Tsurugi brothers di Eeureka (/viewuser.php?uid=428315)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #Night. ***
Capitolo 2: *** #Rain ***
Capitolo 3: *** #School ***
Capitolo 4: *** #Love ***
Capitolo 5: *** #Death ***
Capitolo 1 *** #Night. ***
●
Tsurugi brothers.~
#Night.
○ Autrice:
Amber.
○ Titolo: Tsurugi
brothers.
○ Prompt:
Notte.
○
Genere: fluff
○ Note Autrice: Emm...
Buonsalve! Come potete vedere questa è la mia
prima raccolta. Di cosa parla? Parla di tutti i momenti fluffosi dei
due fratelli Tsurugi, prima dello spiacevole incidente. Non so se
saranno IC, dopotutto, nessuno di noi è a conoscenza di come
erano i loro caratteri da bambini; anche perchè li abbiamo
potuti vedere solo in un piccolo flashback. Anche se immagino Kyou
più dolcioso (?) sia perchè è con suo
fratello, sia perche è un bambino. Beh, il banner
è fatto da me ed in tutto dovrebbero essere 10 capitoli,
tutte flashfict, a meno forse di eccezioni. Credo che sarà
interamente dedicata alla mia migliore amica qui su EFP (h u n t e r),
ma la dedico pure ad Acchan che ringrazio anche per il betaggio di ogni
capitolo, e a Giuly Chan, B e a r, Debby, akurakuroneko, lola (per te,
vincerò io la scommessa ewe) e... ci sono troppe
persone da elencare. ouo. Beh, buona lettura!
Il momento da molti
tanto bramato per l'adorato riposo, ma da altri alquanto indesiderato,
era ormai giunto: la notte aveva preso il sopravvento sul giorno.
L'oscurità
adesso sovrastava tutto. Un buio profondo, dal quale ogni visuale era
impossibile, regnava con prepotenza lungo le strade e dentro le case
dell'intero Giappone.
Ora tutto era quieto,
il silenzio e la tranquillità si imponevano con prepotenza.
Le anime, oramai, tranquille riposavano, attendendo di ritrovare la
luce del sole il giorno seguente - peccato che non si potesse dire
questo per ogni persona. C'era qualcuno, che in quella parte della
giornata ormai dominante, poteva dirsi tutto purché
tranquillo: la paura dominava il suo corpo, sentiva l'insicurezza
formicolargli nello stomaco. Quel qualcuno era il piccolo Tsurugi
Kyousuke.
Stava continuando a
rigirarsi sul letto in cerca di una posizione con la quale sarebbe
riuscito a prendere sonno. Ma niente, quel nero pece che andava a
ricoprire le pareti era asfissiante e terribile. Gli faceva paura.
Gli occhi strabuzzati,
tremanti, e nonostante incontrassero nel loro cammino sempre il
medesimo colore, non erano intenzionati a chiudersi; dovevano in
qualche modo indagare tutto attorno, restavano vigili. Neanche dalla
finestra - pur essendo semiaperta - filtrava la poca luce argentea
emanata dalla luna, niente. Anche quell'opaco splendore pareva essersi
arreso alla potenza del buio.
E Kyousuke era
costretto a restare lì, mentre la paura e mille altri
pensieri gli svolazzavano nella mente.
La notte proprio non
la sopportava, per lui era come un incubo dal quale sperava solo di
risvegliarsi al più presto, attendeva che i candidi raggi
del sole trapelassero dalle finestre, come per dirgli "è
tutto finito adesso, stai tranquillo". Eppure, il bambino, non riusciva
a tranquilluzzarsi così, l'attesa era snervante e ne
risentiva la sua mente il mattino dopo per la sonnolenza; doveva
escogitare qualcos'altro.
«Yuuichi,
posso dormire con te?» le parole del più piccolo
tra i due fratelli Tsurugi bastarono a permettere all'altro di
dischiudere le palpebre, andandosi a svegliare.
«Kyousuke,
ormai hai sei anni!» lo canzonò il più
grande, ma l'altro sembrava impassibile. Si trovava di fronte al letto
del più grande e restava lì, speranzoso in una
risposta positiva.
«Ma... ma io
ho paura!» disse il minore, intristendo il tono ed inclinando
leggermente il capo verso il basso, mentre le sue labbra si andavano ad
incurvare in un piccolo broncio. L'altro si ritrovò a
sospirare stufato, ma neanche passò un secondo che alla
visione del fratello si intenerì.
«E va bene.
Su, vieni.» fece Yuuichi alzando il caldo copriletto,
invitando così Kyousuke a fare lì il suo
ingresso. Il piccolo annuì felicemente per poi intrufolarsi
nel letto dell'altro, accoccolandosi, dopo, tra le braccia del fratello.
Quello era l'unico
posto dove si sentiva al sicuro, dove riusciva a chiudere gli occhi
senza timore perché, qualsiasi cosa sarebbe successa, il suo
nii-san lo avrebbe protetto.
Era anche questo
semplice gesto da parte del maggiore che riusciva a infondergli
coraggio, facendogli dimenticare la stupida paura di quella scura e
segreta notte.
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Capitolo 2 *** #Rain ***
●
Tsurugi brothers.~
#Rain.
○ Autrice:
Amber.
○ Titolo: Tsurugi
brothers.
○ Prompt:
Pioggia.
○
Genere: fluff.
○ Note Autrice: Zalve
zalvino //wtf. Sono tornata con il secondo capitolo di questa raccolta.
In realtà li ho già finiti quasi tutti, ma
aggiornerò costantemente una volta alla settimana, credo.
Comunque vi do un indizio (?) A mio parere Yuuichi è davvero
responsabile, ma alla fine è pur sempre un bambino, quindi
chissà se anche lui compie atti di
irresponsabilità. Ho detto troppo-- Buona lettura~
Il piccolo Kyousuke
continuava ad osservare con curiosità e stanchezza quelle
piccole e leggiadre gocce d'acqua cadere velocemente, andando a formare
tanti puntini che scurivano il terreno. Si chiedeva da dove venissero e
cosa volessero quegli strani "esseri", ma di una cosa era sicuro: gli
avevano rovinato la giornata.
Quelle tante perle trasparenti che lui guardava dal davanzale gli
avevano impedito di andare a giocare a calcio assieme al fratello, come
tempo prima aveva stabilito. Ora invece era condannato a restare a
casa, avvolto in una calda coperta - a causa del freddo agghiacciante -
e seduto su una piccola poltroncina rossa, con gli occhi ambrati
puntati su quella lastra di vetro trasparente che iniziava pian piano
ad appannarsi.
Sbuffò sonoramente per l'ennesima volta. Questo strano
fenomeno si ripeteva più volte in un arco di tempo che gli
adulti, compresi i suoi genitori e suo fratello, chiamavano "inverno".
E oramai era giunto ad una semplice conclusione: lui odiava l'inverno.
La causa era maggiormente quel fenomeno atmosferico dal nome ancora
sconosciuto per lui, che gli impediva di poter uscire fuori a
divertirsi. Ma anche il freddo non era una cosa a lui tanto simpatica.
«Ah bene, sta piovendo! »
Sentendo quella voce si girò di scatto abbandonando quella
visione, e la figura umana che gli si presentò di fronte,
come aveva previsto, fu quella di suo fratello.
«P-Piovendo?» si ritrovò a chiedere
incuriosito il più piccolo.
«Sì, vedi quelle goccioline d'acqua? Quella
è la pioggia!» Yuuichi si avvicinò al
fratello e, con il dito che fu seguito dallo sguardo di Kyousuke, gli
indicò la finestra.
«E... E la pioggia è qualcosa di
cattivo?» il maggiore rise, per poi rispondergli:
«La pioggia non è cattiva, solo che... non piace a
tutti, ecco. Comunque, lascia perdere. Andiamo a giocare? Freghiamocene
del tempo che c'è!» alla proposta del primogenito,
Kyousuke non poté evitare di annuire felicemente e poco dopo
i due uscirono fuori, muniti di pallone da calcio e allegria.
Inutile dire che il
giorno dopo passarono la giornata intera a casa per via della febbre.
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Capitolo 3 *** #School ***
●
Tsurugi brothers.~
#School.
○ Autrice:
Amber.
○ Titolo: Tsurugi
brothers.
○ Prompt:
Scuola.
○
Genere: fluff.
○ Note Autrice: Sssono
in ritardo, midispiacemidispiacemidispiace. purtroppo ultimamente ho
problemi con Internet, anche se non credo la cosa vi interessi,
quindi-
Vorrei solo dire che questo capitolo lo dedico a KokoroChuu che lo ha
aspettato tanto, e alle mie amiche Mellah e Ale. Buona lettura!
«No! Io non
voglio!»
«Non mi interessa, devi!»
«Mai!»
«Kyousuke, vieni subito qui!»
Forti urla rimbombavano per le strade, parevano impossibili da
contrastare e lentamente si propagavano sempre più,
insinuandosi prepotentemente nelle povere orecchie delle persone che
che si trovavano nei dintorni.
La provenienza esatta di quelle continue grida? Casa Tsurugi.
Il perché era sconosciuto a chiunque si trovasse nei paraggi
a passeggiare tranquillamente, ma la bella famigliola che lì
soggiornava non poteva di certo dire lo stesso.
Cos'era successo? Semplice. Il primo giorno di scuola per il piccolo
Kyousuke, e, naturalmente, questo non faceva altro che obbiettare. In
base alla faccia demoralizzata che il fratello maggiore aveva ogni
volta che tornava a casa dopo essere stato in quel luogo, era riuscito
ad intuire una cosa: la scuola non era affatto qualcosa di bello.
Inoltre a causa di alcuni strani fogli che Yuuichi chiamava "compiti",
i due non avevano più potuto giocare come una volta. Lui di
certo non voleva passare ogni pomeriggio obbligato a svolgerli, no;
voleva solo continuare a divertirsi, e la scuola non rientrava di certo
tra i suoi programmi.
«Ti ho preso!» esclamò felicemente il
fratello maggiore dopo essere riuscito a fermare il piccino che circa
per mezz'ora prima non aveva fatto altro che correre a perdifiato lungo
la stanza, per sfuggire a quel, secondo lui, incubo.
«Uffa! E va bene... almeno mi prometti che mi aiuterai a
studiare?»
«Certamente.»
Alla fine purtroppo il piccolo Kyousuke dovette arrendersi al suo
destino e, ovviamente, il più delle volte, si
ritrovò in difficoltà con quegli stupidi
compiti... Per fortuna aveva un buon fratellone accanto a lui: sempre
disposto ad aiutarlo e, sopratutto...
paziente.
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Capitolo 4 *** #Love ***
●
Tsurugi brothers.~
#Love.
○ Autrice:
Amber.
○ Titolo: Tsurugi
brothers.
○ Prompt:
Amore.
○
Genere: fluff - comico.
○ Note Autrice: Dopo
secoli, eccomi qua. Mi scuso per il mio essere ritardataria, ho dovuto
combattere contro i miei impegni e la mia scarsa autostima per tornare
a scrivere. Ma su, diciamo che... ce l'ho fatta.
Ora, immaginatevi di trovarvi a spiegare ad un bambino di 6 anni
cos'è l'amore e... e lo scoprirete leggendo cosa
accadrà. Premetto che il capitolo è
più lungo rispetto agli altri, ma spero che possa comunque
essere di vostro gradimento!
ps: al solito ringrazio la mia cara beta-reader!
Quanti altri ragazzi
potevano ottenere un appuntamento dalla ragazza più bella e
gentile della scuola? Effettivamente non c'era una vera e propria
risposta sensata, e forse era proprio la domanda stessa a non avere una
sua logica; ma in fondo che importava?
Quello che ora provava lui era amore, forse vero: un sentimento che
bruciava come il fuoco nel suo petto e che a volte gli impediva di
chiuder occhio la notte. Non si sarebbe tirato indietro.
Era questo ciò su cui Yuuichi rifletteva, mentre
attentamente osservava la sua immagine riflessa tentando di scovarne la
più piccola imperfezione. Oggi avrebbe avuto il suo primo
appuntamento - sempre se un incontro fra undicenni nel parcogiochi
della scuola si potesse definire tale -, doveva assolutamente essere
perfetto, tra i suoi programmi non rientrava alcuna brutta figura.
Puntò gli occhi sullo specchio all'altezza del suo viso, e
fece scivolare per l'ennesima volta la mano fra i capelli. Dopo aver
sistemato anche la giacchetta di jeans, si lasciò cadere
stancamente sul divano, rilassandosi. Lanciò uno sguardo al
suo orologio da polso, arrivando ad una conclusione: tra poco sarebbe
giunto il momento di andare.
Trasalí. Il suo battito cardiaco era notevolmente aumentato,
e senza che se ne fosse accorto aveva preso a torcersi nervosamente le
mani.
«Nii-san!» quella squillante voce fu la sua ancora
di salvezza, in quel momento. Il maggiore si voltò a
guardare il suo interlocutore, sorridendo - se non fosse stato per
Kyousuke ad interrompere i suoi pensieri Yuuichi era più che
certo che avrebbe preso a sudare, rendendo inutili le due ore passate
dentro la doccia fra bagnoschiuma di ogni tipo e profumi.
«Oh, Kyousuke!» Disse infine, avvicinandosi al
più piccolo e posandogli una mano sui capelli. Dalla luce
che brillava negli occhi del bimbo e dai tratti contratti in un sorriso
a trentadue denti, era ben prevedibile dove avesse intenzione di andare
a parare.
«Andiamo a giocare?» Come previsto.
«Non posso ora, tra poco devo andare ad un appuntamento
importante.» Yuuichi tentò di essere meno crudo
possibile nella sua risposta, illustrando il suo validissimo motivo per
rifiutare. Nonostante questo, però, il minore non perse
occasione per imbronciarsi: gli sarebbe piaciuto ricevere
più attenzioni da parte del fratello!
Kyousuke sospirò sconsolato portandosi le braccia dietro la
testa e facendo per andarsene. Yuuichi sentiva di averlo deluso e in
una parte gli dispiaceva, sentiva i sensi di colpa formicolargli
nell'animo. Dall'altra sapeva di aver fatto una scelta giusta; non
poteva sempre essere a disposizione di quel piccoletto!
Raggiunse nuovamente il divano, sdraiandosi e serrando le palpebre con
la sicurezza che l'altro se ne fosse finalmente andato e ora potesse
godersi un po' di pace.
«Cos'è un appuntamento?» Di nuovo,
uffa!, pensò alla domanda del più piccolo che lo
invitò a distaccare le palpebre. Alzò gli occhi
al cielo, per poi trovarsi a ridacchiare.
«Beh, è... un incontro speciale che le persone
fanno quando, ehm... si amano!» arrossì Yuuichi
tentando, forse inutilmente, una spiegazione logica.
L'altro inclinò la testa, assumendo un cipiglio piuttosto
confuso.
«Quando due persone si... amano? Cioè?»
Sulle gote di Yuuichi quel rossore aumentò notevolmente, e
tossicchiò un po' prima di iniziare a riflettere. Il quesito
era abbastanza inaspettato, e trovarne una risposta adeguata e chiara
anche per un bambino di sei anni era un'impresa ardua.
«Beh, l'amore... ahem... quando due persone si vogliono
davvero tanto bene!» rispose con una voce incredibilmente
acuta, mentre nervosamente si torceva le mani. Ecco, di nuovo
l'agitazione a tormentarlo. Ma non era l'agitazione che provava con
Ami, era ben diversa questa: un imbarazzo ben diverso ma che comunque
non poteva classificarsi in un posto secondario. Era strano trovarsi a
parlare di cose del genere con un bambino di quell'età e
cercare un significato ad un sentimento a cui lui riusciva solo a
trovare un nome.
«Ora devo andare, Kyousuke!» gridò
Yuuichi iniziando a correre verso la porta d'ingresso, un po'
più per sfuggire da quell'imbarazzante situazione, che per
il ritardo. Purtroppo, la minuta mano di Kyousuke che lo
afferrò per la maglietta lo costrinse ad interrompere il suo
cammino.
«Ti amo nii-san!»
«Kyousuke, c-che--?!» gridò Yuuichi
imbarazzato e consapevole che il piccolo non fosse a conoscenza del
significato di ciò che aveva appena detto. Si
portò una mano sul viso sospirando sommessamente, sconsolato.
«Kyousuke, certo che non capisci nulla!» ormai si
era stufato di tentare inutilmente di spiegargli.
«Come? Lo hai detto tu, "quando due persone si vogliono
davvero tanto bene", e io ti voglio davvero tanto bene...! »
Era ufficiale, era pessimo nel farsi comprendere dai bambini.
«Quando sarai grande capirai da solo cos'è
l'amore.» accarezzò con dolcezza la fronte del
piccolo, poi con uno sguardo fugace osservò l'orologio: era
in ritardo.
Senza dire nulla subito corse via, lasciando in salotto, da solo e
perplesso, il povero Kyousuke.
Mah, pensava lui: qualsiasi cosa fosse questo amore faceva solo perdere
la testa.
Abbassò lo sguardo ambrato, notando immediatamente le scarpe
di Yuuichi abbandonate sul pavimento. Forse quando avrebbe iniziato a
camminare per strada a piedi nudi se ne sarebbe accorto... forse. Fece
spallucce sbattendo qualche volta le palpebre, dopodiche anche lui
lasciò la stanza, con un pensiero: quando sarebbe diventato
grande avrebbe voluto di tutto tranne capire cos'era quell'amore, o
quantomeno sperava che non gli sarebbe finita come il fratello.
*
«D-Dove sono le mie
scarpe?!»
...
Kyousuke rise.
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Capitolo 5 *** #Death ***
●
Tsurugi brothers.~
#Death.
○ Autrice:
Gika.
○ Titolo: Tsurugi
brothers.
○ Prompt:
Morte.
○
Genere: fluff - angst - mezzo introspettivo (?)
○ Note Autrice: {sotto}
La reazione di Yuuichi a quell'accaduto funesto rivelatogli dai
genitori, era stata immediata e impulsiva, non pensata; era scoppiato a
piangere andandosi a chiudere nella propria cameretta, con un'unica
certezza che interiormente lo torturava: suo zio non c'era
più e non sarebbe tornato. La morte, senza dubbio, era uno
dei più cupi e impervi temi che un bambino potesse
affrontare, specialmente se il fanciullo in questione aveva circa dieci
anni, età nella quale la mente cominciava a ragionare
propriamente formulando spesso quesiti insoluti.
Ora il ragazzino sedeva sul gelido
pavimento
con le ginocchia al petto e la schiena aderente alla porta della sua
stanza - così se qualcuno avesse tentato di aprirla, era
convinto che
con il proprio peso contro glielo avrebbe impedito agevolmente -, gli
occhi che apparivano comparabili a
grandi laghi in piena tinteggiati d'oro. L'ennesima stilla d'acqua
percorse il curvilineo tragitto della sua guancia, per poi ricadere
arrendevole sul palmo della mano; stava piangendo, e senza un motivo
ben preciso si era ritrovato a porre la mano proprio sotto il mento,
così da ghermire ogni goccia che sfuggiva al suo sguardo per
poi osservarle nell'insieme, assorto, senza comprenderne neanche lui il
perché.
Da un lato aveva compreso che sfogandosi con le lacrime quella persona
a lui cara non sarebbe ritornata indietro, ma al contempo non vedeva
diversa opzione che continuare a soffocare singhiozzi e liberare quelle
piccole sfere che avvilite esigevano di mostrarsi al mondo esterno.
Yuuichi non aveva ben capito perché le persone dovessero
morire; non aveva capito perché dopo tutti i legami che
instauravano, i progetti e i sogni che realizzavano e le abitudini che
prendevano in vita, dovessero essere spazzate così, di colpo
e senza preavviso, come se un'ondata di vento li travolgesse
allontanandoli per sempre dai propri cari e portandoli
chissà dove. Dandoli dispersi per sempre. Come una lampadina
che dopo aver compiuto il suo dovere - illuminando regolarmente una
stanza - all'improvviso un dì smette di funzionare, e a quel
punto può solo venire buttata ormai inutile. Le lampadine
però erano tante e tutte uguali, le persone erano solo
tante; le persone erano differenti l'un l'altra, non solo d'aspetto ma
sopratutto interiormente, capace ognuna di loro di donarti un'emozione
differente. Le persone, al contrario delle lampadine, non erano sostituibili.
Suo zio non lo era.
Molti avrebbero affermato che quella era una visione davvero inconsueta
per un bambino di quell'età, ma Yuuichi, dal canto suo, non
riusciva a far altro che capacitarsi di ciò sempre
più senza che però, ancora, ne assimilasse il
motivo.
Ad un certo punto qualcuno bussò alla porta; istintivamente
il ragazzino poggiò la fronte sulle ginocchia, stringendo
ancor più le gambe al petto, come se così sarebbe
diventanto invisibile agli occhi del mondo.
«Nii-san! Sei qui? Mi fai entrare per favore?» Era
Kyousuke, riconobbe la fine vocina.
La prima intenzione di Yuiichi fu quella di gridare ferocemente al
fratello di andarsene via e lasciarlo in pace, ma fu un istinto che si
sforzò di trattenere prendendo un profondo respiro.
«Sì, sono qui. E no, non ti faccio
entrare.» La sua risposta infine pur non cadendo tra
l'aggressivo finì con l'includere una nota di freddezza,
cosa atipica per lui, soprattutto nei confronti del fratellino.
La verità era che Yuuichi non voleva mostrarsi al
minore mentre piangeva, era tanto avvezzo ad apparire energico e
inarrestabile, forte,
e a dare "il buon esempio", che fragile e insicuro come si sentiva in
quel momento aveva paura di stravolgere i pensieri che ruotavano nella
mente del più piccino (che l'aveva sempre ammirato per il
suo essere e descritto addirittura, delle volte, come un eroe).
Kyousuke non era traumatizzato quanto lui per la morte dello zio, la
sua voce dava chiaramente segni di non aver pianto in precedenza ne di
star piangendo. Che figura avrebbe fatto Yuuichi, così
abituato a mostrargli la sua parte forte?
Era imbarazzante e disagevole, al solo pensiero le gote gli si
imporporavano. E poi Yuuichi stesso aveva insegnato a Kyousuke che i
ragazzi non dovevano mai piangere, bensì era loro dovere
mostrarsi in ogni d'occasione forti. E quanto era convinto di
quella vecchia affermazione uscita dalle sue labbra tanto naturalmente,
solo ora iniziava a pentirsi di quel suo modo di pensare.
«Per favore Yuuichi...!» Dall'altra parte della
porta si udì la vocina supplicante e insistente del piccolo,
mentre Kyousuke poggiava le proprie minute manine sulla superficie
lignea e, allo stesso tempo, vi posava delicatamente anche la guancia e
l'orecchio per distinguere in modo migliore la voce del
maggiore.
«... che devi fare dopo che entri?»
Sbuffò a quel punto Yuuichi, allontanando la fronte dalle
ginocchia per portare lo sguardo nel vuoto, facendo mostra di
un'espressione che iniziava ad essere non più sofferente
bensì piuttosto scocciata.
«Vengo ad abbracciarti!»
Minuti di silenzio seguirono quella frase esclamata dal minore, come se
il tempo si fosse improvvisamente fermato. Yuuichi aveva strabuzzato
gli occhi e schiuso lievemente le labbra, ritrovandosi una mente vuota
- silenziosa, non più piena di pensieri caotici ed
enigmatiche domande - e un cuore palpitante.
«Sei triste e ti sei chiuso in camera perché lo
zio se n'è andato? Non è così? Me l'ha
spiegato la mamma. Ma non devi fare così... anch'io ero
molto triste prima... ma solo prima! La mamma mi ha detto che lo zio
è ancora con noi anche se non lo vediamo, e continua a
volerci bene, se n'è solo andato a vivere in
cielo.» Più Kyousuke continuava, più
gli occhi di Yuuichi diventavano oro liquido, mentre le prime e nuove
lacrime iniziavano ad appostarsi sotto gli
occhi. «Sai, anch'io sono triste perché
non potrò più vedere né abbracciare
né parlare con lo zio, però non devi fare
così. Lui ci vuole bene. E se ti consola, io... Io ci
sarò per sempre per te! Perché sei il mio
fratellone e ti voglio tantissimo bene!»
Yuuichi non seppe trattenersi, scoppiò in lacrime, fu
qualcosa che gli venne d'impulso; una valvola di sfogo, questa volta
non solo per la tristezza.
Quel piccolo forse era anche poco cosciente di ciò che
diceva, eppure ogni sua singola parola, tanto dolce e affettuosa, aveva
sanato ogni ferita nell'animo del maggiore. E Yuuichi piangeva, piangeva
mentre sorrideva - un sorriso che aveva qualcosa di amaro, ma allo
stesso tempo ricco di felicità.
Il maggiore si alzò in piedi sentendo in un primo momento le
gambe e la schiena indolenzite (probabilmente per tutto il tempo in cui
era rimasto in quella posizione sul pavimento gelato),
poggiò la mano sul pomello e subito dopo aprì la
porta, trovandosi ad essere scrutato da due grandi occhi del
medesimo color oro dei suoi, che avevano un che di soddisfatto in loro.
Adorava il loro legame fraterno; era la prova di come uniti da quel
grande amore potessero sempre aiutarsi e sostenersi a vicenda. Erano
uno la medicina dell'altro quando stavano male.
Si asciugò le poche lacrime che ancora gli solcavano il
viso passandoci sopra la mano, poi puntò lo sguardo su
Kyousuke e sorrise sinceramente. L'altro ricambiò il
sorriso con estrema allegria.
Yuuichi allargò le braccia. «Su, vieni ad
abbracciarmi!»>
~
Angolino
dell'autrice.
Hi people! E' da tantissimo che non pubblico qualcosa, mi
sento realizzata. (okay, no-)
Io sto immaginando la vostra faccia appena letto qual era il prompt,
non so il perché ma ho la sensazione che alcuni non se lo
sarebbero aspettato in una raccolta come questa, allo stesso tempo
immaginavo che alcuni di voi avessero pensato alla morte di uno dei due
adorabili pulcini dalle chiome blu /wtf/.
E' anche per questo che oggi l'angolino è qui sotto, non
volevo dare nessun chiarimento, e se siete scesi direttamente qui...
beh, avete barato. DB
Okaaaay, siccome non so neanch'io che diamine sto dicendo facciamo che
concludo qui l'angolino e vi saluto-
Spero che la fic vi sia piaciuta! c:
— |
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