La Tredicesima Ora

di Gallifreyan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1

Quattordici volte.

Aveva vissuto quell'esperienza quattordici volte e ancora non riusciva ad abituarcisi.

L'uomo si alzò e una fitta di dolore attraversò il suo corpo, ogni singolo centimetro quadrato della sua pelle era in fiamme, il classico bruciore che seguiva quel processo che faceva si che il suo corpo si rinnovasse invece di morire e che gli donava quindi una virtuale immortalità: La Rigenerazione.

Una volta in piedi, gli occhi gli caddero sulla console dei comandi, dal metallo che la componeva un volto estraneo ricambiava il suo sguardo.

L'ultima volta che aveva visto il suo riflesso, si era ritrovato di fronte un uomo di mezza età, e questo era successo per gli ultimi 150 anni. Quello che si ritrovava ora davanti era invece un ragazzo che avrà avuto si e no una ventina di anni.

I cambiamenti erano stati notevoli: I corti capelli grigi avevano lasciato il posto a dei mossi capelli castani che gli coprivano gli occhi, quegli occhi che come sempre erano rimasti invariati e che continuavano a lasciar intravedere quello che era in realtà.

Aveva ormai 1400 anni e aveva visto tantissime cose, e tutte quelle cose: le gioie, i dolori, gli amori, tutte quelle emozioni erano racchiuse nel suo sguardo, lo sguardo di un vecchio.

L'uomo non poté tuttavia soffermarsi molto sul suo nuovo aspetto dato che un rumore lo riportò alla realtà: era la spia rileva-atmosfera del TARDIS: la sua astronave a forma di cabina blu, aveva appena superato l'atmosfera terrestre e stata precipitando verso il suolo.

Iniziò ad armeggiare con le leve, ma i rumorini che quelle producevano erano poco incoraggianti. Doveva immaginarlo, anche il TARDIS si era rinnovato insieme a lui e ora era momentaneamente fuori uso.

Non fece in tempo a trarre quella conclusione che fu mandato a gambe all'aria dal impatto: aveva colpito la superficie del pianeta.

Appena si fu rimesso in piedi corse all'esterno, e fu lieto nel vedere che l'impatto non aveva arrecato alcun tipo di danno al TARDIS, per fortuna la sua nave era pressoché invulnerabile a quel tipo di "atterraggi".

Il ragazzo osservò la zona in cui era caduto, si trovava al centro di un cortile circondato da palazzi, a occhio e croce doveva essere a...<< Londra. Possibile che continui a trovarmi in questo posto? >>.
Era talmente preso dai suoi pensieri che non si accorse della ragazzina che gli si stava avvicinando finché lei non iniziò a parlare con una voce alquanto spaventata: << Cosa diamine è successo? Questa cabina è caduta dal cielo e poco dopo ne sei uscito tu completamente illeso...cosa diavolo sei tu? da dove vieni?>>.
Il ragazzo la guardò e sorrise, la ragazza era molto carina: aveva dei lunghi capelli biondo scuro che le arrivavano alla schiena e aveva un viso gentile ma che mostrava anche una gran sicurezza. << Sono un viaggiatore del tempo>> le disse << Ho 1400 anni e vengo dal pianeta Gallifrey della costellazione Kasterborous e questa è la mia astronave: Il TARDIS>> poi con una sguardo serio aggiunse: << puoi chiamarmi Il Dottore>>.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2

La ragazza non sapeva cosa dire.

Quel ragazzo era caduto dal cielo al interno di quella cabina e le aveva detto di essere un alieno: la cosa non aveva senso.

D'altra parte, aveva visto la cabina "atterrare" con i suoi occhi, eppure...<< Non può essere vero! >>.

<< E perché mai? >> le disse il ragazzo, quel sorrisetto iniziava ad irritarla.

<< La cosa non ha alcun senso. Tu saresti un extraterrestre? >>.

<< Beh, si! Ti turba molto la cosa? Ormai dovreste essere abituati no? In che anno siamo? >> le chiese.

<< 2014 >>.

<< Bene. Non hai notato tutte le manifestazioni extraterrestri degli ultimi anni? Il Titanic che ha sorvolato Buckingham Palace, la stella di qualche natale fa...non hai visto nulla di tutto questo? >>.

<< In TV parlavano di allucinazioni...>>.

<< La scusa più vecchia del mondo >> la sua voce suonava esasperata << credimi, era tutto reale >>.

Tra i due calò di nuovo il silenzio che durò alcuni minuti prima di essere rotto, questa volta dal Dottore: << Beh. Ora sai chi sono. Tu invece non mi hai ancora detto come ti chiami >>.

<< Non me l'hai ancora chiesto >> ribatté la ragazza << e per favore, levati quell'espressione dalla faccia. Non riesci a smettere di sorridere? >>.

<< Si...No! Vedi, il fatto è che sei così buffa. Ti sforzi di trovare una soluzione "sensata" rifiutandoti categoricagamente di accettare la cosa, eppure tutto questo è la pura realtà, sei la classica umana. In ogni caso, perdona la mia scortesia e dimmi: Qual'è il tuo nome? >>.

La ragazza sorrise per la prima volta << Dovrai fare di più che uscire da una cabina per convincermi, in ogni caso considerati perdonato. Il mio nome è Leda >>.
<< Leda...mi piace! Non è inglese, dico bene? >>.

<< Viene dalla mitologia greca, non se hai presente...>>.

<< Se ho presente? >> esclamò il Dottore << si potrebbe dire che molte di quelle leggende sono ispirate alla mia persona >>.

Leda rise << Ora non esagerare, e comunque neanche tu mi hai detto il tuo nome. Hai detto che sei il Dottore, ma Dottore chi? >>.

<< Solo il Dottore. E' tutto quello che posso dirti ed è tutto quello che ti occorre sapere >>.

<< Bene, Dottore Misterioso, e cosa ci fai qui? >> chiese Leda.

<< Questo...devi dirmelo tu >> rispose il Dottore.
<< Cosa? Io? Come posso saperlo? >>.

<< Vedi. La mia nave, il TARDIS, non si limita solo ad una parte meccanica. Ha una sorta di anima, una volontà propria, e a volte interferisce con le mie rotte, anche quando, come in questo caso, non ne ho, mi porta sempre "dove dovrei essere" e lo fa anche quando è messo fuori uso dalla Rigenerazione. Molti anni fa mi portò da una bambina, sembrava che da lei non ci fosse nulla di strano e invece aveva un portale interdimensionale nella sua camera e si ritrovò un alieno evaso da una prigione galattica in casa. Quindi, la domanda che ti faccio è semplice, Leda >> e dopo una breve pausa aggiunse << Qual è il problema che devo risolvere questa volta? >>.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

<< Non so di cosa tu stia parlando >> Leda lo guardò come se fosse pazzo << qui non è successo nulla di strano...beh...fatta eccezione per quelle misteriose apparizioni dell'altro giorno, a pensarci bene >>.

Il Dottore assunse un'aria interrogativa << Apparizioni? Di quali apparizioni stai parlando? >>.

<< Alcuni giorni fa ho visto una sfera di fuoco cadere dal cielo e schiantarsi nelle vicinanze, alla TV locale hanno detto che si trattava di un pezzo di satellite entrato nell'atmosfera, ma il giorno dopo ho sentito alcuni ragazzi della mia scuola parlare di delle strane ombre avvistate in un parco nelle vicinanze >> la ragazza di massaggiò le braccia per riscaldarle, visibilmente a disagio nel parlare del argomento.

<< Cosa hanno detto riguardo queste ombre? >>

<< Hanno detto che non sembravano umane, che si muovevano lentamente e che parlavano in una sorta di lingua inventata. Uno di questi ragazzi poi ha fatto troppo rumore e questi esseri lo hanno sentito, così lui e i suoi amici sono stati costretti a scappare. Ricordo che era molto spaventato mentre raccontava tutto ai suoi amici in classe >>.

<< Esseri non umani che si muovevano lentamente e che parlavano una lingua inventata hai detto? >> e detto questo, il Dottore estrasse dalla giacca una specie di sonda da laboratorio color bronzo e argento col manico nero sormontata da una sfera verde, e cominciò a puntarla verso il cielo azionando la sfera luminosa.

<< Cos'è quello? >>

<< Questo, Leda, è il mio cacciavite sonico. E' uno strumento che mi è tornato utile molte volte nel corso dei miei viaggi >> rispose il Dottore.

<< E cosa stai facendo? >>

<< Sto scannerizzando il cielo >> il Dottore spense la sfera del cacciavite e lesse sul display << proprio come pensavo, l'aria è piena di un pulviscolo metallico di origine extraterrestre. Non era un satellite quello che è caduto ma un'astronave, e quella che hanno sentito i tuoi compagni di scuola non era uan lingua invetata, bensì un'idioma alieno >> il Dottore mise il cacciavite nella tasca interna della sua giacca e la guardò sorridendo << elettrizzante vero? >>.

<< Quindi mi stai dicendo che in quel parco si sono accampati degli alieni? >>.

<< Esatto >>.

<< E potrebbero essere molti? >> chiese la ragazza allarmata.

<< Non credo, l'astronave non doveva essere molto grande, non ha lasciato segni del suo passaggio fatta eccezione per la scia ne lcielo e il pulviscolo metallico >>.

<< Okay...ma credi che siano pericolosi? E se sono venuti per attaccarci? >>.

<< Oh ma insomma >> esclamò il Dottore << Perché ogni volta che si parla di alieni voi umani tirate in ballo invasioni e genocidi? Ti sembra veramente possibile che ogni razza aliena sia dedita alla guerra e alla conquista? Guarda me ad esempio, ti sembra che io sia pericoloso? Si è vero, ci sono delle razze aliene molto malvagie, io ho combattuto contro di loro, ma ci sono anche alieni buoni. Per quanti ne sappiamo, gli alieni nel parco potrebbero anche essere venuti sulla Terra per portare conoscenze alla vostra specie. Credimi, l'ultima cosa da fare in questi casi è farsi prendere dal panico senza alcun motivo >> il Dottore sospirò per riprendere fiato.

<< Scusa...scusa davvero, non volevo offenderti, ero solamente preoccupata >> disse Leda.

<< No, scusa tu. E' normale avere essere spaventati quando si viene a conoscenza di una cosa del genere >> il Dottore si fece pensieroso per un attimo e poi aggiunse << ho una proposta per te: ti andrebbe di indagare insieme a me su questi alieni? Magari potresti imparare qualcosa su quello che c'è lì fuori...non è una proposta che ti viene fatta ogni giorno >>.

<< Mi stai proponendo di farti da assistente, Dottore? >>.

<< Ti sto proponendo di farmi da compagna, cosa ne pensi? >>.

Leda sorrise << penso che ne sarei felicissima >>.

Il Dottore ricambiò il sorriso << E' deciso allora. Andiamo! >>.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4

Era ormai sera quando il Dottore e Leda lasciarono il complesso di condomini per andare alla ricerca degli alieni.

Insieme avevano concordato che la prima cosa da fare era parlare con il compagno di scuola della ragazza, così si erano incamminati per mettersi in contatto con lui.

<< Sai dove possiamo trovarlo? >> chiese il Dottore.

<< No >> rispose lei << lo conosco solo di nome, ma so chi può aiutarci a rintracciarlo >>.

<< Chi? >>.

<< Una mia amica, stiamo andandom a casa sua >> detto questo stettero in silenzio.

Ben presto, i palazzi del centro lasciarono il posto alle classiche casette a schiera inglesi, segno che i due erano arrivati nella periferia della città.

Leda condusse il Dottore davanti la porta di una delle case.

<< Eccoci arrivati. Questa è la casa della mia amica Helena, lei può darci una mano a rintraccare quel ragazzo >>.

<< Fantastico >>.

Leda fece per bussare ma il Dottore la fermò.

<< Ah Leda, preferirei non dire alla tua amica chi sono, né cosa sono. D'altra parte lei non mi ha visto cadere dal cielo all'interno di un'astronave, quindi potrei passare per pazzo >>.

<< Già, forse è meglio evitare >> e detto questo fece suonare il campanello.

Dopo pochi secondi, la porta venne aperta da una ragazza che doveva avere, ad occhio e croce, la stessa età di Leda, anno più anno meno.

Aveva dei ricci capelli castano scuro e dei profondi occhi verdi che spiccavano in maniera impressionante sul suo volto.

<< Ehi ciao >> esordì Leda con un sorriso << tutto bene? >>.

La ragazza ricambiò il sorriso << Tutto bene! A te? >>.

<< Anche. Scusa se piombo senza preavviso in casa tua >>.

<< Figurati. Chi è il tuo amico? >> chiese Helena.

<< Helena lui è... >> iniziò Leda.

<< John Smith >> la interruppe il Dottore, mostrando alla ragazza un documento.

<< Ma dove hai preso, non importa....John, lei è la mia amica Helena. Hel, John si sta occupando di...beh, forse è meglio se te lo spiega lui >>.

<< Se posso esservi utile...volete accomodarvi in salotto? >>.

<< Oh, non ci vorrà molto >> disse il Dottore << vedi, mi sto occupando, per conto di un giornale locale, degli avvistamenti alieni avvenuti in un parco della zona alcuni giorni fa, e sono venuto a sapere, grazie a Leda, che un vostro compagno di scuola ne è stato testimone. Volevo sapere se potevi aiutarci a rintracciarlo >>.

<< State parlando di Luke? Luke Regan? >> chiese Helena << Si, posso aiutarvi. Lo potete trovare verso le 16 nella sala giochi di fronte la nostra scuola, di solito va lì con alcuni suoi amici >>.

<< Benissimo, grazie mille >> disse il Dottore sorridendo.

<< Di nulla >> rispose la ragazza.

<< Beh, direi che si è fatta ora di andare >>.

<< Già >> annui Leda << grazie per la disponibilità, Hel. Ci vediamo >>.

E detto questo i due uscirono di casa. Helena li guardò allontanarsi seguendoli con lo sguardo per un po', dopodiché si chiuse la porta alle spalle.

<< Bene, quindi ora dobbiamo parlare con Luke...domani andremo alla sala giochi >>.

<< Perfetto. Tu ora cosa fai? Hai un posto dove andare? >>.

<< Dormirò nel TARDIS, è fuori uso ma può ancora essere usato come casa >> disse il Dottore, anche se non sembrava molto entusiasta dell'idea.

<< Qualcosa non va? >> la ragazza lo guardò preoccupata.

<< Tranquilla, non è nulla. Solo che immagino sia un po' tutto sottosopra lì dentro per via della Rigenerazione e tutto >>.

<< Puoi stare da me se vuoi >>.

Il Dottore ci pensò un po' su << Sicura? >> le chiese.

<< Sicura! >> rispose Leda.

<< Allora accetto >> il ragazzo sorrise << Ora...che ne dici di mangiare qualcosa? E' ora di cena oramai >>.

<< Ci sto >> disse lei.

<< Grandioso. Sai...tempo fa amavo i bastoncini di pesce con la crema... >>.

<< Bella idea, anche a me va un hamburger. Vada per quello. >> lo interruppe la ragazza.

E ridendo, i due si incamminarono verso casa.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5

La sala giochi era incredibilmente affolata.

Il Dottore e Leda dovettero farsi strada a spintoni tra la folla di ragazzi per arriare ai tavoli da ping pong, situati in una stanza sul retro del locale, dove un ragazzo aveva detto che avrebbero trovato Luke Regan e una sua amica.

"Come lo riconosciamo?" chiese il Dottore.

"E' un ragazzo di media altezza, con capelli castani lunghi, gli occhi marroni e il naso un po' marcato. Il tizio all'ingresso ha detto che è con una sua amica, probabilmente si tratta di Mars, ha i capelli ricci neri e porta gli occhiali".

"Capelli ricci castani, occhiali e amica con naso marcato e occhi ner...".

"Oh, lascia stare, te lo indico io" esclamò Leda.

Attraversarono il corridoio che portava alla sala coi tavoli e si avvicinarono alla porta.

Dall'interno provenivano le voci di una ragazza e un ragazzo, accompagnate dal rumore della pallina, che veniva ripetutamente colpita.

"Andiamo Mars, colpiscila forte. Devo allenarmi con le schiacciate se voglio vincere il torneo scolastico".

"Ci sto provando, ma quando la colpisco forte non riesco a prendere bene la mira".

"Magari se provassi ad alzare un po' il braccio..."

"Luke, so come si tiene una racchetta da ping pong! E se non la smetti di fare il saputello te la stampo in fronte" urlò la ragazza infuriata.

"Ho paura" disse il ragazzo con sarcasmo.

"Bene direi che li abbiamo trovati. Sono da soli, meglio, avremo un po' di privacy" disse il Dottore a Leda aprendo la porta "ehilà, disturbiamo?".

I due ragazzi si voltarono verso di loro, lei aveva ancora la racchetta alzata, lui invece si era allontanato dal tavolo per raccogliere le palline.

"Ciao, possiamo aiutarti?" disse Luke alzandosi con la pallina in mano, poi il suo sguardo cadde su Leda "ehi, tu sei Leda, vero? Siamo nella stessa classe di scienze.".

Leda annuì "Ciao Luke, Mars, questo è il mio amico John. John, questi sono Luke e Mars".

"Lieto di conoscervi" disse il Dottore sorridendo "mi chiamo John Smith, sono un giornalista e mi sto occupando del caso degli avvistamenti alieni avvenuti al parco. Leda mi ha detto che tu ne sei stato testimone, è vero?".

"Si" rispose il ragazzo fissandolo "sei venuto per scrivere un articolo su quanto io sia pazzo? Non mi sorprenderebbe".

"No, ma cosa dici?! Guarda che io ti credo".

"Davvero? Non saresti il primo".

"Anche io ti credo!" intervenne la ragazza di nome Mars.

"Tutti in questa stanza ti credono" disse Leda.

"Okay, cosa vuoi sapere?" chiese il ragazzo.

"Ogni cosa".

"Beh. Alcuni giorni fa , io e un paio di amici eravamo al parco con le bici, mentre ci riposavamo vicino a degli alberi poco lontano dal sentiero abbiamo udito delle voci provenire dalla vegetazione. Mentre uno dei miei amici guardava le bici io e l'altro ragazzo siamo andati a dare un'occhiata, solo che...non c'era nulla. Siamo arrivati in una piccola radura tra gli alberi e ci siamo messi in ascolto, le voci provenivano da quel punto ma non c'era nulla. Ricordo solo che in alcuni punti l'aria era più...scura, nonostante ci fosse il sole, era come se ci fossero delle ombre. Questo è tutto, poi il mio amico ha calpestato un ramo e le voci si sono fermate, come se fossero in ascolto, così siamo scappati" Luke terminò il racconto e guardò il Dottore in attesa del suo verdetto, si aspettava che il ragazzo gli desse del pazzo da un momento all'altro.

"Bene, immagino che dovrò andare a dare un'occhiata. Grazie mille Luke"

"Mi credi davvero?"

"Mi pareva di essere stato chiaro in proposito, ora, se volete scusarmi, voglio andare a vedere questa radura" e senza aggiungere altro uscì dalla stanza.

"Beh, ci vediamo, grazie di tutto" aggiunse Leda prima di raggiungerlo.

 

"Hai già un'idea su cosa siano quelle ombre, vero?" chiese la ragazza quando furono usciti dalla stanza.

"Si" disse il Dottore "e la cosa non mi piace per niente".

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


CAPITOLO 6
 

Il Dottore era stato silenzioso durante tutto il tragitto verso il Battersea Park, il parco in cui Luke e i suoi amici avevano avvistato quelle strane ombre.

Leda aveva continuato ad osservarlo mentre si dirigevano lì, era come se fosse da un'altra parte con la testa, perso chissà dove tra i suoi pensieri.

"Mi vuoi dire a cosa stai pensando? Da quando Luke ti ha descritto quelle ombre hai assunto quell'aria...preoccupata".

"Non è nulla, sei paranoica".

"Sai cosa sono quegli alieni e sai che sono pericolosi ma non vuoi dirlo".

"No, non è così".

Arrivati nel parco imboccarono un sentiero che portava verso uno dei laghi. Poco dopo, Leda fece cenno al Dottore di fermarsi e indicò alcuni alberi.

"Credo sia qui, sono venuta qui una volta, da quella parte dovrebbe esserci la radura".

Il Dottore si mise in ascolto.

"Non sento alcuna voce, ma tentar non nuoce".

I due si diressero verso gli alberi entrando nella vegetazione. Dopo un centinaio di metri, il bosco si diramava creando una piana completamente sgombra.

Il Dottore e Leda si nascosero tra gli alberi più vicino allo spazio vuoto e osservarono quello spazio in attesa di un qualche movimento.

"Inutile, qui non c'è nulla" disse la ragazza dopo alcuni minuti.

"Abbi pazienza".

"Ma guarda, la radura è completamente vuota".

"Già, è vuota. O forse sembra vuota, voglio provare a fare una cosa" e detto questo prese il cacciavite sonico dalla sua giacca e lo puntò davanti a sé "proprio come pensavo, c'è un filtro di percezione molto potente che ricopre tutta la zona. Dovrei riuscire a rimuoverlo" e detto questo puntò di nuovo il cacciavite.

Ci fu una luce abbagliante e quando Leda riacquistò la capacità di vedere, davanti ai suoi occhi si era materializzato un grosso velivolo.

Questa è l'astronave, giusto?" chiese Leda, ma il Dottore era già uscito allo scoperto.

"Andiamo, venite fuori! Siete stati scoperti! Davvero un bel trucco quello del filtro, lo riconosco, ma nulla che una sonicizzazione non possa smascherare" urlò rivolto all'astronave.

Improvvisamente, l'aria attorno a loro divenne più scura, come se improvvisamente qualcuno avesse gettato della fuliggine al vento.

"Ti stavamo cercando" disse una voce profonda

"Proprio come pensavo" disse il Dottore "siete voi le ombre".

"Chi ha parlato, Dottore? Perché non vediamo nessuno?" chiese Leda allarmata.

"Sono i Naki. Si tratta di una razza aliena che monitora l'universo. Quella di ombre è la forma fisica che usano di solito, così passano inosservati".

"Che intenzioni hanno?".

"Beh, non sono offensivi. I Naki tengono sotto controllo le altre flotte aliene per evitare che pianeti in via di sviluppo come la Terra siano conquistati da forme di vita più evolute. Non so qui per attavare, ma se sono venuti significa che sul pianeta incombe una minaccia, per questo ero preoccupato" spiegò lui alla ragazza, dopodiché si rivolse alla voce "perché mi cercavate?".

"Siamo venuti sulla Terra perché sappiamo che tieni molto a questo pianeta, speravamo di trovarti qui. In questo momento c'è un astronave da guerra diretta verso la Terra".

"Un astronave da guerra? Di chi si trat..." chiese il Dottore, ma fu interrotto da un rumore proveniente dall'astronave Naki "cos'è stato?".

"I nostri radar hanno appena intercettato una comunicazione dall'astronave" spiegò il Naki.

Il Dottore corse dentro il velivolo e puntò il cacciavite verso la console dei comandi, una voce metallica proruppe dagli altoparlanti.

"Il TARDIS del Dottore è stato individuato sul pianeta. Il Dottore è sul pianeta. Il Dottore deve essere STERMINATO!".

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


CAPITOLO 7

Aria. Aveva bisogno di aria.

Il Dottore si proietto fuori dalla nave dei Naki, e non si fermò fin quando non fu nella radura, l'aria lo aiutava sempre a riflettere.
Qualsia motivo avesse (ri)portato i Dalek sul pianeta umano non era pacifico, di questo ne era certo, conosceva troppo bene il popolo di Skaro da sapere che i loro piani, qualunque fossero, erano di sicuro mossi dall'odio.

"Cosa ti è preso lì dentro?" la voce di Leda arrivo dalle sue spalle, dov'era situata la nave "sembravi impazzito".

"Quel messaggio...loro sono i Dalek" disse il Dottore "sono i miei nemici giurati, ci combattiamo da secoli".

"E come mai i Dalek sono qui?".

"Non lo so, loro non dovrebbero neanche esserci in quest'epoca. L'ultima volta ero certo di averli confinati nel tempo".

Il Dottore prese un respiro, odiava quella sensazione di impotenza generata dalla totale ignoranza riguardo la faccenda, lui doveva sapere.
"Devo tornare al Tardis" fu l'ultima cosa che il Dottore disse fino a quando non furono arrivati alla cabina blu.

"Allora, cosa farai ora?" chiese la ragazza mentre lui prendeva la chiave della macchina del tempo dalla giacca.

"Affronterò i Dalek faccia a faccia. Volerò direttamente sulla loro astronave e cercherò di capire le loro intenzioni" il Dottore aprì la porta ed entrò nella sala comandi, Leda fece per seguirlo ma lui si girò e le sbarrò la strada con il braccio.

"No, c'è una cosa che devi fare ora".

"Cosa?"

"Torna a casa e lascia fare a me" e detto questo il Dottore chiuse la porta, il lampeggiante in cima alla cabina si accese e il Tardis scomparve, lasciando la ragazza sola nella notte.

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