Fragmenta

di 365feelings
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Notte bianca pt 1 ***
Capitolo 2: *** Notte bianca pt 2 ***
Capitolo 3: *** I feel blessed ***
Capitolo 4: *** Di lamentele e Amortentia ***
Capitolo 5: *** Di corsetti troppo stretti ***
Capitolo 6: *** Western au (Will&Jem) ***
Capitolo 7: *** Altri cinque minuti ***
Capitolo 8: *** Wherever you will go ***



Capitolo 1
*** Notte bianca pt 1 ***


Titolo: Fragmenta
Personaggi e pairing: Will, Cecily, Gideon/Sophie
Rating: verde
Genere: malinconico, introspettivo, sentimentale
Avvertimenti: flash fic, het, slice of life, AU
Prompt: Notte bianca
Note: mi ero ripromessa che non avrei mai più preso in mano i libri della Clare o scritto nel fandom e invece. Tutta colpa del mio amore incondizionato per gli Herondale. Solite cose: prima volta che uso questi pg, spero di non essere andata OOC e di non aver scritto delle schifezze e bla bla bla.



  . cornetti caldi e caffè

Sophie prende posto dietro il bancone sistemandosi il grembiule e assicurandosi che sia tutto in ordine: il cartello con scritto "aperto" girato dalla parte giusta, i menù plasticati sui tavolini, la carta per gli scontrini nella cassa, la macchina per il caffè in funzione e i vassoi carichi di cornetti ancora fumanti al loro posto.
Soddisfatta, la ragazza guarda l'ora e attende con un brivido di agitazione il primo cliente. Sono settimane che scaccia dalla mente il pensiero di essersi innamorata; ogni qualvolta questo avanza, lei scuote il capo e si concentra sulle terribili canzoni di Bridget. Tuttavia non può negare, soprattutto ora che è mattino e che il torpore del sonno non l'ha ancora abbandonata completamente, che la sola idea di vedere Gideon le faccia battere il cuore più velocemente — avrà tutto il giorno per rimproverarsi una simile ammissione.
Quando la porta si apre, Sophie si raddrizza e si concede qualche secondo per ammirare la figura del ragazzo avanzare nella caffetteria.
Gideon le regala un sorriso caldo e gentile, le guance arrossate. Ormai da tre settimane, cioè da quando è rientrato dal suo erasmus in Spagna, il ragazzo è il suo primo cliente e spesso torna per un caffè anche durante la giornata, sebbene accanto alle aule ci siano i distributori automatici. Sophie si sforza di non vedere in tutto ciò più di quanto realmente ci sia, perché lei è una con i piedi per terra, tuttavia non può negare nemmeno che le faccia piacere averlo attorno.
«Buongiorno Gideon» lo saluta mentre gli prepara la colazione; non serve nemmeno che gli chieda se prende il solito, ormai sa bene cosa vuole e ogni tanto si azzarda a farglielo trovare già pronto.
«Buongiorno Sophie» ricambia «Oggi il tuo turno finisce a mezzogiorno, giusto?»
«Come ogni mercoledì» conferma, porgendogli un cornetto caldo e il caffè fumante.
Il ragazzo esita guardandola dritta negli occhi, quindi mentre paga si fa coraggio «In questo caso mi farebbe molto piacere se mi facessi compagnia per pranzo».
Sophie, che non si aspettava un invito simile, che non ci aveva mai nemmeno sperato, non sa cosa rispondere e si limita a riporre la banconota nella cassa e a prendere meccanicamente il resto.
«Posso prendere questo tuo silenzio per un sì?»
Ancora stupita, annuisce. Gideon allora la saluta con un sorriso radioso e va a lezione, seguito dallo sguardo di lei che lo accompagna fino alla porta.
«Io vorrei un macchiato» le dice qualcuno e solo allora si rende conto che la caffetteria si è riempita di altri clienti per nulla interessati alla sua vita sentimentale. 



  . e intanto il tempo passa

Anche se sono trascorsi anni e Will ha continuato con la sua vita, ogni tanto si chiede come faccia ad andare avanti senza Jem. C'è un vuoto, al suo fianco e nel suo cuore, che nulla potrà mai colmare. C'è una sensazione di perdita che con i mesi ha iniziato ad assopirsi, come un malessere che impari a tenere a bada; ma ci sono giorni in cui torna a mordere senza pietà. C'è la tristezza per aver perso un amico, un fratello che le circostanze hanno costretto ad una vita di isolamento.
A volte si sveglia domandandosi come sia riuscito ad arrivare all'oggi senza Jem e temendo la risposta. A volte si addormenta sperando che sia solo un incubo.
E intanto il tempo passa e Will va avanti, perché la vita va avanti, e non è giusto; fa male.
Dovrebbe esserci Jem lì con lui.



  . guardare le nuvole

La trova che sta osservando il cielo di Londra, la mente persa in chissà quali pensieri. È sua sorella eppure la conosce appena; conosce la Cecily della sua infanzia, la bambina che lo rincorreva nei prati, della Cecily adolescente non sa nulla invece.
«Quella nuvola assomiglia ad un ippopotamo» le dice, sedendosi al suo fianco. Quando erano piccoli, era un gioco che facevano spesso, chissà se lo ricorda.
«E quella a un gatto» risponde senza staccare gli occhi dal cielo «E quella ad un'anatra. A proposito, un giorno mi spiegherai cosa ti hanno fatto di male quelle povere bestie».
Le labbra di Will si increspano in un sorriso sincero, un sorriso che per troppi anni ha tenuto nascosto.
«Va bene. Oh, una giraffa».
«A me sembra più un fenicottero».
«Ti dico che è una giraffa».
E come se fossero due ragazzi qualunque, due comunissimi fratelli con una normalissima vita, trascorrono il resto del pomeriggio a guardare le nuvole e ad indovinarne le forme.


 
  . vita domestica

Si avvicina alla rastrelliera come una ragazza della sua età potrebbe avvicinarsi ad una partita di stoffe preziose. Fuori dall'Istituto le sue coetanee si preparano per il loro debutto in società, lei valuta con quale arma allenarsi quel giorno.
Ogni tanto ci pensa ancora alla vita che si è lasciata alle spalle, alla possibilità di diventare adulta e crescere i propri figli in un mondo normale. Si immagina tra tre anni, sposata, in una dimora provvista di tutti agi di cui può avere bisogno una signora dell'alta società. Si vede in un salotto circondata da gente che non conosce, intenta a conversare con altre donne come lei.
Poi guarda Will e Gabriel dall'altra parte della palestra (ancora non si sopportano, ma per lei stanno provando a dimenticare i vecchi rancori) e abbassa lo sguardo sulla spada che ha impugnato; avrebbe potuto condurre una normale vita domestica, ma l'ha lasciata alle spalle.
Ha scelto la guerra, Cecily, e non se ne pente.

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Capitolo 2
*** Notte bianca pt 2 ***


Autrice: kuma_cla
Titolo: Fragmenta
Personaggi e pairing:Jem, Gabriel/Cecily
Rating: verde
Genere: malinconico, introspettivo, sentimentale
Avvertimenti: flash fic, het, slice of life, AU
Prompt: Notte bianca
* Imagine your OTP working in the same office building. Person A works a few floors above person B, but they meet on the elevator at end of day each day. As soon as the elevator doors close, they make out passionately, stopping just in time to straighten hair and clothes before the doors open on the ground floor
Note: una delle cose che ho preferito di TID è il rapporto Will&Jem che non smetterà mai di commuovermi e che infilerò nelle ff ogni volta che potrò. Per me Tessa è in più, ma questa è l'opinione di una che non va matta per i triangoli amorosi.





  . maglione troppo largo e jeans troppo stretti

Dopo tutti quegli anni nei panni di Fratello Zaccaria, costretto dalla necessità a vivere una realtà che non era mai appartenuta, è lieto di riappropriarsi del proprio io, di tornare ad essere James Carstairs. È come respirare aria fresca dopo secoli di soffocante polvere; è liberatorio.
Ma mentre indossa i nuovi abiti (un maglione troppo largo e dei jeans troppo stretti come sembra volere la moda del momento) Jem sente una morsa lacerante all'altezza del petto.
Non ha mai voluto rinunciare alla vita che aveva prima di diventare Fratello Zaccaria, ma essere un Fratello Silente ha creato un muro di vetro tra lui e il resto del mondo, tra lui e ciò che lo rendeva umano. Ora che quella barriera non c'è più, il dolore per la perdita di Will gli mozza il respiro.



  . è come una costante sensazione di mancata appartenenza (Subsonica, Cose Che Non Ho)


Lo avverte mentre passeggia per Oxford Street o attraversa Piccadilly Circus, mentre osserva il London Eye o il 30 St Mary Axe. È un fastidio che non lo lascia nemmeno mentre beve il caffè da Starbucks e che conosce bene; la sensazione è quella di indossare i vestiti di un altro.
Jem non cerca più nemmeno di liberarsene e spera che con il tempo si affievolirà e scomparirà da sola, spera che sia solo questione di abitudine.
Ma mentre si immerge nella Londra del XXI secolo non può fare a meno di pensare che sia tutto sbagliato: lui non dovrebbe essere lì. Quello non è il suo tempo, non è la sua Londra e soprattutto non c'è Will — con Will forse sarebbe più facile, persino più divertente.
Ha il sospetto che non si libererà mai di quella costante sensazione di mancata appartenenza.



  . *they meet on the elevator at end of day each day

Prende posto davanti le porte dell'ascensore di destra con un sorriso che non riesce a nascondere e preme più volte sul pulsante, sperando che arrivi al più presto.
Mentre osserva la sua discesa sul display, Cecily si sente agitata come una liceale che va ad incontrare il ragazzo dell'ultimo anno nel ripostiglio delle scope. Il che è proprio è quello che sta facendo, sostituendo però il ragazzo dell'ultimo anno con Gabriel Lightwood.
Se suo fratello o qualcun altro lo scoprisse sarebbe una vera tragedia: Will avrebbe il pretesto per "spaccare la faccia a quel bastardo", testuali parole, e la sua cariera sarebbe segnata. Diventerebbe quella che è andata a letto con il figlio di uno degli amministratori e ogni sua promozione sarà messa in discussione.
Tenendo lo sguardo basso e mordendosi un labbro per dissimulare quel sorriso che proprio non le riesce di trattenere, controlla che nei paraggi non ci sia nessuno, se non una signora delle pulizie che passa con il suo carrello, e gioca con la cerniera della borsa per tenere sotto controllo l'agitazione.
Quando l'ascensore si apre con un trillo, ogni preoccupazione svanisce e lei entra con un malizioso sorriso in volto.
Oh, al diavolo, lei è sempre stata una studentessa un po' discola.

Gabriel è impeccabile nel suo completo antracite e Cecily si deve trattenere dal saltargli al collo prima che le porte dell'ascensore si siano richiuse, ma una volta che queste lo sono non c'è più nulla a tenerli lontani.
L'uomo scatta in avanti prendendole il capo tra le mani e baciandola, senza traccia alcuna del contegno che di solito mostra in pubblico, mentre lei lascia cadere la borsa a terra per poterlo abbracciare. I loro incontri in ascensore iniziano sempre così.
Un display interno li avvisa che stanno scendendo, ma non se ne curano. Una volta giunti al piano terra una voce annuncerà che sono arrivati e in ogni caso hanno sviluppato una sorta di orologio interno: sanno sempre quando fermarsi prima che le porte si riaprano.
Mentre Cecily gli infila le mani nel collo nella camicia, lui le accarezza la pelle nuda della schiena e continua a baciarla.
Se solo Will sapesse che ha trovato un modo assai piacevole per togliere a Gabriel la sua aria di stizzita superiorità, ma non c'è né tempo né spazio per suo fratello in quel momento. Inclina il capo all'indietro lasciando il collo scoperto e gemendo quando le labbra dell'uomo scendono fino all'incavo dei seni.
Ma come il loro incontro è iniziato, anche finisce. Con un enorme sforzo di volontà da parte di entrambi, si separano accaldati e ansimanti.
Cecily si sistema il tailleur e lo chignon che nella foga si è sciolto, mentre Gabriel si liscia la giacca e si rifà il nodo della cravatta.
Quando le porte si riaprono, sono entrambi impeccabili.

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Capitolo 3
*** I feel blessed ***


Autrice: kuma_cla
Titolo: Fragmenta
Personaggi: Sophie(/Gideon)
Rating: verde
Genere: introspettivo, malinconico
Avvertimenti: flash fic
Prompt: 3.3, rivelerò il prompt a iniziativa ultimata (festeggiate anche voi il compleanno dello Pseudopolis Yard)
Note: piccola riflessione su Sophie senza troppe pretese






. in the circle around the kitchen table I say my amen because I feel blessed
A distanza di molti anni, Sophie ripensa sempre a tutto ciò che è accaduto e che l'ha portata lì dov'è ora, al fianco di Gideon. Alla cicatrice che l'ha sfigurata a tal punto che all'inizio aveva creduto di non avere più un futuro e che invece l'ha salvata, attirando l'attenzione di Lottie, conducendola tra gli Shadowhunters, portandola da suo marito — se fosse rimasta Sophie la bella, forse, non li avrebbe mai incontrati e sarebbe ancora una cameriera per un qualche nobile di Londra.
A Jem, che è stato il suo primo amore; prega sempre per la sua salvezza, per la sua felicità perché sa che dietro ai marchi e al nuovo nome, Fratello Zaccaria è ancora Jem e lo sarà sempre. Perfino a Will, da cui aveva cercato di mettere in guardia Tessa, lo stesso che ora siede alla sua tavola e ride con una risata bellissima e contagiosa. A Lottie, che non vuole sentirselo dire, ma è lei che deve ringraziare se ora è una Shadowhunters; nulla di ciò che è stato sarebbe mai potuto accadere senza il suo intervento e non passa giorno in cui non ricordi il momento in cui l'ha guardata e l'ha vista e le ha teso una mano.
A distanza di molti anni, Sophie ripensa a tutto questo e ringrazia, perché è buona educazione ringraziare quando si riceve una simile fortuna, una simile felicità. Non lo ha mai detto (con Gideon non ce n'è bisogno, lui la capisce anche solo con uno sguardo), ma nonostante tutto il dolore e le perdite e le sofferenze che il futuro riserverà a tutti loro, Sophie non può fare a meno di sentisi benedetta. 


 

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Capitolo 4
*** Di lamentele e Amortentia ***


Autrice: kuma_cla
Titolo: Fragmenta
Personaggi: Charlotte Fairchild (Charlotte/Henry), guest star: Will, Jem, Gabriel.
Rating: verde
Genere: generale
Avvertimenti: one shot, AU 
Prompt: Hogwarts!AU
Note: nell'elenco prompt della nuova iniziativa della community LJ di landedifandom ho trovatore questo prompt e la mia fantasia ha preso il sopravvento. In arrivo, infatti ci saranno Gideon/Sophie, Cecily/Gabriel, Magnus/Alec, Isabelle/Simon con questa ambientazione tutti scappano. Allora, qualche chiarimento sui miei headcanons Hogwarts!verse. Lottie more like Silente: è la Preside, è una Strega eccezionale ed è donna, una combinazione che fa scintille come nel canon. Ho mantenuto infatti la rivalità di Benedict Lightwood che cerca in tutti i modi di toglierle Hogwarts e screditarla. E sebbene lei sia forte e non si faccia intimorire, ha comunque degli attimi di debolezza. Will è un Grifondoro combina guai, mentre Jem il suo migliore amico; smistato a Corvonero, è la parte ragionevole dell'Herondale. Gabriel Serpeverde seguirà lo stesso percorso del Gabriel del libro (e darà ripetizioni di Difesa contro le Arti Oscure a Cecily, Griofondoro). Sophie invece è una Tassorosso (come lo era stata a suo tempo Lottie) e quando Gideon arriverà come nuovo insegnante e spia per conto del padre, è convinta che ci sia del buono nel ragazzo. Ho dovuto per forza modificare un po' le età. Lottie è sui trentacinque anni, Gideon sui venticinque, mentre Gabriel è il più grande con Sophie, Will e Jem rispetto a loro hanno un anno in meno e Cecily ha un anno di differenza con il fratello. Per quanto riguarda invece The mortal instruments: Jace, Izzy, Magnus Serpeverde, Alec Corvonero, Clary e Simon Tassorosso.
Tutto questo sproloquio per due motivi: lo faccio ora e non lo ripeto più nei prossimi capitoli perché sono culopesa, per alcuni pg sono indecisa sullo smistamento e mi piacerebbe sapere che pensiate (ma non vi dico quali per non condizionarvi).





Si massaggia le tempie cercando sollievo dall'emicrania che l'ha assalita quel pomeriggio difronte alla mole di lettere a cui deve rispondere. Non è nemmeno alla tredicesima e ha già il desiderio di Smaterializzarsi in un posto molto molto lontano dal suo studio, preferibilmente in uno cui i gufi dei genitori indignati non possano arrivare.
In un momento di debolezza si chiede se sia davvero portata per quell'incarico o se i suoi innumerevoli detrattori (Benedict Lightwood per primo) non abbiano ragione a ritenerla troppo giovane, inesperta e soprattutto inadatta per quel ruolo.
Lei stessa alcuni anni prima si era proposta ed era stata molto felice, molto soddisfatta e molto orgogliosa quando le avevano annunciato che era la nuova Preside di Hogwarts: ce l'aveva fatta. Più volte aveva avuto modo di dare prova del suo valore, ma questa era la prima che dimostrava alla comunità magica di tutto il mondo di che pasta fosse fatta Charlotte Fairchild. Ma soprattutto aveva avuto l'opportunità di inviare un messaggio forte e chiaro: anche le Streghe potevano ambire a incarichi prestigiosi.
Se ripensa a quei giorni non troppo lontani, si rende conto di essere stata un po' troppo ottimista. Non aveva mai messo in dubbio che gestire la scuola di stregoneria più famosa al mondo sarebbe stata un'impresa difficile, ma allo stesso tempo era sicura che con un po' di buona volontà e tanto impegno ce l'avrebbe fatta. Lo rivorrebbe ora un po' di quell'ottimismo, tanto più che il momento di debolezza non sembra passare. Inoltre può sentire alcuni dei vecchi Presidi lanciarle occhiate di disappunto da dietro i mantelli con cui ha drappeggiato i loro quadri il secondo giorno che ha messo piede nel suo studio e se questo di solito la sprona a dare di più, quel pomeriggio la avvilisce ulteriormente.
L'emicrania nel frattempo non sembra passarle e le lettere a cui rispondere sono ancora lì. Prova l'impulso di gettarle nel fuoco, ma si trattiene; non sarebbe un comportamento maturo e consono al ruolo che riveste. Al contrario dovrebbe riprendere in mano la piuma e rispondere cortesemente all'ennesimo genitore indignato, anche a costo di farsi venire i capelli bianchi per il tempo che ci vorrà.
Se si trova in quella situazione è anche merito di una delle brillanti idee di Will, ricorda, sebbene ritenga che i genitori abbiano davvero poco da fare se trovano il tempo per riempirla di gufi in cui si lamentano che loro figlio non dovrebbe frequentare una scuola in cui ad uno studente è permesso introdurre clandestinamente dieci Schiopodi.
Il comportamento del ragazzo è stato inopportuno, non lo discute, e per questo è stato adeguatamente punito, tuttavia Charlotte è convinta che i padri e le madri delle varie Elisabeth, Penny, Rose e dei vari Edmund, Robert, Taylor dovrebbero smetterla di dirle come gestire i propri studenti e iniziare ad occuparsi di cose più importanti. Non è forse vero che ci sono stati dei casi sospetti di morti Babbane e che gli Auror hanno registrato dei picchi anomali di Magia Nera? Secondo Charlotte sono queste le cose di cui ci si dovrebbe preoccupare, inoltre è sicura che nessuno di quei genitori non possa vantare una carriera scolastica immacolata.
Ricordare l'ultima trovata di Will (nei suoi confronti, comunque, dovrà prendere un provvedimento definitivo, perché se lo conosce come crede di conoscerlo sa che combinerà altri guai) la riempie di stizza nei confronti delle critiche ricevute e la stizza va bene, la stizza le fa riprendere in mano la penna e rispondere a tono.
È a meta della quattordicesima lettera quando uno dei pochi quadri che non ha coperto la avverte che dalla dama con l'Ippogrifo del terzo piano, a cui lo ha riferito il cacciatore di Draghi del quarto, ha saputo di due studenti in possesso di un filtro d'amore. Charlotte non esita a lasciare le pergamene per precipitarsi nel corridoio in cui sono stati avvistati, dal momento che pozioni di tal genere sono severamente proibite ad Hogwarts, tuttavia non può fare a meno di pensare che se i quadri di quel castello fossero un po' meno pettegoli, forse la sua vita sarebbe più tranquilla. Ma si rimprovera, non sono pensieri degni di una Preside.
Non impiega molto a trovare i due soggetti incriminati e nemmeno a farsi consegnare l'Amortentia; deve avere un aspetto davvero terribile se il Grifondoro non esitata a tirare fuori da una tasca la boccetta incriminata.
«Cosa devo fare con voi due?» sbotta, guardandoli severamente «Che tu fossi un caso disperato, non ne ho mai avuto dubbi, William Herondale. È da quando hai preso il treno ore Hogwarts che combini guai. Ma  James Carstairs, da te non me lo aspettavo. Credevo fossi più assennato del tuo compagno, tuttavia,  dal momento che continui a farti traviare, ne deduco che anche per te non ci siano più speranze. I filtri d'amore non sono ammessi in questa scuola e fintanto che ci sarò io a gestirla non intendo nemmeno sentirne pronunciare il nome. Non voglio nemmeno sapere cosa intendevi farne, Herondale».
Per tutto il tempo ha tenuto l'indice puntato contro di loro, additandoli più volte con aria furente. Se si scoprisse che sotto la sua amministrazione circolano pozioni illecite, non vuole nemmeno pensarci.
«Meno cinquanta punti a testa per Grifondoro e Corvonero» aggiunge, quindi ispeziona la pozione requisita. Una parte di lei spera ancora che non si tratti di vera Amortentia.
Will prova a ribattere, ma una sola occhiata lo fa desistere. La Preside deve avere davvero una brutta giornata, considera.
«Come l'avete ottenuta?» chiede «Ora puoi parlare, Herondale».
«Non -»
«L'ho fatta io» lo interrompe l'altro e alle proteste dell'amico lo sente rispondere con un «La tua clessidra non può permettersi altri punti in meno».
«Sta dicendo la verità?»
Will si ritrova ad annuire controvoglia ed è piuttosto certa che in quel momento stia maledicendo la loro cattiva sorte e chiunque abbia fatto la spia.
«Come avete fatto... Lightwood, ti pregherei di proseguire per la sua strada o preferisci che ti domandi che ci fai fuori dall'aula, perché sono piuttosto sicura che dovresti essere a lezione e non in questo corridoio» si interrompe, fulminando Gabriel Lighthood, un odioso Serpeverde spesso e volentieri implicato nelle malefatte dell'Herondale e in questo momento fin troppo interessato dalla sua ramanzina. Sa bene di dover essere imparziale, tuttavia non può fare a meno di provare antipatia nei confronti del figlio del suo principale avversario. Al giovane muore il ghigno soddisfatto e si affretta a tornare lì dove dovrebbe essere.
«Dicevo, come avete fatto a procurarvi le istruzioni e gli ingredienti? No, non ditemelo, questa Amortentia ha a che fare con le sparizioni del mese scorso dalla scorta del professore di Pozioni».
Will fischietta e persino Jem evita di guardarla dritta negli occhi, il che la fa sospirare. Sì, ne è certa, gestire quella scuola la farà invecchiare prematuramente. 
Svita il tappo per annusare il contenuto e con sua grande sorpresa avverte l'odore tipico di casa sua dopo che Henry ha accidentalmente fatto esplodere qualcosa, il profumo di muschio e tabacco di suo marito, un vago sentore di sandalo. Si affretta a sigillarla nuovamente; inaspettatamente il filtro funziona e sebbene questo aggravi la situazione, non può fare a meno di provare una punta di orgoglio al pensiero che un suo studente sia un così bravo pozionista.
Il giovane Grifondoro deve aver intuito il suo stupore, perché sogghigna, assestando una gomitata al suo amico.
«Ammetto di essere sorpresa, i filtri d'amore sono materia avanzata e non sono mai facili da realizzare. Bisogna essere dotati di grande talento per produrne uno veramente funzionante. Resta il fatto che l'Amortentia non è ammessa in questa scuola e che per questo dovrei togliervi ben più di cinquanta punti a testa» afferma con sguardo insondabile e fa qualche secondo di pausa «Ora tornate a lezione prima che cambi idea e decida di mettervi in punizione».
I due non se lo fanno ripetere e scattano verso la fine del corridoio; può sentire Will complimentarsi con l'amico ed è piuttosto sicura che la sua ramanzina non lo tratterrà da portare a compimento il suo piano, qualunque esso fosse.
«Guai a voi se vi ritrovo con qualcosa di illecito tra le mani!» aggiunge prima che spariscano sulle scale, scuotendo il capo rassegnata. Può solo sperare che non siano così incoscienti da farsi espellere uno di quei giorni.
Nonostante la pila di lettere che attendono risposta nel suo ufficio, l'ennesima malefatta di Will e il fatto che l'Amortentia abbia funzionato davvero portandole alla mente un marito che forse non la ama e che l'ha sposata per assecondare il volere dei loro genitori, Charlotte torna sui suoi passi con un sorriso che prima non c'era ad increspare le labbra. Perché la verità è che ama Hogwards, il suo incarico, i suoi studenti e soprattutto Henry.
 

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Capitolo 5
*** Di corsetti troppo stretti ***


Autrice: kuma_cla
Titolo: Fragmenta
Coppia: Gabriel/Cecily
Rating: verde
Genere: commedia, generale
Avvertimenti: flash fic
Prompt: corsetto

Note: ho troppi fandom, troppi plot, troppi otp. Nclpf. Dovrei portare avanti il mio progetto Hogwarts!verse iniziato qualche capitolo fa, ma non trovo il tempo di rivedere/scrivere le storie ç_____ç Nel frattempo quindi vi tocca questa flash, scritta per l'iniziativa L'albero delle iniziaparole della community piscinadiprompt. Per il regolamento cliccate il link e troverete tutto, al momento vi basta sapere che l'iniziativa prevede che le fanwriter si continuino le storie a vicenda. Quindi cosa aspettate? Leggete le spiegazioni e continuate qui la mia fanfiction!




Da quando è entrata a far parte del mondo di suo fratello, Cecily ha avuto modo di pensare alla morte in diverse occasioni. Essere uno Shadowhunters, tra le tante cose, significa avere una prospettiva di vita più bassa della media, ci sono mostri in agguato in ogni angolo e a volte sono loro ad avere la meglio. In quest'ottica di idee, certa che quando giungerà la sua ora se ne andrà combattendo, Cecily inspira freneticamente e non riesce a credere che il suo momento sia già arrivato. Morte per soffocamento, arma del delitto: un corsetto. È il momento meno opportuno per pensare a quello che direbbe Will, ma sicuramente suo fratello riderebbe ad una simile notizia; lei stessa lo farebbe, se non le mancasse l'ossigeno.
«Gabriel...» chiama e il ragazzo, che non sembra essersi accorto di nulla, distoglie l'attenzione dai tetti di Londra e si volta «Gabriel, il corsetto».
Il cacciatore assume un'espressione perplessa e mentre la osserva, cercando di comprendere il problema (Cecily ha assunto una colorazione vagamente cianotica), posa la tazza del the sul tavolino.
«Il corsetto» supplica, indicandosi il busto «Slaccialo».
Gabriel sgrana gli occhi, stupito dalla richiesta; si frequentano solo da pochi mesi e se Will li scoprisse... non ci vuole nemmeno pensare.
«Non credo che sia una richiesta, ehm, appropriata» replica, sperando di non arrossire.
«Il corsetto» ripete e nonostante sembra compia un grande sforzo per parlare, il suo tono ora è aggressivo «Toglimi questo maledetto corsetto».
«Soffoco» annaspa il secondo dopo, perdendo l'equilibrio e scivolando di lato, ma i riflessi di Gabriel le impediscono di impattare con la pietra.
«Cosa devo fare?!» chiede lui, allarmato, ma Cecily sta perdendo conoscenza. In vita sua non ha mai avuto modo di togliere un corsetto, quindi fa l'unica che gli viene in mente; estrae il pugnale e la gira sulla schiena. La lama lacera facilmente stoffa e lacci e la giovane rinviene. Il bel vestito ormai è a pezzi, perfino la sua acconciatura si è sfatta e in quelle condizioni si trova tra le braccia di un ragazzo: deve avere un aspetto davvero disdicevole, ma non se ne cura e reggendo con una mano ciò che rimane della parte anteriore del corsetto si volta per ringraziarlo.
È in quel momento che Will decide di andare a controllare cosa stanno combinando sua sorella e il Lightwood che con grande disappunto le ronza sempre attorno.

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Capitolo 6
*** Western au (Will&Jem) ***


Autrice: kuma_cla
Personaggi/Coppia: Will & Jem
Prompt: 64. Western; Shadowhunters, Will & Jem o Will/Jem, di quella volta che Will convinse Jem a vestirsi da donna/truccarsi
Rating: verde
Genere: commedia
Avvertimenti: western au, forse un po' ooc
Note: dopo ere di silenzio mi rifaccio viva con questa cosa scritta un mese fa giorno più, giorno meno in occasione del MariBingo. In TID c'è un punto in cui Jem dice che non farebbe combattere nemmeno Will in un abito matrimoniale e Will prontamente replica che però gli starebbe davvero bene (nclpf con questi due). A questo punto si sono aggiunti il prompt elencati sopra e il danno è stato fatto.
Ovviamente è un western un po' farlocco perché le mie conoscenze sul genere sono molto stereotipate e non ho avuto il tempo per fare delle vere ricerche. In questa au gli shadowhunters sono cacciatori di taglie e con Shadowhunters International Detective Agency strizzo l'occhio alla Pinkerton National Detective Agency, un'agenzia investigativa privata nata negli Stati Uniti.





«Gli hai strappato il vestito, villano» commenta Will e l'uomo, confuso dal rimprovero e dalla situazione, porta lo sguardo sulla stoffa rovinata, abbassando la guardia.
Jem fa la stessa cosa, constatando con orrore che sulla gonna rossa c'è davvero un ampio squarcio. Assume allora un'espressione terribilmente preoccupata ed esclama: «Il vestito di Jessamine!»
«Ora sì che sei un uomo morto» continua Will, colpendo il criminale con il calcio della pistola e basta questo a farlo stramazzare a terra – dopo tutto l'alcol che Jem è riuscito a fargli bere non si aspettava niente di meno.
«Non la prenderà bene».
«Darà la colpa a me, non ti preoccupare. Non che glielo abbia mai visto indossare» lo rassicura, riponendo la Colt nella fondina. Un po' gli dispiace non averla dovuta davvero usare, ma è stato lo stesso un incarico divertente. 
«Comunque mi dispiace. Era un bell'abito» ribatte il suo compagno, avvicinandosi. Will, chino sull'uomo, alza lo sguardo. Incontra dapprima due file di balze bordate da merletto nero e terriccio, poi un ampio strappo che rivela la sottana e poco sopra il corpetto, su cui campeggia una macchia di whiskey. Anche le maniche, un po' corte per le braccia del ragazzo, sono sgualcite. In origine però era un capo di raffinata sartoria.
«Non essere affranto. Con Jessamine non avrebbe mai avuto il suo momento di gloria, con te invece ha visto le luci della ribalta e, cosa più importante, è servito al suo scopo» fa una pausa, la bocca che si apre in un ampio e divertito sorriso mentre lo sguardo indugia sul collo scoperto «Non credevo saresti stato così convincente».
«Ehi! Era un tuo piano!»
«Infatti non avevo dubbi sulla sua riuscita. Solo non mi aspettavo un tale successo, eri così restio all'inizio».
«Vorrei ben vedere» ribatte Jem passandogli una corda e provando, senza molto successo, ad aiutarlo a legare il criminale. L'orlo della gonna continua infatti a finirgli sotto i piedi e il corsetto gli impedisce di muoversi come vorrebbe; distrattamente si chiede come riesca Charlotte a portare simili abiti tutto il giorno e sparare all'occorrenza.
«Lo sai che non avrei avuto nessun problema a fare la parte dell'accalappiatrice di uomini, ho un talento naturale per la recitazione e i ruoli estremi sono quelli che mi riescono meglio».
«La prossima volta allora troveremo un vestito delle tua misura».
«Ci conto. Però davvero, sei stato bravo. Quando ti ha preso per i fianchi ero certo che sarei dovuto intervenire, invece non hai fatto una piega e hai continuato a seguire il piano» continua a complimentarsi Will, gesticolando «E quando poi ti è caduta la parrucca, vedessi che faccia ha fatto. Credeva veramente che tu fossi una donna. Penso sia stato sconvolto più da questo che dall'essere stato raggiunto dalla Shadowhunters International Detective Agency».
«Merito del travestimento» ribatte l'altro e mentre si china per prendere i piedi del fuorilegge sente chiaramente il rumore di alcuni fili che si strappano.
«Ti stava bene, devo concedertelo. Mai quanto starebbe stato a me, ma ti stava bene».
«Grazie» replica Jem ridendo e indietreggiando fino al carro strategicamente collocato all'ingresso del vicolo che collega la porta sul retro del saloon alla strada principale.
Una volta caricato l'uomo privo di sensi, salgono a loro volta e Will non esita a spronare i cavalli.
«Dai, torniamo. Abbiamo una taglia da riscuotere».
«Penso che comprerò un altro abito a Jessamine» commenta Jem, mentre le ruote sollevano sempre più polvere e alcuni cowboy gli rivolgono sguardi perplessi.
Will trova che il suo amico sia troppo buono e che Jessamine non meriti un altro pezzo di stoffa, ma non esterna le sue considerazioni.
«Io invece spenderò tutto in alcol e donnine di malaffare».

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Capitolo 7
*** Altri cinque minuti ***


Autrice: kuma_cla
Personaggi/Coppia: Will/Jem
Rating: verde
Genere: sentimentale, triste
Avvertimenti: missing moments (circa)
Prompt: Aspettare ancora altri cinque minuti; Shadowhunters, Will&Jem o Will/Jem il primo scontro da parabatai (littledarkrin)
Note: storia scritta per la notte bianca di maridichallenge su lj ( mi sono vagamente ispirata ad una fan art di Cassandra Jean; il Bethlem Hospital si occupa di malattie mentali since medioevo o giù di lì).




Altri cinque minuti, Will/Jem

«È stato fantastico!» esclama Will con entusiasmo, camminando all’indietro davanti a lui e accompagnando le parole ad alcuni fendenti dimostrativi «Hai visto come sono stato bravo?!»
È senza giacca, c’è un ampio strappo sulla manica destra della camicia e ha i capelli spettinati; sembra quasi ubriaco e Jem ringrazia l’Angelo per la runa dell’invisibilità, altrimenti i passanti penserebbero sicuramente che il suo amico sia fuggito dal Bethlem Hospital. 
«Anche tu, ovviamente, te la sei cavata. In fondo in questi anni ti sei allenato con me» continua e improvvisamente si lascia cadere sul prato. Jem rimane interdetto (dovrebbero rientrare e fare rapporto a Charlotte), ma solo per un secondo e poi lo imita. Non lo ammette volentieri, ma è un po’ stanco. Lo scontro è stato faticoso. Inoltre, per quanto sia riuscito a mantenere un’aria tranquilla nei giorni precedenti, si è pur sempre trattato del loro primo incarico da parabatai. La loro prima volta sul campo da soli. Un certo nervosismo lo ha provato anche lui; e se le cose fossero andate male? E se avessero fallito? E se Will fosse rimasto ferito a causa sua? Ora che è tutto finito ed è finito bene, si sente più leggero e l’erba morbida è un comodo posto su cui riposare qualche minuto e riprendere fiato prima di tornare all’Istituto.
«Non vedo l’ora di fare a fette qualche altro demone» gli dice distendendosi «Sei con me?»
«Sì» risponde senza nemmeno pensarci.
«Ottimo» replica Will con soddisfazione, quindi sbadiglia, appoggia il capo sulle sue gambe e chiude gli occhi.
«Cosa?!» domanda Jem sorpreso senza però spostarsi «Sei serio? Non puoi dormire qui, Charlotte ci sta aspettando. Si preoccuperà».
«Dai, cinque minuti» risponde l’altro, rabbrividendo appena nel sentire in lontananza il verso di un’anatra «Aspettiamo ancora altri cinque minuti e poi andiamo. Riposo solamente gli occhi, non dormo, te lo prometto. È anche una bella giornata».
Tra le nuvole fa capolino un timido ma ostinato e tiepido sole primaverile e l’aria profuma di fiori. Jem deve ammettere che il St. James’s Park quel giorno è davvero piacevole e a loro non capita spesso di potersi ritagliare un simile momento di tranquillità. Chissà quando tornerà un’occasione simile. Chissà se ci sarà mai.
Sospira e Will sorride, l’espressione per una volta serena e il respiro che si fa appena più pesante. A quella vista Jem si sente riscaldare e anche le sue labbra si curvano verso l’alto.
Aspettare ancora altri cinque minuti. Sì, si può fare.

È autunno e nel parco non c’è molta gente, per lo più turisti in giacca a vento e qualche persona che porta a spasso il cane.
Da nord soffia un vento freddo che si infila un po’ ovunque e solleva alcune foglie secche che rotolano fino ai suoi piedi.
Oltre gli alberi spogli si scorgono i profili della Shell Tower e del London Eye e nell’aria risuona la suoneria di un cellulare. Non è quello il St. James’s Park che ricorda, non è quella la Londra che conosce e lui non è il Jem di un tempo. È una nuova epoca, è una nuova vita ed è grato di quella seconda possibilità, lo è davvero, ma chiude gli occhi. Chiude gli occhi ed è primavera, ha quattordici anni e Will è lì con lui.
«Andiamo?» domanda una voce che non è quella del suo parabatai, ma è di Tessa.
«Aspettiamo ancora altri cinque minuti» domanda senza aprire gli occhi «Solo altri cinque minuti».

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Capitolo 8
*** Wherever you will go ***


Autrice: kuma_cla
Coppia: Will/Jem
Rating: verde
Genere: sentimentale, triste
Avvertimenti: reincarnation au (circa)
Prompt
SHADOWHUNTERS, Will/Jem: Era sempre Will a prendersi cura di Jem quando stava male (Rosa Della Valle); Will/Jem, reincarnation!au (littledarkrin)

Note: storia scritta per l'ultima iniziativa del gruppo fb We are out for prompt



È un'altra vita. Un'altra epoca. Probabilmente anche un altro mondo. Forse è solo un sogno – ma prega l'Angelo, quell'Angelo di cui solo ora inizia a ricordare, che non lo sia. 
In realtà non sa nemmeno cosa sta succedendo, se sta impazzendo o cosa. Un giorno memorie che non sapeva di avere hanno iniziato a srotolarsi nella sua mente e da allora non si sono più fermate ed è tutto così strano, intenso, spaventoso, bellissimo che non è più sicuro di nulla.
Ma sa che questa volta ha un corpo che lo sostiene ad ogni passo e non lo abbandona, ha un corpo sano. Ha sempre dato per scontata la sua salute ed ora non può fare a meno di esserne felice e grato e sa che è folle, ma sta bene, sta bene, sta bene! Ringrazia l'Angelo.
E sa di non essere solo in quella nuova vita, dimensione, allucinazione, quello che è.
Il ragazzo del caffè. Quello con cui alcuni giorni prima si è scontrato e che poi ha iniziato a vedere un po' ovunque – per strada, al college, nei suoi ricordi.
Will. Si chiama Will. William. E sono amici, sono fratelli, sono anime gemelle. Parabatai è il termine esatto.
Hanno dodici anni e sono l'uno il mondo dell'altro, ma ancora non lo sanno.
Hanno quattordici anni e il giuramento è stato fatto.
Hanno diciassette anni e incontrano Tessa. 
Ha centoquarantotto anni e i suoi capelli non sono più grigi, ma Will è morto molto tempo prima. È solo un ricordo, ma gli strazia il cuore perché come si vive quando la persona che ami con tutto te stesso non c'è più? Per alcuni giorni non riesce ad uscire di casa e non vuole vedere o sentire nessuno. Fa troppo male. Non vuole ricordare più nulla, ma ciò che vuole non ha importanza perché le memorie non si fermano. Ha quindici anni e dice a Will di non cercare più una cura. Ne ha sei ed è a Shangai, i suoi genitori sono vivi, sono una famiglia. Ne ha dodici ed è orfano. E poi non importa quanti anni abbia, in ogni ricordo c'è lui.
Si allenano insieme. Scherzano. Si mettono nei guai. Uccidono demoni. Ed è sempre Will a prendersi cura di lui quando sta male.

Non ha ancora capito cosa sia quello che sta sperimentando. Un'illusione? Una seconda possibilità? Forse non lo saprà mai, ma non ne è turbato. L'importante è che qualsiasi cosa sia duri. Ha molte cose da dire e da fare.
Lui non è uguale al Will dei suoi ricordi. Ha una spruzzata di lentiggini sul naso tanto per iniziare. Però è Will. Lo sa e non gli importa di nient'altro.
Lo aspetta all'uscita dell'aula. Dai libri che tiene in mano capisce che ha appena seguito una lezione sulla letteratura inglese. Forse non è così diverso, tutto sommato.
Non appena il ragazzo si accorge della sua presenza si ferma e lo guarda. Lo riconosce.
«Jem?»
Annuisce e sono di nuovo l'uno il mondo dell'altro, lo sono sempre stati.

 
— For whither thou goest, I will go

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