E poi, il silenzio. di MarcoG (/viewuser.php?uid=47873)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** "1 match found" ***
Capitolo 2: *** Il nuovo professore ***
Capitolo 3: *** Speranze e Delusioni ***
Capitolo 4: *** Dolore dell'animo ***
Capitolo 5: *** Complicità ***
Capitolo 6: *** La gioia di amare ***
Capitolo 7: *** L'attacco dell'angelo ***
Capitolo 8: *** The end ***
Capitolo 1 *** "1 match found" ***
Breve nota: Questa ff inizia da dove finisce l'episodio 22, nel periodo
di piena crisi psicologica di Asuka. Prendetela più che
altro come una lunga one-shot, visto che sarà
divisa a capitoli ma cronologicamente parlando tutto si
svolgerà nel giro di pochi giorni.
La fanfiction in realtà è già finita,
devo solo rileggere i singoli episodi e poi pubblicarli, di conseguenza
nel giro di pochi giorni la completerò.
La dottoressa Ritsuko lanciò il comando digitando
velocemente sulla tastiera, dopodiché si sedette e riprese a
bere il suo caffè. Tutti quei controlli la annoiavano,
sapeva benissimo che in condizioni normali era impossibile che quei
test dessero un risultato diverso dal solito, ma dato che doveva farli
lo stesso preferiva impegnarsi in qualcos'altro mentre ne aspettava i
risultati. Mentre attendeva era solita riguardare gli schemi degli
Evangelion, in particolare dello 00, sforzandosi di trovare qualche
aspetto ancora migliorabile.
In quel momento Maya passò davanti all'ufficio di Ritsuko,
bussò sulla porta aperta per richiamare l'attenzione della
sua sempai e la salutò. - Per oggi ho terminato, ci vediamo
domani dottoressa Akagi!- Ritsuko alzò gli occhi verso la
ragazza, quasi accorgendosi solo in quel momento della sua presenza,
dopodiché le rispose con un sorriso. - Buona serata Maya, a
domattina-.
Nel riabbassare lo sguardo sui suoi appunti vide comparire sul monitor
i risultati dei test. Si alzò nuovamente, si
avvicinò al monitor con fare stanco e fece per digitare il
solito comando d'uscita dal programma, ma qualcosa la
bloccò. Più precisamente, sta volta il risultato
non era uguale al solito.
“1 MATCH FOUND” lampeggiava sul monitor.
Ritsuko strabuzzò gli occhi, ma sullo schermo continuava a
lampeggiare “1 MATCH FOUND”.
Com'era possibile? “C'è qualcosa che non
va” pensò fra sé e sé.
“No, è impossibile che il Magi System abbia
sbagliato.”
Iniziò a digitare velocemente sulla tastiera per riavviare
il test appena eseguito, questa volta rimanendo con gli occhi fissi
davanti al monitor per non perdersi nessun passaggio del test. Il
risultato però fu lo stesso: “1 MATCH
FOUND”.
La donna si portò una mano sulla fronte, quasi come per
accertarsi di stare bene. La temperatura le sembrò normale,
quindi prese una sedia e si sedette. Scrisse nuovamente sulla tastiera
per visualizzare i dettagli del responso del test, lesse con calma
quanto apparve dopodiché prese il cellulare e
cercò il cognome Ibuki.
- Dottoressa Akagi?- rispose subito al primo squillo.
- Sì Maya sono io. Ho bisogno di te, lo so che ci siamo
appena salutate ma...ho bisogno di un paio di mani veloci. Ti
è possibile tornare qua?-
- Certo dottoressa torno subito!- e riagganciò.
Ritsuko pensò per un attimo che era una vera fortuna che
quella ragazza non avesse in pratica una vita propria al di fuori della
NERV, pentendosi subito dopo per aver formulato un simile pensiero.
Quando la ragazza arrivò trovò Ritsuko in piedi
davanti al monitor. - Guarda tu stessa - le disse indicando le tre
parole lampeggianti. Maya si chinò per guardare il monitor,
poi spostò lo sguardo sulla donna che la stava guardando in
attesa di una risposta. - Non sarà...cioè, oggi
è venerdì e venerdì si fanno i...i
test...-
- I test di intrusioni al sistema informatico della NERV, esatto. E,
come puoi vedere, c'è un'anomalia- Maya cercò una
sedia, si posizionò davanti al monitor e
controllò anche lei i dettagli del risultato. - Qua
è notificato un accesso al sistema alle ore 5.05 pm di ieri
con un badge da....sembra il numero di uno dei tesserini delle guardie
dell'ingresso del Central Dogma, com'è possibile? A
quell'ora non si potrebbero più connettere al nostro
sistema-.
- Appunto- disse Ritsuko con un tono fortemente preoccupato.
*******
<< Credo che il comandate Ikari voglia parlare anche con
te, forse è il caso che tu venga qui>>
<< Yawn...ma lo sai che ore sono? Sono le 3 di mattina!
Avrai sicuramente svegliato anche i ragazzi facendomi squillare il
telefono!>>
<< Mi dispiace, se non fosse urgente non ti avrei
svegliata. Ora per favore vieni qui>>
Ritsuko riagganciò e Misato dall'altro capo del telefono
fece la stessa cosa. Rimase qualche secondo in silenzio per sentire se
dalle camere di Shinji e Asuka venisse qualche rumore, ma
fortunatamente non sentì nulla. “Meno
male...almeno loro possono continuare a dormire...”
L'unico che si dimostrò disturbato fu Pen Pen che, guardando
male Misato, emise un verso di disappunto. Dopodiché
sbadiglio, la guardò ancora, e tornò a
dormire.
*******
Toc toc.
- Avanti.-
Ritsuko entrò accompagnata da Maya. Raggiunsero la scrivania
di Gendo dove il loro comandante le aspettava come al solito insieme a
Fuyutsuki.
- Riassumimi in maniera concisa cos'è successo- disse Gendo
senza scomporsi.
- Il tradizionale test del venerdì sera riguardo...-
- Non tu!- Tuonò Gendo. - Akagi, parli lei.-
Maya deglutì vistosamente, non era la prima volta che il
comandante la trattava in quel mondo. L'unico pensiero che la sollevava
era il fatto che lui trattava tutti così, addirittura anche
suo figlio, quindi non doveva certo dispiacersene più di
tanto.
- Maya le stava dicendo che abbiamo rilevato un'intrusione nel nostro
sistema di sicurezza-
- E come è potuto succedere?- chiese Fuyutsuki indispettito
prendendo la parola.
- Non ci è ancora chiaro. L'accesso al sistema è
avvenuto tramite un badge assegnato a una guardia d'ingresso, ma la
password utilizzata al momento dell'identificazione gli era di fatto
sconosciuta. L'unica conclusione possibile è che tale
guardia abbia ricevuto in qualche modo quella password e l'abbia usata
per accedere a quelle parti del sistema che le sue semplici conoscenze
non gli permettevano di visitare.-
Ancora una volta, Gendo interruppe la discussione. - In parole povere?
Hanno installato qualche virus? Hanno rubato file importanti?-
- Dopo tre ore di controlli siamo riuscite a risalire a quali
informazioni l'intruso ha scaricato e...non me lo riesco a spiegare-
Ritsuko fece una pausa, quasi come per cercare le parole giuste per
proseguire. - Abbiamo ovviamente controllato come prima cosa i progetti
Evangelion 00, 01 e 02, ma non c'è stato nessun accesso a
quei file. In secondo luogo abbiamo verificato gli accessi ai Magi, ma
anche lì non è risultato niente. Abbiamo quindi
continuato i controlli scendendo di volta in volta di livello di
importanza e siamo dovute scendere molto prima di trovare cosa
l'intruso ha scaricato.-
- E quindi?- chiese Gendo con il solito tono impassibile.
- Quindi...di tutto quello che potevano scaricare, hanno visionato
solamente i nostri diari personali dei Children e nient'altro.-
- Cosa c'è scritto esattamente in quei diari?-
- Annotiamo tutto lì dentro- rispose Maya quasi d'istinto,
preoccupandosi un attimo dopo di aver preso parola senza essere stata
interpellata. - Io lo so perché è un lavoro che
spesso la dottoressa Akagi lascia a me...- Gendo la guardò
per un attimo, poi disse - Va bene, prosegui.-
- Dicevo...annotiamo tutti i dati tecnici derivati dai test di
sincronia, ma soprattutto il loro stato emozionale e le esperienze che
stanno facendo da quando sono qua con noi. Una sorta di biografia
sempre aggiornata insomma.-
Ci fu qualche secondo di silenzio, dopodiché Fuyutsuki
incredulo esclamò - E non hanno preso nient'altro?-
- Esatto- rispose Ritsuko. - E' sembrato molto strano anche a noi che
un intruso che potenzialmente poteva frugare fra i nostri segreti
più importanti si sia limitato a leggere gli avvenimenti che
sono capitati ai Children. Facciamo fatica a trovarne il motivo.-
- Dottoressa Akagi- riprese Gendo. - Lo sa vero che quasi il 30% delle
nostre risorse le vengono dedicate per la nostra sicurezza informatica?
E' così che ci ricompensa?-
- Comandante...io...- ma Gendo la interruppe subito. - Ahh lasci
perdere. Ormai quello che è fatto è fatto. Andate
ora, vedrò cosa fare con lei. Non creda di uscirne senza
nessuna conseguenza, comunque.-
- Certamente comandante- disse Ritsuko senza nessuna emozione.
La dottoressa e Maya uscirono in silenzio dalla sala. Seguirono secondi
di silenzio.
- E così, ancora una volta, il più pericoloso
nemico dell'uomo è l'uomo stesso?- chiese
Fuyutsuki.
- Già, ma temo che questa volta non si limiteranno a
staccarci la corrente.- disse Gendo, in evidente tono sarcastico.
*******
Misato sbadigliò un'altra volta.
- Sei sicura di sentirti sveglia? Vuoi forse un altro
caffè?- sembrava insistere Ritsuko.
- Sì forse sarà il caso...ma com'è che
tu alle 3.30 del mattino riesci a essere così sveglia?-
- Forse non hai afferrato bene il problema maggiore Katsuragi, abbiamo
avuto un accesso non identificato alla nostra rete e per questo il
comandante Ikari mi punirà! Sono io la responsabile di
quanto successo!-
Vedendo la scienziata/amica reagire in quel modo, Misato si rese conto
che non era il caso di scherzare. - Ti chiedo scusa. Ora dimmi, siete
riuscite a trovare chi è il proprietario di quel badge di
cui parlavate prima?-
- Sì- rispose Maya, che dalla sera prima non si era ancora
separata da Ritsuko. - Era di un certo Ikuko Tsuji, trovato morto nella
sua casa questo pomeriggio. La dottoressa Akagi e io supponiamo che
abbia ricevuto la password per accedere e scaricare file richiesti da
una terza persona, che poi l'ha uccisa nel momento in cui Ikuko gli ha
fornito ciò che gli aveva chiesto. E' probabile che quella
stessa persona gli abbia fornito la password con il compito di
prelevare quanto richiesto, magari in cambio di soldi alla fine del
lavoro, soldi che ovviamente...non gli ha mai dato.-
- Tutto questo sembra così assurdo...ma a chi può
importare come stanno i children?- Misato non riusciva a farsene una
ragione, nè come maggiore nè come tutrice di due
dei tre children presenti in quei file.
- Già, è un bel mistero. La password utilizzata
è una delle più importanti che agiscono sul
nostro sistema, chiunque l'abbia data a Ikuko Tsuji sa un bel po' di
cose su di noi. Il fatto che non l'abbia usata lui direttamente fa
intuire che volesse rimanere nell'anonimato, il che fa intendere che
non è finita qua.-
Misato si portò entrambe le mani sul volto. - E ora cosa si
fa?-
- La seconda squadra speciale della NERV è stata inviata dal
comandante Ikari per fare rapporto sulla posizione di ognuno dei
children, è probabile che fino a quando non capiamo
esattamente cos'è successo li voglia tenere sempre sotto
controllo.-
- Umph....vuol dire che appena tornerò a casa ci
troverò dentro le guardie della NERV? Fantastico...- Misato
chinò il volto fino a sbattere con la fronte sul tavolo.
- Dai non essere tragica...non credo li voglia sorvegliare da
così vicino, credo che si limiteranno a seguire i loro
movimenti da lontano durante la giornata, in fondo non è la
prima volta che pediniamo in questo modo i children.-
- Già...- disse Misato rialzando la testa. - Posso fare
qualcosa per te prima di tornare a casa?-
- No, per ora servo al comandante quindi non mi farà ancora
niente. Penso che aspetterà che questo problema sia risolto
per punirmi. O almeno credo- un sorriso amaro comparve sul volto di
Ritsuko. Misato la guardò e riuscì a sentire per
un attimo la delusione che provava la sua amica. Doveva ammettere che
era stata sconfitta nel suo stesso campo, era dura dover mandare
giù una cosa del genere.
- Ok...- disse Misato alzandosi. - Se hai bisogno di qualsiasi cosa
chiamami va bene?- Ritsuko annuì silenziosamente e questo
bastò a Misato.
Salutò con un cenno Maya e ritornò con calma
verso casa.
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Capitolo 2 *** Il nuovo professore ***
Quella mattina in casa Katsuragi nessuno si poteva definire
"sveglio", nonostante si fossero tutti alzati dal letto già
da un bel po'. Misato era stata chiamata nel cuore della notte
dall'amica/collega per essere informata su ciò che era
successo e quando tornò a casa ci trovò due
agenti della NERV che le confermarono essere entrati pochi minuti prima
per controllare la salute dei children, finendo ovviamente per
svegliarli. E così, con poche ore di sonno sulle spalle, sia
Misato che Shinji che Asuka facevano colazione in silenzio. Misato era
addirittura convinta di averli visti in bagno assieme a lavarsi i
denti, cosa che normalmente avrebbe causato una sfuriata da parte di
Asuka con la conseguente spinta fuori dal bagno ai danni del povero
Shinji, ma evidentemente il sonno era talmente tanto che le aveva
impedito di lamentarsi come il suo solito.
Quando tutti e tre finirono la loro colazione portarono le tazze sotto
l'acqua, si vestirono e con un cenno di saluto si diressero chi a
scuola chi alla NERV.
*******
- Santo cielo che faccie! Ma che avete combinato voi due ieri sera per
essere ridotti così?-
Asuka si limitò a tirare un'occhiata furente a Toji mentre
Shinji non provò neanche a replicare. Si sedette lentamente
al suo banco e guardò ancora assonnato verso il banco di Rei
trovandola stranamente rivolta verso di lui. "Sarà stata
svegliata anche lei nel cuore della notte come noi?" si
domandò continuando a guardarla.
Nel frattempo Asuka si era seduta ed era subito stata raggiunta dalla
capoclasse Hikari.
- Ciao Asuka! Sei pronta per la lezione del nuovo professore? Ho
sentito che è un tipo severissimo!-
La ragazza la guardò come se si ricordasse solo in quel
momento di essere in classe e si portò una mano sulla fronte
- Oh no me ne ero dimenticata! Ma è proprio oggi? Sei
sicura?-
- Certo che sì!- rispose Hikari, un po' indispettita dal
fatto che l'amica non se ne ricordasse. - Come hai fatto a
dimenticartene? E' un uomo che gira tutto il mondo facendo lezioni come
queste, dicono che ha addirittura tre lauree! Mi raccomando stai bene
attenta perchè ci darà dei compiti da fare e alla
fine ci sarà un'interrogazione!-
Asuka sbuffò, con poche ore di sonno alle spalle una
noiosissima lezione sul Second Impact era giusto l'ultima cosa che
voleva sentire. Oltretutto quelle erano giornate in cui tutto sembrava
andare storto; dopo la sconfitta con il quindicesimo Angelo provava
quasi fastidio a tornare alla NERV per i consueti test armonici, la
first children dopo averle salvato la vita le sembrava ancora
più insopportabile e Shinji...Shinji le sembrava la punta
dell'iceberg che la stava colpendo, la persona più odiosa di
questo mondo.
Mentre iniziava a perdersi in questi pensieri entrò il
professore accompagnato dal tanto chiaccherato suo nuovo collega. Tutti
i ragazzi si alzarono subito in piedi, per poi risedersi compostamente.
- Buongiorno ragazzi. Come vi era già stato comunicato nelle
settimane precedenti, abbiamo l'onore di avere qua con noi il professor
Ian Duncan che si occuperà di approfondire maggiormente con
voi il terribile fenomeno del Second Impact. Ha conoscenze
sull'argomento che io non possiedo, di conseguenza per la vostra
corretta formazione è stato deciso di invitarlo qua da noi
per farvi partecipe di tutti quegli aspetti che i libri non riportano.
Avrete due ore al giorno di lezione con lui, potrà
interrogarvi quando vorrà, quindi state attenti e studiate!-
- Sì professore!- risposero tutti i ragazzi all'unisono.
- Rimarrà con noi tutto questo mese, dopodichè
tornerà in America, la sua terra d'origine, per continuare
le sue conferenze. Ora vi lascio a lui, mi raccomando nuovamente,
fatemi fare una bella figura!-
- Sì professore!- risposero ancora una volta tutti insieme.
L'insegnante uscì dalla stanza e lasciò il nuovo
arrivato solo con gli alunni. Ian Duncan nell'aspetto sembrava giovane,
probabilmente attorno ai trent'anni. Era anche difficile indovinare la
sua professione in quanto fisicamente sembrava più uno
sportivo che un professore, data la sua mole e la sua altezza.
- Bene ragazzi, volevo dirvi innanzitutto che sono orgoglioso di poter
insegnare in una scuola come la vostra. Mi hanno inoltre parlato molto
bene di questa classe in particolare, spero quindi che questa nostra
"avventura" possa essere di vostro interesse e che possiate imparare il
più possibile.
Prima di iniziare, però, permettetemi di togliermi una
curiosità. Mi hanno riferito che in questa classe sono
presenti i tre piloti dei robot della NERV, vi posso chiedere di
alzarvi in piedi?-
Asuka, ritrovando per un attimo il suo orgoglio un po' assopito negli
ultimi tempi, si alzò trionfante in piedi. Rei fece lo
stesso e Shinji vedendo le altre due ragazze alzarsi decise titubante
di fare la stessa cosa.
- Vi ringrazio molto, ci tenevo proprio a sapere chi eravate. Volevo
dirvi personalmente che vi ammiro per quello che fate, nonostante quei
mostri pare che attacchino solo Neo Tokio 3 so benissimo che voi
difendete l'umanità intera con le vostre gesta. Quindi,
grazie, sul serio.-
Rei si sedette senza dire nulla e Asuka si limitò ad
allargare ulteriormente il suo sorriso.
- P...prego- abbozzò Shinji. "Che strano tipo questo
professore...ringraziarmi per pilotare l'eva...è il primo
che me lo dice così...apertamente..."
- Bene ragazzi, ora però sotto con la lezione!-
disse Duncan estraendo dalla sua borsa una notevole quantità
di libri.
*******
La giornata era finita e al tramonto del sole i ragazzi potevano
finalmente fare ritorno a casa. Oggi avevano dovuto trattenersi tutti
oltre il solito orario per via della lezione del nuovo professore che
aveva di fatto spostato tutte le altre, quindi erano rimasti a scuola
praticamente tutto il giorno.
Per via della stanchezza e del sonno nè Shinji nè
Asuka dicevano una parola. Arrivati a metà strada Shinji
provò ad abbozzare un discorso.
- Quel nuovo professore...l'americano...oggi ci ha ringraziato di
pilotare gli eva-
- E allora?- chiese scocciata Asuka.
- Beh è stato bello...i nostri compagni ci hanno tutti
sorriso, sembravano....orgogliosi di noi.-
- E come potrebbero non esserlo!- rispose adirata Asuka. - Sono in
classe con sua maestà l'invincibile Shinji! Colui che riesce
a sconfiggere gli Angeli senza l'aiuto di nessun altro!-
Sarà stata la stanchezza della giornata, o chissà
cos'altro, ma questa volta il ragazzo non riuscì a non
rispondere. - Non è colpa mia se adesso sono migliore di
te....- bisbigliò.
Purtroppo, Asuka l'aveva sentito e dalla rabbia si era fermata di
colpo. Lo guardò intensamente con odio, cercando le parole
per insultarlo come mai aveva fatto, ma gli uscì solamente
uno - STUPIDO!!- e gli mollò uno schiaffo.
Shinji non reagì e si limitò ad abbassare lo
sguardo. Asuka lo fissò ancora per qualche secondo, poi si
girò in direzione opposta e se ne andò.
- E ora dove vai Asuka?- chiese il ragazzo portandosi una mano alla
guancia, ma non ottenne risposta. La guardò allontanarsi
ancora per qualche attimo, dopodichè si girò e si
avviò sconsolato verso casa. "Non so mai come comportarmi
con quella ragazza...ogni cosa che dico o faccio non le va mai bene..."
Asuka prese in mano il telefono portatile e iniziò a
scorrere i nomi fino a trovare quello di Hikari. "Me ne devo andare da
quella casa...non voglio mettere più piede nella casa in cui
abita Shinji e Misato! Mai più!" Telefonò
all'amica, ma rispose il segnale di occupato. "Maledizione!"
Mentre stava ricomponendo il numero girò un angolo
continuando a tenere lo sguardo fisso sul piccolo schermo e
finì per urtare una persona. Si ritrovò in un
attimo per terra senza aver capito che cosa fosse successo.
- Ma chi cavolo è che cammina senza...- si interruppe
subito. Davanti a lei, anche lui sdraiato per terra per il colpo, c'era
il professor Ian Duncan.
- Professore...- pronunciò un po' vergognosa Asuka.
- Ma tu sei...Soryu Asuka Langley! L'alunna della classe 2-A!-
notò l'uomo un po' stupito. Asuka si rialzò
goffamente e si guardò attorno per ritrovare la sua
cartella. - Tu sei la pilota dei robot giusto?-
- Si chiamano Evangelion!- disse decisa Asuka raccogliendo quanto aveva
appena cercato.
- Giusto...Evangelion!- Si rialzò anche lui sbattendosi la
mano sulla giacca. - Dicono che sono tutti di colore diverso, il tuo
qual'è?-
- Ma a lei perchè interessano queste cose?!- chiese
scocciata Asuka. La risposta alla sua domanda fu tutta nello sguardo
del professore. Sentendosi rivolgere in quel modo la parola aveva
completamente cambianto espressione, era diventato di colpo serio e ora
la stava guardando dritta negli occhi. Asuka si accorse solo in quel
momento della sua reazione, abituata a rispondere male a tutti non
aveva fatto caso al fatto che ora davanti a sè avesse un suo
professore e non poteva usare il suo solito tono. Abbassò lo
sguardo, a interrompere quel momento di imbarazzo ci pensò
Duncan. - La mia era una banale domanda, Asuka, non credo di averti
offeso chiedendoti quale evangelion piloti.-
La ragazza strinse forte il manico della sua cartella, si sentiva
improvvisamente a disagio e non sapeva come uscire da quella
situazione.
- Si può sapere cosa ti succede?-
Asuka rialzò lo sguardo. Aveva pronunciato quella domanda
con tono strano, quasi confidenziale.
- Cosa intende dire?-
- Ho parlato con la vostra capoclasse oggi, e...- Due figure vestire di
nero apparvero dal nulla, affiancadosi ai lati di Asuka. La ragazza li
guardò con aria interrogativa.
- Tutto bene second children?- chiese uno dei due uomini.
- S...sì- rispose Asuka notando il simbolo della NERV sulle
loro giacche. Si ricordò della seconda squadra speciale che
era stata incaricata di sorvergliare lei e gli altri due children,
probabilmente erano venuti allo scoperto ora che l'avevano vista
parlare con uno sconosciuto.
- Abbiamo bisogno di conoscere la sua identità signore.-
Duncan, senza spostare lo sguardo da Asuka, tirò fuori il
suo portafoglio e lo pose all'uomo della NERV.
- Prego controllate pure voi stessi. Sono Ian Duncan, un professore
della ragazza.-
L'uomo in nero controllò i documenti mentre l'altro
continuava a fissarlo da dietro i suoi occhiali scuri.
- Ok è a posto. Second children?- Asuka iniziò la
risposta, ma Duncan la interruppe. - La ragazza rimane un po' con me
ora. Ci sono alcune cose che le vorrei chiedere.- I due uomini la
guardarono, ma lei non seppe cosa rispondere. - Potete continuare a
seguirci come avete fatto fino ad adesso, vi assicuro che voglio solo
parlarle. Non le farò del male, se è di questo
che avete paura.-
Asuka lo guardò con gli occhi sbarrati. Ma cosa stava
dicendo? Perchè parlava come se lei non ci fosse?
Le due guardie della NERV non chiesero nient'altro e si allontanarono
velocemente così com'erano venuti.
- Te la posso prendere io?- chiese il professore afferrandole la
cartella. - Ti dispiace se camminiamo un po'? Ti ruberò solo
pochi minuti.- Prese il suo silenzio come un sì e
iniziò a camminare.
- Come dicevo prima che ci interrompessero...oggi ho parlato con la
capoclasse Hikari e mi ha detto delle cose che mi hanno preoccupato.-
- Quali cose?-
- Ho fatto qualche domanda su voi tre piloti e il quadro che mi
è stato fatto era abbastanza preoccupante...-
- Umph!- Asuka sbuffò.
- Che c'è?-
- Hikari la pensa esattamente come se su stupi-Shinji! Le
avrà detto che è uno stupido incapace di
relazionarsi con gli altri, esattamente come Rei.-
- Sì ma...ha parlato anche di te.-
Asuka si fermò. Non le piaceva il tono che stava prendendo
questa conversazione e non le stava neanche piacendo camminare da sola
insieme a lui.
- E' preoccupata per te, Asuka!- disse Duncan, aggiungendo un po' di
dolcezza nel suo tono di voce.
- Mi ha detto che ultimamente sei sempre di cattivo umore, che litighi
con tutti e che anche i tuoi voti a scuola non migliorano. Cosa ti sta
succedendo?
Di nuovo quella sensazione di disagio.
Ma chi era quell'uomo per parlarle così?
Ora si era fermato anche lui e entrambi erano fermi in mezzo al
marciapiede.
- Ti dico la verità, la vostra situazione mi preoccupa.
Immagino che per fare bene quello che dovete fare voi ragazzi abbiate
bisogno di tranquillità e serenità e tu non mi
sembri nè tranquilla nè serena.-
Asuka continuava a fissarlo senza riuscire a rispondere nulla. Anche i
suoi pensieri erano confusi, nessuno le aveva mai parlato in modo
così diretto. "Neanche Ritsuko e Misato..." pensò.
- Però, se al contrario tu mi dirai che sono tutte
preoccupazioni senza fondamenta, io ti crederò.-
- No...non lo sono- queste poche parole le uscirono quasi
involontariamente dalla bocca. "Ma cos'ho detto?" si chiese fra
sè e sè.
- Ti va di parlarmene?- il tono del professore si faceva sempre
più paterno, anche se con quell'ultima domanda
esagerò.
- Io...io credo che si sia fatto tardi. Me la ridia per favore.- chiese
Asuka indicando la sua cartella.
- Oh certo, scusami, forse sono stato troppo invadente.- e le porse la
sua borsa. - Torni a casa?-
- Sì....cioè no, volevo sentire la capoclasse
per....-
- Per cosa?-
- Io....è che....- "Perchè non riesco a
rispondergli? Perchè provo...vergogna?"
- Volevi uscire con lei a quest'ora? Ormai è quasi ora di
cena...-
- No io volevo...chiederle se mi poteva ospitare per un po' da lei.-
- Cosa?- Duncan era diventato improvvisamente serio. - Per quale motivo
non torni a casa tua?-
- Io non credo di riuscire più a vivere con Shinji e Misato,
ecco.-
Duncan spalancò gli occhi. - Che cosa??-
- E' un continuo litigare con lui e ormai anche con Misato non riesco
più ad andare d'accordo!-
- Ehy aspetta un attimo, non credi di esagerare? Non so chi sia questa
Misato, ma ho l'impressione che tu stia vedendo la tua
situazione più nera di quanto lo sia. La tua capoclasse non
mi ha assolutamente detto che Ikari è uno stupido, anzi, me
ne ha parlato bene, come un ragazzo sensibile colpevole solo di essere
troppo...chiuso in se stesso. Visto che neanche tu stai attraversando
un buon periodo, non sarebbe il caso che proviate a parlavi? Potreste
aiutarvi a vicenda.-
La ragazza era sempre più colpita dal modo di fare che stava
avendo Duncan. Il tono con cui le stava parlando sembrava...quello di
un...padre.
- Ascolta facciamo così, tu stasera torni a casa e vedi
com'è la situazione ok? Ci puoi sempre ripensare se proprio
lo vuoi. Torna a casa e domani a scuola mi dici come è
andata, va bene?- Le porse la cartella. - Ora tieni, cerca di passare
una buona serata.-
Detto questo, Duncan le mostrò un sorriso e se ne
andò salutandola con un cenno.
Asuka rimase a guardarlo allontanarsi.
La sua testa era piena di mille pensieri e se la metà di
loro erano formati da insulti verso questo sconosciuto che le aveva
parlato in maniera tanto diretta, gli altri erano decisamente meno
severi. Quanto tempo era che qualcuno si era permesso di darle dei
consigli sulla sua vita privata? Era passato talmente tanto tempo che
neanche se lo ricordava. E chi era lui per farlo? Non lo conosceva e
non erano neanche coetanei, che cosa lo aveva spinto a dirle quelle
cose?
Inconsciamente, si girò e percorse la strada verso casa.
Non voleva concedere a se stessa una debolezza come quella di seguire
il consiglio di qualcun altro, quindi iniziò a pensare a
qualche scusa per stare tranquilla. "Ormai è
tardi...disturbare Hikari non mi pare il caso. Le chiederò
di ospitarmi domani a scuola, così vedo direttamente che
faccia fa...".
Arrivò a casa, aprì la porta e iniziò
a togliersi le scarpe quando sentì Misato parlare al
telefono dal soggiorno. Si fermò per ascoltare.
- Che cosa? Un account non registrato? E come faceva a esistere senza
che nessuno lo sapesse?- Rimase in silenzio qualche secondo, poi
riprese. - Era un server della Seele? Cioè mi stai dicendo
che avevano creato quell'account e non ce lo avevano detto quando
l'avevano spedito alla NERV? Quindi se lo chiediamo a loro dovrebbero
sapere tutto giusto?- Ancora una pausa. - Incredibile, vuoi che vengo
da te?- Dato che la telefonata sembrava volgere al termine, Asuka
decise di entrare in soggiorno facendo finta di essere arrivata in quel
momento. Misato era ancora al telefono e Shinji era da solo al tavolo
della cucina.
- Vuoi che ti scaldo qualcosa?- le chiese immediatamente sforzandosi di
sorriderle.
- Non sia mai che io faccia scomodare sua altezza Shinji per una cosa
così futile!- poi le vennero in mente le parole del
professore e cercò di correggere il tono. - E comunque no,
non ho fame. Ci sono novità?- chiese indicando Misato al
telefono.
- Non saprei.- rispose lui con tono disinteressato.
Quella risposta la innervosì moltissimo e decise di scappare
dalla stanza per evitare di esibirsi nella solita sfuriata.
"E comunque non ci parlo con Shinji, c'è poco da fare!"
pensò fra se e se, riferendosi mentalmente alle parole
dettale dal professore.
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Capitolo 3 *** Speranze e Delusioni ***
La mattina del giorno seguente Asuka fu la prima a svegliarsi. Non
l'avrebbe mai ammesso a se stessa, ma era veramente curiosa di vedere
come si sarebbe comportato il professore alla fine della lezione. Le si
sarebbe veramente avvicinato per chiederle come era andata la sera
precedente? E se sì, cosa le avrebbe detto? Più
cercava di sopprimere questa sua curiosità più le
venivano in mente nuove domande.
Finì la colazione prima di tutti e uscì per
andare a scuola lasciando Shinji e Misato increduli da tanta
puntualità.
Appena uscita si ritrovò davanti i due soliti agenti della
NERV.
- Ha intenzione di andare a scuola da sola oggi?-
- Sì- sbuffò Asuka. - Ma per quanto altro tempo
dovrò avervi fra i piedi? Non succede niente di pericoloso
in questa cavolo di città non avete di che temere! A parte
gli Angeli, certo...- cocluse abbassando il tono. Uno dei due agenti
sorrise.
- Fin quando il generale Ikari non ci ordinerà il contrario.
E, fino ad allora, siamo tenuti a sapere dove e con chi effettua i suoi
spostamenti.-
- E va bene va bene...sì, stamattina non aspetto quello
stupi-Shinji e vado da sola. Che fate volete venire con me?- chiese
ironica.
- Certo. Tu, vai con lei. Io attendo il third children.- disse uno dei
due indicando il collega.
- Cosa?? Ma io scherzavo!- protestò Asuka, ma
capì immediatamente che la situazione non sarebbe comunque
cambiata, quindi silenziosamente prese la strada per la scuola con
l'agente della NERV dietro di lei a seguirla.
Arrivata in classe si diresse velocemente da Hikari. - Allora? E'
già arrivato il nuovo professore?-
- Oh ciao! No non ancora, pare che oggi sia in ritardo. Ma
perchè me lo chiedi? Ti è piaciuto eh?- le chiese
allargando un sorriso e battendole il gomito ripetutamente sulla spalla.
- Ma...ma...certo che no!- esclamò Asuka, mostrandosi
indignata per una tale domanda. Si alzò e andò a
posizionarsi al suo posto, fingendo di ripassare la lezione.
Lanciò un'occhiata alla capoclasse che la stava ancora
fissando e quando i loro occhi si incontrarono entrambe risero. - Sei
proprio scema lo sai Hikari?- le chiese scherzosamente Asuka. La
capoclasse reagì facendole la linguaccia.
Quando qualche minuto dopo arrivarono tutti ragazzi completando la
classe, a entrare in aula non fu Ian Duncan ma il loro vecchio
professore.
- Questa mattina il professor Duncan ha avuto un contrattempo e si
scusa con la scuola e con voi per non poter essere qui.
Rientrerà a Neo-Tokio 3 questo pomeriggio, quindi per questa
prima parte della giornata procederemo con una lezione normale.-
Asuka perse d'improvviso il suo sorriso. Era tutta mattina che pensava
al momento in cui si sarebbero incontrati e al modo in cui si sarebbe
comportato, e ora? Non c'era? Le ritornò d'improvviso il mal
umore e aprì il libro imbronciata.
*******
Guardava fuori e poi guardava la porta d'ingresso dell'aula. Poi
riguardava fuori, si rispostava a osservare l'entrata e nel frattempo
batteva le dita sul banco. Solo a se stessa Asuka poteva mentire
pensando di non essere ansiosa nel rivedere il professore. D'altra
parte, ormai mancavano dieci minuti all'inizio della sua lezione,
quindi tanto valeva aspettare direttamente in classe. Aveva anche
deciso di mangiare da sola giusto per poter finire quando voleva per
poi tornare immediatamente lì, anche se ora era l'unica
alunna in classe.
Quando qualche minuto più tardi Hikari entrò e la
vide già seduta non poté non prenderla in giro.
- Ma come sei già qua? Ma allora è vero che ti
piace!-
- Zitta tu!- sbottò Asuka tirando in piedi sul banco il
libro e nascondendocisi dietro.
- Che c'è non lo vuoi ammettere alla tua amica Horaki? A me
puoi dirlo sai?!-
- Piuttosto!- la interruppe Asuka. - Che gli hai detto di me?-
- In che senso?-
- Mi ha detto che ti ha chiesto informazioni su di me, Ayanami e
Shinji. Ha anche detto che è rimasto preoccupato da
ciò che gli hai riferito! Cosa gli sei andata a dire?-
Hikari assunse un atteggiamento difensivo. - Beh Asuka...mi ha chiesto
un po' dei vostri voti e io...non ho potuto che rispondere con la
verità. Però ti giuro che ho anche aggiunto che i
tuoi problemi sono sicuramente dovuti alla lingua che ancora non
conosci bene e che...-
- Ah!- sbottò nuovamente Asuka. - Posso migliorare i miei
voti quando voglio! E' solo che sono troppo impegnata con quegli
stupidi della NERV!-
- Ma certo Asuka lo so...- cercò di giustificarsi la
capoclasse. Nel frattempo entrò in classe Ian Duncan e
Hikari urlò immediatamente - Tutti in piedi!- e all'unisono
tutti i ragazzi - Buongiorno professore!-
Duncan non guardò nessuno mentre entrò in classe,
si limitò ad aspettare che i ragazzi si fossero riaccomodati
e poi disse - Sicuramente vi avranno già avvertito del
motivo della mia assenza oggi, quindi procediamo subito con la lezione.-
Niente, neanche un cenno o un'occhiata ad Asuka.
La ragazza rimase fissa ad osservarlo, sperando che i loro sguardi si
incontrassero da un momento all'altro, ma Duncan sembrava ignorarla
completamente. Perché si comportava così? Asuka
non riusciva a spiegarselo.
Passarono due intere ore prima che il professore terminò la
sua lezione. - E' quindi tutto chiaro? Qualcosa da chiedere?- Nessuno
rispose. - Benissimo. Immagino che voi tutti conosciate la biblioteca
principale di Neo Tokio 2, vorrei che ognuno di voi si recasse
là per consultare il testo relativo al Second Impact di cui
ora vi darò il titolo. Questo testo è stato
scritto nel 2000 da un noto scienziato del tempo e vorrei che andaste
di persona a consultarlo. Per via del suo valore non è
ovviamente possibile prenderlo in prestito, inoltre i gestori della
biblioteca mi hanno riferito che lo lasceranno consultare a solo
quattro ragazzi per volta, quindi organizzatevi come meglio credete per
riuscire ad andarci tutti. Tale studio sarà ovviamente
oggetto di verifica. Se non ci sono domande, la lezione per oggi
è finita. Arrivederci.- così dicendo si mise a
scrivere il titolo del testo alla lavagna dando le spalle agli alunni.
I ragazzi copiarono quanto scritto da Duncan, dopodiché il
professore prese la sua valigetta e uscì abbastanza
rapidamente dall'aula.
"Ma come? Non mi dice niente?" Asuka lo seguì con lo sguardo
fino a quando uscì dalla stanza, dopodiché si
avvicinò alla finestra e aspettò di vederlo
comparire all'uscita della scuola. Duncan apparve poco dopo, si
avvicinò alla sua macchina, ci entrò e
partì immediatamente.
La delusione di Asuka poteva essere vista ad occhio nudo, ma in quel
momento i ragazzi erano tutti felici per la fine della giornata e
stavano già disertando l'aula. L'unico che la stava
osservando era Shinji.
Rei gli si avvicinò. - Vado alla base.- gli disse fermandosi
davanti al suo banco.
- Eh? Ah sì, arrivo anche io-. I tre ragazzi erano rimasti
soli in aula.
- Dov'è che andate voi due?- chiese Asuka dopo essere
tornata al suo banco, cercando di camuffare il suo reale stato d'animo.
- Per oggi è previsto un test per i piloti dell'eva 00 e 01-
rispose Rei.
- Ma come? A me non hanno detto niente!- notò Asuka alzando
la voce.
- Questo perché non è prevista la tua presenza
oggi- rispose sempre calma Rei.
- E certo!- urlò Asuka. Questa rischiava di essere la goccia
che faceva traboccare il vaso. - Ormai io non sono più degna
di fare i test insieme a voi! Ma come ho potuto farlo fino ad ora?
Eseguire i test insieme all'allieva modello e a sua maestà
Shinji! Dovevo saperlo che prima o poi mi avrebbero fatta fuori!-
Shinji cercò di calmarla, ma come al solito
provocò la reazione opposta. - Magari non te l'hanno chiesto
per non farti stancare troppo...-
Asuka urlò talmente forte che la sua voce si
sentì dai corridoi della scuola. - Io non sono stanca, io
sono infuriata!! Dite pure a Misato che mi può considerare
fuori da tutta questa storia! Basta non ne posso più! Non ne
posso più di lei, non ne posso più della NERV,
non ne posso più degli evangelion e soprattutto non ne posso
più di voi due!- detto questo, uscì di corsa
dall'aula.
Rei e Shinji rimasero in silenzio per qualche secondo.
- Andiamo?- chiese Rei.
- S..sì.- disse Shinji alzandosi. - Rei...-
- Sì?-
- Dici che ho sbagliato...a parlarle così?-
- Perché me lo chiedi?-
- Ho paura di averla fatta grossa questa volta...era addirittura
più arrabbiata del solito...- Shinji abbassò
leggermente la testa.
- Non saprei- rispose Rei.
In quei momenti Shinji la invidiava. Come avrebbe voluto anche lui
riuscire a tenere quel distacco dalle cose che gli succedevano, dal non
soffrire per gli eventi che gli capitavano attorno. Non si rese conto
di essersi fermato. Rei fece ancora qualche passo, dopodiché
si fermò a guardarlo.
- Sì...arrivo.- disse Shinji.
Asuka nel frattempo aveva fatto i gradini della scala a due a due per
poter scendere il più velocemente possibile e allontanarsi
dagli altri due children. Prese la strada per recarsi a casa di Hikari,
ma i soliti uomini della NERV la raggiunsero bloccandola. - Che strada
sta facendo?-
- Levatevi da qua!- urlò Asuka, con i nervi a fior di pelle.
- Come le è già stato detto dobbiamo sapere
sempre dove sta andando e con chi, e questa non è la strada
per andare a casa del maggiore Katsuragi. Quindi le ripeto: dove sta
andando?-
Il volto di Asuka divenne rosso dalla rabbia. - Non voglio
più tornarci a casa di Misato! Non voglio più
vivere nè con lei nè con quello stupido di
Shinji! Vado a casa di Horaki e non provate a fermarmi!- detto questo,
li aggirò e continuò dritta per la sua meta. Uno
dei due uomini in nero prese il proprio cellulare e compose il numero
di Misato. Riferì quanto appena successo,
dopodichè attaccò. - Cosa ti ha detto?- chiese il
suo collega. - Ha detto di lasciarla andare, per stasera
facciamo il turno di guardia a casa di questa sua compagna di
classe, domani dice che la andrà a riprendere lei.-
- Uhmf, tutto questo spreco di tempo per una mocciosa-
obiettò l'altro. - Cosa vuoi farci- disse il primo, mettendo
via il cellulare. - A pensare che questi ragazzini sono quelli che ci
dovrebbero salvare dai nemici, mi viene da star male.-
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Capitolo 4 *** Dolore dell'animo ***
Erano già passati tre giorni da quando Asuka aveva
smesso di andare a scuola. Si era trasferita a casa di Hikari che
l'aveva gentilmente ospitata, ma era comunque ben lontana dall'essere
felice della sua situazione. Ogni mattina l'amica le chiedeva se voleva
andare insieme a lei a scuola, ma Asuka rispondeva sempre in maniera
negativa. Rivedere colui che l'aveva illusa era l'ultima cosa che
voleva. Avrebbe anche rivisto Shinji e Rei e neanche loro voleva
rivedere. Allo stato attuale delle cose, Asuka non voleva vedere
nessuno.
Nella tarda mattinata, mentre stava giocando a un videogioco della
sorella di Horaki, suonarono alla porta. La donna che era in casa a
fare le pulizie aprì e si ritrovò davanti il
maggiore Katsuragi.
- Dov'è Asuka?- chiese fredda.
- La ragazza che è ospite in questa casa? E' di
là- rispose la donna indicando la stanza della sorella di
Horaki. Misato arrivò davanti alla porta della stanza,
tirò un respiro profondo, poi cercò di assumere
un aspetto austero. Entrò e si ritrovò a guardare
le spalle di Asuka che era seduta per terra con il joystick in mano. -
Asuka sono io.-
Niente.
Asuka continuava a giocare ininterrottamente.
- Asuka sono io.- ripeté più ad alta voce Misato,
ma neanche questa volta catturò la sua attenzione. - ASUKA!-
questa volta urlò tanto che la ragazza dovette per forza
voltarsi.
- Che cosa vuoi Misato?- le rispose scocciata.
- Che cosa ci fai qui eh? Me lo vuoi spiegare?- il tono della voce di
Misato era già cambiato, era diventato più
preoccupato che severo.
- Sono qua perché non vi sopporto più! Non voglio
più tornare a casa da te e da stupi-shinji!-
Quella frase fu quasi come una pugnalata al cuore per Misato. Cosa
aveva fatto per meritarsi un simile atteggiamento? Evidentemente non
riuscì a mascherare questa sua tristezza dagli occhi, tanto
che anche Asuka se ne accorse. Si girò di scatto e riprese
in mano il joystick.
- Asuka ti prego...parliamo un attimo- implorò Misato.
La ragazza non rispose e ricominciò la partita.
Misato tirò un altro respiro profondo, dopodiché
cercò di cambiare discorso.
- Asuka l'altro ieri non ti abbiamo chiamata perché non
volevamo farti fare il test insieme agli altri due children, certamente
non perché non ti teniamo più in considerazione.
Anzi, Ritsuko è già pronta a fartene uno nuovo,
quando vorrai rientrare.-
- Io non rientrò mai più! Non sono più
capace di pilotare l'eva lo sai anche tu!- affermò sempre
dandole le spalle.
Misato non poteva tollerare un simile modo di atteggiarsi, ma l'affetto
che provava per quella ragazza le impediva di comportarsi come un
maggiore doveva fare.
- Asuka...lo sai anche tu che non puoi comportarti
così...hai degli obblighi verso la NERV, se ti serve qualche
giorno di tempo io posso provare a fare qualcosa, ma non puoi lasciare
tutto così da un giorno all'altro.-
- Ecco brava Misato- rispose Asuka. - Vedi se puoi fare qualcosa-
Misato rimase a fissarla ancora per qualche secondo,
dopodiché si voltò e si avviò verso la
porta. Si fermò qualche passo prima, evitando di voltarsi. -
Per la NERV posso provare a fare qualcosa, ma questa storia della
scuola non mi piace e non voglio soprassedere. Hai ancora due giorni di
tempo per ritornarci, dopodiché smetterò di
giustificare le tue assenze.-
- Ehy un attimo!- Asuka si girò e si alzò, questa
volta toccava a lei fissare la schiena di Misato.
- No niente "ma" o "se", è così e basta Asuka.
Non tollero questa tua mancanza dalla scuola, la tua istruzione non ha
niente a che fare con gli evangelion. Non intendo discutere
ulteriormente su questo argomento, arrivederci.- detto questo,
uscì dalla stanza.
Fece qualche passo, dopodiché sentì qualcosa
sbattere violentemente contro la porta che si era appena chiusa alle
spalle. - Io ti odio TI ODIO!- sentì urlare dalla stanza.
Non poté far altro che stringersi nella sua uniforme e
uscire velocemente da quella casa.
*******
Alla sera di quella stessa giornata, Asuka e Horaki erano sedute per
terra appoggiando la schiena sul bordo del letto guardando la
televisione. Asuka approfittò di un momento di silenzio per
chiedere all'amica alcune cose che voleva sapere.
- Horaki?-
- Sì?-
- Come stanno andando queste giornate a scuola?-
La ragazza si stupì di sentire un interessamento da parte di
Asuka riguardo la scuola, le venne in mente di chiederle la motivazione
del suo interesse ma pensò che non fosse il caso di farlo
per non metterla in imbarazzo.
- Vanno...bene. Pensi di tornare?-
Asuka preferì non rispondere. Horaki capì che
c'era qualcosa che Asuka le voleva dire, ma probabilmente a causa del
suo orgoglio non riusciva a chiederglielo direttamente. Decise di
prendere lei la parola.
- Sai che Shinji mi ha chiesto di te? Sembrava preoccupato-
aspettò un momento per vedere come reagiva l'amica, ma Asuka
pareva non voler dir nulla. - Quando gli ho detto che eri a casa mia
è sembrato più tranquillo. Non gli vuoi
telefonare? Se vuoi chiamare puoi farlo dal nostro telefono non
c'è nessun problema.-
Ancora una volta seguì il silenzio. "Ma insomma cosa vuole?
Eppure ha parlato della scuola...non credo che le interessi sapere
quanto siamo andati avanti con il programma...o forse...l'ultimo giorno
in cui è venuta a scuola sembrava ansiosa di aspettare il
professor Duncan, forse è di lui che mi vuole parlare..."
- Sai che le lezioni del professore nuovo sono sempre più
noiose?- detto questo, Asuka si voltò a guardarla. Horaki
capì di aver toccato il tasto giusto. - Ormai siamo andati
quasi tutti a studiare quel libro che ci aveva detto, è
stata una vera seccatura andare fino a Neo Tokio 2. Domani è
l'ultimo giorno, dopodiché inizierà a
interrogarci. Hai intenzione di andare anche tu a leggerlo?-
- No!- rispose seccata Asuka. Ormai era evidente che c'era qualcosa che
non andava fra lei e quell'uomo, ma Horaki non osò chiederle
nulla.
La trasmissione che stavano seguendo ricominciò e Asuka
prese il telecomando alzando il volume. Aspettò il ritorno
di una pausa pubblicitaria per dirle ancora l'ultima cosa.
- Credo che dopodomani tornerò a scuola-
Horaki non riuscì a contenere il suo entusiasmo. - Davvero?
E' magnifico! Chi è riuscito a convincerti?-
- Uhmf- sbuffò Asuka. - Che importanza ha? Ormai in questo
dannato paese non sono neanche più libera di fare quello che
voglio. Ci devo tornare per forza, ma non so quanto possa servirmi. I
miei voti li conosci anche tu...e con votazioni simili non ho speranze
per un buon futuro qui in Giappone. Ammesso che io ci rimanga ancora a
lungo...- la voce di Asuka si fece d'improvviso triste. Horaki la
guardava ma non riusciva a dire nulla, a volte Asuka le sembrava
incredibilmente più matura di lei, altre invece poteva
sembrare quasi una bambina. Era proprio questa sua dicotomia a
lasciarla spaurita, talmente tanto che cercò le parole
più adatte ma non le trovò.
- Che ne dici, andiamo a dormire?- disse Asuka riprendendo la parola.
- Sì- rispose Horaki.
Spensero la televisione e si misero a letto.
*******
Gendo aveva chiesto di poter organizzare una riunione d'urgenza con i
capi della SEELE, ma stranamente c'erano voluti tre giorni prima che
riuscissero a trovare un accordo sulla data. E, cosa ancora
più strana, questa volta davanti a Ikari comparivano solo
cinque monoliti con l'immancabile scritta "SOUND ONLY". Gendo, che era
accompagnato da Ritsuko, prese la parola per primo.
- Innanzitutto voglio chiarire la posizione della dottoressa Akagi qui:
so che di norma la sua presenza non sarebbe tollerata ma ha seguito in
maniera diretta quanto accaduto, quindi credo sia importante per voi
sentire direttamente quanto ha da dire.-
Ritsuko prese la parola, non senza un leggero nervosismo interiore che
fu molto brava a non far notare ai presenti. Quando ebbe finito di
riassumere ciò che era successo, il monolite 01 prese la
parola.
- Cosa sta dicendo dottoressa Akagi, forse che la colpa di
ciò che è successo è nostra?-
- Sto dicendo che il server che presentava l'anomalia ci è
stato inviato direttamente da voi, quindi immagino che voi sappiate
perché tale server contenesse al suo interno account di cui
la loro esistenza era rimasta a noi ignota.-
- Come osate!- intervenne il monolite 02. - Dovreste usare
più rispetto quando parlare del nostro lavoro!-
Gendo riprese la parola. - Ciò che ha riportato la
dottoressa Akagi è la nuda verità, non
c'è nessuna illazione in quanto ha appena finito di esporre.
Ora quello che vogliamo noi è sapere il perché
non eravamo stati informati di tali account e il maggior numero di
informazioni possibili su chi ha effettuato l'accesso.-
Il monolite 01 ricominciò a parlare. - Non abbiamo idea di
cosa voi stiate dicendo, Ikari e Akagi. Se la dottoressa dice che tali
account esistono dobbiamo prenderne atto, ma nulla di tutto
ciò era a nostra conoscenza. Dovremo anche noi indagare su
ciò.-
Gendo emise un lieve bisbiglio di stizza. Era sicuro che quelli della
SEELE avrebbero negato tutto e liquidato l'intera faccenda come un
"inspiegabile errore", ma lui voleva andare a fondo nella
verità. - Quindi quando potremo avere maggiori
informazioni?-
- Appena finiremo di cercarle anche noi. Con questo è tutto.-
I monoliti scomparvero di colpo e dopo pochi secondi di buio la luce
tornò ad illuminare la stanza del comandante Ikari.
Fuyutsuki entrò nella sala.
- E dunque?- chiese.
- I vecchi hanno deciso di fare ostruzionismo- rispose seccato Gendo.
Fuyutsuki guardò con aria interrogativa Ritsuko.
- Hanno risposto che non sanno nulla di quanto ho riferito e che ora si
metteranno all'opera per capire cos'è successo. Ma
è evidente che mentono...- disse abbassando leggermente lo
sguardo.
- Cosa possiamo fare nel frattempo?- chiese sempre Fuyutsuki.
- Dal giorno dell'incidente informatico quel server è stato
staccato, stiamo eseguendo dei controlli nei rimanenti che ci furono
inviati dalla SEELE ma sono tantissimi, se dovessimo consultarli tutti
ci vorrebbero mesi e mesi. Stiamo procedendo ad analizzarli in ordine
di importanza e per ora quello è risultato l'unico ad avere
tale anomalia.- In quei casi, sia Ikari che Fuyutsuki ringraziavano il
fato per aver incontrato una scienziata tanto intelligente quanto
astuta quale era Akagi. Senza una donna come lei ad organizzare tutti
questi aspetti la NERV sarebbe presto fallita.
- Dottoressa Akagi- riprese Gendo. - Lei rimane comunque la
responsabile per ciò che è successo. Non se lo
dimentichi.-
- Sissignore.-
- Ora può andare.-
- Sì- fece un cenno di saluto a Fuyutsuki e uscì.
Appena si chiuse alle spalle la porta, chiuse gli occhi e si
portò una mano sulla fronte. Cos'era che la stava facendo
stare tanto male? Era il fatto di non essersi accorta prima di un tale
errore? No, Ritsuko lo sapeva che un'anomalia di quel genere non era
lì per caso ma era stata creata apposta per sabotarli. E
sapeva anche che era stata inserita in un server che loro sicuramente
non avrebbero mai controllato, quindi non se ne poteva dare colpa.
E allora cos'era?
Era il comportamento di Gendo, sicuro. Perché la trattava
così? Da un po' di tempo i loro incontri amorosi duravano
sempre meno e succedeva sempre meno spesso che riuscissero a
incontrarsi. Gendo, che non le era mai sembrato troppo affezionato,
ultimamente le sembrava ancora più lontano e assente dalla
sua vita. "Sono una stupida a starci male..." pensò, ma
questo suo atteggiamento in quel momento così difficile la
abbatteva nell'animo. Anziché starle vicina sembrava volerla
allontanare e lei invece aveva un'incredibile voglia di averlo
affianco, per lo meno per ritrovare un po' di felicità per
ricominciare a lavorare con più calma.
"Sì...proprio una stupida." Si tirò bene in
piedi, rimosse dagli occhi le lacrime che le stava iniziando a rigare
il volto e si avviò verso il suo ufficio.
Quando sentirono il rumore dei suoi tacchi allontanarsi dalla porta,
Gendo ricominciò a parlare.
- Non erano neanche presenti tutti i membri della SEELE, ce ne erano
solo cinque. Tutto ciò che sta avvenendo è stato
da loro programmato, anche la nostra riunione d'urgenza di oggi.-
- Già...immagino sia così. La
SEELE...perché mai sarà interessata ai children?-
chiese Fuyutsuki portandosi una mano sul mento.
- Non ne ho idea.- rispose Gendo col solito tono di voce.
- E immagino che a te dia rabbia il non avere idea di cosa sta
accadendo vero?- Sorrise per un attimo. - Anzi, forse si può
dire che non hai mai vissuto una situazione come questa in cui non sei
tu a gestire le cose.-
- Ti sbagli Kozo.- disse in maniera fredda Gendo. - Non è la
prima volta.-
Fuyutsuki lo guardò con tono interrogativo, stupito di una
tale reazione. Dopodichè comprese. - Immagino ti riferisca a
quando hai incontrato Yui...-
- Già...-
Era così strano per il vice comandante sentire Gendo parlare
in quel modo. Per lui Ikari era sempre stato quell'uomo freddo e
insensibile così come lo era adesso e pensarlo in qualche
modo assoggettato a Yui era per lui impossibile.
Ma quella donna aveva avuto la capacità di farlo.
*******
Quando ormai il sole era già alto da ore e la donna delle
pulizie aveva già iniziato da tempo il suo lavoro in casa
Hikari, Asuka si svegliò.
Si tirò seduta sul letto, guardò con gli occhi
ancora semichiusi fuori dalla finestra e intravide lo spiacevole
bagliore di un raggio di sole che entrava nella stanza e la colpiva in
pieno viso. Oltretutto, quella mattina era particolarmente calda e
tutte queste sensazioni la misero di cattivo umore già da
appena sveglia.
Si alzò in piedi e si stirò un po' i muscoli
intorpiditi, dopodiché si avvicinò all'armadio
che le aveva lasciato a disposizione Horaki e lo aprì. Sul
fondo c'era ancora la sua cartella, mai più ripresa in mano
da quando si era trasferita.
"Domani devo tornare a scuola..." il solo pensiero la fece star male.
Sentì una fitta alla pancia e si portò subito un
braccio attorno alla vita, dopodiché si fece scivolare per
terra. "Non voglio tornare a scuola..." due lacrime iniziarono a
uscirle dagli occhi. Non riusciva a crederci, ma ormai qualsiasi cosa
che inizialmente le dava fastidio nel giro di pochissimo tempo la
portava a piangere. Tutte quelle situazioni che prima la portavano ad
urlare e a sbraitare ora la facevano semplicemente soffrire.
Ripensare a Misato e al suo finto modo di essere madre nei suoi
confronti.
Ripensare al professor Duncan e al suo finto modo di essere preoccupato
per lei, quando poi solo il giorno dopo si era già
dimenticato di tutto quello che le aveva detto.
Ripensare alla faccia di Horaki quando se la era trovata davanti alla
porta tre giorni fa, con quello sguardo che altro non era che
compassione verso di lei.
Ripensare a Shinji e a Rei, ormai più efficienti di lei nel
pilotare l'eva.
Ripensare all'unità eva 02, quella bambola che prima l'aveva
fatta ammirare da tutto il mondo e che ora era l'artefice della sua
lenta agonia.
Avrebbe potuto continuare a pensare a lungo a tutte le cose che la
facevano star male, ma con le ultime forze rimaste cercò di
smettere di piangere e di tirarsi in piedi. Tirò fuori
dall'armadio la cartella e mise sulla scrivania tutti i libri delle
lezioni che si era persa in questi quattro giorni. Con un po' di studio
avrebbe potuto recuperare tutto, ciò che la preoccupava era
l'intero anno che non era partito di certo bene.
E così le fu impossibile concentrarsi sullo studio una volta
aperto il libro e il quaderno. Mille pensieri le attraversavano la
mente e non riusciva a scacciarne neanche uno.
Posò la penna e si diresse verso la finestra per guardare un
po' fuori, ma le due figure in nero della NERV appostate fuori dalla
casa le tolsero subito la voglia di continuare a fissare il panorama.
"Ok ok...devo studiare". Si disse Asuka.
Ritornò alla scrivania, si sedette, tirò un
profondo respiro e si chinò sui libri.
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Capitolo 5 *** Complicità ***
- Sono proprio contenta che oggi verrai con me a scuola Asuka!- disse
sorridendo Horaki.
- Sì lo so...è già la terza volta che
me lo dici...puoi smettere di ripeterlo?-
- Sì scusami è che...è che...sono
proprio contenta!-
Horaki sorrise nuovamente ad Asuka mentre il loro treno finalmente
arrivava sul binario predisposto.
In qualsiasi altra occasione vedere la sua amica così
contenta le avrebbe fatto piacere, ma quella mattina Asuka non riusciva
proprio a rilassarsi. Tornare a scuola voleva dire rivedere un mucchio
di persone spiacevoli e questo lei non lo voleva di certo.
"E' tutta colpa di Misato...è colpa sua se oggi devo tornare
a scuola!" si ritrovò a stringere il bracciolo della sua
poltroncina con rabbia, senza quasi accorgersi di farlo.
Horaki cercò per tutto il viaggio di tirarla un po' su di
morale ma fu tutto invano. E così, in un triste silenzio, le
due ragazze arrivarono finalmente a scuola.
Appena entrati in classe Shinji si alzò subito in piedi.
- Asuka! Come...come stai?-
La ragazza gli passò davanti come se non avesse udito nulla
e si mise a sedere al suo solito posto. Shinji rimase a guardarla
incredulo, dopodichè si fece nuovamente avanti e glielo
richiese.
- Asuka...tutto bene?-
- No non va tutto bene stupi-shinji! Non ho nessuna voglia di essere
qua adesso! Tantomeno ho voglia di mettermi a parlare con te ora!-
Asuka, come il suo solito, aveva alzato la voce a dismisura, tanto che
tutti i ragazzi nella classe si erano girati a guardarli. Anche Rei la
fissava con il suo solito sguardo assente.
- Va bene...ho capito.- Shinji si girò e tornò al
suo posto. "E' sempre così...ogni volta che mi sforzo di
risultare carino con lei finisce sempre che si arrabbia. Ma
perchè farà così? Perchè
non vuole che io le stia vicino?" Gli venne naturale spostare il suo
sguardo su Rei, ma la ragazza stava ancora fissando Asuka.
"Chissà...magari lei che è una ragazza la capisce
di più. Non ho mai parlato di Asuka con Ayanami...forse
dovrei farlo."
Mentre Shinji iniziava a perdersi nei suoi pensieri, il professore
entrò in classe. Dopo il solito saluto di rito, Asuka
guardò Horaki con sguardo interrogativo e l'amica
intuì che volesse informazioni su Duncan. Le fece un gesto
per indicarle "dopo" e Asuka, colpita dal fatto che la capoclasse aveva
subito capito a cosa si riferisse, si sentì in imbarazzo.
Non le rimaneva che seguire questa lezione in pace, non preoccupandosi
di cosa sarebbe successo più tardi.
*******
Nel cortile della scuola quel pomeriggio Horaki era riuscita a
convincere Asuka a mangiare insieme a lei e alle altre loro compagne. -
Vorranno sapere cosa hai combinato tutti questi giorni!- le aveva
detto, anche se poi in realtà nessuno lo fece. Dato il
brutto carattere di Asuka tutte pensarono che sarebbe stato meglio non
chiederglielo per evitare di incappare in una rispostaccia delle sue,
di conseguenza tutte si limitarono a fare finta che lei non fosse mai
mancata da scuola.
Per Asuka era sicuramente meglio così dato che non avrebbe
avuto comunque voglia di spiegare a delle quasi estranee i suoi
problemi.
Oltretutto quel pomeriggio era particolarmente afoso e Asuka si stava
maledicendo per aver accettato di mangiare in cortile insieme a loro
sotto il sole.
Quando finirono il loro pranzo tutti gli alunni più o meno
velocemente tornarono in classe. Asuka cercò di non dare a
vedere la propria ansia che cresceva e pensò di esserci
riuscita. In realtà Horaki fingeva semplicemente di non
accorgersene dato che aveva ampiamente capito che la sua amica non
aveva molta voglia di parlargli di cosa pensava veramente del professor
Duncan.
Pochi minuti dopo che tutti gli alunni presero posto, entrò
il soggetto dei pensieri di Asuka.
Ian Duncan si presentava come al solito vestito in maniera molto poco
"classica"; i suoi jeans e la sua giacca non coordinata in colore alla
camicia lo facevano assomigliare più che altro a uno
studente.
Entrò a testa bassa in classe, posò tutti i suoi
libri abbastanza nervosamente sulla cattedra e si sedete lanciando una
rapida occhiata ai presenti. Per un attimo il suo sguardo
incrociò quello di Asuka, la ragazza pensò
fortemente di spostare immediatamente gli occhi ma non ne fu capace.
Cercava nel volto di lui una reazione, una qualsiasi risposta muta al
suo sguardo supplicante di attenzione.
Ma così non fu, Duncan aprì uno dei suoi volumi e
incominciò a spiegare come se nulla fosse cambiato.
Horaki si girò immediatamente verso Asuka e la
trovò proprio come pensava, triste e con lo sguardo basso
verso il libro ancora chiuso. "Ma cosa mai le avrà detto per
renderla così?" continuava a chiedersi l'amica.
La lezione per tutta la prima ora procedette lenta e noiosa come al
solito, il professore americano era ancora all'inizio del suo programma
ma ciò che spiegava era già molto noioso per
tutti gli alunni. Fondamentalmente molti di loro avevano preso per
buono il Second Impact così come glielo avevano raccontato e
non avevano particolare interesse ad approfondire le cause e gli
effetti.
Era però importante, prima di proseguire negli studi, che
tutti gli alunni avessero letto il tomo che Duncan gli aveva
consigliato, di conseguenza da oggi sarebbero partite le interrogazioni.
- Ok ragazzi, con questo per oggi ho finito di spiegare- disse il
professore appoggiando il gessetto sul suo ripiano. - Ora si interroga.-
Tutti i ragazzi approfittarono della pausa di Duncan mentre recuperava
il suo registro per dare un'ultima ripassata a quanto studiato in
quegli ultimi giorni.
- Sono passati cinque giorni da quando vi ho detto di andare a Neo
Tokio 2 per consultare quel libro, quindi presuppongo che ormai
l'abbiate letto tutti. Dunque vediamo chi posso chiamare...- rimase
qualche secondo in silenzio, dopodichè pronunciò
il nome. - Asuka Soryu Langley-
Tutta la classe si voltò verso di lei.
Horaki la guardò sbarrando gli occhi.
"Perchè ha chiamato proprio lei? Ma non pensa al fatto che
se è stata a casa tutti questi giorni è
perchè è stata male e quindi non ha potuto
studiare il libro?" ma nonostante il ragionamento della capoclasse non
facesse una piega, Duncan rimase in silenzio aspettando che Asuka si
alzasse in piedi.
- I...io?- chiese debolmente Asuka.
- Sì, tu.- rispose freddo Duncan.
Il silenzio regnava nella classe.
- Allora?- incalzò il professore.
Asuka si stava innervosendo. - Professore io non ho potuto studiare
quel libro- rispose seccata Asuka.
- E perchè?-
- Io...non sono potuta andare a Neo Tokio 2 in questi giorni.-
Duncan alzò leggermente la schiena.
- Come mai? Mi risulta che tu sia stata assente per ben quattro giorni,
cos'hai fatto in questo periodo? Non ti sei portata avanti con il
programma?-
Asuka strinse i pugni. - Professore io...non sono stata bene.-
- Ah sì? Che malattia hai avuto?-
La sopportazione di Asuka era al limite. Duncan stava tenendo un tono
freddo e distaccato, come se non sapesse a che problemi stava andando
in contro. Eppure lui lo sapeva, visto che era stato proprio lui a
farglieli notare qualche giorno prima.
- Non...non ho potuto studiare, ecco tutto.- e con questo Asuka si
sedette.
- Non ti ho detto di sederti!- tuonò impetuoso Duncan. Tutti
gli alunni furono colpiti dall'impeto della sua voce.
- Io non so cosa c'è scritto in quel maledettissimo libro!
Non ci sono neanche andata a Neo Tokio 2! PERCHE' FAI COSI'?- queste
ultime sue parole furono quasi rotte dal pianto.
Si alzò di scatto e corse verso l'uscita della classe.
- Asuka...Asuka!- Duncan la chiamò ma la ragazza ormai aveva
già aperto la porta e stava per uscire.
- ASUKA!- urlò il professore, ma Asuka si chiuse la porta
alle spalle.
Duncan si alzò e fece una piccola corsa per raggiungerla.
I ragazzi, rimasti in classe, erano ammutoliti da quanto era successo.
Asuka stava correndo nel corridoio cercando di arrivare ai bagni ma
Duncan la raggiunse e la fermò.
- Asuka! Ma che ti è preso?-
La ragazza dai capelli rossi lo guardò per un attimo, per un
intensissimo secondo, dopodichè non riuscì
più a trattenere le lacrime. Le stesse lacrime che aveva a
stento trattenuto in tutti quei giorni precedenti, ora le stavano
uscendo dagli occhi completamente incontrollate.
- Asuka?- cercò di insistere lui, ma la ragazza aveva chiuso
gli occhi e appoggiata al muro si stava lentamente facendo cadere per
terra.
- Asuka!- ripetè Duncan ma non riceva risposta, la ragazza
stava piangendo a dirotto ad occhi chiusi e non sembrava sentirlo.
Fu così che il professore fece l'unica cosa che potesse in
quel momento farla smettere di piangere, le tirò uno
schiaffo.
Il suono della sua mano contro la guancia di Asuka si sentì
in tutto il corridoio e arrivò fino alla classe appena
lasciata incustodita, dove i ragazzi iniziarono a portarsi lentamente
alla porta per vedere cosa stesse succedendo.
Asuka riaprì gli occhi portandosi la mano alla guancia
dolorante. Ora il suo sguardo era un misto di tristezza e dolore e
Duncan non potè non accorgersene.
- Asuka ma che ti succede?-. le prese la mano con forza e la
trascinò dietro di se. La portò velocemente nella
stanza che la scuola gli aveva dedicato come suo ufficio, la spinse
dentro e chiuse la porta a chiave.
Dopodichè si girò a guardarla.
Asuka aveva ricominciato a piangere.
- Dai siediti- le disse lui avvicinandole una sedia.
- Mi vuoi dire che ti è successo?- Ma la ragazza continuava
a piangere a dirotto rimanendo in piedi. Duncan la spinse sulla sedia
con forza, dopodichè andò a sedersi anche lui
davanti a lei.
- Asuka mi devi dire cosa ti succede...te l'ho già detto,
non puoi andare avanti così...- il suo tono era nuovamente
cambiato drasticamente, così come era già
successo al loro primo incontro. Solo qualche minuto fa la stava
trattando come una sconosciuta, ora stava tornando quel modo di fare
così...paterno.
Asuka sentendo la sua voce addolcirsi riuscì a darsi una
calmata e singhiozzando iniziò a una risposta.
- Io...io...non mi sono mossa di casa questi giorni....-
- Va bene ma chissene frega di quel libro...io voglio sapere
perchè stai così male. Guardati piangi come una
bambina di sei anni...non è normale che tu faccia
così. Vedi che i miei sospetti erano fondati? Tu hai qualche
problema e dovresti iniziare a parlarne con qualcuno.-
Asuka alzò leggermente lo sguardo verso di lui, guardandolo
per la prima volta dopo lo schiaffo ricevuto.
La sua espressione preoccupata nel fissarla la rimandò a un
ricordo lontano, uno di quelli che non avrebbe mai voluto ricordare.
Le ricordò suo padre, in un giorno degli ultimi che vide in
vita sua madre quando sembrò improvvisamente occuparsi di
lei, quando probabilmente aveva capito che ormai sua moglie li avrebbe
lasciati entrambi nel giro di pochi giorni. Quel giorno suo padre era
diventato incredibilmente docile nei suoi confronti, tanto che la
piccola Asuka si era convinta di averlo ritrovato, salvo poi perderlo
il giorno dopo in seguito a un piccolo miglioramento di salute di sua
madre.
"Mio padre..." pensò. E intanto lo guardava negli occhi e
lui guardava lei.
Duncan allungò la sua mano e le accarezzò il
braccio. - Allora? Va un po' meglio?- le chiese approfittando del fatto
che Asuka smise di piangere.
- Sì...-
- Bene. Senti, questo non è il posto giusto per parlare, che
ne dici se ce ne andiamo? Al diavolo la scuola per oggi, se ti
dovessero fare problemi ti giustifico io.-
Asuka lo guardò stupita da quello che le stava dicendo,
incapace di afferrare chiaramente ciò che le stava chiedendo.
- Sì è la cosa più giusta da fare-
ripetè. - Dai andiamo- disse prendendo un mazzo di chiavi da
un cassetto. Si avvicinò ad Asuka, le prese la mano e
aspettò che si alzasse di sua volontà.
Dopodichè la fece uscire dallo studio, chiuse la porta alle
sue spalle e insieme uscirono dalla scuola.
*******
- Quei due ti seguono sempre?- chiese Duncan mentre stava guidando-
- No...è che è successo un casino alla NERV e
allora finchè non ci capiscono qualcosa sono sempre tenuti a
sapere dove vado e con chi...- rispose mentre si soffiava il naso con
il fazzoletto che Ian le aveva dato.
- Uh, capisco.-
- Ma dov'è che stiamo andando esattamente?- gli chiese Asuka.
- Nella mia stanza in hotel. Me ne hanno data una per questo mese che
rimango qui, casomai mi dovessero chiamare dalla scuola per lo meno
posso rispondere.-
Asuka non sapeva cosa dire. Quell'uomo si comportava in maniera strana,
un attimo sembrava interessato a lei e l'attimo dopo sembrava
incredibilmente distante.
- C'è qualche problema?-
- Eh?- chiese Asuka risvegliandosi dai suoi pensieri. -
No...è solo che mi chiedevo perchè stessimo
andando là.-
- Una volta arrivati ne parliamo.- rispose Duncan con fare abbastanza
freddo.
Non ci furono più scambi di battute fino a quando non
arrivarono all'hotel. Duncan parcheggiò la macchina nel
parcheggio riservato dopodichè entrarono e salirono con
l'ascensore al quarto piano.
Attraversarono il corridoio, arrivarono davanti alla stanza numero 52
ed entrarono.
All'ingresso, mentre entrambi si toglievano le scarpe come da routine,
Duncan provò a scherzarci sopra.
- Non ti sembra una vera seccatura?-
- Cosa?-
- Questa!- disse indicando lo spazio dell'ingresso dove c'era la
scarpiera. - Tu sei tedesca giusto? Le case dalle tue parti dovrebbero
essere fatte come le nostre, ovvero senza questa...stanzina.-
Asuka sorrise, per la prima volta da parecchi giorni ormai.
- Mah...questi giapponesi dicono che è per una questione di
igiene e comodità, invece poi diventa un vero e proprio
obbligo per tutti!-
- Appunto!- disse Duncan sorridendo a sua volta. - E' una fortuna per
me che fra poco riparto per l'America, sinceramente queste abitudini
iniziano un po' a infastidirmi!-
Asuka abbozzò una risata e Duncan ne fu compiaciuto.
- Prego accomodati- le disse togliendosi la giacca. - Non
c'è troppo spazio qui ma per me che sono da solo
è più che sufficiente. Posso offrirti qualcosa?-
- Un bicchiere d'acqua è sufficiente- rispose Asuka mentre
iniziava a guardarsi in giro.
Duncan armeggiò nel frigorifero della stanza fino a tirare
fuori due bottigliette d'acqua, dopodichè tornò
da Asuka che nel frattempo si era fermata davanti a una foto su uno
scaffale.
- Com'ero bello e giovane eh?- disse Duncan porgendole il bicchiere di
carta.
La foto raffigurava un gruppo di ragazzi al collage con il tradizione
cappello da laurea fra cui ovviamente c'era anche lui.
- Perchè adesso non lo sei più?- rispose Asuka
sorridendo.
- Cosa? Bello?-
La ragazza arrossì di colpo.
- No! Intendevo dire giovane!-
Duncan rimase a fissarla per qualche secondo negli occhi, quasi
rendendosi conto solo ora di quanto bello fosse il loro azzurro. Quel
silenzio mise un po' in imbarazzo Asuka che tornò presto a
guardare la foto.
- Sì lo sono ancora! Volevo fare solo dell'umorismo, ma
evidentemente non ci sono riuscito.-
Portò il suo bicchiedere di plastica vicino a quello di
Asuka e disse . -Beh, chin chin!-
La ragazza rispose al gesto. Quei pochi minuti passati in sua compagnia
le sembravano essere trascorsi quasi in un altro mondo. Duncan era la
prima persona che incontrava da quando era arrivata in Giappone che non
fosse giapponese e tutto di lui, dal suo modi parlare al suo modo di
atteggiarsi le richiamava questo aspetto. E tutto questo lo faceva
sentire un po' più vicino a lei.
I due bevvero in silenzio, dopodichè Ian si sedette sul
divano. - Vieni quì- le disse battendo con la mano il posto
affianco al suo.
Asuka si sedette un po' timorosa, forse per paura che Ian iniziasse
nuovamente a parlare come prima. Nessuno le aveva parlato
così da tanto tempo e lei si era sentita rompere qualcosa
dentro dovendo rispondergli.
- Allora, me lo vuoi dire perchè sei stata assente
così tanti giorni?-
Asuka abbassò lo sguardo, pensando se fosse il caso o no di
dirgli tutta la verità. Ma le parole le vennero fuori senza
quasi neanche volerlo, come se il suo essere uno semi-sconosciuto la
aiutava ad aprirsi come mai aveva fatto.
- Io...sto passando un brutto momento ultimamente. Non so neanche se
resterò ancora in Giappone a lungo...-
Duncan si mostrò stupito.
- Come mai?-
- E' difficile da dire- rispose Asuka alzandosi in piedi e dandogli le
spalle. - Non va bene niente...nè la scuola, nè
il rapporto con Shinji e Misato, nè con la NERV...-
Anche Ian si alzò.
- Io sono venuta qui solo per pilotare l'eva...in questi giorni avrei
dovuto fare un test di sincronia ma so già come sarebbe
andato...ne sarebbe risultato un tasso di sincronia 0 e non sarei stata
più abilitata a pilotarlo.- si fermò un attimo,
pensando che tutti quei termini potevano essere a lui sconosciuti. Si
voltò a guardarlo e lo trovò impegnato
nell'ascoltarla.
- Quindi dovrei tornare in Germania...eppure, se anche quando sono
venuta qui non vedevo l'ora di farlo, ora non me la sento di tornare a
casa....di fare finta che non sia successo nulla. Vorrei ma so
già che non ce la farei...-
- Ehy ehy- le disse Duncan avvicinandosi a lei. La abbracciò
e per un attimo ad Asuka tornò in mente il signor Kaji,
misteriosamente scomparso da qualche giorno. Solo che questa volta non
era lei ad abbracciare un uomo ma esattamente l'opposto. Duncan le
alzò il mento per guardarla bene in faccia e poi le sorrise.
- Non credi di star precipitando un po' le cose?-
Asuka lo fissava ora da vicino nei suoi profondi occhi neri. Sentiva il
battito del cuore accellerarsi e nuovamente le tornarono in mente i
momenti passati con Kaji. Anche se con Ian era diverso, lui la stava
abbracciando e non stava trovando qualche scusa per, al contrario,
allontanarla da sè.
- Sei una ragazza intelligente, ho sentito che sei addirittura
già laureata, non avrai problemi a recuperare qualche
materia insufficiente. Questo test di sincronia di cui parli lo devi
ancora fare no? Non iniziare subito a pensare male, magari l'esito non
sarà quello che tu pensi. Per quanto riguarda Shinji io
credo che ti voglia bene, forse tu non te ne accorgi ma guarda quasi
sempre te quando è in classe.-
Ad Asuka ricominciarono ad uscire le lacrime. Lei, che da quando era
piccola aveva versato pochissime lacrime, sembrava non riuscire a fare
altro da quando era in sua compagnia.
- Sù non piangere- le disse lui, spostando una lacrima con
il pollice. - Facciamo così, iniziamo subito a sistemare la
questione della scuola.- Dicendo questo, la liberò dal suo
abbraccio.
Per Asuka fu quasi un mancamento, si rese conto solo in quel momento
che si era completamente adagiata al suo abbraccio e dovette ritrovare
l'equilibrio per non cadere per terra.
Duncan andò verso un grosso scaffale pieno di libri, li
guardò un attimo dopodichè tirò fuori
un grosso tomo.
- Ecco- le disse porgendoglielo. - Questa è una copia di
quello che avresti dovuto consultare a Neo Tokio 2, mi spiace che tu
non abbia potuto vedere l'originale ma...questo sarà
ugualmente sufficiente.
- Sufficiente...a cosa?- chiese Asuka afferrandolo.
- All'interrogazione di recupero che ti farò! E' compreso
nel mio programma fare ulteriori interrogazioni per migliorare i voti
che ho dato agli alunni che lo desiderano, quindi è tutto
ok. Studierai su questo e poi ti interrogherò,
così non avrai brutti voti da parte mia. Che ne dici?-
Ma ad Asuka le parole non vennero fuori. Si sentì nuovamente
le lacrime uscire dagli occhi ma stavolta si impose di non piangere.
- Anzi, faremo di più quest'oggi.- disse andando verso la
zona cucina della stanza. - Ormai è quasi ora di pranzo, che
ne dici di mangiare qui con me?-
Asuka lo guardò ma prima di poter rispondere Ian la
interruppe. - Ordiniamo cibo italiano, che vabbè non
è il massimo ma è meglio di quello giapponese, e
mangiamo con queste!!- così dicendo tirò fuori da
un cassetto un tovagliolo. Lo pose sul tavolo, lo aprì e ne
tirò fuori diverse forchette e coltelli.
- Eh? Cosa ne dici?-
Asuka non potè che annuire sorridendo.
Ma chi era quell'uomo? Come riusciva a farla ridere e piangere quasi
nello stesso momento?
Questo Asuka non lo sapeva, ma sicuramente le piaceva.
*******
- I miei? Credo che siano la rappresentazione dell'american dream,
insomma...mio padre ama ancora mia madre, hanno una bella casa con un
piccolo giardino, hanno pure il cocker...hanno tutto per poter dire
"anche io voglio diventare come loro"-
- Ma....?- le chiese divertita Asuka.
Duncan mandò giù l'ultimo spaghetto,
dopodichè sorrise. - Ma...l'american dream l'ho sempre
trovato un po' noioso!-
Asuka rise divertita mentre Duncan cercava di chiarirsi. -
Cioè intendiamoci, avere una vita regolata come la loro
è sicuramente una bella cosa, ma io preferisco girare il
mondo per fare il mio lavoro. Lo trovo molto più stimolante.-
- Uh, non stai parlando come un professore adesso!- lo
rimproverò Asuka.
- Ahaha no, effettivamente no-
Duncan si riempì il bicchiere di vino, dopodichè
fece lo stesso con quello di Asuka.
- Ehy basta! Ricordati che devo studiare oggi!-
- Hai ragione...è solo che è così
bello vederti ridere.-
Asuka smise di mangiare. Si rese conto in quel momento che da quando
era arrivato il pranzo non avevano praticamente mai smesso di ridere o
di punzecchiarsi a vicenda, quasi come fossero amici da lungo tempo.
Ogni tanto però, come in occasione di quella battuta, le
sembrava che Duncan le facesse apprezzamenti più adulti di
quelli che le potevano fare i suoi coetanei.
- Non dirmi che ti ho messo in imbarazzo vero?- chiese Duncan
sorridendo.
-...ma figurati!- rispose Asuka svuotando il suo bicchiere.
- Comunque hai fatto bene a citare lo studio. Che ne dici di studiare
qua? Così non mi devi neanche portare via il libro per
sostituirmelo. Fra qualche ora devo tornare a scuola per il pomeriggio,
quindi qua nessuno ti disturberà.-
- Sì...è una buona idea.- rispose Asuka un po'
pensierosa.
- Quando ci eravamo incontrati mi avevi detto che non volevi
più tornare a casa con Ikari e la tua tutrice...l'hai fatto
poi?-
- Sì, in questi ultimi giorni ho dormito a casa della
capoclasse.- disse con un basso tono di voce.
Duncan rise. - Lo sapevo che quel giorno non ti avevo convinta. Io
questa Misato non la conosco, ma Shinji come ti ho già detto
mi sembra un bravo ragazzo. Per quanto tempo pensi di non tornarci ?-
- Mah, vedrò. Effettivamente penso di iniziare a dare
disturbo a Hikari, però di tornare a casa da Misato non ho
proprio voglia.-
Seguì qualche secondo di silenzio.
- Ascolta un attimo...ma è vero quello che mi hai detto
prima su Shinji?-
- Cosa ti ho detto prima?-
- Beh che...lui mi guarda sempre in classe.-
Duncan sorrise e Asuka si sentì incredibilmente stupida per
avergli fatto quella domanda.
- Sì, è proprio vero. Cosa farai ora, ti
dichiarerai a lui conscia che il tuo amore sarà condiviso?-
Duncan si stava divertendo a prenderla in giro.
- Ma...ma...- Asuka era diventata tutta rossa in volto e stava cercando
le parole per rispondergli.
- Suvvia stavo scherzando!- disse Duncan mentre si stava alzando per
raccogliere i piatti. - Chissà chi sarà mai
l'uomo che riuscirà ad avere il cuore della bella Asuka!-
insistette.
- Beh sicuramente non Shinji puoi starne certo!- borbottò
Asuka. Duncan le sorrise e quel sorriso la fece imbarazzare ancora
più della sua stessa domanda. Lo guardò mentre
stava sparecchiando i piatti e le posate con cui avevano cenato e si
chiese ancora una volta come facesse ad aver instaurato con lui un
rapporto simile in così poco tempo.
- Bene, qua ho finito.- disse lui facendola riprendere dai suoi
pensieri. - Mentre scendo butto via tutta questa roba. Tu sentiti come
a casa tua qua ok? Se devi prendere qualcosa dal frigor fallo pure.-
- Grazie...- rispose Asuka alzandosi. I due si ritrovarono l'uno
davanti all'altro pronti a salutarsi. Per un solo attimo ad Asuka venne
in mente che avrebbe anche potuto baciarlo per salutarlo, ma quando lui
le fece un cenno e si allontanò verso la porta si
sentì nuovamente incredibilmente stupida ad averlo pensato.
Duncan uscì e si chiuse la porta alle spalle.
Asuka, rimasta sola nella stanza, pensò
"Però...mi piace".
|
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Capitolo 6 *** La gioia di amare ***
La serata seguente allo "scontro" a scuola fra Ian e Asuka, la ragazza
a casa di Horaki stava preparando le valigie.
- Sei sicura di voler tornare da Misato e Shinji? Guarda che io non ho
problemi ad ospitarti qua...-
- Sono sicura, e poi non eri tu che mi incitavi a tornare a casa?-
- Sì ma...vi siete chiariti?-
Asuka finì di riempire la valigia, chiuse la cerniera lungo
tutta la lunghezza dopodichè si sedette sul letto insieme
all'amica.
- Con Misato sì, ieri in pausa pranzo. Ho dovuto chiamare
anche Ian per convincerla che non sono scappata dalla scuola ma sono
andata a casa sua a studiare.-
Ad Horaki comparve un largo sorriso.
- Ah siamo arrivate a chiamarlo per nome eh?-
Asuka sorrise ma non rispose e questo diede l'opportunità ad
Horaki di continuare. - Non dici niente! Ma allora è vero!!
Mi devi dire assolutamente cosa avete fatto ieri quando siete andati
via insieme!-
Asuka accavallò le gambe sul letto e poi iniziò a
parlare. - Niente che non ti abbia già raccontato...quando
poi è tornato alla sera mi ha chiesto se avevo fatto in
tempo a studiare perchè il libro non me lo avrebbe dato per
un altro giorno, visto che anche voi lo avete potuto consultare solo
per poche ore. Poi mi ha chiesto se volevo essere riaccompagnata da te
e io ho accettato.-
- Ma tu guarda che confidenza!! Quando ieri ti ha chiamata per
interrogarti io ho pensato che ti odiasse pensa un po' tu!-
Asuka abbassò leggermente lo sguardo imbarazzata. - L'ho
pensato anche io...ma poi mi ha detto che era l'unico modo per...beh
insomma, per convincermi a parlare con lui. Ed effettivamente credo che
non mi sarei mai avvicinata così tanto se non mi avesse
trattata così.-
Horaki rise di quanto le aveva appena detto e ritornò a
darle gomitate sulle spalle. - Allora abbiamo finalmente trovato il
punto debole della nostra Asuka! Bisogna che gli uomini la trattino
male per avere le sue attenzioni!-
- Ma no!- urlò indispettita Asuka. - Al contrario...Ian
sembra tenerci a me, mi ha dato un sacco di consigli...anche per quanto
riguarda la NERV, se torno a casa da Misato possono organizzare un
nuovo test di sincronia...magari il mio tasso è tornato a
valori normali, chissà....credo valga la pena di tornare.-
- E fai bene!- disse compiaciuta Horaki. - Ricordati solo che casomai
dovessi avere ancora bisogno di me, io sono qua!-
- Ti ringrazio, Horaki.- disse con tono serio Asuka.
- E di che- le rispose lei con lo stesso tono.
Le due ragazze si abbracciarono con affetto.
*******
L'ascensore si aprì e Misato e Asuka uscirono dirigendosi
verso la porta di casa.
- Shinji è già qui?- chiese la ragazza.
- Sì, è già rientrato.-
Era tutto il giorno che Asuka pensava a cosa avrebbe detto a Shinji
appena lo avrebbe incontrato fuori dalla scuola. Non riusciva a non
pensare a quello che gli aveva detto Duncan a proposito del fatto che
"la guardava in continuazione" e provava uno strano piacere a pensare
che fosse vero. Di ragazzi che la fissavano per la sua bellezza ne
aveva sempre avuti molti, ma pensare che fosse Shinji a farlo...la
gratificava maggiormente.
Entrarono in casa e il ragazzo le stava aspettando seduto su una sedia
in cucina. Dal profumo che le accolse capirono che aveva già
preparato la cena, un bel gesto considerando che Misato era stata alla
NERV tutto il giorno e che Asuka era andata a casa Hikari per
recuperare tutte le sue cose.
- Bentornate....- disse Shinji sorridendo.
- Ciao Shinji. Ma che bel profumino che c'è quì!
Cosa hai preparato di bello?- chiese Misato allontanandosi e andando a
vedere vicino ai fornelli. La realtà era che voleva
lasciarli per un attimo soli e prese una scusa qualsiasi per
allontanarsi.
- Ciao Asuka...- disse dobolmente Shinji.
- Beh? E' tutto quello che hai da dire?- lo incalzò lei.
- Co..cosa intendi?-
- Sono stata via cinque giorni e ora che sono tornata l'unica cosa che
hai da dirmi è "ben tornata"? Pensavo fossi più
felice di rivedermi!-
- Ecco io...- ma il ragazzo non riuscì a finire la frase che
Asuka si era già allontanata. Una volta entrata in camera
sua chiuse la porta scorrevole e si mise a ridere pensando alla faccia
di Shinji.
"Che quello stupido sia veramente innamorato di me? Ah! Ne devo proprio
parlare a Ian di questa cosa!"
- Asuka guarda che è pronto!- sentì urlare dalla
cucina Misato.
- Sì arrivo, appoggio solo le mie valige.-
Riaprì la porta e si trovò davanti Shinji. - Vuoi
una mano a riportare le tue cose in camera?-
Asuka lo guardò sorridendogli, sorriso che lo mise in
estremo imbarazzo. - Sì, dammi una mano Shinji. Te ne sarei
grata.-
Il ragazzo l'aiutò come promesso, dopodichè si
misero tutti insieme a mangiare. A tavola parlarono del più
e del meno, senza mai andare sull'argomento che aveva portato Asuka ad
allontanarsi in quei giorni. Erano discorsi per lo più senza
grande spessore, ma era bello poter parlare così tutti
assieme. Un tale momento di spensieratezza lo avevano sfiorato solo nei
primi giorni in cui vivevano insieme.
- Ok ok mi arrendo, siete in due contro uno!- rise Misato all'ennesima
frecciatina acida di Asuka sulla sua capacità di cucinare.
Risero tutti e tre, dopodichè il volto di Misato divenne
serio.
- Ragazzi...c'è una cosa importante che vi devo dire. Oggi
ho parlato con il comandate Ikari e mi ha riferito che da domattina il
servizio di sorveglianza nei vostri confronti sarà cessato.-
- Cooosa?- chiese Asuka insospettita.
- Lo so che è assurdo interromperlo anche se ancora non
sappiamo cos'è successo ma...il comandante ha voluto
così. Lui sostiene che se doveva succedere qualcosa
di...brutto, beh, sarebbe già dovuto succedere. Quindi ha
deciso di interrompere tutto.-
Misato guardò Shinji per vederecome l'avesse presa ma il
ragazzo si limitò ad abbassare il volto.
- Spero che questo non vi faccia sentire meno sicuri ad andare a
scuola.-
- Mah, per me è uguale.- rispose sfrontata Asuka come al
solito. Shinji invece non disse niente.
- Ah a proposito! Giacchè da domani non saremo
più controllati posso andare a farmi una vacanza con il
professor Duncan!-
- Cosa?- rispose Misato posando la lattina di birra.
- Giusto ieri mi diceva che gli sarebbe piaciuto passare il weekend con
me da qualche parte ma io ho risposto che non potevo allontanarmi
troppo per via degli uomini di guardia...se ora non ci sono
più, non dovrebbero esserci più problemi!-
Misato la guardò sospettosa. Un tale comportamento avventato
non era tipico di Asuka e inoltre l'entusiasmo con cui l'aveva detto
era decisamente strano. Perchè quell'uomo le aveva chiesto
un fine settimana con lei? E soprattutto perchè le stava
dando così tante attenzioni?
- Ricordati che non puoi ugualmente allontanarti troppo.- rispose
fredda Misato.
- Certo certo lo so bene! Allora? Posso allontanarmi di poco per il
weekend?-
- Va bene. Sappi però che Ritsuko sta realizzando un nuovo
nucleo per lo 02 per cercare di favorire il tuo tasso di sincronia,
quindi è probabile che presto dovrai fare dei test con la
tua unità eva. Tienti pronta.
- Ok perfetto!- Asuka sorrise soddisfatta.
Shinji la guardava dubbioso, non aveva mai visto Asuka così
euforica. Piena di sè sì, lo era sempre stata. Ma
mai così...piena di felicità.
- Bene ragazzi, tu Shinji hai preparato da mangiare quindi fai pure
quello che vuoi e tu Asuka devi tirare fuori tutta la tua roba dalle
valigie...quindi andate pure che ai piatti ci penso io.-
- Va benissimo!- esclamò Asuka alzandosi velocemente dal
tavolo. - Buonanotte!-
Corse verso la sua stanza e ci entrò scomparendo dalla vista
di Shinji e di Misato.
Il ragazzo guardò la sua tutrice con uno sguardo fra il
triste e lo spaventanto e Misato dovette faticare non poco per non
ridegli in faccia. "Questo ragazzo è innamorato...guardate
che faccia che ha adesso..." I due si fissarono per qualche secondo,
dopodichè Misato decise di parlare. - Che c'è
Shinji?-
- Io...ecco...è che...- Shinji era incapace di trovare le
parole giuste per spiegare cosa provava e Misato se ne accorse subito.
- Sù Shinji non fare così. Vedrai che
andrà tutto bene- gli disse cercando di sorridergli. Shinji
capì che Misato aveva compreso esattamente quello che
provava e se ne vergognò. Rimase seduto ancora per qualche
minuto, dopodichè andò anche lui in camera sua.
Nel frattempo Asuka aveva preso in mano il suo cellulare e stava
chiamando Duncan.
Il numero squillò per molto prima che il professore
rispondesse.
<< Asuka?>>
<< Sì ciao Ian! Ho una buona notizia, Misato
mi ha appena detto che possiamo fare quella gita di cui parlavi ieri!
Non è una bella notizia?>> chiese piena di
entusiasmo.
<< Sì lo è ma ora ti devo lasciare,
è in corso una riunione.>>
<< Una riunione a quest'ora della sera? Ma di cosa state
parlando?>> chiese Asuka mettendosi seduta sul letto.
<< Di cose molto importanti Asuka. Comunque sono felice,
sul serio. Ne parliamo domani a scuola in pausa pranzo va bene? Ora
devo proprio riagganciare. Buona notte.>>
Asuka fece giusto in tempo a rispondere << anche a
te>> che sentì la chiamata terminata.
Guardò il monitor del cellulare un po' pensierosa,
dopodichè lo spense e si sdraiò nuovamente sul
letto.
"Una riunione a quest'ora? Che strano...e poi parlava sottovoce come se
non si volesse far sentire...ma dove cavolo era? Mah...domani glielo
chiederò."
*******
Le ore di quella mattina per Asuka sembravano non finire mai. Aveva
voglia di incontrare Ian e di parlare con lui della loro gita e non
riusciva minimanente a concentrarsi sulla lezione.
Quando finalmente fu ora di pranzo, la ragazza cercò il
professore per tutta la scuola trovandolo infine nel suo ufficio.
Entrò di corsa ma si accorse solo quando l'aveva
già salutato ad alta voce che era al telefono.
<< Ok ok, i will. Goodbye.>>
Asuka si sedette lentamente per non disturbare ulteriormente la
telefonata ma Ian chiuse immediatamente la conversazione.
- Una chiamata dall'America? I tuoi genitori?-
- Asuka ti sarei grato se bussassi prima di entrare nel mio studio. Qua
non siamo a casa mia dove puoi fare tutto quello che vuoi- rispose
freddo Duncan.
La ragazza rimase a guardarlo colpita dal suo tono,
dopodichè rispose - Sì...hai ragione. Scusa.-
Duncan spense il cellulare e lo mise via in un cassetto del comodino.
Si sforzò di mostrare un sorriso, dopodichè con
un tono molto più cordiale le parlò. - Allora, mi
dicevi ieri che la tua tutrice ti ha dato l'ok per partire domani. E'
così?-
Asuka riacquistò il buon umore immediatamente. -
Sì! Possiamo andare dove vogliamo, basta che non ci
allontaniamo troppo. Ma a proposito...non mi hai detto dove mi vuoi
portare!-
Duncan le sorrise. - Non te l'ho detto perchè voglio che sia
una sorpresa. Ti dico solo una cosa, portati il costume da bagno.-
- Ok! Mi vieni a prendere che ora?-
- Presto, visto che dobbiamo fare un po' di strada. Ora scusami ma devo
prepare le ultime cose per la settimana prossima visto che questo
weekend sarò via con te.-
- Va bene! Vado!-
I due si alzarono contemporaneamente e si ripetè lo stesso
momento di imbarazzo di quella prima volta nella stanza d'albergo dove
nessuno dei sue sapeva come comportarsi.
- Beh...ciao.- disse con un filo di voce Asuka. Le venne quasi naturale
sporgersi verso di lui, ma Duncan rimase fermo. Seguì un
lunghissimo secondo di imbarazzo per entrambi, dopodichè
Asuka ripetè il saluto e fece per uscire.
- Asuka aspetta- la chiamò lui.
"Al diavolo la differenza d'età" pensò Ian e
girò attorno alla sua scrivania raggiungendo la ragazza. La
strinse forse a se in un abbraccio, proprio come aveva fatto quel
giorno nella sua stanza d'albergo, le portò una mano al
volto anzandoglielo delicatamente e poi la baciò.
Fu un bacio intenso ma breve, Duncan si scostò dalle sue
labbra delicatamente, guardandola dritta nei suoi occhi blu. Asuka lo
fissava senza dire niente, completamente persa nelle sensazioni di quel
momento.
- Dovremmo imparare a farlo ogni volta che ci salutiamo.- le disse
dolcemente Duncan.
- S...sì...lo penso anche io- balbettò Asuka.
- Ora vai....ci vediamo domani.-
- S...sì....ci vediamo domani- ripetè Asuka
ancora stretta nel suo abbraccio.
Duncan si scostò leggermente e le aprì la porta.
La ragazza abbozzò un sorriso e uscì euforica
dalla stanza.
"Mi ha baciata!!!" continuava a ripetersi. Si sentiva incredibilmente
felice come mai lo era stata. Neanche le soddisfazioni più
grandi che aveva avuto in quei suoi quattordici anni di vita potevano
in qualche modo pareggiare quella sensazione. Sentiva una gran voglia
di parlarne a qualcuno ma pensò che Horaki non era la
persona più giusta. Misato neppure perchè non
sembrava approvare il fatto che lei uscisse con quell'uomo e Rei...beh,
non la considerava nemmeno.
Dal momento di euforia in cui era passò velocemente a
rendersi conto che in quella città non conosceva quasi
nessuno. E per la prima volta in vita sua si rese conto che non dover
contare su nessuno in realtà voleva solamente dire essere
sola, incredibilmente sola.
Ma si fece coraggio immediatamente, cercando di scacciare questi
pensieri tristi dalla sua mente.
Ora voleva sentirsi solamente felice, ora che finalmente aveva trovato
qualcuno che aveva dimostrato chiaramente di amarla.
*******
- Ok io vado! Ci vediamo stasera! Ciao!- Asuka si chiuse la porta alle
spalle e corse giù dalle scale. Non aveva neanche aspettato
la risposta di Shinji e Misato, ma già il fatto che li
avesse salutati prima di uscire era una cosa sorprendente.
Raggiunse in pochi secondi il piano terra e trovò Duncan
fermo ad aspettarla. Ian la guardò scendere gli ultimi
gradini con quel suo vestitino leggero che ad ogni sobbalzo si alzava
di poco e non potè non sentirsi gratificato dal perfetto
sorriso che le fece quando lo vide. Asuka, nonostante i suoi
quattordici anni, era già estremamente attraente.
- Ciao!- le urlò lei buttandogli le braccia la collo.
- Ciao a te! Come eravamo rimasti di salutarci l'ultima volta?- le
chiese lui stringendola.
- Uhm...così?- e lo baciò. Un bacio forte, anche
migliore di quello provato il giorno precedente.
Quando i due allontanarono le loro labbra, Ian sorrise e disse -
Uhm...non me lo ricordo sai? Prova di nuovo a mostrarmelo!- e i due si
baciarono nuovamente.
- Sì era proprio così! Grazie!- le diede uno
schiaffetto sul fondoschiena e le disse di entrare in macchina. - Ti
aspetto da quasi un quarto d'ora, ormai siamo in ritardo!-
Asuka gli fece la linguaccia, dopodichè appoggiò
la sua borsa sui sedili posteriori e si sedette affianco a lui.
In macchina parlarono di tutto, principalmente della differenza fra il
Giappone e gli stati da dove venivano, ma parlarono soprattutto molto
di loro due, dei loro desideri futuri e della qualità della
loro vita oggi. Duncan sentì di aver sbagliato argomento
soltanto una volta, quando parlando dei loro genitori finì
per chiedere della madre di Asuka. Notò in lei un'improvvisa
tristezza ma fu abile nel cambiare subito argomento.
Dopo un paio di ore di macchina arrivarono al porto di Neo Tokio 3 e
lì parcheggiarono la macchina.
- Oh certo, da qua si vede sicuramente l'oceano! E' per questo che mi
hai detto di portare il costume? Per farmi fare il bagno in mezzo alle
navi?- chiese ironica Asuka.
- Vedrai, ragazza di poca fede! Fra pochi minuti sarai qua ai miei
piedi a chiedermi scusa!-
- Ah! Asuka Soryu Langley non chiede mai scusa a nessuno! Sappilo!-
I due si avviarono verso gli yacht e Asuka iniziò a intuire
cosa avesse in mente. Dopo averne passati un bel po' Duncan si
fermò davanti a uno fra i più grossi.
- Prego, sali!- le disse lui ostentando un sorriso compiaciuto. Asuka
lo guardava strabuzzando gli occhi.
- Qu...questo è tuo?-
- Ehehe no, non è mio. Ma è di un mio caro amico
che ha deciso di lasciarcelo per questa giornata. Quindi per oggi
è tutto nostro.-
- Non ci credo!- disse Asuka avvicinandosi alla scaletta. - ma dici sul
serio?-
- Sono serissimo- le disse lui abbracciandola da dietro. - Sei
contenta?-
- E me lo chiedi anche! Certo che lo sono!- si girò e lo
baciò. Ormai era un gesto che le era diventato naturale. - E
ora fai partire quest'affare e portami lontano da qui!-
- Sìssignora!- rispose lui sorridendo.
Mentre salivano a bordo Asuka non potè non notare il nome
sulla fiancata. - Ma che razza di nome è Vitangelo Moscarda
per uno yacht?-
- Ah non lo so, non chiederlo a me. Come ti ho detto non è
mio.- poi aggiunse. - Purtroppo!-
All'interno il lusso sembrava risiedere ovunque. C'era una camera da
letto enorme con tanto di bagno gigantesco, una stanza ammobiliata come
un soggiorno comprensiva di un divano in pelle e i climatizzatori erano
presenti in tutte le stanze.
- Oh mio Dio, qua è più bello che a casa di
Misato!- disse Asuka guardandosi in giro.
- Già, anche della stanza dove abito adesso io se
è per quello.-
- Ma chi è questo tuo amico? L'uomo più ricco del
mondo?-
- Diciamo più che altro che mi doveva un favore e
così si è sdebitato.-
Passarono per la camera da letto matrimoniale e entrarono nel bagno.
- Questo bagno è grosso quanto tutta camera mia- disse Asuka
prendendo le misure ad occhio. - C'è anche la doccia dei
ricchi con le pareti trasparenti! Ah!-
Duncan la guardava divertita. Era evidente che non aveva mai visto uno
yacht in vita sua ed era felice che la sua reazione fosse quella.
- Bene, giacchè sei già in bagno ti lascio,
così puoi cambiarti. Io intanto vado su e vedo come si fa a
muovere questo bestione, ok?-
- Ok!- poi aggiunse. - Ah aspetta!- gli si avvicinò e lo
baciò. - Questo è per la bella sorpresa!- Duncan
ricambiò il bacio dopodichè risalì in
coperta.
Asuka tirò fuori il costume da bagno dalla sua borsa
dopodichè entrò in bagno e si cambiò.
Si guardò attorno per notare meglio i particolari e
sentì che la barca iniziava a muoversi. Guardò
fuori dal finestrino e vide che la riva si allontanava lentamente.
Uscì dal bagno e passò nuovamente davanti al
letto matrimoniale. Sorrise per un attimo, dopodichè
tornò sù anche lei.
Trovò Duncan anche lui in costume da bagno con una strana
camicia gialla con le palme verdi sopra disegnate.
- E' orribile quella camicia!- lo rimproverò Asuka
sorridendo. Duncan si girò accorgendosi della presenza di
Asuka e la ragazza vide che la camicia non era abbottonata sul davanti.
- Apperò, che fisico!- aggiunse. "Ma come fa ad avere degli
addominali così?" pensò. Lo abbracciò
dicendogli - ma quando lo trovi il tempo per andare in palestra? I
professori della 2-A sono tutti vecchi e pieni di ciccia.-
- Eh, questo è un segreto- rispose lui.
- Ok allora non indagherò oltre! Come va qua?- chiese Asuka
indicando la console dei comandi.
- E' tutto sotto controllo! Pensavo fosse più complicato e
invece è tutto chiaro. Vuoi andarti a sdraiare al sole
mentre ci allontaniamo? Poi potremmo farci un bagno e poi mangiare. Ti
va?-
- Certo che mi va!-
La ragazza corse a sdraiarsi a prua dove Ian le aveva lasciato uno
stendino per prendere il sole.
Ci volle quasi un ora prima che si allontanarono definitavemtente dal
porto.
Ian raggiunse Asuka che era ancora sdraiata. L'immagine di quella
bellissima ragazza dai capelli rossi con la pelle così
chiara sdraiata in costume da bagno sul suo yacht lo faceva sentire
stranamente senza il controllo della situazione. Non riusciva a
sentirsi completamente sciolto con lei, era come se quella ragazza
l'aveva catturato oltre quanto lui stesso avesse pensato.
Si avvicinò a lei e la baciò.
- Allora? Come si sta?-
- Aaah è una meraviglia!- rispose Asuka alzando gli occhiali
da sole. - Non è che puoi chiedere a quel tuo amico di
prestarti questa barca tutti i weekend vero?-
Risero all'unisono.
- Forza ragazzina poche chiacchiere! Ti voglio vedere nuotare come un
pesciolino!- detto questo, Ian si tolse la camicia e si
lanciò direttamente in mare. Asuka si affacciò
dal bordo da cui si era buttato e aspettò che ritornasse a
galla.
- Ehy! Ma qua non dobbiamo fare niente? Cioè non devi
gettare l'ancora o roba del genere?-
- Ma no vieni! Non ti preoccupare!-
- Va bene!- Corse ad appoggiare gli occhiali, dopodichè
ripetè il tuffo di Ian. Quando risalì a galla lui
le era affianco.
- Ma è freddissima l'acqua!! Me lo dovevi dire!-
I due si abbracciarono. - Se hai tanto freddo ci penso io a
scaldarti...- le disse Duncan baciandola. Questa volta il bacio fu
molto più appassionato dei precedenti, i due si strinsero
forte l'uno contro l'altra e Ian fece scorrere la sua mano su tutta la
schiena di lei, fino ad arrivare sui suoi glutei e sulle sue cosce.
- Ehy...io vorrei anche nuotare...- riuscì a dire lei dopo
essersi separata da lui.
- Ok, continuamo dopo allora.-
Asuka si spinse lontano da lui e iniziò a nuotare. Quel
letto matrimoniale e quella sua battuta le avevano chiarito quali
fossero le intenzioni del professore e nonostante non potesse non
pensare alla diversità d'età non poteva non
sentirsi eccitata all'idea che potesse accadere.
D'altra parte, in quel momento era proprio tutto perfetto, anche
l'acqua non sembrava più tanto fredda dopo un po' che aveva
iniziato a nuotare. Il sole che aveva preso prima era caldo e
piacevole, ora l'acqua era estremamente rilassente e una volta tornati
sullo yacht avrebbe mangiato chissà quali
leccornie...insomma, se proprio doveva succedere, quello era
sicuramente il giorno perfetto.
Duncan la fece nuotare tranquilla da sola, visto che aveva intuito che
lei aveva già capito quali fossero le sue intenzioni. "E
pensare che ha solo quattordici anni...Dio...mi sento una merda" ma
nonostante questi pensieri non riusciva a distogliere lo sguardo da
quella bellissima ragazza che prima si allontanava da lui e poi si
riavvicinava.
Fecero un bagno molto lungo e il primo a risalire fu Ian. Asuka lo
seguì solo dopo e appena tornò sulla barca
trovò il professore pronto con un asciugamano ad accoglierla.
- Come si stava bene...sarei rimasta lì dentro ancora per
ore!-
- Prima di sera ne facciamo altri dai!- rispose lui sfregandole le
braccia infreddolite.
Quando Asuka finì di asciugarsi e gli porse la salvietta,
uno strano silenzio cadde fra di loro. Ian decise di interromperlo
baciandola, iniziando a toccarla maggiormente esattamente come aveva
fatto prima in acqua.
- Ehy Ian- disse Asuka staccandosi con non poca difficoltà
dalle sue labbra. - Io ho già avuto le mie prime cose
quindi...ecco...se lo vogliamo farlo dovremmo...-
- Stai tranquilla, ho pensato a tutto.- gli rispose lui accarezzandole
il viso. - L'importante è che tu non ti senta costretta e
che lo voglia veramente.-
- Sì...- disse lei assumendo per un attimo uno sguardo
triste. - E sai perchè lo voglio? Perchè per la
prima volta in vita mia mi sento...realmente...felice- le lacrime le
uscirono involontariamente dagli occhi.
- Ehy ehy...che c'è?- Ian non capì il motivo del
suo repentino cambio di umore.
- No è solo che...stare con te mi ha fatto capire tante
cose...di me. E sono cose che non volevo ammettere...ma che sono
realtà purtroppo. Io ho sempre desiderato riuscire a
cavarmela da sola in qualsiasi situazione, ho sempre cercato con tutte
le mie forze di riuscire a fare qualsiasi cosa senza chiedere l'aiuto
di nessuno a meno che proprio non potessi fare altrimenti...e quando
finalmente ci sono riuscita, mi sentivo felice...sentivo che ero
diventata veramente quello che volevo diventare. Invece stando con te
ho capito che la mia indipendenza invece era solo solitudine, mi ero
allontanata da tutti pensando che fosse la cosa giusta....e ora che sto
capendo cosa mi succede non riesco quasi a crederci.-
Ian rimase ad ascoltarla turbato, non pensava che quella ragazza
potesse avere realmente quei problemi.
- Asuka...non è che stai esagerando? Avrai anche passato un
momento difficile ma io non credo che...- ma la ragazza lo interruppe.
- Lascia stare Ian, sul serio. Non dovevo neanche dirti tutte queste
cose, tu stai facendo così tanto per me. Baciami ora, e
amiamoci. Non desidero nient'altro....- e così dicendo le
buttò le braccia al collo. Si baciarono intensamente,
dopodichè scesero al piano della camera da letto e
lì fecero l'amore per la prima volta.
Asuka non poteva essere più felice di come stavano andando
le cose con Ian, ma uno squillo di cellulare interruppe quella magica
armonia che si era creata.
- Uhmmm...lascia stare-
- No, questo non è il cellulare della scuola, è
il mio privato.-
- E vabbè...dai rimani qui...-
- No, devo rispondere.- disse Ian spostando delicamente la testa di
Asuka dal suo petto.
La ragazza rimase a guardarlo alzarsi e risalire al piano superiore,
quindi si lasciò cadere nel letto. "Come può
essere una chiamata più importante di me?" si chiese
imbronciata.
Aspettò qualche minuto dopodichè finalmente Ian
ridiscese. Si mise a letto vicino a lei e la invitò a
riappoggiarsi sul suo petto per risposare un po', ma Asuka era
contrariata. - Chi era?-
- Roba noiosa...ho dovuto rispondergli male.-
- Ma chi era?-
- Lasciamo perdere, veramente. Non vuoi riposarti un po?-
Asuka era contrariata dal fatto che Ian facesse di tutto per non
risponderle, ma quella giornata era troppo bella per decidere di
rovinarla con troppa insistenza.
- No, mi è venuta fame. C'è qualcosa da mangiare
su questo catorcio di barca?-
Ian sorrise felice di sentire che Asuka non se l'era presa troppo. -
Possiamo andare a vedere...qualcosa che ti piace dovremmo trovarla!-
I due si baciarono di nuovo, si vestirono e andarono insieme a mangiare.
*******
Asuka si stirò i muscoli sbadigliando. Ormai sera, mancava
solo mezz'ora di strada per tornare a casa.
- Che giornata fantastica.- disse guardando Ian. Lui le
passò una mano sulla gamba e le sorrise.
- Sono felice che ti sia divertita. Che ne dici se stanotte vieni a
dormire da me?-
- Seee lo so io cosa vorresti fare tu stanotte! E chi si sveglia poi
domani per andare a scuola?- rispose ridendo lei.
- Già...hai ragione anche tu.- I due approfittarono di un
semaforo rosso per baciarsi.
- Fra l'altro, domani pomeriggio non ci sarò neanche. Ho un
appuntamento nella vecchia Neo Tokio 2 nel primo pomeriggio, quindi non
ci potremo vedere. Tornerò di sera tardi, magari se ce la
faccio ci possiamo vedere anche solo per una passeggiata.-
Asuka non riuscì a nascondere la propria delusione.
- Ma come? Già ti allontani? Cosa ci devi andare a fare a
Neo Tokio 2?-
- E' solo per mezza giornata Asuka, torno nella stessa giornata. Non
fare così.-
Quella non era la prima volta che Duncan evitava di rispondere
direttamente alle sue domande, ma Asuka era troppo innamorata per
arrabbiarsi di questo fatto.
Il professore la riaccompagnò proprio davanti a casa e
l'aiutò a recupeare la sua borsa.
- Grazie per essere stata con me oggi- le disse con lo sguardo
più dolce che potè manifestare.
- Grazie a te per avermi invitata- bisbigliò Asuka.
Un altro bacio e poi Duncan si allontanò in macchina.
"Quanto ti amo..." pensò Asuka.
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Capitolo 7 *** L'attacco dell'angelo ***
"Ah! Che bello poter camminare per strada senza avere una guardia della
NERV sempre addosso che mi spia ovunque vado!"
Asuka camminava tranquillamente verso scuola, era ben conscia del fatto
che anche alzandosi così presto non era per niente detto che
sarebbe riuscita ad incontrare Ian, ma da quando stavano insieme lei
cercava sempre di arrivare a scuola prestissimo per incontrarlo.
Anche quella mattina le andò male, riuscì a
vederlo di sfuggita entrare di corsa nella sala riunioni professori
dopodichè iniziò anche per lei l'orario
scolastico e dovette rinunciare all'idea di potergli parlare.
Seguì le lezioni del mattino controvoglia, sapeva che Duncan
sarebbe dovuto partire nel primo pomeriggio e che quindi per tutta la
giornata non l'avrebbe potuto vedere.
Si guardava annoiata intorno e si stupì di quante cose
riusciva a notare da quando stava con lui. In particolare le emozioni
delle altre persone, ora le sembravano tutte molto più
chiare.
L'allieva modello, tanto per cominciare. Il suo modo di fare sempre
così solitario, osservato con un occhio più
attento, si rilevava essere una continua attesa per qualcosa che non
succedeva mai. Era come se Rei aspettasse continuamente qualche
avvenimento che le cambiasse la vita, anche se poi non si attivava mai
in prima persona per far sì che ciò accadesse.
Si stupì di se stessa per quello che provava, ma ormai lo
doveva ammettere, iniziava a provare pena per quella ragazza.
Non da meno era la sua amica Horaki, sempre allegra e cordiale con
tutti ma cambiava completamente stato d'animo quando guardava Toji. Il
non riuscire a confessargli i suoi sentimenti, e ancor di
più avere la certezza di non essere ricambiata, la faceva
diventare incredibilmente triste.
E poi c'era Shinji, che da quando Ian le aveva detto quella cosa sugli
sguardi, ogni volta che lei si voltava lo trovava effettivamente sempre
lì a fissarla. Per poi girare subito la testa una volta che
lo aveva visto.
La realtà ora le pareva chiara: amare non le dava solo
benessere mentale, ma la apriva anche alla comprensione delle altre
persone. Era come se la comprensione degli altri le era stata possibile
solo dopo essersi compresa lei stessa, capendo i suoi limiti e i propri
modi per essere felici.
Fra un pensiero e l'altro, arrivò la pausa pranzo.
Asuka cercò nuovamente di avvicinare il suo professore, ma
riuscì solamente a salutarlo dalla finestra mentre lui si
allontanava in macchina.
Cercò di consolarsi andando a mangiare con la capoclasse e
le altre ragazze, quando poco dopo aver finito i loro pranzi
vide correre via sia Shinji che Rei. Li raggiunse di corsa e chiese
loro cosa stava succedendo.
- Un allarme! Un angelo è in città! Dobbiamo
andare alla base!- urlava Shinji mentre correva dietro a Rei.
"Già...ormai a me non chiamano più per difendere
Neo Tokio 3..."
Alla questione NERV Asuka non aveva ancora pensato. Si era ripromessa
di parlare alla dottoressa Ritsuko per chiederle una mano a recuperare
il proprio tasso di sincronia, ma ora le sembrava troppo tardi.
Sentì urlare dalle finestre il suo nome, era Horaki e le sue
compagne che la invitavano ad andare con loro nei rifugi.
Corse nella loro direzione e si precipitarono tutti, alunni e
professori, al raduno più vicino. "Ecco, così
vedo come si sta a stare dall'altra parte" pensò.
Mentre stava scendendo le scale per arrivare alla struttura adeguata
sentì parlare due ragazze a proprosito dell'attacco che
avevano sentito.
- Dove hai detto che è stato avvistato l'angelo?- chiese
Asuka afferrando per un braccio la ragazza che stava parlando con la
sua amica.
- Aia mi fai male!- cercò di dire lei liberandosi dalla sua
presa.
- E' importante! Ti prego!- insistette Asuka.
- Ok...ho sentito che è stato avvistato molto a ovest di Neo
Tokio 3, proprio sopra l'autostrada.-
Asuka rimase impietrita.
"Proprio sopra l'autostrada..." guardò immediatamente
l'orologio.
Era passata solo poco più di un ora da quando Duncan era
andato via da scuola. Il tempo di tornare in albergo, di farsi una
doccia e di mettersi in macchina non gli consentivano di essersi
già allontanato da Neo Tokio 3. Anzi, razionalmente parlando
era altamente possibile che fosse proprio incolonnato nella fila di
macchine che caratterizza sempre l'autostrada della capitale.
E da lì a poco proprio sopra quel tratto si sarebbe
scatenato l'inferno. Asuka lo sapeva bene, quando c'era un angelo in
città non si badava a nulla. L'unico obiettivo era quello di
farlo fuori, non si dava priorità a nient'altro.
"Maledizione" pensò. Doveva parlare con Rei e con Shinji per
dire loro di spostare la battaglia il più lontano possibile
dall'autostrada, ma sicuramente nè uno nè l'altra
ne sarebbero stati capace.
Asuka strinse i pugni.
Lei non si poteva arrendere così, non era nella sua natura.
"Ok...vediamo se veramente non si attiva più
quell'affare..." pensò iniziando a correre.
Da quando li aveva lasciati ad ora erano passati non più di
quindici minuti, questo significava che attualmente si stavano
preparando ad uscire con gli eva. O per lo meno Rei, visto che
l'unità 01 dopo quello che aveva combinato contro l'ultimo
angelo era finito sotto la giurisdizione del comandante Ikari che non
sembrava avere voglia di tornare ad usarlo molto presto.
Mentre correva a perdifiato alzò per un attimo la testa e
dovette fermarsi. "Angelo avvistato ad occhio nudo..." proprio davanti
a lei sospeso nel cielo c'era il sedicesimo angelo. Si manifestava come
un fascio di luce di forma circolare, in continuio movimento su
sè stesso. Manteneva stranamente la sua posizione, come se
fosse in attesa di qualcosa.
Asuka ricominciò a correre verso la base della NERV, quando
arrivò a circa metà strada sentì un
forte rumore metallico seguito da un leggero tremolio del terreno. Lo
00 comparve alla sua vista.
Asuka si fermò ancora, un po' per riprendere fiato un po'
per vedere come se la cavava Rei.
L'evangelion blu rimaneva fermo con il Positron Rifle in mano,
probabilmente attendendo l'attacco dell'angelo.
Ricominciò a correre nella speranza che i due si studiassero
ancora il più a lungo possibile per permetterle di arrivare
in tempo alla NERV, ma purtroppo le sue speranze non vennero
accontentate.
Il cerchio di luce si aprì in un punto e una delle due nuove
estremità creatasi si lanciò dritta verso
l'unità 00. Rei provò ad attivare il suo AT Field
ma ormai era troppo tardi, l'angelo gli era già addosso e
riuscì a penetrarlo facilmente colpendola in pieno stomaco.
Asuka rimase esterrefatta osservando quanto facilmente l'angelo l'aveva
colpita. Ciò che stava succedendo era poi ancora
più allarmante: l'angelo rimaneva incastrato nell'addome
dello 00 e pareva non muoversi più. Nel punto in cui si era
inserito iniziarono a comparire delle strane forme venose che si
riproducevano velocemente su tutto il corpo dell'eva.
"Mio Dio....ma che le sta facendo?" si chiese terrorizzata Asuka.
Lo 00 sembrò riprendersi per un momento e si
piegò verso l'angelo per afferrarlo ma il fascio di luce fu
veloce a spostarsi e l'evangelion cadde rovinosamente sul suolo
vicinissimo alla carreggiata dell'autostrada.
- NOOOO!- urlò Asuka istintivamente.
Con la testa dello 00 Rei aveva appena distrutto una dozzina di
macchine che erano ferme in coda.
"E se c'era Ian dentro una di quelle?" ma dalla sua posizione non
riusciva a vedere quasi niente, l'unico modo era quello di salire a
bordo dell'eva e dare una mano a Rei.
Ricominciò a correre, dando di tanto in tanto un'occhiata
allo scontro, ma nulla al mondo l'avrebbe fermata ancora una volta.
Lo 00 sembrava dimenarsi sempre di più e l'angelo non
sembrava infierire, era evidente che l'attacco che stava subendo Rei
era di tipo psichico e non fisico.
Quando finalmente Asuka arrivò all'ingresso della NERV,
passò il tesserino nel rilevatore di badge e le porte si
aprirono davanti a lei. Con l'ultimo fiato rimasto corse dentro la
prima ascensore che trovò, dopodichè al suo
interno iniziò a spogliarsi. Si tolse le scarpe e si
abbassò le spalline della divisa da scuola che ancora
indossava. Se l'ascensore non fosse arrivato in tempo a destinazione,
probabilmente si sarebbe tolta anche quella.
Fece qualche passo e si aprì l'ultima porta che la divideva
dal centro di comando.
Ritsuko all'interno della stanza sembrava veramente spaventata.
- E' pericoloso! Ormai più del 5% ha già subito
una biofusione con l'angelo!-
- Allora? Si può sapere cosa sta succedendo?-
urlò Asuka appena entrata.
Tutti si girarono verso di lei.
- Asuka!- urlò Misato. - Cosa ci fai qui?-
- Misato devi farmi salire sull'eva!- la ragazza si era avvicinata ai
monitor e si trovava proprio sotto Gendo che si era alzato per sentire
cosa stava dicendo. - Sono troppo vicini all'autostrada! Lì
c'è un sacco di gente a quest'ora e...e...c'è
anche Ian....-
Nessuno capì a cosa si riferisse tranne Misato.
- Il tuo nuovo professore?-
Ma Maya urlando interuppe la conversazione.
- Biofusione arrivata al 6%!-
- Dannazione!- urlò Ritsuko. - Asuka! Non puoi ancora salire
sul tuo eva non ho ancora ultimato il cambio di nucleo!-
- Me ne frego del nucleo!- disse Asuka agitando le sue scarpe che aveva
ancora in mano. - Io quel coso lo devo far partire, se non si aziona lo
prenderò a calci fino a quando non si accenderà!-
Poi si rivolse a Misato. - Misato ti prego! Se non allontaniamo subito
da lì lo scontro moriranno un sacco di persone fra cui anche
Ian! Ti prego, fammi salire sullo 02!-
Misato era scioccata dal sentire Asuka pregarla di fare qualcosa. Era
così diversa dalla solita Asuka...comunque si
limitò a girare lo sguardo su Gendo.
- Mandatela- rispose freddo Ikari.
- Grazie!- urlò Asuka gettando via le scarpe. - Voi
preparatelo, io finisco di togliermi questa roba di dosso e esco
subito!-
Nel frattempo Gendo si era riseduto. Fuyutsuki, come al
solito al suo fianco, bisbigliò - Ho visto che stavi per
dire qualcosa un attimo prima che il second children entrasse . Stavi
per rimuovere il fermo dell'unità 01 vero?-
Gendo non rispose, ma a Fuyutsuki fu sufficiente come
risposta, anche se muta.
Nel giro di un minuto Asuka tornò con addosso il plug suit e
si mise all'interno dello 02.
- Asuka non c'è un attimo da perdere! Rei potrà
resistere ancora un paio di minuti al massimo! Mi raccomando!-
- Roger- rispose seria la ragazza.
- Inizio connessione all'eva. Collegamenti sinaptici del nervo A10
attivati. Collegamenti nervosi di entrata/uscita attivati. Il tasso di
sincronia è al 51%- finì di elencare Maya.
- 51%? Ma se solo neanche una settimana fa era a ridosso
dell'attivazione?- chiese stupita Misato.
- Non c'è tempo ora per farsi queste domande- rispose fredda
Ritsuko. - Asuka il tuo tasso di sincronia è ok. Puoi
andare.-
Ma l'espressione di Asuka era quella di una ragazza completamente
concentrata, quando sentì il livello del tasso di sincronia
non fece neanche una smorfia.
Lo 02 fu spedito in superficie e Asuka ne approfittò subito
per guardare in direzione delle macchine distrutte. Utilizzò
lo zoom dell'eva per osservarle più da vicino e
notò che al loro interno erano vuote. Molte persone si erano
nascoste sull'altro lato della carreggiata impaurite e tremanti.
Cercò anche di localizzare Ian, ma Misato la
chiamò immediatamente.
- Asuka che succede? C'è qualche problema?-
- No nessun problema- rispose Asuka ritornando alla visualizzazione
normale. - Ora ci penso io- e si mosse a gran velocità verso
verso l'altra estremità dell'angelo che era rimasta libera.
Come lo afferrò l'angelo smise di muoversi convulsamente e
Asuka vide comparire sulla mano del proprio eva gli stessi grossi
rigonfiamenti che vide qualche minuto fa sullo 00.
Poi il buoio più totale.
"Dove sono?" si chiese stupita Asuka.
Quando l'oscurità cessò, si ritrovò a
fluttuare su un mare senza confini di LCL, con il corpo talmente
leggero che le sembrava normale non appoggiare i piedi da nessuna
parte. Il cielo pareva essere diventato completamente nero, senza
traccia di una stella o della luna. Davanti a sè,
due figure umane. Una era Rei, l'altra sembrava Asuka stessa.
- Chi c'è?-
- Io- rispose l'Asuka che aveva davanti.
- Chi sei tu? Sei l'angelo che ci sta attaccando?-
Ma l'Asuka che le stava davanti non sembrava rispondere. Al contrario,
formulò lei una domanda.
- Vuoi diventare una cosa sola con me e Rei? Lei è
già d'accordo, condividerò con voi una parte del
mio animo. In questo modo nessuna di voi due soffrirà
più.-
Asuka spostò lo sguardo sull'immagine di Rei, ma rimaneva
con il capo chino in avanti e non si riusciva neanche a leggere
l'espressione dei suoi occhi.
- Rei vuole unirsi con te?- chiese sospettosa Asuka.
- Certamente. Lo vuoi anche tu? Io non ti farò
più soffrire. Non dovrai più soffrire se ti
unisci a me-
Asuka si sentì vacillare. La sua forma era indefinita, non
sentiva neanche tutte le parti del suo corpo. E quella voce le arrivava
direttamente dentro l'anima.
- No...io non voglio unirmi a te.-
- Ma io posso farti smettere di soffrire. Non è forse vero
che soffri, Asuka?-
- Io...no, io non soffro più...-
- Ma come, non sono forse esempi di sofferenza questi?- Ad Asuka si
visualizzarono davanti una serie di immagini della propria vita, quasi
come dei brevi flash, a partire dalla sua infanzia fino a pochi giorni
fa. Erano momenti in cui piangeva o era triste, caratterizzati quasi
sempre dalla solutidine dell'Asuka bambina che si trovava a piangere da
sola la morte della madre.
O, ancora, l'Asuka della settimana scorsa, che si ritrovava a piangere
da sola nella stanza di Horaki.
- Non è dunque sofferenza, questa?- insisteva l'angelo
dentro di lei.
- Sì...ma...io ora l'ho superata- riuscì a dire
con uno sforzo.
- L'hai superata?-
- Sì...grazie a Ian....-
L'immagine che aveva davanti a sè parve rimanere in silenzio
per qualche instante, poi ricominciò - E in che modo questo
Ian potrà smettere di farti soffrire?-
- Perchè lui...mi ama...-
Di nuovo silenzio.
- L'amore può lenire le sofferenze dell'animo?-
- Sì, può.- rispose Asuka, sentendosi finalmente
riprendere coscienza.
- Nessun sentimento umano lo può fare.-
- E invece è proprio così- alzò la
voce sentendosi tornare anche le forze.. - Tu queste cose non le puoi
capire, non puoi sapere cosa significa amare! Voi angeli siete
freddamente rinchiusi dentro il vostro potentissimo AT Field e volete
distruggerci senza neanche sapere chi siamo! E non lo verrai a scoprire
da me, te lo posso assicurare!!-
Detto questo, quello strano incubo scomparve dalla sua mente e si
ritrovò nuovamente dentro l'eva. La voce di Misato
dall'autoparlante sembrava arrivarle da lontanissimo.
- Asuka! Asuka! Mi senti?-
Asuka notò che l'angelo aveva penetrato entrambi gli
evangelion 00 e 02 e capì che era stato in grado di
collegare tutte e tre le loro anime in un unico luogo e momento. "Ma
non la passerai liscia con me..." pensò decisa.
Estrasse dalla spalla il progressive knife, lo impugnò e lo
conficcò dentro il corpo luminoso dell'angelo. Nel punto
esatto in cui lo penetrò esplose un violentissimo gettito di
sangue.
L'estremità dell'angelo che era ancora dentro lo 00 si
ritrasse, lasciandolo così libero, e si diresse velocemente
contro lo 02. Ma Asuka fu abbastanza svelta da spostarsi in tempo per
evitare di essere nuovamente violata, afferrò anche l'altra
estremità e colpì anche lei con la sua speciale
lama. Un altro gettito di sangue uscì dalla ferita appena
provocata.
- MUORI MUORI!- urlava Asuka all'interno dell'eva
- Ce la sta facendo...- notò quasi incredula Ritsuko
osservando tutta l'azione.
Asuka pugnalò altre volte l'angelo che iniziò a
dimenarsi in maniera scoordinata, fino a quando
iniziò a spingersi verso l'alto. Asuka, che ancora lo
impugnava con una mano, fu alzata dal suolo con tutto lo 02.
- L'angelo si sta alzando da terra! L'evangelion 02 sta iniziando a
salire con lui! 50 metri di altezza! 100 metri di altezza!- urlava
spaventata Maya.
- Asuka! Staccati dall'angelo!- disse intervenendo Misato.
- NO! PRIMA LO DEVO ELIMINARE DEFINITIVAMENTE!- urlò Asuka
dall'entry plug. Lo pugnalò ancora altre tre o quattro
volte, ma nel frattempo i due corpi continuavano a salire verso il
cielo sempre più velocemente.
- 250 metri! 270 metri!- continuava a ripetere Maya.
- Asuka!- urlò Misato.
Ma Asuka non si fermò nonostante la situazione,
continuò a colpire l'angelo fino a quando, dopo essere stato
trafitto per l'ennesima volta, si sbriciolò lentamente in
una miriade di coriandoli di luce.
- Altezza attuale?- chiese nervosamente Misato.
- 350 metri! Angelo eliminato!- rispose altrettanto nervosamente Maya.
- Santo cielo! Non può cadere da un'altezza simile! Asuka!-
La ragazza dall'interno dell'eva sembrò rendersi conto solo
in quel momento della sua situazione.
L'unità 02 iniziò a precipitare velocemente.
- 330 metri d'altezza! 310 metri! A questa velocità fra
molto poco si schianterà al suolo!- disse Maya non smettendo
di aggiornare la situazione.
"Come possiamo fare? Avanti Misato! Cerca di ragionare!" si ripeteva
fra sè e sè.
- Ci sono! Interrompere tutti i collegamenti nervosi fra Asuka e
l'evangelion! ORA!-
- Subito!- rispose Maya.
- Ma cosa...?- all'interno dell'entry plug si spensero tutte le luci e
i monitor e Asuka rimase quasi completamente al buio.
Ci furono secondi di silenzio in cui tutti i presenti trattennero il
fiato, dopodichè si sentì un enorme boato. L'eva
02 si era schiantato al suolo provocando una buca di diversi metri di
profondità.
- La condizione del pilota?- chiese immediatamente Misato.
- Non ha subito danni...grazie al fatto che non era più
connessa- disse Ritsuko. - Ben fatto, maggiore Katsuragi.- le disse
sorridendole.
Misato sospirò sorridendo a sua volta, dopodichè
si rivolse ad Asuka.
- Perfetto Asuka...rientra, qua siamo tutti pronti per farti i
complimenti!-
Ma appena le immagini dall'entry plug dello 02 ritornarono sui video
del centro di comando, tutti poterono vedere un'Asuka in lacrime.
- Cosa c'è Asuka?- chiese subito Misato.
- Io...ecco io...ho avuto paura di non farcela...-
Sul volto di Misato apparve un sorriso quasi materno.
- Non ti preoccupare ragazzina, ce l'hai fatta come al solito. Ora
rientra che non vedo l'ora di abbracciarti.-
- No...non posso ancora- bisbigliò Asuka togliendosi le
lacrime dagli occhi con il braccio.
- Riattivatemi l'eva, devo trovare Ian-
Misato sorrise. - Lo troveremo noi stai tranquilla, ora rientra-
- No non posso! Ho fatto tutto questo per salvare lui!- insistette lei.
- Asuka capisco che tu ci tenga, ma l'angelo è stato
eliminato e l'eva deve rientrare.-
- Me ne frego di cosa deve fare l'evangelion!- urlò Asuka
nervosamente. - Riattivatemi subito questo coso! Io devo andare da
Ian!!-
Tutti in sala rimasero colpiti da tanta determinazione, pur non sapendo
chi fosse quello Ian di cui stava parlando Asuka.
Misato si girò verso Gendo. - Comandante Ikari cosa
facciamo? In fondo si tratta di pochi passi...-
- Assolutamente no.- rispose freddo Gendo. - L'angelo è
stato abbattuto e gli eva devono essere subito riportati alla base. Non
sono giocattoli in mano alla volontà dei piloti.-
Asuka aveva sentito tutto.
Il suo sguardo si riempì di odio.
- BASTARDO! Riattivami subito l'eva! Devo andare da Ian, è
solo per lui che ho fatto tutto questo!-
- E' escluso!- rispose Gendo alzando la voce, cosa che normalmente non
faceva mai.
Asuka sbattè forte il pugno sull'induction level.
"Stronzo! Fino a quando combatto per lui gli va bene, ma ora che serve
a me...si comporta così!" La ragazza guardò verso
l'alto.
"Ma io me ne posso fregare anche dell'alimentazione. Sono o non sono il
second children? Basterà impegnarsi solo un po' di
più..." e alzò il braccio destro.
- Asuka che fai?- chiese preoccupata Misato.
Asuka, la cui immagine era ancora riportata sui grandi monitor del
centro di comando, stava allungando il braccio verso l'alto.
"Muoviti muoviti muoviti muoviti!" continuava a ripetere a se stessa.
- Asuka!- Misato la chiamò ancora, questa volta con un po'
più di stizza.
"Muoviti muoviti muoviti muoviti muoviti muoviti!!" pensò
arrivando quasi a toccare l'interno dell'entry plug con la mano.
E improvvisamente l'eva mosse il braccio.
- Eva 02 in movimento!- confermò Maya.
- Che cosa?- chiese Ritsuko stupefatta. - Ma non è
possibile! I collegamenti sono stati tutti rimossi!-
L'evangelion nel frattempo aveva tirato fuori dalla buca che aveva
prodotto schiantandosi al suolo la sua mano, poi lentamente
tirò fuori anche l'altra.
- Che sia in berserk?- chiese Maya.
- Asuka!- tornò a ripetere Misato che incominciò
a rendersi conto della gravità della situazione.
- Siamo una cosa sola noi due, io e il mio evangelion- disse ad alta
voce la ragazza, in modo che tutti la potessero sentire dal centro di
comando.
Ed effettivamente l'evangelion si stava muovendo, a dispetto di
qualsiasi logica che Ritsuko aveva sempre adottato per basilare.
Dopo pochi passi, lo 02 si fermò davanti alla fila di
macchine ferme.
"Dannazione! Se solo avessi l'alimentazione potrei usare lo zoom per
vedere dov'è Ian...ma che cavolo, lui lo sa che sono io a
pilotarlo, se è ancora vivo si farà avanti..."
E infatti, dopo poco che l'eva si era avvicinato, Asuka notò
in lontananza qualcuno che correva verso di lei.
- Quello dev'è essere Ian! Sì dev'essere lui! E'
vivo!!- disse senza volerlo ad alta voce. - Espulsione dell'entry
plug!- La capsula uscì dall'evangelion e l'LCL fu espulso in
pochi secondi.
Asuka scese dall'evangelion e corse in contro alla figura che aveva
visto prima dall'alto.
Era proprio Ian.
Si incontrarono abbracciandosi praticamente senza fiato.
- Ian...ho così temuto...-
- Sù sù buona ora...- le disse lui stringendola
forte.
La ragazza iniziò a piangere. - Ho avuto paura che tu
potessi essere rimasto coinvolto...non avrei mai potuto accettare una
cosa simile...-
- Dai stai tranquilla, non è successo niente di tutto
questo. Come vedi sto bene, no?- le chiese prendendole il volto con
entrambe le mani. - Hai voglia di barciarmi?-
Asuka non se lo fece ripetere due volte e unì le labbra alle
sue.
Nel frattempo si erano avvicinati anche le altre persone che erano
rimaste nascoste fino a poco tempo prima per via dello scontro e
vedendo il bacio dei due si misero ad applaudire.
- Bravi! Bravi!-
Asuka fece un accenno di risata in mezzo alle lacrime. - Ma tu guarda-
disse singhiozzando. - Questi hanno già benedetto la nostra
unione...-
- Ehehe sì- rispose Ian. - Ma come fai adesso con
l'evangelion? Sei stata autorizzata a venire fin qui con lui?-
- Figurati- rispose Asuka tornando a guardarlo negli occhi. - Non so
neanche come ho fatto a muoverlo senza alimentazione...mi sa che ho
combinato un bel casino, il comandante Ikari sarà furioso
con me.- poi si mise a ridere. - Gli ho addirittura dato del bastardo!
Tu pensa quanto sono scema...-
Ian la strinse forte a sè. - Sì, sei stata scema-
le disse scherzando.
- Ma tu guarda! E io che faccio tutto questo solo per te!- rispose
Asuka facendo finta di spingerlo via.
In lontananza si udirono le sirene avvicinarsi.
Asuka si voltò nervosamente per guardarle. Ian se ne accorse
e la strinse ulteriormente a sè. - Credi che ti porteranno
via?-
- Sì, immagino che io debba anche finire in qualche cella di
isolamento della NERV per quello che ho fatto.-
Ian le riprese fra le mani il volto. - E se scappassimo adesso? Togliti
questa roba di dosso e scappiamo! In mezzo a tutta questa gente non ti
potranno riconoscere se sarai vestita come una civile!-
- Ma scherzi! Io sotto il plug suit sono nuda!- rispose divertita Asuka.
- Ah...idea! Vieni in macchina, ho i miei ricambi. Saranno un po'
larghi per te ma...serviranno a non farti individuare.-
- Ok!-
I due corsero mano nella mano fino alla macchina del professore il
quale tirò fuori dal bagagliaio una borsa contenente i suoi
vestiti.
Asuka, mentre si cambiava, non potè fare a meno di
chiedergli - ma non avevi detto che stavi via solo oggi? Come mai ti
sei portato dietro tutta questa roba?-
Ian restò a guardarla per un attimo, dopodichè
rispose - Te lo spiego quando saremo in albergo, ora sbrigati e
andiamo!-
Asuka finì di coprirsi il plug suit con i vestiti di Ian e
così non fu notata dagli uomini della NERV che si disposero
immediatamente a cerchio attorno all'unità 02 abbandonanda
sul ciglio dell'autostrada.
Tutte le macchine che non avevano riportato danni si riavviarono e Ian
e Asuka fecero ritorno a Neo Tokio 3.
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Capitolo 8 *** The end ***
- Ci potrebbero stare due me stessa qua dentro!- scherzò
Asuka osservando quanto era larga la sua camicia.
- A dir la verità, io speravo di toglierti tutto di dosso
appena arrivati in camera...- rispose divertito Ian.
- Ma sentilo! Però effettivamente ti devi scusare per avermi
fatto prendere un simile spavento...-
- Cercherò di farlo nei migliore dei modi, te lo prometto!-
I due si baciarono e poco dopo l'ascensore li portò al loro
piano.
Ian aprì la porta della sua camera e fece entrare Asuka, poi
senza lasciarle il tempo di dire nulla la abbracciò da
dietro e iniziò a baciarle il collo spostandole i suoi
lunghi capelli.
- Se penso a quello che starà succedendo alla NERV...- disse
Asuka cercando di non lasciarsi subito andare.
- Veramente hai voglia di pensare a questo?- le chiese Ian
sbottonandole la sua camicia che le aveva prestato.
- No....- fu in grado di dire Asuka, poi Ian la girò
lentamente e la baciò.
NELLO STESSO MOMENTO, AL COMANDO GENERALE DELLA NERV
- Maggiore Katsuragi, mi vuole spiegare cos'è successo?- la
voce di Gendo era molto irritata.
- Non ne so molto comandante, quello che posso dirle è che
questo Ian è un nuovo professore della scuola di Asuka e che
da un po' di tempo si frequentano.-
- Si frequentano? Quell'uomo avrà trent'anni!- disse
intervenendo Fuyutsuki.
- Sì lo so ma...Asuka era veramente in un brutto momento, lo
avete visto anche voi quanto il suo tasso di sincronia era sceso...in
questi giorni la vedevo finalmente felice e non me la sono sentita di
farle un discorso di quel genere.-
- Voglio sapere il nome e il cognome di quest'uomo, da dove viene e da
quanto insegna nella classe dei children- Gendo sembrava sempre
più seccato.
- Viene dall'America e come le dicevo prima non è uno dei
professori fissi. Il suo nome è Ian Duncan, avrò
un incontro con lui la settimana prossima per i normali colloqui coi
parenti.-
- Ian Duncan...questo nome non mi è nuovo- disse Ritsuko
intervenendo nella discussione.
- Cosa intende dire?- chiese Gendo.
- Non so...è che c'è qualcosa che mi ricordano
queste parole.-
- Dottoressa Akagi, non abbiamo tempo per queste cose!- ma
Fuyutsuki fu subito zittito da Gendo.
- Aspetta Kozo, questo nome non risulta nuovo neanche a me. Dove lo
abbiamo già sentito?-
Misato iniziava a non capirci più niente.
- A cosa vi riferite? Se avete urgenza di parlargli possiamo chiamare
al telefono Asuka, sono sicura che ora sia con lui....-
- Asuka! Ecco dove lo abbiamo già sentito!-
esclamò Ritsuko.
- Asuka? E cosa c'entra lei?-
- Non c'entra lei, ma il suo essere children. Comandante, ricordate
l'account che è stata utilizzato per entrare nel nostro
sistema informatico?-
- Sì- rispose Gendo. - 607dunianNY-
- Esatto. E' da allora che io e Maya cerchiamo di capire se quelle
lettere e quei numeri hanno o no qualche significato e ora è
tutto così chiaro....-
Ma Misato continuava a non capire. - Mi vuoi spiegare di cosa stai
parlando?-
- NY starà sicuramente per NewYork e 607 molto probabilmente
è il loro prefisso di area. dunian a questo punto si
commenta da solo, sono ovviamente le lettere iniziali di nome e
cognome.-
Ora che Misato iniziava a capire sentiva che il battito del suo cuore
iniziava a farsi sempre più rapido.
- Quindi vuoi dire che...è lui che ha fornito la password
alla nostra guardia d'ingresso? E' lui che ha rubato le informazioni
sui children?-
- Esatto.-
Gendo prese in mano il telefono e chiamò immediatamente la
prima squadra speciale della NERV.
- E perchè l'ha fatto? Cosa ne vuole fare?-
- Lo scopo probabilmente era quello di avvicinare i children, o per lo
meno uno di loro. Ora sappiamo su chi ha puntato.-
L'ansia di Misato saliva di secondo in secondo e il sentire le risposte
così fredde di Ritsuko le faceva venire il voltastomaco.
- E cosa vuole farne di Asuka secondo te?-
- Ovviamente ucciderla- rispose Ritsuko.
NELLO STESSO MOMENTO, NELLA CAMERA D'ALBERGO DI IAN DUNCAN
Il cellulare del professore iniziò a squillare dal soggiorno
in cui Ian aveva lasciato la sua giacca.
Asuka era contrariata. - Ma possibile che non possiamo mai stare
insieme per più di dieci minuti che subito squilla quel
maledetto telefono?-
- Questo è il mio telefono privato, devo rispondere.- disse
alzandosi dal letto.
- Eh no dai! Stai qui! Risponderai dopo a chi ti sta chiamando!-
borbottò Asuka tirandosi leggermente su.
- Non posso, devo rispondere.-
Ian si diresse così com'era, nudo, verso il soggiorno della
stanza. Prese in mano il cellulare e vide il nome di chi lo stava
chiamando.
<< Stupido idiota!>> urlò in
giapponese la voce al telefono. << Te lo avevo detto! Sei
giorni! La tua copertura era garantita sei giorni! Cosa diavolo ci fai
ancora in Giappone? Sei stato intercettato dalla NERV! Il comandante
Ikari sta mandando lì da te un intero battaglione del cazzo
per farti fuori!>>
<< Ehy calmati>> rispose Ian senza
scomporsi. << Quanto tempo è passato da quando
hai intercettato la chiamata?>>
<< Neanche due minuti fa, stimiamo che quelli della NERV
irrompano nel tuo appartamento nel giro di circa cinque minuti. Hai
già fatto fuori il second children vero??>>
<< Lo faccio ora, poi sparisco definitivamente. Ci
sentiamo al mio rientro a New York. Addio>>
La voce al telefono tentò una risposta << Come
lo faccio ora? Avresti già dovuto farl..>> ma
Duncan spense il telefono.
Si avviò verso la cassetta di sicurezza del soggiorno,
digitò il codice e ne estrasse una pistola semiautomatica
Beretta e ne controllò il caricatore.
- Iaaan! Vieni o no?- urlò Asuka dalla camera da letto.
- Sto arrivando- rispose lui talmente a bassa voce che
sicuramente Asuka non aveva potuto sentirlo.
Dopo essersi accertato della presenza delle pallottole, chiuse la
cassaforte e tornò in camera.
Appena entrato, puntò la pistola verso Asuka.
- Ehy! Che cos'è?-
- Sei una ragazza molto intelligente, Asuka. Credo che tu ci possa
arrivare senza che io adesso mi dilunghi in interminabili spiegazioni.-
Asuka lo fissò sbalordita.
- Oltretutto ho molto poco tempo prima che quelli della NERV arrivino
qui, quindi ci dobbiamo sbrigare. Hai qualcosa da dire prima che lo
faccia?-
La ragazza si sentì mancare il respiro. Nella sua mente
mille pensieri si accavallarono, ma l'ultimo di loro era proprio quello
che non voleva essere accettato.
- Sei...sei tu che hai rubato le informazioni su me, Rei e Shinji?-
- Ecco...quante soddisfazioni mi dai. Lo sapevo che non ci avresti
messo molto a capire.- rispose con un ghigno Ian.
- Quindi...quindi era vero che qualcuno ci stava spiando? E....sei tu
che stavi spiando...me?-
Come succedeva troppo spesso ultimamente, le lacrime iniziarono a
scendere dagli occhi di Asuka senza che lei lo volesse.
- Quindi...ora mi ucciderai?-
- Sì, certo- rispose Duncan freddamente.
La ragazza si lasciò cadere appoggiandosi al cuscino, con la
voce singhiozzante riuscì a chiedere - Perchè?-
- Io sono solo un sicario, Asuka. A me dicono solo chi ammazzare e
basta. Ho sentito qualcosa a proposito di un angelo che vi vuole
inviare direttamente la SEELE, ma quello che è stato chiesto
a me è che avvicinassi almeno uno dei children e lo facessi
fuori. Probabilmente vogliono che voi della NERV facciate meno
resistenza possibile a questo nuovo angelo che vi invieranno, non
saprei. E sinceramente, neanche mi interessa. Altre domande?-
La ragazza ormai piangeva ininterrottamente, si era portata le mani
sugli occhi abbassando leggermente il volto per cercare di smettere, ma
era più forte di lei.
- Perchè....io?- riuscì a pronunciare fra un
singhiozzo e l'altro.
- Perchè a guardare i rapporti che quell'idiota della NERV
aveva sottratto per me, tu eri quella messa peggio di tutti e tre.
Avvicinare te sarebbe stato molto più facile che non cercare
di farsi amico uno come Shinji, figuriamoci la first children. Eri la
più debole, Asuka.-
Le lacrime continuavano a cadere copiose sul cuscino.
- Però devo ammettere di essermi divertito con te. Figurati
che da programma avrei dovuto ucciderti quel giorno in barca, ma avevo
proprio voglia di scoparti e quindi ho rinunciato. Infatti sono anche
stato sgridato per aver prolungato così tanto la mia
permanenza qui in Giappone. Ma ti ho trovato una compagnia piacevole,
sul serio. Comunque ora mi tocca proprio andare, credo che tu capirai.
Addio.-
Asuka, ormai completamente sdraiata sul letto, piangeva. E non piangeva
perchè stava per morire, no, di quello che non le
interessava. Solo pochi giorni prima aveva pensato al suicidio, quindi
la morte non la spaventava. Non era neanche per via del fatto che lui
avesse scelto lei e non Shinji o Rei, era qualcosa di molto
più grave da accettare.
Il motivo era che aveva capito dove aveva sempre sbagliato nella sua
vita e ormai era troppo tardi per porvi rimedio. Il suo pensiero
andò a Shinji e alla parole che Ian stesso le aveva detto.
Quante volte quel ragazzo aveva dimostrato interesse verso di lei? Ed
erano messaggi del corpo così chiari, non detti a parole ma
talmente diretti che il solo ripensarci era un dolore. La reazione alla
sua storia con il professore, tutti quegli sguardi a scuola e
chissà quante altre occasioni le dovevano aver fatto capire
qualcosa.
E ora ci era arrivata a capire cos'era quel "qualcosa".
Era amore, esattamente quello che Asuka aveva sempre cercato. Un amore
sincero e incondizionato, un amore così come Asuka stava
provando in quei giorni per la persona sbagliata.
E questo le faceva male, il rendersi conto di non essersi accorta di
avere a portata di mano tutto quello che aveva sempre voluto e di aver
cercato il superfluo in un assassino travestito da professore.
Pensò a Shinji e subito dopo a sua madre. "Ora ci
rincontreremo...".
Ian premette il grilletto. Si udì uno sparo.
E poi, il silenzio.
FINE.
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