Amore oltre ogni immaginazione

di 4ever_young
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio ***
Capitolo 2: *** Primo giorno di scuola ***
Capitolo 3: *** come ai vecchi tempi ***
Capitolo 4: *** tutto insieme ***
Capitolo 5: *** Los Angeles ***
Capitolo 6: *** momenti ***
Capitolo 7: *** "non capisco!" ***
Capitolo 8: *** litigi ***
Capitolo 9: *** ragionamento maschile ***
Capitolo 10: *** COMUNICAZIONE! ***
Capitolo 11: *** gelosie e nonne esigenti ***
Capitolo 12: *** shopping ***
Capitolo 13: *** memories ***
Capitolo 14: *** riconciliazioni e sentimenti nascosti ***
Capitolo 15: *** AVVISO IMPORTANTE ***



Capitolo 1
*** L'inizio ***


Oggi è il grande giorno, andrò a vivere dalla migliore amica di mia madre, dopo le varie pratiche da fare sono finalmente stata affidata a Molly, la conosco da quando sono nata, lei e mia mamma erano inseparabili e dopo la perdita di quest'ultima insieme al marito hanno deciso di prendersi cura di me. I miei genitori sono morti quasi da 5 mesi in un incidente stradale.

«Vieni cara, andiamo, è arrivato il momento di ricominciare» dice affettuosa Molly. Io acconsento e ci dirigiamo verso la macchina di Albert, il marito.

Circa tre anni prima la famiglia Scott si era trasferita a Los Angeles per via del lavoro di Albert ma comunque era rimasta a contatto con la mia di famiglia.

La famiglia Scott è una famiglia per certi versi ricca infatti vive in una villa immensa in cui sono stata si e no due volte con i miei genitori quando siamo venuti a trovarli.

Appena arrivati ad accoglierci oltre ai maggiordomi vi sono anche i figli della casa, sono due maschi uno di 5 anni e l'altro di 18, poco più grande di me.

Jason, il più piccolo mi è molto affezionato e infatti appena mi vede mi salta addosso; mentre con Ethan non ho un bel rapporto, anche se quando eravamo piccoli eravamo inseparabili ma poi crescendo lui è diventato un gran puttaniere e ho preferito allontanarmi da lui per evitare di finire nella sua trappola, anche perché era dannatamente bello e ora che lo vedo dopo quasi un anno lo è ancora di più.

«Oh guarda chi c'è, sei cresciuta puffetta.» disse con un sorrisetto imbecille, odio quel soprannome stupido. Me lo aveva dato quando eravamo piccoli e mi chiama così solo perché non sono tanto alta.

«ciao anche a te troglodita.» risposi senza dargli tanta importanza.

«ragazzi riuscirete a sopravvivere insieme senza uccidervi?» chiese retorico Albert.

«Eppure da piccoli eravate inseparabili e io e tua madre speravamo un giorno di vedervi sposati» aggiunse Molly ricordando i vecchi tempi.

«eh, bleah, sposata con lui? Mai!»

«su una cosa siamo d'accordo, visto mamma?» disse lui per poi girarsi per andarsene ma fu fermato da Albert che gli disse «Ah Ethan, Samantha verrà a scuola con te, perciò l'accompagnerai tu!»

«Cosa? Ma io devo passare a prendere anche i ragazzi!»

«beh e quindi? Tanto devi passare a prendere solo John e Al perciò c'è posto anche per Samantha.»

«Posso prendere tranquillamente la metro, non c'è bisogno che vada con lui.»

«non se ne parla ti accompagna Ethan.»

Sbuffammo all'unisono, poi Ethan se ne va, credo sia andato in camera sua mentre Molly mi mostra la casa.

«Vieni cara, ti mostro la casa.»

Appena entrati ho notato subito l'arredamento molto casual ma ben assortito, il salone è immenso e più o meno al centro vi sono due divani in pelle, uno nero e uno bianco, con di fronte un TV al plasma molto grande affiancato da cinque file da una parte e dall'altra di CD.

«I CD sono in ordine alfabetico e incollonati per genere, puoi usufruirne quando vuoi.»

la ringrazio e proseguiamo il giro turistico e arriviamo in cucina, un immensa cucina in muratura e al centro della stanza un tavolo non molto grande, credo lo usino quando non ci sono ospiti.

Continuiamo il giro e mi mostra il bagno e la camera da letto sua e di Albert per poi passare al piano di sopra.

«Questo piano è solo per voi, te, Jason e Ethan, la tua camera è quella di fianco a quella di Ethan e di fronte c'è il bagno, vieni ti faccio vedere.»

Mi fa vedere la camera di Jason che stava giocando ai videogiochi e il bagno con tre lavabi, credo siano uno a testa.

«I lavandini sono uno a testa, prima ne avanzava uno, ora è tuo, ho fatto liberare tre scaffali per le tue cose, ne avete tre per uno.»

Annuii e poi la seguii in quella che sarà la mia camera.

Appena entrata quello che salta all'occhio è l'enorme letto a baldacchino che è appoggiato al muro; di fianco al letto vi è una scaletta verticale che porta a una sorta di terrazzetto dove, Molly mi ha appena spiegato c'è la scrivanie, il comuter e un televisore. Le pareti di un azzurro tamponato fanno risaltare una porta che non ho notato subito, di un giallo intenso.

«Quella porta a cosa collega?» chiedo a Molly.

«Oh questa» dice aprendola «è la porta della cabina armadio, ci sono già alcuni vestiti». Entrai dentro quella stanzetta dove gli abiti eleganti, vestitini e cose così erano separati dai vestiti per tutti i giorni e dalle scarpe, è bellissimo. Me ne sono innamorata immediatamente e con le lacrime agli occhi, un po' per l'emozione un po' per la nostalgia abbraccio Molly in un abbraccio caloroso.

«Grazie per tutto quello che stai facendo per me, so che le mie parole non potranno mai ricompensare quello che stai facendo ma sono dette col cuore, grazie infinite Molly, mamma non poteva chiedere di più che un'amica come te!» dissi.

Dopo poco sciogliamo l'abbraccio e lei mi lascia sistemare le mie cose; non ci vuole molto, non ho portato tanto dalla mia vecchia casa, solo tutte gli album fotografici, qualche vestito e alcuni ricordi dei miei genitori, come la collana che papà regalò alla mamma per il loro fidanzamento che ormai portavo al collo senza mai separarmene e le loro fedi che custodivo ben strette.

Appena ho finito di mettere a posto le mie cose vado a farmi una doccia quando ad un certo punto....

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Capitolo 2
*** Primo giorno di scuola ***


Appena ho finito di mettere a posto le mie cose vado a farmi una doccia quando ad un certo punto sento aprirsi la porta e un fischiettio farsi sempre più vicino, così mi affaccio dalla tendina e vedo Ethan. «Che ci fai qui? ESCI!!!!!!» gli grido. «Ma che cazz? Puffetta mi ha fatto spaventare.» dice guardandomi come se potesse vedere attraverso alla tendina che poi non copriva gran che. «come siamo riservate, comunque sei stata tu a non chiudere la porta a chiave» mi fa notare. «è l'abitudine, non la chiudevo mai a chiave a casa. Ora esci!!!» mi giustificai. «eppure da piccoli facevamo il bagno insieme ricordi?» «Avevamo 5 anni eravamo piccoli, sparisci prima che ti lanci qualcosa addosso.» urlo. Lui alza le mani in segno di resa e dice: «ok, ok puffetta non ti agitare». Appena esce lascio andare il respiro che non mi ero accorta di stare trattenendo. *Parla Ethan* È arrivata la figlia di Dan e Camilla, i migliori amici dei miei genitori. Da piccoli eravamo inseparabili, mentre ora non facciamo altro che litigare, non so bene perché a dire il vero, da quanto mi ricordo è stata lei a far finire la nostra amicizia e sinceramente ci sono rimasto un po' male. Prendo i vestiti e vado in bagno fischiettando quando sento un urlo. «Che ci fai qui? ESCI!!!!!!» mi grido. «Ma che cazz? Puffetta mi ha fatto spaventare.» dico guardandola all'inizio un po' spaventato ma poi noto che è nella doccia e la tendina non lascia molto all'immaginazione. «come siamo riservate, comunque sei stata tu a non chiudere la porta a chiave» le faccio notare. «è l'abitudine, non la chiudevo mai a chiave a casa. Ora esci!!!» si giustifica arrossendo un po'. «eppure da piccoli facevamo il bagno insieme ricordi?» «Avevamo 5 anni eravamo piccoli, sparisci prima che ti lanci qualcosa addosso.» urla. Alzai le mani in segno di resa e dico: «ok, ok puffetta non ti agitare» uscii e andai in camera mia dove il cellulare stava squillando, risposi, era John, uno dei miei migliori amici. «Ehi amico!» «Ehila Ethan, come butta?» «bene dai, è arrivata la figlia dei migliori amici dei miei poco fa.» «Oh è vero, e come è andata? È cambiata dall'ultima volta che l'hai vista?» chiede vivamente interessato. «insomma, abbiamo battibeccato come l'ultima volta. Comunque si, è cambiata, adesso è ancora più figa di prima.» dico ripensando all'episodio di poco fa. Qualcuno bussa alla porta e dopo che ha avuto il mio consenso la apre, è Samantha. «Ho fatto puoi andare.» e senza dire altro se ne va. *Parla Samantha* Dopo che ho avvisato Ethan mi metto il pigiama e vado ad aiutare Molly con la cena. «Ah Samantha, cara, domani andiamo a fare l'iscrizione a scuola, così potrai iniziare domani stesso.» disse Molly. «Certo, grazie Molly.» risposi. «eh di che? Comunque la scuola presenta anche delle ore extra, non so se magari ha voglia di fare qualche lezione in più però sono distribuite nell'orario normale, poi ci sono anche delle attività sportive, non so se nella vecchia scuola facevi qualcosa.» continua. «Si, giocavo a calcio nella squadra della scuola, avevano una squadra femminile e una maschile.» dissi. «Oh beh, c'è anche qui, credo non abbiano ancora fatto le selezioni vero Ethan?» chiese Albert «No, non le hanno fatte ancora, ma non credo ti prendano Puffetta!» dice con un ghigno di scherno sul volto, mhh che nervoso, lo prenderei a sberle. «ma come siamo simpatici, tu cosa fai, il raccattapalle?» gli rispondo. «Ah Puffetta quante cose non sai, io sono il capitano della squadra maschile.» rispose orgoglioso. «Oh beh allora i tuoi compagni non devono essere un gran che, magari fanno schifo come te!» l'aria si fa sempre più calda ma prima che Ethan possa rispondermi ci pensa Albert a mettere una toppa alla nostra discussione. «Dai ragazzi non litigate, dovrete convivere cercate di andare d'accordo.» sulla tavola calò il silenzio. Finita la cena andiamo tutti a dormire. «Svegliati Puffetta o farai tardi a scuola, muoviti!!» urla Ethan sulla porta della mia camera. Io di risposta gli lancio il cuscino in faccia e aggiungo «non c'è bisogno di urlare! Vedi che sei proprio un troglodita!!» poi mi alzo e mi avvio verso il bagno, dopo essermi preparata scendo a fare colazione. «Buongiorno!» dico a Molly e Albert che stanno preparando la colazione. «Buongiorno!» rispondono loro. «A Ethan oggi Samantha la porto io, per fare l'iscrizione poi tornate a casa insieme però.» Ethan se ne va e dopo poco anche io e Molly andiamo verso la scuola. Appena arrivate veniamo accolte in segreteria da una signora grassoccia. «Salve, lei deve essere la ragazza nuova, giusto?» chiede cordiale. «Si, è lei, siamo venute per confermare l'iscrizione e per le varie cose da sistemare.» disse Molly. «Si, certo, allora questo intanto è il numero del tuo armadietto e il suo codice. Poi devi dirmi se vuoi fare dei corsi aggiuntivi o potenziati.» mi spiega porgendomi il foglio con il necessario. «Ehm, si vorrei fare il potenziato di matematica e chimica.» «perfetto, c'è solo un piccolo problema, da quest'anno i potenziamenti sono uniti ad alcune lezioni. I potenziati di prima e seconda fanno lezione con quelli della classe del terzo anno mentre quelli di terzo e quarto con quelli di quinto. Perciò la tue lezioni di potenziato saranno con quelli del quinto.» «Ok.» rispondo. «Sai, è strano, sei l'unica ragazza in tutto l'istituto che fa potenziato di queste due materie.» «Ah» rispondo solamente. Molly rimane per le ultime cose mentre io mi avvio al mio armadietto per sistemare le mie cose e andare alla lezione seguente perché ormai la prima sta per terminare. Raggiungo l'armadietto e prendo i libri poi lo chiudo e guardo sul foglio dell'orario la prossima lezione, matematica, perfetto, iniziamo bene. Raggiungo l'aula appena suona la campanella anche se con un po' di fatica. Appena varcai la soglia dell'aula tutti gli sguardi dei ragazzi presenti si puntano su di me e istintivamente arrossisco. «Ehm, salve.» dico. «Vieni, tu devi essere la ragazza nuova, come ti chiami?» chiese il signor Tanner. «Mi chiamo Samantha Anderson, signore» risposi. «Beh Samantha come puoi vedere sei l'unica ragazza in questa aula perciò la domanda è lecita, cosa ti ha spinto a iscriverti al potenziato di matematica?» «Beh, lo frequentavo anche nella vecchia scuola, mi piacciono molto le materie scientifiche» rispondo onesta. «Va bene, ci sono due posti vuoti decidi tu dove andare.» mi congeda. Io do un occhiata alla classe e noto che i due posti vuoti sono uno di fianco a Ethan e l'altro di fianco a un dio greco, è un ragazzo bellissimo, ha dei capelli biondi corti e degli occhi di un azzurro unico, non ci penso due volte e mi avvio verso il banco del dio greco, ma quando passo vicino a Ethan mi sento trattenere per un braccio. «Dove vai?» mi chiede lui visibilmente contrariato. «A sedermi, non ho intenzione di sopportarti anche a lezione.» e dicendo così mi libero della sua stretta e mi siedo. «Ciao, io sono Adam.» dice il ragazzo appena mi siedo. «Samantha.» rispondo sintetica. «Perché continuano a fissarmi tutti?ho qualcosa che non va?» chiedo allarmata. Lui fa una risata bassa per non farsi sentire dal Signor Tanner. «Sei l'unica ragazza del corso e sei la nuova arrivata, non capita tutti i giorni di avere ragazze in classe, soprattutto se sono belle come te.» dice facendomi l'occhiolino e io inevitabilmente arrossisco. La lezione trascorse velocemente e non appena la campana dell'ora di pranzo suona scatto subito in piedi e mi avvio verso l'uscita dell'aula ma vengo chiamata da qualcuno. «Samantha, aspetta, hai dimenticato questo».

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Capitolo 3
*** come ai vecchi tempi ***


Appena mi giro vedo Adam con un fogliettino in mano. «Ma non è mio.» dico sicura.

«Oh si che è tuo, è il mio numero, sai ho pensato che mi piacerebbe molto conoscerti meglio». Mi dice facendo l'occhiolino.

«Oh beh, se la metti così allora è mio.» dico io chiaramente divertita ma comntenta afferando il fogliettino.

«Allora aspetto una tua chiamata?» dice speranzoso.

Io rispondo affermativamente e poi mi avvio verso la prossima lezione; letteratura, materia che odio con tutto il mio cuore.

Appena entro mi siedo nel banco in fondo vicino alla finestra, quando ad un certo punto una ragazza dalla carnagione chiara e i capelli castano chiaro si siede di fiano a me.

«Io sono Allison, sei nuova vero?» mi chiede.

«Si, vengo da New York.» dico io.

«Wow è lontana, pratichi dello sport?» chiede poi.

«Si, nella mia vecchia scuola giocavo a calcio.» dico.

«Davvero? E farai i provini per entrare nella nostra di squadra adesso che sei qui?»

«Si, l'intenzione è quella ma non so ancora quando ci sono.» dico onesta.

«Ah beh ragazza mia, sono domani alle 15, io sono il capitano.» dice sorridendomi in modo gentile.

«Oh bene.»

«In che ruolo giochi?» mi chiede poi.

«Attaccante, ma riesco ad adattarmi a qualsiasi ruolo.»

«Oh, perfetto, ci serve un attaccante, beh allora ti aspetto alle selezioni domani.» e in quel preciso momento suona la campanella.

Il resto della giornata trascorre per il meglio e alla fine delle lezioni mi avvio verso il parcheggio alla ricerca di Ethan, che trovo vicino alla sua macchina insieme a due ragazzi.

«Oh, ce l'hai fatta Puffetta pensavo ti fossi persa!» mi dice appena mi vede.

«Perché devi sempre rovinarmi la giornata! Era un magnifico primo giorno di scuola prima che ti vedessi.» dico sbuffando.

Lui sta per rispondermi ma viene preceduto da un'altra voce.

«Ehi piccola, non mi ha chiamato?!» è Adam.

«Si, scusa, è che sai come primo giorno non ho voluto perdere tempo tra una lezione e l'altra poi ho dovuto fare delle altre cose e non sono riuscita, lo avrei fatto appena tornata a casa.» dico, anche se non è assolutamente vero, se c'è una cosa che ho imparato sui ragazzi a New York è che non si deve MAI chiamare un ragazzo appena ti da il numero, è meglio far passare almeno 24 ore, giusto per vedere se è realmente interessato; perché se fai vedere che sei una facile o ingenua che ci casca subito ti portano a letto e poi chi si è visto si è visto.

«Vabbé, non fa niente, senti stavo pensando che, visto che sei nuova da queste parti, potrei farti fare un giro per la città uno di questi giorni.» dice con un sorriso stupendo Adam.

«perché no?! Certo.» rispondo.

«Venerdi?» chiede.

Dopo aver acconsentito lui ci saluta e se ne va.

«Vedo che hai fatto delle gran belle conoscenze oggi.» dice ovviamente in tono ironico.

«Beh, almeno lui è gentile e simpatico, tutto il contrario di te, Ethan.» rispondo con un sorriso finto.

«Povera illusa, quello punta solo a portarti a letto!» dice fissando i suoi bellissimi occhi verdi nei miei, semplicissimi, neri.

«Beh, ben venga, è figo.» dico solo per infastidirlo, non andrei mai a letto con il primo che passa, e lui lo sa.

«fa come ti pare, Puffetta. Loro sono John.» dice indicando il ragazzo poco più basso di lui e con i capelli biondi che li sta accanto «e lui è Al» dice indicando l'altro ragazzo con dei riccioli rossi, molto più alto dei due.

«Io sono Samantha, è un piacere ragazzi.»

«Piacere nostro, dolcezza.» rispondono i due.

Saliti in macchina accompagnamo prima Al e John a casa per poi avviarci verso la nostra.

A cena Molly e Albert mi chiedono come è andato il primo giorno di scuola e come mi sono trovata, poi dopo aver aiutato Molly a sparecchiare e aver giocato un po' con il piccolo Jason vado a dormire.

Verso le due di notte mi sveglio a causa di un forte temporale, io ODIO i tuoni, ne ho una paura fottuta sin da quando sono piccola; così come tutte le volte che c'è un temporale mi ranicchio sul mio letto sussultando tutte le volte che un tuono fa capitolino dalla mia finestra.

Quando ad un certo punto vedo la porta della mia stanza aprirsi e la figura di Ethan comparire nella penombra.

«Sapevo che eri sveglia Puffetta, ancora paura dei tuoni?» chiede con un sorisetto sul volto che, visto in penombra ha un so che di tetro.

«Ah ah ah, non sei simpatico!! i tuoni mi spaventano a morte!» dico io leggermente offesa.

«Dai, vieni qui» dice lui sedendosi sul mio letto e aprendo le braccia, invitandomi chiaramente ad andargli in contro.

«Vai a dormire, me la cavo benissimo anche da sola.» rispondo acida, anche se ci andrei volentieri tra le sue braccia.

«Dai, non fare la stupida, Puffetta, lo so perfettamente che le mie braccia sono molto più riassicuranti che quel povero cuscino che stai torturando.» ed è vero, quando eravamo piccoli e dormivamo nella stessa stanza, ogni qualvolta c'era un temporale lui veniva nel mio letto e mi coccolava dandomi quella sensazione di protezione di cui avevo bisogno, e insieme attendevamo la fine della tempesta; ma purtroppo i tempi sono cambiati, noi siamo cambiati, soprattutto lui; non è più il ragazzino che abitava vicino casa e che veniva a bussare alla mia porta con un pallone di cuoio in mano per giocare insieme a calcio, non è più quel ragazzino tanto dolce che quando qualcuno mi prendeva in giro lui mi difendeva sempre; ora è un ragazzo come gli altri, che pensa solo al sesso e alla fama.

Un po' restia vado tra le sue braccia, ho troppa paura, irrigidendomi al contatto con il suo corpo possente e muscoloso.

E insime aspettiamo la fine della tempesta.

Siamo sdraiati sul mio letto e il mio viso è poggiato contro il suo petto mentre le sue mani mi circondano la vita, ho troppo sonno.

«Proprio come hai vecchi tempi.» mi sussurra lui all'orecchio e involotariamente sento dei brividi percorrermi tutto il corpo.

«gia, come hai vecchi tempi.» rispondo in un sussurro prima di cadere in un sonno profondo.




NdA:
Ciao a tutti, eccomi con un nuovo capitolo; per prima cosa volevo ringraziare Minnie99,walewalx e yuukilalla che hanno recensito la storia, sono contenta che piaccia.
Beh, che altro dire, ah si, qui sotto vi lascio alcune foto per farvi un idea sui personaggi e beh credo ad aver detto tutto quello che volevo dire, perciò al prossimo capito, e mi raccomando recesite, mi fa piacere sapere quello che pensate della storia, un bacio :*

Ecco le foto dei personaggi:

Samantha:


Ethan:


Adam:


Allison:

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Capitolo 4
*** tutto insieme ***


Quando mi sveglio sono ancora accoccolata al petto di Ethan che dorme beato, cerco di uscire dalla sua stretta ma appena ci provo lui mi stringe ancora di più.
«Non sono un peluche da stritolare!» borbotto mentre cerco di svegliarlo, ma visto che con le buone non si sveglia li mollo un ceffone.
«Ehi!!!» dice lui leggermente scosso.
«Te la sei cercata, non ti svegliavi.» rispondo giustificandomi.
«Beh ci sono diversi modi di svegliare una persona Puffetta, anche quando non si sveglia e il tuo non è stato di certo il più dolce.» dice lui.
«beh, le mie intenzioni non erano di certo quelle di essere dolce con te, e adesso sparisci dalla mia camera!» dissi spingendolo giù dal letto.
«Beh dopo ieri sera Puffetta avresti potuto svegliarmi almeno con un bacetto!» dice lui mentre si alza da terra massaggiandosi il fondo schiena.
«ieri sera non è successo niente di che, e il bacio te lo puoi sognare, e ora vattene che mi devo preparare per andare a scuola o faremo tardi. »
«Eh va bene Puffetta però voglio quel bacio!» dice facendomi l'occhiolino, mi viene il voltastomaco, così mi avvicino al bordo del letto dove lui è in piedi e gli dico: «Ascoltami bene Ethan, io non sono una delle tue troiette che ti porti a letto di solito perciò lasciami in pace, io lascio in pace te tu lasci in pace me e vivremo per sempre felici e contenti!» detto ciò scendo dal letto, prendo l'occorrente e vado in bagno.
Mi faccio una doccia veloce perché siamo già in ritardo e mi vesto, un paio di jeans chiari stretti e una maglietta gialla con una spalla che scende, mi lavo i denti, un po' di matita, un po' di mascara e sono pronta. Esco dal bagno e trovo Ethan ad aspettarmi già pronto.
«merda Puffetta non ti ricordavo così lenta.»
lo ignoro e vado in camera a prendere le due borse, uno con i libri e l'altra con l'occorrente per il provino della squadra di calcio.
«Perché hai due borse?» mi chiede Ethan.
«perché in una ci sono le cose per il provino.»
«Ah già, vuoi entrare nella squadra della scuola» dice per poi ridere.
«andiamo cavernicolo che siamo in ritardo.»
salutiamo Molly,Albert e il piccolo Jason e  dopo esser passati a prendere Al e John ci avviamo a scuola.
La giornata passa tranquilla e alle 15 inizia il provino per la squadra.
Un po'  di palleggi, un po' di passaggi, un po' di tiri e il provino finisce.
Allison mi comunica che mi hanno preso e che domani mi darà tutto l'occorrente per giocare e che sarei dovuta andare a mangiare al loro tavolo e che avrei dovuto sempre indossare l'uniforme della squadra, uniforme poi è una parola grossa, infatti è un vestito che arriva a metà coscia e ha i colori della squadra, blu il vestito e giallo il numero che c'è nella zona della pancia e tra le pieghe della gonna. 
La mattina dopo, appena arrivata a scuola Allison non mi da nemmeno il tempo di varcare il cancello che mi accoglie con un gran sorriso e un borsone in mano.
«Ciao nuova compagna di squadra» dice sorridendo e io non posso fare altro che ridere e ricambiare il saluto.
«tieni questo è il borsone della squadra,dentro c'è già tutto: divisa, scarpe, calzoncini, ah e.....» dice rovistando nella borsa «il vestito che adesso indosserai» dice tirandolo fuori.
Ci avviamo ai bagni e mi cambio, il mio numero è il 17.
«era lo stesso numero che avevo a New York» dico sorridendo.
«Oh che bello, che coincidenza»
uscite dal bagno ci dividiamo per andare a lezione e ci diamo appuntamento all'ora di pranzo.
È imbarazzante girare per i corridoi conciata così, tutti mi guardano e i ragazzi lo fanno troppo insistentemente e mi da fastidio, non mi è mai piaciuto stare al centro dell'attenzione.
La prima ora è quella di matematica perciò mi avvio verso l'aula e quando arrivo mi siedo nel posto della scorsa volta sotto lo sguardo attento dei ragazzi che erano già arrivati.
«Wow, l'uniforme della squadra femminile di calcio ti dona, davvero!» dice Alan che mi ha appena raggiunto al banco.
«ti prego non ti ci mettere anche tu, è imbarazzante» dico io.
«mmh, ho come l'impressione che tu non metta la gonna molto spesso. Ti ci abituerai vedrai.» dice facendomi l'occhiolino, un po' mi tranquillizzo ma dura poco perché dalla porta entra Ethan che si ferma proprio davanti al mio banco.
«Sai Puffetta forse mi sbagliavo sei fatta proprio per la squadra di calcio, o meglio per l'uniforme!» dice ammiccando.
«Oh sparisci cavernicolo!»
Ethan se ne va ridendo e quando si è seduto Alan inizia a parlare «Puffetta eh?» dice sorridendo.
«ti prego evita di chiamarmi così, lo odio, esattamente come odio Ethan!» dico infastidita.
«lui invece sembra molto attratto da te» constata lui.
«no, fidati, è odio reciproco.»
io e Alan continuiamo a chiacchierare fino alla fine della lezione.
Mentre mi sto avviando verso la mensa sento qualcuno chiamarmi.
«Puffetta, aspettami.» vedo tutte le ragazze presenti nel corridoio guardarlo come se fosse un dio e la sua figura si avvicina sempre di più a me.
«ma mi vuoi lasciare in pace!!!» brontolo io.
Lui ride e poi dice «non posso, oltre ad abitare sotto lo stesso tetto d'ora in poi faremo praticamente tutto insieme» afferma con ancora quel sorrisetto irritante sulle labbra.
Che labbra sprecate! Ma cosa sto dicendo! Ahhhh questo ragazzo mi farà dar di matto.
«eh?» dico non capendo ciò che vuole dire.
«io sono il capitano della squadra di calcio maschile e tu adesso fai parte di quella femminile e visto che nella scuola non ci sono abbastanza campi per tutte le squadre ci alleniamo tutti insieme e mangiamo tutti nello stesso tavolo e facciamo le gite tutti insieme, perciò facci l'abitudine Puffetta.» e dicendo così entra nella mensa.
Ahhhhh quanto lo odio, non avrei dovuto sopportarlo solo a casa, ma anche a scuola, ma che cosa ho fatto di male?



NdA:
Allora intanto vorrei scusarmi per il ritardo ma l'ultima settimana di scuola sono stata davvero impegnata nelle ultime verifiche e interrogazioni(si, lo so è assurdo!! D:) comunqie alla fine ce l'ho fatta ed eccomi qui, con il nuovo capitolo, spero che vi piaccia e mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate!
Ah qui sotto vi posto la foto dell'uniforme della squadra femminile di calcio, ah prendetolo come modello perché come noterete il numero e i colori sono diversi, al prossimo capitolo, un bacio :*

uniforme:

 

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Capitolo 5
*** Los Angeles ***


Appena entro in mensa Allison mi fa segno di raggiungerla al tavolo dove c'è sia la squadra di calcio femminile sia quella maschile.

«Ragazzi lei è Samantha è la nuova punta della squadra!» dice Allison presentandomi.

«Oh finalmente abbiamo una punta, potremmo cambiare modulo e farne uno che sfrutti di più le qualità della squadra!» dice una ragazza dalla carnagione olivastra e gli occhi marroni.

«mi fa piacere!»

«Allison l'hai messa al corrente della festa di inizio campionato?» chiese uno dei ragazzi.

«a dire il vero no, volevo prima presentarvela» dice il capitano.

«che festa?» chiedo.

«tutti gli anni prima che inizi il campionato facciamo una festa quest'anno è a casa di John, devi venire accompagnata da uno dei ragazzi della squadra maschile.» dice quella che Allison mi ha detto che si chiama Christina.

«ah bene, ed è obbligatorio venirci?» chiedo, anche perché a me le feste non sono mai piaciute un gran che, non fanno per me.

«Si, assolutamente!» risponde Morgan, un'altra ragazza della squadra.

«credo di essere l'unico rimasto senza accompagnatrice perciò ti toccherà venirci con me» dice John, è simpatico, credo che con lui sarà divertente.

«ah va bene, non c'è problema. Quand'è questa festa?» chiesi.

«sabato» dice Allison.

«cosa? Ma è domani!!» dissi io.

«esatto, facciamo così oggi non posso però domani appena dopo scuola andiamo in centro a cercarti qualcosa che dici?» propose Morgan.

«direi che si può fare.» concordai.

«Ah puffetta vedi di metterti qualcosa di sexy alla festa.» dice Ethan facendomi l'occhiolino, quanto lo odio!!!

«smettila di chiamarmi così, è irritante!» dico esasperata.

«è per questo che lo faccio, Puffetta!» dice marcando ancora di più quel soprannome ridicolo.

«sei proprio un cavernicolo!!» dico irritata.

Gli altri intanto se la ridono.

Quando suona la campana che sancisce la fine delle lezioni insieme a Ethan ci avviamo al parcheggio ma appena usciti io mi dirigo verso la macchina di Adam.

«dove vai? La macchina è di la Puffetta!» dice Ethan.

«lo so cavernicolo, ma oggi è venerdì ricordi? Devo uscire con Adam.»

«ma con quel cretino? Sul serio Puffetta?» mi chiede lui.

«ci vediamo a casa Ethan» e dicendo così me ne vado.

«ciao bellissima» mi saluta Adam con un bacio sulla guancia.

«dove mi porti di bello?» chiedo appena saliamo in macchina.

«ti farò innamorare di Los Angeles bellezza.» mi dice facendomi l'occhiolino.

«vedremo.»

Adam mi ha fatto vedere i posti più belli di LA da Rodeo Drive a Hollywood passando dal quartiere di Beverly Hills e io me ne sono veramente innamorata, ci siamo divertiti un sacco, Adam è un ragazzo dalle mille risorse, mi piace, ora siamo davanti al portone di casa mia.

«allora? Ti ho fatto innamorare di LA?» mi chiede lui.

«direi di si» dico sorridendo.

«ah hai visto? Che ti dicevo?» dice ridendo facendo ridere anche me.

«ci vediamo a scuola Adam, grazie per la bella giornata.» dico.

«ehi conto in un'altra uscita!» dice.

«vedremo» e ridendo entro in casa.

«ti sei divertita con il cretino a quanto pare.» dice Ethan sbucando dal divano.

Io faccio un salto per lo spavento «ma sei scemo? Mi hai spaventato!!!»

«tze, allora che avete fatto?» chiede.

«non sono cose che ti riguardano.» gli rispondo poi arriva il piccolo Jason.

«Semmyyyyyy vieni a giocare con me?» mi chiede.

«ma certo campione andiamo.»

passo parecchio tempo con il piccolo Jason fino all'ora di cena, quando arrivano Albert e Molly.

«allora ragazzi come è andata oggi?» chiede Molly.

«solito.» risponde Ethan.

«e tu Samantha?» mi chiede Albert.

«sono stata presa nella squadra di calcio femminile.» dico entusiasta.

«Ah che bello, perciò anche tu domani andrai alla festa?» chiede entusiasta Molly.

«si, mi tocca.»

«e ci andate insieme?» chiede.

«ma nemmeno per sogno ci vado con lei.» dice Ethan.

«sempre molto gentile tu eh?» dico io ironica.

«Certo Puffetta solo per te» risponde lui.

«sei proprio un cavernicolo!»

«ragazzi dai su riuscirete a passare una sola giornata senza litigare? Eppure da piccoli andavate d'amore e d'accordo.» dice Albert.

«Appunto da piccoli» specifico io.

«Comunque noi domani sera torniamo tardi perciò avrete tutta casa per tutto il giorno, vedete di non uccidervi.» ci informa Molly.

Dopo cena vado in camera mia e dopo aver indossato il mio pigiamino vado a dormire.

Quando mi sveglio Ethan mi informa che Molly e Albert sono già usciti portando con loro il piccolo Jason.

Facciamo colazione in silenzio e poi passiamo a prendere Al e Jhon per andare a scuola.

«ciao ragazzi» ci salutano appena entrano in auto i due.

Io e Ethan ricambiamo.

«Allora pronta per stasera?» chiede Jhon.

«ti avviso non sono un ottima compagna di feste» dico io ridendo.

«come, non ti piacciono le feste?» chiede sorpreso Al.

«non è che non mi piacciono semplicemente ne faccio volentieri a meno.» dico.

«Ahhhh ho capito, non ti preoccupare dolcezza questa è Los Angeles non facciamo feste come quei poveracci, senza offesa, dei Newyorchesi» mi informa Al e io non posso fare a meno di ridere.

«perché ho la strana sensazione che mi devo preoccupare?» chiedo continuando a ridere e facendo ridere anche gli altri tre ragazzi presenti nell'abitacolo.

Arriviamo a scuola e Adam appena mi vede si avvicina.

«ciao piccola.» dice salutandomi con un bacio sulla guancia.

«ciao anche a te.» dico io.

Intanto Al, Jhon e Ethan si sono allontanati; ho come l'impressione che tra Adam e la squadra di calcio maschile non scorra buon sangue.

«Senti mi chiedevo se, visto che è sabato, ti andava di uscire questa sera, magari di andare al cinema.» mi chiede.

«mi piacerebbe molto ma oggi proprio non si può fare.» dico io.

«perché?»

«c'è la festa della squadra di calcio e non posso proprio.» dico.

«domenica?» chiede lui.

«non lo so ti faccio sapere.» dico andando in classe di chimica che dato che ho scelto il potenziato la faccio con gli studenti del quinto anno e la condivido con John e Al.

«ciao attaccante» mi saluta Al appena mi vede.

«ciao difensore» lo saluto io ridendo.

L'ora passa in fretta e presto arriva anche il momento della pausa pranzo.

«ragazze ho qualcosa addosso?» chiedo appena mi siedo al tavolo.

«no perché?» dice Allison.

«non lo so, mi fissano tutti» dico.

«è la divisa, sai sei nuovo e la divisa della squadra ti dona particolarmente, attiri molto l'attenzione soprattutto quella maschile» mi fa notare Christina.

La giornata passa in fretta e presto arriva l'ora dello shopping con Allison, Morgan e Christina.

Passiamo l'intero pomeriggio tra negozi di tutti i tipi fermandoci solo un paio di volte in un bar per rinfrescarci; abbiamo provato abiti su abiti fino a trovare quelli giusti.

In quanto compagna per quella sera del proprietario della casa ospitante la festa sarei dovuta andare da lui a prepararmi e così feci.

John ha una casa davvero grande e quando arrivo mi accoglie con un gran sorriso.

Sono le 20.30 quando inizio a prepararmi, mi lavo, mi vesto , mi trucco e mi sistemo i capelli; il vestito che ho comprato è corto fino a metà coscia con un corpetto blu con gli strass che arriva fin sotto al seno per poi cadere morbido sui fianchi e cambiare colore diventando nero, indosso un paio di scarpe col tacco semplici nere.

«wow sei bellissima Sam» mi dice Jhon appena mi vede, lui indossa dei semplici jeans e una camicia nera aderente che si adatta perfettamente al suo trace forte e definito.

Sono arrivati tutti e la musica è partita e si stanno scatenando come solo loro sanno fare, c'è chi balla, chi beve e chi chiacchiera.

«wow Puffetta sai se non ti conoscessi e non sapessi che sei antipatica quasi quasi ci farei un pensierino su di te!» dice facendomi l'occhiolino, lui indossa dei jeans scuri con una camicia bianca sopra con i primi bottoni aperti che lasciano intravedere il suo petto scolpito.

«ha parlato quello simpatico» e dicendo così raggiungo Jhon che si sta versando un po' di vodka in cucina.

«ehi Jhon ti va di ballare» gli chiedo.

Lui accetta volentieri e insieme ci fiondiamo nella pista improvvisata qual' è il suo salotto.





NdA: ciao a tutti, ecco qui il nuovo capitolo, beh che altro dire? Ah si recensite mi raccomando.
ecco qui la foto del vestito di Samantha:

 

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Capitolo 6
*** momenti ***


Quando mi sveglio ho un enorme mal di testa.

«Bungiorno» dico senza guardare troppo chi c'è in cucina.

«Ah buongiorno Puffetta» mi risponde Ethan.

«gli altri?» chiedo.

«Mamma e papà sono fuori per lavoro tornano stasera mentre Jason dorme ancora» faccio un cenno col capo e poi mi giro per tornarmene in camera mia.

«ehm Puffetta mi daresti una mano?» mi blocca Ethan.

«a fare?» chiedo scettica.

«a lavare la macchina, oggi c'è il sole e la mia bambina ha bisogno di un bel bagnetto» dice con un sorriso stupendo sulle labbra, aspetta, ho detto sorriso stupendo? Sarà ancora la sbronza di ieri.

«non credo di essere nelle mie piene facoltà mentali per poterti aiutare.»

«dai, ti preparo il caffè per il mal di testa post sbonza mentre tu ti vai a cambiare» dice facendomi gli occhi dolci, quando fa così è inrresistibile, si ok l'ho detto è bello! Ma sono una ragazza anche io!

Vado in camera mia e mi vesto dato che ero ancora in pigiama, metto un paio di pantaloni leggeri e una maglietta semplice a maniche corte, nonostante sia novembre qui a LA fa comunque un po' caldo.

Dopo aver bevuto il mio caffè che mi aiuta molto io e Ethan ci mettiamo a lavoro per pulire la sua macchina.

«Puffetta mi passi il tubo dell'aqua?» mi chiede Ethan dopo un po', glielo passo ma non mi accorgo che è aperto e lui essendo distratto si becca tutta l'acqua e io non posso fare a meno di ridere.

«piccola pulce!» dice iniziando a inseguirmi con il tubo dell'acqua dopo poco ci ritroviamo stesi a terra con lui sopra di me e completamente fradici a ridere.

«ok, direi che la macchina è pulita» dice andora ridendo Ethan.

«si, e anche noi» dico ridendo ancora più forte, quando mi calmo vedo Ethan fissarmi intensamente e ancora steso sopra di me, arrossisco inevitabilmente.

«mi piace la tua risata, ha un suono dolce» dice in tono tenero, ok che cosa sta succendendo?

«g-g-grazie» dico io imbarazzatissima.

Ethan continua a stostare il suo sguardo dai miei occhi alle mie labbra e sento che se non faccio qualcosa può succedere l'irreparabile.

«Ehm Ethan adesso però puoi alzarti»

«oh ehm, si scusa» dice alzandosi imbarazzato, Ethan imbarazzato?

Torniamo in casa nel più completo silenzio, un silenzio talmente imbarazzante che dopo un po' rompo «vado a farmi una doccia e a cambiarmi» dico scappando letteralmente al piano di sopra.

 

*Pov Ethan*

Ma cosa caspita mi è preso? Averla sotto di me, che rideva è stato un colpo al cuore, è bellissima e le sue labbra in quel momento sembrava che mi stessero supplicando di baciarla, se lei non mi avesse allontanto avrei combinato un gran pasticcio, devo distrarmi e se c'è una cosa che può farlo quello è il sesso perciò chiamai Stacey, la tria della scuola, o meglio chiamata “Barbie”

«ciao bellissima» esordisco appena risponde.

«ehi bell'imbusto, qual buon vento?» chiede lei di rmando.

«hai da fare stasera?» chiedo.

«Ethan insomma l'abbiamo fatto solo una settimana fa e già vuoi replicare» chiede lei e la sento sorridere attraverso la cornetta.

«beh piccola è stato fantastico e mi ci vuole il bis » rispondo ammiccando.

«da te alle 7?» chiede subito.

«facciamo da te, qui c'è mio fratello» dico.

Dopo essermi messo d'accordo per una nottata di sesso con Stacey mi rilasso sul divano vicino al mio fratellino che sta guardando i cartoni.

Quando Samantha torna indossa un paio di jeans e una maglietta semplice ed è ancora visibilmente imbarazzata, non mi rivolge parola per tutto il pomeriggio preferendo chiacchierare con mio fratello o paralre al telefono con le sue nuove amiche, arrivate le 6.30 mi avvio a casa di Stacey e appena mi apre mi fiondo sulle sue labbra, ho bisogno di rimuovere dalla mia mente tutto quello che è successo nelle ultime ore e per quei minuti che sto con Stacey ci riesco ma poi quando tutto finisce e butto il preservativo nel cestino mi sento in colpa ma poi scaccio quel pensiero.


NdA: chiedo umilmente suc per l'enorme ritardo ma ho avuto alcuni problemi con il computer in questi giorni e non sono riuscita a postare questo capitolo che era già pronto.
allora, le cose inziano un po' a movimentarsi, ditemi che ne pensate del capitolo e beh ch sentiamo al prossimo :*
vi lascio una foto di Stacey,la new entry:

 

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Capitolo 7
*** "non capisco!" ***


La mattina quando mi sveglio e vado in cucina saluto tutti ma Ethan non mi rivolge nemmeno uno sguardo, appena arrivo a scuola Allison e Christina mi vengono incontro.

«ehi bellezza, pronta per l'allenamento di oggi pomeriggio?» mi dice una sorridente Christina.

«certo» rispondo io mentre ci avviamo all'ingresso della scuola.

«ehi Sam aspetta» sento gridare e quando mi volto vedo Adam correre nella mia direzione.

«ehi» lo saluto.

«Sam noi ti aspettiamo dentro» dice Allyson prima di sparire con le altre.

«senti mi chiedevo se ti andava di uscire questa sera, ti va?» chiede.

«perché no?!» rispondo sorridendo.

«fantastico, cinema?» chiede.

«ok, scegli un film bello» dico per poi voltarmi e incamminarvi verso l'aula di letteratura.

«ti passo a prendere alle 8» grida Adam.

Entrata in aula mi siedo vicino a Allyson.

«e così esci con il quoterback della scuola, complimenti bell'acquisto» mi dice.

«ci stiamo solo frequentando non è niente di che, siamo usciti poche volte»mi giustifico.

«non c'è bisogno di giustificarti, solo stai attenta i tipi come lui sono pericolosi esattamente come Ethan» mi informa.

«cosa c'entra Ethan con Adam?» chiedo confusa.

«Centre fidati» risponde con quell'aria da chi la sa lunga.

Dopo lezione ci avviamo alla sala mensa dove ovviamente siamo tutti riuniti.

«allora facciamo qualcosa stasera?» chiede Al.

«che ne dite pizza e birra a casa mia?» propone Jhon.

Acconsentono quasi tutti.

«tu Samantha che fai vieni?» mi chiede Al.

«ehm io a dire il vero stasera avrei un appuntamento» dico timida.

Dal tavolo si eleva un onda di “uhhhhh”

«e chi è il principe azzurro?» chiede Jhon.

«Adam» rispondo.

«ancora quell'idiota?» chiede Ethan.

«non è un idiota!» protesto io.

«oh invece si, è un idiota allo stato puro» mi riprende lui.

«ecco ci risiamo iniziano a litgare» dice in sottofondo Christina.

«beh lascia decidere a me se è un idiota» rispondo a Ethan.

«beh quando te ne accorgerai non venire a dirmi che avevo ragione» dice lui.

«sta sicuro che non succederà!!»

«vedremo Puffetta!» risponde facendomi l'occhiolino.

Sto per rispondere ma vengo interrotta da Allyson.

«ok ragazzi adesso smettetela di litigare non mi sembra il caso» io intanto fulmino Ethan con lo sguardo.

 

La sera arriva presto e ovviamente devo litigare con Ethan per il bagno.

«vado prima io in bagno» dico fiondandomi verso la porta ma Ethan è più veloce e mi supera.

«no, ci vado io, tu ci metti un infinità» mi riprende.

«beh tu non sei tanto meglio dato che passi tre ore solo a guardarti allo specchio.» dico cercando di toglierlo dai piedi.

«se sono bello non vedo perché non debba farlo» dice ammiccando.

«ma per favore! Levati devo farmi la doccia!!» dico spingendolo.

«cos'è te lo vuoi già portare a letto?» chiede sfidandomi sapendo perfettamente che sono ancora vergine e che non la do così facilmente.

«oh si, hai visto quanto è sexy?» dico prendendolo in giro.

«io sono meglio!» dice lui ammiccando e appoggiandosi allo stipite della porta del bagno.

«questo è tutto da vedere troglodita»

«vuoi provare?» dice avvicinandosi al mio viso e io involotariamente indietreggio.

«scordatelo e ora levati» dico riuscendo finalmente a entrare in bagno, mi lavo e mi vesto con un paio di jeans stretti e chiari e una maglia grigia larga con la bandiera americana e le mie immancabili converse, un filo di matita e dopo un'ora e mezza sono pronta.

«oh ce l'hai fatta! Il tuo rospo è di sotto cerca di farlo diventare un bel principe perché così non va!» dice Ethan appena mi vede.

«sei insopportabile!!» dico dirigendomi in sala dove c'è Adam che mi aspetta.

«ciao bellissima» dice dandomi un bacio sulla guancia in segno di saluto.

«andiamo?» chiedo sorridendo.

Usciti ci dirigiamo con la sua auto al cinema.

«allora che film hai scelto?» chiedo curiosa.

«Divergent, è uscito da poco, non so se ti piace» dice.

Certo che mi piace, ho letto tutti e tre i libri della triologia, sono completamente innamorata di quel libro, chissà il film com'è.

«beh vediamo» dico sorridendo.

Adam prende i pop-corn e da bere e poi entramo in sala, il film è magnifico come il libro e a metà riproduzione Adam allunga un braccio intorno alla mia spalla e io lo lascio fare.

Alla fine del film usciamo dal cinema.

«allora ti è piaciuto?» chiede lui.

«è bellissimo, grazie» rispondo sorridendogli.

«che ne dici di andare a mangiare qualcosa?» propone.

«volentieri, i pop-corn non riempiono molto»

Adam mi porta in un ristorantino lì vicino dove chiacchieriamo un po' e tra una risata e un argomento serio Adam mi riporta a casa.

«beh allora ciao, grazie ancora per la bellissima serata » dico io arrivata davanti la porta di casa.

«credo di poterla rendere magnifica» dice seducente avvicinandosi sempre di più.

Quando arriva a pochi centimetri dal mio viso la porta si spalanca e ne esce Ethan in boxer.

«ah eccoti finalmente sai che sono le 2 e mezza?» mi chiede come se nulla fosse.

«io giuro che uno di questi giorni ti strozzo!!» dico tra i denti.

«mi fa piacere, ora entra! Ciao Adam» dice salutandolo con quella sua incredibile faccia tosta.

«ciao Ethan» risponde lui forse con una nota di rivalità nella voce, ma non ne sono sicura.

«ciao Sam» dice Adam dandomi un bacio sulla guancia, mi sento terribilmente in imbarazzo.

Quando Adam si è allontanato mi giro furiosa verso Ethan.

«di la verità lo hai fatto apposta!!» lo accuso.

«uhm forse» dice lui soddisfatto.

«sei insopportabile!! giuro ti odio» dico schivandolo e salendo in camera mia.

Mi butto sul letto e dopo poco arriva Ethan.

«dai Puffetta non ti arrabbiare, io l'ho fatto per te» dice lui.

«certo come no, mi dici cosa ti ha fatto Adam?» chiedo.

«non mi piace ok?» dice lui un po' arrabbiato.

«beh scusa se te lo dico ma deve piacere a me non a te e a me piace e anche molto!» dico urlando a bassa voce per non svegliare i genitori di Ethan e il piccolo Jason.

«beh allora vallo a baciare da un altra parte, non di fronte casa mia!!» dice lui.

«io giuro che non ti capisco, prima non fai altro che prendermi in giro e stuzzicarmi e poi ti preoccupi con chi esco! Smettila di comportarti così Ethan non sei nessuno per farlo!» dico forse un po' troppo cattiva.

«ma certo che non capisci, tu NON VUOI capire che è diverso, ma sta tranquilla non ti disturberò più, io con te ho chiuso!!!» e dicendo così se ne andò sbattendo la porta.


NdA: salve a tutti scusate l'assenza ma ho avuto problemi con internet ma adesso sono tornata con un nuovo capitolo, conto di postarne un altro se non oggi domani, per farmi perdonare l'assenza. spero il capitolo vi piaccia, fatemi sapere come sempre un bacio :*
questo è il completo indossato da Samantha per l'appuntamento con Adam:

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Capitolo 8
*** litigi ***


La mattina dopo io e Ethan non ci rivolgiamo nemmeno uno sguardo in casa e stessa cosa in macchina.

«si può sapere che cosa avete voi due?» chiede Al appena nota la tensione che c'è.

«assolutamente niente!» risponde Ethan mentre io continuo a guardare fuori dal finestrino.

«se vabbe, lasciamo perdere che è meglio.» si intromette Jhon.

Appena arriati a scuola io mi allontano il più possibile da Ethan e a passo spedito mi fiondo in classe.

«che cos'hai?» mi chiede Allyson e io le spiego che cosa è successo la sera prima.

«mmh forse sei stata un po' troppo dura con lui non credi? Insomma io lo conosco e infondo non se lo meritava una reazione del genere, ricordati che Ethan non ama mostrare i suoi sentimenti» dice Allyson.

«lo so, sono stata troppo dura ma cavolo poteva farsi i fatti suoi! Insomma mi tratta male tutto il giorno e poi fa l'iperprotettivo come quando eravamo bambini.»

«forse c'è un motivo se lo fa» mi risponde lei.

«e sarebbe?» chiedo scettica.

«dovrai scoprirlo da sola» mi dice lei.

La lezione finisce e io mi sposto nel laboratorio di chimica dove scopro esserci anche Ethan che a quanto pare l'altra volta aveva marinato la lezione.

«Bene ragazzi, è ora che io vi divida a coppie per il laboratorio e vi avviso le farò io e non voglio sentire polemiche perché saranno queste per tutto l'anno.» dice il signor Smith.

«...... e per ultima coppia Samantha con Ethan che oggi ci degna della sua presenza» dice il professore.

Automaticamente guardo Ethan, ma lui non mi degna nemmeno di uno sguardo.

«Forza mettetevi in coppie, su» ci riprende il professore.

Visto che Ethan non accenna a muoversi lo faccio io.

«ciao» dico ma lui mi lancia solo una rapida occhiata e poi riporta il suo sguardo sugli attrezzi da lavoro sul banco.

Faccio un gorsso sospiro e poi riprendo a parlare «senti mi dispiace per ieri, forse ho esagerato»

«non mi interessa» risponde lui laconico senza guardarmi.

Il professore ci da delle indicazioni e iniziamo a preparare i becher per l'esperimento.

«senti ti ho detto che mi dispiace ok? Potresti parlarmi per favore, è snervante» dico stizzita.

«eppure non sono nessuno io per te!» dice lui arrabbiato guardandomi con sgurado truce.

«ti ho detto che mi dispiace, ero presa dalla rabbia in quel momento e non ho pensato a quello che ho detto» gli dico.

«ti ho detto che mi dispiace, cazzo sei proprio insopportabile» gli dico inalterandomi poi alzo la mano.

«dica signorina Anderson» mi concede il professore.

«potrei andare in bagno?» chiedo e quando il professore me lo concede scappo subito fuori dall'aula.

 

POV'S Ethan

Samantha scappa in bagno e io faccio un sospiro di solievo, non avrei resistito altri 5 minuti.

Jhon e Al che sono davanti al nostro banco si voltano.

«si può sapere che vi prende a tutti e due?» chiede Al.

«abbiamo litigato ieri sera.» dico.

«perché? Lei non doveva uscire con Adam?» chiede Jhon.

«si, ed è tornata alle 2 ti rendi conto?» dico alterandomi.

«Ahhhhhh capito, le hai fatto una scenata di gelosia e lei non l'ha presa molto bene» intuisce Al.

«beh si più o meno, lei si è arrabbiata e ha detto che io non sono nessuno per lei e che non capisce perché mi comporto così!» dico sbattendo un pugno sul banco che richiama l'attenzione del Signor Smith.

«problemi Ethan?» chiede.

«no, professore» dico e quando se ne va Al e Jhon si voltano di nuovo.

«sei un idiota!» sentenzia Jhon

«concordo» dice invece Al.

«non dovreste confortarmi voi due?» chiedo.

«no, dovremmo consigliarti che è diverso» dice Al.

«comunque dovresti chiederle scusa» dice Jhon.

«che? Mai, lei ha detto che non sono nessuno per lei ti rendi conto!!» dico infastidito.

«si ma mi pare che lei ti abbia chiesto scusa» risponde Jhon cercando di farmi ragionare.

«ma da che parte state voi due?» chiedo.

«dalla tua e se continui a fare l'idiota la perderai ancora prima di averla» mi dice Al.

«ci penserò» dico chiudendo il discorso perché Samantha è tornata.

Durante la lezione ci parliamo il necessario e io non posso che notare che è bellissima e arrabbiatissima.

Questa ragazza mi farà impazzire!

 

POV'S Samantha

Quando la lezione finisce vado via senza aspettrali.

A tavola tutti ridono e scherzano fino a quando Morgan non se ne viene su con un «ehi voi due com'è che non state litigando? Ci dobbiamo preoccupare?»

«no, c'è quancuno che ha i nervi girati per nulla e non vuole parlarmi» sputo velenosa.

«per nulla? Tzs ma ti senti, sei solo una stupida ragazzina» risponde Ethan velenoso.

«sei tu il bambino non io, ti sei arrabbiato per nulla quando quella arrabbiata dovrei essere io!!» dico.

«ma certo perché sono io quello che ti ha preso a male parole» dice lui sarcastico.

«ehi ehi calmatevi voi due ok? Perché non uscite e ne parlate da soli?» propone Allyson.

«io ci ho già provato ma il principino non mi ascolta perciò» dico io.

«andiamo» dice lui.

«forza Samantha andiamo a parlane da soli» dice lui e io non posso non notare che mi ha chiamato per nome e un po' mi fa male perché diciamocelo mi sono abituata a quel soprannome odioso.

Usciamo in cortile sotto l'albero che c'è in disparte nel cortile.

«non ti chiederò scusa un'altra volta, è bastato mettermi in ridicolo in laboratorio e non mi ripeterò!» dico decisa.

«beh io non ti chiederò scusa per aver interrotto “l'atmosfera ” con quel coglione di Adam perché non mi dispiace affatto» dice lui e io rimango a bocca aperta.

«con chi esco o che cosa ci faccio non sono cose che ti riguardano stai fuori dalla mia vita sentimentale Ethan esattamente come io sto fuori dalla tua!» gli dico.

«beh cara mi dispiace deluderti ma vivi in casa mia ora perciò ciò che fai riguarda anche me!» dice lui.

«ma dov'è finito quel ragazzino con cui giocvo da piccola? Mh? » gli chiedo dopo un attimo di silenzio un po'triste.

«è morto!» dice prima di voltarsi e tornare dentro mentre io rimango ancora lì.

«ehi piccola che cosa è successo?» chiede Adam che è appena uscito dalla mensa.

«niente, non sono cose che ti riguardano» dico asciugandomi le lacrime che non mi sono accorta di aver versato un po' cattiva.

«scusa» dice andandosene.

«Adam!» lo richiamo.

«dimmi» dice tornando indietro.

«secondo te sono una bambina?» chiedo.

«no, assolutamente, chi è che ti ha detto questa scemenza?» dice abbracciandomi ma io non rispondo.


NdA: ecco il capitolo extra che vi avevo promesso, ditemi cose ne pensate mi raccomando. Al prossimo capitolo :*

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Capitolo 9
*** ragionamento maschile ***


 

POV'S Ethan

tornai dentro senza di lei.

«dov'è Samantha?» mi chiede subito Allyson.

«è rimasta fuori» dico io in tono piatto e lei si precipita fuori.

Forse sono stato un po' duro con lei ma non voglio che pensi a me come il bambino che ero, prima ero un tenerone e tutti gli altri mi prendevano in giro ma quando sono arrivato a LA mi sono ripromesso che sarei cambiato, non avevo calcolato però che così facendo avrei perso Samantha e il legame che ci univa.

Sono sempre stato innamorato di Samantha sin da quando ne ho memoria, credo di essere nato con la consapevolezza di amarla! È per questo che non ho mai avuto storie serie perché ho sempre saputo che l'unica con cui avrei voluto una storia seria non mi avrebbe mai amato; come lo so? Da come mi guarda, lei non mi ha mai guardato con occhi amorevoli, o forse si ma amorevoli come si guarda un fratello, tutto questo prima che cambiassi perché ora mi guarda solo con puro odio.

«ma che le hai detto?!» dice arrabbiata Allyson appena torna e mi desta dai miei pensieri.

«quello che andava detto perché?» rispondo io.

«perché sta piangendo razza di imbecille!» ok, lo ammeto ci sono rimasto male, non credevo le importasse così tanto di me, ma forse le importa più di quanto io possa pensare o più di quanto lei voglia far credere a se stessa.

«e perché sei qui a rimproverarmi invece di stare con lei?» chiedo.

«perché c'è Adam là con lei che la consola» mi dice lei con la faccia di chi sa benissimo che quelloche ha appena detto mi farà arrabbiare.

E infatti è così sbattu un pugno sul tavolo.

«vedi, c'è chi la consola!» e detto questo me ne vado infuriato.

Nel pomeriggio c'è l'allenamento e dato che il campo è uno ci alleniamo con le ragazze perciò mi tocca vederla.

Come capita sempre io, Al e John arriviamo prima di tutti.

«si può sapere che hai amico!» mi riprovera Al.

«niente!» dico io.

«oh su avanti piantala, siamo i tuoi migliori amici, credi che non ce ne siamo accorti, sputa il rospo avanti!» dice John.

«è per Samantha» dico alla fine buttandomi a sedere sugli spalti e loro si siedono vicino a me.

«dicci qualcosa che non sappiamo» mi prende in giro Al.

«è per quello che è successo oggi, dopo che abbiamo discusso lei è subito corsa da Adam» dico tirando un calcio alla lattina che c'è ai miei piedi.

«lo sai perfettamente come è fatto quel coglione, corre subito quando c'è una donzella in lacrime» dice John.

«lo so ma mi da fastidio che ci provi con lei!» dico.

«perché non provi a dirle ciò cheprovi per lei?» chiede Al.

«ma sei impazzito! Lei mi odia» dico io come se avesse detto una stupidaggine.

«se ti odiava davvero non gliene sarebbe fregato un cazzo di ciò che le hai detto, ma visto che a te ci tiene anche se non lo vuole ammettere, ci è rimasta male» mi dice John.

«così la perderai Et, non avrai queste possibilità per sempre» continua Al.

«e secondo voi che cosa dovrei fare?» chiedo disperato.

Al e John si scambiano uno sguardo complice poi Al dice «sai cosa fanno le ragazze quando vogliono le attenzioni di un ragazzo?» io lo guardo stranito e John continua la frase per lui: «lo fanno ingelosire»

«no, ragazzi non se ne parla, voi siete pazzi» dico io.

«Et questo è l'unico modo per capire se a lei importa di te, sai come diventano furibonde le ragazze gelose e poi devi fare solo quello che ti riese meglio, rimorchiare, però lo devi fare davanti a lei» dice Al.

«però prima di tutto questo le devi chiedere scusa» dice John.

«non se ne parla, dopo pensa che sono un debole».

«non dire cretinate!» mi rimprovera Al.

Ma non posso rispondergli perché sono arrivati tutti.

E la vedo è con Allyson e Christina che chiacchiera e se non la conoscessi bene direi che è tranquilla ma dato che la conosco so che non è così poi mi guarda, è solo per un attimo ma capisco che forse Al e John hanno ragione, forse a lei importa di me più di quanto voglia credere.

«ok, facciamolo!» dico ad Al e John senza farmi sentire dagli altri.


NdA: eccomi qui con un nuovo capitolo, lo so che è corto ma ho dovuto spezzarlo qui, che altro dirvi? Ethan inizia un po' a scoprirsi ma solo con i suoi migliori amici, a proposito di Al e Jhon mi sono accorta di non aver messo le immagini dei prestavolto per loro perciò ve le metto qua giù, beh alla prossima :*
Al:


John:

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Capitolo 10
*** COMUNICAZIONE! ***


CIAO A TUTTI, CHIEDO SCUSA PER LA PROLUNGATA ASSENZA MA COME SAPETE ORMAI è DA UN MESE CHE è INIZIATA LA SCUOLA E IN QUESTO PERIODO SONO INZIATE LE VERIFICHE A TUTTO ANDARE PERCIò LA STORIA VERRà AGGIORNATA NON PRIMA DI SABATO PROSSIMO, CHIEDO NUOVAMENTE SCUSA A VOI LETTORI MA PRESTO TORNERò, UN BACIO A TUTTI, CI RIVEDIAMO LA PROSSIMA SETTIMANA!
LA VOSTRA AUTRICE :*

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Capitolo 11
*** gelosie e nonne esigenti ***


L' occasione per Ethan si presenta subito quando Stacey gli va incontro.

«ciao bellissima» la saluta lui in modo molto plateale lanciando qualche occhiata in direzione di Samantha che li sta osservando

«guardatelo come si atteggia?! Non lo sopporto non mi ha nemmeno chiesto scusa!» si lamentò Samantha con le sue amiche.

«Sem non è che provi qualcosa per lui?» azzardò Christina.

«ma ti è dato di volta il cervello? A me non piace quello lì!» disse diventando rossa fino alla punta dei piedi; le ragazze non azzardarono a chiederle altro ma avevano capito che l'amica non era del tutto indifferente al fascino del giovane.

«quindi iniziamo l'allenamento si o no?» chiese Samantha scocciata.

«stiamo aspettando lui» si intromise Al.

«ehi Ethan quando hai finito di provarci con quella lì potresti raggiungerci per l'allenamento?!!?» gli urlò contro.

«ma chi è quella lì?» chiese Stacey.

«la figlia dei migliori amici dei miei» disse sorridendo compiaciuto.

«simpatica!» disse sarcastica la bionda.

«già, vabbe vado, ci sentiamo poi ti chiamo io» disse salutandola con un bacio sulla guancia e un occhiolino poi si avvicinò a Samantha che lo guardava scocciata con le braccia conserte.

«hai finito di rimorchiare la prima che passa?» chiese prima di girarsi per andare dagli altri che avevano raggiunto già il campo ma Ethan la fermò.

«prima cosa, Stacey non è la prima che passa» rispose con un sorrisetto che lasciava intendere parecchie cose e Samantha sussurrò «disgustoso» e poi Ethan aggiunse «e punto secondo sei per caso gelosa Puffetta?» chiese allusivo; Samantha non poté non notare che il ragazzo aveva ripreso a chiamarla con quel soprannome.

«Io gelosa di te? Ahahahah ma che film hai visto?» disse lei ridendo e avviandosi verso il campo.

Non era assolutamente vero che non era gelosa, anzi lo era eccome, solo non riusciva a spiegarselo.

 

Finito l'allenamento Ethan e Samantha tornarono a casa insieme e appena varcarono la soglia di casa il piccolo James si lanciò su Samantha.

«oh buongiorno ragazzi bentornati» gli accolse Molly ma Ethan si accorse subito che c'era qualcosa che non andava.

«cosa è successo mamma?» chiese andando dritto al punto.

«ugh, ehm siamo stati dalla nonna io e tuo padre» oh.oh guai in vista pensò Ethan che sapeva che ogni volta che veniva nominata sua nonna voleva dire solo una cosa: guai.

«e?» chiese il giovane.

«e beh ha frainteso quello che le abbiamo detto riguardo Samantha» disse Molly e Samantha corrugò le sopraciglia sentendosi chiamata in causa.

«cioè?» chiese Samantha.

«beh ha capito che voi due state insieme» disse facendo scoppiare a ridere la ragazza ma non Ethan che aveva già capito che cosa stava chiedendo loro sua madre.

«e beh? Che problema c'è basta chiarire il fatto» disse la giovane.

«non è così semplice, mia nonna non è propensa ai cambiamenti di versioni» la informò Ethan.

«si, è vero, nonna è molto severa, ma è anche molto buona» disse il piccolo di casa.

«e quindi che si fa?» disse la giovane.

«behhh sarebbe molto carino da parte vostra se per domani sera che abbiamo una cena con la nonna e i suoi amici e famiglie se faceste finta di essere fidanzati» azzardò Molly.

«COSA?» sbottò la ragazza; Ethan invece restò indifferente, lo aveva già intuito.

«non è niente di che, si tratta solo di tenervi per mano, di non scannarvi e fare scena» disse Molly.

Samantha ci pesò un po' su ma poi acconsentì; Molly e Albert stavano facendo tanto per lei era il minimo che potesse fare per ringraziarli.

I due ragazzi andarono nelle loro stanze e Samantha sistemò il suo borsone poi si andò a fare una doccia quando uscì si trovò Ethan davanti la porta della sua camera che l'aspettava.

«sai che questa è la mia stanza?» chiese lei scontrosa.

«si, Puffetta lo so benissimo, dobbiamo parlare » disse lui.

Samantha si accorse solo in quel momento che Ethan era a torso nudo e si perse un secondo ad ammirare quel fisico perfetto.

«così mi sciupi» disse Ethan con un ghigno divertito sulle labbra.

«ah ah simpatico» disse entrando in camera.

«allora cosa vuoi?» gli chiese buttandosi sul letto.

«volevo informarti di alcune cose» disse Ethan buttandosi anche lui sul letto della giovane ricevendo occhiate di disapprovazione da Samantha.

«del tipo?» chiese scettica.

«beh innanzitutto che cosa hai intenzione di indossare domani sera alla cena con mia nonna?» chiese il giovane.

«non lo so, una maglia e un pantalone?» chiese come se fosse ovvio lei.

«lo sapevo, non hai un vestito?» chiese lui.

«ti sembro tipa da vestito?» chiese la giovane alzando un sopracciglio per enfatizzare il concetto.

«no, ma sono sicuro che saresti un incanto» disse facendole l'occhiolino e lei arrossì.

«va bene allora domani usciti da scuola andiamo a fare un po' di shopping.» la informò il ragazzo.

«che? E per cosa? Guarda che i miei vestiti vanno benissimo.» rispose lei scocciata.

«non per mia nonna, è una tipa un po' particolare, non ti preoccupare anche io sarò in smoking perciò siamo pari.» disse avviandosi verso la porta ma poi si fermò.

«ah Puffetta mia nonna è una donna esigente e molto sospettosa, dovremmo essere molto credibili» la informò e poi sparì prima che lei potesse dire altro.

NdA: buonasera a tutti, chiedo umilmente scusa per il colossale ritardo ma le verifiche e le interrogazioni di questo periodo mi stanno uccidendo perciò tra un espressione e l'altra ho trovato il tempo di pubblicare il nuovo capitolo spero che vi piaccia; ah vi avviso nel prossimo capitolo le cose si faranno interessanti ;) comunque fatemi sapere che cosa ne pensate perciò recensite!!! alla prossima un bacio la vostra autrice ritardataria :)

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Capitolo 12
*** shopping ***


Il mattino dopo andarono a scuola e nel tragitto da casa alla casa di Al Samantha chiese quello che gli avrebbe voluto chiedere la sera prima.

«cosa intendevi ieri quando hai detto che “dovremmo essere credibili”?» chiese lei sospettosa temendo di aver già capito e quando la risata di Ethan invase l'abitacolo le arrivò la conferma.

«Dai Puffetta, credevo fossi più sveglia, volelo dire che mia nonna non si accontenterà di vederci tenere per mano» rispose lui divertito.

Samantha di risposta disse solo «ne parliamo dopo a casa» perché erano già arrivati a casa di Al per caricare lui e Jhon che abitava nella casa di fronte al rosso.

«vuoi dire dopo quando andiamo a fare shopping.» la corresse Ethan con quel sorrisetto che a Samantha dava tanto fastidio. La giovane non poté non notare che a Ethan era passato tutto, che non gli importava niente della loro discussione del giorno prima e ci rimase un po' male.

«andate a fare shopping insieme?» chiese Al salendo in macchina.

«già, i miei hanno combinato un casino con mia nonna.» rispose Ethan.

«ahia, la nonna rompipalle, che hanno fatto?» rispose Jhon.

«i miei gli hanno detto di Samantha e lei ha frainteso tutto, pensa sia la mia ragazza.» disse e i due di dietro si misero a ridere.

«quindi farete i finti piccioncini davanti alla nonna?» disse Jhon tra una risata e l'altra.

«non è affatto divertente ragazzi» si intromise Samantha.

«oh invece si, pagherei oro per vedervi, ahahahah» continuò Al.

«comunque, perché andate a fare shopping?» chiese poi Al.

«perché la ragazza qui di fianco assomiglia molto di più a un maschio e l'unico vestito che ha mai indossato in vita sua è la divisa che porta addosso.» rispose Ethan.

«beh scusa se non la sbandiero in faccia a tutti come fanno le tue amichette» rispose acida lei.

«gelosa delle “mie amichette” Puffetta?» disse lanciandole uno sguardo divertito prima di riportare l'attenzione sulla strada.

«di quelle oche starnazzanti? Tsz, figurati» rispose incrociando le braccia al petto.

I tre ragazzi risero sotto i baffi perché capirono che il piano stava funzionando alla grande.

Arrivati a scuola Samantha andò a salutare Adam.

«ancora quello lì?!» disse stizzito Ethan quando vide Samantha abbracciare il biondo.

«a quanto pare si, Ethan, vedi di muoverti perché quello lo ha capito che ti interessa Samantha» lo informò Al.

«e tu che ne sai?» chiese all'amico.

«l'ho sentito parlare di Samantha ieri negli spogliatoi, e ti dico che vuole solo una cosa da lei» disse lasciando capire all'amico le sue intenzioni.

«ma quel brutto pezzo di merda» disse con i pugni serrati iniziando ad andare da Adam che stringeva ancora tra le braccia Samantha.

«dove vai, scemo? Vuoi che inizi ad odiarti di nuovo?» lo riprese Jhon fermandolo.

«non la deve toccare, guardalo!!!! dovrei esserci io al posto di quello lì!!» rispose quasi ringhiando Ethan.

«adesso calmati amico, ora andiamo a lezione e poi tu oggi pomeriggio e stasera te la lavori come si deve in modo che lei lasci stare Adam» disse Al.

«e come?» chiese il moro

«usa la scusa di tua nonna per tenerla per mano, per toccarla, per farle qualche carezza, per baciarla» disse incidendo sull'ultima cosa detta.

«non sono tipo da queste smancerie» si lamentò Ethan.

«beh è ora che lo diventi se non vuoi che “queste smancerie” capitino con qualcun altro» lo avvertì Al riferendosi chiaramente a Adam.

Entrarono tutti nell'istituto e la giornata scolastica passò veloce e anche l'allenamento.

«allora sei pronta puffetta per andare a fare shopping?» chiese divertito Ethan.

«andiamo troglodita prima che cambi idea» rispose la ragazza.

«vedrai non sarà così tragico » le disse scherzando Ethan.

«che simpatico, andiamo va!» rispose lei tirandoli una sberla scherzosa sul braccio.

I due si misero in macchina e partirono per negozi.

Dopo circa tre ore di prova vestiti e battibecchi finalmente si trovarono d'accordo su n abito, le arrivara leggermente sopra al ginocchio; era a fascia con il top nero e la gonna che scendeva morbida sui fianchi bianca. Era semplice come voleva Samantha ma allo stesso tempo provocante(ma non troppo) come voleva Ethan.

Avevano passato l'intero pomeriggio a litigare su come dovesse essere il vestito, Samantha voleva una cosa semplice non troppo appariscente anche perché tacchi e gonne non facevano per lei; lei preferiva tachetti e divise da calcio; mentre Ethan puntava su un vestito corto e molto appariscente ma alla fine sono riusciti a trovare l'intesa.

«oh finalmente ce l'abbiamo fatta. Non verrò mai più a fare shopping con te!!» minacciò Samantha rilassandosi con la sua tazza di tea.

Si erano fermati in un bar a bere qualcosa prima di tornare per negozi a cercare le scarpe da abbinarci, Samantha non ce la faceva più mentre Ethan si divertiva a prenderla in giro come solito.

«oh dai Puffetta non te la prendere non è colpa mia se sei così schizzinosa in fatto di vestiti» la riprese lui.

«guarda che io non sono affatto schizzinosa sei tu quello a cui piacciono le cose striminzite» gli rispose con un ochhiataccia ricordando il primo vestito che le aveva fatto provare.

 

*flashback*

«Prova questo» disse passandole un vestito tramite la tendina del camerino, Samantha lo prese senza nemmeno guardarlo e lo indossò.

Era un vestito azzurro che le copriva a mala pena le parti intime e aveva una scollatura vertiginosa sulla schiena per non parlare del fatto che aderiva perfettamente al suo corpo.

Se lo sfilò e lo restituì al ragazzo.

«non vado a battere sui viali, cerca qualcosa di decente.» disse acida.

Ethan rise e aggiunse «dai fammi almeno vedere come ti sta» disse provocante.

«come starebbe a una prostituta perciò cerca qualcosa di decente troglodita» rispose di rimando lei.

Ethan si infilò nel camerino che stretto com'era faceva si che il corpo mezzo nudo di Samantha e quello Ethan fossero a stretto contatto.

«dai Puffetta indossalo per me» le sussurrò suadente all'orecchio.

Samantha arrossì di colpo e dopo essersi ripresa da quella vicinanza lo caccio via.

«ma dico sei scemo?!?!?» disse ancora rossa in viso.

*fine flashback*

 

quei momenti imbarazzanti tra loro capitavano troppo spesso e non andava bene per la sua sanità mentale e per il suo cuore.

«non mi hai nemmeno fatto vedere come ti stava» disse facendo il broncio scherzando.

«era un vestito volgare e poi sei entrato nel camerino!» lo accusò arrossendo al ricordo.

«ahahah già, comunque dovresti usare più completi, sai com'è non è bello da vedere un abbinamento sbagliato anche se dopo vanno tolti» disse facendole l'occhiolino alludendo al suo reggiseno nero abbinato alle sue mutandine bianche e Samantha arrossì ancora.

«sei disgustoso» disse storcendo il labbro.

«sai sei l'unica che lo dice» rispose continuando a ridere Ethan.

«ahhh piantala, andiamo va.» disse e così si alzarono e andaro alla ricerca delle scarpe che fu decisamente più semplice; delle decoltè bianche con il platò e il tacco neri. E dopo aver pagato tornarono finalmente a casa.


 
NdA: eccomi qui con un nuovo capitolo, ne approfitto per augurarvi Buon Natale(anche se in ritardo :D) e poi boh ahhahaha non so che dire, spero il capitolo vi piaccia fatemi sapere se vi piace con una recensione, baci alla prossima :*
qui sotto ci sono il vestito e le scarpe:

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Capitolo 13
*** memories ***


Arrivò la sera e Samantha era in ansia.

«Pronta Puffetta?» chiese Ethan entrando nella stanza della ragazza senza nemmeno bussare.

«ma sei impazzito? Mi hai fatto prendere un colpo!!!!» disse la giovane.

«ti spaventi per poco Puffetta, e dire che non ti ricordavo così fifona.»la schernì Ethan.

Lei di risposta gli fece la linguaccia e tornò a truccarsi sotto lo sguardo attento di Ethan.

Quando finì si voltò verso il giovane e disse:«allora sono presentabile?» fissando le sue iridi nere in quelle azzurre di lui che rimase ammaliato dalla bellezza della giovane.

«sei bellissima» disse ancora in trans, Samantha arrossì e i due continuarono a fissarsi in un silenzio imbarazzante fino a quando il piccolo James fece il suo ingresso.

«Wow Semmy sembri una principessa» disse il piccolino.

«grazie cucciolo» rispose lei prima di scompigliarli i capelli.

Ethan intanto era ancora assorto nei suoi pensieri e guardandola ridere in quel modo con il suo fratellino gli tornò in mente quando la vide per la prima volta

 

*Flashback*

Ethan stava giocando tranquillamente da solo con il suo pallone da calcio quando vide una macchina fermarsi di fronte alla casa dei suoi vicini; sua madre gli aveva detto che in quella casa sarebbe venuta ad abitare un altra famiglia al posto dei Stones che a dirla tutta gli stavano parecchio antipatici.

Forse la nuova famiglia aveva un figlio più o meno della sua età con cui avrebbe potuto giocare a pallone pensò ma il suo entusiasmo si spense quando vide una bambina scendere dall'auto; la cosa che lo colpì all'istante fu che la bambina invece di stringere tra le braccia una bambola di stoffa o qualsiasi altro tipo di gioco da femmine stringeva avidamente un pallone da calcio.

La bambina si accorse dello sguardo curioso di Ethan e quando gli fu abbastanza vicina gli disse «ehi tu che cosa hai da guardare?» con quella sua faccina imbronciata che con il tempo Ethan aveva imparato ad amare.

«assolutamente niente» rispose il bambino.

«Samantha! Perché invece di spaventare questo bel bimbo non ci fai amicizia?» disse la madre della bambina riprendendo la figlia e il suo carattere burbero.

«uffa, va bene come ti chiami?» chiese la bambina scocciata.

«Ethan tu?» rispose il bimbo dagli occhi azzurri.

«Samantha, ti piace il calcio?» chiese la bimba.

«si tantissimo, che squadra tifi?» chiese allora Ethan.

«una squadra lontana, forse non la conosci» disse la bimba.

«provaci magari la conosco» rispose il bimbo facendo un sorriso dolce alla bambina

«Juve, è una squadra italiana» rispose allora Samantha sicura che il piccolo bambino difronte a lei non conoscesse la sua amata squadra dato che giocava dall'altra parte del mondo ma Ethan si illuminò a sentire quel nome.

«davvero? Anche io!!! pensavo di essere l'unico americano a tifare una squadra così lontana» rispose eccitato il bambino. Ama i colori bianconeri davvero tanto e non aveva nessuno con cui condividere quell'amore ma ora l'aveva trovata.

«ma è fantastico! Come fai a conoscerla?» chiese la bambina animandosi e iniziando a prendere in simpatia quel bambino dagli occhi azzurri.

«i miei viaggiano molto e quando avevo 4 anni siamo andati a Torino e mio papà mi ha portato a vedere una partita allo stadio ed è stato amore a prima vista tu?» rispose il bimbo.

«mio nonno è italiano e mi ha sempre fatto vedere le partite della Juve mi ha raccontato di tutte le leggende che ci hanno giocato e mi sono innamorata» rispose la bimba e Ethan era sicuro di aver visto i suoi occhi diventare a cuoricino.

*Fine flashback*

Da quel giorno Ethan e Samantha erano diventati inseparabili si vedevano tutti i giorni in cortile per giocare a pallone e quando si faceva tardi si mettevano a parlare della loro Juventus con i suoi campioni, erano inseparabili fino a quando la famiglia Delgado si trasferì a Los Angeles e la loro amicizia si interruppe.

 

«siete pronti ragazzi?» chiese Molly entrando in camera di Samantha; erano tutti lì mancava solo Albert.

«dai ragazzi sapete come la nonna odi i ritardi» come non detto, Albert fece il suo ingresso nella stanza.

Uscirono tutti e si avviarono in macchina verso casa della nonna.

«siete pronti ragazzi?» chiese Molly preoccupata.

«forse è la volta buona che non li vedremo litigare ahaha» scherzò Albert e tutti risero.

«forse, finalmente» rispose tra sé e sé Ethan ma Samantha che gli era accanto lo sentì e lo guardò; le era sembrato che nella sua voce ci fosse una nota di malinconia, nostalgia e le venne in mente la loro prima litigata.

 

*Flashback*

erano a scuola Samantha era in terza e Ethan in quinta, stavano andando in cortile per l'intervallo e come al solito Samantha si avvicinò a Ethan per giocare insieme a pallone ma il moro la respinse.

«perché non vuoi giocare con me?» chiese triste Samantha.

«perché voglio giocare con loro e loro dicono che le femmine non possono giocare a calcio» rispose duro Ethan indicando i suoi amichetti.

Samantha a quel punto se ne andò arrabbiata in bagno per piangere.

Quando tornarono a casa Ethan corse dalla mamma in lacrime.

«mammina Samantha non mi vuole più parlare» disse tirando su con il naso.

«ehi amore come mai? Che cosa è successo?» chiese dolce Molly al figlio

«oggi alla ricreazione le ho detto che le femmine non giocano a calcio» disse colpevole il bambino.

«e perché glielo hai detto?» chiese paziente la madre.

«perché i miei amichetti dicono così ma io so che non è vero »rispose Ethan rendendosi conto dell'errore e di quanto gli mancasse la sua amichetta.

«perché non le chiedi scusa?» chiese la mamma.

«si, adesso vado» disse il bimbo sempre più determinato.

«c'è Samantha?» chiese Ethan alla mamma della giovane quando questa gli aprì

Ethan seguì le indicazioni dategli e si precipitò nella camretta di Samantha.

«mi dispiace per oggi» esordì facendo sobbalzare Samantha che lo guardò imbronciata per poi girarsi dall'altra parte senza nemmeno rispondergli.

«dai Puffetta, ho sbagliato i miei amichetti sono degli stupidi e tu sei la mia migliore amica» disse Ethan e Samantha gli saltò al collo abbracciandolo.

«non farlo mai più se no ti picchio» disse minacciosa la piccola e Ethan sapeva che lo avrebbe fatto.

*fine Flashback*

 

Samantha fu riportata alla realtà da Ethan che faceva intrecciare le loro dita e la giovane si ritrasse subito.

«ma che fai?»

«ti prendo per mano come fanno le coppiette ricordi? Per mia nonna tu sei la mia ragazza.» gli rispose Ethan prima di far riallacciare le loro dita, brividi percorsero le braccia di entrambi che cercarono di nasconderlo il più possibile.

«ciao nonna» disse Ethan salutando l'arzilla vecchietta di fronte a lui.

«Ethan caro, e tu devi essere Samantha» disse la nonna salutando i due.

«è un piacere conoscerla» disse educata Samantha.

«oh chiamami pure nonna, da quanto tempo state inseme?» chiese la nonna.

I due si fissarono per alcuni istanti non si erano preparati nessuna scusa ma poi Ethan disse «5 mesi, quasi sei».

«oh ma che bello nipotino caro, hai una fidanzata per più di una settimana» lo prese in giro per poi allontanarsi.

«non so se riuscirò a resistere tutta la sera » dice esasperata Samantha a bassa voce in modo che possa sentirla solo Ethan.

«beh siamo d'accordo su una cosa» disse Ethan fissando le sui iridi blu in quelle nere della sua amica.

«Ethan cugino mioooooo, ullalà chi è quasta bella fanciulla?» Ethan imprecò silenziosamente, poteva sopportare tutto ma lui no!


NdA: ecco l'altro capitolo, vi avverto nel prossimo ne vedremo delle belle ahaha, e poi chi è questo cugino che Ethan non vuole proprio vedere? Boh tutto nel prossimo capitolo, intanto vi lascio questo, lo so sono cattima (muahahaha) no vabbe a parte gli scherzi il prossimo capitolo sarà più movimentato e forse più lungo intanto in questo abbiamo scoperto cose nuove sui nostri protagonisti e sulla loro amicizia giovanile. Abbiamo scomperto anche che squadra tifano, ahahah scusate ma la mia Juve c'entra sempre sorry, va bene vi lascio, vado a vedere la partita :D alla prossima e mi raccomando recensite ;)

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Capitolo 14
*** riconciliazioni e sentimenti nascosti ***


«Ciao Lucas» rispose tra i denti Ethan che proprio il cugino non lo poteva vedere.

«non hai risposto, chi è questa bella fanciulla?» chiese Lucas puntando le sue iridi verdi in quelle della giovane che sentendosi fissata si sentì a disagio e si strinse involontariamente ad Ethan che a sua volta le circondò il bacino con un braccio in modo protettivo.

«Samantha ti presento Lucas mio cugino, Lucas lei è Samantha la MIA RAGAZZA» disse Ethan calcando sulle ultime due parole e rafforzando ancora di più la presa sul fianco della compagna.

«ah sei riuscito a trovarti una ragazza e io che pensavo la cambiassi ogni settimana» lo prese in giro il cugino; tra i due non scorreva buon sangue e tutto era dovuto al fatto che Lucas il più grande dei due qualche anno prima fosse andato a letto con quella che era la fidanzata di Ethan.

«beh le persone a volte cambiano» rispose Ethan che iniziava ad agitarsi.

«non io Ethan!» rispose secco l'altro giovane fulminando il cugino per poi tornare a puntare i suoi occhi in quelli della bella ragazza che stava accanto e guardava la scena.

«allora, mi hanno detto che Ethan è molto scarso a letto non è così dolcezza? Sai che io posso soddisfarti a pieno?» provocò Lucas ma Samantha conosceva bene Ethan e anche se era cambiato nel corso degli anni in fondo rimaneva sempre il suo migliore amico; Ethan emise un suon che sembrava più a un ringhio che ad altro ma Samantha bloccò il suo attacco facendo intrecciare le loro dita sul suo fianco ed aggiungendo rivolta a Lucas «mi dispiace deluderti ma non credo esista qualcuno che sappia soddisfarmi più di Ethan, e per quanto bravo tu possa dire di essere Ethan è sicuramente meglio perciò mi dispiace prova con qualcun altro magari una che non sia stata a letto con Ethan sai non credo reggeresti il confronto!» i due ragazzi spalancarono entrambi gli occhi ma Lucas non si lasciò abbattere dalle parole della giovane e le rispose «ah dolcezza non sai quel che ti perdi perché non provi a chiedere a Alice?» disse menzionando la causa del suo odio con il cugino che si inalterò ancora di più.

«sai si dice che chi è troppo abituato a scopare poi non sappia distinguere un pene dall'altro perciò credo che farò a meno della consulenza della tua amica» e detto ciò Samantha trascinò Ethan lontano dal cugino che era rimasto ancora lì sotto shock.

«non ci credo che l'ho fatto davvero» si rimproverò la ragazza quando furono lontano da occhi indiscreti.

«oh si lo hai fatto! Ahahaah sei sempre stata molto agguerrita» le disse Ethan ritrovando finalmente il sorriso.

«beh non mi piace chi insulta le persone a cui tengo» rispose la giovane non rendendosi conto di quanto quelle parole pesassero per Ethan che ne rimase colpito e non resistette 5 minuti di più che si avvicinò sempre di più alla ragazza; le loro labbra si sfiorarono, i loro cuori iniziarono a battere più veloci e i loro occhi si chiusero istintivamente ma quando le loro labbra stavano finalmente per toccarsi ecco sbucare la nonna di Ethan.

«Ethan caro perché tu e la tua fidanzata non vi sedete vicino a me così posso capire se questa fanciulla fa al caso tuo?» chiese la nonna innocentemente.

I due si guardarono negli occhi per un momento che parve infinito solo in quell'istante si resero conto di quello che la nonna aveva interrotto.

«grazie per l'interesse nonna ma credo che io sia grande abbastanza da decidere da solo se una ragazza fa al caso mio o no» rispose Ethan quando si fu ripreso.

«oh non dire sciocchezze figliolo sei una capra in fatto di scelte» disse la nonna sgridando il nipote.

«come quella gallinella di Alice, spero per te ragazza mia che tu non sia come quella lì!» disse la nonna sorridendo e facendo ridere Samantha per il suo entusiasmo verso il nipote ma il sorriso scomparve quando si rese conto che anche la nonna aveva nominato una certa Alice proprio come Lucas poco tempo prima.

«Ethan posso farti una domanda?» chiese la giovane.

«dimmi» acconsentì.

«chi è Alice?» chiese a quel punto Samantha.

«è stata la mia prima e unica fidanzata» rispose secco Ethan, non gli piaceva parlarne ma conosceva perfettamente lo sguardo che adesso Samantha gli stava rivolgendo, voleva delle spiegazioni.

«vieni» disse trascinandola in una stanza.

La camera era grande e spaziosa e al centro c'era un enorme letto a una piazza e mezza con coperte blu decorate con delle macchine, la camera era decisamente quella di un bambino e Samantha pensò che fosse quella di James ma Ethan la smentì

«mia nonna crede che io sia ancora un bambino» disse alzando gli occhi al cielo scocciato.

I due si sedettero sul letto e Ethan iniziò a raccontare.

«mi ero appena trasferito in città ed era il primo giorno di scuola, non conoscevo nessuno a parte Lucas, lui frequentava il quinto anno ed era il capitano della squadra di calcio, ovviamente fece entrare anche me in squadra e a tutti gli allenamenti veniva questa ragazza, era bella da mozzare il fiato ma aveva anche un carattere burbero a volte» e al ricordo Ethan sorrise «beh fatto sta che Lucas me la presentò perché come ben sai ero molto timido allora; iniziammo ad uscire insieme, lei era un anno avanti a me, mi piaceva davvero e così lo dissi a Lucas; lui mi incitò a spingermi più in là con la nostra storia così la baciai e ci mettemmo insieme ero al settimo cielo ma non avevo fatto i conti con una cosa, Lucas era fidanzato con la sorella di Alice e tutte le volte che uscivamo in quattro Alice calcolava più lui che me, alla fine li beccai a letto insieme e scoprii che Alice si era messa con me solo per attirare l'attenzione di Lucas fu un duro colpo e da allora decisi di cambiare, non pensavo che il mio cambiamento avesse influito così pesantemente sulla nostra amicizia, scusa» finì Ethan abbassando la testa e Samantha lo abbracciò.

«sono di nuovo qua» disse Samantha sussurrandolo all'orecchio di Ethan che fu percorso da leggeri brividi, sapeva che l'effetto che gli faceva Samantha era strano ma pensava che fosse dovuto al fatto di aver appena ritrovato la sua migliore amica.

Quando si sedettero a tavola Samantha e Ethan furono costretti ad accomodarsi affianco alla nonna.

«Allora ragazzi, da quando siete arrivati non vi ho visti nemmeno una volta scambiarvi un bacio» istigò la nonna e i due si trovarono in difficoltà.

«forse non ci hai visti nonna, è diverso» cercò di dire Ethan.

«oh non diciamo sciocchezze vi ho tenuto d'occhio tutto il tempo» disse la nonna come se fosse ovvio.

«il fatto è che Samantha è molto timida nonna e preferisce non dare nell'occhio» disse Ethan.

«beh cara bella come sei è impossibile che tu non dia nell'occhio» disse la nonna rivolta a Samantha che sorrise timidamente.

«beh dai, forza non voglio sentire scuse, su su, datevi un bacetto, fatelo per questa nonna rompiscatole che vuole vedere un po' d'amore» disse la nonna e Ethan guardò Samantha che titubante fece un lieve cenno con la testa.

Ethan a quel punto si avvicinò alla ragazza al suo fianco e le diede un leggero bacio a stampo.

«contenta nonna?» chiese poi.

«e quello vi pare un bacio? Quello è il bacio che si da ai propri genitori quando si è piccoli o che si scambiano i bimbi piccoli, datevi un bacio come si deve» protestò la nonna.

Ethan a quel punto si avvicinò lentamente a Samantha e i loro cuori iniziarono a battere sempre più forte come era successo poco prima, i loro respiri si incrociarono fino a diventare uno solo quando le labbra di Ethan si posarono su quelle della giovane; nella pancia di Samantha le farfalle presero il volo mentre Ethan non riusciva a capire più niente; portò una mano sulla gamba della ragazza e allo stesso tempo le leccò il labbro per chiederle il permesso che fu dato, le loro lingue si scontrarono e si legarono insieme. Quando i due si staccarono la nonna batté le mani.

«questo è un bacio!!!» esclamò contenta poi aggiunse «era ora che ti innamorassi come si deve nipotino mio, è da quando hai litigato con quella ragazzina tanto graziosa, com'è che si chiamava? Boh vabbè, quella tua migliore amica appassionata di calcio che non ti vedo così sorridente» disse la nonna e Samantha arrossì ancora di più se era possibile, la nonna stava parlando di lei anche se l'anziana non lo sapeva.

«si chiama Samantha nonna, ed è lei» disse ridendo Ethan.

«ah ecco, vedi io lo sapevo che eri sempre stato innamorato della stessa ragazza» esclamò la nonna.

 

A fine serata la famiglia tornò a casa.

In macchina Samantha era nel sedile centrale con da una parte il piccolo James accoccolato alla sua spalla dormendo e dall'altra la mano di Ethan era intrcciata alla sua.

Arrivati a casa i due adolescenti diedero la buonanotte a Molly e Albert e poi si avviarono ognuno in camera sua.

Samantha si stese sul letto sospirando pesantemente pensando a tutto ciò che quella serata aveva portato con sé, aveva baciato Ethan, si, per lui era stato un bacio finto(almeno così credeva lei) ma per lei quel bacio era stato il più bello della sua vita, aveva suscitato in lei emozioni mai provate e anche se non lo voleva ammettere quel bacio le era piaciuto più di quanto avrebbe dovuto.

I suoi pensieri furono interrotti da qualcuno che bussò alla sua porta.

«avanti» disse e Ethan entrò per poi stendersi accanto a lei.
«non è andata poi così male no?» chiese lui per sciogliere il ghiaccio.

«no, poteva andare peggio» disse Samantha cercando di non far trasparire ciò che quella serata aveva suscitato o meglio risvegliato in lei.

«sai, mia nonna aveva ragione» disse dopo alcuni minuti di silenzio Ethan.

«su cosa?» chiese Samantha curiosa.

«su di te, quando abbiamo litigato lei mi disse che io ci stavo così male perché quando mi sono trasferito non ti avevo lasciato solo il mio pallone da calcio preferito ma anche il mio cuore» disse per poi puntare le sue iridi azzurre in quelle della giovane.

«mi dispiace aver aspettato così tanto tempo prima di rendermene conto» continuò il ragazzo.

«cosa te lo ha fatto capire?» chiese Samantha.

«quello che ho provato quando Lucas ci ha provato con te ma soprattutto da quello che ho provato quando ti ho baciata, era da tanto che volevo farlo, da quando hai messo piede nella mia vita» disse Ethan, Samantha non rispose guardò Ethan negli occhi per poi spostare il suo sguardo sulle labbra del giovane per poi riportarlo nelle sue iridi e far congiungere di nuovo le loro labbra.





NdA: eccolo qui l'altro capitolo, questa volta sono stata veloce, visto che brava? Ahahaha, ok a parte alle cretinate, questo capitolo è un po' più lungo rispetto al solito, spero vi paccia, comunque le cose si sono sbloccate, tutto grazie alla nonna rompipalle, ma adesso che cosa succederà tra i due? Boh chi lo sa, per saperlo dovrete aspettare il prossimo capitolo che posterò il prima possibile, se la scuola me lo consente direi giovedì prossimo. Ok credo di avervi rotto abbastanza ahahah vi saluto al prossimo capitolo, un bacio e mi raccomando RECENSITE! :)

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Capitolo 15
*** AVVISO IMPORTANTE ***


LO SO CHE MI STATE ODIANDO MA VI CHIEDO PIETà STAVOLTA LA COLPA DEL RITARDO NON è MIA, SI è ROTTO IL COMPUTER, PERSO, CIOCCATO, E DI CONSEGUENZA HO PERSO TUTTO QUELLO CHE C'ERA SOPRA E QUINDI ANCHE IL CAPITOLO CHE ERA GIà PRONTO, PERCIò MI TOCCHERà RISCRIVERLO, GIURO CERCHERò IN QUALSISASI MODO DI POSTARLO IL PRIMA POSSIBILE E DATO CHE VI STO FACENDO ASPETTARE TANTO METTERò ANCHE UN CAPITOLO EXTRA PURTROPPO DOVRETE ASPETTARE UN ALTRO PO' PERCHé LI DEVO RISCRIVERE MA LI POSTERò APPENA PRONTI ANCHE DAL CELLULARE SE NON DOVESSI TROVARE UN COMPUTER NON TEMETE LI POSTERò. BACI LA VOTRA AUTRICE RITARDATARIA

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