Fiore di Ibisco di lynn12 (/viewuser.php?uid=11521)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Profumo di primavera ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Un nuovo lavoro ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Si salpa ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - Gelosia ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Un salto nel buio ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - Un'isola non troppo deserta ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 - Un nuovo giorno ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 - Fight ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 - Fiore di Ibisco ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 - Heaven ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 - A te ***
Capitolo 12: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 - Profumo di primavera ***
Capitolo 1 – Profumo
di primavera
Il
tetto del palazzo era fiocamente illuminato dalle luci della strada e dai neon
degli altri palazzi. Il rosso bagliore della sigaretta era ben visibile nella
semioscurità.
Ryo,
mollemente appoggiato alla ringhiera, guardava il via vai di auto e persone
sulla Shinjuku-dori sotto di lui senza in realtà vederlo. La sua mente era
concentrata sul cambiamento che aveva intrapreso la sua vita da qualche
settimana a quella parte e sulla donna che ne era l’artefice e la causa. Era
trascorso quasi un mese dal matrimonio di Miki e Umibozu e il rapporto con Kaori
da quel giorno si era andato modificando. E, dal giorno in cui era riuscito ad
esternare a voce alta i suoi sentimenti, anche lui era cambiato. Aveva smesso di
nascondersi e finalmente le cose tra loro stavano migliorando. E doveva
ammettere che la vita di prima non gli mancava per nulla…
Certo,
le cose non si erano evolute così tanto anche dal punto di vista fisico. C’era
da sbellicarsi dalle risate detto dallo Stallone di Shinjuku, ma lui e Kaori non
si erano nemmeno ancora baciati. Non che non lo desiderasse – moriva dalla
voglia di assaggiare quelle labbra rosa – ma rispettava Kaori più di chiunque
altro e voleva essere paziente con lei, fare le cose nel modo e nei tempi
giusti. Lei era speciale e voleva che anche il loro rapporto lo fosse. Senza
contare che lui aveva bisogno di tempo per abituarsi a tutto quello che stava
succedendo. Per lui non era facile ancora esprimere liberamente i propri
sentimenti e i propri pensieri.
Rivisse
con la mente la giornata appena trascorsa. Era l’inizio di aprile, la primavera
era finalmente iniziata e lui e Kaori erano andati al parco di Ueno per la
fioritura dei ciliegi. Era stato bello passeggiare per i viali alberati mano
nella mano, come una coppia qualsiasi. Perché era quello che erano lui e Kaori,
una coppia. Prima ancora di quel cambiamento, era così che Ryo aveva sempre
considerato il loro rapporto. Lei era la sua donna, anche se non ancora in tutti
i sensi. E non c’erano bisogno di parole, perché lui sapeva che lei lo amava e
lei sapeva che lui la amava. Lo sapevano da anni.
La
sigaretta era ormai alla fine e lui la gettò a terra e la spense con la punta
dello stivale. Poi, voltò le spalle al panorama e scese al piano di sotto, dove
sapeva che Kaori lo stava aspettando per guardare un film insieme.
La
mattina dopo, Kaori camminava tranquillamente tra le corsie del supermercato
canticchiando a bassa voce. Era sempre di buonumore da un mese a quella parte.
Il suo rapporto con Ryo migliorava di giorno in giorno dal matrimonio di Miki e
Umibozu e lei poteva finalmente assaporare un assaggio della vera felicità.
Prese in giro, indifferenza, attesa…Tutto quello era solo un ricordo. Ryo ora
era più affettuoso, più premuroso, la prendeva ancora in giro, ma in modo dolce,
con complicità. Inoltre non correva più dietro ad ogni donna che vedeva, ma si
limitava a qualche battuta maliziosa ogni tanto, solo per stuzzicarla. Senza
contare che non usciva più ogni sera per andare a locali, ma andava solo un paio
di volte alla settimana a bere qualcosa con Mick e tornava sempre prima di
mezzanotte. E pensare che faceva tutto quello per lei era una cosa che la
sconcertava e l’emozionava al tempo stesso.
C’era
solo una cosa che la rendeva perplessa. Dal matrimonio le cose tra lei e Ryo
erano migliorate, questo è vero, tuttavia…Su un altro piano non era cambiato
niente. A parte qualche carezza o qualche bacio sulla guancia o sulla fronte,
Ryo non l’aveva mai sfiorata. E la cose era un po’…frustrante. Insomma, ormai
erano una coppia – perché sì, ormai stavano insieme davvero, ora poteva dirlo –
e lui non l’aveva nemmeno baciata. Certo, poteva immaginare quali fossero le
motivazioni di quel comportamento, probabilmente Ryo non voleva trattarla come
tutte le altre donne che aveva avuto, voleva che con lei fosse diverso e questo
la lusingava. E poi, sicuramente lui aveva bisogno di tempo per abituarsi a
quella nuova fase della loro vita. Però…A volte Kaori non poteva fare a meno di
chiedersi se Ryo la desiderasse quanto lei desiderava lui. Perché lei lo
desiderava. Da morire. Erano sei anni che sognava di sentire le labbra di lui
sulle sue, di poterlo accarezzare… Di fare l’amore con lui. E ancora quel
momento non sembrava arrivare…
Rimuginando,
Kaori uscì dal supermercato, caricò la spesa in macchina e si diresse verso il
Cat’s Eye. Una tazza di caffè di Miki era proprio quello che ci voleva. E poi
doveva smetterla di preoccuparsi. Ryo le aveva detto di amarla, il loro rapporto
aveva finalmente preso la piega giusta, perciò non aveva nulla di cui
lamentarsi. Se Ryo aveva bisogno di altro tempo per fare un ulteriore passo
avanti lei doveva rispettarlo.
Tuttavia,
la parte dubbiosa di lei dovette intravedersi nella sua espressione, perché, due
minuti dopo essere entrata al Cat’s Eye, Miki le chiese se ci fosse qualcosa che
non andava.
-In
realtà no…Però…- Kaori la guardò, un po’ incerta –Potremmo parlare in privato?-
Visto
che l’ora di punta era ormai passata, le due donne si sedettero ad un tavolo
vicino all’entrata, distante dal bancone dietro a cui si trovava Falcon. Anche
se in modo un po’ confuso, Kaori raccontò alla barista quello che le passava per
la testa.
-Così
quello che ti preoccupa è che la relazione tra te e Ryo non ha subito progressi
dal punto di vista…fisico, diciamo…- riassunse Miki alla fine
Kaori
annuì.
-A
volte penso che non si senta attratto da me…- mormorò
-Starai
scherzando, spero? Ma se ogni volta che posa gli occhi su di te il suo sguardo
diventa a dir poco famelico?!- esclamò l’amica
-Dici
sul serio?- la sweeper divenne rossa a quel pensiero
-Kaori,
da quello che mi hai detto, Ryo negli ultimi tempi si è fatto più gentile e
affettuoso, ha smesso di correre dietro alle donne e di andare in giro per
locali e, credimi, questo è un cambiamento non da poco da parte
sua…-
-Sì, lo
so, ma…-
-Aspetta,
fammi finire- la interruppe Miki –Dovresti saperlo meglio di me, lui non è un
tipo a cui viene facile dimostrare quello che prova, perciò, a modo suo, sta
cercando di dimostrarti il suo amore-
-Già,
ma proprio perché è un tipo che si esprime più con i gesti che con le parole,
non capisco perché, a parte qualche carezza o qualche casto bacio sulla guancia,
non si sia mai spinto più in là…Insomma, non si può dire che Ryo non sia un tipo
intraprendente con le donne…-
-Ma tu
non sei come le altre donne, Kaori. Tu sei la donna che lui ama, tu sei
speciale. Io credo che Saeba abbia troppo rispetto per te e per il vostro
rapporto per trattarti come le altre, perciò sta procedendo con calma, per non
farti fretta-
Kaori
doveva ammettere di non aver pensato a questa possibilità…
-Lo
credi davvero, Miki?- chiese più rincuorata
-Certo.
E se a te la cosa crea così tanto problemi perché non ne parli con lui?- le
disse l’amica
-Scherzi?!
Lo sai come sono fatta, ho fatto fatica a parlarne con te, figurati con Ryo!-
-Beh,
allora fai tu il primo passo, così lui capirà che sei pronta a procedere
ulteriormente nella vostra relazione…-
-Non so
se ho il coraggio nemmeno di fare questo…-
-Andiamo,
Kaori. Ormai dovresti essere più sicura di te e del tuo rapporto con Saeba!
Metti da parte la timidezza e buttati!-
Proprio
in quel momento, il campanellino sopra alla porta del locale tintinnò e
l’oggetto della loro discussione fece il suo ingresso. Ryo si stupì un po’ di
vedere le due donne che chiacchieravano appartate, soprattutto perché negli
ultimi giorni vedeva che Kaori era pensierosa, ma decise di non fare domande per
il momento. Se la sua partner non si fosse confidata con lui a breve, le avrebbe
parlato, ma per il momento non credeva ci fosse nulla di cui preoccuparsi,
poiché comunque la vedeva felice e serena.
Facendo
un cenno di saluto ad Umibozu, si avvicinò alle due donne.
-Salve,
ragazze. Disturbo?- fece allegro appoggiandosi allo schienale del sedile dove
sedeva la sua socia
-No,
non preoccuparti. Io e Kaori abbiamo finito di sparlare di voi uomini- scherzò
Miki
-Spiritosa…Parlando
di cose serie, Kaori, mi ha appena chiamato Saeko…Sta venendo qui, ha un
incarico per noi-
-Beh,
questa è una buona notizia perché sulla lavagna non c’era uno straccio di
richiesta!- sospirò Kaori
-Perché
nell’attesa non ci prepari uno dei tuoi deliziosi caffè, Miki?- chiese Ryo alla
barista mentre porgeva la mano a Kaori per aiutarla a scivolare fuori dal
divanetto
-Se me
lo chiedi così, non posso dirti di no!- Miki gli strizzò l’occhio e si avviò al
bancone
Kaori
prese la mano che lui le tendeva e gli sorrise. Lo sweeper l’aiutò ad alzarsi e
insieme si diressero verso il bancone, le mani ancora fermamente intrecciate.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Capitolo 2 - Un nuovo lavoro ***
Capitolo 2 – Un nuovo
lavoro
-Fra un
paio di giorni partirà dal porto di Tokyo una nave da crociera diretta alle
isole Filippine- Saeko iniziò a spiegare il motivo per cui aveva bisogno di City
Hunter –Su quella nave si imbarcherà anche Toshio Hirayama, il nuovo boss
dell’omonimo clan, che ha preso il posto del padre, Takefumi Hirayama, morto due
settimane fa-
-È una
delle famiglie mafiose più potenti di Tokyo, hanno le mani in pasta ovunque-
spiegò Ryo –Come mai questa crociera? Cosa c’è sotto?-
-Sotto
c’è l’acquisto di una partita di diamanti rubati, che Hirayama intende comprare
da Ryumei Hara- rispose la donna
-Questo
nome non mi dice niente- intervenne Umibozu
Saeko
aveva chiesto anche a Miki e Umibozu di partecipare alla conversazione, perché
molto ci sarebbe stato bisogno anche del loro aiuto.
-Questo
perché Hara vive in Australia da molto tempo, è lì che ha rubato i diamanti-
-E
adesso vuole portarli fuori del paese…- dedusse Ryo
-A dire
la verità, lo ha già fatto. Hara si trova attualmente a Osaka- replicò la
detective –Che è poi la prima tappa della crociera, dove la nave imbarcherà la
seconda parte dei passeggeri della crociera-
-Fammi
indovinare, i due voglio fare lo scambio sulla nave, appena superato il confine
delle acque giapponesi-
-Proprio
così, Ryo. In questo modo noi della polizia abbiamo le mani legate, in quanto
saranno fuori della nostra giurisdizione-
-E tu
vuoi che io e Ryo ci imbarchiamo e li catturiamo per te- intervenne Kaori
-Esatto.
E vorrei che voi, Miki e Falcon, li accompagnaste per fare loro da supporto. Due
coppie di amici in vacanza non desteranno alcun sospetto- sorrise la poliziotta
Kaori
arrossì all’implicazione che quelle parole portavano.
-A me
l’idea piace- intervenne Miki –Che ne dici se andiamo a fare un po’ di shopping,
Kaori? Sarà una buona occasione per mettere in atto quello che ti ho consigliato
prima!- aggiunse facendole un occhiolino complice
Questa
volta la sweeper ottenne una bella colorazione aragosta, sotto lo sguardo
interrogativo di Ryo.
-Starete
scherzando spero?! Non posso mettermi questo…coso-
Kaori
guardò con imbarazzo lo striminzito costume a due pezzi marrone con un piccolo
fiore di cristalli Swarosky sul seno destro. Eriko, a quel commento, incrociò le
braccia, imbronciata.
-Questo
“coso”, come lo chiami tu, è uno dei costumi da bagno più belli e più richiesti
che io abbia mai disegnato!- le disse sdegnata
-Kaori,
smettila di farti di questi problemi, hai un corpo bellissimo ed è ora che tu lo
metta un po’ in mostra- intervenne Miki
La
barista, appena saputo che il nuovo incarico prevedeva una fantastica crociera
alle Filippine, aveva trascinato Kaori al negozio di Eriko, pronta ad un lungo
pomeriggio di shopping sfrenato. Miki e la stilista si erano immediatamente
alleate per far provare a Kaori abiti di ogni genere, costumi da bagno compresi.
-Vedrai
che il tuo Ryo ti cadrà ai piedi come una pera cotta- le fece l’occhiolino Eriko
Kaori
rise a quell’immagine. Poi si guardò nuovamente allo specchio. Doveva ammettere
che quel costume le piaceva e che non le stava per niente male…E poi, perché no?
Se Ryo non si decideva, forse per una volta avrebbe potuto essere lei a fare il
primo passo.
-D’accordo,
mi arrendo- capitolò –Fate di me quello che volete…-
Miki ed
Eriko si scambiarono un sorriso trionfante.
Kaori
aprì la porta di casa cercando di non cadere sotto il peso di tutte le borse che
contenevano gli acquisti appena fatti. Inoltre, Miki ed Eriko avevano insistito
perché indossasse uno dei vestiti che le avevano consigliato, un leggero abito
di cotone a righe rosa e viola con la gonna a pieghe, abbinato ad un paio di
scarpe con il tacco. Il motivo era stato “di testare già da subito la resistenza
di Ryo”. Lo trovò seduto sul divano a guardare il notiziario.
-Scusa
il ritardo, ero con Miki ed Eri- gli disse entrando
-Non
fa…- Ryo si voltò verso di lei -…niente-
Diavolo,
ma quella donna stava tentando di ucciderlo! Stava facendo di tutto per essere
cauto ed andarci piano con lei e Kaori si presentava con un vestito del genere?!
Il tessuto elasticizzato le sottolineava le forme e la corta gonna lasciava
scoperte quelle lunghissime e favolose gambe…Moriva dalla voglia di prenderla in
braccio e portarla in camera sua per non farla uscire mai più.
-Vedo…che
hai fatto acquisti…- le disse cercando di spostare lo sguardo dalle sue gambe
-Sì, ho
preso qualcosa anche per te- gli rispose lei posando le borse –Adesso vado in
cucina e preparo la cena-
Un’idea
balenò nella mente di Ryo.
-Aspetta…-
si alzò e le si avvicinò –Visto che già indossi un bel vestito, perché non
usciamo fuori a cena?-
Kaori
non poteva credere alle sue orecchie…Ryo le aveva chiesto di andare a cena loro
due soli! Come una vera coppia!
-Sarebbe…sarebbe
bellissimo- gli sorrise, felice
-Bene.
Vado a cambiarmi-
Detto
questo, salì le scale e sparì nella sua camera. Lei sorrise tra se e se. A
quanto pareva il vestito stava dando i suoi frutti…Ringraziò mentalmente Eriko e
Miki per aver insistito affinché comprasse quello e tutto il resto.
Dieci
minuti dopo, Ryo riapparve. Vestito con un completo nero e una camicia azzurra,
era bello da togliere il fiato.
-Andiamo?-
le chiese
-Sì-
lei sorrise e prese la borsa
Era una
calda serata di metà aprile, perciò decisero di raggiungere il ristorante scelto
da Ryo a piedi. Mentre camminavano, Kaori continuava a rigirare tra le dita il
ciondolo della sua collana. Era stranamente nervosa. Non era insolito per lei
trovarsi da sola con Ryo, in fin dei conti vivevano insieme, e si era sempre
sentita a proprio agio con lui, ma quella sera era la prima volta che uscivano
da soli come una vera coppia e proprio non sapeva come comportarsi.
-Vedo
che la porti sempre- la voce di Ryo interruppe le sue riflessioni
-Eh?-
-La
collana-
-Oh,
sì, non me la tolgo mai-
Il mese
prima, per il suo compleanno, Ryo le aveva regalato una collana in argento con
un ciondolo a forma di due cuori intrecciati. Kaori lo aveva adorato fin dal
primo secondo e non se lo toglieva mai, soprattutto perché le sembrava di averlo
sempre vicino. A sua volta, al compleanno di lui, lei gli aveva regalato un
orologio con incise sul retro le loro iniziali e anche Ryo lo indossava sempre,
cosa che le faceva un immenso piacere.
Il
ristorante che il suo partner aveva scelto era piccolo, molto intimo e
confortevole. Cenarono a lume di candela, chiacchierando del più e del meno, e,
mano a mano che la serata procedeva, Kaori si sentiva sempre più rilassata e
felice. Ryo non aveva occhi che per lei, la trattava con dolcezza, la faceva
sentire speciale. La faceva sentire amata.
Dopo
cena decisero di comune accordo di fare una passeggiata. Camminarono in
silenzio, mano nella mano, godendosi la reciproca vicinanza, finché non
deviarono per l’entrata del parco di Shinjuku.
-Vuoi
passeggiare nel parco a quest’ora?- gli chiese Kaori stupita
-Di
cosa ti preoccupi?- le chiese Ryo divertito –Sei con il miglior sweeper del
Giappone!-
-Ho
capito, ma…-
-Non
fare storie, voglio portarti in un posto…-
-Che
posto?-
-Lo
capirai quando ci saremo-
La
condusse all’interno del parco, poi, dopo pochi minuti, si fermò.
-Ora
vediamo se ti ricordi…- le disse, misterioso
Kaori
si guardò intorno e all’inizio non vide altro che una panchina e due file di
alberi di ciliegio che contornavano in vialetto…Poi capì. Si voltò verso di lui.
-Questo
è il posto dove ti ho visto per la prima volta- mormorò, ricordando quando a 17
anni aveva pedinato suo fratello per scoprire quale lavoro facesse in realtà
-Esatto…Anche
se “spiato” sarebbe il termine più adatto…- le rispose lui, ironico
-E per
quale motivo mi hai portato qui?-
-Per
sedurti, mi sembra ovvio-
Kaori
stava per rispondere piccata a quella battuta ironica, ma poi cambiò idea,
decidendo di mettere le proprie carte in gioco.
-Tu non
hai bisogno di sedurmi, io sono già tua- gli sussurrò guardandolo negli occhi
Il
cuore di Ryo gli si contrasse nel petto di fronte a quelle parole e a quello
sguardo. Decise, per una volta, di gettare al vento le sue proposizioni e di
lasciarsi guidare dai propri sentimenti. Le circondò la vita con le braccia e
abbassò la testa cercandole le labbra. Fu un bacio tenero e appassionato allo
stesso tempo, un lento e caldo conoscersi e assaporarsi.
Quando
il bacio ebbe fine, avevano entrambi il respiro affannoso. Kaori appoggiò la
testa al petto di Ryo, cercando di calmare il battito furioso del proprio cuore,
e Ryo la strinse a se, affondando il viso tra i capelli di lei. Quando riuscì di
nuovo a parlare, Kaori alzò il viso e gli sorrise, con aria maliziosa.
-Beh,
era proprio ora che ti decidessi a baciarmi-
Lui
rise.
-Lo sai
che sono lento in queste cose, ma quando mi decido faccio le cose per bene,
vero?-
-Oh,
sì, ti ci metti proprio d’impegno-
-Che ne
dici di un bis?-
-Dico
che sono pienamente d’accordo-
Kaori
ebbe appena il tempo di finire la frase, che la bocca di Ryo aveva già catturato
la sua in un altro passionale, esigente bacio.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Capitolo 3 - Si salpa ***
Capitolo 3 – Si salpa
Due
giorni dopo, Kaori e Ryo, accompagnati da Miki ed Umibozu, salirono sulla nave
da crociera che li avrebbe portati verso le Filippine. Il viaggio sarebbe durato
due settimane, ma Hirayama ed Hara, a detta degli informatori di Saeko, si
sarebbero incontrati già la seconda notte, perciò la detective aveva accordato
loro il resto del viaggio come vacanza a spese della Prefettura di Tokyo.
Ovviamente i quattro avevano accettato di buon grado, un po’ di riposo era
proprio quello che ci voleva dopo i burrascosi avvenimenti del mese prima con il
generale Croiz. Quello che era successo aveva cambiato indelebilmente le vite di
tutti e quattro gli amici ed essi avevano bisogno di lasciarsi tutto alle spalle
e riprendere con la loro vita.
D’altronde,
il gruppo di amici era già sulla buona strada e questo valeva in particolare per
Ryo e Kaori, che avevano appena iniziato una nuova fase della loro vita, la fase
della felicità finalmente trovata.
Raggiunte
le cabine a loro assegnate, Ryo e Umibozu proclamarono che avrebbero fatto un
giro della nave, mentre Kaori e Miki decisero di rimanere a disfare le valigie.
Le cabine erano arredate con molto gusto, ad ogni piano era assegnato un colore
e quello dove si trovavano le loro stanze, adiacenti, era quello dell’azzurro.
Era lo stesso piano su cui alloggiavano Hirayama e Hara, ognuno rispettivamente
ai due estremi del corridoio. Le camere del gruppo di sweeper erano invece al
centro, in modo da poter tenere d’occhio entrambi.
Mentre
Kaori disfaceva le valigie con l’aiuto di Miki, le raccontò di quello che era
successo la sera del suo appuntamento con Ryo.
-Allora
il nostro sweeper si è finalmente deciso a darsi una mossa! Era ora!- fu il
commento entusiasta dell’amica
-Eh
sì…- Kaori sorrise sognante –Le cose tra noi vanno a gonfie vele-
-E
dimmi…- le chiese maliziosa Miki –Siete arrivati anche alla fase successiva?-
L’altra
diventò color peonia.
-Ehm…no…-
-Beh,
con il guardaroba che ti sei portata il nostro Saeba non resisterà ancora per
molto-
Kaori
arrossì ancora di più, ma scoppiò a ridere assieme all’amica.
La nave
levò le ancore subito dopo il tramonto, avrebbero viaggiato fino ad Osaka, dove
la nave si sarebbe fermata per la notte, per poi ripartire la mattina dopo. I
quattro cenarono nell’elegante ristorante con ampie vetrate che offrivano una
magnifica vista sulla distesa oceanica e poi decisero di fare una passeggiata
sul ponte, chiacchierando allegramente. Inevitabilmente, però, il discorso finì
per cadere sul loro incarico.
-Per
sapere il momento esatto in cui Hirayama ed Hara si incontreranno dovremmo
mettere delle cimici nelle loro cabine- suggerì Ryo
-Già,
ma se dobbiamo dividerci per entrare nelle due stanze chi terrà d’occhio i
nostri amici?- replicò Umibozu
-Ehi,
voi due…- intervenne Miki –Non vi state dimenticando di noi due?- indicò lei e
Kaori –Conoscete due diversivi migliori?-
-Dovrete
solo tenerli d’occhio, non avvicinateli se non in caso di emergenza, ok?- disse
loro Ryo
-Agli
ordini, capo- gli fece l’occhiolino Kaori
-Ma
guarda te che partner che mi doveva capitare, osa anche prendermi in giro!-
scherzò lo sweeper
-Sarà
perché ormai comincia a perdere colpi, caro mio- intervenne Umibozu
-Senti
chi parla, non sono io quello che se va in giro tutto il giorno con un
grembiulino, Lucciolone!-
-Non
chiamarmi Lucciolone, deficiente!-
-E tu
non osare dirmi che perdo colpi, guarda che io ho 20 anni!-
-Sì,
certo, e io sono la regina d’Inghilterra!-
Le due
donne si guardarono sconsolate, mentre i due uomini continuarono a insultarsi e
a sbeffeggiarsi, con tutto il ristorante che li guardava come fossero due
alieni…
Quando
fu il momento di andare a letto, i quattro si divisero, ogni coppia ritirandosi
nella propria stanza. Kaori sentì che l’imbarazzo arrivava a sommergerla. Certo,
non era la prima volta che lei e Ryo dovevano dividere un letto, ma questa volta
era tutto diverso. Non avevano mai dormito insieme da quando erano una coppia.
Si
rinchiuse in bagno e fissò il suo riflesso nello specchio. Che cosa sarebbe
successo quella notte? Spostò lo sguardo sulla camicia da notte, anche quella
scelta da Miki ed Eriko. Era corta, sorretta da due sottili spalline ed
interamente di seta rosa chiaro. Era semplice, ma nello stesso tempo molto
provocante. Come avrebbe reagito Ryo vedendola con quella addosso? Lei lo
desiderava, desiderava Ryo con una forza che a volte la sorprendeva. Ma la sua
inesperienza e la sua timidezza le impedivano di essere più esplicita. Se lui
non avesse colto il messaggio, non avrebbe proprio saputo che altro
inventarsi…
La
indossò e si guardò allo specchio. Doveva ammettere che si vedeva molto
seducente con quella addosso. Facendo un profondo respiro, aprì la porta del
bagno e rientrò nella camera.
Ryo,
nell’attesa, si era già coricato. Sapeva che Kaori doveva sentirsi in imbarazzo
per quella situazione e voleva fare qualcosa per tranquillizzarla. Ma, quando
sentì la porta del bagno aprirsi e si voltò, il suo cervello andò in totale
black out. Ok, era ufficiale. La sua socia lo voleva morto. Indossava
un’impalpabile e per niente castigata camicia da notte di seta. Le sottili
spalline lasciavano scoperta la pelle candida del collo e delle spalle e la
l’orlo le arrivava assai sopra il ginocchio, donando una magnifica visuale di
quelle lunghissime gambe. All’improvviso, Ryo si pentì di essersi coricato solo
in boxer, perché il suo amico là sotto stava già reagendo a quella sublime
visione. Dio, si era ripromesso di andarci piano con lei, ma Kaori di sicuro non
gli stava rendendo le cose facili!
La
guardò avvicinarsi al letto sentendo che la sua capacità di respirare era andata
improvvisamente in vacanza. Tuttavia, cercò di controllarsi. Saltarle addosso
non era proprio il metodo migliore per dimostrare quanto tenesse a lei e alla
loro storia. Quando Kaori fu al suo fianco, le sfiorò le labbra con le proprie e
le augurò la buonanotte. Poi chiuse gli occhi e cercò di non pensare al corpo
che giaceva accanto al suo.
Kaori
lo guardò mettersi a dormire e trattenne a stento un sospiro di esasperazione.
Neanche la camicia da notte era servita allo scopo. Ma cosa voleva, un invito
scritto?! O forse non la desiderava? Tutte le insicurezze di Kaori riemersero
come un fiume in piena. Possibile che Ryo la amasse, ma non provasse attrazione
per lei?
Possibile
che tutte le offese che le aveva rivolto in quegli anni avessero un fondo di
verità?
Lanciò
un’occhiata al suo volto addormentato, poi, delusa e amareggiata, si voltò e
chiuse gli occhi, cercando di trattenere le lacrime.
La
mattina dopo, Kaori si svegliò per prima e si affrettò a farsi una doccia per
cercare di togliere i segni della notte agitata che aveva appena trascorso.
Quando uscì dal bagno, Ryo era sveglio e lei cercò di comportarsi con
naturalezza, ma poté vedere che il partner si era accorto che qualcosa la
turbava. Tuttavia, il lavoro li aspettava e non c’era tempo per parlare. Dopo
colazione, i quattro si recarono in piscina, dove sapevano di trovare Hirayama
ed Hara, che ovviamente si comportavano come se non si conoscessero per non
attirare l’attenzione. Mentre Ryo e Umibozu si avviavano verso le loro cabine,
Kaori e Miki si sdraiarono su dei lettini da cui potevano tenere d’occhio i due.
In caso di problemi, erano collegate con i due sweeper attraverso degli
auricolari e delle minuscole trasmittenti nascoste in due collane che le donne
portavano.
Kaori e
Miki chiacchieravano del più e del meno, come due amiche che si godevano il sole
per una bella abbronzatura. La barista vedeva che l’amica non era in gran forma,
ma finché avessero portato le ricetrasmittenti non poteva chiederle se c’era
qualcosa che non andava con Ryo, perciò rimandò a più tardi. Sembrava che tutto
filasse liscio, quando le due si accorsero che Hirayama si era diretto verso il
bar, ma, quando aveva messo mano alla tasca per pagare, si era accorto di non
avere il portafoglio. In quel momento si stava dirigendo verso l’interno della
nave, probabilmente per tornare nella sua cabina e prendere il portafoglio.
-Maledizione,
e adesso cosa facciamo?- esclamò Miki
-Che
succede?- la voce di Ryo arrivò attraverso gli auricolari
-Hirayama
sta tornando in cabina- rispose la barista
-Merda,
cercate di trattenerlo in qualche modo-
-E
come?-
-Ci
penso io- intervenne Kaori
Prima
che Miki o Ryo le chiedessero cosa avesse intenzione di fare, lei si era già
alzata, aveva afferrato il bicchiere con il suo succo d’ananas e si stava
dirigendo verso Hirayama. Arrivata a pochi passi da lui, fece finta di essere
intenta ad osservare l’oceano e “per caso” gli finì addosso, versandogli il
drink sulla camicia.
-Oh, ma
guardi cos’ho combinato!- esclamò con tono dispiaciuto –Mi dispiace moltissimo,
signore, è tutta colpa mia- si scusò con sguardo mortificato
Vedendo
quella bellissima rossa che lo guardava con occhi da cerbiatta, Hirayama
sorrise.
-Non fa
nulla, signorina. Cose che succedono- le disse gentile
-Ma le
ho bagnato tutta la camicia…Senta, perché non mi permette di offrirle un drink
per farmi perdonare?- gli chiese Kaori civettuola
-Sarà
un piacere per me- le rispose l’uomo con fare seducente
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Capitolo 4 - Gelosia ***
Capitolo 4 –
Gelosia
-Ma che cavolo sta facendo?!-
Ryo aveva ascoltato ogni parola pronunciata dalla
socia e la piega che stava prendendo la situazione non gli piaceva per niente.
Quel viscido criminale ci stava provando con la sua donna!
-Lo sta distraendo mentre noi finiamo il lavoro-
rispose secco Umibozu, mentre finiva di scassinare la porta della camera di
Hirayama
Si erano già occupati di quella di Hara, piazzando
varie cimici in punti strategici, e, mentre si avviavano verso quella
dell’altro, Miki li aveva avvertiti del fatto che il proprietario stava tornando
in cabina. Se non fosse stato per Kaori avrebbero dovuto lasciar perdere tutto.
Ryo e Umibozu piazzarono le cimici nella camera senza
alcun problema, mentre Kaori intratteneva Hirayama.
-E mi dica, signor Hirayama, che lavoro fa?- gli
chiese lei
-Sono un commerciante di pietre preziose, ma la prego,
signorina, mi dia pure del tu e mi chiami Toshio- le rispose lui
-Solo se lei mi chiama Kaori-
-Kaori…Un bellissimo nome per una splendida ragazza.
Dimmi, Kaori, sei in vacanza da sola?-
-Veramente sono in vacanza con il mio fidanzato, il
suo socio e sua moglie, ma lui non pensa altro che al lavoro…- Kaori assunse
un’espressione seccata -Pensi che anche adesso è chiuso nella nostra cabina con
il suo socio e io e la mia amica siamo tutte sole-
-Se fossi io il tuo accompagnatore, non ti lascerei
sola nemmeno un secondo per paura che qualcuno ti porti via da me- le sorrise
Toshio malizioso
-Sei troppo gentile…-
Dall’altra parte, Ryo avrebbe volentieri raggiunto
quella specie di viscido verme per cambiargli i connotati. Quella storia lo
stava veramente facendo incazzare e la frase che udì subito dopo non servì di
certo a calmarlo:
-Kaori, so che sei qui con il tuo fidanzato e forse mi
troverai troppo sfacciato, ma vorrei chiederti di cenare con me questa sera- le
propose Hirayama
-Non sei per niente sfacciato e io sarei molto felice
di cenare con te- rispose lei –Sono stanca di accettare che quello stupido trovi
un attimo per me-
-Benissimo, allora. Ti aspetto alle otto al mio
tavolo, è il numero 305, vicino alle vetrate-
-Ci sarò-
-Ma che diavolo ti è saltato in mente?!- sbraitò Ryo
non appena lei e Miki raggiunsero i due uomini nella loro cabina
-Ho distratto Hirayama prima che vi scoprisse, ecco
cosa mi è saltato in mente- rispose irritata Kaori –Avresti preferito forse che
andasse tutto a monte?-
-Non è questo il punto! Tutto ciò non era nei piani,
ti sei avvicinata troppo a lui e hai corso il rischio di far saltare la nostra
copertura!-
-Non mi sembra proprio. E poi lo sai meglio di me che
a volte gli imprevisti fanno sì che i piani vadano cambiati!-
-Ha ragione lei, Saeba- intervenne Miki –Kaori è stata
brava e ci ha evitato un sacco di problemi, perciò non vedo perché tu debba
essere arrabbiato…O forse sei geloso perché Hirayama si è invaghito di Kaori?-
Mentre Umibozu ridacchiava, Ryo si voltò verso di lei,
lanciandole un’occhiataccia.
-Potreste lasciarci soli, per favore?- sibilò
Scuotendo la testa, Miki e Umibozu si diressero verso
la porta, ma, prima di uscire, la donna guardò Kaori e le fece l’occhiolino, poi
le sussurrò:
-È cotto a puntino!-
Dopo di che, sparì velocemente chiudendosi la porta
alle spalle, per paura che Ryo le lanciasse dietro qualcosa. Quando rimasero
soli, Kaori si incamminò verso il bagno senza dire una parola.
-Dove stai andando? La discussione non è ancora
conclusa- la fermò Ryo
-In realtà non dovrebbe essere nemmeno cominciata-
replicò lei –Ho agito nel modo giusto e lo sappiamo entrambi, se hai bisogno di
sfogare la tua rabbia, o meglio, la tua gelosia trovati qualcun altro con
cui farlo!-
Detto ciò, si sbatté la porta del bagno alle spalle.
Ryo, nervoso, si passò una mano tra i capelli e cominciò a camminare avanti e
indietro per la stanza. Odiava ammetterlo, ma Kaori aveva maledettamente
ragione. Lei era stata brava, aveva evitato a lui e a Umibozu un sacco di grane
e lui non aveva motivo di rimproverarla… Solo che era geloso. Geloso marcio.
Pensare che Hirayama avesse parlato con lei, l’avesse guardata vestita solo di
quel minuscolo costume marrone gli faceva venire il sangue alla testa. Non aveva
mai sperimentato una sensazione simile. Non era mai stato geloso delle altre
donne che aveva avuto, ma con Kaori era diverso. Si era scoperto possessivo
verso di lei. Non tollerava che gli altri uomini la guardassero con malizia, o
peggio ancora, cercassero di abbordarla. Lei era sua.
Guardò la porta dietro alla quale si trovava Kaori.
Sentirla flirtare con Hirayama e il desiderio che da anni covava per lei gli
avevano fatto perdere la testa. Sapeva che se glielo avesse spiegato, che se si
fosse scusato, lei avrebbe capito e lo avrebbe perdonato, ma prima aveva bisogno
di calmarsi, altrimenti avrebbe detto qualcosa di stupido e avrebbero
ricominciato a litigare. Perciò, si diresse verso la porta e uscì dalla stanza,
afferrando nel tragitto il suo pacchetto di sigarette. Di solito, quando era
arrabbiato o nervoso, il metodo migliore per farlo calmare era il sorriso di
Kaori. Tuttavia, vista la situazione, si sarebbe dovuto accontentare di una
sigaretta e un po’ d’aria fresca.
Quando Kaori si decise a uscire dal bagno, Ryo non
c’era più. Si era concessa un lungo bagno, armata di lettore mp3 alle orecchie,
e ora si sentiva più calma. Il comportamento del partner l’aveva veramente
irritata. Erano anni che si sentiva muovere rimproveri a causa del suo lavoro e
decisamente ne aveva abbastanza. Soprattutto perché stavolta non aveva nessuna
colpa e lo sapeva. Ryo si era comportato così solo per stupida gelosia. Cavolo,
ma stava solo recitando! Cosa credeva, che le avesse fatto piacere essere carina
con quel criminale? Tuttavia, conosceva bene Ryo e sapeva che, oltre a essere
possessivo oltre ogni dire, era anche molto protettivo e non gli piaceva per
niente saperla vicina ad un potenziale pericolo. Sospirò. Quanta pazienza ci
voleva con quell’uomo! Con un leggero sorriso, decise di uscire e andare a
cercarlo.
Lo trovò a poppa, appoggiato alla ringhiera e intento
a fissare il rimescolio di acque causato dai motori della nave sotto di lui, una
sigaretta ormai finita tra le labbra. Si mise accanto a lui, guardando l’azzurra
distesa dell’oceano che all’orizzonte si fondeva con il cielo. Per qualche
minuto rimasero in silenzio, alla fine fu Ryo a romperlo:
-Mi
dispiace per prima- mormorò lasciando cadere la sigaretta in mare, senza però
voltarsi verso di lei
Kaori
guardò il suo profilo, stagliato nel blu.
-Ryo,
quando ti deciderai a capire che ormai faccio parte di questo mondo quanto te?-
gli disse –So bene che il tuo comportamento deriva dalla preoccupazione per me,
ma City Hunter siamo noi due, insieme, non puoi pretendere che io me ne resti in
disparte a guardare-
Lui si
voltò verso di lei.
-Tu hai
ragione, è solo che…Saperti in pericolo mi fa andare fuori di testa. Se ti
succedesse qualcosa…-
Lei gli
premette due dita sulle labbra.
-Lo so.
Anch’io morirei se ti perdessi- sussurrò poi
Ryo le
prese la mano e ne baciò il palmo. Poi l’attirò a se e la baciò.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Capitolo 5 - Un salto nel buio ***
Capitolo 5 – Un salto
nel buio
Per la
cena con Hirayama, Kaori indossò un corto e attillato vestito nero che si
allacciava dietro la nuca, enfatizzando la curva del seno e dei fianchi. Ad esso
abbinò un paio di sandali neri con il tacco alto. Si guardò allo specchio,
soddisfatta del risultato. Pensare che Miki ed Eriko avevano dovuto insistere
una buona mezz’ora per convincerlo ad acquistarlo! Con quello addosso Hirayama
non avrebbe di sicuro saputo resistere…e, sperava, nemmeno Ryo.
Dopo
essersi truccata leggermente, uscì dal bagno e raggiunse il suo partner nella
stanza da letto. Ryo, seduto sul letto a ricaricare la sua Python, quasi fece
cadere la pistola quando la vide. Quella serata non si prospettava per niente
semplice…
-Questa
cosa mi piace sempre meno…- borbottò chiudendo il caricatore della sua Magnum
Kaori
si trattenne dal ridacchiare, sapendo che lo avrebbe irritato ancora di più. Un
Ryo così geloso era una novità per lei e si stava godendo ogni minuto! Lui le
porse l’auricolare e la collana che conteneva la ricetrasmittente e l’aiutò ad
indossarla.
-Mi
raccomando, fai attenzione- le disse poi
-Non
preoccuparti- gli rispose lei, poi, maliziosa, aggiunse:-E tu fai il bravo, mi
raccomando!-
-Cosa
vorresti dire?-
-Non
vorrei mai che ad un certo punto ti presentassi al tavolo e mi facessi una
scenata di gelosia perché Hirayama mi ha passato il sale-
Ryo la
guardò storto e lei scoppiò a ridere.
-Non ci
trovo niente da ridere-
-Scusa,
ma non sono abituata a vederti così geloso di me e mi sto divertendo a prendermi
qualche piccola rivincita-
-Io
sono sempre stato geloso di te- le disse serio
Kaori
sentì che il proprio viso prendeva una bella tonalità di rosso. Ryo ridacchiò e
le stampò un bacio sulle labbra.
-Adesso
sei tu che sei divertente!-
Lei gli
diede uno scherzoso schiaffo sul braccio.
-Forza,
spiritosone, è ora di andare-
Raggiunsero
Falcon e Miki in corridoio e insieme si diressero verso la sala da pranzo.
Mentre Kaori avrebbe raggiunto Hirayama al suo tavolo, loro avrebbero ascoltato
tutto ciò che si dicevano dall’altra parte della sala.
Quando
Toshio la vide, si alzò in piedi, squadrandola da capo a piedi con espressione
da predatore. Kaori dovette frenare l’impulso di vomitare, sfoggiando invece un
sorriso raggiante.
-Sei
meravigliosa, Kaori- le disse l’uomo baciandole la mano
-Ti
ringrazio. Anche tu sei molto elegante- rispose
Questa
non era una bugia. Hirayama indossava un completo nero che doveva essere stato
fatto su misura per lui e che doveva anche costare molto.
Durante
tutta la cena discussero di vari argomenti e Toshio non perse un’occasione per
flirtare con lei. Nonostante la cosa la mettesse molto a disagio, Kaori fece di
tutto per stare al gioco e per fargli credere di stare al gioco. Sentiva
distintamente la presenza di Ryo, anche se era distante. La sua aura omicida nei
confronti di Hirayama si sentiva fino a lì e i suoi commenti poco gentili le
arrivavano attraverso l’auricolare, tanto che più di una volta aveva dovuto
trattenersi fino allo stremo per non scoppiare a ridere.
Lo
scopo della serata era scoprire dove Toshio e Hara si sarebbero incontrati e,
anche se non era sicura che l’uomo si fidasse di lei, Kaori sperava che
l’avrebbe invitata ad accompagnarlo. Normalmente sarebbe stata la prima cosa da
evitare portare una donna appena conosciuta ad un incontro “d’affari”, ma
Hirayama sembrava molto sicuro di se e sulle sue doti da seduttore.
Infatti,
alla fine della cena, lui le chiese di fare una passeggiata al chiaro di luna, e
mentre uscivano dalla sala attraverso le porte a vetri, Kaori vide che, a
qualche tavolo di distanza, anche Ryumei Hara si stava alzando.
Toshio
la condusse verso la prua della nave, poi scese le scale fino al livello della
nave su cui si trovavano i negozi, chiusi a quell’ora. Il luogo era deserto e
perfetto per l’incontro. L’uomo si fermò vicino alla ringhiera.
-Devo
chiederti un piccolo favore, Kaori…- le disse
-Dimmi
pure-
-Tra
pochi minuti devo incontrare qui una persona per affari, ti prego di pazientare
per un po’ e poi sarò tutto per te per il resto della serata…e della notte-
concluse suadente
-Non
c’è problema. Vuoi che me ne vada?- chiese lei con fare innocente
-Non ce
n’è bisogno, cara, ma mi devi promettere che qualsiasi cosa tu veda o senta non
farai domande e non ne parlerai con nessuno-
Kaori
trattenne a stento un sorriso di vittoria.
-Certo,
te lo prometto. Puoi fidarti di me- gli rispose guardandolo intensamente negli
occhi e posandogli una mano sul petto
Toshio
le posò le mani sui fianchi e si chinò per baciarla, ma in quel momento,
fortunatamente, si udirono dei passi e una figura fece la sua comparsa. Si
trattava di Hara. L’uomo si fermò vedendo Kaori.
-E lei
chi è?- chiese diffidente
-Non
preoccuparti, è con me- rispose Hirayama –Hai quello che ti ho chiesto?-
Hara
estrasse dalla tasca interna della giacca un piccolo sacchetto di velluto nero.
Lo aprì e ne versò il contenuto nella sua mano. Una piccola massa di diamanti
brillò nella luce della luna.
-Perfetto-
fece soddisfatto Hirayama –Il tuo compenso ti aspetta già nella tua stanza-
-Bene,
è un piacere fare affari con te- replicò Hara rimettendo i diamanti all’interno
del sacchetto e porgendolo all’altro
Kaori
lo intercettò prima che Toshio lo prendesse, aveva già estratto la sua pistola
da una fondina attaccata alla coscia sinistra.
-Mi
dispiace, signori, ma questi li prendo io- disse puntandola sui due
-Maledizione,
sei una poliziotta?- sibilò Hirayama
-Non
proprio…- rispose Kaori
-Dannazione,
tu e la tua fissa delle donne, Hirayama!- sbraitò Hara
Toshio
sorrise leggermente.
-Non ti
preoccupare, ho preso le mie precauzioni…-
Prima
che Kaori potesse rendersi conto di quello che stava succedendo, sentì una
presenza dietro di lei e subito dopo una mano le tolse la pistola e un braccio
le circondò il collo. Tuttavia, un secondo dopo, si ritrovò già libera, la
spalla del suo assalitore bucata da parte a parte dalla pallottola di una
Python. Kaori si lanciò per riprendere la sua pistola, ma Hirayama le sparò, la
pallottola le passò di striscio su un fianco, ferendola.
-Kaori!-
Ryo tentò di avvicinarsi, ma Hara gli si parò davanti
Senza
degnarlo di uno sguardo, gli sferrò un pugno che lo mandò dritto tra le braccia
di Umibozu, anche lui arrivato a dar man forte alla coppia insieme a Miki.
Tuttavia, nel frattempo Hirayama aveva sollevato Kaori tra le braccia e, prima
che Ryo potesse impedirlo, l’aveva lasciata cadere oltre la ringhiera, nelle
profondità dell’oceano. In preda ad una rabbia cieca, lo sweeper gli piazzò una
pallottola in piena fronte. Poi, senza esitare, si tolse le scarpe e la giacca
e, prima che Falcon e Miki potessero anche solo dire una parole, si tuffò anche
lui nell’oscurità.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Capitolo 6 - Un'isola non troppo deserta ***
Capitolo 6 – Un’isola
non troppo deserta
La
vista dell’isola per un attimo gli sembrò un miraggio. Ryo e Kaori si trovavano
in acqua da ore, lui che cercava di tenere entrambi a galla, lei sofferente per
la ferita tra le sue braccia. Con un ultimo sforzo, lo sweeper nuotò verso la
riva, e, appena i suoi piedi toccarono il fondo sabbioso, si alzò in piedi
sollevando Kaori tra le braccia e camminò fino alla spiaggia. La posò
delicatamente a terra, poi anche lui si lasciò cadere stremato sulla morbida
sabbia.
-Stai
bene?- chiese a Kaori
-Sì…Mi
fa male la ferita, ma ora che non sono più immersa nell’acqua salata va meglio-
rispose lei –E tu? Hai nuotato per ore…-
-Non ti
preoccupare, ora piuttosto dobbiamo trovare qualcosa per medicare la tua ferita-
Kaori
si sollevò a sedere, non senza una smorfia di dolore, e si guardò intorno.
-Non mi
pare di vedere ospedali o farmacie in vista- ironizzò
-Mai
sentito parlare di erbe medicinali?- replicò lui –Te la senti di camminare?
Dobbiamo inoltrarci all’interno se vogliamo trovarne-
-Sì,
credo di farcela-
Ryo
l’aiutò ad alzarsi e insieme si incamminarono verso la foresta che ricopriva
l’intera parte di isola che riuscivano a vedere.
-Dove
credi che siamo?- chiese Kaori
-Visto
il tragitto della nave, credo che siamo in una delle molte isole dell’arcipelago
delle Filippine- le rispose Ryo –Da quello che ho visto finora, temo che sia
deserta-
-Fantastico…Di
bene in meglio…- sospirò lei
Dopo
qualche minuto di cammino, Ryo individuò una pianta che avrebbe potuto essere
utile. Fece sedere Kaori su di un masso, spezzettò alcune foglie della pianta e
le schiacciò con un sasso, facendone una poltiglia, poi lo spalmò sulla ferita
di Kaori e fece una fasciatura con le maniche della propria camicia.
-Ti ha
insegnato il Professore ad usare queste erbe?- gli chiese Kaori respirando
lentamente per cercare di attenuare il bruciore
-Sì,
quando eravamo in Centro America- le rispose lui finendo di sistemarle la
fasciatura –Fra un po’ il bruciore passerà, però queste erbe non saranno
sufficienti se si sta formano un’infezione-
-E
allora che si fa?-
-Ci
sono delle erbe che potrebbero fare al caso nostro, ma nascono ad un’altitudine
maggiore di questa-
Kaori
guardò la montagna che si scorgeva oltre le fronde degli alberi. Non era molto
alta, ma era comunque una bella scarpinata.
-Vuoi
dire che dovremmo andare fino a lassù?!-
-Non
proprio fino in cima…Ma sì. Te la senti?-
-Non
credo di avere molta scelta…- rispose lei con una smorfia
-Vedrai
che andrà tutto bene, Sugar, te lo prometto- Ryo le sorrise e le accarezzò una
guancia
E così
ripresero il cammino in direzione della montagna. Nonostante l’ombra che
offrivano le chiome degli alberi, il caldo era opprimente e l’umidità
insopportabile. Kaori, già ferita, ben presto cominciò a risentirne e fece
sempre più fatica a camminare. Ryo la fece sedere e riposare per un po’. Poi
controllò la ferita.
-Accidenti,
si sta infettando, ti senti la febbre?- le chiese
-Mi
sento un po’ stordita, ma non è grave, posso continuare- rispose lei
-Non se
ne parla nemmeno, da ora in avanti ti porto io-
-Ma sei
stanco anche tu! Perché non mi lasci qui e continui da solo?-
-Non ti
lascio da sola, perciò smettila di protestare o ti sollevo in spalla come un
sacco di patate!- scherzò lui
-D’accordo,
uomo di Neanderthal, mi arrendo!- rispose Kaori ridendo
Ryo la
sollevò tra le braccia e continuò il cammino con la stessa andatura di prima,
come se portare Kaori non gli costasse il minimo sforzo. Lei si stupì ancora una
volta di come, nonostante la situazione in cui si trovavano, soli e dispersi
chissà dove, si sentisse così tranquilla e al sicuro tra le sue braccia. Ryo era
in grado di affrontare qualsiasi situazione e, con lui al suo fianco, tutto
sarebbe andato bene. In fondo, Miki e Umibozu probabilmente si erano già mossi
per cercarli.
-Quanto
credi che ci vorrà perché Miki e Umi ci trovino?- chiese a Ryo
-Sinceramente…Non
lo so. Ci sono un sacco di isole deserte da queste parti- rispose lui
-Va
beh, posso sempre considerarla una vacanza su un’isola tropicale…Anche se
preferirei un bell’hotel a cinque stelle e un bel massaggiatore-
-Ehi,
come sarebbe a dire un bel massaggiatore? E io?-
-Beh,
puoi massaggiarmi tu se vuoi…- replicò lei maliziosa
Ryo la guardò così intensamente da toglierle il fiato, ma quel
momento fu breve, perché ben presto il suo sguardo si fece attento e si spostò
in un punto di fronte a loro. Anche Kaori voltò la testa e si trovò davanti ad
un gruppo di uomini vestiti solo di alcuni pezzi di stoffa intorno ai fianchi e
armati di lance. Aveva sempre più l’impressione di trovarsi dentro un film di
Spielberg…
Il più
anziano del gruppo, quello che doveva essere il capo, fece un passo avanti e
rivolse loro la parola:
-Quién
eres vosotros?-
(Trad.
Chi siete voi?)
-Che
lingua parlano? Spagnolo?- chiese Kaori a Ryo bisbigliando
-Sì,
molti abitanti indigeni delle Filippine lo parlano- le rispose lui
Poi lo
sweeper disse qualcosa in spagnolo all’uomo che aveva rivolta la parola e, dopo
qualche scambio di battute, quello iniziò a parlare in giapponese per farsi
capire anche da Kaori.
-Conoscono
la nostra lingua. Gli ho detto quello che ci è successo e perché siamo qui, ci
aiuteranno- le disse Ryo
-Abbiamo
l’erba che vi serve al nostro villaggio, seguiteci- confermò l’uomo
Così,
Ryo e Kaori si trovarono a seguire quello strano gruppo, che sembrava orientarsi
nella foresta come se fosse niente. Durante il tragitto, il capo spiegò loro che
il gruppo di uomini si trovava a caccia quando li avevano trovati e che il
villaggio si trovava a un paio d’ore di cammino. Kaori cercò più volte di
convincere Ryo a metterla giù e a farla camminare, ma lui fu irremovibile.
D’altra parte, lei si sentiva sempre più debole, probabilmente a causa della
febbre che stava salendo, e faceva sempre più fatica a tenere gli occhi aperti.
-Resisti,
siamo quasi arrivati- le sussurrò Ryo facendole bere un po’ d’acqua che gli
indigeni avevano dato loro
Tuttavia,
Kaori fece appena in tempo a vedere le sagome di alcune capanne di legno e
paglia, prima di perdere i sensi.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Capitolo 7 - Un nuovo giorno ***
Capitolo
7 – Un nuovo giorno
Quando
si risvegliò, Kaori non aveva la minima idea di dove si trovasse. Sopra di se
non vedeva il soffitto della sua camera, ma un tetto di paglia. Voltò la testa,
stordita come se avesse dormito per un mese intero, e vide Ryo seduto a terra,
appoggiato alla parete di quella che sembrava una capanna, che dormiva
profondamente. Gli avvenimenti delle ultime ore le tornarono piano piano alla
mente e capì di trovarsi al villaggio di Kanema, il capo degli indigeni che
avevano incontrato nella foresta. Si alzò lentamente a sedere e si guardò
intorno. La capanna era circolare, non molto grande e con un piccolo spazio al
centro per il fuoco. Lei si trovava su un giaciglio di paglia, ricoperto da una
stoffa colorata, comodo più di quanto sembrava. Poi guardò se stessa e notò che
la sua ferita era stata nuovamente medicata. E, soprattutto, quasi non le faceva
più male. Le erbe che le avevano applicato avevano del miracoloso! Il suo
vestito, tuttavia, era ormai ridotto a un paio di stracci che le stavano ancora
addosso per miracolo. Eriko mi ucciderà per questo…
Il
suo sguardo tornò poi su Ryo. Doveva esserle stato accanto per tutta la notte e
poi, stremato, doveva essersi addormentato. Il suo sguardo si addolcì e le venne
un’irresistibile voglia di accarezzargli la guancia, ma non lo fece per paura di
svegliarlo. Aveva bisogno di riposo quanto e forse più di lei.
In quel
momento il pezzo di stoffa che chiudeva l’entrata della capanna venne scostata e
una donna entrò. Vedendola sveglia le sorrise e le fece cenno di seguirla fuori.
Kaori lanciò un ultimo sguardo a Ryo, poi si alzò e uscì dietro di lei.
Ryo
aprì gli occhi e subito un gemito gli salì alle labbra quando cercò di muovere
la testa. La posizione in cui si era addormentato, seduto contro la parete, non
si poteva certo definire delle più comode e il suo collo ne aveva risentito. Lo
mosse da una parte all’altra per rilassare i muscoli e poco alla volta il dolore
si attenuò. Voltò la testa verso il giaciglio di Kaori e lo trovò vuoto.
Aggrottò la fronte. Dove diavolo si era cacciata? Con quella ferita avrebbe
dovuto stare a riposo! Si alzò e uscì dalla capanna, restando per un momento
abbagliato dal sole che brillava intenso nel cielo.
-Ben
svegliato, Bell’addormentato!- lo salutò una voce familiare
Kaori
era seduta su un tronco nello spiazzo antistante la capanna. Non indossava più
il suo vestito, o meglio, quello che rimaneva del suo vestito, ma aveva
drappeggiata addosso una stoffa sui toni del viola, del verde e del marrone.
-Che
cosa ci fai in piedi? Dovresti riposare…- le disse Ryo avvicinandosi
-Non ti
preoccupare, la ferita sta benissimo, quasi non mi fa più male. Kalima, la
figlia del capo villaggio, mi ha cambiato la fasciatura e mi ha dato questo da
mettermi- indicò la stoffa che indossava –E mi ha anche offerto la colazione,
vuoi?- gli offrì un piatto pieno di frutta che teneva sulle ginocchia
Ryo
afferrò un pezzo di banana e si sedette accanto a lei. La giornata era molto
calda, ma le fronde degli alberi della foresta fornivano un fresco riparo.
-Questa
frutta è buonissima e qui sono tutti molto gentili- commentò Kaori
-Hai
ragione, ma non possiamo restare, dobbiamo trovare un modo per metterci in
contatto con Miki e Umibozu- replicò Ryo
-Kanema
ha detto che dall’altra parte dell’isola c’è un piccolo villaggio di pescatori,
là potremmo trovare una radio e un mezzo per arrivare all’isola di Luzon-
-Bene,
tra un paio di giorni, appena starai meglio, ci metteremo in cammino-
-Ma io
sto bene, possiamo partire anche subito- disse Kaori
-No,
rischieresti di far riaprire la ferita, hai bisogno di un po’ di riposo- replicò
Ryo –In fondo, siamo pur sempre su un’isola tropicale, considerala una vacanza!-
scherzò poi
-Sinceramente
me la immaginavo un po’ diversa questa vacanza…- stette lei al gioco con una
smorfia divertita
Lui
aprì la bocca per dire qualcos’altro, ma si bloccò, sentendosi osservato. Voltò
la testa e vide un uomo che li guardava intensamente. Ryo lo riconobbe, era uno
degli uomini che erano con Kanema, il capo villaggio, quando li avevano trovati.
Kaori
seguì il suo sguardo e gli disse sottovoce:
-È da
quando sono qui che quel tipo non fa che fissarmi. Probabilmente è perché sono
diversa dalle donne che è solito vedere, ma mi mette un po’ a disagio-
Ryo
seguì con lo sguardo l’uomo, che nel frattempo si era voltato e si stava
allontanando e si ripromise di tenerlo d’occhio. C’era qualcosa nel modo in cui
fissava Kaori che non gli piaceva per niente.
Quando
si voltò, lei si era alzata in piedi e lui poté vederla interamente. E la
mascella gli finì sotto le scarpe. Il tessuto che Kalima le aveva dato come
vestito le fasciava il corpo, drappeggiandosi sui seni per poi allacciarsi
dietro la nuca. Inoltre, le arrivava appena a metà coscia. Ma, cosa più
importante, aveva la quasi assoluta certezze che lei non indossasse niente
sotto…
-Che
c’è?- gli chiese Kaori vedendo la sua espressione sconvolta
-Il
tuo…ehm…il tuo vestito…- balbettò lui, il sangue che gli era ormai defluito dal
cervello verso altri siti
-Cos’ha?-
lei si guardò, preoccupata di un’eventuale macchia
-È…corto…-
fu l’unica cosa che riuscì a dire
-Beh,
le donne di qui di norma non sono molto alte, perciò il tessuto non è proprio
fatto su misura per me…Ma perché la cosa ti sconvolge tanto?-
-Io…niente!-
si affrettò a rispondere Ryo –Ehm…C’è un posto dove anch’io posso rinfrescarmi?-
chiese poi
-Dall’altra
parte del villaggio c’è un ruscello- Kaori gli indicò la direzione
-Bene.
A dopo- lo sweeper si incamminò velocemente, sperando ardentemente dentro di se
che l’acqua del ruscello fosse gelata
Lei lo
seguì con lo sguardo, divertita. Possibile che la vista delle sue gambe potesse
fare quell’effetto allo Stallone di Shinjuku? Beh, questa sì che era una
meravigliosa notizia…
Quella
sera Kanema decise di tenere una festa in loro onore. Al centro del villaggio
era stato acceso un enorme falò e, seduti tutto intorno, gli abitanti si
godevano la carne arrostita sul fuoco e la frutta fresca.
Kaori e
Ryo erano seduti vicino al capo villaggio. La donna era acutamente cosciente
dell’uomo accanto a lei, vestito solo dei suoi pantaloni. Ogni millimetro della
sua pelle fremeva ogni volta che i loro corpi anche solo si sfioravano e le mani
le prudevano dalla tentazione di accarezzare quel petto muscoloso. Dio, ma cosa
doveva fare ancora per far capire a Ryo che era pronta per portare la loro
relazione al prossimo stadio? Saltargli addosso?! Certo, l’idea la tentava, ma
voleva che fosse lui a fare la prima mossa, perché solo così sarebbe stata
sicura che anche lui lo volesse e ne fosse convinto.
Fu
distratta da questi pensieri dall’arrivo di Kalima. Alcune persone del villaggio
avevano iniziato a ballare attorno al fuoco e la ragazza invitò Kaori a unirsi a
loro. Lei cercò di rifiutare, ma Kalima insistette così tanto che alla fine
dovette accettare. Dopo un inizio un po’ esitante, comprese i passi che la
ragazza le mostrava e iniziò a muoversi con più sicurezza.
Per Ryo
quello era uno spettacolo fuori dal comune. Era incantato dalla visione di Kaori
che si muoveva sinuosamente al ritmo dei tamburi, la sua figura stagliata di
fronte al fuoco, illuminata dalla sua calda luce. Vedere il suo bacino muoversi,
i suoi seni alzarsi e abbassarsi al ritmo del suo respiro accelerato, gli fece
venire voglia di andare da lei, caricarsela in spalla e portarla nella loro
capanna per non uscire fino alla mattina dopo.
Tempestivo
fu l’intervento di Kanema, che lo riscosse dal suo torpore:
-La tua
donna è molto bella, Ryo- gli sorrise –Sei un uomo fortunato-
-Lo so-
rispose lo sweeper quasi in un sussurro
-Forse
dovresti dirlo anche a lei, però. Nel suo animo c’è molta insicurezza riguardo
ai tuoi sentimenti per lei-
Colpito
da quelle parole, Ryo si voltò verso di lui. Fu in quel momento che vide che lo
stesso uomo di quella mattina fissava ancora Kaori. Con desiderio.
-Kanema,
posso sapere chi è quell’uomo?- chiese al capo villaggio indicandoglielo con un
cenno della testa
-Quello
è Tarim, uno dei nostri cacciatori e guerrieri più valorosi. Perché ti interessa
saperlo?-
-Non mi
piace come guarda Kaori…-
Il
volto di Kanema si oscurò.
-Tarim
è un guerriero valoroso, ma è anche una persona che si lascia guidare troppo dai
suoi istinti. L’ho già ammonito più volte per il suo comportamento avventato. Se
ha messo gli occhi sulla tua donna allora faresti meglio a stare attento-
Le
parole di Kanema confermarono i sospetti di Ryo. Quel tipo era da tenere
d’occhio.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Capitolo 8 - Fight ***
Capitolo 8 –
Fight
La
notte era calda e umida, all’esterno l’unico il silenzio era spezzato ogni tanto
dal verso di qualche uccello notturno. La festa era finita ormai da un bel po’ e
Ryo e Kaori erano tornati nella loro capanna. Tuttavia, lei proprio non riusciva
a dormire. Dalla fine della festa il suo socio quasi non le aveva rivolto la
parola, appena qualche monosillabo e un “buonanotte” prima di coricarsi.
Sospirò. Quell’uomo era un vero mistero per lei. Quella mattina era riuscita a
scorgere il desiderio che ardeva nel suo sguardo quando l’aveva vista con uno
degli abiti del villaggio, tuttavia, ora che erano soli, in un villaggio
sperduto, su un’isola in mezzo all’oceano, dove nessuno avrebbe potuto
disturbarli, lui non faceva nemmeno un passo verso di lei. Perché? Cos’era che
lo fermava? Si voltò a guardare il volto di Ryo addormentato. Avrebbe voluto che
lui la prendesse tra le braccia, le dicesse “ti amo”, un “ti amo” diretto e
sincero, senza giri di parole. E avrebbe voluto che lui facesse l’amore con lei.
Lo desiderava con tutta se stessa.
Capendo
che il sonno non sarebbe venuto, si alzò cercando di non svegliare Ryo e uscì
dalla capanna, in cerca di un po’ d’aria fresca per il corpo e per la mente. Il
villaggio era silenzioso, niente si muoveva, e le uniche luci erano quelle dei
fuochi accesi lungo il perimetro per tenere lontani gli animali e quella della
luna, splendente in cielo. Si diresse verso il limitare della foresta, sempre
stando attenta a non superare il limite dei fuochi. Non aveva nessuna voglia di
trovarsi davanti a qualche animale in cerca di prede!
Si
sedette su un tronco rovesciato e alzò il volto a contemplare la luna. In quel
luogo, in mezzo alla foresta, senza le luci della città, la signora della notte
illuminava il mondo in tutto il suo splendore, contornata da miliardi di stelle.
Era uno spettacolo meraviglioso. Le sarebbe piaciuto avere Ryo accanto a se in
quel momento, per godere insieme di tutto ciò.
Proprio
in quel momento, sentì un fruscio alla sua destra. Voltò la testa, sperando che
fosse davvero il suo compagno, ma invece si ritrovò davanti Tarim. Un
involontario brivido di apprensione le attraversò la schiena. Il modo in cui
quell’uomo la guardava la metteva a disagio, perciò non fu propriamente contenta
di trovarselo di fronte.
-Ehm…Buonasera…-
salutò esitante –Anche lei non riesce a dormire?-
L’uomo
scosse la testa.
-Turno
di guardia- disse
-Ah,
capisco. Allora non voglio disturbarla, me ne torno nella mia capanna-
Kaori
cercò di allontanarsi, ma, con uno scatto fulmineo, Tarim l’afferrò per un
braccio e la scaraventò a terra. Batté il capo a terra e per un paio di secondi
rimase stordita. Ma fu abbastanza perché lui le premesse una mano contro la
bocca per impedirle di gridare. Ora Tarim sorrideva e il suo sguardo era acceso
di desiderio. Quando sentì la sua mano palparle il seno e poi scendere verso la
coscia, Kaori iniziò a dibattersi con tutte le sue forze, tuttavia il solo
effetto che ottenne fu di rallentarlo. Tarim era una montagna di muscoli e forza
e lei non aveva possibilità contro di lui. Lacrime di terrore iniziarono a
bagnarle lo sguardo.
Tarim
le afferrò un lembo del vestito ed era pronto a strapparglielo, quando un paio
di braccia lo afferrarono e lo scaraventarono indietro. Non aveva nemmeno
toccato terra, che una Python 357 Magnum gli era puntata alla fronte. Kaori alzò
lo sguardo e vide il volto infuriato di Ryo.
-Hai
messo le mani addosso alla mia donna, Tarim, e io ho ucciso per molto meno…-
sibilò lo sweeper
-Forza,
allora, che aspetti?- l’uomo non sembrava per nulla spaventato
-Fermo!-
una terza voce si intromise
Kanema
si avvicinò ai due.
-In
questo villaggio abbiamo delle regole e anche tu devi rispettarle. Se Tarim ha
mancato di rispetto a te e alla tua donna, allora devi risolvere la faccenda con
i nostri metodi-
Ryo
abbassò l’arma e si voltò verso di lui.
-E
quale sarebbe?-
-Uno
scontro corpo a corpo, senza l’uso di armi- rispose il capo villaggio
-Ryo,
sei sicuro di volerlo fare?- Kaori si morse il labbro, preoccupata
Al
centro del villaggio, alcuni uomini stavano formando un perimetro circolare con
alcuni sassi. Quello sarebbe stato il terreno dell’incontro tra Ryo e Tarim.
Ryo le
sfiorò un livido sul braccio provocato da Tarim.
-Sicurissimo-
rispose poi, scuro in volto
-Ma
Tarim è uno dei migliori guerrieri del villaggio…E poi è così grosso…-
-Ehi,
cos’è tutta questa sfiducia nei miei confronti?-
-Non è
quello…Ma combattere per causa mia…-
-Proprio
perché sei tu ne vale la pena- le disse Ryo facendole l’occhiolino
Kaori
si sentì arrossire. Ma la preoccupazione non se ne andava. Per quanto sapesse
che Ryo era molto forte, anche Tarim non scherzava. In fondo, anche l’indigeno
era stato abituato a combattere…
In quel
momento, Kanema richiamò i due avversari ai lati del perimetro.
-Ryo,
sta attento, ti prego- gli sussurrò Kaori
Lui le
sfiorò le labbra con un bacio e fece un passo all’interno del perimetro.
Dall’altra parte, Tarim, era già pronto ad aspettarlo. Entrambi gli uomini erano
a petto e piedi nudi, Ryo con solo i pantaloni addosso, l’altro con solo una
veste di pelle.
Kanema
diede un segnale e il combattimento ebbe inizio. I due uomini camminarono
lentamente verso il centro del perimetro, avvicinandosi, studiandosi l’un
l’altro. Arrivati al centro, si fermarono. Ci furono alcuni secondi di silenzio
ed immobilità. Poi Tarim fece la sua mossa, cercando di colpire Ryo con un
calcio. Lo sweeper lo parò, ma l’altro, con una velocità incredibile, gli sferrò
un pugno nello stomaco. Ma Ryo non fu da meno, poiché, quasi non avesse
risentito del colpo, ricambiò il favore con un calcio al fianco sinistro
dell’avversario.
-Devo
ammettere che non sei male- disse lo sweeper al suo avversario
-Neanche
tu- rispose Tarim –Ho capito che non sei una persona comune nel momento in cui
mi sei arrivato alle spalle senza che io ti sentissi-
-E non
hai ancora visto niente-
-Avanti,
allora. Dammi una dimostrazione-
Lo
scontro riprese. I due avversari si sferravano pugni e calci, paravano colpi,
con forza e agilità. Ryo e Tarim sembravano essere alla pari nel combattimento,
ognuno ricambiava i colpi che riceveva, senza che nessuno dei due desse segni di
cedimento.
Kaori
osservava il tutto dal bordo del perimetro. Doveva ammettere che, da una parte,
vedere Ryo combattere a mani nude erano uno spettacolo affascinante, ma ciò non
toglieva la sua preoccupazione per l’esito di quello scontro. Vedere che i due
avversari si equivalevano non l’aiutava e pregava perché Ryo ne uscisse
vincitore.
E
ancora una volta si diceva che era colpa sua se Ryo era costretto a battersi.
Non era la prima volta che si ritrovava a preoccuparsi mentre lui combatteva per
salvare lei. Era in quei momenti che si sentiva inutile. Certo, lui aveva detto
che City Hunter erano loro due insieme e, dopo l’episodio di Mick, le permetteva
di allenarsi con la pistola, ma alla fine lei commetteva sempre qualche errore e
Ryo doveva porvi rimedio. Rischiando la propria vita.
Fu
riscossa da quei cupi pensieri dalla voce di Tarim, che si rivolse a
Ryo:
-Sai,
non è la prima volta che mi ritrovo a combattere per una donna- gli disse
asciugandosi del sangue che gli colava dal labbro –E ne sono sempre uscito
vincitore. E così succederà anche stavolta. Mi prenderò la tua donna-
-Non ti
conviene provocarmi, Tarim. Ti avverto- gli rispose Ryo
L’altro
sorrise e continuò come se non lo avesse sentito:
-Devo
dire che ha un bel caratterino, ma non ci metterò molto a farla diventare docile
come una schiava…-
In quel
momento, qualcosa in Ryo cambiò. I suoi occhi divennero, se possibile, più scuri
e, soprattutto, freddi come il ghiaccio. Il suo corpo si tese e tutti, anche
Kaori, poterono sentire la forza della sua rabbia. Si lanciò contro Tarim e da
quel momento non vi fu tregua per lui. I colpi di Ryo erano veloci e letali,
come quelli di una pantera, e il suo avversario era assolutamente incapace di
pararli o di rispondere. Ben presto si ritrovò in ginocchio, privo di forze e
coperto di lividi e ferite.
Ryo gli
si avvicinò e lo prese per il collo, avvicinando il viso al suo.
-Ora,
se provi anche solo ad avvicinarti alla mia donna, io ti uccido- gli sibilò –Me
ne frego delle regole che avete in questo villaggio, toccala e io ti faccio a
pezzi-
Detto
questo, lo lasciò andare bruscamente e Tarim cadde a terra. Ryo gli voltò le
spalle e si diresse verso Kaori. Lei gli si gettò tra le braccia e lui la
strinse a se.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Capitolo 9 - Fiore di Ibisco ***
Capitolo 9 –
Fiore di Ibisco
C’era
assoluto silenzio. L’unico lieve rumore era il leggero scoppiettio del fuoco,
acceso al centro della capanna. Kaori medicava con cura le ferite riportate da
Ryo nel combattimento. Lui, disteso sulla schiena, gli occhi chiusi, sembrava
dormire, ma lei sapeva che non era così. Entrambi rimanevano in silenzio. Ma
c’era qualcosa che lei avrebbe voluto dire. Una domanda che le era frullata in
testa dal primo momento in cui Ryo e Tarim avevano iniziato a combattere.
Tuttavia, ancora non aveva trovato il coraggio di porla.
Smise
di medicare il torace di Ryo e rimase a guardarlo.
-Che
cosa c’è?- lui parlò senza aprire gli occhi
-Niente-
rispose lei esitante
-Kaori,
sono giorni che sento che qualcosa di turba. Dimmi cosa c’è-
Lei non
si stupì del fatto che Ryo sapesse leggerle così bene dentro. Era stato così sin
dal primo momento.
-Mi
dispiace per crearti sempre dei problemi…-
-Tu non
crei problemi, lo sai…Tu sei la mia forza, Kaori-
Quel
complimento le fece davvero piacere e un piccolo sorriso le nacque sulle labbra.
Tuttavia, si spense alle seguenti parole di Ryo:
-Ma non
è questo il vero problema. C’è dell’altro, vero?-
Kaori
sospirò. Lui capiva sempre quello che le passava per la testa.
-Ecco…c’è
una cosa che mi stavo chiedendo-
-Sarebbe?-
Lei
prese coraggio e chiese:
-Non
solo stasera, ma più di una volta mi hai dimostrato di essere disposto a
combattere per me…Allora, perché non vuoi fare l’amore con me?-
Ryo
aprì gli occhi di scatto e si alzò a sedere.
-Cosa…che
stai dicendo?-
Kaori
tenne lo sguardo basso.
-Beh,
stiamo insieme da un mese ormai, tu mi abbracci, mi baci, ma non ti sei mai
spinto oltre…E cosa dovrei pensare a parte il fatto che non mi desideri?-
Ryo
scosse la testa e un’espressione di tenerezza gli si dipinse in volto. Con una
mano, prese il mento di Kaori e le fece voltare delicatamente la testa verso di
lui, piantando lo sguardo nel suo.
-Kaori,
non sai quello che stai dicendo. Io ti desidero, come non ho mai desiderato
nessuna donna in vita mia-
Lei
arrossì leggendo la verità nel suo sguardo.
-Allora
perché…?-
-Piccola,
desidero fare l’amore con te dal primo momento in cui ti ho visto, ma ho anche
il massimo rispetto per te. Voglio che con te sia diverso, voglio fare le cose
per bene, senza metterti fretta. Voglio che quando arriverà il momento, tu sia
sicura-
Quelle
parole la tranquillizzarono e la commossero.
-Ma io
lo sono, Ryo. Anch’io ti desidero- sussurrò lei –E voglio fare l’amore con te.
Qui. Adesso-
Per un
secondo che le parve interminabile, lui la guardò senza dire nulla. Poi, chinò
la testa e la baciò. Un bacio passionale, esigente, che le fece percepire il
desiderio di lui in tutto il suo essere.
Senza
porre fine al contatto delle loro labbra, Ryo la fece stendere, coprendola con
il proprio corpo. Dal suo fianco, una delle mani iniziò a viaggiare lungo il suo
corpo fino ad arrivare al seno. Kaori gemette sotto quel tocco e si inarcò sotto
di lui. Ryo spostò la mano per raggiungere il nodo dietro la nuca che le
chiudeva la stoffa che le avvolgeva il corpo. Lo sciolse e ne separò i lembi.
-Dio,
sei bellissima- le sussurrò guardandola nuda sotto di lui
Kaori
non poté impedirsi di arrossire.
-Neanche
tu sei male- rispose poi, sorridendogli
Lui
sorrise, poi riprese a baciarla, prima sulle labbra e poi lungo la linea del
collo. Nel frattempo, riprese ad accarezzarle il seno, giocherellando con il
capezzolo. I gemiti di lei ricominciarono. Kaori si sentiva come trasportata su
una nuvola, una sensazione bellissima ed inebriante. Poi, quando la mano di Ryo
arrivò nel suo punto più intimo, sentì il fuoco crescerle dentro. Lui non le
lasciò respiro, finché, in preda all’estasi, non gridò il suo nome.
Allora,
Ryo si tolse i pantaloni e Kaori, riprendendo un po’ di lucidità, decise che era
rimasta troppo inerme per i suoi gusti. Prendendo confidenza con il corpo del
suo compagno, iniziò ad accarezzargli il torace e lo stomaco. Poi lo baciò,
sentendo la mancanza delle sue labbra sulle proprie. E, con baci e carezze, lui
riaccese quel fuoco in lei non del tutto spento, finché la fece sua, nel corpo e
nell’anima.
Non si
sarebbe mai stancato di guardarla dormire. Distesa su un fianco, rannicchiata
contro di lui, la bocca lievemente socchiusa…Era l’immagine della serenità.
Ancora non credeva di essere stato capace di fare il grande passo con lei…Del
resto, la sua piccola Sugar Boy non gli aveva lasciato molta scelta. Era stata
chiara e decisa la sera prima e lui non si era tirato indietro. Ed aveva
trascorso la notte più bella della sua vita.
Ryo le
accarezzò lievemente una guancia e Kaori sospirò e sorrise nel sonno. Non poté
fare a meno di fare altrettanto. Poi, stando attento a non svegliarla, si alzò e
indossò i pantaloni. Dopo averle lanciato un ultimo sguardo, uscì dalla capanna
per andare a cercare qualcosa da mangiare.
Quando
tornò, trovò Kaori ancora addormentata. Posò il vassoio che teneva in mano sul
pavimento e le si sedette accanto. Poi prese dal vassoio il fiore che aveva
raccolto e glielo passò dolcemente sulla guancia. Dopo qualche secondo, lei aprì
lentamente gli occhi e si stiracchiò.
-Buongiorno…-
mormorò con la voce impastata dal sonno
-Buongiorno,
piccola- le rispose Ryo, sorridendole –Ti ho portato la colazione…E un piccolo
regalo-
-Un
regalo? Cos’è?- si alzò a sedere, drappeggiandosi il tessuto che componeva il
suo abito intorno al corpo
Lui le
mostrò il fiore che teneva in mano. Un grande fiore dai grandi petali e dal
colore intenso, di un rosa che dava quasi sul rosso.
-È
bellissimo!- esclamò Kaori –Ma che fiore è?-
-Un
fiore di ibisco. Gli uomini di qui lo regalano alle donne come segno di
corteggiamento- le spiegò –Se loro accettano, lo mettono sull’orecchio destro,
per indicare che sono impegnate, altrimenti sull’orecchio sinistro, per indicare
che sono libere-
-Ho
capito. E quindi secondo te dovrei metterlo sull’orecchio destro…-
-Beh,
mi sembra ovvio. Sei mia adesso-
-Mmh…Non
so…Devo pensarci…- gli rispose Kaori maliziosa
-Ah
sì?- lo sguardo di Ryo divenne predatorio –Vediamo allora se posso aiutarti a
pensare…-
Detto
questo, le balzò addosso e la fece distendere, catturandole la bocca in un bacio
appassionato.
-Adesso
che mi dici?-
-Mmh…Non
sono ancora del tutto convinta…-
-Bene,
vuol dire che dovrò impegnarmi di più-
Questa
volta il bacio non fu solo appassionato, ma sensuale, lento, da lasciare
frementi e senza fiato.
-Ok…Ora
sì che sono convinta- sussurrò Kaori con voce roca
-Lo
immaginavo- replicò Ryo con un sorriso malizioso mettendole il fiore
all’orecchio destro
-Ma
questo non vuol dire che devi fermarti- aggiunse lei
-Non ci
penso nemmeno- le assicurò lui prima di chinarsi di nuovo su di lei
Ryo
assaporò ogni centimetro della sua pelle con le labbra, fino ad arrivare al
fulcro della sua femminilità. Lì là baciò, assaporò, accarezzò…Fino a farla
gridare di piacere. Poi la penetrò, spingendosi in lei fino in fondo, sentendo
il suo calore avvolgerlo. La portò di nuovo all’orgasmo con lente ma poderose
spinte, lasciandosi poi andare anche lui al piacere con un rauco grido.
-Ryo?-
lo chiamò Kaori dopo un po’
Lui
posava la testa sul suo petto e lei giocherellava con i suoi capelli.
-Mmh?-
-Ormai
sarà mattino inoltrato, non credi che qualcuno verrà a vedere che fine abbiamo
fatto?-
-No-
rispose lui sicuro
-Come
fai ad esserne certo?- si stupì lei
Ryo
alzò la testa e la guardò con quel suo sorriso sghembo che le mandava in tilt il
cervello.
-Perché
li ho avvisati che saremmo rimasti nella nostra capanna tutto il giorno e di non
disturbarci- disse
Kaori
diventò un peperone vivente.
-Ma sei
impazzito? Adesso tutti sapranno che stiamo qui dentro perché…perché…-
-Perché
siamo impegnati a fare l’amore- terminò lui per lei –Ed è proprio quello che ho
intenzione di fare per il resto della giornata- aggiunse poi, mentre già una
mano viaggiava verso il suo seno
-Ma…-
Kaori tentò una debole protesta
La mano
si spostò verso il basso, avventurandosi tra le sue umide pieghe
-Qualcosa
in contrario?-
Lei
chiuse gli occhi, in preda al piacere, mentre le deboli proteste che il suo
cervello aveva formato svanivano come neve al sole.
-Lo
immaginavo- sorrise Ryo prima di farla sua
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Capitolo 10 - Heaven ***
Capitolo 10 –
Heaven
-Si può
sapere dove stiamo andando?- chiese Kaori per la decima volta
-Te
l’ho già detto, è una sorpresa, perciò smettila di fare domande inutili- le
rispose Ryo
Quella
mattina, il suo compagno l’aveva svegliata dicendo che voleva portarla in un
posto e adesso stavano camminando nella foresta in direzione di chissà quale
luogo.
-Uff,
ma io sono curiosa- sbuffò lei, poi, facendogli gli occhi dolci:-Dai, per
favore, dimmelo…-
-Non ce
la farai, Kaori, puoi risparmiarti quell’espressione da gattina- replicò lui –E
poi siamo quasi arrivati, abbi pazienza-
Camminarono
ancora per qualche minuto e poi sbucarono in una radura. Al centro vi si trovava
un piccolo lago dalle acque limpide, alimentato da una cascata. Grazie ad esso,
la vegetazione intorno ad esso era rigogliosa e lussureggiante. Kaori rimase
incantata da quel luogo, così bello da non sembrare di quel mondo.
-È…è
stupendo- mormorò –Sembra un angolo di paradiso-
-Un
angolo di paradiso tutto per noi- confermò Ryo posandole un bacio sulla tempia
-Come
l’hai trovato?-
-Mi ha
detto Kanema di questo posto-
-Mmh…E
scommetto che gli hai anche detto di lasciarci soli…-
-Come
hai fatto a indovinare?-
-Mah…Chissà…-
-Forza,
facciamoci un bel bagno!- esclamò Ryo cominciando a togliersi i pantaloni
-Cosa?!
Vuoi dire…nudi?- gli chiese Kaori sconcertata
-Andiamo,
Sugar, non dirmi che ti vergogni…Guarda che non c’è nulla che io non abbia già
visto…- le disse malizioso
Lei
arrossì.
-Non è
questo, ma…-
Intanto,
Ryo si era già tolto i vestiti ed era entrato in acqua. Kaori ne rimase
incantata. Era così bello che sembrava un dio sceso in terra. E poi perché
no? Oramai è ora che la smetti con questi inutili imbarazzi, Kaori.
Facendosi coraggio, sciolse il nodo che le teneva legato il vestito e lo
lasciò cadere a terra.
Questa
volta fu il turno di Ryo di rimanere incantato dalla sua bellezza. La guardò
entrare lentamente in acqua e avvicinarsi a lui, incapace di levare gli occhi da
quella visione sublime. Una sirena non sarebbe riuscita ad incantarlo come era
in grado di fare quella donna…
Kaori
gli si avvicinò fino quasi a sfiorarlo. Lui chinò la testa per baciarla, ma
all’ultimo lei si scostò e, con una risata, si immerse nell’acqua, iniziando a
nuotare.
-Hai
avuto proprio un’ottima idea…- gli disse –L’acqua è meravigliosa-
Con un
grugnito, anche Ryo si immerse e nuotò per raggiungerla. Tuttavia, ancora una
volta, Kaori gli sfuggì immergendosi sottacqua e riapparendo alle sue spalle.
-A che
gioco stai giocando, Kaori?- le chiese, voltandosi verso di lei
-Perché?
Non ti stai divertendo?- replicò lei con fare innocente, ma con un sorriso che
non lo era per niente
Lui
ricambiò con un sorriso diabolico.
-L’hai
voluto tu-
Questa volta fu il turno di Kaori di vederlo sparire sotto la superficie
dell’acqua. Si guardò intorno, ma Ryo non ricomparve da nessuna parte. Un
secondo dopo, si sentì trascinata anche lei sottacqua e si ritrovò imprigionata
tra due forti braccia. Riemersero ridendo come ragazzini.
-Questo
si chiama gioco sleale!- si lamentò scherzosamente Kaori
-Lo sai
che sono uno che ama improvvisare…- replicò lui prima di prendere possesso delle
sue labbra
Senza
staccarsi da lei, nuotò più verso la cascata e la superò. Lì il livello del
terreno si alzava ed entrambi poterono posare i piedi a terra e, soprattutto,
lui poté avere un accesso più facilitato al seno di lei. Dopo averlo accarezzato
con sensualità, scese ad assaporarne la punta con la bocca. Kaori gemette,
facendo scorrere le mani sulla schiena di lui, per poi scendere sulle natiche.
Nonostante l’acqua fresca, si sentiva bruciare e, quando Ryo si avventurò con
una mano tra le sue umide pieghe, quasi gridò di piacere.
Incapace
di resistere oltre, lui le circondò la vita con le braccia e la sollevò,
facendole posare la schiena contro la nuda roccia della parete della cascata.
Poi, con una sola, poderosa spinta, la penetrò. Kaori si aggrappò al collo di
Ryo e gli allacciò la vita con le gambe. Lui si spinse in lei in profondità,
ancora e ancora, finché lei non gridò il suo orgasmo. Un secondo dopo, Ryo si
svuotò in lei con un rauco suono di piacere.
I caldi
raggi del sole che filtravano dalle chiome degli alberi accarezzavano le loro
figure nude distese sull’erba. Dopo aver fatto l’amore dietro la cascata,
avevano raggiunto la riva e si erano distesi a riposare. Si erano scambiati solo
poche parole, godendo semplicemente della loro vicinanza.
Ryo,
appoggiato su un gomito, guardava Kaori distesa accanto a lui, nuda e
bellissima, e ancora non riusciva a credere che quella meravigliosa creatura
fosse sua. Il loro rapporto era stato difficile, soprattutto a causa sua e del
tempo che ci aveva messo per accettare i suoi sentimenti, ma ora si sentiva in
assoluto l’uomo più fortunato della terra.
-Smettila
di fissarmi- mormorò lei con gli occhi chiusi
Le
costava già uno sforzo enorme non arrossire dalla testa ai piedi per il fatto di
essere completamente nuda accanto a lui. Se lui continuava a guardarla, però,
non le semplificava le cose…
-Credevo
stessi dormendo…-
-Non ci
riesco se tu mi fissi-
-Come
fai a saperlo se hai gli occhi chiusi?-
Kaori
li aprì.
-Lo
sento fisicamente quando tu mi guardi- gli disse –Il mio cuore lo sente-
Guardandola
intensamente, Ryo si chinò a baciarla. Un bacio dolce e appassionato allo stesso
tempo. Un bacio che le arrivò nell’anima. Questa volta fu Kaori a condurre il
gioco. Si stupì lei prima della sua intraprendenza, ma per una volta voleva
donare a Ryo il piacere che lui era in grado di far provare a lei. Gli baciò la
mascella e il collo, per poi scendere ai suoi pettorali. Con le mani accarezzò i
suoi forti addominali, mentre posava dei caldi baci sui suoi capezzoli
contornati dalla nera peluria del suo petto. In seguito, scese ancora con le
labbra verso l’ombelico e poi più in basso…Fu gratificata con un rauco gemito,
che divenne un fremito di piacere quando baciò la punta della sua virilità.
Guardandolo
negli occhi, Kaori si mise a cavalcioni su di lui e si abbassò sulla sua
erezione, accogliendolo dentro di se. Iniziò ad ondeggiare lentamente, poi
sempre più velocemente, mano a mano che il piacere si faceva strada nel suo
ventre. Ryo la sostenne per i fianchi, finché insieme raggiunsero la vetta del
piacere e Kaori si abbandonava contro di lui. La strinse a se e le baciò i
capelli, mentre i loro respiri e i loro cuori ritornavano regolari.
-Ti
amo, Kaori-
Si
stupì lui per primo della facilità con cui gli uscirono quelle tre parole. Tre
parole che aveva temuto per anni e che ora gli erano sgorgate dritte dal cuore.
Kaori
alzò il viso a guardarlo, gli occhi spalancati.
-Tu…hai
veramente detto quello che io penso tu abbia detto?- gli chiese con voce
tremante
-Beh,
se tu pensi che io ti abbia detto che ti amo, allora sì- le rispose lui
dolcemente
-Oh,
Ryo, anch’io ti amo- mormorò lei prima di baciarlo
In quel
momento, mentre baciava con passione l’uomo che amava con tutta se stessa, Kaori
pensò che valeva la pena aspettarlo per sei anni vista la felicità intensa che
provava in quel momento.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Capitolo 11 - A te ***
Capitolo
11 – A te
La
mattina dopo, Kaori si svegliò con il sorriso sulle labbra. Guardò il volto di
Ryo che dormiva accanto a lei e il sorriso si allargò. Il giorno prima, in
quella radura, si era sentita felice come mai lo era stata. Lui le aveva
finalmente detto che l’amava. Sentirsi dire quelle due parole le aveva riempito
il cuore di calore.
Kaori
si fece più vicina a Ryo e gli scostò un ciuffo di capelli dalla fronte. Lui
aprì lentamente gli occhi.
-Buongiorno-
lo salutò lei
-Buongiorno,
piccola- le posò un lieve bacio sulle labbra –Come mai quest’aria felice così di
prima mattina?-
-Mi hai
detto che mi ami…- gongolò Kaori
-Santo
cielo, Kaori, è da ieri che non fai che ripeterlo! Ormai lo sanno anche le
scimmie nella foresta!- la prese in giro Ryo
Lei
mise il broncio.
-Guarda
che ricevere una dichiarazione d’amore da te non è mica cosa da tutti i giorni!
Ho dovuto aspettarla sei anni, adesso lasciami beare un po’!-
Ryo
ridacchiò.
-D’accordo,
d’accordo- poi si fece serio e la guardò –E se te lo ripetessi?-
-Sarebbe
il modo ideale per iniziare la giornata…- sorrise lei
-Ti
amo-
-Anch’io
ti amo-
-Comunque,
io conosco un modo anche migliore per iniziare la giornata…- disse poi Ryo con
un sorriso malizioso
-Sei
incorreggibile…- sospirò Kaori –Mi rovini sempre i momenti romantici…-
-Io
trovo molto romantico fare l’amore con la donna che amo…-
-Beh,
messa così…-
Gli
allacciò le braccia attorno al collo e lo baciò, pensando che avrebbe voluto
iniziare in quel modo tutte le giornate della sua vita futura…
-Tutto
ciò non mi convince…-
Kaori
guardò perplessa Kalima che le sistemava un tessuto bianco a fiori rosa intorno
al corpo. Ryo era sparito subito dopo pranzo con una scusa banale e ormai era
quasi il tramonto e di lui nessuna traccia.
-Non
capisco perché sei così perplessa…Ti sto solo aiutando per prepararti alla festa
di stasera…- le rispose Kalima
-Mmh…E
perché invece ho la sensazione che tu e Ryo mi stiate nascondendo qualcosa?-
-Sei
troppo paranoica, Kaori-
Tuttavia,
fu una Kaori non del tutto convinta quella che seguì Kalima fuori dalla capanna
fino al centro del villaggio. Il grande falò al centro dello spiazzo era acceso
e, davanti ad esso, stavano Ryo e Kanema. Ryo era vestito unicamente di una
stoffa nera e marrone intorno ai fianchi e Kaori non riuscì a staccargli gli
occhi di dosso. Notò appena che, ai lati di Ryo e Kanema, erano riuniti tutti
gli abitanti del villaggio.
Ryo le
venne incontro e le sorrise.
-Allora,
che sta succedendo?- gli chiese Kaori
-Ho una
piccola sorpresa per te…- rispose lui
-Ma non
mi dire…Sta diventando un vizio quelle delle sorprese…-
-Già…Ma
questa è particolare…- le prese la mano –Kaori, lo sai che io non ho
un’identità, né documenti, io ufficialmente non esisto per il nostro
paese…Tuttavia, stasera, qui, voglio esaudire il tuo più grande desiderio…-
Il
cuore di Kaori perse un battito.
-Ryo…ma…cosa
intendi?-
-Voglio
che tu diventi mia per sempre, Kaori. Kanema ha accettato di unirci per la
vita…sempre se tu accetti di diventare mia moglie-
Gli
occhi di Kaori si riempirono di lacrime.
-Lo sai
che non desidero altro…- mormorò
Lui le
sorrise, le sfiorò le labbra con un bacio e poi la condusse di fronte a Kanema.
-Questa
sera voi due avete deciso di unire le vostre anime per l’eternità…- iniziò il
capo villaggio –Attraverso questo rito, le vostre vite saranno indissolubilmente
legate e nulla al mondo, se non la morte, potrà porre fine a questo legame.
Prima di iniziare, però, Ryo vorrebbe dire qualcosa a Kaori…-
A te che sei l’unica al mondo L’unica ragione per arrivare fino in
fondo Ad ogni mio respiro Quando ti guardo Dopo un giorno pieno di
parole Senza che tu mi dica niente Tutto si fa chiaro
Ryo si voltò verso di lei e fissò lo sguardo nel suo.
-Kaori, tu sai che non sono bravo con le parole, tuttavia stasera
voglio cercare di dirti quello che sei per me. Voglio che tu lo sappia e per una
volta voglio dirtelo senza mezze parole…-
Lei gli sorrise, sentendo che il cuore le martellava nel petto
dall’emozione. Lui continuò:
-Prima di conoscere te ero un uomo molto diverso. L’unico scopo che
avevo nella vita era arrivare vivo a fine giornata portando a casa la pelle e la
morte non era una cosa che mi spaventava. Inoltre, i sentimenti erano banditi
dalla mia vita perché rendevano deboli. Ma poi sei arrivata tu e hai messo
sottosopra tutto il mio mondo. Con te ho trovato una ragione non per
sopravvivere, ma per vivere. Con te ho provato da subito una sintonia
incredibile, con uno sguardo sei in grado di dirmi più di qualsiasi parola
inutile-
A te che mi hai trovato All’angolo coi pugni chiusi Con le mie
spalle contro il muro Pronto a difendermi Con gli occhi bassi Stavo
in fila Con i disillusi Tu mi hai raccolto come un gatto E mi hai
portato con te
-Prima di incontrare te e tuo fratello non mi fidavo di nessuno,
perché chiunque poteva rivelarsi un nemico. Non credevo in nulla e in nessuno,
ma tu mi hai preso per mano e mi hai insegnato che al mondo esistono persone che
ti vogliono aiutare anche se non ne ricevono nulla in cambio. Persone che ti
amano per quello che sei, qualsiasi sia il tuo passato-
A te io canto una canzone Perché non ho altro Niente di meglio da
offrirti Di tutto quello che ho Prendi il mio tempo E la magia
Che con un solo salto Ci fa volare dentro all’aria Come bollicine
-Lo so che non ho molto da offrirti, ma ho voluto per
lo meno realizzare il sogno di ogni ragazza: sposarsi. Certo, non è un
matrimonio tradizionale, ma del resto nemmeno la nostra vita lo è- Ryo le
sorrise e il suo cuore si sciolse –Ma oggi voglio donarti me stesso, la mia
vita, ogni mio singolo attimo e ogni mio singolo respiro. Perché tu mi fai
sentire vivo. Perché tu mi fai sentire amato-
A te che sei Semplicemente sei Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei giorni miei
-Tu sei la mai vita, Kaori. Sei il mio cuore e la mia
anima. E oggi voglio legarmi a te per l’eternità, essere tuo per sempre. Oggi
voglio prometterti che ti amerò finché avrò respiro e vita, finché non arriverà
l’ultimo dei miei giorni-
Kaori riuscì a trattenere a fatica le lacrime che le
premevano negli occhi. Mai, nemmeno nei suoi sogni più belli, avrebbe mai
pensato di udire parole così meravigliose. Tutto quello che la circondava, il
falò, Kanema e gli abitanti del villaggio, il tramonto…Tutto le sembrava
irreale…Eppure stava succedendo…
-Kaori,
vuoi dire qualcosa a Ryo?- le chiese Kanema
Lei
annuì.
A te che sei il mio grande amore Ed il mio amore grande A te che
hai preso la mia vita E ne hai fatto molto di più A te che hai dato
senso al tempo Senza misurarlo A te che sei il mio amore grande Ed
il mio grande amore
-Ryo,
io ti amo. Più della mia stessa vita, come non ho mai amato nessuno. E non amerò
mai nessun’altro che te, questo l’ho capito il primo momento che ho incontrato
il tuo sguardo. Da allora io sono sempre stata tua e per sempre ti apparterrò.
Perché tu mi hai cambiato la vita. Perché tu sei il mio destino-
A te che io Ti ho visto piangere nella mia mano Fragile che
potevo ucciderti Stringendoti un po’ E poi ti ho visto Con la forza
di un aeroplano Prendere in mano la tua vita E trascinarla in salvo
-Quando credevo di non avere più nulla al mondo, tu mi
hai permesso di piangere tra le tue braccia. Potevi lasciarmi al mio destino, ma
non l’hai fatto. Mi hai preso per mano e mi hai aiutato a rimettere insieme i
pezzi della mia vita-
A te che mi hai insegnato i sogni E l’arte dell’avventura A te
che credi nel coraggio E anche nella paura A te che sei la miglior cosa
Che mi sia successa A te che cambi tutti i giorni E resti sempre la
stessa
-Tu mi hai insegnato a credere in me stessa, ad essere coraggiosa,
ma non per questo a vergognarmi di ammettere che a volte ho paura. Tu sei la più
bella cosa della mia vita e io amo tutto di te, ogni tua sfaccettatura, ogni
lato del tuo carattere…Ma, soprattutto, amo il tuo cuore e la tua anima, così
pieni di coraggio e di bontà-
A te che sei Semplicemente sei Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei sogni miei A te che sei Essenzialmente sei Sostanza
dei sogni miei Sostanza dei giorni miei
-Oggi, qui, di fronte a queste persone, io prometto di essere tua
per sempre e di amarti fino all’eternità-
Dopo quelle parole, Ryo le sorrise e le strinse la mano, avvolta in
quella grande e calda di lui. Kanema allora prese una lunga striscia di stoffa
bianca e la avvolse intorno ai loro polsi, legandoli insieme. Poi li fece bere
del latte di cocco dalla stessa ciotola. Infine, prese due anelli di legno scuro
e ne porse uno a Ryo. Lui lo infilò lentamente al cuore di Kaori.
A te che non ti piaci mai E sei una meraviglia Le forze della
natura si concentrano in te Che sei una roccia sei una pianta sei un uragano
Sei l’orizzonte che mi accoglie quando mi allontano
-Con questo anello faccio di te mia moglie, Kaori. Tu,
che sei la cosa più bella che la natura abbia creato, tu, che sei la mia casa e
la mia famiglia-
A te che sei l’unica amica Che io posso avere L’unico amore che
vorrei Se io non ti avessi con me A te che hai reso la mia vita bella da
morire, che riesci a render la fatica un immenso piacere
-Tu
sei la mia migliore amica, l’unica donna che io voglio al mio fianco, l’unica
donna che ha dato un senso alla mia vita-
Dopo
di che, fu il turno di Kaori di infilare l’anello al dito di Ryo.
-Con
questo anello faccio di te mio marito, Ryo-
A te che sei il mio grande amore ed il mio amore grande, A te che hai
preso la mia vita e ne hai fatto molto di più, A te che hai dato senso al
tempo senza misurarlo, A te che sei il mio amore grande ed il mio grande
amore, A te che sei, semplicemente sei, sostanza dei giorni miei, sostanza
dei sogni miei... A te che sei, semplicemente sei, compagna dei giorni
miei...sostanza dei sogni...
-Tu,
che sei il mio unico e grande amore. Tu, che hai cambiato la mia vita e che le
hai dato un nuovo significato. Tu, che sei la mia vita e il mio mondo. Tu, che
sei la mia anima e i miei sogni-
Sorridendole,
Ryo chinò la testa e la baciò. Un bacio che sanciva l’unione delle loro vite,
delle loro anime e dei loro cuori.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** Epilogo ***
Epilogo
Un mese più
tardi…
Non
riusciva a staccare gli occhi da quel foglio. Non poteva credere a quello che vi
era scritto sopra…Lo aveva letto ormai decine di volte e ancora non riusciva a
smettere…Una sola parola, ma avrebbe completamente stravolto le loro vite…Eppure
avrebbe dovuto immaginarlo dopo tutto quello che era successo…E adesso come
avrebbe fatto a dirglielo? E lui come avrebbe reagito?
Finalmente riuscì a staccare gli occhi dal foglio. Si alzò e si mise a
camminare avanti e indietro per la stanza. Doveva dirglielo, lo sapeva, ma non
aveva il coraggio di andare al piano di sopra e svegliarlo. Tutto sarebbe
cambiato, ma non era questo che la spaventava. La spaventava la reazione di lui.
Lo avrebbe accettato oppure no? Avrebbe anche potuto chiederle di andare via…Per
il loro bene. Per la loro sicurezza.
Scosse la testa, scacciando quella terribile prospettiva. Era inutile
torturarsi di domande e di “se”, doveva parlargli, affrontare l’argomento con
lui e insieme avrebbero deciso cosa fare.
Stava
per avviarsi verso le scale, quando la voce di lui la raggiunse:
-Che
succede, Kaori?-
-Dobbiamo parlare, Ryo-
Kaori
teneva lo sguardo fisso in grembo mentre con i denti si tormentava un labbro. Se
pensava a come la sua vita era cambiata in così breve tempo…Dopo il matrimonio
di Miki e Umibozu il rapporto tra lei e Ryo era migliorato di giorno in giorno,
anche se in modo lento e titubante, finché, dispersi su quell’isola, avevano
lasciato cadere ogni remora, seguendo il loro cuore e i loro sentimenti. Se
ripensava alla splendida giornata in quella radura, sotto la cascata, o alla
loro cerimonia nuziale e alle bellissime parole che Ryo le aveva rivolto ancora
si emozionava…
Il
giorno successivo avevano salutato Kanema, Kalima e tutti gli abitanti del
villaggio e, grazie alle istruzioni da loro date, erano giunti dall’altra parte
dell’isola, dove avevano trovato una barca e un pilota che li aveva accompagnati
all’isola di Luzon. Una volta lì, avevano chiamato Miki e Umibozu che li erano
venuti a prendere e li avevano riportati in Giappone.
Nonostante i giorni passati sul quell’isola sembrassero parte di un’altra
vita, il rapporto tra lei e Ryo era andato avanti a gonfie vele, consolidandosi
giorno dopo giorno.
E
infine questo…
-Allora, cosa c’è? Perché sei così preoccupata?- la voce di Ryo la
riscosse
Alzò
timidamente lo sguardo su di lui, seduto sul divano di fronte a lei. Incapace di
stare ferma, si alzò e ricominciò a camminare avanti e indietro.
-Ryo,
c’è una cosa importante che devo dirti…- iniziò –È una cosa che nessuno dei due
aveva previsto, anche se avremmo dovuto immaginarlo dopo tutto quello che è
successo…- continuò veloce e agitata
-Kaori, fermati, mi stai facendo venire il mal di mare! E arriva al
punto, non ci sto capendo niente…-
Lei
si fermò e si voltò verso di lui. Prese un respiro profondo.
-Ryo…sono incinta…- disse quasi in un soffio
Per
la prima volta in sei anni di vita comune lo vide senza parole.
-Lo
so quello che stai pensando…- Kaori riprese a parlare e a camminare –Un bambino
è un enorme cambiamento per la vita di ogni persona, figuriamoci per due sweeper
come noi…Senza contare che mi ricordo quello che mi hai detto qualche anno fa,
riguardo ad avere una famiglia e a doverla proteggere…-
-Kaori…- Ryo tentò di porre fine a quel fiume di parole
-Se
avessimo un bambino saremmo ancora più presi di mira dai nostri nemici, oltre a
me dovresti proteggere anche lui…-
-Kaori!- tentò una seconda volta
-Perciò se mi dirai che sarebbe meglio che me ne andassi lo farò, anche
se non vorrei mai e poi mai lasciarti…-
Lei
continuava a parlare e a camminare e Ryo, capendo che ci sarebbero volute le
maniere forti, si alzò, la prese tra le braccia e le catturò le labbra.
Funzionò. Kaori smise di parlare e lo fissò stranita.
-Tu
non devi andare da nessuna parte, Kaori- le disse –Sei mia moglie e io ti voglio
qui, al mio fianco. E voglio anche il bambino che porti in grembo- le prese il
volto tra le mani –Tu non hai idea dell’emozione che ho provato quando mi hai
detto di essere incinta. Il cuore mi si è riempito di calore e di gioia, e, se
possibile, ti amo ancora di più per il regalo che stai per farmi-
-Ne
sei sicuro?- gli chiese Kaori con le lacrime agli occhi –Da ora in poi dovremo
stare ancora più attenti…-
-Non
importa- la interruppe Ryo –Cercherò di accettare solo incarichi poco pericolosi
e vi proteggerò ogni giorno per il resto della mia vita. Te lo prometto-
-Mi
fido ciecamente di te e so che il nostro bambino non potrebbe avere padre
migliore-
Kaori
si strinse a lui e Ryo affondò il viso tra i suoi capelli.
-Grazie, Ryo- mormorò lei –Hai realizzato tutti i miei sogni: mi hai
preso come tua moglie e ora porto in grembo il tuo bambino…Grazie-
Lui
la guardò negli occhi.
-No,
sono io che ringrazio te, Kaori. Tu mi hai riportato in vita e mi hai donato il
tuo amore. Tu mi hai aspettato per anni e mi hai reso felice come mai credevo
avrei potuto essere. E ora mi fai il dono di diventare padre. Io ringrazio te
per tutto questo-
Kaori
gli sorrise e lo baciò. Con amore e passione.
-Dimostramelo, allora- gli disse poi, maliziosa
-Per
tutta la vita, piccola- le rispose lui sollevandola tra le braccia e avviandosi
al piano superiore
The end
Un bacione ed un enorme grazie a tutti colore che hanno commetanto o anche solo letto!!
Kisses
Lynn |
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=226688
|