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di _LIKEARAINBOW_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** [Prologo] ***
Capitolo 2: *** [Capitolo 1] ***
Capitolo 3: *** [Capitolo 2] ***
Capitolo 4: *** [Capitolo 3] ***
Capitolo 5: *** [Capitolo 4] ***
Capitolo 6: *** [Capitolo 5] ***
Capitolo 7: *** [CAPITOLO 6] ***



Capitolo 1
*** [Prologo] ***


[PROLOGO]


Io sono Nicole.

 

Tutti dicono che il mio nome sia molto bello.

Cosa diavolo ha il mio nome di tanto speciale, eh?

Soprattutto un nome nato dal desiderio di due persone come loro, quasi mi fa schifo dirlo, perché loro non lo sono e non lo saranno mai per me,  nessuno ricoprirà mai quella carica nella mia vita, i miei genitori.

Perché sono così rude e disgustata?! Semplice, i  miei genitori sono due tossici, due fottutissimi eroinomani che fino all’età di 15 anni, parlo soprattutto di Jhon, il mio presunto padre, abusavano di me.

 

Mi picchiavano.

 

Mi insultavano.

 

Si sfogavano su di me durante le loro crisi.

 

Finchè non decisi di andarmene da lì, era l’unica cosa che potevo fare…

Secondo voi dove può rifugiarsi una ragazzina di 15 anni senza amici o persone care accanto?

Tutti preferivano evitarmi, non volevano problemi perché potevano star certi che una come me, ne avrebbe portati parecchi…

 

 Mi era stata affibbiata la targhetta come:”Errore dei due tossici”, anche io avrei voluto dar loro una bella targhetta, magari piantata in fronte, magari con dei chiodi, magari ancora, arrugginiti.

 

Poi si sa, quando si vive in un piccolo paesino in provincia di Berlino, le chiacchiere sono tante, le persone sono cattive, non fanno altro che guardarti male e parlare di te, dire cose orribili, farti sentire piccola, stupida, uno schifo.

 

Compii sedici anni circa un mese dopo la mia fuga di casa, ricordo.

Il 13 dicembre di quel lontano 2010.

Per quel mese intero cercai di arrangiarmi come meglio potevo, per procurarmi dei soldi, c’era una strategia perfetta…

Mi prostitivo, bella merda protituirsi a sedici anni per cercare di sopravvivere, sola, senza nessuno con me che potesse aiutarmi.

Per andare avanti in completa solitudine, indifesta contro gli infiniti pericoli della città sempre dietro l’angolo e quei luridi bastardi schifosi da accontantate ogno orribile notte.

Per non parlare del freddo gelido delle notti, per le strade di Berlino nel mese di gennaio.

Andò avanti così per ancora qualche mese, quano un giorno stanca di tutta quella merda, grazie al denaro che tenevo da parte, anche se poco, riuscii a partire finalmete.

 

Lasciando lì la mia vecchia e odiata vita, quella vita tanto schifata da me…

Me ne andai nella terra dove tutti i desideri possono essere realizzati, nella terra che mi avrebbe certamente salvato, magari lentamente, giorno dopo giorno, ma sapevo per certo che l’avrebbe fatto.

 

Nella terra che da bambina vedevo comparire in televisione, il posto perfetto dove rifugiarsi da tutti i problemi per ricominciare tutto da capo, Londra.

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Capitolo 2
*** [Capitolo 1] ***


[CAPITOLO 1]


La sveglia suona intensamente da circa 10 minuti, non ho assolutamente la minima intenzioone di alzarmi.

Apro gli occhi e i primi raggi di sole, di una nuova e sicuramente monotona giornata, mi colpiscono e chiudo automaticamente gli occhi, trovando riparo sotto il cuscino, mi scoppia la testa.

Riapro gli occhi per realizzare la situazione e neanche questa volta sono a casa mia…



Ogni giorno la stessa fottuta storia, casa diversa, letto diverso, cliente diverso.

Tutto così diverso e allo stesso modo uguale, ma tutto completamente sbagliato.

Dall’altra parte del letto c’è un uomo sulla quarantina, dorme con la bocca semi aperta, puzza in modo atroce di alchol, la stanza ha un odore terribile.

Mi serve una doccia non posso restare in queste condizioni, l’aria è cosumata e ad ogni respiro rembra non voler passare attraverso la mia bocca per finire nei polmoni, il mio corpo si rifiuta di respirare questa tremenda puzza.

Lo sento, sto per vomitare, la testa gira e lo stomaco si attorciglia, è diversa dalla solita nausea mattutina, ma so già che si tratta solo di questo e dell’alchol della sera precedente.

Con fatica mi alzo dal letto e cerco di fa il più velocemente possibile, anche perché gli unici indumenti che indosso, è l’intimo… Percepisco il coniato di vomito salire sino alla bocca dello stomaco, mi copro la bocca con le mani ma niente da fare accade tutto in troppo poco tempo per accorgermene, riverso tutto nel pavimento, per tutto intendo le 7 birre di poche ore prima.

Mi manca l’aria e mi accascio a terra.

Per il fracasso l’uomo si sveglia, stropiccia goffamente i suoi rossi e gonfi occhi ri dotti a due fessure, cerca di capire cosa sia appenta successo e quando finalmente realizza l’accaduto si alza dal letto e si catapulta sopra di me, ancora piegata in due sul suolo.

Mi tiene i polsi sopra la testa con una mano, mentre con l’altra inizia a riemprei di pungni, schiaffi e calci il mio fragile e minuto corpo.



"PUTTANA!”, urla, ogni volta sempre piu forte e ogni volta aumenta la velocità e la violenza degli schiaffi.

“VATTENE DI QUI!”, urla infine per poi caricarmi in spalla e scaraventarmi  con tutta la sua forza  all’esterno dell’appartamento.



Prima di chiudere la porta, mi lancia  addosso le mie cose , insieme al denaro che mi doveva, con una sola modifica, invece di darmi come prestabilito, i mei 200£ me ne da 85…

Cosa diamine me ne faccio di 85£?!

Mi ricompongo velocemente ed inizio a camminar e verso “casa mia”, che corrisponde ad una stanza in uno stupido hotel a 3 stelle.

Camminando però, mi accorgo del profondo dolore alla gamba, sicuramente causato dalla caduta di pochi minuti prima, faccio finta di nulla e continuo per la mia strada anche se completamente piena di dolori e gli occhi rossi e goni per le lacrime che continuavano a scorrere  capiosamente dai miei occhi azzurri.

Questa  non è vita, non è più nulla ed io così non riesco a continuare.

Scaccio via i pensieri autolesionistici dalla mia testa e tasto le mie tasche alla disperata ricerca delle mie sigarette, le trovo e le tiro fuori dalla tasca, rigorosamente Chesterfield rosse.

5 sigarette, non posso farcela con solo 5 sigarette rimanenti nel pacchetto da 20… chiudo il pacchetto e ne infilo una tra le labbra, ora spero solo che l’accendino funzioni… primo tentativo fallito, riprovo di nuovo, niente da fare.

Lo scaravento con tutta la mia forza e lo stress sull’asfalto per poi calciarlo via con i piedi.

Perfetto, niente sigaretta… Adesso?

Sono le 10.03, lo leggo dallo schrmo del mio Iphone 5 bianco, un regalo da parte di uno dei miei “amichetti”.

Alle 14.15 inizia il mio turno al bar, sì, per guardagnare qualcosa in più, lavoro anche in un bar che si trova a Camden square, ma non solo, alcune sere quando i soldi proprio non bastano frequento anche un night, lì si che ti trattano bene con le mancie.

Bene si sta facendo tardi, meglio mettere qualcosa sotto i denti prima di morire di fame,  il mio stomaco continua a brontolare da 15 minuti buoni.




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Capitolo 3
*** [Capitolo 2] ***


[CAPITOLO 2]


Sono arrivata sotto il mio condominio, salgo velocemente le scale ed entro nella mia “accogliente” casetta, un giorno o l’altro mi deciderò a prendere in mano un fottuto giornale e cercare un nuovo appartamento lasciando finalmente questa topaia…

 

È un vero schifo, ma non parlo solo per il mio appartamento, dico in generale. L’intero palazzo cade a pezzi, ci sono quattro piani ed ogni piano ha due appartamenti, perciò potete immaginarvi quanto possano essere spaziosi…

Per non parlare di chi li abita, io devo pensare molto per me stessa perché so di non essere una persona con le carte in regola, una santarellina, una persona da invidiare…  Gli altri, però, sono messi ancor peggio ma io del resto non sono nessuno per criticare gli altri e commentare i loro sbagli.

 

Stavo dicendo, sono entrata nel mio appartamento con all’interno solo tre stanze: una camera, una cucina e un bagno, ovviamente.

Ho preparato in fretta e furia un toast e gli ho dato qualche morso, per poi buttarlo nella spazzatura.

Odio mangiare, se potessi salterei tutti i pasti, non so perché ma è una sensazione più forte di me, il mio corpo reagisce contro ilo cibo, lo respinge.

Più di una volta mi è capitato di sentirmi talmente tanto in colpa per aver mangiato e non aver ascoltato i miei istinti di sputare il boccone, che ho messo due dita in bocca per vomitare.

Non mi prendete per una bulomica. Io non sono bulimica. No, non lo sono affatto. È solo che… è più fprte di me, non ce la faccio, davvero.

 

Sono andata a cambiarmi ed ho indossato: shorts a vita alta blue jeans ed una maglietta dei Ramones rosso bordeaux, un regalo di Jessica, una mia collega al bar fissata con il rock e generi muicali simili…

Indossai le mie, ormai troppo consumate, Vans nere ed uscii di casa in un batter d’occhio.

 

Londra, come sempre era immersa nelle nuvole, il cielo grigiastro si addice perfettamente con i miei occhi cielesti, glaciali con delle sfumature sul grigio… Amo i miei occhi, solo quelli. Il resto sarebbe tutto da buttare.

 

L’aria fresca mi faceva venire la pelle d’oca, così, velocemente iniziai a dirigermi verso il bar, consapevole che mi attendevano quattro ore di duro lavoro tra i tavoli di quel luogo sempre strapieno, per i miei gusti. Per l’appunto appena messo piede nel locale le mie teorie si avverarono, il bar come al solito straboccava di gente, di tutte le età, dai vecchietti con un bicchierino di  Scotch, che giocavano allegramente a carte; alle signore che riunite ad un tavolo con i loro bambini; ai ragazzi che ridevano e scherzavano ed altri che invece studiavano e facevano i loro compiti…

Tutto sommato era un bel posto. Pieno di vita. Lì dentro di certo non ci si annoia mai, non ne hai neanche il tempo con tutto il lavoro da sbrigare, piatti e bicchieri da pulire, tavoli da servire e clienti da accontentare e anche le chiacchiere non mancano mai.

C’è sempre qualche ragazzo che cerca di flirtare, chi si interessa a te chiedendo della tua giornata o di come va.

Delle volte non so cosa rispondere, come posso dire loro come trascorro le mie giornate?

Non verrebbero più, sapendo chi li sta servendo, così rispondo vagamente dicendo:” Come al solito…”, ma loro non sanno qual è il mio solito, non possono lontanamente immaginarlo… Oppure dico che va tutto bene e fingo un sorriso, quando dentro sto morendo, distrutta dalle battaglie che mie porto dentro da anni.

Certe volte mi sorprendo per come riesco a mentire facilmente e mascherare tutto il mio dolore, con una semplice semplice ed innocente bugia.

 

Vorrei tanto essere al posto di uno di loro, con una bella famiglia, una vita felice e senza enormi problemi, essere spensierata e soprattutto, amata.

Chi amerà mai un’avanzo come me? Un errore come me? Chi farebbe mai una cazzata del genere e sciegliere me? CHI?

Ma io del resto li capisco… Ormai ho perso le speranze… prima cercavo scusanti per il comportamento della gente, mi aiutoconvincevo che magari qualcuno sarebbe arrivato anche nella mia vita.

Poi pian piano apri gli occhi e ti rendi conto che erano solo false illusioni, che mai portranno avverrsi. Che non ho nessuno perché sono io a volerlo, allontanando involontariamente chiunque…

Come disse Dante prima di varcare l’antro dell’inferno:”…Lasciate ogni speranza, oh voi che entrate…”, eh già perché l’inferno sono proprio io.

 

Se fossi stata al loro posto anche io avrei allontanato un essere come me, che poi un “essere” è qualcuno o qualcosa con una vita, una vita come tutte le persone normali… Io non ce l’ho mai avuta.

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Capitolo 4
*** [Capitolo 3] ***




[Capitolo 3]



Dopo due ore di lavoro già sentivo la stanchezza ed il sonno prendere il sopravvento su di me.

Decisi allora di fare una piccola pausa, informando Jessica che mi sarei assentata per una ventina di minuti, e lei solare e allegra come sempre mi ha detto di fare con comodo e che mi avrebbe coperto lei per una volta.

Si, perché il più della volte era il contrario io dovevo coprire lei quando arrivava il suo ragazzo e volevano stare un po soli...
Già, Jessica è una ragazza meravigliosa ha un corpo stupendo con tutte le forme al posto giusto, è un pò bassina ma si di lei non stona neanche questo dettaglio.
Ha un viso dolcissimo, occhi di un intenso color cioccolata, due occhi da cerbiatta che incanterebbero chiunque, un piccolo nasino leggermente all'insù ed una bocca a cuoricino perfetta, carnosa quanto basta.
Per non parlare dei suoi capelli di un biondo scuro molto particolare e lunghi sino a poco più giù delle spalle.

Tutti i ragazzi le sbavano dietro senza farai tanti problemi della sua relazione con Mettew, il suo ragazzo da ormai 8 mesi...
Non mi piaccio affatto insieme e lei mi dice sempre di non essere poi così presa da lui, o perlomeno non quanto lui lo è di lei...
Secondo il mio punto di vista lei merita molto ma davvero molto di più di qual sempliciotto che non le darà mai una vita come lei desidererebbe avere e come potrebbe benissimo avere con qualunque altro ragazzo che le va dietro.

Lei è la ragazza perfetta con una vita perfetta, quella che io mai sarò e mai avrò...
Io a differenza sua sono abbastanza alta, sono leggermente più magra ma non ho e mai avrò le sue forme, il suo seno prosperoso.

Diciamo che lei è un bel cerchio ed io una linea retta, devo accontentarmi di quel poco di cui dispongo, una seconda abbondante...
Poi lei è bionda e io ho questo strano colore che cambia a seconda del sole, teoricamente sono di un castano chiaro lunghi fino a sopra il sedere, occhi celesti, di quel celeste che sembra quasi bianco con dei contorni sul grigio, un naso normalissimo e le labbra troppo sottili per i miei gusti.

Poi beh lei è una calamita per i ragazzi... Io li attirò solo per una cosa: SESSO.
Mentre lei, si, sicuramente è desiderata in quel senso da molti ragazzi ma loro con lei vorrebbero anche qualcosa di più, qualcosa dove possano mettere in pratica anche i loro sentimenti.
A me una cosa così so per certo che non capiterà mai, soprattutto se il mio futuro non prevede cambiamenti radicali...

Anche se la invidio davvero molto, non significa che io non tenga a lei e che non le voglia bene, anzi, è l'unica che mi accetta per come sono, non conosce tutta la mia storia ma buona parte. È un'amica fantastica davvero mi capisce al volo, sa sempre aiutarmi e io cerco sempre di aiutare lei, è la mia prima vera amica.

Mentre questi infiniti e asfissianti pensieri mi vagano in testa raggiungo la tabaccheria a 5 minuti dal bar e mi infilo li dentro per comprare le mie adorate Chaesterfield rosse, lo so che mi rovinano, ma non riesco più a smettere o a regolarmi, non mi faccio bastare neanche un pacchetto al giorno da venti... I miei poveri polmoni ne risentono.

Esco dalla tabaccheria e subito ne infilo una tra le labbra, la accendo e subito il mondo è avvolto da una tranquillità improvvisa, l'aria è impregnata del fantastico odore di fumo e di nicotina, il mio corpo trova immediatamente il giusto equilibrio e nella mia testa regna la pace.
È folle ciò che un solo tiro di sigaretta può fare su di me, ma so che amo questa follia tanto quanto amo questa meravigliosa sensazione.

In una frazione di secondo una macchina sbuca dal veicolo che stavo per imboccare, se non sbaglio è una lamborghini, è nera lucida, sembra sia stata pulita solo pochi minuti prima.
La macchina accosta davanti una pasticceria e dalla macchina esce una figura alta, forse troppo alta e dalla corporatura possente, un ragazzo con un cappotto nero impeccabile, forse troppo eccessivo per la stagione primaverile, si perché il 1 giugno, ma è anche vero che le temperature londinesi anche in primavera ed estate raramente superano i 20/25 gradi, quindi forse si poteva accettare.
Un paio di occhiali da sole sulla testa infilati tra i capelli, un berretto sempre nero in testa dal quale fuoriuscivano dei ricci ribelli di un castano chiaro...
Camminava con un andatura molto naturale e tralasciata, non l'avevo mai visto da quelle parti... 

Arrivò all'entrata del negozio dove aveva accostato poco prima ma prima di entrare si girò verso la mia direzione con un sorriso sghembo sulle labbra rosee e carnose...
Che strano tipo. Era strano ma aveva qualcosa di così misterioso, qualcosa che io non so perché avevo la sensazione di voler scoprire, a dir la verità ero piena di brividi che percorrevano la mia colonna vertebrale erano qualcosa di straordinario e allo stesso modo inspiegabile...

Mi ripresi dallo stato trans in cui ero caduta, ero ancora impalata nello stesso punto così ho guardato l'ora e vedendo che si stava facendo tardi ho continuato il mio tragitto verso il bar...

Avevo ancora una strana vibrazione nel basso ventre, ma va beh... Passerà.

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Capitolo 5
*** [Capitolo 4] ***


[Capitolo 4]


Rientrai e stranamente il locale era quasi vuoto, se non per quei due ragazzi rimasti ad amoreggiare in un tavolo leggermente più appartato degli altri.
Mi fermai ad osservarli finché la ragazza non si girò nella mia direzione regalandomi un leggiadro sorriso... Sono davvero una bella coppia, molto giovani ma davvero belli, il rapporto che c'è tra loro è così intimo, il luccichio negli occhi di entrambi è qualcosa di imparagonabile come il rossore sulle guance di lei poco dopo che il suo ragazzo le ha sussurrato qualcosa all'orecchio... È bello vedere due persone amarsi liberamente, osservarli e pensare che forse tu quest'occasione non la vivrai mai.

Osservando queste coppiette felici, leggendo di bellissime storie d'amore, mi viene un nodo in gola, un groppo proprio sulla bocca dello stomaco che non riesco a mandar via... Come la sensazione che si ha prima di scoppiare a piangere. 
Non mi sembra di essere eccessivamente brutta, ciò non significa che mi piaccio, tutti dicono che bisogna essere in pace con se stessi, già... Ma io non mi accetto, io non mi piaccio, in nulla... Se fossi all'altezza allora un ragazzo si sarebbe già avvicinato, e non come succede costantemente per doppi fini e per un unico e solo obbiettivo...
Non chiedo tanto, chiedo solo di trovare una persona speciale, non l'amore della mia vita, ma neanche una storia dove dovrò soffrire e dove solo io rimarrò fregata...
Una storia di quelle che solo al pensiero del tuo lui, ti vengono le farfalle allo stomaco, una di quelle che ti toglie il respiro, una storia con un ragazzo che non sia timido, un ragazzo che vive la vita così come viene, un classico bad boy, ma comunque sia con la testa sulle spalle, un bel ragazzo, dolce, romantico, che ti prede alla sprovvista,che non si fa problemi a baciarti , a tenerti per mano, a guardarti con occhi dolci, che farebbe e darebbe tutto pur di proteggerti.
Un ragazzo che nel bel mezzo della notte è li a stringerti tra le sue braccia, a cullarti dolcemente sussurrandoti parole rassicuranti, parole che ti riempiono il cuore di gioia, che arrivano a scavare nell'anima, lui che riesce a capirti senza troppe spiagazioni!
Voglio una persona alla mano , una persona che combaci con il mio carattere...
Sto chiedendo solo un pò di meritata considerazione.
Ho bisogno di tutto ciò, ho la necessità che qualcuno  mi accetti così, per la ragazza timida, impacciata, disordinata, quella che pensa sempre troppo a tutto e per tutti, quella che si crea mille problemi, quella sbagliata, quella nata dalla consapevolezza che non ci sono certezze, la classica tipa che piange fino allo sfinimento solo per il semplice bisogno di averne voglia, per la necessità di sfogarsi, quella che si fa mille paranoie per tutto, quella che non sta in pace con se stessa, figuriamoci con il resto del mondo, quella che sa di sbagliare ma non fa nulla per rimediare alle sue cazzate, quella che si sta rovinando e non fa nulla per ricostruire la sua vita che va a rotoli.
Voglio provare la sensazione di appartenere finalmente a qualcuno, ho 18 fottiti anni se non succede ora, quando succederà?
Voglio che qualcuno mi dica :" sei fottutamente perfetta, con le tue insicurezze, con le te paranoie, con le tue paure, sei perfetta per me".
Ma non succederà e ne sono sempre più convinta, ma la colpa è solo mia, mia e della mia stupida ossessione nell'illudermi... Nel tentativo di cercare di riimmaginare la mia vita, di strappare la pagina e ricominciarla, di evadere da questo mondo che non mi appartiene, ma che mi tiene prigioniera e mai mi lascerà.

Non avrò mai la vita perfetta che tutti desidererebbero avere e che qualcuno per grazia divina ha, la vorrei anche io la vita perfetta, dico davvero ma, in questo mondo dimmerda, di perfetto ci saremo solo noi per noi stessi, è così ... Questa è la vita di merda che ci spetta, tutti a darci contro, tutti ad addossarci le colpe, tutti a criticarci ed a insultarci, a farci sentire delle pezze, a farci stare male... Eh quando poi inizi a pensare  che dopo tutto hanno ragione, quando anche tu inizi ad odiarti ecco che tutto diventa nero ecco che si entra nella merda più totale... Solo noi ci saremo per noi stessi, solo noi dovremmo salvarci da tutto e tutti, ci saremo per noi stessi facendoci a nostra volta del male... Bella merda la vita.
Bella merda svegliarsi la mattina e pensare:"dio faccio schifo!", svegliersi e sentire di non appartenere a quel corpo riflesso allo specchio, sentirsi non adatti, sentirsi emarginati e derisi..DIVERSI.
 Vedere persone peggiori di noi con una vita perfetta e pensare di fare ancora più schifo e di essere ancora più inutili!
Pensare di non essere adatti per questa vita come per nessun'altra...
Pensare di essere un errore di merda...
Pensare che forse nessuno sentirebbe la tua mancanza un giorno...
Pensare di essere un fallimento, che nella vita hai fatto solo cazzate e cose inutili, hai fatto soffrire e hai sofferto il triplo...
Pensare come sarebbe la vita degli altri senza di te e ucciderti mentalmente sempre di più, sempre più affondo, sempre cercado di scavare nell'anima!
Trovando e sprigionando il peggio di te, quel peggio che non avresti mai e poi mai pensato di diventare...
Quel mostro del quale tua mamma parlava quando ti raccontava le favole, della principessa e della strega cattiva, no?
Pensare che il tuo mondo ruota intorno a cazzate, persone false, persone di merda che non fanno altro che trattarti tale...
Pensare che dopotutto la vita non è bella per nessuno!
Da piccola vedi tutto rose e fiori, sei una bellissima principessa con una vita stupenda che vive in un castello da sogno con il principe più bello...
Poi d'improvviso ti svegli , sei grande...
Il castello è diventato una scuola, il principe, il ragazzo figo che questa  volta non verrà a prenderti con la sua moto figuriamoci su un cavallo, La strega cattiva? Beh lei e la società.
E tu? E tu principessa dove sei finita?
Eh tu che non sapevi cos'era la a sofferenza, adesso apri gli occhi e cresci...E soffri...E resisti...E non molli... E cadi e ti rialzi...
E cerchi forza dove forza più non cè, ma la trovi e vai avanti.
Eh poi? Poi ricomincia tutto!
Quando credi di aver passato tutto, quel tutto ricomincia da capo.
Ti fermi e pensi:" Questa merda quando la smetterà di distruggermi?"
Dove cazzo è la felicità che un giorno mia madre con le lacrime agli occhi, quando ero avvolta in fasce, quando ero una neonata e tutto era astratto, quella felicità che mi prometteva,
dovè?
Quella sicurezza che trasmetteva, dovè finita?!
...Ma basta solo un pò di buona volontà, e riimmaginarsi in quella fiaba, in una triste e falsa fiaba, tutto ciò che ti rimane di una realtà troppo brutta da vivere.

Mi risvegliai dai miei pensieri troppo depressi... Più cerco di non pensare e più la mia mente inizia a viaggiare in questi pensieri che in un secondo mi riescono a distruggere, la mia fottuta mente cerca sempre qualcosa di brutto a cui pensare e finisco sempre col chiedermi: che ho fatto di male per meritarmi tutto c'ho? 

Poi dal nulla bella mia mente è ricomparso il volti di quel ragazzo stupendo... Misteriosamente stupendo e il mio cuore sussultò leggermente.
Forse dovrei passeggiare davanti quella pasticceria più volte.

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Capitolo 6
*** [Capitolo 5] ***


[capitolo 5]

Tolsi la divisa da lavoro che consisteva in una maglietta nera che copriva fino a poco sopra l'ombelico, con la scritta del locale stampata sopra in cateteri cubitali.
Il proprietario ha deciso personalmente le magliette in quel modo, dice che per tentare i clienti a tornare dobbiamo dare loro un buon motivo... E secondo quel vecchio depravato scoprire leggermente il nostro corpo fa parte di ciò... Ha 62 anni ma ogni volta che viene a farci "visita" non perde occasione per cercare un contatto fisico con me e Jess.
Sfilai del tutto la maglia e la adagiai sull'appendiabiti nel retro della caffetteria, sapevo di essere sola nel locale quindi mi cambiamo tranquillamente, certo quando toccava a me chiudere il locale non mi metteva dava di certo coraggio.
Sola al buio, non mi è mai piaciuto il buio, il buio è sinonimo di morte, nel buio non puoi vedere o percepire nulla, il buio inghiottisce con se tutto quello che ha a disposizione.
Mentre me la solitudine, odio anche quella, ma ci ho fatto il callo oramai. 
Ho passato tanto di quel tempo sola... in tutti i sensi.
Anche se non solo reali, quando sei sola ed hai paura, senti un'infinità di rumori, cercai di fare il più veloce possibile per poter uscire prima.
Dalla finestra sulla parete entrava una fioca luce, che però bastava per orientarmi in quei pochi metri che mi dividevano dalla porta sul retro, dalla quale sarei dovuta uscire.
Mi lamentavo della piccola danza in cui ero pochi secondi prima ma il quartiere dove sono ora non è sicuramente migliore.
Di giorno è allegro e pieno di gente, di sera, quando a Londra tutto viene ricoperto dal l'oscurità diventa vuoto e buio e per i miei gusti, troppo triste,  senza vita, è inquietante l'atmosfera che si crea.
Mi incammino per le strade londinesi diretta verso casa, l'unico rumore udibile è quello delle mie vans sull'asfalto, la mia camminata leggermente strascicata non aiuta di certo.
I lampioni fulminati trasmettono poca luce, metto una mano nella tasca della felpa e subito il contatto con il pacchetto rettangolare mi trasmette un istante di gioia, lo estraggo e velocemente prendo l'accendino che hai si trovava al suo interno, è un abitudine ormai infilarlo li dentro, anche se quando il pacchetto è nuovo, dato il poco spazio, finisco per schiacciare leggermente la prima fila di sigarette, ma non ha importanza.
Sfilo anche una sigaretta e compio il rituale che più mi soddisfa, accendo la mia adorata sigaretta.
Un freddo venticello inizia a tirare e istintivamente mi stringo nella mia comoda felpa, con il vento la sigaretta diminuisce sempre di più e io impreco guardandola:- Cazzo, era appena iniziata...-, per poi sbuffare a fine frase con la nuvoletta di aria e fumo che usciva delicatamente dalla mia bocca.

Fortunatamente mancavano solo poche centinaia di metri da casa mia ed io ero già alla terza sigaretta, il respiro sempre più corto e affannato per via della camminata che anche se breve, su una ragazza che fuma un pacchetto di sigarette al giorno, circa, è come 2 chilometri per una persona normale, e dico seriamente.
Tutto taceva finché la suoneria del mio telefono non mi fece sussultare ed emettere un piccolo grido di paura, è un messaggio.

Jess.

-Nic che dici se stasera io e te andiamo a fare baldoria da qualche parte, è tanto che non passiamo una sera solo noi due e devo ammettere che mi manca passare del tempo con te che non sia solo a scopo lavorativo.
Se ne hai voglia vestiti sexy troiettina mia che stasera ci andiamo a scatenare, passa da me per le 21.
Baci, J.-

Sorrisi dolcemente alla vista dell'invito della mia amica e anche per quello stupido soprannome con cui mi chiamava sempre, ci divertiamo con poco noi, e ci divertiamo insultandoci, ovviamente per scherzo, lei sa in parte cosa faccio nella vita, non proprio tutto.E anche se non accetta che io mi riduca in questo modo, mi rispetta.

Risposi al messaggio in modo da dirle subito il responso finale della mia scelta, senza aspettare le nove per andare da lei.
Digitai velocemente sulla tastiera del mio telefono:

-Ci sto puledrina.
Spero di arrivare un orario, se così non fosse, tu non perdere la tua "infinita" pazienza e aspettami.
Grazie dell'invito piccola.

Nic.-

Bene, per le nove devo trovarmi da lei e sono esattamente le otto, in un ora devo riuscire a prepararmi decentemente.
È meglio che inizio a muovermi.




ANGOLO AUTRICE:
Ciao bellissime, sono tornata dopo tipo troooooooppo tempo che non aggiornavo.
Mi scuso per il ritardo e spero che qualcuna ancora ci sia per leggere la mia storia... 
NON ABBANDONATEMI, lol.
 
Va bene ragazzuole spero davvero che il capitolo vi piaccia, io vi invito a lasciare una piccola recensione per capire cosa ne pensate e vedere se qualcuna ha qualche consiglio o critica da darmi, per poter migliorare.

Baci, M.

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Capitolo 7
*** [CAPITOLO 6] ***


[Capitolo 6]
 
 
 
Spalanco l'armadio in piena crisi, non ho la più pallida idea di cosa mettermi, sono uscita dalla doccia pochi minuti fa e mi rimane solo una mezz'ora per pensare a cosa indossare, asciugare i capelli alla meglio e truccarmi decentemente.
 
In pochi minuti la mia stanza era piena di vestiti, magliette, shorts, mini gonne e quant'altro, ma niente di quello che mi capitava tra le mani mi sembrava sexy o adatto alla situazione, come mi aveva consigliato Jess.
Impreco mentalmente pensando che sarebbe ora di fare un po' di shopping e rinnovare il mio guardaroba, ma in questo momento non ho neanche il tempo per pensare. 
Tra tanti altri vestitini attillati ne trovo uno nero, senza spalline...
È nero e il nero è un colore accettabilmente sexy. 
Lo indosso e fortunatamente mette in mostra le mie (poco accentuate) forme.
 
Scelgo accuratamente un paio di decoltè tra le troppe scarpe nella mia scarpiera. Nero lucido, tacco 13.
Ho un debole per le scarpe alte, ogni qual volta ne vedo un paio che mi attirano particolarmente devono essere mie, non importa il prezzo.
 
Corro in bagno e cerco di dare una forma accettabile ai miei capelli senza senso, mi è sempre piaciuto acconciare i capelli, i miei o quelli degli altri e devo ammettere che mi riesce anche bene, come per il trucco.
Finisco di fare dei piccoli boccoli sui miei capelli e passo ad un trucco veloce, sempre sul nero e rossetto rosso che non può mai mancare quando esco.
 
Finito il tutto prendo una piccola pochette e metto dentro l'essenziale per poche ore, cellulare, rossetto e soldi.
 
Esco di casa, è molto freddo e mi stringo nel leggero comprispalla, non cè un'anima e il chè è strano per un sabato sera londinese...
Cammino nella disperata ricerca di un taxi prima che muoia di freddo ma niente.
Questa città é fottutamente morta e non ho voglia di farmi tutti quegli isolati a piedi per arrivare da Jess, ho una paura tremenda e una voglia pari a zero.
Sto per stornarmi quando sento il cellulare suonare, é Jess che mi chiama.
 
-Pronto Jess...?-, dico velocemente.
-Ma dove sei Nic ti aspetto da 10 minuti, hai avuto un contrattempo? Non dirmi che mi dai buca...-, parla a raffica e non mi da il tempo di replicare, solo quando alla fine sento la sua voce affievolirsi leggermente riprendo a dire:
-Jess, merda, calmati!
Sto arrivando ma tu sai benissimo che io non ho la patente e che sono costretta a spostarmi a piedi... E sei anche al corrente della distanza tra casa mia e casa tua...-
Lei: -Si hai perfettamente ragione non ci ho pensato proprio per niente che venivi a piedi... Facciamo così dove sei? Ti vengo a prendere io...-
Mi guardo in torno riprendendo il filo del discorso cercando di capire dove fossi precisamente. 
Dal lato opposto della strada l'unico punto di riferimento è un negozio di abiti da sposa dove Jess si ferma ogni santissima volta che passiamo di qui, così le spiego velocemente dove mi trovo e la incito a fare velocemente perché sto gelando, lei mi dice che farà il più veloce possibile e chiude la chiamata senza aggiungere altro.
 
Così attraverso la strada, accendo una sigaretta e mi siedo su un piccolo muretto davanti il negozio e penso a cosa a caso.
Le prime cazzate che mi vengono in mente diventano improvvisamente interessanti.
Penso alla serata che verrà, penso alla possibilità di fare qualche soldo grazie alle mie "abilità"... Sperando di non rovinare la serata a Jess, e rifletto anche sul perché era così ansiosa e veloce al telefono, o almeno così mi era apparsa.
Finisco di fumare e getto il mozzicone a terra e improvvisamente mi sento come una sigaretta.
Usa e getta.
Qualcosa che può far male.
Qualcosa che in poco tempo finisce, ed è così, sembro forte, una ragazza resistente ma non è così... In poco, pochissimo tempo la mia forza finisce.
 
Il rumore e i fari di una macchina che viene verso la mia direzione mi risveglia dai miei sempre troppo profondi pensieri.
È il Porche Cayman bianco di Jess, è un piccolo regalo del suo fratellastro Zayn, secondo me quel ragazzo ha qualche giro di spaccio per riuscire a fare certi regali a soli venti anni.
É un bellissimo ragazzo però, ha la pelle ambrata, un viso dai lineamenti seri e dall'espressione sexy, capelli neri come la pece e un ciuffo all'insù sempre ordinato, occhi nocciola e leggera barbetta.
Fisico muscoloso e slanciato, è proprio un gran figo anche Jess lo dice.
Suo padre ha origini pakistane mentre sua madre è inglese e si è sposata circa 7 anni fa con il padre di Jess.
Hanno un ottimo rapporto fratello e sorella, non ci fanno caso al fatto di non essere fratelli carnali.
È un ragazzo simpatico, anche se è uno dei soliti morti di figa, oramai non se ne salva uno.
 
Jess suona il clacson allora mi affretto a salire in macchina prima di farla agitare.
Mi siedo e chiudo lo sportello dietro di me, mi giro verso di lei ed è bella come sempre, quel sorriso perfetto sul quel viso d'angelo.
Mi sporgo per baciare una guancia e lei ricambia con entusiasmo.
 
-Ciao cuore-, dice dolcemente.
 
-Ehi...-, non sono una di quelle ragazze che riesce a tirare fuori una quantità industriale di dolcezza, la vita mi ha fatto diventare così, le persone, la mia infanzia, il mio odiato passato...
Jess sa di questa mia cosa, è l'unica a saperlo, è l'unica che mi ha ascoltata, aiutata, non è scappata come avrebbe fatto chiunque altro.
 
È rimasta con me.
 
È l'unica di cui mi fido, anche se non riesco ad essere del tutto spontanea neanche con lei, cè sempre qualcosa che mi blocca, che mi fa rimanere nel mio, qualcosa che mi fa essere più fredda rispetto agli altri.
Sento che cè qualcosa che mi manca, magari semplicemente dell'affetto, un pò d'amore.
 
-Destinazione paradiso, cara mia-, scoppia a ridere, con quella sua risata fragorosa, è la risata più strana del mondo, ma anche la più viva e vera.
 
-Quale paradiso Jess? Dove hai intenzione di portarmi?-, 
sgrano gli occhi spaventata, riesce sempre a sorprendermi quindi mi aspetto di tutto.
 
-Ho un amico... Paul, ti ricordi di quel ragazzo che ti ho presentato tempo fa a quella festa?-
 
-Quello che poi si è appartato con il cameriere? Oddio, si che mi ricordo. Chi se lo dimentica...-, inizio a ridere a crepapelle ripensando a quella sera.
 
Paul è un ragazzo che frequenta l'università di Jess, la sera che ho fatto la sua conoscenza ci ha anche dichiarato, in modo evidente, la sua omosessualità, ricorderò sempre la faccia allibita di Jess, non ha nulla contro questo genere di cose, è stato solo un piccolo shok saperlo in quel modo.
A fine serata dopo esserci divertiti tutti insieme, io e Jess, mentre tornavamo alla sua macchina abbiamo visto lui e il cameriere che ci serviva quella sera, baciarsi molto, molto appassionatamente nel retro del locale.
Il giorno dopo Jess, essendo una ragazza che non si fa i cazzi suoi, ha chiesto i particolari e le spiegazioni a questo povero ragazzo che ha subito il suo straziante interrogatorio, e che alla fine ha confessato di aver scopato allegramente con il cameriere dopo quell'intenso bacio e che si sono felicemente fidanzati.
La mia espressione quando mi è stato riferito il tutto qualche giorno dopo, è stata davvero epica.
 
-Bene, ieri mi ha contattato e mi ha detto che forse è giunta l'ora di presentarmi questo famoso cameriere, quindi questa sera io e te andremo in una delle discoteche più fighe di Londra per incontrarli, e ovviamente per divertirci e passare una bella serata come quelle che passavamo qualche mese fa.-
 
-Perfetto, dov'è questo posto?-, non ero nella pelle all'idea della grande serata che mi si presentava davanti.
Dice pensierosa che la discoteca non dista moltissimo da qui, così riaccende l'auto e partiamo.
Jess è la peggiore guidatrice del mondo, dio solo sa come sia riuscita a prendere la patente.
È impacciata e lenta come una tartaruga, la gente ci sorpassa dicendoci le peggio imprecazioni e suonando rumorosamente i clacson.
È esilarante assistere al tutto, le macchine che una dopo l'altra ci superano e la mia amica che nella difensiva inizia a dire che la prudenza viene prima di tutto che, chi va piano va sano e va lontano e che lei non vede nulla di sbagliato nella sua guida, io ogni volta rido osservando la buffa situazione.
Ogni volta è così solo che fortunatamente questa sera ci sono poche macchine.
 
-Vedrai che ti divertirai, magari cerca di lasciare il "lavoro" da parte per stasera... Magari trovi qualcuno Nic...-, dice improvvisamente facendomi sussultare sul sedile.
 
-Va bene Jess... Solo che ultimamente sono a corto ma cercherò di evitare cose del genere stasera... Chi vuoi che trovi? Solo pezzi di merda in cerca di figa, attiro solo questa gente io...-
 
-Cè anche Mettew questa sera, magari ti presenta qualcuno...-
 
-Ancora lui Jess?! Quando capirai che quel ragazzo non è alla tua altezza?-
 
-Nic... Otto mesi, non posso mollarlo così, cazzo!-
 
-Tradiscilo!-
 
-Non lo farò mai, lo sai! Non posso Nic mi sentirei terribilmente in colpa...-
 
-In colpa di cosa? Se lo merita Jess è un cretino, nell'ultimo mese non ha fatto altro che flirtare con altre ragazza poi...!
Smettila di pensare che sia un povero ragazzo che non merita nessun male, non è assolutamente così!
Hai 19 anni Jess, stai sprecando il tuo tempo e la tua gioventù, mandalo a fanculo una volta per tutte.-
 
-...Forse hai ragione, ci proverò  Nic... Grazie del consiglio, tesoro.-
 
-Questo ed altro Jessi... Non è niente in confronto a quello che  tu hai fatto per me...-
 
Nel frattempo la macchina si era fermata, eravamo arrivate, ci trovavamo in un enorme parcheggio.
Sicuramente se il parcheggio è così grande la discoteca lo è il triplo...
Percorremmo la strada che ci divideva dall'entrata a piedi, in breve tempo.
"Green eyes", questo c'è scritto nell'enorme scritta illuminata, all'entrata.
Accesi una sigaretta per riscaldarmi un po...
Jess si allontanò di poco, sembrava stesse andando in contro a qualcuno.
 
-Jess ma dove stai andando?!-
 
Vidi Mettew stringerla in un abbraccio  mentre lei ricambiava con meno entusiasmo.
Si avvicinarono a me e lo salutai come al solito con un cenno forzato della testa che lui ricambio con un ghigno strafottente.
La voglia di prenderlo a calci aumenta sempre di più ma non ho voglia di fare una figura di merda per colpa di un coglione qualsiasi.
 
-Jess chi stiamo aspettando? È tardi voglio entrare!-
-Mett abbi pazienza per favore. Sto aspettando due amici.-
-Bene, vale a dire che puoi benissimo aspettarli dentro.-
 
Seguivo la loro conversazione, innervosita dal comportamento di quell'esemplare, chi pensa di essere?
Così intervengo.
-Senti datti una calmata.-
-Ma che cazzo c'entri tu?- risponde lui con stizza.
-Ho detto datti una calmata, smettila di darle ordini. Non sei nessuno.-
-Ragazzina dacci un taglio.-
Stavo per ribattere quando la voce di un ragazzo richiama la mia attenzione, Jess sorride e corre ad abbracciarlo.
 
-PAULLLLL TESORO MIO- grida Jess felice di vedere il suo amico.
-Piccola Jessy!- ricambia lui.
 
-Ciao Paul, ti ricordi di me?-
-Nicole, bellezza come stai?-
-Tutto benone...-
-Ragazze questo è Dylan, Dylan queste sono Jessica e Nicole.- dice indicandoci.
-...Piacere...- dice la voce esile del ragazzo dietro le sue spalle.
 
-Bene. Ora possiamo entrare.- borbotta Mettew, con la sua solita arroganza.
Con la cosa dell'occhio vedo Paul che lo polverizza con lo sguardo.
Bene, ho un nuovo alleato.
 
Questa volta entriamo davvero e la musica entra dentro di me, la sento martellate in ogni singolo punto del mio corpo e istintivamente inizio ad ondeggiare i fianchi.
Amo ballare... Paul mi segue a ruota prendendomi per mano e portandomi in pista.
L'attenzione di molti ragazzi è su di me e alcuni di loro iniziano a ballarmi dietro sperando che inizi a ballare con loro.
Li ignoro e mi scateno con Paul e Jess, che ci ha appena raggiunti.
 
Passa un'ora e inizio a sentire la stanchezza sulle mie povere gambe, non ci siamo fermati un secondo.
Io adoro quel ragazzo...
Così mi allontano per prendere qualcosa da bere.
Arrivo al bancone e la barista mi guarda dolcemente.
-Desideri?-
Non risco a rispondere perché due braccia possenti mi tirano all'indietro, mi volto verso questo idiota pronta ad insultarlo ma più mi accorgo di aver davanti gli occhi nocciola di Zayn.
 
-Nic...- mi saluta con un bacio sulla guancia.
-Pati...- lo bacio anch'io sulla guancia, sapendo di averlo irritato col nomignolo con cui l'ho chiamato.
Lo chiamo così praticamente da sempre, perché è dolce e perché a lui da fastidio.
 
-Perché ti sposti da sola in questo posto, non potevi chiamare anche Jess?-
-Zayn smettila...-
-Vieni qui ti offro qualcosa da bere.-
 
Torniamo al bancone e chiedo alla barista di prima un Angelo Azzurro, mentre Zayn si butta su un bicchiere di vodka alla pesca.
 
-Con chi sei venuto?- chiedo sorseggiando il liquido azzurro nel mio bicchiere.
-Amici...-
-E non me li presenti?-
-Perché dovrei presentarteli se potrei averti tutta per me?-
-Dai Pati, fammi divertire...-
Sbuffa e mi prende per mano guidandomi tra la folla e sorrido vittoriosa, riesco sempre ad ottenere quello che voglio con Zayn.
 
Ci avviciniamo ad un gruppo di ragazzi tutti sui 19/20 anni, almeno credo.
Uno di loro alla mia vista mano per mano con Zayn fa un sorrisetto malizioso e dice:
-Zayn chi è questo splendore? Nuova preda?-
-Come scusa?- dico sbalordita. Che sfacciato.
-Louis smettila l'ha spaventi.- scoppiano tutti a ridere. Tutti tranne me, che osservo la scena spazientita.
-Lei è Nicole, la migliore amica di mia sorella Jess, nonché la mia.
Nic, lui è Niall, il simpaticone è Louis, e lui è Liam... Dov'è Harry?- presenta tutti i sui amici che uno per volta mi sorridono garbatamente.
-Chi è Harry?-
-È un mio altro amico, ma sembra sia scomparso...- mi spiega Zayn.
-Prima era qui. Non so dove sia andato...-dice quello che dovrebbe essere Liam.
 
Iniziamo a parlare tutti insieme, si stanno facendo le 3 del mattino e non vedo Jess e gli altri da quando mi sono allontanata con Zayn...
Mi guardo intorno per cercarli ma niente da fare, così chiedo a Zayn di aiutarmi.
Ci alziamo dal tavolo, saluto gli altri ragazzi con cui già ho legato è sempre mano per mano con Zayn, per non perdere di vista anche lui, ci allontaniamo.
Non penso a cosa sto facendo, urto chiunque mi capita davanti pur di passare.
Non l'avessi mai fatto, vado a sbattere contro un ragazzo altissimo e la bevuta tra le sue mani si versa tutta sul mio vestito.
Porca troia. 
Alzo lo sguardo pronta a fulminarlo con lo sguardo ma quando gli occhi di quel ragazzo entrano in contatto con i miei non riesco a far altro che balbettare cose a caso.
Ricevo i suoni e le parole in modo ovattato, continuo a fissare il ragazzo che mi guarda divertito e sento Zayn dietro di me dire: 
-Bene Nic... Lui è Harry.-
 
Ecco svelato il nome del ragazzo della scorsa mattina...Harry.
 
 
 

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