The butterfly chained

di fenrir93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un movimentato incontro ***
Capitolo 2: *** La forza del bruco ***



Capitolo 1
*** Un movimentato incontro ***


Ciò che per il bruco è la fine del mondo in realtà è una bellissima farfalla.
Lao-Tzu
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Era notte inoltrata, le ultime luci del giorno avevano ormai lasciato spazio all’artificiale luminosità delle insegne dei negozi che riempivano Tokio.

In strada erano rimaste solo tenere coppiette innamorate, madri che trascinavano bambini con passo svelto poiché l’ora di cena era prossima oppure fragili anziani che scambiavano le ultime parole con qualche conoscente prima di imboccare la via di casa…

Tuttavia una coppia di ragazze risaltava e costituiva l’unico elemento di contrasto in quella placida serata invernale…

<< Rein ti ho detto di no! Mi rifiuto categoricamente! Lasciami!>> stava praticamente supplicando una ragazza dai capelli vermigli.

<< Lo faccio per il tuo bene! Naturalmente anche per il mio s’intende… Cosa vuoi che sia?>> sospirò con aria afflitta la seconda mentre trascinava con aria sconsolata l’amica per il bavero del giubbotto.

A prima vista quelle ragazze parevano totalmente agli antipodi…

 Rein nonostante indossasse la comune uniforme scolastica del liceo aveva apportato alcune modifiche che la rendevano veramente attraente, gonna rialzata che mostrava un bel paio di cosce tornite, maglione largo che donava alla giovane un’aria da bambina indifesa, trucco curato che evidenziava dei lineamenti regolari ed un bel paio di occhi acquamarina ed infine lunghi capelli blu che si prestavano ai giochi del vento invernale.

Mentre Fine…

I suoi bei capelli erano raccolti in una severa treccia antiquata, il suo bel viso era nascosto da un paio di occhiali da vista, il maglione informe era coperto da un ormai obsoleto pastrano grigio mentre la gonna al contrario di Rein era rigorosamente abbassata fino alle ginocchia.

<< Io non ci entro!>> continuò decisa Fine.

<< E’ ora che tu riesca a dominare questa tua timidezza! Sei un incanto, perché svilisci la tua bellezza in questo modo?>> rispose l’amica fermandosi di colpo raggiunta ormai la meta prefissata.

<< In un Host Club? La verità è che vuoi far colpo su uno di quei bellocci, non m’incanti!>>  disse senza fiato Fine.

<< Da quando ti conosco hai questo aspetto trasandato! Ti voglio un bene dell’anima e ti considero come una sorella, però… spero che la vista di questi dei dell’Olimpo ti facciano rinsavire!>>

E detto questo trascinò l’amica all’entrata dell’ host club “Crave passion”, nonostante entrambe fossero inconsapevoli che per loro sarebbe stato l’inizio di un amore travolgente…

L’ambiente era arredato con gusto, inoltre della gradevole musica faceva da sottofondo alle ovattate risate dei clienti del locale.

Rein e Fine presero posto in una poltrona leggermente discostata dalle altre.

<< Che te ne pare?>> chiese Rein.

Fine non rispose neppure, l’amica era troppo impegnata a puntare la sua prossima vittima, lei era una esperta in queste cose al contrario di lei.

La ragazza volse uno sguardo verso al locale, perché tutte quelle donne frequentavano quel tipo di locale?

Che cosa ne avrebbero ricavato dopotutto se non parole stucchevoli da copione, sorrisi fittizi o nel migliore dei casi una fasulla notte d’amore?

Sospirò affranta, non riusciva proprio a comprendere.

<< Possiamo esservi utili?>>

Fine sobbalzò, mentre Rein spalancò gli occhi estasiata.

Dinnanzi a loro si ergevano i più bei ragazzi che avessero mai visto.

Uno possedeva delle splendide gemme vermiglie per occhi, morbidi capelli color del grano maturo ed un fisico asciutto e palestrato messo in evidenza da una stretta camicia sbottonata, mentre l’altro possedeva uno sguardo che lasciva totalmente estasiati, naturalmente accompagnato da un bel fisico massiccio e ben proporzionato, oltre che soffici e scompigliati capelli cobalto e un paio di gelidi occhi del medesimo colore.

<<  Ecco io…>>

Rein era pietrificata, i suoi occhi erano totalmente rapiti dalla figura del biondo…

Una risata cristallina la distolse da quella paralisi.

Fine rideva a crepapelle.

<< Se sapevo che per bloccarti bastasse mostrarti la visione di qualche bel ragazzo  mi sarei procurata le loro foto molto prima!>>

I suoi occhiali per le sue risate convulse le erano caduti in grembo, rivelando un magnifico ovale, labbra piene perfettamente cesellate ed un paio di rubini ora offuscati dalle lacrime per il riso.

<< Provoco così tanto la tua ilarità?>> chiese in maniera secca il cobalto.

<< Hai frainteso, non volevo certo prendermi gioco di te e del tuo amico!>> disse Fine riprendendosi.

<< Il  mio nome è Shade! Mentre “l’amico” a cui ti riferisci si chiama Bright>> concluse, rivolgendo un’occhiataccia alla ragazza.

<< Suvvia! Non formalizziamoci nei dettagli, gradite la nostra compagnia?>> cercò di dire Bright per rompere quel gioco di occhiate piene d’astio  fra i due contendenti.

<< Ci farebbe molto piacere!>> rispose Rein arrossendo timidamente quando lo sguardo di Bright si posò su di lei.

<< Ci?>> rispose secca Fine.

Per tutta risposta Rein diede un secco calcio sotto il tavolo alla malaugurata caviglia dell’amica.

I due si sedettero nella poltrona che si trovava davanti alle ragazze.

<< Allora come mai vi trovate qui? Non è un posto per ragazze per bene>> disse serafico Bright.

<< Beh, in realtà desideravo che la mia amica, ovvero Fine riuscisse ad ammorbidirsi con il genere maschile. Perciò ho tentato di fargli conoscere qualche buon esempio!>> ammise candidamente Rein, mentre Fine la malediceva per questo inutile sproloquio.

Ma perché doveva sempre cacciarsi in queste situazioni?

La risata del cobalto la riscosse dai suoi pensieri.

<< Dunque siete amiche? Pensavo fosse uno scherzo di cattivo gusto! Come genere di femminilità siete proprio agli antipodi, senza offesa naturalmente!>> concluse in maniera saccente Shade, mentre Bright gli affibbiò una gomitata nello stomaco.

<< Scusa il mio collega per la maleducazione Fine!>> disse il ragazzo con tono mesto.

<< Oh non preoccuparti, in effetti anch’io mi domando come una persona gentile come te possa sopportare la presenza di un individuo così meschino e antipatico! Senza offesa naturalmente!>> concluse Fine con un sorriso tirato.

<< Magari se fossi più carina riuscirei a non trattarti come quell’ignobile e repellente bruco che in effetti sei!>>

I toni cominciavano a surriscaldarsi.

<< Repellente? Non importa l’esterno della persona ma i sentimenti che si celano nel suo animo, per quanto una pianta sia bella senza delle solide radici a sostenerla non esisterebbe!>>

Fine si era alzata in piedi cercando di contrastare l’imponente figura del ragazzo.

<< Ne sei sicura? A me paiono le classiche rassicurazioni di una racchia!>> la denigrò Shade.

<< Perché sei solo una persona superficiale, anche se il tuo aspetto fosse diverso rimarresti comunque una persona insensibile e ributtante>> concluse trionfante Fine, forse aveva calcato la mano ma se lo meritava ampiamente.

Il ragazzo si ammutolì per qualche minuto, spalancando impercettibilmente gli occhi mentre il locale era immerso in una cappa di fastidioso silenzio.

<< Cosa ne puoi sapere tu? Sei solo un povero sgorbio che cerca di farsi forza con le rassicurazioni inculcate dalla mammina… A proposito, perché oltre a dirti stupidaggini non ti da qualche consiglio sull’abbigliamento?>>

Rein cercò di bloccare Fine, ma quest’ultima fu più veloce…

Diede un sonoro schiaffo al viso di Shade, il quale non tentò nemmeno di fermarla.

<< Non osare mai più parlare di mai madre, hai capito?>> sibilò a denti stretti Fine, mentre un mare di ricordi la sommergeva…

Sua madre che l’aiutava a provarsi la divisa delle elementari, che le leggeva una fiaba della buonanotte oppure di quando le ricordava  qualità interiori delle persone fossero fondamentali e uniche…

Così tanti ricordi… Sigillati inesorabilmente in una fredda bara.

L’amore che sua madre provava per suo padre l’aveva consumata, ma lei sarebbe stata più forte, non avrebbe ceduto, mai!

<< Tu…>> gli occhi di Shade erano furenti mentre si tastava con la mano il punto leso.

Ma non fece in tempo a dire nient’altro, perché Fine si era già eclissata a gran foga fuori dal locale.

Sotto gli occhi sbigottiti di tutti, Rein prese la borsa che l’amica aveva dimenticato per la fretta, salutò velocemente Bright per poi rivolgersi a Shade << Sei stato terribilmente ingiusto nei suoi confronti e non se lo meritava, addio!>>

Perché l’aveva fatto?

C’era un qualcosa in quella ragazza che lo infastidiva, forse il fatto che non fosse capitolata ai suoi piedi, oppure quella sua ingenuità che rasentava la stupidità.

Odiava quella ragazza per il suo modo così candido di analizzare il mondo circostante.

Emise un sospiro e prendendo dalla tasca un pacco di sigarette decise di fumarne una per alleggerire la tensione che lo divorava, naturalmente Bright lo affiancò immediatamente.

<< Non serve che tu m dica nulla, forse ho esagerato>> disse Shade esalando quella amara nuvola di fumo.

<< Forse?>> Bright accese a sua volta la sigaretta trattenendo a stento una risata.

<< Quella ragazzina era così…>> disse Shade osservando le fredde luci delle stelle.

<< Shade pensi che a me faccia piacere ascoltare quelle oche starnazzanti? Perché non cerchi di crearti una maschera capace di sopportare il genere femminile? Io faccio così, anche se quelle due ragazze avevano attirato la mia attenzione.>> concluse Bright .

<< Ti pare facile…>> disse Shade facendo definitivamente cadere la conversazione.

Bright si diresse all’entrata del locale, poi sussultò e girandosi verso Shade disse >> Ricordati che lunedì dobbiamo iniziare quella tediosa esperienza chiamata vita scolastica!>>

<< Lo so…>>

Poiché nonostante l’aspetto maturo, i due ragazzi erano coetanei di Fine  e Rein, entrambi non desideravano andare in quel grigio istituto chiamato scuola, ma il gestore del club li aveva costretti… E come si poteva contrariare quell’energumeno?

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Le campane della scuola segnarono l’inizio delle lezioni, Fine era più amareggiata del solito mentre Rein cercava in tutti i modi di tirarle su il morale.

<< Rein sto bene, dico sul serio!>> disse Fine.

<< Non è vero, te lo leggo negli occhi, non puoi ingannarmi…>>

Rein era disperata, non sapeva come far riprendere l’amica.

<< E’ solo che parlare con quel dannato ha riaperto in me un mare di ricordi che credevo sigillati per sempre, tutto qui…>>

Esalando un sospiro amareggiato Rein circondò le spalle dell’amica con un abbraccio, sperando almeno di trasmetterle la sua presenza.

Il professore al suono della campanella entrò, mentre la classe occupò i propri posti nei banchi.

<< Vorrei annunciarvi l’introduzione di due nuovi compagni, Bright Trinket e Shade Aster>>

Fine spalancò basita gli occhi, accompagnata dalla bocca spalancata di Rein.

<< Mettetevi nei banchi dietro alle vostre nuove compagne Fine e Rein, sono…>> il professore fu interrotto da Shade << Le conosciamo>> disse in maniera lapidaria.

Bright salutò cordialmente le ragazze, mentre Shade le ignorò completamente.

La lezione proseguì senza intoppi, mentre le compagne guardavano estasiate i nuovi arrivati fine e Rein erano allibite.

Tuttavia Fine forse per la tensione accumulata, forse la mancanza di sonno nelle ultime notti oppure per i timidi raggi di sole invernali che scaldavano il suo corpo , ella si assopì sul banco.

Shade osservò attentamente la ragazza, aveva dei bei lineamenti regolari, le labbra rosse che erano socchiuse mentre le lunghe ciglia folte erano chiuse, nascondendo quel bel paio di rubini che aveva per occhi.

Mentre Shade era perso a contemplare Fine, Bright sorrise lievemente, mai l’amico si era soffermato ad osservare o discutere con una ragazza, tutte erano per il giovane o carne per soddisfare le sue voglie oppure delle seccatrici, questa anomalia incuriosiva Bright.

Fine si svegliò a causa delle urla concitate delle compagne.

<< Che succede?>> chiese all’amica.

<< Il professore ha chiesto delle candidate per mostrare la scuola a Bright e Shade.

<< E allora?>>

<< Beh tutte sono scattate sulla sedia come galline…>> disse Rein sorridendo.

<< Chiamami quando vai a mensa…>> disse Fine ormai in procinto di riaddormentarsi.

<< Signorina Fine!>> tuonò il professore.

La ragazza si alzò di riflesso in piedi.

<< Perchè non accompagni il nuovo arrivato Shade? Mentre tu Rein potresti accompagnare Bright!>> concluse soddisfatto il professore.

<< Sono sicura che troverà delle candidate migliori!>> disse Fine, mentre le sue compagne gli rivolgevano occhiate invidiose.

<< Oh, ma mi ha colpito il fatto che mentre tutte si sono proposte tu te ne infischiavi altamente, dormendo come un ghiro. Fallo e io chiuderò un occhio sul fatto che tu ti sia assopita durante la lezione…>> disse soddisfatto.

Fine non poté che arrossire, in effetti aveva dormito veramente…

<< D’accordo…>>

Dopotutto bastava portare quell’ameba in giro per la scuola, cosa sarebbe mai stato?

Ma girando lo sguardo e incontrando il volto dall’espressione granitica di Shade si accorse dell’ardua impresa.

Rein nel frattempo estasiata aveva già trascinato Bright…

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<< E questa è la biblioteca…>> disse Fine.

Shade dall’inizio del percorso non aveva emesso un fiato, ora si era semplicemente appoggiato alla porta.

Fine emise un sospiro affranto.

<< Senti tu non mi sopporti e non capisco il perché ma...>>

<< Perché offuschi volutamente la tua bellezza? Ti ho osservata e devo dire che non sei niente male…>> la interruppe Shade facendola avvicinare al tavolo di studio della biblioteca vuota.

La ragazza ingoiò a vuoto.

<< Sai queste belle gambe coperte da una gonna lunga e informe…>> le disse accarezzandole lievemente le gambe.

<< …Oppure la vita sottile coperta da questo austero maglione>> le sospirò prendendo quell’esile corpo e facendola sedere sul tavolo.

<< I capelli cosi morbidi racchiusi in una antiquata treccia ed infine…>> concluse avvicinandosi pericolosamente>> perché nascondi queste gemme che hai per occhi? Non hai bisogno degli occhiali, visto che quando abbiamo avuto quell’alterco al club tu mi hai fronteggiato senza queste orribili lenti… Dunque?>>

Le gote di Fine erano incandescenti, mai un uomo si era mai permesso di avvicinarsi e toccarla così, era totalmente spiazzata, tuttavia trovò la forza di chiedergli << Cosa ci fate qui?>>

<< Dobbiamo frequentare qualche lezione ti sembra così strano?>> le rispose burbero Shade.

Fine non ebbe il tempo di controbattere che la lingua di Shade compì il contorno delle sue labbra.

Mentre quelle forti mani spinsero l’esile corpo di Fine contro il suo fisico statuario.

<< M’intrighi…>> sospirò Shade nel lobo della ragazza.

<< se pensi di prenderti gioco di me non ci riuscirai, io…>>

Ma ecco che per la seconda volta le labbra di Fine furono rapite dalla voracità di Shade.

La lingua s’insinuò tra le labbra ansimanti di Fine, mentre quest’ultima dava dei deboli pugni al petto del ragazzo per liberarsi.

Tra un sospiro e l’altro Fine allacciò le sue braccia all’ampia schiena del ragazzo, mentre le vogliose lingue si cercavano in una vorace danza.

Shade stava per baciare il niveo collo della giovane, quando la porta si aprì facendo entrare Rein e Bright.

Fine si liberò dalla stretta del ragazzo vergognandosi profondamente della sua debolezza e  fuggì dalla stanza.

Mentre un sadico sorriso si dipinse sulle labbra di Shade…

<< Non ti servirà a nulla scappare…>>

Mentre Rein osservava sbigottita la scena e Bright scuoteva la testa in segno di disappunto.

 
 
To be continued
 
Allora? Che ne dite della mia nuova idea? La trovate scadente? Fatemi sapere sedevo cancellarla o meno!! Recensite, mi raccomando!
A presto! :)

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Capitolo 2
*** La forza del bruco ***


Ciò che per il bruco è la fine del mondo in realtà è una bellissima farfalla.
Lao-Tzu
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Fine aveva poche certezze nella vita, come il sapere di non essere attraente per il genere maschile, l’incapacità di essere una ritardataria cronica la mattina oppure di non riuscire mai in un negozio di vestiti a scegliere qualcosa che la valorizzasse veramente.

Ma tra tutte queste era a conoscenza della curiosità dell’amica, sapeva benissimo che la sua amica Rein non aspettava altro che fargli una ramanzina a riguardo dell’inatteso incontro ravvicinato con Shade.

Lo vedeva da come la guardava e aspettava il momento giusto per introdurre il discorso in quella stentata e imbarazzante conversazione che stavano avendo da pochi minuti.

In attesa di questo, Fine non avrebbe sicuramente reso le cose più facili a Rein, la ragazza stava bevendo con lentezza un caffè bollente.

-Allora dopo il giro turistico della scuola con quell’essere che cosa hai fatto? Spero vivamente che ti sia lavata i denti e igienizzata la gola, sai dopo quel carotaggio effettuato da Shade, oppure era un qualche tipo di pratica bocca a bocca per rianimare? Piuttosto inconsueto se è così… – sibilò Rein incapace di trattenere oltre la propria curiosità.

Fine sputò completamente l’intero caffè mancando per un pelo la malcapitata amica, si girò allucinata e disse – Carotaggio? Tra tutte le tue pseudo metafore questa le batte tutte!-

Rein alzò gli occhi al cielo esasperata, guardò sconsolata l’amica sperando che di tutto il discorso le fosse giunto il senso oppure si era incantata di proposito sul particolare più insignificante.

-Fai sul serio con quel belloccio? Che ti salta in mente di incollarti a lui in quel modo? Dio, quando ho aperto la porta della biblioteca speravo che fosse tutto uno scherzo quasi avrei preferito che vi insultaste. Anche Bright è rimasto basito!- continuò imperterrita Rein sfilandosi il giubbotto visto che ormai erano giunte in classe e si apprestavano ad aspettare l’inizio delle lezioni.

- Lui mi è saltato addosso non io, ha cominciato a dire strane cose sul mio aspetto, come l’offuscare volutamente la mia bellezza e altre cose prive di senso, ma torno a ripetere lui mi è saltato addosso e non il contrario.- Fine si tolse con foga la sciarpa sperando che magicamente si trasformasse nel collo di Shade e potesse soffocarlo o perlomeno stropicciarlo come quella malcapitata sciarpa.

- Fine capisco che è il primo ragazzo che sia così diretto con te e che di conseguenza tu spiazzata abbia risposto al suo bacio ma hai sbagliato! E’ un host, cosa credi di ottenere? Le persone non si cambiano, lui con te si è comportato come sul posto di lavoro e tu ti sei lasciata irretire.- sostenne Rein parandosi davanti a Fine.

- Ora basta! - a seguito di quello scoppio d’ira l’intera classe si ammutolì, era raro se non impossibile che Fine perdesse le staffe.

La ragazza con un diavolo per capello si diresse fuori dalla classe mentre Rein la raggiunse e la bloccò per un polso.

-Fine non arrabbiarti ti prego! Io lo dico per te, non voglio che tu soffra. Lui non è quello giusto per te. E’ cinico, freddo come il ghiaccio e un inguaribile donnaiolo. Ha troppa esperienza alle sue spalle per non farti capitolare…-

Vi fu un silenzioso scambio di sguardi, ma questa volta gli occhi di Fine fiammeggiavano d’ira e fu la prima a sciogliere il contatto, fece per andarsene ma venne fermata di nuovo da Rein.

-Dove vai?- le chiese incerta.

-A prendere un altro caffè visto che l’altro l’ho sputato per colpa tua, non preoccuparti a seguirmi, non salterò al primo venuto facendolo mio in qualche polverosa classe  della scuola. Terrò a bada i miei ormoni.-

Detto questo Fine volse le spalle a Rein e si diresse verso le macchinette.

Perché Fine non capiva?
Rein voleva semplicemente avvertirla di stare lontana da quel tipo, Fine non riusciva a vedersi ma i suoi occhi brillavano di una luce nuova quando parlava del ragazzo che l’amica non gli aveva mai visto, una luce che dalla morte della madre di Fine si era spenta, mai le aveva risposto così, mai l’aveva guardata in modo così freddo che tanto le ricordava quell’odioso individuo.

Nel frattempo Fine ignara delle preoccupazioni di Rein si apprestava a prendere il suo secondo caffè dalla macchinetta, si sentiva in colpa per aver risposto in quel modo a Rein ma aveva sorpassato il limite, non poteva essere protettiva in quel modo con lei non era più una bambina, era una ragazza indipendente.
Persa nelle sue elucubrazioni con gli occhi rivolti al soffitto della scuola non si accorse di aver attirato l’attenzione di un predatore molto pericoloso.

-Hai intenzione di rimanere ancora molto davanti alla macchinetta? Vorrei prendere un caffè ma quel tuo maglione grigio topo m’impedisce la visuale.- secco e brusco, il tono di Shade era inconfondibile.

Fine si scosto semplicemente senza nemmeno rivolgergli un’occhiata solo un tremore impercettibile alle spalle tradì il suo nervosismo.
Shade le passò volutamente vicino sfiorandole quasi la spalla, inserì le monete e attese la fuoriuscita della bevanda.
Interminabili secondi in cui avveniva una battaglia di sguardi.
Fu Shade  a rompere il silenzio per primo.

-Ma non puoi scioglierti quei capelli? Devi per forza tenerli legati in quel modo?- le dita di Shade sfiorarono impercettibilmente la chioma ribelle di Fine.

Fine schiaffeggiò la mano e disse velenosa – Oltre ad host anche hair-stylist? Un uomo dalle mille abilità.-

Il ragazzo inarcò un sopracciglio divertito si avvicinò impercettibilmente a lei intrappolando tra il muro e la macchinetta per poi sibilarle – E’ semplice buon senso, quella chioma sembra soffocare, lo dico per renderti una creatura appartenente al genere femminile.-

-Gentile da parte tua, lo dici a tutte le tue clienti? Oppure ieri hai fatto un eccezione alla regola e hai voluto vedere se ero capace di pulsioni come tutte le donne di cui tu ti circondi?- cercò di allontanare l’imponente figura del ragazzo ma quello per dispetto si avvicinò ancor di più.

Era difficile cercare di parlare ragionevolmente con quel ragazzo, era sicuramente odioso ma innegabilmente attraente.
Quegli occhi blu che la fissavano costantemente in maniera maliziosa oppure quel corpo che la sovrastava e la faceva sentire ancora più minuta di quel che fosse.

Shade le alzò il viso con il dito e poi le sussurrò a fior di labbra – Quello di ieri era solo un assaggio, ma una verginella frigida come te non sa neanche di cosa sto parlando.-

Poi dopo aver finito il caffè in un sorso gettò il bicchiere nel cestino per poi andarsene, non fece in tempo a svoltare l’angolo che una procace bionda si era artigliata al suo braccio guardandolo con occhi languidi.

Fine incapace di emettere un fiato si rannicchiò su sé stessa, poi dopo pochi minuti si rialzò e come se niente fosse ritornò in classe tentando di celare a
Rein il rossore e il cuore che rischiava di uscire dalla sua gabbia toracica a causa del suo battere furioso.

Le lezioni passarono in fretta e Fine nemmeno si accorse dello scorrere delle ore se non per una gomitata di Rein che la riportò nel mondo reale, le stava lanciando un’occhiata preoccupata ma non riusciva a capire il perché.

-Signorina Fine!- trillò la professoressa di arte, ecco i motivo dell’occhiata preoccupata di Rein, quell’arpia della professoressa odiava essere ignorata.
Fine rivolse finalmente un’occhiata alla classe, la prof presentava sulla diapositiva “l’Apollo e Dafne” del Bernini, una delle opere preferita di Fine.

-Mi dica professoressa- Fine tentò di usare la carta della gentilezza.

-Potrebbe aiutare la sua compagna a spiegare l’opera? E’ stata piuttosto nebulosa nella descrizione, per non dire disastrosa.-

La compagna in questione altri non era che la gatta morta che si era artigliata a Shade prima dell’inizio delle lezioni, il suo nome era Cassidy.
Quest’ultima ghignò verso l’indirizzo di Fine e poi disse – Quell’impiastro mi può aiutare ben poco, come le ho già detto professoressa la statua fu costruita tra il 1522 e il 1525, il soggetto del gruppo è tratto dalle Metamorfosi di Apuleio e i soggetti sono Apollo e Dafne. Il tema dell’opera è naturalmente la celebrazione dell’amore.-

Fine non potè fare a meno di ridere interrompendo lo sproloquio di Cassidy, mentre Shade osservava divertito la scena.

-Sarò pure un impiastro ma almeno che conserva la capacità cognitiva. La statua fu costruita fra il 1622 e il 1625, è tratto dalle metamorfosi di Ovidio e non Apuleio come sostieni tu inoltre il tema è erroneo. Non vi traspare  alcun tipo di amore nella statua. Dafne è inseguita da Apollo, terrorizzata perché sta per mutare in alloro mentre Apollo che la cinge è calmo implacabile poiché dio della razionalità. Non vi è amore tra i due ma sono entrambi vittima di un crudele scherzo architettato dal crudele Cupido che per punire Apollo che si era vantato di essere un migliore arciere rispetto a Cupido.- concluse Fine scoccando un’occhiataccia a Cassidy.

Storia dell’arte era una delle tante passioni che aveva ereditato dalla madre.

La prof annuì soddisfatta mentre Cassidy abbassava il capo rossa di vergogna mentre Rein le sussurrava all’orecchio – Ben fatto. La strega è ritornata al suo antro-

Fine sorrise complice  a Rein, mentre quest’ultima le disse – Mi dispice, ho esagerato. Ma non posso fare a meno di preoccuparmi.-

-Lo so- disse Fine e dopo aver fatto l’occhiolino a Rein chiese alla prof di poter andare in bagno.
Mentre si stava lavando le mani, Fine avvertì immediatamente la presenza di qualcuno alle sue spalle e si girò immediatamente per poi rilassarsi.
Un paio di occhi cobalto l’osservavano curiosi.

-Sei nel bagno delle donne, vuoi assalire qualcuno?- le disse caustica Fine.

-Sai che sei tremendamente eccitante mentre tutta sicura parli di ciò che ami? Lo sguardo che ti brilla, una gestualità più marcata oppure il tuo passarti la lingua sulle labbra secche.- disse mentre la intrappolava sul lavandino, stava ormai diventando un’abitudine impedirle di fuggire con il proprio corpo.

-Eccitante? Ma se non mi consideri una donna?- Fine era allibita.
Cercava di svincolarsi, la situazione stava degenerando e avere il bacino di Shade così vicino e il suo respiro caldo che le sfiorava  capelli la destabilizzava, doveva fuggire.
-Scappi? Hai forse paura?- domandò Shade mentre un ghigno si dipingeva sulle sue labbra.

Scappare?

Proprio così, Fine non rispose ma sapeva che doveva fuggire, non poteva e non doveva provare nulla per Shade anche se i battiti furiosi del suo cuore tradivano i pensieri della sua mente, incapace di rispondere lo fissò negli occhi.
Shade dal canto suo si stampò in faccia il suo solito ghigno sardonico, ma questa volta fine scorse nei suoi occhi una pericolosa scintilla, non fece in tempo a dire nulla perché la bocca di Shade si era posata bruscamente sul suo collo.

-Dimmi che ti piaccio- duro e imperscrutabile.

-Non mi piaci… Ah!- Fine non riuscì a non gemere, perché dopo aver ascoltato la risposta Shade le stava lentamente succhiando la parte destra del suo collo, tra la giugulare e la clavicola, facendo passare su quella pelle nivea la lingua più volte, vessandola e suggendo con i denti per poi lasciare sopra la pelle arrossata baci lascivi.

-Lasciami, io…- Fine era in balia di quelle sensazioni del tutto nuove, sapeva che era sbagliato, se fossero stati scoperti da qualche alunna sarebbe successo il finimondo tuttavia quel profumo che Shade aveva la destabilizzava, fresco e muschiato, le ricordava la foresta di pini con cui andava in gita da piccola con sua madre.

Le mani di Shade grandi e forti le artigliavano i fianchi, imprigionandola sul lavandino senza possibilità di fuga.
Poi all’improvviso la magia finì, Shade si staccò brutalmente dopo aver posato un ultimo bacio sul suo collo e la guardò.

Si sentiva strano tuttavia se esternamente poteva sembrare freddo e  distaccato, internamente si agitava un mare in tempesta, dopo essersi staccato dal corpo di Fine si sentiva quasi orfano di quel calore e poi il corpo di Fine era qualcosa di sublime, era bassa gli arrivava di poco al petto, tuttavia era magra e slanciata e da quel poco che aveva accarezzato aveva dei bei fianchi torniti e un sedere niente male.
Fine dopo un’ultima occhiata fece per andarsene ma fu prontamente bloccata da Shade.

-Piaciuto verginella?- disse sarcastico mentre gli depositava un bacio sul collo che fece di nuovo fremere Fine.

Verginella?

Dunque era questo, un gioco da usare e poi buttare alla comparsa di un balocco più nuovo e interessante.
Fine nonostante sapesse che non dovesse fidarsi di Shade si sentì comunque ferita dal tono derisorio di Shade e dopo essersi girata furente gli rispose – Non sono un oggetto da usare a piacimento chiaro? Se vuoi soddisfare qualche voglia prendi una bambola gonfiabile oppure una di quelle oche che ti ronzano intorno. Io non sono disponibile.-

-Verrai da me supplicando come tutte prima o poi è questione solo di tempo.- concluse caustico Shade risentito della risposta di Fine.

-C’è una cosa che non hai messo in conto però- lo interruppe Fine con una mano sulla maniglia della porta stretta convulsamente mentre infuriava una battaglia di sguardi che escludeva il mondo circostante.

-La tua inappetibilità e frigidità sul lato sessuale?- ghignò Shade mentre Fine sussultò impercettibilmente assumendo uno sguardo ferito.

-No, la mia dignità- detto questo Fine uscì dalla porta chiudendo alle sue spalle quella situazione pesante e uno sbigottito Shade che per la prima volta era stato messo a tacere da una donna.


 
N.d.a.= Ritardo imperdonabile lo ammetto, ma finalmente ho un computer funzionante che mi permetterà di concludere la storia. Che ne dite, vi è piaciuta? Io non sono molto convinta ma cercherò di spiegare meglio e analizzare i caratteri dei personaggi. Al prossimo capitolo.
 
 
 

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