Level X

di Kumiko_Walker
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Level X e Level Y ***
Capitolo 3: *** Idol ***
Capitolo 4: *** Level E ***
Capitolo 5: *** Non voglio dimenticare! ***
Capitolo 6: *** Cosa c'è di sbagliato? ***
Capitolo 7: *** Maria Kurenai ***
Capitolo 8: *** Sete di Sangue ***
Capitolo 9: *** Alla fine rimango sempre sola, eh? ***
Capitolo 10: *** Gli esami ***
Capitolo 11: *** Il Ballo ***
Capitolo 12: *** La Prima Compressa Ematica ***
Capitolo 13: *** Sentimenti Acerbi ***
Capitolo 14: *** Visite Inaspettate ***
Capitolo 15: *** Le Origini ***
Capitolo 16: *** Colei che Protegge ***
Capitolo 17: *** Bevi il Mio Sangue ***
Capitolo 18: *** Non Illuderti ***
Capitolo 19: *** L'inizio della fine ***
Capitolo 20: *** La Principessa Sangue Puro ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Level X
Prologo


Una ragazza dai capelli rossi come il fuoco, lunghissimi e liscissimi camminava per la Cross Academy. Aveva una maglietta e dei pantaloni nerissimi, piuttosto bassa, magra e senza forme, con la pelle rosea e le guance un po’ rosse. Sembrava normale se non fosse stato per gli occhi: uno, quello destro, azzurro come il cielo, l’altro, quello sinistro, rosso come il sangue.
Erano quasi le sei, e lei sentì un baccano tremendo provenire da un edificio bianco. Da quello che la madre le aveva detto quella scuola era divisa nella Day Class e la Night Class. Sua madre… la donna che l’aveva cresciuta per quindici anni da sola, senza che il padre la aiutasse mai. Il padre che lei aveva visto solo dieci volte nella sua vita e poi era scomparso. Puf, come cenere, lui non c’era più.
- Ma che cavol… - non riuscì neanche a finire la frase che delle ragazze la spintonarono fino a farla cadere per terra. Fantastico, che figura di merda aveva appena fatto, perché una mano con le dita lunghe ed affusolate come quelle da pianista le era apparsa davanti.
Un ragazzo dai capelli castano scuro e gli occhi penetranti si era inginocchiato e le aveva dato il suo aiuto. Aveva la divisa bianca, con qualche striscia nera ed era bellissimo. Non sembrava un essere umano.
Dopo qualche secondo si riprese dallo shock, ed accettò la mano, senza imbarazzarsi troppo, siccome faceva molto spesso figure come quelle.
Si alzò e lasciò la mano del ragazzo bellissimo.
- Stai bene? - chiese lui, però non ero realmente preoccupato e la ragazza notò che tutti la guardavano con occhi assassini.
- Sì, grazie - rispose lei, sorridendogli.
- Bene - detto questo, il ragazzo si voltò e ricominciò a camminare, seguito dagli altri con la sua stessa divisa bianca. Erano tutti bellissimi, sembravano degli angeli scesi dal cielo.
La rossa sentì una mano che le sfiorava la spalla e si voltò, trovandosi davanti una ragazza esile, dai capelli corti castani e gli occhi marroni.
- Tu devi essere Kumiko Katou, io sono Yuki Cross, mentre quello lì - Yuki le indicò un ragazzo dai capelli argentei - è Zero Kiryu, vieni, ti accompagno dal Direttore - poi, senza dire altro, le prese la mano e la portò in un edificio poco lontano, ma Kumiko non mancò di notare l’occhiataccia che Zero le rivolse. Che strano…
Entrate nell’ufficio del Direttore, che puntualmente era pieno zeppo di carte e foglie vari, Yuki venne abbracciata da un uomo sulla trentina e dai lunghi capelli ramati, con degli occhiali buffi ed il viso coperto da lacrime di gioia.
- Yuki, mia adorata figliola! - urlò, cominciando a coccolarla.
- Direttore, levatevi! - disse Yuki, cercando di staccarsi da quel abbraccio soffocante.
Una enorme nuvola nera apparve sopra la testa dell’uomo, che si mise a fare cerchietti immaginari a terra, dicendo cose come “la mia bambina non mi ama”.
Appena notò Kumiko, si riprese subito e cominciò ad agitare le braccia con fare comico.
- Benvenuta alla Cross Academy! Io sono Kaien Cross, il Direttore, e da adesso in poi sarai nella Day Class… contenta? Questa è la tua divisa e questo è il tuo orario - disse infine, dandole in mano un pezzo di carta ed una divisa nera - i tuoi effetti personali sono già nella tua stanza e la mia adorata Yuki ti accompagnerà nella tua nuova stanza, buona permanenza! - disse finendo con degli occhi a forma di cuore verso la mora, e questa beatamente lo ignorò, prendendo di nuovo Kumiko per mano.
- Chiamami pure Yuki - disse lei, andando verso la porta - posso chiamarti Kumiko? - chiese.
- Ah sì - la rossa era stata presa alla sprovvista, non era abituata ad un ambiente così caotico. Aveva un carattere silenzioso e non era mai stata molto legata a qualcuno. Non aveva mai avuto amici, nessun ragazzo e nessun amore, era sempre stata da sola, mascherando tutto con un sorriso falso.
Prima che Yuki aprisse la porta, questa si spalancò da sola, e solo i riflessi di Kumiko permisero alla mora di non beccarsi il giorno dopo un bernoccolo in fronte.
- Oh, Signor Yagari! - disse la mora, non curandosi che si stava per farsi male.
Quello era un uomo alto, con un grande cappello, i capelli di un blu scuro, senza l’occhio destro, mentre l’altro era di un azzurro molto intenso. Era molto alto e grosso, come un armadio, ed aveva anche un lungo cappotto color seppia.
Kumiko e Yagari si scambiarono uno sguardo che durò pochissimi minuti, e lei gli lesse negli occhi disprezzo misto a stupore.
Subito Yuki la accompagnò fuori dalla porta e cominciò a spiegarle dove si trovava l’aula. Ma Kumiko la ascoltava poco, perché aveva ancora addosso quel occhio azzurro. Si guardò la mano libera, e notò che stava tremando. Quel sentimento era… paura?



Note dell'autrice: devo ammettere che l'introduzione spiega meglio del prologo, ma dirò tutto meglio nel prossimo capitolo. Spero vi piaccia la mia Fan Fiction e la continuate a seguirle!

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Capitolo 2
*** Level X e Level Y ***


Level X
Capitolo 1: Level X e Level Y


Yagari entrò nella classe, con il suo solito libro in mano che poggiò sulla cattedra.
I vampiri lo guardavano malissimo, l’odio sgorgava da tutti i pori. Perché un Hunter come lui doveva essere il loro insegnante?!
Ma neanche Toga sembrava molto felice di essere il professore di quelle sanguisughe.
- Bene, oggi parliamo della società dei vampiri - disse lui, cominciando a tracciare un triangolo sulla lavagna con fare annoiato.
- Mi scusi, Yagari-sensei, ma noi la conosciamo a memoria - disse Ichijo, alzando la mano da bravo studente.
Ma, ovviamente, l’Hunter non lo ascoltò e cominciò a dividere il triangolo in quattro pezzi orizzontali, però, per qualche motivo sconosciuto, lo divise a metà. Scrisse in alto, grande come una cosa, “LEVEL” e poi cominciò a mettere le lettere conosciute a tutti, ma solo dalla parte sinistra: A, B, C e D. A quest’ultima mise una freccia e tracciò la lettere E, in segno che prima o poi un umano diventa pazzo.
In seguito, di fianco agli ultimi tre, scrisse la lettere Y dalla parte destra del triangolo, mentre mise X di fianco ai Sangue Puro.
- Ehi! Ma chi li hai mai sentiti i Level X e Level Y?! Cosa sono, un nuovo modo per chiamare noi vampiri? - chiese Aidoh sarcastico, mentre gli altri lo accompagnarono con una piccola risata.
- No - rispose secco Yagari, innervosito - questi sono i nomi che diamo ai bambini che sono nati da un vampiro ed un essere umano - dopo questo, tutta la classe si ammutolì. Come era possibile che ci fosse al mondo qualcosa di simile? Era innaturale!
- I Level Y sono nati da un umano e da un vampiro di classe B, C o D, mentre gli X, che sono rarissimi, sono nati da un umano e da un Sangue Puro - l’Hunter prese fiato, e poi ricominciò a parlare - si sa che i Level Y non sono pericolosi e non perdono il senno, possono vivere senza il bisogno del sangue anche se sviluppano i canini tra i dieci ed i diciotto anni, ma prima dell’età adulta devono bere sangue (di vampiro o di un umano) almeno un po’, altrimenti muoiono, solo quelli nati dai Level B hanno dei poteri, che però è uguale a quello del genitore vampiro - tutti non potevano crederci, ma Yagari continuò - al contrario, i Level X sono molto pericolosi anche se non perdono il senno, i canini si sviluppano tra i quattordici ed i diciotto anni, e se dopo un mese che li sono spuntate le zanne non bevono sangue di vampiro o di umano, sono destinati a morire tra atroci sofferenze, possiedono dei poteri molto forti, ma non si sa se derivano da quelli del loro genitore Sangue Puro. La loro pericolosità deriva dal fatto che sono in grado di creare vampiri. Entrambi i Level non hanno problemi ad uscire alla luce del sole e le armi degli Hunter non possono trafiggerli, siccome sono metà umani, quindi solo gli altri vampiri possono porre fine alla loro esistenza - finì il “professore”.
Dopo questa spiegazione nessuno osava aprir bocca: non riuscivano a crederci.
Dopo un po’, una mano si alzò: era quella di Kain.
- Mi scusi, quanti esistono al mondo di questi Level X e Y? - chiese, cercando di non sembrare agitato, perché questa lezione aveva urtato anche lui.
L’Hunter lo guardò per un attimo, poi decise di rispondergli.
- Di Level Y se ne contano quasi trenta, mentre di Level X - Yagari lasciò un po’ di suspance e poi ricominciò - non si conosce il numero, ma sono talmente pochi che si possono contare sulle mani - concluse.
In effetti la cosa era logica, i Sangue Puro erano già pochi, ed ancora di meno quelli che non consideravano gli esseri umani solo come cibo.
Aidoh non riusciva a parlare: era vero? Non ci poteva credere neppure lui, era impossibile che esistessero degli essere umani così!
Anche Kaname era leggermente nervoso. Era già a conoscenza della esistenza di questi mezzi-vampiri, ma non credeva che i mezzi-umani nati da un Sangue Puro potessero trasformare in vampiri chi mordevano! Però era strano… perché Yagari ne aveva parlato proprio quel giorno? Qualcosa non tornava…
- Bene la lezione di oggi è finita - disse l’Hunter, riprendendosi il libro ed uscendo dalla classe. Aveva in mente ancora quella ragazza dai capelli rossi e dagli occhi bicolore: gli aveva dato una strana sensazione, come se fosse vicino ad un vampiro, ma era diverso, perché era come se avesse solo addosso la puzza di vampiro, ma lei non lo fosse. Era in un certo senso affascinante, ma anche rivoltante. Che quella mocciosa fosse un Level Y? No, era impossibile, forse quella ragazzina aveva avuto contatti con la Night Class e quella orrenda puzza le era finita addosso. Sì, era sicuramente così, era impossibile che un mezzo-vampiro entrasse nella scuola così facilmente. La loro esistenza non era la benvenuta e solo un idiota mezzo-umano sarebbe entrato nel covo delle tigri. Ma no, nessuno è così stupido e poi, altrimenti, se fosse stata davvero una vampira dubitava che il Direttore l’avesse messa nella Day Class.
Da quello che gli aveva detto Kaien, la madre, Akane Katou, era una donna malaticcia e con problemi di salute, mentre il padre era sconosciuto ed era morto dieci anni prima. Però, per il momento, lui non si doveva preoccupare molto.
Intanto Kumiko era stata portata nella sua camera da Yuki, che le aveva detto che, per nessun motivo, doveva uscire la notte, però a questo ci era arrivata già da sé.
Era da sola, ma non le importava.
Si guardò allo specchio, e vide il suo riflesso: aveva i capelli spettinati ed i vestiti ancora un po’ pieni di terra. Si tolse tutto e poi aprì l’acqua calda, andando a farsi una doccia.
Aveva la testa bassa, i capelli rossi le ricadevano sulle spalle ed i suoi occhi le si erano annebbiati. Uscì e si mise il pigiama verde che tanto adorava, poi cominciò a disfare le valigia con molta calma. Aveva solo capi neri, perché già saltava troppo all’occhio da sé. Odiava stare al centro dell’attenzione, non  lo sopportava.
Appena finì con i vestiti, prese tra le mani la fotografia che teneva gelosamente sul comodino di fianco al letto. Mostrava una bambina dagli occhi bicolore con un vestito color fragola tra le braccia di una donna piuttosto bassa ed esile, con la pelle chiarissima ed i capelli rossi come il fuoco cortissimi, la bocca cosparsa di rossetto nero, gli occhi grandi e di colore verde, le braccia scheletriche nascoste da dei guanti bianchi, aveva una maglietta viola ed una gonna grigia. Nonostante tutto aveva un sorriso allegro e pieno di vita, così come la bambina di sette o otto anni che era abbracciata a lei.
Akane e Kumiko. Madre e figlia.
La sua mamma si era sempre presa cura di lei, nonostante fosse costantemente malata, e lei, la figlia, cercava di non darle preoccupazioni. Per questo non piangeva mai. Non versò una lacrima quando in prima elementare le bruciarono i capelli e lei fu costretta a tagliarli, neanche quella volta che in quinta venne picchiata da dei bulli e nemmeno quando in seconda media la chiamarono “Mostro”. Non pianse, neanche una volta. Non meritava che sua madre, che già aveva fatto tanto per lei, si preoccupasse.
- Mamma, sono finalmente entrata nella Cross Academy, come volevi, ora puoi stare tranquilla, starò bene - disse alla fotografia, baciandola.
Si mise sul letto, ed ascoltando il silenzio e guardando il buio aspettò che il sonno la prendesse.
Le piaceva Yuki, era solare e gentile, mentre Zero, che avevano incontrato durante la spiegazione di tutta la scuola, la continuava a guardare male e con una certa diffidenza. Anche Yagari, che avevano incrociato ancora, le aveva dato uno strano sguardo, ma non era pauroso come prima.
Aveva un brutto presentimento su quella scuola, ma non era la prima volta, perché anche quando la madre le aveva detto il nome della scuola, Kumiko era sussultata. Ma, siccome Akane aveva fatto dei sacrifici per farla andare alla Cross Academy, lei non aveva pronunciato nessuna parola contraria.
Eppure tutto le sembrava strano, così dannatamente innaturale.
Chiuse gli occhi e, prendendo le coperte e mettendosele addosso, si addormentò, cullata dalla voce della madre e dalle mani grandi del padre, che quando la veniva a trovare le accarezzava i capelli rossi. Ora che si pensava, aveva visto così poco suo padre, che non ne conosceva nemmeno il nome.
Kumiko non lo sapeva ancora, ma la Cross Academy avrebbe sconvolto per sempre il suo mondo.



Note dell'autrice: allora... sì, è già arrivato il primo capitolo e spero vi sia piaciuto! Ho adorato scriverlo e mi dispiace che sia corto, e mi dispiace ancora di più che lo saranno tutti, ma perdonatemi!
In cambio, ecco la scheda di Kumiko Katou!

Nome: Kumiko Katou
Età: 15
Data di Nascita: 6 Giugno
Razza: Umana (anche se non si è del tutto certi)
Altezza: 153 cm
Peso: 40 kg
Capelli: Rossi
Occhi: Azzurro (destro), Rosso (sinistro)
Colore: Rosso Scuro
Piatto Preferito: Fragole
Fiore: Felce
Gruppo Sanguineo: 0 -

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Capitolo 3
*** Idol ***


Level X
Capitolo 2: Idol


Kumiko si svegliò a causa del sole che filtrava tra le tende. Si era addormentata ripensando al padre ed alla madre. Osservò la piccola sveglia gialla sul comodino, e si alzò a fatica dal letto, capendo che era ora per la colazione.
Aveva tutti i capelli scompigliati, così prese la spazzola rosa e cominciò a pettinarsi lentamente, siccome aveva una mezz’ora buona. Si stiracchiò e andò in bagno. Si lavò i denti ed il viso, guardandosi di nuovo allo specchio: quei suoi occhi bicolore erano sempre lì, così diversi eppure così simili, in un certo senso, che le avevano dato una vita impossibile per un essere umano come lei.
Si asciugò il viso e si cambiò con la divisa nera: non le stava male, era larga sulle braccia così da non far notare quanto fosse magra, e la gonna era lunga al punto giusto. Non le piaceva mostrare molto la sua pelle, così prese delle calze molto lunghe, sempre del colore della pece, e se le tirò su fino al ginocchio, cercando di stare in equilibrio sul letto, perché aveva messo una gamba sul materasso, mentre l’altra era attaccata al pavimento, rendendole difficile stare in piedi.
Appena uscì nel corridoio si imbatté in Yuki, che sembrava uno zombie in carne ed ossa. Camminava trascinandosi a malapena, con profonde occhiaie sotto gli occhi e sembrava che lei e l’ombra si fondessero insieme.
- Stai bene, Yuki? - chiese Kumiko, seguendola e facendo fatica a non superarla, siccome la velocità della castana era pari a quella di un bradipo.
- Ho dormito poco… fare il Disciplinare mi stanca moltissimo - disse Yuki, sbadigliando e mettendosi una mano davanti alla bocca per evitare di essere troppo maleducata. Ieri aveva detto a Kumiko che lei faceva parte del Comitato Disciplinare insieme a Zero e, per evitare che gli studenti dessero fastidio alla Night Class, erano costretti a fare anche il turno di notte, cioè stare alzati fino a che le lezioni degli alunni “in bianco” non fossero finite. La rossa non sapeva se ce l’avrebbe fatta se fosse stata nei loro panni.
Andarono insieme a fare colazione e Yuki si prese un botto di roba, mentre Kumiko si accontentò solo di un pezzo di pane e del burro. Non mangiava molto, non aveva quasi mai fame, e poi non gliene fregava nulla se era magra come un chiodo, però preferiva coprirsi perché non sopportava di sentire i commenti che le davano un gran fastidio. Lei era così, cosa ci poteva fare?
Subito dopo entrarono in classe, e la rossa fu costretta a presentare sé stessa, cosa che odiava.
- Sono Katou Kumiko, Katou come “glicine rampicante” e Kumiko come “eterna bellissima bambina”, ho quindici anni, mi sono trasferita ieri, amo il silenzio e la notte, ho l‘hobby del disegno, piacere di conoscervi - disse con la testa bassa, ed alla fine fece un inchino.
Camminò tra i banchi, mentre il mormorio degli studenti era sempre più fitto, così tanto da dare la nausea alla rossa. Tutti si chiedevano perché i suoi occhi erano di due colori diversi, o come mai i suoi capelli erano di un rosso così acceso. Chiacchiere, chiacchiere e solo chiacchiere, troppe ed insopportabili.
Kumiko si sedette al fianco di Yuki, siccome era l’unico posto disponibile.
La lezione procedette bene, anche se la rossa non ascoltò, perché lei le cose che l’insegnante stava spiegando le sapeva già.
Stava disegnando sul quadernetto degli appunti il viso di Yuki, che si era addormentata sul banco. Le stava venendo piuttosto bene, ma si sentiva inquieta, perché degli occhi penetranti la osservavano da dietro. Erano quelli di Zero Kiryu, lei lo sapeva, però non conosceva il motivo per il quale lui la fissava, la fissava sempre, con quello sguardo pieno di odio e di disprezzo. Non gli aveva mai parlato, eppure lui la odiava, una domanda le annebbiava la mente: perché? Era un quesito semplice, eppure la risposta era così difficile da trovare oppure troppo crudele da scoprire. Ma lei voleva sapere, ed un giorno glielo avrebbe chiesto, sicuramente.
Solo la campanella che annunciava la fine delle lezioni e l’inizio del pranzo la fece distogliere da quei pensieri, guardò quelli che erano i suoi appunti e notò che aveva disegnato solamente il volto addormentato di Yuki.
Yori, la migliore amica della castana, provò a svegliarla e, dopo un paio di minuti, la ragazza si svegliò, stiracchiandosi e mugolando qualcosa di incomprensibile.
Kumiko chiuse velocemente il suo quadernetto per evitare di far vedere il disegno che aveva fatto durante la lezione e si alzò per andarsene, ma venne fermata da Yuki.
- Vieni a pranzare con noi? - chiese sorridendole innocentemente.
La rossa si trovò costretta ad accettare, e le tre si fermarono su un tavolo nella mensa. La castana mangiò degli Hot Dog, Yori dell’insalata e Kumiko decise di prendere del comunissimo sushi.
Mangiarono in silenzio, senza parlare troppo, cosa che la rossa apprezzò.
La campanella suonò e così cominciarono le lezioni pomeridiane. Kumiko le detestava, non le piaceva passare il pomeriggio su un banco per ascoltare lezioni noiose che lei aveva già fatto.
Ma così fece e, nonostante non stette a sentire una parola, dovette ammettere che la classe era piuttosto tranquilla, come piaceva a lei.
Appena finì la lezione, le ragazze cominciarono a fare piccole urla perché non vedevano l’ora di incontrare i loro idoli, e Yuki e Zero erano costretti a fermarle. Siccome Kumiko era annoiata, decise di andare a vedere come se la cavavano i membri del comitato disciplinare.
C’erano moltissime ragazze che urlavano, ed il gruppo di ragazzi del giorno prima si faceva strada con dei sorrisi sul volto. Erano tutti bellissimi, sembravano degli attori o dei modelli.
Vide che Yuki stava per cadere e lei la prese in tempo prima che sbattesse a terra.
- Grazie, Kumiko - disse la castana sorridendo, per poi riprendere l’equilibrio, messo di nuovo a rischio da un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi azzurri. Era alto, piuttosto robusto, ma non troppo, un sorriso da Stregatto, un po’ pallido, e sempre con indosso la divisa bianca della Night Class.
Guardava Kumiko con un certo interesse e la ragazza si chiese il perché.
- Una nuova studentessa! Che carina! Io sono Hanabusa Aidoh, detto Idol piacere di conoscerti! - disse lui, con una faccia da idiota tentando di abbracciare la rossa.
- Aidoh - la voce del ragazzo che il giorno prima aveva aiutato Kumiko lo fermò.
- Sì, Capodormitorio Kuran - disse il biondo, ritornando saltellando dagli altri membri della Night Class, per poi andare tutti nell’edificio per avere le loro lezioni notturne.
Erano strani. Ognuno di loro.
Si disse Kumiko mentalmente, seduta sul letto, ripensando alla giornata.
C’era qualcosa di molto misterioso che avvolgeva la Cross Academy, qualcosa che aveva a che fare con il Dormitorio Luna e con tutti gli studenti che vi erano dentro.
Sapeva che sia Yuki che Zero conoscevano un segreto che non poteva essere detto a nessuno, forse troppo crudele o troppo imprevedibile. Ma non capiva qual era.
L’unico tassello del puzzle che stava componendo nella testa le mancava: cos’era quel alone di mistero che avvolgeva la scuola? Cosa nascondevano Yuki, Zero e la Night Class?
Sibilò mentalmente e non riusciva a capire perché pensava a queste cose che servivano solo a mandarle confusione nel cervello.
Si schiaffeggiò il viso, poi si fece la doccia per allontanare la tensione, ed infine si mise il suo adorato pigiama verde.
Guardò fuori dalla finestra per un po’, osservando gli alberi neri, mentre il suo riflesso veniva specchiato nel vetro estremamente liscio. Aveva mille pensieri nella mente e non riusciva più a ragionare.
- Mamma… perché mi hai mandato qui? - chiese con un filo di voce, appoggiando la fronte sulla finestra, per far raffreddare la testa che sembrava voler scoppiare da un momento all’altro.
- Ahi - disse sibilando, prendendosi la bocca e coprendosela con le mani, spalancando gli occhi. Fantastico, ora ci metteva anche il mal di denti.
Aveva portato una confezione di aspirine contro il dolore, le aveva messe nel cassetto, così andò a cercarle. Oh, eccola lì! Andò in bagno e se ne mise una nella bocca, poi prese dell’acqua dal rubinetto e mandò giù il tutto.
Si mise nel letto, aspettando che l’aspirina facesse effetto, chiudendo gli occhi.
Si addormentò, dimenticandosi i pensieri intricati che aveva fatto prima, e sognò il nulla più assoluto. Il nero colorava quel suo mondo in cui si era immersa dolcemente.
Non lo sapeva, perché era troppo immersa in quel suo riposo rilassante e bellissimo, ma il segreto della Cross Academy lo avrebbe scoperto una settimana dopo.



Note dell'autrice: questa storia mi sta prendendo moltissimo! Ringrazio Aryadaughter - SkyGravity3 - valepassion95 per aver messo la storia nella seguite, am ringrazio anche chi ha recensito e chi ha letto! Vi sposerei tutti, grazie mille! Spero continuerete a seguirmi!

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Capitolo 4
*** Level E ***


Level X
Capitolo 3: Level E


Era già passata una settimana da quando era alla Cross Academy, ed ogni giorno era sempre la solita routine: l’essere snobbata da Zero, i sorrisi di Yuki, i tentati abbracci di Aidoh ed i suoi disegni durante le noiosissime lezioni pomeridiane. Nonostante Kiryu non le tirasse più quelle occhiatacce, non aveva ancora parlato con lei, però almeno non si sentiva più inquieta.
Ogni tanto, però, aveva quel fastidioso mal di denti, anche se dopo aver preso una pastiglia se ne andava, era davvero insopportabile averlo all‘improvviso!
- Kumiko - la voce di Yuki le fece riconnettere la sua mente alla realtà. Davanti a lei vi era la castana che la guardava leggermente preoccupata, con il collo scoperto e la collana con il simbolo della Cross Academy che le pendeva e brillava sotto la luce del sole. La rossa aveva notato che Yuki aveva sempre intorno al collo delle bende, ma non le aveva chiesto nulla, dopotutto la castana era l’unica che si era degnata di avvicinarsi a lei (oltre a Yori ed a Aidoh), e Kumiko non se la sentiva di perdere qualcuno che aveva cominciato a considerare “prezioso”.
- Sì, scusami ero soprapensiero - rispose lei, riponendo la penna nera che aveva in mano nell’astuccio corvino e richiudendo il quadernetto degli appunti.
- Senti avrei un favore da chiederti - disse Yuki, giocando con entrambi gli indici e facendoli ruotare insieme nervosamente.
- Dimmi - la incitò la rossa, sorridendole. Qualsiasi richiesta le avrebbe fatto l’altra, sicuramente avrebbe risposto di sì, dopotutto Kumiko aveva cominciato a considerare la castana come “amica”, una parola a lei sconosciuta fino ad una settimana prima.
- Non è che potresti accompagnarmi a prendere delle merci per il Direttore domani? Lo so che è domenica, ma Zero è occupato e Yori ha ottenuto il permesso di andare a vedere i suoi genitori - disse Yuki, mettendo le mani davanti al viso come se stesse pregando.
- Va bene - Kumiko le sorrise. Non sopportava la domenica, perché non c’era nulla di interessante in quel giorno della settimana e poi voleva muoversi un po’!
Quel noioso sabato passò velocemente ed il pomeriggio si rallegrò tentando di scrollarsi di dosso Aidoh, anche se il suo salvatore (Kaname), la aiutò a toglierselo di dosso senza spargimenti di sangue.
Kumiko era così stanca che si addormentò subito appena entrò nella sua stanza, e notò prima di cadere in balia dei sogni che non aveva quel fastidioso mal di denti che tanto la teneva sveglia.
La domenica arrivò presto e la rossa si stropicciò gli occhi, sbadigliando. Siccome non doveva andare a lezione, aprì il suo armadio di legno e ci guardò dentro: trovò dei comodi pantaloni e una maglietta nera con sopra un teschio con un pugnale conficcato nel cranio, e le sembrarono perfetti.
Si lavò in fretta e furia, si pettinò velocemente e lasciò liberi i capelli, indossò gli abiti scelti e prese una lettera che aveva scritto nei giorni precedenti: quello sarebbe stato il momento per spedirla! Aveva già messo tutto in una busta ed incollato il francobollo. Ovviamente scriveva alla madre, dicendole che andava tutto bene e se poteva mandarle molte pastiglie contro il mal di denti: le facevano veramente male, tutti, anche se non mangiava nulla, era insopportabile, ed aveva ancora cinque pastiglie, anzi quattro, perché ne aveva appena ingoiata una.
Prese una tracolla (ovviamente nera) e ci buttò dentro il borsellino con dentro pochi spiccioli, la lettera e la confezione degli antidolorifici, anche se sapeva che non ne avrebbe avuto bisogno.
Sentì bussare alla porta ed andò ad aprire, guardandosi un’ultima volta allo specchio, sistemandosi leggermente la frangia.
Trovò Yuki con una tuta color panna con sopra una giacca argentea, una borsa marrone e con in mano una specie di lista della spesa.
- Kumiko, andiamo? - chiese lei sorridendole. La rossa annuì, chiudendo la porta della sua stanza a chiave, per poi mettere l’oggetto d’argento nella tracolla.
Passarono tutta la mattinata a fare compere, finendo in poco tempo la lista e spedendo la lettera, per poi andare a mangiare un panino in un piccolo bar in una via poco popolata.
Kumiko neanche se ne accorgeva, ma stava sorridendo vivacemente. Era strano per lei avere qualcuno con cui parlare e scherzare, ma si sentiva bene. Era bello, divertente e molto altro, sensazioni e sentimenti che la rossa non riusciva a spiegare.
Ma basta poco per distruggere questi momenti di serenità, no?
Era tardo pomeriggio, perché le due si erano fermate troppo ad un negozio di bigiotteria (in cui non comprarono nulla), e stava rientrando, prendendo una scorciatoia che prevedeva un vicolo stretto e buio. Ma a Kumiko non le importava, perché non solo adorava la notte, ma anche i luoghi isolati, e neanche Yuki sembrava essere troppo preoccupata per quella deviazione.
Camminavano lentamente, con ognuna delle borse della spesa tra le braccia che le permettevano di avere una minima visuale di quello che avevano davanti.
All’improvviso Yuki fece cadere tutto quello che aveva in mano e da dentro la borsa tirò fuori un oggetto argentato, che si trasformò in un bastone lungo.
Kumiko si girò appena per vedere l’amica sbalzata via da qualcosa, o meglio da qualcuno.
Artemis si schiantò al suolo, mentre la castana era a terra, con i vestiti sporchi, le mani leggermente graffiate e i ginocchi sbucciati.
- Scappa… - sussurrò appena Yuki alla rossa, che però non eseguì il suo consiglio, precipitandosi a prendere l’arma, riuscendo a proteggersi in tempo da una mano che aveva tentato di sfigurarle il viso.
A Kumiko le tremavano le mani, quell’essere davanti a lei aveva una forza spaventosa e la ragazza non capiva cosa fare, aveva paura che un movimento sbagliato fosse la fine per lei e per Yuki, ed in effetti era così.
- Oggi pranzerò bene - sorrise quello che sembrava un ragazzo di al massimo venti anni, dai capelli argentati, il naso aguzzo, gli occhi da squalo rossi, molto più alto rispetto a Kumiko e molto più robusto di lei. Spingeva fortemente l’asta verso il petto della rossa, cercando di avvicinare la bocca al collo tenero della ragazza spaventata. All’iniziò Kumiko non capì perché quel ragazzo dai vestiti logori intendeva con “pranzo”, ma poi vide i denti aguzzi di lui e non volle crederci: i canini erano lunghi ed affilati, gli occhi esprimevano solo pazzia e fame. Un vampiro, un demone in forma umana che succhia il sangue delle persone.
A pensare quelle parole alla rossa venne il voltastomaco. Era impossibile, eppure quella creatura era davanti a lei, era reale, e tentava di ucciderla.
Kumiko aveva paura, tremava, ma non voleva morire, nonostante fosse spaventata a morte.
- Col cavolo che mi faccio uccidere! - ringhiò lei, spingendo un po’ in dietro il vampiro, trovando la forza grazie all’adrenalina che le scorreva nelle vene.
Il ragazzo continuò a sorridere, e spostò lo sguardo su Yuki, poi lasciò la presa sull’arma e si buttò per divorare la castana indifesa, con la saliva che gli colava dalla bocca per l’eccitazione.
- YUKI! - urlò Kumiko a squarciagola.
Il vampiro si avvicinava sempre di più alla ragazza a terra.
No.
Gli mancavano pochi passi.
Non voglio!
Ma qualcosa successe.
Del ghiaccio apparso dal nulla raggelò il ragazzo dai capelli argentati, facendolo finire in polvere. Letteralmente.
Yuki si alzò sulle ginocchia sbucciate con un sibilo di dolore, ma stava bene, mentre Kumiko teneva ancora tra le mani l’arma dell’altra.
- Brutta situazione, eh! Per fortuna passavo di qui! - quella voce la conosceva bene, troppo. La rossa si girò di scatto, trovandosi davanti un sorriso buffo, ma con qualcosa fuori posto: due canini uscivano da quelle labbra perfette e sorridenti.
- Aidoh? - chiese Kumiko in un sussurro, lasciando cadere a terra Artemis, con una faccia smarrita e confusa. Non ci capiva nulla, tutto era confuso, ma restò cosciente, perché lei voleva sapere, voleva sapere la verità.



Note dell'autrice: questo è l'ultimo capitolo che posto prima dell'esame! Sono riuscita a finirlo, meno male! Ma non riuscirò a scrivere finché non finirò l'esame, scusate! Grazie a chi continua a seguirmi!

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Capitolo 5
*** Non voglio dimenticare! ***


Level X
Capitolo 4: Non voglio dimenticare!


Kumiko era scossa, non credeva ai suoi occhi, voleva cancellare ogni cosa, eppure voleva anche sapere, ma appena prese il coraggio di porre una domanda, Aidoh cominciò a parlare.
- Non preoccuparti, dimenticherai tutto - disse lui avvicinandosi a lei, mostrando i canini e facendo diventare gli occhi rossi. Voleva farle paura, così da allontanarla. Ma non poteva non ammettere che gli piaceva: era silenziosa e calma, ma la cosa che lo attirava di più era il suo collo bianco e magro, voleva assaggiare il sangue che scorreva in quelle vene, lo desiderava molto, anche il profumo di Kumiko lo attraeva: era un misto di agrumi e di rose, così forte da volerle mordere subito una qualsiasi parte del corpo. No, era meglio non pensare a queste cose o avrebbe perso il controllo.
Purtroppo la ragazza che aveva di fronte non era del suo stesso avviso, nonostante le gambe quasi le tremavano, continuava a guardare gli occhi rossi ed i canini appuntiti. Erano in un certo senso affascinanti, ma le provocavano anche terrore.
Appena il biondo le fu abbastanza vicino e la sua mano si avvicinava pericolosamente alla testa di lei, Kumiko indietreggiò, fino ad arrivare a toccare Artemis con le scarpe, facendola cigolare.
- Non voglio dimenticare - disse, prendendo l’arma e tenendola stretta davanti a sé. Okay, ora era nei guai, aveva sfidato apertamente un vampiro e non sapeva cosa fare.
- Non fare la stupida - rispose lui, mettendo due dita sul collo della giovane, cominciando ad ascoltare il battito cardiaco di Kumiko, che si faceva sempre più forte.
- Stai tremando, hai una paura matta in questo momento, ed io potrei ucciderti senza molto fatica, appari anche molto gustosa, sai? Guardati, ti sei addirittura morsa il labbro da quanto sei terrorizzata - sorrise Aidoh, avvicinando la bocca al collo pallido della rossa.
- E’ vero, ho paura, ma ancora non capisco perché mi deve esser cancellata la memoria - rispose lei, stringendo Artemis e mettendola d’istinto accanto al collo del vampiro. Ma poi pensò un attimo alla frase del biondo… morsa? Perché lo aveva detto? Lei non aveva azzannato il suo labbro inferiore, questa era l’unica cosa di cui era certa. Ma quello non era il momento per pensare a queste cose, visto che Aidoh continuava ad avvicinarsi pericolosamente alle sue vene e questo non la rendeva esattamente al settimo cielo.
- Perché sei una umana piccola e debole, che per me è solo un delizioso cibo! - basta, questo era troppo. Era per questo che lui le si era avvicinato…? Kumiko era semplicemente una cena squisita?
In quel esatto momento, la rossa sentì nel petto qualcosa di strano: rabbia, dolore ed istinto omicida. Era stata messa da parte molte volte, tradita e umiliata, non voleva più provare questo sentimento, non voleva più odiare nessuno. Eppure eccolo lì, dal petto cominciava a salire un’emozione oscura e malata, e Kumiko stava per scoppiare, ma un colpo di pistola la fece restare in silenzio, mentre guardava il sangue di Aidoh solcare la guancia del vampiro. Era un minuscolo taglio, ma il ragazzo sembrava provare un dolore inimmaginabile.
Kumiko si voltò di scatto, con quasi gli occhi fuori dalle orbite, intanto per lo spavento aveva lasciato cadere Artemis a terra, e l’arma si era rimpicciolita alla stregua di un bastoncino.
Zero aveva ancora la sua Bloody Rose fumante, lo sguardo assassino e l’espressione di un cacciatore dipinta sul suo viso pallido. Perché era questo quello che era, un Hunter, un ammazza-vampiri, pronto a tutto per vedere scorrere il sangue dei suoi nemici naturali cadere a terra.
La rossa non sapeva cosa dire, era come paralizzata dallo sguardo del suo compagno di classe. Non era un’occhiata omicida come quelle che le lanciava precedentemente in classe, era più spaventosa, ed anche se non era indirizzata a lei, le faceva molta paura, tanto da tremare.
L’adrenalina le scorreva nelle vene, e riuscì a sentire l’odore del sangue di Aidoh: un misto di rame e sale, ma aveva anche un non so che di affascinante. No! Stop! Cosa andava a pensare?! I vampiri le avevano fuso il cervello, di sicuro.
- Allontanati da lei, vampiro, per quanto mi stia antipatica è pur sempre umana - disse Zero ringhiando. Ah, finalmente lo aveva ammesso che lei non le stava simpatica!
Aidoh si allontanò di qualche passo e solo allora Kumiko vide che dove la pistola aveva colpito si era formato uno strano disegno, molto simile a quello che aveva tatuato Kiryu sul collo. Ed il biondo ne sembrava… spaventato. Si teneva a distanza, ed ogni tanto lo osservava, come se avesse paura che quel simbolo si spostasse e lo attaccasse. Che strano…
Un piccolo lamento fece distogliere dai suoi pensieri la rossa, che portò la sua attenzione verso Yuki: aveva le ginocchia spellate, e si teneva in piedi a fatica. In tutto quello che era successo pochi attimi prima, Kumiko si era dimenticata dell’amica che quel vampiro assetato di sangue aveva sbalzato via.
- Yuki - sussurrò con un filo di voce lei, senza curarsi né di Zero né di Aidoh e precipitandosi dalla castana, sorreggendola prima che questa cadesse a terra per le spellature sulle ginocchia che le dolevano molto.
- Stai bene? - ma che idiota! Era ovvio che Yuki non stava bene e lei cosa andava a chiedere?! Accidenti… non sapeva proprio parlare.
- Mi fanno male un po’ le ginocchia - le rispose la castana, finendo con una risatina.
Zero mise via la pistola e guardò il sangue della compagna dagli occhi marroni, assottigliò lo sguardo ed intorno alle iridi nere uno scintillante rosso cominciava a farsi notare, per questo chiuse gli occhi e cercò tornare in sé. Non era il momento, aveva già presa molto sangue da Yuki, eppure aveva ancora fame, voleva azzannarle il collo, ma non poteva, non davanti a tutti. Voleva fermare quel bisogno, ma non poteva farne a meno.
Kumiko era troppo preoccupata per l’amica per notare il malessere di Zero, e quando vide l’Hunter avvicinarsi a loro, lo osservò con i suoi occhi bicolore pieni di dubbio. Era un nemico o un amico?
- Tsk - le rispose il ragazzo, prendendo di peso Yuki e mettendosela sulle spalle con grande facilità, quasi come se stesse alzando una piuma.
La rossa guardò come Zero si allontanava e si sentì un mano sulla testa.
Alzò lo sguardo e vide Aidoh che era tornato “umano” e sembrava non aver intenzione di cancellarle la memoria.
- Chiederemo al direttore cosa farne di te - disse il biondo, in seguito le mise tra le mani Artemis e si incamminò - vieni? - chiese con un sorriso felino.
- Oh, sì! - Kumiko si affrettò a raggiungere il suo fianco, non prima di aver messo l’arma di Yuki nella sua tracolla, ed entrambi si incamminarono per il Collegio Cross, mentre il rosso del Sole dava lentamente spazio al blu della notte.
Passarono davanti ad una vetrina e la rossa si accorse che aveva un po’ di sangue che le colava dal mento, così si affrettò a pulirlo. Non si era accorta di aver azzannato il suo labbro inferiore, avrebbe percepito il dolore, o forse era così carica di adrenalina che non capiva più nulla… mah, chissà, basta pensare!
- Ehi, guarda che ti lascio qui - disse Aidoh abbassando la testa e guardando la ragazza negli occhi.
- Sì, scusami - Kumiko cominciò a camminare, ma sentì uno strano odore dolciastro che la fece voltare, e qualcosa nella sua testa le disse di seguirlo, però lei cercò di fare finta di niente, ma notò che anche Aidoh si era fermato un attimo. Chissà perché.
Che cosa bizzarra, la rossa si prese il collo, d’improvviso aveva sete e quel orribile mal di denti era tornato. Sentiva il fuoco che le invadeva la gola, quando sarebbe entrata in camera avrebbe bevuto moltissima acqua per placare quel incendio.
Notò che il biondo era molto più avanti di lei, e si sbrigò a raggiungerlo.
Non riusciva a togliersi dalla mente quella fragranza, era strana, ma molto affascinante, tanto da volerla raggiungere e da volerla bere.
Si tenne la gola con entrambe le mani, più ci pensava e più aveva sete, aveva la testa bassa e stava arrossendo. Non capiva cosa le succedeva, ed aveva un po’ di paura.
Aidoh la osservò: tremava, ma non era per i vampiri, sembrava prendersela con sé stessa, ed era spaventata, si teneva il collo, e la testa era bassa, in un disperato tentativo di non mostrare emozioni. Questa ragazza era strana, molto più di quanto lui avrebbe mai immaginato.
Aveva intorno a sé un alone misterioso, una fragranza molto buona e l’aspetto di una ragazzina debole.
Quello che entrambi non sapevano era il segreto che Kumiko teneva involontariamente e che si sarebbe mostrato tra un po’ di tempo, e che li avrebbe coinvolti in una guerra che durava da dieci anni.



Note dell'autrice: sono tornata! Spero che il capitolo vi sia piaciuto e se avete un po' di tempo, mi piacerebbe se mi lasciaste una recensione, anche piccola, sulle cose che vi sono piaciute e quelle che proprio non vi vanno giù... mi fareste un grosso favore, perché io voglio migliorare sempre di più!

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Capitolo 6
*** Cosa c'è di sbagliato? ***


Level X
Capitolo 5: Cosa c’è di sbagliato?


- Come avete potuto mettere in pericolo la mia dolce e cara Yuki?! - disse il Direttore Cross, mentre coccolava la sua figlioletta, che tentava di toglierselo di dosso, mentre Zero si metteva il dito mignolo nell’orecchio con noia, Kumiko se ne stava a testa bassa su una sedia, Aidoh stava appoggiato al muro con le braccia incrociate e Kaname stava in piedi davanti alla scrivania con fare impassibile.
- Per non parlare che una nostra preziosa studentessa è stata quasi uccisa da un Level E! - ricominciò la predica l’uomo indicando la rossa.
- Ma non si è fatta niente, no? - rispose Zero, con fare molto più annoiato.
- Kiryu, ora lei conosce l’esistenza di noi vampiri - disse Kaname osservandolo, per poi posare lo sguardo su Kumiko, che sussultò sotto lo sguardo del ragazzo, poi questo si rivolse di nuovo al Direttore - cosa vuole fare? - chiese, guardandolo negli occhi.
Cross lasciò andare Yuki e squadrò Kumiko, lei riuscì in qualche modo a sostenere lo sguardo, stringendo i pantaloni scuri. I suoi occhi trasmettevano mille domande, ma non c’era paura, forse incertezza.
- Oh vabbé - sorrise come un idiota l’uomo, cominciando a sparare cuoricini a destra e manca.
- COSA?! - Zero aveva rotto (letteralmente) in due la scrivania, con una vena pulsante sulla tempia - e se lo andasse a dire in giro?! - continuava a parlare, come se Kumiko non ci fosse e la cosa le diede un po’ fastidio.
- Non è mia intenzione dire nulla a nessuno - rispose la rossa all’affermazione infondata del ragazzo, lei sembrava essersi svegliata da un coma profondo durato una cinquantina di anni - e nessuno mi crederebbe - aggiunse.
- Visto, questione risolta - disse il Direttore battendo le mani.
- Direttore, questa volta sono d’accordo con Zero - intervenne Kaname, osservando a sua volta Kumiko, che non riuscì a sostenere lo sguardo del Sangue Puro e posò i suoi occhi su Aidoh, che se ne era stato zitto per tutta la durata della conversazione. Ma poi decise di rispondere, evitando accuratamente lo sguardo di Kuran.
- Cosa c’è di sbagliato se conosco questo segreto? - sussurrò a bassa voce, ma tutti sentirono.
- Perché chi vorrebbe sapere che la Night Class è un covo di vampiri?! - sbottò Aidoh, ringhiando contro di lei.
Kumiko capì… allora tutta la Night Class era frequentata dai vampiri, ecco perché facevano le lezioni solo di notte e non uscivano quasi mai di giorno.
Zero e Kaname trafissero con lo sguardo il biondo… possibile che non ne combinasse una giusta una buona volta?!
- Io non ci trovo nulla di male - rispose la rossa, abbozzando un sorriso timido, con gli occhi brillanti.
Dopo questo, Aidoh stette zitto: ma quella là non aveva paura?! Una persona normale sarebbe fuggita a gambe levate dopo aver scoperto l’esistenza dei vampiri, invece lei era lì, sorridendo come un’idiota, e divertendosi pure!
- Non voglio che mi sia cancellata la memoria - disse Kumiko guardando il Direttore negli occhi, con una specie di fuoco nelle pupille.
- Va bene, ma non dirlo a nessuno questo segreto - disse Cross mettendosi un dito sulle labbra, facendola sorridere. Amava troppo quel Direttore.
- Ah! Mi sono dimenticata di una cosa - disse la rossa, cercando qualcosa nella borsa, per poi tirare fuori Artemis e porgendola a Yuki - questa è tua -.
- Grazie Kumiko! - rispose lei abbracciandola di slancio.
La rossa si irrigidì a quel gesto improvviso, ma poi ricambiò timidamente, perché tutti stavano guardando.
Aidoh sbuffò, Zero ringhiò e Kaname semplicemente accettò la cosa, tanto nessuno avrebbe smosso Cross.
Uno ad uno se ne andarono tutti e restarono solo Kumiko ed il Direttore.
- Grazie Direttore Cross - disse la rossa, inchinandosi, per poi uscire dalla stanza.
- Avrò fatto bene? - si chiese l’uomo, mettendosi una mano sopra la testa, con fare pensieroso, dondolandosi.
Kumiko notò che Yuki l’aveva aspettata fuori, con un sorriso sul volto.
Senza dirsi una parola, entrambe si incamminarono verso il Dormitorio Sole.
- Suppongo che il Comitato Disciplinare abbia un’altra funzione oltre a trattenere le studentesse quando la Night Class passa, giusto? - chiese Kumiko, voltandosi a guardare Yuki.
- Sì, io e Zero siamo i Guardian del collegio, molte ragazze tentano di andare a vedere la Night Class anche quando c’è la loro lezione, quindi è un po’ stancante - ora la rossa capiva per quale motivo l’altra si addormentava molto spesso durante le lezioni, restare svegli quasi tutta la notte era terrificante.
- Oltre a me c’è qualcun altro che conosce questo segreto? - chiese Kumiko, massaggiandosi i capelli rossi, un po’ spettinati a causa del piccolo inconveniente del pomeriggio.
Yuki scosse la testa, con un’espressione un po’ triste. In effetti era dura mantenere quel segreto.
Appena furono davanti al grosso edificio, Kumiko salutò l’amica con la scusa di voler stare fuori ancora un po’, chiedendo a Yuki di stare al gioco una volta, promettendole che sarebbe tornata presto e non avrebbe dato fastidio alla Night Class, e si incamminò verso una fontana che aveva adocchiato qualche tempo prima ma che non aveva avuto modo di visitare.
Era grossa, di un bianco candido, l’acqua che cadeva formava un suono continuo e rilassante, mentre il liquido era limpido e scintillante sotto la luna. Il tutto nascosto nella penombra della notte, come se volesse essere nascosta da occhi indiscreti.
Era un bel posto, proprio a metà tra i due Dormitori.
Kumiko mostrò un piccolo sorriso, toccando appena l’acqua con le dita magre. Avrebbe voluto che il tempo si fermasse proprio in quel momento.
Un fruscio strano la fece voltare e guardò gli alberi dietro di lei. C’era qualcosa… o qualcuno che l’osservava, lo sentiva, e d’istinto strinse il cuore. Era sempre lì la paura del Level E, ma non voleva darlo a vedere.
Dal piccolo boschetto uscì la figura di Yagari, con tanto di mantello e capello, così subito la rossa si rasserenò e tirò un sospiro di sollievo.
- Ah, è lei Yagari-sensei, mi ha spaventata - ammise Kumiko, alzandosi di scatto dalla fontana.
- Non lo sai che è vietato uscire di notte?! - chiese lui, tuonando con la sua voce un po’ spaventosa.
- Sì, mi dispiace, torno subito nel Dormitorio - si scusò velocemente la rossa, incamminandosi verso la sua stanza, l’unico luogo che la faceva sentire un po’ sicura.
Yagari la osservò, accendendosi una sigaretta, ora ne era sicuro: quella ragazza dagli occhi bicolore nascondeva un segreto più grande di lei. Si notava, sembrava cambiare ogni giorno, probabilmente la rossa non se ne accorgeva, ma lui sì e sperava che Kumiko non avrebbe fatto del male a nessuno con quello che nascondeva.
La ragazza intanto era riuscita per miracolo a sfuggire alla Capo-Dormitorio e si era rifugiata nella sua piccola ed accogliente camera.
Poggiò sulla scrivania la sua tracolla nera e si tolse tutti i vestiti di dosso, fiondandosi nella doccia. Oltre all’oscurità le piaceva l’acqua e si ritrovò a pensare come se la passasse la madre, ma anche al suo piccolo fratellino, Shinichi Katou, anche lui senza padre, neanche Kumiko l’aveva mai incontrato, non si era fatto mai vedere, e sua madre non le aveva mai detto nulla, comunque lei voleva molto bene a quel piccolo e silenzioso bambino di sette anni, che sorrideva sempre. Purtroppo era anche molto malato e doveva stare sempre all’ospedale per fare dei controlli sulla sua salute. Una smorfia apparì sul viso della rossa mentre si perdeva in quei pensieri, così cercò qualcosa latro su cui posare la sua attenzione e poi si ricordò che presto ci sarebbe stato il suo compleanno, lei aveva quindici anni, ma ne avrebbe compiuti sedici tra due mesi. Non vedeva l’ora, però non l’avrebbe passato in famiglia, come di solito faceva.
Si mise su il suo pigiama e si pettinò un po’ i capelli, tanto per non farli aggrovigliare troppo durante la notte.
Appena si trovò davanti al letto si fermò di botto, trovandosi sulle lenzuola nere un rosa rossa come il suo occhio sinistro.
Al fianco di quel fiore, vi era un piccolo biglietto, grosso quanto bastava per mostrare la scritta che vi era incisa sopra in una calligrafia perfetta, chiara e pulita.
Sorry
C’era scritto, Kumiko si voltò verso tutte le direzioni, ma non trovò nessuno. Solo in quel momento vide la finestra aperta e guardò fuori: solo ombre scure. Eppure lei era al secondo piano!
Chi le aveva mandato quella lettera di scuse? E per cosa poi?
Mise la rosa al suo fianco, sopra al comodino ed il biglietto in un cassetto, memorizzandosi la calligrafia, però tanto sapeva che non avrebbe mai scoperto il mittente. E dopo questi pensieri si addormentò.



Note dell'autrice: ringrazio chi ha messo la storia nelle preferite/seguite, ma sopratutto anche a chi recensisce, grazie tante! Dopo questo capitolo inizierà il What if...?, cioè Vampire Knight modificato e facendoci entrare Kumiko! Un piccolo spoiler: inizierà tutto con l'arrivo di Maria Kurenai!

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Capitolo 7
*** Maria Kurenai ***


Level X
Capitolo 6: Maria Kurenai


- Bene oggi arriverà una nuova alunna, voi due dovete portarla qua - disse il Direttore serio, con le mani sotto il mento, guardando Kumiko e Yuki - avete domante? - chiese, con quella faccia da schiaffi.
- Sì - rispose la rossa, alzando la mano destra - perché ci sono qui anch’io? - erano passate due settimane da quando aveva scoperto il segreto della Night Class, ed il Direttore e Yagari-sensei si divertivano a sfruttarla. O almeno era quello che a lei sembrava, visto che non poche volte doveva stare alzata fino a tardi per portare fogli di qua e di là per tutta la scuola, ricevendo sguardi divertiti o di morte da parte dei vampiri. Per lo più veniva confortata da Yuki o da Aidoh quando finiva le lezioni. In altre parole faceva le ore piccole come i due membri del Comitato Disciplinare, tanto che ogni tanto le veniva voglia di addormentarsi in classe, siccome non riusciva a seguire le lezione. Ogni tanto infatti bigiava la lezione di equitazione e si metteva a dormire ai piedi di un albero. E tanto per cambiare il fastidioso mal di denti era sempre lì a tormentarla, tanto che era diventata indipendente dalle pastiglie contro il dolore, ormai ne prendeva quattro o cinque al giorno, per fare in modo di non provare dolore almeno per qualche ora scarsa. Aidoh le ripeteva sempre che doveva smettere di prenderle, ma lei non ci riusciva proprio, tanto che sua madre le spediva una volta a settimana due confezioni nuove. Solamente ad Aidoh ed ad Akane aveva detto il suo dolore allucinante ai denti, il vampiro cercava di confortarla, dicendo che sarebbe sparito, invece la madre non le chiedeva nulla e si limitava a mandarle le pastiglie. Era strano da parte sua, ma Kumiko non le faceva nessuna domanda.
Dopo l’incidente con il Level E, il vampiro biondo e la rossa avevano fatto amicizia ed ogni tanto parlavano tra loro, ovviamente senza che le alunne della Day Class lo sapessero, altrimenti avrebbero decapitato Kumiko. Ma tornando alla questione iniziale…
- Bene, siccome non c’è nessuna domanda, potete pure andare, la nuova studentessa sarà qui a breve! - detto questo le due vennero spinte fuori dalla porta che si sbatté dietro di loro.
Yuki e Kumiko si guardarono, non capendoci più nulla.
- Lo vedi? Mi tratta come una schiava… - disse la rossa, sfregandosi gli occhi sotto i quali c’erano due borse scure. Non dormiva bene, e questo avrebbe distrutto la sua salute.
- Ma no dai, il Direttore è fatto così - cercò di confortarla Yuki, mentre camminavano verso il cancello principale.
Kumiko buttò giù una pastiglia contro il dolore ai denti. Ormai per lei erano diventate come le compresse ematiche per i vampiri.
Yuki sembrò non accorgersene, ma in realtà l’aveva capito che qualcosa nell’amica non andava: continuava a mandare giù in continuazione strane pastiglie e sembrava soffrire. Che fosse depressa o drogata?! Glielo avrebbe chiesto e l’avrebbe aiutata di sicuro!
La rossa sospirò, prima di continuare a camminare. Non andava affatto bene… ormai era come le aveva detto Aidoh qualche tempo prima.
Dopo un po’, il tuo corpo si abituerà al farmaco, tanto che l’effetto scomparirà sempre prima con il passare del tempo, però se andrai avanti così il tuo corpo sarà in grave pericolo.
Era con questo che aveva cercato di persuaderla a smettere. Più pastiglie mandava giù e più sentiva il suo cervello dirle “smettila, smettila, smettila!”, in continuazione. Ma non poteva farle a meno, il mal di denti era così forte che avrebbe corso il rischio, anche se sapeva che non doveva.
Una macchina nera lucida si fermò davanti a loro, e un ragazzo con il viso coperto da una maschera uscì, aprendo la portiera ad una ragazza già vestita con la divisa scolastica, che sorrise dolcemente alle due.
- Piacere di conoscervi, io sono Maria Kurenai - era davvero bellissima: piccola e minuta, magra, dai capelli e gli occhi argentati, forse un po’ troppo pallida. Ma la cosa che attirò l’attenzione era la sua divisa: era bianca, il che significava solo una cosa…
- E’ della Night Class? - chiesero in coro le due , strabuzzando gli occhi.
La vampira annuì, con le goti leggermente rosse.
- Potrei sapere chi siete? Sempre se lo volete dire… - sussurrò Maria, con gli occhi bassi. Era molto carina.
- Io sono Yuki Cross la figlia adottiva del Direttore e membro del Comitato Disciplinare, mentre lei - la castana indicò la rossa al suo fianco - è Kumiko Katou, una studentessa a conoscenza del segreto - le ultime parole le disse in un sussurro, come se avesse paura che qualcuno avesse potuto sentire.
- Capisco - rispose la vampira senza scomporsi.
- Siamo state incaricate di scortarti dal Direttore - disse Kumiko, sorridendole falsamente. Non vedeva l’ora che quella giornata finisse, anche se questo significava dover aspettare fino a che Yuki non avesse finito il suo compito. Ormai faceva le ore così piccole che aspettava che l’amica avesse finito il suo “lavoro” solo per darle la buonanotte.
Maria annuì e seguì le due, che dopo poco si ritrovarono nell’ufficio disordinato del Direttore.
- Bene, Maria, conoscerai le regole dell’Accademia, ma voglio ribadirlo: non attaccare nessun essere umano, cibati solamente delle compresse ematiche - disse serio Kaien, ma a Kumiko veniva da ridere: aveva una faccia troppo buffa.
- Sì, certo - rispose la vampira con un sorriso.
- Bene, se non avete altri compiti per me, me ne vado - disse la rossa con aria svogliata, già sulla soglia della porta, pronta ad andarsene.
- In realtà ci sarebbe ancora una cosa, Kumiko - ormai il Direttore la chiamava sempre con il nome, cose che alla diretta interessata proprio non fregava nulla.
- Cosa ancora, Direttore? - marcò bene l’ultima parola, perché aveva i nervi a fior di pelle.
- Kaname ha detto che la vuole incontrare… di solito i normali studenti non potrebbero avere contatti con la Night Class, ma siccome sei tu puoi entrare senza problemi - come se già non lo sapesse. Il custode la faceva passare senza problemi, ogni volta che Yagari-sensei la chiamava, ormai non stava più a chiederle neanche chi era, siccome la sua chioma rossa spiccava anche a metri di distanza.
Quindi entrò senza problemi anche quella volta, salutando con un cenno il custode che ricambiò.
Il Dormitorio Luna le faceva sempre uno strano effetto. E per qualche strano motivo il suo occhi destro, quello azzurro opaco, le bruciava un po’, ma di solito Kumiko lo ignorava e tornava sempre tutto normale.
Entrò e con suo grande sollievo non c’era nessuno. Si incamminò su per le scale, andando a bussare alla porta del capodormitorio. Una volta Yuki gliela aveva indicata, ma non vi era mai entrata.
- E’ aperto - così la rossa entrò. La stanza era normale, tipo un ufficio, con una biblioteca ed una scrivania. Era molto grande per una persona sola, ma si concentrò di più su Kaname,che aveva le mani sotto il mento ed era seduto su una sedia sulla scrivania.
- Siediti pure - la invitò lui, con un tono che diceva che non accettava un “no” come risposta.
- Allora, cosa vuole da me, Kuran? - chiese Kumiko seria. Quella stanza le dava una brutta sensazione, voleva andarsene il più presto possibile.
- Volevo avvertirti: è meglio se fai attenzione, Katou, non tutto è quello che sembra - tutto qui? Era tutto qui quello che voleva dirle? Che spreco di tempo…
La rossa si alzò e fece per andarsene quando la voce del Capodormitorio la fermò nuovamente.
- Dovresti smetterla di prendere quelle pastiglie, ti stanno facendo male al corpo - Kumiko strabuzzò gli occhi ed incontrò il sorriso di Kaname, che diceva che aveva finito di parlare. Lui lo sapeva, ma come? Di sicuro Aidoh non avrebbe detto nulla… i vampiri erano molto più svegli di quello che sembravano.
- Lo terrò a mente - rispose la rossa. Odiava perdere, l’ultima parola la voleva sempre lei. Ma in realtà aveva paura, quindi senza salutare uscì dalla stanza velocemente ed incontrò Maria che stava per entrare. Kumiko la salutò con un cenno del capo, senza aspettare la risposta e cominciò a correre via.
Si ritrovò davanti alla fontana e si fermò con il fiato corto.
Sentì un fruscio dietro alle spalle, e si voltò, con la mano aperta che incontrò un collo perfetto, ma che non lo ferì.
Le ci volle un po’ per accorsi che stava per graffiare Aidoh.
- Kumiko, ti senti bene? - chiese lui, abbassandole la mano.
- Sc-Scusa Aidoh, non so cosa mi è preso - rispose lei sorridendo. Ma ormai il vampiro aveva sentito i suoi battiti accelerati e la guardava con occhio critico.
- Davvero, sto bene - si mosse un attimo, ma barcollò e le pastiglie le caddero, attirando l’attenzione di Aidoh che si chinò e le raccolse.
- E queste? - gliele mise davanti agli occhi, facendo arretrare Kumiko - devi smettere di prenderle! - quasi urlò per poi mettersele in tasca.
- Ma senza di quelle i- - venne zittita da un’occhiataccia del vampiro, che le fece venire la pelle d’oca.
- Resisti al dolore! Ti stanno distruggendo! Ho fatto qualche ricerca su queste pastiglie, uno degli effetti collaterali se prese troppo frequentemente sono svenimenti ed emozioni amplificate! - non aveva mai visto Aidoh così arrabbiato. Kumiko sapeva che aveva ragione, ma lei odiava provare quel dolore.
- Ma cosa posso fare… ? - sussurrò, prima di svenire tra le braccia del vampiro.
L’ultima cosa che sentì fu il suo nome urlato.



Note dell'autrice: dopo più di un mese sono tornata! Mi scuso per non aver aggiornato prima. Il motivo del mal di denti sarà svelato nel prossimo capitolo, quindi non vi farò più stare sulle spine! Mi sto impegnando ad aggiornare tutte le mie Fan Fiction e ho deciso come far finire "Level X", ma ci saranno ancora altri capitoli, tranquilli! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, ringrazio chi recensisce, chi ha messo la storia nei preferiti/seguiti ed anche chi legge! Ma un grazie speciale va ai Vocaloid, che senza la loro musica non sarei riuscita a scrivere nulla!

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Capitolo 8
*** Sete di Sangue ***


Level X
Capitolo 7: Sete di Sangue


Kumiko aprì stancamente gli occhi e la prima cosa che notò furono un paio di occhi azzurri che la osservavano preoccupati.
- Stai bene? - chiese Aidoh. Le era svenuta tra le braccia e lui era entrato un po’ in panico.
- Sì… ma mi fa un po’ male la testa… - rispose la rossa e solo in quel momento notò che era finita nella sua stanza.
- Sono contento, sei caduta così - sospirò di sollievo il biondo, mettendole una mano sulla spalla.
Kumiko notò che non le facevano male i denti, che strano… di solito quando si svegliava il dolore era così forte da mozzarle il respiro. Ma questa volta nulla.
- Ora mi credi? Devi smetterla di prendere quelle pillole! - continuò Aidoh, non notando che l’altra non lo stava ascoltando. Era attratta dal suo delizioso collo pallido e liscio… era così perfetto, le vene che si vedevano erano ricche di delizioso sangue rosso… poteva sentirne il gusto senza doverlo assaggiare.
- Kumiko? - il vampiro riuscì ad attirare l’attenzione della ragazza, che si stava leccando le labbra - stai bene? Il tuo battito cardiaco è un po’ strano… - disse, mettendo due dita sul collo della rossa.
Lei lo guardò un attimo negli occhi, e strinse le spalle di Aidoh, per poi abbracciarlo e grazie allo choc che questo ebbe su di lui, la rossa riuscì ad atterrarlo senza problemi.
- K-Kumiko?! - chiese lui, arrossendo. Non capitava mica tutti i giorni di finire in una posizione così imbarazzante!
Lei non fece caso alle lamentele dell’altro, e cominciò a leccare il collo del vampiro. Dentro sentiva e sapeva che quello che stava facendo era sbagliato, molto sbagliato, ma non aveva altra scelta, i suoi denti fremevano, e lei desiderava quel sangue. Prese un bel respiro e lo morse con due lunghi canini che prima non aveva. Il sangue di Aidoh era delizioso, dolce ma con un retrogusto un po’ aspro, ma per il palato di Kumiko era qualcosa di celestiale. Non riusciva a smetterla, ed il biondo sotto di lei non la fermava mica, talmente era sotto choc. Quella piccola e carina umana in realtà era un vampiro?! No, era impossibile, sarebbe andata nella Night Class subito!
Poi gli vennero in mente le parole di Yagari-sensei.
Level Y.
Tirò i capelli della ragazza abbastanza per cercare di non farle male, ma la fitta che la ragazza sentì fu abbastanza per spostare la sua attenzione verso il biondo.
Oh? pensò, mentre osservava la ferita di Aidoh rigenerarsi. Cosa aveva fatto?! Si leccò le labbra e sentì quel gusto delizioso, ma in quel momento la sua parte umana prese il sopravvento e le venne quasi da vomitare per quello che aveva appena fatto. Cosa diavolo le stava succedendo?! Le sue guance si rigarono di lacrime che caddero sulle goti pallide di Aidoh. Non piangeva così da tanto tempo, ma non si lasciò sfuggire un singhiozzo, però toccò con la fronte il petto largo del biondo.
- P-Perdonami - continuò a sussurrare, con la voce smorzata dal dolore. Cosa aveva fatto? Perché lo aveva morso? Si alzò, però restando ancora con le gambe ai fianchi di Aidoh. Si toccò le zanne che piano piano si stavano ritirando. Allora anche lei era un vampiro? Ma era impossibile, non era mai stata morsa da un Sangue Puro ed i suoi genitori non lo erano! Almeno non sua madre… il motivo per il quale lei conosceva qualcosa sulla società dei vampiri era grazie a Yuki che ogni tanto le diceva qualcosa. Ovviamente la castana non sapeva nulla dei Level X e Level Y, quindi Kumiko non riusciva più a capirci niente.
Aidoh la fece sfogare, coccolandole i capelli rossi, perché non sapeva come comportarsi in quel tipo di situazioni. Era molto confuso, dopotutto era appena stato morso accidenti! Ma non riusciva ad arrabbiarsi, perché Kumiko stava piangendo così tanto da fargli venire un colpo al cuore e di non riuscire più a pensare a quello che era successo pochi minuti prima.
Purtroppo l’odore di sangue mise in allarme Zero, che per una sfortunata coincidenza passava da quelle parti, e non ci pensò due volte a sfoderare la sua Bloody Rose.
Aprì la porta di scatto trovandosi davanti questa scena: Kumiko seduta su Aidoh, che piangeva e le sue labbra erano sporche di sangue, così come un po’ della divisa del vampiro biondo.
Il membro del Comitato Disciplinare non ci pensò due volte a sparare, ed il colpo andò a segno, beccando il cuore della rossa, che si era girata a causa del rumore della porta che veniva sbattuta con incredibile forza.
- Eh? - riuscì solo a pronunciare prima che una pallottola la colpisse da parte a parte. Di scatto chiuse gli occhi, aspettandosi la fine, con le goti ancora arrossate e bagnate dalle sue lacrime amare.
Ma sentì solo una leggera fitta, con quando si è punti da uno spillo, nient’altro. Aprì lentamente le palpebre e si toccò il petto. Non c’era nessuna ferita.
- H-Ho sentito qualcosa che mi trapassava… eppure non sento dolore! - balbettò sconcertata. Poi notò la posizione imbarazzante e scese da Aidoh borbottando almeno mille “Scusa”.
Zero strabuzzò gli occhi… non era possibile, l’aveva centrata in pieno! Come aveva fatto a sopravvivere?! Era sicuramente un vampiro, e dubitava fortemente che il biondo avrebbe fatto bere il suo sangue ad una che conosceva da più meno un mese.
- E’ inutile, stupido discepolo, un’arma Anti-Vampiro non può ammazzarla - disse Yagari, sbucando dal nulla. L’Hunter si era accorto che Zero era improvvisamente partito in quarta ed aveva deciso di seguirlo.
- Ma Maestro, lei è sicuramente un vamp- - venne zittito da un pugno sulla testa dato da Toga.
- E’ un Level Y… noi Hunter non possiamo toccare una mezza-umana - il Guardian strabuzzò gli occhi. Mezza-umana? Level Y? Lui cominciava a non capirci più nulla… il maestro non gli aveva spiegato nulla a riguardo!
- Un Level Y è nato dall’unione da un umano e di un vampiro, però questi ibridi non sono accecati dalla sete di sangue e possono sopravvivere anche senza - spiegò svogliatamente Yagari. Non aveva voglia di ripetere le stesse cose già dette ai vampiri della Night Class.
- Voi vampiri continuate a farmi schifo - ringhiò Zero, mettendo la pistola sotto la sua divisa.
- Tu - disse Yagari-sensei guardando Kumiko - viene con me dal Direttore - quelle parole erano usate con un tono che non ammetteva repliche.
La ragazza annuì appena, asciugandosi le guance bagnate e la bocca sporca di sangue.
Si voltò indietro a guardare Aidoh, con ancora gli occhi arrossati.
- Perdonami - sussurrò ancora, prima di seguire Toga, che aveva i nervi a fior di pelle.
Dopo aver spiegato la situazione al Direttore, cioè Yagari-sensei disse a grandi linee quello che era successo, mentre Kumiko non riusciva neanche ad alzare gli occhi dalla vergogna. Era rossissima in viso e si sentiva tutti gli occhi su di lei. Cavoli, voleva sprofondare nel terreno!
Erano stati chiamati Yuki, Kaname, Zero ed Aidoh, ma lei non riusciva a guardare nessuno dei quattro, infatti trovava molto interessante la punta dei proprio piedi.
- Questo è veramente un problema - sospirò Kaien, che era in modalità seria, infatti la rossa stentava a riconoscerlo.
- Sarebbe meglio trasferirla nella Night Class, ma così all’improvviso sarebbe strano, soprattutto perché è quasi finito il semestre - disse Kaname, pensieroso e serio allo stesso tempo. Era un po’ affascinante, ma solo un po’.
Night Class?! pensò Kumiko, alzando di scatto la testa, con gli occhi fuori dalle orbite.
- Hai ragione Kaname - sospirò di nuovo il Direttore, posando lo sguardo sulla rossa che stava cominciando a tremare.
- Io… - sussurrò lei - non voglio andare nella Night Class… - non guardò nessuno in viso. Era troppo scossa, ma riusciva ancora a ragionare con quel briciolo di coscienza che le era rimasta.
- Ma non farmi ridere! Non possiamo permettere ad una sanguisuga come te di mettere in pericolo la Day Class! - ringhiò Zero, trattenendosi dal prenderla per il collo. Dopo questa affermazione lo guardarono tutti male tranne il suo maestro.
- Ma io sono anche umana! Che ti piaccia o no, faccio parte di entrambi i mondi, di cui uno a me praticamente sconosciuto! - gli urlò contro Kumiko, voltandosi verso di lui, con tono completamente perso nella disperazione - non l’ho mica scelto io di nascere così - sussurrò, abbassando nuovamente il capo.
- Kumiko, non possiamo essere certi che tu non attacchi nessuno, e se dovesse succedere qualcosa agli studenti non potremo proteggerli - si intromise nella discussione il Direttore Cross con sguardo serio. Quelle parole ferirono nel profondo Kumiko, che mai si sarebbe immaginata di essere bollata come pericolo pubblico. Però era vero, era quello che era. Un pericolo per gli esseri umani. Strinse il pugno ed i denti, con un’espressione di chi capiva, ma non voleva che succedesse.
Tutti la guardarono un attimo, senza sapere cosa fare. Stavano tutti aspettando che qualcuno dicesse qualcosa, così Kaien prese la parola e quello che pronunciò a mezza voce cambiò completamente il mondo di Kumiko.
- Dopo il ballo ti trasferirai nel Dormitorio Luna - e la rossa vide il mondo crollarle addosso. Ma non poteva fare nulla, solo accettare quel destino, perché a casa non ci sarebbe tornata, ed il Direttore era molto sicuro di quello che diceva e sembrava che nulla gli avrebbe fatto cambiare idea.
- Capisco - sussurrò lei, sentendosi profondamente tradita e si voltò, senza guardare nessuno negli occhi, con la testa bassa ed il viso arrossato. Sorpassò tutti e chiuse la porta della presidenza alle sue spalle, ignorando l’urlo di Yuki che le chiedeva di fermarsi.
Corse, anzi scappò, non sapendo più a cosa pensare. Doveva essere arrabbiata? Doveva essere triste? Doveva odiare il mondo intero? Non lo sapeva, ma l’unica cosa di cui era certa era che stava piangendo per la seconda volta quel giorno.



Note dell'autrice: vi ho deluso? Vi ho stupito? Ed ecco che avete visto questa Kumiko fragile, ma i guai per lei non sono mica finiti! Riuscirà a riprendersi da questa botta al cuore? Il suo gesto avrà risvolti sul suo rapporto con Aidoh? I vampiri della Night Class prenderanno bene la decisione del Direttore Cross? Se volete saperlo continuate a seguire questa Fan Fiction!
Ringrazio i Vocaloid ed i Supercell che grazie alla loro musica mi hanno fatto scrivere questo capitolo!
Se avete tempo lasciatemi un piccolo commento!

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Capitolo 9
*** Alla fine rimango sempre sola, eh? ***


Level X
Capitolo 8: Alla fine rimango sempre sola, eh?


Kumiko si fermò posando le mani sulle ginocchia. Era troppo scossa, tremava come non mai, i capelli erano arruffati e gli occhi arrossati. Aveva appena smesso di piangere, ma qualche lacrima si poteva ancora vedere sulle sue guance e se le asciugò con la manica della divisa. Era finita sempre lì: davanti a quella fontana che divideva vampiri ed umani.
Si guardò le mani tremanti e con la lingua notò che i canini erano tornati.
- Io cosa sono? - sussurrò - da che parte devo stare? Sono entrambi oppure nessuno dei due? - chiese al vento, poi chiuse le mani in due pugni e vi poggiò sopra il viso, sussultando a causa di un vento gelido che le colpì la schiena.
Poi però notò quando stupida fosse stata a scappare in quel modo. Nessuno aveva mai risolto qualche problema correndo via a gambe levate, era risaputo, eppure Kumiko lo aveva fatto. Perché era umana. E il primo impulso che veniva quando c’era una situazione difficile era scappare e lei lo aveva seguito, senza pensarci due volte, quasi come in automatico.
- Sono proprio una stupida - strinse i pugni e sul suo viso si dipinse una grande determinazione, mentre cercava in qualche modo di far sparire quei canini. Cominciò a camminare verso il suo Dormitorio e vi entrò, riuscendo a non farsi beccare dalla Capo-Dormitorio, che si aggirava come un mastino.
Lei andò direttamente nella sua stanza e vi trovò un piccola lettera. L’aprì lentamente e ci trovò solo quattro parole che le mozzarono il respiro.
Dobbiamo parlare,
Hanabusa Aidoh

- Sì, lo so - sospirò. Siccome non voleva che la Capo-Dormitorio la beccasse, aprì la finestra e guardò giù. Lei era al secondo piano. Sperò solamente che le sue doti da vampiro l’avrebbero aiutata e, prendendo un respiro profondo, si buttò giù, con le gambe leggermente piegate e le braccia in alto. Per essere chiari lei chiuse anche gli occhi ed aspettò l’impatto con il suolo, ma sentì solo un piccolo “Tunf”, infatti Kumiko era riuscita a cadere in piedi, senza farsi neanche un graffio. Restò senza parole: per una buona volta la sorte l’aveva assistita.
- Oh - disse solamente, per poi cominciare a correre. Aidoh non le aveva scritto dove si sarebbero dovuti incontrare, ma lei lo sapeva benissimo: alla solita fontana.
La rossa non si guardò indietro neanche per un secondo e corse. Le parve di essere diventata più veloce, o forse era solo una sua impressione?
Dopo pochi minuti riuscì ad arrivare al posto dei suoi desideri senza farsi notare (o almeno lei non vide nessuno in giro).
Ovviamente il vampiro biondo era già lì a battere a terra il piede con insistenza. Appena sentì dei passi avvicinarsi si girò di scatto, vedendo la ragazza dai capelli rossi leggermente spettinata e con ancora gli occhi arrossati. Aidoh in realtà credeva che non si fosse presentata, ma era meglio così.
- Cosa c’è Aidoh? - chiese Kumiko, arrivando davanti a lui, standogli lontano solamente di due passi. Non lo guardò in faccia, anzi, osservò la punta delle sue scarpe. Ogni volta che provava a guardare dentro a quegli occhi azzurri le veniva in mente la scena dove lei aveva bevuto a volontà il suo sangue, e questo la riempiva di vergogna.
- Sono stato mandato qui da Kaname-sama - questo attirò l’attenzione della ragazza che alzò gli occhi di un poco, osservando la bocca del biondo, dove si potevano intravedere dei canini piuttosto appuntiti.
Aidoh le porse una scatolina che poteva contenere pillole o caramelle e gliele porse.
- Se ti viene sete prendi queste… non credo di doverti spiegare cosa sono - già, lei lo aveva capito appena dette le prime quattro parole: compresse ematiche. Con lentezza prese la scatola e se la rigirò tra le mani. Sperò con tutto il cuore di non averne mai bisogno.
- Ora vado, ho ancora lezione - disse lui, con aria di chi non gliene fregava nulla.
- Asp-Aspetta! - sussurrò la rossa prendendogli un lembo della divisa bianca. Non voleva che se ne andasse, doveva assolutamente parlargli!
- Io sono… davvero spiacente, se non mi perdonerai ti capirò, però per favore, non andartene come se non fosse successo nulla! - disse in fretta, facendo tremare leggermente le mani per l’emozione. Il viso arrossato, la vergogna, le parole tremanti, ormai non le importava più nulla, ma non voleva che Aidoh facesse finta che qualche decina di minuti prima non fosse successo niente.
- Cosa vuoi sentirti dire? “Non ti perdonerò mai”? - chiese il ragazzo, guardandola con la coda dell’occhio, dando un brivido di paura a Kumiko.
Dopo interminabili secondi lei gli rispose.
- Vorrei sentire quello che pensi veramente - disse, socchiudendo gli occhi ed arrossendo sempre di più.
- Ancora non lo so, ti darò una risposta, ma per adesso non la conosco neanche io - appena finita l’ultima sillaba si voltò e se ne andò lasciando Kumiko da sola.
La rossa lo guardò allontanarsi, mentre la luna rifletteva nei suoi occhi bicolore, dandole un’aria misteriosa e quasi spaventosa.
Le tremarono leggermente le mani, ma smise subito: non era il momento di piangere, doveva essere forte e superare queste difficoltà, anche se era molto difficile, perché qualcosa nel suo petto batteva così forte da farle male.
Si sedette al bordo della fontana, mentre osservava ancora il punto dove Aidoh era scomparso. Non ne conosceva il motivo, ma doveva restare lì, perché sentiva che qualcosa le stava per succedere. Le sue sensazioni erano quasi sempre giuste, quindi attese.
Infatti dopo qualche decina di minuti, una Yuki un po’ trafelata stava camminando verso la sua direzione. Quando le si fermò davanti aveva le mani sulle ginocchia ed era leggermente piegata in avanti, doveva aver corso iniziando dall’altra parte della scuola.
- Kumiko, finalmente ti ho trovata! Prima era scappata così velocemente che non riuscita a parlarti! - disse con un sorriso, prima di notare il pacchetto delle compresse ematiche che l’altra teneva in mano e strabuzzò gli occhi. - Ma quelle sono… - sussurrò appena, indicandole.
- Sì, compresse ematiche… sai, no? Per la sete… - le rispose con un tono un po’ depresso Kumiko, finendo con un sospiro.
- Yuki - la chiamò la rossa dopo un lungo silenzio - non ti da fastidio avere un’amica mezza-vampiro? - chiese guardandola negli occhi.
- Stupida - sussurrò la castana, abbracciandola - come può darmi fastidio? Sei mia amica! - Yuki quasi scoppiò a piangere e Kumiko sorrise dolcemente, coccolandole i capelli.
Però si allontanò subito appena sentì un rumore di erbe e rami calpestati. Entrambe si voltarono subito e videro la figura minuta di Maria avvicinarsi.
- Scusatemi… mi sono persa… potreste aiutarmi? - chiese con voce dolce e calma allo stesso tempo, emanando innocenza a destra e manca.
- Certo - risposero le due in coro, mentre Yuki si asciugava una lacrima che era caduta dal suo occhi sinistro e Kumiko si grattava la testa facendo una piccola risatina.
- Allora grazie - per un istante gli occhi di Maria si fecero taglienti in direzione della rossa, che venne percorsa da un brivido di paura. Cos’era quell’occhiataccia? Era… odio? Ma era molto più potente delle saettate di Zero, come se quello fosse un sentimento covato da molti anni, ed improvvisamente esploso in due secondi, per poi scomparire così com’era venuto.
- Penso che io debba tornare al Dormitorio - sussurrò Kumiko, abbassando la testa a disagio.
- Oh? Ok - le rispose Yuki, notando il cambiamento improvviso dell’amica.
- Grazie mille Yuki, su di te posso sempre contare - sussurrò Maria, prendendole una mano e portandosela alla bocca, facendo un sorriso furbetto verso Kumiko, mostrandole i suoi canini appuntiti.
- Allontanati da lei - quasi gridò una voce, mentre una pistola si spostava sulla tempia della vampira, sorprendendo sia Kumiko che Yuki.
- Zero! - disse la castana, guardando dentro le pozze d’argento del ragazzo.
Dopo aver scoccato un’occhiataccia a Kumiko, Zero prese il braccio di Maria e la trascinò via, seguita a ruota da Yuki, che gli intimava di smetterla di trattare una studentessa così, lasciando così da sola l’latra ragazza.
Questa non si mosse neanche di un millimetro, a cosa sarebbe servito? A stento si ricordò che il giorno seguente c’erano gli esami ed il Capo-Classe avrebbe dato di matto se la classe sarebbe finita ultima. Ma ora non gliene importava.
- Alla fine rimango sempre da sola, eh? - chiese retorica, ancora seduta ai bordi della fontana, come se qualcuno le potesse risponderle.
Con le dita tracciò dei cerchi immaginari sulla superficie dell’acqua e fece un sorriso di circostanza, ma era anche così triste, e poi, guardando il suo riflesso, notò che la luna si era nascosta dietro a dei nuvoloni scuri.
- Devo andare avanti, non posso permettermi di fermarmi - sussurrò, per incoraggiare se stessa e si alzò, stringendo al petto le compresse ematiche.
- Madre mia, fratellino mio, aiutatemi voi - pregò per un attimo, cominciando a correre verso il Dormitorio Sole, con il cuore che martellava incessantemente nel petto.




Note dell'autrice: allora? Che ve ne pare? Spero che vi piaccia, altrimenti ditemi quello che non vi va giù e cercherò di stare più attenta nei prossimi capitoli! Kumiko è una ragazza sia fragile che forte, è molto lunatica, quindi cambia il suo modo di pensare molto velocemente, dovete cercare di starle dietro, perché ogni tanto è peggio di una donna incinta XD
Ringrazio come al solito i Vocaloid, chi recensisce, chi solo legge, chi mette la Fan Fiction tra le preferite/seguite, e chi mette tra gli autori preferiti, grazie, grazie ed ancora grazie!
Piccole domande: devo mettere l'avvertimento OOC o sono riuscita a restare IC? Devo mettere altri generi oltre al Sopprannaturale? Faccio qualche errore di grammatica di cui non mi sono accorta? Se mi aiutaste riuscirei a migliorare la Fan Fiction e sarebbe più leggibile <3

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Capitolo 10
*** Gli esami ***


Level X
Capitolo 9: Gli esami


Kumiko si svegliò presto quel giorno. Si fece una bella doccia fredda per mettere a posto i pensieri che la assillavano e si asciugò velocemente, restando ancora un po’ gocciolante. Non aveva bruciori alla gola, non aveva sete di sangue, però era un po’ curiosa di scoprire che sapore avevano le compresse ematiche, ma decise di non prenderle. Non le voleva, quasi le detestava.
Si mise velocemente la sua divisa e decise di non andare a fare colazione, il suo stomaco sembrava chiuso in una morsa, e non aveva neanche cenato la sera prima, ma non le dava fastidio, perché il sangue di Aidoh l’aveva saziata abbastanza. Si sentiva proprio da schifo.
Prese carta e penna e scrisse velocemente alla madre, dicendole tutto, anche se probabilmente lei non le avrebbe creduto, l’unica cosa possibile era confidarsi con qualcuno, la quale era Akane.
Kumiko sospirò e posò la penna, pensando che quella era una vera sciocchezza ed accartocciò il foglio. No, era meglio non dar fastidio alla madre.
C’erano gli esami, ma la rossa non ne era molto preoccupata, i suoi voti erano medi, non era né un genio né una stupida, era sempre stata considerata una ragazza normale. Ma ormai “normale” sembrava qualcosa di inconcepibile per lei, il suo mondo si era stravolto in pochi attimi, senza che lei potesse capirci qualcosa.
Si osservò un attimo allo specchio: la sua pelle era diventata molto pallida, i suoi occhi scintillavano come non mai, sembrava essere molto più proporzionata di prima, anche se era ancora bassa. Era una sua impressione od era diventata più bella?
A quanto pare no.
Appena entrò in classe tutti i ragazzi aveva gli occhi puntati su di lei. Si sentiva strana e tutti cominciavano a borbottare qualcosa che lei udì perfettamente, anche se erano solo degli impercettibili sussurri. “Ma Katou è sempre stata così carina?” “Si sarà truccata?” “Ha fatto qualche intervento per migliorarsi?”. Quante chiacchiere, ma non era quello che la preoccupava maggiormente: a quanto pare il suo corpo stava cambiando molto più velocemente di quello che aveva previsto. In realtà non ci aveva mai pensato, però i vampiri avevano quell’alone di mistero e di fascino che alleggiava intorno a loro ed avevano anche quella bellezza straordinaria, quindi era difficile non sperare per un momento di poter essere come loro quando si era mezzi-umani. Era un po’ lusingata, ma era anche inquieta e spaventata. Quanto la sua vita doveva cambiare ancora? E lei che voleva solo finire la scuola e ritornare da sua madre ed il suo fratellino, così da poterlo abbracciare e giocare con lui.
Kumiko si sedette, con ancora i borbottii dietro alle spalle, ma li ignorò, perché incominciavano gli esami. Infatti il professore entrò con una pila di fogli e li distribuì, dopo disse che avevano tre ore di tempo per fare cento quesiti e iniziò il conto alla rovescia. La rossa completò facilmente i primi venti, in neanche dieci minuti, però poi iniziarono le difficoltà e riuscì a finire il tutto solo dopo due ore e mezza, finendo di rileggere appena prima che il professore dicesse “STOP”. Sospirò pesantemente e notò che Yuki era pensierosa, mentre Zero non si era fatto neanche vivo. Non voleva affrontare nessuno dei due, quindi andò a rifugiarsi al solito posto.
- Non so perché ma mi piace stare qui, mi sento a casa - sussurrò a sé stessa., beandosi della brezza del vento che le scompigliava i capelli, mentre era appoggiata alla fontana e l’acqua scorreva dietro di lei.
Il giorno seguente ci sarebbe stato il ballo e la sezione che avrebbe preso il punteggio minore avrebbe dovuto fare i preparativi quella sera stessa, e Kumiko sperava vivamente di non dover essere coinvolta in quella cosa.
- Forse perché questo posto ti ricordo quello che sei - una voce dolce ma anche tagliente raggiunse le orecchie della ragazza. A quanto pare Maria Kurenai passava da quelle parti ed aveva deciso do darle fastidio.
Kumiko sgranò gli occhi: allora quella vampira sapeva che lei era mezza-umana?!
Maria le fece un sorriso angelico e si sedette al suo fianco.
- Sei così bizzarra - ridacchiò lei, guardandola negli occhi bicolore - ma dopotutto sei la figlia di quel uomo - Maria rise, ma non era una risata allegra, anzi era malata e strana.
- Ma chi sei tu? - chiese Kumiko alzandosi di scatto e ringhiando contro di lei, mostrandole i canini affilati. La rossa non si era neanche accorta di essere aver attivato i suoi modi “vampireschi”.
- Lo sai che gli atti di vampirismo sono vietati alla Cross Academy? - chiese Maria continuando a prendersi gioco di lei - ma non voglio dar fastidio ad una mezza-vampira che si è appena risvegliata - detto questo la ragazza dai capelli argentati si alzò e se ne andò.
Un momento… aveva appena detto che conosceva suo padre? In effetti l’unica persona da cui avrebbe potuto prendere i geni di vampiro era il padre, che lei a malapena si ricordava.
Sentì un piccolo bruciore alla gola, ma decise di ignorarlo, no, non avrebbe preso le compresse ematiche, né avrebbe fatto del male a qualcuno. Cercò di tranquillizzarsi e sentì il battito frenetico del suo cuore ritornare normale, mentre i suoi denti diventavano di lunghezza normale.
- Kumiko - la voce di Yuki la fece riscuotere dai suoi pensieri e si voltò per vedere il volto trafelato dell’amica. Ma dentro i suoi occhi c’era qualcos’altro che la rossa non riuscì a capire e decise di non chiedere nulla, perché l’amica sembrava sul punto di farle una domanda.
- Hai visto Maria Kurenai che passava da queste parti? - chiese Yuki. Aveva uno sguardo strano, non le si addiceva proprio. Kumiko avrebbe potuto dirle che sì, aveva visto la vampira, invece rispose in un altro modo.
- No, non la vedo da ieri sera - sorrise falsamente la rossa. Ma l’amica parve non accorgersene e con un “Grazie” andò verso il Dormitorio Luna. A Kumiko non piaceva mentire, ma sembra che Yuki si fosse messa in un guaio, quindi aveva deciso di non dirle nulla.
Cominciò a camminare a caso per il Dormitorio Sole, persa nei suoi pensieri, quando il Capo-Classe venne da lei come una furia.
- MA COSA CI FAI ANCORA QUI, KATOU?! DEVI AIUTARE PER LA FESTA, SICCOME LA NOSTRA CLASSE SI E’ CLASSIFICATA ULTIMA! - urlò lui, estremamente infuriato, con il fumo che quasi gli usciva dalle orecchie.
- Ah, mi scusi, non lo sapevo - rispose Kumiko, presa completamente alla sprovvista, fece un piccolo inchino e si incamminò.
C’erano già molte persone nella sala dove si sarebbe tenuto il ballo di fine anno e cominciò ad aiutare ad appendere gli striscioni. Grazie alle sue nuove abilità da vampiro, riuscì a stare in equilibrio facilmente sulla scala, perché se avesse fatto prima una cosa del genere, di sicuro sarebbe caduta e si sarebbe rotta l’osso del collo. Adesso era molto più semplice.
Notò che c’era anche Yuki, ma sembrava preoccupata per qualcosa e, quando stava per chiederle cosa non andava, entrò nella sala Zero, completamente sporco di sangue. L’odore era indescrivibile, Kumiko si sentiva attratta da quelle macchie rosse su quella camicia candida.
Si leccò le labbra, sentendo la gola farsi più secca ed il suo istinto le diceva “Bevi, saziati, mordi, uccidi”. No, doveva calmarsi, infatti distolse lo sguardo e sussurrando un frettoloso “Me ne vado”, uscì dalla sala, tenendosi la bocca con una mano ed il collo con l’altra.
Poteva resistere al desiderio del sangue se non ne sentiva l’odore, questo l’aveva capito, poi sentì il suo stomaco lamentarsi. Non aveva mangiato nulla dalla sera prima, quindi arrossì e cominciò a correre verso la sua stanza ad una grande velocità, saltando ogni qual volta c’era uno ostacolo. L’impatto al suolo la faceva vacillare un po’, perché non riusciva ancora ad abituarsi a questo. Dopotutto era solo un giorno che possedeva i suoi poteri da vampiro, era ovvio che le serviva più allenamento!
Appena andò in camera sua, trovò una piccola scatola ed un biglietto.
Ho visto che non hai mangiato oggi, ti ho messo da parte qualcosa.
Yuki

Kumiko lo capì in quel momento. Non era la castana che aveva bisogno di mettersi in riga, ma lei. Alla fine faceva preoccupare tutti e non riusciva a ripagare quelle gentilezze che riceveva.
- Che stupida - sussurrò, aprendo la scatola e trovando tre onigiri ed una piccola fetta di torta alle fragole. Sempre meglio che nulla. Mangiò tutto con gusto, con un lieve colorito rosa sulle guance e posò la scatola sulla sua scrivania, pulendosi la bocca con un fazzoletto di carta trovato lì da qualche parte.
Guardò con rabbia le compresse ematiche e notò che il bruciore alla gola si era affievolito, anche se non era del tutto scomparso. Forse se mangiava regolarmente i pasti avrebbe potuto evitare di prenderle. Quel piano era un po’ strano, ma era l’unico modo che le veniva in mente per non bere sangue.
Ora che ci pensava non aveva un vestito da mettersi per il ballo, quindi probabilmente non ci sarebbe andata, perché non era proprio il caso di andarci in divisa.
Kumiko si buttò a peso morto sul letto, strofinandosi gli occhi. L’aveva presa male la storia dei mezzi-vampiri, perché non voleva far parte della Night Class, ma ora forse sarebbe stato giusto entrarci, dopotutto non voleva far male a nessuno dei suoi affetti più cari.
Mamma, Shinichi, Yuki, e forse anche Aidoh… per voi ce la metterò tutta, pensò mentre si metteva il pigiama e si abbandonava al mondo dei sogni.



Note dell'autrice: ringrazio come al solito chi legge e chi recensisce e questa volta per scrivere questo capitolo non ho ascoltato i Vocaloid, ma bensì dei cantanti e delle band random italiane, inglesi ed americane, che sarebbe troppe da scrivere qua XD
So che molti di voi volevano leggere come si evolveva la situazione tra Aidoh e Kumiko, ma come al solito i personaggi hanno vita proprio e fanno quello che vogliono quindi è venuto fuori questo capitolo. Non chiedetemi tra quanto loro due faranno qualcosa, perché non lo so nemmeno io... nel prossimo capitolo ci sarà il ballo, ma il tema "Shizuka Hiou" non verrà toccato da Kumiko (credo). Bene, alla prossima allora!

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Capitolo 11
*** Il Ballo ***


Level X
Capitolo 10: Il Ballo


Kumiko si svegliò a causa di un frenetico bussare alla porta. Aprì stancamente gli occhi e si mosse con lentezza. Era molto assonnata, mise la mano sulla maniglia e la tirò indietro osservando chi aveva davanti. Era Yuki, con in mano una scatola quadrata abbastanza grande.
- Kumiko! Ti è arrivato questo pacco, te lo volevo dare ieri, ma era troppo tardi… ecco, prendi! - sorrise lei buttandoglielo in braccio, per poi congedarsi con un “devo andare, ciao”.
Kumiko chiuse la porta e si sfregò gli occhi. Aprì la scatola lentamente e ci trovò dentro un vestito: era nero, lungo fino alle ginocchia e senza spalline, che sembrava luccicare, non aveva una scollatura ed era aderente. C’era anche un copri-spalle dello stesso colore morbidissimo al tatto ed anche una rosa da mettere nei capelli color pece. Trovò anche un biglietto azzurro scritto in una calligrafia un po’ disordinata.
Kumiko, ho saputo che ci sarà un ballo alla tua scuola. Ti ho mandato un vestito che mi sembrava adatto, spero ti piaccia.
Comunque… è successo qualcosa? Non mi scrivi più da un po’ e mi sono un po’ preoccupata.
Tra una settimana verrò lì per iscrivere anche Shinichi alla Cross Academy, quindi potrai spiegarmi tutto.
Con tutto l’amore che possiedo,
Tua Madre, Akane

La rossa strabuzzò gli occhi: anche il suo fratellino sarebbe venuto lì? Si sentiva così sola… ma non era come prima. Aveva sempre vissuto in solitudine, non sapeva cosa significava il sostantivo “amico”, ora sì, e i suoi ultimi dieci anni di vita le sembravano solo un brutto incubo da cui si era svegliata con un “Ah, meno male, era solo un sogno”. Ora era felice, serena. Che importava se era mezza-vampira? Finché sarebbe riuscita a proteggere le persone che considerava il suo “mondo”, avrebbe usato qualsiasi mezzo. Quindi doveva riprendersi! Partecipare al ballo sarebbe stato il primo passo.
Strinse il vestito sul petto con un piccolo rossore sul viso. Forza Kumiko! si disse mentalmente, cercando di darsi coraggio.
Si fece una doccia veloce e si mise la divisa nera. Il giorno seguente sarebbe entrata nella Night Class, quindi doveva assolutamente godersi il suo ultimo giorno nella Day Class. Sorrise mentre si specchiava. Non ne conosceva il motivo, ma quegli occhi bicolore non le sembravano più così orribili, perché era riuscita a farsi accettare dagli altri anche con loro.
Prese un respiro ed uscì dalla porta per fare colazione. Non aveva proprio fame, eppure voleva mangiare lo stesso, quindi si diresse verso la mensa ed ordinò un cappuccino ed una brioche vuota. Mangiò e bevve con gusto, pulendosi poi con un tovagliolo di carta (che sembrava di plastica) i baffi di latte che si erano formati agli angoli della bocca.
Sentì la campanella suonare e tornò in classe, con un sorriso sul viso. Si sedette al suo solito banco e cominciò a parlare con Yori del ballo. Era strano vedere la rossa così allegra, e non si sentì neanche a disagio nel sentirgli occhi penetranti di Zero sulla schiena. Forse perché non l’avrebbe più rivisto in classe, sì, era sicuramente così.
Appena entrò il professore, tutti si misero velocemente al proprio posto, perché ovviamente parlavano tra loro in piedi dall’altra parte della stanza.
Dopo l’appello, l’insegnante ridiede i compiti scritti agli alunni.
Kumiko osservò il suo voto: 75. Meno male a lei era andata bene, mentre Yuki aveva ricevuto un bel 0 spaccato, perché aveva scritto solo il nome. La rossa giocò con i suoi capelli, mentre osservava i suoi errori.
Dopo ridiede il suo esame al professore e questo la guardò per un momento mentre tornava al posto, per poi tossire e richiamare a sé l’attenzione della classe.
- Da domani in poi, Katou Kumiko verrà trasferita nella Night Class, quindi oggi sarà l’ultimo giorno con noi - un coro di “EHHH?” uscì dalle bocce degli alunni increduli che osservarono la ragazza. Lei arrossì un po’, cominciando a sudare freddo, mentre tutti la guardavano con la faccia da idioti. Ovviamente tranne Zero e Yuki che lo sapevano già.
Dopo essere stata sommersa di domande e lamentele, in qualche modo riuscì a sgattaiolare via per il pranzo, dove mangiò un toast e dei piccoli dolcetti alla fragola in compagnia di Yuki e Yori. Ridevano e scherzavano, ed era piacevole stare lì.
Per prepararsi la sera, la scuola aveva deciso di non fare le lezioni pomeridiane, quindi Kumiko ritornò in stanza e usò di nuovo la doccia. Dopo essersi lavata con cura, la rossa si asciugò per bene e cercò di decidere come avrebbe messo i capelli. Provò decine di acconciature che aveva imparato a fare quasi per noia, ma nessuna le piaceva. Alla fine decise di tenerli semplicemente sciolti e di mettere la rosa nera tra di essi.
Si mise una camicia e dei pantaloni larghi, poi scese per cenare. La mensa era deserta, di sicuro si stavano tutti preparando per il ballo. Beh, almeno non avrebbe dovuto fare la fila. Prese qualcosa di leggero: un pesce bianco con un po’ di limone ed un’arancia. Mangiò lentamente, lei non aveva fretta di far nulla, poi si alzò e ritornò nella stanza. Si lavò il viso e cominciò a prepararsi per bene: si mise il vestito ed il copri-spalle, cominciò a pettinarsi i capelli e continuò finché non erano tutti lisci, poi calzò delle ballerine nere che aveva comprato tempo addietro. Posò la rosa al lato destro del viso, sorridendo un po’. Non le piaceva truccarsi, quindi non si mise nulla, anche se non fosse stata carina, però sulle labbra usò un lucidalabbra al gusto di fragola, siccome erano veramente secche.
Sentì che qualcuno bussò alla sua porta ed andò subito ad aprire. Trovò Yuki vestita benissimo: le rose nei capelli, un abito bianco ed un filo di trucco. Cavolo come stava bene!
- Kumiko, ma stai benissimo! - disse lei, prendendole le mani, sorridendo.
- Ma no, tu stai molto meglio di me - rise lei, con le guance un po’ arrossate. Le piaceva ricevere complimenti sul suo aspetto, però si imbarazzava sempre quando succedeva.
- Andiamo? - chiese retorica Yuki, cominciando a trascinare l’altra.
Mentre avevano le mani unite, Kumiko riuscì a sentire il sangue che scorreva nelle vene dell’amica. Era… affascinante. Ma la rossa distolse i suoi pensieri da questo, no, non era il momento di fare apprezzamenti del genere, non a Yuki.
Entrate nella sala da ballo, notarono che c’era già molta gente e, con un saluto veloce, la castana si diresse verso Zero ed il Direttore. La musica era lenta e Kumiko notò che stavano incominciando a suonare il Valzer.
Una mano si portò davanti a lei ed il viso sorridente di Takuma Ichijo entrò nella sua visuale. Non si erano mai parlati, però la rossa aveva sentito parlare di lui da Yuki.
- Vuoi ballare? - chiese il vampiro vestito in uno smoking bianco. Kumiko accettò, lasciandosi condurre dal ragazzo più grande, che la superava di molti centimetri. Era veramente bravo ed elegante, nonostante lei sapesse ballare bene i balli lisci, lui la superava in tutto. Era quasi… irreale.
- Sei molto brava a ballare - disse Ichijo, sorridendole, mentre eseguiva alla perfezione i passi, come se era nato per quello.
- Grazie, devo tutto a mia madre, lei è una patita dei balli lisci, io e il mio fratellino abbiamo dovuto impararli per forza - ridacchiò Kumiko, ripensando a tutte quelle dolci sgridate di Akane quando sbagliava un passo.
- Sai, mi è stato detto che tu sei un po’ come noi - le sussurrò all’orecchio, mentre si muovevano con lentezza, ascoltando la musica che piano piano si faceva più lontana perché loro erano dall’altra parte della sala, sotto lo sguardo di tutti.
- A quanto pare - Takuma non mancò di notare che Kumiko si era irrigidita appena aveva sentito le sue parole, ma non chiese altro.
- Il Capo-Dormitorio ce ne ha parlato oggi, e ha detto di non essere scortesi con te, quindi non preoccuparti - le disse con cercando di tirarla su.
- Ringrazialo da parte mia - rispose lei, notando che Yuki stava ballando con Kuran. Solo in quel momento notò che Aidoh non c’era. Forse non sapeva ballare… ?
La musica finì e Kumiko si allontanò da Ichijo, anche perché c’erano moltissime ragazze che volevano danzare con lui.
Abbandonò la schiena su una colonna, mentre guardava gli altri ballare. Dopo poco tempo vide che il Capo-Classe era stato scaricato da Ruka in malo modo, quindi decise di rimediare in qualche modo. Lo prese per mano ed i due cominciarono a ballare il Slow Foxtrot. Non era un ballo troppo complicato, anche se il Capo-Classe non era molto bravo a muoversi, grazie a Kumiko riuscirono a sembrare una coppia più o meno brava.
Finito il ballo, il ragazzo ringraziò la rossa che gli sorrise e poi si perse tra la folla. Siccome molti notarono che era piuttosto brava nei balli da sala, i componenti maschili della Day Class cominciarono a ballare con lei, perché non volevano essere da meno della Night Class. Kumiko accettò tutti, lei si divertiva, e si era anche dimenticata che il giorno dopo sarebbe dovuto andare nel Dormitorio Luna. Le piaceva ballare, quasi come disegnare, forse era una delle sue poche qualità migliori.
Dopo aver danzato con una decina di ragazzi, decise di prendersi una pausa, appoggiandosi al balcone. Ma un forte odore le entrò nelle narici e, purtroppo, era un profumo che conosceva bene.
Sangue, pensò tra sé, cercando di calmarsi stringendosi la gola e prendendo respiri profondi.
Di chi era? Non riusciva a capirlo, però si trattava di un odore che non mai sentito prima, quindi dubitava si trattasse di Yuki o Zero. Riuscì per miracolo a stare in “forma umana” e notò che era entrato Akatsuki Kain, il cugino di Aidoh.
Si avvicinò a lui e tirandogli il bordo della camicia per attirare la sua attenzione gli chiese.
- Hai mica visto Aidoh? - non sapeva perché, ma era preoccupata, aveva un brutto presentimento.
- Mah, prima era qui con me - le rispose per poi avvicinarsi ad Ichijo e sussurragli qualcosa.
Kumiko restò pietrificata al suo posto e strinse i denti, sperando con tutta sé stessa che il vampiro biondo non si fosse messo nei guai.



Note dell'autrice: a molti avevo detto che avrei aggiornato più tardi, invece sono già qui! Eh sì, perché mi è venuto un colpo di genio, quindi non ho potuto far altro che scrivere! Per questo capitolo ho fatto una piccola ricerca sui balli da sala, perché io veramente non ne so nulla. Ringrazio chi legge, ma soprattutto chi recensisce. Grazie mille, siete fantastici! Però davvero, non so quando metterò il capitolo 11, perché prima devo aggiornare le altre 2 Fan Fiction che ho in corso... prima di andare a scuola devo farlo, poi aggiornerò anche questa! Speriamo che mi vengano idee quanto prima, non vorrei che voi restaste troppo senza capitoli... incrociate le dita per me XD

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Capitolo 12
*** La Prima Compressa Ematica ***


Level X
Capitolo 11: La Prima Compressa Ematica


Kumiko la sera precedente non riuscì ad incontrare Aidoh, e non capì cosa fosse successo, però lei voleva sapere. Era preoccupata per il vampiro biondo ed aveva fatto fatica ad addormentarsi quella notte.
Yuki era venuta a prenderla la mattina presto per aiutarla nel trasferimento, però per fortuna lei era già pronta.
La rossa aveva preparato tutto appena era tornata dal ballo, ed ora l’amica le aveva consegnato la divisa della Night Class. Aveva abbandonato definitivamente la Day Class appena aveva tenuta tra le mani quel abito bianco, che poi aveva messo nella valigia.
- Non preoccuparti, sono sicura che ti troverai bene - le disse Yuki tenendo la valigia di Kumiko e sorridendole. Non sapeva perché ma la castana le sembrava strana, però non riusciva a capirne il motivo, forse era solo paranoica. Oppure era un po’ spaventata nel dover andare nella Night Class.
Kumiko prese un bel respiro ed entrò nella sala del Dormitorio Luna. Ad aspettare le due c’era Kaname Kuran, che mostrò un sorriso gentile sul viso mentre prendeva la valigia della rossa e la consegnava alla cameriera. In quel istante le dita del vampiro e della Disciplinare si toccarono per un breve istante, ma questo fece arrossire Yuki, che ritrasse la mano istintivamente, poi si girò verso l’amica e cominciò a parlare di come si sarebbe trovata bene e cose del genere.
Kumiko non la stava ascoltando molto, in realtà lei si era accorta da un pezzo che Yuki e Kuran avevano uno strano rapporto, lui faceva di tutto per proteggerla, mentre lei cercava in tutti i modi di non farlo preoccupare. Beh, poi bisognava essere piuttosto stupidi per non notare che quei due erano come un polo positivo ed uno negativo, cioè che si attraevano a vicenda. Era ovvio che provavano qualcosa l’uno verso l’altra, solamente qualcuno con problemi mentali non se ne sarebbe accorto.
Yuki disse all’amica che doveva andare a lezione, così la lasciò insieme a Kaname.
- Credo che sia inutile dirti che non potrai avere contatti con la Day Class e che le lezione si svolgeranno solo di giorno, giusto? - chiese lui, sorridendo gentilmente, anche se dentro dei suoi occhi Kumiko notò uno strano lampo di divertimento, quasi malato, che le fece venire la pelle d’oca. Cos’era quella sensazione? Era come se il sangue nelle sue vene si fosse improvvisamente congelato e non riuscisse più a muoversi od a rispondere. Aprì la bocca una o due volte, per poi richiuderla ed alla fine annuì, non sapendo che altro fare.
Camminarono su per le scale, ed arrivarono davanti ad una porta di legno bianca con la maniglia d’oro. La cameriera la aprì e dentro ci trovò una stanza per una persona sola: era piuttosto spaziosa, con un grosso armadio, una scrivania, una sedia con sopra un cuscino nero, un letto a baldacchino, un comodino, una porta che portava probabilmente al bagno, dei tappeti elegantemente disposti sul pavimento ed un quadro che raffigurava un cimitero sopra alla scrivania. Tutto era rigorosamente bianco. Kumiko si sentiva un po’ a disagio, un po’ perché la stanza era molto più grande della sua precedente, e poi perché era così candida (tranne per il quadro del cimitero) che faceva sembrare la sua persona una ragazza innocente e pareva fosse tutto tranne che una mezza-vampira.
- Spero che la stanza sia di tuo gradimento - disse Kaname, sorridendole di nuovo. La rossa annuì istintivamente, prendendo la sua valigia ed entrandoci, poi Kuran le porse la chiave della stanza e la salutò, augurandole una buona permanenza.
- Bene, cominciamo a disfare le valigie - disse ad alta voce Kumiko, dopo aver chiuso la porta, per poi cominciare a portare di qua e di là vestiti e foto. Dopo circa un’ora finalmente finì, anche perché si era messa ad osservare ogni centimetro della stanza e del bagno.
La rossa poi si buttò sul letto, però non aveva previsto che rimbalzasse così tanto da far sbalzare fuori i pochi oggetti rimasti dentro alla valigia. Ed un noto pacchetto di compresse cadde al fianco di Kumiko che subito si guadagnò l’attenzione della ragazza. Lo alzò verso l’alto, cominciando a rigirarselo tra le mani, osservando con noia. Anche se il giorno precedente aveva deciso di non prendere mai una compressa, sapeva che non poteva mantenere quella promessa con sé stessa. I fatti accaduti la notte prima avevano fatto suonare un campanello dall’allarme nella testa della rossa, la prossima volta forse non sarebbe riuscita a calmare i suoi istinti da vampiro, probabilmente avrebbe fatto del male a qualcuno e questo non poteva accettarlo. Al solo pensiero di quel profumo fantastico che le entrava nelle narici e che scorreva fino a raggiungerle la gola le faceva venire sete. Sì, sete di sangue.
Yuki una volta le aveva spiegato che le compresse ematiche si potevano sia sciogliere nell’acqua che masticare. Ma da quello che le aveva detto Aidoh, non erano molto buone, anzi, erano orribili.
Kumiko si mise in piedi, mettendo il pacchetto sul letto e sistemando gli ultimi oggetti nella valigia, per poi mettere nell’armadio anche quest’ultima. Infine decise.
Prese una compressa e se la rigirò tra le dita tremanti, anche se non era ancora del tutto sicura di questa scelta, per chi aveva caro avrebbe fatto quel sacrificio. Dopo un bel respiro, se la mise tra le labbra e la masticò lentamente, pentendosene all’istante. Aveva un sapore orribile, e nell’esatto istante in cui la mandò giù, sentì il gusto di diversi tipi di sangue tutti insieme, e dei volti senza nessuna caratteristica le comparvero per un attimo davanti al viso, dandole una sensazione davvero sgradevole.
- Che schifo - sussurrò, notando però che non aveva più nessun bruciore alla gola. Allora funzionavano sul serio, meno male.
Osservò la divisa scolastica della Night Class, che aveva appoggiato sopra alla scrivania. Kuran le aveva detto che i libri le sarebbero arrivati in giornata quindi non doveva preoccuparsi per quello, poteva pure riposarsi in santa pace, ma proprio lei non riusciva a chiudere gli occhi ed ad addormentarsi. Perché se avesse cancellato i problemi che aveva semplicemente chiudendo gli occhi sarebbe stato facile, però poi una volta che li avrebbe riaperti sarebbero ritornati. Decise di fare un giro per il Dormitorio, magari incontrava qualcuno con cui parlare così da non sentirsi più sola.
Era completamente vestito di nero: maglietta a maniche corte, jeans e scarpe da ginnastica. Ma a Kumiko non importava molto ed uscì dalla stanza, per poi chiuderla bene con la chiave che poi si mise in tasca.
Passeggiò per tutto il Dormitorio, osservando i quadri e come fosse pulito, per poi fermarsi nella sala, sedendosi sul divano, per pensare un po’ alla sua vita. Perché tutto quello era successo a lei? Non ci poteva essere qualcun altro al suo posto? Avrebbe voluto restare nell’ignoranza, non sapere dei vampiri, vivere per sempre la sua vita da essere umano… ma tutto quello era impossibile, nessuno poteva cambiare il passato e quello che lei era.
In quel momento udì il portone spalancarsi e due figure entrare nella stanza. Il ragazzo era alto e molto bello, dai capelli ribelli rossi, gli occhi ghiaccio, i vestiti alla moda ed un fisico stupendo. La ragazza era un di altezza media, magra, i capelli rame raccolti in due code alte, gli occhi erano tendenti al grigio, con un vestito lungo nero ed un copri-spalle arancione. Era quello il problema dell’essere vampiri, realizzò la rossa. Erano troppo… perfetti. Sembravano delle bambole, così innaturali e bellissime, ma prive di un’anima.
Kumiko si era involontariamente alzata per osservarli meglio. Inutile quanto lo negava, potevano anche assomigliare a degli oggetti per bambini, ma restavano comunque affascinanti. Non conosceva in nomi di quei due, forse Yuki le aveva detto qualcosa, ma lei se ne era dimenticata subito.
- Ah, tu sei quella nuova mezza-umana - disse Shiki, notandola ed indicandola, con un’espressione che mostrava che il suo interesse era pari a zero.
- Sì, mi chiamo Kumiko Katou - rispose la rossa, facendo un mezzo sorriso, un po’ infastidita che quel dito indice le puntava contro. Aveva sempre odiato essere indicata.
- Rima Toya - disse la ragazza, che la guardava con la stessa espressione dell’altro, per poi dare un lievissima gomitata al vampiro al suo fianco per incitarlo a fare come lei, così poi potevano andarsene.
- Senri Shiki - pronunciò il suo nome con una lentezza esasperante, che Kumiko si chiese se si fosse addormentato in piedi. Poi entrambi salirono le scale senza salutare, dicendo qualcosa del tipo “il lavoro di oggi è stato stancante”.
La rossa ridacchiò un pochino. Aveva pensato che gli esseri soprannaturali fossero simili a delle bambole, ma non era vero, anzi, erano molto diversi, avevano una loro personalità, si divertivano, si annoiavano, si sorprendevano e ridevano esattamente come… A quel pensiero Kumiko sgranò gli occhi voltandosi lentamente verso le scale ed osservando dove quei due avevano poggiato i piedi pochi istanti prima.
- Esattamente come degli esseri umani - terminò ad alta voce, trattenendo il respiro. Anche se sembrano delle persone, non lo erano. Ormai la mentalità della rossa stava vacillando, non sapeva più a cosa pensare. Aveva capito che i vampiri erano amichevoli fino ad un certo punto, però erano talmente umani che ogni tanto se ne dimenticava.
- Katou-san, le sono arrivati i libri - disse la domestica, apparendole di fianco con molti volumi su una mano, distogliendo Kumiko dai suoi pensieri.
- Ah, g-grazie - rispose lei balbettando e prendendoli, per poi portarli nella sua stanza.
Si chiuse dentro, desiderando di non uscirne mai più. Scivolò sul pavimento e si portò le ginocchia al petto, desiderando di sparire in quell’istante.
Sentì bussare alla porta e sussultò leggermente chiedendo chi era con un tono depresso.
- Sono io - rispose quella voce che conosceva così bene e che non sentiva da due giorni.
Si alzò lentamente ed aprì la porta ritrovandosi davanti quel vampiro biondo dagli occhi azzurri che tanto desiderava vedere la sera precedente.
- Aidoh - sussurrò guardandolo nelle pupille nere. Era un po’ commossa ed era sul punto di piangere, tanto era felice.



Note dell'autrice: ho finito il capitolo! Allora... avevo detto che avrei aggiornato solo quando avrei scritto gli latri capitoli delle altre storie in corso... beh, io ci ho provato, ma non ci sono riuscita, non mi veniva l'ispirazione! Così mi sono presa e ho continuato questa! Per scrivere questo capitolo ho ascoltato la canzone Dead Tree - Dir En Grey, che dovete sentire assolutamente perché a me piace moltissimo e la trovo bellissima! Inizialmente il nome del capitolo era "Arrivo al Dormitorio Luna", ma poi la questione delle compresse ematiche mi ha preso e ho deciso di scrivere su di loro. Secondo voi Shiki e Rima sono IC? Comunque GRAZIE a chi legge, ma soprattutto a chi recensisce!!!

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Capitolo 13
*** Sentimenti Acerbi ***


Level X

Capitolo 12: Sentimenti Acerbi

 

- Ciao - salutò Aidoh sorridendole, stando in piedi davanti a lei.

Kumiko stava per piangere dalla gioia ed aveva il cuore pieno di felicità. Non voleva vedere nessuno ad eccezione di Yuki e Hanabusa, finalmente le sue preghiere si erano avverate, non vedeva il vampiro biondo da più di due giorni ed era seriamente preoccupata.

Dopo essersi accorta che lo stava osservando da parecchio tempo senza dire una parola, lo lasciò entrare profondamente imbarazzata.

- Hai una bella stanza - osservò il ragazzo, tentando di fare conversazione, guardando l’altra che non sapeva dove posare lo sguardo con le guance rosse. Aidoh era profondamente turbato nel aver visto il nobile Kaname uccidere Shizuka Hiou, ma si era ricordato che quel giorno Kumiko sarebbe arrivata nella Night Class e proprio non riusciva a lasciare da sola la sua amica che aveva ignorato per giorni.

Poi la sua attenzione si portò al letto e vide che il pacchetto delle compresse ematiche era aperto, così lo prese e si voltò verso la rossa, che intanto lo aveva raggiunto.

- Allora le hai prese, eh? - chiese giocherellando con la confezione.

- Solo una… non era molto buona - rispose sinceramente Kumiko facendo una smorfia, ricordando le sensazione che aveva avuto quando aveva mangiato una compressa.

- Già, però tengono sotto controllo la fame - il vampiro biondo posò la confezione sulla scrivania, portando tutta la sua attenzione verso la ragazza.

Restarono in silenzio per un po’ ed entrambi si sedettero sul letto, senza smettere di guardarsi negli occhi. La rossa non riusciva a distogliere lo sguardo da quelle sfere azzurre come il cielo, non ne conosceva il motivo, ma quando Aidoh parlava, sorrideva e scherzava insieme a lei si sentiva veramente felice, non sapeva neanche se voleva conoscere la risposta, si sentiva… completa.

- Non so come la prenderanno gli altri quando ti vedranno, ti guarderanno con curiosità ma anche con… fame - la rossa sussultò dopo quelle parole - perché tu sei mezza-umana, una creatura nuova, ed abbiamo fatto delle ricerche sui Level Y, si dice che abbiate un sangue piuttosto prelibato… - finì il vampiro biondo, cercando di non essere troppo brutale con le parole.

- Cercherò di non darci peso allora - Kumiko sorrise forzatamente, cercando tranquillizzare Aidoh.

- Va bene, io sono dalla parte, ok? - disse il vampiro che ovviamente si era accorto che in realtà la rossa cercava di non sembrare agitata. Prese tra due dita delle ciocche rosse della ragazza e le accarezzò.

Uh?, pensò lei mentre il cuore cominciava a batterle forte. Le sue guance si tinsero di rosso, non di imbarazzo, ma di qualcos’altro che non riusciva a capire. Si sentiva così… bene, ecco cosa e non ne capiva il motivo, ma era bellissimo sentire le dita perfette del vampiro toccarle le sue ciocche infuocate.

- Ora vado, il pranzo e la colazione arriveranno in stanza, così da non scomodarti - disse lui. Era vero, Kumiko si era dimenticata di cosa doveva fare quando sarebbe stata costretta mangiare del cibo vero e non solo compresse, quindi Aidoh le aveva salvato una brutta figuraccia nel chiedere a qualcuno su quel punto.

- Ciao e… grazie - la rossa sorrise, ma quello non fu uno di quei sorrisi falsi che aveva rifilato al ragazzo qualche momento prima, invece era uno che veniva dal suo cuore colmo, chissà perché, di gioia.

- Di niente - rispose, ricambiando il sorriso mentre le sue guance si colorarono di un leggero rosa, per poi chiudersi la porta alle spalle, facendo ripiombare quella stanza nel silenzio più assoluto.

Kumiko si buttò sul letto, con ancora quello strano calore ad avvolgerla e strinse a sé il suo cuscino, liberandosi delle scarpe e sedendosi sul letto in ginocchio.

Cosa le stava succedendo? Non sapeva descrivere quell’emozione così bella che stava provando, mentre nel suo cuore qualcosa si muoveva, ma i sentimenti che provava erano ancora così acerbi che non riusciva a mettere a posto i tasselli mancanti del puzzle. Era così confusa, ma anche felice, strinse il cuscino a sé ancora più forte di prima, nascondendo la testa dentro, con ancora le guance rosse.

Dopo minuti che le parvero ore, finalmente riuscì a calmarsi e decise di non indagare su quei strani sentimenti per il momento, siccome aveva altro a cui pensare. Una di queste era che la sua gola aveva cominciato a bruciare in maniera incontrollabile, così Kumiko si alzò e prese il pacchetto di compresse. Ne masticò due velocemente e riuscì a placare quella sete di sangue. Facendo un piccolo collegamento logico, la rossa capì che quando provava delle emozioni molto forti i suoi istinti da vampiro si risvegliavano.

Dopo aver passeggiato per la stanza senza far nulla oppure sfogliando i libri di testo tanto per vedere di cosa parlavano, sentì un leggero bussare alla porta.

- Chi è? - chiese, cercando di essere gentile, mentre infilò la chiave nella serratura, aspettando la risposta.

- Sono qui per portarle il pranzo - disse la voce dall’altra parte, Kumiko subito riconobbe la voce della cameriera, così aprì la porta e trovò la ragazza con un vassoio dove sopra c’erano una zuppa, del pane, della carne al sangue e dell’insalata di contorno. La rossa ringraziò per poi mettere il vassoio sulla scrivania e cominciare a mangiare. La qualità del cibo era migliore a quella della Day Class, anche se di poco.

Kumiko finì presto il cibo e cominciò a leggere la storia dei vampiri che c’era in un libro: a quanto pare diecimila anni prima i Sangue Puro erano stati sconfitti dagli Hunter e si erano ritirati, poi la presenza dei succhia sangue scomparve dalla pagina della storia ufficiale. O almeno quello era cosa la rossa aveva capito.

Verso le tre di pomeriggio andò a farsi una doccia rinfrescante per schiarirsi le idee, cercando di non pensare a quello strano batticuore che provava quando era vicina ad Aidoh. Era strano ma era anche… bello. Non riusciva a capire, o meglio, non voleva capire, perché qualche volta si stava bene nell’ignoranza che nell’affrontare la dura verità.

Kumiko si morsicò il labbro leggermente, mentre si metteva lo shampoo tra le sue ciocche infuocate. Ah, ci pensava e ci ripensava ma non riusciva a mettere in chiaro le idee!

Si mise un bagnoschiuma dall’odore di vaniglia, ed il suo profumo le entrò nelle narici, facendole storcere il naso da quanto era intenso.

La rossa finì dopo circa mezz’ora che era sotto il getto di acqua tiepida, asciugandosi bene i capelli e cercando di evitare che le punte cominciassero a gocciolare sopra al pavimento così da farla scivolare.

Kumiko si mise una maglietta molto larga e lunga, per non dover mettere inutilmente i pantaloni, perché dopo un’ora e mezza si sarebbe messa la divisa della Night Class, e siccome sarebbe stata tutto il tempo nella sua stanza, trovava che fosse inutile indossare dei vestiti scomodi.

Cominciò a mettere a posto la sua cartella, mettendoci dentro due libri, dei fogli, una penna ed una matita. Le sembrava che bastasse per il primo giorno, dubitava poi che sarebbe riuscita a stare attenta alla lezione in corso, siccome sarebbe stata troppo occupata a cercare di diventare tutt’uno con il muro.

Kumiko notò che si stava facendo tardi, quindi si tolse la maglietta e cominciò a mettersi la divisa, poi toccò alle scarpe ed alle calze, per finire col pettinarsi i suoi lunghi capelli che avevano fatto qualche nodo nella notte, quindi fu estremamente fastidioso cercare di toglierli, soprattutto perché ogni volta che li incontrava sentiva delle piccole fitte di dolore alla testa e si metteva a sibilare. Molte volte aveva pensato di tagliarli e farli finire alle spalle, ma non ne aveva mai avuto il coraggio, quindi li aveva tenuti lunghi. Erano pure belli, ma per lei era abbastanza fastidioso tenerli in ordine.

La rossa prese un bel respiro, guardando il suo riflesso nel bagno mentre si allacciava il fiocco intorno al collo, cercando di fare un laccio decente.

- Andrà tutto bene - si auto-convinse con un sorriso falso, non riuscendo quasi ad evitare il nervosismo che l’assaliva ogni due per tre.

Un lieve bussare alla porta le fece prendere il colpo, però si ricompose subito ed andò ad aprirla, tenendo con una mano la sua cartella.

- Pensavo ti fossi addormentata - la prese in giro Aidoh con un sorrisetto.

- Simpatico - anche se lei disse così, rise alla battuta del vampiro biondo e solo dopo qualche minuto notò che dietro di lui c’era Kain.

- Ciao - tentò un saluto Kumiko, alzando un po’ la mano libera. Akatsuki ricambiò il saluto con un cenno del capo, mantenendo un’espressione da duro, come se fosse un selvaggio. Ora capiva il soprannome “Wild”.

- Sei pronta? - chiese Hanabusa, riportando l’attenzione su di lui.

- Affatto, quindi andiamo prima che decida di scappare - sorrise nervosa lei, camminando insieme ai due.

Raggiunsero gli altri alunni della Night Class, ed ovviamente tutti gli occhi furono puntati su Kumiko, ma lei cercò di ignorare tutta quell’attenzione, cosa che le risultò difficile. In lontananza sentì gli urli delle ragazze della Day Class e, dopo interminabili secondi, la domestica aprì le porte del Dormitorio Luna.


Note dell'autrice: lo so, qualcuno mi odiereà, ma mi sono successe una disgrazia dopo l'altra: prima il pc muore, poi la connessione ad internet non funziona più e quindi sono costretta ad usare il cellulare, e poi per finire inizia la scuola. Io da oggi ho incominciato il liceo artistico, quindi gli aggiornamenti saranno molto lenti... questo capitolo l'ho pronto da giovedì e non vedevo l'ora di postarlo! Kumiko non si è mai innamorata, quindi non capisce cosa sta succedendo, voglio che entrambi scoprano i loro sentimenti piano piano... perché ora lo posso dire, anche se ormai tutti l'avrete capito: questa è una Fan Fiction AidohxOC

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Capitolo 14
*** Visite Inaspettate ***


Level X
Capitolo 13: Visite Inaspettate

 

L’aria era gelida e fredda, Aidoh non ne capiva il motivo eppure era così. Osservando davanti a lui notava che Kumiko aveva la schiena dritta, il viso osservava solo ed unicamente davanti a lei, ma le sue mani tremavano leggermente e le sue guance erano un po’ arrossate. Sembrava forte, ma allo stesso tempo fragile, sicuramente essere una mezza-vampira la distruggeva psicologicamente eppure continuava a combattere, cercando di fare in modo che nessuno si preoccupasse per lei. In quel momento a cosa stava pensando? Aidoh proprio non riusciva a capirlo, nonostante il suo genio da vampiro, per lui era impossibile scoprire i pensieri della rossa.
Entrarono in classe, quando ormai le tenebre erano calate e la luna faceva da luce. Aidoh vide Kumiko irrigidirsi al suo fianco, ma continuava a camminare, cercando di scacciare il nervosismo. Era una ragazza forte, nonostante aveva paura cercava di affrontare i problemi al posto di deviarli.
Il maestro le chiese di presentarsi e così lei fece.
- Mi chiamo Kumiko Katou, piacere di conoscervi - disse, tenendosi il brodo della gonna con le mani e guardando davanti a sé. Era ovvio che fosse spaventata, lo si poteva capire da quel piccolo tremolio delle mani che tentava di nascondere, eppure aveva la schiena dritta ed i suoi occhi trasmettevano curiosità ma anche cautela, non quella del avere dei compagni vampiri, ma quella di conoscere degli estranei. Li stava guardando come se fossero delle persone normali, al suo stesso livello.
Con la coda dell’occhio il ragazzo scorse Ruka che la guardava in cagnesco, come se volesse balzarle alla gola, era ovvio che Kumiko non le stava simpatica, ma non diceva nulla per volere del nobile Kaname.
Il posto della rossa era fra Aidoh e Shiki e lei salutò il primo con un sorriso mentre l’altro aspettò un momento poi gli diede anche a lui un piccolissimo sorriso timido. Shiki la guardò con occhi un po’ annoiati, poi la salutò anche lui con un piccolo cenno della testa.
Kumiko cominciò ad ascoltare la lezione, non accorgendosi che Aidoh continuava a fissare la sua figura della rossa: più pallida di prima, concentrata a sentire cosa l’insegnante diceva, la penna stretta tra le dita, il foglio scritto con una grafia ordinata, i capelli messi in ordine e l’occhio blu si rifletteva nel chiarore della luna, facendola sembrare lontanissima. Lei era un Level Y, un vampiro con la madre umana ed il padre vampiro, una creatura che non poteva essere scritta né in una né nell’altra parte.
Kumiko abbassava leggermente gli occhi sul foglio, per scrivere più ordinatamente e velocemente possibile, per poi riportare la sua attenzione sull’insegnate che spiegava come fossero nati i Sangue Puro. Nonostante questo l’avesse già letto era sempre meglio che qualcuno glielo dicesse, in modo che riuscisse a studiare per bene.
Notò che una ciocca di capelli rossi aveva fatto capolino davanti a sé e così se la mise dietro l’orecchio con un gesto veloce. Nonostante sentisse parecchi occhi curiosi su di sé cercò di non darlo a vedere, fortunatamente quello che spiegava l’insegnate era abbastanza interessante quindi riuscì benissimo a portare tutta la sua attenzione verso di lui, che verso i vampiri che la guardavano.
Anche Aidoh continuava ad osservarla, lui a differenza della rossa ormai se ne era accorto da un po’, soprattutto quando lei gli aveva preso del sangue: i sentimenti che provava per la ragazza erano piuttosto strani, provava piacere nel vederla felice ed una voglia di consolarla quando era triste, era ovvio che le piaceva, anche se Aidoh cercava di nasconderlo. Ma dopotutto questa sua “cotta” era ben motivata: Kumiko era una ragazza carina, gentile e forte, nonostante la sua mente fosse continuamente messa alla prova da nuovi traumi, lei in qualche modo li superava e li accettava.
La lezione finì ed Aidoh tirò un sospiro di sollievo. Vide come Ruka passò di fianco di Kumiko e la guardò malissimo trattenendosi dal ringhiarle contro. La rossa la notò semplicemente le diede un’occhiata piena di curiosità, perché dopotutto voleva sapere il motivo di quell’odio verso di lei.
L’altra stava per dirle qualcosa quando Kain si frappose tra le due e portò via Ruka, mentre Kumiko restò con mille interrogativi.
Aidoh le andò di fianco e la prese per un braccio, trascinandola fuori dalla classe.
- Non pensarci - le disse il vampiro biondo con un sorriso. Kumiko non rispose, anche se voleva capire il motivo dell’odio verso di lei: dopotutto che aveva fatto a Ruka?!
- Ah, eccoti finalmente, mezza - una voce alle loro spalle fece girare i due e videro il professor Yagari con un libro in mano ed una sigaretta accesa tra le labbra (anche se non si dovrebbe fumare negli edifici scolastici).
- Deve dirmi qualcosa, Yagari-sensei? - chiese Kumiko accennando un sorriso, mentre osservava l’uomo di fronte a lei e la rossa non badò al soprannome che le aveva dato.
- Hai delle visite, vieni subito in presidenza - Kumiko guardò Aidoh con fare di scusa e lo salutò con la mano, seguendo il professore.
L’atmosfera fra Kumiko e Yagari era tesa come una corda di violino, nessuno dei due si guardò in faccia oppure parlò, per evitare di fare qualcosa di sbagliato.
Kumiko entrò nella presidenza con un “Permesso” appena sussurrato. Accidenti, aveva sete.
Guardò le persone presenti nella stanza: il preside Cross, i due guardiani Yuki e Zero, il capo-dormitorio Kaname, una donna molto somigliante alla rossa vestita in abiti lussuosi ed un bambino di circa sette anni piuttosto basso e magro, vestito con una camicia bianca e dei pantaloncini neri, con l’occhio destro rosso ed il sinistro verde.
Kumiko guardò gli ultimi due per un attimo e poi scoppiò a piangere e li andò ad abbracciare.
- Akane-kaa-san, Shinichi-nii-chan - disse lei, stringendoli più forte che poteva, dimenticandosi della sua nuova forza.
- Kumiko-chan, così ci spezzi le ossa - scherzò la madre con un sorriso e poi Kumiko si staccò da loro due, arruffando i capelli di Shinichi.
- Ciao nii-chan, hai fatto il bravo? - chiese la rossa, asciugandosi le lacrime per poi guardare il suo fratellino con una finta espressione seria.
Ovviamente, per chi mi hai preso, Nee-san?
La voce di Shinichi le rimbombò nella testa e Kumiko gli sorrise, mentre Zero, Yagari e Yuki la guardarono con un grosso interrogativo sulla testa.
Akane guardò la divisa della figlia per un po’, in seguito le rivolse una domanda.
- Kumiko… hai risvegliato i tuoi poteri da vampiro, vero? - chiese la donna scioccando i presenti, ad eccezione di Kaname.
- Kaa-san… tu come fai a… ? - le chiese Kumiko, dilatando gli occhi sempre più. Improvvisamente la sete era sparita… ma certo, era ovvio, perché la rossa non se ne era accorta? Se sua madre l’aveva messa al mondo era ovvio che sapesse che fosse mezza-vampiro.
Kumiko aveva le labbra serrate, ma nei suoi occhi si vedeva tutta la sua confusione e le mille domande che aveva, ma poi si mise ad osservare Shinichi. Anche lui era… ?
- Kumiko-chan, ora ti spiegherò tutto, ti prego di non spaventarti - iniziò la madre, guardando tutti i presenti negli occhi - sono venuta qui prima del previsto, ho deciso di iscrivere anche Shinichi a questo Collegio, perché lui è un Level Y… - tutti la stanza trattenne il respiro, e Yuki si avvicinò a Kumiko e le strinse la mano con un sorriso tirato di incoraggiamento - Shinichi è nato muto, ma grazie ai poteri da vampiro che possiede è in grado di parlare nel pensiero delle persone, ma ovviamente questa non è una lettura della mente, se volete parlare con lui dovete per forza aprir bocca… - spiegò Akane, poi si rivolse a Kumiko - ascoltami bene Kumiko, c’è un altro motivo per il quale ho voluto iscriverti a questa scuola e questo è che tu incontrassi il tuo nobile cugino… questo perché tu non sei una Level Y, ma una Level X - la stanza andò nel silenzio più totale.
- Eh? - riuscì solamente a dire Kumiko, non credendo alle sue orecchie.
Shinichi intanto aveva stretto l’altra mano della ragazza e la guardava con i suoi occhi bicolore.
- Mi dispiace di avertelo tenuto nascosto per tutto questo tempo Kumiko, ma era l’unico modo per proteggerti, non eri ancora pronta per scoprire la verità - le disse Akane, guardandola negli occhi.
Kumiko non sapeva cosa pensare… ma in quel momento di confusione le venne in mente solamente una domanda.
- Mio padre… chi è…? - chiese, ma in realtà aveva paura di scoprire la risposta che nel profondo già conosceva, guardando Kaname ed improvvisamente gli occhi di quest’ultimo si tinsero di rosso.
- Colui che dieci anni fa distrusse la famiglia Kuran… il nobile Rido Kuran - rispose Akane in un sussurro, ma tutti sentirono perfettamente.
Kumiko non riuscì più a stare in piedi e crollò a terra, senza avere né la forza di parlare né quella di piangere.
Dunque tutta la sua vita era stata creata su una bugia?
Nee-san, ti prego non essere triste…
La voce di Shinichi la fece riscuotere dai suoi pensieri e lei lo guardò con un dolore profondissimo negli occhi. Kumiko lo abbracciò, lasciando che una lacrima le scendesse dall’occhio che mostrava la sua appartenenza alla razza dei vampiri.
D’ora in avanti, lei lo sapeva, sarebbe stata ancora più dura.




Note dell'autrice: vi sono mancata?! Dopo l'ennesimo blocco dello scrittore sono tornata! Questo capitolo è stato difficilissimo da scrivere e d'ora in avanti  gli aggiornamente saranno mostruosamente più lenti. Auguri di Buon Natale e di Buon 2013 (alla faccia dei Maya!), ma visto che sono qui anche buona Epifania! Ora che ho incominciato il Liceo sarà più difficile per me scrivere, quindi perdonatemi! Ma non abbandonerò questa storia, vi prego solo di essere pazienti!!

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Capitolo 15
*** Le Origini ***


Level X

Capitolo 14: Le Origini

 

Kumiko, dopo aver abbracciato forte Shinichi, era scappata via dalla Presidenza, senza che nessuno osasse fermarla. Dopo aver percorso tutta la strada per ritornare al Dormitorio in tutta fretta, con il cuore in gola e le lacrime che volevano scendere dagli occhi, entrò nella sua stanza, non guardando in faccia nessun, con la testa bassa, ed aveva chiuso la porta alle spalle con un forte tonfo, senza preoccuparsi di chiuderla a chiave.

Si era buttata senza la minima esitazione sul letto, con la faccia sprofondata nel cuscino, ed i capelli che le fungevano da coperta, per quanto le coprivano il corpo.

Ansimava e non riusciva più a trattenere le lacrime, ma soffocò i singhiozzi coprendosi la bocca con le mani pallide, cercando di far poco rumore. Non voleva che qualcuno la sentisse piangere.

Si rannicchiò su sé stessa chiudendosi a mo’ di riccio, poggiando le testa sulle ginocchia ed abbracciando il corpo, come per proteggersi, mentre si mordeva le labbra fino a far fuoriuscire del sangue, pur di non singhiozzare.

Sentì la porta aprirsi e chiudersi. Qualcuno era entrato, ma lei non alzò la testa per vedere chi era, il profumo emanato dal corpo le faceva capire benissimo chi si trovava ora di fronte a lei e si era seduta al suo fianco: sua madre Akane.

- Kumiko-chan… posso parlarti un attimo? - chiese lei benevola, toccandole le punte dei capelli.

La ragazza annuì, anche se riluttante, guardandola con il suo occhio azzurro, coperto per lo più dalla frangia che le si era appiccicata al viso. Non aveva voglia di parlare con nessuno, ma non era così maleducata da cacciare via la madre, siccome era già scappata dalla Presidenza senza salutare nessuno.

- Sai che la mia famiglia era stata sempre formata da Vampire Hunter? - questo attirò l’attenzione di Kumiko, che si asciugò velocemente le lacrime che le cadevano dal viso e si mise a sedere al fianco della madre, sentendo le ossa della schiena scricchiolare, ma facendo finta di nulla, però abbassando la testa non permettendo alla donna di vederle il viso arrossato dallo sfogo precedente.

Akane le sorrise tristemente, poi con aria sognante cominciò a raccontare.

- La mia famiglia era un gruppo di potenti Vampire Hunter, sempre a caccia di Level E ed in tutta la loro storia non hanno mai fallito una missione. Poi nacqui io - a quel punto Akane si fermò un attimo, sospirando. - Subito iniziai ad allenarmi per diventare una Vampire Hunter eccellente, siccome ero l’unica figlia del ramo principale della famiglia, ma… non fu così. I miei genitori si accorsero che io non possedevo le capacità per diventare una Vampire Hunter e quando ebbi undici anni comunicarono all’Associazione che io ero “inutilizzabile” - Akane si strinse le mani in grembo, a causa di quei ricordi che l’avevano fatta sempre soffrire. Kumiko continuava a guardarla, con il cuore in gola, osservando tutti i movimenti della madre, ma senza mai interromperla. - Ero diventata la vergogna della famiglia, mi ignoravano, mi disprezzavano e mi odiavano… io non potevo sopportarlo, il dolore che provavo era troppo forte… - la donna si fermò un attimo, prendendo un bel respiro ed alzando la testa, facendo una smorfia che le deturpava il viso di porcellana. - Dopo tre anni di sofferenze io odiavo la mia famiglia, tutti i loro sentimenti verso di me erano reciproci, perché avevo capito che per loro non ero altro che un “oggetto” da poter buttare via una volta che erano stufi di giocarci… ma io avevo anche paura di loro, non potevo fare nulla… ero sola… - dopo questo l’espressione di Akane si addolcì. - Incontrai Rido pochi mesi dopo aver compiuto i miei quattordici anni. Siccome non sopportavo di stare con la mia famiglia, cercavo di stare fuori di casa più che potevo, anche se passavo la maggior parte del tempo in solitudine, era sempre meglio che stare con loro. Era un giorno di autunno, quasi inverno, ero andata al parco della mia città, dondolandomi su una altalena con la testa bassa e non mi accorsi dell’acquazzone che stava arrivando, ma lo notai solo quando cominciarono a cadere delle piccole gocce di pioggia sopra la mia testa. Mi riparai sotto il gazebo per aspettare che la pioggia cessasse, e fu lì che incontrai Rido. Anche lui era stato preso alla sprovvista dalla pioggia e si era riparato lì sotto con la mia stessa intenzione. Capì subito di avere davanti un vampiro Sangue Puro, ma la cosa non mi turbò, anzi cominciai perfino a fargli delle domande… avresti dovuto vedere la sua faccia! - Akane ridacchiò, cercando di trattenersi mettendosi una mano davanti alla bocca. - Dopo l’acquazzone ci salutammo, ripromettendoci di rincontrarci, ed il giorno dopo io tornai al gazebo per vedere se Rido era tornato… le mie speranze si rivelarono giuste, infatti lo trovai con un ghigno sul volto e mi salutò dicendomi che ero in ritardo e l’avevo fatto aspettare, io gli scoppiai a ridere in faccia… in poco tempo diventammo amici, io ero affascinata dal fatto che lui fosse un Sangue Puro, mentre Rido era piacevolmente sorpreso di incontrare una figlia degli Hunter “inutilizzabile” ma che parlava con un vampiro Level A senza la minima esitazione… passavamo il pomeriggio insieme, erano giorni felici per me, forse i più belli della mia vita… ma ogni cosa bella è destinata alla fine… - l’espressione della donna si oscurò. - La mia famiglia scoprì questi incontri segreti e mi vietò di incontrarlo ancora, mio padre mi tirò perfino uno schiaffò in viso così forte da farmi cadere a terra… ma Rido era l’unica persona che teneva a me, però non volevo metterlo nei guai… così il giorno dopo decisi di rivederlo per tagliare i ponti con lui… e Rido appena vide la mia faccia affranta e con sopra un livido rosso, si infuriò e mi ordinò di spiegargli cosa mi era successo, perché fino a quel momento non gli avevo mai neanche menzionato l’odio per i miei famigliari… ma forse ero troppo stanca di quella situazione oppure volevo solamente sfogarmi e gli raccontai tutto, dicendogli anche che volevo tagliare i ponti con lui per non metterlo nei guai, ma questa parte neanche la sentì, aveva le orecchie sorde per la rabbia e mi promise che avrebbe sistemato le cose, ed era determinato a farlo, soprattutto dopo aver sentito la parte dove io ero addirittura spaventata dalla mia stessa famiglia… - Rido… io ho paura… la paura è tanta, che non riesco neanche a respirare… Akane si ricordava bene le parole che gli disse, ogni singola sillaba, ogni singolo respiro fatto tra una frase e l’altra per riprendere fiato mentre tratteva a stento le lacrime, se li ricordava bene quei sentimenti.

- E poi cosa successe? - chiese Kumiko, che finalmente si era decisa a parlare, alzando la testa ed inclinandola per guardare negli occhi la madre. Questa sospirò pesantemente e congiunse le mane, stringendole forti, per poi riprendere il suo racconto.

- Ritornai a casa con il cuore in gola, non sapevo cosa avrebbe fatto Rido infuriato ed appena varcai la porta di casa trovai la mia intera famiglia massacrata… il loro sangue bagnava ogni parete ed ogni pavimento, ma stranamente non mi sentivo triste… ero… sollevata, perché sapevo che non mi avrebbero più disprezzata… - Akane chiuse gli occhi, impedendo alle lacrime di cadere mentre continuava la storia, tremando leggermente. - Dopo aver immerso le scarpe nel sangue dei miei famigliari, incontrai Rido che proprio in quel momento diede il colpo di grazia a mio padre… Rido era completamente coperto di sangue ed appena mi vide non seppe cosa dire e si limitò ad osservarmi… io gli andai incontro piangendo, inondando il suo petto di lacrime, ringraziandolo a non finire per quello che aveva fatto… Rido mi mise una mano nei capelli, sporcandomi, e ci scambiammo il nostro primo bacio, che aveva il gusto del sangue, ma non mi importava, c’eravamo solo lui ed io… - Akane si ricordò quegli avvenimenti con una certa nostalgia, accennando un sorriso. - Non seppi molto del suo passato, mi disse solamente che la donna che amava si era sposata con un altro, però in quel momento amava solo me, quindi non gli feci domande e così nacqui tu… nonostante fossimo felici, Rido mi chiese più volte se volevo trasformarmi in vampiro, ma io rifiutai sempre, perché a me va bene la mia vita da umana… però dieci anni fa Rido venne imprigionato dal Consiglio degli Anziani e fu l’ultima volta che lo vidi… - sul volto di Akane si poteva vedere solo una profonda tristezza, ma nonostante ciò continuò. - Seppi in seguito che aveva attaccato la casa dei suoi fratelli, uccidendo il fratello, ma venendo a sua volta fatto fuori dal figlio di quest’ultimo, Kaname. Io non provo odio verso Kaname, perché dopotutto lui stava proteggendo quelle che aveva di importante. - Akane sorrise tristemente, rilassando i muscoli. - Un anno dopo incontrai un vecchio amico di Rido, un Level C simpatico e gentile, di nome Hiro Kurosawa, che mi fece uscire dalla mia depressione nella quale ero finita… così nacque Shinichi… Kumiko, io voglio voltare pagina, per questo sono venuta qui… io… ho intenzione di sposarmi con Hiro, per questo voglio che tu e Shinichi stiate qui, i mezzi-umani come voi devono integrarsi con la società vampiresca, in modo che nessuno di voi debba soffrire mai più. Però io… non mi pento di quello che ho fatto… - Akane terminò il discorso guardando Kumiko.

La rossa proprio non si aspettava un racconto del genere e soprattutto non sapeva che sua madre voleva sposarsi!

Ma in quel momento solamente un pensiero si era fatto spazio nella sua mente.

Io… ho pensato che Okaa-san mi aveva nascosto tutto per non farmi soffrire… ma io non ho mai capito che la persona che aveva sofferto di più in tutta questa storia era lei!

Kumiko si lanciò sulla madre, abbracciandola forte, facendo attenzione di non esagerare per evitare di romperle qualche ossa, ma continuò a stringerla, piangendo a dirotto.

Akane non disse nulla e ricambiò l’abbraccio con un sorriso gentile dipinto sul volto, chiudendo gli occhi.

Madre e figlia non dissero nulla per il resto della serata, limitandosi a stare abbracciate tra loro, come se non potessero fare altro. Il legame che le univa non era mai stato più forte come allora, si potevano sentire le scosse di affetto provenire da quei due corpi, diversi ma allo stesso uguali.

- Ti voglio bene, Okaa-san - disse Kumiko stringendo ancora di più la madre, mentre le lacrime finalmente si fermavano, lasciando sul suo viso solo un tenero sorriso da bambina.

- Anche io, Kumiko-chan - rispose la madre, con lo stesso identico sorriso.

 

 

Note dell’autrice: e finalmente il capitolo 14! Lo so che volevate tutti sapere come la storia di Kumiko ed Aidoh andava avanti, ma prima o poi dovevo scrivere un capitolo sul passato di Akane e Rido. Sinceramente non credevo che la storia mi occupasse un intero capitolo, ma come al solito mi sono fatta prendere troppo la mano. Hiro Kurosawa apparirà anche lui, ma avrà una parte molto piccola e comparirà verso la fine. Il motivo per cui ho voluto spiegare il passato di Akane era quello di calmare Kumiko, ma lo capirete meglio nel prossimo capitolo quello che intendo!

Li aggiornamenti avverranno almeno una volta al mese, anche se non so quando, però mi preme finire questa FanFiction perché chi mi segue avrà notato che ne ho iniziata una in Bleach, ma ho cancellato un’altra storia ed un’altra dovrei cancellarla tra poco (quella di One Piece). Quindi avrò solamente tre storie da portare avanti: questa (di cui ho già deciso il finale quindi è quella più veloce), quella di Beach (non ho deciso il finale, ma siccome è in prima persona riesco a scriverla velocemente), ed infine quella di D.Gray-Man (ho già deciso il finale, ma è mostruosamente lunga e per il momento è sospesa).

Ma adesso passiamo alle schede di Akane Katou e Shinichi Katou!

Nome: Akane Katou

Età: 36

Data di Nascita: 8 Settembre

Razza: Umana

Altezza: 167 cm

Peso: 49 kg

Capelli: Rossi

Occhi: Verdi

Colore: Lilla

Piatto Preferito: Pesce

Fiore: Adonide

Gruppo Sanguineo: AO +


Nome: Shinchi Katou

Età: 7

Data di Nascita: 24 Gennaio

Razza: Vampiro Level Y

Altezza: 130 cm

Peso: 25 kg

Capelli: Neri

Occhi: Rosso (destro), Verde (sinistro)

Colore: Azzurro

Piatto Preferito: Onigiri

Fiore: Giglio Bianco

Gruppo Sanguineo: AO -

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Capitolo 16
*** Colei che Protegge ***


Level X

Capitolo 15: Colei che Protegge

 

Kumiko si svegliò con il sole che entrava tra le tende leggermente aperte.

Si mise a sedere, con tutti i capelli che le andavano da tutte le parti e le davano fastidio quando le venivano davanti al viso ad ogni minima torsione del collo.

La chiacchierata con la madre l’aveva calmata, era da tanto tempo che non l’abbracciava così. L’amore per una madre verso una figlia poteva fare qualsiasi cosa, anche scacciare le tenebre più fitte e placare le sofferenze.

Kumiko si stiracchiò e notò che aveva ancora su di sé la divisa della Night Class, così decise di andare a farsi una bella doccia rinfrescante e rigenerante.

Ah, l’acqua calda sulla pelle di prima mattina ti rilassava in una maniera straordinaria!

Si rivestì velocemente e si mise a pettinarsi i lunghi capelli ancora un po’ bagnati, incappando ogni tanto in alcuni piccoli nodi che però erano sempre molto fastidiosi.

Appena finì l’ultima ciocca, sentì bussare la porta e prima di aprire prese una compressa ematica che aveva nel comodino di fianco a lei e se la mise in bocca divorandola. Aveva una sete incredibile e non credeva che sarebbe stato bello se avesse aperto la porta e poi avrebbe assalito il suo visitatore. Non poteva rischiare di far male a qualcuno.

Si alzò in maniera molto lenta ed andò ad aprire la porta ritrovandosi davanti una persona molto importante per lei: Hanabusa Aidoh.

Lui aveva uno sguardo serio sul viso, del tutto diverso dal suo solito fare giocoso ed allegro e Kumiko capì che il vampiro voleva delle risposte.

La ragazza si scostò appena, facendo entrare Aidoh, per poi chiudere la porta dietro di sé, facendo girare due volte la chiave nella serratura.

Aidoh si sedette sul letto, con i gomiti appoggiati sulle ginocchia e le gambe leggermente divaricate, mentre il busto era leggermente curvo, ma nonostante la posizione era sempre il solito ragazzo perfetto e bello di sempre.

- Ieri… ti ho visto scappare in camera… è forse successo qualcosa? - chiese il vampiro, facendo tintinnare i canini ogni volta che i denti si incontravano tra loro, e la guardava negli occhi come se volesse guardarle dentro l’anima.

Kumiko si sentì rapita da quelle pozze azzurre e lo fissò per un momento, poi abbassò lo sguardo e con la testa bassa si sedette al suo fianco, con le mani poste sul grembo e le gambe che sembravano unite con la colla.

E poi… lei gli raccontò tutto nei minimi dettagli, con la faccia in fiamme e gli occhi lucidi, stringendo fortemente la sua gonna tra le dita, non riuscendo a fermare le parole.

Rido, Shinichi, Hiro, Akane, la sua stessa esistenza… non tralasciò nulla, neanche le parti più dolorose.

Aidoh aspettò pazientemente che lei finisse di parlare, poi quando il fiume di parole si fermò le accarezzò i capelli rossi, gesto che stupì l’altra che voltò il collo verso di lui con espressione confusa.

- Non posso dire di “capire”, ma non voglio vederti più così, qualsiasi sia l’avversario io lo affronterò insieme a te, qualsiasi sia il tuo timore io lo abbatterò stando al tuo fianco, non puoi stare da sola, io sarò sempre a qui… - d’improvviso Aidoh la abbracciò, e Kumiko percepì un calore umano mai sentito prima d’ora: era qualcosa di più potente di ciò che la legava alla madre, era molto più profondo e più forte, qualcosa che mai avrebbe sognato che esistesse.

Aidoh stava provando le stesse emozioni: non sapeva perché l’aveva abbracciata, ma gli era venuto come gesto naturale ed ora ne era sicuro, quello che li univa non era solo pura amicizia, era molto più intenso.

- Aidoh… io ti ringrazio… - disse Kumiko, stringendolo più a sé, perché quella era l’unica cosa che poteva fare.

Vennero interrotti da un lieve bussare alla porta e subito si staccarono l’uno dall’altra, con la faccia rossa.

- C-Chi è? - chiese Kumiko, cercando di sembrare il più normale possibile, cosa che non le riuscì per nulla.

- Scusate se vi interrompo, ma vorrei parlarvi, ad entrambi - disse la voce gentile della madre, che ormai sapeva cosa stava accadendo tra i due, ma non voleva essere invadente, per questo non chiedeva nulla alla figlia al riguardo.

Kumiko si alzò ed aprì la porta, cercando di non arrossire troppo a causa dell’imbarazzo, e fece entrare Akane, che sembrava per nulla turbata della presenza di Aidoh nella camera della figlia.

Il ragazzo si alzò e le fece un piccolo inchino da bravo gentiluomo per salutarla, mentre Kumiko prendeva posto al fianco del vampiro.

- Di cosa vuoi parlarmi, Okaa-san? - chiese Kumiko, sentendosi bassissima al fianco di Hanabusa. Accidenti, non era colpa sua se non era cresciuta in altezza grazie al risveglio delle sue cellule da vampiro!

- Dei tuoi poteri da Level X - rispose senza mezzi termini la donna, portando la discussione sull’argomento “robe serie”. Si prospettava una buona mezz’ora pesante.

- C’è una cosa che nessuno sa, ma Rido me ne ha parlato alla tua nascita: un Sangue Puro conosce quale potere avrà il figlio da grande, ma solitamente questo non viene detto perché il Level A lascia sempre il proprio partner dopo la nascita del bambino… - spiegò Akane, e quelle parole diedero un colpo al cuore a Kumiko. Quale potere avrebbe avuto? Ne era seriamente preoccupata, però in quel momento sentì le dita del ragazzo al suo fianco arricciarsi alle sue in segno di supporto, e lei gli strinse la mano lanciando un’occhiata di gratitudine ad Aidoh. Apprezzava sul serio quello che stava facendo per lei.

- Kumiko, il tuo potere è l’”Hogosha”, cioè “colei che protegge”, in altre parole sei in grado di proteggere le persone da attacchi fisici o mentali creando degli scudi - cercò di spiegare la madre.

Kumiko tirò un sospiro di sollievo: meno male non un potere che poteva ferire, ma uno che poteva proteggere le persone a lei care.

- Ma… come funziona? - chiese in seguito, con molti punti di domanda in testa. Certo, era un potere davvero utile, ma non sapeva nemmeno come si attivava!

- Purtroppo questo dovrai scoprirlo da sola, ma Rido mi ha detto che quando sarà il momento apparirà per essere usato da te - sorrise Akane con il suo solito fare materno, inclinando la testa di lato e socchiudendo gli occhi, portando le braccia a chiudersi al petto. Voleva aiutare la figlia, ma proprio non aveva idea di come il suo potere poteva funzionare, quindi semplicemente pregava per lei, e sperava che un giorno avrebbe usato quei poteri per proteggere ciò che davvero amava.

- Ah… beh, vorrei chiederti un’altra cosa su Shinichi… come mai lui ha dei poteri nonostante non sia nato da un Level B? - chiese Kumiko, spostando la discussione da un altro argomento, notando che in realtà non erano passati affatto trenta minuti, ma a malapena dieci, quindi era contenta perché non sarebbe riuscita a resistere così a lungo con un discorso pesante.

- Questo è perché quando era piccolo ti ha morso ed è stato in grado di sviluppare un’abilità per conto suo, risvegliando prematuramente le sue cellule da vampiro - le rispose Akane con un sorriso, accarezzandole il viso.

- Adesso devo andare, ci vediamo, Kumiko - disse la donna con un sorriso, per poi abbracciare la figlia che timidamente ricambiò l’abbraccio con un braccio, perché l’altra mano era ancora arricciata a quella di Aidoh.

- Mi raccomando, ti affido mia figlia - sussurrò Akane ad Hanabusa facendogli l’occhiolino, così che il vampiro diede un piccolo inchino alla madre di Kumiko promettendole silenziosamente che avrebbe protetto la ragazza.

Dopo questo scambio di effusioni, la donna salutò nuovamente la figlia e se ne andò, scomparendo nel corridoio.

- Hai madre davvero forte - disse Aidoh, con un sorriso, voltandosi verso Kumiko che annuì ricambiando lo sguardo.

- Sì, se fossi stata al suo posto non credo che sarei riuscita a resistere a tutte quelle pressioni - sussurrò la ragazza, stringendo con un po’ più di forza la mano del ragazzo. Il racconto le aveva fatto la madre ancora la tormentava, ma era normale: sentirsi dire qualcosa di simile da colei che ti aveva dato al mondo procurerebbe lo stesso effetto a chiunque.

- Invece non è così, sono sicuro che anche tu l’avresti superato - la incoraggiò Aidoh. Sapeva che lei era forte, forte più di tutti gli altri, quindi non avrebbe avuto problemi a superare le difficoltà che avrebbero intralciato il suo cammino.

- Grazie Aidoh - disse nuovamente Kumiko con un sorriso, socchiudendo gli occhi.

- Se mi chiami Hanabusa non arrabbio, eh! Dopotutto io ti chiamo con il tuo nome… - sbottò Aidoh, guardando da un’altra parte. Non sapeva perché, ma si sentiva la faccia in fiamme!

- O-Ok, H-Hanabusa… - dirlo faceva uno strano effetto, ma era anche piacevole. Non capiva cos’era quel sentimento, ma non la faceva sentire per nulla male, anzi sembrava coccolarla ed incoraggiarla. Era esattamente quello di cui aveva bisogno.

- Io torno a letto, stasera abbiamo lezione - sbadigliò Aidoh, mollando la mano di Kumiko, cominciando a camminare verso la porta.

Poi sembrò ripensarci e tornò indietro, baciando leggermente Kumiko sulla guancia, per poi partire in quarta uscendo dalla porta.

La ragazza restò imbambolata con le goti rosse, sfiorandosi il punto dove le labbra di Hanabusa l’avevano toccata e sentì come quel pezzettino di pelle fosse in fiamme.

Quella situazione, però, non sarebbe durata a lungo e le vacanze estive avrebbero dato inizio all’inferno…

 

 

 

Note dell’autrice: sì, lo so, odiatemi pure, però finalmente sono riuscita ad aggiornare e finalmente (diciamocelo) le cose tra Hanabusa e Kumiko si stanno muovendo! Ero tutta emozionata a scrivere questo capitolo, quindi mi sono lasciata prendere un po’ troppo! Dal prossimo capitolo in poi seguiremo le vicende del manga, quindi preparatevi!

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Capitolo 17
*** Bevi il Mio Sangue ***


Level X

Capitolo 16: Bevi il Mio Sangue

 

Le vacanze invernali erano iniziate e Kumiko si sentiva molto sollevata. Le ci voleva un po’ relax e, soprattutto, quasi tutti i vampiri della Night Class erano ritornati alle loro case per salutare i parenti.

- Meno male! - disse la ragazza, buttandosi sul letto con espressione felice. Anche Hanabusa era andato via, e la cosa la rendeva un po’ triste, ma tanto si sarebbero rivista dopo le vacanze quindi poteva resistere.

Improvvisamente sentì bussare alla porta e la ragazza drizzò le orecchie tirandosi su e stirandosi la schiena e le braccia.

- Avanti, è aperto - invitò Kumiko, alzandosi in piedi, sistemandosi la maglietta azzurra ed i pantaloni larghi neri. Non aveva proprio voglia di mettersi la divisa, dopotutto era in vacanza.

- Scusa Kumiko se ti disturbo, ma Maria si è svegliata - la voce di Yuki la riscosse dai suoi pensieri e la rossa le sorrise, annuendo con la testa. Dopotutto quello che era successo non erano riuscite a parlarsi bene neanche una volta, ma da come si comportava Yuki sembrava che a lei non importasse che la sua amica fosse una Level X, così Kumiko evitava l’argomento come la peste.

Però, nelle susseguirsi delle settimane, la rossa aveva notato che la benda che aveva al collo Yuki non accennava a sparire, e lei non sopportava la vista di quella fascia bianca, quindi si fermò di scatto riuscendo a catturare l’attenzione della Guardian che si voltò verso di lei e le chiese cosa non andava.

- Questo dovrei chiedertelo io, Yuki… sul tuo collo c’è una benda che non accenna a sparire… si può sapere che succede? Lo sai che di me ti puoi fidare… - a queste parole, la mora si portò una mano sul punto dove Zero prendeva il suo sangue. No, non poteva tradire il segreto del ragazzo.

- Kumiko, io… - ma venne subito fermata da un gesto dell’altra, che la portò al silenzio.

- Ascolta Yuki, lo so che non vuoi farlo sapere però io mi preoccupo sul serio per te… - disse Kumiko, guardandola un po’ ferita. Voleva sapere cosa aveva la sua amica che non andava, voleva aiutarla e non farla soffrire in silenzio facendo finta di essere cieca.

- Ma io sto bene, sul serio! Adesso andiamo da Maria! - sorrise Yuki, cambiando discorso e correndo verso l’infermeria dove probabilmente Zero era già arrivato.

Un momento… da quello che le aveva raccontato Hanabusa, la famiglia di Zero era stata attaccata da una Sangue Puro, quindi era molto probabile che il ragazzo fosse diventato…

Che stupida! Come ho fatto a non accorgermene prima?! Però… è solo una supposizione… non è detto che l’abbia morso… ma non credo che un vampiro della Night Class morderebbe Yuki, Kaname lo ucciderebbe di sicuro… e non credo che Yuki vada a sbattere ogni volta contro qualcosa e si fasci il collo… lì sotto ci sono sicuramente morsi di vampiro… se è così… devo far smettere questa follia!

Pensò, seguendo l’altra in infermeria dove Maria le aspettava.

La ragazza stava bene, a quanto pare era stata usata come “bambola” da Shizuka, ma si era ripresa completamente.

- Meno male - sorrise la rossa, capendo che la “Maria” con cui aveva parlato lei era del tutto differente da quella “vera”.

Dopo varie spiegazione che a Kumiko sinceramente non interessavano, Maria mandò tutti via ad eccezione di Zero, al quale disse qualcosa che però la rossa non udì, visto che si era messa con la schiena appiccicata al muro qualche metro di distanza dall’infermeria, in attesa del Guardian. Doveva solo aspettarlo, ma questo non significava che doveva ascoltare le discussioni altrui!

Hanabusa… sto per fare una cavolata assurda… ma non voglio che Yuki soffra a causa di noi vampiri…

Si scusò mentalmente col ragazzo biondo Kumiko chiudendo gli occhi bicolore, per poi riaprirli subito appena sentì la porta dell’infermeria aprirsi dove da lì ne uscì uno Zero con la luna storta, e la sua espressione si oscurò ancora di più non appena vide la Level X.

- Devo parlarti, vieni con me, si tratta di Yuki - ovviamente doveva fare il nome della sua amica, altrimenti l’altro non l’avrebbe mai seguita.

Come previsto la tattica funzionò alla perfezione, infatti l’Hunter la guardò ancora più storto, ma decise di seguirla, anche se avrebbe preferito ucciderla.

Kumiko condusse il ragazzo verso la stalla, dove i cavalli non vi erano perché erano stati presi da alcuni studenti per fare una passeggiata.

Durante il tragitto nessuno dei due non disse nulla, perché non avevano nulla di cui parlare, non lì per lo meno.

Infine la ragazza lo portò alla fine della stalla dove nessuno li avrebbe potuto vedere, o peggio, sentire.

- Allora cosa vuoi? - chiese scocciato Zero, mentre Kumiko si voltò verso di lui guardandolo con espressione seria.

- Tu… sei stato morso da un Sangue Puro, vero? - chiese lei, guardandolo dritto negli occhi. Normalmente non ci sarebbe riuscita a fare una cosa del genere, ma lì si trattava di Yuki e Kumiko per la mora avrebbe fatto qualsiasi cosa.

- E allora? - rispose il ragazzo fingendo indifferenza, anche se in realtà era molto nervoso perché l’altra non andava dritta al punto e lui stava perdendo solo tempo.

- Allora… Yuki ha una benda sul collo che non vuole saperne di sparire… sei tu, vero? La persona che le prende il sangue ogni volta… ormai il suo corpo è al limite, riesce a malapena a stare in piedi… so che tu le vuoi bene, ma come pretendi di farlo, succhiandole il sangue finché non ha più neanche una goccia?! - chiese Kumiko, alzando la voce e dopo neanche tre secondi si ritrovò la Bloody Rose sulla fronte, con un minaccioso vampiro di Level D che la guardava adirato.

Ma la rossa non si sbilanciò neanche per un secondo, anzi, continuò a guardarlo negli occhi sfidandolo a premere il grilletto.

- Lo sai che le armi anti-vampiro non funzionano con me… senti, io voglio solo che Yuki non venga coinvolta di più di quanto non lo è già, quindi… - dopo aver detto questo si morsicò l’avambraccio con le sue affilate zanne da vampiro, che le fecero un gran male perché dopotutto si era ferita da sola e quella era la sua pelle.

- Ma cosa stai facendo? - chiese Zero scandalizzato, mentre i suoi occhi diventavano rossi e fu costretto a riporre la pistola, per cercare di reprimere i suoi istinti vampireschi.

- Lo so che mi prenderai per pazza… ma ti prego, prendi il mio sangue… - disse Kumiko alzando il braccio, mentre delle gocce rosse cominciarono a sporcare il fieno ingiallito, cominciando a far sentire nell’aria l’odore del prelibato sangue di un Level X, facendo così in modo che Zero si dovette trattenere con tutte le sue forze per non saltare alla giugulare dell’altra.

- Tu sei… completamente fuori di testa… - sussurrò il ragazzo con un filo di voce, tentando di girare i tacchi ed uscire dalla stalla prima di perdere il controllo, ma Kumiko lo prese per un braccio fermandolo, abbassando la testa rossa e digrignando i denti.

- L’idea non alletta neanche me! Però… non posso guardare Yuki soffrire in quel modo! Nel mio sangue scorrono le cellule dei vampiri di Sangue Puro del casato dei Kuran quindi allontaneranno la tua sete insaziabile almeno momentaneamente! NON LO STO FACENDO PER TE, MA PER YUKI! - gli urlò, arrivando al punto di piangere, ma ricacciò indietro le lacrime nonostante gli occhi lucidi. Non doveva mostrarsi debole davanti a Zero.

Il ragazzo si voltò verso di lei con gli occhi rossi come il sangue ed i canini allungati che brillavano di una luce sinistra.

Kumiko mandò giù un po’ di saliva vedendo questo aspetto pauroso, ma non fece un passo indietro, cercando di restare ferma al suo posto, notando che la ferita sul suo avambraccio si era rimarginata.

Zero portò la bocca sulla gola della rossa, ma non morse subito, infatti prima doveva dirle due parole.

- Questo è solo per Yuki… - le sussurrò con il fiatone tentando di contenersi.

- Sì, non è né per me né per te… solo per lei… - rispose con lo stesso tono Kumiko, aggrappandosi alla giacca nera del ragazzo per sorreggersi buttando indietro la testa, per dare libero accesso a Zero.

Il vampiro di Level D non pronunciò più parola e la morse con i suoi canini affilati.

La ragazza sentì un enorme dolore affliggerla, mentre percepiva come se la vita le venisse risucchiata via.

Era la prima volta che veniva morsa da un vampiro e mai avrebbe immaginato che questo sarebbe stato Zero Kiryu.

Era questo che provavano le vittime, il sangue che scorreva nelle loro vene tolto con violenza per saziare una fame che non voleva spegnersi.

Era un po’ umiliante, una sensazione così sgradevole che non voleva continuare a provare, Kumiko avrebbe voluto urlare “BASTA!” ma… lei lo stava facendo per Yuki, perché non voleva vedere il sorriso dell’amica spegnersi, voleva che lei continuasse a sorridere come al suo solito.

Non lo stava facendo per Zero, lui era solo un vampiro-Hunter antipatico, nulla di più per lei.

Il ragazzo finì di bere staccandosi dalla gola della rossa con ancora del sangue che lo collegava alla ferita aperta che però si stava già rimarginando.

Lui la guardò con occhi carichi di odio, mentre si asciugava il mento e Kumiko ricambiò l’occhiata, sistemandosi la maglietta al meglio che poteva per nascondere i segni, ma poi realizzò che era inutile quindi decise che doveva andare a farsi una doccia e cambiarsi d’abito.

Zero distolse lo sguardo e se ne andò senza neanche una parola di ringraziamento, e con un’espressione incavolata sul viso.

Kumiko lo guardò uscire dalla stalla, tastandosi il collo che oramai non presentava più la ferita.

- Questo non è mai successo… - sussurrò a sé stessa, andandosene da quel posto che puzzava del suo stesso sangue.

Quello che nessuno dei due notò furono due occhi rossi che li osservavano nell’oscurità più cupa…

 

 

Note dell’autrice: TADAN! Sono tornata! Eh sì, Zero beve il sangue di Kumiko, ma entrambi lo fanno per Yuki, quindi non c’è nessun nesso amoroso tra i due, anzi, si potreste dire che si detestano XD Bene, dal prossimo capitolo ci sarà la parte dove Yuki comincia a ricordare e Kumiko cerca di scoprire qualche indizio sul passato dell’amica, scontrandosi perfino col cugino Kaname! Ops… forse ho fatto troppi spoiler! Grazie a tutti per aver letto il capitolo (se non vi siete annoiati a metà) e se avete un po’ di tempo una recensione non guasta mai!

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Capitolo 18
*** Non Illuderti ***


Level X

Capitolo 17: Non Illuderti

 

Kumiko stava passeggiando come suo solito vicino alla fontana, quando si imbatté in Yuki.

Erano passati ormai due giorni da quando Zero si era nutrito del sangue della mezza-vampiro, e sembrava che ciò aveva avuto effetto perché l’Hunter sembrava stare bene. Questo rasserenava non poco Kumiko, felice che il ragazzo dai capelli argentati non si cibasse più della sua migliore amica, anche se ogni volta che si incontravano lui le lanciava occhiatacce piene di rancore che puntualmente venivano ricambiate dalla giovane. Si poteva vedere lontano anche tre chilometri che tra di loro non scorreva buon sangue.

Comunque, quel giorno Kumiko si sentiva stranamente depressa, forse a causa della sua lontananza da Hanabusa, oppure dalla solitudine che aleggiava nel Dormitorio Luna, quindi il fatto che Yuki le fosse avvicinata le portava una gioia immensa e colmava il vuoto che sentiva dentro di sé.

- Kumiko… - iniziò la Guardian, non riuscendo però a trovare le parole e quindi finendo per stare in silenzio.

- Cosa c’è, Yuki? Avanti, parla, non ti mangio mica, eh! - scherzò la rossa mostrando apposta i suoi canini. Doveva ammettere che le mancava il sapore di sangue fresco (che aveva bevuto solamente una volta da Hanabusa) e le compresse avevano un sapore disgustoso, ma questo non era certo un buon motivo per assaltare il primo malcapitato che le passava sotto al naso, anche se molti studenti del Dormitorio Sole avevano un profumo veramente allettante.

Yuki però non era in vena di scherzare, anzi abbassò lo sguardo e si morse il labbro inferiore con espressione afflitta e dubbiosa, come se avesse paura di lei.

- Beh… ecco… ti volevo chiedere… diventare vampiro mi aiuterebbe a diventare più forte? Perché vedi Kaname me lo ha chiesto quindi… - quella era davvero una domanda che Kumiko mai si sarebbe aspettata, infatti sgranò gli occhi guardando la sua migliore amica come se fosse un extra-terrestre. Kaname? Certo, aveva notato che era un po’ ossessionato dalla giovane, ma chiederle di diventare un vampiro? Questa proprio le mancava!

Alla fine però si riprese, cominciando a parlare scegliendo con cura le parole per evitare di ferire l’amica.

- Se intendi per forza fisica sì, diventi più forte… per quella emotiva invece… credo che in un certo senso lo diventi, però hai sempre la paura che potresti assalire improvvisamente i tuoi amici e non è molto bello… ma non si può cambiare quello che si è, purtroppo… credo che se avessi potuto scegliere, penso che non mi sarebbe dispiaciuto essere una comune umana… - disse la ragazza, mostrando un velo di tristezza nei suoi occhi che colpì Yuki e che le fece fare un passo in avanti incerto con espressione avvilita.

- E’ così… ? Mi dispiace per averti fatto questa domanda Kumi… c’è un’altra cosa… - questa volta la mora sembrava molto più in difficoltà a parlare, ma il sorriso che increspò le labbra dell’altra la incoraggiò a spiegarsi. Così Yuki fece un bel respiro per calmarsi e cominciò a spiegare.

- Io… finora te l’ho nascosto però… io non ricordo nulla dei miei primi cinque anni di vita… ma adesso voglio provare a ricordare… è solo che… ho un po’ di paura nel sapere cosa vi è dietro… e non so che fare… ! - disse Yuki con voce e testa basse, per poi venire abbracciata da Kumiko che la strinse con cautela tra le braccia come se fosse una preziosissima bambola di porcellana.

- Io starò sempre al tuo fianco, ricordatelo… ti vorrò bene qualsiasi cosa si nasconda dietro al tuo passato, tu hai tutto il diritto di voler ricordare - le disse la rossa con un sorriso che le colorava il viso pallido. In quei momenti non sembrava proprio una bestia assetata di sangue umano.

- Grazie, Kumiko… - ricambiò l’abbraccio Yuki, sentendosi veramente felice nell’avere qualcun altro al suo fianco.

- Adesso… devo andare in un posto… forse lì scoprirò qualcosa… ci vediamo dopo! - disse in seguito la mora, staccandosi da Kumiko con un sorriso. Aveva fatto bene a confidarsi con lei.

- Va bene, ti auguro di trovare ciò che cerchi - la salutò l’altra con un cenno del capo.

Era felice che Yuki cominciava a condividere pezzi della sua vita con lei, dopotutto non conosceva molto sulla ragazza, quindi si sentiva mostruosamente sollevata. Lei era una amica veramente preziosa.

Mentre osservava l’amica correre verso l’uscita della scuoladei passi dietro di lei la fecero voltare e si ritrovò davanti il suo fratellino.

- Shinichi! Che cosa c’è che ti turba? - chiese Kumiko notando l’espressione del piccolo ed invitandolo ad abbracciarla.

Il bambino corse da lei e strinse le braccia in torno ai fianchi della sua sorella maggiore. Vedendoli così sembravano proprio una famiglia normale.

Sorellina… non farti illusioni…

La voce del fratellino le rimbombò in testa e le parole la turbarono. Kumiko si staccò un poco per vedere gli occhi bicolore segno della sua appartenenza alla razza di mezzi-vampiri.

- Che intendi, Shin? - chiese cercando di non alzare il tono. Ogni tanto le pareva che il suo fratellino fosse molto più intelligente di quanto credeva, ma era sempre solo un attimo a cui lei non dava mai caso.

Di tutta risposta il bambino sorrise amaramente accarezzandole una guancia con le punta delle dita.

Sorellina, cara sorellina… ciò che ti aspetta in futuro sarà tutt’altro che roseo…

Le disse, baciandole lievemente la guancia pallida.

Kumiko si staccò violentemente con sguardo sgranato e boccheggiando.

- Cosa significa? Tu non sei mio fratello! - lo accusò lei puntandogli il dito contro e urlando la sua rabbia con voce spezzata.

Di risposta Shinichi le rivolse un sorriso così amaro che l’altra sentì una stretta alla bocca dello stomaco.

Io non sono mai stato tuo fratello.

Poche parole, ma che fecero affondare il cuore di Kumiko come il Titanic. Non riusciva né a pensare né a parlare. Nella sua testa c’era una tale confusione che a malapena si teneva in piedi.

Sorellina… tu sei molto potente… ma Akane non ti ha mai detto che tutto ha un prezzo? Se vuoi salvare ciò che ami il costo sarà molto alto. E così, anche il tuo amore non si realizzerà mai.

Quelle parole le entrarono nella pelle come lame e Kumiko avvertì un fortissimo mal di testa opprimerle la mente. Cosa significavano quelle parole? Si sentiva molto stanca, eppure non ne conosceva il motivo.

- Un prezzo da pagare…? - chiese con cautela cadendo in ginocchio tentando di fare un passo indietro. Aveva la voce spenta ed era provata , eppure non aveva fatto la maratona!

Già… ma tutto ti sarà più chiaro al momento opportuno… ora sparirò e mi porterò via le mie memorie da tutti coloro che hanno avuto la sfortuna di incrociare il cammino con me… mi dispiace che sia proprio tu a portare il fardello di un destino infelice, mi stavi simpatica, sai? Pochi mezzo-sangue mi sono stati simpatici…

Parole come se lui non fosse un Level Y, ma Kumiko non riusciva ad esprimersi a parole e si limitò a fissare quello che prima aveva chiamato “fratello” ma che ora neanche riconosceva.

Le domande le scorrevano negli occhi bicolore e Shinichi sospirò e la sua immagine si distorse, cominciò a crescere e crescere diventando un ragazzo più o meno della sua età, forse un po’ più grande e con una camicia bianca e dei pantaloni neri come la pece e gli occhi non più bicolore ma di un rosso acceso così spaventoso e oscuro che Kumiko non riuscì a trattenere un brivido.

- Mi dispiace averti ingannato - disse il ragazzo con una voce bassa e melodiosa. - Io sono Rhem, da me sono nati tutti i vampiri ed il mio sangue scorre in tutti voi… Akane Katou non mi ha mai dato alla luce, così come Hiro Kurosawa non è mai stato mio padre, erano tutte false illusioni che vi ho messo in testa per poterti stare accanto… ma queste parole finiranno nel vento perché quando ti sveglierai non ti ricorderai nulla, figliola… però lascia che ti avvisi: io non posso cambiare il tuo destino segnato dal sangue, posso invece guidarti verso la strada giusta… -.

Rhem fece un passo avanti e posò una mano sulla testa della ragazza con un sorriso paterno che non gli apparteneva.

- Perché non… posso essere… felice…? - chiese Kumiko con le poche forze che le rimanevano. Sentiva le palpebre abbassarsi… com’era stanca… aveva sonno e non riusciva a muoversi di un millimetro…

Sentiva una sola lacrima cristallina solcarle la guancia pallida ed il sapore del sangue invaderle la bocca quando si accorge di essersi ferita le labbra con i canini.

Rhem fa un sospiro titubante mentre la prende in braccio stile sposa con un sorriso così triste che anche il cuore più duro si sarebbe sciolto alla vista.

- Credimi se fosse per me saresti stata una regina, ma purtroppo il destino ha altri piani per te, figliola… sappi però che il mio affetto per te è sempre stato sincero… ti rivelerò un segreto: non è perché i Sangue Puro non vogliano stare con gli umani e fare figli con loro, è solo che i Level X hanno sempre un fato terribile… ma non preoccuparti, coloro che ti vogliono bene staranno insieme a te fino alla fine - le sussurra all’orecchio Rhem come una ninnananna.

Kumiko, ormai, aveva chiuso gli occhi, sapendo che non avrebbe mai rivisto quel vampiro antico e neanche se lo sarebbe ricordato, ma sentire le sue labbra premere sulla sua fronte come conforto, le diede uno strano senso di sollievo.


Note dell'autrice: sì, lo so, sono una bastarda, ma almeno ditemi in quanti si aspettavano una svolta del genere! Sì, lo so che non aggiorno da giugno, ma perdonatemi! La vita privata mi ha distrutto e la scuola non sta andando bene... quindi non so quando uscirà il prossimo capitolo, sorry!

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Capitolo 19
*** L'inizio della fine ***


Level X

Capitolo 18: L'inizio della fine

 

Non so chi sono...

Non so dove sono...

E' come se la mia anima e il mio corpo si disintegrassero in un milione di pezzi così piccoli da non riuscire più nemmeno a vederli...

Nel mio cuore c'è solamente una certezza: devo proteggere le persone che amo, anche se il prezzo è molto caro.

O almeno, c'è una persona in particolare che voglio salvare.

Aidoh, colui che fin dall'inizio mi è sempre stato accanto e mi ha amato come nessuno ha mai fatto in tutta la mia vita.

Non avrei immaginato di finire così, ma il destino è il destino, nessuno può farci nulla.

Eppure, senza che neanche lo sapessi, tutto è iniziato tanto tempo fa. Lo so ora, perché ero lì.

Il mio nome è Kumiko Katou, la Hogosha, colei che protegge, e il momento della mia morte è arrivato.

 

Il destino è malvagio.

Con questa frase in testa Kumiko si risvegliò quella mattina così normale, che era quasi impossibile capire cosa sarebbe successo quella notte.

Eppure qualcosa dentro di lei aveva percepito il pericolo, ma semplicemente aveva deciso di ignorare i segnali nella sua testa.

La rossa si stiracchiò e guardò fuori dalla finestra. Era giorno, circa le undici di mattina, ma non riusciva a dormire più tardi di così, ormai sapeva che le ore di sonno che faceva erano piccolissime.

Erano passate tre settimane da quando si era risvegliata misteriosamente in infermeria senza alcun ricordo di quello che le era successo. Era semplicemente... svenuta. Come non ne aveva idea, Zero l'aveva trovata adagiata sulla fontana con le guance rigate dalle lacrime (quando Yuki glielo disse Kumiko era diventata dello stesso colore dei suoi capelli, se non peggio).

La mezza-vampira sapeva che era capitato qualcosa, qualcosa di importate, ma nonostante tutti gli sforzi per ricordare non ci riusciva, c'era come un muro che non riusciva a scavalcare che la bloccava.

Nel corso di quelle tre settimane, poi, erano cambiate molte cose: Shiki quello che lei aveva scoperto essere il suo fratellastro, si comportava in modo molto strano, ma forse era solamente una crisi adolescenziale vampiresca. Nonostante tutto lei e lui non avevano ottimi rapporti, non si odiavano, però ogni volta che si incontravano era come se fosse la prima volta, sembravano due estranei. Yuki, dall'altro canto, aveva cominciato ad avere delle illusioni su una stanza e sul sangue e sembrava sempre così spaventata, e il peggio era che Kumiko non aveva idea di come aiutarla. Kaname era il peggio di tutti: dopo che lei aveva rivelato indirettamente a Yuki che sapeva qualcosa sul suo passato perduto, le aveva chiesto di essere la sua innamorata. Inutile dire che Kumiko era andata su tutte le furie, ma alla fine si era calmata anche se era molto contrariata su come le cose stavano andando.

L'unica persona (o vampiro) su cui la rossa poteva contare era Aidoh: lui e lei si mettevano a parlare per ore seduti sul letto e ogni tanto c'erano anche baci e carezze. Era tutto così dolce e perfetto. Nonostante il biondo sembrava un po' sovrappensiero negli ultimi giorni, a Kumiko andava bene così.

La Level X non era ancora riuscita a capire come funzionavo i suoi poteri, ma tanto non le servivano, era tutto così calmo e tranquillo che ci si poteva stiracchiarsi sulla tranquillità.

Eppure era tutto troppo calmo.

La classica calma prima della tempesta.

Kumiko aprì le tende e guardò il cielo. Era nuvoloso, quasi aspettasse il momento giusto per nevicare. Non le piaceva, aveva un brutta sensazione addosso, come se tutto potesse finire in un attimo.

Ma che andava a pensare? Stava bene, Aidoh era innamorato di lei e le stava accanto, quindi cosa poteva andare storto?

Ma c'era sempre quella piccola vocina nella sua testa che le diceva che si sbagliava e si stare all'erta. Assomigliava molto ad una voce maschile bassa e profonda, e Kumiko aveva l'impressione di averla sentita di recente, però scacciò via il pensiero immediatamente. Stava sicuramente diventando pazza.

Sospirò e si mise la divisa. Quella sarebbe stata una lunga giornata di scuola.

Non sapeva per quanto tempo era restata a leggere i suoi libri, ma quando smise, era già il tramonto si stiracchiò e si avviò verso il cancello per andare a lezione, ma il custode la bloccò.

- Mi dispiace signorina Katou, ma oggi non c'è lezione, così come per tutto il resto della settimana – le disse guardandola con quegli occhi vecchi e stanchi che celavano un pizzico di malizia.

- Oh -, rispose stupita la ragazza guardandolo. Non lo sapeva, beh, allora sarebbe stato meglio andare a farsi un giro.

Andò alla solita fontana accarezzando affettuosamente i bordi di pietra.

- Cosa ci fai qui? - le chiese una voce familiare carica di disprezzo.

La rossa alzò il suo sguardo bicolore ed incontrò gli occhi argentati di Zero.

- Una passeggiata, sai com'è, oggi non c'è lezione – rispose gelida Kumiko. Non gli aveva più dato sangue, però ogni giorno che passava Kiryu non la finiva di osservarla con disprezzo, come se fosse un abominio.

Il Guardian non le disse nulla, e si limitò a spostare lo sguardo sulla fontana e l'acqua cristallina.

- Lo percepisci anche tu, vero? Sta per succedere qualcosa – disse il ragazzo. Kumiko si stupì delle sue parole: era la prima volta che non le parlava con odio o con disprezzo.

- Già – sospirò lei immergendo due dita nell'acqua gelida. - E non so cosa – aggiunse con amarezza.

Dopo qualche altro minuto di silenzio, finalmente la rossa ricominciò a parlare.

- E Yuki come sta? - chiese. Era l'unico argomento su cui lei e Zero non litigavano (non che parlassero molto comunque).

- Oggi è svenuta mentre stava con tuo cugino – rispose l'Hunter sputando l'ultima parola come se fosse veleno.

Kumiko incontrò lo sguardo di Zero con occhi allarmati – Cosa?! La mia migliora mica sviene e nessuno si prende il disturbo di dirmelo?! - chiese ringhiando stringendo i pugni. Era infuriata come non mai.

- Hai altro a cui pensare, Kuran – le rispose l'Hunter schiaffeggiando l'acqua e andandosene, senza lasciare la rossa la possibilità di replicare.

Nessuno la chiamava Kuran. Solamente Zero quando voleva insultarla. Kumiko sapeva quanto ignobile fosse stato suo padre. Ma ora non c'era più, allora perché il sangue che le scorreva nelle vene bruciava come se fosse fuoco al solo menzionare di quel nome?

Lei proprio non capiva.

Arrabbiata e confusa si incamminò con grandi passi verso la sua stanza.

Lì incrociò uno Shiki piuttosto strano e solo in quel momento la ragazza notò una cosa inquietante: aveva gli occhi di un colore diverso dall'altro. Strano, troppo strano.

- Ciao, sorellina – la salutò lui con un ghigno. Tutte le cellule del corpo della mezza-vampira le urlavano “pericolo”, così lei fece un passo verso le scale cominciando a sudare freddo.

- Ciao Shiki – rispose con gli occhi puntati si gradini di marmo.

- Scappi già? Sai, stasera sarà molto divertente – non le piacque affatto il modo in cui lui disse “divertente”. Era come partecipare ad un qualche gioco malato di cui lei era una piccola e povera pedina indifesa.

Senza dire più nulla si incamminò sulle scale di corsa con il cuore a mille senza guardarsi indietro.

Ma prima che potesse farsi una qualsiasi domanda, lo percepì.

L'odore dolce e gustose del sangue. Però era una fragranza che lei conosceva bene e che conteneva qualcosa di diverso.

Era il sangue di Yuki. E ed era anche quello di vampiro Sangue Puro.

 

 

Note dell'autrice: eeeee... sono tornata! Vi sono mancata?! E sì, ho saltato tutto il resto del volume 6 e 7, perché non avevo voglia di raccontare cose che non sarebbero cambiate affatto in questa Fan Fiction, quindi ho semplicemente tagliato tutto. Questa storia sta arrivando alla fine, sapete? Mancano circa 5 o 6 capitolo più l'epilogo e poi è finita! Spero che vi siate divertiti a leggere questa storia! Capirete presto il significato dell'introduzione di questo capitolo presto, ma potete provare ad indovinare!

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Capitolo 20
*** La Principessa Sangue Puro ***


Level X

Capitolo 19: La Principessa Sangue Puro

 

No, non era possibile. Kumiko non riusciva a credere all'odore che stava percependo.

Quello era il sangue di Yuki, ma aveva una nuova fragranza che, ahimè, a lei era molto famigliare: il dolciastro sapore che solo i Sangue Puro (o i Level X come lei) vantavano di avere nelle vene.

Senza pensarci due volte seguì quel profumo dolce, ma che allo stesso nascondeva un velo di amarezza che Kumiko si sentiva in bocca fin dall'inizio della giornata, come se ne fosse catturata.

Non sapeva nemmeno dove era finita, sicuramente in un edificio, ma era certa che dietro a quella porta di legno antico che aveva davanti si trovava una delle amiche più care che aveva.

Alzò il pugno per bussare ma non riusciva a muovere i muscoli del suo corpo per compiere il gesto. In qualche modo aveva paura che sarebbe cambiato tutto. La rossa sapeva bene che il fatto che lei era una Level X aveva tracciato un confine invalicabile tra le due, e la loro amicizia era stata tenuta insieme a stento. Ma ora sarebbe durata o sarebbe crollato tutto a pezzi?

- Entri o no? - chiese una voce al suo fianco.

Kaname Kuran la osservava con i suoi occhi ancora rosso sangue ed il colletto della camicia sporco di un colore troppo simile a quel liquido rosso che mandava in fibrillazione la mente della mezza-vampira.

- Che significa tutto questo? - disse con voce stizzita Kumiko, fissando il cugino con due occhi carichi di rabbia. Voleva solamente saltargli al collo e strappargli quei occhi che avevano un pizzico di divertimento sul fondo.

Kaname le sorrise e spostò il suo sguardo verso la porta. - Somigli a Zero quando mi guardi così -, sussurrò con voce pensante, quasi come lei non fosse realmente lì e Kumiko si trattenne dal dire un “almeno io e lui in qualcosa andiamo d'accordo”. - Ma se proprio vuoi saperlo... - i suoi occhi brillarono di un colore più accesso, come se un fuoco fosse stato appena alimentato, - il vero cognome di Yuki è Kuran, ed è la principessa del nostro casato di cui anche tu fai parte, dieci anni fa è stata trasformata in umana da nostra madre per proteggerla ed ora io l'ho ritrasformata... ah, ed è anche colei che un giorno diventerà mia moglie – aggiunse alzando un angolo della bocca in quello che sembrava un mezzo-sorriso, come a volerla sfidare.

Kumiko lo guardò senza parole e nel suo cuore passarono moli sentimenti: confusione, rabbia, odio. Era semplicemente così... infuriata con tutti e con sé stessa senza nessun motivo apparente. Si sentiva anche tradita, eppure non ne aveva motivo: Yuki non sapeva cosa nascondeva il suo passato. Ma la rossa non riusciva a controllare le sue emozioni e si vergognava così tanto di provare quei sentimenti sbagliati.

Era rimasta senza parole e tutto quello che poté fare fu guardare Kaname che se andava con passo elegante mentre lei era ancora lì, ferma in quel esatto punto da chissà quanti minuti a scrutare la penombra del corridoio dalle pareti bianche.

Guardò nuovamente la porta, indecisa se andarsene od entrare.

Alla fine decise di bussare lentamente e con delicatezza.

- Avanti – pigolò la voce di Yuki che in quel momento sembrava piccola piccola, quasi come se volesse sparire nell'oscurità.

Kumiko entrò e trovò l'amica appoggiata alla finestra aperta coi gomiti e i capelli insolitamente lunghi, mentre la vestaglia bianca ancora con piccole tracce di sangue sopra danzava insieme al vento intorno al corpo della mora.

La rossa si avvicinò con cautela e toccò la spalla della ragazza, quasi con la paura che potesse rompersi in qualsiasi momento.

Yuki si voltò ed i suoi occhi erano gonfi dal pianto e la bocca aveva ancora delle macchie rossastre intorno, segno che aveva già compiuto il suo primo “pasto”. In quel momento Kumiko notò che i vetri della finestra e parte del muro era crepato, come se fosse arrivato un terremoto solamente da quella parte della parete. Un brivido freddo le percorse la schiena e capì che quello era ciò di cui un Sangue Puro era capace: al diavolo il suo potere di “protezione” che non riusciva neanche ad attivare, pensò amaramente la mezza-vampira.

Kumiko si avvicinò all'amica e le pulì i bordi delle labbra per poi posare le punte sul canino che usciva fuori leggermente dalla bocca dell'amica.

La lingua di Yuki pulì le tracce di sangue e la rossa pensò subito ad un gattino a cui erano appena cresciuti i denti. Era ancora così... tenera.

- Buono, eh? - scherzò Kumiko mentre ritirava le dita e si puliva della saliva sulla gonna bianca.

Yuki sorrise leggermente. Sembrava un angelo caduto con quella vestaglia: bellissimo ma con un dolore indescrivibile nel cuore.

- Mi odi? - sussurrò la principessa Sangue Puro guardando i suoi piedi nudi, non volendo ascoltare la risposta.

- Cosa?! No, ovvio che no! - rispose scandalizzata la rossa guardandola con i suoi occhi bicolore. Come poteva anche solo pensare una cosa del genere?!

Yuki sembrò rilassarsi ed alzò nuovamente lo sguardo. Era così felice di sapere che Kumiko non la odiava!

La rossa, senza perdere neanche un secondo, abbracciò l'altra.

- Non potrei mai odiarti, che tua sia una vampira o un'umana non ha importanza, sei sempre la mia Yuki – disse la mezza-vampira baciandole una guancia mentre delle lacrime della Sangue Puro scorrevano senza riuscire a fermarsi.

Probabilmente Yuki voleva dire qualcosa ma entrambe vennero bloccate quando un improvviso odore di sangue le investì.

- Di chi è? - chiese la mora, mentre i suoi occhi diventavano rossi voltandosi verso la finestra, ed inspirò forte. - Non è di Zero... - disse con un mezzo sorriso, per poi rattristarsi subito. Probabilmente stava pensando a come Zero l'avrebbe odiata ora che era una vampira, una Sangue Puro per di più.

Kumiko sentì un brivido freddo percorrerle la schiena e si voltò verso la porta. Aveva un bruttissimo presentimento.

- Yuki... io devo andare, tu cerca di non metterti nei guai, okay? - le chiese facendole l'occhiolino e sorridendole di striscio. Poi, senza neanche dare la possibilità all'amica di risponderle uscì dalla porta e quel sorrisetto sparì immediatamente appena voltato l'angolo.

Cosa doveva fare adesso?

Mentre stava pensando andò a scontrarsi con un muro in impermeabile e così alzò la testa per vedere una messa di capelli biondi troppo famigliare.

Aidoh posò il suo sguardo sgranante su di lei e prima che potesse anche solo chiederle cosa diavolo ci faceva lì, Kumiko lo baciò senza curarsi di Kain a qualche passo più in là che abbassava lo sguardo imbarazzato.

Il bacio durò pochi secondi e fu solamente un tocco di bocche, ma questo bastò a calmarla.

- Hanabusa, qualsiasi cosa succeda, resta vivo – sussurrò la rossa sfiorandogli il mento con le dita e guardandolo negli occhi.

Il vampiro annuì con sguardo confuso e lei sorrise.

Lui doveva vivere fino alla fine, non si sarebbe mai perdonata la sua morte.

- Grazie – sussurrò nuovamente allontanandosi con passo felpato, lasciandosi dietro un confuso Aidoh e un imbarazzato Kain.

Non sapeva il perché ma temeva che la sua vita stesse per finire. Era solo uno strano, brutto presentimento che però non voleva andarsene. Ma in qualche modo a lei stava bene. Finché coloro che amava erano salvi, il prezzo che lei aveva da pagare non era nulla.

E senza che lei se ne accorgesse, mentre passava davanti alla fontana per andare verso il dormitorio Luna, un ragazzo bellissimo dai capelli neri e dagli occhi rossi la osservava con un sorriso pieno di gioia e di amarezza.

- Finalmente hai capito, eh? - chiese mentre lei spariva tra gli alberi coperti di neve.

Un fruscio improvviso distolse le sue attenzioni dalla ragazza: dai cespugli verdognoli un gruppo di persone – di vampiri – sbucò con gli occhi rossi e la bocca spalancata che metteva in mostra i canini allungati.

Il ragazzo sorrise e si tirò su le maniche della camicia bianca.

- Mi dispiace, ma lei non può morire a causa di voi scarti, quindi... chi è il primo? - chiese mostrando i canini ed i suoi occhi colorati di un rosso così vivo che quasi stonava sulla sua pelle bianchissima. Ma era terribilmente terrificante in quel momento.

Un vampiro, non sentendo il pericolo, fece un urlò animalesco e balzò verso di lui.

La battaglia era iniziata.

 

 

Note dell'autrice: ed ecco qua un nuovo capitolo!!! Ho avuto un po' di difficoltà a scriverlo, ma alla fine ce l'ho fatta!!! Ah, e ovviamente il ragazzo alla fine è Rhem, il primo vampiro. Comparirà ancora, ma verso la fine. Rhem tratta Kumiko come se fosse una figlia, forse perché conosce il suo destino. Mi raccomando recensite, così posso sapere le vostre opinioni!

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