurrò che avremmo mangiato in un altro posto.
Dopo aver preso le pizze tornammo nella sua auto e ci dirigemmo verso il centro di Londra.
Accostò sotto un grattacielo imponente e scendemmo.
Salimmo al quindicesimo piano e percorremmo un lungo corridoio prima di arrivare davanti un portoncino in ciliegio.
Appena lo aprì, un appartamento di notevoli dimensioni si presentò davanti ai miei occhi ed io rimasi allibita.
Arredato in modo moderno e lussuoso, sicuramente non nello stile di Louis, e allo stesso tempo sobrio.
Mi fece entrare e mi fermai al centro della’ampia cucina-salotto.
Una ambiente ampio, arioso grazie all’ampia vetrata, luminoso grazie alle tonalità chiare delle pareti.
-Quest’appartamento me lo ha comprato mio padre- disse posando le pizze sul tavolo.
Si tolse la giacca e slacciò la cravatta,lanciando tutto sul divano di pelle beige.
-Quindi abiti qui?- mi  sentii di chiedergli.
-Non proprio. Dormo quasi sempre da mia madre perché odio vederla sola e perché odio stare solo. Sto qui quando devo lavorare o quando la sera esco e faccio tardi- concluse slacciando i primi due bottoni della camicia- ti piace?- mi chiese insicuro.
-Si, è pazzesco- conclusi sorridendo.
-Diciamo che non è prettamente nel mio stile però non la disdegno- continuò sorridendo e sedendosi a tavola.
Mi sedetti di fronte a lui e mangiammo in silenzio.
Era tutto così stranamente piacevole che non osservai più l’orologio.
Mi beavo solamente della compagnia di Louis che, nonostante le rivelazioni non propriamente felici, era sempre allegro.
 
 
Holaaaaaaa peopleeee!!
Eccomi quaaa!! Sono tornata con questo penoso capitolo. Spero non vi deluda. L’ho scritto in una sera di ispirazione (che ultimamente scarseggia).
Ho pubblicato appena ho avuto cinque minuti liberi e spero che recensirete in tante. Sono davvero sommersa dalla scuola infatti oggi ho avuto compito di biologia e domani ho compito di latino (help meee).
Ultimamente mi è mancata la mia precedente ff. Mi manca la coppia Julie-Liam :’) Ma adesso abbiamo Katiee!!
Che ve ne pare della scoperta su Louis?? E pensate che Katie gli parlerà di Zayn??
A voi la parola ahahhaahah
Tengo a ringraziare molte di voi per il sostegno e per heartstyles che si è ricordata che oggi faccio il compleanno. Grazie mille tesoro J
Spero di non aver commesso errori,in caso contrario chiedo scusa :/
Spero do pubblicare prestooo.
Bacioni
Giulia xx

 

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Capitolo 14
*** Family and dreams. ***





Capitolo 14- Family and dreams.
 

 
 
**
-Quindi abiti qui?- mi  sentii di chiedergli.

-Non proprio. Dormo quasi sempre da mia madre perché odio vederla sola e perché odio stare solo. Sto qui quando devo lavorare o quando la sera esco e
faccio tardi- concluse slacciando i primi due bottoni della camicia- ti piace?- mi chiese insicuro.

-Si, è pazzesco- conclusi sorridendo.

-Diciamo che non è prettamente nel mio stile però non la disdegno- continuò sorridendo e sedendosi a tavola.

Mi sedetti di fronte a lui e mangiammo in silenzio.

Era tutto così stranamente piacevole che non osservai più l’orologio.

Mi beavo solamente della compagnia di Louis che, nonostante le rivelazioni non propriamente felici, era sempre allegro.
 
**
 
I giorni trascorrevano tranquillamente e si ripetevano quasi fossero sempre un ciclo.

La mattina all’università, il pranzo con Louis, lo studio a casa e la cena solitaria o a volte con Liam e già la giornata terminava.

Iniziavo a pensare di stare tornando a condurre una normale vita da ventiduenne, peccato che non mi sentissi sempre così.

Quel giorno io e Liam avevamo deciso di passare un po’ di tempo in famiglia, visto che era domenica, e dissi a Louis che ci saremo sentiti in serata.

Presi la giacca e chiamai Liam a gran voce, affinché uscisse dal bagno.

-Arrivo subito!- rispose mentre io ero impaziente davanti il portone.

Dopo che finì di prepararsi, uscimmo diretti a casa dei nostri genitori.

Era da un po’ di tempo che desideravo trascorrere la giornata con mia madre a preparare dolci e con mio padre a parlare del suo lavoro a cui, fino ad allora
mi ero interessata poco, ma che ultimamente avevo iniziato a conoscere.

Nelle ultime settimane avevo deciso di passare una serata con lui così, quando lo portai a cena, mi feci raccontare minuziosamente del suo lavoro e lui mi
spiegò tutto nei minimi dettagli.

Mi aveva detto che si occupava dei rapporti commerciali tra la sua azienda e le altre aziende a livello internazionale.

Ero rimasta affascinata da tutto il racconto così avevo deciso di dedicare l’intera giornata alla mia famiglia.

Dopo che Liam ebbe parcheggiato sotto cosa dei nostri genitori, scendemmo e aprimmo la porta con le chiavi di riserva.

-Buongiorno- dicemmo all’unisono mentre mia madre si affacciava dalla cucina.

Ella ricambiò il saluto e mi invitò ad entrare in cucina dove un ottimo odore di ragù mi riempì le narici.

-Stai facendo il ragù?- le chiesi con un sorriso a trentadue denti stampato in viso.

Annuì felice quanto me e la aiutai a preparare il pranzo.

Il ragù lo preparava sempre mia nonna la domenica, quando noi andavamo a pranzare da lei. Da quando non c’era più era come se fosse rimasta viva nei
nostri ricordi e continuassimo a ricordarla anche in quelle semplici cose.

Era morta di vecchiaia, dati i suoi novant’anni, e avevo accettato la sua morte reagendo e concentrandomi sulla mia vita che si stava creando con Zayn.

Ma poi se ne era andato anche lui…

Scacciai via tutti i ricordi, evitando di rovinarmi la giornata che si prospettava tranquilla.

Sorrisi a mia madre che continuava a canticchiare mentre mescolava il ragù nella pentola.

Sapevo cosa canticchiava. “Forever young” . Era la canzone che aveva ballato con mio padre il giorno del loro anniversario 25° di matrimonio, che avevano
festeggiato l’anno precedente.

Iniziai a cantarla insieme a lei e alla fine ridemmo per come ballavamo mentre la cantavamo.

Spensierata, mentre iniziavo a lavare le stoviglie che avevo sporcato mentre cucinavo, sentii il telefono vibrare nella tasca posteriore dei jeans.

Mi asciugai le mani e lo presi. Lampeggiava il segnale dei messaggi.

Aprii il testo che mi era stato inviato e scoprii che il mittente era Louis.

“Come procede la giornata in famiglia? Spero vada tutto bene, un bacio”

Questo era il contenuto e sorrisi  istintivamente, grata che mi avesse pensata anche solo per un minuto.

Gli risposi che andava tutto bene e chiedendogli come stesse andando la sua giornata e, in seguito, riposi il cellulare.

-Con chi messaggi?- interruppe il filo dei miei pensieri mia madre.

-Un amico- risposi, sperando che non traesse conclusioni affrettate.

-Mmm… e chi sarebbe questo amico?- mi chiese ammiccando.

Anche lei aveva sofferto alla scomparsa di Zayn. Era molto legata a lui e mi aveva sempre detto che era il ragazzo perfetto per me ma adesso stava cercando
di farmi reagire però, vedere Louis sotto quel punto di vista, mi fece desiderare ancor di più avere Zayn al mio fianco.

-L’ho conosciuto tre mesi fa. In un supermercato mentre facevo la spesa. E’ simpatico e molto gentile- conclusi mentre tagliavo l’insalata.

-Ma – stava per chiedere e si interruppe cercando le parole adatte- siete solo amici?- mi chiese non volendo toccare il tasto fidanzati.

-Si, solo amici- conclusi in tono fermo e deciso.

Volendo alleggerire la tensione creatasi, cambiò subito argomento, spiegandomi la ricetta di un dolce apparentemente buonissimo che aveva visto in
televisione.

Decisi di provare a farlo e , appena misi in forno il composto, un odore invitante si diffuse per tutta la stanza e ,data l’entrata improvvisa di quel golosone di
mio fratello, potei intuire anche nel resto della casa.

-Sei il solito goloso!- gli dissi ridendo e prendendolo in giro.

Mi diede una pacca scherzosa sul sedere e lo rincorsi per quasi tutto il salone mentre mia madre borbottava che sembrava una scena di quando eravamo
bambini.

Stanca, mi fermai e Liam ne approfittò per buttarmi sul divano e farmi il solletico come quando eravamo piccoli.

Risi a crepapelle fino a quando non smise e ci mettemmo seduti sul divano.

Ricevetti un ulteriore messaggio di Louis e, dopo aver  risposto, Liam mi pose una domanda alquanto ambigua.

-Come va?- mi chiese. Era una domanda strana ed aveva usato un tono strano nel pronunciarla.

-In che senso?- risposi con un'altra domanda.

-Con Louis intendo- concluse guardandomi e scrutando la mia espressione.

-Bene- conclusi, sapendo dove voleva arrivare.

-Ti piace?- mi chiese tranquillamente.
Ero sempre stata abituata a confidarmi con lui, a dirgli qualunque cosa e, proprio per quello, risposi senza nemmeno pensare alle parole che mi frullavano in
testa.

-Io amo ancora Zayn- dissi di getto e Liam annuì, aspettandosi una risposta come quella.

Mi abbracciò e poggiai la testa sul suo petto, il mio luogo da sempre preferito nei momenti più difficili.
Mi accarezzò la schiena e ricacciai indietro le lacrime, non volendo rovinare la giornata.

-Ti va se suoniamo un po’?- mi chiese.
Sin da quando eravamo bambini avevamo sempre avuto la passione per la chitarra e ,di fatti, sapevamo suonarla entrambi.

Andammo nella camera che era nostra prima che ci trasferissimo e, dopo aver tirato fuori dalle loro custodie le chitarre, iniziammo a suonare.

Un senso di pace mi invase i sensi e mi rilassai di colpo .
Continuai a suonare, beandomi del suono delle note e, poco dopo, mia madre ci urlò che era pronto il pranzo.
 
 
 
**
 
 
 
Mi ritrovai seduta sul divano, con lo stomaco che stava per scoppiare, visto che mia madre aveva abbondato molto nelle porzioni del cibo.
Stavamo guardando tutti insieme uno di quei film che ti fa venire le lacrime agli occhi dalle risate.
Dopo che il film terminò, Liam ricevette una chiamata da Charlotte, che ormai sapevo essere la sua ragazza, e io un messaggio da Doniya dove diceva che sua madre voleva che andassi a cena da loro.

Ero terribilmente indecisa. Avevo visto diverse volte Doni dopo la morte di Zayn, ma la sua famiglia , ogni volta che la vedevo, mi faceva venire un angoscia tremenda.

Ne parlai con mio padre mentre Liam raccontava di Charlotte a mia madre.

-Secondo me dovresti andare. Ti considerano una figlia, come noi consideravamo Zayn- concluse perdendosi in vecchi ricordi.

Concordai con lui, dopo minuti di accurata riflessione, e dissi a Liam di accompagnarmi a casa Malik.

 

 
**
 
 

Suonai il campanello e una sorridente Walihya mi aprì la porta.
Mi abbracciò forte e mi fece entrare mentre Safaa scendeva correndo le scale.

Anche lei mi accolse calorosamente e infine Trisha uscì dalla cucina con un grembiule da cucina indosso.

La sua reazione mi sconvolse e preoccupò. Gli occhi le diventarono lucidi e venne ad abbracciarmi forte mentre tirava su con il naso.

La strinsi a mia volta e sperai che la serata non degenerasse.

Fortunatamente, subito dopo, la tensione diminuì e l’atmosfera divenne più leggera.

Cenammo tranquillamente mentre, qualche volta, mandavo qualche messaggio di risposta a Lou.

Poco dopo tornai a casa stanca fisicamente e psicologicamente.

Mi misi sotto le coperte calde, accanto ad un Liam già profondamente addormentato. Presto scivolai anch’io fra le braccia di Morfeo.
 
Correvo più che potevo. Le gambe dolevano per l’incessante corsa e il fiato diventava sempre più corto.
Intorno a me un deserto ed una nube di fumo intenso che rendeva l’aria irrespirabile.
Urlavo.
Urlavo per la paura. Perché cercavo qualcuno. Perché ne avevo bisogno.
Infine vidi una figura venire verso di me. Mi fermai e poggiai le mani sulle ginocchia.
Provai a mettere a fuoco colui o colei che veniva verso di me ma la nube di polvere rendeva ciò impossibile.
Caddi sulle ginocchia e urlai con tutta l’aria che avevo nei polmoni e infine un tocco…
 
Sobbalzai e sgranai gli occhi. I sogni erano tornati a tormentarmi.
 


Giulia’s corner.  
Hola mia belle principesse. Come state?? La scuola? Io sto sopravvivendo a settimane molto intense e piene di studio, meno male che adesso però ho trovato qualcosa che mi piace fare infatti questo lunedì ho inziato a fare balli di coppia latino-americani insieme alla mia migliore amica Viviana (su efp “DianadiHaz” passate anche dalla sua FF) e ci divertiamo un sacco.
Poi Story of my life è la fine del mondo. E’ diversa dalle altre canzoni e mi fa emozionare ( mi ha fatta anche piangere però shhh)
Bando alle ciance.  Che ve ne pare di questo capitolo?Vi piace o vi fa schifo?
Personalmente mi piace. Vediamo Katie con la sua famiglia, che parla della sua infanzia e trovo sia una cosa carina anche perché io sono molto legata alla mia famiglia :D
Louis non è presente fisicamente ma si fa sentire…
E la parte finale? What do you think about it? Secondo voi perché reagisce così Trisha?
Cosa vi aspettate dai prossimi capitoli?
Dopo quest’interrogatorio vi saluto con un enorme bacio e scusate gli eventuali errori.
:**
Giulia xx
Su FB:
https://www.facebook.com/LavogliadipayneEfp?ref=hl
Su Twitter: @IwantmyHaz
Ed ecco la meravigliosa Katie con Liam :')

Kisses <3


 

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Capitolo 15
*** You must be proud of him. ***




Capitolo 15-You must be proud of him.

 
 
**
 
Urlavo.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                      […]
Caddi sulle ginocchia e urlai con tutta l’aria che avevo nei polmoni e infine un tocco…
 
Sobbalzai e sgranai gli occhi. I sogni erano tornati a tormentarmi.
 
**
 
Dicembre era ormai arrivato.
 Il freddo pungente mescolato al vento iniziava a soffiare tra i capelli, provocandomi freddo sin dentro le ossa.
Mi strinsi nella mia sciarpa e continuai a camminare, percorrendo quel sentiero che  conoscevo perfettamente.
Continuai a far ticchettare le suole degli stivali sul pavimento fino a quando raggiunsi la meta.

Mi fermai e riposi la rosa che avevo sempre portato in quelle occasioni. Accarezzai la foto e per poco non mi venne nuovamente il groppo in gola.
Era strano pensare che pian piano stavo imparando a non piangere ogni qual volta vedevo la lapide di Zayn.

Ripensai a tutto ciò che era successo quella settimana e iniziai a parlargli. Dall’università a Liam, alla mia famiglia, a Louis e alle sue sorelle che mi aveva fatto conoscere.
 

*flash back*

Scesi velocemente le scale. Louis mi aveva detto che mi avrebbe portato in un posto che non avevo mai visto e la curiosità ebbe il sopravvento su qualsiasi
altra cosa.

Salii sulla sua auto,  gli diedi un bacio sulla guancia e partimmo.
Elettrizzata,alzai il volume della radio e iniziai ad ascoltare una delle mie canzoni preferite.  Louis iniziò a ridere mentre mi vedeva fare la finta rock star che ringraziava il pubblico.
Sorrisi anch’io dandomi mentalmente dell’idiota.

Parcheggiò alla fine di una via sulla quale si affacciavano diverse case imponenti. Attraversammo un piccolo sentiero secondario e percorremmo la strada
alberata.


-Cosa c’è qui?- chiesi a Louis.

-Ho passato la mia infanzia qui. E nel posto dove stiamo per andare ci andavo sempre con i miei genitori la domenica- disse accennando ad un sorriso.

Per quanto non lo volesse ammettere, gli mancavano terribilmente i momenti con i suoi genitori quando erano ancora una coppia felice.

Lo avevo percepito diverse volte e quella ne era un ulteriore conferma.

Continuammo a camminare, stando attenti ai rami spezzati sparsi qua e là.
Stavo per cadere ma Louis mi afferrò per un abbraccio che non volle più lasciare, per evitare che si ripetesse l’accaduto.
Iniziai ad intravedere un prato verde e sporsi un po’ la testa. Alla fine del sentiero un grande prato con un lago al centro era circondato dal bosco.
Lo specchio d’acqua era spaventosamente grande e limpido e il tutto era perfettamente adattato alla temperatura di fine novembre.

-E’ fantastico- riuscii a dire sorridente, rivolgendomi a Louis che aveva un espressione soddisfatta a dipingergli il volto.

-Sapevo che ti sarebbe piaciuto. In primavera è ancora meglio ma si fa quel che si può- rispose mentre mi conduceva alle rive della distesa d’acqua dolce.

Improvvisamente si sdraiò sul prato e io lo imitai, assaporando l’aria pulita e gustandomi il panorama che mi aveva stregata.
Stemmo per circa mezz’ora in quella posizione: a ridere per i racconti di Lou e a pensare a idiozie.
Ma, improvvisamente,  sentimmo un rumore squarciare l’aria. Un tuono.

-Porca miseria. Non dirmi che vuole piovere proprio ora!- disse Louis mettendosi seduto a scrutare il cielo grigio.

-E’ meglio se torniamo in macchina. Il tempo si sta mettendo male- conclusi.

Annuì e aggiunse –Spero ti sia piaciuto anche se siamo stati poco. Ti riporterò qualche altra volta, promesso- concluse prendendomi una mano e sorridendomi.

Annuii, contenta delle sue attenzioni e iniziammo ad incamminarci verso l’auto.  Avremo  impiegato circa un quarto d’ora per arrivarci ma il tempo sembrava non essere dalla nostra parte.
A circa metà sentiero iniziammo a sentire i rumori tipici della pioggia e le gocce d’acqua bagnarci i capelli.
Lou mi prese per mano e iniziò a correre verso un altro sentiero.

-Tranquilla, andiamo in un posto dove possiamo ripararci- si affrettò a spiegare, vedendomi confusa.

Annuii e lo seguii mentre i capelli  grondanti d’acqua mi bagnavano il viso.
Giungemmo  ad un piccolo cancello in ferro battuto che Louis prontamente aprì.
Mi trascinò dentro e subito ci riparammo nella tettoia della dependance della villetta.

 -Louis!-esordii spaventata- è violazione di domicilio. Se ci beccano ci ammazzano- conclusi preoccupata.

-Tranquilla- iniziò- è casa di mia madre- concluse e sospirai.

Aspettammo che diminuisse la pioggia e in seguito salimmo le scale che conducevano all’entrata principale.

-Sei matto? Non voglio conoscere tua madre in questo stato e poi le sporcheremo tutta la casa- conclusi io in forte imbarazzo.

-Ma smettila- disse solamente e mi spinse all’interno della calda ed accogliente dimora.

Un camino scoppiettava e riscaldava l’intero ambiente arredato in modo classico e sobrio.

Due divani  stavano intorno al focolare e nel complesso la stanza era confortevole.

Prima che potessi dire qualsiasi cosa, sentii dei passi farsi sempre più vicini.

-Ciao fratellone!- esordì una bambina bionda con gli occhi color del mare.

Stava per saltare in braccio a Louis quando si accorse che era completamente bagnato.

-Ma chi è questa ragazza?- chiese sorridente e curiosa- E perché siete tutti bagnati?- continuò la bambina.

-Daisy, puoi chiamare la mamma?- chiese Louis abbassandosi all’altezza della sorella e sorridendole.

-Vado subito- disse la bambina e corse per le scale.

Rimanemmo fermi all’ingresso per evitare di sporcare ulteriormente e poco dopo notammo una giovane donna scendere dalle scale con molti
asciugamani. Accanto a lei una ragazzina sui quindici anni mora con il sorriso sulle labbra che salutò calorosamente il fratello.


-Piacere, io sono Johanna ma puoi chiamarmi tranquillamente Jo- disse la madre di Louis.

-Salve, io sono Katie Payne- la salutai stringendole la mano.

Ci porse gli asciugamani e ci invitò a sederci in cucina.

-Mio Dio, siete fradici- disse- Louis vai a farti una doccia e tu cara, vieni ti accompagno io- disse sorridendomi e facendomi segno di togliermi le scarpe e lasciarle nella lavanderia.
Salii le scale a piedi nudi e mi condusse in un suntuoso bagno.

-Qui puoi farti una doccia. Adesso dico  a Felicitie di portarti dei vestiti. Fa come se fossi a casa tua- disse sorridendomi e ,aprendo lo sportello del mobile del bagno, mi porse un accappatoio.

-Grazie mille- dissi rivolgendole un sorriso che ricambiò.

Entrò la ragazza mora che vidi prima e mi lasciò su una sedia dei vestiti puliti.

-Io sono Felicitie. Ma chiamami Fizzy, odio il mio nome per intero. E’ eccessivamente lungo.- disse ella sorridendomi- Appena finisci, qui c’è il phon e la
spazzola e tutto ciò che può servirti per  capelli. Poi mi chiami, sono nella stanza di fronte, e scendiamo. Mia madre sta preparando un the e i biscotti.- concluse felice e mi lasciò la mia privacy. 


Gettai i miei vestiti in terra ed entrai nella doccia.

Iniziai a lavarmi con i prodotti di casa Tomlinson e poco dopo uscii dalla doccia.

Dopo circa mezz’ora avevo già i capelli asciutti e uscii dal bagno che avevo rimesso in ordine.

Bussai alla porta di Fizzy e la trovai sul letto con le cuffie nelle orecchie.

Appena mi vide le tolse.

-Tutto fatto?- mi chiese sorridente.

-Si,grazie mille- risposi.

Prese i miei vestiti bagnati e li portò giù. Fortunatamente i vestiti che mi aveva prestato mi stavano perfettamente altrimenti avrei dovuto optare per una
tuta di Louis.


-Vieni cara- mi disse la madre di Louis mentre sfornava dei biscotti con le gocce di cioccolato.

Mi porse una tazza di the fumante e i biscotti mentre Louis, seduto di fianco  a me, sorrideva.
Fizzy nel frattempo fece partire il lavaggio della lavatrice con dentro i vestiti miei e di Louis, nonostante avessi protestato sul fatto che non fosse necessario.
La serata trascorse tranquillamente. La madre di Louis si mostrò molto disponibile e gentile e ci invitò a cenare a casa sua.
Louis mi costrinse ad accettare e passai una serata molto piacevole in compagnia anche delle sue sorelle.
 
*fine flash back*
 

I miei ricordi furono interrotti da una mano sulla spalla che mi fece voltare.

Due occhi azzurri preoccupati scrutarono i miei, inondati inconsapevolmente dalle lacrime.

Pietrificata non seppi cosa dire e lasciai che a parlare fossero i fatti.

 

 
**

 
 
-Che succede?- mi riscosse la voce profonda di Louis che , preoccupato, osservava i miei movimenti.

Non sapevo cosa rispondere.
Vedendomi in quello stato, si sporse per leggere le incisioni nella lapide e sgranò gli occhi.
Io, in cuor mio, soffrivo sempre di più. Gli avevo nascosto una cosa importante senza un perché, ma non riuscivo a pentirmene.
Era come se fosse un mio segreto che avevo dovuto custodire per farlo rimanere tale.
Il problema era che non sapevo nemmeno io il perché.

-Era il tuo fidanzato?- mi chiese con gli occhi sgranati.

Riuscii ad annuire lievemente e ad abbassare il capo. Mi sentivo in colpa e non sapevo come avrebbe reagito.

Sentii solamente due braccia stringermi forte e in quel momento mi sentii come se una mano avesse preso la mia, quando stavo per precipitare.
Affondai il mio viso nell’incavo del suo collo e inspirai a pieni polmoni con le lacrime agli occhi.
Rimanemmo così per circa dieci minuti e pian piano iniziavo a sentirmi meglio, quasi più leggera.

Mi staccai e lo vidi farmi un sorriso che apprezzai più di qualsiasi altra cosa.

Poi gli chiesi – Cosa ci fai qui?- cercando di non sembrare infastidita, perché non lo ero affatto.

-Due anni fa sono morti i miei nonni ed io ero in viaggio quando accadde. Erano come dei secondi genitori per me .- concluse rattristandosi un po’.

Poi continuò- Stavo per tornare a casa  e ti ho vista qui.- concluse.

Pensai a come iniziare il racconto ma le parole mi sembravano sempre sbagliate.

-Ti va se andiamo a casa mia e ti racconto lì?- gli chiesi.

-Non devi raccontarmelo se non vuoi- concluse con tono di scuse.

Lo zittii e, dopo essere saliti nella sua auto, ci dirigemmo a casa  mia.

 

 
**
 
 

Entrammo e lo invitai in cucina. Notò le molteplici foto mie e di Zayn. Dalle foto dove eravamo abbracciati e sorridenti alle foto dove vi era qualche semplice bacio.

Sembrò intenerirsi e mentre preparavo una cioccolata calda ad entrambi gli raccontai la nostra storia.

Sulle prime sembrò colpito dalla voglia di Zayn di entrare nell’arma ma poi capì che era un sogno come tanti, come lo era il mio di fare fotografia.

Terminato il racconto, mi prese una mano come a volermi rassicurare e mi disse – E’ stato un uomo davvero coraggioso e devi essere fiera di lui- lo disse
perché lo credeva davvero e lo potevo vedere nei suoi occhi.

Gli sorrisi e risposi –Infatti lo sono, molto- lo dissi perché nonostante fossi logorata dal dolore era vero. Ero fiera di Zayn e lo sarei sempre stata.
 
 
 
Giulia’s Corner.
Buongiorno e buona domenica giovani lettrici. Eccomi tornata con un altro capitolo che forse è uno schifo forse no. A voi la parola.
Come avete passato questi due giorni di vacanza? Io ho dormito!! *balla la conga*
AHAHAHAH lo so, sono una pigrona ma amo dormire. E Halloween? Io a casa con i miei migliori amici a ridere delle cazzate ma va beh.
Passando al capitolo. Siamo già al 15 *corre a piangere*
Mi sembra ieri il giorno in cui ho pubblicato il primo capitolo e invece è già passato un bel po’ di tempo. Ma dovrete sopportarmi ancora. Ho ancora molte cose per voi u.u
Allora… Katie parla dell’incontro con la Tomlinson  family e alla fine Louis viene a scoprire di Zayn. Vediamo Katie con sentimenti contrastanti e particolari.
Riguardo gli interrogativi che mi sono stati posti nello scorso capitolo per il comportamento di Trisha… credo ne parlerò nel prossimo perché altrimenti questo capitolo sarebbe diventato troppo lungo.
Beh… che dire, spero vi piaccia e spero che recensirete in tante c:
Vorrei anche ringraziare tutte coloro che mi seguono e sostengono sempre e comunque e vorrei ringraziare anche le nuove lettrici che sono state molto gentili. Infine vorrei esortare tutte le lettrici silenziose a farsi sentire acnhe per dire che il capitolo non lo hanno gradito eccetera. Anyway,I love u babies.
E mi raccomando per il record di visualizzazioni di “Story of my life”! Dobbiamo stare incollate al pc ragazze.
E un ultima cosa. Ho deciso di inserire uno spazio pubblicità alla fine di ogni capitolo, se volete potrei inserire anche qualche vostra storia.
Intanto passate da lei:
“Love other worlds”: http://efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=1796550
E per contattarmi qui:
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Bacioni e mi scuso per eventuali errori.

Giulia xx
   

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Capitolo 16
*** Escape. ***





Capitolo 16- Escape.



**
Terminato il racconto, mi prese una mano come a volermi rassicurare e mi disse – E’ stato un uomo davvero coraggioso e devi essere fiera di lui- lo disse perché lo credeva davvero e lo potevo vedere nei suoi occhi.
Gli sorrisi e risposi –Infatti lo sono, molto- lo dissi perché nonostante fossi logorata dal dolore era vero. Ero fiera di Zayn e lo sarei sempre stata.

**


Dopo un po’ di tempo dedicato semplicemente alle chiacchiere, decidemmo di sederci sul divano a guardare un film.
Preparai i pop corn mentre Louis, seguendo le mie indicazioni, prendeva le coperte e il dvd dalla libreria.
Tornai in salotto con due ciotole piene di schifezze e ci buttammo sul divano, pronti a ingurgitare tutto quanto.
Mi sedetti a gambe incrociate mentre Louis si sistemava con una caviglia sull’altra gamba.

Eravamo spalla contro spalla, concentrati nel film comico di cui scorrevano i titoli d’inizio. Partirono le prime scene mentre di tanto in tanto le nostre mani entravano in contatto all’interno della ciotola delle patatine. Ogni qual volta ci sorridevamo a vicenda e riprendevamo a mangiare tranquillamente. Avergli raccontato di Zayn mi aveva resa molto più leggera e tranquilla, sapevo oramai che tra noi non c’erano più segreti e questo mi rendeva felice. Lui mi stava facendo entrare di nuovo a contatto con la realtà, con la vita che mi ero persa perché ero troppo impegnata a piangermi addosso.

Adesso non ci sarebbe stato più tutto ciò. Non sarei ritornata sui miei vecchi passi. Avrei sofferto la mancanza di Zayn in modo diverso. Magari chiudendomi un giorno in casa a pensare a lui ma non sicuramente provando a raggiungerlo.

Scoppiai a ridere insieme a Lou quando un personaggio colpì un pilastro sul suo percorso. Era una scena banale ma pur sempre divertente.

Ridemmo a crepa pelle e nel frattempo iniziai a sentire freddo. Non capii nemmeno il perché ma i brividi si impossessarono del mio corpo portandomi a stringere sempre di più la coperta.

-Hai freddo?- mi chiese Louis stranito. Sembrava tranquillo con la sua maglia in cotone, mentre io morivo di freddo con un maglione.
Avevo sempre pensato che i ragazzi fossero delle stufe viventi ma mai in quel modo.
E ne ebbi la prova quando, dopo aver annuito, Louis mi passò un braccio intorno alle spalle e iniziò a strofinarlo sulle mie braccia infreddolite.
Apprezzai il gesto e mi strinsi a lui, mentre uno strano calore si espandeva in tutto il mio corpo facendo tornare la temperatura normale.

Mi sorrise e lo ringraziai. Non c’era imbarazzo in quel gesto, era semplice come lo era lui. Continuammo a rimanere abbracciati mentre ridevamo delle battute dei personaggi.

“Capelli lunghi e cervello corto” pronunciò uno degli attori, riferendosi alla moglie troppo testarda e , di conseguenza, secondo lui, stupida.
Louis scoppiò a ridere mentre io gli diedi un pizzicotto sul petto.

-Cosa vorresti insinuare?- gli chiesi nascondendo un sorriso mentre lui, come sempre sorridente, si voltava verso di me.

- Cos’è, pensi che mi riferisca a te?- mi chiese prendendo una ciocca dei miei capelli lunghi tra le dita.

Gli diedi un piccolo schiaffo sulla fronte e tornai a guardare il televisore.

Ripresosi dal mio gesto improvviso, iniziò a solleticarmi i fianchi facendomi scoppiare in una fragorosa risata.

-Dai Lou, smettila!- quasi urlai senza fiato.

Rideva con le lacrime agli occhi, vedendomi mentre quasi lo supplicavo di smettere. In quella posizione, sopra di me, si sentiva potente ed io in trappola.
Poi, dopo poco,perse l’equilibrio a causa di un mio movimento brusco e cadde con il viso di fianco al mio, sprofondando nei cuscini del sofà.
Alzò di poco il volto e mi guardò con sguardo furbo. Aprì la bocca, come voler dire qualcosa ma la richiuse immediatamente dopo. Iniziò a fissarmi, incatenando il suo sguardo cristallino al mio.

Era strano vederlo in quel modo. Mi fissava le labbra e io facevo altrettanto, riempiendomi di sensazioni quasi dimenticate e che pian piano iniziavano a farsi risentire.
Mi sembrava di stare in una bolla di sapone pronta a scoppiare da un momento all’altro. Il film non lo sentivo neanche, vedevo solo Louis a un centimetro dal mio viso e i suoi occhi acquamarina.
Sentivo il suo profumo rassicurante invadermi le narici, come se fosse un calmante.

Mi sentivo diversa, nuova.

Pian piano, continuando a fissare i suoi occhi nei miei, si avvicinò a me e fece incontrare le nostre labbra.
Rimasi sorpresa per la naturalezza con cui iniziai a ricambiare il bacio.
Non avevo mai pensato a Louis come un possibile fidanzato ma in quel momento non riuscivo a pensare ad altro se non a lui e alle emozioni che stava suscitando quel bacio.
Mosse le labbra sulle mie con decisione e quasi rimasi senza fiato.
L’istinto mi diceva di accarezzarlo, mettergli una mano tra i capelli ma rimasi immobile, come paralizzata.
Un improvviso calore mi inondò le guance e il corpo mentre la mente era completamente svuotata.
Continuammo a baciarci fino a quando accadde l’imprevedibile.

Un Louis sconvolto, si alzò improvvisamente rosso in volto mentre si passava una mano tra i capelli.

Rimasi a fissarlo allibita per qualche secondo mentre lui sembrava cercare le parole giuste.

-Oddio, scusami. Sono un coglione- iniziò mortificato e in forte imbarazzo.

-Ti giuro, non volevo. Dopo quello che mi hai detto…- si interruppe non sapendo cosa aggiungere. Prese la giacca mentre io continuavo a fissare inerme i
suoi movimenti. –Davvero, scusami. Adesso è meglio che vada- concluse e guardandomi incerto se salutarmi calorosamente o no, decise di varcare la soglia
della porta facendo solo un piccolo cenno.

Rimasi immobile mentre oramai i titoli di coda del film riempivano lo schermo della televisione.

Perché aveva reagito in quel modo? Non lo avevo respinto, anche se adesso mi sembrava completamente sbagliato ciò che avevo fatto.

Non ero riuscita a fermare il tutto. Avrei potuto risolvere la situazione distogliendo lo sguardo a tempo debito ma mi ero lasciata incantare dai suoi occhi
meravigliosi.

Ed adesso, senza un perché, mi sentivo ferita. Era lui che ultimamente mi era sempre stato vicino ed adesso, sentirlo così lontano, mi faceva stare male.

Perché mi aveva baciata se dopo aveva detto di non volerlo fare?

Ero confusa così decisi di non rimuginarci a lungo e di andare a dormire, con un peso in più.

Era cambiato qualcosa nel mio cuore?




**



Mi svegliai con ancora le immagini della sera precedente a farsi vive nella mia mente.

Decisi di cacciarle via e di prepararmi ad andare all’università.


**


Terminata la mia giornata scolastica, fuori dall’università non vidi Louis come mi aspettavo.

Così camminai verso casa immersa nei miei pensieri. Ero estremamente confusa. Cosa gli passava per la testa? Prima mi lasciava di sasso su un divano a rimuginare sul suo comportamento e poi non veniva nemmeno a prendermi come era solito fare. Non ci stavo davvero capendo più nulla.
A interrompere la corrente di pensieri e la confusione che avevo in testa fu la suoneria del cellulare.

-Pronto?- risposi con la voce arrochita dal freddo.

-Ciao bellissima- disse la voce squillante di Rose.

-Ciao bella- le risposi tornando allegra.

-Vieni a pranzo da me? Mark è a lavoro e il piccolo dorme- disse felice.

Le dissi di si e mi incamminai verso casa sua che era poco distante dalla mia.

Aveva partorito il mese prima, con un po’ di anticipo, ma il piccolo Alexander era sano e in perfetta forma.

Arrivai da lei che mi aprì sorridente mentre un profumo delizioso si impossessava dei miei sensi.

-Come va?- le chiesi appena ci sedemmo a tavola.

Mi sorrise e mi raccontò di Mark che la aiutava con il piccolo, che si alzava la notte per prenderlo e metterlo nel letto affinché lei lo allattasse.

Ero rapita dal suo racconto mentre terminavamo il pranzo e il piccolo angelo si svegliava.
-Ha sicuramente fame- disse guardandolo con amore.

Lo prese e iniziò ad allattarlo mentre si sedeva sul divano ed invitava anche me a farlo.

Rifiutai e iniziai a pulire le stoviglie.

-Oggi sei strana- iniziò quasi leggendomi nella mente- E’ successo qualcosa?- mi chiese preoccupata come se si aspettasse da un momento all’altro un mio
totale sfogo o una sfuriata.

-Non lo so- iniziai sistemando i piatti al loro posto.

-Cioè?- mi spronò a iniziare il racconto.

Era strano ripensare a ciò che era successo e non ero sicura di aver fatto abbastanza chiarezza su ciò che pensavo e provavo.

Rose sapeva di Louis, lo aveva conosciuto perché era venuto con me a farle visita quando il piccolo era nato.

Sapeva tutte le mie incertezze e tutte le mie insicurezze sul rivelare la morte di Zayn a Louis. Mi aveva sempre spronato ad essere me stessa, ad aprirmi così
come mi aveva detto di fare Caty ma io ero sempre stata titubante.

Forse perché non ero pronta.
-Ho detto a Louis di Zayn - sputai di getto, omettendo, per il momento, il resto dell’accaduto.

-E come ha reagito?- mi chiese e io iniziai a raccontare dell’incontro al cimitero e della reazione di Louis.

Sorrise sorniona e disse – Te lo avevo detto che dovevi stare tranquilla- concluse.

-Il problema è che c’è dell’altro- annunciai non sapendo bene se fosse giusto o no raccontare tutto.

Rimase allibita e aspettò che riaprissi bocca per continuare.

-La sera, mentre vedevamo un film, ci siamo baciati- iniziai e la vidi sgranare gli occhi e in seguito sorridere.- E’ stato casuale. Stavamo scherzando e mi è
caduto addosso e …- non seppi cosa aggiungere.

-Ehi. E’ un buon segno. Devi riprendere in mano la tua vita e iniziare a riviverla come si deve- disse mentre posava il piccolo nel baby culla e veniva ad
abbracciarmi.

Ci sedemmo sul divano e continuai il racconto.

-Solo che dopo è scappato. Letteralmente. Diceva che non aveva voluto farlo, che era un coglione e roba simile. Ho un gran casino in testa- conclusi stanca a
spossata.

Lì per lì rimase a riflettere e poi aggiunse.

-Mi dispiace. Ma ci sarà una spiegazione. Magari è confuso come te oppure appena ti ha conosciuta era anche lui uscito da una storia importante. Non
prendere tutto secondo il alto negativo, vedi quello positivo- concluse consolandomi. –Ma tu cosa provi?- chiese guardandomi negli occhi.

-Non ne ho la minima idea. Sono solo confusa.- dissi di getto- Ieri appena se ne è andato ci sono rimasta malissimo. Era come se mi mancasse la sua allegria e
fossi tornata in un tunnel nero senza fine. Orribile- conclusi non capendo nemmeno se fosse attrazione o chissà cosa.

Lo squillo del cellulare interruppe la nostra conversazione e fui costretta a vedere il messaggio che era arrivato.

-E’ di Doniya- iniziai – mi chiede se oggi possiamo vederci.- conclusi, confusa più di prima.

-Vai, tranquilla. Tra un ora circa Mark torna e dovremmo andare a fare visita ai suoi genitori- concluse.

-Secondo te le dovrei parlare di Lou?- le chiesi.

-Valuta tu. Sinceramente non saprei, lei è comunque la sorella di Zayn. Direi che per adesso è meglio se non le dici nulla, se accadrà qualcosa di più le dirai
tutto- concluse, sempre con parole sagge da consigliarmi.

-Vado- dissi e salutai lei e il piccolo calorosamente.


**


-Davvero, non so cosa fare con lui- iniziò Doniya, iniziando a bere la cioccolata che avevo preparato.
-Te l’ho detto, devi parlagliene. Non iniziare una storia con delle bugie e poi sembra un tipo con la testa sulle spalle, non scapperà a gambe levate per una cosa del genere. Devi stare tranquilla- la tranquillizzai mentre io ero sempre più irrequieta.

Louis non mi aveva nemmeno mandato un messaggio e per adesso dovevo tenermi tutto dentro.

Ma poi, un altro dubbio si fece spazio nella mia mente.

-Posso farti una domanda?- chiesi a Doniya che si stava rilassando.

-Dimmi- rispose mentre beveva un sorso della bevanda calda.

-Come mai tua madre ha reagito in quel modo quando mi ha vista?- le chiesi sperando di non aver sbagliato nulla, ne il tono ne i modi.

-Tu le ricordi terribilmente Zayn. E’ come se vedesse in te una parte di lui ancora viva. Ed è convinta che fino a che tu lo aspetterai lui potrà tornare.- concluse lasciandomi di sasso per la rivelazione.


Giulia’s Corner.
Ciaoo a tutte belle lettrici!
Come state? Vi stavate chiedendo se ero morta? Beh eccomi ancora qua! *Balla la conga*
Come va a scuola? Da me la vita si fa sempre più dura , ma va bene così.
Passando ad altro…
Che ne pensate di questo capitolo?? Mi tirate pomodori, lattughe o roba simile? O ve gusta??
Finalmente Lou e Katy si baciano ma alla fine lui scappa. Secondo voi perché?? Cosa ne pensate della spiegazione della reazione di Trisha su cui avevate tanti dubbi?? E finalmente il piccolo di Rose è nato!!
Voglio sentire i vostri pareriii!! Mi scuso anche per il ritardo, per farmi perdonare ho fatto il capitolo più lungo ;))
In generale che ne pensate del capitolo??
Ringrazio come sempre tutte coloro che seguono/preferiscono/ricordano e soprattutto spendono del tempo per recensire la storia. Siete tutte davvero dolcissime.
Mi scuso per gli eventuali errori :/
Pubblicità!
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gloria horan:http://efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=2246478 Adesso devo scappare a prepararmi perché finalmente esco!! Ahahahahh .
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Giulia xx


(che tenera)*-*
( e un Louis confuso) .

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Capitolo 17
*** Feelings. ***




Capitolo 17-Feelings 
 


**
-Posso farti una domanda?- chiesi a Doniya che si stava rilassando.

-Dimmi- rispose mentre beveva un sorso della bevanda calda.

-Come mai tua madre ha reagito in quel modo quando mi ha vista?- le chiesi sperando di non aver sbagliato nulla, ne il tono ne i modi.

-Tu le ricordi terribilmente Zayn. E’ come se vedesse in te una parte di lui ancora viva. Ed è convinta che fino a che tu lo aspetterai lui potrà tornare.- concluse lasciandomi di sasso per la rivelazione.
 
**
 
Passai parte della giornata seguente a rimuginare su quanto era accaduto.
Anche oggi Louis non si era fatto vedere fuori dall’università ed ero indecisa se andarlo a trovare a lavoro o meno.
Liam aveva passato con me solo l’ora di pranzo e poi era scappato dalla sua Charlotte. Era terribilmente preso e gli avevo solo accennato della mia situazione con Louis, omettendo il bacio.
Mi preparai un caffè e riflettei sul da farsi. Sarei dovuta andare a trovare Louis oppure restare a casa a fare nulla?

Presi di corsa la borsa, il giubbotto ed uscii.
Mi misi al volante della mia auto e iniziai a sfrecciare per le strade , stranamente, poco affollate di Londra.  Ingranai la marcia e mi diressi alla sede di lavoro di Louis.

Parcheggiai e andai verso gli ascensori. Erano appena le sedici del pomeriggio e c’era chi, con in mano un caffè corto, si dirigeva spedito verso la propria postazione e non faceva nemmeno caso alla mia presenza.
Raggiunsi indisturbata il quarto piano e mi diressi alla scrivania della segretaria d’ufficio. Stava seduta su una sedia, composta come sempre e con i biondi capelli raccolti ordinatamente in uno chignon alto.

-Mi scusi- dissi con voce incerta ed affannata al pensiero di vedere Lou.
-Prego- rispose ella, spostando gli occhiali dal viso e posandoli sulla scrivania.
-E’ in ufficio il signor Tomlinson?- chiesi aspettandomi una risposta affermativa.
-Se ti riferisci a Louis, è da due giorni che non si fa vedere in ufficio mentre suo padre è nel suo ufficio- concluse ella cordiale, gettando un occhiata allo schermo davanti a sé.
-Sì, cercavo Louis. Grazie lo stesso, buon lavoro- conclusi salutandola e tornando agli ascensori oramai vuoti.

Confusa tornai in auto e pensai dove potesse essersi cacciato. Non volevo assolutamente chiamarlo, sapevo che non si sarebbe fatto trovare. Avevo imparato a conoscerlo e sapevo che stava scappando da qualcosa e , per la prima volta, ebbi paura di essere io quel qualcosa.

Senza fermarmi, uscii  dal parcheggio e mi diressi verso casa sua. Pensai che fosse lì a lavorare a qualche progetto oppure per stare solo e basta. Almeno lo speravo.
Imprecai diverse volte per il traffico e quando giunsi davanti l’imponente palazzo sospirai, piena di speranza.

Entrai, scansando le persone che incrociavo sul mio cammino. Ero agitata e elettrizzata al tempo stesso. Un mix incontrollato di emozioni contrastanti si faceva spazio dentro di me confondendomi.
Presi l’ascensore per dirigermi nel piano dell’appartamento di Louis.
Sembrava tutto al suo posto nei corridoi e nessuno passava da quelle parti.

Bussai. Una, due, più volte. Nessuna risposta.

Rassegnata iniziai a chiamarlo e come risposta ricevetti lo squillo incessante ma mai la sua voce.
Quella voce che mi aveva saputa tranquillizzare, capire, voler bene.
Gli mandai messaggi, scrivendogli che volevo vederlo,che volevo parlargli ma nessuna risposta.

Frustrata sbattei con la schiena contro la porta e mi accasciai a terra.

Chiusi gli occhi pensando ad un ulteriore tappa da poter raggiungere per trovarlo.

Come un lampo a ciel sereno, mi passò per la mente l’immagine di casa di sua madre. Era sicuramente lì.

Corsi per i corridoi, incurante della gente che pensava fossi pazza. Mi diressi agli ascensori che erano tutti occupati. Aspettai la metà di un secondo e poi decisi di prendere le scale, correndo.

Arrivata in auto, sfrecciai sulle strade diretta alla periferia di Londra.  
Avevo il cuore in gola e non solo per i quindici piani fatti correndo. Ero agitata al pensiero che lui non volesse vedermi, al pensiero che avessi potuto sbagliare qualcosa.

“Perché tutto deve sempre essere difficile?” questa domanda mi tormentava la testa e non riuscivo mai a trovare una risposta.

Inchiodai ad un semaforo rosso e gettai un occhiata al cellulare, immobile sul sedile del passeggero.
Dopo che il semaforo divenne verde, scattai a tutta velocità.
Pensavo a cosa avrei potuto dire o fare, ma la mia mente era totalmente vuota.
Non ero mai stata così decisa a fare una cosa ma stavolta sapevo perfettamente cosa facevo e perché lo facevo.
Dopo circa un quarto d’ora di strada arrivai a destinazione. Scesi in fretta, alzando il cappuccio della felpa visto che aveva iniziato a piovere.
In fretta la madre di Lou aprì la porta e mi invitò ad entrare.
Come sempre l’ambiente era caldo ed accogliente.

-Buonasera- dissi salutandola e sfregandomi le mani per riscaldarmi.
-Ciao tesoro. Come mai qui? Louis non è in casa- disse ella, avendo intuito che qualcosa non andasse.
-Ecco. L’ho cercato dappertutto e non risponde al cellulare quindi ho pensato di venire qui.- conclusi un po’ imbarazzata.
-Ma certo, adesso è a giocare a calcio. Dovrebbe tornare tra mezz’ora, nel frattempo ti preparo qualcosa di caldo- concluse ella dirigendosi in cucina mentre io la seguivo.

Poi ripensai a quello che Johannah aveva detto. Non sapevo che Louis giocasse a calcio, così decisi di chiederle qualcosa.

-Da quanto Louis gioca?- le chiesi mentre mi sedevo al tavolo e aspettavo che l’acqua nel bollitore bollisse.
-Da quando era piccolissimo. Lui e Mark giocavano sempre a calcio in giardino nelle giornate di sole- concluse mentre prendeva due tazze grandi e due più piccole  dalla credenza.

Mi guardai intorno e vidi che la casa era troppo silenziosa e mi chiesi come mai lei non fosse andata a veder giocare Louis. Magari le ricordava l’ex marito e
non doveva essere piacevole.

-Ti starai chiedendo perché la casa è così silenziosa vero?- mi chiese sorridente mentre versava il the nelle tazze.
Sorrisi imbarazzata e annuii.
-Beh, le piccole hanno la febbre e sono a letto a guardare i cartoni animati e le mie altre due figlie sono a vedere Louis giocare- concluse mettendomi la tazza fumante davanti- porto queste alle piccole e torno- disse mentre portava un vassoio stracolmo di biscotti alle piccole di casa.

Poi pensai, altre due figlie? Non rimaneva solo Fizzy?

Non ci rimuginai troppo e mi concentrai su quanto tempo mancava per rivedere Louis.
Mancavano ancora venti minuti ed il tempo sembrava non passare mai.
Johannah tornò subito e si sedette con me.
Parlammo del suo lavoro in ospedale e vidi che era orgogliosa di ciò che faceva. Era ostetrica e potevo crederlo benissimo visto che si inteneriva quando parlava delle vite che aveva fatto nascere.
Il tempo passò in modo piacevole e dopo poco sentii aprire la porta principale e per poco non mi si fermò il cuore.

Vidi entrare Fizzy tutta sorridente e allegra, come sempre,seguita da un  Louis sudato e soddisfatto che appena mi vide sbarrò gli occhi.

Salutò la madre con un bacio sulla guancia mentre ella chiedeva l’esito della partita.
-Hanno vinto!- esordì una ragazza bionda entrando nella cucina.

Era Charlotte. Charlotte la ragazza di Liam. Rimasi stupefatta e in seguito cercai di non darlo a vedere visto che anche lei si irrigidì.
Da ciò dedussi che nessuno sapeva del suo ragazzo.
Louis mi venne incontro e, fingendo un sorriso, mi diede un piccolo abbraccio.

-Vai a farti una doccia- lo esortò la madre - Noi ti aspettiamo qui- disse mentre lui correva già per le scale.  

Fizzy prese del the e vi inzuppò i biscotti mentre Charlotte andò in salotto leggermente confusa.

-Scusala, è un po’ giù ultimamente- disse Johannah, riferendosi alla maggiore delle ragazze.

-Vado a parlarle- conclusi -Magari essendo quasi coetanee diventeremo buone amiche.- dissi e raggiunsi ella nel salone.

Era seduta sul divano, con le mani sporte verso il camino per riscaldarsi.
Mi sedetti di fianco a lei e protesi le mani anch’io verso quella fonte di calore piacevole.

-Mi dispiace- esordì, confondendomi.
-Non lo sanno, vero?- chiesi, riferendomi a Liam e alla relazione che aveva con lei.
-No, ma c’è una spiegazione- disse volendosi giustificare.
-Non devi sentirti in colpa- conclusi. Sembrava una ragazza saggia e , in fondo, se non aveva detto nulla in famiglia un motivo doveva pur esserci.
-Invece devo. Liam parla sempre di me in famiglia e lo so perché me lo dice lui. Io ti ho conosciuta, sono venuta a casa vostra e lui non conosce Louis né Fizzy né le gemelle. Non è mai venuto qui. L’ho tenuto fuori dalla mia vita. Capisci?- chiese mettendosi le mani tra i capelli.
-Spiegami il perché l’hai fatto e potrò capirti- conclusi volendola aiutare.

Non avrei permesso a nessuno di far soffrire Liam.

-Poco prima di iniziare a frequentare Liam, ero uscita da una storia con un ragazzo per nulla affidabile. Non lo conoscevo e, essendo pazzamente innamorata, l’ho portato qui per farlo conoscere a Lou e a mia mamma. Appena se ne era andato mi hanno subito detto che non era affidabile e che dovevo lasciarlo ma sono stata cocciuta e non li ho ascoltati. Morale della storia spacciava e l’ho scoperto io stessa. Dirti il resto mi sembra inutile.- concluse. Avevo capito perfettamente.

-Hai paura di essere giudicata?- le chiesi per confermare i miei pensieri.

-Ho paura che si facciano un idea sbagliata di Liam. E non so cosa fare- disse confusa.

Riflettei su una possibile soluzione e appena ebbi la certezza di ciò che stavo per dire parlai.

-Questo fine settimana tu e Louis venite a pranzo da me e Liam così si conoscono e poi, se vorrai, lui verrà a conoscere tua madre. Se già Lou ha un opinione positiva il gioco è fatto- sorrisi vedendo il suo volto illuminarsi.

Mi abbracciò e mi sussurrò un flebile grazie.

Poi decisi di farle una domanda, sicuramente lei ne sapeva più di me.

-Come mai Lou non è andato a lavoro in questi due giorni?- le chiesi, un po’ timorosa di essere invadente.
-Me lo sono chiesta anch’io. E’ successo qualcosa?- mi chiese mentre continuava a riscaldarsi le mani.
-Diciamo che , se così si può dire, abbiamo avuto una discussione.- conclusi, non sapendo spiegare bene l’accaduto.
-Oh, mi dispiace. Vedrai che risolvete- disse rassicurante e non potei far altro che aggrapparmi a quella speranza.
-Magari vai direttamente da lui, non è bravo a fingere ed è meglio che ne parliate in privato. La sua camera è quella in fondo a destra- disse spronandomi a salire le scale. Colsi al volo l’occasione e salii in fretta.

Attraversai il corridoio soffermandomi di tanto in tanto sulle foto di famiglia.

L’ambiente era accogliente come il resto della casa e, quando ero quasi arrivata alla stanza che mi aveva indicato Lottie,  sentii ancora il rumore della doccia.

Mi affrettai ad entrare nell’ultima porta e subito vidi delle pareti azzurre circondarmi.

La camera di un bambino, era evidente. Appese alle pareti vi erano foto e maglie da neonato che rendevano il tutto accogliente.

Un letto ad una piazza e mezza si trovava nell’angolo a destra e ,accanto ad esso, una porta finestra si affacciava sullo splendido paesaggio.

Iniziai a guardare le varie foto appese e una in particolare mi colpì. Louis che giocava a calcio con il padre mentre Johannah, seduta sotto una quercia,
sorrideva nel vederli spensierati.

Louis sicuramente adorava quella foto anche se adesso non sopportava il padre.

Non lo avrebbe mai ammesso ma sperava che tutto tornasse come quando era ragazzo.

Su una libreria erano posti diversi trofei di calcio e un biglietto un po’ scolorito di una partita. Manchester United vs Manchester City.

 Improvvisamente sentii sbattere la porta e mi voltai, trovandomi Louis con solo un asciugamano avvolto in vita.

-Che ci fai qui?- mi chiese con tono indagatore prendendo un paio di boxer dal cassetto del comodino.

-Perché sei scappato in quel modo?- risposi alla sua domanda con il mio interrogativo.

-Vado a cambiarmi e parliamo. Fa come se fossi a casa tua- mi disse e, dopo aver preso una tuta, ritornò in bagno.

Mi sedetti sul letto e guardai il cuscino con la foto di quand’era piccolo insieme a Lottie.  Sorridevano e dietro di loro Johannah e Mark li abbracciavano.

Doveva essere stato difficile vedere suo padre disinteressarsi di lui e delle sorelle ma non potevo più credere che quell’uomo fosse cambiato radicalmente.
Erano passati circa sei anni da quando avevano deciso di divorziare i suoi genitori e le gemelle erano piccole quando ciò accadde.

Louis rientrò vestito e rimase in piedi con una mano tra i capelli.

-Ascolta, mi dispiace per quello che è successo a casa tua.- iniziò.

-Ti dispiace? Non ti sei fatto sentire per tre giorni! Pensavo ce l’avessi a morte con me- conclusi infastidita da tutta quella assurda situazione.

-Perché sei scappato?- gli chiesi volendo una risposta sensata che la mia mente in quei giorni non era riuscita ad elaborare.

-Ti ho baciata dopo che mi hai raccontato che sette mesi fa è morto il tuo fidanzato. Perché pensi sia scappato?- concluse irritato.

-Non mi sembra che io ti abbia urlato contro o che ti abbia rimproverato di qualcosa- dissi alzandomi e mettendomi di fronte a lui.

-Lo so- concluse sembrando dispiaciuto.

-Mi sono sentita uno schifo appena te ne sei andato- dissi senza pensarci  e lui alzò di scatto lo sguardo.

Mi guardò quasi fosse arrabbiato con se stesso e mi abbracciò, senza dire una parola. Appoggiai il viso sulla sua spalla e gli strinsi la schiena. Mi era mancato
terribilmente ed era da soli due giorni che non lo vedevo.

-Mi dispiace- concluse – non so perché l’ho fatto- e dopo averlo detto era come se avessi ricevuto una coltellata al cuore senza saperne il perché.

 

 
 
**

 
Stavo aiutando la madre di Louis a ripulire le stoviglie della cena mentre Lottie e Fizzy studiavano e Louis andava a vedere come stavano le gemelle.

Appena terminammo Johannah mi invitò ad andare a fare compagnia a Louis così non esitai ed iniziai a salire le scale.

Quando stavo per entrare nella stanza delle gemelle sentii il suono di una chitarra e mi bloccai ad ascoltare (mette questa come sottofondo a leggete la
traduzione: http://www.youtube.com/watch?v=YD3apXQk9jk)

 

Want to, but I can’t help it                                                                                                                                                                                                                                                                              I love the way it feels,                                                                                                                                                                                                                                                                                        It’s got me stuck between my fantasy and what is real                                                                                                                                                                                                                  I need it when I want it, I want it when I don’t                                                                                                                                                                                                               Tell myself I’ll stop everyday, knowin’ that I won't


I got a problem and I don’t know what to do about it
Even if I did, I don’t know if I would quit but I doubt it
I’m taken by the thought of it, and I know this much is true
Baby, you have become my addiction, I’m so strung out on you
I can barely move but I like it



Think of it every second
I can't get nothing done,
Only concern is the next time, I’m gonna get me some
Know I should stay away from, cause it's no good for me
I try and try but my obsession wont let me leave

I got a problem and I don’t know what to do about it
Even if I did, I don’t know if I would quit but I doubt it
I’m taken by the thought of it, and I know this much is true
Baby, you have become my addiction, I’m so strung out on you
I can barely move but I like it

And it’s all because of you                                                                                                                                                                                                                                         And it’s all because…
Never get enough,
She’s the sweetest drug

Ain’t no doubt, so strung out                                                                                                                                                                                                                                      Over you, over you, over you

Because of you,
And it’s all because of you,
Never get enough
She’s the sweetest drug, she’s the sweetest drug



Completò la canzone e rimasi allibita dalle parole significative di essa.
Le aveva cantate come se le sentisse veramente ed anche attraverso la porta potevo capire che non stava benissimo.

-Ma Katie ti piace, vero?- le  chiese una delle due gemelle mentre io ero ancora dietro la porta.
-Si, però a lei non piaccio- concluse lui e le piccole lo abbracciarono.

Decisi di entrare facendo finta di nulla.

-Ehi piccole, come state?- chiesi loro dopo aver notato l’espressione spaventata di Louis. Temeva che avessi sentito tutto.

Le salutai e dopo seguii Louis che si dirigeva nella sua stanza per posare  la chitarra.

Visibilmente preoccupato che avessi potuto sentire qualcosa di ciò che aveva detto alle gemelle si voltò verso di me e mi chiese – Hai sentito qualcosa prima di arrivare?-

-Sì, hai una bellissima voce- conclusi vedendolo spalancare gli occhi.

-E hai sentito altro?- continuò immobile.

Lo raggiunsi e di slancio lo baciai. Ero stanca di reprimere i sentimenti che mi avevano travolta e agii d’ istinto mentre Louis ricambiava.

 

Giulia’s Corner.
Scusatemiiii!! *va a nascondersi* sono in ritardo e lo so. Sorry. Adesso sono qui con un capitolo che non mi entusiasma molto a parte per il finale.
Allora, questa settimana è stata davvero strana. Oltre al plagio del primo capitolo di questa fan fiction ( tra l’altro la ragazza ha anche negato l’evidenza ma va beh) una ragazza scrive una recensione critica e accusa me di plagio. Allora volevo fare appello a voi visto che quest’ultima non ha risposto più… avete mai letto FF simili a questa? Rispondete per favore.
Passando a noi: che ne pensate? Louis e Katie?? ASPETTO I VOSTRI PARERI.
SPAZIO PUBBLICITA’ :
Love other worlds :
I segreti del mare:
In conclusione ringrazio tutte coloro che seguono la ff e che la recensiscono. Per le lettrici silenziose, ringrazio anche voi ma vi invito a farvi sentire. Anche 10 paroline bastano.
Detto questo mi dileguo…
Twitter: @IwantmyHaz
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https://www.facebook.com/LavogliadipayneEfp?fref=ts
Ps: ho acquistato midnight memories è audhyuaskhd *-*
Scusate gli eventuali errori :/
Questa è opera mia *-*

Giulia xx

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Capitolo 18
*** La vigilia. ***





Capitolo 18- La vigilia.

 
 
 
**
Visibilmente preoccupato che avessi potuto sentire qualcosa di ciò che aveva detto alle gemelle, si voltò verso di me e mi chiese – Hai sentito qualcosa prima di arrivare?-

-Sì, hai una bellissima voce- conclusi vedendolo spalancare gli occhi.

-E hai sentito altro?- continuò immobile.

Lo raggiunsi e di slancio lo baciai. Ero stanca di reprimere i sentimenti che mi avevano travolta e agii d’ istinto mentre Louis ricambiava.
 
**
 
 
Seduta sul divano di casa Tomlinson protesi le mani verso il camino che riscaldava l’intero ambiente. Vicino a me Fizzy e Charlotte mettevano  le candeline sulla torta al cioccolato fatta da loro mentre Daisy e Phoebe giocavano a farsi le trecce a vicenda.
-Dorme ancora?- chiese Johannah entrando nell’ampio salone con un vassoio pieno di biscotti e l’aria un po’ stanca ma elettrizzata.
Le sorelle annuirono,impegnate nelle loro faccende e io diedi una mano a sistemare i dolciumi preparati.
-Puoi venirmi a dare una mano Fizzy?- chiese la madre alla figlia.
-Vengo io- conclusi non volendo disturbare Fizzy che preparava la sorpresa per il fratello. Finii di mettere in ordine i dolciumi sul tavolo di vetro al centro della stanza e andai in cucina dove si trovava Johanna.
Lì iniziammo a riempire diverse tazze di latte caldo.
-Vuoi salire prima tu di sopra?- mi chiese sorridente,interrompendo il mio scorrere di pensieri –almeno avrà un dolce risveglio. Ogni anno si lamenta perché le piccole saltano sul suo letto- disse ridendo e facendo ridere anche me nell’immaginare la scena.
-D’accordo- dissi facendole un ampio sorriso e salendo di sopra.
Feci il più piano possibile, percorrendo il corridoio che avevo già visto diverse volte  e aprii la porta. Louis era disteso a pancia in su, con le coperte al petto, con un espressione serena in volto e i capelli scompigliati.
Pian piano mi avvicinai al suo letto e mi sedetti accanto a lui.
Gli diedi un bacio su una guancia e iniziai a cantargli all’orecchio sottovoce- Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri amore mio.-lo vidi sbattere le palpebre e sorridere mentre indugiavo un po’ di più sulle ultime parole- Tanti auguri a te- appena terminai mi cinse i fianchi con un braccio e mi ritrovai con il viso sul suo petto,completamente distesa accanto a lui.
Lo abbracciai e lui ricambiò, stringendomi sempre più forte. Era quello il mio posto, lì tra le sue braccia.
-Grazie- concluse stampandomi un bacio sulle labbra.
Sorrisi per la sua dolcezza e pensai a quanto poco ci bastasse per essere felici.
-E… come mi hai chiamato?- continuò incastrando il suo sguardo cristallino ricco di felicità al mio leggermente imbarazzato.
-Mmh- iniziai facendo finta di nulla- amore mio.- conclusi sorridente mentre lui, più felice di prima, mi baciava di nuovo.
Passarono dieci minuti prima che nella stanza facessero irruzione le sue sorelle con sua madre e la torta in mano. Ero stesa accanto a lui ed eravamo abbracciati sotto le coperte. Appena le sentii entrare mi scostai da Louis leggermente in imbarazzo anche se loro sapevano già della nostra relazione.
Tutte in coro iniziarono a cantargli la canzone che avevo prima cantato io.
Lui sorrise e spense le candeline ringraziandoci  per la meravigliosa sorpresa.
 
**
 
Eravamo seduti a tavola tutti insieme con accanto a me Liam e Lottie.
Dopo aver conosciuto Louis era diventato tutto più semplice per lei.
Liam e Lou erano diventati ottimi amici e Johannah aveva conosciuto tranquillamente mio fratello e lo aveva accolto a braccia aperte.
 
 
*flashback*
 
-Liam, lo sai che ti voglio un mondo di bene ma inizi a diventare troppo pignolo!- protestai, vedendo la testa di mio fratello fare capolino da un mucchio di vestiti.
-Aiutami, per favore- concluse con una faccia da cucciolo bastonato.
Sbuffai e iniziai a cercare qualcosa di semplice e non troppo impegnativo. Non dovetti frugare a lungo in quel mucchio di vestiti disposti a casaccio per trovare ciò che cercavo. Maglia bianca e jeans neri.
-Ci voleva così tanto?- conclusi iniziando a piegare il resto dei vestiti.
-Ti ho mai detto che ti adoro?- concluse abbracciandomi e facendomi sorridere.
Lo spronai a fare presto e ad andare a cambiarsi e così fece.
Suonarono al campanello e, leggermente in tensione, andai ad aprire.
Davanti a me i fratelli Tomlinson con un sorriso smagliante in viso e un dolce tra le mani.
Abbracciai Lottie e diedi un bacio sulle labbra a Lou, dopo di che li condussi in cucina dove era già tutto pronto.
-Vado a chiamare Liam- annunciò Lottie e si allontanò.
Vidi Louis rilassato e sorridente così mi andai a  sedere di fianco a lui.
-Tutto bene?- gli chiesi accarezzandogli i capelli.
-Si si, tutto bene. Sono contento di vedere  Lottie  felice.- concluse sorridendomi.
-Non inizierai con le solite domande da fratellone maggiore iperprotettivo vero?-iniziai prendendolo in giro- perché sappi che stai conoscendo anche il fratello della tua ragazza. Non sarà fratello maggiore ma può essere ugualmente terribile- conclusi prima di scoppiare in una fragorosa risata.
-No, non ne ho la minima intenzione- concluse ridendo anche lui.
 
**
 
Tutto procedeva secondo le mie aspettative. Era come se si fossero riuniti due coppie di amici che si conoscevano da sempre.
Liam e Louis parlavano tranquillamente e ,anche se all’inizio c’era stata un po’ di tensione, adesso era scomparsa del tutto ed aveva lasciato spazio alla tranquillità e serenità più totale.
Ridemmo ad un ulteriore battuta fatta da Lou e mi squillò il cellulare.
-Pronto?- risposi cercando di non ridere.
-Tesoro- disse  mia madre dall’altro lato della cornetta- perché tu e Liam non venite qui? Stasera faccio la pizza e mi farebbe piacere avervi qui- concluse con la sua solita allegria nella voce.
-Mamma, non lo so. Abbiamo ospiti a casa- dissi incerta mentre mi dirigevo in salotto lasciando gli altri alle loro discussioni. Non ero preparata psicologicamente a far conoscere ai miei genitori Louis.
-Non dirmi che ci sono il tuo ragazzo e la fidanzata di Liam- concluse incredula- dovete assolutamente venire!- ed eccola, la solita curiosa e impaziente- davvero. Io e tuo padre vorremmo tanto conoscerli.- disse in preda all’euforia.
Vidi Liam che mi stava raggiungendo e gli spiegai velocemente tutto.
Scrollò le spalle e a quel punto mi ritrovai tra l’incudine e il martello.
-Okay, veniamo- conclusi con un piccolo sbuffo che mal celava tensione.
-Perfetto, allora a stasera- concluse e riattaccò velocemente.
Conoscendola, stava già rassettando la casa e mettendola a nuovo preparando album di quand’eravamo bambini per poi sfogliarli e farci sprofondare nell’imbarazzo più totale.
 
Tornai in cucina – Vi va se stasera ceniamo dai nostri genitori? Me lo ha chiesto adesso mia madre- dissi di getto sperando di non averli sconvolti troppo.
Ma sembravano più tranquilli che mai e annuirono felici della proposta.
Ero più agitata io che loro e quello era evidente.
Non sapevo nemmeno io  perché mi sentivo così.
Mentre Liam parlava in salotto con Lottie, io iniziai a mettere in ordine la cucina e a pulire le stoviglie.
Louis di fianco a me, mi osservava. Notando delle ciocche ribelli di capelli che mi andavano davanti il viso, provai a scostarle con movimenti della testa , dato che avevo le mani bagnate, ma senza alcun risultato.
Louis iniziò a ridere dei movimenti sconnessi  che facevo, prendendomi in giro.
-Anziché ridere, aiutami scemo!- dissi chiudendo il rubinetto e schizzandogli un po’ di acqua che prontamente schivò.
-Dai, ti aiuto.- disse avvicinandosi e spostandomi le ciocche dietro le orecchie.
Mi lasciò un dolce bacio sul collo e posò la testa sulla mia spalla.
A quel semplice contatto sorrisi e una scarica di brividi si impossessò del mio corpo.
Era strano che io mi sentissi così. Quelle emozioni mi davano la certezza di essere viva, dopo ciò che era successo nei mesi passati.
Non avrei mai abbandonato quei ricordi, facevano parte di me in tutto e per tutto. Con Louis era tutto semplice, naturale e spontaneo.
Non avevo bisogno di fingere di stare bene perché lui mi capiva, capiva tutto di me. Oltre a essere il mio ragazzo era anche il mio migliore amico, colui che vede oltre le apparenze.
Sorrisi e gli lasciai un bacio sul naso.
Appena finii di rassettare il tutto, lasciai Louis a parlare con Lottie e Liam e mi andai a cambiare.
Indossai un pantalone beige attillato e un maglioncino con scollo a V bianco. Misi una sciarpa,gli stivali non troppo alti  e andai in bagno per truccarmi.
 
 
**
 
Entrammo nella macchina di Lou e le mani iniziarono a tremarmi leggermente.
Non capivo il perché di quel nervosismo improvviso che non voleva abbandonarmi.  I miei genitori non erano mai stati dei tipi iperprotettivi o da domande assurde appena si conosce il fidanzato della figlia. Eppure mi sentivo come sotto esame.
Era da molto che non provavo una simile sensazione. Esattamente da quando i miei avevano conosciuto Zayn. E lì ero molto più tesa. Zayn era pieno di tatuaggi e aveva un po’ quell’aria da cattivo ragazzo che celava una dolcezza infinita. E i miei genitori lo avevano subito adorato.
Dopo diverse indicazioni, Lou parcheggiò nel vialetto di casa dei miei genitori e prima che potessi scendere si protese verso di me e mi prese una mano.
Liam e Lottie scesero dall’auto e ci aspettarono fuori da essa.- Non pensare che non mi sia accorto di nulla. Sei nervosissima e non ne capisco il motivo- disse puntando il suo sguardo intenso nel mio.
-Cos’è che ti spaventa?- mi chiese e non seppi cosa rispondere.
Mi diede un veloce bacio e venne ad aprirmi la portiera, volendo sdrammatizzare.
Mi prese la mano e mi sussurrò- Tranquilla- e così mi lasciai cullare da quella piacevole sensazione che mi regalava il suo contatto.
 
 
**
 
In cucina aiutavo mia madre a rassettare, mentre mio padre, Liam e Louis erano in salotto a parlare di economia e altro. Lottie era entrata in sintonia con i miei genitori, così come Louis.
Mia madre ci guardava con occhi sognanti, contenta di vedermi felice di nuovo.
Invece, mio padre, sorrideva vedendo che Louis era molto maturo. Adesso ero completamente rilassata e conducevo una conversazione con mia madre e Lottie.
Misi il centro tavola sul tavolo da pranzo e mi sedetti sul divano, sbirciando di tanto in tanto le conversazioni che avvenivano in salotto.
-E con Liam come vi siete conosciuti?- chiese mia madre a Lottie, guardandola come se fosse una principessa, un diamante talmente brillante da accecare tutti. La ragazza aveva suscitato la sua simpatia con un sorriso e con la sua naturale compostezza.
Fui contenta di tutto. Anche Lottie ne aveva passate tante ed adesso poteva dirsi felice di aver avuto l’appoggio della sua famiglia ma anche della mia.
Iniziò a raccontare per filo e per segno tutto e mia madre stava per emozionarsi. Era sempre stata molto emotiva ma non l’avevo mai vista così, o forse sì.
Guardava Lottie come guardava Zayn e solo in quel momento ci feci davvero caso.
Dopo che Lottie terminó il racconto, fu la volta mia di raccontare il modo a dir poco bizarro di come ci eravamo conosciuti io e Louis.
Ridemmo tutte, suscitando anche l'attenzione dei ragazzi in salone.
-E lei invece,come ha conosciuto suo marito?- chiese Lottie incuriosita.
E a quel punto entrambe protendemmo le orecchie verso quel racconto d'altri tempi, così piacevole da far perdere la cognizione del tempo.
Mia madre raccontó della corte spietata che le aveva fatto mio padre, di quanto fosse imbranato e determinato,del loro primo bacio e di quando lo dovette presentare ai miei nonni.
Mio nonno,lo sapevo per certo, era sempre stato un tipo protettivo e al quanto all'antica e quando conobbe mio padre quasi non voleva accettare che sua figlia stesse crescendo.
Alla fine si rassegnó allo scorrere degli anni e accettó di buon grado la loro relazione, aspettando ansiosamente i nipotini che fu felicissimo di avere.
 
*fine flashback*
 
 Dopo aver cenato ci spostammo in salotto per aprire i regali tutti insieme sotto l’imponente e decoratissimo albero. Avevamo deciso di diverci per queste feste,infatti dopo, io,Liam,Lou e Lottie saremo andati dai miei genitori.
Le gemelline aprirono i loro regali e ringraziarono tutti per ció  che avevano ricevuto.
Squilló il telefono e Johannah si alzó per rispondere. La vidi sorpresa in un primo momento e poi si allontanó per qualche minuto.
Appena tornó porse il telefono alle figlie che sorrisero e parlarono dei loro regali al loro interlocutore.
-Chi é?- chiese Louis stranito.
-Tuo padre- rispose Johannha sorridente e felice.
 
**
 
Dopo aver fatto un salto,durato circa un ora e mezza, dai miei genitori decidemmo di tornare a casa.
Io e Liam varcammo la soglia di casa distrutti e ci dirigemmo in camera come degli automi per riposare.
 
**
 
Volti. Molti volti mi circondavano. Mi parlavano insieme, riuscendo solo a confondermi.
-Tesoro mio- disse una voce roca e stanca.
Mi voltai e vidi il volto di mia nonna, stanco e segnato dal tempo.
-Nonna- Riuscii a sussurrare.
Stava davanti a me a guardarmi con quei suoi occhi azzurri simili ai miei.
-Mi manchi- continuai a dire con voce rotta e tremolante.
-Oh, anche tu mi manchi tesoro- disse con il dolore dipinto in volto.
Si voltò ed iniziò a camminare verso una meta indefinita.
La seguii ed entrai in una stanza piena zeppa di foto appesa su di una parete azzurra.
Foto con Zayn, foto con Louis, foto con Liam di quando eravamo bambini. Foto dei miei genitori e dei miei nonni.
-Cos’è tutto questo?- chiesi incredula, persa a contemplare quella moltitudine di foto.
-Sono i tuoi ricordi- concluse sorridendo.
Aveva i capelli castani arricciati, come li aveva sempre portati dato che odiava vedere capelli bianchi. “Sono indice di vecchiaia- diceva- e io sono giovane e forte”. E lo era davvero.  Era forte, una guerriera. Peccato che alla fine la malattia aveva vinto.
Vederla lì, quando invece avrebbe dovuto essere di fianco a mio nonno a fare cucito era straziante.
-Perché siamo qui?- chiesi, volendo togliermi tutti i dubbi che avevano affollato la mia mente.
-Bambina mia- iniziò sorridendomi- tu sei forte. Molto più di me. Ma ricordi la storia che questa vecchia di tua nonna ti raccontò?- chiese ella facendo riferimento a una storia che non ricordavo assolutamente.
Le chiesi a quale si riferisse e iniziò a raccontare.
-La tua prozia Lauren si innamorò, moltissimi anni fa, del fratello di tuo nonno. Ma il loro rapporto non andò a buon fine. E sai perché? Due fratelli, diceva la tua trisavola, non possono stare con un'altra coppia di fratelli. Va sempre a finire male.- concluse.
Sussultai e smisi di respirare. Perché mi stava dicendo tutto ciò? Secondo quale legge arcaica era vietato che due fratelli stessero con un'altra coppia di fratelli?
-Io voglio la tua felicità, così come voglio quella di Liam. Ed è giusto che voi facciate le vostre esperienze, ma vi dico di fare attenzione. Tutto qua. E ricorda che sarò sempre nel tuo cuore, ti voglio bene piccolina. E sii forte- disse, mi abbracciò e scomparve.
 
 
Hola gente! Giulia è qui presente!
*si nasconde in un vicolo buio*
Vi chiedo perdono in tutte le lingue del mondo:
Scusatemi, scuse me, Es tut uns leid, désolé. Chi più ne ha più ne metta.
E’ un mese che non aggiorno ma posso spiegarvi tuuuutto! Allora, la mia dolce(?) preside ha deciso di dividere l’anno in maniera diversa. Trimestre (finisce a dicembre) e pentamestre.
Praticamente io tornerò a scuola ed avrò la pagella (si salvi chi può). Poi mi sono immersa nella lettura e il tempo è volato. Ma smetto di annoiarvi…
Allora. Che ne pensate?Schifo?Tremendo?Orribile?
Spero vi piaccia ahahah XD
Che mi raccontate? Passate bene le feste? Io sì, abbastanza bene dai. Con questo vi auguro anche un felice e sereno 2014 e che possa essere migliore del 2013 ahahaha.  Buon cenone e pranzo (ragazzi sto a scoppià) e buoni festeggiamenti e se così si può dire, buon rientro a scuola T.T
Godetevi le vacanze!!!
Detto questo vi lascio splendori. Spero recensiate in tante.
Pubblicità:
Love other worlds: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1796550&i=1
I segreti del mare: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2246478&i=1
Ps: mi era sinceramente passato il grillo per la testa di cancellare la storia :/ Non so, è come se non piacesse o facesse schifo
Ps. del ps:mi scuso per gli eventuali errori.
Kisses
Giulia xx
Immaginate che questa sia la stanza piena di foto.

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Capitolo 19
*** Where are you? ***



Capitolo 19-Where are you?
 
 
 
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Sussultai e smisi di respirare. Perché mi stava dicendo tutto ciò? Secondo quale legge arcaica era vietato che due fratelli stessero con un'altra coppia di fratelli?
-Io voglio la tua felicità, così come voglio quella di Liam. Ed è giusto che voi facciate le vostre esperienze, ma vi dico di fare attenzione. Tutto qua. E ricorda che sarò sempre nel tuo cuore, ti voglio bene piccolina. E sii forte- disse, mi abbracciò e scomparve.
 
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16-05-2014
 
Mi alzai con due avvallamenti neri sotto gli occhi. Avevo un aspetto a dir poco spaventoso, segno che quella notte non era stata una delle più belle della mia vita.
Il cuscino era macchiato di nero, il mascara del giorno precedente che non avev0 tolto era colato senza che io me ne rendessi conto. I capelli arruffati contornavano il viso che adesso sembrava non appartenermi più.
Liam di fianco a me, si mise seduto e si stropicciò gli occhi ancora assonnato. Mi guardò con sguardo compassionevole e di chi sa cosa hai passato.
-Adesso va meglio?- chiese nonostante sapesse già la risposta.
No che non andava bene. Avevo pianto tutta la notte e ci sarebbero voluti una bella doccia e chili di trucco per non far capire ciò.
Liam mi era stato accanto tutta la notte, sperando che mi addormentassi al più presto ma il sonno mi avvolse solo verso le tre del mattino.
Avevo i muscoli completamente indolenziti e mi trascinai verso il bagno mugugnando un flebile “meglio” verso mio fratello.
Chiusi la porta alle mie spalle e, dopo essermi svestita, entrai nella doccia.
Ricordai immediatamente di tutte le volte che mi ero chiusa a chiave in bagno per non permettere a Zayn di entrare. Di tutte le volte che avevamo fatto la doccia insieme. Degli schizzi di acqua e degli scherzi. Un lieve sorriso mi increspò,solo per un momento, le labbra al dolce ricordo prima di ritornare alla solita espressione aflitta.
Con il sapone avrei voluto lavare via anche i miei sentimenti. Che senso aveva continuare in quel modo?
Mi sembrava di essere tornata all’anno precedente, quando tutto era nero e privo di luce.
Adesso avevo Louis, il mio sole a mezzanotte, ma potevo sostituire quel vuoto? Mi era concesso? O mi stavo solo illudendo che tutto ciò non fosse mai accaduto e che la mia vita fosse ripartita da zero?
Mille domande si affollavano nella mia mente, senza che trovassi risposta. Stavo seriamente pensando di avere bisogno di uno psicologo. Avevo il sospetto di essere bipolare, troppi cambiamenti d’umore che non mi lasciavano mai pace.
Uscii  dalla doccia e mi lasciai avvolgere dal tepore diffusosi nell’intera stanza. Strizzai i capelli con un asciugamano e mi chiesi cosa provavo davvero.
Quel giorno ci sarebbe stata la  funzione commemorativa della morte di Zayn. Era già passato un anno. Un anno travolgente, pieno di avvenimenti inspiegabili.
Avevo perso il mio grande amore, avevo sofferto, provato il suicidio, ed avevo lasciato che i miei familiari si prendessero cura di me. Avevo trovato Louis. Il ragazzo dai grandi occhi color mare che con un sorriso diffondeva allegria a chiunque.
Ero felice di averlo al mio fianco, ma mi sentivo come se mi mancasse comunque qualcosa. Come se l’assenza di Zayn si riversasse anche sul nostro rapporto.
Louis aveva notato che i miei atteggiamenti stavano cambiando, ma non per colpa sua, ma per colpa mia. E nonostante ciò, mi stava vicino e capiva perfettamente i miei stati d’animo.
 
 
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Indossai un pantalone nero con una camicia dello stesso colore mentre Liam, dalla parte opposta nella stanza si pettinava i capelli.
Dopo aver ritoccato il viso quel tanto che bastava a mal celare la nottata, misi gli ampi occhiali da sole e uscii nel freddo venticello primaverile di Londra. Il cielo era nuvoloso quel tanto che bastava a far filtrare solo per poco tempo qualche raggio di sole. Esattamente come il mio stato d’animo, scuro ma con piccoli raggi di luce.
Louis e Charlotte erano nella macchina parcheggiata al lato della strada e ,con un groppo in gola, mi feci coraggio e indossai uno dei miei più falsi sorrisi.
Mi sedetti nel sedile anteriore dell’auto e lo salutai con un piccolo bacio, mentre rivolsi a Lottie un timido sorriso e partimmo.
Salii le scale della cattedrale malferma sui tacchi,appoggiandomi leggermente a Louis che mi sosteneva e mi teneva la mano, sforzandomi di ricacciare indietro il groppo che mi si era formato in gola alla vista delle ghirlande di fiori.
“Dalla madre e dal padre”, “dalle sorelle Doniya, Walihya e Safaa”, “Dagli zii” recitavano i nastri su ogni ghirlanda fino a quando il mio sguardo si posò su quella con le rose rosse e qualche peonia bianca sparsa. “Da Katy” lessi. Mi faceva male vedere che non poteva esserci scritto “dalla fidanzata” . Non volevo nemmeno vedere quelle ghirlande. Erano orribili per me, non oggettivamente, ma ciò che significavano mi aveva distrutta e continuava a farlo. Come un piccolo tarlo che divora il legno dall’interno, veloce e inesorabile.
Oltrepassai la soglia della chiesa e tolsi gli occhiali, lasciando che il mio sguardo vagasse tra la folla, dove vidi più occhi posarsi su di me e sulle mani mie e di Louis intrecciate. Mi scostai leggermente da lui e andai vicino a Liam, cercando conforto in lui. Prendemmo posto vicino i miei genitori e la funzione iniziò. Alla nostra sinistra i genitori di Zayn e le sorelle ci osservavano, probabilmente stupiti alla vista di Louis. Doniya era l’unica ad esserne a conoscenza e mi aveva esortata a rifarmi una vita, e per quanto mi illudessi fosse possibile, non sarei tornata più quella di prima.
Trattenni le lacrime il più possibile e uscii dalla cattedrale con gli occhi e il viso asciutto. Quando invece giungemmo alla lapide scoppiai in un pianto silenzioso e liberatorio. Mi accasciai alla spalla di mio fratello che mi sorreggeva mentre Lottie aveva lo sguardo carico di compassione e anche lei sull’orlo delle lacrime, nonostante non lo avesse mai conosciuto. Louis, essendosi accorto del mio malessere, mi fu subito accanto, cingendomi la vita e accarezzandomi i capelli. Appoggiai il viso sulla sua spalla e chiusi gli occhi. Immaginai di essere tra le braccia di Zayn. Nel suo abbraccio caldo, confortevole, che sapeva tanto di casa e di famiglia. Singhiozzai e Louis mi strinse più forte. Sentii una mano accarezzarmi il braccio e voltandomi scorsi il volto di mia madre rigato dalle lacrime. La  abbracciai e piangemmo insieme, in silenzio, attirando comunque gli sguardi altrui.
Poco dopo scorsi la famiglia Malik. Il volto stravolto di Trisha mi fece rivoltare lo stomaco e accapponare la pelle. Ci abbracciammo con i fazzoletti zuppi di lacrime tra le mani e ci guardammo, senza bisogno di parole da dire.
I nostri sguardi dicevano già tutto.
Louis, nonostante gli occhiali da sole, non riusciva a nascondere il dolore che provava nel vedermi in quello stato. Soffriva per me e, ne ero sicura, avrebbe dato qualsiasi cosa per vedermi sorridere, anche se sarebbe significato far tornare Zayn  e lasciare lui. Mi faceva male pensare che lui dovesse assistere a tutto ciò. Che dovesse pensare di essere un ripiego perché volevo dimenticare il mio fidanzato defunto, perché non era così. Lui era il mio raggio di sole dopo la tempesta. Peccato che la tempesta avesse lasciato danni irreparabili.
 
**

Tornai a casa con gli occhi gonfi e il volto stanco. Avevo salutato più persone in un ora che in tutto il giorno e non volevo vedere più nessuno.
Non sapevo se avrei preferito che Louis non venisse in quell’occasione. Era già stato molto difficile per me e per lui non lo era stato meno. Non so per quale motivo ma iniziavo a vedere la presenza di Louis come sbagliata nei confronti di Zayn.
Zayn era stato ed era tutt’ora importantissimo per me ed insostituibile quanto lo era Louis.
Perché era tornato di nuovo quel tormento? Perché non riuscivo a vivere il momento e non curarmi del passato?
Mi stesi sul letto mentre Liam, Lottie e Louis discutevano in cucina. Mi coprii gli occhi doloranti con un braccio e sospirai profondamente.
Dopo poco caddi in un sonno profondo e tormentato.
 
-Katy- sentivo una voce roca e profonda chiamarmi.
-Katy- continuava a chiamare. Mi voltai ma non vidi nulla. Camminai per lo stesso stretto corridoio dove mi aveva condotta in precedenza mia nonna. Ritrovai quella porta e la aprii. La stessa stanza indaco ripiena di fotografie si presentò davanti ai miei occhi con la differenza che i soggetti delle foto li conoscevo più che bene.
Io e Zayn.
Nelle pose più semplici e più strane. In tutti i luoghi. Al mare, in montagna, ad Hyde Park.
Lui che mi abbracciava, che mi baciava, che mi sorrideva come solo lui era capace di fare.
Presi con mano tremante una di quelle tante fotografie e la rigirai tra le mani. Feci lo stesso con altre fotografie.
Ricordi su ricordi. Poi un lieve solletico ai fianchi mi fece cadere sul letto posto sotto le fotografie, mentre ridevo.
Il suo volto, i suoi occhi puntati su di me, il suo calore mi fecero trattenere il respiro. Continuavo a ridere mentre Zayn che torreggiava sulla mia figura continuava a farmi il solletico. Una delle peggiori torture per me.
Ridevamo insieme, mentre i suoni delle nostre risate si fondevano. Osservavo ogni singolo dettaglio di quel momento, come a volerlo imprimere nella mia mente per non lasciarla mai.
Lo attirai verso di me prendendolo per la maglietta e lo baciai.
Un bacio ricco di passione, sentimento e mancanza. Quella che avevo provato per un anno e più. E quella che continuava a torturarmi.
Continuavo a ridere, ipnotizzata dal sorriso cristallino del moro.
Dopo che lo implorai di smettere si fermò e si stese di fianco a me, mentre mi sistemavo con il viso sul suo petto.
Mi abbracciò e mi strinse forte, come se fossi la cosa più preziosa per lui, da proteggere ed amare all’infinito.
Sospirai.
 
Mi svegliai di scatto con il sorriso sulle labbra. Qualcosa sotto di me si mosse e solo in quel momento mi accorsi di essere appoggiata al petto di Louis, mentre eravamo stesi sul mio letto.
Subito ritrovai due occhi azzurri attenti a guardarmi e un sorriso mellifluo mentre mi accarezzava il viso. Ricambiai il sorriso un po’ impacciata mi volsi a guardare il mio riflesso nello specchio dell’armadio.
I capelli erano scompigliati e ricadevano in ciocche scomposte ai lati del viso. Il trucco era leggermente colato e il viso gonfio come gli occhi.
-Stai un po’ meglio?- mi chiese in tono carezzevole e preoccupato Louis.
-Un po’- risposi e tornai ad appoggiarmi su di lui, provando a dimenticare quel meraviglioso e travolgente sogno che avrei voluto fosse realtà.

Dove sei se non sei qui con me?
 
 
 
 
Pov X
 
Salii sull’immensa nave mercantile con il giaccone talmente grande che arrivava quasi fino ai piedi. Le scarpe logore strisciavano sul pavimento, segno della stanchezza che non sarebbe cessata per il lungo viaggio che mi stavo trovando ad affrontare.
Continuai a camminare cercando un posto dove potevamo sistemarci, mentre la calca di gente mi guardava con amarezza e compassione.  Cercai di mantenere i nervi saldi e di non lasciarmi prendere dal panico mentre un flebile vento freddo iniziava a soffiare e mi sferzava i capelli sul viso.
Li scostai ripetutamente mentre continuavo a cercare una piccola nicchia non troppo fredda dove avremmo potuto riposare e rifocillarci.
La paura iniziò nuovamente ad attanagliarmi le viscere quando mi girai e scorsi la terra da cui mi stavo definitivamente allontanando, dove non sarei più tornata. Era stata la mia prigione per anni ed adesso  non mi sarei fatta scappare l’occasione di fuggire e di ricominciare da zero.
Scorsi un piccolo ripostiglio con la porta socchiusa. Sarebbe stato perfetto per passare la notte indenni e senza essere disturbati da nessuno. Feci un cenno al ragazzo vicino a me che mi sorrise e mi seguì.
Facendo attenzione a non farci notare, sgattaiolammo all’interno del ripostiglio illuminato da una piccola lampadina e chiudemmo la porta. Quattro pareti bianche, interrotte da un piccolo oblò rotondo, con accatastate su di esse alcune corde e reti per la pesca che ricoprivano solo poco spazio da dentro degli scatoloni vecchi.

Tirammo fuori le coperte, ci stendemmo sul pavimento non troppo freddo  e cercammo delle posizioni comode per dormire anche se a me risultava difficile.
Mi sedetti con la schiena contro il muro, a guardare il mare da dietro l’oblò. Sospirai quando la nave iniziò a muoversi e finalmente ci allontanammo da quella terra maledetta.  Sentii una mano calda posarsi sulla mia spalla con fare rassicurante e vidi il volto del moro sorridermi nonostante la poca luce.
-Andrà tutto bene- concluse con gli occhi assonnati.
Ricambiai il sorriso e gli feci cenno di dormire, non era la prima volta che lui lo faceva mentre io stavo sveglia. Mi accarezzai il pancione e pensai al futuro che avrebbe avuto mio figlio, in quello che consideravo il nuovo mondo. Dove avrei avuto una nuova vita.
Ringraziai mentalmente i miei genitori defunti per avermi permesso di studiare così da poter imparare le lingue. Solo grazie a ciò sarei riuscita ad ambientarmi nella caotica quanto bella Inghilterra. E ringraziai il cielo per avermi mandato quell’angelo custode che adesso dormiva lì al mio fianco, senza di lui non avrei avuto il coraggio di scappare dalla mia vita.
Mi addormentai pensando a quanto sarebbe stato difficile a 17 anni appena compiuti crescere un figlio, da sola, lontana da casa  e senza i genitori a darti sostegno.
Ma sapevo anche che Dio mi aveva mandato quell’angelo custode che in un modo e nell’altro mi aveva già dato tanto.
 
 
Holaaaaaaaa!!!
Uccidetemi, sono pronta a qualunque rivolta, anche perché avete ragione da vendere D:
Lo so, è da quasi due mesi che non aggiorno e dovrebbe essere sufficiente a offrirmi come tributo per gli Hunger Games ahahahhah va be’.
Allora, altro che chiarimenti, qui vi avrò confuse ancor di più. Conoscete la mia mente contorta quindi do il via alle ipotesi più strampalate su questo personaggio dell’ultima parte.
Bene,come state? Scuola? Fidanzati? E il San Valentino come lo avete passato? Io una grandissima schifezza, ma pazienza. Non sarei stata così ispirata se avessi avuto qualcosa da fare.
Ma dettagli. Spero di riuscire ad aggiornare quanto prima, nel frattempo voi recensiteeee!! E scusate gli eventuali errori.
Ps: un piccolo spoiler per farmi perdonare u.u Nei prossimi capitoli ci sarà una digressione con molti Kayn moments *-* 
Kisses <3 <3
Twitter: @IwantmyHaz 


 

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Capitolo 20
*** Memories. ***




Capitolo 20- Memories.
 

**
Mi addormentai pensando a quanto sarebbe stato difficile a 17 anni appena compiuti crescere un figlio, da sola, lontana da casa  e senza i genitori a darti sostegno.
Ma sapevo anche che Dio mi aveva mandato quell’angelo custode che in un modo e nell’altro mi aveva già dato tanto.
 
**
 
Pov X
 Scoppi di granate. Suoni assordanti. Allarmi che suonano ininterrottamente. La gente corre, scappa dagli scoppi. Le ragazze si fanno beffe dei soldati che prendono la mira e sparano mettendosi il rossetto e i tacchi, come a voler dire “Noi non ci lasciamo intimidire”. Le ammiro. Loro possono. Hanno la loro vita davanti, sono libere. Io sono qui, in questa casa buia, in questa prigione che è la mia vita. Sobbalzo allo scoppio di un'altra  granata. Che ne sarà di me? Me lo chiedo spesso e non trovo risposta.  Amir,il nostro maggiordomo, torna con le buste della spesa e la fronte madida di sudore. Ha sicuramente corso per arrivare sano e salvo e con la spesa nelle mani. Lui non mi permette di uscire, sarei in pericolo. Ma preferirei morire per mezzo di uno scoppio che per mano sua.
Mi svegliai infreddolita dopo solo poche ore di sonno. Misi a fuoco ciò che avevo intorno e subito notai la luce rossastra dell’alba riflessa sul mare che filtrava dall’oblò di fronte a me. Sbattei più volte le palpebre per abituarmi alla luce e voltai lo sguardo verso il moro che sonnecchiava ancora. Stirai le braccia, sgranchii le gambe e sentii il piccolo muoversi.  Anche lui si era svegliato. Cercai di scrutare l’orizzonte per vedere se eravamo riusciti ad arrivare a destinazione. Saremmo giunti in Egitto  via mare e poi avremmo preso l’aereo per raggiungere Londra. Eravamo riusciti ad accaparrarci due biglietti a poco prezzo, e anche grazie ai parenti del ragazzo. Che Dio li benedica.
Scorsi un ombra lontana.. la terra. Stavo per giungere dove volevo. E poi? Cosa ne sarebbe stato della mia vita? Avevo incontrato la morte faccia a faccia ed ero stata salvata. Possibile che mi fossero riservate altre grazie? Una cosa era certa. Sarei arrivata a Londra ed avrei aiutato il ragazzo a raggiungere la propria famiglia. Glielo dovevo. Poi avrei provveduto anche a me ed al nascituro.
 
**
 
Attraccammo al porto di Sharm el Sheikh. La borsa pesava troppo sulle mie spalle così il mio compagno di viaggio si offrì di portarla al posto mio. Camminammo per un bel po’, fino a quando,esausti, ci fermammo ad un bar. Una donna sulla cinquantina si accorse del mio malessere. Ero rossa in viso, le guance in fiamme, il sudore che colava fino al mento e la pancia che si notava a prima vista.
Era la proprietaria del bar, mia conterranea, Pakistana. Ci offrì dell’acqua e del cibo, non volle essere pagata. Mi chiese cosa ci facevo lì, in quello stato, sotto il sole cocente di metà mattina. Con il fiato corto le spiegai il mio viaggio, il nostro viaggio, e subito chiamò un taxi che ci accompagnasse all’aeroporto. Preparò una sacca. Mise del pane, due bottigliette di acqua e del latte fresco. La ringraziai. Disse che dovevo mangiare, nutrirmi per il piccolo, che ero troppo magra.
Salimmo sul taxi e partimmo verso quello che per me era una nuova vita, mentre per lui era tornare alla normalità.
 
 
 
 
Pov Katy.
 
Penso e ripenso mentre metto in ordine la cucina, e anche la mia vita. Cosa devo fare? Non vorrei illudere nessuno…
-Sono stanca!- esclamo. Sono fuori di me.
-Che succede?- entra Liam e mi fissa incuriosito e preoccupato.
-Non so cosa fare- rispondo mentre infilo diversi piatti in lavastoviglie.
Dovrei riprendere in mano la mia vita? Ma posso? E in che modo? Mi sembra di vivere su delle montagne russe. Un giorno belle e l’altro terribili.
Parlo un po’ con mio fratello, sa come mi sento o credo che provi a capirlo e ad immedesimarsi. Non lo trattengo più di tanto e lascio che passi un po’ di tempo con la sua ragazza, è giusto che sia così. Se io sto male non devono stare male anche gli altri per me.
Mi siedo a guardare un po’ di televisione. Passano le solite trasmissioni monotone e prive di pudore, raccapriccianti.
La spengo e di cattivo umore mi alzo dal divano per spolverare il salotto e mettere ordine nei vari sportelli. Inizio dall’anta più bassa del mobile scuro. Prendo il panno  e pulisco i vari aggeggi che si portano in ritorno dalle vacanze come pensierini. “From Dublin” “From Cardiff” sono le scritte su alcuni di quelli, spettatori dei miei viaggi con Zayn.
Non sopporto l'idea di rivivere quella parte della mia vita che mi sembra così lontana e che mi tocca fortemente. Poso l'album e continuo a pulire.
Una corona di rosario. La prendo e la rigiro tra le mani. Sorrido al pensiero di come l'ho ricevuta. Il prete che aveva promesso di sposare me e Zayn me l'aveva regalata durante una messa. Sentii una vaga nostalgia per quella persona che in un momento difficile e nei momenti felici mi era stata vicina. Decisi,di punto in bianco, di andarlo a trovare. Mi alzai, posai tutto ciò che avevo tirato fuori per pulire, tranne il regalo che mi era stato fatto, e dopo essermi data un'occhiata allo specchio, uscii di casa.
La temperatura era mite, il sole abbastanza forte anche se il vento era freddo e penetrava nei pensieri. Continuai a camminare per una buona mezz'ora guardando i passanti. Adolescenti sorridenti, con la guerra dentro- si capiva dagli occhi- anziani che passeggiavano, mamme con i passeggini che andavano a fare la spesa, coppie che passeggiavano mano nella mano.
Scossi la testa e continuai a camminare. Mi ritrovai davanti la chiesa prima del previsto,immersa nei miei pensieri. Salii le scale che precedevano il porticato e spinsi leggermente il portone che si aprì cigolando. Entrai,togliendo gli occhiali da sole dal viso e poggiandoli sulla testa, bagnai la mano destra nella fonte dell'acqua santa e mi feci il segno della croce.
Attraversai la navata laterale della chiesa e mi sedetti a pregare in una delle prime panche con il rosario in mano. Dissi il rosario due volte e poi sentii la porta del confessionale scricchiolare. Uscì il prete, Don Marco-originario di Venezia e venuto qui da giovane - insieme ad una donna anziana. Mi vide e mi sorrise all'istante. Sorrisi a mia volta alzandomi ed andandogli incontro. Dopo aver salutato con un piccolo abbraccio la donna,venne verso di me con un ampio sorriso.
-Katy cara, come va? E’ da molto tempo che non ti vedo- disse prendendomi le mani tra le sue e invitandomi a sederci.
-Ho avuto diversi contrattempi- risposi seguendolo- ma oggi avevo del tempo libero ed ho pensato di venire a farle visita-.
-Hai pensato benissimo cara. Eh dimmi- iniziò esitando- come va? Ti stai riprendendo?- mi chiese impaziente.
-Diciamo che ci sto provando- iniziai con un sorriso tirato. Mi spronò a continuare e gli raccontai di Louis, del nostro incontro e di come procedeva il nostro rapporto. Il padre, in realtà, avendolo visto alla funzione commemorativa di Zayn, aveva pensato fossimo intimi amici e aveva sperato che quel ragazzo dagli occhi blu potesse aiutarmi a rivedere la luce.
-Ragazza mia, il lutto è una delle cose più brutte che possa capitarci nella vita. Chiunque sia fa male. Una volta, durante il catechismo, stavo preparando i ragazzi alla cresima. Una ragazza del gruppo venne da me e mi disse che doveva parlarmi. Le parlai e mi raccontò dell’angoscia che aveva provato nel sentir raccontare ad una vedova il lutto del proprio marito. Non erano parenti e non aveva mai conosciuto quell’uomo, eppure quel lutto era riuscita a toccarla ugualmente.- mi guardò intensamente negli occhi mentre cercavo di capire il significato delle sue parole- con questo voglio dirti che spesso sono esperienze di vita, per metterci alla prova. Il Signore ci è sempre vicino e a volte anche più di quanto crediamo. Sa chi è più o meno forte e lo mette alla prova, per farlo crescere. Lo stesso vale nella tua di esperienza. Sa che tu sei una ragazza dal grande cuore e che possiede un forte coraggio e ahimè questa disgrazia forse sta servendo a farti maturare.  Posso capire che ancora, con questo nuovo giovane, non è scattato quel qualcosa in più. Ma non chiudergli le porte del tuo cuore, se è di animo nobile come mi dici saprà esattamente cosa fare per liberarti di questo fardello o quantomeno ad alleggerirlo- concluse e capii esattamente dove voleva arrivare.
Lo ringraziai e lo salutai, con la promessa di tornare a trovarlo, e tornai a casa, pronta a rivedere quegli album e ad affrontare i miei demoni.
 
**
Prendo le foto ed inizio a sfogliarle, ed è come se mi inghiottisse una meravigliosa bolla che non vorrei più scoppiare.
 
*Flash back*
22/07/2012                                                                                                    Dublino.


Sorridiamo di fronte la Guinness. Per anni Zayn aveva desiderato, come mi aveva confessato, di poterci andare, di vedere dove producevano la sua amata birra. Così, quando avevo potuto staccare dall’università e lui dall’addestramento, partimmo per Dublino, capitale della terra irlandese. Niall ci aveva assicurato di farci da guida, ci era stato talmente tante volte sia da bambino che da adolescente da conoscere la città quasi a memoria. Una piccola vacanza per staccare la spina, e fortunatamente i miei non avevano obiettato anche grazie al fatto che con noi partivano Liam e altri nostri amici.
Camminiamo mano nella mano, è da qualche mese ormai che stiamo insieme e non c’è più imbarazzo, ormai è diventato automatico per entrambi svegliarci e pensare all’altro, chiederci cosa sta facendo.
Questa settimana sarà la più bella. Facciamo le foto davanti la Guinness e poi continuiamo il nostro giro turistico.
Sorridiamo accanto alla statua di Oscar Wilde, facendo smorfie sciocche, immortalando ogni momento. Prendo la macchina fotografica e fotografo Liam e Zayn che poggiano le spalle sulle braccia della statua e che, con sguardo ammiccante, appoggiano il mento sulla mano a braccia conserte.
Sorrido rivedendo nello schermo della reflex la foto e lascio un piccolo bacio sulle labbra a Zayn appena viene verso di me.
Fotografo tutto, ogni minima cosa. Dai paesaggi ricchi di vegetazione, alle persone che passano, ai monumenti e a noi. Noi nelle pose più assurde, mentre sorridiamo, mentre ridiamo, mentre ci coccoliamo, mentre siamo noi stessi.
 Alla fine della giornata siamo così stanchi da quasi addormentarci nella hall dell’albergo al nostro ritorno.
-Stasera si esce ragazzi!-quasi urla Niall eccitato.
Alzo leggermente la testa dalla spalla di Zayn leggermente assonnata per la stanchezza –e dove vorresti andare?- farfuglio.
Il biondo inizia a snocciolare fluidamente tutti i suoi programmi per la serata con un perfetto accento irlandese. Rimaniamo tutti basiti e, quasi sul punto di rifiutare -Non accetto un  no come risposta- controbatte Niall.
Mentre ci dirigiamo nelle nostre stanze tengo la mano di Zayn e prima di separarci per andare a prepararci nelle rispettive camere gli lascio un piccolo bacio.
**
Quando scendo le scale con indosso il vestito acquistato per l’occasione e le scarpe con le zeppe quasi mi viene un colpo al cuore a vedere lo sguardo di Zayn che passa in rassegna il mio corpo.
Il vestito nero mi fascia dalle spalle fino a sopra il ginocchio. La giacca bianca che indosso copre la leggera scollatura sulla schiena.
-Sei stupenda- mi sussurra appena arrivo al suo fianco.
Niall fa un breve fischio facendomi ridere, e in seguito ci dirigiamo alle auto.
 
*fine flashback*    

 Sorrido ripensando a quella nostra prima vacanza insieme. Sfoglio ancora l’album ricco di ricordi, fermandomi alle foto del nostro viaggio in Italia.
 
 
*inizio secondo flashback*

Nella hall dell’albergo che abbiamo scelto a Venezia parlo con mia madre e Liam mentre mio padre e Zayn si occupano delle camere.
-Bella l’Italia vero?- sorride mia madre, portandosi gli occhiali da sola sulla testa e ammirando il panorama dalla vetrata dell’hotel.
-Fantastica- sorrido anch’io.
L’idea di questo viaggio è venuta a mio padre e io e mia madre abbiamo scelto la meta. L’idea di far venire a Zayn è venuta a mia madre e lui ne fu subito entusiasta.
Vedo mio padre e Zayn dirigersi verso di noi con le chiavi in mano.
-Tutto fatto. Due doppie e una singola.- sorride mio padre.
Già so che la singola è di Zayn per il sorrisetto divertito che Liam ha stampato in volto.
Ci dirigiamo nelle nostre camere e assesto una gomitata nelle costole di mio fratello che sghignazza come un adolescente.
Entriamo e ci prepariamo per la serata che ci aspetta.
**
Mia madre, tra le vie italiane, viene subito attirata dalla musica di un locale. Musica latino americana, ossia i miei genitori che si scatenano a ballare balli di coppia.
Entriamo sorridenti e vediamo diversi ragazzi in coppia con ragazze che si muovono benissimo e quasi mi faccio travolgere subito dalla musica. Ci sediamo ad un tavolo, poggiamo le giacche e le borse e io e i ragazzi ci sediamo mentre i miei genitori si dirigono già verso la pista da ballo.
Giunge subito da noi una cameriera che ci chiede qualcosa in italiano. Le diciamo che siamo inglesi e con un inglese alquanto strascicato ed un forte accento italiano ci chiede se vogliamo qualcosa da bere.
La scena si ripete con una ragazza che invita Liam a ballare. Lui esita ma si lascia trascinare dalle note e dal ballo, riprendendo dimestichezza come quando ballavamo da ragazzi.
Quando sto per chiedere a Zayn se va anche a lui, esita spaventato e dice subito di no. Lo avevo immaginato. Anche se in un altro stato non si umilierebbe mai  poiché ritiene di non saper ballare.
-Se tu vuoi, vai- mi dice sorridendomi, ma non voglio lasciarlo solo.
Stiamo un po’ a guardare ballare i miei e mio fratello con quella ragazza fino a quando un ragazzo sui venticinque anni si avvicina. Sentendoci capisce che siamo inglesi e mi chiede se voglio ballare. Il suo accento non è cattivo come quello delle altre ragazze. Esito e sto per dire di no quando Zayn mi incita ad andare a divertirmi.
Non ho nemmeno il tempo per riflettere che il biondino mi prende una mano e mi porta in pista. Mi prende una mano nella sua e mi posa l’altra sulla scapola, come da corretta posizione. Stiamo per iniziare a  ballare quando la canzone termina e il dj provvede a metterne un’altra.
Inizia una salsa travolgente e mi lascio guidare dal ragazzo che mi sorride, capendo che ho una certa familiarità con il ballo. Le scarpe non troppo alte mi aiutano nei movimenti e sorrido anch’io ballando, mi ricordo di quando avevo sedici anni e adoravo ballare. Al contempo però mi sento in colpa nei confronti di Zayn. Passiamo accanto mia madre che sorride, eseguiamo una vuelta e terminiamo il ballo.
Ringrazio il ragazzo che però mi offre un altro ballo. Guardo Zayn che mi sorride e spero non sbotti in una scenata di gelosia immotivata.
Inizia una baciata molto lenta e a qual punto credo di ricevere un bella lavata di capo. Iniziamo a ballare a tempo e inizio a sudare leggermente, non per la temperatura, anche se ci stiamo muovendo, ma per il nervosismo.
Mi lascio travolgere dalla musica fino a quando non vedo Zayn alzarsi e chiedere al ragazzo di lasciar ballare lui con me. Sorrido e gli posiziono meglio la mano sulla scapola, lui l’aveva messa troppo bassa.
Iniziamo a muoverci, adesso sono io a guidare lui nei passi. Si muove un po’ impacciato ma poco mi importa. Sono riuscita a farlo alzare dalla sedia per ballare, il che è un record per Zayn.
-Chiariamo il concetto che l’ho fatto perché morivo dalla gelosia a vederti con quello lì- mi sussurrò all’orecchio- e così vicini- continuò avvicinandomi di più a lui.
-Si balla così vicini- ribattei. E lui mi strinse di più.
 
*fine flashback*

Asciugo le lacrime mi sono sfuggite dagli occhi a quel ricordo.
Chiudo l’album, credo che per adesso sia abbastanza.
Amore, dove sei se non sei qui con me?
Stessa domanda, nessuna risposta.
 
 

Hallo!!
Mi scuso per il mio imperdonabile ritardo. A mia discolpa dico che i problemi son tanti a partire dalla scuola e ad arrivare al resto.
Comunque ce l’ho fatta, meglio tardi che mai.
Spero vi piacciano i Zaty moments. La pov x è ancora incognita. Ipotesi su chi possa essere?
In conclusione mi scuso se non sto seguendo più ff ma davvero non ho tempo, entro su efp solo per postare il capitolo nuovo quando lo faccio.
Detto questo spero recensirete e spero vi piaccia. Mi scuso per eventuali errori.
Un bacione a tutte e a presto!
-Giulia xx

 

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