Batman’s pov.
Sto imboccando la via dell’altro giorno ma quando sono a pochi metri dal negozio mi blocco e attraverso la strada. Ricordo di aver visto un Cafè proprio di fronte al negozio. Proseguo su quel lato finchè non lo trovo. Entro.
Mi siedo ad un tavolo. Di fronte ho la vetrina e riesco a vedere il negozio dall’altro lato della strada. Non c’è. Alla cassa scorgo solo la ragazza incinta dell’ultima volta. Che stupido. Con la fortuna che mi ritrovo oggi sarà il suo giorno libero. Ovvio.
Ordino una cioccolata calda. Mi piace il posto. C’è un’atmosfera rassicurante. Calda,calma. Decido di rimanere ancora un po’.
Un bambino sta divorando un grande muffin al cioccolato e la glassa gli forma una maschera tutt’intorno alla bocca e sulle guance paffutelle. Assomiglia ad un pagliaccietto.Ma di quelli simpatici,non quelli che fanno paura. Quelli che sembrano bambolotti… Mi scruta con due enormi occhi nocciola e quando gli sorrido, a differenza di tutti i bambini sulla faccia di questa terra, comincia a ridere. Ma ridere di gusto. Di solito se sorridi ai bambini loro ti fissano ancora peggio di come ti stavano guardando prima. Lui ride invece. Una risata cristallina e sincera. Vedo una ragazzina ,sedutagli di fianco, posare lo sguardo su di lui, sorpresa. Dev’essere sua sorella: si assomigliano molto. "Peter…?" pronuncia la frase con stupore e scetticismo ma poi comincia a ridere anche lei. La stessa risata. "Che c’è…?" chiede senza smettere di ridacchiare. Segue lo sguardo del piccolo e mi raggiunge con gli occhi. Le sorrido facendo un gesto di saluto al piccolino. Lei abbassa la testa e posa un bacio sulla nuca a Peter e continuando a ridere sposta lo sguardo su una ragazza più o meno della mia età che si sta sedendo al loro tavolo.La ragazza poggia le loro ordinazioni sul tavolo e chiede con gli occhi spiegazioni alla ragazzina.
"Lu…" riesce solo a dire quest’ultima, tornando a ridere con il fratello.
Rossa’s pov.
"Sto morendo di fame, bimba…" vedo Tiff accarezzarsi la pancia e fare una smorfia d’insofferenza subito dopo.
"E anche lui." aggiunge.
"Okey,okey…ora vado." metto giù le cesoie e mi lavo le mani. "Il solito?" chiedo per sicurezza. Annuisce.
Mi tolgo il gtembiule sporco di terra prima di infilarmi la felpa e attraversare la strada.
Entro nel Cafè e vengo travolta da un’ondata di fraganza inebriante e confortante calore. Mi alzo sulle punte e chiudendo leggermente le palpebre ne aspiro il più possibile.
Sento le risate di qualcuno e mi giro.
Lo vedo.
Il cuore salta un battito.
Sta ridendo anche lui ma quando mi vede la risata sfuma ed io abbasso lo sguardo, andando verso il bancone del locale.
"Vorrei due ciambelle bianche, un the e un latte macchiato alla cannella. Grazie." riesco a farfugliare.
Mi sento il suo sguardo addosso e per un po’ mi scalda, ma poi mi viene freddo, perché sento dal suo respiro irregolare che è arrabbiato. Lo sento alzarsi, pagare e dirigersi fuori.
prendo la mia ordinazione e esco, ringraziando.
E’ fermo appena fuori il Cafè, appoggiato ad un muretto. Fissa l’insegna del mio negozio.
Mi fermo un attimo a guardarlo ma poi mi ricordo di Tiff e decido di portarle il tutto. Appoggio il sacchetto e le bevande sul bancone e poi esco, attraverso la strada correndo e mi fermo appena a qualche centimetro da lui. Tengo la testa bassa mentre lui mi guarda attentamente e quando alzo lo sguardo non posso fare a meno di aggrapparmi ad uno dei suoi polsi che sbucano dalle tasche.
Batman’s pov.
Sento la sua mano stringere il mio polso mentre incastro i miei occhi nei suoi. Sfilo la mia mano dalla tasca e le prendo la sua. Intreccio le nostre dita e comincio a camminare.
Lei mi segue senza dire nulla, e sono sicuro che ha ancora gli occhi puntati a terra.
Entriamo nel parco e la conduco ancora per un altro tratto. Quando siamo di fronte alla panchina mi fermo.
Sta ancora guardandosi i piedi, cosi mi metto di fronte a lei. Le punte delle nostre scarpe si toccano e con l’indice e il pollice le alzo il mento.
Vedo i suoi occhi. Verdi più che mai. Rimaniamo così per una piccola eternità. Poi le lascio il mento e mi sposto con cautela, per farle capire che non la sto abbandonando.
Faccio un passo indietro, mantenendo il contatto visivo con i suoi occhi. Indietreggio ancora qualche passo e finalmente la vedo a figura intera.
"wow…" mi lascio sfuggire e finalmente vedo le sue labbra incresparsi in un sorriso. Sorrido anche io. Senza rendermene conto. E’ sempre così con lei.
"Ecco." sussurro.
"E’ esattamente così che ti ricorderò. Sostituirò il ricordo dell’altro giorno con questo." metto le mani di fronte agli occhi e mimo un’inquadratura.
"La telecamera ti adora,baby" dico fancendola ridere. Ride. Ride. Ride.
Mi viene incontro e soffoca i singozzi nell’incavo del mio collo. Qualcosa di caldo scivola sulla mia pelle e atterra sulla mia maglia. Sta piangendo. Cerca un disperato appiglio intorno al mio collo ed io le circondo i fianchi e la schiena con le braccia.
"Shhhh"le sussurro all’orecchio, stringendola più forte.
"Scusa…" riesce a formulare tra i singhiozzi troppo forti.
"Shhhh,va tutto bene…"
Rimaniamo così per una piccola e meravigliosa eternità e quando si è calmata la riporto al negozio.
Mi guarda negli occhi e stringe un po’ più forte le nostre mani, che non si sono mai allontanate, prima di fare un passo verso la vetrata.
"Ci vediamo" sussurra dolcemente, e so che questa volta vuole che sia così
Ma prima che faccia scivolare le sue dita fuori dalla mia mano la attiro a me. Le do un piccolo bacio all’attaccatura dei capelli.
"Solo,non lo fare più…" sussurro così piano che temo che non mi abbia sentito.
"Te lo prometto" mi rivolge un sorriso nuovo sulla sua scala dei sorrisi. E mi sa che è il mio preferito.
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