Ti tagli la mano perché non ti vuoi fare troppo male.

di SynysterIsTheWay
(/viewuser.php?uid=540857)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.Prologo. ***
Capitolo 2: *** 1. And that's how it all began. ***
Capitolo 3: *** 2. What are you doing to my heart? ***
Capitolo 4: *** 3. The art of the lovers. ***
Capitolo 5: *** 4.Let me love you. ***
Capitolo 6: *** 5.I only wish you weren't my friend,that I could hurt you in the end. ***
Capitolo 7: *** 6. He keeps the bitterness close to the heart. ***
Capitolo 8: *** 7. Keep me alive. ***
Capitolo 9: *** 8. Little,important things. ***
Capitolo 10: *** 9. Be brave. ***
Capitolo 11: *** 10. I'll be with you here, until the end. ***
Capitolo 12: *** 11.Hold me, heal me, keep me near. ***
Capitolo 13: *** 12. From a violent mind. ***
Capitolo 14: *** 13.With another. ***
Capitolo 15: *** 14.Please don't deceive me,when I hurt you. ***
Capitolo 16: *** 15. I don't want to die alone. ***
Capitolo 17: *** 16.I'll sell your story that we love each other. ***
Capitolo 18: *** 17° Maybe tonight I’ll call you,after my blood turns into alcool. ***
Capitolo 19: *** 18. Hayley's story. ***
Capitolo 20: *** 19.On any given day...I'll take it all away. ***
Capitolo 21: *** 20.Now there's a way and I know that I have to go away. ***
Capitolo 22: *** 21. Mind or heart? ***
Capitolo 23: *** 22. Heal me. ***
Capitolo 24: *** 23. I know it's hurting you...but it's killing me. ***
Capitolo 25: *** 24. B like Brian. ***
Capitolo 26: *** 25. They said togheter...you were the greatest thing that ever happened to me. ***
Capitolo 27: *** 26. Haven?! ***
Capitolo 28: *** 27. Sometimes life is altered...won't turn out right, can't turn out right. ***
Capitolo 29: *** 28.Leaving my fear on the danger line. ***
Capitolo 30: *** 29. I promise. ***
Capitolo 31: *** 30. If only I knew what i know today. ***



Capitolo 1
*** 1.Prologo. ***


Prologo.







 
Ho passato la vita a guardare negli occhi della gente, è l'unico luogo del corpo dove forse esiste ancora un'anima.
(José Saramago)










Mi ritrovo con le ginocchia contro il pavimento e le solite guancie arrossate che chiedono
pietà.
Le ginocchia sbucciate per metà, cominciano a bruciarmi mentre provo a riprendere il respiro
e a lasciarmi rigare il volto dalle lacrime salate. 
Lacrime che bagnano per un pò, anche questo vestitino nero in pizzo, che ho deciso di indossare questa sera.
Mi sfilo via i tacchi dai piedi, restando inginocchiata sul pavimento, a piangere a più non posso, come se non potessi
fare altro.
Mi porto una mano sugli occhi, tentando di non lasciarmi vedere in lacrime per l'ennesima volta, dall'uomo...che mi sta rovinando
la vita.
Sapevo...di non dover accettare il volere dei miei genitori, ma ero solo una ragazzina fin troppo tranquilla ed inesperta.
Quando mi portarono qui, avevo solo quindici anni e sognavo l'amore in un modo totalmente differente di come me lo hanno rappresentato
dopo. 
Ero per l'amore vero, quello che ti riempie lo stomaco di farfalle, ti fa sognare ad occhi aperti e ti illumina gli occhi senza
trovare una ragione ben precisa.
Ero una sognatrice...leggevo i libri d'amore più famosi al mondo ma anche i più scontati, perchè sono sicura, che anche loro avessero
i propri perchè.
Ma adesso quella quindicenne è cresciuta e non se ne fa niente di storie d'amore a lieto fine, quando è stata costretta a sposare un uomo
di cui non è mai stata innamorata.
Un uomo corrotto...un uomo senza neache un briciolo di umanità...che aveva promesso di offrirmi tutto il suo amore. Ed invece, non ha 
fatto altro che regalarmi i suoi sbagli, i suoi tormenti e le sue mani sulla mia pelle ormai distrutta.
Perchè sapete...Stéphane non è sempre stato così stronzo nei miei confronti. C'erano delle volte, in cui mi trattava come il suo unico
e solo diamante...ed altre, che mi lasciava frantumare a terra, come se sapesse che fossi stata fatta di vetro e cercasse sempre dei pretesti
per distruggermi.
Ma lui si è innamorato di me, come io non lo sono mai stata di lui.
Io ho i miei venticinque anni...e lui, i suoi quaranta.
Ricordo ancora tutte le lacrime che versai il giorno del mio stesso matrimonio con quest'uomo. Avevo appena compiuto diciotto anni e non avevo alcun
intenzione di sposare un boss della mafia che avrebbe solo portato il caos nella mia stessa vita.
Ma questo, i miei genitori, non lo avevano capito. Loro erano solo assetati di ricchezza e di soldi...non capivano che in realtà, la loro
sola ed unica figlia, stava davvero soffrendo.
Non potrò mai perdonarli per questo.
Mi hanno offerto in pasto ad un lupo, senza neanche chiedermi il permesso di farlo entrare nel mio cuore.
Già...il mio cuore.
E' lui qui il vero protagonista. 
Colui che soffre in silenzio, lasciandosi frastornare.
Ed io, con lui, ho imparato a scontare il prezzo della vita, nonostante non sapessi cos'ho fatto di male per meritarmi tutto questo.
Sono sempre stata buona con lui, nonostante la vita che mi sta costringendo a vivere...io ci sono sempre stata e non l'ho mai abbandonato
neanche nella merda dei suoi soldi sporchi.
E lui cosa crede? Che facendomi vivere in una villa super lussosa, io possa essere felice?
No...io non sono mai stata realmente felice con lui al mio fianco.
Ho tutto quello che una donna vorrebbe avere...ma io non sono mai stata una materialista...ho sempre preferito le emozioni vere e concrete
a tutto questo.
Emozioni...che lui non mi ha mai saputo regalare.
Piuttosto, mi sento come rinchiusa in una campana di vetro. Non esco mai da questa villa, non conosco neanche le persone che lavorano per lui
e non faccio altro che leggere libri nella mia camera.
A volte, usciamo insieme e passiamo serate poco tranquille nei club di sua proprietà, dove può confrontarsi con altri uomini del suo stesso
calibro e far conoscenze con persone più crudeli di lui.
Ma per il resto, è da anni che ormai, non riesco più a condividere qualcosa con altre persone. 
-Quante cazzo di volte devo ripeterti che devi stare alla larga dagli altri uomini? Non capisci che mi fai diventare pazzo?- Mi urla contro
Stéphane, portandosi all'indietro quei capelli biondi, per metà bianchi.
Continuo a piangere per il dolore provocato dal suo schiaffo, scrutando poi i suoi occhi verdi, diventati quasi grigi.
La rabbia che pulsa in lui, non riesce a far altro che spaventarmi ancor di più e farmi rabbrividire.
Mai visti, occhi più spietati.
-Cazzo Haven, rispondimi! E guardami, quando ti parlo!- Continua ad urlarmi contro l'uomo, camminando avanti ed indietro per la camera.
-Ma non è successo niente! Mi ha solo invitata a ballare!- Ribatto con una voce strozzata, dovuta alle continue lacrime che rigano il mio volto.
-Non deve esistere nessun altro uomo per te! Beh, pazienza...quel pezzo di merda ha avuto ciò che si meritava...-
-Ma mi ha solo invitata a ballare Stèp, cosa gli hai fatto?-
-I miei ragazzi, hanno ben pensato di fargli fare un viaggetto...-
-No!- Urlo, ricordando un piccolo particolare del carattere irrascibile di Stèp. E' tremendamente possessivo e geloso riguardanti le cose
che gli appartengono.
Tra queste ovviamente, ci sono anch'io. 
-Non posso credere che tu l'abbia fatto per davvero...-
-Tu sei mia! Chiaro!? Non permetterò mai a nessuno di avvicinarsi a te!- 
Un altro schiaffo, questa volta, più forte del solito.
Le mie labbra, si spaccano, mentre il sangue comincia ad espandersi per un pò sul parquet.
Le lacrime salate non sembrano volersi fermare ed il mio cuore, è ormai in frantumi. 
Per quanto volessi aggiustarlo...sono già consapevole del fatto di non poterci riuscire nè ora e nè mai.
Stringo un lembo del mio vestitino, continuando a singhiozzare, osservando poi Stèp aggiustarsi le maniche della giacca e sussultare, non appena
qualcuno bussa alla porta del suo studio.
-Avanti.- Borbotta l'uomo, sedendosi poi dietro alla sua scrivania, lasciandomi a terra, senza degnarmi più neanche di un misero
sguardo.
Non riesco ad alzare lo sguardo, continuando a piangere e singhiozzare, toccandomi questa volta la guancia infuocata.
Ma cosa sono io realmente se non un semplice e stupido oggetto?
-Venite avanti ragazzi miei.- 
-Signor Mason, l'ordine è stato eseguito con successo.- Borbotta qualcuno dinanzi a me, che non ho il coraggio di guardare in faccia.
Che si stia riferendo a quel ragazzo che ha semplicemente ballato con me stasera, alla festa?
-Eccellente Gates. Complimenti a tutti...sapevo di potermi fidare dei miei ragazzi.- Ribatte Stèp, bevendo un goccio del suo vino rosso.
-Detto fatto, signor Mason. Lo abbiamo lanciato dal suo attico e l'atterraggio non è stato per niente morbido.- Continua un'altra voce,
risvegliando in me, una sensazione di odio a dir poco feroce.
Con rabbia, alzo il mio sguardo contro quello degli scagnozzi di Stèp. Non li avevo mai visti prima d'ora...questo perchè non amo partecipare
alla sporca vita di mio marito ed è raro per me perlustrare ogni singolo angolo della mia stessa abitazione. Solitamente, preferisco
starmene nella mia camera, da sola.
D'altro canto...credo che per me stessa, sia meglio così.
Quando alzo il mio sguardo però, oltre ad incrociare quello di quattro ragazzi, completamente tatuati...i miei occhi riescono stranamente
a perdersi negli occhi di uno di loro che continua a fissarmi come scosso.
Con le lacrime agli occhi, non riesco neanche a far giustizia al povero ragazzo ormai morto, aprendo la bocca per una frazione di secondo e 
continuando a scrutare il ragazzo dinanzi a me.
Un ragazzo dagli occhi color nocciola, la mascella serrata, i capelli neri sparati in aria ed un volto totalmente sconvolto...quasi quanto il mio.
Stèp, sta parlando a lui e agli altri ragazzi, ma lui stesso...non riesce più a spostare i suoi occhi da qualche altra parte.
Per non parlare poi della sua maglia e delle sue mani tatuate...letteralmente imbrattate di sangue.
Qualcosa dentro di me, comincia a smuoversi, mentre io ed il ragazzo continuiamo a guardarci negli occhi senza riuscire a pronunciare neanche
una parola.
-Brian, mi stai ascoltando?- Domanda Stèp, attirando l'attenzione del ragazzo, che si volta velocemente verso il suo capo.
Io invece, non riesco più a smettere di guardarlo.
I suoi occhi nei miei...hanno dato vita ad un qualcosa che non sento di non riuscire ad abbandonare tanto facilmente.
Le lacrime smettono improvvisamente di scorrere dal mio viso, mentre nelmio stomaco, una sensazione mai provata prima, comincia premermi
dentro.
Le farfalle che ho sempre pregato di voler sentire...hanno appena spiccato il volo.




























NOTE DELL'AUTRICE.

Ma salve a tutti lettori e buona domenica!
Dunque, dunque, dunque.
So che non vi aspettavate una nuova ff da me in questo momento, ma l'ispirazione mi ha colpita
e non  ho potuto far a meno di scrivere.
Come avete capito, qui, i nostri Sevenfold sono degli scagnozzi che hanno a che fare con la mafia e cose del genere.
Me ne sto inventando di tutti i colori, lo so ahahah poveri, li sto facendo diventare dei terroristi perfezionisti!
Già vi annuncio che...questa sarà una ff che vi farà star male. 
Ho molti progetti, ma non li scriverò subito perchè ho prima intenzione di concludere "Nymphetamine".
Una volta conclusa quella ff cercherò di occuparmi di questa nuova e di qualcuna vecchia lasciata in sospeso.
Perdonate il prologo terribilmente corto ma è solo una piccola introduzione quindi se la ff può interessarvi e scaturirvi una particolare
curiosità...sarei felice di leggere le vostre considerazioni e recensioni.
Ho bisogno di pareri, quindi, sbizzarritevi!
Ovviamente, credo che la trama l'abbiate già capita...e l'amore come sempre, è alla base di tutto.
Ma questo, è un amore quasi pericoloso e questa volta, non perchè Brian è una sottospecie di mafioso ma soprattutto perchè
ho intenzione di spiegare tematiche un pò particolari ma che tengo comunque a cuore. Ah, e dimostrare specialmente che il vero amore
può superare ogni difficoltà, essere più forte di qualsiasi altra cosa.
Ma questo...sarà un amore complicato. Haven è la moglie di Stèp e con il tempo scoprirete tante sfaccettature di questi nuovi
personaggi.
Spero di non aver deluso le aspettative di nessuno con questa nuova ff e che possiate lasciarvi emozionare come nelle altre.
Io sono qui ed aspetto un vostro parere! Grazie per la vostra attenzione e...un bacio <3










 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 1. And that's how it all began. ***


1° And that's how it all began.






 
L'amore è come le epidemie: più uno le teme, più è esposto al contagio.
(Nicolas de Chamfort)






Apro gli occhi, sentendo la guancia ancora bruciarmi per gli schiaffi ricevuti l'altro giorno, da Stéphane.
Ogni volta, è sempre la stessa storia.
Mi alzo dal letto matrimoniale con lentezza, osservando poi il lato destro, completamente vuoto. 
Sospiro, aggiustando al meglio il letto con le sue coperte, aspettando l'arrivo della domestica di turno e  dirigendomi verso il bagno per poter fare 
una doccia veloce.
L'acqua scorre lenta sul mio volto, ripulendolo da tutti i dolori.
Uscita dalla doccia, mi asciugo con velocità, ritornando nella mia solita camera e prendendo un libro tra le mani.
Ormai, li ho già letti tutti.
Nessun altro libro mi entusiasma più di tanto e sono stanca di leggere sempre gli stessi, intrappolata in questa stupida camera.
La mia vita ormai, è appesa ad un filo sottilissimo che non mi dà la possibilità di fuggire e nascondermi in qualsiasi altro luogo.
Ma dopotutto...vorrei avercelo per davvero il coraggio di abbandonare Stéphane. Il problema, è che non ne sono capace.
Sfoglio diverse pagine del libro, trovando poi una rosa ormai appassita,stretta tra due pagine.
Credevo di averla persa...ed invece, eccola qui.
Quella rosa tanto ignorata, quanto odiata.
Una rosa che mi riporta ad anni fa...quando ero solo una quindicenne ed ero stata promessa in sposa a Stéphane. Ricordo quel giorno,
come se fosse ieri.
Mia madre mi osservava con dolore...come anche mio padre e mio fratello Lois. Sembravamo essere una famiglia felice noi...prima che compissi
i miei quindici anni.
Eravamo una di quelle solite famiglie americane che fanno spesso vedere in televisione e vivevamo la nostra vita al meglio.
I miei genitori non hanno mai fatto mancare nulla né a me e né a mio fratello. Io e Lois non siamo mai andati troppo d'accordo, ma tuttavia...
ricordo che quel giorno, scoppiò a piangere dinanzi a tutti.
Stavano tutti male...ma nessuno superava il dolore che provava mio padre, nel lasciarmi tra le mani di un capo della mafia pur sempre
rispettato in tutto il mondo.
A quell'epoca Stéphane, era già abbastanza famoso per esser riuscito addirittura a corrompere gran parte della polizia della California.
Egli era già un uomo rispettato da tutti ma tuttavia, non si sporcava mai le mani per nessuno.
Lasciava sempre che fossero i suoi scagnozzi a svolgere il lavoro sporco e questo in parte...lo rendeva una persona degna di gran rispetto ma pur
sempre di poca affidabilità.
Un solo debito nei suoi confronti...e ti avrebbe trasformato in carne da macello.
Nonostante tutto però, mio padre decise di convocarlo a casa nostra. Ricordo ancora tutte le parole di incoraggiamento che mi sussurrava con dolcezza,
per non farmi spaventare troppo.
Mi parlò della situazione ed in quel preciso istante...potevo dire di aver accanto a me un padre per lo meno sincero.
Mi raccontò dell'accaduto di anni prima...quando erano giovani e Stéphane aveva già il controllo su tutta l'organizzazione.
A quell'epoca, mio padre faceva parte di un giro a dir poco preoccupante e si faceva di sostanze tossiche che ovviamente gli procurava
proprio Stéph. 
Dopo alcune dosi comprate dal capo della mafia per eccellenza, mio padre non aveva più soldi per pagare la roba e fu in quel preciso istante
che si stipulò una sottospecie di contratto tra i due...che avrebbe portato proprio me, tra le braccia dell'uomo.
Papà non sapeva più come sdebitarsi e Stéph gli aveva fatto una proposta allettante: un giorno, sarebbe tornato a prendersi ciò che gli avrebbe spettato
di diritto e mio padre, non avrebbe potuto far niente per fermarlo.
La cosa peggiore fu vedere gli occhi di Stéph quella sera...totalmente incollati su di me.
Si sarebbe ripreso ciò che gli spetta...ed in quel caso, ha scelto proprio me. 
Sarei stata io la sua preda e non avrei potuto oppormi in alcun modo.
Stéph minacciò mio padre di uccidere mia madre e con lei mio fratello...e dopo ovviamente, sarebbe passato a lui stesso. Così,
quando Stéph espresse il desiderio di sposarmi, furono i miei genitori a spingermi tra le sue braccia e a far sì che il matrimonio potesse
svolgersi non appena avessi compiuto i miei diciotto anni.
Quella notte, non riuscii a dormire.
Avevo impresso  nella mente lo sguardo di Stéph ed in qualche modo...mi spaventava sapere di esser stata promessa in sposa ad un uomo
molto più grande di me.
Avevo paura che potesse farmi del male...conoscendo i suoi trascorsi e chi era stato capace di diventare.
Da quel punto, la mia vita era stata completamente segnata.
Stéphane mi regalò questa rosa in segno del suo amore nei miei confronti ed io la accettai sotto gli occhi dei miei genitori a cui avevo promesso
di esser sempre gentile e lasciarmi amare a mia volta.
Sposai Stéphane dopo aver compiuto i miei diciotto anni e a quel punto...mi ritrovai costretta ad abbandonare persino il mio nido.
Venni a vivere qui, in compagnia dell'uomo che era appena diventato mio marito...e la notte stessa in cui ci eravamo sposati...persi la 
mia verginità.
Il giorno dopo, piansi disperatamente e man mano che i giorni passavano...cominciavo a sentirmi sempre più sola.
Stéphane non c'era mai per colpa della sua organizzazione ed il più delle volte, era circondato da persone orribili con cui non volevo mai avere
nulla a che fare.
Egli provava in tutti i modi a farmi partecipare alle sue cene nei club, tra pesce crudo e champagne, ma io ero sempre pronta ad inventare
una nuova scusa per non mischiarmi tra quella gente.
Così, decisi che questa camera...sarebbe stato il mio nuovo nido ed il mio nuovo rifugio. E' qui che sono stata chiusa per tutto questo tempo.
Uscivo di qui solo per pranzo e cena, ma il più delle volte, eravamo solo io e Stéph. I suoi scagnozzi...mangiavano probabilmente da qualche altra
parte ed il più delle volte, erano fuori per svolgere le varie commissioni richieste dal loro capo.
E' strano...ritrovarsi così, di punto in bianco, ad essere la moglie del boss più temuto della mafia e di quasi tutto il mondo.
Inoltre, nell'ultimo periodo ho deciso di vivermi un po' di vita ed uscire con lui per andare a delle stupide feste organizzate nei locali di sua
proprietà.
Avevo bisogno di prendere un po' d'aria, ma è qui che la situazione è letteralmente peggiorata.
Stéphane ha cominciato pian piano a mostrarmi vari lati del suo carattere...tra cui, la sua ossessione nei miei confronti e la sua
terribile gelosia.
Nessuno può toccarmi, nessuno può guardarmi, nessuno può sfiorarmi, nessuno può sorridermi.
Sono queste le regole da seguire per evitare una scazzottata in pubblico.
Ma sarebbe stato più facile...se non avesse deciso, di far del male anche a me.
Stéph è così terribilmente ossessionato da me che arriva anche al punto di picchiarmi, se sono io anche solo a salutare un altro
uomo che non sia lui.
Strano, ma vero, come ciò che accadde qualche sera fa. 
Non avrei mai immaginato che potesse arrivare al punto di farmi del male ed invece...non lo conoscevo tanto bene come credevo.
E' sempre stato un tipo piuttosto violento...ma non con me. 
Non aveva mai cercato di mancarmi di rispetto in nessun caso...ma si sa come spesso va a finire no? Stéphane non è di certo un santo e quando
gli toccano ciò che gli appartiene...è la fine.
Diventa un'altra persona...e sarebbe capace persino di uccidermi.
E' per questo motivo...che dovrei allontanarmi dal suo mondo, il più possibile.
Osservo ancora la rosa appassita, chiudendo poi il libro e riponendolo tra gli altri libri, situati in questa mia sottospecie di libreria
personale.
E pensare che...non ho neanche più contatti con la mia famiglia. 
Stéphane non mi permette di uscire da sola di casa e così, delle volte, sono costretta a sentirmi telefonicamente con mia madre anzichè andarla
a trovare.
Nonostante tutto...mi mancano davvero tanto i miei genitori e mio fratello più grande. Mi mancano tutti, ma non posso farci niente.
Sono destinata a stare qui, autoconvincendomi di amare Stéph quando invece...l'amore che sogno io, è tutt'altro.
-Signorina Haven, il pranzo è pronto.- Mi annuncia Maria, la nostra domestica di turno che arriva qui alle dieci in punto per pulire l'intera
casa e resta fino alla sera per preparare la cena.
Maria è una donna sulla sessantina,di origine italiana, molto dolce e raffinata, dagli occhi cristallini ed i capelli biondi quasi ingrigiti.
Ella ha degli occhialini piccoli sporgenti sul naso ed un sorriso che dà vita a due fossette a dir poco simpatiche.
Ho sempre amato questa donna, anche perchè abbiamo un bellissimo rapporto.
-Maria, quante volte dovrò ripeterti che puoi chiamarmi semplicemente Haven?- 
Ed infatti, gliel'avrò ripetuto più di una settantina di volte.
-Signorina, lei sa bene che suo marito potrebbe arrabbiarsi se...-
-Non deve importanti assolutamente. Quindi smettila di darmi del lei e chiamami con il mio vero nome. Io non le gradisco
tutte queste formalità.- Dico alla donna, che sospira arrendendosi, mentre sul suo volto comincia a dipingersi uno splendido sorriso.
-D'accordo sign...Haven.-
-Si, così va meglio.- Ricambio il sorriso della donna e la seguo verso la sala da pranzo fin troppo ampia per i miei gusti.
Da quando sono in questa casa, non faccio altro che meravigliarmi della sua grandezza e degli oggetti di valore che la compongono.
Arrivata nella sala principale della casa, osservo il tavolo abbindato da cibi di tutti i tipi ovviamente cucinati da Maria e la figura
di Stéphane a capo tavola.
Stéph mi si alza improvvisamente dalla sedia, avvicinandosi a me, lasciandomi un bacio sulle labbra che non sono in condizione di rifiutare
in alcun modo.
Ricambio il bacio di mio marito, non riuscendo a percepire alcuna sensazione come al solito.
Che so...magari qualche volta, queste farfalle nello stomaco, potrebbero darmi qualche soddisfazione no?
Ma è inutile...non si sceglie di certo chi amare. Si ci può solo autoconvincere e farsi bastare ciò che si ha.
Mostro uno dei miei falsi sorrisi a Stéph, vedendolo poi aggiustarmi la sedia come un vero e proprio gentiluomo, aspettando che sia io
a sedermi.
In alcun modo,non riesco proprio ad apprezzare i suoi modi di fare...ma dovrò farmeli bastare.
-Grazie.- Sussurro, sedendomi al mio posto ed osservando poi l'uomo sedersi proprio di fronte a me.
Maria mi posiziona un tovagliolo sulle gambe, senza volersi subìre una qualche ramanzina da parte di Stéph che la tratta sempre come 
una vera e propria schiava.
Capisco che ci tiene a determinate cose...ma...io penso che a volte, esageri.
-Maria, metti del vino alla mia signora.- Borbotta Stéph, dando ordini alla donna, che si avvicina al tavolo per mettermi del vino nel bicchiere
in vetro.
-No, grazie Maria, adesso non ne ho voglia.- Ribatto, sembrando un tantino acida contro Stéph ma aiutando in qualche modo Maria che dev'essersi
stancata fin troppo.
Non è di certo facile pulire da cima a fondo una villa da tre piani con più di quaranta stanze. 
Per non parlare poi della sottospecie di banchetto che si sente costretta a preparare tutti i giorni, sia a pranzo che a cena.
Delle volte invece...prepara anche colazioni abbondanti ma io in genere, mi sveglio sempre troppo tardi per permettermi anche la colazione.
Ah, giusto, quasi dimenticavo.
In questa casa, non siamo da soli...quindi suppongo che debba cucinare qualcosa anche per gli scagnozzi di Stéphane che ho avuto
il piacere o forse il dispiacere di conoscere ieri.
Se non altro, ricordo di aver sentito qualcosa dentro di me, nel momento stesso in cui uno di loro era intento a fissarmi.
Ci siamo scambiati degli sguardi continui...eppure, nonostante fossi così spaventata, non ho smesso neanche per un attimo di osservare quegli
occhi color nocciola che mi hanno rapito sin dal primo istante.
-A cosa stai pensando, amore?- Mi domanda improvvisamente mio marito, addentando del rosbiff.
-Ehm...a niente.- Rispondo, cercando di sembrare abbastanza convincente.
E' quando Stéph mi rivolge lo sguardo, per porgermi qualche altra domanda, che nella sala...entra uno dei suoi scagnozzi, correndo.
Se non sbaglio...mi sembra di averlo già visto prima.
-Signor Mason.- Borbotta il ragazzo dai capelli neri e gli occhi azzurri, fin troppo alto per i miei gusti e con delle manette
tatuate sul collo.
Oh mio Dio.
-Jimmy, qualcosa è andato storto? Qualcuno ti ha riconosciuto?- Domanda Stéph, posizionando la forchetta sul piatto e rivolgendosi al ragazzo.
-No signore, ma sono riuscito a trovare un solo biglietto aereo dell'ultimo minuto...e la partenza è prevista per oggi pomeriggio.-
-Oggi pomeriggio? Mh...- Stéph si gratta il mento, sembrando pensieroso.
Che voglia partire per uno dei suoi soliti viaggi "amministrativi"?
-Va bene. Allora partirò nel pomeriggio...-
-E signore, mi scusi ancora se la interrompo ma...cosa ne facciamo di Luke?-
-Puoi farlo venire qui anche stasera stesso. In questo caso troverà voi e sapete già cosa fare.-
Jimmy, Timmy o come si chiama lui, annuisce, e solo ora mi sono resa conto della pistola che tiene sulla cintura.
Anche solo vederle quelle armi...potrebbe provocarmi un infarto immediato.
Eppure...non posso credere che anche un ragazzo come lui che sembra esser piuttosto giovane...ieri ha avuto il coraggio di uccidere
quell'uomo con cui ho solo ballato al club.
Eppure, da quel che ricordo...solo il ragazzo dagli occhi color nocciola aveva la maglia e le mani sporche di sangue.
-Bene signor Mason...la lascio pranzare in santa pace.-
-Ottimo lavoro come sempre. Tra una ventina di minuti, convoca tutti nel giardino. Devo assegnarvi alcuni incarichi prima della mia
partenza.-
-D'accordo. A dopo Signor Mason.- Continua il ragazzo, inchiandosi per metà al proprio capo ed uscendo dalla sala da pranzo.
Io non riesco più a mangiare. 
Stranamente...mi è passato l'appetito.
-Parti?- Domando a mio marito, vedendolo bere un sorso di vino rosso.
-Si, ma stai tranquilla...non starò via per molto. Tornerò tra quattro giorni esatti.-
-E dove andrai?-
-Gran Bretagna. Ho alcuni affari da risolvere lì.-
-E porterai anche qualche cadavere con te?-
Ammetto di esser stata un po' troppo acida ma...non sono proprio riuscita a trattenermi.
Un minuto di silenzio e Stéph mi guarda quasi in cagnesco.
Posa il suo calice di vino sul tavolo emettendo un rumore a dir poco fastidioso e a momenti, avrebbe potuto rompere anche il bicchiere.
Strano ma vero...la sua espressione si è appena addolcita.
-Avanti amore, lo sai come sono fatto. E dopotutto...sai anche che questo è il mio lavoro.-
Non mi sento in vena di ribattere, stringendo il più possibile i denti.
Ma ora che ci penso...ha davvero intenzione di lasciarmi qui tutta sola, probabilmente con i suoi scagnozzi?
Ma di cosa mi stupisco...stiamo ancora parlando di Stéphen Mason...il capo della mafia più spietato della California.
Sospiro con debolezza, alzandomi poi dalla sedia e buttando il tovagliolo sul tavolo.
-Io vado, non ho molta fame.- Sbotto, uscendo dalla sala da pranzo e dirigendomi verso la solita camera.
Mentre mi dirigo verso la camera però, sento qualcuno parlare e ridere sguaiatamente. 
Sembrano essere dei ragazzi.
Si stanno divertendo e ridendo a crepapelle.
Come vorrei ricominciare anch'io a ridere in questo modo così...sincero.
Demoralizzata, entro nella mia camera e mi butto sul letto, con lo sguardo perso contro il soffitto.
E' vero che ho sempre cercato di restar fuori da tutta questa brutta situazione ma...adesso mi è proprio inevitabile restarci male.
Stéph a volte, fa uccidere anche persone innocenti...che non meritano di morire per lo più così giovani.
A lui basta un debito per essergli un nemico giurato.
Può sembrare assurdo, ma è proprio così. Non ha pietà di nessuno e l'unica cosa per cui davvero ne vale la pena vivere, secondo il suo
punto di vista è il denaro.
Perchè ovviamente...lui potrebbe anche nuotarci nei suoi soldi.
E a me questa situazione pesa. Non fa sempre piacere essere la moglie di uno spietato capo criminale pronto a tutto pur di uccidere.






























Nel tardo pomeriggio, ci ritroviamo tutti in giardino.
Maria porge la valigia a Stéph ed io invece, mi sento continuamente osservata.
C'è qualcuno che continua a fissarmi...eppure, credo già di sapere chi.
Sposto per un attimo il mio sguardo contro gli scagnozzi di Stéph, notando poi due occhioni color nocciola
che già conosco alla perfezione.
Mi sento terribilmente a disagio, mentre vedo il ragazzo sorridermi, ma io non mi sento in grado di ricambiare.
E' uno dei suoi scagnozzi...è una persona pericolosa solo per tutto il sangue che lo circondava l'altro giorno.
Stéph si è appena fatto aiutare da due dei suoi scagnozzi a caricare il tutto nella sua auto. 
Il primo, credo di aver sentito che si chiami Zacky, mentre il secondo, Matt.
Zacky ha gli occhi cerulei, quasi cristallini, i capelli neri ed è ricoperto di tatuaggi come il resto dei suoi coetanei.
Matt invece, ha gli occhi verdi, due fossette abnormi, i capelli corti ed un sorriso da bravo ragazzo che non lo fa sembrare 
per niente uno degli scagnozzi di un capo della mafia.
-Grazie ragazzi.- Sussurra Stéph ai giovani, camminando poi verso di me e sorridendomi, indossando i suoi occhiali da sole.
-Piccola, tornerò presto, stai tranquilla okay?- Continua Stéph, accarezzandomi un braccio ma voltandosi ben presto contro il ragazzo
dagli occhi color nocciola che sembra essersi appena irrigidito.
-Tornerai davvero tra quattro giorni?- Domando a mio marito.
-Non tarderò un giorno in più...e poi qui sei al sicuro.-
In realtà, non mi sento proprio tanto al sicuro. E se qualcuno con cui ha dei conti in sospeso, penserebbe di fare irruzione a casa
sua e farmi del male?
Potrebbe accadere di tutto quando sei la moglie di uno come lui.
-Al sicuro?- Ribatto, inarcando un sopracciglio.
-Saranno loro a tenerti al sicuro. Mi fido ciecamente dei miei ragazzi, quindi puoi stare tranquilla.- 
Mi volto verso i cinque ragazzi dinanzi a me, che hanno degli sguardi da serial killer nati.
-Ma io...- Provo a ribattere, ma Stéph mi precede ancora.
-Gates, la affido a te.- Continua l'uomo, rivolgendosi poi al ragazzo dagli occhi color nocciola che questa volta, non sembra voler
incrociare il mio sguardo.
-Stia tranquillo signor Mason. Ha altre comunicazioni per noi?- Ribatte Gates, con una voce seria e pacata che però...risveglia
in me uno strano senso di protezione.
Oh mio Dio. Non posso neanche credere di averlo pensato.
-Quando arriverà Luke stasera...già sapete cosa dovete fare.- 
-Sarà fatto.- Continua Gates, mettendosi poi tra le labbra una sigaretta ed accendendola con velocità.
Sento che questo Luke...non vivrà abbastanza per poter avere una famiglia o che so io.
-Ti chiamo quando arrivo.- Mi sussurra Stéph accarezzandomi il volto e dandomi un bacio a stampo, sulle labbra.
Ricambio il bacio di Stéph, dimenticandomi di aver messo il rossetto rosso che tanto lo infastidisce.
-E che cazzo Haven! Lo sai che odio quando mi baci con questi cazzo di rossetti!- 
Abbasso la testa, non facendo troppo caso alle urla di Stéph.
-Scusami...- Sussurro, per paura di non esser menata davanti a tutti.
Stéph non risponde più, si limita ad accarezzarmi per un po' il viso e poi sale in macchina per potersi dirigere verso l'aereoporto.
Osservo la macchina mentre si allontana sempre di più mentre continuo a sentirmi ancora osservata.
Lo sguardo del ragazzo è ancora su di me ed il fumo che sta aspirando dalla sigaretta, continua ad infiammarmi le narici.
Mi volto verso gli scagnozzi, osservando poi un nanetto e Jimmy, ridere a più non posso.
Li ho davvero divertiti così tanto con la storia del rossetto?
Sentendomi un po' offesa, incrocio le braccia contro il petto, rendendomi conto però...che lo sguardo di Gates è ancora su di me.
Questa volta mi volto verso di lui e ad incrociare i miei occhi sono proprio i suoi color nocciola.
Ha gli occhi con degli uragani dentro, che non gli invidio. 
Io e lui continuiamo a fissarci, ma io comincio seriamente ad imbarazzarmi, nella speranza di non esser diventata rossa come un pomodoro.
Ma il suo sguardo su di me, persiste, come se non volesse guardare nient'altro.















































NOTE DELL'AUTRICE.

Ma buonsalve a tutti miei carissimi lettori!
Ci risentiamo eh? Beh, dopo l'ultimo capitolo di Nymphetamine, spero che siate
tutti ancora vivi XD.
Tuttavia...l'ispirazione del momento e l'aiuto della mia dolcissima beta, Saya, hanno fatto sì che possa
continuare questa ff e magari, riuscire ad esprimervi qualcosa anche questa nuova storia.
Come vedete...potrebbe sembrare una storia stile Waking the fallen ma assolutamente no. Tratterò tematiche ben diverse e 
concetti un pò più particolari.
Spero che anche questa ff possa incuriosirvi perchè io mi diverto un sacco a scriverla...ad ogni parola, trovo un'ispirazione
diversa quindi si...purtroppo l'ispirazione arriva quando meno te l'aspetti, non quando te la vai a cercare.
Ma veniamo al dunque.
Saya, la mia beta, mi sta aiutando tantissimo a migliorare i capitoli perchè come sapete io non ho mai tempo di rivisionarli
dopo averli scritti.
Quindi un applausone anche a lei!
Bene...ovviamente, ho visto che a molti lettori già ha incuriosito la storia e credetemi che ne vedrete delle belle!
Quindi, attendo come sempre le vostre considerazioni e recensioni...(che arriveranno, vero? Lol) e non immaginate neanche che idee
pazzesce sto cercando di far partorire alla mia mente per questa ff!
Che dire, qui siamo solo all'inizio...no? Ma dal prossimo capitolo ehehe...vabbè basta, non posso spoilerare!
Quindi, al prossimo capitolo miei carissimi lettori (sempre se volete!)
Un bacio dalla vostra...








-SynysterIsTheWay.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 2. What are you doing to my heart? ***


2° What are you doing to my heart?





 
Sai cos'è un sorriso? E' un muro che cade, una porta che si apre sulla propria anima e che invita ad entrare.
(Paola Melone)







E' tutta la sera che non esco dalla camera. 
Non me la sento di uscire di qui, ma la verità è che un po' sono curiosa di vedere come se la passano
quei ragazzi, al piano terra della villa.
Ora che ci penso...io non so proprio un bel niente di loro, eppure, condividiamo la stessa casa da un bel
pò di tempo ormai.
Chissà perchè dei ragazzi venuti dal nulla sono diventati improvvisamente gli scagnozzi di Stéph. La curiosità
in questo preciso istante mi divora...ma non posso assolutamente passare troppo tempo con gente del genere.
La verità è che mi spaventano a morte.
Non sai mai come potrebbero reagire e non conosco i loro modi di fare.
Ma devo ammettere che tendo spesso ad essere una gran curiosa.
Con velocità, scendo giù dal letto, indossando le mie pantofole in tinta con la mia camicia da notte blu con un semplice
fiocchetto rosa tra il seno e lo stomaco.
A passi svelti, esco dalla camera scendendo al piano inferiore e dirigendomi verso uno dei corridoi che non ho mai avuto
il coraggio di attraversare.
E vi ricordo, che stiamo parlando proprio di casa mia.
Attraversando di soppiatto il corridoio, mi rendo conto di quanto possa essere lungo e colmo di quadri antichi che non avevo
mai visto prima d'ora.
Arrivata alla fine di esso, scorgo una camera aperta per metà da cui ne provengono varie voci, tra cui anche quella di Maria.
Mi avvicino sempre di più alla porta della camera, nascondendomici dietro ed osservando una scena abbastanza deliziosa.
-Maria, che cosa ci hai cucinato  di buono?- Domanda quel Jimmy, avvicinandosi alla donna, che porta ai ragazzi due enormi teglie di
riso al curry.
Lo intuisco dal profumino che emanano quelle due teglie di porcellana.
-Riso al curry! Servitevi ragazzi!- Continua Maria, sembrando totalmente spensierata e lasciandosi poi abbracciare da Matt.
-Io l'ho sempre detto che questa donna ha le mani d'oro!- Esclama ancora il ragazzo, abbracciando la donna.
Tutti gli altri, prendono con velocità i piatti che sta preparando la donna, non smettendo neanche per un attimo
di ringraziarla.
Non pensavo fossero persone così...rispettose. Per un attimo, ho pensato davvero di ricredermi sul loro conto. Ma dai, cosa sto dicendo...
non li conosco neanche!
-Un giorno, se mi sposerò, non permetterò a mia moglie di cucinare ma chiamerò la nostra amata Maria!- Continua poi il più basso
del gruppo, che non credo ancora di aver identificato bene.
-Esagerato Johnny!- Urlano tutti in coro mentre il mio sguardo si sposta verso quello di Gates, che sta mangiando il riso con gusto,
accanto alla donna.
Maria sembra sentirsi a proprio agio tra di loro...eppure, non riesco a capirne il motivo. Credevo la trattassero male, proprio come
la tratta Stéph. Ed invece, sembrano aver instaurato tutti un ottimo rapporto con lei.
-Più tardi faccio il bucato e Zacky, guai a te se continui a pasticciarti le maglie con il burro d'arachidi! So che ti piace tanto,
ma hai finito tutte le scorte che avevamo!- 
Tutti scoppiano a ridere all'istante alle parole di Maria, mentre Zacky, immerge il cucchiaio nel suo riso, mangiando come se non 
ci fosse un domani.
Scoppio a ridere senza rendermene conto anch'io, ma ben presto, corro verso l'angolo del muro per non farmi vedere da Maria che è appena uscita
dalla camera insieme a Matt.
Probabilmente, il ragazzo la dovrà aiutare a fare qualcosa o che so io.
Dopo aver visto Maria e Matt uscire dalla camera ed uscire dal corridoio, ritorno di nuovo dinanzi alla porta, osservando ogni singola
caratteristica di questi ragazzi.
Insomma, a guardarli, non sembrano neanche mafiosi...se non fosse per quelle pistole che hanno tutti sulle cinture.
-Brian, dopo vai a controllare che la ragazza si sia addormentata. Sai bene che il nostro capo tiene a lei più di qualsiasi altra
cosa al mondo.- Borbotta quel Jhonny, con una cresta da gallo sulla testa che non gli invidio per niente.
Brian? Ma perchè Brian? Non si chiamava Gates?
-Per una volta concordo con il nostro nanetto. Sarà meglio controllarla di tanto in tanto.- Continua poi Jimmy, dopo aver finito
il suo piatto di riso.
E pensare che la camera in cui si ritrovano non è proprio niente male.
Cinque lettini singoli, armadi a volontà, una televisione al plasma, uno spazio enorme e finestra con vista sulla piscina.
Però, Stéph li tratta proprio bene.
E suppongo che loro stiano parlando proprio di me. Sapevo di esser abbastanza "preziosa" per Stéph...ma non fino a questo punto.
Voglio dire...lo sanno tutti che sono il suo punto debole ed io non pensavo neanche di esserlo.
Continuo ad ascoltare i discorsi dei ragazzi, che ben presto, si tramutano in discorsi da pervertiti cronici. Possibile che non facciano
altro che parlare delle tizie che si scopano? Per non parlare poi di quando descrivono il "lato b" di ogni singola ragazza.
E quel Gates...Dio, solo ora mi sono resa conto del fatto che avesse delle mani stupende, se non fosse per quel tatuaggio assurdo sulle dita.
Solo un idiota potrebbe tatuarsi la marca delle sigarette "Marlboro".
Mentre continuo ad osservare anche il resto dei tatuaggi che ha sulle braccia però, qualcosa mi fa capire di esser stata appena scoperta.
C'è qualcuno che mi respira dietro al collo.
Mi volto di scatto contro Matt, che mi spinge di entrare in camera.
-Guardate un po' chi c'era davanti alla porta.- Borbotta Matt, tenendomi i polsi per evitare che possa sfuggirgli.
Mi imbarazzo all'istante, tentando poi di liberarmi il più possibile dalla presa del ragazzo dagli occhi verdi, ma non ci riesco
in alcun modo.
-Però, adesso abbiamo anche una spia!- Esclama Zacky, osservandomi come il resto dei ragazzi.
-No...io...io...- Provo a dire, ma le parole mi muoiono in gola, mentre continuo ad essere terribilmente spaventata.
Che vogliano farmi del male? Ma no, non potrebbero mai...sono la moglie del loro capo!
-Tu cosa?- Continua Matt, sorridendomi.
-Potremmo anche divertirci un po' con lei, magari!- Borbotta Jimmy questa volta, avvicinandosi a me, mentre Matt continua a tenermi ferma
e ad osservare con attenzione il mio corpo.
-Lasciatela stare. Dai cazzoni, smettetela di spaventarla inutilmente.- Dice Gates, dando uno schiaffetto sulla nuca a Matt, totalmente amichevole.
Matt comincia a ghignare come il resto dei ragazzi.
Si stavano prendendo gioco di me!?
Beh in realtà non c'è proprio un bel niente da ridere...pensavo davvero che avessero cattive intenzioni nei miei confronti.
-E dai Gates, non vuoi provarti a divertire con lei? Tanto te le scopi tutte!- Continua il nanetto, sorridendo come un'idiota.
-Basta Christ, non vedi che così la spaventi?- Gates ringhia quasi contro il suo amico, che mette subito le mani in alto.
D'istinto, mi siedo a terra, in un angolo tentando di restare il più lontano possibile da loro.
-Hey, no, non preoccuparti...non vogliamo farti niente di male, quel coglione di Johnny scherzava! Devi perdonarlo sai, a volte
è un po' ritardato!- Mi sussurra Jimmy, tentando di tranquillizzarmi, ma io sto tremando come non mai.
Avrei fatto meglio a restarmene in camera mia.
-Cosa sono io? Un ritardato!?- Sbotta Johnny, avvicinandosi con rimprovero a Jimmy.
-Sta'zitto Christ che me la spaventi ancora con la tua bruttezza!- Borbotta Jimmy, facendomi sorridere per un po'.
Tuttavia, lo spavento non mi è passato. 
Potrà sembrar strano, ma sono una ragazza molto sensibile ed alcune cose...mi spaventano facilmente. Credo sia anche per tutte le volte
che sono stata picchiata da Stéph.
All'improvviso però, Gates mi si avvicina, inginocchiandosi verso di me.
E' strano come possa sembrare l'unico ad esprimermi una certa sicurezza...
-Non ti avrebbero mai fatta del male, sta tranquilla.- Mi sussurra il ragazzo dagli occhi color nocciola, sorridendomi.
Non avevo mai visto un sorriso più bello in tutta la mia vita.
Non riesco a rispondergli, ma in qualche modo, le sue parole sono riuscite a tranquillizzarmi almeno un pò.
Non sembra essere così cattivo come in realtà, si mostra.
Oh no, devo smetterla di pensare a queste cose...è pur sempre un mafioso, quindi, potrebbe utilizzare qualsiasi metodo per farmi ricredere
e comportarsi come uno della sua specie.
E' tutta colpa dei suoi occhi incantatori. Può un ragazzo essere così pericoloso ed affascinante allo stesso tempo?
Dannazione.
Mentre Gates mi sorride però, il rumore del campanello di casa, mi fa riprendere i sensi che avevo appena abbandonato, perdendomi negli
occhi del ragazzo.
Gates si morde le labbra, spostando il suo sguardo verso il pavimento, mentre gli altri, prendono tra le mani le loro pistole.
Rabbrividisco all'istante, vedendo i ragazzi impugnare la propria arma ed uscire dalla camera.
-Shh. Non parlare e soprattutto, non ti muovere. Resta qui.- Mi sussurra Gates, portandosi l'indice contro le labbra, intimandomi di restare
in silenzio.
Io annuisco alle parole del ragazzo, vedendolo poi uscire dalla camera, chiudendosi la porta alle spalle.
Resto immobile sul pavimento, mentre sento ancora dei brividi colpirmi la pelle.
Che sia arrivato quel Luke di cui parlava Stéph stamani?
Facendomi coraggio, esco dalla camera, facendo l'esatto contrario di ciò che mi ha chiesto il mafioso.
Uscita dalla camera, corro attraverso il corridoio, giungendo poi nella sala da pranzo, nascondendomi in un angolino abbastanza buio.
Osservo Brian ed un uomo dallo smoking rosso ed una pipa tra le labbra, parlare a Gates con tranquillità, mentre Jimmy e gli altri gli
coprono le spalle.
Per qualche strano motivo...la discussione tra i due prende decisamente una brutta piega.
Improvvisamente, anche Gates impugna la sua arma, puntandola contro Lil presunto Luke e togliendo la sicura dalla pistola.
-Buonanotte Luke.- Borbotta Gates, sorridendo con fin troppa soddisfazione.
Sbarro gli occhi, voltandomi poi dall'altro lato della stanza, dopo aver visto Gates sparare due colpi al petto di Luke.
L'uomo cade a terra, non riuscendo più a dire nulla e tremando per un po', prima di morire definitivamente.
Gates soffia via il fumo dalla bocca della pistola, sorridendo insieme ai suoi amici che si occupano di portare via il corpo del cadevere.
Io tremo come non mai, tentando di restare in silenzio ma non riuscendo in alcun modo a sopportare tutto questo.
Impazzisco, volendo solo scappare via da qui e rifugiarmi in un qualsiasi posto più sicuro.
Con velocità, me la do a gambe, riuscendo a raggiungere la porta dell'uscita dall'abitazione, continuando a tremare per lo spavento.
-Brian, la ragazza, sta scappando!- Urla Zacky, indicandomi mentre io sono finalmente uscita dall'abitazione e sto cercando di fuggire il 
più lontano possibile.
Mi ero dimenticata di vivere in una villa, dispersa nel nulla.
Attorno a me, ci sono solo alberi e tanta, tanta erba. 
Provo a scappare lontano dall'abitazione, ma ben presto, una mano riesce ad acciuffarmi un lembo della camicia da notte, fermandomi.
-Dove credi di andare?- Mi domanda Gates, che mi ha rincorso per tutto questo tempo, riuscendo a fermarmi.
-Lasciami! Lasciami subito!- Urlo, tentando di scappare dalla sua presa ma è tutto inutile...egli mi ha appena rinchiusa tra le sue braccia
senza darmi la possibilità di muovermi.
-Sta ferma, cazzo! Ferma!-
-Io...non voglio stare qui...voglio andare via...ti prego, non lasciarmi vivere una vita colma di sofferenze!-
-Non posso tradire il mio capo. Adesso rientra in casa.-
-No, ti prego, lasciami andare! Non voglio stare con degli assassini come voi!-
Urlo, sentendo poi delle lacrime rigarmi il viso ed il ragazzo
mentre contrae la mascella.
Sembra essersi offeso...ma cosa avrebbe voluto che gli dicessi? Lui sa bene chi è e ciò che ha appena fatto è...assurdo.
Ma che cosa mi aspettavo? Dopotutto...sapevo che ben presto, avrei assistito alla morte di una persona proprio dinanzi ai miei stessi occhi.
-Nessuno ti farà del male se farai come ti dico.-
Eppure, non riesco ancora a capire del perchè questo ragazzo continua ad esprimermi così tanta sicurezza.
Quando è lui a parlarmi...per qualche strano motivo, le farfalle nel mio stomaco cominciano a prender vita.
Mi sento strana. Mi sento follemente ubriaca dei suoi occhi ed invece sono totalmente sobria.
Annuisco alle sue parole, scrollandomi di dosso le sue mani e fissandolo con attenzione.
Lui sorride. Sorride ancora e non ne capisco il motivo.
-Perchè stai sorridendo?- Gli domando, facendo l'offesa.
-Non sto sorridendo.-
-Si invece, stavi sorridendo!-
-Ed anche se fosse?-
-Non mi piacciono i tuoi sorrisi.-
-Sa una cosa Mrs Haven? Lei è proprio una gran bugiarda.-
-Ma per favore! Cosa ne puoi sapere tu di me...-
-Mi sta implorando con gli occhi di sorriderla ancora.-
-Non è...-
-Assolutamente vero, si certo, come no.-
Gates, riprende la sua arma dalla cintura, posizionandomela poi dietro la schiena.
Rabbrividisco al contatto con la pistola, ricominciando ad urlare.
-Oh mio Dio, cosa vuoi farmi?- Domando con spavento.
-Assicurarmi che non scappi più.- Ribatte il ragazzo, intimandomi di ritornare in casa o direi quasi...minacciandomi.
Con la pistola puntata contro la schiena, mi dirigo di nuovo verso l'abitazione, entrandovi.
Anche Gates entra con me, posando la pistola al solito posto.
-Adesso ti conviene fare la brava o dirò tutto al signor Mason al suo ritorno. Quindi fa finta di non aver visto niente e vai a dormire.- Mi 
sussurra ancora Gates, sembrando fin troppo convincente.
Non mi sento in grado di rispondere, correndo verso le scale di casa e raggiungendo il piano superiore. 
Mi chiudo in camera a chiave, come se avessi il terrore che qualcuno di loro venisse ad infastidirmi o spaventarmi nel cuore della notte.
Mi nascondo sotto le coperte, non riuscendo a dormire ed avendo impressa nella mente la figura di quell'uomo morente, dopo lo sparo
di quel ragazzo dagli occhi color nocciola...











***




IL GIORNO SEGUENTE...







Mi alzo dal letto, strofinandomi gli occhi ma sentendo delle voci rientrarmi nella mente.
Mi avvicino per un po' alla porta della mia camera continuando ad ascoltare dei continui bisbigli.
-Sta zitto Christ, non vedo un cazzo!-
-Jimmy, è nuda?-
-Non riesco a vedere, cazzo!- 
Apro di scatto la porta, vedendo poi Johnny seduto sulla groppa di Jimmy e proprio quest'ultimo inginocchiato per poter
guardare dalla serratura.
Lo spilungone alza con lentezza la sua testa mentre i suoi occhi azzurri si incontrano con i miei.
Io incrocio le braccia contro il petto, continuando a martellare il piede sul pavimento come se aspettassi delle
giustificazioni.
Johnny scivola dalla groppa di Jimmy, ritrovandosi di nuovo con i piedi sul pavimento, mentre l'altro ragazzo comincia a fischiettare
e a rialzarsi dal pavimento come se non fosse accaduto niente.
-Ehm...aspetta, non è come pensi, davvero.- Borbotta Jimmy, tentando di spiegarmi la situazione dopo esser diventato
tremendamente rosso.
-Ah no? E allora cosa diavolo stavate facendo dinanzi alla porta della mia camera? Esigo delle spiegazioni.- Ribatto, abbastanza innervosita
dalle reazioni di questi due pervertiti.
-Noi...noi...ehm, volevamo...- Prova a dire Johnny, ma senza soddisfare le mie richieste.
Anche Jimmy non sa più cosa inventarsi, continuando a balbettare cose a caso, totalmente prive di significato.
-Johnny...scappa!- Urla improvvisamente Jimmy, scappando via con il suo coetaneo,come se fossero dei ragazzini di quindici anni.
Più infastidita che mai, comincio a rincorrerli per tutta la casa, giungendo poi al piano inferiore e quindi al salotto.
-Dove credete di scappare brutti pervertiti che non siete altro!- Urlo più furiosa che mai, vedendo poi i due nascondersi
dietro le figure dei loro amici.
Jimmy si nasconde dietro la figura di Brian e Johnny dietro quella di Matt.
-Whoo, che succede qui?- Domanda Zacky, osservando la scena, fumando sul divano la sua sigaretta.
-Che succede qui!? Quei due mi stavano spiando!- 
Alle mie parole, tutti scoppiano a ridere e, con loro...anche Gates. 
Si può sapere cos'hanno adesso da ridere? Qui la situazione è tragica ed ancora non se ne rendono conto!
-Siete riusciti a vedere qualcosa, vero?- Domanda Gates o Brian, ridendo ancora a crepapelle per le azioni appena
svolte dai suoi amici.
-Purtroppo no, cazzo!- Risponde il nanetto, facendo ridere anche gli altri che mi stanno a dir poco urtando.
Come possono prendersi gioco di me in questo modo? 
Arrabbiata e sentendo l'odio crescermi dentro, mi avvicino con pericolosità a Gates, dandogli un pugno sul petto che però,
non sembra averlo scalfito neanche un po'.
-Vi state divertendo davvero così tanto a prendervi gioco di me?- Sbotto con rabbia, vedendo poi Gates abbozzare un sorrisino malizioso.
Zacky si sta per alzare dal divano, come se volesse spingermi via da Gates, ma lui stesso gli indica di restar seduto.
Johnny e Jimmy smettono di ridere come anche il resto dei ragazzi che si son resi conto di quanto mi abbia infastidita tutta questa situazione.
Per di più...come potrebbero mai andarmi a genio degli sporchi mafiosi come loro?
-Dirò tutto a Stéph! Ogni singola cosa e credetemi che non la passerete liscia come credete!- Sputo, sentendo le lacrime combattere
per poter fuoriuscire dai miei occhi, ma non posso permettere che ciò accada.
Ci tengo particolarmente a me stessa ed il loro comportamento così stupido ed irritante riesce facilmente ad urtarmi.
Dovrebbero più che altro, imparare ad avere un po' di rispetto per le persone!
-Guardami, sto tremando dalla paura.-
-Faresti bene a tremare Gates, o come diavolo ti chiami!-
-Le ragazze con cui vado a letto mi chiamano Gates, quindi, se vuoi tu puoi chiamarmi solo Brian.-
Ed adesso fa anche il prezioso! Ma chi si crede di essere!?
-Poi a meno che tu non voglia essere una di loro...- Borbotta ancora Brian, continuando a prendermi in giro e prendendomi un polso.
Io mi disfo immediatamente della sua presa, scappando via ascoltando le continue risate dei ragazzi ma sentendomi gli occhi di Brian addosso.
Salgo velocemente al piano di sopra, sentendomi stranamente sconfitta.
Cosa ci avrò visto di così speciale in lui? E' solo uno stronzo a cui piace divertirsi.
So che Stéph si fida di loro e che devono proteggermi ma...poteva scegliersi degli scagnozzi migliori!
Apro la porta della mia camera e mi ci chiudo dentro, lanciandomi sul letto, lasciando che siano delle lacrime a rigare
il mio volto ormai stanco.
Non so con precisione se sto piangendo per rabbia o per colpa di ciò che in realtà mi sarei aspettata da Brian.
Insomma, io ci avevo visto per davvero qualcosa di buono in lui.
Ma evidentemente, mi sbagliavo. 
Non può esserci del buono in persone del genere.










***











Sono rimasta tutto il giorno chiusa qui dentro, come facevo tempo fa.
Non sono neanche uscita per pranzare o cenare, dicendo a Maria che non avevo per niente fame
e che se mangiavo qualcosa avrei rischiato di sentirmi male.
Tutto questo per non rischiare di incrociare quegli occhi incantatori e gli sguardi assurdi di quei pervertiti.
senza cervello.
Eppure, nella mia mente...so bene cosa sta accadendo. Non faccio altro che pensare a quel ragazzo e al modo
in cui mi ha trattata stamani.
Mi ha trattata probabilmente come tutte quelle puttanelle che si porta a letto e la cosa in qualche modo...mi ha spezzato
il cuore.
Per qualche strano motivo, il mio corpo si sente in disordine e dentro allo stomaco.Quelle farfalle di prima, si sono trasformate in
pterodattili assassini.
Ho anche parlato con Stéph al cellulare oggi.
Mi ha detto che gli manco, che lo manda in bestia sapere di non avermi con sé e che si tiene spesso in contatto con i suoi
cari scagnozzi.
Avrei tanto voluto dirgli come mi sto sentendo in questo preciso istante...ma sapevo che sarei andata incontro alla mia stessa morte.
Che se gli avessi spiegato chi continuo ad immaginare accanto a me, sarebbe tornato subito qui e avrebbe creato una strage.
Ma perchè non faccio altro che pensare a lui? Perchè la sua voce continua a rimbombarmi nella mente anche quando non la sento? E perchè
le sue braccia sembrano essere un rifugio perfetto per una ragazza come me, con un vuoto dentro?
Alzo gli occhi contro il soffitto, dopo essermi risvegliata.
Mentre provo a guardarmi intorno annegata nel buio della notte, sento dei passi, avvicinarsi sempre di più a me.
Decido di stringermi sempre di più alle mie coperte, lasciandole scivolare fin sopra ai miei capelli.
E' quando sento una mano sfiorarmi, che sposto con velocità le coperte dal mio viso e comincio ad urlare.
Nessun suono.
Non riesco ad urlare, perchè una mano si è appena posizionata sulle mie labbra senza darmi alcuna opportunità di salvarmi.
Sbarro gli occhi, sentendo i battiti del mio cuore quasi impazzire e il mio respiro, morire lentamente alla vista di due grandi occhi
color nocciola.
Sempre gli stessi...questi occhi probabilmente, saranno il motivo della mia morte.
Brian tiene ancora ferma la sua mano sulle mie labbra per non darmi la possibilità di urlare...mentre i suoi occhi sono ancora incollati ai miei.
Sono così lucenti che è quasi impossibile non notarli anche nel buio.
-Shh. Non aver paura, sono solo io.- Mi sussurra con dolcezza, continuando a sorridermi.
-Adesso ti lascio libera...ma promettimi che non urlerai.- 
Annuisco, vedendo poi la sua mano spostarsi finalmente dalle mie labbra.
Brian accende con velocità la luce artificiale in camera, mostrandomi poi un vassoio colmo di roba da mangiare che mi ha posizionato gentilmente
sul comodino.
-Maria mi ha detto che non hai mangiato niente...non hai proprio nulla da fare che far preoccupare le persone,vero?-
-Non devo risponderti in alcun modo. Non meriti neanche che io ti rivolga una sola parola.-
-Fammi indovinare, ti offendi facilmente?-
-Senti, io non voglio avere nulla a che fare con voi. Per tutto questo tempo non ho fatto altro che restare fuori agli affari della vostra
organizzazione e pensa tu,non ci siamo neanche mai incontrati!-
E credimi,stavo meglio prima. Almeno qualche volta...riuscivo a dormire anzichè pensare alla tua faccia da stronzo.
-Neanche io voglio avere nulla a che fare con te, ma devo almeno assicurarmi che non muori di fame o il mio capo potrebbe prenderci
tutti a sprangate.-
-E' inutile che ci provi. Non ho fame, quindi, non ho alcun'intenzione di mangiare. E poi, ti stai comportando così gentilmente solo perchè hai
paura che possa dire qualcosa a Stéph o forse perchè vuoi farti perdonare per l'accaduto di stamani!-
-Assolutamente, nulla di tutto questo.-
-E allora cosa vuoi ancora?-
-Te l'ho già detto, devo assicurarmi che mangi qualcosa.-
-Allora puoi anche restare qui per tutta la notte, ma io non toccherò cibo!-
-E' una sfida?-
Oh no. Cos'ho fatto...
-No...cioè...non volevo dire questo...-
-Sfida accettata Mrs Haven.-
-No...va bene, okay. Mangio...- Borbotto, sentendomi ormai in trappola.
-Saggia decisione.-
Osservo sul vassoio degli spicchi di pizza e comincio ad addentarne uno, aiutandomi con un tovagliolo di seta.
Brian si stende sul letto accanto a me, incrociando le braccia dietro alla sua stessa testa e continuando ad osservarmi.
-Scendi subito dal mio letto!- Lo minaccio con una fetta di pizza.
-Altrimenti cosa fai? Mi butti una pizza in faccia?-
-Potrei farlo!-
-E rovineresti questo bel viso? Nah, non lo faresti mai.-
-Sei troppo sicuro di te stesso per i miei gusti.-
-E tu troppo permalosa.-
-Io? Permalosa?-
-Jimmy e Johnny stavano solo scherzando! Forse volevano stringere amicizia.-
-E per stringere amicizia, hanno bisogno di spiare di nascosto le persone? Loro speravano di vedermi nuda!-
-Vedi, sei permalosa!-
-Oh scusami tanto se ci tengo alla mia privacy! Non vado mica in giro a mostrare la mia mercanzia!-
-Ma potresti trasformarti in una sottospecie di donna...altruista.-
-Si, sogna Brian.- Ribatto, addentando un altro pezzo di pizza.
-Eri proprio affamata...-
-Tu che dici?-
-E dai, non stare sempre sulla difensiva!-
-Certo che tu sei proprio strano. Prima ti prendi gioco di me e poi ti preoccupi?-
Brian non mi risponde, ma questa volta, preferisce spostare il suo sguardo dal mio.
Egli respira con profondità, ma resta ancora in silenzio.
L'aria qui dentro comincia ad appesantirsi.
-Non mi sto prendendo cura di te perchè lo voglio. Questi sono gli ordini ed io li eseguo...tutto qui.-
-Già.-
-Hai della salsa sulle labbra...-
-Davvero?-
-Aspetta, provo a togliertela.-
-No, posso fare anche da...sola.- Sussurro quasi l'ultima parola, osservando Brian prendermi il tovagliolo in seta tra le mani
ed occuparsi delle mie labbra.
Pulisce la salsa dalle mie labbra, non distogliendo neanche per un attimo lo sguardo da esse.
-Oh no...- Sussurra improvvisamente Brian, osservando poi il tovagliolo.
-Cosa?-
-Forse, stavi meglio prima.- Ghigna il ragazzo dinanzi a me, ricominciando a prendermi in giro.
Lo guardo in cagnesco, mentre lui continua a ghinare come un bambino che ha appena avuto il piacere di fare una marachella contro
i suoi genitori.
Ma dopotutto...io sono sempre stata una tipa piuttosto impulsiva.
Con agilità, prendo tra le mani un'altra fetta di pizza e la butto in faccia al ragazzo che smette improvvisamente di ridere.
-Ops, scusa, mi è appena scivolata da mano!- Esclamo, scoppiando a ridere io questa volta dopo essermi riuscita a vendicare.
Brian si pulisce per un po' il volto colmo di salsa, con il solito tovagliolo, ma questa volta...i suoi occhi sono fottutamente famelici.
Qualcosa mi dice...che farei meglio a scappare.
Mi alzo subito dal letto, vedendo poi il ragazzo prendere l'ultima fetta di pizza per potermela lanciare in pieno viso.
Io provo a ripararmi dietro ad una poltroncina situata accanto alla mia piccola libreria e sapete una cosa? Sto ridendo un sacco.
-Cazzo, se ti prendo!- Borbotta Brian, riuscendo ben presto a prendermi tra le sue braccia, spiaccicandomi la pizza in faccia.
-Stronzo, come cazzo ti sei permesso di farmi una cosa del genere!- Urlo, vedendo poi il ragazzo ricominciare a ridere come al solito.
-Due a uno per me!- Urla lui soddisfatto, mentre io comincio a spingerlo via dalla camera.
-Esci subito fuori disgraziato!- 
-Aspetta...cos'è quello che vedo?- Borbotta Brian, scrutandomi il viso con attenzione.
Adesso ne dirà un'altra delle sue per potermi prendere in giro meglio.
-Cazzo...almeno sono riuscito a farti ridere! Sembravi un funerale in questi giorni!- 
-Fuori di qui!- Urlo, riuscendo a cacciare il ragazzo fuori dalla camera ed è chiudendomi la porta alle spalle che ricomincio a sentire
i battiti del mio cuore...quasi martellarmi dentro.
Lascio scivolare la mia schiena contro la porta,sedendomi poi sul pavimento e sorridendo.
Sto sorridendo di nuovo...e lo sto facendo per davvero.








































NOTE DELL'AUTRICE.


Ma buonsalve a tutti lettori!
Credevate che vi avevo abbandonati vero? Ed invece no, dovrete sopportarmi
ancora per vostra sfortuna!
Per prima cosa, come state? So che molti di voi inizieranno gli esami il 18 quindi
in bocca al lupo a tutti e vedrete che ce la farete! (Ho fatto anche rima lol).
Dunque...diventa sempre più difficile per me scrivere quando si è troppi emozionati per qualcosa
e credetemi che io sono fin troppo emozionata per il concerto degli A7X.
So che molti di voi non potranno esserci e credetemi che...mi dispiace tantissimo ma non perdete mai la speranza.
Un giorno, ce la farete anche voi. Tuttavia, se puo' interessarvi...farò un vlog of the day e spero di poter rendere
partecipi soprattutto tutte le persone che purtroppo non potranno esserci. 
Ma parlando d'altro, spero che questa ff vi stia incuriosendo e piacendo. Col tempo, capirete un po' le varie sfumature
che voglio dare ai personaggi ed il vero e proprio senso di questa ff che potrebbe sembrare abbastanza serena ma...credetemi, 
non lo sarà per niente.
Non lo dico per scoraggiarvi, si intende. Accadranno cose belle e cose brutte, come in ogni mia ff ovviamente...solo che qui, le situazioni
saranno ben diverse e complicate!
E' inutile che vi ripeta sempre che mi farebbe tanto piacere ricevere dei vostri pareri e delle vostre recensioni sulla storia.
So che siamo all'inizio ma credo che se già la state seguendo in molti...qualcosa deve avervi colpito.
Per linea generale potrebbe somigliare un pò a Waking the fallen ma come vi ho già detto nel capitolo precedente...la tematica della
ff è ben diversa ed anche le vicende lo saranno quindi keep calm.
Sapete anche che per qualsiasi cosa, mi trovate o sulla pagina fb o su twitter o direttamente qui...quindi se volete scrivermi potete
farlo!
Rispondo a tutti, I promise!
Bene...per il resto, saluto come sempre Saya che infastidisco giornalmente e saluto tutti i miei carissimi lettori ringraziandoli anche
del sostegno e di tutti quei messaggi dolciosi che mi avete inviato una volta finita Nymphetamine.
GRAZIE A TUTTI.
Sempre se volete...al prossimo capitolo!







-SynysterIsTheWay.























Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 3. The art of the lovers. ***


3° The art of the lovers.



 
Nella vita ci sarà sempre un bastardo che ti farà soffrire, ma sarà l'unica persona che riuscirai ad amare veramente.
(Jim Morrison).




Mi sveglio dopo aver dormito per pochissime ore, alzandomi dal letto e strofinandomi gli occhi
affaticati.
Mi avvicino allo specchio situato in camera, osservando la mia figura.
Io sto cercando di sorridere...ma questa volta, è lo specchio a piangere. Non ne capisco il motivo, ma sento che
sia così.
Forse, tutto questo è dovuto in parte all'accaduto di ieri. A quando, presa dalla paura, ho cercato di fuggire via da qui, senza
preoccuparmi di ciò che sarebbe potuto accadere dopo.
E se quei cinque spifferassero ogni cosa a Stéph? Diamine, è più che probabile che una cosa del genere accada. Ecco, io lo sapevo.
Devo smettere di comportarmi come una ragazzina impulsiva e dovrei pensare un po' di più con il cervello, prima di agire.
Stupida, stupida, stupida.
Continuo a ripetermi dinanzi allo specchio, sapendo di essermi cacciata nei casini, da sola.
Dopo la solita doccia mattutina, mi dirigo verso il terzo piano, ovvero dov'è la terrazza.
La terrazza è il mio mondo. E' da un bel po' di tempo che non vi salgo, ma questa volta, devo.
Sento il bisogno di raggiungere un certo livello di spensieratezza ed il bisogno innato di esprimermi.
Salita sulla terrazza, osservo il mio solito cavalletto da disegno, che sembra mostrarmi un foglio totalmente bianco che non vede l'ora
di esser imbrattato.
Accanto al cavalletto...come al solito, vi ritrovo i miei colori, le mie tempere...matite...e tutto ciò che utilizzo per poter disegnare.
L'arte è una gran cosa, nonchè, una mia grande passione. 
Credo di averla ereditata da mio zio Dave, morto di cancro a ventisette anni. Fu un duro colpo per la mia famiglia, ma soprattutto per me.
Lui possedeva una vena creativa di certo non indifferente...e trasformava in arte tutto ciò che toccava.
Era un genio. Il miglior artista che io abbia mai conosciuto e non lo dico solo perchè era mio zio.
Dopotutto, si sa no? Dio prende con sé le persone migliori, lasciandoci con dei vuoti incolmabili a noi che siamo qui, sulla Terra.
Delle volte ricordo che mi sedevo accanto a lui e lo osservavo disegnare con i suoi soliti colori a tempera, tanto amati.
Mi diceva sempre che un giorno...sarei diventata un'artista, ma io non ci ho mai creduto. 
Sono brava si...ma non quanto lui.
E' ricordandolo, che riesco a disegnare al meglio. Tutti i suoi insegnamenti, tutte le sue parole...da sempre custodite in me.
Mi avvicino al cavalletto da disegno, cominciando a disegnare la prima cosa che mi viene in mente.
Disegno con una matita dei capelli, do uno sguardo al volto che sto ricordando e lascio che sia la mia mente a fare il resto.
Disegno altri due volti, ricordando ogni singolo dettaglio...ma dimenticando che l'età avanza per tutti.
Ho appena finito di disegnare la mia famiglia.
Chissà se il mio papà ha ancora quei soliti baffi...chissà se mio fratello è diventato ancora più alto e le rughe sul volto di mia
madre, siano diventate più profonde.
Mi asciugo la fronte bagnata dal sudore con un braccio, riponendo poi la matita e fissando il disegno con nostalgia.
Nonostante tutto...sono la mia famiglia.
Improvvisamente però...un battito di mani, mi fa sussultare.
Mi volto verso l'entrata, osservando poi Gates mentre continua ad applaudire, con una sigaretta tra le labbra.
Rimango perplessa, continuando ad osservare il ragazzo, mentre si avvicina sempre di più a me.
Indietreggio per un po', non riuscendo ancora a capire cosa voglia da me.
-Ehm...oddio, da quanto tempo sei qui?- Borbotto, sentendomi imbarazzata come al solito.
Perché questo ragazzo riesce a farmi sentire a disagio?
-Ti ho vista all'opera. Non sei proprio niente male.-
-Non hai niente di meglio da fare che spiare la gente?-
-Beh...questo vuol dire che abbiamo qualcosa in comune.-
Dannazione. Sembra avere sempre la risposta pronta. Probabilmente, si riferisce al fatto che durante tutto questo tempo...sia stata io
a spiarli di continuo.
-Posso vederlo?-
-Non lo hai già visto?-
-Intendevo più da vicino. Mh, però...la donna del capo ci sa fare con l'arte.-
-Mio zio era un'artista. Credo di aver ereditato questa passione da lui stesso.-
-E' la tua famiglia?-
-Già...-
-Sbaglio o non sembri essere così felice di esser la moglie del signor Mason?-
-Ma cosa dici...io...sto bene con lui...lo amo.-
Sta cercando di incastrarmi, ne sono sicura.
-Beh, meglio così.-
-Perchè...mi stai parlando?-
-Perchè, è forse proibito?-
-Certo che sei strano...non sei così cattivo come credevo.-
-Non mi conosci bene.-
-E allora perchè non riesci ad esserlo con me?-
-Chi te lo dice? Potrei diventarlo se solo facessi qualcosa contro il mio capo o che so io.-
Intanto, Brian prende i colori situati accanto alla mia matita, modificando per un po' il mio disegno.
Io lo lascio fare, osservando con attenzione i suoi movimenti.
-E' da tanto che lavori per...Stéph?- 
-Perchè vuoi saperlo?-
-Semplice curiosità.-
-Diciamo da una vita.-
-Anche gli altri?-
-Si. Ma non ho intenzione di dirti altro, mi dispiace.-
-E perchè? Sono la moglie del capo, no? Ho tutto il diritto di sapere.-
-Non direi. Proprio perchè sei la moglie del capo è meglio per te se resti al di fuori dell'organizzazione. Io ho il semplice
compito di proteggerti finchè il capo non torna, per il resto, non sono tenuto a dirti nient'altro sulla mia vita privata.-
Che si sia infastidito?
-Si...credo sia giusto così.-
-Quindi...faresti meglio a continuare ad avere paura di uno come me.-
Eppure, in qualche modo, non ci riesco del tutto.
E' proprio di lui...che non riesco in alcun modo a spaventarmi.
Sono sicura che non ne capirò mai il motivo.
-Ecco qui, adesso va meglio.- Borbotta il ragazzo, riponendo i colori accanto alla matita, grattandosi il mento.
Sposto lo sguardo contro il cavalletto ed osservo il mio disegno...totalmente migliorato.
Attorno ai volti della mia famiglia, ci sono delle sfumature particolari e colorate che fanno da cornice a tutto il disegno.
E' davvero stupendo.
-Ma...come...-
-Mia madre era una pittrice. In qualche modo, anch'io ho ereditato qualcosa che non sia distruttiva.-
Sorrido al ragazzo, osservando ancora il disegno, restandone di stucco.
Io e questo ragazzo...nonostante le vite così diverse...abbiamo così tanto in comune.
E chi lo avrebbe mai detto, no?
-E'...incredibile.- Sussurro, vedendo poi il ragazzo divincolarsi ed uscire dalla terrazza.
Il mio cuore, batte all'impazzata mentre provo con tutta me stessa a tranquillizzarmi.
Sospiro per un attimo e provo a calmare i miei battiti impazziti.













***











Nel pomeriggio, potrà sembrare strano, eppure sono stata in compagnia dei mafiosi.
Jimmy e Johnny si sono scusati con me per l'atteggiamento avuto l'altro giorno nei miei confronti ed io mi sono lasciata
andare, capendo di non poterne fare una vera e propria tragedia.
Non volevano farlo con cattive intenzioni...in qualche modo, volevano solo cercare di interagire con me.
Abbiamo passato il pomeriggio a chiacchierare animatamente e ciò mi ha aiutata a capire un po' i caratteri di tutti loro.
Sono persone buone in fondo...non sono poi così cattivi come pensavo. 
Si sa no? La vita che svolgono persone del genere è spesso turbolenta ed il fatto che uccidano delle persone...beh,questo
è sicuramente un punto a loro sfavore, ma con me sembrano essere persone davvero umili.
Basta guardarli bene negli occhi come non ho avuto il coraggio di fare fino ad oggi, per capire davvero di che pasta sono fatti.
Probabilmente, ci saranno altre cose che dovrò scoprire sul loro conto, come ad esempio del perchè siano finiti in questo brutto giro.
Ma ahimè...credo che adesso sia troppo presto per parlarne.
Adesso sono distesa sul mio letto e sto ascoltando un po' di buona musica.
E' da tanto che non lo faccio. 
Con il mio vecchio ipod tra le mani, inizio ad ascoltare varie canzoni, mentre all'improvviso qualcuno entra in camera senza
neanche bussare.
-Speravo di trovarti nuda.- Borbotta Brian, con il suo solito sorrisino malizioso, mentre io mi limito a sbuffare e girarmi dall'altro
lato del letto.
-Ah ah ah, molto spiritoso, Brian.- Dico, ascoltando la musica dalle cuffiette che ho appena messo nelle orecchie.
-Ero solo venuto ad assicurarmi che fosse tutto apposto. Mi ha appena chiamato il signor Mason dicendomi di avvertirlo nel caso di qualche tua
mossa azzardata.-
-Perchè non gli hai detto che volevo fuggire? Perchè non gli hai raccontato tutto?- Mi volto verso Brian, vedendolo poi sospirare e inarcare
la testa all'indietro, contro il muro.
E pensare che Stéph sembra fidarsi così ciecamente di lui...
-A dir la verità non lo so. Forse, me ne sono semplicemente dimenticato.-
Poteva inventarsi una scusa migliore. Tuttavia...non mi piace come si sta evolvendo la situazione tra me e questo ragazzo.
C'è qualcosa di strano in lui che mi fa venir voglia di ricominciare a vivere...ed i suoi comportamenti non sono da meno.
Non aggiungo altro, rivoltandomi dall'altro lato del letto e riprendendo ad ascoltare la mia musica.
E' quando però sento il letto muoversi, che avverto una presenza accanto a me.
Brian è salito sul letto, proprio come ieri, con la differenza che anzichè distendersi mi ha tolto una cuffia dall'orecchio.
Mi volto di scatto, riprendendomi la cuffia e pronta per una nuova discussione...ma questa volta proprio non ce la faccio.
Mi perdo nei suoi occhi e nel suo sorriso smagliante, sentendomi una stupida.
Non riesco neanche a formulare una frase corretta mentre Brian continua ad osservarmi come se si fosse fulminato.
-Che...c'è?- Gli domando, mentre i suoi occhi restano impigliati nei miei.
E rieccole quelle farfalle trasformate in pterodattili assassini.
-Niente.- Borbotta il ragazzo, distogliendo in fretta il suo sguardo dal mio.
-Allora puoi andare...- 
-Non prima di aver ascoltato un qualsiasi suono che stanno emettendo le tue cuffie.-
-Mi dispiace ma...non ho alcun'intenzione di ascoltare musica in tua compagnia.-
Bugia. 
"Avanti Haven, dillo che non vedi l'ora di ascoltare musica in sua compagnia solo per conoscere anche i suoi gusti musicali".
"Dillo che delle volte sei così assurda che classifichi le persone in base a cosa ascoltano"
continua a ripetermi la mia coscienza, 
essendosi ormai impossessata della mia mente.
Brian mi prende di nuovo la cuffietta dalle mani, senza neanche chiedermelo.
Dal sorrisino, sembra apprezzare.
-Metallica...però...non ti facevo così ribelle.- Dice Brian, continuando a sorridere.
-Mio padre è cresciuto con i Guns n' roses ed i Led Zeppelin. E' grazie a lui se ho imparato ad ascoltare buona musica.-
-Ed io che ti credevo una snob rompicoglioni.-
-Molte persone si fanno un'idea sbagliata di me dal principio sapendo che sono la moglie di Stéph ormai da tempo.-
-Sbaglio o non sei molto soddisfatta della tua vita?-
Un velo di tristezza mi attraversa il cuore. 
-E' davvero così facile capirlo? Non mi conosci neanche...-
-Ti conosco meglio di quanto tu creda.-
E questa risposta? C'è qualcosa che non so?
-Sei una ragazza molto tranquilla, a volte quasi taciturna ma allo stesso tempo ti piace sorridere anche se lo fai falsamente, soprattutto
quando sei in compagnia del signor Mason. Leggi, leggi sempre e spesso preferisci quelle vite irreali a quella che in realtà stai vivendo.
Sei mancina, ma nonostante tutto impugni la forchetta nella mano destra. Tempo fa, al locale, hai detto al signor Mason di voler andare in bagno
per incipriarti il naso così da renderti più signorile ai suoi occhi mentre in realtà sei uscita fuori dal locale a fumare una sigaretta e
hai sussurrato al cielo di non sopportare più tutto questo nonostante tu non ci sia dentro fino al collo.-

Sbarro gli occhi, quasi impaurita di tutte le infomazioni che è riuscito a rivelarmi.
Come fa a sapere tutte queste cose, se io per la maggior parte di questi anni sono rimasta a marcire in questa stupida camera?
Da quel che ricordo poi, credo di non averlo mai visto neanche al locale o credo che Stéph me ne avrebbe parlato.
Perplessa e piuttosto spaventata, resto a bocca aperta non sapendo più cosa rispondere.
-Suppongo di averla sorpresa, Mrs Haven.- Continua lui, con quel sorriso dipinto sul volto, a dir poco affascinante.
-Io...non ti ho mai visto prima di...quella sera.- Ammetto, inarcando le sopracciglia.
-Ma questo non vuol dire che non ti abbia vista io.- 
Si, può essere.
Sono scioccata, nel vero senso della parola.
Nessuno avrebbe mai pensato di analizzarmi in questo modo, insomma, non ce ne sarebbe stato alcun motivo per farlo.
Brian si distende leggermente sul letto con la cuffia nell'orecchio sinistro ed io con lui con la cuffia nell'orecchio destro.
Ci distendiamo con molta lentezza. 
Ancora perplessa, do uno sguardo al soffitto e la stessa cosa la fa anche Brian.
Entrambi fissiamo il soffitto, ascoltando le note di Nothing Else Matter dei Metallica.
Niente mi è mai sembrato più perfetto di questo momento.
Entrambi non sappiamo cosa dire...lasciamo semplicemente che siano le parole della canzone a guidarci.
Brian le canticchia per un po' ed io con lui, mentre due enormi sorrisi fanno da cornice alla situazione.
Un brivido mi colpisce alla pelle. Non so bene come interpretarlo...ma potrebbe essere senza dubbio un brivido di terrore.
Cosa mi sta succedendo? Cuore mio, ti prego, smettila di battere in questo modo.
Ma perchè Brian si sta comportando in questo modo? Non ha paura di ciò che potrebbe fargli Stéph se mai venisse a sapere di tutta questa
sua "vicinanza" nei miei confronti?
Ma dopotutto...non stiamo facendo nulla di male, no?
Sono solo io che lo sto tradendo con il pensiero e mi sento di un tale schifo per ciò che sto facendo.
E' quando sentiamo il suono del campanello di casa che mi irrigidisco di colpo.
Brian si alza di scatto dal letto, lasciando cadere la sua cuffia sul materasso.
-Resta qui.- Mi dice Brian, prima di uscire dalla camera.
Faccio come mi dice, ma ho come la sensazione che possa accadergli qualcosa.
Non so da dove viene questa sensazione...ma la probabilità che lui possa farmi sentire come una donna e non come un semplice passatempo,
incide su di me, rompendo ogni equilibrio.
Uno sparo, due spari ed il panico.
Sussulto con preoccupazione, uscendo velocemente dalla camera e correndo verso l'entrata di casa a piedi scalzi.
Tremante, mi ritrovo al centro del salotto di casa con i volti dei ragazzi totalmente fissi sui miei.
Osservo Brian incastrato contro un muro mentre un uomo dai capelli biondi gli punta una pistola sul collo.
-Prendete la ragazza!- Urla una voce che non riconosco.
Osservo per un attimo i ragazzi, tra cui Jimmy che sta prendendo a calci un altro uomo spalmato contro il pavimento mentre tutti gli altri
si stanno scontrando e picchiando contro altri uomini che non conosco.
-Haven, scappa!- Urla Brian, mentre io provo a scappare ma vengo ben presto catturata da due uomini abbastanza muscolosi.
L'uomo con una cicatrice sul volto mi tiene un braccio mentre l'altro me ne tiene un altro.
Urlo con tutte le mie forze, tentando di dimenarmi ma non riesco in alcun modo a liberarmi dalla loro presa.
Altri spari mi fanno agghiacciare il sangue nelle vene, mentre vedo i nemici cadere sul pavimento come se della pioggia quando si frantuma
sul l'asfalto.
Cado con le ginocchia a terra, sentendomi ancora catturata dagli uomini che continuano a tenermi le braccia.
Matt spara ad un uomo, come poi fanno tutti gli altri ormai colmi di sangue sui solo stessi vestiti.
Uno dei nemici dà una gomitata contro la testa di Zacky, ferendolo...ma il ragazzo stesso, si volta di scatto, minacciando il nemico
con un coltellino che aveva in tasca.
Io continuo ad urlare, vedendo poi Brian riuscire a prendere la pistola dalla mano del suo avversario e puntargliela contro.
In questo preciso istante...vorrei fare qualsiasi cosa per fermarlo e per fargli capire che con la violenza non si risolve proprio
un bel niente.
-Brian, no!- Urlo, dopo aver sentito lo sparo emesso dalla pistola che ha proprio Brian tra le sue dita.
Mi volto d'istinto, mentre del sangue scorre sul pavimento come un fiume in piena.
Del sangue schizza anche sul mio volto ed io comincio seriamente a sentirmi male.
Scoppio a piangere, toccandomi la fronte ed osservando poi il sangue sulla mia mano.
Johnny e Matt si occupano ben presto dei due scimmioni che mi tenevano ferma fino a poco tempo fa ed io non sono neanche più in grado di 
guardare.
-Haven...stai ben...- 
-Non ti avvicinare!- Urlo contro Zacky che si stava avvicinando a me.
-Ma che...- Sussurra il ragazzo, guardandomi con perplessità.
Io continuo a piangere e singhiozzare, restando inginocchiata al pavimento con tutto il sangue estraneo che ho ancora sulla pelle.
Vedo Brian avvicinarsi a me, superando addirittura Zacky.
-No! Non ti avvicinare!- Urlo anche contro Brian che al contrario, si avvicina a me e prova ad abbracciarmi.
Io non riesco a sopportare in alcun modo il tocco di un assassino sulla mia pelle, così deciso di dargli alcuni schiaffi sulle mani tentando
in tutti i modi di allontanarlo.
-Non mi toccare! Non mi toccare, cazzo!- Urlo ancora di più, alzandomi di scatto dal pavimento e scappando via, in lacrime.
Ultimamente, sembra proprio che non riesca a fare altro.
-Haven! Cazzo, Haven, torna qui!- Urla Brian in lontananza, ma io non gli do ascolto, entrando nella mia camera e chiudendomici dentro
come al solito.
-Haven...cazzo, apri o butto giù la porta!- Urla Brian dal corridoio, bussando più volte alla porta.
-Vattene via! Lasciami in pace! Sei solo un assassino!- Urlo a squarciagola, continuando a piangere.
-Haven...ti prego non piangere.- Sussurra quasi il ragazzo dall'altra parte della porta.
-Dai Gates, lasciala stare...deve essersi spaventata.- Gli dice Jimmy.
-Spaventata un cazzo, Haven, apri questa porta!-
Brian continua a bussare ed io continuo a piangere.
-Cazzo, non volevo spaventarti ma...se solo tu avessi fatto ciò che ti avevo chiesto, a quest'ora non ti sentiresti così spaventata per
colpa mia!-

-Credevo ti avessero sparato! E cazzo, non so neanche del perchè mi sono spaventata o preoccupata così tanto per te ma...ho pensato
davvero che fossi morto!-
Ammetto, ricominciando a singhiozzare.
-Piccola...ti prego, aprimi.- 
Non posso. Non ce la faccio in alcun modo.
Ricomincio a piangere, senza rispondergli.
-Dai amico, quando se la sentirà, uscirà lei stessa da lì dentro. Lasciamola un po' sola...- Borbotta Johnny questa volta.
Brian sembra essersi arreso, perchè sento il rumore dei loro passi allontanarsi sempre di più. 
Per adesso, mi limiterò solo a sfogarmi, a rimuovere quelle immagini violente dalla mia mente e ripulirmi tutto questo sangue che ho addosso.














***













Mi giro e rigiro tra le coperte, non riuscendo a dormire in alcun modo.
Forse sono stata un po' troppo dura con Brian. Non avrei dovuto dirgli quelle cose ma ero talmente
spaventata che avevo paura potesse far del male anche a me.
Scendo dal solito letto con velocità, osservando poi il lato vuoto. 
E' da giorni che non faccio altro che analizzare quel lato del letto...vuoto da così tanto tempo.
Stéph si alza sempre presto al mattino per svolgere i suoi "lavoretti" con l'organizzazione ed io mi sento
sempre così sola.
Inoltre...adesso preferirei che lui stesso non tornasse più qui. 
Ho ancora le cicatrici che mi ha provocato sulla pelle e non sembrano volersi sanare in alcun modo.
Ma le cicatrici interiori...beh, quelle sembrano essersi stranamente dissolte da quando sono in compagnia di Brian.
D'istinto, apro la porta della camera, scendendo le scale e ritrovandomi ben presto a superare il corridoio del piano terra.
Il pavimento del salotto è stato già ripulito, probabilmente da Maria.
Quella donna è davvero un angelo.
Apro la porta della camera in cui dormono i ragazzi, osservando poi una scena non molto gradevole.
Jimmy che parla nel sonno, Zacky che dorme e bocca aperta, Johnny che dorme con la testa sotto al cuscino ed infine Matt che dorme con 
degli occhiali da sole sul viso.
Occhiali da sole?
Certo che questi ragazzi sono proprio strani.
Mi volto dall'altro lato della camera, osservando poi Brian dormire a petto nudo, con una pistola situata proprio sul comodino adiacente al
suo stesso letto.
Entro nella camera a piedi nudi, tentando di fare il meno rumore possibile ed avvicinandomi con lentezza al letto di Brian.
La sua espressione mentre dorme è così spensierata che vorrei fosse sempre così.
Perchè alla fine si sa...quando si dorme, si abbandonano tutti i dolori e le preoccupazioni che si hanno da svegli.
Con molta calma e lentezza, provo a spostare per un pò la sua coperta ma lui si sveglia all'improvviso, prendendo con velocità la pistola
dal comodino, puntandomela contro.
Rabbrividisco per un po', sbarrando gli occhi.
-E tu cosa ci fai qui?- Mi domanda, strofinandosi prima gli occhi, sbarrandoli poi di colpo.
-Ho...paura. Non voglio dormire da sola.- 
Mi sento tanto una stupida  a dire queste cose ma la verità è che mi sono spaventata a morte oggi e dormire con qualcuno
forse mi farà sentire realmente più protetta.
-Ma neanche con un assassino.- Ribatte Brian, riponendo la pistola sul comodino e serrando la mascella.
Deve essersi innervosito per le cose che gli ho detto...
-Non volevo dirti quelle cose...ma in qualche modo mi sono spaventata e si, hai ragione, avrei dovuto ascoltarti.-
-Mh, così va meglio. Ma sono troppo orgoglioso per dartela vinta.-
-E che cosa dovrei fare?-
-Chiedermi scusa, cosa credevi?-
-Ah beh...allora scusa.-
-Non in questo modo.-
Sbuffo, non riuscendo più a capire dove vuole arrivare.
-Devi dire: mi scusi signor Haner per averle detto quelle stronzate, d'ora in poi farò tutto ciò che mi dirà lei di fare e le
prometto che le sarò per sempre debitrice.-
-Che cosa!? Ma tu sei matto!-
-Beh allora scordatelo, puoi tornartene in camera tua a combattere contro i tuoi demoni.-
-No, no!-
-Allora sai già cosa dire.-
Sbuffo ancora una volta, desiderando solo di prenderlo a sprangate.
-Mi scusi signor Haner per averle detto quelle stronzate, d'ora in poi farò tutto ciò che mi dirà lei di fare e le
prometto che le sarò per sempre debitrice. Va bene così?-
-Aspetta, hai dimenticato di...-
-Basta, ne ho abbastanza! Preferisco tornarmene in camera mia se devo sopportare questa situazione tipica da orgoglio maschile!-
-E va bene, dimenticherò la seconda parte, ma solo perchè sei tu!-
-Ecco, bravo.-
Brian mi fa spazio nel suo letto ed io mi distendo accanto a lui nonostante stiamo piuttosto stretti su questo lettino singolo.
Provo a voltarmi dall'altro lato, ma Brian non me lo permette facendo aderire la mia testa sul suo petto.
-Non ti avrei mai fatto del male...- Mi sussurra con dolcezza, accarezzandomi la pelle e facendomi sentire decisamente meglio.
-Buonanotte Brian.-
-Buonanotte piccola.-






























NOTE DELL'AUTRICE.


Come ha detto Saya "speriamo che non ci siano le telecamere" Lol.
Buonsalve a tutti miei carissimi e meravigliosissimi (lol) lettori!
Come state? Ormai mancano solo due giorni al concerto ed io tipo...voglio incontrarvi tutti se
possibile e fare tantissimissimissime foto con voi! 
Sono aperta al pubblico quindi quando mi vedete, abbracciatemi.
Ma adesso veniamo al dunque.
Brian sembra essere la persona giusta per Haven. Quella che riesce a colmare i vuoti che gli ha provocato Stéphan
in tutti questi anni.
E' questo il motivo principale per cui lei si "lascia andare" un po' di più con lui. Inoltre, spero vivamente
che questa ff possa appassionarvi come le altre. Ci tengo molto e spero di regalarvi qualche emozione particolare
:)
Oltre questo però, siete cattivissimi perché non mi avete più recensita U.U
Mi sono offesa dal profondo del cuore, sappiatelo!
Naaaah, scherzo!
Attendo le vostre considerazioni e le vostre recensioni perché ho bisogno di sapere se questa ff vi piace o non vi
piace per niente.
Se non avete tempo per recensire, state tranquilli, io vi capisco :)
Quindi, se volete scrivermi qualche recensione mi fa più che piacere di conoscere le vostre considerazioni!
Grazie a tutti per il supporto e grazie perché insomma...mi seguite sempre e mettete le mie ff tra i preferiti!
Grazie infinite.





-SynysterIsTheWay.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 4.Let me love you. ***


4° Let me love you








 
Un bacio può rovinare una vita.
(Oscar Wilde)






Quando apro gli occhi, mi ritrovo circondata da quei soliti quattro ragazzi
che anziché dormire o svolgere i propri compiti...non fanno altro che guardare me e Brian e sorridere
di continuo.
-Cazzo Gates, ti sei portato a letto la donna del capo! Sei un figlio di puttana nato!- Borbotta Jimmy, dando
poi il cinque a Johnny che se la ride.
Brian continua a stringermi tra le sue braccia, come se stesse ancora cercando di proteggermi.
-Vaffanculo James, che cazzo c'avete da guardare?- Ribatte Brian, facendomi abbozzare un sorriso mentre osservo
il suo volto tremendamente imbarazzato.
-Prega che non lo venga a sapere il capo o qui qualcuno ci lascia le cuoia.- Continua Matt, facendomi ricordare
di essere ufficialmente sposata da anni con Stéph e che questa situazione potrebbe senza alcun ombra di dubbio farlo
innervosire.
Quando lui dice che sono sua...vuol dire che sono sua e di nessun altro.
Nessuno può neanche pensare di rivolgermi la parola per dirmi qualche carineria o farmi qualche complimento.
In realtà, tante ragazzine a quest'ora vorrebbero essere al mio posto, convinte che queste vicende da film americano possano essere
terribilmente eccitanti...ma a dir la verità, non lo sono per niente.
Quando ci sei dentro fino all'orlo, ti rendi conto di quanto sognarle certe cose sia meglio che viverle.
-Non abbiamo fatto niente Shads. Lei aveva solo paura e non voleva dormire da sola.- 
Alle parole di Brian, tutti scoppiano a ridere.
Questi ragazzi ridono fin troppo per i miei gusti, ma alla fine sono riuscita a farmeli andare a genio.
Ognuno di loro ha un carattere ed una particolarità diversa...magari in un futuro spero di riuscire a scoprire anche altri
lati della loro personalità.
Nonostante siano degli scagnozzi di un importante capo della mafia,hanno il loro fascino.
-Si, certo, come no! E chi se la beve questa cazzata!- Ghigna Zacky, dando poi delle pacche amichevoli sulle spalle di Jimmy, come se si fossero
messi d'accordo.
Io mi limito a sorridere, vedendo poi Brian alzarsi dal letto con i suoi  boxer ed il suo petto nudo.
Mai vista un'immagine migliore di questa.
I suoi capelli sparati in aria...sembrano essere sempre perfetti mentre il suo sguardo assonnato è mostruosamente tenero.
Cazzo Haven, è un mafioso, controllati!
E rieccola la mia coscienza. Sempre pronta a farmi tornare con i piedi per terra.
-Sbrigati Gates, dobbiamo andare.- Continua poi Johnny, rivolgendosi a Brian.
-Andare?- Domando, rivolgendo a Gates uno sguardo piuttosto confuso.
Dove devono andare di così importante, a quest'ora del mattino?
-Mrs Haven, noi avremo dei lavoretti da svolgere sotto il comando del nostro capo.- Mi risponde Brian, prendendo dei vestiti dal suo armadio
ed indossandoli con velocità.
-Non ci aspettare per pranzo...e credo neanche per cena.- Mi avvisa Jimmy, porgendo una pistola a Brian che la impugna con soddisfazione.
Abbasso lo sguardo, fissando il vuoto.
Cosa mi sta accadendo? Perché comincio a sentirmi stranamente male?
E' come se...la preoccupazione mi fosse salita sulla stelle.
Dannazione, devo smetterla di preoccuparmi così tanto per quel ragazzo.
Tutti mi salutano con un cenno di mano, mentre Brian si avvicina improvvisamente a me.
-Non aprire a nessuno e non fare cazzate.- Mi sussurra Gates, con un tono di voce piuttosto aggressivo.
Annuisco alle sue parole, vedendolo poi uscire dalla camera, sbattendo la porta.
Poteva comportarsi un po' più gentilmente anziché lasciarmi qui in questo modo.
Sospiro, toccandomi i capelli con nervosismo senza però riuscire in alcun modo a togliermi il suo viso dalla testa.
E' sempre nei miei pensieri e non so più cosa fare per distrarmi.
In preda alle mie sensazioni, la porta della camera dei ragazzi si apre nuovamente e questa volta ad entrare è proprio Maria.
-Oh mio Dio signorina Haven, non sapevo che...oddio...- Borbotta Maria, voltandosi dall'altro lato della camera.
-No Maria, non è come pensi...- Provo a giustificarmi, vedendo la donna rivolgermi finalmente uno sguardo.
-Signorina Haven, non crede di dovermi dare delle spiegazioni?- Continua la donna, sembrando quasi una madre arrabbiata con i propri
figli.
-Maria, davvero...non è successo nulla di quello che potresti pensare.-
-Me lo auguro...se dovesse scoprirlo il signor Mason, potrebbe ucciderla.-
-Lo so...- 
La verità è che neanche io so cosa mi stia accadendo. Mi sento strana, come non mi ero mai sentita prima d'ora.
-Ci avrei giurato di ritrovarvi sul letto di quel disgraziato di Brian! Deve smetterla di fare il don Giovanni della situazione
o potrei seriamente rischiare di chiuderlo in uno sgabuzzino.-
Sbotta Maria, cominciando a svolgere le faccende domestiche in questa
camera che sembra quasi un porcile.
In alcun modo, non riesco a sorridere alle parole della donna, stringendomi al petto le coperte che sanno di Brian.
Hanno il suo profumo. Un profumo inconfondibile di birre e sigarette.
Avrà già portato un centinaio di ragazze su questo letto...e la cosa peggiore è che non posso dare a nessun altro la colpa se non a me
stessa.
Sono stata io a dirgli di voler dormire con lui, perché avevo seriamente paura di dormire da sola.
Eppure mi fa male. Mi fa male sapere che chissà quante ragazze si porta a letto.
Non che possa interessarmi ma il mio cuore,in qualche modo, ne risente.
Una lacrima mi cade dal viso, non riesco a fermarla e dà vita a tutta la mia fragilità.
Cosa mi sta accadendo? Mi sento così strana ed impacciata che non riesco a far altro che arrabbiarmi come me stessa.
-Signorina Haven...cosa le prende? Non si sente bene?- Mi domanda Maria, venendomi incontro ed abbracciandomi.
-Maria io...io...mi sono innamorata.- Ammetto, racchiudendomi tra le braccia della donna che non fa altro che accarezzarmi i capelli.
No...non  posso essermi innamorata proprio di lui.
Dev'esserci un equivoco.
-Oh, signorina...meglio morire che innamorarsi di un uomo che non può provare amore.-
-Ma che cosa hai capito...non amo Stéph...-
-Appunto.-
Fu in quell'istante, che sbarrai gli occhi, ricordandomi di essermi pur sempre innamorata di un mafioso.














***












E' tutto il giorno che non ho notizie di nessuno.
Stéph torna domani, sono le dieci di sera e neanche i ragazzi ritornano a casa.
Ho passato tutto il giorno dinanzi alla finestra della mia camera, sperando in un loro ritorno, ma nulla...di loro
non c'è neanche l'ombra.
Non mi ero mai sentita così prima d'ora.
Pensavo che l'amore non sarebbe mai stato così distruttivo una volta provato...ed invece, mi sono appena resa conto del fatto
che l'amore che mi leggeva mia madre da piccola era solo una fregatura.
L'amore ha i denti. L'amore fa male. L'amore uccide.
Adesso, dovrei solo arrabbiarmi il più possibile con me stessa per essermi innamorata di uno come Stéph.
Brian è come lui, con la differenza che è proprio lui a sporcarsi le mani.
E chi lo sa...forse le sue non sono neanche parole sincere. Forse sarebbe lui il primo a farmi del male.
Cerco di non pensare a queste cose, continuando a fissare la finestra.
Maria mi ha avvertita. Mi ha promesso di non parlarne con nessuno e che questo sarebbe stato un segreto tra me e lei.
Ma è stata lei stessa a parlarmi di Brian e dei ragazzi.
Mi ha detto che sono brave persone...ma pur sempre mafiosi. Che non ti ci puoi fidare al cento per cento, ma che alla fine sono 
dei ragazzi in gamba e che portano rispetto verso ciò che hanno.
Ed io mi sento fottuta.
Inguaribilmente fottuta.
-Hey Mrs Haven, mi stava aspettando per caso?-
Sono un caso perso. Adesso sento anche la sua voce quando non c'è...
-Mrs Haven?- 
Abbasso lo sguardo dalla finestra, sbarrando gli occhi ed aprendoli e chiudendoli di continuo.
E' tornato.
-Cosa ci fai qui sotto? E dove sono tutti gli altri?-
-In macchina.-
-A fare cosa?-
-Ad aspettarti. Hai cinque minuti di tempo per renderti presentabile e scendere.-
-Che cosa!? Ma che vuoi fare?-
-Non fare troppe domande, i secondi passano in fretta.-
-Io non vengo da nessuna parte! Non con te. Chi me lo dice che non sei pronto a disperdermi in qualche bosco abbandonato, lasciandomi
morire lì?-
-Forse potrei farlo, ma non con te.-
-Non riesci a rassicurarmi in alcun modo, mi dispiace.-
-Cosa dovrei fare per convincerti a fidarti di me?-
I suoi occhi si incollano ai miei mentre il suo sorriso riesce facilmente a mandarmi in tilt.
Odio sapere di essere così vulnerabile ai suoi occhi.
Sospiro per un po', arrendendomi alla mia sorte.
-Arrivo.- Borbotto, chiudendo la finestra e rientrando in camera.
Con velocità, indosso un paio di leggins di jeans, una canotta nera abbastanza lunga ed infine un paio di converse.
Per quanto abbia i miei venticinque anni, amo vestirmi sportiva e non troppo elegante come quando esco con Stéph.
Insomma, con loro...sento di poter essere me stessa.
Mi pettino per un po' i capelli, occupandomi poi del trucco ed infine, prendo la mia borsa.
Scendo le scale dell'abitazione con agilità, aprendo la porta di casa ed uscendone.
Mi dirigo verso le due auto che sembrano essere nuove di zecca, osservando poi Brian fumare la sua sigaretta in compagnia
dei suoi amici.
Matt dà una pacca sulla spalla di Brian, che si volta verso di me, scrutandomi dalla testa ai piedi.
-Cazzo però, non ci ha messo neanche un minuto!- Esclama Johnny, sorridendomi.
-Smettila di abbordare Johnny o lo dico al capo.- Scherza Zacky, facendo ghignare tutti tranne che Brian che è rimasto
immobile a fissarmi.
Stéph non mi ha mai guardata in questo modo e ciò mi fa capire che nonostante i due svolgono la stessa vita...uno di loro
deve avere un cuore abbastanza grande ma quasi intrattabile.
E' difficile evidentemente riuscire ad occupare un piccolo posto nel suo cuore.
Ma noi continuiamo a fissarci perchè in fondo lo sappiamo. Sappiamo che ciò che stiamo facendo è follemente sbagliato eppure, 
ci incasiniamo da soli.
O meglio, mi incasino da sola.
-Allora, andiamo?- Domanda improvvisamente Jimmy, distogliendomi dai miei pensieri.
Anche Brian non sembra più immergersi nei miei occhi ed annuisce alle parole dell'amico.
-Ma volete spiegarmi dove mi volete portare?- Sbotto, vedendo poi Zacky avvicinarsi.
-Rilassati. Qui nessuno vuole farti del male come credi.- Risponde il ragazzo, dandomi un pizzicotto sulla guancia.
Profondamente irritata da questo modo di fare, mi allontano dal ragazzo, vedendo poi gli altri salire nelle proprio auto.
-Allora Mrs Haven, ha intenzione di salire o vuole farmi aspettare qui per tutta la notte?- Continua Brian, facendo lo spiritoso, con 
le sue stesse mani sul volante della sua auto.
-Promettimi che guiderai piano.- 
-Scherzi? Io guido con prudenza!-
Brian mi fa l'occhiolino ed io sospiro, annuendo.
Entro nella sua auto, sedendomici accanto ed osservandolo mettere in moto.
-E gli altri?- Gli domando, guardandomi intorno.
-Ci seguono.- Risponde Gates con tranquillità, prendendo un'altra sigaretta dal pacchetto di Marlboro per infilarsela tra le sue labbra
sottili.
I miei occhi restano fissi su quelle labbra, mentre ben presto si spostano verso le dita tatuate.
Brian si accende la sigaretta e dopo aver aspirato un po' di fumo, decide di rivolgermi di nuovo la parola.
-Sigaretta?-
-Si, grazie.- Sto per sfilare una sigaretta dal pacchetto, ma Brian ben presto, riporta il suo pacchetto nella tasca dei jeans
strappati.
E' un nuovo modo per prendermi in giro, questo?
-Non devi fumare. Ti rovini la salute.- Borbotta il tizio, osservando poi la strada e premendo il piede sull'acceleratore.
Non riesco a rispondergli, in preda al mal d'auto. A momenti, potrei quasi vomitare.
Per un attimo, stavo per finire con la testa contro il finestrino.
-E menomale che guidavi con prudenza!- Sbotto, indossando con velocità la cintura di sicurezza e tremando come una foglia.
-Ma dai, sto guidando piano!-
-Piano!? Hai appena superato il limite di velocità!- Urlo, osservando il cartello sulla strada.
Mi mantengo sul sedile il più possibile, tremando ancora di più ma vedendo Brian accelerare senza neanche curarsene.
A momenti, potrei prenderlo a cazzotti.
-E dai piccola, un po' di velocità non ha mai fatto del male a nessuno!- 
-Ah si? E poi le persone si lamentano quando fanno gli incidenti!-
-Ma io sono un professionista. Fidati.-
-La prossima volta, ci penserò due volte prima di fidarmi di te!-
Brian abbozza un sorriso divertito mentre io sto morendo di paura.
Diciamo pure che me la sto facendo addosso.
-Brian, rallenta!-
-Ma sto già rallentando!-
-No, non stai rallentando...mi stai solo facendo prendere un infarto!-
-Ops, scusa, non te lo avevo detto!-
-Cosa?-
-Sono un amante della velocità!-
Sto per ribattere, ma ormai i conati di vomito cominciano seriamente a farsi sentire.
Resto in silenzio, sperando che questo incubo finisca presto.
Una volta arrivati a destinazione, Brian ferma l'auto, sorridendo con soddisfazione.
Io mi limito a fissarlo in cagnesco e a momenti, potrei buttarmici addosso solo per riempirlo di botte.
-Arrivati...ma cosa c'è? Perché mi guardi così?-
Continuo a fissare Brian, tentando poi di aggiustarmi i capelli ormai sparati in aria peggio dei suoi.
-Io non ti capisco! Prima mi dici che guidi con prudenza e poi rischiamo un incidente, prima mi offri una sigaretta e poi te la riprendi!
Io...Io...guarda, non sai che ti farei!-
Urlo più arrabbiata che mai, desiderando solo di scendere dall'auto ma quando provo ad aprire lo sportello...
mi rendo conto del fatto che è letteralmente sigillato.
-Oh, siamo in due piccola.- Continua Brian, con un tono di voce a dir poco malizioso ed uno sguardo da perverito cronico che sfigurerei
con molto piacere.
-Fammi uscire da qui!-
-Altrimenti? Cosa fai?- Mi sussurra il ragazzo, avvicinando il suo volto con pericolosità al mio.
Tutta questa vicinanza, non può far altro che preoccuparmi e farmi sentire ancor più a disagio.
-Chiamo Stéph e gli racconto ogni cosa!-
-Ma ti ricordo che potrebbe ucciderci ad entrambi.-
-E perché mai scusa? Sei tu che mi stai tenendo rinchiusa nella tua auto!-
-Ma non sono stato io ad intrufolarmi nel tuo letto ieri notte.-
Dannazione. Mi ha in pugno.
-Tu...sei uno squallido...oddio, non saprei neanch'io come definirti!- Gli urlo ancora contro, mentre vedo avvicinare sempre di più
il suo viso al mio.
Sembrerebbe assurdo ma addirittura respirare la sua stessa aria mi fa sentire tremendamente bene.
-Cosa diavolo stai cercando di fare?-
-Niente.- Borbotta Haner, allontanandosi di scatto dal mio volto ed abbassando il finestrino dell'auto per poter buttare via la cicca della sigaretta.
-Tu! Stavi per baciarmi!- Lo indico, come per farlo sentire in colpa di una cosa che forse non aveva neanche intenzione di fare.
Ma dopotutto, quella vicinanza aveva fatto scattare un certo allarme nella mia mente che non poteva passare di certo
inosservato.
-Ma non è vero.-
-Si invece!-
-Provalo!-

-Non m'importa di provarlo...ti eri avvicinato a me per baciarmi e mi basta sapere questo per darti una bella borsettata in testa!-Continuo io, prendendo 
la borsetta ed adagiandola contro un braccio di Brian che ha utilizzato a scopo difensivo.
-Ahi! Cazzo, smettila!- Si lamenta il ragazzo, mentre io continuo a dargli le borsettate in testa, come una vecchia anziana contro un giovane
che l'ha appena mancata di rispetto.
Dopo un po' decido di fermarmi, osservando poi il luogo in cui ci troviamo.
Sembrerebbe essere uno stadio...ed è anche piuttosto grande.
-Ma...dove ci troviamo?- Domando, osservando l'enorme edificio dinanzi ai miei occhi.
-Avrei voluto dirtelo prima, ma non me ne hai dato l'occasione!-
-Beh, ma adesso puoi rispondere!-
-Avanti, scendi dall'auto.- 
-E non darmi ordini!-
-Si, si, ho capito.- 
Riesco finalmente a scendere dall'auto, guardandomi intorno più incuriosita che mai.
-Ma dove sono finiti gli altri?- Domando, non vedendoli sbucare da nessuna parte.
-Saranno già dentro. E noi siamo in ritardo.-
-Chissà per colpa di chi!-
-Già, per colpa tua.-
-Mia? Gates, la vedi bene questa borsetta?-
-Ti ricordo che sono armato.-
Deglutisco, non riuscendo più a dire neanche una misera parola.
E se vuole farmi fuori? E se questo è tutto un metodo per uccidermi?
Devo stare attenta...non si sa mai con queste persone che cosa potrebbe capitare.
-Ti muovi? Guarda che se non ci sbrighiamo, iniziano senza di noi!-
Ma chi?
-Arrivo...- 
Seguo Brian entrando nello stadio, ma per qualche strano motivo lui mi ha convinta ad entrare da quella che sembrerebbe essere
un'uscita di sicurezza.
Entrambi ci ritroviamo al buio mentre solo una lucina sembra indicare un'altra porta.
-Dammi la mano.-
Gli rivolgo uno sguardo stravolto e lui stranamente, comincia a sentirsi a disagio.
-Non si vede niente ed imbranata come sei potresti inciampare.- Si rifà Haner, mentre io mi limito a dargli una mano e a sentire
dei brividi percorrermi un po' tutto il corpo.
Al solo tocco con la sua mano, mi sento totalmente elettrizzata.
Come se una scossa, mi avesse appena fulminata.
Sento che la stessa cosa vale anche per Brian, perché lui è rimasto immobile come me...e continua a fissarmi.
E' incredibile come i suoi occhi color nocciola siano così luminosi anche al buio.
-Spero per te che non mi farai arrestare.- Sbotto, seguendo poi Brian ma continuando a fissare le nostre mani intrecciate.
Raggiunta la porta illuminata da una piccola lucina gialla, Brian la apre con delle chiavi ed io non faccio neanche in tempo a chiedergli
niente che lui mi riprende la mano e mi fa correre verso delle scale.
Saliamo le scale con velocità, raggiungendo poi il piano giusto.
Un piano piuttosto alto.
Arrivati a destinazione, Brian mi lascia la mano avanzando in avanti mentre io mi affianco al muro per cercare di regolarizzare i battiti
del mio cuore e respirare il più possibile.
-Non mi dirai che ti sei già stancata?- Mi domanda Brian, voltandosi verso di me e girando il dito sulla piaga come gli è solito fare.
No sai Gates, non ho mica dei polmoni d'acciaio come i tuoi!
Non ce la faccio neanche a rispondere, che mi posiziono una mano sul petto, ricominciando a respirare a bocca aperta.
-Tu mi vuoi vedere morta...-
-Se è così, allora ti avrei fatta fumare.-
-Ecco, solleviamo una polemica! Perché non fai altro che prendermi in giro e preoccuparti allo stesso tempo?-
-Non mi sono preoccupato, non voglio semplicemente che ti faccia del male col fumo.-
-Non sono più una bambina!-
-Questo lo so bene.-
-Beh, allora non dire che non ti preoccupi quando in realtà è così.-
Brian non mi risponde più, al contrario, fa finta di niente.
Sospira per un po', aprendo un'altra porta, attraversandola.
Dopo essermi ripresa, decido di seguirlo e mi ritrovo su di una sottospecie di terrazza.
I lampioni della città illuminano il posto in cui mi trovo mentre osservo i ragazzi infiltrarsi in una sottospecie di enorme buco che
mi preoccuperebbe anche solo a guardare.
E' una fossa che non ho la più pallida idea di dove possa portare.
Se non altro, per qualche strano motivo, i ragazzi stanno facendo a gara a chi guardare meglio cosa ci sia dentro.
Brian intanto, sta parlando con un uomo abbastanza anziano, dai capelli lunghi biondi e la barba altrettanto lunga, ma grigia.
E' piuttosto bassino per la sua età ed anche robusto.
Tuttavia...sembra essere un tipo simpatico, all'apparenza.
-Brian, pezzo di merda, credevo ti fossi disperso!- Urla l'uomo sulla sessantina, abbracciando Brian come se non lo vedesse da anni.
-Come butta Lucky Santos? Ah, cazzo, sono anch'io felice di rivederti!- Ribatte Brian, dando delle pacche amichevoli sulla spalla
dell'uomo.
Intanto, ci sono delle voci di sottofondo che attirano per un po' la mia attenzione anche se i miei occhi continuano ad essere incollati
sulla figura di Brian e l'uomo.
- Cazzo Jimmy, spostati!- 
-Dovrai passare sul mio cadavere Christ, per vederci un po' di più!-
-Non spingete cazzo!- 
-Scusa Shads.-
Dopo aver ascoltato il dialogo tra i ragazzi, non posso far altro che soffermarmi sempre di più su Brian e Lucky.
-Sei tornato da queste parti per il grande evento?- Domanda ancora l'uomo barbuto a Brian.
-Mi sembra ovvio.-
-Non più per venire a trovare il buon vecchio Lucky vero? Ricordo ancora quando ti rinchiusi in quella camera
con quelle chiquitas all'età di quattordici anni. Non ci mettesti molto ad azionare il tuo...-
Brian tossisce per un po', senza dar la possibilità all'uomo di continuare.
L'uomo che credo si chiami Lucky Santos o qualcosa del genere, sposta la sua visuale verso di me, inarcando poi le sopracciglia.
-Lucky, ti presento Mrs Haven, la moglie del signor Mason.- Borbotta Brian con soddisfazione, mentre io mi avvicino a lui e all'uomo.
Lucky prima si volta verso Brian e poi verso di me, rivolgendomi un vero e proprio sorrisone.
-Incantato chéri.- Lucky mi prende una mano, baciandola da vero e proprio gentiluomo.
-Il piacere è mio signor...Lucky Santos.- Ci penso un po' prima di pronunciare il suo nome, ma dopo è proprio l'uomo a ridersela.
-Può anche chiamarmi solo Lucky, mademoiselle.- 
Mi imbarazzo alle parole del sessantenne, vedendo poi Brian circondarmi i fianchi con un suo braccio.
Cosa sta cercando di fare? E se quest'uomo potesse fare la spia?
-Bene, non perdiamoci in chiacchiere perché il grande evento sta per iniziare!-
Non riesco ancora a capire a cosa si riferisce Lucky. Quale grande evento?
Brian mi prende una mano e mi porta con velocità verso quella fossa ed i ragazzi che continuano ad osservarvi dentro.
Brian mi spinge dolcemente in avanti ed io decido di affacciarmi sulla fossa in compagnia dei ragazzi.
Tutto ciò che vedo, è una folla in delirio, un enorme palco e delle luci stratosferiche.
E' solo quando vedo James Hetfield avvicinarsi al suo microfono che una scena mi riempie gli occhi.














"-Metallica...pero'...non ti facevo così ribelle.-"








Mi sono appena ritrovata ad un concerto dei Metallica, senza saperlo.
-Allora noi andiamo.- Borbotta Matt, allontanandosi dalla fossa insieme agli altri.
-Andate? Cioè...ci sono i Metallica qui e voi ve ne andate?- Dico tutto ad un fiato, rivolgendomi ai ragazzi.
-Noi saremo al palterre. Se vedete qualcuno volare, è Johnny Christ.- Ghigna Zacky, beccandosi poi un'occhiataccia
da parte del nanetto.
-Ci vediamo all'uscita!- Continua Jimmy, salutandomi con un sorriso davvero eccezionale stampato sul volto.
Anche gli altri mi salutano, rivolgendosi poi a Lucky ed uscendo definitivamente da questa terrazza.
Quando i Metallica iniziano a strimpellare qualcosa, anche Brian si avvicina a me mentre anche Lucky esce dalla terrazza.
Rimaniamo solo io e Brian, mentre continuiamo a guardare la band suonare, con ammirazione.
E' quando vediamo i ragazzi tra il pubblico, che scoppiamo a ridere come due deficienti.
Hanno appena preso in braccio Johnny e James Hetfield gli ha dato il cinque.
-Perché non sei anche tu con loro?- Domando improvvisamente a Brian, cercando di superare la musica con il mio tono di voce.
-Che?-
-Perché non sei anche tu con loro?- Ribatto ancora una volta, urlando sguaiatamente, per farmi sentire.
La prima canzone della serata è conclusa e tutta la folla urla come impazzita.
Ma finalmente, Brian può rispondermi senza rischiare di uccidersi una corda vocale.
-Non sono riuscito a procurarti un biglietto perché come vedi sono piene anche le tribune. Il concerto è andato sold out ed
io ho scoperto solo ieri che sei una fan della band. Così, ho deciso di portarti qui. Lucky è riuscito a corrompere il proprietario
dello stadio che avrebbe dovuto provvedere ad "aggiustare" questa fossa ed è questo il modo che utilizziamo per goderci qualche concerto
quando non riusciamo ad avere i biglietti.-
-Si ma non hai risposto del tutto alla mia domanda...tu lo avevi il biglietto?-
-Si.-
-Ed hai rinunciato al parterre per stare qui con me?-
Brian non risponde ma dal suo sguardo capisco di aver indovinato e colto nel centro allo stesso tempo.
Annuisce con lentezza, mordendosi il labbro inferiore e riprendendo ad osservare la band attraverso la fossa.
Scommetto che quel Lucky faccia venire qui solo chi vuole e che anche lui sia un mafioso.
Lo si capisce anche dallo stupido soprannome che utilizza per non farsi riconoscere evidentemente.
Ben presto però, Kirk Hammett comincia a strimpellare le prime note di "Nothing else matter" ed io impazzisco.
-Oh mio Dio! La mia canzone preferita!- Esclamo, applaudendo come una cogliona.
Solo dopo aver sclerato, mi rendo conto del fatto che Brian mi sta osservando da un bel po' di tempo.
Mi osserva con un sorriso dipinto sul volto che smuove ancora una volta, qualcosa dentro di me.
Questa volta gli pterodattili aumentano e la mia pelle, comincia a rabbrividire.
Gli occhi di Brian si illuminano per un po', mostrandomi una strana luce che giurerei di volergli vedere per tutta la vita.
-Mi concede questo ballo, Mrs Haven?- Mi domanda, porgendomi una mano.
-E' un trucco? Voglio dire, mi stai prendendo in giro?-
-Mai stato più serio.- 
Mi lascio convincere da questo sorriso sincero, lasciandomi prendere per mano e dirigendomi con lui verso il centro esatto della terrazza.
La luna illumina le sue spalle larghe mentre io avvinghio le mie braccia attorno al suo collo.
Brian mi circonda i fianchi con le sue braccia, intrecciando le sue stesse mani sulla mia schiena.
Le nostre fronti si incontrano, spiaccicandosi l'una contro l'altra.
Con esse, anche i nostri nasi che cominciano a ballare con noi, sfiorandosi in continuazione.
Io e Brian balliamo un lento con il sottofondo musicale di "Nothing else matter".
Per tutto il tempo, non abbiamo fatto altro che sorriderci e sfiorarci.
Per qualche strano motivo, sento i miei stessi occhi pizzicare.
Mi sto emozionando e la situazione comincia seriamente a preoccuparmi.
Sento dentro di me che non è la canzone o le parole della canzone ad emozionarmi...ma il continuo tocco di Brian sulla mia pelle ed il nostro
sfiorarci continuo che mi fa venir voglia di volare.
Brian mi prende improvvisamente in braccio, nel momento dell'assolo della canzone, facendomi girare e facendomi scoppiare a vivere.
Non mi ero mai sentita così bene e felice prima d'ora.
Anche lui sta sorridendo bensì mi abbia appena rimessa con i piedi a terra.
Conclusa la canzone, James comincia ad interagire con il pubblico ma io e Brian non gli porgiamo alcun' attenzione.
Entrambi continuiamo a fissarci, ballando sotto le note di nessuna canzone.
Il mondo sembra essersi fermato, mentre noi continuiamo a fargli invidia.
Io comincio a ridere, abbassando lo sguardo contro il pavimento.
-Perché ridi?- Mi domanda Brian, sorridendo anche lui.
-Io...sono felice.- Ammetto, con gli occhi lucidi e rivolgendogli di nuovo uno sguardo colmo d'amore.
-Sei felice perché sono stato io a renderti felice?-
-Credo di si.-

Questa volta o mi salva o mi uccide.
-Allora, posso essere io la tua felicità?-
Sorrido alla domanda del ragazzo, sentendo il mio stesso cuore voler quasi fuoriuscire dal petto.
-Brian, ma tu cosa vuoi da me? Cosa stai cercando di fare a me ed al mio cuore?-
-Volevo solo provare a capire come ci si sente ad essere innamorati. Tutti ne parlano come se fosse una grande scoperta ed allo
stesso tempo una cosa che uccide profondamente, lasciandoti con il cuore graffiato tra le mani.-

-Stai cercando di dirmi che ti sei innamorato di me?-
-Sto cercando di dirti che li ho sentiti i tuoi occhi quando mi hanno urlato.-
-E che cosa ti hanno detto?-
-Che avevi bisogno di essere salvata. Di ridere tanto e di vivere ancor di più.-
-Queste sono solo parole Brian...tu non hai idea di come ci si sente ad avere le farfalle o meglio, degli pterodattili
impazziti nello stomaco! E non sai che in questo preciso istante, non stai mancando di rispetto solo a me, ma anche al tuo capo!-

-E' da tanto tempo che lo faccio, tradendo la mia stessa mente.-
Non ho la più pallida idea di cosa significhi. L'unica cosa che so è che quello che stiamo facendo è profondamente sbagliato.
-Ci procureremo un viaggio di sola andata per l'inferno!- Sbotto, allontanandomi per un po' da lui.
-Cazzo Haven, credi che l'abbia voluto io? Fino a poco tempo fa non sapevo neanche io cosa fosse l'amore, ma poi ho incontrato i tuoi
occhi e mi sono sentito fottuto.-
-Mi spezzerai il cuore Brian. Sei un mafioso...uccidi le persone senza pensare al fatto che potrebbero avere una famiglia. Ed io non voglio soffrire!-
-Lasciati amare, ti prego.-
-Brian...io...-
Brian mi alza il mento con la sue dita tatuate, ed è in questo preciso istante che il mondo muore.
Silenzio. Labbra su labbra, respiri su respiri, battiti su battiti.
Brian mi bacia.
Mi bacia quasi con disperazione mentre io non posso far altro che sentirmi ancora più coinvolta.
Ricambio il suo bacio in tutto e per tutto, rendendomi conto del fatto che in alcun modo...si possa sfuggire all'amore.
Le sue enormi mani ricadono sul mio piccolo viso, mentre entrambi, respiriamo quasi a fatica, ammazzandoci sempre di più.
Quando Brian sposta il suo viso dal mio, io mi sento stranamente vuota.
Come se ne volessi ancora.
Come se potessi vivere solo dei suoi baci.
-Ed ora come faccio a far finta di niente? Come faccio a far finta di non amarti?- Mi domanda, ma io sono consapevole del fatto che 
sia stato un suo super piano diabolico.
Sapeva che dopo questo bacio...nessuno di noi ne sarebbe uscito vivo.
-Ci ammazzerà.-
-Chi?-
-Lo sai bene, Gates. Ci siamo appena scavati la nostra fossa.-
-Sono uno stronzo. Ho appena tradito l'unico uomo che mi ha accolto in casa sua quando mio padre è morto.-
Sapevo che se ne sarebbe pentito.
Dopotutto...quest'istante, è durato già abbastanza.
Mi allontano da lui, dirigendomi di nuovo verso la fossa ed osservando i Metallica suonare e cantare altre canzoni.
Brian mi segue a ruota anche se per tutto il tempo, non abbiamo fatto altro che guardarci e restare in silenzio.
E' un inizio o una fine?




















***






















Concluso il concerto, siamo usciti dalla terrazza e siamo ritornati a casa.
L'unica cosa assurda è che persino Lucky ha avvertito Brian di non esagerare nei miei confronti.
Li ho sentiti mentre bisbigliavano ed ho capito che Lucky lo stava mettendo in guardia.
Da quel che so...nelle organizzazioni mafiose, le donne dei capi della mafia sono come sacre e nessuno
deve anche solo permettersi di sfiorarle.
E' per questo che la situazione tra me e Brian deve finire, stasera stessa.
E allora perché non sono riuscita a togliermelo dai piedi in alcun modo?
Adesso siamo nella mia camera.
Io sono distesa sul mio letto e lui sta giocherellando da ore con un pennarello da disegno, con la sua stessa
testa poggiata sulla mia pancia scoperta per metà.
Quando ho saputo che anche lui riesce a provare ciò che provo anch'io, mi è caduto il mondo addosso.
Non ne usciremo vivi.
Ma adesso che ci siamo dentro, non riusciremo più ad uscirne. 
Ci costringeremo quasi ad essere amanti segreti...pur di non far sapere nulla a Stéph.
Ma io non ho scelto chi amare...è successo e basta.
E sapete una cosa? Fanculo. 
Mafioso o meno, io lo amo. Come potevo anche solo tentare di amare una persona come Stéph che mi ha strappata via
dalle mie origini e mi massacra di botte?
Una persona come lui...che non farà altro che trascinarmi con sè in una fossa.
D'istinto, prendo il pennarello dalle mani di Brian, prendendogli poi anche una delle sue braccia tatuate.
-Ma che...-
Prova a dire Brian, ma si blocca, nel momento stesso in cui gli scrivo una cosa sul braccio.
Gli ho appena scritto un enorme "Thank you" sul braccio.
-Grazie? Ma di cosa?- Mi domanda, scrutandosi il braccio.
-Di avermi fatto tornare la voglia di vivere.- Gli sussurro, vedendolo sorridere ed avvicinare le sue labbra alle mie
per un secondo bacio, totalmente devastante.
Ad occhio e croce...questo dovrebbe essere un inizio.





































NOTE DELL'AUTRICE.


E rieccoci per un nuovo capitolo!
Scusate l'assenza, ma essendo stata al concerto mi è riuscito difficile
aggiornare il più in fretta possibile!
Concerto goduto al massimo dalla terza fila e che dirvi...è stato strabiliante.
Ma questo credo che se seguite il mio profilo twitter e la pagina, già lo abbiate capito :)
Ma adesso passiamo al capitolo.
Finalmente tra i due comincia a smuoversi qualcosa...contenti?
Ma...potrà sempre andare tutto bene in una delle mie ff?
Bene, vi lascio col dubbio di cosa potrebbe accadere nel prossimo capitolo e voi da bravi lettori coccolosi
e pucciosi mi lasciate qualche recensione!
Okay, basta. Dopotutto lo sapete no? Solo se volete.
Oltre questo, mi auguro che anche questa ff riesca a raggiungere un certo successo dato che ci tengo particolarmente.
Quindi guys...al prossimo capitolo se volete e spero vi piaccia il vlog of the day che posterò in pagina della giornata del
19.
Vi saluto tutti e grazie come sempre per tutto il sostegno! Saluto anche Saya la mia beta professionista lol
Un bacio dalla vostra...






-SynysterIsTheWay.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 5.I only wish you weren't my friend,that I could hurt you in the end. ***


5° I only wish you weren't my friend,that I could hurt you in the end.




 
Ci creiamo il nostro inferno e poi diamo la colpa agli altri.
(Charles Bukowski)





Quando mi svegliai c'era qualcosa di diverso nell'aria.
Qualcosa che non riuscivo neanche io stessa a spiegare, ma qualcosa di logorante.
Mio zio mi ripeteva sempre che alcuni vuoti sono così forti che non sai neanche tu come spiegarli.
Ed è proprio ciò che mi sta accadendo in questo preciso istante. Ho un vuoto, che non mi so spiegare.
E' osservando però le lancette dell'orologio che riesco a rendermi conto di come il tempo sia passato velocemente
in questi giorni.
Mi pettino i capelli, guardando la mia immagine allo specchio.
Ho delle occhiaie pazzesche, dovute al fatto che non sono riuscita a dormire per alcune ore questa notte.
Gli pterodattili hanno avuto la meglio su di me ed immaginare il volto di Brian è stato molto più interessante
che trascorrere la notte ad occhi chiusi.
Osservo per un'ultima volta le lancette dell'orologio, vestendomi con velocità e scendendo al piano inferiore per poter
accogliere al meglio mio marito.
Mi sento così sporca che farei persino fatica a guardarlo negli occhi.
Quando arrivo al piano inferiore, i ragazzi stanno facendo colazione con il loro capo ed io resto immobile sull'ultimo gradino
delle scale non riuscendo in alcun modo a farmi avanti.
Stéphan sembra essere piuttosto sereno. 
Beve il suo caffè con tranquillità e parla delle sue imprese in Gran Bretagna come se avesse svolto qualche lavoro ammirevole.
In realtà, io non me la vanterei così tanto dopo aver creato chissà quale caos.
Tutti ridono e scherzano con il proprio capo, ma i miei occhi vengono attratti da uno di loro che continua ad osservare la sua
tazza di caffè senza però trovare il coraggio di berne una sola goccia.
Con forza e coraggio, mi decido a superare anche l'ultimo gradino ed avvicinarmi al tavolo in cui stanno facendo colazione.
Brian si tira in su sulla sua stessa sedia, dato che prima, vi era totalmente sdraiato e gli altri mi salutano con un cenno di mano
piuttosto amichevole.
-Ciao amore mio, finalmente ti sei svegliata.- Borbotta Stéph con la sua finta dolcezza, mentre io mi avvicino a lui per lasciargli
un bacio sulla guancia.
Nel momento stesso in cui però sto per stampargli il bacio sulla guancia, Stéph si volta, sorprendendo non solo me ma soprattutto Brian.
Io e Stéph ci baciamo sulle labbra, mentre osservo Brian stringere le mani in pugni come se volesse quasi massacrare il suo stesso capo.
Provo a smaltire la tensione, sedendomi accanto a mio marito e di fronte al ragazzo per cui provo dei sentimenti, bevendo 
anch'io un goccio di caffè in compagnia.
-Com'è andato il viaggio?- Domando a mio marito, sembrando il più tranquilla possibile.
Devo ammettere di essere fin troppo brava a mascherarmi.
-Benissimo. L'organizzazione è fiera di avere un uomo come me alla base di tutto.-
-Non ne avevo dubbi.- Ribatto, bevendo il caffè che mi ha appena dato Maria.
-E voi ragazzi? Come si è comportata con voi la mia donna?- Domanda improvvisamente Stéph, posizionando una mano sulla spalla di Brian.
Brian non riesce a rispondere in alcun modo ed è probabilmente per questo motivo che risponde Jimmy.
Gli occhi di Brian, sono un pozzo di rabbia e dolore che continuo ad osservare rabbrividendo.
-Si è comportata bene, non ci ha creato problemi e ha eseguito al meglio gli ordini. Proprio come vi avevamo detto al telefono.- Continua Jimmy,
con una sicurezza che in parte, gli invidio.
-Si, non ha dato alcun tipo di problema.- Borbotta poi Matt.
Mi hanno salvato la pelle...ed è per questo motivo che gli sono profondamente riconoscente.
Li ringrazio mentalmente, sorridendo ad ognuno di loro che ovviamente, ricambiano i miei sorrisi.
Tutti tranne Brian.
Quando mi volto verso di lui, i suoi occhi non sembrano esser cambiati per niente.
Le sue mani continuano a stringersi in pugni e sembra quasi aver smesso di respirare.
La sua mascella contratta poi...spiega tutto.
-Bene, molto bene. Brava la mia piccola.- Al suono di quelle parole, Brian chiude gli occhi e li riapre di scatto, come se avesse
sentito qualcosa dentro di sé.
Un colpo abbastanza forte da avergli frantumato il cuore.
Stéph intanto, prova di nuovo ad avvicinarsi a me, per darmi un altro bacio ma io decido di inventarmi una qualsiasi
cosa per evitare.
-Oh, ma credo che sia meglio che io vada a prepararmi i vestiti per stasera, andremo al locale, giusto?- Domando a Stéph,
alzandomi di scatto dalla sedia.
-Si ma...- Prova a dire Stéphan ma io riesco a cavarmela alla grande, indossando una delle mie solite maschere.
Con lui è d'obbligo indossarle e diventa sempre più difficile essere sé stessi.
Con Brian ed i ragazzi invece...è tutto diverso.
-Bene ehm, io allora vado al piano di sopra a preparare i vestiti! A dopo!- Concludo la mia messa in scena, vedendo Stéphan
lanciarmi un bacio in lontananza e sentendo le voci in coro dei ragazzi salutarmi.
Brian per qualche strano motivo, ha deciso di restare zitto e non degnarmi neanche di un misero saluto.
Che si sia arrabbiato per quel bacio?
Pensierosa, ritorno nella mia camera, aprendo l'armadio e richiudendo all'istante.
Gli ho davvero fatto capire di voler andare con lui al locale, questa sera?














***











Stéphan è abbastanza stanco per il viaggio, così ha deciso di riposarsi un po'.
Io sono rimasta tutto il pomeriggio a letto, accanto a lui, ma leggendo un libro abbastanza impegnativo.
Lui è crollato subito in un sonno profondo e non ho neanche osato emettere un piccolo rumorino per svegliarlo.
Dopo aver letto almeno quindici capitolo del romanzo, sbadiglio, scendendo con calma e lentezza dal letto.
Faccio il possibile per non svegliare Stéph, vedendolo poi voltarsi dall'altro lato della camera.
Soddisfatta del mio operato, non indosso neanche le pantofole per paura di far rumore e con la solita cautela, esco
dalla camera.
Sospiro, ritrovandomi finalmente fuori da lì. La situazione cominciava a farsi terribilmente imbarazzante, quando Stéph
stava cercando di addormentarsi ma, non smetteva neanche per un istante di accarezzarmi i capelli ed annusarli.
Mi ha detto di essergli mancata molto e che nessuna è mai riuscita ad occupare un posto il quel suo cuore marcio.
Io stento a crederci.
Come puoi far del male alla persona che ami? Come puoi anche solo pensare di crearle un inferno personale e privarle della
propria vita, della propria libertà.
Mi osservo alcuni ematomi sulla pelle...ricordando che è stato proprio lui a provocarmeli.
Delle volte...urlavo così tanto che il mattino successivo mi risvegliavo senza voce. Altre, avevo paura perfino di rifiutare le sue proposte
riguardanti i nostri rapporti intimi.
E' con lui che ho perso la verginità, ma per me è stato un vero e proprio trauma. Lui è troppo grande per me ed io ero solo una diciottenne
che doveva ancora maturare del tutto.
C'erano momenti in cui mi inventavo qualsiasi cosa pur di non avere dei rapporti intimi con lui. 
Ma sapete qual è stata la cosa che mi ha totalmente incasinata? Il fatto che lui non riusciva a credermi in alcun modo.
Delle volte infatti, mi costringeva con la forza oppure, prima mi picchiava e poi mi strappava i vestiti di dosso.
Con Brian invece...sento che è tutto completamente diverso.
Mi sento come una di quelle protagoniste dei libri che continuo a leggere...colme d'amore e che sognano l'amore vero e profondamente
puro.
Beh, Gates è pur sempre un assassino ma allora perché non faccio altro che sentirmi sempre più protetta quando sono con lui?
Forse perché lui è tutto ciò che non è Stéph.
Attraverso con velocità il corridoio del piano terra, ritrovandomi poi dinanzi alla camera occupata dai ragazzi.
Busso due volte alla porta e ad aprirmi e proprio Jimmy.
-Oh, ciao.- 
-Ciao Jimmy...Brian è qui?-
-Si, vuoi che te lo chiami?-
-Se puoi.-
-D'accordo. Hey Gates, c'è una persona che ti deve parlare alla porta!-
-Chi è, una sventola da urlo?- 
L'ho riconosciuta bene...è la voce di Brian.
Non posso credere al fatto che lo abbia detto per davvero.
-Arriva.- Borbotta Jimmy, prima di entrare in camera, ma io lo fermo prendendogli un braccio.
-Ah Jimmy...-
-Si?-
-Grazie per...stamani.- Dico al ragazzo, sentendomi un po' in imbarazzo.
-In fondo, non sei poi così male.- Mi sorride Jimmy, rientrando in camera.
Aspetto per un po' che Brian si faccia vivo e proprio mentre sto per perdere ogni speranza, il ragazzo si avvicina alla porta.
-Ah...sei solo tu.- Borbotta Haner, con una sigaretta accesa trale dita ed uno sguardo che non gli avevo mai visto prima d'ora.
Come sarebbe a dire "sei solo tu"? Chi volevi che fosse?
-Si ehm...mi mancavi e...sono venuta a chiamarti per chiederti di passare un po' di tempo insieme.- Sussurro quasi, torturandomi
le mani.
Non riesco a capire del perché continuo a sentirmi così agitata. E' solo Brian...e mi sta quasi ignorando.
Brian aspira del fumo dalla sua sigaretta, senza rispondermi.
-Brian? Mi hai sentita o forse ti ho disturbato?- 
-Mrs Haven, può anche smetterla adesso con questa messa in scena.-
-Che cosa? Ma di quale messa in scena stai parlando, Brian?-
-Senti ma perché non te ne torni lì dentro? In quella camera a...fare chissà che cosa con tuo marito?-
-Brian ma cosa...- Allungo un braccio verso di lui, per dare la possibilità alla mia mano di accarezzargli il viso, ma lui
si scosta, voltando la testa verso la porta.
Non riesce neanche a guardarmi negli occhi mentre mi dice queste cose così assurdamente laceranti.
-Se sei arrabbiato per quel bacio io ci tengo a spiegarti che...-
-Non mi devi spiegare proprio un bel niente. Che cazzo m'importa del bacio o chissà cosa. Anzi, se proprio lo vuoi sapere, con te
ho solo giocato. Si, lo ammetto cazzo, ho giocato ed avevo bisogno di un passatempo. Tu sembravi essere quello perfetto ed adesso
mi hai già stancato.-

Non può essere vero. No...è letteralmente inconcepibile.
Incasso tutto questo dolore, sentendo gli pterodattili in me morire lentamente. 
Porto il mio sguardo contro il pavimento per poi rivolgergli ancora uno sguardo.
Uno sguardo colmo di delusione.
-No...non puoi averlo detto per davvero...- Sussurro, tentando di non scoppiare in lacrime.
Le sue parole sono state così taglienti da avermi appena spezzata.
Non sono in grado di sentire nient'altro che il dolore.
-Ed invece l'ho detto e se vuoi, sono qui per ripetertelo ancora fino a che non avrai capito. Io non amo nessuno Haven. Io un cuore
non ce l'ho.-

-E allora perché cazzo mi hai riempita di bugie? Perché mi hai illusa in questo modo!?- 
-Te l'ho già detto e non voglio ripetertelo. Ho giocato con i tuoi sentimenti e cazzo si, mi sono divertito. Credevi davvero che potessi
fare una cosa del genere al mio capo? Ma dai, ti facevo più intelligente. Ormai sono abituato a questo genere di cose che veder piangere le ragazze
dinanzi ai miei stessi occhi non mi fa alcun effetto.-

Tremo come impazzita, mentre continuo a sentire il mio cuore frantumarsi in mille pezzi.
Avrei voluto chiedergli di raccoglierlo e salvarlo come solo lui avrebbe potuto fare...ma non mi abbasserò ai suoi livelli.
-Perché cazzo allora non me lo dici negli occhi eh? Prova a dirmi queste parole, guardandomi fissa negli occhi, se ci riesci!- Gli urlo
contro, dandogli dei pugni sul torace che non sembrano smuoverlo.
Brian sospira, fumando la sua sigaretta come se i miei pugni non lo stessero neanche colpendo.
Come se fosse solo aria.
-Perché cazzo non mi dici che sono una stupida illusa? Che non sono abbastanza o che è stato un gioco da ragazzi rubarmi un bacio senza
provare alcun sentimento! Dimmi che non ti sei mai innamorato di me o che non hai provato le stesse sensazioni che ho provato io 
anche solo guardandomi negli occhi!-
Urlo ancora, vedendolo abbassare gli occhi e non riuscire in alcun modo a reggere il mio sguardo.
Le lacrime cominciano a scorrere sul mio viso ed io non riesco a far nulla per fermarle.
Lacrime amare, quanto salate.
Non so neanch'io se sono più delusa o più arrabbiata.
-Puoi piangere quanto vuoi. A me non importa Mrs Haven.- Il suo modo di guardarmi con tutto questo disprezzo, mi fa sentire
ancora peggio.
Eppure, avrei dovuto aspettarmelo da uno come lui. Credevo davvero che avesse un cuore? No, nessuno con una vita del genere è così stupido
da lasciarsi fregare dall'amore.
Non riuscendo neanche più a dargli dei pugni sul torace, scappo via in lacrime, uscendo dall'abitazione e rifugiandomi in giardino.
Il sole pomeridiano illumina per un po' il mio volto, tentando di asciugare queste lacrime che continuano a scorrere.
In piena fase distruttiva, mi siedo sulla panchina in legno situata in giardino, mettendomi una mano sul viso e singhiozzando in continuazione.
I suoi occhi non riuscivano in alcun modo ad incastrarsi nei miei e la sua voce era così ferma che sarei potuta sprofondare
da un momento all'altro.
Ed io sono una stupida. Sono caduta nella sua trappola e mi sono lasciata abbindolare ed illudere.
Piango ancora, soffocandoci in queste lacrime amare.
E' quando pero' sento una mano toccarmi la spalla che una piccola luce di speranza mi si apre dinanzi agli occhi.
Mi volto alla velocità della luce, restandone pero' delusa.
-Haven...ma cosa ti è successo?- Mi domanda Matt, con preoccupazione.
Sospiro per un po', vedendo poi il ragazzo sedersi sulla panchina, proprio accanto a me.
-Ti va di raccontarmi cosa ti è successo? Perché stai piangendo?- Continua il ragazzo, scostandomi una ciocca di capelli
dal viso.
-Non mi ama. Brian non mi ha mai amata.- Sussurro con debolezza, ricominciando a piangere.
-Ma...sei sicura di ciò che stai dicendo?-
-Si. Mi ha detto che...che...sono stata solo un passatempo per lui. Che ha giocato con i miei sentimenti e...ed io sono stata così debole
e cieca da non capirlo. Credevo davvero di contare qualcosa per lui o che con un po' di fortuna saremo riusciti a lasciarci tutto alle
spalle e a vivere una vita felice, insieme. Ci ho sperato per davvero, lo capisci?-

-Haven, dovrebbe esserci un equivoco...-
-Equivoco o no, non voglio vederlo mai più! Come ha potuto farmi questo? Come ha potuto trattarmi come una di quelle puttanelle che si
porta a letto? Io...io...-

Mi ritrovo improvvisamente circondata da due braccia enormi.
Matt mi sta abbracciando ed io mi sono appena lasciata andare tra le sue braccia.
Avevo proprio bisogno di un abbraccio amico.
-Dai, basta piangere o il capo potrebbe allarmarsi nel vederti in questo stato.- Mi sussurra Matt dolcemente, continuando a stringermi a sè.
-Io...lo amo.- Ammetto, sentendomi fin troppo fragile.
Matt non sa più cosa dirmi per farmi sentir meglio, così resta in silenzio e si limita a stringermi fino a rompermi quasi
le costole.
Era da tanto che qualcuno non mi dimostrava un po' d'affetto.














***















BRIAN POV'S

Haven ed il signor Mason, sono andati al locale.
Io sono rimasto qui, insieme ai miei amici che stanno videogiocando come dei quindicenni.
Io non riesco a distrarmi in alcun modo.
Resto sul mio letto a fissare il soffitto e a star male per ciò che ho avuto il coraggio di dire ad Haven...la mia piccola e dolce
Haven.
E' quando Jimmy mi lancia un cuscino sul volto, che mi rendo conto di quanto tempo abbia trascorso a pensare sempre e solo a lei.
-Cazzo Brian, si può sapere che ti prende?- Mi domanda James, avvicinandosi a me.
-Assolutamente niente.- Mento, senza voler mostrare le mie debolezze.
-So io cos'ha! La moglie del capo non gliel'ha data!- Scherza Johnny, beccandosi poi uno schiaffetto sulla nuca da parte di Zacky.
-Christ, evita di dire stronzate!- Esclama Vee.
-Ma perché ve la prendete sempre con me?- Continua Johnny, lamentandosi.
-Perché sei il più piccolo.- Borbotta Jimmy questa volta, ghignando per un po'.
-Ah si? Abbassati i pantaloni Rev e vediamo chi ce l'ha più grande!- 
-Christ, io con il mio ti faccio fuori!-
-Scommettiamo?- Johnny lancia un cuscino addosso a Jimmy ed il mio amico, scherzando, prende in braccio il nanetto, lasciandolo
poi cadere sul letto a peso morto.
Sono sempre i soliti, credo che non cambieranno mai.
-Ragazzi, adesso basta. Qualcuno sa spegnere quest'affare?-
-Vee, sei l'unico uomo sulla faccia della Terra a non saper spegnere una semplice console.-
-Lo sai come sono fatto Shads.- Tenta di giustificarsi Zacky, avvicinandosi anche lui al mio letto.
Tutti mi circondano, ma io non ho alcun'intenzione di parlare.
-Allora Gates? Ci vuoi dire cos'hai? E' tutto il giorno che te ne stai su questo letto a fissare il soffitto!- Borbotta Johnny.
-Io lo so cos'ha.- 
Le parole di Matt, mi incuriosiscono. 
-Cos'è che sai di preciso?- Domando io a Shads, vedendolo serrare la mascella.
-L'hai distrutta Brian. Non ha fatto altro che ripetermi di non sentirsi abbastanza per te. Di aver tentato di dare il suo cuore
ad un qualcuno che glielo ha fatto scivolare dalle mani.- 

Alle parole di Matt, sospiro.
Le ho fatto del male e non posso far altro che sentirmi un pezzo di merda per come l'ho trattata. 
Non avrei mai voluto ferirla in quel modo. Non avrei mai scelto nulla di tutto questo per lei ma si sa come vanno queste cose...
ti rendi conto di amare fin troppo una persona e non puoi far altro che scegliere il meglio per lei.
Ma io in qualche modo l'ho portata ancora più giù e forse tutto ciò di cui realmente aveva bisogno era un po' di salvezza
in più.
Sentirsi se stessa per la prima volta ed urlare al mondo ciò che non è mai riuscita a fare.
E' questo l'amore. Ti cambia ma in meglio. E' paziente con le persone che non riescono a capirlo del tutto ma io mi sento come macchiato.
Sono stato macchiato da lei e dalla mia voglia incondizionata di starle accanto anche sapendo a cosa saremo andati incontro.
Quando l'ho vista baciare il mio capo stamani, ho solo desiderato di sprofondare il più presto possibile o che qualcuno, mi diagnosticasse
improvvisamente una sottospecie di cancro agli occhi che non mi avrebbe dato alcuna possibilità di vederla.
Sono caduto così in basso per questa sensazione che ho preferito farle del male e fare in modo che si dimenticasse di me al più presto
così da non rischiare di ritrovarla morta chissà dove, dopo che lo avrebbe scoperto suo marito.
L'uomo che mi ha cresciuto quando mio padre è morto e lo stesso uomo che ha imprigionato a se la donna della mia vita.
Credevo che con il tempo sarei riuscito a farmene una ragione ed invece quando il capo me l'ha affidata sono riuscito a tradire me stesso
e le persone che mi circondano. 
Ho fatto il possibile per starle accanto anche se sapevo che per poco e me lo sono fatto bastare.
Cos'è una vita se non fatta di rischi? Ed io ho rischiato abbastanza da strapparmi da solo il cuore dal petto.
-Aspettate un attimo, ma di cosa state parlando?- Domanda James, tentando di capirci qualcosa.
-Brian, tu devi dirglielo.- Continua Matt rivolgendosi a me, senza prestare attenzione agli sguardi incuriositi degli altri.
-Dirgli cosa?- Ribatto, facendo il finto tonto.
-Non vuoi farti del male, non è forse così? Sappiamo bene che la ami da più di due anni.-
-Ma quindi stiamo parlando di Haven!- Esclama Johnny con entusiasmo.
-Zitto Johnny ! Se il capo ci sente, siamo fottuti.- Continua Vee, mettendo una mano sulla bocca del nanetto, per zittirlo.
Ma in fondo, chi ci sentirebbe da qui sotto? Ho trascorso due anni della mia vita a parlare di lei, dei suoi capelli dorati e quei riccioli
che le ricadono sul fondoschiena. Dei suoi occhi illuminati dalla luce dei raggi del sole, di quel nasino un po'all'insù e quelle mani di cui con
la coda degli occhi, seguivo ogni movimento.
Delle manine piccole che prima mi accontentavo solo di fissare e delle labbra carnose che non credevo mai di riuscire a toccare.
-Adesso basta.- Sbotto, alzandomi dal letto per potermi confrontare con Shads.
I suoi occhi verdi mi scrutano con attenzione, mentre io, mi limito a posizionare le mie stesse mani sui miei fianchi.
Tutti restano in silenzio, riuscendo a sentire la tensione che si sta creando nell'aria.
-Le ho detto delle cose orribili ma non ho potuto fare altro. Ho tradito l'uomo che ha fatto crescere le mie ossa e ho peccato innamorandomi
della sua stessa donna. Non posso permetterle di soffrire per un amore che non può essere vissuto. Per un amore distrutto dal principio.-
Borbotto,
osservando gli altri fissarmi con preoccupazione.
Non mi avevano mai sentito parlare in questo modo se non quelle poche volte che parlavo di Haven.
-Ma cazzo Brian, ti ha dato di volta il cervello forse? Finalmente eri riuscito a baciarla e tra di voi sembrava funzionare!- 
Sapevo una reazione del genere da parte di Jimmy. E' lui che mi ha sempre spronato a dare il meglio di me ma per qualche strano motivo,
oggi sono caduto.
Sto ancora cercando di rialzarmi.
-Io invece capisco la tua scelta Brian.- 
Eh già. Zacky è sempre colui che cerca di capire tutti e prova a mettersi nei panni delle persone a cui tiene. 
-Ecco, ci mancava solo questa adesso! Zacky, il tuo cervello è stato forse prosciugato da tutti quei panini imbottiti che hai mangiato ieri?-
-E dai Matt, sto solo cercando di capire Brian. La situazione non è delle migliori considerando il fatto che spia quella ragazza da più di due anni.
Ma lei è la moglie del capo. E' un po' come...il frutto proibito.-
Già. Zacky ha colto proprio nel segno.
Quella ragazza ha fatto qualcosa al mio cuore. Solo due anni fa, mi comportavo come un bastardo che non riusciva a provare alcun sentimento
e viveva di odio.
Dopo questi due anni invece, è cambiato tutto.
Odio ammetterlo a me stesso ma so di amarla. So di amarla con tutto il mio cuore e so che resterà sempre il mio solo ed unico punto debole.
Ricordo che per parlarle una volta, mi ero travestito da mercante.
Lei era al parco. Se ne stava seduta su di un'altalena per bambini a leggere mentre Stéph si stava occupando di alcuni affari non troppo importanti
con alcuni tizi.
Lei era lì ed era immersa nel suo mondo.
Ricordo ancora quel suo vestitino bianco, in pizzo, che risaltava al meglio le forme del suo corpo.
Mi incappucciai e mi vestii come uno straccione, andandole incontro e quasi spaventandola.
Camuffai il più possibile la mia voce, sembrando quasi un anziano in piena decaduta.
Facevo il possibile per non farmi guardare negli occhi ed il più delle volte passavo il tempo a spostarmi il cappuccio dinanzi al viso.
Le regalai un semplice bracciale. Un bracciale che avevo comprato giorni prima, pensando a lei.
Mi erano venute in mente delle idee folli in quel periodo...ma le lasciai morire consapevole del fatto che  non avrei avuto alcun'occasione
per starle accanto.
Ed invece, con il piano del mercante ero riuscito almeno a darle qualcosa di mio.
Lo ricordo ancora come se fosse ieri...quel braccialetto.
Aveva un ancora al centro e dei fili di stoffa che vi pendevano.
Lei lo accettò con piacere ma mentre stava per prendere dei soldi dalla borsa per pagarmelo, io decisi di scappare via.
Mi sono sentito in parte ridicolo per ciò che avevo fatto ma dall'altra parte invece mi ero sentito bene.
Avevo sentito il suono della sua voce e non c'era nulla di più dolce e soave di esso.
Chi lo avrebbe mai detto che un mafioso/assassino come me...avrebbe potuto fare tutto questo per una donna.
-Ormai è fatta e non posso più tornare indietro.- Sbotto.
-Si invece che puoi e al più presto! Brian, non si sceglie chi amare...non puoi fartene una colpa se ti sei innamorato proprio
di lei!-

-Ma farò meglio a starmene al mio posto Jimmy.-
Ed è proprio quello che farò. Starmene al mio posto.
I miei amici mi guardano con rimprovero. Beh, come biasimarli...dopo tutto ciò che ho fatto per avvicinarmi a lei ed averla, vedermi tirare
indietro così non può far altro che farli scazzare.
Ma la verità è che anche io sono arrabbiato con me stesso. Sono furioso e se potessi spaccherei tutto ma...non posso.
Devo controllarmi e starmene zitto in un angolo a guardarla mentre si lascia amare da un altro uomo.
Un uomo che non la merita. Un uomo che le fa solo del male.
Non riuscendo più a dire altro, mi stendo di nuovo sul mio letto ma sentendo questa volta delle strane urla provenire dal piano di sopra.
Matt e gli altri alzano la testa contro il soffitto mentre io muoio lentamente.
Haven sta piangendo. Sta urlando.
-Ma questa è la voce di Haven...- Sussurra Johnny, facendomi entrare in panico.












-Cosa vuoi fare tu? Stupida puttana, mi stai rifiutando, forse?-
-Stéph ti prego lasciami andare...ti prego...-
-Sta zitta! Io ti ho dato tutto! Quest'incredibile villa, il rispetto di gente importante e ti ho fatto
diventare la mia unica e sola regina. E tu continui a rifiutarmi!?-
-Esiste ben altro a questo mondo! Non solo ricchezza ed una stupida villa lussuosa! Esiste l'amore Stéph, una cosa che 
non ti apparterrà ne ora e ne mai!-
-Ah si? Adesso ti faccio vedere io e quanto amore ho dentro di me! Spogliati!-
-No...no...ti prego!-
-Spogliati ho detto!-
-Stéph...ti prego, lasciami andare...-
-Cazzo, se non ti spogli ora, sarò io a farlo!-
-No...no!- 










Le urla di Haven potrebbero arrivare fino alla città.
Stringo i denti il più possibile per calmarmi ma le sue urla continuano a premermi nella mente ed il pensiero
che Stéphan possa violentarla mi fa salire il sangue al cervello.
Con velocità mi avvicino alla porta della camera, tentando di uscire ma Zacky e Jimmy mi fermano prendendomi dalle spalle.
-Calmati Gates...non possiamo.- Mi sussurra Vee, facendomi ricordare ciò che avrei voluto dimenticare.
-La sta violentando cazzo! Lei non lo vuole!- Urlo fuori di me, vedendo i ragazzi guardarmi con tristezza.
-Ma è suo marito Brian...ed è anche il nostro capo. Non possiamo fare niente.- Mi ricorda anche James.
Do un pugno contro la porta, ritornando poi sul mio letto, rendendomi conto di non poter fare apparentemente niente per salvarla.
Non posso far altro che restare qui dentro e sentire le sue urla di dolore. 
Il mio cuore non riesce a reggere tutto questo ed il mio respiro sembra avermi ormai abbandonato.
Fisso di nuovo il soffitto, mettendomi l'anima in pace.
Qualcosa dentro di me è morto così lentamente da non farmene neanche rendere conto.



































NOTE DELL'AUTRICE.


Buonsalve miei meravigliosissimi lettori!
Ecco sfornato un nuovo capitolo! Si, scusate per il ritardo ma il computer
a volte sclera da solo ed io devo colpirlo con una mazza chiodata per farlo funzionare meglio.
*Cose normali*
Ringraziamo come sempre Saya, quella santa donna così paziente. Davvero, mi sentirei persa senza di lei ç___ç
E senza di voi ovviamente.
Vi ricordo che lei ha un account efp che vi lascio qui di seguito:
http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=123814
Leggete le sue ff sui Sevenfold perché davvero...quella ragazza merita.
Inoltre, mi dispiace che questa ff non venga recensita molto a differenza invece delle mie altre ff. Ci mancherebbe, so bene
che avete tante altre cose da fare e credetemi che lo capisco ma sapete come sono fatta, no?
*Si Gates, sei una rompiscatole nata*
Mi farebbe piacere conoscere le considerazioni anche degli altri lettori ovvero quelli più silenziosi.
Non chiamatemi rompiscatole ma si, mi farebbe davvero tanto piacere.
Ovviamente, quando potete!
Per il resto sono felice che continuate a mettere la ff nei preferiti e spero di non deludere le vostre aspettative.
Lo spero vivamente!
Come avete letto, questo capitolo è stato un po' triste. Brian che si rivolge in quel modo a Haven ma in fin dei conti lo ha fatto
solo per il bene della ragazza.
Quindi...noi ci sentiamo al prossimo capitolo (sempre se volete) e scoprirete un po' come ho intenzione di continuare la storia
e a quante cose sto cercando di prepararvi.
Al prossimo capitolo lettori!



-SynysterIsTheWay.






Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 6. He keeps the bitterness close to the heart. ***


6° He keeps the bitterness close to the heart.





 
E' meglio bruciare che appassire.
(Kurt Cobain)







Quando ero al liceo, una mia amica mi chiese: ma davvero si piange per un qualcosa che in realtà
non si è mai avuto? Davvero si sta così male quando si cerca di comprendere l'amore?
Ed io in quell'istante non seppi cosa risponderle.
Restai in silenzio a fissarla, convinta che ci fosse qualcosa in lei che non andasse.
Il giorno dopo non l'ho vista più. Era morta.
Il suo fidanzato la uccise per la sua folle gelosia nei confronti della ragazza, tanto da riempirla di botte e farle perdere i sensi.
Solo dopo la notizia della sua morte mi resi conto del fatto che lei non riusciva più ad amare il suo fidanzato. Era
così in collera con lui che non riusciva più neanche a lasciarsi toccare.
Oggi giorno invece, saprei cosa risponderle. Le direi di non innamorarsi, di scappare via il più lontano possibile e di
ripararsi dal sentimento che provava per una persona che le faceva solo del male.
"Non innamorarti" le avrei detto. 
"C'è troppo da perdere" le avrei ripetuto altre trecento volte. Se solo avessi saputo. Se solo l'amore fosse bastato a colmare
quella strana possessione che pervadeva il cuore del ragazzo, tanto da ucciderla.
E' questa la fine che farò anch'io con Stéph? Probabile, si.
Distesa sul pavimento, con le guance appiccicose per colpa delle lacrime che si sono appena asciugate e gli occhi vuoti di chi non 
può provare più nulla, osservo il soffitto in cerca di qualche risposta sulla mia vita.
Ho le guance che bruciano ancora per colpa di tutti gli schiaffi che ho subito ieri e le gambe ricoperte da alcuni lividi che proprio
non riesco ad osservare.
Mi fa uno strano effetto rivedere queste cicatrici. Era da tanto che non provava a costringermi nell'avere un rapporto intimo con lui.
Era da tanto che non mi feriva come si deve. 
Ma a volte mi chiedo, come può amarti una persona che non può far altro che distruggerti?
A questa domanda, l'immagine di Brian mi compare dinanzi agli occhi.
Il dolore che ho nel petto è senza alcun dubbio più soffocante di quello che ho sul mio stesso corpo.
Non fuggi facilmente da ciò che hai dentro. Ti accontenti di fartelo passare perché sai di non poter fare altrimenti.
Eppure, mentre mi diceva di aver giocato con me...sembrava quasi che allo stesso tempo morisse dalla voglia di baciarmi.
E' come se il dolore e l'amore si compensassero a vicenda.
Brian mi ha fatta male ma mi ha lo stesso insegnata a credere nel vero amore. 
Che stupida che sono. 
Siamo davvero sicuri che il mio sia vero amore? Dopo ciò che mi ha fatto, non dovrei neanche rivolgergli la parola.
Dovrei semplicemente dire tutto a Stéph e vederlo morire dinanzi ai miei occhi.
Ed invece, non è ciò che voglio.
Per quanto lui abbia potuto farmi del male, sento che c'è qualcosa dentro di me che mi dice di non credergli sulla parola.
Che si sia sentito in colpa con il suo capo? Può darsi.
Ci sono tante cose che ci avrebbero permesso di divincolarci...e lui ha scelto la strada più facile come fanno tutti.
Ma Brian non è come gli altri. Brian ha un qualcosa di diverso. 
Non so cosa sia di preciso...ma lo sento a pelle.
O forse, sono io che ho lasciato viaggiare troppo la mia mente.
Perché provare tutto questo per una persona come lui? E' fatto della stessa pasta di Stéph, ne sono sicura.
Sono due mafiosi dopotutto...e chissà quante risate si saranno fatti i suoi amici alle mie spalle.
Con il cuore che affonda lentamente in un mare di debolezze e tristezze, provo a rialzarmi dal pavimento ma senza guardare
la mia immagine allo specchio.
Non voglio più rivedermi in questo stato, quindi meglio evitare.
Mi avvio velocemente verso il bagno, aprendo il rubinetto della doccia ed aspettando che l'acqua si riscaldi presto.
Mi spoglio, entrando dopo un po' sotto la doccia e cominciando ad utilizzare l'acqua come purificatrice di ogni cosa.
Mentre l'acqua continua a ribattere sul mio viso come i raggi del sole, io chiudo gli occhi non riuscendo a vedere nient'altro che la solita immagine.
Quel ragazzo sta diventando una persecuzione e la cosa non mi piace per niente.
Dopo la doccia, mi asciugo velocemente e scendo in cucina per poter mettere qualcosa sotto ai denti.
In cucina, trovo chi non avrei mai voluto vedere.
C'è Brian insieme a tutti gli altri, tra cui anche altri ragazzi che non conosco. 
Ragazzi mai visti prima, ovviamente.
Mi fermo per un attimo sulla soglia della porta, non sapendo neanch'io se avanzare o tornarmene indietro.
Opterei di più per la seconda.
-E chi è questo bel bocconcino?- Domanda improvvisamente uno di loro, dai capelli rossi e gli occhi azzurri.
Bocconcino a me? Se potessi, lo avrei già seppellito vivo!
Un attimo di silenzio e Brian non ha neanche il coraggio di guardarmi negli occhi. Come sempre d'altronde.
Gli altri invece mi salutano con un cenno di mano e con i loro soliti sorrisoni stampati sui loro stessi visi.
Se non fossero stati dei mafiosi, sicuramente sarei riuscita a fidarmi di più di loro. Dopotutto...non sono poi così male
come sembra.
Forse, anche loro ce l'hanno un cuore nonostante tutte le vittime che uccidono di giorno in giorno.
-E' la moglie del capo.- Borbotta Brian, fumando come al solito la sua Marlboro ma continuando a tenere gli occhi fissi contro il pavimento.
Egli strizza per un po' gli occhi, mentre aspira dell'altro fumo dalla sua stessa sigaretta.
-Io ho un nome.- Ribatto acida, tornando sui miei passi e ritornando ovviamente nella mia camera.
Qualcosa è cambiato nel suo volto.
Qualcosa è cambiato in lui.
Diventa persino difficile per me respirare la sua stessa aria.
E' possibile odiare e allo stesso tempo amare la stessa persona? 
Dio, perché non ti decidi a darmi qualche risposta?


















***











Stéph è uscito poco fa con quei ragazzi che ho visto oggi per la prima volta.
Per qualche strano motivo però, gli altri sono rimasti qui.
Probabilmente Stéph avrà loro di nuovo ordinato di occuparsi di me fin quando non tornerà stasera.
Stanca di starmene sempre chiusa nella stessa camera però, utilizzo un fermalibro per il mio libro e lo chiudo, riponendolo
nella solita libreria.
Esco dalla camera, desiderando solo di rilassarmi e non pensare a nient'altro che a me stessa.
Tutta questa situazione sta cominciando a diventare sempre più pesante ed io non sono più in grado di reggerla.
Voglio solo riprovare a respirare come quando Brian mi ha dato la possibilità di ricominciare a vivere.
Quella stessa possibilità che poi, mi ha strappato via lui stesso.
Salgo velocemente verso la terrazza, ma una volta arrivata c'è un qualcosa di particolare ad attirare la mia attenzione.
Il mio cavalletto da disegno è appena stato imbrattato con dei colori a tempera che ritraggono il volto di una ragazza.
Mi avvicino al cavalletto, osservando con attenzione il disegno ed ogni singolo lineamento corretto alla perfezione, su quello che sembrerebbe
essere proprio il mio volto.
Porto una mano contro la tela, ma decido di non toccarla dato che il disegno è ancora fresco.
Assottiglio per un po' gli occhi, notando poi delle lacrime di sangue pendere dagli occhi della ragazza che dovrei essere proprio io.
E per di più, ho un cuore tra le mani.
Non uno di quei soliti cuori scarabocchiati...ma un vero e proprio cuore pulsante che continua a sanguinarmi tra le mani.
Deglutisco, sentendo l'odio crescermi dentro a dismisura.
Non c'è alcuna firma su questo ritratto, ma ho come l'impressione di conoscerne l'artefice.
A passo svelto, scendo dalla terrazza, dirigendomi verso il piano terra ed attraversando il lungo corridoio che mi si para davanti.
Con frustrazione, busso più volte alla porta della camera degli scagnozzi, posizionandomi poi le mani sui fianchi.
Ad aprirmi è proprio il diretto interessato.
-Cos'è questo sguardo minaccioso Mrs.Haven? Ha intenzione di restare qui ancora per molto?-
-Brutto pezzo di merda! Cosa diavolo stai cercando di fare eh? Chi ti ha dato l'ordine di utilizzare i miei colori e soprattutto
il mio cavalletto?!- Urlo furiosa, vedendo il ragazzo sorridere.
No ti prego, non di nuovo. Non quei sorrisi così devastanti.
Brian non mi risponde ma questa volta, mi sta davvero sorprendendo.
Mi sta guardando finalmente negli occhi.
Più arrabbiata che mai, mi catapulto contro di lui, dandogli dei pugni sul torace mentre lui, mi spinge dalle braccia contro il suo stesso petto.
-Lasciami subito, stronzo!- Urlo ancora, sentendo la sua presa sulle mie braccia stringere sempre di più.
I miei occhi ricadono ancora nei suoi ma questa volta lui decide di spingermi contro il letto, tenendomi ancora le braccia.
-Cosa diavolo...- Provo a dire, ma le parole mi muoiono in gola.
Brian si sdraia su di me e mi bacia con passione, facendomi quasi toccare il cielo con un dito o raggiungere il Paradiso.
Provo ad allontanarlo ben presto e riuscendoci, lo vedo sorridere ancora con uno sguardo malizioso che non mi piace per niente.
-Ma sei forse impazzito? Mi credi una di quelle troiette che ti porti a letto quando vuoi, forse?- Urlo, vedendolo sorridere ancora.
Odio il suo modo di comportarsi ed i suoi continui sbalzi d'umore mi fanno venire il mal di testa.
Brian mi prende un polso, osservando poi il braccialetto che ho deciso di indossare quest'oggi.
Lo osserva con attenzione, come se non avesse mai visto nulla di simile.
E' un braccialetto semplice, che mi ha regalato un venditore ambulante senza neanche farsi pagare.
-Dove lo hai preso questo?- Mi domanda Brian, assottigliando gli occhi verso il polso che sta ancora stringendo tra le sue dita.
-Ma che t'importa? Lasciami in pace Gates!- Esclamo, strattonando via il mio polso e scendendo velocemente dal letto del ragazzo.
Egli resta seduto sul suo letto e sembra essere piuttosto pensieroso.
Socchiude per un po' gli occhi, toccandosi i capelli con nervosismo.
Il mio battito cardiaco sembra essere impazzito mentre mi sento in fin di vita.
Mi duole vedere gli occhi del ragazzo esser diventati totalmente bui. Non li avevo mai visti così scuri e penetranti.
Io proprio non lo capisco.
Perché tutto ad un tratto sento come se i nostri cuori stessero per riunirsi?
E' come se resistere non avesse più alcun senso. Come se potessimo cercare di abbracciarci senza aver paura di ucciderci
a vicenda.
-Te l'ho dato io quel braccialetto.-
Ho sentito bene?
Sbarro gli occhi, osservando il ragazzo accendersi un'ennesima sigaretta.
Lui tiene alle sue sigarette più di quanto possa tenere alle persone che gli sono intorno. O forse, questo è solo un mio parere.
-Cosa? No, è impossibile.- Sussurro negando con un cenno di testa.
-Perché dovrebbe essere impossibile?- Continua lui, fumando la sua stessa sigaretta e tenendola ancora tra le sue labbra.
Mi osservo il braccialetto, scrutando l'ancora con attenzione.
Ora che ci penso in effetti, non sono neanche riuscita ad osservare per bene il volto dell'uomo dato che era totalmente incappucciato.
-A te piacciono le persone?-
Un flashback, mi ritorna alla mente, quando mi soffermo sugli occhi del ragazzo che ho dinanzi a me.




















-E' un bel bracciale ma...continuo a non capire.-
-A me non piacciono le persone. A lei?-
-Non capisco adesso questo cosa centri...e soprattutto perché insiste nel volermi vendere questo bracciale.-
-Io penso che tutti una volta nella vita abbiamo bisogno di essere salvati. E lei ha l'aria triste di chi è stata ferita
per troppo tempo.-
-Non pensavo potesse essere così facile leggermi negli occhi.-
-Allora ci sono riuscito bene.-
-E a lei invece signore, le piacciono le persone?-
-No. Le persone feriscono troppo spesso.-
-Ma noi...lo siamo.-
-E chi glielo dice?- 












L'uomo si era allontanato, lasciandomi il bracciale tra le mani mentre cercavo disperatamente
il portafoglio nella mia borsetta.
Troppo tardi.
L'uomo se ne andò, senza lasciare alcuna traccia.
-Eri tu! Quell'uomo incappucciato...eri...tu.- Sussurro quasi con debolezza, vedendo Brian alzarsi dal letto
ed avvicinarsi alla finestra.
Egli guarda al di fuori dell'abitazione e fissa il cielo come se non riuscisse a fare altro.
Io invece, non riesco a capirci più niente. Questo ragazzo è un tale mistero che anche se volessi comprenderlo, non potrei
mai riuscirci.
Ci sono dei bagliori di luce nei suoi occhi che mi sono stati ancora nascosti e dei veli di tristezza non ancora rivelati.
Ma forse, abbiamo semplicemente corso troppo.
-Volevo solo starti accanto ed avrei fatto qualsiasi cosa per guardarti un po' più da vicino.-
Ma che cosa sta cercando di dirmi?
-E' da troppo tempo che provo ad amarti. Cazzo, possibile che non te ne sei mai resa conto in tutto questo tempo?-
-Brian ma cosa...-
-E' dalla prima volta che ti ho visto su quell'altalena che sono innamorato di te.-
Sussulto, osservando gli occhi sinceri del ragazzo, mentre si decide a voltarsi verso di me.
Rabbrividisco al suono delle sue parole, respirando sempre più a fatica.
-E allora perché mi hai detto quelle cose? Perché hai cercato in tutti i modi di farmi del male?-
-Perché era l'unico modo che avevo per non ferirti ancor di più. Tu pensi che io ti abbia fatto del male, ma non è così! Ho solo
cercato di salvarti ancora una volta e tenerti lontano da me il più possibile. Tu non puoi stare con uno come me Haven.-

-Ma cosa stai dicendo? Brian cazzo, sei stato l'unico a farmi capire realmente cos'è l'amore! Mi hai dato la libertà e la vita di cui
avevo bisogno per sentirmi decisamente una persona migliore!-
-Haven, ho fatto una cazzata a trattarti in quel modo e lo so...ma...pensa se lo scoprisse il signor Mason! Pensa anche solo per un attimo
a cosa potrebbe farci. Ed io non voglio rovinarti la vita come ho fatto con la mia.-

Non lo aveva fatto perché non mi amava più o aveva giocato con i miei sentimenti...lo aveva fatto per proteggermi.
I miei occhi non riescono bene a reggere il colpo mentre starebbero per lacrimare, ma non posso più permettermi di farmi veder piangere
ancora una volta.
-Ti ho osservata per più di due anni ma cazzo...eri così irraggiungibile che non mi sarei mai permesso anche solo ad avvicinarmi. Ed invece
quel giorno non ce l'ho fatta più. Dovevo parlarti, dovevo farti sentire la mia presenza anche se tu non avresti mai intuito chi potessi essere.-

Due anni?!
Due anni ed io non sapevo di esser stata osservata per così tanto tempo.
Ogni mio movimento era sempre qualcosa di speciale ai suoi occhi ed io neanche lo conoscevo.
Tutto questo mi sembra così surreale che potrei quasi voler tornare indietro con il tempo e guardarmi un po' di piùà intorno.
Magari, avrei incrociato prima il suo sguardo e sarebbe stato tutto più facile di così.
Brian mi si avvicina ben presto, spegnendo la sua sigaretta nel posacenere posizionato sul suo stesso comodino.
Questa volta, sono io a non riuscire a sostenere il suo sguardo.
Abbasso d'istinto la testa, fissando il pavimento ma sentendomi ben presto sorreggere il mento dalle sue dita tatuate.
-Forse sto commettendo lo sbaglio più grande di tutta la mia vita...- Mi sussurra con dolcezza, guardandomi intensamente negli occhi.
Ci sprofonderei in queste due enormi pozze, diventate profodamente scure.
Mi mordo il labbro inferiore mentre continuo a pensare a cosa in realtà stia pensando lui, guardandomi negli occhi.
Chissà se avverte, ciò che continuo a sentire io dentro di me.
Il mio cuore è diventato quasi come uno tsunami e le mie labbra nonostante siano totalmente ferme...continuano ad urlargli contro come se aspettassero
solo un suo bacio.
E' come se sapessi che dopo un suo semplice ed unico bacio, tutto potrebbe andar bene. Tutto potrebbe migliorare ed io ricomincerei
a sentirmi libera come quando ha sovrapposto le sue labbra alle mie per la prima volta.
In cuor mio, so che lui potrebbe essere l'unico a potermi guarire. Mi sento come una malata di una qualche rara malattia e come se il suo respiro
fosse la mia solita ed unica flebo. Quella flebo attaccata a me tanto da soffocarmi ma allo stesso tempo, darmi tutta l'aria di cui ho bisogno
per continuare a vivere.
Avevo giurato a me stessa di voler solo strappare pagina e di non voltarla. Ma da come sto iniziando a guardarlo ho come la sensazione di non poterne
più uscire.
-Ma dammi la possibilità di sbagliare.- 
Sussulto alle sue parole,mentre le sue labbra si avvicinano ancora una volta alle mie.
Questa volta non ho alcun'intenzione di tirarmi indietro e mi lascio andare come non credevo di riuscire più a fare.
Le nostre labbra continuano a sovrapporsi e a muoversi tra di loro con lentezza mentre io continuo ad assaporare ogni attimo.
Chiudo gli occhi portando poi le mie dita tra i suoi capelli soffici mentre sento le sue mani circondarmi i fianchi.
Ci ho appena lasciato il cuore in questo bacio e non posso esserne più felice. 
Credevo davvero di esser stata utilizzata come una bambolina di pezza, abbandonata dopo averci giocato per un po' di tempo.
Ed invece entrambi sembriamo più che desiderosi di sbagliare.
-L'idea di saperti felice con un altro non mi piace affatto.- Mi sussurra, lasciando respirare anche le mie labbra ma posizionando la sua 
fronte contro la mia.
Entrambi respiriamo quasi a fatica, come se per tutto il tempo ci siamo lasciati uccidere dai nostri stessi respiri.
Le macerie che avevo dentro sembrano essersi appena dissolte.
I miei occhi, riprendono improvvisamente vita.
-Non abbandonarmi mai più.- Continuo io, incatenandomi al suo sguardo.
-Mi dispiace di non aver evitato che ti facesse del male...l'altra notte.- 
Una morsa allo stomaco, mi fa ricordare dell'accaduto con Stéph.
-E' stato orribile sentirti urlare dalla paura in quel modo. Volevo correre da te ma i ragazzi mi hanno fermato appena in tempo
o avrei potuto commettere qualche omicidio.-
-Non lasciarmi ti prego. Non lasciarmi mai più...anche quando pensi che tutto questo sia solo pura follia...non lasciarmi.-
-Non ti avrei mai lasciato definitivamente. Sei la mia piccola, ricordi?-
Sorrido alle parole del ragazzo, rifugiandomi ben presto tra le sue braccia.
La testa di Brian si posiziona sulla mia mentre le sue mani continuano ad accarezzarmi i capelli.
La mia guancia è sul suo petto ed i nostri cuori sembrano essersi appena toccati.
-Ti va di venire con me ad una festa?- Mi domanda improvvisamente Brian, continuando ad appoggiare le sue mani tra i miei capelli.
-Una festa?- Domando perplessa, inarcando un sopracciglio.
-Una festicciola tra amici, al mare. Nulla di che insomma.-
-Oh no...ti immagini cosa potrebbe accadere se dovesse tornare improvvisamente Stéph?-
-So che tipo di affari sta svolgendo. Torneremo qui prima di mezzanotte.-
-Non lo so...è che sta accadendo tutto così in fretta ed io avrei solo bisogno di rallentare un po'.-
-Haven, tu hai bisogno di vivere. Non puoi startene sempre qui dentro, rinchiusa come in una gabbia per uccelli.-
-Hai ragione ma...non posso.-
-E dai, è solo una festa sulla spiaggia. Siamo tra amici e nessuno si azzarderà a fare la spia.-
Vedo i suoi occhi, quasi implorarmi. Forse, dovrei semplicemente provare a lasciarmi andare un po' di più.
Dopotutto, lui ha ragione.
Dovrei provare a vivere un po' di più e lui sembra essere intenzionato ad aiutarmi.
-Possiamo provarci.- Dico, vedendo Brian sorridermi e lasciarmi un bacio sulla guancia.
Mai avrei pensato di poter constatare che la sua felicità sarebbe potuta diventare la mia.























***
















Arrivati alla spiaggia, l'odore di mare mi rientra nelle narici facendomi sentire fottutamente bene.
E pensare che erano mesi che non vedevo il mare.
Io e Brian scendiamo dalla sua auto, mentre lui stesso si avvicina a me per prendermi per mano.
Avverto una scossa nel momento stesso in cui la mia mano aderisce perfettamente a quella del ragazzo.
Neanche al contatto con la pelle di Stéphan mi ero mai sentita così bene.
Io e Brian ci togliamo con velocità le scarpe lasciando affondare i nostri piedi scalzi nella sabbia fresca.
La luna illumina l'acqua del mare mentre della buona musica comincia a rimbombarmi nella testa.
Delle urla, del fuoco e delle persone che ballano con dei drink tra le mani attirano particolarmente la mia attenzione.
Brian fa un passo in avanti ma io decido di immobilizzarmi.
-Tutto bene?- Mi domanda il ragazzo, senza lasciare neanche per un istante la mia mano.
-Mi riconosceranno. Tutti sanno che sono la moglie di Stéph.-
-Haven, qual è il problema?-
-Io...non sono abituata a stare in contatto con tutte queste persone.-
-Sbaglio o te la stai facendo addosso?-
-Coglione, smettila di ridere!-
-Va bene, va bene.-
-E' che...-
-Ti senti diversa.-
-No ma che dici...non è questo.-
-Potrebbe invece. Non siamo di certo degli esempi da seguire.-
Ma questo lo avevo capito Brian. Il problema è che potrei sentirmi seriamente a disagio tra di voi.
Apparteniamo a due mondi completamente diversi ed ho difficoltà a dirtelo.
Non voglio ferirlo.
-Dai, andiamo.- Borbotto, stringendogli con più forza la mano.
-Ne sei sicura?- 
-Si.- Ammetto con decisione, seguendolo poi verso il mare.
Entrambi ci avviciniamo ad un gruppo di amici che stavano ballando prima che io e Brian potessimo avvicinarci a loro.
-Ma guardate un po' chi ha deciso di ritornare in famiglia! Cazzo Gates, sei proprio tu?- Domanda un ragazzo dai capelli biondi
e gli occhi scuri, avvicinandosi a Brian allargando le braccia.
-Daniel, cazzo, come butta?- Continua Brian, abbracciando il ragazzo come se si conoscessero da una vita.
Possibile che questi esemplari non facciano altro che ripetere la parola "cazzo" in continuazione? Secondo me, è una fissa.
-Alla grande, qualche giorno fa sono riuscito a portarmi a letto Carol. Guarda, quella ragazza è una bomba anche se non la smetteva
neanche per un secondo di parlarmi di quella volta in cui te la portasti a letto!- Esclama il tizio con la barba bionda, più euforico che mai.
Possibile che quando si parla di Brian, l'argomento "sesso" passa sempre al primo posto?
Voglio dire, ci sarà pure qualcos'altro di più interessante da raccontare!
-Io e Carol non ci sentiamo da un bel po' ormai. Piuttosto, sono felice per te, le giravi intorno da un bel po' di tempo!-
-Già...oh cazzo, ma quella lì è la moglie del signor Mason...- Sussurra quasi il ragazzo, osservandomi con attenzione.
Arrossisco per un po', sentendomi completamente a disagio.
-Si. Daniel, ho il piacere di presentarti Haven. Sarà dei nostri stasera.- Annuncia Brian, indicandomi.
Il biondino si avvicina a me, osservandomi ancora.
-Oh ciao Haven, io sono Daniel e se vuoi il mio letto è sempre disponibile per una qualche scopat...-
-E' già occupata con il sottoscritto. Provaci ancora e giuro su mia madre che ti cavo gli occhi.- Brian non fa finire la frase al ragazzo,
che sbarra gli occhi, scoppiando a ridere l'attimo dopo.
-Come non detto allora. Buon divertimento bellezza!- Continua il ragazzo, allontanandosi ben presto da me e Brian ed avvicinandosi
ad alcune ragazze che stanno ballando con sensualità.
-Scusalo lui...è fatto così. E' un tipo un po' tutto sesso e...-
-L'ho capito. Non siete poi così diversi.-
-Mi stai paragonando a lui?-
-Considerando il fatto che hai solo scopato con questa Carol...-
-Fammi indovinare...sei gelosa?-
-Chi? Io? Assolutamente. Mi duole solo sapere che il ragazzo che amo per tutto questo tempo non ha fatto altro che portarsi a letto
delle ragazze e lasciarle il mattino successivo.-
-Pensi che possa fare la stessa cosa anche con te?-
-Io non posso saperlo questo...dovresti essere tu a dirmelo.-
-Le altre non significano niente per me Haven. E' vero, sono stato a letto con molte ragazze ma...ora che ci sei tu, non potrei mai
fare una cosa simile. Non ne sarei semplicemente capace, puoi credermi.-
E' sincero. Glielo si legge negli occhi.
-Ti credo.- Ammetto, vedendolo poi sorridere.
Dopo un po', altre persone vengono a salutare Brian mentre lui sembra essere terribilmente orgoglioso di presentarmi a tutti i suoi amici.
Sono tutti mafiosi e nonostante abbiano la faccia da cattivi ragazzi...hanno dimostrato di essere molto simpatici.
Ben presto ci raggiungono Jimmy, Johnny, Matt e Zacky.
-Siete tutti pronti a fare baldoria!?- Urla Jimmy, dimostrando di essere un eccessivo animale da festa.
Saluto tutti, compreso Rev, restando poi accanto a Brian mentre le altre persone continuano a fissarmi.
Una ragazza, si avvicina ben presto Brian, dandogli un bacio sulla guancia.
Alla vista di questa scena...comincio seriamente a sentirmi male.
-Brian, ma dov'eri finito? E' da mesi che non venivi a trovarci.- Borbotta la ragazza bionda dagli occhi azzurri e le lentiggini, mostrando
a tutti la sua mercanzia con dei pantaloncini estremamente corti ed un reggiseno da "brava ragazza".
Ovviamente, si fa per dire.
-Nancy...non sapevo di trovarti qui.- 
Brian sembra piuttosto imbarazzato e la situazione non fa che peggiorare.
-Non dirmi che ti sei dimenticato di me...- Continua la sciacquetta, facendomi venire un diavolo per capello.
Che parte del corpo vuole perdere questa qui?
-Nancy, sai bene che tra di noi non c'è mai stato niente.- 
-E questa qui da dove salta fuori? Non te la fai con la moglie del capo spero!-
-Nancy...-
-Comunque, mi aspettavo di meglio da uno come te. Ma se vuoi, io sono sempre disponibile.-
-Peccato che sia lui a non esserlo.- Ribatto con rabbia, rivolgendomi alla biondina che è rimasta totalmente a bocca aperta.
La sciacquetta chiamata Nancy mi sta per rispondere a tono ma io ormai mi son già allontanata dai due.
Brian mi rincorre.
-Hey...Birdie!- Brian prova ad attirarmi a sé, ma io continuo ad avanzare senza neanche ascoltarlo.
O forse si.
Come mi ha chiamato?
-Vuoi fermarti, cazzo!- Continua Brian e questa volta, decido di accontentarlo.
Mi volto scontrosa verso di lui, tentando di affrontarlo.
-Perché non te ne torni da quella lì e mi lasci in pace? Avrete tante cose da dirvi, suppongo.- Sbotto, vedendo Brian abbozzare un sorriso.
Forse lui non ha capito bene che qui non c'è proprio niente da ridere!
-Haven, pensi davvero che io voglia stare con quella lì?-
-Beh, ad occhio e croce ci sarai già stato.-
-Te l'ho già spiegato...è accaduto prima che...-
-Si, si. Ho capito.-
-Non mi credi?-
-Sai com'è a questo punto mi riesce difficile!-
Brian prende un sospiro profondo, incollando poi i suoi occhi ai miei.
-Nancy si è innamorata di me quando eravamo molto piccoli. Non è cattiva, solo che ha un caratterino tutto suo. Noi siamo stati la sua
famiglia per tutti questi anni e la sua possessione a volte sale alle stelle, soprattutto nei miei confronti. Da quando è scappata di casa,
siamo sempre stati noi ad accudirla al meglio.-
-Scappata di casa?-
-Si. Aveva una famiglia piuttosto turbolenta ed il padre abusava di lei.-
Resto in silenzio, non riuscendo più a ribattere.
-Ci eravamo incontrati per caso perché la madre era l'amante di un mafioso molto acclamato qui in California.-
Esito, vedendo gli occhi di Brian illuminarsi di colpo.
-Eh già. Io e Nancy saremmo potuti essere fratellastri.- Continua Brian, scioccandomi.
Questo vuol dire che...
-Mio padre è morto quando ero solo un ragazzino e se te lo stavi chiedendo si...era innamorato follemente della madre di Nancy, a quei
tempi sposata con un tossico dipendente.-
-E...adesso, che fine ha fatto la madre di Nancy?-
-Dopo lo shock ottenuto con la morte di mio padre, decise di prostituirsi. Nancy non riesce ancora a perdonargli questa scelta di vita
ma io...la considero ancora come la madre che non ho mai avuto.-
Ed in effetti io non so proprio niente di Brian. Non conosco i vari aspetti della sua vita o della sua infanzia. 
-Che...cos'è successo a tua madre?- Gli domando, vedendolo poi voltarsi verso il mare.
E' incredibile come sia riuscita probabilmente ad aprirgli delle vecchie ferite...
-Non l'ho mai conosciuta.-
Ecco...lo sapevo che avrei fatto meglio a restarmene zitta.
Un velo di tristezza attraversa gli occhi del ragazzo ed io ho finalmente capito cos'è tutto quel buio che si porta dentro.
-Lei mi ha abbandonato quando ero solo un neonato. Se non ci fosse stato mio padre, non immagino neanche cosa mi avrebbe riservato il destino.
E' anche vero che mio padre non era di certo un uomo esemplare ma in qualche modo mi ha cresciuto. A volte penso che mia madre avrebbe potuto
abbandonare me e mio padre per il semplice fatto che lui era un mafioso. Forse lei aveva paura ma...perché allora non mi ha portato via con sé?
Avrebbe potuto farmi diventare un uomo migliore e lo avrebbe fatto da brava madre. Invece no...lei ha preferito pensare solo a sé stessa.-

Ed eccoli di nuovo quegli occhi colmi d'odio e di rabbia che tanto mi spaventano.
-Mio padre intanto mi ha cresciuto come meglio poteva. O almeno è questo ciò che credeva...-
-Perché dici così?-
-Credi sia bello vedere la gente morire dinanzi ai tuoi stessi occhi quando sei solo un lattante schiacciato dal mondo intero?-
-Ma...-
-No, non lo è Haven.-
Per un attimo, mi sono chiesta del perché stia raccontando queste cose proprio a me, ma l'attimo dopo ho capito tutto.
Nessuno mi aveva mai guardata con gli occhi dell'amore proprio come fa lui.
Ci sono troppi "ti amo" sulla bocca di chi non sa amare...mentre le sue labbra potrebbero anche tacere per sempre.
Io lo capirei lo stesso ciò che vorrebbe dirmi.
-Mio padre mi diceva sempre che questo era l'unico modo che aveva per farmi diventare un uomo forte. Quindi, mi preparava alla realtà delle cose.
Essendo un capo della mafia ben rispettato insieme a Stéph, egli si occupava di uccidere chiunque non era più degno di far parte dell'organizzazione.
io ero piccolo e al posto di voler vedere quelle scene così sanguinose avrei preferito che mi cavassero gli occhi. Senza alcun ombra di dubbio, avrebbe
fatto meno male.-

Esito ancora una volta.
-Ma io non rimpiango ciò. Se non fosse stato così duro nei miei confronti...forse a quest'ora sarei stato troppo debole per poter prendere
il suo posto un giorno, nella compagnia.-
-E come ti sei ritrovato ad essere uno degli scagnozzi di Stéph?-
-Come ti ho già detto mio padre e Stéph lavoravano insieme nell'organizzazione. Sono sempre stati i capi della mafia più famosi al mondo e continueranno
ad esserlo lo stesso con il passare degli anni.
Dopo la morte di mio padre Stéph mi ha accolto in casa sua e mi ha dato la possibilità di diventare uno dei suoi scagnozzi. Jimmy e gli altri già
lo erano avendo vissuto anche loro delle vite piuttosto tormentate.-
Sospettavo che tutti loro non avessero avuto una vita facile sin da piccoli. Basta osservare con attenzione i loro occhi per capire
tutto.
Per capire che non sono stati loro stessi a scegliersi la propria vita.
D'stinto, tutto ciò che posso fare è abbracciare Brian.
Lui resta sorpreso da questo mio modo di fare e si lascia stringere come se non ci fosse un domani.
Adesso ho capito tutto. Ho capito cosa si nasconde dietro a questi grandi occhi color nocciola e dietro a quelli di tutti gli altri.
Ma lui è il ragazzo che amo. Non è perfetto, anzi è forse la persona più pericolosa al mondo...ma non si sceglie mai chi amare.
Si ama e basta.
Delle lacrime mi cadono dal viso e per la frazione di un secondo riesco a bagnargli un po' la maglietta.
-Birdie, perché piangi?- 
Mi domanda Gates anche se per un attimo ho pensato che non si stesse riferendo a me.
-Mi dispiace tanto Brian. Non avrei mai dovuto chiamarti assassino o dirti tutte quelle cose. Io non immaginavo che...che...-
-Shh. Non parlare. Non c'è bisogno che tu dica altro.-
-Perché continui a chiamarmi in quel modo?-
-E' che mi è uscito spontaneo. Sei come un uccellino in gabbia che ha solo bisogno di spiccare il volo.-
Sorrido alle parole del ragazzo, accoccolandomi ancora tra le sue braccia.
Mi sto innamorando così velocemente di lui che quasi non mi sembra vero.
-Dai, adesso raggiungiamo gli altri.- Continua Brian, prendendomi di nuovo per mano.
Entrambi ci avviciniamo al fuoco che hanno appena acceso alcuni ragazzi sulla spiaggia.
Sembrano proprio una grande famiglia. Nonostante siano persone così fottute...trovano sempre il momento giusto per sorridere e stare insieme.
Jimmy salta improvvisamente addosso al ragazzo che amo ed insieme si lasciano cadere sulla sabbia.
Rev circonda le spalle di Brian con un braccio mentre gli dà una sigaretta.
Gates la accetta con piacere e dà uno schiaffetto sulla nuca ad uno dei suoi migliori amici.
Attorno a noi, il caos.
Un ragazzo dai capelli lunghi neri, sale su di una tavola da surf raccontando delle sue strane imprese a tutti coloro che si sdraiano attorno
al fuoco.
Ascolto per un po' le sue imprese e scoppio a ridere all'istante come fanno anche tutti gli altri.
Matt ha appena buttato della birra in testa a Johnny, che si alza di scatto dalla sabbia, rincorrendo il ragazzo come se gli avesse
quasi rubato le mutande per sbandierarle in giro.
Dopo pochi istanti, Johnny e Matt si lanciano addosso e Jimmy e Brian che al contrario non sembrano per nulla infastiditi.
Tutti e quattro iniziano a ridere, sembrando dei fenomeni da baraccone sempre pronti ad intrattenere la gente.
Dietro di me, Zacky mi prende improvvisamente in braccio facendomi urlare a squarcia gola ma allo stesso tempo...ridere.
Tutti applaudono a Vee, comprese le persone che ci sono attorno.
Per un attimo osservo un ragazzo rollarsi una cartina accanto al fuoco e per un po' mi spavento.
Egli divide la sua cartina con tutti ed anche con Brian. 
Lancio uno sguardo a Gates mentre continuo ad osservare la scena a testa in giù.
Quando Brian scorge i miei occhi, lancia nel mare la cartina sotto gli occhi di tutti.
-Gates, ma che cazzo fai? Quella si che era roba buona!- Borbotta quel Daniel, rivolgendosi a Brian che mi sorride.
Ricambio il suo sorriso, fiera di ciò che ha appena fatto il ragazzo.
Zacky mi lascia cadere tra le braccia di Brian e lui stesso si rialza dalla sabbia fresca, senza darmi la possibilità di farmi
toccare i piedi a terra.
-In acqua! In acqua! In acqua!- Urlano tutti in coro, ridendo come non mai.
-Brian! Mettimi subito giù!- Urlo, dando dei pugni dietro alla schiena del ragazzo ma lui non sembra neanche accusarli.
In un attimo, vengo buttata in riva al mare, tra la sabbia e l'acqua che mi ha appena bagnata per un po'.
Una volta caduta in questo po' d'acqua, comincio a ridere anch'io.
Tutti si tuffano improvvisamente in acqua, mentre le stelle e la luna ci fanno compagnia in questa spendida notte.
In questa notte nuova, totalmente colorata.
Con questi ragazzi...sto riuscendo finalmente a sentirmi più libera e me stessa in tutto e per tutto.
Brian mi offre una mano per aiutarmi a rialzarmi.
Sto per accettare la sua mano ma i miei occhi sono attratti da ben altro.
Tra tutti i mostri che ha Brian tatuati sul braccio...c'è un "Thank you" che emerge dal nulla.






















NOTE DELL'AUTRICE.

Buonasera, mattina, pomeriggio o come preferite voi guys!
Allora, voi come state? Vi state godendo l'estate oppure siete sotto esami?
Beh, in bocca al lupo a tutti nel caso che avete degli esami da superare!
Sono tornata con un nuovo capitolo e spero di avervi fatto passare dei minuti piacevoli a leggerlo.
Insomma...io mi annoierei a leggermi...sono un tale caos mentale io!
Tuttavia, questi due piccioncini sembrano ormai essere l'uno parte dell'altra...ma potrà mai una ff della vostra
Gates essere sempre rose e fiori?
Beh, ve ne renderete conto continuando a leggere questa ff alquanto stupida lol.
No dai...anche questa ff avrà delle tematiche importanti e spero come al solito che i miei messaggi riescano a coinvolgere
un pubblico di lettori un po' più vasto!
Come al solito vi ricordo che recensire è gratis e che mi trovate anche su twitter con il nome di @GatesIsTheWay.
Insomma, mettete la ff nei preferiti, nelle seguite, fate un po' ciò che vi sentite! Io spero di riuscire comunque a regalarvi
qualche emozione particolare.
Grazie a tutti per la vostra collaborazione e per il sostegno! Siete stupendi, davvero.
Credo che non potrò mai ringraziarvi abbastanza...<3






Con affetto...



-SynysterIsTheWay.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 7. Keep me alive. ***


7° Keep me alive.







 
"Reinventa te stesso, fai un sacco di casino, combina disastri,divertiti,pensa con la tua testa..."
(Sid Vicious)







Quando Brian mi ha riportata a casa ieri, una strana sensazione mi ha colpito allo stomaco
ma decisi di restare in silenzio.
Sarei marcita dentro con la sensazione che mi nuotava dentro pur di non far preoccupare nessuno.
Matt mi ha fatta entrare dalla porta di servizio da cui rientravano i ragazzi dopo aver svolto qualche lavoretto.
Sono entrata in casa senza di loro che sarebbero rientrati qualche istante dopo di me per non farla sembrare una coincidenza.
Salii di corsa le scale, augurandomi che i miei vestiti potessero asciugarsi presto.
Le mie intenzioni erano quelle di entrare in camera, prendere il pigiama pulito e correre in bagno a fare una doccia prima che potesse
tornare a casa Stéph. 
Ed invece, il destino ha voluto mettermi per l'ennesima volta i bastoni tra le ruote.
Aperta la porta della camera, osservo la figura di Stéphan dinanzi alla finestra.
Lui era seduto sulla poltroncina in avorio regalataci il giorno del nostro matrimonio da una coppia di amici.
Il suo sguardo che dapprima era perso contro il cielo, l'attimo dopo era totalmente rivolto contro di me.
Con una bottiglia tra le mani continuava a fissarmi mostrandomi forse il suo dolore o la sua incontrollabile rabbia.
I suoi occhi azzurri erano diventati improvvisamente rossi ed aveva quella camicetta bianca sbottonata per metà.
Era ubriaco.
Aveva l'aria di uno che voleva suicidarsi e allo stesso tempo voleva uccidere.
Cominciai a tremare sul posto, senza avere nulla da dire.
Stéph mi squadrò dalla testa ai piedi per poi alzarsi barcollante dalla poltrona ed avvicinarsi a me con debolezza.
Bevve un altro sorso di liquore mostrandomi poi i suoi capelli imbrattati di sudore ed il torso un po' visibile totalmente
bagnato d'alcool.
Stavo per sussurrargli una bugia efficiente ma lui decise di girarmi intorno per diversi secondi.
Abbassai lo sguardo contro il pavimento mentre continuava ad annusarmi e toccarmi i capelli bagnati per metà dall'acqua del mare.
Rabbrividii all'istante quando mi sussurrò di sentire il profumo del mare attraverso la mia pelle ed i miei capelli.
Decisi di spiegargli la situazione o magari inventarmi una qualsiasi altra cosa pur di passarla liscia...ma lui non mi aveva dato neanche
l'opportunità di parlare.
Sentii quello schiaffo mentre rimbombava nell'aria e le figure dei ragazzi presentarsi nella nostra camera.
Mi ritrovai a terra con la guancia gonfia e le lacrime che già avevano rigato il mio volto da un bel po'. 
Sono tornata alla realtà in un attimo, mentre ciò che avevo vissuto qualche ora prima con gli altri mi sembrava tutto così perfetto da farmi
star male.
Stéph mi urlava contro di averlo tradito e di esser andata con chissà chi sulla spiaggia. Era furioso. 
Gli altri restavano in silenzio non potendo fare proprio niente per aiutarmi.
Nell'istante stesso in cui Stéph si tolse la cintura dai pantaloni, ricominciai a piangere.
Avevo paura perché con una persona come Stéph accanto non si poteva fare altro.
Egli urlò a Brian di adagiare quella stupida cintura contro il mio corpo e per la prima volta vidi il terrore negli occhi del ragazzo.
Stéph gli urlava contro che era un ordine e doveva assolutamente eseguirlo perché dopotutto...sapeva che Brian lo avrebbe fatto.
Stéph si fida ciecamente dei suoi ragazzi.
Vidi Brian socchiudere gli occhi mentre Jimmy e Zacky gli posizionarono una mano sulla spalla.
Io piangevo anche se sapevo che non sarebbe servito a nulla.
Dopo il terrore...negli occhi di Brian cominciai a vedere la rabbia.
Stavo iniziando anche io a preoccuparmi perché avevo paura che avesse potuto perdere il controllo.
Brian decise di non prendere la cintura dalle mani di mio marito, dicendo di non aver mai picchiato una donna e che quello era il principio
che per tanti anni aveva portato avanti suo padre.
Stéph si immobilizzò probabilmente ricordandosi del suo buon vecchio amico ormai morto.
"Non ne vale la pena far del male a questa puttana tanto non avrebbe fatto nulla di che alla spiaggia se non un bagno per proclamare
al mondo la propria libertà".

E' questo ciò che ha borbottato Brian per far tranquillizzare Stéph che era ancora su tutte le furie.
Eppure, non credevo che Stéphan ci avesse creduto.
Brian lo aveva fatto per proteggermi e mio marito aveva abboccato.
Era accaduto tutto così in fretta che dalla preoccupazione, rimasi distesa sul pavimento osservando Stéph sedersi sul letto per poi sdraiarsi.
Bevve qualche altro goccio e si addormentò l'attimo dopo.
In quelle condizioni non sarebbe riuscito a fare il capo in alcun modo.
-Signorina, c'è sua madre al telefono.- Maria entra improvvisamente in camera, facendomi sussultare.
In un attimo, tutti i ricordi del giorno prima si distruggono e la voglia di sentire la mia mamma vince su tutto.
-Oh...si, su quale linea?- Domando alla donna che si trova ancora sulla soglia della porta della camera.
-La due.- 
-Grazie Maria.-
-Si figuri.-
Sto per dirle di darmi sempre e solo del tu ma Maria esce velocemente dalla camera senza darmi neanche la possibilità di ribattere.
Avrà così tante cose da fare che per lei è quasi impossibile sedersi dinanzi a me con una buona tazza di tè caldo e parlarmi un po'
della sua vita e di come ci è finita qui.
Sorappensiero, resto seduta sul letto ed allungo la mano verso il telefono fisso situato al di sopra del comodino.
Alzo la cornetta e premo il pulsante numero due per poter rispondere a mia madre.
-Mamma!-
-Tesoro mio, ho provato a chiamarti in questi giorni ma la linea non funzionava!-
-Vorrei tanto poterti chiamare io più spesso mamma ma come sai non mi è permesso.-
-Lo so tesoro, non devi preoccuparti. Stai bene?-
-Si mamma, sto bene e tu? Come sta Loris? Papà?-
-Stiamo tutti bene tesoro.-
E' come una gara a chi mente di più. Io non sto bene e sentire la voce di mia madre così ferma e soffocante mi distrugge il cuore
in mille pezzi.
Come vorrei riabbracciare la mia famiglia e sentirmi protetta tra le braccia della mia mamma.
-Già...mamma, sei sicura di star bene?-
-Si...sto...-
E' caduta la linea.
-Mamma?- Provo a dire contro l'aggeggio telefonico ma non c'è nulla da fare.
Attraverso l'apparecchio non mi risponde più nessuno.
Va sempre a finire così ogni volta che parlo al telefono con mia madre. Dopo due paroline, cade la linea.
O è ciò che continuo a ripetermi in testa per non farmi male.
In realtà credo che sia lei a riattaccare ogni volta che permette alle lacrime di rigarle quel bel viso angelico che ha.
Ma come biasimarla...sa che mi si spezzerebbe il cuore nel sentirla piangere a telefono o sentirla implorare di tornare quando in realtà lei
stessa sa che la mia vita finirà tra queste mura.
Abbasso la cornetta sospirando con tristezza.
Vorrei tornare da loro anche solo per un minuto e cazzo sarei capace anche di perdonare mio padre per tutti gli sbagli che ha 
commesso. Sarei capace di fare qualsiasi cosa pur di poterli rivedere.
Affondo la mia testa sul cuscino, dando il via alle mie lacrime in corsa.
Affogo tutto il mio dolore e provo a liberarmene definitivamente...ma c'è davvero un modo per poter far fuoriuscire il dolore
interiore?
Dopo aver singhiozzato per un po', esco dalla camera per dirigermi verso la cucina e bere un sorso d'acqua.
Ne ho proprio bisogno considerando il fatto che dopo lo schiaffo di ieri, la guancia ha quasi ricominciato a bruciare.
Scendo velocemente le scale dell'abitazione, entrando in cucina e bevendo un sorso d'acqua fresca.
Dopo essermi un po' tranquillizzata, esco dalla cucina ma mi ritrovo ben presto dinanzi al salotto di casa.
Resto immobile dinanzi al salotto ma nascondendomi da tutti quegli occhi che sono rivolti contro quelli di Stéph e Brian.
Ci sono tante altre persone nel salotto ed anche i ragazzi hanno un volto serissimo. Persino Jimmy e Johnny non mi sono mai
sembrati più seri di così.
-Brian, hai sentito cos'ha detto il nostro Dorian? Non vuole in alcun modo contribuire alle spedizioni dell'eroina degli altri
capi della mafia di tutto il mondo.- Ridacchia Stéphan, indicando poi un uomo robusto con dei baffetti grigi ed un cappello nero in testa.
Anche Brian comincia a ghignare insieme agli altri ma ben presto il suo sorriso si spegne.
Ha appena incrociato il mio sguardo. 
Con lentezza, Brian si volta sempre di più verso di me, aprendo per un po' la bocca ma richiudendola l'attimo dopo.
Io lo osservo con terrore, pensando al fatto che anche lui fa parte di questa stupida organizzazione e che sembra essere anche una delle persone
più temute.
Sarà per la sua abilità da assassino...
-Allora Brian...che ne dici di far cambiare parere al nostro caro amico?- Continua Stéph, girando il dito sulla piaga.
Brian mi lancia un ultimo sguardo, consapevole del fatto che sia io a preoccuparmi per lui.
Lo sguardo che mi lancia riesco bene a decifrarlo. In qualche modo ha semplicemente cercato di dirmi che andrà tutto bene.
Ma come faccio ad esserne così sicura se è proprio da uno come lui che io dovrei scappare?
Brian si alza dal divano, avvicinandosi con pericolosità a quel Dorian.
Con velocità, si ritrova alle spalle dell'uomo con un coltello che gli posiziona contro la gola.
L'uomo rabbrividisce e non riesce neanche più a parlare sentendo quell'oggetto di ferro entrare in contatto con la sua pelle.
-Ti ricordi del buon vecchio Haner, Dorian?- Domanda Stéph all'uomo, accendendosi un sigaro.
-C...c...come dimenticarlo.- Balbetta l'uomo, sudando freddo, mentre Brian continua a minacciarlo con quel pugnale.
-Bene. Ti presento suo figlio e suo leggittimo erede in quest'enorme organizzazione.- Sorride mio marito con soddisfazione, aspirando
il fumo dal sigaro ed affumicando quasi tutti.
Persino io faccio fatica a non tossire per colpa di quel fumo quasi tossico che continua a premermi nelle narici.
-Tu...tu...sei...-
-Già.- Sbotta Brian, prima che quel Dorian possa finire la frase.
-Conoscevo bene...tuo padre.- Prova a dire l'uomo probabilmente per salvarsi la pelle.
-Strano, non me ne ha mai parlato.- Continua Brian con una voce seria da far paura.
Eppure...è proprio lui l'uomo che amo. Perché allora si mostra al mondo per quello che non è? Lui non è così. Lui...ce l'ha un cuore.
-Allora Dorian? Il tempo stringe ed i miei ragazzi hanno da fare. Non possiamo stare qui tutto il giorno.- 
-Aspetta...aspetta...forse possiamo trovare un accordo!- Esclama Dorian, tentando ancora di sviare la situazione.
Stéph socchiude le palpebre degli occhi e dopo quel semplice gesto, Brian taglia la gola all'uomo.
Mi volto di scatto per non vedere la scena dinanzi ai miei occhi ed impaurita, ricomincio a tremare.
Cerco in tutti i modi di non urlare e restare indifferente alla situazione ma in realtà dentro mi sento come se fossi stata io ad esser
quasi sgozzata.
-Meno uno. E voi invece? Volete fare la sua stessa fine?!- Urla Stéphan, alzandosi dal divano con rabbia.
Tutti lo assecondano tremanti mentre parlano tra di loro per potergli offrire un qualcosa di migliore.
Brian si riposiziona accanto a Stéph, pulendo il suo pugnale con un lembo della giacca di quel Dorian.
La vista di tutto quel sangue mi fa quasi svenire.
No dannazione. Non ora.
-Signori, a mio parere non siamo soli.- Borbotta improvvisamente un uomo dai capelli lunghi neri raccolti in una coda di cavallo.
Tutti si voltano verso di me ed io quasi sbarro gli occhi, sentendomi profondamente a disagio.
Resto in silenzio mentre mi lascio osservare da tutti questi occhi famelici e profondamente accattivanti.
I ragazzi mi guardano quasi con pietà mentre Stéph mostra a tutti un sorriso orgoglioso.
-Amore, entra pure, voglio farti conoscere alcuni dei miei amici.- Mi dice mio marito, allungando un braccio verso di me.
Ma in quest'organizzazione e nelle vostre vite...esistono davvero amici?
Amici...così li chiamano. Ma quando si tratta di mafia non esistono amici. Esistono solo soldi, truffe e lavori sporchi.
Impaurita, mi avvicino a Stéph prendendogli una mano ma vedendo Brian restare in angolo a pulire il suo pugnale.
-Uomini d'onore come me...ho il piacere di presentarvi Haven, mia moglie.- Continua Stéphan, mentre io mi sento quasi morire.
Tutti gli uomini si alzano dai divani per venirmi a baciare la mano mentre Brian non sembra neanche volermi rivolgere alcuno sguardo.
Mi lascio salutare da tutti mentre osservo Jimmy sorridermi con dolcezza.
Ricambio il suo sorriso e quello dei ragazzi che staranno provando a tirarmi un po' sù il morale.
-Bene...Brian, riportala subito in camera. E dopo vieni da me, ho delle mansioni da far svolgere a te e ai ragazzi per questa sera.-
Brian si alza dal pavimento, riponendo il pugnale nella tasca dei suoi jeans ed annuendo alle parole del suo capo.
Deglutisco, vedendo l'uomo morente a terra con il sangue che continua a cospargersi sul tappeto e sul pavimento.
-Matt, Johnny...chiamate la domestica e fate ripulire questo schifo.- 
-Si.- 
-Jimmy e Zacky invece...beh, già sapete come eliminare del tutto il corpo di questo figlio di puttana.-
Brian mi spinge con delicatezza dalla schiena, invitandomi ad allontanarmi il più possibile dal salotto di casa.
Ben presto, lui mi supera ed io resto indietro.
Provo a seguirlo mentre davanti agli occhi ho ancora la scena di lui che taglia la gola a quell'uomo.
Non che me ne importasse tanto dell'uomo ma...è ingiusto tutto ciò che sta accadendo al mondo.
Nessuno merita di morire in questo modo.
Intreccio le mie stesse mani contro lo stomaco, osservando le spalle larghe di Brian e la sua figura continuare ad avanzare verso
il lungo corridoio.
Dopo aver salito le scale ed esser giunti al piano superiore, continuo a massaggiarmi la pancia e a ricordare della telefonata di poco
fa.
Questa non è una buona giornata.
Presa dalla stanchezza e dal dolore, mi fermo nel bel mezzo del corridoio e mi spingo da sola con la schiena contro il muro.
Scivolo a terra, mettendomi una mano dinanzi agli occhi e ricominciando a piangere a dirotto.
Brian si volta improvvisamente verso di me, sbarrando gli occhi.
-Haven...- Sussurra, avvicinandosi a me ed inginocchiandosi dinanzi al mio corpo.
Egli mi prende un polso, spostandomi la mano dal viso ed alcune ciocche di capelli che avevo dinanzi agli occhi.
Singhiozzo più volte, lasciando scivolare le lacrime sul mio stesso viso e premendomi lo stomaco con la mano libera.
-Non ti senti bene? Cazzo Haven, cos'hai?- Continua a ripetermi Brian, tenendomi ancora un polso.
Io non riesco a dire niente. Mi sento così lacerata dopo quanto è accaduto che non riesco quasi a guardarlo negli occhi.
-Haven mi dici cos'hai? Mi stai facendo preoccupare!- 
-Non farlo più...non uccidere più nessuno ti prego.- Sussurro tra le lacrime, continuando a stringermi lo stomaco.
Brian si morde il labbro inferiore, portando poi il suo sguardo contro il vuoto mentre ha posizionato una mano contro il muro.
Continuo a piangere, sentendomi profondamente impaurita.
I suoi occhi iniettati di sangue sembrano essersi appena rattristiti.
Sta così male nel vedermi soffrire.
E sta respirando...sta respirando profondamente come se si sentisse sempre più debole.
Possibile che vedermi piangere stia riuscendo a sciogliere quella corazza che decide di indossare dinanzi a tutti gli altri?
Lui non è l'uomo che è dovuto diventare.
-Se mi chiedessi di non toccarti lo farei, Birdie.- Alle sue parole, decido di rivolgergli uno sguardo.
Sta cercando di dirmi che farebbe qualsiasi cosa per me?
-Ma questo sono io.- 
-No...tu...non sei così Brian.-
-Odio vederti soffrire per colpa mia. Ti prego, non piangere più.-
Cerco di farmi coraggio e mi asciugo velocemente le lacrime con le punta delle dita.
-Ho paura che tu possa abbandonarmi Brian...io...non voglio che tu...-
-Hey, hey...tu non mi perderai mai.-
-Come fai ad esserne così sicuro?-
-Devi solo fidarti di me. So che non è facile per te ma cazzo...non mi succederà niente.-
-Continuando di questo passo...ti farai ammazzare.-
-Non ci giurerei.-
-Brian...-
-Ho bisogno di un tuo abbraccio, Birdie.-
Sospiro ancora, allungando le braccia contro il collo del ragazzo.
Io e Brian ci abbracciamo, stringendoci forte.
Come può essere sia la ferita che l'antidoto?
-Shhh...adesso passa.- Mi sussurra Brian, accarezzandomi la schiena mentre io intrappolata tra il suo viso e la sua spalla, cerco di non 
scoppiare di nuovo in lacrime.
Ma davvero tutto passa? 
Brian mi prende velocemente in braccio, portandomi nella mia camera da letto.
Mi lascio trasportare da lui mentre con i lacrimoni negli occhi osservo quella mascella contratta terribilmente seria.
Osservo con attenzione ogni singolo lineamento del suo viso e più lo guardo e più m'innamoro.
Con tutta questa vicinanza, noto anche uno schizzo di lentiggini che non avevo mai visto prima sul suo volto.
Quando Brian mi fa sdraiare sul letto, egli si limita a sorridermi.
Mi accarezza per un po' il viso ma dopo si irrigidisce come se sapesse che tutto questo è profondamente sbagliato.
Gates sta per andarsene...ma io non voglio che lui se ne vada.
-Brian, non andare.- 
-Hai bisogno di riposare. Ci vediamo quando torno.-
-Non andare con loro stasera o potrei restare sveglia per sempre.-
-Il per sempre è un tempo troppo lungo e poco reale. Dormi.-
-Brian...-
-Mh?-
-Mi manca la mia famiglia.-
Lui porta i suoi occhi contro il pavimento, non sapendo cosa rispondermi.
-Come vorrei poterli riabbracciare tutti come facevo quando ero piccola...- Sussurro con debolezza, vedendo Brian uscire dalla camera
senza degnarmi di una sola risposta in più.















***













Pensavate davvero che mi sarei messa a dormire dopo quanto è accaduto?
Beh, ovviamente no.
Sono rimasta sveglia e mi sono seduta sul bordo della finestra osservando il cielo diventare
sempre più buio.
Sono le nove e mezza di sera e di Stéph e i ragazzi non c'è neanche l'ombra.
Prima Maria ha tentato di farmi cenare ma non sono stata capace di mangiare niente. La mia mente continua a pensare
a Brian e a quanto la mia vita non possa far altro che sgretolarsi.
Adesso che mi sono innamorata di lui, non riesco più a tornare indietro. Vorrei solo non averlo mai conosciuto in modo da
non mettermi nei guai contro Stéph...ma dopotutto, non era l'amore quel sentimento di cui avevo bisogno per sentirmi un po' più viva?
Ma sapete...per quanto l'amore che provo per quel ragazzo mi aiuti a reggermi in piedi...dall'altro lato ho un amore diverso che sarebbe
quello di mio marito.
Un marito che non mi ha mai fatto mancare niente da un punto di vista materiale ma che in realtà da un punto di vista umano
mi ha fatto mancare un po' tutto.
Sarà forse l'età a differenziarci troppo ma come diceva mio zio, sarà vero che l'amore non ha età?
Me lo sono chiesta da un bel po' di tempo mentre adesso credo di aver capito tutto.
Ho capito che non mi sarei mai innamorata di uno come Stèph per il semplice fatto che si comporta come un vero incapace in amore.
Potrebbe dare tanto ed invece...con quei suoi comportamenti violenti mi fa ricredere.
Brian non è come lui. Brian nasconde più di un cuore al di sotto di quell'atteggiamento da duro.
Brian non sarebbe mai capace di sfiorarmi senza il mio volere.
Ed è proprio mentre parlo di lui che il faro di un auto illumina per un po' il giardino della villa.
Quella dovrebbe essere proprio la macchina di Brian.
Scorgo ben presto la sua figura mentre esce dall'auto e si aggiusta quei capelli pur sempre perfetti.
Il ragazzo alza la testa contro la mia finestra e incolla i suoi occhi nei miei.
-Mrs Haven, ancora sveglia? Pensavo andasse a dormire all'ora delle galline!- 
E' sempre il solito. A volte mi chiedo come fa ad esser così ironico nonostante tutte le cose che continuano ad accaredere
all'interno di quest'abitazione.
E poi...scommetto che il suo darmi del lei sia solo un modo in più per urtarmi.
-Ce ne hai messo di tempo per tornare!-
-Perché? Mi stavi aspettando forse?-
No guarda, stavo solo controllando se da questa altezza posso buttarmi o no.
-Chi? Io? Pff, ma ci mancherebbe altro! Ho di meglio da fare!-
-Tipo leggere uno di quei tuoi soliti libri sull'amore?-
-I miei non sono semplici libri sull'amore!-
-Ma questa è solo una mia opinione!- Continua Brian, mostrandomi uno di quei suoi soliti sorrisi beffardi.
Dio, quando fa così lo prenderei a sprangate.
-Che fai allora...scendi?-
-No grazie. Non voglio rischiare di esser di nuovo picchiata da Stéph.-
-Ho tutto sotto controllo.  Scendi dai...dobbiamo andare in un posto.-
-Brian io...non ce la faccio. Non posso proprio.-
-Questa volta nessuno ti sfiorerà neanche con un dito Haven...devi solo seguirmi e fare ciò che ti dico.-
-Tu sei pazzo...Brian, ci stiamo cacciando in guai seri!-
-Non me ne importa un cazzo! Quello che voglio è che tu sia mia. Ti ho solo chiesto di lasciarti amare.-
-Stiamo commettendo uno sbaglio Brian...-
Eppure dentro di me, sento che farei meglio a dargli ascolto. Ad assecondarlo e ad amarlo fino alla fine dei tempi.
Forse...occorrerebbe rischiare.
-Hai mai amato così tanto da volerla salvare per davvero una persona?- Mi domanda improvvisamente Brian, mostrandomi due occhioni
lucidi, morenti da far paura.
Il cuore ricomincia a battermi dentro con più forza mentre le sue parole mi ronzano in testa senza darmi tregua.
I nostri sembrano proprio i sospiri di due amanti.
-Bene. Cazzo, io sto cercando di salvarti ma tu non me ne dai l'opportunità! Per quanto tempo dovrò restare qui sotto ad aspettarti? Tutta la notte
forse? Beh, si, lo farò. Ti ho aspettata per tutta la vita, un giorno in più non ha importanza.-

La sensazione più bella che avessi mai potuto provare in tutta la mia vita mi ha appena colpita al cuore.
Nessuno mi aveva mai fatta sentire così amata, urlando queste parole contro il cielo con una serietà a dir poco invidiabile.
Mi asciugo con il pollice una sola lacrima cadente e dedico subito un sorriso al ragazzo che si è appena seduto a terra dinanzi alla mia finestra.
Si è acceso una sigaretta e si sta facendo guardare in tutto il suo splendore. 
Mai avrei pensato di perdere la testa per un mafioso come lui.
Con velocità, rientro in casa e mi vesto, scendendo di corsa giù senza farmi vedere da Maria che si è addormentata sul divano.
Brian si alza di scatto dal terriccio, gettando la cicca della sigaretta a terra e fissandomi con un sorriso a dir poco splendido stampato
sul volto.
-Pensavo non saresti più scesa.- Mi sussurra il ragazzo, mettendosi le mani nelle tasche del jeans.
-Lo pensavo anch'io.- Ammetto, vedendolo sorridere ancora.
-Devi venire con me.- Continua il ragazzo, dirigendosi poi verso la sua auto ed entrandovi.
-Mi farai prendere un infarto guidando con velocità?-
-Proverò a rallentare ma sappi che lo farò solo per te.-
-Oh, ma che onore!-
-Dai, sali.-
Salgo ben presto in macchina, sedendomi accanto al ragazzo.
Vedo Brian mettere in moto l'auto per poi rivolgermi uno sguardo beffardo.
-Non possiamo permetterci di tardare neanche un secondo di più.-
-Brian cosa stai...-
Caccio un urlo improvviso, mentre l'auto sembra sfrecciare via con fin troppa velocità.
Questa me la paga cara.














***







Durante il viaggio Brian si è fermato dinanzi ad una pompa di benzina per evitare
di rimanere a piedi.
Dopo aver pagato l'adetto, si è voltato verso di me e mi ha messo una benda dinanzi agli occhi.
Mi ha sussurrato di dover continuare a fidarmi di lui e che non vuole uccidermi o disperdermi chissà dove.
Mi sono lasciata bendare per paura di una qualsiasi sua reazione e ho cercato anche solo per un'istante di fidarmi
ciecamente di lui.
Adesso sono ancora bendata e lui sta ancora guidando. E' un vero peccato non poter osservare i lineamenti del suo profilo
mentre guida.
Si, lo ammetto. Osservo di nascosto ogni suo movimento ma quando lui si volta cosciente del fatto che per una frazione di minuti
non ho fatto altro che osservarlo, io decido di far finta di niente e comportarmi da indifferente.
Improvvisamente però, il suono di un cellulare mi fa sobbalzare.
-Non rispondi?- Domando a Brian, sentendolo sospirare.
E' un peccato che non possa assistere alla visione di un espressione totalmente imbronciata. O almeno credo che sia così.
-Jimmy, se mi hai chiamato per esprimermi tutti i tuoi complessi mentali sappi che sarò sempre pronto a riattaccarti.- Risponde
Brian, mentre sento la voce di James non esser troppo lontana da noi.
Deve aver messo il vivavoce.
-Cazzo Brian, mi maledico da solo a pensare che sto rischiando di rimetterci la pelle io per colpa di due fottutissimi amanti che 
si sbaciucchiano probabilmente sui sedili posteriori di un'auto! Oddio, mi sento male.-
-Sei un grande Rev, non so proprio cosa farei senza di te!-
-E' il minimo! Ma conto di sentirvi scopare eh! Almeno questo potete concedermelo dopo tutto quello che sto facendo per voi!-
Ghigno alle parole di Jimmy e sento che anche Brian si è lasciato coinvolgere dalle mie risa.
-Smettila di fare il coglione adesso. Piuttosto, come procede lì?-
-Ho convinto il capo a fare un'altra partita di poker. Torneremo tardi, sta tranquillo.-
-Bene. E gli altri?-
-Matt sta parlando con dei tizi, ordini del capo. Zacky invece ha assalito il buffet.-
-E Johnny?-
-Quel nanetto del cazzo mi ha fregato le spogliarelliste!-
Non riesco a trattenermi e scoppio di nuovo a ridere. Jimmy e Johnny si comportano proprio come gatto e topo.
Ma in fondo...credo che la loro sia proprio una grande amicizia.
-Oh, allora procede bene.-
-Bene un cazzo Syn! Adesso gli faccio vedere io chi scopa di più per stasera!-
-Che idioti.-
-Lo so che mi vuoi bene.-
-Ci sentiamo dopo Jimmy.-
-Okay. Salutami Haven e dille che ha delle tette da paura!-
-Sono ancora in tempo per girare e venire al locale solo per prenderti a calci nel culo Rev.-
-Come non detto. A dopo!-
Un rumorino e poi, il silenzio totale.
La chiamata dev'esser appena terminata.
Sorrido ancora, ricordando le parole di Jimmy.
-Tu e James...siete molto amici, vero?-
-E' il mio migliore amico.-
E' bello sentir dire queste cose proprio da Brian.
-Io mi sentirei perso senza i ragazzi. Sono loro la mia vera famiglia.-
Vorrei che Brian potesse scrutare con attenzione i miei occhi in questo momento e capire quanto mi faccia piacere
sentirgli dire tutto questo.
La macchina si ferma all'improvviso ed io mi sento decisamente sollevata.
Non ne posso più di avere questa benda dinanzi agli occhi.
Avvicino le mie mani contro la benda ma la presa di Brian sui miei polsi, mi fa spaventare.
-No, non ancora.- Mi sussurra vedendomi riporre le mani contro le gambe.
-Non ancora? Brian, io non ce la faccio più a...-
-Shhh.-
-Va bene, va bene, sto zitta.-
Brian scende dall'auto e lo capisco dal rumore dello sportello che sbatte contro l'auto stessa.
Non avrà intenzione di lasciarmi in questa macchina totalmente da sola?
-Brian? Brian?- Chiamo più volte il suo nome, ma non mi risponde nessuno.
Sospiro dopo un po' sentendo finalmente il suono dello sportello dell'auto che sembra riaprirsi però questa volta dalla mia parte.
Sento dell'aria fresca cospargermi il viso e scompigliarmi per un po' i capelli.
Brian mi prende la mano e mi aiuta a scendere dall'auto.
Il ragazzo mi stringe sempre di più la mano, trascinandomi poi con lui non so dove.
-Dove mi stai portando?- Domando al ragazzo che continua a trascinarmi con sè.
-Quanto ti costa stare un po' zitta?-
-Scusa.-
-Attenta qui.-
Scivolo non so come, mentre mi sento protetta da un petto e due enormi braccia che mi stringono sempre di più.
-Era solo un sasso.- Continua Brian, facendomi deglutire.
Questo posto non mi piace.
Voglio dire, neanche so dove mi trovo ma ho come la sensazione di non riuscire a trovarmi a proprio agio.
Brian mi riprende la mano e mi incita a salire tre scalini.
Aiutata da lui e stringendo il più possibile la sua maglietta, salgo i tre scalini con decisione.
Qualcuno ha appena bussato ad una porta in legno, lo capisco bene dal rumore appena effettuato.
Che strano...non credevo che anche da queste parti esistessero delle porte in legno come quelle di casa mia.
Un rumorino di chiavi e catenacci mi fa sussultare mentre Brian si posiziona alle mie spalle, togliendomi la benda dagli occhi.
Improvvisamente, sento quasi mancarmi il pavimento al di sotto dei miei stessi piedi.
Sbarro gli occhi sentendo le lacrime riempirmeli. 
Lacrime che non vedono l'ora di rigarmi le guance arrossate.
Deglutisco per un po', tentando di realizzare se ciò che sto vedendo è realtà oppure è solo un semplice sogno.
Uno di quei sogni quasi irrealizzabili che non mi davano quasi la possibilità di dormire la notte.
Vengo rinchiusa nell'abbraccio di tre persone e la mia vita sembra aver riacquistato il senso di una volta.
Credevo di aver dimenticato tutto quell'affetto e quell'amore che solo una famiglia può donarti.
-Non può essere...la mia Haven...la mia bambina...- Sussurra mia madre, stringendomi con più forza mentre delle lacrime cominciano a 
scivolare anche dal suo viso.
-Mamma...- Sussurro con debolezza, desiderando solo di restare per sempre tra le sue braccia.
-Haven! Sorellina mia...- Loris, mi travolge riempiendomi di baci sulle guance, dondolandomi di qua e di là.
-Loris...mi sei mancato tantissimo.- Continuo, piangendo a dirotto ma sentendomi perfettamente bene.
-Non posso crederci...sei davvero tu piccola mia? Sei stupenda.- Borbotta mio padre, mentre io mi lancio tra le sue braccia e mi faccio
accarezzare.
Papà mi stringe sempre di più, accarezzandomi i capelli e lasciando che solo una lacrima gli righi il volto.
Lui è fatto così. Non gli piace esternare al mondo le sue debolezze...ed invece questa volta, lo ha fatto.
Solo adesso sono riuscita a capirlo fino in fondo.
Mi ricordo di quando provavo a parlargli di ciò che mi accadeva a scuola o delle mie amiche o delle mie prime cotte adolescenziali.
Provavo a spiegargli qualcosa di me per dargli la possibilità di prendersi un pezzo del mio cuore. Ma quando provavo a spiegargli, lui
si voltava e non prestava attenzione alle mie parole.
Ma adesso ho capito tutto.
Ho capito quanto poteva esser doloroso per lui sapere che la sua unica e sola figlia femmina...stava crescendo.
-Io...ho sbagliato tutto bambina mia. Perdonami. Ti prego, perdonami.- Sussurra mio padre, lasciandosi ferire dalle lacrime amare.
-Ti voglio bene papà.- Continuo lasciandomi stringere dall'uomo che sembra ormai aver perso peso.
Osservando bene anche mia madre...ho notato che è dimagrita ancor di più. A papà in fabbrica gli danno una vera e propria miseria e mio fratello
lavora con lui per cercare di aiutare in famiglia.
Mia madre ha il solito viso di un tempo solo un po' più invecchiato. Loris sta diventando un bel ragazzo e scommetto che ha già la ragazza.
Dio e come passa il tempo...
All'abbraccio si uniscono di nuovo sia mio fratello che mia madre ed è in questo preciso istante che vorrei che il tempo si fermasse.
Apro gli occhi dopo averli stretti per così tanto tempo lasciandoli inzuppati di lacrime ed osservo la figura di Brian che guarda la scena
con la sua solita espressione da serio ma gli occhioni lucidi di chi non sa realmente cosa significhi ricevere l'amore di una madre.
Gli sorrido, vedendolo poi ricambiare il sorriso ma voltarmi le spalle.
Si sta dirigendo verso la sua auto con debolezza.
-Mamma...papà...Loris...aspettatemi qui.- Borbotto, sciogliendo con delicatezza l'abbraccio e correndo incontro a Brian.
-Brian! Brian, aspettami!- Esclamo, raggiungendolo accanto all'auto.
-Che c'è? Abbiamo poco tempo, approfittane per stare con loro.-
-Ma...-
-Ho detto vai.- Continua il ragazzo con serietà, facendomi quasi gelare il sangue nelle vene.
-Lasciati almeno ringraziare anche da loro...-
-Non abbiamo tanto tempo.-
-Per una volta almeno, vuoi essere tu a fidarti di me?-
Brian abbassa lo sguardo ma poi annuisce, sbuffando.
Io gli prendo la mano e lo porto verso la mia casa.
Per quanto quella villa possa essere una spendida dimora...la mia vera e propria casa è e sarà sempre questa.
Una casa andata a male, con solo tre stanze tra cui una che dividevo con Loris.
Un cucinino piccolo, un divano mezzo stracciato ed un televisore che ha sempre bisogno di esser preso a calci per funzionare.
Entriamo in casa e la mia famiglia è seduta sul divano mentre per noi ci sono due sedie piccole che a malapena riescono a sorreggere il mio peso.
-Mamma, papà...voglio presentarvi Brian. E' grazie a lui se oggi sono qui.-
-Ma...io lo conosco!- Esclama improvvisamente Loris, indicando Gates.
-Loris, non farci fare brutte figure!- Borbotta mia madre, dando una piccola gomitata sulla costola di mio fratello.
-E' lui! Si cazzo, ne sono sicuro! Ve lo dicevo io che tutte quelle cose buone da mangiare e quei soldi ce li portava qualcuno!-
I miei genitori si rivolgono degli sguardi perplessi mentre Brian è appena diventato tutto rosso.
Ma cosa sta accadendo qui?
-Lui ed altri quattro ragazzi! Credimi mamma, li ho visti bene!- Continua Loris.
-Ma no Loris, non può essere. Avrai di sicuro preso una svista...- Borbotto io, vedendo poi Brian fare un passo in avanti senza
sedersi sulla sediolina che neanche potrebbe sorreggerlo.
-Beh, forse tuo fratello ha ragione Haven.- Ribatte Brian, facendomi venire un colpo al cuore.
Non...non ci credo.
-Mamma, cos'è questa storia?- Domando a mia madre, non riuscendo ancora a realizzare il tutto.
-E' da qualche giorno che ci arrivano diversi pacchi dinanzi alla porta di casa. Cibo salutare e soldi in quantità che potrebbero
darci la possibilità di vivere una vita più dignitosa. Ma noi non abbiamo mai toccato quei soldi perché non ci sembrava giusto...-

Osservo Brian abbassare lo sguardo.
-Brian...- Sussurro, attendendo una conferma da parte del ragazzo.
-Beh, forse mi sono sbagliato io...- Continua Loris, tentando di sviare la situazione.
Mia madre cambia subito argomento mentre mio padre la aiuta al meglio.
Abbiamo passato la serata a parlare un po' della mia vita, di come sono riuscita ad uscire da quella villa e mio padre non si è smentito
facendo domande continue al povero Brian che non si era mai sentito così in imbarazzo prima.
Abbiamo scherzato, riso e finalmente sembrava essere tutto perfetto.
Ho parlato ai miei genitori del sentimento che provo per Gates e loro non hanno reso la situazione più complicata ma mi hanno chiesto di far
attenzione a Stéph.
Inizialmente mio padre non era del tutto convinto su Brian e credo che non lo sia ancora. Dopotutto...come dice mio padre, è pur sempre un mafioso.
Poi io ho detto al mio papà di amarlo e a quel punto non ha potuto ribattere.
La serata si è conclusa anche meglio di come mi aspettassi.
Una volta salutati i miei genitori con tristezza, salgo sulla macchina di Brian e lo vedo mettere in moto.
-Non dovevate occuparvi anche della mia famiglia...- Gli dico, vedendolo poi mordersi il labbro inferiore.
-L'ho fatto per te.-
-Ma non era necessario.-
-Lo era invece.-
-Grazie per avermi portata qui. Ma come facevi a sapere della loro situazione economica?-
-Te l'ho detto Haven...ti osservo da molto tempo.-
-Brian...-
-Mh?-
-Mi piacerebbe invecchiare con te.-
E lo dico per davvero. Ma con questa vita...non sappiamo neanche se riusciremo a restar vivi fino a domani mattina.
-Anche  a me.-
Brian mi si avvicina e mi da un bacio a stampo sulle labbra.
Un bacio che mi ha appena lasciato con l'amaro in bocca.
































NOTE DELL'AUTRICE.

Salve a tutti miei amabili lettori!
Come state? Spero bene!
Dunque, dunque, dunque. 
*Si gratta il mento cercando di diventare un po' più professionale*
Come vedete, in questo capitolo emergono vari lati del carattere del nostro Brian e anche dei ragazzi.
Sembrano dei pezzi di merda assurdi quando invece, sono dei pezzi di pane.
Quest'insegnamento credo sia importantissimo al giorno d'oggi. Non soffermarsi alle apparenze ed andare sempre "oltre".
Per amore, credetemi che si può fare davvero qualsiasi cosa. 
E Brian, da persone innamorata, sta cercando in tutti i modi di far felice la sua Haven (Birdie).
Haven invece si trova intrappolata tra due persone totalmente differenti.
Ma se in realtà anche Stéphan avesse un cuore e tende troppo spesso a nascondere questo lato del suo carattere?
Beh, ci sono ancora tante lagune da colmare ma vi prometto che dal prossimo capitolo leggerete diversi colpi di scena.
Sto elaborando questa storia come meglio credo perché ci tengo particolarmente ad essa. Spero che possiate tenerci tanto quanto
ci tengo io.
Ovviamente, vi chiedo di continuare a recensire (si, lo so, sono una scocciatura lol) per aiutarmi a capire se questa storia
vi stia piacendo oppure no.
E' importante conoscere anche il parere dei lettori ed è per questo motivo che chiedo anche ai lettori silenziosi di continuare
a farsi sentire.
Anche questa ff si ritrova tra le storie più popolari ed io non potrò mai ringraziarvi abbastanza. 
Vi abbraccio tutti e spero vivamente di poter sentire tutte le vostre opinioni!
Saluto Silvia e Saya e tutti i miei lettori con un enorme bacio!
Al prossimo capitolo, se volete!











-SynysterIsTheWay.





Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 8. Little,important things. ***


8° Little,important things.








 
Tutti giudicano secondo l'apparenza, nessuno secondo la sostanza.
(Friedrich Schiller)






BRIAN POV'S

Poker, luci lampeggianti ovunque, persone che ballano mentre altre fumano raccontandosi
chissà quali grandi imprese.
E' sempre la solita storia qui al locale.
Sempre le stesse persone e solita routine notturna.
Alcune ragazze continuano a ballarmi dinanzi agli occhi ma ormai non riesco neanche più a guardarle.
La mia visuale è totalmente rivolta alla ragazza seduta al secondo tavolo in compagnia di suo marito, nonché il mio capo.
Haven sta bevendo dello champagne osservando poi i soliti coglioni mettersi a far scena sotto gli occhi di tutti.
Stanno ballando per esibizionismo, dopo qualche bicchiere di troppo. Per non parlare poi delle spogliarelliste che gli si
buttano addosso come se non avessero mai visto uomini in tutta la loro vita.
Haven mi rivolge degli sguardi ogni tanto, ma cerca ugualmente di prestare attenzioni a tutte le parole del capo e della coppia
accanto al loro tavolo.
Io e i ragazzi siamo seduti al nostro solito tavolo, bevendo della birra e fumando le nostre sigarette.
Non c'è granché da fare stasera...le cose sembrano filare al meglio per nostra fortuna.
Perché sapete...non è sempre bello trasformasi in un killer dinanzi agli occhi di tutte queste persone che di omicidio
ne sanno fin troppo.
Io ed i ragazzi qui dentro insieme al nostro capo siamo i più temuti.
Sarà che il locale è di proprietà di Stéphan. Dopotutto...sanno che è un osso duro nell'organizzazione.
Solo qualche giorno fa mi sono ricordato di quando un uomo offrì da bere ad Haven. Lo incenerii con lo sguardo e sembrava quasi impaurito
dalle mie minacce non verbali.
Fu quando il capo ci disse di fargli fare un bel volo che mi sentii esaudito. 
Nessuno avrebbe dovuto toccarla, eppure, è ciò che continuava a pensare anche il mio capo.
Mi sentii male per un'istante nel pensare continuamente alla donna del mio capo, ma l'attimo dopo...fui felice di aver ottenuto
una piccola vendetta.
Eppure adesso, non smetterei mai di guardarla.
Questa sera ha deciso di indossare un vestitino rosso, abbastanza lungo ma con uno spacco giusto sulla coscia. I suoi sorrisi
sono invidiati da chiunque ed i suoi occhi continuano a brillare sotto l'effetto delle luci accecanti.
Dio. E' così bella che non smetterei mai di guardarla.
E' nata per essere mia e farei qualsiasi cosa pur di averla con me per tutta la vita.
Farei qualsiasi cosa anche per vederla sempre sorridere e per farla allontanare da tutti questi demoni che si porta dentro.
E' per questo motivo che ieri ho deciso di portarla,anche se per poco tempo, dalla sua famiglia.
Tempo fa riuscii ad intercettare alcune telefonate e sentirla piangere ha smosso qualcosa dentro di me che non credevo neanche di avere.
Un cuore.
-Avanti Gates, smettila di fissarla in continuazione o potresti sciuparla!- Scherza Zacky, dandomi una piccola gomitata contro la costola.
Sorrido alle parole del mio amico, vedendo gli altri osservare ancora il mio viso.
E pensare che ieri, una volta tornati a casa...lei ha aspettato che Stéph si addormentasse per venire in camera nostra e ringraziare i
ragazzi per ciò che avevano contribuito a fare per la sua famiglia.
Dopo due baci, mi sentii costretto a lasciarla andare, sapendo che si sarebbe addormentata con un altro uomo. Ma dopotutto...è ciò che fa da
sempre, come potrei anche solo pensare di procurarle dei guai?
-Quella ragazza ti piace molto di più di quanto credevo.- Continua Matt, sorseggiando la sua birra.
-Che disastro! Spero solo che il capo non lo venga a sapere o ci farà mangiare la polvere!-
-Rilassati Christ. Il capo non lo scoprirà mai!-
-Come fai ad esserne così sicuro Rev?-
-Lo so e basta.-
-Se non altro Brian anche io sono con te. Se il capo scoprirà qualcosa, ti toglieremo noi dai guai.-
-Dici bene Christ! Noi non ti abbandoneremo mai Brian. Combatteremo tutti insieme e ci sosterremo a vicenda.-
-Io...non so che dire ragazzi.-
-Non devi dire un cazzo Haner, butta giù quella birra, su!- Continua Zacky, mentre io mi ostino a bere un po' di birra in più.
Sapevo di poter contare su di loro. Sono le uniche persone di cui riesco sempre a fidarmi.
Ci siamo sempre stati gli uni per gli altri...quindi credo che non possa fare nient'altro che ringraziarli.
Jimmy comincia a borbottare una di quelle sue solite battute assurde mentre tutti noi scoppiamo a ridere immediatamente alle
sue parole.
Credo che le serate qui al locale riescano ad essere sempre le migliori perché ci sono loro a farmi compagnia.
Nel momento stesso in cui scoppio a ridere, qualcosa mi fa cambiare improvvisamente espressione.
Il mio sorriso se ne va a puttane ed i miei occhi non fanno altro che incendiarsi alla vista di un qualcosa di fin troppo 
doloroso per me.
Stéphan ha appena chiesto ad Haven di ballare ma lei è diventata tutta rossa.
Gli sta facendo cenno di no, ma lui le prende le mani e la trascina sulla pista da ballo.
Entrambi ballano un lento ed il mio cuore comincia a vibrare come se stesse per spaccarsi definitivamente.
Le note di "Nothing Else Matter" dei Metallica mi fanno sentire parte della canzone.
Sento di aver appena perso una parte del mio cuore ricordandomi della prima volta in cui ballai questa canzone con Haven.
Nel momento stesso in cui vedo Stéphan circondare i fianchi della ragazza con le sue mani, un flashback mi fa ritornare indietro
nel tempo...a quando le chiesi di ballare per la prima volta.
Questa sarebbe dovuta essere un po' come la nostra canzone.
Ed adesso...lei la sta ballando con un altro.
Nancy mi si para dinanzi agli occhi, sedendosi poi accanto a me e stringendomi un braccio.
-Cosa c'è Brian, stai male forse?- Mi domanda la ragazza che considero come una sorella, dandomi un bacio sulla guancia.
-No...anzi.- Ribatto io, cercando di fare l'indifferente ma cazzo, non sembra riuscirmi questa volta.
I miei occhi sono puntati contro la figura di Haven, ma lei sembra esser troppo occupata per rendersene conto.
-Lei non appartiene al nostro mondo Brian...- Continua a sussurrarmi Nancy, mentre io sono fin troppo occupato a vederla ridere per
qualche cazzata che gli avrà raccontato il signor Mason.
Non posso neanche sopportare di vederla ridere per la battuta idiota di qualcun altro.
Le sue risa mi riempiono i timpani ed il cuore quasi sfracellato.
-Brian, mi stai ascoltando?-
-Nancy...perché cazzo mi stai dicendo queste cose?-
-Oh mio Dio...-
-Cosa?-
Nancy si ferma a fissarmi mentre sbarra gli occhi,quasi incredula.
-Tu...la ami.-
-Ma che cazzo dici...-
-Ti sei innamorato di lei!-
-Fa qualche differenza?-
-Io...io...-
-Mi dispiace Nancy. Sei una ragazza stupenda ma...il mio cuore appartiene a lei.-
-Non può essere vero! Io e te abbiamo...-
-E' accaduto solo una volta ed eravamo ubriachi fradici.-
-Mi stai cercando di dire che era uno sbaglio?-
-Ti sto cercando di dire di andare avanti. Io non sono il ragazzo per te. Tu meriti di meglio, non di certo un mafioso.-
Nancy mi guarda come se volesse quasi prendermi a schiaffi, ma io non sono mai stato più serio di così nei suoi confronti.
Deve capirlo una volta per tutte che tra di noi non potrà mai esserci niente e che io per lei provo solo affetto. Nient'altro.
-Brian io ti amo...-
-Mi dispiace.-
-Ti amo molto di più di quanto possa amarti lei! Nessuno ti amerà mai come ti ho amato io!-
Sbotta Nancy con rabbia, alzandosi dalla sedia
e correndo via in lacrime.
Gli altri restano in silenzio a fissarmi mentre io credo solo di aver fatto la cosa giusta.
-Non avrai un po' esagerato?- Mi domanda Johnny.
-No. Deve farsene una ragione anche se credo sia troppo tardi.-
-Dai Gates, facciamo un altro brindisi e non ci pensiamo più.- Continua Shads, cercando di farmi riprendere.
Tutti alzano le bottiglie di birra contro il cielo ed io faccio lo stesso.
-A Brian il don Giovanni!- Urla Jimmy, ripetendo il soprannome che mi ha affidato Maria.
Quella donna mi adora e mi odia allo stesso tempo.
-Ai migliori amici di sempre.- Continuo io, facendo il brindisi con i miei amici e tracannando la birra.
Sposto la mia visuale di nuovo contro la mia Birdie ma la vedo correre in bagno sotto gli occhi attenti di Stéphan.
La voglia di seguirla è fin troppa, ma Zacky mi tiene di già la spalla...tenendomi incatenato alla sedia.
-Legami alla sedia Vee.- Sussurro al mio amico che mi sorride con comprensione.











***








HAVEN POV'S

Dopo esser stata sotto gli occhi di tutti per fin troppo tempo, corro verso il bagno per poter evitare la situazione.
Non avrei voluto far del male a nessuno, ma era inevitabile per me un lento con mio marito proprio nel suo locale.
Avendo riso per un po' con falsità agli occhi di Stéph, ho voltato lo sguardo contro quello di Brian che era con Nancy.
Lui le stava dicendo qualcosa mentre dopo un po' ho visto lei correre via verso il bar. Aveva tutto il trucco dissolto sul volto
e le lacrime che le scorrevano sul viso come un fiume in piena.
Entrata nel bagno, mi sciacquo un po' il viso osservando poi la mia figura allo specchio.
Ho appena lavato via un po' di trucco dalla faccia che avrebbe dovuto nascondere la guancia ancora un po' arrossata.
E' inutile. Continuo a portare i segni di Stéph sulla mia pelle e la situazione non credo potrà migliorare.
E' osservandomi allo specchio che improvvisamente, dietro di me, compare la figura di un uomo che non ho mai visto prima d'ora.
Un uomo dai capelli ricci e due grandi occhi cerulei pari a quelli di un serial killer.
Il suo modo di guardare è a dir poco perverso.
Mi volto di scatto, sentendo il cuore battermi a mille per lo spavento.
-Chi sei?- Domando, posizionando le mie mani contro il lavabo del bagno.
L'uomo non sembra rispondermi mentre ad affiancarlo sono ben presto altre due persone della sua stessa stazza.
Indietreggio per un po', ma li vedo bisbigliare tra di loro mentre il più alto comincia ad indicarmi.
Deglutisco, osservando poi i loro smoking perfettamente lucidi ma i loro sguardi poco sani e poco convincenti.
-E' lei?- Domanda il primo uomo che ho visto ad un altro.
L'altro annuisce.
Provo ad andarmene, ma uno di loro mi sigilla i polsi dietro la schiena incatenandomi al muro.
Gemo di dolore per la presa troppo violenta sui miei polsi e comincio ad urlare ma uno di loro mi intima di stare in silenzio 
minacciandomi con una pistola.
Resto in silenzio sbarrando gli occhi e desiderando solo di uscire il prima possibile da qui.
Chi sono questi uomini? E soprattutto...cosa vogliono da me?
-Okay tesorino, permettiti solo un'altra volta di urlare e ti spedisco direttamente all'inferno.- Mi minaccia il riccio, con un espressione
colma d'odio sul viso che non gli invidio.
-Mike, la tua idea è stata geniale. Far del male alla donna del signor Mason...per poter avere un riscatto in denaro.- 
Spero che stiano scherzando. Vogliono farmi del male per costringere Stéph a versare una somma di denaro per loro?
-Sta zitto Kev o questa puttanella potrebbe spifferare tutto al suo bel maritino.-
-Sempre se riuscirà a farlo.- Continua il riccio, mentre il suo compare continua a puntarmi contro la pistola.
Sto tremando e a momenti potrei quasi svenire per la paura.
Hanno di sicuro cattive intenzioni e potrei non uscirne viva da qui.
Con il cuore in gola, resto immobile contro il muro mentre uno di loro comincia a toccarmi le gambe con sensualità.
Schifata dal tocco di quest'uomo sulla mia pelle, inizio a stringere i denti senza poter far nulla per dimenarmi e fuggire.
Ma poi, prima che potesse portare la sua sporca mano al di sotto del mio vestito, calpesto con il tacco il piede dell'uomo facendo
gemere dal dolore.
-Puttana!- Mi urla contro uno di loro mentre io riesco a spingerli via e ad uscire dal bagno.
Tremo a più non posso e corro verso il tavolo che ho occupato fino a poco fa con Stéphan.
Quando arrivo al tavolo però, vedo Stéph e Brian parlare tra di loro senza neanche essersi seduti al tavolo.
Staranno parlando di qualcosa di importante mentre io mi sento divisa in due.
Mi butto tra le braccia di mio marito con delusione, avendo solo desiderato di lasciarmi stringere da Brian.
-Amore, cos'hai? Che ti prende, non ti senti bene forse?- Mi domanda Stéphan, stringendomi.
Porto il mio sguardo contro quello di Brian, vedendolo trattenere il respiro ed allontanarsi da noi.
E' come se si stesse mettendo da parte.
Lo osservo mentre continua a sentirsi spiazzato e probabilmente debole.
Si sta indebolendo.
-Degli uomini...volevano farmi del male!- Esclamo, vedendo Stéph e Brian sbarrare gli occhi di colpo.
-Degli uomini? Chi?- Mi domanda Brian, stringendo le mani in pugni.
-Io...non li conosco. Volevano uccidermi o forse farmi qualcos altro ma hanno detto di volerti minacciare Stéph...e l'unico modo
per poterlo fare sarebbe stato far del male a me.-
Sbotto balbettando e continuando a tremare a più non posso.
-Saranno persone appartenenti a qualche altra organizzazione. Brian, chiama anche gli altri...sapete cosa fare.- 
Brian annuisce, mentre fa cenno ai ragazzi da lontano di seguirlo. 
Tutti gli altri lo seguono mentre io comincio seriamente a preoccuparmi. 
Non sapevo che essere la moglie del capo fosse anche un qualcosa di così profondamente pericoloso. Cioè, in qualche modo, credevo
di sentirmi un po' più protetta del solito con degli scagnozzi che mi fanno quasi da guardie del corpo.
Stéph osserva con attenzione il mio corpo come se stesse cercando delle prove per far ancora più del male a quei pezzi di merda.
A dir la verità, non mi dispiacerebbe sapere che Brian li stia per gonfiare di botte!
-Ti va di tornare a casa amore mio? Questo posto non diventerà sicuro dato che i miei ragazzi sono andati a cercare quei figli di puttana.-
Ho già capito a cosa si riferisce Stéphan. In un modo o nell'altro...quando dà dei lavoretti da svolgere ai ragazzi, qualcuno finisce col morire
o potrei uscire ferita da qui coinvolta in chissà quale sparatoria.
Sembrano scene da film solo ad immaginarle, ma la realtà è ben altra. 
Nella realtà non ci sono le comparse a spruzzarti del ketchup ovunque, spacciandolo per sangue.
Nella realtà il sangue che ti scorre dalle mani è quello di una persona che è stata uccisa per davvero. Sai che il mondo non si fermerebbe
alla morte di una sola persona ma è comunque una perdita.
Annullando la mia voglia di restare qui e aspettare Brian che esca sano e salvo, annuisco alle parole di mio marito e lo convinco ad
accompagnarmi a casa.
Stéphan fa un cenno di mano ai camerieri e ad altre persone, per poi trascinarmi via con sé dal locale.
Entro con velocità in auto, sentendo poi uno sparo provenire dall'interno del locale.
Sbianco osservando poi Stéph sorridere e mettere in moto la sua BMW nera.
Possibile che lui sia sempre così sicuro di lasciare il locale in buone mani? E se Brian fosse ferito?
-Cos'era quello sparo...- Balbetto quasi, vedendo Stéph sorridere ancora.
-Rilassati amore. Ti preoccupi per i ragazzi adesso?-
-No, certo che no.- Mento, cercando di mostrare più indifferenza possibile a mio marito.
Un altro sorriso e la mia preoccupazione sale alle stelle.
L'auto mi fa scorrere via dal luogo mentre la mia faccia resta totalmente incollata al finestrino dell'auto.
La paura che Brian o gli altri possano esser stati feriti, continua a pulsarmi dentro senza darmi quasi la possibilità
di respirare per un istante in più.













***











Sono le due di notte ed io continuo a fissare il soffitto della mia camera.
Stéphan non è ancora tornato e con lui neanche i ragazzi. Stéph mi ha riaccompagnata ma poi ha deciso di tornare al locale.
Continuo a torturarmi le mani immaginando le cose più improbabili e devastanti che possano
accadere sulla faccia della Terra.
Può essergli accaduto qualsiasi cosa...e tutta questa preoccupazione non mi permette neanche di dormire 
con serenità.
Tutte queste situazioni non faranno altro che frantumarmi ancora di più, ne sono sicura.
Ormai conosco fin troppo bene come vanno a finire queste cose e la maggior parte delle volte...si concludono proprio
con la morte di qualcuno.
Purtroppo quando ci sei dentro fino al collo, non puoi più tirarti indietro. La tua...non è una vita, ma diventi quasi
un animale da macello.
Sai che prima o poi dovrai morire, ma sarà così in fretta che ti renderai conto di esserti perso tutte le più belle cose
che può riservarti una vita pulita e fatta di sincerità.
E' inutile credere a tutte quelle bugie di persone che ci stanno dentro e ti ripetono che in qualche modo ne usciranno.
Proprio quando lo diranno, non faranno altro che immergersi in quell'organizzazione fino ad uscirne morto.
Ed è tutto così devastante che non so neanch'io ancora a cosa aggrapparmi. Ho provato ad aggrapparmi a Stéph, ma per quanto
abbia provato ad innamorarmi di lui, dopo un po' ho capito che non puoi innamorarti di una persona che vive del tuo dolore.
Poi invece è arrivato Brian ed ha scombussolato tutto. Tutti i miei sogni sull'amore vero sono come riemersi dal nulla e tutte quelle
speranze che avevo lasciato morire sembravano esser rinate.
Come me.
E' da quando lo conosco che mi sento come rinata.
Porto il mio sguardo contro il braccialetto con l'ancora, sorridendo come una stupida.
Incredibile come un semplice oggetto possa farmi tornare il sorriso quando credevo di averlo perso. Ma a dirla tutta...non credo
che sia merito solo del braccialetto in sé ma anche di colui che me lo ha regalato.
E' stato incredibile sapere che quel mercante sbucato dal nulla era proprio Brian. Non lo avrei mai immaginato e credevo quasi
che mi stesse prendendo in giro.
Invece no. I suoi occhi brillavano ma la sua mascella contratta spiegava ogni cosa.
Improvvisamente, il telefono fisso che ho sul comodino comincia a squillare.
Non rispondo, per paura di una qualsiasi telefonata che possa spaventarmi. Non mi bastava ritrovarmi dal sola in quest'enorme villa
nel cuore della notte...ma ricevere anche telefonate improvvise a quest'ora.
I miei genitori non sono...perché avrebbero dovuto chiamarmi alle due di notte?
Decido di non rispondere per evitare qualsiasi tipo di problema. Sicuramente sarà una telefonata per Stéph ed io non voglio
rischiare di sapere altre cose sulla sua vita da mafioso che ancora non so.
Non mi piace per niente immischiarmi nei suoi affari e nella sua vita da capo della mafia. 
Il telefono fisso smette finalmente di squillare ed i miei occhi ricominciano ad incollarsi sul soffitto.
I pensieri che mi affollano la mente non mi danno ancora la possibilità di dormire così decido di alzarmi dal letto e scendere in cucina
per prepararmi una buona tazza di camomilla ed accendermi una sigaretta.
Dopo essermi preparata la camomilla, decido di berla tutta per potermi tranquillizzare ma quando accendo la sigaretta, delle parole
mi ronzano nella mente facendomela spegnere di botto nel posacenere.













"Non devi fumare. Ti rovini la salute."










Per circa un secondo mi sono sentita in grado di poter abbandonare un vizio che mi porto avanti
da non troppo tempo.
Ho iniziato a fumare con Stéph ed ho smesso con Brian.
E' strano quanto una persona possa influenzarti a dare sempre il meglio di te.
Ma poi senti chi parla! Quello che si fuma cinquanta pacchetti di sigarette al giorno! 
Okay, forse adesso ho esagerato ma...chi è lui per fare la predica a me?
"Teoricamente Haven, non ti ha fatto la predica"
Ah, adesso ci mancava solo la mia coscienza! 
Che serpe che è lei. Deve sempre contraddirmi in tutto. 
O sono io forse ad avere le idee confuse a quest'ora della notte?
Ritorno in camera e questa volta il telefono ricomincia a squillare. Forse stava già squillando da un bel po'
ma al diavolo Stéph e la sua genialata di costruire delle stanze insonorizzate.
Mi avvicino al telefono e questa volta alzo la cornetta con decisione, rispondendo.
-Pronto?-
-Ma che cazzo, è da ore che provo a chiamarti!- 
Sospiro riuscendo finalmente a tranquillizzarmi nel momento stesso in cui mi rendo conto che è Brian ad avermi
chiamato per tutto questo tempo.
-Brian...allora sei tu...e sei vivo!-
-Non dite cazzate Mrs Haven! Io sono vivo e vegeto, Zacky forse un po' meno ma ce la caviamo!-
-Cosa è successo a Zacky?-
-Nulla di preoccupante, solo una piccola ferita.-
-Menomale! E gli altri? Stanno tutti bene?-
-Si, alla grande. E di me? Non chiedi niente? Pensavi solo che fossi morto?-
-Non devo darti tutte queste attenzioni!-
-Sappi che me lo ricorderò!-
-E...Stéph?-
So che forse non avrei dovuto chiederlo proprio a lui perché in effetti il suo silenzio spiega tutto.
Ma Stéphan è pur sempre mio marito...
-Sta meglio di quanto tu creda. E' rimasto al locale.-
-A quest'ora? E cosa sta facendo?-
-Cosa c'è Mrs Haven, si preoccupa per lui adesso?-
-Brian, non sarai mica geloso spero!-
-Certo che no. Ci vuole ben altro per farmi ingelosire...e poi cazzo,io non mi ingelosisco mai!-
-Già...sei diventato verde di gelosia quando ho ballato con Stéphan...-
-Comunque sia, sta sbrigando delle faccende per l'organizzazione...affari abbastanza importanti che occuperanno un bel po'
del suo tempo.- 
E' davvero bravo a cambiare argomento.
-Capisco...-
-Vieni con me alla spiaggia.-
-No Brian io...non me la sento e poi a quest'ora non è il caso.-
-Perché?-
-Brian...ci stiamo uccidendo a vicenda.-
-Da quel che vedo ti ho solo insegnato a sorridere e a vivere.-
Ed infatti ha ragione. Come può un killer insegnarti proprio queste cose? 
-Brian...-
-Dai, solo per queste volta!-
E poi già so come andrà a finire. Ci ritroveremo a fuggire via come due amanti che ovviamente non possono esprimere il loro amore
in alcun modo.
-Haven...-
Il suo tono di voce così pacato, mi fa quasi sciogliere.
Ora mi farà star male, me lo sento. Darà la possibilità agli pterodattili di avere la meglio su me stessa e le mie emozioni.
-Ti...- 
-Pronto? Brian? Ci sei?-
E' caduta la linea.
Possibile che le persone non fanno altro che riattaccare quando parlano con me al telefono?
Beh...forse questa volta dev'esser caduta la linea per davvero.
Sentendo ugualmente gli pterodattili svolazzare nello stomaco, divento tutta rossa se penso che avrebbe potuto dirmi ciò che speravo
mi dicesse.
Mi sento proprio come una teenager in questo preciso istante. Che disagio.
Mi rimetto a letto, coprendomi il corpo con le lenzuola ma sobbalzando l'istante dopo, nel momento in cui qualcuno ha bussato con prepotenza
alla porta della mia camera.
-Mrs Haven, allora, non mi ha ancora dato alcuna risposta!-
Come immaginavo.
Mi alzo di scatto dal letto, avvicinandomi alla porta della camera ed aprendola con velocità.
Brian mi compare dinanzi agli occhi con un sorriso beffardo, una canottiera nera che gli mette in risalto i muscoli ed i tatuaggi sulle braccia
ed uno di quei soliti jeans strappati che ama tanto indossare.
Sul collo invece...ha una sottospecie di graffio piuttosto profondo.
-Oh mio Dio, ma cosa ti hanno fatto!- Esclamo, avvicinandomi a lui e toccandogli per un po' il collo.
-Non è nulla.- Ribatte lui, spostando la mia mano dalla sua pelle.
Se solo la smettesse di far irrigidire sempre quella sua mascella...sarebbe tutto più facile.
-Cosa stavi per dirmi al telefono?- Gli domando, vedendolo però fare l'indifferente.
-Io? Assolutamente niente. Cosa volevi che ti dicessi?-
-Che so...mi aspettavo tipo qualche dichiarazione!-
-Ti aspetti troppo da uno come me.- Brian mi afferra dai fianchi e mi fa spalmare contro il suo torace.
Io posiziono le mie mani sul suo petto ma mi sento piuttosto imbarazzata.
-E cazzo, dovrei farti visita a quest'ora di notte più spesso. Utilizzi proprio un bel completino per dormire!-
-Smettila, stupido!- Ribatto alle sue parole, cominciando a prender fuoco.
Ho bisogno di un po' d'aria...Brian se la sta rubando tutta!
Le sue risate riescono a rientrarmi nella testa, aprendomi il cuore.
E' così bello sentirlo ridere.
-Allora, ci vieni con me alla spiaggia?-
-Se proprio insisti okay.-
-Non fare la trattenuta, so che non aspettavi altro!-
-Sai molto male invece.-
-Vorresti dirmi che preferiresti stare con quel vecchio lì?-
-Quel vecchi lì è il tuo capo!-
-Non ho detto nulla di male!-
-Sei incorreggibile...-
Brian mi dà un bacio sulle labbra ed io gli do uno schiaffetto sulla nuca.
Lui d'istinto mi prende in braccio e mi fa cadere sul letto.
Scoppio a ridere nel momento stesso in cui Brian comincia a farmi il solletico senza neanche darmi la possibilità di respirare.
-B...basta...ti prego!- Borbotto tra le risa, vedendo poi lui fermarsi e stamparmi un altro bacio a fior di labbra.
Egli mi abbassa una bretella della camicia da notte, cominciando a torturarmi il collo con i suoi baci.
Mi irrigidisco all'istante, con la paura che Stéph possa tornare da un momento all'altro.
-Brian...cosa stai facendo?-
-Di che parli?-
-Di questo.-
-Questo cosa?-
-Non fare il finto tonto!-
-Voglio averti Haven. Ti desidero da troppo tempo.-
Sento gli occhi diventarmi sempre più lucidi. Arrossisco ancor di più e a momenti, potrei quasi dimenticare tutto ciò che ho intorno.
In questo preciso istante...esistiamo solo io e lui.
Brian ricomincia a baciarmi ed io potrei quasi toccare il cielo con un dito.
Sentire le punta delle sue dita entrare in contatto con ogni angolo della mia pelle, non fa altro che farmi rabbrividire sempre di più.
Cosa sta facendo al mio cuore?
Avrei voluto dirgli che è troppo presto per me e che ho come la sensazione che Stéph possa sbucare qui da un momento all'altro ma come faccio
a fermarlo?
Il mio desiderio è pari al suo.
Brian incolla per un attimo i suoi occhi ai miei sentendosi fortemente affamato. Ma la sua è una fame diversa...la sua è fame d'amore.
Mentre continua a guardarmi negli occhi, sta provando ad alzarmi la camicia da notte immettendo le sue mani tatuate al di sotto del mio vestiario.
Ma qualcosa ci ferma.
O meglio, direi qualcuno.
La porta della camera si apre ed io e Brian ci voltiamo di scatto contro di essa.
Sto cominciando a pregare che non sia Stéph, ma Brian si allontana di scatto da me facendomi capire che potrebbe esser proprio così.
Il mio peggiore incubo si sta per avverare.
-Cazzo Jimmy, non potevi bussare?- 
Ricomincio a respirare, sentendomi sollevata dopo aver ascoltato con attenzione le parole di Brian.
-Beh, ti ricordo che dovevi sdebitarti, vedendoti scopare con Haven!- Ribatte Jimmy mentre io respiro con profondità e mi alzo con velocità
dal letto riaggiustandomi la camicia da notte.
-Uscite da qui!- Continua Brian, imbarazzato almeno quanto me.
Osservo Zacky e Matt coprire gli occhi al povero Johnny ed inizio a ghignare sotto i baffi.
-Uffa! Io volevo vedere!- Esclama il nanetto, tentando di sbirciare ma Vee e Shads continuano a posizionare le loro mani dinanzi ai suoi
occhi.
-Calma Gates, volevamo solo assicurarci che stavate bene! E soprattutto avvertirti che non vi aspetteremo giù per tutto il giorno!- Continua Vee.
-Okay, ma adesso uscite!- Brian caccia fuori dalla camera sia Jimmy che gli altri.
Jimmy continua ad urlare cose senza senso mentre gli altri si lamentano perché probabilmente volevano assistere alla scena.
In questo preciso istante non so neanch'io se ridere o piangere.
-Scusali, non lo fanno apposta...è che sono fatti proprio così.- Continua Brian, facendomi sorridere ancor di più.
-In fondo, sono bravi ragazzi.- Ammetto, vedendo poi Brian ricambiare i miei sorrisi.
-Dove eravamo rimasti?-
-Al momento in cui io dovevo vestirmi perché dobbiamo andare alla spiaggia.-
-Mh, giusto.-
-Bene. Esci fuori.-
-Che cosa?-
-Hai sentito bene. Esci fuori.-
-E dai, mi giro e prometto di non sbirciare!-
-Non ti crederei neanche se ti bendassi!-
-Voi donne siete così suscettibili! Dai, te l'ho promesso!-
Sbuffo con sonorità, dandogliela vinta almeno per questa volta.
-E va bene. Ma guai a te se ti becco che sbirci!-
Brian mi sorride con malizia ma poi si sdraia sul letto, voltandosi dall'altro lato.
Io prendo con velocità un vestitino abbastanza leggero dall'armadio mentre lascio cadere a terra la camicia da notte.
Ogni tanto, osservo Brian restare sempre nella stessa posizione per assicurarmi che non mi stia guardando.
Indosso il vestitino con velocità e mi sciolgo i capelli, prendendo poi un paio di ballerine ed indossando anche quelle.
-Okay, ho fatto.- Annuncio, vedendolo voltarsi e scendere dal letto.
Brian mi osserva con attenzione, per poi ricominciare a sorridere con malizia.
-Che c'è?- Gli domando, vedendolo poi aprire la porta della camera per uscire.
-Però...hai proprio delle belle tette!-
-Che cosa?! Non fare lo stupido...non hai visto niente!-
-Hai dimenticato un piccolo particolare.-
-Quale?-
-Lo specchio.-
Mi volto di scatto contro lo specchio posizionato dinanzi al letto che riesce a riprendere sia l'armadio che la porta.
E' posizionato proprio nell'angolo.
-Brutto disgraziato!- Urlo contro Brian, vedendolo poi correre via ed io con lui.
Lo rincorro fino a giù continuando ad urlargli contro ma sentendolo di nuovo ridere.
Più lui ride ed io più mi innamoro.















***





Come sempre, alla spiaggia si respira aria diversa.
Aria di chi ha bisogno di libertà, di chi ha voglia di innamorarsi o di chiunque stia
cercando qualcosa di diverso.
Il mare di Huntington Beach è un qualcosa di indescrivibile. Ormai, abito in questa città da troppo tempo. C'è chi non lo ha mai visto e c'è invece
chi lo ha osservato e può parlarne come una cosa rara o un diamante prezioso.
A quest'ora della notte poi ha un qualcosa di magico. Diventa del colore del cielo e quindi una pozza quasi nera ma pur sempre
brillante.
I soliti amici di Brian, che ho già conosciuto, sono sempre qui e questa volta sono sdraiati sulla sabbia aspettando probabilmente
che il sonno li colpisca.
Tutti tranne una.
Una di loro che mi sembra di non aver mai incontrato, se ne sta in riva al mare in solitudine con una chitarra classica tra le mani
ed una di quelle lavagnette da disegno portabili.
Mentre Brian ed i ragazzi scherzano e parlano tra di loro, io non riesco in alcun modo a seguire i loro discorsi restando incantata
dalla dolcezza che continua ad esprimermi quella ragazza anche solo stando ferma, seduta intrecciando le gambe contro la sabbia.
Ha un viso così dolce e dei lineamenti che però da qui non riesco bene a scorgere.
-Brian...chi è quella lì?- Domando al ragazzo, mentre io gli indico un punto in particolare della spiaggia.
-Aspettami qui.- Continua Gates, alzandosi dalla sabbia su cui era seduto poco fa, accanto a me, avvicinandosi alla ragazza con 
un sorriso a trentadue denti.
Brian le sta parlando ed anche lei non smette neanche per un istante di sorridere.
Che ci sia stato del tenero tra di loro?
-Hey Haven, tutto bene?- Mi domanda Jimmy con premura.
Questo ragazzo è un tale imbranato ed una tale dolcezza allo stesso tempo.
-Si...tutto bene.- Ribatto, continuando a fissare la ragazza e Brian.
-Brian è un bravo ragazzo...di lui puoi fidarti.-
-Si, lo so.-
-Se non fosse stato per lui a quest'ora non sarei neanche qui.-
-A cosa ti riferisci?-
-Beh...volevo solo farti capire che nonostante abbia un carattere di merda a volte...ha anche un cuore d'oro. Come me del resto.-
Jimmy vaneggia, strappandomi un sorriso.
-Quindi...ti ha salvato la vita?-
-Diciamo pure di si. Mia madre e mio padre sono morti in un incidente d'auto. Facevano parte dell'organizzazione opposta ed io ero con 
loro in quell'auto. Mia madre mi ha portato in salvo prima ancora che potesse morire per colpa di tutto il sangue che stava perdendo.
Mi allontanò dall'auto ed io cominciai a correre via piangendo sotto la sua estrema richiesta. Poi incontrai Brian e lui...era un ragazzino come me.
Avevo bisogno d'aiuto. Non avevo più niente e lui mi portò a casa sua. Mangiai nel suo stesso piatto e da allora non ci separammo più.
Suo padre non mi aveva mai disprezzato pur appartenendo ad un'altra organizzazione e mi aveva permesso di restare con loro. Poi il resto...credo
che tu già lo sappia.- 

Queste persone sono così affascinanti quando parlano della propria vita. Ognuno di loro ha un passato alle spalle da dimenticare ma
nonostante la vita che svolgono, continuano ad avere un cuore grande quanto un grattacielo.
Sarà perché sono la moglie del capo ma ho come l'impressione che si comportino bene anche con altre persone. 
Questo posso anche intuirlo dal buon rapporto che hanno con Maria che non ha mai avuto Stéph.
-Mi dispiace tanto per ciò che ti è accaduto Jimmy...-
-A me non più. Avrebbero dovuto bere meno del solito e constatare il fatto che a bordo di quell'auto c'era anche un bambino. Ma adesso
non m'interessa più di nulla. Questi ragazzi sono la mia famiglia e sai cosa? E' grandioso.-

Sorrido alle parole di James, ma mi volto velocemente verso Brian e la ragazza per continuare ad osservarli.
Lei ha ancora quella sua chitarra sfasciata tra le mani e la lavagnetta sul fianco.
Brian invece, sta ritornando da noi.
-E Hayley?- Domanda Matt, incuriosito.
Che sia questo il nome della ragazza?
-Non è voluta venire.-
-E perché?- Domanda Zacky questa volta a Brian.
-Perché c'è Johnny.-
-Che cosa?! Ma io non le ho fatto niente!- Si difende Christ mentre i volti dei suoi amici dicono il contrario.
-Non sono stato di certo io a fare quella squallida battuta sui sordi.- Ribatte Brian, mentre Johnny resta in silenzio non sapendo
più cosa dire.
Sui sordi? Okay, non ci sto capendo niente.
-Come biasimarla!- Continua Jimmy, accendendosi poi una sigaretta.
Osservo di nuovo la ragazza, mentre continua a disegnare qualcosa su quella solita lavagnetta.
Sembra essere immersa nei propri pensieri.
Mi alzo di scatto dalla sabbia su cui ero seduta, dirigendomi verso di lei.
-Haven ma cosa...- Prova a dire Brian, ma si zittisce l'attimo dopo osservandomi ormai in lontananza.
Mi avvicino alla ragazza, vedendola poi fermarsi senza continuare a disegnare.
Lei porta il suo sguardo contro il mio ed io faccio lo stesso.
Proprio come dicevo prima...ha un viso dolcissimo.
Ha degli occhi sporgenti a dir poco splendidi. I capelli lunghi, tenuti un po' mossi e di un colore sul castano chiaro, con dei riflessi
dorati impeccabili.
-Che cosa stai disegnando?- Provo a chiederle, vedendola osservare con attenzione i movimenti emessi dalle mie labbra.
Lei non mi risponde ma si volta come infastidita.
-Non voglio infastidirti...ma ti ho vista qui da sola e non mi piace vedere le persone starsene in solitudine a combattere contro un qualcosa
che continua a tormentarle.-
La ragazza ancora non mi risponde ma al contrario, continua a prestare attenzione alle mie labbra.
-Ho capito...scusami se ti ho infastidita.- Concludo il discorso, cercando di allontanarmi da lei ma è proprio la ragazza a non permettermelo.
Mi fa un cenno di mano come se volesse fermarmi.
Uno stop chiaro e tondo.
Poi, sempre con i gesti, mi fa capire che devo riavvicinarmi.
Faccio come mi fa capire, ritornando da lei.
Lei mi indica questa volta la sabbia, come se volesse suggerirmi di sedermi.
-Devo sedermi?- Le domando, vedendola annuire.
Mi siedo dinanzi a lei, osservando quegli occhioni lucidi sembrare due pozze di speranza.
Non ne capisco principalmente il motivo ma ho come l'impressione che questa ragazza abbia qualche problema con sé stessa.
Con velocità, Hayley comincia a fare dei gesti con le mani che purtroppo non riesco a capire.
Mi indica la sua lavagna da disegno e poi fa finta di scrivere attraverso l'aria.
-Beh...però puoi almeno parlarmi...- Le dico, vedendola socchiudere quasi gli occhi con disperazione.
-Non può.- Borbotta Brian alle mie spalle, vedendoci incontro. 
Hayley si rattrista mentre il suo sguardo è perso nel vuoto.
-Legge il labiale per capirti...è successo tanto tempo fa.-
Adesso ho capito tutto. E' una ragazza sorda.
Mi si stringe il cuore nel vederla sorridermi improvvisamente.
-Oh...capisco. Scusami, non volevo...- Sussurro ad Hayley, con dolcezza.
Mi sento davvero una sciocca.
Lei mi prende una mano e mi sorride ancora, come se volesse dirmi che è tutto okay e che non devo preoccuparmi.
Ricambio il suo sorriso, vedendola poi ricominciare a disegnare.
Dopo un po' però, lei inizia a disperarsi, toccandosi i capelli con disperazione e lanciando nel mare alcune matite colorate.
Leggo la disperazione nei suoi occhi e l'ambizione pulsarle dentro con accanimento.
-Posso aiutarti io a disegnare magari...- Mi propongo, avvicinandomi a lei e prendendo gli ultimi gessetti che le sono rimasti.
-Questo disegno è...perfetto. Solo che possiamo perfezionarlo ancor di più.- Le dico con un po' di lentezza per darle la possibilità
di capire ciò che le sto dicendo.
E lo penso per davvero. Ha disegnato una coppia che si bacia in riva al mare. E' davvero bravissima ed ha un talento a dir poco
invidiabile.
Dopo averla aiutata per un po' con il disegno, sotto gli occhi attenti di Brian, la ragazza comincia a sorridere.
-Brava, così.- Continuo a ripeterle, vedendola sfumare al meglio le ombre dei due amanti.
Una lacrima le scivola dal volto mentre lascia la sua lavagnetta per abbracciarmi.
Ricambio la sua stretta, restandone però a bocca aperta.
E' così affettuosa...
Dopo avermi abbracciata, riprende la lavagnetta e questa volta per scrivermi qualcos'altro.
"Grazie mille Haven"
-Come sai il mio nome?- Le domando, incarcando un sopracciglio.
-Le ho parlato di te.- Dice Brian, sorridendo anche lui.
-Davvero?-
Hayley annuisce per poi rivolgere uno sguardo spensierato sia a me che a Brian.
-Vedo che avete già fatto amicizia!- Continua Gates, avvicinandosi sempre di più a noi.
-Beh...non ci è voluto molto.- Rispondo a Brian, vedendo la ragazza fare dei gesti che non riesco a decifrare in alcun modo.
Brian invece, sembra capire benissimo e fare molta attenzione a ciò che sta cercando di dirgli.
-Dice che le sei simpatica e che...insieme siamo la coppia perfetta.- Borbotta Brian una volta che Hayley ha finito di gesticolare.
-Oh...- 
Hayley si avvicina a noi, prende una mia mano e poi quella di Brian.
Lei ricongiunge le nostre mani per poi sedersi di nuovo sulla sabbia e ricominciando a disegnare con una velocità 
incredibile.
Da lontano, mi sento osservata da Nancy che continua a fissarmi mentre si siede tra le gambe di Matt.
Mi fissa come se volesse quasi prendermi a sprangate e forse conosco il motivo di questa sua reazione.
E' sintomo di gelosia.
Brian si distende improvvisamente sulla sabbia e stringendomi ancor di più la mano, riesce a coinvolgermi.
Mi distendo anch'io sulla sabbia con la differenza di ritrovarmi la testa ed il viso accanto a quello di Brian.
Entrambi fissiamo il cielo mentre Hayley fa da sfondo alla situazione, osservandoci e disegnando allo stesso tempo.
-Cosa le è accaduto?- Domando a Brian, vedendolo fissare il cielo.
-Da quando ha visto il suo fratellino di cinque anni esser sgozzato dinanzi ai suoi stessi occhi...non ha più parlato con nessuno.-
Un dolore mi colpisce al cuore e all'istante, mi pento di averglielo chiesto.
-Lei e suo fratello erano orfani. Lui era tutto ciò che le rimaneva.-
-Basta...ti prego.-
-Come vuoi.-
Riprendiamo entrambi a fissare il cielo, che in questo preciso istante mi sembra molto più costruttivo di fissare sempre e solo
il soffitto.
-Ah...dimenticavo di dirti una cosa.-
Esito, non volendo sapere altro sulla vita di quella povera ragazza.
-Ti amo.- Mi sussurra con dolcezza e tutto sembra avere finalmente un senso.
Sorrido contro il cielo, alzandomi per un po' dalla sabbia e stringermi tra le braccia del ragazzo.
Entrambi ci addormentiamo con i nostri soliti cuori sovrapposti.
Al mio risveglio, mi guardo intorno osservando tutti dormire con tranquillità.
Jimmy accanto a Zacky, Vee accanto a Matt e Johnny accanto a Hayley.
Un momento.
Mi strofino gli occhi, osservando Hayley dormire sul petto di Johnny ed il nanetto tenerle una mano sulla spalla.
Mi volto infine verso Brian, osservando la luce del sole illuminargli per un po' il viso e renderlo ancor più bello del solito.
Riposiziono la mia testa sul petto del ragazzo, riprendendo a dormire.
Forse dovrei alzarmi e tornare a casa. 
Ma no, cosa sto dicendo.
Abbiamo ancora tempo.



























NOTE DELL'AUTRICE.

Salve a tutti lettori! Eccomi con un nuovo capitolo appena sfornato!
Vi sta piacendo la storia? Ed i personaggi?
Bene, ricordatevi di farmelo sapere!
Da questo capitolo le cose cominceranno a smuoversi. Riuscirete a capire meglio i vari
caratteri dei personaggi, le situazioni ed il vero messaggio di questa ff.
Come vi ho già ripetuto altre volte, ci tengo molto a questa storia perché credo che il messaggio
sia un po' più particolare del solito. 
Spero che tutti riescano a percepire le giuste emozioni e spero vivamente di non annoiarvi. In caso contrario,
vi do la possibilità di avere il mio indirizzo e venirmi a picchiare lol.
Ma a parte gli scherzi, sono curiosissima di leggere le vostre recensioni per questo capitolo.
*Ringraziate Saya per la pazienza che dimostra di avere con un caso perso come me*
Questa volta come vedete...ho creato un Brian diverso da quello che ero solita creare. E' un Brian molto più particolare
perché nonostante vive una vita particolare e poco dignitosa...ammette di essere innamorato della moglie del capo.
Non si nasconde ma al contrario, darebbe la vita per la donna che ama.
Questo dimostra una gran cosa. MAI SOFFERMARSI ALLE APPARENZE.
Di merda nel mondo ce n'è già troppa ed io spero di aiutarvi a sognare come meritate.
Attendo come sempre le vostre recensioni e mi dileguo all'istante perché ho cinquecentomila faccende da sbrigare!
Grazie a tutti i lettori che continuano a seguirmi e ai nuovi che si son iscritti qui su EFP per seguire le mie storie.
Un bacio a tutti!




-SynysterIsTheWay.









Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 9. Be brave. ***


9° Be brave.




 
Alle anime superficiali occorrono degli anni per liberarsi di un'emozione.
(Oscar Wilde)

 






Una volta tornata a casa accompagnata come sempre dai ragazzi, mi sono messa a correre per le scale
e ho aperto di scatto la porta della mia camera, osservando Stéph a terra.
-Oh mio Dio...- Sussurro, vedendo l'uomo a terra con due bottiglie rotte sul pavimento ed una vuota tra 
le mani.
Okay, ora me ne darà di santa ragione.
-Stéphan!- Urlo, tentando di attirare l'attenzione dell'uomo ma lo vedo spalmarsi ancor di più al pavimento.
Mi fiondo dinanzi a lui, tentando di aiutarlo a rialzarsi ma mentre ci provo, sto per cadere io.
Mi faccio un po' più di forza, vedendo poi l'uomo lasciarsi tirar su e disperarsi come non lo avevo mai visto
fare prima d'ora.
I suoi sembrerebbero essere dei singhiozzi mentre gli occhi azzurri gli sono diventati improvvisamente rossi.
Ad esser sincera, non sembra neanche lui.
Egli ricomincia a singhiozzare, vedendomi poi affiancarlo per cercare di capire cos'ha. Dall'alito intuisco che anche oggi ha
deciso di ubriacarsi.
Possibile che sia ancora convinto del fatto di poter ritrovare salvezza nel fondo di una bottiglia?
-Stéph...cosa ti prende adesso? Hey, sono io, Haven.-
-Haven...io chi sono?-
-Sei...Stéphan. Mio marito. Il più grande capo della mafia di tutti i tempi.-
-Io sono un uomo di merda Haven. Ti faccio soffrire e ti faccio del male ma...non è colpa mia.- Stéph parla vagamente, guardandosi
continuamente intorno e ricordandomi della sua voce da ubriacone alquanto assurda.
Una voce diversa dal solito. Molto più soffocante.
-Io non volevo essere così...io non volevo diventare tutto questo.- Continua a balbettare Stéphan, roteando in continuazione i suoi occhi
e mostrandomi finalmente quel suo lato debole.
Chi lo avrebbe mai detto che anche uno come mio marito possa lasciar distruggere quella sua corazza proprio dinanzi ai miei occhi.
Forse lo sta facendo perché in qualche modo, sa di potersi fidare di me.
Ed io invece...non ho saputo fare altro che innamorarmi di un altro uomo. Ma non l'ho fatto di proposito...si insomma...è
accaduto e basta.
E comunque, Stéphan non mi ha mai trattata davvero per come merito. Mi ha sempre trattata come un oggetto e sbandierarmi ai quattro
venti è la cosa che sembra fare meglio.
Lui non mi ha mai dato amore. 
Ed allora perché adesso mi sta dicendo queste cose? 
Perché, nonostante sia una persona così debole in fondo...mi lascia sempre con il cuore spezzato?
-Stéphan, ne parleremo un'altra volta...adesso credo sia meglio che tu ti riposa un po'.-
-Non voglio dormire. Haven, io ti amo! Ti amo troppo e non volevo trasformare questo posto nel tuo inferno personale! Non volevo
neanche far uccidere tutti quei ragazzi che ti guardavano ma io sono ossessionato da te. Non ho mai provato nulla di simile per nessun altra
in tutta la mia vita e tu sei...cioè...sei...-
Stéph mi osserva da capo a piedi ed io non so proprio cosa dirgli. Mi dispiace di questo suo pentimento e nonostante ciò mi faccia percepire
che anche lui abbia un cuore...qualcosa dentro di me resta instabile.
-Haven, sei la moglie che ho sempre desiderato e credo di non aver mai amato nessuno più di quanto amo te.-
-Ed è per questo motivo che non sai fare altro che mettermi le mani addosso?- Ribatto acida, vedendolo sbarrare gli occhi.
Buongiorno.
-Ma amore mio...io non vorrei mai farlo. E' la mia gelosia che mi fa agire in questo modo ma credimi che se potessi diventare un uomo
migliore solo per te lo diventerei. Non ho mai voluto ferirti...-
Eppure lo hai fatto.
Mi hai strappato via dalla mia famiglia solo per uno stupido debito nei confronti di mio padre. Un debito che poteva esser saldato
in qualsiasi altro modo.
Ed invece, io ero troppo piccola ed ingenua per capirlo.
Mi hai sempre corteggiata come meglio potevi...mi hai dato tutto ciò che avrei sempre desiderato ma ti sei da sempre dimenticato di una cosa.
Di darmi il rispetto che merito e di comprendere il fatto di esserti sposato con una ragazza di soli diciotto anni quando tu invece sei già
abbastanza vecchiotto.
Oh si...avresti dovuto pensarci prima a tutto questo.
Avresti dovuto pensare anche al fatto che ogni tanto mi sarebbe piaciuto esser compresa da te. Ma no, questo non è mai accaduto.
Ogni volta che leggevo un libro il giorno dopo me lo ritrovavo nella spazzatura.
Ogni volta che piangevo per la mancanza dei miei genitori...tu non hai fatto altro che allontanarli.
Mi hai imprigionata qui dentro e da me pretendevi amore e dolcezza quando io in realtà non ho mai ricevuto niente!
Ma sbagliare è umano e si...tutte le persone sbagliano.
Quindi alla fine non posso fargliene una colpa. E' come se mi stesse chiedendo perdono per tutti i dolori che mi ha provocato
in questi anni e detto da lui è già qualcosa.
Chissà se dovrei davvero credere alle sue parole o...restare ugualmente con i piedi per terra.
-Perdonami piccola mia. Se fosse possibile...rinuncerei per sempre alla mia vita da mafioso per starti accanto anche per un giorno i più.
Ma purtroppo ci sono dentro fino al collo e non posso tirarmi indietro proprio adesso. Ma credimi che per te lo farei. Non rovinerei
mai più questo bel viso e soprattutto il tuo bel corpo. Me ne prenderei cura come un uomo orgoglioso di aver accanto una donna come te.-
Basta Stéph ti prego. Ti stai solo facendo del male in questo modo e riesci a colpire anche me.
Perché tutto ciò che fai, ricade sempre e solo su di me,eh?
Perché mi stai mostrando solo ora chi sei realmente?
-Io ti amo Haven.- 
Le sue parole così deboli ed afflitte, riescono a colpirmi in pieno.
Come vorrei essere sincera anch'io con lui e dirgli che in realtà il mio cuore non gli è mai appartenuto.
Voglio dire...come puoi amare una persona che arriva al punto di farti del male anche fisicamente oltre che psicologicamente?
Un giorno glielo dirò. Un giorno gli dirò tutta la verità e lui sarà costretto a lasciarmi andare. Un altro giorno però. Non oggi.
-E tu? Non mi ami?- Continua Stéphan, attendendo una mia risposta.
Se gli rispondo di no...non potrò mai sapere cosa sarebbe capace di fare. Devo ricordarmi del fatto che è un capo della mafia e che una sua
qualsiasi reazione improvvisa potrebbe essere fatale per me stessa.
Egli mi accarezza una guancia, tentando di sorridermi.
Io mi limito a sospirare e ricambiare con poca convinzione il suo sorriso.
Al pensiero che possa far del male pure a Brian...provo a salvarci la pelle.
-Ti amo anch'io.- Sussurro, vedendo l'uomo addormentarsi sul divanetto e allo stesso tempo, sentendo un rumore alla porta abbastanza preoccupante.
Corro verso la porta, osservando la maniglia quasi dondolare sul legno.
Che Brian sia stato qui ed abbia ascoltato tutto?














***











Dopo l'accaduto di questa mattina, mi sono assicurata di far riposare Stéph che adesso dorme come
un ghiro.
Fino ad ora, sono rimasta accanto a lui per assicurarmi che stesse dormendo ed adesso l'unica cosa che posso fare
è andare da Brian.
Ho come la sensazione che sia stato lui a tirare un pugno secco contro la porta e che sia arrabbiato con me
per ciò che ho detto a Stéphan.
Lui dovrebbe saperlo che non potevo fare altrimenti. L'ho fatto per noi e soprattutto per assicurarmi che possa vivere
per qualche anno in più.
Non oso neanche immaginare cosa potrebbe accadere se mio marito venisse a sapere una cosa del genere. Prima ucciderebbe me
e dopo lui.
Ispeziono tutta la casa da cima a fondo, ma di Brian non c'è neanche l'ombra.
E' strano non avere la sua presenza in questa casa...sembra così vuota.
Con velocità, corro verso il solito corridoio per poter bussare alla porta della camera dei ragazzi qui al piano terra.
Finalmente, dopo svariati tentativi, qualcuno decide di aprirmi.
Zacky mi appare dinanzi agli occhi, senza maglietta e con un paio di boxer quasi tigrati.
Sbarro gli occhi alquanto imbarazzata, vedendo il ragazzo diventare rosso come un pomodoro.
-Ehm...ah sei tu Haven.-
-Disgraziato! Mettiti subito una maglietta!- Urlo contro a Vee, dandogli le spalle.
La situazione non è solo imbarazzante ma fottutamente ambigua.
-Ehm scusami Haven è che...sto facen...-
-Non voglio sapere cosa stavi facendo, porco!- Ribatto ancora, sentendomi totalmente a disagio.
Insomma, se voleva scambiare effusioni con qualche ragazza poteva anche farlo fuori di qui! 
-Scusa, non sapevo che saresti venuta a bussare proprio quando stavo per...-
-Basta! Zitto Zacky, zitto!-
-E che sarà mai un po' di buono e sano sesso!- Esclama Vee, credendo di essere spiritoso ma io non riesco
a ridere proprio in alcun modo.
Sono quasi sicura del fatto che sto per diventare ancora più rossa di lui.
-E va bene Haven, la smetto. Ti serve qualcosa?- Mi domanda, dopo aver riso di continuo.
-Ti sei rivestito?-
-Ehm no.-
-Allora non mi volto!-
-Certo che sei proprio buffa.-
-Buffa io?!-
-Si. Ti scandalizzi per così poco!-
-Per così poco? Tu hai osato dire, per così poco?-
-Non vedrai altro che tatuaggi, te lo assicuro!-
-Non mi interessa, mettiti subito una maglietta!-
-Vuoi dirmi che cosa stavi cercando?-
-Brian!-
-Ah, giusto. Brian è uscito stamattina e non è più tornato. Jimmy ha provato a chiamarlo più di una volta
ma ha il cellulare staccato.-
Adesso si che inizio a preoccuparmi. Non voglio pensare che abbia fatto qualcosa di stupido.
-Va bene...grazie.- Sussurro con delusione a Zacky, senza voltarmi neanche per un'istante.
-Stai tranquilla...è un ragazzo con la testa sulle spalle. Tornerà.- 
Annuisco alle parole di Vee, facendogli un cenno di mano senza guardarlo e dirigendomi questa volta verso
la cucina.
Vedo Maria cucinare mentre Jimmy, Johnny e Matt le stanno alle calcagna, senza lasciarle neanche un attimo di respiro.
-E dai Maria, noi abbiamo fame!- Si lamenta Johnny, cercando qualcosa da mangiare nel frigo.
-Avete già mangiato. Non sono mica la vostra baby sitter!- Ribatte Maria, che ha appena finito di lavare i piatti e riordinare
la cucina.
Sembrano proprio dei bambini piagnucoloni.
Io intanto comincio a sentire sempre più fitte allo stomaco che non mi danno neanche la possibilità di camminare.
Non posso farci niente. Io quel ragazzo me lo sento dentro.
C'è qualcosa che non va ed io ne sono consapevole ma...non so neanche dov'è andato a finire.
Anche se volessi cercarlo, non saprei da dove cominciare.
Entro in cucina tenendomi la pancia tra le mani e sedendomi su di una sedia accanto al tavolo.
-Oh signorina Haven, come si sente?- Mi domanda Maria, avvicinandosi a me.
-Ma non è giusto! Non ti sei mai preoccupata così per noi!- Continua Johnny, beccandosi uno schiaffetto amichevole
da parte di Jimmy.
-Signorina Haven...vuole che le preparo qualcosa da mangiare?-
I ragazzi si scambiano degli sguardi, sentendosi profondamente offesi.
-Si. Ma solo se a mangiare con me saranno anche loro.- Rispondo io, indicando i ragazzi che al momento potrebbero
saltare di gioia.
Un piccolo break pomeridiano non mi dispiacerebbe.
-Evvai!- Urla Jimmy, saltando sul tavolo e sedendovici sopra.
Rev si ritrova accanto a me anche se come al solito mi sento costretta a guardarlo dal basso.
Johnny e Matt si siedono anche loro intorno al tavolo mentre Maria continua a scrutarmi con attenzione.
-Signorina...ma è sicura di sentirsi bene? E' diventata piuttosto pallida.- Continua Maria, prendendosi il mio volto 
tra le mani con preoccupazione.
-Si Maria...ho solo un po' di male alla pancia.- Ammetto, vedendo gli altri ridere sotto ai baffi.
Si può sapere cosa c'hanno adesso da ridere?
-Oh, le preparo anche una buona tisana. Non si preoccupi, il mal di pancia scomparirà in un battibaleno!-
Maria si avvicina ai fornelli ed inizia ad armeggiare con le padelle ed alcune tazze.
-Come mai non ti senti bene Haven?- Mi domanda Matt con dolcezza.
-E' una donna, si sa, ha il ciclo!- Ghigna Johnny, come un vero e proprio idiota.
-Non ho nessun ciclo e...qualcuno di voi ha visto Brian?-
-Ho provato a chiamarlo più volte ma ha il cellulare staccato.- 
-Si, lo so Jimmy...me lo ha detto prima Zacky.-
-Zacky? Ma ne sei proprio sicura?-
-Si Matt, perché?-
-Forse ha fatto cilecca con quella tizia a dir poco affascinante!- Dice Jimmy, grattandosi il mento.
-Allora posso farmi avanti io.- Borbotta Johnny questa volta, alzandosi dal tavolo.
-Ragazzi, per favore, sto cercando di parlarvi seriamente!-
-Anche io Haven.-
Sposto il mio sguardo contro quello del nanetto, fulminandolo con gli occhi.
-Va bene, sto zitto.- Continua Johnny, mentre gli altri si sentono improvvisamente sollevati.
-Era ora!- Borbotta Matt, abbozzando un sorriso e vedendo il nanetto fargli delle smorfie alle spalle.
-Ragazzi.- Richiamo la loro attenzione, vedendoli finalmente voltarsi verso di me.
Non capisco in alcun modo come possano essere così tranquilli. 
Devono fidarsi di lui ciecamente.
-Sono preoccupata...Brian mi ha sentita mentre sussurravo a Stéphan di amarlo...non ne sono sicura ma quando Stéph stava per 
addormentarsi ho sentito un qualcosa colpire la porta. Quando mi sono avvicinata ad essa ho udito anche dei passi allontanarsi sempre di più.
Ho come l'impressione che Brian abbia ascoltato tutto e si sia arrabbiato.-

-Ah, ecco perché prima è entrato in camera con il volto di chi deve aver fatto una strage di corpi!- Esclama Jimmy, pensieroso.
-Si...stamani era piuttosto arrabbiato ma non ha voluto spiegarcene il motivo. Ha preso la sua giacca di pelle nera e se n'è uscito
senza dire niente.-
Continua Shads, facendomi battere il cuore a mille.
Allora è vero...è arrabbiato con me.
-Oh...- Sussurro, abbassando lo sguardo contro il pavimento.
-Stai tranquilla Haven. E' uscito per tranquillizzarsi...quando tornerà sarà più calmo del solito.- Mi sussurra Rev, mettendomi una mano
sulla spalla e rassicurandomi.
-Non potevo farmi scoprire da Stéph...io...l'ho fatto per lui.- Borbotto mentre alcune lacrime mi rigano il volto.
-No Haven, dai, non fare così...- Continua James, scendendo dal tavolo per abbracciarmi.
Jimmy mi abbraccia e mi stringe forte a sé come se volesse tentare di aiutarmi.
Matt invece si inginocchia accanto a me per cercare di capire cosa mi prende ed infine mi ritrovo il nanetto dietro alle spalle
che me le sta accarezzando per darmi coraggio.
Quel coraggio che molto probabilmente, mi manca.
Non so neanch'io cosa mi sia preso ma il pensiero che Brian potrebbe decidere di non tornare più o che potrebbe prendersela con me, mi fa
star male.
Dentro lo stomaco, ci sono delle lame che stanno uccidendo tutti gli pterodattili mentre i miei occhi sembrano essere quasi
iniettati di sangue.
Tutta questa fragilità non promette mai nulla di buono.
-Dai Haven...vedrai che tra un po' ritorna e avrà già dimenticato tutto!- Mi sussurra Matt, mostrandomi le sue fossette.
-Si, non devi preoccuparti...Brian è fatto così ma vedrai che andrà tutto bene.- Borbotta Christ, mostrandomi tutta un'altra persona.
-E poi, sono sicuro che il nostro Gates non vorrebbe mai vederti piangere per lui. Quindi sorridi perché la vita è stata fatta
per essere vissuta.- 
Sorrido tra le lacrime anche alle parole di Jimmy, osservando anche gli sguardi di Johnny e Matt che sembrano volermi dare sempre
più coraggio.
Hanno un potere indescrivibile questi ragazzi. Riescono a farti sentire meglio con poco.
-Cosa le avete fatto! Brutti screanzati che non siete altro, allontanatevi dalla ragazza!- Urla improvvisamente Maria, con un cucchiaio
enorme tra le dita ed uno sguardo a dir poco terrificante.
-Ehm, no Maria, non è come pensi!- Prova a dire Johnny, ma la donna continua a tamburellare il suo piede sul pavimento come se stesse
attendendo delle spiegazioni più che plausibili.
-Non è come penso?! Ah, se vi prendo!- 
-Ragazzi...ritirata!- Urla Matt, cominciando a scappar via dalla cucina dai ragazzi ma io mi alzo di scatto dalla sedia per difenderli.
-No Maria, ferma!- Esclamo, vedendo la donna fermarsi mentre stava per rincorrere i ragazzi.
-Ma signorina...vi hanno fatta piangere!- 
-No Maria, al contrario. Loro mi hanno aiutata a sorridere.- Ammetto, vedendo poi la donna tranquillizzarsi.
I ragazzi sospirano sentendosi sani e salvi mentre io sento le mie lacrime asciugarsi sul viso.
-Oh...bene. Allora mettetevi a tavola, ho preparato delle buone crêpes per tutti!- 
I ragazzi si fiondano attorno al solito tavolo mentre io mi risiedo al mio solito posto.
Soffoco una risata quando vedo i ragazzi posizionarsi con fin troppa velocità al tavolo e prendere le posate sbattendole
più volte contro la tavola.
Io non mi sento in vena di mangiare crêpes quindi mi accontenterò della buona tisana preparata da Maria.
La donna posiziona il piatto con le frittelline alla nutella e panna al centro del tavolo ed i ragazzi prendono con velocità il cibo riempiendosi
il proprio piatto.
Sono rimaste delle ultime crêpes alla nutella ma non oso neanche guardarle.
Col mal di pancia che mi ritrovo non ho voglia di ingerire troppi zuccheri.
Maria mi porge la tisana ed io la ringrazio, cominciandone a bere alcuni sorsi.
-E tu Haven? Non le mangi le crêpes?- Mi domanda Matt, abbuffandosi.
-No...non mi vanno.- Borbotto, osservando poi Jimmy prendere le crepe dal piatto centrale per posizionarle sul mio.
Sto per ribattere ma James non me lo permette, superando il tono della mia stessa voce.
-Mangia, sono ottime.-
-Ma a dir la verità io...-
-Mal di pancia o no, le devi mangiare. Il cibo mangiato in compagnia ha un sapore migliore del solito.- 
Inarco un sopracciglio, vedendo poi Rev ritornare con la testa sul suo piatto e mangiare le frittelline con gusto.
Provo ad addentarne un pezzo ed all'istante mi ritrovo sporca di panna e nutella un po' su tutto il volto.
Tutti scoppiano a ridere osservandomi ed io con loro.




















***







Una volta sveglio, Stéph non si ricordava di niente.
Per mia fortuna posso assicurarmi di non esser presa a botte almeno per oggi.
Al contrario, l'uomo si è svegliato, si è preso un'aspirina e mi ha lasciato un bacio sulla guancia
dicendomi di dover correre ad una riunione e che non poteva assolutamente permettersi di far tardi.
Mi sono distesa l'attimo dopo sul letto consapevole del fatto che anche i ragazzi lo avranno seguito a ruota. Tutti
tranne Brian.
Stéphan ha chiesto ai ragazzi che fine avesse fatto ed loro hanno cercato di corpirlo in tutti i modi possibili, riuscendoci.
Mio marito è rimasto un po' perplesso dalla situazione perché secondo lui, Gates non è il tipo da uscire improvvisamente di casa
e non far avere più sue notizie.
La situazione però sta ricadendo su di me e non riesco a scrollarmela di dosso in alcun modo.
Solo il pensiero che possa essergli accaduto qualcosa di brutto, mi fa impazzire.
Improvvisamente però il telefono fisso posizionato sul solito comodino inizia a squillare e questa volta, mi precipito
per poter alzare la cornetta e rispondere al più presto.
Dev'essere Brian!
-Pronto? Brian, sei tu?-
-Mi dispiace di averti dato una piccola speranza ma cazzo Haven, devi aiutarci.-
Jimmy? 
-Jimmy! Ma io credevo che fosse...-
-No, Brian non sarebbe neanche in condizione di chiamarti!-
-Che cosa significa tutto questo? Sai dov'è?-
-Diciamo che potrei prenderlo a cazzotti ma voglio contenermi. Haven, sei l'unica che può aiutarlo.-
-Cosa...sta succedendo?-
-Hai presente il bar "Vegas"? Il bar di proprietà sempre del signor Mason, quello proprio accanto al locale?-
-Mh, si!-
Conosco l'edificio ma Stéph non mi ha voluto mai far entrare lì dentro. Sarà per tutta la droga che si sparano nelle vene
le persone e sarà per la quantità di ubriaconi che lo invadono.
Per non parlare poi di quelle spogliarelliste da strapazzo che se potessi, le tirerei giù da quel palo a morsi!
-Brian è lì dentro ma è ubriaco fradicio. Ha bevuto troppo ed ora non si ricorda neanche come si chiama.-
Non può essere...non può aver fatto per davvero una cazzata simile.
E rieccolo quel solito mal di stomaco che mi fa contorcere.
-Ed io cosa dovrei fare?-
-Portarlo via da lì prima che Stéphan vi entri. Non deve vederlo in quello stato e soprattutto vedere che sta per dare il via
ad una rissa!-
-Rissa?! Oh mio Dio!-
-Già. Dei figli di puttana stanno infastidendo Hayley dietro al bancone, prendendola in giro solo perché è...vabbè lo sai.-
-Hayley...dietro al bancone? Non mi dirai che quella ragazza lavora lì dentro!-
-Adesso non è importante! Noi cerchiamo di distrarre il signor Mason e tu porta via Brian da lì. Ti prego, sei la nostra ultima
speranza.-

Mantengo la cornetta accanto al mio orecchio, respirando quasi a fatica.
Apro la bocca per metà, realizzando tutto ciò e cominciando a tremare.
Ho gli occhi colmi di lacrime ma questo non è il momento giusto per lasciarmi prendere dalla mia solita emotività.
Adesso devo agire. 
Devo farmi coraggio e non lasciarmi divorare dalle mie paure.
Si, andrà tutto bene.
























NOTE DELL'AUTRICE.

E rieccomi con un nuovo capitolo!
Scusatemi, sono troppo esaltata per il nuovo video di This means war, ma by the way, adesso dobbiamo
pensare a questo nuovo capitolo lol.
Mi auguro di aver fatto un buon lavoro o almeno lo spero. 
Come vedete, anche Stéphan ha dato libero sfogo ad una sua parte buona...ma se neanche lui sapesse di avere
una parte del genere e tende sempre a camuffarla?
Eehehe, creo dei personaggi proprio idioti.
Ma comunque. So che state morendo dalla voglia di sapere cosa accadrà nel prossimo capitolo (Seh, ma chi me se piglia)
ma l'attesa sarà poca, ve lo assicuro.
Aggionerò il prima possibile o almeno ci proverò!
Per il resto, mi fate davvero felice quando recensite e mettete la storia tra i preferiti. Mi fate capire che ci siete e che
mi sostenete sempre e questo per me è importante.
Sto cercando di instaurare un buon rapporto con tutti voi lettori e spero di riuscirci al meglio perché davvero, non potrò
mai ringraziarvi abbastanza per tutto ciò che fate per me.
Già che mi sopportate, deve essere un gran peso per voi!
Mi rendo conto che potrei fare di meglio magari con questa storia ma...sper di potervi accontentare.
Ed ovviamente, spero che riesco ancora a farvi emozionare!
Grazie di tutto, davvero.
Quindi...adesso, voglio subito leggere tutte le vostre considerazioni e sapere cosa ne pensate di questo nuovo capitolo!
Grazie ancora e sempre se volete, al prossimo!
Un bacio...





-SynysterIsTheWay.






 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 10. I'll be with you here, until the end. ***


10° I'll be with you here, until the end.





 
È veramente bello battersi con persuasione, abbracciare la vita e vivere con passione. Perdere con classe e vincere osando...
perché il mondo appartiene a chi osa! La vita è troppo bella per essere insignificante.
(Charlie Chaplin)





Mi ritrovo senza fiato, nascondendomi dietro ad un bidone della spazzatura per
non esser vista da nessuno.
Dopo alcuni istanti, sgattaiolo via dal bidone e mi avvicino al bar "Vegas",di proprietà di Stéphan, ovviamente.
In questa città ormai, sono pochi gli edifici che non sono di sua proprietà.
Credo che quando morirà...dovrà esser per forza ricordato come una persona d'onore qui in California.
Ma da quel che so, in molti lo conoscono e lo temono anche all'estero. 
In questo preciso istante però, non so se esser più preoccupata per me stessa o per quel cretino di Brian che non aveva
nient'altro da fare che ubriacarsi al bar.
Perché lo ha fatto? Crede davvero che io non possa alleviare i suoi dolori più profondi?
Se non altro, è proprio un idiota. 
Si, un idiota che ha agito d'impulso senza neanche preoccuparsi per la donna che ama che l'ha aspettato tutto il giorno
in casa.
Perché è proprio questo che ho fatto.
Sono stata tutto il giorno a maledirmi e a maledirlo, cercando di sperare in un suo ritorno ma ahimè...forse sarà stato tutto
il giorno con quella Nancy.
Oppure, si sarà andato a divertire con qualche puttanella nei dintorni. Ed io l'ho aspettato a lungo come una stupida...
Ah, se solo ci penso, mi viene voglia di tornarmene a casa e far si che ci lasci la pelle in quella rissa!
No, non posso farlo. Assolutamente no.
Non ce la farei neanche se lo volessi. 
Io ho bisogno di lui...e se lui non ha bisogno di me, credo che dovrò farmene semplicemente una ragione.
Apro con velocità la porta sul retro del bar, nascondendomi nei vari angoli e raggiungendo finalmente il cuore di questo
edificio.
Se solo Stéph venisse a sapere che sono stata qui, credo che potrebbe darmene di santa ragione.
Per di più, qui dentro non si respira.
C'è una puzza di marijuana assurda e le persone che continuano a mettere dei soldi nelle mutande di alcune spogliarelliste
non sono da meno.
Mi viene la nausea a star qui dentro quindi sarà meglio trovare quel cocciuto alla svelta e scappare via come in uno di quei
soliti film d'azione.
Eppure, non avrei mai pensato che sarei stata proprio io a tirare fuori lui da questa brutta situazione.
Mentre avanzo con lentezza verso alcuni tavoli però, vedo in lontananza una ragazza aver appena ricevuto uno schiaffo da un suo probabile
cliente.
La ragazza non ribatte, resta zitta e si allontana dal tavolo, con le lacrime agli occhi.
Ella si avvicina ad un bancone ed inizia a versare delle miscele di alcuni cocktail in alcuni bicchieri in vetro.
Forse, lei sa dove posso trovare Brian o Hayley.
D'istinto, mi avvicino a quel bancone situato dinanzi alla pista delle spogliarelliste, chiedendo aiuto a questa ragazza dagli occhi da gatta.
-Ciao...- Saluto la ragazza, vedendola bere un goccio di alcool senza però rivolgermi alcuno sguardo.
La ragazza continua a comportarsi da indifferente come se nessuno avesse osato parlare.
-Ho detto ciao.- Ribatto, vedendo questa volta la tizia voltarsi verso di me e fulminarmi con un solo sguardo.
-Che vuoi? Da bere? Serviti.- Continua la ragazza con un atteggiamento menefreghista che non mi va per niente a genio.
-Non ho bisogno di bere...sto cercando un ragazzo...si chiama Brian. Sai dirmi dov'è?-
-Non conosco nessun Brian, mi dispiace. Ma aspetta un attimo...tu sei la moglie del signor Mason!-
-Oh cazzo...-
-Tu non dovresti essere qui!-
-Ti prego, non dire a nessuno che mi hai vista qui stasera. Si tratta di una questione importante e devo assolutamente trovare
quel ragazzo!-
-Tu sei in cerca di guai...non puoi stare qui e sarò io stessa a chiamare qualcuno della sicurezza per farti sbattere fuori.-
-No aspetta. Ti prego, dammi solo la possibilità di spiegarti che è per amore che sto facendo tutto questo.-
-L'amore. Esiste davvero un sentimento del genere al mondo?-
Perfetto, ci mancava solo questa.
-Senti...non starò qui a raccontarti la storia della mia vita ma ho bisogno che tu mi aiuti a trovare Brian.-
-Ma chi è questo Brian? Io non lo conosco, quindi spiacente, non posso aiutarti.-
-Oh andiamo...tu conosci questo posto meglio di me!-
-Hey Helena, mi dai un bicchiere di Rum?- Borbotta improvvisamente un uomo in lontananza.
-Nasconditi qui.- Mi sussurra la ragazza, indicandomi il bancone.
Mi ci avvicino al bancone, sedendomici dietro per potermi nascondere.
Quindi è questo il nome della ragazza. Helena.
Mi ritrovo incastrata tra le sue gambe, mentre lei ha appena versato del Rum in un bicchiere per porgerlo all'uomo.
-Helena, tutto bene? Sembri strana...-
-Che? Oh ma dai Nick, non fare l'idiota. E' tutto okay.-
-Se lo dici tu. Ci vediamo dopo nel bagno piccola. Ti aspetto lì.-
Vedo la ragazza abbozzare un mezzo sorriso anche se credo che in realtà vorrebbe solo scoppiare in lacrime.
Inoltre, è anche una bella ragazza ed il suo bel corpo è sprecato qui.
Ha dei capelli lunghissimi color mogano, degli enormi occhioni verdi con degli schizzi dorati nelle pupille ed un viso davvero
particolare.
Se non altro il suo atteggiamento da stronza sembra essersi un po' scongelato nel momento in cui mi ha salvata la pelle.
-Ora puoi rialzarti.- Mi sussurra Helena ed io faccio ciò che mi ha appena detto, sorridendole.
-Grazie per avermi aiutata.-
-Io non ti ho aiutata okay? Adesso sparisci prima che non sia io a farti sparire.-
-Dannazione, non riesco neanche a scorgere la figura di Hayley!- Sbotto, sbuffando con sonorità.
-Hayley? Stai cercando anche lei?-
-Si...perché, la conosci?-
-Okay. So già che me ne pentirò ma...non mi sembri una cogliona che va a cercare guai. Piuttosto, sembrerebbe che tu sia qui per salvare
qualcuno da una certa situazione quindi...potrei anche aiutarti.-
-Dici davvero? Io...non so come ringraziarti!-
-Non farlo, grazie. E giusto per la cronaca...sappi che lo straccetto nero che hai addosso, non ti dona per niente.-
Inarco un sopracciglio, constatando il fatto che questa ragazza è davvero strana.
Vorrei ribattere ma è meglio per me stare zitta. 
-Adesso seguimi...- Helena mi intima di seguirla ed io non posso far altro che assecondarla.
Insieme, ci nascondiamo dietro un terzo bancone ed è in quel preciso istante che noto finalmente la figura di Brian seduto su di uno sgabello
dinanzi all'ultimo bancone della fila.
Dei ragazzi continuano a deridere Hayley, facendole cadere dei bicchieri di alcool a terra mentre Brian comincia a barcollare verso uno
di loro per tirargli un pugno in pieno viso.
-Oh mio Dio, no! Brian!- 
-Brian? Ma quello lì è Gates!-
-Il suo vero nome è Brian...è di lui che ti parlavo!-
-Beh, potevi dirmelo prima! Qui lo conoscono tutti...-
-Devo portarlo via di qui e devo aiutare Hayley!-
-Non ti intromettere...quella gente viene qui per fare solo baldoria.-
-Ma io...devo aiutarli. Devo farlo, prima che sia troppo tardi!-
Helena accanto a me sospira.
-Vai da loro. A quegli idioti ci penso io.-
-Che cosa?-
-Ti ho detto va da loro!-
Non me lo faccio ripetere due volte e mi avvicino a Hayley per aiutarla a raccogliere i vetri dal pavimento.
La ragazza mi osserva riconoscendomi subito ma dopo neanche un secondo, mi indica la porta d'uscita come se volesse cacciarmi
via per non finire nei guai.
Helena richiama ben presto l'attenzione dei ragazzi che non facendo ripeterselo due volte, la seguono a ruota in una camera dalla porta
rossa.
Non le sarò mai grata abbastanza per ciò che sta facendo per me pur non conoscendomi.
Si mostra tanto dura...ma in realtà dev'essere proprio un pezzo di pane.
-Sta tranquilla Hayley, te lo porto via prima che possa combinare altri disastri.- 
La ragazza mi sorride riconoscente e dopo averla aiutata a sistemare velocemente i vetri rotti, mi occupo di Brian che ha appena posizionato
la sua testa sul bancone.
Le sue mani sono allungate verso l'orlo del banco mentre sta borbottando delle cose che non riesco a sentire per colpa di tutta questa
confusione.
Hayley mi fa cenno di portarlo via ed io con velocità mi ci avvicino, prendendogli un braccio e posizionandomelo sulla mia stessa spalla.
-Haven...ma che cazzo ci fai tu qui...- Sussurra Brian, roteando gli occhi e non avendo più alcuna forza sulle braccia.
-Dovrei farti la stessa domanda! Sei un irresponsabile!- Gli urlo contro, vedendolo ridere come un perfetto rincoglionito.
-Pink is the new black! By the way, red and grey...-
-Andiamo!- Gli urlo ancora contro, vedendolo poi cadere dallo sgabello con il sedere a terra.
Brian non la smette di ridere e continua a dire stronzate come se avesse ingerito chissà quale pasticca.
-Avanti Brian, alzati, dobbiamo andare!- Sussurro al ragazzo, che continua a ridere come non lo avevo mai visto fare prima d'ora.
In un attimo, diventa tutto rosso in viso ed il suo alito non aiuta di certo.
Hayley corre in mio aiuto, aiutandomi a tirarlo su e dopo svariati tentativi, ci riusciamo insieme.
Tiriamo su Brian, mentre continua a sbattere la sua testa di qua e di là senza mai fermarsi neanche per un'istante.
-Andare dove? Mi porti da qualche sventola da paura?- 
Gli rivolgo uno sguardo del tutto furioso, vedendolo poi scoppiare a ridere di nuovo.
Hayley è disperata almeno quanto me anche perché continua a toccarsi i capelli con nervosismo.
-Come non detto.- Continua il ragazzo, facendomi venire la voglia di prenderlo a calci.
Con l'aiuto di Hayley, riesco ben presto a trascinare Brian fuori dal bar ma solo adesso mi sono resa conto di non aver 
constatato una cosa.
Come faccio a trascinarlo via in questo stato? Stéph non mi ha mai dato neanche la possibilità di prendere la patente!
-E adesso come lo porto via da qui...- Mi dispero, osservandolo barcollare di qua e di la.
Hayley improvvisamente alza il dito contro il cielo facendomi capire che deve aver avuto un'idea geniale.
-Cosa? Cos'hai in mente?- Le domando, vedendola poi indicare un'automobile abbastanza piccola ed umile.
-Tu guidi?- Le domando ancora, vedendola poi annuire.
-No, non credo tu possa riportarmi a casa. Sei in servizio e se Stéphan non ti vede a lavoro credo che potrebbe arrabbiarsi.-
La giovane non sembra darmi neanche ascolto e si incammina verso la sua auto.
Io sospiro, riposizionando il braccio di Brian attorno al mio collo e sulla mia spalla.
Avanzo con lentezza per colpa del peso del ragazzo ma riesco comunque a raggiungere l'auto della mia nuova amica.
Lei si posiziona al posto di guida mentre io mi occupo di far sdraiare Brian sui sedili posteriori dell'auto.
Dopo aver sudato sette camicie, affianco Hayley che fa partire subito la vettura.
-Ma dove mi state portando? Haven, mi porti sulla luna con te?- Borbotta Brian con una voce quasi irriconoscibile, mentre la ragazza
non fa altro che ridere.
Io invece, più che ridere, vorrei semplicemente sprofondare.
-BANG!- Urla improvvisamente Haner, terrorizzandomi.
Possibile che pensa ad uccidere anche quando è mezzo ubriaco? 
E vederlo in questo stato, non può fare altro che farmi male dentro.
E' uno straccio.















***







Una volta arrivati a destinazione, Hayley mi aiuta a trascinare Brian nella sua camera e a farlo distendere sul letto.
Ringrazio la ragazza che a sua volta mi abbraccia e mi fa il cenno di chiamarla nel caso che dovesse accadere qualcos'altro.
La ringrazio per l'ennesima volta, mentre la vedo uscire dall'abitazione e ritornare nella sua auto.
Per circa un attimo mi volto contro Brian e lo vedo assottigliare sempre di più gli occhi.
Si sta per addormentare mentre la mia rabbia sembra essersene andata a puttane.
Osservo una sua mano penzolante dall'orlo del letto, vedendolo poi socchiudere pian piano le palpebre 
fino ad addormentarsi.
Non avevo mai visto nulla di più dolce nei suoi piccoli movimenti.
E' quasi come un bambino che ha mangiato troppo ed adesso tutto ciò di cui avrebbe bisogno è proprio un bel riposino.
Che dire...mi fa così tanta tenerezza vederlo in questo stato.
Resterei qui a guardarlo per ore ma non posso permettermi di innamorarmi di lui più di quanto io già lo sia.
Le sue labbra si socchiudono con molta lentezza mentre il suo petto non fa altro che alzarsi ed abbassarsi in continuazione per colpa
del suo respiro che ha appena rubato il mio.
Per un attimo, ho provato ad immaginare dinanzi ai miei stessi occhi la mia vita senza di lui e mi sono spaventata.
Non riuscirei più ad andare avanti senza lui che continua a darmi la forza di cui ho bisogno o la voglia di vivere che mi era mancata
durante tutti questi anni.
Mi avvicino a lui con molta lentezza, prendendogli la mano che gli oscilla da una parte all'altra, stringendola con forza.
Brian apre improvvisamente gli occhi sconvolgendo me che credevo stesse davvero dormendo.
Li apre con molta lentezza e si nota benissimo che non è per niente sobrio.
Assottiglia sempre di più gli occhi, assicurandosi che sia proprio io a stringergli la mano.
Respiro con profondità, osservandogli gli occhi profondamente lucidi ed ubriachi.
-Haven...- Sussurra, con questa solita voce quasi irriconoscibile.
-Forse sarà meglio se...ti lascio riposare.- Borbotto, allontanandomi dal letto ma vedendo Brian acciuffarmi un polso.
-No, non te ne andare, ti prego Haven...- Sussurra il ragazzo, spostando ben presto la sua mano dal mio polso,posizionandosela
in testa.
-Non volevi andare da qualche sventola?- Gli domando, incrociando le braccia contro il petto.
-No io...io...amo solo te. Io ti amo Heaven, ti amo troppo per lasciarti andare...- 
Le parole di Brian svegliano il mio cuore che ricomincia a battere come impazzito.
Non avrei mai pensato che uno come lui sarebbe riuscito a farlo battere con così tanta forza.
Sarà che gli ubriachi dicono sempre la verità ma a me sembra sincero.
I suoi occhi sono così lucidi che mi fanno tenerezza solo a guardarli.
-Tu...tu...non puoi amare uno come il signor Mason...non puoi...- Sussurra ancora Gates, continuando a sbattere le sue mani sulla sua
stessa testa.
-E allora perché hai bevuto così tanto? Perché sei sparito così, senza dirmi niente?- 
-Perché ti ho vista dire quelle cose a lui ed ho avuto paura...tanta paura.-
Sbarro gli occhi, ancora incredula di ciò che hanno appena sentito le mie orecchie.
Il grande Brian Haner, ha paura?
Allora è proprio per ciò che è accaduto ieri mattina che ha deciso di affondare i suoi dolori nell'alcool.
-Haven...non mi sento tanto bene...- Continua Brian, mentre si posiziona una mano dinanzi alla bocca, facendomi capire
che sta per subire un orribile doposbronza.
Impaurita e non sapendo cosa fare, lo porto con me in bagno, facendolo posizionare dinanzi al wc.
Brian inizia a vomitare ed io accanto a lui sto quasi per svenire.
Questo ragazzo mi provoca svenimenti continui e non so se questo può essere più un bene o un male.
Mi ci siedo accanto e per quanto non riesca in alcun modo a sopportare questa visione, decido di offrirgli tutto il mio appoggio.
Gli starò accanto fino alla fine se necessario.
Mentre lui continua a rigettare, urlando di tanto in tanto, io gli accarezzo la schiena tentando di tranquillizzarlo.
Non appena si ferma, gli sfilo via la maglietta sudata e gli do la possibilità di svuotarsi ancor di più.
Brian ricomincia a rigettare tutto l'alcool ingerito e per qualche istante ho sentito la terra tremare al di sotto delle mie ginocchia
posizionate sul pavimento.
E' stato Brian a dare un pugno secco contro il pavimento, come se volesse quasi esplodere.
Se sapeva di dover subire tutto questo, non avrebbe mai dovuto ubriacarsi a tal punto da rischiare quasi un collasso.
Nauseata da tutto l'accaduto decido di prendergli una mano e stringergliela con forza.
Gli sto restituendo tutta la forza che ha dato lui a me per tutto questo tempo.
Con l'altra mano intanto, gli accarezzo i capelli tentando di farlo calmare.
Una volta passato il doposbronza, Brian comincia a respirare a pieni polmoni e a fissarmi con gli occhi stanchi e delle occhiaie
che incutono terrore solo a guardarle.
Con delicatezza, lo faccio rialzare dal pavimento e lo porto di nuovo con me nella sua camera.
Lo aiuto a distendersi sul suo letto e gli tolgo alcune ciocche di capelli dal viso con dolcezza.
Brian respira ancora a pieni polmoni ma durante tutto questo tempo, la mia mano non ha mai lasciato la sua.
Gli accarezzo il viso vedendolo poi mostrarmi un mezzo sorriso.
Non riesce neanche più a sorridere...
Questa volta, chiude con gli occhi con velocità ed io decido di stendermi accanto a lui.
Con la testa sul suo petto e la mano ancora stretta nella sua, lo osservo sospirare.
-Ho dovuto dire a Stéph di amarlo per salvarti la pelle. Ti avrebbe ucciso e dopo se la sarebbe presa anche con me. Ma io voglio
che tu sappia che non ho mai amato nessuno come amo te. Credo che tu sia il mio primo, vero ed unico amore.-

Sussurro a Brian, vedendolo questa volta sorridere senza fare nessuno sforzo.
Rieccolo il suo inguaribile sorriso.
-Tu hai paura di amare?- Domando a Brian.
-Fa male?-
-Non lo so. Non l'ho mai provato.-
-Adesso, stai male?-
-No...adesso non più. E tu?-
-Neanche io.-

















***





-Haven!- La voce di Jimmy mi fa svegliare di colpo.
Apro gli occhi, osservando il ragazzo dinanzi a me guardarmi con preoccupazione.
Anche Brian accanto a me si sveglia, strofinandosi per un po' gli occhi ed osservando il suo migliore
amico allarmarsi di colpo.
-Cazzo James, perché devi sempre entrare nei momenti meno opportuni!- Ribatte Brian, con la voce impastata
dal sonno mentre continua a tenersi la testa tra le mani.
-Mentre voi state facendo i piccioncini, il signor Mason sta cercando disperatamente Haven per tutta
la casa. Non so neanche come stiano facendo gli altri a tenerlo a bada!-

Ascoltando le parole di Jimmy, scendo velocemente giù dal letto cominciando a tremare.
-Oh cazzo...- Sbotta Brian, alzandosi anche lui dal letto e dirigendosi verso lo specchio per aggiustarsi i capelli.
Io mi limito ad aggiustarmi i vestiti leggermente stropicciati ma mentre sto per aprire la porta, Brian mi ferma.
Egli mi prende un polso e mi fa girare con il petto contro il suo.
Brian mi bacia con passione mentre Jimmy accanto a noi sta sbadigliando, facendomi ridere.
-Avete finito? Dio, tutto questo zucchero mi farà venire il diabete!- 
Io e Brian scoppiamo a ridere alle parole di Rev me dopo aver salutato Gates, usciamo con velocità dalla camera.
-Okay, hai un piano?- Domando a Jimmy, vedendolo nascondersi dietro all'angolo di un muro.
-No.-
-Ed ora che cosa facciamo?-
Jimmy armeggia per un po' con il suo cellulare, mostrandomi poi uno sguardo decisivo.
-Bene, il signor Mason non è ancora entrato in cucina. Attraversa il corridoio con cautela, Matt mi ha detto
che stanno ispezionando tutta la casa.-
-E tu?-
-Io dirò di non averti vista, ovvio!-
-Perché lo state facendo? Perché mi state aiutando in questo modo?-
-Perché conosciamo i tuoi sentimenti...e quelli di Brian.-
-Non potrò mai ringraziarvi abbastanza per tutto ciò che state facendo per me e la mia famiglia.-
-Si ma adesso vai.- 
Jimmy è arrossito.
Gli lascio un sorriso, correndo verso il corridoio e superandolo.
Ben presto però, mi nascondo dietro ad un angolo per nascondermi da Stéph ed i ragazzi che stanno perlustrando la zona 
con molta attenzione.
Zacky viene verso di me ed osservando la mia figura dietro all'angolo, mi fa cenno di restare in silenzio.
-Qui non c'è nessuno capo!- Annuncia Vee, salvandomi la pelle.
Ringrazio mentalmente il ragazzo e quando si allontanano tutti, io ne approfitto per sgattaiolare verso la cucina.
Entrata, prendo velocemente una tazza dalla credenza e due bustine di tè mettendo poi a bollire l'acqua in una pentola.
Rabbrividisco, facendo finta di controllare l'acqua mentre sento la voce di Stéph in lontananza, avvicinarsi sempre di più.
-Ah...eri qui.- Sussurra poi, vedendomi voltare verso di lui con la pentola d'acqua calda tra le mani.
-Ciao amore, sei tornato.- Borbotto, cercando di sembrare il più tranquilla possibile ed indossando una delle mie solite maschere.
-Perché non mi hai risposto quando ti ho chiamata?- Continua Stéph, con uno sguardo a dir poco terrificante.
Mi sta facendo davvero spaventare il suo modo di rivolgersi, ma devo superare questa paura e cavarmela al meglio per non esser presa
a botte anche questa volta. Chi me lo dice che non sarebbe sempre pronto a farlo e a rifarlo?
-Non ti ho sentito, ero...sovrappensiero.-
Stéphan si avvicina sempre di più a me, incastrandomi tra il forno da cucina ed il suo corpo.
Perché Dio non ha voluto donarmi qualche centimetro in più? Perché ha deciso che dovevo esser circondata da bestioni
alti quasi due metri?!
Comincio ad imbarazzarmi con tutta questa vicinanza nonostante sia proprio lui mio marito.
Con lui è sempre stata la stessa storia. 
Sarà per colpa della differenza d'età, ma delle volte quando mi tocca...mi sento profondamente a disagio.
Egli mi prende la pentola bollente dalle mani e la posiziona sul bancone accanto al forno da cucina. 
Deglutisco, vedendolo poi accarezzarmi i capelli.
Mi sento quasi schifata dal suo tocco su di me che a momenti potrei perdere il controllo e scappare via per rifugiarmi
nella solita camera.
Oppure meglio ancora, rifugiarmi tra le braccia di Brian.
Mi si stringe un nodo in gola al solo pensiero di potermi riparare tra quelle braccia tatuate ed accendere quel lume di speranza
che con Stéphan non avrei mai provato anche solo a pensare.
Le palpebre invecchiate fanno da contorno ai suoi occhi azzurri che sembrano essersi illuminati alla mia vista.
Ma allora, se dice di amarmi tanto, perché non mi lascia andare?
Perché non pensa per una volta anche alla mia di felicità?
Mi si gela il sangue nelle vene ad osservare quegli occhi che avranno visto cose che io solo a vederle, sarei morta all'istante.
Essere un mafioso...è anche una grande responsabilità.
Devi sempre cercare di progettare le cose giuste che sai dovranno piacere per forza a coloro che ti sono affianco. Devi comportarti da stronzo
per poter avere un posto in quel mondo e il menefreghismo è alla base di tutto.
Non importa che una persona ti sia amica o no...alcuni, si uccidono anche tra parenti.
E' come una grande giostra, che non fa altro che girare e rigirare e tu non aspetti altro che ti colpisca perché sai che prima o poi
lo farà.
-C...cosa...vuoi fare?- Domando a mio marito, vedendolo poi giocherellare con i bottoni della mia camicetta nera.
-Puoi intuirlo, piccolina mia.- 
-Ehm...no...io...devo finire di leggere un libro.-
-Al diavolo il tuo libro. L'immaginazione possiamo renderla realtà. E la realtà...renderla migliore di qualsiasi altra cosa.-

Alle parole di Stéph, comincio a stringere le mie mani sui banchi della cucina, ricominciando a rabbrividire come non mai.
Con mio marito però, rabbrividisco in un modo differente che con Brian.
Quando sono con Stéphan ho davvero paura.
Lo osservo sbottonarmi pian piano ogni singolo bottone della camicetta ma proprio mentre sta per sfilarmela via definitivamente, qualcuno
riesce ad aiutarmi.
-Signor Mason, voleva vedermi...- Borbotta Brian, entrando in cucina ma osservarmi con uno sguardo da funerale che non gli invidio.
Io mi copro velocemente, mentre Stéph si volta contro Brian, allontanandosi finalmente dal mio corpo.
-Mi scusi, non volevo interromperla.- Continua Brian, abbassando un po' lo sguardo come se si stesse indebolendo sempre di più.
-Dove sei stato? E' tutto il giorno che ti cerco.- Dice Stéph a colui che considera come un figlio, prendendo del Bacardi dal frigorifero
e bevendone alcuni sorsi.
-Sono stato con alcune amiche.- Brian mi fa un occhiolino, facendomi capire che anche lui come me, sta solo mentendo.
-Oh...capisco. Ma avresti potuto avvertirmi, avevo bisogno di te per alcune questioni. Ricorda sempre cosa ti diceva tuo padre: prima
il dovere e poi il piacere.-
-La prossima volta tenterò di avvisarvi.-
-Bene. Adesso andiamo nel mio studio, ho un lavoretto per te.-
Gates annuisce alle parole del suo capo, lasciandomi un altro sguardo ed uscendo dalla cucina.
-Ci vediamo dopo amore, scusami per quest'inconveniente.-
Scusami? Ma per piacere, è stata la miglior botta di vita che potesse mai accadermi!
-No amore, tranquillo. Lo capisco.- Gli sorrido, vedendolo poi ricambiare il sorriso ed uscire anche lui dalla cucina.
Emetto un sospiro di sollievo, lasciandomi scivolare a terra tenendomi la testa tra le mani.
Ci è mancato davvero poco.












***







Il mattino seguente,dopo essermi fatta una bella doccia ed essermi rivestita, decido di scendere al piano terra per andare
a trovare i ragazzi.
Stéphan è uscito come al solito mentre Maria, prima di ricominciare ad occuparsi della casa, mi ha detto
che i ragazzi sono rimasti qui.
Ne approfitto per dirigermi verso la loro camera, ma quando mi ritrovo dinanzi alla porta, sento delle urla rientrarmi
nella mente.
-Cazzo Jimmy tu non capisci!- Urla Matt, mentre io mi affaccio dalla porta per poterli sbirciare.
-No, sei tu che non capisci un cazzo Matt! Quella ragazza ti porterà alla rovina e non puoi più permetterti di sprecare dell'altro
tempo ad amarla!- Ribatte Jimmy, più furioso che mai contro l'amico che non è da meno.
Matt si avvicina a Jimmy come se volesse quasi prenderlo a calci ma Zacky e Johnny riescono a fermarlo appena in tempo.
Brian invece, si posiziona tra di due e cerca di farli sbollire.
-Che cazzo credete di fare?!- Urla Brian, vedendo i due respirare con profondità.
-E' il suo cuore il problema fondamentale!- Continua James, indicando Shads.
-Il mio cuore? Cazzo Rev, ne sto parlando con uno che non sa neanche cosa sia l'amore!-
-Perché tu che ami quella ragazza che ti ha portato in rovina, invece, lo sai bene!-
-Basta, smettetela di litigare!- Urla Zacky questa volta, tentando di fermarli.
-Mi sono rotto il cazzo di vedere i miei amici soffrire per amore, ne ho le scatole piene! Andate tutti a quel paese.- Sbotta Jimmy, uscendo
dalla camera e superandomi come se niente fosse.
Matt si lascia cadere a terra tenendosi la testa tra le mani mentre gli altri provano a  farlo rialzare.
-Vado a vedere se riesco a farlo ragionare.- Borbotta Brian, grattandosi la nuca ed uscendo anche lui dalla camera.
-E tu cosa ci fai qui?- Mi domanda Gates, incastrando i suoi occhi spenti nei miei.
-Volevo solo...sapere come stavi e passare un po' di tempo con te.-
-Mi dispiace Birdie ma adesso ho da fare.-
-Cos'è successo a Jimmy? E a Matt?-
-Stanne fuori, ti prego.-
-Ma...perché?-
-Ne parleremo un'altra volta.- Vedo Brian scivolare via dalla mia visuale e Matt disperarsi nella camera come se 
la reazione di James lo avesse trafitto giusto al cuore.
Non li avevo mai visti litigare in questo modo...sono sempre stati così affiatati tutti e cinque.
Entro in camera, avvicinandomi a Matt per offrirgli il mio supporto.
Eh no Brian...non posso di certo far finta di niente. Quando sono stata male per te, Matt mi è stato accanto e quando
avevo invece bisogno di rimettermi in forze, i ragazzi hanno fatto lo stesso.
-Matt, stai bene?- Domando al ragazzo, sedendomici accanto.
-Haven, dovresti andare...ci pensiamo noi a lui.- Mi sussurra Zacky, mettendomi una mano sulla spalla.
-No, devo capire cosa sta succedendo. Io voglio aiutarvi.-
-Non c'è n'è bisogno Haven, davvero.- Continua il nanetto, sorridendomi.
Non do ascolto alle loro parole, continuando ad affiancare Matt ed osservandolo fissare il vuoto dinanzi a sé.
-Matt...parlarne con qualcuno ti aiuterà. Avanti, sai che su di me in fondo, puoi contare.- Sussurro al ragazzo, vedendolo
poi sospirare.
-Io...ho fatto una gran cazzata, Haven.- 
-Cioè?-
-Mi sono innamorato di una donna che pensa sia stato io ad uccidere suo padre.-
Deglutisco. I suoi occhi verdi, si sono appena spenti come quando si preme un interruttore per spegnere una lampada.
-...ed è vero?-
-No! Non le avrei mai fatto una cosa simile!-
-E allora qual è il problema? Diglielo.-
-Ci ho provato fin troppe volte, Haven. Non è servito ad un cazzo.-
-Perché non dovrebbe crederti?- 
-Perché lei crede solo a ciò che ha visto.- Continua Vee questa volta, sospirando.
-Si. Suo padre faceva parte dell'organizzazione ed era ancora in vita quando sua figlia e Matt si frequentavano. Sono stati insieme
per un bel po' di tempo ma poi una sera, cambiò tutto. Durante una festa, un nemico dell'organizzazione uccise suo padre lasciando poi
la pistola tra le mani di Matt. Shads era scosso dalla situazione ma era stato incastrato. Lei stava cercando lui ma quando lo vide
con quella pistola tra le mani ed il corpo del padre a terra, si lasciò cadere sul pavimento e cominciò a piangere. Matt stava cercando
di spiegarle la situazione ed invece lei non ha mai più voluto ascoltarlo.-
Mi spiega Johnny con un'espressione fin troppo triste.
-Jimmy ha reagito in questo modo perché Matt non fa altro che tentare di parlare alla ragazza, di riaverla, ma il nostro Sullivan non 
vuole che Shads stia ancora male per una che lo ha accusato ingiustamente.- Continua Vee, questa volta.
-Lui si è arrabbiato solo perché non vuole rivedere Matt distruggersi per lei.- 
Annuisco alle parole di Johnny e finalmente ho capito tutta la situazione.
Non avrei mai pensato che una persona così sorridente come Matt, possa portarsi dentro un tale dolore.
"Mai soffermarsi alle apparenze"
Le parole del buon vecchio zio, mi ritornano sempre alla mente, prima o poi.
Solo ora mi rendo conto di quanto era saggio.
-Matt, non si sceglie di chi innamorarsi. Io l'ho sempre detto e continuerò a ripeterlo. Non è colpa tua se continui ad amarla nonostante tutto...
e Jimmy, beh, lui non lo ha fatto con cattiveria. Lui ha paura che tu possa ritornare a stare male per colpa di quella ragazza.-
Provo a dire
a Matt, vedendolo però restare neutro alla situazione.
Sta proprio male.
-Io...voglio solo tornare indietro con il tempo.-
-Sbagliato. Mai desiderare una cosa del genere perché non potresti mai sapere se potrebbe finire peggio o meglio di prima.-
-Haven, io non so più vivere senza di lei. Mi manca continuamente. Mi manca di giorno, di notte e quelle poche volte che riesco
a parlarle non facciamo altro che urlarci contro. Lei...ha un carattere piuttosto difficile.-

-Ma c'è da considerare il fatto che il suo carattere è letteralmente cambiato da quando è morto suo padre. Prima Helena non era così.- Borbotta
Johnny, sedendosi a terra accanto a me e a Matt.
HELENA?! 
Sbarro gli occhi, tentando di deglutire per non strozzarmi con la mia stessa saliva.
Ecco perché quando ha tentato di aiutarmi ed io le ho detto che lo stavo facendo per amore lei sembrava così diffidente e...strana.
Beh, questo spiega tutto.
Mi alzo di scatto dal pavimento, decisa sul da farsi.
-Matt, tu devi venire con me.- Dico al ragazzo, vedendolo alzare lo sguardo su di me.
-Eh?-
-Ieri è stata Helena ad aiutarmi a trovare Brian e Hayley al bar. Ho avuto modo di capire che pur avendo un carattere difficile, ha un cuore
tenero.-
-E cosa vorresti fare, scusa?-
-Andare da lei.-
-Haven, ci ho provato tante volte a parlarle ma non ne vuole sapere. Sono come morto per lei.-
-E tu ti arrendi così? Matt, in amore bisogna lottare! Alza il culo e andiamo.-
-No...non mi va.-
-Non ti va?! E' questo tutto quello che riesci a dirmi?-
-Senti Haven, non servirà ad un cazzo, okay?-
-Bene...ed allora sta zitto e guardala scivolare via con la consapevolezza di non averci provato fino in fondo. Tu puoi farcela Matt,
hai solo bisogno di credere un po' di più in te stesso e nelle tue capacità. Ma sappi che io non me ne andrò da qui fin quando non ti sarai alzato
ed asseconderai ciò che ti dirò.-
Sbotto con serietà, mentre gli altri mi guardano come impietriti.
In effetti, quando voglio...so anch'io dettar legge.
-Questa ragazza ha carattere.- Borbotta Vee, sorridendomi.
Questo è l'amore di cui leggo nei libri. Quello tormentato, destinato a svanire e tanto altro. Ma loro possono stare insieme.
Non c'è nessuno che potrebbero impedirglielo se non le proprie scelte.
Ma se si ama per davvero, al diavolo anche le scelte.
Matt ed Helena devono combattere per il loro amore, come stiamo facendo io e Brian.
Non posso sopportare di sapere che due persone si amano e per un equivoco sono destinati ad abbandonarsi.
Io sono sicura che Helena ci sta male almeno quanto ci sta male Matt.
Lei tende a nascondere questo suo lato, si fa credere una donna senza amore...ma alla fine è stata proprio lei a sciogliersi
quando le ho spiegato che dovevo trovare una persona per amore.
Matt si alza finalmente dal pavimento, mostrandomi nuovamente le sue fossette. Ad esser sincera, stavano iniziando a mancarmi.
-Sei proprio cocciuta.- 
-Lo so. Ma a voi piaccio anche così.- Ricambio il sorriso di Matt, prendendogli poi una mano e trascinandolo con me fuori dall'abitazione.
Zacky e Johnny si occuperanno di coprirci nel caso di qualche inconveniente.









***






Arrivati al solito bar, io e Matt vi entriamo sembrando dei semplicissimi clienti anche se lo ha appena
salutato mezzo mondo.
Mi sento come al solito in soggezione ma questa volta non posso permettermi di farmi prendere dal panico.
Io e Matt ci sediamo al tavolino e di giorno questo bar sembra essere così tranquillo. La sera invece, sembra un'inferno vivente.
-Eccola lì!- Esclama Matt, indicando Helena che ha appena servito alcuni caffè ad un tavolo.
-Che aspetti? Va da lei.- 
-Non ci pensare neanche.-
-Oh, allora quel discorsetto che ti ho fatto non ti è servito a niente!-
-E' servito ma...cazzo, te l'avevo detto che non me la sentivo!-
-Poche storie. Alzati o se continui a guardarla in questo modo potresti sembrare uno stalker professionista!-
-La smetti di prendermi in giro?-
-Scusa, era più forte di me.- Ghigno, vedendo Matt disperarsi.
Non l'avevo mai visto così agitato.
Questa è la prova che anche un pezzo forte come lui, vive di debolezze e d'amore.
Sposto ben presto la mia visuale verso Hayley che si occupa di lavare i piatti come al solito.
Stéphan la sfrutta in questo modo eppure, non riesco a capire come ci sia finita lei qui.
Spero di scoprirlo presto.
-Beh...se vuoi posso provare a parlarci io.-
-Lo faresti davvero?-
-Si, ma a patto che tu mi giuri che non hai fatto nulla a suo padre.-
-Mi credi un idiota? Perché dovrei uccidere il padre della donna che amo? E credimi che io a lei la amo per davvero.-
Matt ha gli occhi lucidi. La sincerità è ciò che conta di più e lui sembra essere sincero.
Annuisco alle sue parole, allontanandomi dal tavolo ed avvicinandomi a Helena che sta aiutando Hayley a lavare il tutto.
Hayley mi saluta con un cenno di mano per poi venirmi ad abbracciare.
E' davvero dolcissima questa ragazza...non merita di sgobbare qui dentro per tutto il giorno.
Dopo aver salutato Hayley, mi avvicino a Helena e le sorrido per intimarle sicurezza.
-Che ci fai tu ancora qui? Non dovresti essere nella tua bella villa piena di confort?- Mi domanda Helena, senza distogliere
lo sguardo dalle tazzine che sta lavando.
-Mi chiedevo se ti andrebbe di scambiare quattro chiacchiere con me.-
-Se ti ha mandato Matt, puoi anche tornartene a casa.-
Colpo basso. Lei è davvero una tipa tosta.
-Senti, so che non mi conosci neanche e che tra te e Matt le cose non vanno più bene da un bel po' di tempo...ma perché non provi
ad ascoltare ciò che ha da dirti?-

-Io non voglio sentire parlare più di lui! Mi ha rovinato la vita! Ed adesso vattene, ho del lavoro da sbrigare qui.-
-No, io non me ne vado.-
-Perché ti impicci di cose che non ti riguardano? Lasciatemi in pace.-
-Tu non ne vuoi parlare solo perché hai paura di ciò che hai dentro. Sai che se lui proverà a dirti la verità, il tuo cuore cederà
e tu ti ritroveresti di nuovo ad essere la persona fragile di un tempo. Ma questo è eroico. Rischiare per amore e provare a far da parte
il proprio orgoglio per la persona che si ama.-

-Tu...non mi conosci. Tu non sai niente di me.-
-Ma mi è bastato osservare il tuo sguardo ieri per capire che la tua è solo scena. Tu dici che l'amore non è una importante mentre hai sacrificato
te stessa per aiutare me solo perché ti avevo parlato d'amore.-

Helena sbarra gli occhi che le diventano immediatamente lucidi.
-Non sarò io a dirti cosa devi o non devi fare, ma ti chiedo di ascoltare quel ragazzo perché è ancora innamorato di te. So che le cose si
complicheranno...che non vuoi accanto a te una persona come tuo padre probabilmente ma...lui è diverso, okay? Lui un cuore per amare ce l'ha
anche se è un mafioso capace di uccidere chiunque. Ma no, lui non ti avrebbe mai fatto una cosa del genere.-

-Ma come cazzo fai a dirlo eh?! Smettila di dire stronzate!-
-Se sono davvero stronzate, allora perché continui a fuggire? Perché hai paura che continui a parlartene?-
Scacco matto.
Helena smette di lavare le tazzine e mi rivolge uno sguardo diverso dal solito. Sembra quasi quello di ieri.
Hayley che la affianca e continua ad ascoltare, le mette una mano sulla spalla per darle coraggio. 
-Ma va bene così. Se non vuoi più saperne nulla, pazienza. Sarò io la prima a convincerlo nel doverti dimenticare. Ha tanto amore da dare
quel ragazzo...forse, lo stava dando alla persona sbagliata.-
Borbotto infine, mentre sto per andarmene.
Faccio alcuni passi verso il tavolo ma la voce di Helena mi ferma.
-Aspetta...-
Mi volto di nuovo verso di lei, vedendola poi sorridere.
-Ho anch'io tanto amore da dare.- Mi dice la ragazza, facendomi sentire fiera di ciò che sono riuscita  a fare.
-Allora cosa stai aspettando? Lì c'è qualcuno che ti aspetta...- 
Alle mie parole, la ragazza si avvicina al tavolo di Matt per sedersi dinanzi a lui.
Io ed Hayley osserviamo la scena da lontano.
C'è molto imbarazzo tra i due ma sono sicura che questa volta, si risolverà tutto.
Hayley mi tocca più volte la spalla, per richiamare la mia attenzione.
Io mi volto verso di lei, vedendola poi tenere tra le mani la sua lavagnetta da disegno.
Lei me la porge ed io la prendo tra le mani, osservandone lo stupendo disegno che è riuscita a creare.
Le sfumature sono messe al posto giusto e ciò che ha disegnato mi provoca una bellissima sensazione. 
Siamo io e Brian, distesi sulla sabbia, mentre dormiamo.
Ecco allora cosa stava disegnando mentre io stavo parlando con Brian, distesa accanto a lui.
-Hayley...ma è bellissimo.- Dico alla ragazza, vedendola battere le mani con felicità.
Con euforia, la ragazza spinge sempre di più la lavagnetta verso di me.
Sta cercando di dirmi che devo tenerlo?
-Oh...no...non posso privarti della tua lavagnetta da disegno.- Sussurro ad Hayley, vedendola sbuffare.
Lei insiste, continuando a spingere la lavagnetta contro le mie costole.
-Ma ne sei proprio sicura?- 
Hayley annuisce ancora sorridente.
-Grazie.- Sussurro, stringendola forte.
Credo proprio di essermi affezionata tanto a questa ragazza.
Dopo averla stretta, riporto i miei occhi contro quelli di Helena e Matt.
Matt la bacia e lei ricambia.
Si, credo che anche con Helena possa instaurare un bel rapporto.
E' da tanto che non ho delle amiche del mio stesso sesso.
-Tutto è bene quel che finisce bene.- Sussurro, vedendo Hayley sospirare con dolcezza.
Entrambe, osserviamo la coppia, commosse.





















***











Una volta tornati a casa, io e Matt ci assicuriamo che Stéphan non ci sia, osservando il garage vuoto.
Con decisione, entriamo nella villa, mentre lui stesso non ha fatto altro che sorridermi e ringraziarmi
per tutto il tragitto.
Sono felice di esser stata in grado di riaggiustare le cose.
-Dove cazzo eravate finiti eh?!- La voce improvvisa di Brian, ci fa sussultare.
I ragazzi si avvicinano a noi, ma qui l'unico a sembrare furioso è proprio Gates.
-Brian aspetta, posso spiegarti...- Provo a dire, ma lui supera la mia voce.
-Ti avevo chiesto di restarne fuori!- 
-Hey Gates, dai, non ha fatto nulla di male...- Gli sussurra Zacky alle spalle.
-State zitti voi che siete anche stati capaci di lasciarla andare! Cazzo Haven, quel bar è pericoloso!-
-Lo so ma...-
-Ma un cazzo! Non devi intrometterti in cose che non ti riguardano soprattutto perché ho pensato che ti fosse successo
qualcosa!- Continua ad urlarmi contro Brian, mostrandomi i suoi occhi colmi di preoccupazione.
-Non ha fatto nulla di male Brian, c'ero io con lei.- Mi difende Matt.
-Sarebbe potuto accaderle qualsiasi cosa! Sappiamo come funzionano le cose qui.-
-Brian, dai, lasciala stare...- Gli sussurra anche Jimmy.
-Non voglio che la sua vita diventi come la nostra! Non voglio che si cacci nei guai!-
-Scusa...- Sussurro a Brian, sentendomi in colpa.
Brian resta in silenzio e mi osserva come fanno tutti gli altri.
-Volevo solo aiutare Matt perché non potevo sopportare l'idea di sapere che due persone che si amano, non sarebbero potute
stare insieme per un equivoco. Io volevo davvero aiutarli ma invece sono stata così stupida da farti preoccupare...mi dispiace.-

Sto per scoppiare in lacrime, ma Brian non me lo permette, avvicinandosi a me per abbracciarmi.
-No, ti prego, non farmi questo...sai che odio vederti piangere.- Mi sussurra con dolcezza, stringendomi sempre di più ed accarezzandomi
i capelli.
-Non immagini neanche e che spavento mi hai fatto prendere...- 
Si era preoccupato...
Mentre noi ci abbracciamo però, ben presto, vediamo abbracciarsi anche Matt e Jimmy.
-Scusami amico, sono stato un idiota.- Borbotta Jimmy.
-Anche io. Scusami James.- Continua Matt.
Tutti osserviamo la scena con felicità ed allegria.
-Johnny, perché non ci abbracciamo anche noi? Comincio seriamente a sentirmi solo.- Ammette improvvisamente Zacky facendoci scoppiare a ridere.
Johnny si butta addosso a Zacky, e la porchetta lo prende in braccio con velocità.
Dopo alcuni istanti, Matt racconta tutto ai ragazzi  e loro decidono di prendermi in braccio e farmi saltellare per tutta la casa.
Mi sono sentita di nuovo utile come i vecchi tempi.
Perché è solo grazie a loro se sto ricominciando a vivere la vita come dovrei.
Quando i ragazzi mi mettono finalmente giù, io porgo la lavagnetta da disegno che mi ha dato Hayley a Brian.
Lui osserva il disegno, cominciando a ridere per non so quale motivo.
-Ti ha disegnata molto più bassa di me! Io in confronto, sembro un gigante!-
Che novità! Ha solo disegnato la realtà!-
-Davvero Gates? Fa vedere!- Continuano gli altri, osservando il disegno e cominciare a ghignare per prendermi in giro.
Incrocio le braccia contro il petto, facendo la finta offesa me vedendo Brian prendermi dai fianchi e sorridermi.
-Ma sei sempre bellissima per me.- Borbotta, dandomi la possibilità di amarlo finché posso.
Sento di aver appena trovato il mio posto nel mondo, accanto a lui.

























NOTE DELL'AUTRICE.

Buonsalve a tutti guys! 
Vi sono mancata? No che non vi sono mancata, ne avete già abbastanza di me, vero?
Beh, se non altro, rieccomi con un nuovo capitolo fresco fresco di stampa!
*Si sente la scrittrice che non è*
Ma non sono l'amore Brian e Haven? Cioé, mentre scrivo di loro vomito arcobaleni per tutto
il tempo.
Come vedete, ho inserito un nuovo personaggio. Helena sarà la nuova compagna di Matt ma spero che abbiate
capito il senso di questo suo ruolo. Sto cercando di far trasparire di più i caratteri di tutti gli altri
personaggi e spero di riuscirci al meglio!
Hayley poi...ha anche lei un ruolo importante nella storia che vi svelerò più avanti, promesso! 
Per quanto riguarda Haven...ho voluto mettere in risalto una sua caratteristica importante. E' rimasta
accanto a Brian anche durante il suo doposbronza, nonostante non aveva mai assistito a scene del genere.
E' questo che riesce a far innamorare sempre di più il nostro Brian di lei.
Insieme invece...riusciranno a salvarsi da questa situazione senza che lo venga a scoprire il signor Mason?
Lo scoprirete presto!
Grazie come sempre per la vostra attenzione e grazie che continuate a seguire la ff.
Ricordate di metterla tra i preferiti e lasciatemi qualche recensione se volete! Mi farebbe davvero piacere :')
Un bacio dalla vostra...








-SynysterIsTheWay.











Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 11.Hold me, heal me, keep me near. ***


11° Hold me, heal me, keep me near.








 
Noi giovani siamo troppo violenti, magari un po' fuori di testa, 
ma l'unica cosa che ci differenzia dagli altri: è che loro ragionano col cervello, noi gente pazza ragioniamo col cuore.
(Jim Morrison)









-E vissero per sempre felici e contenti...- Sussurro con l'aria sognante, chiudendo il libro
e fissando il vuoto.
Brian continua a tenere la sua testa sulle mie gambe, mentre fissa il cielo dopo aver ascoltato la storia
che gli ho appena letto.
Mai avrei pensato di dovergli leggere proprio la storia de " La bella e la bestia".
sono tornata un po' indietro nel tempo in modo da ricordare di quando ero piccola e che questo mi aiuti ad andare avanti, pur conoscendo le mie origini.
Il mare di pomeriggio fa da sfondo alla situazione, mentre gli altri stanno scherzando tra di loro come al solito.
Adesso si è unita anche Helena al gruppo e le cose tra tutti noi sembrano funzionare. 
Sono passati alcuni giorni da quando lei e Matt sono finalmente riusciti a riappacificarsi. In questo periodo,
non ho fatto altro che passare le giornate nella camera dei ragazzi.
Abbiamo fatto per tutte le sere la lotta con i cuscini.
Sembravamo dei ragazzini ma in realtà credo di non essermi mai divertita tanto in tutta la mia vita.
E' sapete qual è la cosa più assurda? Che sono riuscita sempre a sgattaiolare via senza che Stéph potesse accorgersene.
Prima di andare a dormire infatti...non manca mai il bacio della buonanotte di Brian.
-Mh, ed io che pensavo leggessi solo stronzate!- Esclama Brian con la testa ancora sulle mie gambe, mentre io mi limito a colpirlo
con il libro.
Lui geme per un po', massaggiandosi il capo.
-Altro che cazzate! Mi stupisce che non hai neanche mai visto il film animato! Devi aver vissuto davvero una brutta infanzia!-
-Mio padre non mi permetteva di vedere i cartoni come tutti gli altri. All'età di nove anni infatti, guardavo ben altro.-
-Ben altro? Cosa?-
-Non penso che tu voglia saperlo.-
Sbarro gli occhi, osservando il ragazzo ghignare.
-Sei un pervertito cronico!-
-Ma no Haven, non mi riferivo a quei film. Più che altro, amavo nascondermi sotto al tavolo della cucina e guardare sotto le gonne
di alcune colleghe di mio padre.-
Ricomincio a dargli a librate in testa, vedendolo poi parare i colpi e al contrario, prendermi il viso e darmi un bacio a stampo
sulle labbra.
-Comunque sia, è stata davvero una bella storia.-
-Dici sul serio?-
-Si. Voglio dire...non è da tutti vivere con una bestia ed innamorarsene. Bella ha visto qualcosa di più nella Bestia. Qualcosa
che gli altri non riuscivano a vedere perché si soffermavano alle apparenze.- 

Devo dire che la riflessione di Brian mi ha stupita. Non pensavo che uno come lui sarebbe riuscito a dare un senso alle parole
che gli ho letto dal libro.
Pensavo più che altro in qualche considerazione un po' più spicciola.
Ed in parte, gli ho voluto leggere questo libro perché sento che tutto questo mi rappresenta.
Sono innamorata di un uomo che uccide eppure ha un cuore enorme.
Se mi fossi limitata alle apparenze probabilmente tra me e Brian non ci sarebbe mai stato niente. Invece, i suoi modi di fare
in realtà non sono quelli che mostra di avere.
Anche gli altri, sono come lui.
Indossano delle grandi corazze per proteggersi dalla vita che compiono...ma serve ben poco per romperle quelle corazze.
Io credo di esserci riuscita.
Mi volto verso destra, osservando poi Johnny prendere in braccio Hayley per poterla gettare in acqua.
-Cosa guardi?- Mi domanda Brian, spostando poi anche lui la sua visuale verso destra.
-C'è del tenero tra di loro?-
-Sai che non l'ho mai capito? Credo che al nanetto lei piaccia...-
-E da cosa lo deduci?-
-Dal modo in cui la guarda.-
-E come la guarda?-
-La guarda...come se fosse un diamante inestimabile e nessuno potrebbe sentirsi degno anche solo di osservarla per qualche
secondo in più. Come se tutte le persone abbassassero lo sguardo per non guardarla perché non si sentono abbastanza degni di farlo.-

Per un attimo, ho pensato che Brian potesse provare la stessa cosa nel guardare me. Forse è per questo motivo che non riesce
mai del tutto a farsi guardare negli occhi.
Mi volto verso di lui questa volta, incantata dalle sue parole.
Questo ragazzo ha dentro molto più di quanto credevo.
-E' così che tu guardi me?- Gli domando, vedendolo trattenere il respiro.
Brian mi rivolge uno sguardo, sorridendo l'attimo dopo.
-Mi hai scoperto.- Ridacchia, facendomi sentire sempre più innamorata del suo modo di essere.
Non avevo mai provato tutte queste sensazioni che solo lui riesce a farmi provare.
Dopo un po', decido di voltarmi verso Nancy che al contrario, continua a fissarmi come al solito.
Mi sento un po' a disagio nel sentirmi osservata in questo modo e Brian evidentemente se n'è appena accorto.
-Cosa c'è Birdie? Qualcosa non va?- Mi domanda, spostandomi una ciocca di capelli dal viso.
Nancy assottiglia gli occhi e se potesse credo che mi prenderebbe per i capelli e mi ucciderebbe di botte.
-Non...fare così.- Sussurro a Brian, mentre continuo a portare più volte il mio sguardo contro quello della ragazza.
-Così come?- 
-Nancy vorrebbe uccidermi.-
Brian si volta anche lui verso Nancy ma la ragazza, si volta di scatto verso il mare facendo finta di niente.
E' appena arrossita ad un solo sguardo di Brian.
-Lei è innamorata di te, vero?- 
Brian annuisce. Non borbotta nulla di più e resta in silenzio.
Avevo capito già da tempo che Nancy lo guarda con gli occhi dell'amore.
-Lo è probabilmente da troppo tempo. Però, io le ho detto di farsene una ragione. Non puoi stare con una persona che
non ami per pietà. Un giorno lo capirà.-
-E se non dovesse capirlo?-
-Ne dubito. E' una ragazza intelligente anche se troppo possessiva.-
-Me ne sono resa conto da come continua a guardarmi.-
-Davvero, non è cattiva o stronza come vuole far credere. La conosco benissimo e con il tempo ho imparato a volerle bene.
Dopotutto...era la mia sorellastra.-
Il mio volto si impallidisce. 
Non voglio che lui le stia lontano ma...conoscendo la situazione non voglio neanche che ci stia sempre insieme.
Potrebbe fare qualsiasi cosa una donna innamorata ed io non voglio soffrire.
-Cosa c'è ancora?- Continua Brian, scrutando con attenzione la mia espressione triste.
-Sei già stato a letto con lei una volta...non voglio che ci sia una seconda.-
-Non ci sarà. Io amo te Haven, lo sai. Non potrei mai farti una cosa del genere.- Mi sussurra Haner, prendendosi il mio volto tra le mani
ed accarezzandomi le occhiaie con i polpastrelli.
-Io mi fido di te. Ma è di lei che non mi fido.-
-Quando abbiamo avuto il nostro primo ed ultimo rapporto, eravamo ubriachi fradici. E' anche vero che lei era ancora vergine ma
lei era consenziente di ciò che stava facendo. Io no.-
Non so perché, sapere queste cose comincia a farmi sentire male.
Vorrei scoppiare a piangere per liberarmi di questo dolore interiore ma non posso assolutamente farlo.
-Ma è successo tanto tempo fa, Birdie...-
-Giurami che non c'è più niente tra di voi. Giuramelo sul nostro amore.-
-Sei così cocciuta...- 
Si, me lo hanno detto in tanti.
-Giuramelo.-
-Okay, te lo giuro sul nostro amore.-
-Non deludermi.-
-Non potrei mai. Ci ho messo troppo tempo per trovarti ed ora che sono riuscito ad averti...sarebbe da coglioni lasciarti andare.-
Sorrido alle parole di Brian, mentre lui ricomincia a baciarmi.
Con dolcezza, mi lascia dei baci sul collo per poi passare alle spalle. Mi riempie di baci ed io vorrei che tutto questo non finisse
mai.
Ma proprio mentre ricomincia a baciarmi le labbra, delle gocce d'acqua ci bagnano per un po' il viso.
Entrambi alziamo lo sguardo contro il cielo, notando dei nuvoloni grigi che si sono appena formati.
Altre gocce d'acqua iniziano a bagnarci per un po' mentre sento qualcuno urlare in lontananza.
-Oh cazzo, sta piovendo!- Urla Jimmy, correndo verso di noi con un'espressione sul volto fin troppo divertente.
-E dai James, che saranno mai due gocce d'acqua!- Ribatte Matt, mentre alcuni tuoni mi fanno spaventare.
D'istinto, mi butto tra le braccia di Brian che sono sempre pronte ad accogliermi.
-Grazie Matt per averci portato rogna!- Continua Gates, facendo ridere tutti.
La pioggia aumenta sempre di più mentre i tuoni ed i lampi echeggiano ancora nell'aria circostante.
-Vieni, c'è un riparo qui vicino.- Mi dice il ragazzo prendendomi per mano.
Brian ed io iniziamo a correre per raggiungere un riparo al più presto anche se sono totalmente incantata nel vederlo
stringere sempre di più la mia mano come se avesse paura di perdermi.
Sorrido vedendo le nostre mani stringersi mentre a momenti, non mi sento più le gambe. Questo ragazzo corre con troppa velocità.
Arriviamo ben presto dinanzi ad una casetta in legno non troppo grande e gli altri ci corrono dietro tentando di raggiungerci.
-Entra, su!- Esclama Brian, spingendomi con delicatezza in questa casetta.
E' una casetta in legno con solo due camere e qualche coperta sparsa qua e là.
Posiziono le mani sulle mie ginocchia, respirando a fatica e sentendo i battiti del mio cuore accelerare sempre di più per colpa
della corsetta appena effettuata.
-Dove siamo?- Domando a Brian, cominciando a sentir freddo.
-E' qui che ho avuto la mia prima volta con ragazze decisamente più grandi di me.-












"-Non più per venire a trovare il buon vecchio Lucky vero? Ricordo ancora quando ti rinchiusi in quella camera
con quelle chiquitas all'età di quattordici anni. Non ci mettesti molto ad azionare il tuo...-"






Quelle parole sono riuscite a farmi ricordare ciò che disse quel Lucky sul suo conto.
Schifata da ciò che mi ha detto Brian, lo guardo in cagnesco. 
-Come hai potuto portarmi qui?!- Urlo furiosa, vedendo poi il ragazzo scoppiare a ridere.
I capelli bagnati che gli ricadono all'indietro ed uno sguardo da casinista nato.
Inarco un sopracciglio, vedendolo continuare a ridere ed aprire poi la porta dell'unica camera.
-Mi diverto troppo a farti incazzare. Stavo solo scherzando.- 
Mi tranquillizzo emettendo un sospiro e trucidando Brian con lo sguardo.
-Beh, non è stato divertente...- Ammetto, incrociando le braccia contro il petto.
-Sei tu che credi sempre a tutto.- Ribatte Gates, avvicinandosi per stringermi il naso.
Infastidita, gli do uno schiaffetto sulla mano e lui ricomincia a sorridere divertito.
-Aspettami qui, vado a prendere delle coperte.- Annuisco alle parole di Brian, vedendolo poi entrare in quella camera.
Io mi guardo intorno, mentre dalla finestra osservo il temporale persistere. 
Sono bagnata fradicia e potrei beccarmi un bel raffreddore. Spero solo che Stéph non sia tornato a casa
prima del solito.
Brian torna all'entrata, mostrandomi delle coperte che ha appena preso da non so dove. Non sono neanche impolverate.
-Comunque questa casetta in legno la abbiamo costruita io e i ragazzi qualche tempo fa. Non è niente di speciale, ma sapevamo
che un giorno ci sarebbe stata utile.- Mi dice Brian, prendendo una coperta, posizionandomela poi sulle spalle.
Ha l'altra coperta tra le mani, ma lui ancora non ha utilizzata neanche una.
-E tu non usi nessuna coperta?-
-No, queste sono per gli altri. Quanto cazzo ci mettono ad arrivare?!-
-Brian, ti prenderai qualcosa...-
-Sta tranquilla. Non mi prenderò niente, sono un uomo forte io...cosa credi?-
Roteo gli occhi al cielo, osservandolo vaneggiare con quei muscoli che non tiene mai nascosti.
Dopo aver vaneggiato, Brian si avvicina ad una stufetta a gas, avvicinandola a me ed accendendola con l'aiuto
l'aiuto di un accendino.
-E' poco per riscaldarci ma è tutto quello che abbiamo qui dentro.- 
Pian piano, il fuoco comincia a fuoriuscire dalla stufetta riscaldandomi per un po' le gambe.
Decido di sedermi a terra e restare dinanzi la stufa che emana un po' di calore.
-Sarà meglio approfittarne...non abbiamo un'altra bombola di gas disponibile.- 
-Brian, vieni qui.-
-A fare cosa?-
-Stai tremando...-
-Ma che dici, io sto benissimo.-
-Tutta quest'umidità che sta portando questo temporale non ti farà bene. Siediti vicino a me senza fare storie!-
-Ti ho detto che sto bene.-
-E poi sarei io la cocciuta?-
Brian sbuffa per poi avvicinarsi finalmente a me per sedermici accanto.
Mi avvicino con la testa al suo petto ma lui sussulta come se lo avessi scosso.
Aggiustiamo bene la coperta attorno alle nostre spalle mentre ci stringiamo a vicenda, dinanzi alla stufetta.
Entrambi iniziamo a riscaldarci.
I nostri occhi si illuminano alla vista del fuoco e l'attimo dopo, sembrano essersi ormai incollati a vicenda.
-Hai ancora freddo?- Domando a Brian, vedendolo smettere di tremare.
-No. Tu?-
-No.- Ribatto io, ricominciando invece a tremare.
-E perché stai ancora tremando?-
Non so come spiegartelo in realtà. Come avrai capito, non sto tremando dal freddo...ma sto tremando perché tutta questa vicinanza
mi mette i brividi.
Sono agitata e tutto questo perché non mi sono mai sentita così bene in tutta la mia vita.
Capisci? Anche quando fuori il tempo non è dei migliori, io dentro mi sento ugualmente bene perché ci sei tu accanto a me.
-Io...non lo so.- Rispondo, mentre Brian si limita a lasciarmi un bacio sulla fronte.
La mia testa ritorna sul suo petto e le sue mani cominciano invece a toccare le mie gambe nude.
E' stata proprio una cattiva idea indossare questo vestitino estivo proprio oggi.
Brian continua a farmi rabbrividire, trascinando con delicatezza le sue dita sulle mie gambe, cercando di attirare in qualche modo
la mia attenzione.
I miei occhi si rincollano ai suoi e questa volta, il suo sguardo non è per nulla beffardo.
E' serio ed ha come sempre la solita mascella contratta che tanto mi fa effetto.
Deglutisco, vedendo poi le labbra del ragazzo avvicinarsi sempre di più alle mie. Io e Brian ci baciamo con passione mentre i nostri
respiri non sembrano regolarizzarsi.
Lui geme tra un bacio e l'altro, mordendomi per un po' le labbra e spostando in giù le bretelle del mio vestito e del reggiseno.
Sta riprovando in tutti i modi ad avermi.
I suoi occhi sembrano di nuovo affamati mentre le sue mani mi sollevano dalle braccia per farmi sedere sulle sue gambe.
Mi lascio andare, desiderando al più presto che questo contatto diventasse pelle.
Cingo le mie gambe intorno ai suoi fianchi, mentre continua a stringermi una sola mano. 
Con l'altra, sta cercando di sfilarmi via il vestito.
Sento gli occhi diventarmi improvvisamente lucidi mentre mi sento già del tutto riscaldata.
Ma è quando qualcuno bussa alla porta in legno che sobbalzo, spaventandomi.
Io e Brian ci voltiamo contro la porta ascoltando poi dei continui vocii.
-Brian! Cazzo apri, ci stiamo bagnando tutti!- Urla Zacky da fuori, continuando a bussare.
Brian infastidito, mi rifà sedere mentre io scoppio a ridere alle sue spalle.
-Gates apri questa fottuta porta e smettila di scopare con Haven!- Continua Jimmy da fuori, facendomi ridere
ancor di più.
Sono davvero incorreggibili anche se penso che hanno appena rovinato uno di quei momenti che avrei potuto considerare perfetti.
Se solo penso a ciò che stava per accadere tra me e Brian, un qualcosa mi colpisce allo stomaco.
Dannati pterodattili euforici!
Brian apre la porta, facendo entrare i ragazzi che sono bagnati fradici.
Helena e Matt ridono tra di loro osservandosi così fradici mentre Jimmy e Zacky prendono con velocità le coperte che gli
porge Brian.
-L' ho sempre detto io che costruire questa casetta vicino al mare sarebbe stato utile a qualcosa!- Esclama Jimmy, sedendosi poi accanto a me.
-Si, ma le idee brillanti le ha sempre il nostro Gates!- Continua Matt, mettendo una coperta sulle spalle di Helena per aiutarla ad asciugarsi
e non prendersi una polmonite.
-Ragazzi, fatele spazio, non si sente bene.- Annuncia improvvisamente il nanetto, trascinando con sé Hayley che sta tremando e 
piangendo con disperazione.
-Cos'ha?- Domanda Brian, curioso almeno quanto me.
-Per qualche strano motivo, i temporali le fanno paura.- Risponde Johnny, facendola sedere dinanzi a me e Jimmy.
Hayley sta tremando come non l'avevo mai vista fare prima ed il suo viso è diventato di un bianco cadaverico. Fa fatica a respirare
e a momenti potrebbe quasi prendere a calci Johnny.
Cerca disperatamente di allontanarsi dal ragazzo ma lui sembra quasi sconvolto.
Non capisco come un temporale possa renderla così irascibile.
-Hayley, cerca di calmarti!- Esclama ancora Christ, tentando di tranquillizzarla ma lei sposta via le mani del ragazzo
come se non volesse esser toccata da nessuno.
Agita più volte la sua stessa testa e le lacrime che continuo ad osservarle scendere dal viso non fanno che peggiorare la situazione.
Tutti la osserviamo preoccupati mentre Brian decide di avvicinarsi a lei e tentare di capirla.
-Hayley, vuoi dirmi cosa cazzo ti prende?!- 
Avrei voluto dire a Brian di non spaventarla in questo modo, ma ci ha già pensato Helena.
-Brian, smettila, così la spaventi!- Ribatte la ragazza dagli occhi verdi, osservando poi Brian allontanarsi di colpo dalla ragazza.
Hayley si restringe nelle sue ginocchia e ricomincia a piangere incastrando il volto tra le gambe.
-Johnny, non avrai ricominciato con le tue battute idiote, spero!- Borbotta Jimmy.
-Non le ho detto niente! L'ho solo vista cominciare a tremare quando ha visto dei lampi nel cielo. E comunque, le mie non sono
battute idiote!-
-Si che lo sono invece!-
-Ragazzi, smettetela! Non vedete che comportandovi in questo modo, peggiorate la situazione?- Sbotto, alzandomi dal legno fresco ed 
avvicinandomi ad Hayley con dolcezza.
-Piccola, non piangere.- Sussurro alla ragazza, sentendola singhiozzare mentre le massaggio un po' la schiena con una mano.
E' inutile, la giovane continua a tremare senza mai fermarsi.
Comincio seriamente a pensare che ci sia qualcosa in questo tempo che le fa ricordare un avvenimento passato un po' troppo spiacevole.
Hayley alza finalmente la testa, rivolgendomi poi uno sguardo ferito.
Mi guarda come se volesse dirmi che io sarei l'unica a poterla capire.
-Hey...tutto passa. Anche questo tempaccio, quindi non hai bisogno di aver paura. Ci siamo noi qui con te.- Le sussurro, vedendola poi
spostarsi con debolezza tra le mie braccia come se mi stesse chiedendo aiuto.
La tengo stretta a me, tentando di tranquillizzarla.
-Ah...le donne.- Sospira Matt, mentre Helena mi raggiunge e prova anche lei ad aiutarmi.
Helena accarezza più volte i capelli di Hayley mentre io continuo a stringerla come se qualcuno potesse strapparmela
via.
Mi ferisce vederla in questo stato e non sapere cosa fare per aiutarla.
Gli altri ci osservano sorpresi, mentre Brian mi sorride più volte.
Non lo avevo mai visto guardarmi in questo modo. Mi sta osservando con...tenerezza.
Dopo un po' di tempo, Hayley finalmente si tranquillizza. 
Il temporale non ci dà ancora l'opportunità di uscire da qui dentro ma tuttavia, ci sentiamo abbastanza stanchi dopo esser stati metà
giornata al mare.
Poco fa ho portato Hayley su di un piccolo materasso malconcio che si trova nella sola ed unica stanza ed è qui che sono
riuscita a farla addormentare.
Dopo alcuni istanti, Brian entra nella camera, restando sulla soglia della porta ad osservarmi.
-Sei brava a prenderti cura delle persone.- Sussurra in modo da non svegliare la ragazza.
-Ho lavorato come babysitter per un periodo e quindi ora me la so cavare con chiunque.-
Brian si avvicina a noi, osservando poi Hayley dormire beata.
-Chissà cosa le è preso...non l'avevo mai vista reagire in questo modo.- Continua Gates, respirando la mia stessa aria.
-C'è qualcosa che la tormenta. Anche se dubito che il suo esser diventata sorda sia dovuto solo a ciò che le era accaduto in passato.
Dev'esserci qualche altra situazione ad averla turbata...-

-Non sapevo fossi anche una psicologa.-
-No, non lo sono. Semplice intuito.-
-Che ne dici se la porto al caldo, lì dentro? La stufetta è ancora funzionante e gli altri dormono tutti come ghiri.-
-Beh si, sarebbe una buona idea dato che qui dentro si congela.- Bisbiglio, osservando Brian prendere Hayley con delicatezza tra le sue braccia.
-Sta attento a non svegliarla!- Continuo a bisbigliargli, vedendolo poi farmi l'occhiolino.
Lo seguo verso l'entrata della casetta, assottigliando gli occhi verso tutti gli altri.
Brian aveva ragione. Stanno tutti dormendo come ghiri.
Helena dorme sul petto scolpito di Matt, Zacky su di un tavolo mezzo rotto ed infine Jimmy e Johnny a terra.
-Come here fucking stallion duck!- Urla Jimmy nel sogno, facendomi quasi svenire.
Mi ha fatto prendere un colpo.
Brian se la ride sotto ai baffi, posizionando poi Hayley accanto a Johnny dove c'è ancora un po' di posto.
La ragazza per fortuna non si sveglia ed al contrario, dorme beata.
Il mare stanca.
Dovrebbero essere ancora le sei anche se dal tempo, non sembrerebbe.
E' tutto buio e sta iniziando a cadere dal cielo anche un po' di grandine.
Io e Brian osserviamo ancora gli altri dormire, mentre poi lui decide di prendermi per mano e trascinarmi verso la solita camera.
Brian chiude la porta ed io mi distendo sul materasso sentendomi profondamente stanca.
Gates mi affianca immediatamente, posizionando il suo petto contro la mia spalla.
Rabbrividisco a questo contatto così diretto con la sua pelle, tentando però di chiudere gli occhi ma non riuscendoci in alcun modo.
Brian comincia a lasciarmi dei baci sulla spalla, senza aver alcun'intenzione di fermarsi.
Mi volto velocemente verso di lui, osservando i suoi occhi color nocciola spiccare nel buio.
-Perché mi guardi così?- Gli chiedo, vedendo i suoi occhi diventare sempre più lucidi.
-I miei occhi non avevano mai visto nulla di più perfetto prima d'ora.- Ribatte, aprendomi il cuore.
Gli sorrido, per poi vederlo disegnare un qualcosa sulla mia pancia con le punta delle sue dita.
Improvvisamente, Brian si posiziona sul mio corpo, baciandomi le labbra con sempre più passione.
Cosa stiamo facendo...sembriamo davvero due amanti.
-Brian...- Mugulo, vedendolo allontanare di scatto le sue labbra delle mie.
-Se non vuoi, basta dirlo.-
-No è che...anche io ti amo.-
Mi sento proprio una stupida. Solo ora mi sono resa conto di non averglielo mai detto prima.
Il suo viso viene disegnato da un sorriso a trentadue denti, mentre sento il mio cuore battere con sempre più
forza.
Mi sento come una vergine che non ha mai avuto alcun rapporto mentre in realtà...la mia prima volta è stata proprio con Stéphan.
Eppure, con lui, non facevo altro che sentire dolore e sentirmi male.
Speravo che quella brutta sensazione finisse subito e che quella sarebbe stata la prima ed ultima volta.
Invece, non fu così.
Io Brian lo voglio. Lo voglio per davvero.
Non potrei mai rimpiangere una situazione del genere perché sento che il mio cuore appartiene a lui.
-Non vorrei che tu ti sentissi forzata in alcun modo...è quello che vuoi?-
-Si. Promettimi solo che con me, farai l'amore. Che non sarà solo un tuo bisogno e che provi amore per me almeno quanto lo provo
io per te.-
-Non ho mai fatto l'amore in vita mia. Ma con te sento che sarà così.-

Brian mi fa sciogliere all'istante, prendendomi una mano e trascinandola accanto alla mia testa.
Egli stringe con forza la mano, cominciando a baciarmi la pelle fino ad arrivare allo stomaco.
Io chiudo gli occhi, abbandonandomi alla fiducia che ho in lui.
Mi sento un tantino agitata quando mi lascia la mano per sfilarmi via il vestito.
Finalmente, riesce ad abbassare completamente il vestito e a sfilarmelo via, lanciandolo sul pavimento.
Brian osserva per un po' il mio corpo facendomi sentire a disagio.
L'unico uomo ad aver osservato la mia nudità è sempre e solo stato Stéph.
Brian si riposiziona sul mio corpo, occupandosi questa volta del reggiseno, cominciando a baciarmi i seni
con dolcezza.
Entrambi non facciamo altro che respirare con fare affannoso e desiderarci sempre di più.
Quando mi sfila il reggiseno, io posiziono una mano contro la sua nuca per attirarlo sempre di più contro il mio viso.
Gli accarezzo i capelli corvini, continuando a lasciarmi travolgere dai suoi baci senza fine.
Il mondo attorno a noi sembra essersi appena fermato.
Brian si toglie con velocità la maglietta, abbassandosi poi la zip dei pantaloni e mostrandosi in boxer dinanzi a me.
Tutto il disagio che stavo provando fino a poco tempo fa, se n'è letteralmente andato a farsi fottere nel momento stesso
in cui Brian mi attira verso di sé.
Mi ritrovo contro il suo petto e riesco a sentire i battiti del suo cuore velocizzarsi sempre di più.
Mi accarezza di tanto in tanto, dandomi sicurezza e devo dire che ci riesce alla grande.
Con Stéphan era tutto diverso.
Mai una carezza, mai una carineria e non è mai accaduto che mi tenesse per mano.
Ha sempre esagerato nei suoi modi di fare e mi ha sempre utilizzata come un vecchio giocattolo usato.
Durante l'atto, non mi ha mai guardata negli occhi come continua a fare Brian in questo preciso istante.
Ci ritroviamo sempre pelle contro pelle ed esser toccata da lui è la sensazione più bella che potessi mai provare.
Anche se siamo all'inizio, noi già stiamo facendo l'amore con gli occhi.
Questa volta, non ci sarà nessuno ad interrompere il nostro amore.
Brian mi riprende la mano ricominciando a stringerla mentre con l'altra mano, mi sfila via le mutandine, ricominciando
anche con i suoi baci tortuosi.
Entrambi cominciamo a respirare con sempre più affanno mentre lui si posiziona velocemente tra le mie gambe.
Lascio ancora che mi tenga stretta a sé, mentre inizia a penetrarmi con lentezza.
Gemiamo per un po', ma io continuo a sentirmi lo stomaco bruciare.
Non riesco a sentire alcun dolore perché tutto ciò che gli sto dando e solo amore.
Gli sto chiedendo di prendersi cura del mio cuore e lui lo sta facendo continuando a baciarmi e a spingere dentro di me con
delicatezza.
Una delicatezza che evidentemente Stéphan non conosce.
Dopo un po', Brian comincia ad accarezzarmi il viso, chiedendomi se sto bene o no.
Non mi era mai successo prima d'ora che qualcuno di preoccupasse per me in questo modo.
Io annuisco sentendo il bisogno di stringermi ancora al di sotto della sua pelle calda che riesce a riscaldarmi al meglio.
Mi scende una lacrima salata dal viso che mi fa sentire stranamente rilassata.
Sorrido contro la lacrima, sentendomi finalmente come la donna innamorata che volevo sempre diventare.
Brian mi bacia guancia su cui è scesa la lacrima e dopo un ultimo bacio, si lascia cadere accanto alle mie spalle.
Entrambi cerchiamo di regolarizzare il battito cardiaco e di ricominciare a respirare ma senza smettere di sorridere neanche per un'istante.
Il ragazzo mi rinchiude tra le sue braccia, stringendomi a più non posso e baciandomi la fronte.
-Perché piangi?- Mi domanda quando in realtà, anche lui sta facendo lo stesso.
-Perché sono felice.- Ammetto, vedendo gli occhi di Brian, riprendere la propria lucentezza.














***






Una volta scampata la tempesta, io e Brian ritorniamo all'entrata della casetta, osservando Hayley
stringersi a Johnny.
Come immaginavo, c'è proprio del tenero tra di loro.
Gli altri si sono tutti svegliati mentre gli unici ancora dormienti sono proprio quei due.
Jimmy e Zacky ci intimano di restare in silenzio mentre hanno appena preso un secchio d'acqua per buttarlo
addosso alla coppietta.
Quando i nostri amici buttando l'acqua addosso a Johnny e ad Hayley, scoppiamo tutti improvvisamente a ridere per la
scena a dir poco epica a cui abbiamo appena assistito.
Johnny ha fatto un salto in piedi mentre la povera Hayley è ancora sconbussolata da ciò che le è accaduto.
-Cazzo! Se vi prendo vi ammazzo!- Esclama Johnny, cominciando a rincorrere Jimmy e Zacky per tutta la casetta.
-Scusaci Christ, non abbiamo resistito!- Si giustifica Zacky, vedendo poi il nanetto andare su tutte le furie.
Io ed Helena ci affianchiamo, ridendo a più non posso mentre Brian e Matt prendono in braccio Johnny per fermarlo.
Mi avvicino ad Hayley, vedendo anche lei sorridere per un po'.
-Come ti senti tesoro?- Le domando, osservandola fare alcuni gesti che non riesco a decifrare.
-Ha appena detto che si sente meglio e che si scusa per averti tanto infastidita.- Continua Helena che riesce comunque
a capire i suoi gesti meglio di me.
-Nessun fastidio tesoro, l'importante è che adesso stai bene.-
-Si, Haven ha ragione. Ci hai fatti prendere proprio un bello spavento.- Mi affianca ancora Helena.
Hayley ricomincia con i suoi gesti e per fortuna l'altra ragazza può interpretare il tutto.
-Ha detto che non voleva farci spaventare ed adesso si sta scusando.-
Hayley continua a fare dei gesti e ma riesco a capire che si sta scusando dall'espressione colma di delusione sul suo viso.
-Non devi scusarti, davvero. Solo, vorrei capire cosa ti è accaduto...- 
La giovane abbassa lo sguardo. Forse non vuole parlarmene o pensa semplicemente che non sia il momento più adatto.
-Come non detto.- Le sorrido, aiutandola ad alzarsi dal pavimento.
Da quando sono uscita da quella camera non faccio altro che sorridere. Helena mi osserva con molta attenzione ma mentre sta per
parlarmi, Matt ci annuncia che dobbiamo andare.
-Haven, ti accompagna Brian a casa perché noi dobbiamo andare al locale. Hayley e Helena hanno i loro turni e noi dobbiamo 
affiancare il capo come al solito.- Mi avverte Jimmy.
-D'accordo, cioè, va bene.- Rispondo a James, continuando a sorridere come una perfetta cogliona.
E' incredibile. Non riesco in alcun modo a smettere.
-Ma si può sapere cos'hai tanto da sorridere?- Mi domanda Rev, osservandomi.
-Niente, io non sto sorridendo.- Ribatto osservando poi Helena fare la stessa cosa.
-Qui gatta ci cova. Cos'è tutta quest'allegria improvvisa Haven?- 
-Niente di importante. Insomma, non è meravigliosa la vita?- Domando ad Helena e Jimmy che continuano ad osservarmi come se dinanzi
a loro stesse parlando un U.F.O.
-Gates, la tua ragazza ha qualche rotella fuori posto!- Ironizza Jimmy, facendo ridere Brian che sbarra gli occhi nel vedermi
saltellare per tutta la casetta.
-E' innamorata Jimmy. Nessuna resiste al mio fascino.- Sento dire da Brian, vedendolo poi raggiungermi e prendermi in braccio.
-Allora Birdie, me lo dici di nuovo?- Mi domanda Haner, prendendomi tra le sue braccia.
-Cosa?-
-Che mi ami.-
Avvinghio le mie braccia attorno al suo collo sentendomi sempre più viva.
-Ma certo che ti amo.- Gli sussurro, vedendo Jimmy e Zacky prenderci in giro.
















***











Tornata a casa, come sospettavo, Stéphan era ancora al locale.
Ho tormentato Maria, raccontandole di tutto ciò che sto vivendo e continuando
a sognare come una stupida.
Perché in realtà mi sento proprio come una di quelle quindicenni innamorate.
Maria come al solito ha rotto ogni equilibrio chiedendomi di fare attenzione a Stéph. Mi ha ricordato
che come marito ho un uomo abbastanza pericoloso.
Verso le dieci, dopo aver letto un bel libro, mi sono coricata,mentre adesso mi sono svegliata di botto.
Stéphan sta dormendo accanto a me.
Mi alzo dal letto strofinandomi gli occhi ed osservando l'orologio segnare le tre di notte.
Dei continui rumori provenienti dal piano inferiore però, stuzzicano la mia curiosità. 
Senza indossare le pantofole, corro giù a vedere cosa sta accadendo ed è quando vedo Zacky a terra sanguinante che
un qualcosa mi colpisce al cuore.
Mi avvicino velocemente a lui, guardandomi intorno.
-Zacky...Zacky, mi senti? Sono io, Haven!- Borbotto, dandogli degli schiaffetti sulle guance per farlo riprendere.
-Ha...Haven...vai via, scappa.- Balbetta il ragazzo, continuando a sanguinare.
Mi ritrovo in un attimo le mani sporche di sangue e le lacrime che iniziano a scivolare dal mio viso.
-Zacky...cosa ti hanno fatto?! Chi è stato?- 
-Va...va...vai a chiamare Brian...è nella nostra camera...- 
Zacky chiude gli occhi, mentre io continuo a stringergli la mano.
Respiro a fondo, cominciando a singhiozzare ed alzandomi velocemente dal pavimento per poter correre verso la loro camera
e chiamare Brian.
Tutta quella felicità che avevo ingerito è appena svanita nel nulla mentre continuo ad osservarmi le mani ricoperte del sangue
di Vee.




























NOTE DELL'AUTRICE.

Salve a tutti meraviglie! Eccoci di nuovo con un nuovissimo capitolo.
So che aspettavate da tanto tempo questo momento...e spero di avervi accontentati nel miglior
modo possibile.
Insomma, spero di esservi arrivata al cuore perché è questo ciò che mi auguro sempre di fare quando scrivo
un nuovo capitolo.
Aiutare i lettori a percepire tutti gli stati d'animo dei personaggi non è facile...ma spero abbiate la voglia
di farvi sentire perché ne ho davvero bisogno.
So che ci siete e molti di voi continuano sempre a seguirmi nonostante abbiano ben altro a cui pensare ma...le recensioni
scarseggiano in confronto alle altre ff.
Ho come l'impressione, che questa storia non vi stia prendendo come le altre e un po' mi fa star male.
Ogni volta che scrivo qualcosa, mi riprometto di non riuscire mai a deludervi e di darvi sempre di più...ma evidentemente, questa
storia non vi piace più di tanto, vero?
Spero di non aver deluso le aspettative di nessuno ma ce la sto mettendo davvero tutta per migliorarmi. Come sapete, non sono una scrittrice
vera e propria, dato che per ora nessuno mi ha ancora proposto di scrivere un libro e cose simili, ma mi ci sto davvero mettendo
d'impegno per non deludere me stessa e coloro che continuano sempre a seguirmi.
E' anche vero che la scrittrice in sé, scrive per sé stessa ed io sento che è così solo che...non immaginate neanche quanto mi faccia
bene leggere quelle vostre recensioni o vedere che mi contattate in privato per dirmi davvero cosa ne pensate della storia.
By the way, forse sono solo io che mi faccio un milione di complessi...voglio dire, so che questa storia non potrà superare "Nymphetamine" per
alcuni di voi perché...parla di tutt'altro ma mi auguro che possiate apprezzarla lo stesso.
Come vi ho già spiegato altre volte, questa storia è molto importante per me e se volete metterla tra i preferiti...beh, io sarò felicissima
di sapere che anch'essa potrebbe riscuotere un certo "successo" se così si può definire.
Non so, con il tempo, credo che abbiate imparato a conoscermi ed apprezzarmi e credo che il legame  che si sia instaurato tra di noi...sia
un qualcosa di speciale.
E' vero che alla fine, parlo con voi tramite uno stupido computer ma credetemi che sono già riuscita a capire molti aspetti dei lettori
che mi seguono e che mi parlano. Ma anche coloro che non recensiscono mai e che mi seguono "in silenzio". Credetemi, vi amo tutti, dal primo
all'ultimo. C'è davvero un ultimo? No perché per me siete tutti primi.
*Okay, vi sto facendo venire il diabete, scusatemi*
Ma nulla, avevo solo bisogno di sfogarmi e so che con voi, posso farlo. Se oggi sono qui a scrivere ancora...beh, lo devo solo a tutti voi.
Fosse stato per me, mi sarei fermata alla prima ff senza neanche concluderla. Ed invece, voi mi avete sempre spronato a dare il meglio
con le vostre considerazioni ed i vostri fangirleggiamenti da manicomio sulle mie storie.
Spero un giorno di potervi ringraziare tutti e stringervi forte per farvi capire quanto io stessa vi voglia bene pur non conoscendovi.
Passando al capitolo, devo ammettere di essere stata un po' cattiva nei confronti di Zacky ma lui mi perdonerà. 
O almeno spero. Comunque sia, scoprirete solo nel prossimo capitolo se...è in fin di vita o...si ritroverà già totalmente morto.
Non volevo diventare l'ansia fatta persona, ma questa ff ha bisogno d'azione, capitemi! 
Bene, per qualsiasi cosa o chiarimento io sono qui a vostra completa disposizione. Lasciatemi una recensione, mettete la storia tra le
seguite o i preferiti se volete e...nulla, al prossimo capitolo!
*Se volete ancora sopportarmi <3*

Un abbraccio coccoloso da...






-SynysterIsTheWay.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** 12. From a violent mind. ***


12° From a violent mind.










 
Geloso. Eccessivamente preoccupato di conservare una cosa che si può perdere solo se non vale la pena averla.
(Ambrose Bierce)






Osservandomi ancora le mani imbrattate di sangue, corro verso la camera dei ragazzi, aprendone la porta
e dirigendomi verso il letto di Brian.
Scuoto con velocità la sua spalla tentando di svegliarlo il prima possibile.
-Brian! Brian ti prego, svegliati!- Urlo tra le lacrime, vedendolo poi svegliarsi di colpo prendendo la
sua solita pistola dal comodino.
-Haven, che succede? Non riesci a dormire?- Mi domanda scosso, osservandomi piangere e fare fatica a parlare.
-Brian, Zacky...Zacky sta morendo! Qualcuno deve avergli fatto del male!- Urlo, osservandolo poi sorridere.
Sta cercando di tranquillizzarmi ma non capisce che la situazione potrebbe essere più grave di quanto sembra.
-Ma che dici. Avrai sicuramente fatto un incubo Haven.-
-Brian, guarda le mie mani!- Gli posiziono le mie mani imbrattate di sangue dinanzi agli occhi, vedendolo poi saltare
giù dal letto con velocità e prendere un'altra pistola di scorta dal suo stesso armadio.
-Aspettami, vengo con te!- 
-Non ci pensare nemmeno Haven!-
-Cosa?-
-Io ti voglio viva, okay? Resta qui e non fiatare.-
-No Brian...ti prego non andare!- Dico al ragazzo, cercando di convincerlo ad affiancarlo.
-Haven, è pericoloso. Tornerò sano e salvo...te lo prometto!-
Gli prendo un braccio senza dargli l'opportunità di aprire quella porta.
-No, fammi venire con te!-
-Spero tu possa perdonarmi.- Mi sussurra Brian, disfandosi con velocità della mia presa sul suo braccio, facendomi cadere a terra.
Lui apre con velocità la porta e la richiude a chiave per non darmi l'opportunità di seguirlo.
Mi rialzo con agilità dal pavimento, dando dei pungi contro la porta ed urlando a squarciagola il suo nome.
D'istinto, ricomincio a piangere, più impaurita che mai.


















BRIAN POV'S


Questo è l'unico modo che ho per proteggere Haven.
Mi dispiace di averla spinta ma non mi ha lasciato altra scelta.
La amo troppo per vederla morire dinanzi ai miei stessi occhi.
Con velocità, supero il corridoio per poi osservare la figura di Zacky disteso a terra in una pozza di sangue.
Mi avvicino correndo al mio amico, tentando di capire se sia ancora vivo o no.
Respira.
Ma dove sono finiti tutti gli altri?
-Zacky! Zacky, cazzo, rispondimi!-
-B...Brian...-
-Cazzo amico mio, stai perdendo troppo sangue!-
-Lo so...-
-Vedrai che tra un po' ti porto all'ospedale e...e...ti prometto che andrà tutto bene.- Gli sussurro, vedendolo annuire con debolezza.
-Brian, ho freddo...- 
-No cazzo Zacky! Apri gli occhi! Ti ordino di aprirli!- 
-Non ce...la faccio.- Continua il ragazzo rabbrividendo.
Mi si ferma il cuore nel vederlo ridotto in questo stato.
-Resisti amico mio!- Gli urlo contro, alzandomi con velocità dal pavimento e cercando quei figli di puttana che lo hanno
ridotto in questo stato.
Solo ora, mi sono reso conto del fatto che la porta di casa è aperta.
Mi dirigo verso il giardino, pensando che qualcuno dell'organizzazione nemica abbia ben pensato di tenderci una sottospecie
di imboscata.
Il sangue di Zacky arriva fino alla porta e ciò mi fa pensare che per salvarsi si è trascinato fino a dentro casa.
Uscito in giardino, osservo Jimmy e gli altri ripararsi dietro ad alcuni cespugli mentre continuano a spararsi con degli uomini
armati almeno quanto loro.
Raggiungo i miei migliori amici, affiancandoli e cominciando a sparare contro i nostri nemici.
-Ce ne hai messo di tempo per svegliarti!- Esclama Matt, dandomi una pacca sulla spalla.
-Lo sai che quando dormo neanche un terremoto sarebbe in grado di svegliarmi.- Mi giustifico, vedendo Shads sorridere passandomi
una delle sue pistole.
-Cazzo, questi figli di puttana la pagheranno cara per ciò che hanno fatto a Vee!- Urla Johnny più furioso che mai.
-Gates, coprimi!- Urla Jimmy riferendosi a me.
E' sempre il solito...fa di tutto per farsi quasi ammazzare.
Gli copro con velocità le spalle, uccidendo alcuni pezzi di merda e vedendo Jimmy darsi alla pazza gioia.
Sta continuando a dare calci ad un cadavere.
-Figlio di puttana, brutto stronzo!- Continua Jimmy, contro l'uomo ormai morto, facendo ridere gli altri.
Potrei scoppiare a ridere anch'io ma sono fin troppo preso dall'adrenalina e dalla situazione per farlo.
-Dai Jimmy, smettila, è morto!- Dico al mio amico, tentando di allontanarlo dal corpo ma mentre sto per farlo, un proiettile ci scansa
per miracolo.
Entrambi cadiamo a terra, ricominciando a sparare.
-Whoooo! E' questo che preferisco del mio lavoro!- Mi dice Jimmy, divertendosi ad armeggiare con la sua pistola.
-Cosa? Rischiare di farti ammazzare?- Ribatto con ironia, vedendolo ridere.
-No, mostrare a quei figli di puttana la mia forza innata!-
-Oh, si, certo!-
-Spostatevi!- Urla improvvisamente Johnny contro di noi, facendoci notare che dietro c'era uno dei nemici che stava per pugnalarci.
Jimmy fa una capriola all'indietro, prendendo tra le gambe la testa del nemico e lanciandolo in avanti.
Osservo il mio amico con un'espressione a dir poco sconvolta.
-Ho sempre voluto farlo!- Continua James con un espressione da ebete sul volto.
Matt e Johnny si avvicinano  a me e Jimmy e tutti insieme ricominciamo a sparare all'impazzata.
E' bello sapere che puoi affrontare al meglio le situazioni quando hai accanto i tuoi migliori amici. In qualche modo, se non ci fossero
loro non sarei quello che sono diventato.
Ognuno di loro occuperà sempre un posto nel mio cuore.
-Ah e comunque Gates, grazie per averci detto di esserti portato al letto la moglie del capo!- Esclama Johnny, facendomi ridere.
Beh con tutti gli impegni che avevo al locale mi è stato difficile parlargliene.
-Che cosa?! Avete scopato e non mi avete detto niente?-
Immaginavo già una reazione del genere da parte di Jimmy.
-Pensate a salvarvi la pelle piuttosto di fare gli imbecilli!- Ribatte Matt, passandomi questa volta alcune munizioni.
Un ultimo uomo e ce l'abbiamo fatta.
Mentre sto per caricare la pistola però, è proprio il signor Mason a far fuori l'ultimo uomo con uno dei suoi soliti fucili.
Ci voltiamo tutti verso di lui, vedendolo soffiare il fumo fuoriuscire dalla bocca del fucile.
Sta anche sorridendo, quindi suppongo che sia fiero di noi e del nostro lavoro.
-I miei ragazzi sanno sempre come cavarsela anche nelle situazioni peggiori.- Ammette il nostro capo, rivolgendoci dei continui
sorrisi.
-Capo, ci hanno tenuto un'imboscata!- Annuncia Jimmy, porgendomi una mano per aiutarmi ad alzare dall'erba.
-L'ho capito Jimmy.-
-Signor Mason...Zacky è stato ferito!- Annuncio io questa volta, vedendo l'uomo rilassare quel po' di rughe che si notano sul
suo viso.
-Lo so, ho appena chiamato un'ambulanza. Adesso rientrate, voglio che siate in ottima forma per fargliela pagare cara.- 
Sotto il comando del nostro capo, rientriamo in casa e ci sediamo tutti intorno al tavolo della cucina.
Beviamo dell'acqua per rinfrescarci e ci guardiamo consapevoli di avercela fatta ancora una volta con la forza
della nostra unione.
Matt porta qui da noi Zacky, ricoprendolo con dei giubbini e delle coperte per riscaldarlo al meglio dopo aver tamponato la ferita e tentato
di fermargli l'emorragia.
-Ma quanto cazzo ci mette ad arrivare un'ambulanza?!- Sbotto furioso, dando un pugno secco contro il tavolo.
-Non ci vorrà molto...-Mi sussurra Johnny, dandomi una pacca sulla spalla per confortarmi.
-Ragazzi...l'organizzazione nemica deve aver rapito Haven. Non era accanto a me quando mi sono svegliato sentendo
dei rumori provenire dal piano inferiore.- Borbotta il capo con tristezza ed io solo ora mi ricordo di averla
chiusa in camera mia per evitare che le accadesse qualcosa.
Deglutisco, vedendo il capo sedersi sulla sedia con la testa tra le mani.
Sembra distrutto.
-No, non l'hanno rapita.- Ammetto, vedendo gli altri rivolgermi degli sguardi curiosi.
Il signor Mason mi rivolge uno sguardo di speranza.
-E'...nella nostra camera.- Sussurro sentendomi un po' a disagio ed abbassando lo sguardo contro il pavimento.
Il signor Mason si alza di scatto dalla sedia, dirigendosi probabilmente verso la mia camera mentre io, Jimmy e Matt
lo seguiamo a ruota.
Johnny è rimasto con Zacky che non è in grado di muoversi o camminare.
Arrivati dinanzi alla porta della camera, prendo velocemente le chiavi dalla tasca dei jeans per aprirla.
Apro la porta, osservando poi Haven con un viso pallido e gli occhi iniettati di sangue.
-Amore...ma si può sapere come si sei arrivata qui?- Le domanda il capo, continuando ad osservare sia me che lei.
Cazzo, potrebbe scoprirci.
La ragazza esce dalla camera per poi rivolgermi uno sguardo e rispondere alla domanda di suo marito.
-Ho sentito dei rumori dal piano di sotto e così, sono scesa a dare un'occhiata. Quando sono scesa però, ho visto Zacky
in una pozza di sangue e mi sono preoccupata. Degli uomini stavano per spararmi ma Brian è riuscito a prendermi prima che potessi
esser ferita anch'io. Mi ha portata velocemente qui per non farmi trovare da qualcuno dell'organizzazione nemica e per evitare
che mi accadesse qualcosa.-
Spiega Haven sembrando abbastanza convincente.
Io non avrei saputo fare di meglio.
-Oh...vieni qui amore mio.- Il signor Mason allarga le braccia mentre Haven si lancia sul suo petto per esser abbracciata.
Lei mi rivolge uno sguardo triste mentre vedere l'uomo darle dei baci sulla fronte mi fa sentir male.
Mi indebolisco sempre di più, sentendo il cuore smettere di battere ed il respiro abbandonarmi.
Mi porto una mano contro il petto, mettendo poi l'altra contro il muro.
Vederla tra le braccia di suo marito non può far altro che farmi morire dentro. La amo troppo per vederla mentre si lascia
amare da un altro.
Non posso vivere in una bugia...questa ragazza è tutto ciò che ho sempre voluto dalla vita.
Starle accanto mi fa sentire un uomo fortunato ma, allo stesso tempo, come un orfano.
Quando non c'è lei, mi sento solo.
Come quando mio padre se ne andava la sera per ritornare il giorno dopo colmo di lividi.
Nonostante conosca troppo bene la situazione, non riesco a starle lontano.
Ma in fondo...io cosa potrei mai darle? Sempre e solo sofferenze per la vita di merda che svolgo. Non posso prometterle che un giorno
non morirò.
Nulla dura per sempre ed in questa vita il "per sempre" è solo una presa in giro.
Ma non posso permetterle di farla invecchiare con uno come il mio capo. 
La amo troppo per lasciarla nella merda della sua vita a marcire.
Io voglio portarla in salvo ed alleviare tutti i suoi dolori.
Voglio svegliarmi con la sua pelle accanto alla mia e riaddormentarmi con la stessa sensazione.
Ed invece adesso devo solo uccidere questi miei tormentati pensieri, osservandola stringersi a colui che le ha ucciso il cuore.
L'attimo dopo, mi ritrovo nella mia camera e mi accendo una sigaretta.
Mi siedo sul mio letto, tentando di non pensare a quella scena che mi ha mandato in tilt il cuore ed il cervello.
Sapevo sin dall'inizio di non poterla avere, eppure questo non mi ha fermato. Non puoi sfuggire all'amore.
Ti troverà anche se tenti di nasconderti.
E quando ti troverà, ti lascerà ancor più fottuto di prima.
Ben presto, in camera entrano Jimmy e gli altri.
James mi si butta addosso, tentando di strapparmi un sorriso mentre gli altri fanno lo stesso.
-Tutto bene Gates?- Mi domanda Matt, sorridendomi.
-Si...credo.- Borbotto, vedendo Johnny e Jimmy spingermi ancora di più giù dal letto, facendomi cadere a terra.
Tutti si buttano a peso morto su di me, schiacciandomi definitivamente.
-Sbaglio o hai perso la forza di una volta amico?- Mi stuzzica il nanetto, continuando a spingersi su di me.
Metto un po' di forza, tentando di risollevare il peso sia di Jimmy che di Johnny mentre Matt si ferma ad osservarci
e a ridere.
Insieme, iniziamo a fare la lotta come facevamo quando eravamo solo dei ragazzini.
E' bello a volte ritornare ai vecchi tempi.
Il suono squillante di una sirena però, riesce a farci sussultare all'istante.
-Ragazzi...accompagniamo Vee all'ospedale.- Dice Matt, mentre ci alziamo tutti dal pavimento con velocità.




















HAVEN POV'S


Dopo aver tranquillizzato Stéphan, lo vedo uscire di casa con un cappello in bianco ed una pipa
tra le labbra poco carnose.
Anche oggi, avrà sicuramente qualche lavoretto pericoloso da svolgere. 
Lo saluto dal balcone, vedendolo lanciarmi un ultimo sguardo ed entrare con velocità nella sua BMV.
Quando egli sfreccia via con la sua auto, vedo i ragazzi entrare nell'ambulanza per poter assistere il loro migliore amico.
Con velocità, rientro in casa correndo verso la mia camera per prendere dall'armadio i primi abiti che trovo.
Dopo aver indossato un pantaloncino ed una canotta, scendo al piano inferiore ed esco dalla villa dirigendomi verso l'ambulanza.
I dottori stanno portando Zacky su di una barella spingendolo nell'ambulanza mentre Matt continua a tener stretta la mano dell'amico che
ha ormai perso i sensi.
-Brian, voglio venire con te!- Urlo al ragazzo prima ancora che possa salire sull'ambulanza come tutti gli altri.
Brian si volta verso di me, venendomi incontro.
-No, potrebbe succedere un casino se il signor Mason dovesse venirlo a scoprire.- Mi dice lui, prendendomi una mano per baciarla.
-Ma io voglio  venire. Sono preoccupata almeno quanto te!-
-Haven, non capisci che se dovesse succederti qualcosa, io potrei morirne? Perché devi farmi questo?-
Il cuore mi batte con più forza, ma io non ho alcuna intenzione di mollare.
Brian ha bisogno di me anche se probabilmente non lo ammetterà mai.
-Non mi succederà niente se mi terrai con te.- 
-Haven...-
-Ti prego.- 
Lo vedo sospirare, continuando a stringere la mia mano ed annuendo ben presto.
-Okay...ma non devi assolutamente allontanarti da noi. Intesi?-
-Si, intesi.- Ribatto, dando un bacio sulle labbra al ragazzo mentre mi porta con lui verso l'ambulanza.
-Dio, Gates...non vorrai portarla con noi?- Borbotta Jimmy con preoccupazione.
-Non posso di certo lasciarla qui da sola dopo quanto è accaduto.- Ribatte Brian, aiutandomi a salire sull'enorme furgoncino bianco.
-Beh hai ragione ma neanche con un gruppo di assassini lo è.- Ironizza Rev, strappandomi un sorriso.
L'ha detto in un modo così buffo da farmi sentire stranamente meglio.
-Credimi Jimmy, sto cominciando ad abituarmi a certe situazioni.- Rispondo al ragazzo, vedendolo poi alzarmi un pollice in sù.
-Benvenuta tra noi allora, Haven.- Borbotta Matt questa volta mostrandomi come  sempre quelle sue enormi fossette.
-Beh, grazie.- Sorrido, mentre i dottori chiudono gli sportelli dell'auto e sono pronti a mettere in moto.
Brian, accanto a me, non fa altro che osservarmi e sorridere.
Questa volta sono io a prenderlo per mano e a dargli tutta la sicurezza di cui ha bisogno.
A vedere il suo amico in questo stato, starà sicuramente facendo di tutto pur di non perdersi d'animo.

















***






Gli ospedali non mi sono mai piaciuti.
Sarà perché hanno quell'aria così triste e malinconica o sarà perché all'interno
vi sono solo persone che stanno male oppure si ritrovano in fin di vita.
Ero appena nata quando mi misero in un incubatrice per darmi più possibilità di respirare
dato che ero nata prima del previsto e pesavo quanto una piuma.
Ero proprio uno scricciolo. O almeno è così che mi diceva sempre mia madre.
Mio padre mi osservava lì per ore intere senza mai addormentarsi. Aveva paura che non ce l'avrei mai fatta
ad uscirne viva ed invece qualcosa è andato per il verso giusto.
L'aria che respiravo mi faceva bene ai polmoni ed il mio piccolo cuoricino cominciava a battere con normalità.
I medici dicevano che non ce l'avrei mai fatta ed invece...qualcosa quella sera cambiò gli stati d'animo dei miei genitori.
Stare qui invece, è un vero tormento.
Siamo in corridoio, seduti su quelle solite sedie accanto ad una sala d'aspetto.
Brian continua a fissare il pavimento mentre si tiene il volto tra le mani.
Io continuo ad accarezzargli la schiena per poterlo tranquillizzare e dargli tutta la forza di cui ha bisogno.
Jimmy non parla più, il ché è strano per uno come lui. Rimane disteso sulla sedia, fissando il soffitto come se il cielo
potesse dargli delle risposte a tutto ciò che starà chiedendo.
Matt è all'ottavo caffè e Johnny sta camminando di qua e di là per tutto il corridoio.
Dinanzi a noi invece, c'è una donna sulla quarantina, dagli occhi azzurri ed i capelli biondi che continua a piangere con continuità dopo
aver appreso della morte di suo marito.
Osservo il dottore accanto a lei tentare di darle coraggio e per un attimo ho cercato di immaginare cosa potrebbe accadere
se ad uscire da quella stanza fosse un dottore pronto a darci delle brutte notizie.
Io probabilmente non reggerei il colpo pur conoscendo Zacky da poco...ma Brian e gli altri...loro, non si sentiranno più in vena
di vivere la propria vita.
E soprattutto...ho paura di quella che potrebbe essere la reazione di Brian e di tutti quegli uomini che ucciderà per vendicare
uno dei suoi migliori amici.
E' strano come la vita possa girare intorno alle persone che più amiamo e come esse possano esserci strappate via così, da un giorno
all'altro.
E' giunta l'ora di pranzo e nessun dottore esce ancora da quella camera. 
Brian porta la sua testa contro il mio petto ed io mi limito ad accarezzargli i capelli.
Continuo a ripetere a lui e agli altri che andrà tutto bene ma nessuno è davvero in grado di crederlo.
Prima Johnny e Jimmy hanno addirittura fatto questione con alcuni dottori pur di sapere come stava il loro amico ma questo non
è servito a molto.
Ho tentato di separarli dai dottori che avrebbero voluto chiamare la sicurezza e sono riuscita a calmarli.
Brian questa volta non avrebbe potuto far niente. E' così privo di sensazioni che gli riuscirebbe difficile anche andare avanti
per un giorno in più.
E' in questo momento che capisco davvero quanto per loro è importante stare insieme ed il volersi bene.
Dopo pranzo, vengono ad assisterci anche Hayley ed Helena che avevano una piccola pausa prima di tornare al lavoro.
Entrambe avevano due facce da funerale peggiori delle nostre mentre Hayley ha cercato in tutti i modi di intrattenerci con i suoi gesti
cercando di renderli divertenti.
Ridevamo e come, ma il nostro pensiero, era rivolto sempre a quella porta color latte.
Mentre Brian e gli altri sono usciti fuori per fumarsi delle sigarette e rilassarsi...io, Helena ed Hayley abbiamo cercato di ammazzare
il tempo parlando tra di noi.
-Dev'esser stato proprio un brutto colpo per te vederlo in quella pozza di sangue.- Sussurra Helena, rivolgendosi a me.
-Se lo è stato per me, non immagino neanche com'è stato per i suoi migliori amici.- Bisbiglio con tristezza, ricordando gli occhi
spenti di Brian.
Hayley, tra me e Helena si limita ad annuire ed ascoltare le nostre parole.
-Ce la farà, ne sono sicura. Ormai li conosco bene questi ragazzi e posso assicurarti che hanno una forza incredibile.-
-Lo spero tanto. Se solo me ne fossi resa conto prima...sarei riuscita ad aiutarlo.-
-Non dire così Haven. Da quel che mi ha raccontato Matt, hai già fatto tanto.- 
-Beh, ti ringrazio...- Io ed Helena ci sorridiamo, consapevoli di esser diventate anche noi buone amiche.
D'istinto, mi alzo subito dalla sedia su cui ero seduta pochi minuti fa, avvicinandomi alla porta della camera in cui
è stato ricoverato Zacky.
-Haven...cosa vuoi fare?- Mi domanda Helena, inarcando un sopracciglio.
-Voglio solo dare un'occhiata...-
-Non fare stronzate o ne pagheremo le conseguenze!-
Hayley accanto ad Helena non fa altro che annuire ma ben presto, le indica di affiancarmi e soprattutto fermarmi.
Lei si avvicina a me mentre io riesco ad aprire per un po' la porta e sbirciare all'interno della camera.
La ragazza dagli occhi verdi mi affianca sbirciando anche lei.
I nostri occhi, non ce la fanno a lungo ad osservare quella scena, così richiudo con velocità la porta senza fare troppo
rumore.
L'immagine di Zacky intubato e ricoperto di flebo sul braccio mi passa continuamente dinanzi agli occhi facendomi sentire male.
Ho appena pensato che i ragazzi non potrebbero mai farcela a vedere una scena del genere ma allo stesso tempo, che devo dar forza
a coloro che ne hanno più bisogno. Devo chiudere subito la porta per evitare che rientrino germi poco innocui nella camera. La terapia intensiva
non è di certo una passeggiata.
Helena scoppia a piangere mentre io ed Hayley proviamo inutilmente a consolarla.
Non credevo potesse reagire in questo modo.
-Siamo cresciuti tutti insieme...non avrei mai potuto pensare che tutto questo potesse accadere proprio a lui che ha sempre
temuto la morte.- Singhiozza Helena, mentre Hayley continua a stringerle una mano.
-No Helena, non devi piangere! Zacky ce la farà, perché pur avendo paura della morte riuscirà a sconfiggerla.- Dico alla ragazza, cercando
di sembrare abbastanza convincente per darle coraggio.
-Come fai ad esserne così sicura...-
-Perché i ragazzi non esisterebbero senza Zacky e lo stesso vale per lui. Vee è forte quanto basta.- 
Hayley sorride alle mie parole ed Helena smette finalmente di piangere.
-Grazie per...la comprensione. Non mi era mai capitato di piangere così, dinanzi a tutti. Non sono una ragazza che si indebolisce 
facilmente dinanzi agli occhi delle persone.-
-Sei anche tu un essere umano. Non c'è nulla di male nel mostrare agli altri che anche tu puoi cadere come loro.-
Helena si asciuga le lacrime con l'aiuto di Hayley che continua a strofinarsi gli occhi facendole capire di dover smettere di piangere
al più presto.
In lontananza, sento di nuovo le voci dei ragazzi, così decido di voltarmi verso l'entrata dell'ospedale.
Mi si ferma il cuore, quando vedo Nancy stringere Brian e i ragazzi.
Mi manca quasi il respiro quando la vedo sussurrare qualcosa a Gates mentre dopo lui scoppia immediatamente a ridere.
-Attenta a quella lì.- Mi avverte Helena, attirando a sé la mia attenzione.
Le rivolgo uno sguardo un po' mal andato, mentre lei continua ad osservare la scena con uno sguardo sul viso a dir poco pessimo.
Hayley richiama la mia attenzione, posizionandosi dinanzi a me e facendo dei gesti che non riesco ad interpretare come al solito.
Se non altro, sta riempiendo Nancy di gestacci.
-Ha detto che Nancy farà di tutto per metterti i bastoni tra le ruote con Brian e che la considera una...diciamo ragazza
dai facili costumi, ma non l'ha chiamata proprio così.-
Ridacchia Helena, mentre Hayley continua a fare dei gestacci a Nancy.
-Hayley, basta adesso o la papera potrebbe accorgersene.- Continua la mora, prendendo Hayley da un braccio e facendola sedere.
La ragazza sorda incrocia le braccia contro il petto, cominciando a sbuffare.
-Beh, Hayley ha ragione. Non posso proprio darle torto. La conosciamo da tempo ormai e tutti sappiamo che ha sempre avuto una brutta
cotta nei confronti di Brian.-
Hayley comincia di nuovo a gesticolare, questa volta contro Helena.
-Va bene, va bene, ho capito! Hayley dice che non è una semplice cotta. Dopotutto ha ragione.-
Alle parole di Helena, mi si forma un vuoto dentro che non riesco proprio a colmare.
La testa comincia a girarmi mentre il cuore comincia a spezzarsi pian piano. 
-Nancy è sempre stata troppo possessiva nei confronti di Brian. Da piccoli, aveva rinchiuso Jimmy in uno sgabuzzino per non farlo
giocare con lui in modo che lei potesse passare tutta la serata in compagnia del tanto amato fratellastro.-

-Addirittura? Voglio dire...con il tempo, non gli è passata?-
-Guarda, sarebbe stata una vittoria per tutti. Nancy lo ha sempre amato da quando Brian ha cominciato a prendersi cura di lei. Quando
si incontravano per via della madre della ragazza, lei mostrava a lui tutti i lividi e gli ematomi che gli aveva provocato
il padre su tutto il corpo e lui le curava tutte le ferite. Io so queste cose perché Nancy tempo fa era la migliore amica di Hayley.-

-Che cosa?!- Sbotto, vedendo Hayley abbassare lo sguardo.
-Sai come funziona qui...tutti conoscono tutti. Mio padre faceva parte dell'organizzazione come il signor Mason ed il padre
adottivo di Hayley. Nancy era un po' la ragazza nuova quando il padre di Brian e la madre di Nancy cominciarono a vedersi di nascosto.
Hayley le voleva bene e Nancy ricambiava fin quando poi...la stessa Nancy non accusò Hayley di averle rubato il fratello.-

-Quindi...Nancy cominciò ad essere gelosa persino di Hayley che in quel caso era la sua migliore amica?-
-Esattamente. Cominciò a ridicolizzare Hayley dinanzi a tutti in modo che Brian non avrebbe dovuto avere mai più nulla a che fare
con una ragazza sorda. Ma il suo piano fallì perché sappiamo bene che in fin dei conti...i ragazzi sono proprio dei cuori deboli.-

-Si può davvero essere così cattivi?-
-Temo di si. E' per questo motivo che ti chiedo di fare attenzione con lei. Per l'amore di Brian sarebbe capace di fare qualsiasi cosa.
Non credere ai suoi occhioni dolci. E' più vipera di quanto tu creda.-

-Grazie per l'avvertimento.-
-Hey...noi siamo dalla tua parte.-
Ricambio il sorriso di Helena, osservando poi i ragazzi e Nancy avvicinarsi a noi.
-Novità?- Mi domanda Brian, sedendosi accanto a me.
-No, ancora nessuna...- Borbotto, vedendo Brian lasciarmi un bacio sulla guancia.
Nancy stringe le mani in pugni come le è solito fare, trucidandomi con un solo sguardo.
-Hai finito di guardare Nancy? Non sapevo che anche tu saresti venuta qui.- Sputa acida Helena, mentre Hayley le fa da spalla.
-Io guardo chi mi pare e piace e se sono qui...è perché anche io voglio stare accanto ai miei ragazzi.- Nancy sottolinea la parola
"ai miei ragazzi" col tono di voce, facendomi rabbrividire.
-Helena, smettila di essere così acida.- Borbotta Brian, difendendo Nancy.
-Pensi che io sia acida? Ma quando cazzo aprirai gli occhi Brian e ti renderai conto che il bel visino che vedi è solo un cumulo
di cattiveria e perfidia?!- Ribatte Helena mentre Matt sta provando duramente a tranquillizzarla.
Non posso crederci.
Brian ha preferito difendere Nancy...
Resto in silenzio, abbassando lo sguardo mentre Hayley mi accarezza un braccio.
Lei ha già capito tutto senza aver bisogno che le dicessi niente.
-Non potete semplicemente cercare di andare d'accordo?- Continua Jimmy ma non c'è stata ancora alcuna risposta da parte delle due ragazze
perché vedere un dottore uscire dalla stanza di Zacky è stato molto più importante di continuare delle inutili discussioni.
Il dottore si avvicina verso di noi ed io, Brian, Hayley ed Helena ci alziamo di scatto dalle sedie.
-Dottore, dottore!- Urla Jimmy, avvicinandosi all'uomo sulla sessantina dai baffi bianchi.
-Dottore la prego, ci dica che sta bene...- Continua Matt, preoccupato.
-Il paziente ce l'ha fatta e la pallottola non gli ha urtato nulla di preoccupante.- Dice il dottore,
facendoci sentire sollevati.
Tutti sospiriamo e sorridiamo con felicità.
-Grande!- Urla Jimmy come suo solito, abbracciando Johnny.
-Lo dimetteremo stasera...dopo qualche ferita qua e la siamo riusciti a curare il tutto.-
-Grazie dottore.- Continua Brian, stringendomi tra le sue braccia.
Il dottore se ne va e tutti noi ci sentiamo finalmente meglio.
Helena si lascia abbracciare da Matt mentre Hayley non fa altro che tranquillizzare Jimmy e Johnny chiedendogli di inspirare ed espirare.
-Te l'avevo detto che ce l'avrebbe fatta.- Sussurro a Brian, mentre lui continua a lasciarmi dei baci sul collo e farmi quasi
venire il solletico.
Sorrido per un bel po', mentre il ragazzo non fa altro che tenermi stretta tra le sue braccia.
-Sai una cosa Haven?-
-Cosa?-
-Solo ora mi rendo conto di quanto ho bisogno di te.-
Sorrido per l'ennesima volta alle sue parole, lasciandomi abbracciare ma scrutando come al solito la figura di Nancy dinanzi a noi.
Io e la ragazza ci lanciamo degli sguardi poco raccomandabili mentre lei...assottiglia gli occhi come se volesse sfidarmi.
Ho paura che potrebbe fare qualsiasi cosa pur di allontanare Brian da me.
-Quando torniamo a casa...ti va di dipingere insieme? Ho bisogno di distrarmi.- Mi sussurra ancora Gates,  con dolcezza.
-Ma certo.- 















***





Tornati a casa con Vee, io e Brian ci dirigiamo verso il terrazzo per poter dipingere insieme 
come richiesto.
Io preparo i colori mentre lui sta preparando i fogli da disegno da inserire sul cavalletto.
-Cosa vuoi dipingere?- Domando a Brian, vedendolo poi rivolgermi uno sguardo.
-Non lo so ancora...magari mi chiedevo se potessi prima aiutarmi a trovare l'ispirazione giusta.-
-Io?-
-Si, tu. Chi altri, se no?-
-Quando ero piccola mi piaceva fare dei ritratti per poter decifrare al meglio gli sguardi delle persone.
Disegnavo anche persone che non conoscevo che passeggiavano tranquillamente per le strade della California.-
-Io ho qualcosa di meglio.- 
-Tipo?-
-Un arcobaleno.-
-Un arcobaleno?!-
-Si. Dopo la pioggia...è un arcobaleno che fa rinascere il cielo.-
-Quando parli così mi fai paura.-
-Credi che i mafiosi non possano avere una vena artistica?-
-No, al contrario. Con te ed i ragazzi mi sono ricreduta su molte cose.-
-Meglio così. Mi passi i colori a tempera?-
-Si.-
Passo i colori a tempera a Brian, vedendolo poi aprirli per spruzzarmeli contro.
In un attimo, mi ritrovo imbrattata di colori.
-Brian! Ma che diavolo stai facendo?!- Sbotto, pensando a quanto tempo ci vorrà per togliermi di dosso tutta questa roba.
-Un arcobaleno.- Mi risponde con serietà, togliendomi il respiro.
Riesce sempre a sorprendermi con poco...
-Adesso, mi abbracci?- Mi domanda poi con dolcezza mentre io mi avvicino pian piano a lui per abbracciarlo.
Mi stringo a lui, imbrattandolo di colore e vedendolo sorridere.
-Sei tu che mi fai rinascere quando tutto sembra andare uno schifo.- Mi dice, facendomi sentire una persona migliore.
Gli sorrido per un po', ma ben presto, lui comincia a baciarmi mentre insieme ci lasciamo cadere sul pavimento.
Osserviamo il cielo mentre il sole comincia pian piano a scomparire. 
Lui ricomincia a torturarmi il collo mentre con delicatezza prova a sfilarmi via la canotta, ma qualcosa sembra interromperci.
Il suono del suo cellulare mi rientra nella mente mentre osservo Brian sbuffare.
-Scusami...- Mi sussurra alzandosi dal pavimento e prendendo il cellulare tra le mani per poter rispondere alla chiamata.
Io non gli dico niente, dandogli la possibilità di rispondere.
-Pronto? Oh, Nancy, dimmi...cosa?! Okay, okay, sta tranquilla...non ti agitare, arrivo subito.- 
Nancy? Arrivo subito?!
Brian riattacca, aggiustandosi la zip dei pantaloni.
-Che succede?- Gli domando, osservandolo mentre mi rivolge uno sguardo colmo di tristezza.
-Mi dispiace Birdie ma...devo andare da Nancy. Mi ha detto che non si sente molto bene e mi ha chiesto di portarle qualche medicina. Lei
soffre spesso di attacchi di panico.-

-Ah...capisco.- Sussurro con debolezza, sentendo qualcosa nel mio stomaco cominciare a contorcersi.
-Mi dispiace...mi farò perdonare.-
-Ma no, che dici. Vai...lei ha bisogno di te.- Sussurro con un groppo in gola, quando in realtà vorrei solo attaccarmi alla sua gamba
e chiedergli di restare.
-Sei sempre così dolce Haven...tornerò prima che faccia buio.- 
-Tranquillo...-
-Va bene. Dopo vengo a svegliarti in camera se il signor Mason non è ancora tornato. Adoro vederti dormire.- 

Annuisco alle parole di Haner, vedendolo poi lasciarmi un bacio sulle labbra ed uscire dalla terrazza.
Mi ritrovo con il cuore tra le mani e seduta sul pavimento ad osservare queste tempere sui miei vestiti.
Dopo qualche istante, mi rialzo posando tutti i colori ed uscendo dalla terrazza per dirigermi verso il salotto di casa.
Osservo Hayley, Helena, Matt, Johnny e Jimmy parlare con Zacky seduti sui rispettivi divani.
-Oh, Haven, unisciti a noi!- Esclama Johnny, indicandomi di sedermi accanto a lui.
-Ma cos'hai fatto? Ti sei bisticciata con i colori?- Scherza Matt, beccandosi uno schiaffetto dietro la nuca da Helena.
-Ma dov'è Brian?- Mi domanda poi Helena, guardandosi intorno.
-Già...non era con te?- Continua Jimmy.
Non riesco a rispondere alle loro domande, scoppiando improvvisamente a piangere, cadendo sulle mie ginocchia.





























NOTE DELL'AUTRICE.

Buona domenica a tutti lettori! Come state? Io sto letteralmente
morendo di caldo!
Come promesso, ho aggiornato il prima possibile! Adesso pretendo gli applausi u.u.
No okay, scherzo.
Comunque sia, come potete capire, questa Nancy potrebbe sembrare una vera e propria
minaccia per la nostra Haven. Mi correggo, Nancy è una minaccia per la nostra protagonista.
Ho creato un personaggio a dir poco spregevole e profondamente possessivo che avrete modo di conoscere
anche nel prossimo capitolo.
Brian la considera come una sorella quindi diciamo che ha dei prosciutti sugli occhi che speriamo tutti possa buttare
via.
Se non altro, il nostro Vee ce l'ha fatta. E' stata una mia scelta per prepararvi comunque sia al peggio. Non posso spoilerarvi
niente, davvero ma...per quanto questa ff possa sembrare tutta rose e fiori, non lo è.
Spero che possiate amare tutti i personaggi della storia perché in gran parte, ognuno di loro spotrà rivelarsi fondamentale
per il miglior andamento della storia in sé.
Per quanto riguarda la fine, so che il comportamento di Haven è stato piuttosto esagerato ma capitela...insomma, non si sà mai
cosa potrebbe accadere in quella casa nel momento in cui un uomo ed una donna si ritrovano totalmente soli.
Per il resto, spero vivamente che questo capitolo vi abbia appassionati e che vi abbia fatto passare dei minuti in compagnia.
Sempre se non vi siate annoiati, ovvio!
Grazie come sempre per la vostra attenzione e grazie soprattutto alle dolci anime che mi hanno recensita lo scorso capitolo.
Mi avete dato davvero tanta forza quindi un super GRAZIE a tutti!
Spero che mi farete conoscere le vostre opinioni anche su questo capitolo con una recensioe e che continuiate a seguire al
meglio la ff!
Grazie ancora di tutto e...la vostra Gates, vi abbraccia forte.






-SynysterIsTheWay.






Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** 13.With another. ***


13° With another.








 
Sto cercando un angelo con un'ala spezzata.
(Jimmy Page)








Brian è tornato stamani.
Avrei dovuto saperlo che non è stato neanche in grado di fare ciò che mi aveva promesso.
Ho passato la notte a telefonargli di continuo con il telefono ma lui non mi ha risposta. 
Ha preferito riattaccarmi più volte mentre io continuavo a rotolarmi sul letto in attesa di una risposta
o di una sua possibile chiamata.
Non credo che mi abbia lasciata nel dimenticatoio ma tuttavia non mi aspettavo neanche che sarebbe tornato la mattina successiva.
Sono rimasta sveglia per tutta la notte ad aspettarlo, con le continue voci dei ragazzi nella mente, che mi dicevano di dover
restare tranquilla e che come ha detto anche lui...sarebbe tornato prima che si fosse fatto buio.
Vedendomi piangere, Jimmy mi ha risollevata da terra mentre gli altri continuavano a chiedermi cos'era accaduto.
In realtà, non era accaduto niente.
Ero viva, un po' pallida ma non in fin di vita.
Il problema reale era ciò che stava accadendo dentro di me. Uno tsunami di brutte sensazioni mi ha colpita allo stomaco mentre
una valanga di presentimenti hanno avuto la meglio su tutto.
Sentivo il mio cuore spezzarsi pian piano ma sapevo di non poter fare nulla. Nancy è come una sorella per lui e non posso
permettermi di intromettermi nelle sue relazioni. A meno che...non venga a sapere cose che non vorrei neanche sapere.
Ma tuttavia io continuo a fidarmi di Brian anche se le continue parole di Helena non mi danno alcuna possibilità di vivere per un 
giorno in più.
Sapere che Nancy potrebbe fare di tutto pur di averlo tutto per sé mi manda in bestia.
E lui... lui fa semplicemente finta di niente.
Ed in fin dei conti è anche riuscito a tradire le mie aspettative. 
-Amore, mi stai ascoltando?- La voce di Stéphan mi fa ritornare al mondo reale.
Sbatto le palpebre più volte, ricordandomi di star ancora facendo colazione in sua compagnia.
-Ehm...no scusami, stavo...pensando ad altro.- Balbetto, bevendo del caffè.
-Sei troppo strana ultimamente...non presti mai attenzione a ciò che ti dico e ti cacci spesso nei casini. Devo preoccuparmi?-
Mi tremano le gambe ma devo assolutamente togliere questi dubbi dalla sua mente o per me potrebbe essere la fine.
-Ma no tesoro mio, non c'è nulla di cui devi preoccuparti. Stavo solo pensando all'accaduto di ieri...è stato fortunato Zacky
a sopravvivere dopo quel brutto colpo.- Borbotto, cercando di sembrare il più tranquilla possibile.
-Io non ne avevo dubbi. I miei ragazzi sono molto più forti di quanto tu creda.-
-Non ne dubito. Comunque sia...dicevi?-
-Che come ben sai, tra qualche giorno ci sarà la festa d'anniversario dell'organizzazione. Verrà fatta qui, in casa nostra.-
-Come mai questa scelta?-
-Sono il capo. Se l'organizzazione è ancora in piedi è solo grazie a me quindi è d'obbligo farla qui la festa.-
Vorrei tanto oppormi e dirgli che non vorrei mai partecipare ad una di queste feste dove ci saranno più di cinquemila persone
a fissarti come se avessi indossato chissà cosa.
Le feste non fanno per me.
-D'accordo allora...dovrò comprarmi qualcosa di nuovo.-
-Ti accompagneranno i ragazzi quando ne avrai bisogno. Un gioiello prezioso come te non può di certo uscire di qui da sola. 
Chi lo sa, magari potresti andare dalla tua famiglia e mettermi in pericolo.-
-Sai che non lo farei mai Stéph. Sono tua moglie.-
-Signor Mason, i suoi vestiti sono pronti.- Borbotta Maria avvicinandosi a mio marito.
-Bene. Ci vediamo appena torno amore mio. Scusami se non faccio altro che trascurarti ultimamente...- Mi dice Stéph, avvicinandosi
a me per stamparmi un bacio sulle labbra.
-Ma no amore, lo sai che lo capisco.-
O sarebbe meglio riformulare la frase con un "per me puoi stare fuori quanto vuoi".
Stéphan mi dà un altro bacio ed io gli rivolgo un sorriso per dargli sicurezza.
Lui ricambia il mio sorriso per poi dirigersi verso la nostra camera e vestirsi per svolgere le sue commissioni quotidiane.
Una volta tornato da me per lasciarmi l'ennesimo bacio, esce di casa indossando il suo solito cappello elegante e mettendosi
la solita pipa tra le labbra.
Dopo aver bevuto il caffè macchiato, mi alzo dalla sedia e mi allontano dal tavolo per poter tornare nella mia camera.
Magari leggere un po' mi aiuterà a distrarmi.
Nessuno sarà mai in grado di capire il dolore che continuo a portarmi dentro.
Armeggio con la maniglia della porta, aprendola ben presto e richiudendola alle mie spalle.
Mi porto una mano contro la fronte avvicinandomi poi alla finestra ed osservando Stéphan sfrecciare via con la sua vettura.
Porto ben presto il mio sguardo contro la mia solita libreria, notando però dei libri che si scontrano ed un posto libero lì dove c'era
uno dei libri che evidentemente leggevo più spesso.
Mi avvicino alla libreria,cercando di capire dove possa essere finito quell'oggetto che amo tanto.
-Cercavi questo?- 
La voce di Brian alle mie spalle mi fa voltare velocemente, mentre osservo il ragazzo posizionare un piede contro la parete accanto
al letto e tenere il libro che stavo cercando tra le sue enormi mani.
-Ridammelo!- Esclamo, avvicinandomi a lui e saltellandogli dinanzi agli occhi per riuscire a recuperare quel fottuto libro.
Lui alza un braccio in su, senza darmi alcuna possibilità di riprendere il libro.
Ma cosa sta cercando di fare? 
-Brian, ridammi subito il mio libro!- Continuo, vedendolo poi ghignare.
-Beh se ci tieni così tanto, riprenditelo.- Brian me lo porge finalmente ed io lo prendo dalle sue mani con fin troppa avidità.
Riposiziono il libro al proprio posto, osservando poi il ragazzo restare accanto alla parete a fissarmi in continuazione.
-Potresti uscire dalla mia camera, per favore?- Gli dico, vedendolo poi continuare a sorridere.
-E perché dovrei? Non ho alcun intenzione di uscire di qui.-
-Ed invece dovresti farlo. Questa è la mia camera e qui comando io.-
-Dalla tua faccia deduco che sei incazzata nera.-
-Ed indovina un po' con chi?!-
-Oh, non saprei.-
-Non fare il finto tonto con me Gates!-
-Okay, ma lascia almeno che ti spieghi...-
-Non voglio ascoltarti. D'ora in poi dovrai starmi lontano...-
-E' davvero questo quello che vuoi, Birdie?-
-E non chiamarmi più così! Io non sono il tuo uccellino e se proprio vuoi saperlo...non appartengo a nessuno.-
Brian serra la mascella, guardandomi come  se avessi appena finito di bestemmiare.
Egli mi si avvicina con velocità, prendendomi un polso e facendomi roteare contro il suo corpo.
-Ne sei proprio sicura?- Mi domanda con una voce a dir poco sensuale.
Deglutisco, sentendomi profondamente in imbarazzo.
-Sei uno stronzo Brian! Magari...con quella lì ci hai anche fatto l'amore...- Sussurro con debolezza, abbassando lo sguardo
mentre Brian riesce a rialzarmelo posizionando le sue dita al mio mento.
-Hey...non ho fatto niente con Nancy. Stava male ed ho perso la cognizione del tempo. Quando mi sono ritirato questa mattina però,
il signor Mason già stava dormendo accanto a te così me ne sono tornato in camera per cercare di recuperare il sonno perso.-

Beh, le sue spiegazioni potrebbero essere sincere...ma come glielo spiego tutto il dolore che ho provato nel vederlo "abbandonarmi" per 
aiutare Nancy? E se quelle della ragazza fossero solo scuse?
-Non mi stai prendendo in giro, vero?- Gli domando, vedendolo illuminarmi ancora con uno dei suoi soliti sorrisi smaglianti.
A volte penso che sia proprio quel sorriso a darmi la possibilità di vivere il più possibile. Quel sorriso mai fozato, ma pur sempre vero.
Un sorriso che non ti capita di certo di vedere tutti i giorni. Ci sono persone che preferiscono nasconderli i sorrisi ed altri, come
me, che li falsificano non avendo più niente da vivere.
Ma da quando lui è entrato nella mia vita non ho fatto altro che innamorarmene e lasciare che siano proprio quei sorrisi a ridisegnare
i miei.
-Non potrei mai.- Mi sussurra con dolcezza, baciandomi le labbra mentre tutto il resto sembra esser appena scivolato
via dalla mia mente.
Il dolore che avevo nel cuore sembra essersi appena dissolto.
-Per farmi perdonare...che ne dici di una bella cenetta sulla spiaggia stasera?- Mi domanda dopo aver allontanato quelle sue
labbra nostalgiche dalle mie.
-Dici davvero?- 
-Si, ma ti do la possibilità di cucinare per me. Sono proprio curioso di sapere cosa potresti inventarti.-
-Vuoi davvero che sia io a cucinare per te?-
-Mi sembra di aver parlato chiaro. Alle nove in punto alla solita spiaggia.-
-Mh...e Stéphan? Se decide di tornare prima questa sera?-
-Ha un importantissimo convegno a cui partecipare al locale. Non si smuoverà da lì prima di mezzanotte.-
-Hai preferenze per il cibo?-
-No, qualsiasi cosa vorrai cucinarmi la mangerò senza esitare sapendo che l'hai preparata per me.-
-E se dovessi cucinare qualcosa che non ti piace?-
-Me la farò piacere e soffrirò in silenzio.-
-Stupido.-
-Anch'io ti amo.- 
Un altro bacio, una nuova emozione.
Ma si. Sono sicura che Brian non troverebbe mai il coraggio di mentirmi e che stasera sarà una serata da ricordare.
Brian mi si allontana avvicinandosi poi alla soglia della porta.
-Dove vai adesso?- Gli domando, vedendolo indietreggiare.
-Prima volevi che me ne andassi, o sbaglio?-
-Ero un tantino arrabbiata, lo ammetto.-
-Mi farò perdonare, te lo prometto Birdie.-
-Ehm Brian...-
-Mh?-
-Sta attento ti prego.-
Brian mi fa l'occhiolino per poi uscire definitivamente dalla mia camera.
E rieccolo quel solito vuoto.
Quel vuoto che comincia a farsi sentire dentro di me, quando non sono con lui.
Eppure, credo che sia preoccupante quando una persona riesce a farti sentire dei vuoti dentro riuscendo poi ben presto a colmarli.
Mi sono innamorata. Mi sono innamorata per davvero.
Mi poso una mano sul petto, sentendo i battiti del mio cuore aumentare sempre di più.
Il mondo è nostro nonostante lui sia un uomo così difficile da amare. Tra le sue braccia criminali mi sento al sicuro anche se non faccio
altro che sentirmi la sua amante.
Ma alla fine, si sa. L'amante è colei che se ne va sempre a dormire piangendo, essendo nata con un cuore spezzato.
Per tanto tempo, da quando ho incontrato Stéphan, non ho fatto altro che ripetermi che sarei riuscita a ripararmi. Ma poi, quando l'ho sposato
avevo capito che in realtà ero rotta dentro.
Non sarei mai più riuscita a ripararmi e quando ho smesso di crederci...è stato Brian ad insegnarmi a vivere.
Ad aggiustarmi.
Non ci sarei mai riuscita da sola mentre con la forza del suo amore, qualcosa è cambiato dentro di me. Adesso mi sento decisamente meglio.
Dopo aver riflettuto per un po' di tempo, mi avvicino alla libreria cercando qualche libro di cucina che portrebbe fare al caso mio.
Voglio preparare una cenetta da leccarsi i baffi.

















***














Arrivata alla spiaggia con un cestino colmo di cibo tra le mani, mi siedo sulla sabbia al solito posto
in cui ci distendiamo io e Brian.
Sono le nove in punto e dato che lui non è ancora arrivato non mi resta nient'altro da fare che aspettarlo.
Osservo le sfumature del mare notturno mentre dei calici con del fuoco continuano ad illuminare la spiaggia ed i pochi volti
presenti qui stasera.
Ci sono così tante stelle nel cielo che farei addirittura fatica a contarle tutte, così mi limito a soffermarmi sugli
sguardi delle altre persone, come al solito.
Un po' più verso la riva c'è una coppietta che continua a scambiarsi carinerie mentre dall'altro lato della spiaggia...c'è un'anziana
che continua ad osservare il mare parlando ai suoi nipotini di imprese vissute da giovane.
Trascorro un po' di tempo ad ascoltarla e di tanto in tanto mi scappa anche qualche sorriso. E' bello sentirla parlare di suo marito
come se fosse ancora qui.
Chissà se un giorno, mi ritroverò anch'io a parlare di un marito morto di anzianità o chissà cos'altro.Magari, racconterei ai miei nipoti, se mai
dovessi averne, dell'unico più grande amore della mia vita. Gli chiederei di credere sempre nei loro sogni e di amare fino alla fine dei tempi.
Non importerà se ci sarà troppo da perdere, ma almeno potranno dire di aver amato.
Osservo le lancette dell'orologio che ho sul polso segnare le dieci. E' già passata un'ora e di Brian non c'è alcuna traccia.
Mi guardo continuamente intorno, sperando che arrivi presto.
Si fanno velocemente le undici ed io sono ancora qui ad aspettarlo. Vicino al mare, comincia a far fresco così provo a restringermi 
nel mio vestitino e a portare le ginocchia contro il petto, dondolandomi sulla sabbia.
Mi sento come se non riuscissi più a respirare nel vedere le persone che poco fa erano sedute come me sulla sabbia...andarsene via.
Confusa e spaventata di ritrovarmi da sola, provo ad alzarmi dalla sabbia con debolezza, continuando comunque sia a guardarmi intorno.
Il mio cuore si indebolisce quando ho provato ad immaginare la figura di Brian, sorridente, mentre si avvicinava a me per dirmi
che aveva fatto solo un po' di ritardo.
Ma lui qui non c'è e non credo ci sarà.
Forse, avrà trovato qualcos'altro di importante da fare piuttosto che passare la serata con una cretina come me.
"Ma cosa fai Haven, adesso piangi?"
Ripeto a me stessa, tentando di asciugarmi una lacrima salata che mi è scivolata dal viso creandovi una voragine invisibile, profondissima.
Non riesco più a sopportare questo dolore, devo liberarmene.
Mentre mi abbasso un po' per prendere il cesto con il cibo però, vedo avvicinarsi a me l'anziana di prima tenendo per mano i suoi
due nipotini.
-Hey ragazzina...cosa ci fai qui a quest'ora di notte, completamente sola?- Mi domanda la signora, sembrando puramente gentile e buona d'animo.
Ha degli occhi azzurri meravigliosi che riflettono il mio viso impallidito e totalmente privo di emozioni.
Deve avermi presa per una ragazzina di quindici anni data la mia statura ed il mio viso sommerso dai rimpianti.
-Ehm...stavo aspettando una persona. Ma adesso si è fatto tardi e forse farò meglio a tornarmene a casa.- Ammetto, pensando poi a tutte
le ore sprecate ai fornelli per poter cucinare qualcosa di decente. 
Avevo anche preparato una torta alle fregole e ci ho messo più di due ore solo per farla. Non sono mai stata una gran cuoca ma 
questa volta ce l'avevo davvero messa tutta.
-Non si è fatto né vedere, né sentire, vero? Oh scusami cara, potrei sembrare troppo invadente.-
-Ma no, si figuri. Lei ha fatto centro senza che le spiegassi nulla. Come ha fatto?-
-Ho esperienza cara. Gli uomini sono fatti così ma non per questo devi perderti d'animo. Domani gliene dirai di tutti i colori
ma adesso torna a casa. Ad una certa ora della notte comincia a girare brutta gente in giro e forse i tuoi genitori potrebbero essere preoccupati.-
I miei genitori non sanno neanche che sono qui stasera. Sanno solo che sono stata rinchiusa in un inferno personale e che dovrò faticare
molto per uscirne.
Non sanno neanche di quanto amore continuo a provare per un ragazzo che ha tradito la mia fiducia così, di punto in bianco.
-Si, ha perfettamente ragione.- Sussurro, prendendo poi delle fette di torta alla fragola per darle ai bambini.
All'inizio, i due bimbi sembravano essere imbarazzati, ma poi ho cercato di esprimere loro sicurezza sorridendogli.
Anche la loro nonna ha detto loro di poter prendere quello che potrebbe essere quasi un piccolo regalo.
In realtà, non sapevo proprio cosa farmene.
La signora anziana mi ha ringraziata mentre io mi sono limitata a salutare i bambini ed andare via.
Faccio alcuni passi a piedi ma, stanca,decido di fermarmi al bar "Vegas" sperando di non ritrovarmi Stéphan dinanzi agli occhi.
Entro nel bar fingendo più indifferenza possibile, avvicinandomi poi al bancone osservando Helena ed Hayley al lavoro come sempre.
A volte mi chiedo come facciano ad essere sempre così sorridenti nonostante la vita di merda che continuano a svolgere.
Voglio dire...non è sempre costruttivo lavorare dalla mattina alla sera per pochi soldi.
Mi avvicino al bancone, sedendomi su di uno sgabello e vedendo ben presto Helena voltarsi verso di me.
-Haven...ma tu cosa ci fai qui?- Mi domanda la ragazza dagli occhi dorati, pulendo via lo sporco dal bancone.
-Passavo di qui e...ho pensato di venirvi a trovare.- Dico con poca decisione mentre Hayley affianca la sua amica per guardarmi
in cagnesco.
-Dall'espressione di Hayley capisco che non gliela conti giusta. Sicura di sentirti bene? Non avrai mica pianto?- Anche Helena inizia
ad assottigliare gli occhi, osservandomi in continuazione.
A queste due non sfugge proprio niente!
Sospiro mentre le osservo aspettare una mia risposta.
Qui dentro intanto non si riesce proprio a respirare.
-Beh...avete vinto. Brian voleva farsi perdonare per esser stato tutta la notte da Nancy ieri e così mi ha chiesto di 
raggiungerlo alla spiaggia verso le nove di sera per una cenetta insieme...-
-E?-
-E...non si è presentato. Sono stata alla spiaggia ad aspettarlo fino ad ora ma mi sento troppo stanca e distrutta per poter
continuare a camminare. Ho passato tutta la giornata a cucinare per lui ed invece non ne ho ricavato niente.-
Borbotto sentendomi le lacrime
pizzicare negli occhi mentre avrei solo una voglia matta di piangere.
-Che cosa?!- Ribatte Helena, sbarrando gli occhi.
-Già...- Sussurro tentando di tranquillizzarmi.
Hayley dinanzi a me, comincia a far schioccare le dita stringendo una mano in un pugno come se volesse prendere a botte il ragazzo.
-No Hayley, noi siamo persone civili e quindi non dobbiamo reagire con violenza.- Dice Helena, posizionando ben presto una mano sulla spalla
dell'amica.
-Cazzo, se lo prendo a quel coglione gli taglio le palle e ci gioco a biliardo! Come ha potuto quel figlio di una buona donna, farti
una cosa del genere? Ah, ma spera che non me lo ritrovi dinanzi agli occhi stasera perché potrei seriamente pensare di strappargli
le palle a morsi!- Urla improvvisamente Helena, sbattendo un bicchiere sul bancone e mostrandomi tutta la sua rabbia.
Hayley resta immobile a fissare la ragazza sbarrando gli occhi mentre io sono letteralmente sconvolta.
-Ehm...ma non avevi detto di essere una persona civile e che non volevi reagire con violenza?- Domando alla giovane, inarcando un sopracciglio.
-Si ma fino ad un certo punto! Guarda Haven, se fossi in te lo avrei già mandato a quel paese.-
-Beh...ma forse, è ancora in servizio per Stéph...o ha avuto degli imprevisti.-
-Esiste un aggeggio tecnologico chiamato telefono! Non cercare di discolparlo adesso! Devi parlargli chiaramente e dirgli
che nella tua vita non hai bisogno di uno come lui che è sempre pronto ad abbandonarti per qualsiasi inconveniente!-
Helena ha ragione...ed anche Hayley che annuisce alle sue parole non è da meno.
Ma...
-Basta ragazze, vi prego...- Sussurro con debolezza, cominciando a singhiozzare.
Le due ragazze mi osservano dispiaciute, mentre io inizio a piangere asciugandomi a poco a poco le lacrime dal viso.
-Ma che cosa posso farci se mi sono innamorata di lui? E' vero, mi sta facendo soffrire ma...io mi fido di lui. Io...non riesco
proprio ad odiarlo.-
Ammetto tra le continue lacrime ed i singhiozzi vedendo poi Hayley uscire da dietro al bancone per venire ad abbracciarmi.
Mi lascio stringere da lei, mentre le inzuppo quasi tutta la camicetta bianca con le mie lacrime.
-Non volevo farti star male tesoro. Solo non sopporto di vedere una ragazza piangere per un uomo...forse perché so bene come ti senti
in questo preciso istante. Ma devi farti forza. Lo vuoi un drink?-
-No grazie. Una coca va più che bene.-
-D'accordo. Quando finisco, ti riaccompagno a casa.-
-Grazie Helena...non so proprio come ringraziarvi entrambe. Siete sempre così gentili nei miei confronti...non avevo mai avuto
delle amiche prima d'ora.-
Hayley ricomincia a stringermi mentre Helena ha appena riempito il bicchiere in vetro di coca e ghiaccio.
-Vuoi davvero sdebitarti? Bene, comincia ad asciugare quelle lacrime del cazzo e bevi. Semplicemente, rilassati.-  Helena mi sorride
ed io ricambio il suo sorriso lasciandomi ancora stringere dalla mia Hayley.
Queste ragazze sono davvero una delle cose più belle che potessero capitarmi nella vita.
Hayley mi asciuga le lacrime dal viso con un suo fazzoletto, prendendomi poi le guance ed allargandole tra di loro.
Dà vita ad un sorriso sul mio volto ed io non posso far altro che ringraziarla.
Dopo aver bevuto un po' di coca però, comincio a sentirmi piuttosto stanca. Helena e Hayley ricominciano a lavorare mentre io sento pian piano
i miei occhi chiudersi lentamente...















***










Apro per un po' gli occhi, osservando il bancone su cui ho posato la mia testa e le mie braccia.
Mi guardo intorno, notando il bar totalmente privo di luci se non una piccola lucina gialla che illumina metà degli
alcolici posizionati su di uno scaffale dietro al bancone.
Le persone che avevo visto prima di addormentarmi sembrano essere sparite nel nulla mentre non riesco a scorgere
neanche le figure di Hayley e Helena.
Quando però sento dei passi avvicinarsi sempre di più al bancone, decido di riposizionare la testa su di esso
e far finta di dormire.
-Ma che cosa ci fa lei qui?- 
Ma...è la voce di Jimmy questa.
-Non me lo chiedere o potrei prendere a calci il tuo miglior amico.- E questa è la voce di Helena invece...
-Brian? Perché, cos'è successo?-
-Shh, parla piano o la sveglieremo e non voglio che ricominci a piangere.- 
-Va bene ma...vuoi dirmi cos'ha?-
-Dovresti dirmi tu piuttosto dov'è finito quel pezzo di merda! Dio, se lo becco potrei seriamente non rispondere
alle mie azioni.-
-Hayley, tu sei d'accordo con lei?-
...
-Okay, ma non vi capirò mai a voi donne. Cosa vuoi sapere?-
-Non girarci intorno! Dimmi solo dove cazzo è Brian!-
-E' da Nancy...ma non capisco il motivo di tutta questa rabbia...-
Sbarro gli occhi restando con la testa nascosta sul bancone, contro le mie braccia.
Delle lacrime iniziano a rigarmi il viso che sembrava essere asciutto mentre dentro di me il mio cuore vorrebbe
quasi suicidarsi.
Una bottigliata in testa avrebbe fatto senza alcun dubbio meno male.
Inizio a tremare per un po', sentendomi mancare il respiro.
Potrei rischiare un infarto da un momento all'altro ma preferisco restarmene qui in silenzio e sentirmi morire.
-Haven è stata alla spiaggia ad aspettarlo per tutta la sera...e lui era da Nancy?!-
-Haven lo ha aspettato alla spiaggia? Un momento, qui c'è qualcosa che non mi quadra...-
-E' ancora da lei?-
-Da quel che so si ma...davvero aveva un appuntamento con Haven?-
-Si, cazzo! Ti rendi conto che le ha dato buca per quella stronza?-
-Nancy lo aveva chiamato dicendogli di aver visto delle persone entrarle in casa. Qualcuno avrebbe potuto farle del male...-
-Non me ne frega un cazzo di quello che è accaduto a quella lì okay? Quando si deciderà a crescere quell'idiota?!-
-Okay, ne riparleremo più tardi Helena...mi occupo io di Haven se tu hai da fare.-
-Non ho granché da fare quindi la riporto io a casa.-
-Potresti beccare il capo, meglio non correre rischi. Ci penso io a lei...voi state tranquille.-
-Guardala...è a pezzi...-
-Domani parlerò con Brian. Vedrò un po' di capirci qualcosa in più. Buonanotte ragazze.-
-Ciao James.-
Mi sento prendere in braccio da Jimmy mentre chiudo di scatto gli occhi umidi.
Rev mi fa sedere nella sua auto ma quando lo vedo sedersi al posto di guida decido di rivolgergli uno sguardo.
Lui non mi ha ancora vista sveglia e mette in moto con velocità senza voltarsi.
-Brian...è davvero con Nancy?- Gli domando con gli occhi umidi, vedendo il ragazzo voltarsi finalmente verso di me
aprendo la bocca.
-Haven...io credevo che...stessi dormendo.- Ammette Rev, guardandomi negli occhi.
Le lacrime mi bagnano il collo ed il vestito mentre gli occhi iniziano seriamente a bruciarmi.
-In effetti, avrei preferito dormire.- Sussurro ancora, ricominciando a singhiozzare.
-Mi dispiace tanto, Haven...- Borbotta Jimmy, stringendomi in un abbraccio.
-Non...non voglio bagnarti la maglietta con le mie lacrime o sporcarla con il mascara.-
-Ma sta zitta e lasciati abbracciare.- Ribatte ancora una volta James, stringendomi più forte.
-Dimmi che questo è solo un brutto sogno Jimmy...-
-Haven...-
-Dammi un pizzico e fammi svegliare da quest'incubo, ti prego.-
Il ragazzo mi guarda con compassione mentre io non faccio altro che piangere.
-Vorrei anch'io che fosse un incubo Haven. Ma questa è la realtà.-
-La realtà non mi piace. Mi fa troppo male.-
Concludo, sentendo il ragazzo emettere un solo sospiro.






























NOTE DELL'AUTRICE.

Adesso, tutti insieme, facciamo un bell'applauso alla mia beta
che come sempre svolge un ottimo lavoro.
Se sto migliorando ed affinando la mia tecnica di scrittura è anche merito suo. Il più delle volte
non ho tempo di ricontrollare i capitoli così la bella e dolce Saya mi aiuta a correggere al meglio i capitoli.
*Applausi*
Ma adesso, torniamo a noi.
Ci tengo a dirvi che sono felicissima di riavervi di nuovo tutti qui. Non che vi abbia persi, assolutamente, ma...non mi
recensivate da un bel po' e cominciavo a complessarmi.
Fa sempre piacere per un'autrice conoscere i pareri dei propri lettori per ogni capitolo. Non chiedo troppo, vero?
Ma comunque sia, sono felice che la storia vi stia emozionando e piacendo al meglio.
So che molti di voi vorrebbero uccidere Nancy e credetemi, sarei felice di prenderla anch'io a sprangate ma capirete
l'importanza di questo personaggio andando avanti con la storia.
Haven invece si sente finalmente a proprio agio con i ragazzi e le due nuove ragazze. Che ne pensate di Helena ed Hayley?
Me lo fate sapere con una recensione? Qual è il vostro personaggio preferito nella storia e soprattutto perché?
Sarei felice di leggere le vostre risposta a queste domande, davvero. Per il resto, spero che continuiate a seguire al meglio la ff
e se volete scrivermi sapete già che ho una pagina aperta a tutti che si intitola "Impotenza mentale e fisica di fronte a Synyster Gates" oppure
potete trovarmi su twitter con il nome di @GatesIsTheWay oppure ancora, su ask con il nome di saraaddams542.
Insomma, scrivetemi quando volete e soprattutto, quando ve la sentite!
Finirò mai di ringraziarvi? Beh, non credo.







-SynysterIsTheWay.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** 14.Please don't deceive me,when I hurt you. ***


14° Please don't deceive me,when I hurt you.








 

"Lei ama lui più di quanto lui saprà mai.
Lui ama lei più di quanto mostrerà mai. 
Lui tiene le sue sigarette vicino al suo cuore... 
lei tiene le sue fotografie vicino al suo cuore."
(Nirvana, Swap meet)









Mi sono svegliata questa mattina con un magone sul viso e dopo non ho fatto altro
che gironzolare per la casa.
Ho trovato un piccolo bigliettino accanto al letto con su scritto : 




"Amore mio, torno tra due giorni, ho ricevuto una comunicazione importante da
un capo della mafia francese. Sono diretto verso New York per un affare importante. Ritorno
giusto in tempo per la festa dell'organizzazione quindi ho incaricato Maria di svolgere il tutto.
Ti affido come sempre ai miei ragazzi e cerca di non creare loro casini.

                                                                                   Stéphan"





Ho accartocciato il biglietto e l'ho buttato nella spazzatura, dirigendomi verso la cucina
per poter fare colazione.
Maria è sempre pronta a mostrarmi uno di quei suoi soliti sorrisi mentre io mi limito a prendere
lo yogurt dal frigo.
-Signorina, aspetti che le preparo la sua colazione...- Mi dice Maria, mentre continua a rassettare la cucina.
-No Maria, non ho molta fame...mi accontento di uno yogurt alla frutta.-
-Se proprio insiste...-
Con un cucchiaino, inizio a mangiare, tornando poi nella mia camera e vestendomi con velocità.
Provo con tutta me stessa a non pensare all'accaduto di ieri e dopo una doccia veloce indosso i vestiti per potermi
dirigere verso il bar Vegas.
Posso approfittarne per andare a trovare le ragazze e ringraziarle per ieri dato che Stéph sarà fuori città per due giorni.
Di Brian non ho più notizie ma ho pregato al mio cuore di restare intatto il più possibile dato che non ho neanche
più voglia di vederlo.
Hanno ragione le ragazze...avrebbe comunque potuto avvisarmi o che so, cercare di evitare.
Quella Nancy si è giocata delle ottime carte ma allora perché Brian deve per forza passare tutta la notte in sua compagnia?!
E' assurdo che lui si lasci manipolare proprio da una come lei.
Dopo essermi preparata, scendo velocemente giù per poter salutare Maria e chiederle di non dire niente a Stéph.
Ho proprio bisogno di prendere un po' d'aria fresca.
Lei sta al mio gioco ed io non potrò mai ringraziarla abbastanza per tutto ciò che fa per me.
Esco velocemente di casa, avviandomi verso il solito bar per distrarmi dai pensieri che continuano a torturarmi
la mente.
Devo farlo uscire dalla mia testa il prima possibile.
Arrivata a destinazione, entro nel bar, osservandolo totalmente diverso da come si mostra la sera.
Già, sembra proprio un bar del tutto normale e non un quasi strip club.
Osservo le figure di Helena ed Hayley in lontananza dietro al solito bancone così decido di avvicinarmi e prendere
un buon caffè macchiato.
Mi siedo sul solito sgabello e alla mia vista, le due ragazze sembrano piuttosto sorprese.
Oggi indossano una camicetta bianca con una gonna piuttosto lunga e nera. La sera invece, indossano una camicetta rossa ed una minigonna
nera con un paio di trampoli in tinta con la camicia.
-Ma buongiorno cara, dormito bene?- Mi domanda Helena, mostrandomi il suo sorriso smagliante.
Hayley ricomincia con i suoi soliti gesti, pizzicandomi per un po' la guancia.
-Hayley ha detto "buongiorno raggio di sole"!- 
-Buongiorno ad entrambe...- Ribatto, sembrando il più tranquilla possibile. In realtà, dentro di me, quegli pterodattili
volanti sono appena morti.
-Hai l'aria di una che si vuole suicidare. Posso offrirti qualcosa da bere?- Continua la ragazza dai capelli color mogano, pulendo
alcune tazzine da caffè.
-Ti pago un caffè macchiato.-
-No, assolutamente. Oggi offre la casa.-
-Ma...-
-Niente ma o ti rispedisco da dove ne sei venuta.-
Rido alle parole di Helena, vedendo poi Hayley porgermi una tazza con del caffè macchiato.
Sorseggio un po' di caffè, osservando le ragazze fissarmi in continuazione.
-Non hai saputo più niente di...- Hayley blocca Helena, dandole una gomitata sul braccio.
-Tranquille, so già tutto.-
-Cosa? Cazzo, avrei dovuto dire a Jimmy di stare un po' zitto con quella boccaccia!-
-No Helena, io ieri ero sveglia quando lui mi ha portato via da qui. Ho sentito tutto.-
Le due ragazze si rivolgono uno sguardo terrificante mentre io non posso far altro che sorridere per quanto siano buffe.
-Ah...- E' questo tutto quello che sa dirmi la bruna.
-Ma io sto bene, davvero. Mi è bastata una bella dormita per sentirmi come nuova.- Mento, sorridendo a vuoto.
Le due ragazze mi osservano per bene, ma io cerco di esprimere loro la massima sicurezza in ciò che continuo a ripetere.
-Haven, sei sicura di quello che stai dicendo? Non sembrerebbe che tu stia meglio, hai delle occhiaie che fanno paura!-
Hayley dà un'altra gomitata ad Helena e questa volta decisamente più forte tanto da far gemere la ragazza di dolore.
-Hayley cazzo, smettila!-
La giovane ricomincia a gesticolare e non sembra neanche tanto entusiasta.
-Va bene, la smetto di essere così invadente ma volevo solo capire!-
-Va tutto bene ragazze, davvero. Se vi stavate chiedendo se avessi visto Brian o ci avessi parlato posso assicurarvi che non
ho alcun'intenzione di vederlo anche se...ora che Stéphan sarà fuori per due giorni, sarò costretta a stare con lui ventiquattro
ore su ventiquattro.-
Borbotto, continuando a bere il mio caffè.
-Ma ne sei proprio sicura tesoro? Voglio dire, magari potresti ascoltare cos'ha da dirti...-
-No, non voglio né vederlo, né sentirlo per un bel po' di tempo.- 
Ed è davvero ciò che voglio per superare la questione. La cosa che però mi stupisce è che non riesco in alcun modo ad odiarlo.
Io sono sempre lì, ferma sui suoi sentimenti ed è come se volessi solo lasciarmi stringere dalle sue braccia. E' come se quello
fosse l'unico modo per sentirmi decisamente meglio.
Ma non posso farlo.
Ora come ora non riuscirei neanche a guardarlo negli occhi.
-Potresti solo peggiorare la situazione così...si vede da lontano un miglio che ti manca già.-
E Helena ha ragione. Mi manca. Mi manca come non mi è mai mancato nessuno in tutta la mia vita.
-Ho solo bisogno di pensare, nient'altro.-
-Senti...io e Hayley dividiamo un appartamento insieme dato che qui gli affitti costano un botto. Che ne dici di essere
nostra ospite per questi due giorni? Così avrai tutto il tempo che ti serve per pensare e prenderai le dovute distanze.-
-No Helena, davvero, ti ringrazio ma non posso accettare.-
-Perché no? Dai, non farti pregare adesso! Sono solo due giorni...poi stasera noi abbiamo la serata libera. Possiamo organizzare
una serata cinema tra donne con tanto di popcorn e gelato!-
-Serata cinema?- Domando perplessa.
Non ho mai avuto delle amiche più coinvolgenti di loro.
-Si. Passiamo un po' di tempo insieme e potrai cercare di svagarti. Sono solo due giorni...lo dirò a Matt che potrà coprirti
in caso succedesse qualcosa.-
-Helena io...-
Hayley mi prende una mano, quasi implorandomi.
Sospiro, osservando i loro sguardi a dir poco speranzosi. Ma si, ho proprio bisogno di trascorrere due giornate diverse dal solito.
Dopotutto...non faccio nulla di male.
-E va bene, vada per questi giorni.-
Helena e Hayley si danno il cinque, sfoggiando sorrisi a trentadue denti.
-Vedrai che ci divertiremo! Dunque, il nostro turno finisce a mezzogiorno in punto quindi puoi anche andare a preparare una piccola
valigia con tutto il necessario dentro.-
-Va bene...allora torno a casa a prepararmi. Dove ci incontriamo?-
-Veniamo a prenderti noi dinanzi al cancello principale della villa. Fatti trovare pronta!-
-Ragazze...io non so più cosa dire.-
-Non dire niente e ti conviene sbrigarti perché sono già le undici e mezza.-
Sorrido alle ragazze, salutandole ed uscendo con velocità dal bar per tornare a casa.
E' incredibile come riescano a farmi tornare il sorriso quando l'unica cosa di cui avrei realmente bisogno è prendere
un coltello per strapparmi via il cuore dal petto.






















***













Dopo aver preparato una piccola  valigetta con tutto il necessario all'interno, mi sono diretta verso il cancello
della villa per aspettare le mie due amiche.
Osservo per un po' l'abitazione chiedendomi se Brian stia ancora dormendo o no. Beh, avrà fatto le ore piccole da Nancy, quindi...tutto normale.
Ho chiesto a Maria di non dire niente a mio marito cosicché possa stare più tranquilla e senza preoccupazioni.
Certo che è strano sentirsi come un uccellino in gabbia. Stéphan non mi avrebbe mai permesso di fare anche solo un passo
in città senza di lui...e così, mi ritrovo a mentirgli pur di riacquistare un po' di libertà perduta.
Verso mezzogiorno e un quarto, l'auto di Hayley mi balza dinanzi agli occhi mentre continua a suonare quel clacson per attirare
la mia attenzione.
Mi avvicino all'auto trascinando anche la mia valigetta che ben presto, Helena decide di riporre nel cofano.
-Tutto bene cara? Pronta per divertirti un po'?- Mi dice Helena, indossando un bellissimo paio di occhiali da sole maculati.
-Si...- Rispondo, osservando ancora la casa e soprattutto la finestra della camera dei ragazzi.
-Monta in sella, ragazza!- Continua Helena, aprendo lo sportello dell'auto ed indicandomi di entrare.
Mi siedo su di un sedile posteriore mentre i posti avanti sono occupati da Hayley che è alla guida della sua auto e Helena che 
continua a specchiarsi dinanzi allo specchietto retrovisore.
-Haven, sei proprio sicura di star bene?- 
-Si, sto bene, possiamo andare.-
-Okay. Vai Hayley, a tutto gas!- 
Hayley preme un piede sull'acceleratore mentre osservo l'immagine dell'abitazione scorrere via.
Continuo ad osservare la villa e quando la superiamo, tante cose mi passano per la testa.
Tante immagini iniziano ad apparirmi dinanzi agli occhi. Immagini di me e Brian. Le nostre continua carezze, la nostra prima volta
insieme, i soliti baci, quel giorno in cui ha deciso di correre da Nancy ed il giorno dopo che mi ha lasciata sola.
Arrivati dinanzi ad un palazzo di città abbastanza moderno, le ragazze mi fanno cenno di scendere dal veicolo e mi chiedono di seguirle
verso un portone in ferro.
Una volta aperto, entriamo nel palazzo e prendiamo l'ascensore che ci porterà all'ottavo piano.
Uscite dall'ascensore, le ragazze mi fanno cenno di seguirle verso una porta che dovrebbe essere proprio quella della loro casa.
Hayley apre la porta con una chiave ed una volta entrata inizia ad accendere tutte le luci.
-Benvenuta Haven!- Esclama Helena, facendomi entrare in casa ed aprendo le varie finestre che fino a pochi istanti fa erano totalmente
chiuse.
Mi guardo intorno, notando l'entrata che porta direttamente al salotto di casa. 
-Hayley, fai fare un giro della casa a Haven...io inizio a preparare il pranzo.-
-Helena, aspetta, voglio aiutarti.-
-Non se ne parla nemmeno! Sei nostra ospite quindi stai buona buona e lasciaci lavorare.-
Annuisco alle parole di Helena, mentre Hayley mi prende la mano per farmi fare un tour veloce di tutta la casa.
Mi lascio trascinare dalla ragazza, osservando per bene il salotto.
-Questo è il salotto, giusto?- Le domando, vedendola annuire.
E' un salotto molto umile, con alcuni divani beige ed una poltroncina rossa che fa da contorno. Le pareti sono sommerse
da alcuni quadri e da alcuni disegni mentre la televisione si trova proprio dinanzi ai divani.
-Quei disegni li hai fatti tu?- Domando ancora alla giovane, vedendola annuire ancora una volta.
E sono dei disegni stupendi anche se...un solo disegno riesce a catturare al meglio la mia attenzione.
E' una ragazza che si ritrova distesa su di un prato, sotto la pioggia. La ragazza ha delle lacrime che le pendono dagli occhi mentre
la pioggia continua a bagnarle il corpo stranamente ricoperto da foglie.
E' come se fosse nuda.
Sto per chiedere qualcosa alla ragazza riguardante il disegno ma lei decide di riprendermi per mano e trascinarmi verso la prossima
stanza.
Qualcosa in quel disegno ha catturato particolarmente la mia attenzione e non ne capisco il motivo.
Arrivate in cucina, Hayley utilizza le lettere dell'alfabeto muto, facendomi capire che è questo il luogo in cui ovviamente mangiano.
Helena sta lavando dell'insalata, mentre i vari mobili sono di un marroncino piuttosto chiaro in tinta con il frigorifero ed il forno.
Poi, la ragazza mi ha mostrato il resto della casa e dove dovrò dormire.
Nella loro camera hanno un letto in più che sarebbe servito per una nuova coinquilina che poi non è più venuta a vivere qui.
Strano ma vero, questa volta sono riuscita a capire i gesti di Hayley.
Dopo il tour della casa, io e la ragazza ci siamo sedute a tavola a pranzare con Helena. Non c'è che dire, questa ragazza cucina da Dio.
Ho divorato tutto e mi sento pienamente sazia.
Finito di pranzare aiuto le ragazze a lavare i piatti mentre dopo, ci sediamo tutte e tre in salotto a guardare un po' di televisione.
Dalla finestra, il sole che c'era prima è appena scomparso ed il cielo è diventato totalmente grigio.
Alcuni tuoni ci fanno sussultare mentre alcuni lampi iniziano ad illuminare il cielo.
-Perfetto, ci mancava solo il temporale adesso!- Borbotta Helena, mentre osserviamo Hayley cominciare a tremare.
-Perché ha così tanta paura dei temporali?- Bisbiglio alla ragazza dagli occhi dorati, indicandole Hayley.
-E' una storia abbastanza lunga da raccontare e non credo di essere la persona giusta per parlartene.-
-Credi che lei riuscirà mai a farmelo capire?-
-E' molto difficile. Sono l'unica ad esserne al corrente.-
Mi avvicino ad Hayley, provando a stringerla tra le mie braccia mentre i miei occhi finiscono diritti verso il solito disegno.
La giovane inizia a piangere mentre io le accarezzo i lunghi capelli castani per tentare di tranquillizzarla.
-Hayley, ti va di spiegarmi del perché hai così tanta paura dei temporali e della pioggia?-
La ragazza nega con un cenno del capo, facendomi capire che non vuole assolutamente parlarne.
-Va bene, non voglio forzarti ma...mi fa star male vederti in questo stato e non poter far nulla per aiutarti. Perché non provi
a disegnarmelo?-
Le domando, vedendola osservare i movimenti delle mie labbra per capire cos'è che le sto dicendo.
Hayley nega ancora, stringendosi sempre di più tra le mie braccia.
-Okay, okay. Quando ti sentirai pronta...sai che per te ci sarò sempre.- Le sussurro, mentre Helena si avvicina a noi.
Tutte e tre ci stringiamo forte mentre il temporale continua a far spaventare Hayley.
-Su piccola, passerà.- Le sussurra Helena mentre entrambe la teniamo stretta tra le nostre braccia.
Come vorrei realmente capire cos'è che la tormenta. Chi lo sa, forse un giorno riuscirà ad aprirsi con me e spiegarmi cos'è
che realmente la turba.
Riporto i miei occhi sullo stesso disegno, sperando che questo brutto tempo passi in fretta.


















***












BRIAN'S POV


L'avrò cercata per tutta la casa.
Spalmo la mia schiena contro la porta della mia camera, mettendomi poi una mano sulla fronte
mentre i miei amici si limitano ad osservarmi.
-Che ti è successo Gates? Mi sembri incazzato nero.- Borbotta Johnny, girando il dito sulla piaga.
-Non la trovo cazzo. Non è in casa e non ho la più pallida idea di dove possa essere andata.- Continuo, provando a pensare
le peggiori ipotesi.
E se il signor Mason l'avesse portata con sé questa volta? Non credo ci abbia detto di tenerla a bada dato che sono tornato
stamani con un forte mal di testa e mi sono addormentato subito sul pavimento.
Oh cazzo no. E se avesse deciso di andare con lui, sentendosi presa in giro dopo l'accaduto di ieri? No cazzo, non potrei
mai sopportarlo.
-Hai visto in giardino? O in camera sua?- Domanda Zacky, continuando a premere i tasti del suo amato computer, senza distogliere
neanche per un attimo gli occhi dallo schermo.
-Ho ispezionato tutta la casa da cima a fondo ma di lei non c'è neanche l'ombra!- Esclamo con disperazione, buttandomi poi sul letto
a fissare il soffitto.
-In cantina?- Prova Johnny.
-Anche. Ho come l'impressione che sia partita con il signor Mason...cazzo, non voglio neanche pensarci.- Ammetto, torturandomi i capelli.
-No, il capo ci ha detto chiaramente di doverla sorvegliare quindi non farti problemi di questo tipo.- 
-Quando ve l'ha detto Vee?-
-Quando dormivi disteso sul pavimento e tutti ti credevamo morto.-
-Ah grazie tante.- Ribatto, provando di nuovo a pensare dove possa essere andata. 
In tutto questo però, Jimmy e Matt sono gli unici a non esprimere il proprio parere e la cosa non fa altro che sorprendermi.
Anzi, non sembrano neanche prestare attenzione alle mie parole e fanno gli indifferenti.
Forse loro sanno qualcosa che io non so...
-Ed è da quando mi sono svegliato stamani che ho una strana sensazione. Come se avessi dimenticato qualcosa di importante...- Dico ai miei
amici mentre Matt e Jimmy continuano a rivolgersi alcuni sguardi che non riesco proprio a capire.
-Si può sapere cosa ci sei andato a fare ieri da Nancy?- Mi domanda Matt con l'aria un po' scazzata.
-Mi aveva chiamato dicendomi che aveva sentito degli strani rumori in casa ed aveva paura che qualcuno dell'organizzazione
nemica potesse farle del male. Mi ha chiesto di andare a controllare e sono corso subito da lei perché aveva cominciato ad urlare
e dirmi che aveva visto un'ombra.-

-Ma perché ci sei rimasto per tutta la notte?- Mi domanda Rev questa volta, attendendo una mia risposta.
-Perché aveva paura di restare da sola. In realtà non c'era nessuno, ma lei era terrorizzata e così sono rimasto accanto a lei
per cercare di farla dormire tranquilla.-

-Ma ti ha dato di volta il cervello eh Gates?! Non capisci che Nancy lo sta facendo apposta?- Sbotta improvvisamente James, alzandosi
di scatto dal letto per potermi guardare negli occhi.
-In effetti lei ha provato a sedurmi in qualche modo ma io non ho ceduto. Amo Haven, è lei l'unica donna che voglio nella mia cazzo
di vita!-
Ribatto, alzandomi anch'io dal letto e posizionandomi dinanzi a Jimmy.
-Ma davvero? La ami così tanto da lasciarla da sola su di una spiaggia quasi deserta fino alle undici di sera?!- Mi urla contro il mio 
migliore amico, facendomi quasi prendere uno shock.









"-Per farmi perdonare...che ne dici di una bella cenetta sulla spiaggia stasera?-
-Dici davvero?- 
-Si, ma ti do la possibilità di cucinare per me. Sono proprio curioso di sapere cosa potresti inventarti.-
-Vuoi davvero che sia io a cucinare per te?-
-Mi sembra di aver parlato chiaro. Alle nove in punto alla solita spiaggia.-"






"-Mi farò perdonare, te lo prometto Birdie.-"











Rabbrividisco, mentre sento il mio cuore battere con più prepotenza contro il mio petto.
Cosa cazzo ho fatto...
-Oh cazzo...io...me ne sono totalmente dimenticato.- Borbotto, cominciando a sudar freddo mentre vorrei solo
prendermi a pugni.
-Dimenticato? Cazzo Brian, quella lì ti ha mandato in pappa il cervello!- Sbotta Johnny, osservandomi con poca
comprensione.
-Cosa ti avevo detto io quando quella sera eri corso da Nancy lasciando Haven con noi?-
"Quello che trascuri, prima o poi diventa di qualcun altro".
Non potrò mai dimenticare le parole di James.
-Quello che trascuri...diventa di qualcun'altro.- Continua Jimmy, mentre io mi sento solo un pezzo di merda.
-Cazzo!- Urlo furioso contro me stesso, prendendo a calci il bordo del letto per poi voler quasi sprofondare.
Più arrabbiato che mai, mi siedo sul mio letto con la testa tra le mani mentre sento solo una lacrima rigarmi il viso.
Credevo di non riuscire mai più a piangere in tutta la mia vita dopo l'accaduto con mio padre ed invece...ho appena scoperto
che è proprio quella ragazza il mio punto debole.
I ragazzi mi guardano sconvolti mentre io mi asciugo con velocità la lacrima senza dare troppo nell'occhio.
-Brian ma tu...stai piangendo...- Sussurra Matt, avvicinandosi per un po' a me.
-No cazzo, no! Non sto piangendo, nessuno è in grado di farmi piangere!- Ribatto, convincendo me stesso.
-Devi tenere a quella ragazza più di qualsiasi altra cosa al mondo...- Continua Rev, affiancandomi ed offrendomi la sua spalla.
-Come ho potuto essere così stronzo da trascurarla in quel modo? Anche la prima volta che sono corso da Nancy non pensavo
che potesse soffrirne tanto...-

-Ed invece l'attimo dopo è scoppiata a piangere dinanzi a tutti noi.- Borbotta Matt con un espressione sul volto a dir poco triste.
-Cosa cazzo ho fatto...- Ripeto più volte, sentendomi profondamente deluso da me stesso.
-Non è il momento di perdersi d'animo,Brian. Haven ti ama ma devi subito andare da lei e scusarti.- 
-Ma come faccio Vee? Non so neanche dove sia andata a finire...e comunque sia, è un bene per lei scappare da me. Lo fanno
tutti prima o poi.- 

-Non sei il mostro che vuoi far credere di essere amico mio. Adesso devi andare da lei ed anche se non vorrà perdonarti, resteremo lì
per tutta la notte.- 
-Lì dove, Jimmy?-

Rev sposta il suo sguardo contro quello di Matt che si è appena rilassato.
-Helena mi ucciderà ma...sono sicuro che capirà.- Sospira Shads.
-Helena? Cosa centra lei?-
-Diciamo che Helena ed Hayley ti odiano a morte per ciò che hai fatto a Haven. L'hanno vista piangere tutta la notte al bar quando è tornata
dalla spiaggia ed hanno deciso di ospitarla da loro per questi due giorni che il signor Mason è in viaggio.-
Mi spiega Matt, mentre io mi infilo
velocemente una maglietta ed un pantalone per uscire.
Devo andare da lei...devo assolutamente parlarle.
-E comunque, se mi fai ammazzare di botte da quelle due, ti ammazzo io Gates, se non riesci a farti perdonare!- Esclama Matt mentre mi avvicino
al mio amico per abbracciarlo.
Tutti gli altri si uniscono all'abbraccio e finalmente mi sento abbastanza forte da poter superare questa situazione.
Con l'aiuto dei miei migliori amici, riesco sempre a sentirmi una persona migliore.




















HAVEN'S POV


Quando è finito il temporale io e le ragazze abbiamo iniziato la serata cinema.
Non mi era mai capitato di sentirmi a mio agio con delle ragazze conosciute per giunta da poco.
Ho provato per la prima volta cosa significa stare insieme e condividere le proprie passioni. Abbiamo mangiato
quattro vaschette intere di gelato alla panna mentre ridevamo per le battute idiote poste in una strana commedia
che non avevo mai visto prima d'ora. Una commedia abbastanza divertente da farci scoppiare a ridere ogni dieci secondi. Ma la verità
è che non ridevamo quasi sempre per la commedia. Il più delle volte, ridevamo per le facce che facevamo nel vedere il film e 
tutto il tempo che ci ho impiegato per mettere i sottotitoli al film in modo che anche Hayley poteva sentirsi a proprio agio.
Avrei avuto dei seri problemi a comportarmi date le mie amicizie maschili a scuola ed invece sono riuscita a poco a poco ad ottenere
la loro fiducia. Non mi sono sentita banale neanche per delle stupide battute che ho ripetuto più volte perché più le
ripetevo e più loro ridevano.
Adesso si sono addormentate sul divano, accanto a me, mentre io non riesco a prender sonno in alcun modo.
Penso e ripenso a ciò che è accaduto con Brian e la cosa non mi da pace.
Vorrei tanto lasciarmi stringere da lui in questo momento e liberarmi dal vuoto che ho nel cuore ma devo essere abbastanza forte
da riuscire a vivere anche senza di lui.
Ciò che mi ha fatto...non riuscirò a superarlo ma dovrò provarci o credo che non riuscirò più a rialzarmi.
Non credevo che le delusioni in amore potessero essere così catastrofiche.
Ma credetemi, sono stata abbastanza forte da immaginarmi una vita senza di lui e scoppiare a piangere nel cuore della notte interrottamente
sapendo che nessuno mi avrebbe vista o notata.
Avevo bisogno di uno sfogo personale ma non sempre fa bene al cuore. O finisce sempre di più per lacerarlo o lo porta alla salvezza
assoluta come se stesse galleggiando nel cielo tra le nuvole ed il sole.
Ma ahimè...tutto ciò che riesco a vedere ora sono solo tempeste e maremoti. 
Potrebbe sembrare assurdo, ma quel ragazzo riusciva addirittura a farmi stare bene con me stessa. Un ragazzo come lui, considerato
una minaccia per tutti, è riuscito a farmi capire cos'è l'amore e senza troppi giri di parole. Nulla di arrogante o troppo sdolcinato...
lui ci è semplicemente riuscito.
Mai avrei pensato di potermi innamorare proprio di uno come lui, ma conoscendolo meglio ti rendi conto di quante sfumature in realtà
possiede il suo carattere. Guardarlo bene, con tutti quei tatuaggi e quell'espressione da killer non avrebbe mai portato nulla di buono
quando in realtà ho solo capito che quei cinque ragazzi non potrebbero mai essere una vera e propria minaccia contro il mondo.
Anzi. Hanno così tanto amore da dare che mi sento male solo a pensarci.
E' come quando guardi di continuo il telegiornale ed osservi quella persona rozza che viene presa dai poliziotti per esser arrestata.
Potrebbero esserci tutti gli indizi di questo mondo, ma quella lì in fondo potrebbe essere la persona più buona dell'universo. Un barbone
forse, senza una famiglia ed una casa che si è sentito costretto nel compiere un gesto errato solo per poter sopravvivere.
Dopo essermi diretta verso la cucina per bere un bicchiere d'acqua, sono ritornata tra Helena ed Hayley. Provo ad addormentarmi
per sopravvivere ad un altro giorno.
Ma proprio mentre sto per aprire gli occhi, il rumore del campanello di casa fa sussultare me e svegliare le due ragazze.
Hayley è riuscita a capire del suono del campanello dopo aver visto delle luci accanto alla porta accendersi e spegnersi in continuazione.
Un semplice meccanismo per aiutarla.
Helena ed Hayley sbadigliando per un po', mentre la seconda continua a massaggiarsi le tempie.
-Ma chi sarà mai a quest'ora della notte...- Sussurra Helena, alzandosi dal divano ed avvicinandosi alla porta di casa per spiare
dallo spioncino.
-Haven, è Brian!- Mi sussurra Helena con un tono di voce bassissimo mentre mi fa cenno di andare a controllare di persona.
Mi avvicino allo spioncino osservando le figure di Brian e i ragazzi che continuano a suonare al campanello come impazziti.
-Helena, so che sei in casa, ti conviene aprire la porta o potrei cominciare a sparare per tutto il palazzo!- Borbotta Brian, mentre io
non so neanche cosa fare.
-Cazzo, Matt questa me la paga!-
-Cosa faccio?-
-E cosa vorresti fare scusa? Cadere ai suoi piedi?-
-Gli dico solo di andare via.-
-Tu non fai un accidente!-
Il suono del campanello persiste mentre vedo Jimmy sfilare una pistola dalla sua stessa cintura.
Io ed Hayley deglutiamo.
-Okay, digli di andarsene ma senza aprire!- 
Annuisco alle parole di Helena per poi avvicinarmi ancor di più alla porta.
-Brian, andate via!- Urlo, sentendo le lacrime iniziare a pizzicarmi negli occhi.
-Haven, ti prego aprimi, ho bisogno di parlarti!-
-Non voglio ascoltare un cazzo di ciò che hai da dirmi!- Alle mie parole, Helena ed Hayley sembrano approvare.
-Non fare così Birdie, ho bisogno di parlarti...-
-Smettila di chiamarmi in questo modo e lasciami in pace! Tornatene dalla tua cara sorellastra...sono sicura che lei saprà
darti più di quanto possa darti io.-
Sbotto acida, tentando di tranquillizzarmi mentre ho il cuore che sta partecipando
ad una maratona.
-Non è successo niente tra me e lei, cazzo! Tu...devi credermi!-
-Oh certo, hai passato due notti da lei e tu ti aspetti che noi ci crediamo?!- Sbotta Helena questa volta, difendendomi.
-Helena tu fatti i cazzi tuoi!- Urla Brian dal corridoio.
-Hey, quella è la mia ragazza!- Continua Matt, rimproverando Gates.
-Non è dolcissimo quando il mio Matthew fa così?- 
Io e Hayley facciamo delle smorfie ma ben presto, decido di ritornare seria e dire a Brian di andarsene.
-E' tardi Brian, tornatene a casa.-
-Ti giuro che non è successo niente Haven...non...potrei mai farti del male.- Ha la voce strozzata...
-Se non te ne fossi ancora reso conto, hai già fatto abbastanza. Mi avevi promesso che saremo stati insieme tutta la sera ed invece...
sono stata io la stupida ad aspettarti lì per tutta la notte. Speravo che arrivassi...ed invece, non sei mai arrivato.- 

-Mi dispiace Birdie...non avrei mai voluto farti una cosa del genere ma ho perso la cognizione del tempo. Non è accaduto nulla tra me
e Nancy, sarei pronto a giurartelo su qualsiasi cosa se necessario!-

La tentazione di aprire questa dannata porta che si separa persiste ma devo essere ancora più forte di prima.
-Non ti credo. Neanche una misera promessa sei riuscito a mantenere!-
-Dammi la possibilità di rimediare. Sono stato uno stronzo cazzo, lo so! Non avrei mai dovuto abbandonarti in questo modo ma io ti amo Haven...
ti amo più di chiunque altro e farei di tutto per avere il tuo perdono. Cazzo, io ho bisogno di te! Se non credi alle mie parole, lo capirei
ma devi sapere che mi hai cambiato la vita. Prima, non avevo mai pensato a voler abbandonare la mia vita ed invece da quando sono con te non faccio
altro che pensarci. Non faccio altro che pensare a quanto vorrei avere dei bambini da te. Hai capito bene cazzo, io voglio avere una famiglia
con la donna che amo e farò di tutto per riaverti! Se potesse bastare, darei la mia anima al diavolo per te! Cazzo Haven, mi stai ascoltando?-

Le lacrime hanno preso il sopravvento su tutto ed io mi sento come un pezzo di carta strappata ed accartocciata.
Hayley e Helena mi accarezzano le spalle dandomi tutto il coraggio di cui ho bisogno.
-E resterò qui per tutta la notte se necessario. Ma adesso ti prego, aprimi. Ho bisogno di abbracciarti e sapere che potrò arrivare vivo
alla fine della giornata.-

-Vattene via! Vattene ho detto, mi hai sentita? Non voglio più vederti!- Urlo singhiozzando di continuo.
-No...Haven...non piangere.-
-Vattene!-
Urlo ancora, mentre Hayley mi trascina lontano dalla porta.
-Brian, non credi di aver già fatto abbastanza? Tornate a casa, quando se la sentirà, sarà lei a tornare.- Sento dire da Helena in lontananza.
-Helena, io ho bisogno di lei! Ho bisogno di parlarle e di dirle che la amo!-
-Brian, dammi retta, così non risolverai proprio un bel niente!-
-Io da qui non mi muovo. Attenderò per tutta la notte se necessario.-
-Ragazzi, ditegli qualcosa!-
-Cosa possiamo fare? E' solo un uomo innamorato, Helena.- Continua Zacky.
Hayley mi porta nella camera da letto e mi fa distendere sul letto degli ospiti.
Mi indica di restare in silenzio e tranquillizzarmi mentre continua ad accarezzarmi con dolcezza i capelli.
Anch'io ho bisogno di lui...fin troppo.
Mentre Hayley continua ad accarezzarmi, i miei occhi iniziano a chiudersi, totalmente stanchi quanto il mio cuore.

























NOTE DELL'AUTRICE.

Buon fine settimana a tutti lettori!
Il mio pc ogni tanto da i segni di squilibrio così ne ho approfittato di aggiornare il prima possibile.
Sono ancora in tempo vero? *Si guarda intorno, prima di esser presa a bastonate*.
La nostra protagonista, ha finalmente dimostrato di avere un gran carattere nonostante la sofferenza che prova
dopo l'accaduto con Brian.
Brian poi, vogliamo davvero parlarne? Cioè, ma cosa gli dice la testa? Però dai, apprezziamo anche quei suoi minimi sforzi.
Sono felice che avete ricominciato con le recensioni così che possa rendermi conto davvero di ciò che pensate della storia
che vi ho proposto. Si insomma, non sarà una storia epica o chissà cosa ma ci sto mettendo il cuore e spero che voi siate riusciti
a percepirlo.
Mi rendete la scrittrice più felice del mondo quando mi dite che i miei messaggi vi arrivano e che vi emozionate leggendo i vari capitoli.
Davvero, non lo dico per dire ma perché è ciò che sento realmente. 
Non potete neanche immaginare quanto sia appagante per me vedere che i miei stessi lettori si prendono la briga di contattarmi
in privato ed esprimermi le loro sensazioni.
Davvero, siete fantastici. 
Spero di avervi deliziati con questo nuovo capitolo e chissà cosa farà la nostra protagonista...si lascerà divorare dall'orgoglio o 
tenterà di perdonare il suo primo e vero amore?
Se volete davvero saperlo, vi aspetto al prossimo capitolo.
Saluto Silvia che non potrà leggere il capitolo per via della sua partenza e Saya che ha una pazienza assurda nel sopportarmi.
Ma diciamocelo...tutti voi avete una pazienza assurda nel sopportarmi!
Grazie INFINITAMENTE di tutto.
Un bacio guys!







-SynysterIsTheWay.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** 15. I don't want to die alone. ***


15° I don't want to die alone








 

"Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio.
La vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce."
(Platone).






Al mio risveglio, porto i miei occhi contro il braccialetto con l'ancora che ho ancora
incatenato attorno al polso.
E' strano come da un giorno all'altro tante cose possano cambiare. Ad esser sincera, non so neanch'io
dove ho trovato tutta quella forza ieri sera di dire quelle cose a Brian. 
Ci ho sofferto molto, ma dovevo liberarmi da tutto quel dolore che avevo dentro e quello era
il modo migliore per farlo.
Osservo l'orologio sul comodino che segna le otto in punto e mi sgranchisco la schiena per poter scendere dal letto
senza svegliare nessuno.
Helena ed Hayley dormono beate quindi sarà meglio non rischiare di svegliarle.
D'istinto, mi avvicino alla porta di casa, notando le figure dei ragazzi distesi sul pavimento del corridoio del palazzo.
Brian non scherzava quando diceva di voler restare qui per tutta la notte ad aspettarmi.
E lo vedo bene, attraverso questo spioncino.
Lui è l'unico a non esser disteso sul pavimento, bensì ha la testa portata all'indietro contro il muro ed è rimasto
seduto per tutto il tempo nella speranza che io aprissi questa dannata porta.
Osservo il suo viso affaticato e le occhiaie che fanno da contorno ai suoi occhi totalmente chiusi.
Una fitta dolorosa mi colpisce allo stomaco, mentre continuo ad osservarlo dormire qui. Mai mi sarei immaginata
che avesse fatto tutto     questo solo per farsi perdonare.
Ma la ferita che ho dentro è ancora abbastanza profonda...e non avevo mai pensato che le persone possano essere in grado di lasciare solo cicatrici.
Non importa quanto esse siano profonde. Sono pur sempre un qualcosa che ti lasceranno un segno dentro.
Ma a guardarlo dormire così, fa tenerezza. Forse dovrei dargli un'altra occasione perché in realtà è questo ciò che voglio...ma io non
voglio fargli del male e so che meriterebbe qualsiasi altra ragazza migliore di me.
Io non ho nulla da offrirgli se non un amore proibito di cui probabilmente non potrà mai disfarsi.
Continuando a spiare dallo spioncino, vedo ben presto Brian alzarsi dal pavimento svengliando subito Jimmy l'attimo dopo.
Anche James si sveglia per poi occuparsi degli altri che avranno dormito con scomodità per tutto il tempo. Syn lancia un'ultima 
occhiata alla porta, prendendo poi l'ascensore insieme ai ragazzi per tornare a casa.
Sento Johnny dirgli che ha bisogno di riposo e lui scuotendo la testa si limita a seguire coloro che considera i suoi migliori amici.
-Se ne sono andati?- Mi domanda improvvisamente Helena, facendomi sussultare.
Mi volto velocemente verso la ragazza, vedendola poi preparare del caffè mentre Hayley sta spalmando dello sciroppo d'acero su 
alcuni pancakes.
-Si...- Sussurro, osservando Hayley prendermi una mano per incitarmi a sedermi sulla sedia accanto al tavolo. 
E' comodo avere una cucina proprio dinanzi all'entrata di casa e al salotto.
Mi siedo come richiesto dalla ragazza mentre Helena mi porge una tazza di caffè macchiato, sedendosi poi dinanzi a me.
Hayley prende la propria tazzina, posizionando poi al centro del tavolo un piatto colmo di pancakes dall'aria a dir poco appetitosa.
La giovane inizia a rivolgersi a me con il suo linguaggio dei segni mentre Helena le fa come sempre da interprete.
-Ha appena detto che ci ha pensato molto questa notte...a ciò che è accaduto con Brian e...-
Sorseggio del caffè mentre Helena mangiucchia dei pezzi di pancakes mentre la nostra amica continua a "parlare".
-Ed è sicura che Brian non avrebbe mai fatto nulla per ferirti. Dice che a volte gli uomini sono un po' tonti ed agiscono
con impulsività ma non lo fanno a scopo di un qualcosa. Ha aggiunto che lui ti ama e metterebbe la mano sul fuoco pur di provarti
che non è accaduto assolutamente nulla con Nancy.-
Ciò che ha cercato di dirmi Hayley mi scalda il cuore. Ad esser sincera, ci ho pensato bene anch'io e sono giunta alla conclusione
che quella vipera deve aver fatto di tutto pur di incastrarlo.
-Quoto con ciò che ha detto ma aggiungo che gli uomini a volte sanno essere anche profondamente stupidi. Però, devo dire che Brian ieri
mi è sembrato piuttosto sincero.-
Annuisco alle parole della ragazza, consapevole di poter perdonare Brian prima che Nancy possa passare a qualche altro piano
e tentare di consolarlo con i suoi metodi strategici.
-Non lo lascerò tra le mani di Nancy ma...ho bisogno di un po' di tempo per ristabilirmi.- Ammetto, addentando un pancake ed osservando
Hayley mangiarne in quantità.
Ha la bocca letteralmente piena.
-Sei un maiale!- Esclama Helena rivolgendosi all'amica, scoppiando a ridere l'attimo dopo.
Hayley per ripicca, getta un pancake in faccia ad Helena, ridendo con la bocca piena.
-Vuoi la guerra?!- Ribatte la ragazza, mentre la seconda, si è già alzata dal tavolo per potersi salvare.
Hayley si nasconde dietro la mia sedia ma Helena con la sua mira pessima riesce a colpire me.
-Oh mio Dio, scusa tesoro, non volevo colpire te!- Si giustifica la ragazza dai capelli color mogano, osservandomi poi prendere un pancake per
lanciarglielo addosso.
Tutte e tre non facciamo altro che lanciarci le frittelline addosso ma non smettendo neanche per un'istante di ridere.
Hayley prende ben presto una scatola dal frigorifero contenenti delle uova e le lancia contro a me ed Helena che più ci guardiamo imbrattate
e più ci divertiamo.
L'attimo dopo, Hayley prova a raggiungerci ma ci scivola addosso per colpa dell'albume d'uovo spalmato contro il pavimento.
-Hayley! Stai bene?- Mi preoccupo, vedendo poi la giovane ridere a crepapelle.
Io ed Helena sorridiamo, mentre io riesco finalmente a riprendermi da tutta quella sofferenza.
Mi ci voleva proprio.
-Vi voglio bene ragazze...- Borbotto, sorridendo alle due che si rivolgono uno sguardo complice.
Sembrano un po' imbarazzate ma ricambiano ben presto il mio sorriso.
-Stiamo diventando un po' troppo zuccherose per i miei gusti.- Ironizza Helena, aiutandomi ad alzarmi dal pavimento mentre io aiuto Hayley.
Credo che noi tre insieme potremmo fare faville.
-Attenta Huntington Beach! Stiamo arrivando!- Urla improvvisamente la più alta, aprendo la finestra della cucina.
-Eh?- Ribatto guardando Hayley  più perplessa di me.
-Un po' di buono e sano shopping ci farà bene. Andate a vestirvi su!-
-Ma io veramente...non ho mai...fatto shopping in vita mia.- Sussurro quasi, sentendomi profondamente a disagio.
-Che cosa?! Mi stai prendendo in giro, vero?-
-No, solitamente, è Maria la domestica che mi compra dei vestiti sotto la richiesta di Stéphan. Lui...non mi permette mai di uscire
dalla villa.- 
Gli occhi di Hayley sembrano spegnersi di botto mentre si allontana per un po' da me, mettendosi una mano sul petto.
-Quel figlio di...okay, cercherò di trattenere il mio odio nei confronti di quell'uomo.-
-Lo odi davvero così tanto?-
-Haven, ti chiedo solo di fare attenzione. E' vero che è tuo marito, ma non lo conosci...- Helena viene interrotta
da Hayley che inizia a tossire con continuità.
Corro verso la ragazza, vedendola quasi soffocare con la sua stessa saliva.
-Hey, Hayley, respira!- Le urlo contro, mentre Helena le dà dei colpetti dietro la schiena per farla riprendere.
Per fortuna, dopo un po', la ragazza riesce a regolare il battito cardiaco e a ricominciare a respirare.
-Piccola, tutto bene?- Le domando questa volta, vedendola sorridermi ed annuire con debolezza.
-Helena...cosa mi stavi dicendo di Stéphan?- 
-No, assolutamente niente. Forza, i negozi non ci aspettano di certo e noi abbiamo il turno di notte quindi dobbiamo approfittarne!-
Per qualche strano motivo, Helena ha subito cambiato discorso senza voler minimamente toccare l'argomento "Stéphan".
Questo al contrario non mi fa sentire meglio ma mi dà l'opportunità di pensare che tutti i malori di Hayley abbiano a che fare
proprio con mio marito.
So che è strano ma ho questa sensazione e non riesco proprio a farmela scivolare via.
Hayley mi spinge dalla schiena, portandomi con lei verso la camera.
Insieme ci vestiamo e ci prepariamo, pronte per una nuova giornata tra buone amiche.
E' in questo momento che mi sento così fortunata ad averle.




















***







Dopo esser state tutta la giornata a fare shopping, la sera, ci siamo fermate alla spiaggia.
Sedute sulla sabbia fresca, abbiamo contemplato i nostri acquisti, eppure quella di venire qui non credo
sia stata una buona idea.
Brian si trova con gli altri in lontananza e sta suonando una chitarra classica attorno ad un falò.
Quando mi ha vista però, ha smesso improvvisamente di suonare ed ha incollato i suoi occhi nei miei.
Mi sono sentita segnata per un attimo ma ho cercato in tutti modi di far finta di niente, continuando a parlare
con le ragazze.
Jimmy mi ha invitata ad unirmi a loro ed è stato in quel momento che ho scosso la testa non sentendomi in grado
di sopportare ancora lo sguardo rancoroso di Brian, fisso su di me.
Helena invece si è buttata tra le braccia del suo Matt ed ora stanno facendo un bagno nel mare notturno.
Io ed Hayley li osserviamo mentre urlano il loro amore contro il mondo ed i nostri sguardi sono quelli di sempre.
Siamo in completa adorazione verso quei due che non fanno altro che amarsi probabilmente con molta più complicità
di prima.
Hayley mi indica ben presto la direzione in cui c'è Brian che continua a fissarmi ed io arrossisco all'istante.
I suoi occhi, così penetranti, stanno diventando un incubo.
Il modo in cui continua a guardarmi è così violento che sembrerebbe come se mi stesse prendendo a schiaffi.
Provo a comportarmi da indifferente ma non ci riesco. Sento i suoi occhi addosso ed è come se mi fulminassero ogni
volta che ispezionano il mio viso.
Mi ama con il suo cuore da assassino e non so se questo può essere un bene oppure no. Mai avrei pensato
che uno come lui...avesse così tanto amore da dare.
E' quando Zacky gli offre una bottiglia di birra che lui non dice di no, stappandone il tappo con i denti e bevendone alcuni
sorsi che gli bagnano per un po' sia le labbra che i pantaloni.
Tutti ridono alla scena, mentre lui prende il suo pacchetto di "Marlboro" dalla tasca dei jeans strappati. In tutto
questo, non ha mai distolto i suoi occhi dai miei.
Agitando il pacchetto di sigarette, posiziona le sue labbra piccole e sottili a forma di cuore accanto all'apertura del pacchetto
sfilandovi via con le labbra stesse una sigaretta.
Johnny gliel'accende e dopo aver aspirato il fumo mentre continua a tenere la sigaretta tra le dita, mi rivolge un ultimo sguardo
che poi lascia morire ben presto cominciando a fissare il fuoco dinanzi a sé.
E' incredibile come tutto ciò che faccia possa attirare sempre di più la mia attenzione su di lui. Io credo che sia stato l'unico
uomo in grado di stregarmi.
Come potevo credere di avere il suo cuore tutto per me? 
-Hayley, ce l'hai una sigaretta?- Domando alla ragazza, che mi porge un pacchetto di Chesterfield rosse. 
La ragazza mi indica Helena, facendomi capire che in realtà il pacchetto di sigarette non è suo ma della sua amica.
-Dici che potrebbe arrabbiarsi se le prendo una sigaretta?- Domando ancora, vedendo Hayley scuotere la testa in segno di negazione.
Annuisco, prendendo una sigaretta e l'accendino per poterla accendere.
E' da un bel po' di tempo che non fumavo, e devo ammettere che questa volta, lo sto facendo per ripicca.
Brian mi osserva in lontananza, osservandomi mentre inizio ad aspirare il fumo ed inclinare la testa all'indietro respirando
a pieni polmoni.
Si, credo che è passato troppo tempo dall'ultima volta...avevo proprio bisogno di fare dei tiri.
Gates contrae la mascella, guardandomi come se volesse prendere il pacchetto di Chesterfield e buttarmelo in mare. O magari, come se volesse
strapparmi dalle mani la sigaretta e spezzarla con tutta la rabbia che sta accumulando in questo momento.
Gli fa male sapere che potrei fare cose che potrebbero nuocermi la salute, ma se non altro, lui non è nessuno per comandarmi la vita.
Mentre Hayley disegna vari simboli sulla sabbia, io porto il mio sguardo contro quello di un ragazzo che mi si para proprio
dinanzi agli occhi.
Ha un gilet nero che porta a torso nudo, un pantalone corto fino ai polpacci ed una bottiglia di Jack Daniel's tra le mani.
Il ragazzo ondeggia dinanzi a me, mentre i suoi capelli color cenere vengono scossi per un po' dal vento.
Un filo di barba gli ricopre la mascella ed il mento mentre i suoi occhi verdi continuano a scrutarmi con attenzione.
Comincio seriamente a sentirmi in soggezione.
-Mh, però...non ti avevo mai vista da queste parti...- Mi dice l'uomo, rivolgendosi a me, bevendo un po' di liquore e sputandolo
sulla sabbia l'attimo dopo.
Schifata, osservo l'espressione tranquilla di Hayley che è come se mi sussurrasse di restare calma.
-Hayley, allora piccola, me la presenti la tua nuova amica?- Continua il ragazzo, rivolgendosi questa volta alla mia amica che
gli alza contro il dito medio.
-Oh, sempre la solita ragazzina dal caratterino difficile...- Sussurra il ragazzo dai capelli color cenere, sedendosi poi accanto a me.
Puzza d'alcool in un modo allucinante. Come vorrei spingerlo via, ma non ne sono capace. E se fosse armato?
Hayley gli dice con i gesti di sgombrare il campo ma lui scoppia a ridere senza darle ascolto.
-Prova a parlare ragazzina, che non ti sento!- Ride ancora il ragazzo, sembrando un rincoglionito nato. 
Dai suoi occhi invece, capisco che non si è seduto accanto a me al fine di avere buone intenzioni. Più che altro, sto seriamente
cominciando a preoccuparmi.
Percepisco che abbia un'anima nera che non gli invidio.
-In quanto a te, vorrei proprio conoscerti meglio...non ho mai visto una ragazza con un viso da cerbiatta più dolce del tuo...- Borbotta
il ragazzo con malizia, toccandomi una gamba ed avvicinandosi pian piano sempre di più alla mia intimità.
Mi alzo di scatto dalla sabbia rabbrividendo, mentre Hayley mi prende una mano intimandomi di allontanarci dal ragazzo.
-Non mi toccare!- Urlo in preda allo spavento ma quando la mia amica decide di spingermi dalla sua parte, l'uomo mi afferra per un polso con 
violenza.
-Non te ne andare dolcezza, dai, ci divertiremo tanto insieme...- Ribatte lui con malizia, spingendomi contro di sé e cominciando ad immettere
le sue mani al di sotto del mio vestito.
Chiudo gli occhi inorridita, mentre Hayley prova ad allontanare il ragazzo da me ma viene spinta a terra.
-No, Hayley!- Urlo, mentre all'improvviso, sento delle voci avvicinarsi sempre di più.
I ragazzi stanno provando a fermare Brian, che sta correndo verso di noi come impazzito.
Con gli occhi iniettati di sangue, si avvicina a noi mentre io mi limito a ricominciare a respirare.
Brian fa due passi verso il ragazzo con molta lentezza e gli altri invece, si occupano di Hayley che si ritrova con la schiena contro
la sabbia.
-Che cazzo stavi facendo eh, Steve?- Domanda Brian con rabbia, prendendomi una mano con violenza per spostarmi dietro alle sue spalle larghe.
Mi ha stretto la mano con fin troppa violenza eppure a me è sembrato quasi un bacio.
-Gates, ma io...ecco...non sapevo che...- Prova a dire Steve, indietreggiando pian piano ed alzando le mani per giustificarsi.
-Toccala anche davanti ai miei occhi, coraggio. Prova anche solo a farle una cosa del genere.- Brian stringe le mani in pugni, avvicinandosi
sempre di più al ragazzo mentre io sto provando a tirarlo verso di me.
-Brian, non è successo niente, davvero...- Gli sussurro, ma lui non sembra neanche ascoltarmi.
Fa finta di colpire Steve muovendosi con più rapidità verso di lui, ma l'uomo stesso si allontana di scatto impaurito, cadendo a terra.
-E dai Brian, volevo solo divertirmi con questa bella ragazza...sono sicuro che avrebbe gradito.- Alle parole di Steve, mi è stato impossibile
fermare Haner che si è scaraventato contro di lui, prendendolo a pugni.
I due si azzuffano mentre i ragazzi lo strattonano via dal corpo di Brian, prendendolo dalle braccia.
Jimmy e Zacky gli tengono le braccia mentre Matt ed Helena vengono subito in nostro aiuto.
Quando vedo Matt porgere una pistola a Brian, avrei preferito che fosse rimasto in mare con la sua fidanzata piuttosto che dare a Brian un 
motivo in più per rendersi ciò che non è.
Per quanto provi odio e rancore nei confronti di quest'uomo, non credo che meriti di morire.
-Brian, lascia stare dai, è ubriaco fradicio!- Esclama Helena, cercando di aiutarmi.
-Avrebbe dovuto pensarci due istanti prima di toccarla.- Urla Brian contro le parole di Helena, sembrando quasi un'altra persona.
No...non voglio che Brian uccida ancora. Non in questo modo e soprattutto...non dinanzi ai miei occhi.
Mi avvicino all'uomo che amo, prendendogli la mano che ha lasciato pendere con quella pistola tra le dita.
Gliela stringo con forza, sentendo tutte le sue vibrazioni negative e l'odio che si sta nutrendo del suo sangue.
-Brian, ti prego, non farlo. Non voglio vederti uccidere...non ne vale neanche la pena per uno che non ha fatto altro che ubriacarsi.
Non è successo niente...-

-Ma se non ci fossi stato io eh?! Cosa avrebbe potuto farti?!- Il suo sguardo è colmo di rabbia...una rabbia che non sembra neanche volersi
placare.
Per un attimo, ho visto i suoi occhi ritornare al solito buio.
-E' solo ubriaco...ed io ti amo troppo per vederti uccidere ancora e commettere nuovi errori.- Deglutisco, vedendolo finalmente
pensarci se e probabilmente ragionare.
Mentre gli stringo la mano, il peso che sentivo prima si è appena dissolto nel nulla. Ha lasciato scivolare via la pistola
dalla sua mano. Quella pistola che è caduta sulla sabbia senza emettere alcun suono.
Sospiro per il sollievo, racchiudendo la mia mano nella sua e convincendolo a venire con me. Ha del sangue che gli pende dalle labbra.
-Portatelo via da qui.- Ordina quasi Haner ai ragazzi, che annuiscono immediatamente.
Lascio velocemente la mano di Brian, abbracciandolo il più possibile.
Sono felice che per una buona volta abbia deciso di ascoltarmi.
Lo stringo con più forza nonostante l'enorme differenza d'altezza e ben presto, lui decide di posizionarmi una mano sulla schiena 
intimandomi di continuare a stringerlo.
-Tu...devi sempre metterti nei guai, eh?- Gli sussurro, mentre lo osservo sorridere. 
Una luce abbagliante mi colpisce agli occhi nel momento stesso in cui Brian ha dipinto un sorriso sul suo volto.
-Ho sempre provato una certa attrazione per le cose che fanno male.- Borbotta lui, quando io mi allontano a malincuore dal suo corpo
per avvicinarmi ad Hayley.
-Hayley...come ti senti? Ti ha fatto male?- Domando alla mia amica, vedendola alzare un pollice.
Dopo aver visto il modo in cui quello stronzo l'ha spinta, il panico ha cominciato ad avere la meglio su di me.
-Brian, hai del sangue che ti esce dalla bocca...- Osserva Helena, preoccupandosi.
-Sto bene.- Ribatte lui con convinzione.
-Ragazzi, restate voi con Hayley? Sarà meglio che mi occupi di questo scalmanato prima che possa fare qualche altra cazzata.- Borbotto
riferendomi a Brian, mentre osservo gli altri annuire.
-Vai Haven, sta tranquilla, pensiamo noi ad Hayley.- Mi dice Johnny, sorridendomi e dandomi sicurezza.
Annuisco alle parole del nanetto, pensando sul da farsi.
-Nella casetta c'è un kit medico se può interessarti...- Mi avvisa Brian mentre io gli prendo velocemente la mano per trascinarlo con 
me verso la casetta in legno.
Quanti ricordi lì dentro.
Entrati nella casetta, chiedo a Brian dove hanno messo il kit medico ma lui si chiude la porta alle spalle
senza degnarmi di una sola risposta.
Lo guardo perplessa, mentre mi cinge i fianchi con le sue mani e mi attira al suo corpo così profondamente invitante.
-Ho mentito.- Sbotta all'improvviso, sorridendo con i suoi soliti modi di fare.
-Questo significa che qui dentro non c'è alcun kit medico?!- Ribatto, vedendolo sorridere ancor di più con divertimento.
-Risposta esatta Mrs Haven.- 
-E allora perché mi hai portata qui?- 
-Pensavo lo avessi capito. Dire a qualcuno quello che provi fa veramente...schifo. Ti senti una merda perché sai che alla fine,
non potrai mai avere una persona destinata ad un altro...tutta per te. Ma tutto ciò che ho fatto fino ad ora, continuerei a farlo
ancora ed ancora se potrà servirmi a starti più accanto. E lo so che non sono un fottutissimo Santo, okay? Forse faresti meglio a stare
lontana da uno come me ma...io senza di te cosa faccio?-

I suoi occhi hanno riacquistato la solita lucentezza mentre mi sussurra queste parole che non fanno altro che pugnalarmi al cuore.
Respiro con più profondità, osservando tutta la disperazione che ha negli occhi.
-Non mi ero mai reso conto davvero di cosa significasse sanguinare fino a questo momento...- Mi sussurra infine, posando con velocità
le sue labbra sulle mie.
Io decido di non chiudere gli occhi perché ciò che sto vedendo è fin troppo bello.
Gli occhi di Brian sono perfettamente chiusi ma intorno alle sue ciglia, si nota una goccia d'acqua salata che potrebbe rigargli
il viso da un momento all'altro.
Quando il ragazzo si allontana dal mio viso e dal mio corpo lasciandomi ancor più vuota di quanto fossi, mi rivolge uno sguardo
che non riesco per niente ad interpretare.
Ha di nuovo serrato la mascella.
-Ho un cuore troppo nero per amare. Adesso puoi andare, dovevi solo sapere che ti amo ancora e ti amerò probabilmente fino ai prossimi
due o tre anni.-

-Perché solo due o tre anni?-
-Quelli come me non sono destinati a vivere a lungo.- Sussurra rivolgendomi un mezzo sorriso.
-Ma io non voglio andarmene...- Ammetto, sentendomi abbastanza coraggiosa da dirgli che io non potrei più respirare senza di lui.
-Dovresti volerlo.-
-No, ti ho detto che non lo voglio! Potrei pentirmi di tante cose...ad esempio di non aver mangiato tutto quel gelato con Helena ed Hayley
ieri...ma non potrei mai pentirmi di ciò che c'è stato tra di noi. Continuerei a vivere per sempre grazie a ciò che uccide ma sappi che nessuno
mi ha mai fatta sentire viva come riesci a fare tu. E' vero, sei difficile da amare ma neanche io posso più stare senza te. E' vero, hai un anima
ed un cuore nero a dir poco terrificante ma sei stato l'unico in grado di insegnarmi cosa significa amare per davvero. Ed io ti amerò per sempre
quindi smettila di dire che il per sempre è un tempo non ben definito perché io so quello che dico!-

Dopo aver detto testuali parole, ricomincio a tremare mentre migliaia di immagini ripercorrono i miei occhi e la mia mente.
-Io sono sicura di ciò che voglio. Spero che lo sia anche tu...- Sussurro sentendomi un po' a disagio mentre sento le guance
andarmi quasi a fuoco.
Brian si volta senza aprire la porta e mi rivolge un altro dei suoi sguardi. Uno più complicato del solito.
Abbassa gli occhi per la frazione di un secondo mentre l'attimo dopo mi stampa un altro bacio sulle labbra così devastante da farmi
spalmare contro il pavimento in legno.
Il ragazzo si ritrova all'istante sopra di me e per un'istante mi sono resa conto di non poter far nulla per migliorarlo.
E' così inguaribilmente complicato ma ha un qualcosa nel cuore di così indistruttibile da emanare delle sfumature d'amore di cui
i libri non mi avevano mai parlato.
Non credevo che potesse avere tutto questo amore dentro di sé dopo ciò che ha vissuto e continua a vivere.
-Lo sai che in questo momento, dovresti odiarmi?- Mi domanda dopo avermi torturato il collo per diversi secondi.
-Si...forse dovrei.-
-Fallo.- Continua, baciandomi le labbra con più passione e dolcezza del solito.
Mi stringe una mano, lasciandola scorrere accanto alla mia testa.
Sto condividendo ancora una volta il mio corpo con il suo ed il mio cuore e la mia mente continuano a ripetermi che è la cosa
giusta da fare.
-Non ce la faccio.- Ammetto, rendendomi così vulnerabile ai suoi occhi.
Ma è così, proprio non ce la faccio ad odiarlo. 
Io desidero il suo amore. Lo desidero più di ogni altra cosa al mondo.
Mi sento così bollente al suo tocco sulla mia pelle che non riuscirei neanche ad allontanarmi da lui.
Stiamo per fare l'amore. Stesso luogo, stesse emozioni.
Chiudo gli occhi, percependo tutte le sensazioni che non avrei mai pensato di riuscir mai a provare in tutta la mia vita.
Poi Brian mi attira sempre di più a sé e nonostante tutto, per la seconda volta, mi sento fieramente amata.
I miei occhi diventano sempre più lucidi nel momento in cui mi sono resa conto del fatto che è riuscito ancora una volta
ad abbattere tutti i miei muri.
Nonostante mi ritrovi ben presto nuda dinanzi a lui, sento che riesce a guardarmi dentro.
Nessuno mi aveva mai aiutato a sentirmi bene nella mia stessa pelle.
Mai avrei pensato che sentirsi amati sarebbe stata una sensazione per cui valesse davvero la pena vivere. Fa quasi venir
voglia di piangere, avete presente?
Ma non mi riferisco ad uno di quei pianti soffocanti, colmi di dolore e con i singhiozzi che non ti danno l'opportunità di parlare.
E' uno di quei pianti silenziosi che non ti danno la possibilità di parlare solo perché sono i tuoi stessi occhi a farlo.
Mi sento come se mi stessi nutrendo dopo tanti anni e, allo stesso tempo, come se avessi appena riunito tutti i pezzi che si erano rotti dentro di me.
Le cose tra me e Brian, dopo questa sera, non cambieranno, ne sono sicura. Lui sarà sempre il solito assassino mafioso ed io nonostante
la paura che ho dei suoi comportamenti non potrò far altro che accettarlo per chi è realmente.
E' un assassino...ma questa volta, il suo amore è me che sta uccidendo.
Dopo l'atto, si lascia scivolare contro la mia spalla respirando con fare affannoso quasi quanto me.
Mi tiene stretta come se fossi droga, mentre le mie lacrime si asciugano sulle guance che poco fa sembravano infuocate.
-Ho detto a Nancy che non voglio più vederla.- Mi dice improvvisamente Brian, facendomi venire un colpo al cuore.
-Cosa...? Tu...lo hai fatto per davvero?- Rispondo, coprendomi il seno con un braccio mentre Brian trascina verso i nostri corpi
una delle coperte che utilizzammo anche l'altra volta per riscaldarci dall'umidità che aveva portato con sé quella brutta tempesta.
-Si. I suoi erano solo metodi per non perdermi di vista dato che le avevo confessato di esser innamorato di un'altra. In qualche modo,
non accettava il fatto che io potessi essermi innamorato di te.-

-Beh...questo lo avevo capito anch'io...-
-L'ho sentita parlare con un'amica al telefono il mattino dopo la sera che son stato da lei. Alla fine me ne sono andato da lì
sentendola piangere perché era sconvolta da tutto quello che le avevo detto. Ma forse questo è un bene. Riuscirà a dimenticarmi e
lo farà perché si sentirà costretta a farlo. Lo sai, le voglio bene perché è pur sempre la mia sorellastra ma...sai anche che il mio
cuore non appartiene a nessun altra che a te.-

Deglutisco, sentendo il mio cuore rinascere come una fenice.
-Avrei preferito che te ne fossi reso conto prima...-
-Anche io.- Ammette Brian, baciandomi le labbra con dolcezza.
-Non mi abbandonerai più, vero?-
-No. Sono molto più forte di quanto credi, lo sai.-
Le sue convinzioni non fanno altro che preoccuparmi ancora di più.
-Anche i più forti a volte cadono.- Borbotto tremante mentre lo osservo ridere.
-Non nel mio caso.- Continua Brian, continuando a sorridere più convinto di prima.
Mi lascio accoccolare da questi suoi pensieri che potrebbero risultare veri, posizionando la testa sul suo petto.
Magari, ci potrei anche morire così.




















***










Una volta tornata a casa di Hayley e Helena, mi sono appisolata sul mio letto e
le due ragazze hanno fatto lo stesso.
Hayley si è addormentata subito mentre sono ancora indecisa se Helena si sia addormentata oppure no.
Si è voltata dall'altra parte e sto seriamente pensando a quanto sarebbe stato piacevole vivere con loro anziché con 
Stéphan.
A proposito di Stéph...c'è da ricordare che domani pomeriggio tornerà a casa. Dovrò come al solito mentirgli ed osservarlo
mentre si beve tutte le mie bugie.
-Helena, sei sveglia?- Domando alla ragazza, vedendola poi voltarsi dalla mia parte.
-Cosa c'è, non riesci a dormire?- Ribatte la ragazza, che credevo stesse dormendo.
-No è che...volevo dirti che ho perdonato Brian...-
-Lo avevo capito.-
-Davvero?-
-Si. Quando ce ne siamo andate non smetteva di sorriderti ed i vostri sguardi non erano poi così difficili da decifrare. Sapevo
che lo avresti perdonato anche perché ne sei follemente innamorata tanto quanto ne sono io del mio Matt. E vedi? Anche io sono stata
in grado di perdonarlo...forse sono un tantino irascibile ma alla fine ce l'ho fatta. Quando l'amore è vero, ti riesce difficile pensare
di poter vivere una vita senza la persona che ti ha fatto venir voglia di viverla.-
E' vero. Per quanto Brian mi abbia fatto del male a me non ha fatto altro che sembrare vero amore.
-E' strano no...l'amore?-
-Non è strano, è fottutamente bastardo. Ti prende a calci se vuole e tu glielo lasci fare perché sai di averne bisogno. Tutti
gli esseri umani ne hanno bisogno. Strano ma vero, ti dirò che prima di stare con Matt, non credevo minimamente alla parola amore.
Dopo ciò che era accaduto...quella parte di me era ritornata in vita. Non credevo più a nulla se non al fatto che la mia vita
facesse profondamente schifo. Ma ora che ci penso... mi sono resa conto di non aver mai scavato a fondo al tuo passato. Com'è che ci sei
arrivata qui se non sei neanche innamorata di tuo marito?- 
E la domanda di Helena è giusta. Più che altro, non amo parlarne ma è ciò che è accaduto e non posso nasconderlo in alcun modo.
Sospiro, vedendo la ragazza attendere una mia risposta e fissarmi come se potesse leggermi negli occhi per capire il mio dolore.
Hayley che sembrava dormire, sembra aprire gli occhi all'istante, cominciando a sbadigliare.
-Oh scusami Hayley, non volevo svegliarti...- Mi è sfuggito, vedendo la ragazza sorridere.
-Lei non poteva sentirci o sapere che stavamo parlando se aveva gli occhi chiusi. In realtà li ha aperti poco fa ed ha "ascoltato" tutto.-
-Oh...adesso capisco.- Sussurro vedendo la giovane osservarmi intimandomi con un gesto di mano di parlare.
-Una vecchio debito di mio padre nei confronti di Stéphan ha fatto si che la mia vita diventasse un inferno. Ad esser sincera, neanche
da piccola avevo una vita fatta di oro e fortuna ma mi bastava l'amore dei miei genitori per essere davvero felice.- Mi fermo per un'istante,
mentre porto il mio sguardo verso il vuoto.
-Poi però, Stéphan aveva espresso il desiderio di avermi come sua futura moglie e mio padre non avrebbe mai voluto
portarmi tra le grinfie del lupo sapendo di che pasta è fatto colui che oggi è mio marito. Ma poi, sapevo che Stéphan
avrebbe potuto far del male alla mia famiglia ed ho deciso di sacrificarmi io stessa per salvare almeno loro che hanno fatto
davvero tanti sacrifici per crescermi. Avevo paura ma in un modo o nell'altro non sono mai riuscita ad innamorarmi di lui. Forse per la
differenza d'età o forse perché sapeva più ferire che far del bene.- Mi scendono delle lacrime dal viso senza che me ne accorgessi mentre 
osservo Hayley affiancarmi con velocità.
Si siede sul mio letto e come al solito, mi lecca le ferite.
E' incredibile quanto amore ha da dare anche lei.
-No, davvero, sto bene.- Sussurro tra le lacrime mentre Hayley cerca di asciugarmele.
-Sei coraggiosa, non lo avrei mai detto. Non dev'esser stato facile affidarsi ad una persona come Stéphan. Credimi, meglio perderlo
che trovarlo uno così.-

Helena ne parla come se lo conoscesse bene. Forse c'è qualcos'altro che non so sul suo conto.
-Però posso assicurarti che con noi sarai sempre al sicuro. I ragazzi sono anche loro degli assassini e quant'altro ma ti vogliono bene
almeno quanto te ne vogliamo noi. Ricordo ancora quando Brian ci parlava di te. Fu come un colpo di fulmine per lui ma sapeva che in un modo
o nell'altro non avresti mai potuto ricambiare. Tuttavia, è sempre stato accanto sia a te che alla tua famiglia. Io ci ridevo su. Hayley
diceva che sembrava il Robin Hood della situazione ed un po' lo capivo. Qualcosa di te deve averlo colpito così tanto da farlo innamorare
senza troppi giri di parole. Altre volte invece, si sentiva in colpa. Io, Hayley ed i ragazzi cercavamo di capire cosa gli stesse accadendo.
Non era più il Brian di un tempo.-
-Che vuoi dire?-
-Brian non era di certo quel tipo di persona che provava dei sentimenti. Era freddo come il ghiaccio ed andava a letto con ragazze
che neanche conosceva. Parlava solo di sesso ed era fiero di ciò che faceva. Viveva per Nancy perché la vedeva come una vera e propria sorella.
Ma lui adorava ed adora anche Hayley per la sua schiettezza nonostante la sua incapacità nel parlare. Hayley molte volte mi parla del suo 
rapporto con Brian ed ogni tanto ne provo invidia. Sono grandi amici ma lei non perde mai occasione per bastonarlo quando ce n'è bisogno.- Sorride
Helena, mentre Hayley scoppia a ridere probabilmente invasa da bei ricordi.
-E poi sei arrivata tu...e lo hai scosso. Inizialmente era anche spaventato da ciò che stava provando. Non dormiva la notte, ascoltando
le tue urla dal piano superiore della villa quando eri spaventata per tutte le botte che ti dava il signor Mason. Quelle tue urla riuscivano
a ferirlo, cosa che, nel suo caso non sarebbe mai dovuta accadere.-
Mi fa star bene pensare che sono riuscita a scongelare il suo cuore pur non conoscendolo.
E' che l'amore è così, ti colpisce quando non lo credevi neanche possibile. Un po' com'è accaduto anche a me.
Non mi ci è voluto molto per innamorarmi dei suoi occhi. 
-Però posso assicurarti che nonostante siano dei mafiosi...hanno anche un cuore più grande del mio. Di tutti noi puoi fidarti. Abbiamo tutti vite
catastrofiche. Ops, sono le undici e mezza...io e te dovremmo essere al locale...- Borbotta poi Helena, rivolgendosi ad Hayley.
La ragazza rotea gli occhi, tornando a dormire sul suo letto.
-Ho capito, ti secca fare il turno di notte, ma secca tanto anche a me! Dai Hayley, rialzati!- Continua Helena, cercando di tirare le lenzuola della
ragazza ma cadendo poi con il fondoschiena a terra.
-Helena...ti sei fatta male?- Domando alla ragazza, aiutandola a rialzarsi.
-No, ma imparerai con il tempo a capire quanto Hayley possa essere cazzuta.-
Abbozzo un sorriso alle parole della ragazza, osservando poi l'altra dormire beata.
-Vabbè. Spero con tutta me stessa che nessuno faccia la spia lì. Buonanotte.- Anche Helena si rimette a letto mentre io mi nascondo
con velocità sotto le coperte.
Chiudo gli occhi in fretta, lasciandomi abbandonare dal buio della notte mentre il mio pensiero è rivolto verso Brian.
Il suo amore continua a darmi la possibilità di non cadere.


















***









-Voi siete impazziti.- Ghigna Helena, mentre io apro per un po' le palpebre cercando
di capire cosa sta accadendo.
Vedo Helena ed Hayley vestirsi con velocità mentre la prima parla con qualcuno dalla finestra.
-E quanto cazzo ci mettete a svegliare Haven?- Sento le urla di Jimmy arrivare fino a qui, ma non capisco
proprio del perché dovrebbero svegliarmi.
E' già mattina forse?
-Shhh, smettila di urlare o sveglierai tutto il palazzo compreso di vicinato!- Ribatte Helena, allontanandosi dalla
finestra mentre si dirige verso lo specchio con una matita per labbra tra le mani.
Da quel che mi ha detto, il trucco è una delle sue più grandi passioni.
Hayley invece, sta indossando un pantalone abbastanza stretto che le mette in risalto la corporatura esile e le gambe
perfettamente magre.
Mi strofino gli occhi, spostando le coperte dal mio corpo, restando seduta sul letto.
-Oh, ti sei svegliata!- Annuncia Helena, osservandomi.
-Mh...ho sonno...- Borbotto sbadigliando in continuazione.
-E ci credo, è l'una di notte!- Esclama ancora la ragazza, mentre Hayley mi fa cenno di osservare l'orologio a pendolo
sul muro dinanzi a me.
Sbarro gli occhi non riuscendo proprio a capire del perché quei tizi hanno la strana abitudine dello svegliare le persone
nel cuore della notte per farsi seguire in una delle loro strane avventure notturne.
-Ho dormito solo un'oretta?!- Domando sconvolta, osservando Hayley ridacchiare per poi lanciarmi addosso alcuni vestiti presi
a caso dalla mia valigia.
-Dove dobbiamo andare?- Domando ancora, ma Helena non sembra neanche ascoltarmi. E' troppo presa ad armeggiare con i suoi trucchi
per degnarmi anche solo di una risposta.
Hayley prova a farmi capire qualcosa con i suoi gesti ma ciò che ho capito è ben poco.
Forse farei meglio a vestirmi.
Mi sfilo via la camicia da notte, indossando con velocità la mia canotta rossa ricamata in pizzo, un leggins marrone ed infine le
mie amatissime converse.
-Okay, se siamo tutte pronte possiamo andare!- 
-Helena, non mi hai risposto...dove dobbiamo andare?-
-In un posto.- 
-Si okay, questo lo avevo capito ma...-
-Dai Haven, impara bene a fidarti di noi. Non ti portiamo di certo in un luogo dove saresti a rischio morte!-
In parte, potrei aspettarmi qualsiasi cosa dai ragazzi ma se Helena mi dice che posso star tranquilla allora non credo
ci sia alcun motivo di preoccuparsi.
-Hey cazzo, vi muovete a scendere?!- Continua ad urlare Jimmy da giù, facendo scoppiare a ridere sia me che Hayley.
Quel ragazzo è assurdo ma allo stesso tempo una grande persona.
-Ma chi è che urla a quest'ora? Noi vogliamo dormire!- Urla un'altra persona, probabilmente un abitante del palazzo.
-Rientra in casa testa di cazzo o ti faccio saltare il cervello!- Ribatte ancora Jimmy, mentre tutte e tre ci avviciniamo alla finestra
assistendo alla scena.
-Io chiamo la polizia!- Continua l'uomo dal piano di sopra, totalmente panciuto con indosso una semplice canottiera bianca tendente
al giallo ocra.
-Ma chiama chi cazzo ti pare, King Kong!- 
Io comincio un po' a preoccuparmi mentre le due ragazze continuano a ridere con le lacrime agli occhi.
Brian prova a tranquillizzare Jimmy, prendendolo dalle spalle mentre anche gli altri ridono a crepapelle. Zacky si è lasciato cadere
a terra dal ridere.
-Ragazze...ma ha detto che chiama la polizia!- Esclamo, osservando le ragazze ridere.
-Beh anche se chiama la polizia, non lo troveranno qui. Dai, andiamo!- Helena ed Hayley mi prendono le mani, trascinandomi con loro
fuori dalla porta di casa e fuori dall'intero palazzo.
-Cazzo se sei un grande James, odio profondamente il signor Rufus e quella troia di sua moglie.- Dice Helena, dando il cinque a Jimmy per poi
esser presa in braccio da Matt che le bacia le labbra con dolcezza.
-Lo sai che dovrei essere arrabbiata a morte con te per aver detto a Brian dove si trovava Haven?- Borbotta la ragazza avvinghiando
le braccia contro il collo del suo fidanzato.
-E tu lo sai che sei perfettamente sexy con questa canotta dei Bon Jovi?- Ribatte Matt, mostrando le sue fossette e baciando con passione
la ragazza che arrossisce di colpo.
-Cazzo Matt, cosa aspetti a buttarla sull'auto e scopartela?- Continua Brian con uno sguardo a dir poco malizioso e facendo ridere
i suoi amici.
-Ma io sono un gentiluomo,  non una testa di cazzo come voi.- Sorride Matt, mentre Jimmy gli si avvicina per dargli uno schiaffetto amichevole
sulla nuca.
-Ma sentitelo! Qui se c'è qualcuno che sa scopare meglio, quello sono io!- Sbotta improvvisamente il nanetto, indicandosi.
-Whooooooo.- Urliamo tutti in coro, mentre Brian mi si avvicina, abbracciandomi dalle spalle.
Le sue braccia viaggiano sulle mie spalle, ritrovandosi poi in avanti, mentre posiziona il suo viso proprio accanto al mio.
Mi lascio stringere da lui sentendo le sue labbra baciarmi con dolcezza il collo e facendomi rabbrividire.
-Secondo me, è Hayley quella che sa come sottomettere un uomo! Quel visino da brava ragazza nasconde un lato oscuro in realtà!- Come al solito,
Jimmy deve sempre fare una delle sue solite battutine, attirando poi l'attenzione di Hayley che d'istinto, gli tira un pugno sul petto.
-Ahi! E dai, stavo scherzando!- Continua Rev, prendendo la ragazza in braccio e facendola girare di continuo.
E' davvero un bellissimo rapporto quello che hanno instaurato tutti loro.
Intanto, per qualche strano motivo, Helena sta cercando di convincere Zacky a tingersi i capelli in rosso.
Zacky non sembra volerlo mentre la ragazza continua ad assillarlo, facendomi sorridere.
-Hai davvero una bellissima famiglia, Brian.- Dico al ragazzo.
-Si, lo so. Ma ricorda sempre che la mia famiglia è anche la tua.- 
Annuisco alle sue parole mentre qualcosa, ci fa improvvisamente sussultare.
-La volete smettere di fare tutto questo baccano? Ho chiamato la polizia e neanche ve ne andate?!- Sbotta il signor Rufus dalla finestra, mentre tutti
noi ci lanciamo degli sguardi fugaci.
-VIA, VIA!- Urla Rev nel momento stesso in cui tutti stiamo provando a scappare.
Brian mi fa cenno di entrare nella sua auto, mentre Zacky entra in quella di Jimmy, Helena in quella di Matt ed infine Hayley in quella di Johnny.
Gates mette con velocità in moto la sua automobile, sfrecciando via seguito poi da tutti gli altri.
Io scoppio a ridere per la situazione da film americano a cui non avrei mai creduto di poter assistere.
-Perché ridi?- Mi domanda Brian, guidando con velocità e senza spostare gli occhi dalla strada.
-E' stato troppo divertente!- 
-Troppo divertente? Quel pezzo di merda ha chiamato la polizia. Me la pagherà cara.-
-E dai, non è detto che l'abbia chiamata per davvero. Forse, voleva solo spaventarci!-
-Lo spero per lui. Però si, è stato divertente.- Continua il ragazzo, abbozzando un sorriso.
-Ma...dove stiamo andando?-
-In un posto.-
Sbuffo, alzando gli occhi al cielo.
-Che ho detto di male?-
-Mi rispondete tutti in questo modo, senza dirmi realmente dov'è che stiamo andando...-
-Rilassati.-
-Non posso con voi nei paraggi. E se in realtà mi state portando in un covo di mafiosi? Se volete farmi fuori? Mi ritroverò a morire
dopo esser stata probabilmente sparata da un conoscente di Stéphan!-
-Certo che di fantasia ne hai tanta. Beh, non credo che tu debba preoccuparti per quanto riguarda questo punto di vista. Se muori tu, muoio io,
è ovvio.-
Lo ha detto per davvero? 
-Io...non voglio che tu muoia...-
-Ancora con questa storia? Te l'ho già ripetuto un milione di volte,Birdie. Nessuno sarà mai capace di uccidere il grande
Synyster Gates.-

-Si, ma adesso smettila di vaneggiare, sei odioso.-
-Tu non mi odi, ricordi? Non ce la faresti mai.-
-E' questo che mi turba. Ma tanto, neanche tu riusciresti mai ad odiarmi...ne sono quasi sicura.-
-Quasi?-
-Si...quasi. Stando con te, ho annullato tutti i buoni propositi per diventare una brava ragazza.-
-A me non piacciono le brave ragazze, per niente.-
-Ed il nostro Synyster Gates è sempre stato circondato da cattive ragazze?-
-Si, forse un po' troppe volte.-
-Ah...-
-Ma tu infondo sei una brava ragazza ed è questo che mi fotte.-
-Perché dici questo?-
-Perché sei stata l'unica in grado di farmi del male e allo stesso tempo del bene,senza neanche conoscermi.-
-E questa è una cosa positiva?-
-Si, lo è.- 
Uno scambio di sorrisi mi fa sentire più sicura. A volte, credo che potrei seguirlo in capo al mondo.
Brian si accende una sigaretta mentre continua a guidare, facendo cadere poi della cenere sull'asfalto, al di fuori del finestrino
dell'auto.
Osservo con attenzione ogni suo movimento come se a muoversi fosse proprio un angelo.
Questa sera ha deciso di togliere la sua maschera da duro dato che non ha neanche contratto la mascella come gli è solito fare.
Mi sta mostrando chi è in realtà anche se probabilmente non se ne sta rendendo conto neanche lui stesso.
Forse, con me riesce davvero ad essere sé stesso.
-Hey Gates, guidi proprio come una schiappa!- Urla Johnny rivolgendosi a Brian che al contrario,  gli sorride.
Possibile che quel nanetto, anche quando guida, deve sempre attaccar briga?
-Non sfidarmi Christ, guido con lentezza perché ho una donna io a bordo.- Ribatte Brian, tenendo tra le labbra la sua solita
Marlboro.
-Pff, tutte scuse! Ti va una gara a chi arriva primo?- Domanda ancora Christ mentre Hayley accanto, lo prende a schiaffi sul braccio.
Brian sorride e questa volta il suo sorriso non promette nulla di buono.
-Brian...non vorrai...- Non finisco neanche la frase, che dei brividi mi salgono fino alle spalle mentre mi tengo stretta
al sedile dell'auto.
-Sfida accettata!- Esclama Brian, facendomi prendere un infarto.
-Che cosa?!- Ribatto, sbarrando gli occhi nel vederlo premere ancor di più sull'acceleratore.
-Reggiti forte e metti la cintura, Birdie!- 
-Brian, non farlo...- 
Senza neanche ascoltarmi, Brian ricomincia a premere con più forza sull'acceleratore mentre i capelli mi finiscono tutti
dinanzi agli occhi, oscurandomi la vista.
Mi stringo sempre di più al sedile, cominciandomi a sentir male come la prima volta che salii su quest'auto.
Dannazione, forse avrei fatto meglio a salire in macchina con Jimmy e Zacky!
Una volta arrivati a destinazione, Brian ferma l'auto parcheggiandola dietro ad un albero.
Non riesco a capire dove siamo arrivati dato che qui è tutto buio.
Mi metto una mano sul petto, cercando di rilassarmi dopo tutta la paura che mi ha provocato quest'essere che ho al mio fianco!
-Si cazzo, siamo arrivati prima, dammi il cinque Haven!- Dice Brian euforico, alzando una mano, attendendo una mia ma è osservando
il mio sguardo omicida che la abbassa con velocità.
-E dai, non siamo andati poi così veloci!-
-Brian, faresti meglio a star zitto.- Continuo, sentendomi quasi avvampare per la paura.
-Non volevo spaventarti Birdie è solo che ci ho preso la mano e...-
-E cazzo, avresti potuto ucciderci!-
-Non volevamo morire insieme?-
Sento il sangue ribollirmi dentro, mentre sto cercando di restare calma e non prenderlo a borsate in testa come l'ultima volta.
Peccato che questa volta non ho portato alcuna borsa con me.
Dove sono le borse, quando servono?
-Dai, scendi.-
-E non dirmi quello che devo fare!-
-Sei adorabile quando ti incazzi.-
-Non funziona con me, Gates!-
-Stavo solo provando ad essere carino.- Continua Brian, scendendo poi dall'auto venendomi ad aprire la portiera per 
lasciare uscire anche me.
Scendo anch'io dall'auto, osservando Johnny e Hayley quasi barcollare.
-Cazzo, è stata una sfida da paura!- Esclama il nanetto mentre Hayley continua a picchiarlo.
Lui si scansa per un po' ridendo, riuscendo a parare i colpi della ragazza.
-Bene, adesso sgancia 500 dollari.- Sbotta Gates, avvicinandosi a Christ.
Il nanetto sbuffa, dando i soldi a Brian ammettendo di aver perso.
-Ma non capisco...a cosa ti servono i soldi se sei ricco?- Gli domando, vedendolo poi riporre i soldi nella tasca dei jeans scuri.
-Orgoglio maschile.- Mi risponde Haner con semplicità mentre ben presto, ci raggiungono tutti gli altri.
In lontananza, squadro un cancello con delle punte in ferro in alto e una sottospecie di muraglia coprire gran parte del luogo che credo
di aver capito quale sia.
Rabbrividisco, osservando poi Helena tenere una mano a Matt mentre continuano ad avanzare verso di noi.
-Wow, non ci venivamo da un sacco di tempo...- Sussurra Shads, una volta averci raggiunti.
Mi nascondo per un po' dietro la spalla di Brian, osservando gli altri avvicinarsi sempre di più a quel cancello che mette davvero
i brividi.
Anche Brian sembra avanzare, ma io gli tengo un braccio, fermandolo.
-No...Brian, dove mi stai portando?- Gli domando per l'ennesima volta, vedendolo sorridere e stringermi una mano.
-Sta tranquilla, tu seguimi.- Mi sussurra lui, mantenendo un tono di voce abbastanza serio.
-Brian...- 
-Shh.- Continua lui, mentre solo un lampione che emette una luce bianca, sembra illuminarci.
Mi avvicino sempre di più a lui, mentre continuiamo a fissarci le labbra e a respirare.
Sa di fumo e sigarette.
-Hey, voi due, la smettete di fare i piccioncini innamorati?- Ghigna Helena, fermandoci proprio sul più bello.
Brian socchiude gli occhi, senza abbandonare neanche per un secondo quel suo splendido sorriso.
-A volte credo che lo facciano davvero di proposito.- 
-Lasciali divertire.- Ridacchio, osservando la mano di Brian cercare disperatamente la mia.
Questo posto non mi piace e quel che sto appena vedendo mi spaventa sempre di più.
Jimmy ed Hayley hanno appena scavalcato la "murata" e con loro, stanno facendo lo stesso anche tutti gli altri.
-Non ti aspetterai che faccia la stessa cosa, vero?- Mi rivolgo a Brian, mentre lui non smette neanche per un attimo di sorridermi.
-Non hai mai scavalcato, fino ad ora?- 
-No e non avrò intenzione di farlo per i prossimi dieci anni.-
-Vivitela questa cazzo di vita, Haven!- Mi dice poi Matt, non riuscendo in alcun modo a farmi cambiare idea.
Posso vivermela anche senza scavalcare, suppongo, no?
-Al mio tre!- Helena incita Shads a scavalcare e dopo averlo fatto, il ragazzo tatuato si limita ad attendere la sua ragazza che
sta appena facendo lo stesso.
Ma non dovrebbe esser vietato? Dannazione, ci cacceremo nei guai!
-1...2...3...!- Matt, Helena e Zacky scavalcano tutti ed infine anche il nanetto li raggiunge.
Ben presto, compaiono tutti dal cancello in ferro, attaccandosi alle sbarre.
-Brian, Haven, che cosa state aspettando?- Domanda Rev, posizionando metà testa tra le sbarre del cancello.
Il ragazzo dagli occhi color nocciola mi rivolge uno sguardo, per poi avvicinarsi alla murata avvicinandosi sempre di più
ad essa per poterla scavalcare.
-Brian...io non credo sia una buon'idea...-
-Vuoi scoprire dove siamo, si o no?-
-Ma...-
-Niente ma, Birdie. Adesso o mai più.-
-Mai più vale come risposta?-
-Assolutamente no.-
I ragazzi continuano a chiamare i nostri nomi, mentre osservo Brian scavalcare con velocità la murata riuscendo ben presto a raggiungere
i suoi amici.
-Haven, vai, adesso tocca a te!- Mi incita Johnny, facendomi venire la pelle d'oca.
Non ho mai scavalcato nulla in tutta la mia vita e potrà sembrare assurdo, ma ho paura.
Soffro di vertigini da quando ero piccola e la murata è decisamente troppo alta per me.
-No, io...resto qui!- Borbotto all'improvviso, mentre tutti sembrano a dir poco scioccati dalla mia decisione.
Brian non è da meno.
-Ma che dici, sei forse impazzita? Tu qui da sola non ci stai, chiaro?!-
-Helena, ci cacceremo nei guai ed io non...ce la faccio a scavalcare.-
-Hey Birdie, io so che puoi farcela okay? Cazzo, ti vengo a prendere e ti aiuto a scavalcare io, va bene?-
Brian...
-No, aspetta Gates.- Jimmy lo ferma posizionandogli quasi una mano sul petto.
-Cosa?- Ribatte l'amico, rivolgendomi poi uno sguardo preoccupato.
-Evitiamo di farci beccare ed aiutiamo Haven a vincere le sue paure piuttosto.-
-Cazzo Rev, non ti facevo così filosofico!-
-Sta zitto Baker.-
-Okay.- Risponde l'altro, arrendendosi.
La luce del lampione riflette negli occhi di Zacky che non li avevo mai visti più belli di così.
Hanno un colore non ben definito, ma sono a dir poco stupendi come anche quelli di Jimmy o quelli di Matt.
-Haven, prova a salire ma con molta calma e lentezza. Non fare movimenti azzardati.- Mi suggerisce Johnny, mentre io deglutisco osservando
ancora questo muro a dir poco alto.
Mi faccio coraggio, posizionando le due mani sulla murata, tentando in tutti i modi di scavalcarla.
Per me è più difficile...sono troppo bassa per toccare il bordo che dovrebbe aiutarmi a superare il muro e ritrovarmi dall'altro lato di
esso.
Un po' tremolante, comincio a saltellare come un'impedita per potermi sollevare dal bordo della murata ma proprio non ci arrivo.
Johnny scoppia a ridere, mentre Jimmy gli dà una gomitata sulle costole per farlo smettere.
-Coraggio piccola...- Mi sussurra Brian dal cancello, facendomi come sempre l'occhiolino mentre sta cercando di darmi una forza
che probabilmente non ho.
Con decisione, sposto la mia visuale di nuovo contro la murata alta e questa volta, provo a saltare con più
decisione.
Riesco finalmente a posizionare una mano sul bordo della murata, raggiungendola, mentre con l'altra mi aiuto a salire.
Mi siedo sul bordo della murata osservando una gamba trovarsi da un lato e l'altra da un altro.
Sospiro di sollievo, sentendomi sudare la fronte mentre tutti cominciano ad applaudirmi.
-Grande! Dai Haven, sei tutti noi!- Esclama Helena, prendendo una mano ad Hayley, sperando per me.
Oh mio Dio, no. La pelle comincia a rabbrividirmi sempre di più mentre mi limito a guardare in basso.
Mi trovo ad un'altezza pericolante per me stessa.
Brian si avvicina alla murata, raggiungendomi ma trovandosi fin troppo giù per i miei gusti come anche tutti gli altri che mi
osservano dal basso.
-Forza Haven, solo un piccolo sforzo...- Continua Zacky, stringendo le mani in pugni.
-Non...ce la faccio...- Sussurro, non volendo in alcun modo guardare in basso.
-Birdie, ci sono io qui! Cazzo, sta tranquilla, ti prendo io!-
-Brian non...-
-No cazzo, non voglio più sentirti dire che non puoi farcela! Puoi fare questo e tanto altro ancora se lo vuoi...-
-Ma...-
-Ho detto niente ma. Ci sono io a prenderti, fa un piccolo sforzo!-

Esito, osservando gli occhi speranzosi di Brian che riescono a dare un po' di speranza anche a me.
Forse dovrei davvero provarci...
-Non puoi fermarti ad ogni ostacolo che trovi...è ora di dare svolta alla tua vita!-
-Come se scavalcare una murata possa servire a cambiarla!-
Ribatto con convinzione.
-Potrai dire di aver superato quest'ostacolo e la prossima volta, non ti tirerai mai più indietro in alcun caso. Devi vincerle
le tue fottute paure, prima che esse possano condizionarti a non fare un cazzo nella tua stessa vita!-

E lui ha ragione. 
-Vai Haven, noi crediamo in te!- Esclama Matt questa volta, regalandomi un sorriso.
-Dai cazzo, sono sicuro che non vuoi restare qui per tutta la notte!- Continua Johnny, sorridendomi anche lui.
Respiro con profondità, chiudendo quasi gli occhi per potermi lanciare dalla murata.
Quando lo faccio, una scarica di adrenalina mi sale fino ad arrivare al cuore, facendolo battere con sempre più forza.
Mi sento catturare dal vento per la frazione di un secondo, mentre l'attimo dopo, mi ritrovo a terra e al di sopra del corpo di Brian.
-Sapevo che ce l'avresti fatta.- Mi sussurra Brian sorridente provocando in me una scarica di emozioni mai provate prima d'ora.
Senza pensarci su più di due volte, avvinghio le mie braccia attorno al collo del ragazzo, abbracciandolo con tutta me stessa.
Lo stringo forte mentre lui prova ad accarezzarmi la pelle per rassicurarmi.
-Hey...Birdie...va tutto bene.- Mi sussurra ancora, continuando ad accarezzarmi.
Jimmy mi offre una mano ed io la accetto con piacere, riuscendo ad alzarmi dal corpo invitante di Haner.
-Visto? Non era poi così difficile.- Mi sorride Rev, esprimendomi una dolcezza assurda.
Annuisco alle sue parole, spostando poi la mia visuale verso il luogo in cui mi trovo.
Sobbalzo quasi, nel vedere tombe ovunque, alberi quasi spogli ed una cappella con una croce al di sopra di essa a dir poco terrificante.
-Oh mio Dio, oh mio Dio!- Urlo, mentre Brian pensa subito a tapparmi la bocca con la sua mano.
-Zitta, non urlare.- Mi sussurra il ragazzo, facendomi rabbrividire ancor di più.
Vorrei urlare eccome invece. Siamo in un cimitero di notte e non dovremmo neanche essere qui. Se qualcuno ci scopre, finiremo nei guai
e non voglio assolutamente che i giornali parlino di noi. Stéphan scoprirebbe ogni cosa ed io mi ritroverò morente senza neanche aver compiuto
i miei ventisei anni.
Forse mi complesso troppo, ma credo sia normale alla vista di questo posto a dir poco terrificante.
Mi sento come se stessi recitando in un film dell'orrore con la differenza che questa è la pura realtà.
Gates sposta la sua mano dalle mie labbra mentre io ho un nodo in gola che non riuscirei mai a sciogliere.
-Brian, non mi piace questo posto, andiamo via...- 
-Che c'è Mrs Haven, non ama i cimiteri?-
-Li preferisco di giorno.-
-Troppa gente per i miei gusti e troppo dolore. Di notte, tutta quella sofferenza solitamente svanisce con il buio stesso.-
Amo il suo modo di interpretare le cose. Ha una concezione della vita che mi affascina sempre di più.
-Ma la notte è il momento in cui si fanno i conti con i pensieri...- Sussurro, vedendo poi Brian stringermi la solita mano e trascinarmi
via con sé per raggiungere gli altri.
-Devo darti ragione.- Continua lui, mentre i nostri passi sembrano echeggiare nell'aria circostante. Colpa di tutta quest'erbetta ed il fruscio
che emana continuamente.
I ragazzi si sono appena seduti in un cerchio, attorno ad alcune tombe, mentre Hayley si è seduta accanto a Johnny e Helena sta fumando
la sua sigaretta in compagnia dei ragazzi.
Hayley inizia a gesticolare mentre questa volta è Jimmy a fare da interprete.
-Si Hayley, lo sappiamo bene che questo posto ti mancava...risveglia il tuo lato malinconico che in realtà credo che faresti
meglio a tenerti dentro.-
La ragazza minaccia Jimmy di dargli uno schiaffo e lui si scansa, abbracciandola di colpo.
Vedo Johnny abbassare immediatamente lo sguardo come se si sentisse profondamente a disagio anche se in realtà, non credo che il suo
sia solo disagio. Sembra proprio star male ma tuttavia, riesce a camuffare bene questo suo lato possessivo.
-Si Jimmy, ma se la stringi ancora di più, le fai male.- Borbotta improvvisamente il nanetto, provocando un silenzio tombale
a dir poco odioso.
Jimmy lascia Hayley e lei si riaggiusta i capelli con compostezza, smettendo di ridere come stava facendo fino a poco fa.
Non avevo mai visto Christ diventare più serio di così.
Nel frattempo, Helena mi invita a sedermi ed io la assecondo, sedendomi proprio accanto a lei.
-Lo vedi questo posto Haven? E' qui che venivamo ogni volta a condividere i nostri pensieri. Certo, da ragazzini immaturi dannavamo i morti
ma adesso è tutto cambiato. Adesso siamo cresciuti e questo posto è diventato una sottospecie di rifugio. Affascinante, vero?- 

Annuisco alle parole della ragazza, guardandomi intorno.
Dinanzi a noi, c'è una lapide che attira la mia attenzione. Al di sopra di essa, c'è scritto "Maria Baker".
Rabbrividisco all'istante, vedendo Zacky aspirare del fumo dalla sua sigaretta per poi affumicarmi, cacciarlo dalle sue labbra
rosee.
Rivolgo uno sguardo a Vee, vedendolo poi sorridermi con uno strano velo di tristezza che gli traspare negli occhi.
-Forse è giusto che tu ci conosca meglio, Haven. Ci sono tante persone che vedono solo il male in noi e poi ci sei tu...che per qualche
strano motivo sei riuscita ad andare "oltre". Era da tempo che speravamo di conoscere una persona del genere che non venisse dalla
nostra stessa vita.- Ammette Jimmy, sorridendomi anche lui.
-La gente non cambierà mai, è per questo motivo che sono totalmente nauseata dalle persone. Sempre pronte a giudicare senza conoscere...è
brutto da dire ma credo che a volte, sia stato proprio il genere umano a far del male al mondo.-
Tutti annuiscono alle mie parole ma il silenzio regna ancora sovrano.
Zacky lascia rotolare più volte quella sigaretta tra le sue dita, abbassando lo sguardo e fissando continuamente quella lapide.
-Avevo una famiglia, tempo fa.- Sbotta il ragazzo, rivolgendo poi uno sguardo contro il cielo.
Brian gli circonda le spalle con un braccio, come se volesse far capire al suo amico che non deve aver paura di raccontare
al mondo la sua storia.
Tutti abbiamo una storia in fondo. Più catastrofica o più serena beh...questo non ha sempre importanza.
L'importante è avere qualcosa di sé da raccontare. Qualcosa che possa sempre farti capire quanto l'umanità possa far schifo ma allo stesso
tempo, quanto possa essere perfettamente cruda.
-I miei erano genitori normali, come quelli di tutti gli altri. Io e mio fratello Matt li amavamo e loro ci amavano allo stesso modo.
Insomma, loro...erano proprio la famiglia perfetta. Fin quando poi una notte, cambiò tutto. Sentivo delle urla ma pensavo che provenissero
da fuori ed invece a svegliarmi fu proprio mio fratello. Mi disse che sentiva le urla della mamma ma...io non volevo crederci. Scendemmo
al piano di sotto ed aprendo la porta della camera dei nostri genitori, vedemmo un qualcosa che ci segnò per sempre.-
Zacky non finisce
la frase, restando a bocca aperta per una frazione di secondi.
Ad esser sincera, non credo neanche di esser abbastanza forte da voler sapere cos'è accaduto dopo ma ecco che Vee si sente di nuovo
in vena di parlare.
-Mio padre stava pugnalando mia madre al cuore. Più volte. Avevano litigato...era un brutto periodo anche perché mia madre continuava
a ripetere a mio padre di esser un buono a nulla. Non ha mai voluto lavorare lui...gli son sempre piaciuti i soldi facili e così derubava le banche
ed i negozi più famosi in Italia per farsi ammirare dalla donna che amava che però al contrario non faceva altro che buttarlo giù. Eppure, mai
avrei pensato che proprio mio padre...fosse stato capace di fare una cosa del genere. Dopotutto, era un brav'uomo, un bravo marito ed un buon
padre di famiglia. Aveva i suoi difetti ma non esiste la perfezione, giusto?-
Abbozza un sorriso il ragazzo mentre si capisce subito
che vorrebbe solo evadere da tutto il dolore che ha nel cuore.
Probabilmente, è proprio questo passato che ha alle spalle che non gli dà più tregua.
-Poi...vedere mia madre in lacrime mentre continuava a sanguinare, non era di certo una gran scena. Continuava a ripetere a mio padre di pensare
ai suoi figli ma per quanto potesse essere un bravo genitore, non ci ha pensato due volte a traumatizzare sia me che mio fratello. Io e lui scappammo
via di casa di nascosto senza farci vedere da nostro padre per nasconderci a casa dei nostri zii più cari. Loro ci portarono qui in California
e facevano parte da tempo dell'organizzazione del signor Mason. Si, anche loro erano dei mafiosi. Per farci cancellare quella scena dalla nostra testa,
ci portavano tutti i giorni dallo strizzacervelli. Io ero più forte. Io potevo reggere ogni singolo dolore o trauma subito ma Matt...beh, lui
non ce la faceva a convivere con questo dolore che così...un giorno, decise di impiccarsi.-

Sposto lo sguardo contro la lapide posizionata al fianco di quella della madre di Zacky, assottigliando poi gli occhi per poter leggere bene
cosa c'è scritto.
"Matthew James Baker".
-Non ha più avuto la sua occasione di crescere e da allora, non seppi più niente neanche dell'uomo che mi aveva messo al mondo.-
Vee conclude il discorso mentre Brian continua a dargli delle pacche sulla spalla per confortarlo.
-Sto bene, lo sapete che nonostante tutta questa ciccia...posseggo dentro una forza disumana.- Sdrammatizza il giovane, sorridendo
ai suoi amici che si limitano ad abbracciarlo.
Povero Zacky...già da bambino ha dovuto subire delle situazioni a dir poco sconvolgenti. Mi asciugo una lacrima e per fortuna, nessuno la nota.
-Okay, adesso tocca a me.- Dice il nanetto, strofinandosi le mani sotto gli occhi attenti di tutti.
-Il mio vero cognome non è Christ ma Seward. La maggior parte di noi utilizza dei soprannomi per distinguersi dalle persone di merda che li
hanno messi al mondo. Io sono uno di quelli.-

E' incredibile vederlo sorridere nonostante gli occhi gli stiano per lacrimare.
-Leslee Seward era una puttana alcolizzata che batteva sui marciapiedi, tutte le notti. Un brutto giorno, incontrò Ron Seward, suo futuro marito
con cui avrà ben tre figli.  Nathan, Matthew ed infine, me.-

Anche i suoi occhi riescono a trasmettermi qualcosa. Per qualche strano motivo, mi trasmettono tanta rabbia.
-Leslee oltre ad essere una puttana, era anche una madre di famiglia che non faceva altro che rinnegare al mondo i propri figli
spacciandoli per dei semplici "errori". Ron faceva parte dell'organizzazione ma a lui piacevano gli eccessi e la droga così, quando
avevo cinque anni, dei poliziotti entrarono nel nostro misero appartamento e trovarono in un cassettone tutta la roba di cui si faceva
colui che dovrei considerare mio padre. Adesso lui è in carcere mentre mia madre continua con la sua vita da puttana dopo averci portati qui.
Ho conosciuto persone fantastiche nell'organizzazione e sapevo che sarei stato il discendente di mio padre ma... Nathan e Matthew avevano
altri progetti per il futuro. Università, matrimonio e figli. Adesso si sono trasferiti in Francia pur di non rientrare nelle viscere
di quest'organizzazione. Io invece, ci sono sempre stato dentro fino al collo. All'inizio non riuscivo a sentirmi a mio agio con tutte
le persone che fanno e facevano parte dell'organizzazione mentre adesso...credo di aver trovato i miei migliori amici di sempre. Insomma, qualcuno
doveva pur occuparsi del resto e Ron restando in carcere, non avrebbe potuto farlo. Affidarmi al signor Mason, sarebbe stato l'unico modo
che avevo per vivere. Un tetto sotto la testa ed un piatto caldo ogni volta che avrei voluto richiederlo. Dovevo pur vivere in qualche modo.-

Già. Solitamente, le persone si sentono costrette ad adeguarsi a tutto, per gli sbagli compiuti dai propri genitori.
Jimmy salta in braccio al nanetto tentando di farlo sorridere e così fanno anche tutti gli altri.
Sono davvero delle persone incredibili. Non potrei mai stargli lontana neanche se davvero lo volessi.
Non hanno paura di mostrarsi per chi sono e credo che questo sia davvero da apprezzare.
Hayley prende una mano al ragazzo, stringendola a sé con dolcezza come se volesse fargli capire che lei resterà sempre
accanto a lui. Costi quel che costi.
Sorrido alla scena, osservando poi Matt spegnere la sigaretta contro il terreno per poi rivolgermi uno sguardo.
-Anch'io ho una storia da raccontare.- 
Alle parole del ragazzo, Helena non fa altro che posizionare la testa contro il petto di lui mentre decide di sedersi tra le gambe
di esso.
Matt riesce meglio a guardarmi negli occhi anche se, non credo di riuscire più a reggere questa situazione così triste e sconfortante.
C'è chi ha sempre avuto tutto dalla vita e chi invece, si ritrova a lottare tutti i giorni contro il proprio passato ed i propri ricordi.
-Non ho mai conosciuto i miei veri genitori. Mia madre e mio padre non facevano parte di quest'organizzazione e da quel che mi raccontarono i miei
nonni, mia madre è morta dopo avermi partorito mentre mio padre è morto durante una spedizione in Iraq. Tutto questo, nello stesso giorno.-

Mi posiziono una mano sul petto, mentre Brian mi incita con lo sguardo a restare calma.
-I miei nonni invece...beh, mio nonno c'era dentro fino al collo. Faceva parte dell'organizzazione da anni ma quando compii il mio tredicesimo
compleanno morirono entrambi dopo una sparatoria avvenuta da parte di un'organizzazione esterna, nemica. Io riuscii a scappare via ma per due
anni vissi la mia vita per le strade della California, da solo. Dopo quei due anni, incontrai un uomo che aveva un cane con sé e questo brav'uomo
ed io ci posizionavamo sempre sul solito marciapiede per fare l'elemosina. Non avevo niente, non mi sentivo abbastanza forte per continuare a vivere.
Poi un giorno, incontrai ad una festa di città Brian e Jimmy e furono proprio loro ad aiutarmi. Avevano bisogno di uomini per la loro
organizzazione...e cazzo, quando arrivarono anche Zacky e Johnny eravamo diventati inseparabili. Il signor Mason mi fece fare alcuni esercizi
per testare la mia forza e capì subito che ne avevo da vendere. Entrai all'istante nell'organizzazione e da allora, tutto ciò che posso fare
è vendicare i miei nonni che mi hanno accudito finché potevano.-

Annuisco anche al passato di Matt ed ecco che un abbraccio arriva anche per lui dai suoi amici.
-Adesso siamo insieme amore mio, non c'è più nulla da temere.- Gli sussurra Helena, dandogli un bacio a stampo sulle labbra.
Ad un certo punto però, non riesco più a trattenermi e delle nuove lacrime mi rigano il viso.
Nonostante qui sia buio, credo che i ragazzi abbiano appena notato le mie lacrime perché non fanno altro che osservarmi.
Singhiozzo per un po' mentre gli altri mi fissano come se non avessero mai visto nessuno piangere.
-Haven, suvvia tesoro, non piangere!- Esclama Helena, sorridendomi.
-Scusatemi...mi starete sicuramente prendendo per una stupida ma...ho cercato di mettermi per un secondo nei vostri panni
e vivere con l'immaginazione tutto ciò che avete passato. Avete una forza incredibile ed io...io credo di stimarvi soprattutto per le belle
persone che siete nonostante ciò che la vita vi ha riservato. Voglio dire, stare a contatto con la morte tutti i giorni non è facile ma restate
pur sempre delle persone buone con solo un po' di ghiaccio in più dentro al vostro cuore. Io...non credo di riuscire più a dire qualcosa
di sensato, scusatemi.-
Spiego con velocità, asciugandomi pian piano le lacrime e sentendomi tutto ad un tratto follemente leggera.
Una scarica di emozioni mi colpisce dentro mentre tutti i ragazzi si sono precipitati ad abbracciarmi e con loro, anche Helena ed Hayley.
-Allora avevo ragione...Gates ha scelto bene.- Mi sussurra Rev, dandomi finalmente la possibilità di sorridere.
Una volta allontanati i ragazzi dal mio corpo, ricomincio a respirare ma sento di sentirmi quasi come nuova.
-Vivremo il domani come se fosse l'ultimo giorno. E' questa la nostra filosofia di vita.- Continua Zacky, accarezzandomi
una spalla.
Nel mentre però, Brian si è alzato dal terreno e si è avvicinato ad una lapide che continua a tastare lasciandovi scivolare sopra le sue
dita.
-Brian, tutto bene?- Domanda Matt al ragazzo, vedendolo poi rivolgerci uno sguardo.
-Era da tanto tempo che non venivo più a trovarlo. Forse per rabbia o per rancore. O forse per paura di ricadere nei miei dolori.- Ammette Brian mentre
anch'io mi alzo dal terriccio per potermi avvicinare a lui.
-Mi diceva sempre che la sua nuova compagna, ovvero la madre di Nancy, era diversa da tutte le altre. Con il suo profumo di "Chanel" profumava
tutta la sua casa e ricordo che quando mi abbracciava, correvo subito in bagno per potermi ripulire da quel profumo tanto raffinato quanto odioso
per un ragazzo. Mio padre la amava per davvero, forse, non aveva neanche mai amato mia madre più di quanto amava lei. Mi diceva sempre che era 
la sua amante segreta. Un'amante destinata pur sempre a morire da sola. Per quanto riguarda mio padre invece...ormai, tutti sanno tutto. A volte
vorrei tornare indietro nel tempo e godermi quei pochi attimi di vita in sua compagnia.- 

Abbraccio da dietro Brian, dandogli tutto il conforto di cui ha bisogno.
-Ho sempre avuto paura di morire da solo, come lui. Perché anche se aveva avuto accanto a sé due donne differenti...per qualche strano
motivo, continuava a sentirsi solo.-

-Non ti permetterò di morire da solo. Non sarà così Brian. Ci sarò io accanto a te, fin quando basterà.- 
Haner si lascia abbracciare mentre all'improvviso, dei fuochi d'artificio illuminano il cielo notturno.
-I fuochi d'artificio!- Annuncia Johnny urlando con entusiasmo mentre tutti si alzano in piedi per osservarli.
Gli schizzi colorati vengono sparati contro il cielo, mentre questa volta è proprio Brian a stringermi sempre di più.
Tutti osservando con decisione i fuochi d'artificio, stringendosi a vicenda mentre io e l'uomo che amo ci teniamo stretti per paura
di perderci.
-Tanti auguri Brian!- Urlano tutti contro il cielo, iniziando ad applaudire.
Tanti auguri?!
-Cosa? Non mi dirai che è il tuo compleanno!- 
-Si...oggi è il mio compleanno e...quello dell'organizzazione.-
-Ma perché non me lo hai detto? Avrei voluto farti un regalo!-
-Non avrei mai potuto dirtelo. Non ho bisogno di regali da quando ci sei tu al mio fianco. Io credo che questo, potrebbe essere
il miglior compleanno di sempre, solo perché ci sei tu qui con me. Davvero, non chiedo altro.-

Mi commuovo alle parole del ragazzo, avvinghiando con velocità le braccia attorno al suo collo, dandogli un bacio senza fine.
Io e Brian continuiamo a baciarci con amore, mentre gli altri si limitano ancora ad applaudirci. Per un attimo, ho visto le mie due nuove
amiche, in lacrime.
































NOTE DELL'AUTRICE.


Okay, sto battendo il record di velocità per l'aggiornamento.
Vero? Vero?
Provate anche solo a dire il contrario adesso u.u
No okay, ad una certa ora inizio seriamente a sclerare. Comunque sia, buonasera miei
amatissimi lettori!
Come state? Spero bene anche perché, questo è stato un capitolo piuttosto lungo!
Insomma, un capitolo colmo di colpi di scena e...avete avuto un breve assaggio di quelle che sono le vite
dei nostri personaggi.
Che dirvi, spero vivamente che ciò che sto creando...sia di vostro gradimento! I nostri piccioncini hanno chiarito e fatto pace...
ma vi chiedo di non cantare vittoria troppo presto.
Ci saranno tante rivelazioni in questa ff...alcune scioccanti ed altre...vabbè, ve lo lascio scoprire!
Per quanto riguarda Hayley ed Helena credo che sia stato importante aggiungere questi due personaggi alla storia
dato che faranno capire ad Haven qual è il senso della vera amicizia. Brian ha i suoi migliori amici ed Haven aveva proprio
bisogno di alcune figure femminili che potrebbero sempre aiutarla al meglio.
So che la scena del cimitero potrebbe sembrare troppo noiosa ma è lì che come vedete, vengono messi in risalto i vari
aspetti degli altri personaggi.
Ognuno di loro ha un passato difficile alle spalle e tutti sembrano essere ancora segnati da esso.
Per quanto riguarda Haven...io sono del parere, che quando si ama per davvero, si è capaci di perdonare l'imperdonabile.
Altre persone invece, preferiscono ingoiare il proprio orgoglio ( e non c'è nulla di male nel farlo) ma delle volte...si bisogna
seguire ciò che ci indica il cuore. 
Non sempre, ma l'amore vi cambia, ve lo posso assicurare.
A volte diventiamo così dipendenti da alcune persone che non riusciamo proprio a farne a meno nelle nostre stesse vite.
Quindi...secondo il vostro parere, riuscirò a concludere la storia ricevendo altre recensioni e portare anche questa ff al 
successo?
Beh, me lo auguro di tutto cuore, davvero.
Come al solito vi ricordo che per qualsiasi cosa mi trovate anche su twitter : @GatesIsTheWay.
E mi farebbe tanto piacere ricevere delle vostre recensioni...davvero, tanto! Continuate a mettere la storia tra i preferiti e fatemi
capire se davvero questa ff è degna di essere anch'essa tra i popolari del sito.
Grazie ancora per tutto il supporto e che non vi smentite mai ma piuttosto...mi riempite di messaggi che mi scaldano il cuore.
Saluto come sempre Saya (povera ragazza, la faccio sempre lavorare lol) e tutti i miei carissimi lettori!
Un bacio a tutti!





-SynysterIsTheWay.






 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** 16.I'll sell your story that we love each other. ***


16°I'll sell your story that we love each other. 





 
"Non riesco a spiegartelo. Non riesco a spiegarlo a nessuno cosa sta succedendo dentro di me. Nemmeno io riesco a spiegarmelo."
(Franz Kafka)



IL MIO CONSIGLIO E' QUELLO DI LEGGERE LA FF CON LA CANZONE "PLASTIC MAN" DI SOTTOFONDO. E' UNA CANZONE DEI SEETHER, SPERO POSSIATE GRADIRE.





BRIAN'S POV

E' tutto pronto per il grande evento. Aggiusto la cravatta al collo di Matt, uscendo poi dalla camera
e dirigendomi verso quella di Haven.
Ogni anno abbiamo sempre organizzato una festa per celebrare l'anniversario dell'organizzazione ma quest'anno è diverso.
Abbiamo deciso di fare le cose in grande e proprio qui, nella casa in cui sono cresciuto durante tutti questi anni.
Il signor Mason non aveva mai pensato di celebrare il tutto nella sua villa di proprietà ma questa devo dire che è stata una sua grande idea.
Maria ed altre domestiche hanno fatto davvero un buon lavoro mentre il capo era via ed ora che è tornato ne è rimasto
anche lui pienamente soddisfatto.
La festa si terrà nel salotto principale. Abbiamo un po' sgombrato il campo ed ora la stanza è diventata una vera e propria
sala per ricevere tutti gli ospiti.
Il capo ha persino ingaggiato alcuni camerieri ed un catering ben allestito per far sì che questa festa sia profondamente
indimenticabile.
Per me lo sarà senz'altro.
Mi allontano dal corridoio del piano terra, salendo le scale con velocità per poter raggiungere la camera della mia Birdie.
Mentre provo ad avvicinarmi alla camera però, la porta si apre improvvisamente ed è proprio Maria ad uscirne.
-Brian, e tu cosa ci fai qui? Non dovresti essere già alla festa?- Mi domanda la donna, con uno sguardo colmo di rimprovero.
-Io...ecco...ci andrei volentieri ma sento il bisogno di stare un po' insieme alla mia dama se non ti dispiace.-
-Ma io dico, sei forse impazzito?-
-Okay Maria, come non detto.-
La donna sospira.
Me la dà sempre vinta alla fine, ormai la conosco bene.
-Non farti scoprire dal signor Mason o stasera la mia morte sarà assicurata.-
-Lo sai che ti adoro quando fai così!-
-Non più di cinque secondi, chiaro?-
-Facciamo dieci?-
-Non ti accontenti mai!-
-Guarda che sono sempre pronto a mostrare al signor Mason quel video che ti fecero i ragazzi quando lo avevi mandato a quel
paese con un gesto secco, dopo che lui ti aveva chiesto di rassettare casa.-
-Tu...non oserai...-
-Posso invece.-
-Impertinente che non sei altro! Proprio come tuo padre...- Conclude il discorso Maria, allontanandosi da me battendo con pesantezza
i tacchi sul pavimento.
-Sei fantastica, Maria!- Le urlo mentre si allontana, sorridendo nel vederla sbuffare in continuazione.
Con lentezza, apro per un po' la porta della camera di Haven, osservandola in tutto il suo splendore.
Non avevo mai visto nulla di più bello in tutta la mia vita.
Resto a fissarla per alcuni minuti, osservando il movimento delle sue mani che provano a sistemare quei capelli così lunghi e dorati
che mi fanno venir voglia di annusarli per ore.
Le sue labbra si strofinano tra di loro, mentre ha appena finito di specchiarsi mettendo un rossetto rosso che le ricalca la forma
perfetta del labbro superiore.
In tutta la mia vita non mi ero mai sentito "non abbastanza" per una persona come mi sta accadendo proprio in questo preciso istante.
Come potrebbe, una ragazza come lei, volere uno sfrontato come me? 
Sono un cacciatore di guai ma pur sempre un'essere umano che riesce ad innamorarsi della persona sbagliata.
Mh, la persona sbagliata, già. 
Si può davvero amare alla follia una persona che sai di non poter mai avere?
Eppure, sarei capace di far del male a me stesso pur di averla con me per tutta la vita. 
I suoi respiri avvelenano i miei polmoni mentre il mio cuore si lascia andare lentamente, morendo.
E' uno spettacolo per i miei occhi, vederla spogliarsi sbuffando per il vestito che aveva addosso che probabilmente, non sembra gradirle abbastanza.
Per me invece, era ugualmente perfetta. Insomma, lo sarebbe sempre stata.
Osservo il suo corpo magro e privo di chissà quali forme, limitandomi però a fissarle lo sguardo poco rassicurante nello specchiarsi
in continuazione.
Si osserva con disprezzo e ciò non può far altro che ferire me. Vorrei avvicinarmi a lei e sussurrarle di non annullarsi per nulla
al mondo perché, in qualche modo, ai miei occhi sarebbe sempre perfetta.
Non avevo mai portato me stesso nel dolore ed è invece da quando mi sono innamorato di lei che mi sento come se ci stessi convivendo
da sempre.
Ma il dolore è solo un puntino nero in confronto a tutto l'amore che nutro per lei.
Ed i suoi occhi poi...sembrano quasi il mio nascondiglio. Il nascondiglio perfetto per un cuore solitario come il mio.
Questa volta, la osservo scegliere un altro vestito dall'armadio. Un vestito argentato, scollato sulla schiena ed abbastanza corto.
La vedo indossarlo con determinazione ma l'attimo dopo, se lo sfila via, gettandolo sul pavimento.
Il suo viso si imbroncia ancora ed i suoi occhi si rivolgono questa volta contro il telefono che continua a squillare sul comodino.
-Pronto? Ciao mamma, è sempre bello sentirti!- Esclama la ragazza con felicità, distendendosi sul letto.
Per quanto sia felice di ascoltare la voce di sua madre attraverso quell'apparecchio, io riesco bene a distinguere i suoi occhi che 
a momenti potrebbero quasi sanguinarle.
-Si, dai mamma, sto bene. Non devi preoccuparti. Si, te li saluto io i ragazzi...certo che lo farò! Brian? Oh, lui...credo stia svolgendo
qualche mansione per Stéphan. Si, spero anch'io che non si cacci nei guai...ci tengo troppo a lui e quando so che svolge delle commissioni
per Stéph ho sempre paura che possa farsi del male. Si mamma, starò attenta. Ma no, non mi rovina di certo la vita, anzi. E' lui che mi ha fatto
venir voglia di ricominciare a viverla.-

Quando Haven borbotta quelle parole, un sorriso le si dipinge sul volto facendo smuovere qualcosa dentro di me.
Non so bene cosa sia, ma all'improvviso, ho sentito il mio cuore aumentare i suoi stessi battiti.
Non mi ero mai sentito così prima d'ora e cazzo, è la sensazione più bella che potessi mai provare. Mi sento così nostalgico, da volerne
ancora ed ancora.
Ho sempre cercato i suoi occhi in quelli degli altri...ma adesso che sono finalmente riuscito a riportarli su di me non esiterò. Non ho alcun
intenzione di lasciarmela scappare.
Sto solo lottando per ciò in cui credo e no, non mi arrenderò mai.
Sono troppo preso da lei per poterla lasciare ad un altro che in realtà non la merita.
Quando riattacca dopo la telefonata con sua madre, decide di prendere un ennesimo vestito dal suo armadio ed indossarlo con velocità.
Questa volta, sta indossando un vestitino bianco con un cinturino brillantinato al di sotto del seno. Un vestito velato ma abbastanza
semplice.
Finalmente, sembra sentirsi a proprio agio quando si specchia per l'ultima volta, approvando con un sorriso.
Osservo ogni suo singolo movimento, incantato dai suoi modi di fare e dal suo volto finalmente soddisfatto, la tentazione di correrle incontro
ed abbracciarla è fin troppa.
Ma non sentendomi abbastanza degno di lei, resto in questo angolino a fissarla senza mai distogliere gli occhi dalla sua figura.
Sta rendendo il mio cuore un posto decisamente migliore in cui rinchiudermi.
Non posso credere al fatto che una semplice ragazza possa farmi sentire in questo modo. Quasi non lo accetto.
-Ti sei proprio fottuto il cervello amico, vero?- La voce di Zacky mi fa sussultare.
Mi volto di scatto contro il ragazzo, richiudendo con lentezza la porta della camera della ragazza.
-Da quanto tempo sei qui?-
-Non da molto in realtà. Ero venuto a cercarti ed immaginavo di trovarti qui.-
Abbasso lo sguardo, osservando il ragazzo fissarmi con attenzione.
-Sai vero che tutto questo non porterà mai a nulla di buono?-
-Lo so ma...-
-Ti sei innamorato di lei. E chi lo avrebbe mai detto...-
-Non so cosa mi è successo okay? E' accaduto e basta, non posso più farci niente ormai. Ci sono dentro.-
-Non devi fartene una colpa e lo sai. Cerca solo di non combinare troppi casini o qui potrebbe finire male...-
-Perché cazzo lui può averla?-
-Sapevi che sarebbe stato difficile, lo sapevi sin dall'inizio. Sei diventato un amante professionista ormai.-
-Lo so...io ed Haven ci siamo messi proprio in uno schifo di situazione.-
-Al contrario credo che nessuno potrebbe mai amarsi come voi due. Siete entrambi disposti a rischiare pur di avervi e questo
vi fa onore ma...questa non è una fiaba. Questa è la vita reale e le cose non finiscono mai con un lieto fine.-

-Forse dovrei lasciar perdere e togliermi dai piedi. Voglio dire, le sto solo complicando la vita in questo modo e sono diventato
un vero e proprio problema per lei.-
-Sai che non puoi permetterti di abbandonarla. Lei ha bisogno di noi e soprattutto di te. Noi abbiamo il compito di starle accanto e
farla sentir meglio da buoni amici. Tu invece, hai il compito di amarla e proteggerla. Un giorno, quando avremo tutti i soldi che ci spettano,
andremo via da qui e lei con noi. Intesi?-

-Si, cazzo, deve finire così.-
-Finirà così. Possiamo farcela, vedrai.-

Zacky mi da delle pacche sulla spalla e come al solito metà del suo coraggio.
E' sempre bello sapere che c'è qualcuno disposto sempre a credere in te. 
Io ed i ragazzi ce ne andremo da questo fottuto posto...ci lasceremo tutto alle spalle ed io assicurerò una vita migliore alla donna
che amo. Tempo al tempo.
-Adesso andiamo, il capo pretende che diamo un'occhiata in giro. Non si sa mai.- Continua Vee, allungando poi un braccio attorno alle
mie spalle mentre insieme pensiamo ad allontanarci da qui prima che qualcuno possa scoprirci.
Mentre mi allontano, rivolgo un ultimo sguardo alla porta di quella camera, pensando a quanto sarebbe bello ritrovarmi al posto
del mio capo che ha la fortuna di avere accanto a sé una donna come Haven.















***










HAVEN'S POV


Pronta, dopo essermi preparata al meglio, esco dalla camera incontrando Stéphan lungo il corridoio.
Ho deciso di indossare un abito semplice e che mi stia comodo così da non rischiare di stufarmene subito o ritrovarmi
al centro dell'attenzione in qualsiasi momento.
-Oh, amore mio, finalmente.- Mi dice Stéphan, sorridendomi mentre continua ad osservarmi.
-Scusa è che...ho cercato di non litigare con l'armadio ma evidentemente ho fallito.- Ammetto, arrossendo mentre
mio marito continua ad osservare il mio corpo.
-Sei...davvero stupenda, amore.- Continua Stéph con uno sguardo da ammaliatore professionista.
-Ehm, ti ringrazio.- Rispondo, cominciando ad arrossire. 
Stéphan si riprende dalla scossa del momento offrendomi poi un suo braccio che accetto volentieri.
Insieme, ci avviamo verso il salotto di casa che, come non immaginavo, sembra esser diventato una di quelle sale da ricevimento
a dir poco enormi.
Non credevo che togliendo qualche divano qua e là saremo riusciti ad ottenere molto più spazio.
Sorpresa, entro nella sala sotto gli occhi di tutti gli invitati che iniziano ad osservare gradevolmente sia me che Stéphan.
Comincio ad agitarmi mentre mio marito mi sussurra di restare tranquilla.
Tutte queste persone che continuano a fissarmi non fanno altro che mettermi a disagio. Ed io che pensavo di passare totalmente
inosservata.
C'è addirittura un palchetto situato proprio accanto al rinfresco. 
La sala è occupata da un sacco di persone, tutte vestite ed agghindate come se stessero per partecipare ad un ballo di gala.
Ci sono alcuni uomini dell'età di Stéphan ed altri addirittura più vecchi, vestiti con alcuni smocking neri e le cravatte colorate
che danno un tocco più vivace al loro abbigliamento. 
Alcuni, che si sono posizionati ad un tavolo per giocare a poker, mentre altri sono seduti con le proprie signore attendendo l'apertura
del buffet.
Abbiamo fatto proprio le cose in grande da ciò che vedo.
Stéphan inizia a parlare subito con dei suoi conoscenti, presentandomi a chiunque.
Ne ho già abbastanza di presentazioni per stasera. Avrò conosciuto almeno sessanta persone nel giro di massimo due minuti.
Dopo un po', mio marito scompare dirigendosi verso il tavolo da poker insieme ad altri suoi "amici" mentre io non posso far altro che 
restarmene in un angolino ad osservare gli altri divertirsi.
Zacky si è già posizionato dinanzi al buffet attendendo la sua apertura mentre Jimmy sta bevendo la sua birra in compagnia
di Brian.
Gli altri non so neanche dove possano essere finiti.
-Oh, ma guarda chi c'è, la moglie del capo.- Borbotta una vocina a dir poco fastidiosa che appartiene ad una persona altrettanto
odiata.
Nancy mi sta girando intorno ed io non posso far altro che osservarla in tutta la sua bellezza.
Stasera ha deciso di indossare un vestitino rosso, abbastanza corto e che le mette in risalto le forme come non mai.
Il trucco pesante sul suo viso risalta ancor di più il suo caschetto biondo che potrebbe sembrare adorabile fatto ad una bambina di dieci anni.
-E tu sei Nancy, giusto?- Ribatto, vedendo la ragazza squadrarmi con superiorità.
Beh, ad esser sincera, devo ammettere che sembra quasi la ragazza perfetta che tutti vorrebbero avere. Ha un fisico da paura, un viso 
degno di essere notato e dei tacchi che la fanno sembrare ancor più alta di quanto sia in realtà.
Ammetto di sentirmi abbastanza inferiore a lei.
-Bingo. Ma come ti sei vestita? Che so, mi aspettavo qualcosa di meglio da una riccona come te.-
-I soldi di Stéphan non mi appartengono in alcun modo. Sono soldi sporchi che non ha guadagnato di certo lavorando.- Sbotto mentre la
bionda continua ad osservarmi con il suo drink tra le mani.
-Attenta a come parli con me. E' solo colpa tua se Brian mi ha abbandonata.-
-Non ho fatto niente per farti abbandonare. Tu piuttosto, avresti dovuto fare più attenzione a come parli al cellulare con le tue
amiche.-
-Tuttavia, sappi che farò qualsiasi cosa pur di allontanarlo da te. Qualsiasi.-
-E credi che le tue minacce possano impaurirmi?- Continuo,deglutendo all'istante. 
-Faresti meglio ad aver paura di me tesoro e soprattutto...a goderti questi attimi di immensa felicità perché presto ti verranno
strappati via senza neanche rendertene conto.-
-Io mi fido di Brian. Lui non farebbe mai nulla che possa ferirmi.-
-Allora ti avrà sicuramente detto che mi ha baciata, l'ultima volta che è stato in mia compagnia.-
Mi manca il respiro, eppure, le parole di Nancy sembrano avermi appena tagliata a metà.
Sbarro gli occhi ancora incredula di ciò che hanno appena sentito le mie orecchie.
-Brian non...mi farebbe mai una cosa del genere.- Provo a difendermi, vedendo la ragazza scoppiare a ridere.
-Ne sei davvero così sicura? Pensaci un attimo, ha trascorso l'intera nottata con la sua sorellastra nonché la sua unica e sola consolatrice
da quando ha scoperto che sei la moglie del suo capo. Dove credi che vada quando ti vede con Stéphan?-

-Basta, ti prego, smettila!-
-Non rinuncerò mai a Brian, ricordatelo. Lo amo troppo per vederlo soffrire per una stupida come te.-
Sto per ribattere ma prima che potessi farlo, ci pensa già qualcun altro.
-Nancy, hai finito di rompere il cazzo anche qui adesso? Tornatene da dove ne sei venuta, grazie.- Helena sembra essere furiosa
mentre aggredisce Nancy come meglio crede.
All'istante, Hayley affianca la sua amica, coprendo me e difendendomi.
-Oh ma guarda un po' chi c'è qui...non pensavo che anche voi potevate partecipare ad una festa di gran classe. La nevrotica, la sorda e la traditrice.
Siete proprio un bel trio.- Sbotta Nancy mentre io ed Helena con velocità cerchiamo di trattenere Hayley che si stava per buttare
addosso alla ragazza, con rabbia.
Hayley si dimena quasi contro di noi, mentre stiamo cercando in tutti i modi di calmarla e tenerle le braccia pur di non combinare
qualche casino.
-Ci si vede ragazzine!- Continua Nancy, andando via ma questa volta Hayley riesce a spingerci via e dare uno schiaffo in pieno volto
alla bionda.
-Vai, così!- Urla Helena, facendo il tifo per l'amica mentre io non so più cosa fare.
Hayley si butta addosso a Nancy, iniziando a tirarle i capelli ed io chiamo subito Johnny che è appena entrato in sala.
-Vai Hayley, sei tutti noi!- Urla Zacky, sotto gli occhi degli invitati che osservano la scena con preoccupazione.
Io rivolgo uno sguardo a Zacky, trucidandolo quasi mentre lui si limita a sorridermi.
-Johnny, aiutami a fermale!- Chiedo a Christ che all'istante prende Hayley dai fianchi e se la tira a sé per allontanarla
il più possibile da Nancy.
-Hayley, dai, basta così...calmati.- Gli dice il nanetto, riuscendo finalmente a tranquillizzarla mentre respira a fondo.
Nancy a terra, si rialza velocemente, massaggiandosi la testa dolorante.
-Si può sapere che cosa cazzo sta succedendo qui?- Stéphan si avvicina a noi, più furioso che mai.
Io ed Helena ci rivolgiamo degli sguardi preoccupati per cercare il prima possibile una scusa plausibile. 
Nancy,per l'amore di Brian, non dirà niente, ne sono sicura.
-Nancy ha chiamato Hayley sorda!- Esclama Helena, giustificando l'accaduto.
-Si, è vero, è stata lei ad iniziare...- Continuo io, osservando Stéphan rilassare quelle poche rughe sul suo viso.
-Smettetela di fare scena o vi caccio fuori tutti. Johnny, allontana Hayley da qui...- 
-Subito capo.- Risponde Christ alle parole del signor Mason, portando fuori la ragazza per tranquillizzarla.
Stéphan si occupa di tutti gli ospiti facendo partire della musica cercando di placare al meglio l'accaduto.
Mi guardo intorno non riuscendo più a scorgere la figura di Brian o di Jimmy da nessuna parte.
Io ed Helena seguiamo subito Johnny ed Hayley fuori al balcone.
Johnny si accende una sigaretta mentre l'altra ragazza cerca di prendere aria dopo esser diventata tutta rossa in viso.
-Sei stata grande Hayley, cazzo! Era da tanto tempo che volevi farlo, vero?- Domanda Helena alla sua amica, vedendola poi annuire.
-Si, ma la prossima volta cerca di controllarti. Il signor Mason non è sempre così calmo e gentile...lo avrà fatto per mantenere
la sua immagine.- Continua Johnny, passando una mano sulla schiena della ragazza, facendola poi rabbrividire.
Hayley sembra quasi spaventata dal tocco di Christ sulla sua pelle e si allontana un po' da lui, continuando a prendere aria.
Io invece mi ritrovo a pensare alle parole taglienti di Nancy.
E se ciò che mi ha detto fosse vero? 
Posiziono le mie mani e la mia schiena contro la ringhiera del balcone, reggendomi forte.
A momenti, potrei lasciarmi cadere a terra mentre sento le lacrime sgorgare sul mio viso.
Sento che potrei scoppiare a piangere da un momento all'altro, ma devo assolutamente tranquillizzarmi.
Fisso il vuoto abbassando lo sguardo contro il pavimento mentre sento il mio stesso cuore battere con più forza.
-Tesoro...cos'hai?- Mi domanda Helena, affiancandomi con velocità.
-N...niente.- Balbetto, cominciando a sudar freddo.
-Dalla tua faccia non si direbbe. C'è qualcosa che ti turba?-
-Come mai anche voi qui?-
-Beh...oggi è l'anniversario dell'organizzazione e sia io che Hayley avevamo qualche parente che ne faceva parte.-
-Oh, capisco...-
-Ma continuo a pensare che c'è qualcosa che non va. Avanti Haven, sai che con noi puoi parlarne.- 
Anche Johnny ed Hayley mi rivolgono i propri sguardi come se stessero attendendo qualche mia risposta.
Esito per un po', posizionandomi una mano sulla fronte ma tentando di mantenere la calma in tutti i modi possibili.
-Nancy mi ha detto che...Brian l'ha baciata.- Sputo di getto, osservando le due ragazze sbarrare gli occhi, incredule almeno quanto me.
-Haven, non crederle.- Mi dice poi Johnny, mentre tutti ci voltiamo verso di lui.
-Perché non dovrei? Hanno passato un'intera notte insieme...- Continuo, lasciandomi avvolgere dal mio stesso dolore.
-Conosco Brian e lui non ci ha parlato di nessun bacio. Credimi, lo avrebbe detto ai suoi migliori amici. Al contrario, ci ha assicurato
che ha fatto il possibile per tenerla lontana durante la notte. Non l'ha baciata, sono pronto a metterci le mani sul fuoco.-
Johnny forse ha ragione...
-Si, ti sembrerà strano ma anch'io questa volta sono d'accordo col nanetto. Brian non è un bugiardo, Nancy invece...lo è eccome!- Esclama
la ragazza dai capelli color mogano, tranquillizzandomi.
-Nancy farebbe di tutto pur di avere Brian tutto per sé, credimi Haven. Brian non è un santo, ma neanche un bugiardo.-
-Grazie per...il conforto.- Sussurro, riuscendo per un po' a smaltire tutta la rabbia che ho dentro.
-Figurati. Adesso sarà meglio calmare Hayley prima che possa dare di nuovo di matto...- Sorrido alle parole del nanetto mentre la ragazza
gli dà uno schiaffetto sulla nuca.
-Ahi! Ma che ho detto?-
Io ed Helena scoppiamo a ridere ma ben presto, dopo aver ringraziato anche Hayley ed Helena per avermi difesa, vado alla ricerca di Brian
sperando di trovarlo il prima possibile.
Mi addentro nel corridoio per potermi dirigere verso la loro camera, ma quando la apro, all'interno mi rendo conto che non vi è nessuno.
Cerco Brian per tutta la casa fin quando non sento dei rumori provenire dal bagno al piano terra.
Mi avvicino per un po' al bagno ma è osservando una pozza di sangue a terra che ho solo l'istinto di urlare a squarciagola.
Sbarro gli occhi, osservando Jimmy e Matt riporre le proprie pistole nelle loro cinture mentre Brian si limita ad osservare i
due cadaveri e fumare la sua sigaretta.
Fuma quella sigaretta con passione, come se ogni tiro potesse essere l'ultimo.
-Haven...- Sussurra Matt, indicandomi.
No vi prego, non ancora...
Brian mi rivolge subito uno sguardo, deglutendo. Questa volta non l'ho visto uccidere ma so bene che quei due cadaveri si ricorderanno
di lui nell'aldilà.
Non riesco più a respirare nel momento stesso in cui Brian viene verso di me, abbracciandomi.
-Non...toccarmi...- Gli sussurro, vedendolo muovere le dita delle mani per richiamarmi verso di lui.
Brian butta la cicca della sigaretta nel wc, tirando poi lo scarico mentre io dovrei esser ormai abituata a questo genere
di cose.
Il problema è che sapere che è proprio lui ad uccidere le persone, mi fa star male sul serio.
-Ehm...Bri, vai con Haven, pensiamo noi ai corpi di questi due pezzi di merda.- Dice Jimmy e Brian annuisce all'istante senza farselo
ripetere due volte.
Brian mi prende un braccio, incitandomi a seguirlo mentre continua ad accarezzarmelo.
La porta del bagno si chiude e mi sento come se non riuscissi a mangiare da settimane.
-Li hai uccisi tu quei due, vero?- Gli domando, vedendolo serrare la mascella come al solito.
Vorrei poter dire che è profondamente sexy quando fa così, ma devo concentrarmi sull'accaduto in questo preciso istante.
-Meritavano di morire.- Mi risponde con serietà.
-Perché ucciderli quando si può semplicemente arrivare una semplice conclusione civile?-
-Haven, ti prego, ti ho chiesto di restarne fuori.-
-Ma come posso? Brian, io ho paura di perderti, non lo capisci questo?-
-Che stupida che sei. Si, sei proprio una cogliona!-
-Non sono né una stupida né una cogliona...ho solo paura di restare sola senza di te.-
-Ma questo non accadrà mai, Birdie. Quante volte devo ripetertelo?-
In effetti me lo hanno detto tutti da sempre. Persino parlandone con Helena, lei stessa mi ha detto che Brian è straordinariamente
forte e che non si caccia facilmente nei guai, piuttosto, li fa passare agli altri.
Ma una persona non può essere di certo immortale.
-Hai davvero baciato Nancy l'altra notte? Quando sei rimasto da lei?- Gli domando improvvisamente vedendolo respirare a fondo.
-Che?! Te l'ho già spiegato, non ho fatto un cazzo con lei. Se non sei abbastanza sicura di poterti fidare di me allora...-
Non faccio finire la frase a Brian che gli posiziono le mie mani sulle guance e gli stampo un bacio di mia iniziativa.
Non avevo mai baciato un ragazzo di mia spontanea volontà ma questa volta glielo devo.
Dopo che ho lasciato incontrare a lungo le nostre labbra, Brian mi rivolge un sorriso.
-Allora mi credi si o no?-
-Ti credo ma la tua amichetta le ha appena prese di santa ragione da Hayley.-
-Da Hayley?-
-Si. Helena ed Hayley sono diventate i miei miti.-
-Cos'è accaduto allora?-
Spiego il tutto a Brian che scoppia a ridere come un idiota. Voglio dire, possibile che la situazione non lo ha preoccupato neanche un po'?
Tuttavia, dovrò stare attenta a quella vipera di Nancy. A questo punto, potrebbe fare qualsiasi cosa per mettermi i bastoni tra le ruote.














***










Dopo un po', sono dovuta tornare alla sala principale ed ascoltare l'immenso discorso di Stéphan.
Ha parlato della sua vita nell'organizzazione ed ha reso omaggio anche al padre di Brian che l'ha fondata con lui.
Brian ed i ragazzi dopo il discorso di Stéphan sono saliti anche loro sul palco ad esporre le loro considerazioni
sullo stare in quest'organizzazione ormai conosciuta e temuta in tutto il mondo.
Stéphan ci tiene davvero tanto ai suoi ragazzi dato che non ha fatto altro che stringerli per tutto il tempo. Brian però
si sentiva fuori luogo. Non credo che abbia prestato tutta quest'attenzione alle parole del suo capo.
Concluso l'intero discorso con gli auguri a Gates, si sono aperte ufficialmente le danze.
Zacky non dà confidenza ad alcuna ragazza che gli chiede di ballare, restando incollato al buffet aperto come se non mangiasse
da anni.
Sorrido alla scena, osservando poi Matt e Helena ballare un lento e stringersi regalandomi così tante emozioni da poter
quasi desiderare di ballare con Brian.
Ma ahimè, non credo che il mio desiderio potrà essere esaudito.
Jimmy invece, sta ballando con tre ragazze che continuano a girargli intorno giocherellando con la sua cravatta argentata.
Devo dire che non lo facevo proprio un don Giovanni anche a lui.
Osservando gli altri divertirsi e ballare, decido di allontanarmi per un po' e dirigermi verso il bagno per sciacquarmi un po'
il viso.
Quando apro la porta del bagno però, tutto ciò che riesco a vedere sono due ragazzi che si stanno baciando con passione.
Hanno appena finito di ansimare.
-Hayley! Johnny!- Esclamo, sbarrando gli occhi mentre altri quattro si incollano ai miei.
I due mi guardano come se avessero appena finito di vedere un film horror.
Hayley si rialza dal pavimento con velocità, aggiustandosi il bellissimo vestitino nero che ha deciso di indossare mentre Johnny fa
la stessa cosa limitandosi a boccheggiare.
-Ehm, Haven, ehm...- Prova a dire il nanetto, ma io mi sento solo di troppo qui dentro.
-Oh no, fate pure con comodo.- Rispondo con semplicità, richiudendomi la porta alle spalle e restare alquanto scioccata
dopo aver assistito ad una scena del genere.
E chi lo avrebbe mai detto?
Con un sorriso abbastanza felice, mi addentro di nuovo nella sala e questa volta, mi siedo ad un tavolo osservando un cameriere
porgermi una coppa di champagne.
Ringrazio l'addetto al catering, bevendo un sorso di  vino mentre continuo ad osservare Brian parlare con mio marito.
Staranno parlando di qualcosa di importante suppongo.
Nel frattempo però, una donna mi si siede accanto, sorridendomi.
-Ciao.- Mi dice, sembrando una persona molto gentile.
-Oh...salve...- Sussurro con vergogna, continuando a sorseggiare lo champagne.
-Questa è proprio una bella festa, non trovi?- Continua la donna, mostrandomi i suoi zigomi perfetti e due occhioni color
nocciola a dir poco stupendi.
-Si...-
-Sei la moglie di Stéphan? Ti ho vista prima con lui.-
-Si, sono proprio io.-
-Mai avrei pensato che potesse sposare una ragazzina così dolce ed aggraziata. E soprattutto giovane.-
-Oh, la ringrazio...- Sussurro ancora, osservando questa volta i capelli biondi della donna ed il suo sguardo che mi esprime
una dolcezza assurda.
Ha un vestito nero con un fiocco attaccato in vita ed indossa una collana nera di perle davvero graziosa.
Sulle gambe, ha posizionato un cagnolino a dir poco adorabile che sembrerebbe essere un'adorabile maltese bianco.
-Non si direbbe che tu ti stia divertendo molto. C'è qualcosa che non va tesoro?-
-Oh...no no, va tutto bene, si figuri.-
-Posso farti una piccola domanda?-
-Si, mi dica.-
-Perché continui ad osservare quel ragazzo lì in fondo? Mi riferisco al ragazzo bruno che sta parlando con tuo marito.- La donna mi indica
Brian e devo assolutamente sviare la situazione prima che possa capire tutto.
-Ehm, no, non sto guardando lui ma Stéphan. Ama il suo lavoro e...-
-E non mi prendi in giro mica, mia cara! Avanti, non c'è nulla di male ad ammettere che è proprio un bel ragazzo.-
-Beh...-
-L'ho sempre detto io...tutto sua madre!-
-Lei conosce la madre di Brian?- Domando alla donna, vedendola poi annuire con soddisfazione.
-Certo che la conosco. Solo che non ha mai avuto il piacere di conoscere suo figlio.- Le sue parole sembrano un po' incerte ed il suo sguardo
questa volta non mi esprime più la stessa sicurezza di prima.
Ho come la sensazione che questa donna abbia a che fare con il passato di Brian.
-Allora è giusto? E' lui Brian?- 
-Ehm, si, è lui. Ma...- Mi muoiono le parole in gola quando osservo la donna fissare il ragazzo con un sorriso dipinto sulle labbra.
La osservo con molta attenzione cercando però di non essere troppo invadente.
Ha degli occhi sofferenti che non credevo potessero caratterizzare una donna così dolce e solare.
Improvvisamente però, il maltese bianco, scende dalle gambe della donna venendo verso di me e salendo questa volta sulle mie gambe.
Sorpresa, accarezzo il cagnolino, vedendolo poi leccarmi la faccia.
-E' incredibile...Pinkly non lo fa mai con nessuno!-
-Pinkly? E' questo il suo nome?-
-Si...è la mia migliore amica da sempre.-
Sorrido alle parole della donna, continuando ad accarezzare la cagnolina e a ridere quando scodinzola.
-Ci vediamo presto cara...adesso avrei un po' da fare.- 
-Ehm d'accordo, signora...-
-Chiamami semplicemente Janice.-
-Arrivederci.- Borbotto, vedendo la donna alzarsi dalla sedia per poi portare via con sé la cagnolina.
Non avevo mai incontrato questa signora prima d'ora, eppure, ha un volto familiare.
Non so quanto possa contare il fatto che conosca la madre di Brian. Insomma, Brian non l'ha mai conosciuta. Non lo aveva
abbandonato quando era piccolo?
Ponendomi continue domande, improvvisamente, una delle persone che ha ingaggiato Stéphan per la musica si avvicina a me
proponendomi di fare un piccolo gioco per movimentare la serata.
Il ragazzo interagisce con me e gli altri ospiti spiegando passo per passo le regole di questa semplice animazione.
In poche parole, il ragazzo mi assegnerà ad uno degli ospiti con cui dovrò ballare fino alla fine della canzone.
La persona che ballerà con me verrà scelta a caso ovviamente, e così accadrà per tutti gli altri.
Quando starà per finire la canzone però, una qualsiasi altra persona potrà scegliere di ballare con me, posizionando una mano sulla spalla
di colui con cui ballerò, esprimendo ovviamente il desiderio di ballare con me.
Dopo la spiegazione dell'addetto alla musica, è proprio lui a prendermi una mano e trascinarmi con sé verso la persona
con cui dovrei ballare.
Amare può ferirti a volte e non me ne ero mai resa conto fino a questo preciso istante.
Per qualche strano motivo, il destino ha voluto che fosse proprio Brian la scelta del ragazzo ed ovviamente colui che dovrà ballare
con me senza si e senza ma.
Il ragazzo indica Brian, lui gli rivolge uno sguardo freddo ed indifferente che mi fa gelare il sangue nelle vene.
-Tu, coraggio, è solo un ballo!- Esclama il giovane, mentre Brian imbarazzato, rivolge uno sguardo d'approvazione nella direzione
di mio marito.
Stéphan stranamente annuisce mentre il giovane mi spinge tra le braccia del ragazzo mentre poi decide di rivolgersi al resto degli
ospiti per cercare dei partner per tutti.
Io e Brian ci sentiamo così a disagio che abbiamo persino paura di stringerci la mano per ballare un lento.
A volte può sembrare doloroso vivere in una situazione del genere ma altre ti senti fortemente fortunato. Io in questo preciso istante,
non avrei potuto chiedere di meglio.
Il tizio di prima dà inizio alle danze mentre Brian mi prende con velocità una mano posizionando l'altra sul mio fianco.
Altre volte invece, l'amore ti aiuta a sentirti sempre più vivo.
Deglutisco, osservando Brian sorridere con ironia per l'accaduto mentre io non posso far altro che preoccuparmi.
Spero che nessuno stia notando il modo in cui continua a guardarmi Gates, perché, scoprirebbero ogni singola cosa.
I nostri cuori,per la prima volta, non si sentono in vena di lasciarsi spezzare. I nostri occhi all'inizio, non sembravano neanche volersi
incrociare mentre adesso è diventato quasi impossibile non rivolgerci alcuni sguardi.
Si, l'amore può guarire la tua anima. Può riparare l'irreparabile.
Parte improvvisamente una canzone che conosco da tempo ma che non ascoltavo più da un bel po' ormai.
Io e Brian ci ritroviamo con gli occhi negli occhi senza neanche curarci di ciò che ci circonda. Ci sarebbero tante cose a cui dovremmo
pensare ma è come se il mondo fosse scomparso e sulla faccia della Terra ci fossimo solo io e lui.
La canzone dei Seether,invece, mi fa pensare a quanto riesca a scavare nell'anima di Brian.








"I am a plastic man, Wish i can be the one you could be proud of. 
I'm losin heart again, wish i could show you what you think i'm made of. 
Someday i know i'll find my place, someday i know this pain will fade."








Io poso d'istinto la testa sul suo petto, mentre continuiamo a dondolarci per tutta la sala, cercando
però di trattenere i nostri istinti che stanno minacciando di uccidersi a vicenda.
Ho una voglia insaziabile di baciarlo, ma dovrò farmela passare in qualche modo. 
I nostri occhi diventano improvvisamente lucidi mentre vorremmo stare così per ore ed ore.
Sarebbe stato più facile poter urlare senza problemi il nostro amore al mondo.





"I am a perfect sale, just wrap me up with ur a bow and flowers. 
I will neglect to tell, i'll sell your story that we love each other. 
Someday i know i'll find my place, someday i know this pain will fade. 
Someday i know i'll find my place, someday i know i'll sing my last rephrase."







Ben presto però, qualcuno rompe tutta quella magia che si era creata intorno a noi due, 
facendomi sentire improvvisamente vuota.
Stéphan posiziona una mano sulla spalla di Brian ed il ragazzo d'istinto, si volta, sconfitto.
-Posso avere l'onore di questo ballo con mia moglie?- Domanda mio marito a Gates, mentre io leggo la delusione
nei suoi amabili occhioni color nocciola.
Mi si spezza improvvisamente il cuore nel vedere Brian non rispondere neanche al suo capo e farsi da parte socchiudendo gli occhi
come se stesse per sanguinare.
Questa volta, è Stéphan a stringermi a sé mentre è il ragazzo che amo ad allontanarsi sempre di più da noi e ad uscire dalla sala da pranzo
prendendo il suo solito pacchetto di sigarette dalla tasca dei jeans.
-Brian, Brian, ma dove vai?- Gli domanda Jimmy, urlando per tutta la sala, ma Brian non risponde all'amico, uscendo definitivamente dalla villa.






"Why don't let me be, and i'll pretend i'm well. 
Cuz ur blind to see, and i'm too tired to tell. 
And in ur apathy, u head begins to swell. 
Another tradegy, but ur too cold to feel."





Posiziono la mia testa sul petto di Stéphan mentre cerco in tutti i modi di camuffare una lacrima salata che sta per
rigarmi il volto.

























NOTE DELL'AUTRICE.


Buonsalve a tutti lettori!
Scusate se non sono riuscita ad aggiornare prima ma ho trascorso un'intera settimana
alle terme con parenti ed amici. Domani sarà il mio ultimo giorno di piscina alle terme e credetemi che
ho fatto il possibile per cercare di aggiornare in fretta! Ma adesso, veniamo al dunque e quindi a questo nuovo capitolo!
Per quanto riguarda la canzone in questione, è quella dei Seether intitolata Platic man. Personalmente, è una canzone
che adoro ed in parte, sentivo che sarebbe stata quella giusta per una scena del genere.
Fatemi sapere se ho scelto bene!
Oltre questo, in molti mi avete chiesto se farò il trailer anche di questa ff ed io sono felice di dirvi che si...
anche questa ff avrà un proprio trailer!
Poi, ritornando al capitolo, mi rendo conto di aver creato un personaggio odioso come Nancy. Molti di voi vorrebbero
ucciderla e si, io sono con voi!
Il nostro Brian invece...sembra esser proprio innamorato della nostra protagonista. Il loro sembra essere un amore
quasi indistruttibile ma...con il tempo e con i nuovi capitoli vi renderete conto di tante cose.
Di tante novità soprattutto.
Sbaglio o ve lo avevo già detto che questa ff vi avrebbe distrutti? Forse è per questo motivo che la storia non piace a tante
persone. O forse mi starò sbagliando io? 
Se non altro, attendo con ansia le vostre recensioni e spero che continuiate a seguire la ff e metterla tra i preferiti!
Dio, quanto mi fate bene lettori. Non immaginate neanche quanto.
Come tutte le mie note, non può di certo mancare un saluto a Saya e a tutti voi lettori che fate l'impossibile per starmi accanto
e donarmi il vostro calore affettivo.
Davvero, mi sorprendete ogni giorno di più!
Grazie per esserci sempre...a volte, non credo neanche di meritarlo <3
Un bacio...


-SynysterIsTheWay.






Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** 17° Maybe tonight I’ll call you,after my blood turns into alcool. ***


17° Maybe tonight I’ll call you,after my blood turns into alcool.






 
"Ordinai un altro giro di drink. Alzò il bicchiere e mi fissò mentre beveva un sorso. 
Aveva gli occhi blu e quel blu mi entrò nel profondo e lì restò. Ero ipnotizzato. Uscii da me stesso e mi tuffai in quel blu."
(Charles Bukowski)






A volte ci accontentiamo di ciò che abbiamo, senza minimamente pensare
che potremmo andare oltre ad ogni aspettativa.
Crediamo di aver ricevuto tutto dalla vita, quando in realtà, non è come speriamo.
Accontentarsi non ha mai fatto del bene a nessuno. Tutti abbiamo bisogno di sperare in qualcosa
di buono ma dobbiamo essere abbastanza forti da capire che ciò che abbiamo non potrebbe soddisfarci in alcun modo.
Ci convinciamo di essere donne ed uomini vissuti e di aver capito tutta dalla vita ed invece, ad un certo punto, non riusciamo
neanche più a capire chi siamo in realtà.
Siamo le persone che hanno distrutto il mondo per poi accontentarsi di una qualsiasi cosa pur di sentirsi amati.
Abbiamo così tanto potere, ma non lo sappiamo neanche sfruttare al meglio.
Se vogliamo, siamo abbastanza forti da dire basta ma troppo stupidi da accontentarci dell'amore di qualsiasi animale o bestia
che riesce a darci quel po' che potrebbe sembrare appagante.
Credetemi, non lo è mai.
E' per questo motivo che mi sono innamorata di Brian. Non potevo permettermi di sbagliare ancora, affondando nelle fauci
di una persona come mio marito che non ha fatto altro che trattarmi come un giocattolo,una bambolina in pezza.
Con Brian invece, sento che è tutto diverso.
L'amore lo percepisco, lo sento crescere dentro come non lo avevo mai sentito prima d'ora.
Non mi ero mai resa conto di quanto fosse semplice per me riuscire a "sentire" l'amore, prima di questo preciso istante.
Vedere Brian svegliarmi di prima mattina con un vassoio tra le mani che mi porge con delicatezza sulle gambe...beh, credo
che non possa esserci proprio nulla di meglio.
-Brian ma...- Provo a dire, ma il ragazzo mi zittisce all'istante.
-Se te lo stavi chiedendo, il capo tornerà stasera.- Mi precede il ragazzo.
Ed io che pensavo che potesse portarmi rancore dopo l'accaduto di ieri.
Osservo con attenzione il cibo riposto sul vassoio che emana un profumino a dir poco invitante. Ci sono dei cornetti che sembrano
esser stati appena sfornati, una tazza di caffè macchiato ed alcune brioches calde.
-Come mai siamo così gentili di prima mattina?- Domando al ragazzo, vedendolo poi abbozzare un sorriso.
Brian si sdraia sul letto, accanto a me, lasciandosi sorreggere dai gomiti.
-Mi andava di sorprenderti. Non l'avrei fatto per nessun altra, lo sai.-
-Si, lo so. Ma questa situazione a volte mi spaventa.-
-Perché?-
-Perché...non sembri un tizio così romantico come dimostri di essere.-
-In realtà non lo sono. Faccio solo ciò che sento e oggi avevo voglia di sorprenderti, tutto qui.-
-Beh...ti ringrazio allora.-
-Almeno, ci sono riuscito?-
Mi lascio sfuggire una leggera risata, riponendo i miei occhi in quelli del ragazzo.
-Si, dai, ti promuovo.- 
-Bene...-
-Però, devi sapere che non sono poi così golosa.- Continuo, osservando ancora queste brioches calde a dir poco
stuzzicanti.
-Non volevo di certo farti morire di fame.-
-Si ma di questo passo non riuscirò più a mangiare per una settimana intera.-
-Quanto esageri! E comunque, ho preparato tutto io o almeno ci ho provato.-
-Sono sicura che sarà tutto squisito...- Borbotto, mangiando un pezzo di cornetto che sembra quasi essere ghiacciato.
Sbarro di colpo gli occhi, tentando di mandar giù il boccone ma la mia gola non sembra voler ingerire il cornetto.
-Com'è?- Mi domanda Brian, speranzoso.
Mando giù il cornetto, rabbrividendo di colpo.
Credo che abbia sbagliato la lievitazione o roba del genere perché il cornetto non ha un sapore per niente gradevole.
-Buonissimo...- Sussurro, non riuscendo quasi a respirare per ciò che ho appena mangiato.
Cerco di non offendere Brian, consapevole del suo piccolo sforzo che in realtà mi ha reso comunque felice.
Lo ha fatto per me o probabilmente per farsi perdonare per l'accaduto della scorsa volta con la cena sulla spiaggia.
-Davvero? Cazzo, lo avevo detto a Maria che sono un cuoco nato!-
-Ehm, lei non ti ha aiutato a preparare...il cibo?-
-No, ho voluto fare tutto da solo ed i risultati sono piuttosto appaganti. Cazzo, non credevo di essere poi così bravo.
Credo che dovrei convincere Zacky ad aprire una rosticceria o che so io...-
Non lo starà dicendo sul serio spero. Inarco un sopracciglio ma resto comunque in silenzio osservando Brian sognare ad occhi 
aperti e vedendolo rilassato e spensierato.
-Ro...ro...rosticceria?- Domando, deglutendo ancora.
-No, okay, forse adesso sto esagerando ma...sono felice che il cornetto ti piaccia. Dai, continua a mangiare, guarda quante cose
ho preparato!-
-Ehm, no Brian è che...non ho molta fame oggi e...-
-Possiamo mangiare insieme se vuoi.-
-Ehm...ecco...-
Per fortuna, qualcuno è arrivato nel momento opportuno, salvandomi appena in tempo.
Il suono del campanello di casa proveniente dal piano inferiore ci fa improvvisamente sussultare.
Brian torna immediatamente serio, mentre io, avvolta tra le mie coperte, sto per alzarmi per andare ad aprire la porta di casa.
-No.- Sbotta Gates, prendendomi per il polso, incitandomi a restare a letto.
-Vado io, potrebbe essere pericoloso.- Continua il ragazzo, lasciandomi un bacio a stampo sulle labbra per poi prendere tra le mani
la sua solita pistola.
Non sono in grado di dirgli niente, vedendolo correre verso la porta della camera ed uscire con una velocità assurda.
Chissà chi sarà a quest'ora del mattino, mi chiedo di continuo, fissando poi la tazza contenente il caffè macchiato.
Prendo la tazzina tra le mani, sorseggiando per un po' il caffè e rendendomi conto del fatto che almeno esso può salvarsi.
Continuo a bere con calma il mio caffè ma all'improvviso Jimmy apre la porta della mia camera, facendomi spaventare.
-Jimmy! Dovresti bussare prima di entrare!- Esclamo, coprendomi ancora il petto con il lenzuolo, consapevole di esser ugualmente coperta.
-Oh, scusami Haven, è che sto cercando Brian. Sai dov'è finito quel coglione?- Mi domanda James, restando in boxer.
E che boxer...mai avrei pensato che uno come lui potesse indossare delle mutande con dei cuoricini colorati.
Cerco di trattenere le risa, ricominciando a bere il mio caffè per poi rispondere al ragazzo dagli occhi azzurri.
-Si, era qui fino a poco tempo fa ma poi hanno suonato alla porta di casa ed è andato a controllare chi fosse.- 
-Ah, d'accordo, grazie per l'informazione.-
-Non c'è di che.- Ribatto, scoppiando improvvisamente a ridere.
E' più forte di me, non riesco proprio a trattenermi.
-Ma si può sapere che cazzo c'hai da ridere? Se fai anche tu delle strane osservazioni sui miei boxer, giuro che vi mando tutti
all'ospedale prima che possiate ricominciare a ridere.-
-Scusa Rev, era più forte di me.- Ammetto, asciugandomi le lacrime dagli occhi ed osservando poi Jimmy avvicinarsi un po' a me.
-Cazzo, brioches al cioccolato!- Esclama il ragazzo mentre all'istante i suoi occhi diventano come i suoi stessi boxer.
-No, ehm...Jimmy...- Provo a fermare Rev, ma lui prende subito una brioche, addentandola con velocità.
Vedo Rev cambiare totalmente espressione dopo aver masticato per un po' il cibo.
Come pensavo...Brian fa proprio schifo in cucina.
-Ma che schifo è mai questo?!- Urla il giovane, sputando a terra la brioche ingerita.
-Li ha preparati Brian...- Sussurro, vedendo Jimmy uscire di corsa dalla camera ed urlare dal corridoio.
"Brian, ma che cazzo ci hai messo in quelle brioches, la merda?!"
Scoppio di nuovo a ridere alle parole del ragazzo, sentendo poi delle altre urla, provenire dal piano inferiore.
E' Brian e sembra quasi impazzito.
















***







Indosso con velocità una canotta ed un pantaloncino nero, scendendo di corsa al piano inferiore
per poter capire cosa sta succedendo.
Scendo con velocità le scale di casa, ritrovandomi poi dinanzi alla porta di casa e osservando un clima
a dir poco rigido.
Zacky, Matt, Johnny e Jimmy restano in silenzio mentre osservano Brian che continua ad urlare contro
ad una persona che da qui non riesco ancora a riconoscere.
Mi avvicino ancor di più alla porta di casa, cercando di capire cosa sta accadendo,ma è quando vedo una donna dal volto
familiare piangere che inizio a sentirmi un tantino confusa.
E' la donna che ho incontrato ieri alla festa di anniversario dell'organizzazione.
-Brian, ti prego, lascia che ti spieghi come sono andate realmente le cose...- Sussurra la donna, posizionandosi
una mano sul cuore come se potesse rischiare di svenire da un momento all'altro.
-Non sei neanche degna di pronunciare il mio nome. Quello che hai scelto, dopo avermi abbandonato come un cane!- Ringhia
Syn contro la donna, sembrando totalmente un'altra persona.
-Ho dovuto farlo, non avevo altra scelta! Ti prego, figlio mio, perdonami!- 
Figlio mio?! Oh mio Dio.
Sussulto, avvicinandomi a Brian per cercare anch'io di tranquillizzarlo al meglio.
-Non ti perdonerò mai. Mio padre mi ha cresciuto, non tu. E' stato sempre lui la mia unica e sola famiglia ed adesso
non ho bisogno del tuo aiuto. Vattene prima che prenda la pistola dalla cintura.-

-Non lo farai...Brian, non farai mai del male a tua madre.-
-Posso pensarci però e non credo ti farebbe piacere.- 

Brian, ma cosa stai dicendo?
Non puoi rischiare di far del male alla donna che ti ha partorito.
So che non ne saresti capace.
-Me ne vado...ma ti prego, ripensa a ciò che ti ho detto.-
-Io non penso più a un cazzo. Tu ci hai pensato due volte prima di abbandonarmi? No cazzo! Lo hai fatto e basta ed ora mi ritorni
dopo tutti questi anni facendomi le tue scuse? Bene, te le puoi anche tenere. Addio.- 

Le parole così fredde e serie di Brian riescono addirittura a farmi rabbrividire.
Brian chiude la porta sbattendola con rabbia, grattandosi poi la nuca.
I suoi amici restano in silenzio sapendo di non potersi immischiare in questa situazione ma io devo aiutarlo.
E' vero, sua madre ha sbagliato...ma avrebbe potuto almeno ascoltarla.
-Hai ascoltato tutto?- Mi domanda, mentre Jimmy gli posiziona una mano sulla spalla.
-Si...- Ammetto, abbassando lo sguardo contro il pavimento.
-Bene. Sarò chiaro una volta per tutte, okay? Se quella donna prova a parlarvi, evitate anche solo di ascoltarla se necessario.
Se proprio dovesse infastidirvi con continue domande su di me ed altro, sparatele.- 
-Brian ma...- Prova a ribattere Matt, ma il ragazzo non gliene da l'opportunità.
-Niente ma. Non voglio più vederla per il resto della mia vita.- Continua Gates, con degli occhi feroci che riescono in qualche modo
a terrorizzarmi.
Spaventata, corro di nuovo verso le scale e me ne torno in camera, lanciandomi sul letto matrimoniale.
Continuo a tremare dopo aver sentito quelle parole fuoriuscire proprio dalla bocca del ragazzo.
Come può anche solo pensare di uccidere la propria madre? Perché continua a comportarsi in questo modo quando si lascia divorare
dall'odio?
L'istante dopo, sento la porta della camera aprirsi ma io decido di immobilizzarmi senza poter fare altrimenti.
Ora come ora, ho paura del contatto visivo con gli occhi di Brian.
-Se ti ho spaventata, non era mia intenzione...- Borbotta il ragazzo, avvicinandosi a me e sedendosi sul letto, proprio dinanzi
al mio corpo.
Io gli rivolgo uno sguardo abbastanza deluso ma cerco di non farglielo pesare.
-Perché le hai detto quelle cose orribili, Brian? E' pur sempre tua madre.-
-L'unica madre che io abbia mai avuto è stata May Lacroix. Nessun altro.- 
Scommetto che si stia riferendo alla madre di Nancy. Non avrei mai pensato che le sue origini fossero francesi.
Deglutisco, cercando di tenere a freno i miei istinti.
-Io non sapevo che quella donna potesse essere tua madre...ieri sera alla festa mi ha chiesto di te, ha capito che evidentemente
c'è del tenero tra di noi e mi aveva detto di essere una cara amica di tua madre. Non potevo di certo sapere che era proprio lei...-
-Non devi mai più rivolgerle la parola d'ora in poi, sono stato chiaro?!-
-Ma...Brian...-
-Cazzo, ho detto di no! Non voglio più vederla.-
-Se solo tu ascoltassi cos'ha da dirti, sono sicuro che capiresti molte cose che ora evidentemente non riesci a concepire. Sei solo
accecato dalla rabbia ma essa se ne andrà presto.-
-La odio da troppo tempo.-
-Lo capisco, ma sono sicura che se tu provassi anche solo a parlarle, potresti risolvere questo tuo conflitto interiore. Dammi retta,
è pur sempre tua madre.-

-Haven, devi starne fuori, lo capisci? Questa è la mia vita, non puoi permetterti di dirmi quello che devo fare!-
-Ma...io...stavo solo cercando di aiutarti...-
-Non ho bisogno del tuo aiuto. Anzi, se proprio lo vuoi sapere, non ho bisogno dell'aiuto di nessuno!- 
-Brian...- Provo ad accarezzargli una guancia ma lui allontana il suo viso dalla mia mano come se potessi ferirlo al solo tocco.
Sbarro gli occhi, notando una sua reazione che mi lascia completamente senza parole. 
Non si era mai comportato così nei miei confronti...non mi aveva mai detto queste cose che, in parte, credo mi abbiano rotta dentro.
Brian si alza di scatto dal letto, uscendo dalla camera con frustrazione e fin troppa rabbia dentro.
Io resto immobile sul materasso, fissando il vuoto dinanzi a me e lasciando che quelle parole continuino ad assillarmi la mente,
provocandomi sempre più dolore.
So che questa è la sua vita ma...stavo solo cercando di aiutarlo e fargli capire che dopotutto lei è pur sempre sua madre ed avrebbe
almeno potuto ascoltarla.
Ad esser sincera, non so se in questo momento mi facciano più male le sue parole o i suoi modi di fare.
-Haven...- Zacky entra improvvisamente nella mia camera in compagnia di Johnny.
Mi asciugo velocemente una lacrima cadente, sembrando il più tranquilla possibile.
-Oh, ragazzi...tutto bene?- Domando ai due, osservando i loro sguardi tristi.
-A dir la verità, stavamo per chiederti la stessa cosa.- Risponde Johnny, avvicinandosi a me insieme a Vee.
-Dove sono gli altri?-
-Sono con Brian, stanno cercando di tranquillizzarlo.- Risponde Zacky questa volta, sedendosi sul letto.
-Io ho provato a farlo ragionare...ma non è servito a nulla. Lui non capisce che io non sono una di quelle ragazze che non 
sente nulla. Io il dolore lo percepisco bene e vederlo mentre continuava a dirmi di restare fuori dalla sua vita non ha fatto altro
che rompere qualcosa dentro di me. Adesso si che odia anche me.-
Spiego con tristezza, vedendo i ragazzi offrirmi il loro
appoggio.
-Ma no Haven, stai tranquilla. Brian non voleva di certo ferirti...a volte credo che dovrebbe imparare a controllarsi.- Mi dice
Vee, rassicurandomi.
-Brian ha sempre temuto che questo potesse accadergli un giorno. Se si comporta così è perché ha paura di sapere la verità 
o forse ha troppo odio dentro da non riuscire più a controllarsi.- Continua il nanetto, mentre io non faccio altro che sentirmi
in colpa.
Forse sono stata troppo opprimente nei suoi confronti.
-Io...devo parlargli.- Mi alzo di scatto dal letto ma i due ragazzi mi fermano all'istante.
-No, lascialo stare per un po'. Ha bisogno di riflettere e noi non possiamo far altro che stargli accanto e lasciargli
il tempo per pensare. Fidati di noi Haven, capirà da sé.- 
Annuisco alle parole di Vee, osservando poi Jimmy e Matt entrare anche loro nella stessa camera ma sdraiandosi sul letto, sentendosi
distrutti.
-E Brian?- Domanda Johnny a Shads e Rev vedendoli poi fissare il soffitto.
-Aveva bisogno di restare solo.- Continua Matt, facendomi preoccupare ancor di più.



















***











Sono rimasta tutto il giorno con i ragazzi e dopo un po' ci hanno raggiunti anche le ragazze.
Siamo stati insieme ad attendere notizie di Brian ma lui non mi risponde neanche al cellulare. Lo avrò chiamato
un milione di volte mentre lui non si decide neanche a riattaccare.
-E' stata tutta colpa mia...non avrei mai dovuto assillarlo in quel modo.- Ammetto, ma ben presto Hayley mi da
uno schiaffetto dietro la nuca.
La ragazza ricomincia con il solito linguaggio dei segni e Helena prova ad aiutarmi a capire.
-Ha detto che sei una stupida se pensi che sia stata colpa tua. Dice che tu hai solo cercato di aiutarlo e che è lui a doversi
calmare un po'. Ha aggiunto che sembra una donna con le mestruazioni.- 
Tutti scoppiano a ridere dopo che Helena ha interpretato ciò che cercava di dirmi Hayley ma io non riesco a ridere
in alcun modo.
Ho una brutta sensazione, come se potessi smettere di respirare da un momento all'altro.
La sensazione che continuo a sentire mi preme nello stomaco e mi fa sentire decisamente peggio.
-Basta, io vado a cercarlo.- Sbotto improvvisamente, alzandomi dal divano.
-Haven, dai tempo al tempo...vedrai che tornerà.- Mi dice Jimmy.
-Non ho alcun'intenzione di aspettarlo fino a domani mattina.- 
-Tesoro, sei proprio sicura di volerlo cercare? Quel disgraziato adesso sta davvero esagerando! Deve tornare
da te strisciando!- Continua Helena più furiosa di me.
-Certo che non ti facevo così guerrigliera eh Helena! Povero Matt se deciderà di sposarti.- Alle parole di Zacky, tutti
ricominciano a ridere mentre io mi limito ad osservarmi allo specchio per assicurarmi che sia tutto a posto.
-La amo anche se è così.-
-Cosa intendi, scusa Matthew?- Helena incenerisce Shads con lo sguardo mentre lui la prende e la bacia
con passione.
Certo che sono davvero stupendi insieme. Mi stupisco anche nel vedere Hayley ed il nanetto baciarsi con dolcezza...credo
che finalmente abbiano deciso di fare coppia fissa.
-Fate proprio schifo.- Borbotta Rev, facendo ridere Zacky accanto a lui continuando ad indicare le coppiette.
-Tuttavia non andrai a cercarlo da sola Haven...veniamo noi con te.- Dice Matt, offrendomi il suo aiuto.
-No, no...- Provo a dire ma Jimmy si alza di scatto anche lui dal divano rimettendosi la cintura con le pistole tra i pantaloni.
-Non penserai mica che ti lasceremo girovagare per la città da sola?- Continua Zacky, mentre io mi limito a ringraziarli
tutti.
Mi offrono sempre il loro aiuto come se davvero facessi parte della loro famiglia.
Tutti usciamo di casa rifugiandoci nelle varie auto per cercare Brian.
Io mi dirigo verso l'auto di Jimmy sperando che questa brutta sensazione possa passare in fretta.
Jimmy mi sussurra di restare tranquilla e che non si sarà cacciato di sicuro nei guai ma io stento a crederci.
Solitamente, le mie sensazioni non sbagliano mai.




















***












Abbiamo girovagato per tutta Huntington Beach, senza alcun risultato.
Il mio cuore non ce la fa più di sopportare tutto questo. Non mi ero mai sentita così male
in tutta la mia vita.
-Non avrei dovuto...non me lo perdonerò mai.- Continuo a ripetere, posizionandomi una mano sulla fronte.
-Dai Haven, stai tranquilla, vedrai che lo troveremo. Non può essersi allontanato dalla città...- Mi consola Rev, mentre continua
a guidare con velocità la sua auto.
-Non mi perdonerà mai...-
-Ti stai preoccupando di una cosa che non hai fatto. Haven, ti sei solo preoccupata per lui ed hai cercato di aiutarlo e fargli
capire quale sarebbe stata la cosa giusta da fare.-
-Si ma...allora perché non è ancora tornato a casa? Stiamo girando da ore ed ancora non lo abbiamo trovato!-
Jimmy sta per rispondermi, ma il suo cellulare squilla all'improvviso e leggo nei suoi occhi la speranza che sto cercando anch'io.
-Pronto? Brian? Ah no, sei tu Helena...-
Sbuffo, sentendomi così stanca di tutta questa situazione che preferirei di gran lunga addormentarmi e non svegliarmi mai più.
-Al Vegas? Si sarà di nuovo ubriacato come al solito! Okay, dirigiamoci verso il bar...a dopo.- 
-Hanno notizie di Brian?- Domando a Jimmy, vedendolo poi accelerare.
-Si, Helena aveva chiamato al bar per sapere se era lì e Donald, un barista, le ha detto che lo aveva visto ubriaco cinque minuti fa.-
-Ubriaco?!-
-Si. Come al solito...ma questa volta gliene do di santa ragione!-
-Portami da lui...-
-E' ciò che sto facendo...-
-Jimmy?-
-Mh?-
-Adesso si che ho paura.-













***









Arrivati al bar, io e Jimmy scendiamo con velocità dall'auto osservando poi le auto dei nostri amici parcheggiare.
Helena ed Hayley mi affiancano con velocità mentre entriamo nel bar e cerchiamo Brian ovunque.
-Il tuo ragazzo è proprio un idiota Haven, non c'è che dire.- Sbotta Helena mentre noi tre continuiamo a cercarlo
ma senza trovarlo da nessuna parte.
Hayley chiede con i suoi soliti gesti ad un ragazzo abbastanza alto dai capelli rossi che però non sembra neanche
averlo visto qui in giro.
Io comincio a tremare, complessandomi di continuo senza riuscire in alcun modo a tranquillizzarmi.
Hayley mi prende una mano e la stringe sempre di più per darmi sicurezza.
In questo preciso istante però, io non riesco a calmarmi in alcun modo. La brutta sensazione persiste ed i miei occhi non vogliono far
altro che scorgere la sua figura probabilmente accanto a qualche bancone mentre continua a scolarsi un'intera bottiglia di birra.
Helena chiede informazioni ad un altro ragazzo che dovrebbe essere proprio quel Donald di cui mi parlava prima James.
Dopo essersi assicurati che il capo non sia nei dintorni, i ragazzi ci raggiungono.
Quel Donald dice ad Helena di averlo visto entrare in una delle camere del bar create appositamente per i clienti del locale
che hanno voglia di scoparsi le varie spogliarelliste.
I miei occhi iniziano a diventar lucidi e a pizzicare mentre Helena mi rivolge uno sguardo preoccupato.
I suoi occhioni dorati mi incitano a mantenere la calma ma non ci riuscirò mai.
Hayley mi riacciuffa la mano ed insieme saliamo delle scale che ci portano ad un piano superiore del bar.
Non ero mai stata qui e non credevo neanche che questo posto fosse circondato da muri rossi come il fuoco.
Una luce gialla illumina il corridoio mentre noi continuiamo ad osservare le varie camere aprendo poi la prima.
-Tutto okay, Haven?- Mi domanda Helena, vedendomi deglutire.
-Apri questa fottutissima porta.- Sbotto, osservando la ragazza aprire la porta per poi vedere Nancy sussultare con un lenzuolo
rosso che le copre il corpo perfettamente nudo.
In questo preciso momento, avrei preferito esser cieca per non vedere Brian dormire accanto a lei, come un ghiro.
Attorno alla sua vita c'è solo un misero boxer mentre quando apre gli occhi, sussurra qualcosa del tipo "Amore mio..." rivolgendosi
a me.
Ha la voce impastata dal sonno e dall'alcool mentre Nancy accanto a lui si limita a sorridermi come se volesse quasi sussurrarmi la sua
vittoria.
Chiudo di scatto gli occhi, mordendomi le labbra e lasciando scivolare le lacrime salate sul mio viso.
-No Haven, non qui...- Mi dice Zacky, trascinandomi fuori dalla camera ed assistendo al mio dolore.
Mentre sto per uscire dalla camera però, osservo Jimmy prendere Brian e sbatterlo con prepotenza contro il muro.
-Ma cosa cazzo hai fatto?! Brian cazzo, ti rendi conto di ciò che hai appena avuto il coraggio di fare?- Urla Jimmy al suo migliore amico,
dandogli uno schiaffo contro il viso ma vedendolo poi ridere come un perfetto idiota.
E' ancora ubriaco fradicio ma ciò non lo discolperà da ciò che mi ha fatto.
Helena ed Hayley provano ad allontanare Jimmy da Brian per evitare che possa davvero ucciderlo di botte mentre i miei occhi
scorgono il telefonino di Brian situato proprio sul comodino.
Il suo cellulare segna tutte le mie chiamate perse.


























NOTE DELL'AUTRICE.

Buona domenica (o quando starete leggendo il capitolo) guys!
Come vedete, ho aggiornato prima del previsto sperando di avervi fatto una bella sorpresa.
E' così, vero?
Okay, adesso la smetto di fare la cogliona e passiamo subito al capitolo!
Un capitolo triste direi. Dopotutto, sono o non sono io l'autrice di tragedie? *Si indica*
Credetemi, so come vi sentite. State provando una rabbia profonda nei confronti di Brian e si...vi capisco. Pensate
che persino mentre scrivevo il capitolo stavo per far fuori il mio gatto!
*No Gabriel, la padrona ti ama*.
Eppure, adesso che la madre di Brian è tornata per chiarire la situazione con il figlio...lui che fa? Tradisce Haven.
Brian ovviamente, non lo ha fatto di proposito ma si sa che purtroppo, quando si beve troppo, si perde la propria
sanità mentale e si finisce col diventare fin troppo impulsivi. Un applauso per Brian che si è portato a letto Nancy, per la seconda
volta!
*Clap clap*
Davvero, tu si che sei un bravo ragazzo.
A parte il fatto che ho odiato anch'io Brian in questo capitolo, c'è da dire che nel prossimo capitolo vi renderete conto
di quanto le cose possano cambiare. Odiatelo ora, finché potete. Credo che poi...almeno un po', riuscirete ad amarlo.
*E grazie al cavolo, è Synyster Gates*
Perdonate i miei fangirleggiamenti del momento ma dovevo. DOVEVO.
Ritornando al capitolo, so già che penserete di non leggere più questa storia (e vi capirei) ma davvero, conto di sorprendervi
e di darvi le emozioni che meritate.
Per quanto riguarda Haven, poverina, mai una gioia a questa ragazza! Ma credetemi che questo è l'insegnamento più importante
che possa darvi. E' vero, la vita ha i suoi alti e bassi ma a volte o è bella da morire o fa schifo davvero come sembra.
Preparate i fazzoletti per ogni evenienza (bho, io vi ho avvertiti) e continuate a mettere la storia tra i preferiti.
Se volete, potete anche consigliare la storia...si insomma, a me fa sempre piacere ricevere pareri e considerazioni .
*Quindi ovviamente, per il re Matthew Sanders, recensite quanto volete*
Attendo le vostre recensioni...perché ci saranno delle recensioni...vero? VERO?
Okay, la smetto di fare la scema, scusate.
Allora...dato che ora ho esaurito tutte le mie risorse, attendo di leggere le vostre. Si insomma, sapete che potete contattarmi
quando volete per fangirleggiare tutti insieme appassionatamente.
Dunque, allora noi ci sentiamo al prossimo capitolo (sempre se volete, io non ve lo consiglierei) e ovviamente se volete
che devo continuare questa storia...FATEVI SENTIRE <3
Un bacio alla mia Saya (Cioè, voi non potete immaginare la pazienza di questa ragazza, davvero. Sentirmi tutti i giorni non è
una bella cosa) ed un bacio anche a tutti i miei lettori.
Coloro che mi sostengono sempre e continuano a seguirmi. GRAZIE.






-SynysterIsTheWay.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** 18. Hayley's story. ***


18° Hayley's story.





 
Solo la violenza può servire dove regna la violenza.
(Bertolt Brecht)





Agosto.
E' passato un mese esatto dall'accaduto con Brian.
Da allora, lui ha provato a parlarmi e a spiegarmi che non era consapevole di aver scopato con Nancy.
Io non l'ho perdonato e non credo che sarò più capace di farlo. Mi fidavo di lui e cazzo, credevo
davvero che non mi avrebbe mai fatto del male ed invece...quelle erano solo parole che ha ha lasciato
scorrere nella mia mente.
Non avrebbe mai dovuto ubriacarsi in quel modo per poi finire al letto per la seconda volta con la
sua amichetta.
Non credevo possibile che avesse potuto farmi tutto questo ed infatti ho passato le mie giornate a piangere
di continuo mentre le ragazze ed i ragazzi mi sono stati accanto senza mai abbandonarmi.
Con Stéphan ho cercato di nascondere questa situazione, ma non ci sono riuscita granché dato che anche solo vedere Brian
nel suo studio mi provocava un nodo in gola che non riuscivo a sciogliere in alcun modo.
Scoppiavo a piangere di continuo anche dinanzi a mio marito dicendogli che mi mancavano semplicemente i miei genitori
e che avrei tanto voluto rivederli.
Da quel che so, per il resto, Helena mi ha detto che i ragazzi hanno chiarito con Brian ed hanno cercato di stare accanto
anche a lui che non è ancora capace di realizzare ciò che ha fatto.
Il dolore che sto provando in questi giorni invece è immenso.
Continuo a fissarlo da lontano e di nascosto delle volte, rendendomi conto di non poter mai uccidere un sentimento.
Nonostante mi abbia fatto ancora del male io non riesco proprio a non amarlo.
Lascerò morire pian piano questo sentimento dentro di me e non gli permetterò mai più di farmi del male. E' strano, vero? Come 
una persona che consideri il tuo tutto possa diventare un perfetto sconosciuto da un giorno all'altro.
Delle notti, scoppio a piangere nel mio letto ed urlo a più non posso come se il dolore fosse diventato improvvisamente fisico.
Brian mi manca. Mi manca ciò che eravamo e mi manca fare l'amore con lui. 
Ma sono stata abbastanza forte da dire "basta" a me stessa.
Delle volte, quando Stéphan non c'è, viene a bussare alla porta della mia camera e a ripetermi quanto mi ama e quando è stato
stupido ad ubriacarsi per poi finire a letto con Nancy.
Io non gli ho mai risposto e finivo sempre per ricominciare a piangere sentendo il suo dolore diventare parte di me.
Ha rovinato tutto pur non rendendosene conto.
Jimmy continua a ripetermi che, dopo ciò che ha fatto, ha addirittura smesso di ubriacarsi. Ha perdonato sua madre e non ha più
trovato il coraggio di scoparsi le spoglierelliste al locale o al bar Vegas.
In parte, sono felice che da quell'esperienza lui sia riuscito a tranquillizzarsi un po' anche se...il suo istinto da killer
non si è placato per nulla.
Anzi, sembra esser diventato più spietato di prima.
Hayley sostiene che è così arrabbiato con sé stesso che uccidere è l'unica cosa che crede saper fare meglio.
Tante volte sono caduta nella tentazione di voler ricominciare con lui, ma come posso anche solo pensare di stare con lui
se ogni volta mi si para sempre la stessa immagine dinanzi agli occhi?
Devo tener duro ed essere abbastanza forte.
Scendo dal letto osservando le prime luci del mattino e, senza far troppo rumore per non svegliare Stéphan, mi dirigo verso
la cucina per prepararmi del buon latte caldo con del miele.
Saranno le quattro del mattino.
Mentre preparo il tutto però, all'improvviso, una voce che conosco mi fa sussultare.
-Come mai già sveglia?- Mi volto verso l'entrata della cucina, osservando poi quegli occhi iniettati di sangue che non vedevo
ormai da un bel po' di tempo.
Non ci rivolgevamo la parola dall'accaduto ed ora che vorrei scoppiare a piangere dinanzi a lui mi faccio forza, aggrappandomi a me stessa.
Non riesco a rispondergli, restando immobile a fissarlo mentre lui si lascia guardare con quel sorriso stampato sulle labbra e quegli
occhi che mi danno la sensazione che neanche lui sia riuscito a dormire questa notte.
Mi faccio coraggio e finalmente riesco a rispondere con qualcosa di sensato.
-Ehm si, avevo fame.- Rispondo con indifferenza, osservando poi il ragazzo sedersi al tavolo della cucina osservando ogni mio singolo
movimento.
Mi sento a disagio mentre il mio cuore sembra esser quasi impazzito.
E' da un bel po' di tempo che non mi sentivo così. Non vederlo per un mese e restare chiusa in camera con l'aiuto delle mie amiche e di 
Maria non credo sia stato poi così costruttivo. E menomale che Hayley ed Helena venivano quando Stéphan non era in casa.
Ma ora almeno non mi sento più furiosa nei suoi confronti sebbene potrei prenderlo a sprangate da un momento all'altro.
Probabilmente, mi ero lasciata accoccolare troppo da quei bei libri d'amore convincendomi che questo sentimento non mi
avrebbe mai fatta soffrire. Ed invece, non è stato così. Io mi sento ancora così innamorata di lui che avrei solo voglia di perdonarlo
e restare tra le sue braccia fino alla fine dei tempi.
Ma non posso permettere a me stessa e al mio cuore tanto dolore.
Forse, un giorno, riuscirò a perdonarlo ma...non oggi.
-Era da un bel po' che non uscivi da quella camera...vero?- Mi domanda ancora il ragazzo, giocherellando con un tappo di sughero
che si trovava sul tavolo.
-Già...- Sussurro, concentrandomi sul latte ma sentendo ancora gli occhi di Brian su di me, come se stessero per bruciarmi viva.
In realtà, non ho così tante cose da dirgli. Vorrei farmi coraggio ed ammettere che lo amo ancora e che non smetterò mai di farlo
ma sarebbe solo un buon motivo per ritornare insieme e farci ancora del male.
Il nostro è e resterà sempre un amore impossibile. E si sa come vanno a finire queste cose...
-Beh...ti trovo bene...-
Mi sta prendendo in giro, forse? Avanti Brian, si vede lontano un miglio che ho passato le notti insonni per colpa
tua e non ho fatto altro che consumarmi. Insomma, davvero non noti i miei occhi gonfi e le mie occhiaie?
-Si, anch'io ti trovo bene.- Mento, mettendomi anch'io i prosciutti dinanzi agli occhi per non rendermi conto del fatto che si sia ridotto
proprio male.
Gli è cresciuta anche la barba e pensare che lui era uno di quegli uomini che non avrebbero mai pensato di lasciarla crescere.
Il silenzio regna improvvisamente sovrano ma ben presto Brian si rialza dalla sedia allontanandosi dal tavolo.
-Comunque sia, puoi stare tranquilla...mi è passata.-
Alle sue parole, mi cade la tazza con il latte a terra ma cerco di ripulire il tutto per non dare troppo nell'occhio.
E' vero, sono stata io a non volerlo perdonare ma...fa male sapere che probabilmente non prova più niente nei miei confronti e che 
non potrà mai più amarmi come continuerò ad amarlo io.
-Aspetta, lascia che ti aiuti...-
-No, faccio da sola, grazie.- Ribatto, prendendo i cocci della tazza rotta e quelli del mio povero cuore ormai frantumato a terra.
Brian si allontana da me ed esce dalla cucina, regalandomi un sorriso.
Era da troppo tempo che non mi sentivo morire nel vederlo sorridere.
Mi faccio coraggio e prendo l'occorrente per ripulire il tutto e dopo aver finito, mi siedo a terra, tenendomi la testa tra le mani.
Non abbiamo saputo fare niente di meglio che distruggerci a vicenda.


















***










Stéph mi abbraccia. Mi tiene stretta a sé sul divano del salotto di casa mentre dinanzi a noi
si trovano i ragazzi che continuano a fissare la scena ma ad ascoltare le parole del loro capo.
Stéphan gli ha affidato un'altra missione importante ma Brian non sembra neanche ascoltarlo. Lui continua a fissare
me, facendomi sentire perfettamente a disagio.
Non nego che vorrei che fosse stato lui a tenermi stretta a sé, ma devo cercare di farmela passare come ci è riuscito
lui.
Ma adesso la mia mente è assalita anche da altri dubbi. E se Brian si fosse reso conto in realtà di essersi
innamorato di Nancy?
No, basta, devo smetterla di pensare sempre e solo a lui.
Tra di noi è finita e nulla potrà riportare indietro ciò che c'è stato tra di noi.
Custodirò per sempre i nostri bei momenti e non smetterò mai di amarlo, limitandomi a farlo in silenzio.
Il mio cuore non è ancora guarito del tutto e non credo che riuscirà a sanarsi.
L'amore può essere una qualsiasi fonte di felicità ma a volte, anch'egli sa il fatto suo.
"Non puoi continuare ad amare chi ti ha fatto del male" mi ripete più volte la mia coscienza nella speranza
di strapparmi via il cuore dal letto.
Eppure io lo sto facendo. Continuo a sentirmi innamorata ed è diverso da ciò che sentivo per Stéphan.
Lui mi ha davvero fatta del male, lui era abbastanza cosciente da capire ciò che mi stava facendo quando continuava a riempirmi
di schiaffi e cicatrici sulla pelle.
Brian no.
Probabilmente il mio "non perdono" gli è servito per capire che non sarei mai stata abbastanza per lui. Che merita di meglio
così come ne sono sicura anch'io.
Perché farsi del male per una ragazza già sposata con un altro uomo? Perché farsi divorare da un dolore che si è provocato lui
stesso?
Se non altro, queste sono solo le mie riflessioni mentre altre volte vorrei saper leggere nella mente o negli occhi delle persone
e lasciarmi dire cos'è che in realtà non gli dà pace.
Sapendo che non prova più nulla per me, sposto il mio sguardo contro quello di Stéphan, osservandolo con attenzione.
Ma che cosa dico, quale attenzione? Il mio è solo un modo per non incrociare ancora quegli occhi per cui morirei davvero.
Quando mio marito mi lascia un bacio sulla guancia radunando i suoi scagnozzi nonché le persone più belle che abbia mai conosciuto
nel suo studio, io resto da sola sul divano, con i miei stessi pensieri.
Sto lottando contro di loro e ad esser sincera mi sto provocando anche un gran mal di testa.
Vorrei essere abbastanza forte da non lasciarmi colpire per l'ennesima volta dal dolore ma non ci riesco. Mi addormento sul divano, rendendomi
conto di esser rimasta sveglia per troppo tempo. E' arrivato il momento di riposare.
Al mio risveglio, sono le sette di sera.
Mi guardo continuamente intorno, ritrovandomi totalmente sola in questa villa così enorme e dispersiva che al buio sembra inquietarmi
ancora di più.
-Oh, finalmente si è svegliata signorina!- Esclama Maria, con il suo viso così rilassato ed un sorriso smagliante stampato sul volto.
Sbadiglio, alzandomi con lentezza dal divano e sorridendo alla donna che ha appena finito di fare le pulizie.
-Non...c'è nessuno in casa?- Domando alla donna, continuando a guardarmi intorno.
-No, quasi mi duole lasciarla sola ma ho appena finito il mio turno.-
-Ma no Maria, stai tranquilla. Puoi andare, adesso andrò a riposare su in camera.-
-A domani allora signorina...ah, le ho lasciato qualcosa da mangiare in cucina.-
-Ti ringrazio Maria, buona serata.-
-Anche a lei.-
La donna esce di casa entrando nella sua auto e sfrecciando via allontanandosi dall'abitazione.
Altro che riposare, ho dormito abbastanza per oggi!
Corro in bagno per poter fare una doccia veloce e, subito dopo, vestirmi per uscire.
Dopo essermi preparata e dopo aver spazzolato bene i capelli, esco di casa per potermi dirigere verso il solito bar.
Stéphan passa pochissimo tempo al bar, più che altro è più facile ritrovarlo al locale.
Ho proprio bisogno di stare in compagnia delle mie care amiche...ripensandoci, sono due giorni che non le vedo.
Sono del parere che passano fin troppo tempo in quello stupido bar.
Mi incammino verso il bar, con le cuffie nelle orecchie e la voglia di arrivare il prima possibile.
Mettendo la riproduzione casuale però, la canzone che inizio a sentire dalle cuffie mi fa rattristire.
"Nothing else matter" dei Metallica ormai riesce ad indebolirmi sempre di più anche se...sarei tentata di voler ritornare
a quel giorno.
A quel giorno in cui tutto sembrava perfetto...
Arrivata a destinazione, mi siedo sul solito sgabello e a voltarsi dopo aver preparato un cocktail è proprio Helena.
-Haven...ma tu che ci fai qui?- 
-Hey, ma che bella accoglienza!-
-Ma smettila, sai che sono felice di vederti! Sono felice che tu abbia deciso di uscire da quella camera di merda e prendere
un po' d'aria!-
-Beh, sentivo la mancanza della marijuana che si respira in questo posto...-
-Non ne avevo dubbi guarda.-
Entrambe abbozziamo un sorriso mentre Helena senza che le dicessi niente mi porge un bicchiere di coca.
-Ormai mi conosci bene!- Dico alla ragazza, sorseggiando un po' della mia coca cola.
-Si, diciamo che conosco le tue abitudini. Come ti senti tesoro?-
-A dir la verità, non lo so. So solo che avevo voglia di uscire un po'.-
-Bene, questo è un buon segno dato che sei stata un mese intero chiusa sempre nella stessa camera.-
-Sai che non potevo fare altrimenti...-
-Si, lo so. Pensavo che venire qui ti avrebbe fatto sentire peggio.-
-Devo superare questa cosa o rischio di morirci. Non posso dire che entrare qui dentro non mi abbia fatto uno strano effetto ma...
tenterò di rifarmi.-
-Adoro la tua determinazione. Quel coglione se l'è proprio cercata!-
-Si ma...non credo che a lui interessi ancora di me.-
-Che vuoi dire?-
-Voglio dire che stamani dopo tanto tempo ci siamo parlati. Cioè, non ci siamo proprio parlati...lui mi ha detto
che gli è passata.-
-Ah...e tu? Cioè, ci stai male?-
-Credo di si. Ma non posso farci niente, doveva finire così.-
-Io sento che tra voi due non finirà mai.-
-No Helena, questa volta è diverso...voglio solo cercare di dimenticarlo come ha fatto lui con me.-
-Secondo me, non ci riuscirai mai. Basta guardare come diventano i tuoi occhi quando mi parli di Brian.-
-Si nota così tanto che sono ancora innamorata di lui?-
-Lo noterebbe chiunque. Ma meglio non avere a che fare con uno che ha avuto il coraggio di tradirti.-
-Si...lo so.-
-Beh, se non altro, tu cerca di esser forte okay? E' finita ma questo non vuol dire che tu non possa provare
ad innamorarti di qualcun altro.-
-No, non voglio più nessuno. Tutto ciò che volevo era lui...e se non posso averlo, resterò con Stéphan per il resto della mia vita.
Sperando che non ricominci a menarmi.-

-Ci deve solo provare! Io ed Hayley potremo castrarlo!-
-A proposito di Hayley...ma dov'è finita? Non ha il turno oggi?-
-A dir la verità, è alla spiaggia. Aveva bisogno di rilassarsi un po'.-
-Beh, allora vado a cercarla...-
-D'accordo, poi riportamela qui che abbiamo un sacco di lavoro da sbrigare.-
-Okay.-
Saluto Helena con un cenno di mano, uscendo dal bar per dirigermi questa volta verso la spiaggia che si trova a pochi passi
da qui.
Mi mancano tanto le giornate con i ragazzi alla spiaggia ed il continuo divertimento nel vederli fare gli idioti. Devo dire che sono riusciti
davvero a prendersi un pezzo di me.
Arrivata,alla spiaggia questa volta, mi guardo intorno cercando di scorgere la figura di Hayley da qualche parte.
Dopo un po', vedo la ragazza seduta sulla sabbia proprio alla riva del mare mentre continua a disegnare come le è solito fare.
Sembra immersa nei suoi pensieri e neanche vedere dei ragazzi farle i dispetti mentre continuano a lanciarle la palla contro, riescono
a distrarla dal suo mondo.
E' una ragazza davvero molto solare ma con una tempesta dentro. Si, proprio come quelle tempeste che tanto la spaventano.
In realtà mi sono sempre chiesta del perché non riesce ad affrontare questo suo blocco ed è per questo motivo che vorrei aiutarla.
Lei ed Helena hanno fatto così tanto per me che adesso è giunto il momento di capire un po' cos'è che non riesce a superare
in alcun modo.
E' bloccata dentro e credo sia arrivato il momento di sbloccarla.
Mi tolgo le scarpe dai piedi, tenendole poi tra le dita ed immergendo i piedi nella sabbia leggermente calda.
Mi avvicino alla ragazza, vedendola sussultare ma smettendo improvvisamente di disegnare con quella sua solita lavagnetta.
-Non volevo spaventarti Hayley!- Dico alla ragazza mentre lei inizia ad osservare le mie labbra muoversi.
Lei scuote la testa in segno di negazione per poi invitarmi a sedermi dinanzi a lei con un cenno di mano.
Accetto la proposta, continuando ad osservarla mentre  non fa altro che disegnare.
Abbiamo una passione in comune, ma lei si che sa come riprodurre ciò che immagina con la sua fantasia.
Hayley inizia a fare alcuni gesti ma ahimè, non ho ancora avuto la possibilità di imparare questo suo linguaggio.
-Scusami Hayley, ma non riesco proprio a capirti...che ne dici di provare con l'alfabeto muto?- 
La ragazza annuisce soddisfatta per poi utilizzare le dita per parlarmi.
"C-o-m-e-t-i-s-e-n-t-i?".
Mi domanda, pian piano.
-Ecco, adesso va meglio. Beh...si, non mi sento come rinata ma...sto bene. E tu?-
"Anche io. Ma sono felice che tu stia meglio"
-Cos'hai? Qualcosa non va?-
Hayley abbassa lo sguardo, colpevole. 
Ci sono quasi...
"No è che...mi sento strana".
-Strana? Senti Hayley, non sarò qui a supplicarti di dimmi cos'hai ma...sappi che per te ci sono e ci sarò sempre. So che ci conosciamo
da poco e so che non ti fidi di me al cento per cento ma sono una buona ascoltatrice. Puoi parlarmi di tutto quello che vuoi.-
"Ti ringrazio ma sto bene così".
Non sembra volermene parlare. Forse, ci vorrà dell'altro tempo per farle svuotare il sacco.
-Come vuoi...-
"Sei arrabbiata?".
-Ma no, assolutamente. E' che vederti così triste fa diventare triste anche me.- Ammetto, vedendo la ragazza abbozzare un sorriso
per poi cancellare con velocità il disegno che stava elaborando.
-E se insieme, facessimo un gioco? Può aiutarti a confidarti con me e a liberarti del tuo dolore interiore. Hayley, puoi dirmi
ciò che vuoi lo sai, ma non devi mentirmi. So che il tuo trauma dei temporali è dovuto a qualcosa e con un semplice gioco
potremo risolvere le cose al meglio. Se non ti va puoi anche dirlo ma sto solo cercando di aiutarti.-

La ragazza scoppia improvvisamente a piangere. Non si lamenta, non fa scenate...inizia solo a tremare mentre le lacrime le rigano
con velocità il viso diventato stranamente pallido.
-No Hayley, ti prego, non ti agitare. Sono qui con te, non ti lascio!- Abbraccio subito la ragazza, cercando di tranquillizzarla
in tutti i modi possibili.
Lei respira con profondità mentre continuo ad asciugarle le lacrime e sussurrarle di stare tranquilla. 
Dopo un po', Hayley sembra riprendersi e deglutire mentre riprende la sua amata lavagnetta tra le mani.
"Facciamolo..." 
Annuisco alle sue parole, iniziando a raccontarle delle mie esperienze e parlarle un po' del mio passato e della mia famiglia.
Le racconto di quella volta in cui lasciai rovesciare una bottiglia di profumo alle rose sul tappeto e mia madre me ne voleva
dare di santa ragione perché quello era il suo profumo preferito.
Le racconto della mia esperienza con i ragazzi al liceo che non era delle migliori e delle mie giornate trascorse sui libri ed i romanzi
che mi facevano sempre compagnia nei pomeriggi vuoti e freddi. Le racconto di quando Stéphan si presentò per la prima volta in casa mia
e cominciò a dettar legge.
Insomma, le parlo di me come meglio riesco a fare.
L'ho vista in un attimo sorridere, ridere, intristirsi e alla fine, osservarmi con serietà.
-Okay, adesso tocca a te.- Le dico, vedendola poi sospirare e farsi coraggio.
Su Hayley, so che puoi farcela...
"Odio i temporali".
-Si, questo lo so...-
"Se mi spavento di continuo quando sento la pioggia scivolare sul mio viso è perché mi è accaduto un qualcosa
che ha sconvolto la mia vita, proprio durante un semplice temporale"

Osservo con attenzione le lettere che mi propone Hayley una ad una.
Mi dispiace vederla sempre osservare il cielo ogni volta che è pronta per dirmi ciò che realmente deve averla traumatizzata.
-Con calma, non ti chiederò di dirmi tutto oggi, ma anche una minima cosa può essermi utile per aiutarti, credimi.-
"Non puoi fare nulla per aiutarmi...nessuno può far nulla su una cosa già accaduta".
Sto cominciando seriamente a preoccuparmi. Non avevo mai visto i suoi occhi diventare più bui di così.
"Il mio passato, mi ha reso la persona che sono ora. Ma ciò che è accaduto dopo, non ha fatto altro che peggiorare
le mie condizioni".

Rabbrividisco alle sue parole, osservandola respirare sempre più a fatica.
Ogni tanto, si ferma a guardare l'orizzonte mentre nuove lacrime le scivolano dal viso.
Le posiziono una mano sulla spalla, dandole tutto l'appoggio di cui ha bisogno ma vedendola annuire di continuo come se volesse
dirmi che sta bene.
"Quando arrivai qui la prima volta fu perché i miei genitori adottivi erano dei mafiosi. Facevano parte anche loro
dell'organizzazione ed io ero felice di riavere finalmente una famiglia. Dopo la morte di mio fratello, cercarono di aiutarmi
con delle terapie ma neanche dallo psicologo sarei riuscita a dire qualcosa con la mia voce. Ormai, non parlo più da anni e non riesco
proprio più a fare qualcosa per aiutare me stessa in ciò. Le terapie fallirono ma dopotutto, finalmente, cominciavo a sentirmi amata dai
miei genitori che mi facevano sentire come una vera e propria figlia per loro."

Hayley utilizza l'alfabeto muto con molta lentezza, ma pian piano, sto riuscendo a capire ciò che continua a dirmi.
"Un giorno, eravamo stati invitati in una villa bianca, dove si teneva un piccolo ricevimento dell'organizzazione. I miei genitori
adottivi mi portarono con sé e quello fu lo sbaglio più grande che fecero in tutta la loro vita. Durante il ricevimento, c'era
un uomo vestito di bianco con una cravatta nera che continuava a fissarmi e a farmi sentire a disagio con le sue continue battutine
sul mio aspetto fisico. Mi elogiava di continuo e quando i miei genitori adottivi erano troppo occupati a parlare con gli altri componenti
dell'organizzazione, lui ne aveva approfittato per avvicinarsi a me. Mi diceva che ero bella...troppo bella per esser solo guardata..."

Hayley sta scacciando via tutte le sue paure ma non riesce in alcun modo a guardarmi negli occhi.
Sembra essersi impietrita.
-Okay, basta così Hayley, davvero...-
"Mi sentivo lusingata di sentire quelle parole dato che nessuno mi aveva mai detto una cosa del genere ma...allo stesso tempo, schifata.
L'uomo era molto più grande di me, ma mi guardava in un modo che riuscì facilmente a spaventarmi. Con una semplice scusa, uscii
dalla villa e ne approfittai per dirigermi verso il giardino della casa. Avevo proprio bisogno di prendere un po' d'aria fresca ma...
all'improvviso, sentii dei passi alle mie spalle che mi fecero voltare di colpo. Lo stesso uomo, mi aveva appena seguita."

-Hayley, davvero, non...-
"L'uomo mi prese tra le sue braccia ma io iniziai a dimenarmi. Non riuscivo ad urlare ovviamente e lui mi trascinò con sé dietro alla villa, 
tra alcuni cespugli. Mi costrinse a non agitarmi posizionandomi una pistola sull'anca e mentre cominciava a spogliarmi io iniziavo a pregare".
La ragazza si ferma improvvisamente dando la possibilità ad altre lacrime di segnarla a vita.
"Lui cominciava a toccarmi...continuava a sussurrarmi quanto fossi bella ai suoi occhi e all'improvviso, mi ritrovai a terra
sanguinante. Fu la mia prima volta ma giuro che non smisi di piangere neanche per la frazione di un secondo. Dopo alcuni schiaffi sul viso, 
mi resi conto di dovermi solo abbandonare alla mia sorte e sperare che tutto potesse finire presto. Quando l'uomo mi violentò, strisciai
pian piano verso l'entrata della villa ma non riuscivo più ad alzarmi. Mi sentivo tutta rotta e malandata, eppure, riuscii a scorgere
le figure dei miei genitori adottivi a terra mentre degli uomini continuavano a spararli. Volevano uscire dai giochi e farla finita
con la mafia...ma ci riuscirono solo morendo. Ricominciai a piangere senza mai fermarmi e mi addormentai sull'erba verde di quel
giardino, con la pioggia di un temporale catastrofico che mi fece quasi morire di freddo. Le lacrime si mischiavano alla pioggia e fu proprio Brian 
mi ritrovò il giorno dopo. Mi portò in casa, mi aiutò a riprendermi e mi fece conoscere i ragazzi."

Non potevo di certo immaginare che la piccola Hayley avesse mai potuto subire una cosa del genere. Cerco di trattenere dentro i miei occhi
le lacrime, rendendomi conto di doverla aiutare e sopportare...non farla star peggio.
La abbraccio forte, stringendola a più non posso.
Anche lei mi stringe con più forza, quasi da rompermi le costole. Ma che si rompessero pure. Questo abbraccio vale molto di più
di qualsiasi altra cosa al mondo.
-Ce l'hai fatta Hayley...- Sussurro alla ragazza vedendola poi sorridere.
Si è finalmente liberata. 
Portare quel peso dentro non avrebbe fatto altro che farla stare peggio.
Quando la ragazza si riprende mentre continuo ad asciugarle le lacrime con i pollici, un'altra domanda comincia ad assillare
la mia mente senza darmi pace.
-Ci siamo Hayley. Un nome e ti togli il pensiero.-
La ragazza abbassa ancora una volta lo sguardo. Prende velocemente la sua lavagnetta ed inizia a scriverci qualcosa.
Io speranzosa, osservo con attenzione i suoi movimenti anche se a parer mio, starà sicuramente disegnando qualcosa.
Osservo la giovane per un bel po' di tempo ma finalmente, dopo alcuni minuti, ella decide di porgermi la lavagnetta alzandosi poi
dalla sabbia ed avvicinandosi sempre di più al mare.
Si allontana da me, mentre io sono pronta a leggere il nome della persona che le ha fatto del male.
Quando però prendo la lavagnetta tra le mani, proprio come pensavo c'è un disegno ad accogliermi.
Il disegno di un uomo, che picchia una ragazza e che ha un cappello bianco in testa molto simile a quello di...
Improvvisamente mi blocco. 
Le immagini di mio marito mentre mi picchia cominciano a premermi nella mente ed il cappello che indossò l'altra mattina
sembra avermi tolto ogni singolo dubbio.
Mi alzo anch'io dalla sabbia, scuotendo per un po' i miei vestiti ed avvicinandomi di nuovo ad Hayley.
-Stéphan...è stato lui a...- Non riesco a finire la frase.
Hayley annuisce con dolore, rivolgendosi per l'ennesima volta all'orizzonte.



















***











Dopo essermi assicurata di aver riportato Hayley al bar con Helena, corro verso casa ed entradoci, mi dirigo
verso il corridoio del piano terra.
Con il fiatone e la mente sudata, busso il più forte possibile alla porta della camera dei ragazzi sperando
che siano tornati a casa.
Attendo con ansia che qualcuno apra la porta di questa maledetta camera e quando è Brian a farlo, d'istinto, avvinghio le mie 
braccia contro il suo collo, scoppiando a piangere.
-Haven...- Mi sussurra Gates, sbarrando gli occhi mentre continua a lasciarsi stringere.
Non sa come comportarsi, ma io ho solo fatto ciò che sentivo.
-Haven, guardarmi, cosa cazzo ti è successo?- Mi domanda il ragazzo dagli occhi color nocciola, prendendomi le spalle
ed allontanandomi un po' dal suo corpo per guardarmi negli occhi.
Io continuo a piangere, non riuscendo più a trattenermi in alcun modo.
-Brian, chi è alla porta?- Domanda poi Jimmy, uscendo dalla camera ed avvicinandosi a noi con il resto dei ragazzi.
-Ma è Haven!- Urla poi Matt, avvicinandosi anche lui.
-Hey, ma cos'hai? Perché piangi, ti è successo qualcosa?- Si preoccupa Johnny.
-Ma soprattutto...ti hanno fatto qualcosa?- Continua Zacky beccandosi poi uno sguardo terrificante da parte di Brian.
-Chi cazzo ti ha toccata?! Haven, il signor Mason ti ha picchiata?- Brian continua a scuotermi ma io devo parlargliene.
Prima di venire qui, ho chiesto ad Hayley se potevo parlarne con i ragazzi e lei ha annuito. Mi ha anche detto che le avrei
fatto un favore dato che non riuscirebbe proprio a raccontargli tutto l'accaduto.
-No...non mi ha picchiata.- Sussurro, tentando di regolarizzare il battito cardiaco ed il respiro.
-E cosa ti ha fatto allora?- Continua James questa volta, preoccupato almeno quanto tutti gli altri.
-Lui...ha violentato Hayley.- 
I ragazzi mi fissano increduli. Nei loro occhi riesco a percepire dell'odio che continua ad aumentare mentre Johnny sta cominciando
a tremare.
Brian sbarra ancor di più gli occhi, smettendo improvvisamente di respirare.
-E' per questo motivo che odia i temporali. L'ha violentata quando era solo una ragazzina...quando il giorno dopo, l'avevi trovata
tu.-
Dico poi a Brian, mentre Johnny perde improvvisamente il controllo.
Christ scappa via dall'abitazione mentre i ragazzi lo rincorrono cercando di fermare la sua ira e Brian resta qui facendomi subito spaventare
nell'attimo stesso in cui ha appena dato un pugno secco contro la porta, rompendola.
Caccio un urlo di terrore, osservando poi il ragazzo correre verso il bagno chiudendosi la porta alle spalle.
Lo seguo con velocità, aprendo la porta del bagno ed osservandolo vomitare l'anima.
Nessuno avrebbe mai immaginato che Stéphan potesse fare una cosa del genere. Sono sicura che anche Brian ci è rimasto
male almeno quanto ne sono rimasta io.
Lo osservo ancora vomitare, mentre io mi avvicino a lui piangendogli su di una spalla.
Le sue mani sono strette in pugni. Ciò non promette nulla di buono.



























NOTE DELL'AUTRICE.

E finalmente, anche la storia di Hayley è uscita allo scoperto.
Buonsalve a tutti popolo di lettori accaniti!
Dopo le molteplici richieste di aggiornamento che mi avete fatto su twitter, ho deciso di 
aggiornare prima del previsto!
Sono felice di sapere che anche questa ff vi stia prendendo (per non parlare poi di quando mi scrivete su ask. Gates vi ama).
Ma comunque.
Vi dò il diritto di scrivere tutte le cattiverie che volete nei confronti di Stéphan che si è dimostrato
essere un gran pezzo di merda.
Come potrà mai la nostra Haven, stare con un uomo così?
Al sapere questa tragica storia ( e diciamocelo che sono peggio di Shakespeare quando mi ci metto. No, il confronto con Shakespeare
proprio no però...anche io sono un'amante delle tragedie, trust me. Saya, colpa tua per questo "trust me").
Perdonate i miei scleri improvvisi ma...ultimamente sclero per qualsiasi cosa e voi dovete essere così carini e coccolosi
da stimarmi per questo.
No, proprio no. Non merito di essere stimata per niente dato che scrivo anche cazzate quindi...no.
Ma torniamo seri, se ci riusciamo.
Johnny è impazzito e con i ragazzi ovviamente non potranno fare nulla di che sapendo che il capo è comunque una persona
che possiede molto più potere di loro.
Diciamocelo, Stéph ha i soldi. 
Quindi, dal prossimo capitolo, capirete bene quali saranno le intenzioni dei ragazzi. Parlando invece di quei due carciofi di Haven
e Brian e di quel bradipo di Nancy...beh, anche qui potete offendere senza tregua.
Brian ha ammesso di non provare più nulla nei confronti della nostra piccola Haven (davvero...ti ci è voluto un mese per dimenticarla? Pff.)
ma lei...è innamorata.
Lo è e probabilmente lo sarà sempre.
Non si sfugge all'amore, puoi provare a nasconderti, ma ti troverà lo stesso.
Per quanto puoi provare ad odiare una persona...dovrai sempre ricordarti che il più delle volte (diciamo quasi sempre) nell'odio
c'è l'amore.
E saranno momenti duri per i nostri due protagonisti questi. Nel corso dei capitoli, capirete cosa intendo.
Spero vivamente che questo capitolo vi abbia tenuti felicemente impegnati e che abbiate passato dei piacevoli istanti nel leggerlo.
So che sono ripetitiva ma sapete che ci tengo tantissimo alle vostre opinioni e considerazioni. E' anche vero che lo scrittore scrive
per sé stesso ma fa sempre piacere vedere che in qualche modo viene apprezzato dai propri lettori.
Per qualsiasi cosa, l'angolo recensioni è sempre aperto.
Adesso la smetto con i miei soliti monologhi e vi lascio in pace una volta per tutte!
*Tanto poi torno con un nuovo capitolo, coff coff*
Un bacio a tutti voi che continuate sempre a seguirmi e a sostenermi! *Huggiamoci senza sosta*




-SynysterIsTheWay.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** 19.On any given day...I'll take it all away. ***


19° On any given day...I'll take it all away.







 
La vera felicità non è in fondo a un bicchiere, non è dentro a una siringa: la trovi solo nel cuore di chi ti ama.
(Jim Morrison).






Fisso continuamente il soffitto non riuscendo a voltarmi
contro il corpo di mio marito, accanto al mio.
Stéphan sta dormendo beato mentre io credo che l'insonnia stia avendo la meglio su di me.
Johnny ieri è quasi impazzito. Ci sono volute diverse ore per calmarlo fin quando poi Brian ha deciso
di chiamare Hayley ed Helena per capire al meglio la situazione.
Helena ha spiegato al meglio ogni singolo dettaglio della vicenda ma ha chiesto ai ragazzi di non far nulla
contro il proprio capo o avrebbero messo a rischio la propria vita.
Resta il fatto che i ragazzi hanno deciso ben presto di uscire dai giochi ma per farlo hanno bisogno di svolgere
altre missioni in modo da avere abbastanza soldi per andare via da qui e migliorare la propria vita.
Per Brian però è tutto ancora così difficile che non sa più cosa fare. Ovunque si volti non fa altro che ritrovare
dolore su dolore. Dopo l'accaduto con me sembra esser maturato di più ma non sono ancora del tutto sicura che
abbia ricominciato a vivere al meglio.
Secondo me, ci sono dei blocchi che dovremmo colmare insieme ma che non ci riusciremo mai. Tra di noi ormai è tutto
finito e lui mi ha detto esplicitamente di non provare più nulla nei miei confronti.
Forse, quello che lui pensava fosse amore, non lo era mai stato. Doveva solo capirlo meglio.
Se non altro, la mia Hayley adesso sembra sentirsi meglio. Aveva proprio bisogno di sfogarsi un po' e dopo averlo fatto
con me ne ha approfittato per sfogarsi anche con gli altri.
Tutti erano attenti alle sue parole e per tutta la sera non abbiamo fatto altro che abbracciarla.
Abbiamo cercato di farla ridere ma Brian invece è rimasto tutta la sera in terrazza a fumarsi una sigaretta.
Non sono stata capace di seguirlo o raggiungerlo ma sapevo che lui non era riuscito ad incassare il colpo.
Anche gli altri stavano male e su questo non ci piove ma...Brian ne soffriva come un cane.
Mi ero limitata a fissare le sue spalle larghe ed il fumo che continuava a fuoriuscire dalle sue belle labbra mentre dentro
immaginavo già cosa potesse avere.
Mi ha fatto male vederlo in quello stato, ma loro dovevano sapere. Dovevano sapere che colui che alle apparenze poteva
sembrare un uomo tranquillo...in realtà, era stato capace di violentare una ragazzina.
Io ne sono rimasta sconvolta ma un po' me lo sarei aspettato. Mi ha picchiata così tante volte che ho perso il conto ormai.
Sconvolta da tutte queste situazioni, mi alzo improvvisamente dal letto, dirigendomi verso la terrazza ed iniziando a disegnare
per rilassarmi.
Nel momento stesso in cui prendo un pennello tra le mani, mi ricordo di quando quel giorno io e Brian ci imbrattammo di colori
a tempera.
Fu davvero un bel momento, ma ci volle un attimo per mandarlo a puttane.
Disegno un semplice paesaggio ma non riesco a finirlo. Scoppio improvvisamente a piangere, rendendomi conto di quanto
in realtà la mia vita faccia schifo.
Avevo solo una persona che riusciva sempre a farmi rinascere ed è la stessa persona che ha avuto il coraggio di tradirmi.
A volte penso che forse ha ragione lui. Forse sono io che mi limito senza pensare al fatto che lui era semplicemente ubriaco.
Ma come potrei mai anche solo pensare di toccarlo se la paura che possa avere il profumo di un'altra ragazza addosso continua a
farmi morire dentro?
Mi lascio scivolare sul pavimento, ma ben presto due enormi braccia mi stringono da dietro facendomi sentire al sicuro.
Mi volto di scatto mentre osservo Brian contrarre la mascella.
Presa dai continui brividi che mi provoca la sua pelle contro la mia, mi allontano di scatto da lui, sentendomi come se avessi
preso una scossa.
-Perché stai piangendo?-
-Brian...che...che...che ci fai qui?-
-Sapevo che ti avrei trovata qui.-
-E...cosa cerchi da me?-
-Nulla, non voglio vederti piangere.-
-Non avevi detto che ti era passata?-
-Ma...questo non vuol dire che mi faccia piacere vederti piangere.-

E come al solito, mi basta osservare un suo sorriso per sciogliermi come ghiaccio al sole.
Mi allontano il più possibile da lui e dalla sua pelle, desiderando solo il contrario. Ma cosa sto dicendo? Io dovrei
solo odiarlo per ciò che mi ha fatto!
Brian mi si avvicina prendendomi un polso, senza darmi la possibilità di allontanarmi ancor di più dal suo corpo.
Mi asciuga le lacrime con i suoi polpastrelli, ricominciando a sorridere.
-Si, sei più bella quando sorridi.- Borbotta, facendomi arrossire.
Io abbasso con velocità lo sguardo, con la paura che se solo provassi a guardarlo negli occhi potrei rendermi conto
del fatto che in realtà...tra di noi non è mai svanito nulla.
-Haner, con me queste cose ormai non funzionano più.- Sbotto acida, cercando di sembrare abbastanza forte.
-E cosa funziona adesso?-
-Assolutamente niente. Basta solo non tradirmi.- 
Brian deglutisce, serrando poi la mascella. Sento che le mie parole questa volta lo hanno fortemente ferito.
Ammetto di esser stata un po' cattiva ma non sarei riuscita a dirgli altro. 
-Tu...piuttosto, hai già conosciuto qualcuna?- Gli domando, cercando di sbollire la situazione.
-Mh, direi di si.- 
-Bene...- Qualcosa dentro di me ha emesso un boato assurdo.
Per quanto stia cercando di far finta che la cosa mi faccia piacere, dentro di me sto quasi per esplodere.
Muoio lentamente, alzandomi poi dal pavimento sentendo le lacrime asciugarsi sul mio viso.
Per un attimo, mi sono chiesta del motivo per cui gli ho fatto una domanda del genere, ma poi ho capito 
che la mia mente e il mio cuore non vanno per niente d'accordo.
Sono così discordi tra di loro che potrebbero mettersi a tavolino per farmi esplodere il cervello.
-Sembri un po' delusa...- Ammette il ragazzo, continuando ad osservarmi.
-No, al contrario. Sono felice per te, davvero.- Mento, cercando un modo per poter sviare con velocità la situazione che sta
diventando a dir poco pesante.
-Ehm...ma...adesso, è meglio che vada da Stéphan...si sarà svegliato e darà di matto se non mi troverà a letto.- Balbetto, scontrandomi
poi dal petto di Brian.
-Sta lontana da lui il più che puoi. Non voglio che...ti tocchi senza il tuo volere.-
-E' mio marito, Brian...se non mi tocca lui, chi vuoi che lo faccia?- Sbotto acida, voltandomi verso l'uscita e dirigendomi verso
la mia camera.
Mi sento così vuota da non riuscire neanche a sentire le lacrime che stanno ricominciando a rigarmi il volto.
E' incredibile come quel ragazzo, nonostante tutto, riesca a rendermi sempre più vulnerabile.
Con i palmi delle mie mani, mi asciugo le lacrime, tornando poi a letto con Stéphan.
L'uomo si sveglia, voltandosi verso di me e sussurrandomi un buongiorno a dir poco caloroso.
Io vorrei soffocarlo con un cuscino dopo ciò che ha avuto il coraggio di fare a Hayley, ma dovrò accontentarmi di stargli accanto
da brava moglie facendo finta di non conoscere la verità sul suo conto.
Per quanto potesse sembrare un pezzo di merda...dopo questa, mi è proprio scaduto.
Gli sorrido indossando una delle mie maschere, mentre lui poggia lentamente le sue labbra sulle mie.
All'improvviso, mi sento strana.
Mi sento come se fossi stata io a tradire Brian.




















***










Quando Stéphan è uscito di casa dicendo che sarebbe tornato l'indomani pomeriggio, Helena ed Hayley sono subito
venute a trovarmi.
Vedendole tutte vestite con fomalità, mi sono chiesta dov'è che dovessero andare ma non ho avuto il coraggio
di chiederlo direttamente a loro.
So che farebbero qualsiasi cosa pur di portarmi via con loro.
Sono delle ragazze davvero eccezionali...farebbero di tutto pur di aiutarmi e con il tempo stiamo diventando sempre
più amiche.
Entrambe, entrando nella mia camera, danno subito un'occhiata veloce al mio armadio.
Le due ragazze iniziano a prendere i miei vestiti più belli e preziosi, distendendoli poi sul letto matrimoniale.
Comincio seriamente a spaventarmi. Quando queste due si mettono in testa una cosa, è quasi impossibile fermarle.
-Ragazze, ma si può sapere cosa state facendo?- 
-O forse il blu...tu che dici Hayley, il blu potrebbe essere più adatto?- Domanda Helena all'amica, ignorandomi completamente.
-Ragazze...- Riprovo ma loro sono intente a lanciare altri vestiti dall'armadio al mio letto.
-Cosa dici Hayley? Preferisci il bianco? Ma così sembrerà una verginella!- 
-Ragazze!- Urlo questa volta, attirando l'attenzione di Helena e quella di Hayley non appena l'amica sembra indicarmi.
Hayley e Helena si cuciono la bocca, osservandomi poi come se avessi fatto chissà cosa.
In realtà, stavo solo cercando di attirare la loro attenzione.
-Volete spiegarmi cosa state facendo? Davvero, a volte proprio non vi capisco!- Esclamo, vedendo le due ragazze sorridere.
-E dai Haven, ti stiamo solo scegliendo un vestito adatto...-
-Questo lo avevo capito Helena, ma non ne capisco il motivo. Non devo fare niente se non segregarmi fra le mura di questa casa.-
Le due ragazze si scambiano uno sguardo complice per poi riportare i loro occhi su di me.
Sto seriamente iniziando a spaventarmi.
-Non credo che questa sera resterai chiusa qui dentro...piuttosto, Hayley ha proposto questo splendido vestito
in seta nero ed io sono totalmente favorevole alla scelta.- Continua Helena, porgendomi il vestitino nero che però rifiuto di indossare.
-Che significa che questa sera non resterò chiusa qui dentro?! Ragazze, cosa state combinando?-
-Perché dovremmo avere sempre secondi fini? Insomma Haven, vogliamo solo portarti con noi ad una semplice festicciola tra amici!-
-Oh, no, assolutamente no! Non sono fatta per le feste caotiche...-
-Ma ti ho già detto che è una festicciola tra amici!-
-Quante persone sarete più o meno?-
-Mah...non più di una ventina.-
-Ci sarà tanto alcol?-
-No, è una festa tranquilla...niente alcol, fumo e tutto ciò che tu non sopporti.-
Potrei anche accettare, ma il problema è che non so neanche chi è che festeggia. Non posso presentarmi di certo da estranea a casa
di una persona...
-Di chi è la festa?-
-Ehm, amici di amici.-
-Dov'è?-
-Poco distante da Huntington Beach.-
-Faremo tardi?-
-Scherzi? Torneremo a casa all'ora delle galline!-
Helena non me la conta giusta. Ho come l'impressione che lei ed Hayley stiano cercando un modo per farmi conoscere
qualcuno di nuovo ed aiutarmi a dimenticare il più possibile quel mafioso da strapazzo.
A parer mio, è una battaglia già persa dal principio.
-Mh...non lo so ragazze. E' che sta succedendo tutto così velocemente che avrei solo bisogno di rallentare un po'.-
-Haven, se pensi che ti lasceremo ancora qui dentro a piangere beh, mi dispiace cara mia, ma ti sbagli di grosso. Hai bisogno
di conoscere qualcuno e Brian deve capire di averci perso davvero tanto!-
Ecco, lo sapevo. 
-Io non devo dimostrare niente a nessuno.- Borbotto, abbassando lo sguardo.
-Questo lo sappiamo, ma quel figlio di una buona donna deve capire cos'è che ha perso per una grande cazzata che avrebbe potuto
evitare! Cosa vuoi fare eh,Haven? Restare qui dentro a consumarti mentre lui se la fa con chissà quante altre belle ragazze? No, tu devi
essere quel tipo di ragazza che può andare avanti senza voltarsi mai indietro. Sentimenti a parte, stasera ci divertiremo. E si cazzo, 
se trovi anche un bel ragazzo, te lo limoni senza problemi!- 
Sorrido leggermente alle parole di Helena, rendendomi conto del fatto che in realtà lei ed Hayley stanno solo cercando di farmi andare
avanti senza fare passi indietro.
Un po' mi dispiace deluderle. Si stanno facendo in quattro per me e dopotutto non credo sia qualcosa di preoccupante
una semplice festicciola tra amici intimi, no?
Sospiro, dandogliela vinta.
-Posso stare tranquilla?- Domando ad Helena vedendola poi annuire insieme ad Hayley.
-Questo è un si?-
-Si.-
Le due ragazze mi avvolgono in un abbraccio, tirandomi subito su di morale.
All'improvviso però, entrano Jimmy e Johnny in camera, osservandoci con uno sguardo a dir poco buffo.
-Ma che state facendo da tre ore qui dentro?- Domanda James, inarcando un sopracciglio.
-Ma di che ti impicci,eh Sullivan? Lasciaci spettegolare tra amiche!-
-Quando le donne trascorrono del tempo insieme, gli uomini devono sempre preoccuparsi. E' la legge, James.- Continua Johnny, 
beccandosi poi uno schiaffetto amichevole sulla spalla, da parte di Rev.
-Fuori di qui, dobbiamo vestirci!- Urla Helena, cacciando via sia Jimmy che Johnny che si ritrovano ben presto fuori dalla camera.
-Le donne e la loro passione per la moda...e comunque, potete anche spogliarvi davanti a noi. Dopotutto, siamo amici.-
-James, non ci provare o dico tutto al mio Matthew!-
-Come non detto.-
Io e le ragazze scoppiamo a ridere osservando Jimmy alzare le mani in alto, discolpandosi.
Arrivati alla villa con piscina in cui si sta svolgendo la festa, sbarro gli occhi, aprendo di scatto la bocca osservando un ragazzo
lanciarsi in piscina dal tetto dell'abitazione.
C'è puzza di erba nei dintorni e nel momento stesso in cui Hayley suona alla porta, vi ritroviamo due che stanno quasi
scopando sul pavimento ed un ragazzo con un bicchiere mezzo pieno tra le mani.
Il ragazzo barcolla qua e là, invitandoci poi ad entrare mentre la musica potrebbe quasi svegliare tutto il vicinato.
Alcuni ragazzi stanno prendendo in braccio una ragazza per portarla al piano di sopra mentre lei continua ad urlare come un'ochetta.
Altri, stanno rollando le proprie canne ed altri ancora ballano come se non ci fosse un domani.
Ho quasi visto una ragazza dondolare sul lampadario.
-Una festa tranquilla...con solo pochi amici intimi...e senza canne ed alcol. Non è vero, Helena?- Dico alla ragazza, vedendola
poi esser tirata via da Matt.
Io ed Hayley restiamo immobili sulla soglia della porta, continuando ad osservare gli altri divertirsi come non mai.
Questa sarà proprio una lunga serata.




















***






BRIAN'S POV

Le feste di Jason Berry e suo fratello Matt sono sempre le migliori.
Saluto alcuni amici, rivolgendomi poi a Jimmy e Johnny che mi lanciano una stecca per poter giocare
a biliardo.
Diciamo che questi sono i soliti riti di quando partecipiamo a feste del genere.
Altre volte, ci accontentiamo di scoparci qualche ragazza nei dintorni e sbronzarci come non mai.
Vorrei spararmi dentro litri e litri di birra in modo da ubriacarmi per l'ennesima volta, ma c'è qualcosa nel mio
cuore che non me lo permette.
Ho un blocco, dovuto probabilmente a ciò che è accaduto con Haven un mese fa.
Mi sono sentito una merda quando ho avuto il coraggio di portarmi a letto Nancy, ma cazzo, ho fatto di tutto per farle
capire che non sapevo ciò che stavo facendo.
Ero sotto l'effetto dell'alcol e si sa come vanno a finire queste cose.
Le cose con Nancy stanno così. Me la sono portata a letto per la seconda volta da incosciente e l'attimo dopo sono finito
per pentirmene.
Quando Maria continua a ripetermi di essere un immaturo del cazzo, credo che non abbia poi così torto.
Ma insomma, voi credete davvero che io abbia già trovato qualcun'altra? Voglio dire, è vero, le ragazze non mi mancano di certo ma...
le ho mentito.
Ho mentito ad Haven e per la prima volta in tutta la mia vita ho cercato di prendermi cura dell'esistenza di un'altra persona
anziché della mia.
Le ho detto di non provare più niente nei suoi confronti facendole così credere che mi sia passata del tutto ed invece non è affatto
così.
A me non è passato proprio niente.
Lei è sempre lei. Ed io ne sono innamorato ogni giorno come se fosse la prima volta.
Dopo tutto ciò che è accaduto e che le ho fatto, ho deciso di provare a dimenticarla per aiutarla ad andare avanti e costruirsi
una vita senza di me.
L'ho fatta soffrire e non potrò mai perdonarmelo, quindi credo che questo sia il minimo che possa fare per aiutarla a ricominciare.
Lei merita di ricominciare. Lei, più di chiunque altro, merita di star bene e smetterla per sempre di soffrire.
Io posso darle solo dolore e non voglio più che questo accada.
Non credevo che amare una persona potesse anche darti un'opportunità in più per farla soffrire.
Ho deciso di rinchiudere i miei sentimenti in una sottospecie di gabbia personale in modo da non poterli mai più far fuoriuscire.
Con il mio amore, non sto mettendo solo in pericolo la mia vita, ma soprattutto la sua.
Se mai un giorno il signor Mason dovesse venire a scoprire una cosa del genere, credo che penserebbe prima di far del male
a lei e poi a me.
Ma il finale perfetto non è quello che noi avevamo sempre sperato.
Il finale perfetto è il dover cancellare i nostri sentimenti per poterci salvare entrambi.
Ma io potrei anche morire felice sapendo che lei starà bene.
E' per questi motivi che non posso più starle accanto anche se la tentazione diventa sempre più forte.
A volte penso che se non ci fosse stata lei nella mia vita, io non sarei mai riuscito ad avere un cuore e non avrei
mai avuto la mia occasione per amare.
Certe persone...è come se fossero angeli che sono stati mandati qui per aiutarci a capire dov'è che stiamo sbagliando
per davvero.
Ed io adesso l'ho capito.
Ho capito, che senza Haven io non sarei più niente.
Sarei solo una persona, lo capite? E credetemi che le persone non sono poi tutte così belle come pensate.
Ho sempre voluto essere LA persona. Non una persona.
Almeno è questo ciò che pensavo quando la stringevo a me.
Ho sempre saputo che non sarebbe mai stata mia ma ho voluto sfidare ogni aspettativa per poterla avere accanto a me e sperare
che anche lei provasse ciò che provavo io da sempre.
Per qualche strano motivo, lei è riuscita a far emergere quella parte di me che nessuno sarebbe mai riuscito a trovare o capire.
Tutte le mie debolezze dipendono solo da lei.
Chissà dove avrò preso tutte le mie forze per poterla lasciar andare in questo modo. Sarà che quando sei innamorato ti accontenteresti
anche di vedere la persona che ami sorriderti dinanzi agli occhi.
Ecco, tra di noi adesso funziona così.
Lei è ingnara di ciò che provo io mentre continua ad odiarmi spudoratamente.
Io la amo. Mi limito ad amarla mentre si lascia guardare.
Improvvisamente però, Nancy si spalma sul tavolo da biliardo, facendosi osservare dai miei occhi.
Da quando sono finito a letto con lei per la seconda volta, non fa altro che farmi da zecca.
Io le voglio bene, ma ho deciso di allontanarla il più possibile da me per evitare altri fraintendimenti.
-Allora Gates, inizi tu?- Mi domanda Johnny, mentre io osservo la ragazza che continua a sorridermi di continuo.
Vorrei tanto poterle dire che farebbe meglio a scendere da questo tavolo ma i miei occhi improvvisamente, vengono attratti
da qualcosa di migliore.
Haven varca la soglia della porta insieme ad Hayley ed Helena mentre Matt trascina a sé la sua ragazza.
Osservo Haven completamente spaesata, che continua a strofinarsi le braccia con le mani mentre il vestitino che indossa stasera
le mette ancora di più in risalto le forme.
Non riesco a controllare me stesso osservando Matt ed Helena venirci incontro.
-Buonasera ragazzi, oh, vedo che la prostituta di turno è già arrivata!- Sbotta Helena con acidità, rivolgendosi a Nancy che scende
con velocità dal tavolo ma viene fermata appena in tempo dalla mia mano.
-Hey, hey...non credo sia il momento giusto per litigare questo.- Borbotto, tenendo Nancy dalle spalle che controbatte con uno sguardo
assassino nei confronti di Helena.
Matt bacia il collo della sua fidanzata e lei sembra improvvisamente tranquillizzarsi.
Haven osserva da lontano la scena ma si volta di scatto senza neanche guardarmi.
-Helena, mi spieghi cosa cazzo ci fa lei qui?- Sbotto con rabbia, avvicinandomi con pericolosità alla ragazza.
Delle volte, non riesco proprio a controllarmi. Soprattutto per quanto riguarda l'argomento "Haven".
-Non credo che questi siano più problemi tuoi, Haner.- Ribatte la ragazza, con una faccia da schiaffi che in realtà
non le appartiene.
Se non altro, Jimmy e Johnny continuano a esultare per la pronta risposta di Helena.
-Non dovevi farla venire qui.- Continuo, più furioso che mai.
-E perché scusa? Lei è una ragazza libera di fare ciò che vuole.- 
Per qualche strano motivo, le parole di Helena riescono facilmente a farmi perdere il controllo.
-Se lo scopre il signor Mason, saremo noi a pagarne le conseguenze.-
-Dato che i problemi non ce li facciamo noi, non vedo proprio il motivo per cui debba fartene tu. Rilassati Haner, torna
a giocherellare con la tua puttanella...sono sicura che lei ti farà divertire come si deve.-

-Prima devi portare Haven fuori di qui.-
-Non ci penso neanche! Insomma, ti sei fatto davvero tutti questi complessi quando ti sei scopato Nancy?- 
-Dai amore, adesso basta...- Sussurra Matt alla ragazza, tenendola stretta a sé mentre io mi limito a morire dentro.
Ma mi dispiace, non mostrerò mai il mio dolore a nessun altro.
-Basta? Prima fa il coglione e poi si preoccupa di un qualcosa che non gli è mai appartenuto! Si, sono queste le parole di Hayley,
la tua cara amica che è stanchissima dei tuoi comportamenti da stupido! Ma sai cosa Gates, io più di tutti! Adesso guardala mentre 
si diverte con un altro perché è ciò che meriti.-

Sposto la mia visuale contro la figura di Haven vedendola ridere a crepapelle con un ragazzo che non credo di conoscere.
Lui le sposta una ciocca di capelli ribelle dal viso ed io non riesco proprio a sopportare tutta questa complicità tra i due.
-Che cazzo sta facendo quel figlio di puttana?!- Sbotto con sempre più rabbia, cercando di correre verso di lui e ucciderlo con le mie
stesse mani, ma è proprio Jimmy a fermarmi prendendomi dalle spalle.
-Hey, amico, non fare stupidaggini!- Mi sussurra Jimmy, fermandomi appena in tempo.
-Cazzo, ma non lo vedi a quel coglione laggiù? Ci sta provando con lei!- Continuo sentendo l'odio impossessarsi di me e di
tutte le mie buone intenzioni.
-Brian, cazzo, calmati!- Esclama Zacky questa volta, venendo verso di me per aiutare Jimmy a tenermi a bada.
Io avrei solo voglia di spaccargli la faccia a quello lì!
-Senti un po' Haner, ma non avevi detto che ti era passata?- E rieccola la solita Helena che continua a rigirare il dito sulla piaga.
Cerco di mantenere il controllo, respirando a fondo nel momento stesso in cui provo a rilassare i miei muscoli.
Jimmy e Zacky mi lasciano finalmente ed io sono ancora incatenato a quella scena.
Ed io che pensavo di esser l'unico a riuscire a strapparle un sorriso vero.
Cazzo, devo tener duro per tutta la sera.
Tutti mi fissano attendendo una mia reazione ma io non so più cosa dire.
I ragazzi sanno tutto. Per me era inevitabile dire a loro la verità. 
Ma Helena...lei potrebbe dirle tutto e sconvolgere ciò per cui sto lavorando.
Anche se...credo di essermi appena tradito.
Non riesco a starle lontano e non riesco a sopportare l'idea di vederla sorridere alle parole di un qualsiasi altro coglione
che le si para dinanzi agli occhi.
Mi rendo conto di non poter meritare una ragazza come lei, ma cazzo se fa male.
Tutto ciò che riguarda lei fa fottutamente male.
Nancy continua a fissarmi come se avesse appena capito tutto.
Lei mi dà uno schiaffo sul volto per poi fuggire via con le lacrime agli occhi. 
Mi tocco la guancia infiammata, sentendomi il colpevole ma vedendo Shads allontanare Helena dai miei occhi.
Helena inarca un sopracciglio, non riuscendo più a capire niente mentre persino una come Nancy è riuscita a scorgere quel bagliore
nei miei occhi che si nota solo nel momento stesso in cui osservo Haven. La mia Haven. La mia Birdie.
Il mio uccellino, che sembra appena volare verso la notte.
Abbasso lo sguardo non riuscendo più a sopportare questa situazione così distruttiva ed all'istante, i miei soliti amici sembrano
essere la mia cura ad ogni male.
Jimmy mi dà delle pacche sulla spalla mentre gli altri provano a farmi ridere con le loro solite battute demenziali.
-Ricominciamo la partita, ti va Gates?- Mi domanda il nanetto ed io annuisco all'istante.
Ho bisogno di distrarmi.
Dopo una partita a biliardo insieme ai miei amici e dopo aver sbollito un po' la rabbia bevendo della birra in loro compagnia, 
ho avuto anche il piacere di parlare con Hayley.
Ho cercato di tranquillizzarla sull'accaduto con il mio capo e le ho assicurato che presto ce ne andremo via da lì.
Chi lo sa, forse sarà il momento giusto sia per me che per Haven di stare insieme e questa volta per sempre.
Dopo aver parlato con Hayley per un bel po' di tempo, credo che lei abbia capito tutto.
Non ne sono sicuro, ma c'è una buona probabilità di leggere i miei occhi e capire tutto ciò che in realtà sto portando dentro.
Hayley ben presto si dimena sulla pista da ballo con Johnny, Helena e Matt non so neanche dove siano ma posso benissimo immaginarlo ed
infine Jimmy e Zacky si stanno abbuffando come dei maiali messi all'ingrasso.
E' quando osservo però Haven parlare ancora con quel tipo dagli occhialoni enormi ed un ciuffo che gli copre metà occhio che dentro di me
sento una  sottospecie di campanello d'allarme.
Il tizio la sta spingendo contro il muro e si sta avvicinando sempre di più al suo volto per poterla baciare.
Stringo le mani a pugni mentre osservo Haven chiudere gli occhi per lasciarglielo fare.
Strappandomi il cuore, corro verso i due, spingendo via il ragazzo da Haven e lasciandolo cadere a terra.
La ragazza continua ad avere gli occhi chiusi, ma quando li riapre, si ritrova improvvisamente a testa in giù.
La prendo in braccio, sentendola poi scalciare mentre il ragazzo si rialza per aiutarla ma io gli dò un pungno in faccia che lo
fa cadere ancora una volta a terra, ma con il naso sanguinante.
-Brian, ma cosa stai facendo? Cazzo, mettimi subito giù!- Urla Haven a più non posso.
-Se provi un'altra volta a baciarla, sei un uomo morto!- Minaccio il ragazzo, vedendolo toccarsi il naso mentre quel sangue continua
a scorrergli da esso.
-Brian...ma che...- Prova a dirmi Zacky con un panino tra le mani mentre Jimmy ferma il figlio di puttana che stava per darmi
un calcio.
Jimmy prende una pistola e la punta sulla testa del ragazzo facendolo tranquillizzare mentre tutti gli altri restano a fissare
la scena a dir poco sconvolti.
I festeggiati non sembrano neanche rendersi conto della situazione, canticchiando canzoni a caso per colpa di tutto l'alcool ingerito.
-E' capitato.- Ribatto con semplicità, trascinando via Haven con me, anche contro la sua volontà.
Io la costringo a salire nella mia auto ma lei non sembra voler cedere.
-Ma chi ti credi di essere, eh Brian? Questa è la mia vita, cazzo!- Mi urla contro ancora, ferendomi un po'.
-Sali in macchina.- Le dico con serietà, spingendola dentro per poi chiudere la portiera.
Io mi siedo accanto a lei, al posto di guida, mettendo in moto il veicolo ma sentendo ancora le sue urla premermi nella mente.
-Brian! Cazzo, ma mi stai ascoltando? Riportarmi subito lì!- Continua Haven, cercando di aprire lo sportello dell'auto ma io sono riuscito
a sigillarlo appena in tempo.
-Apri questo cazzo di sportello!-
-La smetti di urlare, mi stai uccidendo i timpani!- Ribatto, vedendola respirare con profondità.
-Non la smetto fin quando non mi riporti lì!-
-Mi dispiace dirtelo ma ti sto riportando a casa.-
-Che cosa?! Perché mi stai facendo questo, Brian? Non ti è bastato spezzarmi il cuore in quel modo?-
A sentirle le sue parole, mi sento come un verme che continua a strisciare senza meta.
Lei si morde ben presto le labbra, come se si fosse appena pentita di aver detto una cosa simile.
Io mi accendo con velocità una sigaretta tentando di tranquillizzare il mio cuore che ricomincia a battere con sempre più forza.
Riporto i miei occhi sulla strada dopo essermi acceso la sigaretta e tutto ciò che posso fare ora è solo sentirmi peggio di prima.
-Te lo ripeto per l'ultima volta...riportami lì. Questa è la mia vita ed io faccio quello che voglio!-
-Quindi baciare il primo coglione che ti capita davanti?-
-Ad esser sincera, ho notato che Brandon sembra davvero avercelo un cuore.- 
L'ennesimo malore della serata.
Mi prendo anche quest'altro dolore, sentendomi come se un pugnale continuasse ad urtare la mia mente.
Mi comporto da indifferente cercando di non far capire a lei quanto mi facciano male in realtà le sue parole.
-Credi che io non abbia un cuore?- Ad un certo punto però non ce la faccio più e ciò che so fare meglio è solo accanirmi
contro le sue parole.
-Non ho fatto alcun confronto...-
-Eppure, sembrava così evidente ciò che volevi intendere, Haven.-
-Il problema è che probabilmente eri ferito ancora prima che mi incontrassi. Ed adesso? Adesso perché devo essere io
a subire le tue cazzate?! Non ti è bastato farmi soffrire in quel modo?-
-Ho fatto l'impossibile per parlarti, ma tu non hai mai voluto ascoltarmi!-
-Non c'era più nulla da dire, ciò che avevo visto mi era bastato eccome!-
Ci urliamo contro mentre io continuo a guardare la strada per evitare un qualsiasi incidente notturno.
-Ero ubriaco. E' stato un errore.-
-E tu li fai sempre ricadere sugli altri...i tuoi errori?-
-Cosa vuoi che ti dica?-
-Assolutamente niente. Va bene così, Brian.-
-Certo che tu sei proprio strana!-
-Io? Ma senti un po' chi parla!-
-Io lì non ti ci riporto.-
-Ma...perché?-
-Perché...non voglio.-
-Ti sembra una risposta, questa?-
-Scendi.-
-No.-
-Ho detto scendi!- 
Ritornati a casa, Haven getta la sua borsa a terra, incazzata nera.
Io la raccolgo e poi la seguo nella sua camera, posizionandole la borsa sul letto.
La sento parlare da sola mentre continua a dirmene di tutti i colori.
Mi scappa un sorrisino nel vederla indossare dinanzi a me la sua camicia da notte.
-Smettila di fissarmi come un maniaco!- Ribatte, vedendomi osservarla dalla testa ai piedi.
E' davvero stupenda. 
-Ma io non ti stavo guardando.- Mento e lei continua a parlare da sola.
E' a dir poco divertente vederla così arrabbiata nei miei confronti.
-Forse, avrei fatto meglio a restare con Brandon! Lui si che è un ragazzo interessante...-
-Poco tempo fa, avresti detto la stessa cosa di me suppongo.-
-Dici bene...ma poco tempo fa.-
Già. Quando tutto sembrava perfetto...quando non ero ancora stato in grado di rovinare tutto.
Mi ci è voluto un secondo a mandare a rotoli tutto ciò che stavo cercando di costruire già da un bel po' di tempo.
All'improvviso però, mentre continuo a fissare Haven, la corrente se ne va lasciandoci al buio.
Solo ora mi sono reso conto degli schizzi di pioggia che stanno cadendo dal cielo frantumandosi contro l'asfalto.
Haven caccia un urlo.
-Brian! Brian, sei qui, vero?- Mi domanda impaurita mentre ascolto la sua voce tremante.
-Si, sono qui.- Le sussurro, vedendola poi buttarsi tra le mie braccia come non faceva ormai da fin troppo tempo.
-Stringimi ti prego, ho paura.- Mi sussura lei questa volta, stringendosi sempre di più al mio corpo.
Con debolezza, avvolgo le mie braccia attorno alla vita della ragazza impedendole di allontanarsi da me anche se dubito
che in questo momento sia ciò che voglia realmente.
Ed io ricomincio a sentire il mio cuore prendere vita.
Forse, non aspettavo altro che ricominciare a stringerla come facevo un mese fa.
Sto cercando di tenermela il più possibile sul cuore perché già so che quando si allontanerà la mia vita si ritrasformerà 
nell'inferno di sempre.
Delle volte, mi rendo conto di essere fin troppo coraggioso e spavaldo quando prendo la mia arma e sono pronto a far fuoco...ma sono
poco coraggioso nel lasciarmi amare come si deve.
Credo di essere un incapace...mentre lei è così bella da lacerarmi dentro ogni volta che tocco la sua candida pelle.
Ma io lo capii subito. Sapevo che pur non avendo ricevuto l'amore di una madre, io stesso avevo tanto da darne.
E lo avrei fatto ma non con tutte le altre. Lo avrei fatto solo con lei.
L'istante dopo, la luce si accende ed io noto la figura di Haven ancora tra le mie braccia.
Entrambi, non riusciamo più a staccarci, come se ci avessero incollati con una colla più efficace del solito.
Haven continua a strizzare i suoi occhi mentre le mani stringono con forza la mia maglietta nera, a maniche corte.
Deglutisco, prendendo forza ed allontanandomi il più possibile da lei.
-E' tornata...la luce.- Borbotto, mentre l'aria continua a mancarmi.
Haven apre di nuovo i suoi occhi ed io non credevo di ritrovarli più lucidi di così.
-Oh...si...non me ne ero resa conto...- Balbetta lei, diventando rossa come un pomodoro.
E' a dir poco adorabile quando si comporta così...ma io devo assolutamente controllarmi. Autocontrollo...non dovrebbe essere
così difficile, vero?
-Beh...adesso è meglio che vada.- Ammetto senza riuscire a sostenere lo sguardo spaesato della mia Birdie.
-Si...ehm...suppongo che avrai tante cose da fare...questa sera con...qualche altra ragazza.-
-Già...-
-Quindi...è finita...-
-Io...credo di si.- Deglutisco ancora, sentendo un peso nel cuore che non sembra darmi pace.
-Amici...?-
Non può avermelo chiesto per davvero.
Incollo i miei occhi a quelli della ragazza, vedendola poi allungare una mano verso di me.
Io accetto la sua stretta, sorridendo con falsità.
-Amici.- Dico con decisione, lasciando subito la mano alla ragazza ed assottigliando gli occhi.
Ho appena sentito qualcosa. Mi è bastato toccare la sua mano per capire che in realtà non saremo mai amici.
Con passo lento e deciso, esco dalla camera e mi dirigo verso il piano inferiore per poter rientrare nella mia.
Prendo dei cuscini dai letti dei miei migliori amici, buttandoli a terra e dando calci al vento.
Mi butto sul mio letto, ricominciando a fissare il soffitto come al solito rendendomi conto di non poter fare altrimenti.
Mi addormento in fretta ma mi risveglio nel cuore della notte osservando i miei amici dormire come ghiri nei propri letti.
Devono essere appena tornati dalla festa...Jimmy ha ancora una bottiglia di liquore tra le mani.
Matt continua a parlare nel sonno, sussurrando delle frasi per Helena e Johnny e Zacky sembrano dormire beati.
Con velocità, apro la porta della camera per poter entrare in quella di Haven e mettendomi l'anima in pace osservandola dormire.
Ma quando apro la porta, dinanzi ai miei occhi c'è proprio lei, con la sua camicia da notte, un viso pallidissimo e degli occhi rossi
da far paura.
Stava per bussare alla porta della nostra camera e lo deduco dal fatto che ha un pugno tenuto ancora in aria.
-Cosa...-
-Mi ha picchiata.-
Un brivido mi sale su per la schiena mentre osservo gli occhi vuoti di Haven quasi implorarmi di aiutarla.
-Vieni qui, stupida.- Le sussurro, spingendola tra le mie braccia mentre lei si lascia stringere come non mai.
Lei non piange, ma al contrario, si lascia accarezzare e stringere a più non posso.
-Non ce la faccio più...- Mi sussurra in preda allo sconforto.
Chiudo per un po' gli occhi sentendo il suo dolore diventare improvvisamente il mio.
Per quanto abbia una voglia matta di prendere a pugni il mio capo, cerco di trattenermi e mi concentro solo su di lei.
-Un giorno andremo via da questo posto. E tu verrai con noi. Io...te lo prometto.-
Sono sicuro di ciò che sto dicendo. Ce la faremo. 
Haven si accoccola ancor di più sul mio petto ed io...la proteggerò ad ogni costo. Anche a costo della mia stessa vita.
Spero che il nostro tempo, non stia per scadere.
Quando Haven lascia il mio corpo per poter scappar via da me, io inizio a sentirmi così vuoto da percepire solo
sensazioni negative.
E' diventata così sfuggente che mi riuscirebbe difficile tenermela stretta per un po' di tempo in più.
Quella notte non sono riuscito a dormire.
Mi sono svegliato ascoltando delle urla provenire dal piano di sopra.
Con velocità, sono piombato dinanzi alla camera di Haven e del signor Mason, osservando da una piccola fessura i due
litigare.
Haven sembra impaurita mentre continua ad osservare suo marito dirgliene di tutti i colori ed urlarle contro, come impazzito.
La vedo rannicchiarsi sul pavimento, coprendosi il petto con le ginocchia.
Il mio cuore non riesce a reggere tutta questa situazione e vedere Haven restare in silenzio come una condannata non fa altro
che far crescere in me una strana voglia di abbracciarla come avevo fatto ieri notte.
Quando vedo il signor Mason vestirsi per uscire, mi dirigo di nuovo verso la mia camera chiudendomi la porta alle spalle.
I miei occhi non smettono di fissare il pavimento neanche per un istante, ma ben presto, sussulto sentendo Johnny borbottare qualcosa.
-Gates...tutto bene? Perché ti sei svegliato così presto? E' successo qualcosa?- Mi domanda il mio amico con una voce a dir poco assonnata.
Io distolgo in fretta lo sguardo dal pavimento, rivolgendomi al mio amico e distendendomi sul mio letto.
-No...niente.- Sussurro con convinzione.
-Le ho sentite anche io quelle urla, amico.- 
Alle parole del nanetto, la mia mente è in continuo tormento.
In questo preciso istante...vorrei solo sprofondare.




























NOTE DELL'AUTRICE.

Riuscirete mai a perdonarmi per tutto il tempo che ci ho impiegato ad aggiornare?
Chiedo venia ma purtroppo io e la mia Saya abbiamo avuto un sacco di problemi con la rete per
poter pubblicare il capitolo e renderlo il più scorrevole possibile.
Quindi un applauso alla nostra Saya che sta svolgendo il suo lavoro da beta nel migliore dei modi!
*Applausi*
Ma adesso, torniamo al capitolo.
Come vedete...c'è un motivo per cui Brian non può più stare con Haven. Ha paura di farle del male e ha paura
che la sua vita possa rovinare sempre di più la sua. Tuttavia, anche la nostra Haven, nonostante sia rimasta delusa
dal comportamento del suo unico e vero amore...beh, non riesce proprio a farne a meno.
Lei ha ancora bisogno di Brian e quel carciofo ha ancora bisogno della sua principessa (?)
Ammettetelo, vi è piaciuta vero la scenata di gelosia del nostro Syn? Okay, se non vi è piaciuta, lo capire eccome!
Sono una tale schiappa ma ci provo.
Scusatemi ancora per il ritardo nel pubblicare questo capitolo e preparate i fazzoletti per il prossimo. Credo di aver traumatizzato
Saya che già ne sa qualcosa.
Spero vivamente che questa ff continui a piacermi ed invito tutti i miei lettori a mettere la storia tra i preferiti!
Se volete, ovviamente. 
*Vi punta una pisola alla tempia*
Okay, scherzo. Forse.
Ed adesso, diamo il via alle recensioni! Le aspetto con ansia perché come sapete...riuscite sempre a rendermi felice
con poco e non potrò mai ringraziarvi abbastanza per questo!
Insomma, sono aperta a tutti quindi se volete contattarmi fate pure! Attendo le vostre recensioni/considerazioni e spero
vivamente che questa ff continui a piacervi sempre di più.
Perché vi piace, vero?
Al prossimo capitolo e si, se ve lo stavate chiedendo, aggiornerò più in fretta.
Grazie per la vostra pazienza e grazie per tutto il tempo che mi dedicate.
Un bacio e al prossimo capitolo!

BOOOYA!

-SynysterIsTheWay.

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** 20.Now there's a way and I know that I have to go away. ***


20° Now there's a way and I know that I have to go away. 













 
Chi vive nella libertà ha un buon motivo per vivere, combattere e morire.
(Winston Churchill)





Sul terrazzo, si respira un'aria totalmente diversa.
L'azzurro del cielo mi fa compagnia con le sue stelle e la sua luna, mentre provo a disegnare
un qualcosa di decente.
E' da un bel po' di tempo che non disegno e questa sera d'estate non ho alcun'intenzione di farmela rovinare.
Oggi ho deciso di estraniarmi dal mondo sentendomi totalmente ispirata.
Porto una mano sulla mia guancia destra sentendo il bruciore pulsarmi al di sotto della pelle.
La guancia brucia ancora dopo tutti gli schiaffi che mi ha dato Stéphan sul volto.
Anche questa volta era ubriaco ed ha deciso di prendersela con me come al solito. Dopo alcuni istanti però, egli si è addormentato
e non so che coraggio ho avuto nel correre tra le braccia di Brian.
Avevo bisogno di lui. Ne avevo bisogno per davvero.
Mi rendo conto di essermi comportata da stupida, ma non sono riuscita a controllarmi e ho agito d'impulso.
Per quanto voglia convincermi di non provare più nulla per quel ragazzo...beh...ogni volta è sempre
la stessa storia.
Ogni volta, è sempre lui a mancarmi, sembra essere il mio rifugio preferito.
Immersa nei pensieri, inizio a disegnare qualcosa dando libero sfogo alla mia creatività.
Mio zio mi diceva sempre che il momento giusto per poter disegnare qualcosa di vero è farlo mentre si ha il cuore
a pezzi.
Non so perché continuava a ripetermi quella frase anche se ora credo di averlo capito. Nella vita, ci sarà sempre quella
persona che riuscirà a spezzarti il cuore, ma sarà l'unica che avrai amato più della tua esistenza.
Disegno lasciando scivolare la matita sul foglio del cavalletto, portando di tanto in tanto il mio sguardo contro il cielo
stellato.
Disegno due ragazzi al di sotto delle stelle che si guardano tenendosi per mano.
Ora che ci penso...è stato incredibile ieri sentire le vibrazioni che ha emanato la mano di Brian entrando in contatto
con la mia.
Per un attimo, mi sono sentita come se mi avesse totalmente tagliato la mano.
E' stata davvero una sensazione devastante ed è in quel momento che ho capito quanto lui volesse accettare la mia proposta
di restare amici.
Forse non si voleva fare troppo male o forse, come dice lui, ha qualche altra ragazza a cui pensare.
Ed io ci ho creduto per davvero. Ho creduto alle parole di Jimmy come una stupida mentre continuava a ripetermi che non andava più a letto
con nessun'altra ragazza da quando lo avevo lasciato.
Ma chi lo sa...forse questa volta, sta cercando solo di innamorarsi per davvero e diventare una persona migliore per la fortunata
che si ritroverà al suo fianco.
Non nascondo che a volte penso di voler essere io quella ragazza. Ma adesso noi abbiamo perso tutto.
Non possiamo recuperare più niente, possiamo solo comportarci da semplici conoscenti... o da estranei
Non sono sicura che tutto questo ci farà bene, ma vale la pena provarci. 
Continuo ad osservare il disegno appena svolto, notando poi il ragazzo somigliare sempre di più a Brian e la ragazza a me.
Ho creato due personaggi totalmente spensierati e felici che vivono il loro amore senza preoccuparsi di nulla e senza sentire
il bisogno di doversi nascondere dal mondo.
Sarebbe stato bello, potersi amare con tutta quella semplicità di cui si ha bisogno.
Ma adesso è giunta l'ora di farmi la mia vita. Con o senza Brian adesso...non ha più importanza, se ammetto di essere spaventata.
Nella mia mente, delle domande cominciano a gironzolare, senza darsi pace.
Avrò fatto la scelta giusta? Restare con un uomo come Stéphan è davvero il meglio che sono riuscita a fare?
Dopo aver osservato per un po' il disegno, alle mie spalle compaiono sia Helena che Hayley.
-Buonasera cara!- Esclama Helena, abbracciandomi subito come se non ci vedessimo da anni.
Ma cosa ci fanno loro qui?
-Ma...come siete entrate?- Domando alle due mentre questa volta è proprio Hayley a lanciarsi tra le mie braccia.
-Maria è la colpevole!- Continua la bruna, mostrandomi un gran sorriso.
Hayley inizia a parlarmi con il linguaggio dei segni ed ecco che Helena mi fa da interprete come sempre. Prima o poi dovrò
pur imparare.
-Hayley dice che presto arriveranno anche i ragazzi. Sono usciti per andare non sappiamo dove ma ci hanno chiesto di cenare tutti
insieme qui dato che quello stronzo di Stéphan non c'è.- 

-Beh...è davvero una buon'idea...- Ammetto, osservando poi Hayley avvicinarsi a me per toccarmi la guancia destra.
-Ehm, no, non è niente...- Sussurro questa volta, vedendo la ragazza stringere le mani in pugni.
-Vorresti forse farci credere che ti sei bruciata con il ferro da stiro?!- 
Anche se lo volessi, sarebbe quasi impossibile mentire proprio a loro.
Ormai mi conoscono da poco ma riescono a capirmi facilmente. 
-Ci stavo giusto pensando...- Ironizzo, lasciandomi abbracciare dalle due ragazze che sembrano volermi proteggere.
-Ma...io sto bene, davvero.- Continuo, senza farle preoccupare troppo.
-E' che avevamo voglia di abbracciarti...vorrebbe dirti Hayley.-
-E tu, quoti?-
-Si, quoto.-
Sorrido alle parole di Helena che è sempre stata una ragazza abbastanza fredda nei suoi comportamenti e nei miei confronti.
E' il suo carattere ma non la cambierei per nulla al mondo.
Ovviamente, lo stesso vale anche per Hayley.
Dimostra di essere una ragazza molto solare ma in realtà ha delle macerie nel cuore che credo si siano dissolte da quando
è riuscita a fidarsi un po' di più di me.
-Bene...allora...ordino delle pizze?- Propongo, vedendo le due ragazze scambiarsi uno dei loro sguardi complici.
-Possiamo provare a cucinare noi qualcosa...- Borbotta Helena, mentre Hayley non sembra approvare.
Le dice qualcosa ed ecco che l'altra ragazza mi avvisa sul da farsi.
-Hayley dice che sarebbe capace di bruciare l'acqua.-
Mi scappa un sorriso alle parole di Hayley, rendendomi utile in qualche modo.
-Dai Hayley, ti aiuteremo noi! Vedrai che non è poi così difficile cucinare!- Prendo una mano alla ragazza, dandole coraggio.
-Concordo con Haven. E poi, potrai fare una bella sorpresa a Johnny, no?-
Hayley ci pensa un po' su ma, dopo neanche cinque secondi, sembra approvare.
Tutte e tre iniziamo a cucinare con l'aiuto di Maria che ci controlla dandoci anche alcuni ottimi consigli di cucina.
Durante la cottura delle varie pietanze io e le ragazze non abbiamo fatto altro che ridicolizzarci.
Helena ha rischiato di scottarsi più volte, Hayley aveva persino paura di infornare il cibo ed io inizialmente avevo messo lo zucchero
al posto del sale nella pasta.
Ammetto di non essere poi una bravissima cuoca ma ogni tanto riesco a superare me stessa.
Mentre Hayley ed Helena continuano a spingersi scherzando, io mi impietrisco pensando al fatto che dovrò passare un'altra
serata in compagnia di Brian.
Stranamente, comincio ad agitarmi.
E' vero che adesso siamo amici ma...sarebbe stato meglio ricevere una pugnalata nel petto che vederlo accettare le mie condizioni.
Forse è vero quello che mi dicono le ragazze, dovrei semplicemente vivermi la vita e smetterla di complessarmi su Brian.
Non gli ci è voluto molto per dimenticarmi...quindi una serata tra amici...che sarà mai?











***










BRIAN'S POV


-Non posso credere che tu l'abbia fatto!- Urlo contro Matt, vedendolo poi sorridere.
-E dai, è solo una cenetta tra amici...- Continua Shads, mentre si trova alla guida della mia auto.
Non so neanch'io per quale ambiguo motivo ho deciso di lasciarlo guidare.
-Non dire mai più quella parola!- Urlo ancor di più, tenendo una sigaretta tra le labbra.
-Okay, okay, ma adesso rilassati Gates! Non è successo nulla di grave.- Continua Zacky dai sedili posteriori, tra Jimmy e Johnny.
-Non è successo nulla di grave?! Più provo a starle lontano e più riesco a tradirmi!- Ribatto ancora una volta,spostando
lo sguardo contro il finestrino.
-Se non altro, da ciò che ci hai detto, hai accettato di esserle amico. A questo punto, è la cosa migliore che potessi
fare. Avrai un modo per starle accanto anche se lei continua a portarti rancore per ciò che è accaduto con Nancy!-
Borbotta Rev, giocherellando
con una fionda.
-Lei mi odia.- Sussurro quasi, disperdendomi nel vuoto.
-E' per questo motivo che non fate altro che starvi accanto? Cioè, voi si che siete strani.- 
Si, Matt ha ragione.
Siamo strani e cazzo se lo siamo!
-Brian, sei stato già abbastanza forte da allontanarla per il suo bene. Un giorno lo capirà da sé, ne sono sicuro, ma per ora...è
meglio non correre rischi.-

Ed anche Vee ha ragione.
Se ho scelto di camuffare il mio amore è solo per salvarla. Un giorno ci ameremo. Non oggi, ma un altro giorno giuro che riuscirò
a riaverla.
-E poi non è detto che il tuo amore per lei non potrà svanire...la vita è così imprevedibile!-
-Tu non capisci Christ...potrò avere tutte le donne di questo mondo ai miei piedi...ma l'unica che vorrò sempre è solo Haven. 
Io la amo. La amo come non ho mai avuto il coraggio di amare nessuno.-
Ammetto mentre il silenzio sembra regnare sovrano.
I ragazzi restano allibiti dinanzi alle mie parole ma io ho solo detto ciò che sento.
Loro sanno tutto. Loro sono gli unici a poter capire ogni mia singola scelta di vita.
-Forse ti sei semplicemente innamorato della donna di un altro.-
-Il signor Mason non è un altro qualunque, Jimmy. E' il nostro capo nonché l'uomo che mi ha dato un tetto sopra alla testa
durante tutti questi anni.-

-Ma ti ricordo che quell'uomo non ha fatto altro che far del male alle persone che ci sono intorno.- Continua Jimmy, aprendomi definitivamente
gli occhi.
E' così. Il signor Mason non ha pietà per nessuno ed ora inizio seriamente a pensare che se siamo i suoi scagnozzi...dev'esserci
qualcosa di losco sotto.
Forse, ci ha come scagnozzi solo per proteggersi al meglio.
Alla fine, sa che noi lo proteggeremo a costo della nostra stessa vita anche perché facciamo parte della stessa organizzazione.
-Ma parlando di cose serie...Johnny, dov'è questo negozio del cazzo?- Domanda Shads al nanetto, guardandolo dallo specchietto retrovisore.
-Dopo la rotatoria, gira a destra!- 
-Il nostro nanetto che fa un regalo di sua iniziativa alla nostra Hayley! Dicci un po' Christ, sei forse diventato matto?-
-Tanto per cominciare Rev, lei non è la vostra Hayley, ma la mia. Seconda cosa, ho semplicemente pensato che sarebbe stato carino
regalarle un braccialetto o qualcosa del genere in modo da ricordarsi sempre di me!-

-Johnny, sei sicuro di sentirti bene?- Domando al nanetto, vedendolo poi diventare tutto rosso.
-Mai stato meglio.- Mi risponde il ragazzo, sorridendo come un ebete.
Non lo avevo mai visto così felice e spensierato allo stesso tempo. Deve essersi proprio innamorato di Hayley.
Anche solo nominarla comincia a farlo impazzire.
-E' quello lì?- Domanda poi Jimmy, indicando un negozietto molto umile che dovrebbe vendere tutte quelle cianfrusaglie
femminili.
Il nanetto annuisce e questa volta Shads parcheggia continuando a guardarsi indietro dagli specchietti del veicolo.
-Ragazzi, ho come l'impressione che quella macchina lì dietro ci stia seguendo. E' da un po' che l'abbiamo alle calcagna quindi
tenete gli occhi aperti.-
Ci avvisa Matt mentre io mi volto velocemente indietro osservando una macchina grigia ed un uomo al volante.
Sembra un uomo tranquillo, ma meglio stare attenti.
-Vai nanetto, noi ti aspettiamo qui!- Dice Zacky.
-Che? Assolutamente no, scendete con me perché ho bisogno di un consiglio.- 
-Ma per chi ci hai preso eh, Christ? Non siamo mica delle checche noi!- Ribatte Jimmy, facendoci ridere come al solito.
-Concordo con James, avresti potuto portare Helena con noi e farti consigliare da lei!- 
-Ma sei impazzito forse, Shads? La tua ragazza le avrebbe detto tutto ed io voglio farle una sorpresa quindi adesso alzate
le chiappe e venite ad aiutarmi.-
-Certo che rompi proprio il cazzo tu, Johnny!- Ironizzo, aprendo la portiera e scendendo dall'auto con il resto dei ragazzi.
Tutti ghginano alle mie parole mentre il nanetto prova a darmi un calcio ma io, avendo i riflessi pronti, riesco perfettamente
a pararlo tenendo alzata una sua gamba.
-E dai Johnny, smettila di cazzeggiare e muoviamoci a prendere questo cazzo di regalo!- Continuo, vedendo il nanetto rivolgermi
uno sguardo omicida mentre Jimmy e gli altri sono già all'interno del negozio.
Entrati anche io e Christ, da persone educate salutiamo il proprietario dell'edificio guardandoci poi intorno.
Osservo varie cianfrusaglie utilizzate dalle donne che in realtà mi fanno ricordare Haven.
Lei non è solita indossare troppi accessori, eppure, continua a portare con sé il braccialetto con l'ancora che gli regalai
quando non riuscivo neanche ad avvicinarmi a lei come una persona del tutto sana di mente.
-Hey ragazzi, questo come mi sta?- Jimmy prende un reggiseno leopardato, posizionandoselo sul petto e facendoci quasi morire
delle risate.
-Cazzo James, adesso si che sei proprio tu!- Ride Matt, prendendo in giro Rev che gli tira addosso il reggiseno lasciandosi poi
sgridare dal proprietario del negozio.
Io e Zacky ghigniamo senza dare troppo nell'occhio mentre osserviamo Johnny incantato dinanzi ad alcuni set di collane luccicanti.
Il nano prende una delle collane esposte su di uno scaffale, osservandone il ciondolo ed aprendolo di scatto.
Al suo interno vi è la possibilità di inserire una foto ed è richiudendolo che Johnny ce lo mostra con orgoglio.
-Questo...sembrerebbe perfetto. Voi cosa ne pensate?- 
-Che foto ci metterai dentro? Una in cui le mostri la tua nudità con un meraviglioso tanga leopardato?- Scherza ancora Jimmy,
ricominciando a farci ridere.
Anche Johnny ride alla battuta di Rev mentre continua a strofinare tra le dita il ciondolo dorato.
-A parte l'idea impeccabile di Jimmy...credo che questo sia perfetto.- Ammetto, mentre Zacky e Matt si limitano ad annuire.
-Si, anche a me piace. Probabilmente, se avessi una fidanzata fissa, le regalerei questo ciondolo.-
-Avanti Vee, lo sappiamo tutti che non sei fatto per le relazioni serie e di lunga durata.- Continua Shads, punzecchiando
Zacky che scruta con attenzione il ciondolo con i suoi impeccabili occhi cerulei.
-Ma che ci posso fare io se mi piace scopare?- 
Il proprietario del negozio tossisce come se volesse avvertirci di smetterla con questo linguaggio e soprattutto di fare
i coglioni.
Ghigniamo ancora in silenzio mentre Johnny si sente deciso ad acquistare questo ciondolo.
-Spero che possa capire quanto la amo. So che è solo un ciondolo, ma la convincerò a mettervi una nostra foto al suo interno.- 
Non avevo mai visto Johnny parlare in questo modo.
Da quando ha perso la testa per Hayley, nessuno riesce più a fermarlo. Comincio seriamente a pensare che l'amore potrebbe
essere l'unica via d'uscita da tutto questo.
Mai avremmo immaginato che Christ provasse qualcosa proprio nei confronti di Hayley, la nostra cara amica.
Non facevano altro che punzecchiarsi a vicenda e dirsene di tutti i colori. Poi qualcosa è cambiato.
Ho visto Johnny guardarla da lontano con gli occhi dell'amore ed ingelosirsi facilmente ad ogni suo atteggiamento.
L'amore ti fotte.
Che tu lo voglia o no, sarà sempre un punto debole. 
Ma dopotutto...è bello vederlo felice e così spensierato. 
Quando Johnny si avvicina alla cassa per pagare il ciondolo però, un rumore assordante di vetri rotti ci fa sussultare.
-Cazzo!- Urla Zacky, lanciando una pistola a Matt e correndo a riparasi tra i vari scaffali nel negozio.
Io mi abbasso di scatto, osservando la vetrata del negozio frantumarsi e dei continui colpi di pistola balzare di qua e di là,
facendo spaventare tutti i passanti e soprattutto il proprietario del negozio che, tremante, cerca di nascondersi dietro al banco
con la cassa.
Alzo lo sguardo contro quello dell'uomo che continua a sparare a raffica, osservando poi con attenzione il suo volto ricordandomi
di averlo già visto da qualche altra parte.
I miei amici si nascondono con velocità dietro agli scaffali mentre impugnano le proprie armi, sparando contro all'uomo che ho finalmente
riconosciuto.
E' un componente dell'organizzazione nemica e non è un caso che ce lo siamo ritrovati alle calcagne anche questa sera.
Ero sicuro che sarebbe venuto a trovarci qualcuno dell'organizzazione prima o poi, ma non pensavo che avesse intenzione di terrorizzare
un'intera città.
Dei passanti scappano a gambe levate ed io solo ora mi sono reso conto di essere l'unico senza arma.
Ho dimenticato la cinturina con le pistole a casa mentre gli altri hanno pensato bene di portarla con sé per ogni evenienza.
-Figlio di puttana!- Urla Matt con rabbia, sparando con velocità all'uomo ma non riuscendo a colpirlo in alcun modo. I ragazzi continuano a sparare
e  nascondersi mentre io cerco di raggiungere l'uomo per poterlo uccidere con le mie stesse mani.
Quando però il proprietario del negozio, si rialza impugnando un'arma che teneva probabilmente nascosta nell'edificio stesso, egli viene 
colpito al petto da una scarica di proiettili.
Mi volto di scatto contro l'uomo tentando di prendere la sua pistola ed è vedendo il suo corpo frantumarsi contro il pavimento che provo ad 
avvicinarmici ma qualcosa mi blocca.
-Sogni d'oro, Synyster Gates...- Ridacchia il nemico nel momento stesso in cui sento uno sparo.
Il proiettile è rivolto a me e quando mi volto, sbarro gli occhi, incredulo.
Sto per morire.
Chiudo d'istinto gli occhi dopo averli sbarrati, lasciando che il proiettile colpisca anche me diritto al cuore.
Quando riapro gli occhi però, mi rendo conto di non esser stato colpito da un bel niente. Il mio respiro si fa sempre più
pesante mentre osservo un corpo a terra che ha appena lasciato cadere sul pavimento un ciondolo dorato.
Il silenzio arricchisce l'aria circostante mentre l'uomo scappa via ricorso da Jimmy che scoppia improvvisamente in lacrime.
-Io ti uccido, stronzo di merda!- Urla Jimmy con rabbia, rincorrendo l'uomo e sparargli contro dei colpi a raffica.
Apro e chiudo gli occhi di continuo cercando ancora di realizzare cos'è realmente accaduto.
Una pozza di sangue dinanzi ai miei occhi mi fa rendere conto di aver appena perso uno dei miei migliori amici.
Mi avvicino con velocità al corpo di Johnny, osservandolo borbottare qualcosa mentre continua a tremare come non mai.
-Johnny...- Sussurro, avvicinandomi al mio amico insieme a Matt e Zacky.
-Lo...lo...sai...che...sei...sempre...stato...il...mio...punto...di...riferimento...? Ho...sempre...sognato...di...di...diventare come
te, amico mio.-
Balbetta Johnny, socchiudendo ben presto gli occhi mentre io continuo a schiaffeggiarlo per tenerlo sveglio.
-No, no Johnny...non...è successo niente di grave...- Provo a dire, deglutendo nell'osservare la mia mano totalmente insaguinata.
Per non parlare poi della mia maglietta ricoperta dagli schizzi di sangue di uno dei miei migliori amici.
Delle persone si fermano ad osservare la scena mentre altre vengono spinte via dai propri amici o compagni.
-Chiamate un'ambulanza, cazzo! Che cosa cazzo state aspettando? CHIAMATE UN'AMBULANZA, PRESTO!- Urlo con dolore, osservando Matt
e Zacky con le lacrime agli occhi.
-Ragaz...zi...portate...il ciondolo...a...Hayley...- Sussurra ancora Christ, con sempre più debolezza.
-No, Johnny, no! Sarai tu a portarglielo! Adesso ti portano in ospedale...sta tranquillo amico mio, andrà tutto bene, te lo prometto.- Dico
al ragazzo, sorridendogli per un po' ma vedendolo sanguinare ancor di più.
-Quanto cazzo ci mettono a chiamare un'ambulanza?!- Sbotta Zacky, impazzendo almeno quanto me.
Non riesco più a respirare, vedendo il mio amico ridotto in questo stato e solo per salvare me.
Si è posizionato davanti a me per proteggermi dal proiettile. Sarei dovuto morire io, non lui!
-Johnny...ce la puoi fare, ti prego, noi abbiamo bisogno di te!- Continua Matt, stringendo le mani in pugni.
Cerco di fermare l'emorrargia del ragazzo, ma non ci riesco in alcun modo. Il sangue continua a dipingere il pavimento del negozio
mentre continuo a tenere stretta la mano al ragazzo.
-Forza Johnny. Vuoi fumare? Si cazzo, ti accendo subito una bella sigaretta...- Continuo, prendendo il mio pacchetto di Marlboro
dalla tasca dei jeans posizionando una sigaretta tra le labbra del ragazzo.
-Ecco qui, dai amico mio, so che puoi farcela...- Sussurro ancora osservando poi Johnny sorridere nell'avere tra le labbra
una sigaretta.
Il fumo è sempre stata una delle sue più grandi passioni.
-Dai Johnny...pensa ad Hayley quando vedrà questo cazzo di ciondolo. Pensa a quanto ne sarà felice...- Sorrido al ragazzo per
dargli forza,ma a vedere quella sigaretta appena accesa tra le sue labbra, cadere di getto a terra...mi fa capire che non sarebbe mai riuscito 
a rivederla per un'ultima volta.














***











HAVEN'S POV


-E dai Hayley, rilassati...arriveranno tra un po'.- Borbotta Helena, rivolgendosi all'amica, incollata allo schermo
di un telefonino.
I ragazzi sono in ritardo e Hayley sta provando a chiamare più volte Johnny al cellulare che purtroppo non risponde.
"Quel nanetto me la pagherà cara, lo giuro!" Ha appena finito di dirmi con l'ultilizzo dell'alfabeto muto.
-Helena, ha ragione Hayley...rilassati, sono sicura anch'io che arriveranno presto.- Sorrido alla ragazza, cercando poi di tranquillizzarla.
Ma Hayley è strana.
E' come se sentisse che c'è qualcosa che non va. Comincio anch'io ad avere la sua stessa sensazione ma è meglio se non 
ne parli troppo.
Potrei farla diventare ancora più paranoica e forse farla preoccupare ancor di più per una qualche sciocchezza.
Hayley si rattrista, mentre continua ad armeggiare con quel cellulare, senza sosta.
Continua ad inviare dei messaggi e a sperare affinché Johnny possa risponderle, ma nulla. Nessuno di loro ha deciso di farsi sentire.
Sono quasi le dieci di sera ed osservare la porta è molto più interessante che guardarci intorno e pensare alle cose più brutte
ed inimmaginabili che possano essere accadute.
Spero con tutta me stessa che quella dannatissima porta possa aprirsi, ma dopo un po' decido di arrendermi.
I ragazzi ci hanno dato buca, non può esserci altra spiegazione.
-Mh, che ne dite di accendere la tv e distrarci per un po'? Mi state facendo salire l'ansia!- 
Alla proposta di Helena, sia io che Hayley annuiamo con piacere.
Si, guardare un po' di televisione potrebbe aiutare a distrarci.
Helena accende la tv ed io ed Hayley la affianchiamo sul divano. Girando tra i vari canali, io ed Helena iniziamo a litigare
su cosa vedere.
Anche Hayley dopo un po' fa la stessa cosa, mentre insieme cerchiamo di strappare via dalle mani della ragazza il preziossissimo telecomando.
-Voglio vedere un film!- Esclama Helena, stringendo a sé il telecomando.
-Ed io invece voglio vedere qualcos'altro!- Mi lamento io, tentando in tutti i modi di impossessarmi dell'aggeggio elettronico.
Hayley fa la stessa ed identica cosa, mentre all'improvviso, è proprio lei stessa a premere un pulsantino sul telecomando
e cambiare canale.










"DIRETTA SPECIALE:
Un uomo è stato ucciso da alcuni colpi di pistola qui ad Huntington Beach. Come potete vedere alle immagini, la polizia è già arrivata
qui, chiamata dal proprietario di un negozio in città che prima di morire è riuscito a rintracciarla. I soccorsi invece, sono arrivati
da poco ed hanno già dato l'ultimo verdetto agli amici più stretti del ragazzo appena deceduto. Il giovane, non è riuscito a reggere il colpo
di una pallottola, trapiantata al petto. Per ora è tutto da Corinne Spencer, linea allo studio."









Dopo aver seguito la diretta al tg per caso, tutte e tre, ci rivolgiamo degli sguardi più che preoccupati.
Hayley è riuscita a seguire il telegiornale grazie alla signorina accanto alle immagini inquadrate nella diretta, che si occupa
di spiegare gli avvenimenti con il linguaggio dei segni di cui ha bisogno la ragazza per capirci qualcosa.
Noi tre, non facciamo altro che continuare a rivolgerci gli stessi sguardi ma ben presto decido di sbollire la tensione.
-Suvvia ragazze...non vi farete spaventare da un semplice servizio al telegiornale?- Domando alle due, vedendole poi deglutire
a vicenda.
-Ma no...- Continua Helena, abbassando poi lo sguardo contro il pavimento.
-Io vado a chiamare Matt...- Ci ripensa l'istante dopo, tremante, mentre prova a comporre il numero di Shads.
Io mi avvicino ad Hayley e le prendo una mano cercando di offrirle tutto il mio appoggio.
E' fin troppo preoccupata. Così tanto, da far complessare anche me.
-Dai Hayley, ma cosa vuoi che gli sia successo? Si saranno fermati a prendere le birre conoscendoli.- Dico alla ragazza, vedendola
poi negare con un cenno di capo.
E' inutile. Mi prende una mano per posizionarla sul suo petto e farmi sentire quanto sono aumentati i battiti del suo cuore.
-Pronto? Matt, ma finalmente! No, non voglio neanche ascoltarti guarda, è da ore che vi aspettiamo qui come delle coglione!- Si arrabbia
Helena, accendendo una piccola speranza negli occhi di Hayley.
Ad esser sincera, comincio a preoccuparmi anch'io per Brian.
Spero vivamente che non sia accaduto nulla di grave.
-No, non la smetto di urlare invece! Dov'è Johnny? Quel nanetto malefico me la paga cara, questa volta! Oh...ma Matt, sei sicuro
di sentirti bene? Perché ho come l'impressione che tu stia piangendo? Ehm...d'accordo. Arriviamo subito...ciao.-
Helena riattacca, pensierosa.
-Allora? Che ha detto?- Domando alla ragazza, vedendola poi inarcare un sopracciglio.
-Ha detto che dobbiamo raggiungerli al più presto.-
-E perché?-
-Non...me lo ha detto.-
Pensierose, io ed Hayley ci alziamo subito dal divano per dirigerci verso la porta di casa.
Tutte e tre usciamo dall'abitazione, entrando poi nell'auto di Hayley.
La ragazza sfreccia via con velocità, dirigendosi verso il luogo indicato da Matt. Che strano...chissà perché ha scelto proprio quel negozio
nel bel mezzo della città...
















***











Arrivate al luogo indicatoci da Matt, scendiamo con velocità dall'auto, osservando l'auto della polizia andare
via ed alcuni medici sgombrare il campo.
C'è una folla che continua a parlare tra di loro mentre altre persone si limitano ad osservare il negozio
distrutto.
Una donna si piega nelle sue ginocchia, scoppiando improvvisamente a piangere. Suppongo sia la moglie del proprietario dell'edificio.
Io e le ragazze ci guardiamo intorno fin quando non scorgiamo le figure dei ragazzi totalmente in lacrime.
Ci avviciniamo a loro, osservando Jimmy piangere sulla spalla di Zacky e Matt che si lascia abbracciare all'istante da Helena.
Sto per chiedere a James dove sia finito Brian, ma le parole mi muoiono in gola quando vedo la figura di un ragazzo avvicinarsi a noi
con il corpo di una persona tenuta in braccio.
Io ed Hayley osserviamo Brian avvicinarsi a noi mentre le lacrime sgorgano con sempre più velocità dal suo viso.
Ha le guance arrossate, gli occhi ancora lucidi e quelle lacrime salate che gli pendono dal viso.
Le sue mani sono ricoperte di sangue come la sua stessa maglietta mentre con un po' di coraggio, provo ad abbassare lo sguardo
contro colui che continua a trasportare tra le sue enormi braccia tatuate.
Un colpo al cuore, mi mozza il fiato mentre a scoppiare in lacrime questa volta è proprio Hayley.
Helena caccia un urlo mentre Jimmy e Zacky si allontanano dal posto singhiozzando in silenzio.
Io mi immobilizzo, osservando la piccola Hayley avvicinarsi al corpo del ragazzo e piangerci su con dolore.
Gli accarezza il viso, stringe la testa di lui contro il suo petto e Brian...lui ha semplicemente smesso di vivere.
-Johnny...- Sussurro con il cuore in gola, respirando a bocca aperta e dando il via a delle lacrime sofferenti che avrebbero preferito 
tagliarmi gli occhi pur di fuoriuscire.




























NOTE DELL'AUTRICE.


*Si nasconde per non esser presa a botte*
Okay. Lo so, sono stata cattiva...molto direi ma è così che dovevano
andare le cose anche se fa male.
Come spero sappiate...le vite dei nostri protagonisti sono molto particolari. In quella vita
nessuno ne esce da vincitore ed il più delle volte, le persone che ci rimettono sono proprio quelle
che meriterebbero più di vivere.
Il più delle volte, la vita non va sempre come vorremmo...altre, ci rende felici e prova ad accontentarci ma ci lascia
pur sempre un dolore nel petto che non potremmo mai dissolvere.
Dedico questo capitolo a tutti coloro che hanno perso una persona cara...magari, anche per una semplice ingiustizia
o per colpa di qualcun'altro.
Il nostro Johnny ha dimostrato di voler dare la propria vita ai suoi migliori amici. In questo caso, lui ha ucciso
sé stesso pur di salvare Brian.
E' questo il potere dell'amore e dell'amicizia. In questo capitolo ho voluto davvero farvi capire quanto può essere
importante avere attorno a sé delle persone vere che sacrificherebbero la propria vita per tirare in avanti la tua.
Johnny è una di queste persone e verrà sempre ricordato.
Come sempre, amo mettere in risalto diversi messaggi che poi scoprirete nel corso della storia. Mi rendo conto che forse
qualcuno di voi non vorrà neanche più seguirla per ciò che è accaduto ma non si può sempre fuggire dal dolore.
Ognuno di noi almeno una volta nelle vita deve aver perso una persona cara ma può sempre darsi forza con i vari ricordi
che renderanno quella persona...sempre viva.
Vi ricordo inoltre che questa è solo una ff. Una storia inventata, frutto della mia immaginazione...e che quindi voi sapete
bene che il nostro Cionnino non è morto per davvero.
Ci saranno periodi bui per i nostri ragazzi e soprattutto per Hayley. Ma quindi...come si evolverà questa storia? 
Beh, lo scoprirete solo continuando a leggerla e a seguirla.
So di aver forse esagerato ma questa è la realtà di tutti i giorni, lettori. E' anche vero che abbiamo tutti bisogno
di sognare ma cosa succede quando le persone ci uccidono i sogni? La vita non è una fiaba. La vita è un insegnamento continuo.
Sarei felice di conoscere i vostri pareri su questo capitolo quindi, come al solito, attendo le vostre recensioni a cui
ovviamente sarò felicissima di rispondere.
Un saluto a Saya, quella ragazza impeccabile che mi starà bestemmiando dalla mattina alla sera <3
Al prossimo capitolo, se volete dalla vostra...
Ah dimenticavo una cosa...siate sempre forti. 
Ricordate no?
"Somehow we still carry on".








-SynysterIsTheWay.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** 21. Mind or heart? ***


21° Mind or heart?










 
"E' dolce quello che tu mi dici, ma più dolce è il bacio che ho rubato alla tua bocca".
(Heinrich Heine)







L'aria qui ad Huntington Beach è diventata più pesante.
E' quasi impossibile respirare quando sai di aver perso una persona cara.
Credi che un miracolo possa salvare la situazione e darti la felicità di cui hai bisogno per continuare
a vivere. Ma poi ti rendi conto che in realtà non è così.
Non va sempre tutto bene e la maggior parte delle vite delle persone fanno schifo per davvero.
E' quando credi di aver raggiunto ogni limite nella tua vita che ti rendi conto del fatto che la morte può cancellare
tutto ciò che hai vissuto in men che non si dica.
Puoi sfuggire a qualsiasi cosa. Ma come si sconfigge la morte? C'è davvero un modo per far sì che siamo noi ad ucciderla prima
ancora che possa prenderci lei?
Siamo davvero così degni di guardare la morte in faccia con gli occhi, per dire "Io voglio morire?".
Tutte le persone che lo dicono...non hanno mai capito un cazzo. Né della morte, né della vita.
E' quando riesci a capire davvero cos'è la morte che inizi per lo più a temerla. Le persone che credono di suicidarsi 
per risolvere i propri problemi sono solo vittime di una società mandata a puttane.
Pensateci anche solo per un'istante. Avete mai visto la morte con gli occhi per essere abbastanza forti e coraggiosi da dire di voler
morire?
E' questo ciò che ripeterei fino allo sfinimento alle persone che credono di morire per sistemare le cose.
Ma la verità è che...non si risolve niente.
Le cose sono sempre lì, dove le hai lasciate. Le persone soffrono, cominciano a chiedersi della loro esistenza nel mondo e 
si fanno del male non sentendosi all'altezza delle proprie aspettative.
Ma vi vorrei ricordare che dobbiamo distruggerla la morte. Non evocarla di continuo.
Lo direi. Lo direi per davvero a tutte le persone che non sanno neanche cosa significhi perdere qualcuno di importante nella propria
vita.
Resto in piedi, con il mio vestitino nero in pizzo, non troppo corto e neanche troppo scollato. Un vestitino nella norma che 
riesce ad evocare tutto il dolore che ho dentro.
Ho le dita delle mani incrociate tra di loro mentre il prete dà inizio alla cerimonia.
Mio marito mi affianca ma non è riuscito a versare neanche una lacrima per uno dei suoi uomini appena morti. 
E nella vita che svolgono loro...si muore tutti i giorni.
Mi guardo intorno, notando gli sguardi addolorati di tutti i presenti. 
A Jimmy gli tremano le labbra dopo aver ucciso l'uomo che aveva ammazzato Johnny. Si sta trattenendo in modo da non 
scoppiare a piangere, come fanno anche gli altri.
Zacky posiziona una mano sulla spalla di Brian, mentre Matt e Helena continuano a stringersi. Helena è in lacrime e nasconde il suo viso
al di sotto della camicia bianca di Shads.
Tutto questo dolore è un qualcosa che non potrò mai dissolvere. Conoscevo da poco Johnny ma aveva già occupato un posto nel cuore
come ci sono riusciti anche tutti gli altri.
Mi fa male sapere che la sua vita è giunta al termine. 
Lui è finito. E' finito come tutti quelli come lui, come Brian, come Matt, come Jimmy, come Zacky. 
Con un dolore al petto abbastanza soffocante, sposto la mia visuale contro Gates ed Hayley.
Brian la abbraccia forte, mentre le lacrime della ragazza sono un vero e proprio colpo al cuore.
Ricordo che ieri Brian ha dato un ciondolo dorato ad Hayley dicendole che quello sarebbe stato un regalo da parte di Johnny.
Voleva sorprenderla. Lui non era mai stato il tipo da sorprese ma con lei voleva proprio esagerare.
Ed insomma...Christ voleva assicurarsi che quel ciondolo finisse per davvero tra le mani della donna che ha sempre amato.
Hayley ha messo quel ciondolo al collo oggi. Vi ha aggiunto all'interno una foto sua e di Johnny in cui lei era venuta con gli occhi chiusi.
Era l'unica foto che aveva con l'uomo della sua vita. Seppur non perfetta, potrà tenerlo con sé per sempre.
Questa volta, il mio sguardo si scontra con quello di Brian.
Lui mi trafigge con gli occhi ed io abbasso subito lo sguardo. 
Brian ha uno sguardo diverso da quello di tutti gli altri.
Mentre i suoi amici riescono a tradirsi lasciando cadere delle lacrime dagli occhi, lui lascia che sia l'apatia a prendere
il sopravvento su tutto.
Ma io glielo leggo negli occhi che avrà passato la notte insonne, a piangere con i ragazzi.
Avrei voluto stare molto di più accanto a loro ma il mio matrimonio con Stéphan non me lo permette. Sarei scesa volentieri al piano terra
per cercare di offrirgli il mio supporto ma non è stato possibile.
Sono scoppiata a piangere sul mio letto ed è lì che sono dovuta restare sotto ricatto di mio marito. 
Come al solito, Stéph non si smentisce mai.
Il prete conclude la sua preghiera e la tomba di Johnny sta per essere sotterrata.
Un brivido mi percorre la schiena quando vedo Hayley spalmarsi sulla tomba ed accarezzarla di continuo.
La ragazza ricomincia a piangere e questa volta con più vulnerabilità del solito.
Sta facendo di tutto per far sì che la tomba non venga sotterrata. A volte è così difficile accettare i propri
dolori ma con il tempo...sono sicura che imparerà a conviverci.
-Hayley...dai, vieni via...- Zacky la prende dalle spalle, tentando di allontanarla dalla tomba ma lei si oppone.
La ragazza ricomincia a piangere con più forza, facendo il possibile per restare accanto al suo Johnny per un'ultima volta.
Io non riesco ad assistere ancora ad una scena così dolorosa e trattenendo il respiro mi decido a parlare con Stéph.
-Amore, io faccio due passi nei dintorni...non ce la faccio più a vedere...- 
-Va bene, ma fai in modo che possa trovarti facilmente.-
-Si...tranquillo.- Sussurro, osservando poi Brian fissarmi con delle occhiaie a dir poco spaventose.
Sono di un viola scuro molto facile da scorgere.
Mi allontano per un po' dal luogo, dirigendomi poi verso un prato immenso con dei fiorellini a dir poco graziosi che gli fanno
da contorno.
Mi ritrovo la chiesa dinanzi agli occhi e la voglia che ho di scoppiare di nuovo a piangere è fin troppa.
-Dove...stai andando?- La voce di Brian attira la mia attenzione mentre mi sento tirare da un polso.
Mi volto di scatto contro di lui, leggendogli il dolore negli occhi.
-Non...posso più sopportare di...vedere Hayley in quello stato e di sapere che...Johnny è morto.- Ammetto, sospirando.
Brian non mi lascia il polso, al contrario, lo stringe sempre di più.
E se un giorno, potesse toccare anche a lui? Non lo supererei mai.
-Haven io...- Prova a dire il ragazzo ma improvvisamente, si blocca.
Mi guarda negli occhi, penetrandomi l'anima.
Rimarrà sempre l'unico per me, ne sono sicura.
Brian mi sposta una ciocca di capelli dal viso, facendomi sentire perfettamente a disagio.
-Ho bisogno di te ora più che mai.-
-Oh...Brian ma io...-
-Non accetterò un no come risposta. Voglio solo che tu mi abbracci.-
Deglutisco ma non ho alcun'intenzione di negargli un abbraccio anche perché è ciò di cui ho bisogno anch'io.
Mi lascio stringere e stringo il ragazzo, mentre insieme ci racchiudiamo in un abbraccio senza limiti di tempo.
Restiamo abbracciati per alcuni minuti senza mai staccarci.
Ci siamo mancati...ci siamo mancati davvero tanto.
Il minimo che possa fare adesso è stare accanto a Brian e a tutti loro. Non ne usciranno mai, ma devo assolutamente aiutarli.
Lo meritano davvero dopo tutto ciò che hanno fatto per me.
Dopo aver trascorso la giornata al cimitero, siamo tornati a casa ma abbiam portato con noi sia Helena che Hayley.
Mio marito è andato a svolgere le sue solite commissioni mentre siamo tutti seduti sui divani a guardarci in faccia.
Nessuno parla, restiamo tutti in silenzio mentre osserviamo con dolore il volto di Hayley profondamente sciupato e rosso.
Ha gli occhi gonfi, come un po' tutti qui.
Si avvicina un periodo duro per tutti noi. Credo che non sarà facile imparare a convivere con questo dolore ma dobbiamo farci
forza a vicenda.
Almeno, bisogna provarci.
-Se solo quella pallottola avesse colpito me, tutto questo non sarebbe successo.- Si colpevolizza Brian, tenendosi
la testa tra le mani.
Tutti ci voltiamo verso di lui, immergendoci nei suoi rimpianti.
-Non dire cazzate, Brian.- Sbotta Jimmy, accendendosi una sigaretta.
-Ma vi rendete conto di quello che è successo?! Johnny è morto per salvare me! Io non posso accettarlo...-
-Non puoi accettarlo ma non possiamo farci niente...-
-Tu dici, Shads? Io voglio vendicarlo! Cazzo, la pagheranno cara per ciò che hanno fatto a Johnny!- Continua Gates, alzandosi
di scatto dal divano, più infuriato che mai.
-A cosa servirebbe? Ormai Johnny è morto, non c'è più, e la vendetta non è una gran cosa in questi casi!- Ribatte Helena, contro Brian.
-E cosa vuoi che faccia? Starmene qui con le mani in mano e piangere sulla morte di uno dei miei migliori amici? Quei figli di puttana
non staranno neanche piangendo per la morte del loro uomo ma staranno brindando per la morte riuscita di uno di noi!- 
Brian sta perdendo le staffe. I suoi occhi diventano quasi più rossi di prima mentre continua ad urlare come impazzito.
-Brian, hey, calmati.- Jimmy prende l'amico dalle spalle, invitatolo poi a risedersi.
-Sto bene, cazzo!-
-No, tu non stai bene. Nessuno sta bene.- Continua Rev, mentre io mi limito a stringere Hayley che ha ricominciato a piangere.
Le ho chiesto di restare a dormire da noi dato che Stéph non tornerà a casa per questa notte e lei ha accettato.
Non mi va di lasciarla sola.
Anche Helena si è proposta per restare qui per la notte in modo che entrambe potremmo assistere alla nostra piccola amica che 
non ha più voglia di vivere.
-Smettetela! Basta così per oggi. Ma non lo capite che qui stiamo davvero tutti male? E voi a cosa pensate? Ad una stupida
vendetta anziché farvi forza a vicenda!-
Sbotto io all'improvviso, ammutolendo tutti.
-Si, Haven ha ragione, ne parleremo in un altro momento.- Continua poi Vee, tranquillizzandoci.
-Shh, tranquilla piccola, ci siamo noi qui...- Sussurro ad Hayley questa volta, stringendola a più non posso.
La perdita di qualcuno di importante è sempre un gran trauma.
I ragazzi si zittiscono di nuovo ma ben presto, le parole di Matt fanno sussultare ognuno di noi.
-A me già manca il nostro nano.- 
Alle parole del ragazzo, tutti gli altri alzano lo sguardo anche se fanno fatica a guardarsi negli occhi.
Forse hanno solo paura di capire quanto dolore c'è in essi.
Dopo che Brian è uscito fuori al balcone per fumare una sigaretta, lui e Jimmy ritornano al salotto di casa con 
un album di foto tra le mani.
Sfogliamo per ore quelle foto dei ragazzi, di quando erano solo dei ragazzini che combinavano delle marachelle futili.
Eppure oggi sarebbe stato meglio andar avanti a marachelle anziché finire col puntare di continuo pistole contro le
altre persone.
Osservo Hayley sorridere tra le lacrime mentre continua a ricordare insieme ai ragazzi alcune scene vissute nella loro
vita che sono state a dir poco epiche.
Ogni foto con Johnny, racconta un pezzo della loro vita a cui credo che non potrebbero mai rinunciare.
Anche i ragazzi sorridono di tanto in tanto, ma il loro è un sorriso finto.
E' un sorriso che preferisce dire "Sorrido per non piangere" anziché "Sorrido perché questi ricordi mi fanno star bene".
Ed è triste sapere che quei momenti e quegli attimi non ritorneranno più indietro.
-Qui era quando...avevamo picchiato i piccioni con una mazza da baseball...- Borbotta Jimmy tra le lacrime, osservando
una foto sua in compagnia di Christ.
Non avevo mai visto Jimmy piangere in questo modo.
-Jimmy...- Mi avvicino a lui, stringendogli una mano.
-No, non sto piangendo.- Continua il ragazzo, mentendo ed asciugandosi le lacrime sul viso con la mano libera.
I suoi occhi sono diventati di un blu elettrico quasi spento e la sua mano è come un pezzo di ghiaccio.
Tutto questo dolore non porterà mai a nulla di buono. Basta vedere gli occhi di questi ragazzi che fremono di vendetta.
Questa situazione inizia seriamente a spaventarmi. Ed è tutta colpa della vita che credono di vivere.
Dopo aver ammazzato il tempo e cercato di rilassarci con l'album di foto, io decido di staccare la spina ed entrare
nella mia camera per riposarmi un po'.
Maria sta preparando la cena per tutti e dopo aver saputo la notizia stava quasi rischiando di finire all'ospedale per un
abbassamento di pressione.
Io penso che lei doveva considerare Johnny come un vero e proprio figlio. D'altronde, è sempre stata lei a comportarsi
da madre con tutti loro.
Prendo un libro dalla mia solita libreria, distendendomi poi sul letto e leggedendone una paginetta.
Quando i miei occhi stanno per leggere la parte finale della pagina, Brian entra in camera e si getta sul letto con il volto
contro il soffitto.
-Ma prego, fai con comodo.- Dico con ironia, vedendo Brian abbozzare un sorriso.
-Grazie.-
-Che problemi hai Haner? Non dirmi che ti mancavo perché non ti credo.-
-Indovina?-
-Cosa?-
-Mi mancavi.-
-Ah ah ah. Molto spiritoso.-
-No, davvero, non sto scherzando!-
-Beh è meglio se scherzi perché mio marito potrebbe tagliarci la testa ad entrambi.-
-Ad entrambi? Non pensavo che anche tu sentissi la mia mancanza.-
Riesce sempre ad averla vinta. E' davvero odioso quando comincia a vaneggiare perché poi non la smette più.
-Bene, adesso che hai finito, puoi anche uscire da qui.-
-Cosa leggi?-
-A Synyster Gates non importerebbe.-
-Ed invece a Brian Haner interessa.-
Mi ha zittita ancora una volta. Synyster Gates è sempre stata quella persona forte e decisa che non si fa scrupoli ad uccidere
nessuno. E' il puttaniere di turno, quello che ragiona senza cuore. Una persona violenta.
Brian Haner è l'opposto. Lui è quella persona capace di distruggere la sua maschera per poi rivelarsi la persona più buona al mondo.
Quella che ti da il cuore, senza chiedere nulla in cambio.
E' incredibile come solo una persona, possa essere tutto questo.
-E' un romanzo d'amore...la storia di due ragazzi che si amano ma non sono abbastanza coraggiosi da dirselo.-
-Coglioni.-
-Perché devi rovinare sempre tutto?-
-Pensaci un attimo. Due persone si amano, a vicenda, ma non riescono a dirselo perché non sono abbastanza coraggiosi.-
-E' molto romantico invece.-
-Se fossi io il ragazzo in questione, sai cosa farei?-
-Prenderesti la ragazza e te la scoperesti.-
-No. Okay, forse dopo.-
-Ecco...sono sempre dell'idea che non cambierai mai.-
-Sono cambiato abbastanza da riuscire a perdonare mia madre.-
-Oh...già...quindi, tra di voi è tutto...okay?-
-Si, ma solo grazie a te.-
-Me? Ma io non ho fatto proprio niente.-
-Mi hai fatto aprire gli occhi, ma l'ho capito troppo tardi. Credo che questo sia uno dei miei rimpianti.-
-Uno dei tanti?-
-Si. Però è stato bello abbracciarla.-
-Che cosa...hai provato?-
-Non lo so. Ho provato tante sensazioni ed erano tutte emozionanti.-
-Beh suppongo che se sei riuscito a perdonarla...lei non aveva poi tutto questo torto nei tuoi confronti.-
-Lei...era innamorata di mio padre. Lo era per davvero ma non sopportava l'idea di vederlo ritornare a casa tutte le sere, sporco di sangue.
Poi mi ha detto che...la madre di Nancy la minacciò di allontanarsi da lui altrimenti la avrebbe uccisa. Mi ha detto che sarebbe morta
con piacere ma l'unico impedimento ero io. Mia madre, Janice, non è stata così egoista da abbandonarmi e scappare via. Lei era solo
stata obbligata a farlo. Se la madre di Nancy l'avesse uccisa, sarei morto anche io. Mia madre non aveva pensato a sé stessa e quindi
di abbandonare me e mio padre,ma al contrario, lo ha fatto per noi. All'inizio non ci volevo credere alle sue parole ma poi ho visto i suoi occhi.
Sono identici ai miei e...sentivo che tutto ciò che mi aveva raccontato era vero.-

Lo immaginavo. In realtà sospettavo che la madre di Nancy potesse aver fatto qualche cazzata dato il carattere orrido della figlia.
-Quando l'ho saputo, sono corso al cimitero ed ho raccontato tutto a mio padre. Parlare con una lapide non è il massimo ma in qualche modo,
lui doveva saperlo.-

Deglutisco. Tutti questi avvenimenti in così poco tempo devono aver fatto qualcosa a ciò che porta dentro.
-Si, mi sembra giusto.- Borbotto, ancora nauseata da ciò che ha potuto scatenare quella donna. Adesso capisco alla perfezione del perché
Nancy è così. Ovviamente, in questo caso, vale il detto "Tale madre, tale figlia".
-Dopo che...ci siamo lasciati, ho pensato alle tue parole e mi sono reso conto di esser stato un vero e proprio stronzo. 
Non mi costava nulla, anche solo ascoltarla...-

-E' che delle volte devi capire che non puoi pensare sempre e solo a te stesso.-
-Avevo smesso di farlo da quando ti avevo incontrata.-
No, non di nuovo.
I suoi occhi acquisiscono uno strano bagliore che però, non è destinato a durare per molto tempo.
-Beh...adesso vado. Tra un po' dovrebbe esser pronta la cena.- Borbotta il ragazzo, alzandosi dal letto.
-Si...dobbiamo stare accanto ad Hayley il più possibile.-
-Haven...e se io un giorno morissi, tu cosa faresti?-
Probabilmente, chiederei a Dio di lasciarmi morire con te. 
Si, morirei con te.
-Non mi va di parlarne.-
Ed invece si che avrei potuto darti una risposta.
-Come non detto.-
-E tu, se io dovessi morire, che faresti?-
-Tu non morirai Haven.-
-Come fai ad esserne così sicuro?-
-Lo so e basta.-
E con queste parole, Brian esce dalla camera.
Mi ha lasciata con un buco nel petto e non ne capisco il motivo.
E' sempre uno strazio non poter più esternargli cosa provo.

















***










Stringo Hayley il più possibile, vedendola finalmente dormire beata.
Io, Helena ed i ragazzi abbiamo fatto l'impossibile per farla addormentare e finalmente,
ci siamo riusciti.
Ho lasciato che la ragazza si addormentasse accanto a me, sul mio letto, in modo che se dovesse svegliarsi...non avrebbe
alcun motivo di sentirsi sola.
Ad Helena ho detto tranquillamente che poteva dormire con Matt nella stanza dei ragazzi e che mi sarei occupata io della piccola.
All'inizio, Helena non se la sentiva ma poi l'ho rassicurata e sapendo che anche Matt ha bisogno di qualcuno accanto a sé, sono riuscita
a convincerla.
Provo anch'io ad addormentarmi più volte, ma l'immagine di Brian che ha tra le braccia Johnny, non sembra darmi pace.
E per di più, non faccio altro che pensare alle parole di Gates che non fanno altro che farmi del male.
Perché se quello che avevamo era vero, lui non ha fatto nulla per riprendermi? Perché non si è scomodato così tanto? 
Ah, ma quasi dimenticavo.
"Mi è passata". Mi disse.
Crederci mi riesce difficile quando osservo i suoi occhi. Ma dopotutto, devo anche pensare che se mi amava per davvero, non sarebbe
mai andato a letto con Nancy.
"Ma era ubriaco" ed io che pensavo che la mia coscienza, fosse morta.
Rieccola, pronta a rovinarmi l'esistenza.
Fa davvero male sapere che è riuscito ad andare avanti mentre io sono sempre rimasta indietro. 
Perché per lui è stato così facile?
Comincia a girarmi la testa ma le urla di Helena riescono a farmi spaventare attirando la mia attenzione.
Provengono dal piano inferiore e sono rivolte contro Matt.
Staranno sicuramente litigando per qualche stupidaggine. Credo, ma non ne sono sicura.
Mi alzo con lentezza dal letto, stando attenta a non svegliare Hayley ed uscendo dalla camera quasi gattonando.
Arrivata nel corridoio, scendo con velocità dalle scale dell'abitazione, ritrovandomi al piano inferiore ed osservando i ragazzi
vestiti mentre hanno tra le mani alcune armi.
Helena sta implorando Matt in lacrime mentre Brian la spinge dal corpo del ragazzo, allontanandola.
-Ti prego Matt, non andare!- Urla la ragazza, in preda al panico.
-Helena, non ci accadrà niente, parola di Jimmy!- Borbotta poi James, rivolgendosi alla ragazza.
-Non vi servirà a nulla! Datemi retta, uccidere colui che ha ucciso Johnny è già stata una vittoria per voi!- Riprova la ragazza, 
posizionandosi ancora una volta dinanzi al corpo di Shads.
-Quei figli di puttana, devono imparare a non giocare troppo con noi. E questa volta glielo faremo capire per davvero.-
-Zacky, sembri più emozionato di me.- Continua Brian, immettendo dei colpi nella sua pistola e sorridendo.
-Non vedo l'ora di far fuoco.- Ribatte ancora una volta Vee, ricambiando il sorriso di Brian.
Non vorranno andare dall'organizzazione nemica spero!
-Okay, abbiamo preso tutto?- Domanda Matt, sentendo la sua ragazza in lacrime.
-Si, possiamo andare.- Continua Jimmy, ma questa volta, sarò io a tentare di fermarli.
Esco allo scoperto, osservando il volto di Brian totalmente preoccupato.
-Dove state andando?- Domando ai ragazzi, vedendoli poi guardarsi a vicenda per dire qualcosa di sensato.
Probabilmente, vorranno prendermi in giro anche loro.
-Haven, torna a letto.-
Ed ecco che ci risiamo. Brian non la smetterà mai di darmi ordini.
-Io non vado proprio da nessuna parte Haner ed è ciò che dovreste fare tutti!- Ribatto, vedendo gli altri restare
a bocca aperta.
-Haven, dobbiamo fermarli, ti prego! Sono impazziti, vogliono uccidere tutta l'organizzazione nemica, ma quelli sono più
di cinquecento uomini e loro sono solo in cinque!-
Mi avverte Helena, prendendomi per mano.
Proprio come pensavo.
-Helena, amore mio, ritorna in camera...non ci accadrà nulla.- Continua Matt, tentando di tranquillizzare la sua ragazza
che potrebbe rischiare un infarto da un momento all'altro.
-Menzogne! So bene cosa potrebbe succederti ed io non voglio...sapere che morirai anche tu. Non voglio ritrovarmi in un ospedale
a vederti morire!- Urla ancora Helena, mentre mi ha tolto le parole di bocca.
Zacky prende Helena in braccio per allontanarla da Matt mentre il ragazzo cerca di tenersela stretta il più possibile.
-Basta Helena, cazzo, andrà tutto bene!- Esclama Vee.
-Hey, attento a non far del male alla mia donna!- Urla Matt questa volta, osservando Zacky allontanarla ancora da lui.
-Adesso possiamo andare, grazie?- Domanda Brian, aggiustandosi la cinturina in vita.
Mi avvicino a Brian, cercando di farlo ragionare.
-Brian, sii ragionevole!-
-Haven...-
-So già cosa vuoi dirmi. Che devo restarne fuori e che non devo intromettermi nella tua vita ma io ti voglio vivo! Brian, se uscirai
da quella porta, dovrà essere per sempre. Fallo pure se può farti sentire meglio ma non permetterti mai più anche solo a guardarmi
negli occhi.-
Gli dico con freddezza, vedendolo però contrarre la mascella.
E' deciso e non è un tipo che torna indietro sulle sue decisioni.
-Che cosa stai aspettando? Vai a farti uccidere!- Glu urlo contro, vedendolo quasi socchiudere gli occhi mentre decide di abbassarli contro
il pavimento.
Mi mordo il labbro inferiore, allontanandomi poi da lui e correndo sù per le scale, dirigendomi verso il bagno.
Non voglio assolutamente rischiare di svegliare Hayley.
Mi chiudo in bagno, osservando poi il mio volto allo specchio e restandone tremendamente delusa.
No, basta! 
Non posso più permettermi di piangere per uno come lui! 
Divento di pietra nel momento stesso in cui avrei voluto piangere ma nessuna lacrima fuoriesce dai miei occhi.
Sono abbastanza forte da non rischiare neanche di cadere, se voglio.
All'improvviso però, sento qualcuno bussare alla porta del bagno.
-Bastardo di merda! Questa si che me la paghi! Giuro che se ti prendo, ti paralizzo!- Urlo con rabbia, aprendo la porta
del bagno ma ritrovandomi dinanzi agli occhi la figura di Brian, mentre continua a respirare con affannosità e profondità.
Sbarro gli occhi quando lui mi prende con velocità i fianchi e mi dà un bacio sulle labbra.
Avevo dimenticato cosa significasse sentirsi davvero in Paradiso.
Con un semplice bacio, riesce a farmi sentire come una ragazza dal cuore spezzato ed allo stesso tempo, come una ragazza
che non poteva desiderare altro dalla vita.
Probabilmente, se trovassi le parole giuste in questo momento, troverei anche il modo di farlo restare accanto a me.
Lo rinchiuderei nel mio cuore e butterei la chiave pur di non perderlo mai più come sto rischiando di fare
da fin troppo tempo.
Il suo bacio è come miele sulle mie labbra che al posto di essere appiccicoso, è persino delicato.
Non credo che il mio cuore sia pronto per la prossima mossa.
Lo pregherei quasi di mentirmi per questa notte, facendomi sentire l'unica per lui.
Ma mi ricordo di non esserlo quando di nuovo, per l'ennesima volta, la solita scena si presenta dinanzi ai miei occhi.
Brian e Nancy. Insieme, sullo stesso letto.
Il cellulare colmo di chiamate perse ed il suo sorrisino soddisfatto che mi fa solo venire la nausea.
Quando Brian allontana le sue labbra dalle mie, non mi guarda neanche negli occhi e se ne va.
Gira i tacchi ma qualcosa mi dice che non avrà più alcuna sete di vendetta.
Io resto immobile, sedendomi poi a terra e stringendomi nella mia camicia da notte.
Porto un dito sulle mie labbra, continuando a toccarmele in continuazione.
Sento il suo profumo su di me. Non avrei potuto chiedere sensazione migliore.
Non so cos'è che lo ha fatto tornare indietro ma vederlo adesso andar via, è stato un dolore profondo che non riuscirò
a dimenticare.
Mi ha macchiata, per l'ennesima volta e senza chiedermene il consenso.




























NOTE DELL'AUTRICE.

Here we go,guys!
Eccomi qui con il nuovo capitolo, tanto atteso. Dopo la morte di Cionnino nostro, avrete potuto
capire quali sono state le reazioni degli altri. Ognuno di loro ha reagito in modo diverso ed ovviamente
Brian ha preferito scoppiare dentro anziché fuori.
So come vi sentite okay? Un protagonista con certi sbalzi d'umore colossali non è di certo il massimo ma 
che ci posso fare se adoro questo tipo di personalità.
Ma dopo questo bacio, come funzioneranno le cose tra i due? Ritorneranno come prima o peggioreranno sempre di più?
Ahimé, dovrò chiedere a Saya di non spoilerarvi niente dato che lei è letteralmente impazzita.
Spero di riuscire a far impazzire anche tutti voi e no, non lo faccio perché mi diverto ma perché ci tengo
troppo a questa storia e voglio che vi lasci davvero un segno.
Ci tengo tanto ai miei lettori e spero che voi siate felici del mio operato. Non credo di dover aggiungere altro
se non sperare che i lettori aumentino sempre di più.
Scrivetemi quando e quanto volete. Parlatemi di voi o dei vostri hobby o se volete qualche consiglio fate pure.
Sono qui a vostra completa disposizione.
Per il resto, se avete bisogno di una beta...SAYA FOR PRESIDENT.
Buone vacanze meraviglie e ricordatevi che recensire...è GRATIS!






-SynysterIsTheWay.

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** 22. Heal me. ***


22° Heal me.








 
L'amore non si cerca. Ti trova.
(Vincenzo Marchese).










Settembre.
Mi affaccio dalla finestra e provo a ricordare di quando,da casa di mio zio, osservavo i bambini
che come me dovevano svegliarsi presto al mattino per andare a scuola.
Delle settimane mi fermavo a casa sua e dormivo con lui e sua figlia Scarlet. Passavo
giorni interi lì dato che io e Scarlet frequentavamo lo stesso istituto scolastico. Al mattino, ci svegliavamo presto
e dopo aver osservato l'istituto scolastico riempirsi, dato che la casa di zio si trovava proprio dinanzi alla nostra scuola, scendevamo
al piano di sotto per fare colazione.
Quando mi affaccio alla finestra della mia camera al giorno d'oggi mi rendo conto di quanto le cose siano cambiate.
Da quando è morto mio zio, non ho avuto più alcun punto di riferimento. Scarlet se ne andò in Inghilterra con un cocainomane ed io
rimasi qui e dopo essermi diplomata, fui costretta a sposare Stéphan che mi ha rubato quegli ultimi anni di adolescenza.
E' anche vero che ora sono una ventenne ma ho ancora tanta vita da vivere e magari, dopo aver messo un po' di soldi da parte,
sarei riuscita ad andare al collage.
Respiro l'aria fresca di settembre, osservando gli alberi con le foglie diventare pian piano gialle. Anche le foglie stanno facendo
la loro parte mentre tra un mesetto saranno pronte a lasciare gli alberi spogli.
Intorno a me, c'è il nulla. Per quanto possa affacciarmi e cambiare aria, il luogo in cui mi trovo non cambia mai.
Qui intorno c'è solo erba, terreno e fin troppi alberi che a volte riescono persino ad interromperti la visuale.
Un venticello fresco mi scompiglia i capelli bagnati, ma decido ben presto di richiudere la finestra e sdraiarmi sul mio letto, sentendo
le gocce d'acqua pendenti dai capelli bagnarmi il collo.
Ho appena finito di fare un bagno rilassante ed adesso, mentre dovrei asciugarmi e vestirmi, preferisco restarmene sul letto con un asciugamano
che mi copre il corpo bagnato e gli occhi fissi sul muro dinanzi a me.
Sta per passare un mese dalla morte di Johnny e non riusciamo ancora a superare la cosa.
Ad esser sincera, credo che non lo supereremo mai.
Io, i ragazzi, Hayley ed Helena facciamo finta di non pensarci ma siamo tutti consapevoli del fatto che ogni notte, quando ci ritiriamo
nelle nostre camere, il dolore prende il possesso delle nostre emozioni.
Hayley va tutti i giorni al cimitero a portare dei fiori freschi sulla tomba del ragazzo mentre Brian non vuole neanche più
sentir parlare di cimiteri.
E' da quando è morto Johnny che non ci va più.
Come lui, così anche tutti gli altri.
Tirano avanti finché serve ma non si allontanano dal dolore che hanno dentro.
Fingono falsi sorrisi e fingono soprattutto di star bene e di aver dimenticato. Ma non è vero. Continuano a portare le loro maschere
difendendosi dal dolore e sopportandolo finché possono.
Abbiamo passato il mese di agosto a piangere tutti insieme e a starci accanto senza mai abbandonarci anche se...io e Brian dall'ultima volta
non ci siamo più parlati.
Lui evita persino di starmi accanto ed io non faccio nulla per parlargli. Ci stiamo dimenticando anche noi, cercando di annullare
quel bacio che non doveva mai esserci.
Probabilmente, lui se ne sarà semplicemente pentito.
Eppure fa ancora male. Fa male sentire il rumore dei suoi passi fermarsi proprio nel corridoio in cui c'è la mia camera.
Egli si ferma per alcuni istanti ed ovviamente il silenzio è l'unica cosa che riesco a percepire.
Dopo un po', quei passi ricominciano a vibrarmi dentro, facendomi un male allo stomaco inimmaginabile.
Sono i passi di Brian, che si allontanano per scendere al piano terra.
Li sento tutte le notti mentre si fermano dinanzi alla mia camera per poi andarsene. Forse, ha la voglia che ho io di chiedergli
cosa ci è accaduto ma fa un passo indietro sapendo di non poter fare altrimenti.
Ormai lui vive la sua vita ed io la mia.
L'altra notte, Stéphan mi stava costringendo ad avere un rapporto intimo con lui ma io ho rifiutato. Io non ce la faccio, non sono
così forte da avere un rapporto con una persona che non amo. 
Se è accaduto altre volte è sempre stato perché lui mi ha costretta, altrimenti, non gli avrei dato nulla di me.
Quando ho rifiutato ho sentito i soliti passi avvicinarsi sempre di più alla porta della camera ed a quel punto ho baciato Stéphan
senza sosta.
Non so di preciso perché l'ho fatto, ma volevo che Brian provasse ciò che ho provato io quando l'ho visto a letto con Nancy.
L'attimo dopo, proprio Gates ha aperto la porta della camera nel momento stesso in cui Stéph mi aveva sfilato via la camicia da notte.
Ho visto il mondo di Brian distruggersi proprio nell'istante in cui si è fermato sulla soglia della porta a fissarci.
Non riusciva a dire niente, mentre avrebbe dovuto comunciare delle informazioni importanti al signor Mason.
Quando Stéph si è alzato di scatto dal letto, intimandomi poi di coprirmi, Brian è rimasto immobile a fissarmi e credo di non aver
mai visto i suoi occhi più furiosi di quelli che mi aveva mostrato quella notte.
Era arrabbiato con me ma non ne capivo il motivo. Insomma, non aveva detto di non provare più nulla nei miei confronti?
Beh, a volte, penso che non lo capirò mai.
E' stato capace di baciarmi...forse lo ha fatto solo per gioco.
Ma io sono stanca di giocare. Io ho bisogno di vivere, consapevole di poter ricevere un po' di vita proprio da lui.
Ed invece è finito tutto.
I nostri sentimenti sono andati a puttane come l'anima di Christ.
Dopo quella notte, Brian ha fatto di tutto pur di evitarmi. Ed io...ho fatto di tutto pur di non incrociare i suoi
occhi e farmene una ragione.
Che sia arrabbiato con me? 
Ma di cosa. Colei che dovrebbe essere incazzata qui, sono io. E' me che ha tradito, non una ragazza qualsiasi. Me.
Colei che diceva di amare, colei che ha mandato all'aria ogni cosa pur di stargli accanto.
E' davvero questo ciò che merito?
Ammetto che,ripensandoci, tutto quel dolore non sembra essersene andato, ma ammetto anche che la mia vita senza quel bastardo
non conterebbe nulla.
E' stato lui ad insegnarmi ad amare e a farmi capire che anche l'amore ha i suoi dolori. Ma soprattutto...che dall'amore 
è quasi impossibile fuggire.
Ed io credo di aver amato lui come non sono mai riuscita ad amare nessun altro.
Adesso riprendo la mia teoria.
Quella che mi ha portato avanti negli anni e quella in cui credo più di ogni altra cosa.
Si ama una sola volta nella vita. Le altre sono solo sfumature.
Il vero amore non trionfa mai. Ami con tutta te stessa una persona destinata poi ad abbandonarti. E quando lo fai, ti aggrappi
alla vita. Ti aggrappi a qualsiasi altra persona, accontentandoti.
La seconda persona non sarà mai come la prima che hai amato. Sarà solo una semplice sfumatura ma preferirai sempre autoconvincerti.
Triste, ma vero.
Tornando ad oggi, Stéphan si è preso tre giorni. Ha deciso di partecipare ad un congresso in Irlanda ed oggi ovviamente dovrò
trascorrere una giornata intera in compagnia di Brian.
I ragazzi devono svolgere delle mansioni importanti per il loro capo, Hayley ed Helena hanno il turno al bar ed il mio maritino
non poteva scegliere di lasciarmi con persona migliore, direi.
Ormai Brian non riesce neanche più a fidarsi del suo stesso capo. Dopo ciò che ha osato fare ad Hayley il suo unico e solo
scopo è quello di racimolare soldi per andare via da qui e vivere una vita migliore con i suoi migliori amici.
Probabilmente, anche con Hayley ed Helena.
Ed io sono così felice per loro che dopo quanto è accaduto, credo che meritino qualcosa di meglio.
Hanno aperto gli occhi su chi è in realtà il loro capo ed hanno capito tante cose. Tante cose che ho capito anch'io.
Ma per me non c'è alcun futuro.
Niente di niente.
-Oh...sei ancora qui dentro.- Borbotta Brian, aprendo la porta della mia camera senza neanche bussare.
-Maniaco che non sei altro, chiudi subito questa porta!- Urlo, coprendomi il più possibile con l'asciugamano.
-Volevo solo assicurarmi che fosse tutto a posto.-
-Lo è, quindi adesso puoi uscire.-
-Mh, però, non sapevo avessi questo caratterino!- Mi sorride con malizia, come se tra di noi non fosse accaduto
niente.
Come fa a far finta di niente, in questo modo? Io non so neanche come stia riuscendo a guardarlo di nuovo negli occhi.
-Non sai tante cose di me, ormai, Haner.- 
-Dovrei preoccuparmi?-
-Forse.-
-Io penso che dovresti preoccuparti più tu di me.-
-Non vedo come la cosa possa urtarmi, davvero. E' quasi un mese che non mi rivolgi più una sola parola.-
-Ma vedo che tu hai fatto lo stesso.-
-Solo perché lo hai fatto tu!-
-Se volevi davvero parlarmi, potevi farlo.-
-Sai cosa, il vero problema è che non volevo!-
-Stai diventando sempre più acida.-
-E tu sempre più stronzo.-
-Grazie.-
-Prego, ne vuoi ancora?-
-No, grazie, magari andrò da qualche ragazza che non mi considera uno stronzo ma fottutamente sexy.-
-Bene, vai da loro e lascia in pace me una volta per tutte!-
-A dire il vero mi chiedevo se ti andava di mangiare del gelato. L'ho comprato prima.-
-E menomale che lo hai comprato!-
-Perché?-
-Perché se lo avevi fatto tu, lo avrei rigettato all'istante!-
-Stai cercando di dirmi che faccio schifo in cucina?-
-Sto cercando di dirti che non sei bravo neanche a preparare delle semplici brioches!-
Ecco, l'ho detto.
-Quindi...dovrò dire addio al mio sogno riguardante la rosticceria?-
-Si, per il bene dell'umanità!-
-Che stronza!-
-Hey, guarda a come parli!-
-Perché tu puoi chiamarmi come cazzo ti pare e piace ed io non posso fare lo stesso?-
-Perché io sono una donna e le donne vanno rispettate!-
-Tu? Una donna?- Brian scoppia improvvisamente a ridere, prendendomi in giro.
Giuro che in questo momento potrei prenderlo a sprangate sui denti.
-Ridi pure, l'importante è che sono una donna per mio marito!- Sbotto acida, pentendomi subito di ciò che ho appena
detto.
Brian smette improvvisamente di ridere e mi fissa con serietà come se volesse prendermi a schiaffi da un momento all'altro.
-Certo. L'importante è che lo sei per lui.- Ribatte il ragazzo con fin troppa serietà, assottigliando per un po' gli occhi ma chiudendosi
la porta alle spalle, facendole emettere un boato assordante.
Brian ha preferito uscire dalla camera e non si è neanche degnato di chiudere la porta con gentilezza!
Io proprio non lo capisco. Cosa si aspettava che gli dicessi? 
Mi asciugo velocemente, spazzolandomi i capelli per poi indossare una maglia che mi arriva fino alle ginocchia, molto comoda
per restare in casa.
Dopo un po' mi viene fame, così decido di scendere al piano inferiore e dirigermi verso la cucina per cercare
qualcosa da mangiare.
Prima di arrivare in cucina però osservo Brian seduto sul divano mentre fuma la sua sigaretta e mangia del buon gelato
alla fragola di un color rosa acceso. 
Sembra quasi una di quelle ragazze dopo aver sopportato una sconfitta d'amore che non fanno altro che affondare tutto
il proprio dolore in quelle solite vaschette di gelato artigianali.
Ma lui sembra piuttosto agitato. Continua a mangiare quel gelato con velocità mentre di tanto in tanto continua ad aspirare
quella sua sigaretta.
Mi avvicino a lui, vedendolo inghiottire un altro po' di gelato ma poi osservare me che mi ci siedo accanto.
Starà per dirmi qualcosa. Qualcosa di offensivo suppongo, ma non gliene do l'opportunità.
Gli prendo di mano il cucchiaio colmo di gelato, portandolo poi tra le mie labbra e mangiandolo con gusto.
Ora che ci penso è da un bel po' che non mangiavo del gelato. Ad occhio e croce, da quando ero stata per la prima volta
a casa delle ragazze.
Brian spalanca le sue labbra non riuscendo a capire le mie intenzioni.
-Allora, ci hai ripensato?- Mi domanda, mentre io continuo a distendermi sul divano.
-Si, ma solo per il gelato!- Ribatto, osservando un sorriso disegnarsi sul suo volto.
Brian osserva ogni mia mossa ma non smette neanche per un istante di sorridermi.
-Lei è davvero una forza della natura, Mrs Haven.- 
Mrs Haven. Era da tanto che non mi chiamava così. Solitamente, era abituato a chiamarmi...Birdie.
-Non...volevo farti arrabbiare prima.-
-Arrabbiare? Ma per cosa?-
-Per come mi sono comportata. Si insomma, forse ho esagerato.-
-Non c'è nulla che possa ferirmi, davvero.-
-Ed aggiungerei che...ti è passata.-
-Sembri delusa.-
-Ma che dici? Altro che delusa...sono felice che ti sia passata cosicché...potrai farti una nuova vita con la
ragazza che amerai.-

-Per ora voglio solo divertirmi. Non sono fatto per gli impegni sentimentali.-
Come se non lo sapessi. 
-Ah...quindi hai ben pensato di divertirti con...qualche altra ragazza?-
-Si. Alla fine, nessuno ci soffre e soddisfiamo i nostri bisogni a vicenda. Tutto qui.-
-Ed io che...pensavo fossi cambiato.-
-Lo sono. Sei solo troppo cieca per vederlo.-
-Io ti vedo sempre lo stesso.-
-Posso farti cambiare idea in un attimo.-
-Davvero? E come pensi di riuscirci?-
Brian mi prende una mano, posizionandola poi sul suo petto.
Rabbrividisco ed arrossisco all'istante, sentendomi tutto un fremito.
Sento i battiti del suo cuore battere con sempre più prepotenza...proprio come quando poggiavo la testa sul suo petto
e li sentivo quasi rompermi i timpani.
Ma...cosa sta cercando di dimostrarmi adesso? 
Gli sorrido non riuscendo in alcun modo a camuffare la mia strana emozione.
Dopo aver incollato i miei occhi nei suoi, mi sento come scossa ed allontano il più possibile la mia mano dal suo petto così
caldo ed accogliente.
Lui sorride per un po' ma poi io decido di alzarmi dal divano e tornare nella mia camera.
Brian mi ferma. Mi prende per un polso con violenza e mi attira ancor di più a sé.
Occhi negli occhi ed il suo sorriso beffardo che mi infastidisce fin troppo.
-Che vuoi fare? Lasciami!-
-Dove credi di andare?-
-Tornare nella mia camera, perché, non posso?-
-Non prima di avermi detto se hai fatto l'amore con tuo marito.-
Era davvero questo che voleva sapere? Voglio dire, stiamo parlando di mio marito!
Tuttavia, in realtà, sono sempre riuscita a cavarmela senza avere alcun rapporto con lui negli ultimi tempi.
Sarà stata la tensione per la morte di Johnny...o il mio non volere che mi avrebbe spinta sempre di più tra le braccia di Brian.
-Ma che t'importa? Brian, lasciami!- Ribatto, cercando di liberarmi dalla sua presa troppo stretta attorno al mio povero polso che non 
sta respirando neanche un po' d'aria.
-Rispondimi.- Continua il ragazzo, stringendo sempre di più ed osservandomi con uno sguardo da ammaliatore nato.
"No Haven, non puoi permetterti di cadere ancora una volta tra le sue grinfie".
Scuoto la testa, liberandomi dalla mia coscienza che continua ad opprimermi sempre nei momenti meno opportuni.
-Non vedo perché dovrei darti una risposta. Stéphan è mio marito e quindi ci faccio quello che voglio.- 
Ecco che ci risiamo.
Brian mi lascia.
Questa volta più furioso del solito.
-Bene, scopatelo ancora, se può farti sentire meglio.- Ribatte ancora una volta, acido.
-Tanto, non ti interessa.- Borbotto, sentendomi improvvisamente male.
Il mio cuore sembra essersi dissolto nel nulla mentre provo a non scoppiare in lacrime.
Brian mi rivolge uno sguardo, passandomi accanto e facendomi rabbrividire all'istante.
Brian se ne va.
Ha sbattuto la porta di casa questa volta e se n'è andato così, senza aggiungere altro.
Mi ha lasciata con un peso nel cuore non indifferente mentre provo ancora una volta a capire cos'è che gli è preso.
Comincio seriamente a pensare, che non lo capirò mai.


















***








Sono rimasta dinanzi alla finestra della mia camera per tutto il giorno.
Mi sembra di esser ritornata alle prime volte in cui avevo conosciuto Brian ed avevo paura che potesse
accadergli qualcosa.
Ma dopotutto...è proprio vero quello che si dice in giro. Un sorriso, se vero, può salvarti la vita.
Quelli di Brian non hanno fatto altro che distruggermela e salvarmela allo stesso tempo. Come può un semplice
ragazzo essere tutto questo? Credetemi, ancora non riesco a capacitarmene.
Oggi, quando se n'è andato, mi ha chiamato mia madre.
Mi ha chiesto se avevo mangiato e come procedevano le cose qui.
Io non sono stata capace di dirle la verità.
Le ho detto per l'ennesima volta che stavo bene, che non doveva preoccuparsi di chiamarmi così spesso perché poteva
provare a risparmiare e mandare Loris al collage.
Le ho detto che ho mangiato un intero piatto di spaghetti all'italiana come li preparava quando ero piccola ed invece di
quel piatto sono riuscita a mandar giù solo un misero spaghetto.
La fame è passata in fretta mentre continuavo a pensare a Brian e ai suoi sbalzi d'umore a dir poco esaurienti.
Ma poi ho iniziato a dirle qualcosa di vero.
Le ho detto...che avere Brian al mio fianco mi fa sentire più sicura e che allo stesso tempo i ragazzi si sono dimostrati
essere degli ottimi amici.
Le ho parlato di Helena ed Hayley e le ho spiegato quanto sono stata fortunata ad aver incontrato due ragazze così in gamba.
Queste sono state le uniche cose sincere che le ho detto. Per il resto, non ho fatto altro che mentirle spudoratamente.
Ma in fondo, l'ho fatto per il suo bene.
La mamma lo aveva capito e per la prima volta, sono stata io a riattaccare. Non credevo di poterci riuscire ed invece è stato
un gesto spontaneo.
Mia madre mi perdonerà.
Intanto, Brian non si fa vedere. 
Mi allontano un po' dalla finestra e mi avvicino al telefono fisso posizionato sul comodino, dando uno sguardo
sull'elenco telefonico.
Sulla rubrica, ho trovato il suo numero mentre la tentazione di chiamarlo diventa sempre più forte.
Sospiro, facendomi anima e coraggio, componendo il numero del ragazzo.
Posiziono la cornetta su di un orecchio, ascoltando poi il cellulare di Brian squillare.
"Pronto?" 
Al suono della sua voce, mi indebolisco di colpo e interrompo bvelocemente la chiamata.
Mi sento una stupida a comportarmi in questo modo, ma come può essere che il mio amore per questo ragazzo non se ne sia
andato almeno un po'?
Dovrò farmi capace un giorno. Lasciarlo andare definitivamente sarà un bene.
Dopo un po' il telefono fisso comincia a squillare.
Deglutisco ma rispondo presto, sussultando all'istante.
-Certo che sei così intelligente da dimenticare che conosco bene questo numero di telefono.- 
Quando sento la voce di Brian attraverso l'apparecchio telefonico, il mio cuore perde un battito.
Che idiota che sono stata! Dannazione, non ci avevo neanche pensato!
-Ehm...avevo sbagliato numero di telefono!- Mi giustifico, tentando di tranquillizzarmi.
-Il mio nome è scritto a caratteri cubitali accanto al mio numero di telefono su quella fottuta rubrica.-
-Adesso vorrai farne una tragedia?-
-Potrei, fin quando non ammetterai che volevi sentirmi.-
Avevo ragione, non cambierà mai.
Tuttavia, sembra che la rabbia del momento gli sia passata.
-Ma io non volevo sentirti!- Ribatto, urlando per un po'.
Questo ragazzo riesce sempre a farmi perdere le staffe.
Se solo mi guardasse ora, capirebbe che ho un dolore forte stampato proprio sul volto.
-Eppure sei stata tu a chiamarmi.-
-Ti ho detto che non volevo chiamare te!-
-Ed io ti ho risposto che il mio nome su quella cazzo di rubrica è scritto in caratteri cubitali!-
-Io...non ti sopporto!-
-Sapessi io!-
-Bene, allora possiamo anche chiudere la chiamata!-
-Per me va bene...ma prima affacciati alla finestra.-
 
Trasporto il telefono fisso fino alla finestra e per fortuna che il filo conduttore è abbastanza lungo!
Affacciandomi alla finestra, osservo Brian mantenere il suo cellulare accanto ad un orecchio per poi alzare il suo
volto contro il mio.
-Ma si può sapere cosa ci fai adesso qui?- Gli domando, tramite il telefono.
-Perché continui a parlare dal telefono?- 
-Io...non lo so!- Ammetto, riposizionando il telefono sul solito comodino e ritornando alla finestra.
Quando mi affaccio, vedo Brian posare il suo cellulare in una tasca dei jeans.
-Non credi che così vada meglio?- Mi domanda, accendendosi poi una sigaretta.
-Non mi hai riposto!-
-Cosa vuoi sapere?-
-Che ci fai qui!-
-Questa è anche casa mia!-
-Allora entra!-
-No, prima devo portarti in un posto.-
-Scordatelo, Gates!-
-Non costringermi a salire e prenderti con la forza!-
-Uh, ma che paura!-
-Quante volte dovrò ricordarti che sono armato?-
-Non mi sfioreresti neanche con un dito.-
-Come fai ad esserne così sicura? Ti ricordo che sono un assassino.-
-So che non lo faresti mai. Almeno non con me.-
Brian esita. Aspira del fumo dalla sua sigaretta mentre con un colpetto, lascia cadere un po' di cenere sul terriccio.
-Allora, scendi o no?- Riprova, facendomi sentire ancora più confusa di quanto già non lo sia.
Perchè deve comportarsi in questo modo? Non può semplicemente essere un ragazzo meno complicato?
-Mi porterai in qualche altro cimitero?- Gli domando vedendolo poi abbozzare una risata.
Adesso si che lo odio ancora di più.
-No, ci metteresti troppo tempo per scavalcare una semplice murata!-
-Smettila di prendermi in giro!-
-Okay, okay. Ti aspetto qui.-
-Ma non ti ho ancora dato alcuna risposta!-
-Mi basta guardare i tuoi occhi per capire che non vedi l'ora di passare una serata in mia compagnia.-
Giuro che potrei prendere davvero in considerazione il fatto di prenderlo a sprangate.
Sento le guance andare a fuoco mentre mi allontano dalla finestra per non farmi vedere da lui.
Prendo con velocità i primi vestiti che trovo nell'armadio come al solito, quindi una maglietta dei Misfits e dei pantaloncini
di jeans con un paio di calze nere e le mie solite converse.
Indosso il tutto, osservandomi allo specchio ed aggiustandomi i capelli che mi ricadono sul fondoschiena.
Scendo con velocità dalle scale di casa, assicurandomi che anche Maria abbia finito il turno qui.
Esco di casa, osservando poi Brian lanciare sul terriccio la cicca della sigaretta ed osservarmi, approvando.
-Misfits? Hai gusto.- Mi dice, annuendo di continuo ed osservandomi dalla testa ai piedi.
-Sono sempre stata affascinata dalla loro musica.-
-Io ci sono cresciuto. Misfits, Led Zeppelin, Metallica...-
-Beh, siamo in due allora.-
-Lei mi stupisce sempre di più, Mrs Haven.-
-Allora...dove dobbiamo andare?-
-Monta in sella.-
-Ma...quale sella?-
-Le mie spalle, no?-
-Brian...hai bevuto qualche bicchiere forse?- 
-Mai stato così sobrio.-
-Allora prendi la tua auto.-
-Non abbiamo bisogno di un'auto, Mrs Haven. La mia schiena è molto più comoda.-
-Tu...sei pazzo.-
-Forse solo un pochino. Dai, sbrigati.-
-Non ci penso neanche!-
-Haven, qual è il problema?-
-Perché dovrei salire sulle tue spalle quando c'è un'auto a disposizione?-
-Tu fallo e basta.-
-Mh...okay.- Mi arrendo, salendo sulle spalle di Brian e reggendomi forte.
Brian mi tiene le gambe attorno ai suoi fianchi mentre io mi sento quasi un koala.
Gates mi trasporta con sé mentre ci allontaniamo sempre di più dall'abitazione.
-Ma non ti stancherai troppo così?- Gli domando, vedendolo respirare a fondo mentre ci addentriamo in un bosco.
-Hey, stai parlando con Synyster Gates.- Vaneggia lui, continuando a tenermi sulle sue spalle e a camminare.
Giunti nel bel mezzo del bosco, scendo dalle sue spalle per poi guardarmi intorno.
Non ci sono altro che alberi ed erba. 
-Ho capito tutto! Vuoi uccidermi qui in modo che nessuno possa più trovarmi!- Esclamo, mettendomi le mie mani sul viso.
-Tu hai qualche rotella che non ti funziona.- Borbotta Brian, inarcando poi un sopracciglio.
Roteo gli occhi contro il cielo notturno, osservando poi il ragazzo avvicinarsi ad un albero.
Brian tasta con decisione la corteccia dell'albero dinanzi ai miei occhi, scorgendone poi un piccolo buco chiuso, proprio
al centro.
-Brian...ma cosa vuoi fare?- Domando, sentendo i versi di alcuni gufi farmi rabbrividire.
Mi stringo nelle spalle, osservando il ragazzo sussurrarmi di restare in silenzio.
Lui continua a farsi forza per poter scollare un po' di corteccia che copre questo buco, ma non sembra riuscirci.
-Vuoi che ti dia una mano?-
-No, faccio da solo.-
Come immaginavo. 
-Dai...dimmi cosa devo fare.-
-Cazzo! Okay, posizionati davanti a me e tira via questa cazzo di corteccia. Io ti tiro da dietro.-
-Da...dietro?- Mi imbarazzo facilmente, vedendo poi il ragazzo scoppiare a ridere, probabilmente per la mia faccia
disagiata.
-Si, da dietro. Cazzo, ma che hai capito? Sei proprio una pervertita!- Gnigna Brian, facendomi arrossire
ancora di più.
-Non sono una pervertita, sei tu che dovresti specificare meglio!-
-Cosa avrei dovuto dirti? Ti spingo all'indietro?-
-Basta! Brian, basta!- Urlo, imbarazzandomi sempre di più.
Gates scoppia a ridere di nuovo ed io incrocio le braccia contro il petto.
-Dai, aiutami.-
-No, mi sono offesa!-
-Fai anche i capricci adesso? Cazzo, sei insopportabile!-
-Bene, allora me ne torno a casa.-
-Ma se non sai neanche qual è la strada giusta! Finiresti per perderti, stupida come sei.-
-Ora stai esagerando!-
-Okay, okay.- Brian smette di ridere, prendendomi poi i fianchi mentre spalmo la mia schiena contro il suo petto.
Brian mi prende le mani e per un attimo mi è sembrato di esser stata colpita da un fulmine.
-Le mani...qui...- Sussurra con la sua voce calda, trascinando le mie mani con le sue, sulla corteccia che copre una sottospecie
di sfera rotonda.
-Utilizza le unghie sul bordo e tira più che puoi.- Mi sussurra ancora, mentre sento le sue labbra sempre più vicine al mio orecchio.
Rabbrividisco di nuovo al contatto così vicino con la pelle di Brian e mi sento quasi morire dentro nel momento stesso in cui mi accarezza
le mani prima di lasciarle sulla corteccia.
I miei occhi diventano sempre più lucidi, ma quando Brian mi posiziona le sue grandi mani sui fianchi...riesco a sentire quegli pterodattili
volanti ripercorrere il mio stomaco.
Era da troppo tempo che non mi sentivo così.
-Pronta?-
Deglutisco. 
-Si.-
-Al mio tre...-
-Aspetta...-
-Cosa?-
-Cosa stiamo facendo, Brian.-
-So che non vorresti mai fidarti di me, ma trova il coraggio di farlo.-
Deglutisco per l'ennesima volta.
-Uno...due...tre!- 
Brian mi spinge all'indietro dai fianchi mentre io attiro a me la corteccia riuscendo finalmente a scollarla via.
Perdo l'equilibrio e mi ritrovo sul corpo di Brian, vedendolo sorridere.
I nostri nasi si scontrano e si sfiorano mentre delle lucine gialle iniziano a gironzolarci intorno.
Mi alzo di scatto dal corpo del ragazzo, osservando quelle lucine continuare a circondarci come se stessero danzando
nell'aria.
-Ma...sono lucciole!- Esclamo, sorpresa da ciò che i miei occhi stanno vedendo.
-Che intuito, ma dai?!- 
-La smetterai mai di prendermi in giro? Sono stupende!- Continuo, sentendo i miei occhi illuminarsi sempre di più.
-Mio padre adorava le lucciole. Le definiva creature affascinanti.- Borbotta Gates, mostrandomi questa volta i suoi occhi, totalmente
lucidi.
Le lucciole continuano a danzare nell'aria, circondandoci e noi guardiamo la scena, incantati.
-Sono...bellissime...- Ammetto, osservando poi Brian avvicinarsi sempre di più a me.
-Ti propongo una sfida.- Mi sussurra, sorridendo come al solito.
-Che sfida?-
-Se riesco a prendere una lucciola, ho il diritto di baciarti quando mi pare e piace.-
-Che cosa?!-
-Accetti?-
-Mai!-
-Ma dai, è solo una sfida. Non avrai paura di me, spero.-
Ma cosa sta cercando di fare?
-Non ho paura di te, Synyster Gates.-
-Dovresti averne. E' proprio da Synyster Gates che devi stare lontana.-
-Ma all'interno Synyster Gates, ci sarà sempre Brian Haner. Quindi, non me ne preoccupo.-
-Allora se non te ne preoccupi...non esiterai ad accettare.-
-E se dovessi riuscire a prenderla io una lucciola?-
-Ti starò lontano il più possibile ed eviterò anche di continuare con le mie battutine malsane.-
-Okay, ci sto!-
-Bene.-
Cosa? Non posso credere di averlo fatto per davvero.
Come ho potuto essere così irresponsabile da accettare una sfida del genere? Non ci riuscirò mai!
Al via di Brian, comincio a saltellare e a correre di qua e di là nella speranza di poter acciuffare una lucciola
mentre osservo il ragazzo fare lo stesso.
Entrambi non smettiamo neanche per un secondo di ridere ed è in questo preciso istante che mi rendo conto di sentirmi
di nuovo viva.
E' questo ciò che volevo. Sentirmi viva ancora una volta, come solo lui riesce a farmi sentire.
Credo che quel ragazzo, prima del cuore, sia riuscito a rubarmi l'anima.
Non c'è altra spiegazione a tutto questo.
Dopo un po', il suono di un cellulare ci fa sussultare e fermare.
Prendo il cellulare dalla tasca dei miei pantaloncini, leggendovi il nome di Stéphan sullo schermo.
Avevo quasi dimenticato che aveva deciso di darmi un cellulare prima di andare in viaggio questa volta, in modo da potermi
rintracciare con più facilità.
-Tregua, per ora.- Dico a Brian, rispondendo al cellulare mentre mi allontano un po' da Gates.
-Pronto, amore. Si, sono a casa...si, ho anche cenato. Cosa? Davvero? Stai tornando ora? E come mai? D'accordo, a tra poco allora.
Ti amo anch'io.-
Borbotto al cellulare con Stéphan chiudendo poi la chiamata ma osservando Brian abbassare lo sguardo contro il prato.
-Mi dispiace ma...devo tornare a casa.- Gli dico, vedendolo annuire con delusione.
Eppure, questo sembrava il momento perfetto. Quel momento che nessuno sarebbe mai riuscito a rovinare.
Evidentemente, mi sbagliavo.
Stéphan sta tornando a casa prima del solito perché il congresso è stato rimandato al mese prossimo.
-Ci vediamo...a casa.-
-Aspetta, lascia almeno che ti accompagni...-

-No, non è necessario.- Ribatto, voltando le spalle a Gates ed insinuandomi tra alcuni cespugli, uscendo dal bosco.
Mentre sto per andarmene, osservo la figura di Brian in lontananza mentre riapre la sua mano e lascia volar via una lucciola.
Quella scena mi ha toccato il cuore.

















***







Per fortuna, sono tornata a casa prima che potesse tornare Stéph.
Ho fatto finta di niente e per fortuna Brian è arrivato qualche secondo dopo di me così
siamo riusciti a cavarcela.
Stéphan si è congratulato con lui come al solito per i suoi modi di fare e ho letto negli occhi di Brian
che c'era qualcosa che non andava.
Gli occhi gli pulsavano d'odio mentre Stéphan non faceva altro che congratularsi nei suoi confronti.
Adesso che sono a letto con lui, faccio il possibile per non lasciarmi toccare perché il profumo di Brian
aderisce così bene sulla mia pelle che sarebbe quasi impossibile da rimuovere.
Poco fa erano tornati i ragazzi ma sono usciti l'attimo dopo in compagnia di Haner.
Non ho la più pallida idea di dove possano essere andati ma non ero neanche in condizione di fermarli perché
ero affiancata da Stéph.
Ma li ho visti. Li ho visti bene quando stavano ricaricando le proprie armi.
Brian non mi ha rivolto neanche un misero sguardo ed è uscito dall'abitazione come se niente fosse.
Per un attimo, mi sono sentita svuotata.
Svuotata da tutto quell'amore che invece mi aveva dato quando eravamo nel bosco.
Non riuscendo a dormire, mi alzo dal letto come al solito osservando le lancette segnare le tre del mattino.
Mi precipito in cucina per bere un buon bicchiere d'acqua fresca ma mentre sto per risalire al piano di sopra...dei rumori
mi fanno preoccupare.
Ritorno in cucina con discrezione, prendendo una padella pulita dalla lavastoviglia ed è impugnandola che inizio
a sentirmi più sicura.
Ritorno all'entrata del salotto che combacia con quella dell'abitazione ma quando vedo la porta di casa aprirsi, inizio seriamente
a spaventarmi.
La porta di casa si apre ma non c'è nessuno dinanzi ad essa.
Con curiosità, mi avvicino alla porta ma lascio cadere la padella a terra quando vedo Brian strisciare sul pavimento
ricoprendolo di sangue.
I ragazzi lo affiancano ma anche loro sono ridotti piuttosto male.
-Cazzo, guarda dove metti i piedi, Vee!- Urla Jimmy a Zacky, zoppicando.
-Haven, devi chiamare subito il capo! Dobbiamo festeggiare!- Continua Matt, più euforico che mai e con del sangue che gli
fuoriesce dal naso.
Al contrario di ciò che mi dice Matt, mi catapulto accanto a Brian, osservandolo ridere.
-Brian! Ma cosa diavolo hai fatto?!- Urlo impaurita, vedendolo continuare a ridere sempre di più.
-E' finita Haven. Sono tutti morti.- Mi sussurra vittorioso, dopo aver probabilmente ucciso insieme ai ragazzi...tutti coloro
che appartengono all'organizzazione nemica.
Mi correggo, appartenevano.
Il loro migliore amico è stato vendicato.






















NOTE DELL'AUTRICE.


Buonsalve e buona domenica lettori!
Ci ho messo 234567890 anni di storia antica e moderna per pubblicare questo capitolo e spero
che sia servito a qualcosa e che ne sia valsa la pena.
Ringrazio ancora una volta Saya che pur essendo in vacanza, deve subirmi di giorno in giorno.
Pregate per lei, secondo me quando tornerà a casa spegnerà il cellulare ed internet per anni.
*Coff coff, ma no, lo so Saya che mi vuoi tanto bene :*
Ma bando alle ciance e ciance alle bande!
Come vedete, in questo capitolo accadono molte cose. Nella prima parte, avrete intuito di quanto sia assurdo
il rapporto tra Haven e Brian.
Davvero, ho creato due coglioni. 
Brian geloso ed Haven che fa di tutto pur di fargli capire come ci si sente ad esser "traditi".
Per il resto invece, Brian non riesce a starle lontano e la stessa cosa è ciò che prova anche la nostra protagonista.
Si vogliono ma si bloccano.
Brian ...beh, se non si sente in grado di tornare con lei è perché vuole salvarla in parte ma questo è un altro discorso
che capirete nei capitoli successivi.
Haven invece...sente che pur amandolo, deve rinunciare a lui.
L'ha tradita ed è stato un duro colpo per lei ma...si, continuo a pensare di aver creato dei personaggi proprio scemi.
By the way, sono felice di leggere che la ff vi stia piacendo molto perché davvero ci sto mettendo l'anima in questa storia
e spero voi riusciate a percepire tutti i miei messaggi.
Dopo questa ff credo che mi prenderò una piccola pausa. Piccola, davvero. Piccolissima ma giusto per darmi da fare su una nuova
fanfiction a rating rosso (un po' stile Nymphetamine ma credetemi che sarà una storia diversa). L'ispirazione viene all'improvviso
e si, mi ha dato delle nuove idee per appunto qualcosa di nuovo.
Tornando alla storia però...dobbiamo dire che un applauso al nostro Cionnino ci sta tutto. Davvero, io adoro quel ragazzo perché
è troppo simpatico e poi è bravissimo in ciò che fa. E' un artista, stop.
So che molti di voi non hanno apprezzato il fatto che sia morto ma...io ho anche spiegato le mie ragioni quindi...spero
comunque sia che continuerete a seguire la storia al meglio!
Ringrazio follemente tutte le persone che continuano a scrivermi (a farmi domande su ask lol) e mi dicono che le mie storie
li aiutano in periodi particolari della loro vita.
Davvero, io non so come ringraziarvi. Ma davvero le mie storie vi tirano sù di morale? Beh, chi lo sa...magari un giorno
potremo fare un piccolo raduno con la pagina e conoscerci tutti! Mi farebbe davvero tanto piacere, lo sapete? Si insomma...l'idea vi piace?
Okay, basta, sto delirando abbastanza per questa sera.
Volevo solo ringraziarvi tutti di persona perché davvero...se io sono ancora qui a pubblicare ecc...è solo grazie a voi.
Vi saluto con il mio solito motto "Recensire è gratis" e...al prossimo capitolo.
Mi auguro che lo vogliate!
Un bacione!







-SynysterIsTheWay.

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** 23. I know it's hurting you...but it's killing me. ***


23° I know it's hurting you...but it's killing me.








 

Fra tutte le debolezze, la più grande è l'eccessiva paura di apparire deboli.
(Jacques Bénigne Bossuet).





-Voi siete sempre impeccabili ragazzi miei, siete stati capaci di far fuori
tutti quegli uomini.- Borbotta Stéphan, bevendo un sorso di caffè.
Io mi ritrovo accanto a lui mentre facciamo colazione con i ragazzi.
-A Johnny.- Annuncia Brian, alzando una bottiglia di birra insieme a tutti gli altri.
Questa poi...non pensavo riuscissero a bere della birra per colazione.
Tutti ripetono in coro ciò che ha appena detto Brian, bevendo poi dei sorsi di birra.
Dopo aver riposto la birra sul tavolo, Gates mi lancia uno sguardo a cui non riesco proprio a rinunciare.
Rieccoli i suoi occhi famelici. Stanno cercando me e riescono ad intimorirmi facilmente.
Stéphan avvolge un braccio attorno alle mie spalle e mi stringe a sé sotto gli occhi di tutti.
Vorrei scomparire nel momento stesso in cui Brian stringe i pugni sul tavolo più infastidito che mai.
Beh...forse è solo una mia semplice impressione. Forse, non gliene importa poi così tanto.
-E tu amore, cos'hai fatto ieri, senza di me?- Mi domanda poi mio marito, facendomi sussultare.
-Ehm...cosa vuoi che abbia fatto...sono stata qui, ho letto qualcosa ed ho cenato normalmente.- Mento, osservando
Brian continuare a stringere le mani in pugni e rivolgendomi degli sguardi provocanti.
I ragazzi si voltano verso Brian mentre Zacky comincia a prenderlo a gomitate. Jimmy gli fa un sorrisino stuzzicante
e lo stesso fa anche Matt.
Ma loro non sono più quelli di una volta. Da quando è morto Johnny, un pezzo di loro è andato perduto
chissà dove.
Ed io vorrei essere abbastanza forte da dissolvere i dolori di tutti.
L'attimo dopo, Stéphan esce con i ragazzi per svolgere qualche solito lavoretto mentre io decido di uscire
di casa di soppiatto, dirigendomi verso il solito bar Vegas.
Convinco ben presto Helena a venire con me e lei senza esitare lascia il suo turno a Donald, il ragazzo
dell'altra volta.
Con la sua auto, sfrecciamo verso l'abitazione di Hayley che è da un paio di giorni ormai che non si fa né vedere
né sentire.
Siamo preoccupate e vogliamo assolutamente starle accanto finchè possiamo. Helena non è tornata a casa in questi giorni
perché aveva troppo lavoro di sbrigare al Vegas e così, il più delle volte, io e i ragazzi abbiamo provato a contattarla
ma lei non ci ha risposto neanche con un misero messaggino.
Non è stato per niente facile accettare la morte del suo unico e vero amore. 
Arrivate a destinazione sia io che Helena usciamo con velocità dall'auto per poi attraversare il portone
e dirigerci verso la porta di casa.
Helena apre con la sua chiave e quando entriamo in casa perlustriamo ogni angolo nella speranza di trovare la nostra
amica.
Di Hayley non c'è alcuna traccia.
-Dove può essere andata?- Domando ad Helena mentre la osservo guardarsi intorno.
-Io non lo so ma...sono preoccupata. Che sia andata di nuovo a piangere sulla tomba di...Johnny?- Ribatte la ragazza, intimorendomi
sempre di più.
-Siamo sicure di aver perlustrato tutta la casa?- Domando ancora, vedendo improvvisamente Helena ottenere un lampo
di genio.
-Il bagno...- Mi sussurra la ragazza, facendomi sussultare.
Entrambe corriamo con agilità verso il bagno ed aprendo la porta vi ritroviamo Hayley dentro la vasca da bagno con una lametta
tra le mani a dir poco affilata.
-Hayley, no!- Urliamo in coro sia io che Helena, avvicinandoci alla ragazza, tentando di farla fuoriuscire dalla vasca.
La giovane piange mentre Helena sta combattendo contro i suoi dolori, riuscendo finalmente a toglierle
quella lametta dalle mani.
Hayley singhiozza sempre di più, dimenandosi contro l'amica ed opponendosi ad ogni suo volere.
-Cazzo Hayley, cosa volevi fare?! Non è così che si risolvono le cose!- Urlo io, osservando Helena tremare per la paura mentre provo
a prendere in braccio la ragazza per farla uscire dall'acqua congelata.
Ad occhio e croce, sarebbe riuscita ad uccidersi anche con quest'acqua fredda che le avrebbe provocato un qualsiasi malore.
-Helena, aiutami!- Esclamo, vedendo la ragazza correre in mio aiuto.
Entrambe riusciamo a far uscire Hayley dalla vasca nonostante i suoi continui metodi per mandarci all'ospedale.
-Sta ferma, Hayley! Cazzo, smettila!- Sbotta Helena, parando una gomitata della ragazza mentre io sono intenta a trovare
un asciugamano per poterla coprire.
Apro il più in fretta possibile un mobiletto nel bagno stesso, riuscendo finalmente a trovare un asciugamano abbastanza
grande.
Prendo l'asciugamano, avvolgendola attorno al corpo della ragazza mentre lei continua a scuotere i suoi capelli bagnati
e a piangere come non mai.
Capisco il suo dolore ma non è questa la cosa giusta da fare. Lei deve andare avanti, deve avere la forza di vivere questa merda
di vita e farlo solo per Johnny.
Lui non avrebbe mai voluto vederla in questo stato.
-Non devi esagerare così, tesoro. Hai cercato di portarti via la vita...- Sussurro alla ragazza, sentendola singhiozzare sempre
di più mentre si copre gli occhi ed il naso con una mano.
-Va tutto bene, piccola mia. Ci siamo noi adesso qui con te.- Le sussurra Helena mentre entrambe ci limitiamo ad abbracciarla.
Lei cerca di resistere al nostro tocco, ma i suoi occhi ci fanno capire che in realtà è proprio questo ciò di cui ha bisogno.
Un abbraccio.
Lacerate in tre, cerchiamo di farci forza anche se la situazione diventa sempre più pesante da sostenere.
La mancanza di quel ragazzo si sente giorno dopo giorno.
Ed in fondo...io la capisco. Non vuole camminare da sola. Ha paura di farlo ed ha solo provato a raggiungerlo.
-Non farlo mai più, Hayley. Johnny non lo avrebbe mai voluto.- Dico alla mia amica vedendola poi sbarrare gli occhi.
Quegli occhi colmi di lacrime con quelle ciglia bagnate che danno spazio a tutta la sua collera.
Se potessi vedere il suo cuore, scommetto che ne rimarrei ferita anch'io. Chissà quante macerie si sta portando dentro e chissà
come si sente nel sapere che l'amore della sua vita non potrà abbracciarla mai più.
Al solo pensiero, mi verrebbe da piangere anche a me, ma riesco a trattenermi capendo di dover solo dare forza a colei
che ormai l'ha totalmente persa.
Hayley non merita tutto questo dolore. Non meriterebbe proprio il dolore che ha attraversato con gli anni.
-Si, Haven ha ragione. Johnny vorrebbe vederti sempre sorridente e felice, nonostante tutto.- Le sorride Helena, asciugandole
delle lacrime dal viso.
Hayley si fa coraggio spostandosi una ciocca di capelli bagnata dal viso ma senza abbozzare alcun sorriso.
Io e Helena la trasciniamo in salotto, facendola sedere sul divano. 
Helena corre verso la cucina e quando ritorna dopo qualche minuto, porge alla ragazza un vassoio colmo di gelati di vari gusti.
Al di sopra di alcuni vi ha persino aggiunto del caramello e qualche scaglia di cioccolato.
Inarco un sopracciglio, vedendo poi Helena tenere tra le mani tre cucchiaini piccoli e porgerne uno sia a me che ad Hayley.
-Allora Hayley, che ne dici di un buon gelato da mangiare tutte insieme?- Domanda la ragazza dagli occhi dorati, osservando
poi l'altra spingere via il vassoio di gelato posizionato su di un tavolino basso.
-Cosa?! Ma Hayley, tu non hai mai detto di no al gelato!- Osserva ancora Helena, più preoccupata che mai.
Hayley ricomincia a piangere e questa volta, lo fa sul mio petto.
Helena sospira, accarezzandole la schiena.
-Non credo che il gelato servirà a farle dimenticare il dolore che ha dentro...- Dico alla ragazza, vedendola poi annuire.
Hayley piange ancora e noi ne usciamo distrutte.
Fa male vedere una tua cara amica in lacrime e non poter far nulla per aiutarla.
Ciò che possiamo fare è solo starle accanto fino alla fine dei tempi ed assisterla nel bene e nel male.
Sposto la mia visuale contro il pavimento, osservando poi il ciondolo che le aveva regalato Johnny totalmente spaccato.




















***











Dopo aver cercato di tranquillizzare almeno per un po' Hayley, Helena mi ha detto che sarebbe
rimasta con lei e le avrebbe dato qualche sonnifero per farla addormentare serena.
Io sto tornando a casa nella speranza che Stéph non sia ritornato così di punto in bianco come
fa di solito.
Arrivata dinanzi all'abitazione, osservo un'ambulanza ed alcuni dottori che stanno trasportando
su di una barella qualcuno.
Mi avvicino sempre di più ai medici in questione osservando poi il ragazzo di soli quindici anni, ricoperto
di sangue sul viso candido e poco somigliante al mio.
Sbarro gli occhi incredula, capendo che quel ragazzo sulla barella è proprio mio fratello!
-Loris!- Urlo con un tono di voce spezzato, mentre Brian mi prende improvvisamente dalle spalle impedendomi di avvicinarmi
a lui.
-Shh.- Mi sussurra Brian, ma qui non c'è proprio nulla da star zitti.
-Haven, il capo ti sta cercando nella villa ma non ha ancora perlustrato il giardino. Puoi dire tranquillamente
che stavi potando qualche pianta.- Mi avvisa Zacky, salvandomi la pelle, anche se in questo momento non riesco a pensare
ad altro che a Loris.
Cosa diavolo ci faceva lui qui? Chi ha osato ridurlo in questo stato?
Mi dimeno contro la presa di Brian, riuscendo poi ad avvicinarmi ancora una volta alla barella, prima che la situassero
all'interno del furgoncino.
-Loris...sono io, Haven. Mi senti? Ma...cosa ti hanno fatto...- Sussurro verso la fine della frase, volendo solo lasciare
che le lacrime rigassero il mio volto.
Gli accarezzo una guancia, osservando poi la mia mano diventare profondamente rossa.
Lui chiude gli occhi e non sembra neanche avere la capacità di parlare.
-Signorina, le chiedo di allontanarsi dalla barella. Dobbiamo portare il paziente in ospedale al più presto.- Mi dice un paramedico
dall'aria gentile.
-Ma...io sono sua sorella!- Esclamo, osservando poi Stéphan venire verso di me.
-Haven, vieni qui.- Mi ordina mio marito mentre la donna entra nel furgoncino insieme ai suoi colleghi per correre
in ospedale.
Le luci ed il suono della sirena ci fa rabbrividire mentre osservo l'ambulanza sfrecciare via con velocità.
Mi avvicino a Stéphan mentre l'uomo non si smentisce ed all'istante mi stampa uno schiaffo sul viso.
Mi ritrovo distesa sul terriccio, con una guancia dolorante ed un dolore del petto che non mi dà neanche l'opportunità
di respirare.
-Troia! E' questo che accadrà anche a te se proverai a disobbermi o tradirmi!- Mi urla ancora contro mio marito, facendomi
scoppiare a piangere di getto.
E se fosse stato proprio lui a far del male a mio fratello? I ragazzi non lo farebbero mai...
-Sei stato tu a...a...picchiare mio fratello?!- Balbetto, osservando poi Stéphan sputare sul terriccio.
L'uomo si avvicina ancora una volta a me, prendendomi per i capelli e facendomi urlare dal dolore.
-E' un peccato che non possa sentirti urlare in questo modo quando ti scopo.- Continua Stéph, facendo urtare Brian che non potendo
far nulla, abbassa lo sguardo senza voler neanche osservare la scena che gli si para dinanzi agli occhi.
Jimmy gli posiziona una mano sulla spalla mentre Matt sull'altra.
Sento le lacrime rigarmi il volto mentre la presa di mio marito sui miei capelli sembra provocarmi sempre più dolore.
-Sai cosa ha provato a fare quel moccioso di merda?! Aveva ben pensato di tagliarmi la gola con un coltello, nel momento
stesso in cui stavo aprendo la porta di casa. Ci ha provato il lattante, ma non gli è servito a nulla da quel che vedi.-
Borbotta
Stéphan, mentre io continuo a singhiozzare con dolore.
Il mio fratellino. Loris voleva...liberarmi.
-Ed hai visto bene come l'ho ridotto? Voleva fare l'eroe. Renderti libera da me ed invece gli ho assicurato un biglietto
di sola andata per l'inferno. Ti va bene, così, amore?- 

Le parole amare di Stéph non fanno altro che ronzare nella mia mente e farmelo odiare ancor di più.
Io devo andare da lui. Devo sapere come sta e dirgliene di tutti i colori per il gesto estremo che ha osato fare.
Lo ha fatto per me ma...adesso chi potrebbe rimetterci è lui!
Stéphan molla la presa sui miei capelli ed io mi ritrovo con le ginocchia sbucciate sul terriccio mentre sto cercando il più possibile
di ricominciare a trattenere le lacrime.
Ma è tutto inutile.
Ripensare a Loris ridotto in quello stato non fa altro che uccidere ogni singola parte di me, seppellendola chissà dove.
-Sei uno stronzo di merda, Stéphan! Sei un figlio di puttana!- Gli urlo contro, mentre lui si avvicina ai ragazzi per dirgli qualcosa.
-Io vado...assicuratevi che non faccia qualche sciocchezza ed ovviamente la affido a voi. Non deve assolutamente abbandonare la villa,
sono stato chiaro?- 
Tutti assecondano la richiesta del proprio capo, osservandolo poi entrare nella sua auto senza neanche guardarmi.
Stéphan si allontana dall'abitazione mentre io continuo a piangere con le ginocchia contro il terriccio, senza sosta.
Brian mi si avvicina, inginocchiandosi dinanzi a me e spostandomi delle ciocche di capelli dal viso.
-Portatemi da lui...vi prego, portatemi da lui...- Sussurro con il cuore in gola e le lacrime agli occhi, osservando poi lo sguardo
di Brian intristirsi sempre di più.
-Possiamo provarci.- Borbotta improvvisamente Matt, dandomi quella speranza di cui ho bisogno.
Alzo gli occhi contro quelli verdi del ragazzo, vedendolo poi sorridere.
-Si...forse Matt ha ragione. Ma dobbiamo tornare prima che faccia buio.- Continua Zacky.
-Ma sta zitto Vee o ci rovini tutto il divertimento!- Ironizza James, facendoci abbozzare a tutti un mezzo sorriso.
Brian mi tende una mano, invitandomi a rialzarmi e dopo averla accettata comincio seriamente a sentirmi un po' meglio.
E' strano come un suo singolo gesto possa farmi sentire come se nulla possa più farmi del male.
-Cazzo...le tue ginocchia...- Sussurra Brian, mentre io abbasso gli occhi contro di esse osservandole completamente
sbucciate.
C'è del sangue che vi continua a scorrere mentre il dolore lo sento appena. Tutta colpa degli schiaffi di Stéphan che fanno
decisamente più male.
-Gates, portala dentro, noi vi aspettiamo qui.- Dice Zacky mentre Brian mi prende per mano, trascinandomi con sé all'interno
dell'abitazione.
Non mi oppongo, sentendomi esausta persino di ricominciare a respirare.
-Siediti, vado a prendere qualche cerotto ed il disinfettante in bagno.- Borbotta il ragazzo, facendomi sedere sul divano
in salotto per poi addentrarsi lungo il corridoio.
Mi osservo per un po' le ginocchia vedendo poi Brian ritornare nel salotto con del disinfettante, delle fasce ed alcuni cerotti.
Io continuo a singhiozzare, ancora incredula di quanto è accaduto.
Brian si inginocchia ancora una volta dinanzi a me e questa volta, quando mi prende una gamba distendendola verso di lui,
vengo travolta da alcuni brividi che mi pervadono tutto il corpo.
Il ragazzo adagia un po' di disinfettante sul ginocchio colmo di sangue, tamponando la ferita con dolcezza mentre io provo
a stringere i denti.
-Smettila di essere così debole. E soprattutto, smettila di piangere per qualsiasi cosa.- Mi dice Brian con serietà, senza
distogliere neanche per un secondo lo sguardo dal mio ginocchio sbucciato.
-Non...ce la faccio.- Ammetto, continuando a singhiozzare senza sosta.
-Non sopporto di vederti così fragile ai miei occhi. Cazzo...tu sei così piccola e...non meriti tutto questo dolore.- 
-Avresti dovuto pensarci prima anche tu.-
-Si...lo so. Non c'è un giorno in cui non pensi a tutto il male che ti ho provocato.-
-Non importa. E' passato no? Lo hai detto anche tu...-
-A dir la verità, sto solo pregando che qualcuno venga qui e mi ammanetti il prima possibile.-
-C...come?-
-Non voglio spaventarti, Haven. Ma ho come la sensazione di poter mandare all'aria tutto ciò che ho provato
a costruire da quando mi hai lasciato.-
Il suo tono di voce così serio e sensuale non fa altro che accendere qualcosa
dentro di me.
Mi sento come un interruttore che non veniva più acceso da anni. 
-...Quindi...suppongo sia un bene che io ti stia lontano.- Continua Gates, lasciandomi letteralmente senza fiato.
Lo osservo prestare attenzione alle mie gambe mentre ricomincio a sentirmi perfettamente a disagio.
Il suo tocco sulla mia pelle non smette mai di stupirmi. Provo sempre sensazioni nuove quando Brian sfiora la mia pelle.
-Posso farti una domanda?- Gli chiedo, vedendolo poi annuire con un cenno di testa.
Esito per un po', ma poi decido di passare all'azione.
-Che cos'hai provato quando...hai visto Stéphan mentre mi prendeva a schiaffi?- 
Brian si ferma. Stava per posizionare un cerotto sul ginocchio quando all'improvviso, dopo la mia domanda, sembra quasi
aver perso un battito.
Forse non avrei dovuto chiederglielo.
-Non so spiegartelo, mi dispiace.-
-Beh...puoi provarci, almeno.-
-Non posso Haven.-
-Ma...perché?-
-Perché non posso! Cazzo, lo capisci che non posso o come devo fartelo capire?- Mi urla improvvisamente contro, facendomi
capire che qualcosa deve averlo senza dubbio infastidito.
-Va bene, scusa.- Ribatto, osservandolo poi curarmi le ginocchia.
Restiamo in silenzio per diversi istanti mentre lui pensa solo a cospargermi le gambe di disinfettante.
Una volta curate entrambe le ginocchia, Brian si rialza e mi intima di seguirlo fuori dalla villa.
Lo seguo a ruota, tentando di non sforzare le gambe mentre è proprio Jimmy a prendermi in braccio per aiutarmi.
-Dai, lascia che ti aiuti...- Mi sussurra James, dopo avermi presa in braccio e portata nell'auto di Brian.
Mi siedo accanto al sedile del guidatore, allacciando la cintura ed osservando poi Brian posizionarsi al posto di guida.
Egli mette in moto l'auto ma non sembra degnarmi neanche di un misero sguardo.
Mi sta ignorando ed io non ne capisco il motivo.
Lui si accende una Marlboro mentre lo osservo tremare di continuo.
E' nervoso. Nervoso come non mai.



















***








Arrivati all'ospedale, io ed i ragazzi riusciamo ben presto a trovare la stanza in cui hanno ricoverato
mio fratello.
I medici mi hanno chiesto di aspettare, mentre i ragazzi fanno di tutto per starmi accanto e non lasciarmi cadere.
Diciamo che si stanno comportando nello stesso modo in cui mi sono comportata io con loro dopo la morte del nostro Johnny.
Qui ci sono dottori che vanno e vengono, come al solito.
Gli ospedali mettono sempre tanta tristezza...
-Haven, vedrai che ce la farà.- Mi sussurra Jimmy, mentre Brian sta provando a corrompere qualche dottore
per avere qualche notizia in più sulle condizioni di Loris.
-Lui...voleva...aiutarmi. Pensava di liberarmi ed invece...Stéphan non ha avuto alcuna pietà.- Sussurro con dolore, stringendo
le mani a pugno sulle mie gambe.
-Ci dispiace tanto Haven...noi siamo arrivati troppo tardi.- Continua Matt, porgendomi un bicchierino di caffè.
Accetto il caffè, sorseggiandolo a poco a poco.
-Ragazzi, mi ha chiamato il capo...dice che resterà a svolgere le sue mansioni con l'organizzazione fino a domani mattina.- Ci annuncia
poi Vee...spesso portatore di buone notizie.
-Meglio così.- Ribatte Shads, stringendomi a sé con dolcezza.
E' incredibile tutto l'amore e l'affetto che riescono a darmi queste persone.
Anche quando sono giù di morale, mi danno sempre la forza giusta per andare avanti.
Brian torna verso di noi e fulmina con un solo sguardo Matt che decide ben presto di allontanarsi da me.
E' come se avesse sussurrato a Shads di starmi lontano con un solo sguardo.
-Allora Bri? Che ha detto il dottore?- Domanda Rev al posto mio.
-Questi figli di puttana non parlerebbero neanche se gli puntassi un coltello contro la gola.- Sbotta Brian, sedendosi accanto a me e posizionando
la testa all'indietro, contro il muro.
-Prima o poi dovranno svuotare il sacco. Tanto noi da qui non ci muoviamo.-
-Che cosa Vee? No, ci resto io qui a fare la notte, voi dovete tornare alla villa e continuare a svolgere le vostre mansioni.-
-E credi che siamo così idioti da lasciarti qui da sola? Haven, non ti facevo così scema.-
Un po' le parole di Jimmy mi fanno ridere.
E' così sincero ed ironico da tirarmi sù di morale con poco.
-Io vado a minacciarli.- Sbotta improvvisamente Brian, facendomi sussultare.
-E dai Gates, rilassati. Abbiamo tutta la notte ti ho detto!- 
-Tutta la notte un cazzo, Zacky. Forse non hanno capito chi siamo noi.-
-Io vado a fumarmi una sigaretta. Chi viene con me?- Alle parole di Matt, sia Jimmy che Zacky alzano la mano.
Che lo abbiano fatto di proposito?
-Bene, tu Brian resti qui con Haven, giusto? Non conviene mica lasciarla da sola!- 
-Ma...- Brian prova ad opporsi alle parole di Shads ma non ci riesce vedendo i ragazzi sfrecciare via come saette.
Restiamo io e Brian nel corridoio dell'ospedale a fissare il vuoto, senza neanche dire una parola.
-Basta, io li faccio fuori questi qui!- Esclama Brian, alzandosi di scatto dalla sedia mentre io provo a farlo risedere.
-Brian, non fare cazzate!- Gli sussurro, tentando di mantenere la calma.
-Giuro che li ammazzo.- Continua Gates, muovendo la sua cinturina con tanto di pistola.
-Posa quella pistola, per l'amor del cielo!- Ribatto, cercando di togliergli dalle mani quella stupida arma che non porterà ad altro
che ulteriori sofferenze.
Entrambi continuiamo a litigare per colpa di questa pistola ma neanche lui sembra voler mollare la presa.
-Brian, io ti voglio vivo, chiaro?!-
-Da quando in qua i dottori uccidono?-
-Sei proprio stupido, allora!-
-No, sei tu stupida invece! Se mai, sarò io ad uccidere loro!-
-Tutto quello che dici, non ha senso! Posa questa maledetta pistola!-
-E tu mollala!-
-Non ci penso neanche.-
-Allora siamo in due.-
-Brian!-
-Che c'è?-
-Vuoi starmi a sentire per una volta?-
-Non ci penso neanche.-
-Si può sapere cosa stai cercando di fare?-
-Farti sorridere!-
-Ma che...- All'improvviso, mi blocco.
Io e Brian restiamo immobili ad osservare l'arma che abbiamo entrambi tra le mani e che nessuno vuole decidersi a lasciare.
Scoppio davvero a ridere come previsto pensando al fatto che continuiamo a fare questo tiro e molla a dir poco buffo.
Lascio la pistola tra le mani del ragazzo, ricominciando poi a ridere come non mai.
Che idioti che siamo.
-Allora è vero...-
-Cosa?-
-Riesco ancora a farti sorridere come un tempo.-

Le sue parole mi fanno morire ancor di più.
Mi imbarazzo all'istante, tentando di capire cos'è che realmente sta cercando di fare.
Si comporta in modo strano nei miei confronti...prima mi urla contro e poi prova a farmi ridere.
-Haven!- Improvvisamente, una voce familiare mi fa sussultare.
Sembrerebbe proprio la voce di...
-Mamma!- Esclamo, alzandomi di scatto dalla sedia e correndo verso la mia mamma.
La stringo forte, sentendo il suo buon profumo non esser cambiato per nulla.
E' sempre il solito profumo alla vaniglia che respiro da quando ero uno scricciolo.
Mia madre scoppia a piangere tra le mie braccia mentre mio padre si limita ad accarezzarle la schiena.
Ed io la tengo stretta. 
Non la lascio andare, comprendendo il suo dolore mentre continua a mescolarsi con il mio.

















***










BRIAN'S POV.

Dopo averla vista stringersi a sua madre, ho sentito dentro di me una specie di boato che ha rotto
ogni equilibrio.
Avrei fatto qualsiasi cosa per aiutarla e cazzo si, avrei ucciso qualsiasi persona pur di vedere quel sorriso
sul suo volto.
Adesso è notte fonda. I dottori si sono preoccupati di offrirci del caffè e qualche coperta ma io ho rifiutato la mia 
per darla a lei.
I suoi genitori stanno parlando con qualche medico mentre lei si è addormentata sul mio petto. E' così bello vederla dormire, 
sembra quasi un angelo.
I lineamenti del suo viso sono finalmente rilassati mentre i suoi occhi gonfi mi danno la sensazione di non aver fatto
abbastanza per dissolvere i suoi dolori.
Ho chiesto a Jimmy e agli altri di tornare a casa, dicendogli che ci sarei rimasto io qui per tutta la notte a tenerle compagnia.
In realtà io non aspettavo altro.
Avevo bisogno di starle accanto da persona innamorata e non più da semplice amico.
Suppongo di peccare nel momento stesso in cui continuo a stringerla contro il mio petto per sentire i suoi respiri calmi e tranquilli
rientrarmi nella mente come solo una canzone soave e delicata sappia fare.
Per un attimo, ho cercato di immaginare la mia vita accanto a lei e mi è sembrata magnifica. 
A volte, ho la tentazione di prenderla in braccio e costringerla a guardarmi negli occhi per farle capire cos'è che ho dentro.
Sbatterla vicino al muro e sentirla sussurrare più volte il mio nome perché è lei a renderlo così perfetto, ripetendolo in un modo
così soave da farti venir voglia di strapparti via il cuore a morsi.
I suoi occhi sono chiusi ed io mi sto ancora chiedendo che cosa starà mai sognando. E' così tranquilla che quasi mi dispiacerebbe
svegliarla nel caso che quei figli di puttana dovessero finalemente decidersi a darci delle novità su suo fratello.
Vederla accasciata a terra mentre il signor Mason continuava a farle del male mi ha fatto venire una voglia matta di distruggerlo
ed ucciderlo con le mie stesse mani.
Ma non sono riuscito a dirglielo. Sono stato così vigliacco da urlarle contro senza riuscire a spifferarle la verità in alcun modo.
Forse, un giorno, morirò con il rimpianto di non avercela mai fatta sul serio.
Il mattino seguente è finalmente giunto.
I primi raggi solari illuminano il muro circostante mentre la mia Birdie si lascia ancora abbracciare come non mai.
Io non sono riuscito a chiudere occhio, sperando di difenderla ad ogni costo.
Non mi sarei mai addormentato sapendo che avrei potuto rischiare di vedere qualcuno farle del male o chissà cosa.
Sono le quattro del mattino. Lei dorme mentre io non ho fatto altro che osservarla per tutta la notte.
Osservarla così innocente tra le mie braccia mi fa venire voglia di chiederle di scappare via insieme. Le chiederei di seguirmi
e poi le sussurrerei di fare l'amore. 
Tempo al tempo, ed una volta uscito da questa merda, ce ne andremo insieme. Via, dove nessuno potrà mai più trovarci.
-Mh...Brian?- Mugula nel sonno, continuando a tenere i suoi occhi chiusi.
-Haven...sei sveglia?-
-Mh, mh.-
La mia piccola annuisce con un cenno di testa, facendomi rabbrividire.
E' l'unica che riesce sempre a farmi sentire un perfetto idiota.
-Mi piace quando mi stringi.- Mugula ancora nel sonno, provocandomi una scarica di emozioni mai sentite prima.
Mi si mozza quasi il fiato a vederla così piccola ed indifesa.
-Sono morto.-
-Mh?-
-Quando ho visto il signor Mason picchiarti.-
-Lo so.-
-Allora perché me lo hai chiesto?-
-Volevo sentirtelo dire.-

-Sono morto Haven, sono morto per davvero.- Le sussurro infine, vedendola dormire beata.




























NOTE DELL'AUTRICE.


Buonsalve miei amici lettori!
Okay, sembravo tipo come se fossi uscita da una serie tv,lol.
Ho deciso di aggiornare prima questa volta e sono felice che in molti mi avete scritta
per sapere del nuovo capitolo. Davvero, mi fa piacere sapere che ho dei lettori curiosi.
Sono felice inoltre che la storia stia cominciando ad esser seguita un po' di più. Era ora, eh!
Come vedete, anche questo capitolo è abbastanza delicato. Hayley che tenta il suicidio con l'autolesionismo non riuscendo
a sopportare il dolore che ha dentro, Stéphan si dimostra per il pezzo di merda che è ed il nostro Brian che muore
lentamente nel vedere la nostra Haven soffrire a più non posso.
Beh, ma almeno non ho fatto morire il piccolo Loris quindi hug five per me, subito!
Scusate, ad una certa ora, comincio seriamente a dare i numeri.
Se volete contattare anche Saya, la trovate su twitter con il nome di @SayaEchelon95.
Dopotutto...sta facendo anche lei un gran lavoro ed io ne sono così fiera che neanche potete immaginare!
Come sapete invece, io su twitter mi chiamo @GatesIsTheWay. Quindi se volete insultarmi, potete farlo lol. 
Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento ( fatemelo sapere con delle recensioni se vi va) e ci sentiamo
al prossimo sempre se vi fa piacere o volete!
Un bacio a tutti e continuate a seguirmi, vi raccomando! 
Credo che alla fine della ff...dovrò ringraziarvi proprio tutti,tutti. Si. 
Al prossimo capitolo!







-SynysterIsTheWay.

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** 24. B like Brian. ***


24° "B" like Brian.





 
"Quando sto davanti a te alla fine del giorno, 
tu dovresti vedere le mie cicatrici e sapere che io ho avuto le mie ferite e anche le mie guarigioni."
(RABINDRANATH TAGORE)







 
Ho sognato una cosa a dir poco assurda mentre mi sono accoccolata tra le braccia di Brian.
Ho sognato che mi diceva di esser morto quando ha visto mio marito picchiarmi dinanzi ai suoi occhi.
Forse è ciò che avrei voluto realmente sentirmi dire.
Ipotizzando su un qualcosa che non ho mai sentito, apro gli occhi osservando poi Brian tenerli perfettamente
chiusi.
Sta dormendo come un angioletto e mi dispiacerebbe quasi svegliarlo, così mi allontano dalla sua presa contro 
la mia volontà, avvicinandomi poi ai miei genitori che staranno bevendo la decima tazzina di caffè.
I loro volti sono sciupati e per qualche strano motivo lo è anche quello di Brian.
Mi avvicino a loro lasciando la coperta al ragazzo e strofinandomi più volte gli occhi assonnati.
-Tesoro...ti sei svegliata.- Mi sussurra il mio papà, stringendomi tra le sue braccia.
Mi lascio stringere da lui, volendo solo sprofondare su di un materasso e dormire senza sosta.
-Loris? Ci sono sue notizie?- Domando con preoccupazione.
-Ancora nulla. Ci tocca aspettare.- Continua mia madre, con quelle rughe che sembrano essersi definite ancor di più.
Entrambi hanno le occhiaie e quasi mi si spezza il cuore nel vederli così stanchi.
-Mamma, papà...tornate a casa. Vi avverto io nel caso ci fossero novità sulle sue condizioni.- Dico ai miei, accarezzando
il braccio di mia madre.
-No, stai tranquilla tesoro. Piuttosto, dovresti chiedere a Brian di tornare a casa...è rimasto sveglio
per tutta la notte.- Mi avvisa mia madre, facendomi rabbrividire all'istante.
-Per tutta la notte? E perché?- 
-Quando glielo abbiamo chiesto, ci ha semplicemente risposto: "Resterei sveglio per ore ad osservarla dormire senza mai
stancarmene".
- Continua mio padre, provocandomi la pelle d'oca.
Brian non può aver detto una cosa simile.
-Ha anche aggiunto che voleva assicurarsi che non ti succedesse niente.- 
Anche alle parole di mia madre, sento il mio cuore quasi riprender vita.
E' incredibile che sia rimasto sveglio per tutta la notte ad assicurarsi che io stessi bene. Eccome se stavo bene.
Le sue braccia potrebbero diventare la mia nuova dimora per tutto il comfort e la spensieratezza che mi offrono.
Dopo un po', lo vedo litigare con la sedia non sapendo più come trovare una posizione buona per dormire. 
Lo osservo aprire gli occhi di scatto, non vedendomi più accanto al suo corpo e cominciare seriamente ad agitarsi.
Sorrido a quella visuale, prendendo una tazzina di caffè dal distributore automatico, avvicinandomi a lui con dolcezza.
Mi ci siedo accanto, osservandolo poi rilassare i muscoli delle braccia nel momento stesso in cui i suoi occhi si incastrano
nei miei.
-Buongiorno...- Gli sussurro, vedendolo sbadigliare mentre i suoi occhi si illuminano per un po'.
-Da quanto tempo sei sveglia?- Mi domanda Gates con gli occhi ancora impastati dal sonno.
-A dir la verità da neanche un minuto.- Ammetto, osservando poi il ragazzo sorseggiare il caffè che gli ho appena lasciato
tra le mani.
-Ci sono novità?- 
-No, ancora nulla.-
-Te l'avevo detto io che dovevo ucciderli.-
Abbozzo un sorriso cercando di non agitarmi. Forse i miei genitori non avrebbero dovuto dirmi cos'ha fatto Brian per tutta
la notte anche perché adesso mi sento ancora più a disagio del solito.
I suoi occhi color nocciola si incollano ai miei mentre le sue labbra si limitano a sorseggiare ancora il caffè.
-E' amaro.-
-Vuoi che ti prenda qualche altra bustina di zucchero?-
-No, mi piacciono le cose amare.- Ammette lui mentre io sto cercando un modo più efficace per non sentirmi in continua agitazione.
Dannazione. Perché riesce sempre a farmi sentire in questo modo? Saranno forse i suoi modi di fare a rendermi così imbarazzata
ad ogni singola parola che fuoriesce dalle sue dolci labbra.
La smetto di fissare la sua bocca nel momento stesso in cui un dottore ha deciso finalmente di avvicinarsi a noi.
Quando l'uomo baffuto si avvicina sia a me che a Brian, i miei genitori corrono verso di noi, più ansiosi che mai.
Io mi alzo di scatto dalla sedia, osservando poi l'uomo tenere alcune schede o documenti tra le mani.
-Dottore...la prego, ci dica come sta nostro figlio.- Borbotta mia madre in preda all'ansia.
-Sta decisamente meglio ma durante la nottata abbiamo dovuto fargli un piccolo intervento al naso completamente distrutto. 
Sul corpo non ha nient'altro che semplici ematomi mentre...-
Il dottore deglutisce, inumidendosi poi le labbra per ricominciare a parlare.
-Mentre?- Domando io, con il cuore tra le mani.
-Per un po' non potrà più camminare. Gli si sono paralizzate le gambe probabilmente dopo esser state colpite diverse volte
con forza. La sua ossatura è piuttosto debole quindi gli servirà tempo per poter ricominciare a camminare.- 

Uno tsunami mi colpisce al petto con forza.
Mio padre stringe a sé mia madre mentre Brian si occupa di farmi sedere sulla sedia prima che possa svenire.
-Solo uno di voi potrà fargli visita. Dopo alcuni accertamenti, stasera potrà tornare a casa.- 
Mio padre ringrazia il dottore mentre io non riesco neanche più a respirare.
I miei genitori mi indicano chiedendomi di entrare nella camera di Loris per fargli visita ma io non so neanche come trovare
il coraggio di vederlo ridotto in chissà quale stato.
Mentre decido sul da farsi, osservo la mano di Brian stringere la mia. 
Non pensavo che una sua stretta di mano sarebbe riuscita a darmi la forza giusta per entrare in questa stanza colma di dolore
fino al soffitto.
Entrata nella camera, osservo mio fratello sorridere mentre c'è un enorme gesso a ricoprirgli metà viso tra cui il naso.
Una sensazione a dir poco nauseante mi pervade lo stomaco mentre continuo a farmi forza e a sconfiggere tutta la frustrazione che
ho dentro.
Osservo la camera rabbuiarsi per colpa del tempo a dir poco straziante e pessimo nell'istante in cui mio fratello prova
a parlarmi ma non ci riesce per niente.
Egli apre e richiude la bocca con una velocità assurda mentre io continuo a torturarmi le mani non sentendomi neanche
in grado di stargli accanto.
Prendo coraggio solo continuando ad osservare il suo sorriso da fiero combattente.
-Hey...combattente.- Gli dico, vedendolo poi sorridere ancora di più. Mi erano mancate le sue fossette che danno vita
a quell'apparecchio luccicante ancora incastonato tra i suoi denti.
Ha le braccia ricoperte di flebo e le gambe sono coperte da un lenzuolo bianco che faccio persino fatica ad osservare.
Mi siedo su uno sgabellino posizionato accanto al suo letto, trattenendomi dal non scoppiare a piangere.
-H...Haven...- Mi sussurra Loris con debolezza, rivolgendomi uno sguardo abbastanza rilassato.
-Mi dispiace così tanto...fratellino mio.- Sussurro con un tono di voce forzato, mentre alcune lacrime hanno già pensato
a fare il resto.
-Haven, ti prego, non piangere. E' a me che dispiace.-
Mi asciugo con velocità le lacrime, tentando di sorridergli finché posso.
-Avrei potuto salvarti. Liberarti da tutto quel dolore ed uccidere l'uomo che ti tiene ancora prigioniera.-
-Sei troppo piccolo per queste cose, Loris. Hai solo quindici anni.-
-Ma ho la forza di un leone! Ricordi? Era questo che diceva sempre la nonna prima di andarsene.-
-La nonna non sapeva quello che diceva. Voleva solo aiutarti a diventare una persona abbastanza forte da fartelo credere
per avere sempre la meglio sulle altre persone. Voleva renderti già fiero di te e darti la capacità di credere in te
stesso come nessuno potrebbe mai fare.-

Era una persona saggia la nonna. Ma non aveva previsto tante cose nella sua vita.
-Però avrei potuto ucciderlo.-
-Non sarebbe stata quella la situazione migliore, Loris. Non fa mai bene agire d'impulso...-
-Si ma...-
-Lo so. Lo hai fatto per me.-
-Per quanto tempo non potrò camminare?-
-Per un bel po' suppongo. Ma hey...mai perdersi d'animo diceva sempre lo zio Joe. Vedrai che con un po' di tempo
riacquisterai tutte le forze giuste.-
-Scappa via da lì, Haven. Quell'uomo è peggio di quello che sembra.-
Lo so Loris, lo so.
-Adesso riposa,piccolo mio. La mamma e il papà sono molto preoccupati per te. Quindi non permetterti mai più di fare una cosa del genere o
la prossima volta sarò io a paralizzarti come si deve.-
Loris abbozza un sorriso. Io gli tengo una mano mentre lui non riesce neanche a guardarmi negli occhi.
Mi fa male sapere che si ritrova in questa condizione a causa mia.
-Hanno già saputo...delle mie gambe?-
-Si.-
Mi sorprende tanto vederlo così calmo e pacato. Possibile che si sia già rassegnato in questo modo?
-Ti piace tanto, quel Brian?-
-Che?! Loris, ma come ti salta in mente di dirmi...-
-Io non ho detto niente di che. Ti ho solo fatto una domanda.-
-Non credo di poterti dare una risposta. E poi, perché ti interessa tanto saperlo?-

-Perché volevo provare a capire com'è quando ci si sente innamorati. Nelle mie prossime condizioni, non credo che qualcuna
vorrà più vedermi o uscire con me. Se non dovessi mai più riuscire a camminare, so già che nessuno riuscirà più ad amarmi.-

Le parole di Loris mi mozzano il fiato.
-Ma come puoi pensare una cosa del genere? Loris, io ti prometto che farò di tutto pur di aiutarti di nuovo a camminare. A costo
della mia stessa vita.-

-Ti voglio bene Haven.-
-Anche io te ne voglio Loris. Non immagini quanto.-
Abbraccio Loris consapevole del fatto che lui non possa ricambiare il mio abbraccio in alcun modo.
Quando esco dalla stanza, i miei genitori mi assillano di domande mentre io mi limito a rispodere a fatica.
Vedere Loris in quello stato non ha fatto altro che aumentare il mio odio contro quello stronzo di Stèphan.
Ma lui me la pagherà cara. Un giorno pagherà tutto ciò che ha osato fare a me, alla mia famiglia e alla piccola Hayley.
Ritornata a casa,in compagnia di Brian, i ragazzi corrono verso di me come saette chiedendomi come sto e soprattutto se mio
fratello è ancora vivo.
Spiego la situazione a tutti e ciò che ho ricevuto in cambio da ognuno di loro è stato un abbraccio.
L'istante dopo, l'abbraccio si è dissolto nel nulla per colpa della serratura della porta di casa che ha emesso un rumorino a dir poco
fastidioso.
All'entrata di Stéphan in casa ho cercato il più possibile di far finta di niente mentre mi son limitata a fuggire nella mia camera.
Mi sono chiusa anche a chiave per evitare che possa toccarmi o farmi del male.
Non ho nessun'intenzione di osservare quei suoi occhi spietati, color ghiaccio.


















***











Essendo rimasta tutto il giorno nella mia camera, non ho la più pallida idea di che fine abbiano fatto
tutti gli altri.
Apro la porta, perlustrando il corridoio per poi uscire definitivamente dalla stanza ed avviarmi verso il piano
inferiore.
Mi blocco sulle scale quando osservo Brian abbracciare Hayley e sussurrarle delle parole a dir poco diabetiche.
Ma cosa ci fa Hayley qui? Non dovrebbe essere al bar?
-Non farlo mai più o ti ammazzo io con le mie stesse mani. Tutto chiaro?- Borbotta Brian questa volta alla ragazza,
vedendola poi nascondere un polso ed annuire alle parole del ragazzo prima di lasciarsi andare tra le sue braccia.
Brian deve aver appena scoperto del gesto di follia che ha compiuto Hayley ieri mattina.
Era così accecata dal dolore da non capire neanche cosa lei stessa stava cercando di fare.
Se non altro, adesso siamo fuori pericolo. I ragazzi sono riusciti a far fuori tutti coloro che appartenevano all'organizzazione
nemica e non dovremmo più avere problemi.
Johnny è stato vendicato e avrà sempre un posto nei nostri cuori anche se non so quanto questo possa bastare.
Hayley ha ricominciato a piangere, questa volta dinanzi a Brian che continua ad accarezzarle la schiena nella speranza di tranquillizzarla.
Io decido di scendere questa volta dalle scale ed avvicinarmi ai due, cercando di rendermi utile in qualche modo.
-Hayley...- Sussurro, osservando poi la ragazza allontanarsi un po' dal petto di Brian con un viso rosso a dir poco
agghiacciante.
Brian sussulta per un istante, sentendosi stranamente a disagio ma non ne capisco il motivo.
Hayley inizia a parlarmi con il solito linguaggio dei segni mentre io seguo ogni suo minimo movimento.
-Ha detto che è venuta a trovarti perché ha saputo cos'è accaduto con tuo fratello. C'è anche Helena, ma è andata prima a salutare
Matt.- Mi aiuta Brian, spiegandomi cos'ha appena detto la ragazza.
-Oh Hayley, grazie.- Abbraccio subito la ragazza, ringraziandola per il pensiero.
Sciolto l'abbraccio, ne approfitto per osservare i suoi esser diventati rossi come il sangue.
Tutto questo dolore dovrà pur finire prima o poi.
-Andiamo a cercare Helena e gli altri. Dovrebbero essere tutti nella nostra solita camera.- Dice Brian mentre io ed Hayley 
ci limitiamo ad annuire.
Seguiamo Brian lungo il corridoio ma quando egli decide di aprire la porta, io quasi sbarro gli occhi coprendoli poi alla giovane.
-Cazzo Gates, chiudi questa porta!- Urla Matt, mentre stava per sfilare via l'intimo ad Helena che prima si trovava sul letto di Brian
ed ora si è lasciata cadere a terra per coprirsi.
-Matt! Non potete andare a scopare da qualche altra parte, cazzo! Per di più, lo stavate facendo sul mio letto!- Urla Haner, 
mentre io e Hayley ci allontaniamo il più possibile dalla camera.
-Eh scusa è che...oh cazzo, certe voglie non puoi trattenerle!- Si giustifica Shads, facendoci scoppiare a ridere.
-Vi lascio in pace, ma promettetemi che scoperete tanto!-
-Haner, esci subito fuori di qui!- Urla poi Helena, più imbarazzata che mai.
Quando Brian chiude la porta della camera, anche lui scoppia a ridere come non mai.
E' sempre bello vederlo ridere. Credo di poterci vivere grazie alle sue risate e ai suoi modi di fare.
E' anche vero che delle volte si comporta da idiota ma...non esiste la perfezione qui, sulla faccia della Terra.
E per me, nonostante tutto, resterà sempre la cosa più bella che mi sia mai capitata. Non avevo mai capito cosa fosse l'amore
fino ad oggi e questo lo devo solo a lui.
-Cazzo però...ora che ci penso se non muovono il culo farò tardi al mio appuntamento!- Sbotta improvvisamente Brian, sfasciando
tutta la spensieratezza del momento.
Appuntamento? Lo ha detto per davvero o me lo sono semplicemente immaginata?
Hayley gli dà una pacca sulla spalla per esprimergli conforto ma io non ci sto capendo proprio niente.
Se Brian ha detto davvero ciò che ho sentito...questo vuol dire che ha già trovato qualche altra ragazza con cui spassarsela allegremente.
Oppure...questa nuova ragazza sarà davvero colei che ha sempre aspettato. La ragazza giusta insomma. Quella che riuscirà ad amare
più della sua stessa vita.
Forse adesso sto divagando troppo, ma questa volta ho davvero paura. Paura di perderlo anche se non ce l'ho più.
Tuttavia dovrò restarne fuori. Lui è libero di stare con chi gli pare e piace mentre io...io resterò solo a guardarlo mentre ricomincia
a vivere con qualcun'altra che non sarò io.
Ma va tutto bene, sul serio.
Anche se...non ho ancora capito cosa centrassero Helena e Matt con il suo appuntamento.
-Gates, allora, andiamo?- Domanda improvvisamente Jimmy, sorprendendomi alle spalle.
-Chiedilo a Matt e Helena che stanno scopando nella nostra camera da letto!- Ribatte Brian, abbastanza infastidito mentre Rev, si avvicina
con velocità alla serratura della porta per poterli spiare.
-Mh, furbo il nostro Shads. Si è assicurato che la sua bella fidanzata mettesse una gonna proprio dinanzi alla serratura per
evitare che li spiassi. Mi conoscono bene, ormai.- Ridacchia James, affiancando poi il suo migliore amico.
-Dai Bri, siamo ancora in anticipo.- Borbotta poi Zacky, apparendo anche lui dal nulla.
Ma da dove sono sbucati?
-Hayley, mi affido a te per tutti i particolari sulla scopata di oggi. Chiedi ad Helena e poi riferiscimi!- Ghigna ancora Jimmy, beccandosi
uno sguardo omicida da parte della giovane.
-Quanto sei scemo, James.-
-Parla per te, porchetta ambulante!-
Jimmy e Zacky cominciano a scherzare tra di loro mentre, dopo alcuni istanti, Helena e Matt si decidono ad uscire dalla camera.
Helena ha i capelli tutti arruffati mentre Matt ha il fiatone.
Io, i ragazzi ed Hayley scoppiamo di nuovo a ridere osservando la scena per poi limitarci ad osservare la coppietta mentre
si rimette in sesto.
-Che c'avete da guardare? Fatevi i fatti vostri!- Esclama Matt, facendoci ghignare in silenzio mentre Helena si avvicina a me
per abbracciarmi.
Ricambio l'abbraccio della ragazza, sentendo tutto il calore di cui avevo bisogno.
-Ho saputo tesoro...come ti senti?- Mi domanda Helena, continuando a stringermi a sé.
-Sto cercando di non farmi prendere troppo dal dolore e di andare avanti. Se mi fermo io, il mondo non si ferma con me.- Rispondo,
osservando poi gli occhi dorati della ragazza diventare quasi lucidi.
-Andrà tutto bene, cara. Te lo prometto.-
Ed io non so se lasciarmi accoccolare da queste promesse o trovare un modo più semplice per scappare via da tutto e da tutti.
Qui la situazione non fa che peggiorare ed io mi sento sempre più striminzita in me stessa.
Altre volte invece, mi sento meglio, sapendo di avere delle persone accanto a me che sono sempre pronte a sostenermi ed aiutarmi
quando attraverso un momento particolarmente collassante.
E così, cerco di fare anch'io la stessa cosa per tutti loro. Ci sosteniamo a vicenda, ci siamo in tutto e per tutto e la morte
di Johnny non ha fatto altro che renderci ancora più simili.
Ognuno di noi ha provato dolore, anche se diverso, comunque lo ha sentito scorrere dentro.
-Okay...suppongo che adesso possiamo andare.- Annuncia Vee, accendendosi una Lucky Strike.
-Dove andate?- Domando ai ragazzi, vedendoli avviarsi verso l'uscita del corridoio insieme alle ragazze.
-Gates, perché non la portiamo con noi?- Domanda Jimmy all'amico, vedendolo poi negare con un cenno di testa.
-No, non se ne parla nemmeno. Il capo potrebbe dare seriamente di matto nel non ritrovarla a casa.- Sbotta Brian mentre io gli lancio
uno sguardo imbronciato.
-Ma perché dovrebbe scoprirlo scusa? Non torna questa notte?- Continua Matt, rivolgendosi all'amico che resta della sua opinione.
-No, credo di esser stato abbastanza chiaro. Non possiamo rischiare.-
-Ma fanculo Gates, a te e ai tuoi principi. Haven, andiamo!- Hayley e Helena mi prendono le mani, trascinandomi
con loro verso l'uscita della villa.
-Ehm, no, ragazze...ma che fate?!- Ribatto, osservando poi Brian sospirare, come se si stesse appena arrendendo.
-Non puoi farci niente Brian. Le donne son fatte così.- Ridacchia Shads, dando delle pacche sulla spalla all'amico che sembra essere
piuttosto preoccupato.
Credo che da quanto è accaduto con Stéphan...Brian abbia più paura del solito.
Ma ora che ci penso.
Io non voglio vederlo andare a nessun appuntamento!



















***













Arrivati dinanzi ad un negozio di tatuaggi, comincio a sentirmi molto più confusa del solito.
-Se Ramón mi ha cancellato la prenotazione per colpa vostra, vi troverò un posto migliore per scopare, il più
lontano possibile dalla villa.- Ironizza Brian, rivolgendosi a Matt e alla sua fidanzata.
-Ma no amico, vedrai che Ram avrà capito la situazione. Ho sempre amato quel messicano.- 
-Vee, non è che sei passato all'altra sponda?-
-Molto spiritoso, Rev. E anche se fosse?-
-Vieni qui amore, baciami tutto!- Scherza Jimmy, saltando addosso a Zacky, facendomi quasi piegare in due per le risate.
-Cazzoni, ci sbrighiamo? Io e il mio Matthew abbiamo un tatuaggio da fare!- Ribatte poi Helena, lasciandosi prendere per mano
da Shads mentre entrambi entrano nel negozio di tatuaggi.
E' questo quindi l'appuntamento di cui parlavano? Quasi mi sento in colpa di aver pensato le cose peggiori.
Hayley mi sorride ma poi la vedo lasciarsi trascinare via da Brian che la prende in braccio anche contro la sua volontà.
La ragazza prova a rimettere i piedi a terra dando dei schiaffetti a Brian, ma lui non sembra volergliela dar vinta.
Osservo la scena pensando a quanto avrei voluto starci io tra le sue braccia in quel modo.
Sospiro, osservando poi Jimmy circondarmi le spalle con un suo braccio tatuato.
-Gelosa, Haven?- Mi domanda il ragazzo, girando il dito sulla piaga.
-Io? Gelosa? Ma di chi?-
Di uno stronzo che non fa altro che divertirsi, uccidere e mostrare quei suoi bellissimi occhi al mondo intero.
-E dai, non c'è nulla di male ad ammetterlo!- Continua Zacky, sorridendomi.
-No, davvero, non potrei mai esserne gelosa.-
Beh, forse solo un pochino.
-Comunque Brian lo sta facendo per farla...come dire...rilassare. Sta cercando di farla riprendere e credimi, non è facile.
Ci stiamo provando un po' tutti anche se...anche noi abbiamo i nostri periodi.-

Jimmy non avrebbe neanche dovuto darmi spiegazioni. Lo avevo capito ed è davvero un bellissimo gesto da parte sua, cercare
di aiutare Hayley. 
Dopotutto, sono amici d'infanzia e si vogliono bene. E' tutto lecito.
-Jimmy ha ragione...e poi, la mancanza di Johnny si sente sempre di più. Basta osservare quella villa per pensare
che è lì che siamo cresciuti tutti.-
Continua Zacky, stringendomi un nodo in gola.
I due ragazzi si perdono nel vuoto mentre io mi limito a tirarli sù di morale. O almeno ci provo.
-Ma cosa sono queste facce ora? Ragazzi...Johnny vorrebbe vedervi sorridere, non distruggervi in questo modo. Sapete qual
è secondo me la cosa che lo renderebbe felice? Sapere che in realtà non è mai morto da solo. Sapere che ha degli amici stupendi
che continueranno sempre a ricordarlo. Se dovessi mai morire, vorrei aver lasciato qualcosa a tutte le persone che mi sono state
accanto da viva.-
Ammetto, dipingendomi da sola un sorriso sulle labbra ed aiutando i due ragazzi a fare lo stesso.
-Hai sentito Vee? Haven è una ragazza con i controcazzi.- Ridacchia Jimmy, continuando a stringermi.
-Mh, sembra un misto di debolezze e paure ma in realtà sembra essere una ragazza...giusta.- Risponde Vee.
-Grazie ragazzi.-
-Scusate se vi interrompo, ma c'è Brian di là che sta dando di matto perché non trova la sua Haven.- Ci raggiunge improvvisamente
Helena, facendomi sussultare.
-No, Brian non avrebbe mai detto nulla di simile.- Ribatte Rev alla ragazza.
-Non lo ha detto, ma lo ha fatto intedere! Non credo che sia normale, vederlo dare di matto in un negozio di tatuaggi
mentre continua a ripetere "Dov'è Haven? Cazzo e se qualcuno l'ha rapita e vuole farle del male? O se ha conosciuto
un pezzo di merda e costui vuole violentarla?"-

Alle parole e all'imitazione di Helena, tutti ci pieghiamo in due dalle risate ma ovviamente, la risata più squillante
è proprio quella di Jimmy.
-Credetemi, non c'è proprio nulla da ridere nel vedere una persona comportarsi in questo modo!- Ribatte la ragazza, mentre il
nodo in gola sembra essersi improvvisamente dissolto.
Non pensavo potesse preoccuparsi ancora in questo modo per me.
-Andiamo prima che Gates impazzisca.- Continua James mentre tutti insieme entriamo nel negozio.
Mi guardo intorno, notando le pareti verdi ed una sala d'aspetto abbastanza spaziosa in cui vi ritrovo Brian, Hayley e Matt.
-Gates, come vedi siamo noi gli stupratori di Haven!- Esclama Zacky ghignando sotto ai baffi mentre l'altro si limita a incenerire
i suoi amici con un solo sguardo.
-No problem amico, Haven stava con noi.- Borbotta Jimmy, sedendosi accanto al suo migliore amico.
Brian annuisce, trattandomi con indifferenza.
Un'indifferenza che mi sta a dir poco ferendo.
Io mi siedo tra Hayley ed Helena, ascoltando poi il suono di uno di quegli aggeggi per tatuare che mi fa rabbrividire
all'istante.
Non ho mai avuto il coraggio di fare un tatuaggio in tutta la mia vita. Probabilmente, non lo farò mai.
Fare un tatuaggio significherebbe mostrare tutto il coraggio che non ho.
-Pss, Helena? Ma cosa ci facciamo noi qui?- Domando alla ragazza, vedendola poi mostrarmi un sorriso a trentadue denti.
-Io, Matt e Brian dobbiamo tatuarci. Questo è il miglior studio di tatuaggi della California ed il tatuatore in questione
è un grande amico dei ragazzi.-
Mi spiega Helena, prendendo poi una rivista dalla pila dinanzi a noi,cominciando a sfogliarla.
Improvvisamente, il suono a dir poco fastidioso di prima si azzerra ed un uomo abbastanza alto, con i capelli lunghi e grigi si avvicina
a noi salutando poi i ragazzi.
-I miei ragazzi! E' sempre un piacere rivedervi!- Sbotta l'uomo sulla quarantina, abbracciando prima Brian, poi Matt, poi Zacky ed
infine Jimmy.
-Ram, come stai? E' da un sacco di tempo che non ci vediamo!- Esclama Matt, dando delle pacche sulla spalla all'uomo.
-Bene ragazzi. Voi piuttosto? Ah...beh...io ho saputo ma non avevo il coraggio di venire ai funerali di...-
-Sta tranquillo Ram, è stato un periodo abbastanza tragico per noi.- Continua Zacky, mostrando un po' di dolore in quei suoi occhi 
color acqua marina.
-Lo so...mi dispiace tanto, ragazzi miei.- 
Un istante di silenzio e l'uomo passa a salutare sia Helena che Hayley.
Riempie di complimenti le due ragazze ma poi, i suoi occhi castani si sporgono ben presto contro i miei.
-E questa bella signorina da dove è saltata fuori?- Domanda questo Ram tutto tatuato e dalla voce rozza.
-Lei è Haven.- Dice Brian, indicandomi.
-Oh, piacere mio Haven, io sono Ramón Dept e questo è il mio super negozio. Vuoi tatuarti anche tu?-
-Ehm, no, grazie.-
-Suvvia, non avrai mica paura di un piccolo aghetto?-
-Ammetto di essere molto affascinata dai tatuaggi ma non ho mai avuto il coraggio di farne uno.- Sorrido all'uomo che ricambia
il sorriso con dolcezza.
-Questa ragazza mi piace. Se non sei fidanzata con nessuno di loro, sappi che io posso essere un buon marito.- Scherza ancora Ram, 
mettendomi un po' in imbarazzo ma sembrando un tipo alla mano.
-No, Haven è già impegnata.- Ribatte improvvisamente Brian, facendomi gelare il sangue nelle vene.
Tutti lo guardano sconvolti almeno quanto me, mentre Ram si limita a ridacchiare sotto quei baffi altrettando grigi quanto
i suoi capelli.
-E' la tua ragazza, Haner?- Domanda ancora il quarantenne.
-Si e lo resterà per un bel po' di tempo.-
Non posso ancora credere a ciò che hanno appena sentito le mie orecchie.
Ma che cosa sta cercando di fare?!
Ammetto di poter quasi svenire per il modo così serio e soave con cui ha parlato.
Incantata dalle sue parole, osservo Ram alzare le mani in alto in segno di resa per poi chiederci di seguirlo
in una stanza.
Tutti sembrano sentirsi quasi a casa qui dentro mentre io mi sento perfettamente fuori luogo.
Anche questa stanza è dipinta di verde mentre ci sono dei divanetti tipici per la comodità del cliente che deve tatuarsi.
Ci sono ben quattro divanetti mentre nell'angolo c'è uno scompartimento con creme e pellicole.
Rabbrividisco alla vista di alcuni aghi, osservando poi i volti soddisfatti di tutti i miei amici.
Non capisco proprio come possano sentirsi così felici nel vedere quegli aghi innescati in quell'aggeggio a dir poco spaventoso.
E' davvero così bello lasciare entrare un ago nella propria pelle per poi tenerti una sottospecie di cicatrice a vita?
-Brian, inizio con te. Voi altri mettetevi pure comodi.- Borbotta Ram mentre osservo Brian farmi un cenno di mano.
Mi indico nella speranza di aver capito che stava chiamando proprio me accanto a lui.
Haner annuisce mentre Ram mi porge uno sgabellino proprio dietro al divanetto su cui si è appena sdraiato il ragazzo.
Brian prende la mia mano ed io non la più pallida idea di quali sono le sue intenzioni.
Osservo il tatuatore cospargere il braccio di Brian con del disinfettante dopo aver fatto una bozza del disegno che proprio
lui vuole tatuarsi.
Come pensavo, aveva solo bisogno di un nuovo mostro per completare la sua collezione sulle braccia.
Quando Ram prende l'aggeggio con l'ago, io rabbrividisco al posto di Brian che al contrario, sembra tranquillissimo.
I ragazzi lo prendono in giro per un po' ma poi iniziano a parlare tra di loro mentre lui si limita a stringere la mia mano.
Io non vorrei neanche guardare per paura di impressionarmi, ma quando quell'ago rientra nella sua pelle avrei preferito
voltarmi.
Anch'io gli stringo la mano, riuscendo questa volta ad osservarlo mentre viene tatuato. Del sangue viene ripulito a poco a poco
da Ram mentre io cerco di esser forte e stringergli la mano il più possibile.
Lui ricambia ogni mia stretta come se avesse bisogno proprio di me accanto a lui.
Dopo due orette, le nostre mani sono ancora sudate ma non sembrano volersi lasciare neanche per un attimo.
Mi sento quasi onorata a stargli accanto. E' come se avesse davvero bisogno di me.
Finito di tatuarsi, Brian lascia la mia mano facendomi sentire vuota e si specchia per osservare il lavoro finale.
Un mostro azzurro, con la bocca spalacanta e a dir poco buffo.
-Che ve ne pare?- Domanda Gates ai suoi amici che hanno gli occhi a forma di cuore.
-E' perfetto, amico! Cazzo, adesso si che hai completato entrambe le braccia!- Esclama Jimmy con entusiasmo mentre Ram spalma
della crema gelatinosa sul tatuaggio di Bri, ricoprendolo poi con una pellicola.
-E' inutile che ti spieghi cosa fare, ormai ne sei un esperto.- Dice Ram a Brian.
-Giusto.- Risponde Brian, continuando a specchiarsi e a vaneggiare di continuo.
Anche Hayley ed Helena adulano il tatuaggio di Gates ma adesso...dovrebbe toccare proprio ad Helena e Matt.
Non credo di poter sopportare ancora di vedere del sangue, così decido di uscire dal negozio e prendere una boccata d'aria.
A seguirmi ovviamente non poteva essere nessun altro se non Brian.
-Tutto bene?- Mi domanda, con questi suoi occhioni incantatori.
-Si. Solo, non ce la faccio più a vedere tutto quel sangue.-
-Comprensibile.-
-Ti ha fatto tanto male?-
-No, più che male, ho provato un leggero fastidio quando lo ha colorato.-
-Perché ti sei disegnato proprio un mostro?-
-Non le vedi forse le mie braccia? Sono pieno di mostri!-
-Si, ma qual è il senso?-
-Mi piacciono particolarmente.-
-Non dovresti tatuarti qualcosa di più significativo?-
-E il "Thank you" che ho sul polso non ti dice niente?-
E' riuscito a zittirmi per l'ennesima volta.
-Okay, hai vinto.- Gli sorrido mentre lui si limita a ricambiare.
Osservo la sua mano tatuata, pensando poi a quando ha iniziato a stringerla con più forza.
Forse in quell'istante ha davvero pensato che potessi essere io la sua salvezza ed io l'ho lasciato fare.
Ma è proprio in questo momento che ripenso a ciò che ha detto prima a Ram.
-...Perché hai detto a Ram che sono la tua ragazza?- Gli domando vedendolo trattenere il respiro.
Brian si accende una sigaretta con una velocità incredibile per poi aspirarne il fumo e rispondermi.
-Ram è un brav'uomo ma ha un'insaziabile passione per le donne più giovani di lui. Lui non appartiene al mondo
della criminalità o della mafia ed è per questo motivo che non ti conosce bene da sapere che sei la moglie
del signor Mason.-

-Si, ma non hai risposto alla mia domanda.-
-Non volevo che ci provasse con te, semplice.-
-La smetti di girarci intorno, Gates?-
-Oh Mrs Haven sta cacciando fuori proprio un bel caratterino!-
-Brian, sii serio per una buona volta!-
-L'ho fatto solo per non farti trovare nei casini con il signor Mason, dovresti saperlo.-
Delle scocche rosse pervadono le guance di Brian ed io credo di saperne il motivo.
Mi sta mentendo, ne sono sicura.
Diciamo anche che gli avrebbe dato fastidio sapere che qualcun altro stesse provando ad abbordarmi proprio dinanzi ai
suoi occhi.
Ma tanto, non lo ammetterà mai.
-Si...capisco.- Rispondo con un po' di delusione, osservando poi il ragazzo lasciarsi guardare, fumando la sua solita
Marlboro.
Passa un'oretta ed ecco Matt ed Helena che continuano a baciarsi come se non ci fosse un domani. Come se non potessero più
farlo per il resto della loro vita.
Sono pienamente soddisfatti dei propri tatuaggi che non fanno altro che mostrarceli.
Helena si è tatuata una domanda sulle costole e Matt, la risposta alla domanda, sulle sue.
E' stata davvero una genialata, devo ammetterlo.
-Bene...qualcun altro vuole togliersi qualche sfizio?- Domanda Ram, osservando il mio sguardo perso nel vuoto.
-Si, Haven.- Sbotta Brian, facendomi sobbalzare.
-Che?- Ribatto intimorita, osservando poi il volto beffardo del ragazzo.
-Haven, Haven, Haven!- Urlano tutti in coro, mentre è proprio Jimmy che mi spinge sul divanetto.
-No, non ci penso neanche!- Urlo, impaurita.
-Dai Haven, è solo un tatuaggio!- Mi dice Matt, facendomi sentire peggio.
Non posso di certo tatuarmi così, di punto in bianco! Devo sapere bene cosa tatuarmi dato che sarà un qualcosa
che porterò con me per tutta la vita.
Hayley mi parla con l'alfabeto muto, rivolgendosi anche agli altri.
"Ragazzi, non potete forzarla se non vuole"
-Concordo con Hayley. Suvvia, lasciatela stare!- Mi difende anche Helena, ma serve a ben poco.
Brian sta sussurrando qualcosa a Ram e ad esser sincera non voglio neanche sapere cosa.
Dopo aver parlato con il quarantenne, Brian si rivolge a me.
-Fidati di me, okay? Ho già pensato a tutto io.-
-Brian, non voglio tatuarmi uno dei tuoi mostri!-
-Ma sei impazzita? Certo che no, ho pensato ad altro per te.-
-Ma...perché?-
-Voglio farti un regalo ed i regali non si rifiutano mai.-

Sbuffo con sonorità, mentre il mio cuore batte con più prepotenza del solito.
Tra tutti i regali che potrebbe farmi, perché proprio un tatuaggio? Beh, se non altro, ho sempre voluto farne uno.
Ma non ora. Non sono pronta!
-Andrà tutto bene, voglio solo restituirti il favore.-
-Ma quale favore,Brian?-
-Sei stata accanto a me per tutto il tempo, hai tenuto stretta la mia mano alla tua fino alla fine nonostante
stavi per rischiare di svenire per tutto il sangue che mi è fuoriuscito dalla pelle. Te lo devo.-
-Puoi fare qualsiasi altra cosa, credimi!-

-No, io voglio lasciare un segno su di te, Birdie.-
Sbarro il più possibile gli occhi, cercando di riprendere fiato mentre mi sento letteralmente morire dentro.
Mi sento come se stessi facendo dei passi indietro a quando quel nomignolo sembrava essere davvero qualcosa di importante. Forse,
lo è sempre stato. Almeno per me, significa tanto.
C'è qualcosa di più grande di tutti gli errori che ha commesso, ne sono sicura. Non al cento per cento, ma c'è qualcosa
in lui che non riesce a distaccarsi più da me.
E per me è lo stesso.
Le sue parole ed i suoi modi di fare mi lasciano spesso senza respiro e senza alcuna ragione.
Chissà se sta provando ciò che provo io in questo preciso istante, ad un solo passo tra le sue sottilissime labbra.
Vuole davvero lasciare un segno? Bene. Che faccia male o no non importa. Voglio essere segnata da lui.
-Okay. Accetto la proposta ma...resterai al mio fianco finché quello stupido ago non avrà finito di entrare continuamente
al di sotto della mia pelle.-

Brian annuisce alle mie parole ed io provo a scacciare via un po' di timore.
-No, non c'è bisogno che ti sieda sul divanetto.- Mi ferma Ram, chiedendomi di sedermi sullo sgabellino.
-Ma...-
-Scegli tu. Polso o avambraccio? Si insomma, sta per arrivare l'inverno e sarà difficile per il capo scorgere il tatuaggio.- Continua
Brian, mettendomi una mano sulla spalla.
-Vada per il polso.- Decido, iniziando a tremare.
Dopo alcuni minuti, Ram ha finito di montare il tutto ed è pronto per tatuarmi la pelle.
L'uomo mi fa posizionare il polso sul divanetto mentre lui accanto a me, mi incita a restare tranquilla.
-Hayley, sai già cosa fare.- Borbotta Brian alla ragazza che mi si avvicina e mi copre gli occhi.
Sussulto un po' non riuscendo a capire le sue intenzioni.
-Che...-
-Tranquilla, è una sorpresa e quindi sarà meglio che tu chiuda i tuoi occhi.- Mi sussurra Gates, prendendomi poi una mano mentre
quelle di Hayley mi coprono gli occhi.
Io non faccio altro che tremare e Brian deve essersene reso conto dato che continua a stringere con forza la mia mano tra la sua.
-Sta calma. Non ci vorrà neanche mezz'oretta.- Mi rassicura il ragazzo.
-D...do...dove sei?- Balbetto, più emozionata che mai.
-Sono dinanzi a te. Ti sto stringendo la mano, senti? Quindi ci sono, tranquilla.-
Annuisco alle sue parole, sentendo poi una strana sensazione concentrarsi sulla mia pelle.
Sento l'ago entrare per un po' nella mia carne ed il ronzio dell'aggeggio non lasciarmi neanche un attimo di pace.
-Non...tremare.- Mi sussurra ancora il ragazzo dagli occhi color nocciola, dandomi quella strana forza di cui avevo bisogno
per fare una cosa del genere.
Il polso inizia a bruciarmi per un po' mentre il dolore sembra essere piuttosto sopportabile.
Al contatto ancora con la mano di Brian, mi sento decisamente meglio.
-Povera Haven, ma vi rendete conto di quanto siete spregevoli?- Sento la voce di Helena ma ovviamente non riesco a vederla.
Sento solo i continui ghigni dei ragazzi echeggiare nell'aria.
Il mio polso si abitua dopo un po' alla sensazione e quando non sento più il ronzio dell'aggeggio capisco che abbiamo finito.
Ci è voluto più poco di quanto pensassi.
Hayley mi dà la possibilità di riapire gli occhi e quando lo faccio, osservo il volto di Brian proprio dinanzi a mio che
sorride con soddisfazione.
Sposto la mia visuale contro il mio polso osservando poi la piccola lettera che è intrappolata nella mia pelle.
Una "B" in corsivo, molto graziosa.
-B come...Birdie?- Domando a Brian, vedendolo poi sorridere ancor di più.
-O anche come Brian.- Ribatte il ragazzo, lasciando ben presto la mia mano.


















***









Usciti dal negozio di tatuaggi, i ragazzi mi hanno assicurato di non aver pagato né il mio di tatuaggio, né
quelli che si son fatti Matt, Helena e Brian.
Ram è un loro caro amico e quando si tratta di loro non vuole mai del denaro. Mi hanno raccontato di quando gli stavano
per distruggere il negozio alcuni ladri ed i ragazzi sono riusciti ad aiutarlo appena in tempo.
Da allora...questo Ram non sa più come sdebitarsi.
Mi sono fatta spiegare da Helena come curare il tatuaggio d'ora in avanti e lei mi assicurato che tra due orette
posso già togliere la pellicola.
-Io mi rompo di tornare a casa, ragazzi. Che ne dite di fermarci alla spiaggia? Haven, sei dei nostri?- Propone Zacky, aprendo
la portiera della sua auto.
-Io...non so se è il caso...- Ammetto, osservando poi Helena ed Hayley spingermi in avanti.
-Ma certo che lo sa! Haven viene con noi!- Annuncia la ragazza dai capelli scuri, con dolcezza.
Sorrido alle parole di Helena, entrando poi nella macchina di Hayley mentre tutti insieme ci dirigiamo verso
la solita spiaggia.
Potrà sembrare assurdo ma è proprio quello lì il nostro posto. Il nostro ritrovo. Il luogo in cui seppelliamo i nostri
ricordi.
Arrivati alla spiaggia, io e le ragazze iniziamo a correre verso il mare e a ridere come non mai.
I ragazzi si tolgono le magliette ed i pantaloni, restando in boxer mentre si lanciano in acqua.
-Che dite, li raggiungiamo?- Ci domanda Helena, togliendosi con velocità la maglietta e restando in intimo.
Io e Hayley ci sentiamo a disagio e così non accettiamo la proposta della ragazza.
-Hey! Helena, copriti subito!- Urla Matt dall'acqua, rimproverando la sua fidanzata.
-E dai amore, non c'è nessuno a quest'ora sulla spiaggia!- Ribatte la ragazza, buttandosi poi in acqua, lasciandosi
schizzare da Jimmy e Brian.
-Dai ragazze, che cosa state aspettando a buttarvi?- Ci urla contro Veangeance.
Io lancio uno sguardo ad Hayley ed insieme, senza toglierci né vestiti e né niente, decidiamo di tuffarci in acqua.
-Oh non avevo pensato al tatuaggio!- Sbotto, guardandomi il polso ma ricordandomi che vi è ancora sù la pellicola.
-Vieni qui.- Brian mi tira l'altro polso, facendomi spalmare contro il suo torace.
Ci ritroviamo con gli occhi negli occhi ed io non riesco più a capire che tipo di problemi ha. 
Non doveva esser tutto finito tra di noi?
-Brian...amici.- Gli sussurro con dolore, vedendolo poi annuire e lasciare il mio polso.
Dopo alcuni istanti, inizia a piovere e ciò dovrebbe segnare una ritirata che non c'è stata.
I ragazzi mi prendono in braccio mentre sento la pioggia ricadermi sul viso.
Mi fanno sentire così viva che potrei restare qui con loro per ore. E al diavolo la pioggia.
Tutti iniziamo di nuovo a schizzarci come impazziti e a divertirci ma tra me e Brian non c'è alcuna fonte
di divertimento.
Ogni volta che i nostri sguardi si incontrano, è un mal di cuore continuo.





















***






Una volta tornati a casa ed aver salutato Helena ed Hayley, mi sono fatta una doccia veloce e mi sono
appisolata sul mio letto.
Ho una sensazione allo stomaco. Di nuovo.
Stéphan non è ancora tornato ed io continuo ad avere la stessa sensazione che non mi fa chiudere gli occhi.
Mi osservo il tatuaggio sul braccio, chiedendomi del perché ha voluto che mi tatuassi davvero qualcosa che avesse
a che fare con lui o meglio...con noi.
Mi alzo dal letto indossando una maglietta che mi va lunga fino alle ginocchia per poi uscire dalla camera e 
dirigermi verso quella dei ragazzi.
Devo uccidere questa strana sensazione prima che sia lei ad uccidere me.
Busso alla porta dei ragazzi ma nessuno di loro mi risponde. Suppongo non ci sia nessuno anche se mi sembra strano.
Se non sbaglio, non avevano mansioni da svolgere per questa sera.
Busso per l'ennesima volta e, finalmente, qualcuno si è deciso ad aprirmi.
Sobbalzo mentre stavo provando a sperare con tutta me stessa di non assistere mai e poi mai ad una scena del genere.
-Hey...- Brian mi si para dinanzi agli occhi, con i suoi totalmente arrossati ed il volto bagnato dalle lacrime salate.
-Brian...stai bene?- Gli domando vedendolo poi negare.
D'istinto, lo abbraccio dedicandogli tutta me stessa.
Lo sento singhiozzare mentre si lascia andare tra le mie braccia ma non riesco a capire cosa gli sia preso.
Non è il tipo che piange. Non lo è mai stato almeno da ciò che mi aveva raccontato.
-Brian...non fare così, sono sicura che troverai una soluzione a ciò che ti sta distruggendo in questo momento.- Gli sussurro,
stringendolo sempre di più.
Mi ritrovo persino in punta di piedi per riuscire ad abbracciarlo come si deve.
-Non c'è soluzione alla morte. Non c'è soluzione a ciò che è accaduto a Johnny.-
Mi sono appena pentita di aver detto quelle cose. 
-Brian...-
-Mi manca tanto.-

Il silenzio echeggia nell'aria mentre sto ancora cercando di incassare tutto questo dolore.
La luna dà luce agli interni della camera, la luce artificiale che ci illumina continua a spegnersi e
ad accendersi ed il suono di ricordi spezzati dal tempo iniziano ad avere la propria parte in questa vita.






































NOTE DELL'AUTRICE.

Buonsalve e buon ferragosto a tutti!
Come regalo eccovi a voi un nuovissimo capitolo appena sfornato, yeee!
Devo dire che Brian in questo capitolo ha superato sé stesso. Era da tanto che non lo "vedevamo" così
tenero e dolcioso! Si, dopo tutti i casini che ha combinato direi che ci voleva!
Ma adesso apriamo una piccola parentesi. MATT E HELENA NON SONO L'AMORE?
No perché io mi riempio da sola di feels quando parlo di loro.
Haven invece è odiosa a volte. Sempre pronta a ricordare a Brian che sono solo amici. Seh, vabbè e chi ci crede!
Lo so, lo so. E' un angst continuo ma la scena del tatuaggio dovevo farla, so sorry.
E poi...finalmente il nostro Gates decide di rompere quella corazza ed ammettere quanto in realtà gli manca Johnny. Ed ovviamente
è proprio Haven è stargli accanto in un momento del genere.
Quando si decideranno a togliere quelle fette di prosciutto dinanzi ai loro occhi? Si, me lo sto chiedendo anch'io,lol.
Spero che questo capitolo non vi abbia annoiato ma che al contrario vi abbia riempiti di feels. 
Spero che le emozioni vi arrivino diritte al cuore altrimenti sono proprio una schiappa come scrittrice.
Inoltre, ci tenevo a dirvi che la mia beta (Saya) ha un account twitter e che se volete fare due chiacchiere con lei...
beh è sempre disponibile! Il suo account twitter è @SayaEchelon95 mentre il mio come sapete è @GatesIsTheWay.
*Lei sa tutto sulla ff, coff coff*
Bene, io penso di avervi detto tutto e come ben sapete anche di questa ff ci sarà un bel trailer. Spero
che voi possiate gradire <3
Vi saluto tutti con un enorme abbraccio, spero che stiate trascorrendo delle ottime vacanze e ahimè, tra un mesetto
ricomincia la scuola!
Quest'anno sarà l'ultimo per me quindi non immaginate e quanto io sia già in ansia per gli esami.
Ma non parliamo di scuola che è meglio. Finiamo di goderci le vacanze perché tra qualche giorno uscirà il nuovo dvd
dei Sevenfold ed io sto implodendo già da ora come una squilibrata.
Se volete fangirleggiare insieme a me, mi trovate su twitter o su ask o sulla pagina fb come ben sapete.
Quindi...ringrazio tutti i nuovi lettori che hanno messo tra i preferiti la ff (sapete che vi amo tutti, no?) e tutti i lettori
che mi seguono da sempre.
Grazie mille a tutti, tutti, tutti per l'affetto che dimostrate di avere nei confronti di questa mozzarella che neanche
conoscete. Semplicemente, grazie!
Continuate così eh! E soprattutto, spero che continuiate a recensire cosìcché possa conoscere le vostre considerazioni sulla storia!
Salutiamo Saya per il lavoraccio che svolge ogni volta e...al prossimo capitolo!
Settordici mila baci.






-SynysterIsTheWay.

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** 25. They said togheter...you were the greatest thing that ever happened to me. ***


25° They said togheter "You were the greatest thing that ever happened to me".







 
La morte di un amore è come la morte d'una persona amata. 
Lascia lo stesso strazio, lo stesso vuoto, lo stesso rifiuto di rassegnarti a quel vuoto. 
Perfino se l'hai attesa, causata, voluta per autodifesa o buonsenso o bisogno di libertà, quando arriva ti senti invalido. Mutilato.
(Oriana Fallaci).





Due giorni dopo l'accaduto con Brian, sono riuscita un po' a riprendermi
i cocci di cuore perduti.
Ognuno di noi ha dei dolori dentro. Quei dolori che non riesci a scacciar via o che comunque, di giorno
in giorno, non fanno altro che farsi sentire.
Ho sempre avuto paura di risvegliarmi un giorno e dimenticare tutto ciò che ho vissuto da ieri fino ad oggi.
Se fosse stato così probabilmente avrei subito un trauma nel sapere a cosa sono da sempre stata destinata o avrei
rischiato di demoralizzarmi chiedendomi se avessi mai incontrato il mio vero amore o no.
Ed invece, l'ho incontrato.
Non tutti possono essere così fortunati da dire una cosa del genere mentre io che l'ho provato e l'ho vissuto
devo accontentarmi di ammettere di averlo perso per sempre.
E' triste, lo so. Ma evidentemente, tra me e Brian le cose dovevano andare così.
Non sempre le persone che si amano per davvero riescono a stare insieme. Il più delle volte si abbandonano per poi
ritrovarsi...mentre altre, non riescono neanche più a guardarsi negli occhi.
Ho sempre avuto una certa affinità con quegli occhi color nocciola. Ho sempre avuto paura che mi mostrassero
cose che in realtà non volevo sapere e alla fine mi sbagliavo.
Brian ama. Brian ama per davvero...ma forse, ero io a non essere la sua persona. Forse, non ero abbastanza.
Forse, non ero Nancy.
Nancy lo è. Non dev'esserci altra spiegazione...lei è la sua persona.
Ma se lo è per davvero...perché ha invitato me a casa di sua madre oggi? Perché ha deciso di invitare tutti
i suoi migliori amici, comprese Helena ed Hayley ? Insomma, sono davvero così importante per lui sebbene non volesse più
farmelo sapere?
Oggi ho deciso di indossare un vestito bianco con un cinturone in cuoio di un marroncino quasi sbiadito mentre un paio
di tacchi abbastanza vistosi completano il tutto.
Ho lasciato per l'ennesima volta i miei capelli sciolti così che potessero danzare al vento e ho messo un leggero strato di matita sotto gli occhi, 
che non ha mai fatto male a nessuno.
Indosso una giacchetta nera in pelle ed ecco che sono pronta per dirigermi insieme alle ragazze verso la casa della signora Gates.
Ormai la chiamano tutti così.
Da quando abbiamo scoperto che è proprio lei la madre di Brian, non abbiamo fatto altro che chiamarla in questo modo.
In macchina con le ragazze, tutte e tre balliamo al di sotto delle note di una canzone dei Misfits per poi scendere dalla vettura
e raggiungere i ragazzi che sono già dalla signora Gates.
-Okay, come sto?- Domando alle due, vedendole poi annuire. Helena ha addirittura fischiato.
-Suppongo che vada bene...- Sussurro poi, osservando l'abitazione della madre di Brian.
-Scherzi? Sei uno schianto ed Hayley concorda con le mie parole...vero?- Ribatte Helena mentre Hayley si limita ad annuire
con un sorriso stampato sulle labbra.
Un sorriso un po' sciupato ma pur sempre un sorriso.
-E' stata proprio gentile Janice ad invitarci a casa sua...- Borbotto mentre tutte e tre ci avviciniamo alla porta di casa.
-Si, chi lo avrebbe detto che un giorno Brian sarebbe riuscito ad incontrare la donna che lo ha messo al mondo. Lei
sembra essere davvero una brava persona anche se non l'ho ancora conosciuta.- Continua Helena.
-E' per questo che siamo qui. Ci vuole conoscere un po' tutti.- 
Ed è proprio così. Brian ci ha espressamente detto che sua madre vorrebbe tanto conoscere le persone che sono state con lui
in tutti questi anni.
E' proprio per questo motivo che non riesco a capire cosa centro io. Non lo conosco da tantissimo ma ha insistito per invitare
anche me.
Devo ammettere però di essermi sentita davvero al settimo cielo quando ha invitato anche me a pranzare a casa di sua madre.
Dinanzi alla porta dell'abitazione, Hayley bussa due volte mentre insieme attendiamo che qualcuno venga ad aprirci.
Al di fuori, questa casa è davvero uno spettacolo.
E' colorata di un rosa pallido mentre le persiane sono di un rosso a dir poco vivace e davvero simpatico da osservare.
Sposto il mio sguardo contro quella di Helena e Hayley notando poi che anche loro si sono vestite in tutta la loro eleganza.
Hayley ha indossato una camicetta bianca ed una gonna lunga mentre Helena, ha optato per un vestitino nero non troppo corto ma leggermente
scollato sulla schiena.
Finalmente, dopo un po', la donna dai capelli biondi e gli zigomi sporgenti ci apre e ci mostra un sorriso a dir poco accogliente.
-Ma benvenute care! Dunque, tu sei...Haven...e loro dovrebbero essere Hayley e Helena, giusto?- La donna non fa corrispondere bene
i due nomi alle due persone mentre io mi limito a sorriderle.
-No, a dire il vero io sono Helena e lei è Hayley.- Sorride la mia amica, indicando prima sé stessa e poi Hayley.
-Oh, perfetto allora. Io sono la signora Gates o almeno è così che mi chiamano i ragazzi ma voi, mie piccole fanciulle, potete
chiamarmi anche semplicemente Janice.- Borbotta la donna, con quel sorriso stampato sulle labbra che mi mette subito
di buon umore.
Noi tre annuiamo con un po' di timidezza ma ben presto, Janice prende una mano di Hayley, trascinandola in casa.
-Forza, entrate, non siate timide...sono un'ottima padrona di casa!- Continua la donna mentre Helena mi rivolge uno sguardo
molto sorpreso.
-E' così deliziosa!- Mi sussurra la mia amica, sottovoce, mentre io annuisco alle sue parole.
Si, è una persona assolutamente dolcissima. Esprime una tenerezza assurda anche solo respirando.
Entriamo in casa, con la massima educazione mentre ci guardiamo intorno davvero stupite da ciò che vediamo.
E' davvero una casa graziosa ed i mobili sono di legno e a tratti dipinti di rosso. Dev'esser proprio una fanatica.
Nonostante non sia una super villa a tre piani, è comunque una casa a due piani molto spaziosa e confortevole.
La donna ci fa fare il giro di tutta la casa con la massima disinvoltura mentre noi ci limitiamo ad annuire e sbarrare
gli occhi di continuo.
Finito il tour della casa, la donna ci invita a sederci in salotto, su alcuni divani ovviamente rossi.
Non appena mi siedo sul divano, mi sembra quasi di essermi seduta su di una nuvola.
Una sensazione assurda ed assolutamente rilassante.
-Sedetevi anche voi, su.- Continua Janice, dando la possibilità anche ad Helena e Hayley di sedersi.
-Complimenti signora, lei si che ha gusto nell'arredamento!- Esclama Helena, rivolgendosi alla donna che si siede dinanzi a noi
aprendo una scatola di cioccolatini tedeschi.
-Ti ringrazio...Helena, giusto?-
-Gustissimo.-
-Concordo con la mia amica...è davvero una bellissima casa la sua.- Dico alla donna che mi regala un sorriso
a dir poco zuccheroso.
-Grazie mille anche a te, Haven, ma la tua casa non è da meno.- 
Mi sento un po' a disagio ma cerco di non farlo notare troppo. Hayley mi sorride per darmi una certa sicurezza
ed io ricambio sapendo di essere in buone mani.
-Allora ragazze, un cioccolatino?-
-No, davvero, non si preoccupi.- Borbotto io, vedendo poi Hayley fare dei gesti con le mani per poi portarsele sulla pancia.
Helena ripete ciò che ho appena detto io ma Janice non sembra rassegnarsi.
Alla fine, prendiamo un cioccolatino e lo mangiamo con gusto.
-Se ve lo stavate chiedendo, ho costretto i ragazzi ad andare al supermercato qui di fronte e fare la spesa. Torneranno
tra un po'!-
-Ma...a dir la verità noi vorremo aiutarla a cucinare...- Dico, vedendo poi la donna rivolgermi l'ennesimo sorriso del giorno.
-Assolutamente no. Siete miei ospiti e quindi non dovete assolutamente pensare una cosa del genere. Comunque, la frase corretta
sarebbe "Noi vorremo aiutarti a cucinare".- Mi corregge la donna, facendomi sentire come una vera e propria diabetica.
-Ma...-
-Niente ma, Haven. Puoi darmi del tu, te l'ho già detto in altre occasioni.-
Sorrido alla donna ricordandomi di quando la incontrai la prima volta durante la festa dell'organizzazione.
Ed avevo quasi dimenticato un piccolo particolare.
Improvvisamente, una piccola amica a quattro zampe corre verso di me, saltandomi sulle ginocchia ed iniziando a scodinzolare.
-Oh, Pinkly! Ma che brava cagnolina, ti sei ricordata subito di me!- Accarezzo la cagnolina, mentre Helena ed Hayley fanno lo stesso.
-Ma è stupenda!- Considera Helena alla vista di Pinkly.
Hayley invece annuisce, accarezzando con dolcezza la cagnolina.
-Oh, Pinkly, lascia stare le ragazze su!- 
-No Janice, tranquilla. E' dolcissima.- Continua Helena mentre io concordo in pieno con le sue parole.
Rivolgo uno sguardo alla donna, vedendola continuare a sorridere come non mai.
E' incredibile come una donna che ha avuto tutti questi problemi nella vita...riesca oggi a sorridere con tutta questa spensieratezza.
Davvero, ne sono molto colpita.
Passano alcuni minuti e dopo aver chiacchierato allegramente con la signora Gates, vediamo entrare dalla porta di casa i ragazzi
con tantissime buste tra le mani.
-Oh, siete già qui!- Esclama Matt, sorridendo con quelle sue fossette incredibili.
-Certo, noi siamo sempre puntuali!- Ribatte Helena, incrociando le braccia contro il petto.
Il ragazzo saluta la propria fidanzata con un bacio sulla guancia mentre è Jimmy questa volta ad urlare.
-Cazzo, è stata una pacchia fare la spesa per poi rubare alcuni cassonetti di birra!- Urla Rev, entrando anche lui in casa
e salutando tutti.
-Non credo che tu li abbia rubati, vi ho dato abbastanza soldi per comprarli!- Ribatte Janice, rivolgendosi a James.
-Hai ragione Janice ma faceva figo.-
Tutti scoppiamo a ridere alle parole di Rev, mentre osservo poi anche Brian e Zacky entrare in casa sommersi dalle buste
della spesa.
-Bene, spero per voi che abbiate preso tutto quello che c'era in lista!- 
-Brian, abbiamo preso tutto quello che c'era in lista?- Domanda Jimmy entrando in cucina con Janice.
-Credo di si!- Urla Brian, avvicinandosi poi ad Helena e Hayley per salutarle.
-Come sarebbe a dire credo di si?!- Ribatte la signora Gates dalla cucina.
Brian mostra uno dei suoi soliti sorrisi beffardi e dopo aver salutato le ragazze, si avvicina a me per farmi un solo
cenno di mano.
Ricambio il suo cenno, restando un po' con l'amaro in bocca.
Non deve aver ancora digerito ciò che gli ho ripetuto due giorni fa alla spiaggia.
"Brian...amici."
Ma perché? Perché gli importa così tanto? Perché continua con questi atteggiamenti che riescono a mettermi
sempre in confusione?
Zacky mi affianca, salutandomi con dei baci sulle guance per poi sorridermi e dirigersi verso la cucina insieme a Brian
e Shads.
Mi torturo le dita, non riuscendo proprio a capire cosa stia accadendo. Il mio sguardo si ripone sul tatuaggio che ho sul polso
e tutto ciò che riesco a fare è semplicemente...sospirare.
-Haven...qualcosa non va?- Mi domanda Helena con preoccupazione.
-No, no. E' tutto okay.- Rispondo, smorzando un mezzo sorriso e cercando di tranquillizzarmi.


















***











Per tutto il giorno, sia io che Brian non abbiamo fatto altro che evitare di parlare.
Non capisco il perché dato che siamo stati tutti così bene a pranzo e non abbiamo fatto altro che parlare
delle nostre vite.
Brian non ha neanche accennato a ciò che abbiamo vissuto insieme e ciò non promette nulla di buono. Avrei preferito
che fosse stato sincero prima di tutto con sé stesso e poi con me ma evidentemente non voleva semplicemente
parlarne.
Ha preferito evitare la situazione piuttosto che affrontarla. Beh, forse, non era semplicemente il momento
giusto per parlare di noi.
Dopo pranzo abbiamo aiutato Janice a lavare i piatti ma Helena ed Hayley sono state così cazzute da costringere
anche i ragazzi ad aiutarci.
Abbiamo trascorso davvero dei momenti piacevoli nel vedere Jimmy fare l'idiota, Zacky non riuscire neanche a lavare
un piatto, Matt che seguiva le istruzioni di Helena ed infine Brian che aveva paura di rovinarsi lo smalto
nero sulle dita.
In tutto questo però, dopo un po', ci è venuta un po' di nostalgia. Ci mancano tanto le battute continue di Johnny e i suoi moi di fare
che non possiamo far altro che pensare a lui ogni volta che proviamo a divertirci.
E' davvero una situazione complicata da cui non riusciremo facilmente ad uscirne.
Ma tuttavia, abbiamo trascorso anche una bella giornata. 
Adesso sono le otto di sera e siamo tutti distesi sui divani del salotto per guardare un film.
-Ragazzi, controllate se arriva Helena.- Borbotta Matt, sapendo che la sua fidanzata è appena andata al bagno.
Janice invece ci sta preparando una delle sue specialità in cucina che però non credo riuscirò a mangiare. Sono abbastanza
sazia da potermi considerare un maiale da macello.
-Perché?- Domanda Brian, mentre tutti osserviamo Matt guardarsi intorno come se volesse nascondere qualcosa.
-Devo mostrarvi una cosa.- Continua Shads prendendo poi dalla tasca dei pantaloni neri, una scatolina di un color bordeaux.
Tutti sbarriamo gli occhi quasi increduli.
-Oh cazzo.- Sbotta Jimmy, sorridendo all'istante.
-Quando torna dal bagno...le chiederò di sposarmi.- Borbotta Matthew con un sorriso stampato sulle labbra e gli occhi lucidi.
Il ragazzo apre di scatto la scatolina, mostrandoci un bellissimo anello con un diamante al centro molto raffinato.
-Ma è stupendo!- Esclamo, osservando quell'anellino così piccolo ed aggraziato che deve essergli costato una fortuna.
-Dici? Pensi che le piacerà?- 
-Ne sono più che sicura, Matt.- Rispondo al ragazzo, mentre io e Hayley iniziamo ad emozionarci.
-E' solo un anello, quanto esagerate voi donne.- Ribatte Brian, bevendo un sorso della sua birra.
Hayley ribatte con il suo alfabeto muto.
"Parla per te, Haner. E' un gesto bellissimo che quelli come te non potrebbero mai capire!"
Do il cinque a Hayley congratulandomi per la sua pronta risposta.
Il ragazzo sbuffa mentre sia io che la ragazza abbracciamo Matt augurandogli tutto il bene di questo mondo.
-Cazzo, il nostro Shads si sposa!- Urla Zacky con euforia, lanciandosi addosso all'amico e stringendolo a più non posso.
Entrambi i ragazzi cadono sul pavimento, ridendo come non mai.
-All'inizio non erano queste le mie intenzioni. Dopo la morte di Johnny, non ne ero capace di fare una cosa simile ma poi
ho pensato che facendole ora la proposta...potremmo sposarci l'anno prossimo.-

-Ti auguro il meglio, amico.- Dice Brian, rivolgendosi a Matt, dandogli uno schiaffetto sulla nuca.
Insomma...i suoi soliti modi di fare.
-Grazie. Grazie a tutti.- Continua Matt, dopo che anche il resto dei ragazzi gli sono finiti addosso.
Io ed Hayley ridiamo a più non posso ma dopo un po' Matt ci chiede di far silenzio.
Sarà una bellissima sopresa e sono sicura che Helena la apprezzerà molto. La conosco bene ormai, non potrebbe
mai tirarsi indietro.
So per certo che è anche ciò che vuole lei.
E' bello sapere che due persone si amino così tanto da unirsi e promettersi amore eterno per tutta la vita.
-Ragazzi ma...non sentite anche voi puzza di bruciato?- Domanda improvvisamente Jimmy, annusando l'aria.
Ora che mi ci fa pensare...si. Forse, Janice non ha controllato bene ciò che stava cucinando e ha bruciato tutto.
-Si...la sento anch'io.- Continua Zacky, mentre tutti ci limitiamo a respirare l'aria circostante.
-Forse Janice sta davvero dando fuoco alla casa.- Ironizza Shads, mentre poi si zittisce all'istante.
Una vampata di calore mi ricopre la pelle mentre muovendo per un po' i piedi per avvicinarmi ad Hayley noto che i miei tacchi
sono bagnati fradici.
Il gocciolare dell'acqua al di sotto delle mie scarpe, mi fa rabbrividire all'istante mentre i miei amici osservano
con attenzione il pavimento.
-Al fuoco! Al fuoco!- Sentiamo urlare al di fuori della casa per poi sentire la madre di Brian ripetere la stessa
cosa dalla cucina.
Brian corre in cucina e tutti noi lo seguiamo a ruota notando poi delle fiamme ricoprire tutti i mobili della cucina riducendoli
in cenere.
-Mamma!- Urla Brian contro sua madre, mentre io alla vista di tutto questo fuoco che è riuscito ad infiammare l'abitazione, non posso
far altro che sentire i battiti del mio cuore aumentare sempre di più.
Jimmy e Matt si allontanano per un attimo dalla cucina, mentre io e Hayley urliamo come impazzite alla vista di tutto questo
fuoco che si sta espandendo sempre di più.
La madre di Brian è intrappolata contro il muro ma lui molto coraggiosamente riesce ad attirarla a sé, aiutandola.
Usciamo dalla cucina e quel grazioso salotto sembra ormai scomparso nel nulla.
Le fiamme attirano sempre più calore mentre distruggono l'intera abitazione senza pietà.
Io e Hayley iniziamo a correre spaventate ma qui non c'è via di fuga.
Con i battiti del cuore a mille, osserviamo Jimmy e Matt tornare verso di noi ed urlare a più non posso.
-La casa è stata incendiata! E' ricoperta di benzina come anche gli interni! Qualcuno deve esser entrato di nascosto!- Urla Jimmy, 
perdendo quasi il controllo.
-E adesso cosa facciamo?- Urlo anch'io, cominciando a sudare a più non posso.
-Sopravviviamo. Dobbiamo uscire di qui!- Urla Brian questa volta alle mie spalle in compagnia di sua madre che è appena svenuta
tra le sue braccia e Zacky.
Un boato ci fa sussultare mentre io non faccio altro che urlare a squarciagola.
Un pezzo di legno dal soffitto è caduto a terra, sfracellandosi contro il resto delle fiamme che lo hanno appena ridotto
in poltiglia.
Hayley sta rischiando una crisi di panico ma io le tengo una mano cercando di tranquillizzarla.
-Ce la faremo Hayley, non lasciare la mia mano!- Le dico, vedendola poi annuire.
La casa è in piena distruzione mentre qualcuno avrà già chiamato i vigili del fuoco.
Inizio a tossire con pesantezza cercando di trovare una via di fuga ma ormai siamo quasi circondati. 
Mi tolgo il sudore dalla fronte, notando poi le mie mani completamente ricoperte di cenere come quelle di tutti gli altri.
-Dobbiamo uscire di qui! Cazzo, siamo in trappola!- Urla Zacky, in preda al panico mentre prova a far rialzare Jimmy che si ritrova
con le ginocchia contro il pavimento.
Dinanzi a me, ritrovo il volto di Brian totalmente ricoperto di cenere.
-Haven, prendi la mia mano!- Mi urla contro, affidando la propria madre a Matt per poi cercare di acciuffare la mia mano.
La sua mano non riesce a prendere la mia, mentre un altro boato ricomincia a farmi urlare.
Scoppio improvvisamente a piangere, impaurita da tutta questa situazione.
Hayley invece, mi tiene stretta la mano, invitandomi a seguirla per riuscire a trovare una via di fuga.
-Hayley! Non lasciarla sola!- Le raccomanda Brian, dandomi un po' di forza in più.
-Dobbiamo andare da Helena! Lei è ancora chiusa in bagno e le fiamme sono arrivate fino al piano superiore!- Urla Matt con timore.
Un altro boato questa volta, mi fa terrorizzare a tal punto che inizio a correre da sola come impazzita.
Mi volto ritrovandomi completamente sola tra le fiamme mentre non posso fare a meno di tossire.
Mi manca l'aria e tutto ciò che vedo attorno a me non mi aiuta per niente.
Urlo i nomi dei miei amici ma sembrano esser tutti scomparsi. Mi allontano il più possibile dal fuoco ma mi è quasi impossibile dato
che mi ritrovo di nuovo in trappola.
Urlo il nome di Hayley ma neanche lei sembra rispondermi.
Ricomincio a tremare e a piangere, stanca ormai di urlare mentre queste fiamme non sembrano placarsi.
In un attimo dinanzi a me,  appaiono delle immagini.
Le immagini dei miei genitori. So già come reagiranno alla mia morte e so già che non lo supereranno.
Penso a tutte le persone che mi sono state vicine e penso a Brian.
Penso a quanto avrei voluto dirgli di amarlo e che per me non sarà mai un semplice amico.
Sarà per sempre il mio più grande amore.


























***










I ricordi riaffiorano nella mia mente mentre sento una fiamma scottarmi.
Mi volto di scatto ed improvvisamente incontro degli occhi color nocciola che accendono
una certa speranza dentro di me.
Provo a chiamare il suo nome, ma non ci riesco, limitandomi a tossire come non mai.
-Haven!- Urla lui, tendendomi una sua mano e questa volta, allungando un po' la mia, riesco a salvarmi.
Brian mi porta verso di lui ed io mi stringo al suo corpo più terrorizzata che mai.
-Amore mio, dobbiamo uscire di qui!- Mi sussurra Brian e per un attimo, ho pensato di aver sentito male.
Mi ha chiamata...amore mio?
Perplessa, non ho neanche il tempo di riflettere su quanto è accaduto che Brian mi trascina con sé il più
lontano possibile dalle fiamme.
-Brian, dobbiamo salvare Helena!- Dico al ragazzo che annuisce subito alle mie parole.
Mi ritrovo di nuovo con i ragazzi mentre affondo tra le braccia di Hayley.
Credevo davvero di averla persa.
-Helena!- Urla Matt, mentre tutti noi ci ritroviamo in un posto sicuro, abbastanza distante dalla fiamme.
Il ragazzo scappa improvvisamente verso il piano di sopra prima ancora che le fiamme potessero incenerire le scale.
-Matt! Maaaaatt!- Urla Brian, correndo dietro all'amico mentre la mia presa sul suo braccio non è riuscita a fermarlo.
-Devo salvarla! Devo andare da Helena!- Urla Matt e nel mentre, tutti noi decidiamo di raggiungere i ragazzi al piano di sopra.
Le lacrime si asciugano velocemente sul mio viso per colpa di tutto il calore delle fiamme ed arrivati
al piano superiore per dirigerci verso il bagno, è proprio ua trave a sbarrarci la strada.
Matt si ritrova dall'altro lato mentre noi ci ritroviamo incastrati senza poter più andare oltre.
-MATT!- Urliamo tutti in coro senza poter far più nulla per raggiungerlo.
Brian prova a spostare via la trave, ma le fiamme persistono e noi ci ritroviamo incastrati ad un muro.
Poi non ci ho capito più nulla.
Sono arrivati i vigili del fuoco, il suono della loro sirena mi ha dato coraggio ma i miei occhi
non ce l'hanno fatta a vedere oltre.
Svengo all'istante, mentre Brian mi regge appena in tempo tenendosi tra le sue braccia.
-Haven! Haven!-
Jimmy e Zacky urlano il mio nome.
I miei occhi restano sigillati. 























***













Al mio risveglio, tutto ciò che ho visto è solo Brian mentre, piangendo, stringe tra le mani una sottospecie
di stemma.
Mi ritrovo su di una panchina dinanzi a Jimmy mentre anche lui sta piangendo lacrime amare ma senza singhiozzare.
Le lacrime gli cadono dal viso con naturalezza mentre le sue labbra sono diventate improvvisamente rosse.
Scendo dalla panchina, senza farmi notare da nessuno ed osservo il nulla dinanzi ai miei occhi.
Quella casa che prima consideravo tanto graziosa...adesso è totalmente morta.
Con la testa che continua a girarmi, mi avvicino ad alcuni furgoncini dell'ambulanza per poi osservare Zacky rassicurare
la madre di Brian in preda alla disperazione.
Zacky ha una ferita sul torace, Jimmy sul collo ed invece Brian sulle braccia.
Mi volto osservando Hayley mentre sta piangendo come non mai e stringendosi al petto di James che ricambia la sua stretta.
Provo a ricordare i vari avvenimenti, osservando poi due corpi distesi a terra, ricoperti di cenere.
Sbarro gli occhi, osservando il corpo di Helena accanto a quello di Matt.
Si tengono per mano sfracellati sul terriccio mentre i medici stanno cercando di portarli via.
Trattengo il respiro, sentendo ogni singola parte del mio corpo morire molto lentamente.
Le lacrime iniziano a scorrere sul mio viso proprio come facevano poco tempo fa con Jimmy.
E' così che probabilmente volevano morire. Mani nelle mani nella loro ultima ora.
Avere la possibilità di morire insieme e farlo per davvero.
Si sono sacrificati entrambi per il loro solo ed unico amore. Hanno combattuto ma non ne sono usciti vincitori.

E chi lo dice?
Per me loro sono i vincitori. Lo sono ora e, probabilmente, lo saranno per sempre.





























NOTE DELL'AUTRICE.


Sprangate tra tre...due...uno...
Buonsalve a tutti lettori e buona domenica!
So che non vi aspettavate una cosa del genere ma dirvi di prepararvi
i fazzoletti sarebbe stato scontato e avreste già capito tutto.
Anche questo è un capitolo molto triste ma all'interno vi è un isegnamento preciso.
Qualcuno di voi l'ha capito? Sono sicura che tutti voi siate riusciti a capire bene cosa volevo
"darvi" con questo nuovo capitolo.
Ho voluto trarre da questo capitolo però dei vincitori veri e propri. Matt e Helena che con il loro amore
sono riusciti a raggiungere insieme, il Paradiso.
Insieme appunto.
Sapete no quando si dice che il vero amore non muore mai? Bene, credo che questo sia un'ottima dimostrazione e 
spero di aver descritto la scena al meglio.
Avrei potuto fare di meglio, me ne rendo conto ma spero che il capitolo vi sia piaciuto ugualmente.
Spero inoltre di avervi fatti emozionare almeno un po'. In caso contrario, spero che il capitolo vi sia piaciuto ugualmente.
Vi sarei davvero grata se mi scriveste una piccola recensione in cui mi parlate appunto delle vostre
considerazioni sul capitolo e soprattutto delle vostre sensazioni.
Voglio sapere come vi siete sentiti e tutte le sensazioni che avete percepito per davvero. Se vi ha fatto schifo, beh,
potete dire anche questo lol.
Adesso, vi invito a leggere anche i prossimi capitoli cosicché possiate capire il vero senso di questa storia.
Ci sto davvero mettendo l'anima e spero che voi possiate capirlo.
Per quanto riguarda il trailer (richiestissimo dalla maggior parte di voi) è in fase di elaborazione quindi
per la fine della storia lo potrete vedere.
Spero che possa piacervi tanto quanto vi sono piaciuti i miei precedenti!
Grazie per la vostra attenzione e grazie per aver letto anche questo capitolo!
Attendo le vostre recensioni, allora e come sempre, saluto Saya!
Un bacio e al prossimo capitolo!









-SynysterIsTheWay.

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** 26. Haven?! ***


26° Haven?!






 
Non esiste scelta che non comporti una perdita.
(Jeanette Winterson)





Ottobre.
Caccio un urlo. 
Grido nel cuore della notte. 
Stéphan prova a calmarmi offrendomi dei tranquillanti ma io non li accetto.
Ho ancora impressa nella mente l'immagine di Matt ed Helena morti.
Brian e gli altri avevano sbagliato.
Non erano tutti morti. Qualcuno dell'organizzazione era riuscito a salvarsi per continuare a darci del filo da torcere.
Sapevo che in questa vita tutto è costretto a finire, ma non in quel modo. Non così.
Se solo non fossero stati dei mafiosi o degli assassini...tutto questo non sarebbe mai accaduto.
Devo ancora riprendermi dall'accaduto del mese scorso e credo che mi ci vorrà più del previsto.
Tre persone importanti, morte tutte nello stesso periodo. Può esserci periodo peggiore di questo?
Per Brian credo di no. Lui ha letteralmente perso la testa come anche Jimmy e Zacky.
Hayley , se prima non parlava, adesso passa le sue giornate a dormire per paura che possa sempre e solo
ripensare a tutto ciò che è accaduto nell'ultimo periodo.
Lavora come una matta e si tiene occupata per tutto il tempo mentre la sera, quando Stéph non c'è, ne approfitta
per fare un salto da noi cercando di rilassarsi.
Ma alla fine, nessuno si rilassa mai.
Ognuno di loro finisce per raccontare un episodio in particolare della vita o di Johnny, o di Matt o di Helena. Per di più,
ci è anche stato riferito che l'organizzazione nemica si sta nascondendo in un rifugio segreto, conosciuto solo dai membri
stessi.
Ed è per questo motivo che i ragazzi non si danno pace. 
Brian è diventato tutt'altra persona. Non illumina più le mie giornate con il suo bel sorriso, i suoi occhi pulsano di odio
e vendetta ed i suoi atteggiamenti diventano sempre più violenti.
Jimmy e Zacky hanno perso il loro senso dell'umorismo limitandosi a qualche battutina di scarso livello. Non c'è più niente da fare se non
morire con i propri rimpianti.
Delle volte mi nascondo dietro alla porta della camera dei ragazzi ed origlio le loro conversazioni. Vorrebbero davvero andare via
e scappare da qui al più presto ma non hanno ancora i fondi necessari per farlo.
Stéphan quando ha saputo della morte di Matt e Helena non ha saputo fare nient'altro che spronare i ragazzi a diventare più
assetati di vendetta di prima.
Li aveva convocati giusto qualche giorno fa ad un'assemblea in cui avranno ucciso almeno sessanta uomini della loro stessa
organizzazione.
Quando ho sentito Jimmy parlare di questa situazione, il mio cuore si è improvvisamente fermato.
Non riuscirò mai più a riavere indietro il mio vecchio Brian. 
Ormai è morto insieme ai suoi più cari amici.
A pranzo poi...diventa quasi intrattabile. Ad ogni singola parola espressa dal suo capo, cerca di trovare
una contraddizione. Più volte Vee e Rev gli hanno fatto cenno di restare in silenzio ma lui si opponeva e si alzava
dalla sua sedia senza neanche finire di mangiare.
Ho sempre avuto la tentazione di corrergli dietro e cercare di portare via i suoi dolori, ma poi mi sono ricordata
di essere ancora la moglie di Stéphan e di non poter fare un bel niente.
Sono solo felice di sapere che Stéph stia passando più tempo a svolgere le sue mansioni che in casa. Solitamente, quando ritorna
stanco la sera tardi, non riesce neanche a svegliarmi perché crolla all'istante.
Delle volte mi è capitato di vederlo girarsi e rigirarsi tra le coperte ma solo perché era ubriaco fradicio.
Ed io mi allontano.
Mi allontano il più possibile dal suo corpo tentando di non respirare persino la sua stessa aria.
Mi fa ribrezzo sapere che mio marito è un uomo che ha violentato una ragazzina come Hayley. Ad esser sincera, mi fa schifo anche sapere
che ha avuto il coraggio di far del male al mio povero fratellino.
E per completare lo schifo...anche Brian ha ricominciato a tornare a casa ubriaco.
L'altra sera ero in cucina perché non avevo cenato e avevo bisogno di mettere qualcosa sotto ai denti ed ho trovato
lui disteso sul pavimento freddo mentre si stava per addormentare.
Mi si stringeva il cuore nel vederlo ridotto in quello stato e continuare ad osservare quelle sue occhiaie diventare sempre
più scure così l'ho aiutato a rialzarsi con una forza che non credevo di avere e sono riuscita a trascinarlo nella
sua camera.
Dopo, sono stati Jimmy e Zacky a pensare a lui mentre a me mi era semplicemente passato l'appetito.
Non so neanche se ricorda questo particolare ma...non importa.
A me è bastato stargli accanto anche se per poco.
Continuo ad osservare più volte il braccialetto che ho ancora sul polso che però decido di nascondere tra le maniche
delle mie giacche e delle mie maglie.
Per non parlare poi del tatuaggio che non mi dà pace.
E' più forte di me, ogni volta che provo a curarlo, ricordo tutto quello che abbiamo passato io e Brian e dell'amore
di cui ci nutrivamo un tempo.
Sento davvero la nostalgia di quelli che eravamo e non credo che questo possa portare a qualcosa di buono.
Adesso sono al cimitero ed ho appena riposto tre rose al di sotto di tre lapidi.
Una rosa per Johnny, una per Matt ed un'altra ovviamente per Helena.
Le lapidi dei tre sono state posizionate l'una accanto all'altra e per ognuna di esse i ragazzi hanno pensato a delle
frasi da aggiungervi.
Io, i ragazzi ed Hayley ci siamo occupati di quella di Helena. 
"Come il sole nascente era il suo sorriso pienamente soddisfacente".
E' questo ciò che abbiamo pensato di scrivere alla giovane ormai deceduta. E pensare che lei e Matt si sarebbero dovuti sposare. 
Solo una lacrima riga il mio viso mentre la caccio via con la punta del pollice.
Questa è la vita vera. Non è una fiaba in cui tutto può andare per il verso giusto. 
Se solo i ragazzi avessero intrapreso vite totalmente diverse, a quest'ora saremmo ancora tutti insieme. O forse, io non 
li avrei mai incontrati.
La vita è così imprevedibile che non si può mai sapere se possa andare in un altro modo.
-Ciao ragazzi...ci vediamo domani.- Dico alle lapidi come se davvero le anime dei tre non si fossero mai spente.
Esco dal cimitero, aprendo un ombrello e lasciandovi scivolare su degli schizzi di pioggia.
La pioggia si infrage contro l'asfalto mentre io mi dirigo velocemente verso la strada che mi riporterà a casa.
Mentre mi incammino però, mi sento seguita da qualcuno.
Sento dei passi alle mie spalle avvicinarsi sempre di più mentre io cerco di mantenere la calma.
Provo ad aumentare il passo, ma delle voci che parlano tra di loro non fanno altro che spaventarmi sempre di più.
Entrata in un vicoletto, mi guardo intorno e mi sembra finalmente di aver seminato quelle persone che avevo alle spalle.
Regolarizzando il mio battito cardiaco ed il mio respiro, ricomincio a camminare con dinsinvoltura fin quando poi sento la mia
schiena distendersi di colpo contro il muro del vicolo.
Sussulto osservando due occhi verdi, piuttosto grandi, incastrarsi nei miei mentre altri uomini escono allo scoperto
ridendo a crepapelle.
Sbarro gli occhi spaventata ed immobilizzata, osservando poi quegli stessi uomini smettere di ridere per rivolgermi
degli sguardi colmi di malizia.
-Che...che...volete da me?- Domando, riconoscendo poi l'uomo che mi tiene immobilizzata a sé.
E' lo stesso uomo che mi spaventò la sera in cui me lo ritrovai nel bagno del locale. Ero riuscita a sfuggire da lui,
uscendo di corsa dal bagno e rintanandomi tra le braccia di Stéphan.
-Ti ricordi di noi, vero piccola?-




























***














BRIAN'S POV.

-Dammi un'altra bottiglia, Hayley.- Dico alla ragazza, vedendola poi rimproverarmi con
un solo sguardo.
-Si, lo so che vuoi darmene di santa ragione ma ho bisogno di bere.-
La ragazza mi nega l'occasione di bere la seconda bottiglia di birra ed io mi sento quasi morire.
"Non possiamo permetterci di perdere la testa proprio ora, Brian", mi dice Hayley con il suo solito linguaggio dei segni 
e io non sono per niente d'accordo con lei.
Ho perso la maggior parte delle persone che amo e non so ancora per quanto possa resistere senza di loro.
Ho perso Haven, Johnny e alla fine anche Helena e Matt.
Mi sento uno straccio mentre posiziono la mia testa sul bancone del bar.
Jimmy e Zacky invece stanno parlando con il signor Mason per la riuscita di un nuovo incarico.
Rialzo di scatto la testa dal bancone quando mi sento toccare i capelli e prendo con velocità la pistola
dalla mia cintura.
Punto la pistola contro la donna che mi ritrovo dinanzi agli occhi per poi tirare un sospiro.
-Ah, Nancy, sei tu...- Borbotto, osservando la ragazza ammicarmi come al solito.
-Perché tesoro, chi credevi che fosse?- Ribatte lei con la sua voce sensuale sedendosi poi sullo sgabello
accanto al mio.
Ghigno per un po', osservando Hayley farle dei gestacci a dir poco divertenti.
-Oh, nessuno.- Haven. Si, proprio lei.
-Bene. Mi dispiace molto per quello che è successo a Matt e Helena...-
-Ma se Helena non te la filavi di striscio!-
-Beh, se non altro, sai bene che la mia casa è sempre aperta per te. Quando ti senti solo o hai semplicemente
voglia di parlare...io posso essere un'ottima ascoltatrice.-
Mi sorride Nancy, mostrandomi i suoi denti che in genere sono perfettamente 
bianchi ma che, questa volta, sono un po' macchiati per colpa del rossetto rosso che è solita indossare.
-Ti ringrazio ma...sto bene così.- Ammetto, riponendo la pistola nella cintura.
-Hey, tu, smorfiosetta! Un bicchiere di Vodka alla fragola con uno spruzzo di Lime, grazie.- Sbotta poi la bionda ad Hayley
che annuisce con un sorriso più falso di quello di Nancy.
Queste due non sono mai andate d'accordo e credo che si odieranno per il resto della loro vita.
-Bene, sei proprio un'amica! Ti avevo chiesto un'altra bottiglia di birra e ci mancava poco per divorarmi! Con Nancy
invece non hai esitato.- Ribatto contro la mia amica, vedendola poi sorridere.
Sa che in fondo amo l'ironia.
-Se hai voglia di bere qualcosa, Gates, te l'ho già detto. Ho casa libera.- Continua Nancy, cercando di portarmi
a letto per la terza volta.
Ma adesso la situazione è ben diversa. Io non sono ubriaco e posso parlarle nella speranza di non ferirla per l'ennesima volta.
-No, grazie.- Rispondo con serietà contro alla ragazza, vedendola poi mordersi il labbro inferiore.
-Come vuoi.- 
In queste sue parole, noto una grande delusione che un po' mi fa stare da schifo.
-Nancy...io devo parlarti.-
-Fallo, ti ascolto.-
Ripongo i miei occhi nei suoi mentre la vedo già tremare.
-Quella sera che io e te...ecco...siamo stati insieme per la seconda volta...-
-Lo sapevo! Sapevo che eravamo fatti per stare insieme e quasi non ci credevo che avresti trovato
il coraggio di abbandonare quella sciacquetta di Haven per restare con me.-

-No...Nancy...ascoltami.-
-Lo voglio anch'io Brian. Ti amo come non ho mai amato nessun altro ragazzo in tutta la mia vita. Syn...io ti amo per davvero!-
Le parole di Nancy sono come lame dentro di me.
Mi dispiace dover rompere tutto ciò in cui stava credendo ma non posso assolutamente illuderla.
-No Nancy.- Sbotto, togliendole le mani dal mio viso, mentre stava provando a baciarmi.
-Cosa...no?-
Mi assicuro che Hayley non ci stia osservando mentre la vedo discutere con i suoi segni con Donald.
-Sei una ragazza fantastica davvero e sei...una donna bellissima e affascinante ma...a me questo non basta.-
-Che vuoi dire?-
-Voglio dire che...non sei Haven.- Sbotto contraendo la mascella e vedendola sussultare.
Nancy ricomincia a tremare come non mai mentre le prendo le mani per tranquillizzarla.
-Ascoltami...-
-No Brian, non voglio ascoltarti! Io voglio te, lo capisci questo? Abbiamo fatto l'amore per la seconda volta
ed io credevo davvero che tu mi amassi!-

-Ero ubriaco fradicio anche l'ultima volta, Nancy. Tutto ciò che vedevo non eri tu che mi toccavi ma...Haven. Sempre e solo
lei.-

Ed è la verità.
Ci sono finito a letto con la convinzione che stessi facendo l'amore con Haven. Dinanzi ai miei occhi non esisteva il viso
di Nancy ma quello di una ragazza come Haven da cui non riuscivo più a scollarmi.
-No...non può essere...tu...tu...mi stai mentendo!- Esclama Nancy, con il dolore negli occhi.
-Mi dispiace Nancy. Mi dispiace tanto ma non sono io la tua persona. Tu meriti di meglio che un figlio di puttana come me.-
-Brian...dammi una possibilità, ti prego! Anche minima ma dammi l'opportunità di viverti come realmente voglio!-

La disperazione di Nancy continua a farmi del male ma devo continuare a tener duro.
Lei deve farsene una ragione. Ora o mai più.
-Hey, calmati adesso. Io ti starò sempre accanto e questo lo sai bene. Non potrei mai abbandonarti.-
-Io non voglio che tu mi stia accanto da fratello o semplice amico...io voglio che tu mi ami! Brian, non puoi farmi
questo, ti prego.-
Piange la ragazza mentre io continuo a stringerle le mani piccole ed esili.
-Nancy...io ti voglio bene, davvero.-
-Non mi basta! No, no!-
-Nancy...-
-No, non voglio più ascoltarti!-
La ragazza sposta le sue mani dalle mie, posizionandosele poi sulle orecchie per non sentirmi.
-Cazzo Nancy, vuoi starmi a sentire?!- Urlo improvvisamente, facendola sussultare.
Le riprendo le mani e questa volta la vedo respirare quasi a fatica.
-Troverai la tua persona Nancy, un giorno. Io già l'ho trovata e spero che a te colpisca tanto quanto
ha colpito me. Ma capiscimi cazzo! Io non sono nulla senza di lei.-

Nancy deglutisce.
Lascia le mie mani, prendendo la sua borsetta dal bancone e correndo via dal bar con le lacrime agli occhi ed il trucco nero
che le ricopre il viso.
-Nancy!- Urlo il suo nome ma lei non sembra voltarsi.
Un giorno riuscirà a capirmi e quel giorno stesso riuscirà anche a capire che non esisto solo io sulla faccia della Terra.
Troverà la persona giusta e tutto quel che merita, ne sono sicuro.
Mi fa male sapere di averla ferita ma non avevo altra scelta. Non potevo dirle di provare amore nei suoi confronti quando
in realtà mi sento innamorato di un'altra persona.
Mi tocco i capelli con nervosismo, tornando al bancone ed incrociando gli occhi di Hayley.
"Tutto bene? Che voleva quella vipera?"
-Il mio cuore.- Rispondo ad Hayley vedendola poi sospirare con nervosismo.
"Non avrai davvero intenzione di stare con lei, spero."
-No, non sono queste le mie intenzioni.-
"E quali sono allora?"
Non riesco a risponderle, sentendo il mio cellulare vibrarmi dalla tasca dei jeans.
Qualcuno mi sta chiamando.
-Scusami...- Sussurro alla ragazza, prendendo con velocità il cellulare ed osservandone il display che continua a lampeggiare.
"Numero privato" vi è scritto sullo schermo.
Rispondo alla chiamata con la massima disinvoltura abbassando poi lo sguardo contro il bancone.
-Pronto?- 
-Ciao Synyster, è da un po' che non ci sentivamo.-
Riconosco bene la voce. E' quella di Dave, il capo dell'organizzazione nemica.
-Oh, ciao Dollar, come ti va la vita sulla strada tra traffico di droga e prostitute?- Ribatto con ironia, chiamandolo
con il suo soprannome. In città nessuno conosce il suo vero nome ed è così che si fa chiamare da tutti.
Pensavo davvero di averlo fatto fuori.
-Alla grande Syn, almeno io mi faccio tutte le prostitute che non puoi farti tu.-
-E chi te lo dice? Dio, io me le sbatto tutte dalla prima all'ultima e poi mi dicono di esser state la notte prima
con uno che neanche sa usarlo il proprio pistolino.-
-Attento a quello che dici, non sei forse felice di sentirmi di nuovo? Si insomma, non credevi che fossi davvero morto?-
-Sai fingere bene.-
-Devo ricordarti della morte di alcune persone a te care?-
-Potrei dire lo stesso di te.-
-Io non ho niente a che fare con i miei uomini, mentre tu si.-
-Non ti facevo così stronzo, sai?-
-Beh, diciamo che sto giocando sporco e mi piace.-
Sento delle urla provenienti dall'altro lato del telefono che mi fanno sussultare. Si, sono delle urla femminili.
-Cosa fai Dollar, ti scopi una troietta mentre parli con me al telefono?- Stuzzico l'uomo, sorridendo un po'.
-Non credo che tu voglia sapere chi è la troietta che sta continuando ad urlare.-
Con le sue parole, mi si blocca il battito cardiaco.
-Chi è?- Domando nella speranza di ricevere una risposta al più presto.
-Davvero non la riconosci? Ti do un piccolo indizio allora...è la moglie del tuo capo.-
Sento la rabbia crescermi dentro nel momento stesso il cui alzo gli occhi contro quelli di Hayley che mi guarda
incuriosita.
-Tu...stai mentendo.- Sbotto, sentendo del sudore scorrermi dal viso.
-Ne sei proprio sicuro? Landon, fai sentire al nostro Gates gli urletti di Haven mentre continui a frustarla!-
-No, cazzo, no!- Urlo, sentendo le grida soffocanti di Haven che mi strappano via il cuore come non mai.
Dollar ride dall'altro lato del cellulare, facendomi tremare a più non posso.
Come cazzo hanno fatto a prenderla?!
-Che cosa volete da lei?-
-Oh niente. Volevo solo provare cosa potrebbe darmi una delle tue di puttanelle. Un passo falso Gates e Haven morirà. 
Sono stato abbastanza chiaro?-

"BRIAN!!!" La sento urlare a squarciagola il mio nome mentre vorrei solo essere lì e spaccare la faccia a quei figli di puttana.
-Che cosa cazzo ti serve?-
-Soldi. Tutte le vostre ricchezze entro domani sera. Ti conviene avvertire anche i tuoi pochi amichetti che ti sono rimasti
ed il tuo capo. Se entro domani sera non riceverò alcun malloppo con i soldi, la piccola e dolce Haven morirà. E sai che posso
farlo. A domani, Gates, salutami Stéphan.-

Dollar riattacca mentre il cellulare mi scivola improvvisamente dalle mani.
La mia Birdie. La mia Birdie è in pericolo.
Do un pugno secco contro il bancone, più furioso che mai.
"Brian, si può sapere che ti prende?"
-Cazzo! Hanno rapito Haven!- 
"Che cosa?!"
Vedo la paura negli occhi di Hayley mentre Jimmy, Zacky ed il signor Mason si avvicinano a me.
-Brian, che succede?- Mi domanda James, mettendomi una mano sulla spalla.
Cerco di mantenere la calma per non dare troppo nell'occhio.
-Signor Mason...hanno rapito Haven.- Annuncio al mio capo, vedendolo poi trattenere il respiro.
-Ma che cosa dici...- Sussurra Mason, rabbrividendo all'istante.





















***











HAVEN'S POV.

Chiusa in questa cella, mi ritrovo con le mani legate ed il sangue che continua a scorrermi
da ogni parte del corpo.
Mi ritrovo spalmata sul pavimento, dolorante ed assetata.
In questa camera così vuota e spoglia non c'è nient'altro che una finestrina sbarrata che emana poca aria ed il tappetino
su cui sono rovesciata che si dimostra essere molto scomodo.
Mi raggomitolo su me stessa con dolore, impaurita da tutto ciò che potrebbe accadermi fin quando sarò qui dentro.
Quel Dollar sta giocando sporco e da quel che ho capito ha bisogno di soldi per continuare con i suoi loschi affari.
Sapeva evidentemente che essendo la moglie del capo...sarei stata una preda più facile ed i suoi scagnozzi
sono riusciti a rapirmi prima che potessi ricominciare ad urlare.
Non ho mai avuto più paura in vita mia. 
Qui la sera fa freddo ed io non so neanche come coprirmi. Mi mancano già i ragazzi, Hayley e soprattutto Brian.
Mi osservo il tatuaggio sul polso sentendomi più che nostalgica.
Spero che quest'incubo finisca presto e riescano a tirarmi fuori di qui prima che possano ricominciare con le frustate.
Stanno cercando un modo per far preoccupare sempre di più i ragazzi e sembrano esserci anche riusciti.
Porto il mio sguardo contro la luna piena, sentendo delle lacrime rigarmi il volto per poi scivolare sul tappeto.
"Brian...vieni a salvarmi, ti prego"




























NOTE DELL'AUTRICE.

Rieccoci con un nuovo capitolo, lettori!
Come state? Beh, io sto bene a parte per il fatto che sto letteralmente
morendo di caldo.
Ma veniamo al dunque. Spero di non avervi fatti aspettare troppo per questo
nuovo capitolo e spero che vi sia piaciuto abbastanza!
Adesso Haven è stata rapita e chissà se riuscirà ad uscirne viva da lì...
Voi cosa ne pensate? Credete che Haven riuscirà a salvarsi, si o no?
Recensite e fatemi sapere!
Scusate se vado un po' di fretta ma ho un sacco di cose da fare! Spero che però voi apprezziate
questo capitolo e siate felici di aspettarne il prossimo!
Il solito saluto a Saya e anche a Silvia e un bacio a tutti i miei bellissimi lettori.
Davvero, non so cosa farei senza di voi. E non lo dico per dire.
Al prossimo capitolo!







-SynysterIsTheWay.

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** 27. Sometimes life is altered...won't turn out right, can't turn out right. ***


27° Sometimes life is altered...won't turn out right, can't turn out right.










 
"È un mondo della morte.
Un tempo si nasceva vivi e a poco a poco si moriva. Ora si nasce morti e alcuni riescono a diventare a poco a poco vivi."
(Roberto Bazlen)











Al mio risveglio stamani mi sono pentita di aver aperto gli occhi.
Gli scagnozzi di Dollar mi hanno riempita di botte e mentre stavano per togliermi
via questi vestiti sudici avevano ricevuto degli ordini dal proprio capo.
Mi sono sentita fortunata per un istante, ma ora sono ancora sul pavimento, più distrutta che mai.
Sento delle vampate di calore premermi sul viso mentre osservo la mia pelle diventare sempre più rossa.
Mi gira la testa e le ferite che ho sul corpo non fanno che peggiorare la situazione.
Ho gli occhi gonfi dal pianto e dal sonno ed è in questo momento che preferirei morire.
La morte potrebbe essere davvero una via d'uscita a tutto il dolore che continuo a patire. Credo che non 
riuscirò mai a trovare un po' di pace e non vivrò mai una vita tranquilla.
Sono da sempre stata destinata a tutto questo ed io ed il mio dolore stiamo diventando quasi migliori amici.
Può sembrare strano, ma sto sperando con tutte le mie forze che i ragazzi riescano a trovarmi e portarmi
fuori di qui.










***












BRIAN'S POV.


Non sono riuscito a resistere neanche un po'.
Tramite delle conoscenze del signor Mason siamo riusciti a scoprire il luogo in cui si nascondono
Dollar e i suoi scagnozzi.
Il nostro capo ci ha raccomandato di esser prudenti ma anche di riportarle sua moglie viva e vegeta.
E' ciò che spero anch'io.
Il solo pensiero che stiano facendo del male alla mia Birdie mi fa andare fuori di testa.
Io e i ragazzi ci impostiamo dietro ad alcuni cespugli, osservando l'abitazione dalle pareti rosse e gli angoli totalmente
neri.
Una casa a due piani, non troppo grande ma neanche piccolissima.
-Però, anche quei pezzi di merda si trattano bene!- Esclama Jimmy con un tono di voce abbastanza basso.
Io impugno la mia pistola, assicurandomi che non ci sia nessuno nei paraggi.
-Okay, cerchiamo di fare in fretta e togliamoci il pensiero.- Continua Zacky, caricando la propria arma.
Quando stiamo per uscire allo scoperto però, uno degli uomini di Dollar esce dalla casa fermandosi sui gradini dinanzi
alla porta per poter fumare una sigaretta.
-Merda.- Sbotto, osservando il tizio che inizia ad aspirare il fumo dalla sigaretta, fischiettando.
-E questi sarebbero i grandiosi uomini di Dollar? Mi aspettavo di meglio anziché una palla di lardo di queste dimensioni.-
-Parla per te, Vee.- Ribatte Jimmy con ironia contro Zacky che gli lancia un'occhiataccia a dir poco terrificante.
-Copritemi le spalle.- Sussurro ai ragazzi vedendoli poi inarcare un sopracciglio, simultaneamente.
Io esco allo scoperto dai cespugli ritrovandomi ben presto alle spalle dell'uomo che non si è accorto di nulla.
Con velocità, strozzo con i muscoli delle braccia l'uomo, posizionandogli poi il mio pugnale alla gola ma vedendo che
sta provando a liberarsi dalla mia presa.
Adagio ancor di più il pugnale contro il collo dell'uomo e riesco a tagliargli la gola, vedendolo poi cadere a terra, sanguinante.
-Andiamo!- Dico ai ragazzi che mi seguono all'istante mentre entro nell'abitazione dalla finestra più vicina.
-Cazzo Gates, sei stato grande!- Borbotta Jimmy con entusiasmo, facendomi sorridere.
So di essere abbastanza forte da far fuori ancora più uomini del solito.
Non è per vantarmi, ma ho ricevuto un ottimo addestramento già da ragazzo quindi so cavarmela piuttosto bene.
Zacky e Jimmy scalvalcano anche loro la finestra ed io mi guardo intorno notando poi le figure di ben tre uomini mentre
sono in salotto a fumare e bere qualche goccio di Whisky.
-Quello col farfallino è mio! Solo io ho il diritto di indossare il papillon rosso!- Si innervosisce Zacky, facendo ghignare
di conseguenza sia me che James.
-Cazzo, questo si che è un buon motivo per incazzarsi, Vee.- Dico al ragazzo, riponendo la pistola che mi servirà sicuramente dopo,
mentre impugno ancora una volta il mio pugnale.
Dopotutto una morte lenta e dolorosa sarà molto più appagante di una più veloce della luce e poco dolorsa.
In questo modo, eviteremo anche di far troppo rumore e riusciremo ad uccidere più uomini possibili.
-Pugnali alla mano.- Dico ai due che annuiscono alle mie parole.
Con lentezza, ci avviciniamo pian piano al retro del divano su cui sono seduti questi tre figli di puttana.
-Uno...due...tre!- Sussurra Zacky mentre al tre, insieme, pugnalamo di getto gli uomini tappandogli con velocità la bocca per evitare
che le loro urla possano incuriosire gli altri uomini che saranno sparpagliati nei dintorni.
Pugnalo l'uomo seduto al centro del divano, proprio al centro del petto.
Lascio fuoriuscire il pugnale dal suo petto, osservando poi il sangue gocciolare dal pugnale.
-Mh, non male direi.- Borbotta Rev con un sorriso stampato sul volto.
-Sbrighiamoci.- Continua Zacky, correndo verso il corridoio.
-Che ne dite di dividerci? In questo modo troveremo Haven con più facilità.- Propone poi Jimmy e sia io che Vee annuiamo
alle sue parole.
-Si, è un'ottima idea.- Dico, pulendo il pugnale con un lembo della mia maglia.
-Ci ritroviamo qui se ancora nessuno di noi l'avrà ritrovata, okay?- Continua James.
-Okay.- Rispondiamo in coro io e Zacky.
-In bocca al lupo amici.- Borbotto, vedendo i ragazzi sorridere.
-Siamo abbastanza forti da uscirne vivi. Cazzo, si!- Continua Rev.
-Ragazzi...- Borbotta Zacky, improvvisamente.
-Mh?- 
-Qualsiasi cosa accada, mi dovete promettere che riuscirete a portare via Haven da qui. Se lei non fosse corsa
in mio soccorso quella notte...probabilmente a quest'ora non sarei neanche qui.-
 
-Zacky, perché dici queste cose? Cazzo, usciremo di qui e tutti e quattro insieme!- Continuo, non riuscendo a capire
cosa voglia dire Vee.
-Io...non lo so perché ve lo sto dicendo ma so che potrebbe accadere di tutto. Se non dovessi tornare più indietro, non perdete
tempo a cercarmi e scappate via da qui il prima possibile!-

-Zacky...smettila perché me la stai facendo fare addosso.- Jimmy abbraccia Zacky, stringendolo a più non posso.
Una volta sciolto l'abbraccio, sono io ad avvicinarmi a Vee e a stringerlo forte.
-Possiamo farcela.- Sussurro al mio amico, vedendolo poi annuire.
-Scusa, sai che sono un fifone.-
-So anche che sei un tipo cazzuto alemeno quanto me. Ne usciremo vincitori, Vee.- 

Sciolgo l'abbraccio con Zacky, stringendo Jimmy questa volta.
Io e Rev non ci diciamo niente. In realtà ci sarebbero tante cose da dirci ma...non ne abbiamo neanche la forza.
Sciolto anche l'ultimo abbraccio, ognuno intraprende un corridoio diverso.
Guardandomi alle spalle ed intorno, non noto nessuna persona sospetta o nessuna particolare trappola così, decido di aprire
qualche porta con lentezza e guardarvi all'interno.
"Haven...dove sei..." Sussurro tra me e me, continuando a sbirciare nelle varie camere ma non trovandola da nessuna parte.
All'improvviso però, mi ritrovo dinanzi a delle scale in pietra che portano ad una porta in legno.
Scendo dalle scale in pietra, aprendo la porta e ritrovandomi dinanzi ad altre scale.
Riesco ad accendere un piccolo interruttore che scioglie il buio che c'era fino a poco fa e mi addentro in questo sotterraneo
nella speranza di poter trovare Haven.
Scendo tutte le scalinate e finalmente, dopo un bel po' di tempo perso, riesco a scorgere un'altra porta in legno.
Mi avvicino alla seconda porta ma non riesco ad aprirla in alcun modo.
La maniglia sembra bloccata, così, con un po' di forza decido di dimenare la mia spalla contro la porta per riuscire ad aprirla.
Dopo svariati tentativi, la porta ancora non si è aperta.
Respiro con profondità, esausto e posiziondomi le mani contro le ginocchia per poter regolarizzare il mio battito cardiarco.
Dopo aver recuperato un po' d'aria, do un calcio secco alla porta in legno riuscendo finalmente ad aprirla.
Quando la porta si apre, la figura di Haven mi appare dinanzi agli occhi mentre si ritrova totalmente spalmata contro il pavimento
sudicio.
Corro verso di lei, prendendola tra le mie braccia ma osservando i suoi occhi perfettamente chiusi.
Le osservo la pelle arrossata e quando le tocco la fronte quasi riesco a scottarmi.
Ha la pelle che sembra esser stata infuocata mentre sta sudando come non mai.
-Haven...Haven, svegliati...- Le sussurro, posizionando la sua schiena contro il mio ginocchio mentre adagio le mie mani
contro la sua pelle scottante.
Noto con dolore dei segni e delle cicatrici che gli avranno provocato quei bastardi che mi fanno rabbrividire
all'istante.
Passo una mano sulla sua schiena, osservandola poi strizzare gli occhi. Tutte queste ferite devono esser così fresche
da farle ancora tanto male.
Il mio cuore muore, nell'istante stesso in cui apre i suoi occhi mostrandomeli terribilmente bui e spenti.
-B...Brian...- Mi sussurra, riconoscendomi.
-Haven...dobbiamo uscire di qui.- Dico alla ragazza, vedendola poi sorridere con debolezza.
-Sapevo che mi avresti portata via da qui...- Mi sussurra ancora, facendomi sentire profondamente debole.
Mi dispiace Haven. Mi dispiace tanto.
Le slego con velocità le mani dapprima tenute legate con una corda e la prendo in braccio, chiudendomi poi la porta
in legno alle spalle.
Salgo le scale dei sotterranei, pensando a quanto sia stata dura per lei restare in quella cantina totalmente vuota ed orrida.
La vedo chiudere di nuovo gli occhi e respirare questa volta a fatica mentre il sudore continua a gocciolarle dal viso.
Ha delle scocche rosse sulle guance e le sue labbra stanno diventando dello stesso colore delle ciliegie.
Ho paura che le stia salendo la febbre.
-Brian...ho tanto freddo.- Mi sussurra con una vocina debole mentre io la stringo sempre di più contro il mio torace.
-Ti riscaldo io Haven...non devi preoccuparti, stiamo per uscire da qui.- Le sussurro io questa volta, riuscendo finalmente
ad uscire dai sotterranei ed uscendo anche dal corridoio per poter tornare al punto d'incontro tra me e i ragazzi.
Uscito anche dal corridoio, mi sarei aspettato di trovare dinanzi a me sia Jimmy che Zacky ed invece...c'è qualcun altro ad
aspettarmi.
-Ma bene, bene. I miei complimenti Gates, sei riuscito a trovare questa troietta.- Borbotta Dollar, con una camicia bianca ed un 
pantalone nero, mostrandomi un sorrisino a dir poco fastidioso.
Respiro a fondo, stringendo Haven il più possibile al mio petto.
-Dollar, lasciala andare, non vedi che sta male? Puoi avere me...ma lascia andare Haven.- Dico con serietà all'uomo, che si limita
a ridermi in faccia.
-Spero per te che tu mi abbia portato i soldi che mi spettano.-
-Non ti ho portato proprio un cazzo.-
-Lo sapevo. Ecco perché ho deciso di ringraziarti come si deve.- 
Inarco un sopracciglio, non riuscendo a capire a cosa si stia riferendo Dollar.
-Ho visto tutti gli uomini che mi avete ucciso e così, ho deciso di farti una sorpresa che sono sicuro...gradirai. Jack, a te l'onore.- 
Dollar chiama a sé uno dei suoi scagnozzi che porta tra le braccia il corpo di Zacky, totalmente dissanguato.
Deglutisco all'istante, tremando come non mai mentre poso sul pavimento il corpo della mia Haven.
-Zacky...- Sussurro con le lacrime agli occhi, osservando poi Dollar e quel Jack ridere come non mai.
Mi sento sempre più debole, posizionandomi una mano sulla fronte e cercando di non cadere a terra e sentirmi come uno straccio
usato.
-Che cosa cazzo gli hai fatto?!- Urlo con rabbia, prendendo con velocità la pistola dalla cintura e lanciandomi
contro il corpo di Dollar.
Quel Jack viene fermato da Jimmy che lo afferra dalle spalle mentre stava provando a venire contro di me.
-Figlio di puttana!- Urlo contro Dollar mentre sta provando a togliermi dalle mani la pistola.
-E' morto. Sono tutti morti ed il prossimo sarai proprio tu!-
Con forza, gli punto la pistola contro la gola pronto a far fuoco ma le sue parole riescono a fermarmi.
-Dovevi immaginare quanto è stato bello frustare quella troietta...è stato davvero divertente. Per tua sfortuna, i miei
uomini ormai deceduti mi avevano avvertito di aver scoperto del tuo amore nei confronti di quella ragazza e credi che me ne sono
approfittato di gran lunga.-
Ghigna Dollar mentre le sue parole riescono a ferirmi.
-Per non parlare poi di quando ho ucciso Zacky, oh quello si che è stato un gioco da ragazzi...-
-Sta zitto!- Gli urlo contro ancora una volta, cominciando a tremare.
-E Haven...oh no, lei non ti ama mio caro Synyster Gates. Lei non ti amerà mai e resterà per sempre la moglie del tuo capo e tu...tu
dovrai solo soffrire in silenzio e vederla andare via quando decideranno di avere una famiglia.- 

-No! Haven non la vuole una famiglia da lui!-
-E da chi altrimenti? Cos'hai tu da offrirle?-
-No!- Urlo ancora, sentendomi sempre più debole e non riuscendo a premere questo cazzo di grilletto.
Dollar riesce a prendermi la pistola dalle mani e questa volta è proprio lui a puntarmela contro la gola.
Stringo le mani in pugni, non riuscendo più a trovare la forza di aprire gli occhi.
Li chiudo di scatto, abbandonandomi alla mia sorte e soffrendo come un cane per quelle parole che sono riuscite
a rompere qualcosa dentro di me.
Non mi ero mai sentito così vulnerabile in tutta la mia vita. Sarà che ha ragione. Sarà che Haven non sarà mai mia.
Sarà che preferisco salvarle la vita anziché vederla soffrire e metterla in pericolo contro suo marito.
Quando ho finalmente serrato gli occhi però, il suono della pistola rientra nella mia mente.
Apro di scatto gli occhi e quello morto non sono io, bensì, Dollar.
L'uomo si accascia accanto alla mia spalla, con una pallottola piantata proprio sulla fronte.
Mi volto di scatto alle mie spalle, osservando poi Haven a terra con una pistola fumante tra le mani. Deve averla presa da qualche cadavere
che avevamo fatto fuori prima io e i ragazzi.
Questa volta, è stata lei a salvare la vita a me.
Jimmy riesce a pugnalare Jack mentre si rialza dal pavimento con dei graffi un po' su tutto il corpo.
James mi da una mano ad alzarmi ed io la accetto con piacere.
Ancora scioccato dall'accaduto, mi avvicino al corpo di Zacky, ritrovandolo per l'ennesima volta in una pozza di sangue.
-Non...ce l'ha fatta...- Sussurra Jimmy, anche lui con le lacrime agli occhi.
-Ma non perché non era abbastanza forte da farcela.- Ribatto io, con la massima serietà.
-Che vuoi dire?-
-Si è lasciato uccidere dalle sue paure.- Concludo il discorso, prendendo la mano di Zacky e stringendola a più non posso.
Jimmy scoppia in un pianto isterico mentre io non riesco più a trovare un modo per andare avanti.
Mi rialzo, prendendo a calci tutto quello che trovo dinanzi ai miei occhi mentre Jimmy mi prende dalle spalle sussurrandomi
di calmarmi.
Altro che calmarmi. 
Ho perso la metà delle persone più importanti della mia vita e non so ancora se riuscirò a dirlo ad Hayley.
Prendo la mia pistola che aveva Dollar tra le mani dal pavimento, sparando a tutti gli oggetti esistenti in questa casa, facendo
tappare di gesto le orecchie alla mia Birdie.
Haven sembra spaventata ma io continuo, sentendo il bisogno di sfogare tutto il mio dolore e la mia rabbia.
-Basta, cazzo Brian, basta!- Urla Jimmy, togliendomi la pistola tra le mani mentre insieme, ci abbracciamo cadendo a terra.
Piango tra le braccia del mio migliore amico mentre lui si limita ad ascoltarmi e a stringermi.
La fine è ormai vicina, me lo sento.















***







HAYLEY'S POV.


"-Oh, Nancy, non ti aspettavo.-
-Lo so. Buongiorno signor Mason, posso entrare?-
-Certo che puoi. A cosa devo la tua visita?-
-Oh a nulla in particolare. Avrei solo bisogno di parlarvi ed avevo bisogno di farlo a quattr'occhi.-
-Bene, siediti pure, vuoi qualche drink?-
-Si, gradirei un goccio di Bacardi se non le dispiace.-
-Ma ci mancherebbe. Maria! Porta subito qui due bicchieri di Bacardi per me e la signorina Nancy.-
-Adesso si che mi sento meglio.-
-Allora...di cosa devi parlarmi?-
-Non ha notato proprio niente?-
-Cosa avrei dovuto notare?-
-Non so se sia il caso di parlarne ma...-
-Coraggio Nancy...è successo qualcosa di grave?-
-Beh dipende da come possa reagire lei, signor Mason.-
-E' qualcosa che riguarda me, quindi?-
-Si e no.-
-Spiegati Nancy, non farmi perdere tempo.-
-Lei sa che sono sempre stata innamorata di Brian, vero? Colui che...reputa come un figlio addottivo.-
-Si, ma non vedo come questo possa riguardare me.-
-In realtà ci sono delle cose a cui credo che dovrebbe prestare un po' più attenzione.-
-Nancy, smettiamola di girarci intorno.-
-Bene, io l'ho avvertita. Era da un paio di giorni che non capivo del perché Brian non mi toccasse più
come un tempo. E' vero, non è mai stato attratto particolarmente da me ma sentivo che c'era qualcosa che lo distraeva più
del solito...-
-Mh...-
-Non era mai stato un qualcosa ma era un qualcuno!-
-Chi?-
-Lo vuole davvero sapere?-
-Beh, credo di meritarmi una risposta dopo tutti questi giri di parole.-
-Bene, si tenga forte perché il nome che le sto per fare non le piacerà.-
-Dai Nancy, devo correre a lavoro, non ho molto tempo.-
-Haven.-
-Haven?!-
-Proprio così!-
-Ma tu sei pazza! Credi davvero che mi beva una cosa del genere?-
-Può pensarla come vuole. Io l'ho semplicemente avvertita. Non si è mai chiesto del perché quella stupida di Haven non 
ha mai voluto più avere alcun rapporto con lei?-
-E tu questo come lo sai?-
-Ho fatto molte indagini, mi creda. So quello che dico e Brian mi ha detto esplicitamente di esser innamorato di Haven.-
-No...è impossibile.-
-Ma come, non ha mai notato tutti gli sguardi che si lanciano i due? E le ricordo che nell'ultimo periodo i ragazzi
sono stati molto più tempo con Haven.-
-Stai mentendo Nancy, stai solo cercando di manipolarmi!-
-A che scopo, mi scusi? Io voglio solo una mia vendetta personale. Le ricordo che la nostra carissima Haven, una sera, era tornata
bagnata fradicia dopo esser stata alla spiaggia. Tutti gli altri sono da sempre stati suoi complici e le dirò di più...si è addirittura
fatta tatuare una "B" di Brian sul polso.-
-Mi stai dicendo che quella sera alla spiaggia era con...-
-Esattamente.-
-No, non ti credo. Perché poi saresti dovuta venire a dirmelo proprio tu?-
-E se lo chiede anche? Mi sembra ovvio. Sono stata rifiutata dal mio unico e solo amore per colpa di una ragazza
già sposata. Io voglio la stessa vendetta che sono sicura vorrà anche lei, signor Mason.-
-No...non voglio vendetta se non so come stanno davvero le cose.-
-Le assicuro che è la verità. Le osservi attentamente il polso e poi mi chiami sul cellulare. Non voglio assolutamente
che faccia del male a Brian, bensì, voglio che sua moglie la paghi cara per avermi portato via l'uomo della mia vita.-"


















Osservo la scena tremante dalla camera dei ragazzi.
Mi avevano dato la possibilità di non dormire da sola e quando mi sono svegliata loro già non c'erano più.
Non posso credere al fatto che quella stronza di Nancy sia stata capace di fare una cosa del genere.
Il signor Mason sembra perplesso mentre la ragazza gli lascia il suo numero di telefono per poi uscire di casa.
Osservo l'uomo mettersi una mano tra i capelli e toccarseli con nervosismo mentre beve un goccio di Bacardi.
Non credo abbia creduto del tutto alle parole di Nancy ma devo assolutamente avvertire Brian e gli altri prima che 
sia troppo tardi.
E poi...ho una voglia matta di riabbracciare Haven.
























NOTE DELL'AUTRICE.

Bene, bene guys. 
Un nuovo capitolo appena sfornato e questa volta a rimetterci è stato proprio
il nostro Vee.
Le mie considerazioni su tutta la storia ovviamente ve le riporterò al capitolo finale ma ci tengo
a dirvi che con questa ff ho voluto dare un messaggio molto importante. Spero che alcuni di voi
lo abbiano colto nonostante non sopportassero l'idea di veder morti la maggior parte dei ragazzi.
Mi rendo conto che diventa difficile e triste ma non scrivo di certo queste cose per intimorirvi o farvi
del male. Anzi.
E' importante che questa storia vi rimanga impressa. Che vi insegni davvero a vivervi la vita al massimo perché
non è detto che con il passare del tempo possiamo ritrovarci tutti qui.
La vita è una sola e conviene viverla tutta fino alla fine. Che sia breve non importa. L'importante è che sia
completamente intensa.
Prendete un foglio di giornale qualunque e cominciate a scriverne sopra i vostri obiettivi.
Quelli che vorreste realizzare il prima possibile e quelli che potranno aiutarvi a dare il meglio in tutto
e per tutto.
Come dicono anche i Sevenfold "A volte la vita è alterata, non andrà bene, non può andare bene".
Non sempre le cose vanno come vorremmo ed io penso che ormai questo lo abbiate capito. Ci tengo molto a darvi
dei messaggi in ogni mia singola storia perché non voglio essere una di quelle "autrici" che scrive totalmente
a scazzo.
In questo caso, vi direi anche di non lasciarvi uccidere come Zacky dalle vostre paure. Trovate il modo di sconfiggerle.
Le parole per esser scritte credo che debbano avere un senso. E per le vicende, vale lo stesso.
So che molti di voi non apprezzeranno questa mia scelta. Ovvero, non apprezzeranno il fatto di continuare ad immaginare
solo morti qua e là ma vi ripeto che è tutta una questione di insegnamento.
Mi dispiace se molti di voi potranno cambiare idea sulle proprie considerazioni ma è questo ciò che mi sentivo di scrivere sin
da quando ho iniziato questa ff.
*Si Gates, quindi, volevi tutti morti? Lol*
Ma no, non bisogna farsi prendere troppo, assolutamente. Alla fine questa è solo immaginazione e fantasia quindi
consoliamoci col fatto che sono ancora qui a sfornare buona musica.
Per non parlare poi del fatto che tra un po' dovrebbe arrivare il nuovo dvd! Sto sclerando di brutto, credetemi!
Ma bando alle ciance e ciance alle bande, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto come i precedenti.
Ricordatevi che recensire è gratis ed io vi chiedo di fare un enorme applauso alla nostra Saya che ha contribuito
alla riuscita di questa storia.
Spero vivamente che continuerete a seguire la storia fino alla fine dato che ormai ci siamo vicini.
Mancano pochi capitoli e spero di avervi dato comunque qualcosa.
Grazie a tutti per esserci sempre e vi ricordo che se volete scrivermi mi trovate su twitter con il nome di @GatesIsTheWay.
Mi farebbe davvero piacere conoscere i miei lettori!
Non vi conosco di persona ma da ciò che fate per me, suppongo di volervi già bene.
Grazie ancora di tutto e se volete...al prossimo capitolo!
XOXO!








-SynysterIsTheWay.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** 28.Leaving my fear on the danger line. ***


28° Leaving my fear on the danger line.











 
La sola vittoria contro l'amore è la fuga.
(Napoleone Bonaparte)









 
BRIAN'S POV.

Ho riportato a casa Haven in compagnia di James.
Domani ci saranno i funerali di Zacky e alla notizia Hayley sembra
più morta del solito.
Adesso sto osservando la mia Haven, distesa sul letto e dolorante mentre respira a fondo
con uno straccio bagnato sulla fronte.
Si è riuscita ad addormentare nonostante stesse delirando come non mai. Le è salita la febbre
quasi a quaranta ed abbiamo dovuto subito chiamare un dottore.
Mi fa davvero male vederla ridotta in questo stato.
Se non altro, tra due giorni io e Jimmy riusciremo ad avere abbastanza soldi tra le mani
per poter fuggire via da qui.
Ce ne andremo, abbandonando tutti i nostri dolori per poter sperare in un futuro migliore. I nostri amici
lo avrebbero voluto. Si, lo avrebbero voluto per davvero.
Porteremo via con noi Hayley ed Haven.
Haven non merita di restare qui ed io la amo troppo per vederla soffrire accanto ad un verme che non fa altro che picchiarla
giorno e notte.
Un po' di tempo e riuscirò a mettere al proprio posto le cose e dirle quanto la amo in realtà.
Spero che anche lei mi ami quanto la amo io. In questo modo, sarà tutto più facile. In questo modo...potremo vivere
una vita serena ed io potrò essere il marito perfetto per lei.
Manderemo una richiesta di divorzio al signor Mason senza però fargli sapere altro.
Spero che questo piano non fallisca, bensì mi dia l'occasione giusta per ricominciare.
Tutti abbiamo bisogno di ricominciare. Con la mente ed il cuore diretti verso il cielo, sappiamo che avremo la benedizione
dei nostri amici dall'alto.
Prendo una mano ad Haven ed inizio a stringergliela, osservando poi il solito braccialetto che le ho regalato, nascondere
in parte quella "B" che ha tatuato sul polso.
-Dai Brian...andiamo. Haven starà bene.- Mi sussurra Jimmy, mettendomi una mano sulla spalla per darmi conforto.
-Aspetta, voglio stare qui con lei ancora per un po'.- Dico a Jimmy, vedendolo sospirare.
-Sta attento che non ti becchi il signor Mason.-
-So badare a me stesso.- 
Jimmy esce dalla camera, probabilmente andando a consolare Hayley mentre io resto qui, accanto alla mia piccola guerriera.
Haven ieri mi ha salvato riuscendo a sparare contro Dollar che stava per sparare a me.
In quel momento ho avuto davvero paura.
Ho avuto paura di morire e lasciare per sempre la mia Birdie.
Vederla dormire beata mi fa stare un po' meglio. Cosa sarebbe successo se fossi morto? Dollar avrebbe ucciso anche lei per poi
uccidere Jimmy?
Beh, in quel caso restare vivo senza le persone a cui tengo non avrebbe avuto senso.
Lascio improvvisamente la mano della ragazza, quando ad entrare in camera è il dottore in compagnia del mio capo.
Balzo in piedi in un attimo, tremando come una foglia.
-Dunque signor Mason, allora è tutto chiaro? Con questa cura, sua moglie guarirà presto.- Borbotta il dottore al signor Mason, 
salutando me con una stretta di mano.
-Certo, la ringrazio dottore, arrivederci.- Continua il mio capo, voltandosi poi verso di me.
Mi guarda con degli occhi strani, che quasi non riesco a riconoscere. 
-Non si è ancora svegliata?- Mi domanda il capo.
-No, sta ancora...dormendo.-
-Bene...puoi andare adesso Brian, ci penso io a lei.-
-D'accordo.- Sussurro con un po' di delusione, uscendo con velocità dalla porta della camera.
D'istinto, torno nella mia, sdraiandomi sul letto e cercando di riposare per un po'.
Mi arriva improvvisamente una chiamata da una mia conoscenza che mi ha assicurato un volo per dopodomani.
Soddisfatto, riesco a chiudere gli occhi e lasciarmi abbandonare dal sonno che è venuto finalmente a cercarmi.
















***











STEPHAN'S POV.


Mi siedo accanto ad Haven, tenendole una mano mentre dorme beata.
Non posso ancora credere a ciò che ha provato a dire Nancy. Forse, è semplicemente gelosa
del fatto che Brian non la vedrà mai come qualcosa di più di una semplice amica.
Ha il viso rilassato e vederla dormire in questo modo mi fa stare meglio.
Quando Jimmy e Brian l'hanno riportata qui, l'ho sentita delirare. Cercava sua madre e senza rendersene
conto, mi stava implorando di chiamare i suoi familiari.
Non lo avrei mai fatto.
Haven resta mia e nessuno dovrà mai azzardarsi a toccarla anche solo con un dito o portarla via da me.
Sono io tutto ciò di cui lei ha bisogno e fin quando sarò in vita, mi assicurerò di offrirle sempre e solo il meglio.
In realtà, non so cosa mi abbia colpito di lei sin dal primo istante ma una cosa è certa...sapevo che doveva essere
mia ed ho sempre nutrito un senso di possessione nei suoi confronti.
Potrei quasi sembrare una persona poco sana di mente, ma non riuscivo più a togliermela dalla testa.
Haven mi perseguitava. Ovunque guardassi, la sua figura mentre mi si avvicinava o mi sorrideva prendeva il sopravvento
su ogni cosa.
La notte, dopo averla vista per la prima volta, non riuscii a dormire.
C'era solo una cosa che mi provocava una certa insonnia e quella cosa era pensare alla morte dei miei familiari più cari.
Per qualche strano motivo invece...da quel giorno, iniziai a pensare sempre e solo a lei.
Per me non esisteva più né colazione, né pranzo e né cena. Esisteva Haven ed io dovevo averla a tutti i costi.
Ho fatto di tutto pur di allontanarla dalla sua famiglia e dopo i vari corteggiamenti e dopo i vari ricatti ottenuti dal padre,
sono riuscito a portarla via da quella casa ed averla tutta per me.
Ho faticato tanto per ricevere anche un suo singolo apprezzamento in ciò che facevo per conquistarla, ma lei si è sempre 
limitata a snobbarmi ed odiarmi.
Dopo il matrimonio, nonostante cominciai ad ubriacarmi dopo essermi reso conto di non poter avere il suo cuore, lei mi restò
accanto senza mai abbandonarmi.
Potevo picchiarla, far del male a chiunque la toccasse...ma lei mi restava accanto e cercava pur sempre di comprendermi.
Quando una notte tornai zoppicando a casa, dopo alcune complicazioni con l'organizzazione, lei mi medicò e cercò di alleviare
via il mio dolore.
Fu allora che mi resi conto di amarla. L'ho sempre amata...ma non sono mai riuscito a prendere il suo cuore.
Per quanto mi sforzassi e sapevo di esser più grande di lei, Haven ha sempre cercato di adeguarsi. 
Ed io non avrei mai voluto essere l'uomo che sono diventato con il tempo. La gelosia, l'amore morboso e l'ossessione mi hanno portato
al punto di farle continuamente del male senza neanche rendermene conto.
Quando rifiutava di voler passare una notte con me, uscivo fuori di testa consapevole di non poter darle tutto l'amore
di cui ha sempre avuto bisogno.
Quei libri del cazzo le hanno da sempre mandato in tilt il cervello.
Non sono mai stato un tipo romantico ma avrebbe dovuto comunque adeguarsi. Persino sapere che qualcuno la stia guardando
un po' più del solito mi manda in bestia.
Non so cos'ha fatto questa ragazzina al mio essere ed al mio cuore, ma so per certo che sarà per sempre la mia più grande
malattia.
No, escludo tutto ciò che ha osato dirmi quella stronzetta di Nancy.
Nessuno sarebbe tanto pazzo da mettersi contro di me. Nessuno.
Improvvisamente, Haven muove per un po' il collo, iniziando a mugulare qualcosa nel sonno.
Le posiziono una mia mano sulla fronte sentendola scottare come non mai.
Dev'esserle salita di nuovo la febbre.
Haven strizza gli occhi, cominciando a lamentarsi e a mugulare cose senza senso mentre sta per aprire gli occhi.
-Amore mio, come ti senti?- Le domando con dolcezza, stringendole ancor di più la mano ma vedendola ricominciare a sudare.
Lei ricomincia ad agitarsi ed io non posso proprio vederla in questo stato.
-Brian...- Sussurra Haven improvvisamente, facendomi gelare il sangue nelle vene.
Spero di aver sentito male.
-Brian...- Continua a lamentarsi Haven, facendomi deglutire.
-Haven...no, sono io, tuo marito...- Continuo, tremando come una foglia.
Haven mugula qualcos'altro ma non riesco bene a capire cosa.
Ricomincia ad agitarsi mentre le sue guance si colorano ancora una volta di rosso.
-Brian...ho bisogno di Brian...Brian, dove sei? Brian!- Urla Haven mentre io mi limito a sbarrare gli occhi e a serrare
la mascella.
Quando le lascio la mano, riesco a scorgere una lettera tatuata proprio sul suo polso.
Una "B" non troppo grande ma abbastanza evidenziata.
-Qualcuno lo chiami, vi prego...ho bisogno di Brian...- Piangnucola ancora colei che sembrerebbe essere mia moglie.
Sbarro gli occhi incredulo, ricordando attentamente le parole di Nancy.










"Io voglio solo una mia vendetta personale. Le ricordo che la nostra carissima Haven, una sera, era tornata
bagnata fradicia dopo esser stata alla spiaggia. Tutti gli altri sono da sempre stati suoi complici e le dirò di più...si è addirittura
fatta tatuare una "B" di Brian sul polso."






Vendetta.
E' questa la parola che inizia a ronzarmi nella mente mentre il mio cuore sembra esser appena stato calpestato
e preso a pugni.
Nancy aveva ragione. Questa puttana mi ha tradito e con colui che consideravo come un figlio.
Consideravo, appunto.
Chi tradisce il mio onore, non avrà alcuna via di fuga.
Cosa cazzo ha quel ragazzino che io non ho? Come ha potuto pensare di tradirmi in questo modo?!
Comincio a sudare anch'io, sentendo il mio cuore quasi fermarsi.
Esco con rabbia dalla camera, sbattendo la porta mentre mi lascio sostenere da una colonna accanto al muro del salotto.
-Signor Mason...tutto bene?- Mi domanda Jimmy, più tranquillo che mai.
Io deglutisco per l'ennesima volta, volendo solo spaccare tutto e prendere la mia pistola per uccidere tutti 
coloro che mi si parano dinanzi agli occhi. Poi ci penso su per un minuto e decido di giocare al loro stesso gioco.
-Si, tutto bene, Rev.- Ribatto sorridendo e riprendendo il fiato perso.















***












HAYLEY'S POV.

Preparo la valigia dopo aver parlato con Brian e dopo aver saputo le sue intenzioni.
Mi ha chiesto di non dire nulla ad Haven e di portare pazienza. Dopodomani, sarà tutto finito.
Sia lui che Jimmy sono riusciti a prendere i soldi sufficienti per poter andare via da qui e lasciarci
finalmente tutto alle spalle.
Ho deciso di tornare presto però, per venire a trovare Johnny, Matt, Helena e Zacky.
Non so neanche dove siamo diretti, ma più lontano possibile è e meglio riusciremo a ricominciare.
Ricominceremo, si, ma porteremo sempre nel cuore i nostri cari amici ormai scomparsi.
Sono riuscita anche ad aggiustare la collana che avrebbe voluto regalarmi Johnny. Proprio quella che avevo
intenzione di frantumare per non ricordare.
Ma poi ho capito tutto.
Ho capito che sono i ricordi a far restare viva una persona nella tua mente. Senza di essi, non saremo nulla se non 
piccole anime dotate di una semplice e piccola fragilità. Saremo disposti a cadere sempre senza mai rialzarci e grazie ad Haven
e ai ragazzi...ho capito che non è giusto.
Che loro non ci vorrebbero vedere a terra striscianti ma, piuttosto, ci vorrebbero vedere dare loro forza da lassù, sorridendogli.
Ma i nostri sorrisi non sono più quelli di una volta.
Prima...era tutto più semplice.
Improvvisamente mi ritorna in mente ciò a cui ho assistito ieri e corro verso la camera dei ragazzi aprendo di scatto
la porta ed osservando anche Brian fare le valigie.
Da dietro, osservo le sue spalle massiccie ed un velo di tristezza che gli attraversa gli occhi nel vedere quei letti
totalmente vuoti.
Di scatto e con una velocità assurda, salgo con i piedi sul suo letto, saltellando per attirare la sua attenzione.
-Hayley...- Mi sussurra lui, riponendo alcuni vestiti nella valigia.
Io provo a raccontargli cos'è accaduto ieri e avvertirlo del fatto che il signor Mason sa tutto.
Gli parlo con il solito linguaggio dei segni, imitando Nancy nella speranza che lui capisca in fretta.
-Dai Hayley, non ho tempo adesso, ho un sacco di cose da organizzare per il viaggio...- Continua Brian, ma io gli posiziono
una mano sulla spalla per attirare ancora la sua attenzione su di me.
Lui ripone i suoi occhi nei miei ed io provo a dirgli tutto ciò che si sono detti ieri Nancy ed il suo capo.
Brian scuote la testa, mettendo gli ultimi vestiti nella valigia e facendomi sentire completamente inutile.
Cazzo Brian, sto cercando di aiutarti e salvarti la pelle!
-Hayley, ti ho già detto che non ho tempo di ascoltarti! Ci vediamo stasera.- Continua Haner con durezza, chiudendo
la valigia ed avviandosi verso la porta per poter uscire dalla camera.
Io lo supero e riesco a posizionarmi dinanzi alla porta.
-Hayley...ho da fare, davvero. Ho cose più importanti a cui pensare adesso.- 
Cose più importanti? Brian, ma ti rendi conto di quello che ci sta accadendo?
Brian mi sposta dalla porta prendendomi dai fianchi ed io non riesco ad oppormi.
Scalcio contro il pavimento come una bambina quando non riceve per Natale il suo giocattolo preferito.
-Ci vediamo stasera.- Continua il ragazzo ed io mai come in questo momento ho desiderato di poter parlare.
Chiudo gli occhi con nervosismo, continuando a battere i piedi contro il pavimento ed urlando a squarciagola
come non credevo di riuscire a fare.
-Cazzo Brian, il signor Mason sa tutto!- Urlo, sentendomi stranamente...diversa. Ho come la sensazione di esser riuscita a 
tirar fuori le parole dalla mia bocca ma non riesco in alcun modo a capacitarmene.
Tremo a più non posso, osservando Brian voltarsi verso di me, sbarrando gli occhi.
-Hayley...tu...hai parlato.- Esclama Gates con emozione.
-Io...- Ribatto con debolezza, non riuscendo però a sentirmi.
L'ho fatto per davvero?
Ho le lacrime agli occhi mentre Brian lascia cadere a terra la valigia e corre ad abbracciarmi.
Solo l'attimo dopo aver sorriso insieme ci rendiamo conto di ciò che gli ho appena detto.
-Mi stavi...prendendo in giro, vero?-
In questo momento invece, avrei preferito ridiventare muta.
-No.-



























NOTE DELL'AUTRICE.


Buona domenica a tutti, lettori!
Okay, so di avervi traumatizzati con questo capitolo dopo tutti gli avvenimenti ma...trust me. (Saya, la tua
influenza comincia a farsi sentire).
Veniamo al dunque.
La storia sta quasi per volgere al termine e so che molti di voi vorrebbero che non finisse mai ma...*vero che lo volete?*
per l'appunto tutte le cose belle devono avere un inizio ed una fine.
Beh direi tutte le cose in generale perché non credo che questa ff possa esser reputata come "bella" almeno a mio estremo
parere.
Ci ho messo del tempo per elaborarla al meglio e per creare l'effetto che realmente volevo quindi spero
che voi ne siate soddisfatti. 
Spero appunto di avervi dato tutto ciò che può darvi una storia come questa. Emozioni e tante, tante, tante sensazioni.
Mi auguro di sentire il parere anche di tutti gli altri lettori silenziosi perché per me è importante per davvero.
Spero di avervi fatto passare dei piacevoli momenti ma vi avviso che il prossimo non sarà l'ultimo capitolo.
Quindi, occhio al prossimo.
Ho deciso questa volta di includere le considerazioni di due personaggi fondamentali nella ff come Hayley e Stéphan per farvi
capire appunto cos'è che loro pensano per davvero.
Diciamocelo, anche loro hanno un cervello ed indipendentemente dalle loro azioni è anche giusto sapere
cos'hanno loro in testa.
Hayley riesce finalmente a parlare (evidentemente dal bisogno che sentiva di far conoscere l'accaduto a Brian) ma lei era incredula
del fatto che avesse parlato per il semplice fatto che è anche sorda.
A quel punto spero di esser riuscita ad emozionarvi particolarmente.
Per quanto riguardare Stéphan invece non posso dirvi nient'altro, davvero.
Solo che potete arrabbiarvi quanto volete con Haven per aver spifferato tutto inconsapevolmente. Lei infatti, aveva la febbre
molto alta e di conseguenza stava delirando.
Non sapeva che al suo fianco ci fosse Stéph, continuando a tenere gli occhi chiusi e non riuscendo quasi ad aprirli.
Quindi...i nostri ultimi ragazzi rimasti, Hayley ed Haven riusciranno a scappar via da questo inferno terrestre?
Ce lo auguriamo ma lo scoprirete solo continuando a leggere i prossimi capitoli!
Attendo con ansia le vostre recensioni lettori, quindi, adesso devo proprio andare e sperare di aver "costruito" qualcosa
di decente.
P.S
Domani uscirà WTF Resurrected ed io sono in ansia. 
ANSIA.
ANSIA.
ANSIA.
Okay, la smetto.
Devo dire che da quando ho visto i Sevenfold a Roma quest'anno, riesco ad immaginarli sempre di più come protagonisti
delle mie ff.
E vi ricordo inoltre, che verso la metà di settembre...la vostra Gates ha già in serbo per voi una nuova fanfiction.
L'altra volta vi dissi che sarebbe stata in stile "Nymphetamine" ma credo che sarà più brutta, lol.
No vabbè. Sarà comunque sia a rating rosso e credetemi che sto facendo l'impossibile per renderla almeno decente.
Se non vorrete leggerla vi capirei. Cioè, ne avete abbastanza di me e lo capisco! 
E' per questo motivo che attenderò un po' per pubblicarla.
Anyway, noi ci "sentiamo" al prossimo capitolo.
Attendo le vostre recensioni (perché ci saranno questa volta, vero?) e ringrazio tutti coloro che hanno 
appena iniziato a seguirmi e a coloro che ormai mi seguono dagli inizi.
Grazie davvero a tutti.
XOXO!












-SynysterIsTheWay.

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** 29. I promise. ***


 29° I promise.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Perdonami, perdonami di amarti e di avertelo lasciato capire.
(William Shakespeare)
 
 
 
 
 
 
Oggi mi sento decisamente meglio.
Gli antibiotici che mi ha detto di prendere il dottore hanno fatto effetto e mi 
sento già come nuova.
La febbre si è abbassata subito ed una buona dormita ha fatto proprio al caso mio.
Osservando il sole splendente dalla finestra e sentendo il buon profumo di cornetti caldi mi sento come rinata.
E' proprio vero quando si dice che il mattino ha l'oro in bocca.
Stéphan è uscito presto questa mattina, e io sto ancora cercando di capire come ho trovato il coraggio
di sparare a quel Dollar.
Ero influenzata ma sono riuscita con velocità a prendere la pistola e sparargli alla fronte.
Dopo aver commesso un gesto del genere, mi sono sentita davvero una persona orribile, ma poi ho pensato che sarebbe stata
meglio una vita senza quel pezzo di merda che senza Brian.
Oh, Brian.
Sentivo che sarebbe venuto a salvarmi e per poco non ci rimetteva anche lui la pelle.
Dopo aver visto il corpo di Zacky sanguinante ho avuto una fitta al cuore che ha tolto la voglia di vivere
anche a me.
Perché queste persone devono per forza farsi guerra a vicenda? Perché dovrebbero combattere per una questione
di orgoglio?
E' davvero assurdo tutto questo. A volte penso che sarebbe meglio tirare via la spina ed evitare che tutto questo
dolore possa ancora prendersi il meglio di me.
Quando ho visto Brian impazzire, ho avuto paura. Ho visto i suoi occhi e per quanto belli fossero non mi hanno
espresso alcuna sicurezza.
Non lo avevo mai visto reagire in quel modo, ma come ho sempre detto, questa vita non può portare a nient'altro che alla morte
certa.
Non importa quanti anni hai o quanti dimostri di averne qui. Anche i più forti, possono cedere.
Mi stringo le lenzuola al petto, osservando poi la porta della mia camera aprirsi di scatto.
-Buongiorno Haven, come ti senti oggi?- Mi domanda Jimmy con dolcezza, in compagnia di Hayley.
-Buongiorno Jimmy, giorno anche a te Hayley.- Ribatto con la voce ancora impastata dal sonno.
La ragazza annuisce, sorridendo sotto ai baffi.
-Hai misurato la temperatura?- Mi domanda ancora James, prendendo tra le mani il termometro posizionato sul mio comodino
mentre Hayley mi tasta la fronte con dolcezza.
E' bello sapere che hai delle persone al tuo fianco che vogliono prendersi cura di te.
-Si, la febbre è passata.- Rispondo con debolezza.
-Si ma sei ancora tanto debole...cerca di restare a letto o prenderai una ricaduta.- Mi dice Hayley, sorridendomi e parlando con 
una voce abbastanza bassa.
-Si, hai ragione Hayley.- Continuo, portando il mio sguardo contro il vuoto per poi rendermi conto di una cosa.
Mi volto di scatto contro la ragazza, sbarrando gli occhi come non mai.
Non posso averlo sognato dato che sono sveglia.
-Hayley...- Sussurro incredula, osservando la ragazza sorridere questa volta con un sorriso a trentadue denti.
-Si! Posso parlare!- Annuncia la ragazza, allargando di scatto le braccia ma parlando ancora con fatica.
-Oh mio Dio, ma è fantastico!- Urlo dalla gioia, gettandomi tra le braccia della mia amica e stringendola a più non posso.
Jimmy si piega quasi in due dalle risate osservando la scena.
-Ma come...-
-Non lo so!- 
Io e Hayley saltelliamo per tutta la camera con felicità e gioia, urlando a squarciagola.
Questa è proprio una giornata memorabile.
-Hayley, è fantastico...io...non posso ancora crederci!-
-Credici invece. Oggi Jimmy mi accompagnerà dal mio logopedista per capire al meglio la situazione.-
-Ma...è grandioso!-
-Lo so! Cioè, non è fantastico?-
-Si che lo è!-
-La smettete di urlare in continuazione? Mi state rompendo i timpani!- Esclama improvvisamente Brian, entrando anche lui in camera.
-Gates, lasciale stare, sono solo felici!- Ribatte James, avvicinandosi al suo amico.
-Come vorrei che Johnny e gli altri fossero qui adesso...come vorrei che potessero sentirmi parlare...- Borbotta improvvisamente Hayley
facendomi rattristire.
Anche Jimmy e Brian hanno dei visi pallidi a dir poco sofferenti.
-Oh, Hayley...- Abbraccio di nuovo la mia amica, dandole tutto il sostegno di cui ha bisogno.
Non so neanch'io dove sto trovando la forza di non scoppiare a piangere ma è così che deve essere. Devo restare
accanto ad ognuno di loro. Siamo rimasti solo in quattro e non si sa chi potrà rimetterci la pelle durante le prossime
ventiquattro ore.
-Coraggio amica mia. Sii forte.- Sussurro ad Hayley che si lascia stringere senza dire neanche una parola.
-Oggi...ci saranno i funerali di Vee.- Annuncia Brian, stringendo le mani in pugni e contraendo la mascella.
Annuisco, consapevole di dover restare a casa nella speranza di non poter prendere una ricaduta.
-Posso venire con voi?- Chiedo nella speranza di qualche risposta positiva.
-No Haven, è meglio che tu resti qui. Puoi avere una ricaduta e non è stato piacevole sentirti delirare.- Ghigna
Jimmy ma si vede che la sua ironia è andata letteralmente a puttane.
Annuisco senza obbiettare, stringendo ancora Hayley e cercando di darle forza.
Peccato che presto, tutta questa forza, sarà destinata ad esaurirsi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
"Perdonami, perdonami di amarti e di avertelo lasciato capire."
Scrisse il noto drammaturgo  inglese  William Shakespeare, interpretando il suo personaggio
dell'opera di "Romeo e Giulietta".
Passarei ore ed ore a leggere quest'opera e a lasciarmi risucciare da tutte le emozioni
che riesce a trasmettermi ogni singola parola, ogni singola scena ed ogni singolo personaggio.
Sono sempre stata un'amante delle tragedie inglesi ma Shakespeare credo che sia stato il più grande
autore di tragedie di tutti i tempi.
Sono sempre stata affascinata dal suo modo di scrivere e dal modo soave in cui rende così perfette
delle paroline quasi innocue.
Paroline che alla fine riescono a sconvolgerti al vita.
Passo minuti interminabili leggendo di continuo la stessa frase ed è sentendomi parte di essa che il mio pensiero
viaggia verso quello del ragazzo che amo.
"Ma se non mi ami lascia che mi trovino. Meglio che il loro odio tolga la mia vita, e non che la tardi senza il tuo amore."
L'ennesima frase che ho deciso di incidere nel cuore.
Credo che nessuno meglio di quest'autore possa scavarmi dentro a tal punto da lasciar fuoriuscire ogni mio sentimento.
E' proprio vero quello che si dice sui libri. Ti risollevano l'anima. Ti danno la possibilità di sognare ma anche di guardare
in faccia la realtà con occhi diversi.
Poi quella di Romeo e Giulietta credo che sia una storia molto romantica ma ben poco avvincente. 
Continuando a sfogliare il solito libro che conosco ormai a memoria, sento improvvisamente delle urla provenire dal piano inferiore.
-Brian, ti prego, sii ragionevole!- Urla Hayley dal piano inferiore e sentirla urlare, quasi mi fa strano. Ha una voce
davvero molto particolare e nonostante stesse urlando...la sua voce sembra sempre leggera e pacata. Più che urlare, direi
che si stia sforzando di farlo.
Lascio il libro sul letto, scendendovi con velocità ed uscendo dalla camera per potermi dirigere verso il piano inferiore.
Chissà cosa sarà accaduto adesso...
Tremante, scendo dalle scale ed osservo Jimmy massaggiarsi la nuca mentre Hayley continua a sbuffare dinanzi alla porta
della camera dei ragazzi.
-Ma che cos'è successo?- Domando ai due, vedendoli quasi sussultare.
-Brian non è riuscito a vedere mentre seppellivano la tomba di Zacky e se n'è andato via di scatto senza salutare
nessuno. Io e Jimmy lo abbiamo seguito ma senza risultati dato che ha deciso di chiudersi in camera.- Mi spiega Hayley ed è così
bello sentirla parlare che mi verrebbe voglia di stringerla tra le braccia.
Helena e gli altri...ne sarebbero stati felici almeno quanto me. Peccato che ogni tanto ha dei problemi nel parlare
perché inizia a balbettare ma non sembrerebbe nulla di grave.
-Oh...- Mi limito a sussurrare, provando a bussare alla porta della camera dei ragazzi -Brian...? Ti senti bene?- Gli domando dal corridoio mentre 
dalla stanza non sembra rispondermi nessuno.
-Brian, cazzo, aprici...siamo preoccupati per te!- Sbotta Jimmy, con frustrazione.
-Voglio stare da solo. Andate via.- Sbotta Brian con una voce soffocata dal pianto.
Mi fa male il cuore nel sentirlo parlare in questo modo.
-Brian...- Sussurra Hayley, con dolore.
-Ho detto via. Sto bene cazzo, ho solo bisogno di restare solo!- 
Brian non sembra volersi arrendere.
-Venite ragazze, lasciamolo solo per un po'.- Ci dice Jimmy, allungando un braccio attorno alla spalla di Hayley.
I due si allontanano con dolore dalla camera mentre io resto qui dinanzi alla porta, a fissarla nella speranza che possa aprirsi.
-Haven, vieni via.- Continua Hayley ormai in lontananza, mentre io deglutisco, allontanandomi dalla camera con tristezza.
Abbasso lo sguardo contro il pavimento ritornando nella mia camera e gettandomi sul letto a peso morto.
Lancio a terra il libro, sentendo il vuoto nel petto bruciarmi a più non posso.
Prendo il termometro dal cassetto del comodino accanto al mio letto, misurandomi la febbre.
Trentacinque. 
La febbre è passata...ma allora perché continuo a sentirmi così debole?
Sarà che l'amore ti indebolisce quando meno te lo aspetti.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Sono le otto di sera e Stéphan non è ancora tornato. Non si è presentato nemmeno a cena.
Jimmy ha accompagnato Hayley dal suo logopedista per la terapia e Maria ha chiesto cinque giorni liberi
per poter andar a trovare i suoi parenti in Italia.
Le ho confidato di quanto mi sarebbe piaciuto andare con lei ma Stéph non me lo avrebbe mai permesso.
Mi stupisce anche che abbia assecondato la richiesta della donna ma, alla fine, meglio così.
Hayley prima di uscire mi ha detto di tenere d'occhio Brian perché ancora non si è deciso ad uscire
da quella maledetta camera.
Quasi mi fa male sapere che uno come lui, che non esterna mai i suoi sentimenti e le sue emozioni, stia passando la giornata
in una camera a farsi del male.
Proprio non lo digerisco.
Uscendo dalla mia camera, mi avvio verso la cucina e decido di preparare qualcosa di buono da mangiare.
Non vorrà neanche cenare ma è assurdo ciò che sta facendo. Si sta riducendo alla distruzione ed io devo assolutamente impedirglielo.
Preparo una bistecca ben cotta con il contorno di insalata mista.
Una cena non troppo pesante ma che riesca a riempire il suo stomaco. Io ho già mangiato prima un po' di pasta ma adesso
sono perfettamente piena. 
Dopo aver preparato il tutto, mi avvicino alla porta della solita camera e ricomincio a bussare.
Nessuna risposta.
-Brian, sono io, Haven.- Borbotto, nella speranza di poter ricevere una sua qualche risposta.
Il silenzio regna sovrano ma io posso essere più cazzuta di lui.
-Ti ho portato qualcosa da mangiare. So bene che non è il momento ma è tutto il giorno che sei chiuso qui dentro e...oh al diavolo.
Tieniti il tuo orgoglio perché io non me ne faccio niente. Mi stai sentendo,Brian Haner? Beh...come non detto. Sappi solo che qui
c'è davvero qualcuno a cui importa di te. Solo...questo.- Annuncio con un dolore al petto e l'agitazione che non riesce a farmi
dire nient'altro.
Mi allontano per un po' dalla porta ma quando sento il rumore della serratura mi volto di scatto, incontro gli occhi rossi e gonfi
di Brian, totalmente andati a male.
Sussulto alla vista di questi occhi così bui mentre io mi limito a scoppiare a piangere. Ma no, non sto piangendo esteriormente.
Le lacrime non stanno rigando il mio viso.
Sono lacrime e dolori interiori che si scontrano continuamente tra di loro. Ci sono dei pezzi di me che stanno semplicemente
cadendo a terra senza emettere alcun suono.
-Mi dispiace Haven.- Mi sussurra Brian, mostrandomi un mezzo sorriso.
-Non hai nulla di cui scusarti.- Gli sussurro, porgendogli il piatto con la bistecca e quel po' d'insalata.
Provo ad andare via, ma le sue parole mi bloccano.
-Non resti qui con me?- Mi domanda con una dolcezza assurda che non credevo potesse più appartenergli.
-Mi vuoi davvero con te, Brian?- 
Lui annuisce con uno dei suoi soliti sorrisini beffardi, facendomi entrare in camera e prendendo il piatto con la sua cena tra le mani.
Brian si siede sul letto ed inizia ad ingozzarsi come se non mangiasse da mesi e mesi.
Mangia con gusto mentre io mi limito ad osservare ogni lineamento del suo viso che sembra essere fottutamente perfetto.
Non credo di aver mai visto dei lineamenti più belli ed allo stesso tempo così dannati.
-Cazzo, ma è buonissima! Non credo di aver mai mangiato nulla di più buono in vita mia!- Esclama Gates, continuando
ad ingozzarsi.
-Forse perché la prima volta che ho cucinato per te, mi hai abbandonata per un'altra.- Ribatto con un po' di acidità.
Brian non mi risponde facendo l'indifferente dopo aver divorato anche l'insalata.
-Si...io...sono stato un idiota.- Risponde dopo un po', mentre sta provando a posare il piatto di vetro su di una scrivania.
-No, aspetta, faccio...- Provo a dire, ma le parole mi muoiono in gola quando le nostre due mani si sfiorano.
I nostri volti si ritrovano fin troppi vicini mentre io stavo solo provando a togliergli il piatto di mano.
-Io...- Continuo dopo alcuni secondi, deglutendo rumorosamente.
Brian si sente come scosso e lo capisco dal suo modo di fare le spallucce per poi posizionare il piatto sulla scrivania.
Questa volta non glielo impedisco ma ammetto che sarei potuta morire continuando a respirare il suo buon profumo.
Dopo aver riposto il piatto, Brian prende una chitarra acustica dal suo armadio, cominciando a strimpellare qualche nota dopo
essersi seduto sul letto, proprio accanto a me.
Lo osservo muovere con velocità le sue dita su quello strumento mentre io resto totalmente senza fiato.
Non pensavo sapesse anche suonare qualche strumento.
-Tu...sai suonare?!- Sbotto, impressionata.
-Perché, non si vede?-
-No è che...non...ti avevo mai sentito o visto suonare.-
-Non lo facevo da tempo.-
-Quindi...è da tanto che suoni?-
-Ho cominciato a sei anni con l'aiuto di mio padre e poi questa chitarra per me è stata come una droga.-
-Wow...a sei anni io non sapevo neanche suonare il triangolo.-
Brian abbozza un sorriso ed io faccio lo stesso.
Sembra voler fuggire da qualcosa mentre io sto cercando di diventare il suo nascondiglio.
-Beh...vuoi provare?-
-No, davvero, non ne sono capace. Piuttosto, voglio continuare a sentire ciò che stavi suonando poco fa.-
-Okay. Ma se hai qualche richiesta, potrò esaudirla.-
-La sai suonare...Nothing else matter?-
Qualcosa si illumina nei suoi occhi mentre io mi mordo d'istinto il labbro inferiore.
Facevo meglio a restare zitta.
-Certo che la so suonare.- Vaneggia Brian, strimpellando la sua chitarra mentre io mi lascio abbandonare
dal buon suono emesso da essa.
Ed ha ragione. La sa suonare divinamente.
Non credevo la sapesse suonare in questo modo così soave ed invece...mi ha stupita.
Ci sta mettendo una passione assurda ed i miei occhi si spostano continuamente dal suo viso alle sue dita.
Le mie orecchie si limitano ad ascoltare, estasiate.
Alla fine della canzone, Brian mi regala un sorriso ed io ricambio con piacere.
-Si...era proprio da tanto tempo che non suonavo.-
-Da quanto precisamente?-
-Qualche anno. Non so bene dirti del perché avevo smesso ma so spiegarti il perché ho deciso di ricominciare.-
-E allora...perché?-
-Perché tu mi hai fatto venire la voglia di continuare ad inseguire i miei sogni. Ogni cosa che riguardava te...mi faceva
sentire ispirato a tal punto da comporre qualcosa di nuovo e scrivere qualcosa di nuovo.-
-Riguardava...già...- Borbotto con delusione, abbassando lo sguardo.
Sento il suo sguardo su di me, ma cerco di non dare troppo nell'occhio anche se penso che lui abbia capito tutto.
Basta guardarmi per un po' negli occhi per capire che non voglio una semplice amicizia da lui.
-Si...riguardava.- Ribatte lui, sussurrando quasi l'ultima parola.
-Adesso...è meglio che vada però...- 
-Oh...si...-
-Già.-
-Si.-
Al suo "Si" mi alzo dal letto e mi avvicino alla porta ma per qualche strano motivo non ho alcuna intenzione
di aprirla.
E' come se qualcosa mi dicesse di stare per fare l'errore più grande di tutta la mia vita.
Fisso la maniglia ma sento davvero di star per fare la cosa sbagliata.
Sospiro.
-No!- Urla improvvisamente Brian, facendomi spaventare.
Mi volto di scatto verso di lui mentre mi spinge con le spalle contro la porta ed inizia a baciarmi con passione.
Io mi lascio coccolare dai suoi dolci baci, non desiderando di meglio in tutta la mia vita.
-Haven...cazzo, si, sono stato un fottutissimo idiota! Io ti amo. Ti amo da morire, Birdie.-
La disperazione con cui Brian mi ha sussurrato queste parole, mi ha fatto capire quanto sia sincero in questo
preciso istante.
Ho le lacrime agli occhi mentre li sbarro totalmente, fissandolo, incredula.
-No...Brian...non rendere tutto più difficile ti prego...-
-Cosa? Cazzo, io so che non ami lui! Haven, io sto impazzendo. Mangio e penso a te, vado al locale con i ragazzi e penso a te,
provo a stare con qualche altra ragazza e penso a te, mi riesce perfino difficile dormire perché cazzo si, sei sempre nei
miei pensieri!- Brian urla le ultime parole, aprendomi il cuore come non mai.
Sapevo che non era vero. Sapevo che mi amava ancora ma non volevo crederci.
Ci siamo chiusi in noi stessi per tutti questi mesi lasciando nascondere anche i nostri sentimenti.
-Brian io...-
-No, guardami e ascoltami piccola, ti prego.- 
Brian mi prende il viso tra le mani, facendomi scoppiare il cuore.
-Domani. Io e te saliremo su un dannatissimo aereo perché cazzo, ho già tutto pronto per partire. Andiamo via insieme Haven,
te ne prego. Ricominciamo una nuova vita e urliamo il nostro amore contro il mondo perché tutti devono sapere
che ti amo!-
-Brian...- 
-Haven, ti prego, voglio una tua risposta. Se mi dirai di no lo accetterò ma non riuscirò mai più a convivere da solo
con me stesso. Nessuno vuole morire da solo Haven e neanche io. Io voglio te, ti desidero troppo per lasciarti andare.-
Leggo nei suoi occhi la stessa disperazione che ho io nei miei.
Porto il mio viso in avanti, baciando Brian e lasciando che sia lui questa volta a rendermi solo ed unicamente sua.
Ci baciamo con sempre più passione e velocità mentre lui si sfila i pantaloni ed io lo aiuto a togliersi la maglietta.
Lancio la sua maglia sul pavimento mentre lui bestemmia dinanzi al mio reggiseno senza riuscirlo a slacciare.
-Cazzo.- Borbotta sudando, mentre mi trascina con sé verso il letto e riprova ad armeggiare con il gancio del reggiseno.
Gli rido in faccia con divertimento ma ben presto riesce a sfilarmi via il reggiseno, posizionandosi al di sopra del mio
corpo ormai nudo.
Brian bacia ogni singolo angolo della mia pelle, torturandomi il collo ed accarezzandomi il viso con dolcezza.
Mi era davvero mancato il tuo tocco sulla mia pelle. Diciamo anche che mi era mancato fare l'amore con lui.
Dopo avermi torturato il collo, Gates passa alle mie labbra e alle mie orecchie, mordendone i lobi e facendomi sentire
davvero la donna più desiderata dell'intero Universo.
Non mi ero mai sentita più speciale di così per nessuno. Neanche Stéphan sarebbe mai riuscito nel suo intento come ci riesce
Brian.
-Ti amo cazzo, ti amo!- Urla Brian, mentre delle lacrime scorrono velocemente sul mio viso.
-Ma...non avevi detto che...-
-Ho mentito, cazzo! Io ti amo!- 
Brian mi lecca le lacrime dopo avermi urlato le parole più belle di questo pianeta.
Dio, non immaginate neanche quanto ci speravo.
Con velocità, allargo le gambe mentre osservo il ragazzo posizionarvici proprio al centro.
Brian mi sfila via l'ultimo intimo e con dolcezza iniziando a penetrarmi.
Sento un po' di dolore ma l'attimo dopo mi sento quasi in Paradiso.
Vorrei restare tutta la vita tra le sue braccia ed osservare continuamente i suoi tatuaggi per impararli a memoria.
Mentre Gates mi penetra, mi bacia più volte il tatuaggio sul polso giocherellando poi con il braccialetto con l'ancora
che mi ha regalato lui stesso.
Gemo per un po', lasciandomi baciare sperando che questa sensazione non abbia mai fine.
-Dimmi che mi ami.- Mi dice improvvisamente Brian, continuando a muoversi dentro di me.
-Ti amo!-
-Dillo ancora.-
-Ti amo! Ti amo troppo, Brian!- Esclamo più volte, osservandolo poi sorridere.
Finalmente, un sorriso degno del suo bel viso.
Affondo le mie dita tra i suoi capelli, continuando a sentire la sua anima entrare dentro di me sempre di più.
I nostri cuori battono in sintonia mentre i nostri respiri continuano ad unirsi come se stessero quasi ballando tra di loro.
Avevo quasi dimenticato cosa significasse amare per davvero.
I miei occhi sono ancora umidi e le nostre anime sembrano essersi finalmente unite.
Brian continua a muoversi dentro il mio corpo ed io continuo a volerne sempre di più. Non credo potrò mai star lontano
dalla sua pelle perché sembra essere la mia casa. Quella casa che non ho mai realmente avuto.
Quando parlo di casa in sé, non è mai per via di una qualche struttura. Ma un posto dove potrei vivere per il resto
dei miei giorni.
E lui lo è diventato. Tutto ciò che riguarda lui è un pezzo di me a cui non posso rinunciare.
Le sue mani sul mio corpo non fanno altro che farmi sentire di esser ancora viva.
Ne avevo bisogno per l'ennesima volta e lui non ha esitato a farmi rinascere tra le sue grandi braccia tatuate.
Non avrei mai pensato che un giorno sarei riuscita a dire a me stessa di poterlo perdonare ed invece ho capito che senza di lui
la mia vita non avrebbe più alcun senso.
Mi sono innamorata e, questa volta, per davvero.
Mi sembra quasi impossibile che uno come lui sia riuscito ad amarmi più di chiunque altro.
Il mio desiderio si è avverato, suppongo.
Il desiderio di una vita, ovvero quello di sentirmi amata per davvero. 
Una sua mano scivola lungo il tessuto del lenzuolo mentre raggiunge ben presto la mia, stringendola sempre di più.
Alla fine dell'atto, Brian mi scivola accanto spingendomi dalla schiena mentre la mia testa si posiziona subito sul suo petto.
Lo sento respirare con affanno nel momento stesso in cui un sorriso gli si dipinge sul viso.
Anche io sto sorridendo ed i nostri sembrano essere dei sorrisi finalmente veri.
-Tu...mi ami...- Sussurro incredula, continuando a sorridere come non mai.
Lui mi bacia la fronte, coprendomi il corpo nudo con le lenzuola del suo letto.
Insieme chiudiamo gli occhi ma ascoltando ancora i battiti dei nostri cuori mentre non hanno per nulla intenzione
di fermarsi.
Mai avrei potuto pensare di essere più felice di così.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Riapro gli occhi, osservando le lancette dell'orologio sulla parete segnare l'una di notte.
Mi ritrovo ancora tra le braccia di Brian e non posso ancora credere a ciò che è appena accaduto.
Io e Brian ci siamo addormentati insieme dopo esserci resi conto di esserci amati da sempre.
E' stato incredibile scoprire la verità in questo modo.
Mi allontano per un po' dal suo corpo, voltandomi dall'altro lato del letto, ma quando lo faccio Brian posiziona
il suo torace contro la mia spalla mentre io continuo a fissare il vuoto.
Egli sembra essersi appena svegliato perché continua a strofinarsi gli occhi ma non perde occasione per 
osservarmi di continuo.
Gates squadra il mio viso, non capendo il motivo di questo mio piccolo distacco dal suo corpo.
-Che c'è?- Mi domanda incuriosito, continuando ad accarezzarmi le labbra con le punta delle sue grandi dita.
In realtà non cè niente. 
-Ho solo paura che tutta questa felicità non sia destinata a durare a lungo.- Ammetto, deglutendo mentre
continuo a sentire il calore del suo corpo premere contro il mio.
Il suo braccio circonda la mia spalla mentre il suo torace continua a spalmarsi contro la mia schiena.
-Sei felice con me?- Mi domanda ed io gli rivolgo uno sguardo colmo di dolcezza.
-Si.- Ribatto con decisione, vedendolo poi sorridere.
-Allora lo sarai per sempre.- 
-Come fai ad esserne così sicuro?-
-Lo so e basta. Vieni via con noi Haven...-
-Io...non...-
-Puoi mettere fine a tutto questo dolore se lo vuoi per davvero. Andremo lontano dove nessuno potrà più trovarci.-
-Non possiamo Brian...non abbiamo conoscenze e non abbiamo i soldi necessari per fare una cosa del genere.-
-E' qui che ti sbagli. Ho delle conoscenze alle Hawaii e credo di aver racimolato tutti i soldi necessari per poter
restare lì. Verranno con noi anche Jimmy e Hayley.-
-Ma...da quanto tempo hai pensato di fuggire via da qui?-
-Ho progettato il tutto per un bel po' di tempo e sono riuscito a fare il necessario per procurarmi anche
quattro biglietti per andare alle Hawaii.-
-Le...Hawaii...-
-Si. Che ne pensi?-
-Sarebbe...perfetto, Brian.-
-Il mio cuore è dove sei tu, Haven. Devi venire con me. Non starò mai tranquillo nel sapere che resterai con il signor
Mason.-
-Brian...sarebbe davvero un sogno che si avvera.-
-Ti prometto che non appena arriveremo lì, avvertiremo anche la tua famiglia. Sarai libera Haven, libera da ogni cosa.-
-Non sai quanto lo vorrei...-
-Allora facciamolo. Sali su quel cazzo di aereo con me e lasciamoci tutto alle spalle. Io e Jimmy abbiamo già chiesto ad alcune
conoscenze se c'è qualche posto libero per noi in un'azienda e a quanto pare riusciremo a lavorarvici.-
-Hai pensato proprio a tutto...-
-E poi...voglio sposarti Haven.- 
Sussulto, ascoltando le parole di Brian.
-Tu...vuoi...sposarmi?- Ribatto balbettando di continuo.
-Si.-
-Ma...come divorzierò da Stéphan?-
-Ho già pensato a tutto io. Tu devi solo dirmi se...accetterai di sposarmi.-
-Si. Brian, accetterò senz'altro.-
-Davvero?-
-Si. Ti do la possibilità di portarmi via con te.-
Brian mi bacia le labbra con felicità ed il mio cuore non riesce proprio a reggere tutta questa allegria.
I nostri cuori ormai sembrano essersi uniti come non mai.
Ed io lo voglio. Voglio lasciarmi davvero tutto alle spalle ed avere una famiglia con lui.
Adesso so che mi ama e mi basta questo per poter toccare quasi il cielo con un dito.
-Il mare...la brezza estiva...i nostri bambini che giocano felici mentre io preparo la cena aspettando che tu ritorni
a casa da lavoro...- Sussurro con le lacrime agli occhi, desiderando solo un po' di normalità. 
Ho sempre sognato la classica vita che svolgono tutte le famiglie normali.
Sarà che non ho mai provato nulla di simile in tutta la mia vita.
-Avrai tutto questo. E' una promessa, Birdie.-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
NOTE DELL'AUTRICE.
 
Buonsalve lettori!
La mia intenzione era quella di aggiornare domani ma credo di avere
pochissimo tempo per farlo così ho pensato di anticipare!
Non mi va di lasciarvi in ansia per troppo tempo e sono fiera di annunciarvi che questo è
il penultimo capitolo della ff.
Il prossimo, ovvero il trentesimo, sarà l'ultimo. La fine. 
Wow...siamo agli sgoccioli ormai ed io inizio ad averne un po' di nostalgia. 
Dopotutto...scrivere di questi due carciofi mi faceva davvero tanto bene, credetemi.
Finalmente i nostri due piccioncini hanno confessato il proprio amore! Mi auguro che tutti voi
stiate facendo i salti di gioia perché so che in molti ci speravano.
Ebbene si, il momento tanto atteso è arrivato, come avrete letto! Spero che sia riuscita ad esprimere
al meglio le sensazioni dei due protagonisti (dato che sono una schiappa a descrivere le scene d'amore lol) e spero
ovviamente di non aver deluso le aspettative di nessuno.
Beh guys, io allora vi do la buonanotte e vi mando un bacione enorme nella speranza che siate ansiosi di leggere
il tanto atteso ed ultimo capitolo!
Ringraziamo come al solito Saya per la sua disponibilità e per aver reso questi capitoli anche migliori
delle aspettative.
Ma vabbè...i ringraziamenti verranno fatti alla fine perché è giusto che sia così.
Anche se troverò molta difficoltà a parlare e a spiegarvi brevemente il "nocciolo" "senso" della storia.
Un bacio immenso da voi che continuate a seguirmi senza sosta. Grazie di tutto!
 
 
 
 
 
 
 
-SynysterIsTheWay.

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** 30. If only I knew what i know today. ***


30° If only I knew what i know today.





 
"Ma...se l'amore è vero amore, niente può separare due persone fatte per stare insieme"







Ho ricontrollato la valigia più volte ma non sembra mancare nulla.
La chiudo posizionandola sul letto per poi sentirmi profondamente agitata.
Sto per andare via. Lontano da tutto il dolore che mi provoca continuamente Stéphan e lontano
dalla sua vita da mafioso.
Non posso ancora credere al fatto che Brian abbia davvero scelto di rinunciare alla sua vita appagante 
per poter salvare la mia.
Mi sembra quasi un sogno sapere che finalmente riusciremo a vivere con tranquillità il nostro amore senza aver
paura di esser scoperti o chissà cosa.
Saremo liberi e, con noi, anche Jimmy e Hayley.
Siamo tutti così emozionati per il viaggio che ancora non mi sembra vero di poter davvero ricominciare a vivere.
Qualche anno fa avrei pensato che non sarei mai riuscita a fuggire via da qui ed oggi invece mi rendo conto di come
le cose siano realmente cambiate.
Quasi mi fa paura tutta questa felicità e spensieratezza. Non ne sono abituata, è forse questo il vero problema.
Sospiro, pettinandomi i capelli dinanzi allo specchio ed osservando la mia figura, per la prima volta con soddisfazione.
Oggi mi sento addirittura più bella, il che è strano perché solitamente non faccio altro che odiarmi.
Mi accarezzo le labbra d'istinto, ricordandomi di ieri notte ed osservando le scene attraversarmi gli occhi con una velocità
incredibile.
Sorrido dinanzi allo specchio come una stupida nel pensare a tutte quelle cose che mi ha sussurrato Brian e al momento
in cui ci siamo quasi giurati amore eterno.
Sento quasi il profumo del suo dopobarba e di Marlboro riempirmi le narici nonostante non ci sia lui nei paraggi.
Spero di ricordarmelo per tutta la vita, anche quando sarò costretta a non sentirlo più.
Dopo essermi specchiata per un po', nascondo la valigia sotto al letto ed esco dalla camera dirigendomi verso la cucina.
Saluto Maria che sta preparando la colazione con un bacio sulla guancia e mi siedo al tavolo più euforica che mai.
-Oh signorina, cos'è tutta questa allegria?- Mi domanda la donna, finendo di preparare la colazione.
-Si nota davvero così tanto?- Ribatto, sfregandomi più volte le mani.
-Beh, sta sprizzando positività da tutti i pori.-
-Oh nulla Maria...credo sia l'amore.-
-L'amore? Addirittura?-
-Si...cioè, non so spiegartelo ma...è l'amore a rendermi così felice.-
-Qui c'è puzza di bruciato e non sono i miei pasticcini ad andare a fuoco. Sono sicura che la sua allegria
ha a che fare con un bel ragazzo dagli occhi color nocciola ed i capelli di un marziano.
- Ironizza Maria, porgendomi
del buon caffè macchiato e dei toast alla francese molto appetitosi.
Addento un toast, sorridendo con il boccone ancora tra le labbra mentre Maria non fa altro che muovere le sopracciglia.
-Lo sapevo!- esclama la donna, euforica, per poi ricomporsi immediatamente - Oh, mi scusi...-
Rido alla goffagine di Maria, ma nel mentre osservo Stéphan varcare la soglia della cucina con una pipa
tra le labbra.
-Come mai così felice, amore mio?- Mi domanda, strappandomi via quel sorriso che avevo fino a poco fa sul volto.
Maria ritorna ai fornelli ed io provo a restare calma senza agitarmi troppo.
Spero che non abbia ascoltato tutta la conversazione o mi ritroverò ben presto a strisciare sul pavimento freddo.
-Oh...no è che...mamma mi ha chiamata prima dicendomi che Loris si sente decisamente meglio.- Invento una scusa il più in fretta
possibile sembrano tranquilla mentre addento il secondo toast.
Stéph annuisce alle mie parole, sedendosi dinanzi a me mentre Maria gli serve del caffè ed i soliti toast.
-Mh. Mi tradisci con qualcuno, Haven?-
La domanda di Stéphan mi fa sussultare. Improvvisamente, inizio a tremare senza sosta ma sorseggio un po' di caffè
per cercare di rilassarmi.
-Ma no amore, cosa te lo fa pensare?- Domando improvvisando e, soprattutto, recitando bene la parte dell'"io non so a cosa ti riferisci".
-No è che...come ti ho già detto, ti comporti in modo strano nell'ultimo periodo.-
-Non fai altro che ripetermelo ma davvero, non potrei mai tradirti.- 
Ed invece l'ho fatto ma solo perché tu non mi hai dato altra scelta. Cosa ti costava essere un po' più gentile ed amarmi per
davvero senza dover ricorrere sempre a rapporti fisici?
-Mh...ma che brava la mia mogliettina. Sempre buona e soprattutto fedele.-
Non mi piace il modo in cui mi sta parlando. E' come se sapesse tutto ma ci sta continuamente girando intorno.
Ma no, cosa dico. Forse è solo apparenza. Forse, vuole spaventarmi.
-Ne dubiti, forse?- Gli domando, sembrando abbastanza tranquilla.
-Ma no, assolutamente. Mi fido di te è solo che...ultimamente ti ho vista molto preoccupata nei confronti di Brian e di Jimmy.-
Una morsa allo stomaco mi mozza il fiato.
La mano posizionata sul tavolo comincia a tremare ed io non riesco a fermarla in alcun modo.
Degluisco, cercando di ritornare serena.
-Beh, hanno perso molti dei loro più cari amici e mi dispiaceva vederli mentre non facevano altro che consumarsi.-
-Già...i miei ragazzi...- Stéphan stringe le mani in pugni ma sembra quasi arrabbiato.
C'è qualcosa che non va nei suoi occhi color ghiaccio ed il suo sguardo non promette nulla di buono.
-Sempre fedeli e sinceri...proprio come te.- Sussurra mio marito, indicandomi mentre sorseggia il suo caffè.
Deglutisco per l'ennesima volta, abbassando lo sguardo, colpevole.
-Adesso devo andare, ho degli affari da sbrigare. Ci vediamo dopo, okay amore?- 
Annuisco alle parole di Stéph senza riuscire a ribattere in alcun modo.
Mi sento quasi impietrita nel momento stesso in cui si avvicina a me per lasciarmi un bacio sulla guancia.
Lo osservo uscire dalla cucina con il cuore in gola ed una delle mie solite strane sensazioni che partono dallo stomaco.
Continuo a tenere abbassato lo sguardo senza riuscire più a rialzarlo.
C'è qualcosa che non mi convince per niente.





















***










Perlustro tutta la casa, ma non riesco a trovare Brian e Jimmy. Forse devono esser usciti per un po' prima della
partenza. 
Mi avvio verso l'entrata di casa nella speranza i vederli tornare al più presto.
Ad accogliermi con un sorriso stampato sul volto è Hayley che corre verso di me per abbracciarmi con felicità.
-Tra un po' partiamo. Sei pronta?- Mi domanda la ragazza con un sorriso a trentadue denti.
-Credo di si...- Ribatto, osservando con attenzione questa casa che non solo è stata la mia gabbia ma anche la mia
salvezza. Se Brian avesse abitato qui, probabilmente, non saremo riusciti a vederci più di tanto per la paura che Stéph sarebbe
sempre stato pronto a scoprirci.
-Cosa c'è? Qualcosa non va, tesoro?- Continua Hayley, spostandomi una ciocca ribelle dal viso.
-No...niente è che...ho una strana sensazione. Dove sono Jimmy e Brian?- 
-Strana sensazione? Mh, saranno usciti per assicurarsi che sia tutto pronto per la partenza. Io sono appena tornata dal cimitero...- 
E' andata a trovare gli altri ed il suo Johnny. Credo che prima di partire mi farà bene fargli un saluto fugace.
Si sente la loro assenza qui, giorno dopo giorno.
Mi volto verso il salotto di casa e come per magia mi sembra quasi di vedere lì, distesi sul divano, tutta la banda al completo.
Jimmy e Johnny che si fanno i dispetti, Helena e Matt che amoreggiano come se non ci fosse un domani e Zacky con un panino a tre
strati tra le mani.
Prima sembrava tutto così perfetto mentre ora dobbiamo accontentarci di essere in quattro e considerarci anche fortunati.
-Haven, ma ti senti bene? Non so, ti vedo un po' sovrappensiero, non vorrei sbagliarmi.-
La voce di Hayley lascia frantumare i miei pensieri mentre io mi volto verso di lei, sorridendole.
-No, sto bene.- Rispondo, non avendo alcuna intenzione di rovinarle la giornata. Non voglio di certo farle pensare
a Johnny prima di partire anche se sono sicura che in cuor suo lei ci stia già pensando.
Vorrei davvero avere metà della sua forza.
-Sicura? Non è che ci stai ripensano, vero?- Continua Hayley con preoccupazione.
Mi fa ancora così strano sentirla parlare.
-Ma no, cosa dici, è che...te l'ho detto, ho una strana sensazione.-
Prima che Hayley potesse ribattere, la porta di casa si apre e Jimmy e Brian mi appaiono dinanzi agli occhi con dei volti
così seri da mettere i brividi.
Anche il volto della mia amica si rabbuia all'improvviso e la strana sensazione continua a colpirmi dentro come non mai.
Io e la ragazza ci avviciniamo a loro per sapere verso che ora dobbiamo finalmente partire.
-Brian, sei tornato!- Esclamo, circondando il suo collo con le mie braccia.
-Si.- Ribatte lui con freddezza, sbarazzandosi delle mie braccia sul suo collo come infastidito.
Mi si contorce lo stomaco ad aver ottenuto una reazione del genere da parte sua.
-Brian ma...c'è qualcosa che non va?- Gli domando, osservando poi mentre continua a serrare la sua mascella.
Brutto segno.
-Si, forse c'è qualcosa che non va.- Ribatte il ragazzo, mostrandomi degli occhi più bui della notte.
-Cosa?- Continuo, non riuscendo a capire cosa gli stia prendendo. Sta stringendo le mani in pugni e mi guarda come
se volesse quasi farmi del male.
Jimmy accanto a lui resta in silenzio osservando la scena con completa indifferenza.
-Tu.- Sbotta Brian, indicandomi.
Io? Ma...cosa diavolo sta accadendo?
Comincio a sudar freddo, non riuscendo neanche a sostenere il suo sguardo.
-Brian, ma cosa...- Gli dico tentando di accarezzargli il viso ma lui si allontana il più possibile come se potessi esser io questa
volta a fargli del male.
-Non toccarmi, Haven.- Sbotta ancora, con una serietà che non credevo gli potesse appartenere.
-Perché mi stai trattando così?- Gli domando con un dolore atroce sia nel petto che nello stomaco.
Lo guardo negli occhi ma lui decide di distogliere il suo sguardo dal mio, abbassando la testa.
-Come vuoi che ti tratti? Questo è il meglio che riesco a fare e se non ti sta bene, puoi anche tornartene nella tua camera
tra quei tuoi stupidi libri del cazzo.-

-Brian...- Sussurro con debolezza, sperando che Hayley sia pronta a darmi un pizzico al più presto per risvegliarmi
da questo orribile incubo.
Dopo un po' capisco che tutto questo è reale, sentendo qualcosa rompersi dentro di me.
E' il mio cuore.
Non è riuscito a subire il colpo e si è frantumato prima del previsto.
-Sapevo che stare con te sarebbe stato un errore.- Continua il ragazzo, mentre osservo ancora le sue mani stringersi
sempre di più in pugni.
Perché adesso mi sta facendo questo? Io...non lo capisco.
-Stai cercando di dirmi che quello che...abbiamo fatto ieri non è contato nulla per te?- Ribatto con le lacrime agli occhi.
-Hai colpito nel segno. Avanti tesoro, non dirmi che non ti sei divertita anche tu.-
-Divertita? Brian, io ci ho messo davvero cuore in tutto quello che abbiamo fatto insieme...-
-Cuore? Questa è bella. Beh mi dispiace tesoro ma io non ci ho messo proprio un cazzo. Anzi, forse mi sto sbagliando. Ci ho messo
anche quello.-
Ghigna Brian ma io non riesco a ridere in alcun modo.
-E' stato davvero solo...divertimento per te? Non hai provato davvero nulla?-
-E cosa avrei dovuto provare, scusa?-

Inizio a tremare mentre in realtà vorrei solo scomparire.
-Amore.- Sussurro con debolezza, continuando a guardarlo negli occhi nel momento stesso in cui lui cerca di evitare
i miei.
-Amore? Ma per favore, io non so neanche cosa significhi amare. Però posso assicurarti che di sesso ne ho fatto tanto.- Continua
a ridacchiare Brian, mentre io non riesco neanche più a reggermi in piedi.
Jimmy non ride alle sue parole ma di tanto in tanto gli posiziona una mano sulla spalla per fargli capire che è ciò che pensa
anche lui.
-Mi hai presa in giro...mi hai solo usata come un giocattolo vecchio!- Esclamo con dolore, sentendo anche le mie gambe tremare
a più non posso.
Mi si gela il sangue nelle vene a vederlo ridermi ancora in faccia.
Come ha potuto essere così falso nei miei confronti? Come ha potuto anche solo pensare di giocare con i miei sentimenti?
-Oh, te ne sei resa conto, finalmente. Sai cosa? Da quando ti ho conosciuta ho semplicemente pensato che mi serviva un passatempo.
Oh, ma non fraintendermi piccola, davvero...sei stata un passatempo divertente.-

-E tutte quelle cose che mi hai detto ieri? Tu...volevi sposarmi, Brian!- Ribatto sentendo le lacrime scivolare sul mio viso
senza che provassi neanche a trattenerle.
Sono fuoriuscite da sole e so già a che ne scivoleranno tante altre. Dopo la prima, sarà tutto un susseguirsi di dolore che non 
riuscirò a placare facilmente.
Lui è diventato tutto quello che speravo non fosse.
-Pensavi davvero che avrei voluto sposarti? Cazzate. Ti ho solo riempito di cazzate, Haven. Io non amo nessuno e non sposo nessuno.
Mettitelo bene in testa.-

E' stato appena lui a mettere le lacrime sul mio povero viso ormai sciupato.
-Mi fai schifo! Sei uno stronzo! Un manipolatore per eccellenza!- Gli urlo contro con tutto il dolore che ho dentro.
Lui abbassa lo sguardo per l'ennesima volta senza degnarmi di neanche un po' di rispetto.
-Ed io sono stata una stupida a pensare che tu mi amassi per davvero! Oh mio Dio, come ho potuto essere così cieca da non vedere
che ti stavi solo approfittando di me?!-
Urlo ancora tra le lacrime, desiderando solo che qualcuno mi pugnalasse al più presto e mi strappasse
via tutto ciò che sto provando in questo preciso istante.
Mi uccide sapere che tutto l'amore che ho dato non aveva alcun senso.
-Perché mi hai fatto questo?! Se mi avessi strappato via il cuore dal petto sono sicura che avrebbe fatto meno male!- Gli urlo ancora
contro, questa volta dando dei pugni contro il suo torace.
Hayley mi prende dalle spalle, allontanandomi il più possibile da Brian mentre io mi lascio cadere con le ginocchia a terra.
Mi posiziono le mani dinanzi al volto, scoppiando a piangere come non mai e tremando a più non posso.
-No, Brian, fermo.- Sento dire da Jimmy senza riuscire però a guardarlo negli occhi.
Hayley si inginocchia dinanzi a me, cercando di tranquillizzarmi ed invitandomi a non piangere ma è più forte di me.
Non pensavo avrebbe mai trovato il coraggio di farmi una cosa del genere.
Sentirò la sua mancanza come non mai ma sentivo che c'era qualcosa che non andava.
Hayley mi sposta le mani dagli occhi, ed il mio sguardo si ritrova istintivamente contro il mio polso.
Non potrò di certo strapparmi il tatuaggio dalla pelle ma posso gettargli contro un qualcosa che non mi servirà più.
Con velocità ma tremante, riesco a sclacciarmi il braccialetto con l'ancora dal polso, gettandogliela contro con tutto l'odio
ed il rancore che ho dentro.
-Questo puoi anche riprendertelo! Non mi serve più!- Continuo ad urlare, singhiozzando a più non posso.
Brian prende il braccialetto da terra per poi avvicinarsi a Hayley per darle un passaporto.
-Ci vediamo all'aereoporto.- Borbotta Gates alla ragazza che annuisce, senza dire altro.
E' ovvio che io sarò costretta a restare qui per sempre. Mi ha solo dato false speranze e mi soprende sapere che non si è neanche
sentito un mostro dopo avermi fatto una cosa simile.
Brian mi volta le spalle ed insieme a Jimmy si addentra in uno dei corridoi della villa.
Io lo osservo svanire via senza poter far nulla per alleviare questo dolore che continua a pulsarmi dentro.
Hayley mi abbraccia ma i miei occhi restano fissi sull'immagine del ragazzo che svanisce pian piano.
Lo continuo osservare andar via ed ho appena capito che è realmente finita.
Anche la mia anima sta piangendo. Si sente prosciugata come se anche lei fosse appena stata tradita.
Ho persino paura di respirare ma devo farmi forza.
Dei pugnali continuano ad urtare la mia mente mentre sento il mio cuore sanguinare.
Non potrò più sentirlo. 
Qualcosa dentro di me continua a chiedergli di voltarsi ma lui non ha alcuna pietà.
Sto cercando di bruciare tutti i nostri ricordi e tutto l'amore che credevo fosse vero.
Lui è un uomo difficile da amare e probabilmente, non aveva neanche intenzione di innamorarsi.
Credo che questa volta farà davvero male.
-Tesoro, non posso vederti in questo stato...che ne dici di andarcene al bar e bere qualcosa?- Mi propone Hayley cercando di tranquillizzarmi
ad ogni costo.
-No, non voglio.- Sussurro con una voce strozzata che non mi si addice per niente.
-Non ti lascerò qui a farti del male. Andrà tutto bene, fidati di me.-
-Perché continuate tutti a chiedermi di fidarmi e poi mi abbandonate?-
-Io non ti abbandono, Haven. Coraggio, tirati su.- Hayley mi aiuta ad alzarmi e questa volta decido di non opporre
resistenza.
Mi lascio alzare dalla mia amica che poi ricomincia a stringermi.
I suoi abbracci mi stanno davvero aiutando a non cadere del tutto in pezzi.
-Allora, andiamo a prenderci un drink, si o no?- 
Annuisco alle parole di Hayley, senza però riuscire a sorriderle. Mi sento davvero tutta rotta.
-Allora sbrighiamoci prima che ci becchi quello stronzo del signor Mason.-
Hayley mi prende per mano e mi porta con velocità al di fuori dell'abitazione.
Mi fa entrare nella sua auto dirigendosi poi verso il bar Vegas.
La strana sensazione però non si è ancora dissolta. E' ancora nel mio stomaco che aspetta di sentirsi
realizzata.
Dopo essermi un po' tranquillizzata con un buon drink mai provato prima d'ora, ricomincio a piangere come al solito.
Mi sarà impossibile sfuggire a tutto questo.
A che scopo si è dovuto comportare in questo modo? Credo che in parte non lo capirò mai. E' sempre stato un tipo
molto strano e soprattutto lunatico.
La mia amica continua ad offrirmi tutto il mio supporto ma entrambe sappiamo che tra un po' lei potrà fuggire via da qui
mentre io dovrò semplicemente metterci le radici in quella stupida villa.
Per quanto Brian mi abbia fatto del male, continuo a pensare che sia una persona migliore di quella che ho al mio fianco.
Stéphan,un cuore, non ha mai dimostrato di avercelo. 
Improvvisamente però, Hayley prende il suo passaporto tra le mani. Lo osserva con attenzione, rivolgendomi un sorriso nel momento
stesso in cui ne scorge un altro all'interno del suo.
Inarco un sopracciglio, non riuscendo a capire del motivo per cui Brian ha dato due passaporti ad Hayley.
-Tieni, questo è tuo.- Mi dice la ragazza, porgendomi il passaporto con il mio nome inciso sulla carta.
Rivolgo uno sguardo curioso ad Hayley ma lei si limita a sorridermi.
I battiti del mio cuore aumentano impercettibili, mentre continuo ad osservare il passaporto e a farmi continue domande
a cui non credo riuscirò mai a ricevere determinate risposte.




















***













BRIAN'S POV.


-E' andata. Sapevo che ce l'avresti fatta.- Mi dice Jimmy con euforia, ma io continuo a strofinarmi la fronte
bagnata dal sudore.
-Si. E' andata.- Ribatto, posizionando una pistola ben carica nella cintura dei miei pantaloni.
-Adesso come procediamo?- Mi domanda ancora Rev, caricando le sue pistole.
-Il capo sa tutto ma non ci ucciderà. Non potrà farlo, siamo come figli per lui.- Borbotto, dopo aver riflettuto a lungo
sulla situazione.
Dove potrà mai trovare il coraggio di farci del male? Non sa neanche che partiamo per di più e non ho alcun intenzione
di farglielo sapere.
-Bene...ma ne sei proprio sicuro?-
-Credo di si. Per ogni evenienza è bene salutarlo dicendogli che non abbiamo ancora finito di svolgere
una delle nostre ultime mansioni.-
-Quindi lui penserà solo che spariremo per un po' di tempo per completare al meglio il nostro operato?-
-Esattamente.-
-Sei un genio Gates, non smetterò mai di ripetertelo.-
-Il genio sei tu Rev...io ho solo cercato un modo abbastanza efficace per tirar via le tende.-
Ed è proprio così. Un saluto veloce e partiremo per le Hawaii, rendendoci finalmente liberi di vivere. Sono stanco
di essere una persona di cui tutti hanno timore.
E lo erano anche Matt, Johnny e Zacky.
Un bacio al cielo dopo esser stato con Jimmy al cimitero per un saluto e all'improvviso la porta della nostra camera si apre.
-Ragazzi, il capo vuole vedervi.- Ci annuncia Maria, con il suo solito fare gentile.
Io e Jimmy ci lanciamo uno sguardo. Non avevamo previsto che fosse proprio lui a volerci vedere.
-Okay Maria, adesso andiamo, ma prima fatti salutare come si deve!- Dice Jimmy, abbracciando la donna.
-Ma perché, cosa succede?- Domanda Maria, più curiosa che mai.
-Partiamo per le Hawaii! Biglietto di sola andata!- 
-Oh ma che bella notizia! Un momento...sola andata? Questo siginfica che non tornerete più?- 
-No Maria, volevamo salutarti per dirti che abbiamo deciso di lasciare Huntington Beach.-
-Vedo che state mettendo un po' di sale in zucca! Bravi i miei ragazzi, sono così fiera di voi.- Continua Maria, mentre Jimmy non 
fa altro che stringerla a sé.
E' stata proprio come una madre nei nostri confronti e non smetterò mai di ringraziarla per tutto quello che ha fatto per
noi in questi anni.
Mi avvicino alla donna, osservandola poi sciogliere l'abbraccio con James.
-Quindi...anche l'impostore numero uno ha deciso di venire qui e salutarmi.- Borbotta la donna, posizionandosi le mani
sui fianchi in segno di rimprovero.
-Non troverai più la camera in disordine, questo è già tanto, credimi.- Ghigno, rivolgendomi alla donna che mi regala
uno dei suoi splendidi sorrisi.
-Abbi cura di te, moccioso che non sei altro.- Continua Maria, avvicinandosi a me ed allargando le braccia.
Mi lascio stringere dalla donna ed io la stringo a mia volta.
So già che mi mancheranno tutti i nostri battibecchi continui.
-Cerca di non fare strage di cuori alle Hawaii.- Mi sussurra ancora la mia seconda madre, lasciandosi sfuggire delle lacrime
dagli occhi.
Sciolgo l'abbraccio, osservando la donna commuoversi.
-Maria, ma che ti prende adesso? Guarda che torneremo presto a trovarti!- Borbotta Rev alla donna che singhiozza per un po'.
Io le accarezzo le spalle, cercando di non farla preoccupare troppo.
-Se non venite poi, vengo a prendervi io per le orecchie lì dove vi trovate!- 
Io e Jimmy scoppiamo a ridere alle parole di Maria, abbracciandola insieme.
-Mi mancherete tanto...siete stati come dei figli per me.- 
-Lo sappiamo, Maria. Vorrei poterti dire che sei stata come una madre per me ma ti ho sempre visto come una nonna!-
Maria incenerisce Jimmy con lo sguardo mentre io ricomincio a ridere come non mai.
-In bocca al lupo, ragazzi.- Continua la donna, uscendo poi dalla camera con le lacrime agli occhi.
-Ci sei Rev?- Domando al mio amico, vedendolo poi fissare il vuoto.
-Si, ci sono. Tu Gates?- 
-Ci sono anch'io.-
Entrambi ci facciamo forza per poi uscire dalla camera e dirigerci verso il salotto di casa in cui ci starà aspettando 
il nostro capo.
L'eco della porta che mi chiudo alle spalle riempie la mia anima mentre sto provando a farla rinascere con tutto me
stesso.
So bene nel cuore di chi leggerei dove andare e soprattutto dove nascondermi.
Mi tocco con nervosismo i capelli mentre sono pronto ad indossare la mia ennesima maschera del giorno.
Io e Jimmy ci ritroviamo dinanzi al salotto di casa con le mani sudate e gli occhi speranzosi.
Ci rivolgiamo un ultimo sguardo per poi annuirci a vicenda.
Ce la faremo. Siamo abbastanza forti da poter superare questo e tanto altro.
Arrivati in salotto, ci guardiamo intorno.
-Oh, eccoli qui i miei ragazzi...- Borbotta il signor Mason, salutando sia me che Jimmy con la solita
stretta di mano.
Io continuo a fissare la donna al suo fianco dal caschetto biondo e degli occhi fin troppo crudeli per essere
guardati.
-Gates, a me non mi saluti?- Mi domanda Nancy, mentre io sto ancora cercando di capire cosa ci faccia lei qui.
Stringo anche la sua mano, mentre il signor Mason ci dice di accomodarci dinanzi a lui.
Io e Jimmy ci sediamo sul divano dinanzi al nostro capo e a Nancy ma non la smettiamo neanche per un attimo di guardarci
intorno.
L'aria che si respira qui dentro diventa sempre più pesante ed io ho come la sensazione che faremo bene a prestare
attenzione ad ogni singolo movimento del nostro capo.
Il signor Mason fa scivolare del whiskey nel suo bicchiere bevendone poi alcuni sorsi.
-Dunque ragazzi...- 
Il capo si inumidisce le labbra per poi ricominciare a parlare.
-Ho sempre pensato che sareste state le uniche due persone di cui sarei sempre riuscito a fidarmi...ed infatti non mi sbagliavo.
Vi faccio i miei complimenti per il lavoro che avete svolto dagli inizi, fino ad oggi. Sempre molto pazienti ed eccellenti per quanto
riguarda il vostro modo di agire.-

-Grazie.- Rispondiamo in coro sia io che Jimmy.
-Ma sapete come sono fatto io...non mi piacciono le bugie...né tantomeno i traditori.- 
Io e James ci irrigidiamo di colpo.
-No, non mi sono mai piaciuti.- Continua il nostro capo ma Rev si alza di scatto dal divano facendo sussultare anche me.
-Ehm signor Mason, noi adesso dovremmo andare. Abbiamo delle ultime mansioni da svolgere e ci impiegheremo un bel po'.-
-Jimmy, cazzo, cosa stai facendo?!- Bisbiglio al mio amico che mi indica velocemente due uomini che si stanno avvicinando a noi.
-No, suppongo che voi due oggi non andrete da nessuna parte.- Sbotta il signor Mason mentre nei suoi occhi azzurri leggo tutta
la sua rabbia.
Vengo improvvisamente preso dalle spalle da un uomo che è senza dubbio il triplo di me e che mi fa sbattere la schiena contro
il muro.
Gemo per un po' dal dolore mentre l'uomo robusto mi prende dal collo della maglia tenendomi sospeso in aria.
L'altro uomo invece si occupa di Jimmy.
-No, signor Mason! Mi aveva assicurato che non gli avrebbe fatto nulla!- Urla improvvisamente Nancy, alzandosi dal divano
con preoccupazione.
-Nancy, mia cara, non sono mai stato un uomo di parola.- Ribatte il capo, mentre io e Jimmy proviamo in tutti i modi a dimenarci
dalle prese di questi due gorilla.
-Come hai potuto tradire la mia fiducia eh Nancy? Come hai anche solo pensato di fidarti di lui?!- Urlo contro la ragazza, vedendola
poi disperarsi.
-Brian, ti giuro che non avrei mai voluto che ti facesse del male!- 
-Risparmia il fiato per qualcun altro.-
Sbotto contro di lei, vedendola poi fare di tutto pur di convincere il capo
a lasciarci andare.
Il capo le spara improvvisamente alla testa e tutto il suo sangue si cosparge sul muro su cui sono spiaccicato.
-No!- Urlo, cercando in tutti i modi di prendere a pugni l'omone dinanzi a me ma egli non me lo permette.
Mi sta quasi soffocando premendomi una mano sul collo.
-Jimmy, come ti senti?- Domando con difficoltà al mio amico, osservandolo nella mia stessa situazione.
-Oh benissimo, Gates. Mi sento solo come una sottiletta!- Sbotta Rev, facendomi sorridere per un po', ma l'attimo dopo
il mio sorriso si dissolve nel nulla.
-Vi ho da sempre considerati come dei figli...ed è questo il modo in cui devo essere ripagato? Sei proprio uno stronzo Brian, come
tuo padre.- 

Non riesco a ribattere, sentendo la stretta dell'uomo sempre più forte sul mio collo.
-Mi ci vollero anni prima di riuscire ad uccidere anche lui.- 
Sbarro gli occhi incredulo di ciò che ho appena sentito.
-T...tu...hai...ucc...ucciso mio...padre?- Provo a dire, sentendo il mio cuore quasi cedere a tutto questo.
-Certo che sono stato io ad ucciderlo! Credevi davvero che il marito di quella troia della madre di Nancy sarebbe mai 
riuscito a fare una cosa del genere? Avete incolpato l'uomo sbagliato, Brian.-

Non posso crederci.
-E'...impossibile...è stato...Kenner, l'uomo che picchiava Nancy e sua madre ad ucciderli per gelosia dopo aver scoperto
che erano amanti!- Dico tutto ad un fiato, quando l'uomo decide di allentare la pressione sul mio collo.
-Come sei ingenuo. Kenner non sarebbe riuscito ad uccidere nessuno. Era solo bravo ad utilizzare le mani, lui. Io invece, avrei
fatto qualsiasi cosa per ucciderli! Tuo padre mi ha strappato via la gloria! Da quando era diventato lui il capo dell'organizzazione
io passavo sempre in secondo piano! Papa Gates di qua, Papa Gates di là...ed io non contavo più nulla. Così decisi di uccidere
sia lui e sia quella troia della madre di Nancy così da poter avere il controllo assoluto sull'organizzazione. Non ti nascondo
che ero molto invidioso del suo potere e lo volevo a tutti i costi.-

-Figlio di puttana!- Gli urlo contro, sputandogli sulla camicia nera.
Stéphan abbassa per un po' lo sguardo, per poi scoppiare improvvisamente a ridere.
-Avrei fatto fuori anche te al più presto...ma poi ho scoperto tutto quello che è accaduto tra te e mia moglie. Ti sei divertito, vero a
scopartela quando io non potevo?!-

Il signor Mason mi da uno schiaffo e Jimmy urla più volte il mio nome per farmi riprendere i sensi.
La guancia brucia come non mai ma in questo momento vorrei solo fargli mangiare la polvere e spaccargli la faccia per tutto quello
che ha fatto a mio padre e tutto quello che ha fatto ad Haven e ad Hayley.
-Signore, sua moglie non c'è, l'abbiamo cercata ovunque.- Annuncia poi un altro uomo, entrando nel salotto.
-Bene...vi conviene dirmi dov'è finita mia moglie prima che possa uccidere qualcuno prima del tempo.- Sbotta il capo, continuando a tenere
la stessa pistola tra le mani.
-Non ti diremo mai un cazzo! E' partita e qui non ci tornerà mai più!- Urla Jimmy mentre l'uomo che gli tiene il collo, lo fa sbbattere
con la pancia sul pavimento.
-E tu Gates, vuoi fare anche tu l'eroe?- Mi domanda Stéph, con nervosismo.
-Non te lo dirò mai. Anche a costo della mia stessa vita.- Sbotto e all'istante, mi ritrovo anch'io spalmato contro il pavimento.
Mi ritrovo accanto a Jimmy con il torace contro il pavimento freddo.
-E giusto per intenderci...mi sono alleato anche con l'organizzazione nemica. Hai visto e che uomini che sono riuscito a scovare?- 
Il signor Mason sta davvero facendo di tutto pur di scatenenare la mia ira.
Con una velocità assurda, sia io che Jimmy prendiamo dalle cinture le nostre armi cominciando a sparare contro tutti gli uomini.
Non li riusciamo a colpire ma io riesco a sparare contro un uomo girato di spalle.
Quando il corpo dell'uomo cade a terra, tutti ci fermiamo improvvisamente.
Ho speratato al signor Mason e sono riuscito ad ucciderlo.
Uno dei suoi nuovi scagnozzi gli si avvicina osservando le sue condizioni per poi urlare al cielo:"Morto".
Sono riuscito a vendicare mio padre e tutto il dolore che ha provocato sia ad Haven che ad Hayley.
-Brian, attento!- Urla Jimmy mentre mi volto ma mi ritrovo per l'ennesima volta spalmato contro il pavimento.
Uno dei suoi nuovi scagnozzi mi tira una mazza in ferro dietro la schiena facendomi gemere dal dolore.
Jimmy prova a rialzarmi ma non ci riesce perché anche lui viene colpito come me.
Siamo circondati da alcuni uomini e ci ritroviamo esausti, sul pavimento.
-E' proprio finita, eh?- Mi domanda Jimmy, sorridendo.
-Già.- Ribatto, ricambiando il suo sorriso.
Non avrei mai pensato che sarebbe finita in questo modo. Ho sempre visto la morte come un qualcosa che non si possa
condividere con nessuno.
Ed invece, ci siamo ancora io ed il mio migliore amico.
-Ti voglio bene, fratello.- Mi sussurra ancora James, mentre io non riesco neanche a ribattere.
Un proiettile gli colpisce la testa e le mie urla potrebbero arrivare fino al cielo.
Provo a strisciare verso di lui, ma uno degli scagnozzi non me lo permette, posizionando la bocca della sua pistola contro
la mia schiena.
Sapevo che sarei morto ma non così in fretta. Pensavo che sarei almeno riuscito a dire ad Haven la verità. Tutta la verità.
So che lei non si sarebbe mai aspettata una reazione del genere da parte mia e so che dovrei sentirmi una merda dopo che non potrò
mai più spiegarle cos'è realmente accaduto o parlarle dei miei sentimenti.
-Ultima parola prima di morire, Gates?- Mi domanda il gorilla tatuato mentre una scena mi appare improvvisamente dinanzi agli occhi.



















"-Devi salvarla, prima che sia troppo tardi!-
-Jimmy, io non posso farlo...non posso.-
-Devi invece. Brian, trova il coraggio per farlo, cazzo!-
-Non ce la faccio...non posso dirle quelle cose orribili e sperare di allontanarla il più possibile
dalla villa.-
-Brian, questo è l'unico modo che hai per salvarla. Quando tutto questo sarà finito, perché finirà, la raggiungerai
e cazzo si! Andrà tutto bene!- "














Suppongo che il piano di Jimmy abbia funzionato.
Prendo con un po' di lentezza il braccialetto che mi ha lanciato Haven, stringendolo
a più non posso.
Riesco a sentirla tramite un semplice braccialetto che sarebbe servito a simboleggiare quanto l'ho amata
durante tutti questi anni.
Avrei fatto di tutto pur di salvarla ed in quel momento era la cosa giusta da fare. Se non l'avessi trattata in quel modo
lei non se ne sarebbe mai andata senza di me. Ed invece, ho dovuto trovare un modo più efficace per far sì che sarebbe stata lei
ad andarsene da qui.
Io e Jimmy avevamo avuto da sempre un brutto presentimento. In cuor mio, speravo che il signor Mason non avrebbe dato ascolto
alle parole di Nancy ma poi ho capito tutto. Guardandolo negli occhi ho capito che ciò che voleva era solo impossessarsi di beni
che non gli apparterranno mai.
Per un attimo, vedendo Haven scoppiare in lacrime ho pensato di spiegarle tutto e stringerla tra le mie braccia sussurrandole
quanto in realtà la amo. 
Ma Jimmy mi ha ricordato che se davvero avevo intenzione di salvarla...avrei dovuto comportarmi in questo modo e far si che non sarebbe
più venuta a cercarmi.
Stringo sempre di più il bracciale, pensando a quanto mi piace l'idea di averle lasciato una mia cicatrice sul polso.
Ho sempre pensato che un giorno  sarei diventato tutto quello di cui aveva bisogno e sarei riuscito a portarla sull'altare.
Suppongo che quel giorno non arriverà mai.
Altre due mazze in ferro mi colpiscono alla schiena, immobilizzandomi completamente.
Ma io non smetto neanche per un secondo di sorridere.
Sorrido pensando al suo volto anche se spero con tutto me stesso che non venga mai a sapere della mia morte.
Non voglio che mi ricordi come un perdente, bensì, voglio che mi ricordi come la persona che sono sempre stata per lei.
Quella persona capace di far del male a sé stessa pur di salvare la donna della propria vita.
Credo che una volta salito su in cielo, non mi spaventerò nel vedere le anime dei miei amici scomparsi prima di me.
Anzi.
Credo che riuscirei a corrergli incontro distendendoci tutti su di un enorme prato verde a bere fiumi di birra, fumare fino a diventare
dei tossici e scambiarci battute di pessimo gusto.
Poi mi siederò su di una nuvola e attenderò che sia Haven a trovarmi. 
Attenderò con ansia quel giorno che verrà da me e potremo finalmente vivere con libertà il nostro amore da sempre tormentato.
Le mazze continuano a premere sulla mia schiena ma io non me ne curo.
Ho ricevuto l'amore della donna della mia vita e non potrei chiedere di meglio. Morire per lei sarà come rinascere per non morire
mai più.
-Hai sentito che ti ho detto, Gates?! Ultima parola prima di morire!- Urla l'omone, distruggendomi la schiena.
-Ma che fa...perché sta sorridendo di continuo? Questo è proprio andato!- Continua l'amico, facendomi ricordare di quanto
ci sentivamo indistruttibili io ed i ragazzi.
Ma come mi ha sempre ripetuto Haven: "Anche i più forti a volte cadono".
-Beh allora addio Gates! Fa buon viaggio!-
Io sorrido ma provo a cercare la forza di sputare la mia ultima parola.

"Birdie".


Poi, il buio.
























***












***













***






















TANTI LUNGHI ANNI DOPO...


HAVEN'S POV.

-Ed io non sono più riuscita a dimenticarlo.- Sussurro, tenendo tra le mani il braccialetto con l'ancora.
-Nonna, nonna! Ma poi, come hai fatto a riprendere il braccialetto?- Mi domanda Penny, asciugandosi una lacrima.
-Si nonna e...e...come hai fatto a sapere che era morto e che in realtà lui continuava ad amarti?- Continua Zack, quasi
più euforico della ragazzina.
-Si nonna noi vogliamo saperlo!- Batte le mani la piccola Helena, mangiando l'euforia dei suoi fratelli.
-Calma ragazzi, calma.- Sussurro per poi rincominciare a parlare.
-Avevo convinto Hayley a ritornare alla villa prima di partire. Lei mi aveva raccontato e spiegato tutto. Si insomma,
mi aveva detto la verità ed io dovevo tornare lì prima che potesse essere troppo tardi. Ed infatti, lo era.
Vidi il corpo morente di Brian e quello di Jimmy proprio accanto al suo. Poi passai a quello di Stéphan ma per quanto fossi sua moglie
non ho provato il dolore che invece ho sentito per Brian. Vedere il suo corpo ricoperto di sangue ed i suoi occhi aperti mentre erano
intenti a vedere il nulla...è stato spaventoso. Voi siete giovani quindi spero che non scoprirete mai
il dolore che si prova nel perdere una persona a voi cara. Chiusi gli occhi di Brian e lo osservai tenere tra le mani un 
qualcosa che continuava a risplendere...-

-Il braccialetto!-
-Esatto, Johnny, il braccialetto.-
-E quindi è stata la zia Hayley a dirti la verità su tutto?-
-Si, Matthew. E' stata proprio lei. Dopo il dolore subito nell'osservare Brian e Jimmy sul pavimento, abbiamo deciso di partecipare
ai funerali per poi andarcene via e venire qui, alle Hawaii. Abbiamo fatto ciò che volevano che facessimo ed entrambe sappiamo
di aver fatto la cosa giusta. Coloro che avevano ucciso nonno Brian e Jimmy avrebbero dato la caccia a noi questa volta. Così siamo venute
qui alle Hawaii ed io ho scoperto di essere incinta e quindi portare vostro padre nella mia pancia.-

-Che storia romantica, nonna Haven!- 
-Lo so, Helena, lo so. Vostro padre è stato il frutto del nostro amore. Quando arrivaii qui, Hayley mi portò dopo alcune settimane
da un dottore e ricevetti la notizia. Vostro padre gli assomiglia così tanto...-

-Certo che nonno Brian è stato davvero un eroe!-
-Sai Zack, credo che se fosse qui oggi si sarebbe dato del perdente. Ed invece, non è mai stato così. Non è mai svanito
con le sue promesse ma in realtà si è assicurato che potessero sempre avverarsi. Lui resterà sempre
il mio unico e solo vero amore.-
Ammetto con le lacrime agli occhi.
-Ma adesso tutti a dormire, su! Ho promesso ai vostri genitori che sareste andati a dormire alle otto in punto ed invece, sono
quasi le undici.- Continuo, prendendo tra le braccia Helena, la più piccola, per poi farla sdraiare sul suo letto.
Gli altri mettono al proprio posto alcuni giocattoli, correndo poi verso i propri letti.
-Sogni d'oro, piccoli.- Dico ai miei nipoti, spegnendo la luce della camera e chiudendomi la porta alle spalle.
Con lentezza, entro nella mia camera per poi mettere una camicia da notte per dormire.
"Non sono più giovane come una volta".
Penso quando mi avvicino allo specchio per spazzolarmi i capelli come al solito.
E' un'abitudine a cui non ho mai rinunciato.
Dopo essermi spazzolata i capelli, osservo le rughe sul mio viso segnare il tempo che è passato con fin troppa
velocità.
Dovrò chiamare Hayley più tardi e chiederle di badare ai miei piccoli domani mattina. 
Domani ho il primo aereo per Huntington Beach e non voglio rischiare di far tardi.
Anche Hayley alla fine non è riuscita a liberarsi del suo amore nei confronti di Johnny così ha deciso di occuparsi
di alcuni bambini di una casa famiglia qui alle Hawaii.
Bambini senza famiglia che hanno bisogno non solo di supporto ma anche di tanto affetto.
Lei non ha più lasciato entrare nessun altro uomo nella sua vita così come ho fatto anche io.
E' stata davvero una gioia sapere che di essere incinta di Brian. Nostro figlio è da sempre stato la dimostrazione del nostro amore.
Ha i suoi stessi occhi per di più.
Ma adesso è cresciuto anche lui e ci ha dato la gioia di avere dei fantastici nipotini. Sono sicura che se Brian fosse stato qui,
sarebbe stato felice di avere dei nipotini che gli gattonavano per casa.
Forse in un'altra vita.
Mi avvicino al letto, spostando via le coperte e sdraiandomici sopra.
Mi tocco il polso, osservando poi il mio tatuaggio quasi sbiadito. Non ho mai voluto farlo ribattere e l'ho lasciato così.
Ora questa "B" è contornata da continue rughe ed una pelle davvero rovinata mentre prima...era pelle liscia su cui si ci poteva
tatuare qualsiasi cosa.
Improvvisamente, dopo alcuni istanti, ho come una sottospecie di illusione che mi fa battere il cuore a più non posso.
Dinanzi a me, osservo Brian sorridermi in tutta la sua giovinezza mentre allunga una mano verso di me.
Io ormai sono diventata un'anziana che vive di dolori mentre lui è rimasto quello di sempre.
Provo ad afferrare la sua mano e lascio scivolare una lacrima sul mio viso nel momento stesso in cui mi rendo conto di non 
poterla prendere.
Un suo sorriso e l'illusione sparisce nel nulla.


















***










***









***











IL GIORNO SEGUENTE...


Huntington Beach è rimasta sempre la stessa. Alcuni negozi sono cambiati ed addirittura la tecnologia avanza
sempre di più.
Sono proprio rimasta indietro con gli anni.
Faccio alcuni passi verso il cancello in ferro, avvolgendo le mie dita attorno ad uno dei ferri tra il cancello.
Riesco a percepire ancora delle belle sensazioni. Molto belle, suppongo.
Ed ecco un'altra visione.
Mi volto verso la murata invecchiata ancor di più, osservando la me giovane mentre continuava ad urlare contro a Brian e ai ragazzi
di non riuscire a scavalcare.
L'immagine mi distrugge quasi gli occhi come un flash e, riprendendomi, decido di spostare un po' le porte del cancello
ed entrarvi.
Mi addentro nel cimitero, avvicinandomi alle lapidi di tutti i miei migliori amici di sempre.
Tasto ogni singola lapide, provando delle sensazioni che in realtà mi erano mancate.
Vado avanti con le lapidi osservando poi quella di Matt e Helena l'uno accanto all'altra.
Sorrido all'idea che riusciranno a restare insieme per sempre. Ma per sempre per davvero.
Chissà cosa in realtà c'è dopo la morte. Forse, un meraviglioso palazzo contenente tutte le anime dei defunti. O forse,
una nuova vita.
Continuando con le mie solite riflessioni, osservo la lapide di Jimmy posizionata proprio accanto a quella di Brian.
Mi avvicino a quella del mio primo ed unico amore, posizionandovi una mano sopra e lasciando che alcune lacrime righino il mio viso.
Un venditore ambulante mi lascia una rosa ed io la compro con  piacere.
La lascio sulla tomba di Brian per poi dirgli una cosa che avrei davvero voluto che sapesse.
-Non sei morto da solo come  credevi.- Sussurro, mentre una delle mie visioni mi colpisce all'improvviso.
Lungo la strada, vedo una macchina nera parcheggiare di scatto.
Mi avvicino per un po' ad essa e quando si abbassano i finestrini osservo Brian sorridermi con una sigaretta tra le labbra
e quel sorriso beffardo stampato sul volto che pensavo di aver dimenticato.
Improvvisamente, le mie mani sembrano essersi ringiovanite. Non ci sono più rughe ed il tatuaggio sul polso sembra aver riacquistato
il colore di sempre.
Mi guardo dallo specchietto dell'auto posizionato sulla portiera, osservando il mio aspetto totalmente giovane.
D'isinto salgo sull'auto e mi lascio baciare da Brian, che poi mette in moto il veicolo.
Il sapore delle sue labbra è rimasto sempre il solito. Persino il suo profumo è sempre lo stesso.
Dopo il bacio, Brian mette in moto l'auto portandomi in una meta da me sconosciuta.
Stiamo intraprendendo un viaggio. Un lungo viaggio.
Quello che avremmo dovuto intraprendere prima che lui mi lasciasse.
Perché in fondo si sa che da quando se n'è andato io mi sono sempre sentita sola.
Andiamo via. Percorriamo posti che non abbiamo mai visitato. Ci stringiamo la mano. Una mano che abbiamo tagliato sin dal principio
non potendole più stringere.
La visione finisce.
Mi ritrovo ancora accanto alla lapide di Brian ma questa volta, sdraiata sull'erba circostante.
Do uno sguardo al cielo, prima di sentire il mio cuore battere a più non posso.
Mi manca quasi il respiro mentre continuo ad accarezzare la mia mano sul nome inciso sulla lapide.
Chiudo gli occhi di scatto. Credo di aver aspettato per tutta la vita questo momento.
"Brian, sto tornando da te".
























"Ho ucciso i vostri protagonisti preferiti, ma sarete felici di sapere
che si ritroveranno pur sempre insieme. 
I sentimenti veri, non si spengono mai."
(SynysterIsTheWay)







NOTE DELL'AUTRICE.




Salve a tutti miei carissimi e coccolosissimi lettori!
Allora, questa è proprio la fine.
Asciugatevi le lacrime e siate più sereni che mai perché questo non è del tutto
un finale tragico.
Chi mi conosce sa che avrei potuto fare di peggio ed invece, questa volta ho deciso di concludere
con un finale tra il bene ed il male.
Come avrete letto, la nostra Haven è morta proprio dinanzi alla tomba di Brian ed è morta di vecchiaia.
Lei sta tornando da lui e questa volta, niente e nessuno potrà mai più separarli.
Haven ha raggiunto l'Afterlife insieme alle persone che ama di più al mondo e finalmente, è riuscita
a raggiungere il suo unico e vero amore. 
Brian.
Sempre e solo lui. 
Il timore della donna sarebbe stato quello del tipo "Mi amerai ancora anche se sono vecchia, mentre tu ormai, sei
rimasto totalmente giovane?" ed ovviamente, credo che la maggior parte di voi, conoscono già la risposta.
Nonostante tutto, i nostri due piccioncini sono riusciti a ritornare insieme e questa volta PER SEMPRE.
Mentre scrivevo, immaginavo tipo una scena del genere:





Haven cammina sullo strato di alcune nuvole, avvicinandosi alle spalle di Brian, accarezzandogliene una.
Brian si volta e la vede sorridente, così lui decide di ricambiare il suo sorriso e prenderle una mano.
Quella mano che la nostra Haven pensava di aver acciuffato in preda ad una delle sue visioni ormai per colpa
dell'età avanzata.
Helena e Matt che tenendosi per mano, fanno strada ai due protagonisti, portandoli in una sorta di parco
angelico. 
E' lì che Johnny ha tra le mani un pezzo del vecchio ciondolo di Hayley ed è lì che Jimmy e Zacky si rincorrono
felici, borbottando battute di pessimo gusto.
Una luce abbagliante appare nel bel mezzo del parco. Brian rivolge uno sguardo ad Haven rassicurandola e stringendole
sempre di più la mano, offrendole protezione.
Zacky si lascia prosciugare dalla luce così come fanno tutti gli altri.
Jimmy si volta contro Brian e Haven, sorridendo e tuffandosi nella luce abbagliante senza pietà.
Brian trascina con sé Haven, sussurrandole di stare per tornare a casa.
Insieme si lasciano prosciugare dalla luce in cui le loro anime, riposeranno per sempre.






Spero di non avervi commossi troppo, anche se in realtà ne dubito.
Per il resto, mi auguro di non aver deluso le aspettative di nessuno sperando che ricorderete
per sempre questa mia storia.
So che non sarà mai migliore delle altre ma davvero, mi auguro che vi sia piaciuta e che occuperà anche un piccolo
posto nel vostro cuore.
Veniamo però ai messaggi che ho voluto trasmettervi.
Ho scelto di far morire gran parte dei personaggi perché credo che in questa vita, nulla è dato per scontato.
La vita è una grande avventura e per quanto ci siano cose giuste, il più delle volte, ci sono situazioni totalmente 
sbagliate e a dir poco sofferenti.
La vita non è sempre rosa e fiori e mi rendo conto che voi volevate semplicemente sognare ma io ho un debole
per le ff che si affacciano soprattutto alla realtà.
Sognare fa bene, si, ma il più delle volte si bisogna mantenere i piedi per terra.
Con questa ff ho voluto farvi capire di quanto l'amore vero possa vincere su ogni cosa, anche sulla morte.
Strano ma vero, potrebbe essere proprio così.
L'amore vero sarebbe capace di superare qualsiasi difficoltà ed io credo che i nostri due protagonisti ne siano la prova
vivente.
Hanno combattuto per il loro amore e alla fine, avete anche scoperto del perché Brian ha sempre avuto degli atteggiamenti
"particolari" nei confronti della nostra Haven.
Lo ha fatto per salvarla. Alla fine, avrete capito che lui per l'ennesima volta, si è occupato di salvarla.
Tutte le promesse che le aveva fatto, si sono tuttavia realizzate.
Questo dimostra che nonostante la sua morte, lui sia riuscito a promettere ad Haven delle cose che alla fine, la ragazza stessa
ha avuto.
E la nostra Haven, una volta raggiunte le Hawaii ha avuto in dono uno splendido bimbo. Ho voluto inserire questo particolare
perché sarebbe stato un aiuto per la ragazza a non fermarsi mai e a non desiderare sin da subito di togliersi
la vita per tornare da Brian.
Pur non avendo lui, Haven ha avuto uno splendido bambino dopo il loro ultimo rapporto e credo che non ci sia simbolo
migliore di un figlio che possa esprimere al meglio il frutto del loro amore.
E' anche per questo motivo che Haven non lo dimenticherà mai. 
Per non parlare poi del rapporto che hanno avuto tra di loro i ragazzi.
Brian e Jimmy muoiono insieme (tecnicamente prima Jimmy) ed è questa la cosa che da più coraggio ai due ragazzi.
Morire insieme, proprio come hanno iniziato.
Si sorridono a vicenda senza esprimere le proprie paure ma sapendo di potersi ritrovare anche loro nell'Afterlife insieme
agli amici già scomparsi.
E qui...ecco un altro messaggio. Il senso ed il simbolo della vera amicizia.
Nonostante questa sia una semplice ff ho voluto sottolineare il rapporto dei ragazzi perché credo che anche nella realtà
sia così.
Loro si compensano a vicenda e questo accade solo quando un'amicizia è profondamente vera.
Per quanto riguarda i due personaggi più odiati ovvero Stéphan e Nancy, anche loro hanno fatto davvero una brutta fine.
Scelta mia ovviamente perché credo che alla fine, tutti paghiamo ogni singolo sbaglio fatto in vita.
Ma adesso la smetto di scocciarvi e passo ai ringraziamenti.
Un ringraziamento speciale va alla nostra Saya che si è dedicata al meglio a questa ff, rendendo i capitoli
sempre più scorrevoli e controllandoli di volta in volta dato che io non ho troppo tempo per farlo.
Quindi, esigo che le facciate subito un applauso perché questa ragazza oltre ad essere una scrittrice da paura, ha dedicato
del tempo a me e a voi, rendendo questa ff sempre più precisa.
Davvero Saya, sono stata felicissima di aver avuto una beta con la B maiuscola. Hai fatto un ottimo lavoro e te ne sarò
grata per sempre.
E l'altro ringraziamento invece, va a tutti voi.
Non importa quanti siete, ma io ringrazio ciascuno di voi per avermi sempre supportata, recensita e scritta in qualsiasi
momento.
Vi ringrazio anche per esser stati svegli fino a tardi a leggere questa storia o aver rinunciato a qualche cosa di importante
solo per leggerla quindi davvero, a tutti voi, un bacio immenso.
Senza di voi, davvero, non so cosa farei e questa storia non sarebbe mai rientrata tra i più popolari del sito.
Quindi, vi ringrazio di cuore.
Tutte le parole del mondo non servirebbero per esprimervi quanto io ci tenga a ringraziarvi ma ho ben pensato a qualcos'altro per voi.
Spero che il trailer della storia possa piacervi perché lo dedico a tutti voi!
Grazie per avermi sempre seguita e grazie per esserci sempre.
Ringrazio anche i lettori silenziosi che a modo loro, sanno farsi sentire.
Al mio tre...avvicinatevi allo schermo e abbracciatemi forte perché è ciò che sto facendo anch'io.
1...2...3...

*Megaabbraccionedigruppo!*

Continuate sempre a credere nei vostri sogni e spero vivamente di avervi regalato qualche emozione con questa storia.
Vi raccomando, attendo le vostre recensioni e spero che questo finale...vi sia piaciuto!
Mi dispiace se ho deluso le aspettative di qualcuno ma questo è solo ciò che sentivo di scrivere.
Verso la metà di settembre, inizierò a pubblicare una nuova ff a rating rosso e spero tantissimo che possa piacervi
anche quella.
Continuate a godervi le vacanze e...vi lascio al trailer della fanfiction.
Un bacio immenso, lettori!



TRAILER: 
https://www.youtube.com/watch?v=X8AMuNMMl9c&feature=youtu.be






-SynysterIsTheWay.

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2614394