Lost and Found

di AlexVause
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1
 
- Dobbiamo accamparci.
Propose James a Biancaneve, in piedi a fianco a lui.
- Credi dovremo andare a cercare gli altri?
Chiese Snow al marito.
- Non so. Penso abbiano fatto ritorno, nei villaggi da dove provengono.
Noi due, quando la maledizione ci ha colpiti, eravamo insieme a Regina…forse è per questo che ci troviamo qui tutti e tre.
Ipotizzò il Principe.
- Già.
Disse Biancaneve, che dopo una breve pausa si rivolse nuovamente a James.
- Domattina, ci dirigeremo al castello?
- Direi proprio di sì.
Rispose l’uomo.
Snow si avvicinò a Regina, seduta su di un tronco a terra.
Avvolta in un nero mantello, nelle vesti della Evil Queen, era ancor più bella.
- Regina…
La figliastra le avrebbe voluto chiedere se stava bene, ma le parole le si smorzarono in gola, notando una lacrima bagnarle il viso.
Non aveva mai visto la sua matrigna in quello stato.
- Pensa che beffa…ora che siamo qui, nella Foresta Incantata…mi ricordo di tua figlia.
Snow strabuzzò gli occhi.
- Ri…ricordi di voi?
Regina a quella domanda chiuse gli occhi, lasciando che delle calde lacrime, scivolassero sulle sue guance.
Mosse la testa in senso affermativo.
- Oh, Regina…
Snow, si avvicinò alla Evil Queen per abbracciarla. Ma ella si scostò bruscamente.
- NON voglio la tua compassione!
Esclamò Regina con rabbia, più verso se stessa che verso Biancaneve.
Sguardo a terra, l’ex Sindaco non vide la figliastra voltarsi verso il marito, che allargando le braccia ed abbracciandosi da solo, spronava la moglie a dare affetto alla donna accanto a lei.
Ma Snow, scosse la testa in un deciso “No”.
Non era come James, non riusciva a forzare le persone.
Tra Regina ed il Principe, stava nascendo un qualcosa simile all’amicizia.
Sentimento affiorato passo dopo passo, tra un battibecco e l’altro. James era riuscito dove Snow aveva fallito più e più volte.
La verità è che Biancaneve aveva paura. Non di Regina, no, ma di un altro rifiuto da parte di chi sarebbe dovuta essere sua madre.
- Prova a pensare, che li rivedremo presto. Questa è l’unica cosa che fa sorridere me e James.
La donna al suo fianco non rispose. In realtà non la guardò nemmeno, rimanendo con lo sguardo fisso a terra.  Guardava con gli occhi della mente, immagini che solo lei poteva vedere.
Biancaneve si voltò di nuovo verso il Principe, che continuava a spronare la moglie.
Snow, mimò un “Basta” con le labbra ed il Principe le indicò, con un gesto della mano, di avvicinarsi a lui.
La figliastra di Regina si allontanò da lei.
- Smettila James.
Bisbigliò al marito.
- Lei è come Emma, non chiederà mai affetto, ma in questo caso ne ha bisogno. Chiunque ne avrebbe bisogno.
Rispose a sua volta James, a bassa voce.
- Oh no, Regina non è come mia figlia.
Sbottò Mary Margaret, leggermente infastidita.
- Vuoi vedere?
Il Principe si voltò deciso ad affrontare la Evil Queen, ma la donna seduta sul tronco, era svanita.
- E adesso dov’è?
Si chiese.
 
Fermi  sul ciglio di una strada, sperduta nei boschi del Maine, Henry ed Emma erano seduti nell’auto gialla.
Il silenzio li circondava, rotto solamente dal suono dei loro respiri e dal cinguettio degli uccelli in lontananza.
Motore spento. Macchina parcheggiata ancora nel punto in cui Regina, la loro Regina, l’aveva fatta comparire.
Un terribile vuoto nei loro cuori, reso così grande da quel recente addio, li accompagnava.
Era tutto così assurdo. Come poteva un’intera cittadina, essere svanita nel nulla?
- Mamma!
Esclamò Henry, improvvisamente al settimo cielo.
Il ragazzino, si tuffò sul sedile posteriore dell’auto della madre, per prendere lo zaino che poco prima aveva in spalla.
Lo aprì in tutta fretta, rovistandovi dentro forsennatamente.
- Eccoli, eccoli, eccoli!!
Gridò il bimbo felicissimo.
- Cosa, Henry?
Chiese la madre. Il tono spento, dalla tristezza che le attanagliava in una morsa il cuore…lo stesso cuore che, vedendo cos’era situato nel palmo della mano del figlio, si mise a correre veloce nel petto della donna.
- Dove…dove li hai trovati?
Emma non credeva ai suoi occhi.
- Li ho rubati a Pan, quando eravamo a Neverland.
La madre, abbracciò Henry stringendolo forte a se.
- Ben fatto ragazzino! Non si ruba, ma ben fatto!
 
- Comincio ad essere preoccupata.
Disse Snow, rivolta al marito.
Regina ormai, mancava da qualche ora.
- Rilassati Principessa, sono qui.
Rispose stizzita la matrigna, comparendo dal bosco.
- Ho scoperto, che non siamo molto lontani dal castello. Certo, metterci in viaggio adesso, non è una buona idea…ma domattina, lo raggiungeremo in quattro ore. Salvo imprevisti.
Informò i due coniugi, la Evil Queen.
- Hai notato qualcosa di strano, durante la tua “passeggiata”?
Chiese James, imitando le virgolette con le dita.
Il fuoco era acceso. La sera, era calata su di loro e le stelle, brillavano alte nel cielo dell’Enchanted Forest. Spettacolo che nel Maine, non si vedeva di certo.
Snow, con il suo arco, aveva catturato delle lepri che, in quel momento, James le stava cuocendo.
- Del tipo?
Regina, alzò un sopracciglio, incuriosita dalla domanda del Principe.
- Mah…hai notato un aumento di banditi, mostri, Troll? Guardie strane che pattugliano?
Fu più dettagliato l’uomo.
- No, no, no e sì.
Sintetizzò la Evil Queen.
- Guardie strane?
Chiese Snow preoccupata, dopo aver appurato a cos’era riferito quel “sì”.
- Lo stemma sul loro petto, mi è familiare. Breve lacuna, ma riuscirò a ricordare a chi appartiene.
La cosa certa è che non possiamo mostrarci, almeno non al momento, per ciò che siamo davvero.
Sono passati ventotto anni, e il nostro aspetto, è rimasto immutato a differenza degli altri che vivono qui.
Spiegò l’ex Sindaco.
- Hai ragione. Qualche idea?
Domandò James.
- Fingersi nobili, provenienti da altri luoghi, genererebbe troppe domande a cui dovremo dare troppe risposte.
Iniziò Regina.
- Per non parlare, delle attenzioni che attireremo su di noi.
Continuò Snow.
- Cosa che, certamente, dobbiamo evitare.
Concluse Charming.
- Una famiglia di contadini! Basso profilo, nessuna domanda.
Sorrise Biancaneve, soddisfatta dell’idea che le era venuta.
- E io, chi dovrei essere scusa…la nonna?
Gli occhi di Regina, erano ridotti a due fessure.
- O la figlia.
Rise James.
- Regina, pensaci. Meglio figlia, giovane e pimpante, che vecchietta dai movimenti rallentati.
Se avesse potuto, la Evil Queen avrebbe incenerito il Principe con lo sguardo.
- Credo stia pensando, in quale osceno animale ti può trasformare.
Bisbigliò Biancaneve al marito.
- Credi che possa fulminarmi con lo sguardo?
Chiese ironicamente l’uomo alla moglie.
- Non tentarmi.
Borbottò la Evil Queen, in seguito distratta da alcuni rumori.
- Shh. Ascoltate. Guardie in arrivo!
Esclamò allarmata Regina, avvisando i due coniugi.
Un suono distinto di passi e ferraglia, che poteva essere attribuito ad uomini armati, si avvicinava sempre più al loro campo improvvisato.
- Accanto a me, sbrigatevi.
Ordinò Regina a Snow e James.
Una nube viola li circondò, per poi svanire all’istante.
Un attimo dopo, dalla vegetazione, si palesò una pattuglia di guardie.
- Voi. Chi siete.
La voce era decisa. Non era una domanda, era un ordine.
- Io mi chiamo David. Questa è mia moglie Margaret e nostra figlia…Isabel.
Disse in tutta fretta James, esitando sul nome da dare a Regina.
- Stranieri?
Chiese la guardia.
- Cerchiamo lavoro.
Accampò una giustificazione, il Principe.
Il soldato a capo della pattuglia, non rispose.
Le guardie si voltarono, lasciando la famiglia alle loro spalle ed inoltrandosi nel bosco, da dove erano venuti.
- La tua esitazione sul mio nome, James, mi ha un po’ preoccupata. Vista la tua poca fantasia, fortuna che non mi hai chiamata Berta.
Sbottò Regina, con una punta d’ironia.
- Ti confesso, che ci ho pensato.
Scherzò James, facendo una lieve smorfia alla Evil Queen, posta fra lui e la moglie.
Regina, ora più bassa di loro, si era trasformata in una ragazzina di quattordici anni…guardò il principe, situato alla sua destra e alzò gli occhi al cielo sbuffando.
- Ecco vedi? Così sembri una vera adolescente.
Infierì Biancaneve, trattenendo una risata.
- Perché a me.
Borbottò la Evil Queen, braccia incrociate al petto, mentre andava a sedersi accanto al fuoco.




Note di Alex: Eccoci e ben ritrovati, con il primo capitolo dell'ultimo episodio della saga :)
Fatemi sapere che ne pensate :)
Alla prox :D

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
 
La stanchezza prese il sopravvento e così, la mattina giunse abbastanza in fretta.
Un fruscio fra gli alberi, svegliò la Evil Queen che dormiva accanto al fuoco, poco distante dai suoi finti genitori…i Charming.
Si alzò velocemente, ma qualcuno fu più rapido di lei.
Un uomo robusto, la strinse forte a se, serrandole la bocca con una mano.
James e Snow si alzarono, svegliati dal fracasso fatto da cinque energumeni, che tenevano in ostaggio Regina…in quel caso, la loro figlia.
- Dateci tutto ciò che avete.
La Evil Queen era pronta a colpire, ma Biancaneve dalle sembianze di una semplice contadina, accennò un “No” con il capo.
- Lasciate stare nostra figlia. Siamo poveri, non abbiamo niente.
Tentò delicatamente James, mettendo le mani avanti in segno di resa.
- Allora ci prenderemo la vostra piccola. Tra l’altro, a quanto vedo, è in età da marito. Ci divertiremo un po’, vero ragazzi?
Chiese l’uomo che tratteneva Regina. Quella domanda catturò molti consensi tra i suoi scagnozzi.
- Vi prego, vi supplico, lasciateci andare. Non abbiamo denaro con noi.
Intervenne Snow. Espressione preoccupata.
- Oh. Mi piange il cuore.
Delle risate seguirono quella frase.
- Catturateli!
Ordinò poi il capo, stringendo Regina ancor più forte.
- Siete proprio sicuri di volerlo fare?
Chiese James con tono di sfida.
Un uomo fu subito davanti a lui e un altro trattenne Snow.
Il Principe, fece un cenno alla figlia quattordicenne, la quale creò due sfere di fuoco con le mani.
Il bandito che la tratteneva, si spaventò cadendo a terra.
Con una testata all’indietro, Snow colpì sul naso, l’uomo dietro di lei.
James diede un pugno nello stomaco al malvivente davanti a se.
L’ex sindaco, fece svanire le sfere infuocate e , con un gesto della mano, il fuoco avvampò e i banditi caddero a terra privi di sensi.
- Dovevamo mantenere un basso profilo. Ora ci manderanno a cercare.
Snow rimproverò James e la matrigna.
- No, se perderanno la memoria. Sarà come se non ci avessero mai incontrati.
Rispose Regina sorridendo.
James si avvicinò alla matrigna della moglie, circondandole con un braccio le esili spalle di ragazzina.
- Bella pensata. Sei proprio mia figlia.
Sorrise il Principe.
- Non esageriamo adesso.
Disse Regina scostandosi.
 
- Mamma, perché stai esitando?
Chiese Henry, guardando incuriosito Emma.
La donna, in piedi, guardava un punto fisso nel terreno.
Tenendo un fagiolo stretto nella mano, avrebbe dovuto gettarlo a terra per aprire un portale, ma qualcosa la bloccava.
- Mamma?
La richiamò henry, non avendo ottenuto alcuna risposta con la precedente domanda.
L’ex Sceriffo, si riscosse dai suoi pensieri.
- Dimmi ragazzino.
Disse distrattamente, la donna al figlio, che le si avvicinò stringendola teneramente.
- Hai paura?
Le chiese timidamente.
Non voleva  dirlo al piccolo Henry, ne lasciarlo trasparire, ma quell’emozione era più forte di lei…si, aveva paura. Non per  lei, ma per il figlio.
Era la prima volta che andava in un mondo, così diverso e pericoloso, senza Regina.
Quella donna così potente e autoritaria, la faceva stare bene. Con lei si sentiva al sicuro e sapeva di poter contare sulla sua magia in caso di pericolo…invece lei…come avrebbe potuto salvare il figlio da magia e trolls? Cos’avrebbe fatto se un essere li avrebbe attaccati? Dove sarebbero andati?
Troppe domande le frullavano nella mente. Troppe domande senza risposta.
- Non so, dove andare a cercarli…
Disse infine al figlio.
- …ne come fare, per farlo.
Concluse.
- Un modo lo troveremo. Non sei sola mamma, ci sono io con te.
Henry sorrise, infondendo coraggio alla bionda, che gli accarezzò i capelli per poi tornare a fissare lo stesso punto nel terreno.
- Ho paura che ti accada qualcosa. Non sono brava quanto tua madre, a difenderti da mostri strani.
Ammise la donna con tristezza, mista a nostalgia.
- Mi fido di te.
Ed era proprio la fiducia che Henry aveva in lei, a preoccuparla.
Non avrebbe mai voluto deluderlo.
- Mi mancano.
Quel tono triste da parte del figlio, la fece voltare verso di lui.
- Li ritroveremo, ragazzino.
Sorrise al piccolo.
- Ti manca la mamma?
- Regina?
Henry accennò un “Sì” con il capo.
- Da morire.
Rispose la bionda. Un nodo le salì alla gola, al ricordo di lei e dei giorni passati.
Sarebbe mai tornata ad amarla? Si sarebbe mai ricordata del loro amore?
Henry era ancora all’oscuro di quanto accaduto a Neverland…era all’oscuro di quanto soffrisse Emma a causa di ciò che le aveva fatto Pan…le aveva portato via Regina.
- Posso chiederti una cosa?
Il ragazzino si fece improvvisamente timido, cosa che incuriosì molto la madre al suo fianco.
- Dimmi.
- Perché, tu e la mamma non vi coccolate più?
All’ex Sceriffo, sfuggirono dei colpi di tosse.
Inconsciamente Emma, aveva inghiottito la gomma da masticare, a quella domanda.
- Noi…ci…cosa?
Domandò la donna con voce lievemente stridula.
- Dai mamma, vi ho viste.
Occhi sbarrati, l’ex Sceriffo si stava chiedendo, cos’aveva effettivamente visto.
Invece di rispondere a quella domanda, così difficile, preferì far cadere il fagiolo ed aprire un portale.
- Meglio andare.
Disse Emma prendendo la mano del figlio.
 
La nuova famiglia Charming al completo, si era incamminata verso il loro castello.
Dopo qualche ora di cammino, furono distratti, dal suono di alcuni tamburi.
- E questi suoni?
Chiese Snow, guardandosi intorno.
Regina la zittì alzando il dito indice.
La marcia, proveniva da una strada sotto di loro.
Sfruttando la sua statura piccola e mingherlina, la Evil Queen si intrufolò fra alcuni rami, riuscendo così a sporgersi per vedere meglio.
Aveva tutta l’aria di una sfilata.
- Venite a vedere.
Regina invitò i suoi finti genitori, a raggiungerla. Ci riuscirono, seppur a fatica.
- Che sta succedendo?
Domandò Snow, sorreggendosi a Regina che la tratteneva per non scivolare, sulla strada sottostante.
- Sicuramente, una sfilata degli pseudo reali, che governano questo posto.
Quelle guardie, devono pur essere comandate da qualcuno!
Constatò la Evil Queen.
- Regina ha ragione. Sarebbe il caso di avvicinarsi e chiedere informazioni: chi sono e perché si trovano qui.
Propose James.
 
Emma ed Henry, furono colpiti da malasorte, comparendo proprio accanto ad un gruppo di guardie in pattuglia.
- Pessima idea.
Borbottò Emma.
In un attimo, uomini armati furono subito addosso all’ex Sceriffo, che spinse il figlio fra i cespugli in modo che non lo notassero.
Henry volle protestare contro il gesto della madre, ma non ne ebbe il tempo.
Una ragazza dagli abiti verdi e capelli biondi raccolti, lo attirò a se, coprendogli la bocca con una mano.
- La ragazza con la giacca rossa, ha voluto salvarti. Non rovinare tutto, uscendo allo scoperto.
Facendo così, renderai il suo gesto invano.
Bisbigliò la donna alle spalle del ragazzino.
In silenzio entrambi, non poterono fare altro che essere spettatori della cattura di Emma.
L’ex Sceriffo venne colpito alla nuca e legato, per essere portata al castello.
Henry in quell’istante, si sentì dannatamente solo.
- Troveremo un modo per salvarla. Se tolgo la mano, mi prometti che non urlerai, ne farai gesti stupidi?
Il ragazzino annuì con il capo e la ragazza lo lasciò andare.
-  Come ti chiami?
Chiese Henry con cautela.
- Trilly
Rispose la giovane donna davanti a lui. Il ragazzo sgranò gli occhi impaurito.
- La Trilly di Pan?
Aggiunse poi il ragazzino, facendo un passo indietro.
La ragazza avvertendo, avvertendo la paura improvvisa da parte del suo interlocutore, alzò le mani in segno di resa.
- Mi chiamo Trilly, ma non ho nulla a che fare con Pan, non più. Non sono cattiva.
La rassicurò Campanellino, ma Henry era assai diffidente.
- Mia madre, mi ha sempre insegnato, che le parole contano meno dei fatti. Non mi fido delle persone.
Rispose il ragazzino con leggero astio.
- Tua madre, era o è saggia.
Il bimbo non rispose.
- Non ho potuto fare a meno di notare, che tu e la ragazza, siete giunti qui per magia.
Riprovò timidamente Trilly.
- E non sono gli unici.
Una voce, si udì alle loro spalle.
Campanellino, cadde a terra priva di sensi.
 
La marcia suonata dai tamburi, si stava avvicinando alla finta famiglia di contadini.
I Charming avevano raggiunto una piccola folla di persone, in piedi a vedere i nobili che stavano per arrivare.
Uomini, donne e bambini, erano tutti ai lati della strada, per assistere alla sfilata.
Un gruppo di guardie a piedi, marciavano seguendo tre soldati, capitanati da un ragazzo biondo in alta uniforme.
Tutte quelle guardie armate, precedevano due uomini altezzosi su cavalli bianchi e una carrozza.
- Nicolas!
Esclamò James.
- Prego?
Domandò Regina.
- Vedete il ragazzo biondo, a capo delle guardie? L’ho riconosciuto. È il figlio del capitano della guardia reale. Suo padre lavorava per noi. Devo riuscire a parlarci.
Spiegò James a moglie e figlia momentanea.
- Ma non sei James, ora. Non ti riconoscerà.
Disse Snow afferrando per un braccio, il marito.
- Non deve infatti, ma riuscirò a farmi dire dove sta suo padre.
Detto ciò, baciò la moglie e scomparve fra la folla.
I due nobili altezzosi sui cavalli bianchi, si stavano avvicinando a Biancaneve, sfilando.
La Evil Queen, ora ragazzina, li stava fissando rovistando nei suoi ricordi.
- Chi sono quelli?
Chiese Snow a Regina, ferma al suo fianco.
- Gente brutta.
Rispose un uomo, vicino a Mary Margaret.
- Li conoscete?
Domandò Biancaneve, incuriosita da quella risposta.
- Governano la Foresta Incantata, da qualche anno. Quando la Evil Queen, lanciò la maledizione portandoci via i reali, grazie a Re George loro presero il comando. Sfortunatamente, seguirono le orme della matrigna di Biancaneve.
Spiegò il contadino.
- Magia?
Chiese Regina.
- Tirannia.
Rispose l’uomo con odio. Smise di parlare improvvisamente, notando una guardia avanzare verso di lui.
- Ora ricordo…
Disse l’ex Sindaco, portando Snow dietro a della vegetazione, per poter parlare liberamente.
- …quando tu eri piccola, Frederick e Roederick, avevano la mia stessa età.
Ora invecchiando, sono diventati tali e quali al loro padre.
La famiglia di quei due, ha cercato più volte di far cadere il regno di Leopold.
Continuò Regina.
- Come ha fatto, mio padre, a contrastarli?
Chiese Biancaneve incuriosita.
- Non l’ha fatto. Non ne aveva il potere.
Snow rifletté su quella frase detta dalla matrigna.
- Ma tu si…vero?
A quella domanda, Regina sogghignò.
 
- Questa dama, si è palesata ad un gruppo di mie guardi, usando la magia. Merita la morte.
Disse a gran voce, un nobile dall’aria strafottente, trovando consensi in tutte le persone presenti dinnanzi al patibolo.
Uomini e donne, nobili e contadini, fungevano da patetico pubblico urlante, che a gran voce reclamavano la testa di quella strega bionda.
Un uomo gigantesco, vestito di nero, era al suo fianco.
Indossava un cappuccio, anch’esso nero, che gli ricopriva totalmente il volto.
Era il suo boia e brandiva un’enorme ascia bipenne.
Emma, in ginocchio dietro ad un ceppo in legno, ora aveva davvero paura.
Mai avrebbe pensato, che sarebbe morta in quel modo.
Il nobile, fece un cenno alle guardie che poggiarono la testa dell’ex Sceriffo, sul legno davanti a lei.
Il boia attendeva solo un ordine, che non tardò ad arrivare.
Alzò la scure e un attimo prima, che essa calasse sul collo della giovane bionda, svanirono entrambi sotto gli occhi di tutti i presenti, rimasti senza dubbio attoniti.
 
James, vide Snow e Regina, nascoste dietro ad alcuni alberi. Le raggiunse facendo attenzione a non essere visto.
- Sono riuscito a parlare con Nicolas e scoprire dove si trova il padre.
Devo lasciarvi, per andare a cercarlo…sempre sperando che non mi abbia mentito.
Se c’è, ci aiuterà.
Informò le due donne, tutto d’un fiato.
- Ma noi, cosa faremo nel frattempo?
Snow era preoccupata.
- Voi, dovete rubare l’anello della casata di Re George. Lo indossa Roederick. Sapete chi è?
Domandò James.
- Ci pensiamo noi. Li conosco. Ora vai.
Rispose telegrafica Regina.
- Stai attento.
Sussurrò Biancaneve, baciandolo dolcemente.
- La affido a te, regina. Prenditi cura di Snow.
Il principe guardò negli occhi la Evil Queen.
- Ci penso io.
Sorrise la mora. James si voltò per andarsene, ma Regina lo fermò.
- Nel caso tu debba mostrarti per ciò che sei, schiocca le dita una volta. Due volte nel caso vuoi ritornare contadino. Bada bene però, puoi usare questo trucchetto, solamente quattro volte. Due per tornare Principe e due per tornare contadino. Sono stata chiara?
James la guardò serio in volto.
- Cristallina. Grazie.
Il Principe le accarezzò un braccio prima di andarsene.
 
Emma ed il boia, comparvero in mezzo al bosco.
L’ex Sceriffo, visibilmente spaventata, tentò la fuga, ma fu bloccata a mezz’aria.
- Tu, chi sei?
Chiese Emma all’uomo gigantesco.
Il boia mutò sotto i suoi occhi, divenendo più snello e di statura lievemente inferiore.
- Stai bene?
Chiese con voce familiare.
La ragazza si risollevò d’animo, nel sentire quel suono.
- Malefica.
Emma sorrise pronunciando quel nome.
Con un gesto , la Strega trasformò quelle orribili vesti, in un fantastico vestito viola, mostrando poi il viso.
- Quanto puzzavano quegli indumenti!
Sbuffò la donna inorridita.
- Grazie a Dio, sei tu. Dove sono gli altri?
Chiese l’ex Sceriffo, che venne immediatamente liberata e si avvicinò alla Strega.
- Dopo la maledizione, ogni uno di noi, si è trovato nel luogo da cui proveniva.
Li stavo andando a cercare, quando mi sono imbattuta in Henry e Trilly.
Spiegò Malefica.
Nell’udire il nome del figlio, Emma avvertì il suo cuore correre all’impazzata.
- Henry? Dov’è? Sta bene?
La Strega, sollevò il braccio indicando una caverna, da cui comparve correndo il ragazzino, seguito da una biondina dai capelli raccolti.
Emma ed il figlio si abbracciarono.
- Grazie, grazie, grazie.
L’ex Sceriffo era al settimo cielo.
- Ehm…scusa ancora per la botta in testa, Trilly.
Si scusò un po’ impacciata, Malefica.
 
 
 
 
 
 
Note di Alex: Ed eccomi quiiiiiiii, nuovo capitolo, nuove avventure :)
Fatemi sapere che ne pensate. Adoro leggere le vostre recensioni e commenti :)
Alla Prossima.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

- Insomma…non ci resta altro da fare, che seguire quel Roederick.
Disse Snow rompendo il silenzio, lasciato dalla dipartita di James.
- Hai qualche idea?
Chiese poi alla matrigna, persa nei suoi pensieri.
- Se è come suo padre, o andrà a donne oppure in qualche taverna a bere.
La mora, si voltò verso la figliastra disgustata.
- Si lo so, classico cliché del maschio medievale. In ogni caso, dobbiamo andare in paese.
Aggiunse Regina sospirando.
Dopo che Snow annuì, silenziosa, le due si incamminarono dirette in centro villaggio.
Sembravano proprio madre e figlia.
- In trent’anni , non sembra essere cambiato nulla qui.
D’accordo, le persone sono diverse, ovviamente, ma le case, il pozzo, la festa in piazza…sembra tutto immutato.
Sorrise Snow, al ricordo degli anni passati in quei luoghi.
- Le persone semplici. I bimbi che ridevano spensierati. Niente cellulari che squillano, gente di fretta, macchine in corsa, computer o tv.
La semplicità, ricca di sapori veri di cibi senza veleni…
Continuò Biancaneve.
- L’odore della gente che non si lava.
La interruppe Regina.
Alla figliastra, fuggì una risata.
Biancaneve si voltò verso la matrigna, abbassando lo sguardo leggermente. La statura di Regina-ragazzina, era lievemente inferiore a quella di Snow.
- Regina?
- Uhm?
Rispose la Evil Queen, distratta.
- A che pensi?
Chiese incuriosita Mary Margaret.
- Ad un modo per tornare nel Maine.
Snow a quelle parole si immobilizzò. Fu come se le mancasse il respiro.
- Non sarebbe meglio, far venire qui Emma ed Henry? Tu…non vuoi che vengano qui?
Regina guardò la figliastra, sua madre in quel frangente.
- Posso essere franca?
Biancaneve annuì con il capo, ma temeva ciò che la donna le stava per dire.
- Ne ho abbastanza. Sono stanca di tutto questo…magia, trolls, mostri che rubano anime, perché lo sai…l’abbiamo mandato qui e sono più che convinta che tornerà a cercarmi. Per non parlare di rapimenti, aggressioni, guardie armate da cui bisogna nascondersi…e chi più ne ha, più ne metta.
Voglio una vita normale con la mia famiglia. Henry non deve crescere in questo mondo, ne in questo modo.
Snow ascoltò in silenzio, ma ciò che gridava ad alta voce era solo la presa coscienza, di un futuro senza Emma.
- Ma così, ci porterai via Emma…di nuovo.
Una lacrima, le scese sul viso.
Regina la prese per mano, conducendola dietro una casa.
- Snow White, ascolta. Io non ho nessun potere decisionale, su Emma. Sta a lei decidere.
Disse la Evil Queen, a bassa voce.
- Ma se tu, li raggiungerai nel Maine, non li porterai da noi…vero?
Regina preferì rispondere a questa domanda, ponendone un’altra.
- Perché vuoi rimanere qui?
- È casa mia.
Rispose senza indugio la Principessa.
- Ormai qui le cose sono cambiate, trovando un loro equilibrio.
Che volete fare, riprendervi il regno e governare nuovamente?
Domandò la Evil Queen.
- Perché no? Hai sentito quel contadino…qui vige tirannia…non posso lasciare le cose come stanno.
E poi, sono nata per questo, è sempre stata la mia vita.
- Ma non è la sola che conosci.
Snow da quella frase, restò spiazzata. Fece una pausa prima che una constatazione dolorosa, venisse a galla nei suoi pensieri.
- Tu non hai mai voluto aiutarci veramente…sbaglio Regina?
Disse tutto d’un fiato alla matrigna, posta proprio davanti a lei.
- Se aiutarvi significa, trovare Henry ed Emma, allora è ciò che sto facendo.
Biancaneve prese fra le sue, una mano di Regina.
- E lo è. Ma, cerca di comprendermi, io li vorrei qui.
Questa volta, fu la Evil Queen a restare in silenzio.
Tolse la mano, da quelle della figliastra.
- Andiamo a cercare Roederick.
Disse poi la mora, voltandosi per allontanarsi da Snow, ma ella l’afferrò ad un braccio.
- Regina.
- Dobbiamo prendere quell’anello.
- Regina!
Chiamò nuovamente Mary Margaret, stavolta con tono più deciso.
La Evil Queen si voltò furiosa.
- Che vuoi! Vuoi sentirti dire da me, che starò ai tuoi ordini? Mi dispiace Snow, non lo farò.
Regina si liberò dalla presa, con uno strattone, ma Biancaneve la fermò, afferrandola ad entrambe i polsi, por poterla guardare in viso.
- Ti da così fastidio, pensare a tutti noi, come ad una vera famiglia?
Domandò la giovane donna.
- Non funzionerebbe mai e lo sai. Nessuno dei nostri pensieri, si è mai accumunato.
Come vedi, la situazione che ora stiamo vivendo, non fa eccezione. Sii realista.
Rispose Regina.
- Esistono i compromessi.
- E quali sono? Spola fra due mondi, ogni week-end? Ma per favore!
Sbottò la Evil Queen.
A quelle parole, sul volto della figliastra, vi si dipinse una smorfia di puro odio.
- Non capisco perché, sto ancora perdendo il mio stupido tempo, per conquistarti. Tempo, tra l’altro, sprecato. Sembravi cambiata davvero con Emma…lo speravo, e forse quella speranza mi ha illusa.
Credevo davvero di aver ritrovato in te, la ragazza dolce che mi aveva salvata…la stessa ragazza che mi aveva insegnato cos’era il vero amore. Dentro te, l’amore non esiste.
Spero davvero, che con mia figlia tu non abbia finto…ne saresti capace.
Spero, tra le altre cose, che questa storia di Pan, non sia altro che un modo per levartela dai piedi ed essere la Strega odiosa che in realtà sei. Sai una cosa Regina? Fottiti!
Quelle parole, quei dubbi nascosti a forza in un angolo della sua mente, uscirono veloci, riversandosi sulla matrigna, come fossero un fiume in piena.
- Prego?
Chiese sbigottita la Evil Queen.
- Hai capito bene. Non lo ripeterò.
Calde lacrime bagnavano il viso di Snow, che scoppiò in un pianto silenzioso.
Si lasciò scivolare con la schiena, contro il muro in legno della casa, fino a sedersi a terra.
Sguardo fisso sul terreno.
Regina le lanciò un’occhiata.
- Manca solo, che tu mi dica che sono un’egoista. Che sono in debito con te ed Emma, visto e considerato che per colpa mia, tu non hai potuto crescere tua figlia e lei non ha mai avuto la possibilità, di avere accanto una madre.
Biancaneve non rispose.
- Attendo inoltre, che tu mi dica di farlo per Emma.
La Evil Queen sospirò. Comprendeva il peso di tutti quei dubbi, di tutti quei pensieri.
- Compromessi quindi…ancora.
Aggiunse la mora fra se.
- E quando mai, tu sei scesa a compromessi.
Borbottò la figliastra. Ginocchia strette al petto. Testa nascosta fra le braccia.
- Dimmi una cosa Snow…
Biancaneve la guardò, con occhi carichi di lacrime, dietro le quali vi albergava uno sguardo torvo.
-…quando potrò godermi la mia famiglia?
- Ed io la mia?
Fu la risposta della donna seduta a terra.
Il silenzio calò fra le due.
Regina si avvicinò a Snow, tendendole la mano.
- Andiamo a detronizzare quei due.
Disse la Evil Queen, con la voce di una ragazzina.
Biancaneve si asciugò le lacrime, prima di accettare la mano della matrigna ed alzarsi in piedi.
- Regina, guarda.
L’ex Sindaco, seguì con lo sguardo, il punto indicato dalla figliastra.
- Non dobbiamo fare molta strada. Da qui, riusciamo a vedere la taverna ed il bordello.
Biancaneve e Regina spostarono lo sguardo, da un edificio all’altro.
- Hai ragione Snow. Non ci resta che attendere.
Delle voci si udirono avvicinarsi. Guardie.
Accanto alle due donne c’era un grosso mucchio di fieno.
- Arriva qualcuno.
Sussurrò Regina.
- Presto. Li dentro.
Disse Biancaneve tuffandosi in quella montagna di paglia.
- No dai.
Si oppose la Evil Queen, ma un braccio sbucò dal fieno, tirandola dentro di esso.
Alcuni soldati si erano fermati proprio vicino a loro, e fu proprio in quell’istante che a Mary Margaret venne da starnutire.
La matrigna riuscì a chiuderle naso e bocca con entrambe le mani, prima che accadesse un disastro.
Le voci si allontanarono. Quando il luogo tornò sicuro, le due uscirono.
- Grazie.
Disse Snow, scusandosi.
- Figurati.

Passò meno di un’ora, e finalmente Roederick, decise di mostrarsi in paese.
Diretto alla taverna, camminava a passo svelto, guardandosi spesso le spalle.
Snow e Regina, decisero di avvicinarsi, ed attendere che l’uomo uscisse dall’edificio.
Una volta all’esterno, l’avrebbero seguito e attirato in una zona nascosta, per stordirlo e rubare così l’anello.
Finta madre e finta figlia, erano accucciate vicino alla porta di un panificio.
Alcune donne e ragazze, ferme in piedi, sembravano attendere qualcuno o qualcosa.
- Voi, chi siete?
Un uomo dalla voce grossa ed il tono brusco, parlò alle due, che si voltarono lentamente.
- Il mio nome è Margaret e questa è mia figlia Isabel. Cerchiamo lavoro.
Disse Snow, colta alla sprovvista.
- Allora sbrigatevi.
Ordinò l’uomo.
Un carretto carico di sacchi di farina, arrivò fermandosi accanto alle donne in attesa.
- Aiutatele a scaricare i sacchi.
Disse il panettiere bruscamente, prima di entrare nel retro bottega.
- Stava scherzando vero?
Domandò Regina a braccia incrociate al petto.
La figliastra la tirò a se, come una madre ad una figlia indisciplinata.
- Muoviti, Regina. Non vorrai mica farci scoprire!
Le bisbigliò dura, Snow.
- Ci sarà un altro modo.
Obbiettò l’ex Sindaco.
- No. Muoviti!
Ribadì la sua finta madre.
- Datevi da fare, voi due, con quei sacchi di farina!
Urlò l’uomo da dentro il negozio.
- Hai sentito? Svelta!
Ordinò alla finta figlia, prendendo un sacco e lanciandoglielo, in modo che Regina si desse una mossa.
La Evil Queen lo prese, ma fu più pesante del previsto. In fondo aveva solo quattordici anni.
I sacchi erano tanti, ma avevano preso un buon ritmo.
- Sai mamma, ultimamente sei molto aggressiva. È perché, papà ci ha dovute lasciare?
Domandò con ironia, Regina. In risposta, Biancaneve le diede una lieve spinta con una spalla.
- Cosa c’è…stavo solo cercando di conversare.
Finse di essersi offesa, voltando il capo per non guardare Biancaneve.
Snow sorrise.
- Ecco che esce.
Regina, richiamò l’attenzione della figliastra.
Roederick, si avvicinò ad un uomo, proprio a pochi metri dalla Evil Queen.
- Quello, doveva essere il mio anello di fidanzamento.
Ammise Snow, lievemente risentita.
- Se fossi in te, mamma, non me la prederei.
Alzò un sopracciglio la matrigna, aguzzando la vista.
- Certo che, per vedere quell’anello, bisogna sforzarsi notevolmente. È il diamante più piccolo che io abbia mai visto!
Esclamò la Evil Queen.
Madre e figlia, attesero che il nobile si allontanasse, per poterlo seguire.
Senza farsi vedere, sgattaiolarono lontane dal panificio.
Snow e Regina, si separarono.
Biancaneve, riuscì a superare Roederick, stando dietro alle case. Si appostò a fianco ad una di esse e richiamandolo con un bisbiglio, lo fece voltare.
Con qualche dolce moina, la donna riuscì a portarlo con se, dietro ad una capanna e prima che lui riuscisse a metterle le mani addosso, Regina lo colpì con un bastone sulla schiena.
Roederick era Ko.
- Ben fatto.
Biancaneve sorrise a Regina, sollevata dall’intervento della Matrigna.
La Evil Queen d’altro canto, ricambiò il complimento con uno sguardo malizioso.
Snow, per fingere di sedurre Roederick, aveva messo lievemente in mostra la scollatura.
- Cosa c’è?
Chiese la figliastra imbarazzata.
- Monella.
Rispose Regina, che ancora sorrideva divertita.
La ragazzina quattordicenne, si chinò a prendere l’anello e sfilandolo dal dito dell’uomo, lo guardò preoccupata.
- Un momento, manca il diamante!
Regina avvicinò ulteriormente al suo viso, l’oggetto prezioso.
- Ah no…eccolo li.
- E smettila!
Esclamò Snow sorridendo, togliendolo bruscamente dalle mani della matrigna.
- Dobbiamo andarcene.
Disse poi.
- Darò a lui, il ricordo di una grossa sbronza. Non si ricorderà di noi. Ma prima…
La Evil Queen accarezzò il suo stesso viso e quello della figliastra.
- …meglio che non ci riconoscano, nemmeno quelli del panificio.
Aggiunse infine l’ex Sindaco. Aveva mutato nuovamente i loro aspetti.
- Ottima idea. Andiamo nel punto in cui ci siamo lasciate con James.
Propose Snow.

Nascoste nuovamente fra la vegetazione, Snow e Regina, tenevano sotto controllo la situazione sbirciando fra le foglie.
Temevano che Roederick, una volta sveglio, aizzasse le guardie contro ignoti.
Cosa che avrebbe causato scompiglio e controlli da parte dei soldati.
Mentre la matrigna era intenta ad osservare cos’accadeva, Snow volle togliersi dalla scarpa un ultimo sassolino.
- Sembrava che tutto andasse bene, in quest’ultimo periodo Regina, ma adesso è come se tu… se tu avessi fatto dieci passi indietro, rispetto al solo piccolo passo in avanti, mosso verso me.
Che tu ci creda o no, siamo una famiglia e lo siamo davvero.
Regina sbuffò, senza distogliere lo sguardo dal villaggio.
Non amava il protrarsi di un discorso…e di quell’argomento, men che meno.
- Hai sentito quello che ti ho appena detto o no?
Sbottò spazientita Biancaneve.
- Non ho mai avuto problemi di udito, Snow White. Avremo modo di vedere come andranno le cose, non ti pare? Ora fa silenzio. Frederick e Roederick si stanno avvicinando.
La Evil Queen informò la figliastra, che le si avvicinò per sbirciare a sua volta.
A cavallo, il fratello stava accompagnando il malcapitato finto ubriaco, al castello.
Sembrava che tutto avesse funzionato alla perfezione.
- Chi sono quei due?
Chiese una voce alle loro spalle.
Le due donne in vesti di contadine, sussultarono voltandosi di scatto.
Emma, Malefica, Trilly ed il piccolo Henry erano proprio li, davanti a loro.
- Non può essere!
Esclamò sbalordita Biancaneve.
Regina era senza parole.
- Scusate, non volevo spaventarvi.
Chiese la Strega educatamente.
- Emma!
Snow si tuffò ad abbracciarla, ma la bionda imbarazzata, si scostò perplessa.
- Ci…ci conosciamo?
Domandò l’ex Sceriffo incuriosita.
Regina afferrò il polso della figliastra, rivelando così le loro vere sembianze.
- Mamma!
Henry si tuffò fra le braccia della Evil Queen, il cui viso era rigato da lacrime di felicità.
Trilly, vedendo Regina, prese le distanze.
- Regina…
Ad Emma salì un groppo alla gola.
Il piccolo corse ad abbracciare sua nonna, lasciando la possibilità alle due madri di avvicinarsi.
Bastò un solo sguardo, perché le due si perdessero nuovamente l’una nell’altra.
I loro cuori, iniziarono a battere all’unisono.
Lentamente, la bionda si avvicinò ancor di più a colei, che era stata la sua compagna.
Regina le accarezzò il viso dolcemente. Gesto che fece saltare di un battito, il cuore nel petto di Emma.
Si ricordava di lei?
- Ti…ti ricordi di noi?
Chiese timidamente la ragazza, temendo la risposta.
La mora accennò un “Sì” con il capo.
Emma l’abbracciò, attirandola a se e stringendola forte.
- Mi sei mancata da morire.
Sussurrò la bionda. Aveva paura che tutto fosse un sogno.
- Avrei trovato un modo per riavervi.
Rispose Regina scostandosi per guardarla negli occhi…quegli occhi verde lago che tanto amava.




Note di Alex: Ed eccoci alla fatidica reunion...che ne pensate?
Spero vi sia piaciuto il nuovo capitolo :)
Alla prox e fatemi sapere...ci conto :D

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4
 
- Non c’è tempo da perdere, dobbiamo cambiare aspetto il prima possibile.
Disse Snow trafelata, ai nuovi arrivati.
Non potevano permettere che nessuno li vedesse con le loro sembianze, e i loro vestiti costosi e particolari, avrebbero destato sospetti.
- Abbiamo optato per contadini. Basso profilo e nessuna domanda a cui rispondere, nel caso incontrassimo guardie di pattuglia, il che è molto probabile.
Continuò la donna.
- Facciamo il punto della situazione. Ora siamo in tanti e dobbiamo riuscire a non dare nell’occhio.
Siamo in attesa di James. È andato a parlare con un vecchio capitano delle guardie. Non sappiamo quando farà ritorno, perciò dovremo accamparci qui in zona.
Intervenne la Evil Queen.
- Due famiglie con bambini, sarebbe un’ottima idea…ma ho bisogno che tu, Regina, sia uno dei genitori.
Disse Snow tutta d’un fiato.
Emma notò, che dall’espressione di Regina e Mary Margaret, qualcosa non andava.
Fra le due donne, la tensione era palpabile. Tutti se n’erano accorti, perciò decisero di non obiettare e limitarsi ad ascoltare con attenzione.
- Posso fare anch’io il maritino?
La voce di Hook, giunto alle loro spalle, li fece voltare di scatto.
Snow lo guardò incuriosita.
- Perché sei qui?
Chiese poi.
- Semplice, non ero a Neverland, quando sua Maestà ha scatenato la maledizione.
Sorrise sornione il Pirata.
- Ovviamente.
Aggiunse Malefica.
- Perfetto. Hook e Tinkerbell, coppia. Malefica, spiacente, ma tu sarai la loro prole.
Mi assicuro che ogni famiglia, abbia al suo interno, qualcuno in grado di usare la magia. In questo caso: Tu.
Emma ed Henry, saranno figli miei e di Snow.
Tutti d’accordo? Sì, no? Non mi interessa. Avvicinatevi e muoviamoci.
Concluse l’ex Sindaco.
- È fastidiosa.
Sbottò con ironia Malefica, guardando un’Emma pensierosa che abbozzò un lieve sorriso.
Eseguirono senza protesta alcuna.
Una nube viola, li circondò.
La trasformazione era avvenuta.
Emma e Malefica, divennero due ragazzine di quindici anni, mentre Henry, mantenne la propria età: dodici anni.
Regina invece, era un uomo robusto e forte, sul metro e ottanta.
- Perfetto…una seconda adolescenza.
Bofonchiò contrariata lo sceriffo.
- Al contrario di te, Swan, mi ritengo molto fortunato. Essere sposato con questa bella biondina di Trilly, mi da dei diritti su di lei.
Rise Hook, avvicinandosi al collo di Campanellino, che si scostò.
- Non contarci troppo.
Disse poi la ragazza, facendo una smorfia.
Henry, saltò in braccio a Regina, gesto che le scaldò il cuore della Evil Queen.
Emma sorrise, guardando la sua compagna, suo padre in quell’occasione.
Ora che l’aveva trovata, non aveva alcuna intenzione di separarsi nuovamente da lei.
Le si avvicinò abbracciandola.
- Prenderai in braccio anche me?
Scherzò la bionda Swan, suscitando una lieve risata da parte di Regina.
- Ora, sarai costretta ad esser gentile con me, sai…per i bambini.
Rise Snow, avvicinatasi alla matrigna, che in quel momento faceva la parte del marito.
La Evil Queen si voltò verso la figliastra.
- Ma certo…cara.
 
Snow e Regina, con al loro fianco Emma ed Henry, invece, poggiato sulla schiena della madre adottiva, avevano deciso di tornare al villaggio per fare scorta di cibo.
Il piccolo, dormiva beatamente, mentre passeggiavano e chiacchieravano.
Emma aveva raccontato alle due, come avevano fatto a giungere, lei ed Henry, nella Foresta Incantata.
Proseguì poi, con il racconto della sua disavventura con le guardie , di come Malefica l’aveva salvata e di Trilly che si era presa cura di Henry.
Biancaneve, a sua volta, ragguagliò la figlia sulla situazione che stavano vivendo in quel momento. Ciò includeva: la presa di potere da parte di Roederick e Frederick, il padre di Nicolas ed il breve racconto di come avevano rubato l’anello appartenuto a Re George.
Ritornarono al campo, allestito da Campanellino, Hook e Malefica.
Era giunto ormai il tramonto e di James, ancora nessuna traccia.
Snow era preoccupata.
Trilly, Emma e malefica, si misero a preparare la cena, Henry chiacchierava con Hook mentre Snow e Regina, si erano proposte per la raccolta di ulteriore legna per il fuoco. Durante la notte avrebbe fatto freddo e una fonte di calore sarebbe stata utile.
Le due, si inoltrarono nel bosco, silenziosamente.
- Hai intenzione, di ignorarmi per tutto il tempo?
Chiese Biancaneve alla matrigna, che procedeva passo dopo passo, alla ricerca di rami secchi.
Regina non rispose alla finta moglie.
Testa bassa, si limitava a guardare a terra.
Improvvisamente, entrambe si fermarono. Grida e risate, provenivano da poco distante da loro.
Decisero di avvicinarsi.
Quattro contadini, di cui due donne e due uomini, stavano per essere derubati e picchiati da almeno una decina di malviventi armati, che li stavano accerchiando.
- Questo posto, pullula di banditi. Dobbiamo aiutare quei poveretti.
Disse Snow, decisa.
Le due contadine, furono afferrate dai criminali. Stavano urlando spaventate.
La Evil Queen, si limitò a guardare la figliastra e la scena che le si presentava poco distante, con espressione vuota.
- Ma bene. Vedi quattro persone venir malmenate e derubate, e tu non fai una piega. Impressionante.
Sbottò la Principessa.
Gli occhi di Regina, divennero due fessure.
- Davvero, non so come fa Emma. Sono convinta che se conoscerà il tuo vero io, qui nell’Enchanted Forest, cambierà idea su di te.
Biancaneve, la stava provocando. Voleva suscitare nella matrigna, una qualsiasi reazione, far capire alla donna, qual’era la cosa giusta da fare.
La mora, alzò un sopracciglio.
- Tu riscopri l’io di Madre Teresa?
Domandò la Evil Queen.
- Regina, sono indifesi.
- Gli uomini armati, sono tanti ed è pericoloso.
- Diavolo! Hai la magia. In un attimo, puoi fare qualsiasi cosa.
Rispose spazientita Biancaneve.
- Si, certo.
Sbuffò la donna davanti a lei.
- Regina!
La matrigna, sollevò gli occhi al cielo.
- Oh, smettila Snow! Non possiamo salvare tutti.
Sbottò Regina.
- Non puoi o non vuoi, Regina?
La matrigna, a quella domanda, fece una smorfia.
Biancaneve, si voltò delusa, avviandosi poi verso i contadini in difficoltà. Regina la fermò.
- Dove vuoi andare?
Chiese l’ex Sindaco, con tono aggressivo, alla figliastra.
- Se non mi aiuti tu, ci andrò da sola.
Rispose con altrettanta furia, Biancaneve.
- Basso profilo, l’hai dimenticato?
Domandò Regina.
- Non ti importava di questo stamane!
Esclamò in risposta la figliastra.
- C’era la nostra vita in gioco!
Fu la risposta dell’ex Sindaco. Il tono sempre più adirato, ma facevano il possibile per tenere il volume della voce, molto basso
- E ora quella di quattro innocenti!
Snow, si liberò con uno strattone, dalla presa della matrigna e, a passo svelto sotto lo sguardo adirato della Evil Queen, si avvicinò ai banditi.
Un uomo, velocemente, sbucò alle spalle di Biancaneve colpendola.
Regina non riuscì a fare nulla per avvisarla.
- Sapevo, che andava a finire così.
Sbuffò la mora spazientita.
Rimanendo in lontananza, Regina riuscì a catturare alcuni uomini con dei rampicanti, facendo si che i contadini riuscissero a fuggire.
Il resto dei banditi, fu messo in fuga da un branco di lupi affamati, illusione creata appositamente dalla stessa Evil Queen, che nel frattempo si avvicinò alla figliastra a terra.
Biancaneve si stava riprendendo.
- Ma tu, ascolti mai ciò che ti dico?
Sbottò Regina, aiutando la finta moglie ad alzarsi.
- Ci voleva tanto?
Domandò la Principessa stizzita.
- No, hai ragione, ma dimmi una cosa: sei forse Batman? Aspetterai lo Snow segnale e ti catapulterai a salvare, ogni disperato in difficoltà?
Chiese ironizzando la sua matrigna.
- Farei di tutto per il mio popolo.
- Non puoi! Smettila di essere ciò che sei e svegliati! Non riuscirai mai a governare con questa prospettiva! Senza di me, che avresti fatto? Ti saresti fatta ammazzare, e non venirmi a dire, che lasciarti colpire era un piano per smuovere il mio animo.
Gridò regina ormai al limite.
- Sempre meglio che restare a guardare, come hai sempre fatto tu.
Rispose in tono d’accusa, la figliastra.
- È inutile. Vuoi sempre avere la ragione dalla tua parte.
Disse l’ex Sindaco, senza speranza.
- Tu no?
Domandò Biancaneve, sfidandola.
In quel litigio, stava uscendo tutto quello che non si erano mai dette. Il loro rapporto era sempre stato complicato e, dopo tutti quegli anni di silenzio, erano due bombe pronte ad esplodere.
 
Emma e Malefica, non vedendole tornare, decisero di andarle a cercare.
Trovarle, non fu affatto difficile. Bastò seguire le loro grida.
Le due donne, nell’udire l’ennesimo litigio, alzarono gli occhi al cielo.
- Le lasciamo sfogare?
Chiese Malefica alla bionda al suo fianco.
- Non le ho mai sentite, urlarsi contro così. Sono davvero preoccupata.
Rispose l’ex Sceriffo, ora ragazza adolescente.
 
- Si può sapere che diavolo vuoi da me? Non capisco! Non mi ascolti, mi aggredisci di continuo. Che vuoi!
Sbottò la Evil Queen. Ormai i toni si erano alzati e non di poco.
- Io? Sei tu che mi rispondi sempre con quel tono da stronza patentata. Ti prego, trattaci da esseri umani e scendi da quel gradino!
Biancaneve, esplose.
- Perché continui a voler parlare del passato?
- Voglio solo chiarire.
- Ma chiarire che cosa? Ne abbiamo discusso una, due, tre volte. Basta! Non cambierà di certo ciò che è successo tra di noi, o ciò che ho fatto a te o ad Emma. Non cambierà nulla.
- Nemmeno il tuo odio nei miei confronti.
La frase detta da Snow, fu un pugno nello stomaco per la sua matrigna.
Regina deglutì a vuoto. Colpita.
- Non ti odio.
Disse dopo un attimo di pausa, l’ex Sindaco.
- Sì invece.
Ammise Biancaneve con velata tristezza.
- Sto provando ad andare d’accordo con te.
- Oh, bel lavoro, visto che siamo arrivate fin qui.
Sbottò la Principessa.
- Ah, grazie tante.
Fu la risposta di Regina, seguita da una smorfia.
- Ti giuro, odio James. Lui riesce, dove io ho sempre fallito. Perché?
Chiese Snow, ammettendo ciò che pensava da quando il Principe, cercò di avvicinarsi alla Evil Queen per amore di Emma e del nipote.
- Perché lui, non mi aggredisce! Lui va avanti, non cerca di riparare le cose. Non abbiamo mai parlato del passato e credo che mai lo faremo…e va bene così.
Era vero. Lui si era sempre imposto a lei. I gesti dell’uomo, seppur stravaganti, li avevano avvicinati.
- Quindi, vuoi seppellire tutto.
Comprese Snow.
- Rivangare, non aiuta né me, né te.
Disse Regina, voltandosi ed incamminandosi per tornare al campo.
- E se invece mi aiutasse?  
Urlò Biancaneve alla matrigna, ormai distante da lei di qualche metro.
- Allora, fatti aiutare da loro due…
Disse la Evil Queen, indicando Emma e Malefica, nascoste fra i cespugli ad origliare.
- …io non ne sono in grado, e a questo punto, non credo di volerlo fare.
Concluse la donna andandosene.
Emma e Malefica, uscirono dal loro nascondiglio.
L’ex Sceriffo, si avvicinò alla madre e l’abbracciò teneramente.
- È la prima volta, che vi sento litigare in questo modo.
Snow non rispose, si limitò a sospirare, per poi cadere in un lungo silenzio.
Emma lo capì e le lasciò il suo spazio.





Note di Alex: Eccoci, con un nuovo capitolo :D
Almeno si son sfogate hahaha...scusate se non ho messo ring, ma costava troppo.
Spero vi sia piaciuto. Fatemi sapere :D
Alla prox.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5
 
Regina era seduta su di un masso, immersa nel totale silenzio, rotto solamente dal rumore delle foglie mosse dal vento.
Rimuginava su tutto ciò che era accaduto in quei pochissimi giorni. I litigi con Snow, sempre più pesanti e duri, i nuovi reali a governare l’Enchanted Forest, il ritorno a “casa” con cancellazione definitiva di Storybrooke e l’arrivo di Emma ed Henry nella Foresta Incantata.
Un sorriso le sfuggì, guidato da quell’ultimo pensiero.
Un fruscio, proveniente dalla vegetazione alle sue spalle la allarmò.
Si alzò velocemente, voltandosi.
La vista di un uomo sbucato dal nulla, ora alle sue spalle, la fece indietreggiare.
L’ex Sindaco, cadde bruscamente a terra, a causa di una radice che le fece perdere l’equilibrio.
- Scusa…non volevo spaventarti.
Uno straniero dai capelli arruffati, le porse la mano per aiutarla a rialzarsi.
- Ero perso nei miei pensieri. In realtà, mi hai colto alla sprovvista.
Rispose la Evil Queen, con voce profonda maschile.
 La luna era già alta nel cielo e la sua candida luce, colpì il viso dell’uomo davanti a se.
Erano in piedi a fissarsi a vicenda.
- Cerco la mia famiglia.
Fu lui a rompere il silenzio.
- James?
Chiese Regina esitante. Aveva quasi dimenticato i lineamenti che aveva dato al Principe, ma era quasi convinta, che quello fosse lui.
L’uomo a quel nome, si immobilizzò.
- Tu, sei James!
Esclamò l’ex Sindaco, ora certa dell’identità di quello straniero.
- Chi sei?
Domandò l’uomo deglutendo a vuoto. Si sentiva in pericolo, e con lui la sua famiglia. Non poteva rischiare d’essere scoperto.
- Lo sei, si o no?
Chiese ancora conferma, la mora.
Non ottenendo risposta alcuna, Regina, spazientita da quell’assurdo silenzio da parte dello straniero, lo afferrò per il colletto della maglia.
L’uomo, certo di essere stato scoperto, decise di liberarsi per andare a nascondersi.
Per fare ciò, lo straniero diede un pugno sullo stomaco, all’uomo che lo tratteneva.
Regina accusò il colpo che le fece mancare il respiro, costretta a mollare la presa, ma prima che il suo aggressore fuggisse riuscì ad afferrarlo nuovamente, stavolta al polso.
- Ehy, scusa…devo lavorare sui miei modi di pormi. Voglio solo sapere chi sei.
Il tono di lei, questa volta più gentile.
Il Principe non avrebbe risposto a quella domanda, pensando che, meno quell’uomo vedeva il suo volto e più la sua famiglia sarebbe stata al sicuro. Le parole del suo vecchio amico Kristoph, si erano dimostrate fin troppo reali. La minaccia che li voleva colpire, avrebbe dato loro filo da torcere…seriamente.
Sapeva che i suoi seguaci erano vicini e sulle loro tracce. Potevano essere chiunque.
Doveva fuggire.
Colpì con una gomitata sul viso, l’uomo che lo tratteneva.
L’ex Sindaco, lasciò la presa accucciandosi dal dolore, il Principe ebbe così libera fuga.
La Evil Queen, dopo aver constatato che dato il colpo subito, tutto sommato stava bene, si stupì di quanto resistenti fossero i maschi. Un pugno nello stomaco, una gomitata sul viso e non era ancora ko…fantastico.
Non perse tempo e si mise a rincorrerlo. Non capiva per quale motivo, quello straniero non rispondesse a quella semplice domanda. Eppure, era convinta della sua vera identità.
Che gli fosse accaduto qualcosa, mentre era in viaggio alla ricerca del padre di Nicolas?
Correndo a perdifiato, con agilità, i due uomini saltavano rocce e tronchi di alberi caduti.
James continuava a guardarsi le spalle.
Regina, fece uno scatto in corsa, riuscendo ad avvicinarsi a lui.
- Ti prego, voglio solo parlare. Fermati!
Avrebbe volentieri usato la magia, ma ne aveva già usufruito abbastanza.
Se fossero stati in reale pericolo, non poteva permettersi di essere sprovvista di poteri.
L’uomo non si fermò.
“Non farmelo fare.” Pensò Regina, prima di prendere velocità nuovamente, e tuffarsi sullo straniero che stava rincorrendo.
Caddero malamente, sul terreno umido.
La Evil Queen lo tenne bloccato al suolo, afferrando i suoi polsi e stando a cavalcioni su di lui.
James era forte. Riuscì a liberare una mano e a metterla sul lato del viso della mora, spingendo con forza.
La Evil Queen, per porre resistenza, fu costretta ad afferrargli nuovamente il polso.
Quel movimento fece si, che l’uomo riuscisse a farla andare a terra.
James si mise sopra di lei. Le mani al collo.
Regina, nonostante le mille domande, pensò solo a difendersi. Afferrò i capelli del suo aggressore, tirando con forza.
Iniziava a mancarle il respiro.
Con uno schiocco di dita, rivelò entrambe le identità per pochi istanti, prima di ritornare nuovamente contadini.
Il Principe spalancò gli occhi, lasciando subito la presa su Regina e allontanandosi da lei.
- Oddio…oddio.
Iniziò a farfugliare James, apparentemente sotto shock.
Massaggiandosi la gola, la mora si mise a sedere.
- Scusami Regina. Non volevo colpirti.
Disse l’uomo qualche istante dopo. Si mise a sedere a fianco dell’ex Sindaco.
Si guardarono in silenzio, poi James proseguì.
- Quando mi hai chiesto chi fossi, pensavo di esser stato scoperto.
Se ciò fosse accaduto, sareste stati tutti in pericolo.
Sembrava davvero preoccupato.
- Cosa non mi stai dicendo?
Chiese la Evil Queen sospettosa.
- Ti giuro Regina, che poi ti racconterò tutto.
Rispose l’uomo, che poi la guardò stranito.
- Ti ho lasciato che eri mia figlia…e ora saresti?
Chiese curioso.
La mora alzò un sopracciglio.
James vide l’espressione e rise.
- Eh si…sei senza dubbio Regina.
- Ho immaginato che ti fossi sentito in pericolo…solo che…l’ho immaginato tardi.
Notando il tuo strano comportamento, avevo timore che ti fosse accaduto qualcosa, durante il viaggio.
Comunque…ora sarei il marito di Snow.
Il principe rise sonoramente, a quelle parole.
- Chi, tu?
Altre risate seguirono quella domanda.
Gli occhi della Evil Queen, divennero due fessure.
- Sono un buon partito, sai?
Rispose stizzita Regina, fingendosi offesa.
- Sto via per un po’, e lei già mi rimpiazza…male!
Ironizzò l’uomo per poi voltarsi verso la suocera, ora più suocero, al suo fianco.
- E perché eri qui da sola…solo…si insomma.
Guadagnò un altro sopracciglio alzato.
- Avete litigato, tu e Snow…vero?
Proseguì il Principe.
L’ex Sindaco, annuì con il capo.
- Un paio di volte, ma quest’ultima è stata…pesante.
Ammise Regina contro voglia. Non amava esprimere ciò che sentiva.
- E non vi siete ammazzate? È un passo avanti.
James scherzò, per far sorridere un pochino la persona al suo fianco, ma senza risultato.
Diede alla mora una leggera spinta, spalla contro spalla.
- Ho una buona notizia.
Disse Regina. A quel pensiero, le ritornò il sorriso sul volto.
- Henry ed Emma, sono qui.
Il Principe a quella notizia, saltò in piedi come una molla.
- Dove? Dove sono? Stanno bene?
Domandò l’uomo pieno di gioia.
- Vieni…
Regina si alzò in piedi.
- …ti porto da loro.
La Evil Queen, fece appena in tempo ad ultimare la frase, quando un ringhio agghiacciante poco distante da loro, scosse le loro membra.
Come gesto automatico, si afferrarono un braccio a vicenda, andandosi a riparare dentro ad un grosso tronco caduto e cavo.
Rimasero in assoluto silenzio, ascoltando dei passi pesanti, avvicinarsi a loro. Era un troll.
Il mostro, si era fermato proprio a fianco al tronco, dove si erano nascosti.
Un ringhio gutturale, preannunciò l’abbattersi della clava del Troll, sul loro nascondiglio.
James, tirò Regina su di se.
Ci fu un secondo colpo, sempre più vicino ai due, che a carponi, cercarono di dirigersi verso l’uscita del tronco cavo.
Un terzo colpo, si abbatté vicinissimo ai piedi della Evil Queen.
Uscirono. Il loro nascondiglio completamente distrutto.
- Usa la magia!
Urlò James trafelato, mentre cominciarono a correre.
- Non posso. Sto consumando fin troppe energie, per mantenervi contadini.
Rispose gridando Regina.
Il troll, faceva sussultare la terra sotto i loro piedi.
- Merda!
Esclamò James.
- James!
Richiamò, la Evil Queen.
- Cosa?
- Lingua…
La clava, sfiorò le loro teste, costringendo I due ad abbassarsi.
- …ggio!
Terminò Regina, correndo sempre più veloce.
- Riesci a bachettarmi, anche in questa situazione? Non ho parole.
Sbottò James con il fiatone.
- Ascolta. Lo portiamo verso il nostro accampamento. Malefica…
Iniziò la mora, ma nuovamente la clava si abbatté su di loro.
Questa volta, per schivare il colpo, doverono tuffarsi in mezzo a della vegetazione.
- …ha fatto un incantesimo di protezione…
Continuò Regina. James, sdraiato al suo fianco.
Si alzarono velocemente, continuando a correre.
- …lui…non può entrare. Farò diventare il campo invisibile, così perderà le nostre tracce.
Terminò la spiegazione. Il respiro veloce. Non era abituata a correre, anche se l’adrenalina aiutava molto.
James rispose con un cenno del capo.
Erano quasi giunti all’accampamento.
In lontananza, vedevano Malefica in piedi. Mani alzate al cielo, per fortificare lo scudo.
Regina rallentò la sua corsa, lasciando che il Principe entrasse nell’campo.
La Evil Queen, si voltò verso il mostro, lanciando sul suo volto una palla di fuoco.
Il Troll, mani sul viso, indietreggiò.
Regina entrò nell’accampamento velocemente, e alzando le mani al cielo lo rese invisibile.
James e l’ex Sindaco, crollarono a terra, senza fiato.
Tutti i presenti, prestavano attenzione al mostro, che ripresosi, guardava intorno a se confuso.
Snow poggiò l’indice sulle sue labbra, cenno che facessero tutti silenzio.
Malefica, scostò la mano e con un gesto veloce, insonorizzò l’accampamento. Chi ne era al di fuori, non avrebbe udito alcun rumore.
Nonostante ciò, rimasero con il fiato sospeso, fino a che il Troll non si fosse allontanato.
Quando ciò avvenne, ci fu un respiro di sollievo generale.
Con uno schiocco di dita, da parte di Regina ancora sdraiata a terra, tutti ripresero le loro vere sembianze.
- James!
Chiamò Snow al settimo cielo.
- Sei Qui!
Gli corse incontro, per poi abbracciarlo.
Emma ed Henry, corsero verso la Evil Queen, che si mise a sedere cercando di riprendere fiato.
- Non sono abituata a tutto questo.
Sorrise Regina affaticata.
Henry la strinse forte a se.
- Ti vedo un po’ ammaccata…cos’è accaduto?
Chiese la bionda, notando il livido sul volto della mora.
- Cose da uomini.
Rispose James ridendo.
Il Principe, si era messo a sedere vicino alla suocera, dando un leggero pugno sulla sua spalla.
Gesto che fece corrucciare la mora, massaggiandosi la spalla per il dolore.
- Placcare tuo padre, non è facile.
Sorrise Regina.
- Ti sei divertita però, ammettilo.
Intervenne James.
In risposta, l’ex Sindaco fece spallucce.
 
Nonostante i vari litigi e screzi del passato, fra i vari personaggi presenti in quell’accampamento, era bello essere finalmente tutti riuniti. Si poteva contare su un po’ d’aiuto ed un appoggio, contro futuri guai.
Mentre Emma ed Henry, raccontavano agli altri come erano arrivati nell’Enchanted Forest, Regina si era messa a preparare una zuppa. Nell’attesa che si ultimasse la cottura, si allontanò per prendere un po’ di legna poco distante dal fuoco. Al suo ritorno, trovò James intento a mescolare la zuppa.
- Che sta succedendo James?
Chiese la Evil Queen seria.
- È un momentaccio. Tanti pensieri per la testa.
Rispose il Principe, perso a guardare le bolle che si formavano nella pietanza davanti a se.
- Non mi interessa. Parlavo della mia Zuppa.
Regina era dietro di lui.
- Chissà perché, non mi sorprende.
Bofonchiò l’uomo.
La mora sbuffò.
- Beh, visto che ci sei e da li non ti schiodi, mettici le spezie alla tua destra.
James eseguì, prendendone una manciata.
Stava per gettarle nella pentola, quando si bloccò guardandosi intorno, come alla ricerca di qualcosa.
- Metto anche maggiorana e dragoncello?
Chiese l’uomo, prendendo in mano due ciotole.
- Maggiorana sì, dragoncello no.
Ripose risoluta Regina. Il principe versò la spezia suggerita, poggiando l’altra a terra.
- Ma il dragoncello è la morte sua! Di quel piatto intendo.
Intervenne Malefica.
- Dragoncello, sì.
Si disse fra se l’uomo, riprendendo la ciotola.
- Il dragoncello non me gusta.
Canzonò la Evil Queen.
- Dragoncello, no.
Si disse nuovamente fra se, poggiando la spezia.
- Fidati che il dragoncello ci va.
Ribatté convinta, Malefica.
- Ma insomma, lo metto o non lo metto?
Sbottò James.
- Lascia stare, ci ho ripensato. Meglio il timo. Lo trovi alla tua sinistra.
Regina indicò al Principe il recipiente.
- Concordo.
Disse Malefica, appoggiando la decisione dell’amica.
- Timo…sicure?
Domandò James, dubbioso.
- Timo.
Risposero all’unisono le due maghe.
- E comunque, devi ancora dirci cos’hai scoperto, James.
Aggiunse Regina, incuriosita.
Quel piccolo siparietto fra i tre, aveva attirato l’attenzione dei presenti, ricordando loro la normalità persino in quel luogo così diverso da Storybrooke.




Note di Alex: Cosa non ci dice il nostro James?
chi si nasconde dietro a quei nuovi reali? chi è la minaccia?
Lo scoprirete presto :D
Alla prox e fatemi sapere le vostre opinioni.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6
 
James, attese che tutti i presenti finissero di cenare, prima di raccontare tutto ciò che gli era stato riferito dal padre di Nicolas.
Prese un lungo respiro.
Era come se dovesse lanciare sulle loro teste, un masso dal peso notevole.
Regina d’altro canto, già dal primo incontro con il genero nel bosco, aveva notato che qualcosa lo angustiava.
La Evil Queen in quel momento guardò James. Ciò che lesse nel suo sguardo, era paura.
- Sono venuto a conoscenza di molte cose, dal mio amico Kristoph.
Cose di cui non vorrei parlare, per il timore che si avverassero…anche se, purtroppo, fanno già parte di questa nostra realtà.
Erano tutti distratti, prima che il Principe iniziasse a parlare. Chi chiacchierava, chi rideva, ma udite quelle parole, tutti si voltarono verso James con massima attenzione.
- Dopo la caduta dei regni di Regina e Re George, noi iniziammo a governare l’Enchanted Forest.
La Evil Queen era stata bandita e il mio patrigno, in segreto, aveva fondato una potente casata di nobili, con il compito di spodestarci e prendersi il trono.
Non ebbero necessità di combatterci, perché entrò in campo la maledizione fatta da Regina, facilitando a loro la presa di potere.
Appena il Principe disse ciò, tutti si voltarono verso l’ex Sindaco.
La donna, immobile e pensierosa, aveva lo sguardo puntato sul terreno ai suoi piedi. Non si accorse degli sguardi su di lei.
- Regina?
Chiamò Emma, ma la compagna sembrava avere la testa altrove.
Calò il silenzio, mentre l’Evil Queen vagliava ciò che in quel momento passava nella sua mente.
Lentamente alzò lo sguardo, come se avesse colto il nesso di uno dei suoi mille pensieri, dandovi poi voce.
- Solo una persona era a conoscenza di tutto…la stessa che mi diede la maledizione.
- Amica mia, toglimi una curiosità, perché la scambiasti con la mia pozione del sonno?
Domandò Malefica. Qualcosa non le tornava.
- Rumplestiltskin, inizialmente, non mi ha detto a cosa servisse davvero quell’incantesimo.
Le sue uniche parole furono: “Per un giusto compiersi di eventi futuri.”
Spiegò regina all’amica e ai presenti.
Snow fissava la matrigna, ed ella se ne accorse.
Si voltò a guardare la figliastra e qualcosa la colpì: il dubbio nel suo sguardo.
La visione di quell’ennesimo sentimento negativo nei suo confronti, la fece trasalire.
- Parla Snow White.
Ringhiò Regina in modo sprezzante.
- Non ho nulla da dire.
Rispose Mary Margaret. Il cuore le era saltato in gola.
La Evil Queen, si alzò di scatto, andando verso Snow a passo svelto. Anche quest’ultima si alzò.
Sul volto dell’ex Sindaco, si vedevano chiaramente rabbia e delusione.
Quello sguardo in Biancaneve, fu come una coltellata per Regina, che temeva con tutta se stessa di ritrovarlo negli occhi di Emma.
 - Parla, ti ho detto.
Ordinò nuovamente.
- Regina…
Tentò di intervenire Emma, ma si fermò, comprendendo i sentimenti di entrambe le donne.
Regina rimase a fissare Biancaneve in silenzio, mentre Snow teneva gli occhi puntati a terra.
Non voleva affrontarla, ma alla fine si decise.
Una lacrima, scese sulla sua guancia, quando alzò il viso ad incontrare gli occhi scuri e profondi della matrigna.
- Non so se crederti.
Fu un sussurro.
Regina a quelle parole, serrò la mascella, distogliendo lo sguardo dalla figliastra e annuendo lievemente con il capo.
Snow aprì bocca per aggiungere qualcosa, ma la matrigna la zittì.
- Non dire altro.
Mary Margaret, abbassò il capo tornando a sedersi. L’ex sindaco tornò al suo posto.
- Ad ogni modo, questo è tutto quello che riguarda Frederick e Roederick.
Loro non sono un problema.
 Ciò di cui vi parlerò ora, mi ha lasciato stordito.
Il Principe fece una breve pausa, schiarendosi la voce.
- Qualcuno sa del nostro ritorno, qualcuno di molto potente.
Kristoph ha parlato di morti che tornano in vita, per poi sparire come spiriti in pena.
Proseguì James.
- Un negromante?
Chiese Malefica.
- Pensano di sì.
- Qualche idea su chi possa essere?
Domandò la Strega.
- Nessuna.
- Perché sono in errore. I morti risvegliati da un negromante, non svaniscono. Sono corpi veri e propri. Persone senza vita e senz’anima, guidati dal negromante stesso.
Qui, da ciò che ci hai appena riferito, si parla ancora una volta di magia.
Precisò Regina.
Sul loro accampamento, scese un assoluto silenzio.
- Prendiamoci il castello, al resto pensiamo poi.
Furono le parole della Evil Queen a cui James fece un cenno d’intesa.
 
Tutti i presenti, si divisero in coppie che a turno, avrebbero fatto da guardia all’accampamento mentre gli altri dormivano.
Terminato il turno dei Charming che andarono a sdraiarsi, toccò a Regina ed Emma.
La Evil Queen non svegliò la bionda, preferendo lasciarla dormire. Non aveva voglia di parlare, solo di solitudine. Si sedette accanto al fuoco, in silenzio.
Biancaneve, sembrava dormire, in realtà osservava la matrigna.
Decise di alzarsi. Non sarebbe mai riuscita a chiuder occhio dopo i loro litigi e la scena accaduta dopo la cena.
Mary Margaret sentiva un enorme peso sul petto.
Si avvicinò all’ex Sindaco che sospirò.
- Snow, per favore, tornatene a dormire. Sei l’ultima persona. Con cui ho voglia di parlare.
Sbottò frustrata la matrigna.
- Allora limitati ad ascoltarmi.
Bisbigliò Biancaneve.
- Hai già detto tutto. Quella che sono stata, ai tuoi occhi, fa di me ciò che sempre sarò.
Grazie per rendere così inutile, ogni mio sforzo per cambiare. Nemmeno se ti salvassi cento volte, aiuterebbe. Tu…ah, lascia stare.
Regina si alzò, allontana dosi dalla figliastra.
- Continua.
La spronò dolcemente Mary Margaret.
- È inutile.
- Continua…per favore.
Chiese nuovamente Snow.
Ci fu un attimo di silenzio, fra le due.
- Non c’è nulla da aggiungere. Per te, sarò sempre la Evil Queen.
Continuavi a sperare che tornassi ad essere colei che ti ha salvata, la ragazza che ti sorrideva e che ti parlava del vero amore…ora, più o meno, mi ci avvicino… ma è sufficiente anche solo una piccola cosa, per generare quel dubbio che fa di me la Strega Cattiva.
Lo accetto. Continuiamo così.
Snow non rispose, perché sapeva che dentro se, ciò che diceva la matrigna corrispondeva a verità.
Restarono nuovamente in silenzio, ogni una immersa nel propri pensieri, anche se sapevano entrambe che ciò su cui riflettevano era la medesima cosa.
Passò quasi un’ora, quando Biancaneve decise di dare sfogo a ciò che si teneva dentro e che mai avrebbe riferito a Regina.
- Sai perché cerco sempre di rivangare il passato con te? Perché voglio chiarire ad ogni costo?
Chiese Mary Margaret alla Evil Queen, che non si voltò nemmeno a guardarla.
- Per ricordarmi continuamente i miei errori e farmi sentire in colpa?
Snow a quella provocazione sbuffò e decise di non proseguire.
Ciò che le fece cambiare idea, furono due parole quasi sussurrate.
- Voglio sapere.
Biancaneve alzò gli occhi verso Regina che le dava le spalle.
Decise di avvicinarsi, sostando dietro di lei.
- Cerco solo di farti comprendere, quanto tu eri importante per me. Ho sempre cercato le tue attenzioni, anche nei modi più errati, solo perché ti accorgessi di me.
Non potevo cambiare ciò che era accaduto,ma l’avrei fatto se avessi potuto.
Volevo davvero che tu fossi una madre per me e…ti sembrerà stupido, forse insensato, ma…invidio Henry. Dai a lui, ciò che non sei mai riuscita a dare a me.
L’unica cosa che sono riuscita a collezionare abbondantemente, era il tuo odio nei mie confronti.
Sono così stanca, della tua guerra contro di me.
Le lacrime scendevano sul viso di Biancaneve.
Tutti quei ricordi, la portarono a compiere un gesto che né James, né Emma, in quel momento spettatori silenziosi, avrebbero immaginato di vedere.
Mary Margaret, abbracciò Regina da dietro la schiena.
La Evil Queen non oppose resistenza, bensì incrociando le proprie braccia davanti a se, la trattenne.
Snow ne rimase stupita, credendo di essere respinta.
- Perché non fai nulla per mettervi pace?
Quella domanda posta dall’ex Sindaco, la spiazzò.
- Ho provato in mille modi, Regina. Tu non hai mai accettato una tregua.
Regina lasciò la presa, scostandosi.
Si voltò verso la figliastra che la guardò.
- Parlo di ora.
Lo sguardo di Mary Margaret, deve essere sembrato interrogativo alla Evil Queen, perché la portò a spiegarsi ulteriormente.
Poggiò il dito indice sul cuore di Biancaneve.
- Fiducia, Snow White.



Note di Alex: Piccolo capitolino di spiegazione, che introduce i prossimi guai.
Chi sta dando la caccia all'allegra famigliuola? Per quale motivo?
Lo scoprirete presto :D
Alla prox e fatemi sapere i vostri commenti, ci conto :)

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7
 
Arrivata l’alba, fecero colazione con qualche frutto.
Decisero nuovamente di divedersi in due famiglie.
James tornò ad essere il marito di Snow. Henry fu trasformato dalla madre adottiva in bimbo di dieci anni, mentre Emma e Regina assunsero le sembianze di due ragazzine di dodici anni.
- Oh, che belle gemelline!
Esclamò James, strizzando a ciascuna delle due bimbe una guancia, contemporaneamente.
Regina lo guardò torvo, schiaffeggiandogli la mano.
- E smettila!
Sbottò la mora.
- C’è sempre un figlio ribelle, nelle famiglie.
Ironizzò il Principe, rivolto alla Evil Queen che alzò gli occhi al cielo.
- Adesso, posso farvi i dispetti. Siete le mie sorelline.
Rise Henry divertito. Quella situazione gli piaceva molto.
- Ti ci metti anche tu ora?
Più che una domanda, sembrò una supplica da parte dell’ex Sindaco.
- Se posso, Regina, perché così piccole?
Snow era lievemente perplessa da quella scelta.
- I bimbi fanno tenerezza e si intrufolano ovunque, senza essere notati.
Rispose Emma per la compagna.
- Giusto?
Chiese poi conferma alla mora al suo fianco.
In risposta ottenne un pollice alzato.
Anche Malefica, prese le sembianze di una dodicenne, trasformando in seguito Trilly e Hook nei suoi genitori.
- Tutti pronti?
Chiese James, ottenendo risposte positive da tutti i presenti.
- Kristoph, mi ha informato che una vecchia amica di Biancaneve, Gracyanne, detiene tutte le informazioni necessarie per arrivare ai nobili senza insospettire nessuno.
Spiegò il Principe.
- Di che informazioni parli?
Domandò Snow.
- Dobbiamo farci dare i dettagli, su di un incontro che avrà luogo a palazzo, dopocena, fra i reali e delle persone che restano tutt’ora un’incognita.
Proseguì l’uomo.
- E come fa questa donna a sapere tutto ciò?
Chiese Emma incuriosita.
- Gracyanne, lavora a palazzo. Gestisce le cucine. Come ogni mattina, sarà nella sua casa, poco fuori dal villaggio.
Rispose James.
- Quindi, prenderemo le sembianze degli ignoti per andare all’incontro al loro posto? Geniale!
Esclamò Malefica divertita.
- Avevo proprio bisogno d’azione.
Aggiunse poi con un grande sorriso.
- Dividiamoci. Io, Snow e i bambini, andiamo da Gracyanne. Tu Hook, con Malefica e Trilly, andate al villaggio. Costeggiate il castello e mi fate il rapporto sulle guardie presenti e loro posizioni. Tutto chiaro?
Comandò il Principe, alzandosi in piedi.
- Aspettate! Una volta detronizzati i due bell’imbusti, come ci comporteremo?
Chiese Trilly in pensiero.
- Non possiamo ucciderli. Li incarceriamo? E con le guardie come facciamo?
Proseguì poi la donna.
- Ottime domande. Parlando delle guardie, ho qui una missiva redatta da Kristoph, da consegnare a suo figlio Nicolas. Lui ci darà una mano.
Rispose James sicuro di se e di quel piano, pianificato precedentemente con il suo amico. Si fidava di lui e sapeva che non l’avrebbe mai tradito.
- I due idioti, con nobiltà a presso, li lasceremo fuggire. Sicuramente, andranno a cercare la persona che possiede arti magiche e che sa del nostro ritorno.
Aggiunse Regina.
- Due piccioni con una fava.
S’intromise Emma.
- Ottimo.
Confermò James.
 
La nuova famiglia Charming, si trova davanti alla casa dell’amica d’infanzia di Biancaneve.
- Come farai a farti dire dell’incontro?
Chiese Emma alla madre. Voleva sapere se già aveva un piano.
- Le dirai chi sei?
Domandò successivamente Henry.
- Sinceramente, non lo so.
Rispose pensierosa Snow.
Regina, si voltò ghignando verso la figliastra. Era certa che senza di lei, i Charming non avrebbero mai governato a lungo. Avevano pianificato bene le cose, peccato mancassero i dettagli. Erano quelli a fare la differenza.
- Non puoi bussare alla sua porta e dirle: “Ciao sono Biancaneve, come stai? Io sono giovane e diversa, tu vecchia di trent’anni in più. Visto che figata?”
Ironizzò la figlia, anche se seria in volto.
- Certo che no! Che vai a pensare.
Rispose la madre stizzita. Non riuscì a replicare, perché sentì dei passi svelti in lontananza, lungo il sentiero lastricato di ciottoli che portava a quella casa e altre poco distanti.
- È lei.
Bisbigliò Snow alla famiglia.
- Lasciamoci aiutare dal fato.
Propose Regina. Un sorriso sul suo volto.
Con uno schiocco di dita, il cesto contenente della frutta tenuto in mano dalla donna, si ruppe.
Un numero indefinito di arance, iniziò a rotolare giù dalla collinetta, verso i Charming.
I due coniugi aiutarono la donna a raccoglierle, mentre i bimbi fingevano di giocare rincorrendosi.
- Vi ringrazio davvero molto. Mi si è rotto il cestino, probabilmente per il troppo peso.
Sorrise gentilmente la signora.
- Che bella famigliola che siete. Sono i vostri bambini?
Chiese poi.
- Sì.
Rispose Snow, restituendo le arance alla vecchia amica.
- Bambini, venite qui!
Chiamò James. Le due ragazzine ed il figlioletto, raggiunsero i genitori.
- Mi chiamo Margaret e questo è mio marito David.
Le due gemelline di dodici anni, si chiamano Isabel ed Anne, mentre il piccolo è il nostro Andrew.
Biancaneve era raggiante. Era la sua perfetta illusione, della famiglia che avrebbe sempre voluto.
La donna davanti a loro, fece un ampio sorriso.
- Il mio nome è Gracyanne. Venite dentro, vi offro un tè. Oh, quanto adoro i bambini.
Sorrise nuovamente, con fare sincero e la famiglia, accettò volentieri l’invito.
- Hai sentito? “Oh, quanto adoro i bambini”…credi che ci mangerà come la strega di Hansel e Gretel?
Bisbigliò Emma a Regina.
- Spero di no, altrimenti dovrò sistemare pure lei.
Rispose la Evil Queen, facendo un ghigno di soddisfazione.
- Non voglio sapere.
Borbottò la bionda, entrando nella casa. Regina fece spallucce, cercando di scrollarsi di dosso, la frase detta dalla compagna. Ora che si trovavano nella Foresta Incantata, Emma sarebbe venuta a conoscenza di tutto il male causato dalla Evil Queen. Si stava rassegnando a perderla?
 
Biancaneve, ricordando il fatto che una loro amica di vecchia data era morta trent’anni prima, lasciando al mondo una figlia, utilizzò quel tragico episodio come “sua storia personale”.
Disse di essere la figlia della loro amica d’infanzia, per essere accolta calorosamente dalla donna davanti a se.
Odiava mentire, ma fu necessario in quel frangente.
Gracyanne le credette senza batter ciglio.
Fra racconti di marachelle, ricordate da entrambe, almeno un’ora passò.
Era riuscita a conquistare la sua piena fiducia, tanto da riuscire a farsi raccontare qualche pettegolezzo sui reali.
- E così, verso sera, avremo la fortuna di ospitare nell’Enchanted Forest, un gruppo di straniere venute da lontano.
Raccontò la donna, fiera.
- Straniere?
Domandò Snow incuriosita.
James, nel frattempo, fingeva di giocare con i bambini, ma in realtà sia lui che le gemelle ascoltavano ciò che stava per dire la padrona di casa.
- Sacerdotesse con poteri magici. Magia bianca. Le chiamano Druide, da dove provengono.
Vengono qui, per stipulare un accordo con i nostri reali, una sorta di protezione.
Rispose Gracyanne. Biancaneve, era attenta a tutti i dettagli di quello che la donna le stava dicendo.
- Protezione per il villaggio o solo verso i reali?
Chiese poi Snow.
- Quei nobili, sono tiranni egoisti. La Evil Queen andrebbe fiera di loro. Sicuramente pensano solo al loro bene. Il popolo lo spremono fino all’ultima goccia.
Tutti i presenti compresero, come andavano davvero le cose in quel regno.
- Dobbiamo andarcene. James, inventati una scusa.
Bisbigliò Regina al padre.
- Restiamo ancora, magari otteniamo nuove informazioni.
Rispose l’uomo con convinzione.
- Ti dico che dobbiamo andare.
La Evil Queen, fu categorica, ma il Principe non la volle ascoltare.
Così, si mise a fare ciò che i bimbi, sanno fare meglio. Iniziò a piangere senza freno.
James, prese Regina in braccio per calmarla, ma senza esito.
La famiglia Charming si scusò, lasciando la casa con promessa di tornare a trovare la donna al più presto.
Si diressero verso gli alberi e la piccola Regina fermò il pianto improvvisamente.
Il Principe la posò a terra.
- Ma che caspita ti è preso?
Le chiese James, contrariato dal suo comportamento inspiegabile.
- Tre cose. Uno, mi stavo annoiando e non abbiamo tempo da perdere.
Due, temevo un monologo su di me e il mio governo.
Tre, dobbiamo subito intercettare il convoglio.
So chi sono. Verranno da est. Devo avvertire Malefica.
Asserì la Evil Queen.
- Hai un cellulare?
Domandò Emma perplessa.
- Ma no!
Sbuffò Regina innervosita.
- Dille di ritrovarci tutti in paese, davanti al fabbro.
Disse James.
L’ex Sindaco annuì, chiudendo poi gli occhi per contattare l’amica col pensiero.
- Tutto apposto.
Confermò infine la bimba.
- Ora devo consegnare la missiva a Nicolas. Esce di pattuglia, in tarda mattinata. Avviamoci verso il castello.
Informò il Principe. Doveva andare tutto secondo i piani.
- Certo che sei tremenda.
Ironizzò infine l’uomo, rivolgendosi alla bimba dai capelli scuri che fece un lieve sorriso.
 
Dopo aver raggiunto le mura del castello, videro un soldato in attesa, a qualche metro dal sentiero che conduceva alla fortezza.
Nicolas stava per uscire dal grande portone d’entrata, diretto verso il bosco per pattugliare.
- Dobbiamo distrarre quella guardia.
Disse James alle sue due figlie.
- A quello ci pensiamo io e Regina.
Rispose la biondina.
- Cioè?
Chiese stranita la Evil Queen.
- Faremo ciò che fanno i bambini, andremo a giocare.
Rispose Emma, prima di mettersi a correre, ridendo e saltellando verso il soldato.
Regina alzò le mani in segno di resa e scuotendo il capo, sollevò gli occhi al cielo.
- Perché a me.
Borbottò prima di seguire la sorellina.
Corsero un po’ intorno alla guardia, visibilmente infastidita.
- Non funziona.
Bisbigliò Regina.
- Ho in mente una cosa. Tu, seguimi.
Disse Emma sorridendo.
La Evil Queen a quelle poche parole, alzò un sopracciglio.
La bimba biondina, andò a fianco della guardia, imitata dalla sorellina mora, che si mise dal lato opposto.
Emma fece un cenno del capo alla compagna e contemporaneamente, tirarono un calcio sugli stinchi del povero malcapitato.
Dopo ciò, corsero via ridendo.
- Brutte…
L’uomo si massaggiò i punti dolenti, per poi mettersi a rincorrerle, verso il bosco.
James, scosse la testa divertito, avvicinandosi a Nicolas e consegnandogli la missiva.
Con un cenno di assenso, da parte del figlio di Kristoph, il Principe si allontanò.
Poco più in là, il soldato aveva perso le tracce delle bimbe.
Regina prese per mano Emma e scomparvero, apparendo dietro ad un grosso contenitore in vimini, vicino a James.
- Voi due, siete un’associazione a delinquere.
Disse sorridendo il Principe, accarezzando le teste delle gemelline che sghignazzavano.
- Non è certo questo, l’esempio che dovreste dare a vostro figlio.
Aggiunse Snow, raggiungendo la famiglia, assieme al piccolo Henry.
- Guasta feste.
Sbottò Emma incrociando le braccia al petto e mettendo un finto broncio.
Regina, si limitò a sorridere, annuendo ripetutamente con il capo.
 
 
 
 
Note di Alex: Pronti per il divertimento?
Nel prossimo capitolo inizierà l’avventura. Basta tranquillità, ce né stata troppa :P
Alla prox.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8
 
Arrivati davanti al fabbro, la famiglia Charming, trovò ad attenderli Malefica, Hook e Trilly che li ragguagliarono sull’approssimativo numero di guardie di vedetta e non.
Quell’informazione, era utile nel caso Nicolas avesse deciso di non aiutarli.
Regina invece, aggiornò i tre, sulle cose scoperte a casa di Gracyanne, dopodiché si diressero a est per attendere il convoglio.
Malefica e Regina, avrebbero pensato a tutto.
Nascosti fra gli alberi, attesero l’arrivo delle Sacerdotesse.
Malefica conosceva molte cose su quelle maghe.
Amavano il contatto con la natura, quindi se ciò era vero, sarebbero arrivate a piedi.
Dovettero aspettare pazientemente fino al tramonto, prima di intravedere all’orizzonte le luci delle lanterne che illuminavano il cammino delle cinque donne.
Vestivano con un leggero abito bianco e lungo sino alle caviglie, ornate di cavigliere d’oro.
I piedi scalzi e un velo anch’esso bianco, ricopriva i loro volti.
James, fece un cenno con il capo e Malefica, alzando il suo bastone le immobilizzò.
Sembrava come se fossero statue. Non si udì alcun rumore.
- Trilly, Snow, Emma, venite!
Chiamò la Evil Queen a bassa voce, che la raggiunsero immediatamente.
Con un gesto della mano, le tre donne ripresero il loro vero aspetto, ma vestite da sacerdotesse.
Una ad una, teneva in mano una torcia.
Lo stesso, fecero Regina e Malefica, non più ragazzine. Riacquisirono le loro sembianze e anch’esse erano vestite da Druide.
- E ora…
La Evil Queen si avvicinò alle Viandanti dell’est e ad una ad una eliminò i loro ricordi, sia del viaggio che dell’incontro ed eventuale accordo con i reali.
Malefica invece, al fianco di Regia, le fece sparire.
- Dove le hai mandate?
Chiese Trilly preoccupata.
La Strega la guardò con aria innocente.
- Mah, l’unica cosa che nell’incantesimo faceva rima con “fin laggiù”, era “Timbuctù”.
Snow, strabuzzò gli occhi incredula.
- Le hai mandate a Timbuctù??
Domandò Biancaneve tra lo stranito e l’arrabbiato.
- Tranquilla Principessa, le ho rispedite a casa.
I presenti furono sollevati da quell’affermazione fatta da Malefica.
- Dovevate vedere le vostre facce.
Rise di gusto la Strega.
- Devo darle atto, impagabili.
Aggiunse Regina con un lieve sorriso.
- Ora andiamo. Hook, James, aspettateci vicino al castello. Siete ancora contadini e vi devo affidare mio figlio…anche se in realtà, preferirei buttarmi da una rupe, piuttosto che vedere Henry con il Pirata.
Non mettevi nei guai, altrimenti vi ci metto io. Sono stata chiara?
I due uomini si guardarono per poi accennare un “Sì” con il capo.
Era arrivato il tempo, di riprendersi ciò che era loro.
 
In definitiva, fu tutto molto semplice.
Quando si aveva a che fare con nobili boriosi, privi di qualsiasi conoscenza di magia, il cui ego era per lo più spropositato e solo ad esso facevano riferimento, era estremamente facile farsi beffa di loro.
Le cinque donne, si presentarono dinnanzi al grande portone della fortezza.
Prima di cancellare i ricordi delle Sacerdotesse. Regina aiutata da Malefica, vagliò le loro menti alla ricerca di eventuali parole d’ordine. Venendone a conoscenza, non avrebbero insospettito nessuno.
- Siamo qui, portate dai venti dell’Est. Offriamo protezione e portiamo consiglio a voi nobili del Nord.
Nel dire quelle parole, sapendo di non poter essere vista grazie al velo che le ricopriva il viso, Regina alzò gli occhi al cielo. Pensando alle parole appena dette, si disse che era una gran scemenza un discorso simile.
Le grandi porte del castello, si aprirono.
Ce l’avevano fatta.
Furono condotte nella grande sala da pranzo, dove i nobili delle varie casate, stavano tenendo una cena in grande stile.
Il lungo tavolo in legno, era imbandito di ogni sorta di pietanza.
- Signori, i viandanti dell’Est, sono al vostro cospetto.
Furono annunciate da un uomo alto e magro.
- Falli entrare.
La voce di Frederick, giunse sino alle loro orecchie.
- I miei ossequi, Sacerdotesse dell’Est.
Roederick si inchinò, imitato da tutti gli altri nobili presenti nella sala, giunti dinnanzi alle donne per render loro omaggio.
Regina trattenne un sospiro irritato. Odiava tutte quelle formalità, false.
- Vi ringrazio per essere giunte sino a qui, per stipulare un umile accordo di pace e protezione. Le nostre casate, vi danno il benvenuto.
Aggiunse Frederick.
Ma smettetela”, pensò tra se la Evil Queen, ma ciò che invece ne uscì, fu:
- Sono io, a ringraziare voi.
Disse con un lieve cenno del capo, facendo un passo avanti, seguita da Snow alla sua destra e Malefica alla sua sinistra.
- La vostra gentilezza, ci scalda il cuore.
Sorrise sornione Roederick.
- Davvero?
Ghignò Regina, scoprendosi il volto assieme a Biancaneve.
I nobili dinnanzi alle donne, alzarono lo sguardo, rivolgendolo alla parete situata alle loro spalle.
- Che gli Dei ci aiutino.
Disse con terrore, uno di loro.
Emma si voltò, per vedere ciò che i nobili guardavano dietro di lei.
Si trattava di un ritratto di famiglia. Leopold, Regina e Biancaneve.
- Voi, siete…
Iniziò a parlare un altro nobile, al fianco di Frederick, che invece sembrava aver perso la lingua.
- Siamo qui, per riavere ciò che è nostro.
Annunciò la Evil Queen.
- Guardie!
Gridò a gran voce Roederick, aspettandosi che i soldati a guardia della sala le catturassero. Non accadde nulla.
Le guardie reali, rimasero in piedi immobili, a guardare ciò che accadeva.
- Nessuno aiuta i tiranni.
Disse Snow sorridendo.
Tutti i nobili, presenti in quella sala, voltarono le spalle alle cinque donne, dandosi alla fuga.
Malefica disse ad Emma e Trilly di attendere ferme dov’erano, prima di svanire assieme a Regina e Biancaneve.
Comparvero in cima alla grande balconata che dava sull’enorme sala da ballo, composta da due grandi scalinate in marmo che scendevano sino al salone.
Da li, le tre donne, riuscivano a vedere i nobili correre a perdifiato.
Regina, fra Snow e Malefica, aprì le braccia e portandole avanti lentamente, ad una ad una chiuse tutte le porte laterali che portavano ai giardini.
In fine, unendo le mani davanti a se, chiuse la porta principale, ingresso esterno alla sala.
I nobili erano in trappola.
- Da chi cercavate di proteggervi?
Domandò Snow risoluta.
I nobili non risposero.
- Vi ho fatto una domanda.
Disse ancora, ma come prima, nessuno rispose.
La Evil Queen, alzò le mani al cielo, facendo vibrare i grandi lampadari in cristallo, sopra le loro teste.
- Una persona…una persona molto potente, ci ha minacciati.
Fu Frederick a parlare.
- Chi.
Era più un comando che una domanda, quella posta da Malefica, a cui ancora una volta, non seguì risposta.
La Strega, staccò le armi che ornavano le pareti della sala. Tenendole sospese a mezz’aria, le puntò verso il gruppo di finti reali.
- Una donna. Non sappiamo chi sia. Cercava un oggetto rubatole da Snow White.
Disse Roederick nel panico. La fronte imperlata di sudore.
- Non ci ha detto di cosa si trattasse. Ha detto solo, che sarebbe tornata. Volevamo proteggerci da lei.
Finì Frederick. La voce tremante.
- Andatevene.
Ordinò Snow, mostrando clemenza.
I nobili si inchinarono, spaventati dalle armi che ancora li minacciavano.
Spade, lance ed asce, tornarono al loro posto, ma la porta principale non si aprì.
Biancaneve, si voltò verso la matrigna, ma ella scomparve, apparendo nelle vesti della Evil Queen davanti ai nobili che sussultarono.
- Non provate ad attaccarci.
Disse Regina sibilando e facendo un passo avanti.
- Non provate a spodestarci. Questo è il solo ed unico avvertimento che vi do. Non amo ripetermi e credetemi, io, non lo faccio mai.
Concluse l’ex Sindaco, aprendo finalmente la porta.
Roederick, raccolse tutto il suo orgoglio e fece un passo verso di lei.
- Altrimenti?
Domandò sfacciatamente.
Regina, creò una palla di fuoco e con l’altra mano lo afferrò per il collo.
- Altrimenti, mi abbatterò su di voi con una furia tale, che di voi non resterà nemmeno una briciola.
Gli occhi della donna erano fuoco liquido.
Lasciò andare l’uomo che tratteneva, il quale non perse un istante a scappare insieme ai suoi simili.
La palla di fuoco si spense e la grande porta appena aperta, si richiuse con un tonfo.
- Non ho mai tollerato la stupidità.
Disse Regina prima di svanire.
 
Finalmente, dopo non poche peripezie, erano tornati a casa.
Biancaneve, si accorse presto che gran parte delle servitù che lavorava a palazzo, erano le persone con cui era cresciuta.
Furono tutti ben felici, di acclamare il ritorno dei Charming e l’arrivo a palazzo, della Principessa Emma e del Principino Henry.
Non si poté dire lo stesso per la Evil Queen, che sembrò esser svanita nel nulla, dopo la fuga dei nobili boriosi.
Era ormai calata la notte.
James, Snow, Malefica, Trilly e Hook erano nella biblioteca.
Il piccolo Henry si era addormentato, su di un sofà accanto a Biancaneve, mentre gli altri erano impegnati a parlare di faccende passate e decisioni future.
Emma era sola. Si aggirava a palazzo, nel silenzio più totale.
Passeggiando arrivò nelle cucine. Prese fra le mani una mela, guardandola immersa nei suoi pensieri.
Regina comparì alle sue spalle, e l’ex Sceriffo sentendosi osservata, si voltò.
- Dov’eri andata? Ti aspettiamo da ore.
Domandò Emma con visibile preoccupazione.
La mora però non rispose.
Fece qualche passo verso la sua compagna, fino a che i loro volti non furono vicini.
Il silenzio le circondava, in quelle cucine avvolte nella penombra.
Regina si perse a guardare gli occhi color lago della bionda davanti a se.
Sorridendo, le scostò una ciocca di capelli dorati, dal viso.
In un attimo, Emma le afferrò i polsi tirandola a se e chiudendo ogni distanza.
Quel bacio, fu per loro, come tornare a respirare nuovamente.
Qualcosa d’intenso, di magico, le univa.
Erano tornate a essere un corpo e un’anima.
I respiri veloci, così come il cuore di Emma che voleva correre dalla sua amata.
Era così bello per l’ex Sceriffo, poter assaporare le labbra della mora. Le era mancata così tanto.
Regina, d’altro canto, sentì che c’era qualcosa di diverso…in lei.
Forse l’incantesimo di Pan non si era ancora totalmente dissolto o forse erano i troppi pensieri.
Il suo cuore, non batteva. Riusciva solamente, a sentire il vuoto dentro se, crescere a dismisura.
Però, era così tanta la felicità di avere Emma fra le braccia, che non vi badò.
- Mi dispiace se, da quando ci siamo incontrate nuovamente, sono stata così fredda. Tutto…questo…
Provò a scusarsi la Evil Queen, ma Emma la interruppe.
- Dove sei stata?
Chiese nuovamente la bionda, sperando stavolta di ottenere risposta.
- Li ho seguiti per un po’. Volevo assicurarmi, che il castello fosse libero e loro lontani.
L’ex Sceriffo a quelle parole annuì, silenziosamente.
- Direi che gli altri possono aspettare.
Sogghignò la figlia di Biancaneve.
- Che vuoi dire?
Chiese Regina incuriosita.
Emma, con un gesto veloce ma delicato, spinse la mora sino a poggiarsi con la schiena contro la parete di roccia. Tornò a baciarla con passione crescente.
Sorridendo, Regina ricambiò più che volentieri, infilando le mani sotto la canotta bianca della compagna.
Le era mancato, sentire la sua pelle così calda e liscia.
Emma non seppe trattenere un gemito, scatenato dal tocco freddo della mora sulla sua schiena.
L’Evil Queen, attirò ancor più a se la bionda, che improvvisamente si allontanò, guardando Regina.
- Con questo vestito non so, dove mettere le mani per…
Ammise tristemente.
Regina rise divertita. In effetti, il vestito che indossava, era da ritenersi non molto pratico per quei momenti.
Con un gesto della mano, l’ex Sindaco, cambiò d’abito.
Indossava una camicia nera scollata, tanto da lasciarle le spalle semiscoperte. Corsetto nero con allacciatura sul davanti, pantaloni dello stesso colore e stivali.
- Così, è più semplice?
Chiese alla compagna che a quella vista spalancò gli occhi.
- Dio…
Riuscì solo a dire Emma.
La mora le afferrò le mani, poggiandosele sul seno. Chiuse gli occhi facendo un lieve gemito, accompagnato da un sorriso sghembo.
Emma, la ammirava in tutto il suo splendore, gustandosi ogni istante di quel momento.
La amava da morire.
Le mani di Regina, scivolarono sui polsi della bionda davanti a lei e, tirandola a se, fece in modo che Emma si appoggiasse con le mani alla parete alle spalle della mora.
Le labbra roventi dell’ Evil Queen, si posarono su quelle della compagna, che le dischiuse volendo approfondire quel bacio.
Un sorriso si dipinse sul volto dell’ex Sindaco, che svanì comparendo alle spalle della figlia di Biancaneve.
- Non voltarti.
Regina le sussurrò con un filo di voce, all’orecchio, prima di baciarle il collo scatenandole un brivido di piacere lungo la schiena.
Il cuore di Emma correva sempre più veloce.
- Che vuoi fare?
Le chiese maliziosamente, ma Regina la zittì.
L’Evil Queen, circondò con le braccia la vita di Emma, in un tenero abbraccio che poi sciolse.
Fece scivolare una mano sul seno della bionda, mentre l’altra lentamente, scivolò nei jeans della compagna che gemette.
Un gemito sfuggì anche a Regina, quando accarezzò l’intimità di Emma.
Il petto dell’ex Sindaco doleva. Tutte le emozioni che avrebbe dovuto provare in quell’istante, mutarono in angoscia che le faceva mancare il respiro. Lo ignorò, stringendo la compagna contro di se.
In quel momento, voleva solo dare piacere alla bionda. Il resto non aveva importanza.
- Regina…
Disse Emma, soffocando un altro gemito.
La bionda si voltò.
Voleva perdersi negli occhi della mora ma Regina, distolse lo sguardo.
Non voleva farle comprendere che qualcosa non andava.
Emma parve non accorgersene, dando spiegazione di quel comportamento al fatto di aver udito qualcuno chiamare il suo nome.
- James ti sta cercando.
Sbuffò Regina, infastidita per l’interruzione, ma anche sollevata. Emma era sveglia e si sarebbe presto accorta, che qualcosa in lei non andava….quindi…grazie James.
 
Le due raggiunsero l’uomo in corridoio, stupito e sollevato nel vedere che Regina era tornata.
Si diressero in biblioteca.
Snow, appena vide la matrigna, si alzò di scatto.
Tutti si erano accorti, di quanto fosse irrequieta Biancaneve, per quella donna.
- Dove sei stata? Eravamo in pensiero.
Sbottò, tutto d’un fiato.
Regina sorrise. Biancaneve non riusciva a nascondere i suoi sentimenti, e quella tensione data dalla preoccupazione la rese felice.
- Li ho seguiti per un po’. Volevo essere certa, che fossimo al sicuro.
L’Evil Queen, rispose in tono tranquillo.
- Scusa l’ardire, amica mia, ma…perché questo cambio d’abito?
Chiese Malefica, guardando maliziosamente Regina e notando che teneva per mano Emma.
- Praticità, mia cara.
Ricambiò maliziosamente alla Strega, che rise.



Note di Alex: Eccoci :)
Spero vi sia piaciuto questo capitoletto.
Finalmente sono tornati a casa, ma nuove domande senza risposta, sono comparse.
Fatemi sapere se ci sono errori e soprattutto se vi piace :)
Grazie a tutti voi che seguite la mia storia, siete sempre più numerosi *.*
Alla Prox.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9
 
- Ok, il primo passo è stato fatto. Avete saputo qualcosa, riguardo a “colei che sa di noi”?
Domandò James alle cinque donne, che hanno fatto fuggire i nobili dal palazzo.
Emma e Regina avevano preso posto, su di un sofà.
La testa della bionda, poggiata sulla spalla della mora. Gli occhi chiusi.
- Snow non ti ha riferito la conversazione?
Chiese a sua volta la Evil Queen al genero, alzando un sopracciglio.
- Abbiamo voluto attendere il tuo arrivo.
Si giustificò la figliastra.
- La minaccia, da cui cercavano riparo è una donna.
Continuò Biancaneve.
- Alla ricerca di un oggetto, che qualcuno dalla manina lesta, ha rubato.
Intervenne Regina.
- Tu?
Chiese James. Tutti rizzarono le orecchie sull’attenti, incuriositi da quel discorso. Persino Emma si mise ritta a sedere.
- Io non ho rubato nulla.
Ribatté Snow stizzita.
- Le parole di quei tonti, dimostrano il contrario.
Rispose Regina ghignando.
- Credi più a loro che a me? Andiamo Regina, mi conosci.
- Appunto perché ti conosco. Ammettilo, ne hai combinate un bel po’, anni orsono,  a me e tuo padre.
- Io?
- Tu.
- Ma che dici!
Sbottò Biancaneve.
La Evil Queen alzò un sopracciglio.
- Snow.
Canzonò la donna invitandola a confessare.
- Regina.
Biancaneve non era dello stesso parere.
- White!
Continuò più dura la matrigna.
- Mills.
Sorrise la figliastra.
Gli occhi di Regina, divennero due fessure.
- Smettila!
Esclamò poi.
Le teste dei presenti, si spostarono a destra e a sinistra, come se stessero assistendo ad un incontro di tennis.
- Comunque, non ho rubato nulla.
Continuò a difendersi Biancaneve.
- Un momento. Ricordi il giorno in cui mi hai affrontata, con quella spada?
Chiese improvvisamente la Evil Queen, inseguendo un pensiero balenatole nella mente.
- Il giorno in cui ti sei messa a strangolare Leroy per ucciderlo?
Rispose Snow con tono accusatorio.
- Non perderti nei dettagli Snow White.
Sorrise la Evil Queen, a quel ricordo.
- E per quel gesto, non ho rimpianti.
Aggiunse poi la mora, attirando su di se lo sguardo furioso di Biancaneve e quello contrariato di James.
- Pietra sopra. Ritornando a noi, la spada con cui mi hai ferita, ne conosci la storia?
Domandò l’ex Sindaco. Aveva qualche sospetto.
- Forgiata da un mago benevolo, di nome Merlino. Proviene da un reame, chiamato Camelot. Excalibur.
Rispose il Principe. Forse aveva intuito i pensieri della suocera, peccato che la donna non conosceva tutta la storia.
- Dov’è ora?
- Non…non era la vera Excalibur. Rumplestiltskin l’ha fatta svanire, sotto i miei occhi. Ne è rimasta solo l’elsa.
Spiegò Snow. Il tono triste, al ricordo di cosa si era preso in cambio del suo tempo, Mr Gold.
La collana della madre Eva.
Regina si ammutolì.
- No, no, no.
La donna, si alzò in piedi di scatto.
- Deve esserci una spiegazione.
Sbottò stringendo i pugni lungo i fianchi.
- Sì, una spiegazione c’è. Ti hanno fregata maestà.
Rise Hook.
Regina si voltò furiosa, verso il Pirata pronta ad incenerirlo con una sfera infuocata comparsa nella sua mano. I presenti si allarmarono, ma la palla di fuoco svanì e la donna si voltò dandogli le spalle.
Ci fu una breve pausa, prima che venne interrotta dalla voce di Snow.
- Perché pensi proprio a quella spada?
- Hai rubato qualcos’altro?
Domandò la mora stupita.
- Tu come sai di Excalibur?
- Mi informo.
Di nuovo ci fu silenzio fra le due.
- Ho conservato l’elsa.
- Che dolce. Dov’è?
Chiese Regina. Il tono secco.
- L’ho…nascosta…assieme ad altri ricordi preziosi. Si trovano in un tunnel, situato in una parte nascosta del castello.
Ascoltando le parole di Biancaneve, l’ex Sindaco annuì.
- Quante probabilità ci sono, che ciò che cerchiamo sia ancora li?
Domandò giustamente Emma.
- Non ci resta che scoprirlo. Ecco dove dobbiamo recarci domattina, come prima cosa.
Asserì l’Evil Queen.
 
Continuare a parlare e perdere sonno, non era di alcuna utilità, così decisero di andare a riposare.
Malefica, Hook e Trilly, andarono a cercare delle camere da letto nell’ala Sud del castello.
Snow e James, furono fermati da Regina.
Emma le si avvicinò, mettendosi al suo fianco.
- Per favore Emma, puoi mettere le mani avanti un istante? Palmi all'insù.
Chiese la mora alla compagna, che incuriosita eseguì.
I Charming erano fermi davanti alle due donne.
Facendo volteggiare il dito indice, sopra le mani della bionda, l’ex Sindaco fece comparire una scatola in velluto nero.
- Snow…è arrivato il momento di darti una cosa.
Emma si voltò verso Regina, che aprì la scatola.
Conteneva una tiara, tempestata di diamanti. Era appartenuta alla Regina Eva, madre di Biancaneve.
L’Evil Queen, non l’aveva mai indossata per governare. Non le apparteneva.
Regina prese la tiara fra le mani e si voltò verso Snow White.
La donna con il viso solcato dalle lacrime, si lasciò posare sul capo quell’oggetto prezioso.
Più che per il valore, ciò che lo rendeva importante era il ricordo che rappresentava.
- Appartiene a te.
Aggiunse Regina guardando la figliastra.
- Come…
- L’ho trovata?
La matrigna completò la frase al posto di Biancaneve.
- L’ho sempre avuta io. Me la diede tuo padre, quando mi ha sposata.
L’ho indossata sino alla sua morte,
poi l’ho riposta.
Snow si ammutolì a quelle parole, ricordando che fu proprio Regina ad uccidere Leopold.
Cercò di scacciare quel pensiero dalla mente.
Toccò la tiara sul suo capo e poi guardò la matrigna.
Nei suoi occhi giaceva tristezza.
- Grazie.
Disse Biancaneve rivolta alla donna davanti a se. Il suo corpo immobile. Sentimenti contrastanti nel suo cuore.
La matrigna sospirò.
- È meglio andare ora.
Aggiunse poi.
James svegliò il piccolo Henry, prendendolo in braccio per portarlo a dormire.
Il piccolo non si oppose.
Snow, Regina ed Emma, seguirono il Principe fino ad una camera da letto, nell’ala nord del palazzo, che  la madre adottiva con un tocco di magia modificò.
Sistemò anche camera sua e di Emma, e quella dei Charming.
La bionda era entrata nella stanza. La Evil Queen si era attardata qualche attimo, voleva dare un ultima occhiata al piccolo Henry e fare un incantesimo di protezione per tenerlo al sicuro.
Stava per raggiungere Emma, quando una mano le afferrò un polso.
Biancaneve l’abbracciò. Era un gesto sincero, dettato dal suo animo.
- Grazie davvero.
Sussurrò la figliastra.
Regina la scostò per guardarla negli occhi.
- Come ho già detto, è sempre stata tua.
Ripeté la mora sorridendo.
- Ora va a riposare.
Snow annuì, raggiungendo James.
 
Emma e Snow, erano accucciate in uno piccolo stanzino, dal pavimento in terriccio.
Stavano scavando una buca alla luce di un paio di candele, unica fonte di illuminazione.
- Dovremo attendere Regina. Con la magia, crea una sfera che fa luce più potente di…di questa.
A malapena ti vedo.
Sbottò la bionda.
- Suvvia, non ti lamentare. E comunque l’abbiamo attesa anche troppo. Non si è presentata ricordi?
Asserì la madre.
- Sì…sì.
Borbottò la figlia.
Dei rumori, provenienti dall’entrata del tunnel alle loro spalle, le fece sussultare.
Il loro respiro si fermò, mentre i loro cuori correvano all’impazzata.
Un’ombra alta e scura coprì il piccolo ingresso al tunnel.
- Scusate il ritardo.
La voce familiare dell’ex Sindaco, le fece sospirare sollevate.
- E fai bene a scusarti, potevi dirci che eri tu.
Sbottò Snow, riprendendo a respirare assieme alla figlia che aveva già sguainato la spada, pronta a colpire.
La Evil Queen alzò le mani in segno di resa.
- Salve, mi chiamo Regina e sto entrando in questo tunnel osceno.
Disse guardandosi intorno, con aria disgustata.
- Avete trovato niente?
Chiese poi la mora, raggiungendo le due donne.
- Ancora nulla.
Rispose Emma sospirando atterrita.
- Non ti preoccupare, è…
Si udì un suono ovattato, che fece lasciare a metà la frase a Biancaneve.
Scavò velocemente, mentre Emma faceva luce con le due candele.
Regina creò una sfera di luce, che illuminò benissimo tutto lo stanzino.
- Te l’avevo detto che lei ha la luce più potente.
Intervenne Emma.
Snow prese a scavare più velocemente, estraendo dal terreno un cofanetto.
- Eccola!
Esclamò Biancaneve trionfante.
Dei rumori si udirono, provenienti da una stanza di guardiola, sopra le loro teste.
Le tre donne stettero in silenzio.
- Spegnete tutto.
Bisbigliò Regina.
Snow ed Emma, eseguirono.
Il rumore assomigliava ad un suono di passi, su assi di legno.
Una lama fine, simile a quella di uno stiletto, perforò il soffitto sopra di loro, rischiando di ferire gravemente Biancaneve.
La Evil Queen allontanò prontamente sia Emma che Snow.
La persona sopra le loro teste, sapeva benissimo della loro presenza in quel luogo.
Colpiva per ucciderle o per lo meno ferirle seriamente.
La lama, perforò il legno in più punti, fino a che non smise improvvisamente.
Il silenzio tornò.
Regina prese per mano la figliastra e la compagna, portandole nella guardiola sopra le loro teste.
Non c’era più nessuno.
- Ecco i fori.
Constatò Biancaneve guardando il pavimento in legno.
Una freccia scoccata dalla stanza adiacente, ferì Snow di striscio ad una spalla, facendola gemere di dolore.
Un’altra, puntava dritto al cuore di Emma. Regina l’afferrò al volo, con una mano.
- Come hai…
Chiese sbigottita la bionda, ma sia la Evil Queen che Biancaneve, erano immobili a guardare chi l’aveva scagliata.
L’ex Sindaco, divenuta pallida, mosse dei passi verso l’uomo come ipnotizzata.
- Non puoi essere tu.
Bisbigliò la mora.
Lacrime scendevano, lungo le sue guance.
Gli occhi dell’uomo erano inespressivi, vuoti.
- No…non puoi essere tu.
Ripeté la Evil Queen.
La persona davanti a lei, lasciò cadere a terra la balestra, alzando la spada verso Regina.
- Regina, fermati!
Urlò Snow. La mano poggiata sulla ferita sanguinante.
Emma non capì cosa stava accadendo. Chi era quell’uomo?
Un fendente si abbatté sull’ex Sindaco, che parò con la freccia ancora nella sua mano.
Con un balzo in avanti, Regina provò a colpirlo al petto per ferirlo, ma l’uomo si scansò velocemente.
Un altro paio di fendenti, fecero fare due passi indietro alla Evil Queen, che finì semi sdraiata su di un tavolo.
L’uomo immobilizzò la donna sotto di se, facendo pressione con un braccio sulla sua gola.
Emma con uno scatto, lo colpì placcandolo ad un fianco.
L’aggressore, cadde a terra svanendo nel nulla.
L’ex Sceriffo aiutò Regina ad alzarsi.
- Chi era quello?
La mora inghiottì a vuoto. Un nodo le chiudeva la gola.
Biancaneve si avvicinò alla matrigna, che le mise una mano sulla ferita guarendola.
- Mio padre.
Rispose con un filo di voce.



Note di Alex: Che succederà ora? Chi cerca la spada e perchè? e soprattutto...cos'è che non quadra a Regina?
Lo scoprirete prossimamente :D
Avete già delle idee? Scrivetemi :)
Alla prox.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10
 
Regina svanì all’istante, lasciando le due donne ferme immobili a guardarsi.
Comparve all’esterno del mausoleo dei Mills.
Aprì la porta in legno massiccio, notando che l’incantesimo di protezione non era stato alterato.
Entrando, vide subito che il sarcofago del padre, era al proprio posto. Voleva solo assicurarsi che anche lui lo fosse.
Si udì un lieve bussare.
Regina si voltò. La porta del mausoleo, ancora aperta.
James era li, in piedi dinnanzi all’entrata, incerto se entrare. Sentiva a distanza che qualcosa non andava.
- Regina…
Il suo fu quasi un sussurro.
- Aiutami. Devo controllare l’interno della tomba.
Disse la donna con tono fermo.
Il Principe non ne comprese il motivo, ma la volle comunque aiutare.
Poggiarono entrambe le mani, sulla pesante lastra di marmo e spinsero con forza.
Non accadde nulla.
- Non puoi usare la magia?
Domandò l’uomo.
- No.
Fu la risposta secca della mora.
Ci provarono nuovamente, stavolta con maggior impegno.
Il coperchio iniziò a muoversi, e dopo un ulteriore sforzo, riuscirono ad aprire uno spiraglio.
L’odore che ne uscì non fu piacevole e i due furono costretti a fare un passo indietro.
Si avvicinarono nuovamente.
L’Evil Queen, creò una sfera di luce. Si fece coraggio e guardò all’interno del sarcofago.
Un nodo le salì alla gola. Inghiottì più volte, pur di ricacciare indietro le lacrime.
Non voleva farsi vedere debole davanti a James.
Il padre di Regina era ancora li.
Un turbinio di immagini le invasero la mente. Ricordi di quell’uomo che l’aveva tanto amata e che ora non era nemmeno riconoscibile.
Inghiottì nuovamente. Il respiro cominciò a venirle meno.
Era colpa sua, se lui adesso era in quello stato.
Fece il giro della tomba, imitata da James. Rimisero il pesante coperchio al loro posto e dopo l’enorme sforzo, si lasciarono scivolare a terra. La schiena poggiata sul freddo marmo.
- Regina…perché hai…voluto aprire il sepolcro di tuo padre?
Chiese James, incerto se affrontare tale argomento.
- Perché poco fa, ha provato ad uccidere Snow, Emma e me.
Rispose la donna alzandosi in piedi.
- State bene?
Domandò l’uomo alzandosi di scatto, preoccupato per la famiglia.
- Loro sì…io…un po’ meno.
Il Principe, afferrò la mora dalle braccia, scrutandola alla ricerca di qualche ferita.
L’Evil Queen si scostò malamente, a quel gesto così apprensivo.
- Volevo solo vedere se eri ferita.
Aggiunse l’uomo con tono di scuse.
- No. Non lo sono.
Rispose Regina con tono piatto.
- Vieni con me.
Aggiunse infine, ottenendo un cenno d’assenso con il capo da parte dell’uomo davanti a se.
Con un gesto, chiuse la porta d’entrata e si incamminò giù dalle scale, seguita dal genero.
Attraversando un lungo corridoio, arrivarono in una stanza.
Ciò che James vide, lo turbò. Inghiottì a vuoto nel vedere Daniel, giacere dentro una bara in vetro.
Sapeva la sua storia. Era a conoscenza del fatto, che fu ucciso da Cora a causa di Snow, ma sapere e vedere, non sono esattamente la stessa cosa.
- Lui…è Daniel?
Chiese il Principe, quasi come se non riuscisse a parlare.
La donna accennò un silenzioso “Sì” con il capo, mentre si guardava attorno, controllando che tutto fosse in ordine.
- Andiamocene.
Disse alla fine l’ex Sindaco, spezzando quel silenzio divenuto assordante.
 
Appena comparvero nei giardini del castello, Emma corse incontro alla compagna, abbracciandola.
Regina si lasciò sprofondare, in quella dimostrazione d’affetto.
- È tutto apposto.
Sussurrò l’ex Sindaco scostandosi di malavoglia.
Aveva bisogno di Emma in quel momento, ma ancora una volta, il tempo volgeva contro di loro.
Si limitò così a guardarla, affondando una mano nei splendidi capelli color del grano della compagna, accarezzandola dolcemente.
Malefica li raggiunse a passo svelto.
- Ho sentito cos’è accaduto.
Intervenne la Strega, preoccupata.
- Possiamo escludere con certezza, che si tratti di un negromante.
Spiegò la mora.
- Mio padre e Daniel, sono nel mausoleo. Le protezioni magiche, intatte.
Informò Regina.
Daniel. Quel nome…faceva sempre uno strano effetto ad Emma, quando lo udiva.
- Stamane, ho tardato a raggiungervi al tunnel, perché mi ero recata in quello che una volta era lo studio di mia madre.
Premetto che non ci ero mai entrata, ero solo a conoscenza che fosse protetto da magia, quindi supponevo di trovare al suo interno utili libri. Non trovando nulla, perché totalmente vuoto,  ho pensato che tutto fosse ancora nella vecchia villa dove abitavo. Lontano da tutti, poteva operare indisturbata e senza che Leopold lo scoprisse. Ora mi recherò li.
Annunciò la Evil Queen.
- Ti accompagno, nel caso vi siano protezioni magiche elevate.
Si propose come aiuto, Malefica.
- Ottimo. Voi state con Henry. Torneremo appena avremo qualcosa di utile.
Aggiunse Regina.
Emma la strinse a se, baciandola dolcemente. Contatto che contribuì, ad alimentare il pensiero che continuava a tormentare la mora. Sentiva che stava per esplodere.
Vedere suo padre sia vivo e pieno di odio, che morto…e quel vuoto incolmabile che le faceva sempre più male…
 Più voleva dire alla bionda che l’amava e più il petto le doleva, togliendole il respiro.
Sperava che nei libri della madre, ci fosse una soluzione.
- Fai attenzione.
La voce della compagna la riscosse.
Si accorse di avere una mano poggiata sul petto. Era difficile ignorare quel dolore, ma lo fece di nuovo.
Chiuse gli occhi, posando le labbra su quelle della bionda davanti a se, per poi scostarsi e lasciarla andare.
- Non è lontano da qui. Andremo a cavallo, così da vedere se ci sono rompiscatole nei dintorni.
Il castello è protetto.
Regina stava dando le ultime informazioni prima di partire. James, portò loro due cavalli, su cui salirono in sella.
- Per qualsiasi cosa, portatevi davanti allo specchio nella camera mia e di Emma. L’ho incantato. Ci terremo in contatto attraverso quell’oggetto.
Detto ciò,  accompagnata da Malefica, se ne andarono al galoppo dirette verso il bosco.
Emma raggiunse Henry, uscito dal palazzo in quel’istante.
James, stava per raggiungere la figlia quando si sentì prendere per mano e attirare verso Snow, alquanto preoccupata.
- Eri con lei, nel mausoleo dei Mills?
Chiese Biancaneve con tono incerto.
- Sì.
Rispose James, abbassando lo sguardo.
- Ho visto Daniel. È sotto incantesimo…sembra stia…dormendo.
Ammise l’uomo seppur con difficoltà.
Snow White sospirò. Avrebbe voluto piangere in quel momento.
Per la prima volta, sentì il peso vivo e reale della sua colpa, prendendo seria coscienza  del dolore causato alla matrigna.
“Se fosse accaduto a James…” pensò, scuotendo energicamente il capo per allontanare quel pensiero.
 
Avevano lasciato il castello da qualche minuto, quando udirono dei rantoli inumani, avvicinarsi velocemente.
Le due donne, fermarono i cavalli e si guardarono perplesse.
Tesero le orecchie per ascoltare da dove provenissero quei rumori e soprattutto, cosa li provocasse.
Sembravano animali, a caccia di una preda.
Improvvisamente scorsero una persona a loro familiare.
- Oh, porca zozza zozzissima!
Hook urlò correndo in mezzo agli alberi, cercando di seminare due Chimere.
Un cenno d’intesa tra le due donne. Regina alzò una mano, catturando con dei rampicanti, il Pirata.
La Strega non fece in tempo a lanciare qualsivoglia incantesimo, che le Chimere svanirono nel nulla, lasciando le due donne più perplesse di prima.
- Quella donna ci segue, non c’è alcun dubbio.
Disse Malefica guardandosi intorno.
- Mi tirate giù?
Domandò Hook ancora sospeso a mezz’aria, a causa dei rampicanti che lo sorreggevano.
Regina schioccò la lingua, ed il cavallo riprese il suo cammino.
Malefica sorridendo, la seguì.
- Regina, sono ancora qui!
Urlò il Pirata dimenandosi.
- Dove vai? Regina? Regina! Non lasciarmi qui!
Nessuna risposta.
- Maestà, per favore. Vostra Maestà. Malefica, almeno tu!
Con un gesto della mano da parte della Evil Queen, sebbene abbastanza lontana da lui, lo liberò e il Pirata cadde a terra con un tonfo sordo.
- Ringrazio sentitamente!
Gridò alle due donne, gemendo per la caduta.
Si alzò in piedi e le rincorse.
Arrivato al loro fianco, sorrise sornione, deciso ad accompagnarle.
- Dove state andando?
Chiese il Pirata ancora con il sorriso stampato sul volto.
Sapeva di non esser ben voluto in quell’istante, e proprio il voler dar loro fastidio, lo divertiva.
 - Nella vecchia villa di Regina, alla ricerca di informazioni.
Spiegò Malefica.
- Voi due, siete tanto argute quanto potenti. Maestà, com’è che non abbiamo mai..?
- Non sei esattamente il mio tipo.
Rispose Regina scocciata.
- O perché, sei una stronza dal cuore di ghiaccio, in grado solo di usare le persone per i propri scopi.
Borbottò Hook con voce bassa, pensando di non esser stato udito.
- Oh, bu hu.
Lo prese in giro Malefica.
- Stronza è solo una parola che gli uomini usano, quando si sentono minacciati dalla donna al comando.
Non mi scuserò per essere intelligente o ambiziosa.
Disse la Evil Queen, in risposta al borbottio sommesso dell’uomo al suo fianco.
- O per aver ucciso tutti quelli a cui la tua tirannia non andava a genio.
La mora, a quella provocazione fece un sorriso sghembo.
- Non ho rimpianti.
 
L’enorme villa abbandonata si estendeva dinnanzi ai loro occhi, come un maniero lugubre.
Nubi cariche di pioggia, troneggiavano nel cielo sovrastante la casa.
Uno stormo di uccelli neri, volavano attorno a quella che trent’anni prima, poteva essere una piccola torre.
Quella che un tempo doveva essere una casa bellissima, portava oltre ai segni dell’abbandono, anche quelli di un vasto incendio, che devastò gran parte della dimora rendendola inagibile.
- Questa costruzione è come te, Regina. Sprizza felicità da ogni mattone.
Ironizzò il Pirata.
In realtà non disse nulla di errato. Dentro se, Regina si sentiva proprio così. Si sgretolava lentamente perdendo i pezzi di ciò che era, combattendo per tornare ad essere la persona di un passato, pur essendo destinata a non avere un lieto fine.
Le due donne scesero dai cavalli, incamminandosi verso la porta d’entrata, seguite da Hook.
L’Evil Queen, avrebbe voluto trovarsi ovunque, tranne li.
Le protezioni magiche che proteggevano il vecchio maniero, erano ancora attive.
Con un piccolo aiuto da parte di Malefica, riuscirono ad entrare.
- Devo dirti alcune cose.
Ammise il Pirata. La voce bassa, come temesse una reazione da parte di Regina.
Ciò che lui sapeva, all’ex Sindaco non sarebbe mai piaciuto. In ogni caso, sarebbe venuta a scoprirlo.
Con quella frase, ricevette la piena attenzione da parte delle due donne.
La stupidità del Pirata, era venuta meno, in quel frangente.
Regina se ne accorse e ciò non le piacque.
- Tua madre, ha usato questa casa per i suoi studi di magia. C’è una trappola, ma non so quanto sia pericolosa.
Avvertì Hook.
- Come lo sai?
Domandò la Evil Queen sospettosa.
- Ero con lei.
Quelle parole dette dall’uomo, infuocarono lo sguardo di Regina.
- Quindi, quando ti ho mandato ad ucciderla, dopo la bella recita nei miei confronti, siete venuti qui.
Suppose la donna.
- Esatto.
Rispose Hook senza esitazione.
La donna raccolse tutta la sua pazienza, per evitare di massacrarlo all’istante.
- Dove nascondeva i suoi libri?
Domandò poi.
- Vi ci porto.
Rispose Hook, facendo strada.
Le condusse in una stanza vuota e ciò che vide, lo lasciò di stucco.
- E…erano qui! Erano tutti qui!
Regina si voltò di scatto verso il Pirata, afferrandolo per il collo.
- Non prenderti gioco di me.
Sibilò la donna.
Una folata di vento li investì, costringendo Malefica a fare un passo indietro.
La Strega iniziò a sentirsi strana.
Regina, lasciò la presa su Hook, accorgendosi dell’espressione smarrita dell’amica.
Quando poi lo sguardo di Malefica si spense, la Evil Queen si allarmò.
- Io sono immortale, io devo obbedire.
Disse la bionda Strega. Tono meccanico, come se qualcun altro, cercasse di parlare attraverso lei.
- Ma che sta dicendo?
Chiese Hook perplesso.
- È un Guardiano o qualcosa di simile.
Spiegò l’ex Sindaco.
- Malefica, torna in te.
Cercò di richiamare l’attenzione dell’amica, ma fu invano.
- Sento l’odore del fuoco. Riesco a sentire la paura dentro me.
Nessun canto di uccelli. Nessun suono proveniente dagli alberi, mossi delicatamente dal vento.
L’oscurità cresce, tutta intorno a me.
Quelle sembravano le parole di un’anima inquieta.
- Chiedi alla poetessa, se ci aiuta a trovare quei dannati libri.
Sbottò il Pirata, che in risposta ottenne una gomitata nello stomaco.
- In questa stanza, c’erano dei libri molto importanti. Sai dirci dove sono stati portati?
Domandò cautamente Regina.
- Conosco il mio cuore. Conosco la mia strada. Qui è dove la fine ha inizio.
Proseguì la Strega.
- I tuoi versi sono allettanti, ma inutili.
Sbuffò spazientito Hook.
- Taci!
Lo sgridò la Evil Queen.
- Siamo tutti in pericolo. Ci servono quei libri. Ti prego, aiutaci.
Riprovò nuovamente Regina, stavolta con tono supplichevole.
- Piove cenere. Foglie morte accompagnano il vostro cammino.
Sono dove il cielo, un tempo, era color cremisi.
Dopo quelle ultime parole, ci fu una seconda folata di vento, che come era arrivata se n’era andata.
Malefica si guardava intorno confusa.
Regina le si avvicinò.
- Eeehy!
Disse la Strega, sorridendo all’amica davanti a se.
- Tutto bene, Malefica?
Domandò la Evil Queen con cautela.
- Benissimo. Perché?
Rispose la donna, continuando a sorridere.
- Te ne sei andata per un po’, Tesoro.
Sbottò annoiato l’uomo.
- Lasciandoci un’enigma che…credo di aver compreso.
Disse Regina pensierosa, avviandosi verso la porta che portava al giardino.
- Oh…bene!
Esclamò la Strega, ancor più sorridente.
- Ok, Regina. Credo che la tua  amica, non abbia ancora fatto del tutto ritorno da Follilandia.
Bisbigliò il Pirata avvicinandosi alla mora, che non poté contrariarlo.



Note di Alex: Eccoci con un nuovo capitolino ;)
Fatemi sapere se vi piace e se avete cominciato ad avere idee su cosa cercano e cos'accadrà :)
Alla Prox.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11
 
L’intuizione di Regina, sulla soluzione dell’enigma posto loro da Malefica (anche se non esattamente in se, in quel frangente), si rivelò esatta.
“…dove il cielo, un tempo, era color cremisi”, poteva essere solamente il luogo, in cui era divampato un incendio.
Si erano diretti quindi, nell’ala del maniero, distrutta dal fuoco.
Entrarono con non poca difficoltà, ma alla fine, riuscirono a trovare una parete che custodiva una “porta” magica. Non era altro che un normale muro, con al centro un portale invisibile.
Riuscirono a scoprirlo, grazie al campo di forza che esso emanava.
Una volta entrati, si trovarono in una stanza davvero stracolma di libri e scaffali contenenti ancor più libri.
Altra mobilia, conteneva oggetti magici di ogni specie.
Su di alcuni scaffali c’erano ampolle con al loro interno varie spezie ed erbe, il tutto in ordine alfabetico.
- Bel posticino.
Osservò Malefica.
- Non finiremo mai.
Sbuffò il Pirata abbattuto. Non sarebbe bastato un giorno intero, per vagliare tutti quei libri.
- Prima iniziamo, prima usciremo di qui.
Sentenziò Regina, guardandosi intorno.
 
- Arrrgh…libri. Libri vecchi. Altri libri vecchi…più vecchi degli altri libri vecchi.
Hook stava aiutando Regina e Malefica, nella ricerca di qualsiasi cosa, portasse alla consapevolezza di Chi li stesse seguendo e quanto fosse potente.
- Guarda questi tre. Libri un po’ meno vecchi. Sembrano scritti a mano. Che brutta calligrafia.
Disse il Pirata guardando con aria dubbiosa ciò che tratteneva fra le mani.
- Cos’hai detto?
Chiese Regina improvvisamente interessata, a quel ritrovamento.
- Cosa, riguardo ai libri o agli altri libri vecchi?
Domandò Hook accigliato.
- Riguardo a quelli scritti a mano.
Rispose la Evil Queen raggiungendo il Pirata.
- Sembrerebbero diari.
Ipotizzò l’uomo, girando uno dei manoscritti come se stesse guidando un’auto.
- Dammi qua!
Esclamò Regina strappandogli i libri di mano e guardando Malefica, che l’aveva raggiunta.
La mora sfogliò i tre volumi velocemente, e mano a mano che voltava le pagine, la sua espressione si fece sempre più terrorizzata. Il suo cuore ebbe un sussulto.
- Trovato qualcosa, Amica Mia?
Domandò la Strega.
- Guarda qui. Sono tre libri, scritti a mano da mia madre. C’è tutto!
Sussurrò Regina. Il suo cuore batteva veloce. Paura.
Nelle mani sbagliate avrebbero rovinato tutti loro.
Nelle mani di Emma, l’avrebbe allontanata per sempre dalla sua vita.
- Spiegati, Regina.
L’uso del nome dell’amica, detto con tono secco da parte di Malefica, indicava guai seri.
- Libro Blu: la mia vita e quella di Biancaneve, da quando l’ho salvata, sino all’arrivo a Storybrooke di Emma. Comprende l’adozione di Henry e il fatto che io e Emma siamo diventate una famiglia.
- E come sapeva tutte queste cose?
Domandò incredula ed allibita, Malefica.
- Re George, forse…o…non saprei davvero.
Rispose preoccupata Regina.
- Libro Rosso?
Chiese poi la bionda Strega.
- Libro Rosso: la storia di tutti voi. Punti deboli, magie e punti di forza. Ci siete davvero tutti: Gold, Neal, Belle, James, Snow, Emma, Tu, Hook, Pan e tanti altri.
- E quello Nero?
- In quello Nero…ci sono io. Tutto ciò che ho fatto. I miei progressi magici, i miei poteri, gli omicidi su commissione e non, il fatto che ho strappato il cuore a Graham solo per renderlo mio schiavo…e che l’ho…
- Regina…tranquilla. Ascolta, distruggi quello Nero. Gli altri portiamoli al castello. Va bene?
La mora comprese, quanto l’amica avesse capito, cosa stava dietro davvero alla sua preoccupazione. Emma.
Se Emma avesse saputo...
Uncino si scostò dalle due donne, per andare a curiosare da un'altra parte.
Un suono però le fece voltare verso l’uomo.
- Cos’è stato?
Chiese Regina ad Hook.
- E che ne so.
Sbottò l’uomo annoiato.
- Cos’è stato?
Chiese nuovamente la Evil Queen, alzando la voce.
- Il pavimento, Maestà!
Rispose ricambiando a tono alto, per poi incuriosirsi e tornare sul punto del pavimento che aveva generato quel suono.
Un asse di legno sembrava appoggiata. Il Pirata, si chinò, sollevandola e staccandola da terra.
Delle frecce vi uscirono, facendo scostare Uncino in tutta fretta.
Andarono a conficcarsi sul soffitto.
Lentamente l’uomo si avvicinò nuovamente, notando uno scomparto segreto con al suo interno un piccolo libro, recante una scritta in caratteri dorati: “Camelot”.
- Che cos’è?
Chiese Malefica avvicinandosi all’uomo, imitata da Regina.
La Evil Queen raccolse l’oggetto.
- Credo siano le informazioni che cercavamo, sulla spada.
Rispose la donna, sfogliando alcune pagine.
Trovò un disegno dettagliato dell’arma. Nell’elsa vi era incastonata una pietra azzurra.
La rappresentazione, in quelle pagine, di Excalibur era la perfetta replica di quella custodita da Biancaneve.
- E questo cos’è? Ha ha! Una sfera di cristallo!
Le due donne si voltarono.
- Come funziona? Vedo, prevedo…
Ironizzando sull’oggetto, Hook muoveva le mani sopra la sfera, senza toccarla.
- Sarei un ottimo veggente, poi con il mio bel visino, soldi a palate!
Rise di gusto l’uomo. Afferrò l’oggetto magico, con entrambe le mani, guardando nella sfera di cristallo con attenzione e ciò che accadde lo paralizzò.
- Ma cosa…
Una nube porpora, si fece strada nella sfera, dando luogo ad immagini, volti e fatti.
- Re…Regina.
Chiamò il Pirata. Sembrava preoccupato.
La mora si voltò, notando la luce abbagliante, scaturire dall’oggetto.
- Hook. Lascia la sfera!
Ordinò l’ex Sindaco.
- Non ci riesco!
Esclamò l’uomo allarmato.
Malefica con un gesto della mano, lanciò un raggio elettrico che riuscì ad allontanare la sfera in cristallo dal Pirata.
Appena l’oggetto magico non fu più fra le sue mani, l’uomo perse i sensi cadendo a terra.
- Hook!
Regina si accucciò al suo fianco, scuotendolo per farlo riprendere.
Passò qualche minuto prima che Hook si risvegliasse di scatto.
- Qualsiasi cosa accada, non fidatevi di Gold!
Bisbigliò il Pirata. Occhi sbarrati, aveva afferrato la Evil Queen dal vestito per portarla ancor più vicino a se.
- Gold? Che c’entra Gold?
Chiese l’ex Sindaco perplessa.
- Io…ho avuto una visione…ma non…non posso parlartene ora, Regina. Lui, sta venendo qui.
L’uomo sembrava seriamente traumatizzato. Cosa poteva aver mai visto, di così orribile?
La mora lo guardò interrogativa.
- Meglio proseguire le ricerche su ciò che ci rincorre.
Propose Regina, continuando a guardare il Pirata. Tutto ciò non la convinceva. Che fosse una messinscena?
- In questo, posso aiutarvi io.
Disse Gold entrando nella stanza.
La Evil Queen e Malefica si guardarono. Coincidenza?
- Come ha fatto a superare l’incantesimo di protezione?
Domandò Regina.
- Si ricordi che sia lei che sua madre, siete state mie allieve.
Regina tentò nuovamente di metter da parte l’ira che provava in quel momento, cercando di restare calma il più possibile.
- E come?
Domandò Malefica, incuriosita.
- Con questo.
Gold fece apparire nelle sue mani, un libro rilegato in pelle marrone, molto simile a quello trovato nel scomparto del pavimento..
Regina allungò una mano per prendere l’oggetto, ma Rumple lo allontanò dalla donna.
- Prima, devi dirmi cos’avete scoperto.
La Evil Queen alzò un sopracciglio.
- Che vuoi dire?
Gli chiese la mora. Cosa sapeva quell’uomo?
- Vuole sapere dei li…
Hook si intromise, ma Malefica alzando una mano verso il Pirata, lo scaraventò su una montagna di libri, tappandogli la bocca con uno straccio..
- Andiamo, Regina.
Sorrise Gold.
Nessuna risposta da parte della donna.
- So dell’esistenza dei tre libri, Mia Cara. Voglio vederli.
La Evil Queen non esitò.
- Non li abbiamo trovati.
- Regina. Questi giochetti, non mi sono mai piaciuti. Prego, me li mostri.
Asserì l’uomo. Hook se ne stava zitto, comprendendo che in quei libri ci fosse qualcosa, che Rumplestiltskin poteva usare contro tutti loro.
- Dice il vero. Non li abbiamo trovati.
Malefica confermò, ciò che l’amica aveva detto.
Mr. Gold,mise una mano dinnanzi al volto della bionda, che spalancò gli occhi e come un automa fece apparire i tre libri fra le sue mani.
- La ringrazio.
Sogghignò poi Rumple.
Regina rubò velocemente il libro nero, con l’intento di dargli fuoco con la magia.
- No!
Esclamò Gold, lanciandosi sulla donna. Così facendo, la spinse con la schiena a ridosso della parete.
Il libro cadde a terra. Rumple afferrandole i polsi, per evitare che bruciasse l’oggetto, creò un contatto che fece avere una visione preoccupante alla donna.
Con un’onda d’urto, lo scaraventò contro una libreria a muro.
L’uomo cadde a terra, assieme ad alcuni libri che prima erano sulle mensole.
Con un altro gesto della mano, gettò addosso a Gold, una libreria accanto a lui.
Approfittò di quell’occasione, per prendere il libro caduto a Rumple.
I due manufatti sembravano identici. Li aprì entrambe sulla pagina raffigurante la spada.
Velocemente confrontò il disegno dell’elsa su di essi, con quella conservata da Snow.
Nel libro di Gold, la pietra era porpora. Voleva dar loro false indicazioni?
Un piccolo amuleto dalla pietra azzurra, cadde dall’ultima pagina del libro di Cora.
Malefica, ripresasi dallo stordimento provocatole dall’incantesimo di Rumple, raccolse l’oggetto da terra avvicinandolo all’elsa, come raffigurato nel libro della madre dell’amica.
La pietra azzurra incastonata sull’impugnatura, brillò sino a rendere di un calore ustionante, l’elsa stessa. Ciò costrinse l’ex Sindaco a farla cadere a terra.
L’oggetto vibrò sul pavimento e magicamente, la lama ricomparve.
- È lei!
Esclamò Malefica.
Regina gettò a terra il libro, scostò con la magia la libreria caduta e forsennatamente, scavò fra la montagna di libri e oggetti che ricoprivano Gold per poterlo quantomeno strozzare.
L’uomo era sparito.
Hook si liberò del bavaglio che gli ricopriva la bocca, messogli da Malefica per zittirlo.
Si alzò raggiungendo la Evil Queen.
- Mancano anche i tre libri.
Informò le due donne.
Regina si voltò bruscamente verso il Pirata, facendolo sussultare.
- Cos’hai visto?
Gli chiese.
- Che intendi?
Rispose l’uomo, incerto su ciò che gli era stato chiesto.
- Cos’hai visto!
Più che una domanda era divenuto un ordine.
- Nella visione, ragazzo.
Spiegò Malefica, sospirando spazientita. A volte Hook sembrava essere davvero un tontolone.
- Ora sta andando dai Charming. Ti vuole fregare.
Rispose il Pirata.
- Non se prima arriviamo noi.
Sogghignò Malefica tenendo fra le mani, i due libri riguardanti la spada.



Note di Alex: E qui il mistero s'infittisce :D
Cos'avrà visto Regina nella visione, datale dal contatto con Gold?
Alla prossima e grazie :)

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12
 
Regina spiegò velocemente ai due, la visione avutale tramite il contatto con Gold.
Il tutto poi, venne confrontato con la visione del futuro, avuta da Hook tramite la sfera di cristallo.
Senza perdere altro tempo, corsero ai cavalli.
Malefica afferrò le briglie, mentre Regina mettendo una mano sulla spalla dell’amica e una su quella di Hook, li fece svanire.
Comparvero nel grande giardino, del castello di Biancaneve.
Videro Trilly, parlare con uno dei nani.
Le ordinarono di andare da Henry e chiudersi nella sua camera, sino a nuovo ordine.
I Charming uscirono, seguiti da Emma.
- Vi stavamo aspettando.
Una voce proveniente dalle loro spalle, richiamò l’attenzione dei tre appena arrivati a palazzo.
Gold, superò Emma e i reali, mettendosi in testa al gruppo, per fronteggiare faccia a faccia l’Evil Queen.
Emma mosse un passo verso la compagna, ma ella con un cenno, le intimò di stare lontana.
- La spada, in cambio di questi.
Propose Gold, facendo apparire nella sua mano, i tre diari di Cora.
Non poterono nascondere l’arma, visto che era visibile a tutti.
Malefica la teneva in mano e sicuramente Gold, prima di svanire, aveva atteso che l’avessero in pugno.
“Solo una persona munita di sigillo, atta ad adoprarla con buoni intenti, riuscirà a fare di un’elsa, una spada”.
Queste parole, erano scritte in entrambi i manuali.
- E se io, non volessi consegnartela?
Domandò Malefica, facendo un sorriso sghembo.
- Oh, lo farai.
Disse Gold, svanendo.
I restanti, si guardarono intorno confusi, in cerca dell’uomo appena scomparso, dinnanzi i loro occhi.
Sentendo l’aria attorno a loro, divenire pesante ed immobile, Regina si portò accanto alla figliastra.
Quello che accadde successivamente, fu talmente veloce, da impedire qualsiasi sorta di reazione da parte dei presenti.
Rumplestiltskin comparve dietro a Biancaneve e, abbracciandola da dietro, la trafisse con un pugnale alla spalla.
L’uomo svanì nuovamente.
Snow sgranò gli occhi, accasciandosi fra le braccia di Regina.
La matrigna accompagnandola a terra per sdraiarla, le accarezzò il viso dolcemente, sussurrandole una frase all’orecchio, senza che nessuno lo notasse.
Solo Emma riuscì a vedere, e capì. Regina aveva un piano.
I tre diari di Cora, erano poggiati a terra. Un’esca?
Qualsiasi cosa fosse stata, Malefica non perse tempo.
Fece apparire il Libro Nero, nella sua mano.
Gold comparve davanti alla Strega, attaccandola per fermarla, ma Regina era stata informata di quell’attacco, precedentemente da Hook.
Il Pirata l’aveva scorto nella sua visione.
Mentre attorno al manufatto, comparvero lingue di fuoco color azzurro e blu che lo consumarono velocemente, l’Evil Queen parò l’attacco magico del Signore Oscuro, facendo scudo all’amica e scaraventando l’uomo addosso ad un albero.
Gold, lanciò a Regina un’ondata di fuoco, che l’ex allieva parò senza troppa difficoltà.
James, Hook ed Emma, nel frattempo, erano andati a soccorrere Mary Margaret.
Il diario Nero, era stato totalmente distrutto dalla Strega.
Con un potente incantesimo, riuscì a bloccare totalmente l’uomo, impedendogli ogni via di fuga.
- Cosa mi hai fatto!
Gridò Gold a Malefica, che sorridente lanciò la spada dalla pietra color porpora, a Regina che l’afferrò.
Senza alcuna esitazione, l’Evil Queen trafisse il Signore Oscuro.
Un ghigno di soddisfazione, nacque sul volto della donna.
- Nessun lieto fine per te.
Disse Regina, avvicinandosi all’uomo davanti a se.
- Dove li tiene in ostaggio?
Bisbigliò l’ex Sindaco, certa che nessuno riuscisse a sentirli.
Gold agonizzante, si aggrappò alla spada con una mano, mentre con l’altra si aggrappò alla mora.
- Sapevo che avresti capito. Ho tutto sotto controllo. Non intervenite.
Le rispose all’orecchio.
- Dove si trovano Gold?
Chiese nuovamente Regina.
- Residenza invernale di Leopold.
Quello scambio di parole, dette come fossero un grande segreto, fu occultato dalla stessa posa dei due.
Il Signore oscuro scomparve, senza lasciare traccia né della spada e nemmeno del suo stesso libro contenente false indicazioni su Excalibur.
Biancaneve, guarita da Malefica, si avvicinò alla Matrigna.
Furono raggiunte anche dagli altri.
- Lo so. Abbiamo molte spiegazioni da darvi, su ciò che è appena accaduto.
Rassicurò i presenti regina.
- Andiamo in biblioteca. Vi spiegherò ogni cosa.
Concluse la mora, indicando ai presenti la grande porta d’entrata al castello.
 
Erano tutti riuniti nella biblioteca del palazzo.
Porte chiuse ed incantesimo di isolamento del suono, attivo.
La cena era trascorsa, con pochissime parole da parte di ogni commensale.
Solo il piccolo Henry sprizzava gioia, nel vedere la madre accanto a lui.
Le era mancata moltissimo e si era preoccupato.
Hook era in piedi dietro al sofà, dov’erano sedute Malefica e Regina.
Dinnanzi a loro, due divani su cui attendevano spiegazioni i Charming, Trilly, Emma ed il piccolo Henry, attentissimo e curiosissimo, nel conoscere tutto ciò che la madre aveva scoperto in quella giornata d’assenza.
Regina stava cercando di riordinare nella propria mente, tutti gli eventi accaduti, per poterli riferire al meglio.
Non sapeva da dove iniziare.
- Dall’inizio, Regina.
Snow, sembrò intercettare i pensieri della matrigna, che sospirando, iniziò.
- Diciamo che con qualche difficoltà, siamo riusciti a trovare il luogo, dove mia madre aveva nascosto i suoi libri.
Iniziò la donna.
- Mentre loro rovistavano, io ho trovato uno scompartimento nascosto nel pavimento, contenente questo.
Il Pirata mostrò un piccolo libro, con su scritto “Camelot”.
- Io e Regina, sfogliando quel libretto, abbiamo notato vari particolari indicanti che l’elsa conservata da Snow, appartenesse alla vera Excalibur.
Continuò Malefica.
- Finché loro confabulavano su spada e non spada, io frantumato dalla noia, ho trovato un oggettino simpatico con cui fare l’idiota.
Proseguì Hook.
- Oggetto, che poi l’ha portato ad avere una visione, su ciò che è accaduto poche ore fa.
Intervenne Regina.
- E lasciandomi a terra, privo di sensi per un po’.
Aggiunse Uncino.
- A detta mia, la cosa migliore, finché è durata. La gioia si interruppe quando si è svegliato di soprassalto, tremante e agitato, dicendoci di non fidarci di Gold.
Disse Malefica ai presenti, sempre più interessati a ciò che era accaduto ai tre.
- Persona che poi, coincidenza o no, si è unito a noi fornendoci una copia esatta di questo libro.
Indicò Regina, mostrando nuovamente il volumetto fra le sue mani.
- Libro che differiva solo su una cosa: il colore della pietra incastonata nell’elsa.
Spiegò Malefica.
- Ma quello l’ho scoperto, dopo che Gold aveva costretto Malefica, a consegnargli i tre libri che avete visto anche voi.
Proseguì Regina.
- Perché avete bruciato quello nero?
A quella domanda da parte di Emma, il cuore della Evil Queen sussultò.
Senza poterlo controllare, sbiancò evidentemente in volto.
- Conteneva formule, che non potevano finire in mani sbagliate.
Mentì Malefica.
- Regina tentò di bruciarlo, già nella villa della madre, ma Gold la fermò assalendola e bloccandola al muro.
Continuò con il racconto Hook, pur di distogliere l’attenzione da quel libro.
- Dandomi così la visione, di ciò che lo stava affliggendo.
Regina fece una pausa, per assicurarsi che Henry si fosse davvero addormentato durante il racconto.
A bassa voce, quasi in un bisbiglio, proseguì.
- Neal e Belle, sono stati catturati dalla strega.
Si trovano nella residenza invernale di Leopold. Quest’ultimo particolare, me l’ha detto quando ho finto di ferirlo. La spada era falsa ed incantata da Malefica, usando lo stesso incantesimo fatto al pugnale, che ho adoperato io anni fa su…te…Snow.
Dandoci quel libro con informazioni non veritiere sulla spada, ci ha fatto comprendere che noi, possedevamo la vera Excalibur.
Contraffacendola e lasciando che lui ce la rubasse, non senza lottare ovviamente, ha fatto sì che chiunque stesse guardando in quell’istante, non mettesse in dubbio la sua lealtà verso chiunque gli abbia ordinato di portarcela via. Lo so, è contorto, ma non fa una piega.
Concluse la spiegazione la Evil Queen.
- E la vera Excalibur?
Domandò James.
Malefica si alzò dal sofà, avvicinandosi ad Hook che dava volutamente le spalle ai presenti.
Passando una mano sulla schiena del Pirata, venne alla luce, ciò che prima nessuno riusciva a vedere.
Comparve un fodero, contenente una spada.
- Geniale!
Esultò il Principe alzandosi dal divano e avvicinandosi ai tre.
Il Pirata, porse l’arma con fodero a James, che la mostrò a Snow.
- Ora ha anche la lama. Come avete fatto?
Chiese Biancaneve stupita.
Regina si alzò avvicinandosi alla figliastra e mostrandole la pagina del libro, contenente la frase enigmatica.
- “Solo la persona munita di sigillo, atta ad adoprarla con buoni intenti, riuscirà a fare di un’elsa, una spada”.
Lesse Mary Margaret. Prima che potesse chiedere del sigillo, la matrigna glielo mostrò.
- Dobbiamo aiutare Belle e Neal.
Asserì Snow.
- Gold ha detto di non intervenire. Dice che ha tutto sotto controllo.
Rispose Regina, ripetendo le parole di Rumple.
- Speriamo.
Sospirò Biancaneve, con lieve preoccupazione.
 
Emma era sdraiata a letto, intenta a guardare la compagna sistemare alcune cose su di un antico comò.
Da una bisaccia nascosta dal mantello, la Evil Queen con le mani ornate da guanti neri in pelle, estrasse una sfera di cristallo rotta.
- Cos’è quella?
Chiese Emma, indicando l’oggetto magico nelle mani della mora.
- La Sfera delle Previsioni Future.
Rispose quest’ultima, imitando teatralmente un tono di misticità, da grande rivelazione.
- La che, di cosa?
Domandò confusa la bionda.
- Non chiedere.
Disse la mora.
- Ah, e non toccare. L’ultima volta quasi abbiamo perso Hook.
Aggiunse Regina con tono fermo.
Emma si mise in ginocchio, avvicinandosi carponi alla compagna, che poggiò l’oggetto.
- Ok. Allora, cosa posso toccare?
Chiese l’ex Sceriffo, con un sorriso a dir poco malizioso.
Tirò Regina a se, baciandola.
- Su di me, tutto.
Le sussurrò la mora, con quel tono basso e sensuale, che faceva perdere la testa ad Emma.
La Evil Queen, morse delicatamente il lobo dell’orecchio della bionda, prima di poggiare le sue labbra sul collo lasciandovi una scia di baci roventi.
Emma l’afferrò, stringendola più forte, per poi tirarla sul letto sopra di se.
La risata divertita di Regina, le scaldò il cuore.
Ciò che avvenne in seguito, glielo raggelò.
- Aspetta.
Disse Regina, facendosi seria in volto.
Le mancava il respiro, ma non poteva portare oltre quel pesante fardello.
- Che succede Regina?
Domandò Emma preoccupata.
- Devo parlarti di una cosa.
Entrambe si sedettero sul letto, una di fianco all’altra.
- Malefica ha mentito, sul contenuto del Libro Nero.
A quelle parole, la bionda inghiottì a vuoto.
Una morsa le serrò lo stomaco.
- In quel libro  erano contenute svariate cose: i miei progressi magici, i miei punti deboli e punti di forza e una cosa che ti riguarda di cui non ti ho parlato.
Premetto che è accaduta prima del mio cambiamento, quindi ti chiedo di essere clemente con me.
Non…non…
- Regina, ti prego mi stai preoccupando e non poco.
La interruppe Emma. Il suo cuore batteva all’impazzata.
- Ho ucciso Graham.
Quelle parole uscirono dalla bocca della mora, tutte d’un fiato. Le stesse parole che per la bionda, furono una coltellata al cuore.
Si alzò velocemente, dirigendosi verso la porta e uscendo dalla camera.
Regina la seguì in corridoio.
- Aspetta, ti prego.
Gridò la Evil Queen alla compagna, che si stava allontanando a passo svelto.
Ciò richiamò l’attenzione dei Charming, che aprirono la porta dello loro stanza, preoccupati.
Emma si voltò verso la mora.
Nel suo sguardo delusione mista a rabbia.
- Ti confesso che lo immaginavo, ma sentirselo dire…
Regina le si avvicinò, tentando di accarezzarla, ma ella si scostò bruscamente.
- Non toccarmi. Davvero…non farlo.
Un groppo si formò nella gola dell’ex Sindaco che tentò di reprimere, seppur inutilmente, le lacrime.
- Era meglio tacere.
Disse la donna, più a se che alla bionda davanti a lei.
- E mentirmi ancora? Come…come hai potuto.
Come sei riuscita a venire a letto con me, sapendo ciò che avevi fatto?
Che ti ha fatto di male poi, me lo dici?
Non ti bastava usarlo per tuo godimento personale? Graham non è riuscito a soddisfarti appieno, per caso?
Quelle parole uscirono come un treno in corsa, investendo con la loro durezza Regina.
- Sto già pagando per i miei errori.
Rispose la mora.
- Ah sì? La tua felicità è un pagamento sufficiente a giustificare la morte di Graham? Non credo proprio.
La sua colpa è stata avermi baciata?
Il respiro dell’ex Sindaco si fece veloce, sino a che non si sentì esplodere.
- Ero gelosa, sì! Vuoi che ti dica questo?
Mi dispiace per ciò che ho fatto e mi sento in colpa ogni giorno…ma credimi, tu non sai niente di me, niente! Pensi che io sia felice…con te lo sono stata a Storybrooke, davvero.
Ora però, il vuoto che porto dentro e che mi impedisce di amarti, è la mia punizione per tutto il male che ho commesso, per tutto quello che vi ho fatto…che Ti ho fatto.
- Che…che vuoi dire?
Chiese Emma confusa.
- Da quando sono tornata in questo mondo, sono vuota. Non sento nulla. Ogni volta che mi baci, che vorrei dirti che ti amo più della mia stessa vita… mi fa…male.
L’Evil Queen si fermò. Si mise una mano sul petto perché il dolore era divenuto talmente intenso, da toglierle il respiro. Raccolse le sue forze e continuò.
Le lacrime scendevano senza sosta da quei suoi occhi scuri, così malinconici e profondi, scuri ed estremamente tristi.
- Angoscia e dolore, sostituiscono le farfalle nello stomaco che sentivo, quando ti avvicinavi a me.
Non sento più il cuore battere velocemente, come accadeva quando mi accarezzavi una guancia.
Io…non riesco più ad amarti…non posso…e ciò mi sta distruggendo Emma.
Quindi, come vedi, sto già scontando la mia pena.
Il fatto che Regina, non fosse più in grado di amarla, la scosse più della rivelazione su Graham.
Vederla così, le frantumava il cuore in mille pezzi.
Emma l’amava da morire. Aveva visto il suo cambiamento, giorno dopo giorno.
Ciò che Regina aveva fatto in passato era grave e sbagliato…ma…
Era troppo confusa in quel momento.
- Io…
La bionda non seppe cosa dire.
Si limitò a prenderla fra le braccia, in silenzio.
Regina la strinse a se. Era tanta la paura di perderla.
I Charming, silenziosamente, chiusero la porta della loro stanza.
- Ora…sono confusa Regina…ma…per qualsiasi cosa, potrai contare su di me.
La mora alzò lo sguardo, incontrando quello della ragazza davanti a se.
Si scostò spaventata per ciò che avrebbe seguito quella frase.
- Che vuoi dire Emma?
Domandò Regina. La risposta, già la conosceva.
- Non lo so nemmeno io…solo…dammi tempo.
A quelle parole l’Evil Queen accennò un assenso con il capo.
- Capisco.
Disse prima di svenire. Di lei ne rimase solamente una nube viola, che andava scomparendo.
 
- Oggi gi gi gi, sono la donna più felice dell’universo so so so!
Esclamò ad alta voce Malefica, entrando nella Biblioteca.
Un lamento sommesso, provenne da un sofà davanti a lei.
La Strega, vi si avvicinò, per vedere chi fosse.
Regina, era sdraiata. Il libretto di cameot, sul petto.
- Che ci fai qui?
Domandò Malefica incuriosita.
- E tu, perché sei così rumorosamente radiosa?
Chiese seccamente l’Evil Queen, mettendosi a sedere.
- Mentre passano stagioni che trascinano ricordi, io e bada bene IO, ho trovato un incantesimo per sistemare il mio maniero.
Sorrise soddisfatta la donna.
- Carpentieri…non ne hai mai sentito parlare?
- Sì, ma volevo evitare i tempi lunghi. Tu piuttosto, come mai qui?
I fu silenzio fra le due donne e Malefica capì.
- No. No, no. Non le avrai detto di Graham!
Esclamò interdetta la Strega.
- lo sanno anche i Charming.
Rispose con tono piatto l’ex Sindaco.
- Vuoi farti giustiziare, brutta idiota?
Regina in risposta, sospirò frustrata.
- Vado a prendere un po’ d’aria.
Disse prima di svanire.
- Stupida!
Esclamò la Strega adirata.
 
Camminando senza meta, Regina si ritrovò accanto al mausoleo di Leopold.
Emma era nei dintorni. Stava ancora vagando alla scoperta di nuovi luoghi, quando vide la sua compagna.
Senza farsi udire e vedere, decise di seguirla.
L’ex Sindaco, sentì la voce di Mary Margaret, uscire dalla tomba della sua famiglia.
Stava per andarsene, quando ciò che ascoltò, la rattristò ancor di più.
- …ricordo quella volta, che mi chiamasti al tuo fianco.
Era una grande cena, ove parteciparono parecchi nobili legati alla nostra casata.
Mi prendesti le mani fra le tue, dicendo a tutti i presenti, quanto tu fossi fiero ed orgoglioso di avere una figlia come me.
Quel giorno, per la prima volta nella mia vita, piansi di gioia.
Qualcosa ci ha separati, ma sono fiduciosa che un giorno ci rincontreremo, in un luogo dove nessuno potrà portarti via da me.
Snow, in ginocchio, stava parlando al padre.
- Nonostante lui mi abbia sposata solo per sfizio personale, privarti di un padre che ti amava, è stato un errore. Ho fallito miseramente con tutti voi e non credo, di esser ancora riuscita a comprendere la tua forza. Quella forza in grado di darmi continue seconde chance, pur sapendo.
Mi abbracciasti piangendo, dopo il funerale di tuo padre. Io mi limitai a ricambiare in silenzio.
Ho avuto la mia vendetta, ma ciò che ho ottenuto è stato ancor più dolore.
So che ieri notte avete sentito tutto. Comprenderò qualsiasi decisione, tu e Charming, prendiate in merito.
Mi aspetto le cose peggiori, so che sarebbero più che giustificate.
Si intromise Regina. Era risentita e questo sia Snow che Emma, nascosta dietro ad un albero, capirono.
Biancaneve continuava a fissare, il sarcofago in marmo del padre.
- Hai notato, come siamo arrivate così lontano?
Un cammino, non dovrebbe mai essere così difficile. Nessuno di noi si merita tanto male, nemmeno tu.
Le mie chance, le stesse che tu non hai mai voluto cogliere, erano donate alla persona che mi aveva salvata.
Non capivo fino in fondo, quanto era divenuto oscuro il tuo cuore. Quando purtroppo l’ho compreso, ti avevo già perduta. Ora so tutto.
Adesso ho James al mio fianco, e vedo ogni giorno mio nipote e mia figlia così felici, grazie anche solo ad una tua semplice risata o attenzione nei loro confronti...vederci tutti qui riuniti nell’Enchanted Forest e pensare di poter governare tutti insieme come una grande famiglia…mi fa stare davvero bene.
Siamo uniti, è questo ciò che conta.
Il “come”, a volte, non importa. Voglio che sia il risultato finale, a guidarmi in questo nuovo inizio.
Quella fu la prima volta, in cui Regina pensò che Biancaneve era davvero pronta per regnare.
- Mai e poi mai, avrei pensato che un giorno, accadesse tutto questo.
Credevo di trovare in Storybrooke, il mio lieto fine. Mi sbagliai nuovamente.
Ciò che vi trovai, fu solo un vuoto enorme da colmare.
Ero sola e lo ero davvero, e tutto a causa mia.
Avevo deciso, che nessuno avrebbe fatto breccia nel mio cuore, ma Henry ed Emma…loro vi si sono insinuati. Un gesto o uno solo sguardo, a loro era bastato, per abbattere quel muro che avevo costruito intorno ad esso.
Ora sono qui, in attesa di qualcosa, che ancora un volta potrebbe cambiare per sempre la mia vita.
Regina parlò con il cuore.
Snow si alzò andando verso di lei.
- Quando Gold mi ha ferita e mi hai presa fra le braccia, hai accarezzato la mia guancia, sussurrandomi di stare tranquilla e che tutto si sarebbe sistemato.
In quell’istante, per la prima volta da quando mio padre ti ha sposata, ti ho sentita vicina come madre.
Non pretendo che tu mi ami, ne che nel tuo cuore tu possa creare un posto per me…voglio solo sapere che ci sei. Se non per me, per Henry ed Emma.
- Io ci sarò…anche per te.
Quella frase da parte della matrigna fu un sussurro lieve.
- E comunque, non sono certa che Emma mi voglia ancora. Come biasimarla.
Regina sentiva il cuore sgretolarsi nel petto.
- Hai sbagliato. Lo sbaglio è grave. So che lo sai e come me saprà anche che sei cambiata.
L’ha visto con i suoi occhi. Lei ti ama davvero. Il vostro è vero amore.
- Ma io…l’ho perduto.
- Parli di Daniel?
- No. Io non riesco più ad amarla. È il prezzo della maledizione o ancora l’incantesimo di Pan. Davvero non lo so. So solo che mi fa male…un dolore che mi stringe il cuore fino a farlo dolere, tanto da togliermi il respiro.
A quelle parole dette dalla matrigna, Snow estrasse dalla sua bisaccia posta dietro la schiena, un ampolla contenente un liquido brillante.
Regina era stranita, ma anche incuriosita da quell’oggetto.
- Non sei l’unica ad avermi sussurrato una cosa all’orecchio.
Disse Biancaneve alla donna davanti a se.
- Gold?
Chiese a sua volta l’ex Sindaco. Domanda a cui la figliastra rispose con un assenso del capo.
- Mi disse di darla a te. È il vero amore.
Il cuore di Regina, mancò di un battito.



Note di Alex: Capitolo intenso...come reagirà Emma a quelle parole udite?
Gold avrà davvero tutto sotto controllo?
Fatemi sapere che ne pensate :D
Alla Prox.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13
 
Regina si voltò, scorgendo accanto ad un albero Emma, intenta ad ascoltare l’intera conversazione.
Prese l’ampolla che Snow le porse, fra le mani, avvicinandosi poi alla compagna che istintivamente fece in passo indietro.
Quel gesto alla mora, fece male.
Con stizza afferrò la mano di Emma, mettendovi nel palmo l’ampolla.
- Tienila tu. Quando non ti farò più così schifo, me la consegnerai. Sempre che ti vada, di stare ancora con questo mostro.
Il suo, era un tono di rabbia, più verso se stessa.
Detto ciò, svanì.
 
Malefica aveva atteso Regina, dinnanzi le porte del mausoleo dei Mills.
L’attesa sembrò essersi rivelata vana, sino a quando all’interno della tomba, non udì rumore di cocci in frantumi.
Con non poca fatica, riuscì a superare la protezione magica di alto livello, aprendo così le porte ed entrando nel mausoleo.
- Regina…
La mora sembrava un uragano, rinchiuso in una scatola.
La donna si voltò di scatto, scaraventando un vaso addosso alla Strega, che scomparendo lo evitò lasciando che si frantumasse addosso ad una parete.
- È giusto sfogare la rabbia, Amica Mia, ma ne hai fin troppa dentro te. Vuoi far per caso esplodere l’intera Enchanted Forest? Perché di questo passo…
Ironizzò Malefica, ma senza esito.
- Vuoi per favore fermarti e spiegarmi che accade?
Quella domanda sembrò far scatenare ancor più, la furia di Regina.
- Lo prendo per un no.
Si disse la Strega.
- Regina…
Un’altra voce la chiamò.
Malefica non se ne accorse, ma quel timbro inconfondibile, arrestò l’uragano Evil Queen.
- Oh…mi è bastato starmene zitta per fermarti. A saperlo…
Sorrise la Strega, per poi voltarsi a guardare ciò che l’amica stava osservando.
Emma era alle sue spalle.
- Uhm…e pensare, che credevo fosse merito mio.
Borbottò Malefica prima di svanire, lasciandole sole.
- Tu non mi fai schifo.
Disse Emma tutto d’un fiato.
- Ho solo bisogno di assimilare tutto.
Aggiunse, avvicinandosi lentamente alla mora immobile.
- Ma il fatto è che…
La terra sussultò bruscamente, sotto i loro piedi.
Per restare in equilibrio, le due donne dovettero aggrapparsi l’una all’altra, guardandosi intorno sbigottite.
- Ma cosa?
Si domandò Emma.
Regina la prese per mano, correndo sino all’uscita del mausoleo.
Malefica era li, poco distante da loro, intenta a fissare il cielo. Fattosi improvvisamente carico di nuvole, dal colore sospetto. Erano tra il porpora ed il violaceo. Niente di buono.
- La torre!
Esclamò Regina, svanendo insieme ad Emma e alla Strega..
James e Snow erano già presenti sull’alta struttura di vedetta, quando le tre donne comparvero.
Una nube densa e scura di vasta dimensione, sembrava avanzare rasoterra.
- Gold, avevi tutto sotto controllo eh?
La rabbia trasalì dall’ex Sindaco.
- Regina, la tua armata!
Esclamò malefica. Aveva un’idea che la Evil Queen non comprese.
- Prego?
Domandò la mora perplessa.
- Dammi una mano a creare la tua armata.
- A che pro?
- Quella nube, sono guerrieri!
A quella risposta, l’ex Sindaco assieme ai presenti, strabuzzò gli occhi.
- Dobbiamo uscire dalle mura.
Asserì Malefica.
La nube magica, si stava avvicinando velocemente.
- James, riunisci più guardie possibili. Ora!
Ordinò Regina.
Il Principe, senza indugio eseguì correndo giù dalla torre, mentre Snow suonò la campana d’allarme.
- Emma, ti prego, rinchiuditi nel castello e proteggi Henry.
La bionda vide negli occhi della compagna, quanto fosse spaventata.
Le strinse forte la mano, che ancora non aveva lasciato, e corse nel castello dal figlio.
Malefica e Regina, comparvero fuori dalle mura del castello.
Si misero una di fronte all’altra, prendendosi le mani ed iniziando ad invocare l’armata oscura.
Nel frattempo le guardie radunate da James, formarono due file compatte dietro alle due maghe, a protezione del castello.
Gli arcieri erano distribuiti lungo la cinta della muraglia, pronti a scoccare.
Due file di balestrieri, una in piedi ed una in ginocchio, si sistemarono dinnanzi alle due donne, nel caso avessero avuto bisogno di ulteriore tempo.
La nube scura, si stava avvicinando pericolosamente.
Qualcosa apparve davanti ai balestrieri. Dapprima ombre indefinite, poi via via i corpi dei soldati oscuri iniziarono a prendere forma, divenendo uomini dalla nera armatura.
Da due file divennero sei e poi dieci, tutti al servizio delle due donne.
La nube densa, mutò anch’essa trasformandosi, seppur parzialmente in soldati mostruosi. Si riusciva a distinguerne le teste, le braccia ed il busto.
Erano però, ancora una massa informe, come se mancasse la potenza necessaria per completare e definire l’incantesimo.
Malefica e Regina si sentirono pietrificare, non sapendo che effetti avrebbe potuto creare tale magia.
Quei mostri erano tanti davvero, e se fossero riusciti a completare la loro struttura demoniaca, l’ armata dei Charming e quella delle due maghe, sarebbero state spazzate via in un attimo.
Emma guardava tutto dalla finestra. Il cuore in gola.
Era terrorizzata. Regina era in serio pericolo e ancora una volta, si stava sacrificando per salvarli.
I presenti deglutirono a vuoto. La nube di mostri era a pochi metri, sino a che non fu talmente vicina da sovrastarli.
Quando l’armata si scontrò con i soldati oscuri, arrivando direttamente alle porte del castello, il cuore dell’ex Sceriffo si fermò assieme a quello di tutti i presenti.
Malefica e Regina, avevano accettato il loro destino chiudendo gli occhi, certe di una dura sconfitta.
Ciò che seguì quell’impatto, fu solo immenso silenzio.
Aprendo gli occhi e guardandosi intorno, le due donne videro che nessuno proferì verbo, tanto erano rimasti storditi dall’accaduto.
Ci volle qualche minuto, prima che tutti tornassero a respirare.
Nessuna traccia né della nube, né dei mostri.
Un raggio di sole brillava alto nel cielo.
La Evil Queen fece una risata nervosa.
- Ha voluto spaventarci!
Esclamò Malefica sollevata.
Nessuno si mosse dalla propria postazione, credendo che tutto ciò, non avesse davvero avuto fine.
James e Snow raggiunsero le due maghe.
- Cos’è accaduto?
Domandò trafelata Biancaneve, ancora con il cuore che correva all’impazzata.
- Penso che abbia voluto metterci alla prova.
Rispose Malefica.
- Ora, credo sia tutto tranquillo, ma…abbiamo bisogno d’aiuto.
Intervenne Regina.
- Non so cosa stia accadendo, ma non ho intenzione di attendere che quella donna diventi più potente. Questo attacco è troppo anche per noi due. Abbiamo bisogno di altra magia.
Aggiunse l’ex Sindaco.
- La magia di Emma, non può aiutarvi?
Chiese James.
- La voglio fuori da tutto questo. Siamo in pericolo ed Henry…ha bisogno di una madre.
Rispose Regina tristemente.
- A chi pensate di chiedere aiuto?
Domandò Snow incuriosita.
- Ad una vecchia conoscenza.
Disse la Evil Queen, che volle mantenere l’anonimato su chi fosse il loro futuro aiuto…sempre che accettasse.
- Solitamente è neutrale, ma un po’ d’aiuto non guasta mai.
Aggiunse Malefica.
- Io vado a cercarla. Non sarà un’impresa facile. Malefica resterà qui con voi, nel caso subiste altri attacchi.
Informò il Sindaco.
- Io vengo con te.
La voce di Emma alle spalle di Regina, la fece sussultare.
- Voglio venire con te.
Ripeté nuovamente la bionda.
- Aspetta.
Malefica afferrò per un braccio l’Evil Queen, che si voltò a guardarla.
- Ora so…credo di aver compreso. Prima che tu vada a cercare tu sai chi, ho bisogno di fare una cosa, che andava fatta tempo fa. Tu porta qui i libri di magia di tua madre.
La Strega svanì senza lasciar modo di replicare. Regina, Emma ed i Charming rimasero a guardarsi perplessi.
Emma tese una mano verso la compagna.
- Andiamo?
Le chiese sorridendo.
Regina guardò la mano, spostando lo sguardo lungo il braccio, sino ad incontrare i verdi occhi della bionda.
Posò la mano su quella dell’ex Sceriffo e svanirono.
 
- Questa era casa tua?
Chiese Emma cautamente.
- Sì. Qui sono nata e cresciuta, fino a quando salvare una certa bambina, non ha sconvolto la mia vita.
Rispose Regina in un sussurro.
Ci fu un breve silenzio fra le due, finché Emma decise che fosse troppo assordante, così lo interruppe.
- Questo è lo studio di tua madre?
Domandò la bionda, guardandosi intorno.
- Sapevo tenesse libri di magia, ma è stato Hook ad informarmi dell’esistenza di uno “studio”.
Regina stava creando due pile di libri, riunendo tutti i tomi riguardanti incantesimi.
Di nuovo calò il silenzio nella stanza.
L’Evil Queen cercava senza sosta, vagliando volume dopo volume.
Emma le prese una mano, facendola voltare verso di se.
I loro occhi s’incontrarono e la bionda, coprì ogni distanza fra le loro labbra.
Una singola lacrima, scese sulla guancia dell’ex Sindaco, poi Emma si scostò.
- Mi dispiace per ciò che ti ho detto. Me ne vergogno.
Disse con lo sguardo basso, l’ex Sceriffo.
- Non importa.
- Ma importa a me.
Le sussurrò la bionda.
- Se mi arrabbio è perché Ti Amo, ma ti confesso…che conoscere il tuo lato da “Evil Queen”, mi ha terrorizzata. Per me tu sei Regina…la mia Regina.
Aggiunse stringendo la mora a se.
- Non posso fare a meno di te. Noi ci apparteniamo, siamo una famiglia.
A quelle parole, il dolore al petto di Regina, si fece sentire.
Emma estrasse dalla tasca, la fiala datale precedentemente dalla compagna, porgendogliela nuovamente.
- Voglio che tu la beva. Voglio che il tuo cuore, torni a battere per me. Voglio tornare a vedere nei tuoi occhi, il mio riflesso. Ti voglio indietro Regina.
La Evil Queen la baciò, ma prima di bere dalla fiala, qualcosa la fermò.
- Ne sei sicura? Non è che poi, mi punisci andandotene?
Emma non rispose. La tirò a se baciandola con passione.
L’intensità di quel bacio, lasciò senza fiato entrambe.
- Sai essere convincente, Swan.
Sorrise Regina. Poggiò la fiala alle labbra e ne bevve il contenuto ad occhi chiusi.
Un calore immenso, la pervase lasciandola stordita.
Aprì gli occhi lentamente, quasi con timore che Emma se ne fosse andata, ma lei era li che le sorrideva dolcemente.
Regina ricambiò prendendole una mano e poggiandosela sul petto. Il suo cuore, finalmente batteva, veloce come se volesse uscire dalla gabbia toracica.
Emma rise di gioia, stringendola in un forte abbraccio.
- Che dolci. Non farete sesso adesso, vero?
Una voce familiare le raggiunse. Entrambe si voltarono.
Riflesso in uno specchio c’era Hook, che rideva sornione, mentre Snow e James lo guardavano contrariato.
Regina schioccò le dita di entrambe le mani. Snow e James si mossero come comandati, dando un pugno sulle spalle del pirata, situato fra loro.
- Va bene, va bene, non parlo più.
Sbottò Uncino.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14
 
Dopo che i Charming, avvisarono Emma e Regina del ritorno di Malefica, le due donne tornarono al castello portando con sé un centinaio di libri.
- Stai scherzando, spero.
Sbottò Malefica frustrata, dopo aver visto il quantitativo di volumi posti su di un lungo tavolo presente nella biblioteca..
- Non sono famosa per il mio umorismo. Tu mi hai detto di portarli qui e io l’ho fatto. Ora vorrei sapere perché.
Rispose Regina curiosa.
- Sedetevi e vi spiegherò ogni cosa.
I Charming presero posto sul sofà di sinistra, al centro della sala mentre Hook e Trilly si sedettero sul divano di destra accanto ai reali. Su di un terzo sofà, davanti a loro quattro, c’erano Regina ed Emma.
Malefica stava in piedi, accanto ai presenti.
- Innanzitutto, la donna che ci perseguita, si chiama Morgana.
La fonte “Vita Merlini” lasciataci da Merlino stesso, un potente mago, la indica come la più vecchia di nove sorelle, che insieme governano su Avalon. Inizialmente era solo una guaritrice e una mutaforma.
Spiegò la Strega.
- E ora?
Domandò Regina sempre più interessata.
- Ora, le interessa il potere più di qualsiasi altra cosa. Ha rubato ogni libro di magia, da Merlino. Studiando su di essi è divenuta assai potente.
- Se ha tutta questa potenza, perché le serve la spada?
Chiese Snow, portando avanti il busto e poggiando i gomiti sulle ginocchia.
- Perché dividere il trono con le sorelle, le sta stretto. Con l’aiuto di Excalibur, può sconfiggerle e regnare su Avalon indisturbata.
- Non fa prima, ad usare la magia contro di loro?
Asserì il Principe.
- Non sono riuscita a comprenderne il motivo, comunque no.
Rispose Malefica.
- In questo, posso essere d’aiuto io. Leggendo il libro “Camelot”, ho scoperto che Excalibur riveste un ruolo fondamentale in quanto, chi la possiede è di diritto reale in carica.
Dopo quelle parole dette da Regina, ci fu un attimo di silenzio, in cui ognuno rifletteva sulle informazioni appena assimilate.
- Morgana deve aver scoperto il tranello di Gold. Se è così, che gli avrà fatto? E a Belle? A Neal?
Snow era davvero preoccupata.
- È anche per questo, che dobbiamo sbrigarci. Oltre al fatto che l’abilità di questa donna, cresce a dismisura.
Aggiunse Malefica.
- Ho capito, il perché dei libri!
Esclamò Regina, alzandosi in piedi di scatto.
- Sapevo che ci arrivavi da sola, amica mia.
Sorrise la Strega.
- Illuminaci.
Intervenne James.
- E questa richiesta da parte del Principe, indica fermamente che senza te, non possono governare.
Il sorriso di malefica, si fece ancor più ampio, catturando sguardi contrariati ed un sorriso sghembo da parte dell’ex Sindaco.
- Per essere potenti, servono due cose: cervello e magia.
L’arte magica, quell’essenza che noi sentiamo dentro e che prende vita, è la nostra forza. Non basta che essa cresca in noi, sviluppandosi. Ciò che distingue gli uni dagli altri, è l’intelletto.
È come per voi persone normali, siamo tutti dotati di capacità. Bisogna saperla usare e sfruttare.
Vi siete mai chiesti, perché Tremotino è così potente? Perché è il Signore Oscuro? Errore.
Riflettete bene, qual è il suo punto di forza?
Domandò Regina ai presenti.
- La profonda conoscenza delle arti magiche, suppongo.
Rispose Emma, seguendo il flusso di pensieri della compagna.
- Esatto Principessa. Ma, esiste sempre sul cammino di ciascuno di noi, una persona a conoscenza di almeno una cosa che noi stessi ignoriamo. Esempio pratico…
La Strega si voltò verso l’ex Sindaco, che alzò un sopracciglio.
-…Regina so già che non ti piacerà, ma porta pazienza e non darmi fuoco.
La donna alzò gli occhi al cielo, indicando a Malefica di proseguire.
- Ad ogni modo, esempio pratico: Regina conosce mille incantesimi? Io ne conosco mille e uno.
Quell’uno fa la differenza, perché proprio quell’uno, potrebbe portare alla tua sconfitta.
Continuò nella sua spiegazione, Malefica.
- Morgana ha avuto parecchio tempo per studiare ed imparare ad usare gli incantesimi, contenuti nei libri di Merlino da lei rubati.
Aggiunse James.
- Incantesimi che in trent’anni si sono sviluppati e migliorati. Ovviamente, in quanto nuovi, a noi sono sconosciuti.
Spiegò Regina.
- E sicuramente, i libri di tua madre li contengono. O almeno lo spero.
Disse Malefica.
- Le parole del potere, non scompaiono mai. Rimangono dormienti, in attesa di quanti hanno la volontà di risvegliarle.
Asserì Regina, facendo sorridere l’amica. Era una frase che parecchi anni prima, aveva detto a Regina stessa.
- Esiste una possibilità, che voi possiate imparare i nuovi incantesimi, in breve tempo?
Domandò Emma, un po’ in ansia per la gravità della situazione.
- Direi di sì. È faticoso e consuma energie, ma con un po’ di riposo, torneremo come nuove.
Regina fissò malamente l’amica, che la guardò a sua volta.
- Che c’è?
Domandò Malefica.
- Scommetto che questo è il milleuno.
La Strega la guardò sorridendo maliziosamente.
- Non lo conosci questo incantesimo?
Gli occhi della Evil Queen, divennero due fessure.
- No.
Sbottò la mora.
- Allora è il milleuno.
Rise di gusto Malefica.
 
Regina era seduta sul sofà della biblioteca.
Il capo rivolto all’indietro, occhi chiusi ed un forte mal di testa.
Avevano usato l’incantesimo di Malefica, per immagazzinare più formile possibili.
In piedi, davanti ad un lungo tavolo, due libri alla volta. Mani tese sui volumi che, venivano sfogliati velocemente per magia.
Ogni pagina contenente incantesimo, veniva assimilata in un istante.
Era stato un lavoro davvero pesante per le loro menti, soprattutto perché era durato ore.
Il piccolo Henry si era alzato. Non riuscendo a dormire, era andato nella camera delle madri.
Trovandovi solo Emma, decise di andare alla ricerca di Regina.
- Mamma?
Un mugugno, si levò dalla donna che in seguito, accortasi di chi la stesse chiamando, aprì gli occhi guardando il figlio.
- Come mai sei sveglio, tesoro?
Domandò la Evil Queen.
- Non riuscivo a dormire. Stai bene?
Henry era preoccupato. Non l’aveva mai vista così stanca.
- Sì. Ho solo un forte mal di testa.
- Posso dormire con voi?
Regina a quella domanda rise divertita.
- Va bene, vieni.
La mora si alzò in piedi, tendendo la mano al figlio che afferrò.
- Mamma dorme?
Chiese Regina.
- Credo ti stia aspettando. Si rigirava troppo nel letto e non è da lei.
L’ex Sindaco sorrise.
 
Era quasi ora di pranzo, quando Regina entrò nelle cucine, congedandone il personale per stare sola.
Aveva bisogno di relax e per raggiungere questo suo scopo, doveva mettersi a cucinare.
Emma, vedendola intenta a preparare qualcosa di buono, l’abbracciò da dietro per poi baciarle il collo.
L’Evil Queen chiuse gli occhi, godendosi quel momento.
Si voltò, baciando la compagna e in seguito tornò a cucinare.
- Che prepari di buono?
Domandò la bionda.
- Una zuppa, ricca di…qualcosa. Sto ancora vagliando le possibilità.
Rispose pensante, l’ex Sindaco.
Passi veloci le raggiunsero.
- Regina, siamo sempre stati amici vero?
Chiese Hook, avvicinandosi alla mora.
Emma si scostò, andando a prendersi un frutto, posto in un cesto sopra ad un pensile.
- Mai.
Rispose secca Regina, senza distogliere lo sguardo dalla pentola.
- Visto? Se non fossimo amici, non potresti dirmi così.
Continuò l’uomo.
- Io non ti sopporto.
- Ed è in questo dare e prendere, che si fonda questo nostro legame. Comunque, quesito: Tu ed Emma, state facendo una passeggiata lungo la spiaggia, perdendovi a guardare il tramonto. Supponi che, mentre guardate il cielo dipinto di vari colori, il tuo sguardo si posa su qualcosa di più interessante. Che faresti?
Domandò il Pirata.
- Lo stai davvero chiedendo a me? Parla con lei.
Disse stizzita l’ex Sindaco, indicando la bionda che alzò le mani.
- Oh no, io ho già dato.
Rispose la Salvatrice sorridendo.
Gli occhi della mora, divennero due fessure, per poi tornare alla sua zuppa.
- Secondo te, è meglio mettere più spezie o lasciarne il gusto inalterato?
Domandò la Evil Queen alla compagna.
- Perché mi ostino a parlare con qualcuno che, non ascolta una parola di quello che dico.
Sbottò Hook.
- Che sta succedendo?
Chiese Snow portandosi al fianco della matrigna, inspirando a pieni polmoni, il profumino proveniente dalla pietanza.
- Hook vuole provarci con una Sirena e non sa, come scaricare Trilly.
A quelle parole, il Pirata guardò a bocca aperta l’Evil Queen.
- Che cosa?
Domandò Biancaneve sconcertata.
- Cavolo…vorrei non fossimo così amici Maestà.
Disse ancora stupito Uncino.
Era allibito, che la donna avesse compreso tutto, da pochi dettagli.
- Non lo siamo infatti. Addio.
Regina con un gesto del dito indice, fece apparire delle ciotole che riempì di zuppa e poi scomparve con esse.
- Ma ti sembrano comportamenti da tenere, Hook?
Domandò Biancaneve all’uomo, mentre seguiti da Emma si dirigevano nel salone per il pranzo.
- Andiamo Snow, credevi davvero che quest’uomo fosse un personaggio serio?
Intervenne James, raggiungendole a tavola.
- In effetti.
Ammise Snow.
 
- Si può sapere, dove siamo dirette?
Chiese Snow spazientita.
Era passata quasi un’ora da quando lei, Regina ed Emma avevano lasciato il castello, sui loro cavalli.
- Andiamo al Bosco Oscuro.
Biancaneve impennò con il destriero, fermandosi all’istante, seguita dalle altre due.
- Oh no. No, no. Non te lo lascerò fare.
Sbottò la figliastra.
- Che cosa?
Domandò Regina, con tono infastidito.
- Portare mia figlia, in quel luogo maledetto.
Emma a quelle parole alzò gli occhi al cielo.
L’ex sindaco decise di non rispondere. Girò il cavallo e tornò sui suoi passi, sul sentiero verso il bosco.
Emma la seguì.
- Emma, non andare!
Alzò la voce Snow.
- Me lo stai ordinando? Vuole solo aiutarvi e così, anch’io.
Rispose la figlia, che in quel momento, sembrava presentare più senno della madre.
- Vi uccideranno.
Disse tristemente Biancaneve.
Regina fermò il suo cavallo, imitata anche se con un pochina di difficoltà, da Emma.
Consegnò alla compagna le briglie del suo maestoso animale per poi svanire.
Apparì dietro a Snow, facendola sussultare.
Con un braccio le cinse la vita. La sua bocca, vicina all’orecchio della figliastra.
- Possibile che tu, non riesca a darmi un minimo di fiducia?
Le sussurrò la matrigna.
Biancaneve, non rispose.
- Ho bisogno di te. Vi difenderò a costo della vita, è una promessa.
Un altro sussurro.
La figliastra sospirò.
- Facci strada.
Disse a bassa voce Snow, facendo sorridere la mora, che tornò sul suo cavallo riprendendo il cammino.
Una volta varcata la soglia del Bosco Oscuro, fu come entrare in un altro mondo.
Gli alberi erano talmente fitti, che non lasciavano filtrare la luce del sole.
- Prestate attenzione ad ogni singola cosa.
Avvisò Regina.
Procedettero ancora per qualche metro, poi furono costrette a fermarsi.
Una pietra di medie dimensioni, con sopra incisa una runa, indicava che erano vicine al luogo dove avrebbero incontrato l’aiuto misterioso.
- Da qui in poi, proseguiremo a piedi. Cerchiamo di fare meno rumore possibile.
Informò le due donne, l’ex Sindaco.
- State dietro di me, ma vicine.
Detto ciò si incamminarono lungo un sentiero molto stretto, lastricato di pietrisco.
-Un saluto a voi, sconosciute viaggiatrici. Siete entrate in questo bosco, ricco di pericoli impervi.
Cosa state cercando, di grazia?
Un uomo di mezza età, seguito da otto giovani, sbarrarono la strada alle tre donne, parandosi dinnanzi a loro.
Tonaca lunga marrone e grande medaglione sul petto, li contraddistinguevano.  
- Non sono affari che ti riguardano.
Rispose brusca Regina. E chi erano questi?
- Diteci qualcosa di voi.
Continuò l’uomo.
- La mia risposta è, e sempre sarà, la stessa.
- Dobbiamo comprendere se venite in pace.
- Questo bosco, non ha un guardiano.
Asserì la Evil Queen, sospettosa. Qualcosa non andava.
- Loro sono i viaggiatori nel tempo.
Un uomo distinto, dai corti capelli grigi e bastone con una sfera sulla cima appresso, parlò ponendosi al centro della sua congrega di persone.
- Noi siamo la Corporazione dei Maghi di Avalon.
Spiegò presentandosi loro, con un accenno d’inchino.
- Non importa chi siate. Abbiamo un cammino da percorrere e poco tempo per farlo.
Rispose Snow, con tono duro.
- Credetemi Signore, se intralciamo i vostri passi, c’è una ragione.
Con un gesto della mano, Regina gli fece cenno di proseguire.
- Siamo qui, per proporvi un’alleanza. Chiediamo a Voi, di unirvi a Morgana.
- Perché?
Chiese Regina incuriosita.
- Per un motivo molto semplice, a dire il vero. Non potete contrastarla. Questo lei lo sa, perciò vi offre un’alleanza.
A quelle parole, l’Evil Queen si strinse le mani al petto, quasi sembrasse commossa dall’offerta.
- Che dolce. ne sono toccata, nel profondo dell’animo.
Disse la mora con tono raddolcito, prima di portare con uno scatto le mani davanti a se. L’onda d’urto lanciata dalla Evil Queen, fu facilmente parata dal gruppo di maghi.
- Questo lo devo intuire, come un no?
Chiese l’uomo dai capelli grigi.
- Posso notare la tua intelligenza.
Disse Regina facendo un passo indietro, frapponendosi fra Snow ed Emma.
Ognuno dei maghi davanti a loro, fece apparire al proprio fianco un bastone con una sfera sulla cima, che portarono davanti al loro corpo pronti a scagliare qualche incantesimo.
La Evil Queen prese per mano la figliastra e la compagna, svanendo con esse.
Comparvero qualche centinaio di metri più avanti, sul sentiero che stavano percorrendo.
- Fortuna che questo luogo lo conosco.
Sbuffò Regina, alzando gli occhi al cielo.
- E quelli chi erano?
Domandò Emma.
- A me lo domandi?
Rispose Snow, senza poter dare risposta alcuna alla figlia.
- Dei pazzi sicuramente. Credo che quella donna, prenda la magia da loro. Ne ero certa, che non stesse agendo da sola.
Sbottò l’ex Sindaco.
Raggiunsero uno spiazzo sterrato.
Le tre donne si guardarono intorno.
- Mi dici, chi dovremo incontrare?
Domandò Snow seccata. Non le piaceva quando la si teneva all’oscuro, su qualcosa.
- Lo scoprirai presto.
Quella risposta, fu seguita da piccoli cristalli di ghiaccio sempre più numerosi, che presero a vorticare attorno alle tre donne.
La temperatura del bosco, si fece sempre più bassa. Una lieve nebbiolina accompagnava i loro respiri.
Regina fece apparire tre pesanti mantelli per coprire se stessa e le altre due al suo seguito.
Una risata si udì, limpida e cristallina come la neve.




Note di Alex: Scommetto che avete compreso :) Sarà il loro aiuto oppure un nuovo nemico?
Ditemi che ne pensate :D

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15
 
Emma e Snow, d’istinto si strinsero a Regina.
- Non avrei mai immaginato, che la mia vita un giorno, sarebbe risultata strampalata ed assai impegnativa. Manco fosse God Of War!
Regina si voltò verso la compagna, con un sopracciglio alzato.
- Non siamo in uno dei videogame di Henry, Swan. E tu, non sei Cratos, quindi non fare stupidaggini.
Le bisbigliò la compagna, tutto d’un fiato.
Emma la guardò maliziosamente.
- Vorresti?
Domandò la bionda, facendo un sorriso sornione.
- Dio, no!
Sbottò l’Evil Queen, dandole una gomitata.
Il freddo iniziale, divenne glaciale. Neve, ricopriva il terreno tutto intorno a loro.
Una donna bellissima, dai capelli lunghi bianchi ed un sfarzoso abito dello stesso colore, comparve dinnanzi i loro occhi.
- Attendevo il vostro ritorno. Dopo tutti questi anni, non ci speravo più.
Le tre donne, rimasero sorprese da quelle parole.
- Deduco, dalle vostre espressioni, che vi stiate chiedendo perché.
Disse la donna, prima che un turbinio di cristalli innevati, le circondasse nuovamente.
La foresta intorno a loro scomparve, lasciando spazio ad una magnifica sala del trono, interamente fatta di ghiaccio.
Era uno spettacolo per gli occhi.
- Il perché, mie care, ve lo dico subito.
La Regina delle Nevi, apparve seduta sul suo trono.
- Se già non l’avete compreso, da quando siete stati colpiti dalla maledizione che vi ha portati via di qui, in questi luoghi sono sorti non pochi problemi. Che poi, la parola “problemi” è riduttiva.
La causa di tutto ciò, è la qui presente Evil Queen.
Non fraintendermi, ti stimo. Lanciare una maledizione così potente, è davvero…stupefacente.
Ciò che non ritengo altrettanto stupefacente è che, i disastri altrui causati da a dir poco egoistico operato, rechino danno alla mia quiete.
Ciò che è accaduto e che sta tutt’ora avvenendo, amplificatosi grazie al vostro ritorno, sta creando un estenuante scompiglio nel mio regno.
Il monologo della Snow Queen, non stupì le presenti.
- Ci stiamo lavorando.
Borbottò Emma.
- E tu, chi sei?
Chiese la fredda regina, alzando un sopracciglio.
- È mia figlia.
Rispose cauta Biancaneve.
- Ad ogni modo…
Proseguì la Regina delle Nevi, voltandosi verso l’ex Sindaco.
 - Lavorarci, non mi basta. Esigo risolviate.
Ordinò la donna inamovibile.
- Ti stavamo cercando, per questo motivo.
La persona che ci attacca, ha molto potere in se e da ciò che abbiamo visto poco fa, si fa aiutare.
Non escludo, che la sua forza aumenta giorno dopo giorno.
Abbiamo bisogno della tua magia. Io e Malefica da sole, non riusciremo mai a portare a buon fine questo compito.
Regina, evitò volutamente di parlare della magia di Emma. Henry, non doveva restare senza una madre.
La Snow Queen, si alzò in piedi, andando verso l’ex Sindaco.
Erano faccia a faccia.
- Tu che chiedi il mio aiuto. Interessante.
La donna fece una pausa, prima di riprendere.
- Credo tu sia a conoscenza che “nessuno da niente, per niente”. Non è così?
Domandò l’elegante regina dal cuore di ghiaccio.
- Sì.
Confermò Regina.
- E sai anche che, un aiuto elevato, comporterà un costo altrettanto elevato?
- Sei per caso la figlia di Rumplestiltskin?
Sbottò Emma innervosita.
- No, mia cara. È la vita, che funziona così. Prima lo impari, più a lungo sopravvivi.
Sorrise la donna dai capelli come la neve, per niente irritata.
- Sì.
Annuì nuovamente la Evil Queen, alla domanda precedentemente posta dalla regina.
- Sai che Morgana, occupa la vostra residenza d’inverno. Ho sempre ammirato quella fortezza.
- Aiutaci e la residenza sarà tua.
Snow White, propose un accordo.
- Eliminare il problema ed ottenere una splendida dimora? Mi piace.
Sorrise beffarda la Regina delle Nevi.
La sala del trono attorno a loro, svanì. Si trovavano nuovamente nel Bosco Oscuro.
- Andiamo, dunque.
Aggiunse la donna.
Regina tese una mano ad Emma e una alla Regina delle Nevi.
- Al castello, innanzi tutto
Informò l’Evil Queen.
 
Il buio calò velocemente, mentre Regina, Malefica e Snow, informarono la Regina delle Nevi su tutto ciò che avevano scoperto. Le parlarono sia della spada, sia di Morgana.
Spiegarono i vari attacchi subiti, modalità e potenza. La informarono sui diari tenuti da Cora e sulla possibilità che la donna ne conoscesse il contenuto.
Raccontarono dei tre probabili ostaggi e del gruppo di maghi, che avevano offerto loro un’alleanza.
Regina abbandonò la riunione, per prendere una boccata d’aria. Fece cenno ad Emma di seguirla.
Voleva stare un po’ con lei, prima di doverla lasciare nuovamente.
Decise di portarla a fare una passeggiata, nei maestosi giardini del palazzo.
- Come ti sembra stare qui?
Domandò Regina.
Emma la prese per mano. Sembravano due adolescenti innamorate.
- Sinceramente? Stancante. Non ho avuto un singolo attimo, per godermi la mia famiglia...stare con te.
Rispose la bionda. Lo sguardo triste.
Regina si guardò intorno. Erano sole.
L’Evil Queen sorrise maliziosamente, prima di spingere la compagna a ridosso di una parete ad angolo, seminascosta.
Posò le sue labbra roventi, contro quelle fresche delle ragazza, che ricambiò accarezzandole con la lingua.
Regina le dischiuse, lasciando che le loro lingue si inseguissero, danzassero cercandosi.
Le mani della bionda, presero ad accarezzare il fondoschiena della donna, salendo poi sulla schiena stringendola ancor più a se.
Un rumore, proveniente da poco distante, le fece tornare alla realtà.
Le due donne si sporsero dalla parete, per poter vedere cosa l’aveva causato.
videro un uomo, fermo vicino alle porte della sala da ballo. Teneva in mano una lanterna.
- Credi che ci abbia viste?
Chiese bisbigliando Emma alla mora, che in quel momento era stretta fra le sue braccia.
- Se così fosse, starebbe già venendo verso di noi.
Rispose la Evil Queen.
- Che cos’è venuto a fare qui?
Si domandò frustrata la ragazza.
- Non possiamo stare, nemmeno un minuto da sole.
Sbottò poi la bionda.
- Ascolta, c’è una carrozza laggiù. Possiamo farcela.
Propose l’ex Sindaco, indicando il mezzo di trasporto.
- Non credo sia una buona idea…ci vedrà di sicuro.
- Non ci resta molta scelta. Andiamo.
Disse fermamente Regina, prendendo per mano la compagna.
Si sporsero nuovamente per guardare la posizione dell’uomo.
A passo svelto e restando accucciate,riuscirono a nascondersi prima dietro ad alcuni vasi un po’ alti, poi accanto a busti e statue che componevano il bellissimo giardino.
Erano quasi giunte alla carrozza, quando Emma, calpestò un ramoscello secco.
L’uomo si voltò verso di loro e le due donne dovettero appostarsi dietro ad un grosso piedistallo di marmo.
Attesero in silenzio, sperando di non esser state viste, ma non sembrò che la persona le avesse notate.
Appena tornò a dar loro le spalle, le due donne ripresero a camminare, giungendo finalmente a destinazione.
Entrarono nella carrozza. Il fiato corto, ma ce l’avevano fatta.
- E tutto per risparmiare magia. Cosa si fa, pur di star sole.
Sbuffò Regina.
Emma le sorrise, prima di afferrarle delicatamente il viso fra le mani.
La distanza fra le loro labbra, si annullò.
I loro cuori correvano veloci e i loro respiri erano un tutt’uno mentre le loro lingue si cercavano dolcemente.
Le mani di Regina, correvano fameliche sul corpo della compagna.
Bramava sentire il calore della pelle di lei, sul suo corpo.
Due colpi forti alla porta della carrozza, le fece sussultare.
L’Evil Queen si voltò a guardare dal finestrino, cosa poteva essere stato, quando un volto apparì improvvisamente davanti al suo, facendola sobbalzare dallo spavento.
Quando si rese conto a chi appartenesse quel viso, Hook se la stava già ridendo di gusto.
Regina scese velocemente dal veicolo, afferrando il Pirata dalla giacca.
- Ma come osi!
Esclamò adirata la donna ad Hook, che ancora rideva.
- Era uno scherzo, Maestà.
Disse il Pirata continuando a ridere.
- Tu sei malato!
Esclamò l’ex Sindaco, lasciando la presa, mentre Emma sghignazzava.
- Hai bisogno di cure.
Le risate di Hook si fecero più forti, mentre le due tornarono al castello, seguite dal pirata.
 
I Charming, assieme a Malefica e alla Snow Queen, erano già pronti davanti al grande portone.
- Fatto una scampagnata?
Domandò sorridendo Malefica.
Gli occhi di Regina la guardarono furente.
- Il Pirata ha colpito ancora, a quanto vedo.
Sogghignò la Strega.
- Andiamo. Non perdiamo altro tempo.
Ordinò l’ex Sindaco.
Malefica scomparve in una nuvola porpora, seguita dalla Snow Queen, di cui rimasero solo cristalli di neve sul terreno.
Regina strinse a se Emma ed il piccolo Henry, uscito a salutarla.
- Fai attenzione.
Le raccomandò Biancaneve.
L’Evil Queen sorrise, svanendo in una nube viola.





Note di Alex: Piccolo capitoletto prima della battaglia :D
Attendo vostre recensioni :)
A Presto.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Breve avviso ai lettori...questo capitolo è un pò Angst. Buona Lettura :)
 
Capitolo 16
 
Regina, Malefica e la Regina delle Nevi, comparvero sul sentiero che conduceva alla residenza invernale di Leopold. Da li, il palazzo distava un centinaio di metri.
Potevano osservare la totale assenza di eserciti, guardie e illuminazione sia esterna che interna.
L’immagine che dava quel’imponente oscura fortezza, era cupa e di abbandono. Sembrava desolata.
- Niente magie impegnative contro quei maghi. Non dobbiamo spendere energie inutili.
Si assicurò la Snow Queen.
- Attiriamoli all’esterno.
Propose Malefica.
- Sanno che ti puoi tramutare in drago. Non sono così sciocchi da “caderti direttamente fra le fauci”.
Rispose l’Evil Queen.
- Come se l’interno di un castello, riuscisse a fermarmi.
Borbottò di rimando la Strega.
Le tre sospirarono e s’incamminarono, raggiungendo la maestosa porta principale, prestando attenzione ad ogni singolo rumore.
Regina stava per avanzare verso l’entrata, quando Malefica la fermò.
- Secondo voi, quante possibilità di vittoria abbiamo?
Chiese la donna bionda, con lieve preoccupazione. Sentiva dentro se, come se qualcosa potesse andare storto.
- O vinciamo, oppure la guarderemo ridere di noi, mentre ci da fuoco.
Rispose schiettamente la Regina delle Nevi.
- Oh, adesso mi sento più tranquilla.
Intervenne Malefica, poco convinta.
- Guardiamo il lato positivo: almeno ci teniamo compagnia.
Ironizzò la donna dai capelli lunghi e bianchi.
- Qual gioia.
Sbottò l’Evil Queen, alzando gli occhi al cielo.
- Sfondiamo?
Propose Malefica.
Regina poggiò una mano, sulla grande porta in legno massiccio, dando una lieve spinta.
La porta, cigolando, si aprì.
- Oppure l’apriamo.
Sorrise la Strega.
La Regina delle Nevi, entrò per prima.
Malefica la stava per seguire, ma stavolta fu Regina ad afferrarla per un braccio e trattenerla.
- Non usare il fuoco.
Disse in un bisbiglio all’orecchio dell’amica, che la guardò perplessa.
- Poi capirai.
Aggiunse la mora indicandole la Snow Queen con lo sguardo,  per poi incamminarsi e seguire all’interno del castello, la donna dai capelli bianchi.
Un mugugno di disapprovazione, scaturì dalla Evil Queen, quando vide le condizioni di degrado della sua vecchia dimora.
I resti di un’armatura intralciarono loro la strada. Malefica si chinò, raccogliendone il pesante guanto in metallo.
- Nessun’arma alle pareti. La tua vasta collezione di spade, asce e alabarde, svanita nel nulla.
Constatò la bionda.
Regina serrò la mascella dalla rabbia.
- Sarebbero stati degli sciocchi a tenerle in bella vista.
Si intromise la Snow Queen.
Una nube nera, affiorò dal pavimento. Prendendo forma, fece apparire dinnanzi a loro i dieci maghi della Congregazione di Avalon.
- Vi aspettavamo.
Disse il più anziano.
Gli stregoni, posti a semicerchio, alzarono i bastoni ponendoli davanti al proprio corpo.
Erano pronti ad attaccare.
- Anche noi.
Sorrise Regina, dopo aver pronunciato quelle parole.
Un attacco magico di quella portata, avrebbe fatto consumare alle tre donne, troppa energia per proteggersi. Decisero così per il corpo a corpo, costringendo quei giovani ad usare le mani e non la magia attraverso i bastoni.
Fu Malefica a dare inizio allo scontro, colpendo sul viso con il guanto di metallo, uno dei giovani accanto a lei stordendolo.
- Emozionante!
Esclamò poi, soddisfatta.
Regina, fece materializzare nelle sue mani due spade corte, ponendosi in posizione d’attacco.
Mentre la Snow Queen, cercava di difendersi da un’onda d’urto, uno dei ragazzi ne approfittò per colpirla alle spalle con scarso successo. Con uno stiletto ghiacciato lo colpì al cuore, uccidendolo.
I due maestri anziani fecero alcuni passi indietro. Si fermarono a ridosso di una parete, mettendosi a pronunciare un incantesimo che diede vita ai quattro Gargouille, posti in alto accanto al soffitto negli angoli della stanza.
Ora le tre donne potevano essere colpite anche dall’alto. Così fu, quando i mostri le attaccarono all’unisono con palle di fuoco, senza ferirle ma solo per farle indietreggiare. Mossa astutamente calcolata dagli anziani, che permise ai giovani allievi di cambiare strategia d’attacco.
Tre maghi indietreggiarono di due passi per poterle affrontarle con la magia, coprendo le spalle agli altri quattro coetanei che invece avanzarono, sostituendo il loro bastone con spada e scudo per affrontarle da vicino.
Con la coda dell’occhio, Regina vide che i Gargouille stavano per attaccare nuovamente. Fece sparire una spada dalla sua mano, per poterla liberare così da poter alzarla e creare uno scudo per proteggere se stessa e le altre. Sapeva benissimo che quella mossa l’avrebbe limitata.
I mostri interruppero l’attacco.
Si sentirono in netta minoranza, ma sapevano di avere più esperienza e la consapevolezza di ciò, era la loro forza. Dopo uno sguardo d’intesa, le tre donne attaccarono.
Una di fianco all’altra, lanciarono in sincrono delle sfere di ghiaccio che andarono a colpire gli scudi dei maghi, come previsto.
Velocemente gli scudi gelarono, rendendo impossibile parare l’onda d’urto che seguì le sfere, senza mandarli in frantumi.
I tre ragazzi a difesa dei quattro giovani in prima linea, tentarono di fare loro scudo con la magia, ma l’incantesimo lanciato dalle tre donne fu troppo potente per i poveri allievi.
Con tutti i maghi a terra anziani esclusi, fu facile per le tre maghe distruggere i Gargouille.
Subito dopo le donne si voltarono attaccando i quattro giovani appena rialzatisi da terra.
Malefica creò uno scudo attorno ad essa per non essere vulnerabile alla magia. Così mentre con il suo bastone era intenta a parare alcuni fendenti da parte di due maghi, la protezione la lasciò illesa dopo che delle sfere di fuoco furono dirette a lei.
Regina e la Snow Queen, furono molto più aggressive.
L’Evil Queen, decise di difendersi da un attacco magico, facendosi scudo con il giovane, fattosi avanti verso lei per colpirla con la spada.
La mora si scostò di lato, così da afferrargli la mano con cui reggeva la spada. Si poggiò contro il petto del giovane con la schiena, sentendolo accusare il colpo dopo che la sfera magica l’ebbe colpito. Per essere sicura che non potesse più nuocerle in alcun modo, lo trafisse più volte al ventre con la spada corta, lasciandolo cadere a terra privo di vita.
Mentre ciò accadeva, la Regina delle Nevi lanciò uno stiletto ghiacciato verso il mago che stava per compirla con la magia, uccidendolo. Il giovane davanti a lei si voltò a guardare la fine che fece il suo amico, gesto che gli costò caro. La Snow Queen gli afferrò un braccio, ghiacciando l’arto. Il ragazzo urlò dal dolore, fino a che la donna dai capelli bianchi non mise fine alle sue sofferenze, poggiandogli una mano sul cuore gelando anch’esso. Il mago cadde a terra senza vita.
Regina andò in soccorso dell’amica, distraendo uno dei due maghi con spada che l’attaccavano.
Malefica dopo aver eliminato un giovane, trafiggendolo con il proprio bastone mutato in lancia, ringraziò la mora con un sorriso.
Solo allora vide che i due anziani, avevano unito entrambe i bastoni per potenziare un incantesimo, che decisero di lanciare in quell’istante.
Gli allievi svanirono, lasciando spazio allo sguardo allibito delle tre donne quando videro troppo tardi, il fascio di luce che andò a colpirle.
Vennero scaraventate a terra, nel tentativo di parare il colpo.
- Il nostro debito con Morgana, è stato saldato.
Disse l’anziano, prima di svanire e lasciarle sole in una stanza vuota.
Regina e la Snow Queen, si guardarono intorno per vedere se tutte e tre stessero bene.
Malefica era scomparsa.
Le due donne si alzarono di scatto.
- Dove l’avranno portata? Che vuole Morgana da lei?
Domandò la Regina delle Nevi alla mora.
L’Evil Queen chiuse gli occhi per captare dove potesse essere l’amica, grazie alla sua energia magica.
- Non lo so.
Rispose con tono piatto.
Stettero in silenzio qualche istante.
In lontananza sentì la presenza di ben tre esseri magici, di cui uno solo potente.
- Sento qualcosa, ma non sono loro.
Informò Regina.
- Possibile abbia schermato il luogo, in modo da avere più tempo?
Chiese la donna dai capelli bianchi.
- Tutto è possibile. Com’è possibile che, ciò che sento, ci possa aiutare.
- Tentar non nuoce. Fammi strada.
Disse la Snow Queen risoluta.
 
L’energia magica che Regina sentiva, proveniva da una stanza situata nei sotterranei.
Decisero di avanzare con cautela.
Senza far rumore, si appostarono accanto alla porta che conduceva alle prigioni.
Seduti a terra ed incatenati al muro, vi erano Belle, Neal e Gold.
Il Signore Oscuro era privo di sensi, ciò spiegava il fatto che fossero ancora imprigionati nel castello.
A guardia dei tre, c’era il più giovane dei due anziani.
Il piano pensato dalle due donne era semplice: Regina doveva distrarre il mago, mentre la Snow Queen liberava i prigionieri facendoli svanire, mandandoli direttamente dai Charming.
L’Evil Queen si fece avanti. Entrò nella sala agendo frettolosamente.
Senza esitazione lanciò una saetta diretta allo stregone, che con la sua esperienza la parò facilmente rimandandola al mittente.
Regina cadde a terra. Gli occhi chiusi.
Mentre l’anziano si avvicinò alla donna per vedere se era ancora viva, la Snow Queen comparve accanto ai prigionieri. Belle e Neal strabuzzarono gli occhi preoccupati, ma la Regina delle Nevi, intimò loro il silenzio posandosi l’indice sulle labbra.
Ghiacciò le catene, ma prima di distruggerle fece cenno ai due di attendere.
Lo stregone si accucciò su Regina che tratteneva il respiro. Appena fu abbastanza vicino, aprì gli occhi di scatto trafiggendolo al fianco con un pugnale.
L’uomo urlò dal dolore. L’Evil Queen si alzò, afferrando la gola del mago, senza levare la lama dal corpo di lui.
- Dove si trova Morgana?
Domandò furente, mentre la Snow Queen liberò gli ostaggi, mandandoli al castello dei Charming.
L’anziano indicò il soffitto.
- La sala del trono?
Specificò la mora.
L’uomo fece un cenno d’assenso con la testa, prima di svanire in una nube nera.
Le due donne, scomparvero a loro volta.
 
Malefica era sdraiata su di un altare in pietra.
Nell’aria, un odore pungente che riconobbe all’istante, facendole capire lo scopo di Morgana.
La maga voleva rubare i suoi poteri e ci sarebbe riuscita, se solo fosse stata più attenta.
Le tre donne che attaccarono il castello, non erano di certo delle sprovvedute. Prima di inoltrarsi in questa “missione”, assunsero una pozione che le rendeva immuni da qualsiasi veleno o incantesimo che potesse renderle inermi.
Malefica finse. Finse di essere svenuta, in attesa del momento giusto per attaccarla o per scoprire di più sul conto di quella straniera.
Morgana si avvicinò alla bionda Strega, controllando che fosse ancora priva di sensi.
Malefica avrebbe voluto afferrarla ed ucciderla all’istante, ma non poteva sottovalutarla.
La donna si voltò, tornando a darle le spalle dirigendosi verso un tavolo. Accese alcune candele. L’illuminazione in quel luogo era totalmente assente.
L’Evil Queen e la Regina delle Nevi, erano vicine. Malefica poteva saperlo grazie ad un incantesimo, fatto in precedenza per comunicare col pensiero.
La bionda, intercettò una frase, segnale d’accatto da parte di Regina: “Che i giochi abbiano inizio”.
Del ghiaccio, cominciò a formarsi attorno alle gambe di Morgana, fino ad immobilizzarla.
Malefica svanì dall’altare, raggiungendo le altre, pronte a colpire duramente, ma Morgana se ne andò scomparendo.
- E adesso?
Domandò Malefica, provando a captare l’energia della straniera.
- Dividiamoci.
Propose Regina, indicando alle altre due con lo sguardo, le sue intenzioni.
 
Regina apparve in un lungo corridoio. Si guardò intorno, assicurandosi che la protezione contro la magia, in quel luogo fosse ancora attiva. La protezione era intatta, quindi la magia non avrebbe funzionato, sino al superamento della soglia che portava alla sala ricevimento.
Il silenzio si era fatto pesante.
A infrangerlo, fu il suono lieve di una spada, che venne estratta dal fodero.
- Immagino tu, sappia benissimo che in questo luogo, la magia non funziona.
Disse Regina ridendo.
- L’hai fatto per mettermi alla prova e vedere, se so usare altro oltre a pozioni e incantesimi?
Proseguì la Evil Queen, avanzando lentamente, ma nessuno le rispose ne si mostrò ai suoi occhi.
- Ti sei chiesta, perché questo castello, fosse adornato di una così vasta collezione di armi bianche? Le trovo estremamente affascinanti.
Chiese poi.
Una spada fu lanciata verso di lei, andando a conficcarsi alla parete alle sue spalle.
Regina non riuscì a spostarsi velocemente, così fu ferita ad uno zigomo dalla lama.
- Voglio proprio vedere, se oltre ad ammirarle, sai pure usarle.
Rispose Morgana.
L’Evil Queen, si toccò la ferita marginale, vedendo del sangue sulle dita.
Sorrise, mentre volse il suo sguardo verso Morgana, immobile a pochi metri da lei.
Brandiva una spada dalla lama decorata.
Regina si voltò per estrarre l’arma conficcata nella parete, per poi tornare a guardare la straniera, che avanzò verso di lei a spada tratta.
Ogni loro sguardo, era di sfida, fino a che Morgana non fu abbastanza vicina da attaccare.
Regina parava i fendenti della donna, con fare elegante e sinuoso.
Una leggiadria nel brandire la spada, che faceva apparire quel duello, di livello insignificante per l’Evil Queen.
Ciò fece arrabbiare la maga di Avalon, che colpì sempre più duramente.
Ma Regina, conosceva bene quella rabbia, la stessa che aveva riversato varie volte, sul proprio padre.
Era stato proprio lui, ad insegnarle a difendersi con la spada.
“Papà, perché non sei stanco quanto me?”
Chiese una giovane regina, con il fiato corto.
“Perché, lascio che la forza dell’avversario, si ripercuota su se stesso. Soprattutto se essa, è maggiore di quella che necessita.”
Rispose Henry, padre di Regina, accarezzandole una guancia.
“Comprendo la tua rabbia, figlia mia.”
“Ma non sei mai dalla mia parte.”
Regina parò un colpo alto, rivolto nuovamente al suo viso, tenendo la spada in orizzontale davanti al suo petto.
Morgana la spinse con forza, facendola indietreggiare.
- Ti stai stancando mia cara?
Domandò sorridendo l’Evil Queen, notando il fiato corto della donna davanti a se.
La straniera indietreggiò di un passo, per poter caricare il colpo, ma Regina non le diede il tempo per farlo.
Con degli attacchi veloci, la mora riuscì a mettere in difficoltà la sua avversaria, costringendola ad arretrare sino alla soglia del lungo corridoio.
Malefica era comparsa nella sala ricevimenti.
Appena Morgana vi entrò, la bionda con un gesto della mano, la scaraventò contro una parete, ma ella svanì prima di toccare la fredda pietra.
Entrambe le donne, guardarono la Snow Queen in piedi dalla parte opposta del corridoio.
Regina alzò gli occhi al cielo spazientita.
- Non farà così tutto il tempo.
Sbottò poi la mora.
 
- Continuerai a scappare?
Domandò sogghignando la Regina delle Nevi.
La sala del trono, era composta da 3 entrate. Nord, est e ovest, occupate rispettivamente da Regina, dalla Snow Queen e da Malefica.
Morgana si trovava al centro della stanza, seduta sul maestoso trono, una volta appartenuto a Leopold e successivamente a Regina.
- No.
Sorrise di rimando la straniera.
Morgana, ancora con la spada fra le mani, svanì.
Comparve davanti alla Regina delle Nevi, ferendola alla spalla con un fendente, per poi svanire nuovamente.
Le due donne, assistendo alla scena, si misero sulla difensiva.
Morgana comparve alle spalle di malefica, colpendola con una sfera di energia, che la fece cadere a terra malamente.
- Brutta figlia di…
Borbottò la bionda rialzandosi.
La straniera rise, comparendo nuovamente seduta sul trono.
Il pavimento sotto i piedi delle tre donne, iniziò a tremare, costringendole ad appoggiarsi al muro per sorreggersi.
Il soffitto cominciò a crollare.
Regina fu costretta a buttarsi a terra, per evitare un pezzo di pietra di grandi dimensioni.
La Snow Queen schivò dei pezzi di soffitto, scostandosi di lato, mentre Malefica, si lanciò all’attacco diretto verso la maga d Avalon.
Una scossa forte fece perdere l’equilibrio alle due donne in piedi. L’Evil Queen rimase ferma a terra.
Un grande crollo, causò una nube grigiastra che impedì loro di vedere cosa accadde.
In un attimo, tutta quella nube svanì e la sala del trono, tornò illesa come se nulla fosse accaduto.
- È uno spasso, restare a guardare, quanto vi date da fare per restare in vita.
Disse Morgana divertita.
La Regina delle Nevi, attaccò la maga lanciandole stiletti di ghiaccio, che la donna sciolse con il fuoco.
La Snow Queen fece un passo indietro.
- Che succede, paura del fuoco?
Chiese la maga.
La donna dai capelli lunghi e bianchi, mise le mani davanti a se lanciando un’ondata di ghiaccio, che fu contrastata da un ondata di fuoco da parte di Morgana.
Regina richiamò l’attenzione di Malefica, indicandole di guardare la scena, per poi svanire.
La mora comparve silenziosamente, dietro Morgana, colpendola con un’onda d’urto che la mandò bruscamente contro la parete.
La donna gemette di dolore.
Malefica, notò che le mani della Regina delle Nevi, iniziarono a gocciolare.
Regina e la Snow Queen, colpirono nuovamente Morgana con attacchi di ghiaccio, a cui la donna rispose sempre con il fuoco.
Sapevano che nessuno l’avrebbe avuta vinta, ma Regina aveva un piano.
Per contro, la maga si concentrò solamente sulla Regina delle Nevi. Il fuoco era il suo punto debole. Credeva che, in quanto bersaglio facile, l’avrebbe sconfitta velocemente.
Notò con piacere che le due streghe, non aiutavano la donna dai capelli bianchi, se non solo in modo marginale.
Se ne volevano liberare? Perché non dar loro una mano…in definitiva, una in meno è sempre un traguardo.
Ma l’intenzione delle due donne, non era certo liberarsi della Snow Queen.
- Niente fuoco!
Urlò la Regina delle Nevi, prima di intensificare il suo attacco che sovrastò quello di Morgana, costringendola a scostarsi dalla parete, dove l’ondata di ghiaccio si schiantò.
Malefica e Regina fecero un passo indietro.
La sala del trono iniziò a gelarsi totalmente.
Il ghiaccio, formò delle stalattiti appuntite che scendevano dal soffitto.
La Regina delle Nevi, quando fu soddisfatta del risultato ottenuto, alzò una mano verso il soffitto e con la magia,  staccò alcune stalattiti lanciandole contro Morgana che per evitarle, si tuffò a terra.
La Snow Queen non le lasciò tempo per rispondere all’attacco. Staccò altre stalattiti, lanciandole nuovamente contro la donna, che prontamente le evitò ancora e ancora.
Appena Morgana fu a ridosso di una parete, Malefica le bloccò la via di fuga alzando una mano e immobilizzandola al muro.
Regina la bloccò totalmente, lasciando che il ghiaccio sulla parete le imprigionasse gambe e braccia, per poi mettersi davanti a lei, osservandola.
- Uccidimi forza, che aspetti?
Disse risoluta Morgana.
- Magari la prossima volta.
Rispose Regina con tono piatto.
- Aspetta, che…cosa?
La donna era sbigottita.
La Snow Queen, fece comparire fra le sue mani, una fiala dal contenuto rossastro, porgendola poi alla Evil Queen.
- Di tutte le decisioni sbagliate che hai preso, questa è la peggiore.
Sbottò Morgana infuriata. Aveva forse compreso cosa volessero farle?
- Non imparo mai dai miei errori.
Disse Regina.
Le tre donne si allontanarono dalla maga di Avalon.
La mora lanciò la fiala a terra, ai piedi di Morgana.
Rompendosi, ciò che ne scaturì, fece perdere i poteri alla straniera.
- Non vivrai abbastanza per pentirtene!
Esclamò furente la maga di Avalon.
- Allora, richiederò qualche assicurazione.
Disse Regina sorridendo, mentre le si avvicinava.
Con un gesto veloce, le estrasse il cuore dal petto.
- Fa un solo errore…
L’Evil Queen lo strinse leggermente nella sua mano, facendo gemere Morgana dal dolore.
- …e ne pagherai le conseguenze.
Malefica fece apparire uno scrigno, dove Regina vi depose il cuore.
- Un’ultima cosa.
Intervenne la bionda.
Malefica passò una mano, davanti al viso di Morgana, togliendone ogni ricordo che riguardasse incantesimi e pozioni.
Con l’altra mano, fece svanire ogni libro di magia presente nella sala.
Con un cenno del capo, la mora salutò e ringraziò la Snow Queen, prima di voltarsi nuovamente verso l’amica.
- Noi qui, abbiamo finito.
Disse poi, prima di svanire assieme alla bionda.




Note di Alex: Eccoci alla battaglia. Scusate il ritardo, ma volevo scriverla bene e mi ci è voluto più tempo del solito.
Siamo agli sgoccioli :)
Spero vi sia piaciuta. Attendo recensioni :)
Grazie a tutti quelli che seguono questa storia, siete sempre in aumento e per me è una grandissima soddisfazione. Grazie a tutti.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17

Era ormai notte, quando Malefica e Regina giunsero al castello dei Charming.
Comparvero nella biblioteca, cogliendo i due reali seduti su di un sofà, mentre si baciavano.
Le mani strette l’una nell’altra, affettuosamente.
- Non fate caso a noi, continuate pure a disgustarci.
Sbottò Regina. Il volto serio.
- Un minuto, è stato soltanto un minuto.
Protestò James, alzando il dito indice.
L’Evil Queen rise, mentre Snow corse verso di lei abbracciandola.
La matrigna s’irrigidì, per poi cedere all’affettuosità della figliastra.
James le raggiunse.
- Ce l’avete fatta?
Domandò Snow scostandosi.
- Sì. Emma ed Henry?
Biancaneve le prese le mani e Regina, a quel gesto si allarmò.
- No, no…stanno bene.
La matrigna fece un sospiro di sollievo.
- Solo…non uccidermi.
Regina la guardò perplessa, alzando un sopracciglio.
- Abbiamo un’offerta, che non potrai rifiutare.
Sorrise Biancaneve.
- Questo mi turba, per otto motivi diversi, a cui potrei avere ben otto reazioni diverse.
Sentenziò l’Evil Queen.
- Andiamo Regina, dovresti ascoltarla.
La spronò il Principe.
L’ex Sindaco, fece cenno di proseguire.
- Mentre voi eravate via…
Biancaneve si fermò. Era come se cercasse di scegliere il modo migliore, per indorare la pillola. Sapeva benissimo, che ciò che stava per dire, non sarebbe piaciuto a Regina.
- La nube di guerrieri, ha attirato a palazzo, molti degli ex abitanti di Storybrooke.
Intervenne James, in aiuto della moglie.
- Mentre voi eravate…via…abbiamo approfittato della loro presenza, per indire una riunione in modo da spiegare cosa stava accadendo e…
Proseguì Snow. Prese un respiro profondo e poi continuò.
- …e abbiamo detto loro, che avremo governato insieme…io, te, James ed Emma…proprio come una vera famiglia.
Regina tolse bruscamente le mani, da quelle della figliastra.
- Avete deciso tutto senza consultarmi? Mi avete messa in mezzo, pur sapendo che ero contraria?
L’Evil Queen serrò la mascella.
- No!
Esclamò in fine.
- No?
Fece eco Malefica.
- Rinunci al trono, a cui hai diritto?
Chiese la bionda, sbigottita.
- Ma io…io credevo che avessi cambiato idea.
Disse Biancaneve. Il cuore le si spezzò nel petto, alla sola idea di poter perdere Emma.
- Credevi male. Ad ogni modo, non ho più intenzione di sentir parlare di ciò.
Sbottò Regina infastidita.
Non sopportava lo sguardo triste e allo stesso tempo d’accusa, che aveva la figliastra nei suoi confronti, in quell’istante.
- Regina…
Tentò James.
- No! Ho bisogno di riposo.
Detto ciò l’ex Sindaco svanì.
Emma entrò correndo nella biblioteca.
- Regina…era qui?
Domandò la ragazza. Il cuore le martellava nel petto.
- Sì, ma…
Rispose Snow, che fu immediatamente interrotta dalla figlia.
- Non ci posso credere. Gliel’avete detto! Non potevate aspettare? Sapete benissimo com’è fatta. Non vi è bastato, che abbia messo a repentaglio la sua stessa vita, per salvarci? Che pretendete ancora da lei!
Emma era furiosa.
- Ti prego, lasciami solo un istante per risolvere.
La supplicò Biancaneve.
La ragazza, serrò la mascella, prima di indicarle l’uscita puntandovi il dito.
Snow s’incamminò verso la stanza di Regina.
Avvicinandosi, notò che Regina indugiava, sulla soglia della camera da letto.
- Ma che diavolo…
Borbottò l’Evil Queen.
- Un semplice “Grazie”, è sufficiente.
Sorrise Biancaneve, raggiungendo la Matrigna.
- Volevo farti una sorpresa.
- E…ci sei riuscita.
Disse Regina sbalordita.
La camera da letto, dapprima semplice e minimale, ora era stata adornata di drappi bordeaux e oro.
Il tessuto ricopriva il letto a baldacchino, le finestre. Nuovi mobili furono aggiunti. Tutto fu sistemato e decorato per rendere quella camera, la stanza di una vera regina.
- Dove sono i miei…
- Oh, i tuoi libri, sono chiusi in quel mobile.
Snow le porse un piccolo oggetto.
- Ecco la chiave.
Regina entrò nella stanza, sdraiandosi sul letto. Gli occhi chiusi, pur di far capire quanto volesse star sola in quell’istante. Nonostante ciò,  Biancaneve non lasciò la presa.
- Prima dicevo sul serio. Io e James vogliamo governare, come una famiglia. Domani sera, daremo un ballo per gli ex abitanti di Storybrooke, giunti sino a qui. Il mattino successivo, faremo l’annuncio al popolo.
-No.
Rispose fermamente Regina.
 - Perché no?
Domandò la figliastra. Sapeva il motivo, ma preferiva sentirlo.
- Innanzi tutto, non voglio farmi linciare. Cosa che probabilmente accadrà post annuncio.
Credi davvero che mi lasceranno governare? Penseranno che con un incantesimo, vi possa fare il lavaggio del cervello per far tornare la tirannia…
L’Evil Queen s’interruppe. Sembrò pensare a quelle sue stesse parole.
- …cosa fattibile tra l’altro, ma Henry non me lo perdonerebbe mai, e dopo un po’ mi stancherei io stessa di avere burattini che girano per il castello.
L’ex Sindaco aprì gli occhi, voltandosi verso Snow e notando la sua espressione di sconcerto.
- Non ci pensare, fa come se non avessi detto nulla.
- Un po’…difficile…
Rispose pensierosa la figliastra.
- La realtà è che di Troll, magia e guai…ne ho abbastanza. Sono davvero stanca.
Regina si coprì il volto con la coperta. Si sarebbe voluta isolare totalmente.
Tra loro calò il silenzio.
Snow si avvicinò alla matrigna, inginocchiandosi accanto al letto.
- Regina, ho bisogno di te…noi abbiamo bisogno di te.
Biancaneve le scoprì il viso e la mora mugugnò contrariata.
- Ho bisogno che ci faccia da spalla.
La figliastra le afferrò delicatamente una mano. Regina aprì gli occhi guardandola.
- Per favore.
Fu in quel momento, che Biancaneve fece qualcosa d’inaspettato. Si sedette sul letto accanto alla mora e tenendole la mano, se la poggiò sul ventre.
- Sono incinta.
La matrigna si sedette al suo fianco, fissandola in silenzio.
- Ho bisogno di stare un po’ con la mia famiglia. A te il compito di trovarmi un abito, degno di questo ballo.
Rispose l’Evil Queen alzandosi in piedi, seguita dalla figliastra che non seppe trattenere un enorme sorriso, prima di rattristarsi.
Biancaneve fece qualche passo verso la porta. Stava indugiando.
- Snow?
Chiamo Regina, cercando di capire se avesse altro da dirle.
Biancaneve non si voltò, restando ferma accanto alla porta. La mano sulla maniglia.
Regina si avvicinò, notando che qualcosa non andava. Si limitò a fissarla in silenzio, in attesa di un qualcosa che non tardò ad arrivare.
Snow l’abbracciò, stringendola forte a se e la matrigna si pietrificò nuovamente a quel contatto.
- Emma…non l’ha presa.
Sussurrò Biancaneve. La guancia poggiata sulla spalla della mora.
- Non ha reagito in alcun modo alla notizia. Si è isolata.
Regina, in risposta a quelle parole, ricambiò l’abbraccio sentendo la figliastra abbandonarsi in esso.
- Spesso alcune cose, hanno bisogno di tempo per essere assimilate…solo tempo.
Si scostò dalla ragazza, per poterla guardare negli occhi, assicurandosi che avesse compreso.
Biancaneve confermò con un cenno del capo.
Regina le afferrò il viso fra le mani.
- Riguardati. Vedrai che andrà tutto per il meglio.
Le disse infine sorridendo. Un sorriso sincero, rivolto a lei, che Snow White aveva visto solo quand’era piccina. Una lacrima bagnò il viso della giovane donna.
- Sì.
Rispose alla matrigna, che si allontanò di un passo.
- Ora basta con tutto questo affetto. Lo sai che non è da me, Snow White.
La ragazza a quelle parole rise.
- Cosa non si fa, per trattenermi qui.
Aggiunse la matrigna, facendo l’occhiolino a Snow, prima di entrare nella stanza di Henry.
 
Emma era seduta su di una poltrona, situata accanto al letto del figlio, che dormiva beatamente.
Distolse lo sguardo dal piccolo Henry, quando vide Regina entrare nella stanza e chiudersi la porta alle spalle.
La bionda si alzò ed entrambe si avvicinarono, fino ad eliminare ogni distanza fra i loro corpi.
Si strinsero forte, l’una all’altra, come per paura di perdersi.
- Stai bene? Sei ferita?
Domandò apprensiva la bionda, scostandosi e passando a “radar” lo sguardo sulla mora, che sorrise a quel gesto.
- Va tutto bene. Non è stato facile, ma ora è innocua.
Rispose la compagna.
- L’avete uccisa?
Chiese timidamente l’ex sceriffo.
- No. Non so solo uccidere, Swan.
Il tono dell’ex Sindaco era leggermente offeso.
Emma la strinse nuovamente a se.
- Non fraintendermi amore. Lo so. Solo che è pericolosa.
Disse Emma, senza scostarsi da quella posizione.
Di nuovo quella parola. Udirla, scaldò il cuore dell’Evil Queen.
- Non ti preoccupare. Le abbiamo tolto i poteri, tolto i ricordi di ogni incantesimo, portato qui i libri di magia che aveva rubato e…
- E?
Chiese la compagna, guardando la mora negli occhi.
- …e il suo cuore, come garanzia che non possa più fare alcun male.
Dopo un po’ di esitazione a quelle parole, Emma annuì.
- Bell’idea.
Regina sorrise, portandosi verso il letto del figlio.
Si sdraiò accanto a lui.
Il bimbo, accortosi della presenza della madre adottiva, l’abbracciò.
- Sei tornata.
Bofonchiò Henry. La voce impastata dal sonno.
- Resti qui con me?
Domandò il ragazzino, accoccolatosi fra le braccia di Regina.
- Ti dispiace?
Sussurrò ad Emma che sorrise, mimando un no con il capo.
La bionda imitò la compagna, sdraiandosi anch’essa, al fianco del figlio.
Henry sorrise felice, addormentandosi in mezzo alle sue mamme che guardandosi dolcemente, strinsero il figlio intrecciando le dita delle loro mani.
 
Tutta la servitù era in fermento per i preparativi della serata. Prima del grande ballo, volevano fare una cena per pochi intimi, coordinata e cucinata interamente dalla signora Lucas, ex proprietaria del Granny’s.
Dopo pranzo, si recarono tutti nei giardini del palazzo. Un po’ di svago e relax dopo quei giorni carichi di tensione, sarebbero stati utili.
Snow era seduta su una panca in pietra. Era intenta a leggere un libro, mentre Henry e James giocavano con spade in legno.
Regina ed Emma passeggiavano nel grande cortile. Il sole illuminava i loro volti, mentre si avvicinarono a Biancaneve.
L’Evil Queen, passandole accanto, accarezzò i capelli della figliastra. Un gesto dolce ed amorevole, che lasciò di stucco i nani che lavoravano nelle vicinanze.
Snow si voltò per guardare chi l’avesse accarezzata. Le si scaldò il cuore quando notò la matrigna che le sorrideva.
Si scostò, facendo spazio alle due donne, perché si sedessero accanto a lei.
- Come ti senti?
Chiese l’ex Sindaco alla figliastra.
- Raggiante.
Rispose sorridendo.
Emma guardò la madre. Si sporse oltre la compagna e le prese la mano dolcemente.
Regina volle lasciarle da sole. Si alzò congedandosi e raggiunse James ed Henry.
- Posso?
Chiese l’Evil Queen al figlio, porgendogli una mano.
Il ragazzino divertito le diede la spada di legno.
James fece un ampio sorriso, intuendo le intenzioni della suocera e non solo lui. Molti dei presenti, si fermarono per assistere.
- Fatti sotto suocera.
La sfidò il Principe.
Regina sogghignò, mettendosi in guardia, pronta così a colpire e difendersi.
- Oh no. Adesso lo distrugge.
Sospirò Biancaneve, mettendosi una mano sulla fronte e scuotendo il capo.
Il Principe, mano ferma, postura da scherma medievale.
Regina, elegante, postura da scherma.
James attaccò per primo, brandendo la spada con forza.
Nelle sue mani,l’arma in legno mutò nella sua fidata ammazza draghi, poco prima di scontrarsi con la lama in acciaio nero della spada di Regina.
- Si fa interessante.
Borbottò Hook, pronto ad accettar scommesse.
L’Evil Queen indietreggiò veloce, schivando quattro fendenti rapidi del Principe.
Quando arrivò il quinto fendente, Regina si scostò di lato, afferrando il polso di James e dandogli una gomitata nello stomaco che lo fece indietreggiare.
Regina rise divertita.
- Va bene.
Si disse James, prima di partire nuovamente all’attacco.
L’ex Sindaco questa volta, si trovò in difficoltà.
Il Principe era abile e molto lesto con la spada.
La mora riuscì a parare ogni singolo colpo, ma l’ultimo la sbilanciò, portandola a perdere l’equilibrio.
Prima di toccare il suolo, la donna si trasformò in uno stormo di corvi neri che presero il volo, spiazzando totalmente James e chi stava osservando il duello.
Il silenzio calò improvvisamente su tutti i presenti.
Emma e Snow si alzarono in piedi per cercare l’ex Sindaco, ma di lei nessuna traccia, fino a che non comparve alle spalle di James.
L’uomo si voltò, dopo che Leroy gridò la posizione della maga.
Fu il turno dell’Evil Queen.
La mora attaccò molto velocemente, ma con eleganza, fino a far scontrare le due lame vicino al viso del Principe.
Si sfidarono con lo sguardo, a pochi centimetri l’uno dall’altra.
Con un abile movimento del polso, James riuscì a far sfuggire di mano la spada a Regina, mandandola lontano qualche metro dalla donna.
L’uomo sorrise vittorioso, attaccando nuovamente la mora davanti a se, che per schivare il colpo fu costretta ad accucciarsi.
Con un calcio, Regina disarmò il Principe.
Fu l’arrivo di un ospite inaspettato con bimbo al seguito, visto con la coda dell’occhio dalla mora, che mise fine al duello.
Regina afferrò James dalla cinta. Si nascose dietro di lui, tirandolo a se e costringendolo a seguirla in retro, fino ad arrivare al più vicino albero che fortunatamente distava un paio di metri.
Si udì uno scontento generale per la fine improvvisa di quel combattimento, ma dopo poco, tutti ripresero il loro lavoro.
- Che hai combinato stavolta?
Chiese James perplesso.
- Perché lui è qui?
Domandò la mora infastidita, da dietro le spalle del Principe.
- Te l’ho detto, la nube di guerrieri ha richiamato l’attenzione di molti. È un vecchio amico.
- Non mio.
Sbottò l’Evil Queen.
- Che gli hai fatto?
- Io? Nulla. Solo…non voglio vederlo.
- Uhh…avete avuto trascorsi amorosi? Monella! E non mi dici niente?
Regina gli pizzicò un fianco.
- Ahi! Ehy!
Rise il Principe.
- Innanzi tutto, non è te che devo aggiornare sui miei trascorsi amorosi…e comunque, è solo una parte del passato riguardante una cosa detta da Trilly. Non voglio averci a che fare.
- Dovrai, visto che si sta dirigendo verso di noi.
- Mi avrà vista secondo te?
- Non credo.
- Ottimo.
Detto ciò, Regina si avvolse nel suo mantello e in un attimo, si trasformò in un cane dal manto nero e lucido.
Con le somiglianze di un Dobermann, elegante e allo stesso tempo aggressivo, tentò di fuggire da quella situazione.
Il bimbo di sei anni a fianco di Robin Hood, afferrò il cane per la coda prima che l’animale riuscisse ad allontanarsi.
- Cucciolo!
“Santissimo cielo!” pensò Regina. Malefica si avvicinò all’animale, captando il pensiero dell’amica e trattenendo a fatica una risata.
- Data l’atmosfera rilassata, posso dedurre che le vostre tre maghe siano riuscite a fermare la minaccia.
Disse Robin, chinando il capo in segno di saluto e rispetto verso i reali.
- Ma Regina? Era qui poco fa.
Chiese Emma avvicinandosi al padre assieme a Snow.
James si guardò intorno per poi far spallucce, mentre il bimbo prese a tirar le orecchie al cane.
- Comunque, posso dire con piacere che sì, siamo riuscite nell’impresa. Regina ed io abbiamo collaborato con la Regina delle Nevi. Come si dice: l’unione fa la forza.
Rispose Malefica al forestiero.
Il cane guaì improvvisamente e tutti abbassarono lo sguardo.
Il bimbo, afferratosi saldamente alle orecchie, tentava di salire in groppa all’animale.
“Portami via di qui!” pensò Regina. Malefica cercò di trattenere un’altra risata e afferrando il collare, attirò l’animale lontano dal piccolo.
- È un cane bellissimo. È vostro?
Chiese Robin ai reali, prendendo in braccio il figlioletto che protestò.
- Veramente…
Iniziò Snow.
- È mio!
Esclamò Malefica.
- Emma per favore, lo puoi portare dentro e dargli da mangiare?
Chiese gentilmente la strega.
- Vado io. Ho un certo languorino.
Intervenne Snow.
- Ti seguo, così ne approfitto per cercare Regina.
Aggiunse Emma e insieme, cane a presso, s’incamminarono verso il palazzo. 
Appena furono nei pressi delle cucine, l’animale dal lucido manto nero, cambiò direzione allontanandosi dalle due donne.
- Ehm…ehy…
Emma picchiettò la spalla della madre.
- Il cane sta trotterellando verso le nostre camere da letto.
- Oh…va a recuperarlo per favore. Io nel frattempo, faccio preparare qualcosa per me e una merenda per chi ha fame.
Rispose Biancaneve, con occhi solo per la torta posta su uno dei tavoli nella cucina.
- Parli ancora di te, suppongo.
Ironizzò la figlia ridendo. La madre rispose con una smorfia e la ragazza dai biondi capelli si allontanò.
 
- Ma si può sapere dove stai andando?
Domandò Emma al cane, che allungando il passo, scomparve.
- Fantastico, l’ho perso. Detesto i cani.
Sbottò la ragazza entrando nella camera da letto sua e di Regina.
Un ringhio minaccioso arrivò da dietro le sue spalle.
- Quando ho detto che detesto i cani, non dicevo sul serio.
Disse Emma voltandosi e indietreggiando verso il letto.
La sponda del letto a baldacchino, la fece cadere seduta sul materasso.
Con un tonfo, la porta si chiuse e il cane, occhi fissi sulla ragazza, spiccò un balzo verso di lei.
L’ex Sceriffo chiuse gli occhi sdraiandosi sul letto. Attendeva il peggio.
Un peso sulle sue ginocchia.
- Ciao.
La voce familiare la rilassò. Aprì gli occhi notando Regina a cavalcioni su di lei.
- Eri…eri tu?
A quella domanda, la mora rise.
- Sì. Spaventata?
- Chi io? No, no.
Regina sorrise, sporgendosi verso la bionda.
Afferrandole i polsi, la costrinse a stare sdraiata sotto di se, eliminando poi ogni distanza fra le loro labbra.
- Mi sei mancata.
Le sussurrò all’orecchio l’Evil Queen, prima di baciarla nuovamente.
- Ho bisogno di stare un po’ con te, Regina.
Rispose la bionda, perdendosi negli occhi profondi della compagna.
- Per questo volevo tornare nel Maine…ma tua madre è così testarda.
- E ha bisogno di te.
Regina a quelle parole, mise una mano davanti alla bocca della bionda sotto di se. Si avvicinò, quasi a toccare la sua stessa mano con le proprie labbra.
- Non parliamone più. Ora siamo io e te. Pensiamo a noi, una volta tanto.
Disse la mora, togliendo la mano.
Le labbra di Regina si posarono sul collo della compagna, mentre la mano scese ad accarezzare la sua gamba. Dal ginocchio si spostò  lentamente sulla coscia, fino a salire ad accarezzare il ventre.
- Mi manca fare l’amore con te.
Regina lo disse in un sussurro all’orecchio della bionda, che sentì il suo cuore vibrare.
Con uno scatto, Emma capovolse la situazione. Adesso stava lei sopra la mora.
Sorrise maliziosamente, mentre con le mani slacciava il corsetto della compagna.
Le labbra della bionda, accarezzarono il collo dell’’ex Sindaco, spostandosi sulla spalla e scendendo sul seno.
Regina si mise a sedere, stringendo la compagna  a se. Le sue mani si infilarono sotto la maglia di Emma, voraci di quel contatto con la pelle calda di lei. In un attimo le tolse la maglietta, mentre l’ex Sceriffo riuscì a sfilare corsetto e camicetta della mora.
Un gemito sfuggì all’Evil Queen, quando i loro corpi vennero a stretto contatto.
In un attimo, svanirono anche il resto degli indumenti.
Troppo tempo era passato, dall’ultima volta che si erano amate.
Troppo tempo era trascorso, senza potersi vivere l’un l’altra.




Note di Alex: Siamo agli sgoccioli di questa FF.
Scusate se ci sto mettendo un pò a scrivere e pubblicare, ma non è un bel periodo...in più, visto che siamo alla fine, voglio strutturare bene il tutto.
Alla Prox e buona lettura.

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18
 
Quando Regina ed Emma arrivarono in cucina, Ruby e Miss Lucas, erano intente a studiare il menù della cena, assieme a Snow.
La ragazza lupo si scostò dalle due donne vicine al tavolo, per andare a salutare l’amica con un caloroso abbraccio, soffermandosi poi un istante ad annusare il profumo di lei.
- Ma…avete fatto…
Prima che Ruby potesse finire la domanda, Regina le afferrò il naso tirandola lievemente verso di se.
- La vogliamo smettere, segugio?
Sbottò l’Evil Queen lasciando la presa sulla ragazza, che sembrò arrossire per la piccola figuraccia.
- Scusate.
Sorrise Ruby con fare innocente. Biancaneve sembrava non essersi accorta di nulla.
- A che punto sei con il menù, Snow?
Chiese Regina avvicinandosi alla figliastra.
- Sto gustando degli assaggini.
- Non avevo dubbi.
Borbottò la matrigna sorridendo.
- Vuoi?
Domandò Biancaneve, porgendole una forchetta.
Regina si avvicinò al tavolo, incuriosita. Notando le varie pietanze, accettò l’invito della figliastra sedendosi accanto.
- Se avessimo saputo in precedenza, che bastava una cena organizzata da Miss Lucas a riappacificarvi, ci saremo risparmiati un sacco di energie e disastri.
Rise James, arrivando nelle cucine con il piccolo Henry, che si sedette subito in braccio alla madre.
 
Una volta approvato il menù, fu il turno degli abiti.
Regina, Emma e Snow, si trovavano in una stanza adibita a sartoria, pronte a valutare e decidere cos’avrebbero indossato per quella serata.
Nella stanza, su delle staffe, erano presenti molti abiti selezionati appositamente per il guardaroba dei reali.
Delle sarte erano pronte a fare aggiustamenti vari, nel caso ci fossero stati problemi con le misure.
- Sono assai curiosa, di vedere quale abito hai scelto per tua figlia.
Disse Regina sorridendo, alla smorfia dipintasi sul volto della bionda.
- Notando i colori del vestiario presente in questa stanza, ho timore già del colore che presenterai.
Aggiunse la matrigna, alla quale Biancaneve rispose stringendosi nelle spalle mortificata, mentre un abito veniva mostrato alla figlia.
- Oddio! Per caso una pesca ha vomitato e questo ne è il risultato?
Sbottò la bionda sconcertata.
- Emma!
Esclamarono all’unisono Snow e Regina. Esclamazione seguita da alcune risatine da parte delle sarte.
- Oh, scusate, scusate.
Disse la ragazza inchinandosi prima verso la madre poi verso la compagna.
- Riformulo.
Disse poi schiarendosi la voce.
- Per caso, codesto abito è forse il risultato ottenuto dal…
- Alt! Abbiamo compreso il tuo disappunto.
La fermò Regina, poggiando delicatamente una mano sulla bocca della bionda davanti a se.
- Suvvia, non vorrete farmi indossare una cosa simile! Balze, fiori…ma dove siamo!
Borbottò l’ex Sceriffo. La voce ovattata. La compagna tolse la mano dalle labbra di lei.
- Se tua madre ti ama quanto ti amo io, ammetterà che si tratta di un grosso errore, generato da improvvisa cecità.
L’Evil Queen si fece più vicina alla bionda, aggiungendo un’ultima frase quasi in un sussurro.
- Piccolo problema, sul quale ho sempre fatto affidamento, per giudicare certe scelte fatte da Biancaneve.
Snow annuì alle parole della matrigna, prima di rendersi conto dell’ultima parte del discorso.
- Regina!
Biancaneve fulminò la mora con lo sguardo.
- Lo spero bene.
Rispose Emma, poco convinta, incrociando le braccia al petto.
 
Regina decise di andare a vedere come procedevano i preparativi, lasciando che Snow si godesse il classico momento “madre e figlia”.
A James fu assegnato un compito: seguire le direttive della moglie, nel coordinare i lavori di preparazione, della grande sala da ballo.
Appena il Principe vide la suocera, fece un enorme respiro di sollievo.
- Sei venuta ad aiutare il tuo genero in difficoltà?
Domandò l’uomo, sperando con tutto se stesso in una risposta affermativa.
- Può darsi. Come procede?
Chiese l’ex Sindaco guardandosi intorno.
- Procede…diciamo così.
- Confettino!
La voce di Hook risultò squillante, richiamando l’attenzione della mora su Emma appena entrata nella sala da ballo e il suo vestito color carta da zucchero.
- Ma smettila!
Sbottò la ragazza.
- Signore! Sempre peggio, eh?
Domandò la mora avvicinandosi alla compagna.
- Ti prego Regina, non puoi fare qualcosa per sistemare quest’obbrobrio?
Emma era abbattuta.
- E perdermi il divertimento di vederti sfilare, con questa meraviglia? Giammai.
Rispose l’ex Sindaco trattenendo una risata.
- Giuro che sto per prenderti a calci.
- Non sarebbe un comportamento, che si addice ad una Principessa.
- Regina io ti…
La bionda le puntò il dito indice contro, pronta a dirle qualcosa per aggredirla, ma l’amava così tanto e vederla sorridere era così bello che si limitò a sbuffare.
- Emma vieni, non sei ancora pronta…o quell’abito è la tua scelta per il ballo?
Domandò Snow, raggiungendo la figlia.
- Oddio, no!
Esclamò l’ex Sceriffo, terrorizzata all’idea.
- Tesoro, come procedono i preparativi?
Chiese poi al marito, che notando l’arrivo di un suo madornale errore, preferì tergiversare.
Baciò la moglie mentre con la mano da dietro la schiena di lei, indicò alla servitù con in mano vasi di rose bianche, di uscire velocemente dalla sala.
- Tutto bene, sì.
Sorrise poi l’uomo.
- I fiori sono arrivati?
- No, no. Li sto ancora attendendo, ma saranno qui a breve.
Biancaneve sorrise felice.
- Vieni Emma, ti faccio provare qualcos’altro.
Prese per mano la figlia, per riportarla nella sala di prova abiti.
La faccia supplichevole della ragazza verso Regina, fu impagabile, sommata alle sue labbra che mimarono un “Salvami”.
- Prometto che finito qui, ti vengo ad aiutare.
Disse ad alta voce Regina per poi mettersi a ridere.
- Regina ho bisogno di te.
James l’aveva afferrata per le spalle voltandola verso di lui, perché lo guardasse negli occhi.
- A proposito di?
Chiese facendosi subito seria in volto.
- Errore, ho fatto un grosso errore.
- Sposare Biancaneve? Ti capisco.
L’uomo alzò gli occhi al cielo.
- E va bene. Sarebbe?
La mora sbuffò, cambiando la domanda.
James lasciò la presa sulla donna che continuò a guardarlo.
- Ho sbagliato il colore dei fiori.
- Quali fiori?
Domandò Regina incuriosita, non vedendo nemmeno un vaso in quella stanza.
James fece un cenno d’assenso con il capo a Leroy e la servitù rientrò nel salone, sistemando i vari vasi di rose bianche.
- Questi. Dovevano essere rosse e gialle, le rose…invece sono arrivate tutte bianche. Un aiutino?
L’Evil Queen alzò il dito indice, puntandolo verso i fiori, ma il Principe dei Ladri entrò nella visuale della mora.
- Ehm…
Borbottò la donna, braccio ancora teso, voltandosi dalla parte opposta ed incamminandosi verso il corridoio.
- Regina!
Esclamò James per richiamare la sua attenzione.
- Devo andare.
- Ma…i fiori?
Con uno schiocco di dita, il colore delle rose mutò in rosse e gialle, prima che la donna svanisse verso la sala prove abiti.
- Almeno Snow non mi fulminerà.
Si disse sollevato il Principe.
 
- Ma la smetti di torturare tua figlia, con queste oscenità?
Sbottò Regina, vedendo addosso alla bionda un disgustoso vestito verde slavato.
- I miei gusti, non sono i tuoi.
Sbuffò Snow.
- E meno male! Ascolta, James ha messo su uno dei tavoli situati nel salone, la statua di ghiaccio di un opossum. Sinceramente non so perché lo abbiate richiesto, comunque vuole che tu vada a verificare che la posizione di tale inutile opera, sia corretta.
- Statua di ghiaccio? Opossum? Ma che sta combinando!
Snow White iniziò davvero a preoccuparsi che i preparativi stessero andando a rotoli. La matrigna in risposta a quelle domande, fece spallucce.
- Mi assento un attimo.
Avvertì Biancaneve, prima di uscire in tutta fretta dalla stanza.
Emma guardò la compagna, dapprima seria poi sul viso si dipinse un sorriso sornione.
- Opossum eh?
- Piccola bugia, ma non ce la faccio più a vederti conciata così.
Rispose la mora che con un tocco delle dita e un intervento magico, trasformò il vestito in un meraviglioso abito da sera blu notte.
Piccoli diamanti abbellivano le maniche, la gonna lunga fino a coprire i piedi e la scollatura.
Un grande sorriso soddisfatto spuntò sulle labbra dell’Evil Queen, mentre alle sarte sfuggirono apprezzamenti meravigliati.
Emma si guardò allo specchio e sorrise felice.
- Finalmente!
Esclamò avvicinandosi alla compagna.
Le posò un dolce bacio sulle labbra per poi stringerla forte a se.
La mora si abbandonò fra le braccia di Emma.
- Guardate chi vi ho portato?
Disse Malefica entrando dalla porta.
Le due donne si voltarono verso l’entrata e videro il piccolo Henry, vestito di tutto punto.
- Henry!
Sorrise Regina aprendo le braccia. Il ragazzino corse incontro alle sue mamme che l’abbracciarono.
- Sembri un Principe.
L’Evil Queen era orgogliosa.
- Mamma, sei bellissima!
Esclamò il figlio, guardando Emma stupito.
- Regina, ma tu non sei ancora pronta o in preparativi?
Domandò Malefica sbalordita.
- Non ho idee.
Rispose la mora tristemente. La Strega scosse il capo prima di guardarla riducendo gli occhi a due fessure.
- Adesso ti rapisco e ci penso io. Di “ciao, ciao” alla tua bellezza in blu.
Disse la donna bionda prima di svanire assieme all’Evil Queen.
- Eccomi. Ma…è…perfetto!
Esclamò Biancaneve a bocca aperta, appena entrata nella stanza.
- Sapevo che Regina, ci avrebbe messo lo zampino.
Aggiunse sorridendo.
“E meno male”, pensò Emma fra se.
 
- Rosso, Bordeaux? Una punta di grigio, Blu? No, blu no, sembrereste gemelle. Oro?
Regina era in piedi dinnanzi ad un grande specchio, mentre Malefica camminava avanti e indietro per la stanza, alla ricerca di idee per l’abito dell’amica.
A quell’ultima domanda, si voltò verso l’ex Sindaco. La sua espressione di disgusto, le fece cambiare idea sul colore.
- Nero no, dai!
Esclamò la Strega, dopo aver captato il pensiero della mora.
- Ho un’idea, Melange! No…sbatte. Vinaccia? Sì, un bel vinaccia, di quelli che con la luce fa quel gioco di colori da nero a vinaccia. Sto dicendo troppe volte vinaccia.
- No, dai.
Il tono di Regina era supplichevole.
- Uhm…
Mormorò Malefica. Mano sul mento, sguardo che scrutava attentamente l’amica.
- Tu non vuoi partecipare, vero?
Chiese la Strega, fattasi seria in volto.
La mora non rispose.
- Regina!
L’Evil Queen si limitò a sbuffare.
- Pensa al mio vestito. Io mi assento un po’.
- Dove vai?
Ma quella domanda non ricevette risposta, perché la mora svanì.
 
L’Evil Queen era seduta su di una panca in pietra, nei giardini del palazzo.
Pensava a quanto quieto era il Maine, a confronto della Foresta Incantata.
Quale sarebbe stato il futuro di Henry, ora? Governare come una famiglia, non la convinceva molto.
Si sarebbe impegnata a provarci, nonostante non volesse rimanere in quel luogo.
- Perché fuggi sempre?
Quella voce, fece tornare Regina alla realtà.
- Robin.
- Regina.
L’uomo s’inchinò, in segno di saluto, ma la mora non si voltò nemmeno a guardarlo.
- Sai tutto vero?
Chiese la donna.
- Voglio solo farvi i miei omaggi.
- Andiamo, non prendetemi in giro. I miei cavalieri vi hanno dato la caccia per parecchi anni. Non mi rispettate, quindi non fingete con me.
Sbottò l’ex Sindaco, senza scostare lo sguardo dagli alberi davanti a se.
L’uomo le prese la mano, attirando l’attenzione della donna, che la scostò bruscamente.
- Voi avete solo le sembianze della temuta Evil Queen, ma null’altro in voi le assomiglia. Quindi, accettate che vi porga i miei omaggi.
- E così, siete qui.
James interruppe la conversazione, raggiungendo i due, dopo essere uscito dalla sala da ballo.
- Gli invitati per la cena, saranno qui a momenti. Mia figlia è stata rapita da sua madre e Malefica mi ha mandato a cercarti per due motivi:
uno, ha paura che te la sia data a gambe…non mi ha detto perché, anche se me lo chiedo io…
Il Principe guardò la donna pensieroso, per poi riprendere il discorso.
- …due, vuole che tu vada a vestirti. Perché dovresti dartela a gambe suocera, nuora?
Chiese James grattandosi la nuca.
La mora si alzò, guardando il genero con un sopracciglio alzato.
- Scusate.
Rispose incamminandosi verso il palazzo.
James sbuffò.
- Non so come faccia mia figlia. Avrà le istruzioni per l’uso.
Ironizzò il Principe.
- Persona assai complicata, su questo sono d’accordo. Sono certo che pure lei James, possiede le istruzioni.
Sorrise Robin.
- Il nostro rapporto si è creato con il tempo. Ci vuole pazienza.
James rispose ricambiando il sorriso ed invitando, con un gesto, il suo ospite ad entrare a palazzo.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19
 
- Allora Principe, se l’è data a gambe tua suocera oppure l’hai mandata a fare qualche commissione?
Domandò Malefica sistemando alcuni dettagli, per abbellire il salone.
L’espressione sul volto dell’uomo, cambiò nettamente.
- Non…non è qui con te?
Rispose James, improvvisamente preoccupato.
- Oh ho ho, Principe sei nei guai.
- No, no, che guai! Io l’ho trovata e riferito il messaggio.
- Ti ha detto qualcosa a tal proposito?
- A tal proposito…secondo te?
La Strega era incuriosita e con un gesto della mano lo spronò a rispondere da solo alla domanda che aveva posto a lei.
- Ha fatto puff e credevo fosse venuta qui.
Rispose stizzito James.
- Ripeto Principe, sei nei guai.
 
Ferma in piedi, al centro della camera da letto di Henry, c’era Regina.
Il suo sguardo fisso, su di un affresco dipinto sul soffitto di quella stanza, trent’anni prima destinata ad Emma. Lo stesso affresco che lei stessa aveva distrutto assieme a gran parte di quel castello, per mezzo della maledizione.
Finalmente aveva scelto un abito di suo gusto per la serata.
Il vestito era lungo sino a coprirle i piedi, nero con ricami gotici avorio e bianchi. Semplice ma sofisticato.
- Mamma?
La voce alle sue spalle la fece voltare.
- Henry.
Sorrise guardando il ragazzino.
- Cresci a vista d’occhio sai?
Il ragazzino sorrise prima di farsi serio.
- Mamma, non vieni alla cena? Ti stanno cercando tutti.
Chiese poi preoccupato.
- Esatto. Ci stai facendo ammattire con il tuo svanire nel nulla.
Intervenne Malefica, raggiungendoli nella stanza.
- Ho bisogno di riflettere.
- Su?
Domandò la Strega.
- Domani?
Chiese Henry.
- Uh sì, il grande giorno!
Esclamò la bionda all’amica.
- Di la verità…hai deciso di spodestare i Charming con un calcio nel sedere, riprenderti figlio e trono e governare sola soletta, tornando al potere alla massima potenza?
Disse tutto d’un fiato Malefica.
- Ehy! Così non sei d’aiuto.
Esclamò Henry incrociando le braccia e mettendo un broncio arrabbiato.
- Per piacere…
Tentò Regina.
- Non dirmi che non l’hai pensato.
Sorrise maliziosamente la Strega.
- No. Mamma è meglio di come la descrivi tu. Vero mamy?
Malefica si mise davanti al bimbo.
- Sì, sì, sì. Cose da grandi.
- Antipatica.
Borbottò il ragazzino dandole una lieve spinta da dietro.
- Nano.
Ricambiò la donna sorridendo, subito dopo.
Regina scostò Malefica con un braccio, mettendosi fra lei ed Henry.
- Tesoro, è ora che tu vada.
La faccia contrariata del figlio, la fece sorridere.
- Voglio che tu venga con me.
Suonò come un ordine ed Henry se ne accorse subito, ma la madre non gli diede il tempo di rimediare.
- E io, vorrei evitare la cena.
- Allora la eviterò con te.
- Col cavolo!
Esclamò la strega afferrando il polso dell’amica, facendola voltare verso di se.
- Voi andrete eccome. Senti Regina, parlando seriamente, questa sera e domani sono momenti importanti. È della tua rivalsa che stiamo parlando.
Devi dimostrare a quel bigotto del tuo popolo, che sei cambiata, che sei pronta a governare diversamente e a testa alta.
- Ho sempre governato a testa alta.
- Sì, e da quello che ho letto nella biblioteca della tua assurda città, anche Hitler.
Regina a quel nome alzò un sopracciglio.
- Mi stai dando della dittatrice?
- Io? No. Tornando a noi, tu sei Regina. Puoi far fronte ad un nuovo inizio. Sfrutta quest’occasione, Amica mia. Te lo meriti.
E sì, è vero ciò che ha detto Biancaneve, hanno bisogno di te. Se non vuoi farlo per i due piccioncini, fallo per Henry, Emma e perché no, anche per te stessa.
Detto ciò, Malefica parve riprendere fiato.
Ci fu un breve silenzio, prima che la mora rispondesse.
- L’umidità delle caverne, ti ha resa saggia.
Sorrise Regina.
 
Tutti gli invitati erano ormai presenti nella grande sala da pranzo.
I Charming ed Emma si guardarono preoccupati. Mancavano solo Henry, Regina e malefica.
- Ma dove saranno finiti?
Sbottò la bionda tesissima.
- Dietro di voi.
Rispose sorridendo Regina.
La compagna quando la vide, ne rimase estasiata.
- Sei così bella.
Bisbigliò all’orecchio dell’ex Sindaco, Emma, appena ella si avvicinò.
La mora le strinse le mani nelle sue, sorridendo maliziosamente.
- Lo so.
Al lungo tavolo in legno attorno al quale erano stati fatti accomodare i commensali, era stato tolto il posto a capotavola , unendovi invece un altro tavolo in modo che i reali potessero vedere davanti a se tutti i presenti alla cena.
Henry era seduto fra i Charming e le sue due madri.
- Quante posate. Fico!
Esclamò il ragazzino, scatenando risate fra i presenti. Tutti amavano Henry.
- Non ridere troppo, Principessa. So che l’hai pensato pure tu.
Ironizzò Regina, guardando la compagna al suo fianco.
- Ti sbagli.
Rispose con finta regalità Emma, trattenendo una risata.
Sembrava tutto così bello.
Che fosse veramente un nuovo inizio?
 
La cena proseguì tranquillamente e senza alcun intoppo.
Tutti sapevano quanto avessero rischiato Regina e Malefica, per salvare il regno da Morgana…la consapevolezza di ciò, sarebbe bastato per redimerla ai loro occhi?
I reali, Evil Queen compresa, lo speravano.
Regina non avrebbe accettato il carcere, ne ovviamente le sarebbe stato proposto dai Charming.
Tutti erano a conoscenza che se il popolo si fosse ribellato alla loro decisione di governare insieme, Regina sarebbe tornata nel Maine e non l’avrebbe fatto da sola.
Le danze furono aperte da Biancaneve e James.
Neal chiese ad Emma un ballo. La bionda, allenatasi tutto il giorno precedente, sebbene molto riluttante fu spinta nelle danze da Ruby e Belle, nonostante il disappunto di Regina…anche se, un ballo non avrebbe avuto significato alcuno.
L’Evil Queen si era limitata ad osservare le coppie sulla pista da ballo, quando un improbabile cavaliere le chiese di ballare con lui.
La mora non poté essere più felice.
Il piccolo Henry, vedendo la madre immersa nei suoi pensieri, decise di comportarsi da gentiluomo.
- Mamma, m’insegni?
Chiese il ragazzino con ampio sorriso e la madre accettò felicissima.
Fu una scena che mise l’ex Sindaco sotto un’altra luce, agli occhi dei presenti.
Vederla serena e sorridente, mentre danzava con il figlio ormai dodicenne, era qualcosa di nuovo per tutti, tranne che per Emma che si innamorò ancor più della compagna.
Ruby rubò il piccolo cavaliere a Regina, per il ballo successivo e la mora si mise a danzare con Emma.
- Principessa, lei ha un talento naturale.
Disse l’Evil Queen sorridendo.
- Per cosa, per ballare?
Domandò la bionda incuriosita.
- Non solo.
- No? E per cos’altro?
Fece un sorriso malizioso all’ex Sindaco.
- Anche per farmi ingelosire.
La figlia di Biancaneve, divenne seria in volto.
- Neal…
Regina con la coda dell’occhio vide Robin sorriderle, ciò la fece fermare improvvisamente.
- Dobbiamo parlare. Vieni con me.
Emma si lasciò accompagnare nei giardini da Regina.
Si sedettero su di una panca, accanto al bellissimo albero di mele della mora.
- Senti…tra me e Neal…
Iniziò nuovamente la bionda, che però fu bruscamente interrotta ancora.
- Lo so, lo so. Non voglio parlare di te, ma di me.
- Di…di te?
Chiese stranita Emma.
- Sì.
Regina prese un respiro profondo, prima di iniziare.
- C’è una cosa del mio passato, che non sai. Una cosa che ha a che fare con la perdita delle ali di Tinkerbell.
Fece una pausa, come per prendere coraggio.
La possibile reazione di Emma la spaventava, ma doveva dirlo.
- Quella fata, voleva aiutarmi, rendermi felice.
Per magia trovò la mia anima gemella, il mio vero amore. Io avrei solo dovuto incontrarlo ma mi rifiutai.
Esso portava sulla pelle, il ritratto di un leone.
- Robin Hood.
Sussurrò la bionda. Lo sguardo perso nel vuoto.
- Esatto. Ora lui lo sa.
Emma si voltò verso la compagna, prendendo le mani nelle sue.
- Tu, credi in tutto ciò che ha detto Trilly?
- Ovvio che no. È anche per questo che ha perso le ali…per questo e perché ho avuto paura.
Non ero pronta. Ma tu, so che sei tu il mio vero amore. È una certezza, Emma.
- Grazie.
- Di cosa?
- Che sei stata sincera.
- E sempre lo sarò. Stasera dopo il ballo, metterò in chiaro le cose con Robin.
Emma la strinse forte a se, in un abbraccio.
- Vieni, non voglio che tu ti perda il ballo.
Sorrise la mora, baciandola dolcemente.
- Promettimi che staremo sempre così.
Gli occhi della bionda, sembravano celare una lieve supplica.
- Così come?
- Così bene…così noi.
Regina sorrise nuovamente.
- Sempre, è un lasso di tempo molto lungo, ma ti prometto che farò il possibile.
 
Le due donne, fecero ritorno nella sala da ballo, dove i Charming volteggiando si fecero largo tra gli invitati.
Biancaneve si fermò accanto alla figlia, mentre James rapì la suocera, portandola verso il centro della pista da ballo.
- Mi dici che accade?
Domandò James senza fermarsi nel danzare.
L’Evil Queen alzò il sopracciglio.
- Sei sempre stata strana, ma ultimamente lo sei ancor di più.
Disse lui guardandola intensamente.
- Non sono affari che ti riguardano.
Rispose Regina seccata.
Il Principe l’attirò a se bruscamente.
- Sì invece. Tu fai parte della mia famiglia ed essa è affar mio.
Concluse l’uomo facendola volteggiare per poi portarsela nuovamente vicino.
- Se sei preoccupata per domani, andrà tutto bene
- Non è per domani James, o almeno non solo.
- Cos’altro ti affligge?
Ci fu un altro volteggio, prima che Regina rispondesse a quella domanda.
- Ne ho già parlato con l’interessata.
Il Principe, fece indietreggiare di alcuni passi l’Evil Queen.
- Smettila di blindarti come un caveux.
Sbottò l’uomo. Regina mano sul petto di James, lo fece arretrare a sua volta. Occhi negli occhi.
Gli invitati avevano smesso di danzare, appositamente per poterli osservare.
Stavano ballando divinamente, senza nemmeno rendersene conto.
- La smetti di voler cambiarmi o credere con tutto te stesso di poterlo fare?
James le afferrò la mano, poggiata ancora sul proprio petto.
La fece volteggiare ancora una volta prima di ultimare il ballo con un pasque.
- Sei già cambiata, suocera cara. Non te ne sei nemmeno accorta.
Sorrise l’uomo, drizzando la donna in piedi e dandole un lieve bacio sulla guancia.
D’un tratto si accorsero che tutti gli occhi erano puntati su loro.
James le sorrise nuovamente prima di lasciarla ad Emma.
 
I festeggiamenti giunsero alla fine, almeno per quella sera.
Gli invitati si congedarono pian piano, sino a che i reali non rimasero soli con Belle, Tremotino, Neal e Malefica.
Dopo aver messo a letto Henry, assieme ad Emma, Regina decise di andare a parlare con Robin una volta per tutte.
La mora uscì dal palazzo, senza accorgersi che la compagna aveva deciso di seguirla a distanza.
Il principe dei ladri era accampato poco distante dal castello.
L’Evil Queen attraversò il bosco, in direzione di una luce creata dal fuoco acceso.
Sentì la voce familiare dell’uomo, a cui si avvicinò silenziosamente.
Stava addormentando il figlio. Era un bravo padre.
- Ricorda: sarò sempre accanto a te e se è questo, quello di cui hai bisogno…
- Sarò più forte e coraggiosa che mai.
Completò la frase per lui, Regina.
Robin nell’udire la voce della donna, si voltò sorridendo.
- Me lo diceva sempre anche mio padre.
Continuò la mora con voce nostalgica.
- Amava molto suo padre?
L’Evil Queen sospirò.
- Ascoltami bene. Non amo ripetermi, per cui te lo dirò una volta solamente. Ho visto come vi guardavate tu e la fata, in mia presenza. Non so cosa possa averti raccontato Tinkerbell, ma non è così.
Forse trent’anni fa potevi essere destinato a me…a stare insieme, ma ora…
La donna si schiarì la voce.
- Ho trovato la mia famiglia, la mia serenità. Il vero amore l’ho trovato in Emma ed è solo lei che voglio. Perciò, non sprecare ulteriore tempo con me.
Robin stette in silenzio ad ascoltare ciò che la Regina ebbe da dire.
Sospirò poi guardandola negli occhi. Sguardo sincero.
- Siamo noi i veri artefici del nostro destino e al nostro cuore spetta la scelta sulla persona da amare…non ad un incantesimo.
Comprendo le vostre scelte e le rispetto. Perciò, lieto che lei abbia trovato la sua felicità, maestà.
L’uomo chinò il capo in segno di riverenza.
- Ci vediamo domani. Assisterò al discorso dei reali. Immagino che fra loro, ci siate anche voi.
- Così mi hanno detto. Buon riposo.
Ma Regina non ebbe tempo di congedarsi che un rumore sordo seguito da un grido, la fecero sussultare.
L’Evil Queen e il Principe dei Ladri, decisero di far fonte all’accaduto e scoprirne quale fosse la causa.
Affidato il figlio dell’uomo ad uno dei suo compagni d’arme, i due s’incamminarono nel bosco in direzione del rumore sentito precedentemente, quando Emma attirò la loro attenzione sbucando appesa a testa in giù, dalla chioma di un albero.
Caduta in una trappola mentre si allontanava per non essere vista dalla compagna, ora penzolava sorridendo davanti al volto dell’ex Sindaco e Robin, entrambe visibilmente preoccupati e perplessi.
- Ma come?
Tentò di chiedere la mora a cui la bionda fece spallucce.
- La prudenza non è mai troppa. Abbiamo sistemato alcune trappole per essere certi di stare al sicuro durante la notte.
Rispose l’uomo.
- Sai Regina, sei sexy anche da questa prospettiva.
Una gomitata colpì Hook che fece capolino da dietro Emma, anch’esso appeso a testa in giù.
- Perché siete assieme?
Domandò la mora sospettosa.
- L’ho seguita.
Rispose Uncino con sorriso sornione.
- Perché?
La mora alzò un sopracciglio. Il volto serio.
- Come perché! Dico…ma l’avete vista? Troppo bella per perderla di vista.
Regina afferrò il Pirata per la giacca, portandolo vicino al suo viso. Occhi negli occhi.
- Maestà, lasci perdere. Non ne vale la pena.
S’intromise Robin, attirando l’attenzione della mora su di se, prima di tornare a folgorare con lo sguardo Uncino.
Hook approfittò di quella vicinanza per posare un bacio lieve, sulle labbra della Evil Queen che strabuzzò gli occhi per il gesto inaspettato.
Il silenzio era calato tra i presenti, notando l’espressione della mora farsi carica di rabbia.
Regina fece un passo indietro e senza distogliere lo sguardo dal Pirata, gli assestò un pugno sul naso con immensa soddisfazione personale.
Robin tirò giù Emma dall’albero, mentre Uncino malediva l’Evil Queen per il gesto.
- Mi piaci aggressiva.
Sorrise la bionda, ora al fianco della compagna.
Con un cenno del capo salutarono Robin e si congedarono tutti e tre, lasciando solo Hook a penzolare appeso all’albero.
 
 
 
 
Note di Alex: Scusate il ritardo ma è un periodo veramente pieno, in più essendo gli ultimi due capitoli, voglio lavorarci bene.
Scusate se ci sono errori, ma qualcuno sfugge sempre.
Fatemi sapere cosa ne pensate...ci conto.
Alla prox :)

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20
 
Il sole illuminava le chiome degli alberi, che si estendevano nell’Enchanted Forest e assieme ad esso era giunto anche il grande giorno per i reali, che in quel momento erano tutti riuniti attorno al grande tavolo della biblioteca…tutti eccetto Regina che arrivò con in mano un piccolo vassoio con sopra un croissant.
- E quello?
Chiese Biancaneve, estasiata dalla vista di quel dolcetto, di cui non sentiva il profumo da parecchio tempo.
- Piccolo esperimento in cucina.
Rispose la mora soddisfatta, prima di sedersi e mettersi a leggere il discorso che avrebbe tenuto Snow.
Emma, Henry e James parlavano della cerimonia e Biancaneve si collocò alle spalle della matrigna, intenta ancora a fissare il Croissant.
- Ha un profumo meraviglioso.
Regina alzò gli occhi al cielo rassegnata.
- E va bene…ho capito.
Sbottò porgendole il dolcetto con gesto di stizza.
Il viso di Biancaneve s’illuminò.
- Ne prendo solo un pezzettino.
Ma quando l’ex Sindaco vide, quanto effettivamente ne mancava, strabuzzò gli occhi.
- L’hai sconvolta.
Disse Emma ridendo di gusto.
- Eh certo che sono sconvolta, se n’è presa più di metà!
Esclamò l’Evil Queen contrariata.
- Oggi è il grande giorno!
Acclamò Malefica entrando nella biblioteca, spalancandone le porte, seguita da Hook, Neal, Belle e Tremotino.
- Ehy Henry, vieni a fare una passeggiata con me?
Chiese Bae al figlio, sorridendo.
Il ragazzino accettò di buon grado ed uscì con il padre, salutando con enfasi le due madri.
Belle e Gold imitarono figlio e nipote, congedandosi.
La vecchia governante della famiglia reale, tornò a servire altro tè.
Era una donna molto premurosa e l’ex Sindaco aveva sempre detestato quel suo modo di fare, eccessivamente apprensivo.
Quel mattino, era già la quarta volta che passava a riempire i bicchieri, nel giro di venti minuti.
- Altro tè?
Chiese la domestica a Biancaneve che rifiutò sorridendo.
Regina senza sollevare gli occhi da ciò che stava leggendo, sentì la donna avvicinarsi e prontamente coprì il bicchiere poggiandovi sopra la mano.
- Oh no! Oh no!
Gridò agitato Hook, alzandosi dal sofà su cui si era seduto.
- Che c’è?
Chiese Emma incuriosita, seduta accanto a lui.
Uncino aveva attirato su di se lo sguardo dei presenti.
- Sto per…starnutire.
Regina lo guardò malamente alzando un sopracciglio, per poi tornare alla sua lettura.
Il Pirata non riuscì a trattenersi e dopo aver starnutito, gemette dal dolore portandosi le mani al viso.
Il pugno datogli la sera precedente dall’Evil Queen, gli aveva quasi rotto il naso.
- Ben ti sta…Romeo.
Disse Regina sorridendo, senza alzare lo sguardo verso l’uomo.
- Io mi congedo. Vado con Robin a controllare le misure di sicurezza, da attuare in questa giornata.
Informò James, andando a baciare la moglie, per poi uscire dalla sala.
Malefica era intenta a leggere un libro, mentre Regina iniziò a scrivere il discorso da aggregare a quello della figliastra e del genero.
Snow White nel frattempo, raggiunse la figlia sedendosi accanto a lei.
- Emma, posso chiederti una cosa?
La bionda con un cenno della mano, invitò la madre a proseguire.
- Perché mi odi?
- Scusa?
Domandò quasi turbata la figlia.
- Ogni volta che restiamo sole, fai di tutto pur di evitare di chiacchierare con me.
Emma sospirò.
- Mi sembra che stiamo passando del tempo insieme.
Rispose la bionda con un sorriso di circostanza.
- Sì, mentre tu continui a fissare il vetro del mobile davanti a te.
- Riflessa sul vetro, se guardi, ci sei tu. Ciao.
Rise Emma salutando il riflesso della madre, effettivamente visibile sul vetro.
- Emma, guardami.
L’ex Sceriffo si voltò quasi spazientita. Tra loro calò il silenzio.
- Quanto dobbiamo restare così?
Sbottò la bionda.
- Voglio che tu parli con me.
Disse Snow senza rassegnarsi.
Regina vide il lembo di un piccolo foglio, sbucare dal libro che Malefica stava leggendo.
Lo sfilò velocemente e notando la scrittura del padre, si alzò dal tavolo in tutta fretta.
- Io esco.
- E io ti seguo.
Aggiunse Malefica, portandosi al fianco dell’amica.
- No, no, sedetevi e rimanete un po’ qui con noi.
Chiese Emma quasi in una supplica.
Le due maghe si guardarono perplesse, prima di raggiungere Biancaneve e la figlia.
- Dobbiamo proprio?
Domandò l’Evil Queen contrariata.
- Emma mi odia.
Disse d’un fiato Snow alla matrigna.
- Non è vero!
Esclamò Emma guardando la madre, prima di afferrare il polso della compagna in piedi davanti a se.
- Ti prego ho bisogno di te.
Sussurrò poi alla compagna.
- Henry deve imparare a cavalcare entro oggi.
- Regina, ti sto supplicando.
La mora alzò gli occhi al cielo.
- D’accordo.
Le due maghe si sedettero sul sofà, dinnanzi a madre e figlia.
Tra le quattro donne scese il silenzio.
- Perché odi tua madre?
Chiese Malefica innocentemente.
- Io non la odio. Ho solo bisogno di assimilare tutto questo. È la tua vita questa, non la mia. Il tuo mondo, non il mio…ma cerco di farmi andare bene tutto, perché non voglio perdervi di nuovo.
Per Biancaneve fu come una pugnalata.
Voleva solo la felicità per sua figlia e non avrebbe mai pensato che in quel momento la stava costringendo a restare.
Si voltò verso la matrigna, il cui volto esprimeva un “te l’avevo detto”.
- Regina, non…dire niente.
La mora mise le mani avanti, in segno di resa.
- E comunque, non vi lascerei soli, non ora che è in arrivo il vostro nuovo futuro.
Sorrise la bionda, indicando il pancione della madre.
Henry entrò in biblioteca correndo verso Regina, seguito da Neal e James.
- Mamma, posso andare con papà e nonno a vedere le guardie che si addestrano?
Chiese il ragazzino con il fiatone.
- Henry, la mamma deve portarti a cavalcare. Ci vorrà un bel po’ di tempo e noi non ne abbiamo poi così tanto. La parata è nel pomeriggio e lo sai che nonna vuole vederti a cavallo.
Emma Swan, riprese il figlio, che si era voltato a guardarla.
- A sorpresa…
Iniziò Regina in stile cronaca giornalistica.
- …una presa di posizione da parte di Miss Swan, qui alla nostra destra.
Il piccolo, notando il buon’umore della madre adottiva , si voltò supplichevole verso di lei.
- Mamy, per favore.
Piagnucolò il ragazzino.
- Cos’ha detto la mamma?
Chiese Regina.
- No…l’hai sentita anche tu.
Abbassò lo sguardo sconsolato.
L’Evil Queen si alzò in piedi, mise le mani sulle spalle del figlio e lo voltò verso la porta che dava sul corridoio.
- E allora, vola pulcino…vola!
Gli disse infine, dando al ragazzino una lieve spinta.
- Che mamma chioccia ti segue.
Ironizzò James divertito, mentre si allontanavano dalla biblioteca.
- Regina, aspetta!
La richiamò Snow.
La matrigna fece la sua comparsa sulla soglia della biblioteca, seguita dal figlio.
- Ho promesso che avremo fatto donazioni. Ricorda di indicare alla servitù ciò che vuoi donare.
- Informò Biancaneve.
Regina si portò alle spalle di Neal e poggiandovi una mano sulla schiena, lo spinse leggermente verso Snow.
- Un dollaro o…fate voi.
Disse la mora scomparendo assieme al figlio, in corridoio.
- Quando si dona è tutto gratis!
Urlò James perché la suocera lo sentisse.
- Ancora meglio! Nessuno lo comprerebbe.
Si udì la voce lontana dell’ex Sindaco, a cui seguì una risata.
 
Era passata solo un’ora ed Henry sembrava già un cavallerizzo esperto.
- Mamma, se continuo a girare in tondo, mi sentirò male.
Regina rise. Una risata leggera, gentile.
- Ho capito. Faccio preparare un altro cavallo, così ti porto a fare un giro fuori dal recinto. Ti va?
Il piccolo Henry, sprizzava gioia.
- Se voglio? Certo!
Mentre il destriero di Regina veniva sellato e accompagnato da lei, il ragazzino continuò il suo giro, supervisionato dalla madre.
- Riesci a venire sin qui da me?
Domandò la mora, prendendo le briglie del proprio cavallo.
Lo stalliere aprì il cancelletto in legno ed Henry ne uscì felicissimo.
Regina salì in sella e furono pronti per andare a fare una scampagnata.
 
Era quasi giunta l’ora di pranzo.
I preparativi per la cerimonia stavano per essere ultimati.
- Avete visto Regina?
Chiese Malefica, entrando nella sala adibita a sartoria.
- È andata a insegnare ad Henry, le basi per cavalcare.
Rispose Emma, mentre provava l’ennesimo vestito.
Snow era seduta su di una poltrona ad ammirare estasiata la figlia.
- Questo busto, limita le mie riserve d’aria.
Disse la bionda col fiato corto.
- È un corsetto.
La corresse Biancaneve sorridendo.
- È una tortura. Veramente qui la gente li indossa? Non mi lamenterò più dei reggiseni sportivi.  
- Beh, vado a cercare la tua consorte…di nuovo.
Sbottò la Strega, che uscì sbuffando dalla stanza.
In quei giorni, stava spendendo un sacco di tempo alla ricerca di quella donna.
Regina era in piedi, accanto alla finestra.
Guardava il figlio Henry, giocare con Robin Hood.
Tra le sue mani fece comparire il piccolo biglietto, trovato nel libro qualche ora prima.
“Bruciando come un fiammifero, tu incenerisci le vite di chi conosci.
Un tempo, tu piangevi per ogni stella cadente…ora invece, uccidi per sete di potere.
Come ho fatto a perderti in questo modo, figlia mia?”
Lacrime iniziarono a scendere dagli occhi dell’Evil Queen.
- Oh, sei qui!
Esclamò Malefica, comparendo alle spalle dell’amica, che si asciugò in fretta il viso, indossando la sua maschera da persona seria e distaccata.
- Mi cercavi?
Rispose Regina, senza nemmeno voltarsi.
- Che guardi?
Chiese la donna, avvicinandosi all’ex Sindaco.
- Uh, è Robin. Ci stai ripensando per caso?
Domandò poi la Strega.
Robin Hood, nei giardini del palazzo, stava insegnando a tirare con l’arco al piccolo Henry.
- Senti, per piacere!
Con sguardo malizioso, Malefica sorrise.
- Sì, sì, ci stai ripensando. Vuoi che gli chieda se è interessato a un appuntamento?
- Malefica, non dire idiozie.
- Eppure, sareste perfetti insieme. Guarda che sguardo…
- Ti sto per colpire.
- …che muscoli…
- Davvero, credimi, la tua vita è giunta al termine.
- …che stile. Per essere un uomo dei boschi, devi ammettere che è attraente.
Una spada, comparve nella mano di Regina, che successivamente scagliò contro Malefica.
La donna svanì ridendo in un fumo porpora, lasciando che l’arma si conficcasse nel muro dietro se.
Ricomparve poi accanto all’amica.
- Almeno ti ho distratta, dai pensieri che ti hanno rattristata.
Sorrise la Strega bionda prima di svanire nuovamente.
L’Evil Queen sospirò. Gli occhi ridotti a due fessure.
Impugnò la spada e con poco sforzo, riuscì ad estrarla dalla parete. Solo all’ultimo si accorse che due serve la stavano fissando contrariate.
Con finto sorriso, si voltò verso le due.
- La mia spada preferita…la lascio sempre dappertutto.
Disse prima di svanire in una nube viola.
 
Erano tutti pronti. Non restava che fare la propria comparsa, sul grande terrazzo che dava ai giardini.
I reali si fermarono.
- So già cosa stai per dire a figlia e nipote, Snow White…
Malefica attirò su di se, gli sguardi incuriositi e perplessi di Emma, Regina, Henry e dei Charming.
Stavano andando verso un lungo corridoio, composto dai dipinti di ogni componente della famiglia di Biancaneve, James e Regina.
- …qui, si trovano i ritratti della nostra grande famiglia. Potrai vedere i volti di coloro che hanno reso solide le fondamenta di questo regno  e del loro.
Disse indicando prima il terreno sotto i suoi piedi e poi Regina e James.
Il tono della Strega era solenne, come se stesse tenendo un importantissimo discorso alla nazione.
- Non avrei saputo iniziare meglio, questo importante discorso.
Sorrise Biancaneve.
- Ma la realtà è…
Continuò Malefica.
- Che ci sono dieci nomi che ricorderai davvero, perché quelle persone o le conosci o sai chi sono, e tutti gli altri i cui nomi non ricorderai proprio.
Intervenne Regina, interrompendo l’amica.
- Suvvia Regina, non è poi così difficile ricordare i nomi di tutti.
Obbiettò la Strega.
- Ah sì? Proviamo?
L’Evil Queen la sfidò. Malefica accettò sorridendo sicura.
- Facile! Quello è il tizio subdolo, poi c’è il tizio subdolo pelato,  questi sono i due cugini idioti, il signore che viveva un amore platonico con la mia cameriera, il vecchio nonno brontolone…
- Così non vale, servono i nomi.
La riprese Regina, trattenendo una risata assieme agli altri divertiti.
- Oh, allora c’è Re George, poi Sam…Dan…Fran…sì Fran F…Foster?
Domandò la donna, indicando un vecchio signore impettito e dall’aria burbera.
- Sì.
Confermò Snow.
- John? Jenn? Jonn?
James annuì con il capo, ridendo.
- Oh, lei è quella che ha partorito quel mezzo mago! Che fine avrà fatto poi quell’ometto viscido…mah.  Questo è il tizio, a cui hanno rubato il maniero.
Uh questa, non ricordo il suo nome ma è una tipa forte, come direbbe Henry.
Sorrise Malefica mentre faceva l’occhiolino al ragazzino.
- Oh, ecco l’antipatica, che stava con il cugino di Snow. Per essere su questo muro, significa che se l’è sposato. Povero scemo.
- I nomi, Malefica.
La riprese ironicamente l’amica.
- Sei antipatica pure tu. Prenderò il tuo ritratto e lo sistemerò accanto a lei. Fra antipatiche vi farete compagnia. Ad ogni modo, non distrarmi che perdo il filo! Poi c’è…Oh, oh Stratos, questo è Stratos! Avevo una lieve cotta per lui.
- Finalmente l’hai detto!
Esclamò Regina.
- L’ho sempre sospettato.
Aggiunse.
Malefica si fermò davanti ad alcuni dipinti, pensierosa come se stesse frugando nella sua memoria.
- Ahh…Ahhhhhh…va bene, ora sto andando in confusione.
Malefica cambiò lato del corridoio.
- Non ne ho idea.
Rispose la Strega guardando attentamente un ritratto. Poi l’attenzione si spostò altrove.
- Oh, quello è l’assassino dei tre John, Jenn, Jonn! Questo qui è un grande!
- È un omicida, non è un grande.
La bacchettò Snow.
- Suvvia, sai benissimo anche tu, che ha fatto ciò che tutti avrebbero voluto fare.
Intervenne Regina.
- Non è una giustificazione.
Sentenziò Biancaneve.
- E questo chi è?
Chiese l’ex Sindaco all’amica.
- Non ne ho la più pallida idea.
L’Evil Queen passò in rassegna diversi quadri.
- No.
No, no.
Ancora no.
No.
No.
Nooo.
Non lo so.
Non mi viene niente.
Nessuno di questi mi dice niente.
Malefica si voltò poi verso Henry ed Emma.
- Ma sì, inventateveli voi i nomi. Comunque ecco, questa è la vostra bizzarra famiglia. E ora che avete imparato tutto, possiamo tranquillamente goderci la giornata.
Terminò in grande stile la Strega, prima di svanire. I Charming s’incamminarono verso la grande porta che dava accesso alla balconata.
- Mamma…
Henry prese la mano di Regina, in modo che la madre si avvicinasse.
- Sì?
- Non c’ho capito molto.
Disse il bimbo sorridendo.
- L’avevo immaginato.
Rise la mora, baciando il figlio sulla fronte.
Emma era accanto alla compagna, che le diede un lieve bacio sulle labbra.
- Andiamo, aspettano solo voi.
Disse la mora.
- Noi.. aspettano noi.
Puntualizzò la figlia di Biancaneve, stringendosi al figlio e alla compagna, prima di raggiungere i propri genitori.
Due guardie, una per lato, aprirono la grande porta e i reali al completo fecero la loro comparsa dinnanzi al popolo dell’Enchanted Forest.
Davanti a tutta la popolazione, vi erano i reggenti dei vari regni alleati: Cenerentola con il suo Principe, Ariel ed Eric, Aurora e Filippo.
A parlare per prima fu Biancaneve. Fece un passo avanti, prese un respiro profondo…”ora o mai più” si disse.
- Sono stati anni difficili, per tutti noi. Ciò che è accaduto in passato, ci ha resi vulnerabili ma allo stesso tempo, più forti che mai. È grazie a questa nuova forza, che insieme siamo riusciti a spostare montagne. Insieme…questo è il cambiamento e questo sarà il nostro futuro.
Un nuovo regno in cui la pace sarà sovrana. Un regno forgiato sulla famiglia, legame indissolubile formatosi in questi anni grazie a fiducia e reciproco rispetto.
Biancaneve fece un passo indietro per lasciare la parola a James.
Snow si avvicinò alla figlia, che le strinse una mano nella sua.
- Ben detto.
Bisbigliò Emma, fiera delle parole pronunciate dalla madre.
- Ho evitato volutamente la parola “Giustizia”.
Rispose Snow sorridendo alla matrigna che sentì e si voltò verso le due.
- Sentitamente ringrazio.
Disse l’Evil Queen, più nervosa del solito.
Le donne poi, stettero in silenzio ascoltando le parole del Principe.
- Cresceremo insieme, divenendo sempre più forti. Il rapporto che abbiamo con fatica costruito in questi anni, porterà avanti ciò che abbiamo difeso sino allo stremo: questo regno e voi.
James si voltò verso Regina, porgendole la mano e attirando l’ex Sindaco, al suo fianco dolcemente.
Guardò Henry, che le sorrise e in quel momento avrebbe tanto desiderato che suo padre la vedesse.
Prese un respiro profondo e con sguardo fiero l’Evil Queen, lasciò che le parole uscissero da se.
- Questa sarà una nuova opportunità che m’insegnerà a dare il meglio, per mio figlio Henry e per il futuro di tutti noi. So di aver sbagliato, ma ho imparato da ogni singolo errore commesso.
M’impegnerò come madre ora più che mai, e come Regina userò la magia solo per proteggere la mia famiglia e il mio popolo.
Le belle parole non sono necessarie, quindi vi darò modo di vedere con i vostri occhi, quanto questo nuovo inizio gioverà a tutta l’Echanted Forest.
Biancaneve si portò a fianco della matrigna e la prese per mano.
Regina fu colta alla sprovvista da quel gesto, che la portò a guardare le loro mani l’una nell’altra.
Alzò lo sguardo, incontrando quello di Snow che le sorrise, mentre James circondò le spalle dell’ex Sindaco con un braccio.
In quell’istante la mora, realizzò il significato di famiglia e ora…ora ci credeva davvero.
Confidava in quel cambiamento che l’ha trasformata, sino a far riaffiorare ciò che davvero era: Una persona dalle molteplici sfaccettature e non solamente un recipiente colmo d’odio e rabbia.
Fra gli applausi e i vari festeggiamenti da parte della popolazione, Emma la guardò nel modo in cui solo lei la sapeva guardare.
- Sai Regina, potrei anche sposarti.
L’Evil Queen alzò il sopracciglio perplessa.
- Spero che questa non sia una vera proposta, Miss Swan, perché mi aspetto un luogo e un’atmosfera adatti a tale occasione.
Gli occhi della bionda, divennero due fessure.
- Sapevo che la tua dolcezza sarebbe durata poco.
Sbottò Emma, per poi guardare la compagna ancor più maliziosamente.
- Tu, accetteresti?
A quella domanda Regina non poté fare a meno di sorridere.
- Se mi farai una proposta adeguata, allora possiamo parlarne.
 
 
THE END
 
 
 
 
Note di Alex: Eccoci alla fine.
Mi scuso per avervi fatto attendere così tanto, per gli ultimi capitoli.
Ringrazio tutti voi che l’avete seguita e soprattutto le persone che hanno recensito :)
È stata una bella soddisfazione leggere le vostre recensioni e vedere in quanti l’avete apprezzata.
Grazie a tutti di cuore… e un grazie anche a questa stessa Fan Finction, che mi ha fatto conoscere nuove persone.
Alla prossima :)

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