La Salvezza

di Sid Draco
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro ***
Capitolo 2: *** Harry scopre, Remus ricorda ***
Capitolo 3: *** Riflessioni ***
Capitolo 4: *** Promesse contrastanti ***
Capitolo 5: *** Piccolo problema peloso ***
Capitolo 6: *** Che ci fai tu qui? ***
Capitolo 7: *** Un Nuovo Amico ***
Capitolo 8: *** L'Ordine della Fenice ***



Capitolo 1
*** L'incontro ***


Salve a tutti!!!
sono Sid e questa é la mia prima fan fiction. 
non ho mai scritto nulla prima quindi non so auto-valutarmi gran che bene. non ho idea se sono brava o no.
spero mi recensite per aiutarmi a migliorare (sempre che io non sia un caso disperato).
grazie mille a chi legge. spero vi piaccia.
questo é solo un breve primo capitolo. se vi piace continuo.
saluti
Sid

 

 

La Salvezza


L uomo camminava stanco, strascicando i piedi. erano le sei e ben presto sarebbe calata la notte. Camminava per quei quartieri babbani, isolandosi dal mondo, pensando e pensando, senza curarsi di cio che accadeva attorno a lui. 

Pensava ai suoi anni felici, anni da studente. gia allora la sua vita non era facile, ma non aveva quell enorme peso del mondo intero sulle spalle, o meglio lo aveva, ma i suoi tre amici lo aiutavano a non crollare. 

invece adesso era solo, solo come un cane.

anzi, solo come un lupo. 

 

 

svoltó a destra, in una stradina ben curata. Lui ra alquanto fuori luogo, con il suo mantello tutto rattoppato, il viso pieno di cicatrici, gli occhi spenti. ma tant non c era nessuno in strada, stavano tutti dentro le loro case con la propria famiglia a cenare o guardare tutti assieme la televisine. stavano tutti al caldo, tutti tranne uno...

 

L’uomo si avvicinó lentamente alla staccionata di legno che segnava il termine del giardino ben curato. sull erba giaceva un bambino, raggomitolato su se stesso, le gambe portate al petto, le esili braccia poggiate sulle ginocchia e la testolina sulle braccia. Il bimbo piangeva silenziosamente e tremava. 

L’uomo si appoggió cautamente alla staccionata, cercando di non spaventare il bimbo, e piano, parló. “ciao.” il bimbo sussultó, alzo il faccino rigato dalle lacrime, si alzó in piedi, ma cadde inciampando nelle scarpe troppo grandi per lui. “mi dispiace signore! mi rimetto subito a lavoro!” disse impacciatamente il bambino, rialzandosi e rimettendosi a lavorare.

Solo allora l’uomo si accorse che il bambino era sporco di terra e probabilmente lo avevano messo a pulire il giardino.

Il bimbo si mise a staccare le erbacce in preda al panico. l uomo, chiunque egli fosse, lo aveva visto mentre non lavorava, e presto sarebbe stato punito per questo perche lui era un bambino cattivo e meritava di essere puntito e...

“che stai facendo?” furono le parole che interruppero i pensiero del bimbo. subito si mise dritto come un soldatino e guardo in faccia l uomo. fece per rispondere quando... “Harry? Harry Potter?” chiese l uomo incrdulo. aveva una faccia cosi stupita che sembrava gli avessero appena mostrato un alieno. 

La testa del bambino si mise a lavorare per ricordare quando e dove avesse visto quell’ uomo prima, ma non riuscendo a ricordare concluse che non lo aveva mai visto prima, quindi chiese “scusi, ma lei come fa a sapere il mio nome? lei chi é?”. 

ripresosi dallo chock, l uomo rispose “io, Harry, sono Remus Jhon Lupin. Ero uno dei migliori amici di tuo padre, e conoscevo molto bene tua madre. Ti ho riconodciuto perche sei uguale a tuo padre, tranne gli occhi, hai gli occhi di tua madre.”

Il bambino valutó un’ attimo la situazione. 

Lui non aveva mai conosciuto i suoi genitori, quindi non poteva sapere se quello che avesse detto l uomo fosse vero. Peró sapeva il suo nome senza averlo mai incontrato prima. forse era una di quelle persone cattive di cui sentiva sempre parlare quando Zio Vernon guardava la televisione. Forse era uno di quelli che prendono i bambini e gli fanno male. Zia Petunia diceva sempre a Dudley di non fidarsi degli sconosciuti prché potevano essere cattivi, peró non aveva senso perche nessuno poteva volere un bmbino brutto e ciccione che sembrava un maiale. e Poi a lui non lo avevano mai detto. Poi Zio Vernon e Zia petunia dicevano sempre che i suoi genitori erano cattivi. Quindi anche i loro amici lo erano. Quell’ uomo peró non aveva la faccia da cattivo, anche se aveva tante cicatrici.

E poi Harry sapeva che i suoi genitori non erano cattivi. lui lo sapeva. Punto.

Allora decise di fidarsi.

 

Il piccolo Harry si pulí le manine strusciandole sulla maglietta troppo grande per lui, aprí la staccionata e tese la mano all uomo. “Tanto piacere Signore.”

Si fidava.

 

Il bimbo era identico a James, solo sembrava molto malandato. l unica differenza tra lui e james era che il piccolo sembrava malnutrito, non portava gli occhiali ed aveva gli occhi di Lily. 

Remus si chiese perché non avesse mai preso contatto con il bambino prima, ma ora, ora tutto stava per cambiare, lui ci sarebbe stato, come james c’era stato per lui.

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Capitolo 2
*** Harry scopre, Remus ricorda ***


SALVEEE!!! ebbene rieccomi con il secondo capitolo.
grazie mille a chi mi ha recensita. é un grande regalo, cosi miglioro :)
grazie a chi recensirá.
grazie anche a chi mi "visita" e a chi mi legge e mi apprezza.
spero vi piaccia questo capitolo.
anche se la storia non vi piace per favore recensitemi, che dai propri errori e dalle critiche si impara meglio.
buona lettura
salti
Sid
 

La Salvezza

HArry scopre, Remus ricorda


"Allora, Harry, ti andrebbe di spiegarmi cosa ci fai a quest'ora qui fuori?" Chiese Remus. Si erano seduti appena fuori dal giardino del numero 4 di Privet Drive. "Harry è un bambino cattivo perchè ha litigato con Dudley e allora Harry è in punizione e deve pulire il giardino." Disse il bimbo, ripetendo come un pappagallo cio che evidentemente gli avevano messo in testa i suoi zii babbani. "E dimmi Harry, perche hai litigato con Dudley? E chi è Dudley?" Non era possibile che il bimbo venisse maltrattato, doveva avere frainteso qualcosa. "Dudley è mio cugino ed è arrabbiato perchè oggi voleva farmi male ma io non volevo allora sono scappato e lui si è arrabbiato. Poi l ha detto a Zia Petunia e io devo pulire il giardino." Disse Harry, tutto d'un fiato. Remus iniziava a spazientirsi. Lui, Remus Lupin, perdere la pazienza? Assolutamente no. Possibile che il figlio del suo amico james subisse tali ingiustizie? E lui, l'unico "superstite" alla tragedia che uccise lily e James dov'era in tutto questo? "Da che ora sei fuori, Harry?" Chiese Lupin. "Dalle due." Disse il bimbo inespressivamente. "Dalle due. Quasi cinque ore. Ma non hai freddo?" Chiese poi, rendendosi conto che il bambino indossava solo una maglietta a mezze maniche e dei pantaloni leggeri. Il piccolo annuí, abbassando lo sguardo. Harry Si stupí quando sentí qualcosa di pesante ma soffice posarsi sulle sue spalle. Lupin gli stava poggiando il suo mantello sulle spalle. Glielo avvolse attorno, lentamente e silenziosamente, per poi guardarlo. Il piccolo alzó la testolina e lo guardó con quegli enormi occhi verdi, cosí simili a quelli di lily, eppure cosí diversi. Erano gli occhi di un bambino che doveva portarsi un peso troppo grande sulle spalle per la sua età, proprio come Remus allora, e proprio come era successo a lui, voleva ci fosse qualcuno su cui contare, una salvezza per il bimbo, e quella salvezza, quella voleva essere lui, Remus Jhon Lupin.

"Mi parla di mamma e papà, signore?" Chiese il piccolo Harry. Non conosceva quell'uomo ma era da quando ricordava di esistere che si chiedeva chi fossero cosa facessero come fissero e.... Si, anche come fossero morti. Per anni se l'era chiesto, ma mai aveva potuto sapere. A casa Dursley era vietato per lui chiedere. Mai Mai Mai. Ancora meno concesso gli era chiedere dei suoi genitori. E poi, di punto in bianco, ecco spuntare un uomo che li conosceva. Ad Harry non importava essere scortese o altro, era avido, avido di sapere, come non lo era mai stato. "Cosa vuoi sapere, Harry?" Dire quel nome gli sembrava così stano. Erano sette anni oramai che non sentiva ne pronunciava quel nome, come quello di Lilly e di James, non in quel modo almeno. Oramai quel nome per lui era solo legato agli incubi, le scene di quella notte, la notte in cui perse non uno, non due, non tre, ma ben quattro dei suoi più cari amici. Ora quel nome era pieno di vita, come il bambino a cui apparteneva. Il piccolo Harry lo scrutava con quei due occhi enormi e verdi, pieni di speranza. "Cosa vuoi sapere dei tuoi genitori, Harry?" "TUTTO!" Esclamò il bimbo, mettendosi comodo, a gambe incrociate. Non sapeva nemmeno i loro nomi..... Allora Remus iniziò a raccontare, mentre il piccolo si stringeva nel mantello. "Tua madre e tuo padre, Lilly e James, erano degli eroi.... Lily era la ragazza più dolce che conoscessi. James era uno dei miei tre migliori amici. Assieme eravamo i Malandrini, ma il più malandrino era tuo padre..... Poi c'era Sirius, il più affascinante di tutti, il migliore amico di James, un vero sciupafemmine.... Poi c'era Peter, non era bravo in nulla ma era comunque nostro amico..... Poi c'ero io, il più calmo..... Assieme eravamo i 4 malandrini........."

Passarono ore a parlare (Remus raccontava, perdendosi nei ricordi, mentre il bimbo ascoltava muto) e Remus notó che il bimbo si girava sempre piú spesso a guardare il giardino o la casa. Quindi decise di chiedere "perche ti giri sempre Harry? Sei preoccupato? Ce qualcosa che non va?" Harry a quella domanda sobbalzò. Sapeva che l'uomo non gli avrebbe mai fatto male, solo i Dursley lo facevano, ma era comunque preoccupato. "Io... Veramente... Non ho finito di pulire in giardino, Signore.... E mi puniranno....." Disse il bimbo, con una preoccupazione quasi palpabile. Remus ci pensò su un attimo. Dopotutto quello era un giardino babbano, non aveva creature magiche, non sarebbe stato difficile, non c'erano nemmeno gli gnomi..... Però il bambino non sapeva.... Che fare? "Harry tu credi alla magia?" Ma a quella parola il piccolo si irrigidì subito, e un istante dopo si agitò "non si dice quella parola!!! Se Harry la dice viene picchiato!!! Quella parola è bruttissima!!! No no no!! Non lo dica più!!! No no no!!!! Non mi picchi!" Avrebbe continuato così per ore se Remus non gli avesse messo una mano sulla spalla, con un piccolo sobbalzo del bambino, e gli avesse sussurrato "Harry tranquillo. Io non ti picchio. Non lo farei mai. E la parola magia non è una brutta parola. È una parola come le altre. Perché tu non puoi dirla?" Gli zii mi picchiano se la dico." Disse mogio mogio, guardandosi le scarpe enormi. "Harry, i tuoi zii dicono tante bugie e cose non giuste, come quelle che ti fanno. Ma di questo parliamo un altra volta...." Ma non fece in tempo a finire la frase che "perché tornerai?!?!" - "certo che tornerò, se tu lo vorrai. Ma ora per favore ascoltami. Magia è una parola bellissima. E sai perché? Perché tua mamma, tuo papà, io e tu, tutti noi, siamo dei maghi." Harry ora si che era confuso. Lui, Harry Potter, il bambino inutile e stupido che tutti odiano, il bambino senza amici, lui, un mago? Ora si che si spiegavano tante cose.... Come quando si era ritrovato sul tetto della scuola, quando gli erano cresciuti i capelli in una sola notte... Quelle erano magie?..." La voce di Remus lo riportò alla realtà, bruscamente. "Lo so che per te è difficile da accettare adesso, Harry, ma è così. Ora si è fatto tardi, meglio se torni dentro e vai a mangiare e ci dormi un po su." Con grande stupore di Lupin Harry non sembrava particolarmente shoccato dalla notizia, difatti disse "Harry non può mangiare, è in punizione. E poi con il giardino come faccio?" Remus ci pensò su un attimo poi disse "al giardino ci penso io" e con uno schiocco di bacchetta e sussurrando delle strane parole il giardino divenne perfetto. Harry guardò Remus in modo molto toccato e curioso. Poi gli porse la mano e gli disse "grazie signore! Allora arrivederci!" Remus afferrò la mano, la strinse, salutò Harry e gli scompigliò i capelli. Chissà forse un giorno lo avrebbe fatto anche il bimbo, come James. Una volta che il bimbo entrò in casa Remus si voltò e se ne andò, appuntando mentalmente di portare qualcosa da mangiare al bimbo l indomani.

Harry entrò in casa, andò al sottoscala, si mise il pigiamino e si infiló sotto le coperte. Si addormentò col sorriso sulle labbra, entrando nel mondo dei sogni magici, stavolta in tutti i sensi.

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Capitolo 3
*** Riflessioni ***


Riflessioni

"Alzati!!!!! Subito!!!!!!" Furono le parole che svegliarono Harry, come ogni mattina. Zia petunia era solita svegliarlo così. 
Harry si vestí velocemente, si infiló la maglietta enorme che aveva indossato anche il giorno prima e quello prima ancora, i pantaloni con almeno cinque risvolti e le scarpe di parecchie misure più grandi. 
Harry andò in bagno a svuotare la vescica, mise velocemente i libri nella cartella logora, e corse in cucina. Zia Petunia era nuovamente arrabbiata con lui, come ogni mattina, senza motivo. Harry guardò Dudley fare colazione (per lui la colazione era praticamente inesistente, gli era concesso mangiare pochissimo) ed uscirono di casa.
Passó il pulmino della scuola a prenderli, e mentre salivano Dudley diceva "preparati cugino, anche oggi noi ci divertiremo e tu no". Detto questo salirono a bordo. 
Harry andò a sedersi in fondo come sempre, da solo. Poggiò la cartella per terra e si fece piccolo piccolo, guardando fuori dal finestrino. 
Due file di sedili dietro di lui, Dudley ed i suoi amici si erano impadroniti dei posti in fondo, cinque sedili tutti attaccati. 
Harry li sentiva sparlare di lui, come sempre, come ogni mattina. Decise di ignorarli. Oramai ci era abituato, quei ragazzini lo tormentavano dalla prima elementare! 
Gli insulti continuavano e Harry faceva finta di on sentirli, stringendosi nelle spalle e continuando a guardare fuori dal finestrino. Dopotutto erano cinque contro uno, e Dudley non era l unico grandezza-maiale. 
Sentì alle sue spalle un bambino dire "che schifo, sono giorni che ha la stessa maglietta, puzza come un maiale!" Harry riconobbe la voce, era il migliore amico di Dudley, anche lui un bambino grandezza-maiale.
Pensò di rispondere "qui il porco non sono io!! E poi puzza ancora da quando la metteva il vostro caro amico!!!" Ma non disse nulla. 
Continuarono così ancora e dopo un pó Harry si sentì premere qualcosa di viscido in testa. Si riflettete nel finestrino e vide che gli avevano spappolato una banana aperta sulla testa. A quel punto non ne poté più ed urlò "LASCIATEMI IN PACE!!! NON VI HO FATTO NULLA!!!! UN GIORNO SALVERÒ IL MONDO E VOI NE SARETE SOLO CHE GRATI E MI DOVRETE LA VITA!!!!"
Detto questo si sedette al suo posto tra le risate e le battutine dei ragazzi dietro. 
Non gli dispiaceva affatto quella versione di lui: un piccolo eroe che salva il mondo. 
Oramai sentiva di poter fare tutto, lui aveva qualcosa che gli altri on avevano, o meglio, lui era qualcosa che gli altri non erano. 
Lui era un MAGO.
E poi c'era Lupin, quel simpatico e buffo signore che girava con un vecchio mantello. Lupin conosceva i suoi genitori e la magia, lui gli avrebbe potuto insegnare!!!! E forse avrebbe avuto finalmente degli amici!!! Magari altri maghi o non-maghi he lo accettassero per quello che era: un bambino di otto anni pieno di sogni soppressi da una misera esistenza.
Ma ora c'era una speranza, una salvezza, un bianco nel nero.
Ora c'era l'amico di mamma e papà, Remus John Lupin.
Harry lo adorava già.


***

Remus si era svegliato tardi. Quella notte aveva finalmente dormito bene, un sonno tranquillo e sereno. 
Era andato nella sua piccola cucina, aveva messo a bollire l acqua del tè e si era seduto al tavolo. 
Aveva pensato e pensato.
Finalmente aveva ritrovato Harry. Si sentiva come se l'avesse sempre cercato. Quel bambino non era più di nessuno, era solo e perduto nel mondo. Era stato trattato con violenza per tutta la sua misera vita e tenuto all'oscuro di chi fosse. 
Quel bambino aveva bisogno di affetto, di comprensione, di comprendere e di molte altre cose. Quel bambino aveva bisogno di lui.
Un fischio annunciò che l'acqua per il tè era pronta e Remus si alzò.
Versandosi il tè decise di andare anche quel giorno dal bambino. Avevano molte cose di cui parlare. Dovevano recuperare il tempo perso.
Ma come fare? Mica poteva presentarsi a casa sua così di punto in bianco! 
Aveva un'idea.....



buondì. Scusate il ritardo ma mi sono bloccata, non sapevo che scrivere.
scusate se il testo è tutto uguale senza colori ecc ma lo sto aggiornando dall iphone.
spero vi piaccia questo capitolo.
grazie a chi legge a chi recensisce e a chi mi critica. 
Sid

 

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Capitolo 4
*** Promesse contrastanti ***


Remus arrivó in orario, ma proprio mentre camminava verso il numero 4 di privet drive vide Harry fuori dal cancello, seduto appoggiato alla staccionata.
"Ciao Harry." 
Silenzio. Il bambino giaceva li sul marciapiede, rannicchiato, seduto con le gambe al petto le braccia sulle ginocchia e la testa sulle braccia.
"Come stai?"
Silenzio.
"Harry"
Ancora silenzio.
Remus inizió a preoccuparsi.
"Harry per favore dimmi che succede."
Sentì un sussurro, quasi un sospiro.
Si avvicinó e si sedette  accanto a lui. "Come scusa?"
"Ho paura" sibiló il bambino.
Remus provó a mettere una mano sulla spalla del bambino ma egli sussultò, dunque la ritrasse subito. 
"Piccolo, non avere paura. Io non ti faccio nulla."
Il bimbo cominció a tremare.
"Shh. Va tutto bene. Tutto bene."
Gli parve di sentire un singhiozzo.
Pensó che qualcuno doveva avergli fatto del male, quindi disse "non ti preoccupare, ci siamo solo io e te."

Pian piano il bimbo si tranquillizzó e con lui anche Remus, che si era tanto preoccupato. Ma proprio quando credeva fosse tutto finito, Harry alzó la testolina arruffata.
Nero. L'occhio era tutto nero.
Remus trasalì ma fu ben attento a non mostrare la sorpresa al bambino per non spaventarlo.
"Chi-chi ti ha fatto questo?" Ma constató subito che quella era la domanda sbagliata, perchè il piccolo mise di nuovo la testa sulle braccia.
"Non devi vergognarti di questo Harry, va tutto bene. Non devi dirmi nulla se non vuoi."
Il bimbo alzó nuovamente la testolina e chiese, piano: "posso abbracciarti?" Come fosse un segreto, quasi timoroso.
A quelle parole Remus si commosse. "Ma certo!" E lo strinse a sè in un abbraccio caldo e rassicurante.
"Ti portero via di qui Harry, te lo prometto......"

                  *       *         *


L uomo stava li da almeno venti minuti. Non sapeva la parola d ordine e si malediceva per questo.
"Api frizzole! Caramelle mou! Gelatine tutti i gusti +1!!!"
"Ci hai già provato tre volte con le gelatine. La parola d'ordine è tiramisù." Disse calmo Silente. 
L'uomo sbuffó. "e cosa diamine sarebbe un tiramisù???" Chiese spazientito. 
"È un dolce babbano, ottimo tra l'altro." Disse il vecchio salendo le scale deietro al gargoyle, invitando con un gesto della mano l'altro uomo a seguirlo.
Arrivó nel suo ufficio e si sedette sul suo trono. 
"Allora Severus, volevi parlarmi? Accomodati."
Piton si sedette di fronte a lui e lo fissó con freddezza. 
"Il bambino."
"Bambino? Qale bambino?" Chiese sinceramente stupito il vecchio.
Una parola, un nome, così semplice eppure cosi doloroso. Gli bciava ancora. 
"Potter"
"Harry? Che cosa hai a che vedere tu con Harry?"
A quel punto Severus esplose "quel licantropo!!! Qello schifoso ibrido!! Non ci credo! E lei non fa nulla???"
Severus si alzó, infuriato.
"Giuro che quel coso non prenderà mai il bambino!"





 

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Capitolo 5
*** Piccolo problema peloso ***


"Harry non potrò venire per un po di giorni, mi dispiace." Disse Remus con aria triste. Gli dispiaceva molto ma non poteva farci nulla.
"Perchè? Non mi vuoi più?" Chiese il piccolo. Subito capì dell insolenza che aveva appena avuto e inizió a mormorare "scusa, scusa, scusa....." Mise la testolina sulle braccia, portó le ginocchia al petto e continuó con le scuse. 
Remus si avvicinó e si inginocchió accanto a lui. Gli mise la mano sulla spalla e disse "non preoccuparti Harry. A me puoi dire ció che vuoi, non avere paura alcuna."
Il piccolo alzó la testolina arruffata. "Tu non mi fai del male vero?"
A quella domanda Remus si sentì arrabbiato ed intenerito allo stesso tempo. Come poteva essere stato così egoista da non cercare Harry prima e condannarlo a questa vita? Era solo colpa sua....
"Harry ascoltami attentamente. Io non ti farò mai del male, mai. Io ti voglio bene. Picchiare è una cosa brutta, sopratutto i bambini. Tu non devi mai farlo, e non devi pensare che sia giusto che te lo facciano. Capito?"
La risposta semplice, sebbene quelle parole confusero il cuore del piccolo "si."
Ma Harry si sentiva cattivo. Lui meritava le botte. Peró se lo diceva il suo Remus, doveva essere vero. 
Il suo cuoricino era in conflitto.
"Perchè non puoi venire per dei giorni?" Chiese solo.

Come faceva Remus a spiegargli del suo piccolo problema peloso? Gli stava ancora spiegando che la magia esisteva! E poi l'avrebbe spaventato. 
Non voleva dirli che non poteva saperlo, Harry doveva sentirsi compreso e doveva sentire che Remus gli dava fiducia. 
Peró non voleva nemmeno mentirgli.
"Devo andare a fare una cosa. Non posso dire di no."
"Ma è una cosa brutta? Tu non sei cattivo!!" Questa affermazione gli strappó un sorriso. "No Harry non sono cattivo e non è una cosa brutta. Devo proteggere delle persone, dunque non potró venire a trovarti. Questo non significa che non ti voglio più o altro. Ti prometto che torneró."
Proteggere delle persone. Si stupì lui stesso delle sue parole. Non l 'aveva mai vista in questo modo, ma in un certo senso era così: se lui si allontanava e si barricava proteggeva le persone.
"Ma poi torni?"
"Si torno" lo rassicuró Remus.
"Quando?"
"Presto Harry, presto...."

* * *

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Capitolo 6
*** Che ci fai tu qui? ***


Remus stava ormai in quella casa abbandonata in mezzo al bosco da ore, aspettando che la luna piena spuntasse dietro le colline. Era buio pesto tranne che per una lampadina sul soffitto che emanava una flebile luce giallastra. 
Nella stanza c'era solo un letto in un angolo e una sedia. Il pavimento di legno era scheggiato e pieno di polvere, che con l'umidità era diventato un grosso strato di sporcizia appiccicosa. 
Remus giaceva sul pavimento e pensava. Pensava al piccolo Harry. Voleva salvarlo, ma non poteva, per lo stesso motivo per il quale stava li, in una catapecchia, a chilometri dalla civiltà, solo. 
Un fascio di luce ed un rumore assodante presero di stucco Remus.
Alzó la testa e vide un uomo, scuro, alla porta. Non lo riconobbe subito, ma quando fece un passo avanti....
"Severus...." 
"Lupin." Disse l' uomo deciso.  "Guardati, sei patetico. Non ti ricordavo così mal ridotto." Lo guardó disgustato. Nei suoi occhi ardeva l'odio. 
"Anche per me è un piacere rivederti, Severus..." L'uso del nome proprio lo fece infuriare ancora di più. "Da quando in qua sono Severus per te, e non Mocciosus?!"
"Mi spiace deluderti, ma io non ti ho mai chiamato con quello sgradevole appellativo."
Si scrutarono in silenzio per dei lunghi secondo, poi Remus ruppe quel muro di ghiaccio di silenzio che c'era tra di loro. "A cosa devo la tua visita?"
"Il bambino."
"Quale bambino?"
"Potter! Ti avverto stai lontano da lui!  Se solo provi ad avvicinarti ancora a lui, se gli fai qualcosa, o se solo provi a guardarlo, io ti spezzo!"
Remus non credeva alle sue orecchie. Quello era davvero Severus Piton che si preoccupava per il piccolo Harry? 
"Come mai ti interessi a lui?" Chiese dunque.
"Perché non dovrei?" Giocò sulla difensiva Piton.
"Oh andiamo! Tu odiavi James! Dovresti odiarlo quel bambino!"
"Odiavo James, ma..... "
In quel momento entrò un fascio di luce di luna dalla finestra ed andò a colpire Remus. Egli gridò, un grido lacerante. Subito inizò a gonfiarsi, i denti si allungarono, assieme a tutto il viso. Peli neri e folti iniziarono a crescergli su tutto il corpo. 
Gli occhi imploravano pietá, subito dopo divenendo feroci.
"Stupeficium!!!!" Gridó Severus, e dalla sua bacchetta uscì un fiotto di luce rosso che andò a colpire Remus  in pieno petto. Il licantropo venne scaraventato all indietro e.... POP!
Severus era lontano...


Eccomi qui con un altro capitolo!
Scusate il ritardo e il fatto che il capitolo sia così corto.
Recensite in tanti!
Grazie a chi mi legge e mi recensisce!
A presto
Sid Draco

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Capitolo 7
*** Un Nuovo Amico ***


Harry stava al suo posto, seduto composto, con il quaderno aperto su una pagina bianca. Sapeva benissimo che quella pagina non doveva essere bianca, e se ne vergognava. 
Non aveva fatto i compiti, di nuovo. 
Non era colpa sua, ma cosa poteva farci? Lui non veniva aiutato dalla zia come Dudly. Lui doveva pulire il giardino, la casa, cucinare. 

La maestra stava passando per i banchi a vedere se i suoi alunni avessero svolto i compiti, e si fermò davanti a lui.
"Oh Harry!" Disse con voce delusa.
"Perché non hai fatto i compiti assegnati per oggi?"
Il piccolo abbassò la testolina, muto.
"Allora?"
Ancora nessuna risposta.
"Harry non so piú cosa devo fare con te! Non li fai mai!"
"Mi scusi..." Fu il sussurro del piccolo. 
Stava male, molto male. Si sentiva colpevole, eppure non riusciva a migliorare. Lui si impegnava ad essere un bravo bambino, ce la metteva tutta. Ma con tutto ciò che aveva avuto da fare il giorno prima non aveva proprio avuto il tempo. 
Avrebbe voluto raccontare tutto alla maestra ma aveva paura di non essere creduto, e se così fosse stato sarebbe stato nei guai e lo avrebbero picchiato ancora di più.
"Dammi il diario, scriverò a tua zia. Voglio vederla."
A quelle parole Harry sussultò, sentendosi soffocare. La maestra non lo sapeva ma così facendo scriveva per lui una sorte molto dolorosa. 
Le porse il diario con mani tremanti. 
La maestra lo prese e ci scrisse velocemente qualcosa. Poi lo porse al bambino e gli disse di farlo leggere alla zia.
Stava per andare avanti con il controllo dei compiti quando bussarono alla porta. Entrò la preside e tutti i bambini si alzarono in piedi. 
Assieme alla preside Harry vide un bambino della sua età. Aveva i capelli rossi e numerose lentiggini. 
La maestra, che aveva raggiunto i due, disse qualcosa alla sua superiore, che salutò i bambini, gli disse di sedersi ed uscì. 
"Questo, bambini, è Ronald Weasley. Da adesso farà parte della nostra classe."
"Ciao Ronald" fu il coro che lo accolse da parte di tutti gli studenti.
"Ronald, perché non ti vai a sedere accanto ad Harry?" Lo invitò la maestra. Il piccolo annuì ed eseguì.
Una volta sedutosi si girò verso il suo compagnio di banco.
"Ciao! Io sono Ron! Tu sei Harry giusto?"
"Shh! Tu non devi parlare con me! Se Dudly ti vede ti picchia."
"Non m'importa niente di questo Dudly. Voglio essere tuo amico. Tu vuoi essere amico mio?"
Ron gli porse la manina.
Harry non credette alle proprie orecchie. Chi voleva mai essere amico suo? Afferrò la mano dell'altro e la strinse. "Amici!" Esclamò.
Era così emozionato! Il suo primo amico! La lezione continuò ma Harry non stette ad ascoltare. Era assorto nei suoi pensieri: adesso aveva Remus e Ron, non era più solo. Aveva persino dimenticato la nota sul diario, e credeva che nulla potesse più rattristarlo, proprio quando......

DRINNNNN!!!!!
La campanella annunciò l'inizio dell'intervallo. 
Harry corse subito a nascondersi al bagno, chiudendosi in una cabina. Non aveva proprio voglia di farsi prendere a pugni da Dudley.
Stava lì seduto sul gabinetto a gambe incrociate da svariati minuti quando sentì qualcuno correre dentro al bagno inseguito da altri passi. 
"Cosa vuoi da me?!" Sentì Ron urlare, con una nota di panico nella voce. "Io non ti ho fatto nulla!!!"
Poi riconobbe un'altra voce, quella di Dudley. "Nessuno può essere amico di Harry!"
"Giá nessuno!" Disse uno scagnozzo di Dudly. 
"E perché mai? A me sta simpatico!" 
Fu fortissimo il pugno che gli arrivò sull'occhio, e cadde all'indietro, rompendosi un polso. 
Fu allora che la porta si aprì,  e un Harry arrabbiatissimo urlò "lascialo in pace!!!! Lui non ti ha fatto niente!!!"
Ma invece di fare paura, provocò solo risate. Due amici di Dudly lo presero e lo tennero fermo, mentre quest'ultimo lo riempiva di pugni. 
Ron guardava atterrito, supplicando i bulli di lasciarli in pace. Dudly prese Harry per il collo e lo scaraventò contro i lavandini, incrinando una costola al poveretto.
Fu allora che successe: i bulli vennero scaraventati a terra da una forza fortissima, e svennero. 
"Cos'é successo?!" Chiese Harry spaventato. 
"Cavolo! Tu sei un mago! Non me lo avevi mai detto!" Disse Ron, sbalordito. "Beh si ecco io.... Forse...." Farfugliò il fanciullo.
"Non c'è tempo per le spiegazioni! Sono un mago anch'io. Ma adesso dobbiamo scappare!"
Scapparono dalla scuola, uscendo dalla finestra del bagno che per fortuna si trovava al pian terreno. 
Corsero per tantissimo, tenendosi per mano, senza sapere dove andassero, solo lontano da lì.




Ebbene eccomi qui con un nuovo capitolo. Spero vi sia piaciuto!
Grazie a chi legge, a chi recensisce e a chi mi segue!
Grazie anche a chi ha recensito gli scorsi capitoli!
Recensite in tanti!

Alla prossima
Sid Draco

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Capitolo 8
*** L'Ordine della Fenice ***


Arthur si smaterializzó in giardino, più vicino alla casa del solito. Camminó con passo deciso fino a casa ed entró sbattendo la porta.
"Arthur caro, che succede? Sei pallidissimo!"
"Molly, Ron non era a scuola. La maestra ha detto che lui ed un suo compagno di classe sono spariti al primo intervallo!"
Molly si portó una mano alla bocca.
"E chi sarebbe questo suo compagno di classe?!"
"Harry Potter."

* * *

Silente stava nel suo ufficio a pensare, quando vide un patronus entrare dalla finestra.
Riconobbe subito la voce di Arthur Weasly. "Mio figlio Ron e Harry Potter sono scoparsi da oggi alle 10. Abbiamo bisogno di aiuto."
Silente rimase stupito da quelle parole, e fece una cosa che non faceva da otto anni. 
Mandó due patronus.
Dopo otto anni era arrivato il momento di richiamare l'Ordine della Fenice. 
Avevano ideato una maniera molto efficace per avvertire tutto l'Ordine: ognuno mandava due patronus a due persone specifiche, e nel giro di pochi minuti l'allarme arrivava a tutti.

* * *
Quando l'allarme arrivò a Severus s'infuriò. 
Era si sicuramente colpa di quel bastardo di un ibrido! Gliel'avrebbe fatta pagare. 
Il messaggio diceva chiaramente di andare alla tana, ma lui non avrebbe perso tempo. Si mise il mantello pesante e con un POP andò a cercare il bambino che più odiava e più amava al mondo.

* * *

Remus si stava preparando una cioccolata calda. Era ancora debole per la notte di luna piena di pochi giorni prima. 
Vide dalla finestra u fascio di luce avvicinarsi, per poi entrare. 
"Harry Potter é scomparso. Tutto l'ordine della fenice alla tana il prima possibile."
Mandó avanti il messaggio sapendo che se non l'avesse fatto avrebbe interrotto la catena, mise il mantello, prese la bacchetta e si smaterializzò.
Andò davanti la casa dei Dursley e vide tutte le luci spente. 
Dopotutto era mezzanotte.
Vagó per quattro ore, correndo per quei quartieri babbani, l'adrenalina al massimo. 
Giunse ad un parchetto, esausto. Il suo corpo gli gridava di fermarsi, ma sapeva di dover continuare a cercare. Ne andava della vita di Harry, quel bambino così piccolo al quale si era già tanto affezionato. 
E se qualcuno l'avesse rapito? 
Erano ore che non aveva contatti con nessuno, tranne qualche patronus di Silente che lo pregava di raggiungerlo. 
Proprio mentre pensava al peggio, sentì un pianto.
Inizió a correre in quella direzione, e più si avvicinava più i lamenti gli sembravano due. 
Vide due bambini lontano, appoggiati ad un muretto, ebbraccido piangenti, pregando che fosse Harry. 
Li raggiunse e appena riconobbe Harry li abbracciò entrambi fortissimo. Sentì un corpicino annaspare tra le sue braccia e li lasciò andare. 
"Harry! Piccolo. Ti ho trovato!"
"Remus..." Sussuró il bimbo.
Remus si accorse che non respirava bene. 
"Harry che hai?!" Si allarmó subito.
Si intromise Ron dicendo "ha preso una botta forte qua" e si indicó il petto. 
"Tu invece stai bene? Come ti chiami?"
Mentre Ron gli diceva chi fosse e che aveva un occhio nero ed un polso che gli faceva tanto male, Remus fece un paio di incantesimi sul petto di Harry. 
"Weasley hai detto? Ok conosco i tuoi genitori."
"Davvero? Mi porti da mamma e papà?" Ron sembrava non essere più tanto spaventato. 
Harry invece, che grazie a Remus aveva ripreso a respirare quasi normalmente, scoppiò a piangere.
"Remus.... Ho avuto tanta paura... Remus..." Singhiozzava, mentre Remus lo teneva in braccio stretto a sé.
Poi si volse verso Ron. "Tu ti sei mai smaterializzato prima?"
"No. Papá dice che sono troppo piccolo."
"Beh adesso ci smaterializzeremo..."
"Forte!" Esclamó, e gli si illuminarono gli occhi. 
"... Ma non sará piacevole."
Li prese entrambi per mano, e POP.

Harry cadde a terra e Ron cominciò a vomitare. Subito Remus lo tenne per la fronte, aspettando che finisse.
Ron, che si era spaventato, e che gli si era abbassata l'adrenalina nel sangue, si trovó molto scosso. 
"Non lo faró mai piu..."
"Mi dispiace, era necessario."
Mandó un patronus a Silente e a Molly Weasley.
Prese entrambi i bambini in braccio, uno a destra e uno a sinistra. Li portó in casa. 
Li mise a letto, nel suo letto, ma non prima di aver fasciato il polso a Ron e avergli messo una soluzione sull'occhio.
Poi preparó una cioccolata calda mentre i bambini raccontavano cosa fosse successo in modo confuso e sconnesso. Gli porse la cioccolata calda che bevvero, riflettendo. Aveva capito che Harry aveva fatto una magia involontaria, e pure molto forte. Anche troppo per i suoi gusti. Se non imparava a controllare la magia sarebbe potuto accadere qualcosa.
Sentì qualcuno entrare in casa e si fiondó a vedere chi fosse.
Harry sentì solo poche parole.
"Il bambino sta bene?!"
"Si Severus, non preoccuparti."
Poi Remus tornó. 
"Chi era?" Chiese Harry curioso. 
"Nessuno, non ti preoccupare."
Remus stette un pó a parlare con i bambini, rassicurando Ron che i suoi genitori sarebbero arrivati a momenti. 
Erano ancora scossi, ma dopo che Remus ebbe promesso di non lasciarli per nulla al mondo soli, si addormentarono abbracciati. 



Buonasera!!!!
Eccomi con un nuovo capitolo dopo soli tre giorni! Ebbene si, mi andava di scrivere.
Spero vi piaccia! 
Recensite in tanti!
Grazie a chi legge!!!
A presto

Sid Draco

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