Tsurugi brothers

di Eeureka
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #Night. ***
Capitolo 2: *** #Rain ***
Capitolo 3: *** #School ***
Capitolo 4: *** #Love ***
Capitolo 5: *** #Death ***



Capitolo 1
*** #Night. ***


● Tsurugi brothers.~
#Night.


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○ Autrice: Amber.
○ Titolo: Tsurugi brothers.
○ Prompt: Notte.
○ Genere: fluff
○ Note Autrice: Emm... Buonsalve! Come potete vedere  questa è la mia prima raccolta. Di cosa parla? Parla di tutti i momenti fluffosi dei due fratelli Tsurugi, prima dello spiacevole incidente. Non so se saranno IC, dopotutto, nessuno di noi è a conoscenza di come erano i loro caratteri da bambini; anche perchè li abbiamo potuti vedere solo in un piccolo flashback. Anche se immagino Kyou più dolcioso (?) sia perchè è con suo fratello, sia perche è un bambino. Beh, il banner è fatto da me ed in tutto dovrebbero essere 10 capitoli, tutte flashfict, a meno forse di eccezioni. Credo che sarà interamente dedicata alla mia migliore amica qui su EFP (h u n t e r), ma la dedico pure ad Acchan che ringrazio anche per il betaggio di ogni capitolo, e a Giuly Chan, B e a r, Debby, akurakuroneko, lola (per te, vincerò io la scommessa ewe)  e... ci sono troppe persone da elencare. ouo. Beh, buona lettura!




Il momento da molti tanto bramato per l'adorato riposo, ma da altri alquanto indesiderato, era ormai giunto: la notte aveva preso il sopravvento sul giorno.
L'oscurità adesso sovrastava tutto. Un buio profondo, dal quale ogni visuale era impossibile, regnava con prepotenza lungo le strade e dentro le case dell'intero Giappone.
Ora tutto era quieto, il silenzio e la tranquillità si imponevano con prepotenza. Le anime, oramai, tranquille riposavano, attendendo di ritrovare la luce del sole il giorno seguente - peccato che non si potesse dire questo per ogni persona. C'era qualcuno, che in quella parte della giornata ormai dominante, poteva dirsi tutto purché tranquillo: la paura dominava il suo corpo, sentiva l'insicurezza formicolargli nello stomaco. Quel qualcuno era il piccolo Tsurugi Kyousuke.
Stava continuando a rigirarsi sul letto in cerca di una posizione con la quale sarebbe riuscito a prendere sonno. Ma niente, quel nero pece che andava a ricoprire le pareti era asfissiante e terribile. Gli faceva paura.
Gli occhi strabuzzati, tremanti, e nonostante incontrassero nel loro cammino sempre il medesimo colore, non erano intenzionati a chiudersi; dovevano in qualche modo indagare tutto attorno, restavano vigili. Neanche dalla finestra - pur essendo semiaperta - filtrava la poca luce argentea emanata dalla luna, niente. Anche quell'opaco splendore pareva essersi arreso alla potenza del buio.
E Kyousuke era costretto a restare lì, mentre la paura e mille altri pensieri gli svolazzavano nella mente.
La notte proprio non la sopportava, per lui era come un incubo dal quale sperava solo di risvegliarsi al più presto, attendeva che i candidi raggi del sole trapelassero dalle finestre, come per dirgli "è tutto finito adesso, stai tranquillo". Eppure, il bambino, non riusciva a tranquilluzzarsi così, l'attesa era snervante e ne risentiva la sua mente il mattino dopo per la sonnolenza; doveva escogitare qualcos'altro.
«Yuuichi, posso dormire con te?» le parole del più piccolo tra i due fratelli Tsurugi bastarono a permettere all'altro di dischiudere le palpebre, andandosi a svegliare.
«Kyousuke, ormai hai sei anni!» lo canzonò il più grande, ma l'altro sembrava impassibile. Si trovava di fronte al letto del più grande e restava lì, speranzoso in una risposta positiva.
«Ma... ma io ho paura!» disse il minore, intristendo il tono ed inclinando leggermente il capo verso il basso, mentre le sue labbra si andavano ad incurvare in un piccolo broncio. L'altro si ritrovò a sospirare stufato, ma neanche passò un secondo che alla visione del fratello si intenerì.
«E va bene. Su, vieni.» fece Yuuichi alzando il caldo copriletto, invitando così Kyousuke a fare lì il suo ingresso. Il piccolo annuì felicemente per poi intrufolarsi nel letto dell'altro, accoccolandosi, dopo, tra le braccia del fratello.
Quello era l'unico posto dove si sentiva al sicuro, dove riusciva a chiudere gli occhi senza timore perché, qualsiasi cosa sarebbe successa, il suo nii-san lo avrebbe protetto.
Era anche questo semplice gesto da parte del maggiore che riusciva a infondergli coraggio, facendogli dimenticare la stupida paura di quella scura e segreta notte.

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Capitolo 2
*** #Rain ***


● Tsurugi brothers.~
#Rain.


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○ Autrice: Amber.
○ Titolo: Tsurugi brothers.
○ Prompt: Pioggia.
○ Genere: fluff.
○ Note Autrice: Zalve zalvino //wtf. Sono tornata con il secondo capitolo di questa raccolta. In realtà li ho già finiti quasi tutti, ma aggiornerò costantemente una volta alla settimana, credo. Comunque vi do un indizio (?) A mio parere Yuuichi è davvero responsabile, ma alla fine è pur sempre un bambino, quindi chissà se anche lui compie atti di irresponsabilità. Ho detto troppo-- Buona lettura~




Il piccolo Kyousuke continuava ad osservare con curiosità e stanchezza quelle piccole e leggiadre gocce d'acqua cadere velocemente, andando a formare tanti puntini che scurivano il terreno. Si chiedeva da dove venissero e cosa volessero quegli strani "esseri", ma di una cosa era sicuro: gli avevano rovinato la giornata.
Quelle tante perle trasparenti che lui guardava dal davanzale gli avevano impedito di andare a giocare a calcio assieme al fratello, come tempo prima aveva stabilito. Ora invece era condannato a restare a casa, avvolto in una calda coperta - a causa del freddo agghiacciante - e seduto su una piccola poltroncina rossa, con gli occhi ambrati puntati su quella lastra di vetro trasparente che iniziava pian piano ad appannarsi.
Sbuffò sonoramente per l'ennesima volta. Questo strano fenomeno si ripeteva più volte in un arco di tempo che gli adulti, compresi i suoi genitori e suo fratello, chiamavano "inverno". E oramai era giunto ad una semplice conclusione: lui odiava l'inverno.
La causa era maggiormente quel fenomeno atmosferico dal nome ancora sconosciuto per lui, che gli impediva di poter uscire fuori a divertirsi. Ma anche il freddo non era una cosa a lui tanto simpatica.
«Ah bene, sta piovendo! »
Sentendo quella voce si girò di scatto abbandonando quella visione, e la figura umana che gli si presentò di fronte, come aveva previsto, fu quella di suo fratello.
«P-Piovendo?» si ritrovò a chiedere incuriosito il più piccolo.
«Sì, vedi quelle goccioline d'acqua? Quella è la pioggia!» Yuuichi si avvicinò al fratello e, con il dito che fu seguito dallo sguardo di Kyousuke, gli indicò la finestra.
«E... E la pioggia è qualcosa di cattivo?» il maggiore rise, per poi rispondergli:
«La pioggia non è cattiva, solo che... non piace a tutti, ecco. Comunque, lascia perdere. Andiamo a giocare? Freghiamocene del tempo che c'è!» alla proposta del primogenito, Kyousuke non poté evitare di annuire felicemente e poco dopo i due uscirono fuori, muniti di pallone da calcio e allegria.
Inutile dire che il giorno dopo passarono la giornata intera a casa per via della febbre.

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Capitolo 3
*** #School ***


● Tsurugi brothers.~
#School.


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○ Autrice: Amber.
○ Titolo: Tsurugi brothers.
○ Prompt: Scuola.
○ Genere: fluff.
○ Note Autrice: Sssono in ritardo, midispiacemidispiacemidispiace. purtroppo ultimamente ho problemi con Internet, anche se non credo la cosa vi interessi, quindi- 
Vorrei solo dire che questo capitolo lo dedico a KokoroChuu che lo ha aspettato tanto, e alle mie amiche Mellah e Ale. Buona lettura!




«No! Io non voglio!»
«Non mi interessa, devi!»
«Mai!»
«Kyousuke, vieni subito qui!»
Forti urla rimbombavano per le strade, parevano impossibili da contrastare e lentamente si propagavano sempre più, insinuandosi prepotentemente nelle povere orecchie delle persone che che si trovavano nei dintorni.
La provenienza esatta di quelle continue grida? Casa Tsurugi.
Il perché era sconosciuto a chiunque si trovasse nei paraggi a passeggiare tranquillamente, ma la bella famigliola che lì soggiornava non poteva di certo dire lo stesso.
Cos'era successo? Semplice. Il primo giorno di scuola per il piccolo Kyousuke, e, naturalmente, questo non faceva altro che obbiettare. In base alla faccia demoralizzata che il fratello maggiore aveva ogni volta che tornava a casa dopo essere stato in quel luogo, era riuscito ad intuire una cosa: la scuola non era affatto qualcosa di bello.
Inoltre a causa di alcuni strani fogli che Yuuichi chiamava "compiti", i due non avevano più potuto giocare come una volta. Lui di certo non voleva passare ogni pomeriggio obbligato a svolgerli, no; voleva solo continuare a divertirsi, e la scuola non rientrava di certo tra i suoi programmi.
«Ti ho preso!» esclamò felicemente il fratello maggiore dopo essere riuscito a fermare il piccino che circa per mezz'ora prima non aveva fatto altro che correre a perdifiato lungo la stanza, per sfuggire a quel, secondo lui, incubo.
«Uffa! E va bene... almeno mi prometti che mi aiuterai a studiare?»
«Certamente.»
Alla fine purtroppo il piccolo Kyousuke dovette arrendersi al suo destino e, ovviamente, il più delle volte, si ritrovò in difficoltà con quegli stupidi compiti... Per fortuna aveva un buon fratellone accanto a lui: sempre disposto ad aiutarlo e, sopratutto... paziente.

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Capitolo 4
*** #Love ***


● Tsurugi brothers.~
#Love.


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○ Autrice: Amber.
○ Titolo: Tsurugi brothers.
○ Prompt: Amore.
○ Genere: fluff - comico.
○ Note Autrice: Dopo secoli, eccomi qua. Mi scuso per il mio essere ritardataria, ho dovuto combattere contro i miei impegni e la mia scarsa autostima per tornare a scrivere. Ma su, diciamo che... ce l'ho fatta.
Ora, immaginatevi di trovarvi a spiegare ad un bambino di 6 anni cos'è l'amore e... e lo scoprirete leggendo cosa accadrà. Premetto che il capitolo è più lungo rispetto agli altri, ma spero che possa comunque essere di vostro gradimento!
ps: al solito ringrazio la mia cara beta-reader!



Quanti altri ragazzi potevano ottenere un appuntamento dalla ragazza più bella e gentile della scuola? Effettivamente non c'era una vera e propria risposta sensata, e forse era proprio la domanda stessa a non avere una sua logica; ma in fondo che importava?
Quello che ora provava lui era amore, forse vero: un sentimento che bruciava come il fuoco nel suo petto e che a volte gli impediva di chiuder occhio la notte. Non si sarebbe tirato indietro.
Era questo ciò su cui Yuuichi rifletteva, mentre attentamente osservava la sua immagine riflessa tentando di scovarne la più piccola imperfezione. Oggi avrebbe avuto il suo primo appuntamento - sempre se un incontro fra undicenni nel parcogiochi della scuola si potesse definire tale -, doveva assolutamente essere perfetto, tra i suoi programmi non rientrava alcuna brutta figura.
Puntò gli occhi sullo specchio all'altezza del suo viso, e fece scivolare per l'ennesima volta la mano fra i capelli. Dopo aver sistemato anche la giacchetta di jeans, si lasciò cadere stancamente sul divano, rilassandosi. Lanciò uno sguardo al suo orologio da polso, arrivando ad una conclusione: tra poco sarebbe giunto il momento di andare.
Trasalí. Il suo battito cardiaco era notevolmente aumentato, e senza che se ne fosse accorto aveva preso a torcersi nervosamente le mani.
«Nii-san!» quella squillante voce fu la sua ancora di salvezza, in quel momento. Il maggiore si voltò a guardare il suo interlocutore, sorridendo - se non fosse stato per Kyousuke ad interrompere i suoi pensieri Yuuichi era più che certo che avrebbe preso a sudare, rendendo inutili le due ore passate dentro la doccia fra bagnoschiuma di ogni tipo e profumi.
«Oh, Kyousuke!» Disse infine, avvicinandosi al più piccolo e posandogli una mano sui capelli. Dalla luce che brillava negli occhi del bimbo e dai tratti contratti in un sorriso a trentadue denti, era ben prevedibile dove avesse intenzione di andare a parare.
«Andiamo a giocare?» Come previsto.
«Non posso ora, tra poco devo andare ad un appuntamento importante.» Yuuichi tentò di essere meno crudo possibile nella sua risposta, illustrando il suo validissimo motivo per rifiutare. Nonostante questo, però, il minore non perse occasione per imbronciarsi: gli sarebbe piaciuto ricevere più attenzioni da parte del fratello!
Kyousuke sospirò sconsolato portandosi le braccia dietro la testa e facendo per andarsene. Yuuichi sentiva di averlo deluso e in una parte gli dispiaceva, sentiva i sensi di colpa formicolargli nell'animo. Dall'altra sapeva di aver fatto una scelta giusta; non poteva sempre essere a disposizione di quel piccoletto!
Raggiunse nuovamente il divano, sdraiandosi e serrando le palpebre con la sicurezza che l'altro se ne fosse finalmente andato e ora potesse godersi un po' di pace.
«Cos'è un appuntamento?» Di nuovo, uffa!, pensò alla domanda del più piccolo che lo invitò a distaccare le palpebre. Alzò gli occhi al cielo, per poi trovarsi a ridacchiare.
«Beh, è... un incontro speciale che le persone fanno quando, ehm... si amano!» arrossì Yuuichi tentando, forse inutilmente, una spiegazione logica.
L'altro inclinò la testa, assumendo un cipiglio piuttosto confuso.
«Quando due persone si... amano? Cioè?»
Sulle gote di Yuuichi quel rossore aumentò notevolmente, e tossicchiò un po' prima di iniziare a riflettere. Il quesito era abbastanza inaspettato, e trovarne una risposta adeguata e chiara anche per un bambino di sei anni era un'impresa ardua.
«Beh, l'amore... ahem... quando due persone si vogliono davvero tanto bene!» rispose con una voce incredibilmente acuta, mentre nervosamente si torceva le mani. Ecco, di nuovo l'agitazione a tormentarlo. Ma non era l'agitazione che provava con Ami, era ben diversa questa: un imbarazzo ben diverso ma che comunque non poteva classificarsi in un posto secondario. Era strano trovarsi a parlare di cose del genere con un bambino di quell'età e cercare un significato ad un sentimento a cui lui riusciva solo a trovare un nome.
«Ora devo andare, Kyousuke!» gridò Yuuichi iniziando a correre verso la porta d'ingresso, un po' più per sfuggire da quell'imbarazzante situazione, che per il ritardo. Purtroppo, la minuta mano di Kyousuke che lo afferrò per la maglietta lo costrinse ad interrompere il suo cammino.
«Ti amo nii-san!»
«Kyousuke, c-che--?!» gridò Yuuichi imbarazzato e consapevole che il piccolo non fosse a conoscenza del significato di ciò che aveva appena detto. Si portò una mano sul viso sospirando sommessamente, sconsolato.
«Kyousuke, certo che non capisci nulla!» ormai si era stufato di tentare inutilmente di spiegargli.
«Come? Lo hai detto tu, "quando due persone si vogliono davvero tanto bene", e io ti voglio davvero tanto bene...! »
Era ufficiale, era pessimo nel farsi comprendere dai bambini.
«Quando sarai grande capirai da solo cos'è l'amore.» accarezzò con dolcezza la fronte del piccolo, poi con uno sguardo fugace osservò l'orologio: era in ritardo.
Senza dire nulla subito corse via, lasciando in salotto, da solo e perplesso, il povero Kyousuke.
Mah, pensava lui: qualsiasi cosa fosse questo amore faceva solo perdere la testa.
Abbassò lo sguardo ambrato, notando immediatamente le scarpe di Yuuichi abbandonate sul pavimento. Forse quando avrebbe iniziato a camminare per strada a piedi nudi se ne sarebbe accorto... forse. Fece spallucce sbattendo qualche volta le palpebre, dopodiche anche lui lasciò la stanza, con un pensiero: quando sarebbe diventato grande avrebbe voluto di tutto tranne capire cos'era quell'amore, o quantomeno sperava che non gli sarebbe finita come il fratello.

*
«D-Dove sono le mie scarpe?!»
...
Kyousuke rise.

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Capitolo 5
*** #Death ***


● Tsurugi brothers.~
#Death.
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○ Autrice: Gika.
○ Titolo: Tsurugi brothers.
○ Prompt: Morte. 
○ Genere: fluff - angst - mezzo introspettivo (?)
○ Note Autrice: {sotto}




La reazione di Yuuichi a quell'accaduto funesto rivelatogli dai genitori, era stata immediata e impulsiva, non pensata; era scoppiato a piangere andandosi a chiudere nella propria cameretta, con un'unica certezza che interiormente lo torturava: suo zio non c'era più e non sarebbe tornato. La morte, senza dubbio, era uno dei più cupi e impervi temi che un bambino potesse affrontare, specialmente se il fanciullo in questione aveva circa dieci anni, età nella quale la mente cominciava a ragionare propriamente formulando spesso quesiti insoluti.
Ora
il ragazzino sedeva sul gelido pavimento con le ginocchia al petto e la schiena aderente alla porta della sua stanza - così se qualcuno avesse tentato di aprirla, era convinto che con il proprio peso contro glielo avrebbe impedito agevolmente -, gli occhi che apparivano comparabili a grandi laghi in piena tinteggiati d'oro. L'ennesima stilla d'acqua percorse il curvilineo tragitto della sua guancia, per poi ricadere arrendevole sul palmo della mano; stava piangendo, e senza un motivo ben preciso si era ritrovato a porre la mano proprio sotto il mento, così da ghermire ogni goccia che sfuggiva al suo sguardo per poi osservarle nell'insieme, assorto, senza comprenderne neanche lui il perché.
Da un lato aveva compreso che sfogandosi con le lacrime quella persona a lui cara non sarebbe ritornata indietro, ma al contempo non vedeva diversa opzione che continuare a soffocare singhiozzi e liberare quelle piccole sfere che avvilite esigevano di mostrarsi al mondo esterno.
Yuuichi non aveva ben capito perché le persone dovessero morire; non aveva capito perché dopo tutti i legami che instauravano, i progetti e i sogni che realizzavano e le abitudini che prendevano in vita, dovessero essere spazzate così, di colpo e senza preavviso, come se un'ondata di vento li travolgesse allontanandoli per sempre dai propri cari e portandoli chissà dove. Dandoli dispersi per sempre. Come una lampadina che dopo aver compiuto il suo dovere - illuminando regolarmente una stanza - all'improvviso un dì smette di funzionare, e a quel punto può solo venire buttata ormai inutile. Le lampadine però erano tante e tutte uguali, le persone erano solo tante; le persone erano differenti l'un l'altra, non solo d'aspetto ma sopratutto interiormente, capace ognuna di loro di donarti un'emozione differente. Le persone, al contrario delle lampadine, non erano sostituibili.
Suo zio non lo era.

Molti avrebbero affermato che quella era una visione davvero inconsueta per un bambino di quell'età, ma Yuuichi, dal canto suo, non riusciva a far altro che capacitarsi di ciò sempre più senza che però, ancora, ne assimilasse il motivo.
Ad un certo punto qualcuno bussò alla porta; istintivamente il ragazzino poggiò la fronte sulle ginocchia, stringendo ancor più le gambe al petto, come se così sarebbe diventanto invisibile agli occhi del mondo.
«Nii-san! Sei qui? Mi fai entrare per favore?» Era Kyousuke, riconobbe la fine vocina.
La prima intenzione di Yuiichi fu quella di gridare ferocemente al fratello di andarsene via e lasciarlo in pace, ma fu un istinto che si sforzò di trattenere prendendo un profondo respiro.
«Sì, sono qui. E no, non ti faccio entrare.» La sua risposta infine pur non cadendo tra l'aggressivo finì con l'includere una nota di freddezza, cosa atipica per lui, soprattutto nei confronti del fratellino.
La verità era che Yuuichi non voleva mostrarsi al minore mentre piangeva, era tanto avvezzo ad apparire energico e inarrestabile, forte, e a dare "il buon esempio", che fragile e insicuro come si sentiva in quel momento aveva paura di stravolgere i pensieri che ruotavano nella mente del più piccino (che l'aveva sempre ammirato per il suo essere e descritto addirittura, delle volte, come un eroe).
Kyousuke non era traumatizzato quanto lui per la morte dello zio, la sua voce dava chiaramente segni di non aver pianto in precedenza ne di star piangendo. Che figura avrebbe fatto Yuuichi, così abituato a mostrargli la sua parte forte?
Era imbarazzante e disagevole, al solo pensiero le gote gli si imporporavano. E poi Yuuichi stesso aveva insegnato a Kyousuke che i ragazzi non dovevano mai piangere, bensì era loro dovere mostrarsi in ogni d'occasione forti. E quanto era convinto di quella vecchia affermazione uscita dalle sue labbra tanto naturalmente, solo ora iniziava a pentirsi di quel suo modo di pensare.
«Per favore Yuuichi...!» Dall'altra parte della porta si udì la vocina supplicante e insistente del piccolo, mentre Kyousuke poggiava le proprie minute manine sulla superficie lignea e, allo stesso tempo, vi posava delicatamente anche la guancia e l'orecchio per distinguere in modo migliore la voce del maggiore.
«... che devi fare dopo che entri?» Sbuffò a quel punto Yuuichi, allontanando la fronte dalle ginocchia per portare lo sguardo nel vuoto, facendo mostra di un'espressione che iniziava ad essere non più sofferente bensì piuttosto scocciata.
«Vengo ad abbracciarti!»
Minuti di silenzio seguirono quella frase esclamata dal minore, come se il tempo si fosse improvvisamente fermato. Yuuichi aveva strabuzzato gli occhi e schiuso lievemente le labbra, ritrovandosi una mente vuota - silenziosa, non più piena di pensieri caotici ed enigmatiche domande - e un cuore palpitante.
«Sei triste e ti sei chiuso in camera perché lo zio se n'è andato? Non è così? Me l'ha spiegato la mamma. Ma non devi fare così... anch'io ero molto triste prima... ma solo prima! La mamma mi ha detto che lo zio è ancora con noi anche se non lo vediamo, e continua a volerci bene, se n'è solo andato a vivere in cielo.» Più Kyousuke continuava, più gli occhi di Yuuichi diventavano oro liquido, mentre le prime e nuove lacrime iniziavano ad appostarsi sotto gli occhi. «Sai, anch'io sono triste perché non potrò più vedere né abbracciare né parlare con lo zio, però non devi fare così. Lui ci vuole bene. E se ti consola, io... Io ci sarò per sempre per te! Perché sei il mio fratellone e ti voglio tantissimo bene!»
Yuuichi non seppe trattenersi, scoppiò in lacrime, fu qualcosa che gli venne d'impulso; una valvola di sfogo, questa volta non solo per la tristezza.
Quel piccolo forse era anche poco cosciente di ciò che diceva, eppure ogni sua singola parola, tanto dolce e affettuosa, aveva sanato ogni ferita nell'animo del maggiore. E Yuuichi piangeva, piangeva mentre sorrideva - un sorriso che aveva qualcosa di amaro, ma allo stesso tempo ricco di felicità. 
Il maggiore si alzò in piedi sentendo in un primo momento le gambe e la schiena indolenzite (probabilmente per tutto il tempo in cui era rimasto in quella posizione sul pavimento gelato), poggiò la mano sul pomello e subito dopo aprì la porta, trovandosi ad essere scrutato da due grandi occhi del medesimo color oro dei suoi, che avevano un che di soddisfatto in loro.
Adorava il loro legame fraterno; era la prova di come uniti da quel grande amore potessero sempre aiutarsi e sostenersi a vicenda. Erano uno la medicina dell'altro quando stavano male.
Si asciugò le poche lacrime che ancora gli solcavano il viso passandoci sopra la mano, poi puntò lo sguardo su Kyousuke e sorrise sinceramente. L'altro ricambiò il sorriso con estrema allegria.
Yuuichi allargò le braccia. «Su, vieni ad abbracciarmi!»>

~


Angolino dell'autrice.
Hi people! E' da tantissimo che non pubblico qualcosa, mi sento realizzata. (okay, no-)
Io sto immaginando la vostra faccia appena letto qual era il prompt, non so il perché ma ho la sensazione che alcuni non se lo sarebbero aspettato in una raccolta come questa, allo stesso tempo immaginavo che alcuni di voi avessero pensato alla morte di uno dei due adorabili pulcini dalle chiome blu /wtf/.
E' anche per questo che oggi l'angolino è qui sotto, non volevo dare nessun chiarimento, e se siete scesi direttamente qui... beh, avete barato. DB
Okaaaay, siccome non so neanch'io che diamine sto dicendo facciamo che concludo qui l'angolino e vi saluto-
Spero che la fic vi sia piaciuta! c:

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