E poi, il silenzio.

di MarcoG
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** "1 match found" ***
Capitolo 2: *** Il nuovo professore ***
Capitolo 3: *** Speranze e Delusioni ***
Capitolo 4: *** Dolore dell'animo ***
Capitolo 5: *** Complicità ***
Capitolo 6: *** La gioia di amare ***
Capitolo 7: *** L'attacco dell'angelo ***
Capitolo 8: *** The end ***



Capitolo 1
*** "1 match found" ***


Breve nota: Questa ff inizia da dove finisce l'episodio 22, nel periodo di piena crisi psicologica di Asuka. Prendetela più che altro come una lunga one-shot, visto che  sarà divisa a capitoli ma cronologicamente parlando tutto si svolgerà nel giro di pochi giorni.
La fanfiction in realtà è già finita, devo solo rileggere i singoli episodi e poi pubblicarli, di conseguenza nel giro di pochi giorni la completerò.


La dottoressa Ritsuko lanciò il comando digitando velocemente sulla tastiera, dopodiché si sedette e riprese a bere il suo caffè. Tutti quei controlli la annoiavano, sapeva benissimo che in condizioni normali era impossibile che quei test dessero un risultato diverso dal solito, ma dato che doveva farli lo stesso preferiva impegnarsi in qualcos'altro mentre ne aspettava i risultati. Mentre attendeva era solita riguardare gli schemi degli Evangelion, in particolare dello 00, sforzandosi di trovare qualche aspetto ancora migliorabile.
In quel momento Maya passò davanti all'ufficio di Ritsuko, bussò sulla porta aperta per richiamare l'attenzione della sua sempai e la salutò. - Per oggi ho terminato, ci vediamo domani dottoressa Akagi!- Ritsuko alzò gli occhi verso la ragazza, quasi accorgendosi solo in quel momento della sua presenza, dopodiché le rispose con un sorriso. - Buona serata Maya, a domattina-.
Nel riabbassare lo sguardo sui suoi appunti vide comparire sul monitor i risultati dei test. Si alzò nuovamente, si avvicinò al monitor con fare stanco e fece per digitare il solito comando d'uscita dal programma, ma qualcosa la bloccò. Più precisamente, sta volta il risultato non era uguale al solito.
“1 MATCH FOUND” lampeggiava sul monitor.
Ritsuko strabuzzò gli occhi, ma sullo schermo continuava a lampeggiare “1 MATCH FOUND”.
Com'era possibile? “C'è qualcosa che non va” pensò fra sé e sé. “No, è impossibile che il Magi System abbia sbagliato.”
Iniziò a digitare velocemente sulla tastiera per riavviare il test appena eseguito, questa volta rimanendo con gli occhi fissi davanti al monitor per non perdersi nessun passaggio del test. Il risultato però fu lo stesso: “1 MATCH FOUND”.
La donna si portò una mano sulla fronte, quasi come per accertarsi di stare bene. La temperatura le sembrò normale, quindi prese una sedia e si sedette. Scrisse nuovamente sulla tastiera per visualizzare i dettagli del responso del test, lesse con calma quanto apparve dopodiché prese il cellulare e cercò il cognome Ibuki.
- Dottoressa Akagi?- rispose subito al primo squillo.
- Sì Maya sono io. Ho bisogno di te, lo so che ci siamo appena salutate ma...ho bisogno di un paio di mani veloci. Ti è possibile tornare qua?-
- Certo dottoressa torno subito!- e riagganciò.
Ritsuko pensò per un attimo che era una vera fortuna che quella ragazza non avesse in pratica una vita propria al di fuori della NERV, pentendosi subito dopo per aver formulato un simile pensiero.
Quando la ragazza arrivò trovò Ritsuko in piedi davanti al monitor. - Guarda tu stessa - le disse indicando le tre parole lampeggianti. Maya si chinò per guardare il monitor, poi spostò lo sguardo sulla donna che la stava guardando in attesa di una risposta. - Non sarà...cioè, oggi è venerdì e venerdì si fanno i...i test...-
- I test di intrusioni al sistema informatico della NERV, esatto. E, come puoi vedere, c'è un'anomalia- Maya cercò una sedia, si posizionò davanti al monitor e controllò anche lei i dettagli del risultato. - Qua è notificato un accesso al sistema alle ore 5.05 pm di ieri con un badge da....sembra il numero di uno dei tesserini delle guardie dell'ingresso del Central Dogma, com'è possibile? A quell'ora non si potrebbero più connettere al nostro sistema-.
- Appunto- disse Ritsuko con un tono fortemente preoccupato.
                                                                                                         *******

<< Credo che il comandate Ikari voglia parlare anche con te, forse è il caso che tu venga qui>>
<< Yawn...ma lo sai che ore sono? Sono le 3 di mattina! Avrai sicuramente svegliato anche i ragazzi facendomi squillare il telefono!>>
<< Mi dispiace, se non fosse urgente non ti avrei svegliata. Ora per favore vieni qui>>
Ritsuko riagganciò e Misato dall'altro capo del telefono fece la stessa cosa. Rimase qualche secondo in silenzio per sentire se dalle camere di Shinji e Asuka venisse qualche rumore, ma fortunatamente non sentì nulla. “Meno male...almeno loro possono continuare a dormire...”
L'unico che si dimostrò disturbato fu Pen Pen che, guardando male Misato, emise un verso di disappunto. Dopodiché sbadiglio, la guardò ancora, e  tornò a dormire.
                                                                                                         *******

Toc toc.
- Avanti.-
Ritsuko entrò accompagnata da Maya. Raggiunsero la scrivania di Gendo dove il loro comandante le aspettava come al solito insieme a Fuyutsuki.
- Riassumimi in maniera concisa cos'è successo- disse Gendo senza scomporsi.
- Il tradizionale test del venerdì sera riguardo...-
- Non tu!- Tuonò Gendo. - Akagi, parli lei.-
Maya deglutì vistosamente, non era la prima volta che il comandante la trattava in quel mondo. L'unico pensiero che la sollevava era il fatto che lui trattava tutti così, addirittura anche suo figlio, quindi non doveva certo dispiacersene più di tanto.
- Maya le stava dicendo che abbiamo rilevato un'intrusione nel nostro sistema di sicurezza-
- E come è potuto succedere?- chiese Fuyutsuki indispettito prendendo la parola.
- Non ci è ancora chiaro. L'accesso al sistema è avvenuto tramite un badge assegnato a una guardia d'ingresso, ma la password utilizzata al momento dell'identificazione gli era di fatto sconosciuta. L'unica conclusione possibile è che tale guardia abbia ricevuto in qualche modo quella password e l'abbia usata per accedere a quelle parti del sistema che le sue semplici conoscenze non gli permettevano di visitare.-
Ancora una volta, Gendo interruppe la discussione. - In parole povere? Hanno installato qualche virus? Hanno rubato file importanti?-
- Dopo tre ore di controlli siamo riuscite a risalire a quali informazioni l'intruso ha scaricato e...non me lo riesco a spiegare- Ritsuko fece una pausa, quasi come per cercare le parole giuste per proseguire. - Abbiamo ovviamente controllato come prima cosa i progetti Evangelion 00, 01 e 02, ma non c'è stato nessun accesso a quei file. In secondo luogo abbiamo verificato gli accessi ai Magi, ma anche lì non è risultato niente. Abbiamo quindi continuato i controlli scendendo di volta in volta di livello di importanza e siamo dovute scendere molto prima di trovare cosa l'intruso ha scaricato.-
- E quindi?- chiese Gendo con il solito tono impassibile.
- Quindi...di tutto quello che potevano scaricare, hanno visionato solamente i nostri diari personali dei Children e nient'altro.-
- Cosa c'è scritto esattamente in quei diari?-
- Annotiamo tutto lì dentro- rispose Maya quasi d'istinto, preoccupandosi un attimo dopo di aver preso parola senza essere stata interpellata. - Io lo so perché è un lavoro che spesso la dottoressa Akagi lascia a me...- Gendo la guardò per un attimo, poi disse - Va bene, prosegui.-
- Dicevo...annotiamo tutti i dati tecnici derivati dai test di sincronia, ma soprattutto il loro stato emozionale e le esperienze che stanno facendo da quando sono qua con noi. Una sorta di biografia sempre aggiornata insomma.-
Ci fu qualche secondo di silenzio, dopodiché Fuyutsuki incredulo esclamò - E non hanno preso nient'altro?-
- Esatto- rispose Ritsuko. - E' sembrato molto strano anche a noi che un intruso che potenzialmente poteva frugare fra i nostri segreti più importanti si sia limitato a leggere gli avvenimenti che sono capitati ai Children. Facciamo fatica a trovarne il motivo.-
- Dottoressa Akagi- riprese Gendo. - Lo sa vero che quasi il 30% delle nostre risorse le vengono dedicate per la nostra sicurezza informatica? E' così che ci ricompensa?-
- Comandante...io...- ma Gendo la interruppe subito. - Ahh lasci perdere. Ormai quello che è fatto è fatto. Andate ora, vedrò cosa fare con lei. Non creda di uscirne senza nessuna conseguenza, comunque.-
- Certamente comandante- disse Ritsuko senza nessuna emozione.
La dottoressa e Maya uscirono in silenzio dalla sala. Seguirono secondi di silenzio.
- E così, ancora una volta, il più pericoloso nemico dell'uomo è l'uomo stesso?- chiese  Fuyutsuki.
- Già, ma temo che questa volta non si limiteranno a staccarci la corrente.- disse Gendo, in evidente tono sarcastico.
                                                                                                            *******

Misato sbadigliò un'altra volta.
- Sei sicura di sentirti sveglia? Vuoi forse un altro caffè?- sembrava insistere Ritsuko.
- Sì forse sarà il caso...ma com'è che tu alle 3.30 del mattino riesci a essere così sveglia?-
- Forse non hai afferrato bene il problema maggiore Katsuragi, abbiamo avuto un accesso non identificato alla nostra rete e per questo il comandante Ikari mi punirà! Sono io la responsabile di quanto successo!-
Vedendo la scienziata/amica reagire in quel modo, Misato si rese conto che non era il caso di scherzare. - Ti chiedo scusa. Ora dimmi, siete riuscite a trovare chi è il proprietario di quel badge di cui parlavate prima?-
- Sì- rispose Maya, che dalla sera prima non si era ancora separata da Ritsuko. - Era di un certo Ikuko Tsuji, trovato morto nella sua casa questo pomeriggio. La dottoressa Akagi e io supponiamo che abbia ricevuto la password per accedere e scaricare file richiesti da una terza persona, che poi l'ha uccisa nel momento in cui Ikuko gli ha fornito ciò che gli aveva chiesto. E' probabile che quella stessa persona gli abbia fornito la password con il compito di prelevare quanto richiesto, magari in cambio di soldi alla fine del lavoro, soldi che ovviamente...non gli ha mai dato.-
- Tutto questo sembra così assurdo...ma a chi può importare come stanno i children?- Misato non riusciva a farsene una ragione, nè come maggiore nè come tutrice di due dei tre children presenti in quei file.
- Già, è un bel mistero. La password utilizzata è una delle più importanti che agiscono sul nostro sistema, chiunque l'abbia data a Ikuko Tsuji sa un bel po' di cose su di noi. Il fatto che non l'abbia usata lui direttamente fa intuire che volesse rimanere nell'anonimato, il che fa intendere che non è finita qua.-
Misato si portò entrambe le mani sul volto. - E ora cosa si fa?-
- La seconda squadra speciale della NERV è stata inviata dal comandante Ikari per fare rapporto sulla posizione di ognuno dei children, è probabile che fino a quando non capiamo esattamente cos'è successo li voglia tenere sempre sotto controllo.-
- Umph....vuol dire che appena tornerò a casa ci troverò dentro le guardie della NERV? Fantastico...- Misato chinò il volto fino a sbattere con la fronte sul tavolo.
- Dai non essere tragica...non credo li voglia sorvegliare da così vicino, credo che si limiteranno a seguire i loro movimenti da lontano durante la giornata, in fondo non è la prima volta che pediniamo in questo modo i children.-
- Già...- disse Misato rialzando la testa. - Posso fare qualcosa per te prima di tornare a casa?-
- No, per ora servo al comandante quindi non mi farà ancora niente. Penso che aspetterà che questo problema sia risolto per punirmi. O almeno credo- un sorriso amaro comparve sul volto di Ritsuko. Misato la guardò e riuscì a sentire per un attimo la delusione che provava la sua amica. Doveva ammettere che era stata sconfitta nel suo stesso campo, era dura dover mandare giù una cosa del genere.
- Ok...- disse Misato alzandosi. - Se hai bisogno di qualsiasi cosa chiamami va bene?- Ritsuko annuì silenziosamente e questo bastò a Misato.
Salutò con un cenno Maya e ritornò con calma verso casa. 

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Capitolo 2
*** Il nuovo professore ***


Quella mattina in casa  Katsuragi nessuno si poteva definire "sveglio", nonostante si fossero tutti alzati dal letto già da un bel po'. Misato era stata chiamata nel cuore della notte dall'amica/collega per essere informata su ciò che era successo e quando tornò a casa ci trovò due agenti della NERV che le confermarono essere entrati pochi minuti prima per controllare la salute dei children, finendo ovviamente per svegliarli. E così, con poche ore di sonno sulle spalle, sia Misato che Shinji che Asuka facevano colazione in silenzio. Misato era addirittura convinta di averli visti in bagno assieme a lavarsi i denti, cosa che normalmente avrebbe causato una sfuriata da parte di Asuka con la conseguente spinta fuori dal bagno ai danni del povero Shinji, ma evidentemente il sonno era talmente tanto che le aveva impedito di lamentarsi come il suo solito.
Quando tutti e tre finirono la loro colazione portarono le tazze sotto l'acqua, si vestirono e con un cenno di saluto si diressero chi a scuola chi alla NERV.
                                                                                                            *******

- Santo cielo che faccie! Ma che avete combinato voi due ieri sera per essere ridotti così?-
Asuka si limitò a tirare un'occhiata furente a Toji mentre Shinji non provò neanche a replicare. Si sedette lentamente al suo banco e guardò ancora assonnato verso il banco di Rei trovandola stranamente rivolta verso di lui. "Sarà stata svegliata anche lei nel cuore della notte come noi?" si domandò continuando a guardarla.
Nel frattempo Asuka si era seduta ed era subito stata raggiunta dalla capoclasse Hikari.
- Ciao Asuka! Sei pronta per la lezione del nuovo professore? Ho sentito che è un tipo severissimo!-
La ragazza la guardò come se si ricordasse solo in quel momento di essere in classe e si portò una mano sulla fronte - Oh no me ne ero dimenticata! Ma è proprio oggi? Sei sicura?-
- Certo che sì!- rispose Hikari, un po' indispettita dal fatto che l'amica non se ne ricordasse. - Come hai fatto a dimenticartene? E' un uomo che gira tutto il mondo facendo lezioni come queste, dicono che ha addirittura tre lauree! Mi raccomando stai bene attenta perchè ci darà dei compiti da fare e alla fine ci sarà un'interrogazione!-
Asuka sbuffò, con poche ore di sonno alle spalle una noiosissima lezione sul Second Impact era giusto l'ultima cosa che voleva sentire. Oltretutto quelle erano giornate in cui tutto sembrava andare storto; dopo la sconfitta con il quindicesimo Angelo provava quasi fastidio a tornare alla NERV per i consueti test armonici, la first children dopo averle salvato la vita le sembrava ancora più insopportabile e Shinji...Shinji le sembrava la punta dell'iceberg che la stava colpendo, la persona più odiosa di questo mondo.
Mentre iniziava a perdersi in questi pensieri entrò il professore accompagnato dal tanto chiaccherato suo nuovo collega. Tutti i ragazzi si alzarono subito in piedi, per poi risedersi compostamente.
- Buongiorno ragazzi. Come vi era già stato comunicato nelle settimane precedenti, abbiamo l'onore di avere qua con noi il professor Ian Duncan che si occuperà di approfondire maggiormente con voi il terribile fenomeno del Second Impact. Ha conoscenze sull'argomento che io non possiedo, di conseguenza per la vostra corretta formazione è stato deciso di invitarlo qua da noi per farvi partecipe di tutti quegli aspetti che i libri non riportano. Avrete due ore al giorno di lezione con lui, potrà interrogarvi quando vorrà, quindi state attenti e studiate!-
- Sì professore!- risposero tutti i ragazzi all'unisono.
- Rimarrà con noi tutto questo mese, dopodichè tornerà in America, la sua terra d'origine, per continuare le sue conferenze. Ora vi lascio a lui, mi raccomando nuovamente, fatemi fare una bella figura!-
- Sì professore!- risposero ancora una volta tutti insieme.
L'insegnante uscì dalla stanza e lasciò il nuovo arrivato solo con gli alunni. Ian Duncan nell'aspetto sembrava giovane, probabilmente attorno ai trent'anni. Era anche difficile indovinare la sua professione in quanto fisicamente sembrava più uno sportivo che un professore, data la sua mole e la sua altezza.
- Bene ragazzi, volevo dirvi innanzitutto che sono orgoglioso di poter insegnare in una scuola come la vostra. Mi hanno inoltre parlato molto bene di questa classe in particolare, spero quindi che questa nostra "avventura" possa essere di vostro interesse e che possiate imparare il più possibile.
Prima di iniziare, però, permettetemi di togliermi una curiosità. Mi hanno riferito che in questa classe sono presenti i tre piloti dei robot della NERV, vi posso chiedere di alzarvi in piedi?-
Asuka, ritrovando per un attimo il suo orgoglio un po' assopito negli ultimi tempi, si alzò trionfante in piedi. Rei fece lo stesso e Shinji vedendo le altre due ragazze alzarsi decise titubante di fare la stessa cosa.
- Vi ringrazio molto, ci tenevo proprio a sapere chi eravate. Volevo dirvi personalmente che vi ammiro per quello che fate, nonostante quei mostri pare che attacchino solo Neo Tokio 3 so benissimo che voi difendete l'umanità intera con le vostre gesta. Quindi, grazie, sul serio.-
Rei si sedette senza dire nulla e Asuka si limitò ad allargare ulteriormente il suo sorriso.
- P...prego- abbozzò Shinji. "Che strano tipo questo professore...ringraziarmi per pilotare l'eva...è il primo che me lo dice così...apertamente..."
 - Bene ragazzi, ora però sotto con la lezione!- disse Duncan estraendo dalla sua borsa una notevole quantità di libri.
                                                                                                              *******

La giornata era finita e al tramonto del sole i ragazzi potevano finalmente fare ritorno a casa. Oggi avevano dovuto trattenersi tutti oltre il solito orario per via della lezione del nuovo professore che aveva di fatto spostato tutte le altre, quindi erano rimasti a scuola praticamente tutto il giorno.
Per via della stanchezza e del sonno nè Shinji nè Asuka dicevano una parola. Arrivati a metà strada Shinji provò ad abbozzare un discorso.
- Quel nuovo professore...l'americano...oggi ci ha ringraziato di pilotare gli eva-
- E allora?- chiese scocciata Asuka.
- Beh è stato bello...i nostri compagni ci hanno tutti sorriso, sembravano....orgogliosi di noi.-
- E come potrebbero non esserlo!- rispose adirata Asuka. - Sono in classe con sua maestà l'invincibile Shinji! Colui che riesce a sconfiggere gli Angeli senza l'aiuto di nessun altro!-
Sarà stata la stanchezza della giornata, o chissà cos'altro, ma questa volta il ragazzo non riuscì a non rispondere. - Non è colpa mia se adesso sono migliore di te....- bisbigliò.
Purtroppo, Asuka l'aveva sentito e dalla rabbia si era fermata di colpo. Lo guardò intensamente con odio, cercando le parole per insultarlo come mai aveva fatto, ma gli uscì solamente uno - STUPIDO!!- e gli mollò uno schiaffo.
Shinji non reagì e si limitò ad abbassare lo sguardo. Asuka lo fissò ancora per qualche secondo, poi si girò in direzione opposta e se ne andò.
- E ora dove vai Asuka?- chiese il ragazzo portandosi una mano alla guancia, ma non ottenne risposta. La guardò allontanarsi ancora per qualche attimo, dopodichè si girò e si avviò sconsolato verso casa. "Non so mai come comportarmi con quella ragazza...ogni cosa che dico o faccio non le va mai bene..."
Asuka prese in mano il telefono portatile e iniziò a scorrere i nomi fino a trovare quello di Hikari. "Me ne devo andare da quella casa...non voglio mettere più piede nella casa in cui abita Shinji e Misato! Mai più!" Telefonò all'amica, ma rispose il segnale di occupato. "Maledizione!"
Mentre stava ricomponendo il numero girò un angolo continuando a tenere lo sguardo fisso sul piccolo schermo e finì per urtare una persona. Si ritrovò in un attimo per terra senza aver capito che cosa fosse successo.
- Ma chi cavolo è che cammina senza...- si interruppe subito. Davanti a lei, anche lui sdraiato per terra per il colpo, c'era il professor Ian Duncan.
- Professore...- pronunciò un po' vergognosa Asuka.
- Ma tu sei...Soryu Asuka Langley! L'alunna della classe 2-A!- notò l'uomo un po' stupito. Asuka si rialzò goffamente e si guardò attorno per ritrovare la sua cartella. - Tu sei la pilota dei robot giusto?-
- Si chiamano Evangelion!- disse decisa Asuka raccogliendo quanto aveva appena cercato.
- Giusto...Evangelion!- Si rialzò anche lui sbattendosi la mano sulla giacca. - Dicono che sono tutti di colore diverso, il tuo qual'è?-
- Ma a lei perchè interessano queste cose?!- chiese scocciata Asuka. La risposta alla sua domanda fu tutta nello sguardo del professore. Sentendosi rivolgere in quel modo la parola aveva completamente cambianto espressione, era diventato di colpo serio e ora la stava guardando dritta negli occhi. Asuka si accorse solo in quel momento della sua reazione, abituata a rispondere male a tutti non aveva fatto caso al fatto che ora davanti a sè avesse un suo professore e non poteva usare il suo solito tono. Abbassò lo sguardo, a interrompere quel momento di imbarazzo ci pensò Duncan. - La mia era una banale domanda, Asuka, non credo di averti offeso chiedendoti quale evangelion piloti.-
La ragazza strinse forte il manico della sua cartella, si sentiva improvvisamente a disagio e non sapeva come uscire da quella situazione.
- Si può sapere cosa ti succede?-
Asuka rialzò lo sguardo. Aveva pronunciato quella domanda con tono strano, quasi confidenziale.
- Cosa intende dire?-
- Ho parlato con la vostra capoclasse oggi, e...- Due figure vestire di nero apparvero dal nulla, affiancadosi ai lati di Asuka. La ragazza li guardò con aria interrogativa.
- Tutto bene second children?- chiese uno dei due uomini.
- S...sì- rispose Asuka notando il simbolo della NERV sulle loro giacche. Si ricordò della seconda squadra speciale che era stata incaricata di sorvergliare lei e gli altri due children, probabilmente erano venuti allo scoperto ora che l'avevano vista parlare con uno sconosciuto.
- Abbiamo bisogno di conoscere la sua identità signore.-
Duncan, senza spostare lo sguardo da Asuka, tirò fuori il suo portafoglio e lo pose all'uomo della NERV.
- Prego controllate pure voi stessi. Sono Ian Duncan, un professore della ragazza.-
L'uomo in nero controllò i documenti mentre l'altro continuava a fissarlo da dietro i suoi occhiali scuri.
- Ok è a posto. Second children?- Asuka iniziò la risposta, ma Duncan la interruppe. - La ragazza rimane un po' con me ora. Ci sono alcune cose che le vorrei chiedere.- I due uomini la guardarono, ma lei non seppe cosa rispondere. - Potete continuare a seguirci come avete fatto fino ad adesso, vi assicuro che voglio solo parlarle. Non le farò del male, se è di questo che avete paura.-
Asuka lo guardò con gli occhi sbarrati. Ma cosa stava dicendo? Perchè parlava come se lei non ci fosse?
Le due guardie della NERV non chiesero nient'altro e si allontanarono velocemente così com'erano venuti.
- Te la posso prendere io?- chiese il professore afferrandole la cartella. - Ti dispiace se camminiamo un po'? Ti ruberò solo pochi minuti.- Prese il suo silenzio come un sì e iniziò a camminare.
- Come dicevo prima che ci interrompessero...oggi ho parlato con la capoclasse Hikari e mi ha detto delle cose che mi hanno preoccupato.-
- Quali cose?-
- Ho fatto qualche domanda su voi tre piloti e il quadro che mi è stato fatto era abbastanza preoccupante...-
- Umph!- Asuka sbuffò.
- Che c'è?-
- Hikari la pensa esattamente come se su stupi-Shinji! Le avrà detto che è uno stupido incapace di relazionarsi con gli altri, esattamente come Rei.-
- Sì ma...ha parlato anche di te.-
Asuka si fermò. Non le piaceva il tono che stava prendendo questa conversazione e non le stava neanche piacendo camminare da sola insieme a lui.
- E' preoccupata per te, Asuka!- disse Duncan, aggiungendo un po' di dolcezza nel suo tono di voce.
- Mi ha detto che ultimamente sei sempre di cattivo umore, che litighi con tutti e che anche i tuoi voti a scuola non migliorano. Cosa ti sta succedendo?
Di nuovo quella sensazione di disagio.
Ma chi era quell'uomo per parlarle così?
Ora si era fermato anche lui e entrambi erano fermi in mezzo al marciapiede.
- Ti dico la verità, la vostra situazione mi preoccupa. Immagino che per fare bene quello che dovete fare voi ragazzi abbiate bisogno di tranquillità e serenità e tu non mi sembri nè tranquilla nè serena.-
Asuka continuava a fissarlo senza riuscire a rispondere nulla. Anche i suoi pensieri erano confusi, nessuno le aveva mai parlato in modo così diretto. "Neanche Ritsuko e Misato..." pensò.
- Però, se al contrario tu mi dirai che sono tutte preoccupazioni senza fondamenta, io ti crederò.-
- No...non lo sono- queste poche parole le uscirono quasi involontariamente dalla bocca. "Ma cos'ho detto?" si chiese fra sè e sè.
- Ti va di parlarmene?- il tono del professore si faceva sempre più paterno, anche se con quell'ultima domanda esagerò.
- Io...io credo che si sia fatto tardi. Me la ridia per favore.- chiese Asuka indicando la sua cartella.
- Oh certo, scusami, forse sono stato troppo invadente.- e le porse la sua borsa. - Torni a casa?-
- Sì....cioè no, volevo sentire la capoclasse per....-
- Per cosa?-
- Io....è che....- "Perchè non riesco a rispondergli? Perchè provo...vergogna?"
- Volevi uscire con lei a quest'ora? Ormai è quasi ora di cena...-
- No io volevo...chiederle se mi poteva ospitare per un po' da lei.-
- Cosa?- Duncan era diventato improvvisamente serio. - Per quale motivo non torni a casa tua?-
- Io non credo di riuscire più a vivere con Shinji e Misato, ecco.-
Duncan spalancò gli occhi. - Che cosa??-
- E' un continuo litigare con lui e ormai anche con Misato non riesco più ad andare d'accordo!-
- Ehy aspetta un attimo, non credi di esagerare? Non so chi sia questa Misato, ma ho l'impressione che tu stia vedendo la  tua situazione più nera di quanto lo sia. La tua capoclasse non mi ha assolutamente detto che Ikari è uno stupido, anzi, me ne ha parlato bene, come un ragazzo sensibile colpevole solo di essere troppo...chiuso in se stesso. Visto che neanche tu stai attraversando un buon periodo, non sarebbe il caso che proviate a parlavi? Potreste aiutarvi a vicenda.-
La ragazza era sempre più colpita dal modo di fare che stava avendo Duncan. Il tono con cui le stava parlando sembrava...quello di un...padre.
- Ascolta facciamo così, tu stasera torni a casa e vedi com'è la situazione ok? Ci puoi sempre ripensare se proprio lo vuoi. Torna a casa e domani a scuola mi dici come è andata, va bene?- Le porse la cartella. - Ora tieni, cerca di passare una buona serata.-
Detto questo, Duncan le mostrò un sorriso e se ne andò salutandola con un cenno.
Asuka rimase a guardarlo allontanarsi.
La sua testa era piena di mille pensieri e se la metà di loro erano formati da insulti verso questo sconosciuto che le aveva parlato in maniera tanto diretta, gli altri erano decisamente meno severi. Quanto tempo era che qualcuno si era permesso di darle dei consigli sulla sua vita privata? Era passato talmente tanto tempo che neanche se lo ricordava. E chi era lui per farlo? Non lo conosceva e non erano neanche coetanei, che cosa lo aveva spinto a dirle quelle cose?
Inconsciamente, si girò e percorse la strada verso casa.
Non voleva concedere a se stessa una debolezza come quella di seguire il consiglio di qualcun altro, quindi iniziò a pensare a qualche scusa per stare tranquilla. "Ormai è tardi...disturbare Hikari non mi pare il caso. Le chiederò di ospitarmi domani a scuola, così vedo direttamente che faccia fa...".
Arrivò a casa, aprì la porta e iniziò a togliersi le scarpe quando sentì Misato parlare al telefono dal soggiorno. Si fermò per ascoltare.
- Che cosa? Un account non registrato? E come faceva a esistere senza che nessuno lo sapesse?- Rimase in silenzio qualche secondo, poi riprese. - Era un server della Seele? Cioè mi stai dicendo che avevano creato quell'account e non ce lo avevano detto quando l'avevano spedito alla NERV? Quindi se lo chiediamo a loro dovrebbero sapere tutto giusto?- Ancora una pausa. - Incredibile, vuoi che vengo da te?- Dato che la telefonata sembrava volgere al termine, Asuka decise di entrare in soggiorno facendo finta di essere arrivata in quel momento. Misato era ancora al telefono e Shinji era da solo al tavolo della cucina.
- Vuoi che ti scaldo qualcosa?- le chiese immediatamente sforzandosi di sorriderle.
- Non sia mai che io faccia scomodare sua altezza Shinji per una cosa così futile!- poi le vennero in mente le parole del professore e cercò di correggere il tono. - E comunque no, non ho fame. Ci sono novità?- chiese indicando Misato al telefono.
- Non saprei.- rispose lui con tono disinteressato.
Quella risposta la innervosì moltissimo e decise di scappare dalla stanza per evitare di esibirsi nella solita sfuriata.
"E comunque non ci parlo con Shinji, c'è poco da fare!" pensò fra se e se, riferendosi mentalmente alle parole dettale dal professore.

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Capitolo 3
*** Speranze e Delusioni ***


La mattina del giorno seguente Asuka fu la prima a svegliarsi. Non l'avrebbe mai ammesso a se stessa, ma era veramente curiosa di vedere come si sarebbe comportato il professore alla fine della lezione. Le si sarebbe veramente avvicinato per chiederle come era andata la sera precedente? E se sì, cosa le avrebbe detto? Più cercava di sopprimere questa sua curiosità più le venivano in mente nuove domande.
Finì la colazione prima di tutti e uscì per andare a scuola lasciando Shinji e Misato increduli da tanta puntualità.
Appena uscita si ritrovò davanti i due soliti agenti della NERV.
- Ha intenzione di andare a scuola da sola oggi?-
- Sì- sbuffò Asuka. - Ma per quanto altro tempo dovrò avervi fra i piedi? Non succede niente di pericoloso in questa cavolo di città non avete di che temere! A parte gli Angeli, certo...- cocluse abbassando il tono. Uno dei due agenti sorrise.
- Fin quando il generale Ikari non ci ordinerà il contrario. E, fino ad allora, siamo tenuti a sapere dove e con chi effettua i suoi spostamenti.-
- E va bene va bene...sì, stamattina non aspetto quello stupi-Shinji e vado da sola. Che fate volete venire con me?- chiese ironica.
- Certo. Tu, vai con lei. Io attendo il third children.- disse uno dei due indicando il collega.
- Cosa?? Ma io scherzavo!- protestò Asuka, ma capì immediatamente che la situazione non sarebbe comunque cambiata, quindi silenziosamente prese la strada per la scuola con l'agente della NERV dietro di lei a seguirla.
Arrivata in classe si diresse velocemente da Hikari. - Allora? E' già arrivato il nuovo professore?-
- Oh ciao! No non ancora, pare che oggi sia in ritardo. Ma perchè me lo chiedi? Ti è piaciuto eh?- le chiese allargando un sorriso e battendole il gomito ripetutamente sulla spalla.
- Ma...ma...certo che no!- esclamò Asuka, mostrandosi indignata per una tale domanda. Si alzò e andò a posizionarsi al suo posto, fingendo di ripassare la lezione. Lanciò un'occhiata alla capoclasse che la stava ancora fissando e quando i loro occhi si incontrarono entrambe risero. - Sei proprio scema lo sai Hikari?- le chiese scherzosamente Asuka. La capoclasse reagì facendole la linguaccia.
Quando qualche minuto dopo arrivarono tutti ragazzi completando la classe, a entrare in aula non fu Ian Duncan ma il loro vecchio professore.
- Questa mattina il professor Duncan ha avuto un contrattempo e si scusa con la scuola e con voi per non poter essere qui. Rientrerà a Neo-Tokio 3 questo pomeriggio, quindi per questa prima parte della giornata procederemo con una lezione normale.-
Asuka perse d'improvviso il suo sorriso. Era tutta mattina che pensava al momento in cui si sarebbero incontrati e al modo in cui si sarebbe comportato, e ora? Non c'era? Le ritornò d'improvviso il mal umore e aprì il libro imbronciata.
                                                                                                                                     *******

Guardava fuori e poi guardava la porta d'ingresso dell'aula. Poi riguardava fuori, si rispostava a osservare l'entrata e nel frattempo batteva le dita sul banco. Solo a se stessa Asuka poteva mentire pensando di non essere ansiosa nel rivedere il professore. D'altra parte, ormai mancavano dieci minuti all'inizio della sua lezione, quindi tanto valeva aspettare direttamente in classe. Aveva anche deciso di mangiare da sola giusto per poter finire quando voleva per poi tornare immediatamente lì, anche se ora era l'unica alunna in classe.
Quando qualche minuto più tardi Hikari entrò e la vide già seduta non poté non prenderla in giro.
- Ma come sei già qua? Ma allora è vero che ti piace!-
- Zitta tu!- sbottò Asuka tirando in piedi sul banco il libro e nascondendocisi dietro.
- Che c'è non lo vuoi ammettere alla tua amica Horaki? A me puoi dirlo sai?!-
- Piuttosto!- la interruppe Asuka. - Che gli hai detto di me?-
- In che senso?-
- Mi ha detto che ti ha chiesto informazioni su di me, Ayanami e Shinji. Ha anche detto che è rimasto preoccupato da ciò che gli hai riferito! Cosa gli sei andata a dire?-
Hikari assunse un atteggiamento difensivo. - Beh Asuka...mi ha chiesto un po' dei vostri voti e io...non ho potuto che rispondere con la verità. Però ti giuro che ho anche aggiunto che i tuoi problemi sono sicuramente dovuti alla lingua che ancora non conosci bene e che...-
- Ah!- sbottò nuovamente Asuka. - Posso migliorare i miei voti quando voglio! E' solo che sono troppo impegnata con quegli stupidi della NERV!-
- Ma certo Asuka lo so...- cercò di giustificarsi la capoclasse. Nel frattempo entrò in classe Ian Duncan e Hikari urlò immediatamente - Tutti in piedi!- e all'unisono tutti i ragazzi - Buongiorno professore!-
Duncan non guardò nessuno mentre entrò in classe, si limitò ad aspettare che i ragazzi si fossero riaccomodati e poi disse - Sicuramente vi avranno già avvertito del motivo della mia assenza oggi, quindi procediamo subito con la lezione.-
Niente, neanche un cenno o un'occhiata ad Asuka.
La ragazza rimase fissa ad osservarlo, sperando che i loro sguardi si incontrassero da un momento all'altro, ma Duncan sembrava ignorarla completamente. Perché si comportava così? Asuka non riusciva a spiegarselo.
Passarono due intere ore prima che il professore terminò la sua lezione. - E' quindi tutto chiaro? Qualcosa da chiedere?- Nessuno rispose. - Benissimo. Immagino che voi tutti conosciate la biblioteca principale di Neo Tokio 2, vorrei che ognuno di voi si recasse là per consultare il testo relativo al Second Impact di cui ora vi darò il titolo. Questo testo è stato scritto nel 2000 da un noto scienziato del tempo e vorrei che andaste di persona a consultarlo. Per via del suo valore non è ovviamente possibile prenderlo in prestito, inoltre i gestori della biblioteca mi hanno riferito che lo lasceranno consultare a solo quattro ragazzi per volta, quindi organizzatevi come meglio credete per riuscire ad andarci tutti. Tale studio sarà ovviamente oggetto di verifica. Se non ci sono domande, la lezione per oggi è finita. Arrivederci.- così dicendo si mise a scrivere il titolo del testo alla lavagna dando le spalle agli alunni. I ragazzi copiarono quanto scritto da Duncan, dopodiché il professore prese la sua valigetta e uscì abbastanza rapidamente dall'aula.
"Ma come? Non mi dice niente?" Asuka lo seguì con lo sguardo fino a quando uscì dalla stanza, dopodiché si avvicinò alla finestra e aspettò di vederlo comparire all'uscita della scuola. Duncan apparve poco dopo, si avvicinò alla sua macchina, ci entrò e partì immediatamente.
La delusione di Asuka poteva essere vista ad occhio nudo, ma in quel momento i ragazzi erano tutti felici per la fine della giornata e stavano già disertando l'aula. L'unico che la stava osservando era Shinji.
Rei gli si avvicinò. - Vado alla base.- gli disse fermandosi davanti al suo banco.
- Eh? Ah sì, arrivo anche io-. I tre ragazzi erano rimasti soli in aula.
- Dov'è che andate voi due?- chiese Asuka dopo essere tornata al suo banco, cercando di camuffare il suo reale stato d'animo.
- Per oggi è previsto un test per i piloti dell'eva 00 e 01- rispose Rei.
- Ma come? A me non hanno detto niente!- notò Asuka alzando la voce.
- Questo perché non è prevista la tua presenza oggi- rispose sempre calma Rei.
- E certo!- urlò Asuka. Questa rischiava di essere la goccia che faceva traboccare il vaso. - Ormai io non sono più degna di fare i test insieme a voi! Ma come ho potuto farlo fino ad ora? Eseguire i test insieme all'allieva modello e a sua maestà Shinji! Dovevo saperlo che prima o poi mi avrebbero fatta fuori!-
Shinji cercò di calmarla, ma come al solito provocò la reazione opposta. - Magari non te l'hanno chiesto per non farti stancare troppo...-
Asuka urlò talmente forte che la sua voce si sentì dai corridoi della scuola. - Io non sono stanca, io sono infuriata!! Dite pure a Misato che mi può considerare fuori da tutta questa storia! Basta non ne posso più! Non ne posso più di lei, non ne posso più della NERV, non ne posso più degli evangelion e soprattutto non ne posso più di voi due!- detto questo, uscì di corsa dall'aula.
Rei e Shinji rimasero in silenzio per qualche secondo.
- Andiamo?- chiese Rei.
- S..sì.- disse Shinji alzandosi. - Rei...-
- Sì?-
- Dici che ho sbagliato...a parlarle così?-
- Perché me lo chiedi?-
- Ho paura di averla fatta grossa questa volta...era addirittura più arrabbiata del solito...- Shinji abbassò leggermente la testa.
- Non saprei- rispose Rei.
In quei momenti Shinji la invidiava. Come avrebbe voluto anche lui riuscire a tenere quel distacco dalle cose che gli succedevano, dal non soffrire per gli eventi che gli capitavano attorno. Non si rese conto di essersi fermato. Rei fece ancora qualche passo, dopodiché si fermò a guardarlo.
- Sì...arrivo.- disse Shinji.
Asuka nel frattempo aveva fatto i gradini della scala a due a due per poter scendere il più velocemente possibile e allontanarsi dagli altri due children. Prese la strada per recarsi a casa di Hikari, ma i soliti uomini della NERV la raggiunsero bloccandola. - Che strada sta facendo?-
- Levatevi da qua!- urlò Asuka, con i nervi a fior di pelle.
- Come le è già stato detto dobbiamo sapere sempre dove sta andando e con chi, e questa non è la strada per andare a casa del maggiore Katsuragi. Quindi le ripeto: dove sta andando?-
Il volto di Asuka divenne rosso dalla rabbia. - Non voglio più tornarci a casa di Misato! Non voglio più vivere nè con lei nè con quello stupido di Shinji! Vado a casa di Horaki e non provate a fermarmi!- detto questo, li aggirò e continuò dritta per la sua meta. Uno dei due uomini in nero prese il proprio cellulare e compose il numero di Misato. Riferì quanto appena successo, dopodichè attaccò. - Cosa ti ha detto?- chiese il suo collega. - Ha detto di lasciarla andare, per stasera facciamo  il turno di guardia a casa di questa sua compagna di classe, domani dice che la andrà a riprendere lei.-
- Uhmf, tutto questo spreco di tempo per una mocciosa- obiettò l'altro. - Cosa vuoi farci- disse il primo, mettendo via il cellulare. - A pensare che questi ragazzini sono quelli che ci dovrebbero salvare dai nemici, mi viene da star male.-

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Capitolo 4
*** Dolore dell'animo ***


Erano già passati tre giorni da quando Asuka aveva  smesso di andare a scuola. Si era trasferita a casa di Hikari che l'aveva gentilmente ospitata, ma era comunque ben lontana dall'essere felice della sua situazione. Ogni mattina l'amica le chiedeva se voleva andare insieme a lei a scuola, ma Asuka rispondeva sempre in maniera negativa. Rivedere colui che l'aveva illusa era l'ultima cosa che voleva. Avrebbe anche rivisto Shinji e Rei e neanche loro voleva rivedere. Allo stato attuale delle cose, Asuka non voleva vedere nessuno.
Nella tarda mattinata, mentre stava giocando a un videogioco della sorella di Horaki, suonarono alla porta. La donna che era in casa a fare le pulizie aprì e si ritrovò davanti il maggiore Katsuragi.
- Dov'è Asuka?- chiese fredda.
- La ragazza che è ospite in questa casa? E' di là- rispose la donna indicando la stanza della sorella di Horaki. Misato arrivò davanti alla porta della stanza, tirò un respiro profondo, poi cercò di assumere un aspetto austero. Entrò e si ritrovò a guardare le spalle di Asuka che era seduta per terra con il joystick in mano. - Asuka sono io.-
Niente.
Asuka continuava a giocare ininterrottamente.
- Asuka sono io.- ripeté più ad alta voce Misato, ma neanche questa volta catturò la sua attenzione. - ASUKA!- questa volta urlò tanto che la ragazza dovette per forza voltarsi.
- Che cosa vuoi Misato?- le rispose scocciata.
- Che cosa ci fai qui eh? Me lo vuoi spiegare?- il tono della voce di Misato era già cambiato, era diventato più preoccupato che severo.
- Sono qua perché non vi sopporto più! Non voglio più tornare a casa da te e da stupi-shinji!-
Quella frase fu quasi come una pugnalata al cuore per Misato. Cosa aveva fatto per meritarsi un simile atteggiamento? Evidentemente non riuscì a mascherare questa sua tristezza dagli occhi, tanto che anche Asuka se ne accorse. Si girò di scatto e riprese in mano il joystick.
- Asuka ti prego...parliamo un attimo- implorò Misato.
La ragazza non rispose e ricominciò la partita.
Misato tirò un altro respiro profondo, dopodiché cercò di cambiare discorso.
- Asuka l'altro ieri non ti abbiamo chiamata perché non volevamo farti fare il test insieme agli altri due children, certamente non perché non ti teniamo più in considerazione. Anzi, Ritsuko è già pronta a fartene uno nuovo, quando vorrai rientrare.-
- Io non rientrò mai più! Non sono più capace di pilotare l'eva lo sai anche tu!- affermò sempre dandole le spalle.
Misato non poteva tollerare un simile modo di atteggiarsi, ma l'affetto che provava per quella ragazza le impediva di comportarsi come un maggiore doveva fare.
- Asuka...lo sai anche tu che non puoi comportarti così...hai degli obblighi verso la NERV, se ti serve qualche giorno di tempo io posso provare a fare qualcosa, ma non puoi lasciare tutto così da un giorno all'altro.-
- Ecco brava Misato- rispose Asuka. - Vedi se puoi fare qualcosa-
Misato rimase a fissarla ancora per qualche secondo, dopodiché si voltò e si avviò verso la porta. Si fermò qualche passo prima, evitando di voltarsi. - Per la NERV posso provare a fare qualcosa, ma questa storia della scuola non mi piace e non voglio soprassedere. Hai ancora due giorni di tempo per ritornarci, dopodiché smetterò di giustificare le tue assenze.-
- Ehy un attimo!- Asuka si girò e si alzò, questa volta toccava a lei fissare la schiena di Misato.
- No niente "ma" o "se", è così e basta Asuka. Non tollero questa tua mancanza dalla scuola, la tua istruzione non ha niente a che fare con gli evangelion. Non intendo discutere ulteriormente su questo argomento, arrivederci.- detto questo, uscì dalla stanza.
Fece qualche passo, dopodiché sentì qualcosa sbattere violentemente contro la porta che si era appena chiusa alle spalle. - Io ti odio TI ODIO!- sentì urlare dalla stanza.
Non poté far altro che stringersi nella sua uniforme e uscire velocemente da quella casa.
                                                                                                                                       *******

Alla sera di quella stessa giornata, Asuka e Horaki erano sedute per terra appoggiando la schiena sul bordo del  letto guardando la televisione. Asuka approfittò di un momento di silenzio per chiedere all'amica alcune cose che voleva sapere.
- Horaki?-
- Sì?-
- Come stanno andando queste giornate a scuola?-
La ragazza si stupì di sentire un interessamento da parte di Asuka riguardo la scuola, le venne in mente di chiederle la motivazione del suo interesse ma pensò che non fosse il caso di farlo per non metterla in imbarazzo.
- Vanno...bene. Pensi di tornare?-
Asuka preferì non rispondere. Horaki capì che c'era qualcosa che Asuka le voleva dire, ma probabilmente a causa del suo orgoglio non riusciva a chiederglielo direttamente. Decise di prendere lei la parola.
- Sai che Shinji mi ha chiesto di te? Sembrava preoccupato- aspettò un momento per vedere come reagiva l'amica, ma Asuka pareva non voler dir nulla. - Quando gli ho detto che eri a casa mia è sembrato più tranquillo. Non gli vuoi telefonare? Se vuoi chiamare puoi farlo dal nostro telefono non c'è nessun problema.-
Ancora una volta seguì il silenzio. "Ma insomma cosa vuole? Eppure ha parlato della scuola...non credo che le interessi sapere quanto siamo andati avanti con il programma...o forse...l'ultimo giorno in cui è venuta a scuola sembrava ansiosa di aspettare il professor Duncan, forse è di lui che mi vuole parlare..."
- Sai che le lezioni del professore nuovo sono sempre più noiose?- detto questo, Asuka si voltò a guardarla. Horaki capì di aver toccato il tasto giusto. - Ormai siamo andati quasi tutti a studiare quel libro che ci aveva detto, è stata una vera seccatura andare fino a Neo Tokio 2. Domani è l'ultimo giorno, dopodiché inizierà a interrogarci. Hai intenzione di andare anche tu a leggerlo?-
- No!- rispose seccata Asuka. Ormai era evidente che c'era qualcosa che non andava fra lei e quell'uomo, ma Horaki non osò chiederle nulla.
La trasmissione che stavano seguendo ricominciò e Asuka prese il telecomando alzando il volume. Aspettò il ritorno di una pausa pubblicitaria per dirle ancora l'ultima cosa.
- Credo che dopodomani tornerò a scuola-
Horaki non riuscì a contenere il suo entusiasmo. - Davvero? E' magnifico! Chi è riuscito a convincerti?-
- Uhmf- sbuffò Asuka. - Che importanza ha? Ormai in questo dannato paese non sono neanche più libera di fare quello che voglio. Ci devo tornare per forza, ma non so quanto possa servirmi. I miei voti li conosci anche tu...e con votazioni simili non ho speranze per un buon futuro qui in Giappone. Ammesso che io ci rimanga ancora a lungo...- la voce di Asuka si fece d'improvviso triste. Horaki la guardava ma non riusciva a dire nulla, a volte Asuka le sembrava incredibilmente più matura di lei, altre invece poteva sembrare quasi una bambina. Era proprio questa sua dicotomia a lasciarla spaurita, talmente tanto che cercò le parole più adatte ma non le trovò.
- Che ne dici, andiamo a dormire?- disse Asuka riprendendo la parola.
- Sì- rispose Horaki.
Spensero la televisione e si misero a letto.
                                                                                                                                     *******

Gendo aveva chiesto di poter organizzare una riunione d'urgenza con i capi della SEELE, ma stranamente c'erano voluti tre giorni prima che riuscissero a trovare un accordo sulla data. E, cosa ancora più strana, questa volta davanti a Ikari comparivano solo cinque monoliti con l'immancabile scritta "SOUND ONLY". Gendo, che era accompagnato da Ritsuko, prese la parola per primo.
- Innanzitutto voglio chiarire la posizione della dottoressa Akagi qui: so che di norma la sua presenza non sarebbe tollerata ma ha seguito in maniera diretta quanto accaduto, quindi credo sia importante per voi sentire direttamente quanto ha da dire.-
Ritsuko prese la parola, non senza un leggero nervosismo interiore che fu molto brava a non far notare ai presenti. Quando ebbe finito di riassumere ciò che era successo, il monolite 01 prese la parola.
- Cosa sta dicendo dottoressa Akagi, forse che la colpa di ciò che è successo è nostra?-
- Sto dicendo che il server che presentava l'anomalia ci è stato inviato direttamente da voi, quindi immagino che voi sappiate perché tale server contenesse al suo interno account di cui la loro esistenza era rimasta a noi ignota.-
- Come osate!- intervenne il monolite 02. - Dovreste usare più rispetto quando parlare del nostro lavoro!-
Gendo riprese la parola. - Ciò che ha riportato la dottoressa Akagi è la nuda verità, non c'è nessuna illazione in quanto ha appena finito di esporre. Ora quello che vogliamo noi è sapere il perché non eravamo stati informati di tali account e il maggior numero di informazioni possibili su chi ha effettuato l'accesso.-
Il monolite 01 ricominciò a parlare. - Non abbiamo idea di cosa voi stiate dicendo, Ikari e Akagi. Se la dottoressa dice che tali account esistono dobbiamo prenderne atto, ma nulla di tutto ciò era a nostra conoscenza. Dovremo anche noi indagare su ciò.-
Gendo emise un lieve bisbiglio di stizza. Era sicuro che quelli della SEELE avrebbero negato tutto e liquidato l'intera faccenda come un "inspiegabile errore", ma lui voleva andare a fondo nella verità. - Quindi quando potremo avere maggiori informazioni?-
- Appena finiremo di cercarle anche noi. Con questo è tutto.-
I monoliti scomparvero di colpo e dopo pochi secondi di buio la luce tornò ad illuminare la stanza del comandante Ikari. Fuyutsuki entrò nella sala.
- E dunque?- chiese.
- I vecchi hanno deciso di fare ostruzionismo- rispose seccato Gendo.
Fuyutsuki guardò con aria interrogativa Ritsuko.
- Hanno risposto che non sanno nulla di quanto ho riferito e che ora si metteranno all'opera per capire cos'è successo. Ma è evidente che mentono...- disse abbassando leggermente lo sguardo.
- Cosa possiamo fare nel frattempo?- chiese sempre Fuyutsuki.
- Dal giorno dell'incidente informatico quel server è stato staccato, stiamo eseguendo dei controlli nei rimanenti che ci furono inviati dalla SEELE ma sono tantissimi, se dovessimo consultarli tutti ci vorrebbero mesi e mesi. Stiamo procedendo ad analizzarli in ordine di importanza e per ora quello è risultato l'unico ad avere tale anomalia.- In quei casi, sia Ikari che Fuyutsuki ringraziavano il fato per aver incontrato una scienziata tanto intelligente quanto astuta quale era Akagi. Senza una donna come lei ad organizzare tutti questi aspetti la NERV sarebbe presto fallita.
- Dottoressa Akagi- riprese Gendo. - Lei rimane comunque la responsabile per ciò che è successo. Non se lo dimentichi.-
- Sissignore.-
- Ora può andare.-
- Sì- fece un cenno di saluto a Fuyutsuki e uscì.
Appena si chiuse alle spalle la porta, chiuse gli occhi e si portò una mano sulla fronte. Cos'era che la stava facendo stare tanto male? Era il fatto di non essersi accorta prima di un tale errore? No, Ritsuko lo sapeva che un'anomalia di quel genere non era lì per caso ma era stata creata apposta per sabotarli. E sapeva anche che era stata inserita in un server che loro sicuramente non avrebbero mai controllato, quindi non se ne poteva dare colpa.
E allora cos'era?
Era il comportamento di Gendo, sicuro. Perché la trattava così? Da un po' di tempo i loro incontri amorosi duravano sempre meno e succedeva sempre meno spesso che riuscissero a incontrarsi. Gendo, che non le era mai sembrato troppo affezionato, ultimamente le sembrava ancora più lontano e assente dalla sua vita. "Sono una stupida a starci male..." pensò, ma questo suo atteggiamento in quel momento così difficile la abbatteva nell'animo. Anziché starle vicina sembrava volerla allontanare e lei invece aveva un'incredibile voglia di averlo affianco, per lo meno per ritrovare un po' di felicità per ricominciare a lavorare con più calma.
"Sì...proprio una stupida." Si tirò bene in piedi, rimosse dagli occhi le lacrime che le stava iniziando a rigare il volto e si avviò verso il suo ufficio.
Quando sentirono il rumore dei suoi tacchi allontanarsi dalla porta, Gendo ricominciò a parlare.
- Non erano neanche presenti tutti i membri della SEELE, ce ne erano solo cinque. Tutto ciò che sta avvenendo è stato da loro programmato, anche la nostra riunione d'urgenza di oggi.-
- Già...immagino sia così. La SEELE...perché mai sarà interessata ai children?- chiese  Fuyutsuki portandosi una mano sul mento.
- Non ne ho idea.- rispose Gendo col solito tono di voce.
- E immagino che a te dia rabbia il non avere idea di cosa sta accadendo vero?- Sorrise per un attimo. - Anzi, forse si può dire che non hai mai vissuto una situazione come questa in cui non sei tu a gestire le cose.-
- Ti sbagli Kozo.- disse in maniera fredda Gendo. - Non è la prima volta.-  
Fuyutsuki lo guardò con tono interrogativo, stupito di una tale reazione. Dopodichè comprese. - Immagino ti riferisca a quando hai incontrato Yui...-
- Già...-
Era così strano per il vice comandante sentire Gendo parlare in quel modo. Per lui Ikari era sempre stato quell'uomo freddo e insensibile così come lo era adesso e pensarlo in qualche modo assoggettato a Yui era per lui impossibile.
Ma quella donna aveva avuto la capacità di farlo.
                                                                                                                                     *******

Quando ormai il sole era già alto da ore e la donna delle pulizie aveva già iniziato da tempo il suo lavoro in casa Hikari, Asuka si svegliò.
Si tirò seduta sul letto, guardò con gli occhi ancora semichiusi fuori dalla finestra e intravide lo spiacevole bagliore di un raggio di sole che entrava nella stanza e la colpiva in pieno viso. Oltretutto, quella mattina era particolarmente calda e tutte queste sensazioni la misero di cattivo umore già da appena sveglia.
Si alzò in piedi e si stirò un po' i muscoli intorpiditi, dopodiché si avvicinò all'armadio che le aveva lasciato a disposizione Horaki e lo aprì. Sul fondo c'era ancora la sua cartella, mai più ripresa in mano da quando si era trasferita.
"Domani devo tornare a scuola..." il solo pensiero la fece star male. Sentì una fitta alla pancia e si portò subito un braccio attorno alla vita, dopodiché si fece scivolare per terra. "Non voglio tornare a scuola..." due lacrime iniziarono a uscirle dagli occhi. Non riusciva a crederci, ma ormai qualsiasi cosa che inizialmente le dava fastidio nel giro di pochissimo tempo la portava a piangere. Tutte quelle situazioni che prima la portavano ad urlare e a sbraitare ora la facevano semplicemente soffrire.
Ripensare a Misato e al suo finto modo di essere madre nei suoi confronti.
Ripensare al professor Duncan e al suo finto modo di essere preoccupato per lei, quando poi solo il giorno dopo si era già dimenticato di tutto quello che le aveva detto.
Ripensare alla faccia di Horaki quando se la era trovata davanti alla porta tre giorni fa, con quello sguardo che altro non era che compassione verso di lei.
Ripensare a Shinji e a Rei, ormai più efficienti di lei nel pilotare l'eva.
Ripensare all'unità eva 02, quella bambola che prima l'aveva fatta ammirare da tutto il mondo e che ora era l'artefice della sua lenta agonia.
Avrebbe potuto continuare a pensare a lungo a tutte le cose che la facevano star male, ma con le ultime forze rimaste cercò di smettere di piangere e di tirarsi in piedi. Tirò fuori dall'armadio la cartella e mise sulla scrivania tutti i libri delle lezioni che si era persa in questi quattro giorni. Con un po' di studio avrebbe potuto recuperare tutto, ciò che la preoccupava era l'intero anno che non era partito di certo bene.
E così le fu impossibile concentrarsi sullo studio una volta aperto il libro e il quaderno. Mille pensieri le attraversavano la mente e non riusciva a scacciarne neanche uno.
Posò la penna e si diresse verso la finestra per guardare un po' fuori, ma le due figure in nero della NERV appostate fuori dalla casa le tolsero subito la voglia di continuare a fissare il panorama.
"Ok ok...devo studiare". Si disse Asuka.
Ritornò alla scrivania, si sedette, tirò un profondo respiro e si chinò sui libri.

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Capitolo 5
*** Complicità ***


- Sono proprio contenta che oggi verrai con me a scuola Asuka!- disse sorridendo Horaki.
- Sì lo so...è già la terza volta che me lo dici...puoi smettere di ripeterlo?-
- Sì scusami è che...è che...sono proprio contenta!-
Horaki sorrise nuovamente ad Asuka mentre il loro treno finalmente arrivava sul binario predisposto.
In qualsiasi altra occasione vedere la sua amica così contenta le avrebbe fatto piacere, ma quella mattina Asuka non riusciva proprio a rilassarsi. Tornare a scuola voleva dire rivedere un mucchio di persone spiacevoli e questo lei non lo voleva di certo.
"E' tutta colpa di Misato...è colpa sua se oggi devo tornare a scuola!" si ritrovò a stringere il bracciolo della sua poltroncina con rabbia, senza quasi accorgersi di farlo.
Horaki cercò per tutto il viaggio di tirarla un po' su di morale ma fu tutto invano. E così, in un triste silenzio, le due ragazze arrivarono finalmente a scuola.
Appena entrati in classe Shinji si alzò subito in piedi.
- Asuka! Come...come stai?-
La ragazza gli passò davanti come se non avesse udito nulla e si mise a sedere al suo solito posto. Shinji rimase a guardarla incredulo, dopodichè si fece nuovamente avanti e glielo richiese.
- Asuka...tutto bene?-
- No non va tutto bene stupi-shinji! Non ho nessuna voglia di essere qua adesso! Tantomeno ho voglia di mettermi a parlare con te ora!- Asuka, come il suo solito, aveva alzato la voce a dismisura, tanto che tutti i ragazzi nella classe si erano girati a guardarli. Anche Rei la fissava con il suo solito sguardo assente.
- Va bene...ho capito.- Shinji si girò e tornò al suo posto. "E' sempre così...ogni volta che mi sforzo di risultare carino con lei finisce sempre che si arrabbia. Ma perchè farà così? Perchè non vuole che io le stia vicino?" Gli venne naturale spostare il suo sguardo su Rei, ma la ragazza stava ancora fissando Asuka. "Chissà...magari lei che è una ragazza la capisce di più. Non ho mai parlato di Asuka con Ayanami...forse dovrei farlo."
Mentre Shinji iniziava a perdersi nei suoi pensieri, il professore entrò in classe. Dopo il solito saluto di rito, Asuka guardò Horaki con sguardo interrogativo e l'amica intuì che volesse informazioni su Duncan. Le fece un gesto per indicarle "dopo" e Asuka, colpita dal fatto che la capoclasse aveva subito capito a cosa si riferisse, si sentì in imbarazzo. Non le rimaneva che seguire questa lezione in pace, non preoccupandosi di cosa sarebbe successo più tardi.
                                                                                                                             *******

Nel cortile della scuola quel pomeriggio Horaki era riuscita a convincere Asuka a mangiare insieme a lei e alle altre loro compagne. - Vorranno sapere cosa hai combinato tutti questi giorni!- le aveva detto, anche se poi in realtà nessuno lo fece. Dato il brutto carattere di Asuka tutte pensarono che sarebbe stato meglio non chiederglielo per evitare di incappare in una rispostaccia delle sue, di conseguenza tutte si limitarono a fare finta che lei non fosse mai mancata da scuola.
Per Asuka era sicuramente meglio così dato che non avrebbe avuto comunque voglia di spiegare a delle quasi estranee i suoi problemi.
Oltretutto quel pomeriggio era particolarmente afoso e Asuka si stava maledicendo per aver accettato di mangiare in cortile insieme a loro sotto il sole.
Quando finirono il loro pranzo tutti gli alunni più o meno velocemente tornarono in classe. Asuka cercò di non dare a vedere la propria ansia che cresceva e pensò di esserci riuscita. In realtà Horaki fingeva semplicemente di non accorgersene dato che aveva ampiamente capito che la sua amica non aveva molta voglia di parlargli di cosa pensava veramente del professor Duncan.
Pochi minuti dopo che tutti gli alunni presero posto, entrò il soggetto dei pensieri di Asuka.
Ian Duncan si presentava come al solito vestito in maniera molto poco "classica"; i suoi jeans e la sua giacca non coordinata in colore alla camicia lo facevano assomigliare più che altro a uno studente.
Entrò a testa bassa in classe, posò tutti i suoi libri abbastanza nervosamente sulla cattedra e si sedete lanciando una rapida occhiata ai presenti. Per un attimo il suo sguardo incrociò quello di Asuka, la ragazza pensò fortemente di spostare immediatamente gli occhi ma non ne fu capace. Cercava nel volto di lui una reazione, una qualsiasi risposta muta al suo sguardo supplicante di attenzione.
Ma così non fu, Duncan aprì uno dei suoi volumi e incominciò a spiegare come se nulla fosse cambiato.
Horaki si girò immediatamente verso Asuka e la trovò proprio come pensava, triste e con lo sguardo basso verso il libro ancora chiuso. "Ma cosa mai le avrà detto per renderla così?" continuava a chiedersi l'amica.
La lezione per tutta la prima ora procedette lenta e noiosa come al solito, il professore americano era ancora all'inizio del suo programma ma ciò che spiegava era già molto noioso per tutti gli alunni. Fondamentalmente molti di loro avevano preso per buono il Second Impact così come glielo avevano raccontato e non avevano particolare interesse ad approfondire le cause e gli effetti.
Era però importante, prima di proseguire negli studi, che tutti gli alunni avessero letto il tomo che Duncan gli aveva consigliato, di conseguenza da oggi sarebbero partite le interrogazioni.
- Ok ragazzi, con questo per oggi ho finito di spiegare- disse il professore appoggiando il gessetto sul suo ripiano. - Ora si interroga.-
Tutti i ragazzi approfittarono della pausa di Duncan mentre recuperava il suo registro per dare un'ultima ripassata a quanto studiato in quegli ultimi giorni.
- Sono passati cinque giorni da quando vi ho detto di andare a Neo Tokio 2 per consultare quel libro, quindi presuppongo che ormai l'abbiate letto tutti. Dunque vediamo chi posso chiamare...- rimase qualche secondo in silenzio, dopodichè pronunciò il nome. - Asuka Soryu Langley-
Tutta la classe si voltò verso di lei.
Horaki la guardò sbarrando gli occhi.
"Perchè ha chiamato proprio lei? Ma non pensa al fatto che se è stata a casa tutti questi giorni è perchè è stata male e quindi non ha potuto studiare il libro?" ma nonostante il ragionamento della capoclasse non facesse una piega, Duncan rimase in silenzio aspettando che Asuka si alzasse in piedi.
- I...io?- chiese debolmente Asuka.
- Sì, tu.- rispose freddo Duncan.
Il silenzio regnava nella classe.
- Allora?- incalzò il professore.
Asuka si stava innervosendo. - Professore io non ho potuto studiare quel libro- rispose seccata Asuka.
- E perchè?-
- Io...non sono potuta andare a Neo Tokio 2 in questi giorni.-
Duncan alzò leggermente la schiena.
- Come mai? Mi risulta che tu sia stata assente per ben quattro giorni, cos'hai fatto in questo periodo? Non ti sei portata avanti con il programma?-
Asuka strinse i pugni. - Professore io...non sono stata bene.-
- Ah sì? Che malattia hai avuto?-
La sopportazione di Asuka era al limite. Duncan stava tenendo un tono freddo e distaccato, come se non sapesse a che problemi stava andando in contro. Eppure lui lo sapeva, visto che era stato proprio lui a farglieli notare qualche giorno prima.
- Non...non ho potuto studiare, ecco tutto.- e con questo Asuka si sedette.
- Non ti ho detto di sederti!- tuonò impetuoso Duncan. Tutti gli alunni furono colpiti dall'impeto della sua voce.
- Io non so cosa c'è scritto in quel maledettissimo libro! Non ci sono neanche andata a Neo Tokio 2! PERCHE' FAI COSI'?- queste ultime sue parole furono quasi rotte dal pianto.
Si alzò di scatto e corse verso l'uscita della classe.
- Asuka...Asuka!- Duncan la chiamò ma la ragazza ormai aveva già aperto la porta e stava per uscire.
- ASUKA!- urlò il professore, ma Asuka si chiuse la porta alle spalle.
Duncan si alzò e fece una piccola corsa per raggiungerla.
I ragazzi, rimasti in classe, erano ammutoliti da quanto era successo.
Asuka stava correndo nel corridoio cercando di arrivare ai bagni ma Duncan la raggiunse e la fermò.
- Asuka! Ma che ti è preso?-
La ragazza dai capelli rossi lo guardò per un attimo, per un intensissimo secondo, dopodichè non riuscì più a trattenere le lacrime. Le stesse lacrime che aveva a stento trattenuto in tutti quei giorni precedenti, ora le stavano uscendo dagli occhi completamente incontrollate.
- Asuka?- cercò di insistere lui, ma la ragazza aveva chiuso gli occhi e appoggiata al muro si stava lentamente facendo cadere per terra.
- Asuka!- ripetè Duncan ma non riceva risposta, la ragazza stava piangendo a dirotto ad occhi chiusi e non sembrava sentirlo.
Fu così che il professore fece l'unica cosa che potesse in quel momento farla smettere di piangere, le tirò uno schiaffo.
Il suono della sua mano contro la guancia di Asuka si sentì in tutto il corridoio e arrivò fino alla classe appena lasciata incustodita, dove i ragazzi iniziarono a portarsi lentamente alla porta per vedere cosa stesse succedendo.
Asuka riaprì gli occhi portandosi la mano alla guancia dolorante. Ora il suo sguardo era un misto di tristezza e dolore e Duncan non potè non accorgersene.
- Asuka ma che ti succede?-. le prese la mano con forza e la trascinò dietro di se. La portò velocemente nella stanza che la scuola gli aveva dedicato come suo ufficio, la spinse dentro e chiuse la porta a chiave.
Dopodichè si girò a guardarla.
Asuka aveva ricominciato a piangere.
- Dai siediti- le disse lui avvicinandole una sedia.
- Mi vuoi dire che ti è successo?- Ma la ragazza continuava a piangere a dirotto rimanendo in piedi. Duncan la spinse sulla sedia con forza, dopodichè andò a sedersi anche lui davanti a lei.
- Asuka mi devi dire cosa ti succede...te l'ho già detto, non puoi andare avanti così...- il suo tono era nuovamente cambiato drasticamente, così come era già successo al loro primo incontro. Solo qualche minuto fa la stava trattando come una sconosciuta, ora stava tornando quel modo di fare così...paterno.
Asuka sentendo la sua voce addolcirsi riuscì a darsi una calmata e singhiozzando iniziò a una risposta.
- Io...io...non mi sono mossa di casa questi giorni....-
- Va bene ma chissene frega di quel libro...io voglio sapere perchè stai così male. Guardati piangi come una bambina di sei anni...non è normale che tu faccia così. Vedi che i miei sospetti erano fondati? Tu hai qualche problema e dovresti iniziare a parlarne con qualcuno.-
Asuka alzò leggermente lo sguardo verso di lui, guardandolo per la prima volta dopo lo schiaffo ricevuto.
La sua espressione preoccupata nel fissarla la rimandò a un ricordo lontano, uno di quelli che non avrebbe mai voluto ricordare.
Le ricordò suo padre, in un giorno degli ultimi che vide in vita sua madre quando sembrò improvvisamente occuparsi di lei, quando probabilmente aveva capito che ormai sua moglie li avrebbe lasciati entrambi nel giro di pochi giorni. Quel giorno suo padre era diventato incredibilmente docile nei suoi confronti, tanto che la piccola Asuka si era convinta di averlo ritrovato, salvo poi perderlo il giorno dopo in seguito a un piccolo miglioramento di salute di sua madre.
"Mio padre..." pensò. E intanto lo guardava negli occhi e lui guardava lei.
Duncan allungò la sua mano e le accarezzò il braccio. - Allora? Va un po' meglio?- le chiese approfittando del fatto che Asuka smise di piangere.
- Sì...-
- Bene. Senti, questo non è il posto giusto per parlare, che ne dici se ce ne andiamo? Al diavolo la scuola per oggi, se ti dovessero fare problemi ti giustifico io.-
Asuka lo guardò stupita da quello che le stava dicendo, incapace di afferrare chiaramente ciò che le stava chiedendo.
- Sì è la cosa più giusta da fare- ripetè. - Dai andiamo- disse prendendo un mazzo di chiavi da un cassetto. Si avvicinò ad Asuka, le prese la mano e aspettò che si alzasse di sua volontà.
Dopodichè la fece uscire dallo studio, chiuse la porta alle sue spalle e insieme uscirono dalla scuola.
                                                                                                                             *******

- Quei due ti seguono sempre?- chiese Duncan mentre stava guidando-
- No...è che è successo un casino alla NERV e allora finchè non ci capiscono qualcosa sono sempre tenuti a sapere dove vado e con chi...- rispose mentre si soffiava il naso con il fazzoletto che Ian le aveva dato.
- Uh, capisco.-
- Ma dov'è che stiamo andando esattamente?- gli chiese Asuka.
- Nella mia stanza in hotel. Me ne hanno data una per questo mese che rimango qui, casomai mi dovessero chiamare dalla scuola per lo meno posso rispondere.-
Asuka non sapeva cosa dire. Quell'uomo si comportava in maniera strana, un attimo sembrava interessato a lei e l'attimo dopo sembrava incredibilmente distante.
- C'è qualche problema?-
- Eh?- chiese Asuka risvegliandosi dai suoi pensieri. - No...è solo che mi chiedevo perchè stessimo andando là.-
- Una volta arrivati ne parliamo.- rispose Duncan con fare abbastanza freddo.
Non ci furono più scambi di battute fino a quando non arrivarono all'hotel. Duncan parcheggiò la macchina nel parcheggio riservato dopodichè entrarono e salirono con l'ascensore al quarto piano.
Attraversarono il corridoio, arrivarono davanti alla stanza numero 52 ed entrarono.
All'ingresso, mentre entrambi si toglievano le scarpe come da routine, Duncan provò a scherzarci sopra.
- Non ti sembra una vera seccatura?-
- Cosa?-
- Questa!- disse indicando lo spazio dell'ingresso dove c'era la scarpiera. - Tu sei tedesca giusto? Le case dalle tue parti dovrebbero essere fatte come le nostre, ovvero senza questa...stanzina.-
Asuka sorrise, per la prima volta da parecchi giorni ormai.
- Mah...questi giapponesi dicono che è per una questione di igiene e comodità, invece poi diventa un vero e proprio obbligo per tutti!-
- Appunto!- disse Duncan sorridendo a sua volta. - E' una fortuna per me che fra poco riparto per l'America, sinceramente queste abitudini iniziano un po' a infastidirmi!-
Asuka abbozzò una risata e Duncan ne fu compiaciuto.
- Prego accomodati- le disse togliendosi la giacca. - Non c'è troppo spazio qui ma per me che sono da solo è più che sufficiente. Posso offrirti qualcosa?-
- Un bicchiere d'acqua è sufficiente- rispose Asuka mentre iniziava a guardarsi in giro.
Duncan armeggiò nel frigorifero della stanza fino a tirare fuori due bottigliette d'acqua, dopodichè tornò da Asuka che nel frattempo si era fermata davanti a una foto su uno scaffale.
- Com'ero bello e giovane eh?- disse Duncan porgendole il bicchiere di carta.
La foto raffigurava un gruppo di ragazzi al collage con il tradizione cappello da laurea fra cui ovviamente c'era anche lui.
- Perchè adesso non lo sei più?- rispose Asuka sorridendo.
- Cosa? Bello?-
La ragazza arrossì di colpo.
- No! Intendevo dire giovane!-
Duncan rimase a fissarla per qualche secondo negli occhi, quasi rendendosi conto solo ora di quanto bello fosse il loro azzurro. Quel silenzio mise un po' in imbarazzo Asuka che tornò presto a guardare la foto.
- Sì lo sono ancora! Volevo fare solo dell'umorismo, ma evidentemente non ci sono riuscito.-
Portò il suo bicchiedere di plastica vicino a quello di Asuka e disse . -Beh, chin chin!-
La ragazza rispose al gesto. Quei pochi minuti passati in sua compagnia le sembravano essere trascorsi quasi in un altro mondo. Duncan era la prima persona che incontrava da quando era arrivata in Giappone che non fosse giapponese e tutto di lui, dal suo modi parlare al suo modo di atteggiarsi le richiamava questo aspetto. E tutto questo lo faceva sentire un po' più vicino a lei.
I due bevvero in silenzio, dopodichè Ian si sedette sul divano. - Vieni quì- le disse battendo con la mano il posto affianco al suo.
Asuka si sedette un po' timorosa, forse per paura che Ian iniziasse nuovamente a parlare come prima. Nessuno le aveva parlato così da tanto tempo e lei si era sentita rompere qualcosa dentro dovendo rispondergli.
- Allora, me lo vuoi dire perchè sei stata assente così tanti giorni?-
Asuka abbassò lo sguardo, pensando se fosse il caso o no di dirgli tutta la verità. Ma le parole le vennero fuori senza quasi neanche volerlo, come se il suo essere uno semi-sconosciuto la aiutava ad aprirsi come mai aveva fatto.
- Io...sto passando un brutto momento ultimamente. Non so neanche se resterò ancora in Giappone a lungo...-
Duncan si mostrò stupito.
- Come mai?-
- E' difficile da dire- rispose Asuka alzandosi in piedi e dandogli le spalle. - Non va bene niente...nè la scuola, nè il rapporto con Shinji e Misato, nè con la NERV...-
Anche Ian si alzò.
- Io sono venuta qui solo per pilotare l'eva...in questi giorni avrei dovuto fare un test di sincronia ma so già come sarebbe andato...ne sarebbe risultato un tasso di sincronia 0 e non sarei stata più abilitata a pilotarlo.- si fermò un attimo, pensando che tutti quei termini potevano essere a lui sconosciuti. Si voltò a guardarlo e lo trovò impegnato nell'ascoltarla.
- Quindi dovrei tornare in Germania...eppure, se anche quando sono venuta qui non vedevo l'ora di farlo, ora non me la sento di tornare a casa....di fare finta che non sia successo nulla. Vorrei ma so già che non ce la farei...-
- Ehy ehy- le disse Duncan avvicinandosi a lei. La abbracciò e per un attimo ad Asuka tornò in mente il signor Kaji, misteriosamente scomparso da qualche giorno. Solo che questa volta non era lei ad abbracciare un uomo ma esattamente l'opposto. Duncan le alzò il mento per guardarla bene in faccia e poi le sorrise.
- Non credi di star precipitando un po' le cose?-
Asuka lo fissava ora da vicino nei suoi profondi occhi neri. Sentiva il battito del cuore accellerarsi e nuovamente le tornarono in mente i momenti passati con Kaji. Anche se con Ian era diverso, lui la stava abbracciando e non stava trovando qualche scusa per, al contrario, allontanarla da sè.
- Sei una ragazza intelligente, ho sentito che sei addirittura già laureata, non avrai problemi a recuperare qualche materia insufficiente. Questo test di sincronia di cui parli lo devi ancora fare no? Non iniziare subito a pensare male, magari l'esito non sarà quello che tu pensi. Per quanto riguarda Shinji io credo che ti voglia bene, forse tu non te ne accorgi ma guarda quasi sempre te quando è in classe.-
Ad Asuka ricominciarono ad uscire le lacrime. Lei, che da quando era piccola aveva versato pochissime lacrime, sembrava non riuscire a fare altro da quando era in sua compagnia.
- Sù non piangere- le disse lui, spostando una lacrima con il pollice. - Facciamo così, iniziamo subito a sistemare la questione della scuola.- Dicendo questo, la liberò dal suo abbraccio.
Per Asuka fu quasi un mancamento, si rese conto solo in quel momento che si era completamente adagiata al suo abbraccio e dovette ritrovare l'equilibrio per non cadere per terra.
Duncan andò verso un grosso scaffale pieno di libri, li guardò un attimo dopodichè tirò fuori un grosso tomo.
- Ecco- le disse porgendoglielo. - Questa è una copia di quello che avresti dovuto consultare a Neo Tokio 2, mi spiace che tu non abbia potuto vedere l'originale ma...questo sarà ugualmente sufficiente.
- Sufficiente...a cosa?- chiese Asuka afferrandolo.
- All'interrogazione di recupero che ti farò! E' compreso nel mio programma fare ulteriori interrogazioni per migliorare i voti che ho dato agli alunni che lo desiderano, quindi è tutto ok. Studierai su questo e poi ti interrogherò, così non avrai brutti voti da parte mia. Che ne dici?-
Ma ad Asuka le parole non vennero fuori. Si sentì nuovamente le lacrime uscire dagli occhi ma stavolta si impose di non piangere.
- Anzi, faremo di più quest'oggi.- disse andando verso la zona cucina della stanza. - Ormai è quasi ora di pranzo, che ne dici di mangiare qui con me?-
Asuka lo guardò ma prima di poter rispondere Ian la interruppe. - Ordiniamo cibo italiano, che vabbè non è il massimo ma è meglio di quello giapponese, e mangiamo con queste!!- così dicendo tirò fuori da un cassetto un tovagliolo. Lo pose sul tavolo, lo aprì e ne tirò fuori diverse forchette e coltelli.
- Eh? Cosa ne dici?-
Asuka non potè che annuire sorridendo.
Ma chi era quell'uomo? Come riusciva a farla ridere e piangere quasi nello stesso momento?
Questo Asuka non lo sapeva, ma sicuramente le piaceva.
                                                                                                                              *******

- I miei? Credo che siano la rappresentazione dell'american dream, insomma...mio padre ama ancora mia madre, hanno una bella casa con un piccolo giardino, hanno pure il cocker...hanno tutto per poter dire "anche io voglio diventare come loro"-
- Ma....?- le chiese divertita Asuka.
Duncan mandò giù l'ultimo spaghetto, dopodichè sorrise. - Ma...l'american dream l'ho sempre trovato un po' noioso!-
Asuka rise divertita mentre Duncan cercava di chiarirsi. - Cioè intendiamoci, avere una vita regolata come la loro è sicuramente una bella cosa, ma io preferisco girare il mondo per fare il mio lavoro. Lo trovo molto più stimolante.-
- Uh, non stai parlando come un professore adesso!- lo rimproverò Asuka.
- Ahaha no, effettivamente no-
Duncan si riempì il bicchiere di vino, dopodichè fece lo stesso con quello di Asuka.
- Ehy basta! Ricordati che devo studiare oggi!-
- Hai ragione...è solo che è così bello vederti ridere.-
Asuka smise di mangiare. Si rese conto in quel momento che da quando era arrivato il pranzo non avevano praticamente mai smesso di ridere o di punzecchiarsi a vicenda, quasi come fossero amici da lungo tempo. Ogni tanto però, come in occasione di quella battuta, le sembrava che Duncan le facesse apprezzamenti più adulti di quelli che le potevano fare i suoi coetanei.
- Non dirmi che ti ho messo in imbarazzo vero?- chiese Duncan sorridendo.
-...ma figurati!- rispose Asuka svuotando il suo bicchiere.
- Comunque hai fatto bene a citare lo studio. Che ne dici di studiare qua? Così non mi devi neanche portare via il libro per sostituirmelo. Fra qualche ora devo tornare a scuola per il pomeriggio, quindi qua nessuno ti disturberà.-
- Sì...è una buona idea.- rispose Asuka un po' pensierosa.
- Quando ci eravamo incontrati mi avevi detto che non volevi più tornare a casa con Ikari e la tua tutrice...l'hai fatto poi?-
- Sì, in questi ultimi giorni ho dormito a casa della capoclasse.- disse con un basso tono di voce.
Duncan rise. - Lo sapevo che quel giorno non ti avevo convinta. Io questa Misato non la conosco, ma Shinji come ti ho già detto mi sembra un bravo ragazzo. Per quanto tempo pensi di non tornarci ?-
- Mah, vedrò. Effettivamente penso di iniziare a dare disturbo a Hikari, però di tornare a casa da Misato non ho proprio voglia.-
Seguì qualche secondo di silenzio.
- Ascolta un attimo...ma è vero quello che mi hai detto prima su Shinji?-
- Cosa ti ho detto prima?-
- Beh che...lui mi guarda sempre in classe.-
Duncan sorrise e Asuka si sentì incredibilmente stupida per avergli fatto quella domanda.
- Sì, è proprio vero. Cosa farai ora, ti dichiarerai a lui conscia che il tuo amore sarà condiviso?- Duncan si stava divertendo a prenderla in giro.
- Ma...ma...- Asuka era diventata tutta rossa in volto e stava cercando le parole per rispondergli.
- Suvvia stavo scherzando!- disse Duncan mentre si stava alzando per raccogliere i piatti. - Chissà chi sarà mai l'uomo che riuscirà ad avere il cuore della bella Asuka!- insistette.
- Beh sicuramente non Shinji puoi starne certo!- borbottò Asuka. Duncan le sorrise e quel sorriso la fece imbarazzare ancora più della sua stessa domanda. Lo guardò mentre stava sparecchiando i piatti e le posate con cui avevano cenato e si chiese ancora una volta come facesse ad aver instaurato con lui un rapporto simile in così poco tempo.
- Bene, qua ho finito.- disse lui facendola riprendere dai suoi pensieri. - Mentre scendo butto via tutta questa roba. Tu sentiti come a casa tua qua ok? Se devi prendere qualcosa dal frigor fallo pure.-
- Grazie...- rispose Asuka alzandosi. I due si ritrovarono l'uno davanti all'altro pronti a salutarsi. Per un solo attimo ad Asuka venne in mente che avrebbe anche potuto baciarlo per salutarlo, ma quando lui le fece un cenno e si allontanò verso la porta si sentì nuovamente incredibilmente stupida ad averlo pensato.
Duncan uscì e si chiuse la porta alle spalle.
Asuka, rimasta sola nella stanza, pensò "Però...mi piace".

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Capitolo 6
*** La gioia di amare ***


La serata seguente allo "scontro" a scuola fra Ian e Asuka, la ragazza a casa di Horaki stava preparando le valigie.
- Sei sicura di voler tornare da Misato e Shinji? Guarda che io non ho problemi ad ospitarti qua...-
- Sono sicura, e poi non eri tu che mi incitavi a tornare a casa?-
- Sì ma...vi siete chiariti?-
Asuka finì di riempire la valigia, chiuse la cerniera lungo tutta la lunghezza dopodichè si sedette sul letto insieme all'amica.
- Con Misato sì, ieri in pausa pranzo. Ho dovuto chiamare anche Ian per convincerla che non sono scappata dalla scuola ma sono andata a casa sua a studiare.-
Ad Horaki comparve un largo sorriso.
- Ah siamo arrivate a chiamarlo per nome eh?-
Asuka sorrise ma non rispose e questo diede l'opportunità ad Horaki di continuare. - Non dici niente! Ma allora è vero!! Mi devi dire assolutamente cosa avete fatto ieri quando siete andati via insieme!-
Asuka accavallò le gambe sul letto e poi iniziò a parlare. - Niente che non ti abbia già raccontato...quando poi è tornato alla sera mi ha chiesto se avevo fatto in tempo a studiare perchè il libro non me lo avrebbe dato per un altro giorno, visto che anche voi lo avete potuto consultare solo per poche ore. Poi mi ha chiesto se volevo essere riaccompagnata da te e io ho accettato.-
- Ma tu guarda che confidenza!! Quando ieri ti ha chiamata per interrogarti io ho pensato che ti odiasse pensa un po' tu!-
Asuka abbassò leggermente lo sguardo imbarazzata. - L'ho pensato anche io...ma poi mi ha detto che era l'unico modo per...beh insomma, per convincermi a parlare con lui. Ed effettivamente credo che non mi sarei mai avvicinata così tanto se non mi avesse trattata così.-
Horaki rise di quanto le aveva appena detto e ritornò a darle gomitate sulle spalle. - Allora abbiamo finalmente trovato il punto debole della nostra Asuka! Bisogna che gli uomini la trattino male per avere le sue attenzioni!-
- Ma no!- urlò indispettita Asuka. - Al contrario...Ian sembra tenerci a me, mi ha dato un sacco di consigli...anche per quanto riguarda la NERV, se torno a casa da Misato possono organizzare un nuovo test di sincronia...magari il mio tasso è tornato a valori normali, chissà....credo valga la pena di tornare.-
- E fai bene!- disse compiaciuta Horaki. - Ricordati solo che casomai dovessi avere ancora bisogno di me, io sono qua!-
- Ti ringrazio, Horaki.- disse con tono serio Asuka.
- E di che- le rispose lei con lo stesso tono.
Le due ragazze si abbracciarono con affetto.
                                                                                                                           *******

L'ascensore si aprì e Misato e Asuka uscirono dirigendosi verso la porta di casa.
- Shinji è già qui?- chiese la ragazza.
- Sì, è già rientrato.-
Era tutto il giorno che Asuka pensava a cosa avrebbe detto a Shinji appena lo avrebbe incontrato fuori dalla scuola. Non riusciva a non pensare a quello che gli aveva detto Duncan a proposito del fatto che "la guardava in continuazione" e provava uno strano piacere a pensare che fosse vero. Di ragazzi che la fissavano per la sua bellezza ne aveva sempre avuti molti, ma pensare che fosse Shinji a farlo...la gratificava maggiormente.
Entrarono in casa e il ragazzo le stava aspettando seduto su una sedia in cucina. Dal profumo che le accolse capirono che aveva già preparato la cena, un bel gesto considerando che Misato era stata alla NERV tutto il giorno e che Asuka era andata a casa Hikari per recuperare tutte le sue cose.
- Bentornate....- disse Shinji sorridendo.
- Ciao Shinji. Ma che bel profumino che c'è quì! Cosa hai preparato di bello?- chiese Misato allontanandosi e andando a vedere vicino ai fornelli. La realtà era che voleva lasciarli per un attimo soli e prese una scusa qualsiasi per allontanarsi.
- Ciao Asuka...- disse dobolmente Shinji.
- Beh? E' tutto quello che hai da dire?- lo incalzò lei.
- Co..cosa intendi?-
- Sono stata via cinque giorni e ora che sono tornata l'unica cosa che hai da dirmi è "ben tornata"? Pensavo fossi più felice di rivedermi!-
- Ecco io...- ma il ragazzo non riuscì a finire la frase che Asuka si era già allontanata. Una volta entrata in camera sua chiuse la porta scorrevole e si mise a ridere pensando alla faccia di Shinji.
"Che quello stupido sia veramente innamorato di me? Ah! Ne devo proprio parlare a Ian di questa cosa!"
- Asuka guarda che è pronto!- sentì urlare dalla cucina Misato.
- Sì arrivo, appoggio solo le mie valige.-
Riaprì la porta e si trovò davanti Shinji. - Vuoi una mano a riportare le tue cose in camera?-
Asuka lo guardò sorridendogli, sorriso che lo mise in estremo imbarazzo. - Sì, dammi una mano Shinji. Te ne sarei grata.-
Il ragazzo l'aiutò come promesso, dopodichè si misero tutti insieme a mangiare. A tavola parlarono del più e del meno, senza mai andare sull'argomento che aveva portato Asuka ad allontanarsi in quei giorni. Erano discorsi per lo più senza grande spessore, ma era bello poter parlare così tutti assieme. Un tale momento di spensieratezza lo avevano sfiorato solo nei primi giorni in cui vivevano insieme.
- Ok ok mi arrendo, siete in due contro uno!- rise Misato all'ennesima frecciatina acida di Asuka sulla sua capacità di cucinare. Risero tutti e tre, dopodichè il volto di Misato divenne serio.
- Ragazzi...c'è una cosa importante che vi devo dire. Oggi ho parlato con il comandate Ikari e mi ha riferito che da domattina il servizio di sorveglianza nei vostri confronti sarà cessato.-
- Cooosa?- chiese Asuka insospettita.
- Lo so che è assurdo interromperlo anche se ancora non sappiamo cos'è successo ma...il comandante ha voluto così. Lui sostiene che se doveva succedere qualcosa di...brutto, beh, sarebbe già dovuto succedere. Quindi ha deciso di interrompere tutto.-
Misato guardò Shinji per vederecome l'avesse presa ma il ragazzo si limitò ad abbassare il volto.
- Spero che questo non vi faccia sentire meno sicuri ad andare a scuola.-
- Mah, per me è uguale.- rispose sfrontata Asuka come al solito. Shinji invece non disse niente.
- Ah a proposito! Giacchè da domani non saremo più controllati posso andare a farmi una vacanza con il professor Duncan!-
- Cosa?- rispose Misato posando la lattina di birra.
- Giusto ieri mi diceva che gli sarebbe piaciuto passare il weekend con me da qualche parte ma io ho risposto che non potevo allontanarmi troppo per via degli uomini di guardia...se ora non ci sono più, non dovrebbero esserci più problemi!-
Misato la guardò sospettosa. Un tale comportamento avventato non era tipico di Asuka e inoltre l'entusiasmo con cui l'aveva detto era decisamente strano. Perchè quell'uomo le aveva chiesto un fine settimana con lei? E soprattutto perchè le stava dando così tante attenzioni?
- Ricordati che non puoi ugualmente allontanarti troppo.- rispose fredda Misato.
- Certo certo lo so bene! Allora? Posso allontanarmi di poco per il weekend?-
- Va bene. Sappi però che Ritsuko sta realizzando un nuovo nucleo per lo 02 per cercare di favorire il tuo tasso di sincronia, quindi è probabile che presto dovrai fare dei test con la tua unità eva. Tienti pronta.
- Ok perfetto!- Asuka sorrise soddisfatta.
Shinji la guardava dubbioso, non aveva mai visto Asuka così euforica. Piena di sè sì, lo era sempre stata. Ma mai così...piena di felicità.
- Bene ragazzi, tu Shinji hai preparato da mangiare quindi fai pure quello che vuoi e tu Asuka devi tirare fuori tutta la tua roba dalle valigie...quindi andate pure che ai piatti ci penso io.-
- Va benissimo!- esclamò Asuka alzandosi velocemente dal tavolo. - Buonanotte!-
Corse verso la sua stanza e ci entrò scomparendo dalla vista di Shinji e di Misato.
Il ragazzo guardò la sua tutrice con uno sguardo fra il triste e lo spaventanto e Misato dovette faticare non poco per non ridegli in faccia. "Questo ragazzo è innamorato...guardate che faccia che ha adesso..." I due si fissarono per qualche secondo, dopodichè Misato decise di parlare. - Che c'è Shinji?-
- Io...ecco...è che...- Shinji era incapace di trovare le parole giuste per spiegare cosa provava e Misato se ne accorse subito.
- Sù Shinji non fare così. Vedrai che andrà tutto bene- gli disse cercando di sorridergli. Shinji capì che Misato aveva compreso esattamente quello che provava e se ne vergognò. Rimase seduto ancora per qualche minuto, dopodichè andò anche lui in camera sua.
Nel frattempo Asuka aveva preso in mano il suo cellulare e stava chiamando Duncan.
Il numero squillò per molto prima che il professore rispondesse.
<< Asuka?>>
<< Sì ciao Ian! Ho una buona notizia, Misato mi ha appena detto che possiamo fare quella gita di cui parlavi ieri! Non è una bella notizia?>> chiese piena di entusiasmo.
<< Sì lo è ma ora ti devo lasciare, è in corso una riunione.>>
<< Una riunione a quest'ora della sera? Ma di cosa state parlando?>> chiese Asuka mettendosi seduta sul letto.
<< Di cose molto importanti Asuka. Comunque sono felice, sul serio. Ne parliamo domani a scuola in pausa pranzo va bene? Ora devo proprio riagganciare. Buona notte.>>
Asuka fece giusto in tempo a rispondere << anche a te>> che sentì la chiamata terminata. Guardò il monitor del cellulare un po' pensierosa, dopodichè lo spense e si sdraiò nuovamente sul letto.
"Una riunione a quest'ora? Che strano...e poi parlava sottovoce come se non si volesse far sentire...ma dove cavolo era? Mah...domani glielo chiederò."
                                                                                                                           *******

Le ore di quella mattina per Asuka sembravano non finire mai. Aveva voglia di incontrare Ian e di parlare con lui della loro gita e non riusciva minimanente a concentrarsi sulla lezione.
Quando finalmente fu ora di pranzo, la ragazza cercò il professore per tutta la scuola trovandolo infine nel suo ufficio. Entrò di corsa ma si accorse solo quando l'aveva già salutato ad alta voce che era al telefono.
<< Ok ok, i will. Goodbye.>>
Asuka si sedette lentamente per non disturbare ulteriormente la telefonata ma Ian chiuse immediatamente la conversazione.
- Una chiamata dall'America? I tuoi genitori?-
- Asuka ti sarei grato se bussassi prima di entrare nel mio studio. Qua non siamo a casa mia dove puoi fare tutto quello che vuoi- rispose freddo Duncan.
La ragazza rimase a guardarlo colpita dal suo tono, dopodichè rispose - Sì...hai ragione. Scusa.-
Duncan spense il cellulare e lo mise via in un cassetto del comodino.
Si sforzò di mostrare un sorriso, dopodichè con un tono molto più cordiale le parlò. - Allora, mi dicevi ieri che la tua tutrice ti ha dato l'ok per partire domani. E' così?-
Asuka riacquistò il buon umore immediatamente. - Sì! Possiamo andare dove vogliamo, basta che non ci allontaniamo troppo. Ma a proposito...non mi hai detto dove mi vuoi portare!-
Duncan le sorrise. - Non te l'ho detto perchè voglio che sia una sorpresa. Ti dico solo una cosa, portati il costume da bagno.-
- Ok! Mi vieni a prendere che ora?-
- Presto, visto che dobbiamo fare un po' di strada. Ora scusami ma devo prepare le ultime cose per la settimana prossima visto che questo weekend sarò via con te.-
- Va bene! Vado!-
I due si alzarono contemporaneamente e si ripetè lo stesso momento di imbarazzo di quella prima volta nella stanza d'albergo dove nessuno dei sue sapeva come comportarsi.
- Beh...ciao.- disse con un filo di voce Asuka. Le venne quasi naturale sporgersi verso di lui, ma Duncan rimase fermo. Seguì un lunghissimo secondo di imbarazzo per entrambi, dopodichè Asuka ripetè il saluto e fece per uscire.
- Asuka aspetta- la chiamò lui.
"Al diavolo la differenza d'età" pensò Ian e girò attorno alla sua scrivania raggiungendo la ragazza. La strinse forse a se in un abbraccio, proprio come aveva fatto quel giorno nella sua stanza d'albergo, le portò una mano al volto anzandoglielo delicatamente e poi la baciò.
Fu un bacio intenso ma breve, Duncan si scostò dalle sue labbra delicatamente, guardandola dritta nei suoi occhi blu. Asuka lo fissava senza dire niente, completamente persa nelle sensazioni di quel momento.
- Dovremmo imparare a farlo ogni volta che ci salutiamo.- le disse dolcemente Duncan.
- S...sì...lo penso anche io- balbettò Asuka.
- Ora vai....ci vediamo domani.-
- S...sì....ci vediamo domani- ripetè Asuka ancora stretta nel suo abbraccio.
Duncan si scostò leggermente e le aprì la porta.
La ragazza abbozzò un sorriso e uscì euforica dalla stanza.
"Mi ha baciata!!!" continuava a ripetersi. Si sentiva incredibilmente felice come mai lo era stata. Neanche le soddisfazioni più grandi che aveva avuto in quei suoi quattordici anni di vita potevano in qualche modo pareggiare quella sensazione. Sentiva una gran voglia di parlarne a qualcuno ma pensò che Horaki non era la persona più giusta. Misato neppure perchè non sembrava approvare il fatto che lei uscisse con quell'uomo e Rei...beh, non la considerava nemmeno.
Dal momento di euforia in cui era passò velocemente a rendersi conto che in quella città non conosceva quasi nessuno. E per la prima volta in vita sua si rese conto che non dover contare su nessuno in realtà voleva solamente dire essere sola, incredibilmente sola.
Ma si fece coraggio immediatamente, cercando di scacciare questi pensieri tristi dalla sua mente.
Ora voleva sentirsi solamente felice, ora che finalmente aveva trovato qualcuno che aveva dimostrato chiaramente di amarla.
                                                                                                                         *******

- Ok io vado! Ci vediamo stasera! Ciao!- Asuka si chiuse la porta alle spalle e corse giù dalle scale. Non aveva neanche aspettato la risposta di Shinji e Misato, ma già il fatto che li avesse salutati prima di uscire era una cosa sorprendente.
Raggiunse in pochi secondi il piano terra e trovò Duncan fermo ad aspettarla. Ian la guardò scendere gli ultimi gradini con quel suo vestitino leggero che ad ogni sobbalzo si alzava di poco e non potè non sentirsi gratificato dal perfetto sorriso che le fece quando lo vide. Asuka, nonostante i suoi quattordici anni, era già estremamente attraente.
- Ciao!- le urlò lei buttandogli le braccia la collo.
- Ciao a te! Come eravamo rimasti di salutarci l'ultima volta?- le chiese lui stringendola.
- Uhm...così?- e lo baciò. Un bacio forte, anche migliore di quello provato il giorno precedente.
Quando i due allontanarono le loro labbra, Ian sorrise e disse - Uhm...non me lo ricordo sai? Prova di nuovo a mostrarmelo!- e i due si baciarono nuovamente.
- Sì era proprio così! Grazie!- le diede uno schiaffetto sul fondoschiena e le disse di entrare in macchina. - Ti aspetto da quasi un quarto d'ora, ormai siamo in ritardo!-
Asuka gli fece la linguaccia, dopodichè appoggiò la sua borsa sui sedili posteriori e si sedette affianco a lui.
In macchina parlarono di tutto, principalmente della differenza fra il Giappone e gli stati da dove venivano, ma parlarono soprattutto molto di loro due, dei loro desideri futuri e della qualità della loro vita oggi. Duncan sentì di aver sbagliato argomento soltanto una volta, quando parlando dei loro genitori finì per chiedere della madre di Asuka. Notò in lei un'improvvisa tristezza ma fu abile nel cambiare subito argomento.
Dopo un paio di ore di macchina arrivarono al porto di Neo Tokio 3 e lì parcheggiarono la macchina.
- Oh certo, da qua si vede sicuramente l'oceano! E' per questo che mi hai detto di portare il costume? Per farmi fare il bagno in mezzo alle navi?- chiese ironica Asuka.
- Vedrai, ragazza di poca fede! Fra pochi minuti sarai qua ai miei piedi a chiedermi scusa!-
- Ah! Asuka Soryu Langley non chiede mai scusa a nessuno! Sappilo!-
I due si avviarono verso gli yacht e Asuka iniziò a intuire cosa avesse in mente. Dopo averne passati un bel po' Duncan si fermò davanti a uno fra i più grossi.
- Prego, sali!- le disse lui ostentando un sorriso compiaciuto. Asuka lo guardava strabuzzando gli occhi.
- Qu...questo è tuo?-
- Ehehe no, non è mio. Ma è di un mio caro amico che ha deciso di lasciarcelo per questa giornata. Quindi per oggi è tutto nostro.-
- Non ci credo!- disse Asuka avvicinandosi alla scaletta. - ma dici sul serio?-
- Sono serissimo- le disse lui abbracciandola da dietro. - Sei contenta?-
- E me lo chiedi anche! Certo che lo sono!- si girò e lo baciò. Ormai era un gesto che le era diventato naturale. - E ora fai partire quest'affare e portami lontano da qui!-
- Sìssignora!- rispose lui sorridendo.
Mentre salivano a bordo Asuka non potè non notare il nome sulla fiancata. - Ma che razza di nome è Vitangelo Moscarda per uno yacht?-
- Ah non lo so, non chiederlo a me. Come ti ho detto non è mio.- poi aggiunse. - Purtroppo!-
All'interno il lusso sembrava risiedere ovunque. C'era una camera da letto enorme con tanto di bagno gigantesco, una stanza ammobiliata come un soggiorno comprensiva di un divano in pelle e i climatizzatori erano presenti in tutte le stanze.
- Oh mio Dio, qua è più bello che a casa di Misato!- disse Asuka guardandosi in giro.
- Già, anche della stanza dove abito adesso io se è per quello.-
- Ma chi è questo tuo amico? L'uomo più ricco del mondo?-
- Diciamo più che altro che mi doveva un favore e così si è sdebitato.-
Passarono per la camera da letto matrimoniale e entrarono nel bagno.
- Questo bagno è grosso quanto tutta camera mia- disse Asuka prendendo le misure ad occhio. - C'è anche la doccia dei ricchi con le pareti trasparenti! Ah!-
Duncan la guardava divertita. Era evidente che non aveva mai visto uno yacht in vita sua ed era felice che la sua reazione fosse quella.
- Bene, giacchè sei già in bagno ti lascio, così puoi cambiarti. Io intanto vado su e vedo come si fa a muovere questo bestione, ok?-
- Ok!- poi aggiunse. - Ah aspetta!- gli si avvicinò e lo baciò. - Questo è per la bella sorpresa!- Duncan ricambiò il bacio dopodichè risalì in coperta.
Asuka tirò fuori il costume da bagno dalla sua borsa dopodichè entrò in bagno e si cambiò. Si guardò attorno per notare meglio i particolari e sentì che la barca iniziava a muoversi. Guardò fuori dal finestrino e vide che la riva si allontanava lentamente.
Uscì dal bagno e passò nuovamente davanti al letto matrimoniale. Sorrise per un attimo, dopodichè tornò sù anche lei.
Trovò Duncan anche lui in costume da bagno con una strana camicia gialla con le palme verdi sopra disegnate.
- E' orribile quella camicia!- lo rimproverò Asuka sorridendo. Duncan si girò accorgendosi della presenza di Asuka e la ragazza vide che la camicia non era abbottonata sul davanti. - Apperò, che fisico!- aggiunse. "Ma come fa ad avere degli addominali così?" pensò. Lo abbracciò dicendogli - ma quando lo trovi il tempo per andare in palestra? I professori della 2-A sono tutti vecchi e pieni di ciccia.-
- Eh, questo è un segreto- rispose lui.
- Ok allora non indagherò oltre! Come va qua?- chiese Asuka indicando la console dei comandi.
- E' tutto sotto controllo! Pensavo fosse più complicato e invece è tutto chiaro. Vuoi andarti a sdraiare al sole mentre ci allontaniamo? Poi potremmo farci un bagno e poi mangiare. Ti va?-
- Certo che mi va!-
La ragazza corse a sdraiarsi a prua dove Ian le aveva lasciato uno stendino per prendere il sole.
Ci volle quasi un ora prima che si allontanarono definitavemtente dal porto.
Ian raggiunse Asuka che era ancora sdraiata. L'immagine di quella bellissima ragazza dai capelli rossi con la pelle così chiara sdraiata in costume da bagno sul suo yacht lo faceva sentire stranamente senza il controllo della situazione. Non riusciva a sentirsi completamente sciolto con lei, era come se quella ragazza l'aveva catturato oltre quanto lui stesso avesse pensato.
Si avvicinò a lei e la baciò.
- Allora? Come si sta?-
- Aaah è una meraviglia!- rispose Asuka alzando gli occhiali da sole. - Non è che puoi chiedere a quel tuo amico di prestarti questa barca tutti i weekend vero?-
Risero all'unisono.
- Forza ragazzina poche chiacchiere! Ti voglio vedere nuotare come un pesciolino!- detto questo, Ian si tolse la camicia e si lanciò direttamente in mare. Asuka si affacciò dal bordo da cui si era buttato e aspettò che ritornasse a galla.
- Ehy! Ma qua non dobbiamo fare niente? Cioè non devi gettare l'ancora o roba del genere?-
- Ma no vieni! Non ti preoccupare!-
- Va bene!- Corse ad appoggiare gli occhiali, dopodichè ripetè il tuffo di Ian. Quando risalì a galla lui le era affianco.
- Ma è freddissima l'acqua!! Me lo dovevi dire!-
I due si abbracciarono. - Se hai tanto freddo ci penso io a scaldarti...- le disse Duncan baciandola. Questa volta il bacio fu molto più appassionato dei precedenti, i due si strinsero forte l'uno contro l'altra e Ian fece scorrere la sua mano su tutta la schiena di lei, fino ad arrivare sui suoi glutei e sulle sue cosce.
- Ehy...io vorrei anche nuotare...- riuscì a dire lei dopo essersi separata da lui.
- Ok, continuamo dopo allora.-
Asuka si spinse lontano da lui e iniziò a nuotare. Quel letto matrimoniale e quella sua battuta le avevano chiarito quali fossero le intenzioni del professore e nonostante non potesse non pensare alla diversità d'età non poteva non sentirsi eccitata all'idea che potesse accadere.
D'altra parte, in quel momento era proprio tutto perfetto, anche l'acqua non sembrava più tanto fredda dopo un po' che aveva iniziato a nuotare. Il sole che aveva preso prima era caldo e piacevole, ora l'acqua era estremamente rilassente e una volta tornati sullo yacht avrebbe mangiato chissà quali  leccornie...insomma, se proprio doveva succedere, quello era sicuramente il giorno perfetto.
Duncan la fece nuotare tranquilla da sola, visto che aveva intuito che lei aveva già capito quali fossero le sue intenzioni. "E pensare che ha solo quattordici anni...Dio...mi sento una merda" ma nonostante questi pensieri non riusciva a distogliere lo sguardo da quella bellissima ragazza che prima si allontanava da lui e poi si riavvicinava.
Fecero un bagno molto lungo e il primo a risalire fu Ian. Asuka lo seguì solo dopo e appena tornò sulla barca trovò il professore pronto con un asciugamano ad accoglierla.
- Come si stava bene...sarei rimasta lì dentro ancora per ore!-
- Prima di sera ne facciamo altri dai!- rispose lui sfregandole le braccia infreddolite.
Quando Asuka finì di asciugarsi e gli porse la salvietta, uno strano silenzio cadde fra di loro. Ian decise di interromperlo baciandola, iniziando a toccarla maggiormente esattamente come aveva fatto prima in acqua.
- Ehy Ian- disse Asuka staccandosi con non poca difficoltà dalle sue labbra. - Io ho già avuto le mie prime cose quindi...ecco...se lo vogliamo farlo dovremmo...-
- Stai tranquilla, ho pensato a tutto.- gli rispose lui accarezzandole il viso. - L'importante è che tu non ti senta costretta e che lo voglia veramente.-
- Sì...- disse lei assumendo per un attimo uno sguardo triste. - E sai perchè lo voglio? Perchè per la prima volta in vita mia mi sento...realmente...felice- le lacrime le uscirono involontariamente dagli occhi.
- Ehy ehy...che c'è?- Ian non capì il motivo del suo repentino cambio di umore.
- No è solo che...stare con te mi ha fatto capire tante cose...di me. E sono cose che non volevo ammettere...ma che sono realtà purtroppo. Io ho sempre desiderato riuscire a cavarmela da sola in qualsiasi situazione, ho sempre cercato con tutte le mie forze di riuscire a fare qualsiasi cosa senza chiedere l'aiuto di nessuno a meno che proprio non potessi fare altrimenti...e quando finalmente ci sono riuscita, mi sentivo felice...sentivo che ero diventata veramente quello che volevo diventare. Invece stando con te ho capito che la mia indipendenza invece era solo solitudine, mi ero allontanata da tutti pensando che fosse la cosa giusta....e ora che sto capendo cosa mi succede non riesco quasi a crederci.-
Ian rimase ad ascoltarla turbato, non pensava che quella ragazza potesse avere realmente quei problemi.
- Asuka...non è che stai esagerando? Avrai anche passato un momento difficile ma io non credo che...- ma la ragazza lo interruppe.
- Lascia stare Ian, sul serio. Non dovevo neanche dirti tutte queste cose, tu stai facendo così tanto per me. Baciami ora, e amiamoci. Non desidero nient'altro....- e così dicendo le buttò le braccia al collo. Si baciarono intensamente, dopodichè scesero al piano della camera da letto e lì fecero l'amore per la prima volta.
Asuka non poteva essere più felice di come stavano andando le cose con Ian, ma uno squillo di cellulare interruppe quella magica armonia che si era creata.
- Uhmmm...lascia stare-
- No, questo non è il cellulare della scuola, è il mio privato.-
- E vabbè...dai rimani qui...-
- No, devo rispondere.- disse Ian spostando delicamente la testa di Asuka dal suo petto.
La ragazza rimase a guardarlo alzarsi e risalire al piano superiore, quindi si lasciò cadere nel letto. "Come può essere una chiamata più importante di me?" si chiese imbronciata.
Aspettò qualche minuto dopodichè finalmente Ian ridiscese. Si mise a letto vicino a lei e la invitò a riappoggiarsi sul suo petto per risposare un po', ma Asuka era contrariata. - Chi era?-
- Roba noiosa...ho dovuto rispondergli male.-
- Ma chi era?-
- Lasciamo perdere, veramente. Non vuoi riposarti un po?-
Asuka era contrariata dal fatto che Ian facesse di tutto per non risponderle, ma quella giornata era troppo bella per decidere di rovinarla con troppa insistenza.
- No, mi è venuta fame. C'è qualcosa da mangiare su questo catorcio di barca?-
Ian sorrise felice di sentire che Asuka non se l'era presa troppo. - Possiamo andare a vedere...qualcosa che ti piace dovremmo trovarla!-
I due si baciarono di nuovo, si vestirono e andarono insieme a mangiare.
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Asuka si stirò i muscoli sbadigliando. Ormai sera, mancava solo mezz'ora di strada per tornare a casa.
- Che giornata fantastica.- disse guardando Ian. Lui le passò una mano sulla gamba e le sorrise.
- Sono felice che ti sia divertita. Che ne dici se stanotte vieni a dormire da me?-
- Seee lo so io cosa vorresti fare tu stanotte! E chi si sveglia poi domani per andare a scuola?- rispose ridendo lei.
- Già...hai ragione anche tu.- I due approfittarono di un semaforo rosso per baciarsi.
- Fra l'altro, domani pomeriggio non ci sarò neanche. Ho un appuntamento nella vecchia Neo Tokio 2 nel primo pomeriggio, quindi non ci potremo vedere. Tornerò di sera tardi, magari se ce la faccio ci possiamo vedere anche solo per una passeggiata.-
Asuka non riuscì a nascondere la propria delusione.
- Ma come? Già ti allontani? Cosa ci devi andare a fare a Neo Tokio 2?-
- E' solo per mezza giornata Asuka, torno nella stessa giornata. Non fare così.-
Quella non era la prima volta che Duncan evitava di rispondere direttamente alle sue domande, ma Asuka era troppo innamorata per arrabbiarsi di questo fatto.
Il professore la riaccompagnò proprio davanti a casa e l'aiutò a recupeare la sua borsa.
- Grazie per essere stata con me oggi- le disse con lo sguardo più dolce che potè manifestare.
- Grazie a te per avermi invitata- bisbigliò Asuka.
Un altro bacio e poi Duncan si allontanò in macchina.
"Quanto ti amo..." pensò Asuka.

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Capitolo 7
*** L'attacco dell'angelo ***


"Ah! Che bello poter camminare per strada senza avere una guardia della NERV sempre addosso che mi spia ovunque vado!"
Asuka camminava tranquillamente verso scuola, era ben conscia del fatto che anche alzandosi così presto non era per niente detto che sarebbe riuscita ad incontrare Ian, ma da quando stavano insieme lei cercava sempre di arrivare a scuola prestissimo per incontrarlo.
Anche quella mattina le andò male, riuscì a vederlo di sfuggita entrare di corsa nella sala riunioni professori dopodichè iniziò anche per lei l'orario scolastico e dovette rinunciare all'idea di potergli parlare.
Seguì le lezioni del mattino controvoglia, sapeva che Duncan sarebbe dovuto partire nel primo pomeriggio e che quindi per tutta la giornata non l'avrebbe potuto vedere.
Si guardava annoiata intorno e si stupì di quante cose riusciva a notare da quando stava con lui. In particolare le emozioni delle altre persone, ora le sembravano tutte molto più chiare.
L'allieva modello, tanto per cominciare. Il suo modo di fare sempre così solitario, osservato con un occhio più attento, si rilevava essere una continua attesa per qualcosa che non succedeva mai. Era come se Rei aspettasse continuamente qualche avvenimento che le cambiasse la vita, anche se poi non si attivava mai in prima persona per far sì che ciò accadesse.
Si stupì di se stessa per quello che provava, ma ormai lo doveva ammettere, iniziava a provare pena per quella ragazza.
Non da meno era la sua amica Horaki, sempre allegra e cordiale con tutti ma cambiava completamente stato d'animo quando guardava Toji. Il non riuscire a confessargli i suoi sentimenti, e ancor di più avere la certezza di non essere ricambiata, la faceva diventare incredibilmente triste.
E poi c'era Shinji, che da quando Ian le aveva detto quella cosa sugli sguardi, ogni volta che lei si voltava lo trovava effettivamente sempre lì a fissarla. Per poi girare subito la testa una volta che lo aveva visto.
La realtà ora le pareva chiara: amare non le dava solo benessere mentale, ma la apriva anche alla comprensione delle altre persone. Era come se la comprensione degli altri le era stata possibile solo dopo essersi compresa lei stessa, capendo i suoi limiti e i propri modi per essere felici.
Fra un pensiero e l'altro, arrivò la pausa pranzo.
Asuka cercò nuovamente di avvicinare il suo professore, ma riuscì solamente a salutarlo dalla finestra mentre lui si allontanava in macchina.
Cercò di consolarsi andando a mangiare con la capoclasse e le altre ragazze, quando poco dopo aver  finito i loro pranzi vide correre via sia Shinji che Rei. Li raggiunse di corsa e chiese loro cosa stava succedendo.
- Un allarme! Un angelo è in città! Dobbiamo andare alla base!- urlava Shinji mentre correva dietro a Rei.
"Già...ormai a me non chiamano più per difendere Neo Tokio 3..."
Alla questione NERV Asuka non aveva ancora pensato. Si era ripromessa di parlare alla dottoressa Ritsuko per chiederle una mano a recuperare il proprio tasso di sincronia, ma ora le sembrava troppo tardi.
Sentì urlare dalle finestre il suo nome, era Horaki e le sue compagne che la invitavano ad andare con loro nei rifugi.
Corse nella loro direzione e si precipitarono tutti, alunni e professori, al raduno più vicino. "Ecco, così vedo come si sta a stare dall'altra parte" pensò.
Mentre stava scendendo le scale per arrivare alla struttura adeguata sentì parlare due ragazze a proprosito dell'attacco che avevano sentito.
- Dove hai detto che è stato avvistato l'angelo?- chiese Asuka afferrando per un braccio la ragazza che stava parlando con la sua amica.
- Aia mi fai male!- cercò di dire lei liberandosi dalla sua presa.
- E' importante! Ti prego!- insistette Asuka.
- Ok...ho sentito che è stato avvistato molto a ovest di Neo Tokio 3, proprio sopra l'autostrada.-
Asuka rimase impietrita.
"Proprio sopra l'autostrada..." guardò immediatamente l'orologio.
Era passata solo poco più di un ora da quando Duncan era andato via da scuola. Il tempo di tornare in albergo, di farsi una doccia e di mettersi in macchina non gli consentivano di essersi già allontanato da Neo Tokio 3. Anzi, razionalmente parlando era altamente possibile che fosse proprio incolonnato nella fila di macchine che caratterizza sempre l'autostrada della capitale.
E da lì a poco proprio sopra quel tratto si sarebbe scatenato l'inferno. Asuka lo sapeva bene, quando c'era un angelo in città non si badava a nulla. L'unico obiettivo era quello di farlo fuori, non si dava  priorità a nient'altro.
"Maledizione" pensò. Doveva parlare con Rei e con Shinji per dire loro di spostare la battaglia il più lontano possibile dall'autostrada, ma sicuramente nè uno nè l'altra ne sarebbero stati capace.
Asuka strinse i pugni.
Lei non si poteva arrendere così, non era nella sua natura.
"Ok...vediamo se veramente non si attiva più quell'affare..." pensò iniziando a correre.
Da quando li aveva lasciati ad ora erano passati non più di quindici minuti, questo significava che attualmente si stavano preparando ad uscire con gli eva. O per lo meno Rei, visto che l'unità 01 dopo quello che aveva combinato contro l'ultimo angelo era finito sotto la giurisdizione del comandante Ikari che non sembrava avere voglia di tornare ad usarlo molto presto.
Mentre correva a perdifiato alzò per un attimo la testa e dovette fermarsi. "Angelo avvistato ad occhio nudo..." proprio davanti a lei sospeso nel cielo c'era il sedicesimo angelo. Si manifestava come un fascio di luce di forma circolare, in continuio movimento su sè stesso. Manteneva stranamente la sua posizione, come se fosse in attesa di qualcosa.
Asuka ricominciò a correre verso la base della NERV, quando arrivò a circa metà strada sentì un forte rumore metallico seguito da un leggero tremolio del terreno. Lo 00 comparve alla sua vista.
Asuka si fermò ancora, un po' per riprendere fiato un po' per vedere come se la cavava Rei.
L'evangelion blu rimaneva fermo con il Positron Rifle in mano, probabilmente attendendo l'attacco dell'angelo.
Ricominciò a correre nella speranza che i due si studiassero ancora il più a lungo possibile per permetterle di arrivare in tempo alla NERV, ma purtroppo le sue speranze non vennero accontentate.
Il cerchio di luce si aprì in un punto e una delle due nuove estremità creatasi si lanciò dritta verso l'unità 00. Rei provò ad attivare il suo AT Field ma ormai era troppo tardi, l'angelo gli era già addosso e riuscì a penetrarlo facilmente colpendola in pieno stomaco.
Asuka rimase esterrefatta osservando quanto facilmente l'angelo l'aveva colpita. Ciò che stava succedendo era poi ancora più allarmante: l'angelo rimaneva incastrato nell'addome dello 00 e pareva non muoversi più. Nel punto in cui si era inserito iniziarono a comparire delle strane forme venose che si riproducevano velocemente su tutto il corpo dell'eva.
"Mio Dio....ma che le sta facendo?" si chiese terrorizzata Asuka.
Lo 00 sembrò riprendersi per un momento e si piegò verso l'angelo per afferrarlo ma il fascio di luce fu veloce a spostarsi e l'evangelion cadde rovinosamente sul suolo vicinissimo alla carreggiata dell'autostrada.
- NOOOO!- urlò Asuka istintivamente.
Con la testa dello 00 Rei aveva appena distrutto una dozzina di macchine che erano ferme in coda.
"E se c'era Ian dentro una di quelle?" ma dalla sua posizione non riusciva a vedere quasi niente, l'unico modo era quello di salire a bordo dell'eva e dare una mano a Rei.
Ricominciò a correre, dando di tanto in tanto un'occhiata allo scontro, ma nulla al mondo l'avrebbe fermata ancora una volta.
Lo 00 sembrava dimenarsi sempre di più e l'angelo non sembrava infierire, era evidente che l'attacco che stava subendo Rei era di tipo psichico e non fisico.
Quando finalmente Asuka arrivò all'ingresso della NERV, passò il tesserino nel rilevatore di badge e le porte si aprirono davanti a lei. Con l'ultimo fiato rimasto corse dentro la prima ascensore che trovò, dopodichè al suo interno iniziò a spogliarsi. Si tolse le scarpe e si abbassò le spalline della divisa da scuola che ancora indossava. Se l'ascensore non fosse arrivato in tempo a destinazione, probabilmente si sarebbe tolta anche quella.
Fece qualche passo e si aprì l'ultima porta che la divideva dal centro di comando.
Ritsuko all'interno della stanza sembrava veramente spaventata.
- E' pericoloso! Ormai più del 5% ha già subito una biofusione con l'angelo!-
- Allora? Si può sapere cosa sta succedendo?- urlò Asuka appena entrata.
Tutti si girarono verso di lei.
- Asuka!- urlò Misato. - Cosa ci fai qui?-
- Misato devi farmi salire sull'eva!- la ragazza si era avvicinata ai monitor e si trovava proprio sotto Gendo che si era alzato per sentire cosa stava dicendo. - Sono troppo vicini all'autostrada! Lì c'è un sacco di gente a quest'ora e...e...c'è anche Ian....-
Nessuno capì a cosa si riferisse tranne Misato.
- Il tuo nuovo professore?-
Ma Maya urlando interuppe la conversazione.
- Biofusione arrivata al 6%!-
- Dannazione!- urlò Ritsuko. - Asuka! Non puoi ancora salire sul tuo eva non ho ancora ultimato il cambio di nucleo!-
- Me ne frego del nucleo!- disse Asuka agitando le sue scarpe che aveva ancora in mano. - Io quel coso lo devo far partire, se non si aziona lo prenderò a calci fino a quando non si accenderà!- Poi si rivolse a Misato. - Misato ti prego! Se non allontaniamo subito da lì lo scontro moriranno un sacco di persone fra cui anche Ian! Ti prego, fammi salire sullo 02!-
Misato era scioccata dal sentire Asuka pregarla di fare qualcosa. Era così diversa dalla solita Asuka...comunque si limitò a girare lo sguardo su Gendo.
- Mandatela- rispose freddo Ikari.
- Grazie!- urlò Asuka gettando via le scarpe. - Voi preparatelo, io finisco di togliermi questa roba di dosso e esco subito!-
Nel frattempo Gendo si era riseduto.  Fuyutsuki, come al solito al suo fianco, bisbigliò - Ho visto che stavi per dire qualcosa un attimo prima che il second children entrasse . Stavi per rimuovere il fermo dell'unità 01 vero?-
Gendo non rispose, ma a  Fuyutsuki fu sufficiente come risposta, anche se muta.
Nel giro di un minuto Asuka tornò con addosso il plug suit e si mise all'interno dello 02.
- Asuka non c'è un attimo da perdere! Rei potrà resistere ancora un paio di minuti al massimo! Mi raccomando!-
- Roger- rispose seria la ragazza.
- Inizio connessione all'eva. Collegamenti sinaptici del nervo A10 attivati. Collegamenti nervosi di entrata/uscita attivati. Il tasso di sincronia è al 51%- finì di elencare Maya.
- 51%? Ma se solo neanche una settimana fa era a ridosso dell'attivazione?- chiese stupita Misato.
- Non c'è tempo ora per farsi queste domande- rispose fredda Ritsuko. - Asuka il tuo tasso di sincronia è ok. Puoi andare.-
Ma l'espressione di Asuka era quella di una ragazza completamente concentrata, quando sentì il livello del tasso di sincronia non fece neanche una smorfia.
Lo 02 fu spedito in superficie e Asuka ne approfittò subito per guardare in direzione delle macchine distrutte. Utilizzò lo zoom dell'eva per osservarle più da vicino e notò che al loro interno erano vuote. Molte persone si erano nascoste sull'altro lato della carreggiata impaurite e tremanti. Cercò anche di localizzare Ian, ma Misato la chiamò immediatamente.
- Asuka che succede? C'è qualche problema?-
- No nessun problema- rispose Asuka ritornando alla visualizzazione normale. - Ora ci penso io- e si mosse a gran velocità verso verso l'altra estremità dell'angelo che era rimasta libera. Come lo afferrò l'angelo smise di muoversi convulsamente e Asuka vide comparire sulla mano del proprio eva gli stessi grossi rigonfiamenti che vide qualche minuto fa sullo 00.
Poi il buoio più totale.


"Dove sono?" si chiese stupita Asuka.
Quando l'oscurità cessò, si ritrovò a fluttuare su un mare senza confini di LCL, con il corpo talmente leggero che le sembrava normale non appoggiare i piedi da nessuna parte. Il cielo pareva essere diventato completamente nero, senza traccia di una stella o della luna.  Davanti a sè, due figure umane. Una era Rei, l'altra sembrava Asuka stessa.
- Chi c'è?-
- Io- rispose l'Asuka che aveva davanti.
- Chi sei tu? Sei l'angelo che ci sta attaccando?-
Ma l'Asuka che le stava davanti non sembrava rispondere. Al contrario, formulò lei una domanda.
- Vuoi diventare una cosa sola con me e Rei? Lei è già d'accordo, condividerò con voi una parte del mio animo. In questo modo nessuna di voi due soffrirà più.-
Asuka spostò lo sguardo sull'immagine di Rei, ma rimaneva con il capo chino in avanti e non si riusciva neanche a leggere l'espressione dei suoi occhi.
- Rei vuole unirsi con te?- chiese sospettosa Asuka.
- Certamente. Lo vuoi anche tu? Io non ti farò più soffrire. Non dovrai più soffrire se ti unisci a me-
Asuka si sentì vacillare. La sua forma era indefinita, non sentiva neanche tutte le parti del suo corpo. E quella voce le arrivava direttamente dentro l'anima.
- No...io non voglio unirmi a  te.-
- Ma io posso farti smettere di soffrire. Non è forse vero che soffri, Asuka?-
- Io...no, io non soffro più...-
- Ma come, non sono forse esempi di sofferenza questi?- Ad Asuka si visualizzarono davanti una serie di immagini della propria vita, quasi come dei brevi flash, a partire dalla sua infanzia fino a pochi giorni fa. Erano momenti in cui piangeva o era triste, caratterizzati quasi sempre dalla solutidine dell'Asuka bambina che si trovava a piangere da sola la morte della madre.
O, ancora, l'Asuka della settimana scorsa, che si ritrovava a piangere da sola nella stanza di Horaki.
- Non è dunque sofferenza, questa?- insisteva l'angelo dentro di lei.
- Sì...ma...io ora l'ho superata- riuscì a dire con uno sforzo.
- L'hai superata?-
- Sì...grazie a Ian....-
L'immagine che aveva davanti a sè parve rimanere in silenzio per qualche instante, poi ricominciò - E in che modo questo Ian potrà smettere di farti soffrire?-
- Perchè lui...mi ama...-
Di nuovo silenzio.
- L'amore può lenire le sofferenze dell'animo?-
- Sì, può.- rispose Asuka, sentendosi finalmente riprendere coscienza.
- Nessun sentimento umano lo può fare.-
- E invece è proprio così- alzò la voce sentendosi tornare anche le forze.. - Tu queste cose non le puoi capire, non puoi sapere cosa significa amare! Voi angeli siete freddamente rinchiusi dentro il vostro potentissimo AT Field e volete distruggerci senza neanche sapere chi siamo! E non lo verrai a scoprire da me, te lo posso assicurare!!-
Detto questo, quello strano incubo scomparve dalla sua mente e si ritrovò nuovamente dentro l'eva. La voce di Misato dall'autoparlante sembrava arrivarle da lontanissimo.
- Asuka! Asuka! Mi senti?-
Asuka notò che l'angelo aveva penetrato entrambi gli evangelion 00 e 02 e capì che era stato in grado di collegare tutte e tre le loro anime in un unico luogo e momento. "Ma non la passerai liscia con me..." pensò decisa.
Estrasse dalla spalla il progressive knife, lo impugnò e lo conficcò dentro il corpo luminoso dell'angelo. Nel punto esatto in cui lo penetrò esplose un violentissimo gettito di sangue.
L'estremità dell'angelo che era ancora dentro lo 00 si ritrasse, lasciandolo così libero, e si diresse velocemente contro lo 02. Ma Asuka fu abbastanza svelta da spostarsi in tempo per evitare di essere nuovamente violata, afferrò anche l'altra estremità e colpì anche lei con la sua speciale lama. Un altro gettito di sangue uscì dalla ferita appena provocata.
- MUORI MUORI!- urlava Asuka all'interno dell'eva
- Ce la sta facendo...- notò quasi incredula Ritsuko osservando tutta l'azione.
Asuka pugnalò altre volte l'angelo che iniziò a dimenarsi in maniera scoordinata, fino a quando  iniziò a spingersi verso l'alto. Asuka, che ancora lo impugnava con una mano, fu alzata dal suolo con tutto lo 02.
- L'angelo si sta alzando da terra! L'evangelion 02 sta iniziando a salire con lui! 50 metri di altezza! 100 metri di altezza!- urlava spaventata Maya.
- Asuka! Staccati dall'angelo!- disse intervenendo Misato.
- NO! PRIMA LO DEVO ELIMINARE DEFINITIVAMENTE!- urlò Asuka dall'entry plug. Lo pugnalò ancora altre tre o quattro volte, ma nel frattempo i due corpi continuavano a salire verso il cielo sempre più velocemente.
- 250 metri! 270 metri!- continuava a ripetere Maya.
- Asuka!- urlò Misato.
Ma Asuka non si fermò nonostante la situazione, continuò a colpire l'angelo fino a quando, dopo essere stato trafitto per l'ennesima volta, si sbriciolò lentamente in una miriade di coriandoli di luce.
- Altezza attuale?- chiese nervosamente Misato.
- 350 metri! Angelo eliminato!- rispose altrettanto nervosamente Maya.
- Santo cielo! Non può cadere da un'altezza simile! Asuka!-
La ragazza dall'interno dell'eva sembrò rendersi conto solo in quel momento della sua situazione.
L'unità 02 iniziò a precipitare velocemente.
- 330 metri d'altezza! 310 metri! A questa velocità fra molto poco si schianterà al suolo!- disse Maya non smettendo di aggiornare la situazione.
"Come possiamo fare? Avanti Misato! Cerca di ragionare!" si ripeteva fra sè e sè.
- Ci sono! Interrompere tutti i collegamenti nervosi fra Asuka e l'evangelion! ORA!-
- Subito!- rispose Maya.
- Ma cosa...?- all'interno dell'entry plug si spensero tutte le luci e i monitor e Asuka rimase quasi completamente al buio.
Ci furono secondi di silenzio in cui tutti i presenti trattennero il fiato, dopodichè si sentì un enorme boato. L'eva 02 si era schiantato al suolo provocando una buca di diversi metri di profondità.
- La condizione del pilota?- chiese immediatamente Misato.
- Non ha subito danni...grazie al fatto che non era più connessa- disse Ritsuko. - Ben fatto, maggiore Katsuragi.- le disse sorridendole.
Misato sospirò sorridendo a sua volta, dopodichè si rivolse ad Asuka.
- Perfetto Asuka...rientra, qua siamo tutti pronti per farti i complimenti!-
Ma appena le immagini dall'entry plug dello 02 ritornarono sui video del centro di comando, tutti poterono vedere un'Asuka in lacrime.
- Cosa c'è Asuka?- chiese subito Misato.
- Io...ecco io...ho avuto paura di non farcela...-
Sul volto di Misato apparve un sorriso quasi materno.
- Non ti preoccupare ragazzina, ce l'hai fatta come al solito. Ora rientra che non vedo l'ora di abbracciarti.-
- No...non posso ancora- bisbigliò Asuka togliendosi le lacrime dagli occhi con il braccio.
- Riattivatemi l'eva, devo trovare Ian-
Misato sorrise. - Lo troveremo noi stai tranquilla, ora rientra-
- No non posso! Ho fatto tutto questo per salvare lui!- insistette lei.
- Asuka capisco che tu ci tenga, ma l'angelo è stato eliminato e l'eva deve rientrare.-
- Me ne frego di cosa deve fare l'evangelion!- urlò Asuka nervosamente. - Riattivatemi subito questo coso! Io devo andare da Ian!!-
Tutti in sala rimasero colpiti da tanta determinazione, pur non sapendo chi fosse quello Ian di cui stava parlando Asuka.
Misato si girò verso Gendo. - Comandante Ikari cosa facciamo? In fondo si tratta di pochi passi...-
- Assolutamente no.- rispose freddo Gendo. - L'angelo è stato abbattuto e gli eva devono essere subito riportati alla base. Non sono giocattoli in mano alla volontà dei piloti.-
Asuka aveva sentito tutto.
Il suo sguardo si riempì di odio.
- BASTARDO! Riattivami subito l'eva! Devo andare da Ian, è solo per lui che ho fatto tutto questo!-
- E' escluso!- rispose Gendo alzando la voce, cosa che normalmente non faceva mai.
Asuka sbattè forte il pugno sull'induction level.
"Stronzo! Fino a quando combatto per lui gli va bene, ma ora che serve a me...si comporta così!" La ragazza guardò verso l'alto.
"Ma io me ne posso fregare anche dell'alimentazione. Sono o non sono il second children? Basterà impegnarsi solo un po' di più..." e alzò il braccio destro.
- Asuka che fai?- chiese preoccupata Misato.
Asuka, la cui immagine era ancora riportata sui grandi monitor del centro di comando, stava allungando il braccio verso l'alto.
"Muoviti muoviti muoviti muoviti!" continuava a ripetere a se stessa.
- Asuka!- Misato la chiamò ancora, questa volta con un po' più di stizza.
"Muoviti muoviti muoviti muoviti muoviti muoviti!!" pensò arrivando quasi a toccare l'interno dell'entry plug con la mano.
E improvvisamente l'eva mosse il braccio.
- Eva 02 in movimento!- confermò Maya.
- Che cosa?- chiese Ritsuko stupefatta. - Ma non è possibile! I collegamenti sono stati tutti rimossi!-
L'evangelion nel frattempo aveva tirato fuori dalla buca che aveva prodotto schiantandosi al suolo la sua mano, poi lentamente tirò fuori anche l'altra.
- Che sia in berserk?- chiese Maya.
- Asuka!- tornò a ripetere Misato che incominciò a rendersi conto della gravità della situazione.
- Siamo una cosa sola noi due, io e il mio evangelion- disse ad alta voce la ragazza, in modo che tutti la potessero sentire dal centro di comando.
Ed effettivamente l'evangelion si stava muovendo, a dispetto di qualsiasi logica che Ritsuko aveva sempre adottato per basilare.
Dopo pochi passi, lo 02 si fermò davanti alla fila di macchine ferme.
"Dannazione! Se solo avessi l'alimentazione potrei usare lo zoom per vedere dov'è Ian...ma che cavolo, lui lo sa che sono io a pilotarlo, se è ancora vivo si farà avanti..."
E infatti, dopo poco che l'eva si era avvicinato, Asuka notò in lontananza qualcuno che correva verso di lei.
- Quello dev'è essere Ian! Sì dev'essere lui! E' vivo!!- disse senza volerlo ad alta voce. - Espulsione dell'entry plug!- La capsula uscì dall'evangelion e l'LCL fu espulso in pochi secondi.
Asuka scese dall'evangelion e corse in contro alla figura che aveva visto prima dall'alto.
Era proprio Ian.
Si incontrarono abbracciandosi praticamente senza fiato.
- Ian...ho così temuto...-
- Sù sù buona ora...- le disse lui stringendola forte.
La ragazza iniziò a piangere. - Ho avuto paura che tu potessi essere rimasto coinvolto...non avrei mai potuto accettare una cosa simile...-
- Dai stai tranquilla, non è successo niente di tutto questo. Come vedi sto bene, no?- le chiese prendendole il volto con entrambe le mani. - Hai voglia di barciarmi?-
Asuka non se lo fece ripetere due volte e unì le labbra alle sue.
Nel frattempo si erano avvicinati anche le altre persone che erano rimaste nascoste fino a poco tempo prima per via dello scontro e vedendo il bacio dei due si misero ad applaudire.
- Bravi! Bravi!-
Asuka fece un accenno di risata in mezzo alle lacrime. - Ma tu guarda- disse singhiozzando. - Questi hanno già benedetto la nostra unione...-
- Ehehe sì- rispose Ian. - Ma come fai adesso con l'evangelion? Sei stata autorizzata a venire fin qui con lui?-
- Figurati- rispose Asuka tornando a guardarlo negli occhi. - Non so neanche come ho fatto a muoverlo senza alimentazione...mi sa che ho combinato un bel casino, il comandante Ikari sarà furioso con me.- poi si mise a ridere. - Gli ho addirittura dato del bastardo! Tu pensa quanto sono scema...-
Ian la strinse forte a sè. - Sì, sei stata scema- le disse scherzando.
- Ma tu guarda! E io che faccio tutto questo solo per te!- rispose Asuka facendo finta di spingerlo via.
In lontananza si udirono le sirene avvicinarsi.
Asuka si voltò nervosamente per guardarle. Ian se ne accorse e la strinse ulteriormente a sè. - Credi che ti porteranno via?-
- Sì, immagino che io debba anche finire in qualche cella di isolamento della NERV per quello che ho fatto.-
Ian le riprese fra le mani il volto. - E se scappassimo adesso? Togliti questa roba di dosso e scappiamo! In mezzo a tutta questa gente non ti potranno riconoscere se sarai vestita come una civile!-
- Ma scherzi! Io sotto il plug suit sono nuda!- rispose divertita Asuka.
- Ah...idea! Vieni in macchina, ho i miei ricambi. Saranno un po' larghi per te ma...serviranno a non farti individuare.-
- Ok!-
I due corsero mano nella mano fino alla macchina del professore il quale tirò fuori dal bagagliaio una borsa contenente i suoi vestiti.
Asuka, mentre si cambiava, non potè fare a meno di chiedergli - ma non avevi detto che stavi via solo oggi? Come mai ti sei portato dietro tutta questa roba?-
Ian restò a guardarla per un attimo, dopodichè rispose - Te lo spiego quando saremo in albergo, ora sbrigati e andiamo!-
Asuka finì di coprirsi il plug suit con i vestiti di Ian e così non fu notata dagli uomini della NERV che si disposero immediatamente a cerchio attorno all'unità 02 abbandonanda sul ciglio dell'autostrada.
Tutte le macchine che non avevano riportato danni si riavviarono e Ian e Asuka fecero ritorno a Neo Tokio 3.

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Capitolo 8
*** The end ***


- Ci potrebbero stare due me stessa qua dentro!- scherzò Asuka osservando quanto era larga la sua camicia.
- A dir la verità, io speravo di toglierti tutto di dosso appena arrivati in camera...- rispose divertito Ian.
- Ma sentilo! Però effettivamente ti devi scusare per avermi fatto prendere un simile spavento...-
- Cercherò di farlo nei migliore dei modi, te lo prometto!-
I due si baciarono e poco dopo l'ascensore li portò al loro piano.
Ian aprì la porta della sua camera e fece entrare Asuka, poi senza lasciarle il tempo di dire nulla la abbracciò da dietro e iniziò a baciarle il collo spostandole i suoi lunghi capelli.
- Se penso a quello che starà succedendo alla NERV...- disse Asuka cercando di non lasciarsi subito andare.
- Veramente hai voglia di pensare a questo?- le chiese Ian sbottonandole la sua camicia che le aveva prestato.
- No....- fu in grado di dire Asuka, poi Ian la girò lentamente e la baciò.



NELLO STESSO MOMENTO, AL COMANDO GENERALE DELLA NERV
- Maggiore Katsuragi, mi vuole spiegare cos'è successo?- la voce di Gendo era molto irritata.
- Non ne so molto comandante, quello che posso dirle è che questo Ian è un nuovo professore della scuola di Asuka e che da un po' di tempo si frequentano.-
- Si frequentano? Quell'uomo avrà trent'anni!- disse intervenendo Fuyutsuki.
- Sì lo so ma...Asuka era veramente in un brutto momento, lo avete visto anche voi quanto il suo tasso di sincronia era sceso...in questi giorni la vedevo finalmente felice e non me la sono sentita di farle un discorso di quel genere.-
- Voglio sapere il nome e il cognome di quest'uomo, da dove viene e da quanto insegna nella classe dei children- Gendo sembrava sempre più seccato.
- Viene dall'America e come le dicevo prima non è uno dei professori fissi. Il suo nome è Ian Duncan, avrò un incontro con lui la settimana prossima per i normali colloqui coi parenti.-
- Ian Duncan...questo nome non mi è nuovo- disse Ritsuko intervenendo nella discussione.
- Cosa intende dire?- chiese Gendo.
- Non so...è che c'è qualcosa che mi ricordano queste parole.-
- Dottoressa Akagi, non abbiamo tempo per queste cose!- ma  Fuyutsuki fu subito zittito da Gendo.
- Aspetta Kozo, questo nome non risulta nuovo neanche a me. Dove lo abbiamo già sentito?-
Misato iniziava a non capirci più niente.
- A cosa vi riferite? Se avete urgenza di parlargli possiamo chiamare al telefono Asuka, sono sicura che ora sia con lui....-
- Asuka! Ecco dove lo abbiamo già sentito!- esclamò Ritsuko.
- Asuka? E cosa c'entra lei?-
- Non c'entra lei, ma il suo essere children. Comandante, ricordate l'account che è stata utilizzato per entrare nel nostro sistema informatico?-
- Sì- rispose Gendo. - 607dunianNY-
- Esatto. E' da allora che io e Maya cerchiamo di capire se quelle lettere e quei numeri hanno o no qualche significato e ora è tutto così chiaro....-
Ma Misato continuava a non capire. - Mi vuoi spiegare di cosa stai parlando?-
- NY starà sicuramente per NewYork e 607 molto probabilmente è il loro prefisso di area. dunian a questo punto si commenta da solo, sono ovviamente le lettere iniziali di nome e cognome.-
Ora che Misato iniziava a capire sentiva che il battito del suo cuore iniziava a farsi sempre più rapido.
- Quindi vuoi dire che...è lui che ha fornito la password alla nostra guardia d'ingresso? E' lui che ha rubato le informazioni sui children?-
- Esatto.-
Gendo prese in mano il telefono e chiamò immediatamente la prima squadra speciale della NERV.
- E perchè l'ha fatto? Cosa ne vuole fare?-
- Lo scopo probabilmente era quello di avvicinare i children, o per lo meno uno di loro. Ora sappiamo su chi ha puntato.-
L'ansia di Misato saliva di secondo in secondo e il sentire le risposte così fredde di Ritsuko le faceva venire il voltastomaco.
- E cosa vuole farne di Asuka secondo te?-
- Ovviamente ucciderla- rispose Ritsuko.



NELLO STESSO MOMENTO,  NELLA CAMERA D'ALBERGO DI IAN DUNCAN
Il cellulare del professore iniziò a squillare dal soggiorno in cui Ian aveva lasciato la sua giacca.
Asuka era contrariata. - Ma possibile che non possiamo mai stare insieme per più di dieci minuti che subito squilla quel maledetto telefono?-
- Questo è il mio telefono privato, devo rispondere.- disse alzandosi dal letto.
- Eh no dai! Stai qui! Risponderai dopo a chi ti sta chiamando!- borbottò Asuka tirandosi leggermente su.
- Non posso, devo rispondere.-
Ian si diresse così com'era, nudo, verso il soggiorno della stanza. Prese in mano il cellulare e vide il nome di chi lo stava chiamando.
<< Stupido idiota!>> urlò in giapponese la voce al telefono. << Te lo avevo detto! Sei giorni! La tua copertura era garantita sei giorni! Cosa diavolo ci fai ancora in Giappone? Sei stato intercettato dalla NERV! Il comandante Ikari sta mandando lì da te un intero battaglione del cazzo per farti fuori!>>
<< Ehy calmati>> rispose Ian senza scomporsi. << Quanto tempo è passato da quando hai intercettato la chiamata?>>
<< Neanche due minuti fa, stimiamo che quelli della NERV irrompano nel tuo appartamento nel giro di circa cinque minuti. Hai già fatto fuori il second children vero??>>
<< Lo faccio ora, poi sparisco definitivamente. Ci sentiamo al mio rientro a New York. Addio>>
La voce al telefono tentò una risposta << Come lo faccio ora? Avresti già dovuto farl..>> ma Duncan spense il telefono.
Si avviò verso la cassetta di sicurezza del soggiorno, digitò il codice e ne estrasse una pistola semiautomatica Beretta e ne controllò il caricatore.
- Iaaan! Vieni o no?- urlò Asuka dalla camera da letto.
- Sto arrivando-  rispose lui talmente a bassa voce che sicuramente Asuka non aveva potuto sentirlo.
Dopo essersi accertato della presenza delle pallottole, chiuse la cassaforte e tornò in camera.
Appena entrato, puntò la pistola verso Asuka.
- Ehy! Che cos'è?-
- Sei una ragazza molto intelligente, Asuka. Credo che tu ci possa arrivare senza che io adesso mi dilunghi in interminabili spiegazioni.-
Asuka lo fissò sbalordita.
- Oltretutto ho molto poco tempo prima che quelli della NERV arrivino qui, quindi ci dobbiamo sbrigare. Hai qualcosa da dire prima che lo faccia?-
La ragazza si sentì mancare il respiro. Nella sua mente mille pensieri si accavallarono, ma l'ultimo di loro era proprio quello che non voleva essere accettato.
- Sei...sei tu che hai rubato le informazioni su me, Rei e Shinji?-
- Ecco...quante soddisfazioni mi dai. Lo sapevo che non ci avresti messo molto a capire.- rispose con un ghigno Ian.
- Quindi...quindi era vero che qualcuno ci stava spiando? E....sei tu che stavi spiando...me?-
Come succedeva troppo spesso ultimamente, le lacrime iniziarono a scendere dagli occhi di Asuka senza che lei lo volesse.
- Quindi...ora mi ucciderai?-
- Sì, certo- rispose Duncan freddamente.
La ragazza si lasciò cadere appoggiandosi al cuscino, con la voce singhiozzante riuscì a chiedere - Perchè?-
- Io sono solo un sicario, Asuka. A me dicono solo chi ammazzare e basta. Ho sentito qualcosa a proposito di un angelo che vi vuole inviare direttamente la SEELE, ma quello che è stato chiesto a me è che avvicinassi almeno uno dei children e lo facessi fuori. Probabilmente vogliono che voi della NERV facciate meno resistenza possibile a questo nuovo angelo che vi invieranno, non saprei. E sinceramente, neanche mi interessa. Altre domande?-
La ragazza ormai piangeva ininterrottamente, si era portata le mani sugli occhi abbassando leggermente il volto per cercare di smettere, ma era più forte di lei.
- Perchè....io?- riuscì a pronunciare fra un singhiozzo e l'altro.
- Perchè a guardare i rapporti che quell'idiota della NERV aveva sottratto per me, tu eri quella messa peggio di tutti e tre. Avvicinare te sarebbe stato molto più facile che non cercare di farsi amico uno come Shinji, figuriamoci la first children. Eri la più debole, Asuka.-
Le lacrime continuavano a cadere copiose sul cuscino.
- Però devo ammettere di essermi divertito con te. Figurati che da programma avrei dovuto ucciderti quel giorno in barca, ma avevo proprio voglia di scoparti e quindi ho rinunciato. Infatti sono anche stato sgridato per aver prolungato così tanto la mia permanenza qui in Giappone. Ma ti ho trovato una compagnia piacevole, sul serio. Comunque ora mi tocca proprio andare, credo che tu capirai. Addio.-
Asuka, ormai completamente sdraiata sul letto, piangeva. E non piangeva perchè stava per morire, no, di quello che non le interessava. Solo pochi giorni prima aveva pensato al suicidio, quindi la morte non la spaventava. Non era neanche per via del fatto che lui avesse scelto lei e non Shinji o Rei, era qualcosa di molto più grave da accettare.
Il motivo era che aveva capito dove aveva sempre sbagliato nella sua vita e ormai era troppo tardi per porvi rimedio. Il suo pensiero andò a Shinji e alla parole che Ian stesso le aveva detto. Quante volte quel ragazzo aveva dimostrato interesse verso di lei? Ed erano messaggi del corpo così chiari, non detti a parole ma talmente diretti che il solo ripensarci era un dolore. La reazione alla sua storia con il professore, tutti quegli sguardi a scuola e chissà quante altre occasioni le dovevano aver fatto capire qualcosa.
E ora ci era arrivata a capire cos'era quel "qualcosa".
Era amore, esattamente quello che Asuka aveva sempre cercato. Un amore sincero e incondizionato, un amore così come Asuka stava provando in quei giorni per la persona sbagliata.
E questo le faceva male, il rendersi conto di non essersi accorta di avere a portata di mano tutto quello che aveva sempre voluto e di aver cercato il superfluo in un assassino travestito da professore.
Pensò a Shinji e subito dopo a sua madre. "Ora ci rincontreremo...".
Ian premette il grilletto. Si udì uno sparo.
E poi, il silenzio.








FINE.

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