The White wolf and the Black wolf

di Zampa di lupo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


The White wolf and the Black wolf
Capitolo 1
Vi dirò poco di me. Mi chiamo Prilla,sono italiana,vivo in Giappone,in un paese del quale, anche se vi dicessi il nome,non trovereste da nessuna parte, né in internet né sulle cartine dei libri di geografia. Il giorno in cui iniziò il putiferio che era, è e sarà la mia vita, non parlo del giorno in cui nacqui, ma in quello stupido giorno senza il quale avrei vissuto tranquilla. Stavo camminando nel bosco vicino a quella che allora era casa mia, una villetta in periferia, nulla in mezzo al nulla in fondo, seguendo il corso di un piccolo ruscello che passava di lì, nella speranza di capire da dove venisse, visto che non c'erano montagne da quelle parti doveva essere per forza acqua dal sottosuolo, una falda con tutta probabilità. Proseguii, curiosa, ma nulla può preparare al trovarsi una montagna davanti, montagna, anche se questa è una parola grossa, che non sarebbe dovuta esistere. Era alta una decina di metri, nulla di particolare in fondo,nemmeno una montagna. Dal fianco scendeva una cascata limpida. Ringraziai mentalmente i miei genitori per le lezioni di arrampicata, cercando un appiglio asciutto da cui iniziare. Quando lo trovai la mano destra afferrò lo sperone di roccia, la sinistra ne prese uno più in alto, e inizia a fare forza. Era abbastanza pericoloso, ma io ero fin troppo curiosa. Non so quanto tempo passò prima che arrivasti finalmente in cima, ma lo spettacolo che mi accolse fu unico nel suo genere. Un lago, dalla forma a cuore che sembrava uno specchio, le acque a riva erano più profonde di quelle centrali,forse a causa della piccola collinetta, sulla quale due state a forma di lupo, una bianca e una nera, sembravano ululare a una Luna non ancora sorta. Mi sentivo attratta, infatti mi incamminai lenta, immergendo i piedi, infilati negli scarponcini, nell'acqua del piccolo laghetto. Procedetti piano fino alle statue, osservandole attentamente. Attorno al collo di entrambe le statue c'era un piccolo ciondolo a forma di mezzaluna, bianco per il lupo bianco, nero per il lupo nero. Non trovai una motivazione ragionevole, ma i miei piedi mi diressero verso la statua bianca. Ne accarezzai il petto roccioso, fino a salire al ciondolo, appeso con un filo di corda. Feci per sfilarlo per osservarlo meglio,quando sentii delle voci alle mie spalle. "Rayan, ci sei? Non c'è nulla qui, andiamo!". Mi voltai, fronteggiando un paio di occhi azzurri e un volto leggermente perso nella contemplazione del posto. Mi fissò, come si fissa una preda particolarmente interessante, ma io non mi sentivo molto in quel ruolo. Si avviò come avevo fatto io poco prima nel lago,camminando fino alla statua del lupo nero. Scossi la testa, sfilando il ciondolo dal collo del lupo. Era in oro bianco, sul retro erano incise delle piccole rune,le riconobbi all'istante. Anni prima,proprio in questo piccolo paese,si svolse una rivolta contro i regnanti, i rivoltosi vennero chiamati movimento M.O.O.N., nessuno seppe mai per cosa stesse quella sigla, se non loro stessi. I rivoltosi per comunicare usavano quelle rune, però io non ero ancora in grado di decifrare molto bene. Mi voltai, pronta per riavviarmi verso casa, ma il cuore mancò un battito. Davanti a me c'erano due schieramenti di lupi, formati entrambi da circa una ventina di esemplari l'uno, che si guardavano in... beh,cagnesco. Ringhiavano gli uno contro gli altri, come sul punto di attaccare, però nessuno sembrava averne realmente intenzione. Mi accorsi che uno degli schieramenti era composto da lupi bianchi, come la neve appena caduta; l'altro da neri, come la pece. "Scusa... Rayan, giusto?" Parlai in italiano, era un riflesso quando iniziano ad avere paura. "Non darmi fastidio,sto cercando di capire cosa c'è scritto."
"Non è fissando lo così che lo capirai, ora per piacere voltati."
"La smetti di rompere?" Nonostante quello che aveva detto, però, si voltò, guardando lo stesso spettacolo a cui stavo assistendo anche io. Sembrava, più che spaventato... Stupito. Si incamminò verso i lupi, come se fossero solo dei dolci pastori tedeschi. Lo seguii piano, ma quando Rayan si diresse verso i lupi neri io andai verso i lupi bianchi. Sentivo che era più sicuro. Entrambi i branchi si zittirono al nostro arrivo, fissandoci, ma non come intrusi, come se... aspettassero degli ordini. Quando fui vicina a loro i lupi bianchi chinarono leggermente il capo. "Bentornata White wolf,era tempo che aspettavamo questo momento. Noi siamo i White wolves, Lupi della Luna. Siamo ai vostri ordini." Li guardai chiedendomi quanto fossero seri,non potevano esserlo sul serio. Ma soprattutto... Avevo le allucinazioni o un lupo mi aveva appena parlato? "Scusate ma... Perché sto parlando con dei lupi?! Mi sono rincitrullita?!"
"Penso tu lo fossi già" mi rispose uno del lupi. "Smettila Aurti, non ne sa nulla" lo rimbeccò quella che, data la voce doveva essere una lupa, "Scusalo,è giovane. Io sono Daiany,il lupo che ha parlato è Aurti,quello alla mia destra è Albis,quello a sinistra Arghi..." Proseguì con una sfilza di nomi che non ricordai,soprattutto sul momento.
"Tu invece come ti chiami?"
"Prilla..."
"Piacere di conoscerti nostra White wolf."
 "Bene... Ora cosa dovrebbe succedere?"
"Se ci porti in un posto in cui possiamo parlare con calma ti spieghiamo."
"Casa mia può andare bene?" Daiany annuì, e io sorrisi,incamminandomi insicura su quanto l'idea fosse buona.
 
Tornammo ripercorrendo la strada che io stessa avevo fatto all'andata. Durante il tragitto mi fermai un attimo a riposare, poggiando la mano contro il tronco di u albero. Sentii un dolore acuto e osservai di sfuggita la mano. Sul palmo era attaccata una larva nera e viola, che staccai senza troppa delicatezza. Ripresi a camminare, notando che i lupi,che avevano già individuato la casa, stavano procedendo senza di me.
A casa mia loro decisero di salire dalla finestra della mia stanza, che indicai loro con un gesto, mentre io entrai dalla porta principale, salutando i miei genitori. La casa era a due piani, piccola ma accogliente. L'ingresso in pratica consisteva in una quadrato piastrellato dove vi era un attaccapanni, lì si affacciavano tutte le stanze del primo piano, la cucina, il salotto e un bagno, più le scale, che percorsi due gradini alla volta per arrivare su più in fretta. In cima si trovava un pianerottolo rivestito di moquette, sul quale si affacciavano le stanze del piano, la mia stanza, quella dei miei genitori e una piccola stanza piena di scaffali colmi di libri tra i più disparati. Entrai nella mia camera, notando che i bellissimi lupi erano già lì, pronti per raccontarmi tutto. Mi sedetti sul letto, messo al centro di uno dei muri, guardando la scrivania, dal lato opposto. Della finestra aperta entravano folate di aria gelida. La mano lanciò una fitta dolorosa,così le diedi un'occhiata,notando che il palmo era percorso da linee viola, che si spandevano rapidamente. Uno dei lupi, Aurti, notando il mio gesto si avvicinò e osservò la mano. "Cavolo! Questi sono i segni del morso di una larva nera, ma dove l'hai trovata?"
"Credo sia stata la larva che mi si è attaccata alla mano nel bosco, ma no pensavo fosse importante" mi giustificai. Lui scosse la testa come a dire: "Ma quanto sei stupida?". Daiany lanciò uno sguardo alla mano e mi tranquillizzò: "Tranquilla,basta metterle un po' sotto la luce della Luna, passerà in fretta. Intanto ti va se ti spieghiamo tutto?" Io annuii curiosa e Daiany iniziò a raccontare.
 
"Circa trenta anni fa iniziò e finì sei prima che tu nascessi. Tutto iniziò perché cominciarono a esserci problemi con la White wolf di allora, tua madre. Ora lei non ricorda molto,ma causò parecchi guai innamorandosi del Black wolf, il padre del ragazzo che hai visto alle statue. I due lottarono molto per quel 'piccolo fiore sbocciato' tra loro, citandoli. Noi wolves,tutti assieme cercammo di dissuarderli. Allora ci trovavamo in Italia, così riuscimmo a parlare di quello che stava succedendo, modificando però un po' la realtà. Raccontammo che quell'uomo era pericoloso e che lasciare che frequentasse tua madre era pericoloso. Per questo,per un periodo di tempo pari a cinque anni, loro si trasferirono qui, in Giappone, terra di origine di tua nonna materna. Ma quando tornarono in Italia i due si ri-incontrarono, riprendendo quei litigi con noi e i tuoi nonni. Inconsapevoli del fatto che i Black wolves avessero fatto la stessa scelta, decidemmo di provare tua madre dei suoi poteri, sigillandoli nel ciondolo che tu ora porti al collo. Se te ne separerai i tuoi poteri ti rimarranno, però saranno un po' più deboli. Tornando alla storia, i tuoi nonni però, decisero di tornare qui, e solo un anno prima della tua nascita tornarono in Italia,dove tua madre si sposò con quello che è tuo padre,e fino ad ora sai tutto quello che successe."
 
Fissai i lupi vagamente sconcertata. "Insomma... Perché mi avete dato i poteri, poi quali? Ma soprattutto... Perché un umano dovrebbe detenere il comando su un branco di lupi?"
"Perché se non ci fosse qualcuno a fermarci noi rischieremmo di distruggere la terra" rispose Arghi come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Non mi pareva così, però non ci badai. "In quanto ai tuoi poteri dovrai scoprirlu tu, variano un po' da White a White. Comunque sono poteri efficaci sui quattro elementi." Sorrisi al lupo. "Ora ti lasciamo riposare, ma prima metti la mano fuori dalla finestra, in maniera che la Luna guarisca quel morso." Devi come detto e dopo pochi minuti la mano era come nuova. "Buonanotte lupi."
"Per qualunque cosa tu abbia bisogno chiamaci,noi siamo i tuoi schiavi personali."
"Non siete schiavi, siete più che altro degli strani amici."
"Cambierai presto idea, ti salutiamo, Prilla, nuova White wolf." E così dicendo si buttarono uno alla volta fuori dalla finestra,mettendosi a correre nel bosco.
 
 
Angolo della noiosa autrice
Grazie mille per aver letto fino a qui,vi costruirò una statua,e se recensirete sarà alta fino alla Luna ;). La storia è stata ripubblicata,molto modificata e al passato (come avranno notato quelli che l'avevano già letta prima). Vabbe,ringrazio nuovamente tutti e penso che ci sentiremo di nuovo sabato prossimo,bacioni :*
        Prilla

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


The White wolf and the Black wolf
Capitolo 2
Quel giorno fui svegliata da qualcosa di umido che mi passava sulla faccia. Aprii gli occhi si scatto, trovandomi a fissare un lupo bianco dallo sguardo soddisfatto. "Buon giorno!" Riconobbi la voce di Albis e mi rilassai. "'Giorno! Che ore sono?"
"Le cinque,perché?" Era prestissimo! Mi alzai dal letto di malavoglia, mentre il lupo saltava a terra agilmente. "Perché è prestissimo, normalmente mi sveglio alle sette."
"Mi dispiace, Daiany voleva raccontarti un paio di cose ancora." Rimasi sorpresa, però in effetti volevo proprio fare un paio di domande alla lupa, ne aveva di cose da spiegare. "Non poteva venire direttamente lei?"
"No,vuole incontrarti nella foresta." Mi arresi all'evidenza, avrei dovuto sottostare a questa direttiva. Sbadigliando presi dall'armadio delle cose a caso, leggins blu, maglia lunga azzurra, poi presi gli stivaletti marroni. Ero pronta ad uscire.
 
Ci avventurammo nella foresta, Albis si guardava intorno guardingo come se si aspettasse l'apocalisse da un momento all'altro, io al contrario mi guardavo intorno solo per curiosità, come una bimba in un negozio di caramelle, vedevo tutto diversamente, non in quanto a colori, ma... sapendo, essendo consapevole della vita nascosta tra le fronde. "Albis... Perché non avevo mai notato quel ruscello prima di ieri?"
"Perché prima di ieri non c'era. Senti, ti spiegherà tutto Daiany, non ti preoccupare." Sbuffai. "Cosa intendi con: 'Prima di ieri no c'era'?" Il lupo sbuffò senza degnarmi di una risposta, voleva giocare al gioco del silenzio? Bene, roviniamogli il divertimento. "Albis... Tra quanto arriviamo? Albis,mi fanno male i piedi. Albis..." Si voltò ringhiando, ma si zittì all'improvviso, ascoltando i rumori nell'aria. Fu un attimo,poi scoppiò il caos. I lupi neri balzarono fuori dalla fitta boscaglia, attaccandoci. Albis scattò in avanti, attaccandone uno. Ma un altro lo prese alle spalle. Il lupo bianco se lo scrollò di dosso. Feci per gettarmi in mezzo, senza sapere neppure io come avrei fatto a sopravvivere, quando qualcuno mi tirò un pugno. Finii a terra, con le gambe all'aria e picchiai la testa. Mi tirai in piedi maledicendo chiunque fosse il colpevole. Per mia sfortuna mi trovai di fronte un paio di occhi azzurri che avevo già visto, al lago. "E tu? Che ci fai qui?"
"Il mio dovere di Black wolf,ti uccido." Schivai appena in tempo un suo calcio, controbattendo con il tentativo di dargli un pugno. Non lo colpii, anzi mi trovai a terra in pochi secondi, si era chinato,facendomi uno sgambetto. Ero di nuovo gambe all'aria. Rotolai schivando il suo piede che stava per abbattersi sulla mia faccia. Mi rialzai il più velocemente possibile, acchiappando al volo un ramo. "Ho un'arma e non ho paura di usarla." Sul suo viso comparve un sorriso di scherno. "Oh,andiamo! Ma devo davvero combattere contro questa?!" L'urlo era rivolto ai lupi, lo capii seguendo il suo sguardo. Offesa nell'orgoglio lo presi alla sprovvista tirandogli il ramo in testa. "Ho un nome!" Staccai un ramo dalla pianta più vicina, eravamo in una foresta, perché non sfruttare questo fatto? Gli tirai anche quello. Lui mi osservò un attimo stupito, poi ripartì all'attacco. Schivai il pugno, però non il calcio. Il suo piede si abbatté sul mio stinco. Mi tirò una gomitata sul naso. "Ahio! Mi hai fatto male!"
"Era quello l'intento genia!" Non finì quasi la frase che si ritrovò a terra, con un lupo bianco addosso. Albis. Era coperto di ferite dalla testa ai piedi e sanguinava. "Vattene stupido umano, non ci tengo ad ammazzarti, sono tradizionalista." Lo lasciò andare, e Rayan corse rapido verso i Black wolves stesi a terra. "Tu invece Prilla muoviti, se la peggior guerriera che abbia mai visto."
"Scusa, sono più per il leggere e basta riguardo agli scontri." Ridacchiò. "Daiany ti apprezzerà, le piacciono i topi da biblioteca." Lo guardai, senza capire se fosse un'offesa o un complimento. "In che senso sei tradizionalista?"
"Nel senso che spetta a te il compito di farlo fuori, cosa che per ora non sei in grado di fare. Dopo Daiany ti spiega tutto, quindi non farmi più domande."
 
Quando arrivammo dagli altri White wolves Albis si abbandonò a terra, lasciando che alcuni gli leccassero le ferite. Daiany mi trotterellò vicino. "Prilla! Che piacere! Mi dispiace che siate stati attaccati! Ti va di parlare? Hai qualche domanda?"
"Parecchie. Perché non avevo mai visto il ruscello prima d'ora? E la montagna? Perché Rayan e i lupi neri mi hanno attaccata?"
"Andando in ordine. Il ruscello è apparso ieri, così come la montagna. Vedi, quella è la Montagna della Luna, appare quando i due wolf, tu e Rayan, sono nello stesso luogo. Riguardo all'ultima... È una questione di natura, Luce e Tenebre si respingono, così tu e Rayan, Bianco e Nero. Così funziona." Le dure parole di Daiany erano quasi inquietanti. "È vero" replicai "Però è anche vero che senza l'una non c'è l'altra." La lupa ridacchiò, guardandomi con occhi dolci. "Presto capirai cosa intendo." Si avviò verso casa mia. "Credo sia meglio che tu vada, devi andare a scuola, e magari prima farti una doccia e cambiarti. Sei sporca di terra fino alla punta dei capelli."
 
Tutti i lupi mi accompagnarono, nessuno escluso, a casa. Era una forma di sicurezza, come aveva detto Aurti, dato l'attacco che avevamo subito all'andata. Albis era conciato male, dovevano fargli male tutte quelle ferite... "Albis sta bene?"
"Tranquilla, abbiamo la caratteristica di guarire in fretta. Tra un paio d'ore sarà come nuovo, il nostro Albis. Sai... Tra noi è quello più forte" mi sussurrò di risposta Megan, una lupa dagli occhi color nocciola. Ora che ci pensavo... Ogni lupo li aveva di un colore diverso. Quelli di Daiany erano di un argento chiaro, tendente al bianco, quelli di Aurti erano dorati, chissà se era per quello che si chiamava così. Arghi li aveva di un argento purissimo, scuro e brillante, mentre quelli di Albis erano bianchi, con la pupilla nera che si notava subito, l'iride circondata da un contorno azzurro, per fortuna o non si sarebbe distinta. Ridacchiai al pensiero, guadagnandomi un'occhiata interrogativa, che elusi con un gesto della mano, da parte di Megan. Arrivata a casa salutai i lupi mandando un bacio generale, non avevo certo il tempo di darne uno a testa! Salii le scale correndo e mi preparai in fretta, rischiavo di fare tardi per la terza volta in quella settimana ed era solo mercoledì, il giorno che odiavo più di tutti. Avevo cinque ore, nella scuola internazionale che frequentavo, storia, italiano, inglese e due ore di educazione fisica, materia dove facevo altamente schifo. Sbuffando uscii di casa, cartella in spalla e borsa a tracolla.
Fuori dall'edificio di vecchi mattoni rossi incontrai Michelle, bionda e carina, l'unica persona che mi parlasse senza prendermi troppo a male parole, anzi era abbastanza pazza da frequentare casa mia abbastanza spesso. "Miki! Come va?"
"Prilla! Bene, tu? Mi dai una mano per gli esercizi di italiano? Non ci capisco nulla, lo sai." Michelle era inglese, frequentava le mie stesse lezioni, eravamo in classe assieme, ma italiano non era il suo forte. Proprio per niente. "Okay, ma non ti faccio gli esercizi,li fai tu. Chiaro?"
"Signorsì signora!" Scoppiammo a ridere. "Spostatevi! Come vi permettete di intralciare il mio passaggio? Due giorni di punizione!" Riconoscemmo subito la voce e ci spostammo, il professore di arte non stava richiamando noi, ma lo avrebbe fatto se ci avesse trovato ancora lì al suo passaggio. La campanella suonò proprio in quell'istante e noi studenti entrammo per evitare ritardi. In effetti ero arrivata appena in tempo.
 
La prima ora passo senza intoppi, nessuno in classe stava attento, la prof Marconi era noiosa, fin troppo. Come tutti i prof spiegava in inglese, era una scuola internazionale, ed i corsi erano uguali per tutti gli studenti indifferentemente dalla nazionalità. Avendola frequentata da sempre conoscevo benissimo l'inglese, cosa che mi piaceva molto. L'ora dopo non fu che una lagna,la prof si lamentò del proprio dolore ai piedi, del fatto che il fidanzato l'aveva tradita - capivo perfettamente le ragioni del poveretto ma non lo avrei mai detto alla Stevaldi - e dell'emicrania continua. Inglese fu veloce, guardammo un film comico, quindi fu anche abbastanza piacevole. Arrivò l'intervallo, e tutti gli studenti si fiondarono sui distributori di merendine per accaparrarsi il meglio, io e Michelle invece ci limitammo a dirigerci in palestra, un grande edifico rettangolare impossibile da non vedere, considerato che sul muro campeggiava la scritta: "Palestra".
Ci cambiammo in fretta e iniziammo a riscaldarci, volevamo evitare quello del prof. La lezione iniziò poco dopo. "Ragazzi oggi saltiamo il riscaldamento e passiamo subito al gioco! Palla prigioniera!" Fantastico, il gioco che odiavo di più. Ci divise in due squadre, separando me e Michelle. Mi preparai a essere colpita, ma quando la prima palla mi arrivò vicino, qualcosa in me si svegliò e la presi al volo. "In prigione Jack!" Passai il tempo schivando e prendendo al volo, alla fine vincemmo noi. Per la prima volta nella storia la mia squadra vinse, soprattutto per merito mio. Forse  fatto di essere un lupo aveva influito? Non lo sapevo, ma alla fine delle due ore ricevetti parecchi complimenti.
 
Tornai a casa soddisfatta, ma il mio buon umore fu rovinato dall'incontro con Rayan. Mi guardai intorno, era così stupido da attaccarmi in mezzo a tutti gli studenti che uscivano dalla scuola? "Prilla" sussurrò, quasi stesse pensando al mio nome. "Rayan" ringhiai, pronta a qualunque evenienza. "Calmati, lupa, volevo solo informarti di alcune piccole cose."
"Del tipo?"
"Hai mai provato a cercare questo posto in internet o su una cartina?"
"No, perché?"
"Perché è inutile non lo troveresti."
"E perché scusa?" Il mio tono era canzonatorio, nonostante lui fosse serio in volto. "Perché questo posto non esiste."
 
Ho pubblicato un bel po’ prima del previsto ma. . . mi è venuta l’ispirazione e non ho resistito ^^”.
Ringraziamenti: grazie a Vyolet e a meneguzza (non so mettere i link,se mi dite come fare lo farò, ma il computer è la mia “bestia nera”) per le recensioni nello scorso capitolo,spero abbiate letto anche questo :)
Non so quando arriverà il terzo,ma credo presto. Bacioni!!!!!! :*
           Prilla

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


The White wolf and the Black wolf
Capitolo 3
Guardai il biondo scettica. "Tu non stai bene. Allora cosa ci facciamo qui?"
"Qui tutti sono Lupi della Luna. Solo pochi sono ammessi senza esserlo, e sono i futuri testimoni del mio trionfo."
"Non sarei così certa della vittoria fossi in te. L'ultima volta Albis ha battuto tutti i tuoi lupi."
"Sì, ma tu no hai battuto me. È questo l'importante. Oltretutto non stavo nemmeno combattendo seriamente."
"Nemmeno io!" Okay, bugia. Però ero certa che se avessi chiesta ai lupi di allenarmi lo avrebbero fatto, e fu per questo che all'improvviso partii di corsa, inseguita da Rayan. Lo seminai veloce, e raggiunta casa mi buttai a capofitto nel bosco chiamando a gran voce i lupi.
Non dovetti aspettare moto perché i White wolf comarissero al mio fianco. "Che succede Prilla?"
"Pensavo... Rayan è più forte di me, e non poco, ma questo perché è più allenato. Io non ho possibilità di difesa se voi no siete con me."
"Dove vuoi andare a parare, Prilla?" mi interruppe Albis. "Pensavo che voi potreste... Non so... Insgnarmi?"
"Va bene. Mi sembra una buona idea" rispose Daiany, "Anzi, si inizia subito!"
 
Passarono pochi minuti e già avevo il fiatone. Albis aveva optato per un corpo a corpo, quindi si era trasformato in umano. "Prilla! Se avessi combattuto seriamente saresti al tappeto, morta."
"Non mi arrendo Albis." Il lupo/uomo sorrise. Così era proprio un uomo adulto, sulla trentina, gli stessi occhi del lupo, i capelli biondo platino, quasi bianchi. Non mi aveva toccata per tutto il tempo, arrivando a pochi millimetri dal mio corpo, ma se mi avesse picchiata sul serio probabilmente non sarei sopravvissuta. "Prilla... Sei sicura al cento per cento?"
"Sì! Ora riprendiamo?"
"Riposa un attimo, si vede che sei esausta." Mi buttai sul terreno a pancia all'aria, ansimando. "Già stanca?" Sentire la voce di Rayan fu un colpo al cuore, il più grande spavento della mia vita. "E tu, perché sei qui?!"
"Volevo vedere quella che per me dovrebbe essere una minaccia che si allena." Un istinto irrefrenabile mi prese alla sprovvista, e mi lanciai di corsa su Rayan. Gli tirai un pugno all'altezza dello stomaco che lui parò, prendendomi il polso. Lo torse indietro, obbligandomi a far retrocedere l'intero braccio contro la mia schiena e il suo petto. Gli pesta un piede mentre con il braccio libero gli tiravo una gomitata. Mi lasciò andare. Mi voltai per guardarlo. Si era già ripreso. Lanciò un ululato, lanciandosi nella foresta, seguito dai lupi neri.
 
"Come ci sei riuscita?"
"Non lo so."
"Ma ci deve essere una spiegazione!"
"È stato istintivo Albis."
"Prilla, questo cambia tutto. I White wolf sono molto potenti, mi stupisce che tu sia stata in grado di fermare un attacco del Black wolf, visto che l'altra volta per un pelo non ti facevi ammazzare."
"Lo so. Albis... Fuori da scuola ho incontrato Rayan. Mi ha detto che questo posto non esiste. Che vuol dire." Ridacchiò nervoso, anche se era in forma di lupo si capiva che nascondeva qualcosa che voleva tenere per sé. "Ti fidi di lui?"
"No, penso solo che avrebbe senso."
"Ammetto però che questa volta ha ragione. Chiedi a Daiany la prossima volta, non mi piace parlare."
"Va bene..." Continuammo a camminare nella foresta con le orecchie tese al minimo rumore, memori dell'incidente avvenuto la volta precedente. Ogni minimo rumore era fonte di preoccupazioni. Arrivare a casa non fu semplice.
 
Diedi un bacio sul muso ad Albis e suonai il campanello di casa. "Pronto?"
"Papà, sono io!"
"Ti sei degnata di arrrivare" disse appena prima di aprire il portone. Entrai in casa rapida, fiondandomi in camera a fare i compiti. Poi mi venne un colpo, avevo dimenticato la cartella al lago, dai lupi! Sentii una risata alle spalle. "Dimenticato qualcosa da noi?" La voce di Aurti mi tranquillizzò. "Sì, la cartella" dissi voltandomi. Aurti stringeva tra i denti la spalliera della mia cartella. La presi buttandola sul letto. "Grazie Aurti, mi stavo già chiedendo come spiegare ai prof la mancanza dei compiti."
"Non dovrai. Ti lasciò a farli, ciao Prilla!" Detto questo saltò giù dalla finestra.
 
Angolo della noiosa autrice
Chissà perché i capitoli 3 li scrivo sempre prima di partire e sono sempre un parto. Il prossimo sarà più lungo del solito, mi dispiace per questo, magari quando torno lo allungo (senza cambiare contenuti). Grazie a Vyolet e meneguzza, spero di risentirvi! Bacioni :*
       Prilla

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


The White wolf and the Black wolf
Capitolo 4
Un suono forte e acuto mi perforò i timpani, facendomi alzare di scatto dalla sedia sulla quale mi ero addormentata. Ero nella mia stanza, il libro di antologia che mi aveva fatto da cuscino era umidiccio in un punto, avevo sbavato? Poteva capitare, mi dissi. Mi stiracchiai e osservai i compiti abbandonati sulla scrivania. Mi maledissi per essermi dimenticata, ma il pomeriggio prima era stato un inferno.
 
Dopo che Aurti mi aveva lasciato sola in stanza i miei mi avevano chiamato per il pranzo, classiche polpette di riso. Avevo cercato di iniziare i compiti, ma Michelle mi aveva chiamato per raccontarmi del suo incontro con un ragazzo, per fortuna avevo ascoltato scoprendo che era Ryana, così le avvo detto che non mi ispirava fiducia. Così erano andate due ore, sottolineo due ore, una cosa lunga e terribile. Purtroppo parlare con Miki mi aveva sfiancato, voleva di continuo che parlassi e la consigliassi, mi ero buttata sul letto, addormentando mi subito. Una sola ora di sonno. Quando avevo fatto per iniziare i compiti mi ero accorta che era già ora di cena, infatti i miei mi chiamarono poco dopo. Si erano fatte le undici, ed infatti ero crollata sui compiti.
 
Mi sedetti sul letto, con un incredibile torcicollo, accompagnato da mal di schiena. "Papà! Non mi sento bene!"
"Prilla, piantala di fingere di star male! Lo so che è perché hai arte!" Questa volta papà mi aveva ricordato la cosa sbagliata. "No, non è per quello, non sono riuscita a fare i compiti ieri. Comunque grazie per avermi ricordato la tortura che mi aspetta..."
"Nulla Prilla, ora vestiti!" Aprii l'armadio, frugando tra magliette e pantaloni. I teoria la mia scuola prevedeva un uniforme, ma nessuno degli studenti, tranne i ricchi, la indossava. I professori non dicevano nulla, ma, per sfortuna di tutti noi, quello era il giorno in cui il Preside Sheep veniva a trovarci. Tirai fuori di malavoglia la camicia bianca, la giacchetta coloro mandarino e la gonna troppo corta dello stesso colore. Mi misi a cercare il fiocchetto da mettere tra i capelli.
Quando fui pronta mi avviai, saltando la colazione. Guardai la strada sgombra, sentendo un'improvvisa voglia di correre. Le ballerine color terra, scomodissime, mi erano solo di intralcio nella corsa forsennata, così le sfilai. A piedi nudi corsi quasi fino a scuola, trovandoli doloranti e graffiati. Rimisi le scomode scarpe, sistemai i capelli color rame legando lo in una coda alta ed entrai. Gli studenti erano disposti in fila lungo i muri, i alcuni punti vi erano alcuni spazi vuoti per gli studenti mancanti, tra i quali io. Mi posizionai affianco a Michelle, le mani congiunte dietro la schiena. Sentii il portone di vetro aprirsi, lasciando entrare un uomo sui trenta, con i capelli corti e neri, gli occhi leggermente a mandorla e un completo nero. Al suo seguito c'erano vari ragazzi, tra primini, un anno più piccoli di me, e alcuni della mie età. Erano studenti nuovi, arrivati da poco da altri paesi. All'improvviso un odore tra il muschio e qualcosa di marcio mi giunse al naso. Uno dei ragazzi dietro all'uomo disse sottovoce: "Ma che cavolo è questo odore di camomilla e menta?" Nel silenzio generale le sue parole sembrarono un urlo, diversamente però dagli studenti lì raccolti io sapevo di chi era quella voce, Rayan. Soffocai l'istinto di ringhiare. Ma cosa mi prendeva quel giorno? Se mi avessero lanciato una pallina con l'ordine di riportarla lo avrei fatto? Preferivo non saperlo.
 
Il preside iniziò a scrutarci, controllando che ogni divisa fosse in ordine. Quando arrivò a me, iniziò una lunga ramanzina. "I capelli vanno tenuti sciolti, possibilmente senza ciocche di colore diverso" e io lì mi persi. Cosa intendeva? Era da quando era cominciato quell'anno che non avevo più nemmeno fatta qualche ciocca bionda! "Signor preside, non voglio mancarle di rispetto, ma non mi pare di avere i capelli di colori diversi."
"E che mi dice di questa?" chiese l'uomo sollevando un ciuffo della frangia che avevo costretta dietro l'orecchio. Era bianco, ma non era possibile! Sentii una risatina e Rayan fece spuntare la tesa dalla massa. "Sai Prilla, a volte ci si dimentica di certe cose!" mi urlò, facendo voltare parecchie persone. Tra i capelli biondi, spuntava una ciocca nera. "A quanto pare non sono l'unica, Mr. ho-un-ciuffo-nero." Subito Rayan mi guardò storto. Lo sfidai ad attaccarmi, convinta che non avrebbe scatenato rissa a scuola, ma mi sbagliavo. Uscì rapido e si diresse verso di me. Tentò di tirarmi un pugno, lo evitai. "Ma sei impazzito?"
"Lo sono da sempre." disse con un ghigno. Gli tirai una sberla, facendo gli voltare la testa dal lato opposto. "Voi due! Con me." urlò il preside. Lanciai uno sguardo rabbioso a Rayan sussurrandogli: "Questa me la paghi.". Lui sorrise facendo spallucce. "Lo vedremo." mi rispose.
 
L'ufficio del preside era piccolo, una scrivania con una poltrona e due sedie, dove ci sedemmo io e il ragazzo, mi rifiutai di pensare anche solo al suo nome, mi aveva cacciato in un orribile pasticcio. "Rayan, avevo intuito non fossi esattamente un bravo ragazzo, ma addirittura cercare di colpire una tua compagna... Prilla, da te non me lo sarei mai aspettato, non sei la studentessa modello, me lo hanno detto, sai, del caos che hai scatenato.". Impallidii, il mese prima avevo urlato contro la maggir parte dei professori perché mi avevano dato la colpa di alcune cose parecchio gravi che non avevo fatto, infatti avevano capito, però era scoppiato un putiferio, le studentesse non urlano contro i professori e quella era una scuola con un alto rispetto delle regole. "Scusi, ma senza quella reazione i professori avrebbero continuato a sostenere che era colpa mia.". Il preside mi sorrise comprensivo, per poi tornare all'argomento principale della discussione. "Posso capire che tra voi non scorra buon sangue, ma qui, come ben sai Prilla, gli studenti devono rispettersi, per cui ti affido il compito di far visitare la scuola a Rayan. Ora vado, buona giornata.".
Quando fu uscito proruppi in un 'Buona giornata un corno.'.
 
Il preside mise Rayan nella mia stessa sezione, obbligandomi a vederlo tutto il giorno, per fortuna però ci rifiutammo di parlare, fino a quando la campanella dell'ultima ora no suonò. Ci riversammo fuori rapidi e ansiosi di uscire dall'edificio. Respirai l'aria dell'esterno, pensando a quanto fosse bello non essere più lì dentro a soffocare, seguendo le lezioni dei noiosi professori. Mentre facevo questi pensieri una mano mi afferrò il polso. Mi voltai di scatto, riconoscendo la stretta di Rayan, anche se non seppi spiegarmi il perché. "Strano tu non abbia domande su quello che intendevo, sai, non è da tutti i giorni sentirsi dire che il posto dove si vive non esiste."
"Chiederò ai lupi, ora Lasciami andare."
"Non ti conviene, te lo spiego io, magari davanti a una coppa di gelato.". Mi fece l'occhiolino, e io riflettei sulla proposta, amavo il gelato... "Affare fatto, ma solo perché si mangia il gelato." detto questo inizia a trascinarlo verso la mia gelateria preferita.
 
"Quello che intendo" disse Rayan ingoiando un'altra cucchiaiata di gelato al cioccolato, "è che esistono più specie di Lupi della Luna, capisci?"
"No, sinceramente no."
Ci siamo noi Black wolves, voi White, e i Red. I Red sono i più numerosi, ma non hanno intenzione di mettersi in mezzo, anche perché la Luna rossa è rara, come sai. E poi per loro non fa differenza, anzi sono convinti che finirà i parità come al solito.". Mentre parlava ingoiava il gelato, infatti dopo qualche minuto prese a lamentarsi perché gli faceva male la testa. "Rayan, non voglio interrompere questa divertente scena, ma mi chiedevo... L'altra volta hai detto che ci sono anche degli umani."
"Sì, il preside ad esempio. Non sanno nulla, però sono qui perché, quando uno di noi due vincerà, ovviamente io, diffondere la notizia.". Annuii, avevo finalmente capito cosa intendeva. Avrei voluto continuare a chiacchierare, ma il cellulare suonò, distraendomi.
"Pronto?"
"Pry, sono Miki! Dove sei?"
"In gelateria, perché?"
"I miei hanno litigato, posso raggiungerti?". Il gelato mi andò di traverso, non era raro che Miki venisse da me per quello, ma io ero con Rayan, cosa strana visto quello che era successo. "Miki, ci troviamo a casa mia, dove sei, tu?"
"Fuori da casa mia, sono lì tra cinque minuti, se non ci sei cosa faccio?"
"Di' ai miei di farti entrare perché ci dobbiamo vedere, arrivo subito.". Chiusi la chiamata e mi rivolsi al biondo. "È stato... Uhm, un piacere, ci si vede!"
"Dove vai?"
"A casa, devo vedermi con Miki."
"Oh, capito. Ti direi di portarle i miei saluti, ma sarebbe strano, parecchio. A domani, o chissà, magari ci si rivede oggi.". Quella frase non prometteva nulla di buono.
 
Angolo della noiosa autrice
I cambiamenti nei capitoli, e anche in quello che i due sanno, sono parecchi, lo so, ma la trama è quella, non vi preoccpuate!
Grazie come sempre a meneguzza e Vyolet per le recensioni, spero di sentirci anche per questo!
Bacioni :*
   Prilla

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


The White wolf and the Black wolf
Capitolo 5
Appena arrivai a casa mia madre mi bloccò. “Prilla, di sopra c’è Michelle, ma cos’è successo? È conciata male!” Mi preoccupai subito e corsi su per le scale, raggiungendo la mia stanza. Miki era seduta sul letto, singhiozzava, e appena mi sedetti al suo fianco lei mi abbracciò. “Prilla... Ho paura.” La abbracciai a mia volta, consolandola. Non era la prima volta che veniva a casa mia perché i suoi genitori avevano litigato, ma quella volta sembrava più grave. “Miki, cos’è successo?”
“Mia madre è... è... all’ospedale, in coma.”
“O mamma! Mi dispiace! Miki...” La abbracciai più forte, mi dispiaceva sul serio tantissimo. Suo padre era sempre stato abbastanza violento. “Miki, vuoi restare qua? Per un po’, mandarti a casa con tuo padre non mi sembra una buona idea.” Lei sospirò, sapevo che aveva paura di essere di peso, però suo padre sembrava andato del tutto fuori di testa. O aveva alzato il gomito un po’ troppo... o non me lo spiegavo proprio. “Miki... non sarai un peso, tranquilla. Se te lo propongo vorrà dire che mi fa piacere, o che comunque non mi disturba, no?” Miki sorrise, sembrava più tranquilla. “Okay, resterò qui per un po’. Faremo qualche pigiama party...” Sorridemmo, complici. “E pigiama party sia!” Ridemmo, chiacchierando del più e del meno, fino a che Miki non mi chiese: “Prilla,non mi hai detto che conoscevi già Rayan.” Mi mordicchiai il labbro, nervosa, stavamo entrando in campo minato. “Sì, ma non è che siamo...”
“Perché non me lo hai presentato prima!”
“L’ho conosciuto pochi giorni fa, cosa dovevo presentartelo? Poi hai visto cos’è successo a scuola. Non siamo a mici, non ho molto da presentarlo.” Lei sembrò capire e abbassò gli occhi, sussurrando delle scuse. “Miki, non sono arrabbiata! Te lo facevo notare.” Lei sorrise e fece per rispondere, quando qualcuno bussò alla finestra. Appena capii di chi si trattava mi lasciai andare ad un’imprecazione. Fuori, che picchiettava sul vetro, c’era Rayan, un ghigno sul viso, avrei voluto farlo volare giù. Mi avvicinai alla finestra, ricordandomi che si apriva verso l’esterno. A ghignare quella volta fui io, aprii la finestra e Rayan cadde verso il suolo. Purtroppo intercettò un ramo e ci si appese, per poi issarsi nuovamente sul davanzale. “Potevi dirmelo che la finestra si apriva verso l’esterno!”
“Che gusto c’era nell’avvertirti?”
“Ma tu spari sempre cazzate?”
“Vacci piano, lo faccio solo con te!” Mi accorsi che Miki fissava interrogativamente me e Rayan. “Pensavo sarebbe stato solo tra ragazze.” ridacchiò la ragazza continuando a guardarci. “Miki!”
“Che c’è?”
“Adesso lo caccio via, mica lo lascio qui!” Mentre parlavo Rayan entrò con un salto, mi prese per la vita e mi lanciò letteralmente sul letto con Miki. “Ma sei impazzito!?”
“No, sono sempre stato un po’ fuori di testa, perché?”
“Mi hai appena LANCIATA sul letto!”
“Nulla di che.” Okay, ora esagerava. Mi alzai, i pugni chiusi. Mi avvicinai piano, un passo alla volta, e quando fui abbastanza vicina gli tirai un pugno in pieno stomaco. Lui sembrò non risentirne molto, però fece un paio di passi indietro. Mi tirò un calcio ed io scattai indietro evitandolo. “Scusate, ma se volete rissare potreste fare da un’altra parte?” Mi ricordai di Miki e mi girai verso di lei. Quella piccola distrazione diede a Rayan il tempo di tirarmi un calcio sulla schiena, non forte da rompermi la colonna vertebrale, ma abbastanza da farmi volare a terra. Riuscii a evitare di picchiare la faccia sulla moquette della stanza per un pelo. Mi rialzai e tornai a ignorare la mia amica, il biondo mi aveva fatto arrabbiare. “Questa non dovevi farmela.” Scattai verso di lui e gli tirai un calcio sullo sterno. Cadde a terra di sedere. Gli tirai un calcio in faccia, facendolo cadere sul fianco opposto, il destro. Rotolò via prima che riuscissi a schiacciargli la testa. Si rimise in piedi guardandomi truce. Ghignò come prima, sorpassandomi e arrivando a Miki. Non feci nemmeno in tempo a voltarmi che Rayan le aveva stretto il braccio attorno al collo. “Lasciala!” gli urlai. “Se ti avvicini le spezzo il collo.” No, non lo avrebbe fatto... Sì invece, lo avrebbe fatto senza farsi scrupoli. Mi avvicinai alla scrivania, mentre lui mi osservava seduto sul letto, ormai del tutto disfatto. Mi misi con le spalle alla scrivania, appoggiandomi. Portai le mani dietro la schiena e iniziai a passare il piano di legno su cui erano appoggiati i miei libri, alla ricerca di qualcosa di utile. La riga da cinquanta centimetri che usavo per arte sembrò richiamare le mie dita, che la strinsero in una morsa. Appena fui certa che non mi sarebbe scivolata di mano la spostai, portandola davanti al mio viso. “Ho già detto che se ti muovi lei finisce male? Mi pare proprio di sì, Prilla.” Ringhiai, lo sguardo pieno di odio verso quel ragazzo stupido. Avevo davvero voglia di regalargli un occhio nero, ma la vita di Miki era più importante della mia rabbia. Lasciai cadere a terra la riga di metallo che atterrò con un tonfo sordo sul pavimento. “Lasciala, mi arrendo.”
“Ma così non c’è gusto! Non è così che avrai la tua amica, voglio qualcosa in cambio.”
“Cosa vuoi? Soldi? Non ne ho.”
“Sei fuori strada. Mi serve qualcosa che hai solo tu.”
“Ovvero?”
“Il tuo ciondolo, sciocca. Quello a mezzaluna bianco che hai al collo.” Se gli serviva doveva essere importante... Chissà perché. “Perché vuoi il ciondolo?”
“Voglio fermare la guerra. Nel ciondolo ci sono i tuoi poteri, e finché i tuoi lupi non la separano, anche la tua vita, se lo distruggo tu non avrai più nessuna delle due cose.”
“E il tuo?”
“Il mio è vuoto, è solo un ciondolo con dei disegnini.” Aspetta, era ovvio che Rayan parlasse delle rune. O cavolo... Miki! Lei mi guardava come a dire: “Questo è scemo!” e io ero perfettamente d’accordo con lei. “Rayan, hai appena detto tutto questo davanti a una ragazza normale!”
“Tranquilla, se mi dai il ciondolo le faccio dimenticare tutto.” Quello di Rayan iniziava a essere uno scambio equo... Io sarai morta, ma Miki sarebbe sopravvissuta, e non avrebbe ricordato nulla... Cosa dovevo fare? “Immagino di non avere molta scelta.” Sospirando sfilai il filo che sosteneva la piccola mezzaluna. Il ragazzo era già euforico e si avvicinò di fretta per prenderla, commettendo l’errore di lasciare andare Michelle, che corse furbamente fuori. Mi scansai, rimettendomi addosso il ciondolo. “Fregato! Sei più idiota di quanto credessi! Sul serio, devi diventare più furbo!” Se avesse potuto mi avrebbe incenerito con lo sguardo, e iniziai a temere ne fosse capace quando la temperatura iniziò a salire a dismisura. Mi convinsi di no quando notai del fumo sulle sale. Anche il biondino sembrò accorgersene, perché guardò dove stavo guardando anche io. “Tesoro! Il pesce si è bruciato! Che ne dici di fare un’insalata?” Scoppiai a ridere, non era successo nulla di grave. Rayan approfittò della mia distrazione per tirarmi un calcio e prendere la riga a terra. “No, la riga NO! Il prof mi ammazza se la prossima volta non ho la riga!” Lui ridacchiò. “Meglio per me allora!”
“Sei cattivo!”
“Sono il lupo nero, cosa ti aspettavi?”
“Che arrivasse il cacciatore a farti fuori.”
“Sei veramente la persona più stupida che conosca. Comunque...” lanciò la riga fuori dalla finestra. “Vai a prenderla, bella!”
“Non sono un cane!” Quell’esperimento era stato utile più a me che a lui. Ora sapevo che non avrei inseguito una riga fuori dalla finestra, ma per la pallina non ero ancora sicura. Storse il naso con disappunto. “Uffa, non vale! Io le cose le inseguo!” Scoppiai a ridere, fu una cosa quasi involontaria, ma quello era il colmo. “Tu... Sul serio?”
“No, ti prendevo in giro.” rispose sarcastico. Replicai: “Scusa, non è mica colpa mia!”
“Però tu non lo fai!”
“Tu stai dicendo che se ti dicessi di andarla a prendere andresti?”
“No, per te sto fermo, lo giuro.”
“Come no. Bello, riporta la riga a Prilla!” Lui mi guardò truce, ma saltò giù dalla finestra dopo pochi secondi di resistenza, e tornò con la riga... in bocca. Ridevo, e quando la mollò ai miei piedi, sputandola a terra dai suoi dieci centimetri di vantaggio su di me, gli diedi una pacca sulla spalla. “Bravo cucciolo!”
“Di solito la pacca la danno in testa.” mi fece notare.
“Ovvio, perché io ci arrivo alla tua testa.” Fu il suo turno di ridere davanti alla mia faccia imbronciata. Stufa presi una penna e la buttai sul letto. “Riportala qui!” Resistette meno di un secondo, saltò sul letto a quattro zampe e prese la penna tra i denti, facendo poi come con la riga. “E tu dovresti essere la persona brava e gentile dei due?”
“Con gli altri, con te ho l’autorizzazione a essere cattiva. Ne ho una copia scritta, vuoi vederla?”
“Non ci tengo.” Sorrise sarcastico, e io mi lasciai sfuggire un  sorriso intenerito. Mi guardò, stupito, ed io mi riscossi. “Ora te ne vai, lupo da riporto?”
“Questa te la faccio pagare, lo giuro. Ma non ora, di te non ho paura, ma di tuo padre, che, per la cronaca, sta salendo le scale, sì.” Detto ciò saltò fuori dalla finestra. Quando mio padre aprì la porta mi trovò con lo sguardo fisso all’entrata e uscita per lupi.
 
Dopo cena io e Miki ci sdraiammo sul letto. Nonostante tutto Rayan aveva lo stesso cancellato i ricordi a Miki, forse per evitare che dicesse a tutte le ragazze che eravamo mostri. Pensandoci bene non lo eravamo sul serio, eravamo... Lupi mannari più evoluti, mi chiesi se esistessero sul serio. Ridacchiai della mia stessa idiozia, e risposi con un gesto noncurante allo sguardo interrogativo della mia amica. “Allora,che si fa Prilla? Film, giochi... Cosa?”
“Pensavo che potremmo fare qualche cosa, i film belli che ho li abbiamo già visti un sacco di volte.”
“Che ne dici di... Scarabeo?”
“Non ho il gioco e non ne avrei comunque intenzione.”
“Qualche gioco con le carte?”
“Banale! Qualcosa che ci faccia muovere e sia stupido, ho bisogno di non pensare a quello che è successo a scuola.” Mi alzai, dando le spalle a Michelle. Qualcosa di morbido mi colpì alla testa, un cuscino, “Questa non dovevi farmela Miki!” presi il cuscino da terra e lo rilanciai al mittente. Lei sorrise furba e corse fuori dalla stanza, in quella dei miei, e tornò con una quantità parecchio alta di cuscini. I miei li nascondevano nel loro armadio, l’ultima volta che io e Michelle avevamo lottato con i cuscini i miei genitori erano rimasti senza.
 
Come avevo predetto i cuscini sparirono in fretta in un turbine di piume, che iniziò a essere soffocante quando finimmo. Avevamo entrambe il fiatone, ma Michelle, che di solito aveva più energie di me, questa volta era molto più stanca. Se avessimo avuto altri cuscini non avremmo comunque proseguito. Tolsi le piume dal letto e mi ci buttai con Miki. Iniziammo a ridere, le braccia sotto la testa a farci da cuscino. “Prilla...”
“Sì?”
“Questa volta hai vinto, la prossima sarà mia.”
“Prima dobbiamo recuperare i cuscini, sciocca! E prevedo che non sarà semplice.”
“Perché dici così?”
“Perché non è la prima volta che combiniamo un disastro del genere! Forse però ora è meglio dormire, i miei genitori ci faranno fuori domani.” Ridacchiammo, e con il sorriso ci addormentammo.
 
“PRILLA! Questa me la paghi cara!” L’urlo di mio padre fu sentito alla perfezione da me e Miki, infatti ci alzammo di scatto. Mi morsi il labbro, allontanandomi dal letto, già pronta alla ramanzina che mio padre mi avrebbe fatto. Abbassai lo sguardo, ma prima ancora che mio padre entrasse qualcuno bussò alla finestra. I White wolves. Ci mancavano solo loro. Miki non si girò, terrorizzata dagli eventi che sarebbero potuti succedere, così feci cenno ai lupi di passare dopo, cenno che Arghi capì, trasmettendolo ai lupi, che filarono via rapidi. Ritornai in posizione quando mio padre varcò la soglia. “Signorina, quante volte ti devo dire di non toccare i cuscini in camere nostra? E non tirare fuori scuse del tipo: ‘è arrivato un ragazzo biondo che mi ha costretta’ perché non ti credo.” In effetti un ragazzo biondo aveva cercato di obbligarmi a fare due cose il giorno prima, ma di sicuro non rubare i cuscini e spappolarli. Assunsi la mia espressione da: ‘ma è andata così’, e mio padre scrollò la testa e sbuffò, contrariato. “Lo so che non è andata così, e poi che gusto ci sarebbe stato?”
“Se qualcuno ti odia fa di tutto!” mi giustificai. Mio padre mi guardò scettico. “Vestitevi, la scuola inizia tra poco. Anzi, state già rischiando il ritardo.” Ma la sveglia quando serve non suona mai?, mi chiesi. Aprii l’armadio, mettendolo a soqquadro assieme a Michelle. Lei scelse un vestito rosso cremisi al ginocchio, tanto il preside non ci sarebbe stato, i professori avvisavano il giorno prima. Io invece optai per qualcosa di più normale, una maglia blu larga che lasciava scoperta una spalla, un paio di leggins bianchi, con i soliti stivali marroni. Miki mi rubò un paio di ballerine a scacchi rosse e bianche, e quando fummo pronte, presi la cartella e uscimmo. Accompagnai la mia amica a casa sua per prendere l’occorrente per la giornata scolastica. Mancava solo l’ultima tappa, la scuola.
 
I professori erano agitati, mentre guardavano noi studenti entrare. “Nessuno ha la divisa?”
“Io!” rispose Meredith, una ragazza francese ricca quanto antipatica ma fu l’unica. Noi studenti ci guardavamo in cerca del motivo di quella domanda, quando il portone si aprì. Il preside non degnò nessuno di uno sguardo, diretto al suo ufficio. Rayan entrò qualche minuto dopo. Indossava una camicia bianca che si notava essere stata messa in fretta, un paio di jeans, tenuti su da una cintura, e delle scarpe da ginnastica rosse. Teneva la cartella su una sola spalla, i capelli scompigliati gli davano un’aria ribelle. Lo avrei preso a pugni solo perché non mi piaceva come si era vestito. Alcune ragazze presero a bisbigliare, lanciandogli delle occhiatine. Io sbuffai annoiata, mentre lui mi rivolse uno sguardo che voleva significare: ‘Gelosa?’. Alcune delle ragazze mi guardarono, come se volessero uccidermi per il fatto che il biondino mi aveva rivolto uno sguardo. “Ti conviene guardare le oche al posto che me se vuoi essere sicuro di avere tu il piacere di uccidermi, e se proprio devo morire uccisa, che sia per mano tua e non loro!”gli sussurrai passandogli accanto, lui rise. “Credo che accontenterò questo tuo desiderio. Altro?”
“Nel caso tu riesca... consegna il cadavere ai miei, voglio una sepoltura.”
“Prima posso farti qualcosa?”
“Sono morta, voglio solo che i miei non mi cerchino per nulla.”
“Gli vuoi bene.”
“No, li odio.” risposi sarcastica andandomene in classe. Miki mi raggiunse poco dopo, iniziando a parlare.”Prilla! Ho conosciuto un ragazzo, Max, un mito! Ed è anche carino. Per me ti piacerebbe, come amico, non è il tuo tipo.” Alzai gli occhi verso il soffitto scrostato dell’aula mentre lei continuava a parlare. Il suono della campanella fermò la tortura che la mia amica aveva messo in atto.
 
Rischiai più volte di addormentarmi prima dell’intervallo, ma quando questo arrivò iniziò il caos. Rayan e Max stavano facendo a pugni e, strano ma vero, Rayan stava perdendo. In quel momento uno strano istinto si fece strada, non volevo che si facessero male. Scattando mi misi in mezzo, e i due si fermarono. “Levati ragazzina, mi ha detto che sono un idiota, ho il diritto di picchiare questo biondino.” mi disse Max. Sentii Rayan fremere, c’era qualcosa che non andava. “Rayan, è vero?”
“No! Gli ho solo risposto. Mi ha detto che i miei mi odiavano così tanto che mi hanno abbandonato, ma non è vero.”
“E dirgli così non andava bene?”
“Ma cosa sei? La protettrice della pace? Comunque no. Me lo ha detto a gratis, mi sento in diritto di rispondergli.”
“Chi ha iniziato?”
“Il tuo bel biondino, almeno sappiamo tutti a chi mirare per buttarvi giù.”
“Non stiamo insieme, razza di idiota. Penso che abbia ragione perché una faccia come la tua promette solo guai.”
“La sua no, il faccino da principe inganna tutte le ragazze come te.” E addio trattative pacifiche, non ci sarei andata leggere, Rayan non si era impegnato, io lo avrei fatto nero. Mi immaginai la scena, ma nei cinque secondi che avevo impiegato, Max aveva tentato di tirarmi un pugno, che però Rayan aveva parato. “Perché lo hai parato?”
“Me lo hai chiesto tu, ricordi? La morte per mano mia, e poi vederti mal ridotta mi diverte se è merito mio.” Sorrisi, passai sotto al braccio di Rayan e tirai un pugno allo stomaco a Max. Il ragazzo cadde a terra boccheggiando. “Rayan, vedi di evitare di farti conciare ancora così, vale anche per me.” Me ne andai, diretta alle macchinette per prendere qualcosa da mangiare, un pacchetto di biscotti. Michelle mi aspettava in classe. Aveva assistito alla scena, ne ero certa. “Pensavo tu e Rayan vi odiaste.”
“Non è bello quando qualcuno cerca di fare fuori la tua nemesi, lo vuoi fare tu.”
“Perché non avete proseguito la rissa allora?”
“Non era una buona idea, troppa gente a guardare, sono timida!”
“Lo so, ma prima non mi è sembrato.”
“Adrenalina.” le risposi chiudendo la questione e iniziando a mangiare i biscotti. Me ne rubò uno, ma non le dissi nulla, quella era la prassi con i biscotti. “Non avrei mai detto che Max fosse così! Sembrava un così bravo ragazzo.”
“Magari con le ragazze.” Non era quello che pensavo, ma non volevo metterle quel dubbio addosso, era la persona a cui volevo più bene al mondo. Le feci il solletico per farla distrarre, mi sputò il morso di biscotto che aveva in bocca in faccia. “Che schifo, Miki!”
“Colpa tua.” Mi alzai e andai a lavarmi via il biscotto, lasciando a Michelle il resto del pacchetto, che alla fine erano solo due biscotti.
 
Mi stiracchiai, respirando l’aria dell’esterno. Anche quella orribile giornata di scuola era finita. Mentre pensavo a cosa fare qualcuno mi prese per il polso, piegandomi il braccio contro la schiena. Tirai un calcio sullo stinco al mio aggressore, per poi girarmi, pronta a proseguire. Trovai Miki a saltellare su un solo piede, tenendosi la gamba che avevo colpito. “Scusa! Non pensavo fossi tu!”
“Speravi fosse qualche bel ragazzo?”
“Era un’allusione?”
“In che senso?”
“Nulla, ti va un gelato?”
“Non dobbiamo andare a casa?”
“I miei non ci sono e io non ho voglia di cucinare.”
“Un gelato... Ma è novembre inoltrato!”
“Quindi? Fa ancora abbastanza caldo, e la gelateria è aperta.” Lei ci penso su un attimo, poi annuì, le andava bene.
 
Ci sedemmo al primo tavolino disponibile, iniziando a guardare i menù, anche se entrambe sapevamo cosa volevamo. Il cameriere arrivò dopo pochi minuti. “Salve, avete già deciso cosa volete?”
“Per me un Bloodymilk, per la mia amica un Lemonmint.” Miki sorrise nell’ordinare, facendo arrossire il cameriere. Il Bloodymilk era una coppa gelato con fragola e panna, mentre il Lemonmint era una granita misto di limone e menta. Nell’attesa mi guardai attorno, notando Rayan seduto a un tavolo poco distane a flirtare con una ragazza, una moretta dall’aria... ocosa, sembrava un’oca. Lui dovette notare che lo guardavo visto che mi lanciò un’occhiata. Tornai subito con lo sguardo a Miki, che iniziò a parlare di cose a caso. Non mi interessai e iniziai a pensare a quello che era successo il giorno prima. Ero andata lì con Rayan e avevamo parlato da persone civili, di cose non altrettanto civili, il punto era che io lui non avevamo litigato. Magari il gelato mi aveva dato alla testa, però era stato molto meglio che urlarsi dietro. Finalmente il gelato arrivò.
 
“Ciao Daiany, come va?”
“Bene Prilla, tu?”
“Alla grande, mi chiedevo se c’era qualcosa che dovevo sapere di importante sul ciondolo, ci sono alcune rune dietro.” Daiany sembrò sorpresa, però mi rispose: “No, mi pare dietro ci sia scritta una frase di incoraggiamento, qualcosa di simile.” A quel punto le soluzioni erano due: o Daiany non ne sapeva nulla o la lupa mi stava mentendo. “Daiany, ieri mi sono scontrata con Rayan, mi ha detto alcune cose sul ciondolo...”
“Credi al tuo nemico piuttosto che a noi?”
“Non è quello... è che altrimenti quello che ha fatto non avrebbe senso!” Daiany sembrava contrariata, e non dal fatto che credessi più a Rayan che a lei, ma del fatto che fosse curiosa! Ero arrabbiata. Cercai di calmarmi ascoltando i rumori provenienti dal bosco. Nulla. Più ascoltavo più la rabbia saliva, e alla fine esplosi: “Perché mi nascondi le cose! Non capisci che è inutile?! Mi costringi a rivolgermi al nemico perché tu non vuoi dirmele! Ti faccio le domande e fai finta di nulla, mi dai solo fastidio così! Sinceramente? Non mi hai nemmeno spiegato perché dovrei fargli del male!” Mi misi a correre nel bosco, infuriata e rattristata. Fu improvviso, mi ritrovai schiantata contro un tronco, il fianco dolorante. A colpirmi era stato un tentacolo melmoso. Un lampo fulvo lo attaccò, un lupo dalla pelliccia rossiccia, ma venne scaraventato lontano. I lupi rossi iniziarono ad aumentare, attaccando il mostro. Questo si difese, procurando ai lupi delle bruciature lungo il pelo. Non avevo idea su come potessi aiutarli, ero sdraiata su un fianco, e fu solo per quello che noi
Tai che non avevo più le mani, o meglio, erano diventate zampe, da lupo, bianche. Mi alzai, traballante, ma dopo pochi secondi iniziai a sentirmi bene, a mio agio, ma soprattutto carica. Attaccai il mostro alle spalle, con un movimento rapido. Saltai, poggiando prima le zampe anteriori, ed una frazione di secondo dopo anche quelle posteriori, dando una spinta saltai via. Il mostro cadde, e i lupi si spostarono appena in tempo. Le zampe mi facevano male, ma meno del fianco. Mi chiesi cosa stesse succedendo, quando un lupo nero dagli occhi azzurri si lanciò contro il mostro. Mi preparai a un secondo attacco, l’idea migliore sarebbe stata staccargli i due tentacoli, ma avevo idea che sarebbe stato fatale, visto quello che succedeva quando toccava qualcosa. Venni presa per la collottola e spostata da uno dei Red wolves, non potevano che essere loro. “Evita di stare sulla sua traiettoria, non so cosa sia, ma è pericoloso.”
“Non me ne ero accorta...” ironizzai, beccandomi un’occhiataccia. Io e il rosso scattammo di lato evitando un altro colpo melmoso. Rivolgo un’occhiata al lupo rosso mentre il mostro è distratto. È più grosso di me, e anche del lupo nero. Mi accorsi che gli occhi azzurri che aveva il Black li aveva già visti, ma dove? mi chiesi. Nella testa mi passò l’immagine di Rayan. I capelli biondi con quel ciuffo nero, gli occhi azzurri... sì, erano i suoi. Mi riscossi appena in tempo per evitare il tentacolo di quella specie di gelatina troppo cresciuta, scartai a destra. In meno di due secondi fui pronta e gli saltai addosso, lasciandogli un graffio con gli artigli sul braccio, se tale si poteva definirlo. Rayan e il rosso lo attaccarono dai due lati opposti, ma furono loro a risentirne più che lui. Capii che eravamo troppi pochi, e Rayan mi aveva anticipato la poca potenza dei Red. “Prilla! In questo momento il tuo branco è quello più forte! La Luna è crescente, quasi piena! Fai qualcosa!” Guardai il rosso senza capire. Alla mia muta domanda rispose Rayan. Era stanco, si vedeva lontano un miglio. “La forza dei nostri poteri dipende dalle fasi lunari! Quando la Luna è pina i tuoi poteri sono al culmine, quando è nuova lo sono i miei!”
“Cosa volete che faccia?”
“Lasciati guidare dall’istinto o questo coso ci ammazza tutti!” Pensai fossero tutti impazziti, però chiusi gli occhi cercando di svuotare la mente. Dovevo uccidere quella creature, salvare i Red wolves e lottare con Rayan. Ululai. Non un verso normale, sentii la terra tremare sotto le zampe, investita da una pioggia di foglie che cadevano dagli alberi. Alla Gelatina il mio ululato dovette dare molto fastidio. Cadde a terra emettendo dei fastidiosi ultra-suoni che il udito riuscì a captare, ero un lupo, sentivo ciò che sentivano anche loro. Una leggera pioggia iniziò a battere, come richiamata, e lentamente il mostro si sciolse, venendo assorbito dal terreno, sul quale non sembrava avere effetto.
 
Angolo della noiosa autrice.
Hola gente! Non chiedetemi perché parlo spagnolo, lo odio! Come avrete notato questo capitolo è un filo più lungo del solito. Volevo sapere, sempre se qualcuno ha voglia di dirmelo se è meglio che continui a farli corti o lunghi ^^’. Dopodiché volevo dirvi una cosa triste (no per voi è lieta come notizia), Luglio e Agosto sarò al mare senza internet (se non quello del mio cellulare) e computer, quindi... non penso che mi sentirete, salvo che io non recensisca qualcosa, posso leggere dal cellulare. Detto questo...
Volevo ringraziare...
-meneguzza e Vyolet che hanno recensito, vi adororo;
-Vyolet e black liberty per aver messo la storia tra le ricordate
-Julia_Greenshade e Kamyla per aver messo la storia tra le seguite
-tutti quelli che leggono la storia in maniera anonima (se vi fate sentire non vi mangio)
Grazie ancora a tutti, vi saluto, a sabato prossimo, bacioni :*
Prilla

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


The White wolf and the Black wolf
Capitolo 6
Stupita guardai i lupi rossi che mi circondavano. I loro sguardi erano un misto di sorpresa e ammirazione che mi fece, stranamente sentire in imbarazzo. “Abbiamo vinto...” sospirò Rayan. “Non ci ero arrivata...”
“Non pensavo, guarda come siamo conciati.” Effettivamente tutti avevamo delle bruciature lungo il corpo, sul pelo. L’unico sul quale non si notavano era Rayan, il cui pelo nero le nascondeva. Su di me invece risaltavano benissimo, ma non erano bruciature normali. Erano violacee. Il lupo fulvo che mi aveva salvato la vita assunse sembianze umane. Sembrava un nativo americano, i capelli neri, gli occhi scuri... Immagino siate in grado di immaginarlo. Era carino, come me e Rayan aveva una ciocca di un colore diverso, per l’esattezza sulla frangia, rossa. “Grazie dell’aiuto. Sono rimasto sorpreso dal fatto che abbiate collaborato.”
“Perché?” chiesi subito. “La curiosità... in te è molto più forte che nei tuoi predecessori... Ma tornando alla tua domanda. È nella vostra natura darvi battaglia, però sembra che voi due... siate diversi. Avete collaborato, nonostante per te Black, sarebbe stato più comodo lasciare che il mostro la uccidesse, invece sei intervenuto.”
“Posso sapere con chi sto parlando?” intervenne Rayan, bloccandomi prima che potessi fare altre domande. “Scusate, io sono Jack, il Red Wolf.”
“Piacere, Prilla. Ora...” lo presi a braccetto e iniziai a trascinarlo. “Perché non mi racconti qualcosa su... tutto?”
“Okay... I White sono rigidi come una volta? Non ti permettono domande o ti rispondono brevemente?”
“Esatto, è una cosa snervante!”
“Lo fanno perché alla fine per loro voi siete macchine. O meglio, questo vale per te e i White. I Black sono più aperti e preferiscono che il loro guerriero sappia. Scommetto che non hanno ancora separato poteri e la vita dal ciondolo.” Lo guardai a occhi sgranati. “Come lo sai?!”
“Lo fanno sempre. Tu ti fidi di loro, fai un errore, ti chiedono se dai loro un attimo il ciondolo... Tu glielo dai, perché non dovresti?, loro lo spezzano e ti tolgono la vita. Se vuoi posso farlo io...”
“Te ne sarei grata, è preoccupante sapere che loro hanno quest’arma.”
“Dammi il ciondolo.”
“Posso fidarmi?”
“Certo.” Mi sorrise, facendosi una croce sul cuore come fanno i bambini. Sfilai la mezzaluna e gliela porsi. Jack se la rigirò tra le dita, che si illuminarono di una strana luce color sangue. Ne sfiorò la superficie, e un sottile filo bianco fuoriuscì, seguendo i movimenti delle sue dita. “Allunga una mano, Prilla, con il palmo verso l’alto.” Feci come richiesto, e il Red Wolf mi posò il filamento luminoso sul palmo. Un piacevole formicolio mi invase il palmo, per poi salire sul per il braccio, fino al cuore. Mi sentivo piena di energia, pronta ad affrontare qualunque cosa.
Rayan ci raggiunse, squadrandomi, poi mi sorprese dicendo: “Ti va un gelato? Abbiamo parecchie cose di cui parlare, a partire da quel coso.” Indicò il terreno dove il mostro era scomparso. “Volentieri, per un Lemonmint c’è sempre tempo.”
 
La gelateria era quasi deserta, però io e Rayan non ce ne preoccupammo, se fosse successo qualcosa avremmo avuto meno testimoni, non è ancora il momento di svelarsi aveva detto semplicemente Rayan. Ci sedemmo in un angolo, cosa inquietante. “Rayan! Ogni giorno una ragazza diversa? Prilla, cascata nella trappola del fascino di Ray?” A parlare era stato un ragazzo sui diciassette anni, con i capelli neri, le lentiggini e gli occhi marroni, una specie di stecchino ambulante, ma soprattutto era antipatico. “Assolutamente no, Steve! Io e Mr. Donnaiolo non siamo qui per un appuntamento.”
“Prilla... Ti fa così schifo l’idea di uscire con me?”
“A essere sincera sì, sei più viscido di un serpente.”
“Modestamente, è arte la mia.”
“Sì, l’arte dell’essere insopportabile.” Steve ridacchiò alla scena. “Lo ammetto, non avete nulla a che fare con le coppie solite.”
“NON SIAMO UNA COPPIA, STEVE!”
“Okay, okay, se lo dite voi...”
“Sì, problemi?”
“Nessuno Rayan, ma visto che non state assieme immagino non ti darà fastidio se chiedo un appuntamento a Prilla.”
“Fai pure, a me non interessa nulla.” A quel punto sbottai infastidita: “Chi ti dice che verrei con te, Steve?”
“Confermeresti la mia teoria, a quel punto.”
“Spiacente Steve, ma non ti sopporto, quindi te lo puoi scordare.” Mi sorpresi io stessa delle mie parole. Era vero, non avevo mai sopportato Steve, troppo sicuro di sé. Lui mi guardava con gli occhi spalancati, come se avessi appena detto qualcosa di impossibile. “Cos’è, ti credi tanto simpatica?” Era arrabbiato, una mano sollevata in aria, come sul punto di tirarmi uno schiaffo. Ci provò sul serio, ma non aveva calcolato che ero pronta. Gli diedi un calcio sullo stinco, facendolo barcollare all’indietro. Rayan nascose le risate con un colpo di tosse. “Ora, Steve, che ne dici di prendere le ordinazioni?” Mi guardò, arrabbiato, ma non me preoccupai in fondo potevo gestirlo benissimo. “Ditemi allora.”
“Un Lemonmint per Prilla e un Monkeyciock per me.” rispose Rayan al posto mio. Finalmente il ragazzo ci lasciò in pace. “Allora, Rayan, tu hai idea di cosa sia successo oggi?”
“No, purtroppo. Qualunque cosa fosse quel mostro spero fosse solo.”
“Temo di no, purtroppo. I disastri non vengono mai da soli, però non è effettivamente detto che ce ne siano altri.” Sembrò riflettere mentre una ragazza ci portava quello che avevamo ordinato. Il Monkeyciock era una scimmietta coppa al cioccolato e banana, due gusti che odiavo. “Credo tu abbia ragione, anche se quel mostro fosse un esemplare unico succederà qualcos’altro, e in un certo senso, spero che accada presto.”
“In effetti prima ci liberiamo di quello che non ha a che vedere con noi meglio è. Sai Rayan... ho pensato a una cosa, ieri sera.”
“Ovvero?”
“Che qui è come se... non so, fossi in pace anche con te.”
“Metteranno qualcosa nel gelato.” scherzò lui. Sorrisi e replicai, facendo spallucce: “Possibile, non gli ho mai chiesto nulla.”
“Comunque hai ragione.” tornò improvvisamente serio, “Qui c’è una strana calma, non riesco a essere arrabbiato con te, anche se normalmente lo siamo, io per lo meno. Sono sulle spine, aspetto sempre che tu mi attacchi, anche se in realtà non lo fai mai.”
“Vero sei sempre tu ad attaccare.” Ci perdemmo entrambi nei nostri pensieri, io bevendo e lui mangiando. Se davvero c’erano altri mostri io e lui avremmo dovuto collaborare per forza, e per farlo serviva far capire quello che, da subito, io avevo capito senza accorgermene, non c’è luce senza ombra. “Rayan... Credo che... ci toccherà collaborare.”
“In che senso?”
“Se ci fossero altri mostri... nessuno dei due potrebbe farcela da solo.” Rayan sospirò soppesando le mie parole. “Non è che mi sottovaluti?”
“Rayan, se ce ne fossero altri, più di uno, e ci attaccassero tutti assieme, da solo, nessuno dei due, nemmeno con l’aiuto del branco, la spunterebbe. Se invece...”
“Lavorassimo in squadra non ci sarebbero poi molti problemi, saremmo in molti, e se in più aggiungiamo i Red...”
“Potremmo riuscire a non avere nemmeno dei morti se non tra i nemici.” Per quanto fosse chiaro che fossimo confusi eravamo anche euforici. “Dobbiamo solo capire come convincere i lupi.” Rayan mi riportò bruscamente alla realtà dei fatti. “Tra due ore al lago, porta i Black.” Bevvi l’ultimo sorso del Lemonmint e mi alzai, correndo verso casa.
 
“Aurti!” Il silenzio che regnava nel bosco era rotto solo dalla mia voce. Il lupo uscì da un cespuglio scrollandosi di dosso delle foglie. “Che hai Prilla? Non potevi chiamare Daiany?”
“No, non mi avrebbe ascoltato.”
“E cosa ti fa credere che lo farò io?” Sbuffando dissi al lupo bianco quello che era successo, sperando che avesse una spiegazione, chiedendogliela con lo sguardo.
Quando finii di parlare il lupo capii subito che Aurti ne sapeva qualcosa. Gli si leggeva negli occhi il terrore, la paura. “Aurti, cosa sai?”
“Dovrebbe essere Daiany a dirtelo... io non so come spiegartelo, però hai ragione, se non uniamo le forze non potremo mai vincere. Come hai supposto quello non era il solo, sono tanti, e ora che sanno quello di cui siete capaci tu e quell’altro... Attaccheranno in massa e sarà una strage.”
“Aurti, riesci a convincere gli altri a venire al lago tra circa un’ora?”
“Certo, devo dirgli quello che hai intenzione di fare?”
“Tienilo per te, preferisco che non sappiano cosa aspettarsi, digli che voglio parlargli.” Il lupo mi sorrise e si dileguò rapido di nuovo tra i cespugli. Senza riflettere mi diressi verso casa. Jack aveva detto che al primo passo falso i lupi avrebbero potuto cercare di uccidermi, distruggendo il ciondolo. Mi conveniva riportare i simboli dietro, ero certa che servissero a qualcosa.
 
Quando arrivai a casa spalancai la porta e andai in camera, senza nemmeno salutare i miei genitori, rientrati da poco. Presi un foglio e una matita, appoggiando poi il ciondolo sulla scrivania. Iniziai a copiare i simboli incisi sul retro, in caso Daiany avesse distrutto il ciondolo. Il foglio era percorso da linee nere, e solo verso la fine le rune erano perfettamente identiche. Le avevo messe nella stessa posizione, infatti formavano una mezzaluna. Rimisi il ciondolo al collo ed uscii, mancava più di mezz’ora all’appuntamento al lago, così iniziai a riflettere su quello che sarebbe potuto succedere, stavamo per far incontrare due branchi di lupi che si odiavano, rischiando noi stessi di fare una brutta fine. Aurti era sembrato d’accordo con me, ma Daiany era un’altra storia, quella lupe era cocciuta, e non si sarebbe arresa. Aprii l’armadio, in un atto di nervosismo e iniziai a cercare la mia maglia portafortuna, una camicetta verde. Appena fu tra le mie mani sfilai la maglia blu, e infilai la camicetta, chiudendo tutti i bottoni, come mio solito. Venti minuti all’incontro. Senza curarmi nuovamente dei miei genitori uscii di casa con un semplice: “Esco con un amico, non torno a cena!” Questa frase fu seguita da varie proteste, che spensi sbattendo la porta. Per me era un’abitudine, alla fine i miei genitori sapevano che non avrei fatto cavolate, ma quella volta non ero certa dell’esito dell’uscita tra amici, perché non lo eravamo, eravamo lupi, e io non ero certa di odiare il Black wolf, e sembrava che neppure lui mi odiasse realmente, per lo meno in gelateria... Che fosse perché entrambe le volte avevo pagato io? Sbuffando continuai a camminare immersa nei miei pensieri. Lo spago che reggeva il ciondolo era abbastanza fastidioso, se fossimo sopravvissuti lo avrei sostituito con qualcosa di più comodo, tipo una catenina. Arrivai al lago prima degli altri e, sedendomi, sperai vivamente che i primi a farsi vedere fossero i White wolves, capitanti da Aurti possibilmente. Un rumore di passi, piedi e zampe, mi distrasse. Mi tesi istintivamente, qualcosa mi diceva che chiunque si stesse avvicinando non era ben intenzionato. Tesi le orecchie, in ascolto dei rumori che mi circondavano. I passi provenivano da dietro di me, così mi voltai, saltando, quasi, in piedi. Un paio di occhi azzurri mi fissavano dall’ombra, dalla quale spuntò Rayan, seguito da un branco di lupi neri. I loro occhi si puntarono su di me, squadrandomi. Sentii qualche ringhio, ma la maggior parte sembrava... curiosa. Mi abbandonai nuovamente a terra, quasi sul punto di ridere, ma non lo feci, c’era qualcosa che non andava. Rayan mi lanciò uno sguardo, carico di tensione, cosa che stavano facendo anche tra loro i lupi al suo seguito. “Lo senti anche tu?” gli chiesi. Il biondo annuì, avvicinandosi. “Immagino sia il fatto che si stiano avvicinando i tuoi lupi...”
“No, l’ho sentito anche prima che voi arrivaste, non è la stesa cosa, è qualcos’altro.”
“In effetti anche io ora sento due tipi diverse di presenze. Una è meno ostile, ma non so dire se siano i tuoi lupi o quello che senti anche tu.”
“Credo il meno siano i White, non hanno idea siate qui, tranne Aurti.” Mentre ridacchiavo sentii le presenza dei lupi avvicinarsi. Ero sollevata, alla fine l’unica che avrebbe opposto davvero resistenza era Daiany. Prendendo un profondo respiro mi alzai. Rayan dovette notare la mia tensione perché mi rassicurò: “I Black wolves hanno promesso di non attaccare il tuo branco se loro non li attaccheranno.” Presi un secondo respiro e mi avvicinai, pronta a mettermi a capo dei lupi. Sentii i ringhi ancora prima di vederli. “Calmi tutti. Sono la White wolf, e, per una volta, il comando l’ho io. Non andate contro le mie decisioni, che non è d’accordo può girarsi e andarsene.”
“E chi resta e non rispetta le regole?” La voce di Daiany era derisoria. “Immagino voi non vogliate saperlo davvero.” risposi restando enigmatica. Sbucai al lago, seguita da tutti loro. “Chi inizia a spiegare, Rayan?”
“Inizia tu, ti aiuterò man mano.” Presi l’ennesimo respiro e iniziai a raccontare gli avvenimenti di quel giorno. Tutti i lupi lì presenti si tesero al racconto mio e di Rayan. Ogni nostra parola vedevo i loro muscoli tendersi, mentre tra branchi si scambiavano lunghe occhiate.
 
Quando finalmente finimmo di raccontare il sole era calato, avevo la gola secca, e qualunque segno di odio da parte della maggior parte dei White wolves era sparita. “Prilla, come fai a fidarti di lui?!” Daiany iniziò a urlare verso di me, ma Aurti intervenne: “Daiany, è inutile che cerchi di preservare il tuo momentaneo ruolo di capo, sapevi bene che sarebbe successo presto, che avrebbe ripreso il controllo. Sa quasi tutto, ed è giunto il momento di chiarire gli ultimi dubbi, deve guidarci dove crede giusto.”
“White, hai perfettamente ragione. Credo sia meglio concederci una tregua per spiegargli com’è andata tutta la storia.” La voce roca di uno dei Black wolves sorprese non poco Daiany, che sbraitò: “Fatevi i fatti vostri! Ciò che facciamo a Prilla non vi riguarda.”
“Ti sbagli.” Rayan fissava la lupa, con uno sguardo pericoloso. “Non capisci? Siamo tutti nei guai, continuare a farci la guerra consentirà al nemico che abbiamo in comune di farci fuori! Non so cosa sia, ma ci vuole morti, tutti.” Gli occhi di Daiany lanciavano lampi, ma Rayan non sembrava spaventato. Mi chiesi se quello non fosse stato solo un errore, in fondo i lupi si odiavano, non sapevo cosa sarebbe successo al perire di una delle due fazioni. Lanciai nuovamente un’occhiata verso Rayan e Daiany, che continuavano con quella guerra di sguardi, ma alla fine la lupa si lasciò cadere a terra, afflitta. “Avete vinto.”
“Daiany...”
“Zitta Prilla, non voglio sentirti, sei una traditrice, come tua madre, ma lei non era come te.” Forse mossa a pietà mi sedetti affianco a lei, facendole dei grattini dietro le orecchie, cosa che dovette piacerle molto, visto che mise il muso sulle mie gambe lasciandosi coccolare. Uno dei lupi neri dietro a Rayan, grosso e con una cicatrice che gli passava il muso da parte a parte, si diresse verso di noi. Daiany si irrigidì leggermente, mentre io osservavo il lupo, interrogativa. “Prilla, abbiamo la tua parola che fino alla fine di questa storia non ci dovremo aspettare attacchi da parte vostra?”
“Hai la mia parola, e con la mia quella di tutti noi.” Il lupo sembrò soddisfatto della mia risposta. Arghi si diede una scrollata al pelo. “Ragazzi, non penso questi siano il posto e il momento adatto. Saranno le nove, immagino i vostri genitori siano preoccupati per voi.”
“Non so i tuoi Pry, ma i miei mi hanno dato rientro a piacere.”
“Punto primo: non ti azzardare mai più! Punto secondo: i miei mi uccideranno abbastanza per il fatto che si sia fatto così tardi, quindi preferirei tornare a casetta mia entrando dalla finestra.”
“Ma cosa sei, una ladra?” Il ragazzo scoppiò a ridere, beccandosi un’occhiataccia da parte mia. Vidi i Black tendersi, e come me Rayan, che subito disse: “Calma ragazzi! Non dovete prestare particolare attenzione a noi, non è colpa mia se nemmeno Pry ha resistito al mio fascino.”
“Questa me la paghi.” Tra le risate iniziai a inseguirlo, mentre Aurti urlava: “Tornate a casa! È tardi e nessuno di noi vi sopporta più.” Stava ridendo, così mi voltai per rispondergli a tono, ma Rayan fu più veloce: “Bianco! Sappi che lei finisce in acqua ora!”
“No,aspetta,cosa?!” Non finii la frase che tra le risate di tutti Rayan mi trascino nel lago. Era basso, così riuscii a bagnarmi solo le scarpe, all’inizio. Rayan mi mollò un attimo, chinandosi e iniziando a schizzarmi. Lo guardai, occhi e bocca spalancati. “Questa non dovevi farmela!” Presi a schizzarlo, gelata fin nel midollo perché erano le nove di una serata novembre, mi sarei beccata un raffreddore. Ridendo anche i lupi iniziarono a entrare, e nel giro di poco avevano tutti quanti il pelo fradicio. Vidi Daiany e Albis rincorrersi, sbattendosi in acqua a spallate, poi ad Aurti venne un’idea geniale. Si tramutò in umano, cosa che non sapevo fosse in grado di fare, seguito poi dagli tutti gli altri lupi, bianchi o neri che fossero. Il massimo di età che dimostravano i lupi-umani erano i trent’anni, anche se ne avevano di sicuro di più, ed erano per lo più di bell’aspetto, ma la cosa non mi interessava, mi interessava molto di più la battaglia che era in corso.
 
Giocavamo così da almeno un quarto d’ora, quando sentii i nuovo quella sensazione, e Rayan con me. Senza che nessuno dei lupi ci notasse uscimmo, dirigendoci verso la direzione da cui eravamo certi provenisse il pericolo, quando dai cespugli uscì Max. La sensazione si fece più forte, mentre mi accorgevo di essere osservata. “Rayan... non è una mia impressione, vero?”
“Temo di no.” Mi prese il polso e mi trascinò nuovamente in acqua, svelto. Max ci osservava. Si incamminò verso di noi, e all’improvviso tutta l’allegria che si era creata si ruppe, lo avevano sentito anche loro. “Rayan... Avevo ragione allora! Colpisci uno e l’altro cade.”
“Non so di cosa tu stia parlando, Max.” La frase di Rayan era uscita dalle sue labbra, come un ringhio, non gli piaceva, come non piaceva a me. “Prilla, sai chi è?”
“Sì Aurti, un nostro compagno di scuola.”
“Sparisci, non vogliamo problemi.”
“Ma io sì, questi due mi hanno causato qualche guaio, a casa. USCITE!” Dall’ombra uscirono dei lupi grigi, gli occhi iniettati di sangue. “Immagino di dovermi presentare a voi per chi sono davvero. Max, il Lupo Grigio.” I lupi tornarono alla loro forma originaria, ringhiando. “Cosa ci fate qui?” Max ridacchiò. “Sciocco, questa è casa nostra!”
“Non più.”
“Ci avete sfrattato!”
“Volevate la Luna!”
“Non ci avete detto che faceva così schifo!”
“La Luna non fa schifo!” I lupi grigi non sembravano molto d’accordo, però lasciarono perdere. “Ci avete portato via il potere!”
“Non lo meritavate!”
“Perché, voi sì?” Vidi un’ondata di nervosismo serpeggiare tra i lupi alle nostre spalle. “Non so cosa sia successo, ma penso che se la vostra reazione è questa le loro motivazioni fossero ottime. Perso... Lupi come voi non meritano nulla.” Era stata una reazione un tantino istintiva, la mia, lo ammetto, ma mi sembrava la cosa più logica da dire. “Chiudi il becco, ragazza! Tu non capisci! Vennero qui, ci cacciarono sulla Luna, e quando tornammo scoprimmo che erano loro a reggere il peso della terra, o meglio degli animi dei suoi abitanti, e degli elementi per evitare che andassero fuori controllo!”
“Vi hanno tolto un peso, allora.” La voce di Rayan era pacata, calma. Mi stupì non poco quel suo atteggiamento. Gli diedi man forte. “In effetti lo avete definito peso, dovreste essergliene grati.”
“No, perché ora la sorte del mondo è nelle vostre mani. La sua salvezza e... la sua distruzione.”
“Salvezza da cosa?” Quella sua affermazione aveva acceso la mia curiosità, e non solo la mia. “Salvezza da noi, dolcezza.” Questa volta era stato un altro dei lupi grigi a parlare, era massiccio e aveva un’aria minacciosa, malvagia. “In che senso?”
“Pensi davvero che a noi interessi degli umani? O delle specie inferiori?”
“Non esiste una specie migliore o peggiore, servono tutte.” Gli interventi di Rayan erano sempre più sconcertanti. Il lupo mi si avvicinò, ed io feci un passo indietro. “Sei diversa, hai... un odore diverso dagli altri White wolf che ti hanno preceduto. Sei più curiosa, e più... istintiva. Però hai un gran cervello e sei arrivata per prima alla realtà, solo che non lo sai ancora.” Si allontanò, ed io mi accorsi di aver trattenuto il fiato tutto il tempo. I lupi grigi guardarono Max, che fece loro segno che era tempo di andarsene.
 
Quando smisi di sentire la loro presenza nelle vicinanze caddi a terra, a peso morto, mentre Rayan mi si sedette vicino. Sentivo i lupi dietro di noi agitati. “Sarà meglio che vede a casa, saranno le dieci... i miei mi uccideranno. Entrerò dalla finestra in camera mia, così non mi sapranno nemmeno che sono tornata... così.” Mi presi una ciocca di capelli tra le mani, erano ancora bagnati. “Vuoi che ti accompagni?” mi chiese Rayan, lanciandomi uno sguardo come a dire: ‘Abbiamo qualcosa di cui parlare’. Annuii sorridendogli. “Va bene lupacchiotti, noi vi salutiamo!” Diversamente dal biondo mi limitai a un cenno con la mano.
 
“Come ci è saltato in mente, secondo te?” proruppe ridendo quando fummo abbastanza lontani dai lupi. “Cosa? In questo periodo abbiamo fatto parecchie cavolate colossali.”
“Il lago, giocare nel lago, siamo in pieno novembre, non fa freddo, ma non da farsi un bagno!”
“Siamo due pazzi, per quello.” Mi sorrise. “In effetti non si può dire che siamo normali...”
“Siamo dei lupi mannari.”
“Finché non siamo quelli di Twilight...”
“Che male ci sarebbe? Jacob era parecchio carino.”
“Ma sei in grado di dire parole come, che ne so, ‘sexy’,’figo’...?”
“Non lo so...”
“Sentiamo, come pensi che sia io?”
“Arrogante, antipatico...”
“Ecco, non parlavo di quello! Parlavo del mio aspetto!”
“Alla lista di prima vorrei aggiungere egocentrico, si può?”
“Rispondi, per favore, Prilla.”
“Accettabile.” Lo vidi impietrirsi, con lo sguardo stile: ‘Ma stai bene?’, facendomi scoppiare a ridere. “Ma stai bene?!”
“Alla grande, la faccia che hai ora... impagabile!” Non riuscivo più a smettere di ridere. Lui scosse la testa, rassegnato. “Sei la ragazza più strana che conosca, ma a essere sincero ti va riconosciuto un merito.”
“Ovvero?”
“Non sei caduta.” Detto questo il biondo mi indicò l’edificio davanti a noi. “Eccoci. Notte Prilla.”
“Notte Rayan.” Forse indeciso sul come salutarmi, con un insulto o chissà cos’altro, ma alla fine si limitò a un cenno della mano, per mia estrema fortuna, che ricambiai. Agilmente mi arrampicai sull’albero ed entrai, silenziosa. Mi preparai senza farmi sentire dai miei genitori, addormentati, e andai a letto, con una stanchezza palpabile sulle spalle.
 
Lancio un’occhiata circospetta alle mie spalle, mi sento osservata, e sono certa di esserlo. Un pugnale vola a pochi millimetri dalla mia testa. “La prossima volta non sbaglio mira. Arrenditi.” La voce che parla... sembrano unghie su una lavagna, graffia i timpani, provocandomi brividi di paura. L’ho già sentita, ma non ricordo dove. Inizio a correre, ma un altro pugnale vola nella mia direzione solo dopo pochi metri, una mano sbuca dalla chioma di un albero e lo afferra. “Tu non le torcerai un capello.” Conosco anche quella voce, ma prima che possa riconoscere di chi è...
 
Mi svegliai di soprassalto, il sole che entrava dalla finestra. “Solo un brutto sogno, è stato solo un brutto sogno.” Cercai di calmarmi, ma qualcosa in me urlava che mi stavo sbagliando e che dovevo tenere gli occhi aperti.
 
Angolo della noiosa autrice
Ciao! Come state? Io? Distrutta ma non vi interessa. Sto pubblicando il capitolo ora, ma in realtà l'ho scritto ieri sera, e stavo per crollare sulla tastiera, quindi fatemi notare eventuali errori. L’altro capitolo ho preannunciato nel mio angolo che Luglio e Agosto non avrei pubblicato, ma in realtà per agosto potrebbe esserci una possibilità (per vostra sfortuna). La biblioteca vicino alla casa dove sarò magari ha qualche computer, e magari con un po’ di fortuna potrei riuscire a sfruttarlo, ma non sono certa lo abbia, quindi non illudetevi. A Luglio la mia sola possibilità è di trovare qualche amico di animo clemente che mi presti il computer. Immagino speriate che non lo trovi. Passiamo a quello che vi interessa davvero. I ringraziamenti. Grazie a:
- Black liberty
- Vyolet
- meneguzza
Per aver recensito lo scorso capitolo, spero di sentirvi ancora.
Grazie a:
- Black liberty
- Vyolet
- meneguzza
Per aver messo la storia tra le ricordate.
Grazie a:
- Julia_Greenshade
- Kamyla
Per aver messo la storia tra le seguite
Grazie a:
- meneguzza
Per aver messo la storia tra le preferite.
Un grazie anche a tutti quelli che seguono la storia in silenzio (se vi fate sentire non vi mangio).
          Prilla

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


The White wolf and the Black wolf
Capitolo 7
Il sogno sembrò ripetersi all’infinito nella mia testa durante le ore di quella domenica mattina. Sia io che Rayan eravamo stati due sciocchi, fare una battaglia d’acqua in pieno novembre! Però era stato divertente... all’inizio. Non vedevo l’ora di incontrare i lupi solo per chiedere chiarimenti. Era abbastanza strana la storia dei Lupi Grigi, ma di stranezze ormai ne avevo viste abbastanza da non farmi intimidire. Cercai di distrarmi da quei pensieri, riflettendo su come avrei recuperato i giorni di scuola, ero certa che l’influenza non sarebbe passata l’indomani. Non ne avevo ancora persi, e recuperare un lunedì non sarebbe stata una cosa impossibile, le materie non erano pesanti. Sentii bussare alla finestra, e quando mi voltai trovai i White wolves. Traballante mi alzai ed aprii, facendoli entrare. “Scusa il disturbo Prilla, ma avevamo bisogno di parlarti.”
“Di cosa?”
“Di quello che avete deciso di fare tu e... il Black wolf.”
“Rayan? Mi sembrava foste d’accordo.”
“Non è quello, è che... Abbiamo paura che ciò non basti ora che sono saltati fuori anche i Lupi Grigi.”
“Infatti... Siamo tre branchi, non due. Se ci facciamo aiutare anche dai Red wolves potremmo riuscire a vincere.”
“Non hai tutti i torti, però... sei certa accetteranno?”
“Come vi abbiamo già raccontato ci hanno aiutato contro il mostro di melma l’altro ieri.” I lupi sembrarono riflettere sulle mie parole. “Vero” disse Daiany, “ma che ci assicura che non ci fosse un secondo fine?”
“Del tipo?”
“Tra noi sono i più deboli, sarebbe vantaggioso se voi vi scopriste combattendo potrebbero approfittarne.”
“Ne ricaverebbero ben poco, non sarebbero probabilmente in grado di battere i Lupi Grigi secondo quello che mi avete raccontato.” I lupi sembrarono riflettere attentamente sulle mie parole. “Effettivamente Prilla ha ragione, i Red non ne ricaverebbero nulla durante queste battaglie, salvo non siano schierati con i Grigi, ma non penso siano stupidi.” disse Daiany con un’espressione pensierosa sul muso da lupo. “Vedrò di organizzare un incontro con loro quando starò meglio, ragazzi. Ora ho troppo sonno. Anche se... vorrei chiedervi una cosa.”
“Dicci pure, Prilla.”
“Ecco, io... stanotte ho fatto uno strano sogno in cui cercavano di uccidermi, ma chiunque fosse mi sembrava di conoscerlo, dalla voce, poi qualcun altro mi ha salvato e ha parlato e mi sembrava di conoscere anche lui.”
“Non preoccuparti, era solo un sogno.” cercò di calmarmi Aurti, ma la sua espressione non trasmetteva la calma della voce. “Se però ne fai altri simili vorrei ci avvisassi.” proseguì Daiany al posto di Aurti. Annuii e feci un cenno di saluto con la mano, rimettendomi sotto le coperte. Con un ‘ciao’ di gruppo i lupi uscirono lasciandomi sola.
 
Corro, ho paura. Di nuovo la voce dell’altra volta che mi insegue. Sento i passi affrettati, mi sembra di avere il suo fiato sul collo. Vorrei girarmi per capire chi è, ma ho troppa paura, resto concentrata sul sentiero cosparso di buche e radici fiancheggiato da alberi alti. Dalle chiome no n filtra nemmeno un raggio di luce, Sole o Luna che ci sia. Non so come io riesca a vedere, ma qualcosa mi dice che c’entra con i lupi. Ho il fiatone, vorrei fermarmi, ma la paura viscerale che mi attanaglia lo stomaco non me lo permette. Corro, accelero addirittura, ma i passi alle mie spalle fanno lo stesso. Ho le gambe a pezzi, ho bisogno di riposo, ma non mi fermo, non voglio fermarmi, o forse semplicemente me ne convinco perché non riseco. Le gambe sembrano ragionare per conto loro, senza darmi retta. Mi chiedo cosa succederebbe se al posto che obbedirmi nel momento in cui volessi aumentare la velocità si fermassero. Non voglio ma l’unica cosa che posso fare è sperare che non succeda. Sento i polmoni esplodere e anche la milza inizia a farmi male. Ci mancava questa alla sfilza di disgrazie. Mentre sono concentrata a cercare di arginare il dolore che ha ormai preso possesso di tutto il colpo sento qualcosa che mi colpisce alle spalle. Affilato, brucia. Mi sento cadere a terra, i muscoli si rilassano ringraziandomi, però non è un bene, al contrario. Faccio per muovermi, ma dal punto dove m hanno colpita sulla schiena parte una fitta, lancio un urlo tra il dolore e la sorpresa.
 
Mi svegliai di soprassalto, il cuore che batteva contro la cassa toracica. Avevo il fiatone come se avessi davvero corso. Ero caduta giù dal letto a furia di muovermi. Mi tirai su, le gambe che a malapena reggevano il peso e mi avvicinai alla finestra. Avevo dormito parecchio, il sole stava tramontando. Il sogno mi sembrava durato così poco... Toccandomi la fronte notai che la febbre era scesa, ma lo stomaco iniziò a brontolare per la fame. Ascoltandolo scesi in cucina, trovando i miei genitori intenti a discutere e urlare. “Come hai intenzione di spiegarglielo?”
“Non lo so, ma dobbiamo dirle ciò che è successo oggi.”
“Non la prenderà bene. Miki che scappa con un ragazzo... non me lo aspettavo! Impallidii. Miki era scappata. Da casa mia. Mentre dormivo. Con un ragazzo. E non mi aveva detto nulla. “Nemmeno tanto bello quanto quel Rayan che ha cercato di dissuaderla.” La voce di mia madre mi riportò con i piedi per terra. “Non è quello il punto, come lo diciamo a Prilla?”
“Non dovete dirmi nulla.” intervenni. “Ho sentito tutto, voglio solo sapere il nome del ragazzo con cui è scappata.”
“Max.” Fu Rayan a rispondermi, apparso come per magia (cosa che reputai non del tutto impossibile) sulla porta. “Come mai qui?”
“Visto che... sapevo che non stavi bene e non avendo visto Miki in giro ho pensato di passare a vedere come stavi.” Fece spallucce, era un bravo bugiardo, c’era dell’altro per cui era lì. “Meglio, grazie per l’interesse, ora voglio sapere perché Miki è scappata con un ragazzo, che oltretutto io odio.” Nella mia testa stava già prendendo forma l’idea di buttarmi all’inseguimento, mi sarei fatta aiutare dai White, a ritrovarla. “Prilla... non mi piace quello sguardo, figlia mia, cos’hai intenzione di fare?” Guardai mio padre, nascosi i sensi di colpa, e mentii. “Nulla, aspetterò che rinsavisca.” Raggiunsi Rayan e lo strascinai in camera mia. “Ora io e lui dobbiamo fare una ricerca per la prof di arte.” A quelle parole i miei non dissero nulla, mai mettersi contro il prof di arte.
 
Salite le scale ed entrati in camera Rayan mi disse: “Lo so che non hai la minima intenzione di stare con le mani in mano.”
“Esatto, mi farò aiutare dai White e li rintraccerò.”
“Ti aiuto, non penso che un solo branco possa vedersela contro Max e i suoi, andremo assieme a salvarla. Però mi chiedo... e se fosse una trappola?”
“Lo è, e noi fingeremo di caderci come fessi, invece ne progetteremo una anche noi.” Il suo sguardo divenne subito attento e curioso. Gli occhi azzurri aperti, la testa piegata leggermente di lato, mi guardava come un cagnolino, o meglio come un lupo. “Fingerò di farmi catturare, di essere andata da sola. Chiederò di incontrare solo Max, per parlargli e contrattare la mia migliore amica, per averla sana e salva. Che però voglio discutere solo con lui, gli altri Grigi probabilmente staranno appostati e non si aspetteranno un attacco, cosa che invece tu e gli altri farete mentre distraggo Max.” Rayan sembrò riflettere. “Non posso andare io? La Luna è calante, il mio potere si rafforza.”
“Ma finché non passerà la metà sarò comunque più forte di te. Non c’è tempo. Stesso posto, tra cinque minuti.”
“Non ce la si può fare in cinque minuti!”
“Cinque, non uno di più.” Rimasi autoritaria, rivolevo la mia migliore amica a qualunque costo, e se qualcosa fosse andato storto avrei potuto contrattare seriamente con la mia vita per Miki e i White. “Muoviti Rayan, non c’è tempo!”
“Va bene ma stai calma.” Il ragazzo biondo uscì dalla finestra, ed io lo seguii a ruota dopo aver chiuso a chiave la porta della mia camera. Almeno non avrebbero scoperto subito che io e Rayan eravamo usciti dalla finestra.
 
Rayan’s Pov
 
Quella ragazza era matta! Cinque minuti, come cavolo potevo fare a richiamare i lupi così in fretta? “Stupida pazza! Come ho fatto a farmi trascinare da te?” le chiesi. Era dietro di me e blaterava cose senza senso sul bosco e sui sogni e sul fatto che non avrebbe mai più dormito in vita sua, senza avermi minimamente ascoltato. Sbuffando iniziai a urlare a gran voce, richiamando i Black wolves, mentre lei iniziava a fare lo stesso con i White, staccandosi da me e proseguendo per un’altra strada. Ben presto raggiungemmo il lago, incredibile ma vero, nello stesso momento, trovandoli lì, ad attenderci. Mi ero probabilmente perso qualcosa, non era possibile che sapessero dove volevamo incontrarli. “Lupi avrei un favore enorme da chiedere a tutti voi.” Prilla teneva gli occhi fissi sul terreno, sembrava imbarazzata. “Vedete, Max ha rapito la mia migliore amica e...” Non la lasciarono finire, capendo le sue intenzioni. “Sarà di sicuro una trappola!”
“Non cadremo nelle loro zampe!”
“Non ci faremo fregare!” Il viso di Prilla prese l’espressione autoritaria che aveva preso in stanza quando mi aveva detto che dovevamo essere al lago tra cinque minuti. “Ora fate silenzio! So anche io che è una trappola, infatti so come metterli nel sacco! Ma ho bisogno che siate tutti con me.”
“Black, io sono con lei, mi volete sfidare?”
“Ma Rayan...”
“Non ci sono ma, Graucos. Il piano di Prilla è fattibile. Chiederà di parlare solo con Max, e quando i Lupi Grigi li seguiranno per spiarli noi li attaccheremo alle spalle, mentre lei si occuperà di Max.” I lupi confabularono tra loro, poi una dei White guardò Prilla e annuì, loro erano d’accordo. Graucos si rassegnò e anche i Black acconsentirono. Si andava in scena.
 
Seguivamo Prilla a distanza di sicurezza, facendo attenzione che non ci fossero pericoli, chiamava con degli urli isterici Miki, implorando Max di ridargliela. Le andava riconosciuto, stava recitando bene. Avete presente la sensazione che le cose stiano per andare a rotoli? Successe proprio quello. I Grigi ci colsero alle spalle, compreso Max che si avventò su Prilla. Non potei nemmeno tentare di osservare lo scontro perché venni attaccato come gli altri. In pochi secondi ero un lupo nero e lottavo furiosamente contro uno dei Grigi, sembrava anziano, qualcuno che combatte da molto, non avrei avuto speranze. “Credo sia giunto il momento di provare il potere che ho scoperto da poco.” Ridacchiai mentre un’ombra si muoveva attaccando il Grigio.
 
Prilla’s Pov
 
Mi sentii buttare a terra, schiacciata dal peso di un corpo. “Prilla, che piacere!”
“Lasciali! È colpa mia! Se lasci sia loro che Miki non lotterò e farò tutto ciò che vorrai, ma lasciali!” Non mentivo. Avevo sperato di non dover ricorrere al piano B, ma a questo punto era essenziale. “Sai, Prilla, mi ero aspettato che tu e quell’idiota biondo vi lanciaste nell’impresa da soli, ma mi sono sbagliato, per fortuna che avevo la scorta.” Ridacchiò, facendo salire il mio nervosismo alle stelle. Mentre era preso a ridere lo spostai e mi trasformai in lupo. Tra lo spavento e la rabbia nei confronti di quei lupi ululai. Il terreno venne scosso e per qualche attimo la battaglia in corso dietro agli alberi si fermò. Capendo che ciò che succedeva stava mandando momentaneamente in panico i lupi ululai più forte, con quello aumentò anche l’intensità del terremoto. “Brava, ma non ti basterà.” Max mi si lanciò contro, ormai lupo, tirandomi una testata. Tra la violenza per il colpo subito e tutto il miscuglio indefinito di emozioni negativa del momento crollai, emisi un singolo guaito, ma non mi sarei arresa. Mi rialzai sulle zampe e ringhiai. Quella fu la cosa che mi sorprese. Il ringhio non era come quello che mi era capitato di emettere qualche altra volta, era più profondo, cattivo in un certo senso, ma anche più pericoloso. L’erba sembrò reagire alla mia rabbia allungandosi e avvolgendo le zampe del lupo. Rimase confuso solo per qualche attimo, poi se ne liberò. L’erba non era stata utile per nulla. Mi lanciai contro di lui, furiosa. Le fauci aperte azzannarono la zampa, ma le sue fecero lo stesso con la mia coda. Graffiandogli il muso con una zampata riuscii a liberarmi momentaneamente,poi entrambi tornammo all’attacco. Gli morsi con ferocia la zampa già ferita, assicurandomi di tenere la coda fuori dalla sua portata. Mi morse la schiena, facendomi uggiolare. Mollandogli la zampa lo scaraventai via. Riuscì a portarsi via solo qualche pelo bianco. La ferita faceva male,ma la sue era molto peggio, lo avevo attaccato due volte nello stesso punto, e con molta violenza. Traballava sulla zampa ferita, non si reggeva bene in piedi. In un lampo lo attaccai nuovamente, all’altra zampa. Lui non riuscì nemmeno ad attaccarmi che avevo già mollato la presa. Cadde al suolo ululante, chiamando la ritirata. Fu un sollievo quando mi sentii chiamare. “Prilla!” La voce veniva dall’alto, e quando sollevai il muso mi trovai il viso stremato di Miki. Appena ornai umana svenne sotto i miei occhi. Senza pensarci mi arrampicai sull’albero. Piano slegai la corda e la presi in braccio e assieme ai lupi e Rayan tornai a casa.
 
Rayan mi aprì la porta mentre portavo Miki in camera mia. La misi sul letto, era ancora svenuta, mentre io ero terrorizzata. Iniziai a girare per la stanza come una trottola. “solo colpa mia, è tutta colpa mia! Se l’avessi allontanata come ho fatto con tutti Max non l’avrebbe presa!” Era l’unica persona oltre ai miei genitori a cui volessi veramente bene, ed ora era svenuta, e probabilmente pensava fossi un mostro. Mi sedetti a terra, la testa tra le mani. Volevo aiutarla, tirarla fuori da quella situazione. E mi veniva solo un modo in mente, allontanarmi da lei, cercare di volerle meno bene, anche se era impossibile. Dovevo farlo credere, così Max non l’avrebbe più attaccata. Feci un respiro profondo in attesa la mia amica si riprendesse.
 
Passarono delle ore prima che Miki riprendesse coscienza, ore in cui mi sentii impazzire più che mai. Nel momento esatto in cui lei aprì gli occhi soffocai la felicità e la calma che avevo nel cuore e dissi atona: “Non dire a nessuno quello che hai visto oggi. Segreto è, segreto rimane. Chiaro?” Miki annuì, gli occhi lucidi, come sentivo che i miei stavano diventando. Mi girai ed uscii, non curandomi delle parole di Miki. Solo fuori dalla stanza mi permisi di lasciar scivolare le lacrime di gioia e di dolore per quello che ero costretta a fare. Appena sentii i cardini ruotare però passai la mano sul viso, togliendo i segni della tristezza. Voltandomi incontrai gli occhi di uno dei Black wolves. Non sapevo come si chiamasse ma lo salutai cordialmente. “Senti Prilla... avremmo fame, c’è qualcosa da mettere sotto i denti?”
“Vado a vedere in cucina cos’ho. Nel caso cosa vorreste?”
“Dei biscotti, sono deliziosi e sfamano.” Sospirai e scesi.
 
Il frigorifero era vuoto, ma c’erano una quantità industriale di pacchetti di biscotti negli armadietti. Ne presi sette e tornai in stanza. I lupi mi osservarono e io sorrisi tirata, poi semplicemente gli lasciai i biscotti e uscii. Sentii qualcuno seguirmi e fui subito certa che fosse Rayan. “Cosa succede, Rayan?”
“Dovrei essere io a chiederlo a te. Hai praticamente snobbato Miki dopo che abbiamo tutti rischiato di farci ammazzare.”
“Mi dispiace Rayan, ma lo faccio per lei. Se Max pensa che io li sia così affezionata magri non l’avrebbe rapita e lei non avrebbe rischiato la vita!”
“Dove sono i tuoi genitori?”
“Al lavoro, torneranno domani mattina.”
“Non pensavo lavorassero di sera.”
“Invece va così. Davvero Rayan, è tutto quello che devi dirmi?”
“Miki sta piangendo, sta male e solo perché tu non le hai dato retta. Voglio sapere per quale recondita ragione.”
“Non voglio che si faccia più del male. Voglio che sia al sicuro, e se per farlo devo allontanarmi da lei...”
“Stupida pazza idiota. Pensi davvero che Max smetterà di attaccarla? Ormai sa che ti interessa troppo di lei per lasciargliela in mano, cercherà ancora di mettere mano su di lei per far leva su di te fino a che tu stessa non diventerai esca per il tuo branco, e una volta eliminati voi noi non avremo chance di vittoria, quindi questo tuo piano fa schifo, e inizio a pensare lo facciano tutti visto il fiasco di questo.” Rimasi bloccata, le parole in gola. Non sapevo come replicare, non aveva tutti i torti... purtroppo il mio lato orgoglioso si era schierato in battaglia con quello testardo, e purtroppo la ragione dovette battere ritirata. “Continuerò così, e se vedrò che Max la punta ancora passerò alle maniera forti con lui. In giro dovrei avere qualche arma, altrimenti userò un coletto di quelli da cucina.” Rayan mi fissò interdetto, gli voltai le spalle e proseguii diritta, le lacrime a pungere gli occhi. Lo stavo facendo per Miki.
 
Ben presto i lupi uscirono di casa lasciandomi sola con Miki, che mi raggiunse, stremata. “Che fai in piedi! Dovresti essere a letto!”
“Ho paura Prilla.”
“Di Max? non ti toccherà con un dito.”
“No, che tu non ti fidi di me.”
“Mi fido di te! Ma cosa ti salta in mente!”
“Perché mi hai snobbato?” Mi morsi il labbro. Dritta al punto. “Spero che così Max ti lasci in pace, non voglio saperti in pericolo.”
“Non servirà a nulla, se tu non sarai con me andrò io da lui, voglio che tu lo sappia.”
“Ti voglio bene Miki.”
“Anch’io Prilla. Buonanotte.”
“’Notte.” Detto questo ci coricammo
 
Freddo. Il vento soffia contro di me, mentre corro. Sono nella mia forma di lupo, sono veloce, ma qualunque cosa sia dietro di me lo è di più. Prendo coraggio e mi fermo. Mi volto, trovandomi di fronte un volto scavato, un uomo anziano. “Non c’è tempo, Prilla.”
“Per cosa?”
“Per aiutarti a scappare.”
“Come?”
“I Lupi Grigi non si fermeranno, devi andartene!”
“Non lascio Miki!”
“Se hai cara la pelle dovrai farlo!”
“Preferisco rischiare la mia di vita, piuttosto che mandare Miki al macello.”
“Come vuoi, ma io ti avevo avvertito.” Inizio a precipitare urlando.
 
Mi ritrovai sveglia e seduta, con Miki che mi guardava preoccupata. “Tutto a posto?”
“Sì, solo un incubo.” Un altro incubo, ma qualcosa mi diceva che non erano solo incubi. Necessitava una chiacchierata con i White, al più presto.  Miki si rilassò, rimettendosi a dormire, cosa che a me non riusciva proprio. Mi alzai e andai in cucina per prendere un bicchiere d’acqua. Riconobbi un’ombra nel buio, così afferrai la prima cosa che trovai a portata di mano, un mestolo. L’ombra accese la luce, facendomi quasi sobbalzare, ma appena riconobbi la figura mi rilassai. “Mi hai fatto prendere un colpo!”
“Pensavo che in quanto tuo alleato ne avessi il diritto.”
“Questa mi è nuova. Ci siamo incontrati una sola volta!”
“Ma vi serve anche il nostro aiuto, o sbaglio?”
“No, non sbagli.”
“Bene, quando e dove mi devo trovare per essere ufficializzato?”
“Domani alle cinque al lago, Jack.”
 
Angolo della noiosa autrice
Lo so, è tardi ed è più corto del solito, ma non è colpa mia. Ho avuto un blocco e non sapevo più cosa scrivere, poi ieri il computer ha fatto sciopero e si è bloccato, quindi questo è quanto sono riuscita. Vi ricordate di Jack, vero?
Ho messo un piccolo pezzo dal punto di vista di Rayan per due motivi:
1) Come regalo visto che probabilmente non ci sentiremo per un po’ per la vostra gioia;
2) Perché mi interessava farvi sapere che anche Rayan sa fare qualcosa, ma svelerò meglio nel prossimo capitolo (che spero di riuscire a mettere in vacanza grazie a qualche anima pia incontrata per caso al mare).
Io ragazze ed eventuali ragazzi non so cosa fare con voi per avvisarvi tutti nel caso riuscissi a pubblicare qualcosa per torturarvi! Quindi chiedo un piccolo favore ad eventuali lettori anonimi (che immagino ci siano altrimenti mi deprimo): potete farvi sentire, anche in privato? Non sono cannibale! Ve lo giuro!
Per il resto voglio solo ringraziare tutti. Black liberty, meneguzza e Vyiolet che mi recensiscono, che hanno messo la storia tra le ricordate, e un terzo grazie a meneguzza per averla messa tra le preferite. Grazie a: Giughi10, Julia_Greenshade e Kamyla per aver messo la storia tra le seguite. Grazie infine agli anonimi che spero prima o poi di sentire, non sono cannibale, posso provarvelo se volete! Io non voglio costringervi, per nulla al mondo. Scusate questo sproloquio insensato. Mi mancherete tutti da morire, sul serio. Siete i migliori, sappiatelo * piange come una bimba *. Spero a presto. Buone vacanze a tutti! Bacioni :*
                 Prilla

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


The White wolf and the Black wolf
Capitolo 8
Quando, quella mattina Miki si alzò mi trovò in cucina a scaldare il the. “Ciao, già sveglia?” mi chiese con voce assonnata. Mi voltai, sorpresa. “Tu, piuttosto, cosa ci fai in piedi? Vai a riposare! Alle cinque usciamo, non voglio lasciarti a casa da sola.”
“Perché? Dove devi andare?”
“Dove dobbiamo andare. Al lago, ci sarà una bella discussione. Ora vai e riposa ancora un po’.”
“Ma non abbiamo scuola?”
“Senti, per oggi saltiamo, domani poi ci pensiamo, chiaro?” Miki annuì e io sorrisi soddisfatta mentre lei si girava per tornare in camera mia. Mentre aspettavo che l’acqua per il the fosse pronta iniziai a pensare a come contattare Rayan. I White wolves non erano un problema, ma non sarebbe stato altrettanto semplice contattare il Black wolf. Non avevo recapiti di alcun tipo... Persa nei pensieri non mi accorsi che l’acqua stava bollendo fino a quando mi madre non scese le scale e mi chiamò arrabbiata. “Prilla! L’acqua!” Scattai in piedi e corsi a spegnere il fuoco sotto la teiera. Mia madre alzò gli occhi al cielo fissandomi. “Vado a vestirmi, devo uscire.” le dissi correndo poi fuori dalla cucina. Salii le scale ed entrai in stanza, presi i primi vestiti che mi capitarono tra le mani e mi cambiai, uscendo poi dalla finestra. Corsi nel bosco, fino al lago, dove, con un’incredibile fortuna trovai Ryan intento a fissare le statue dei lupi al centro della piccola distesa d’acqua. “Ciao Rayan! Ti stavo cercando!”
“Com sapevi che ero qui?”
“Intuito. Senti, tu e i Black potreste venire qui verso le cinque di questo pomeriggio?” chiesi fissandolo implorante. Lui finalmente si voltò verso di me. “Come mai?”
“Ieri... notte ho parlato con Jack, dice che, se per noi va bene sono disposti ad aiutarci, quindi sarebbe il caso che si riunissero tutti e tre i branchi.” Lui iniziò a riflettere, poi, scompigliandosi i capelli, fece spallucce. “Direi che non è male come idea. Quindi alle cinque?” Annuii e lui, facendomi un cenno di saluto con la mano, si addentrò tra gli alberi per avvertire i Black wolves. Scrollando le spalle mi diressi anche io nel bosco alla ricerca del mio branco.
 
Erano le cinque, io, Miki, Rayan ed entrambi i branchi di lupi stavamo aspettando l’arrivo dei Red. Li vedemmo uscire dalla boscaglia, a capo Jack con un sorriso smagliante. “Ciao! Che piacere vedere entrambi i branchi uniti!” Si beccò un’occhiataccia dalla maggior parte dei lupi. Mi girai verso Miki per presentarglielo, ma mi accorsi dal suo sguardo che qualcosa non andava. “Miki, tutto bene?”
“Lo conosco!”
“Chi, Jack?”
“Sì, ma non mi ricordo come mai.” disse grattandosi il mento, pensierosa. Il Red wolf rise e si rivolse alla mia amica. “Credo di saperlo io. Eravamo compagni di classe un paio di anni fa.” Miki rise annuendo. “Vero. Comunque è meglio se iniziate a parlare di quello che dovete, non vi disturberò.” A quel punto guardai Rayan che annuì. “Lupi, non possiamo farcela stando soli, ma due branchi, per quanto forti non bastano, dobbiamo essere tutti per poterli schiacciare sempre numericamente. Se usciamo vivi da combattimenti uno contro uno cosa succederebbe se fossimo due contro uno. Dobbiamo essere uniti.”
“Prilla ha ragione. Avete visto anche voi il putiferio che si è scatenato ieri per salvare Michelle. Con un branco in più potremo essere certi di avere la meglio in un’altra situazione del genere.”
“E poi non siamo molto influenzati dai cambi lunari, potremmo essere utili nei periodi di Luna piena o nuova per proteggere uno dei due assieme all’altro.” constatò Jack facendo voltare la maggior parte dei lupi verso di lui. Sentii dei mormorii diffusi tra tutti i lupi e sperai che non succedesse nulla. “Siamo tutti d’accordo.” annunciarono Daiany e uno dei Black wolves nello stesso istante. Sorrisi e tirai un sospiro di sollievo, che mi si mozzò in gola quando avvertii la presenza di qualcosa di sconosciuto avvicinarsi. Mi accorsi immediatamente di non essere la sola, infatti tutti si erano irrigiditi e fissavano nella stessa direzione nella quale avevo inconsciamente diretto il mio. Non sembrava una presenza minacciosa in sé, ma era strana. I lupi si misero in posizione di attacco e io, Rayan e Jack ci trasformammo seguendo il loro esempio. Dal bosco uscirono i  miei genitori. No, non erano loro, c’era qualcosa di strano. “Prilla! Rayan! Jack! Era ora che i tre fossero riuniti ora la profezia può compiersi. Che il destino vi sia avverso e la fortuna si sbendi per non aiutarvi mai.” Quelle non erano le voci dei miei genitori, c’era qualcosa di strano. “Sono Spiriti! Attenti!” gridò Aurti da un punto indefinito alle mie spalle. Gli spiriti presero a brillare trasformandosi in sagome color sangue dagli occhi neri e i denti affilati e bianchi. Iniziammo tutti a ringhiare. “Calmatevi lupi, non abbiamo intenzione di farvi del male. Vogliamo solo  parlare.”
“E di cosa?!” chiese Jack. “Della profezia. I vostri adorati lupacchiotti non ve ne hanno parlato? Alla fine non ci stupisce. Noi ve la diremo e voi la ascolterete con attenzione. La trovate scritta anche dietro ai vostri ciondoli.
 
Quando il male dal suo covo torna
Anche chi sempre si era nascosto
Giunge il tempo di lottare
Per ciò per cui ancora la pena vale.
 
Che i tre si uniscano sotto tre guide
Per combattere la minaccia che si sveglia
E risale dal suo profondo abisso
Che i loro tre cuori battano assieme.
 
Quando la tenebra giunge totale
La Luna scompare dal cielo
Senza forza i tre saranno
Ma se uniti alla notte sopravvivranno.
 
Misteri e ombre guidano il cammino
Mentre la luce d’argento intesse il dubbio
Ed il tradimento è alle porte
Che nessuno ceda alla scure della morte.
 
Sui vostri ciondoli è scritta in rune, abbiatene cura.” I due spiriti avevano parlato all’unisono, provocando in tutti un certo sconcerto. I due si voltarono e scomparvero nuovamente, trascinati come sabbia dal vento, letteralmente. “Ho bisogno di riflettere, andiamo Miki!”
“Scusa, ma dove vuoi andare? A casa ci sono i tuoi, e non penso sia una buona idea tornare a casa prima che tecnicamente sia finito l’orario scolastico.”
“Andiamo in gelateria, mi sembra ovvio!” esclamò Rayan, autoinvitandosi.
 
Al piccolo tavolino della mia gelateria preferita eravamo in quattro, alla fine si era unito anche Jack. Nessuno osava fiatare rischiando di rovinare il bellissimo silenzio presente in quel momento. Continuai a bere il Lemonmint senza curarmi degli altri fino a quando Jack non disse: “Secondo voi cos’erano quelli di oggi?”
“Aurti li ha chiamati Spiriti, ma non ho idea di che cosa siano.” Vidi l’ombra del tavolo vicino muoversi e staccarsi dal pavimento per creare strane forme. “Ragazzi... cosa sta succedendo?”
“Scusa Prilla, colpa mia, non me ne sono accorto.”
“Di cosa?”
“Non mi sono accorto che, assorto com’ero nei miei pensieri, ho iniziato a giocare con le ombre.” Subito lo guardai incuriosita. “Qualche giorno fa ho scoperto di poter muovere le ambre a piacimento, allungandole, sollevandole da terra, cambiandone la forma, rendendole solide.” A un suo muto comando l’ombra si allungò verso di me e mi scompigliò i capelli prendendo la forma di una mano. Rayan la riportò come prima e poi ci guardò. “Va bene, sappiamo uno dei poteri di Prilla, sappiamo uno dei miei... manchi solo tu Jack.” Il Red wolf sorrise e fisso un tovagliolo di carta usato appoggiato sul tavolo. Nel giro di pochi secondi quello prese fuoco. Michelle lanciò un urletto ed io, con calma, presi un sorso del Lemonmint e ce lo sputai sopra. “Che schifo Prilla!”
“Preferivi essere denunciato? Non so, magari i proprietari ci tengono a questo posto quanto me.” risposi. I tre scoppiarono a ridere ed io mi unii a loro, contagiata. Ci eravamo rilassati almeno un po’. Da quel momento iniziammo a parlare del più e del meno, evitando l’argomento ‘lupi’.
 
Io e Miki eravamo sedute sul letto, entrambe priva di sonno. Il pomeriggio in gelateria era volato, e noi eravamo state costrette a correre a casa per cenare. Nessuna delle due aveva mangiato molto, soltanto per evitare di dormire a stomaco vuoto, non che riuscissimo a dormire. Miki aveva il costante terrore che sarebbe arrivato qualcuno a rapirla, ed io non riuscivo a smettere di pensare. Aveva trascritto la strana profezia e avevo iniziato a tentare di decifrarla, inutilmente. Ne avevo ricavato solo cose che sapevo già, che ci sarebbe stato un tradimento, che in qualche modo la Luna sarebbe scomparsa, non sarebbe stata nemmeno nuova, e, per finire in bellezza, un grandissimo e fastidiosissimo mal di testa. Ciò non solo mi impediva di dormire, ma anche di pensare lucidamente. Avevo provato con qualcosa per cacciarlo via, ma non era servito a nulla. Mentre cercavo di svuotare la testa alla ricerca di un po’ di pace sentii Miki russare. Sorrisi, anche se durò poco. Non lo sopportavo più, così aprii la finestra ed uscii. Appena l’aria della sera mi avvolse mi diressi a passo spedito a quello che, in qualche modo, era diventato un punto di ritrovo e di riflessione, il lago. Quando lo sentivo ormai vicino presi a correre trascinata da una forza incontrollabile. Non appena arrivai il mio mal di testa sembrò peggiorare. Il mio cervello lanciava fitte sempre più acute. Appena prima di cadere a terra per il dolore vidi Rayan e Jack spuntare e iniziare a tenersi la testa. Sentivo la mia pulsare, e a quel punto svenni.
 
“Benvenuta! Spero tu sia lieta di essere qui!”
“Che sta succedendo?”
“Non ci arrivi? Stupida ragazzina! Io sono la prima White wolf! Come hai osato far unire i branchi?! Hai dato il via alla profezia!”
“Le profezie sono fatte per compiersi.”
 
A quel punto riaprii gli occhi mettendomi a sedere. Avevo il fiatone come se avessi corso. Mi tirai in piedi di scatto e guardai i due ragazzi stesi a terra. Loro si stavano ancora contorcendo per il dolore. C’era qualcosa che non andava. Corsi affianco al lago. Stava succedendo qualcosa di strano. Il fondo sembrava splendere. ‘Usa l’acqua’. Subito pensai di essere impazzita, sentire delle voci nella propria testa non era molto normale, ma del resto non avevo nulla da perdere. Presi l’acqua tra le mani e, cercando di farne cadere a terra il meno possibile mi avvicinai a Rayan. Gli versai l’acqua in testa e lo vidi calmarsi. Corsi indietro e feci la stessa cosa con Jack, cinque minuti dopo erano entrambi seduti e mi fissavano. “Cos’è successo? Ricordo solo un gran mal di testa, ma non ero qui, come ci sono arrivato?” chiese Rayan, mentre Jack annuiva alle sue parole. “Non so come siate arrivati qui, ma deve essere stato un istinto, senza l’acqua del lago probabilmente sareste ancora a terra dal dolore.” Mi sedetti davanti a loro, poi mi ricordai di Michelle e, senza troppe cerimonie, corsi a casa, seguita dai due.
 
Già da sotto la finestra sentii il russare di Miki e mi calmai. “Si può sapere perché abbiamo corso in questo modo fino a casa tua?”
“Avevo lasciato Miki da sola, il mal di testa mi impediva di ragionare.”
“Perché non ci hai detto che anche tu avevi avuto il mal di testa?”
“Non mi sembrava importante, l’unica cosa importante forse è stato come mi è passato.” Mi guardarono aspettando che continuassi. “Ho parlato con la prima White wolf. Mi ha detto che avevo fatto avverare la profezia e che non dovevo, ma se è una profezia è destino che si compia, si può solo ritardare.”
“Ma come si dice: via il dente via il dolore. Almeno non lasceremo questo fardello sulle spalle di altri.” disse Jack guardando a scatti me e Rayan. “Giusto. Ora sarà meglio se torniamo tutti a casa. Qui c’è qualcosa che non va, e non va tanto.”
 
Rayan’s POV
 
Subito dopo un veloce scambio di saluti Prilla era salita in casa attraverso la finestra, mentre io e Jack ci eravamo incamminati nel bosco per separarci praticamente subito. Ero ormai a casa quando mi bloccai. Pensai al mal di testa, lo avevamo avuto tutti e tre, e non poteva essere una coincidenza che proprio il giorno in cui ci avevano parlato della profezia ci fosse venuto un simile mal di testa. Eravamo andati tutti e tre al lago, e quello era molto semplice da spiegare, istinto, ma cosa ci aveva provocato quell’emicrania? Pensai al pomeriggio. Dopo l’incontro lo avevo passato a casa sdraiato sul letto a riflettere sulla profezia, ed era lì che era iniziato, in qualche modo doveva centrarci. Quante erano le possibilità che anche gli altri due wolf stessero riflettendo sulla stessa cosa? Sospirai e suonai al campanello del grosso edificio fatto di appartamenti. Subito mi rispose la voce di mia madre: “Rayan! Ci hai fatto prendere uno spavento! Per quale ragione sei uscito di casa così di corsa? Muoviti a salire.” Sentii il tipico ronzio che annunciava che il portone era aperto ed entrai. Il mio appartamento era a piano terra, quindi non ci misi molto a raggiungerlo.
 
Dopo quella che mi parve un’eternità mia madre smise di parlare del fatto che ero corso fuori di casa e potei chiudermi in camera. Non riuscivo a smettere di pensare a quello che era successo. Mi tornarono in mente anche le parole di Prilla, la prima White, per qualche ragione, temeva la profezia. Cercando di distrarmi osservai la stanza. Era un rettangolo abbastanza grande al cui centro c’era il letto, e sotto la finestra, dal lato opposto alla porta, la scrivania. Non servì però a molto, nel giro di pochi secondi pensavo già nuovamente alla profezia. Era chiaro che parlava del Black wolf, del White wolf e del Red wolf, quindi di me, Prilla e Jack. In testa avevo una gran confusione e temevo che il mal di testa tornasse se avessi ripreso a pensarci intensamente alla ricerca di una soluzione. Cercando di svuotare la mente iniziai a contare le pecore, e alla fine mi addormentai.
 
Prilla’s POV
 
Tornata in casa tentai invano di dormire, continuavo a pensare a ciò che era successo, ero quasi certa che quel mal di testa centrasse in qualche modo con la profezia che ci avevano rivelato gli spiriti. Mi chiesi se sarebbe stato utile provare a parlare nuovamente con loro. Poi le possibilità per il mal di testa erano varie. Poteva essere una qualche strana maledizione avente a che fare con la profezia, oppure un effetto collaterale dell’incontro con gli Spiriti. Immersa in questi pensieri piombai nel sonno.
 
Corro, ormai è normale, ma questa volta è diverso. Non mi sta inseguendo nessuno, sto correndo verso una meta precisa, ma non so quale sia. Seguo l’istinto cercando di capire i suoi ragionamenti inesistenti. Scosto le fronde di qualche albero che mi oscurano la vista mentre rallento, sono arrivata. Mi fermo e osservo il meraviglioso e inquietante spettacolo che mi si presenta davanti. Un lago, diversamente da quello dove ci riuniamo di solito io e i White è tondo, perfettamente tondo. È scuro e sulla superficie si riflette la luna divisa a metà, due metà perfette, una bianca e una nera, almeno in cielo, il riflesso è del tutto rosso sangue. Mentre lo  fisso questo sembra allargarsi tingendo il lago di rosso. Dal suo centro provengono dei lamenti lugubri, più simili a urla. Sento il cuore contro la cassa toracica, se non mi calmo probabilmente salterà fuori. Mi avvicino piano, guardandomi intorno. All’improvviso compare un bagliore bianco intorno al perimetro del lago, e il rosso del sangue si spande sulla terra, perché ora, intorno all’acqua ci sono i corpi dei White wolves, dei Black wolves e dei Red wolves. Sento un pianto straziato e mi accorgo che sono io a piangere in questo modo. Mi asciugo gli occhi e porto le mani davanti al viso, accorgendomi che quelle che ho asciugato non erano lacrime, bensì gocce di sangue.
 
Mi svegliai con un urlo. Il cuore batteva veloce, avevo il respiro affannoso, non ero nemmeno certa che l’aria raggiungesse i polmoni, visto che li sentivo bruciare. Trassi un respiro profondo e guardai verso la finestra, il sole era alto, probabilmente era passato da un po’ l’orario scolastico. Mi chiesi quanto avessi dormito, e quando lanciai uno sguardo alla sveglia mi accorsi che erano le due di pomeriggio. Miki non era in camera, ma in casa non sentivo rumori, probabilmente era a scuola, in effetti quel giorno avrebbe dovuto finire verso le quattro a causa dei laboratori pomeridiani. Tentai di alzarmi ma mi accorsi subito che le gambe non avrebbero retto il peso. Mi rimisi seduta e mi toccai la fronte. Non seppi dire se fosse calda, ma notai il biglietto affianco alla sveglia. “Tesoro, noi e Miki siamo usciti, ti abbiamo lasciato riposare, quando ho provato a svegliarti mi sono accorta che ti era salita nuovamente la febbre e ti abbiamo lasciato riposare. In cucina, sul tavolo, c’è del the se ti va, è il tuo preferito, quello alla menta.
Mamma”. Sorrisi e provai ad alzarmi di nuovo, questa volta andò meglio e riuscii ad andare fino in cucina. Sul tavolo era appoggiata una tazza piena di the e tre bustine di zucchero. Il cucchiaino era appoggiato affianco. Senza pensarci due volte lo bevvi, poi tornai in stanza. Ripresi a riflettere sugli avvenimenti del giorno prima lungo le scale, e quando arrivai in stanza ci trovai Rayan, seduto sul davanzale della finestra, e Jack, sulla poltrona della scrivania. “Che succede?”
“Che abbiamo una teoria, o meglio due, sugli avvenimenti di ieri.”
“Ovvero?”
“La prima è che sia stata colpa degli Spiriti, che abbiano fatto qualche sorta di incantesimo o che sia un loro potere.” rispose Jack. “La seconda è che la colpa sia della profezia. Una maledizione o qualcosa di smile.”
“Sono più propensa per la prima, mi sembra difficile maledire una profezia, sempre che le maledizioni esistano. Potrebbe comunque essere vista la paura che sembrava averne la prima White wolf.” dissi senza accorgermene, immersa nei pensieri. Jack mi osservò un attimo. “Prilla, stai bene?” Lo guardai interrogativa mentre Rayan mi raggiungeva e metteva una mano sulla mia fronte e una sulla sua. “Cavolo! Scotti un sacco! Hai un bel febbrone! Cosa ci fai ancora in piedi! Muoviti a sdraiarti a letto!”
“Basta che voi stiate qua e che continuiamo a pensare a quello che è successo, c’è qualcosa di strano.” I due accettarono e ben presto fummo coinvolti un una discussione molto accesa sulla teoria più probabile, che convenimmo essere quella per cui erano stati gli Spiriti. “Ma come e perché, soprattutto?”
“Direi che qui occorre una riunione con i lupi, o non penso se ne possa venire a capo” rispose Jack alzandosi e uscendo dalla finestra.

Angolo della noiosa autrice
Ebbene sì, sono tornata e credo che riuscirò a pubblicare anche ad agosto. Spero che nessuno abbia abbandonato la lettura della storia e che abbiate passato un ottimo luglio grazie alla mancanza di aggiornamenti. Il capitolo non è lunghissimo, e spero anche di non aver esagerato nel sogno, non so perchè ho avuto questa strana voglia di una scena con del sangue, non c'erano conflitti, ma in qualche modo dovevo mettere del sangue. Detto questo...
Ringraziamenti:
Grazie a: meneguzza, Vyolet e Elis in wonderland per aver recensito
Grazie a: black liberty, Elis in wonderland e meneguzza per aver messo la storia tra le preferite
Grazie a: meneguzza e Vyolet per aver messo la storia tra le ricordate
Grazie a: Giughi10, Julia_Greenshade, Kamyla e morga98 per aver messo la storia tra le seguite.
Ringrazio anche gli eventuali lettori anonimi.
A sabato prossimo, bacioni :*
            Prilla

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


The White wolf and the Black wolf
Capitolo 9
Prima di parlare con i lupi, però, fummo costretti ad aspettare un paio di giorni. I miei due amici avevano deciso che era meglio aspettare mi fosse passata l’influenza. Due giorni dopo la loro visita io ero in piedi, così mi vestii ed uscii dalla finestra, diretta nel bosco. Appena prima di superare il primo albero venni strattonata per il polso fuori. Jack e Rayan mi fecero segno di fare silenzio e ascoltare. Dal bosco provenivano tre voci. “Quindi avete detto loro della profezia?” Riconobbi subito Max. “Sì, probabilmente ora saranno sdraiati a contorcersi dal mal di testa, la collera dei Primi è potente.” Non mi servì riconoscere le voci per associarle ai due Spiriti, erano stati loro a parlarci della profezia. Sentii gli sguardi di Jack e Rayan addosso, ero stata l’unica ad avere un contatto con la prima White wolf. Feci loro segno di rimandare e tornai ad ascoltare. “Lo so bene! È per questo che vi ho chiesto di rivelargliela. I wolves non hanno il potere, senza i tre wolf, di sconfiggermi! Il lago si tingerà del rosso del loro sangue, e, quando ormai saranno deboli, di quello dei loro tre capi! Quelli non capiranno nemmeno cosa sta succedendo!” Max scoppiò a ridere. Venni percorsa da un brivido di terrore, e se quello che avevo visto non fosse stato altro che il futuro? No, non era possibile. Notai con la cosa dell’occhio Rayan muovere le mani in aria, e all’improvviso Max si ritrovo a testa in giù, mentre un ombra lo teneva per i piedi.  Rayan sorrise soddisfatto. A quel punto Jack schioccò le dita e l’erba prese fuoco, ma capii subito che lui ne aveva il totale controllo. Mi sentivo inutile, molto, il mio potere funzionava solo se ululavo, e non avevo voglia di farci scoprire tutti quanti, anche se sospettavo che Max avesse già capito. Gli Spiriti invece erano evidentemente confusi e spaventati. Le fiamme di Jack si alzarono a lambire i capelli di Max, che si riprese. “Sono loro! Non è possibile!” urlò. Rayan mi fece segno di trasformarmi, un terremoto era una buona scusa per scappare. Appena iniziai a ululare Rayan lasciò cadere il Lupo Grigio. Jack lasciò andare le fiamme, e nel giro di pochi secondi anche loro erano lupi. Rayan mosse le ombre e creò un muro che, appena Max ci si avventò contro lo rispedì indietro. Eravamo in netto vantaggio, avevamo sfruttato il fattore sorpresa, colpendolo quando si pensava al sicuro, ed era da solo. Purtroppo non avevo calcolato gli Spiriti. I due si tramutarono in sabbia e passarono attraverso il muro di Rayan. Si lanciarono contro il Black riprendendo la loro forma. Stavano per azzannarlo, ma Rayan si scansò all’ultimo secondo. Uno dei due Spiriti si allontanò e si diresse nella mia direzione. Ringhiai, e quello mi fissò sorridendo divertito. “Sciocca, pensi davvero di poter vincere? Contro qualcuno che non può essere toccato?” Si tramutò in sabbia e mi si gettò contro. Riuscii a scansarmi appena in tempo per evitare l’attacco. Ringhiai mentre lo spirito in forma di sabbia iniziava a vorticarmi intorno. “Sciocca! Morirai!”. La sabbia smise si vorticare e, come mossa da un colpo d’aria troppo forte, si buttò sulle mie zampe. Lo spirito si ricompose, e il mio salto non servì molto. Sentii le sue unghie affondare nella zampa posteriore destra e in quella anteriore prima e poi in entrambe le zampe sinistre. Quando riatterrai caddi a terra, troppo ferita per potermi rialzare. Affianco a me c’era Rayan, nella mia stessa situazione. Jack atterrò davanti al mio muso, e nello stesso istante un muro di fiamme si sollevò attorno a noi. Ne sentivo il calore. Gli Spiriti indietreggiarono e Jack rise. “La sabbia diventa vetro a contatto con il fuoco, vero?” Gli Spiriti entrarono nel bosco, ma lo sguardo che ci rivolsero mi fece gelare il sangue nelle vene. Jack si rivolse a me e al Black wolf. “State bene?”. Gli lanciai un’occhiataccia e lui tornò umano alzando le mani. “Scusa, hai ragione, è ovvio di no.”. Mi ritrasformai e tentai di alzarmi facendo forza sulle braccia. Caddi a terra di faccia. Le braccia e le gambe erano percorse da quattro profondi graffi ognuna. Jack capì subito che io non ero in grado di alzarmi. Rayan, invece, era stato fortunato. Era graffiato solo sugli avambracci ed infatti era già in piedi. Jack si chinò a terra e mi fece girare sulla schiena. Osservò le gambe, graffiate sugli stinchi e le braccia graffiate, come quelle di Rayan, sugli avambracci. Imprecò tra i denti. “Sono molto profondi, è stato solo per fortuna che non hanno reciso i muscoli. Mi prese per le mani e mi tirò su. Le gambe non erano in grado di tenermi, oltretutto avevo perso una certa dose di sangue e avevo la testa che girava. Jack mi sorreggeva da un lato e Rayan dall’altro, nonostante anche lui fosse debole. Raggiungemmo casa mia quasi subito, non era distante, ovviamente. Entrammo e subito venimmo accolti dai lupi sorridenti, sorriso che durò ben poco appena ci videro. Io e Rayan ci sedemmo sul divano mentre Jack raccontava dell’accaduto, dei mal di testa, li informò su quel poco che ancora non sapevano. Subito Aurti protestò: “Avreste dovuto essere pazienti e ascoltare soltanto, per riferirci poi! Abbiamo perso il principale fattore sorpresa! Pensavano che voi foste malati, all’incirca. Potevamo sfruttare tutto ciò ed uscirne vincitori definitivamente!”
“Aurti, calmati. I ragazzi sono stanchi, e Prilla non sta per niente bene.”disse Daiany. Come a conferma di quelle parole sentii la testa farsi fin troppo leggera, l’ultima cosa che vidi prima di svenire fu il divano imbrattato di sangue.
 
Quando mi svegliai mi accorsi subito di non essere sul divano, e nemmeno nel mio letto. Ero in una stanza bianca. Avevo le braccia fasciate, me non sentivo dolore. “Ti hanno dato degli antidolorifici. In teoria dovresti essere stordita, ma la tua parte di lupo li ha respinto la parte che ti avrebbe reso incapace di articolare una frase, lasciando solo ciò che adesso sta attutendo il dolore.” Anche le sue braccia erano fasciate, ma era seduto affianco al letto assieme a Jack. “Cos’è successo?”
“Hai perso troppo sangue e abbiamo dovuto portarti in ospedale. In teoria le nostre ferite si rimarginano in fretta e da sole, purtroppo però, a quanto hanno detto i lupi che unghie degli Spiriti sono cosparse da un veleno che impedisce che si rimargino normalmente, rallentando notevolmente il processo.” rispose Jack. Rayan annuì. “Sono stati costretti a una trasfusione a testa e a mettere i punti. Rock è convinto che non reggeranno però.”
“Un lupo del tuo branco, immagino. Beh, è un pessimista, magari invece sì.” Come a contraddirmi vidi le bende macchiarsi di rosso. Rayan fece una smorfia di dolore mentre Jack usciva per chiamare un dottore. “Ci mancava solo questa. Già siamo nei guai, ci si mette pure il fatto che impiegheremo un tempo indefinito a far passare queste ferite.”
“A quanto sembra. Siamo certi non ci sia nulla di utile? Non hanno pulito le ferite prima di mettere i punti?”
“Sì, ovviamente sì, ma il veleno quando siamo arrivati era già in circolo. Siamo condannati.” scherzò per metà. “Speriamo che non sia una condanna a morte.” dissi seria. Il Black wolf sospirò. “Hai ragione, speriamo che vada tutto bene.” In quel momento nella stanza entrò un dottore accompagnato da Daiany e Jack. “Ragazzi, mi spiace interrompere la vostra chiacchierata, ma devo sistemarvi i punti. Si può sapere come avete fatto a riaprire la ferite?” Rayan fece spallucce. “Che ci vuole fare? Siamo adolescenti.” Scoppiai a ridere seguita a ruota da Jack.
 
Quando finalmente il dottore finì e se ne andò Daiany prese la parola. “Avrei dovuto aspettarmi che gli Spiriti fossero alleati con il nemico e ci fosse qualcosa di strano sotto. Anche loro, assieme ai Lupi Grigi e ai Blob, la creatura che ha attaccato te e Prilla , tenevano le redini della Terra. Comunque non era questo che volevo dirvi, bensì che, dopo vari ragionamenti, siamo arrivati alla conclusione che ci serva qualcosa per proteggerci. Se avete idee sono ben accette.” Non dovetti pensarci molto perché mi venisse in mente. Doveva essere qualcosa che ci avrebbe protetti dagli attacchi dei nemici, ma se avesse avuto anche un’utilità d’attacco? “Un’armatura, in ferro o in qualche metallo. Non ci potranno ferire, e noi avremo un’arma in più.”
“Perché un arma?” mi interrogò Jack. Al posto mio rispose Rayan, che invece aveva ben chiaro cosa intendessi. “Pensaci un attimo. Loro non potrebbero azzannarci senza rischiare di ferirsi, e se magari ci aggiungiamo qualche dettaglio... potrebbe essere perfetta per attaccarli. Ma dovrebbe essere anche in grado di adattarsi alla nostra forma di lupo come a quella umana.” Daiany sorrise, furba. “Ho la soluzione perfetta! Il Ferro della Luna Insanguinata!” La guardammo incuriositi. “Si tratta di un materiale altamente malleabile e leggero, oltre che reagente al sangue di noi Lupi della Luna. Solo noi possiamo trovarlo”
“Come può essere utile? L’armatura quando saremo in forma umana non servirà a nulla.” protestò Rayan. “Tentiamo” dissi io nello stesso istante. Rayan mi fissò sbalordito. “Credo di aver capito. Essendo malleabile quando cambieremo forma... si adatterà.”
“Proviamo.” acconsentì Rayan. Sorridendo Daiany uscì. Il dottore entrò tirandola dietro. “I livelli di entrambi i ragazzi sono stabili, non credo sia necessario tenerli ulteriormente qui.” Saltai giù dal letto e saltellai. Mi sentivo in forze.
 
Dopo che Daiany ebbe firmato vari documenti ci lasciarono andare. Uscimmo dall’ospedale e iniziammo a discutere su come trovare il Ferro della Luna. “Vedete, il Ferro di Luna richiede una ricerca molto complicata, che temo voi non siate in grado di compiere.” disse indicando le braccia mie e di Rayan, che avevano ripreso a sanguinare. “Di nuovo!?” esclamammo in coro. Jack rise e Daiany lo riprese. “Qui la cosa si fa problematica. I punti non tengono per nulla, può essere pericoloso se ci attaccassero. Non li possiamo lasciare soli, rischiamo che vengano attaccati e non ne escano.”
“Però voi non potete dividervi, sarebbe troppo rischioso. Andate, io e Prilla possiamo cavarcela. Portate anche Jack, qualunque cosa succeda io e Prilla ci alleneremo nel frattempo. Possiamo cavarcela, poi scommetto che Miki sa cucire.” concluse guardandomi in cerca di conferma. “Miki sa cucire, ma non sono certa che cucire una ferita sia come cucire la stoffa. Però ci serviranno degli antidolorifici, altrimenti non credo che riusciremmo a stare fermi mentre Miki cuce  e a non insospettire i miei genitori.” risposi. Rayan spalancò gli occhi, stupito. “Non possiamo, Prilla! Rischiamo che ci becchino, e non voglio minimamente finire di nuovo in ospedale perché i tuoi hanno continui attacchi di panico quando i punti saltano! Andiamo a casa mia!” Lo guardai come se stesse scherzando. Risi. “Bella questa, ora andiamo.”
“Non sto scherzando. I miei non sono a casa quasi mai e non si interessa di ciò che faccio.”
 
Mentre ci incamminavamo verso casa di Rayan mi ricordai che dovevo avvertire i miei genitori. “E i miei e Miki?”
“Li avvertiamo a casa mia. Muoviti, stiamo sanguinando, tu più di me, tanto.”
“Dovevi proprio ricordarmelo?”
“Ovviamente, sennò non ero io.” Sbuffai, e dire che avevo dimenticato che era ‘il lupo cattivo’, non mi era mai realmente sembrato, non gli avevo mai realmente attribuito quella parte. “Sai... non ho mai pensato a te come al ‘cattivo’ della storia.”
“Perché?”
“Perché non nasciamo buoni o cattivi, scegliamo che strada percorrere a seconda di quello che passiamo.”
“Ti ricrederai dopo oggi. Eccoci, siamo arrivati.” Rimandai la domanda che volevo fargli a un altro momento, probabilmente lo avrei capito lo stesso, poi, cosa intendeva. Eravamo davanti ad un palazzo con cinque o sei piani, con un portone in vetro. Rayan si avvicinò e suonò ad uno dei campanelli affianco al portone. Una voce squillante rispose: “Chi è?”
“Sono Rayan, mamma.”
“Oh, pensavo fosse il tizio della pizza. Sali pure.” Il tono di voce che usò la donna fu tetro, come se reputasse il biondo solo un peso. Il portone si aprì con un click e noi entrammo. Entrammo in un ingresso vuoto, con due porte ai lati e un ascensore occupato e delle scale in fondo. Obbligati dalla circostanza e dal fatto che né io né Rayan avevamo voglia di aspettare salimmo per le scale. Dopo tre rampe arrivammo. C’erano quattro porte, due a destra e due a sinistra. Entrammo nella prima a sinistra, per niente chiusa a chiave. “Mamma, abbiamo ospiti.” urlò Rayan. Eravamo in un piccolo salotto con solo un divano. Da una porta che non avevo notato uscì sbuffando una donna bionda. “Non basta che debba subire te, pure altri adolescenti?” Si zittì ad un’occhiata più che truce di Daiany. “Sai che dico, state qui quanto volete!” e tornò nella stanza da cui era uscita. Percorremmo un corridoio che non avevo notato. Avevo la testa leggera, troppo, il sangue ormai aveva imbrattato per bene anche i pantaloni. “Abbiamo una stanza degli ospiti sola!” esclamò Rayan dandosi una manata in fronte. “Io non dormirei mai qui, sento odore di... odio, e non riesco a dormire con questo odore.” disse Jack. “Io non dormo in forma umana, quindi posso dormire dove vuoi.”
“Daiany, dormiresti nella mia stanza? Ti prego, mi sono abituata ad avere qualcuno tra i piedi!”
“Io non vado bene?” chiese Rayan ridendo. “Ovviamente no. Ti prego Daiany!” La lupa rise, nel mentre Rayan indicò una stanza che tra le chiacchiere non avevo notato. Iniziai a preoccuparmi, stavo iniziando a non notare troppe cose. “Questa sarà la vostra stanza, notte!”
“Che  notte! Dobbiamo sistemare quei punti! Al più presto!”
 
Trenta minuti, vari strilli e sei cuciture dopo eravamo tutti a letto. Daiany dormiva sopra ai miei piedi, come a farmi capire che era lì, o forse solo perché voleva essere certa di sapere se i punti cedevano nella notte, non ero certa. Purtroppo io, invece, non riuscivo nemmeno a chiudere occhio. Continuava a pensare a troppe cose assieme per cercare di decifrarle. Sapevo che nei giorni seguenti sarei stata a casa di Rayan assieme a Miki, che sarebbe arrivata l’indomani, ma non mi interessava, ero preoccupata per i lupi. Ero consapevole del fatto che erano molti più dei nemici, ma sapevo anche che una ferita degli Spiriti poteva costare loro la vita. Mi trovai a pensare alle parole di Max. ‘Il lago si tingerà del rosso del loro sangue, e, quando ormai saranno deboli, di quello dei loro tre capi!’. Avevo il brutto, anzi orribile presentimento che centrasse con il mio sogno. In quel momento, forse per i ragionamenti, riuscii ad addormentarmi.
 
Delle mani scavano nella terra, ai piedi di un albero molto grosso, a giudicare dalle radici. Dopo alcuni secondi nel marrone della terra compare del grigio fumo. Le mani allargano la buca fino a stringere tra le mani un pezzo di ferro molto grosso. Mi sento come il cameraman che registra una scena. Lentamente le mani si alzano, ed il mio sguardo le segue, fino ad incontrare quello di Max. ‘Lo ha trovato prima di voi! Devi muoverti se non vuoi che lo trovi tutto!’
 
Mi sveglio di soprassalto, facendo spaventare Daiany. “Che succede? Hai avuto un incubo?”
“Non c’è tempo. Max ha trovato del Ferro di Luna, lo sta cercando! Dobbiamo muoverci o finirà!”
“Calmati, è notte fonda, sarebbe inutile muoversi ora!”
“No, non mi avrebbe detto nulla se non avesse paura che domani sia troppo tardi.”
“Chi non avrebbe detto nulla?”
“La prima.” Daiany alzò di scatto il muso appoggiato sulle zampe. “Stai scherzando?!”
“No Daiany. Ha ragione, non c’è tempo.” Sulla soglia della stanza c’era Rayan. “E le vostre ferite?!”
“Guarite.” Questa consapevolezza mi prese all’improvviso, e venne confermata da Rayan. “Non possono essere preoccupati solo per del Ferro. C’è qualcos’altro. Cosa avete visto?”
“Un grosso albero e Max con quello che crediamo essere Ferro di Luna.”
“Se sembrava argento era lui, sennò siamo davvero nei guai.”
“Grigio fumo.” rispondemmo in coro io e il Black. Daiany sospirò. “Siamo fregati, non si trattava di Ferro di Luna, bensì dello stesso materiale di cui sono fatte le unghie degli Spiriti. È molto difficile da modellare, ma non sappiamo da quanto lo stiano cercando o quanto ne abbiano trovato.”
“Credo che sia il primo pezzo che trovano, o i Primi ci avrebbero avvertito prima.” rispose Rayan. Dovetti dargli ragione, quella era l’unica speranza. “Allora partiremo tutti domani mattina.”
 
Angolo della noiosa autrice
Hola gente di tutto il mondo! Okay, forse non di tutto il mondo XD. Come sono andate le vacanze? Metto le mani avanti: ho avuto tanti problemi con internet al mare. Il capitolo l’ho finito ieri sera tardi quindi sarà pieno di erroracci cattivi. Penso che farò un controllo totale e li correggerò tutti quando finirò, altrimenti ci sarà sempre qualcosa che mi sfugge. Ora... i RINGRAZIAMENTI!
Grazie a:
-black liberty
-Elis in wonderland
-meneguzza
Per averla messa tra le preferite
A:
-meneguzza
-Vyolet
Per averla mezza tra le ricordate
A:
-Giughi10
-Julia_Greenshade
-morga98
-Winterwings
Per averla messa tra le seguite.
Grazie mille a:
-meneguzza
-Elis in wonderland
-black liberty
-Tsuki no Sasuke
-Winterwings
Per le recensioni dello scorso capitolo
Grazie mille a:
-morga98
Per le recensioni al primo e secondo capitolo.
Grazie anche agli eventuali anonimi.
Ora che l’angolo è lungo quasi quanto il capitolo vi saluto augurandomi di sentire e risentire tutti i ringraziati, bacioni :*
          Prilla

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


The White wolf and the Black wolf
Capitolo 10
Era tutto pronto. Io, Rayan, Jack e i lupi eravamo pronti per partire alla ricerca del Ferro di Luna. “Come faremo a trovarlo?” chiesi. “Vi guideremo noi, tranquilli, quando avremo trovato un pezzo capirete qual è la sensazione e potrete essere utili anche voi alla ricerca.” rispose Aurti. Noi wolf ci trasformammo in lupi, seguendo gli altri che tenevano il naso vicino al terreno. Dopo alcuni minuti di ricerca avvertii come la sensazione di essere osservata, drizzai le orecchie pronta a cogliere ogni minimo rumore. Rayan, affianco a me, mi sussurrò piano: “Lo senti anche tu, vero?” Annuii. Più andavamo aventi più quella sensazione aumentava, fino a che non intravidi qualcosa nell’ombra. Se non avessi avuto la pelliccia sarei impallidita. Erano i Lupi Grigi. Non sembrarono averci notato, infatti proseguirono per la loro strada e ben presto sparisono alla nostra vista.
 
Camminammo per alcuni chilometri, fino a quando i lupi non si fermarono. “Annusate attentamente” disse Aurti. Avvicinai il naso a terra e sentii un odore che non conoscevo, ma che mi ricordava casa, una casa che non avevo mai visto. Sembrava fatto da carta appena stampata e  lavanda, ma aveva un sentore strano, che non riconobbi. “Quello che sentite è l’odore della Luna. Non si può descrivere, è unico, ma sembra odore di casa.”
“È... è... incredibile” dissi. Rayan annuì come se alle mie parole servisse una conferma mentre Jack sussurrò: “Fantastico.” I lupi iniziarono a scavare nel terreno fino a trovare un pezzo di metallo di un grigio chiaro che ricordava molto il colore dell’argento. Uno dei Black lo trascinò fuori con i denti. “Ora dove lo mettiamo?” chiesi esponendo un dubbio che si rivelò essere generale. Ci guardammo tra di noi cercando una soluzione. Alla fine Rayan modellò la sua ombra e creò una specie di cestino sulla sua schiena. “Non pensi sia troppo stancante?”
“Non abbiamo altra scelta”
“Se ci attaccano non sarai nel pieno delle forze”
“Tranquilla Prilla! Non mi uccideranno!” Scossi il muso avvicinando il naso al terreno. Iniziai ad annusare alla ricerca dell’odore del Ferro di Luna, lo individuai in fretta ed iniziai a seguirlo. Sapevo che anche gli altri lupi lo avevano avvertito. Ci muovemmo tutti verso la stessa direzione, concentrati. Ad un certo punto mi ritrovai a drizzare le orecchie di nuovo, la sensazione di essere osservata era ricomparsa. Anche Rayan e Jack sembravano essersene accorti. Lentamente tutti i lupi si bloccarono, fissandoci interrogativi, in una muta domanda. Non era un’allucinazione, c’era qualcosa di sbagliato. Ci preparammo tutti ad un’eventuale attacco. Nemmeno pochi secondi che un lupo color cioccolata si lanciò dai cespugli. Fu subito seguito da altri di vario colore. Un branco di lupi comunissimi. Uno mi si buttò addosso, ma non fece in tempo nemmeno a raggiungermi che un muro d’ombra lo bloccò in aria, curvandosi all’urto e rispedendolo indietro. Il lupo finì a terra, ma non sembrò essersi fatto nulla di grave. Ululai ed il terreno tremò, ma i lupi ne rimasero distratti solo un momento, che fu sufficiente a Jack per circondare i nostri tre branchi e noi da un cerchio di fuoco. Rapidamente come erano arrivati i lupi si dileguarono, facendoci rilassare. Era il momento di rimettersi alla ricerca.
 
Angolo della noiosa autrice
Salve a tutti gente! Lo so, sono in ritardo di un sacco di settimane, ma tra il blocco, l’inizio della scuola e tutto il resto... Comunque sono tornata. Inizierò a mettere la data di pubblicazione del capitolo dopo, il prossimo dovrei metterlo il 4/10/’14. Dopodiché mi chiedevo se qualcuno di voi è capace di fare banner. Nel caso, se vi va, potreste crearmene uno? Purtroppo non sono capace, mi mandate un mp e ci mettiamo d’accordo. Scusate la brevità del capitolo, i ringraziamenti li metterò tutti nel prossimo, sono pure di corsa -.-“. Scusate ancora, a sabato prossimo. Grazie a tutti i miei meravigliosi lettori e recensori, vi amo.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


The White wolf and the Black wolf
Capitolo 11
Ero seduta contro la spalliera del letto, il cuscino dietro la schiena. Davanti a me c’era Rayan, dall’altro lato del letto, seduto a gambe incrociate. Jack era seduto sulla sedia della scrivania, che aveva accostato al bordo del letto. La ricerca del Ferro di Luna era stata un disastro. Non bastava nemmeno per un branco, e l’unica soluzione era... “Dobbiamo andare in Italia, per forza.” Sospirai afflitta. “E dove li troviamo i soldi per un viaggio del genere?” Entrambi i miei amici si fecero ancora più depressi. Rayan si alzò di scatto, per tirare un calcio al mio letto. “Se non ti dispiace ci tengo ancora.”
“Scusa Prilla, ma... ho un nervoso! Non hai idea!”
“Invece sì, siamo tutti sulla stessa barca, Ray” gli disse Jack con una calma glaciale. Guardai fuori dalla finestra. Miki era dai suoi, visto che io e i due ragazzi dovevamo discutere del da farsi, lei aveva deciso, nonostante avessimo insistito per farla restare, per tornare, dicendo che sapendoci a discutere così vicino a lei non sarebbe riuscita a chiudere occhio, anche se avevo i miei dubbi ci riuscisse a casa sua. “Ragazzi, non credo le due di notte siano un buon momento per discutere di cose come guerre, viaggi in altri stati... e cose di questa portata. Se ci mettessimo a dormire?” Vidi Rayan e Jack pensarci, ed alla fine annuirono con una scrollata di spalle. “Facci spazio” mi disse Jack che si sedette su un lato del letto. Rayan mi raggiunse dall’alto, si sdraiarono e io mi ritrovai schiacciata tra i due. “Non vi sembra un po’ troppo piccolo come letto per tre persone?”
“No, ora zittisciti.”
 
La mattina seguente mi svegliai prestissimo. Avevo caldo, mi sembrava che mi stessero strangolando, e avevo anche sonno. A svegliarmi era stata effettivamente la caduta del biondo dal letto. Scocciata scacciai giù anche Jack. “Voi non dormirete mai più a casa mia, lo giuro.”
“Esagerata! Abbiamo solo dormito, scusa!”
“Fortunati voi allora! La prossima volta vi faccio provare la comodità del pavimento!” A quel punto dovettero capire che non stavo scherzando, infatti si zittirono.
Passò qualche minuto e Rayan si tirò su per poi avvicinarsi molto minaccioso. Lo guardai stranita, ma non feci in tempo a chiedermi il perché che proruppe in un poco veritiero commento. “Ti vuoi solo liberare di noi per fare quello che ti pare, perché in realtà non ci sopporti, non sopporti noi due e non sopporti i lupi.” Incrociò le braccia al petto, come soddisfatto. Io al contrario ero sconvolta. Jake si alzò e ci raggiunse. “I effetti Ray potrebbe avere ragione. Non sembra piacerti molto l’averci qui.”
“Ma cosa state dicendo?! Non mi piace dormire con voi due appiccicati, vero, ma mi piace stare con voi!” I due mi lanciarono un’occhiata come di biasimo.
“Non ce la dai a bere. Ci detesti e ci vorresti morti.” Presi un profondo respiro, non era il momento per arrabbiarsi con loro.
“Se è uno scherzo non è per nulla divertente.”
“Non stiamo scherzando, e comunque nemmeno noi ti sopportiamo.” Non sapevo cosa stava succedendo, non capivo cosa fosse preso loro, ma quella frase fu dolorosa. “Fuori.”
“Come?” chiese Rayan derisorio. “Ho detto fuori e non ho intenzione di ripetermi ulteriormente” dissi obbligandomi a tenere lo sguardo fiero. “Perché? Cavolo, che mal di testa, per caso mi hai tirato una botta in testa? Non mi ricordo nulla.” Guardai truce Rayan e indicai la porta della stanza. “Fuori! Mi avete capito?!” Rayan e Jake si fissarono, come se davvero non capissero di cosa parlassi. “Prilla, calmati, cos’è successo per farti arrabbiare così?” tentò Jake.
“Smettetela di fingere di non capire, lo sapete benissimo, ed ora fuori dalla mia camera!” A quel punto, seppur riluttanti Rayan e Jake uscirono, ed io mi abbandonai sul letto, sul materasso solo fino al ginocchio. Cos’era successo? Perché avevano detto quelle cose e perché poi si erano comportati in maniera simile? Sentii gli occhi inumidirsi e la prima lacrima scivolare dall’occhio fino all’orecchio e poi per il collo in orizzontale e bagnando i capelli sparsi sotto, seguita a ruota da altre. Non mi ero mai sentita così distrutta.
 
Rayan’s POV
 
Camminai per la strada chiedendomi cosa fosse successo a Prilla e combattendo con un mal di testa che mi spingeva ad accasciarmi in mezzo alla strada. Potevo capire fosse arrabbiata, ma reagire in quella maniera... era troppo persino per lei! Mi passai una mano in testa, esasperato. Doveva essere successo qualcosa, ma non ricordavo cosa, l’ultima cosa che mi veniva in mente di prima che Prilla ci sbattesse fuori era che io e Jake ci eravamo zittiti, quindi non avrebbe avuto motivo di buttarci fuori, avevamo dato segno di aver capito! Mi massaggiai le tempie, il mal di testa sembrava farsi più forte più tentavo di ricordare. Abbandonai l’impresa quando mi accorsi di essere arrivato sotto casa. Era successo qualcosa, ed io volevo sapere cosa.
 
Jake’s POV
 
Avevo un orribile mal di testa, e continuavo ad inciampare nelle radici degli alberi piazzati sul mio cammino, cosa che non mi era mai successa. Perché Prilla ci aveva cacciati da casa sua? Si era così offesa perché non l’avevamo lasciata dormire bene? Eppure quando ci aveva urlato contro non aveva usato la stessa espressione, come se in realtà non le importasse seriamente. Ero ferito da quel comportamento, ma non poteva essere che Prilla fosse esplosa senza ragione! Portai gli indici alle tempie e mi massaggiai la testa, più tentavo di capire Prilla più il dolore aumentava. Dovevo parlarne con qualcuno.
 
Prilla’s POV
 
Corro. Sempre, corro sempre, è noioso. Sono stanca di correre. Mi fermo. Sento dei passi, passi strani, fanno paura,ma non voglio correre. Perché dovrei? Tanto Rayan e Jake non mi sopportano! Tanto vivo per farmi male! Che senso ha! Mi accascio a terra, esausta. So che sto per piangere, ho un nodo in gola, un nodo grosso. Sento la prima sulla guancia ma mi passo la mano sugli occhi prima che anche le altre scorrano. C’è qualcosa di strano. Mi alzo e mi guardo intorno. Li vedo, dietro ad un albero. Gli Spiriti. Mi fissano ed io ricambio lo sguardo. “Sei più forte dei tuoi amici! Loro hanno ceduto, cedi! Lasciali stare, sono deboli!”
“No, siamo deboli se siamo soli, ed è meglio per voi, ma assieme siamo imbattibili, ed ora uscite dalla mia testa, per piacere.”
“Non puoi cacciarci!” Sbuffo. “Ovvio che posso, questo è il mio subconscio, il mio mondo, la mia testa, qui succede quello che dico io, capito?” Le mie parole sembrano spaventarli. “Non puoi! Sei tu che ci hai chiamati!” Insistenti! “Non vi ho chiamato, ne sono certa!”
“Allora controlla le tue lacrime quando ti svegli, sciocca ragazzina!”
 
Mi tirai su di scatto, le guancie ancora umide. Passai un dito, raccogliendo una lacrima, q rimasi sbigottita. Non era possibile! Non poteva essere! Quella che avevo sul dito non era una piccola goccia trasparente, bensì un striscia che percorreva il polpastrello, rossa. Passai le dita tra i capelli, trovandoli appiccicosi. Mi alzai e osservai il materasso, semplicemente bagnato. Passai il dito sopra al letto, e al posto che lasciare segni rossi bagnò lievemente e basta. Uscii dalla stanza diretta in bagno per una doccia.
 
Non impiegai molto, e fu utile per capire che una volta perso ogni contatto con me il sangue si trasformava in semplici lacrime. Aveva comunque smesso di esserci, visto che avevo smesso di piangere. Avevo idea di essere arrivata alla giusta conclusione riguardo agli eventi. Gli Spiriti si erano impossessati delle menti di Rayan e Jake, per poi lasciarle capito che io ora ero addolorata e non aspettavo altro che il fatto che se ne andassero. Avevano tentato di seminare zizzania, e io non avrei lasciato che il loro piano andasse in porto.
 
In breve tempo mi preparai e corsi fuori di casa, il vero problema era come avvisare entrambi, senza sapere neppure dove fossero. Mi guardai intorno assicurandomi che non ci fosse nessuno nei paraggi, e quando me ne fui accertata mi trasformai in lupo. Ululai e nel giro di nemmeno un paio di minuti i lupi mi raggiunsero. “Cosa succede, Prilla?”
“Dobbiamo trovare Rayan e Jake al più presto, temo siano nei guai!”
“Dividiamoci allora! Un gruppo verrà con me a cercare Jake, l’altro con Prilla e cercare Rayan” propose Daiany. Accettai e subito ci dividemmo in due gruppi, buttandoci subito nella corsa.
 
Sentivo gli occhi delle persone addosso. Eravamo tutti in forma umana, ma eravamo una strana vista. Persone di varie età che correvano per la città. Il posto che mi era parso il più intelligente dove cercare Rayan era stato casa sua. Arrivai lì con un leggero fiatone e suonai i vari campanelli fino a trovare il suo. Mi ripose lui. “Chi è?”
“Sono Prilla! Scendi sbrigati, non c’è tempo!”
“Ma cosa...?”
“Fai in fretta e basta, ti prego!” dissi battendo un piede a terra. Lui sbuffò, acconsentì ed interruppe la comunicazione del citofono. Sospirai. C’era davvero poco tempo. Tra tutti alla fine gli spiriti erano i nostri nemici più pericolosi, un loro graffio era bello tosto, visto che non si rimarginava alla giusta velocità. Mentre pensavo così Rayan comparve sulla soglia ed io non esitai un attimo. Lo presi per il polso e iniziai a correre. Lui purtroppo non sembrava molto d’accordo. Puntò i piedi fermando la mia corsa. “Eh no, ora mi spieghi!”
“Gli Spiriti! È colpa loro!”
“Cosa?”
“Il fatto che vi abbia cacciati via!”
“Ti hanno convinto loro?”
“No, vi hanno fatto comportare male e vi hanno fatto dire cose a cui non avrei dovuto credere, ma così è andata!” Mi sentivo in colpa per aver ceduto, ma dovevo rimediare. “Prilla, cosa abbiamo detto?”
“Che non mi sopportavate e che eravate convinti che io non sopportassi voi” ammisi. Lui scosse la testa ridendo. “Ma io non ti sopporto davvero!” esclamò per poi scuotere la testa tirandomi un pugno sulla testa, un pugno amichevole. “Testa di legno, ovvio che non ti sopportiamo, ma ti vogliamo troppo bene per non farlo!” Mi fece l’occhiolino. “Ora possiamo andare?” gli chiesi. Lui annuì e riprendemmo a correre per cercare di arrivare il prima possibile dagli altri.
 
Angolo della noiosa autrice che si vergogna tanto
Sono viva, ma temo non lo sarò ancora a lungo. Non fucilatemi prima di finire l’angolo, perché giuro che alla fine non vorrete più (spero). Nel periodo in cui non m avete sentita hanno operato mio padre, ho avuto un incontro con il club del libro, sono stata sommersa dai compiti, e per colpa della scuola ho perso tutta l’ispirazione, finendo con il non sapere cosa scrivere, e per un’intera settimana che sono stata a casa ho avuto un bel da fare a stare al passo con... i compiti che davano a scuola! Fidatevi che sono più depressa io di voi. Per gli amorini amorosi che mi hanno aspettato e ora non mi vogliono uccidere... Grazie di cuore.
I ringraziamenti questa volta sono particolari. Voglio seriamente ringraziare Winterwings che ha recensito lo schifoso scorso capitolo, per il resto non penso ci si nulla di strano da dire.
Per le persone che normalmente recensiscono... non ho nulla da dire, fossi in voi nemmeno io mi recensirei XD!
Bene, ora che ho scritto un angolo lungo quasi quanto il capitolo vi lascio con una piccola notizia: dovrei tornare a pubblicare regolare! Ci sentiamo non questo sabato ma il prossimo, il 14, non posso scrivere un capitolo in due giorni, soprattutto visto che non ho chissà che ispirazione!
Vabbe, bacioni a tutti voi :*
Prilla
ps: dovrei tornare anche a farli della solita lunghezza, ma non prometto nulla purtroppo

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


The White wolf and the Black wolf
Avviso:
Avevo effettivamente già caricato il capitolo 12, ma mi sono appena resa conto, che avevo scritto delle cavolate, mi dispiace per l’equivoco, colpa mia che non ho il cervello dove dovrebbe stare, chiedo venia, sperando che non perdiate la pazienza e mi facciate sapere, se avete letto l’altro, quale dei due preferite (no, l’altro non lo rimetterò comunque XD)

 
Capitolo 12
Io e il Black wolf corremmo per il paese, alla ricerca del Red. Mentre le gambe si muovevano da sole, ed i piedi sbattevano sul cemento, Rayan mi raccontò cosa si ricordava e come si era sentito subito dopo. “Non ricordavo nulla, Prilla, avevo come la testa vuota! E quando tu hai buttato fuori me e Jack ci sono rimasto di sasso. Non capivo il perché, ti avevamo fatto arrabbiare, ma alla fine cacciarci mi sembrava troppo, e più pensavo a cosa potesse essere successo, più mi saliva il mal di testa!”
“Pensi sia successo anche a Jack?” gli domandai, curiosa della sua opinione. Se qualcuno avesse chiesto la mia gli avrei detto che visto che la causa era la stessa le probabilità che fosse successo qualcosa di diverso era difficile.
“Immagino che Jack si sia sentito come me” rispose scrollando le spalle. In quel momento notai i passanti. Le persone a cui sfrecciavamo affianco non sembravano notarci o stupirsi, ma avevo seri dubbi sul fatto che fosse una cosa normale, soprattutto visto che io e Rayan non eravamo il ritratto della normalità. Le strade, i negozi e le persone li vedevo di striscio, quasi l’occhio non li registrava. Ero concentrata, a speravo così anche Rayan.
Purtroppo la nostra corsa durò poco. Non avevo intenzione di usare tutte le mie energie per correre senza metà e rischiare di raggiungere l’obbiettivo troppo stanchi per affrontare un possibile e probabile combattimento. “Rayan, fermiamoci, dobbiamo conservare almeno una parte delle energie” gli dissi. Il biondo si fermò, e lessi il conflitto sul volto. “E se non arriviamo in tempo?” mi rispose, guardandomi titubante.
Sospirai, capivo ciò che gli passava per la testa. Rischiavamo di non fare in tempo, ma in tempo per cosa? Avevo dato per scontato che il Red wolf sarebbe stato assaltato, ma a Rayan non era successo nulla, perché se volevano attaccarci non farlo subito? Jack e Rayan, usciti da casa mia, sarebbero stati facili prede. Frastornati per il mio comportamento e per il vuoto di memoria.
“Non penso Jack sia in pericolo. Pensaci, non sarebbe stato più semplice attaccarvi usciti da casa mia?”
“Eravamo vicini a te, avresti potuto intervenire” mi rispose, come se stesse illustrando l’ovvio. “Rayan, non ti ho certo trovato vicino a casa mia, il tempo per attaccarti senza che io sentissi lo hanno avuto.” Lui sembrò riflettere un attimo, poi sospirò, come arrendendosi a quello che gli stavo dicendo. “E comunque alcuni dei tuoi lupi lo stanno cercando, no? Probabilmente ora sarà già dal suo branco.” Sorrisi, ed insieme riprendemmo a camminare.
 
In silenzio raggiungemmo casa mia. Nessuno dei due aveva parlato, e se Rayan aveva tentato di parlarmi non lo avevo sentito, presa dai miei pensieri. Cosa poteva essere successo a Jack? Era davvero sano e salvo? Se non lo fosse stato la colpa sarebbe stata mia, e avrei sentito i sensi di colpa per la vita. Jack era un mio amico, esattamente come Rayan, e non avrei sopportato di trovarlo ferito, o peggio... Scossi la testa per scacciare la terribile idea. No, era protetto da più di un branco, gli Spiriti potevano davvero avergli fatto del male? In un angolo della mia mente però si formò un brutto pensiero. Loro magari no, ma nulla mi assicurava che i Lupi Grigi non lo avessero attaccato. Presi un profondo respiro.
“Prilla! Che ne dici di una bell’allenamento io e te?” mi propose Rayan strappandomi alle mie pessimistiche riflessioni. “Vuoi farti mettere al tappeto da una ragazza?” gli domandai, sfidandolo.
Pochi secondi dopo eravamo due lupi pronti ad azzannarsi. Con il ventre schiacciato a terra ero pronta ad attaccarlo, ma prima ancora che muovessi un muscolo Rayan era saltato. Mi mossi il più in fretta possibile e schivai con uno scatto verso destra. Appena poggiai le zampe a terra qualcosa mi afferrò. Mi trovai in aria, sollevata per una delle zampe posteriori. Mi trasformai in umana, sorprendendo Rayan, che si deconcentrò. L’ombra allentò la presa, ed io caddi verso il terreno. Rapidamente ripresi la ferma di lupo, ed appena toccato il terreno scartai di lato per evitare un attacco di Rayan. Non avevo quasi il tempo di respirare per evitare gli assalti del mio finto avversario. Non ero ancora riuscita a toccarlo, mentre lui era riuscito a colpirmi più di una volta. Dovevo inventarmi qualcosa o sarei stata nei guai. Mentre Rayan stava per lanciarsi addosso a me per l’ennesimo colpo, dalla foresta sbucò Jack, seguito dai miei White wolves e dai Red wolves, tutti perfettamente intatti. Io e Rayan tornammo umani, felici di vederli sani e salvi, e il Black mi fece notare che lui aveva avuto ragione. Per evitare che se ne vantasse proposi a tutti un buon te per rilassarci.
 
Il giorno seguente io, Rayan e Jack eravamo di nuovo nella mia stanza a pensare. Nessuno di noi aveva idee. “E se chiedessimo ai nostri genitori di mandarci per una gita?” proposi, sperando che almeno uno di loro concordasse con la mia idea, ma subito Rayan mi disse: “E come gli spieghi il perché dell’Italia?”
“Io ho dei parenti... però non li ho mai visti.” gli feci notare. “E perché dovrei voler andare proprio ora?”
Dovetti dargli ragione, ed in quel momento cadde il silenzio. Il nervosismo ormai era evidente. Non riuscivamo a trovare una soluzione, e mi sembrava impossibile che non ce ne fossero. Quando Jack stava per alzarsi il cellulare di Rayan squillò, sorprendendoci tutti. Lui fissò un attimo lo schermo, poi rispose. “Pronto?... Davvero?!... Certamente! Mi farebbe piacere, e tu mi faresti un favore immenso!... Hai quattro biglietti? Sai che potrei sposarti?... Ci vediamo tra poco allora!” e attaccò. Io e Jack lo fissammo curiosi, e lui spiegò: “Era un mio amico, mi ha appena detto che è venuto a prendermi per fare un viaggio in Italia e ha due biglietti dell’aereo in più, pensando volessi magari portare qualcuno che ho conosciuto qui.”
“Quindi abbiamo trovato il passaggio?”
“Esatto. E lo incontreremo tra poco, alla gelateria.” Come se avessimo un unico cervello in comune ci fiondammo fuori dalla stanza e fuori dalla casa, diretti verso il paese, era la notizia giusta al momento giusto. Poteva andare meglio? No, ne ero certa. Il problema sarebbe stato convincerlo a far imbarcare tre branchi di lupi... ma a quello avremmo pensato dopo. Ora sapevamo come fare, non ero mai stata tanto felice di qualcosa.
 
Con il fiato corto arrivammo alla gelateria e trovammo una grandissima massa di persone attorno ad un tavolo, a cui era seduto un ragazzo con i capelli marrone scuro, vestito elegantemente. Rayan iniziò a sbracciarsi in quella direzione, per farsi notare, e quando il ragazzo lo vide si alzò e si diresse verso di noi. Una volta che ci ebbe raggiunti Rayan ci presentò: “Prilla, Jack, vi presento Marco, Marco loro sono Prilla e Jack, i due amici che vorrei portare con me.”
“Felice di fare la vostra conoscenza.” rispose facendo un mezzo inchino.
 
Angolo della noiosa (e ritardataria e idiota e chi più ne ha più ne metta) autrice
Mi dispiace, giuro, non volevo fare quell’errore, ma il capitolo, seppur breve, è un capitolo importante, mentre l’altro era una schifezza assurda messa perché ero disperata. Spero continuerete a leggere anche dopo la mia cavolata, sono veramente spiacente, se volete uccidermi potete. Però ora hanno la possibilità, e per il prossimo capitolo so già che succederà, quindi dovrebbe arrivare presto.
Beh, tempo di ringraziamenti
Ringraziamenti:
Grazie a: black liberty, Elis in wonderland e Winterwing per aver recensito
Grazie a: black liberty, Elis in wonderland e HoPauraDiMeStessa per aver messo la storia tra le preferite
Grazie a: Cygnus_X1 e HoPauraDiMeStessa per aver messo la storia tra le ricordate
Grazie a: Giughi10, Julia_Greenshade, Look_the_stars, Luny11, morga98, nadine5, nike97, Tatanka 94 e Winterwing per aver messo la storia tra le seguite.
Ringrazio anche gli eventuali lettori anonimi e spero abbiate la pazienza di continuare a seguire la storia.
Bacioni :*
Prilla

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